Readme.it in English  home page
Readme.it in Italiano  pagina iniziale
readme.it by logo SoftwareHouse.it

Yoga Roma Parioli Pony Express Raccomandate Roma

Ebook in formato Kindle (mobi) - Kindle File Ebook (mobi)

Formato per Iphone, Ipad e Ebook (epub) - Ipad, Iphone and Ebook reader format (epub)

Versione ebook di Readme.it powered by Softwarehouse.it


Henry James

Un episodio internazionale

2

PRIMA PARTE

Quattro anni fanel 1874due giovani inglesi ebbero occasione di recarsinegli Stati Uniti. Attraversarono

l'oceano in piena estate eal loro arrivo a New Yorkfurono sorpresi dalgran caldo della città. Sbarcati sul molosi

arrampicarono su una di quelle grandi e alte vetture che trasportano iviaggiatori agli alberghi edopo una serie di sbalzi

e scossoniraggiunsero Broadway.

L'immagine di New York in piena estate non è probabilmente delle migliorituttavia anche in questa stagione

non manca del suo splendore e del suo fascino. L'interminabile viale che inostri viaggiatori stavano percorrendocosì

ricco di contrastinon aveva nulla in comune con la tipica strada inglese:da entrambe i lati della strada si vedevano

marciapiedi vivacemente animatiedifici dai colori brillanti e dallearchitetture diversegrandiose facciate di marmo

biancoornate di iscrizioniscintillanti nella luce riflessa del soletendonistendardi e bandiereun'infinità di autobus

carrozze e veicoli comunivenditori di bevande freschepoliziotti inpantaloni bianchi e cappelli di pagliagiovani

eleganti che camminavano disinvolti sui marciapiedi. Ogni cosa e personalasciava trasparire un senso di fresconuovo

e moderno.

I due giovani si erano scambiate poche osservazionima nell'attraversareUnion Squaredi fronte al monumento

a Washingtonproprio nell'ombra proiettata dalla statua del padre dellapatriauno di essi osservò: "Mi sembra un luogo

alquanto bizzarro".

"Ohdavvero molto stranomolto strano"ribatté l'altroche erail più arguto dei due.

"Peccato che sia così maledettamente caldo"riprese il primo dopouna breve pausa.

"Per forzasiamo a bassa latitudine qui!" spiegò l'amico.

"Suppongo che sia per questo"osservò il suo interlocutore.

"Mi chiedo se sono in grado di darci un bel bagno con vasca"proseguì.

"Temo di no"aggiunse l'altro.

"Dici davvero?" esclamò l'amico.

Questa animata discussione fu interrotta dall'arrivo all'albergoche erastato loro consigliato da un gentiluomo

americano con cui avevano fatto conoscenzao per meglio dire con cui eranoentrati in intimitàsul piroscafo.

L'americano si era offerto di accompagnarli in albergo e di presentarlipersonalmente al proprietario. Tuttavia questo

piano fallì quandoall'arrivo al moloil loro amico aveva trovato adattenderlo il "socio"con la notizia che il suo

collega desiderava che si recasse immediatamente in ufficioper dareun'occhiata a certi telegrammi arrivati da St Louis.

Malgrado ciòavendo come unica raccomandazione il loro prestigio nazionalee le loro grazie personalii due inglesi

furono magnificamente ricevuti nell'albergoche risultò essere moltoospitale. Scoprirono che la vasca da bagno non era

poi una cosa così inaccessibile e anzi furono piacevolmente sorpresi dallapossibilitàche il loro appartamento offriva

di fare immersioni frequenti e prolungate.

Dopo un bel bagno lungo e rilassante - così lungo come non l'avevano maifatto - si diressero nella sala da pranzo

dell'albergoche era un ambiente spaziosocon una fontana al centronumerose piante sistemate in vasi ornamentali e

una sfilata di camerieri francesi.

Il primo pasto a terradopo un viaggio in mareè senza dubbio un'occasionemolto piacevolee vi era qualcosa di

particolarmente piacevole nelle circostanze in cui i nostri giovani inglesisi trovavano. Erano persone estremamente

cordiali e molto più osservatori di quanto non dessero a vedere. Nonostantelasciassero a malapena trasparire le proprie

emozionierano molto soddisfatti. Soprattutto il maggiore che era anchecome ho già dettoil più arguto dei due.

Si erano accomodati a un tavolino tranquillotutt'altra cosa rispetto alrumoroso e altalenante salone del piroscafo. Le

ampie porte e le finestre del ristorante erano incorniciate da grandi tende esi aprivano su un ampio marciapiede

costeggiato da folti alberi e da grossi vasi di piante; al di làuna grandepiazza ombreggiatapriva di palizzatacon

vialetti pavimentati in marmo. E al di sopra di questa verde vegetazionealtre facciate di marmo bianco e di pietra color

cioccolato chiaro si stagliavano contro l'azzurro intenso del cielo.

Lìall'esternonella luce e nell'ombra e nell'afac'era un grantintinnare di campanelli dei tram e un continuo

strascichìo e picchiettìo di piedi dei passantiper la maggior partegiovani donne in abito stile Pompadour.

All'internoil locale era fresco e scarsamente illuminatocon losciabordìo dell'acquail profumo dei fiori e il

volteggiare silenzioso dei camerieri francesi - come ho già detto - suitappeti.

"Assomiglia un po' a Pariginon è vero?" disse il più giovanedei nostri viaggiatori.

"Sembra proprio Parigi!" aggiunse il compagno.

"Forse è per i camerieri francesi". disse il primo. "Perchénon ci sono anche a Londra i camerieri francesi?"

"Immagina un cameriere francese in un club inglese!" disse l'amico.

Il giovane inglese trasalì un attimocome se non riuscisse ad immaginarlo.Poi continuò: "A Parigidi solito

vado a pranzare in un locale dove c'è un cameriere inglese... come sichiama?... un nome del tipo... vattelappesca. Mi

mandano sempre un cameriere inglese al tavolo. Probabilmente pensano che nonconosca il francese".

"Difatti è così"replicò il più saggiospiegandosi iltovagliolo.

Il compagnosenza prestare alcuna attenzione all'osservazione dell'amicoproseguì: "Intendo direforse

dobbiamo imparare l'americano. Credo che sia il caso di prendere qualchelezione".

"Io faccio fatica a capirli"fece eco l'altro.

"Ma cosa diavolo sta dicendo costui?" chiese il compagnoindicandoil cameriere francese.

"Ci sta consigliando un piatto di granchi dal guscio tenero"spiegò l'amico.3

E cosìpur continuando a fare casuali osservazioni sulle idiosincrasiedella nuova società in cui si trovavanoi

due inglesi diedero inizio a un pastocome si suol dire"allagrande"a base di piatti e bevande freschescelti da una

lunghissima lista proposta dal cameriere.

Dopo cenauscirono a passeggiare nelle stradine limitrofe. Cominciava ascendere il crepuscolo di fine estatema

il caldo era ancora molto intenso. Il calore del marciapiede penetravaperfino attraverso le robuste suole degli stivali dei

nostri viaggiatori e gli alberi vicini emettevano strani profumi esotici.

I due si inoltrarono nella piazza adiacentequello strano luogoprivo dipalizzatacon i vialetti pavimentati in

marmo a losanghe bianche e nere. C'era un gran numero di panchineaffollatedi gente dall'aria trasandatae i

viaggiatori notarono che non somigliava affatto a Belgrave Square. Su un latodella piazzaun enorme albergo

proiettava un numero infinito di finestre aperte e illuminate contro la caldaoscurità del cielo. Ai piedi del popolato

edificioun continuo stridìo di carrozze e tutt'intornonell'ariaunsinistro ronzìo di zanzare.

Il piano terra dell'albergo sembrava una gabbia trasparenteche riversava lasua luce abbagliante nella stradadi

cui sembrava rappresentare una specie di pubblico funzionariointento adaccogliere e respingerein modo casualei

passanti.

I due inglesi entrarono insieme a tutti gli altri per curiosità. E viderolungo un grande corridoio di marmopiù di un

centinaio di persone accomodate su divanicon le gambe allungate. Un'altrafolla di persone stava in piediin coda

davanti a un grosso bancone illuminato a giornocome fossero allabiglietteria di una stazione ferroviaria. Con le valige

in manol'aria avvilita ed esaustai vestiti piuttosto sgualcitisembravasi trovassero lì a rendere un misterioso tributo a

un magnifico giovanottocon baffi di paraffina e uno sparato dai bottoni aromboche di tanto in tanto lasciava cadere

lo sguardo assente su quella folla paziente. Erano cittadini americani cherendevano omaggio a un impiegato

dell'albergo.

"Per fortuna non ci ha consigliato di venire qui!" esclamò unodegli inglesialludendo al loro amico del piroscafo

che aveva dato loro un gran numero di informazioni.

Quindi risalirono Fifth Avenue dovesempre a detta dell'amicoabitavanotutte le famiglie più importanti. Ma le

famiglie più importanti erano fuori città e i nostri giovani viaggiatoriebbero solo la soddisfazione di vedere alcune

famiglie del ceto mediose non addirittura del ceto bassoprendere l'ariafresca della sera fuori ai balconi o sui ballatoi

nelle vie che si irradiano dalla più elegante strada principale.

Essi percorseroper un trattouna di queste stradine laterali e viderogiovani signore in abiti bianchidonne molto

attraentisedute in atteggiamento elegante su gradini color cioccolato.Alcune di esse facevano conversazione con altre

donne delle case dirimpettovestite nello stesso modo e sedute nello stessoatteggiamento. Nella tiepida aria notturna i

loro toni colloquiali suonavano insoliti alle orecchie dei giovani inglesi.

Il più giovane suggerì di interrompere alcune di queste dolci confidenzema il suo compagno lo mise

giustamente in guardia: "Dobbiamo stare attenti a non fare sbagli!"

"Ma lui ci ha detto...non ti ricordi?" incalzò il giovanealludendo all'amico del piroscafo.

"Non importa cosa ci ha detto!" rispose il compagno cheoltre adessere il più argutoera anche il più moralista

dei due.

Verso seranell'impazienza di assaporare un bel sonno su terrafermainostri naviganti andarono a coricarsi

presto. Era ancora insopportabilmente caldo e il ronzìo delle zanzareconle finestre apertepoteva essere scambiato per

l'udibile crepitìo della temperatura. "Non si riesce proprio asopportare!" si lamentarono entrambe. E trascorsero una

notte agitatissimamolto più agitata delle notti trascorse in balìa deimarosi dell'Atlantico.

Il mattino seguenteil primo pensiero fu quello di reimbarcarsi il giornostesso per l'Inghilterra. Ma poi venne

loro in mente che forse era possibile trovare un rifugio più a portata dimano.

La loro meta ideale divenne la grotta di Eoloe cominciarono a domandarsidove si recassero gli americani

quando desideravano avere un po' di fresco. Non ne avevano la più pallidaideaperciò decisero di chiedere

informazioni a un tale signor J. L. Westgate.

Era questo il nomescritto in chiare letteresul retro di una letterascrupolosamente conservata nel taccuino del

viaggiatore più giovane. Sotto l'indirizzonell'angolo sinistro dellabustasi leggevano le parole: 'Lettera di

presentazione dei sigg. Lord Lambeth e Percy Beaumont'. Questa lettera erastata consegnata ai due inglesi da un loro

caro amico di Londrache era stato in America due anni prima e chefra itanti amici che aveva lasciato lìaveva scelto

il signor J. L. Westgate come consegnatarioper così diredei suoicompatrioti.

"È una bravissima persona"aveva assicurato l'amico londinese"e ha una moglie straordinariamente bella. È

incredibilmente ospitale e farà per voi qualsiasi cosa edal momento chelaggiù conosce quasi tuttiè del tutto inutile

che vi dia altre lettere di presentazione. Lui vi farà incontrare chiunque;mettetevi nelle sue mani e vi aprirà tutte le

porte. Ha una moglie straordinariamente bella".

È naturale che nell'ora della tribolazione Lord Lambeth e il signor PercyBeaumont si rammentassero di quel

gentiluomole cui virtù erano state tanto loro decantate. Senza contare cheabitava nella Fifth Avenue e che la Fifthe

Avenuecome avevano constatato la sera precedenteera adiacente al loroalbergo.

"Scommetto dieci a uno che è fuori città"commentò PercyBeaumont"ma potremo perlomeno scoprire dove è

andato e partire immediatamente alla sua ricerca. Non può certo essereandato in un posto più caldo di questoti pare?"

"Ohesiste solo un luogo più caldo di questo"rispose LordLambeth"e spero proprio che non sia andato lì".

Essi percorsero il marciapiedesul lato in ombrafino al numero indicatosulla preziosa lettera. La casa presentava

un'imponente facciata color cioccolatoalleggerita da sculture florealisulrivestimento e sulle cornici delle finestree4

da polverosi cespugli di rose che si arrampicavano sui balconi e sul portico.A quest'ultimo si accedeva da una

monumentale scalinata.

"È molto meglio di una casa londinese"proferì Lord Lambethguardando giù da quella altezzauna volta che

ebbero suonato il campanello.

"Dipende da quale casa londinese intendi"replicò il compagno"qui si rischia di inzupparsi tutti per arrivare al

portonequando si scende dalla carrozza".

"Beh"disse Lord Lambethlanciando uno sguardo al cieloinfuocato"immagino che non piova molto da queste

parti!"

La porta fu aperta da un alto negro in giacca biancache ammiccò in modofamiliare quando Lord Lambeth

chiese del signor Westgate.

"Non è in casapadrone; è al suo ufficio in città".

"Ohè in ufficio?" esclamarono i visitatori. "E quando saràdi ritorno a casa?"

"Behpadronequando esce così presto al mattinoè possibile che siavia tutto il giorno".

La notizia fu davvero scoraggiantema fortunatamente l'intelligente negrofornì di buon grado l'indirizzo

dell'ufficio del signor Westgateche fu prontamente trascritto nel taccuinodi Percy Beaumont.

I due gentiluomini tornarono dunque stanchi al loro albergo. Qui ordinaronouna carrozza ecomodamente cullati

dallo spazioso veicoloraggiunsero il centro della città. Percorseronuovamente Broadway in tutta la sua lunghezza

tanto da avere l'impressione di seguire la traiettoria di una pallottola.Poidopo una deviazione a sinistrafurono

depositati dal conducente di fronte a un bell'edificio dalla strutturaleggera e modernaalto dieci pianiin una strada

affollata di giovani dall'espressione sveglia e dalla corporatura esilechecorrevano in gran fretta da una parte e

dall'altracedendosi il passo impazienti agli angoli della strada e sulleporte d'entrata.

Dopo aver fatto ingresso in questo magnifico edificiouno di questi giovani- un tipo attraentein un magnifico

abito color crema e un cappello con nastro bluche evidentemente avevacapito che i due uomini erano stranieri e

disorientati- li accompagnò a un ascensore molto accoglientedove preseroposto insieme a molte altre persone;

sfrecciando verso l'altoin un battibaleno furono proiettati al settimopiano dell'edificio. Quidopo una breve attesasi

trovarono faccia a faccia con l'amico del loro amico londinese.

L'ufficio era composto di diverse stanze; in una di esse si accomodarono inattesasenza scambiare una parola

dopo avere consegnato la loro lettera e i loro biglietti da visita. Lalettera non era di quelle che potevano richiedere

molto tempo per essere lettetuttavia il signor Westgate venne loro incontromolto prima di quanto si aspettassero:

evidentemente aveva piantato lì il suo lavoro.

Era un personaggio alto e snelloindossava un fresco abito di lino bianco;aveva un viso magro e familiaredai

lineamenti marcaticon un'espressione a un tempo affabile ed efficientelosguardo svegliointelligente e dei grossi

baffi castaniche gli nascondevano la bocca e facevano apparire piccolo ilmento.

L'impressione di Lord Lambeth fu di avere a che fare con una personastraordinariamente intelligente.

"Molto piacereLord Lambeth! Piaceresignore"dissetenendo inmano la lettera aperta. "Sono molto felice di

vedervi. Spero che stiate bene. È meglio che vi accomodiate di qua: pensoche faccia più fresco"e fece loro strada in

un'altra stanzaingombra di carte e di libri di dirittole cui finestreincorniciate da tendoni a righeerano spalancate.

Proprio di fronte a una di queste finestreLord Lambeth notòall'altezzadel suo sguardola banderuola di un

campanile. Il frastuono della strada sembrava infinitamente lontano ed eglifece un bel respiro profondo.

"Dico più fresco"proseguì il loro ospite"ma tutto èrelativo. Come sopportate il caldo?"

"Non posso dire che ci piaccia"rispose Lord Lambeth"ma aBeaumont piace più che a me".

"Behnon durerà a lungo"dichiarò allegramente il signorWestgate"niente di spiacevole dura a lungo dalle

nostre parti. Faceva un gran caldo quando il Capitano Littledale è statoqui; non faceva altro che bere bevande

ghiacciate allo sherry. In questa lettera ha espresso qualche dubbio sulfatto che possa ricordarmi di lui. Come se non

ricordassi di avergli preparatoin un sol giornonel giro di circa ventiminutila bellezza di sei bibite ghiacciate allo

sherry! Spero che lo abbiate lasciato in buona salutepoiché sono ormaipassati due anni da allora".

"Oh sìsta benissimo"disse Lord Lambeth.

"Mi fa sempre piacere vedere vostri connazionali"proseguì ilsignor Westgate. "Era ora che qualcuno di voi

venisse a trovarci. Giusto uno o due giorni faun mio amico mi ha detto: 'Ètempo di angurie e di inglesi'".

"In questo momento gli inglesi e le angurie sono più o meno la stessacosa"osservò Percy Beaumont

asciugandosi la fronte grondante.

"Beneallora vi metteremo in ghiacciocome facciamo con i meloni.Dovete andare a Newport!"

"Andremo da qualsiasi parte"disse Lord Lambeth.

"Sìdovete andare a Newport. Ecco cosa vi ci vuole!" proclamò ilsignor Westgate. "Maditemiquando siete

arrivati?"

"Soltanto ieri"rispose Percy Beaumont.

"Ahgiàpassando dalla Russia. E dove alloggiate?"

"All'Hanover. Mi sembra che si chiami così".

"È abbastanza confortevole?" indagò il signor Westgate.

"Mi sembra un posto di prim'ordinema non posso dire che ci piaccianole zanzare"disse Lord Lambeth.

Il signor Westgate sgranò gli occhi e scoppiò in una risata: "Oh nosicuro non vi piacciono le zanzare. Ci aspettiamo5

che vi piacciano un'infinità di cose quima non ci aspettiamo certo che vipiacciano le zanzareanche sedovete

ammetterlocome zanzare sono simpaticheno? Ma non dovreste rimanere incittà".

"Siamo anche noi dello stesso parere"replicò Lord Lambeth."Se fosse così cortese da darci qualche

suggerimento..."

"Darvi qualche suggerimentomio caro signore?" il signor Westgatelo guardò e strizzò le palpebre. "Aprite la

bocca e chiudete gli occhi! Lasciate fare a me e vi sistemerò io. È unaquestione di orgoglio nazionale per me che tutti

gli inglesi si divertano qui. E dal momento che ho abbastanza praticahoimparato ad esaudire i loro desideri. Penso che

in genere essi desiderino la cosa giusta. Perciòconsideratevisemplicemente mia proprietà e se qualcuno tentasse di

appropriarsi di voifatemi il piacere di rispondergli: 'Giù le mani! Troppotardisiamo già impegnati'. Maditemi

piuttosto"continuò l'americano nel suo tono calmo e scherzosopronunciando le parole così distintamente che i suoi

ospiti vi colsero un'intenzione umoristica- un tono insolitamente pacato especulativo per un uomo che era

evidentemente molto occupato e chea quanto parevaera un professionistaserio - "sentiamo... la sua visita negli Stati

Uniti ha forse uno scopo particolareLord Lambeth?"

"Oh noassolutamente"rispose il giovane inglese"miocugino doveva venire per un certo affare e ioappena

un'ora prima della partenzaho deciso di accompagnarlocosìperdivertimento".

"È la prima volta che viene negli Stati Uniti?"

"Ohsìcerto".

"Dovevo venire per un certo affare"spiegò Percy Beaumont"e ho portato Lambeth con me".

"E leisignoreè stato qui già altre volte?"

"Nomai".

"Pensavovisto che ha fatto riferimento ad un affare"disse ilsignor Westgate.

"Vedesono qui a titolo di avvocato"rispose Percy Beaumont."Certi signori di Londra hanno intenzione di fare

causa a una delle vostre ferrovieperciò mi hanno chiesto di venire qui aprendere gli opportuni provvedimenti".

"Qual è la ferrovia di cui parlate?" chiese.

"La Tennessee Central".

L'americano inclinò un po' la sedia e la tenne sospesa per un attimo.

"Behmi dispiace che vogliate attaccare una delle nostreistituzioni"replicò sorridendo"ma credo che

innanzitutto dobbiate divertirvi un po'!"

"Sono davvero spiacentema non riesco a lavorare con questoclima"confessò il giovane avvocato.

"Lasciatelo fare alla gente del posto"ribatté il signor Westgate"Lasciate la Tennessee Central a mesignor Beaumont.

Un giorno ce ne occuperemo noi e sono sicuro che riuscirò a sistemare lafaccenda. Ma non sapevo che voi inglesi

lavorastevoi aristocratici".

"Ohcerto che lavoriamoe anche tantonon è vero Lambeth?"disse Percy Beaumont.

"Io devo assolutamente essere di ritorno entro il 19 settembre"replicò il giovane inglese in modo poco pertinentema

cortese.

"Per la cacciaeh... o per la pescaforse?" chiese il suointerlocutore.

"Ohio devo essere in Scozia"replicò Lord Lambetharrossendoun po'.

"Bene"proseguì il signor Westgate"allora è meglio cheprima di tutto vi divertiate. Dovete andare a trovare la

signora Westgate".

"Saremmo molto lieti se ci volesse gentilmente indicare il treno"disse Percy Beaumont.

"Non vi serve il trenoma la nave".

"Ahcapisco. E qual è il nome della... di... della... città?"

"Non è una città"scoppiò a ridere il signor Westgate. "Èuna... beh... come chiamarla? ... è una stazione

balneare. Insommaè Newport. Lo vedrete cos'è. È un posto frescoquestaè la cosa più importante. Mi farete un grande

piacere se andrete là e vi metterete nelle mani della signora Westgate.Forse non sono io la persona adatta a dirloma

non potreste essere in mani migliori. Lo stesso si può dire di sua sorellache è lì con lei. Ha una vera passione per gli

inglesi. Pensa che non ci sia nulla al loro pari".

"La signora Westgate o ...ehm... sua sorella?" domandò PercyBeaumont timidamentema con il tono del

viaggiatore curioso.

"Ohvoglio dire mia moglie"spiegò il signor Westgate"noncredo che mia cognata li conosca gli inglesi. Ha

sempre avuto una vita tranquillaè vissuta a Boston lei".

Percy Beaumont ascoltava con interesse: "Cheda quanto ne so"disse"è la città più...ehm... intellettuale".

"Credo che sia molto intellettuale. Non ci vado spesso"replicòil suo ospite.

"Voglio diredovremmo andarci"disse Lord Lambeth all'indirizzodel suo compagno.

"OhLord Lambethaspetti che finisca il gran caldo"si intromiseil signor Westgate"Bostoncon questo clima

sarebbe proprio stancante. Non è la temperatura adatta per l'eserciziointellettuale. A Bostonsapetesi deve passare un

esame ai confini della città; e quando ve ne andatevi danno una specie didiploma".

Lord Lambeth lo guardò interdetto e arrossì un po'. Anche Percy Beaumontrestò un attimo perplessopur

mantenendo il suo bel colorito naturale; poi gettò uno sguardo al suocompagno e capì che non era poi così ingenuo da

esserci cascatodal momento che aveva sentito un gran parlare dell'humouramericano.

"Suppongo che sia molto divertente"disse il giovane gentiluomo.6

"Suppongo di sì"fece eco il signor Westgate. "Comunquenonsi discutedomani mattina presto sarete a

Newport dove vi aspettano. Abbiamo una casa lì; mezza New York si reca aNewport in estate. Non sono sicuro se mia

moglie al momento può ospitarvic'è tanta di quella gente a casa nostra.Non li conosco nemmeno tutti; soltanto può

essere che non ci sia posto. Ma potete intanto sistemarvi in albergo e nellostesso tempo stare a casa mia. In questo

modoandando in albergo solo per dormiresarà più tollerabile. Per ilrestodovete sentirvi a casa vostra. Non siate

timidi. Sapetese restate qui per un solo mesesarebbe una grave perdita ditempo. La signora Westgate non vi

trascurerà ed è meglio che non tentiate di resisterle. Ne so qualcosa.Immagino che incontrerete delle graziose ragazze

da quelle parti. Io darò la notizia a mia moglie con la posta del pomeriggioedomani mattina stessalei e la signorina

Alden si prenderanno cura di voi. Andate diritti a casa mia e mettetevi avostro agio. Il vostro piroscafo parte da questa

zona della città; manderò subito qualcuno per prenotarvi una cabina. Poialle quattro e mezza in puntodovete solo

passare qui da me e io vi accompagnerò e vi farò salire a bordo. È unanave molto grandepotreste perdervi. Da qui a

qualche giornoverso la fine della settimanaverrò a Newport a vedere comeve la passate".

I due giovani inglesi inaugurarono la politica di non resistere alla signoraWestgatesottomettendosi docilmente e

con gratitudine a suo marito. Era senza dubbio una gran brava persona e i duene furono piacevolmente impressionati.

La sua ospitalità era talmente generosa che veniva da sé pensare che non cifosse niente di meglio da desiderare.

Lord Lambeth e il cugino lasciarono il loro ospite al suo lavoro e tornaronoall'albergodove trascorsero tre o quattro

ore nei loro rispettivi bagni. Percy Beaumont aveva accennato al desiderio divedere qualcosa della cittàma "Al

diavolo la città!" aveva replicato il suo nobile parente.

Fecero ritorno puntuali all'ufficio del signor Westgatein carrozzacontutto il bagaglio. Ma si deve malvolentieri

annotare chequesta voltal'americano li fece attendere così a lungo chetemettero di perdere il piroscafo e fu solo per

cortese riserbo se non decisero di fare a meno della sua presenza e dipartire in gran fretta per il molo. Quando infine il

signor Westgate comparve e la carrozza si addentrò nei sobborghi di Broadwaypresero una tale corsatra sbalzi e

scossoniche giunsero all'immensa nave bianca quando stava fischiando ilsegnale di partenza e i passeggeri si stavano

ancora imbarcando.

Era in effetti una grossa imbarcazionecome il signor Westgate aveva dettoloroe la sua guida esperta tra gli

innumerevoli e interminabili corridoi e cabineche sembrava conoscereperfettamente e a cui chiunque sembrava avere

accessofu molto gradita ai nostri viaggiatori alquanto disorientati. Eglili accompagnò alla loro cabina di lusso: uno

spazioso appartamentoabbellito con lampade a gasspecchi a parete e mobiliscolpiti.

Poimolto più tardiquando i due inglesi erano ormai convinti che ilpiroscafo si stava muovendo per

intraprendere la rotta a loro sconosciutail signor Westgate si congedòcordialmente: "Dunquearrivederci Lord

Lambeth"disse"arrivederci signor Percy Beaumont. Spero che vidivertiate. Lasciate che facciano di voi quello che

vogliono. Io verrò a trovarvi di tanto in tanto".

I due inglesi emersero dalla loro cabina e si divertirono a girovagare perl'immenso piroscafo a labirintoche

apparve loro uno straordinario miscuglio di nave e di albergo. Era densamenteaffollato di passeggeriper lo più signore

con bambini piccoli.

Nei grandi saloni dagli ornamenti bianchi e oroche si susseguivano tra loroin modo sorprendentesotto le

oscillanti lampade a gase in mezzo ai piccoli passaggi laterali doveconaria flemmaticasi radunavano domestici

negri di entrambe i sessila gente andava e venivaconversando del più edel meno a voce alta.

Infinesu invito di un servizievole negroi nostri giovani si recarono aprendere "qualcosa per cena" in una

splendida saladisposta come un teatrodovein una galleria dorata sullaquale sembravano aprirsi piccoli palchiuna

grande orchestra stava suonando selezioni operistichementre in basso gliospiti si passavano liste delle vivandecome

se si trattasse di programmi.

Tutto ciò era abbastanza curioso. Ma il momento più piacevole i nostriviaggiatori lo assaporarono solo più tardi

quandoseduti all'aperto sul ponte bianco della navesotto la vaga lucedelle stelle e nella tiepida e ventilata aria della

serasi misero ad osservare i confusi contorni della costa bassa emisteriosa. Assaporarono i sigari americaniquelli del

signor Westgatee chiacchieraronocome erano solitiinframmezzando i lorodiscorsi con pausebruschi passaggi e

omissionicome persone che sono cresciute insieme e hanno imparato ariempire da sole i silenzi dell'altro ovverocosa

ancora più specialecome persone perfettamente consce di un punto di vistacomunetale che uno stile di

conversazioneapparentemente privo di compiutezzaè sufficiente perrichiamare una riserva di associazionicapaci di

dare una spiegazione a tutto.

"Sembra proprio che stiamo andando in mare aperto"osservò PercyBeaumont. "Parola miastiamo tornando

indietro in Inghilterra. Ci ha rispedito indietro. Bell'espediente hatrovato".

"Nova tutto bene"disse Lord Lambeth"voglio propriovedere queste belle ragazze a Newport. Ci ha pur detto

che il posto è un'isola e le isole non si trovano forse in mare?"

"Bene"riprese il viaggiatore più arguto dopo una breve pausa"se la sua casa è buona come i suoi sigarinon ci

mancherà proprio niente".

"Sembra proprio una brava persona"replicò Lord Lambethcome sequest'idea gli fosse balenata solo allora.

"Sentiera meglio che restassimo all'albergo"soggiunse ilcompagno subito dopo"non credo che mi piaccia il modo in

cui ha parlato della sua casa. Non mi piace l'idea di stare in una casa concosì tante donne".

"Oha me non importa"replicò Lord Lambeth. E poi rimasero unpo' a fumare in silenzio. "Figurati che pensa

che noi in Inghilterra non lavoriamo!" riprese il giovane inglese.

"Immagino che non lo pensasse davvero"disse Percy Beaumont.7

"Benesono sicuro che non ne sanno molto dell'Inghilterra da questeparti!" dichiarò Lord Lambeth divertito.

E poi seguì un'altra lunga pausa.

"È stato tremendamente civile"osservò il giovane gentiluomo.

"Certamentenon si poteva essere più civili di così"soggiunseil suo compagno.

"Littledale ha detto che sua moglie è molto divertente"disseLord Lambeth.

"La moglie di chi? Di Littledale?"

"Dell'americanola signora Westgate. Come si chiama lui? J. L".

Beaumont tacque per un momento. "Quello che è divertente per Littledale"disse infinequasi sentenziando"può

essere la morte per noi".

"Cosa vuoi dire con questo?" chiese il cugino"Credi forseche Littledale sia uomo più capace di me?".

"Mio caro ragazzospero che tu non voglia metterti a flirtare"dis se Percy Beaumont.

"Non mi interessa. Non credo che lo farò".

"Con una donna sposata... se lei acconsentevada pure"Beaumontspiegò. "Ma il nostro amico ha parlato di una

giovane ragazzauna sorella... una cognata. Per l'amor del cielonon tifare irretire da lei!"

"Cosa intendi per irretire?"

"Stai certo che cercherà di accalappiarti".

"Ohal diavolo!" replicò Lord Lambeth.

"Le ragazze americane sono molto abili!" incalzò il compagno.

"Tanto meglio!" dichiarò il giovane.

"Suppongo che facciano sempre ricorso a giochetti del genere"continuò Beaumont.

"Non credo che siano peggiori delle ragazze inglesi"sentenziòLord Lambeth.

"È vero"replicò Beaumont"ma in Inghilterra hai i tuoiprotettori naturalitua madre e le tue sorelle".

"Mia madre e le mie sorelle..." prese ad animarsi il giovanegentiluomoma si fermò in tempo e tirò una boccata

al sigaro.

"Tua madre si è confidata con mecon le lacrime agli occhi"disse Percy Beaumont. "Mi ha detto che era molto

in ansia proprio per questo motivo e io le ho promesso di tenerti lontano daiguai".

"Farai meglio a badare a te stesso"replicò l'oggetto di talematerna e 'ducale' sollecitudine.

"Mamio caro"soggiunse il giovane avvocato"io non ho micala prospettiva di centomila sterline all'annoper

non parlare di tutte le altre attrattive".

"Bene"disse Lord Lambeth"non ti fasciare la testa ancorprima di averla rotta!"

Arrivati a Newportdove faceva decisamente più frescoai nostriviaggiatori furono assegnate un paio di

minuscole camere in un'ala isolata di un albergo immenso. Erano approdatinelle prime luci del crepuscolo estivo e poi

si erano coricati di buon'ora. Grazie a ciò e al fatto chela notteprecedentenella spaziosa cabina della nave avevano

dormito il sonno dei giovani e dei fortiintorno alle undicii duecominciarono a sentirsi piuttosto vigili e irrequieti.

Si affacciarono alla finestra e videro una distesa verde di pratirecintatida rudimentali muretti in pietra e al di làai

piedi di un cielo blu intensovidero il blu profondo dell'oceanoqua e làspumeggiante di schiuma. Dalle finestreprive

di tendinetirava un fresco venticelloche indusse i nostri giovani aosservare chetutto sommatonon era affatto un

cattivo clima.

Continuando a fare osservazioniemersero dalle loro stanze in cerca dellacolazionepasto che consumarono in

un enorme salone disadornodove centinaia di negri in giacca biancastrascicavano i loro piedi su un pavimento privo di

tappeti; dove le mosche non si contavano e i tavoli e i piatti erano coperticon uno strano tessuto di mussolina blu; dove

diversi ragazzi e ragazzealzatisi tardisedevano con aria annoiata difronte al pasto mattutino. E questi giovani non

tenevano in mano il giornalebensì erano intenti ad esaminare languidamentela lista delle vivande. Quest'ultima si

rivelò un vero e proprio rompicapo per i nostri amici cheritenendo che lesue infinite voci si riferissero esclusivamente

alla colazioneebbero l'ansioso presentimento di una lista enciclopedica perla cena.

Trovarono l'albergo molto accogliente e ospitale. Si trattava di unagrandiosa struttura in legnola cui costruzione

- almeno così sembrò loro - doveva avere richiesto il disboscamento di unaconsiderevole parte delle foreste vergini

dell'ovest. Era attraversatoda una parte all'altrada immensi corridoidisadorninei quali tirava una forte corrente

d'ariache trasportava meravigliose figure di donne in abiti bianchi e confoulard di merletto alla Valenciennesche

sembravano fluttuarecon le balze dei vestiti rigonfiecome angeli con leali spiegate.

Sul davantisi estendeva una gigantesca veranda dove avrebbe potutoaccamparsi un intero esercitouna spaziosa

terrazza in legnocon un tetto alto come la navata di una cattedrale. Qui inostri giovani inglesi poterono farsi un'ideao

almeno così credetterodella società americanache si distribuiva inquello spazio immensoseduta in modi e

atteggiamenti diversie che sembrava consistere essenzialmente di ragazzegiovani e graziosein abbigliamento da festa

campestreche si cullavano nelle sedie a dondolosventolandosi con ventaglidi paglia e godendosi l'invidiabile libertà

dagli obblighi sociali.

Lord Lambeth aveva la convinzione - della quale sarebbe interessanterintracciare le origini - che sarebbe stato

non solo piacevolema anche molto facileentrare in relazione con qualcunadi loro. Ma il suo compagno si premurò

come già aveva fatto un paio di giorni primadi frenare l'impulso delgiovane gentiluomo a intraprendere

conversazione.

"È meglio che tu faccia attenzione"disse Percy Beaumont"oti troverai di fronte un padre o un fratello offeso

armati di coltello!"8

"Ti assicuro che non c'è niente di male"replicò Lord Lambeth"gli americani vengono in questi grandi alberghi

per fare conoscenze".

"Non ne so niente di questoe nemmeno tu"disse il cugino chedauomo argutocominciava a capire che

l'osservazione della società americana richiedeva un riadattamento delproprio punto di vista.

"Al diavolo! Allorascopriamolo!" esclamò Lord Lambeth conimpazienza"Sai che non voglio lasciarmi sfuggire

nessuna occasione".

"Lo scopriremo"rispose con calma Percy Beaumont"andremo atrovare la signora Westgate e le chiederemo

tutte le informazioni in merito".

E cosìi due inglesi avidi di informazioniusciti dalla verandadell'albergocon in mano l'indirizzo della signora

Westgate consegnato loro dal maritodopo avere chiesto le opportuneindicazionisi diressero verso una strada lunga e

dirittacosteggiata da una serie di vivaci e allegre villettetutte avvolteda cespugli e piante fiorite e recintate da steccati

di ogni tipo.

Era una mattinata fresca e splendentele ville avevano un aspetto elegante eaccogliente e la passeggiata dei

nostri viaggiatori era davvero piacevole. Ogni cosa sembrava essere statariverniciata a fresco il giorno prima: i rossi

tettile persiane verdile facciate marroni e brunastre. Le aiuole deiprati scintillavano nell'aria radiosa e la ghiaia nei

vialetti mandava un riverbero abbagliante. Sulla strada transitavano un grannumero di carrozze scopertealla cui guida

c'era quasi sempre una coppia di signoresignore che indossavano abitibianchi e lunghi guanti bianchi e che

guardavano i due inglesila cui nazionalità non era difficile intuiredisotto a spesse velette blu che ne avvolgevano il

visoquasi a ripararlo dai raggi solari.

Infine i due giovani si trovarono di nuovo in vista del mare edopo averepreso informazioni da un giardiniere

attraverso la palizzata di una villasvoltarono in un cancello aperto e sitrovarono faccia a faccia con l'oceano e con un

edificio molto pittorescosimile a un magnifico chaletposto in cima a unverde terrapieno.

La casa avevatutt'intornouna veranda dalle dimensioni straordinarie e sudi essa si aprivano un'infinità di porte

e finestre. Ed erano tutte così accessibili e accoglienticon lo stessolieve svolazzare di tendine; le soglie erano così

ampiegli interni così rassicuranti che i nostri amicidopo avere esitatoper un momentonon sapendo quale fosse

l'ingresso principalesi presentarono a una delle tante porte.

La camera all'interno era buiama nell'oscurità improvvisamente si delineòuna graziosa figura e una signora

venne loro incontro. Evidentementementre era seduta a tavolino a scrivereli aveva sentiti arrivare e si era alzata.

Uscì fuori nella lucecon un sorriso franco e seducentee porse la mano aPercy Beaumont. "Ohvoi dovete essere Lord

Lambeth e il signor Beaumont"disse"mio marito mi ha detto chesareste arrivati. È un vero piacere conoscervi". E

strinse la mano a entrambe i visitatori. I suoi ospiti erano un po' timidima conoscevano le buone maniereperciò

risposero con sorrisi ed esclamazioniscusandosi per non essere entratidalla porta d'ingresso. La signora replicò

prontamente chequando aveva particolare piacere di vedere qualcunononbadava a queste distinzioni e che il signor

Westgate le aveva scritto dei suoi amici inglesi in termini tali chel'avevano resa molto ansiosa.

"Mi ha scritto che eravate molto provati"disse.

"Ohintende dire per il caldo?" rispose Percy Beaumont."Eravamo piuttosto sfinitima ora stiamo decisamente

meglio. Abbiamo fatto un viaggio così... piacevole... fin qui. È moltogentile da parte sua informarsi..."

"Sìè molto gentile da parte sua"mormorò Lord Lambeth.

La signora Westgate sorridevaera veramente bella.

"Certo che mi sono preoccupata"disse"e avevo pensato dimandare qualcuno a prendervi questa mattina alla

Ocean House. Sono molto felice che stiate meglio e sono ancor più contentadel vostro arrivo. Ma andiamo dall'altra

parte del portico".

E con passo tranquillo e leggerofece strada ai suoi ospitivolgendosi ditanto in tanto indietro e sorridendo con

grazia.

L'altro lato del porticocome Lord Lambeth notòera un luogo davverosplendido. Era molto spazioso e con i

suoi tendoni da solele sue sedie in tessuti fantasiai suoi cuscini etappetil'oceano che si insinuava tra gli scogli

levigati come tappeti d'erbalì a portata di manoformava un affascinanteappendice del salotto. E per l'appunto da

salotto fungeva in quel momentopoiché vi era radunata una cerchia dipersone. C'erano diverse signore e due o tre

gentiluomini a cui la signora Westgate si affrettò a presentare i distintistranieri. Pronunciò una serie di nomi con

naturalezza e in modo distinto.

I giovani inglesi si avvicinavanofacevano goffi inchini ed eranovisibilmente imbarazzati. Infinevennero loro

offerte due sediedelle sedie basse in viminidorate e decorate con tantifiocchi.

Una delle signoreuna donna molto giovanecon un piccolo naso all'insù ele fossette sulle guanceoffrì a Percy

Beaumont un ventaglio: era un bel ventagliodecorato con nastri d'amorerosa. Ma Percy Beaumontnonostante sentisse

molto caldodeclinò l'offerta.

In veritàstava cominciando a fare più frescola brezza dal mare eradeliziosala vista era fantastica e gli ospiti

sembravano sentirsi straordinariamente eccitati e a proprio agio.

La maggior parte delle signore sembrava molto giovane; gli uominibiondi esnelliassomigliavano a quelli che i

nostri amici avevano visto il giorno prima a New York. Le donne erano intentea ricamare strisce di tappezzeriamentre

uno dei giovani teneva un libro aperto sulle ginocchia.

Soltanto più tardiuna delle signore informò Beaumont che quel giovane eradi Boston e cheprima del loro

arrivostava leggendo a voce altacosa che amava molto. Beaumont disse cheera un vero peccato che il giovane avesse9

interrotto la lettura a causa loro e che gli sarebbe piaciuto moltissimo - daquanto aveva sentito dire - sentir leggere un

bostoniano. Non si poteva persuaderlo a continuare?

"Ohno!" replicò con naturalezza la sua informatrice"oranon riuscirebbe più a catturare l'attenzione delle

signore".

Beaumont ebbe l'impressione che la compagnia fosse molto cordiale: tuttiguardavano i giovani inglesi con

animata simpatia e interesse e sorridevano di cuore a qualunque cosa venisseda loro detta. Lord Lambeth e il suo

compagno avvertirono un clima di calorosa ospitalità.

Mentre la signora Westgateseduta in mezzo a loroconversava rivolgendosiora a uno ora all'altroi due giovani

ebbero modo di notare che era davvero bellaproprio come l'aveva descrittail loro amico Littledale.

Aveva trent'annigli occhi e il sorriso di una diciassettenneed eraestremamente delicataaggraziataelegante e

ricercata. Era una persona molto spontaneasincera ed espansiva ementre tiguardava deliziata con i suoi occhi

incantevolisembrava sempredopo un attimo di esitazionefare qualcheconcessione o confessione.

"Ci aspettiamo di vedervi spessoda queste parti"disse a LordLambeth con calore affettuoso. "Amiamo molto gli

inglesidifatti ce ne sono molti a cui siamo rimasti affezionati. Traqualche giornodovete venire a stare da noi

speriamo che vi fermiate a lungo qui. Newport è davvero un luogo simpaticose si impara ad apprezzarlo e se si

conoscono molte persone. Sicuramente lei e il signor Beaumont non avretealcuna difficoltà. Gli inglesi qui ricevono

un'ottima accoglienza; ce n'è sempre qualcuno in giro. Credo che si trovinobene edevo direa buon diritto. Ricevono

un'infinità di attenzioni. Devo riconoscere chea volteli viziamo un po'ma sono sicura che lei e il signor Beaumont

siete inattaccabili da questo punto di vista. Mio marito mi ha scritto chesiete amici del Capitano Littledaleè un uomo

così affascinante! Si è trovato così bene qui che mi domando come mai nonci sia rimasto. Meglio di così non poteva

starenemmeno nel suo paeseanche sesuppongosi stia molto bene inInghilterraalmeno voi inglesi. Non lo soci

sono stata così poco io. Sono stata diverse volte all'esteroma vado semprenel continente. Devo dire che sono

particolarmente innamorata di Parigisapete noi americani lo siamo tutti'Vedi Parigi e poi muori!' Conoscete questo

detto? Lo ha pronunciato un uomo illustre. Per lo meno... ciò vale per ibravi americani. Ma siamo tutti bravilo vedrete

da voi. L'unico posto che conosco dell'Inghilterra è Londra e l'unico postoche conosco di Londra è un negozietto...

sapete... dove vendono le giacchequelle giacche con i passamano grezzi e ibottoni grossi. Fanno davvero delle belle

giacche a Londrabisogna riconoscerlo. Ad alcuni piacciono anche i vostricappellima per quanto riguarda i cappelli

io sono sempre stata un'eretica. Io li compro sempre a Parigi. Non si puòindossare un cappello inglesealmeno io non

sono mai riuscitaa meno che non si porti la pettinatura à l'anglaise. Edevo dire che è un'attitudine che non ho mai

avuto. A Parigiti fanno le cose che si adattano alle tue caratteristiche;in Inghilterrainvecemi sembra che preferiate

avere... come posso dire?... qualcosa che vada bene per tutti. Voglio direper quanto riguarda i vestitinon so dire per il

restoma ho sempre ritenuto che per le altre cose fosse completamentediverso. Intendo direin base al tipo di persona

alla classe sociale e a tutto il resto. Ho paura che pensiate che non ho unabuona opinione dell'Inghilterrama

credeteminon si può avere un'impressione piacevole a Dover Streetnelmese di novembre. È sempre stato questo il

mio destino. Conoscete il Jone's Hotel in Dover Street? È l'unica cosa checonosco dell'Inghilterra. Certosi sa che gli

alberghi inglesi sono il vostro punto debole. C'era sempre una nebbiaspaventosa... Non riuscivo nemmeno a vedere

come mi stavano indosso gli abiti che provavo. Quando tornavo in Americaalla lucemi accorgevo quasi sempre che

erano due taglie più grandi. La prossima volta ho intenzione di andarcinella buona stagionepenso che ci andrò l'anno

prossimo. Voglio proprio portarci mia sorellanon è mai stata inInghilterra. Non so se capite cosa intendoquando dico

che a volte li viziamo gli inglesi. Voglio dire che prendono tutto come fosseloro dovutoanche le cose che vengono

fatte espressamente per loro. Oranaturalmentetutto è dovutopurché gliinglesi siano gentili. Certo... quasi sempre

sono gentili. Naturalmentequesto non è affatto un paese interessante comel'Inghilterra; non abbiamo così tante cose da

vedere e non abbiamo la vostra vita di campagna. Non ho mai visto nientedella vostra vita di campagna: quando vado

in Europasono sempre nel continente. Ma ne ho sentito tanto parlare; so chequando vi trovate tra di voiin campagna

ve la spassate. Naturalmentenoi non abbiamo niente del genere. Non mi stoscusandoLord Lambethcerti americani si

scusano semprese ne sarà accorto. Abbiamo la reputazione di vantarci e disventolare sempre la bandiera americana

ma devo dire che mi sorprende invece il fatto che siamo sempre pronti ascusarci e a cercare di minimizzare le cose.

Ormai la bandiera americana è pressoché fuori modaè stata ripiegata concuracome fosse una vecchia tovaglia.

Perché dovremmo scusarci? Gli inglesi non si scusano mainon è vero? Nonon si scusano mai. Dovete prenderci così

come siamocon tutte le nostre imperfezioni. Certonon abbiamo la vostravita di campagnale vostre antiche rovinele

vostre grandiose tenutela vostra nobiltà e tutto il resto. Ma forseproprio per questoavrete il piacere di conoscere

qualcosa di diverso. Penso che qualsiasi luogo sia gradevolese la sua genteha dei modi gradevoli. Il Capitano

Littledale mi disse di non avere mai trovato modi così gentili come aNewport e lui era stato parecchio nella società

europea. Non era forse nel servizio diplomatico? Mi disse che il sogno dellasua vita era di essere assegnato come

diplomatico a Washington. Ma non sembra che ci sia riuscito. Suppongo che lepromozioni e tutte le cose di quel

generein Inghilterrasiano spaventosamente lente. Da noisapeteè tuttopiù veloce. Vedetericonosco i nostri lati

negativima devo confessare chea mio parereNewport è un luogo ideale.Non conosco niente di simi leda

nessun'altra parte. Il Capitano Littledale mi disse che non aveva mai vistoniente di simile. È completamente diversa

dalla maggior parte delle stazioni balneariha una vita molto piùaffascinante. Voglio direio credo che quando si va in

un paese straniero si devono apprezzare le differenze. Certole differenzeci sonoaltrimenti cosa si andrebbe a fare

all'estero? Cerchi di apprezzarla per la sua diversitàLord Lambethèquesto l'atteggiamento giusto. E sono sicura che

troverà la società americanaalmeno quella di Newportestremamenteaffascinante e interessante. Vorrei tanto che mio10

marito fosse quima è orribilmente confinato a New York. Suppongo che lacosa vi sembrerà molto stranaper un

gentiluomo. Mavedetenoi non abbiamo classi agiate".

Le parole della signora Westgatepronunciate con voce dolce e morbidascorrevano come un torrente in piena ed

eranodi volta in voltainterrotte da centinaia di sorrisiniocchiate egestiche sembravano rappresentare gli ostacoli e

le ostruzioni incontrati da questo torrente lungo il suo percorso.

Lord Lambeth l'ascoltavabisogna riconoscerlocon un'espressione piuttostoottusaanche se l'assecondava con

una serie di mormorii e di esclamazioni di assenso o di disapprovazione. Luinon era molto bravo a capire e a formulare

generalizzazioni. In veritàce n'erano due o tre che avevano preso corponel lavorìo della sua mente e che sarebbero

state opportune al momentoma ora non sembrava proprio riuscire a stardietro alla signora Westgateche continuava a

lanciarsi elegantemente nel mare della speculazione.

Fortunatamentela padrona di casa non si aspettava nessuna replica inparticolarepoiché le sue parole erano

rivolte indifferentemente a tutta la compagnia. Seguitava a sorridere a PercyBeaumontseduto al suo fiancocome se

lui la comprendesse perfettamente e fosse d'accordo con lei. Questi erainveritàmolto più attento del suo compagno

poichéoltre ad essere più intelligentela sua attenzione non eradistratta dalla stretta vicinanza con una giovane e

affascinante ragazzadagli occhi azzurri e dai capelli neri. Era questo ilcaso di Lord Lambethal quale venne in mente

di lì a pocoche la bella ragazza dagli occhi azzurri e dai capelli nerinon era altri che la graziosa sorelladi cui aveva

parlato la signora Westgate.

In quel momentola giovane si rivolse a lui con un'osservazione che nestabiliva chiaramente l'identità: "È

davvero un peccato che non abbiate portato mio cognato con voi. È un peccatoche debba restare a New Yorkdi questi

tempi".

"Ohsì! Fa così caldo!" disse Lord Lambeth.

"Deve essere terribile"replicò la ragazza.

"Suppongo che sia molto occupato"osservò Lord Lambeth.

"I gentiluomini in America lavorano troppo"proseguì la ragazza.

"Ohdavvero? Immagino che lo facciano volentieri".

"A me non fa piacere. Non si vedono mai".

"Davvero?" ripeté Lord Lambeth"Non l'avreiimmaginato".

"È venuto a studiare i costumi americani?" chiese la ragazza.

"Ohnon lo so. Sono venuto solo cosìper svago. E non permolto".

Seguì una pausapoi Lord Lambeth continuò: "Ma il signor Westgateverrànon è vero?"

"Certospero che venga. Così anche lui potrà occuparsi diintrattenere lei e il signor Beaumont".

Lord Lambeth la guardò per un attimo con i suoi begli occhi castani.

"Crede che sarebbe venuto con noise avessimo insistito?"

La cognata del signor Westgate tacque per un attimo e poi rispose:"Penso di sì".

"Davvero?" replicò il giovane gentiluomo. "È statoestremamente gentile con me e con Beaumo nt"aggiunse.

"È un gran bravo ragazzo"proseguì la ragazza"ed è unmarito perfetto. Ma tutti gli americani lo sono"

concluse con un sorriso.

"Davvero?" esclamò di nuovo Lord Lambethmentre si domandava setutte le donne americane avessero la stessa

passione a generalizzare ogni cosa come queste due.

Trascorsero un po' di tempo lì sedutia fare conversazione: l'atmosfera eraallegravivace ed amichevole. Tutti i

presentichi prima chi doporivolsero la parola agli inglesi e sembraronotenerciin particolarea indirizzarsi a loro

chiamandoli per nome. Arrivarono anche altri due o tre ospitici fu un granmovimento di sedie e uno scambio di posti.

Tutti i gentiluomini rivolsero agli inglesi parole cordialitutti siaffrettarono a formulare inviti e a dichiararsi pronti a

mettersi al loro servizio. Si rammaricarono del fatto che Lord Lambeth e ilsignor Beaumont non si trovassero molto

bene al loro albergo che non eracome uno di loro disse"accoglientecome quelle vostre piccole locande inglesi". Detto

gentiluomo spiegò poi che sfortunatamentein Americaera ancora moltodifficile godere della privacy che si

desiderava. Anche sein generela si poteva comprare; infattial giornod'oggiin Americasi poteva ottenere

qualunque cosa pagandola. Il modo di vivere americano stava diventando moltopiù privatostava cominciando a

somigliare a quello inglese. A Newportper esempioogni cosa eraassolutamente privata. Lord Lambeth sarebbe

rimasto sicuramente sorpreso da questo.

Tutti i presentipoiribadirono che il fatto che l'albergo in cuialloggiavano fosse poco accogliente era

irrilevantedal momento che tutti si aspettavano di ricevere loro visite.Avrebbero frequentato molte persone ein ogni

casoavrebbero trascorso gran parte del tempo dalla signora Westgate eavrebbero trovato la circostanza molto

piacevolepoiché la sua era la casa più accogliente di Newport. Era unpeccato che il signor Westgate fosse sempre via;

era un uomo estremamente abilemolto acutomolto acuto. Lavorava come unmulo e lasciava sua moglie... beh...

libera di fare quel che voleva. Aveva piacere che lei si divertisse e leidaparte suasapeva come farlo. Era

straordinariamente brillante ed aveva una splendida conversazione. Alcunipreferivano la sorellama la signorina Alden

era molto diversaaveva tutt'un altro stile. Certi dicevano anche che erapiù carina ecomunquenon era energica come

la sorella. Lei era più nello stile bostonianoaveva vissuto a Boston permolto tempo ed era molto istruita. Le ragazze di

Bostonsi dicevasomigliavano un po' alle giovani inglesi.

Proprio in quel momento Lord Lambeth ebbe occasione di verificare laveridicità di tali affermazioni. Tutta la

compagnia si era alzata per andare fino agli scogli a vedere il mareraccogliendo l'invito della padrona di casae mentre11

il giovane inglese camminava sull'erba insieme agli altrisi ritrovò lasorella della signora Westgate di nuovo al suo

fianco.

Benché avesse appena vent'annisembrava che sentisse l'obbligo di mostrarsiparticolarmente ospitale; e ciò era

ancora più sorprendenteconsiderato che appariva una persona per naturariservata ed introversa; aveva ben poco

dell'atteggiamento espansivo della sorella. Era forse un po' troppo magra eleggermente pallida. Camminava dolcemente

sull'erbacon le braccia distese lungo i fianchivolgendo ora uno sguardograve verso l'oceanoora uno sguardo allegro

verso Lord Lambethil qualeosservandolaconcluse che era altrettantobella quanto la sorella e chese era questo lo

stile di Bostonallora era davvero pieno di fascino. Anche se aveva un'ariaun po' intellettuale e doveva essere molto

istruitaera molto gentile ed aggraziata. Per via della sua intelligenzaaveva l'abitudine di riflettere sempre prima di

parlarenon diceva mai la prima cosa che le saltava in mente. E poiché LordLambeth veniva da un'altra parte del

mondo e da un diverso ambientelei stava cercando di adeguare la suaconversazione.

Gli altri si stavano sparpagliando vicino agli scogli. La signora Westgateaveva in carico Percy Beaumont.

"È un posto incantevolenon è vero?" disse Lord Lambeth."È veramente un bel posto per fermarsi".

"È un posto pieno di fascino"disse la ragazza. "Io siedospesso qui. Ci sono tanti angolini accoglienticome se

fossero stati fatti apposta".

"Ah! Suppongo che alcuni di essi siano artificiali"esclamò ilgiovane inglese.

La signorina Alden lo osservò per un attimo. "Ohnoniente èartificiale. È tutto opera della natura".

"Credo che dovreste metterci qualche panchina ... qualche sedile rusticoo cose del genere. Vedesarebbe così

simpatico starsene seduti qui"proseguì Lord Lambeth.

"Mi dispiacema non abbiamo tutte le cose che avete voi"disse laragazza pensierosa.

"Suppongo che abbiate la passione per la natura selvaggiacome leidice. La natura da queste parti deve essere

così grandiosa"disse Lord Lambeth guardandosi intorno.

Il profilo costiero lì intorno era molto suggestivoma tutt'altro chegrandioso e la signorina Alden sembrò

percepire questa incongruenza. "Ho paura che a lei sembrerà un po'rozzo"disse"non è come il paesaggio costiero nei

romanzi di Kingsley".

"Ohsanei romanzi esagerano sempre"replicò Lord Lambeth"non deve credere a quanto è scritto nei

romanzi".

Stavano passeggiando sugli scogli e si fermarono a guardare una piccolacavitàdove l'alta marea produceva un

curioso mugghiare. Il rumore era così forte che impediva di sentire le lorovoci e rimasero lìper qualche tempoin

silenzio.

La ragazza guardò il suo compagnoosservandolo in modo attento ma discretocome sanno fare le donneanche

quelle molto giovani.

Lord Lambeth ricambiò lo sguardo; altoforte ed erettoera di quellabellezza propria di certi giovani inglesie

solo di alcuni di essi. Aveva lineamenti perfettil'espressione del riposointellettuale e un'indole buona e gentileche

sembrava in qualche modo conformarsi alla finezza dei lineamenti del naso edel mento. E parlare dell'espressione di

riposo intellettuale di Lord Lambeth non è semplicemente un modo per direche sembrava stupido. Non era sicuramente

uno di quei giovani dall'immaginazione fervida e non eracome lui stessoriconoscevadi intelligenza straordinaria. Ma

per quanto nel suo sguardo si leggesse una sorta di seducente ottusitàeraun uomo perfettamente capace e ragionevole.

E con il suo aspetto sembrava voler dichiarare che essere un uomo onestonobile e atletico erano qualità sufficienti per

avere successo.

La giovane che gli stava accanto lo trovò subito - non lo si può negare -l'uomo più affascinante che avesse mai

incontrato e l'immaginazione di Bessie Aldena differenza di quella del suocompagnoera molto fervida.

Tuttaviaanche l'inglese cominciava a trovare nella ragazza una bellezzafuori dal comune.

"Suppongo che vi divertiate molto da queste parti e che diateun'infinità di balli e di feste"disse con galanteria

poichépur non essendo di un'intelligenza superioreera sicuramente abilenell'intrattenere conversazione con le

signore.

"Ohsìc'è grande movimento"replicò Bettie Alden. "Adire il veronon ci sono molti ballima ci sono tante

altre cose. Lo vedrà da lei stesso: noi siamo proprio nel bel mezzo".

"È molto gentile da parte sua. Ma credevo che voi americani avesteun'autentica passione per il ballo".

"Ohcredo chein generesi diano molti ballima io non vi prendoparte spesso. In ogni casod'estatenon ce ne

sono molti. E sono sicura" continuò Bessie Alden" che non sidiano tanti balli quanti da voi in Inghilterra".

"Davvero?" esclamò Lord Lambeth"Ohin Inghilterradipende...sa..."

"Non deve dare molta importanza alle nostre feste"disse laragazzaguardandolo con quell'espressione curiosa e

determinata a un tempoche le era peculiare. La curiosità appariva sincerae la determinazione nascondeva un pizzico di

maliziama in ogni caso la combinazione delle due risultava incantevole."Queste coseda noisono molto meno

grandiose che in Inghilterra".

"Sono sicuro che non pensa quello che dice"disse Lord Lambethridendo.

"Le assicuro che penso sempre quello che dico"dichiarò lagiovane. "Certoda quello che ho lettonella società

inglese è tutto molto diverso".

"Ohsìma sa"riprese il suo compagno"queste cose sonosempre descritte da gente che non ne sa nulla. Non

deve dare credito a ciò che legge".12

"Ohsì che do credito a quello che leggo!" esclamò Bessie Alden."Come posso non farloquando leggo

Thackeray e George Eliot?"

"BehcertoThackeray e George Eliot"disse il giovane nobiluomo"non ho letto molto dei loro libri".

"Non crede che conoscano abbastanza la società?" chiese BessieAlden.

"Ohsuppongo di sì. Erano così intelligenti. Ma quei romanzi allamoda"proseguì Lord Lambeth"sono terribili

sciocchezzesa..."

La sua compagna lo guardò per un attimo con i suoi profondi occhi azzurri epoi volse lo sguardo alla cavità dove

si infrangeva l'acqua del mare. "Intende direper esempiola signoraGore?" domandòalzando gli occhi.

"Sono spiacentema neanche di lei ho letto niente"confessò conuna debole risata e arrossendo un po' il giovane

inglese. "Temo che non mi riterrà molto intellettuale".

"Leggere la signora Gore non è prova di grande intellettoma a mepiace leggere tutto quello che riguarda la vita

ingleseanche i libri mediocri. Mi incuriosisce tanto".

"Le donne non sono forse tutte curiose?" domandò il giovanescherzosamente.

Ma Bessie Alden mostrò di voler rispondere a questa domanda in modo serio."Non credonon credo che lo siano

abbastanza da interessarsi a tante cose. Perciòa maggior ragioneè daritenersi un complimento il fatto che io sia

curiosa di tutto ciò che riguarda l'Inghilterra".

In questa conclusionein realtàla logica sembrava venir menoma LordLambethimbarazzato dal

complimentofece ricorso alla sua usuale modestia: "Sono sicuro che leine sa molto più di me".

"Sìcertone so un bel po'considerato che non ci sono maistata".

"Davvero non c'è mai stata?" esclamò Lord Lambeth. "Ma pensaun po'!"

"Maitranne che con l'immaginazione"disse la ragazza.

"Ma pensa un po'!" ripeté il compagno"ma suppongo che ciandrà prestonon è vero?"

"È il sogno della mia vita!" dichiarò Bessie Aldensorridendo.

"Ma sua sorella sembra conoscere un'infinità di cose di Londra"proseguì Lord Lambeth.

La giovane rimase per un attimo in silenzio. "Io e mia sorella siamo duepersone completamente diverse". Poi

aggiunse subito: "Lei è stata diverse volte in Europa e anche inInghilterra. Ha conosciuto tanti inglesi".

"Ma anche lei ne avrà conosciuti "replicò Lord Lambeth.

"Non penso di avere mai parlato con un inglese prima d'ora. Lei è ilprimo ingleseper quanto ne sappiaa cui

rivolgo la parola".

Bessie Alden fece questa affermazione con una certa gravitàquasi consolennitàalmeno così sembrò a Lord

Lambeth. E lui cheal primo accenno di solennitàsi sentiva sempreimpacciatoprese a ridere e ad agitare il bastone.

"Ahne può essere certa!" disse edopo un istante aggiunse:"Purtroppo non sono il migliore esemplare".

La ragazza volse lo sguardo altrove e la sua espressione seria lasciò ilposto a un delicato sorriso. "Non

dimentichi che lei è solo l'inizio"disse e tornò sui suoi passisulpratodove venne loro incontro la signora Westgate

con Percy Beaumont al suo fianco.

"Forse andrò in Inghilterra l'anno prossimo"continuò lasignorina Alden"lo desidero immensamente. Mia

sorella ha intenzione di andare in Europa e mi ha chiesto di accompagnarla.Se andremofarò in modo di stare a Londra

il più a lungo possibile".

"Ahdovete venire a luglio"disse Lord Lambeth"è ilperiodo in cui c'è più movimento".

"Non credo che riuscirò ad aspettare fino a luglio"replicò lagiovane"per i primi di maggiosarò già molto

impaziente".

Avevano percorso un bel tratto e la signora Westgate e il suo comp agnoprocedevano accanto a loro.

"Kitty"disse la signorina Alden"ho annunciato che andremoa Londra il prossimo maggio. Perciòper favore

comportati di conseguenza".

Percy Beaumont appariva visibilmente animatoperfino un po' irritato. Erasenza dubbio non meno affascinante

del cugino ein sua assenzaavrebbe potuto rappresentare un mirabileesemplare del tipo inglesealtomuscolosocon

gli occhi chiari e la barba bionda. In quel preciso istantei suoi occhichiaripiccoli e di colore grigio pallidosi

oscurarono esorvolando rapidamente la signora Westgate ancora intenta aparlaresi posarono su suo cugino.

Nel frattempola signora Westgate continuava a rivolgersi a tutti con lastessa espressione esageratemente compiaciuta.

"È meglio che aspetti che venga il momento"disse alla sorella."Forsea maggionon ti importerà più tanto di Londra.

Io e il signor Beaumont " continuòsorridendo al suo compagno"abbiamo avuto un'accanita discussione. Non siamo

d'accordo su niente. È straordinariamente divertente".

"PerbaccoPercy!" esclamò Lord Lambeth.

"Non sono affatto d'accordo"replicò Beaumontlisciandosi con lamano i capelli dietro la nuca"soprattutto sul

punto di trovare la cosa divertente".

"Perbacco!" esclamò di nuovo Lord Lambeth.

"Non ci trovo nulla di divertente nell'essere in disaccordo con lasignora Westgate"spiegò Percy Beaumont.

"Io sì!" dichiarò la signora Westgate; poi si rivolse allasorella: "Ti ricordi che devi andare in città. La carrozza è

pronta. Potresti portare con te Lord Lambeth".

A questo puntoPercy Beaumont lanciò un'occhiata al cuginocercando diincrociare il suo sguardo. Ma Lord

Lambethche aveva gli occhi immersi in ben più gradevole visionenon loguardò affatto.13

"Ne sarò molto felice"proclamò Bessie Alden. "Devo soloandare in qualche negozio. Ma la condurrò un po' in

giro e le farò conoscere il posto".

"Una donna americana che si rispetti"disse la signora Westgaterivolgendosi a Beaumontcon la sua aria

esplicativa"deve comprare qualcosa ogni giorno della sua vita. Se nonlo può fare da sédeve mandare qualche

membro della famiglia al suo posto. Così Bessie va per adempiere la miamissione".

La giovane ragazza si era allontanataconversando con Lord Lambethe PercyBeaumont li osservò mentre si

dirigevano verso la casa.

"Sicuroadempie la sua missione"osservò"quella di essereuna donna molto attraente".

"Io non direi molto attraente"disse la signora Westgate."Più che attraenteè una ragazza davvero incantevole

se la si impara a conoscere. È molto timida".

"Ohdavvero?" esclamò Percy Beaumont.

"Estremamente timida"ripeté la signora Westgate"ma è unacara ragazzauna ragazza incantevole. Non è

affatto civettanon è nel suo stilenon sa neanche cosa significa esserlo.È molto semplicemolto seria. È vissuta a

lungo a Boston con un'altra mia sorellala più grandeche ha sposato unbostoniano. Lei è molto coltaa differenza di

me. Io non sono affatto colta. Lei ha studiato moltissimo e ha letto ditutto. È di quelle persone che a Boston chiamano

'riflessive'.

"Che bizzarro tipo di ragazza si è andato a trovare Lord Lambeth!"rifletté in privato il parente di Sua Eccellenza.

"A mio parere"continuò la signora Westgate"la donnaideale può essere simbolicamente rappresentata come

una cornice di Boston su un quadro di New Yorko forse il contrariounacornice di New York su un quadro di Boston.

In ogni casol'insieme delle due"concluse la signora Westgatecontinuando a fare le sue osservazioni a Percy

Beaumont.

Lord Lambeth salì con Bessie Alden su un piccolo phaéton1 a navicellachelo condusseattraverso il lungo viale

che aveva già percorso a piedi un paio d'ore primaalla città vecchia diNewportcome la chiamavano in quella parte

del mondo. La città vecchia era un insieme curiosouna serie di vivacicasette in legnoverniciate di biancosparse su

una collina e allineate su una lunga strada dirittarivestita di ciottoli.C'era un gran numero di negoziper lo più di

venditori di fruttacon enormi angurie e zucche impilate davanti allevetrine. E c'era una miriade di phaéton- che

sostavano davanti ai negozi o procedevano a sbalzi e scossonisull'acciottolato - in cui sedevano eleganti signoreche si

scambiavano saluti da un veicolo all'altro e conversavano sul bordo delmarciapiedecon dei modi che sorpresero Lord

Lambeth per la loro spontaneitàcon una serie di "Ohmia cara" ebrevi esclamazioni e gesti affettuosi.

La sua accompagnatrice entrò in diciassette negozi - l'inglese si divertì acontarli - e accumulò sul fondo della carrozza

una tale pila di pacchi che lasciarono a stento un po' di posto ai suoipiedi. Non avendo la ragazza né uno stallierené un

domesticolui sedeva a cassetta e teneva le briglie dei cavalli. Cosìpurnon essendo un acuto osservatoredalla

posizione in cui si trovava poté apprezzare molte cose interessanti: inparticolarele signore appena menzionateche

andavano su e giùcon l'aria di non avere alcuno scopo precisoallaricerca di qualcosa da comprare e chesalendo e

scendendo dalle carrozzemettevano in bella mostra le loro gambe. A LordLambeth sembrava tutto molto curioso

vivace e allegro.

Naturalmenteprima di fare ritorno alla villaebbe occasione di conversaredel più e del meno con Bessie Alden.

I giovani inglesi trascorsero l'intera giornata e intere giornate ancora inquella che i francesi chiamano l'intimité dei loro

nuovi amici. Tutto era simpatico e piacevolenon avevano mai trascorso unperiodo così felice.

Non è mia intenzione narrare nei dettagli gli episodi del loro soggiorno inquel luogo incantevole; potreituttaviadare

un breve resoconto di quelle impressioni deliziose a cui ho fatto solo cenno.Molte di esse sono ancora impresse nella

mente dei nostri viaggiatoriaccompagnate da un corteo di immaginiarmoniose: immagini di mattinate splendenti

trascorse sui prati o nei portici che dominavano il maredi tante belleragazzedell'ozio senza finedi chiacchiererisate

flirtpranzi e cene. Immagini di sincerità e di amicizia da parte di tuttidi momenti in cui conoscevano tutto e tutti e si

trovavano straordinariamente a proprio agiodi scarrozzate e cavalcateneltardo pomeriggiosulle spiagge splendenti o

sulle strade litoraneesotto un cielo illuminato da tramonti meravigliosiedi ceneal ritornoinformalidisordinate

piacevoli; di seratecon le finestre aperteo seduti nella verandasottoil cielo stellato d'estatedi fronte al tiepido

Atlantico.

I giovani inglesi furono presentati a tuttiricevuti da tutti ed entraronoin intimità con tutti. Trascorsi tre giorni

avevano fatto le valige e si erano trasferiti a casa della signora Westgatedecisione questa a cui Percy Beaumont aveva

in principioopposto una certa resistenza per scrupolo di coscienza. E parlodi scrupolo di coscienzaperché trovava

fondamento in certi discorsi fatti con Bessie Alden il giorno successivo alloro arrivo.

In realtànon erano mancate le occasioni di scambiare due chiacchiere conleipoiché non è che la ragazza fosse

semp re intenta a conversare con Lord Lambeth. Beaumont aveva riflettuto suquanto la signora Westgate aveva detto di

sua sorella e si era reso contodi personache lei era molto intelligente esembrava avere letto moltissimo. Era davvero

graziosaanche se non gli sembrava poi così timidacome l'aveva definitala signora Westgate. Se lo erariusciva a

mascherarlo egregiamente.

"Signor Beaumont"gli aveva detto "la pregomi dica qualcosadella famiglia di Lord Lambeth. Della sua...come

la chiamate voiin Inghilterra?... della sua posizione?"

"La sua posizione?" ripeté Percy Beaumont.

"Sìil suo rangoo come altro lo chiamate. Sfortunatamentequi danoi non esiste... l'almanacco nobiliarecome

nei personaggi di Thackeray".14

"È davvero un peccato"replicò Beaumont"lì ci troverebbetutto spiegato molto meglio di quanto posso farlo

io".

"È un nobilequindi?"

"Ohsì! È un nobile".

"E ha altri titoli oltre a quello di Lord Lambeth?"

"Il suo titolo è Marchese di Lambeth"rispose Percy Beaumont epoi tacque.

Bessie Alden sembrava guardarlo con interesse.

"È il figlio del Duca di Bayswater"aggiunse Beaumont.

"Il figlio maggiore?"

"L'unico figlio".

"E i suoi genitori sono ancora in vita?"

"Ohsì. Se suo padre non fosse vivolui sarebbe un duca".

"Quindiquando suo padre morirà"continuò la signorina Aldencon una semplicità che sorprendeva in una

persona così intelligente"lui diventerà Duca di Bayswater?"

"Certo"disse Percy Beaumont"ma suo padre al momento godedi ottima salute".

"E sua madre?"

Beaumont sorrise. "La duchessa ha una tempra fuori dal comune".

"E ha delle sorelle?"

"Sìne ha due".

"E come si chiamano?"

"Una è sposata; è la Contessa di Pimlico".

"E l'altra?"

"L'altra non è sposata; lei è semplicemente Lady Julia".

Bessie Alden lo osservò per un momento. "Ed è davvero semplice?"

Beaumont sorrise di nuovo. "Non la troverebbe di certo interessante comesuo fratello"rispose.

E fu a seguito di questa conversazione che Beaumont cercò di dissuaderel'erede del Duca di Bayswater

dall'accettare l'invito della signora Westgate. "Dammi retta"glidisse"quella ragazza cercherà di conquistarti".

"Mi sembra che tu stia facendo di tutto per prenderti gioco di me"replicò il modesto gentiluomo.

"Mi ha fatto ogni sorta di domande sulla tua famiglia e sulle tueproprietà"replicò Beaumont.

"Sono sicuro che lo ha fatto per cortesia!" soggiunse Lord Lambeth.

"D'accordo allora"osservò il suo compagno"se proprio vuoiandareva...ma sta con gli occhi aperti".

"Al diavolo i miei occhi!" esclamò Lord Lambeth"Se dobbiamoandare a casa sua dodici volte al giornoè

molto più comodo alloggiare lì. Sono stufo di andare avanti e indietro perquesta stupida strada".

Dal momento che aveva deciso di andarePercy Beaumont non se la sentìnaturalmentedi mandarlo da solo. E

poiché era uomo di coscienzasi rammentò della promessa fatta alladuchessa. E fu proprio nel rammentare questa

promessa cheun paio di giorni doposi decise a manifestare al cugino lapreoccupazione che si stesse affezionando

troppo alla ragazza.

"Prima di tuttocome fai a sapere quanto sono affezionato a lei?"domandò Lord Lambeth"e in secondo luogo

perché non dovrei esserlo?"

"Non mi sembra che sia nel tuo stile".

"Cosa intendi per il mio 'stile'? Non la riterrai mica una ragazza 'facile'?"

"Assolutamente no. La signora Westgate dice che in America non esistonoragazze 'facili'che si tratta di

un'invenzione inglese e che il termine qui non ha nessun significato".

"Tanto meglio! È una razza che detesto".

"Preferisci il tipo intellettualoide?"

"È così che definiresti la signorina Alden?"

"Sua sorella mi ha detto"disse Percy Beaumont"che è unaragazza straordinariamente colta".

"Non ne so nulla. Sicuramente è molto intelligente".

"Beh"disse Beaumont" immaginavo che avresti trovato untipo del genere terribilmente noioso".

"In realtà"esclamò Lord Lambeth"la trovo di unavivacità fuori dal comune".

Dopo questo scambio di vedutePercy Beaumont non tornò più sull'argomentoma il 10 di agosto scrisse una

lettera alla Duchessa di Bayswater. Eracome ho già dettoun uomo dicoscienza e aveva un incorruttibile senso delle

convenzioni sociali.

Nel frattemposuo cugino trascorreva gran parte delle sue giornate incompagnia di Bessie Alden: stavano seduti

sugli scoglial di là del pratofacevano lunghe cavalcate sulla spiaggiada cui rientravano alla luce accesa del tramonto

oppure si attardavano la sera sulla veranda.

Lord Lambeth aveva avuto occasione di frequentare molte casema non gli eramai capitato di trovarsi in una

casa come questadove un giovane poteva intrattenersi con una ragazza contanta libertà.

Bessie non si rivolgeva più a Percy Beaumont per avere informazioni su SuaEccellenzama interrogava

direttamente il gentiluomo. Gli fece un'infinità di domandemolte dellequali lo infastidironoanche perché non amava

parlare di sé.

"Lord Lambeth"gli chiese una volta"lei è un legislatoreereditario?"15

"Ohsenti un po'!" esclamò Lord Lambeth"non mi chiami conappellativi di questo genere".

"Ma lei è un membro del Parlamento?" ribatté la ragazza.

"Non mi piace neanche questa espressione".

"Ma non siede nella Camera dei Lord?" continuò Bessie Alden.

"Molto di rado"rispose Lord Lambeth.

"È una posizione importante?"

"Ohno!" rispose Lord Lambeth.

"Io penso che sia un onore averesolo per diritto di nascitalafacoltà di fare leggi per una grande nazione".

"Ahma non facciamo mica le leggi. È solo un'illusione".

"Non ci credo"dichiarò la ragazza"deve essere un granprivilegio e credo chea guardare dal giusto punto di

vistada un punto di vista superioredeve essere molto interessante".

"Meno ci si pensameglio è"affermò Lord Lambeth.

"Io penso che sia una cosa straordinaria"concluse Bessie Alden.

In un'altra occasionela ragazza gli chiese se aveva dei fittavoli. Fu inconseguenza di ciò che Lord Lambeth si

mostròcome ho già dettoun po' contrariato.

"Vuole forse sottrarre loro le concessioni d'affitto?"

"Voglio direha delle entrate?" domandò lei.

"Ohsenti questa!" esclamò"C'è per caso un ecclesiasticoche ci sta osservando?"

Tuttaviala ragazza riuscì a fargli confessare che possedeva un castelloanche se lui le nascose l'esistenza di altri.

Era il luogo in cui era nato e cresciuto epoiché nutriva per esso unapredilezione di vecchia datasi lasciò trasportare

suo malgradoa descriverlo e a elencarne le infinite bellezze.

Bessie Alden ascoltava con grande interesse ealla finedichiarò cheavrebbe dato tutto l'oro del mondo per

conoscere un posto simile.

"Sarebbe un vero piacere per me se venisse a fargli una visita"fece in risposta Lord Lambethavvertendo in quel

momento una vaga soddisfazione per il fatto che Percy Beaumont non avesseudito l'osservazione che ho appena

annotato.

Durante tutto questo tempoil signor Westgate non si era mai 'fatto vivo'come si diceva a Newport. La moglie

più di una voltaaveva annunciato che lo aspettava per il giorno seguente.Ma l'indomani si aggirava per la casacon un

telegramma nelle mani ingioiellatee dichiarava che era una vera seccaturache il suo lavoro lo trattenesse a New York

e checomunquelui si augurava che gli inglesi si stessero divertendo.

"Devo dire"dichiarò la signora Westgate"che non è certograzie a lui se vi divertite". E poicon quel suo lento

incedere che metteva in evidenza le belle gonne che le calzavano a pennellocontinuava a ripetere che sfortunatamente

in America non esistevano classi agiate.

Lord Lambethdal canto suosi era fatto l'idea - idea che avanzò senzascrupolo al cuginoquando si trovarono

insieme a parlare - che Percy Beaumont stesse volentieri in compagnia dellasignora Westgate e checon il pretesto di

trovarsi per discutere animatamentestavano indulgendo in pratiche checonferivano un'ombra di ipocrisia alle

lamentele della signora per l'assenza del marito.

"Ti assicuro che discutiamo sempre e non siamo mai d'accordo"disse Percy Beaumont. "Ha una dialettica

straordinaria. Evidentemente le donne americane non si fanno problemi acontraddirti. Parola mianon credo di essere

mai stato trattato così da una donna. È una persona così positiva".

Le positive qualità della signora Westgate avevano evidentemente una forteattrazionedal momento che

Beaumont era costantemente al suo fianco. Se ne allontanò solo un giornoesoltanto per recarsi a New Yorkper

discutere la faccenda della Tennessee Central con il signor Westgate. Siassentò in tutto per quarantotto oredurante le

qualicon l'aiuto del signor Westgateriuscì a risolvere la questione.

"Certosono svelti a sbrigare le cose a New York"osservò alcugino e aggiunse che il signor Westgate era parso

molto in ansiaper paura che la moglie sentisse la mancanza del suo ospite:aveva avuto una tale fretta a rispedirglielo!

"Ho paura che non sarai mai all'altezza di un marito americanose èquesto che le mogli si aspettano"disse a Lord

Lambeth.

Tuttaviala signora Westgate non avrebbe goduto ancora a lungo dellacompagnia che l'indulgente marito le

aveva procurato. Il 21 agosto Lord Lambeth ricevette dalla madre untelegrammache lo invitava a fare immediato

ritorno in Inghilterra; suo padre si era ammalato ed era suo dovere filialerecarsi da lui.

Il giovane inglese ne rimase visibilmente contrariato. "Cosa diavolosignifica?" domandò al cugino. "Cosa devo

fare?"

Anche Percy Beaumont era contrariato; aveva ritenuto fosse suo doverecomeho dettodi scrivere alla duchessa

ma non si aspettava che la distinta signora mostrasse una così prontareazione alle sue insinuazioni.

"Significa" gli rispose"che tuo padre è costretto a letto.Non credo che sia niente di serioma non hai scelta. Prendi il

primo piroscafoma senza allarmarti".

Lord Lambeth prese congedo da tuttima le poche parole che scambiò conBessie Alden sono le sole che trovano

spazio nella nostra narrazione.

"Non occorre naturalmente rammentarle"le disse"chesedovesse venire in Inghilterra l'anno prossimovoglio

essere la prima persona ad esserne informata".16

Bessie Alden lo guardò un po' e poi sorrise: "Ohse verremo aLondra"rispose"sono sicura che lo verrà a

sapere".

Percy Beaumont ritornò in patriainsieme al cuginoe il suo senso deldovere lo spinsein un pomeriggio senza

ventoin pieno Atlanticoa confessare a Lord Lambeth il sospetto che iltelegramma della duchessa fossein qualche

modofrutto di quanto lui le aveva comunicato.

"Le ho scrittocome ti avevo esplicitamente detto di averle promessoche eri particolarmente interessato a una

giovane americana".

Lord Lambeth andò su tutte le furie esulle primediede libero sfogo aespressioni d'indignazione. Ma ho detto

che era un uomo ragionevole e non può esserci miglior prova di questo se nonil fatto chetrascorsa una mezz'oretta

egli confessò al suo comp agno: "Dopo tuttoavevi ragione. Sono moltointeressato a lei. Solo chea onor del vero

avresti dovuto dire anchea mia madreche lei non è seriamente interessataa me".

Percy Beaumont scoppiò in una risata. "Non c'è niente di piùaffascinante della modestiain un giovane nella tua

posizione. Queste parole sono la prova evidente che sei innamorato dilei!"

"Lei non è interessata a menonon lo è!" ripeté Lord Lambeth.

"Mio caro ragazzo"disse il suo compagno"ti sei spintomolto lontano".17

SECONDA PARTE

'In materia di fatto'come avrebbe detto Percy Beaumontla signora Westgateapprodò sulla costa inglese il 18

maggio. Era accompagnata dalla sorella e non aveva altri membri dellafamiglia a seguito. Ma era abituata a fare a

meno della compagnia del marito; aveva già fatto mezza dozzina di viaggi inEuropa senza di lui e ormaialle domande

indiscrete degli amicida questa parte dell'Atlanticosul perché della suaassenzarispondeva alludendo al fatto che

sfortunatamente in America non esistevano classi agiate.

All'arrivo a Londrale due signore scesero al Jone's Hotel doveavendo lasignora Westgate fatto un'ottima

impressione sul personale dell'albergo durante i suoi soggiorni precedentiricevettero un'accoglienza ossequiosa.

Bessie Aldendal canto suoera incredibilmente emozionata all'idea ditrovarsi in Inghilterra; presagiva già deliziose

'associazioni'già assaporava l'infinito piacere di posare gli occhi sututte quelle cose di cui aveva letto nei poeti e negli

storici. Aveva un'autentica passione per i poetigli storiciil pittorescoil passatola retrospettivai ricordi e le eco dei

grandi tempi andati. Perciòaddentrandosi nel mondo inglesedove lastraordinarietà e la familiarità andavano di pari

passosi accingeva a sperimentare un'infinità di emozioni nuove.

E presero subito vita... quelle tenerepalpitanti sensazioni... a cominciaredalla vista del bel paesaggio inglesei

cui colori e contorni erano resi più vivi dalla stagione in fiore: i campitappezzatile siepi di arbusti fioriteche le

sfrecciavano davanti al finestrino del treno; le guglie delle chiesetteruraliche facevano capolino tra le chiome degli

alberi visitate dai corvi; i parchicostellati di quercele antiche casela luce opacai modi di parlaredi comportarsile

infinite differenze.

Le impressioni della signora Westgatenaturalmenteerano molto meno freschee intense; ascoltava

distrattamente le esclamazioni e gli entusiasmi della sorella.

"Vedetela mia passione per l'Inghilterra non è così intellettualecome quella di Bessie"spiegava agli amici

quando faceva visita in quel paese. "E non è neanche una passionefisica. Non so spiegare bene cosa siala mia passione

per l'Inghilterra".

Quandoa suo tempoavevano deciso di recarsi all'estero e di fermarsiqualche settimana in Inghilterra prima di

raggiungere il continentele due donne avevano fattoovviamentediverseallusioni alle loro conoscenze inglesi.

"Certosarebbe molto più piacevole avere degli amici lì"avevadetto un giorno Bessie Aldenmentre stava

seduta su di un grande tappetino bluai piedi della sorellasul ponte dellanave inondato dal sole.

"Cosa intendi per amici?" domandò la signora Westgate.

"Tutti quei gentiluomini inglesi che hai conosciuto e ospitatoperesempioil Capitano Littledale. E Lord

Lambeth e il signor Beaumont"aggiunse Bessie Alden.

"Ti aspetti che loro ci facciano una grande accoglienza?"

Bessie rifletté per un momento; aveva l'abitudine di riflettere semprecomesappiamo. " Ebbenesì".

"Mia povera e dolce bambina"mormorò la sorella.

"Cosa ho detto di tanto stupido?" chiese Bessie.

"Sei un po' troppo semplicesolo un po'. È un gran pregio ed è moltoapprezzatoma sei tu a farne le spese".

"Sicuramentesono troppo semplice per comprenderti"replicòBessie.

"Vuoi sentire una storia?" le chiese la sorella.

"Se vuoi essere così gentile... È così che si fa per divertire lepersone semplicinon è vero?"

La signora Westgate frugò nella sua memoriamentre la sorella continuava afissare il mare splendente.

"Hai mai sentito parlare del Duca di Green-Erin?"

"Credo di no"rispose Bessie.

"Behnon ha importanza"continuò la sorella.

"È prova della mia semplicità".

"La mia storia serve per raccontare quella di qualcun altro"dissela signora Westgate. "Il Duca di Green-Erin è

quello che in Inghilterra chiamano un damerino. Cinque anni fa circavennein America; trascorse la maggior parte del

tempo a New Yorke a New York passò giornate e serate intere daiButterworth. Dei Butterworthalmenohai sentito

parlare. Bien... Hanno fatto ogni cosa per luisi sono letteralmente fattiin quattro. Hanno datoin suo onoredozzine di

pranzi e di balli e hanno fatto in modo che lo invitassero ad altrettanti.All'iniziosi presentava all'opera nel palco dei

Butterworthvestito con un completo in tweed!... ma poi qualcuno glielo haimpedito. Comunquese la spassò e si

lasciarono come fossero i migliori amici del mondo. Passano due anni e iButterworth partono per l'estero e si recano a

Londra. La prima cosa che vedono sui giornali - a queste cose in Inghilterrasi dà ampio spazio - è che il Duca di Green-Erin

è arrivato in città per la stagione. Aspettano un po' e poi il signorButterworthgentile come sempreva e gli lascia

il suo biglietto da visita. Aspettano ancora un po' di tempoma la visitanon è ricambiata. Aspettano per tre settimane...

silence de mort... il Duca non dà nessun segno. I Butterworth frequentanotante altre personelasciano perdere il Duca

di Green-Erinconsiderandolo un ingrato e un maleducatoe se ne dimenticanocompletamente. Un bel giornovanno

alle corse ad Ascot e qui se lo trovano proprio di fronte. Li guarda per unattimo e poi si dirige verso il signor

Butterworthestraendo qualcosa dal suo taccuinoqualcosa che somiglia a unabanconota. 'Sono contento di vederla

signor Butterworthalmeno posso renderle le dieci sterline che le devo daNew York. Ho notatol'altro giornoche non

avete dimenticato la nostra scommessa; eccovi le cinque sterlinesignorButterworth. Arrivedercisignor Butterworth.'

E se ne vae quella fu l'ultima volta che videro il Duca di Green-Erin".

“È questa la tua storia?" domandò Bessie Alden.18

"Non la trovi interessante?" replicò la sorella.

"Non credo che sia vera"disse la ragazza.

"Ah"esclamò la signora Westgate"dopo tuttonon sei poicosì semplice! Puoi pure non credercifa come ti

parema sappi che non c'è fumo senza incendio".

"E questo è il modo in cui ti aspetti che ti trattino i tuoiamici?" domandò Bessie Aldendopo una breve pausa.

"Non potranno trattarmi maleperché non darò loro occasione di farlo.In tal modonon potranno essere offensivi nei

miei confrontineanche volendo".

Bessie Alden tacque un momentopoi disse: "Non capisco cosa ti facciaparlare in questo modo. Gli inglesi sono

un grande popolo".

"Precisamenteed è proprio in questo modo che lo sono diventatitagliando i ponti con le persone quando non gli

servivano più. La gente dice che non sono intelligentima io credo chesiano molto intelligenti".

"Ma se ti sono sempre piaciuti... tutti gli inglesi che haiconosciuto" replicò Bessie.

"Io sono piaciuta a loro"dichiarò la sorella"è piùcorretto dire. Ed è naturale che ciò faccia piacere".

Bessie Alden riprese ad osservare il colore verde del mare e poi disse:"Beneche io piaccia a loro o nosono sicura che

a me piaceranno. Eper fortunaLord Lambeth non mi deve diecisterline".

Durante i primi giornidopo il loro arrivo al Jone's Hotelle nostreaffascinanti americane furono molto occupate

con quello che loro avrebbero definito 'guardarsi un po' in giro'. Ebberomodo di fare un gran numero di acquisti e le

uniche occasioni per conversare furono loro offerte dai deferenti commessilondinesi.

Bessie Aldensin dal momento che lasciarono la stazionetrovò la metropoliinglese straordinariamente

affascinante ea rischio di dipingerla come una donna dai gusti volgarisideve riferire cheper lungo temponon ebbe

altro desiderio che quello di scorrazzare in una carrozzella a due ruote perle strade affollate della città. Ai suoi occhi

attentiesse erano ricche di elementi insoliti e pittoreschi e non è certodegno della nostra musa elencare gli oggetti e gli

incidenti banali che questa semplice donna di Boston trovò tantointeressanti. Si può tuttavia tranquillamente riferire

cheogni volta che faceva ritorno con la sorella al Jone's Hoteldopo ilgiro di negozi a Bond Street e Regent Street

esprimeva la stessa pressante richiesta di passareal ritornodall'abbaziadi Westminster.

In principioaveva chiesto se fosse stato possibile fare una capatinasullastrada del ritornoalla Torre di Londra.

Ma il caso volle chein una fase ancora primitiva di desiderio di culturala signora Westgate avesse già fatto visita a

questo venerabile monumentodi cui conservava solo il ricordo di unaterribile delusione. Difattioppose subito un

deciso rifiuto a qualsiasi tentativo di combinare le ricerche storiche conl'acquisto di spazzole per capelli e carta da

lettere.

L'unica cosa che concessein tal sensofu di trascorrere una mezz'ora alMuseo di Madame Tussaud'sdove

insieme ammirarono diverse polverose effigi dei membri della famiglia reale.Disse quindi a Bessie chese desiderava

andare a vedere la Torre di Londraavrebbe dovuto trovare qualcun altro chel'accompagnasse.

Bessiea questo puntoespresse la ferma decisione di andarci da solamaanche su questa proposta fu

immediatamente raggelata dalla sorella.

"Ricordati"le disse"che non ti trovi nella tua piccola einnocente Boston. Non è come passeggiare su e giù per

Beacon Street". E poi andò avanti a spiegare che c'erano due tipi diragazze americane in Europaquelle che andavano

in giro da solee quelle che non andavano in giro da sole. "A te ètoccata la sorte di appartenere alla seconda categoria"

concluse la sorella.

"È così solo perché ci sei tu a impedirmelo"replicò Bessiechein privatocontinuò a meditare su come potere

effettuare la desiderata visita alla Torre di Londra.

Di punto in biancosembrò che il problema potesse essere risolto; le duesignore al Jone's Hotel ricevettero la

visita di Willie Woodley. Era questo l'appellativo sociale di un giovaneamericanoche era salpato da New York appena

pochi giorni dopo la loro partenza e cheavendo il privilegio di essere instretti rapporti con loroal suo arrivo a Londra

non aveva esitato ad andare subito a porgere i suoi omaggi alle signore.Tanto è vero che era andato a trovarle subito

dopo essere passato dal sartoe non poteva esserci migliore prova di cortesesollecitudineda parte di un americano

appena arrivato all'Hotel Charing Cross.

Era un giovane pallido e magrodi carattere estremamente amabilefamoso perla maestria con cui conduceva la

'danza tedesca' a New York. E infattile signore che prendevano parteabitualmente a queste feste tersicoree lo

consideravano "il miglior danzatore del mondo". Ed era proprio inquesti termini che si parlava e ci si riferiva a lui. Era

l'uomo più gentile e più dolce che si potesse incontrare; vestivaelegantementeallo 'stile inglese'e conosceva

un'infinità di cose a Londra. Era stato a Newport l'estate precedenteall'epoca del soggiorno dei nostri inglesie aveva

trovato estremo piacere nella compagnia di Bessie Aldena cui si rivolgevasempre chiamandola 'Miss Bessie'.

La ragazza colse subito l'occasione ealla presenza di sua sorellasiaccordò con lui per farsi accompagnare alla scena

dell'esecuzione di Anna Bolena.

"Fa come ti pare"la ammonì la signora Westgate"soltantose ti interessa saperlonon è costume qui per le

signorine andare in giro per Londra in compagnia dei giovanotti".

"Ma Miss Bessie e io abbiamo ballato insieme così tanti walzer"osservò Willie Woodley"che ci sarà certo

consentito di andare insieme a fare un giro in carrozza".

"Io considero ballare walzer" replicò la signora Westgate"il piacere più innocente del nostro tempo".

"È un complimento al nostro tempo!" esclamò il giovanesorridendoa dispetto di se stesso.19

"Non capisco perché devo tenere conto delle usanze di questopaese"disse Bessie Alden. "Perché devo subire le

restrizioni di una società della quale non posso godere i privilegi?"

"Molto ben dettoben detto"borbottò Willie Woodley.

"Ohva pure alla Torre di Londrafa quello che vuoi"disse lasignora Westgate"ma sappi che ti lascio andare

solo perché vai con il signor Woodleynon ti lascerei mai andare incompagnia di un inglese".

"Miss Bessie non avrebbe alcun problema ad andarci con un inglese!"dichiarò il signor Woodleycon un tono un

po' duroche era piuttosto naturale in un uomo cheabbigliandosi nel modoche ho descritto e conoscendo molto bene

Londranon vedeva alcun motivo di fare così nette distinzioni. Pertantoprese accordi con Bessie per accompagnarla un

giorno di quella settimana.

Un osservatore attento troverebbeprobabilmenteun nesso tra l'allusionedella ragazza alla sua mancanza di

privilegi sociali e la domanda che pose l'indomani mattina alla sorellamentre stavano pranzando insieme.

"Non pensi di scrivere a... a nessuno?" domandò Bessie.

"Ho scritto questa mattina al Capitano Littledale"rispose lasignora Westgate.

"Ma il signor Woodley ha detto che il Capitano Littledale si trova inIndia".

"Ha detto che lo aveva sentito dire; ma non ne sa niente disicuro".

Bessie Alden tacque per un attimopoi chiese: "E non hai intenzione discrivere a... al signor Beaumont?"

"Vuoi dire a Lord Lambeth?" disse la sorella.

"Ho detto il signor Beaumontperché ti è stato molto amico".

La signora Westgate guardò la ragazza con candore fraterno. "Non me neimporta un accidente del signor

Beaumont!"

"Masicuramentesei stata molto gentile con lui".

"Io sono gentile con tutti"rispose semplicemente la signoraWestgate.

"Con tuttitranne che con me"dichiarò Bessie con un sorriso.

La sorella continuava a guardarlapoi a un tratto chiese: "Seiinnamorata di Lord Lambeth?"

La giovane rimase sorpresa dalla domandaposta in modo così scherzoso chenon la fece nemmeno arrossire.

Noche io sappia"rispose.

"Perchése lo sei"proseguì la signora Westgate"staicerta che non lo manderò a chiamare".

"Il che prova quanto ho detto prima"dichiarò Bessie con unsorriso"e cioèche non sei gentile con me".

"Non ti farei un piacerebambina mia"disse la sorella.

"In che senso? Non c'è niente da dire sul conto di Lord Lambethperquanto io ne sappia".

La signora Westgate rimase un attimo in silenzio. "Allora sei innamoratadi lui?"

Bessie la fissò di nuovo e questa volta arrossì leggermente. "Ahsenon ti decidi a essere seria"rispose"è

meglio che non lo nominiamo più".

Trascorse un po' di tempo senza che fosse fatta menzione di Lord Lambethmafu la stessa signora Westgate a

tornare infine sull'argomento: "Naturalmentegli farò sapere che siamoquianche perché potrebbe offendersi- non più

di tantocerto- se dovessimo andar via senza averlo visto. È giusto chegli diamo l'occasione per venire a ringraziarci

per la cortesia dimostratagli. Ma non voglio sembrare impaziente".

"Nemmeno io"replicò Bessie con una piccola risata.

"Anche sedevo confessare"aggiunse la sorella"sono moltocuriosa di vedere come si comporterà".

"Si è comportato egregiamente a Newport".

"Newport non è Londra. A Newport poteva fare quel che gli pareva; maqui è un altro paio di maniche. Deve

stare attento alle conseguenze".

"Se a Newport aveva più libertà"considerò Bessie"amaggior ragione è da apprezzare il fatto che si sia

comportato bene. Se poi a Londra deve essere più prudenteè probabile chesi comporterà ancora meglio".

"Meglio... meglio"ripeté la sorella"bambina caraqual èil tuo punto di vista?"

"Cosa intendi dire... il mio punto di vista?"

"Non è che ti sta a cuore Lord Lambeth... un pochinoeh?"

Questa volta Bessie Alden si mostrò contrariata; si alzò lentamente datavolasenza nemmeno rivolgere lo

sguardo alla sorella. "Fammi il favore di non parlare in questomodo".

La signora Westgate rimase seduta a osservarlamentre si muoveva lentamenteper la camera e si dirigeva alla

finestra. "Gli scriverò questo pomeriggio"disse infine.

"Fa come ti pare"rispose Bessiepoi si volse verso di lei edisse: "Non ho problemi a dichiarare che Lord

Lambeth mi piace. Mi piace molto".

"Non è una persona intelligente"dichiarò la signora Westgate.

"Cosa significa? Conosco persone intelligenti che non mi piaccionoaffatto"disse Bessie Alden"quindiè

possibile che a me piacciano le persone stupide. Senza contare che LordLambeth non è affatto stupido".

"Non così stupido come vuole sembrare"esclamò sorridendo lasorella.

"Se fossi innamorata di Lord Lambethcome dici tunon sarebbe certo lapolitica giustada parte tuaquella di

parlare male di lui".

"Mia cara bambinanon darmi lezioni di politica!" esclamò lasignora Westgate. "La politica che intendo adottare

sarà molto astuta".20

La ragazza riprese ad andare su e giù per la stanza; a un tratto si fermòdavanti alla sorella. "Non mi è mai

capitato di sentire tante allusioni e insinuazioniin soli cinque minuti.Vorre i che mi dicessi francamente quello che

pensi".

"Penso che potresti restare molto contrariata".

"Questa è soltanto un'altra allusione ancora"disse Bessie.

La sorella la guardò ed esitò un attimo prima di parlare. "Diranno dite che sei corsa dietro a Lord Lambeth".

Bessie Alden fece uno scatto improvvisocome di cervo spaventatoe sul suoviso comparve uno sguardo così

sorpreso che la signora Westgate balzò in piedi.

"Chi dice queste cose?" domandò la giovane.

"La gente... la gente qui".

"Non ci credo"disse Bessie.

"Tu hai ogni diritto a dubitarne. Ma iocome ti ho dettoho intenzionedi perseguire una politica molto astuta.

Lascerò che tu te ne renda conto da sola".

Bessie fissò gli occhi sulla sorella eper un attimola signora Westgatecredette di vedervi brillare delle lacrime.

"Davvero qui dicono queste cose?"

"Lo vedrai da te. Lascerò che tu faccia da sola".

"Nonon lasciarmi sola"disse Bessie Alden"portamivia!"

"No! Voglio vedere come andrà a finire"continuò la sorella.

"Non capisco".

"Capirai quando Lord Lambeth verrà"replicò la signora Westgateridendo.

Le due giovani avevano organizzato di recarsi quel pomeriggioin compagniadi Willie Woodleya Hyde Park

dove Bessie Alden immaginava di godersi un gran divertimentoseduta su unadi quelle sedie verdisotto i maestosi

alberivicino al Rotten Row. La necessità di una scorta adeguata avevaresofino a quel momentotale piacere

inaccessibile. Ma non ci sarebbe stata scorta più adattaper questaspedizionedi quella del loro devoto compatriotala

cui missione nella vita - si potrebbe quasi affermare - era quella di forniresedie alle signoree che si presentòal

rintocco delle cinque e mezzacon una camelia bianca all'occhiello.

"Ho scritto a Lord Lambethmia cara"disse la signora Westgatealla sorellaentrando nella stanza dove Bessie

Alden stava indossando dei lunghi guanti grigi mentre intratteneva ilvisitatore.

Bessie non disse nullama Willie Woodley comunicò che Sua Eccellenza sitrovava in città e che aveva letto il

suo nome sul Morning Post.

"Legge il Morning Post?" gli domandò la signora Westgate.

"Ohsì. È molto divertente"rispose Willie Woodley.

"Voglio leggerlo anch'io"intervenne Bessie"se ne parlatanto in Thackeray".

"Ve lo manderò tutte le mattine"promise Willie Woodley.

A Hyde Park il signor Woodley trovò una sistemazione che a Bessie Aldenparve ideale: sotto i maestosi alberi e

accanto al famoso viale che le era così familiare fin dalla prima infanziaper le scenette umo ristiche di Punch1.

La giornata era limpida e tiepidac'era un gran brulicare di cavalieridispettatori e di carrozze. La scena mostrava il

meglio della Stagione di Londra2 e Bessie Alden ne rimase a tal puntoaffascinata che non riusciva a trovare le parole

per esprimere il suo entusiasmo ai suoi compagni. Sedeva silenziosaall'ombra del parasolee la sua immaginazione

come d'abitudinesi lasciò andare liberamentealla vista di quelcaleidoscopio di immagini sorprendenti e suggestive.

Esse risvegliavano in lei una moltitudine di antiche impressioni e dipreconcetti ein breve tempola ragazza si ritrovò

ad attribuire una storia a questiun'altra a queglie ad ognuno trovò unposto nel suo piccolo museo privato di caratteri.

Ma se lei tacevasua sorella da una partee Willie Woodley dall'altracontinuavano a scambiarsi vivaci osservazioni.

"Guardate quel vestito verde con le balze blu"disse la signoraWestgate. "Quelle toilette!"

"Quello è il Marchese di Blackborough"disse il giovane"quello col soprabito bianco. L'ho sentito parlare l'altra

sera alla Camera dei Lord; si discuteva degli scovoli delle armi da fuocolichiamava 'scotoli'. È un incredibile

damerino!"

"Avete mai visto dei cavalli con i paraocchi fissati a quel modo?"domandò la signora Westgate. "Non sapranno

mai quando fermarsi".

"Non fanno altro che fermarsi"disse Willie Woodley. "Ciòimpedisce loro di andare al passo. Ecco arrivare una

gran celebrità... Lady Beatrice Bellevue. È straordinariamente veloce;guardate che passetti che fa".

"Benemia cara"proseguì la signora Westgate"spero che tistiano venendo delle idee per la tua sarta".

"Ohme ne stanno venendo tante di idee"replicò Bessie"manon so se la mia sarta le apprezzerà".

In quel momentoWillie Woodley si accorse che si era accostato alla barrieradel Rotten Row un suo amico a

cavalloche gli stava facendo cenno. Si alzò per andargli incontro e in unattimo fu inghiottito dalla folla dei passanti

tanto che per una decina di minuti scomparve dalla vista. Alla finericomparveaccompagnato da un gentiluomo... un

gentiluomo che Bessie supponeva fosse l'amico smontato da cavallo. Maaun'occhiata più attentasi accorse di avere di

fronte a sé Lord Lambethche stava stringendo la mano alla sorella

"L'ho trovato laggiù"spiegò Willie Woodley"e gli hodetto che voi eravate qui".

A questo puntoLord Lambethfacendo il gesto di togliersi il cappellostrinse la mano a Bessie.

"Ma guarda un po' chi c'è!" disse. Arrossì e sorrise.

Era proprio un bell'uomo e aveva una sorta di splendore che non gli aveva maivisto in America.21

'immaginazione di Bessie Alden checome sappiamoera già al lavororiversò subito la sua attenzione su

quell'inglesegiovane e alto chein piedi davanti a leila osservava."È più bello e affascinante di chiunque abbia mai

incontrato"disse a se stessa. E fu allora che si ricordò che era unmarchese e notò che aveva proprio l'aspetto di un

marchese.

"Voglio direche diamine!" esclamò lui"avreste dovutofarmi sapere che eravate qui!"

"Ve l'ho scritto un'ora fa"disse la signora Westgate.

"Ma come? Non è forse di dominio pubblico?" domandò Bessiesorridendo.

"Vi assicuro che non ne sapevo niente!" dichiarò Lord Lambeth."Vi garantiscosul mio onoreche non me ne

era arrivata alcuna notizia. Chiedete a Woodley. Eh Woodleyne sapevoqualcosa forse?"

"Behio penso che tu sia un grande impostore"rispose WillieWoodley.

"Non gli crederà... non è verosignorina Alden?" chiese SuaEccellenza. "Non crederà che sia un impostore

vero?"

"No"rispose Bessie"non lo credo".

"Lei è troppo alto per stare in piediLord Lambeth"osservò lasignora Westgate"lo si può tollerare soltanto

quando è seduto. Sia così gentile da prendersi una sedia".

Egli trovò una sedia e si accomodò vicino alle due signore. "Se nonavessi incontrato Woodleynon vi avrei mai

trovatonon è veroWoodley?" riprese a dire.

"Behpenso di no"disse il giovane americano.

"Nemmeno con la mia lettera?" domandò la signora Westgate.

"Ahse è per questonon l'ho ancora ricevuta la vostra lettera;suppongo che mi sarà recapitata stasera. È stato

molto gentile da parte vostra scrivermi".

"È quello che ho detto a Bessie"osservò la signora Westgate.

"Davvero ha detto questosignorina Alden?" indagò Lord Lambeth"Suppongo che siate a Londra da un mese".

"Ci siamo da tre mesi"disse la signora Westgate.

"Siete qui da tre mesi?" chiese di nuovo il giovane a Bessie.

"Sembra un'eternità!" rispose Bessie.

"Perbacco! E chiamate me impostore?" esclamò Lord Lambeth."Sono in città solo da tre settimanema si vede

che vi eravate nascoste chissà dove. Non vi ho incontrato da nessunaparte".

"Dove avreste dovuto incontrarci?... Dove avremmo dovuto andare?"chiese la signora Westgate.

"Avreste dovuto andare a Hurlingham"suggerì Willie Woodley.

"Nolasciate rispondere Lord Lambeth"insisté la signoraWestgate.

"Ci sono un'infinità di posti dove andare"disse Lord Lambeth"uno più noioso dell'altro. Voglio direa casa

della gente. Vi mandano gli inviti..".

"Nessuno ci ha mandato inviti"disse Bessie.

"Facciamo una vita molto tranquilla"dichiarò la sorella"siamo qui in veste di turiste".

"Siamo state al Museo di Madame Tussaud's"continuò Bessie.

"Ohnon mi dite!" esclamò Lord Lambeth.

"Pensavamo di trovarci la sua immagine"disse la signora Westgate"la sua e quella di Percy Beaumont".

"Nella Sala degli Orrori?" scoppiò in una risata il gentiluomo.

"Sembrava di stare a una festa"disse la signora Westgate"tutte le donne erano in décolleté e molti dei

personaggi sembravano così veri che vi sareste aspettati di sentirliparlare".

"Parola mia"ribatté Lord Lambeth"si incontra certa gentealle festea Londrache sembra cheanche a volerlo

non sia capace di parlare".

"Crede che il signor Woodley potrebbe rintracciarci Percy Beaumont"chiese la signora Westgate.

Lord Lambeth rimase un attimo perplesso e si guardò intorno. "Suppongodi sìBeaumont viene spesso qui. Pensate di

poterlo trovareWoodley? Fate un tuffo nella folla".

"Grazie tantene ho abbastanza di tuffi nella folla"replicòWillie Woodley"aspetterò che il signor Beaumont

venga a galla da solo".

"Lo porterò io a trovarvi"disse Lord Lambeth"dovealloggiate?"

"Troverete l'indirizzo nella mia lettera... Jone's Hotel".

"Ohuno di quei posti subito alle spalle di Piccadilly? Un postaccionon è vero?" chiese Lord Lambeth.

"Io lo considero il miglior albergo di Londra"rispose la signoraWestgate.

"Ma vi danno da mangiare delle porcherie tremendenon è vero?"continuò a inquisire Sua Eccellenza.

"Sì!" rispose la signora Westgate.

"Mi rammarico sempre per la gente che arriva in città e va adalloggiare in quei posti"continuò il giovane

"mangiano solo porcherie".

"Ohma cosa dici?" esclamò Willie Woodley.

"Comunquecosa gliene pare di Londrasignorina Alden?" domandòLord Lambethignorando l'esclamazione di

Woodley.

"La trovo grandiosa"rispose Bessie Alden.

"A mia sorella piace moltononostante le 'porcherie'!" esclamò lasignora Westgate.

"Spero che si fermerà a lungo".22

"Tutto il tempo che potrò"disse Bessie.

"E dov'è il signor Westgate?" chiese Lord Lambeth alla moglie delgentiluomo.

"Sempre lì... in quella noiosa New York".

"Deve essere straordinariamente intelligente"disse il giovane.

"Suppongo che lo sia"replicò la signora Westgate.

Lord Lambeth si intrattenne con le sue amiche americane per circa un'ora; manon è nostra intenzione riferire

ogni parola della loro conversazione. Fece un'infinità di osservazioni aBessie Alden einfinesi rivolse esclusivamente

a leimentre Willie Woodley conversava con la signora Westgate.

Bessieda parte suafu di poche parole; ripensò a quanto le aveva detto lasorella a pranzo e cercò di assumere un

atteggiamento distaccato.

Tuttaviaun po' alla voltaprovò nuovamente interesse per Lord Lambethcome già era accaduto a Newport.

Solo che qui lo trovava ancora più interessantepoiché inconsapevolmentelui rappresentava ai suoi occhi un aspetto del

carattere anticosolenne e pittoresco dell'Inghilterra. E la povera BessieAldencome molte altre ragazze americaneera

completamente alla mercé degli aspetti pittoreschi.

"Ho desiderato tante volte di essere ancora a Newport"disse ilgiovane. "Quei giorni trascorsi a casa di sua

sorella sono stati veramente splendidi".

"Anche noi siamo state bene in sua compagnia. Spero che suo padre stiameglio".

"Oh sìcerto. Quando sono arrivato in Inghilterraera via a dar lacaccia al gallo cedrone". È stata tutta una

gigantesca 'truffa'come dite voi in America. Mia madre era moltoirrequieta. Le tre settimane trascorse a Newport mi

sembrano un bel sogno".

"Certol'America è molto diversa dall'Inghilterra"disse Bessie.

"Spero che le piaccia di più l'Inghilterraeh?" replicò LordLambethin tono persuasivo.

"Nessun inglese può chiederlo seriamente a una persona di un altropaese".

Il suo compagno la guardò per un momento. "Vuole dire che è una cosanaturale?"

"Se fossi inglese"disse Bessie"certomi sembrerebbe unacosa naturale che tutti fossero buoni patrioti".

"Ohcertamenteil patriottismo è tutto!" dichiarò Lord Lambethcheanche se non aveva ben capitoera molto

soddisfatto. "Oracosa avete intenzione di fare in città?"

"Giovedì andrò alla Torre di Londra".

"La Torre di Londra?"

"La Torre di Londra. Non ne ha mai sentito parlare?"

"Oh sìci sono anche stato"disse Lord Lambeth"mi ci haportato la mia governantequando avevo sei anni. È

un'idea bizzarraquella di andare là".

"Mi dia qualche altra idea bizzarra"disse Bessie"vogliovedere tutto quello che c'è del genere. Andrò a

Hampton Court e a Windsor e alla Galleria Dulwich".

Lord Lambeth sembrava molto divertito. "Mi meraviglio che non vogliaandare ai Giardini Rosherville".

"Sono interessanti?" domandò Bessie.

"Ohmeravigliosi".

"Sono molto antichi? È quello che mi interessa di più"disseBessie.

"Sono straordinariamente antichi. Stanno andando tutti in rovina".

"Penso che non ci sia nulla di più affascinante di un antico giardinoin rovina"disse la ragazza. "Dobbiamo

andarci assolutamente".

Lord Lambeth scoppiò in un'allegra risata. "Woodleysentite!"esclamò"la signorina Alden vuole andare ai

Giardini Rosherville!"

Willie Woodley rimase per un momento interdetto: era rimasto sorpresoperchéevidentementeignorava un

elemento significativo della vita londinese. Ma se la cavòdicendoprontamente: "Molto benescriverò per avere il

permesso di visitarli".

Lord Lambeth si fece ancor più euforico. "Perbacco! Voi americaniandreste dovunque!"

"Avremmo anche desiderio di andare a vedere il Parlamento"disseBessie"anzi questa è una delle prime cose".

"Ohvi annoiereste a morte!" esclamò il gentiluomo.

"Vorremmo sentirla parlare".

"Io non parlo mai... tranne che alle giovani signore"disse LordLambethsorridendo.

Bessie Alden lo guardò per un po' e sorrise anch'essaall'ombra del suoparasole. "Lei è molto strano"protestò

"non credo di approvarla".

"Ohora non sia severasignorina Alden"replicò Lord Lambethsorridendo ancora"la pregonon sia severa. Io

voglio piacerle... e molto".

"Piacermi molto? Allora non deve ridere di me se sbaglio. Considero miodirittocome libera cittadina

americanadi sbagliare quanto voglio".

"Parola d'onorenon ho riso di lei"disse Lord Lambeth.

"E c'è dell'altro"continuò Bessie"ci tengo che tutti imiei sbagli depongano a mio favore. Dovrebbe tenermi in

maggior considerazione per via dei miei sbagli".23

"Non posso tenerla in miglior considerazione di quanto non facciagià"dichiarò il giovane.

Bessie Alden lo osservò di nuovo per un momento "Sicurosa parlarebene alle giovani signore. Ma perché non parla

alla Camera?... non è così che la chiamano?"

"Perché non ho niente da dire"disse Lord Lambeth.

"Ma non ha una posizione importante?" chiese Bessie Alden.

Lord Lambeth lanciò un'occhiata al suo guantopoi disse: "Loconsidererò come uno dei suoi sbagli... a suo

favore". E come se non gradisse parlare della sua posizionecambiòsubito argomento. "Mi farebbe piacere se mi

consentiste di venire con voi alla Torre di Londraa Hampton Court e intutti gli altri posti".

"Ne saremmo molto felici"replicò Bessie.

"Enaturalmentesarò lietissimo di mostrarvi la Camera dei Lord... ungiorno che vada bene a voi. Ci sono tante

cose che voglio fare per voi. Voglio farvi divertire. E mi farebbe immensopiacere presentarvi ad alcuni miei amicise

la cosa non vi annoia. E poi sarebbe estremamente gentile da parte vostra seveniste a vedere Branches".

"Vi siamo molto grateLord La mbeth"disse Bessie. " Macos'è Branches?"

"È una casa in campagna. Penso che vi piacerà".

Willie Woodley e la signora Westgatein quel momentoerano in silenzio el'orecchio del giovane americano

colse le ultime parole di Lord Lambeth. "Sta invitando Miss Bessie inuno dei suoi castelli"mormorò alla sua

compagna.

La signora Westgateprevedendo in mente sua quelle che lei chiamava"complicazioni"si alzò immediatamente

in piedi.

E dopo essersi congedate da Lord Lambethle due giovani ritornarono alJone's Hotelsotto la guida del signor

Woodley.

L'indomani andò a trovarle Lord Lambethche portò con sé Percy Beaumont...il quale aveva manifestato

l'intenzione di non voler trascurare nessuna delle regole di buonaeducazione.

Tuttaviaancor prima di fare tale dichiarazionequando il cugino lo avevainformato dell'arrivo delle amiche

americaneaveva osservato: "Ahsono arrivatequindie ora sei inballo!"

"Sono in ballo per cosa?"

"Lascerò che sia tua madre a dargli un nome. Con tutto il rispetto perlei"aggiunse Percy Beaumont"in questa

occasioneintendo rinunciare a svolgere qualunque compito di polizia. SuaGrazia può badare da sola a te".

"Le darò un'occasione"disse il figlio di Sua Graziapiuttostoarcigno. "Farò in modo che lei vada a trovarle".

"Non lo faràragazzo mio".

"Lo vedremo"replicò Lord Lambeth.

Ma anche se vedeva con preoccupazione l'arrivo delle signore al Jone's HotelPercy Beaumont si mostròcome

al solitoun uomo di mondo e si presentò a loro con un sorriso amabile.Mentre il suo compagno prese a fare il galante

con la più giovane delle dueBeaumont fu coinvolto in un'animataconversazione - oper meglio direuna

conversazione 'da lei animata' - con la signora Westgateche cominciòsubito a fare le sue confessioniproteste e

dichiarazioni.

"Devo riconoscere che Londra ora è molto più bella e splendenterispetto a quando ci sono stata lo scorso... lo

scorso novembre. Si vede che c'è un gran movimento e mi pare che abbiate unagrande quantità di fiori. Senza dubbioè

molto affascinante per voi inglesi e vi ci divertite un mondo. È moltogentile da parte sua permettere a me e a Bessie di

venire a vedervi alla Camera. Immagino che le sembrerò un po' ironicamadevo confessare che è questa la sensazione

che provo quando sono a Londra".

"Sono spiacentema non riesco bene a capire a quale sensazionealluda"disse Percy Beaumont.

"La sensazione che tutto è perfettoper voi inglesi. Ogni cosa èmeravigliosamente studiata per voi".

"Mi sembra che sia perfetta anche per alcuni americani... a volte"ribatté Beaumont.

"Per alcuni di lorosì... se hanno piacere ad essere trattati consuperiorità. Ma devo dire che a me non piace

essere trattata con superiorità. Posso essere eccentricaindisciplinata eoffensivama confesso che non mi è mai piaciuta

l'aria di superiorità. Mi piace di relazionarmi con le persone nello stessomodo in cui lo faccio nel mio paese. Questo è

un tratto peculiare che io ho. Ma quisembra che la gente si aspettiqualcosa di diverso... lo sa il Cielo cosa! Ho paura

che lei pensi che sono ingratadal momento che comunque ho ricevuto tanteattenzioni. L'ultima volta che sono stata a

Londrauna signora mi ha mandato un messaggioin cui scriveva che potevosentirmi libera di andare a farle visita".

"Povero me! Spero che non ci sia andata"osservò Percy Beaumont.

"Lei è deliziosamente naïfdevo proprio riconoscerlo!" esclamòla signora Westgate. "Deve essere un gran

vantaggio per leiqui a Londra. Suppongo che se io avessi un po' più dinaivetémi goderei di più questa città. Mi

riterrei soddisfatta di starmene seduta su una sedia al parcodi vedere lagente passare e di sentirmi dire che questa è la

Duchessa di Suffolk e quello è Lord Chamberlain e che mi devo sentire grataper avere avuto il privilegio di

contemplarli. Suppongo che sarebbe molto sgarbato e critico da parte miapretendere di più. Ma io sono sempre stata

critica e riconosco tranquillamente di essere esigente. Mi dicono che quic'è un'eccellente società di second'ordine

appositamente per gli stranieri. Merci! Non voglio nessuna società disecond'ordine. Voglio la società a cui sono

abituata".

"Spero che non consideri me e Lord Lambeth di second'ordine"lainterruppe Beaumont.

"Oha voi sono abituata"disse la signora Westgate"Sa chevoi inglesia voltefate dei magnifici discorsi? La

prima volta che venni a Londraricevetti un invito a pranzo... come le hodettoho ricevuto tantissime attenzioni. Dopo24

pranzonel salottoho scambiato quattro chiacchiere con un'anziana signorale assicuro che è vero. Non ricordo bene di

cosa abbiamo parlatoma a un certo puntoalludendo a qualcosa di cuistavamo discorrendomi disse: 'Ohsapete

l'aristocrazia fa così e cosàma nella classe a cui si appartiene è tuttaun'altra cosa.' Nella classe a cui si appartiene! Che

cosa può fare una povera donna americana indifesain un paese dove rischiadi sentirsi dire cose del genere?"

"Sembra che abbia avuto la ventura di incontrare qualche anziana signoramolto eccentrica. Mi complimento con lei per

le sue conoscenze"esclamò Percy Beaumont. "Mase sta cercandodi farmi dire che Londra è un posto odiosonon ci

riuscirà mai. Io ne sono innamorato e penso che sia il posto più bello delmondo".

"Pour vous autres! Non ho mai affermato il contrario"gli risposeper le rime la signora Westgate. E uso

quest'espressione perché entrambe gli interlocutori avevano cominciato adalzare la voce. A Percy Beaumont

naturalmentenon piaceva che si parlasse male del suo paese e alla signoraWestgated'altra partenon piaceva avere a

che fare con un interlocutore testardo.

"Ehi!" disse Lord Lambeth"cosa state combinandoadesso?" E si allontanò dalla finestraa cui era stato

affacciato con Bessie Alden.

"Sono completamente d'accordo con una mia compatriota moltointelligente"riprese a dire la signora Westgate

con fervore seducente ma ingiustificato.

Sorrise ai due gentiluomini e nei suoi occhiper un istantebrillò unaluce minacciosacome se volesse gettare ai

loro piedinella loro patriail guanto della sfida. "Per medue solesono le posizioni sociali che contano... quella di una

donna americana e quella dello zar di Russia".

"E i gentiluomini americani dove li mette?" chiese Lord Lambeth.

"Quelli li lascia in America!" proferì Percy Beaumont.

Quando i visitatori se ne andaronoBessie Alden comunicò alla sorella cheLord Lambeth sarebbe venuto

l'indomani per condurle alla Torre di Londra e che si era gentilmente offertodi accompagnarle con il suo 'calesse'. La

signora Westgate accolse la notizia in silenzio e per qualche tempo non dissenulla.

Maa un certo puntosi decise a parlare: "Se l'altro giorno non miavessi chiesto di non tornare più

sull'argomento... c'è una cosa che mi arrischierei a chiederti".

Bessie cominciò ad accigliarsi: i suoi occhi azzurro scuro si fecero piùscuri che azzurri. Ma la sorella proseguì:

"Ebbene... mi arrischierò. Non sei innamorata di Lord Lambethd'accordoci credo. Ma c'è per caso il rischio che te ne

stia innamorando? È una domanda molto semplicenon devi offenderti. C'èuna ragione precisa per cui mi interessa

saperlo".

Per qualche istante Bessie Alden non rispose nullama si vedeva che erainfastidita. "Nonon c'è nessun

pericolo"rispose infine bruscamente.

"Allorase così stanno le cosemi piacerebbe propriospaventarli"dichiarò la signora Westgatecongiungendo le

mani ingioiellate.

"Spaventare chi?"

"Tutti quanti lorola famiglia di Lord Lambeth e i suoi amici".

"Come farai a spaventarli?" domandò la ragazza.

"Non sarò io a farlo... ma sarai tu! Li spaventerà a morte l'idea chetu possa conquistarti gli affetti di Sua

Eccellenza".

Bessie Aldencon lo sguardo ancora teso e accigliatole chiese:"Perché questo dovrebbe spaventarli?"

La signora Westgatemostrando un bel sorriso per rendere meno offensivoquello che stava per diredichiarò:

"Perché pensano che tu non sia alla sua altezza. Sei una ragazzaaffascinantebella e amabilecoltaintelligente e

beneducataquanto di meglio non si può averema non sei il partito giustoper Lord Lambeth".

Bessie Alden era visibilmente disgustata. "Da dove ti vengono questeidee assurde?" domandò. "Hai detto tante

di quelle cose stranein questi ultimi tempiKittycome ti saltano inmente?"

Kitty era evidentemente affascinata dalla sua idea. "Sìli farà staresulle spine e... non potrà ferire te. Il signor

Beaumont è già molto a disagioda tempo l'ho notato".

La ragazza rifletté qualche istante. "Vuoi dire che loro lo spiano...che interferiscono con la sua vita?"

"Non so quale potere di interferire abbianoma so che una mamma ingleseostinata è capace di sottrarre la vita a

suo figlio".

Si è già detto chenei confronti di certe cose spiacevoliBessie Aldenreagiva con una sorta di scetticismo. In

quell'occasionetuttaviaevitò di manifestare la sua incredulità perchénon voleva irritare la sorella. In mente suaperò

pensò che Kitty era stata male informata... e che si trattava solo di vane estupide chiacchiere. Difattipur essendo una

ragazza dall'immaginazione vivacel'idea che lei appartenesse a unacategoria volgare non poteva averea suo giudizio

alcun fondamento.

Quello che espresse ad alta vocecomunquefu: "In tal casodevo diremi dispiace molto per Lord Lambeth".

La signora Westgatesempre più esilarata dal suo pianole sorrise dinuovo. "Se solo potessi avere la certezza

che funzioni!" esclamò"Se incominci ad avere pietà di luisarò io ad avere paura".

"Paura di cosa?"

"Che tu lo compatisca troppo".

Bessie Alden le voltò le spalle con un gesto d'impazienza; ma trascorsoappena un minutotornò sui suoi passi.

Cosa cambierebbe se lo compatissi troppo?" domandò.25

A questo punto fu la signora Westgate a volgerle le spallema dopo un attimodi riflessione si volse alla sorella e

le disse: "Credo chedopo tuttonon cambierebbe niente".

Lord Lambeth si presentò il giorno seguente con il suo calesse cheattraversando alcuni dei quartieri orientali più

tetri della cittàcondusse le due signorein compagnia di Willie Woodleyal grande torrione che domina il traffico

marittimo di Londra. I passeggeri discesero dal veicolo ed entrarono insiemenella famosa cinta di mura. Poi si

assicurarono l'assistenza di un venerando beefeater1 il qualenonostante vifossero altri visitatori curiosi di ascoltare le

leggende del postoformò con loro una comitiva scelta e li condusseattraverso cortili e corridoigallerie di armi e

prigioni. Lui spiegava e ripeteva la solita tiriteraguidandoli nelpercorsoe loro si fermavanoosservavanosbirciavano

e si chinavanoseguendo le sue indicazioni.

Bessie Alden rivolse una serie di domande all'anziano uomo in doppiopettocremisi e trovò quel luogo pieno di

fascino.

Lord Lambeth era di ottimo umore: rideva continuamente e si godeva quella cheavrebbe definito una 'burla'.

Willie Woodley continuava a guardare i soffitti e a battere sui muri con lanocca del suo guanto grigio perla.

La signora Westgateche continuava a chiedere se le fosse possibile sederein attesa che loro facessero ritornoveniva

regolarmente informata che ancora non erano tornati.

Naturalmentea molte delle domande di Bessie - in particolare quelleriguardanti momenti meno significativi

della storia inglese - il vecchio guardiano non era in grado di rispondere;perciò la ragazzaogni voltafaceva appello a

Lord Lambeth.

Ma Sua Eccellenza era molto ignorante. Dichiarava che non sapeva niente diquel genere di cose e sembrava

molto divertito all'idea di essere trattato come un'autorità.

"Non può aspettarsi che tutti ne sappiano quanto lei"disse.

"Mi aspetterei che lei ne sappia molto di più"dichiarò BessieAlden.

"Le donne ne sanno sempre più degli uomini riguardo a nomidate e cosedel genere"continuò Lord Lambeth.

C'era una tale Lady Jane Greydi cui abbiamo appena sentito parlarecheaveva la passione del latinodel greco

e di tutte le materie di studio dell'epoca".

"In ogni modolei non ha alcun diritto di essere ignorante"dichiarò Bessie.

"Perché non ne ho il diritto come chiunque altro?"

"Perché lei vive in mezzo a tutte queste cose".

"Quali cose intende dire? Scuriceppi e serrapollici1?"

"Tutte queste cose storiche. Lei appartiene a una famigliastorica".

"Bessie è davvero troppo storica"disse la signora Westgateafferrando le ultime paro le di questo dialogo.

"Sìè verolei è troppo storica"disse Lord Lambethridendodi cuore e grato per il suggerimento"Parola miaè

troppo storica!"

Un paio di giorni dopoil gentiluomo accompagnò le signore a Hampton Courte anche questa volta Willie

Woodley faceva parte della compagnia. Era un pomeriggio meravigliosoifamosi cavalli sauri erano in forma

smagliante e Lord Lambethche per poco non si immedesimò nella partedell'escursionista londinesedichiarò che quel

luogo antico era straordinariamente bello.

Bessie Alden era in estasi: si guardava intornomormorava qualcosa e facevacontinue esclamazioni.

"È troppo belloè troppo incantevole! È troppo... esattamente quelloche dovrebbe essere!"

A Hampton Court le piccole frotte di visitatori non sono fornite di guidaufficialema sono libere di gironzolare per gli

antichi luoghi a loro piacimento. Fu così cheper risolvere i suoi dubbiin mancanza di altri informatoriBessie Alden

fece ancora una volta ricorso all'assistenza intellettuale di Lord Lambeth.

Ma questi fu di nuovo costretto ad ammettere di essere letteralmente digiunodi certi argomenti...

sfortunatamentela sua istruzione era stata un po' trascurata.

"E mi dispiace che ciò la renda infelice"aggiunse subito.

"Lei è molto scoraggianteLord Lambeth"disse la ragazza.

"Ohla pregonon mi dica questo!" esclamò"è la cosapeggiore che mi possa dire".

"No"ribatté lei"è sempre meglio che dire che da lei nonmi sarei aspettata niente".

"Non sono sicuro. Mi dia un'idea di cosa si aspettava da me".

"Bene"disse Bessie Alden"mi aspettavo che lei fosse piùdi quello che avrei voluto essere io... che avrei

cercato di essere... nella sua posizione".

"Ahla mia posizione!" esclamò Lord Lambeth"Non fa altroche parlare della mia posizione!"

La ragazza lo guardò e lui si accorse che era arrossita un po'. Per unattimo non fece nessuna replica.

"La stupisce che parli sempre della sua posizione?" domandò.

"Sono certo che le rende un grande onore"replicò luitemendo diessere stato poco educato.

"Penso sempre a questo"continuò lei dopo un attimo"pensospesso al fatto che lei è un legislatore ereditario.

Un legislatore ereditario dovrebbe conoscere un'infinità di cose".

"Nose non fa le leggi".

"Ma lei fa le leggi; è assurdo che dica il contrario. Lei è moltorispettato qui... sono sicura di questo".

"Non lo sonon l'ho mai notato".

"È solo perché c'è abituato. Dovrebbe occupare il suo posto".

"Cosa vuole dire con occuparlo?" chiese Lord Lambeth.26

"Dovrebbe essere molto brillante e intelligente. E dovrebbe conoscerequasi tutto".

Lord Lambeth la guardò per un istante. "Posso dirle una cosa?"chiese. "Un giovane della mia posizionecome

dice lei..."

"Non l'ho inventato io il termine"lo interruppe Bessie Alden"l'ho letto in tantissimi libri".

"Basta! Non fa altro che parlare dei suoi libri! Un uomo nella miaposizionestavo dicendofa bene qualsiasi

cosa decida di fare. Più o menoè questo quello che voglio dire".

"Benese la sua gente è soddisfatta di lei"disse Bessie Aldenridendo"non tocca certo a me lamentarmi. Ma

rimarrò sempre dell'idea chea rigoreavrebbe dovuto essere una grandemente... un grande personaggio".

"Ohma questa è pura teoria"dichiarò Lord Lambeth"leassicuro che è solo un pregiudizio di voi americani".

"Fortunato il paese dove perfino i pregiudizi delle persone sono cosìelevati!" disse Bessie.

"Insommadopo tutto"osservò Lord Lambeth"non credo diessere così sciocco come cerca di farmi sembrare".

"Non ho mai detto niente di così severoma devo ripeterle che lei èscoraggiante".

"Mia cara signorina Alden"esclamò il giovane"sono ilmiglior ragazzo del mondo!"

"Ahse non fosse per questo! " disse Bessie Aldensorridendo.

La signora Westgate aveva a Londra molti più amici di quanti ci siaspettasse eben prestoaveva riallacciato le

relazioni con quasi tutti. Questi dimostrarono un'eccellente ospitalità ecosìda cosa nasce cosalei cominciò - come si

suol dire - a fare vita di società.

Grazie a questoBessie Alden ebbe l'opportunità di conoscere finalmente unpo' di quella che lei chiamava con

soddisfazione la 'società inglese'. Andò alle feste da ballo e danzòandò ai pranzi e fece conversazioneandò ai concerti

e ascoltò la musica (Bessie ascoltava sempre ai concerti)andò alleesposizioni e ammirò con stupore. Provava un

piacere intenso e la sua curiosità era insaziabile eanche se entusiasta diogni occasione che le si presentavapiù di ogni

altra cosa apprezzò il privilegio di incontrare alcuni dei personaggicelebri... scrittori e artistifilosofi e statisti... della

cui gloria lei era stata umile e distante ammiratrice e che oraquasifossero parte abituale dell'arredo dei salotti di

Londrale sembravano stelle cadute dal firmamento e divenute tangibiliche... a volterivelavano anche delle qualità

insospettabili in corpi siderali. Bessieche conosceva tanti dei suoicontemporanei solo per famaricevette infatti molte

delusioni personali; ma non mancaronod'altra partegli entusiasmi e lesoddisfazioni. Di tutto questo la ragazza rese

partecipe una sua cara amica di Bostoncon la quale intratteneva unavoluminosa corrispondenza.

In veritàcercò di comunicare molte delle sue impressioni anche a LordLambethche ormai si recava all'albergo quasi

tutti i giornie al quale la signora Westgate ammetteva di essersiaffezionata.

Il Capitano Littledalesi scoprìera andato in Indiae di tutti gli altriex-ospiti della casa della signora Westgate -

gentiluomini checome lei dicevaavevano fatto del suo salotto a New Yorkun circolo privato - non si riusciva ad

avere notizie.

Ma Lord Lambeth si comportava in modo così premuroso da compensarecon lesue attenzionile assenze

accidentalile apparenti perdite di memoria e le mancanze di tutti glialtri. Le condusse al parcole accompagnò a

visitare collezioni private e le invitò a pranzo a casa sua.

La signora Westgateseguendo la moda di molti dei suoi compatriotifece inmodo di essere presentata a Palazzo

Realeinsieme alla sorelladal rappresentante diplomatico - era così chechiamava il Ministro degli Esteri americano in

Inghilterra - domandandosi che cosa diavolo ci stesse a farese non per darele opportune disposizioni affinché i suoi

connazionali fossero invitati a Corte.

Lord Lambeth dichiarò di odiare i ricevimenti a Cortetuttavia partecipòanch'egli alla cerimonia il giorno che le

due signore si recarono a Buckingham Palacein una grandiosa carrozzainviata per l'occasione da Sua Eccellenza.

Indossava un'uniforme sgargiante e Bessie Alden fu piacevolmente colpita dalsuo aspetto... soprattutto quando

avendogli chiesto stupidamente - se ne rese subito conto - se lui era unsuddito lealeil gentiluomo le rispose che si

considerava un suddito leale a lei.

Tale dichiarazione trovò confermaqualche giorno doponella circostanzache Lord Lambeth danzò con lei a un

ballo realea cui era stata invitata insieme alla sorella. E la scoperta chelui non fosse affatto un bravo ballerino non

servì in alcun modo a raffreddare l'entusiasmo della ragazza.

Il gentiluomo era con lei straordinariamente gentile e Bessie si domandavacon crescente curiositàcome mai

fosse tanto gentile. Era nel suo carattere... era questa la risposta piùovvia. Aveva confidato alla sorella che lui le

piaceva molto e ora che le piaceva ancor di piùsi domandava il perché. Loamava per il suo carattereera questa la

risposta più ovviaanche a questa domanda.

Quandoa un certo puntole impressioni di Londra cominciarono ad affollarsinella sua menteBessie dimenticò

completamente l'avvertimento della sorella riguardo al cinismo dell'opinionepubblica. Le aveva procurato molta

sofferenza al momentoma adesso non c'era alcun motivo per cui avrebbedovuto rammentarlo. Aveva così scarsa

consistenza con la realtà e poiper Bessieera estremamente sgradevolericordare cose sgradevoli.

Pertantonon era ossessionata dalle accuse di volgarità. Non era innamoratadi Lord Lambeth... rassicurava se

stessa. Certosi potrebbe senza indugio osservare chequando diventanonecessarie rassicurazioni di questo tipoi

sentimenti di una giovane sono in uno stato di grande ambiguità. E inrealtà Bessie Alden non si sforzava affatto di

nascondere - a se stessanaturalmente - il vago senso di tenerezza cheprovava per il giovane gentiluomo. Diceva a se

stessa che di lui le piaceva il tipo a cui apparteneva: l'inglese semplicecandidoforte e coraggioso. Ne parlava tra sé e

sécome parlano le donne degli uomini che amano... alludendo al suocoraggio (di cui non aveva avuto la benché

minima dimostrazione)alla sua onestàalla sua distinzionesenzanaturalmente trascurare la sua bellezza. Inoltreera27

perfettamente conscia che preferiva pensare alle qualità di cui lui nonaveva meritoe che la sua immaginazione era

attratta e compiaciuta alla vista di un bell'uomo che aveva così tanteopportunitàopportunità di fare non sapeva bene

cosamaimmaginava... di fare grandi cose... per esempiodi esercitare lasua influenza per qualche nobile causadi

conferire felicità agli altridi incoraggiare le arti.

Lei aveva una specie di ideale di condottaper un giovane che si trovava inuna posizione così privilegiatae

cercava di adattarlo alla condotta di Lord Lambethcome si cerca di farcoincidere una sagoma di carta con un'ombra

proiettata su un muro. Ma la sagoma di Bessie Alden si rifiutava dicoincidere con l'immagine di Sua Eccellenza e

questa mancanza di armoniaa voltela contrariava più di quanto riuscissea tollerare. Quando lui era assente

naturalmentesi notava di meno; perché allora pensava a lui come aun'armoniosa combinazione di grandi

responsabilità e di buone qualità. Ma quando era lìdavanti ai suoiocchiseduto a ridere e a parlare con il suo buon

umore e la sua semplicità abitualilei lo misurava in modo più attento esentiva distintamente cheanche se la posizione

di Lord Lambeth era eroicain verità nell'uomo c'era ben poco di eroico.Allorala sua immaginazione cominciava a

vagare lontano... molto lontanopoiché è un fatto indubitabile cheinquei momentilui le appariva visibilmente ottuso.

Ho paura chequando l'immaginazione di Bessie cominciava a errare in modocosì invidiabilenemmeno lei poteva

essere una compagnia molto brillante. Ma può anche darsi che Lord Lambethtrovasse in questi sporadici momenti di

apparente disinteresse un aspetto del fascino personale della ragazza. Cosìcomesin dall'inizioera rimasto affascinato

dal modo in cui lei lo esaminava e lo giudicavaun modo più spontaneo elibero da pregiudizi - più a proprio comodo e

piacimentoper così dire - rispetto ad altre ragazze con cui era quasientrato in intimità. La percezione di questo

insieme alla consapevolezza di piacere alla ragazzaprocurava a Lord Lambethuna sensazione piacevolissima.

Immaginava di avere raggiunto la soddisfazionecosì ambita da un giovanecon titoli e fortunadi essere amato solo per

se stesso. Certoqualche cinico consigliere avrebbe potuto sussurrarglinell'orecchio: "Amato per te stesso? Sìma non

più di tanto!"

Eglicomunquenutriva il costante desiderio di essere amato ancora di più.

Potrà sembrare forse piuttosto singolare - ma era proprio così - che neimomenti in cui Bessie Alden rimaneva

sorpresa dalla ottusità di luisi sforzavaper ragioni di coscienzaadamarlo di più. E dico per ragioni di coscienza

perché sentiva che lui era stato estremamente "gentile" neiconfronti della sorella e perché pensava che fosse più che

giusto avere per Lord Lambeth la stessa buona considerazione che lui avevaper lei. Tale sforzonon sempreotteneva il

risultato sperato; anzia volte succedeva che lei avvertisse una vagairritazioneche si trasformava poi in un

atteggiamento critico e ostile nei riguardi di alcune istituzioni inglesi.

Bessie Alden fu invitata a diversi ricevimenti in cui incontrò Lord Lambethma prese parte anche ad altridove

Sua Eccellenza non era né potenzialmente né di fatto presente. E fusoprattutto in queste circostanze che ebbe occasione

di conoscere le celebrità artistiche e letterarie di cui si è fattamenzione. Dopo qualche tempo era arrivata a una

conclusione: se Lord Lambeth comparivaera segno che non c'erano né poetiné filosofi. E di conseguenza- era una

conseguenza quasi ovvia - lei aveva preso l'abitudine di nominare al giovanegentiluomo detti oggetti della sua

ammirazione.

"Mi sembra che lei sia straordinariamente appassionata di questo generedi persone"disse un giorno Lord

Lambethcome se lo avesse realizzato solo in quel momento.

"Sono le persone che più mi incuriosisce di conoscere inInghilterra"replicò Bessie Alden.

"Suppongo che sia perché ha letto molto"disse Lord Lambeth congalanteria.

"Non che io abbia letto molto. È solo perché di loro si parla moltonel mio paese".

"Capisco"osservò il giovane. "A Boston".

"Non solo a Bostonovunque"disse Bessie. "noi le teniamo ingran considerazione e sono invitate ai pranzi più

importanti".

"Credo che abbia ragione: non posso dire di conoscerne molte".

"È un peccato che non le conosciate"dichiarò Bessie Alden"vi farebbe bene".

"Senz'altro mi farebbe bene"disse Lord Lambethcon un tonoumile. "Ma devo riconoscere che non mi piace il

modo di fare che hanno alcune di loro".

"Neanche a me... alcune ... Ma ce ne sono di ogni tipo e molte sonodavvero affascinanti".

"Mi è capitato di parlare con due o tre di esse"continuò ilgentiluomo"e mi sono sembrate un po' servili".

"Perché dovrebbero essere servili?"

"Davvero non lo so. Effettivamenteperché dovrebbero?"

"Forse è stata solo una vostra impressione"disse Bessie.

"Behnaturalmente"dichiarò il suo compagno"non sono coseche si possono dimostrare".

"In America non sono servili"disse Bessie.

"Ahallora devono essere una compagnia decisamente piùsimpatica".

Bessie tacque per un momento. "Questa è una delle cose che non mipiacciono dell'Inghilterra"disse"quella di

tenere in disparte le persone di riguardo".

"Cosa vuol dire in disparte?"

"Ebbenepermettere che vadano solo in determinati luoghi. Non le sivede mai!"

Lord Lambeth la osservò per un attimo e poi chiese: "Di quali personesta parlando?"

"Le persone eminenti... gli scrittori e gli artisti... le personed'ingegno".

"Ohci sono anche altre persone eminentioltre a loro"disseLord Lambeth.28

"Comunquevoi le tenete in disparte"ripeté la ragazza.

"E ci sono anche altre persone d'ingegno"aggiunse Lord Lambethcon semplicità.

Bessie Alden lo guardò e accennò una piccola risata. "Non molte"concluse.

In un'altra occasionesubito dopo uno dei pranzi a cui erano state invitategli disse che c'era un'altra cosa

dell'Inghilterra che non le piaceva.

"Ohperbacco!" esclamò il gentiluomo. "Non ci ha giàmaltrattato abbastanza?"

"Non vi ho mai maltrattato"replicò Bessie. "Ma il vostrodiritto di precedenza non mi piace".

"Non è il mio diritto di precedenza!" dichiarò Lord Lambeth escoppiò in una risata.

"Sìinveceè il vostro... è proprio il vostro. E io lo trovoodioso"disse Bessie.

"Non ho mai visto una ragazza così giovane discutere di queste cose!Qualcuno ha forse avuto l'impudenza di

passarle davanti?" chiese Sua Eccellenza.

"Io non contesto il fatto che mi passino davantima il fatto che lorosono convinti di avere il diritto di farlo... un

diritto che io riconosco".

"Non ho mai incontrato una ragazza giovane come lei che non'riconoscesse' tale diritto. Senza dubbio è una cosa

orribilema risparmia un mucchio di fastidi".

"Invece procura un mucchio di fastidi. È orrendo"disse Bessie.

"Madiversamentecome farebbe a far procedere le persone piùimportanti?" chiese Lord Lambeth. "Non

possono certo andare per ultime".

"Cosa intende per le persone più importanti?"

"Ahma se si mette a discutere i principi fondamentali!" osservòLord Lambeth.

"Se sono questi i vostri principi fondamentalinon c'è dameravigliarsi che alcune delle vostre disposizioni siano

così odiose"osservò Bessie Alden con graziosa ferocia. "Io sonouna ragazza giovanequindiè naturale che passi per

ultima. Ma immagini come deve sentirsi Kitty a essere informata che non èlibera di muoversifino a che non sono

passate certe altre signore".

"Ma nonon è mica 'informata'!" esclamò Lord Lambeth."Nessuno farebbe una cosa del genere".

"Ma glielo farebbero sentire..."insisté la ragazza"comese avessero paura che potesse precipitarsi per prima alla

porta. No... avete un paese incantevole"disse Bessie Alden"mail vostro diritto di precedenza è una cosa orrenda".

"Certonon credo che a sua sorella piacerebbe"aggiunse LordLambethcon gravità persino eccessiva.

Ma Bessie Alden non riuscì a indurlo a esprimere una protesta formale controquell'odiosa consuetudineche lui

sembrava invece ritenere molto comoda.

Percy Beaumontin tutto questo tempoera stato molto meno assiduo delcugino nel fare visita al Jone's Hotel.

Infattisi era recato soltanto due volte a porgere i saluti alle signoreamericane. Lord Lambethche lo vedeva spessolo

rimproverava per la sua negligenza e gli ripeteva cheanche se la signoraWestgate non aveva detto nulla al riguardo

certamente ne era rimasta segretamente ferita. "Soffre troppo per poterparlare"gli disse.

"Sono tutte frottole"gli rispose Percy Beaumont"c'è unlimite anche alla sofferenza!" E anche se non si preoccupò di

mandare nessun biglietto di scuse al Jone's Hotelcercò in qualche modo digiustificare al cugino la sua assenza. "Tu sei

sempre lì"disse"e questa è una ragione sufficienteper meper non andare".

"Non vedo perché. Ce n'è abbastanza per tutti e due".

"Non ho nessun interesse a essere il testimone della tua... della tuasconsiderata passione"disse Percy Beaumont.

Lord Lambeth gli lanciò una gelida occhiata e per un attimo non disse nulla."Non è così ovvio come potresti supporre"

proferì seccamente"considerato che tipo espansivo sono io".

"Non voglio saperne niente... assolutamente niente"disse Beaumont."Tua madreogni volta che mi incontrami

domanda se penso che tu sia definitivamente perduto... e Lady Pimlico fa lostesso. Preferisco poter rispondere che non

ne so niente... che non vengo mai con te. Ne sto fuori per amore di coerenza.Te l'ho detto anche l'altro giornodevono

badare loro a tee devono farlo da sole!"

"Sei maledettamente pieno di riguardi"disse Lord Lambeth. "Ame non chiedono mai niente".

"Hanno paura. Hanno paura di irritarti e di peggiorare la situazione.Perciòsi stanno muovendo con molta

cautela ein un modo o nell'altroprendono le loro informazioni. Sanno unsacco di cose sul tuo conto. Sanno che sei

andato con quelle signore alla Cattedrale di St. Paul... dove altro?... ahsìal Tunnel del Tamigi".

"Se le loro informazioni sono così accuratedevono essere moltopreziose".

"Comunquesanno che avete visitato tutte le 'attrattive' della città.Pensano - ed è naturalelo penso anch'io - che

quando si comincia a visitare i luoghi d'interesse della città con unagiovane americanac'è serio motivo di

preoccupazione!"

Lord Lambeth rispose a questa insinuazione con una risata sprezzante. Ma ilcompagnodopo un attimo di pausa

riprese: "Ti ho appena detto che non volevo sapere niente di questafaccendama ti confesso che sono curioso di sapere

se hai intenzione di sposare la signorina Bessie Alden".

Su questo punto Lord Lambeth non diede soddisfazione immediata al suointerlocutore. Rimase per breve temp o

a rifletterecon lo sguardo accigliatopoi disse: "Per Giove! Corronoun po' troppo. Allora sì che mi troveranno

pericoloso... ne possono star sicure!"

Percy Beaumont prese a ridere. "Tu non mantieni le tue promesse. Giornifahai detto che avresti fatto in modo

che tua madre andasse a trovarle".

Lord Lambeth continuava a meditare. "Le ho chiesto di andare"rispose semplicemente.29

"E lei non ha accettato?"

"Noma lo farà".

"Parola mia"disse Percy Beaumont"se la faccenda cominceràa spaventarla di piùsono sicuro che ci andrà".

Lord Lambeth gli lanciò un'occhiatamentre lui continuava: "Andràdirettamente dalla ragazzadi sua iniziativa".

"Cosa vuoi dire che andrà da lei".

"La pregherà di stare lontano da teoppure cercherà di corromperla.In ogni casoprenderà seri provvedimenti".

Lord Lambeth gli volse le spalle in silenzio; poimentre il compagno loosservavasi allontanò di venti passi e

ritornò lentamente indietro. "Ho invitato la signora Westgate e lasignorina Alden a Branches"disse"e stasera

indicherò loro la data".

"E inviterai anche tua madre e tua sorella a conoscerle?"

"Precisamente!"

"Questo manderà la duchessa su tutte le furie!" disse PercyBeaumont. "Dubito che verrà".

"Faccia quello che vuole".

Beaumont guardò Lord Lambeth. "Allorahai veramente intenzione disposare la sorella più giovane?"

"Mi piace il modo in cui ne parli!" esclamò il gentiluomo."Sta tranquillonon mi mangerà!"

"Non ti lascerà certo lìin ginocchio"disse Percy Beaumont."Qual è dunque la lusinga?"

"Sentitu parli di proposta di matrimonioma aspetta almeno che iogliela faccia"continuò Lord Lambeth.

"Hai ragionemio caro ragazzopensaci bene!" concluse PercyBeaumont.

"È una ragazza incantevole"proferì Sua Eccellenza.

"Sicuroè una ragazza incantevole. Non conosco una ragazza piùincantevolein senso stretto. Ma ci sono

ragazze incantevoli anche più vicinoin patria".

"Adoro il suo temperamento"osservò Lord Lambethquasi sidivertisse a tormentare il cugino.

"E cosa c'è di speciale nel suo temperamento?"

"Non ha pauradice chiaramente quello che pensa e non ha soggezione dinessuno. È la prima ragazza che

incontro che non muore dal desiderio di sposarmi".

"Come fai a saperlose non glielo hai chiesto?"

"Non so perchéma ne sono sicuro".

"Io sono sicuro che mi ha fatto un mucchio di domande sulle tueproprietà e sui tuoi titoli"disse Beaumont.

"Anche a me ha fatto tante domandesenza fine"ammise LordLambeth"ma lo ha fatto per avere informazioni

non capisci?"

"Informazioni? Sìlo credo bene che le voleva! Non dubitare! Muore daldesiderio di sposarti né più né meno

come tutte le altre".

"Non sopporterei di essere rifiutato... non lo sopporterei".

"Se la cosa è così spiacevolesia per te che per leiallorain nomedel Cielolasciala perdere!" disse Percy

Beaumont.

La signora Westgateda parte suanon faceva altro che lamentare allasorella il fatto che le visite di Percy

Beaumont si erano diradate e che la Duchessa di Bayswater non si era ancorafatta viva. Ciononostanteaffermava di

preferire quest'ultima circostanza piuttosto che essere oggetto delleprodighe attenzioni della nobile dama. "È evidente"

diceva"molto evidente. È la deliziosa prova che l'abbiamo resainfelice. Il giorno che sia mo andate a pranzo da Lord

Lambethmi ha fatto proprio pena quel povero diavolo".

Da ciò si può facilmente dedurre che il ricevimento offerto da Lord Lambethper le sue amiche americane non

era stato deliziato dalla presenza dell'ansiosa madre. Il gentiluomo avevainvitato diverse persone scelte in loro onore

ma le signore della sua famiglia si erano distinte - come aveva notato inmodo un po' malignoma alquanto perspicace

la signora Westgate - per la loro assenza.

"Non voglio esprimermi in modo che possa procurarti dispiacere"disse Bessie Alden"ma non capisco perché tu

debba avere tutte queste teorie sulla povera madre di Lord Lambeth. Conoscimoltissimi uomini a New Yorksenza per

questo conoscere le loro madri".

La signora Westgate guardò la sorella e si allontanò. "Mia cara Bessiesei superba!" disse.

"Una cosa è certa"continuò la ragazza"se sapessi diessere causa di fastidi... anche involontaria... per la

famiglia di Lord Lambethinsisterei..."

"Insisteresti per farci lasciare l'Inghilterra?" domandò lasignora Westgate.

"Nonon per questo. Voglio andare a visitare la National Galleryvoglio vedere Stratford-on-Avon e la

Cattedrale di Canterbury. Ma insisterei a non farlo venire più a farcivisita".

"Sarebbe molto modesto e molto carino da parte tua. Ma ora non lofaresti".

"Perché dici 'ora'? chiese Bessie Alden. "Forseoranon sonopiù modesta?"

"Sei troppo interessata a lui. Un mese faquando hai detto di nonesserlosicuramente era vero. Ma adessomia

cara bambina"dis se la signora Westgate"non ti sarebbe cosìfacile non rivedere più Lord Lambeth. La cosa è andata

troppo oltre".

"Ti sbagli"disse Bessie"non capisci".

"Bambina mianon essere perversa"ribatté la sorella.

"Lo conosco megliosicuramentese è questo che vuoi dire"disseBessie"e mi piace molto. Ma non lo amo

abbastanza da voler causare problemi tra lui e la sua famiglia... Comunquenon ci credo".30

"Mi piace il tono con cui dici 'comunque'"esclamò la signoraWestgate. "Sudì la veritànon lo sposeresti?"

"Ohno!" rispose la ragazza.

La signora Westgate avvertì una sensazione di fastidio. "Perché no?Dimmelo!" le chiese.

"Perché non mi interessa"concluse Bessie Alden.

Il giorno seguente a quello in cui Lord Lambeth aveva avuto con PercyBeaumont lo scambio di opinioni riferito

primale ospiti del Jone's hotel ricevettero da Sua Eccellenza un bigliettod'invitocome già anticipatoal Castello

Branchesper il martedì successivo.

"Penso di avere organizzato proprio una bella festa"confidò loroil giovane gentiluomo. "Ci saranno diverse

persone che già conoscete e anche mia madre e le mie sorelleche sono statepurtroppo impeditefinoradi fare la

vostra conoscenza".

Bessie Alden non esitò a richiamare subito l'attenzione della sorella suquanto era stata ingiusta nei confronti

della Duchessa di Bayswaterla cui ostilitàevidentementenon era altroche una vana illusione.

"Aspetta a vedere se verrà"disse la signora Westgate"ecomunquese le toccherà incontrarci a casa del figlioa

maggior ragione era tenuta a venirci a fare visita".

Bessie non dovette attendere a lungopoiché arrivò il momento che la madredi Lord Lambeth fece suo il punto

di vista della signora Westgate riguardo ai suoi obblighi sociali.

L'indomaninel primo pomeriggiovennero recapitati nell'appartamento dellesignore americane due biglietti da

visita... uno dei quali riportava il nome della Duchessa di Bayswaterl'altro quello della Contessa di Pimlico.

La signora Westgate lanciò un'occhiata all'orologio. "Non sono ancorale quattro"disse"sono venute presto;

vogliono conoscerci. Ebbenele riceveremo".

E ordinò di lasciar passare le visitatrici. Qualche istante più tardilesignore furono fatte accomodare e ne seguì

un solenne scambio di espressioni cortesi.

La duchessa era una donna molto grossacon un bel colorito fresco. LaContessa di Pimlico era molto carina ed

elegante.

La duchessa si guardò un po' in giro e si accomodò su una sedia... senzarivolgere particolare attenzione alla

signora Westgate.

"Suppongo che mio figlio vi abbia riferito che desideravo venire aconoscervi"osservò.

"Lei è molto gentile"pronunciò la signora Westgatein modopoco convinto... poiché la sua coscienzada una

parte le impediva di assentire a tale affermazione... e dall'altra non lepermetteva di esprimere chiaramente quello che

pensava.

"Mi ha detto che siete state così gentili con lui in America"disse la duchessa.

"Siamo molto contente" replicò la signora Westgate"diessere riuscite a rendere il suo soggiorno un po' più... un

po' meno... un po' più piacevole".

"Penso che abbia alloggiato a casa vostra"osservò la Duchessa diBayswaterguardando Bessie Alden.

"Per un periodo molto breve"rispose la signora Westgate.

"Oh!" esclamò la duchessacontinuando a non staccare gli occhi daBessieche era occupata a conversare con

sua figlia.

"Le piace Londra?" aveva domandato Lady Plimico a Bessiedopoaverla esaminata da cima a fondo... il visole

maniil vestito e la pettinatura.

"Ohsìmoltissimo"disse Bessie.

"Le piace questo albergo?"

"È molto confortevole"disse Bessie.

"Le piace fermarsi negli alberghi?" la interrogò Lady Pimlicodopo una breve pausa.

"Mi piace moltissimo viaggiare"rispose Bessie"e credo chegli alberghi ne siano una parte necessaria. Ma non

sono la parte che mi piace di più".

"Ohio odio viaggiare"replicò la Contessa di Pimlico etrasferì la sua attenzione alla signora Westgate.

"Mio figlio mi ha detto che vi recherete a Branches"stava dicendoin quel momento la duchessa.

"Lord Lambeth è stato così gentile da invitarci"disse lasignora Westgateche avvertì che la sua visitatrice

aveva cominciato ad osservarla e checome d'abitudineprovò la piacevoleconsapevolezza di avere un aspetto distinto.

L'unica cosa che turbò la sua soddisfazionein questo casofu l'ispezionedel vestito della sua ospite che la fece

riflettere tra sé e sé: "Non apprezzerà di certo la miaeleganza!"

"Ha chiesto anche a me di andarema non sono sicura se potrò"mormo rò la duchessa.

"Ma ci aveva anticipato la p... possibilità di incontrarla"dissela signora Westgate.

"Odio la campagna in questa stagione"replicò la duchessa.

La signora Westgate si strinse un po' nelle spalle. "Penso che sia piùgradevole di Londra".

Ma lo sguardo della duchessa era di nuovo assentestava fissandoattentamente Bessie. Di punto in bianco si

alzòsi diresse verso una sedia vuotache si trovava alla destra dellaragazzae vi sedette in silenzio. Dal momento che

era una donna voluminosa e maestosail suo gesto risultòinevitabilmentedi grande effetto. E provocò anche un certo

imbarazzo che Lady Pimlicoda figlia affettuosadesiderò in qualche modomitigarerivolgendosi alla signora

Westgate.

"Suppongo che andiate parecchio in giro"osservò.

"Nomolto poco. Siamo straniere e non siamo venute qui per stare insocietà".31

"Capisco"disse Lady Pimlico"si sta abbastanza bene incittàin questo periodo".

"È molto piacevole"disse la signora Westgate. "Ma noiandiamo a trovare solo poche persone... per cui

proviamo simpatia".

"Naturalmentenon si può avere simpatia per tutti"disse LadyPimlico.

"Dipende dalla società a cui si appartiene"ribatté la signoraWestgate.

Nel frattempo la Duchessa si era rivolta a Bessie: "Mio figlio dice chele giovani in America sono molto

intelligenti".

"Mi fa piacere che abbiano fatto una così buona impressione su dilui"disse Bessiesorridendo.

La Duchessa non sorrideva: il suo largo viso era molto calmo. "Lui èmolto sensibile"disse"pensa che siano

tutti intelligenticertoa volte lo sono".

"A volte"acconsentì Bessiesorridendo ancora.

La duchessa la guardò per un momento e poi riprese: "Lambeth è moltosensibilema è anche molto volubile".

"Volubile?" domandò Bessie.

"È molto incostante. Non si può fare affidamento su di lui".

"Oh!" esclamò Bessie"Non lo riconosco in questadescrizione. Noi abbiamo fatto grande affidamento su di lui

io e mia sorellae non ci ha mai deluso".

"Ma vedrete che vi deluderà!" disse la duchessa.

Bessie accennò una piccola risataquasi fosse divertita all'insistenzadella duchessa. "Suppongo che dipenderà da

cosa ci aspettiamo da lui".

"Meno vi aspettatemeglio è"dichiarò la madre di Lord Lambeth.

"A dire il vero"replicò Bessie"non ci aspettiamo nientedi irragionevole".

La duchessa tacque per un attimoanche se sembrava volere aggiungeredell'altro.

"Lambeth mi ha detto che vi ha frequentato molto"riprese subitodopo.

"È venuto a trovarci spessoè stato molto gentile"disse BessieAlden.

"Suppongo che ci siate abituate. Mi hanno detto che si usa molto inAmerica".

"Si usa molto essere gentili?" chiese sorridendo la ragazza.

"È così che dite voi? So che usate modi per esprimervi diversi dainostri".

"Sicuramentespesso non riusciamo a capirci"disse la signoraWestgate cheterminato il colloquio con Lady

Pimlicopoté rivolgere la sua attenzione alla visitatrice più anziana.

"Mi riferisco al fatto che i giovanotti si incontrano così di frequentecon le signorine"spiegò la duchessa.

"Ma sicuramentein Inghilterra"riprese la signora Westgate"le signorine non vanno a trovare i giovanottinon

è vero?"

"Alcune lo fanno... più o meno"dichiarò Lady Pimlico"quando i giovanotti sono un buon partito!"

"Bessiedevi prendere nota di questo"disse la signora Westgate"vedemia sorella è una viaggiatrice modello.

Scrive tutte le notizie curioseche le capita di sentirein un libriccinoche tiene appunto per questo scopo".

La duchessa arrossì un po' e si guardò in giro per la stanzamentre lafiglia si stava rivolgendo a Bessie.

"Mio fratello ci ha detto che lei è straordinariamenteintelligente"disse Lady Pimlico.

"Avrebbe dovuto dirlo di mia sorella..." replicò Bessie"seè questo che intendeva".

"Vi fermerete per molto tempo a Branches?" di punto in biancochiese la duchessa alla ragazza.

"Lord Lambeth ci ha invitato per tre giorni"disse Bessie.

"Verrò anch'io"dichiarò la duchessa"e anche miafiglia".

"Sarà incantevole!" replicò Bessie.

"Delizioso!" mormorò la signora Westgate.

"Mi aspetto di trascorrere molto tempo con voi"continuò laduchessa. "Quando vado a Branchesmonopolizzo

sempre gli ospiti di mio figlio".

"Ne saranno molto felici"replicò la signora Westgate in modomolto benevolo.

"Desidero moltissimo vederlo... vedere il castello"disse Bessiealla duchessa"non ne ho mai visto uno... in

Inghilterraalmeno. E voi sapete che in America non ce ne sono".

"Ahlei ha passione per i castellieh?" indagò Sua Grazia.

"Ohsìuna vera passione!" rispose la ragazza. "È semprestato il sogno della mia vita andare a vivere in un

castello".

La duchessa la guardò per un istante interdettasenza sapere comeinterpretare tale impudenza chedal punto di

vista di Sua Graziao era frutto di candida ingenuitàoppure di grandeaudacia.

"Bene"dissealzandosi in piedi"le mostrerò io stessaBranches".

E con questo le due signore si congedarono.

"Cosa sono venute a fare?" chiese la signora Westgateappenafurono uscite.

"Volevano mostrarsi gentili"disse Bessie"dal momento cheavremmo dovuto incontrarle".

"È troppo tardi per essere gentili"replicò la signora Westgatecon un'aria piuttosto arcigna"volevano metterci

in soggezionecon le loro maniere raffinate e con la loro importanzaevolevano farti lacher prise".

"Lacher prise? Che cose strane che dici!" brontolò Bessie Alden.

"Volevano snobbarcicosì che non osassimo andare a Branches"continuò la signora Westgate.

"Al contrario"disse Bessie"la duchessa si è offerta dimostrarmi lei stessa il posto".32

"Sìpuoi stare certa che non ti perderà d'occhio un momento! Tistarà alle calcagna dalla mattina alla seracon la

scusa di mostrarti il castello".

"Tu hai sempre una spiegazione a tutto"disse Bessie.

"E tuevidentementenon ne hai mai nessuna".

"Io non ho visto nessun tentativo di 'metterci in soggezione'"replicò la ragazza. "Non hanno mostrato affatto

maniere ricercate".

"Ohnemmeno maniere cortesise è per questo!" dichiarò lasignora Westgate.

Bessie tacque per qualche tempoma improvvisamente le sembrò di averetrovato una spiegazione molto logica.

Sono venute per vedere me"dichiaròcome se fosse un'intuizionedavvero acuta.

La signora Westgate accolse le sue parole con un sorriso benevolo e le diedeatto di avere trovato una soluzione

molto brillante; ma in verità comprese che lo scetticismo della sorellaola sua benevolenzao meglioquello che aveva

a volte giustamente definito il suo idealismo erano inattaccabilidall'ironia.

Bessiecomunquerimase pensierosa tutto il resto del giorno e anche ilgiorno seguente.

L'indomaniprima di pranzola signora Westgate dovette uscire per un'orettae lasciò la sorella intenta a scrivere

una lettera.

Quando rientròincontrò all'entrata dell'albergo Lord Lambeth che neusciva. Le sembrò piuttosto imbarazzato e

aveva un'espressione molto grave in viso.

"Mi dispiace che non ci siamo incontrati. Non vuole per casorientrare?"

"No"disse il gentiluomo"non possoho visto sua sorella.Non posso più tornare".

Poi la guardò un istante e le porse la mano. "ArrivedercisignoraWestgate"disse"è stata molto gentile con

me".

E con un'espressione che le parve strana e insolitamente triste in quel belviso giovanesi allontanò.

La signora Westgate entrò nella camera e trovò Bessie ancora intenta ascrivere la sua letteraovvero notò che era

seduta al tavolino con la penna in manoma non stava scrivendo.

"È stato qui Lord Lambeth"disse infine la sorella maggiore.

Allora Bessie si alzòil suo viso era pallido e triste. Chinò la testasulla sorella e rimase così per qualche tempo

in silenzioquasi volesse confessarsi e discolparsi. "Gli hodetto"proferì infine"che non potevamo andare a

Branches".

La signora Westgate mostrò un attimo d'irritazione. "Poteva almenoaspettare..." disse con un sorriso" che

vedessimo il castello".

In seguitoun'ora più tardidisse alla sorella: "Bessie caravorreiche tu avessi accettato".

"Non potevo"disse gentilmente Bessie.

"È un ottimo ragazzo"disse la signora Westgate.

"Non potevo"ripeté Bessie.

"Se solo non fosse che..." aggiunse la sorella"quelle donnepenseranno di averla avuta vinta... di averci

paralizzato!"

Bessie Alden fece per allontanarsima d'un tratto aggiunse: "Eranointeressanti. Mi sarebbe piaciuto incontrarle

di nuovo".

"Anche a me!" esclamò la signora Westgate con enfasi.

"E mi sarebbe piaciuto vedere il castello"disse Bessiepoiaggiunse: "Ma ora dobbiamo lasciare l'Inghilterra".

La sorella la guardò. "Ma non aspettiamo di visitare prima la NationalGallery?"

"Non adesso".

"Nemmeno la Cattedrale di Canterbury?"

Bessie rifletté un momento e poi disse: "Lì ci possiamo fermaresullastrada per Parigi".

Lord Lambeth non riferì a Percy Beaumont che l'eventualità che lui tantotemeva si era infine verificata. Ma

Percy Beaumontvenuto a sapere che le due signore avevano lasciato Londrasi domandò preoccupato cosa potesse

essere accadutoo meglio direse lo domandò fino a quando la Duchessa diBayswater non accorse in parte in suo aiuto.

Le due signore partirono per Parigi edurante il viaggiola signoraWestgate tornò a ripetere più volte le medesime

parole: "C'è una cosa che rimpiango più di tutte... ed è che lorocrederanno di averci pietrificato!"

Ma Bessie Alden non sembrava rimpiangere nulla.