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Stephane Mallarmè

Prose

2

DIVAGAZIONI

Un libro di quelli che non amoframmentari e privi di architettura. Non sisfugge certo al giornalismoo forse si

vorrebbequale prodotto per sé e speriamo qualcun altrosenza che cipassino sopra la testacerte veritàverso la

luce.

La scusain tutta questa casualitàè che l'insieme si è fattoda solograzie a una virtù comune.

A parte alcuni poemi o aneddotiall'inizioche la fortuna esagerataarrisaa queste ineziemi obbligava (per il

pubblico) a non ometterele Divagazioni apparenti trattano un argomentodipensierounico - se li riguardo da

estraneocome un chiostro chesebbene diroccatoesali al passante la suadottrina.

ANEDDOTI O POEMETTI

IL FENOMENO FUTURO

Un cielo pallidosul mondo che finisce di decrepitezzasta forse persparire con le nubi: i brandelli della

porpora consunta dei tramonti stingono in un fiume dormiente all'orizzontesommerso di raggi e d'acqua. Gli alberi

s'annoiano esotto il loro fogliame sbiancato (più dalla polvere del tempoche dei sentieri)cresce la casa di tela del

Presentatore di cose Passate: infiniti lampioni attendono il crepuscolo eravvivano i volti di un'infelice follavinta dalla

malattia immortale e dal peccato dei secolidi uomini accanto alle lorogracili complici incinte dei frutti miserabili con i

quali perirà la terra. Nel silenzio inquieto di tutti gli occhi supplicantilaggiù il sole chenell'acquaaffonda con la

disperazione di un gridoecco il semplice imbonimento: «Nessuna insegna vioffre lo spettacolo dell'internoché non

esiste oggi un pittore capace di darne un'ombra triste. Io portoviva (epreservata attraverso gli anni da una scienza

sovrana) una Donna d'altri tempi. Una folliaoriginaria e ingenuaun'estasid'oroun non so che! da lei chiamata

chiomascende con la grazia delle stoffe attorno a un viso che rischiara lanudità sanguigna delle labbra. Al posto

dell'abito vano ella ha un corpo; e gli occhisimili alle pietre rarenonvalgono lo sguardo che scaturisce dalla sua carne

felice: seni alti come se fossero pieni di un latte eternola punta verso ilcielole gambe lisce che conservano il sale del

mare primigenio». Ricordando le loro povere sposecalvemalsane e piened'orrorei mariti si affollano: anch'esse per

curiositàmalinconichevogliono vedere.

Quando tutti avranno contemplato la nobile creaturavestigia di qualcheepoca già maledettagli uni

indifferentiinfatti non avranno avuto la forza di capirema altristraziati e la palpebra umida di lacrime rassegnate si

guarderanno; mentre i poeti di questi tempisentendo riaccendersi i loroocchi spentisi incammineranno verso la loro

lampadail cervello ebbro per un istante di una gloria confusaassillatidal Ritmo e nell'oblio di esistere in un'epoca che

sopravvive alla bellezza.

LAMENTO D'AUTUNNO

Da che Maria mi ha lasciato per andare in un'altra stella - qualeOrioneAltaire tuverde Venere? - ho

sempre prediletto la solitudine. Quante lunghe giornate ho passato solo conil mio gatto. Con solointendo senza un

essere materiale e il mio gatto è un compagno misticouno spirito. Possodunque dire di aver passato lunghe giornate

solo con il mio gatto esolocon uno degli ultimi autori della decadenzalatina; poiché da quando la bianca creatura non

è piùstranamente e singolarmente ho amato tutto quello che si riassumevain questa parola: caduta. Cosìnell'annola

mia stagione favoritasono gli ultimi giorni languidi dell'estatecheprecedono immediatamente l'autunnoenel giorno

l'ora in cui passeggio è quando il sole si riposa prima di svanireconraggi di rame giallo sui muri grigi e di rame rosso

sui vetri. Così anche la letteratura a cui il mio spirito domanda unavoluttà sarà la poesia agonizzante degli ultimi

momenti di Romae chetuttaviaancora non respiri in alcun modol'avvicinarsi ringiovanente dei Barbari e non

balbetti per nulla il latino infantile delle prime prose cristiane.

Leggevo dunque una di queste care poesie (le cui chiazze di belletto hannopiù fascino per me dell'incarnato

della gioventù) e affondavo una mano nella pelliccia del puro animalequando un organetto di Barberia cantò

languidamente e malinconicamente sotto la mia finestra. Suonava nel grandeviale di pioppi le cui foglie mi sembrano

sbiadite anche in primaveradopo che María è passata là con i ceriun'ultima volta. Lo strumento dei tristisì

veramente: il piano scintillail violino dà alle fibre straziate la lucema l'organo di Barberianel crepuscolo del ricordo

mi ha fatto disperatamente sognare. Ora ecco che mormorava un'aria gaiamentevolgare che mise in allegria il cuore dei

sobborghiun'aria antiquatabanale: com'è che il suo ritornello mi andavaal cuore e mi faceva piangere come una

ballata romantica? L'assaporai lentamente e non buttai un soldo dallafinestra per paura di rompere l'attimo e di3

accorgermi che lo strumento non cantava da solo.

BRIVIDO D'INVERNO

Quella vecchia pendola di Saxeche ritarda e suona le tredici tra i suoifiori e i suoi deia chi è appartenuta?

Pensa che è venuta di Sassonía con le lente diligenze di un tempo.

(Singolari ombre pendono ai vetri consunti.)

E il tuo specchio di Veneziaprofondo come una fredda fontana in una cornicedi serpi d'oro stintochi vi si è

mirato? Ah! sono sicuro che più di una donna ha bagnato in quell'acqua ilpeccato della sua bellezza; e vedrei forse un

fantasma nudo se guardassi a lungo.

- Cattivodici spesso cose sgradevoli.

(Vedo ragnatele in cima alle grandi finestre.)

Il nostro cofano anche è assai vecchio: contempla come il fuoco arrossa ilsuo triste legno; le tende sfibrate

hanno la sua etàe la tappezzeria delle poltrone che hanno perso ilbellettoe le antiche incisioni alle paretie tutti i

nostri vecchiumi? Non ti sembraancheche i bengalini e l'uccello azzurroabbiano stinto col tempo.

(Non pensare alle ragnatele che tremano in cima alle grandi finestre.)

Tu ami tutto questo ed ecco perché io posso vivere accanto a te. Non haiforse desideratosorella dallo sguardo

che appartiene al passatoche in una delle mie poesie apparissero questeparole: «la grazia delle cose appassite»? Gli

oggetti nuovi ti dispiacciono; anche a te fanno paura con il loro ardirechiassosoe proveresti il bisogno di consumarli

cosa ben difficile a farsi per chi non ama l'azione.

Vienichiudi il vecchio almanacco tedescoche leggi con attenzionesebbenesia uscito da più di cent'anni e i

re che enumera siano tutti mortiesdraiato sull'antico tappetola testaappoggiata tra le tue ginocchia caritatevolisulla

tua veste impalliditao calma bambinati parlerò per delle ore; non cisono più campi e le strade sono vuoteti parlerò

dei nostri mobili... Sei distratta?

(Le ragnatele rabbrividiscono in cima alle grandi finestre.)

IL DEMONE DELL'ANALOGIA

Parole sconosciute cantarono mai sulle vostre labbrabrandelli maledetti diuna frase assurda?

Uscii dal mio appartamento con la sensazione precisa di un'ala che scivolassesulle corde di uno strumento

indugiante e leggerasostituita poi da una voce che pronunciava le parole suun tono discendente: «La Penultima è

morta»in modo che

La Penultima

finì il verso e

È morta

si staccò

dalla sospensione fatidica più inutilmente nel vuoto di significato. Fecialcuni passi nella strada e riconobbi nel suono

nul la corda tesa dello strumento musicaleche era obliato e che ilglorioso Ricordo certamente aveva appena visitato

con la sua ala o con una palma eil dito sull'artificio del misterosorrisie implorai con voti intellettuali una

speculazione diversa. La frase ritornòvirtualesciolta da una cadutaanteriore di piuma o di frondad'ora in poi intesa

attraverso la vocefino a che alla fine si articolò da solavivendo dellasua personalità. Andavo (non accontentandomi

più di una percezione) leggendola a fine versoeuna voltacome perprovaadattandola al mio parlare; ben presto

pronunciandola con un silenzio dopo «Penultima» nel quale trovavo un penosopiacere: «La Penultima» poi la corda

dello strumentocosì tesa nell'oblio sul suono nulsi spezzavasenza dubbio e io aggiungevo a mo' d'orazione: «È

morta». Non cessavo di tentare un ritorno a pensieri predilettiadducendoper calmarmichedi certola «penultima» è

un termine del lessico che indica la penultima sillaba dei vocabolie la suaapparizioneil resto mal rinnegato di una

fatica linguistica per la quale quotidianamente singhiozza interrotta la mianobile dote poetica: la sonorità stessa e l'aria

di menzogna assunta per fretta della facile affermazione erano una causa ditormento. Ossessionatorisolsi di lasciare le4

parole dalla triste natura errare da sole sulla mia boccae andai mormorandocon l'intonazione della condoglianza: «La

Penultima è mortaessa è mortasì mortala disperata Penultima»credendo con ciò di placare l'inquietudinee non

senza la segreta speranza di seppellirla nell'amplificazione del salmodiarequandospavento! - per una magia facilmente

intuibile e nervosa - sentii chela mano riflessa da una vetrina di bottegacon il gesto di una carezza che scende su

qualcosaavevo la voce stessa (la primache indubbiamente era statal'unica).

Ma l'irrecusabile intervento del soprannaturalee l'inizio dell'angosciasotto cui agonizza il mio spiritopoco

prima padronesi pone nel momento in cui vidialzando gli occhinellastrada degli antiquari istintivamente seguita

che ero davanti alla bottega di un liutaio venditore di vecchi strumentiappesi al muroea terrapalme gialle e le ali

celate nell'ombra di uccelli antichi. Fuggiistranitopersona condannata aportare probabilmente il lutto

dell'inesplicabile Penultima.

POVERO BIMBO PALLIDO

Povero bimbo pallidoperché gridare a squarciagola nella strada la tuacanzone acuta e insolenteche si perde

tra i gattisignori dei tetti? infatti essa non penetrerà le imposte deiprimi pianidietro le quali tu ignori le tende pesanti

di seta rosa.

Tuttavia tu canti fatalmentecon la sicurezza tenace di un ometto che se neva solo per la vita esenza contare

su nessunolavora per sé. Hai mai avuto un padre? Non hai neppure unavecchia che ti faccia dimenticare la fame con le

bottequando rientri senza un soldo.

Ma tu lavori per te: in piedi nelle stradecoperto di vestiti stinti fatticome quelli di un uomodi una magrezza

prematura e troppo cresciuto per la tua etàcanti per mangiareconaccanimentosenza abbassare i tuoi occhi cattivi

verso gli altri bambini che giocano sul selciato.

E il tuo lamento è così altocosì altoche la tua testa scopertalevandosi nell'aria man mano che la voce sale

sembra voler lasciare le tue piccole spalle.

Omettochissà se lei non se ne andrà un giornoquandodopo aver gridatoa lungo nelle cittàtu avrai

commesso un delitto? un delitto non è poi così difficile a farsiviabasta aver del coraggio dopo il desiderioe tali che...

Il tuo piccolo volto è energico.

Non un soldo scende nel cestino di giunco che tiene la tua mano sottileciondolante senza speranza lungo i

pantaloni: ti renderanno malvagio e un giorno commetterai un delitto.

La tua testa si raddrizza sempre e vuole lasciarticome se in anticiposapessementre tu canti con tono che

diventa minaccioso.

Essa ti dirà addio quando tu pagherai per meper quelli che valgono meno dime. Tu venisti probabilmente al

mondo per questo e digiuni fin d'oranoi ti vedremo sui giornali.

Oh! povera testolina!

LA PIPA

Ieriho trovato la mia pipa sognando una lunga serata di lavorodi bellavoro d'inverno. Gettate le sigarette con

tutte le gioie infantili dell'estate nel passato illuminato dalle foglieazzurre di soledalle mussolinee ripresa la mia

grave pipa come un uomo serio che vuol fumare a lungo concentratoperlavorare meglio: ma non mi aspettavo la

sorpresa che preparava l'abbandonataappena ebbi tirato la prima boccatadimenticai i grandi libri da fare

meravigliatointeneritoio respirai l'inverno scorso che ritornava. Nonavevo toccato la fedele amica dal mio rientro in

Franciae tutta LondraLondra quale la vissi totalmente per me solounanno faè apparsa; dapprima le care nebbie che

ci ovattano i cervelli ed hannolaggiùun odore loroquando filtranosotto la finestra. Il mio tabacco odorava una

camera buia dai mobili di cuoio cosparsi dalla polvere del carbone sui qualisi acciambellava il magro gatto nero; i

grandi fuochi! e la domestica dalle braccia arrossate che versava il carbonee il rumore del carbone che cadeva dal

secchio di lamiera nel canestro di ferroal mattino - quando il postinobatteva il doppio colpo solenneche mi faceva

vivere! Ho rivisto dalle finestre gli alberi malati della piazza deserta - hovisto il mare apertocosì spesso attraversato

quell'invernorabbrividendo sul ponte del piroscafo umido di goccioline eannerito di fumo - con la mia povera amata

errantein abiti da viaggiatriceun lungo vestito scialbo colore dellapolvere delle stradeun mantello che si incollava

umido alle spalle freddee uno di quei cappelli di paglia senza piume equasi senza nastriche le ricche signore buttano

arrivandotanto sono smangiati dall'aria di mare e che le povere amaterinfrescano per molte altre stagioni ancora.

Attorno al suo collo si avvolgeva il terribile fazzoletto che si agita quandoci si dice addio per sempre.5

UNO SPETTACOLO INTERROTTO

Quanto la civiltà è lontana dal procurare le gioie attribuibili a talestato! ci si deve per esempio stupire che non

esista una associazione tra i sognatoriche vivono in ogni grande cittàper provvedere a un giornale che renda conto

degli avvenimenti alla luce propria del sogno. Artificio è la realtàadatto a fissare l'intelletto medio nei miraggi di un

fatto; ma essa si fonda per ciò stesso su qualche intesa universale: vediamodunque se non c'ènell'idealeun aspetto

necessarioevidentesempliceche serva da modello. Vogliosolo per mescrivere come colpì il mio sguardo di poeta

un certo Aneddotoprima che lo divulghino dei reporters addestratidalla folla ad assegnare ad ogni cosa il suo carattere

banale.

Il piccolo teatro delle PRODIGALITÉS aggiunge l'esibizione di un viventecugino di Atta Troll o di Martin

alla sua fantasia classica La Bête et le Génie; per segnalarel'invito del biglietto doppio lasciato ieri a casa miaavevo

posato il cappello sulla poltrona vuota accanto a medove l'assenza di unamico testimoniava la propensione generale ad

evitare questo ingenuo spettacolo. Che succedeva davanti a me? nullasalvoche: da pallori evasivi di mussolina che si

rifugiavano su venti piedistalli d'architettura di Bagdaduscivano unsorriso e braccia aperte alla pesantezza triste

dell'orso: mentre l'eroedi quelle silfidi evocatore e guardianoun clownnella sua alta nudità d'argentobeffava

l'animale in virtù della nostra superiorità. Gioire come la folla del mitoincluso in ogni banalitàquale riposo esenza

vicini a cui trasmettere riflessionivedere l'ordinaria e splendida vegliatrovata alla ribalta dalla mia ricerca assopita di

immaginazioni o di simboli. Estraneo ad ogni reminiscenza di simili seratel'incidente più nuovo! attirò la mia

attenzione: una delle numerose salve d'applausi decretate dall'entusiasmoall'illustrazione sulla scena del privilegio

autentico dell'Uomosi erainfranta da che?spezzata di nettocon unsospeso fracasso di gloria all'apogeoincapace di

espandersi. Tutto orecchiebisognò essere tutt'occhi. Dal gesto delfantoccioun palmo contratto nell'aria le cinque dita

aperteio capiiche aveval'astuto! captato le simpatie mimando il gestod'acchiappare al volo qualcosaJimmagine (ed

è tutto) della facilità con cui è da ognuno colta un'idea: e come mosso daun vento leggerol'orso ritmicamente e

dolcemente levato interrogava tale prodezzaun artiglio posato sui nastridella spalla umana. Nessuno che non

trattenesse il respirotanto la situazione era pregna di conseguenze graviper l'onore della razza: che stava per accadere?

L'altra zampa s'abbattemorbidacontro un braccio allungato sul costume; esi videcoppia unita in un segreto

accostamentoquasi un uomo inferioretozzobuonoin piedi sullo scarto didue gambe di pelostringere per

apprendervi le pratiche del genioe il suo cranio dal muso nero non gliarrivava che a metàil busto del fratello brillante

e soprannaturale: ma questi ergevala bocca folle di incertezzaun capospaventoso che agitavacon un filo visibile

nell'orroregli autentici dinieghi di un neo di carta e d'oro. Spettacolochiaropiù vasto del palcoscenicocon il dono

proprio dell'artedi durare a lungo: per perfezionarlosenza che mioffuscasse l'atteggiamento probabilmente fatale

assunto dal mimo depositario del nostro orgogliolasciai scaturiretacitamente il discorso interdetto al figlio dei luoghi

artici: «Sii buono (questo era il senso) e piuttosto di venir meno allacaritàspiegami il potere di questa atmosfera di

splendoredi polvere e di vocedove tu mi insegnasti a muovermi. La miarichiestapressanteè giustae non deve

sembrare che tuin un'angoscia che è fintarisponda di non saperelibratonelle regioni della saggezzaingegnoso

fratello maggiore! per essere liberorispetto a meancora vestitodell'informe soggiorno delle caverne dove io rituffai

nella notte di epoche umili la mia forza latente. Autentichiamocon questostretto abbracciodavanti alla moltitudine

che siede là a questo fineil patto della nostra riconciliazione».L'assenza d'alcun soffio unita allo spazioin qual luogo

assoluto vivevo uno dei drammi della storia astrale che eleggevaperprodurvisiquel modesto teatro! La folla svaniva

tuttanell'emblema della sua situazione spirituale che esaltava la scena:moderno dispensatore dell'estasisolocon

l'imparzialità di una cosa elementareil gasnell'alto della salacontinuava un brusio luminoso d'attesa.

L'incanto si ruppe: fu quando un pezzo di carnenudobrutaleattraversòla mia vista gettato dalle quinte della

scenain anticipo di alcuni istanti sulla ricompensamisteriosa di solitodopo le rappresentazioni. Brandello sostitutivo

sanguinolento vicino all'orso cheritrovati i suoi istinti anteriori ad unacuriosità più alta di cui lo arricchiva

l'irraggiamento teatralericadde a quattro zampe ecome portando via consé il Silenzioandò con l'andatura smorzata

della speciead annusareper addentarlala preda. Un sospiroappenascevro da delusionesollevò

incomprensibilmente l'assemblea: i cui occhialiniper filecercaronoaccendendo il nitore delle lentil'azione dello

splendido imbecille svanito nella sua paura; ma videro un pasto abiettopreferito forse dall'animale proprio a quella cosa

che avrebbe dovuto fare prima con la nostra immagineper saggiarla.Il siparioche aveva esitato fino ad allora per

accrescere il pericolo o l'emozioneabbatté improvvisamente il suo schermorepertorio di annunci economici e di

luoghi comuni. Mi alzai come tutti per andare a respirare fuoristupito dinon aver provatoquesta volta ancoralo

stesso tipo di impressione dei miei similima sereno: perché il mio modo divederedopo tuttoera stato superioreed

anzi il vero.

REMINISCENZA

Orfanelloerravo in nero e l'occhio alla ricerca di una famiglia assente:all'incrocio degli alberi si spiegarono

tendoni da fieraintuii forse il futuro e che sarei stato cosìamavo ilprofumo dei vagabonditanto da andare verso di

loro dimentico dei miei compagni. Nessun grido di cori attraverso lo strapponé tirate in lontananzapoiché la recita

reclamava l'ora santa delle lucidesideravo parlare con un ragazzino troppovacillante per figurare tra quelli della sua6

razzacol berretto da notte tagliato come il cappuccio di Dante: sotto formadi una tartina di formaggio mollegià

ingoiava la neve delle cimeil giglio o altro biancore d'ali al lorointerno: l'avrei pregato di ammettermi al suo pasto

sublimediviso in fretta con qualche celebre fratello maggiore scaturitocontro una vicina tela intento alle sue acrobazie

e a quelle banalità che si fanno alla luce del giorno. Nudoper piroettarecon agilità secondo me sorprendente nella

calzamaglialui d'altronde cominciò: «I tuoi genitori? - Non ne ho- Viase tu sapessi come è buffoun padre... anche

l'altra settimanache la zuppa non arrivavafaceva smorfie così bellequando il padrone menava i ceffoni e le pedate.

Mio caro!» e trionfava sollevandomi davanti la gamba con disinvolturagloriosa«ci lascia a bocca apertapapà»e poi

mordeva nella casta ghiottoneria del piccolino: «Tua madrenon ne haiforsesei solo? la mia mangia stoppa e la gente

batte le mani. Tu non sai nullai genitori sono persone buffeche fannoridere». La sfilata raggiungeva il culminelui se

ne andò: ioio sospiraideluso di colpo di non avere genitori.

LA DICHIARAZIONE DA FIERA

Il Silenzio! è certo che al mio fiancocome in sognoallungata in undondolio di passeggiata che smorza

l'inserirsi dei fiori sotto le ruoteogni donnae ne conosco una che vedechiaro quimi esime dallo sforzo di proferire

verbo: farle ad alta voce complimenti per un abito che li sollecitaquasiofferta di sé all'uomo con cui si conclude il

pomeriggionon puòcontrariamente a tutto questo avvicinamento fortuitoche suggerire la distanza condensata nei

suoi lineamenti in una fossetta di arguto sorriso. Cosa che non permette larealtà: infattiimpietosamenteal di fuori del

raggio che si sentiva con lusso spirare sulle vernici del landòin mezzo auna felicità troppo tacita per un crepuscolo in

periferiaquasi temporalein ogni direzione e senza motivofu come unvociferare del riso stridente ordinario delle cose

e dei loro ottoni trionfali: insommala cacofonia per l'udito di chiunqueisolatosi per un istanteo addirittura immerso

nella sua ideacolpisce nel vivo davanti all'assillo dell'esistenza.

«La festa di...» e non so più quale appuntamento periferico! ricordò lafanciulla scarrozzata nelle mie

distrazionila voce limpida senza alcun imbarazzo; obbedii e feci fermare.

Senza altro compenso a questa scossa se non un bisogno di spiegazionefigurativa plausibile per il mio spirito

così come simmetricamente si ordinano in ghirlande e decorazioni i globi deilampioni a poco a poco rischiaratidecisi

la solitudine ormai sfumatadi immergermi e con coraggio nell'imperversarevoluto e odioso di tutto ciò che avevo poco

prima fuggito in una graziosa compagnia: pronta e senza mostrar sorpresa alcambiamento di programmacol braccio

ingenuo ella si appoggia a mementre ci apprestiamo a percorreregli occhisulla prospettivail viale di sbigottimento

che divide le fiere nell'eco dello stesso baccano e permette alla folla diracchiudervi per un momento l'universo. In

seguito agli assalti di una mediocre sfrontatezza alla ricerca di qualsiasicosa che distolga la nostra inerzia attirata dal

crepuscoloal fondobizzarro e porporaci trattenne come la nuvolaincendiaria uno spettacolo umanostraziante:

ripudiata dal telaio sgargiante o dall'insegna in maiuscole una baraccaapparentemente vuota.

A chiunque appartenesse quel materasso scucito per improvvisare quicome iveli in tutti i tempi e templi

l'arcano!la sua frequentazione durante il digiuno non aveva eccitato nelsuo possessoreprima che lo srotolasse come

un gonfalone di speranza in allegrial'allucinazione di una meraviglia damostrare (se non l'inanità del suo famelico

incubo); e tuttavia mosso dal carattere di festa fraternale d'eccezione perla miseria quotidiana che un pratoquando lo

nobilita la parola misteriosa di «festa»acquisisce per lo scalpiccio diinnumerevoli scarpe (in virtù solo di questo

spunta dalle profondità degli abiti qualche isolata velleità del soldo duroad uscire al solo fine di essere speso)anche

lui! chiunque fosse di tutto sprovvisto ma non della nozione che sipresentava l'occasione di essere uno degli elettise

non di venderedi mostrarema cosaaveva ceduto all'appello del beneficoappuntamento. 0molto prosaicamentea

meno chelui stessoil mendicante contasse sull'atletico vigore dei suoimuscoliper decidere l'esaltazione popolarese

il topo ammaestrato venisse a mancare all'istante precisocome spessoavviene nella sfida all'uomo da parte delle

circostanze generali.

«Battete la grancassa!» propose nobilmente la Signora... solo tu sai Chiindicando un antiquato tamburo dal

quale si levavale braccia allargate per significare inutile l'approccio alsuo teatro senza prestigioun vecchio che la

vicinanza con uno strumento di rumore e di richiamoforse attirò ad un suovuoto proposito; poi come sedi ciò che di

più bello si potesse qui all'improvviso scorgerescintillasse l'enigmaquale un gioiello che cingesse la donna di mondo

come al suo petto l'assenza di rispostaeccola tuffatacon mia sorpresa dibuffone ammutolito davanti ad una sosta del

pubblico abbindolato dal richiamo del rataplan che sovrasta il mioinvariabile e oscuro anche per me: «Entratetutti

non è che un soldosi restituisce a chi non è soddisfatto dellarappresentazione». Giungendo nel ringraziamento i due

palmi senilitoltami l'aureola di paglia ne agitai i coloria mo' disegnaleda lontanoe mi ricopriipronto a fendere -la

folla in piedi entrando nel segreto di ciò che aveva saputo fare con questoluogo senza sogno l'iniziativa di una

compagna delle nostre serate.

All'altezza del ginocchioella emergevasu una tavolada cento teste.

Chiarocome un raggio perduto che d'altra parte la trafiggevaelettricamentescoppia in me il pensiero che in7

mancanza di tuttoleia seconda che la modauna fantasia o l'umore delcielo determinino la sua bellezzasenza

supplemento di danza o di cantopagava ampiamente alla calca l'elemosinarichiesta per un tizio qualsiasi; e al

medesimo istante capisco il mio dovere nel pericolo della sottile esibizioneovvero che non c'era al mondo per

scongiurare la defezione delle curiositàche il ricorso a qualche potenzaassolutacome quella di una Metafora. Presto

spiattellare sulle fisionomie innumerevolifino a chiarire la loro sicurezzachepur non afferrando tutto di colposi

arrende all'evidenzaanche arduaimplicata nella parola e consente ascambiare la sua moneta contro ciò che ritiene

esatto e superiorein breveper ognuno la certezza di non essere ingannato.

Un colpo d'occhiol'ultimoa una chioma sulla quale si alza leggero e conluce di fasti di giardini l'impallidire

del cappello di crespo nello stesso tono della veste statuaria che si rialzaavanza verso lo spettatoresu un piede come il

resto color ortensia.

Allora:

La densa chioma volo d'una fiamma all'estrema

Sera di desideri per tutta dispiegare

Si posa (io direi la morte d'un diadema)

Verso l'ornata fronte suo antico focolare

Ma solo sospirando questa nube vivente

L'ignizione del puro fuoco sempre interiore

Senz'altro oro continua originariamente

Nella gemma dell'occhio serio o motteggiatore

La nudità diffama d'un eroe giovinetto

Colei che non muovendo lampo di braccialetto

Solo a semplificare trionfalmente la donna

Compie la gesta con la sua fulgente chioma

Di spargere rubini sul dubbio ch'ella scorza

Come fa una gloriosa e tutelare torcia.

Aiutando sorreggendola in vita la vivente allegoria che già lasciava il suopostoforse per mancanza da parte

mia di facondia ulterioreper attutire gentilmente il salto a terra: «Vifarò osservareaggiunsi ioparlando ora allo stesso

livello di intendimento degli spettatoritagliando corto al loro stuporedavanti a tale congedoaffettando un ritorno

all'autenticità dello spettacoloSignori e Signoreche la persona che haavuto l'onore di sottoporsi al vostro giudizio

non ha bisognoper comunicarvi il significato del suo fascinodi un costumeo di un usuale accessorio di teatro. Questa

naturalezza si accontenta dell'allusione perfetta che offre da sempre l'abitoad uno dei motivi primordiali della donnae

tanto bastae la vostra simpatica approvazione me ne dà conferma». Unasospensione di segno apprezzativo salvo

alcuni stupefacenti «Sicuro!» o «Appunto!» e «Sì» dalle gole comenumerosi bravo offerti da mani generose

accompagnò fino all'uscita su un vuoto d'alberi e di notte la folla a cuistavamo per mescolarcise non era l'attesa in

guanti bianchi di un giovane fantaccino che sognava di sgranchirli nellastima di una altera giarrettiera.

- Grazieacconsentì la carae bevve una folata venuta diretta a lei da unacostellazione o dalle fogliecome per

ritrovarvi se non la serenitànon aveva dubitato del successoper lo menola fredda abitudine della sua voce: ho in

mente il ricordo di cose che non si dimenticano.

- Oh! nient'altro che il luogo comune di un'estetica...

- Che voi non avreste forsechissà? amico miocon un pretesto formulatacosì davanti a me per esempio nel

congiunto isolamento della nostra vettura - dov'è - raggiungiamola: - masgorgaa forzadal colpo brutale del pugno

allo stomacoche causa l'impazienza di persone alle qualicosti quel checosti e subito bisogna gridare qualcosaanche

solo il sogno...

- Che si ignora e si lancia nudo di pauraattraverso il pubblico; è vero.Anche voiSignoranon l'avreste capito

così irrefutabilmentemalgrado la duplice rima del tratto finaleil mioimbonimento sul modo antico del sonettoci

scommettose ogni termine non fosse stato riecheggiato fino a voi da diversitimpaniper incantare uno spirito aperto

alla comprensione multipla.

- Forse! e accettò il nostro pensierolo stessoin una gaiezza di soffionotturno.

LA NINFEA BIANCA8

Avevo molto rematocon un gran gesto netto assortogli occhi fissiall'interno nel completo oblio di andare

mentre il riso dell'ora scorreva dintorno. Tanta immobilità impigriva chesfiorato da un rumore inerte in cui si infilò

fino a metà la yolemi accorsi della fermata solo dallo scintillio fermodelle iniziali sui remi messi a nudocosa che mi

ricondusse alla mia identità mondana.

Che succedevadov'ero?

Fu necessarioper veder chiaro nell'avventurarammentare la mia partenzaprestoin questo luglio di fuoco

nella viva striscia tra le vegetazioni dormienti di un sempre stretto edistratto ruscelloalla ricerca di fioriture acquatiche

e con il progetto di individuare la posizione occupata dalla proprietàdell'amica di un'amicaalla quale dovevo

improvvisare un buongiorno. Senza che nastro d'erba mi trattenesse davanti adun paesaggio più che a un altro scacciato

col suo riflesso nell'onda dal medesimo imparziale colpo di remomi eroincagliato in un ciuffo di cannetermine

misterioso della mia corsanel mezzo del fiume: dove allargato di colpo incespuglio fluvialeesso mostra una

noncuranza di stagno increspato dalle esitazioni di una sorgente al suoavviarsi.

L'ispezione dettagliata mi apprese che l'ostacolo di verde a cuneo nellacorrentemascherava l'arcata unica di

un ponte prolungato a terradi qua e di làda una siepe che recingeva deiprati. Me ne resi conto. Semplicemente il

parco di Madame...la sconosciuta da salutare.

Una graziosa vicinanzadurante la villeggiaturanon potendo essere che dimio gusto l'indole di una persona

che si è scelto ritiro tanto umidamente impenetrabile. Di sicuroella avevafatto di quel cristallo il suo specchio interiore

al riparo dall'indiscrezione splendente dei pomeriggi; ella vi giungeva e ilvapore argenteo e glaciale dei salici non fu

ben presto che la limpidezza del suo sguardo che conosce ogni foglia.

Tutta io l'evocavo lustrale.

Curvo nell'atteggiamento sportivo in cui mi inchiodava una certa curiositàcome sotto il silenzio spazioso di

quel che s'annunciava la sconosciutasorrisi all'inizio di schiavitùemanata da una possibilità femminile: a cui

alludevano in certo modo le cinghie che legano la scarpa del rematore allegno dell'imbarcazionecosì come si fa una

cosa sola con lo strumento dei propri sortilegi.

«Potrebbe essere una qualunque...» stavo per concludere.

Quando un impercettibile fruscio mi fece sospettare che l'abitante della rivafrequentasse il mio ozioo

insperatamente la conca.

Il passo cessòperché?

Sottile segreto dei piedi che vannovengonoconducono lo spirito dove vuolela cara ombra dissimulata nella

batista e nelle trine d'una gonna fluente al suolo come per circondare daltallone all'allucein un ondeggiamento

quell'iniziativa con cui l'incedere si apreuno scorcio nella sua doppiafreccia sapientenel punto più basso le pieghe

rigettate a strascico.

Conosce forse una ragione della sua sostalei stessa che incede? e non stoforse ioattento ad alzare la testa

troppo in altoper non superare i giunchi e tutta la sonnolenza mentale dovesi vela la mia luciditàinterrogando fino là

il mistero?

«- A qualunque tipo si adattino i vostri lineamentine sento la precisioneSignorainterrompere cosa insediata

qui col fruscio di un arrivosì! quel fascino istintivo dal profondo chenon protegge contro l'esploratore la cintura più

autenticamente annodataanche con una fibbia di diamanti. Così vagoconcetto basta a se stesso: e non passerà oltre la

delizia impregnata di vaghezza che permette e comanda di escludere tutti ivoltial punto che la rivelazione di uno solo

(non cercate di chinarlorivelatosulla soglia furtiva dove io regno)scaccerebbe il mio turbamentocon il quale non ha

a che vedere.»

Presentarmiin questa tenuta di predone acquaticopotrei tentarlocon lascusa del caso.

Separatisiamo insieme: io mi mescolo alla sua confusa intimitàin questasospensione sull'acqua ove il mio

sognare trattiene l'indecisameglio di quanto non lo consentirà una visitaanche seguita da altre. Quanti discorsi oziosi

al confronto di quello che tenni per non essere intesosaranno necessariprima di ritrovare un accordo così intuitivo

come quello di oral'udito rasente il fondo di mogano verso la sabbia chetutta ha taciuto!

La pausa si misura al tempo della mia determinazione.9

Consigliamimio sognoche fare?

Riassumere con uno sguardo la vergine assenza sparsa in questa solitudine ecome si cogliein ricordo di un

luogouna di quelle magiche ninfee chiuse che vi sorgono subitamenteavviluppando del loro vuoto candore un nulla

fatto di sogni intattidella felicità che non sarà e del mio respiro quitrattenuto nel timore di un'apparizioneandarmene:

tacitamenteremando a ritroso a poco a poco attento a non spezzare conl'urto l'illusione e a che lo sciabordio della

visibile bolla di schiuma avvolta alla mia fuga non getti ai piedi di chisopraggiunga la trasparente immagine del ratto

del mio fiore ideale.

Seattirata da una sensazione di insolitoella è apparsala Meditativa ol'Alterala Schivala Gaiatanto

peggio per l'indicibile volto che io ignoro per sempre! infatti eseguii lamanovra secondo le regole: mi districaivirai e

seguivo già un'ondulazione del ruscelloportando come un nobile uovo dicignodal quale non scaturirà il voloil mio

immaginario trofeoche non si gonfia d'altro se non della squisita vacanzadi séche ogni damanell'estateama

inseguire nei viali del suo parcotrattenuta talvolta e a lungocome inriva a una sorgente da varcare o a uno specchio

d'acqua.

L'ECCLESIASTICO

Le primavere spingono l'organismo ad azioni chein altra stagionegli sonosconosciute e innumerevoli trattati

di storia naturale abbondano in descrizioni di tale fenomenonegli animali.Quanto sarebbe di interesse più plausibile

raccogliere alcune delle alterazioni che provoca il momento climatico neicomportamenti di individui fatti per la

spiritualità! A fatica lasciato dall'ironia dell'invernoquanto a me nerisento uno stato equivoco fino a che non vi si

sostituisce un naturalismo assoluto o ingenuocapace di inseguire ungodimento nel discriminare innumerevoli fili

d'erba. Poiché nulla nel caso attuale porta un profitto alla follafuggoper meditaresotto le fronde ombrose che solo da

ieri circondano la città: dunque colto dal loro mistero quasi banale iomostrerò un esempio comprensibile e

impressionante delle ispirazioni primaverili.

Viva fu poco fain un luogo poco frequentato del Bois de Boulognela miasorpresa quandooscura agitazione

in bassoio vidiattraverso i mille interstizi di arbusti fatti per nonnascondere nullatutto intero e agitato dai battiti

superiori del tricorno fino alle scarpe allacciate da fibbie d'argentounecclesiasticoche lontano da testimoni

rispondeva alle sollecitazioni dell'erba. Che a me non piacesse (e nulla disimile serve i disegni della Provvidenza)

colpevole come un falso scandalizzato che afferra un sasso dalla stradaportare col mio sorrisoanche se d'intelligenza

un rossore sul volto coperto con le due mani di quel pover'uomotrannequello senza dubbio provocato dal suo solitario

esercizio! Prontomi toccòper non produrre distrazioni con la miapresenzafar uso d'accorgimento; e forte contro la

tentazione di uno sguardo gettato all'indietroraffigurarmi mentalmentel'apparizione quasi diabolicache continuava a

sollecitare il rinnovato ardore dei suoi fianchia destraa sinistrae delventreottenendo una casta frenesia. Tutto

strofinarsi o dimenare le membrarotolarsiscivolareportava a unasoddisfazione: e interrompersiinterdetto dal

solletico di qualche alto stelo di fiore ai neri polpaccinella vestespeciale portata per indicare che si è tutto per sé

anche la sposa. Solitudinefreddo silenzio sparso fra la verzurapercepitida sensi meno sottili che inquieticonosceste

gli schiocchi furibondi di un tessuto; come se la notte ascosa tra le pieghene uscisse finalmente scossa! e i colpi sordi

contro la terra dello scheletro ringiovanito; ma l'energumeno non si perdevaa contemplarvi. Ilaregli bastava cercare in

sé la causa di un piacere o di un dovereche mal spiegava un ritornoallavista di un pratoalle capriole del seminario.

L'influenza dell'alito primaverile dolcemente dilatando gli immutabili testiimpressi nella sua carneanch'eglireso

ardito dal turbamento piacevole al suo sterile pensieroera venuto ariconoscere grazie a un contatto con la Natura

immediatonettoviolentopositivosprovvisto di ogni curiositàintellettualeil benessere generale; e candidamente

lontano dalle obbedienze e dalle costrizioni del suo statodai canonidagliinterdettidalle censuresi rotolavanella

beatitudine della sua semplicità nativapiù felice di un asino. Che l'eroedella mia visioneraggiunto lo scopo della sua

passeggiatadi colpo dirittosi sia rialzato non senza scuotere i pistillied asciugare i succhi attaccati alla sua persona

per rientrare non vistotra la folla e alle abitudini del suo ministeroionon penso di negarlo; ma ho il diritto di non

prendere in considerazione questo fatto. La mia discrezione di fronte asollazzi apparsi all'improvviso non ha forse

come ricompensa il fatto di fissarne per semprecosì come la fantasticheriadi passante si compiacque di completarla

l'immagine segnata da un marchio misterioso di modernitàad un tempobarocca e bella?

LA GLORIA

La Gloria! io non la seppi che ieriirrefragabile e non mi interesserànulla che qualcun altro chiami così.

Cento manifesti che si confondono con l'oro incompreso dei giornitradimentodella letterasono sfuggiti

come a tutti i confini della cittàdavanti ai miei occhi indugianti sulfilo dell'orizzonte per una partenza in treno prima di

raccogliersi nell'astrusa fierezza che offre l'approssimarsi di una forestanel suo momento d'apoteosi.10

Discorde nell'esaltazione dell'oraun grido stonò il nome conosciuto perspiegare la continuità delle cime

lentamente svaniteFontainebleautanto che pensai ancheviolentato colpugno il vetro dello scompartimentodi

afferrare alla gola il disturbatore: Taci! Non divulgare con un abbaiareindifferente l'ombra qui insinuata nel mio spirito

che palpita alle portiere di vagonisotto un vento ispirato e ugualitariovomitati fuori gli onnipresenti turisti. Una quiete

bugiarda di ricchi boschi sospende intorno uno straordinario stato diillusione. Che mi rispondi? chequei viaggiatori

hanno oggi per la tua stazione abbandonato la capitalebravo impiegatovociferante per dovere e da cui non mi aspetto

lungi dall'accaparrare un'ebbrezza a tutti distribuita dalle congiunteliberalità della Natura e dello Statonull'altro che un

silenzio prolungato per il tempo necessario ad isolarmi dalla delegazioneurbana verso l'estatico torpore delle foglie

troppo immobili laggiù perché una crisi non le sparpagli presto nell'aria;eccosenza attentare alla tua incolumitàtieni

una moneta.

Poiché un'uniforme distratta mi invita verso un cancelloconsegno senzadire parolaal posto del metallo

sobillatoreil biglietto.

Ho obbedito tuttaviasìa non vedere altro che l'asfalto disteso netto dipassiperché non posso ancora

immaginare chein questo pomposo ottobre eccezionale tra il milione diesistenze che sostengono qui il loro vuoto

come una enorme monotonia di capitalela cui ossessione si cancellerà quicon il colpo di fischietto sotto la bruma

nessuno evaso furtivamente quanto me non abbia sentito che vi sono quest'annoamari e luminosi singhiozzi

innumerevoli indecise fluttuazioni d'idee abbandonate al caso come un certobrivido dei rami e qualcosa che fa pensare

ad un autunno sotto i cieli.

Nessuno einvolatesi le braccia del dubbio come uno che porti anche ilpremio di uno splendore segreto

troppo inestimabile trofeo per apparire! ma senza lanciarmi subito in questadiurna veglia di immortali tronchi che

riversano su uomo orgogli sovrumani (ma non bisogna forse che se ne provil'autenticità?) e senza passare la soglia

dove torce consumanoin un'alta vigilanzatutti i sogni anteriori al lorosplendore che riflette nella porpora della nube

l'universale consacrazione dell'intruso regale che dovrà solo arrivare:attesiper esserloche lento e ripreso dal

movimento ordinariosi riducesse alle proporzioni di una chimera puerile chetrasporta persone da qualche parteil

treno che mi aveva deposto làsolo.

CONFLITTO

A lungoormai da molto tempo - credevo - il mio pensiero si preservò daalcun evento pur vero; preferendo

alle casualitàattingere lo scaturire nel suo principio.

Un gusto per una casa abbandonatache sembrerebbe favorevole a questadisposizioneporta a smentirmi:

tanta era la contentezzaogni anno che rinverdiva la scala esterna dipietratranne questodi spingere contro i muri

un'imposta invernale per poi raccordarecome se non ci fosse statainterruzionel'occhiata d'ora allo spettacolo

immobilizzato d'un tempo. Pegno di ritorni fedelima ecco che questobatterecome di tarloscandisce un chiasso

ritornellialterchidi sotto: mi ricordo come sopraggiunse la leggendadell'infelice dimora di cui frequento l'angolo

intattoinvasa da una banda di lavoratori all'opera per offendere la zonaperché del tutto solitariacon una strada

ferratae mi angosciò alla partenzaandrò o nomi fece quasi esitare -arrivedercitanto peggio! Bisognerà difendere

come mioarbitrariamente magariil locale e ci sono. Una tenerezzad'orain poi esclusivaper il fatto che sia stato lui

nella soppressione che tocca siti preziosia ricevere l'ingiuria peggiore;ospiteio diventodella sua decadenza:

inverosimilmenteil soggiorno caro per la desuetudine e per la singolaritàtrasformato dal progresso in spaccio di

operai di ferrovia.

Sterratoriscavatorigrazie ai qualiun velluto sbiadito alle gambesembra che la scarpata si muovaessi

inalberanoa riposoin una trinceala rigatura azzurra e biancatrasversaledelle canottiere come a poco a poco una

distesa d'acqua (abito oh! quanto è la sorgente che l'uomo cerca): sonoloroquesti miei coinquiliniquelli che un tempo

mentalmentequando li incontravo sulle stradeho accarezzato come glioperai anonimi per eccellenza: la fama li dice

girovaghi. Stanchi e fortibrulicame dovunque la terra ha bisogno di esseremodificataessi trovanolontano dalla

fabbricasotto le intemperieindipendenza.

Padroni in qualsiasi luogo si trovinosenza imbarazzoparlano ad alta voce.- Io soffro per i rumori e mi

stupisco che quasi tutti abbiano ripugnanza dei cattivi odorimeno delgrido. La baraonda entrapartesulla spalla il

manico del piccone e della pala: ora essa suscitaa suo favore le emozioniriposte e le forza a procederedirettamente

da idee delle quali ci si dice è letteratura! Poco fanemico devotopenetrando in una cripta o cantina in comune

davanti alla fila del duplice utensilela pala e il picconesessuali - ilcui metalloriassumendo la forza pura del

lavoratorefeconda i terreni senza colturafui preso da un senso religiosooltre che di scontentoche mi commosse ad

inginocchiarmi. Nessun uomo di legge si vanta di sloggiare l'intruso - tacitelocazioniusi locali - stabilitosi di sorpresa

e che ha anche pagato i proprietari: devo stare al gioco o restringereaimiei dirittilo sconfinamento. Qualunque

discorso che per caso io tengacomporta del disprezzodi certopoiché lapromiscuitàabitualmentemi disturba: o11

trovando la nota giustapotrei essere indotto a parlare così? - Amici - peresempio - voi non supponete lo stato di

qualcuno abbandonato ad un paesaggio come questodove la folla si arrestagrazie al folto della foresta propizio

all'isolamento che ho voluto tutelare dell'acqua; ora tale è il mio casoequando si imprecasi singultaci si batte o ci si

storpiala discordanza producenella sospensione luminosa dell'arialapiù intollerabilese voi sapesteinvisibile delle

lacerazioni. - Non che io tema l'inanitàper animi semplicidi taleconfessioneche li colpirebbesicuramentepiù di

altri al mondo e non susciterebbe lo stesso riso immediato quanto a undicisignoriche fossero miei vicini: ubriaconi

col senso del meraviglioso esottomessi a una rude bisognaper raffinatezzein qualche modo superioriforse essi non

vedrebberonel mio doloroso privilegionessun confine strettamente socialedi cui adombrarsima solo personale - si

osserverebbero un istantebrevel'abitudine plausibilmente riprenderebbe ilsopravvento; a meno che uno non

rispondessesubitoda pari a pari. - Noifinito il lavoro per un pocoproviamo il bisogno di confondercitra di noi: chi

ha urlatoiolui? il suo grido mi ha accresciutoe mi ha liberato dallastanchezzatanto che sentir gridare un altroè

quasi come bere gratuitamente. - Il loro coroincoerenteè in realtànecessario. Così che in fretta allento la mia difesa

con la stessa sensibilità che la stimolò; e introducoper la manol'assalitore. Ah! per l'espresso e singolo uso del

sognatore si recingenel nero di alberiin spazioso ritirola Proprietàcome vuole il volgo: certo che io l'ho mancata

con ostinazionedurante tutti i miei giorni - trascurando il mezzo diacquisto - per soddisfare non so che singolare

istinto di non possedere nulla e di essere solamente di passaggio: colrischio di una residenza come ora aperta

all'avventurache non èdel tuttoil casopoiché mi avvicinasecondoquale mi volliai proletari.

Alternativeprevedo la stagionedi simpatia e di malessere...

- O vorreiper tagliar cortoche uno attaccasse lite: nell'attesa e solastrategiasi tratta di cintare un giardinetto

coi vialetti di sabbiafiorito grazie alla mia abilitàa terrazzasull'acquala casa in campagna Che non passi la soglia un

estraneocome se si dirigesse verso un'osteriai lavoratori andranno alloro cantiere per un sentiero affittato e falciato

tra i campi.

«Porco!» accompagnato da pedate nel cancelloè proferito violentemente:capisco chi indica l'amenitàeh!

tanto più che c'è un ubriacogiovanottone con il viso incollato allesbarreessa mi irrita mio malgradoè senso di casta

no certoio non misuro differenzada individuo a individuoe non arrivo anon considerare il forsennatotitubante e

vociferantecome un uomo o a negare il risentimento nei suoi confronti.Tutto irrigiditomi scruta con animosità.

Impossibile annullarlomentalmente: completare l'opera della bevutasdraiarloin anticiponella polvere e che non sia

più colosso improvvisamente rozzo e cattivo. Senza cedere magari con unpugilato che illustrerebbesull'erbala lotta di

classealle sue nuove provocazioni dilaganti. Il male che lo rovinal'ubriachezzaprovvederà al mio postoal punto che

sapendolosoffro del mio mutismomantenuto con indifferenzache mi rendecomplice.

Un'irritazione di stati contraddittorioziosifalsati e il contagio fino ameper il turbamento di un'ebrietà

imbecille.

Anche la calmaobbligatoria in una regione di echinon appena ci siimmergel'ho in modo particolare le sere

di domenicafino al silenzio. Apprensione per quest'orache prende latrasparenza della giornataprima delle ombree

poi la fa scorrere lucida verso una profondità. Amo assistere in pace allacrisi quando sembra invocare qualcuno. I

compagni apprezzano l'istantea modo lorosi concertanotra cena e lettosui salari o interminabilmente discutono

stravaccati nello scenario. Escludo di astrarmi e di lasciare la finestrasguardo come il mio dell'antica costruzione sul

luogo a lei noto; per fare al gruppo delle proposte senza effetto. Semprecosì: un contatto puòio lo temonon verificarsi

tra uomini. - «Io dico» fa una voce «che sgobbiamotutti quiper ilprofitto di altri». - «Meglio»interromperei io a

bassa voce«voi lo fate per essere pagati e per essere legalmente perquanto vi riguarda i soli». - «Sìi borghesi»

ascoltopoco toccato «vogliono una ferrovia». - «Non ioper lo meno»con un sorriso «non vi ho chiamati in questa

contrada di lusso e sonorasconvolta quanto io sono seccato». Il colloquiofitto di mute restrizioni da parte miacessa

per incanto; quali pietre prezioseil cielo fluido! Tutte le bocche volgaritacciono al piano terracome se vomitassero la

vanità delle parole. Stavo per concludere: «Forseanche io lavoro... - Ache cosa? non avrebbe obiettato nessuno

ammettendoper via dei contabilil'occupazione trasferita dalle bracciaalla testa. A qualcosa - tacenella mia sola

coscienzauna eco - che almeno possa servire nello scambio generale.Tristezza che la mia produzione restiper

costoroper essenzacome le nubi al crepuscolo o le stellevana.

In veritàoggiche c'è?12

La squadra di lavoro giace all'appuntamento ma vinta. Hanno trovatouno dopol'altro quelli che la formano

qui sdraiati nell'erbaappena lo slanciobarcollanti tutti come sotto unproiettileper arrivare a cadere in questo stretto

campo di battaglia: sonno di corpi contro la zolla sorda.

Così potrò liberamente ammirare e pensare.

Noil mio sguardo non puòdall'apertura dove mi affacciofuggire nelladirezione dell'orizzontesenza che

qualcosa di me scavalchiindebitamentecon mancanza di riguardo e diconvenienza a mia voltaquesta strage di un

flagello; nella mia posizionedevo capirne il mistero e giudicare ilcompito: infatticontrariamente alla maggioranza e

molto più fortunatinon si son contentati del pane - hanno penato una parteconsiderevole della settimanaper ottenerlo

in principio; ed ora son quidomaninon sannostrisciano nel vago ezappano senza movimento - a fare secondo il loro

destinoun buco uguale a quello scavatofinoraogni giornonella realtàdei terreni (fondazionecertodi tempio). Essi

riservanoonorevolmentesenza testimoniare che cosa è né perché talefesta si illuminila parte del sacro nell'esistenza

con una sospensionel'attesa e il momentaneo suicidio. La conoscenza cherisplenderebbe - di un orgoglio implicito

nell'opera giornalieraresisteresemplicemente e mostrarsi in piedi -tutt'intorno magnificata da un colonnato di alti

fusti; un istinto la cercò nel numero considerevoleper gettarli cosìpiccoli cristalli ed essi ne sonocon l'assoluto d'un

rituale adempimentomeno officianti che vittimeper raffigurarealla seral'inebetimento degli obblighi quando

l'osservanza è più vicina alla fatalità che alla volontà.

Le costellazioni principiano a brillare: come vorrei che nell'oscurità checorre sul cieco greggesi fissassero dei

punti di chiarezzacome il pensiero di poco fasebbene gli occhi sigillatinon li distinguano - per il fattoper l'esattezza

perché sia detto. Io penserò dunqueunicamentea lorogli importunichemi precludonocon il loro abbandonola

lontananza vesperale; più di primacon la loro confusione. Artigiani dicompiti elementarimi è lecitovegliandoli

sulla riva di un fiume limpido continuoguardare in loro il popolo - unaintelligenza robusta della condizione umana

curva loro quotidianamente la schiena per estrarresenza l'intermediariodella messeil miracolo di vita che assicura la

presenza: altri hanno fatto i passati dissodamenti e acquedotti oappronteranno un terrapieno ad una macchinagli stessi

Louis -PierreMartinPoitou e le Normand: quando non dormonocosì sichiamano tra loro secondo i nomi dati dalle

madri o dalle regioni; ma piuttosto le nascite caddero nell'anonimatoel'immenso sonno l'orecchio alla generatrice

prostrandoliquesta voltasubisce un subitaneo abbattimento e unallargamento di tutti i secoli eper quanto è possibile

- ridotta a proporzioni socialid'eternità.

ALCUNI MEDAGLIONI E RITRATTI IN PIEDI

VERLAINE

La tomba ama subito il silenzio.

Acclamazionifamala parola alta cessa e il singhiozzo dei versiabbandonati non seguirà fino in questo luogo

di discrezione colui che vi si dissimula per non offuscarecon una presenzala sua gloria.

Anche da parte nostraché in molti portiamo un lutto fraternonessunintervento letterario: esso occupa

unanimamentei giornalicome se i bianchi fogli dell'opera interrottariprendessero la loro ampiezza per involarsi a

portare il grido di una scomparsa verso il vuoto nebbioso e il pubblico.13

La Mortetuttaviaistituisce apposta questa lapide perché un passo d'orainnanzi possa fermarvisi per una

spiegazione o per dissipare il malinteso. Un addio con un segno al carodefunto gli tende la manose convenisse

all'umana figura sovrana che egli furiapparireun'ultima voltapensandoche lo si è mal compresoe. dire: guardate

meglio com'ero.

Insegnamosignorial passantea chiunquecerto qui assentesi siaingannato per incompetenza e illusoria

visione sul significato esteriore del nostro amicoche il suo comportamentoal contrariofu dei più corretti.

Sìle Fêtes Galantesla Bonne ChansonSagesseAmourJadis etNaguèreParallèlement non verserebbero

di generazione in generazionequando si apronoper un'orale giovanililabbraun melodioso ruscello che le disseterà

di liquore soaveeterno e francese - condizioniun pocoa tanta nobiltàvisibile: che noi dovremmo profondamente

piangere e venerarespettatori di un dramma senza il potere di impedirenemmeno con la simpatia qualcosa

dell'atteggiamento assoluto che egli si costruì di fronte alla sorte.

Paul Verlainefuggito il suo genio verso i tempi futuriresta eroe.

Solo. O noi moltiche troveremmo col mondo un certo accomodamento fastoso ovantaggiosoconsideriamo

che - soloesempio che raramente ritorna attraverso i secoliil nostrocontemporaneo affrontòin tutto il suo spavento

lo stato di cantore e di sognatore. La solitudineil freddol'ineleganza ela penuriache sono ingiurie inflitte alle quali la

vittima avrebbe il diritto di rispondere con altre volontariamente inferte ase stessa - qui la poesia quasi è bastata - di

solito compongono la sorte in cui incorre il bambino che secondo la suadivinità cammina nell'esistenza con ingenua

audacia: e siaacconsentì il bel mortoqueste offese sono necessariemache sia fino in fondodolorosamente e

impudicamente.

Scandaloma da parte di chi? di tuttie da uno riecheggiatoaccettatocercato: il suo coraggionon si nascose

al destinoincalzandone anzi per sfida le esitazionidiveniva così la suaterribile probità. Noi lo vedemmoSignorie ne

siamo testimoni: vedemmopietosa rivoltal'uomo mostrarsi davanti allaMadrequale che sia e velatafolla

ispirazionevitail nudo che essa ha fatto del poeta e questo consacra uncuore schivolealericco di semplicità e pieno

d'onore.

Noi saluteremo con questo omaggioVerlainedegnamentela vostra spoglia.

ARTHUR RIMBAUD

Lettera a M. Harrison Rhodes

Immagino che in una delle sere di martedìrarequando mi faceste l'onorea casa miadi ascoltar conversare i

miei amiciimprovvisamente il nome di Arthur Rimbaud si sia cullato nel fumodelle sigarette; insinuandoper la vostra

curiositàun che di vago.14

Che personaggio sia statodomandate: almeno con libri quali Une Saison enEnferIlluminations e i suoi

Poèmes che da poco sono stati pubblicati completi» esercita forse suirecenti eventi poetici un'influenza tanto

particolarecheper esempiofattavi allusionetutti taccionoenigmaticamente o riflettonocome se ad un tempo si

imponessero un gran silenzioil sogno o un'ammirazione senza fine.

Dubitate purecaro ospiteche i principali innovatori di ogginemmeno unocon l'eccezione forse

misteriosamentedel grande predecessoreche diede il làVerlaineabbiano sentito Arthur Rimbaud a una certa

profondità e per un legame diretto. Né la libertà accordata al versooscaturita come per miracolofarà appello a colui

che fua parte il balbettio delle ultimissime poesie quando smise discrivereun fedele osservatore della tecnica antica.

Considerate il suo più magico effettoprodotto dall'opposizione di un mondoanteriore al Parnasseanche al

Romanticismoaddirittura perfettamente classicoal sontuoso disordine diuna passione di cui non si può dire altro che

spiritualmente esotica. Splendoreeglidi una meteoraaccesa senza altromotivo se non la sua presenzaapparsa unica

e subito spenta. Certotutto poi sarebbe esistitosenza questo passanteeccezionaledato che nessuna circostanza

letteraria vi contribuì veramente: il caso personale restacon forza.

I miei ricordi: ecco il mio pensiero piuttostospesso rivolto a quelQualcuno; come può fare una chiacchierata

per voi immediata.

Io non l'ho conosciutoma l'ho visto una voltain una di quelle ceneletterariefrettoloseche si allestivano

dopo la Guerra - il Dîner des Vilains Bonshommes certamente perantifrasia causa delritratto che Verlaine dedica al

commensale. «L'uomo era grandeben fattoquasi atleticoil visoperfettamente ovale da angelo in esiliocon capelli

castano chiaro disordinati e occhi di un azzurro pallido inquietante». Conun non so che di fieramente esageratoo

malvagiamenteda ragazza del popoloaggiungo ioda lavandaiaa causadelle larghe maniarrossate di geloni per il

passaggio dal caldo al freddo. Cheappartenendo a un ragazzoavrebberoindicato mestieri più terribili. Appresi che

avevano firmato dei bei versinon pubblicati: la boccadalla piegascontrosa e beffardanon ne recitò nessuno.

Poiché discendevo i Fiumi impassibili

mi sentii non più guidato dai bardotti:

Pellirossa urlanti li avevan presi per bersaglio

e inchiodati nudi a pali variopinti.

e

Più dolce che ai fanciulli la polpa delle mele mature

l'acqua verde penetrò nel mio scafo d'abete

e dalle macchie di vini azzurrastri e di vomito

mi lavòdisperdendo ancora e timone.

e15

Ho sognato la verde notte dalle nevi abbagliate

bacio che sale lento agli occhi dei mari

la circolazione di linfe inaudite

e il giallo risveglio e blu dei fosfori cantori.

e

Taloramartire affaticato dei poli e delle zone

il mare i cui singhiozzi rendevano dolce il mio rullio

innalzava a me i suoi fiori d'ombra dalle gialle ventose

ed io restavocome una donna in ginocchio...

e

Ho veduto siderali arcipelaghi! ed isole

i cui deliranti cieli sono aperti al vogatore:

- È in queste notti senza fondo che tu dormi e ti esili

milioni d'uccelli d'oroo futuro Vigore?

e tutto! che bisognerebbe srotolare come originariamente si stira unrisveglio genialein questo capolavoroinfatti il

Bateau Ivre era già fatto a quell'epoca: tutto quello chedi lì apocoavrebbe adornato le memorie e ne sorgerà fino a

quando si diranno dei versitaceva nel nuovo venutocome Les AssisLesChercheuses de PouxPremières

Communiántes appartenenti allo stesso periodocioè quello di unapubertà perversa e superba. La nostra curiositàtra

amicial riparo dai mali pubblicitrascurò un poco quell'efebosul cuiconto si dicevatuttaviache era a diciassette

anni al suo quarto viaggionel 1872effettuato quicome i precedentiapiedi: nouno anzi era avvenuto dal luogo

natioCharleville nelle Ardenneverso Parigifastosamente in un primomomentocon la vendita di tutti i premi

scolasticidi retoricada parte dello studente. Ora richiamioraesitazioni nella famigliauna madre di origine

contadinaseparata dal padreufficiale in pensionee amici come i fratelliCrosForain futuroe sempre

irresistibilmente Verlaine: ne derivava un andirivieni; col rischio didormirepartendosulle chiatte da carbone del

canaleetornandodi cadere nelle mani di un avamposto di federati o dicombattenti della Comune. Il ragazzocon

prontezzasi fece passare per un franco tiratore del partitoindifficoltàe ispirò il generoso slancio di una colletta in

suo favore. Piccoli fattiqualsiasie del resto adatti a chiviolentementetravagliato dalla letteraturail peggior

disordinedopo le lente ore di studio sui banchinelle bibliotechefinalmente era padrone di una espressione certa

prematuraintensache lo incitava verso argomenti inauditi- in cercasubito di «sensazioni nuove»insisteva lui«mai

conosciute» e si lusingava di incontrarle nel bazar di illusione dellecittàvolgare: ma che concede al demone

adolescenteuna seraqualche visione grandiosa e fittiziacontinuata poidalla sola ubriachezza.

L'aneddotoa buon mercatonon mancail filo spezzato di un'esistenza nelasciò cadere nei giornali: a che

scopoper la centesima voltafar brillare quei particolari fino a infilarliin selvagge perline e comporre la collana del re

negrocome fuper scherzopiù tardirappresentato il poeta pressoqualche popolazione sconosciuta? Voi desiderate16

seguirequali io le percepisco e per infondervi il massimo di bellaprobabilitàle grandi linee di un destino

significativo; il quale deve conservare nei suoi scartiapparentiil ritmo- poiché è un cantore - e qualche strana

semplicità. Tuttaviaringraziandovi di aiutarmicon la vostra domandaadevocare per me stessoper la prima volta nel

suo insiemequesta personalità che vi seducecaro amicovoglio in viaeccezionale ricordare una storiella che

sorridendo mi raccontava in maniera deliziosa Théodore de Banville. Labontà di questo Maestro era soccorrevole. Si

andò a trovarlo. In favore di uno dei nostri; esi precisò in non so qualegergoper permettergli di fare grande arte.

Banville opinò che per tal risultato in primo luogoil talento diventandosecondarioimporti una camera dove

alloggiarela affittò nelle soffitte della sua casa in rue de Buci; untavolol'inchiostro e le penne come accessoricartae

un letto bianco per i momenti in cui non si sogna in piediné su una sedia.Il giovanotto errabondo fu sistemato. Ma

quale fu lo stupore del donatore metodiconell'ora in cui il cortile internouniscenell'aromale cenenel sentire grida

lanciate a ogni pianoeimmediatamentenel considerarenudonel riquadrodella mansarda lassùqualcuno che

agitava perdutamente e lanciava al di là delle tegole del tettoforse perfarli sparire con gli ultimi raggi di solebrandelli

di vestiti: e poiché si inquietava nei confronti del dioper quella tenutadel resto mitologica«Non posso» rispose

Arthur Rímbaud all'autore degli Exilésche dovette convenire dellagiustezza implicitacertamentein questa

osservazione e accusare la propria imprevidenza«frequentare una cameracosì pulitavirginalecon i miei vecchi abiti

crivellati dai pidocchi». L'ospite non si giudicò corretto se non dopoavergli mandato degli effetti suoi di ricambioed

un invito a cenaperché «i vestitioltre all'alloggionon bastanose sivogliono produrre poemi notevoli bisogna anche

senza indugiomangiare».

Il prestigio di Parigi logorato: inoltreVerlaine tra le incipienti noie delmatrimonio e qualche timore di azione

giudiziarianella sua qualità di umile funzionario della Comunecertospinsero Rimbaud a visitare Londra. La coppia

vi visse una miseria orgiasticaaspirando il libero fumo del carboneebbradi reciprocità. Una lettera dalla Francia ben

presto perdonavarichiamando uno dei transfughia patto che abbandonasse ilcompagno. La giovane sposa

all'appuntamentoattendeva una riconciliazionetra madre e suocera. Iocredo nel racconto tracciato superiormente da

Berrichone riprendo da lui una scenala più commovente del mondovistoche ebbe quali eroil'uno ferito e l'altro

delirantedue poeti nel loro male selvaggio. Pregato dalle donne tutteinsiemeVerlaine rinunciava all'amico; ma lo

videper caso alla porta della camera d'albergovolò nelle sue braccia perseguirlonon ascoltò la preghiera di

quest'ultimoraffreddatosidi non farne nulla «giurando che il loro legamedoveva essere rotto per sempre» - «anche

senza un soldo» sebbene solamente a Bruxellesin vista di un sussidioeconomico per tornare al paese«sarebbe

partito». Il gesto respingeva Verlaine che tiròsmarritocon una pistolasull'indifferente e gli cadde davanti in lacrime.

Era stabilito che le cose non sarebbero restatestavo per direin famiglia.Rimbaud ritornavamedicatodall'ospedale e

nella stradaostinato a partirericevette una seconda pallottolaquestavolta pubblica; che il suo fedelissimo espiòper

due anninella prigione di Mons. Solitariodopo questa tragica circostanzasi può dire che nulla permetta di decifrarlo

nella sua crisi definitivacerto interessantepoiché egli abbandona ogniattività letteraria: amico e scritto. Dei fatti? egli

avrebbe dovuto con uno scopo qualunqueche importa? ritornare inInghilterraprima del 1875; poi guadagnò la

Germaniacon impieghi di insegnamento e un dono per le linguechecollezionavadopo aver abiurato ogni esaltazione

nella propria; raggiunse l'Italiain treno fino al San Gottardopoi apiedivalicando le Alpi: vi soggiorna qualche mese

si spinge alle Cicladi ecolpito da un'insolazionesi trova rimpatriatoufficialmente.

Non prima che lo sfiorasse un soffio di brezza del Levante.

Ecco la data misteriosatuttavia naturalese si conviene che colui cherifiuta i sogniper sua colpa o loroe

viventesi amputa della poesianon sa trovare in seguito se non lontanomolto lontanoun nuovo stato. L'oblio

comprende lo spazio del deserto o del mare. Perciò le fughe tropicalieforse in tono minore quanto al meraviglioso e

allo scenario: infatti lo troviamo soldato mercenario1876sul mercatoolandeseper Sumatradisertore dopo qualche

settimanariimbarcato al prezzo del suo ingaggioda una nave ingleseprimadi farsi audacemente a sua voltamercante

d'uominiraccogliendovi un peculio perso in Danimarca e in Sveziada cui ilrimpatrio; capo delle cave di marmo

nell'isola di Cipro1879dopo una puntata verso l'Egittoad Alessandria e- lo vedremopassa il resto dei suoi giorni

esercitando «la tratta». L'addio totale all'Europadai climi e dagli usiinsopportabiliè parimenti il viaggio ad Harar

vicino all'Abissinia (teatro ieri di fatti militari) dovecome le sabbieilsilenzio si stende su ogni azione dell'esiliato.

Trafficò egli forsesulla costa e sull'altra spondaa Aden - lo siincontrò tuttavia a quel punto estremo? magicamente

ancora in oggetti preziosicome qualcuno le cui mani hanno un tempoaccarezzato le pagine - avoriopolvere d'oro o

incenso. Sensibile alla rara qualità della sua paccottigliao forse noperché viziata di orientalismo da Mille e una notte

o di colore locale: ma ai paesaggi bevuti con sete di vastità e diindipendenza! e seavendo rinunciato all'istinto dei

versitutto diventa inferiore facendone a meno- anche vivereche almenoquesto sia virilmenteselvaggiamentedato

che la civiltà non sopravvive nell'individuo se non a un limite estremo.

Una notizia inattesanel 1891circolò sui giornali: che colui che erastato e rimane per noi un poeta

viaggiatore sbarcato a Marsigliacon una fortunae operato per una forma diartritevi era morto. La sua bara prese la

strada di Charlevilleaccolta in quel rifugio di tutte le sue anticheagitazionidalla pietà di una sorella.17

Io so per lo meno la gratuità di sostituirsicon facilitàa unacoscienza: la quale dovettea suo tempoparlare

altoper conto suonelle solitudini. Ordinarein frammenti intelligibili eprobabiliper tradurlala vita altrui è almeno

impertinente: non mi resta che spingere ai suoi limiti questo genere dimisfatto. Soltanto mi informo. - Una voltatra

due migrazioniverso il 1875il compatriota di Rimbaud e suo compagno discuolaM. Delahayead un ricordo del

quale attingo quanto seguel'interrogò discretamente sulle sue vecchieambizionicon alcune paroleche io rendoquali:

«e... la letteratura?» l'altro fece finta di non sentiree alla finerispose con semplicità che «nonon ne faceva più»senza

accentuare né il rimpianto né l'orgoglio. «Verlaine»? a proposito delquale la conversazione lo sollecitò: nullase non

che egli evitavacome piuttosto spiacevoleil ricordo di procedimentiasuo parereeccessivi.

L'immaginazione di molti giornalistiche partecipano del sentimentoabituale nella follaper i tesori

abbandonati o favolosisi infiammò all'idea meravigliosa che poesierestassero inediteforsecomposte laggiù. La loro

larghezza di ispirazione e l'accento vergine! vi si pensa come a qualcosa cheavrebbe potuto essere; con ragioneperché

non bisogna mai trascurareidealmentenessuna delle possibilità che volanointorno ad una figura: esse appartengono

all'originaleanche contro ogni verosimiglianzacreando uno sfondoleggendario momentaneoprima che tutto si dissipi

completamente. Tuttavia io ritengo che prolungare la speranza di un'operadella maturità nuocciaqui

all'interpretazione esatta di una avventura unica nella storia dell'arte.Quella di un fanciullo troppo precocemente toccato

e impetuosamente dall'ala letteraria cheprima quasi di avere il tempo diesistereesaurì tempestose e magistrali fatalità

senza scampo nel futuro.

Una supposizione ben più fortequanto a interessedi quella di unmanoscritto smentito da uno sguardo

perspicace su questo destinoci assillaed è relativa allo stato delvagabondose egli avesseal ritornodopo il

volontario abbandono degli splendori della gioventùconosciuto il lorofiorirenella nuova generazionein frutti non

meno opulenti e più legati al gusto di gloria di un tempodi quelli laggiùdelle oasi: li avrebbe rinnegati o colti? La

Sorteavvertimento per l'uomo del ruolo compiutosenza dubbio perché nonvacilli troppo nella perplessitàtagliò quel

piede che si posava sul suolo natio estraneo: infattila finearrivandoeper di più rapidamentestabilìtra il paziente e

le diverse voci chespessolo chiamaronoe in particolare unadel grandeVerlaineil mutismo che sono un mu ro o la

tenda d'ospedale. Divieto cheper aspirare la sorpresa della sua fama esubito allontanarlao al contrarioschermirsene e

gettare uno sguardo di desiderio sul passato ingrandito durante l'assenzaegli si volgesse al significato nuovoproferito

nella linguadi poche sillabe: ARTHUR RIMBAUD: la prova nelle duealternativeera di uguale durezzae fu meglio

effettivamenteometterla. Peraltro si deveapprofondendo con ipotesi perrenderne l'eventuale bellezza tale cartiera

alteradopo tutto e senza compromessi - di anarchico dello spirito -presumere che l'interessato ne avrebbe accolto con

fiera noncuranza l'esito di celebritàcome se riguardasse qualcuno checertamente era stato luima non era piùin alcun

modo: a meno che il fantasma imp ersonale non spingesse la disinvoltura finoa reclamaretraversando Parigiper

aggiungerli al danaro portato con sésemplicemente dei diritti d'autore.

Aprile 1896

THÉODORE DE BANVILLE

La ridente immortalità di un Poeta risolve le domandene dissipa il vagocon un raggio. Cosìin quel

mezzogiorno autunnaledomenica scorsaquando numerosio tuttinoi cheonoriamo il suo cultoil versoe amiamo la

memoria del Maestroinaugurammo il monumentoin un giardinoa Théodore deBanville. L'autentica tomba conservi

i resti e offra una dura pietra alle ginocchia dolenti di vedova o diparente! Io mi figuro - e anticipo la decisione che tra

poco sarà presa relativamente ad una resurrezionefraternaper mezzo delmarmo o del bronzo dedicati a Baudelaire -

che convengaper la quotidiana apoteosiun cimitero disinteressatoprofanogloriosocome questo Luxembourg:

aperto al cielo particolare che si allarga sugli alberi cittadinii vasidecorativii fiori; e caro al passante. Un particolare:

il trionfatore ne eraappena diciotto mesi fal'ospitequasi ogni giorno.Il suo tradizionale e nuovo spiritolà aveva

introdotto già prima una moderna evocazione mitologica:

Una sera di giugnocullati dalle onde intenerite

Gli ireos pallidi crescevano in riva all'acqua;

nel Lussemburgoparadiso del mondo

I marmi dell'Atticainnamorati di Parigi

Vedevano l'ariai cieli e la terra fioriti.

(Maledizione di Cipride)

Semprecosì vicino al Pantheonci si trova a rimpiangere che Hugo (glialtrigli scienziatii politicipiù o

menosi adattano alla vuota cupola sotto cui la Morte continua una seduta diparlamento e di istituto) abiti il freddo di

una cripta; quando avrebbe potuto similmente rinascere tra i colombio lospazio.

Affetto a partese parlando di poesia si può omettere il ricordodell'augusta testa fine che il busto inaugurato18

risveglia per l'amico che passeggiaio votai a Théodore de Banville unculto. L'eccezionale chiarezza per cui l'ammiro

carattere unico e come assolutosi gioverà della brevità della miachiacchierata. Non che non importi segnalare doni

eccessividiversi; ma io li confondo alla stregua di elementi di unmiracolo. Anzi per provare che io vedo come tutti

forse meno beneesumosenza pietà per me stessouna delle prime pagineche da studente tracciai nella solitudinein

lode al dio: ma per celebrarlo oggi sceglierei di dire meglio la stessa cosa;non facendo un calco di uno stile e di una

maniera a lui propri né mutuandone la voce. «Se lo spirito non ègratificato da un'ascensione misticastanco di guardare

la noia nel metallo crudele di uno specchioe tuttavia nelle ore in cuil'anima ritmica aspira all'antico delirio del cantoil

mio oggetto è Théodore de Banville che non è qualcunoma il suono stessodella lira. Con luiio sento che mi inebrio di

quella poesia che tutti i tempi hanno chiamata così e bevo alla fonte dellirismo. Chiuso il librogli occhi pieni di grandi

lacrime di tenerezza e di un nuovo orgoglio. Ciò che canta entusiasmo ebontà musicale e simile ai ree che io amo!

amo nascereamo i luminosi singhiozzi delle donne dai lunghi capellietutto vorrei confondere in un poetico bacio.

Nessuno rappresenta meglio ora il Poetal'invincibileclassico Poetasottomesso alla dea e vivente nel fascino obliato

degli eroi e delle rose. La sua parolasenza finel'ambrosiache soloesaurisce il grido ebbro di ogni gloria... I venti che

parlano di terrore e della nottegli abissi pittoreschi del paeseegli nonvuole sentirliné deve vederli: cammina

attraverso l'incanto edenicodesignando per sempre la nobiltà dei raggi elo splendente biancore del giglio fanciullo -

felice terra! Tale dovette essere colui che per primo ricevette dagli dei lavoce e disse l'ode abbagliata prima del nostro

avo Orfeo. Istituiscio mio sognola cerimonia di un trionfo da evocarenelle ore di splendore e di incantoe chiamala

festa del Poeta: l'eletto è quest'uomo dal nome predestinatoarmonioso comeun poema e incantevole come uno

scenario. Nell'empireoegli è assiso su un trono d'avoriocinto dellaporpora che lui solo ha il diritto di portarela fronte

adombrata dalle foglie giganti del lauro di Turbia. Odo strofe; la Musavestita del sorriso che irradia da un giovane

bustogli versa l'ispirazione - mentre al suoi piedi spira una nubericonoscente. La grande lira si estasia tra le sue mani».

Povero vecchio pezzosuperato; e scusatemi.

Mi viene una certa fierezzariflesso concesso dal principe delle lettereall'ammiratore verodal fatto che un

sentimentodopo un quarto di secolosi riconosca similema affinato in unsenso molto acutoche cercherò di definire

forsesottilmente.

La Poesiao ciò che i secoli istituiscono taleè legata al suoloconfedealla polvere in cui tutto resta; come

alte fondazionila cui ombra grave aumenta il basamentolo confonde e loradica. Tale grido di pietra si unifica verso il

cielo nei pilastri interrotti delle arcate che hanno uno slancio di audacianella preghiera; maalla fineuna certa

immobilità. Io attendo chepipistrello accecante e quasi l'alleggerimentodella gravitàimprovvisodal sito grazie a una

punta d'ala autoctonail folleadamantinoiratoturbinoso genio urti larovina; se ne liberi nel volteggio che egli èsolo.

Théodore de Banville talvolta diventa questo silfo supremo.

Quando tutto sta per estinguersi o cadereegli l'ultimo; o l'inizialelacui saggezza pazientòpresso una fonte

innatache tuoni grandiloquentibrutali frammenti davvero troppo estranei aciò che non è il piccolo fatto di cantare

abbattessero il loro colosso: persì! apparire come il coronamento ironicosenza cui tutto sarebbe vano.

Se ricorroper chiarire o generalizzarealle funzioni dell'Orchestradavanti alla quale restò candidamente

sapientemente chiuso il nostro musicista di paroleosservate che glistrumenti staccanosecondo un sortilegio facile da

sorprendereil profiloper così diredei paesaggi naturali; l'Orchestrali evapora e li riannodafluttuantiin uno stato

superiore. Ecco che per esprimere una forestafusa nel verde orizzontecrepuscolarebasta un accordo quasi privo di

una reminiscenza di caccia; o il pratocon la sua pastorale fluidità di unpomeriggio trascorsosi rimira e fugge nei

richiami del ruscello. Una lineaalcune vibrazioni sommarie e tutto siindica. Contrariamente all'arte liricaquale essa

fuelocutoriain ragione del bisognostrettodi significato. - Sebbene viconfini una supremazia o lacerazione di velo e

di luciditàil Verbo restaper i soggettiper i mezzipiùmassicciamente legato alla natura.

La divina trasposizioneper il cui compimento esiste l'uomova dalfatto all'ideale. Oragrazie a qualità

scintillantifiorite nei due secoli aristocratici francesi di cui Banvilleriassunse la tradizione in questa parola: l'esprit

(infatti egli è stato il solo uomo spirituel che ci fu dato diascoltare - diteloamici suoi! - e lo è stato liricamente e come

la folgore)noi avemmo quest'impressione di estremodi raro e disuperlativo... Una poesiala suaun gradino al di là

ma non di seconda mano o artificiale. Lo soegli si indovinava l'eredescelto e incapace di cattiveriaa tal punto da

strappare allo stesso Hugocon una testimonianza di tenerissimo rispettoche ne illuminava la bellezza enormeuno

scoppio di chiaro riso. Giochi secondaricaratteristici. Chifra i modernipuò stare al suo fianco o essergli paragonato;

in un tempo che non vuole saperne di finirla con la nostra arte eterna evecchia come la vitama scioglierlain tutta la

sua purezzacome un vocalizzo dai mille scoppiettii? E cito Heinela sualettura preferitama quanto diverso! e uno che

i letterati di ora ugualmente rivendicanoPoein certe arie cristallinebrevi e giovani. Ho detto questo? precisamente

bisognava; per far notare che non è con lo scintillio della gaiezza (sebbeneegli abbia inventato ad un trattocon le Odes

funambulesquesil comico in versi o che scaturisce dalla prosodiarimee cesure)né con l'ironiadardeggiata sovrana;

ma piuttosto per la necessità di un ruolo vergine e fino ad ora sconosciutoche l'autore delle Cariatides e degli Exilés19

del Sang de la coupedelle Odelettesdelle AméthystesdiNous tousSonnailles et ClochettesDans la Fournaisee poi

di un teatro prestigiosoper non dir nulla di tanta prosa uguagliata solodalla sua conversazionerappresentamediante

le sontuositàle ingenuità e le pietàl'essere di gioia e di gemme chebrilladominasfiora.

ÉDOUARD MANET

Che un destino tragico (tranne la Morte checomplice di tuttideruba l'uomodella gloria)duroostile segnasse

un essere di giocondità e graziami turba - non l'irrisione contro chi had'ora in avantiringiovanito la grande tradizione

pittoricané la gratitudine postuma: bensì mi turba nell'insuccessoun'ingenuità virile di capripede dal soprabito color

masticedalla barba e dal biondo capello radisale e pepe con spirito. Dipoche parolebeffardo da Tortonielegante; in

atelier una furia lo gettava contro la tela vuotaconfusamentecome se maiavesse dipinto - un dono precoceche un

tempo avrebbe inquietatoqui riassunto con la trovata e la sua immediatarealizzazione: per insegnare a mequotidiano

testimonenon dimenticoche ci si impegna completamentedi nuovoognivoltanon essendo diverso da tuttisenza

rimanere differentea volontà. Un ricordo: egli diceva alloracosì bene:«L'occhiouna mano ... « che ci ripenso.

Quell'occhio - Manet - da un'infanzia di vecchia stirpe cittadinanuovoappena posato su un oggettole

personevergine e astrattoconservava l'immediata freschezza dell'incontropreso negli artigli di uno sguardo ridente

fino a sfidare in seguitonella posale fatiche di innumerevoli sedute. Lasua mano - la pressione sentita chiara e pronta

enunciava in quale mistero la limpidezza della vista scendevaper ordinarevivacelavatoprofondoacuto o

ossessionato da un certo neroil capolavoro nuovo e francese.

CRISI DI VERSO

Poco facon un gesto d'abbandonocon la stanchezza che causa il cattivotempo disperante un pomeriggio

dopo l'altrofeci ricaderesenza curiosità ma cosa che le assomigliaaverletto tutto da vent'anni a questa partela

frangia di multicolori perle che imita la pioggiaancorasul riflessocangiante delle brossure in biblioteca. Innumerevoli

operesotto le conterie della tenda allineeranno il loro scintillio: mipiacecome se fosse un cielo gravidocontro il

vetroseguirne i lampi di tempesta.

La nostra faserecentese non si chiudefa una sosta o forse prendecoscienza: una certa attenzione libera la

volontà creatrice e relativamente sicura.

Anche la stampala cui informazione richiede buoni vent'anniimprovvisamente si occupa dell'argomentoalla

data giusta.

La letteratura a questo punto subisce una squisita crisifondamentale.

Chi accorda a tale funzione un postomagari il primoriconosce il fattod'attualità: assistiamocome al finale di

un secolonon già come avvenne in quello scorsoa uno sconvolgimento; malontano dalla pubblica piazzaad

un'inquietudine del velo nel tempio con pieghe significative e un po' una sualacerazione.

Un lettore franceseinterrotte le sue abitudini alla morte di Victor Hugonon può che essere disorientato.

Hugocol suo lavoro misteriosopiegò tutta la prosafilosofiaeloquenzastoriaal versoepoiché era lui stesso il

versoconfiscò a chi pensaparla o narraquasi il diritto dipronunciarsi. Monumento nel desertocon il silenzio in

lontananza; in una criptala divinità come di una maestosa ideaincoscientecioè che la forma chiamata verso è

semplicemente lei stessa la letteratura; che verso c'è non appena siaccentua la dizioneritmo quando c'è lo stile. Il

versocredocon rispetto attese che il gigante che lo identificava alla suamano tenace e sempre più ferma di fabbro

venisse a mancare; per rompersi. Tutta la linguaaccordata alla metricariscoprendovi le sue cesure vitalievade

seguendo una libera disgiunzione dai mille elementi semplici; ecercherò dimostrarlonon senza somiglianza con la

molteplicità delle grida di un'orchestrazioneche resta verbale.

La variazione data da quel momento: sebbene sotto sotto e in anticipoinopinatamente preparata da Verlaine

così fluidoritornato a primitive scansioni.

Testimone di quest'avventuranella quale mi si volle attribuire un ruolopiù efficacedi quanto non convenga a

nessunovi applicaialmenoil mio fervido interesse; ed è tempo diparlarnepreferibilmente a distanzacosì come fu

quasi evento anonimo.

Mi si accordi che la poesia francesein ragione del primato nell'incantodato alla rimadurante l'evoluzione

fino a noisi presenta intermittente: brilla un attimo; l'esaurisce eattende. Estinzionepiuttosto usura che mostra la

tramaimitazioni. Il bisogno di poetarein opposizione a svariatecircostanzeoradopo uno degli orgiastici eccessi20

periodici di quasi un secolo paragonabile per unicità al Rinascimento (staforse per imporsi il turno dell'ombra e del

raffreddamentoper nulla!) fa sì che lo splendore sia procrastinatocontinui: il rinvigorimentodi norma nascostosi

esercita pubblicamentericorrendo a deliziose approssimazioni.

Credo di determinaresotto un triplice aspettoil trattamento applicato alcanone ieratico del verso; graduando.

Questa prosodiadalle regole così breviè tanto più intrattabile: essasegnala certi atti di prudenzatra cui

l'emistichioe legifera sul minimo sforzo per simulare la versificazionealla maniera dei codici secondo cui ad esempio

astenersi dal rubare è la condizione dell'onestà. Giusto quello che nonimporta imparare; poiché il non averlo indovinato

da sé e fin dal principio stabilisce l'inutilità di sottoporsi allacostrizione.

I fedeli dell'alessandrinoil nostro esametrodiscutono interiormente ilmeccanismo rigido e puerile della sua

misura; l'orecchioliberato da un contatore fittizioprova un godimento neldiscernere da solo tutte le combinazioni

possibilifra lorodei dodici timbri.

Voi ritenete il gusto molto moderno.

Un casonon certo il meno curiosointermedio; - è il seguente.

Il poeta dall'intuizione acuta che considera l'alessandrino sempre come ungioiello definitivoma da non

esibirespadafiorese non poco e in base ad un motivo premeditatolotocca quasi con pudore o vi gioca intornone

trae vicini accordiprima di darlo superbo e nudo: lasciando il suo diteggioindebolirsi contro l'undicesima sillaba o

propagarsi più e più volte fino a una tredicesima. Henri de Régniereccelle in simili accompagnamentidi sua

invenzioneio sodiscreta e fiera come il genio che egli instaurò erivelatrice del turbamento transitorio degli esecutori

davanti allo strumento ereditario. Altro o semplicemente il contrariosirivela una monelleriafatta appostanel vuoto

del vecchio stampo affaticatoquando Jules Laforgueal principiociiniziò al fascino sicuro del verso falso.

Fino ad orao nell'uno o nell'altro dei modelli citatinullase nonriserbo e abbandono per la stanchezza da

abuso della cadenza nazionale; la cui utilizzazionecome per la bandieradeve rimanere eccezionale. Con questo

particolare però divertente che infrazioni volontarie o dissonanze sapientifanno appello alla nostra raffinatezza e non

come sarebbe accadutosolo quindici anni faper il pedantequale noisaremmo rimastiesasperato come si trovasse

davanti ad un ignaro sacrilegio! Dirò che la reminiscenza del verso strettoossessiona questi giochi a lato e conferisce

loro un vantaggio.

Tutta la novità si stabiliscerelativamente al verso liberonon quale ilXVII secolo l'attribuì alla fiaba o

all'opera (non era che un concatenamentosenza la strofadi metri diversiben noti) machiamiamolocome gli si

addice«polimorfo»: ed esaminiamo ora la dissoluzione del numeroufficialein ciò che si vuoleall'infinitopurché un

piacere vi sia reiterato. Ora un'eufonia frammentata seguendo l'assenso dellettore intuitivocon un'ingenua e preziosa

misura - poco tempo fa Moréas; oppureun gestolanguidodifantasticheriache sussultadi passioneche scandisce -

Vielé-Griffin; prima ancora Kahn con una sapientissima annotazione delvalore tonale delle parole. Non dò che dei

nomive ne sono altri tipiciquelli di Charles MoriceVerhaerenDujardinMockel e tutti gli altricome prova delle

mie parole; perché si faccia riferimento alle pubblicazioni.

Notevole è il fatto cheper la prima voltanel corso della storialetteraria di un popoloparallelamente ai grandi

organi generali e secolaridove si esaltaseguendo un celato registrol'ortodossiaciascuno col suo modo di suonare e

con il suo orecchio individuale può comporsi uno strumentobasta che soffisfiori o batta con scienza; può usarne a

parte e consacrarlo anche alla Lingua.

Una grande libertà acquisitala più nuova: io non vedoe questa resta lamia ferma opinioneoffuscamento di

nulla che sia stato bello nel passatoe rimango convinto che nelle occasionialte si obbedirà sempre alla tradizione

solennela cui preponderanza si rifà al genio classico: soltantoquandonon ci sarà motivoper una folata sentimentale o

per un raccontodi scomodare gli echi venerabilisi starà attenti a farlo.Ogni anima è una melodia che si tratta di

riannodare; e per questoci sono il flauto o la viola di ciascuno.

Secondo me scaturisce tardi una condizione vera o la possibilitànonsolamente di esprimersima di modularsi

a piacere.

Le lingue imperfette in questo sono più che numerosemanca quella suprema:poiché pensare è scrivere senza

accessoriné sussurroma tacita ancora l'immortale parolala diversitàsulla terra degli idiomi impedisce a chiunque di

proferire le parole che altrimenti si troverebberodi un conio unicochesarebbe materialmente la verità. Tale

proibizione infierisce espressamentenella natura (ci si inciampa con unsorriso) perché non valga quale ragione per21

considerarsi Dio; maadessovolto all'esteticail mio sentimento rimpiangeche il discorso venga meno ad esprimere gli

oggetti con i tocchi corrispondenti in sfumatura o in stiletocchi cheesistono nello strumento della vocenei linguaggi

e talvolta in uno. Vicino ad ombreopacoténèbres siscurisce un po'; che delusione davanti alla perversità che

conferisce a jour come a nuitin modo contraddittoriotimbriqui oscurolà chiaro. Il desiderio di un termine dallo

splendore brillanteo inversamente che si spenga; questo per quanto riguardaalternative luminose semplici - Solamente

sappiamolo non esisterebbe il verso: il qualefilosoficamentereintegra il difetto delle linguecomplemento superiore.

Mistero strano; e da intenti non inferiori è scaturita la metrica nei tempidella gestazione.

Che una media estensione di parolesotto la comprensione dello sguardosiallinei in tratti definitivie con ciò

il silenzio.

Senel caso del franceseun'invenzione singola non superasse l'ereditàprosodicail dispiacere sorgerebbe

tuttaviache un cantore non sapesse cogliereisolata e nel suo vagarenell'infinità dei piccoli fioriuna nota dovunque la

sua voce la incontri... Il tentativoda pocoebbe luogo ea parte ricercheerudite anche in tal sensoaccentuazioneecc.

annunciateio vedo che si sta conducendo con i frammenti dell'antico versoriconoscibiliun gioco seducente

nell'eluderlo e nel rivelarlopiuttosto che un'improvvisa scopertadeltutto estranea. Il tempo di allentare le costrizioni e

di moderare lo zeloe si è snaturata la scuola. In modo molto prezioso: masu tale liberazione bisogna riflettere di più o

davveroaccadràse ogni individuo apporta una prosodia nuova frutto dellasua ispirazione - anchecertoqualche

ortografia - che il sarcasmo riderà di cuore o eleverà il podio aiprefatori. Somiglianza tra i versie le vecchie

proporzioniuna regolarità durerà perché l'atto poetico consiste nelvedere immediatamente che un'idea si fraziona in un

numero di motivi uguali per valore e nel raggrupparli; rimano: è questo ilsigillo esteriorela loro comune misura che il

colpo finale unisce.

Nel trattamento di riposo e di interregnocosì interessantesubito dallaversificazionegiace la crisinon tanto

nelle nostre vergini circostanze mentali.

Udire l'indiscutibile raggio - come dardi dorano e lacerano un meandro dimelodie: o la Musica raggiunge il

Verso per formaredopo Wagnerla Poesia.

Non che l'uno o l'altro elemento non si allontanicon vantaggioversoun'integrità che trionfa per conto suoin

quanto concerto silenzioso anche se non articola il componimento poeticoenunciatore: dalla loro comunione e fusione

la strumentazione illumina fino all'evidenza sotto il velocome l'elocuzionescende nella sera delle sonorità. La moderna

meteorala sinfoniaal volere o all'insaputa del musicistasi avvicina alpensiero; che non si rifà più soltanto

all'espressione corrente.

Qualche esplosione del Mistero sotto tutti i cieli della sua impersonalemagnificenzaove l'orchestra non

doveva non influenzare l'antico sforzo che a lungo pretese tradurloattraverso la sola bocca della razza.

Ne consegue un duplice indizio -

Decadente Misticale Scuole che così si dichiarano o sono etichettate infretta dalla nostra smania di

informazioneadottano come punto di incontro un Idealismo che (similmentealle fughealle sonate) rifiuta i materiali

naturali ein quanto brutaleun pensiero esatto che le ordini; per nonconservare null'altro che la suggestione. Istituire

una relazione esatta tra le immagini e che se ne stacchi un terzo aspettoplasmabile e chiaro presentato alla

divinazione... Abolita la pretesaun errore dal punto di vista esteticosebbene essa governi i capolavoridi inserire nella

carta fine del volume altra cosa che per esempio l'orrore della forestao iltuono muto sparso tra il fogliame: non la

foresta intrinseca e folta di alberi. Alcuni sprazzi dell'intimo orgoglioautenticamente squillati risvegliano l'architettura

del palazzoil solo abitabile; con l'esclusione di ogni pietrasulle qualile pagine si richiuderebbero male.

«Poiché i monumentiil mareil volto umanonella loro pienezzaoriginariconservano un potere tanto

seducente da non essere offuscato da una descrizioneevocazione cosiddetteallusioneche sosuggestione: tale

terminologia presa un po' a caso attesta la tendenzaassai decisivaforsesubita dall'arte letterariache la limita e la

salvaguarda. Il suo sortilegiocos'è se non liberareal di fuori di unpugno di polvere o realtà senza includerlanel libro

anche come testola dispersione volatile ossia lo spiritoche non ha nullaa che fare se non con la musicalità di tutto».

Parlare non si riferisce alla realtà delle cose che commercialmente: inletteratura ci si accontenta di farvi un'allusione o

di estrarne quella loro qualità che darà corpo a un'idea.

A questa condizione si slancia il cantocome una gioia di sollievo.

Questa tendenzaio la chiamo Trasposizione - Strutturaun'altra.22

L'opera pura implica la scomparsa elocutoria del poeta che cede l'iniziativaalle parolerese mobili dall'urto

della loro disuguaglianza; esse si incendiano di riflessi reciproci come unavirtuale scia di fuochi su pietre preziose

sostituendo la respirazione percepibile nell'antico soffio lirico o ladirezione personale entusiasta della frase.

Un'ordinanza del libro di versi spunta innata o dovunqueelimina il caso;anzi è necessariaper omettere

l'autore: oraun soggettoè fataleimplicain un insieme di braniuncerto accordo per quanto riguarda il postoche

corrispondanel volume. Suscettibilità dovuta al fatto che il gridopossiede una eco - motivi di un medesimo registro si

equilibrerannobilanciatia distanzané la sublime incoerenzadell'impaginazione romantica né l'artificiale unitàdi una

voltamisurata in blocco col libro. Tutto diviene sospensionedisposizioneframmentaria con alternanza e rispondenza

dei bianchiper concorrere al ritmo totaleche sarebbe il poema taciuto;solo tradottoin un unico mododa ogni suo

gioiello. Istintovoglio ammetterlointravisto in certe pubblicazioni eseil modello supposto non resta privo dei

complementila gioventùper una voltain poesia dove si impone unafolgorante e armoniosa pienezzabalbettò il

magico concetto dell'Opera. Una simmetriaparallelamentechedallasituazione del verso nella composizione si leghi

all'autenticità della composizione nel volumevolioltre il volumeadaltri che iscriverannonello spazio spiritualeil

paragrafo amplificato del genioanonimo e perfetto come un'esistenza d'arte.

Chimerae l'averci pensato testimoniaal riflesso delle sue squamequantoil ciclo presenteo ultimo quarto

del secolosubisca qualche lamp o assoluto - il cui turbinoso acquazzone aimiei vetri asciuga in un torbido ruscellare

fino ad illuminare questo - chepiù o meno tutti i libricontengono lalega di qualche ripetizione ben nota: anche se non

fosse che uno - la leggeper il mondo - bibbia come la simulano alcunenazioni. Poiché la differenzada un'opera

all'altraoffre altrettante lezioni proposte in un immenso concorso per iltesto autenticonelle epoche dette civilizzate o -

letterate.

Certamente io non mi siedo mai nell'anfiteatro dei concertisenza percepirenell'oscurità sublime quasi un

abbozzo di uno dei poemi immanenti all'umanità o il loro stato originaletanto più comprensibile in quanto taciutoe

che per determinarne l'ampia linea il compositore provò la facilità disospendere perfino la tentazione di spiegarsi. Io mi

immagino senza dubbio per un inestirpabile pregiudizio di scrittore che nullaresterà senza essere proferito; che siamo

arrivati precisamente a cercaredavanti alla rottura dei grandi ritmiletterari (se ne è parlato sopra) e alla loro

dispersione in brividi articolati vicini alla strumentazioneun'arte dicompletare la trasposizionenel Librodella

sinfonia o al tempo stesso di riprendere il nostro avere: infattinon daifiatidalle cordedai legnisonorità elementari

innegabilmentema dall'intellettuale parola al suo apogeo deve risultare conpienezza ed evidenzain quanto insieme

dei rapporti esistenti in tuttola Musica.

Un desiderio innegabile del mio tempo è quello di separare come in vis ta diattribuzioni differenti il duplice

stato della parolaqui bruto o immediatolà essenziale.

Narrareinsegnareanche descrivereva bene e anzi ad ognuno basterebbeforse per scambiare il pensiero

umanodi prendere o mettere nella mano altrui in silenzio una monetal'usoelementare del discorso assicura

l'universale reportage di cuieccettuata la letteraturaè partecipequalunque genere degli scritti contemporanei.

A che scopotuttaviala meraviglia di trasporre un fatto di natura nellasua quasi evanescenza vibratoria

secondo il gioco della parola; se non perché ne emanisenza la noia di unvicino o concreto richiamola nozione pura.

Io dico: un fiore! efuori dall'oblio in cui la mia voce relega un contornocome altro dai calici noti

musicalmente si leval'idea stessa e soavel'assente di tutti i bouquets.

Al posto di una funzione di valore facile e rappresentativocome lo tratta apriori la genteil direinnanzitutto

sogno e cantoritrova nel Poetaper necessità costitutiva di un'arteconsacrata alle finzionila sua virtualità.

Il verso che di più vocaboli rifà una parola totalenuovaestranea allalingua e quasi incantatricecompleta

questo isolamento della parola: negandocon un colpo supremoil casorimasto legato ai termini malgrado l'artificio del

loro rinnovamento alternato nel senso e nella sonoritàe vi causa lasorpresa di non aver mai udito un certo frammento

ordinario di eloquioe allo stesso tempo la reminiscenza dell'oggettonominato si immerge in una nuova atmosfera.

QUANTO AL LIBRO

L'AZIONE LIMITATA

Spesso venne un Compagnoa volte lo stessotalvolta un altroa confidarmiil bisogno di agire: a che cosa

mirava? - Come l'approccio da parte suanei miei confrontirivelò anche alui pur giovanel'occupazione di creareche

sembra suprema e realizzabile con le parole; io insistoche cosa intendevaesattamente?23

Allentare i pugnirompendo una fantasticheria sedentariaper un frementeconfronto con l'ideacome quando

ci prende una vogliaoppure muoversi: ma la generazione sembra poco agitataoltre che dal disinteresse politicodal

pensiero di estraniarsi dal corpo. Trannecertola monotonia di stringeretra i garrettísulla carreggiatasecondo il

mezzo favoritol'immagine di una splendente rotaia continua.

Agiresenza questo e per chi non lo fa consistere nell'iniziare l'eserciziodel fumosignificòvisitatoreti

capiscofilosoficamentecausare per molti un moto che ti dà in cambiol'emozione di esserne stato il principiodunque

che tu esisti: cosa di cui nessuno si credea priorisicuro. Tale praticacomprende due modi; oper una volontà chea

sua insaputadura una vitafino al multiplo scoppio - cioè pensare: se noavendo attualmente degli scarichigrazie a

una lungimiranzai giornali e il loro turbinedeterminarvi una forza in unsenso qualunquee contrariata da diversicon

l'immunità del risultato nullo.

A piaceresecondo la disposizionepienezzafretta.

Il tuo atto sempre si applica a della carta; infattimeditaresenza traccediventa evanescentese non si esalta

l'istinto in qualche gesto veemente e perduto che tu hai cercato.

Scrivere -

Il calamaiocristallo come una coscienzacon la sua gocciaal fondoditenebre relativa a che una cosa sia:

poiallontana la lampada.

Hai notatonon si scrive luminosamentesu campo oscurosolo l'alfabetodegli astricosì si indicaabbozzato

o interrotto; l'uomo insegue nero su bianco.

Questa piega di oscuro merlettoche trattiene l'infinitotessuto da milleciascuno secondo il filo o il

prolungamento ignoratosuo segretocollega arabeschi distanti ove dorme unlusso da inventariarestrigenodo

fogliamee da presentare.

Con un nulla di misteroindispensabileche restaespressoper poco.

Io non so se l'Ospite perspicacemente circoscrive il suo campo di sforzo: mipiacerà delimitarloe anche certe

condizioni. Il diritto a compiere qualcosa di eccezionale o di sottrarsi alleazioni volgarisi pagada parte di chiunque

con l'omissione della sua persona e si potrebbe dire con la sua morte comeindividuo. Gestaegli le compie in sogno

per non disturbare nessuno; e tuttavia il programma ne resta esibito percoloro che non se ne curano.

Lo scrittoredei suoi malidraghi che ha coltivatoo di un'allegrezzadeve farsi nel testo lo spirituale istrione.

Pavimentolampadarioobnubilamento dei tessuti e liquefazione deglispecchinell'ordine realefino ai salti

eccessivi della nostra forma avvolta in veliin un arresto immobile dellavirile staturaun Luogo si presentascena

amplificazione davanti a tutti dello spettacolo di Sé; lìin ragione degliintermediari della lucedella carne e delle risail

sacrificio che vi compieper quanto riguarda la sua personalitàl'ispiratoreriesce completo o èin una resurrezione

estraneala fine per lui: il suo verboriecheggiato e vanoormai si esalanella chimera orchestrale.

Una salaegli si celebraanonimonell'eroe.

Tutto accade come nello svolgimento delle feste: un popolo testimonia dellasua trasfigurazione in verità.

Onore.

Cercatedove esistaqualcosa di simile -

Verrà forse riconosciuto in quegli edifici sospetti che si staccanoper uneccesso di banalitàdall'allineamento

comunecon la pretesa di sintetizzare le cronache di un quartiere; ose unfrontonesecondo il gusto divinatorio

franceseisola in una piazza il suo spettroio saluto. Indifferente a ciòchequa e làsi dicecome attraverso canali la

fiamma dalle lingue esigue.

Così l'Azione letterarianel modo convenutonon trasgredisce il Teatro; visi limita alla rappresentazione -

immediato svanimento dello scritto. Finisca questonella strada o altrovela maschera cadenon ho più a che fare col

poeta: spergiura il tuo versonon dotato che di un debole potereall'esternotu preferisti alimentare il residuo di intrighi

legati all'individuo. A che serve il precisarti - lo sapevi fin da bambinocome meche ne conservai la nozione grazie ad24

una qualità o difetto d'infanzia esclusivi - questo puntoche tutto ciòche veicolo o stabilità si offre ora all'idealegli è

contrario - quasi una speculazione sul tuo pudoreper il tuo silenzio - odifettosonon diretto e legittimo nel senso che

volle poco fa lo slancio dell' animaed è viziato. Infatti mai èsufficiente un malessereio chiariròcon certezzacon

prossime digressioni quante ne saranno necessariela reciprocacontaminazione dell'opera e dei mezzi: ma prima non è

opportuno esprimersi ampiamentecome fumo da un sigarocon giochicirconvolutorila cui vaghezza almeno si

disegni sulla luce elettrica e cruda?

Una persona delicatasperoha sofferto -

Esternamentecome il grido della pianurail viaggiatore percepiscel'angoscia del fischio. «Senza dubbio» si

convince: «stiamo attraversando una galleria - i tempi - quellalunga l'ultimache striscia sotto la città prima della

stazione onnipotente del virginale palazzo centraleche la corona». Ilsotterraneo durerào impazientequanto il tuo

raccoglimento a preparare l'edificio alto di vetro lucidato da un volo dellaGiustizia.

Il suicidioo astensionenon far nullaperché? Unica volta al mondoperchésempre a causa di un

avvenimento che poi spiegherònon esiste Presenteno - un presente nonesiste... Per mancanza di una dichiarazione

della Follamancanza - di tutto. Mal informato colui che si dichiarassecontemporaneo di se stessodisertando

usurpandocon uguale impudenzaquando il passato è finito e tarda unfuturo o i due si rimescolano perplessi per

mascherare lo scarto. Esclusi certi articoli di fondoincaricati didivulgare una fede nel quotidiano nulla e senza

capacità di giudicare se il flagello misuri il suo periodo a un frammentoimportante o nodi secolo.

Così conservati e resta.

La poesiacosa sacra; che fa tentativiin caste crisi isolatamentementrel'altra gestazione è in corso.

Pubblica.

Il Libroin cui vive lo spirito soddisfattoin caso di malintesose uno èobbligato da qualche slancio di purezza

a scuotere il grosso del peso. Impersonaleil volumetanto vale separarsenecome autorenon richiede approccio di

lettore. Talesappitra gli accessori umaniè unico: fattoesistente. Ilsenso sepolto si muove e si dispone nei fogli in

coro.

Lungila superbia di porre un interdettoanche per quanto è nei fastisull'istante: si constata che un caso vi

nega i materiali di confronto ai sogni; o che aiuta un atteggiamentospeciale.

TuAmicoche non devi essere frustrato degli anni solo perché sonoparalleli al sordo travaglio generaleil

caso è strano: ti domandosenza che tu esprima giudizioper mancanza diconsiderazioni improvvisedi trattare la mia

indicazione come rara follianon lo proibisco. Tuttavia già questasaggezzao discernimentola temperain mancanza

di meglio- a non rischiare in uno stato di circostanze per lo menoincompletocerte conclusioni estreme d'arte che

possono scoppiareadamantinamenteora per semprenell'integrità del Libro- giocarlema anche per un trionfale

rovesciamentocon la tacita ingiunzione che nullapalpitante nel senoinconscio dell'oramostrato nelle paginechiaro

evidentela trovi pronta; inoltre che non sia forse un'altra l'ora destinataall'illuminazione.

ESPOSIZIONI

Cosìnemmeno; è fatta: ingenuocominciai a compiacermi. Un semestre hasuperato l'oblio; e abbonda

fioriscesi espande la nostra produzione letterariacome accadegeneralmente.

Una notizia corse il mercatocon il vento d'autunnoe se ne tornò aglialberi spogli solitari: traetene un riso

retrospettivo uguale al mio; si trattava di un disastro in libreriasirichiamò alla mente il termine di «crac». I volumi

nientemenocoprivano il suolo invendutiper colpa del pubblico che sidisabituava a leggere probabilmente per

contemplare direttamentesenza intermediarioi tramonti familiari allastagione e belli. Trionfodisperazionecome

accade a tali altezzenell'alto commercio delle Lettere; tanto che sospettouna forma di pubblicità congiunta allo

sgomentoper quanto seguee non saprei altrimenti perchécioè che ilromanzogradito prodotto correntepretese

l'interesse come colpito dalla calamità.

Nessuno fece allusione ai versi.

Nulla di tralasciato in questa farsa (importanzaconsultie gesti) perindicare chein nome dell'idealesi stava

per essere assimilati ai banchieri rovinatie avere una situazione soggettaai ribassi e ai capovolgimentisul mercato:

prendervi piedequasi levandolo.25

No: sembra di nogonfiatura; bisogna farci la tara.

La merce mentalecome un'altraindispensabilefa il suo corsoe iorientro da una mattinata fuoridi

primaveraincantato come ogni altro cittadino da quel po' di ebbrezza dellastrada; senza aver provatonel tragittose

non davanti alle moderne drogherie o calzolerie del librouna penamaacutae proclamata dall'architettura richiesta da

tali bazar per la costruzione di pile o colonne con la loro mercanzia.

Il lancio e la diffusione annuali del librouna volta d'invernoavanzanoora fino alle soglie dell'estate: il vetro

che metteva sull'acquisto un che di freddoè finito; e l'edizioneall'aperto sfascia i suoi pacchi verso la mano guantata

per le lontananzedella compratrice pronta a scegliere una brossura da porretra i suoi occhi e il mare.

Intercettarenotate -

È quello che fa per l'Estremo Orienteper la Spagna e per illetteratideliziosiil ventagliocon la sola

differenza che quest'altra ala di carta è più viva: infinitamente esommaria nel suo dispiegarsinasconde il sito per

portare alle labbra un muto fiore dipinto come la parola nulla e intattadella fantasticheria avvicinata dai battiti.

Così iopur poetacredoa mio dannoche iscrivervi un distico sia ditroppo.

Questo isolatorecon la virtùmobiledi rinnovare l'incoscienza delladelizia senza motivo.

Il volumee voglio dire quello di racconti o di tal genereprocede in sensoopposto: contraddittoriamente evita

la stanchezza provocata da una frequentazione d'altri direttae moltiplical'attenzione a che non ci si trovi faccia a faccia

o vicini a se stessi: attento al doppio pericolo. Espressamentené ciliberané ci confonde econ abile oscillazione tra

promiscuità e vuotofornisce la nostra verosimiglianza. E artificiosimileromanzocome ogni altra circostanza in cui si

gettino contemporanei fittizie per quanto tale circostanza sia estremanonpresenta al lettore nulla di estraneo; anzi

ricorre all'uniforme vita. Oppure non se ne trovano che similianche tra gliesseri che è dato immaginareleggendo. Con

i caratteri iniziali dell'alfabetodei quali ognuno come un tocco sottilecorrisponde a un atteggiamento di Mistero

l'astuta pratica evocherà certamente sempre delle persone: ma senzacompensare il fatto che facendole tali o prese a

prestito ai mezzi meditativi dello spirito esse mi importunino. Questiseccatori (ai quali mai apriremmo la porta del caro

ritiro) grazie alle pagine semiaperte penetranoemananosi insinuano; enoi comprendiamo che siamo noi.

Ecco quel cheprecisamenteesige un moderno: rimirarsiqualunque - servitodal suo ossequioso fantasma

tramato dalla parola pronta alle occasioni.

Mentre quando regnava il linguaggio bisognava in principio accordarlo secondola sua origineperché un senso

augusto si producesse: nel Versodispensatoreordinatore del gioco dellepaginepadrone del libro. Sia che

visibilmente appaia la sua integralitàtra i margini e il bianco; o che sidissimulichiamatelo Prosatuttavia è luise

rimane qualche segreta ricerca di musicanella riserva del Discorso.

Dunque io non interromperò il mio progetto di discernere nel volume - il cuiconsumo si impone al pubblico -

il motivo del suo uso. Il quale è (senza alcuna preoccupazione che laletteratura valga a questo scopoma proprio al suo

contrario) di ridurre subito l'orizzonte e lo spettacolo a un mediocre sbuffodi banalitàdi scritturaessenziale:

proporzionato allo sbadiglio umano incapaceda solodi attingerne ilprincipioper poi emetterlo. Il vagoo il comune e

il frustopiuttosto che bandirlioccupazione! farli propri come uno stato:dal momento che quella cosa tanto semplice

chiamata anima non acconsente fedelmente a scandire il suo volo segliendo unoslancio innato o secondo la recitazione

di versinuovi o sempre i solitima a lei noti.

Un commercioconcentrato di interessi enormi e elementariquelli delnumeroutilizza la tipografiaper la

propaganda di opinioniil resoconto di un fatto di cronaca e ciò ècomprensibilenella Stampalimitata alla pubblicità

paretralasciando così un'arte. Io non disapprovo che il ritorno di unacerta volgarità nel libro che in origine aveva

condivisoa favore del giornaleil monopolio degli strumenti del pensieroforse per scaricarvisi. Piuttosto la Stampa

soltanto da noiha voluto un posto per gli scritti - la sua tradizionaleappendice a piè di pagina a lungo sostenne il peso

del formato intero: come nei vialisul fragile negozio splendentespecchidallo scintillio di gioielli o immersi nella

sfumatura dei tessutigravemente posa un edificio pesante di numerosi piani.Meglio ancorala finzione propriamente

detta o il raccontoimmaginariosi slancia attraverso i «quotidiani» piùavviatitrionfando negli spazi principalifino

alla sommità; ne sloggia l'articolo di fondoo di attualitàche apparesecondario. Suggerimento e perfino lezione di una

certa bellezza: l'oggi non è soltanto ciò che rimpiazza ieri e presagiscedomanima esce dal tempocome generalecon

una integrità lavata e nuova. Il manifesto volgare gridato così come siimponesquadernato al croceviasubisce questo

riflesso del testo politicocome emanato da un cielo sulla polvere. Taleavventura lascia indifferenti certuni: infatti

possono immaginareun po' più o un po' meno raro e sublime il piaceregustato dalle personeche la situazione si

mantenga stabile per quanto riguarda ciò che solo è prezioso e altoincommensurabilmentee noto col nome di Poesia:26

ellasempre resterà esclusa e il suo fremito di voli altrove che nellepagine è parodiatosolo parodiatonell'aperturatra

le nostre manidel foglio frettoloso e ampio del giornale. Tuttavia amisurare la straordinaria sovrapproduzione attuale

cui la Stampa cede intelligentemente il suo mezzosi fa largo la nozione chesi stia elaborando qualcosa di assai

decisivo: come prima di un'eraun concorso per la fondazione del Poemapopolare modernoo almeno di Mille e una

notte innumerevoli: di cui una maggioranza che legge di colpo inventatasi meraviglierà. Come ad una festa assistete

voidel presenteai casi di questo folgorante accadimento! Se nol'intensità della fornace notoriamente supera un

consumo giorno per giorno.

Termina alla buona una passeggiata con questa divagazione senza altro oggettoche determinare un sentimento

tenue ma precisodi molti tra i contemporanei; ai quali ne hodel restoriferito con precauzione. Un malesserema è

peggio! quasi un fastidio - più che al grido dei giornalifarebbeaffrettare a questi letterati il passo o distogliere la vista

davanti all'incanaglirsi del formato sacroil volumealla luce del nostrogas; che ne sembra la lingua messa a nudo

volgarebuttata sul quadrivio.

La bottega accresce inoltre l'esitazione a servirsicon la stessasoddisfazione di un tempodi privilegi peraltro

loroo a pubblicare.

E poinulla; anzi tutto ciò non provoca conseguenze!

Il personaggio di cui ci si cura (almeno si esige che sia in qualche postolontano pur se non lo si sente

immediatamente) si fa indovinare: egli non insegue la facilità ordinaria oalla portata di tuttiil suo nome turbina o si

innalza per forza propriamai in rapporto con le combinazioni commerciali.

I tempi sannod'ufficiodell'esistenza del Poeta.

Se per contaredai voltii suoi invitati non presentasse che in privato ilmanoscrittosarebbe già celebre!

Foglietti di olanda antico o di giapponeornamento di consolesnell'ombra;e sebbene nulla decida lo slancio

straordinarionell'astensione da qualsiasi annuncioil fatto si compieoil miracolo. Anche il giovane amicoin fondo

alla sua provinciasubitosilenziosamente ne è edotto. Tanto da sognareda crederegiusto il tempo di rifiutarloche la

rete delle comunicazionitralasciando alcune informazioni magari quelle delgiornoabbia attivato spontaneamente i

suoi filiper tale risultato.

Ecco! tanto per ricadere dove avevo iniziatoportando ai suoi estremiun'ideaanche se dovesse esplodere a

mo' di paradosso.

Il discredito in cui versa la libreriaha a che fare meno con un arrestodelle sue operazioniio non lo vedoche

con la sua notoria impotenza nei confronti dell'opera eccezionale.

L'autoresarebbe per lui la stessa cosa il successo massimo e un mediocrebagliore monetario; in effetti non

esiste per gli scritti più diffusi guadagno letterario colossale. Lametallurgia ha il primato su questo punto. Confrontato

con un ingegnereio divento immediatamente secondario: così preferibilesarebbe stata una situazione a parte. Perché

trafficare con ciò che forse non si deve venderesoprattutto quando difatto non si vende?27

Come il poeta ha la sua divulgazionecosì vive: al di fuori e all'insaputadella pubblicitàdel banco sepolto

sotto gli esemplari o dei piazzisti esasperati: anteriormentesecondo unpatto con la Bellezzache egli si incaricò di

scorgere con il suo sguardo necessario e comprensivoe della quale conoscele trasformazioni.

IL LIBROSTRUMENTO SPIRITUALE

Una proposizione che emana da me - spesso oppostamente citata a mio elogio oa mio biasimo - la rivendico

con quelle che si accumuleranno qui - vuole sommariamente che tutto al mondoesista per costruire un libro.

Le qualitàrichieste in quest'operasicuramente il geniomi spaventanosono uno tra i diseredati: non

arrestiamocieuna volta ammesso che il volume non comporta alcuna firmavediamo com'è: l'innoarmonia e gioia

come puro insieme riunito in qualche circostanza folgorantedelle relazionitra il tutto. L'uomo deve veder divinamente

per il fatto che tale legamea volontàlimpido non trova espressione chenel parallelismo delle paginedavanti al suo

sguardo.

Sulla panchina di un giardinodove giace una pubblicazione nuovaio mirallegro se l'ariapassandoschiude

ea casoanima di aspetti l'esterno del libro: aspetti molteplici- cosatanto evidente a vedersiche nessunoda che si

leggeha forse pensato. Occasione per farloquandoliberatoil giornaledominaanche il miochemesso da parte

svolazza verso le rosegeloso di coprire il loro ardente e orgogliosoconciliabolo. Aperto in mezzo all'aiolalo lascerò

come le parole fiorial mutismo. E mi propongotecnicamente di notarequanto questo lembo differisca dal libro

supremo. Un giornale resta il punto di partenza; la letteratura vi si riversaa piacere.

Dunque -

La piegatura èin rapporto al grande foglio stampatoun indizio quasireligioso; che non colpisce quanto il suo

accumularsi in spessoreche offrecertola minuscola tomba dell'anima.

Tutto ciò che la tipografia ha trovato si riassumesotto il nome di Stampafinorain mo do elementare nel

giornale: il foglio mostra apertamentecome ne ha ricevuto l'improntaalprimo stadiobrutoil flusso di un testo. Tale

impiegoimmediato o anteriore alla produzione chiusacerto offre dellecomodità allo scrittorecolonne unite un capo

all'altrobozzeche rivelano l'improvvisazione. Cosìa rigoreun«quotidiano» prima che alla visionea poco a poco

ma di chi? offre un sensonel suo ordinamentoquasi un fascinodirei difesta popolare. Seguitemi - l'apice o articolo di

fondoche si libera evidenteattraverso mille ostacoligiunge aldisinteressee dalla sua situazioneprecipita e rimuove

lontanocome per una scintilla elettricadopo gli articoli che emergono alsuo seguitola servitù originarial'annuncio

in quarta paginain mezzo all'incoerenza di grida inarticolate. Spettacolocertamentemorale - con la riuscitache cosa

manca al giornale per cancellare il libro: sebbenevisibilmente ancoradalbasso o meglio alla basegli sia legato da una

impaginazionequella dell'«appendice»che comanda l'insieme dellecolonne: nullao quasi - se il libro si attarda

qual'èuno sboccoindifferentein cui si svuota l'altro... Perfino nelformatoozioso: ed è vano il contributo di questa

straordinaria piegaturacome volo raccolto ma pronto ad allagarsiovveroritmo. Iniziale causa che un foglio chiusose

contenga un segretoil silenzio vi dimoriprezioso e seguano segnievocatoriper lo spiritodel tutto letterariamente

abolito.

Sìsenza il ripiegamento della cartae gli aspetti segreti che inducel'ombra sparsa in neri caratterinon

presenterebbe una ragione di diffondersi come un relitto di misteroinsuperficienello scarto sollevato dal dito.28

Il giornaleil foglio allargatopienoriceve dalla stampa un risultatoindebitodi semplice maculatura: nessun

dubbio che lo sfolgorante e volgare vantaggio siaevidente a tuttilamoltiplicazione dell'esemplare e consista nella

tiratura. Un miracolo premia questo beneficionel senso alto che le paroleoriginariamentesi riducono all'uso di una

ventina di lettereuso dotato di possibilità infinite fino a consacrare unalingua - e il loro diveniretutto vi rientra per

subito risorgereprincipio - e così la composizione tipografica si accostaad un rito.

Il libroespansione totale della letterada questa deve trarredirettamenteuna mobilità e spaziosoper

corrispondenzeistituire un gioconon si sa qualeche confermi lafinzione.

Nulla di fortuito là dove sembra che un caso catturi l'idealo strumento èlo stesso: non si giudichinodi

conseguenzaquesti propositi - industriali o collegati a una materialità:la fabbricazione del libronell'insieme che

sbocceràcomincia fin da una frase. Immemorialmente il poeta seppe il postodi quel versonel sonetto che si iscrive

per lo spirito o su spazio puro. A mia voltaio sottovaluto il volume e unameraviglia che è insita nella sua strutturase

non possoscientementeimmaginare un certo motivo in vista di un luogospecialepagina e altezzanell'orientamento

della sua luce speciale o relativa all'opera. E in più il va e vienisuccessivoincessante dello sguardofinita una riga alla

seguenteper poi ricominciare: simile pratica non rappresenta la deliziadopo aver immortalmente rottoper un'oracon

tuttodi tradurre la propria chimera. Altrimentise non c'è esecuzioneattivacome di brani sulla tastieramisurata dalle

pagine - perché non si chiudono gli occhi per sognare? Non è presunzionené asservimento fastidioso: ma l'iniziativail

cui lampo è in ognunoraccorda la notazione frammentaria.

Un solitario tacito concerto è offertocon la letturaallo spiritocheriguadagnasu un timbro minoreil

significato: non mancherà alcun mezzo mentale all'esaltazione dellasinfoniasolo rarefattoed è tutto - grazie al

pensiero. La Poesiavicina all'ideaè Musicaper eccellenza - nonconsente inferiorità.

Ecco pertantonel caso concretoda parte miaa proposito delle brossure daleggere secondo l'uso corrente

brandisco un coltellocome il cuoco sgozzatore di pollami.

La piegatura vergine del libroinoltresi offre ad un sacrificio del qualesanguinò il taglio rosso degli antichi

tomi; l'introduzione di un'armao tagliacarteper stabilire la presa dipossesso. Quanto più personale saràin futurola

coscienza senza questo simulacro barbaro: quando si farà partecipazioneallibro aperto qua o làvariato in arie

indovinato come un enigma - quasi rifatto da sé. Le pieghe perpetueranno unsigillointattoche invita ad aprirea

chiudere la paginasecondo il maestro. Quanto cieco e lieve è unprocedimentol'attentato che si consumanella

distruzione di una fragile inviolabilità. La simpatia andrebbe al giornaleposto al riparo da tal trattamento: la sua

influenza è nondimeno fastidiosapoiché impone all'organismocomplessorichiesto dalla letteraturaal divino volume

una monotonia - sempre l'insopportabile colonnache ci si accontenta disuddividerein dimensioni di paginacento e

cento volte.

Ma...

- sento direpuò non essere più così; e cercherò di sfuggitainfatti l'opera soltantoo preferibilmentedeve

essere esempiodi soddisfare il particolare della curiosità. Perché mai ungetto considerevole di grandezzadi pensiero o

di emozioneuna frase perseguitain carattere grandeuna riga per paginasecondo una posizione gradualenon

potrebbe trattenere l'attenzione del lettoreper tutta la durata del librofacendo appello alla sua possibilità di

entusiasmo: attorno minutialcuni gruppi di parolein secondo piano inrapporto alla loro importanzaesplicativi o29

derivati - un vivaio di fioriture.

È forse affettazione il cercar di sorprendere con un enunciatolontanoglisciocchi curiosi; acconsentireise

moltiche io seguonon mostrasseronell'istinto diverso che fece lorodisporre gli scritti in modo inusitatodecorativo

tra la frase e il versocerti tratti simili a questo. Orasi pretende chesia isolato: e siain virtù della fama di

chiaroveggenza richiesta da questo tempoin cui tutto deve essere manifesto.Uno divulga la sua intuizione

teoricamentee forse anche a vuoto dato il momento: egli sa che simili ideeche toccano l'arte letterariadevono essere

rivelate fermamente. L'esitazionetuttaviadi scoprire bruscamente tuttociò che ancora non ètesseper pudorecon la

sorpresa generaleun velo.

Attribuiamo a vaghi pensieriprima della letturain un'aiolal'attenzionesollecitata da una farfalla bianca: è ad

un tempo dovunque e da nessuna partee svanisce; ma non senza che unnonnulla di acuto e di ingenuoa cui ho ridotto

l'argomentopoco fa sia passato e ripassatocon insistenzadavanti allostupore.

IL MISTERO NELLE LETTERE

Pure prerogative sarebbero questa volta in balia di volgari burloni.

Ogni scrittoesteriormente al suo tesorodeveper riguardo verso quelli dacui in fondo prende a prestito il

linguaggio per uno scopo diversopresentare con le parole un significatoanche se indifferente: ci si guadagna a sviare

l'oziosofelice che nulla a prima vista lo riguardi.

Scampoappuntoda una parte e dall'altra -

Setuttavianon inquietasse non so quale scintilliosotto sottopocoseparabile dalla superficie concessa alla

retina - che attira il sospetto: i più smaliziatitra il pubblicochiedonodi tagliar cortodichiaranocon aria seriache

appuntoil contenuto è inintelligibile.

Sciagura comica per chi cade sotto il colpoe si trova avvolto in un'immensosbeffeggiamento e mediocre: così

da sempre - ma forse non quanto infierisce attualmente il flagello concompattezza ed eccesso.

Deve esserci qualcosa di occulto nel fondo di tutticredo decisamentequalcosa di misteriososignificativo pur

chiuso e nascostoche abita la comunità: infattiappena questa massa ègettata su una traccia che è una realtàesistente

per esempiosu un foglio di cartain un certo scritto - non in sé - ed èquesto che è oscuroecco che si agitauragano

ansioso di attribuire le tenebre a qualunque cosaprofusamentein modoflagrante.

La sua credulità grazie ai molti che la confortanotrovandoci untornacontoscatta all'eccesso: e il fautore

dell'Ombrada essi designatonon potrà più d'ora innanzi proferire unaparola se non provocando una scossa: che sia

quella l'enigmache essa non tagli con un colpo di ventaglio delle suegonne: «Non capisco!» - anche se l'innocente

avesse solo annunciato di volersi soffiare il naso.30

Oraseguendo l'istinto dei ritmi che l'eleggeil poeta non può non vedereuna mancanza di proporzione tra il

mezzo scatenato e il risultato.

Gli individuia suo parerehanno tortonel loro progetto che pur si rivelaesatto - in quanto attingono a

qualche calamaio senza Notte l'inutile strato sufficiente diintelligibilitàche lui a sua volta si obbliga a rispettarema

non da sola - agiscono in modo poco delicatospingendo la Folla (ivi inclusoil Genio) a un simile eccessoa riversare

in una gazzarra la vasta incomprensione umana.

A proposito di quel che non importava.

- Giocando la partitagratuitamente o per un interesse secondario: esponendola Nostra Signora e Patrona a

mostrare la sua deiscenza o lacunariguardo a qualche sognocome la misuraa cui tutto si riduce.

Io soin effettiche costoro si mostrano in scena e assumono nella parataproprio lorola posizione più

umiliante; poiché argomentare d'oscurità - ma nessuno capirà se essicapiscono ed essi non capiscono - implica una

rinuncia anteriore a giudicare.

Ne segue lo scandalo sproporzionatosebbene rappresentativo -

Concerne un'impresa che letterariamente non ha peso -

La loro -

Esibire le cose in un imperturbabile primo pianoda venditori ambulantiincitati dalla pressione del momento

d'accordo - in questo casoperché scrivereindebitamentesolo per esporredelle banalità; piuttosto che tendere la

nuvola preziosache fluttua sull'intimo abisso di ogni pensierovisto chevolgare è ciò a cui si decreta un carattere di

immediatezza e nulla più. E così crudamente imitanoquesti copiatorisebbene io eviti l'immagine per metterli di

persona «spalle al muro»che al posto del labirinto illuminato di fioridove ci invita il piacereoffronosu una strada da

emicrania la resurrezione in calcinacciin piedidell'interminabilececitàsenza giochi d'acqua protetti né fronde al di

sopra svettantima solo fondi di bottiglia e cocci ingrati.

Persino la pubblicità esita ad aderirvi.

- Ditemicome se esistesse una chiarezza a getto continuo; o se essa nontragga da interruzioni il carattere

momentaneodi liberazione.

La Musicaa suo tempoha spazzato via tutto questo -

Anche solo nel corso di un pezzoattraverso veli fintiperaltro quelli chenoi stessi vogliamoun soggetto si

dipana dal loro successivo stagnare accumulato e dissolto con arte.

È una disposizione abituale.

Si puòdel restocominciare da uno scoppio trionfale troppo brusco perdurare; invitando la sorpresa a

concentrarsiin ritardi liberati dall'eco.

Caso inverso: i dubbi sonoin un ripiegamento nero ansioso di concentrare lostato d'animo su un punto

schiacciati e ispessiti perché ne scaturisca uno splendore definitivosemplice.

Questo procedimento intellettualegemelloè notevole nelle sinfoniechelo trovarono nel repertorio della31

natura e del cielo.

- Lo sosi vuole limitare alla Musica il Misteromentre anche lo scritto lopretende.

Le lacerazioni strumentali supremeconseguenza di arpeggi transitoriesplodonodirettamentecome

argomentazioni di lucepiù veritieredi alcun ragionamento mai tenuto; cisi può chiedereascoltandocon quali termini

del vocabolariose non nell'ideatradurle grazie a questa virtùincomparabile. Un diretto adattamento a non so cosanel

contattola sensazione insinuata che una parola stonerebbeper intrusione.

Lo scrittotacito volo d'astrazioneriprende i suoi diritti davanti allacaduta dei suoni nudi: entrambiMusica e

luiintimando una preliminare disgiunzione dalla parolacertamente perl'orrore di essere oggetto di chiacchiera.

Identica avventura contraddittoriada cui questo discende; da cui quella silibera: ma non senza trascinare con

sé i veli d'origine.

Sottovocea parteforse per raccogliermi. Mossi dall'intenzionedato chesi domanda dello stile - cosa neutra

ci si immagina - che la sua espressione non si oscuri nel tuffo e nonruscelli di spruzzi schizzati: chiuso all'alternativa

che è la legge.

Quale sostegno in questi contrastisento direper l'intelligibilità? Civuole una garanzia -

La Sintassi -

Non i suoi scherzi spontaneisoliinclusinella scioltezza dellaconversazione; sebbene l'artificio eccella per

convincere. Una parlatail franceseche conserva una eleganza nell'appariretrascurato e il passato testimonia di tale

qualitàche si stabilì in origine come dono di razza fondamentalmentesquisito: ma la nostra letteratura va oltre il

«genere» della corrispondenza o delle memorie. Gli abrupti alti giochid'alasi specchieranno e chi li conduce

percepisce una straordinaria coerenza della strutturalimpidacon leprimitive folgori della logica. Un balbettioquale

sembra la frasequi inibito dall'uso molteplice di incidentalisi compone es'innalza in un superiore equilibriodal

bilanciamento previsto di inversioni.

Se qualcunosorpreso dall'ampiezzavorrà incriminare sarà la Linguadicui ecco il gioco.

- Le parolein se stessesi esaltano per mille sfaccettature riconosciutele più rare o valgono per lo spirito

centro di sospensione vibratoria; il quale le percepisce indipendentementedalla sequenza ordinariaproiettatecome in

pareti di grottafin che dura la loro mobilità o principioessendo esseciò che non si dice discorso: pronte tutteprima di

estinguersiad una reciprocità di fuochi distante o presentata di sbiecocome una contingenza.

Il dibattito - che l'evidenza media necessaria limita al particolareè dicompetenza dei grammatici. Ma se uno

sfortunato si sbagliasse a ogni occasionela differenza con lo scempio inauge attualmente non sarebbe così marcata da

far nascere il bisogno di distinguerlo dai denunciatori: ma egli rifiutal'ingiuria di oscurità - perché nonell'insieme

correnteanche altred'incoerenzadi ripetitivitàdi plagioe non senzaincorrere in un biasimo speciale e preventivo - o

ancora un'altradi piattezza; ma quest'ultima riguarda in particolare lepersone cheper evitare al pubblico di capireper

prime simulano l'imbarazzo.

Io preferiscodavanti all'aggressioneritorcere che certi contemporanei nonsanno leggere -

Se non il giornale; che certo regala il vantaggio di non interrompere il corodelle preoccupazioni.

Leggere -

Questa pratica -

Appoggiaresecondo la paginaal bianco che la inaugura la propriaingenuitàobliosa anche del titolo che

parlerebbe troppo alto: e quando si sia allineatoin una incrinaturaancheminimadisseminatail caso vinto parola per

parolaindefettibilmente il bianco ritornapoco prima gratuitoora certoper concludere che non esiste nulla al di là e

autenticare il silenzio. -

Verginità che solitariamentedavanti alla trasparenza di uno sguardoadeguatoa sua volta si è come divisa nei

suoi frammenti di candorel'uno e l'altroprove nuziali dell'Idea.

L'aria o canto sotto il testoconducendo la divinazione da un puntoall'altrovi applica il suo motivo in rosone

e fregio invisibili.32

L'ULTIMA MODA

Gazzetta mondana familiare

LA MODA

GIOIELLI

Parigi1° agosto 1874

Troppo tardi per parlare della moda d'estate e troppo presto per parlare diquella d'inverno (o anche

dell'autunno): sebbene numerose grandi case di Parigi si occupino già (aquanto ne sappiamo) delle loro collezioni per

l'inizio dell'inverno. Così ogginon avendo a portata di mano nemmeno glielementi necessari per cominciare una

toilettevogliamo intrattenere le nostre lettrici sugli oggetti utili acompletarla: i Gioielli. Paradosso? no: non c'è forse

nei gioielli qualcosa di permanentee di cui è opportuno parlare in uncorriere di Modadestinato ad attendere la moda

da luglio a settembre?

Cerchiamo il Gioielloisolatoin se stesso. Dove? dovunque: cioè un po'sulla superficie del globoe molto a

Parigi: infatti Parigi rifornisce il mondo di gioielli. Certo! Ogni contradaper sua naturacome una floranon presenta

uscito dalle mani dell'uomouno scrigno completo? L'istinto di bellezza e direlazione con i diversi climiche regola

sotto ogni cielola produzione delle rosedei tulipanidei garofanièestraneo a quella degli orecchinidegli anelli e dei

braccialetti? Fiori e gioielli: ogni specie non hacome direil suoterreno? Un certo splendore di sole si addice a questo

fioreun certo tipo di donna a quel gioiello. Tale armonia naturale regnònel passatoma sembra abolita nel presente; se

si eccettuano i popoli rimasti agli occhi di tutti barbario anche certicontadini cheda noipassano per ribelli alla

civiltà. La Civiltà! leggete «l'epoca in cui è scomparsa quasi del tuttola potenza creatrice... nei Gioielli come nei

Mobili»; enell'un caso come nell'altrosiamo costretti o a esumare o aimportare. Importare che cosa? i braccialetti di

vetro filato dall'India e gli orecchini in carta ritagliata dalla Cina? no;maspessoil gusto ingenuo che presiede alla loro

creazione. Esumare che cosa? i pesanti ornamenti dei secoli dimenticatifatti per mettere in risaltocon uno splendore

violentoi velluti di teatro e i broccati di sacrestia: per nullamal'ardire con cui si pongono come tocchi magistrali su

ciò che è abituale. Chissà? bisogna anche andare fino al punto anterioredi unione di queste due ispirazioni diversissime

dell'arte dell'orefice: e cioè nell'antichità classica e barbara. Il nostroMuseo Campana (ricorderete): domandate ai

grandi gioiellieriche si chiamino Froment-MeuriceRouvenat o Fontenaysela loro ammirevole scienzatutta critica

non viene di làcome anche dalle vetrine dell'Hôtel de Clunyo dal bancoparigino dei mercanti giapponesiperfino

algerini.

Così Parigi da sola si compiace di riassumere l'universofacendosi museo eallo stesso tempo bazar: nulla che

non accettidi strano; nulla che non vendadi squisito. Londracertohadei gioiellisingolarimassiccie io vi trovo un

certo fascino intimopreferibile solo a uno dei nostri difettie cioènella gioielleriaquello di essere ricercati; rimaniamo

semplicementequiornatisti. La Decorazione! tutto è in questaparola: e io consiglierei a una signorache esita a chi

affidare il disegno di una Gioia desideratadi domandarloquel disegnoall'architetto che le costruisce il palazzo

piuttosto che alla sarta illustre che le confeziona il suo abito da sera.Talein una parolal'arte del Gioiello; edetto

questo per non tornarci più soprapassiamo da alcuni luoghi comuni adalcuni particolari.

Nient'altro che del semplice: è provato oggi che alcune passeggiatepomeridiane al boulevardsin rue de la

Paixal Palais -Royale in alcuni ateliers celebribastano a rivelarci «tuttociò che si fa di meglio al mondo»per usare

in senso proprio una formula banale.

Notiamose lo voleteSignorei rari oggetti di pietre e di metallipreziosi che possono concorrere alla sobria

acconciatura delle vostre figlie: prima di trattare in modo più completo ilnostro argomento in relazione ad un'età di

piacere e di pienezza della vita.

Ecco alcuni gioielli che una madre elegante potrà scegliere per unagiovinetta dai diciotto ai vent'anni: per un

abito da città. Orecchini in orouniticon un piccolo ciondoloassortito che si passa in un velluto nero da annodare

attorno al collo. Un'altra cosa! cerco nei miei ricordi di ieried evoco:una deliziosa parure da annodare sempre attorno

al colloin corallo rosamoltomolto pallidocon collana simile; un'altrain turchesicon lo stesso piccolo ciondolo

(cosa adattissima ad una giovinetta)o anche in turchesi e perle. Vedoanchepensandoci benedei pendenti da orecchie

e una piccola spilla a forma di freccecon una perla fine all'estremità;insieme delizioso. Tutti hanno al braccio un

braccialetto portafortunad'oro unito o con perle e turchesi; e al dito unanellouno solosempre semplicesenza

brillanti né smeraldismaltatoo tutt'al più con una minuscola miniatura.Nel campo della fantasiasi potranno scegliere

pendenti da orecchie e una croce in vecchio argento con pietre genere antico:che il gioiello venga dalla Bretagna o

dalla Provenzadalla Normandiadalla Germania o dall'Olanda. Dato che igioielli che si portano di giorno sono ben

diversi da quelli della seradovremmo fare grande attenzioneseperesempiodovessimo comporre un corredo di33

nozzea porvi gli uni e gli altri.

Un corredo di nozze! Cominceremmo col mettervi un paio di pendenti tuttiin orodi un lavoro assolutamente

artisticolunghi(perché la Moda vuole così)a cui potremmo assortireuna graziosa croce con catena; una seconda

parure in lapislazzulipietra oggi molto apprezzatae una terza piùelegante: dei granati cabochon tagliati a forma di

pera o di mela il cui picciolo è guarnito di diamanti. Gemelli assortiti aciascuno di questi insiemi.

Sceglieremmo poiper cene e serateorecchini e un medaglione con al centrouna grossa perla nera circondata

da tre file di brillanti; è un oggetto nuovissimoin questo momentodaigrandi gioiellieri: quelli di cui citavamo i nomi

sopra o altri ancora.

Una bellissima parure troverebbe posto vicino alla precedente: composta dizaffiri tagliati piattie circondati di

brillanti. Questa pietrapiù che mai ricercata in questo momentoeclissaun po' col suo splendore meno vivo i superbi

smeraldi. Collana analoga. Preferirei queste gioie diverse agli eternisolitari in brillantiche abbiamo portato così a

lungo.

Chi vuol sapere dei braccialetti? Ne ho visto ieri uno splendido in oro erubini; poi tanti anelli di brillanti o

smeraldioppure con cammei (questi ultimi ritornano di moda). Vi lasciosceglier la spilla per lo scialle.

Un flaconcinosia in ori diversirosaverdi o gialliLuigi XV o LuigiXVIa ghirlanda (o modernoin smalto

con foglie e uccelli giapponesi)poiché è un oggetto indispensabileaccanto al fazzoletto di pizzostaremo ben attente a

non dimenticarlo; non più del ventaglio: in seta nera con gallone rosaazzurro o grigioper l'abito da mattinoin seta

bianca con pittura per le cerimonie. Il soggetto pittorico si pone di lato enon più in centro. Tuttavia nulla varrà mai un

ventaglioper quanto ricco nella montaturao anche assai semplicese nonpresentaprima di tutto un valore ideale.

Quale? quello di un dipinto: anticodella scuola di Boucherdi Watteau emagari di questi stessi maestri; modernodel

nostro collaboratore Edmond Morin. Scene di terrazzi di dimore o di parchiereditari e dell'asfalto e della spiaggiail

mondo contemporaneo con la sua festa che dura tutto l'anno: ecco che cosa cimostrano questi rari capolavori tra le

mani delle grandi dame.

Tutto questo esposto un istante al vostro sguardoSignoreentraa diversititolinel Corredo: anche un

cachemire delle Indiedi qualunque prezzodato che questo capo non si portache assai di rado (infatti la Moda non lo

ammette più come elegante). Che scivoliquesto scialledalle spalle con lesue pieghe orientali e avvolga altre

meraviglie: tutto il delizioso scrigno che abbiamopietra a pietra o perla aperlaraccontato. Quanto ai merlettili

vogliamo di un gran prezzo: questo lavoroche esce dalle mani delle fatestessenon ammette la mediocrità. Volanti

sciallitunicaventagliombrellino: dello Chantilly; volantitunicaventaglioombrellino o fazzoletto: applicazione di

Bruxelles (punto ad ago); non c'è che da non scegliere! Non ingombreremo divelluti e seta il nostro corredopoiché

questi tessuti riguardano la sarta; e a proposito di sartami è scappatodetto - ma bisogna anche predire! - che dovevamo

attenderci un cambiamento assoluto nella tournure. Si pretende che nonha più motivo di esistereche la vita non deve

più essere segnata: poiché ormai è un fatto già quasi vecchio che siporta lunga e anche assai lunga.

La Modaquesta voltanon potrebbe venire dall'Esposizione di Pittura? Si èvisto in un primo momento con

stuporepoi non senza una certa soddisfazioneun ritratto e anzi parecchiin cui volti giovani e moderni spiccavano su

uno di quei lunghi busti dei secoli scorsi. Ci sarà questo punto curioso dachiarireall'inizio di settembree cioè se tale

resurrezione durerà anche la prossima stagione! Così oragli occhiabbagliati da iridescenzeda opalescenze o da

scintilliipotremo forse guardaresenza penaqualcosa di tanto vago quantol'Avvenire.

Marguerite de Ponty

CRONACA DI PARIGI

TEATROLIBRIBELLE ARTINOTIZIE MONDANE

Cronaca: ma senza passato? Infatti noi arriviamo con il nostro solo avveniresconosciuto. Il numero

preliminare della Dernière Mode ha come scopo principale quello direstare sotto gli occhi del pubblico quasi da luglio

a settembre; ea Parigiun mese intero non è forse un periodo più vago emeno definito di quanto non sia l'eternità

stessa? Approfittiamo di questa fase d'esistenza assai poco attualeche ogginoi attraversiamoPer prendere un tono

generaleche non è disdicevole all'inizio delle nostre chiacchierate. Ciòche si propone ciascuna di queste brevi

conversazioniè indicato abbastanza bene dal posto che occupa nel giornalescelto tra il Corriere della Moda e la parte

letteraria: parlarecertodelle opere dello spiritoma sempre secondo ilgusto del momento. Ecco una nuova raccolta di

Poesia dove si trovano i versi pubblicati nel nostro numero; o una scelta dinovelle di cui il racconto quindicinale vi dà

la primizia: questi prodotti dell'ultimo grido (e altri ancora) sono allaModa o devono esserlo? Criticaapparentemente

frivola? noperché parte da questo dato acquisito che tutte le donne amanoi versi quanto i profumi o i gioielli o

addirittura i personaggi di un racconto come se stesse. Piacere loro dunque ocercare di meritarlo: non conosco

un'ambizionemutata in trionfo se ci si riesceche si adatti meglio aun'opera in prosa o in versi. Si va ripetendonon

senza veritàche non ci sono più lettori; lo credo beneci sono dellelettrici. Soltanto una Donnanel suo isolamento

dalla Politica e dalle preoccupazioni tetreha il tempo necessario persentireterminata la sua toiletteil bisogno di34

adornarsi anche l'anima. Che un certo volume rimanga per otto giornisemiapertocome un flaconesulle seteornate di

chimeredei cuscini; e che un altro passi da quel banco di prova sullelacche di un salottinonon lontano dagli scrigni

chiusi fino alla prossima festa: ecco il nostro modo assai semplice digiudicare. Aggiungervi: il perché? se si vuolema

con una parola; con quella parola difficile da trovarechecon il titolo diun librosi incide per sempre nella nostra

memoriabreve e completa. Talvolta un sorrisoche accompagna l'offerta diun volume da parte di un amicosostituisce

tacito ogni commento da parte sua: e le grandi amicizie indimenticabili dellavita nascono spesso da questo fatto. Io

saròignoratol'amico che presta libri. Quando il numero si accrescerà alpunto che le poche righe utilizzate ad

enumerarli imiteranno il catalogo di una bibliotecatanto peggio o tantomeglio! Il caso sarà frequente: infatti la

sorpresamagnifica e affascinanteche io conservo per chi mi ascolteràanche distrattamenteè di mostrare che nessuna

epoca quanto la nostra produce opere fatte per essere lette nelle ore disilenzio; disinteressateil cheper l'élitevuol dire

interessanti.

Compito gradevole: ma per quanto riguarda per esempio gli spettacolipiùdifficile. Un libro è presto chiuso

se fastidiosoe si lascia lo sguardo svagare in quella nube di impressioniche a volontàcome gli antichi deila persona

moderna sprigiona per interporla tra le avventure banali e se stessa. Qualeinevitabile tradimentoal contrarionel fatto

di una serata della nostra esistenza persa in quell'antro di cartone e ditela dipintao di genio: un Teatro! se nulla vale a

suscitare il nostro interesse. Nessuna nuvola in cui avvolgersisotto laluce reale del gasse non la veste di tessuti

vaporosistazzonati nell'impazienza. Vanesplendideincomprensibiliviventi marionette davanti a noi proclamano ad

alta voce la loro stupiditàsu un fondo di noia intensa ed esasperata; eche le rende quasi attori di un incubo speciale

per fortuna assai raro. Nullala Scenapaesaggio del Nord o del Sudinterno di palazzo grandiosoattirerà sempre un

po' della nostra attenzioneper il solo fatto che evoca quei siti; e noi cidivertiremo degli abiti antichi o stranierianche

contemporanei dei nostri e trasfigurati! Sìconcesso questoche l'artedrammatica del nostro temp ovastasublime

quasi religiosaè ancora da trovare (e nulla ci autorizza in questechiacchierate di una mezz'ora a formularne l'ideale)ci

resta da mostrare a ditosemplicementei Direttoridavanti alla cui portasi forma la coda dove parcheggiano le file fitte

delle carrozze. Gesto che dovremo fare in ogni momento dell'annoperchésela curiosità pura non è mai disoccupata

Parigidavverodi cui il mondo intero copia le scene!ha sempre di chetenerla sveglia. Alle Rubriche tradizionali dei

lunedì o dell'indomani delle prove generalispeditesotto la fascetta deigrandi giornali politiciin ogni dimora assai

prima di quando siamo recapitati noilasciamo (per non fare doppioni connessuno)il compito di classificare o di

analizzare l'operadi giudicarladi definirla con competenza. Tutta lanostra estetica è in queste parole: c'èin quella

salamotivo di divertirsi? e: Qui si ride; là si piangeoppure: La verarappresentazione èin questa notte di galanon ciò

che illumina la ribaltama il lampadario; o ancora (secondo l'ordine) ciòche accade sulla scenae non nei palchi. Una o

due volte all'annotuttaviala brossurache contiene l'opera stampatapuò appassionarci come tutti: allora ne

discuteremo.

Solennità perfettamente intimel'una: porre il tagliacarte d'avorionell'ombra che fanno le due pagine unite di

un volume: l'altralussuosafiera e così particolarmente parigina: una Primain qualsiasi luogo. Non ci sono altre date

che queste? L'apertura dell'Esposizione delle opere degli Artisti viventimostra una cerimonia che non è affatto

inferioreagli occhi delle persone intelligentie lo sono altrettanto leMostrele Vendite di soprammobili e le

Esposizioni dell'opera particolare di un Maestroindicateoraallasanguigna o semplicemente con l'unghia sul

calendario della fashion. Noi compariremo dovunquecon lo stessoatteggiamento: attenti alla somma di piacere che

può trarreda queste nuove usanzeuna persona del nostro tempo. Esempi:«Questo generein Pitturasembra fatto per

la decorazione dei pannelli o della volta dei nostri appartamenti. A queltalentoil solo capace di dare ad un volto il suo

carattere tipicamente modernodomandiamo i nostri ritratti. Chi vuolesognare e non può? Eccocrepuscolo o fronde

dei rêvoirs: angoli di solitudine da far dimenticare i cespugli veridei bei giardini dove si mostri una statuaammirata

quest'estateai Champs-Elysées nella platea della Scultura. Interessarealle abitudini del bello ordinarioè un po' il

nostro scopo; ma ancor di più la diretta utilizzazione dei delicati piaceridi ogni intento manifestato da un artista».

«Libriteatro e simulacri ottenuti con il colore o con i marmi: l'Artesemprema la vitaimmediatacara e

molteplicela nostracon i suoi nonnulla serinon se ne parlerà neivostri discorsi?» Che importaSignorache nel

salottotestimone del vostro trionfoil trumeau tradizionaleper isuoi ornamenti scolpitirivendichi una maschera

tragica o comicaaccompagnato da un flauto mescolato a dei pennellimentrese ne srotola a mezzo un manoscritto: se

tutto questo vecchio stile francese (ancora di moda!) orna semplicemente ilquadro di uno specchioin cui voi vi

riconosciate. Voi e altre posandovi gli occhiquando il ritmo delle danzed'inverno vi riporta a vostra volta davanti a

questo specchio imparzialetutte cercherete la regina della festa con unosguardoche andrà diritto alla vostra

immagine; perchéinfattiquale donnaessendo sempre tale regina perqualcunonon lo è un po' per se stessa? Mille

segreti (storia volubile di una serata) staccandosi dalla confusione del belmondotroveranno quiprima di confondersi

con l'avvio dell'orchestrauna eco; liste di ballerini perdute con i fioriappassitiprogramma di concerto o carta degli

invitati a cenacompongonocertouna letteratura particolareche ha insé l'immortalità di una settimana o due. Nulla35

deve essere trascurato dell'esistenza di un'epoca: tutto vi appartiene atutti. Un sorriso! ma circola giàappena

accennatonelle sale dai pesanti tendaggiattesodetestatobenedettoringraziatoinvidiato; capace di estasiaredi

irritare o di placare gli animi; ed invano il ventaglioche credette in unprimo momento di nasconderloora smarrito

tenta di riprenderlo o di dissipare il suo volo. Scusate! questo sbocciaredelle vostre due labbraio ne annoterò la grazia

alla quale altre labbraseguendo a bassa voce questa letturagià siesercitano. Così stanno le cosee giustamente: il

mondo non ha forse quasi un diritto di riconquista sulla manifestazione piùprofonda dei nostri istinti? la provoca e la

raffina. Tutto si impara dal vivoanche la bellezzae il portamento dellatestalo prendiamo da qualcunocioè da

ciascunocome l'indossare una veste. Fuggire questo mondo? ne facciamoparte; per la natura? come la si attraversa a

tutto vaporenella sua realtà esternacon i suoi paesaggile sue legheper arrivare altrove: moderna immagine della sua

insufficienza per noi! Sìse i piaceri conosciuti sotto gli stucchi hannoceduto il loro momento ai giochi all'aria aperta:

corse nei boschi e regate sul fiumevoi lasciate ancora e il bosco e ilfiumeavide di riposare del tutto gli occhi

nell'oblio di un orizzonte vasto e nudo; e non è forsecertoper trovareuna novità di sguardo abile a gustare il

paradosso di abiti ingenui e sapientiche l'Oceanoin bassoricama con lasua spuma? Senza il minimo rimorso

apparso in questa stagione di vacanze che è l'ora giusta per apparirequesto Giornale si frappone tra la vostra

fantasticheria e il doppio azzurro marino e celeste: il tempo di sfogliarloe probabilmente di non leggere la

Presentazione

del Vostro Servitore.

Ix.

IL TACCUINO D'ORO

UN'AIUOLA DI GIARDINO NEL MESE DI AGOSTO

Un'aiuola d'agosto! desiderio la cui realizzazione sembra difficile. Il soleche ha fatto fiorire il giardinolo ha

sbiadito. Che fare? Questo: semplicemente approfittare del colore stesso edei difetti della stagione per rivestirne le

radure. Idea ben giusta e precisache non era venuta a nessuno prima diessere messa in pratica dal Giardiniere della

Città di Parigi. Una vera aiuola di piena estate sarà quella che trarràdalla natura stessadalle sue piantel'aspetto

polverosovinto e impallidito dal caldoche ogni cosa deve avere in taleistante.

Quale ce lo rivela la prima aiuola a destra per chi entra nel Parcodell'Avenue de la Reine-Hortense.

L'intera stanchezza dell'ora è espressa dalla Centaurea Candidissimafogliepallide e opachequasi sbiancate

di polveree negligentemente uguali sulle due facce gualcite. Tuttol'effetto dell'aiuola si gioca tra questa pianta e

un'altra: l'Obelia erineuschesecca e delicataleicon i suoifiorellini di un azzurro duroattraverso gli interstizi della

bordura ovaleva a perdersi verso la cima della collinetta. Tono principale:scialbo; ravvivarlo ora. Alcune macchie

bruscamente e semplicemente rosse e di fuocosono necessarie: ecco il PelargoniumDiogene (rosso)i cui cinque

petaliconsunti e un po' disfattifanno posto anche alla foglia decorativadel Coleus Beauté de Vilemorevinosa e verde

e come già toccata dall'autunno.

Il tuttogettato senza un disegno precisocostituisce un'armonia che si fada sola e sfidaabilmente adorna

della loro stessa tonalitài mezzodì e i pomeriggi d'agosto. Il gran soledi Turenna o di Provenzasotto qualsivoglia

cielo francese ci piaccia riprodurre questo motivo di orticulturale siaddice: vicino ad una balaustra di pietra a secco o

ad una scalinatanel mezzo di un prato inglesese si vuole un contrasto conla freschezza.

Quattro piante quasi comuni (perché l'aiuolaarrivaa seconda dellagrandezzaal prezzo di un luigi o due): e

un aspetto bizzarro e nuovo nei nostri giardini; già intravisto presso gliInglesisenza che tuttavia l'impressione ne sia

ancora statacome quaspiegata.

(Parc Monceau)