home page
pagina iniziale |
by |
|
Rudyard Kipling
BeeBeetpecora nera
2
BEEBEETPECORA NERA.
BeebeePecora Nera.
Hai della lana?
SìSignoresìtre sacchi pieni.
Uno per il Padroneuno per la Padrona.
E nulla per il Bambino che piange sulla strada.
Canto infantile.
IL PRIMO SACCO.
Ero meglio alloggiato quando ero da mio padre.
LayahIhamall'inserviente indùe Meetail grosso startiil domestico
tuttofare dal turbante rosso ed oromettevano a letto Punch. Judygià
rannicchiata dietro la zanzarieraera quasi addormentata. Avevano permesso a
Punch di assistere al pranzo. Si concedevano molti privilegi a Punch inquegli
ultimi dieci giornied una maggiore tenerezza in tutti i suoi accoglieva lesue
fantasie e i suoi capricci. E Dio sa tuttavia se essi non erano più spesso
strani. Punch era seduto sulla sponda del letto e dondolava le gambe nude con
una aria di sfida.
Ora Punchbaba (Baba è un termine angloindiano equivalente all'inglese baby
bambinofantolino) fa la nanna... diceva la yah in tono conciliativo.
Nodisse Punch. Punchbaba vuole la storia della raneela principessaindiana
che fu cambiata in tigre. Bisogna che Meeta la raccontie Ihamal sinasconderà
dietro la porta e farà ruggire la tigre al momento giusto.
Ma Judybaba si sveglieràdisse la yah.
Judybaba è svegliapiagnucolò una fragile voce dietro la zanzariera. C'eraun
ranee che abitava a Delhi... ContinuaMeeta... Ed essa ricadde nel sonno
mentre M eeta cominciava il racconto.
Per ottenere quel raccontoPunch non aveva mai incontrato minore resistenza.
Rifletté a lungo. Ihamal imitò la tigre in venti toni diversi.
Bastadisse Punch con voce autoritaria. Perché papà non viene per dire che
bisogna fare panpan?
Punchbaba se ne vadisse la yah. La prossima settimana non ci sarà più
Punchbaba a tirarmi i capelli. La yah sospirò leggermentepoiché ilbambino era
molto caro al suo cuore.
Sui Ghatiin treno? chiese Punchin piedi sul lettosulla strada diNassick
dove abita la ranee?
Non a Nassick quest'annopiccolo sahibdisse Meeta issandoselo sullaspalla.
Laggiù verso il maredove si gettano le noci di coccoe attraverso il marein
una grossa nave. Vuoi condurre Meeta con te a Belait? (Termine hindi per
designare l'Europa.)
Verrete tuttidisse Punchdall'alto delle vigorose braccia di Meeta. Meetae
la yah e Ihamale Bhini giardinieree il BuongiornocapitansahibIuomodeidei
serpenti.
Non cera alcuna ironianel tono di Meeta quando rispose: Grande è il favoredel
sahib. E rimise a letto il bambinomentre la yahseduta sulla soglia alchiaro
di lunalo addormentava al canto di una interminabile melopeadi quelle chesi
cantano nella chiesa cattolica di Bombay. Punch si raggomitolò e siaddormentò.
Il giorno dopoJudy si svegliò gridando che c'era un topo nella camera dei
bambini. Così dimenticò la grande notiziapoco importante del restopoiché
Judy non aveva che tre anni e non avrebbe capito. Ma Punch ne aveva cinque e
sapeva che un viaggio in Inghilterra era molto più bello che una gita aNassick.
Papà e mamma vendettero la carrozza e il pianosguarnirono la casaridussero
il servizio di vasellame per i pasti giornalieri e tennero lunghiconciliaboli
su un pacco di lettere che portavano il timbro di Rocklington.
Il peggio sta nel fatto che non si può esser certi di nulladiceva papà3
tirandosi i baffi. In séle lettere sono rassicuranti e il prezzo della
pensione è abbastanza ragionevole.
Il peggio di tuttopensava mammaè che i ragazzi cresceranno lontani dame.
Ma non disse queste cose ad alta voce.
Non siamo che un caso fra delle centinaiadisse papà amaramente. Torneraiin
patria fra cinque annimia cara.
Punch avrà allora dieci anni e Judy otto. Ahcome sarà lungo il tempo! Ein più
dovremo lasciarli fra degli estranei!
Punch è un ragazzino in gamba. certo che si farà degli amici dovunqueandrà.
E chi non potrebbe voler bene alla mia Judy?
Essi erano in piediquella serapresso i lettini nella camera dei ragazzied
io credo bene che mamma piangesse in silenzio. Quando papà se ne fu andatoessa
si inginocchiò vicino al letto di Judy. La yah la videe si mise a pregareche
la memsahib non si vedesse mai derubare l'affetto dei suoi bambini da una
straniera.
La preghiera di mamma non brillava per la logica. Si riassumeva così: Chegli
estranei possano amare i miei figli e che essi siano buoni per loro come iolo
sareima che il loro affetto e la loro fiducia mi possano esser conservatiper
sempre. Amen.
Punch si grattò nel sonno e Judy lasciò sfuggire un vago lamento.
Il giorno dopotutti partirono verso il maree ci fu una scena al moloApollo
quando Punch si accorse che Meeta non partiva con lui e Judy capì che la yah
restava. Ma Punch aveva trovato mille motivi di interesse nel cavonell'argano
e nei tubi della caldaia sul grosso piroscafo della Peninsular Orientalmolto
prima che Meeta e la yah si fossero asciugati le lacrime.
RitornaPunchbabadisse la yah.
Ritornadisse Meetae sii un burra sahib. Un personaggio importante.
Sìdisse Punchche il padre sollevò nelle sue braccia perché potessesalutare
con la manosìtornerò e sarò un burra sahib bahadr.
Alla fine del primo giornoPunch domandò che lo sbarcassero in Inghilterrache
credeva molto vicina. Il giorno dopoci fu una forte brezza e a Punch venneil
mal di mare.
Quando tornerò a Bombaydisse Punch non appena si fu rimessotornerò per
terrasu un broom gharriuna carrozza indiana. Questa è una navemaledetta!
Il nostromo svedese lo consolò ed egli modificò le sue opinioni a mano amano
che il viaggio proseguiva. C'erano tante cose da vedereda toccaretante
domande da fareche Punch dimenticò quasi la yah e Meeta e Ihamale non si
ricordavase non con difficoltàqualche parola di hindostaniuna voltasua
seconda lingua.
Ma per Judy fu molto peggio ancora. Il giorno prima che il piroscafoarrivasse a
Southamptonmamma le chiese se non le avrebbe fatto piacere di rivedere layah.
Gli occhi celesti di Judy si volsero alla distesa immensa del mare che si era
inghiottito il suo breve passato e disse: La yah? Che yah?
Mamma pianse china su di lei e Punch se ne meravigliò. Fu allora che Punchla
sentì per la prima volta supplicarlo ardentemente di non lasciar mai cheJudy si
dimenticasse della mamma. Visto che Judy era piccolaridicolmente piccola eche
mammaogni seradopo quattro settimanecantava loro nella cabina a lei e a
Punchper addormentarliuna nenia misteriosache egli chiamava Raggio di
soleanima miaPunch non poteva capire ciò che voleva dire mamma. Ma si
ingegnò di fare il suo dovere poichénon appena mamma fu uscita dallacabina
disse rivolto a Judy: Juallora tu ricordati sempre mamma.
Certo che me la licoldodisse Judy.
Ebbenericordati sempre mammaaltrimenti non ti darò mai le anatre dicarta
che il capitano sahib dai capelli rossi fa per me.
Dunque Judy promise che: si sarebbe licoldata sempre mamma.4
Spessomolto spessomamma ripeté la raccomandazione fatta a Punchedanche
papà fece lo stesso con una insistenza che impressionò il bambino.
Bisognerà che tu faccia presto ad imparare a scriverePunchdisse papàe
allora ci potrai scrivere delle lettere a Bombay.
Verrò a trovarti in camera tuadisse Punch e papà si sentì stringere ilcuore.
Papà e mamma avevano sempre un nodo alla gola in quei giorni. Se Punchmetteva
Judy in penitenza per non essersi ricordata di mammasi sentivano la gola
stringere. Se Punch si sdraiava sul divano dell'hotel di Southampton e si
tracciava un avvenire di porpora e d'oroessi avevano la gola stretta e lo
stesso avveniva quando Judy sporgeva la bocca per un bacio.
Durante molti giornifurono tutti e quattro come dei vagabondi sulla faccia
della terra. Punch senza nessuno a cui dare ordini. Judy era troppo piccolaper
fare qualcosa. Papà e mamma rimanevano seridistratticon la gola stretta.
Dovè? chiese Punch alla vista di una orribile carrozza a quattro ruote con
l'imperiale carica di bagagli.
Dovè il nostro broom gharri? Questo affare qui parla tanto che non posso
parlareio. Quando ero al piazzale della musicaprima della nostrapartenza
domandai a Inverarity sahib perché era seduto dentroed egli mi disse cheera
suo. Ed io gli dissi: Te lo darò. Io gli voglio benea Inverarity sahibegli
dissi: Ce la fai a passar le t ue gambe attraverso le cinghie che fannocappio
vicino ai finestrini? E Inverarity sahib disse di no e si mise a ridere. Iosì
che so far passare le gambe attraverso le cinghie. E so far passare le gambe
anche attraverso queste... Guarda... Ohmamma piange ancora... Non sapevoche
facevo male a far passare le gambe attraverso le cinghie.
Punch ritrasse le gambe dalle cinghie della vettura a quattro ruote: lo
sportello si aprì ed egli scivolò a terra in mezzo ad una cascata dipacchetti
davanti alla porta di una villetta di aspetto austeroal cui ingresso c'era
questa iscrizione: Villa Downe. Punch si raccolse su di sé e gettò sullacasa
uno sguardo poco favorevole. Era collocata su una strada sabbiosa e un vento
freddo gli soffiò tra le gambe in calzoncini corti.
Andiamocene. disse Punch. Non è un bel posto questo.
Ma papàmamma e Judy erano scesi dalla carrozzaed ecco che trasportavanoi
bagagli nella casa. Sulla soglia c'era una donna vestita di nerochesorrideva
largamente con le sue labbra secche e screpolate. Dietro a lei veniva un uomo
grossoossutodai capelli grigi e zoppo da una gambae dietro a lui un
ragazzo di dodici anni dai capelli neri e in apparenza untuosi. Punchosservò il
trio e si fece avanti senza timorecome era solito fare a Bombayquando
venivano dei visitatori e lui giocava sulla veranda.
Come state? disse. Io sono Punch.
Ma tutti erano occupati ai bagaglitutti eccetto l'uomo dai capelli grigiche
dette una stretta di mano a Punch e gli disse che era un tipo simpatico. Cifu
un grande andirivienisi trasportarono i bagagli con gran rumore e Punch si
rannicchiò sul divano della sala da pranzo e si mise ad esaminare ciò chelo
circondava.
Non mi piace questa gentedisse Punchma questo non fa nulla. Partiremo
presto. Noi siamo sempre partiti presto in ogni luogo in cui siamo stati.Vorrei
tornar presto a Bombay.
Questo desiderio non portò alcun frutto. Per sei giorni mamma pianse ad
intervalli e mostrò alla donna vestita di nerouno dopo l'altrotutti i
vestiti del piccolo. Questa familiarità dispiacque a Punch. Ma forse è unanuova
ayah biancapensò.
Mi hanno detto di chiamarla Antirosa (Aunty Rosa: zietta Rosa) ma lei non mi
chiama sahib. Mi dice soltanto Punch! confidò a Judy. Che significaAntirosa?
Judy non lo sapeva. Né lei né Punch avevano mai sentito parlare diquell'animale
che si chiama zia. Il loro universo si riduceva a papà e mammachesapevano5
tuttopermettevano tuttoed amavano tuttianche Punch quando a Bombayandava
al giardino e si riempiva le unghie di fangodopo il taglio settimanale
perchéspiegava fra due colpi di pantofola al padre inteneritole sue ditasi
sentivano nuove in cima.
Senza rendersene completamente contoPunch giudicò prudente di tenere ilpadre
e la madre fra lui e la donna in nero e il ragazzo dai capelli neri. Non gli
piacevano affatto. Gli piaceva l'uomo dai capelli grigi che aveva espresso il
desiderio di essere chiamato Onlarril. Quando si incontravano si scambiavanodei
cenni di testae l'uomo grigio gli mostrò una piccola nave la cuiattrezzatura
si poteva issare e ammainare.
Un modellino del Brisk... il piccolo Brisk che fu in gran pericolo quelgiorno a
Navarrino... L'uomo grigio cantarellò queste ultime parole e cadde in una
fantasticheria. Ti racconterò di NavarrinoPunchquando andremo apasseggio
insiemema non bisogna toccare la nave perché è il Brisk.
Molto tempo prima di questa passeggiataseguita da molte altrePunch e Judy
vennero svegliatiin una freddissima mattina di febbraioper salutareechi
poi in questo vasto universo? Proprio papà e mammache questa voltapiangevano
tutte due. Punch era tutto insonnolito e Judy molto di cattivo umore.
Non ci dimenticateimplorava mamma. Ohbambino mionon mi dimenticareefa
che anche Judy se ne ricordi.
Ho detto a Judy che se ne ricordirispose Punch dibattendosiperché labarba
di papà gli solleticava il collo. L'ho detto a Judy... dieci... quaranta...
mille e cento volte. Ma Ju è piccolina... quasi un bebé... vero?
Sìdisse papà. molto piccola e tu devi esser buono per Judy e far prestoad
imparare a scrivere e... e... e...
Punch tornò a lettoJudy dormiva a pugni chiusi. Si sentì di sotto ilrumore di
una carrozza che partiva. Papà e mamma se ne erano andati. Ma non a Nassickche
era dall'altra sponda dell'Oceano. Ohnaturalmente era per qualche luogo ben
più vicino e naturalmente sarebbero tornati. Sarebbero tornati dopo aver
mangiato in cittàe papà sarebbe tornato come quando erano andati in quelluogo
che si chiama Le Nevie mamma con luida Punch e da Judynella casa della
signora Inverarity nei Servizi della Marina.
Certo sarebbero tornati. In conseguenza Punch dormì fino al pieno mattino.Poi
il ragazzo dai capelli neri gli venne a dire che papà e mamma erano partitiper
Bombaye che lui e Judy avrebbero dovuto restar per sempre a Villa Downe.
Antirosaimplorata nelle lacrime perché desse una smentitadichiarò cheHarry
aveva detto la veritàe che Punch si sarebbe comportato convenientemente se
avesse piegato i suoi abiti con cura prima di andare a letto. Punch uscìdalla
stanza e pianse amaramente con Judynella bionda testa della quale avevamesso
qualche idea di quel che è la separazione.
Quando un uomo maturo si accorge di esser stato abbandonato dallaProvvidenza
privato del proprio Dio e respinto senza aiutoconsolazione o simpatiainun
mondo per lui nuovo e sconosciutola sua disperazioneche può manifestarsi
sotto diverse formecome il condurre una vita dissipatao lo scrivere le
proprie memorieo il concedersi la distrazione più soddisfacente delsuicidio
quella disperazionecome si suppone in genereè commovente. Un bambinoin
circostanze similiper quello che può capirnenon può certo mettersi a
bestemmiare Dio e morire. Egli urla finché non ha il naso rossofinché nongli
viene male agli occhi e gli duole la testa. Punch e Judysenza che neavessero
colpaavevano perduto l'universo intero. Restavano immobili nell'ingresso e
piangevano a calde lacrime. Il ragazzo dai capelli neri li guardava dilontano.
Il modellino della nave non servì a nullasebbene l'uomo grigio dicesse aPunch
che poteva issare e ammainare l'attrezzatura finché gli fosse piaciutoeavesse
promesso a Judy di lasciarla andare e venire in cucina. Quello che loro6
dolorefintanto che duròfu senza rimedio.
Quando le lacrime cessaronola casa era silenziosa. Antirosa aveva ritenutoche
fosse meglio lasciar piangere i piccoli a sazietà e Harry era andato ascuola.
Punch alzò il capo dal pavimento e sbuffò lamentosamente. In quanto a Judyera
semi addormentata. Tre brevi anni non le avevano insegnato a sopportare il
dolore in modo di averne coscienza. Si sentiva nell'aria un rumore sordo e
lontanoun rumore che si ripeteva per parecchie volte. Punch conosceva quel
rumore per averlo sentito a Bombay al tempo del monsone. Era il mareil mare
che bisognava attraversare volendo andare a Bombay...
PrestoJuesclamò. Siamo molto vicini al mare. Lo sento benissimo.Ascoltaè
da quella parte che sono partiti. Forse possiamo riprenderli se non perdiamo
tempo. Non volevano certo andarsene senza di noi. Se ne sono soltanto
dimenticati.
Sìdisse Judyse ne sono soltanto dimenticati. Andiamo al mare.
La porta dell'ingresso era a pertae così pure il cancello del giardino.
E grandemolto grandequesto postodisse Punchguardando con precauzione
sulla stradae noi ci perderemo. Ma io troverò un uomo e gli comanderò di
riportarmi a casacome facevo a Bombay.
Punch prese Judy per la manoe tutte duea testa nudacorsero nelladirezione
del rumore del mare. Villa Downe era quasi l'ultima di una fila di case nuove
che si allungava attraverso un campo coperto di mucchi di mattoninella
direzione di una landa dovedi tanto in tantosi venivano ad accampare gli
zingari e dove l'artiglieria della guarnigione di Rocklington si esercitava.
C'era poca gente fuorie i ragazzi potevano esser presi per figli deisoldati
che girellassero intorno alle caserme. Per una mezz'orale gambette stanche
trotterellarono attraverso la landacampi di patate e dune.
Sono molto stancadisse Judy. E mamma sarà arrabbiata.
Mamma non è mai arrabbiata. Penso che ci attenda sulla riva del marementre
papà fa i biglietti. Li troveremo e ce ne andremo con loro. Junon bisogna
mettersi a sedere. Ancora un piccolo sforzo e arriveremo al mare. Juse ti
metterai a sedereti picchieròdisse Punch.
Si arrampicarono su un'altra duna ed arrivarono davanti al vasto mare grigioin
bassa marea. Centinaia di granchi erano indaffarati sulla rivama non c'era
traccia ne di papà né di mammae nemmeno una nave sull'acquanull'altroche
sabbia e fango per miglia e miglia.
E Onlarri li trovò per casocoperti di fango e con aria smarritaPunch chesi
fondeva in lacrimema che faceva del suo meglio per distrarre Judy con un
grosso granchio e Judy che lanciava all'orizzonte il suo lamento: Mamma!Mamma!
E ancora: Mamma!
Ahè venuto il giornoperché siamo anime abbandonate! Di tutte lecreature
sotto l'ampia volta dei cieli siamo le più disperatenoi che un tempoabbiamo
avuto la speranza più grande. E siamo i più sprovvisti di fedenoi cheavemmo
la fede maggiore.
Durante tutto questo temponon si è detto parola della Pecora Nera. Essaentrò
in scena più tardi e Harryil ragazzo dai capelli nerifuin certamisurala
causa della sua comparsa.
Judy chi dunque poteva fare a meno di voler bene alla piccola Judy? entrò in
cucina in virtù di un permesso speciale e di lì direttamente nel cuore di
Antirosa.
Harry era il figlio unico di Zia Rosa e Punchper conseguenzaera ilragazzo
in più della casa. Per lui non c'era nessun luogo speciale e così pure perle
sue piccole cose. Gli era stato proibito di sdraiarsi sui divani e disviluppare
le sue idee sul modo in cui era stato fabbricato questo mondoe sullesperanze
in un mondo futuro. Sdraiarsi significava essere pigri e logorare i divanie
non si permette ai ragazzetti di chiacchierare. Si rivolge loro la parolaese
volevanoerano papà e mamma partiti per Bombay al di là del mare e illoro7
lo si faè per il maggior profitto dei loro costumi. Dopo essere stato il
despota che regnava senza subire interrogazioni nella casa di BombayPunchnon
arrivava a capire perché era venuto ad essere trattato senza alcuna
considerazione nella sua nuova vita.
Harry poteva stendere il braccio attraverso la tavola e prendere quello che
volevaJudy poteva indicare col dito quello che desiderava e farselo dare.
Queste due cose erano proibite a Punch. L'uomo grigio fu la sua grandesperanza
il suo principale sostegnodurante i molti mesi dopo che mamma e papà erano
partiti. Egli si era dimenticato di dire a Judy di licoldalsi di mamma.
Questa colpa era scusabileperché durante questo intervallo era stato
presentato da zia Rosa a due cose molto impressionanti: una astrazionechiamata
Diointimo amico ed alleato di zia Rosae che in genere si credeva che
abitasse dietro la cucinaperché era un luogo dove faceva caldoe un libro
sudicio e marrone dove c'erano punti e segni incomprensibili. Punch cercava
sempre di far cosa grata ad ognunoin conseguenza mescolò la storia della
Creazione con quello che si ricordava dei racconti delle fate indiane e
scandalizzò zia Rosaripetendo il risultato di questo amalgama di un quarto
d'ora.
Punch non riuscì a capire dove era la iniquitàma evitò con cura diripetere il
peccatoperché zia Rosa gli disse che Dio aveva sentito tutto quello cheaveva
dettonon aveva perduto una parola ed era molto arrabbiato. Se questo eravero
perché Dio non veniva a dirglielo? pensò Punche si scacciò la cosa dalla
mente. In seguito imparò a considerare il Signore come la sola cosa al mondoche
gli ispirasse più rispetto di zia Rosacome una creatura che si teneva in
disparte a contare i colpi di bastone.
Manello stesso tempola lettura era un affare molto più serio di ogniatto di
fede. Zia Rosa lo mise a sedere su un tavolo e gli disse che A e Bsignificavano
ab.
Perché? eccodisse PunchA e B fanno ab?
Perché ti dico che è cosìrispose zia Rosae bisogna che tu lo dica.
Punch lo disse e lo ripetè anche senza capirci nullafino alle grandiandane
ove erano ormeggiati i piroscafifino ai cantieri navali ove i martelli non
riposavano maifino ai magazzini di approvvigionamento della Marinafinoalle
brillanti casse di rame negli amicidove lo zio Harry andava una volta ognitre
mesimunito di un foglio di carta azzurrain cambio del quale gli contavano
delle sovranepoiché era pensionato per le sue ferite. Punch lo sentìcosì
raccontare la battaglia di Navarrinoe di come i marinai della flottafossero
rimasti s ordi come tacchi per tre giorni dopo di essae non potesserocapirsi
che a segni. Era a causa del rombo dei cannonidisse zio Harryed io hoancora
la borra d'una palla in qualche parte del corpo.
Punch lo guardò con curiosità. Non aveva la minima idea di ciò che fossela
borra e per lui una palla era una di quelle palle di cannone dell'arsenalepiù
grosse della sua testa. Zio Harry poteva portare nel corpo una palla dicannone?
Arrossiva all'idea di chiederglieloper timore di farlo andare in collera.
Punch non aveva mai saputo che cosa era la collerala collera davverofinoal
giorno terribile in cui Harry prese la sua scatola di colori per pitturareuna
barcanonostante le proteste di Punch. Allora zio Harry era comparso sulla
scena e mormorando qualcosa a proposito dei ragazzi stranieri aveva dato dei
colpi di bastone sulle spalle del ragazzo dai capelli neri al punto di farlo
piangere e lanciare alte grida. Poi zia Rosa era comparsa a sua voltaeaveva
rimproverato zio Harry di essersi mostrato tanto crudele verso la carne della
propria carne e verso il proprio sanguetutte cose che avevano fatto fremere
Punch fino alla punta dei piedi. Non è stata colpa miaspiegò Punch. MaHarry e
zia Rosatutti e duedichiararono che lo erae che Punch aveva mentitoeper
una settimana non ci furono passeggiate con zio Harry.8
Ma quella settimana arrecò una grande gioia a Punch.
Aveva ripetuto fino alla sazietà questa affermazione: Il gatto era coricato
sulla stuoia quando il topo entrò.
Orasi disse Punchso legger beneed ora non leggerò più nulla al mondo.
Mise il libro marrone nel cassetto dove stavano i suoi librima lì pose per
caso la mano su un venerando volume senza copertinache aveva per titolo
Sharpes Magazine. Sulla prima pagina c'era l'immagine veramente portentosa diun
grifonecon alcuni versi sotto. Il grifone ogni giorno portava via unmontone
da un villaggio tedescoquando sopravveniva un uomoarmato di unascimitarra
con la quale tagliava in due il grifonee la sua storia era già un po più
interessante di quella dell'eterno gatto.
Questosi disse Punchquesto vuol dire un mucchio di coseed ora sto per
sapere tutto quel che c'è nel mondo intero. Lesse finché mancò la luce del
giorno e non capì nemmeno la decima parte di quel che lessema subì ilfascino
dei mondi nuoviche gli apparivano a sprazzi e che dovevano rivelarglisi in
seguito.
Che cos'è una scimitarra? Che cos'è un montone? Che cos'è un vileusurpatore?
Che cos'è una prateria verdeggiante? domandò Punchcon le gote rosseazia
Rosa sorpresaallora di coricarsi.
Di le tue preghiere e dormirispose lei. E questo fu tutto l'aiuto cheottenne
dalla donnaquel giorno e i seguentiin questo nuovo ed affascinanteesercizio
di lettura.
Zia Rosa non sa nulla al di fuori di Dio ed affari similisi disse Punch. Melo
farò dire da zio Harry.
La prima passeggiata dimostrò che lo zio Harry non gli poteva essere di un
qualche aiuto; egli lo lasciò parlare e si mise anche a sedere su unapanchina
per sentirlo parlare sul grifone. Altre passeggiate portarono altre storie a
mano a mano che Punch estendeva il suo campopoiché in casa c'era unaquantità
di vecchi libri che mai nessuno aprivada Frank Fairleghedito a fascicolie
dalle prime poesie di Tennysoncomparse anonime sullo Sharpes Magazinefinoai
cataloghi della Esposizione del 1862illustrati a colori e deliziosamente
incomprensibilie ai fogli sparpagliati dei Viaggi di Gulliver.
Non appena Punch riuscì a mettere insieme qualche riga di ganciscrisse a
Bombayper chiedere che gli mandasseroa stretto giro di postai libri di
tutto il mondo. Papà non poteva soddisfarlo in questa modesta richiesta. Ma
inviò i Racconti delle Fate dei Grimm e le fiabe di Andersen. Questobastava.
Per poco che lo lasciassero tranquilloPunch si poteva trasportarequandolo
avesse volutoin un paese tutto suodove non cerano zie Rosané il suoDio
né Harry con le sue taccagneriené le pretese di Judy che voleva che si
giocasse con lei.
Non mi dar noialeggo. Va a giocare in cucinabrontolava Punch. Zia Rosa ti
permette di andarci. Judy metteva i suoi secondi denti ed era irritabile.Ella
ricorreva a zia Rosa che piombava su Punch.
Io leggevospiegavaleggevo un libro che tengo molto a leggere.
Non lo fai che per posadiceva la ziama vediamo. Gioca subito con Judy.Non
aprirai più un libro in tutta la settimana.
Judy non fu molto felice nei momenti che passò a giocare con Punch chebolliva
dalla rabbia. Egli aveva avvertito in fondo a quella proibizione unameschinità
che lo sconcertava.
Ecco che ha scoperto quel che mi piace di faredisse. E me lo impedisce. Non
piangere Ju... te ne prego. Non è colpa tua. Non piangere. Altrimenti diràche
sono io che ti ho fatto piangere.
Judy coraggiosamente si asciugò le lacrime e tutte due giocarono nellacamera
dei bambinicamera situata al pianterreno e metà nel sottosuoloove
regolarmente li mandavano dopo il pranzo di mezzogiorno mentre zia Rosafaceva9
un pisolino. Essa beveva vinovale a dire qualcosa da una bottiglia presa in
cantinache le faceva bene allo stomacomase non si addormentavaveniva
talvolta in camera dei ragazzi per vedere se stavano davvero giocando.
Oradei cubidei cerchi di legnodei birilli e delle chincaglierienon
possono costituire un divertimento eternosoprattutto quando non si ha altroda
fare che aprire un libro per esser trasportati al paese delle fatee non era
difficile trovare Punch che leggeva a Judy o le raccontava interminabilistorie.
Era questo un delitto agli occhi della legge e Judy si vedeva trascinata viada
zia Rosamentre Punch era lasciato a giocare da solo. E fa che ti senta
un'altra voltagli diceva la zia con una minaccia nella voce.
Questo non era certo un allegro passatempopoiché bisognava fare del rumoreper
dimostrare che giocava. Infinecon astuzia ammirabileinventò un mezzograzie
al quale la tavola poteva stare su tre zampe su dei cubi da gioco lasciandola
quarta libera di scendere sul pavimento. Manovrava la tavola con una mano e
teneva il libro nell'altra. Lo fece fino al giorno fatale in cui la zia Rosa
piombò su di lui all'improvviso e gli disse che mentiva con intenzione.
Se tu sei abbastanza grande per far questosei abbastanza grande per essere
picchiatogli disse dopo pranzo. Allora era sempre di cattivo umore.
Ma.. io... non sono un animaledisse Punch costernato.
Si ricordò dello zio Harry e del suo bastone e impallidì. Zia Rosa eraentrata
nascondendo dietro di sé un giunco sottile e Punch fu immediatamente colpito
sulle spalle. Questa fu per lui una rivelazione. La porta della stanza sichiuse
e lui restò solo a piangerea pentirsie a prepararsi l'evangelo della sua
futura vita.
Zia Rosasi diceva Punchaveva il potere di dargli molti colpi. Eraingiusto e
crudele. Papà e mamma non lo avrebbero permesso mai. A meno cheforsecomezia
Rosa sembrava lasciar intenderenon avessero mandato degli ordini segreti.In
tal caso si trovava abbandonato per davvero. Sarebbe stato prudente inavvenire
propiziarsi le buone grazie di zia Rosama tuttaviaanche nelle cose in cui
era innocenteera stato accusato di far della posa. Aveva fatto della posa
davanti ad alcuni visitatoriil giorno in cui aveva aggredito di domande un
signore che non era affatto suo parentelo zio di Harrynon il suoperavere
delle informazioni a proposito del grifone e della scimitarrae sulla speciedi
tilbury sul quale viaggiava Frank Fairleghtutti punti di importanzacapitale
che ardeva di chiarire. Evidentementese avesse fatto finta di amare ziaRosa
questo non avrebbe attaccato.
A questo punto Harry entrò e si tenne a distanza sbirciando con disprezzoPunch
che era accoccolatotutto arruffatoin un angolo della stanza.
Sei un bugiardoun bugiardellodisse Harry con grande unzionee prenderaiil
tè qui dabbassoperché non meriti di parlarci. E non parlerai più nemmenoa
Judy finché la mamma non te lo permetterà. Tu la corrompi. Non sei buonoche a
vivere con la serva.
Dopo aver costretto così Punch ad un nuovo scoppio di lacrimeHarry risalìle
scale per andare a dire che Punch era sempre in rivolta.
Zio Harry se ne stava seduto nella sala da pranzo con aria inquieta. Aldiavolo
tutto ciòRosa! disse in fine. Non puoidunque lasciar tranquillo il
ragazzino? E' sempre buono quando è con me.
Con te dimostra tutte le migliori manieredisse zia Rosama io ho moltapaura
che sia la pecora nera della famiglia.
Harryil figliosentì e mise in serbo la parola per la prima occasione.Judy
pianse finché non le fu ordinato di star zittadato che il fratello non
meritava certo le sue lacrime. La serata terminò con il ricondurre Punchnelle
sfere superiorie con una seduta privata in cui gli orrori accecanti
dell'inferno furono rivelati a Punchcon tutto il lusso di immagini chepoteva
fornire a zia Rosa il suo cervello ristretto.10
Quello che era più crudeleera il rimprovero che egli leggeva negli occhitondi
di Judy. Punch andò a coricarsi attraversando fin nelle sue profondità laValle
della Umiliazione. Egli divideva la camera con Harry e sapeva quali supplizilo
attendevano. Infatti dovette rispondere per un'ora e mezzo alle domande chegli
rivolse quel bravo ragazzo a riguardo dei motivi che lo avevano spinto a dire
una menzognauna menzogna molto gravee della dose esatta di castigo chegli
era stata inflitta da zia Rosaed egli dové infine esprimere una profonda
gratitudine per tale istruzione religiosa che Harry ritenne di inculcargli.
Da quel giorno cominciò la caduta di Punchdivenuto Pecora Nera.
Chi è indegno di fiducia in un caso lo è in tuttidiceva zia Rosa. Harrycapì
che la Pecora Nera era ormai nelle sue mani. Arrivava a svegliarlo la notteper
domandargli perché era così bugiardo.
Non sorispondeva Punch.
E allora non credi che dovresti alzarti e pregare Dio di cambiarti il cuore?
Sìsì.
Alloraalzati e prega. E Punchcostretto a levarsisentiva la rabbia el'odio
in cuore contro il mondo interotanto visibile che invisibile. Non facevache
cadere da un guaio in un altro. Harry aveva il segreto di interrogarlo sullesue
azioni della giornatail che non mancava di rado di indurlomezzoaddormentato
e mezzo infuriatoin una mezza dozzina di contraddizionitutte al mattino
riportate con cura a zia Rosa.
Ma questa non era una bugiacominciava Punch lanciandosi in unaingarbugliata
giustificazione che lo faceva disperatamente cadere sempre più nel pantano.Ho
detto di non aver fatto la mia preghiera due volte nella giornataed erasolo
martedì. Una volta l'ho dettaio so che l'ho dettama Harry dice che nonl'ho
fatto. E così di seguitofinché quello stato di tensione lo portava alle
lacrime e lo si mandava via da tavola in penitenza.
Non eri così cattivo primadiceva Judyspaventata a sentire l'elenco dei
misfatti di Pecora Nera. Perché sei così cattivo adesso?
Non sorispondeva Pecora Nera. Non lo sareise non mi facessero perdere la
testa a forza di darmi noia. Io so quel che ho fattoe voglio dirlomaHarry
trova sempre il mezzo di cambiare le carte in tavolae Zia Rosa non credeuna
parola di quel che dico. OhJudy!non dire anche tu che son cattivo.
Zia Rosa dice che lo seirispose Judy. L'ha detto al curato ieri quando è
venuto.
Perché parla di me a tutti quelli che non sono di casa? Questo non sta bene
disse Pecora Nera. Quando ero a Bombaye che ero cattivo... che facevo il
cattivo per davveroe non perché mi si pretende cattivo come quimamma lo
diceva a papà e papà mi diceva che lo sapevae questo era tutto. La gentedi
fuori non sapeva che ero cattivo e nemmeno Meeta.
Non me ne ricordodiceva Judy attenta. Allora ero troppo piccola. Mamma ti
voleva bene come a mevero?
Certo che mi voleva bene! E anche papàTutti me ne volevano.
Zia Rosa invece vuol bene più a me che a te. Dice che tu sei una peste eduna
Pecora Nerae che non ti devo parlare se non quando non posso farne a meno.
Sempre? Non soltanto le volte in cui ti proibiscono di parlarmi?
Judy fece un cenno affermativo con il capocon l'aria addolorata. PecoraNera
disperatofece un mezzo giroma Judy gli gettò le braccia al collo.
Non importaPunchgli disse a mezza voce. Io voglio parlarti come primacome
sempre. Sei mio fratelloil mio vero fratellosebbene tu sia... sebbene zia
Rosa dica che sei un cattivo e Harry sostenga che sei un vigliacco. Egli dice
che se ti tirassi i capelli forteti metteresti a piangere.
Ebbenetiradisse Punch.
Judy tirò dolcemente.
Tira più fortecon tutte le tue forze. Eccotu hai un bel tirarealmomento11
questo non mi fa nulla. Se mi parli sempre come primaio te li lasceròtirare
quanto vorrai finché me ne strapperai quanti vorrai. Ma io so che se Harry
venisse e rimanesse lì e ti dicesse di farloallora sì che piangerei.
E i due ragazzi sigillarono il patto con un bacio e Pecora Nera si sentìdella
gioia in cuore. A forza di prudenzaevitando con cura Harryegli acquistò
delle virtùe queste gli permisero di leggere tranquillamente durante una
settimana.
IL SECONDO SACCO.
Lo zio Harry lo condusse con sé nelle sue passeggiate e lo consolò con lasua
rude tenerezza. Lui non lo chiamava mai Pecora Nera. Questo va bene per te
Punchdiceva allora. Sediamoci. Io sono stanco. I suoi passi non loconducevano
più adesso verso la spiaggiama verso il cimitero di Rocklingtonin mezzoai
campi di patate. Il vecchio rimaneva seduto per delle ore su una tombamentre
Pecora Nera leggeva gli epitaffi. Poi il vecchio ritornava a casa zoppicando.
Sarò ben presto anch'io lì sottodisse a Pecora Nerauna sera d'invernoin
cui la sua faccia si disegnava in bianco simile ad una moneta d'argentousata
sotto la luce del cancello del cimitero. Non devi dirlo a zia Rosa.
Un mese dopofece bruscamente dietrofront prima di aver compiuto metà dellasua
passeggiata mattutina e rientrò in casa. Mettimi a lettoRosamormorò. Ho
fatto la mia ultima passeggiata. La borra ha avuto ragione di me.
Lo misero a lettoe per quindici giorni l'ombra del suo male pesò su tuttala
casa. Pecora Nera andava e veniva senza che gli facessero caso. Papà gliaveva
mandato parecchi libri nuovi e gli aveva detto di star buono. Pecora Nera si
rifugiò n el suo universo ed era perfettamente felice. Nemmeno durante lanotte
la sua felicità veniva interrotta. Poteva starsene coricato e infilzar unaserie
di racconti di viaggi e di avventurementre Harry era da basso.
Zio Harry sta per moriredisse Judyche ora non abbandonava più zia Rosa.
Ne sono molto addoloratodisse brevemente Pecora Nera. Me lo ha detto molto
tempo fa.
Zia Rosa sorprese questa conversazione. Non c'è nulla che può tenere afreno la
tua linguaccia? disse lei con collera. Aveva dei cerchi azzurri intorno agli
occhi.
Pecora Nera batté in ritirata nella camera dei ragazzi e si mise a leggereCome
as a Flower (Ella vien su come un fiore: romanzo di Rhoda Broughton) con
interesse profondo e senza capirci nulla. Gli avevano proibito di leggerequel
libroa motivo della sua immoralitàma i limiti dell'universo stavano per
crollare e zia Rosa era in gran pena.
Sono contentodisse Pecora Nera. Per ora è infelice. Questa non era una
menzogna. Lo sapevo. Ma aveva detto di non dir nulla.
Quella seraPecora Nera si svegliò di soprassalto. Harry non era nella sua
stanzae nell'altra stanzaallo stesso pianosi sentiva un rumore di
singhiozzi. Poi fu la voce di zio Harry che giunse attraverso le tenebre.Egli
cantava la canzone di battaglia di Navarrino: All'avanguardia avevamo l'Asiae
l'Albione e il Genova.
Sta megliopensò Pecora Nera che sapeva a memoria da cima a fondo le
diciassette strofe della canzone. Mapensandocigli si ghiacciò il sanguenel
suo piccolo cuore. La voce saltò di una ottava e si fece acutacome ilfischio
di un nostromo.
In seguito venivano la bella Rosala Filomelae il suo brulotto chiudeva la
filae il piccolo Brisk fu in gran pericoloquel giorno a Navarrino.
Quel giorno a Navarrinozio Harrygridò Pecora Ne raa metà pazzo dalla
emozione e dalla paura di qualche cosa che non conosceva.
Una porta si aprì e zia Rosa gridò dal basso delle scale: Zitto! Per l'amordi
Diozittopiccola peste. Zio Harry è morto!
I viaggi finiscono in appuntamenti d'amorequello che sanno tutti i figli12
d'uomo saggio.
Mi domando quello che mi capiterà oradiceva fra sé Pecora Nera. I riti
semipaganiche accompagnano di solito i funeralinella classe mediaerano
compiutie zia Rosadi una solennità terribile sotto il crespo del luttoera
rientrata nella esistenza giornaliera. Io non ho fatto nulla di cattivo cheella
sappiariprese Pecora Nera. Io so che questo accadrà presto. Sarà dicattivo
umore dopo la morte di zio Harryed Harry lo sarà anche lui. Io me nestarò
nella camera dei ragazzi.
Per disgraziacirca i progetti di Punchsi era deciso di mandarlo a scuola
dove andava anche Harry. Questo equivaleva ad una corsa tutte le mattine in
compagnia di Harrye talvolta un'altra alla serama la prospettiva di esser
libero nell'intervallo era rassicurante. Harry riporterà tutto ciò chefaròma
io non farò nulladisse Pecora Nera.
Forte di questa salutare risoluzioneandò a scuolama non gli occorsemolto
per accorgersi che la versione di Harry circa il suo carattere lo aveva
preceduto e che in conseguenza la vita sarebbe stata dura per lui. Prese
contatto con i suoi compagni. Gli uni erano sudicigli altri parlavano una
specie di gergomolti non facevano caso alle buone maniere e c'erano dueebrei
ed un negroo almenoun ragazzo nero come un negroin quella classe.
Quello là è un ubshi! disse fra sé Pecora Nera. Lo stesso Meeta prendevasempre
in giro gli ubshi. Non mi pare che questo luogo sia conveniente. Stette
arrabbiato per almeno un'orama finì con il riflettere che tutte le sue
proteste sarebbero state considerate posa dalla zia Rosa e che Harry loavrebbe
detto a tutti i suoi compagni.
Come trovi la scuola? gli domandò zia Rosa alla fine della giornata.
Penso che sia un luogo molto piacevolerispose Punch tranquillamente.
Immagino che tu abbia avvertito i ragazzi del carattere di Pecora Neradisse
zia Rosa ad Harry.
Ohcertodisse il censore dei costumi di Pecora Nerasanno tutto sul suo
conto.
Se fossi stato con mio padredisse Pecora Nerapunto sul vivonon avrei
parlato a quei ragazzi lì. Non avrebbe voluto. Stanno dentro delle botteghe.Li
ho visti entrare nelle botteghe dove i loro padri vivono e vendono dellecose.
Sei un personaggio troppo illustre per quella scuolavero? disse zia Rosacon
un sorriso amaro. Pecora Neradovresti essere riconoscente a quei ragazzi sesi
degnano di rivolgerti la parola. Non tutte le scuole accettano dei bugiardi.
Harry non mancò di trarre vantaggio dalla inopportuna osservazione di Pecora
Nera. Ne risultò che parecchi ragazzie fra quelli l'ubshiprovarono aPecora
Nera la uguaglianza delle razze umane a pugni sul capo. La sola consolazioneche
ebbe da zia Rosa fu di sentirla dire: La tua vanità è stata punita. Hannofatto
bene.
Nondimeno imparò a tener per sé le proprie opinioni e trovò il mezzo diottenere
le buone grazie di Harrye con ciò un pò di tranquillitàportandogli ilibri e
facendogli dei piccoli servigi di questo genere. La sua vita non era dellepiù
allegre: la scuola dalle nove a mezzogiorno e tutti i pomeriggi dalle duealle
quattroeccetto il sabato. La sera lo mandavano nella camera dei ragazzi a
preparare le lezioni per il giorno dopo e tutte le notti doveva subire il
temibile interrogatorio di Harry. In quanto a Judy la vedeva poco. Essa era
profondamente religiosa. A sei annila religione vi viene senza difficoltà.
Essa si sentiva fortemente divisa fra il suo affetto naturale per Pecora Nerae
il suo amore per zia Rosa la quale certo non poteva aver torto.
La donna scarna le ricambiava questo affetto ad usurae Judyquando neaveva
il coraggione approfittava per ottenere per Pecora Nera la esenzione dai
castighi. Le lezioni non sapute a scuola erano punite a casa con sette giorni
senza lettura di altri libri che non fossero quelli di classeed Harry13
riportava gli scacchi di Pecora Nera con giubilo. In seguitoPecora Nera fu
costretto a recitareall'ora di coricarsile sue lezioni ad Harryche
riusciva in genere a fargli perdere la memoriafacendogli intravvedere peril
giorno dopo le cose più cupe. Harry era al tempo stesso spiatormentatore
inquisitore e incaricato di eseguire gli arresti di zia Rosa. E accudiva alle
sue molteplici funzioni mirabilmente. Ora che zio Harry era mortonon c'erapiù
nessuno che controllava i suoi atti.
Non si permetteva a Pecora Nera di conservare il minimo amor proprio ascuola. A
casa va da sé che era in completo discredito ed egli era riconoscente della
minima bontà che gli dimostravano le serve; esse si succedevano rapidamentea
Villa Downe dato che anche esse mentivano. Non siete buona che a remare nella
stessa galera di Pecora Nera. Questa era la formula che ogni nuova Jane oEliza
doveva aspettarsi di vedersi applicare da zia Rosaprima che il primo mese
fosse finitoe Pecora Nera non mancava di domandare alle nuove domestiche sele
avevano già paragonate a lui. Quando esse parlavano di Harrydicevanomaster
HarryJudy aveva per titolo ufficiale missis Judyma Pecora Nera non era
altrimenti chiamato che Pecora Nera tout court.
A mano a mano che il tempo passavail ricordo di papà e di mamma finì per
essere schiacciato dal peso spiacevole che consisteva nello scrivere loroogni
domenicae questo sotto gli occhi di zia Rosa. Pecora Nera dimenticava che
genere di vita aveva condotto prima. Perfino gli appelli di Judy a cercare di
non dimenticarsi Bombay furono impotenti a ravvivare quel ricordo.
Non riesco più a ricordarmiegli diceva. So che avevo l'abitudine dicomandare
e che mamma mi abbracciava.
Zia Rosa ti abbraccerà se sei buonodiceva Judy.
Oh! Non ci tengo affatto ad essere abbracciato da zia Rosa. Direbbe che lo
faccio per chiederle qualcosa di più da mangiare.
Le settimane diventarono mesi e poi vennero le vacanze maproprio primadelle
vacanzePecora Nera cadde in istato di peccato mortale.
Fra i molti ragazzi che Harry aveva spinto a dare dei colpi sul capo a Pecora
Neradicendo loro che non avrebbe osato renderglielice n'era uno che si
mostrava più aggressivo degli altrie chein uno sfortunato momentopiombò su
Pecora Neraquando Harry non c'era. I colpi erano cocenti e Pecora Nera si
rivoltò e prese a picchiare a casocon tutta la forza. Andò a finire cheil
ragazzo cadde a terra piangendo. Pecora Nera fu subito spaventato da quel che
aveva fattomasentendo sotto di sé il ragazzo che aveva cessato ogni
resistenzasi mise a scuoterlo con tutte e due le manifuriosamente
ciecamenteed in seguito lo prese alla golacon la onesta risoluzione di
strangolarlo. Ci fu una mischia e Pecora Nera fu strappato dal corpo
dell'avversario da Harryaiutato da alcuni compagniche lo riportarono acasa
con gli orecchi ronzanti ma con l'aria trionfante. Zia Rosa era uscitae
aspettando il suo ritornoHarry si mise a rimproverare Pecora Nera sulpeccato
dell'assassinioche descrisse come la colpa di Caino.
Perché non ti sei battuto lealmente con lui? Perché lo hai colpito quandoera a
terramiserabile botolo?
Pecora Nera alzò gli occhi alla gola di Harrypoi li abbasso su un coltello
della tavola da pranzo.
Non capiscodisse con un tono annoiato. Lo hai sempre aizzato contro di me.Gli
hai detto che ero un vigliacco e mi hai detto che ero una pasta frolla quando
piangevo. Mi vuoi lasciare in pace finché non viene Zia Rosa? Lei mipicchierà
se le dici che bisogna picchiarmidunque tutto va bene.
Tutto va maledisse Harrycon un tono da mastroe l'hai quasi ammazzatoese
morisse?
Sta per morire? chiese Pecora Nera.
Senza dubbiorispose Harryed allora sarai impiccato ed andraiall'inferno.14
Benissimodisse Pecora Nera prendendo il coltello di sulla tavola. Allora
ammazzerò anche te. Tu dici delle cose e fai delle cose... e io non so comele
cose capitino e tu non mi lasci mai tranquillo... e a me non importa di ciòche
capiterà.
Pecora Nera corse verso Harry con il coltello in mano. Harry scappò su perle
scale fino in camera suapromettendo a Pecora Nera un carico di legnatequando
zia Rosa fosse ritornata. Pecora Nera si mise a sedere in fondo alla scala e
piangeva per non aver ammazzato Harry. La donna di servizio venne dallacucina
gli tolse il coltello e lo consolò. Ma Pecora Nera non voleva consolazioni.
Stava per essere crudelmente picchiato da zia Rosapoi avrebbe ricevuto
un'altra dose di pugni da Harrypoi si sarebbe proibito a Judy dirivolgergli
la parolapoi avrebbero raccontato la storia a scuola e poi...
Non c'era nessuno che lo confortassenessuno che si curasse di luie lacosa
migliore per uscire da questo affare era di farla finita con la morte. Un
coltello gli avrebbe fatto malema zia Rosa un anno prima gli aveva dettoche
se succhiava della pitturasarebbe morto. Andò nella camera dei ragazzitirò
fuori una arca di Noè messa da partee succhiò la pittura di tutti glianimali
che ci restavano. Avevano un sapore abominevolema Pecora Nera era arrivatoa
succhiare il bianco della colomba quando zia Rosa e Judy rientrarono. Eglisalì
e le salutò con queste parole: Se vi fa piacerezia Rosacredo di averquasi
ammazzato un ragazzo a scuolae ho cercato di ammazzare Harry. Quandol'avrete
smessa con il Buon Dio e con l'infernopicchiatemi e così sarà finita.
Il racconto della aggressionecome lo fece Harrynon comportava altra
spiegazione che il possesso del Demonio. Ecco perchénon soltanto PecoraNera
ricevé una ripassata magistraleprima da zia Rosa e poiquando fu
completamente mortificatoda Harryma inoltre fu l'oggetto delle preghiere
della famiglia insieme con Jane che aveva rubato dalla cucina una polpetta
freddae che sbuffò tanto da farsi sentirequando la sua colpa fu portata
davanti al Trono di Grazia. Pecora Nera si sentiva indolenzito e ostinatoma
trionfante. Sarebbe morto quella notte stessa e si sarebbe sbarazzato ditutti.
Nonon avrebbe chiesto perdono ad Harrye quando sarebbe andato a letto non
avrebbe sopportato nessun interrogatorio di Harryanche quando si sarebbe
sentito chiamare piccolo Caino
Sono stato picchiatodisseed ho fatto altre cose. Posso fare qualunquecosa
ed è uguale. Se mi parli staseraHarrymi alzerò e ti ammazzerò. Almomento
puoi ammazzarmi tuse vuoi.
Harry portò il suo letto nella camera degli ospiti e Pecora Nera si disteseper
morire.
Può darsi che i fabbricanti delle arche di Noè sappiano che gli animalisono
esposti a finire nella bocca dei ragazzi e che li pitturino in conseguenza.
Certo che il giorno dopoquando cominciò la banale e noiosa giornataPecora
Nera si ritrovò sano e forte e un pò vergognosoma con la mente arricchitada
una conoscenza nuova: egli potevain caso di necessitàdifendersi contro
Harry.
Quando discese per la colazioneil primo giorno di vacanzaapprese subitoche
Harryzia Rosa e Judy stavano per partire per Brightonmentre luiPecora
Nerasarebbe rimasto a casa con la donna di servizio. Il suo ultimo misfattosi
adattava mirabilmente ai progetti di zia Rosa. Questo le dava un pretesto
plausibile per lasciar solo il ragazzo che era di troppo. Papàche sembrava
davvero indovinare istantaneamente da Bombay i bisogni del piccolo colpevole
mandòquella settimanaun pacco di libri nuovi. Con essi e la compagnia di
Janesenza altre spese che quelle del suo nutrimentoPecora Nera fulasciato a
se stesso per circa un mese.
I libri durarono dieci giorni. Essi furono divorati troppo prestoin grossi
bocconi di dodici ore alla volta. Poi vennero i giorni che non c'era15
assolutamente nulla da farepassati a far sognia far manovrare sulle scale
dall'alto in basso e viceversadegli eserciti immaginaria contare lesbarre
delle rampee a misurare la lunghezza e la larghezza di ogni stanza con il
palmoc inquanta da un latotrenta dall'altropoi ancora cinquanta. Janefece
molte amicizie e dopo che Pecora Nera ebbe promesso di non dire una paroladelle
sue assenzeJane rimase fuori delle lunghe oreogni giorno. Pecora Nera
seguiva i raggi del sole al tramonto dalla cucina all'ora di pranzo e di làin
alto dalla sua camera da letto fino al crepuscolopoi ridiscendeva in cucinaa
ravvivare il fuoco per leggere al suo chiarore. Era felicenel senso che lo
lasciavano tranquillo e poteva leggere quanto gli piaceva.
Ma finì con l'aver paura delle ombre che formavano le tende delle finestredel
rumore delle porte che sbattevanodegli scricchiolii delle imposte. Uscivanel
giardino e il fruscio dei boschi di lauro lo spaventava.
Fu contento quando tutti tornarono zia RosaHarry e Judy con mille cose da
raccontaree Judy carica di regali. Chi poteva far a meno di non amare la
piccola Judy? In cambio del suo giocondo cinguettioPecora Nera le confidòche
la distanza dalla porta di ingresso in fondo alla scala era proprio di
centottantaquattro palmi. Lo aveva trovato da solo.
Poila vita d'altri tempi ricominciò con una differenza e portando un nuovo
peccato. Alle sue altre iniquitàPecora Nera aveva aggiunto quella di una
fenomenale goffaggine: non poteva aver più fiducia nei suoi atti che nellasua
parola. Non si spiegava nemmeno lui stesso come rovesciasse tutto quello che
toccavafaceva cadere i bicchieri non appena stendeva la mano e batteva la
testa contro le porte che erano evidentemente chiuse. Su tutto il suouniverso
si stendeva una nebbia grigiache si ispessiva sempre più da un meseall'altro
al punto da finir con il lasciare Pecora Nera quasi solo in compagnia delle
tende fluttuanti che somigliavano a fantasmie delle cose terribili che gli
apparivano in pieno giornoe che eranoinsommadei vestiti sospesi a dei
piuoli.
Ebbe ancora delle vacanzepoi altre vacanze e Pecora Nera fu condotto avedere
molta gente i cui volti erano tutti esattamente gli stessifu battuto quando
l'occasione lo richiedeva e torturato da Harry tutte le volte che lo poteva
farema Judy lo difendeva in tutte le circostanzebuone o cattivesebbenesi
attirasse la collera della zia Rosa.
Le settimane erano interminabili. Papà e mamma erano ormai dimenticati del
tutto. Harry aveva lasciato la scuola ed era impiegato di banca. Liberatodalla
sua presenzaPecora Nera si disse che non lo avrebbero più privato dellasua
parte di letture divertenti. Perciòquando aveva fatto male a scuola
raccontava che tutto andava bene.
Cominciò a concepire un gran disprezzo per zia Rosavedendo quanto erafacile
ingannarla. Mi trattava da piccolo mentitore quando non le dicevo bugiee
adesso che gliele diconon se ne accorgepensava Pecora Nera. Zia Rosa gli
aveva messo al suo attivo una meschina furberiauna scaltrezza che gli era
sempre stata estranea.
Grazie ai lumi della triste scienza che lei gli aveva rivelatoegli pagò ilsuo
debito con usura. In una casa dove il più innocente dei suoi motivilaricerca
naturale di un po di affettoera stato preso per il desiderio di avere ancor
più pane e marmellatao di acquistarsi il favore degli estranei relegandocosì
Harry in secondo pianoil compito gli fu facile. Zia Rosa era capace diveder
chiaro attraverso certe specie di ipocrisiama non attraverso tutte.
Egli oppose le sue facoltà di ragazzo alle sue e non fu più battuto. Gli
diventava di mese in mese più penoso il leggere i libri di scuolaed anchele
pagine dei libri di racconti stampati a grossi caratteri gli danzavano
confusamente davanti agli occhi. Così Pecora Nera ruminava nelle ombre chegli
si infoltivano intorno e lo separavano dal resto del mondo. Egli inventavadegli16
orribili castighi per quel caro Harryaggiungeva una nuova fila di magliealla
rete complicata delle soperchierie di cui avvolgeva zia Rosa.
Poi sopravvenne la catastrofe e le tele di ragno furono spezzate. Gli era
impossibile preveder tutto. Zia Rosa si informò personalmente sui progressidi
Pecora Nera e le notizie che ebbe la fecero sussultare. Passo passocon il
piacere vivissimo con il quale essa incolpava una domestica affamata delfurto
di carne freddaseguì la pista dei delitti di Pecora Nera. Durantesettimane e
settimaneallo scopo di non vedersi proibito lo scaffale dei librieraricorso
ad ogni espediente per ingannare zia RosaHarry e Dioe tutto l'universo!
Orribiletre volte orribilee prova di una mente profondamente depravata!
Pecora Nera calcolò il costo. Non si tratterà che di una grossa ripassata epoi
mi metterà sul dorso un cartello con la scritta Bugiardocome faceva prima.
Harry mi busserà e pregherà per mee lei pure pregherà per me e dirà chesono
un figlio del Diavolo. Mi darà degli inni da imparare a memoria... Ma io ho
letto tutto quello che avevo da leggere e lei non ne ha saputo mai nulla. Lei
dirà che lo sapeva bene. E lei pure è una vecchia bugiarda! disse.
Per tre giorni Pecora Nera rimase chiuso nella sua camera per preparare il
proprio cuore. Questo significa due punizioni: una a scuola e una qui. Quelladi
qui mi farà soffrir di più. E avvenne come aveva previsto. A scuola fubattuto
davanti agli ebrei e all'ubshi per il detestabile delitto di aver fatto acasa
falsi rapporti sui suoi progressi. Fu picchiato a casa da zia Rosa per lostesso
capo di accusa e poi gli fu messo il cartello. Zia Rosa glielo cucì sullespalle
e gli ordinò di andare a fare un giro fuori con quel cartello sul dorso.
Se voi mi obbligate a far questodisse con molta calma Pecora Neraio darò
fuoco alla casa e forse vi ammazzerò. Io non so se riuscirò ad ammazzarvi.Avete
tanti ossi... ma tenterò.
Nessuna punizione seguì a questa bestemmiasebbene Pecora Nera si tenesse
pronto a saltare alla gola avvizzita di zia Rosa e ad afferrarla finché non
gliela avrebbe strappata. Forse zia Rosa ebbe paurapoiché Pecora Neraaveva
raggiunto il nadir del peccato e assumeva un atteggiamento di audacia
sconosciuta fino allora.
In mezzo a tutti questi incidentigiunse a Villa Downe un visitatore di
oltremareche conosceva papà e mamma ed era stato incaricato di venire avedere
Punch e Judy. Pecora Nera fu chiamato in salotto e picchiò violentementecontro
un pesante tavolo carico di porcellane.
Pianopianopiccolodisse il visitatore voltando il viso di Pecora Neraverso
la luce. Cos'è quel grosso uccello sulla palizzata?
Che uccello? chiese Pecora Nera.
Il visitatore guardò attentamente negli occhi Pecora Nera per un mezzominuto
poi disse ad un tratto: Gran Dioma il piccolo è quasi cieco!
Quel visitatore era un uomo molto pratico. Sotto la propria responsabilitàdette
l'ordine che Pecora Nera non fosse più mandato a scuola e non aprisse piùun
libro fino all'arrivo della mamma. Essa sarà qui fra tre settimanecome
naturalmente saidisseed io sono Inverarity sahib. Sono stato io che ti ho
introdotto in questo brutto mondogiovanottoe tu hai l'aria di aver usato
bene del tuo tempo! Non devi più far nulla. E' possibile?
Sìrispose Punch con una aria spaventata. Aveva saputo che mamma sarebbe
arrivatac'era allora una nuova prospettiva di essere picchiato. Grazie al
cieloalmeno papà non veniva. Zia Rosa gli aveva detto di recente che civoleva
un uomo per picchiarlo.
Durante le tre settimane che seguironofu proibito a Pecora Nera di fare
assolutamente nulla. Passò il tempo nella vecchia stanza dei ragazzi aguardare
i giocattoli rottidei quali bisognava render conto a mamma. Zia Rosa glidava
dei colpi sulle dita quando rompeva una barca di legno. Ma questa colpa eradi
poca importanza a fianco di altre rivelazioni alle quali zia Rosa faceva17
misteriose allusioni. Quando arriverà tua madre e avrà sentito quello chele
diròsi potrà fare una giusta idea di tediceva con una aria truce. Poiessa
montava la guardia intorno a Judy per la paura che la piccola cercasse di
consolare il fratellocon pericolo della sua anima.
E mamma arrivò... in una carrozza a quattro ruote.. tutta eccitata da unatenera
commozione. E che mamma! Giovanefrivolamente giovanecon due guance di un
rosa delicatodegli occhi che splendevano come stelle ed una voce che non le
rendeva necessario aprir le braccia per attirare i piccoli sul suo cuore.Judy
le corse direttamente incontroma Pecora Nera esitò. Quella dimostrazionenon
poteva passare per una posa? Essa non gli avrebbe teso le braccia quandosarebbe
stata al corrente dei suoi misfatti. In attesaera possibile che con delle
carezze ella volesse ottenere qualcosa da Pecora Nera? Null'altro che tuttoil
suo affetto e tutta la sua fiducia; ma questo Pecora Nera non lo sapeva. Zia
Rosa si ritirò e lasciò mammainginocchiata fra i suoi ragazzimezzoridente e
mezzo in lacrimein quell'ingresso dove Punch e Judy avevano pianto cinqueanni
prima.
Ebbenepiccolivi ricordate di me?
Norispose francamente Judy. Ma io dicevo: Dioproteggi papà e mammatutte le
sere.
Un pocorispose Pecora Nera. In tutti i casiricordati che ti ho scrittotutte
le settimane. Questo non è per fare delle posema a causa di quello cheviene
dopo.
Che cosa viene dopo? Che cosa potrebbe venir dopomio piccolo caro? Essa lo
attirò verso di sé ancora una volta. Egli si fece avanti sgraziatamentefacendo
parecchi zigzag. Poco abituato alle carezzedisse l'anima materna con una
rapida intuizione. La bambina lo è.
Lei è troppo piccola per far del male a qualcunopensò Pecora Nerae seio le
dicessi che l'ammazzoavrebbe paura. Chissà quel che racconterà zia Rosa.
Si pranzò tardi e malamente e alla fine mamma portò Judy a letto coprendoladi
carezze. La infedele piccola Judy aveva già dato prova di defezione da ziaRosa.
E questa signora ne concepiva una vera amarezza. Pecora Nera si alzò peruscir
dalla stanza.
Vieni a dirmi buonanottedisse zia Rosaoffrendo la guancia avvizzita.
Peuh! disse Pecora Nera. Non vi abbraccio mai e non voglio farlo per posa.Dite
a quella lì che cosa ho fatto e vedremo che dirà.
Pecora Nera si arrampicò sul letto con il sentimento che aveva perduto ilcielo
dopo averne intravvisto le porte. Una mezz'ora dopo quella lì si chinava sudi
lui. Pecora Nera allungò il braccio destro. Non era giusto venirlo apicchiare
al buio. La stessa zia Rosa non lo aveva mai tentato. Mainvecenon ricevé
nessun colpo.
E così fai della posa? Io non voglio farla più lunga di quello che te ne ha
detto zia Rosae lei non sa nemmeno tuttodisse Pecora Nera con una vocecosì
chiara quanto glielo permisero le braccia che gli circondavano il collo.
Ohpiccolo miopiccolo mio! E colpa miacaroè colpa mia... e tuttaviacome
potevo impedirlo? PerdonamiPunch... La voce si spense in un mormorioagitato
e due lacrime b rucianti caddero sulla fronte di Pecora Nera.
E così ho fatto piangere anche te? domandò. Bisognerebbe vedere Jane quanto
piange. Ma tutu sei buonamentre Jane è una bugiarda sfacciata. Cosìdice zia
Rosa.
ZittoPunchzittocaronon parlare più così. Cerca di volermi bene unpoco
un pochino. Tu non sai quanto ne ho bisogno. Punchbabaritorna a me. Io sonola
tua mammala tua vera mammae non ti curare del resto.
Io so... sìlo socaro. Ma questo non ha nessuna importanzaadesso.Punch
non mi vuoi un po di bene ora? sorprendente vedere come un ragazzo di diecianni
può lasciarsi accarezzare quando è certo che non ci si fa gioco di lui. Nonsi18
era mai fatto gran caso di Pecora Neraed ecco che quella bella signora lo
trattava luiPecora Nerafiglio del Diavolo ed erede delle fiamme eternecome
se fosse un piccolo Dio.
Ti voglio molto benecara mammadisse infine a voce bassae sono molto
contento che tu sia tornatama sei proprio certa che zia Rosa ti abbia
raccontato tutto?
Tutto... Che importa? Ma... (la voce si spezzò in un singhiozzo che eraanche
dovuto al riso) Punchmio piccolo caronon credi che ci sia stata un po di
sciocchezza da parte tua?
No! Questo mi risparmiava una ripassata.
Mamma rabbrividì e scomparve nelle tenebre per andare a scrivere una lunga
lettera a papà. Ed eccone un estratto: ...Judy è una piccola cara moltobuona
paffutache adora quella donna. Essa porta con tanta gravitàcome se fosseun
comandamento di Dio ad otto annipensa Jackun orrore in crino di cavalloche
lei chiama il suo corsetto. Ho bruciato proprio ora quell'arnesee labambina
dorme nel mio letto mentre scrivo. Essa non mi lascerà più ormai. In quantoa
Punchnon capisco molto bene. ben nutritoma si direbbe che a forza di
molestarlosia stato spinto a commettere tutta una catena di piccole astuzie
che quella donna ingrandiva in peccati mortali. Non ti ricordi il modo in cuici
hanno allevato noi stessimio caroquando il timor di Dio era così spesso
l'inizio della menzogna? Io non tarderò a far la conquista di Punch. Conducoi
ragazzi in campagna perché imparino a conoscermied insommami sento
soddisfattao lo sarò quando sarai tornatomio caroed alloragrazie aDio
saremo tutti sotto il medesimo tetto di nuovoinfine!
Tre mesi più tardiPunchnon più Pecora Nerasi scoprì il veropossessore di
una mamma verain carne ed ossaadorabileche era anche una sorellauna
consolatrice ed una amicae che egli aveva il dovere di proteggere finchènon
fu infine arrivato il babbo. La menzogna non sta più al posto delprotettoree
quando si può far tutto senza subire interrogatoria che servono le bugie?
Mamma sarà molto scontenta se tu attraverserai quel fossodice Judycontinuando
una conversazione cominciata.
Mamma non si arrabbia maidice Punch. Dirà semplicemente: Sei un piccolopagal
e questo non è belloma io te lo voglio far vedere.
Punch traversò il fosso e si coprì di fango fin sopra il ginocchio. Mammacara
gridòeccomi sudicio com'è possibile di esserlo!
Allora vatti a cambiare vestiti al più presto possibile! (la voce chiara di
mamma risuonò dalla casa) E non essere un piccolo pagal!
Là. Te l'avevo detto! dice Punch. Ora tutto è diversoe siamo di mammacome se
lei non fosse mai partita! Non del tuttoo Punchperché quando le giovani
labbra hanno bevuto a lunghi sorsi le amare acque dell'Odiodel Sospetto e
della Disperazionetutto l'amore del mondo non basterà a cancellareinteramente
quella conoscenzasebbene possa rendere per una volta ad occhi offuscati la
luce e insegnare la Fede a chi non ne aveva.