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LETTERA ENCICLICA REDEMPTORIS MATER

LETTERA ENCICLICA
REDEMPTORIS MATER
DEL SOMMO PONTEFICE
GIOVANNI PAOLO II
SULLA BEATA VERGINE MARIA
NELLA VITA DELLA CHIESA IN CAMMINO


Venerati Fratellicarissimi Figli e Figlie
salute e Apostolica Benedizione!

INTRODUZIONE

1. La Madre del Redentore ha un preciso posto nel piano della salvezzaperché«quando giunse la pienezza del tempoDio mandòsuo Figlio nato da donnanato sotto la leggeper riscattare coloro cheerano sotto la leggeperché ricevessimo l'adozione a figli. E chevoi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostricuori lo Spirito del suo Figlioche grida: AbbàPadre» (Gal44).Con queste parole dell'apostolo Paoloche il Concilio Vaticano IIriprende all'inizio della trattazione sulla Beata Vergine Mariadesideroanch'io avviare la mia riflessione sul significato che ha Maria nelmistero di Cristo e sulla sua presenza attiva ed esemplare nella vitadella Chiesa. Sono paroleinfattiche celebrano congiuntamente l'amoredel Padrela missione del Figlioil dono dello Spiritola donna da cuinacque il Redentorela nostra filiazione divinanel mistero della «pienezzadel tempo». Questa pienezza definisce il momento fissato da tuttal'eternitàin cui il Padre mandò suo Figlio«perchéchiunque crede in lui non muoiama abbia la vita eterna» (Gv316).Essa denota il momento beatoin cui «il Verboche era presso Dio...si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv11)facendosi nostro fratello. Essa segna il momentoin cui lo Spirito Santoche già aveva infuso la pienezza di grazia in Maria di Nazarethplasmò nel suo grembo verginale la natura umana di Cristo. Essaindica il momento in cuiper l'ingresso dell'eterno nel tempoil tempostesso viene redento eriempiendosi del mistero di Cristodivienedefinitivamente «tempo di salvezza». Essainfinedesignal'inizio arcano del cammino della Chiesa. Nella liturgiainfattilaChiesa saluta Maria quale suo esordioperché nell'evento dellaconcezione immacolata vede proiettarsianticipata nel suo membro piùnobilela grazia salvatrice della Pasquae soprattutto perchénell'evento dell'incarnazione incontra indissolubilmente congiunti Cristoe Maria: colui che è suo Signore e suo capo e colei chepronunciando il primo fiat della Nuova Alleanzaprefigura la suacondizione di sposa e di madre.

2. Confortata dalla presenza di Cristo (Mt2820)la Chiesacammina nel tempo verso la consumazione dei secoli e muove incontro alSignore che viene; ma in questo cammino - desidero rivelarlo subito -procede ricalcando l'itinerario compiuto dalla Vergine Mariala quale «avanzònella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unionecol Figlio fino alla Croce». Riprendo queste parole tanto dense edevocatrici della Costituzione Lumen Gentiumla quale nella parteconclusiva traccia una sintesi efficace della dottrina della Chiesa sultema della Madre di Cristoda essa venerata come sua madre amantissima ecome sua figura nella fedenella speranza e nella carità. Pocodopo il Concilioil mio grande predecessore Paolo VI volle ancora parlaredella Vergine Santissimaesponendo nell'Epistola Enciclica Christi Matrie poi nelle Esortazioni Apostoliche Signum magnum e Marialis cultus ifondamenti e i criteri di quella singolare venerazione che la Madre diCristo riceve nella Chiesanonché le varie forme di devozionemariana - liturgichepopolariprivate - rispondenti allo spirito dellafede.

3. La circostanza che ora mi spinge a riprendere questo argomento èla prospettiva dell'anno Duemila ormai vicinonel quale il Giubileobimillenario della nascita di Gesù Cristo orienta al tempo stessoil nostro sguardo verso la sua madre. In anni recenti si sono levate varievoci per prospettare l'opportunità di far precedere tale ricorrenzada un analogo Giubileodedicato alla celebrazione della nascita di Maria.In realtàse non è possibile stabilire un preciso puntocronologico per fissare la data della nascita di Mariaè costanteda parte della Chiesa la consapevolezza che Maria è apparsa primadi Cristo sull'orizzonte della storia della salvezza. È un fattochementre si avvicinava definitivamente la «pienezza del tempo»cioè l'avvento salvifico dell'Emanuelecolei che dall'eternitàera destinata ad esser sua madre esisteva già sulla terra. Questosuo «precedere» la venuta di Cristo trova ogni anno un riflessonella liturgia dell'Avvento. Se dunque gli anni che ci avvicinano allaconclusione del secondo Millennio dopo Cristo e all'inizio del terzovengono rapportati a quell'antica attesa storica del Salvatorediventapienamente comprensibile che in questo periodo desideriamo rivolgerci inmodo speciale a coleiche nella «notte» dell'attesadell'Avvento cominciò a splendere come una vera «stella delmattino». Infatticome questa stella insieme con l'«aurora»precede il sorgere del solecosi Maria fin dalla sua concezioneimmacolata ha preceduto la venuta del Salvatoreil sorgere del «soledi giustizia» nella storia del genere umano. La sua presenza in mezzoa Israele - così discreta da passare quasi inosservata agli occhidei contemporanei - splendeva ben palese davanti all'Eternoil qualeaveva associato questa nascosta «figlia di Sion» (Sof314); (Zc 214) al piano salvifico comprendente tutta la storiadell'umanità. A ragione dunqueal termine di questo Millennionoicristianiche sappiamo come il piano provvidenziale della SantissimaTrinità sia la realtà centrale della rivelazione e dellafedesentiamo il bisogno di mettere in rilievo la singolare presenzadella Madre di Cristo nella storiaspecialmente durante questi annianteriori al Duemila.

4. A tanto ci prepara il Concilio Vaticano IIpresentando nel suomagistero la Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. Se infattiè vero che «solamente nel mistero del Verbo incarnato trovavera luce il mistero dell'uomo» - come proclama lo stesso Concilio -bisogna applicare tale principio in modo particolarissimo a quellaeccezionale «figlia della stirpe umana»a quella «donna»straordinaria che divenne Madre di Cristo. Solo nel mistero di Cristo sichiarisce pienamente il suo mistero. Cosìdel restosindall'inizio ha cercato di leggerlo la Chiesa: il mistero dell'incarnazionele ha permesso di penetrare e di chiarire sempre meglio il mistero dellaMadre del Verbo incarnato. In questo approfondimento ebbe un'importanzadecisiva il Concilio di Efeso (a. 431)durante il qualecon grande gioiadei cristianila verità sulla divina maternità di Maria fuconfermata solennemente come verità di fede della Chiesa. Maria èla Madre di Dio (= Theotókos)poiché per opera delloSpirito Santo ha concepito nel suo grembo verginale e ha dato al mondo GesùCristoil Figlio di Dio consostanziale al Padre. «Il Figlio diDio...nascendo da Maria Verginesi è fatto veramente uno di noi»si è fatto uomo. Così dunquemediante il mistero di Cristosull'orizzonte della fede della Chiesa risplende pienamente il misterodella sua Madre. A sua voltail dogma della maternità divina diMaria fu per il Concilio Efesino ed è per la Chiesa come unsuggello del dogma dell'incarnazionenella quale il Verbo assumerealmente nell'unità della sua persona la natura umana senzaannullarla.

5. Presentando Maria nel mistero di Cristoil Concilio Vaticano IItrova anche la via per approfondire la conoscenza del mistero dellaChiesa. Come Madre di CristoinfattiMaria è unita in modospeciale alla Chiesa«che il Signore ha costituito come suo corpo».Il testo conciliare avvicina significativamente questa verità sullaChiesa come corpo di Cristo (secondo l'insegnamento delle Lettere paoline)alla verità che il Figlio di Dio «per opera dello SpiritoSanto nacque da Maria Vergine». La realtà dell'incarnazionetrova quasi un prolungamento nel mistero della Chiesa-corpo di Cristo. Enon si può pensare alla stessa realtà dell'incarnazionesenza riferirsi a Maria - Madre del Verbo incarnato. Nelle presentiriflessionituttaviami riferisco soprattutto a quella «peregrinazionedella fede»nella quale «la Beata Vergine avanzò»serbando fedelmente la sua unione con Cristo. In questo modo quel duplicelegameche unisce la Madre di Dio al Cristo e alla Chiesaacquista unsignificato storico. Né si tratta soltanto della storia dellaVergine Madredel suo personale itinerario di fede e della «partemigliore»che ella ha nel mistero della salvezzama anche dellastoria di tutto il popolo di Diodi tutti coloro che prendono parte allastessa peregrinazione della fede. Questo esprime il Concilio constatandoin un altro passo che Maria «ha preceduto»diventando «figuradella Chiesa... nell'ordine della fededella carità e dellaperfetta unione con Cristo». Questo suo «precedere» comefigurao modellosi riferisce allo stesso mistero intimo della Chiesala quale adempie la propria missione salvifica unendo in sé - comeMaria - le qualità di madre e di vergine. È vergine che «custodisceintegra e pura la fede data allo Sposo» e che «diventa essa puremadrepoiché ...genera ad una vita nuova e immortale i figliconcepiti per opera dello Spirito Santo e nati da Dio».

6. Tutto ciò si compie in un grande processo storico eper cosìdire«in un cammino». La peregrinazione della fede indica lastoria interiorecome a dire la storia delle anime. Ma questa èanche la storia degli uominisoggetti su questa terra alla transitorietàcompresi nella dimensione storica. Nelle seguenti riflessioni desideriamoconcentrarci prima di tutto sulla fase presenteche di per sé non èancora storiae tuttavia incessantemente la plasmaanche nel senso distoria della salvezza. Qui si schiude un ampio spazioall'interno delquale la beata Vergine Maria continua a «precedere» il popolo diDio. La sua eccezionale peregrinazione della fede rappresenta un costantepunto di riferimento per la Chiesaper i singoli e le comunitàper i popoli e le nazioniin un certo senso per l'umanità intera. Èdavvero difficile abbracciare e misurare il suo raggio. Il Conciliosottolinea che la Madre di Dio è ormai il compimento escatologicodella Chiesa: «La Chiesa ha già raggiunto nella beatissimaVergine la perfezionecon la quale è senza macchia e senza ruga (Ef527) » - contemporaneamente che «i fedeli si sforzano ancora dicrescere nella santitàdebellando il peccato; e per questoinnalzano i loro occhi a Mariala quale rifulge come modello di virtùdavanti a tutta la comunità degli eletti». La peregrinazionedella fede non appartiene più alla Genitrice del Figlio di Dio:glorificata accanto al Figlio nei cieliMaria ha ormai superato la sogliatra la fede e la visione «a faccia a faccia» (1Cor1312).Al tempo stessoperòin questo compimento escatologicoMaria noncessa di essere la «stella del mare» (Maris Stella) per tutticoloro che ancora percorrono il cammino della fede. Se essi alzano gliocchi verso di lei nei diversi luoghi dell'esistenza terrenalo fannoperché ella «diede ...alla luce il Figlioche Dio ha postoquale primogenito tra molti fratelli (Rm829)»ed ancheperché «alla rigenerazione e formazione» di questifratelli e sorelle «coopera con amore di madre».

PARTE I

MARIA NEL MISTERO DI CRISTO

1. Piena di grazia

7. «Benedetto sia Diopadre del Signore nostro Gesù Cristoche ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieliin Cristo»(Ef13). Queste parole della Lettera agli Efesini rivelanol'eterno disegno di Dio Padreil suo piano di salvezza dell'uomo inCristo. E un piano universaleche riguarda tutti gli uomini creati aimmagine e somiglianza di Dio (Gn126). Tutticome son compresi «all'inizio»nell'opera creatrice di Diocosì sono anche eternamente compresinel piano divino della salvezzache si deve rivelare fino in fondonella«pienezza del tempo»con la venuta di Cristo. DifattiquelDioche è «Padre del Signore nostro Gesù Cristo»-sono le parole successive della medesima Lettera - «in lui ci hascelti prima della creazione del mondoper essere santi e immacolati alsuo cospetto nella caritàpredestinandoci a essere suoi figliadottivi per opera di Gesù Cristosecondo il beneplacito della suavolontà. E questo a lode e gloria della sua graziache ci ha datonel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suosanguela remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia»(Ef 14). Il piano divino della salvezzache ci è statopienamente rivelato con la venuta di Cristoè eterno. Esso èanche - secondo l'insegnamento contenuto in quella Lettera e in altreLettere paoline eternamente legato a Cristo. Esso comprende tutti gliuominima riserva un posto singolare alla «donna» che èla Madre di coluial quale il Padre ha affidato l'opera della salvezza.Come scrive il Concilio Vaticano II«ella viene giàprofeticamente adombrata nella promessafatta ai progenitori caduti inpeccato» - secondo il Libro della Genesi (Gn315); «parimentiquesta è la Vergine che concepirà e partorirà unfiglioil cui nome sarà Emanuele» - secondo le parole diIsaia (Is714). In tal modo l'Antico Testamento prepara quella «pienezzadel tempo»in cui Dio «mandò suo Figlionato da donna... perché ricevessimo l'adozione a figli». La venuta al mondodel Figlio di Dio è l'evento narrato nei primi capitoli dei Vangelisecondo Luca e secondo Matteo.

8. Maria viene definitivamente introdotta nel mistero di Cristo mediantequesto evento: l'annunciazione dell'angelo. Esso si verifica a Nazarethin precise circostanze della storia d'Israeleil popolo primodestinatario delle promesse di Dio. Il messaggero divino dice allaVergine: «Ti salutoo piena di graziail Signore è con te»(Lc128). Maria «rimase turbata e si domandava che sensoavesse un tale saluto» (Lc129): che cosa significasseroquelle straordinarie parole ein particolarel'espressione «pienadi grazia» (kecharitoméne). Se vogliamo meditare insieme aMaria su queste parole especialmentesull'espressione «piena digrazia»possiamo trovare un significativo riscontro proprio nelpasso sopra citato della Lettera agli Efesini E se dopo l'annuncio delceleste messaggero la Vergine di Nazareth è anche chiamata «labenedetta fra le donne» (Lc142)ciò si spiega acausa di quella benedizione di cui «Dio Padre» ci ha colmati «neicieliin Cristo». È una benedizione spiritualeche siriferisce a tutti gli uomini e porta in sé la pienezza el'universalità («ogni benedizione»)quale scaturiscedall'amore chenello Spirito Santounisce al Padre il Figlioconsostanziale. Nello stesso tempoè una benedizione riversata peropera di Gesù Cristo nella storia umana sino alla fine: su tuttigli uomini. A Mariaperòquesta benedizione si riferisce inmisura speciale ed eccezionale: è statainfattisalutata daElisabetta come «la benedetta fra le donne». La ragione delduplice salutodunqueè che nell'anima di questa «figlia diSion» si è manifestatain un certo sensotutta la «gloriadella grazia»quella che «il Padre... ci ha dato nel suo Figliodiletto». Il messaggero salutainfattiMaria come «piena digrazia»: la chiama cosìcome se fosse questo il suo veronome. Non chiama la sua interlocutrice col nome che le è proprioall'anagrafe terrena: Miryam (= Maria)ma con questo nome nuovo: «piena di grazia». Che cosa significa questo nome? Perchél'arcangelo chiama così la Vergine di Nazareth? Nel linguaggiodella Bibbia «grazia» significa un dono specialeche secondo ilNuovo Testamento ha la sua sorgente nella vita trinitaria di Dio stessodi Dio che è amore (1 Gv 48). Frutto di questo amore èl'elezione--quella di cui parla la Lettera agli Efesini Da parte di Dioquesta elezione è l'eterna volontà di salvare l'uomomediante la partecipazione alla sua stessa vita (2 Pt 14) inCristo: è la salvezza nella partecipazione alla vitasoprannaturale. L'effetto di questo dono eternodi questa graziadell'elezione dell'uomo da parte di Dio è come un germe di santitào come una sorgente che zampilla nell'anima come dono di Dio stessochemediante la grazia vivifica e santifica gli eletti. In questo modo sicompiecioè diventa realtàquella benedizione dell'uomo «conogni benedizione spirituale»quell'«essere suoi figliadottivi... in Cristo»ossia in colui che è eternamente il «Figliodiletto» del Padre. Quando leggiamo che il messaggero dice a Maria «pienadi grazia»il contesto evangelicoin cui con fluiscono rivelazionie promesse anticheci lascia capire che qui si tratta di una benedizionesingolare tra tutte le «benedizioni spirituali in Cristo». Nelmistero di Cristo ella è presente già «prima dellacreazione del mondo»come colei che il Padre «ha scelto»come Madre del suo Figlio nell'incarnazione--ed insieme al Padre l'hascelta il Figlioaffidandola eternamente allo Spirito di santità.Maria è in modo del tutto speciale ed eccezionale unita a Cristoeparimenti è amata in questo Figlio diletto eternamentein questoFiglio consostanziale al Padrenel quale si concentra tutta «lagloria della grazia». Nello stesso tempoella è e rimaneaperta perfettamente verso questo «dono dall'alto» (Gc117). Come insegna il ConcilioMaria «primeggia tra gli umili e ipoveri del Signorei quali con fiducia attendono e ricevono da lui lasalvezza».

9. Se il saluto e il nome «piena di grazia» dicono tuttoquestonel contesto dell'annunciazione dell'angelo essi si riferisconoprima di tuttoall'elezione di Maria come Madre del Figlio di Dio. Manello stesso tempola pienezza di grazia indica tutta l'elargizionesoprannaturaledi cui Maria beneficia in relazione al fatto che èstata scelta e destinata ad essere Madre di Cristo. Se questa elezione èfondamentale per il compimento dei disegni salvifici di Dio nei riguardidell'umanità; se la scelta eterna in Cristo e la destinazione alladignità di figli adottivi riguardano tutti gli uominil'elezionedi Maria è del tutto eccezionale ed unica. Di qui anche lasingolarità e unicità del suo posto nel mistero di Cristo.

Il messaggero divino le dice: «Non temereMariaperché haitrovato grazia presso Dio. Eccoconcepirai un figliolo darai alla lucee lo chiamerai Gesù. Egli sarà grande e chiamato Figliodell'Altissimo» (Lc 130). E quandoturbata da questo salutostraordinariola Vergine domanda: «Come avverrà questo? Nonconosco uomo»riceve dall'angelo la conferma e la spiegazione delleprecedenti parole. Gabriele le dice: «Lo Spirito Santo scenderàsu di te; su di te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo.

Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio diDio» (Lc 135). L'annunciazionepertantoè larivelazione del mistero dell'incarnazione all'inizio stesso del suocompimento sulla terra. La donazione salvifica che Dio fa di sé edella sua vita in qualche modo a tutta la creazionee direttamenteall'uomoraggiunge nel mistero dell'incarnazione uno dei vertici Questoinfattiè un vertice tra tutte le donazioni di grazia nella storiadell'uomo e del cosmo. Maria è «piena di grazia»perchél'incarnazione del Verbol'unione ipostatica del Figlio di Dio con lanatura umanasi realizza e compie proprio in lei.

Come afferma il ConcilioMaria è «Madre del Figlio di Dioe perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo;per tale dono di grazia esimia precede di gran lunga tutte le altrecreaturecelesti e terrestri».

10. La Lettera agli Efesini parlando della «gloria della grazia»che «DioPadre ci ha dato nel suo Figlio diletto»aggiunge: «Inlui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue» (Ef 17).Secondo la dottrinaformulata in solenni documenti della Chiesaquesta «gloriadella grazia» si è manifestata nella Madre di Dio per il fattoche ella è stata «redenta in modo più sublime». Invirtù della ricchezza della grazia del Figlio dilettoa motivo deimeriti redentivi di colui che doveva diventare suo FiglioMaria èstata preservata dal retaggio del peccato originale. In questo modo sindal primo istante del suo concepimentocioè della sua esistenzaella appartiene a Cristopartecipa della grazia salvifica e santificantee di quell'amore che ha il suo inizio nel «Diletto»nel Figliodell'eterno Padreche mediante l'incarnazione è divenuto il suoproprio Figlio. Perciòper opera dello Spirito Santonell'ordinedella graziacioè della partecipazione alla natura divinaMariariceve la vita da colui al quale ella stessanell'ordine dellagenerazione terrenadiede la vita come madre. La liturgia non esita achiamarla «genitrice del suo Genitore» e a salutarla con leparole che Dante Alighieri pone in bocca a san Bernardo: «figlia deltuo Figlio». E poiché questa «vita nuova» Maria lariceve in una pienezza corrispondente all'amore del Figlio verso la Madree dunque alla dignità della maternità divinal'angeloall'annunciazione la chiama «piena di grazia».

11. Nel disegno salvifico della Santissima Trinità il misterodell'incarnazione costituisce il compimento sovrabbondante della promessafatta da Dio agli uominidopo il peccato originaledopo quel primopeccato i cui effetti gravano su tutta la storia dell'uomo sulla terra (Gn315). Eccoviene al mondo un Figliola «stirpe della donna»che sconfiggerà il male del peccato alle sue stesse radici: «Schiacceràla testa del serpente». Come risulta dalle parole del protoevangelola vittoria del Figlio della donna non avverrà senza una duralottache deve attraversare tutta la storia umana. «L'inimicizia»annunciata all'inizioviene confermata nell'Apocalisseil libro dellerealtà ultime della Chiesa e del mondodove torna di nuovo ilsegno della «donna»questa volta «vestita di sole» (Ap121). MariaMadre del Verbo incarnatoviene collocata al centro stessodi quella inimiciziadi quella lotta che accompagna la storia dell'umanitàsulla terra e la storia stessa della salvezza. In questo posto ellacheappartiene agli «umili e poveri del Signore»porta in sécome nessun altro tra gli esseri umaniquella «gloria della grazia»che il Padre «ci ha dato nel suo Figlio diletto»e questagrazia determina la straordinaria grandezza e bellezza di tutto il suoessere. Maria rimane così davanti a Dioed anche davanti a tuttal'umanitàcome il segno immutabile ed inviolabile dell'elezione daparte di Diodi cui parla la Lettera paolina: «In Cristo ci hascelti prima della creazione del mondo... predestinandoci a essere suoifigli adottivi» (Ef14).

Questa elezione è più potente di ogni esperienza del malee del peccatodi tutta quella «inimicizia»da cui èsegnata la storia dell'uomo. In questa storia Maria rimane un segno disicura speranza.

2. Beata colei che ha creduto

12. Subito dopo la narrazione dell'annunciazionel'evangelista Luca ciguida dietro i passi della Vergine di Nazareth verso «una cittàdi Giuda» (Lc139). Secondo gli studiosi questa cittàdovrebbe essere l'odierna Ain-Karimsituata tra le montagnenon lontanoda Gerusalemme. Maria vi giunse «in fretta»per far visita adElisabettasua parente. Il motivo della visita va cercato anche nel fattoche durante l'annunciazione Gabriele aveva nominato in modo significativoElisabetta che in età avanzata aveva concepito dal marito Zaccariaun figlioper la potenza di Dio: «Elisabettatua parentenella suavecchiaia ha concepito un figlioe questo è il sesto mese per leiche tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio» (Lc136). Il messaggero divino si era richiamato all'evento compiutosi inElisabettaper rispondere alla domanda di Maria: «Come avverràquesto? Non conosco uomo» (Lc 134). Eccoquesto avverràproprio per la «potenza dell'Altissimo»come e ancor piùche nel caso di Elisabetta. Maria dunquesollecitata dalla caritàsi reca nella casa della sua parente. Quando vi entraElisabettanelrispondere al suo salutosentendo sussultare il bambino nel propriogrembo«piena di Spirito Santo»a sua volta saluta Maria agran voce: «Benedetta tu tra le donnee benedetto il frutto del tuogrembo» (Lc 140). Questa esclamazione o acclamazione diElisabetta sarebbe poi entrata nell'Ave Mariacome continuazione delsaluto dell'angelodivenendo così una delle più frequentipreghiere della Chiesa. Ma ancor più significative sono le paroledi Elisabetta nella domanda che segue: «A che debbo che la madre delmio Signore venga a me?» (Lc 143). Elisabetta rendetestimonianza a Maria: riconosce e proclama che davanti a lei sta la Madredel Signorela Madre del Messia. A questa testimonianza partecipa ancheil figlio che Elisabetta porta in seno: «Il bambino ha esultato digioia nel mio grembo» (Lc 144).

Il bambino è il futuro Giovanni Battistache sul Giordanoindicherà in Gesù il Messia. Nel saluto di Elisabetta ogniparola è densa di significato etuttaviaciò che si dicealla fine sembra esser di fondamentale importanza: «E beata colei cheha creduto nell'adempimento delle parole del Signore» (Lc145). Queste parole si possono affiancare all'appellativo «piena digrazia» del saluto dell'angelo.

In entrambi i testi si rivela un essenziale contenuto mariologicocioèla verità su Mariache è diventata realmente presente nelmistero di Cristo proprio perché «ha creduto». Lapienezza di graziaannunciata dall'angelosignifica il dono di Diostesso; la fede di Mariaproclamata da Elisabetta nella visitazioneindica come la Vergine di Nazareth abbia risposto a questo dono.

13. «A Dio che rivela è dovuta "l'obbedienza della fede"(Rm 1626); (Rm 15); (2 Cor 105)per la qualel'uomo si abbandona a Dio tutto intero liberamente»come insegna ilConcilio. Questa descrizione della fede trovò una perfettaattuazione in Maria. Il momento «decisivo» fu l'annunciazioneele stesse parole di Elisabetta: «E beata colei che ha creduto»si riferiscono in primo luogo proprio a questo momento.Nell'annunciazioneinfattiMaria si è abbandonata a Diocompletamentemanifestando «l'obbedienza della fede» a coluiche le parlava mediante il suo messaggero e prestando «il pienoossequio dell'intelletto e della volontà». Ha rispostodunquecon tutto il suo «io» umanofemminileed in talerisposta di fede erano contenute una perfetta cooperazione con «lagrazia di Dio che previene e soccorre» ed una perfetta disponibilitàall'azione dello Spirito Santoil quale «perfeziona continuamente lafede mediante i suoi doni». La parola del Dio vivoannunciata aMaria dall'angelosi riferiva a lei stessa: «Eccoconcepirai unfigliolo darai alla luce» (Lc 131). Accogliendo questoannuncioMaria sarebbe diventata la «Madre del Signore» ed inlei si sarebbe compiuto il divino mistero dell'incarnazione: «Volleil Padre delle misericordie che l'accettazione della predestinata madreprecedesse l'incarnazione». E Maria dà questo consensodopoaver udito tutte le parole del messaggero. Dice: «Eccomisono laserva del Signore; avvenga di me quello che hai detto» (Lc138). Questo fiat di Maria - «avvenga di me» - ha deciso dallato umano il compimento del mistero divino. C'è una pienaconsonanza con le parole del Figlioche secondo la Lettera agli Ebreientrando nel mondodice al Padre: «Tu non hai voluto nésacrificio né offertaun corpo invece mi hai preparato... Eccoiovengo... per fareo Diola tua volontà» (Eb105). Ilmistero dell'incarnazione si è compiuto quando Maria ha pronunciatoil suo fiat «Avvenga di me quello che hai detto»rendendopossibileper quanto spettava a lei nel disegno divino l'esaudimento delvoto di suo Figlio. Maria ha pronunciato questo fiat mediante la fede.Mediante la fede si è abbandonata a Dio senza riserva ed «haconsacrato totalmente se stessaquale ancella del Signorealla persona eall'opera del Figlio suo» E questo figlio - come insegnano i Padri -l'ha concepito prima nella mente che nel grembo: proprio mediante la fede!GiustamentedunqueElisabetta loda Maria: «E beata colei che hacreduto nell'adempimento delle parole del Signore». Queste parole sisono già compiute: Maria di Nazareth si presenta sulla soglia dellacasa di Elisabetta e di Zaccaria come Madre de Figlio di Dio. È lascoperta gioiosa di Elisabetta: «La madre del mio Signore viene a me»!

14. Pertantoanche la fede di Maria può essere paragonata aquella di Abramochiamato dall'Apostolo «i nostro padre nella fede»(Rm412). Nell'economia salvifica della rivelazione divina la fededi Abramo costituisce l'inizio dell'Antica Alleanza; la fede di Marianell'annunciazione dà inizio alla Nuova Alleanza. Come Abramo «ebbefede sperando contro ogni speranza che sarebbe diventato padre di moltipopoli» (Rm418)così Mariaal momentodell'annunciazionedo po aver indicato la sua condizione di vergine («Comeavverrà questo? Non conosco uomo»)credette che per lapotenza dell'Altissimoper opera dello Spirito Santosarebbe diventatala Madre del Figlio di Dio secondo la rivelazione dell'angelo:. «Coluiche nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio»(Lc135). Tuttavia le parole di Elisabetta: «E beata coleiche ha creduto» non si applicano solo a quel particolare momentodell'annunciazione. Certamente questa rappresenta il momento culminantedella fede di Maria in attesa di Cristoma è anche il punto dipartenzada cui inizia tutto il suo «itinerario verso Dio»tutto il suo cammino di fede. E su questa viain modo eminente e davveroeroico - anzi con un sempre maggiore eroismo di fede - si attueràl'«obbedienza» da lei professata alla parola della divinarivelazione. E questa «obbedienza della fede» da parte di Mariadurante tutto il suo cammino avrà sorprendenti analogie con la fededi Abramo. Come il patriarca del popolo di Diocosì anche Marialungo il cammino del suo fiat filiale e materno«ebbe fede sperandocontro ogni speranza». Specialmente lungo alcune tappe di questa viala benedizione concessa a «colei che ha creduto»si riveleràcon particolare evidenza. Credere vuol dire «abbandonarsi» allaverità stessa della parola del Dio vivosapendo e riconoscendoumilmente «quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibilile sue vie» (Rm 1133). Mariache per l'eterna volontàdell'Altissimo si è trovatasi può direal centro stessodi quelle «inaccessibili vie» e di quegli «imperscrutabiligiudizi» di Diovi si conforma nella penombra della fedeaccettandopienamente e con cuore aperto tutto ciò che è disposto neldisegno divino.

15. Quando nell'annunciazione sente parlare del Figliodi cui devediventare genitriceed al quale «darà il nome Gesù»(= Salvatore)Maria viene anche a conoscere che a lui «il Signoredarà il trono di Davide suo padre» e che «regneràper sempre sulla casa di Giacobbee il suo regno non avrà fine»(Lc132). In questo senso si volgeva la speranza di tutto Israele.Il Messia promesso deve essere «grande»e anche il messaggeroceleste annuncia che «sarà grande» - grande sia per ilnome di Figlio dell'Altissimo sia per l'assunzione dell'eredità diDavide. Deve dunque essere redeve regnare «sulla casa di Giacobbe».Maria è cresciuta in mezzo a queste attese del suo popolo: potevaintuireal momento dell'annunciazionequale essenziale significatoavessero le parole dell'angelo? E come occorre intendere quel «regno»che «non avrà fine»? Benché mediante la fede ellasi sia sentita in quell'istante madre del «Messia-re»tuttaviaha risposto: «Eccomi sono la serva del Signoreavvenga di me quelloche hai detto» (Lc138). Sin dal primo momento Maria haprofessato soprattutto l'«obbedienza della fede»abbandonandosia quel significato che dava alle parole dell'annunciazione colui dal qualeprovenivano: Dio stesso.

16. Sempre lungo questa via dell'«obbedienza della fede» Mariaode poco più tardi altre parole: quelle pronunciate da Simeone altempio di Gerusalemme. Si era già al quarantesimo giorno dopo lanascita di Gesùquandosecondo la prescrizione della Legge di MosèMaria e Giuseppe «portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo alSignore» (Lc222). La nascita era avvenuta in condizioni diestrema povertà. Sappiamoinfattida Luca chequando inoccasione del censimento della popolazioneordinato dalle autoritàromaneMaria si recò con Giuseppe a Betlemmenon avendo trovato «postonell'albergo»diede alla luce il suo Figlio in una stalla e «lodepose in una mangiatoia» (Lc27). Un uomo giusto e timoratodi Diodi nome Simeoneappare in quell'inizio dell'«itinerario»della fede di Maria. Le sue parolesuggerite dallo Spirito Santo (Lc225)confermano la verità dell'annunciazione. Leggiamoinfatticheegli «prese tra le braccia» il bambinoal quale - secondo ilcomando dell'angelo - era stato messo nome Gesù (Lc221).Il discorso di Simeone è conforme al significato di questo nomeche vuol dire Salvatore: «Dio è la salvezza». Rivolto alSignoreegli dice così: «I miei occhi hanno visto la tuasalvezzapreparata da te davanti a tutti i popoli: luce per illuminare legenti e gloria del tuo popolo Israele» (Lc230).Contemporaneamente peròSimeone si rivolge a Maria con le seguentiparole: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di moltiin Israelesegno di contraddizioneperché siano svelati ipensieri di molti cuori»; ed aggiunge con diretto riferimento aMaria: «E anche a te una spada trafiggerà l'anima» (Lc234).Le parole di Simeone mettono in una luce nuova l'annuncio che Maria haudito dall'angelo: Gesù è il Salvatoreè «luceper illuminare» gli uomini. Non è quel che si èmanifestatoin certo modonella notte del Natalequando sono venutinella stalla i pastori? (Lc28). Non è quel che dovevamanifestarsi ancor più nella venuta dei Magi dall'Oriente? (Mt21).Nello stesso tempoperògià all'inizio della sua vitailFiglio di Mariae con lui sua madresperimenteranno in se stessi laverità delle altre parole di Simeone: «Segno di contraddizione»(Lc234). Quello di Simeone appare come un secondo annuncio aMariapoiché le indica la concreta dimensione storica nella qualeil Figlio compirà la sua missionecioè nell'incomprensionee nel dolore. Se un tale annuncioda una parteconferma la sua fedenell'adempimento delle divine promesse della salvezzadall'altra lerivela anche che dovrà vivere la sua obbedienza di fede nellasofferenza a fianco del Salvatore sofferentee che la sua maternitàsarà oscura e dolorosa. Eccoinfattidopo la visita dei Magidopo il loro omaggio («prostratisi lo adorarono»)dopol'offerta dei doni (Mt211)Mariainsieme al bambinodevefuggire in Egitto sotto la premurosa protezione di Giuseppeperché«Erode stava cercando il bambino per ucciderlo» (Mt213).E fino alla morte di Erode dovranno rimanere in Egitto (Mt215).

17. Dopo la morte di Erodequando la sacra famiglia fa ritorno aNazarethinizia il lungo periodo della vita nascosta. Colei che «hacreduto nell'adempimento delle parole del Signore» (Lc145)vive ogni giorno il contenuto di queste parole. Quotidianamente accanto alei è il Figlioa cui ha dato nome Gesù; dunque. Certamentenel contatto con lui ella usa questo nomeche del resto non potevadestare meraviglia in nessunoessendo in uso da molto tempo in Israele.TuttaviaMaria sa che colui che porta il nome Gesù è statochiamato dall'angelo «Figlio dell'Altissimo» (Lc132).Maria sa di averlo concepito e dato alla luce «non conoscendo uomo»per opera dello Spirito Santocon la potenza dell'Altissimo che ha stesola sua ombra su di lei (Lc135)così come ai tempi di Mosèe dei padri la nube velava la presenza di Dio (Es2416); (Es4034);(1Re810). DunqueMaria sa che il Figlioda lei dato alla luceverginalmenteè proprio quel «santo»«il Figlio diDio»di cui le ha parlato l'angelo.

Durante gli anni della vita nascosta di Gesù nella casa diNazarethanche la vita di Maria è «nascosta con Cristo in Dio»(Col33) mediante la fede. La fedeinfattiè un contattocol mistero di Dio. Maria costantementequotidianamente è incontatto con l'ineffabile mistero di Dio che si è fatto uomomistero che supera tutto ciò che è stato rivelatonell'Antica Alleanza. Sin dal momento dell'annunciazionela mente dellaVergine-Madre è stata introdotta nella radicale «novità»dell'autorivelazione di Dio e resa consapevole del mistero. Ella èla prima di quei «piccoli»dei quali Gesù dirà ungiorno: «Padre... hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti eagli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt1125).Infatti«nessuno conosce il Figlio se non il Padre» (Mt1127).Come può dunque «conoscere il Figlio» Maria? Certamentenon lo conosce come il Padre; eppureè la prima tra coloro aiquali il Padre «l'ha voluto rivelare» (Mt1126); (1Cor211).Se però sin dal momento dell'annunciazione le è statorivelato il Figlioche solo il Padre conosce completamentecome coluiche lo genera nell'eterno «oggi» (Sal27)MarialaMadreè in contatto con la verità del suo Figlio solo nellafede mediante la fede! È dunque beataperché «hacreduto»e crede ogni giorno tra tutte le prove e contrarietàdel periodo dell'infanzia di Gesù e poi durante gli anni della vitanascosta a Nazarethdove egli «stava loro sottomesso» (Lc251):sottomesso a Maria e anche a Giuseppeperché questi faceva le vecidel padre davanti agli uomini; onde lo stesso figlio di Maria era ritenutodalla gente «il figlio del carpentiere» (Mt1355). Lamadre di quel Figliodunquememore di quanto le è stato dettonell'annunciazione e negli avvenimenti successiviporta in sé laradicale «novità» della fede: l'inizio della NuovaAlleanza. È questo l'inizio del Vangeloossia della buonalietanovella. Non è difficileperònotare in questo inizio unaparticolare fatica del cuoreunita a una sorta di «notte della fede»- per usare le parole di san Giovanni della Croce -quasi un «velo»attraverso il quale bisogna accostarsi all'Invisibile e viverenell'intimità col mistero. È infatti in questo modo cheMariaper molti annirimase nell'intimità col mistero del suoFiglioe avanzava nel suo itinerario di fedeman mano che Gesù «crescevain sapienza... e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc252).Sempre di più si manifestava agli occhi degli uomini lapredilezione che Dio aveva per lui. La prima tra queste creature umaneammesse alla scoperta di Cristo era Mariache con Giuseppe viveva nellastessa casa a Nazareth. Tuttaviaquandodopo il ritrovamento nel tempioalla domanda della madre: «Perché ci hai fatto così?»il dodicenne Gesù rispose: «Non sapevate che io devo occuparmidelle cose del Padre mio?»l'evangelista aggiunge: «Ma essi(Giuseppe e Maria) non compresero le sue parole» (Lc248).DunqueGesù aveva la consapevolezza che «solo il Padreconosce il Figlio» (Mt1127)tanto che persino coleiallaquale era stato rivelato più a fondo il mistero della filiazionedivinala madreviveva nell'intimità con questo mistero solomediante la fede! Trovandosi a fianco del Figliosotto lo stesso tetto e«serbando fedelmente la sua unione col Figlio»ella «avanzavanella peregrinazione della fede»come sottolinea il Concilio. E cosìfu anche durante la vita pubblica di Cristo (Mc321) onde digiorno in giorno si adempiva in lei la benedizione pronunciata daElisabetta nella visitazione: «Beata colei che ha creduto».

18. Tale benedizione raggiunge la pienezza del suo significatoquandoMaria sta sotto la Croce di suo Figlio (Gv1925). Il Concilioafferma che ciò avvenne «non senza un disegno divino»: «Soffrendoprofondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno alsacrificio di luiamorosamente consenziente all'immolazione della vittimada lei generata»in questo modo Maria «serbò fedelmentela sua unione col Figlio sino alla Croce»: l'unione mediante la fedela stessa fede con la quale aveva accolto la rivelazione dell'angelo almomento dell'annunciazione. Allora si era anche sentita dire: «Saràgrande...il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre...regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avràfine» (Lc 132). Ed eccostando ai piedi della CroceMaria ètestimoneumanamente parlandodella completa smentita di queste parole.Il suo Figlio agonizza su quel legno come un condannato. «Disprezzatoe reietto dagli uominiuomo dei dolori...; era disprezzato e non neavevamo alcuna stima»: quasi distrutto (Is533). Quantograndequanto eroica è allora l'obbedienza della fede dimostratada Maria di fronte agli «imperscrutabili giudizi» di Dio! Come «siabbandona a Dio» senza riserve«prestando il pieno ossequiodell'intelletto e della volontà» a coluile cui «viesono inaccessibili» (Rm1133). Ed insieme quanto potente èl'azione della grazia nella sua animacome penetrante è l'influssodello Spirito Santodella sua luce e della sua virtù! Mediantequesta fede Maria è perfettamente unita a Cristo nella suaspoliazione. Infatti«Gesù Cristo... pur essendo di naturadivinanon considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dioma spogliò se stessoassumendo la condizione di servo e divenendosimile agli uomini»: proprio sul Golgota «umiliò sestessofacendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce» (Fil25).Ai piedi della Croce Maria partecipa mediante la fede allo sconvolgentemistero di questa spoliazione. È questa forse la piùprofonda «kenosi» della fede nella storia dell'umanità.Mediante la fede la madre partecipa alla morte del Figlioalla sua morteredentrice; maa differenza di quella dei discepoli che fuggivanoerauna fede ben più illuminata. Sul Golgota Gesù mediante laCroce ha confermato definitivamente di essere il «segno dicontraddizione»predetto da Simeone. Nello stesso tempolàsi sono adempiute le parole da lui rivolte a Maria: «E anche a te unaspada trafiggerà l'anima».

19. Sìveramente «beata colei che ha creduto»! Questeparolepronunciate da Elisabetta dopo l'annunciazionequiai piedidella Crocesembrano echeggiare con suprema eloquenzae la potenza inesse racchiusa diventa penetrante. Dalla Crocecome a dire dal cuorestesso del mistero della redenzionesi estende il raggio e si dilata laprospettiva di quella benedizione di fede. Essa risale «finoall'inizio» ecome partecipazione al sacrificio di CristonuovoAdamodiventain certo sensoil contrappeso della disobbedienza edell'incredulitàpresenti nel peccato dei progenitori. Cosìinsegnano i Padri della Chiesa e specialmente sant'Ireneocitato dallacostituzione Lumen Gentium: «Il nodo della disobbedienza di Eva haavuto la sua soluzione con l'obbedienza di Maria; ciò che lavergine Eva legò con la sua incredulità la vergine Mariasciolse con la fede». Alla luce di questo paragone con Eva i Padri -come ricorda ancora il Concilio--chiamano Maria «madre dei viventi»e affermano spesso: «La morte per mezzo di Evala vita per mezzo diMaria». A ragionedunquenell'espressione «Beata colei che hacreduto» possiamo trovare quasi una chiave che ci schiude l'intimarealtà di Maria: di colei che l'angelo ha salutato come «pienadi grazia». Se come «piena di grazia» ella è stataeternamente presente nel mistero di Cristomediante la fede ne divennepartecipe in tutta l'estensione del suo itinerario terreno: «avanzònella peregrinazione della fede»ed al tempo stessoin mododiscreto ma diretto ed efficacerendeva presente agli uomini il misterodi Cristo. E ancora continua a farlo. E mediante il mistero di Cristoanch'ella è presente tra gli uomini. Così mediante ilmistero del Figlio si chiarisce anche il mistero della Madre.

3. Ecco la tua madre

20. Il vangelo di Luca registra il momento in cui «una donna alzòla voce di mezzo alla folla e disse»rivolgendosi a Gesù: «Beatoil grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!» (Lc1127).Queste parole costituivano una lode per Maria come Madre di Gesùsecondo la carne. La Madre di Gesù non era forse conosciutapersonalmente da questa donna; infattiquando Gesù iniziòla sua attività messianicaMaria non lo accompagnava e continuavaa rimanere a Nazareth. Si direbbe che le parole di quella donnasconosciuta l'abbiano fatta in qualche modo uscire dal suo nascondimento.Attraverso quelle parole è balenato in mezzo alla follaalmeno perun attimoil vangelo dell'infanzia di Gesù. È il vangelo incui Maria è presente come la madre che concepisce Gesù nelsuo grembolo dà alla luce e lo allatta maternamente: lamadre-nutricea cui allude quella donna del popolo. Grazie a questamaternitàGesù - Figlio dell'Altissimo (Lc132) - èun vero figlio dell'uomo. È «carne»come ogni uomo: è«il Verbo (che) si fece carne» (Gv114). È carnee sangue di Maria! Ma alla benedizioneproclamata da quella donna neiconfronti della sua genitrice secondo la carneGesù risponde inmodo significativo: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la paroladi Dio e la osservano» (Lc1128). Egli vuole distoglierel'attenzione dalla maternità intesa solo come un legame dellacarneper orientarla verso quei misteriosi legami dello spiritoche siformano nell'ascolto e nell'osservanza della parola di Dio. Lo stessotrasferimento nella sfera dei valori spirituali si delinea ancor piùchiaramente in un'altra risposta di Gesùriportata da tutti iSinottici. Quando viene annunciato a Gesù che «sua madre e isuoi fratelli sono fuori e desiderano vederlo»egli risponde: «Miamadre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e lamettono in pratica» (Lc820). Questo disse «girando losguardo su quelli che gli stavano seduti attorno»come leggiamo inMarco (Mc334) osecondo Matteo (Mt1249)«stendendola mano verso i suoi discepoli». Queste espressioni sembranocollocarsi sulla scia quel che Gesù dodicenne rispose a Maria e aGiuseppequando fu ritrovato dopo tre giorni nel tempio di Gerusalemme.Oraquando Gesù partì da Nazareth e diede inizio alla suavita pubblica in tutta la Palestinaera ormai completamente edesclusivamente «occupato nelle cose del Padre» (Lc249).Egli annunciava il Regno: «Regno di Dio» e «cose del Padre»che danno anche un; nuova dimensione e un nuovo senso a tutto ciòche è umano equindiad ogni legame umanoin relazione ai fini eai compiti assegnati a ogni uomo. In questa nuova dimensione anche unlegamecome quello della «fratellanza»significa qualcosa didiverso dalla «fratellanza secondo la carne»derivante dallacomune origine dagli stessi genitori. E persino la «maternità»nella dimensione del Regno di Dionel raggio della paternità d Diostessoacquista un altro senso. Con le parole riportate da Luca Gesùinsegna proprio questo nuovo senso della maternità. Si allontanaper questo da colei che è stata la sua genitrice secondo la carne?Vuole forse lasciarla nel l'ombra del nascondimentoche ella stessa hascelto' Se così può sembrare in base al suono di quelleparole si deve però rilevare che la nuova e diversa maternitàdi cui parla Gesù ai suoi discepoliconcerne proprio Maria in modospecialissimo. Non è forse Maria la prima tra «coloro cheascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica»? E dunque nonriguarda soprattutto le quella benedizione pronunciata da Gesù inrisposta alle parole della donna anonima? Senza dubbioMaria èdegna di benedizione per il fatto che è divenuta Madre di Gesùsecondo la carne («Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cuihai preso il latte»)ma anche e soprattutto perché giàal momento dell'annunciazione ha accolto la parola di Dioperchévi ha credutoperché fu obbediente a Dioperché «serbava»la parola e «la meditava nel suo cuore» (Lc145); (Lc219)e con tutta la sua vita l'adempiva. Possiamo dunque affermare che labeatitudine proclamata da Gesù non si contrapponenonostante leapparenzea quella formulata dalla donna sconosciutama con essa viene acoincidere nella persona di questa Madre-Vergineche si è chiamatasolo «serva del Signore» (Lc138). Se è vero che «tuttele generazioni la chiameranno beata» (Lc148)si puòdire che quell'anonima donna sia stata la prima a confermareinconsapevolmente quel versetto profetico del Magnificat di Maria e a dareinizio al Magnificat dei secoli. Se mediante la fede Maria èdivenuta la genitrice del Figlio datole dal Padre nella potenza delloSpirito Santoconservando integra la sua verginitànella stessafede ella ha scoperto ed accolto l'altra dimensione della maternitàrivelata da Gesù durante la sua missione messianica. Si puòdire che questa dimensione della maternità apparteneva a Maria sindall'iniziocioè dal momento del concepimento e della nascita delFiglio. Fin da allora era «colei che ha creduto». Ma a mano amano che si chiariva ai suoi occhi e nel suo spirito la missione delFiglioella stessa come Madre si apriva sempre più a quella «novità»della maternitàche doveva costituire la sua «parte»accanto al Figlio. Non aveva dichiarato fin dall'inizio: «Eccomisono la serva del Signoreavvenga di me quello che hai detto» (Lc138)?Mediante la fede Maria continuava ad udire ed a meditare quella parolanella quale si faceva sempre più trasparentein un modo «chesorpassa ogni conoscenza» (Ef319)l'autorivelazione del Diovivo. Maria madre diventava cosìin un certo sensola prima «discepola»di suo Figliola prima alla quale egli sembrava dire: «Seguimi»ancor prima di rivolgere questa chiamata agli apostoli o a chiunque altro(Gv143).

21. Da questo punto di vistaè particolarmente eloquente iltesto del Vangelo di Giovanniche ci presenta Maria alle nozze di Cana.Maria vi appare come Madre di Gesù all'inizio della sua vitapubblica: «Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre diGesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli»(Gv21). Dal testo risulterebbe che Gesù e i suoi discepolivennero invitati insieme a Mariaquasi a motivo della presenza di lei aquella festa: il Figlio sembra invitato a motivo della madre.

È noto il seguito degli eventi legata quell'invitoquell'«iniziodei segni» compiuti da Gesù - 'acqua mutata in vino -che fadire all'evangelista: Gesù «manifestò la sua gloria e isuoi discepoli credettero in lui» (Gv211). Maria èpresente a Cana di Galilea come Madre a Gesùe in modosignificativo contribuisce a quel l'«inizio dei segni»cherivelano la potenza messianica del suo Figlio. Ecco: «Venuto amancare il vinola madre di Gesù gli disse: "Non hanno piùvino". E Gesù rispose: "Che ho da fare con teo donna?Non è ancor' giunta la mia ora"» (Gv23). Nel Vangelo diGiovanni quell'«ora» significa il momento fissato dal Padre nelquale il Figlio compie la sua opera e deve essere glorificato (Gv730);(Gv820); (Gv1223); (Gv131); (Gv171); (Gv1927).Anche se la risposta di Gesù a sua madre sembra suonare come unrifiuto (soprattutto se si guardapiù che all'interrogativoaquella recisa affermazione: «Non è ancora giunta la mia ora»)ciononostante Maria si rivolge ai servi e dice loro: «Fate quello cheegli vi dirà» (Gv25). Allora Gesù ordina aiservi di riempire di acqua le giaree l'acqua diventa vinomigliore diquello che prima è stato servito agli ospiti del banchetto nuziale.Quale intesa profonda c'è stata tra Gesù e sua madre? Comeesplorare il mistero della loro intima unione spirituale? Ma il fatto èeloquente. È certo che in quell'evento si delinea giàabbastanza chiaramente la nuova dimensioneil nuovo senso della maternitàdi Maria. Essa ha un significato che non è racchiuso esclusivamentenelle parole di Gesù e nei vari episodiriportati dai Sinottici.In questi testi Gesù intende soprattutto contrapporre la maternitàrisultante dal fatto stesso della nascitaa ciò che questa «maternità»(come la «fratellanza») deve essere nella dimensione del Regnodi Dionel raggio salvifico della paternità di Dio. Nel testogiovanneoinvecedalla descrizione dell'evento di Cana si delinea ciòche concretamente si manifesta come nuova maternità secondo lospirito e non solo secondo la carneossia la sollecitudine di Maria pergli uominiil suo andare incontro ad essi nella vasta gamma dei lorobisogni e necessità. A Cana di Galilea viene mostrato solo unaspetto concreto dell'indigenza umanaapparentemente piccolo e di pocaimportanza («Non hanno più vino»). Ma esso ha un valoresimbolico: quell'andare incontro ai bisogni dell'uomo significaal tempostessointrodurli nel raggio della missione messianica e della potenzasalvifica di Cristo. Si ha dunque una mediazione: Maria si pone tra suoFiglio e gli uomini nella realtà delle loro privazioniindigenze esofferenze. Si pone «in mezzo»cioè fa da mediatrice noncome un'estraneama nella sua posizione di madreconsapevole che cometale può - anzi «ha il diritto» - di far presente alFiglio i bisogni degli uomini. La sua mediazionedunqueha un caratteredi intercessione: Maria «intercede» per gli uomini. Non solo:come madre desidera anche che si manifesti la potenza messianica delFiglioossia la sua potenza salvifica volta a soccorrere la sventuraumanaa liberare l'uomo dal male che in diversa forma e misura gravasulla sua vita. Proprio come aveva predetto del Messia il profeta Isaianel famoso testoa cui Gesù si è richiamato davanti ai suoicompaesani di Nazareth: «Per annunciare ai poveri un lieto messaggioper proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista...»(Lc418).

Altro elemento essenziale di questo compito materno di Maria si coglienelle parole rivolte ai servitori: «Fate quello che egli vi dirà».La Madre di Cristo si presenta davanti agli uomini come portavoce dellavolontà del Figlioindicatrice di quelle esigenze che devonoessere soddisfatteaffinché la potenza salvifica del Messia possamanifestarsi. A Canagrazie all'intercessione di Maria e all'ubbidienzadei servitoriGesù dà inizio alla «sua ora». ACana Maria appare come credente in Gesù: la sua fede ne provoca ilprimo «segno» e contribuisce a suscitare la fede dei discepoli.

22. Possiamo direpertantoche in questa pagina del Vangelo diGiovanni troviamo quasi un primo apparire della verità circa lamaterna sollecitudine di Maria. Questa verità ha trovatoespressione anche nel magistero del recente Concilioed èimportante notare come la funzione materna di Maria sia da esso illustratanel suo rapporto con la mediazione di Cristo. Infattivi leggiamo: «Lafunzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura odiminuisce l'unica mediazione di Cristoma ne mostra l'efficacia»perché «uno solo è il mediatore tra Dio e gli uominil'uomo Cristo Gesù» (1Tm25). Questa funzione sgorgasecondo il beneplacito di Dio«dalla sovrabbondanza dei meriti diCristosi fonda sulla mediazione di luida essa assolutamente dipende edattinge tutta la sua efficacia». Proprio in questo senso l'evento diCana di Galilea ci offre quasi un preannuncio della mediazione di Mariatutta orientata verso il Cristo e protesa alla rivelazione della suapotenza salvifica. Dal testo giovanneo appare che si tratta di unamediazione materna. Come proclama il Concilio: Maria«fu per noi madrenell'ordine della grazia». Questa maternità nell'ordine dellagrazia è emersa dalla stessa sua maternità divina: perchéessendoper disposizione della divina provvidenzamadre-nutrice delRedentoreè diventata una «compagna generosa in modo deltutto singolare e umile ancella del Signore»che «cooperò...all'opera del Salvatore con l'obbedienzala fedela speranza e l'ardentecarità per restaurare la vita soprannaturale delle anime». «Equesta maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senzasoste... fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti».

23. Se il passo del Vangelo di Giovanni sull'evento di Cana presenta lamaternità premurosa di Maria all'inizio dell'attivitàmessianica di Cristoun altro passo dello stesso Vangelo conferma questamaternità nell'economia salvifica della grazia nel suo momentoculminantecioè quando si compie il sacrificio della Croce diCristoil suo mistero pasquale. La descrizione di Giovanni èconcisa: «Stavano presso la Croce di Gesù sua madrelasorella di sua madreMaria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesùalloravedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egliamavadisse alla madre: "Donnaecco il tuo figlio!". Poi disseal discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento ildiscepolo la prese con sé» (Gv1925). Senza dubbioinquesto fatto si ravvisa un'espressione della singolare premura del Figlioper la Madreche egli lasciava in così grande dolore. Tuttaviasul senso di questa premura il «testamento della Croce» diCristo dice di più. Gesù mette in rilievo un nuovo legametra Madre e Figliodel quale conferma solennemente tutta la veritàe realtà. Si può dire chese già in precedenza lamaternità di Maria nei riguardi degli uomini era stata delineataora viene chiaramente precisata e stabilita: essa emerge dalla definitivamaturazione del mistero pasquale del Redentore. La Madre di Cristotrovandosi nel raggio diretto di questo mistero che comprende l'uomo -ciascuno e tutti -viene data all'uomo - a ciascuno e a tutti - comemadre. Quest'uomo ai piedi della Croce è Giovanni«ildiscepolo che egli amava». Tuttavianon è lui solo. Seguendola Tradizioneil Concilio non esita a chiamare Maria «Madre diCristo e madre degli uomini»: infattiella è «congiuntanella stirpe di Adamo con tutti gli uomini...anzi è veramentemadre delle membra (di Cristo)...perché cooperò con lacarità alla nascita dei fedeli nella Chiesa». Dunquequesta «nuovamaternità di Maria»generata dalla fedeè frutto del «nuovo»amoreche maturò in lei definitivamente ai piedi della Crocemediante la sua partecipazione all'amore redentivo del Figlio.

24. Ci troviamo così al centro stesso dell'adempimento dellapromessacontenuta nel protoevangelo: «La stirpe della donnaschiaccerà la testa del serpente» (Gn315). GesùCristoinfatticon la sua morte redentrice vince il male del peccato edella morte alle sue stesse radici. È significativo cherivolgendosi alla madre dall'alto della Crocela chiami «donna»e le dica: «Donnaecco il tuo figlio». Con lo stesso terminedel restosi era rivolto a lei anche a Cana (Gv24). Comedubitare che specialmente orasul Golgotaquesta frase attinga inprofondità il mistero di Mariaraggiungendo il singolare posto cheella ha in tutta l'economia della salvezza? Come insegna il ConcilioconMaria «eccelsa figlia di Siondopo la lunga attesa della promessasi compiono i tempi e si instaura una nuova economiaquando il Figlio diDio assunse da lei la natura umanaper liberare con i misteri della suacarne l'uomo dal peccato». Le parole che Gesù pronunciadall'alto della Croce significano che la maternità della suagenitrice trova una «nuova» continuazione nella Chiesa emediante la Chiesasimboleggiata e rappresentata da Giovanni. In questomodocolei checome «la piena di grazia»è stataintrodotta nel mistero di Cristo per essere sua madrecioè laSanta Genitrice di Dioper il tramite della Chiesa permane in quelmistero come la «donna» indicata dal libro della Genesi (Gn315)all'inizio e dall'Apocalisse (Ap121) al termine della storiadella salvezza. Secondo l'eterno disegno della Provvidenza la maternitàdivina di Maria deve effondersi sulla Chiesacome indicano affermazionidella Tradizioneper le quali la maternità di Maria verso laChiesa è il riflesso e il prolungamento della sua maternitàverso il Figlio di Dio. Già il momento stesso della nascita dellaChiesa e della sua piena manifestazione al mondosecondo il Conciliolascia intravedere questa continuità della maternità diMaria: «Essendo piaciuto a Dio di non manifestare solennemente ilmistero della salvezza umana prima di aver effuso lo Spirito promesso daCristovediamo gli Apostoli prima del giorno della Pentecoste "assiduie concordi nella preghierainsieme con alcune donne e con Mariala madredi Gesùe con i fratelli di lui" (At114)e ancheMaria implorante con le sue preghiere il dono dello Spiritoche giàl'aveva adombrata nell'annunciazione». Dunquenell'economia dellagraziaattuata sotto l'azione dello Spirito Santoc'è unasingolare corrispondenza tra il momento dell'incarnazione del Verbo equello della nascita della Chiesa. La persona che unisce questi duemomenti è Maria: Maria a Nazareth e Maria nel cenacolo diGerusalemme. In entrambi i casi la sua presenza discretama essenzialeindica la via della «nascita dallo Spirito». Così coleiche è presente nel mistero di Cristo come madrediventa - pervolontà del Figlio e per opera dello Spirito Santo - presente nelmistero della Chiesa. Anche nella Chiesa continua ad essere una presenzamaternacome indicano le parole pronunciate sulla Croce: «Donnaecco il tuo figlio»; «Ecco la tua madre».

PARTE II

LA MADRE Dl DIO AL CENTRO DELLA CHIESA IN CAMMINO

1. La ChiesaPopolo di Dio radicato in tutte le nazioni dellaterra

25. «La Chiesa "prosegue il suo pellegrinaggio tra lepersecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio"annunciando lapassione e la morte del Signore fino a che egli venga (1Cor1126)».«Come già Israele secondo la carnepellegrinante nel desertoviene chiamato Chiesa di Dio (Es131); (Nm204); (Dt231)così il nuovo Israele... si chiama pure Chiesa di Cristo (Mt1618)avendola egli acquistata col suo sangue (At2028)riempita delsuo spirito e fornita dei mezzi adatti per l'unione visibile e sociale.Dio ha convocato tutti coloro che guardano con fede a Gesùautoredella salvezza e principio di unità e di pacee ne ha costituitola Chiesaperché sia per tutti e per i singoli sacramento visibiledi questa unità salvifica». Il Concilio Vaticano II parladella Chiesa in camminostabilendo un'analogia con Israele dell'AnticaAlleanza in cammino attraverso il deserto. Il cammino riveste un carattereanche esternovisibile nel tempo e nello spazioin cui esso storicamentesi svolge. La Chiesainfatti«dovendosi estendere a tutta la terraentra nella storia degli uominima insieme trascende i tempi ed i confinidei popoli». Tuttaviail carattere essenziale del suo pellegrinaggioè interiore: si tratta di un pellegrinaggio mediante la fede«pervirtù del Signore risuscitato»di un pellegrinaggio nelloSpirito Santodato alla Chiesa come invisibile Consolatore (parákletos)(Gv1426); (Gv1526); (Gv167). «Tra letentazioni e le tribolazioni del cammino la Chiesa è sostenutadalla forza della grazia di Diopromessa del Signoreaffinché ...non cessicon l'aiuto dello Spirito Santodi rinnovare se stessafinchéattraverso la Croce giunga alla luce che non conosce tramonto».Proprio in questo cammino-pellegrinaggio ecclesialeattraverso lo spazioe il tempoe ancor più attraverso la storia delle animeMaria èpresentecome colei che è «beata perché ha creduto»come colei che avanzava nella peregrinazione della fedepartecipando comenessun'altra creatura al mistero di Cristo. Dice ancor il Concilio che «Maria... per la sua intima partecipazione alla storia della salvezzariunisceper così dire l riverbera i massimi dati della fede».

Tra tutti i credenti ella è come uno «specchio»in cuisi riflettono nel modo più profondo e più limpido «legrandi opere di Dio» (At211).

26. Edificata da Cristo sugli apostolila Chiesa è di venutapienamente consapevole di queste grandi opere di Dio il giorno dellapentecostequando i convenuti nel cenacolo «furono tutti pieni diSpirito Santo e cominciarono a parlare in altre linguecome lo Spiritodava loro il potere di esprimersi» (At24). Sin da quelmomento inizia anche quel cammino di fedeil pellegrinaggio della Chiesaattraverso la storia degli uomini e dei popoli. Si sa che all'inizio diquesto cammino presente Mariache vediamo in mezzo agli apostoli nelcenacolo«implorante con le sue preghiere il don dello Spirito».Il suo cammino di fede èin un certo sensopiù lungo. LoSpirito Santo è già sceso su di leiche è diventatala fedele sua sposa nell'annunciazioneaccogliendo il Verbo di Dio veroprestando «il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà eacconsentendo volontariamente alla rivelazione data da lui»anziabbandonandosi tutta a Dio mediante «l'obbedienza della fede»per cui rispose all'angelo: «Eccomisono la serva del Signore;avvenga di me quello che hai detto». Il cammino di fede di Mariachevediamo orante nel cenacoloèdunquepiù lungo di quellodegli altri ivi riuniti: Maria li «precede»«va innanzi»a loro. Il momento della pentecoste a Gerusalemme è statopreparatooltre che dalla Crocedal momento dell'annunciazione aNazareth. Nel cenacolo l'itinerario di Maria s'incontra col cammino difede della Chiesa. In qual modo? Tra coloro che nel cenacolo erano assiduinella preghierapreparandosi per andare «in tutto il mondo»dopo aver ricevuto lo Spiritoalcuni erano stati chiamati da Gesùgradualmente sin dall'inizio della sua missione in Israele. Undici di loroerano stati costituiti apostoli e ad essi Gesù aveva trasmesso lamissione che egli stesso aveva ricevuto dal Padre: «Come il Padre hamandato meanch'io mando voi» (Gv2021)aveva detto agliapostoli dopo la risurrezione. E quaranta giorni dopoprima di tornare alPadreaveva aggiunto: quando «lo Spirito Santo scenderà su divoi .... mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra» (At18).Questa missione degli Apostoli ha inizio sin dal momento della loro uscitadal cenacolo di Gerusalemme. La Chiesa nasce e cresce allora mediante letestimonianze che Pietro e gli altri apostoli rendono a Cristo crocifissoe risorto (At231); (At315); (At410); (At530).Maria non ha ricevuto direttamente questa missione apostolica. Non era tracoloro che Gesù inviò «in tutto il mondo perammaestrare tutte le nazioni» (Mt2819)quando conferìloro questa missione.

Erainvecenel cenacolodove gli apostoli si preparavano ad assumerequesta missione con la venuta dello Spirito di verità: era conloro. In mezzo a loro Maria era «assidua nella preghiera» come «madredi Gesù» (At113)ossia del Cristo crocifisso erisorto. E quel primo nucleo di coloro che nella fede guardavano «aGesùautore della salvezza»era consapevole che Gesùera il Figlio di Mariae che ella era sua Madree come tale erasin dalmomento del concepimento e della nascitauna singolare testimone delmistero di Gesùdi quel mistero che davanti ai loro occhi si eraespresso e confermato con la Croce e la risurrezione. La Chiesadunquesin dal primo momento«guardò» Maria attraverso Gesùcome «guardò» Gesù attraverso Maria. Questa fu perla Chiesa di allora e di sempre una singolare testimone degli annidell'infanzia di Gesù e della sua vita nascosta a Nazarethquando «serbavatutte queste cosemeditandole nel suo cuore» (Lc219); (Lc251).Ma nella Chiesa di allora e di sempre Maria è stata ed èsoprattutto colei che è «beata perché ha creduto»:ha creduto per prima. Sin dal momento dell'annunciazione del concepimentosin dal momento della nascita nella grotta di BetlemmeMaria seguivapasso passo Gesù nel suo materno pellegrinaggio di fede. Lo seguivalungo gli anni della sua vita nascosta a Nazarethlo seguiva anche nelperiodo del distacco esternoquando egli iniziò a «fare edinsegnare» (At11) in mezzo ad Israelelo seguìsoprattutto nella tragica esperienza del Golgota. Oramentre Maria sitrovava con gli apostoli nel cenacolo di Gerusalemme agli albori dellaChiesatrovava conferma la sua fedenata dalle paroledell'annunciazione. L'angelo le aveva detto allora: «Concepirai unfigliolo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Egli saràgrande...e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbee il suoregno non avrà fine». I recenti eventi del Calvario avevanoavvolto di tenebra quella promessa; eppureanche sotto la Croce non eravenuta meno la fede di Maria. Ella era stata ancora colei checomeAbramo«ebbe fede sperando contro ogni speranza» (Rm418).Ed eccodopo la risurrezione la speranza aveva svelato il suo vero voltoe la promessa aveva cominciato a trasformarsi in realtà. InfattiGesùprima di tornare al Padreaveva detto agli apostoli: «Andatee ammaestrate tutte le nazioni ... Eccoio sono con voi tutti i giornifino alla fine del mondo» (Mt2819). Così aveva detto coluiche con la sua risurrezione si era rivelato come il trionfatore dellamortecome il detentore del regno che «non avrà fine»secondo l'annuncio dell'angelo.

27. Ora agli albori della Chiesaall'inizio del lungo cammino mediantela fede che cominciava con la pentecoste a GerusalemmeMaria era contutti coloro che costituivano il germe del «nuovo Israele».

Era presente in mezzo a loro come una testimone eccezionale del misterodi Cristo. E la Chiesa era assidua nella preghiera insieme a lei enellostesso tempo«la contemplava alla luce del Verbo fatto uomo».Così sarebbe stato sempre. Infattiquando la Chiesa «penetrapiù profondamente nell'altissimo mistero dell'incarnazione»pensa alla Madre di Cristo con profonda venerazione e pietà. Mariaappartiene indissolubilmente al mistero di Cristoed appartiene anche almistero della Chiesa sin dall'iniziosin dal giorno della sua nascita.Alla base di ciò che la Chiesa è sin dall'iniziodi ciòche deve continuamente diventaredi generazione in generazionein mezzoa tutte le nazioni della terrasi trova colei «che ha credutonell'adempimento delle parole del Signore» (Lc145). Proprioquesta fede di Mariache segna l'inizio della nuova ed eterna Alleanza diDio con l'umanità in Gesù Cristoquesta eroica sua fede «precede»la testimonianza apostolica della Chiesae permane nel cuore dellaChiesanascosta come uno speciale retaggio della rivelazione di Dio.Tutti coloro chedi generazione in generazioneaccettando latestimonianza apostolica della Chiesa partecipano a quella misteriosaereditàin un certo sensopartecipano alla fede di Maria. Leparole di Elisabetta «Beata colei che ha creduto») continuano adaccompagnare la Vergine anche nella pentecoste; la seguono di etàin etàdovunque si estendamediante la testimonianza apostolica eil servizio della Chiesala conoscenza del mistero salvifico di Cri sto.Così si adempie la profezia del Magnificat: «Tutte legenerazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto di mel'Onnipotentee santo è il suo nome» (Lc148).Infattialla conoscenza del mistero di Cristo consegue la benedizionedella madre suanella forma di speciale venerazione per la Theotókos.Ma in questa venerazione e sempre inclusa la benedizione della sua fedeperché la Vergine di Nazareth è diventata beata soprattuttomediante questa fedesecondo le parole di Elisabetta. Coloro che in ognigenerazionefra i diversi popoli e nazioni della terraaccolgono confede il mistero di CristoVerbo incarnato e Redentore del mondonon solosi volgono con venerazione e ricorrono con fiducia a Maria come a suamadrema cercano nella fede di lei il sostegno per la propria fede. Eappunto questa viva partecipazione alla fede di Maria decide della suaspeciale presenza nel pellegrinaggio della Chiesaquale nuovo popolo diDio su tutta la terra.

28. Come dice il Concilio«Maria ... per la sua intimapartecipazione alla storia della salvezza ...mentre viene predicata eonoratachiama i credenti al Figlio suoal suo sacrificio e all'amoredel Padre».

Perciò in qualche modo la fede di Mariasulla base dellatestimonianza apostolica della Chiesadiventa incessantemente la fede delpopolo di Dio in cammino: delle persone e delle comunitàdegliambienti e delle assembleee infine dei vari gruppi esistenti nellaChiesa. È una fede che si trasmette ad un tempo mediante laconoscenza e il cuore; si acquista o riacquista continuamente mediante lapreghiera. Perciò«anche nella sua opera apostolica la Chiesagiustamente guarda a colei che generò Cristoconcepito appuntodallo Spirito Santo e nato dalla Vergine per nascere e crescere anche nelcuore dei fedeli per mezzo della Chiesa». Oggi che in questopellegrinaggio di fede ci avviciniamo al termine del secondo Millenniocristianola Chiesamediante il magistero del Concilio Vaticano IIrichiama l'attenzione su ciò che essa vede in se stessacome «unsolo popolo di Dio...radicato in tutte le nazioni della terra»esulla verità secondo la quale tutti i fedelianche se «sparsiper il mondocomunicano con gli altri nello Spirito Santo»sicchési può dire che in questa unione si realizza di continuo il misterodella pentecoste. Nello stesso tempogli apostoli e i discepoli delSignore in tutte le nazioni della terra sono assidui nella preghierainsieme con Mariala madre di Gesù» (At114).Costituendo di generazione in generazione il «segno del Regno»che non è di questo mondoessi sono anche consapevoli che in mezzoa questo mondo devono raccogliersi con quel Real quale sono state datein eredità le genti (Sal28)al quale il Padre ha dato «iltrono di Davidesuo padre»sicché egli «regna persempre sulla casa di Giacobbee il suo regno non avrà fine».In questo tempo di vigilia Mariamediante la stessa fede che la resebeata specialmente dal momento dell'annunciazioneè presente nellamissione della Chiesapresente nell'opera della Chiesa che introduce nelmondo il Regno del suo Figlio. Questa presenza di Maria trova molteplicimezzi di espressione al giorno d'oggi come in tutta la storia dellaChiesa. Possiede anche un multiforme raggio d'azione: mediante la fede ela pietà dei singoli fedelimediante le tradizioni delle famigliecristianeo «chiese domestiche»delle comunitàparrocchiali e missionariedegli istituti religiosidelle diocesimediante la forza attrattiva e irradiante dei grandi santuarinei qualinon solo individui o gruppi localima a volte intere nazioni e continenticercano l'incontro con la Madre del Signorecon colei che è beataperché ha credutoè la prima tra i credenti e perciòè diventata Madre dell'Emanuele. Questo è il richiamo dellaTerra di Palestinapatria spirituale di tutti i cristianiperchépatria del Salvatore del mondo e della sua Madre. Questo è ilrichiamo dei tanti templi che a Roma e nel mondo la fede cristiana hainnalzato lungo i secoli. Questo è il richiamo di centri comeGuadalupeLourdesFatima e degli altri sparsi nei diversi paesitra iquali come potrei non ricordare quello della mia terra nataleJasna Góra?Si potrebbe forse parlare di una specifica «geografia» dellafede e della pietà marianache comprende tutti questi luoghi diparticolare pellegrinaggio del popolo di Dioil quale cerca l'incontrocon la Madre di Dio per trovarenel raggio della materna presenza di «coleiche ha creduto»il consolidamento della propria fede. Infattinellafede di Mariagià all'annunciazione e compiutamente ai piedi dellaCrocesi è riaperto da parte dell'uomo quello spazio interiorenel quale l'eterno Padre può colmarci «di ogni benedizionespirituale»: lo spazio della «nuova ed eterna Alleanza».Questo spazio sussiste nella Chiesache è in Cristo «unsacramento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto ilgenere umano». Nella fedeche Maria professò annunciazionecome «serva del Signore» e nella quale costantemente «precede»il popolo di Dio in cammino su tutta la terrala Chiesa «senza sostetende a ricapitolare tutta l'umanità ... in Cristo caponell'unitàdello Spirito di lui».

2. Il cammino della Chiesa e l'unità di tutti i cristiani

29. «Lo Spirito suscita in tutti i discepoli di Cristo desiderio eattivitàaffinché tuttinel modo da Cristo stabilitopacificamente si uniscano in un solo gregge sotto un solo pastore».Il cammino della Chiesaspecialmente nella nostra epocaè marcatodal segno dell'ecumenismo: i cristiani cercano le vie per ricostruirequell'unitàche Cristo invocava dal Padre per i suoi discepoli ilgiorno prima della passione: «Perché tutti siano una solacosa. Come tuo Padresei in me e io in tesiano anch'essi una solacosaperché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv1721).L'unità dei discepoli di Cristodunqueè un grande segnodato per suscitare la fede del mondomentre la loro divisione costituisceuno scandalo.

Il movimento ecumenicosulla base di una più lucida e diffusaconsapevolezza dell'urgenza di pervenire all'unità di tutti icristianiha trovato da parte della Chiesa cattolica la sua espressioneculminante nell'opera del Concilio Vaticano II: occorre che essiapprofondiscano in se stessi ed in ciascuna delle loro comunitàquell'«obbedienza della fede»di cui Maria è il primo epiù luminoso esempio. E poiché ella «brilla ora innanzial pellegrinante popolo di Dioquale segno di sicura speranza e diconsolazione»«per il santo Concilio è di grande gioia econsolazione che anche tra i fratelli disuniti ci siano di quelli chetributano il debito onore alla Madre del Signore e Salvatorespecialmentepresso gli Orientali».

30. I cristiani sanno che la loro unità sarà veramenteritrovata solo se sarà fondata sull'unità della loro fede.Essi debbono risolvere non lievi discordanze di dottrina intorno almistero e al ministero della Chiesa e talora anche alla funzione di Marianell'opera della salvezza. I dialoghiavviati dalla Chiesa cattolica conle Chiese e le Comunità ecclesiali di Occidentevanno sempre piùconcentrandosi su questi due aspetti inseparabili dello stesso misterodella salvezza. Se il mistero del Verbo incarnato ci fa intravedere ilmistero della maternità divina e sea sua voltala contemplazionedella Madre di Dio ci introduce in una più profonda comprensionedel mistero dell'incarnazionelo stesso si deve dire del mistero dellaChiesa e della funzione di Maria nell'opera della salvezza. Approfondendol'uno e l'altrorischiarando l'uno per mezzo dell'altroi cristianidesiderosi di fare - come raccomanda ad essi la loro Madre - ciòche Gesù dirà loro (Gv25)potranno progredireinsieme in quella «peregrinazione della fede»di cui Maria èancora l'esempio e che deve condurli all'unità voluta dal lorounico Signore e tanto desiderata da coloro che attentamente sonoall'ascolto di ciò che oggi «lo Spirito dice alle Chiese»(Ap27). È intanto di lieto auspicio che queste Chiese eComunità ecclesiali convengano con la Chiesa cattolica in puntifondamentali della fede cristiana anche per quanto concerne la VergineMaria. Esseinfattila riconoscono come Madre del Signore e ritengonoche ciò faccia parte della nostra fede in Cristovero Dio e verouomo. Esse guardano a lei che ai piedi della Croce accoglie come suofiglio l'amato discepoloil quale a sua volta l'accoglie come madre.Perchédunquenon guardare a lei tutti insieme come alla nostraMadre comuneche prega per l'unità della famiglia di Dio e chetutti «precede» alla testa del lungo corteo dei testimoni dellafede nell'unico Signoreil Figlio di Dioconcepito nel suo senoverginale per opera dello Spirito Santo?

31. Desiderod'altra partesottolineare quanto la Chiesa cattolicalaChiesa ortodossa e le antiche Chiese orientali si sentano profondamenteunite dall'amore dalla lode per la Theotókos. Non solo «idogmi fondamentali della fede cristiana circa la Trinità ed ilVerbo di Dioincarnato da Maria Verginesono stati definiti in conciliecumenici celebrati in Oriente»ma anche nel loro culto liturgico «gliOrientali magnificano con splendidi inni Maria sempre Vergine...santissima Madre di Dio». I fratelli di queste Chiese hannoconosciuto vicende complessema sempre la loro storia è percorsada un vivo desiderio di impegno cristiano e di irradiazione apostolicapur se spesso segnata da persecuzioni anche cruente. È una storiadi fedeltà al Signoreun'autentica «peregrinazione della fede»attraverso i luoghi e i tempidurante i quali i cristiani orientali hannosempre guardato con illimitata fiducia alla Madre del Signorel'hannocelebrata con lodi e l'hanno invocata con incessanti preghiere. Neimomenti difficili della loro travagliata esistenza cristiana «essi sisono rifugiati sotto il suo presidio»consapevoli di avere in lei unaiuto potente. Le Chiese che professano la dottrina di Efesoproclamanola Vergine «vera Madre di Dio»poiché «il Signorenostro Gesù Cristonato dal Padre prima dei secoli secondo ladivinitànegli ultimi giorni egli stessoper noi e per la nostrasalvezzafu generato da Maria Vergine Madre di Dio secondo l'umanità».

I Padri greci e la tradizione bizantinacontemplando la Vergine allaluce del Verbo fatto uomohanno cercato di penetrare la profonditàdi quel legame che unisce Mariain quanto Madre di Dioa Cristo e allaChiesa: la Vergine è una presenza permanente in tutta l'estensionedel mistero salvifico. Le tradizioni copte ed etiopiche sono stateintrodotte in tale contemplazione del mistero di Maria da san Cirillod'Alessandria ea loro voltal'hanno celebrato con un'abbondantefioritura poetica. Il genio poetico di sant'Efrem Sirodefinito «lacetra dello Spirito Santo»ha cantato instancabilmente Marialasciando un'impronta tuttora viva in tutta la tradizione della Chiesasiriaca. Nel suo panegirico della Theotókossan Gregorio di Narekuna delle più fulgide glorie dell'Armeniacon potente estropoetico approfondisce i diversi aspetti del mistero dell'incarnazioneeciascuno di essi è per lui un'occasione per cantare ed esaltare ladignità straordinaria e la magnifica bellezza della Vergine MariaMadre del Verbo incarnato. Non stupiscepertantoche Maria occupi unposto privilegiato nel culto delle antiche Chiese orientali conun'incomparabile abbondanza di feste e di inni.

32. Nella liturgia bizantinain tutte le ore dell'Ufficio divinolalode della Madre è unita alla lode del Figlio e alla lode chepermezzo del Figliosi eleva verso il Padre nello Spirito Santo.Nell'anaforao preghiera eucaristicadi san Giovanni Crisostomosubitodopo l'epiclèsila comunità adunata canta così laMadre di Dio: «È veramente giusto proclamare beata teoDeiparache sei beatissimatutta pura e Madre del nostro Dio. Noimagnifichiamo teche sei più onorabile dei cherubini eincomparabilmente più gloriosa dei serafini. Tu chesenza perderela tua verginitàhai messo al mondo il Verbo di Dio. Tu cheveramente sei la Madre di Dio». Queste lodiche in ogni celebrazionedella liturgia eucaristica si elevano a Mariahanno forgiato la fedelapietà e la preghiera dei fedeli. Nel corso dei secoli esse hannopermeato tutto il loro atteggiamento spiritualesuscitando in loro unadevozione profonda per la «Tutta Santa Madre di Dio».

33. Ricorre quest'anno il XII centenario del Concilio Ecumenico NicenoII (a. 787)nel qualea conclusione della nota controversia sul cultodelle sacre immaginifu definito chesecondo il magistero dei santiPadri e la tradizione universale della Chiesasi potevano proporre allavenerazione dei fedeliunitamente alla Croceanche le immagini dellaMadre di Diodegli Angeli e dei Santi sia nelle chiese che nelle case elungo le strade. Quest'uso si è conservato in tutto l'Oriente eanche in Occidente: le immagini della Vergine hanno un posto d'onore nellechiese e nelle case. Maria vi è raffigurata o come trono di Dioche porta il Signore e lo dona agli uomini (Theotókos)o come viache conduce a Cristo e lo mostra (Odigitria)o come orante inatteggiamento di intercessione e segno di divina presenza sul cammino deifedeli fino al giorno del Signore (Deisis)o come protettrice che stendeil suo manto sui popoli (Pokrov)o come misericordiosa Vergine dellatenerezza (Eleousa). Ella è di solito rappresentata con suo Figlioil bambino Gesù che porta in braccio: è la relazione colFiglio che glorifica la Madre. A volte ella lo abbraccia con tenerezza(Glykofilousa); altre volte ieraticaella sembra assorta nellacontemplazione di colui che è il Signore della storia (Ap59).Conviene anche ricordare l'Icona della Madonna di Vladimirche hacostantemente accompagnato la peregrinazione nella fede dei popolidell'antica Rus'. Si avvicina il primo millennio della conversione alcristianesimo di quelle nobili terre: terre di umilidi pensatori e disanti. Le Icone sono venerate tuttora in Ucrainanella BielorussiainRussia con diversi titoli: sono immagini che attestano la fede e lospirito di preghiera del buon popoloil quale avverte la presenza e laprotezione della Madre di Dio. In esse la Vergine splende come immaginedella divina bellezzadimora dell'eterna Sapienzafigura dell'oranteprototipo della contemplazioneicona della gloria: colei che sin dallasua vita terrenapossedendo la scienza spirituale inaccessibile airagionamenti umanicon la fede ha raggiunto la conoscenza piùsublime. Ricordoancoral'Icona della Vergine del cenacoloin preghieracon gli Apostoli nell'attesa dello Spirito: non potrebbe essa diventarecome il segno di speranza per tutti quelli chenel dialogo fraternovogliono approfondire la loro obbedienza della fede?.

34. Tanta ricchezza di lodiaccumulata dalle diverse forme della grandetradizione della Chiesapotrebbe aiutarci a far sì che questatorni a respirare pienamente con i suoi «due polmoni»: l'Orientee l'Occidente. Come ho più volte affermatociò èoggi più che mai necessario. Sarebbe un valido ausilio per farprogredire il dialogo in atto tra la Chiesa cattolica e le Chiese eComunità ecclesiali di Occidente. Sarebbe anche la via per laChiesa in cammino di cantare e vivere in modo più perfetto il suo «Magnificat».

3. Il «Magnificat» della Chiesa in cammino

35. Nella presente fase del suo camminodunquela Chiesa cerca diritrovare l'unione di quanti professano la loro fede in Cristopermanifestare l'obbedienza al suo Signoreche per questa unità hapregato prima della passione. Essa «prosegue il suopellegrinaggio.... annunciando la passione e la morte del Signore fino ache egli venga». «Procedendo tra le tentazioni e letribolazionila Chiesa è sostenuta dalla forza della grazia diDiopromessa dal Signoreaffinché per l'umana debolezza non vengameno alla perfetta fedeltàma permanga degna sposa del suo Signoree non cessicon l'aiuto dello Spirito Santodi rinnovare se stessafinché attraverso la Croce giunga alla luce che non conoscetramonto».

La Vergine Madre è costantemente presente in questo cammino difede del popolo di Dio verso la luce. Lo dimostra in modo speciale ilcantico del «Magnificat»chesgorgato dal profondo della fededi Maria nella visitazionenon cessa nei secoli di vibrare nel cuoredella Chiesa. Lo prova la sua recitazione quotidiana nella liturgia deiVespri ed in tanti altri momenti di devozione sia personale checomunitaria.

«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Diomio salvatore
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israelesuo servo
ricordandosi della sua misericordia
come aveva promesso ai nostri padri
ad Abramo e alla sua discendenza per sempre». (Lc146).

36. Quando Elisabetta salutò la giovane parente che giungeva daNazarethMaria rispose col Magnificat. Nel suo saluto Elisabetta primaaveva chiamato Maria «benedetta» a motivo del «frutto delsuo grembo»e poi «beata» a motivo della sua fede (Lc142).Queste due benedizioni si riferivano direttamente al momentodell'annunciazione. Oranella visitazionequando il saluto di Elisabettarende testimonianza a quel momento culminantela fede di Maria acquistauna nuova consapevolezza e una nuova espressione. Quel che al momentodell'annunciazione rimaneva nascosto nella profondità dell'«obbedienzadella fede»si direbbe che ora si sprigioni come una chiaravivificante fiamma dello spirito. Le parole usate da Maria sulla sogliadella casa di Elisabetta costituiscono un'ispirata professione di questasua fedenella quale la risposta alla parola della rivelazione si esprimecon l'elevazione religiosa e poetica di tutto il suo essere verso Dio. Inqueste sublimi paroleche sono ad un tempo molto semplici e del tuttoispirate ai testi sacri del popolo di Israeletraspare la personaleesperienza di Marial'estasi del suo cuore. Splende in esse un raggio delmistero di Diola gloria della sua ineffabile santitàl'eternoamore checome un dono irrevocabileentra nella storia dell'uomo. Mariaè la prima a partecipare a questa nuova rivelazione di Dio einessaa questa nuova «autodonazione» di Dio. Perciòproclama: «Grandi cose ha fatto in me...e santo è il suonome». Le sue parole riflettono la gioia dello spiritodifficile daesprimere: «Il mio spirito esulta in Diomio salvatore». Perché«la profonda verità sia su Dio sia sulla salvezza degliuomini... risplende a noi in Cristoil quale è insieme ilmediatore e la pienezza di tutta la rivelazione».

Nel suo trasporto Maria confessa di essersi trovata nel cuore stesso diquesta pienezza di Cristo.

È consapevole che in lei si compie la promessa fatta ai padri eprima di tutto«ad Abramo e alla sua discendenza per sempre»:che dunque in leicome madre di Cristoconverge tutta l'economiasalvificanella quale «di generazione in generazione» simanifesta colui checome Dio dell'Alleanza«si ricorda della suamisericordia».

37. La Chiesache sin dall'inizio conforma il suo cammino terreno suquello della Madre di Dioripete costantemente al seguito di lei leparole del Magnificat. Dalla profondità della fede della Verginenell'annunciazione e nella visitazioneessa attinge la verità sulDio dell'Alleanza: sul Dio che è onnipotente e fa «grandi cose»all'uomo: «santo è il suo nome». Nel Magnificat essa vedevinto alla radice il peccato posto all'inizio della storia terrenadell'uomo e della donna il peccato dell'incredulità e della «pocafede» in Dio. Contro il «sospetto» che il «padre dellamenzogna» ha fatto sorgere nel cuore di Evala prima donnaMariache la tradizione usa chiamare «nuova Eva» e vera «madredei viventi»proclama con forza la non offuscata verità suDio: il Dio santo e onnipotenteche dall'inizio è la fonte di ognielargizionecolui che «ha fatto grandi cose». CreandoDio donal'esistenza a tutta la realtà. Creando l'uomogli dona la dignitàdell'immagine e della somiglianza con lui in modo singolare rispetto atutte le creature terrene. E non arrestandosi nella sua volontà dielargizione nonostante il peccato dell'uomoDio si dona nel Figlio: «Hatanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv316).Maria è la prima testimone di questa meravigliosa veritàche si attuerà pienamente mediante le opere e le parole (At11)del suo Figlio e definitivamente mediante la sua Croce e risurrezione. LaChiesache pur «tra le tentazioni e le tribolazioni» non cessadi ripetere con Maria le parole del Magnificat«si sostiene»con la potenza della verità su Dioproclamata allora con sìstraordinaria semplicità enello stesso tempocon questa veritàsu Dio desidera illuminare le difficili e a volte intricate viedell'esistenza terrena degli uomini. Il cammino della Chiesadunquealtermine ormai del secondo Millennio cristianoimplica un rinnovatoimpegno nella sua missione. Seguendo colui che disse di sé: «(Dio)mi ha mandato per annunciare ai poveri il lieto messaggio» (Lc418)la Chiesa ha cercato di generazione in generazione e cerca anche oggi dicompiere la stessa missione. Il suo amore di preferenza per i poveri èinscritto mirabilmente nel Magnificat di Maria. Il Dio dell'Alleanzacantato nell'esultanza del suo spirito dalla Vergine di Nazarethèinsieme colui che «rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili... ricolma di beni gli affamatie rimanda i ricchi a mani vuote...disperde i superbi ... e conserva la sua misericordia per coloro che lotemono». Maria è profondamente permeata dello spirito dei «poveridi Iahvé»che nella preghiera dei Salmi attendevano da Dio laloro salvezzariponendo in lui ogni fiducia (Sal241); (Sal301);(Sal341); (Sal541). Ellainveroproclama l'avvento delmistero della salvezzala venuta del «Messia dei poveri» (Is114);(Is611). Attingendo dal cuore di Mariadalla profonditàdella sua fedeespressa nelle parole del Magnificatla Chiesa rinnovasempre meglio in sé la consapevolezza che non si puòseparare la verità su Dio che salvasu Dio che è fonte diogni elargizionedalla manifestazione del suo amore di preferenza per ipoveri e gli umiliil qualecantato nel Magnificatsi trova poiespresso nelle parole e nelle opere di Gesù. La Chiesapertantoèconsapevole - e nella nostra epoca tale consapevolezza si rafforza in modoparticolare - non solo che non si possono separare questi due elementi delmessaggio contenuto nel Magnificatma che si devealtresìsalvaguardare accuratamente l'importanza che «i poveri» e «l'opzionein favore dei poveri» hanno nella parola del Dio vivo. Si tratta ditemi e problemi organicamente connessi col senso cristiano della libertàe della liberazione. «Totalmente dipendente da Dio e tutta orientataverso di lui per lo slancio della sua fedeMariaaccanto a suo Figlioèl'icona più perfetta della libertà e della liberazionedell'umanità e del cosmo. È a lei che la Chiesadi cui ellaè madre e modellodeve guardare per comprendere il senso dellapropria missione nella sua pienezza».

PARTE III

MEDIAZIONE MATERNA

1. MariaServa del Signore

38. La Chiesa sa e insegna con san Paolo che uno solo è il nostromediatore: «Non c'è che un solo Diouno solo anche èil mediatore tra Dio e gli uominil'uomo Gesù Cristoche pertutti ha dato se stesso quale riscatto» (1Tm25). «Lafunzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura odiminuisce questa unica mediazione di Cristoma ne mostra l'efficacia»:è mediazione in Cristo.

La Chiesa sa e insegna che «ogni salutare influsso della BeataVergine verso gli uomini... nasce dal beneplacito di Dio e sgorga dallasovrabbondanza dei meriti di Cristosi fonda sulla mediazione di luidaessa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia; non impedisceminimamente l'immediato contatto dei credenti con Cristoanzi lo facilita».Questo salutare influsso è sostenuto dallo Spirito Santochecomeadombrò la Vergine Maria dando in lei inizio alla maternitàdivinacosì ne sostiene di continuo la sollecitudine verso ifratelli del suo Figlio. Effettivamentela mediazione di Maria èstrettamente legata alla sua maternitàpossiede un caratterespecificamente maternoche la distingue da quello delle altre creaturechein vario modo sempre subordinatopartecipano all'unica mediazione diCristorimanendo anche la sua una mediazione partecipata. Infattise «nessunacreatura può mai esser messa alla pari col Verbo incarnato eredentore»al tempo stesso «l'unica mediazione del Redentorenon escludema suscita nelle creature una varia cooperazionepartecipatada un'unica fonte»; e così «l'unica bontà di Diosi diffonde realmente in vari modi nelle creature». l'insegnamentodel Concilio Vaticano II presenta la verità sulla mediazione diMaria come partecipazione a questa unica fonte che è la mediazionedi Cristo stesso. Leggiamo infatti: «Questa funzione subordinata diMaria la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamentecontinuamente lasperimenta e raccomanda all'amore dei fedeliperchésostenuti daquesto materno aiutosiano più intimamente congiunti col Mediatoree Salvatore». Tale funzione èal tempo stessospeciale estraordinaria. Essa scaturisce dalla sua maternità divina e puòesser compresa e vissuta nella fede solo sulla base della piena veritàdi questa maternità. Essendo Mariain virtù dell'elezionedivinala Madre del Figlio consostanziale al Padre e «generosacompagna» nell'opera della redenzione«fu per noi madrenell'ordine della grazia». Questa funzione costituisce una dimensionereale della sua presenza nel mistero salvifico di Cristo e della Chiesa.

39. Da questo punto di vista bisogna ancora una volta considerarel'evento fondamentale nell'economia della salvezzaossia l'incarnazionedel Verbo al momento dell'annunciazione. È significativo che Mariariconoscendo nella parola del messaggero divino la volontàdell'Altissimo e sottomettendosi alla sua potenzadica: «Eccomisono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto» (Lc138).Il primo momento della sottomissione all'unica mediazione «fra Dio egli uomini» - quella di Gesù Cristo - è l'accettazionedella maternità da parte della Vergine di Nazareth. Maria consentealla scelta di Dioper diventare per opera dello Spirito Santo la Madredel Figlio di Dio. Si può dire che questo suo consenso allamaternità sia soprattutto frutto della totale donazione a Dio nellaverginità. Maria ha accettato l'elezione a Madre del Figlio di Dioguidata dall'amore sponsaleche «consacra» totalmente a Dio unapersona umana. In virtù di questo amoreMaria desiderava di essersempre e in tutto «donata a Dio»vivendo nella verginità.Le parole: «Eccomisono la serva del Signore»esprimono ilfatto che sin dall'inizio ella ha accolto ed inteso la propria maternitàcome totale dono di sédella sua persona a servizio dei disegnisalvifici dell'Altissimo. E tutta la partecipazione materna alla vita diGesù Cristosuo Figliol'ha vissuta sino alla fine in modocorrispondente alla sua vocazione alla verginità. La maternitàdi Mariapervasa fino in fondo dall'atteggiamento sponsale di «servadel Signore»costituisce la prima e fondamentale dimensione diquella mediazione che la Chiesa confessa e proclama nei suoi riguardiecontinuamente «raccomanda all'amore dei fedeli»poichéin essa molto confida. Infattibisogna riconoscere che prima di tutti Diostessol'eterno Padresi è affidato alla Vergine di Nazarethdonandole il proprio Figlio nel mistero dell'incarnazione. Questa suaelezione al sommo ufficio e dignità di Madre del Figlio di Diosulpiano ontologicosi riferisce alla realtà stessa dell'unione delledue nature nella persona del Verbo (unione ipostatica). Questo fattofondamentale di esser la Madre del Figlio di Dioè sin dall'iniziouna totale apertura alla persona di Cristoa tutta la sua operaa tuttala sua missione. Le parole «Eccomisono la serva del Signore»testimoniano questa apertura dello spirito di Mariache unisce in séin modo perfetto l'amore proprio della verginità e l'amorecaratteristico della maternitàcongiunti e quasi fusi insieme.Perciò Maria è diventata non solo la «madre-nutrice»del Figlio dell'uomoma anche la «compagna generosa in modo deltutto singolare» del Messia e Redentore. Ella - come ho giàdetto - avanzava nella peregrinazione della fede e in tale suaperegrinazione fino ai piedi della Croce si è attuataal tempostessola sua materna cooperazione a tutta la missione del Salvatore conle sue azioni e le sue sofferenze. Lungo la via di questa collaborazionecon l'opera del Figlio Redentorela maternità stessa di Mariaconosceva una singolare trasformazionecolmandosi sempre più di «ardentecarità» verso tutti coloro a cui era rivolta la missione diCristo. Mediante tale «ardente carità»intesa a operarein unione con Cristo la restaurazione della «vita soprannaturalenelle anime»Maria entrava in modo del tutto personale nell'unicamediazione «fra Dio e gli uomini»che è la mediazionedell'uomo Cristo Gesù. Se ella stessa per prima ha sperimentato sudi sé gli effetti soprannaturali di questa unica mediazione - giàall'annunciazione era stata salutata come «piena di grazia»-allora bisogna dire che per tale pienezza di grazia e di vitasoprannaturale era particolarmente predisposta alla cooperazione conCristounico mediatore dell'umana salvezza. E tale cooperazione èappunto questa mediazione subordinata alla mediazione di Cristo. Nel casodi Maria si tratta di una mediazione speciale ed eccezionalefondatasulla sua «pienezza di grazia»che si traduceva nella pienadisponibilità della «serva del Signore». in risposta aquesta disponibilità interiore di sua madreGesù Cristo lapreparava sempre più a diventare per gli uomini «madrenell'ordine della grazia». Ciò indicanoalmeno in modoindirettocerti particolari annotati dai Sinottici (Lc1128); (Lc820);(Mc332); (Mt1247) e ancor più dal Vangelo diGiovanni (Gv21); (Gv1925)che ho già messo inluce. A questo riguardo le parolepronunciate da Gesù sulla Crocein riferimento a Maria e a Giovannisono particolarmente eloquenti.

40. Dopo gli eventi della risurrezione e dell'ascensioneMariaentrando con gli Apostoli nel cenacolo in attesa della pentecosteerapresente come Madre del Signore glorificato. Era non solo colei che «avanzònella peregrinazione della fede» e serbò fedelmente la suaunione col Figlio «sino alla Croce»ma anche la «serva delSignore»lasciata da suo Figlio come madre in mezzo alla Chiesanascente: «Ecco la tua madre». Così cominciò aformarsi uno speciale legame tra questa Madre e la Chiesa. La Chiesanascente erainfattifrutto della Croce e della risurrezione del suoFiglio. Mariache sin dall'inizio si era donata senza riserve allapersona e all'opera del Figlionon poteva non riversare sulla Chiesasindal principioquesta sua donazione materna. Dopo la dipartita del Figliola sua maternità permane nella Chiesa come mediazione materna:intercedendo per tutti i suoi figlila Madre coopera all'azione salvificadel Figlio-Redentore del mondo. Difattiil Concilio insegna: «Lamaternità di Maria nell'economia della grazia perdura senzasoste... fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti». Con lamorte redentrice del suo Figliola materna mediazione della serva delSignore ha raggiunto una dimensione universaleperché l'operadella redenzione comprende tutti gli uomini. Così si manifesta inmodo singolare l'efficacia dell'unica ed universale mediazione di Cristo «fraDio e gli uomini». La cooperazione di Maria partecipanel suocarattere subordinatoall'universalità della mediazione delRedentoreunico mediatore. Ciò indica chiaramente il Concilio conle parole sopra riportate. «Difatti- leggiamo ancora - assunta incielonon ha deposto questa funzione di salvezzama con la suamolteplice intercessione continua ad ottenerci le grazie della saluteeterna». Con questo carattere di «intercessione»che simanifestò per la prima volta a Cana di Galileala mediazione diMaria continua nella storia della Chiesa e del mondo. Leggiamo che Maria «conla sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suoancora pellegrinanti e posti in mezzo a pericoli e affannifino a che nonsiano condotti nella patria beata». In questo modo la maternitàdi Maria perdura incessantemente nella Chiesa come mediazione cheintercedee la Chiesa esprime la sua fede in questa veritàinvocando Maria «con i titoli di AvvocataAusiliatriceSoccorritriceMediatrice».

41. Per la sua mediazione subordinata a quella del RedentoreMariacontribuisce in maniera speciale all'unione della Chiesa pellegrinantesulla terra con la realtà escatologica e celeste della comunionedei santiessendo stata già «assunta in cielo». La veritàdell'assunzionedefinita da Pio XIIè riaffermata dal ConcilioVaticano IIche così esprime la fede della Chiesa: «Infinel'immacolata Verginepreservata immune da ogni macchia di colpaoriginalefinito il corso della sua vita terrenafu assunta alla gloriaceleste in anima e corpoe dal Signore esaltata quale Reginadell'universoperché fosse più pienamente conformata colFiglio suoSignore dei dominanti (Ap1916) e vincitore delpeccato e della morte». Con questo insegnamento Pio XII si collegavaalla Tradizioneche ha trovato molteplici espressioni nella storia dellaChiesasia in Oriente che in Occidente. Col mistero dell'assunzione alCielosi sono definitivamente attuati in Maria tutti gli effettidell'unica mediazione di Cristo Redentore del mondo e Signore risorto «Tuttiriceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: primaCristoche è la primizia; poialla sua venutaquelli che sono diCristo» (1Cor1522). Nel mistero dell'assunzione si esprimela fede della Chiesasecondo la quale Maria è «unita da unostretto e indissolubile vincolo» a Cristoperchésemadre-vergine era a lui singolarmente unita nella sua prima venutaper lasua continuata cooperazione con lui lo sarà anche in attesa dellaseconda«redenta in modo più sublime in vista dei meriti delFiglio suo»ella ha anche quel ruoloproprio della madredimediatrice di clemenza nella venuta definitivaquando tutti coloro chesono di Cristo saranno vivificatie «l'ultimo nemico ad essereannientato sarà la morte» (1Cor1526). A taleesaltazione dell'«eccelsa figlia di Sion»"' mediantel'assunzione al Cieloè connesso il mistero della sua eternagloria. La Madre di Cristo èinfattiglorificata quale «Reginadell'universo». Colei che all'annunciazione si è definita «servadel Signore»è rimasta per tutta la vita terrena fedele a ciòche questo nome esprimeconfermando così di essere una vera «discepola»di Cristoil quale sottolineava fortemente il carattere di servizio dellapropria missione: il Figlio dell'uomo «non è venuto per essereservitoma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti» (Mt2028).Per questoMaria è diventata la prima tra coloro che«servendoa Cristo anche negli altricon umiltà e pazienza conducono i lorofratelli al Reservire al quale è regnare»ed ha conseguitopienamente quello «stato di libertà regale»proprio deidiscepoli di Cristo: servire vuol dire regnare! «Cristofattosiobbediente fino alla morte e perciò esaltato dal Padre (Fil28)è entrato nella gloria del suo Regno; a lui sono sottomesse tuttele cosefino a che egli sottometta al Padre se stesso e tutte lecreatureaffinché Dio sia tutto in tutti (1Cor1527)».Mariaserva del Signoreha parte in questo Regno del Figlio. La gloriadi servire non cessa di essere la sua esaltazione regale: assunta inCieloella non termina quel suo servizio salvificoin cui si esprime lamediazione materna«fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti».Così coleiche qui sulla terra «serbò fedelmente lasua unione col Figlio sino alla Croce»continua a rimanere unita conluimentre ormai «tutto è sottomesso a luifino a che eglisottometta al Padre se stesso e tutte le creature». Così nellasua assunzione al CieloMaria è come avvolta da tutta la realtàdella comunione dei santie la stessa sua unione col Figlio nella gloriaè tutta protesa verso la definitiva pienezza del Regnoquando «Diosarà tutto in tutti». Anche in questa fase la mediazionematerna di Maria non cessa di essere subordinata a colui che èl'unico Mediatorefino alla definitiva attuazione della « pienezzadel tempo»cioè fino a «ricapitolare in Cristo tutte lecose» (Ef110).

2. Maria nella vita della Chiesa e di ogni cristiano

42. Il Concilio Vaticano IIricollegandosi alla Tradizioneha gettatonuova luce sul ruolo della Madre di Cristo nella vita della Chiesa. «Labeata Vergine per il dono... della divina maternitàche la uniscecol Figlio Redentoree per le sue singolari grazie e funzionièpure intimamente congiunta con la Chiesa: la Madre di Dio è figuradella Chiesa..cioè nell'ordine della fededella carità edella perfetta unione con Cristo». Già in precedenza abbiamovisto come Maria rimane sin dall'inizio con gli apostoli in attesa dellapentecoste e comeessendo la «beata che ha creduto»digenerazione in generazione è presente in mezzo alla Chiesapellegrina mediante la fede e quale modello della speranza che non delude(Rm55). Maria ha creduto che sarebbe avvenuto quello che le erastato detto dal Signore. Come vergineha creduto che avrebbe concepito edato alla luce un figlio: il «Santo»al quale corrisponde ilnome di «Figlio di Dio»il nome di «Gesù» (=Dio che salva). Come serva del Signoreè rimasta perfettamentefedele alla persona e alla missione di questo Figlio. Come madre «perla sua fede ed obbedienza... generò sulla terra lo stesso Figliodel Padresenza contatto con uomoma adombrata dallo Spirito Santo».Per questi motivi Maria «viene dalla Chiesa giustamente onorata conculto speciale. Già fin dai tempi più antichi... èvenerata col titolo di "Madre di Dio" sotto il cui presidio ifedeli imploranti si rifugiano in tutti i pericoli e necessità».Questo culto è del tutto singolare: contiene in sé edesprime quel profondo legame che esiste tra la Madre di Cristo e laChiesa. Quale vergine e madreMaria rimane per la Chiesa un «perennemodello». Si puòdunquedire che soprattutto sotto questoaspettocioè come modello opiuttostocome «figura»Mariapresente nel mistero di Cristo rimane costantemente presente anchenel mistero della Chiesa. Anche la Chiesainfatti«échiamata madre e vergine»e questi nomi hanno una profondagiustificazione biblica e teologica.

43. La Chiesa «diventa madre... accogliendo con fedeltà laparola di Dio». Come Maria che ha creduto per primaaccogliendo laparola di Dio a lei rivelata nell'annunciazionee rimanendo ad essafedele in tutte le sue prove fino alla Crocecosì la Chiesadiventa madre quandoaccogliendo con fedeltà la parola di Dio«conla predicazione e il battesimo genera a una vita nuova e immortale ifigliconcepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio». Questacaratteristica «materna» della Chiesa è stata espressa inmodo particolarmente vivido dall'Apostolo delle gentiquando scriveva: «Figliolimieiche io di nuovo partorisco nel dolorefinché non sia formatoCristo in voi!» (Gal419). In queste parole di san Paolo ècontenuta una traccia interessante della consapevolezza materna dellaChiesa primitivalegata al suo servizio apostolico tra gli uomini. Taleconsapevolezza permetteva e permette costantemente alla Chiesa di vedereil mistero della sua vita e della sua missione sull'esempio della stessaGenitrice del Figlioche è il «primogenito tra molti fratelli»(Rm829). Si può dire che la Chiesa apprenda da Maria anchela propria maternità: essa riconosce la dimensione materna dellasua vocazionelegata essenzialmente alla sua natura sacramentale«contemplandol'arcana santità di leiimitandone la carità e adempiendofedelmente la volontà del Padre». Se la Chiesa è segnoe strumento dell'intima unione con Diolo è a motivo della suamaternità: perchévivificata dallo Spirito«genera»figli e figlie dell'umana famiglia a una vita nuova in Cristo. Perchécome Maria è al servizio del mistero dell'incarnazionecosìla Chiesa rimane al servizio del mistero dell'adozione a figli mediante lagrazia. Al tempo stessosull'esempio di Mariala Chiesa rimane lavergine fedele al proprio sposo: «Essa pure è verginechecustodisce integra e pura la fede data allo sposo». La Chiesa èinfattila sposa di Cristocome risulta dalle Lettere paoline (Ef521);(2Cor112) e dall'appellativo giovanneo: «la sposadell'Agnello» (Ap219). Se la Chiesa come sposa «custodiscela fede data a Cristo»questa fedeltàbenchénell'insegnamento dell'apostolo sia divenuta immagine del matrimonio (Ef523)possiede anche il valore di tipo della totale donazione a Dio nel celibato«per il Regno dei cieli»ossia della verginitàconsacrata a Dio (Mt1911); (2Cor112). Proprio taleverginitàsull'esempio della Vergine di Nazarethè fontedi una speciale fecondità spirituale: è fonte della maternitànello Spirito Santo. Ma la Chiesa custodisce anche la fede ricevuta daCristo: sull'esempio di Mariache serbava e meditava in cuor suo (Lc219)tutto ciò che riguardava il suo Figlio divinoessa èimpegnata a custodire la Parola di Dioad indagarne le ricchezze condiscernimento e prudenzaper dame in ogni epoca fedele testimonianza atutti gli uomini.

44. Stante questo rapporto di esemplaritàla Chiesa si incontracon Maria e cerca di diventare simile a lei: «Ad imitazione dellamadre del suo Signorecon la virtù dello Spirito Santoconservaverginalmente integra la fedesolida la speranzasincera la carità».Maria èdunquepresente nel mistero della Chiesa come modello. Mail mistero della Chiesa consiste anche nel generare gli uomini ad una vitanuova ed immortale: è la sua maternità nello Spirito Santo. Èqui Maria non solo è modello e figura della Chiesama èmolto di più. Infatti«con amore di madre ella coopera allarigenerazione e formazione» dei figli e figlie della madre Chiesa. Lamaternità della Chiesa si attua non solo secondo il modello e lafigura della Madre di Dioma anche con la sua «cooperazione».La Chiesa attinge copiosamente da questa cooperazionecioè dallamediazione maternache è caratteristica di Mariain quanto giàin terra ella cooperò alla rigenerazione e formazione dei figli edelle figlie della Chiesa come Madre di quel Figlio che Dio ha posto qualeprimogenito tra molti fratelli». Vi cooperò - come insegna ilConcilio Vaticano II - con amore di madre. Si scorge qui il reale valoredelle parole dette da Gesù a sua madre nell'ora della Croce: «Donnaecco il tuo figlio» e al discepolo: «Ecco la tua madre» (Gv1926).Sono parole che determinano il posto di Maria nella vita dei discepoli diCristo ed esprimono - come ho già detto - la sua nuova maternitàquale Madre del Redentore: la maternità spiritualenatadall'intimo del mistero pasquale del Redentore del mondo. E una maternitànell'ordine della graziaperché implora il dono dello SpiritoSanto che suscita i nuovi figli di Dioredenti mediante il sacrificio diCristo: quello Spirito che insieme alla Chiesa anche Maria ha ricevuto nelgiorno di pentecoste. Questa sua maternità è particolarmenteavvertita e vissuta dal popolo cristiano nel sacro Convito - celebrazioneliturgica del mistero della redenzione -nel quale si fa presente Cristoil suo vero corpo nato da Maria Vergine. Ben a ragione la pietà delpopolo cristiano ha sempre ravvisato un profondo legame tra la devozionealla Vergine santa e il culto dell'Eucaristia: èquestoun fattorilevabile nella liturgia sia occidentale che orientalenella tradizionedelle Famiglie religiosenella spiritualità dei movimenticontemporanei anche giovanilinella pastorale dei santuari mariani. Mariaguida i fedeli all'Eucaristia.

45. È essenziale della maternità il fatto di riferirsialla persona. Essa determina sempre un'unica ed irripetibile relazione fradue persone: della madre col figlio e del figlio con la madre. Anchequando una stessa donna è madre di molti figliil suo personalerapporto con ciascuno di essi caratterizza la maternità nella suastessa essenza. Ciascun figlioinfattiè generato in modo unicoed irripetibilee ciò vale sia per la madre che per il figlio.Ciascun figlio viene circondato nel medesimo modo da quell'amore maternosul quale si basa la sua formazione e maturazione nell'umanità. Sipuò dire che la maternità «nell'ordine della grazia»mantenga l'analogia con ciò che «nell'ordine della natura»caratterizza l'unione della madre col figlio. In questa luce diventa piùcomprensibile perché nel testamento di Cristo sul Golgota la nuovamaternità di sua madre sia stata espressa al singolareinriferimento ad un uomo: «Ecco il tuo figlio».Si può direinoltreche in queste stesse parole venga pienamente indicato il motivodella dimensione mariana della vita dei discepoli di Cristo: non solo diGiovanniche in quell'ora stava sotto la Croce insieme alla madre del suoMaestroma di ogni discepolo di Cristodi ogni cristiano. Il redentoreaffida sua madre al discepolo enello stesso tempogliela dà comemadre. La maternità di Maria che diventa eredità dell'uomo èun dono: un dono che Cristo stesso fa personalmente ad ogni uomo. IlRedentore affida Maria a Giovanni in quanto affida Giovanni a Maria. Aipiedi della croce ha inizio quello speciale affidamento dell'uomo allaMadre di Cristoche nella storia della Chiesa fu poi praticato edespresso in diversi modi. Quando lo stesso apostolo ed evangelistadopoaver riportato le parole rivolte da Gesù sulla Croce alla madre eda lui stessoaggiunge: «E da quel momento il discepolo la prese consé» (Gv1927)questa affermazione certamente vuoldire che al discepolo fu attribuito un ruolo di figlio e che egli siassunse la cura della Madre dell'amato Maestro. E poiché Maria fudata come madre personalmente a luil'affermazione indicasia pureindirettamentequanto esprime l'intimo rapporto di un figlio con lamadre. E tutto questo si può racchiudere nella parola «affidamento».L'affidamento è la risposta all'amore di una persona einparticolareall'amore della madre. La dimensione mariana della vita di undiscepolo di Cristo si esprime in modo speciale proprio mediante taleaffidamento filiale nei riguardi della Madre di Dioiniziato coltestamento del Redentore sul Golgota. Affidandosi filialmente a Mariailcristianocome l'apostolo Giovanniaccoglie «fra le sue coseproprie» la Madre di Cristo e la introduce in tutto lo spazio dellapropria vita interiorecioè nel suo «io» umano ecristiano: «La prese con sé». Così egli cerca dientrare nel raggio d'azione di quella «materna carità»con la quale la Madre del Redentore «si prende cura dei fratelli delFiglio suo»«alla cui rigenerazione e formazione ella coopera»secondo la misura del donopropria di ciascuno per la potenza delloSpirito di Cristo. Così anche si esplica quella maternitàsecondo lo spiritoche è diventata la funzione di Maria sotto laCroce e nel cenacolo.

46. Questo rapporto filialequesto affidarsi di un figlio alla madrenon solo ha il suo inizio in Cristoma si può dire che indefinitiva sia orientato verso di lui Si può dire che Mariacontinui a ripetere a tutti le stesse paroleche disse a Cana di Galilea:«Fate quello che egli vi dirà». Infatti è luiCristol'unico mediatore fra Dio e gli uomini; è lui «la viala verità e la vita» (Gv146); è lui che ilPadre ha dato al mondoaffinché l'uomo «non muoiama abbiala vita eterna» (Gv316). La Vergine di Nazareth èdivenuta la prima «testimone» di questo amore salvifico delPadre e desidera anche rimanere la sua umile serva sempre e dappertutto.Nei riguardi di ogni cristianodi ogni uomoMaria è colei «cheha creduto» per primae proprio con questa sua fede di sposa e dimadre vuole agire su tutti coloroche a lei si affidano come figli. Ed ènoto che quanto più questi figli perseverano in tale atteggiamentoe in esso progredisconotanto più Maria li avvicina alle «imperscrutabiliricchezze di Cristo». E altrettanto essi riconoscono sempre meglio ladignità dell'uomo in tutta la sua pienezza e il definitivo sensodella di lui vocazioneperché «Cristo... svela anchepienamente l'uomo all'uomo». Questa dimensione mariana della vitacristiana assume un'accentuazione peculiare in rapporto alla donna ed allasua condizione. In effettila femminilità si trova in unarelazione singolare con la Madre del Redentoreargomento che potràessere approfondito in altra sede. Qui desidero solo rilevare che lafigura di Maria di Nazareth proietta luce sulla donna in quanto tale peril fatto stesso che Dionel sublime evento dell'incarnazione del Figliosi è affidato al ministerolibero e attivodi una donna. Si puòpertantoaffermare che la donnaguardando a Mariatrova in lei ilsegreto per vivere degnamente la sua femminilità ed attuare la suavera promozione. Alla luce di Mariala Chiesa legge sul volto della donnai riflessi di una bellezzache è specchio dei più altisentimentidi cui è capace il cuore umano: la totalitàoblativa dell'amore; la forza che sa resistere ai più grandidolori; la fedeltà illimitata e l'operosità infaticabile; lacapacità di coniugare l'intuizione penetrante con la parola disostegno e di incoraggiamento.

47. Durante il Concilio Paolo VI proclamò solennemente che Maria èMadre della Chiesa«cioè Madre di tutto il popolo cristianotanto dei fedeli quanto dei pastori». Più tardinel 1968nella Professione di fedeconosciuta sotto il nome di «Credo delPopolo di Dio»ribadì tale affermazione in forma ancora piùimpegnativa con le parole: «Noi crediamo che la Madre Santissima diDionuova EvaMadre della Chiesacontinua in Cielo il suo ufficiomaterno riguardo alle membra di Cristocooperando alla nascita e allosviluppo della vita divina nelle anime dei redenti». Il magistero delConcilio ha sottolineato che la verità sulla Vergine SantissimaMadre di Cristocostituisce un sussidio efficace per l'approfondimentodella verità sulla Chiesa. Lo stesso Paolo VIprendendo la parolain merito alla costituzione Lumen Gentiumappena approvata dal Conciliodisse: «La conoscenza della vera dottrina cattolica sulla BeataVergine Maria costituirà sempre una chiave per l'esattacomprensione del mistero di Cristo e della Chiesa». Maria èpresente nella Chiesa come Madre di Cristoed insieme come quella Madreche Cristonel mistero della redenzioneha dato all'uomo nella personadi Giovanni apostolo. PerciòMaria abbracciacon la sua nuovamaternità nello Spiritotutti e ciascuno nella Chiesaabbracciaanche tutti e ciascuno mediante la Chiesa. In questo senso MariaMadredella Chiesane è anche modello. La Chiesa infatti - come auspicae chiede Paolo VI - «dalla Vergine Madre di Dio deve trarre la piùautentica forma della perfetta imitazione di Cristo». Grazie a questospeciale legameche unisce la Madre di Cristo con la Chiesasi chiariscemeglio il mistero di quella «donna»chedai primi capitoli delLibro della Genesi fino all'Apocalisseaccompagna la rivelazione deldisegno salvifico di Dio nei riguardi dell'umanità. Mariainfattipresente nella Chiesa come Madre del Redentorepartecipa maturamente aquella «dura lotta contro le potenze delle tenebre»che sisvolge durante tutta la storia umana. E per questa sua identificazioneecclesiale con la «donna vestita di sole» (Ap121)sipuò dire che «la Chiesa ha già raggiunto nellabeatissima Vergine la perfezioneper la quale è senza macchia esenza ruga»; per questoi cristianiinnalzando con fede gli occhi aMaria lungo il loro pellegrinaggio terreno«si sforzano ancora dicrescere nella santità». Marial'eccelsa figlia di Sionaiuta tutti i suoi figli - dovunque e comunque essi vivano - a trovare inCristo la via verso la casa del Padre. Pertantola Chiesain tutta lasua vitamantiene con la Madre di Dio un legame che abbraccianelmistero salvificoil passatoil presente e il futuro e la venera comemadre spirituale dell'umanità e avvocata di grazia.

3. Il senso dell'Anno Mariano

48. Proprio lo speciale legame dell'umanità con questa Madre miha indotto a proclamare nella Chiesanel periodo anteriore allaconclusione del secondo Millennio dalla nascita di Cristoun AnnoMariano. Una simile iniziativa ebbe già luogo in passatoquandoPio XII proclamò il 1954 come Anno Marianoal fine di mettere inrilievo l'eccezionale santità della Madre di Cristoespressa neimisteri della sua immacolata concezione (definita esattamente un secoloprima) e della sua assunzione al Cielo. Oraseguendo la linea delConcilio Vaticano IIdesidero far risaltare la speciale presenza dellaMadre di Dio nel mistero di Cristo e della sua Chiesa. È questainfattiuna dimensione fondamentale che sgorga dalla mariologia delConciliodalla cui conclusione ci separano ormai più di vent'anni.Il Sinodo straordinario dei Vescoviche si è svolto nel 1985haesortato tutti a seguire fedelmente il magistero e le indicazioni delConcilio. Si può dire che in essi Concilio e Sinodo - sia contenutociò che lo Spirito Santo stesso desidera «dire alla Chiesa»nella presente fase della storia. In un tale contestol'Anno Mariano dovràpromuovere una nuova ed approfondita lettura anche di ciò che ilConcilio ha detto sulla Beata Vergine MariaMadre di Dionel mistero diCristo e della Chiesaa cui si richiamano le considerazioni di questaEnciclica. Si tratta qui non solo della dottrina della fedema anchedella vita di fede edunquedell'autentica «spiritualitàmariana»vista alla luce della Tradizione especialmentedellaspiritualità alla quale ci esorta il Concilio. Inoltrelaspiritualità marianaal pari della devozione corrispondentetrovauna ricchissima fonte nell'esperienza storica delle persone e delle variecomunità cristianeviventi tra i diversi popoli e nazioni su tuttala terra. In propositomi è caro ricordaretra i tanti testimonie maestri di tale spiritualitàla figura di san Luigi MariaGrignion de Montfortil quale proponeva ai cristiani la consacrazione aCristo per le mani di Mariacome mezzo efficace per vivere fedelmente gliimpegni battesimali. Rilevo con piacere come anche ai nostri giorni nonmanchino nuove manifestazioni di questa spiritualità e devozione.Ci sonodunquesicuri punti di riferimento a cui mirare e ricollegarsinel contesto di quest'Anno Mariano.

49. Esso avrà inizio nella solennità di pentecosteil 7giugno prossimo. Si trattainfattinon solo di rammentare che Maria «hapreceduto» l'ingresso di Cristo Signore nella storia dell'umanitàma di sottolinearealtresìalla luce di Mariache sin dalcompimento del mistero dell'incarnazione la storia dell'umanità èentrata nella «pienezza del tempo» e che la Chiesa è ilsegno di questa pienezza. Come popolo di Diola Chiesa compie ilpellegrinaggio verso l'eternità mediante la fedein mezzo a tuttii popoli e nazionia cominciare dal giorno della pentecoste. La Madre diCristoche fu presente all'inizio del «tempo della Chiesa»quando in attesa dello Spirito Santo era assidua nella preghiera in mezzoagli apostoli e ai discepoli del suo Figliocostantemente «precede»la Chiesa in questo suo cammino attraverso la storia dell'umanità.Ella è anche colei cheproprio come serva del Signorecooperaincessantemente all'opera della salvezza compiuta da Cristosuo Figlio.Così mediante questo Anno Mariano la Chiesa viene chiamata non soloa ricordare tutto ciò che nel suo passato testimonia la specialeMaterna cooperazione della Madre di Dio all'opera della salvezza in CristoSignorema anche a preparareda parte suaper il futuro le vie diquesta cooperazione: poiché il termine del secondo Millenniocristiano apre come una nuova prospettiva.

50. Come è già stato ricordatoanche tra i fratellidisuniti molti onorano e celebrano la Madre del Signorespecialmentepresso gli orientali. È una luce mariana proiettatasull'ecumenismo. In particolaredesidero ancora ricordare che durantel'Anno Mariano ricorrerà il Millennio del battesimo di sanVladimiroGran Principe di Kiev (a. 988)che diede inizio alcristianesimo nei territori della Rus' di allora ein seguitoin altriterritori dell'Europa orientale; e che per questa viamediante l'opera dievangelizzazioneil cristianesimo si estese anche oltre l'Europafino aiterritori settentrionali del continente asiatico. Vorremmodunquespecialmente durante questo Announirci in preghiera con tutti coloro checelebrano il Millennio di questo battesimoortodossi e cattolicirinnovando e confermando col Concilio quei sentimenti di gioia e diconsolazione perché «gli Orientali ...concorrono nel venerarela Madre di Diosempre Verginecon ardente slancio ed animo devoto».Anche se ancora sperimentiamo i dolorosi effetti della separazioneavvenuta alcuni decenni dopo (a. 1054)possiamo dire che davanti allaMadre di Cristo ci sentiamo veri fratelli e sorelle nell'ambito di quelpopolo messianicochiamato ad essere un'unica famiglia di Dio sullaterracome annunciavo già all'inizio dell'anno nuovo: «Desideriamoriconfermare quest'eredità universale di tutti i figli e le figliedi questa terra». Annunciando l'anno di Mariaprecisavoaltresìche la sua conclusione avverrà l'anno prossimo nella solennitàdell'assunzione della Santissima Vergine al Cieloper mettere in risalto«il segno grandioso nel Cielo»di cui parla l'Apocalisse. Inquesto modo vogliamo anche adempiere l'esortazione del Conciliocheguarda a Maria come a «segno di sicura speranza e di consolazione peril pellegrinante popolo di Dio». E questa esortazione il Concilioesprime con le seguenti parole: «Tutti i fedeli effondano insistentisuppliche alla Madre di Dio e Madre degli uominiperché ellachecon le sue preghiere assistette la Chiesa ai suoi inizianche ora inCieloesaltata sopra tutti i beati e gli angelinella comunione di tuttii santiinterceda presso il Figlio suofin tanto che tutte le famigliedei popolisia quelle insignite del nome cristianosia quelle che ancoraignorano il loro Salvatorein pace e concordia siano felicemente riunitein un solo popolo di Dioa gloria della santissima e indivisibile Trinità».

CONCLUSIONE

51. Al termine della quotidiana liturgia delle Ore si innalzatra lealtrequesta invocazione della Chiesa a Maria:

«O alma Madre del Redentore
porta sempre aperta del cielo e stella del mare
soccorri il tuo popoloche cadema pur anela a risorgere.
Tu che hai generatonello stupore di tutto il creatoil tuo santoGenitore!».

«Nello stupore di tutto il creato»! Queste paroledell'antifona esprimono quello stupore della fedeche accompagna ilmistero della maternità divina di Maria. Lo accompagnain certosensonel cuore di tutto il creato edirettamente; nel cuore di tutto ilpopolo di Dionel cuore della Chiesa. Quanto mirabilmente lontano si èspinto Diocreatore e signore di tutte le cosenella «rivelazionedi se stesso» all'uomo! Quanto chiaramente egli ha superato tutti glispazi di quell'infinita «distanza»che separa il creatore dallacreatura! Se in se stesso rimane ineffabile ed imperscrutabileancor piùineffabile ed imperscrutabile è nella realtàdell'incarnazione del Verboche si è fatto uomo mediante laVergine di Nazareth. Se egli ha voluto chiamare eternamente l'uomo adessere partecipe della natura divina (2Pt14)si può direche ha preordinato la «divinizzazione» dell'uomo secondo le suecondizioni storichesicché anche dopo il peccato è dispostoa ristabilire a caro prezzo il disegno eterno del suo amore mediante l'«umanizzazione»del Figlioa lui consostanziale. Tutto il creato epiùdirettamentel'uomo non può non rimanere stupito di fronte aquesto donodi cui è divenuto partecipe nello Spirito Santo: «Dioinfatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv316).Al centro di questo misteronel vivo di questo stupore di fedestaMaria. Alma Madre del Redentoreella lo ha provato per prima: «Tuche hai generatonello stupore di tutto il creatoil tuo santo Genitore»!

52. Nelle parole di questa antifona liturgica è espressa anche laverità della «grande svolta»che è determinataper l'uomo dal mistero dell'incarnazione. È una svolta cheappartiene a tutta la sua storiada quell'inizio che ci è rivelatonei primi capitoli della Genesi fino al termine ultimonella prospettivadella fine del mondo di cui Gesù non ci ha rivelato «néil giorno né l'ora» (Mt2513). È una svoltaincessante e continua tra il cadere e il risollevarsitra l'uomo delpeccato e l'uomo della grazia e della giustizia. La liturgiaspecienell'Avventosi colloca al punto nevralgico di questa svolta e ne toccal'incessante «oggi e ora»mentre esclama: «Soccorri il tuopopoloche cadema pur sempre anela a risorgere»! Queste parole siriferiscono ad ogni uomoalle comunitàalle nazioni e ai popolialle generazioni e alle epoche della storia umanaalla nostra epocaaquesti anni del Millennio che volge al termine: «Soccorrisìsoccorri il tuo popolo che cade» ! Questa è l'invocazionerivolta a Maria«alma Madre del Redentore»èl'invocazione rivolta a Cristoche per mezzo di Maria è entratonella storia dell'umanità. Di anno in annol'antifona si innalza aMariarievocando il momento in cui si è compiuta questa essenzialesvolta storicache perdura irreversibilmente: la svolta tra il «cadere»e il «risorgere». L'umanità ha fatto mirabili scoperte eha raggiunto risultati portentosi nel campo della scienza e della tecnicaha compiuto grandi opere sulla via del progresso e della civiltàenei tempi recenti si direbbe che è riuscita ad accelerare il corsodella storia; ma la svolta fondamentalela svolta che si può dire «originale»accompagna sempre il cammino dell'uomo eattraverso le diverse vicendestoricheaccompagna tutti e ciascuno. È la svolta tra il «cadere»e il «risorgere»tra la morte e la vita. Essa è ancheuna incessante sfida alle coscienze umaneuna sfida a tutta la coscienzastorica dell'uomo: la sfida a seguire la via del «non cadere»nei modi sempre antichi e sempre nuovie del «risorgere»se ècaduto. Mentre con tutta l'umanità si avvicina al confine tra i duemillennila Chiesada parte suacon tutta la comunità deicredenti e in unione con ogni uomo di buona volontàraccoglie lagrande sfida contenuta nelle parole dell'antifona sul «popolo checadema pur anela a risorgere» e si rivolge congiuntamente alRedentore ed a sua Madre con l'invocazione: «Soccorri». Essainfattivede - e lo attesta questa preghiera - la Beata Madre di Dio nelmistero salvifico di Cristo e nel suo proprio mistero; la vedeprofondamente radicata nella storia dell'umanitànell'eternavocazione dell'uomosecondo il disegno provvidenziale che Dio ha per luieternamente predisposto; la vede maturamente presente e partecipe neimolteplici e complessi problemi che accompagnano oggi la vita dei singolidelle famiglie e delle nazioni; la vede soccorritrice del popolo cristianonell'incessante lotta tra il bene e il maleperché «non cada»ocaduto«risorga». Auspico fervidamente che anche leriflessionicontenute nella presente Enciclicagiovino a! rinnovamentodi questa visione nel cuore di tutti i credenti.

Come Vescovo di Romaio mando a tutti coloroa cui sono destinatequeste considerazioniil bacio della paceil saluto e la benedizione innostro Signore Gesù Cristo. Amen.

Dato a Romapresso San Pietroil 25 marzo - nella Solennitàl'annunciazione del Signore - dell'anno 1987nono di Pontificato.




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