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Henry James
Un episodio internazionale
2
PRIMA PARTE
Quattro anni fanel 1874due giovani inglesi ebbero occasione di recarsinegli Stati Uniti. Attraversarono
l'oceano in piena estate eal loro arrivo a New Yorkfurono sorpresi dalgran caldo della città. Sbarcati sul molosi
arrampicarono su una di quelle grandi e alte vetture che trasportano iviaggiatori agli alberghi edopo una serie di sbalzi
e scossoniraggiunsero Broadway.
L'immagine di New York in piena estate non è probabilmente delle migliorituttavia anche in questa stagione
non manca del suo splendore e del suo fascino. L'interminabile viale che inostri viaggiatori stavano percorrendocosì
ricco di contrastinon aveva nulla in comune con la tipica strada inglese:da entrambe i lati della strada si vedevano
marciapiedi vivacemente animatiedifici dai colori brillanti e dallearchitetture diversegrandiose facciate di marmo
biancoornate di iscrizioniscintillanti nella luce riflessa del soletendonistendardi e bandiereun'infinità di autobus
carrozze e veicoli comunivenditori di bevande freschepoliziotti inpantaloni bianchi e cappelli di pagliagiovani
eleganti che camminavano disinvolti sui marciapiedi. Ogni cosa e personalasciava trasparire un senso di fresconuovo
e moderno.
I due giovani si erano scambiate poche osservazionima nell'attraversareUnion Squaredi fronte al monumento
a Washingtonproprio nell'ombra proiettata dalla statua del padre dellapatriauno di essi osservò: "Mi sembra un luogo
alquanto bizzarro".
"Ohdavvero molto stranomolto strano"ribatté l'altroche erail più arguto dei due.
"Peccato che sia così maledettamente caldo"riprese il primo dopouna breve pausa.
"Per forzasiamo a bassa latitudine qui!" spiegò l'amico.
"Suppongo che sia per questo"osservò il suo interlocutore.
"Mi chiedo se sono in grado di darci un bel bagno con vasca"proseguì.
"Temo di no"aggiunse l'altro.
"Dici davvero?" esclamò l'amico.
Questa animata discussione fu interrotta dall'arrivo all'albergoche erastato loro consigliato da un gentiluomo
americano con cui avevano fatto conoscenzao per meglio dire con cui eranoentrati in intimitàsul piroscafo.
L'americano si era offerto di accompagnarli in albergo e di presentarlipersonalmente al proprietario. Tuttavia questo
piano fallì quandoall'arrivo al moloil loro amico aveva trovato adattenderlo il "socio"con la notizia che il suo
collega desiderava che si recasse immediatamente in ufficioper dareun'occhiata a certi telegrammi arrivati da St Louis.
Malgrado ciòavendo come unica raccomandazione il loro prestigio nazionalee le loro grazie personalii due inglesi
furono magnificamente ricevuti nell'albergoche risultò essere moltoospitale. Scoprirono che la vasca da bagno non era
poi una cosa così inaccessibile e anzi furono piacevolmente sorpresi dallapossibilitàche il loro appartamento offriva
di fare immersioni frequenti e prolungate.
Dopo un bel bagno lungo e rilassante - così lungo come non l'avevano maifatto - si diressero nella sala da pranzo
dell'albergoche era un ambiente spaziosocon una fontana al centronumerose piante sistemate in vasi ornamentali e
una sfilata di camerieri francesi.
Il primo pasto a terradopo un viaggio in mareè senza dubbio un'occasionemolto piacevolee vi era qualcosa di
particolarmente piacevole nelle circostanze in cui i nostri giovani inglesisi trovavano. Erano persone estremamente
cordiali e molto più osservatori di quanto non dessero a vedere. Nonostantelasciassero a malapena trasparire le proprie
emozionierano molto soddisfatti. Soprattutto il maggiore che era anchecome ho già dettoil più arguto dei due.
Si erano accomodati a un tavolino tranquillotutt'altra cosa rispetto alrumoroso e altalenante salone del piroscafo. Le
ampie porte e le finestre del ristorante erano incorniciate da grandi tende esi aprivano su un ampio marciapiede
costeggiato da folti alberi e da grossi vasi di piante; al di làuna grandepiazza ombreggiatapriva di palizzatacon
vialetti pavimentati in marmo. E al di sopra di questa verde vegetazionealtre facciate di marmo bianco e di pietra color
cioccolato chiaro si stagliavano contro l'azzurro intenso del cielo.
Lìall'esternonella luce e nell'ombra e nell'afac'era un grantintinnare di campanelli dei tram e un continuo
strascichìo e picchiettìo di piedi dei passantiper la maggior partegiovani donne in abito stile Pompadour.
All'internoil locale era fresco e scarsamente illuminatocon losciabordìo dell'acquail profumo dei fiori e il
volteggiare silenzioso dei camerieri francesi - come ho già detto - suitappeti.
"Assomiglia un po' a Pariginon è vero?" disse il più giovanedei nostri viaggiatori.
"Sembra proprio Parigi!" aggiunse il compagno.
"Forse è per i camerieri francesi". disse il primo. "Perchénon ci sono anche a Londra i camerieri francesi?"
"Immagina un cameriere francese in un club inglese!" disse l'amico.
Il giovane inglese trasalì un attimocome se non riuscisse ad immaginarlo.Poi continuò: "A Parigidi solito
vado a pranzare in un locale dove c'è un cameriere inglese... come sichiama?... un nome del tipo... vattelappesca. Mi
mandano sempre un cameriere inglese al tavolo. Probabilmente pensano che nonconosca il francese".
"Difatti è così"replicò il più saggiospiegandosi iltovagliolo.
Il compagnosenza prestare alcuna attenzione all'osservazione dell'amicoproseguì: "Intendo direforse
dobbiamo imparare l'americano. Credo che sia il caso di prendere qualchelezione".
"Io faccio fatica a capirli"fece eco l'altro.
"Ma cosa diavolo sta dicendo costui?" chiese il compagnoindicandoil cameriere francese.
"Ci sta consigliando un piatto di granchi dal guscio tenero"spiegò l'amico.
3E cosìpur continuando a fare casuali osservazioni sulle idiosincrasiedella nuova società in cui si trovavanoi
due inglesi diedero inizio a un pastocome si suol dire"allagrande"a base di piatti e bevande freschescelti da una
lunghissima lista proposta dal cameriere.
Dopo cenauscirono a passeggiare nelle stradine limitrofe. Cominciava ascendere il crepuscolo di fine estatema
il caldo era ancora molto intenso. Il calore del marciapiede penetravaperfino attraverso le robuste suole degli stivali dei
nostri viaggiatori e gli alberi vicini emettevano strani profumi esotici.
I due si inoltrarono nella piazza adiacentequello strano luogoprivo dipalizzatacon i vialetti pavimentati in
marmo a losanghe bianche e nere. C'era un gran numero di panchineaffollatedi gente dall'aria trasandatae i
viaggiatori notarono che non somigliava affatto a Belgrave Square. Su un latodella piazzaun enorme albergo
proiettava un numero infinito di finestre aperte e illuminate contro la caldaoscurità del cielo. Ai piedi del popolato
edificioun continuo stridìo di carrozze e tutt'intornonell'ariaunsinistro ronzìo di zanzare.
Il piano terra dell'albergo sembrava una gabbia trasparenteche riversava lasua luce abbagliante nella stradadi
cui sembrava rappresentare una specie di pubblico funzionariointento adaccogliere e respingerein modo casualei
passanti.
I due inglesi entrarono insieme a tutti gli altri per curiosità. E viderolungo un grande corridoio di marmopiù di un
centinaio di persone accomodate su divanicon le gambe allungate. Un'altrafolla di persone stava in piediin coda
davanti a un grosso bancone illuminato a giornocome fossero allabiglietteria di una stazione ferroviaria. Con le valige
in manol'aria avvilita ed esaustai vestiti piuttosto sgualcitisembravasi trovassero lì a rendere un misterioso tributo a
un magnifico giovanottocon baffi di paraffina e uno sparato dai bottoni aromboche di tanto in tanto lasciava cadere
lo sguardo assente su quella folla paziente. Erano cittadini americani cherendevano omaggio a un impiegato
dell'albergo.
"Per fortuna non ci ha consigliato di venire qui!" esclamò unodegli inglesialludendo al loro amico del piroscafo
che aveva dato loro un gran numero di informazioni.
Quindi risalirono Fifth Avenue dovesempre a detta dell'amicoabitavanotutte le famiglie più importanti. Ma le
famiglie più importanti erano fuori città e i nostri giovani viaggiatoriebbero solo la soddisfazione di vedere alcune
famiglie del ceto mediose non addirittura del ceto bassoprendere l'ariafresca della sera fuori ai balconi o sui ballatoi
nelle vie che si irradiano dalla più elegante strada principale.
Essi percorseroper un trattouna di queste stradine laterali e viderogiovani signore in abiti bianchidonne molto
attraentisedute in atteggiamento elegante su gradini color cioccolato.Alcune di esse facevano conversazione con altre
donne delle case dirimpettovestite nello stesso modo e sedute nello stessoatteggiamento. Nella tiepida aria notturna i
loro toni colloquiali suonavano insoliti alle orecchie dei giovani inglesi.
Il più giovane suggerì di interrompere alcune di queste dolci confidenzema il suo compagno lo mise
giustamente in guardia: "Dobbiamo stare attenti a non fare sbagli!"
"Ma lui ci ha detto...non ti ricordi?" incalzò il giovanealludendo all'amico del piroscafo.
"Non importa cosa ci ha detto!" rispose il compagno cheoltre adessere il più argutoera anche il più moralista
dei due.
Verso seranell'impazienza di assaporare un bel sonno su terrafermainostri naviganti andarono a coricarsi
presto. Era ancora insopportabilmente caldo e il ronzìo delle zanzareconle finestre apertepoteva essere scambiato per
l'udibile crepitìo della temperatura. "Non si riesce proprio asopportare!" si lamentarono entrambe. E trascorsero una
notte agitatissimamolto più agitata delle notti trascorse in balìa deimarosi dell'Atlantico.
Il mattino seguenteil primo pensiero fu quello di reimbarcarsi il giornostesso per l'Inghilterra. Ma poi venne
loro in mente che forse era possibile trovare un rifugio più a portata dimano.
La loro meta ideale divenne la grotta di Eoloe cominciarono a domandarsidove si recassero gli americani
quando desideravano avere un po' di fresco. Non ne avevano la più pallidaideaperciò decisero di chiedere
informazioni a un tale signor J. L. Westgate.
Era questo il nomescritto in chiare letteresul retro di una letterascrupolosamente conservata nel taccuino del
viaggiatore più giovane. Sotto l'indirizzonell'angolo sinistro dellabustasi leggevano le parole: 'Lettera di
presentazione dei sigg. Lord Lambeth e Percy Beaumont'. Questa lettera erastata consegnata ai due inglesi da un loro
caro amico di Londrache era stato in America due anni prima e chefra itanti amici che aveva lasciato lìaveva scelto
il signor J. L. Westgate come consegnatarioper così diredei suoicompatrioti.
"È una bravissima persona"aveva assicurato l'amico londinese"e ha una moglie straordinariamente bella. È
incredibilmente ospitale e farà per voi qualsiasi cosa edal momento chelaggiù conosce quasi tuttiè del tutto inutile
che vi dia altre lettere di presentazione. Lui vi farà incontrare chiunque;mettetevi nelle sue mani e vi aprirà tutte le
porte. Ha una moglie straordinariamente bella".
È naturale che nell'ora della tribolazione Lord Lambeth e il signor PercyBeaumont si rammentassero di quel
gentiluomole cui virtù erano state tanto loro decantate. Senza contare cheabitava nella Fifth Avenue e che la Fifthe
Avenuecome avevano constatato la sera precedenteera adiacente al loroalbergo.
"Scommetto dieci a uno che è fuori città"commentò PercyBeaumont"ma potremo perlomeno scoprire dove è
andato e partire immediatamente alla sua ricerca. Non può certo essereandato in un posto più caldo di questoti pare?"
"Ohesiste solo un luogo più caldo di questo"rispose LordLambeth"e spero proprio che non sia andato lì".
Essi percorsero il marciapiedesul lato in ombrafino al numero indicatosulla preziosa lettera. La casa presentava
un'imponente facciata color cioccolatoalleggerita da sculture florealisulrivestimento e sulle cornici delle finestree
4da polverosi cespugli di rose che si arrampicavano sui balconi e sul portico.A quest'ultimo si accedeva da una
monumentale scalinata.
"È molto meglio di una casa londinese"proferì Lord Lambethguardando giù da quella altezzauna volta che
ebbero suonato il campanello.
"Dipende da quale casa londinese intendi"replicò il compagno"qui si rischia di inzupparsi tutti per arrivare al
portonequando si scende dalla carrozza".
"Beh"disse Lord Lambethlanciando uno sguardo al cieloinfuocato"immagino che non piova molto da queste
parti!"
La porta fu aperta da un alto negro in giacca biancache ammiccò in modofamiliare quando Lord Lambeth
chiese del signor Westgate.
"Non è in casapadrone; è al suo ufficio in città".
"Ohè in ufficio?" esclamarono i visitatori. "E quando saràdi ritorno a casa?"
"Behpadronequando esce così presto al mattinoè possibile che siavia tutto il giorno".
La notizia fu davvero scoraggiantema fortunatamente l'intelligente negrofornì di buon grado l'indirizzo
dell'ufficio del signor Westgateche fu prontamente trascritto nel taccuinodi Percy Beaumont.
I due gentiluomini tornarono dunque stanchi al loro albergo. Qui ordinaronouna carrozza ecomodamente cullati
dallo spazioso veicoloraggiunsero il centro della città. Percorseronuovamente Broadway in tutta la sua lunghezza
tanto da avere l'impressione di seguire la traiettoria di una pallottola.Poidopo una deviazione a sinistrafurono
depositati dal conducente di fronte a un bell'edificio dalla strutturaleggera e modernaalto dieci pianiin una strada
affollata di giovani dall'espressione sveglia e dalla corporatura esilechecorrevano in gran fretta da una parte e
dall'altracedendosi il passo impazienti agli angoli della strada e sulleporte d'entrata.
Dopo aver fatto ingresso in questo magnifico edificiouno di questi giovani- un tipo attraentein un magnifico
abito color crema e un cappello con nastro bluche evidentemente avevacapito che i due uomini erano stranieri e
disorientati- li accompagnò a un ascensore molto accoglientedove preseroposto insieme a molte altre persone;
sfrecciando verso l'altoin un battibaleno furono proiettati al settimopiano dell'edificio. Quidopo una breve attesasi
trovarono faccia a faccia con l'amico del loro amico londinese.
L'ufficio era composto di diverse stanze; in una di esse si accomodarono inattesasenza scambiare una parola
dopo avere consegnato la loro lettera e i loro biglietti da visita. Lalettera non era di quelle che potevano richiedere
molto tempo per essere lettetuttavia il signor Westgate venne loro incontromolto prima di quanto si aspettassero:
evidentemente aveva piantato lì il suo lavoro.
Era un personaggio alto e snelloindossava un fresco abito di lino bianco;aveva un viso magro e familiaredai
lineamenti marcaticon un'espressione a un tempo affabile ed efficientelosguardo svegliointelligente e dei grossi
baffi castaniche gli nascondevano la bocca e facevano apparire piccolo ilmento.
L'impressione di Lord Lambeth fu di avere a che fare con una personastraordinariamente intelligente.
"Molto piacereLord Lambeth! Piaceresignore"dissetenendo inmano la lettera aperta. "Sono molto felice di
vedervi. Spero che stiate bene. È meglio che vi accomodiate di qua: pensoche faccia più fresco"e fece loro strada in
un'altra stanzaingombra di carte e di libri di dirittole cui finestreincorniciate da tendoni a righeerano spalancate.
Proprio di fronte a una di queste finestreLord Lambeth notòall'altezzadel suo sguardola banderuola di un
campanile. Il frastuono della strada sembrava infinitamente lontano ed eglifece un bel respiro profondo.
"Dico più fresco"proseguì il loro ospite"ma tutto èrelativo. Come sopportate il caldo?"
"Non posso dire che ci piaccia"rispose Lord Lambeth"ma aBeaumont piace più che a me".
"Behnon durerà a lungo"dichiarò allegramente il signorWestgate"niente di spiacevole dura a lungo dalle
nostre parti. Faceva un gran caldo quando il Capitano Littledale è statoqui; non faceva altro che bere bevande
ghiacciate allo sherry. In questa lettera ha espresso qualche dubbio sulfatto che possa ricordarmi di lui. Come se non
ricordassi di avergli preparatoin un sol giornonel giro di circa ventiminutila bellezza di sei bibite ghiacciate allo
sherry! Spero che lo abbiate lasciato in buona salutepoiché sono ormaipassati due anni da allora".
"Oh sìsta benissimo"disse Lord Lambeth.
"Mi fa sempre piacere vedere vostri connazionali"proseguì ilsignor Westgate. "Era ora che qualcuno di voi
venisse a trovarci. Giusto uno o due giorni faun mio amico mi ha detto: 'Ètempo di angurie e di inglesi'".
"In questo momento gli inglesi e le angurie sono più o meno la stessacosa"osservò Percy Beaumont
asciugandosi la fronte grondante.
"Beneallora vi metteremo in ghiacciocome facciamo con i meloni.Dovete andare a Newport!"
"Andremo da qualsiasi parte"disse Lord Lambeth.
"Sìdovete andare a Newport. Ecco cosa vi ci vuole!" proclamò ilsignor Westgate. "Maditemiquando siete
arrivati?"
"Soltanto ieri"rispose Percy Beaumont.
"Ahgiàpassando dalla Russia. E dove alloggiate?"
"All'Hanover. Mi sembra che si chiami così".
"È abbastanza confortevole?" indagò il signor Westgate.
"Mi sembra un posto di prim'ordinema non posso dire che ci piaccianole zanzare"disse Lord Lambeth.
Il signor Westgate sgranò gli occhi e scoppiò in una risata: "Oh nosicuro non vi piacciono le zanzare. Ci aspettiamo
5che vi piacciano un'infinità di cose quima non ci aspettiamo certo che vipiacciano le zanzareanche sedovete
ammetterlocome zanzare sono simpaticheno? Ma non dovreste rimanere incittà".
"Siamo anche noi dello stesso parere"replicò Lord Lambeth."Se fosse così cortese da darci qualche
suggerimento..."
"Darvi qualche suggerimentomio caro signore?" il signor Westgatelo guardò e strizzò le palpebre. "Aprite la
bocca e chiudete gli occhi! Lasciate fare a me e vi sistemerò io. È unaquestione di orgoglio nazionale per me che tutti
gli inglesi si divertano qui. E dal momento che ho abbastanza praticahoimparato ad esaudire i loro desideri. Penso che
in genere essi desiderino la cosa giusta. Perciòconsideratevisemplicemente mia proprietà e se qualcuno tentasse di
appropriarsi di voifatemi il piacere di rispondergli: 'Giù le mani! Troppotardisiamo già impegnati'. Maditemi
piuttosto"continuò l'americano nel suo tono calmo e scherzosopronunciando le parole così distintamente che i suoi
ospiti vi colsero un'intenzione umoristica- un tono insolitamente pacato especulativo per un uomo che era
evidentemente molto occupato e chea quanto parevaera un professionistaserio - "sentiamo... la sua visita negli Stati
Uniti ha forse uno scopo particolareLord Lambeth?"
"Oh noassolutamente"rispose il giovane inglese"miocugino doveva venire per un certo affare e ioappena
un'ora prima della partenzaho deciso di accompagnarlocosìperdivertimento".
"È la prima volta che viene negli Stati Uniti?"
"Ohsìcerto".
"Dovevo venire per un certo affare"spiegò Percy Beaumont"e ho portato Lambeth con me".
"E leisignoreè stato qui già altre volte?"
"Nomai".
"Pensavovisto che ha fatto riferimento ad un affare"disse ilsignor Westgate.
"Vedesono qui a titolo di avvocato"rispose Percy Beaumont."Certi signori di Londra hanno intenzione di fare
causa a una delle vostre ferrovieperciò mi hanno chiesto di venire qui aprendere gli opportuni provvedimenti".
"Qual è la ferrovia di cui parlate?" chiese.
"La Tennessee Central".
L'americano inclinò un po' la sedia e la tenne sospesa per un attimo.
"Behmi dispiace che vogliate attaccare una delle nostreistituzioni"replicò sorridendo"ma credo che
innanzitutto dobbiate divertirvi un po'!"
"Sono davvero spiacentema non riesco a lavorare con questoclima"confessò il giovane avvocato.
"Lasciatelo fare alla gente del posto"ribatté il signor Westgate"Lasciate la Tennessee Central a mesignor Beaumont.
Un giorno ce ne occuperemo noi e sono sicuro che riuscirò a sistemare lafaccenda. Ma non sapevo che voi inglesi
lavorastevoi aristocratici".
"Ohcerto che lavoriamoe anche tantonon è vero Lambeth?"disse Percy Beaumont.
"Io devo assolutamente essere di ritorno entro il 19 settembre"replicò il giovane inglese in modo poco pertinentema
cortese.
"Per la cacciaeh... o per la pescaforse?" chiese il suointerlocutore.
"Ohio devo essere in Scozia"replicò Lord Lambetharrossendoun po'.
"Bene"proseguì il signor Westgate"allora è meglio cheprima di tutto vi divertiate. Dovete andare a trovare la
signora Westgate".
"Saremmo molto lieti se ci volesse gentilmente indicare il treno"disse Percy Beaumont.
"Non vi serve il trenoma la nave".
"Ahcapisco. E qual è il nome della... di... della... città?"
"Non è una città"scoppiò a ridere il signor Westgate. "Èuna... beh... come chiamarla? ... è una stazione
balneare. Insommaè Newport. Lo vedrete cos'è. È un posto frescoquestaè la cosa più importante. Mi farete un grande
piacere se andrete là e vi metterete nelle mani della signora Westgate.Forse non sono io la persona adatta a dirloma
non potreste essere in mani migliori. Lo stesso si può dire di sua sorellache è lì con lei. Ha una vera passione per gli
inglesi. Pensa che non ci sia nulla al loro pari".
"La signora Westgate o ...ehm... sua sorella?" domandò PercyBeaumont timidamentema con il tono del
viaggiatore curioso.
"Ohvoglio dire mia moglie"spiegò il signor Westgate"noncredo che mia cognata li conosca gli inglesi. Ha
sempre avuto una vita tranquillaè vissuta a Boston lei".
Percy Beaumont ascoltava con interesse: "Cheda quanto ne so"disse"è la città più...ehm... intellettuale".
"Credo che sia molto intellettuale. Non ci vado spesso"replicòil suo ospite.
"Voglio diredovremmo andarci"disse Lord Lambeth all'indirizzodel suo compagno.
"OhLord Lambethaspetti che finisca il gran caldo"si intromiseil signor Westgate"Bostoncon questo clima
sarebbe proprio stancante. Non è la temperatura adatta per l'eserciziointellettuale. A Bostonsapetesi deve passare un
esame ai confini della città; e quando ve ne andatevi danno una specie didiploma".
Lord Lambeth lo guardò interdetto e arrossì un po'. Anche Percy Beaumontrestò un attimo perplessopur
mantenendo il suo bel colorito naturale; poi gettò uno sguardo al suocompagno e capì che non era poi così ingenuo da
esserci cascatodal momento che aveva sentito un gran parlare dell'humouramericano.
"Suppongo che sia molto divertente"disse il giovane gentiluomo.
6"Suppongo di sì"fece eco il signor Westgate. "Comunquenonsi discutedomani mattina presto sarete a
Newport dove vi aspettano. Abbiamo una casa lì; mezza New York si reca aNewport in estate. Non sono sicuro se mia
moglie al momento può ospitarvic'è tanta di quella gente a casa nostra.Non li conosco nemmeno tutti; soltanto può
essere che non ci sia posto. Ma potete intanto sistemarvi in albergo e nellostesso tempo stare a casa mia. In questo
modoandando in albergo solo per dormiresarà più tollerabile. Per ilrestodovete sentirvi a casa vostra. Non siate
timidi. Sapetese restate qui per un solo mesesarebbe una grave perdita ditempo. La signora Westgate non vi
trascurerà ed è meglio che non tentiate di resisterle. Ne so qualcosa.Immagino che incontrerete delle graziose ragazze
da quelle parti. Io darò la notizia a mia moglie con la posta del pomeriggioedomani mattina stessalei e la signorina
Alden si prenderanno cura di voi. Andate diritti a casa mia e mettetevi avostro agio. Il vostro piroscafo parte da questa
zona della città; manderò subito qualcuno per prenotarvi una cabina. Poialle quattro e mezza in puntodovete solo
passare qui da me e io vi accompagnerò e vi farò salire a bordo. È unanave molto grandepotreste perdervi. Da qui a
qualche giornoverso la fine della settimanaverrò a Newport a vedere comeve la passate".
I due giovani inglesi inaugurarono la politica di non resistere alla signoraWestgatesottomettendosi docilmente e
con gratitudine a suo marito. Era senza dubbio una gran brava persona e i duene furono piacevolmente impressionati.
La sua ospitalità era talmente generosa che veniva da sé pensare che non cifosse niente di meglio da desiderare.
Lord Lambeth e il cugino lasciarono il loro ospite al suo lavoro e tornaronoall'albergodove trascorsero tre o quattro
ore nei loro rispettivi bagni. Percy Beaumont aveva accennato al desiderio divedere qualcosa della cittàma "Al
diavolo la città!" aveva replicato il suo nobile parente.
Fecero ritorno puntuali all'ufficio del signor Westgatein carrozzacontutto il bagaglio. Ma si deve malvolentieri
annotare chequesta voltal'americano li fece attendere così a lungo chetemettero di perdere il piroscafo e fu solo per
cortese riserbo se non decisero di fare a meno della sua presenza e dipartire in gran fretta per il molo. Quando infine il
signor Westgate comparve e la carrozza si addentrò nei sobborghi di Broadwaypresero una tale corsatra sbalzi e
scossoniche giunsero all'immensa nave bianca quando stava fischiando ilsegnale di partenza e i passeggeri si stavano
ancora imbarcando.
Era in effetti una grossa imbarcazionecome il signor Westgate aveva dettoloroe la sua guida esperta tra gli
innumerevoli e interminabili corridoi e cabineche sembrava conoscereperfettamente e a cui chiunque sembrava avere
accessofu molto gradita ai nostri viaggiatori alquanto disorientati. Eglili accompagnò alla loro cabina di lusso: uno
spazioso appartamentoabbellito con lampade a gasspecchi a parete e mobiliscolpiti.
Poimolto più tardiquando i due inglesi erano ormai convinti che ilpiroscafo si stava muovendo per
intraprendere la rotta a loro sconosciutail signor Westgate si congedòcordialmente: "Dunquearrivederci Lord
Lambeth"disse"arrivederci signor Percy Beaumont. Spero che vidivertiate. Lasciate che facciano di voi quello che
vogliono. Io verrò a trovarvi di tanto in tanto".
I due inglesi emersero dalla loro cabina e si divertirono a girovagare perl'immenso piroscafo a labirintoche
apparve loro uno straordinario miscuglio di nave e di albergo. Era densamenteaffollato di passeggeriper lo più signore
con bambini piccoli.
Nei grandi saloni dagli ornamenti bianchi e oroche si susseguivano tra loroin modo sorprendentesotto le
oscillanti lampade a gase in mezzo ai piccoli passaggi laterali doveconaria flemmaticasi radunavano domestici
negri di entrambe i sessila gente andava e venivaconversando del più edel meno a voce alta.
Infinesu invito di un servizievole negroi nostri giovani si recarono aprendere "qualcosa per cena" in una
splendida saladisposta come un teatrodovein una galleria dorata sullaquale sembravano aprirsi piccoli palchiuna
grande orchestra stava suonando selezioni operistichementre in basso gliospiti si passavano liste delle vivandecome
se si trattasse di programmi.
Tutto ciò era abbastanza curioso. Ma il momento più piacevole i nostriviaggiatori lo assaporarono solo più tardi
quandoseduti all'aperto sul ponte bianco della navesotto la vaga lucedelle stelle e nella tiepida e ventilata aria della
serasi misero ad osservare i confusi contorni della costa bassa emisteriosa. Assaporarono i sigari americaniquelli del
signor Westgatee chiacchieraronocome erano solitiinframmezzando i lorodiscorsi con pausebruschi passaggi e
omissionicome persone che sono cresciute insieme e hanno imparato ariempire da sole i silenzi dell'altro ovverocosa
ancora più specialecome persone perfettamente consce di un punto di vistacomunetale che uno stile di
conversazioneapparentemente privo di compiutezzaè sufficiente perrichiamare una riserva di associazionicapaci di
dare una spiegazione a tutto.
"Sembra proprio che stiamo andando in mare aperto"osservò PercyBeaumont. "Parola miastiamo tornando
indietro in Inghilterra. Ci ha rispedito indietro. Bell'espediente hatrovato".
"Nova tutto bene"disse Lord Lambeth"voglio propriovedere queste belle ragazze a Newport. Ci ha pur detto
che il posto è un'isola e le isole non si trovano forse in mare?"
"Bene"riprese il viaggiatore più arguto dopo una breve pausa"se la sua casa è buona come i suoi sigarinon ci
mancherà proprio niente".
"Sembra proprio una brava persona"replicò Lord Lambethcome sequest'idea gli fosse balenata solo allora.
"Sentiera meglio che restassimo all'albergo"soggiunse ilcompagno subito dopo"non credo che mi piaccia il modo in
cui ha parlato della sua casa. Non mi piace l'idea di stare in una casa concosì tante donne".
"Oha me non importa"replicò Lord Lambeth. E poi rimasero unpo' a fumare in silenzio. "Figurati che pensa
che noi in Inghilterra non lavoriamo!" riprese il giovane inglese.
"Immagino che non lo pensasse davvero"disse Percy Beaumont.
7"Benesono sicuro che non ne sanno molto dell'Inghilterra da questeparti!" dichiarò Lord Lambeth divertito.
E poi seguì un'altra lunga pausa.
"È stato tremendamente civile"osservò il giovane gentiluomo.
"Certamentenon si poteva essere più civili di così"soggiunseil suo compagno.
"Littledale ha detto che sua moglie è molto divertente"disseLord Lambeth.
"La moglie di chi? Di Littledale?"
"Dell'americanola signora Westgate. Come si chiama lui? J. L".
Beaumont tacque per un momento. "Quello che è divertente per Littledale"disse infinequasi sentenziando"può
essere la morte per noi".
"Cosa vuoi dire con questo?" chiese il cugino"Credi forseche Littledale sia uomo più capace di me?".
"Mio caro ragazzospero che tu non voglia metterti a flirtare"dis se Percy Beaumont.
"Non mi interessa. Non credo che lo farò".
"Con una donna sposata... se lei acconsentevada pure"Beaumontspiegò. "Ma il nostro amico ha parlato di una
giovane ragazzauna sorella... una cognata. Per l'amor del cielonon tifare irretire da lei!"
"Cosa intendi per irretire?"
"Stai certo che cercherà di accalappiarti".
"Ohal diavolo!" replicò Lord Lambeth.
"Le ragazze americane sono molto abili!" incalzò il compagno.
"Tanto meglio!" dichiarò il giovane.
"Suppongo che facciano sempre ricorso a giochetti del genere"continuò Beaumont.
"Non credo che siano peggiori delle ragazze inglesi"sentenziòLord Lambeth.
"È vero"replicò Beaumont"ma in Inghilterra hai i tuoiprotettori naturalitua madre e le tue sorelle".
"Mia madre e le mie sorelle..." prese ad animarsi il giovanegentiluomoma si fermò in tempo e tirò una boccata
al sigaro.
"Tua madre si è confidata con mecon le lacrime agli occhi"disse Percy Beaumont. "Mi ha detto che era molto
in ansia proprio per questo motivo e io le ho promesso di tenerti lontano daiguai".
"Farai meglio a badare a te stesso"replicò l'oggetto di talematerna e 'ducale' sollecitudine.
"Mamio caro"soggiunse il giovane avvocato"io non ho micala prospettiva di centomila sterline all'annoper
non parlare di tutte le altre attrattive".
"Bene"disse Lord Lambeth"non ti fasciare la testa ancorprima di averla rotta!"
Arrivati a Newportdove faceva decisamente più frescoai nostriviaggiatori furono assegnate un paio di
minuscole camere in un'ala isolata di un albergo immenso. Erano approdatinelle prime luci del crepuscolo estivo e poi
si erano coricati di buon'ora. Grazie a ciò e al fatto chela notteprecedentenella spaziosa cabina della nave avevano
dormito il sonno dei giovani e dei fortiintorno alle undicii duecominciarono a sentirsi piuttosto vigili e irrequieti.
Si affacciarono alla finestra e videro una distesa verde di pratirecintatida rudimentali muretti in pietra e al di làai
piedi di un cielo blu intensovidero il blu profondo dell'oceanoqua e làspumeggiante di schiuma. Dalle finestreprive
di tendinetirava un fresco venticelloche indusse i nostri giovani aosservare chetutto sommatonon era affatto un
cattivo clima.
Continuando a fare osservazioniemersero dalle loro stanze in cerca dellacolazionepasto che consumarono in
un enorme salone disadornodove centinaia di negri in giacca biancastrascicavano i loro piedi su un pavimento privo di
tappeti; dove le mosche non si contavano e i tavoli e i piatti erano coperticon uno strano tessuto di mussolina blu; dove
diversi ragazzi e ragazzealzatisi tardisedevano con aria annoiata difronte al pasto mattutino. E questi giovani non
tenevano in mano il giornalebensì erano intenti ad esaminare languidamentela lista delle vivande. Quest'ultima si
rivelò un vero e proprio rompicapo per i nostri amici cheritenendo che lesue infinite voci si riferissero esclusivamente
alla colazioneebbero l'ansioso presentimento di una lista enciclopedica perla cena.
Trovarono l'albergo molto accogliente e ospitale. Si trattava di unagrandiosa struttura in legnola cui costruzione
- almeno così sembrò loro - doveva avere richiesto il disboscamento di unaconsiderevole parte delle foreste vergini
dell'ovest. Era attraversatoda una parte all'altrada immensi corridoidisadorninei quali tirava una forte corrente
d'ariache trasportava meravigliose figure di donne in abiti bianchi e confoulard di merletto alla Valenciennesche
sembravano fluttuarecon le balze dei vestiti rigonfiecome angeli con leali spiegate.
Sul davantisi estendeva una gigantesca veranda dove avrebbe potutoaccamparsi un intero esercitouna spaziosa
terrazza in legnocon un tetto alto come la navata di una cattedrale. Qui inostri giovani inglesi poterono farsi un'ideao
almeno così credetterodella società americanache si distribuiva inquello spazio immensoseduta in modi e
atteggiamenti diversie che sembrava consistere essenzialmente di ragazzegiovani e graziosein abbigliamento da festa
campestreche si cullavano nelle sedie a dondolosventolandosi con ventaglidi paglia e godendosi l'invidiabile libertà
dagli obblighi sociali.
Lord Lambeth aveva la convinzione - della quale sarebbe interessanterintracciare le origini - che sarebbe stato
non solo piacevolema anche molto facileentrare in relazione con qualcunadi loro. Ma il suo compagno si premurò
come già aveva fatto un paio di giorni primadi frenare l'impulso delgiovane gentiluomo a intraprendere
conversazione.
"È meglio che tu faccia attenzione"disse Percy Beaumont"oti troverai di fronte un padre o un fratello offeso
armati di coltello!"
8"Ti assicuro che non c'è niente di male"replicò Lord Lambeth"gli americani vengono in questi grandi alberghi
per fare conoscenze".
"Non ne so niente di questoe nemmeno tu"disse il cugino chedauomo argutocominciava a capire che
l'osservazione della società americana richiedeva un riadattamento delproprio punto di vista.
"Al diavolo! Allorascopriamolo!" esclamò Lord Lambeth conimpazienza"Sai che non voglio lasciarmi sfuggire
nessuna occasione".
"Lo scopriremo"rispose con calma Percy Beaumont"andremo atrovare la signora Westgate e le chiederemo
tutte le informazioni in merito".
E cosìi due inglesi avidi di informazioniusciti dalla verandadell'albergocon in mano l'indirizzo della signora
Westgate consegnato loro dal maritodopo avere chiesto le opportuneindicazionisi diressero verso una strada lunga e
dirittacosteggiata da una serie di vivaci e allegre villettetutte avvolteda cespugli e piante fiorite e recintate da steccati
di ogni tipo.
Era una mattinata fresca e splendentele ville avevano un aspetto elegante eaccogliente e la passeggiata dei
nostri viaggiatori era davvero piacevole. Ogni cosa sembrava essere statariverniciata a fresco il giorno prima: i rossi
tettile persiane verdile facciate marroni e brunastre. Le aiuole deiprati scintillavano nell'aria radiosa e la ghiaia nei
vialetti mandava un riverbero abbagliante. Sulla strada transitavano un grannumero di carrozze scopertealla cui guida
c'era quasi sempre una coppia di signoresignore che indossavano abitibianchi e lunghi guanti bianchi e che
guardavano i due inglesila cui nazionalità non era difficile intuiredisotto a spesse velette blu che ne avvolgevano il
visoquasi a ripararlo dai raggi solari.
Infine i due giovani si trovarono di nuovo in vista del mare edopo averepreso informazioni da un giardiniere
attraverso la palizzata di una villasvoltarono in un cancello aperto e sitrovarono faccia a faccia con l'oceano e con un
edificio molto pittorescosimile a un magnifico chaletposto in cima a unverde terrapieno.
La casa avevatutt'intornouna veranda dalle dimensioni straordinarie e sudi essa si aprivano un'infinità di porte
e finestre. Ed erano tutte così accessibili e accoglienticon lo stessolieve svolazzare di tendine; le soglie erano così
ampiegli interni così rassicuranti che i nostri amicidopo avere esitatoper un momentonon sapendo quale fosse
l'ingresso principalesi presentarono a una delle tante porte.
La camera all'interno era buiama nell'oscurità improvvisamente si delineòuna graziosa figura e una signora
venne loro incontro. Evidentementementre era seduta a tavolino a scrivereli aveva sentiti arrivare e si era alzata.
Uscì fuori nella lucecon un sorriso franco e seducentee porse la mano aPercy Beaumont. "Ohvoi dovete essere Lord
Lambeth e il signor Beaumont"disse"mio marito mi ha detto chesareste arrivati. È un vero piacere conoscervi". E
strinse la mano a entrambe i visitatori. I suoi ospiti erano un po' timidima conoscevano le buone maniereperciò
risposero con sorrisi ed esclamazioniscusandosi per non essere entratidalla porta d'ingresso. La signora replicò
prontamente chequando aveva particolare piacere di vedere qualcunononbadava a queste distinzioni e che il signor
Westgate le aveva scritto dei suoi amici inglesi in termini tali chel'avevano resa molto ansiosa.
"Mi ha scritto che eravate molto provati"disse.
"Ohintende dire per il caldo?" rispose Percy Beaumont."Eravamo piuttosto sfinitima ora stiamo decisamente
meglio. Abbiamo fatto un viaggio così... piacevole... fin qui. È moltogentile da parte sua informarsi..."
"Sìè molto gentile da parte sua"mormorò Lord Lambeth.
La signora Westgate sorridevaera veramente bella.
"Certo che mi sono preoccupata"disse"e avevo pensato dimandare qualcuno a prendervi questa mattina alla
Ocean House. Sono molto felice che stiate meglio e sono ancor più contentadel vostro arrivo. Ma andiamo dall'altra
parte del portico".
E con passo tranquillo e leggerofece strada ai suoi ospitivolgendosi ditanto in tanto indietro e sorridendo con
grazia.
L'altro lato del porticocome Lord Lambeth notòera un luogo davverosplendido. Era molto spazioso e con i
suoi tendoni da solele sue sedie in tessuti fantasiai suoi cuscini etappetil'oceano che si insinuava tra gli scogli
levigati come tappeti d'erbalì a portata di manoformava un affascinanteappendice del salotto. E per l'appunto da
salotto fungeva in quel momentopoiché vi era radunata una cerchia dipersone. C'erano diverse signore e due o tre
gentiluomini a cui la signora Westgate si affrettò a presentare i distintistranieri. Pronunciò una serie di nomi con
naturalezza e in modo distinto.
I giovani inglesi si avvicinavanofacevano goffi inchini ed eranovisibilmente imbarazzati. Infinevennero loro
offerte due sediedelle sedie basse in viminidorate e decorate con tantifiocchi.
Una delle signoreuna donna molto giovanecon un piccolo naso all'insù ele fossette sulle guanceoffrì a Percy
Beaumont un ventaglio: era un bel ventagliodecorato con nastri d'amorerosa. Ma Percy Beaumontnonostante sentisse
molto caldodeclinò l'offerta.
In veritàstava cominciando a fare più frescola brezza dal mare eradeliziosala vista era fantastica e gli ospiti
sembravano sentirsi straordinariamente eccitati e a proprio agio.
La maggior parte delle signore sembrava molto giovane; gli uominibiondi esnelliassomigliavano a quelli che i
nostri amici avevano visto il giorno prima a New York. Le donne erano intentea ricamare strisce di tappezzeriamentre
uno dei giovani teneva un libro aperto sulle ginocchia.
Soltanto più tardiuna delle signore informò Beaumont che quel giovane eradi Boston e cheprima del loro
arrivostava leggendo a voce altacosa che amava molto. Beaumont disse cheera un vero peccato che il giovane avesse
9interrotto la lettura a causa loro e che gli sarebbe piaciuto moltissimo - daquanto aveva sentito dire - sentir leggere un
bostoniano. Non si poteva persuaderlo a continuare?
"Ohno!" replicò con naturalezza la sua informatrice"oranon riuscirebbe più a catturare l'attenzione delle
signore".
Beaumont ebbe l'impressione che la compagnia fosse molto cordiale: tuttiguardavano i giovani inglesi con
animata simpatia e interesse e sorridevano di cuore a qualunque cosa venisseda loro detta. Lord Lambeth e il suo
compagno avvertirono un clima di calorosa ospitalità.
Mentre la signora Westgateseduta in mezzo a loroconversava rivolgendosiora a uno ora all'altroi due giovani
ebbero modo di notare che era davvero bellaproprio come l'aveva descrittail loro amico Littledale.
Aveva trent'annigli occhi e il sorriso di una diciassettenneed eraestremamente delicataaggraziataelegante e
ricercata. Era una persona molto spontaneasincera ed espansiva ementre tiguardava deliziata con i suoi occhi
incantevolisembrava sempredopo un attimo di esitazionefare qualcheconcessione o confessione.
"Ci aspettiamo di vedervi spessoda queste parti"disse a LordLambeth con calore affettuoso. "Amiamo molto gli
inglesidifatti ce ne sono molti a cui siamo rimasti affezionati. Traqualche giornodovete venire a stare da noi
speriamo che vi fermiate a lungo qui. Newport è davvero un luogo simpaticose si impara ad apprezzarlo e se si
conoscono molte persone. Sicuramente lei e il signor Beaumont non avretealcuna difficoltà. Gli inglesi qui ricevono
un'ottima accoglienza; ce n'è sempre qualcuno in giro. Credo che si trovinobene edevo direa buon diritto. Ricevono
un'infinità di attenzioni. Devo riconoscere chea volteli viziamo un po'ma sono sicura che lei e il signor Beaumont
siete inattaccabili da questo punto di vista. Mio marito mi ha scritto chesiete amici del Capitano Littledaleè un uomo
così affascinante! Si è trovato così bene qui che mi domando come mai nonci sia rimasto. Meglio di così non poteva
starenemmeno nel suo paeseanche sesuppongosi stia molto bene inInghilterraalmeno voi inglesi. Non lo soci
sono stata così poco io. Sono stata diverse volte all'esteroma vado semprenel continente. Devo dire che sono
particolarmente innamorata di Parigisapete noi americani lo siamo tutti'Vedi Parigi e poi muori!' Conoscete questo
detto? Lo ha pronunciato un uomo illustre. Per lo meno... ciò vale per ibravi americani. Ma siamo tutti bravilo vedrete
da voi. L'unico posto che conosco dell'Inghilterra è Londra e l'unico postoche conosco di Londra è un negozietto...
sapete... dove vendono le giacchequelle giacche con i passamano grezzi e ibottoni grossi. Fanno davvero delle belle
giacche a Londrabisogna riconoscerlo. Ad alcuni piacciono anche i vostricappellima per quanto riguarda i cappelli
io sono sempre stata un'eretica. Io li compro sempre a Parigi. Non si puòindossare un cappello inglesealmeno io non
sono mai riuscitaa meno che non si porti la pettinatura à l'anglaise. Edevo dire che è un'attitudine che non ho mai
avuto. A Parigiti fanno le cose che si adattano alle tue caratteristiche;in Inghilterrainvecemi sembra che preferiate
avere... come posso dire?... qualcosa che vada bene per tutti. Voglio direper quanto riguarda i vestitinon so dire per il
restoma ho sempre ritenuto che per le altre cose fosse completamentediverso. Intendo direin base al tipo di persona
alla classe sociale e a tutto il resto. Ho paura che pensiate che non ho unabuona opinione dell'Inghilterrama
credeteminon si può avere un'impressione piacevole a Dover Streetnelmese di novembre. È sempre stato questo il
mio destino. Conoscete il Jone's Hotel in Dover Street? È l'unica cosa checonosco dell'Inghilterra. Certosi sa che gli
alberghi inglesi sono il vostro punto debole. C'era sempre una nebbiaspaventosa... Non riuscivo nemmeno a vedere
come mi stavano indosso gli abiti che provavo. Quando tornavo in Americaalla lucemi accorgevo quasi sempre che
erano due taglie più grandi. La prossima volta ho intenzione di andarcinella buona stagionepenso che ci andrò l'anno
prossimo. Voglio proprio portarci mia sorellanon è mai stata inInghilterra. Non so se capite cosa intendoquando dico
che a volte li viziamo gli inglesi. Voglio dire che prendono tutto come fosseloro dovutoanche le cose che vengono
fatte espressamente per loro. Oranaturalmentetutto è dovutopurché gliinglesi siano gentili. Certo... quasi sempre
sono gentili. Naturalmentequesto non è affatto un paese interessante comel'Inghilterra; non abbiamo così tante cose da
vedere e non abbiamo la vostra vita di campagna. Non ho mai visto nientedella vostra vita di campagna: quando vado
in Europasono sempre nel continente. Ma ne ho sentito tanto parlare; so chequando vi trovate tra di voiin campagna
ve la spassate. Naturalmentenoi non abbiamo niente del genere. Non mi stoscusandoLord Lambethcerti americani si
scusano semprese ne sarà accorto. Abbiamo la reputazione di vantarci e disventolare sempre la bandiera americana
ma devo dire che mi sorprende invece il fatto che siamo sempre pronti ascusarci e a cercare di minimizzare le cose.
Ormai la bandiera americana è pressoché fuori modaè stata ripiegata concuracome fosse una vecchia tovaglia.
Perché dovremmo scusarci? Gli inglesi non si scusano mainon è vero? Nonon si scusano mai. Dovete prenderci così
come siamocon tutte le nostre imperfezioni. Certonon abbiamo la vostravita di campagnale vostre antiche rovinele
vostre grandiose tenutela vostra nobiltà e tutto il resto. Ma forseproprio per questoavrete il piacere di conoscere
qualcosa di diverso. Penso che qualsiasi luogo sia gradevolese la sua genteha dei modi gradevoli. Il Capitano
Littledale mi disse di non avere mai trovato modi così gentili come aNewport e lui era stato parecchio nella società
europea. Non era forse nel servizio diplomatico? Mi disse che il sogno dellasua vita era di essere assegnato come
diplomatico a Washington. Ma non sembra che ci sia riuscito. Suppongo che lepromozioni e tutte le cose di quel
generein Inghilterrasiano spaventosamente lente. Da noisapeteè tuttopiù veloce. Vedetericonosco i nostri lati
negativima devo confessare chea mio parereNewport è un luogo ideale.Non conosco niente di simi leda
nessun'altra parte. Il Capitano Littledale mi disse che non aveva mai vistoniente di simile. È completamente diversa
dalla maggior parte delle stazioni balneariha una vita molto piùaffascinante. Voglio direio credo che quando si va in
un paese straniero si devono apprezzare le differenze. Certole differenzeci sonoaltrimenti cosa si andrebbe a fare
all'estero? Cerchi di apprezzarla per la sua diversitàLord Lambethèquesto l'atteggiamento giusto. E sono sicura che
troverà la società americanaalmeno quella di Newportestremamenteaffascinante e interessante. Vorrei tanto che mio
10marito fosse quima è orribilmente confinato a New York. Suppongo che lacosa vi sembrerà molto stranaper un
gentiluomo. Mavedetenoi non abbiamo classi agiate".
Le parole della signora Westgatepronunciate con voce dolce e morbidascorrevano come un torrente in piena ed
eranodi volta in voltainterrotte da centinaia di sorrisiniocchiate egestiche sembravano rappresentare gli ostacoli e
le ostruzioni incontrati da questo torrente lungo il suo percorso.
Lord Lambeth l'ascoltavabisogna riconoscerlocon un'espressione piuttostoottusaanche se l'assecondava con
una serie di mormorii e di esclamazioni di assenso o di disapprovazione. Luinon era molto bravo a capire e a formulare
generalizzazioni. In veritàce n'erano due o tre che avevano preso corponel lavorìo della sua mente e che sarebbero
state opportune al momentoma ora non sembrava proprio riuscire a stardietro alla signora Westgateche continuava a
lanciarsi elegantemente nel mare della speculazione.
Fortunatamentela padrona di casa non si aspettava nessuna replica inparticolarepoiché le sue parole erano
rivolte indifferentemente a tutta la compagnia. Seguitava a sorridere a PercyBeaumontseduto al suo fiancocome se
lui la comprendesse perfettamente e fosse d'accordo con lei. Questi erainveritàmolto più attento del suo compagno
poichéoltre ad essere più intelligentela sua attenzione non eradistratta dalla stretta vicinanza con una giovane e
affascinante ragazzadagli occhi azzurri e dai capelli neri. Era questo ilcaso di Lord Lambethal quale venne in mente
di lì a pocoche la bella ragazza dagli occhi azzurri e dai capelli nerinon era altri che la graziosa sorelladi cui aveva
parlato la signora Westgate.
In quel momentola giovane si rivolse a lui con un'osservazione che nestabiliva chiaramente l'identità: "È
davvero un peccato che non abbiate portato mio cognato con voi. È un peccatoche debba restare a New Yorkdi questi
tempi".
"Ohsì! Fa così caldo!" disse Lord Lambeth.
"Deve essere terribile"replicò la ragazza.
"Suppongo che sia molto occupato"osservò Lord Lambeth.
"I gentiluomini in America lavorano troppo"proseguì la ragazza.
"Ohdavvero? Immagino che lo facciano volentieri".
"A me non fa piacere. Non si vedono mai".
"Davvero?" ripeté Lord Lambeth"Non l'avreiimmaginato".
"È venuto a studiare i costumi americani?" chiese la ragazza.
"Ohnon lo so. Sono venuto solo cosìper svago. E non permolto".
Seguì una pausapoi Lord Lambeth continuò: "Ma il signor Westgateverrànon è vero?"
"Certospero che venga. Così anche lui potrà occuparsi diintrattenere lei e il signor Beaumont".
Lord Lambeth la guardò per un attimo con i suoi begli occhi castani.
"Crede che sarebbe venuto con noise avessimo insistito?"
La cognata del signor Westgate tacque per un attimo e poi rispose:"Penso di sì".
"Davvero?" replicò il giovane gentiluomo. "È statoestremamente gentile con me e con Beaumo nt"aggiunse.
"È un gran bravo ragazzo"proseguì la ragazza"ed è unmarito perfetto. Ma tutti gli americani lo sono"
concluse con un sorriso.
"Davvero?" esclamò di nuovo Lord Lambethmentre si domandava setutte le donne americane avessero la stessa
passione a generalizzare ogni cosa come queste due.
Trascorsero un po' di tempo lì sedutia fare conversazione: l'atmosfera eraallegravivace ed amichevole. Tutti i
presentichi prima chi doporivolsero la parola agli inglesi e sembraronotenerciin particolarea indirizzarsi a loro
chiamandoli per nome. Arrivarono anche altri due o tre ospitici fu un granmovimento di sedie e uno scambio di posti.
Tutti i gentiluomini rivolsero agli inglesi parole cordialitutti siaffrettarono a formulare inviti e a dichiararsi pronti a
mettersi al loro servizio. Si rammaricarono del fatto che Lord Lambeth e ilsignor Beaumont non si trovassero molto
bene al loro albergo che non eracome uno di loro disse"accoglientecome quelle vostre piccole locande inglesi". Detto
gentiluomo spiegò poi che sfortunatamentein Americaera ancora moltodifficile godere della privacy che si
desiderava. Anche sein generela si poteva comprare; infattial giornod'oggiin Americasi poteva ottenere
qualunque cosa pagandola. Il modo di vivere americano stava diventando moltopiù privatostava cominciando a
somigliare a quello inglese. A Newportper esempioogni cosa eraassolutamente privata. Lord Lambeth sarebbe
rimasto sicuramente sorpreso da questo.
Tutti i presentipoiribadirono che il fatto che l'albergo in cuialloggiavano fosse poco accogliente era
irrilevantedal momento che tutti si aspettavano di ricevere loro visite.Avrebbero frequentato molte persone ein ogni
casoavrebbero trascorso gran parte del tempo dalla signora Westgate eavrebbero trovato la circostanza molto
piacevolepoiché la sua era la casa più accogliente di Newport. Era unpeccato che il signor Westgate fosse sempre via;
era un uomo estremamente abilemolto acutomolto acuto. Lavorava come unmulo e lasciava sua moglie... beh...
libera di fare quel che voleva. Aveva piacere che lei si divertisse e leidaparte suasapeva come farlo. Era
straordinariamente brillante ed aveva una splendida conversazione. Alcunipreferivano la sorellama la signorina Alden
era molto diversaaveva tutt'un altro stile. Certi dicevano anche che erapiù carina ecomunquenon era energica come
la sorella. Lei era più nello stile bostonianoaveva vissuto a Boston permolto tempo ed era molto istruita. Le ragazze di
Bostonsi dicevasomigliavano un po' alle giovani inglesi.
Proprio in quel momento Lord Lambeth ebbe occasione di verificare laveridicità di tali affermazioni. Tutta la
compagnia si era alzata per andare fino agli scogli a vedere il mareraccogliendo l'invito della padrona di casae mentre
11il giovane inglese camminava sull'erba insieme agli altrisi ritrovò lasorella della signora Westgate di nuovo al suo
fianco.
Benché avesse appena vent'annisembrava che sentisse l'obbligo di mostrarsiparticolarmente ospitale; e ciò era
ancora più sorprendenteconsiderato che appariva una persona per naturariservata ed introversa; aveva ben poco
dell'atteggiamento espansivo della sorella. Era forse un po' troppo magra eleggermente pallida. Camminava dolcemente
sull'erbacon le braccia distese lungo i fianchivolgendo ora uno sguardograve verso l'oceanoora uno sguardo allegro
verso Lord Lambethil qualeosservandolaconcluse che era altrettantobella quanto la sorella e chese era questo lo
stile di Bostonallora era davvero pieno di fascino. Anche se aveva un'ariaun po' intellettuale e doveva essere molto
istruitaera molto gentile ed aggraziata. Per via della sua intelligenzaaveva l'abitudine di riflettere sempre prima di
parlarenon diceva mai la prima cosa che le saltava in mente. E poiché LordLambeth veniva da un'altra parte del
mondo e da un diverso ambientelei stava cercando di adeguare la suaconversazione.
Gli altri si stavano sparpagliando vicino agli scogli. La signora Westgateaveva in carico Percy Beaumont.
"È un posto incantevolenon è vero?" disse Lord Lambeth."È veramente un bel posto per fermarsi".
"È un posto pieno di fascino"disse la ragazza. "Io siedospesso qui. Ci sono tanti angolini accoglienticome se
fossero stati fatti apposta".
"Ah! Suppongo che alcuni di essi siano artificiali"esclamò ilgiovane inglese.
La signorina Alden lo osservò per un attimo. "Ohnoniente èartificiale. È tutto opera della natura".
"Credo che dovreste metterci qualche panchina ... qualche sedile rusticoo cose del genere. Vedesarebbe così
simpatico starsene seduti qui"proseguì Lord Lambeth.
"Mi dispiacema non abbiamo tutte le cose che avete voi"disse laragazza pensierosa.
"Suppongo che abbiate la passione per la natura selvaggiacome leidice. La natura da queste parti deve essere
così grandiosa"disse Lord Lambeth guardandosi intorno.
Il profilo costiero lì intorno era molto suggestivoma tutt'altro chegrandioso e la signorina Alden sembrò
percepire questa incongruenza. "Ho paura che a lei sembrerà un po'rozzo"disse"non è come il paesaggio costiero nei
romanzi di Kingsley".
"Ohsanei romanzi esagerano sempre"replicò Lord Lambeth"non deve credere a quanto è scritto nei
romanzi".
Stavano passeggiando sugli scogli e si fermarono a guardare una piccolacavitàdove l'alta marea produceva un
curioso mugghiare. Il rumore era così forte che impediva di sentire le lorovoci e rimasero lìper qualche tempoin
silenzio.
La ragazza guardò il suo compagnoosservandolo in modo attento ma discretocome sanno fare le donneanche
quelle molto giovani.
Lord Lambeth ricambiò lo sguardo; altoforte ed erettoera di quellabellezza propria di certi giovani inglesie
solo di alcuni di essi. Aveva lineamenti perfettil'espressione del riposointellettuale e un'indole buona e gentileche
sembrava in qualche modo conformarsi alla finezza dei lineamenti del naso edel mento. E parlare dell'espressione di
riposo intellettuale di Lord Lambeth non è semplicemente un modo per direche sembrava stupido. Non era sicuramente
uno di quei giovani dall'immaginazione fervida e non eracome lui stessoriconoscevadi intelligenza straordinaria. Ma
per quanto nel suo sguardo si leggesse una sorta di seducente ottusitàeraun uomo perfettamente capace e ragionevole.
E con il suo aspetto sembrava voler dichiarare che essere un uomo onestonobile e atletico erano qualità sufficienti per
avere successo.
La giovane che gli stava accanto lo trovò subito - non lo si può negare -l'uomo più affascinante che avesse mai
incontrato e l'immaginazione di Bessie Aldena differenza di quella del suocompagnoera molto fervida.
Tuttaviaanche l'inglese cominciava a trovare nella ragazza una bellezzafuori dal comune.
"Suppongo che vi divertiate molto da queste parti e che diateun'infinità di balli e di feste"disse con galanteria
poichépur non essendo di un'intelligenza superioreera sicuramente abilenell'intrattenere conversazione con le
signore.
"Ohsìc'è grande movimento"replicò Bettie Alden. "Adire il veronon ci sono molti ballima ci sono tante
altre cose. Lo vedrà da lei stesso: noi siamo proprio nel bel mezzo".
"È molto gentile da parte sua. Ma credevo che voi americani avesteun'autentica passione per il ballo".
"Ohcredo chein generesi diano molti ballima io non vi prendoparte spesso. In ogni casod'estatenon ce ne
sono molti. E sono sicura" continuò Bessie Alden" che non sidiano tanti balli quanti da voi in Inghilterra".
"Davvero?" esclamò Lord Lambeth"Ohin Inghilterradipende...sa..."
"Non deve dare molta importanza alle nostre feste"disse laragazzaguardandolo con quell'espressione curiosa e
determinata a un tempoche le era peculiare. La curiosità appariva sincerae la determinazione nascondeva un pizzico di
maliziama in ogni caso la combinazione delle due risultava incantevole."Queste coseda noisono molto meno
grandiose che in Inghilterra".
"Sono sicuro che non pensa quello che dice"disse Lord Lambethridendo.
"Le assicuro che penso sempre quello che dico"dichiarò lagiovane. "Certoda quello che ho lettonella società
inglese è tutto molto diverso".
"Ohsìma sa"riprese il suo compagno"queste cose sonosempre descritte da gente che non ne sa nulla. Non
deve dare credito a ciò che legge".
12"Ohsì che do credito a quello che leggo!" esclamò Bessie Alden."Come posso non farloquando leggo
Thackeray e George Eliot?"
"BehcertoThackeray e George Eliot"disse il giovane nobiluomo"non ho letto molto dei loro libri".
"Non crede che conoscano abbastanza la società?" chiese BessieAlden.
"Ohsuppongo di sì. Erano così intelligenti. Ma quei romanzi allamoda"proseguì Lord Lambeth"sono terribili
sciocchezzesa..."
La sua compagna lo guardò per un attimo con i suoi profondi occhi azzurri epoi volse lo sguardo alla cavità dove
si infrangeva l'acqua del mare. "Intende direper esempiola signoraGore?" domandòalzando gli occhi.
"Sono spiacentema neanche di lei ho letto niente"confessò conuna debole risata e arrossendo un po' il giovane
inglese. "Temo che non mi riterrà molto intellettuale".
"Leggere la signora Gore non è prova di grande intellettoma a mepiace leggere tutto quello che riguarda la vita
ingleseanche i libri mediocri. Mi incuriosisce tanto".
"Le donne non sono forse tutte curiose?" domandò il giovanescherzosamente.
Ma Bessie Alden mostrò di voler rispondere a questa domanda in modo serio."Non credonon credo che lo siano
abbastanza da interessarsi a tante cose. Perciòa maggior ragioneè daritenersi un complimento il fatto che io sia
curiosa di tutto ciò che riguarda l'Inghilterra".
In questa conclusionein realtàla logica sembrava venir menoma LordLambethimbarazzato dal
complimentofece ricorso alla sua usuale modestia: "Sono sicuro che leine sa molto più di me".
"Sìcertone so un bel po'considerato che non ci sono maistata".
"Davvero non c'è mai stata?" esclamò Lord Lambeth. "Ma pensaun po'!"
"Maitranne che con l'immaginazione"disse la ragazza.
"Ma pensa un po'!" ripeté il compagno"ma suppongo che ciandrà prestonon è vero?"
"È il sogno della mia vita!" dichiarò Bessie Aldensorridendo.
"Ma sua sorella sembra conoscere un'infinità di cose di Londra"proseguì Lord Lambeth.
La giovane rimase per un attimo in silenzio. "Io e mia sorella siamo duepersone completamente diverse". Poi
aggiunse subito: "Lei è stata diverse volte in Europa e anche inInghilterra. Ha conosciuto tanti inglesi".
"Ma anche lei ne avrà conosciuti "replicò Lord Lambeth.
"Non penso di avere mai parlato con un inglese prima d'ora. Lei è ilprimo ingleseper quanto ne sappiaa cui
rivolgo la parola".
Bessie Alden fece questa affermazione con una certa gravitàquasi consolennitàalmeno così sembrò a Lord
Lambeth. E lui cheal primo accenno di solennitàsi sentiva sempreimpacciatoprese a ridere e ad agitare il bastone.
"Ahne può essere certa!" disse edopo un istante aggiunse:"Purtroppo non sono il migliore esemplare".
La ragazza volse lo sguardo altrove e la sua espressione seria lasciò ilposto a un delicato sorriso. "Non
dimentichi che lei è solo l'inizio"disse e tornò sui suoi passisulpratodove venne loro incontro la signora Westgate
con Percy Beaumont al suo fianco.
"Forse andrò in Inghilterra l'anno prossimo"continuò lasignorina Alden"lo desidero immensamente. Mia
sorella ha intenzione di andare in Europa e mi ha chiesto di accompagnarla.Se andremofarò in modo di stare a Londra
il più a lungo possibile".
"Ahdovete venire a luglio"disse Lord Lambeth"è ilperiodo in cui c'è più movimento".
"Non credo che riuscirò ad aspettare fino a luglio"replicò lagiovane"per i primi di maggiosarò già molto
impaziente".
Avevano percorso un bel tratto e la signora Westgate e il suo comp agnoprocedevano accanto a loro.
"Kitty"disse la signorina Alden"ho annunciato che andremoa Londra il prossimo maggio. Perciòper favore
comportati di conseguenza".
Percy Beaumont appariva visibilmente animatoperfino un po' irritato. Erasenza dubbio non meno affascinante
del cugino ein sua assenzaavrebbe potuto rappresentare un mirabileesemplare del tipo inglesealtomuscolosocon
gli occhi chiari e la barba bionda. In quel preciso istantei suoi occhichiaripiccoli e di colore grigio pallidosi
oscurarono esorvolando rapidamente la signora Westgate ancora intenta aparlaresi posarono su suo cugino.
Nel frattempola signora Westgate continuava a rivolgersi a tutti con lastessa espressione esageratemente compiaciuta.
"È meglio che aspetti che venga il momento"disse alla sorella."Forsea maggionon ti importerà più tanto di Londra.
Io e il signor Beaumont " continuòsorridendo al suo compagno"abbiamo avuto un'accanita discussione. Non siamo
d'accordo su niente. È straordinariamente divertente".
"PerbaccoPercy!" esclamò Lord Lambeth.
"Non sono affatto d'accordo"replicò Beaumontlisciandosi con lamano i capelli dietro la nuca"soprattutto sul
punto di trovare la cosa divertente".
"Perbacco!" esclamò di nuovo Lord Lambeth.
"Non ci trovo nulla di divertente nell'essere in disaccordo con lasignora Westgate"spiegò Percy Beaumont.
"Io sì!" dichiarò la signora Westgate; poi si rivolse allasorella: "Ti ricordi che devi andare in città. La carrozza è
pronta. Potresti portare con te Lord Lambeth".
A questo puntoPercy Beaumont lanciò un'occhiata al cuginocercando diincrociare il suo sguardo. Ma Lord
Lambethche aveva gli occhi immersi in ben più gradevole visionenon loguardò affatto.
13"Ne sarò molto felice"proclamò Bessie Alden. "Devo soloandare in qualche negozio. Ma la condurrò un po' in
giro e le farò conoscere il posto".
"Una donna americana che si rispetti"disse la signora Westgaterivolgendosi a Beaumontcon la sua aria
esplicativa"deve comprare qualcosa ogni giorno della sua vita. Se nonlo può fare da sédeve mandare qualche
membro della famiglia al suo posto. Così Bessie va per adempiere la miamissione".
La giovane ragazza si era allontanataconversando con Lord Lambethe PercyBeaumont li osservò mentre si
dirigevano verso la casa.
"Sicuroadempie la sua missione"osservò"quella di essereuna donna molto attraente".
"Io non direi molto attraente"disse la signora Westgate."Più che attraenteè una ragazza davvero incantevole
se la si impara a conoscere. È molto timida".
"Ohdavvero?" esclamò Percy Beaumont.
"Estremamente timida"ripeté la signora Westgate"ma è unacara ragazzauna ragazza incantevole. Non è
affatto civettanon è nel suo stilenon sa neanche cosa significa esserlo.È molto semplicemolto seria. È vissuta a
lungo a Boston con un'altra mia sorellala più grandeche ha sposato unbostoniano. Lei è molto coltaa differenza di
me. Io non sono affatto colta. Lei ha studiato moltissimo e ha letto ditutto. È di quelle persone che a Boston chiamano
'riflessive'.
"Che bizzarro tipo di ragazza si è andato a trovare Lord Lambeth!"rifletté in privato il parente di Sua Eccellenza.
"A mio parere"continuò la signora Westgate"la donnaideale può essere simbolicamente rappresentata come
una cornice di Boston su un quadro di New Yorko forse il contrariounacornice di New York su un quadro di Boston.
In ogni casol'insieme delle due"concluse la signora Westgatecontinuando a fare le sue osservazioni a Percy
Beaumont.
Lord Lambeth salì con Bessie Alden su un piccolo phaéton1 a navicellachelo condusseattraverso il lungo viale
che aveva già percorso a piedi un paio d'ore primaalla città vecchia diNewportcome la chiamavano in quella parte
del mondo. La città vecchia era un insieme curiosouna serie di vivacicasette in legnoverniciate di biancosparse su
una collina e allineate su una lunga strada dirittarivestita di ciottoli.C'era un gran numero di negoziper lo più di
venditori di fruttacon enormi angurie e zucche impilate davanti allevetrine. E c'era una miriade di phaéton- che
sostavano davanti ai negozi o procedevano a sbalzi e scossonisull'acciottolato - in cui sedevano eleganti signoreche si
scambiavano saluti da un veicolo all'altro e conversavano sul bordo delmarciapiedecon dei modi che sorpresero Lord
Lambeth per la loro spontaneitàcon una serie di "Ohmia cara" ebrevi esclamazioni e gesti affettuosi.
La sua accompagnatrice entrò in diciassette negozi - l'inglese si divertì acontarli - e accumulò sul fondo della carrozza
una tale pila di pacchi che lasciarono a stento un po' di posto ai suoipiedi. Non avendo la ragazza né uno stallierené un
domesticolui sedeva a cassetta e teneva le briglie dei cavalli. Cosìpurnon essendo un acuto osservatoredalla
posizione in cui si trovava poté apprezzare molte cose interessanti: inparticolarele signore appena menzionateche
andavano su e giùcon l'aria di non avere alcuno scopo precisoallaricerca di qualcosa da comprare e chesalendo e
scendendo dalle carrozzemettevano in bella mostra le loro gambe. A LordLambeth sembrava tutto molto curioso
vivace e allegro.
Naturalmenteprima di fare ritorno alla villaebbe occasione di conversaredel più e del meno con Bessie Alden.
I giovani inglesi trascorsero l'intera giornata e intere giornate ancora inquella che i francesi chiamano l'intimité dei loro
nuovi amici. Tutto era simpatico e piacevolenon avevano mai trascorso unperiodo così felice.
Non è mia intenzione narrare nei dettagli gli episodi del loro soggiorno inquel luogo incantevole; potreituttaviadare
un breve resoconto di quelle impressioni deliziose a cui ho fatto solo cenno.Molte di esse sono ancora impresse nella
mente dei nostri viaggiatoriaccompagnate da un corteo di immaginiarmoniose: immagini di mattinate splendenti
trascorse sui prati o nei portici che dominavano il maredi tante belleragazzedell'ozio senza finedi chiacchiererisate
flirtpranzi e cene. Immagini di sincerità e di amicizia da parte di tuttidi momenti in cui conoscevano tutto e tutti e si
trovavano straordinariamente a proprio agiodi scarrozzate e cavalcateneltardo pomeriggiosulle spiagge splendenti o
sulle strade litoraneesotto un cielo illuminato da tramonti meravigliosiedi ceneal ritornoinformalidisordinate
piacevoli; di seratecon le finestre aperteo seduti nella verandasottoil cielo stellato d'estatedi fronte al tiepido
Atlantico.
I giovani inglesi furono presentati a tuttiricevuti da tutti ed entraronoin intimità con tutti. Trascorsi tre giorni
avevano fatto le valige e si erano trasferiti a casa della signora Westgatedecisione questa a cui Percy Beaumont aveva
in principioopposto una certa resistenza per scrupolo di coscienza. E parlodi scrupolo di coscienzaperché trovava
fondamento in certi discorsi fatti con Bessie Alden il giorno successivo alloro arrivo.
In realtànon erano mancate le occasioni di scambiare due chiacchiere conleipoiché non è che la ragazza fosse
semp re intenta a conversare con Lord Lambeth. Beaumont aveva riflettuto suquanto la signora Westgate aveva detto di
sua sorella e si era reso contodi personache lei era molto intelligente esembrava avere letto moltissimo. Era davvero
graziosaanche se non gli sembrava poi così timidacome l'aveva definitala signora Westgate. Se lo erariusciva a
mascherarlo egregiamente.
"Signor Beaumont"gli aveva detto "la pregomi dica qualcosadella famiglia di Lord Lambeth. Della sua...come
la chiamate voiin Inghilterra?... della sua posizione?"
"La sua posizione?" ripeté Percy Beaumont.
"Sìil suo rangoo come altro lo chiamate. Sfortunatamentequi danoi non esiste... l'almanacco nobiliarecome
nei personaggi di Thackeray".
14"È davvero un peccato"replicò Beaumont"lì ci troverebbetutto spiegato molto meglio di quanto posso farlo
io".
"È un nobilequindi?"
"Ohsì! È un nobile".
"E ha altri titoli oltre a quello di Lord Lambeth?"
"Il suo titolo è Marchese di Lambeth"rispose Percy Beaumont epoi tacque.
Bessie Alden sembrava guardarlo con interesse.
"È il figlio del Duca di Bayswater"aggiunse Beaumont.
"Il figlio maggiore?"
"L'unico figlio".
"E i suoi genitori sono ancora in vita?"
"Ohsì. Se suo padre non fosse vivolui sarebbe un duca".
"Quindiquando suo padre morirà"continuò la signorina Aldencon una semplicità che sorprendeva in una
persona così intelligente"lui diventerà Duca di Bayswater?"
"Certo"disse Percy Beaumont"ma suo padre al momento godedi ottima salute".
"E sua madre?"
Beaumont sorrise. "La duchessa ha una tempra fuori dal comune".
"E ha delle sorelle?"
"Sìne ha due".
"E come si chiamano?"
"Una è sposata; è la Contessa di Pimlico".
"E l'altra?"
"L'altra non è sposata; lei è semplicemente Lady Julia".
Bessie Alden lo osservò per un momento. "Ed è davvero semplice?"
Beaumont sorrise di nuovo. "Non la troverebbe di certo interessante comesuo fratello"rispose.
E fu a seguito di questa conversazione che Beaumont cercò di dissuaderel'erede del Duca di Bayswater
dall'accettare l'invito della signora Westgate. "Dammi retta"glidisse"quella ragazza cercherà di conquistarti".
"Mi sembra che tu stia facendo di tutto per prenderti gioco di me"replicò il modesto gentiluomo.
"Mi ha fatto ogni sorta di domande sulla tua famiglia e sulle tueproprietà"replicò Beaumont.
"Sono sicuro che lo ha fatto per cortesia!" soggiunse Lord Lambeth.
"D'accordo allora"osservò il suo compagno"se proprio vuoiandareva...ma sta con gli occhi aperti".
"Al diavolo i miei occhi!" esclamò Lord Lambeth"Se dobbiamoandare a casa sua dodici volte al giornoè
molto più comodo alloggiare lì. Sono stufo di andare avanti e indietro perquesta stupida strada".
Dal momento che aveva deciso di andarePercy Beaumont non se la sentìnaturalmentedi mandarlo da solo. E
poiché era uomo di coscienzasi rammentò della promessa fatta alladuchessa. E fu proprio nel rammentare questa
promessa cheun paio di giorni doposi decise a manifestare al cugino lapreoccupazione che si stesse affezionando
troppo alla ragazza.
"Prima di tuttocome fai a sapere quanto sono affezionato a lei?"domandò Lord Lambeth"e in secondo luogo
perché non dovrei esserlo?"
"Non mi sembra che sia nel tuo stile".
"Cosa intendi per il mio 'stile'? Non la riterrai mica una ragazza 'facile'?"
"Assolutamente no. La signora Westgate dice che in America non esistonoragazze 'facili'che si tratta di
un'invenzione inglese e che il termine qui non ha nessun significato".
"Tanto meglio! È una razza che detesto".
"Preferisci il tipo intellettualoide?"
"È così che definiresti la signorina Alden?"
"Sua sorella mi ha detto"disse Percy Beaumont"che è unaragazza straordinariamente colta".
"Non ne so nulla. Sicuramente è molto intelligente".
"Beh"disse Beaumont" immaginavo che avresti trovato untipo del genere terribilmente noioso".
"In realtà"esclamò Lord Lambeth"la trovo di unavivacità fuori dal comune".
Dopo questo scambio di vedutePercy Beaumont non tornò più sull'argomentoma il 10 di agosto scrisse una
lettera alla Duchessa di Bayswater. Eracome ho già dettoun uomo dicoscienza e aveva un incorruttibile senso delle
convenzioni sociali.
Nel frattemposuo cugino trascorreva gran parte delle sue giornate incompagnia di Bessie Alden: stavano seduti
sugli scoglial di là del pratofacevano lunghe cavalcate sulla spiaggiada cui rientravano alla luce accesa del tramonto
oppure si attardavano la sera sulla veranda.
Lord Lambeth aveva avuto occasione di frequentare molte casema non gli eramai capitato di trovarsi in una
casa come questadove un giovane poteva intrattenersi con una ragazza contanta libertà.
Bessie non si rivolgeva più a Percy Beaumont per avere informazioni su SuaEccellenzama interrogava
direttamente il gentiluomo. Gli fece un'infinità di domandemolte dellequali lo infastidironoanche perché non amava
parlare di sé.
"Lord Lambeth"gli chiese una volta"lei è un legislatoreereditario?"
15"Ohsenti un po'!" esclamò Lord Lambeth"non mi chiami conappellativi di questo genere".
"Ma lei è un membro del Parlamento?" ribatté la ragazza.
"Non mi piace neanche questa espressione".
"Ma non siede nella Camera dei Lord?" continuò Bessie Alden.
"Molto di rado"rispose Lord Lambeth.
"È una posizione importante?"
"Ohno!" rispose Lord Lambeth.
"Io penso che sia un onore averesolo per diritto di nascitalafacoltà di fare leggi per una grande nazione".
"Ahma non facciamo mica le leggi. È solo un'illusione".
"Non ci credo"dichiarò la ragazza"deve essere un granprivilegio e credo chea guardare dal giusto punto di
vistada un punto di vista superioredeve essere molto interessante".
"Meno ci si pensameglio è"affermò Lord Lambeth.
"Io penso che sia una cosa straordinaria"concluse Bessie Alden.
In un'altra occasionela ragazza gli chiese se aveva dei fittavoli. Fu inconseguenza di ciò che Lord Lambeth si
mostròcome ho già dettoun po' contrariato.
"Vuole forse sottrarre loro le concessioni d'affitto?"
"Voglio direha delle entrate?" domandò lei.
"Ohsenti questa!" esclamò"C'è per caso un ecclesiasticoche ci sta osservando?"
Tuttaviala ragazza riuscì a fargli confessare che possedeva un castelloanche se lui le nascose l'esistenza di altri.
Era il luogo in cui era nato e cresciuto epoiché nutriva per esso unapredilezione di vecchia datasi lasciò trasportare
suo malgradoa descriverlo e a elencarne le infinite bellezze.
Bessie Alden ascoltava con grande interesse ealla finedichiarò cheavrebbe dato tutto l'oro del mondo per
conoscere un posto simile.
"Sarebbe un vero piacere per me se venisse a fargli una visita"fece in risposta Lord Lambethavvertendo in quel
momento una vaga soddisfazione per il fatto che Percy Beaumont non avesseudito l'osservazione che ho appena
annotato.
Durante tutto questo tempoil signor Westgate non si era mai 'fatto vivo'come si diceva a Newport. La moglie
più di una voltaaveva annunciato che lo aspettava per il giorno seguente.Ma l'indomani si aggirava per la casacon un
telegramma nelle mani ingioiellatee dichiarava che era una vera seccaturache il suo lavoro lo trattenesse a New York
e checomunquelui si augurava che gli inglesi si stessero divertendo.
"Devo dire"dichiarò la signora Westgate"che non è certograzie a lui se vi divertite". E poicon quel suo lento
incedere che metteva in evidenza le belle gonne che le calzavano a pennellocontinuava a ripetere che sfortunatamente
in America non esistevano classi agiate.
Lord Lambethdal canto suosi era fatto l'idea - idea che avanzò senzascrupolo al cuginoquando si trovarono
insieme a parlare - che Percy Beaumont stesse volentieri in compagnia dellasignora Westgate e checon il pretesto di
trovarsi per discutere animatamentestavano indulgendo in pratiche checonferivano un'ombra di ipocrisia alle
lamentele della signora per l'assenza del marito.
"Ti assicuro che discutiamo sempre e non siamo mai d'accordo"disse Percy Beaumont. "Ha una dialettica
straordinaria. Evidentemente le donne americane non si fanno problemi acontraddirti. Parola mianon credo di essere
mai stato trattato così da una donna. È una persona così positiva".
Le positive qualità della signora Westgate avevano evidentemente una forteattrazionedal momento che
Beaumont era costantemente al suo fianco. Se ne allontanò solo un giornoesoltanto per recarsi a New Yorkper
discutere la faccenda della Tennessee Central con il signor Westgate. Siassentò in tutto per quarantotto oredurante le
qualicon l'aiuto del signor Westgateriuscì a risolvere la questione.
"Certosono svelti a sbrigare le cose a New York"osservò alcugino e aggiunse che il signor Westgate era parso
molto in ansiaper paura che la moglie sentisse la mancanza del suo ospite:aveva avuto una tale fretta a rispedirglielo!
"Ho paura che non sarai mai all'altezza di un marito americanose èquesto che le mogli si aspettano"disse a Lord
Lambeth.
Tuttaviala signora Westgate non avrebbe goduto ancora a lungo dellacompagnia che l'indulgente marito le
aveva procurato. Il 21 agosto Lord Lambeth ricevette dalla madre untelegrammache lo invitava a fare immediato
ritorno in Inghilterra; suo padre si era ammalato ed era suo dovere filialerecarsi da lui.
Il giovane inglese ne rimase visibilmente contrariato. "Cosa diavolosignifica?" domandò al cugino. "Cosa devo
fare?"
Anche Percy Beaumont era contrariato; aveva ritenuto fosse suo doverecomeho dettodi scrivere alla duchessa
ma non si aspettava che la distinta signora mostrasse una così prontareazione alle sue insinuazioni.
"Significa" gli rispose"che tuo padre è costretto a letto.Non credo che sia niente di serioma non hai scelta. Prendi il
primo piroscafoma senza allarmarti".
Lord Lambeth prese congedo da tuttima le poche parole che scambiò conBessie Alden sono le sole che trovano
spazio nella nostra narrazione.
"Non occorre naturalmente rammentarle"le disse"chesedovesse venire in Inghilterra l'anno prossimovoglio
essere la prima persona ad esserne informata".
16Bessie Alden lo guardò un po' e poi sorrise: "Ohse verremo aLondra"rispose"sono sicura che lo verrà a
sapere".
Percy Beaumont ritornò in patriainsieme al cuginoe il suo senso deldovere lo spinsein un pomeriggio senza
ventoin pieno Atlanticoa confessare a Lord Lambeth il sospetto che iltelegramma della duchessa fossein qualche
modofrutto di quanto lui le aveva comunicato.
"Le ho scrittocome ti avevo esplicitamente detto di averle promessoche eri particolarmente interessato a una
giovane americana".
Lord Lambeth andò su tutte le furie esulle primediede libero sfogo aespressioni d'indignazione. Ma ho detto
che era un uomo ragionevole e non può esserci miglior prova di questo se nonil fatto chetrascorsa una mezz'oretta
egli confessò al suo comp agno: "Dopo tuttoavevi ragione. Sono moltointeressato a lei. Solo chea onor del vero
avresti dovuto dire anchea mia madreche lei non è seriamente interessataa me".
Percy Beaumont scoppiò in una risata. "Non c'è niente di piùaffascinante della modestiain un giovane nella tua
posizione. Queste parole sono la prova evidente che sei innamorato dilei!"
"Lei non è interessata a menonon lo è!" ripeté Lord Lambeth.
"Mio caro ragazzo"disse il suo compagno"ti sei spintomolto lontano".
17SECONDA PARTE
'In materia di fatto'come avrebbe detto Percy Beaumontla signora Westgateapprodò sulla costa inglese il 18
maggio. Era accompagnata dalla sorella e non aveva altri membri dellafamiglia a seguito. Ma era abituata a fare a
meno della compagnia del marito; aveva già fatto mezza dozzina di viaggi inEuropa senza di lui e ormaialle domande
indiscrete degli amicida questa parte dell'Atlanticosul perché della suaassenzarispondeva alludendo al fatto che
sfortunatamente in America non esistevano classi agiate.
All'arrivo a Londrale due signore scesero al Jone's Hotel doveavendo lasignora Westgate fatto un'ottima
impressione sul personale dell'albergo durante i suoi soggiorni precedentiricevettero un'accoglienza ossequiosa.
Bessie Aldendal canto suoera incredibilmente emozionata all'idea ditrovarsi in Inghilterra; presagiva già deliziose
'associazioni'già assaporava l'infinito piacere di posare gli occhi sututte quelle cose di cui aveva letto nei poeti e negli
storici. Aveva un'autentica passione per i poetigli storiciil pittorescoil passatola retrospettivai ricordi e le eco dei
grandi tempi andati. Perciòaddentrandosi nel mondo inglesedove lastraordinarietà e la familiarità andavano di pari
passosi accingeva a sperimentare un'infinità di emozioni nuove.
E presero subito vita... quelle tenerepalpitanti sensazioni... a cominciaredalla vista del bel paesaggio inglesei
cui colori e contorni erano resi più vivi dalla stagione in fiore: i campitappezzatile siepi di arbusti fioriteche le
sfrecciavano davanti al finestrino del treno; le guglie delle chiesetteruraliche facevano capolino tra le chiome degli
alberi visitate dai corvi; i parchicostellati di quercele antiche casela luce opacai modi di parlaredi comportarsile
infinite differenze.
Le impressioni della signora Westgatenaturalmenteerano molto meno freschee intense; ascoltava
distrattamente le esclamazioni e gli entusiasmi della sorella.
"Vedetela mia passione per l'Inghilterra non è così intellettualecome quella di Bessie"spiegava agli amici
quando faceva visita in quel paese. "E non è neanche una passionefisica. Non so spiegare bene cosa siala mia passione
per l'Inghilterra".
Quandoa suo tempoavevano deciso di recarsi all'estero e di fermarsiqualche settimana in Inghilterra prima di
raggiungere il continentele due donne avevano fattoovviamentediverseallusioni alle loro conoscenze inglesi.
"Certosarebbe molto più piacevole avere degli amici lì"avevadetto un giorno Bessie Aldenmentre stava
seduta su di un grande tappetino bluai piedi della sorellasul ponte dellanave inondato dal sole.
"Cosa intendi per amici?" domandò la signora Westgate.
"Tutti quei gentiluomini inglesi che hai conosciuto e ospitatoperesempioil Capitano Littledale. E Lord
Lambeth e il signor Beaumont"aggiunse Bessie Alden.
"Ti aspetti che loro ci facciano una grande accoglienza?"
Bessie rifletté per un momento; aveva l'abitudine di riflettere semprecomesappiamo. " Ebbenesì".
"Mia povera e dolce bambina"mormorò la sorella.
"Cosa ho detto di tanto stupido?" chiese Bessie.
"Sei un po' troppo semplicesolo un po'. È un gran pregio ed è moltoapprezzatoma sei tu a farne le spese".
"Sicuramentesono troppo semplice per comprenderti"replicòBessie.
"Vuoi sentire una storia?" le chiese la sorella.
"Se vuoi essere così gentile... È così che si fa per divertire lepersone semplicinon è vero?"
La signora Westgate frugò nella sua memoriamentre la sorella continuava afissare il mare splendente.
"Hai mai sentito parlare del Duca di Green-Erin?"
"Credo di no"rispose Bessie.
"Behnon ha importanza"continuò la sorella.
"È prova della mia semplicità".
"La mia storia serve per raccontare quella di qualcun altro"dissela signora Westgate. "Il Duca di Green-Erin è
quello che in Inghilterra chiamano un damerino. Cinque anni fa circavennein America; trascorse la maggior parte del
tempo a New Yorke a New York passò giornate e serate intere daiButterworth. Dei Butterworthalmenohai sentito
parlare. Bien... Hanno fatto ogni cosa per luisi sono letteralmente fattiin quattro. Hanno datoin suo onoredozzine di
pranzi e di balli e hanno fatto in modo che lo invitassero ad altrettanti.All'iniziosi presentava all'opera nel palco dei
Butterworthvestito con un completo in tweed!... ma poi qualcuno glielo haimpedito. Comunquese la spassò e si
lasciarono come fossero i migliori amici del mondo. Passano due anni e iButterworth partono per l'estero e si recano a
Londra. La prima cosa che vedono sui giornali - a queste cose in Inghilterrasi dà ampio spazio - è che il Duca di Green-Erin
è arrivato in città per la stagione. Aspettano un po' e poi il signorButterworthgentile come sempreva e gli lascia
il suo biglietto da visita. Aspettano ancora un po' di tempoma la visitanon è ricambiata. Aspettano per tre settimane...
silence de mort... il Duca non dà nessun segno. I Butterworth frequentanotante altre personelasciano perdere il Duca
di Green-Erinconsiderandolo un ingrato e un maleducatoe se ne dimenticanocompletamente. Un bel giornovanno
alle corse ad Ascot e qui se lo trovano proprio di fronte. Li guarda per unattimo e poi si dirige verso il signor
Butterworthestraendo qualcosa dal suo taccuinoqualcosa che somiglia a unabanconota. 'Sono contento di vederla
signor Butterworthalmeno posso renderle le dieci sterline che le devo daNew York. Ho notatol'altro giornoche non
avete dimenticato la nostra scommessa; eccovi le cinque sterlinesignorButterworth. Arrivedercisignor Butterworth.'
E se ne vae quella fu l'ultima volta che videro il Duca di Green-Erin".
“È questa la tua storia?" domandò Bessie Alden.
18"Non la trovi interessante?" replicò la sorella.
"Non credo che sia vera"disse la ragazza.
"Ah"esclamò la signora Westgate"dopo tuttonon sei poicosì semplice! Puoi pure non credercifa come ti
parema sappi che non c'è fumo senza incendio".
"E questo è il modo in cui ti aspetti che ti trattino i tuoiamici?" domandò Bessie Aldendopo una breve pausa.
"Non potranno trattarmi maleperché non darò loro occasione di farlo.In tal modonon potranno essere offensivi nei
miei confrontineanche volendo".
Bessie Alden tacque un momentopoi disse: "Non capisco cosa ti facciaparlare in questo modo. Gli inglesi sono
un grande popolo".
"Precisamenteed è proprio in questo modo che lo sono diventatitagliando i ponti con le persone quando non gli
servivano più. La gente dice che non sono intelligentima io credo chesiano molto intelligenti".
"Ma se ti sono sempre piaciuti... tutti gli inglesi che haiconosciuto" replicò Bessie.
"Io sono piaciuta a loro"dichiarò la sorella"è piùcorretto dire. Ed è naturale che ciò faccia piacere".
Bessie Alden riprese ad osservare il colore verde del mare e poi disse:"Beneche io piaccia a loro o nosono sicura che
a me piaceranno. Eper fortunaLord Lambeth non mi deve diecisterline".
Durante i primi giornidopo il loro arrivo al Jone's Hotelle nostreaffascinanti americane furono molto occupate
con quello che loro avrebbero definito 'guardarsi un po' in giro'. Ebberomodo di fare un gran numero di acquisti e le
uniche occasioni per conversare furono loro offerte dai deferenti commessilondinesi.
Bessie Aldensin dal momento che lasciarono la stazionetrovò la metropoliinglese straordinariamente
affascinante ea rischio di dipingerla come una donna dai gusti volgarisideve riferire cheper lungo temponon ebbe
altro desiderio che quello di scorrazzare in una carrozzella a due ruote perle strade affollate della città. Ai suoi occhi
attentiesse erano ricche di elementi insoliti e pittoreschi e non è certodegno della nostra musa elencare gli oggetti e gli
incidenti banali che questa semplice donna di Boston trovò tantointeressanti. Si può tuttavia tranquillamente riferire
cheogni volta che faceva ritorno con la sorella al Jone's Hoteldopo ilgiro di negozi a Bond Street e Regent Street
esprimeva la stessa pressante richiesta di passareal ritornodall'abbaziadi Westminster.
In principioaveva chiesto se fosse stato possibile fare una capatinasullastrada del ritornoalla Torre di Londra.
Ma il caso volle chein una fase ancora primitiva di desiderio di culturala signora Westgate avesse già fatto visita a
questo venerabile monumentodi cui conservava solo il ricordo di unaterribile delusione. Difattioppose subito un
deciso rifiuto a qualsiasi tentativo di combinare le ricerche storiche conl'acquisto di spazzole per capelli e carta da
lettere.
L'unica cosa che concessein tal sensofu di trascorrere una mezz'ora alMuseo di Madame Tussaud'sdove
insieme ammirarono diverse polverose effigi dei membri della famiglia reale.Disse quindi a Bessie chese desiderava
andare a vedere la Torre di Londraavrebbe dovuto trovare qualcun altro chel'accompagnasse.
Bessiea questo puntoespresse la ferma decisione di andarci da solamaanche su questa proposta fu
immediatamente raggelata dalla sorella.
"Ricordati"le disse"che non ti trovi nella tua piccola einnocente Boston. Non è come passeggiare su e giù per
Beacon Street". E poi andò avanti a spiegare che c'erano due tipi diragazze americane in Europaquelle che andavano
in giro da solee quelle che non andavano in giro da sole. "A te ètoccata la sorte di appartenere alla seconda categoria"
concluse la sorella.
"È così solo perché ci sei tu a impedirmelo"replicò Bessiechein privatocontinuò a meditare su come potere
effettuare la desiderata visita alla Torre di Londra.
Di punto in biancosembrò che il problema potesse essere risolto; le duesignore al Jone's Hotel ricevettero la
visita di Willie Woodley. Era questo l'appellativo sociale di un giovaneamericanoche era salpato da New York appena
pochi giorni dopo la loro partenza e cheavendo il privilegio di essere instretti rapporti con loroal suo arrivo a Londra
non aveva esitato ad andare subito a porgere i suoi omaggi alle signore.Tanto è vero che era andato a trovarle subito
dopo essere passato dal sartoe non poteva esserci migliore prova di cortesesollecitudineda parte di un americano
appena arrivato all'Hotel Charing Cross.
Era un giovane pallido e magrodi carattere estremamente amabilefamoso perla maestria con cui conduceva la
'danza tedesca' a New York. E infattile signore che prendevano parteabitualmente a queste feste tersicoree lo
consideravano "il miglior danzatore del mondo". Ed era proprio inquesti termini che si parlava e ci si riferiva a lui. Era
l'uomo più gentile e più dolce che si potesse incontrare; vestivaelegantementeallo 'stile inglese'e conosceva
un'infinità di cose a Londra. Era stato a Newport l'estate precedenteall'epoca del soggiorno dei nostri inglesie aveva
trovato estremo piacere nella compagnia di Bessie Aldena cui si rivolgevasempre chiamandola 'Miss Bessie'.
La ragazza colse subito l'occasione ealla presenza di sua sorellasiaccordò con lui per farsi accompagnare alla scena
dell'esecuzione di Anna Bolena.
"Fa come ti pare"la ammonì la signora Westgate"soltantose ti interessa saperlonon è costume qui per le
signorine andare in giro per Londra in compagnia dei giovanotti".
"Ma Miss Bessie e io abbiamo ballato insieme così tanti walzer"osservò Willie Woodley"che ci sarà certo
consentito di andare insieme a fare un giro in carrozza".
"Io considero ballare walzer" replicò la signora Westgate"il piacere più innocente del nostro tempo".
"È un complimento al nostro tempo!" esclamò il giovanesorridendoa dispetto di se stesso.
19"Non capisco perché devo tenere conto delle usanze di questopaese"disse Bessie Alden. "Perché devo subire le
restrizioni di una società della quale non posso godere i privilegi?"
"Molto ben dettoben detto"borbottò Willie Woodley.
"Ohva pure alla Torre di Londrafa quello che vuoi"disse lasignora Westgate"ma sappi che ti lascio andare
solo perché vai con il signor Woodleynon ti lascerei mai andare incompagnia di un inglese".
"Miss Bessie non avrebbe alcun problema ad andarci con un inglese!"dichiarò il signor Woodleycon un tono un
po' duroche era piuttosto naturale in un uomo cheabbigliandosi nel modoche ho descritto e conoscendo molto bene
Londranon vedeva alcun motivo di fare così nette distinzioni. Pertantoprese accordi con Bessie per accompagnarla un
giorno di quella settimana.
Un osservatore attento troverebbeprobabilmenteun nesso tra l'allusionedella ragazza alla sua mancanza di
privilegi sociali e la domanda che pose l'indomani mattina alla sorellamentre stavano pranzando insieme.
"Non pensi di scrivere a... a nessuno?" domandò Bessie.
"Ho scritto questa mattina al Capitano Littledale"rispose lasignora Westgate.
"Ma il signor Woodley ha detto che il Capitano Littledale si trova inIndia".
"Ha detto che lo aveva sentito dire; ma non ne sa niente disicuro".
Bessie Alden tacque per un attimopoi chiese: "E non hai intenzione discrivere a... al signor Beaumont?"
"Vuoi dire a Lord Lambeth?" disse la sorella.
"Ho detto il signor Beaumontperché ti è stato molto amico".
La signora Westgate guardò la ragazza con candore fraterno. "Non me neimporta un accidente del signor
Beaumont!"
"Masicuramentesei stata molto gentile con lui".
"Io sono gentile con tutti"rispose semplicemente la signoraWestgate.
"Con tuttitranne che con me"dichiarò Bessie con un sorriso.
La sorella continuava a guardarlapoi a un tratto chiese: "Seiinnamorata di Lord Lambeth?"
La giovane rimase sorpresa dalla domandaposta in modo così scherzoso chenon la fece nemmeno arrossire.
Noche io sappia"rispose.
"Perchése lo sei"proseguì la signora Westgate"staicerta che non lo manderò a chiamare".
"Il che prova quanto ho detto prima"dichiarò Bessie con unsorriso"e cioèche non sei gentile con me".
"Non ti farei un piacerebambina mia"disse la sorella.
"In che senso? Non c'è niente da dire sul conto di Lord Lambethperquanto io ne sappia".
La signora Westgate rimase un attimo in silenzio. "Allora sei innamoratadi lui?"
Bessie la fissò di nuovo e questa volta arrossì leggermente. "Ahsenon ti decidi a essere seria"rispose"è
meglio che non lo nominiamo più".
Trascorse un po' di tempo senza che fosse fatta menzione di Lord Lambethmafu la stessa signora Westgate a
tornare infine sull'argomento: "Naturalmentegli farò sapere che siamoquianche perché potrebbe offendersi- non più
di tantocerto- se dovessimo andar via senza averlo visto. È giusto chegli diamo l'occasione per venire a ringraziarci
per la cortesia dimostratagli. Ma non voglio sembrare impaziente".
"Nemmeno io"replicò Bessie con una piccola risata.
"Anche sedevo confessare"aggiunse la sorella"sono moltocuriosa di vedere come si comporterà".
"Si è comportato egregiamente a Newport".
"Newport non è Londra. A Newport poteva fare quel che gli pareva; maqui è un altro paio di maniche. Deve
stare attento alle conseguenze".
"Se a Newport aveva più libertà"considerò Bessie"amaggior ragione è da apprezzare il fatto che si sia
comportato bene. Se poi a Londra deve essere più prudenteè probabile chesi comporterà ancora meglio".
"Meglio... meglio"ripeté la sorella"bambina caraqual èil tuo punto di vista?"
"Cosa intendi dire... il mio punto di vista?"
"Non è che ti sta a cuore Lord Lambeth... un pochinoeh?"
Questa volta Bessie Alden si mostrò contrariata; si alzò lentamente datavolasenza nemmeno rivolgere lo
sguardo alla sorella. "Fammi il favore di non parlare in questomodo".
La signora Westgate rimase seduta a osservarlamentre si muoveva lentamenteper la camera e si dirigeva alla
finestra. "Gli scriverò questo pomeriggio"disse infine.
"Fa come ti pare"rispose Bessiepoi si volse verso di lei edisse: "Non ho problemi a dichiarare che Lord
Lambeth mi piace. Mi piace molto".
"Non è una persona intelligente"dichiarò la signora Westgate.
"Cosa significa? Conosco persone intelligenti che non mi piaccionoaffatto"disse Bessie Alden"quindiè
possibile che a me piacciano le persone stupide. Senza contare che LordLambeth non è affatto stupido".
"Non così stupido come vuole sembrare"esclamò sorridendo lasorella.
"Se fossi innamorata di Lord Lambethcome dici tunon sarebbe certo lapolitica giustada parte tuaquella di
parlare male di lui".
"Mia cara bambinanon darmi lezioni di politica!" esclamò lasignora Westgate. "La politica che intendo adottare
sarà molto astuta".
20La ragazza riprese ad andare su e giù per la stanza; a un tratto si fermòdavanti alla sorella. "Non mi è mai
capitato di sentire tante allusioni e insinuazioniin soli cinque minuti.Vorre i che mi dicessi francamente quello che
pensi".
"Penso che potresti restare molto contrariata".
"Questa è soltanto un'altra allusione ancora"disse Bessie.
La sorella la guardò ed esitò un attimo prima di parlare. "Diranno dite che sei corsa dietro a Lord Lambeth".
Bessie Alden fece uno scatto improvvisocome di cervo spaventatoe sul suoviso comparve uno sguardo così
sorpreso che la signora Westgate balzò in piedi.
"Chi dice queste cose?" domandò la giovane.
"La gente... la gente qui".
"Non ci credo"disse Bessie.
"Tu hai ogni diritto a dubitarne. Ma iocome ti ho dettoho intenzionedi perseguire una politica molto astuta.
Lascerò che tu te ne renda conto da sola".
Bessie fissò gli occhi sulla sorella eper un attimola signora Westgatecredette di vedervi brillare delle lacrime.
"Davvero qui dicono queste cose?"
"Lo vedrai da te. Lascerò che tu faccia da sola".
"Nonon lasciarmi sola"disse Bessie Alden"portamivia!"
"No! Voglio vedere come andrà a finire"continuò la sorella.
"Non capisco".
"Capirai quando Lord Lambeth verrà"replicò la signora Westgateridendo.
Le due giovani avevano organizzato di recarsi quel pomeriggioin compagniadi Willie Woodleya Hyde Park
dove Bessie Alden immaginava di godersi un gran divertimentoseduta su unadi quelle sedie verdisotto i maestosi
alberivicino al Rotten Row. La necessità di una scorta adeguata avevaresofino a quel momentotale piacere
inaccessibile. Ma non ci sarebbe stata scorta più adattaper questaspedizionedi quella del loro devoto compatriotala
cui missione nella vita - si potrebbe quasi affermare - era quella di forniresedie alle signoree che si presentòal
rintocco delle cinque e mezzacon una camelia bianca all'occhiello.
"Ho scritto a Lord Lambethmia cara"disse la signora Westgatealla sorellaentrando nella stanza dove Bessie
Alden stava indossando dei lunghi guanti grigi mentre intratteneva ilvisitatore.
Bessie non disse nullama Willie Woodley comunicò che Sua Eccellenza sitrovava in città e che aveva letto il
suo nome sul Morning Post.
"Legge il Morning Post?" gli domandò la signora Westgate.
"Ohsì. È molto divertente"rispose Willie Woodley.
"Voglio leggerlo anch'io"intervenne Bessie"se ne parlatanto in Thackeray".
"Ve lo manderò tutte le mattine"promise Willie Woodley.
A Hyde Park il signor Woodley trovò una sistemazione che a Bessie Aldenparve ideale: sotto i maestosi alberi e
accanto al famoso viale che le era così familiare fin dalla prima infanziaper le scenette umo ristiche di Punch1.
La giornata era limpida e tiepidac'era un gran brulicare di cavalieridispettatori e di carrozze. La scena mostrava il
meglio della Stagione di Londra2 e Bessie Alden ne rimase a tal puntoaffascinata che non riusciva a trovare le parole
per esprimere il suo entusiasmo ai suoi compagni. Sedeva silenziosaall'ombra del parasolee la sua immaginazione
come d'abitudinesi lasciò andare liberamentealla vista di quelcaleidoscopio di immagini sorprendenti e suggestive.
Esse risvegliavano in lei una moltitudine di antiche impressioni e dipreconcetti ein breve tempola ragazza si ritrovò
ad attribuire una storia a questiun'altra a queglie ad ognuno trovò unposto nel suo piccolo museo privato di caratteri.
Ma se lei tacevasua sorella da una partee Willie Woodley dall'altracontinuavano a scambiarsi vivaci osservazioni.
"Guardate quel vestito verde con le balze blu"disse la signoraWestgate. "Quelle toilette!"
"Quello è il Marchese di Blackborough"disse il giovane"quello col soprabito bianco. L'ho sentito parlare l'altra
sera alla Camera dei Lord; si discuteva degli scovoli delle armi da fuocolichiamava 'scotoli'. È un incredibile
damerino!"
"Avete mai visto dei cavalli con i paraocchi fissati a quel modo?"domandò la signora Westgate. "Non sapranno
mai quando fermarsi".
"Non fanno altro che fermarsi"disse Willie Woodley. "Ciòimpedisce loro di andare al passo. Ecco arrivare una
gran celebrità... Lady Beatrice Bellevue. È straordinariamente veloce;guardate che passetti che fa".
"Benemia cara"proseguì la signora Westgate"spero che tistiano venendo delle idee per la tua sarta".
"Ohme ne stanno venendo tante di idee"replicò Bessie"manon so se la mia sarta le apprezzerà".
In quel momentoWillie Woodley si accorse che si era accostato alla barrieradel Rotten Row un suo amico a
cavalloche gli stava facendo cenno. Si alzò per andargli incontro e in unattimo fu inghiottito dalla folla dei passanti
tanto che per una decina di minuti scomparve dalla vista. Alla finericomparveaccompagnato da un gentiluomo... un
gentiluomo che Bessie supponeva fosse l'amico smontato da cavallo. Maaun'occhiata più attentasi accorse di avere di
fronte a sé Lord Lambethche stava stringendo la mano alla sorella
"L'ho trovato laggiù"spiegò Willie Woodley"e gli hodetto che voi eravate qui".
A questo puntoLord Lambethfacendo il gesto di togliersi il cappellostrinse la mano a Bessie.
"Ma guarda un po' chi c'è!" disse. Arrossì e sorrise.
Era proprio un bell'uomo e aveva una sorta di splendore che non gli aveva maivisto in America.
21'immaginazione di Bessie Alden checome sappiamoera già al lavororiversò subito la sua attenzione su
quell'inglesegiovane e alto chein piedi davanti a leila osservava."È più bello e affascinante di chiunque abbia mai
incontrato"disse a se stessa. E fu allora che si ricordò che era unmarchese e notò che aveva proprio l'aspetto di un
marchese.
"Voglio direche diamine!" esclamò lui"avreste dovutofarmi sapere che eravate qui!"
"Ve l'ho scritto un'ora fa"disse la signora Westgate.
"Ma come? Non è forse di dominio pubblico?" domandò Bessiesorridendo.
"Vi assicuro che non ne sapevo niente!" dichiarò Lord Lambeth."Vi garantiscosul mio onoreche non me ne
era arrivata alcuna notizia. Chiedete a Woodley. Eh Woodleyne sapevoqualcosa forse?"
"Behio penso che tu sia un grande impostore"rispose WillieWoodley.
"Non gli crederà... non è verosignorina Alden?" chiese SuaEccellenza. "Non crederà che sia un impostore
vero?"
"No"rispose Bessie"non lo credo".
"Lei è troppo alto per stare in piediLord Lambeth"osservò lasignora Westgate"lo si può tollerare soltanto
quando è seduto. Sia così gentile da prendersi una sedia".
Egli trovò una sedia e si accomodò vicino alle due signore. "Se nonavessi incontrato Woodleynon vi avrei mai
trovatonon è veroWoodley?" riprese a dire.
"Behpenso di no"disse il giovane americano.
"Nemmeno con la mia lettera?" domandò la signora Westgate.
"Ahse è per questonon l'ho ancora ricevuta la vostra lettera;suppongo che mi sarà recapitata stasera. È stato
molto gentile da parte vostra scrivermi".
"È quello che ho detto a Bessie"osservò la signora Westgate.
"Davvero ha detto questosignorina Alden?" indagò Lord Lambeth"Suppongo che siate a Londra da un mese".
"Ci siamo da tre mesi"disse la signora Westgate.
"Siete qui da tre mesi?" chiese di nuovo il giovane a Bessie.
"Sembra un'eternità!" rispose Bessie.
"Perbacco! E chiamate me impostore?" esclamò Lord Lambeth."Sono in città solo da tre settimanema si vede
che vi eravate nascoste chissà dove. Non vi ho incontrato da nessunaparte".
"Dove avreste dovuto incontrarci?... Dove avremmo dovuto andare?"chiese la signora Westgate.
"Avreste dovuto andare a Hurlingham"suggerì Willie Woodley.
"Nolasciate rispondere Lord Lambeth"insisté la signoraWestgate.
"Ci sono un'infinità di posti dove andare"disse Lord Lambeth"uno più noioso dell'altro. Voglio direa casa
della gente. Vi mandano gli inviti..".
"Nessuno ci ha mandato inviti"disse Bessie.
"Facciamo una vita molto tranquilla"dichiarò la sorella"siamo qui in veste di turiste".
"Siamo state al Museo di Madame Tussaud's"continuò Bessie.
"Ohnon mi dite!" esclamò Lord Lambeth.
"Pensavamo di trovarci la sua immagine"disse la signora Westgate"la sua e quella di Percy Beaumont".
"Nella Sala degli Orrori?" scoppiò in una risata il gentiluomo.
"Sembrava di stare a una festa"disse la signora Westgate"tutte le donne erano in décolleté e molti dei
personaggi sembravano così veri che vi sareste aspettati di sentirliparlare".
"Parola mia"ribatté Lord Lambeth"si incontra certa gentealle festea Londrache sembra cheanche a volerlo
non sia capace di parlare".
"Crede che il signor Woodley potrebbe rintracciarci Percy Beaumont"chiese la signora Westgate.
Lord Lambeth rimase un attimo perplesso e si guardò intorno. "Suppongodi sìBeaumont viene spesso qui. Pensate di
poterlo trovareWoodley? Fate un tuffo nella folla".
"Grazie tantene ho abbastanza di tuffi nella folla"replicòWillie Woodley"aspetterò che il signor Beaumont
venga a galla da solo".
"Lo porterò io a trovarvi"disse Lord Lambeth"dovealloggiate?"
"Troverete l'indirizzo nella mia lettera... Jone's Hotel".
"Ohuno di quei posti subito alle spalle di Piccadilly? Un postaccionon è vero?" chiese Lord Lambeth.
"Io lo considero il miglior albergo di Londra"rispose la signoraWestgate.
"Ma vi danno da mangiare delle porcherie tremendenon è vero?"continuò a inquisire Sua Eccellenza.
"Sì!" rispose la signora Westgate.
"Mi rammarico sempre per la gente che arriva in città e va adalloggiare in quei posti"continuò il giovane
"mangiano solo porcherie".
"Ohma cosa dici?" esclamò Willie Woodley.
"Comunquecosa gliene pare di Londrasignorina Alden?" domandòLord Lambethignorando l'esclamazione di
Woodley.
"La trovo grandiosa"rispose Bessie Alden.
"A mia sorella piace moltononostante le 'porcherie'!" esclamò lasignora Westgate.
"Spero che si fermerà a lungo".
22"Tutto il tempo che potrò"disse Bessie.
"E dov'è il signor Westgate?" chiese Lord Lambeth alla moglie delgentiluomo.
"Sempre lì... in quella noiosa New York".
"Deve essere straordinariamente intelligente"disse il giovane.
"Suppongo che lo sia"replicò la signora Westgate.
Lord Lambeth si intrattenne con le sue amiche americane per circa un'ora; manon è nostra intenzione riferire
ogni parola della loro conversazione. Fece un'infinità di osservazioni aBessie Alden einfinesi rivolse esclusivamente
a leimentre Willie Woodley conversava con la signora Westgate.
Bessieda parte suafu di poche parole; ripensò a quanto le aveva detto lasorella a pranzo e cercò di assumere un
atteggiamento distaccato.
Tuttaviaun po' alla voltaprovò nuovamente interesse per Lord Lambethcome già era accaduto a Newport.
Solo che qui lo trovava ancora più interessantepoiché inconsapevolmentelui rappresentava ai suoi occhi un aspetto del
carattere anticosolenne e pittoresco dell'Inghilterra. E la povera BessieAldencome molte altre ragazze americaneera
completamente alla mercé degli aspetti pittoreschi.
"Ho desiderato tante volte di essere ancora a Newport"disse ilgiovane. "Quei giorni trascorsi a casa di sua
sorella sono stati veramente splendidi".
"Anche noi siamo state bene in sua compagnia. Spero che suo padre stiameglio".
"Oh sìcerto. Quando sono arrivato in Inghilterraera via a dar lacaccia al gallo cedrone". È stata tutta una
gigantesca 'truffa'come dite voi in America. Mia madre era moltoirrequieta. Le tre settimane trascorse a Newport mi
sembrano un bel sogno".
"Certol'America è molto diversa dall'Inghilterra"disse Bessie.
"Spero che le piaccia di più l'Inghilterraeh?" replicò LordLambethin tono persuasivo.
"Nessun inglese può chiederlo seriamente a una persona di un altropaese".
Il suo compagno la guardò per un momento. "Vuole dire che è una cosanaturale?"
"Se fossi inglese"disse Bessie"certomi sembrerebbe unacosa naturale che tutti fossero buoni patrioti".
"Ohcertamenteil patriottismo è tutto!" dichiarò Lord Lambethcheanche se non aveva ben capitoera molto
soddisfatto. "Oracosa avete intenzione di fare in città?"
"Giovedì andrò alla Torre di Londra".
"La Torre di Londra?"
"La Torre di Londra. Non ne ha mai sentito parlare?"
"Oh sìci sono anche stato"disse Lord Lambeth"mi ci haportato la mia governantequando avevo sei anni. È
un'idea bizzarraquella di andare là".
"Mi dia qualche altra idea bizzarra"disse Bessie"vogliovedere tutto quello che c'è del genere. Andrò a
Hampton Court e a Windsor e alla Galleria Dulwich".
Lord Lambeth sembrava molto divertito. "Mi meraviglio che non vogliaandare ai Giardini Rosherville".
"Sono interessanti?" domandò Bessie.
"Ohmeravigliosi".
"Sono molto antichi? È quello che mi interessa di più"disseBessie.
"Sono straordinariamente antichi. Stanno andando tutti in rovina".
"Penso che non ci sia nulla di più affascinante di un antico giardinoin rovina"disse la ragazza. "Dobbiamo
andarci assolutamente".
Lord Lambeth scoppiò in un'allegra risata. "Woodleysentite!"esclamò"la signorina Alden vuole andare ai
Giardini Rosherville!"
Willie Woodley rimase per un momento interdetto: era rimasto sorpresoperchéevidentementeignorava un
elemento significativo della vita londinese. Ma se la cavòdicendoprontamente: "Molto benescriverò per avere il
permesso di visitarli".
Lord Lambeth si fece ancor più euforico. "Perbacco! Voi americaniandreste dovunque!"
"Avremmo anche desiderio di andare a vedere il Parlamento"disseBessie"anzi questa è una delle prime cose".
"Ohvi annoiereste a morte!" esclamò il gentiluomo.
"Vorremmo sentirla parlare".
"Io non parlo mai... tranne che alle giovani signore"disse LordLambethsorridendo.
Bessie Alden lo guardò per un po' e sorrise anch'essaall'ombra del suoparasole. "Lei è molto strano"protestò
"non credo di approvarla".
"Ohora non sia severasignorina Alden"replicò Lord Lambethsorridendo ancora"la pregonon sia severa. Io
voglio piacerle... e molto".
"Piacermi molto? Allora non deve ridere di me se sbaglio. Considero miodirittocome libera cittadina
americanadi sbagliare quanto voglio".
"Parola d'onorenon ho riso di lei"disse Lord Lambeth.
"E c'è dell'altro"continuò Bessie"ci tengo che tutti imiei sbagli depongano a mio favore. Dovrebbe tenermi in
maggior considerazione per via dei miei sbagli".
23"Non posso tenerla in miglior considerazione di quanto non facciagià"dichiarò il giovane.
Bessie Alden lo osservò di nuovo per un momento "Sicurosa parlarebene alle giovani signore. Ma perché non parla
alla Camera?... non è così che la chiamano?"
"Perché non ho niente da dire"disse Lord Lambeth.
"Ma non ha una posizione importante?" chiese Bessie Alden.
Lord Lambeth lanciò un'occhiata al suo guantopoi disse: "Loconsidererò come uno dei suoi sbagli... a suo
favore". E come se non gradisse parlare della sua posizionecambiòsubito argomento. "Mi farebbe piacere se mi
consentiste di venire con voi alla Torre di Londraa Hampton Court e intutti gli altri posti".
"Ne saremmo molto felici"replicò Bessie.
"Enaturalmentesarò lietissimo di mostrarvi la Camera dei Lord... ungiorno che vada bene a voi. Ci sono tante
cose che voglio fare per voi. Voglio farvi divertire. E mi farebbe immensopiacere presentarvi ad alcuni miei amicise
la cosa non vi annoia. E poi sarebbe estremamente gentile da parte vostra seveniste a vedere Branches".
"Vi siamo molto grateLord La mbeth"disse Bessie. " Macos'è Branches?"
"È una casa in campagna. Penso che vi piacerà".
Willie Woodley e la signora Westgatein quel momentoerano in silenzio el'orecchio del giovane americano
colse le ultime parole di Lord Lambeth. "Sta invitando Miss Bessie inuno dei suoi castelli"mormorò alla sua
compagna.
La signora Westgateprevedendo in mente sua quelle che lei chiamava"complicazioni"si alzò immediatamente
in piedi.
E dopo essersi congedate da Lord Lambethle due giovani ritornarono alJone's Hotelsotto la guida del signor
Woodley.
L'indomani andò a trovarle Lord Lambethche portò con sé Percy Beaumont...il quale aveva manifestato
l'intenzione di non voler trascurare nessuna delle regole di buonaeducazione.
Tuttaviaancor prima di fare tale dichiarazionequando il cugino lo avevainformato dell'arrivo delle amiche
americaneaveva osservato: "Ahsono arrivatequindie ora sei inballo!"
"Sono in ballo per cosa?"
"Lascerò che sia tua madre a dargli un nome. Con tutto il rispetto perlei"aggiunse Percy Beaumont"in questa
occasioneintendo rinunciare a svolgere qualunque compito di polizia. SuaGrazia può badare da sola a te".
"Le darò un'occasione"disse il figlio di Sua Graziapiuttostoarcigno. "Farò in modo che lei vada a trovarle".
"Non lo faràragazzo mio".
"Lo vedremo"replicò Lord Lambeth.
Ma anche se vedeva con preoccupazione l'arrivo delle signore al Jone's HotelPercy Beaumont si mostròcome
al solitoun uomo di mondo e si presentò a loro con un sorriso amabile.Mentre il suo compagno prese a fare il galante
con la più giovane delle dueBeaumont fu coinvolto in un'animataconversazione - oper meglio direuna
conversazione 'da lei animata' - con la signora Westgateche cominciòsubito a fare le sue confessioniproteste e
dichiarazioni.
"Devo riconoscere che Londra ora è molto più bella e splendenterispetto a quando ci sono stata lo scorso... lo
scorso novembre. Si vede che c'è un gran movimento e mi pare che abbiate unagrande quantità di fiori. Senza dubbioè
molto affascinante per voi inglesi e vi ci divertite un mondo. È moltogentile da parte sua permettere a me e a Bessie di
venire a vedervi alla Camera. Immagino che le sembrerò un po' ironicamadevo confessare che è questa la sensazione
che provo quando sono a Londra".
"Sono spiacentema non riesco bene a capire a quale sensazionealluda"disse Percy Beaumont.
"La sensazione che tutto è perfettoper voi inglesi. Ogni cosa èmeravigliosamente studiata per voi".
"Mi sembra che sia perfetta anche per alcuni americani... a volte"ribatté Beaumont.
"Per alcuni di lorosì... se hanno piacere ad essere trattati consuperiorità. Ma devo dire che a me non piace
essere trattata con superiorità. Posso essere eccentricaindisciplinata eoffensivama confesso che non mi è mai piaciuta
l'aria di superiorità. Mi piace di relazionarmi con le persone nello stessomodo in cui lo faccio nel mio paese. Questo è
un tratto peculiare che io ho. Ma quisembra che la gente si aspettiqualcosa di diverso... lo sa il Cielo cosa! Ho paura
che lei pensi che sono ingratadal momento che comunque ho ricevuto tanteattenzioni. L'ultima volta che sono stata a
Londrauna signora mi ha mandato un messaggioin cui scriveva che potevosentirmi libera di andare a farle visita".
"Povero me! Spero che non ci sia andata"osservò Percy Beaumont.
"Lei è deliziosamente naïfdevo proprio riconoscerlo!" esclamòla signora Westgate. "Deve essere un gran
vantaggio per leiqui a Londra. Suppongo che se io avessi un po' più dinaivetémi goderei di più questa città. Mi
riterrei soddisfatta di starmene seduta su una sedia al parcodi vedere lagente passare e di sentirmi dire che questa è la
Duchessa di Suffolk e quello è Lord Chamberlain e che mi devo sentire grataper avere avuto il privilegio di
contemplarli. Suppongo che sarebbe molto sgarbato e critico da parte miapretendere di più. Ma io sono sempre stata
critica e riconosco tranquillamente di essere esigente. Mi dicono che quic'è un'eccellente società di second'ordine
appositamente per gli stranieri. Merci! Non voglio nessuna società disecond'ordine. Voglio la società a cui sono
abituata".
"Spero che non consideri me e Lord Lambeth di second'ordine"lainterruppe Beaumont.
"Oha voi sono abituata"disse la signora Westgate"Sa chevoi inglesia voltefate dei magnifici discorsi? La
prima volta che venni a Londraricevetti un invito a pranzo... come le hodettoho ricevuto tantissime attenzioni. Dopo
24pranzonel salottoho scambiato quattro chiacchiere con un'anziana signorale assicuro che è vero. Non ricordo bene di
cosa abbiamo parlatoma a un certo puntoalludendo a qualcosa di cuistavamo discorrendomi disse: 'Ohsapete
l'aristocrazia fa così e cosàma nella classe a cui si appartiene è tuttaun'altra cosa.' Nella classe a cui si appartiene! Che
cosa può fare una povera donna americana indifesain un paese dove rischiadi sentirsi dire cose del genere?"
"Sembra che abbia avuto la ventura di incontrare qualche anziana signoramolto eccentrica. Mi complimento con lei per
le sue conoscenze"esclamò Percy Beaumont. "Mase sta cercandodi farmi dire che Londra è un posto odiosonon ci
riuscirà mai. Io ne sono innamorato e penso che sia il posto più bello delmondo".
"Pour vous autres! Non ho mai affermato il contrario"gli risposeper le rime la signora Westgate. E uso
quest'espressione perché entrambe gli interlocutori avevano cominciato adalzare la voce. A Percy Beaumont
naturalmentenon piaceva che si parlasse male del suo paese e alla signoraWestgated'altra partenon piaceva avere a
che fare con un interlocutore testardo.
"Ehi!" disse Lord Lambeth"cosa state combinandoadesso?" E si allontanò dalla finestraa cui era stato
affacciato con Bessie Alden.
"Sono completamente d'accordo con una mia compatriota moltointelligente"riprese a dire la signora Westgate
con fervore seducente ma ingiustificato.
Sorrise ai due gentiluomini e nei suoi occhiper un istantebrillò unaluce minacciosacome se volesse gettare ai
loro piedinella loro patriail guanto della sfida. "Per medue solesono le posizioni sociali che contano... quella di una
donna americana e quella dello zar di Russia".
"E i gentiluomini americani dove li mette?" chiese Lord Lambeth.
"Quelli li lascia in America!" proferì Percy Beaumont.
Quando i visitatori se ne andaronoBessie Alden comunicò alla sorella cheLord Lambeth sarebbe venuto
l'indomani per condurle alla Torre di Londra e che si era gentilmente offertodi accompagnarle con il suo 'calesse'. La
signora Westgate accolse la notizia in silenzio e per qualche tempo non dissenulla.
Maa un certo puntosi decise a parlare: "Se l'altro giorno non miavessi chiesto di non tornare più
sull'argomento... c'è una cosa che mi arrischierei a chiederti".
Bessie cominciò ad accigliarsi: i suoi occhi azzurro scuro si fecero piùscuri che azzurri. Ma la sorella proseguì:
"Ebbene... mi arrischierò. Non sei innamorata di Lord Lambethd'accordoci credo. Ma c'è per caso il rischio che te ne
stia innamorando? È una domanda molto semplicenon devi offenderti. C'èuna ragione precisa per cui mi interessa
saperlo".
Per qualche istante Bessie Alden non rispose nullama si vedeva che erainfastidita. "Nonon c'è nessun
pericolo"rispose infine bruscamente.
"Allorase così stanno le cosemi piacerebbe propriospaventarli"dichiarò la signora Westgatecongiungendo le
mani ingioiellate.
"Spaventare chi?"
"Tutti quanti lorola famiglia di Lord Lambeth e i suoi amici".
"Come farai a spaventarli?" domandò la ragazza.
"Non sarò io a farlo... ma sarai tu! Li spaventerà a morte l'idea chetu possa conquistarti gli affetti di Sua
Eccellenza".
Bessie Aldencon lo sguardo ancora teso e accigliatole chiese:"Perché questo dovrebbe spaventarli?"
La signora Westgatemostrando un bel sorriso per rendere meno offensivoquello che stava per diredichiarò:
"Perché pensano che tu non sia alla sua altezza. Sei una ragazzaaffascinantebella e amabilecoltaintelligente e
beneducataquanto di meglio non si può averema non sei il partito giustoper Lord Lambeth".
Bessie Alden era visibilmente disgustata. "Da dove ti vengono questeidee assurde?" domandò. "Hai detto tante
di quelle cose stranein questi ultimi tempiKittycome ti saltano inmente?"
Kitty era evidentemente affascinata dalla sua idea. "Sìli farà staresulle spine e... non potrà ferire te. Il signor
Beaumont è già molto a disagioda tempo l'ho notato".
La ragazza rifletté qualche istante. "Vuoi dire che loro lo spiano...che interferiscono con la sua vita?"
"Non so quale potere di interferire abbianoma so che una mamma ingleseostinata è capace di sottrarre la vita a
suo figlio".
Si è già detto chenei confronti di certe cose spiacevoliBessie Aldenreagiva con una sorta di scetticismo. In
quell'occasionetuttaviaevitò di manifestare la sua incredulità perchénon voleva irritare la sorella. In mente suaperò
pensò che Kitty era stata male informata... e che si trattava solo di vane estupide chiacchiere. Difattipur essendo una
ragazza dall'immaginazione vivacel'idea che lei appartenesse a unacategoria volgare non poteva averea suo giudizio
alcun fondamento.
Quello che espresse ad alta vocecomunquefu: "In tal casodevo diremi dispiace molto per Lord Lambeth".
La signora Westgatesempre più esilarata dal suo pianole sorrise dinuovo. "Se solo potessi avere la certezza
che funzioni!" esclamò"Se incominci ad avere pietà di luisarò io ad avere paura".
"Paura di cosa?"
"Che tu lo compatisca troppo".
Bessie Alden le voltò le spalle con un gesto d'impazienza; ma trascorsoappena un minutotornò sui suoi passi.
Cosa cambierebbe se lo compatissi troppo?" domandò.
25A questo punto fu la signora Westgate a volgerle le spallema dopo un attimodi riflessione si volse alla sorella e
le disse: "Credo chedopo tuttonon cambierebbe niente".
Lord Lambeth si presentò il giorno seguente con il suo calesse cheattraversando alcuni dei quartieri orientali più
tetri della cittàcondusse le due signorein compagnia di Willie Woodleyal grande torrione che domina il traffico
marittimo di Londra. I passeggeri discesero dal veicolo ed entrarono insiemenella famosa cinta di mura. Poi si
assicurarono l'assistenza di un venerando beefeater1 il qualenonostante vifossero altri visitatori curiosi di ascoltare le
leggende del postoformò con loro una comitiva scelta e li condusseattraverso cortili e corridoigallerie di armi e
prigioni. Lui spiegava e ripeteva la solita tiriteraguidandoli nelpercorsoe loro si fermavanoosservavanosbirciavano
e si chinavanoseguendo le sue indicazioni.
Bessie Alden rivolse una serie di domande all'anziano uomo in doppiopettocremisi e trovò quel luogo pieno di
fascino.
Lord Lambeth era di ottimo umore: rideva continuamente e si godeva quella cheavrebbe definito una 'burla'.
Willie Woodley continuava a guardare i soffitti e a battere sui muri con lanocca del suo guanto grigio perla.
La signora Westgateche continuava a chiedere se le fosse possibile sederein attesa che loro facessero ritornoveniva
regolarmente informata che ancora non erano tornati.
Naturalmentea molte delle domande di Bessie - in particolare quelleriguardanti momenti meno significativi
della storia inglese - il vecchio guardiano non era in grado di rispondere;perciò la ragazzaogni voltafaceva appello a
Lord Lambeth.
Ma Sua Eccellenza era molto ignorante. Dichiarava che non sapeva niente diquel genere di cose e sembrava
molto divertito all'idea di essere trattato come un'autorità.
"Non può aspettarsi che tutti ne sappiano quanto lei"disse.
"Mi aspetterei che lei ne sappia molto di più"dichiarò BessieAlden.
"Le donne ne sanno sempre più degli uomini riguardo a nomidate e cosedel genere"continuò Lord Lambeth.
C'era una tale Lady Jane Greydi cui abbiamo appena sentito parlarecheaveva la passione del latinodel greco
e di tutte le materie di studio dell'epoca".
"In ogni modolei non ha alcun diritto di essere ignorante"dichiarò Bessie.
"Perché non ne ho il diritto come chiunque altro?"
"Perché lei vive in mezzo a tutte queste cose".
"Quali cose intende dire? Scuriceppi e serrapollici1?"
"Tutte queste cose storiche. Lei appartiene a una famigliastorica".
"Bessie è davvero troppo storica"disse la signora Westgateafferrando le ultime paro le di questo dialogo.
"Sìè verolei è troppo storica"disse Lord Lambethridendodi cuore e grato per il suggerimento"Parola miaè
troppo storica!"
Un paio di giorni dopoil gentiluomo accompagnò le signore a Hampton Courte anche questa volta Willie
Woodley faceva parte della compagnia. Era un pomeriggio meravigliosoifamosi cavalli sauri erano in forma
smagliante e Lord Lambethche per poco non si immedesimò nella partedell'escursionista londinesedichiarò che quel
luogo antico era straordinariamente bello.
Bessie Alden era in estasi: si guardava intornomormorava qualcosa e facevacontinue esclamazioni.
"È troppo belloè troppo incantevole! È troppo... esattamente quelloche dovrebbe essere!"
A Hampton Court le piccole frotte di visitatori non sono fornite di guidaufficialema sono libere di gironzolare per gli
antichi luoghi a loro piacimento. Fu così cheper risolvere i suoi dubbiin mancanza di altri informatoriBessie Alden
fece ancora una volta ricorso all'assistenza intellettuale di Lord Lambeth.
Ma questi fu di nuovo costretto ad ammettere di essere letteralmente digiunodi certi argomenti...
sfortunatamentela sua istruzione era stata un po' trascurata.
"E mi dispiace che ciò la renda infelice"aggiunse subito.
"Lei è molto scoraggianteLord Lambeth"disse la ragazza.
"Ohla pregonon mi dica questo!" esclamò"è la cosapeggiore che mi possa dire".
"No"ribatté lei"è sempre meglio che dire che da lei nonmi sarei aspettata niente".
"Non sono sicuro. Mi dia un'idea di cosa si aspettava da me".
"Bene"disse Bessie Alden"mi aspettavo che lei fosse piùdi quello che avrei voluto essere io... che avrei
cercato di essere... nella sua posizione".
"Ahla mia posizione!" esclamò Lord Lambeth"Non fa altroche parlare della mia posizione!"
La ragazza lo guardò e lui si accorse che era arrossita un po'. Per unattimo non fece nessuna replica.
"La stupisce che parli sempre della sua posizione?" domandò.
"Sono certo che le rende un grande onore"replicò luitemendo diessere stato poco educato.
"Penso sempre a questo"continuò lei dopo un attimo"pensospesso al fatto che lei è un legislatore ereditario.
Un legislatore ereditario dovrebbe conoscere un'infinità di cose".
"Nose non fa le leggi".
"Ma lei fa le leggi; è assurdo che dica il contrario. Lei è moltorispettato qui... sono sicura di questo".
"Non lo sonon l'ho mai notato".
"È solo perché c'è abituato. Dovrebbe occupare il suo posto".
"Cosa vuole dire con occuparlo?" chiese Lord Lambeth.
26"Dovrebbe essere molto brillante e intelligente. E dovrebbe conoscerequasi tutto".
Lord Lambeth la guardò per un istante. "Posso dirle una cosa?"chiese. "Un giovane della mia posizionecome
dice lei..."
"Non l'ho inventato io il termine"lo interruppe Bessie Alden"l'ho letto in tantissimi libri".
"Basta! Non fa altro che parlare dei suoi libri! Un uomo nella miaposizionestavo dicendofa bene qualsiasi
cosa decida di fare. Più o menoè questo quello che voglio dire".
"Benese la sua gente è soddisfatta di lei"disse Bessie Aldenridendo"non tocca certo a me lamentarmi. Ma
rimarrò sempre dell'idea chea rigoreavrebbe dovuto essere una grandemente... un grande personaggio".
"Ohma questa è pura teoria"dichiarò Lord Lambeth"leassicuro che è solo un pregiudizio di voi americani".
"Fortunato il paese dove perfino i pregiudizi delle persone sono cosìelevati!" disse Bessie.
"Insommadopo tutto"osservò Lord Lambeth"non credo diessere così sciocco come cerca di farmi sembrare".
"Non ho mai detto niente di così severoma devo ripeterle che lei èscoraggiante".
"Mia cara signorina Alden"esclamò il giovane"sono ilmiglior ragazzo del mondo!"
"Ahse non fosse per questo! " disse Bessie Aldensorridendo.
La signora Westgate aveva a Londra molti più amici di quanti ci siaspettasse eben prestoaveva riallacciato le
relazioni con quasi tutti. Questi dimostrarono un'eccellente ospitalità ecosìda cosa nasce cosalei cominciò - come si
suol dire - a fare vita di società.
Grazie a questoBessie Alden ebbe l'opportunità di conoscere finalmente unpo' di quella che lei chiamava con
soddisfazione la 'società inglese'. Andò alle feste da ballo e danzòandò ai pranzi e fece conversazioneandò ai concerti
e ascoltò la musica (Bessie ascoltava sempre ai concerti)andò alleesposizioni e ammirò con stupore. Provava un
piacere intenso e la sua curiosità era insaziabile eanche se entusiasta diogni occasione che le si presentavapiù di ogni
altra cosa apprezzò il privilegio di incontrare alcuni dei personaggicelebri... scrittori e artistifilosofi e statisti... della
cui gloria lei era stata umile e distante ammiratrice e che oraquasifossero parte abituale dell'arredo dei salotti di
Londrale sembravano stelle cadute dal firmamento e divenute tangibiliche... a volterivelavano anche delle qualità
insospettabili in corpi siderali. Bessieche conosceva tanti dei suoicontemporanei solo per famaricevette infatti molte
delusioni personali; ma non mancaronod'altra partegli entusiasmi e lesoddisfazioni. Di tutto questo la ragazza rese
partecipe una sua cara amica di Bostoncon la quale intratteneva unavoluminosa corrispondenza.
In veritàcercò di comunicare molte delle sue impressioni anche a LordLambethche ormai si recava all'albergo quasi
tutti i giornie al quale la signora Westgate ammetteva di essersiaffezionata.
Il Capitano Littledalesi scoprìera andato in Indiae di tutti gli altriex-ospiti della casa della signora Westgate -
gentiluomini checome lei dicevaavevano fatto del suo salotto a New Yorkun circolo privato - non si riusciva ad
avere notizie.
Ma Lord Lambeth si comportava in modo così premuroso da compensarecon lesue attenzionile assenze
accidentalile apparenti perdite di memoria e le mancanze di tutti glialtri. Le condusse al parcole accompagnò a
visitare collezioni private e le invitò a pranzo a casa sua.
La signora Westgateseguendo la moda di molti dei suoi compatriotifece inmodo di essere presentata a Palazzo
Realeinsieme alla sorelladal rappresentante diplomatico - era così chechiamava il Ministro degli Esteri americano in
Inghilterra - domandandosi che cosa diavolo ci stesse a farese non per darele opportune disposizioni affinché i suoi
connazionali fossero invitati a Corte.
Lord Lambeth dichiarò di odiare i ricevimenti a Cortetuttavia partecipòanch'egli alla cerimonia il giorno che le
due signore si recarono a Buckingham Palacein una grandiosa carrozzainviata per l'occasione da Sua Eccellenza.
Indossava un'uniforme sgargiante e Bessie Alden fu piacevolmente colpita dalsuo aspetto... soprattutto quando
avendogli chiesto stupidamente - se ne rese subito conto - se lui era unsuddito lealeil gentiluomo le rispose che si
considerava un suddito leale a lei.
Tale dichiarazione trovò confermaqualche giorno doponella circostanzache Lord Lambeth danzò con lei a un
ballo realea cui era stata invitata insieme alla sorella. E la scoperta chelui non fosse affatto un bravo ballerino non
servì in alcun modo a raffreddare l'entusiasmo della ragazza.
Il gentiluomo era con lei straordinariamente gentile e Bessie si domandavacon crescente curiositàcome mai
fosse tanto gentile. Era nel suo carattere... era questa la risposta piùovvia. Aveva confidato alla sorella che lui le
piaceva molto e ora che le piaceva ancor di piùsi domandava il perché. Loamava per il suo carattereera questa la
risposta più ovviaanche a questa domanda.
Quandoa un certo puntole impressioni di Londra cominciarono ad affollarsinella sua menteBessie dimenticò
completamente l'avvertimento della sorella riguardo al cinismo dell'opinionepubblica. Le aveva procurato molta
sofferenza al momentoma adesso non c'era alcun motivo per cui avrebbedovuto rammentarlo. Aveva così scarsa
consistenza con la realtà e poiper Bessieera estremamente sgradevolericordare cose sgradevoli.
Pertantonon era ossessionata dalle accuse di volgarità. Non era innamoratadi Lord Lambeth... rassicurava se
stessa. Certosi potrebbe senza indugio osservare chequando diventanonecessarie rassicurazioni di questo tipoi
sentimenti di una giovane sono in uno stato di grande ambiguità. E inrealtà Bessie Alden non si sforzava affatto di
nascondere - a se stessanaturalmente - il vago senso di tenerezza cheprovava per il giovane gentiluomo. Diceva a se
stessa che di lui le piaceva il tipo a cui apparteneva: l'inglese semplicecandidoforte e coraggioso. Ne parlava tra sé e
sécome parlano le donne degli uomini che amano... alludendo al suocoraggio (di cui non aveva avuto la benché
minima dimostrazione)alla sua onestàalla sua distinzionesenzanaturalmente trascurare la sua bellezza. Inoltreera
27perfettamente conscia che preferiva pensare alle qualità di cui lui nonaveva meritoe che la sua immaginazione era
attratta e compiaciuta alla vista di un bell'uomo che aveva così tanteopportunitàopportunità di fare non sapeva bene
cosamaimmaginava... di fare grandi cose... per esempiodi esercitare lasua influenza per qualche nobile causadi
conferire felicità agli altridi incoraggiare le arti.
Lei aveva una specie di ideale di condottaper un giovane che si trovava inuna posizione così privilegiatae
cercava di adattarlo alla condotta di Lord Lambethcome si cerca di farcoincidere una sagoma di carta con un'ombra
proiettata su un muro. Ma la sagoma di Bessie Alden si rifiutava dicoincidere con l'immagine di Sua Eccellenza e
questa mancanza di armoniaa voltela contrariava più di quanto riuscissea tollerare. Quando lui era assente
naturalmentesi notava di meno; perché allora pensava a lui come aun'armoniosa combinazione di grandi
responsabilità e di buone qualità. Ma quando era lìdavanti ai suoiocchiseduto a ridere e a parlare con il suo buon
umore e la sua semplicità abitualilei lo misurava in modo più attento esentiva distintamente cheanche se la posizione
di Lord Lambeth era eroicain verità nell'uomo c'era ben poco di eroico.Allorala sua immaginazione cominciava a
vagare lontano... molto lontanopoiché è un fatto indubitabile cheinquei momentilui le appariva visibilmente ottuso.
Ho paura chequando l'immaginazione di Bessie cominciava a errare in modocosì invidiabilenemmeno lei poteva
essere una compagnia molto brillante. Ma può anche darsi che Lord Lambethtrovasse in questi sporadici momenti di
apparente disinteresse un aspetto del fascino personale della ragazza. Cosìcomesin dall'inizioera rimasto affascinato
dal modo in cui lei lo esaminava e lo giudicavaun modo più spontaneo elibero da pregiudizi - più a proprio comodo e
piacimentoper così dire - rispetto ad altre ragazze con cui era quasientrato in intimità. La percezione di questo
insieme alla consapevolezza di piacere alla ragazzaprocurava a Lord Lambethuna sensazione piacevolissima.
Immaginava di avere raggiunto la soddisfazionecosì ambita da un giovanecon titoli e fortunadi essere amato solo per
se stesso. Certoqualche cinico consigliere avrebbe potuto sussurrarglinell'orecchio: "Amato per te stesso? Sìma non
più di tanto!"
Eglicomunquenutriva il costante desiderio di essere amato ancora di più.
Potrà sembrare forse piuttosto singolare - ma era proprio così - che neimomenti in cui Bessie Alden rimaneva
sorpresa dalla ottusità di luisi sforzavaper ragioni di coscienzaadamarlo di più. E dico per ragioni di coscienza
perché sentiva che lui era stato estremamente "gentile" neiconfronti della sorella e perché pensava che fosse più che
giusto avere per Lord Lambeth la stessa buona considerazione che lui avevaper lei. Tale sforzonon sempreotteneva il
risultato sperato; anzia volte succedeva che lei avvertisse una vagairritazioneche si trasformava poi in un
atteggiamento critico e ostile nei riguardi di alcune istituzioni inglesi.
Bessie Alden fu invitata a diversi ricevimenti in cui incontrò Lord Lambethma prese parte anche ad altridove
Sua Eccellenza non era né potenzialmente né di fatto presente. E fusoprattutto in queste circostanze che ebbe occasione
di conoscere le celebrità artistiche e letterarie di cui si è fattamenzione. Dopo qualche tempo era arrivata a una
conclusione: se Lord Lambeth comparivaera segno che non c'erano né poetiné filosofi. E di conseguenza- era una
conseguenza quasi ovvia - lei aveva preso l'abitudine di nominare al giovanegentiluomo detti oggetti della sua
ammirazione.
"Mi sembra che lei sia straordinariamente appassionata di questo generedi persone"disse un giorno Lord
Lambethcome se lo avesse realizzato solo in quel momento.
"Sono le persone che più mi incuriosisce di conoscere inInghilterra"replicò Bessie Alden.
"Suppongo che sia perché ha letto molto"disse Lord Lambeth congalanteria.
"Non che io abbia letto molto. È solo perché di loro si parla moltonel mio paese".
"Capisco"osservò il giovane. "A Boston".
"Non solo a Bostonovunque"disse Bessie. "noi le teniamo ingran considerazione e sono invitate ai pranzi più
importanti".
"Credo che abbia ragione: non posso dire di conoscerne molte".
"È un peccato che non le conosciate"dichiarò Bessie Alden"vi farebbe bene".
"Senz'altro mi farebbe bene"disse Lord Lambethcon un tonoumile. "Ma devo riconoscere che non mi piace il
modo di fare che hanno alcune di loro".
"Neanche a me... alcune ... Ma ce ne sono di ogni tipo e molte sonodavvero affascinanti".
"Mi è capitato di parlare con due o tre di esse"continuò ilgentiluomo"e mi sono sembrate un po' servili".
"Perché dovrebbero essere servili?"
"Davvero non lo so. Effettivamenteperché dovrebbero?"
"Forse è stata solo una vostra impressione"disse Bessie.
"Behnaturalmente"dichiarò il suo compagno"non sono coseche si possono dimostrare".
"In America non sono servili"disse Bessie.
"Ahallora devono essere una compagnia decisamente piùsimpatica".
Bessie tacque per un momento. "Questa è una delle cose che non mipiacciono dell'Inghilterra"disse"quella di
tenere in disparte le persone di riguardo".
"Cosa vuol dire in disparte?"
"Ebbenepermettere che vadano solo in determinati luoghi. Non le sivede mai!"
Lord Lambeth la osservò per un attimo e poi chiese: "Di quali personesta parlando?"
"Le persone eminenti... gli scrittori e gli artisti... le personed'ingegno".
"Ohci sono anche altre persone eminentioltre a loro"disseLord Lambeth.
28"Comunquevoi le tenete in disparte"ripeté la ragazza.
"E ci sono anche altre persone d'ingegno"aggiunse Lord Lambethcon semplicità.
Bessie Alden lo guardò e accennò una piccola risata. "Non molte"concluse.
In un'altra occasionesubito dopo uno dei pranzi a cui erano state invitategli disse che c'era un'altra cosa
dell'Inghilterra che non le piaceva.
"Ohperbacco!" esclamò il gentiluomo. "Non ci ha giàmaltrattato abbastanza?"
"Non vi ho mai maltrattato"replicò Bessie. "Ma il vostrodiritto di precedenza non mi piace".
"Non è il mio diritto di precedenza!" dichiarò Lord Lambeth escoppiò in una risata.
"Sìinveceè il vostro... è proprio il vostro. E io lo trovoodioso"disse Bessie.
"Non ho mai visto una ragazza così giovane discutere di queste cose!Qualcuno ha forse avuto l'impudenza di
passarle davanti?" chiese Sua Eccellenza.
"Io non contesto il fatto che mi passino davantima il fatto che lorosono convinti di avere il diritto di farlo... un
diritto che io riconosco".
"Non ho mai incontrato una ragazza giovane come lei che non'riconoscesse' tale diritto. Senza dubbio è una cosa
orribilema risparmia un mucchio di fastidi".
"Invece procura un mucchio di fastidi. È orrendo"disse Bessie.
"Madiversamentecome farebbe a far procedere le persone piùimportanti?" chiese Lord Lambeth. "Non
possono certo andare per ultime".
"Cosa intende per le persone più importanti?"
"Ahma se si mette a discutere i principi fondamentali!" osservòLord Lambeth.
"Se sono questi i vostri principi fondamentalinon c'è dameravigliarsi che alcune delle vostre disposizioni siano
così odiose"osservò Bessie Alden con graziosa ferocia. "Io sonouna ragazza giovanequindiè naturale che passi per
ultima. Ma immagini come deve sentirsi Kitty a essere informata che non èlibera di muoversifino a che non sono
passate certe altre signore".
"Ma nonon è mica 'informata'!" esclamò Lord Lambeth."Nessuno farebbe una cosa del genere".
"Ma glielo farebbero sentire..."insisté la ragazza"comese avessero paura che potesse precipitarsi per prima alla
porta. No... avete un paese incantevole"disse Bessie Alden"mail vostro diritto di precedenza è una cosa orrenda".
"Certonon credo che a sua sorella piacerebbe"aggiunse LordLambethcon gravità persino eccessiva.
Ma Bessie Alden non riuscì a indurlo a esprimere una protesta formale controquell'odiosa consuetudineche lui
sembrava invece ritenere molto comoda.
Percy Beaumontin tutto questo tempoera stato molto meno assiduo delcugino nel fare visita al Jone's Hotel.
Infattisi era recato soltanto due volte a porgere i saluti alle signoreamericane. Lord Lambethche lo vedeva spessolo
rimproverava per la sua negligenza e gli ripeteva cheanche se la signoraWestgate non aveva detto nulla al riguardo
certamente ne era rimasta segretamente ferita. "Soffre troppo per poterparlare"gli disse.
"Sono tutte frottole"gli rispose Percy Beaumont"c'è unlimite anche alla sofferenza!" E anche se non si preoccupò di
mandare nessun biglietto di scuse al Jone's Hotelcercò in qualche modo digiustificare al cugino la sua assenza. "Tu sei
sempre lì"disse"e questa è una ragione sufficienteper meper non andare".
"Non vedo perché. Ce n'è abbastanza per tutti e due".
"Non ho nessun interesse a essere il testimone della tua... della tuasconsiderata passione"disse Percy Beaumont.
Lord Lambeth gli lanciò una gelida occhiata e per un attimo non disse nulla."Non è così ovvio come potresti supporre"
proferì seccamente"considerato che tipo espansivo sono io".
"Non voglio saperne niente... assolutamente niente"disse Beaumont."Tua madreogni volta che mi incontrami
domanda se penso che tu sia definitivamente perduto... e Lady Pimlico fa lostesso. Preferisco poter rispondere che non
ne so niente... che non vengo mai con te. Ne sto fuori per amore di coerenza.Te l'ho detto anche l'altro giornodevono
badare loro a tee devono farlo da sole!"
"Sei maledettamente pieno di riguardi"disse Lord Lambeth. "Ame non chiedono mai niente".
"Hanno paura. Hanno paura di irritarti e di peggiorare la situazione.Perciòsi stanno muovendo con molta
cautela ein un modo o nell'altroprendono le loro informazioni. Sanno unsacco di cose sul tuo conto. Sanno che sei
andato con quelle signore alla Cattedrale di St. Paul... dove altro?... ahsìal Tunnel del Tamigi".
"Se le loro informazioni sono così accuratedevono essere moltopreziose".
"Comunquesanno che avete visitato tutte le 'attrattive' della città.Pensano - ed è naturalelo penso anch'io - che
quando si comincia a visitare i luoghi d'interesse della città con unagiovane americanac'è serio motivo di
preoccupazione!"
Lord Lambeth rispose a questa insinuazione con una risata sprezzante. Ma ilcompagnodopo un attimo di pausa
riprese: "Ti ho appena detto che non volevo sapere niente di questafaccendama ti confesso che sono curioso di sapere
se hai intenzione di sposare la signorina Bessie Alden".
Su questo punto Lord Lambeth non diede soddisfazione immediata al suointerlocutore. Rimase per breve temp o
a rifletterecon lo sguardo accigliatopoi disse: "Per Giove! Corronoun po' troppo. Allora sì che mi troveranno
pericoloso... ne possono star sicure!"
Percy Beaumont prese a ridere. "Tu non mantieni le tue promesse. Giornifahai detto che avresti fatto in modo
che tua madre andasse a trovarle".
Lord Lambeth continuava a meditare. "Le ho chiesto di andare"rispose semplicemente.
29"E lei non ha accettato?"
"Noma lo farà".
"Parola mia"disse Percy Beaumont"se la faccenda cominceràa spaventarla di piùsono sicuro che ci andrà".
Lord Lambeth gli lanciò un'occhiatamentre lui continuava: "Andràdirettamente dalla ragazzadi sua iniziativa".
"Cosa vuoi dire che andrà da lei".
"La pregherà di stare lontano da teoppure cercherà di corromperla.In ogni casoprenderà seri provvedimenti".
Lord Lambeth gli volse le spalle in silenzio; poimentre il compagno loosservavasi allontanò di venti passi e
ritornò lentamente indietro. "Ho invitato la signora Westgate e lasignorina Alden a Branches"disse"e stasera
indicherò loro la data".
"E inviterai anche tua madre e tua sorella a conoscerle?"
"Precisamente!"
"Questo manderà la duchessa su tutte le furie!" disse PercyBeaumont. "Dubito che verrà".
"Faccia quello che vuole".
Beaumont guardò Lord Lambeth. "Allorahai veramente intenzione disposare la sorella più giovane?"
"Mi piace il modo in cui ne parli!" esclamò il gentiluomo."Sta tranquillonon mi mangerà!"
"Non ti lascerà certo lìin ginocchio"disse Percy Beaumont."Qual è dunque la lusinga?"
"Sentitu parli di proposta di matrimonioma aspetta almeno che iogliela faccia"continuò Lord Lambeth.
"Hai ragionemio caro ragazzopensaci bene!" concluse PercyBeaumont.
"È una ragazza incantevole"proferì Sua Eccellenza.
"Sicuroè una ragazza incantevole. Non conosco una ragazza piùincantevolein senso stretto. Ma ci sono
ragazze incantevoli anche più vicinoin patria".
"Adoro il suo temperamento"osservò Lord Lambethquasi sidivertisse a tormentare il cugino.
"E cosa c'è di speciale nel suo temperamento?"
"Non ha pauradice chiaramente quello che pensa e non ha soggezione dinessuno. È la prima ragazza che
incontro che non muore dal desiderio di sposarmi".
"Come fai a saperlose non glielo hai chiesto?"
"Non so perchéma ne sono sicuro".
"Io sono sicuro che mi ha fatto un mucchio di domande sulle tueproprietà e sui tuoi titoli"disse Beaumont.
"Anche a me ha fatto tante domandesenza fine"ammise LordLambeth"ma lo ha fatto per avere informazioni
non capisci?"
"Informazioni? Sìlo credo bene che le voleva! Non dubitare! Muore daldesiderio di sposarti né più né meno
come tutte le altre".
"Non sopporterei di essere rifiutato... non lo sopporterei".
"Se la cosa è così spiacevolesia per te che per leiallorain nomedel Cielolasciala perdere!" disse Percy
Beaumont.
La signora Westgateda parte suanon faceva altro che lamentare allasorella il fatto che le visite di Percy
Beaumont si erano diradate e che la Duchessa di Bayswater non si era ancorafatta viva. Ciononostanteaffermava di
preferire quest'ultima circostanza piuttosto che essere oggetto delleprodighe attenzioni della nobile dama. "È evidente"
diceva"molto evidente. È la deliziosa prova che l'abbiamo resainfelice. Il giorno che sia mo andate a pranzo da Lord
Lambethmi ha fatto proprio pena quel povero diavolo".
Da ciò si può facilmente dedurre che il ricevimento offerto da Lord Lambethper le sue amiche americane non
era stato deliziato dalla presenza dell'ansiosa madre. Il gentiluomo avevainvitato diverse persone scelte in loro onore
ma le signore della sua famiglia si erano distinte - come aveva notato inmodo un po' malignoma alquanto perspicace
la signora Westgate - per la loro assenza.
"Non voglio esprimermi in modo che possa procurarti dispiacere"disse Bessie Alden"ma non capisco perché tu
debba avere tutte queste teorie sulla povera madre di Lord Lambeth. Conoscimoltissimi uomini a New Yorksenza per
questo conoscere le loro madri".
La signora Westgate guardò la sorella e si allontanò. "Mia cara Bessiesei superba!" disse.
"Una cosa è certa"continuò la ragazza"se sapessi diessere causa di fastidi... anche involontaria... per la
famiglia di Lord Lambethinsisterei..."
"Insisteresti per farci lasciare l'Inghilterra?" domandò lasignora Westgate.
"Nonon per questo. Voglio andare a visitare la National Galleryvoglio vedere Stratford-on-Avon e la
Cattedrale di Canterbury. Ma insisterei a non farlo venire più a farcivisita".
"Sarebbe molto modesto e molto carino da parte tua. Ma ora non lofaresti".
"Perché dici 'ora'? chiese Bessie Alden. "Forseoranon sonopiù modesta?"
"Sei troppo interessata a lui. Un mese faquando hai detto di nonesserlosicuramente era vero. Ma adessomia
cara bambina"dis se la signora Westgate"non ti sarebbe cosìfacile non rivedere più Lord Lambeth. La cosa è andata
troppo oltre".
"Ti sbagli"disse Bessie"non capisci".
"Bambina mianon essere perversa"ribatté la sorella.
"Lo conosco megliosicuramentese è questo che vuoi dire"disseBessie"e mi piace molto. Ma non lo amo
abbastanza da voler causare problemi tra lui e la sua famiglia... Comunquenon ci credo".
30"Mi piace il tono con cui dici 'comunque'"esclamò la signoraWestgate. "Sudì la veritànon lo sposeresti?"
"Ohno!" rispose la ragazza.
La signora Westgate avvertì una sensazione di fastidio. "Perché no?Dimmelo!" le chiese.
"Perché non mi interessa"concluse Bessie Alden.
Il giorno seguente a quello in cui Lord Lambeth aveva avuto con PercyBeaumont lo scambio di opinioni riferito
primale ospiti del Jone's hotel ricevettero da Sua Eccellenza un bigliettod'invitocome già anticipatoal Castello
Branchesper il martedì successivo.
"Penso di avere organizzato proprio una bella festa"confidò loroil giovane gentiluomo. "Ci saranno diverse
persone che già conoscete e anche mia madre e le mie sorelleche sono statepurtroppo impeditefinoradi fare la
vostra conoscenza".
Bessie Alden non esitò a richiamare subito l'attenzione della sorella suquanto era stata ingiusta nei confronti
della Duchessa di Bayswaterla cui ostilitàevidentementenon era altroche una vana illusione.
"Aspetta a vedere se verrà"disse la signora Westgate"ecomunquese le toccherà incontrarci a casa del figlioa
maggior ragione era tenuta a venirci a fare visita".
Bessie non dovette attendere a lungopoiché arrivò il momento che la madredi Lord Lambeth fece suo il punto
di vista della signora Westgate riguardo ai suoi obblighi sociali.
L'indomaninel primo pomeriggiovennero recapitati nell'appartamento dellesignore americane due biglietti da
visita... uno dei quali riportava il nome della Duchessa di Bayswaterl'altro quello della Contessa di Pimlico.
La signora Westgate lanciò un'occhiata all'orologio. "Non sono ancorale quattro"disse"sono venute presto;
vogliono conoscerci. Ebbenele riceveremo".
E ordinò di lasciar passare le visitatrici. Qualche istante più tardilesignore furono fatte accomodare e ne seguì
un solenne scambio di espressioni cortesi.
La duchessa era una donna molto grossacon un bel colorito fresco. LaContessa di Pimlico era molto carina ed
elegante.
La duchessa si guardò un po' in giro e si accomodò su una sedia... senzarivolgere particolare attenzione alla
signora Westgate.
"Suppongo che mio figlio vi abbia riferito che desideravo venire aconoscervi"osservò.
"Lei è molto gentile"pronunciò la signora Westgatein modopoco convinto... poiché la sua coscienzada una
parte le impediva di assentire a tale affermazione... e dall'altra non lepermetteva di esprimere chiaramente quello che
pensava.
"Mi ha detto che siete state così gentili con lui in America"disse la duchessa.
"Siamo molto contente" replicò la signora Westgate"diessere riuscite a rendere il suo soggiorno un po' più... un
po' meno... un po' più piacevole".
"Penso che abbia alloggiato a casa vostra"osservò la Duchessa diBayswaterguardando Bessie Alden.
"Per un periodo molto breve"rispose la signora Westgate.
"Oh!" esclamò la duchessacontinuando a non staccare gli occhi daBessieche era occupata a conversare con
sua figlia.
"Le piace Londra?" aveva domandato Lady Plimico a Bessiedopoaverla esaminata da cima a fondo... il visole
maniil vestito e la pettinatura.
"Ohsìmoltissimo"disse Bessie.
"Le piace questo albergo?"
"È molto confortevole"disse Bessie.
"Le piace fermarsi negli alberghi?" la interrogò Lady Pimlicodopo una breve pausa.
"Mi piace moltissimo viaggiare"rispose Bessie"e credo chegli alberghi ne siano una parte necessaria. Ma non
sono la parte che mi piace di più".
"Ohio odio viaggiare"replicò la Contessa di Pimlico etrasferì la sua attenzione alla signora Westgate.
"Mio figlio mi ha detto che vi recherete a Branches"stava dicendoin quel momento la duchessa.
"Lord Lambeth è stato così gentile da invitarci"disse lasignora Westgateche avvertì che la sua visitatrice
aveva cominciato ad osservarla e checome d'abitudineprovò la piacevoleconsapevolezza di avere un aspetto distinto.
L'unica cosa che turbò la sua soddisfazionein questo casofu l'ispezionedel vestito della sua ospite che la fece
riflettere tra sé e sé: "Non apprezzerà di certo la miaeleganza!"
"Ha chiesto anche a me di andarema non sono sicura se potrò"mormo rò la duchessa.
"Ma ci aveva anticipato la p... possibilità di incontrarla"dissela signora Westgate.
"Odio la campagna in questa stagione"replicò la duchessa.
La signora Westgate si strinse un po' nelle spalle. "Penso che sia piùgradevole di Londra".
Ma lo sguardo della duchessa era di nuovo assentestava fissandoattentamente Bessie. Di punto in bianco si
alzòsi diresse verso una sedia vuotache si trovava alla destra dellaragazzae vi sedette in silenzio. Dal momento che
era una donna voluminosa e maestosail suo gesto risultòinevitabilmentedi grande effetto. E provocò anche un certo
imbarazzo che Lady Pimlicoda figlia affettuosadesiderò in qualche modomitigarerivolgendosi alla signora
Westgate.
"Suppongo che andiate parecchio in giro"osservò.
"Nomolto poco. Siamo straniere e non siamo venute qui per stare insocietà".
31"Capisco"disse Lady Pimlico"si sta abbastanza bene incittàin questo periodo".
"È molto piacevole"disse la signora Westgate. "Ma noiandiamo a trovare solo poche persone... per cui
proviamo simpatia".
"Naturalmentenon si può avere simpatia per tutti"disse LadyPimlico.
"Dipende dalla società a cui si appartiene"ribatté la signoraWestgate.
Nel frattempo la Duchessa si era rivolta a Bessie: "Mio figlio dice chele giovani in America sono molto
intelligenti".
"Mi fa piacere che abbiano fatto una così buona impressione su dilui"disse Bessiesorridendo.
La Duchessa non sorrideva: il suo largo viso era molto calmo. "Lui èmolto sensibile"disse"pensa che siano
tutti intelligenticertoa volte lo sono".
"A volte"acconsentì Bessiesorridendo ancora.
La duchessa la guardò per un momento e poi riprese: "Lambeth è moltosensibilema è anche molto volubile".
"Volubile?" domandò Bessie.
"È molto incostante. Non si può fare affidamento su di lui".
"Oh!" esclamò Bessie"Non lo riconosco in questadescrizione. Noi abbiamo fatto grande affidamento su di lui
io e mia sorellae non ci ha mai deluso".
"Ma vedrete che vi deluderà!" disse la duchessa.
Bessie accennò una piccola risataquasi fosse divertita all'insistenzadella duchessa. "Suppongo che dipenderà da
cosa ci aspettiamo da lui".
"Meno vi aspettatemeglio è"dichiarò la madre di Lord Lambeth.
"A dire il vero"replicò Bessie"non ci aspettiamo nientedi irragionevole".
La duchessa tacque per un attimoanche se sembrava volere aggiungeredell'altro.
"Lambeth mi ha detto che vi ha frequentato molto"riprese subitodopo.
"È venuto a trovarci spessoè stato molto gentile"disse BessieAlden.
"Suppongo che ci siate abituate. Mi hanno detto che si usa molto inAmerica".
"Si usa molto essere gentili?" chiese sorridendo la ragazza.
"È così che dite voi? So che usate modi per esprimervi diversi dainostri".
"Sicuramentespesso non riusciamo a capirci"disse la signoraWestgate cheterminato il colloquio con Lady
Pimlicopoté rivolgere la sua attenzione alla visitatrice più anziana.
"Mi riferisco al fatto che i giovanotti si incontrano così di frequentecon le signorine"spiegò la duchessa.
"Ma sicuramentein Inghilterra"riprese la signora Westgate"le signorine non vanno a trovare i giovanottinon
è vero?"
"Alcune lo fanno... più o meno"dichiarò Lady Pimlico"quando i giovanotti sono un buon partito!"
"Bessiedevi prendere nota di questo"disse la signora Westgate"vedemia sorella è una viaggiatrice modello.
Scrive tutte le notizie curioseche le capita di sentirein un libriccinoche tiene appunto per questo scopo".
La duchessa arrossì un po' e si guardò in giro per la stanzamentre lafiglia si stava rivolgendo a Bessie.
"Mio fratello ci ha detto che lei è straordinariamenteintelligente"disse Lady Pimlico.
"Avrebbe dovuto dirlo di mia sorella..." replicò Bessie"seè questo che intendeva".
"Vi fermerete per molto tempo a Branches?" di punto in biancochiese la duchessa alla ragazza.
"Lord Lambeth ci ha invitato per tre giorni"disse Bessie.
"Verrò anch'io"dichiarò la duchessa"e anche miafiglia".
"Sarà incantevole!" replicò Bessie.
"Delizioso!" mormorò la signora Westgate.
"Mi aspetto di trascorrere molto tempo con voi"continuò laduchessa. "Quando vado a Branchesmonopolizzo
sempre gli ospiti di mio figlio".
"Ne saranno molto felici"replicò la signora Westgate in modomolto benevolo.
"Desidero moltissimo vederlo... vedere il castello"disse Bessiealla duchessa"non ne ho mai visto uno... in
Inghilterraalmeno. E voi sapete che in America non ce ne sono".
"Ahlei ha passione per i castellieh?" indagò Sua Grazia.
"Ohsìuna vera passione!" rispose la ragazza. "È semprestato il sogno della mia vita andare a vivere in un
castello".
La duchessa la guardò per un istante interdettasenza sapere comeinterpretare tale impudenza chedal punto di
vista di Sua Graziao era frutto di candida ingenuitàoppure di grandeaudacia.
"Bene"dissealzandosi in piedi"le mostrerò io stessaBranches".
E con questo le due signore si congedarono.
"Cosa sono venute a fare?" chiese la signora Westgateappenafurono uscite.
"Volevano mostrarsi gentili"disse Bessie"dal momento cheavremmo dovuto incontrarle".
"È troppo tardi per essere gentili"replicò la signora Westgatecon un'aria piuttosto arcigna"volevano metterci
in soggezionecon le loro maniere raffinate e con la loro importanzaevolevano farti lacher prise".
"Lacher prise? Che cose strane che dici!" brontolò Bessie Alden.
"Volevano snobbarcicosì che non osassimo andare a Branches"continuò la signora Westgate.
"Al contrario"disse Bessie"la duchessa si è offerta dimostrarmi lei stessa il posto".
32"Sìpuoi stare certa che non ti perderà d'occhio un momento! Tistarà alle calcagna dalla mattina alla seracon la
scusa di mostrarti il castello".
"Tu hai sempre una spiegazione a tutto"disse Bessie.
"E tuevidentementenon ne hai mai nessuna".
"Io non ho visto nessun tentativo di 'metterci in soggezione'"replicò la ragazza. "Non hanno mostrato affatto
maniere ricercate".
"Ohnemmeno maniere cortesise è per questo!" dichiarò lasignora Westgate.
Bessie tacque per qualche tempoma improvvisamente le sembrò di averetrovato una spiegazione molto logica.
Sono venute per vedere me"dichiaròcome se fosse un'intuizionedavvero acuta.
La signora Westgate accolse le sue parole con un sorriso benevolo e le diedeatto di avere trovato una soluzione
molto brillante; ma in verità comprese che lo scetticismo della sorellaola sua benevolenzao meglioquello che aveva
a volte giustamente definito il suo idealismo erano inattaccabilidall'ironia.
Bessiecomunquerimase pensierosa tutto il resto del giorno e anche ilgiorno seguente.
L'indomaniprima di pranzola signora Westgate dovette uscire per un'orettae lasciò la sorella intenta a scrivere
una lettera.
Quando rientròincontrò all'entrata dell'albergo Lord Lambeth che neusciva. Le sembrò piuttosto imbarazzato e
aveva un'espressione molto grave in viso.
"Mi dispiace che non ci siamo incontrati. Non vuole per casorientrare?"
"No"disse il gentiluomo"non possoho visto sua sorella.Non posso più tornare".
Poi la guardò un istante e le porse la mano. "ArrivedercisignoraWestgate"disse"è stata molto gentile con
me".
E con un'espressione che le parve strana e insolitamente triste in quel belviso giovanesi allontanò.
La signora Westgate entrò nella camera e trovò Bessie ancora intenta ascrivere la sua letteraovvero notò che era
seduta al tavolino con la penna in manoma non stava scrivendo.
"È stato qui Lord Lambeth"disse infine la sorella maggiore.
Allora Bessie si alzòil suo viso era pallido e triste. Chinò la testasulla sorella e rimase così per qualche tempo
in silenzioquasi volesse confessarsi e discolparsi. "Gli hodetto"proferì infine"che non potevamo andare a
Branches".
La signora Westgate mostrò un attimo d'irritazione. "Poteva almenoaspettare..." disse con un sorriso" che
vedessimo il castello".
In seguitoun'ora più tardidisse alla sorella: "Bessie caravorreiche tu avessi accettato".
"Non potevo"disse gentilmente Bessie.
"È un ottimo ragazzo"disse la signora Westgate.
"Non potevo"ripeté Bessie.
"Se solo non fosse che..." aggiunse la sorella"quelle donnepenseranno di averla avuta vinta... di averci
paralizzato!"
Bessie Alden fece per allontanarsima d'un tratto aggiunse: "Eranointeressanti. Mi sarebbe piaciuto incontrarle
di nuovo".
"Anche a me!" esclamò la signora Westgate con enfasi.
"E mi sarebbe piaciuto vedere il castello"disse Bessiepoiaggiunse: "Ma ora dobbiamo lasciare l'Inghilterra".
La sorella la guardò. "Ma non aspettiamo di visitare prima la NationalGallery?"
"Non adesso".
"Nemmeno la Cattedrale di Canterbury?"
Bessie rifletté un momento e poi disse: "Lì ci possiamo fermaresullastrada per Parigi".
Lord Lambeth non riferì a Percy Beaumont che l'eventualità che lui tantotemeva si era infine verificata. Ma
Percy Beaumontvenuto a sapere che le due signore avevano lasciato Londrasi domandò preoccupato cosa potesse
essere accadutoo meglio direse lo domandò fino a quando la Duchessa diBayswater non accorse in parte in suo aiuto.
Le due signore partirono per Parigi edurante il viaggiola signoraWestgate tornò a ripetere più volte le medesime
parole: "C'è una cosa che rimpiango più di tutte... ed è che lorocrederanno di averci pietrificato!"
Ma Bessie Alden non sembrava rimpiangere nulla.