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Rudyard Kipling

I costruttori di ponti

2

I costruttori di ponti.

Il minimo che Findlaysondel Ministero dei Lavori Pubblicisi aspettasseera

una C.I.E. 1; il suo sogno era la C.S.R. 2; e a dire il vero i suoi amici gli

dicevano che avrebbe meritato di più. Per tre anni aveva sopportato caldo e

freddodelusionidisagipericoli e malattiee una responsabilità fintroppo

gravosa per le spalle di una sola persona; e giorno dopo giornonell'arco di

quel periodoil grandioso ponte di Kashi sul Gange era cresciuto sotto lasua

direzione. Orase tutto andava come dovevatra meno di tre mesi SuaEccellenza

il Viceré avrebbe inaugurato il ponte in gran pompaun arcivescovo loavrebbe

benedettoil primo convoglio di soldati lo avrebbe attraversato e sisarebbero

tenuti discorsi ufficiali.

FindlaysonC.I.E. 3si sedette nel suo carrello su una linea di servizioche

correva lungo uno dei principali rivestimenti di sostegnoi giganteschiargini

rivestiti di pietra che sfolgoravano a nord e a sud per cinque chilometri su

entrambe le rive del fiumee si concesse di pensare alla fine.

Vie d'accesso inclusela sua opera era lunga due chilometri e mezzo; unponte

con travatura reticolaresostenuto da tralicci Findlayson che poggiava su

ventisette piloni di mattoni. Ciascun pilone aveva un diametro di quasi sette

metrila cima in pietra rossa di Agrae affondava per ventidue metri nelle

sabbie mobili del Gange. Sopra di essicorreva la linea ferroviaria largaoltre

quattro metri; e al di sopra di questa una strada carreggiabile di cinquemetri

fiancheggiata da percorsi pedonali. Alle estremità si ergevano torri dimattoni

rossi con feritoie per i moschetti e aperture più grandi per i cannoni e la

rampa della strada si spingeva sino al loro fianco.

I tratti scoperti di terreno ai margini brulicavano di centinaia e centinaiadi

asinelli che si arrampicavano fuori dalla voragine dello scavo sottostante

carichi di sacchi di terra; nella calura pomeridiana risuonavano gli zoccoli

gli schiocchi delle verghe dei conducentiil rotolio del terreno che cedeva.Il

fiume era molto basso e sulla sabbia bianca e abbaglianteproprio in mezzoai

tre piloni centrali del pontec'erano delle tozze cataste di traversine

riempite e ricoperte di fango a sostenere le ultime longarine mentre venivano

ribattute.

Nell'acqua poco profonda lasciata dalla siccità una gru scorreva avanti e

indietro sul suo ponte d'appoggio portando a destinazione sezioni di ferro

sbuffandorinculando e brontolando come brontola un elefante in un depositodi

legname. A centinaia i ribattitori brulicavano attorno al tralicciato e alla

tettoia di ferro della ferroviasospesi a invisibili ponteggi sotto ilventre

delle traviraccolti attorno alle strozzature dei pilonia cavalcioni sui

montanti a strapiombo del marciapiede; i loro bracieri e i getti di fiammache

corrispondevano ad ogni colpo di martello non superavano il giallo pallidonella

luce abbagliante del sole. A est e a ovesta nord e a sudi treni col

materiale da costruzione sferragliavano e stridevano su e giù per lebanchinei

carri carichi di pietra bruna e bianca che sbattevano fin quando le loro

fiancate non venivano liberate dai cavicchi e con un rombo e un brontolioalcune

migliaia di tonnellate di materiale venivano fatte cader giù per tenere abada

il fiume.

FindlaysonIngegnere Civilesi voltò sul carrellolo sguardo rivolto alla

regione cui aveva mutato il volto per un raggio di sette miglia. Guardò dinuovo

verso il villaggio che ferveva con cinquemila operai; a monte e a valle

seguendo gli scorci di speroni e sabbia; attraverso il fiume fino ai pilonipiù

lontanirimpiccioliti nella caligine; in alto verso le torri di guard ia

soltanto lui poteva sapere quanto resistenti fosseroe con un sospiro di

compiacimento si rese conto di aver fatto un buon lavoro. Davanti a luinella

luce del solesi ergeva il suo ponteal cui completamento mancavano ormai3

soltanto poche settimane di lavoro alle travi dei tre piloni mediani; il suo

ponte grezzo e brutto come il peccato originalema pukkapermanentefattoper

durareanche quando ogni ricordo del suo costruttoresìperfino delmagnifico

sistema di travatura Findlaysonsi fosse estinto. In pratica l'opera era

finita.

Hitchcockil suo assistentese ne andava al piccolo trotto lungo i binarisu

un pony Kabuli dalla coda intrecciatache in virtù della sua lunga pratica

avrebbe potuto trottare senza difficoltà anche su un traliccioe ammiccòal suo

capo.

Tutto tranne...disse con un sorriso.

Ci ho riflettutorispose il più alto di grado. Un lavoro davvero nientemale

per due uomini soltantoeh?

Uno... e mezzo. Dioche novellino ero quando arrivai al cantiere! Hitchcocksi

sentiva navigato dopo che tutte quelle esperienze degli ultimi tre anni gli

avevano insegnato cosa fossero potere e responsabilità.

Un po' pivello lo eravatedisse Findlayson. Mi chiedo come farete a tornare

dietro a una scrivania quando avremo finito.

Ahnon lo sopporterò!disse il giovanottoe mentre continuavai suoiocchi

seguirono quelli di Findlayson finché mormoroperòdannazione se èbello!

Mi sa che andremo avanti insieme nella carrierasi disse Findlayson. Sei un

giovane troppo bravo perché io debba perdere tempo con qualcun altro.Pivello lo

eri. Ora sei assistente. E sarai assistente personale a Simlase mai mi

verranno riconosciuti meriti per questo lavoro!

In effettiil carico di lavoro era caduto tutto sulle spalle di Findlayson e

del suo assistenteil giovane che aveva scelto proprio in virtù della sua

totale inesperienza così da adattarlo alle sue esigenze. C'era unacinquantina

di appaltatorimontatori e ribattitoritutti europeipresi a prestitodalle

officine ferroviariedi cui forse una ventina tra bianchi e meticcicol

compito di dirigeresecondo direzioni impartitele schiere di operai; ma

nessuno sapeva meglio di questi dueche si fidavano l'uno dell'altrochenon

ci si doveva fidare dei sottoposti.

Molte volte erano stati messi alla prova da improvvise emergenze: slittamentidi

cavirottura di paranchigru in avariae l'ira del fiumema nessuno di

questi incidenti aveva mai messo in luce un altro cui Findlayson e Hitchcock

avrebbero fatto l'onore di imporre ritmi di lavoro spietati come quelli che

imponevano a se stessi.

Findlayson ripercorse mentalmente tutto dall'inizio: mesi di lavoro d'ufficio

vanificati in un sol colpo quando il Governo dell'Indiaall'ultimo momento

aveva deciso di aggiungere sessanta centime tri alla larghezza del ponteneanche

i ponti fossero fatti di cartamandando in fumo almeno quattro metriquadrati

di calcolicosì che Hitchcockche era nuovo alle delusionisi era presola

testa tra le mani e aveva pianto; i tormentosi ritardi nella messa a puntodei

contratti in Inghilterra; i futili scambi di missive in cui si alludeva alla

lauta commissione che sarebbe stata pagatanel caso che unauna soltanto

discutibile consegna fosse stata autorizzata a passare; la guerra che aveva

fatto seguito a quel rifiuto; dall'altra parteil pignoloformale

ostruzionismo che aveva fatto seguito alla guerrafin quando il giovane

Hitchcockcumulando un mese di ferie con un altroe prendendo anche dieci

giorni in prestito da quelle di Findlaysonaveva speso tutti i suoi modesti

risparmi di un anno per precipitarsi a Londradovecome da lui stesso

affermato e come dimostrarono le consegne successiveera riuscito a metter

paura a un uomo così potente che temeva soltanto il Parlamento; almeno così

aveva sostenutofin quando Hitchcock non se l'era ripassato ben bene al suo

tavolo da pranzo; andò a finire che prese a temere il ponte di Kashi e tutti

coloro che parlavano in sua vece.4

Poi era stata la volta del colera che era arrivato di notte nel villaggiopresso

il cantiere; e dopo il colera aveva imperversato il vaiolo. La febbrequella

non se la toglievano mai di dosso.

Hitchcock era stato nominato giudice di terza classe con potere di infliggere

frustatecosì da gestire la comunità nel modo miglioree Findlayson loaveva

osservato esercitare i suoi poteri con giusta misuramentre imparava a cosasi

doveva passar sopra e a cosa no. Era stato un lungolunghissimo sogno aocchi

aperti con tempesteimprovvise inondazioniogni genere e forma di morteuna

rabbia terribile e violenta contro la burocrazia che rendeva la menteconvulsa

impedendole di applicarsi ad altre cose; la siccitàla situazione sanitariae

quella finanziaria; nascitematrimonisepolture e disordini nel villaggio

provocati da venti caste in lotta fra loro; questionirimostranzepersuasioni

e la vuota disperazione che un uomo si trascina a lettograto che il suofucile

giaccia ancora smontato nella custodia.

Dietro a tutto si stagliava la nera struttura del ponte di Kashipiastra su

piastratrave su travecampata dopo campatae ogni suo pilone ricordava a

Hitchcock quell'uomo tutto fare sempre a fianco del suo caposenza maimostrare

cedimentidal principio fino a ora. Il ponte era dunque opera di due uominia

meno di non voler contare Peroo; e Peroo certamente si contava. Era un Lascar

un Kharva di Bulsardi casa in ogni porto tra Rockhampton e Londragiuntosino

al grado di serang sulle navi dell'India britannica; ma stancatosi deltran-tran

delle adunate e dei vestiti puliti aveva abbandonato il servizio e se ne era

andato nell'entroterradove uomini del suo valore potevano essere certi di

trovare un lavoro.

Qualunque prezzo Peroo avesse stabilito per le sue prestazioni sarebbe valsola

sua competenza di paranchi e nel manovrare grandi pesi; ma era laconsuetudine a

stabilire il salario dei manovratori; e così Peroo riceveva assai meno diquanto

valesse. Né le forti correnti del fiume né le grandi altezze riuscivano a

intimorirlo; inoltreproprio in quanto ex serangsapeva mantenere la

disciplina. Non c'era pezzo di ferro così pesante o così mal piazzato peril

quale Peroo non sapesse approntare un paranco in grado di sollevarlounamessa

a punto un po' precaria e traballantecondita con una inverosimile quantitàdi

chiacchieree tuttavia perfetta per il lavoro da sbrogliare. Era stato Perooa

impedire che la travata del Pilone Numero Sette andasse distrutta quando il

nuovo cavo metallico si era inceppato nell'occhio della gru e l'enormepiastra

si era inclinata nella sua imbracaturaminacciando di scivolar via di lato.

In quel caso i lavoranti indigeni avevano perso la testa e si erano messi ad

urlaree una lastra a T era caduta sul braccio destro di Hitchcock

fratturandolo; lui se lo era rinserrato nel giacconeera svenutopoi si era

ripreso e aveva diretto per quattro ore finché Peroo dalla cima della grunon

aveva gridato Tutto benee la piastra oscillando era andata a posto. Nonaveva

egualiil serang Peroonell'assicurare con una funefissare con un tirantee

reggere allo stesso tempocontrollare un motore ausiliario o nell'ingegnarsia

riportar su dal fondo dello sterrato una locomotiva ribaltata; a spogliarsi ea

tuffarsiin caso di necessitàper verificare la tenuta dei blocchi dicemento

attorno ai piloni di fronte all'erosione provocata da Madre Gungao

nell'avventurarsi a monte del fiume in una notte di monsone e poi fare un

rapporto sulle condizioni dei rivestimenti degli argini. Non avrebbeindugiato a

intromettersi nelle discussioni fiume di Findlayson e di Hitchcockfinchéil

suo portentoso ingleseo la sua ancor più portentosa lingua-francapermetà

portoghese e per metà malesenon si fossero esauriti ed egli sarebbe stato

costretto a prendere la corda e a mostrare i nodi che avrebbe ritenuto più

opportuni.

Controllava una sua squadra di addetti ai paranchimisteriosi consanguinei

provenienti dal Kutch Mandviriuniti mese dopo mese e spremuti al massimo.Non5

c'era vincolo di parentela però che lo facesse sentire autorizzato a tenereun

comportamento leggero o scervellato quando si trattava di pagarli.

Il mio onore è l'onore di questo ponteavrebbe detto a quello in procintodi

esser licenziatocosa vuoi che m'importi del tuo onore? Va a lavorare su un

vapore. Non sei tagliato per altro .

Il piccolo gruppo di capanne dove lui e la sua squadra vivevanofacevacerchio

attorno alla scalcinata dimora di un prete di mareuno che non aveva mai

poggiato piede sulle Acque Nerepur se era stato scelto come consigliere

spirituale da due generazioni di corsaritutti poco sensibili agliapostolati

portuali e a quelle dottrine inculcate ai marinai dalle agenzie sulla rivadel

Tamigi.

Il prete dei Lascar non aveva niente a che fare con la loro castané a direil

vero con qualcos'altro. Mangiava le offerte della sua chiesadormivafumavae

ridormivapoichécome diceva Perooche se lo era tirato dietro per millee

cinquecento chilometri nell'entroterraegli è un sant'uomo autentico. Nongli

importa di quello che mangiafin tanto che non mangia manzoe questo è un

beneperché noi Kharvasulla terraadoriamo Shiva; ma in maresulle navi

della Kùmpanici atteniamo scrupulosamente agli ordini del Burra Malum (il

secondo)e su questo ponte a quello che il Sahib Finlison ci dice.

Il Sahib Findlayson quel giorno aveva dato ordine di smontare i ponteggidalla

torre di guardia sulla riva destrae Peroo e i suoi compagni insieme

staccavano e poi calavano i pali e le tavole di bambù con la rapidità dichi

scarica una nave cabotiera. Dal suo carrello egli poteva sentire il trillodel

fischietto d'argento del serang e il cigolio e lo sferragliare dellecarrucole.

Peroo era in piedi sulla cimasa più alta della torrecon indosso la tutablu

del mestiere che aveva abbandonato evisto che Findlayson gli faceva segnodi

stare attentopoiché una vita come la sua non la si poteva gettar viacosì

egli afferrò l'ultimo palo eschermandosi gli occhi alla marinararisposecon

il lungo lamento del gabbiere del castello di prua: Ham dekhta hai (attento

stò!). Findlayson rise e poi sospirò. Erano anni che non vedeva un vapore e

aveva nostalgia di casa. Mentre il suo carrello passava sotto la torreinmodo

scimmiesco Peroo si calò giù da una fune e gridò: Sembra a posto adessoSahib.

Il nostro ponte è quasi finito. Cosa pensate che dirà Madre Gunga quando ci

passerà sopra la ferrovia?.

Finora ha detto poco. Non è mai stata Madre Gunga a causarci dei ritardi.

Per lei c'è sempre tempo; eppoi qualche ritardo c'è stato. Il Sahib ha

dimenticato la piena dello scorso autunnoquando i barchetti per iltrasporto

del pietrame affondarono senza avviso... o solo con una mezza giornata di

preavviso?

E' veroma adesso soltanto una grande inondazione potrebbe insidiarci. Sulla

sponda di ponente gli speroni tengono bene.

Madre Gunga mangia parecchio. Si può sempre trovare spazio per altre pietresui

rivestimenti. Ho detto questo al Sahib Chota (intendeva dire Hitchcock) e luisi

è messo a ridere.

Non importa Peroo. Ancora un anno e potrai costruire un ponte a modo tuo.

Il Lascar sogghignò. Allora di certo non sarà come questo con la muraturadi

pietra affondata nell'acquacosì come affondò il Quetta. A me piaccionoponti

sos-sos-pee-si che volano da una riva all'altra in un sol balzocome una

plancia. Allora non ci saranno acque in grado di danneggiarli. Quando verràil

Lord Sahib a inaugurare il ponte?

Fra tre mesiquando la temperatura sarà più fresca.

Oh! oh! E' come il Burra Malum. Dorme sottocoperta mentre il lavoro viene

svolto. Poi sale sul casserettotocca con il dito e dice: Questo non èpulito!

Maledetto Jiboonwallah!

Ma Perooil Lord Sahib non mi chiama maledetto Jiboonwallah.6

NoSahib; però non sale sul ponte di coperta finché il lavoro non è deltutto

finito. Persino il Burra Malum del Nerbudda una volta disse a Tuticorin...

Ma vattene che ho da fare!

Anch'io!rispose Peroosenza scomporsi. Posso prendere il dingey per andarea

dare un'occhiata agli speroni?

Non vorrai mica sorreggerli con le mani? Credo che siano un tantino pesanti.

NoSahib. Il fatto è che in maresulle Acque Nerec'è spazio per essere

sospinti di qua e di là senza che ci si debba preoccupare. Qua non ce n'è

affatto. Guarda làsiamo noi che abbiamo intrappolato il fiume in un bacinoe

lo facciamo scorrere tra due strati di pietra.

Findlayson sorrise al noi.

Gli abbiamo messo morso e briglie. Non è come il mareche può sfogarsicontro

la spiaggia soffice. E' Madre Gunga... incatenata. Il tono della sua voce si

abbassò un poco.

Perootu che hai girato il mondo persino più di quanto lo abbia girato io

dimmi la verità. Quanto in cuor tuo credi davvero a Madre Gunga?

Credo a tutto quello che dice il nostro prete. Londra è LondraSahib.Sydney è

SydneyPort Darwin è Port Darwin. Anche Madre Gunga è Madre Gungaequando

torno alle sue rive ne tengo conto e la venero. A Londra ho fatto poojahrivolto

al grande tempio presso il fiume per rendere omaggio al Dio che c'èdentro...

Sìnon mi porterò cuscini sul dingey.

Findlayson montò a cavallo e trottò fino alla tettoia di un bungalow che

divideva con il suo assistente. Negli ultimi tre anni era diventato la suacasa.

Sotto quel rozzo tetto di paglia era arrostito nella caluraaveva sudato

durante le piogge e tremato di febbre; la parete di calce accanto alla portaera

ricoperta di schizzi di disegni e di formulee la stuoia sul pavimento della

veranda recava il segno dei suoi solitari andirivienicome un sentiero di

ronda. Non c'è orario di otto ore che limiti il lavoro di un ingegneree il

pasto serale con Hitchcock veniva consumato sempre in frettacome sedovessero

partire: fumando il sigaro seguivano il ronzio proveniente dal villaggiomentre

le squadre risalivano dal letto del fiume e le luci cominciavano a balenare.

Peroo è andato verso gli speroni con il suo dingey. Ha preso con sé un paiodi

nipoti e si è sbracato a poppa come un commodorodisse Hitchcock.

Non c'è niente di male. Ha in mente qualcosa. Uno penserebbe che dieci annidi

servizio sulle navi dell'India britannica avrebbero dovuto togliergli quasidel

tutto la religione dalla testa.

E così è statodisse Hitchcock sogghignando. L'altro giorno mi è capitatodi

sentirlo nel bel mezzo di un discorso che più ateo non si può con quel loro

grasso guru. Peroo negava l'efficacia della preghiera; e pretendeva che ilguru

lo seguisse in mare ad aspettare una bufera per poi mostrargli se era ingrado

di fermare un monsone.

Allo stesso tempo se gli si togliesse il guruci pianterebbe in asso. Mi ha

raccontato con gran trasporto di quando era a Londra e pregava rivolto alla

cupola di St. Paul.

A me ha detto che la prima volta che entrò nella sala macchine di un vapore

quando era ancora un ragazzosi mise a pregare dinanzi al cilindro dellabassa

pressione. Anche quello non è male per pregare. Adesso sta propiziando isuoi

dei e vuol sapere che cosa ne pensa Madre Gunga di un ponte che l'attraversa.

Chi è là?

Un'ombra oscurò la sogliae un telegramma venne messo in mano a Hitchcock.

A quest'ora dovrebbe averci fatto l'abitudine. Solo un tar. Dovrebbetrattarsi

della risposta di Ralli riguardo ai nuovi rivetti... Sant'Iddio! Hitchcock

schizzò in piedi.

Che succede? chiese il superiore e prese il foglio. E' questo che pensa Madre

Gungaeh? disse leggendo. Sangue freddogiovanotto. Intanto ci hanno già7

preparato il lavoro. Vediamo un po'... Muir ha telegrafato mezz'ora fa: Piene

sul Ramgunga. Fate attenzione. Dunquequesto ci dà... una... due... noveore e

mezzo prima che la piena possa raggiungere Melipur Ghautpiù sette chefanno

sedici e mezzo a Latodi... diciamo quindici ore prima che arrivi da noi.

Maledetta fogna di collina di una Ramgunga! Findlaysonè in anticipo di due

mesi su ogni nostra previsionee la riva sinistra è ancora coperta di

materiale. Due mesi buoni prima del tempo!

Succede così. Sono soltanto venticinque anni che conosco i fiumi indianienon

pretendo di capire. Ecco che arriva un altro tar. Findlayson aprì iltelegramma.

Si tratta di Cockram questa voltadal Canale del Gange: Qui violente piogge.Si

mette male. L'ultima frase avrebbe potuto risparmiarsela.

Benequesto ci basta. Dobbiamo mettere al lavoro le squadre per tutta lanotte

e sgombrare il letto del fiume. Voi prendetevi la riva orientale e procedete

fino ad incontrarmi a metà strada. Tutto quello che galleggia fatelo metterea

valle del ponte: ci saranno già abbastanza le barche del fiume alla deriva

senza che vi si debbano aggiungere anche i barchetti a sbattere contro ipiloni.

Quali sono le cose da tener d'occhio sulla riva orientale?

Un pontoneun grosso pontone con sopra la gru. L'altra gru sul pontone

riparatocon i rivetti della carreggiata dal pilone 20 fino al 23... ibinari

di due linee di servizio e un raccordo girevole. Le palafitte sono affidatealla

sorterispose Hitchcock.

Va bene. Radunate tutto ciò su cui potete mettere le mani. Concediamo alle

squadre altri quindici minuti per mangiare.

Vicino alla veranda c'era un grande gong notturnoche non veniva mai usato

tranne che in caso d'inondazioneo d'incendio nel villaggio. Hitchcock aveva

chiesto un cavallo fresco ed era partito verso la sua parte del pontequando

Findlayson prese la mazza ricoperta da un panno e lasciò andare uno di quei

colpi di striscio che esaltano tutta la potenza del metallo.

Molto prima che l'ultimo rimbombo fosse cessatoogni altro gong notturno del

villaggio aveva raccolto l'avvertimento. A questo si era aggiunto lostrepitare

aspro delle buccine nei piccoli templi; il pulsare dei tamburi e dei tam-tam;e

dai quartieri degli europeidove abitavano i ribattitorila tromba di

M'Cartneyarma insolente alla domenica e nei giorni di festasquillava

disperatamentechiamando alle scuderie.

Una dopo l'altra le macchine rientravano arrancando lungo gli speroni dopo il

lavoro della giornatafischiando di risposta finché i loro fischi non

ricevevano a loro volta risposte dall'altra sponda. Poi il grande gong tuonòtre

volte per segnalare che si trattava di piena e non di incendio; buccinetamburi

e fischi fecero eco alla chiamatae il villaggio fu scosso dal rumore deipiedi

nudi che correvano sul terreno molliccio. L'ordine era comunque quello di

rimanere presso il punto in cui si era lavorato durante il giorno e diattendere

istruzioni. Le squadre si riversarono fuori nel crepuscolo; alcuni sifermavano

ad allacciarsi un perizoma o a stringersi un sandalo; capi squadra gridavanoai

loro sottoposti mentre correvano o sostavano ai capanni degli attrezzi per

prendere spranghe e picconi; le locomotive avanzavano a rilento lungo ibinari

sprofondate fino all'altezza delle ruote nella calcafinché quella fiumana

bruna scomparve nell'oscurità del letto del fiumecorrendo sopra lepalafitte

sciamando lungo i traliccidisponendosi a gruppi attorno alle grue rimase

immobileogni uomo al suo posto.

Poi il battere inquieto del gong recò l'ordine di prendere tutto e di

trasportarlo al di sopra del livello di guardia del fiumee le lampade ad

acetilene apparvero a centinaia tra i reticoli di ferro mentre i ribattitorisi

preparavano a lavorare tutta la notte cercando di far più in fretta dellapiena

che stava per arrivare. Le travi dei tre piloni centraliquelle che si

poggiavano sulle cataste di puntellamentoerano quasi già posizionate.8

Abbisognavano soltanto del maggior numero di rivetti che fosse possibile

piantarvipoiché la piena avrebbe certamente spazzato via i sostegni e la

struttura in ferro si sarebbe posata sui capitelli se questi non fosserostati

bloccati alle estremità. Un centinaio di palanchini arrancavano alletraversine

della linea provvisoria che serviva i piloni ancora incompiuti.

Veniva sollevata a sezionicaricata sui vagoni e riportata su per l'argineal

di sopra del livello di guardia da rombanti locomotive. I capanni degli

attrezzisulla sabbiasi volatilizzarono davanti all'attacco di eserciti

urlantie con essi le fila dei rifornimenti governativi accatastaticassecon

i rinforzi in ferro di rivettipinzetagliapietrepezzi di ricambio per le

rivettatricipompe e catene di scorta. La grande gru sarebbe stata rimossaper

ultima in quanto stava sollevando tutto il materiale pesante verso lastruttura

portante del ponte.

I blocchi di cemento sulla flotta di barchetti vennero depositati dovel'acqua

era un po' più profondaa sostegno dei pilonie una volta svuotatii

barchetti vennero spinti sotto il ponte a valle. Era qui che il fischio diPeroo

si sentiva più fortedopo che al primo colpo del grande gong il dingey era

tornato indietro a tutta velocitàe Peroo e i suoi erano a torso nudo a

lavorare per l'onore e il meritoche sono più importanti della vita: Losapevo

che avrebbe parlatogridò. Lo sapevoioma il telegrafo ci ha avvisatoper

tempo. Avanti figli di snaturate unioni... figli d'immenzionabile vergogna...

credete che siamo qui a far da decorazione?

Era in funzione mezzo metro di cavo metallico sfilacciato alle estremitàe

faceva meraviglie in mano a Peroo che saltava da una falchetta all'altra

sbraitando nel gergo marinaro.

La cosa che più preoccupava Findlayson erano i barchetti. M'Cartney assiemealle

sue squadre stava bloccando le estremità di tre campate a rischiomasvariate

barche alla derivase per caso la piena fosse stata altaavrebbero potuto

mettere in pericolo le travi; e nei canali mezzi secchi ce n'era una vera e

propria flotta.

Portale dietro al bastione della torre di guardiagridò a Peroo. Laggiùl'acqua

ristagna; spostale a valle del ponte.

Accha! (Molto bene.) Lo so anch'io. Le stiamo fissando con il cavo d'acciaiofu

la risposta. Ehi! Date ascolto al Chota Sahib. Lavora durolui.

Dall'altra parte del fiume giungeva un fischiare quasi continuo dilocomotive

con in sottofondo il rombo delle pietre. All'ultimo minuto Hitchcock aveva

deciso di impiegare ancora qualche centinaio di vagoni di pietra Tarakee per

rinforzare gli speroni e le sponde.

Il ponte sfida Madre Gungadisse Peroocon una risata. E quando ellaparlerà

so io di chi sarà la voce grossa.

Per ore gli uomini nudi lavoraronourlando e gridando sotto le luci. Era una

notte calda e senza luna; la sua fine si oscurò di nuvole e un improvviso

temporale impensierì Findlayson.

Si muove!disse Perooun attimo prima dell'alba. Madre Gunga si èsvegliata!

Ascoltate! Immerse la mano oltre il fianco di una barca e la corrente vi

ciangottò contro. Una piccola onda s'infranse contro il fianco di un pilonecon

il rumore secco di uno schiaffo.

E' di sei ore in anticipodisse Findlaysonasciugandosi la fronte conrabbia.

Adesso non possiamo più far conto su nulla. Faremo meglio a richiamare tuttidal

letto del fiume.

Di nuovo il grande gong batté e per la seconda volta vi fu un gran correredi

piedi nudi sul terreno e sul ferro risonante; il fragore degli arnesi cessò.

Nel silenziogli uomini sentirono il secco sbadiglio dell'acqua formicolare

sulla sabbia assetata. Uno dopo l'altro i capisquadra urlarono a Findlayson

appostatosi presso la torre di guardiache il tratto di fiume loroassegnato9

era ora sgombroe quando l'ultima voce tacqueFindlayson si affrettò sulponte

fino al punto in cui il rivestimento metallico della massicciata completa

lasciava il posto alla passerella provvisoria sui tre piloni centralie là

incontrò Hitchcock.

Tutta sgombra la vostra parte? chiese Findlayson. Il sussurro risuonò tra le

pareti dell'ingraticciatura.

Sìe proprio adesso il canale orientale si va riempiendo. Abbiamocompletamente

sbagliato i calcoli. Quand'è che ci verrà addosso questa cosa?

E chi lo può dire. Sta crescendo a più non posso. Guardate!

Findlayson indicò le tavole sotto ai suoi piedidove la sabbia bruciata e

lordata da mesi di lavoro cominciava a sussurrare e sibilare.

Quali sono gli ordini? chiese Hitchcock.

Fate l'appello... contate le scorte... poggiate il sedere... e pregate per il

ponte. E' tutto quello che mi riesce di pensare. Buona notte. Non rischiatela

vita tentando di recuperare qualcosa trascinata a valle.

Sarò prudente allo stesso modo in cui lo sarete voi! 'Notte. Santo cielocome

cresce! Fa sul serio questa pioggia!

Findlayson se ne tornò con cautela alla sua rivaradunando davanti a ségli

ultimi ribattitori di M'Cartney. Le squadre si erano sparse lungo le sponde

incuranti della pioggia fredda dell'albae là attendevano l'arrivo dellapiena.

Solo Peroo mantenne i suoi uomini raggruppati dietro il bastione della torredi

guardiadove stavano i barchettilegati da poppa a prora con gomenecavi

metallici e catene.

Un gemito acuto attraversò le fila degli uomini fino a crescere in un gridoa

metà fra paura e stupore: tra i rivestimenti di pietra la superficie delfiume

si stava sbiancando da sponda a spondamentre gli speroni più lontani

scomparivano in mezzo agli spruzzi di schiuma. Madre Gunga aveva raggiunto

l'altezza delle sponde molto in frettae un muro di acqua color cioccolatone

era il messaggero. Si levò un grido al di sopra del rombo delle acqueerail

lamento delle campate che ricadevano sui loro blocchi mentre le armature di

sostegno vorticavano via sotto di loro. I barchetti scricchiolavano e

s'incagliavano schiantandosi l'uno contro l'altro nel gorgo che si eraformato

attorno alla spalla del ponte e i loro goffi alberi s'innalzavano sempre dipiù

contro la linea scura dell'orizzonte.

Lo sapevamo prima che fosse rinchiusa tra queste muraglie quello che avrebbe

fatto. Adesso è talmente costretta nei movimenti che Dio solo sa che cosafarà!

disse Perooosservando il furioso tumulto attorno alla torre di guardia.Ohé!

Combatti dunque! Dacci sottoche è così che si sfoga una donna.

Ma Madre Gunga non avrebbe combattuto nel modo desiderato da Peroo. A quella

prima ondata non fecero seguito altri muri d'acquama il fiume si sollevòin

tutta la sua massacome fa una serpe quando beve d'estatesradicando e

raschiando lungo i rivestimenti e ammassandosi dietro i pilonifinché

Findlayson cominciò a ricalcolare la solidità della sua opera.

Quando fece giorno il villaggio rimase senza fiato. Soltanto ieri seradicevano

gli uominivolgendosi l'uno verso l'altroera come una cittadina nel lettodel

fiume. Guarda ora!

E di nuovo guardavano e si meravigliavano di fronte all'acqua fondaall'acqua

in corsa che lambiva la gola dei piloni. La riva più lontana era velatadalla

pioggia nella quale il ponte andava a scomparire; a indicare gli speroni amonte

soltanto mulinelli e spruzzi e a valle il fiume compressoormai liberatosi

delle sue strettoie di scorrimentosi era disteso come un mareall'orizzonte.

Uomini e buoi morti correvano via rotolando insieme nell'acquae qua e làuna

macchia di pagliericcio di tetto che si dissolveva non appena sfiorava un

pilone.

Grossa pienadisse Peroo e Findlayson annuì. Era una piena più grande diquanto10

non ci si aspettasse di vedere. Fino a quel momento il suo ponte aveva rettoma

più di così non ce la poteva fare; e se per caso ci fosse stato un puntodebole

negli arginiMadre Gunga avrebbe portato con sé fino al mare assieme aglialtri

relitti anche il suo onore. E la cosa peggiore era che non si poteva farniente

tranne restarsene seduti; e Findlayson restò immobile a sedere stretto nelsuo

impermeabile finché il casco gli si trasformò in poltiglia e gli stivaligli

sprofondarono nella melma fino alle caviglie.

Non si curava di tenere il tempoc'era il fiume che segnava le orecentimetro

dopo centimetrometro dopo metrolungo gli argini; se ne stava adascoltare

intirizzito e affamatole torsioni dei barchettiil sordo boato sotto ipiloni

e i cento rumori che danno alla piena le sonorità di un'inondazione.

A un certo punto un servo tutto gocciolante gli portò del ciboma lui nonse la

sentì di mangiare; in un altro momento gli parve di udire il debole fischiodi

una locomotiva dall'altra parte del pontee allora sorris e. Il fallimentodel

ponte avrebbe ferito non poco il suo assistentema Hitchcock era giovane ela

sua vera grande opera la doveva ancora compiere. Per lui inveceil crollo

avrebbe significato tutto... tutto ciò che rende una vita dura degna diessere

vissuta. Ne avrebbero dettei suoi colleghi... si ricordava dei toni un po'

compassionevoli da lui stesso adoperati quando il grande acquedotto diLockhart

era scoppiatocrollando in mucchi di mattoni e di fanghigliae qualcosadentro

Lockhart si era infranto e ne era morto. Ricordava quello che aveva dettoquando

il ponte di Sulmao era stato travolto dal grande ciclone proveniente dalmare; e

più di tutto ricordava la faccia del povero Hartopp tre settimane piùtardi

marcata dalla vergogna. Il suo ponte era il doppio di quello di Hartopp e poi

era stato utilizzato il reticolare Findlayson così come la nuova puntazzala

puntazza imbullonata Findlayson. Non si potevano accampare scuse.

Il Governo magari le avrebbe anche ascoltatema i suoi colleghi lo avrebbero

giudicato in base al pontea seconda se avesse retto oppure fosse crollato.Lo

ripercorse tutto mentalmentelastra per lastracampata per campatamattone

per mattonericordandoconfrontandostimando e ricalcolando se vi potesse

essere qualche errore; e durante le lunghe ore e la moltitudine di formuleche

gli ballavano e gli roteavano davanti agli occhiuna gelida apprensione gli

serrava il cuore. Del resto i suoi calcoli non ammettevano dubbi: ma che ne

sapeva Madre Gunga dell'aritmetica? Magari mentre lui era lì che rivedevatutto

con la tavola pitagoricail fiume stava scavando delle buche proprio allabase

di ciascuno di quei sette piloni su cui si poggiava la sua reputazione.

Di nuovo un servo gli portò del ciboma lui aveva la bocca secca e se lasentì

soltanto di bere prima di tornare ai decimali che aveva in testa. Intanto il

fiume continuava a salire. Perooavvolto nel suo giaccone di stuoiaera

accovacciato ai suoi piedi e guardava ora il suo visoora il fiumema non

diceva nulla. Infine il Lascar si alzò e si mosse sguazzando nel fango versoil

villaggioma non prima di essersi preso cura di lasciare uno dei suoi a

sorvegliare le barche.

Tornò subito dopo spingendo innanzi a sé in modo poco rispettoso ilsacerdote

del suo culto: un grasso vecchiocon la barba grigiache sferzava il ventocon

un panno bagnato a svolazzargli sulle spalle. Mai si era visto guru più

spregevole.

A che servono le offertele lucernette a kerosene e il grano asciutto

strepitava Peroose tutto quello che sai fare è startene accovacciato inmezzo

al fango? Hai trattato a lungo con gli dèi quando erano soddisfatti e

bendisposti. Adesso sono in collera. Parla loro!

Cosa può fare un uomo contro l'ira degli dèi? piagnucolò il preteaccucciandosi

per resistere al vento. Fammi andare al tempio e pregherò laggiù.

Figlio di un maialeprega qui piuttosto! Non ci dai niente in cambio delpesce

salatola polvere di curry e le cipolle secche? Fatti sentire! Dì a MadreGunga11

che ne abbiamo abbastanza. Ordinale d i rimaner ferma stanotte. Io non so

pregarema ho prestato servizio sulle barche della Kùmpanie quando gliuomini

non obbedivano ai miei ordini io...

Una sferzata del cavo metallico suggellò la fraseal che il prete riuscì a

svincolarsi dal suo discepolo e a fuggire verso il villaggio. Maiale d'un

grassone! disse Peroo. Dopo tutto quello che abbiamo fatto per lui! Quando la

piena si sarà abbassata ci penserò io a trovare un nuovo guru. SahibFinlison

si sta facendo buioed è da ieri che non mangi niente. Sii ragionevoleSahib.

Nessuno può continuare a vegliare e a pensare con la pancia vuota. Va a

distenderti Sahib. Il fiume farà quel che farà.

E' il mio ponte; non posso abbandonarlo.

Lo terrai su con le mani allora? disse ridendo Peroo. Io ero già preoccupatoper

le mie barche e la mia biga prima che arrivasse la piena. Adesso siamo nelle

mani degli dèi. Il Sahib non vuol mangiare e non vuol distendersi? Prendaqueste

allora. Fanno da carne e da buon vino di palma insiemeammazzano lastanchezza

e anche la febbre che segue la pioggia. In tutto il giorno non ho mangiato

altro.

Tirò fuori una piccola tabacchiera di latta dalla cintura zuppa d'acqua e la

mise in mano a Findlayson dicendo: Nonon aver paura. E solo oppio... puro

oppio di Malwa!

Findlayson si fece cadere in mano due o tre palline marrone scuro e quasisenza

rendersi conto di quel che stava facendole inghiottì. Quella roba eraalmeno

un buon rimedio contro la febbrequella febbre che gli si era appiccicata

strisciando su dalla fanghigliae aveva visto quello che Peroo era in gradodi

fare nelle nebbie soffocanti d'autunno con l'energia che gli dava una dosepresa

dalla scatolina di latta.

Peroo accennò con gli occhi luccicanti. Fra poco... fra poco il Sahib sirenderà

conto di poter pensar bene di nuovo. Mi servo anch'io... Tuffò le dita nella

preziosa scatolinasi risistemò il cappuccio sulla testa e si accovacciò a

osservare le barche. Era ormai troppo buio per vedere oltre il primo pilonee

la notte sembrava che avesse rinnovato l'impeto del fiume.

Findlayson era in piedi con il mento appoggiato al pettopensoso. C'era un

punto riguardo a uno dei piloniil 7°che non aveva ancora del tuttorisolto

nella sua mente. Le cifre non gli apparivano dinanzi agli occhi se non unaper

volta e a enormi intervalli di tempo. C'era un suono corposo e pieno nellesue

orecchiecome la nota più grave di un contrabbasso; un suono inebriante sucui

gli pareva di meditare da molte ore.

Poi Peroo gli si fece dappresso: urlava che una gomenetta d'acciaio si era

spezzata e i barchetti si erano sciolti dagli ormeggi. Findlayson vide laflotta

aprirsi e disporsi a ventaglio con il prolungato stridere metallico dei caviche

si tendevano sopra le falchette.

C'è andato a cozzare contro un albero. Molleranno tuttegridò Peroo. Lagomena

principale ha ceduto. Che cosa fa il Sahib?

Un piano immensamente complicato era all'improvviso balenato in testa a

Findlayson. Vedeva le funi correre da barca a barca in linee e angoli retti:

ogni fune una riga di fuoco bianco. Ma ce ne era una che era la funeprincipale.

La vedevaquella fune. Se l'avesse potuta tirare una sola voltaera

assolutamente e matematicamente sicuro che quella flottiglia allo sbando si

sarebbe riassembrata nelle acque ferme dietro la torre di guardia. Maperchési

domandavaPeroo gli si aggrappava tanto disperatamente alla vita mentre luisi

affrettava giù dall'argine? Era necessario scostare il Lascarpiano piano econ

calmalo era per salvare le barchema anche dimostrare l'estremasemplicità di

un problema che pareva così difficile.

E poima questo non aveva alcuna importanzauna fune d'acciaio gli scorse

nella manobruciandoglielal'altra sponda scomparve e con essa tutti ifattori12

del problema in lento dissolvimento. Era seduto nella piovosa oscuritàseduto su

una barca che vorticava come un turaccioloe Peroo era in piedi al di sopradi

lui.

Mi ero dimenticatodisse il Lascar lentamentecheper chi digiuno e non

abituatol'oppio può esser peggiore di qualsiasi vino. Chi muore dentroGunga

va dagli dèi. E tuttavia io non ho alcun desiderio di comparire di fronte ai

grandi. Ce la fa il Sahib nuotare?

Che bisogno c'è? Lui può volare... volare veloce come il ventofu la fioca

risposta. E' impazzito!mormorò Peroo in un soffio. E mi ha anchescaraventato

da parte come un fastello di letame. Vuol dire che non si renderà conto di

morire. Più di un'ora la barca non regge anche se non urta niente. Non èbello

guardare la morte con l'occhio lucido.

Si rinfrancò servendosi di nuovo dalla scatola di latta e si accovacciò aprua

dello scafo che ondeggiava cucito e incavicchiatoa fissare il nulla nella

foschia. Un caldo torpore avvolgeva Findlaysoningegnere capoil cui dovere

era vincolato al suo ponte. I goccioloni di pioggia lo colpivano con il

formicolio di mille piccoli brividi e tutto il peso del tempoda che iltempo

era stato creatogli gravò sulle palpebre. Pensava e sentiva di essere

perfettamente al sicuro: l'acqua era di una tale solidità che un uomo viavrebbe

certamente potuto camminare soprae a restare immobilecon le gambedivaricate

per mantenere l'equilibrioera questo il punto più importantesarebbestato

condotto liscio liscio a riva.

Ma gli venne in mente una soluzione anche migliore. Con un semplice sforzo di

volontà l'anima avrebbe lanciato verso terra il corpocome il vento favolare

la cartaper farlo planare come un aquilone a riva. Mettiamo poila barca

girava vertiginosamenteche il forte vento avesse sospinto da sotto il corpo

liberato? Si sarebbe librato come un aquilone per poi gettarsi a capofittosulle

sabbie distantioppure avrebbe continuato a perder quota e a risalire senza

controllo per l'eternità? Findlayson si aggrappò alla falchetta perancorarsi

poiché gli pareva di essere sul punto di prendere il volo ancor prima diaver

messo a punto tutti i suoi piani. L'oppio ha un effetto maggiore sull'uomo

bianco che su quello di colore. Peroo si limitava a mantenersi indifferenteagli

accidenti.

Non può reggereborbottò. Ha già i comenti aperti. Fosse stata un dingeyforse

ce l'avremmo fatta a governare; ma con una scatola tutta buchic'è poco da

fare. Sahib Findlaysonfa acqua.

Accha! Io me ne vado. Vieni anche tu.

Con la mente Findlayson era già fuggito dalla barca e volteggiava in altoalla

ricerca di un punto su cui poter poggiare la pianta dei piedi. Il suo corpogli

dispiaceva assai per la sua evidente impotenzagiaceva a poppal'acqua chegli

affluiva tra le ginocchia.

Quant'è ridicolo! si diceva dal suo nido d'aquila; quello... sarebbeFindlayson

capo del ponte di Kashi. Inoltre il povero animale sta per annegare. Annegare

così vicino a riva. Io sono... Io sono già a riva. Perché non mi segue?

Con suo grande disgusto si accorse che l'anima si era ricongiunta al corpoe

che quel corpo sciaguattava e soffocava nell'acqua fonda. Il dolore del

ricongiungimento fu atrocema anche necessario se si voleva lottare persalvare

il corpo. Era conscio di afferrarsi disperatamente alla sabbia bagnata e di

procedere a passi prodigiosicome si fa in sognoper mantenere un punto di

appoggio nelle acque vorticosefinché non riuscì a sottrarsi alla strettadel

fiume e crollòboccheggiantesulla terra umida.

Non per questa nottegli disse all'orecchio Peroo. Gli dèi ci hannoprotetti.

Il Lascar mosse i piedi con cautela provocando un fruscio in mezzo allosterpo

secco. Questa è una delle isole dove hanno raccolto l'indaco l'anno scorso

continuò. Qui non ci troveremo nessuno; ma fa molta attenzioneSahib;13

l'inondazione ha trascinato giù tutti i serpenti nel raggio di un centinaiodi

chilometri. Ecco che arrivano i lampialle calcagna del vento. Dovremmoessere

in grado di vedere; ma procedi con cautela.

Findlayson era lontanissimo dal temere in alcun modo i serpentie a dire il

vero da ogni emozione meramente umana. Dopo essersi strofinato gli occhi per

togliere l'acquaegli fu in grado di vedere con una chiarezza immensae

camminavacosì almeno gli parvecon falcate che avrebbero scavalcato ilmondo.

Da qualche parte nella notte dei tempi egli aveva costruito un ponteunponte

che attraversava distese sconfinate di mari scintillanti; ma il diluvio

universale lo aveva spazzato vialasciando quell'unica isola sotto il cieloper

Findlayson e il suo compagnounici superstiti del genere umano.

Lampi incessantiazzurri e forcutimostravano tutto ciò che c'era davedere su

questo pezzetto di terra in mezzo alla piena: una fratta di pruniunamacchia

di ondeggianti e scricchiolanti bamboo ed un grigio e nodoso pipal che

proiettava la sua ombra su un tempietto indùsulla cui cupola sventolava un

rosso vessillo tutto sbrindellato. Il santoneche ne aveva fatto il suoritiro

estivolo aveva da lungo tempo abbandonato e le intemperie avevano infranto

l'immagine imbrattata di rosso del suo dio. I due uominile membra e gliocchi

pesantiincespicarono sulle ceneri di un focolare di mattonie silasciarono

cadere al riparo dei ramimentre la pioggia e il fiume mugghiavanoall'unisono.

I tronconi dell'indaco scricchiolarono e si diffuse un odore di bestiame: un

enorme e gocciolante Toro braminico si stava facendo posto sotto l'albero. I

lampi rivelarono il segno tridente di Shiva sul suo fiancol'insolenza della

testa e della gobbagli occhi luminosi da cervola fronte cinta da una

ghirlanda di bocciuoli di calendule zuppi d'acqua e la serica giogaia chequasi

toccava terra. Dietro di lui giungeva il rumore di altre bestie cherisalivano

dal livello di piena attraverso il boschettoun rumore di zampe pesanti e di

fiati in affanno.

C'è qualcun altro qua oltre a noidisse Findlaysonla testa poggiata altronco

esile dell'alberomentre osservava a occhi socchiusicompletamente a suoagio.

Proprio cosìdisse piano Perooe non sono neppure piccoli.

Cos'è che sononon riesco bene a distinguere.

Gli dèi. Chi altri? Guarda!

Ma è vero! Gli dèisicuro... proprio gli dèi.

Findlayson sorrise mentre la testa gli ricadeva sul petto. Peroo aveva certo

ragione. Dopo il Diluviochi altri poteva essere rimasto vivo sulla terra se

non gli dèi che l'avevano creata... gli dèi cui ogni notte il suo villaggiosi

rivolgeva in preghiera... gli dèi che erano sulla bocca così come fra ipiedi di

tutti gli uomini? Non riusciva a sollevare la testa né a muovere un ditoera

come in trancementre Peroo sorrideva inebetito ai lampi.

Il Toro si fermò vicino al tempiola testa china sul terreno umido. Un

pappagallo verde in mezzo ai rami si lisciava col becco le ali bagnate estrillò

contro il tuono mentre il cerchio attorno all'albero si riempiva delle ombrein

movimento degli animali. Dietro al Toro veniva un Antilopeuno di queicaproni

che Findlayson nella sua lontana vita terrestre avrebbe potuto vedere insogno:

un maschio dalla testa regaleil dorso di ebanoil ventre argenteo e lecorna

dritte e luccicanti. Al suo fiancola testa china verso il suologli occhi

verdi ardenti tra le folte cigliauna coda inquieta a sferzare l'erba morta

avanzava una Tigrepancia grossa e mandibola capiente.

Il Toro si acquattò di fianco al tempio quandodall'oscuritàbalzò una

mostruosa scimmia grigia che si sedette come un uomo al posto dell'immagine

cadutae una pioggia di brillanti gli sprizzò dai peli del collo e delle

spalle. Altre ombre andavano e venivano dietro al circolofra di esse unUomo

ubriaco che brandiva bastone e bottiglia. Poi un fioco muggito parve giungere

dal suolo.14

La piena va già scemandolamentò. Di ora in ora l'acqua cala e il loroponte è

ancora in piedi!

Il mio pontesi disse Findlayson. Ormai dev'essere un'opera vecchissima. Che

cosa hanno a che fare gli dèi con il mio ponte?

I suoi occhi rotearono nel buio seguendo il rugghio. Un Coccodrilloil

coccodrillo palustre del Gangenaso spuntatogran cacciatore nei guadisi

trascinò davanti alle bestiesferzando a destra e a sinistra con la coda.

Lo hanno fatto troppo robusto per me. In tutta la notte sarò riuscito a

strappare una manciata di tavole. Le mura reggono! Le torri reggono! Hanno

incatenato la mia piena e il mio fiume non è più libero. Celesti Numitoglietemi

questo giogo! Fate che le mie acque possano tornar sgombre da riva a riva!Sono

ioMadre Gungache parla. La Giustizia degli dèi! Dispensatemi laGiustizia

degli dèi!

Visto che avevo ragione?mormorò Peroo. Si tratta davvero di un Punchayetdegli

dèi. Adesso siamo sicuri che tutto il mondo è mortotranne io e teSahib.

Il pappagallo strillò e sbatté di nuovo le alimentre la tigreleorecchie

appiattite sulla testaringhiò malignamente.

Da qualche parte nella penombra una grande proboscide e delle zannescintillanti

oscillavano avanti e indietrofinché un basso gorgoglio ruppe il silenzio

seguito al ringhiare.

Siamo quidisse una voce profondanoi Sommi. Uno solo e moltissimi. Shivamio

padreè quicon Indra. Kali ha già parlato. Anche Hanuman ascolta.

Kashi è senza il suo Kotwa l stanottegridò l'Uomo con la bottigliascagliando

il bastone a terramentre sull'isola risuonava l'abbaiare dei cani.Concedetele

la Giustizia degli dèi.

Rimaneste immobili quando inquinavano le mie acquerugghiò il grande

Coccodrillo. Non batteste ciglio mentre il mio fiume veniva intrappolato trale

mura. Potei contare solo sulle mie forzee quelle non bastarono... la forzadi

Madre Gunga non è bastata... di fronte alle loro torri di guardia. Che cosa

potevo fare? Ho fatto tutto quello che ho potuto. Finitela adessoo Celesti!

Io ho portato la morte; di capanna in capannafra i loro operaiho sparsoil

morbo delle macchieeppure non si sono fermati. Un asino dal naso spaccato

scorticatozoppole zampe storte e ricoperto di piaghe avanzò barcollando.Ho

soffiato la morte fra di loro attraverso le mie frogeeppure non si sono

fermati.

Peroo avrebbe voluto muoversima l'oppio gli pesava addosso. Bah! disse

sputando. E' Sitala in persona; Mata... il vaiolo. Ha il Sahib un fazzolettoda

premersi sul viso?

A poco servirebbe! disse il Coccodrillo. Mi hanno nutrito di cadaveri per un

mese interoe io li scaraventavo sui miei banchi di sabbiama il lorolavoro

procedette. Sono dèmonie figli di dèmoni! Avete lasciato Madre Gunga dasola

esposta allo scherno del loro carro di fuoco. Giustizia degli dèi sui

costruttori di ponti!

Il Toro spostò il bolo che teneva in bocca e rispose lentamente: Se laGiustizia

degli dèi colpisse tutti coloro che si prendono gioco delle cose sacremolti

altari di questa terra giacerebbero nell'oscuritàmadre.

Ma questo va al di là dello schernodisse la Tigre facendo scattare gli

artigli. Tu lo sai Shivae tutti voi Celesti; lo sapete che hanno lordato

Gunga. Non possono che finire al Distruttore. Giudichi Indra.

L'Antilope non si mosse e rispose: Da quanto tempo va avanti questo male?

Tre anni come li contano gli uominidisse il Coccodrillo palustreschiacciato

a terra.

Non sarà mica che Madre Gunga debba morire entro l'annovisto che si sentecosì

assetata di vendetta? Soltanto ieri dov'essa scorre era il maree domani il

mare tornerà a coprirlasecondo i calcoli che fanno gli dèi di quello chegli15

uomini chiamano tempo. C'è qualcuno che può dire che questo loro ponteresisterà

fino a domani? disse l'Antilope.

Vi fu un lungo silenzioe quando il cielo burrascoso si aprìla luna pienasi

erse al di sopra degli alberi gocciolanti. Giudicate voialloradisse ilFiume

astioso. Io ho espresso la mia vergogna. La piena continua a scemare. Altroio

non posso fare.

Per parte miala voce era quella della grande Scimmia seduta dentro iltempio

mi compiaccio assai di osservare questi uominiricordando che anch'iocostruii

un ponte nient'affatto piccolo durante la giovinezza del mondo.

Si dice ancheringhiò la Tigreche questi uomini provengano da quel che è

rimasto dei tuoi esercitiHanumane perciò tu avresti contribuito...

Sgobbano come sgobbavano le mie armate a Lankae sono convinti che il frutto

del loro sforzo possa durare. Indra sta troppo in altoma Shivtu sai comeil

territorio sia solcato dai loro carri di fuoco.

Sìlo sodisse il Toro. Hanno seguito le istruzioni dei loro dèi.

Una risata attraversò la cerchia.

I loro dèi! Cosa ne sanno i loro dèi? Sono nati ieri e quelli che li hanno

creati manca poco che non siano ancora freddidisse il Coccodrillo. Domani i

loro dèi moriranno.

Oh! disse Peroo. Madre Gunga parla bene. Questo dissi al padre-sahib che

predicava sulla Mombassae lui chiese al Burra Malum di mettermi ai ferriper

aver mancato di rispetto.

Di certo fanno queste cose per compiacere i loro dèi»disse di nuovo ilToro.

Non direil'Elefante si fece avanti. E' per il profitto dei miei mahajuni

miei grassi usuraiche ogni nuovo anno mi rendono omaggio tracciando la mia

immagine in cima ai loro registri. Ioguardando al di sopra delle lorospalle

alla luce delle lampadevedo che i nomi sui registri sono quelli di uominidi

terre lontanepoiché tutte le città sono collegate insieme dal carro difuoco e

i soldi vanno e vengono rapidamente e i registri diventano grassi come... me.E

ioche sono Ganesh della Buona Fortunabenedico le mie genti.

Hanno cambiato il volto di questa terra... che è la mia terra. Hanno uccisoe

fatto nascere nuove città sulle mie rivedisse il Coccodrillo. Non hannofatto

altro che smuovere un po' di fango. Lasciamo che il fango scavi nel fango seal

fango questo fa piacererispose l'Elefante.

Ma dopo? disse la Tigre. Dopo si accorgeranno che Madre Gunga non è in gradodi

vendicar nessuno insultocosì prima a bbandoneranno leipoi tuttiuno peruno.

Alla fineGaneshrimarremo con gli altari spogli.

L'Uomo ubriaco si mise in piedi barcollando e singhiozzò con veemenza infaccia

agli dèi riuniti.

Kali mente. Mia sorella mente. Questo mio bastone è il Kotwal di Kashietiene

il conto dei miei pellegrini. Quando viene il momento di rendere omaggio a

Bhaironed è sempre il momentoi carri di fuoco si muovono a uno a unoe

ognuno di essi porta un migliaio di pellegrini. Non vengono più a piedimacon

le ruote e il mio onore ne è accresciuto.

Gunga ho visto il tuo letto a Pryag nero di pellegrinidisse la Scimmia

piegandosi in avantie non fosse stato per il carro di fuoco ne sarebbero

venuti in minor numero e più lentamente. Ricordatelo.

Da me vengono sempreproseguì rocamente Bhairon. Giorno e notte mirivolgono le

loro preghieretutta la Gente Comune nelle campagne e sulle strade. Chi ècome

Bhaironoggi? Che discorsi sono questi di cambiamenti di fede? E il Kotwaldi

Kashi il mio bastone per niente? Lui tiene il conto e dice che non vi sonostati

mai tanti altari quanti ve ne sono adessoe il carro di fuoco reca loro unbuon

servizio. Bhairon io sono... Bhairon della Gente Comune e ora il piùimportante

fra i Celesti. Anche il mio bastone dice...

Silenziotu! mugghiò il Toro. La devozione delle scuole è rivolta a meecon16

molta saggezza si chiedono se io sono uno oppure tanticome piace alla mia

gentee voi sapete cosa sono io. Kalimoglie miaanche tu lo sai.

Sìlo sodisse la Tigre a capo chino.

Io sono più grande anche di Gunga. Voi sapete chi induce gli uominifratutti i

fiumia ritenere Gunga quello sacro. Chi muore in quelle acquevoi sapetecosa

dicono gli uominigiunge a noi senza castigoe Gunga sa bene che il carrodi

fuoco gliene ha portati un numero enorme di questi impazienti; e Kali sa cheha

tenuto le sue celebrazioni più importanti con i pellegrinaggi alimentati dal

carro di fuoco. Chi ne abbatté a migliaia in un giorno e una notte a Pooreelà

sotto l'immaginee infettò le ruote dei carri di fuococosì che lamalattia

corresse da una estremità all'altra del paese? Chi se non Kali? Prima che

arrivasse il carro di fuoco era una faticaccia. I carri di fuoco ti hannoreso

un buon servizioMadre della Morte. Ma io parlo per i miei altariio chenon

sono Bhairon della Gente Comunebensì Shiv. Gli uomini vanno e vengonocreano

chiacchiere e raccontano storie di strani dèie io sto ad ascoltare. A unafede

ne fa seguito un'altra fra la mia gente nel le scuolesenza che ciò mifaccia

rabbiatanto quando le chiacchiere finiscono e la nuova storiella si èesaurita

è da Shiv che poi gli uomini ritornano.

Vero. E' veromormorò Hanuman. E' da Shiv e dagli altrimadreche essi

tornano. Io mi trascino di tempio in tempio nel nordlà dove adorano unsolo

Dio e il Suo Profeta; ma non passa molto che nei loro templi rimane solo lamia

immagine.

Grazie tantedisse l'Antilopevolgendo lentamente la testa. Sono ioquell'Uno

e anche il Suo Profeta.

Proprio cosìpadredisse Hanuman. E a sud vado io che a quanto ne sannogli

uomini sono il più antico degli dèie subito mi imbatto nei templi dellanuova

fede con la Donna che noi sappiamo essere intagliata con dodici bracciaeche

però chiamano Maria.

Grazie tante fratellodisse la Tigre. Sono io quella donna.

Proprio così sorella; e io vado a ovest tra i carri di fuocoe in molteforme

mi presento ai costruttori di pontie per merito mio essi cambiano fede esono

assai ragionevoli. Oh! Oh! A dire il vero sono io il costruttore di ponti...

ponti tra questo e quelloe ogni ponte alla fine conduce a Noi sicuro. Sii

soddisfattaGunga. Nessuno di questi uomini né di quelli che li seguono si

prende affatto gioco di te.

Sono dunque solao Celesti? Devo controllare la mia piena per evitare cheper

il colmo della sventura porti via le loro mura? Intende Indra prosciugare lemie

sorgenti sulle colline e farmi strisciare umilmente in mezzo alle lorobanchine?

Devo seppellirmi nella sabbia prima di arrecare offesa?

E tutto per una piccola sbarra di ferro con sopra il carro di fuoco. Proprio

vero che Madre Gunga è sempre giovane! disse Ganesh l'Elefante. Un bambinonon

avrebbe parlato in modo più sciocco. Che il fango scavi nel fango prima di

ritornare al fango. Io so soltanto che le mie genti si arricchiscono e mi

coprono di lodi. Shiv ha detto che gli uomini delle scuole non dimenticano;

Bhairon è soddisfatto con le sue folle di Gente Comunee Hanuman se laride.

Certo che ridodisse la Scimmia. I miei altari sono pochi rispetto a quellidi

Ganesh e di Bhaironma i carri di fuoco mi portano nuovi adoratori da oltrele

Acque Nere: quegli uomini che credono che il loro dio sia il duro lavoro. Ioli

precedo facendo loro segno di seguirmied essi seguono Hanuman.

Dà loro il duro lavoro che desideranoalloradisse il Fiume. Crea uno

sbarramento in mezzo alla mia piena e rovescia l'acqua sul ponte. Una volta a

Lanka ti mostrasti forteHanuman. Chinati e solleva il mio letto. Chi donala

vita se la può riprendere. La Scimmia grattò nel fango con il lungo indice.E

tuttavia chi trarrebbe profitto dall'eccidio? Ne morirebbero tantissimi.

Giunse dall'acqua un brano di una canzone d'amore come quella che cantano i17

ragazzi badando alle greggi nella calura dei mezzodì di fine primavera. Il

pappagallo strepitò di gioiasghimbesciando sul ramo a capo chino via viache

il tono della canzone si faceva più intensoe in una chiazza di pura luce

lunare apparve il giovane pastoreil prediletto dei Gopil'idolo dellevergini

sognanti e delle madri prima che i loro figli nascano: Krishna il Beneamato.Si

chinò per annodarsi i lunghi capelli bagnatie il pappagallo svolazzòsulla sua

spalla.

Girellare e cantarecantare e girellaresinghiozzò Bhairon. Ecco cosa tiha

fatto giungere tardi al Consigliofratello.

E allora? disse Krishna con una risata gettando indietro la testa. Potetefare

così poco qui senza di me o Karma. Carezzò le piume del pappagallo e risedi

nuovo. Che cosa significano questa seduta e questi discorsi? Ho sentito Madre

Gunga rugghiare nel buio e così sono accorso da una capanna dove me ne stavo

sdraiato al caldo. Ma che cosa avete fatto a Karma che è così bagnato e

silenzioso? E Madre Gunga cosa ci fa qui? Sono gli spazi celesti così pieniche

siete costretti ad arrancare nel fango come bestie? Karma che fanno?

Gunga ha invocato vendetta contro i costruttori di ponti e Kali la sostiene.Ha

appena chiesto a Hanuman di travolgere il ponte così che gliene possa venireun

grande onoregridò il Pappagallo. Io ero qui in attesasapendo che saresti

venutoo mio padrone! E i Celesti non hanno detto niente? Gunga e la Madredel

Dolore li hanno forse zittiti? Nessuno ha parlato a difesa della mia gente?

Sai com'èdisse Ganesh poggiandosi prima su una zampa e poi su un'altraa

disagioio ho detto che visto che in gioco c'era soltanto fangoperché mai

l'avremmo dovuto schiacciare?

A me stava bene lasciarli faticare... benissimodisse Hanuman.

Che cosa c'entro io con la rabbia di Gunga? disse il Toro.

Io sono Bhairon della Gente Comune e questo mio bastane è il Kotwal di tutta

Kashi. Io ho parlato a nome della Gente Comune.

Tu? gli occhi del giovane dio scintillarono.

Non sono forse io adesso il dio che è più spesso sulle loro bocche?replicò

Bhairon impassibile. Per il bene della Gente Comune ho detto... molte cosesagge

che adesso ho dimenticato... ma questo mio bastone...

Krishna si volse innervositovide il Coccodrillo ai suoi piedi e

inginocchiatosi gli fece scivolare un braccio intorno al collo gelido. Madre

disse dolcementetornatene alla tua piena. E' una faccenda che non tiriguarda.

Che danno potrà mai venire al tuo onore da questo fango vivente? Anno dopoanno

hai rigenerato i loro campie sono state le tue inondazioni a renderliforti.

Alla fine vengono tutti da te. Che bisogno c'è di ammazzarli adesso? Abbipietà

madreancora per poco... soltanto per poco.

Se si tratta soltanto di poco... cominciò la lenta bestia.

Mica sono dèino? replicò Krishna con una risatagli occhi fissi inquelli

torvi del Fiume. Stai tranquilla che sarà soltanto per poco. I Celesti tihanno

uditae fra breve giustizia sarà fatta. Adessomadre tornatene alla tuapiena.

Di uomini e bestie sono piene le acque... crollano gli argini... spariscono i

villaggi a causa tua.

Ma il ponte... il ponte regge.

Il Coccodrillo si rigirò borbottando fra i cespugli mentre Krishna sialzava. E'

finitadisse la Tigre in tono maligno. Non c'è più da attendersi giustiziadai

Celesti. Avete svergognato e schernito Gunga che altro non aveva chiesto senon

qualche ventina di vite in più.

Della mia gente... che giace laggiù sotto i tetti di foglie del villaggio...

delle fanciulle e dei giovani che cantano rivolti a loro nell'oscurità...del

bambino che domattina nascerà... di quello che sarà concepito stanottedisse

Krishna. E quando tutto si fosse compiutoquale profitto? L'indomani li

rivedrebbe al lavoro. Sìanche se spazzaste del tutto via il ponte18

ricomincerebbero da capo. Ascoltatemi! Bhairon è sempre ubriaco. Hanuman si

prende gioco della sua gente con nuovi enigmi.

Nient'affattosono molto vecchidisse la Scimmia ridendo. Shiv ascolta le

chiacchiere delle scuole e i sogni dei santoni; Ganesh pensa soltanto ai suoi

grassi mercanti; ma io... io vivo con questa mia gentesenza chiedere dono

alcunoe ricevendone puntualmente proprio per questo.

E' molto tenerotu sei con la tua gentedisse la Tigre.

E' la mia. Le vecchie mi sognanoagitandosi nel sonno; le fanciulle non

aspettano altro che di vedermi e di sentirmi quando vanno a riempire i loro

lotah al fiume. Al crepuscolo passo in mezzo ai giovani che aspettano dentroai

cancellie mi volgo a lanciar richiami alle barbe bianche. Voi lo sapete o

Celestiche io sono il solo fra noi a percorrere la terra di continuoe fin

tanto che quaggiù continuerà a germogliare filo d'erba o due voci a levarsial

crepuscolo dal grano già altoi nostri cieli non mi attrarranno. Saggi voi

sietema vivete troppo distaccatiavete dimenticato da dove venite. Ioinvece

non dimentico. Il carro di fuoco alimenta i vostri templi voi dite? I carridi

fuoco portano mille pellegriniladdove soltanto dieci ne arrivavano aivecchi

tempi? E' vero. Questooggiè vero.

Ma domani saranno mortifratellodisse Ganesh.

Silenzio! disse il Toromentre Hanuman si faceva avanti. E domanimio

diletto... che cosa avverrà domani?

Soltanto questo. Un nuovo verbo passerà di bocca in bocca fra la GenteComune...

un verbo che né uomo né dio potranno fare loro... un verbo malvagio... un

piccoloozioso verbo fra la Gente Comuneche dice (senza che nessuno sia in

grado di stabilire chi l'ha messo in giro) che essa è stanca di voioCelesti.

Gli dèi ridacchiarono. E alloradiletto? chiesero.

E per celare quella stanchezza lorole mie gentiin principio porteranno ate

Shive a teGaneshofferte più grandi e una gran mostra di venerazione.Ma

ormai il verbo si sarà sparso ed essi pagheranno meno tributi ai vostrigrassi

bramini. Poi dimenticheranno i vostri altarima in modo così lento chenessuno

potrà mai dire come abbia avuto inizio questo oblio.

Lo sapevo... lo sapevo! Ho detto la stessa cosa anch'ioma non mi sono statia

sentiredisse la Tigre. Avremmo dovuto uccidere... avremmo dovuto uccidere!

Adesso è troppo tardi. Avreste dovuto uccidere in principioquando gliuomini

al di là del mare non avevano ancora insegnato niente ai nostri. Adesso lamia

gente vede la loro operae questo la fa riflettere. Non pensano affatto ai

Celesti. Pensano alla macchina di fuoco e alle altre cose che i costruttoridi

ponti hanno fattocosì quando i vostri sacerdoti protendono la mano per le

offerteessi ne fanno poche e di malavoglia. Questo è il principioora unoo

dueo cinque o dieci di essi... poiché iomuovendomi fra la mia gentesoche

cosa ha nel cuore.

E alla fineGiullare degli dèi? Quale sarà la fin e? domandò Ganesh.

La fine sarà come fu in principioo indolente figlio di Shiv! La fiamma si

spegnerà sugli altari e la preghiera sulle labbrafinché voi tornerete ad

essere dei piccoli dèi... dèi della giungla... nomi in bocca ai cacciatoridi

ratti e agli accalappiacani nella boscaglia e nelle caverne... dèi distracci

piccole divinità di terracotta dell'alberosegnali nel villaggiocomeeravate

all'inizio. Questa è la tua fine Ganeshe la tua Bhairon... Bhairon dellaGente

Comune.

E' molto lontanabrontolò Bhairon. E poi è una menzogna. Sono molte ledonne

che hanno baciato Krishna. Gli hanno detto questo per allietarsi il cuore di

fronte ai capelli grigie lui ci ha raccontato la storielladisse il Toro

senza fiato.

I loro dèi sono venuti e noi li abbiamo cambiati. Io ho preso la donna e leho

dato dodici braccia. Allo stesso modo adatteremo ad arte tutti i loro dèidisse19

Hanuman.

I loro dèi! Non è questione dei loro dèiuno o treuomini o donne chesiano.

Sono le persone. Sono loro che si muovononon gli dèi dei costruttori diponti

disse Krishna.

E che così sia. Ho fatto adorare a un uomo un carro di fuoco fermo e ancora

sbuffante fumosenza che si rendesse conto che adorava medisse Hanuman la

Scimmia. Cambieranno soltanto un po' i nomi ai loro dèi. Come in passato

guiderò io i costruttori di ponti; Shiv sarà venerata a scuola da coloroche

diffidano dei propri simili e li disprezzano; Ganesh avrà i suoi mahajune

Bhairon i conducenti d'asinoi pellegrini e i venditori di balocchi.Diletto

non andranno oltre il cambiare i loro nomie quello glielo abbiamo vistofare

mille volte.

Ma certosi limiteranno a cambiare i loro nomifece eco Ganesh; ma tra glidèi

correva un certo disagio.

Non si limiteranno a cambiare i nomi. Me soltanto non possono ucciderefin

tanto che le fanciulle e gli uomini continueranno a incontrarsi e laprimavera a

seguire le piogge dell'inverno. O Celestiio non ho camminato invano sulla

terra. La mia gente non si rende ancora conto di quel che già sa; ma io chevivo

con essaso leggere nel suo cuore. Grandi rel'inizio della fine è già

cominciato. I carri di fuoco urlano nomi di nuovi dèi che non sono quellivecchi

sotto nuovo nome. Bevete adessoe mangiate a sazietà! Immergete il viso nei

fumi degli altari prima che si raffreddino! Raccogliete i tributi e ascoltatei

cembali e i tamburio Celestifintanto che ci sono ancora fiori e canti.Per

come gli uomini misurano il tempo la fine è lontana; ma per come localcoliamo

noi è oggi. Ho parlato.

Il giovane dio tacquee i suoi confratelli si guardarono a lungo gli uni con

gli altri in silenzio.

Questo non lo avevo mai sentito primasussurrò Peroo all'orecchio delcompagno.

Eppure qualche volta mentre lubrificavo gli ottoni nella sala macchine della

Goorkami sono chiesto se i nostri preti siano davvero saggi come si dice...

davvero così saggi. Il giorno si avvicina Sahib. Quando farà mattina se ne

saranno andati.

Una luce giallastra si diffuse in cielo e la tonalità del fiume mutò con il

ritrarsi dell'oscurità. All'improvviso l'Elefante lanciò un barrito come seun

uomo lo avesse pungolato.

Che sia Indra a giudicare. Padre di tuttiparla! Che ne dici delle cose che

abbiamo udito? Possibile che Krishna abbia mentito? Oppure...

Voi conoscetedisse l'Antilopetirandosi su. Voi conoscete l'Enigma deglidèi.

Quando Brahma non sognerà piùallora i Cieligli Inferni e la terra

scompariranno. Siate lieti. Brahma sogna ancora. I sogni vanno e vengonoèla

natura dei sogni che cambiama Brahma sogna ancora. Troppo a lungo Krishnaha

camminato sulla terra e ciò nonostante io lo amo anche di più per la storiache

ha raccontato. Gli dèi cambianoo diletto... tutti tranne Uno!

Sìtutti tranne quello che suscita l'amore nei cuori degli uominidisse

Krishna annodandosi la fascia. Non dovrete attendere molto per sapere se viho

mentito.

Come dici tu c'è poco tempo davverocosì potremo sapere. Tornatene alletue

capanneo dilettoe svaga i giovani. Andate figli miei! Brahma sogna... e

finché non si sveglierà gli dèi non moriranno.

Dove sono andati? chiese il Lascar atterritoe un po' tremante per ilfreddo.

Lo sa Iddio! disse Findlayson. Il fiume e l'isola erano avvolti dalla lucedel

giorno adessoe non c'era traccia né di zoccoli né di zampe di animali

selvatici sul terreno umido sotto il pipal. Soltanto un pappagallo strillavatra

i ramiprovocando un profluvio di gocce d'acqua quando sbatteva le ali.

In piedi! Siamo intirizziti dal freddo! L'oppio ha esaurito il suo effetto?20

Riesci a muovertiSahib?

Findlayson si mise in piedi a fatica e si riscosse. Gli girava la testa e gli

dolevama l'azione dell'oppio si era conclusasciacquandosi la fronte inuna

pozzal'ingegnere capo del ponte di Kashi si chiedeva come avesse fatto a

finire su quell'isolaquante possibilità di tornare indietro gli offrisseil

giorno e soprattutto in che stato fosse la sua opera.

Non mi ricordo nientePeroo. Ero sotto la torre di guardia a sorvegliare il

fiume; e poi... è stata la piena a trascinarci via?

Nole barche si erano sciolte dagli ormeggiSahibe... (se il Sahib si era

dimenticato dell'oppio di certo Peroo non glielo avrebbe ricordato) mentre

lottavo per legarle di nuovoalmeno così mi è parso... ma era buio... unafune

si è impigliata al Sahib gettandolo sulla barca. Tenuto conto che siamostati

noi dueassieme al Sahib Hitchcockper così direa costruire quel pontesono

saltato anch'io sulla barca che giungeva al galoppoper così direverso il

picco dell'isola e che poi sfasciandosi ci ha sbalzati a riva.

Ho gridato forte quando la barca si è staccata dalla banchina dell'attraccoe

non v'è dubbio che il Sahib Hitchcock verrà a cercarci. Quanto al pontenesono

morti così tanti per costruirlo che non è possibile che sia crollato.

Un sole feroceche tirava fuori tutto l'odore della terra fradiciaeraseguito

alla tempestae in quella luce tersa non veniva più da pensare ai sogni

dell'oscurità. Findlayson fissò gli occhi a monteal di sopra delloscintillio

delle acque in movimentofinché non gli fecero male. Non c'era traccia diriva

nel Gangetanto meno del profilo di un ponte.

Siamo discesi parecchiodisse. E' straordinario che non siamo affogati cento

volte.

Questa è la cosa che ci deve stupire di meno; nessuno muore prima che siagiunto

il tempo. Io ho visto Sydneyho visto Londrae venti grandi portieppure

Peroo volse lo sguardo al tempio umido e stinto sotto il pipalmai uomo ha

visto quello che abbiamo visto noi qui.

Che cosa?

Il Sahib ha dimenticato? Oppure soltanto a noi neri è dato di vedere glidèi?

Avevo la febbre addosso. Findlayson continuava a guardare ansioso le acque.Mi è

parso che l'isola fosse piena di bestie e di uomini che parlavanoma non

ricordo. Ce la dovrebbe fare una barca a navigareadesso.

Oh! Ma allora è vero. Quando Brahma smette di sognare gli dèi muoiono.Adesso

capisco che cosa voleva dire. Una volta anche il guru mi disse una cosasimile

ma allora non capii. Adesso sono diventato saggio.

Che cosa? chiese Findlayson voltandosi appena.

Peroo proseguì come se stesse parlando tra sé. Sei... sette... diecimonsoni fa

ero di guardia sul castello di prua del Rewah... il grande bastimento della

Kùmpani e vi fu un grosso tufanacque verdi e nere che ci sbattevanocontro; e

io mi tenevo forte alle sagole di salvataggio quasi soffocando in mezzo atutta

quell'acqua. Allora pensai agli dèi... Quelli che abbiamo visto stanotte.

Fissava in modo curioso la schiena di Findlaysonma l'uomo bianco spaziavacon

lo sguardo sulla piena. Sìintendo quelli che abbiamo visto la nottescorsae

invocai la loro protezione. E mentre pregavorimanendo sempre di guardia

sopraggiunse una grossa ondata e mi scaraventò in avanti proprio sull'anello

della grande ancora nera di pruae il Rewah saliva e salivapiegandosi sul

fianco sinistroe l'acqua si allontanò da sotto la prorae io me ne stavo

bocconistretto all'anellogli occhi sull'abisso. Poi pensaianche difronte

alla mortese mollo la presa morirò e che per me non ci sarebbe più statoné il

Rewah né il mio posto vicino alla cambusa dove si cuoce il risoné Bombayné

Calcuttae neppure Londra.

Come posso essere sicuromi dissiche gli dèi che io prego mi darannoascolto?

Questo pensavoe il Rewah ricadde di prua come una martellatae tutto ilmare21

ci venne addosso facendomi scivolare indietro lungo il castello di prua e la

paratia frontalee così andai a sbattere con lo stinco contro il motore: manon

moriie ho visto gli dèi. Vanno bene per i vivima per i morti... Lo hanno

detto loro stessi. Perciò quando tornerò al villaggio il guru ne buscheràper

aver inventato enigmi che enigmi non sono. Quando Brahma smette di sognaregli

dèi se ne vanno.

Guarda a monte. Questa luce acceca. Cos'è quello laggiùfumo?

Peroo si schermò gli occhi con le mani: E' un uomo saggio e svelto. Il Sahib

Hitchcock non si fidava di una barca a remi. Ha preso in prestito la lancia a

vapore del Sahib Raoe sta venendo a cercarci. L'ho sempre detto io che il

nostro cantiere avrebbe dovuto avere una lancia a vapore.

Il territorio del Rao di Baraon distava meno di dieci miglia dal ponte; e

Findlayson e Hitchcock avevano passato buona parte del loro scarso tempolibero

a giocare a biliardo e a cacciare l'antilope con quel giovane. Per cinque osei

anni era stato istruito da un tutore inglese dai gusti sportivie adessostava

sperperando regalmente le entrate accumulate durante la sua minore età dal

governo indiano. La sua lancia a vaporecon le balaustre placcate d'argentoi

tendaggi di seta a striscei suoi ponti di moganoera un nuovo trastulloche

Findlayson aveva trovato orribilmente ingombrante quando Rao era venuto in

visita ai lavori.

E' una grande fortunamormorò Findlaysonma questo non lo rendeva meno

timorosopensando alle notizie del ponte.

Il fumaiolo bianco e azzurro acceso scendeva rapidamente a valle. Potevano

distinguere Hitchcock a pruacon un binocolo da teatro e il voltoinsolitamente

pallido. Poi Peroo chiamò a gran voce e la lancia puntò verso la coda

dell'isola. Il Sahib Raoin tenuta da caccia di tweed e turbante di sette

coloriagitò la mano regale e Hitchcock gridò. Ma non ebbe bisogno dichiedere

nulla perché la prima domanda di Findlayson riguardava il suo ponte.

Tutto a posto! Dionon mi sarei mai aspettato di rivederviFindlayson.Siete

sette Kossi a valle. (Il Kossi è una misura di lunghezza utilizzata in Indiache

può variare a seconda delle regioni da tre a quattro chilometri e mezzo.)

Sìnon si è mossa neppure una pietra. Ma come state? Ho chiesto inprestito la

lancia del Sahib Rao e lui è stato tanto gentile da accompagnarmi. Saltatesu!

EhiFinlison tutto bene vero? Un disastro senza precedenti quello dellanotte

scorsaeh? Persino il mio palazzo reale fa acqua da tutte le parti e come se

non bastasse vi sarà anche scarsità di raccolti in tutto il mio paese.Adesso la

dovrete far risalire Hitchcock. Io... Io non ne capisco di motori a vapore.

Siete bagnato? Avete freddo Finlison? Ho qualcosa da mangiare e vi fareteanche

una buona bevuta.

Vi sono immensamente gratoSahib Rao. Penso di dovervi la vita. Come hafatto

Hitchcock a...

Ohoh! Aveva i capelli ritti. E' piombato da me nel cuore della notte e mi ha

sorpreso tra le braccia di Morfeo. Ero davvero preoccupatoFinlisonperquesto

sono venuto anch'io. Il mio gran sacerdote è molto arrabbiato con me inquesto

momento. Torniamocene in frettasignor Hitchcock. Sono atteso alle dodici e

quarantacinque al tempio di Stato dove santificheremo qualche nuovo idolo.Non

fosse stato così vi avrei chiesto di passare la giornata con me. Dannata

seccatura queste cerimonie religioseehFinlison?.

Perooben conosciuto dall'equipaggioaveva preso il timonee stava facendo

risalire il fiume alla lancia con gran destrezza. Ma mentre manovravacol

pensierobrandiva mezzo metro di cavo metallico parzialmente sciolto; e la

schiena su cui batteva era quella del suo guru.