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Molière

Il malato immaginario

IL PROLOGO

Dopo le gloriose fatiche e le sonanti vittorie del nostro augusto sovranoèpiù che giusto che tutti coloro che fanno

mestiere di scrivere ne dicano le lodi o contribuiscano al suo divertimento.Non altro si è voluto fare quie questo

prologo è un saggio delle lodi che si devono a questo gran principe; essointroduce alla commedia del Malato

immaginarioche è stata concepita come momento di svago alle sue nobilioccupazioni.

La scena rappresenta un piacevolissimo scorcio di campagna.

EGLOGA

con musica e danze

FloraPanClimeneDafniTirsiDoriladue Zefirischiera di Pastorellee di Pastori

FLORA

Lasciatelasciate gli armenti

VenitePastorivenitePastorelle

Corretesucorrete sotto gli olmi ridenti:

Io vengo ad annunziarvi le più grate novelle

A recare la gioia in tutti i casolari.

Lasciatelasciate gli armenti

VenitePastorivenitePastorelle

Corretesucorrete sotto gli olmi ridenti.

CLIMENE E DAFNI

LasciaPastorle focose querele

SentiFlora ci chiama.

TIRSI E DORILA

Ma dimmi almencrudele

TIRSI

Se un briciol d'amicizia vuoi donare a chi t'ama?

DORILA

Se sarai più benigna al mio ardore fedele?

CLIMENE E DAFNI

SentiFlora ci chiama.

TIRSI E DORILA

Io voglio una parolauna parola sola.

TIRSI

Languirò io per sempre in pena sì crudele?

DORILA

Farai felice un giorno colui che tanto t'ama?

CLIMENE E DAFNI

SentiFlora ci chiama.

ENTRATA DEL BALLETTO

La schiera dei Pastori e delle Pastorelle va a disporsi a tempo di musicaattorno a Flora.

CLIMENE

Quale novella poi

O Deaci getterà nell'esultanza?DAFNI

Avide siamo di saper da voi

Una nuova di tanta rinomanza.

DORILA

Di brama sospiriamo tutti noi.

TUTTI

E d'impazienza stiam morendo tutti.

FLORA

Or ecco; zittizitti!

Sono esauditi i votiLUIGI vincitore

Riporta in questi luoghi i piaceri e l'amore.

Cessato ora vedete ogni mortale allarme

Col vittorioso braccio ha sottomesso tutti.

Egli abbandona l'arme

Non avendo nemici.

TUTTI

Ah! che dolce novella tu ci dici!

E quanto strepitosa! e quanto bella!

Che risa! e che diletto! e che piacere!

Quanti eventi felici!

Come esaudito ha il Cielo le preghiere!

Ah! che dolce novella!

E quanto strepitosa! e quanto bella!

ENTRATA DEL BALLETTO

Tutti i Pastori e le Pastorelle esprimono con le danze la loro gioia.

FLORA

Dai vostri flauti silvani

Traete dolci concenti;

Offre LUIGI alle canzoni

Il migliore degli argomenti.

Dopo cento tenzoni

Dove il suo braccio colse

Grandissima vittoria

Ingaggiate ora fra voi

Cento più dolci tenzoni

Per cantare la sua gloria.

TUTTI

Ingaggiamo ora fra noi

Cento più dolci tenzoni

Per cantare la sua gloria.

FLORA

Garzonceldi tutti i doni

Del mio regnoin questo bosco

Foggia un serto che incoroni

Chi saprà meglio cantare

Le virtù e le gesta immani

Del più augusto dei sovrani.

CLIMENE

Se sarà Tirsi il più degno

DAFNISe Dorila è il vincitore

CLIMENE

Ad amarlo già m'impegno.

DAFNI

M'abbandono al suo fervore.

TIRSI

O speranzao sogno immenso!

DORILA

O parola di dolzore!

ENTRAMBI

Qual ragione più bellaqual compenso

Può dar fuoco a questo cuore?

I violini suonano un'aria per animare i due Pastori al cimentomentre Florain qualità di giudice va a porsi ai piedi

dell'alberocon due Zefirie gli altriin qualità di spettatorivanno adoccupare i due lati della scena.

TIRSI

Quando la neve si scioglie e gonfia il torrente

Al sùbito assalto dello schiumoso flutto

Nulla di saldo si oppone

Castelliboschicittàdifese

Uomini e armentitutto

Cede all'impetuosa corrente.

Cosìpiù fiero e più presto

Avanza LUIGI nelle sue imprese.

BALLETTO

I Pastori e le Pastorelle che stanno con Tirsi danzano attorno a luialritmo di un ritornelloper esprimere il loro

applauso.

DORILA

La minacciosa folgore che squarcia con furore

L'oscurità tremenda della nube infiammata

Fa di spavento e d'orrore

Tremare il più saldo cuore:

Ma alla testa di un'armata

Sparge LUIGI maggior terrore.

BALLETTO

I Pastori e le Pastorelle che stanno con Dorila fanno come hanno fatto glialtri.

TIRSI

Dei fasti favolosi che la Grecia ha cantato

Nel concerto esaltante di belle verità

Il lustro ora tu vedi cancellato

E quelle già famose deità

Onore e vanto del tempo passato

In confronto non son che nullità

A ciò che al nostro sguardo ora è LUIGI.

BALLETTO

I Pastori e le Pastorelle che stanno con Tirsi fanno la stessa cosa.

DORILALUIGI al tempo nostrocon sue gesta inaudite

Credito dà alle imprese che racconta la storia

Di tramontate età

Ma i futuri nipoti in tanta gloria

Nulla avranno che credito darà

Alle gloriose imprese di LUIGI.

BALLETTO

Le Pastorelle [e i Pastori] che stanno con Dorila fanno la stessa cosa;quindi i due gruppi si fondono.

PANseguito da sei fauni.

Nel temerario intentopastornon insistete.

Eh! che fare intendete?

Cantare sulle vostre cennamelle

Ciò che Apollo sulla lira

Con sue note più belle

Non oserebbe dire

È dare troppo slancio al fuoco che v'ispira

È con ali di cera al ciel voler salire

Cadendo poi dell'acque all'imo fondo.

Per cantar di LUIGI l'indomito coraggio

Voce dotta non basta

Né a tracciarne il sembiante un discorso facondo.

Il silenzio è il linguaggio

Che dovrebbe lodare le sue gesta.

Dedicate altre cure a cantar la vittoria;

Non lusingan le lodi i regal desideri.

Lasciate starlasciate star la gloria

E pensate soltanto ai suoi piaceri.

TUTTI

Lasciamo starlasciamo star la gloria

E pensiamo soltanto ai suoi piaceri.

FLORA

Benché per illustrare l'immortale suo merto

Indegno sia il talento

Vogliate l'uno e l'altro non rifiutare il serto:

In ciò che è grande e bello

Può bastare l'intento.

ENTRATA DEL BALLETTO

I due Zefiri danzano con una corona di fiori in manoche porgono poi ai duePastori.

CLIMENE E DAFNIdando loro la mano.

In ciò che è grande e bello

Può bastare l'intento.

TIRSI E DORILA

Un esito eccellente ebbe il nostro ardimento!

FLORA E PAN

Quel che fai per LUIGI non è perduto mai.

I QUATTRO AMOROSI

Al suo divertimento dedichiamoci ormai.

FLORA E PAN

Felice chi può ancora consacrargli la vita!TUTTI

Sotto le ombrose piante

Uniamo flauti e voci

Questo giorno ci invita;

Ripeta l'eco tante volte e tante:

«È LUIGI il più grande dei sovrani;

Felice chi può ancora consacrargli la vita!»

ULTIMA E GRANDE ENTRATA DEL BALLETTO

FauniPastori e Pastorelle si uniscono e intrecciano figure di danza; quindivanno a prepararsi per la Commedia.

ALTRO PROLOGO

La scena rappresenta una foresta.

In apertura di scena si sente un piacevole rumore di strumenti musicali.Quindi una Pastorella viene dolcemente a

lamentarsi di non trovare alcun rimedio per alleviare le pene che laopprimono. Diversi Fauni ed Egipaniriuniti per i

giochi e le feste che sono loro propriincontrano la Pastorella. Essiascoltano le sue querele e formano nell'insieme un

quadro molto attraente.

LAMENTO DELLA PASTORELLA

Tutta la vostra scienza è una pura chimera

Medici vanitosi e bietoloni;

Guarir non può coi vostri latini paroloni

La piaga mia severa;

Tutta la vostra scienza è una pura chimera.

Io non oso discoprire

L'amoroso mio martìre

Al pastor del mio insanire

E che sol mi può esaudire;

Né avrà fine il mio patire:

O medici ignorantila vostra è sicumera;

Tutta la vostra scienza è una pura chimera.

I rimedi malfidi di cui crede l'incolto

Tutti voi conosciate i segreti più rari

Per i mali ch'io sento non sono salutari;

Alla vostra arroganza danno ascolto

Solamente i Malati immaginari.

Tutta la vostra scienza è una pura chimera

Medici vanitosi e bietoloni;

Guarir non può coi vostri latini paroloni

La piaga mia severa;

Tutta la vostra scienza è una pura chimera.

La scena cambia e rappresenta una stanza.

PERSONAGGI

ARGANTEmalato immaginario

BECCHINAseconda moglie di Argante

ANGELICAfiglia di Argantee innamorata di Cleante

LUIGINAfiglia minore di Argantee sorella di Angelica

BERALDOfratello di Argante

CLEANTEinnamorato di Angelica

DOTTOR DIARROICUSmedicoTOMMASO DIARROICUSsuo figlioepretendente di Angelica

DOTTOR LA SQUACQUERAmedico di Argante

DOTTOR OLEZZANTIfarmacista

DOTTOR BUONAFEDEnotaio

ANTONIETTAcameriera

La scena è a Parigi.

ATTO I

Scena I

ARGANTE (solo nella sua stanzaseduto al tavolosta calcolando con deigettoni l'ammontare delle parcelle del

farmacista; e diceparlando fra di sé)

Tre e due cinquee cinque fanno diecie dieci fanno venti. Tre e duecinque. «In piùa partire dal giorno ventiquattro

un clisterino infiltrantepropedeutico ed emollienteper ammorbidireumettare e rinfrescare le viscere del Signore.»

Quel che mi piace nel dottor Olezzantiil mio farmacistaè che nelle sueparcelle è sempre di un'estrema urbanità; «le

viscere del Signoretrenta soldi». Sìma caro dottor Olezzantiqui nonsi tratta solo di urbanitàbisogna anche essere

ragionevoli e non spennare il malato. Trenta soldi un lavativo; grazie tanteve l'ho già detto. Nelle altre parcelle me li

avete messi venti soldie venti soldi nel linguaggio dei farmacisti vuoldire dieci soldi; eccoli quii dieci soldi. «Inoltre

dallo stesso giornoun buon clistere detergentecomposto di doppiocatholiconrabarbaromiele rosato e altri

ingredientisecondo prescrizioneper espurgarelavare e pulire il bassoventre del Signoretrenta soldi.» Col vostro

permessodieci soldi. «Inoltredallo stesso giornola seraun giulebbeepaticosoporifero e sonniferoappositamente

composto per far dormire il Signoretrentacinque soldi.» Su questo rimedionon ho niente da diremi ha fatto dormire

magnificamente. Dieciquindicisedicidiciassette soldi e sei denari.«Inoltredal giorno venticinqueuna buona

medicina purgativa e corroborantecomposta di cassia recentesena dilevante e altri ingredientisecondo la

prescrizione del dottor La Squacqueraper derivare ed evacuare la bile delSignorequattro lire.» Ah! dottor Olezzanti

adesso mi prendete in giro; bisogna saperci farecoi malati. Non ve lo haprescritto il dottor La Squacqueradi farmi

pagare quattro franchi. Facciamo tre lirefacciamose non vi spiace. Ventie trenta soldi. «Inoltreda detto giornouna

pozione anodina e astringenteperché il Signore abbia un momento di requietrenta soldi.» Benedieci e quindici soldi.

«Inoltredal giorno ventiseiun clistere carminativo per espellere leventosità del Signoretrenta soldi.» Dieci soldi

dottor Olezzanti. «Inoltreil solito clistere del Signoreda ripetersi laseracome sopratrenta soldi.» Dottor Olezzanti

dieci soldi. «Inoltredal giorno ventisetteuna buona medicina compostache faccia andare agevolmente e buttar fuori

gli umori cattivi del Signoretre lire.» Beneventi e trenta soldi; mi fapiacere che siate ragionevole. «Inoltredal giorno

ventottouna dose di latticello chiarificato ed edulcoratoper addolcirealleggeriretemperare e rinfrescare il sangue del

Signoreventi soldi.» D'accordodieci soldi. «Inoltreuna pozione tonicae preventivacomposta di dodici grani di

bezoariosciroppo di limone e granatinae altri ingredientisecondoprescrizionecinque lire.» Ah! dottor Olezzanti

andiamoci pianoper favore; se continuate di questo passochi vorrà piùessere malato? accontentatevi di quattro

franchi. Venti e quaranta soldi. Tre e due cinquee cinque fanno dieciedieci fanno venti. Sessantatré lirequattro soldi

sei denari. Dunqueè andata che in questo mese ho preso unoduetrequattrocinqueseisetteotto medicine; e uno

duetrequattrocinqueseisetteottonovedieciundici e dodicilavativi; mentre il mese scorso sono arrivato a

dodici medicine e venti lavativi. Non c'è da meravigliarsi se in questo mesesto meno bene del mese scorso. Lo dirò al

dottor La Squacqueraperché rimetta le cose in ordine. Forzasbarazzatemidi tutto. Non c'è nessuno; ho un bel parlare

mi lasciano sempre solo; non c'è mezzo di trattenerli. (Suona uncampanello per chiamare i domestici) Non sentonoe il

campanello non fa abbastanza rumore. Dlindlindlin: niente da fare. Dlindlindlin: sono sordi. Antonietta! Dlindlin

dlin: è come se non suonassi. Sciagurataimpostora! Dlindlindlinc'èda impazzire. (Non suona piùora grida) Dlin

dlindlin: va' al diavolocarogna! È mai possibile abbandonare in questomodo un povero malato? Dlindlindlin: mi

fate pena! Dlindlindlin: ahmio Dio! mi lasceranno morire qui. Dlindlindlin.

Scena II

AntoniettaArgante

ANTONIETTA (entrando nella stanza)

Andiamo.

ARGANTE

Ahcanaglia! ahcarogna!...ANTONIETTA (fingendo di avere battuto la testa)

Maledetta la vostra impazienza! mettete una tale fretta alla genteche hodato una testata contro lo spigolo della porta.

ARGANTE (adirato)

Perfida!...

ANTONIETTA (per interromperlo e impedirgli di gridarecontinua alamentarsi)

Ah!

ARGANTE

È un'ora...

ANTONIETTA

Ah!

ARGANTE

È un'ora...

ANTONIETTA

Ah!

ARGANTE

Mi hai lasciato...

ANTONIETTA

Ah!

ARGANTE

Ma sta' un po' zittasciaguratadevo dirtene quattro!

ANTONIETTA

Ma nodavvero? Fate proprio benedopo quello che mi son fatta.

ARGANTE

Mi hai fatto sgolarecarogna.

ANTONIETTA

E voi mi avete fatto rompere la testavoi: una cosa vale l'altra; pari epattase non vi spiace.

ARGANTE

Cosa? Sciagurata!...

ANTONIETTA

Se inveite ancorami metterò a piangere.

ARGANTE

Abbandonarmi cosìperfida!

ANTONIETTA (sempre per interromperlo)

Ah!

ARGANTE

Canagliavuoi forse...

ANTONIETTA

Ah!

ARGANTE

Ma come? non sono nemmeno libero di inveire?

ANTONIETTAInveite quanto voleteper me va bene.

ARGANTE

Ma tu me lo impediscicanagliase mi interrompi ad ogni momento.

ANTONIETTA

Se voi siete libero di inveireperché non posso essere anch'io libera dipiangere? A ciascuno il suo divertimentonon

pretendo altro. Ah!

ARGANTE

Va benebisognerà che ceda. Porta via queste cosesciagurataportale via.(Argante si alza) Il serviziale ha avuto

effetto?

ANTONIETTA

Il vostro serviziale?

ARGANTE

Sì. Ho eliminato la bile come si deve?

ANTONIETTA

Sentitedi queste cose io non m'impiccio: è il dottor Olezzanti che ci devemettere il nasovisto che ne ricava dei

quattrini.

ARGANTE

Ricordatevi di tener pronto un altro brodoin sostituzione di quello chedevo prendere adesso.

ANTONIETTA

Questo dottor Olezzanti e questo dottor La Squacquera si sollazzano mica malecol vostro corpo; hanno trovato in voi

un'eccellente mucca lattifera; e vorrei proprio sapere che razza di malattiaè la vostravisto che vi prescrivono tante

medicine.

ARGANTE

Taceteignorantenon spetta a voi giudicare le prescrizioni mediche.Piuttostochiamate mia figlia Angelicadevo dirle

una cosa.

ANTONIETTA

Eccola che viene: ha indovinato il vostro pensiero.

Scena III

AngelicaAntoniettaArgante

ARGANTE

Venite avantiAngelica; arrivate a proposito; volevo parlarvi.

ANGELICA

Sono pronta ad ascoltarvi.

ARGANTE (correndo alla soggetta)

Aspettate. Datemi il bastone. Torno subito.

ANTONIETTA (prendendolo in giro)

AndateSignorepresto. Il dottor Olezzanti provvede a tutti i nostribisogni.

Scena IV

AngelicaAntonietta

ANGELICA (la guarda con occhio languido e le dice in tono confidenziale)Antonietta.

ANTONIETTA

Sì .

ANGELICA

Guardami bene.

ANTONIETTA

Eccovi guardo.

ANGELICA

Antonietta.

ANTONIETTA

SìAntoniettae allora?

ANGELICA

Non indovini di che cosa ti voglio parlare?

ANTONIETTA

Non ci vuole moltodel nostro giovane spasimante; da sei giorni i nostridiscorsi vanno a finire lì; e se non ne parlate

subitostate male.

ANGELICA

Se lo saiperché non me ne parli tu per prima? Mi risparmierestil'imbarazzo di introdurre il discorso.

ANTONIETTA

Non me ne date il tempoed è difficile essere più sollecita di voi aquesto proposito.

ANGELICA

Ti confesso che non mi stanco mai di parlare di luie approfitto con gioiadi ogni momento per confidarmi con te. Ma

senti un po'Antoniettatu condanni il sentimento che ho per lui?

ANTONIETTA

Me ne guardo bene.

ANGELICA

Sbaglio se mi abbandono a queste dolci impressioni?

ANTONIETTA

Non l'ho mai detto.

ANGELICA

E vorresti che io fossi insensibile alle delicate attestazioni della focosapassione che ha per me?

ANTONIETTA

Dio non voglia!

ANGELICA

E dimminon pare anche a te che ci sia qualcosa di soprannaturalequalchesegno del destinonell'avventura del tutto

imprevista che ci ha fatto conoscere?

ANTONIETTA

Certo.

ANGELICA

Non pare anche a te che quella sua decisione di assumere la mia difesa senzaconoscermi è un atto da vero gentiluomo?

ANTONIETTA

Certo.ANGELICA

Che non si può essere più generosi di così?

ANTONIETTA

D'accordo.

ANGELICA

E che lui ha fatto tutto questo con una delicatezza straordinaria?

ANTONIETTA

Ohsì.

ANGELICA

E non ti pareAntoniettach'egli sia bello da vedersi?

ANTONIETTA

Sicuramente.

ANGELICA

E che abbia un portamento meraviglioso?

ANTONIETTA

Senza dubbio.

ANGELICA

Che i suoi discorsicome le sue azioniabbiano qualcosa di nobile?

ANTONIETTA

Questo è certo.

ANGELICA

E che quel che mi ha detto è quanto di più appassionato si possa sentire?

ANTONIETTA

È vero.

ANGELICA

E che non c'è niente di più odioso della clausura in cui mi tengonodell'impossibilità di scambiarci quelle amorose

attenzioni che nascono dalla reciproca passione che il Cielo suscita in noi?

ANTONIETTA

Avete ragione.

ANGELICA

E tuttaviacara Antoniettasarà poi vero che mi ama come dice?

ANTONIETTA

Eheh! in queste coseè meglio non fidarsi troppo. In amore le finzioniassomigliano molto alla verità; ho conosciuto

attori straordinari in questo campo.

ANGELICA

OhAntoniettache cosa mi dici! Povera me! Sarebbe mai possibile cheparlando come parlanon dicesse la verità?

ANTONIETTA

In ogni casolo saprete presto. Ieri vi ha scritto dicendovi che chiederàla vostra mano; è la maniera più rapidaquesta

di farvi sapere se dice il vero oppure no; sarà la prova decisiva.

ANGELICA

Oh! Antoniettase m'ingannanon crederò più a nessun uomo.

ANTONIETTA

Eccovostro padre sta tornando.Scena V

ArganteAngelicaAntonietta

ARGANTE (accomodandosi sulla sua poltrona)

Eccofigliola miavi devo dare una notizia che forse non vi aspettate. Vihanno chiesta in moglie. Che succede? Ridete.

Giàè molto gradevole la parola matrimonio; non c'è nulla di più allegroper una ragazza; ah! naturanatura! Stando a

quel che vedofiglia mianon mi pare davvero il caso di chiedervi se visposate volentieri.

ANGELICA

Io devo farepadre miotutto ciò che vi piacerà di ordinarmi.

ARGANTE

Mi fa piacere di avere una figlia tanto sottomessa. Dunquela cosa è fatta;siete fidanzata.

ANGELICA

Ho il doverepadre miodi eseguire ciecamente tutte le vostre volontà.

ARGANTE

Mia mogliela vostra matrignaavrebbe voluto che vi mandassi in conventounitamente alla vostra sorellina Luigia; è

una cosa che ha in mente da sempre.

ANTONIETTA (sottovoce)

Quella buona lana ha le sue ragioni.

ARGANTE

Non voleva assolutamente dare il suo consenso a questo matrimonioma hadovuto cederee ho dato la mia parola.

ANGELICA

Ah! padre miovi sono tanto obbligata per la vostra bontà.

ANTONIETTA

A dir la veritàvi sono grata anch'io; è l'azione più saggia che abbiatemai commesso in vita vostra.

ARGANTE

Il pretendente non l'ho ancora visto; ma mi è stato detto che ne saròsoddisfattoe tu anche.

ANGELICA

Sicuramentepadre mio.

ARGANTE

Perchél'hai visto?

ANGELICA

Il vostro consenso mi autorizza ad aprirvi il mio cuoree non esito a dirviche ci siamo conosciuti per una combinazione

sei giorni fae che la domanda che vi è stata rivolta è l'effettodell'inclinazione che abbiamo sentito l'uno per l'altro

appena ci siamo visti.

ARGANTE

Questo non mi è stato riferitoma ne prendo atto volentieri. Se le cosestanno cosìtanto meglio. Mi hanno detto che è

un bel giovanotto.

ANGELICA

Sìpadre mio.

ARGANTE

Ben piantato.

ANGELICA

Senza dubbio.ARGANTE

Fine d'aspetto.

ANGELICA

Senz'altro.

ARGANTE

Un bel viso.

ANGELICA

Bellissimo.

ARGANTE

Molto serio e di buona famiglia.

ANGELICA

Assolutamente.

ARGANTE

Onestissimo.

ANGELICA

Il più onesto che ci sia.

ARGANTE

Parla perfettamente in latino e in greco.

ANGELICA

Questo non lo so.

ARGANTE

Fra tre giorni prenderà la laurea in medicina.

ANGELICA

Luimedico?

ARGANTE

Sì. Non te l'ha detto?

ANGELICA

Veramenteno. E a voichi l'ha detto?

ARGANTE

Il dottor La Squacquera.

ANGELICA

Perchéil dottor La Squacquera lo conosce?

ARGANTE

Che domanda! Lo deve pur conosceredal momento che è suo nipote.

ANGELICA

Cleantenipote del dottor La Squacquera?

ARGANTE

Quale Cleante? Stiamo parlando della persona che ti ha chiesto in isposa.

ANGELICA

Ah! sì.

ARGANTEEbbeneè il nipote del dottor La Squacqueraossia il figlio di suocognatoche è un medicoil dottor Diarroicus; e

questo figlio si chiama Tommaso Diarroicuse non Cleante; abbiamo conclusoil matrimonio questa mattinail dottor

La Squacquerail dottor Olezzanti ed ioe domani il mio futuro generoverrà qui accompagnato dal padre. Che c'è? vi

vedo sconvolta.

ANGELICA

È accadutopadre mioche mentre voi parlavate di una personaio neintendevo un'altra.

ANTONIETTA

Come? avete pensato davvero a un progetto così grottesco? Con tutti i soldiche avetevorreste dare vostra figlia a un

medico?

ARGANTE

Sì. A te che importasciaguratasvergognata che non sei altro?

ANTONIETTA

Dio mio! chetatevi; passate subito agli insulti. È mai possibile che non sipossa discutere insieme senza perdere la

pazienza? Suragioniamo serenamente. Per quale motivosentiamosietefavorevole a questo matrimonio?

ARGANTE

Per il motivo cheinvalido e malato come mi ritrovovoglio farmi tra imedici un genero e delle amicizieal fine di

assicurarmi ogni soccorso possibile contro la mia malattiadi avere infamiglia la fonte stessa dei rimedi che mi sono

necessarie di disporre a piacimento di tutti i consigli e di tutte lericette che desidero.

ANTONIETTA

Benissimo! questo significa fornire un motivoe fa piacere sentirsirispondere con dolcezza. MaSignoremettetevi una

mano sulla coscienza; siete davvero malatovoi?

ARGANTE

Comesciaguratami chiedi se sono malato? Se sono malato ioo spudorata?

ANTONIETTA

Va bene! siete malatoSignorenon parliamone più; d'accordosietemalatissimoanzi molto più malato di quel che

pensate; questo è un fatto. Ma vostra figlia deve avere un marito suo; e nonessendo malatanon è necessario che sposi

un medico.

ARGANTE

È per me che deve sposare un medico; e una brava figliola dev'esserefelicissima di sposare ciò che riesce utile alla

salute di suo padre.

ANTONIETTA

Ma guarda un po'! Signorevolete che vi dia un consiglio da amica?

ARGANTE

Quale consiglio?

ANTONIETTA

Questo: di non pensare più a quel matrimonio.

ARGANTE

E per quale ragione?

ANTONIETTA

Per la ragione che vostra figlia non acconsentirà.

ARGANTE

Non acconsentirà?

ANTONIETTA

No.

ARGANTEMia figlia?

ANTONIETTA

Vostra figlia. Vi dirà che non sa che farsene del dottor Diarroicusné disuo figlio Tommaso Diarroicusné di tutti i

Diarroicus di questo mondo.

ARGANTE

Io invece so che cosa farmenee inoltre il partito è molto più vantaggiosodi quel che si pensa. Il dottor Diarroicus ha

soltanto quel figlio come erede; in più il dottor La Squacquerache non hané moglie né figligli lascia tutti i suoi averi

se si fa questo matrimonio; e il dottor La Squacquera ha una rendita diottomila buone lirette.

ANTONIETTA

Deve averne uccisedi personeper diventare tanto ricco.

ARGANTE

Ottomila lire di rendita sono qualcosasenza contare le sostanze del padre.

ANTONIETTA

Signoretutto questo va benissimo; ma io ritorno allo stesso punto; viconsiglio di trovare un altro marito alla ragazza

la qualedetto fra di noinon è fatta per diventare la signora Diarroicus.

ARGANTE

Io voglio invece che lo diventi.

ANTONIETTA

Ma noaccidenti! non parlate così.

ARGANTE

Non devo parlare così?

ANTONIETTA

Nonon dovete.

ARGANTE

E perché non dovrei?

ANTONIETTA

Si dirà che non pensate a quel che dite.

ARGANTE

Dicano pure quello che vogliono; ma io vi dico che io voglio che la figliolamantenga fede alla parola che ho dato.

ANTONIETTA

Nosono certa che non lo farà.

ARGANTE

La costringerò.

ANTONIETTA

Non lo faràvi dico.

ARGANTE

Lo farào la manderò in convento.

ANTONIETTA

Voi?

ARGANTE

Io.

ANTONIETTA

Bene.ARGANTE

Come «bene»?

ANTONIETTA

Voi non la manderete in convento.

ARGANTE

Non la manderò in convento?

ANTONIETTA

No.

ARGANTE

No?

ANTONIETTA

No.

ARGANTE

Corbezzoli! questa sì che è grossa; non posso mandare mia figlia inconventose così mi piace?

ANTONIETTA

Vi dico di no.

ARGANTE

Chi me lo impedisce?

ANTONIETTA

Voi stesso.

ARGANTE

Io?

ANTONIETTA

Sìnon ne avrete il coraggio.

ARGANTE

Ce l'avrò.

ANTONIETTA

Non parlate sul serio.

ARGANTE

Parlo sul serio.

ANTONIETTA

L'amore paterno vincerà.

ARGANTE

Non vincerà.

ANTONIETTA

Una lacrimuccia o duele braccia al colloun «paparino mio caro»pronunciato con la giusta intonazionebasteranno a

commuovervi.

ARGANTE

Non avranno nessun effetto.

ANTONIETTA

Sìsì.ARGANTE

Vi dico che non cederò.

ANTONIETTA

Corbellerie.

ARGANTE

«Corbellerie» è una parola che non si deve dire.

ANTONIETTA

Santo Dio! vi conosco e so che siete buono.

ARGANTE (infuriandosi)

Non sono affatto buonoe quando voglio sono cattivissimo.

ANTONIETTA

CalmaSignore; state dimenticando che siete malato.

ARGANTE

Io le ordino tassativamente di prepararsi a prendere il marito che dico io.

ANTONIETTA

Ed io la obbligherò tassativamente a fare il contrario.

ARGANTE

Ma dove siamo arrivati? e con quale sfrontatezza una sciagurata di domesticasi permette di parlare in questa maniera al

suo padrone?

ANTONIETTA

Quando il padrone non pensa a quel che fauna domestica di buon senso ha ildiritto di intervenire perché si ravveda.

ARGANTE (correndo verso di lei)

Ah! insolenteadesso le prendi.

ANTONIETTA (sfuggendogli)

È mio dovere oppormi a tutto ciò che può recarvi disonore.

ARGANTE (adiratola rincorre attorno alla poltronacol bastonein mano)

Vienivienit'insegno io a parlare.

ANTONIETTA (correndoe rifugiandosi accanto alla poltronadalla partedove Argante non c'è)

Io faccio quel che devoe vi impedisco di fare pazzie.

ARGANTE

Canaglia!

ANTONIETTA

Non approverò mai questo matrimonio.

ARGANTE

Delinquente!

ANTONIETTA

Non voglio che sposi il vostro Tommaso Diarroicus.

ARGANTE

Carogna!

ANTONIETTA

E lei darà ascolto a mee non a voi.

ARGANTEAngelicavuoi farla smettere quella sciagurata?

ANGELICA

Ohpadre mio! non ve ne fate una malattia.

ARGANTE

Se non la fai smettereti maledico.

ANTONIETTA

E io la diseredose lei vi dà retta.

ARGANTE (si lascia andare sulla sediastanco di correrle dietro)

Ah! non ne posso più. Qui si vuole la mia morte.

Scena VI

BecchinaAngelicaAntoniettaArgante

ARGANTE

Ah! cara moglievenite avanti.

BECCHINA

Che avetemaritino caro?

ARGANTE

Correte in mio aiuto.

BECCHINA

Che cosa c'èbambino?

ARGANTE

Tesoro.

BECCHINA

Amico mio.

ARGANTE

Mi hanno fatto arrabbiare!

BECCHINA

Ah! povero maritino. Ma come maiamico mio?

ARGANTE

Quella sciagurata di Antonietta diventa sempre più insolente.

BECCHINA

Non agitatevi.

ARGANTE

Mi ha messo in colleratesoro.

BECCHINA

State calmobambino.

ARGANTE

Si è opposta per un'ora intera a quel che intendo fare.

BECCHINA

Susubuono.

ARGANTEHa avuto la sfrontatezza di dirmi che non sono malato.

BECCHINA

È un'impertinente.

ARGANTE

E voi sapetecuor mioqual è la verità.

BECCHINA

Sìcuor mionon sa quel che dice.

ARGANTE

Amorequella sciagurata mi farà morire.

BECCHINA

Ehi làaddirittura!

ARGANTE

È lei la causa di tutta la bile che butto fuori.

BECCHINA

Non inquietatevi troppo.

ARGANTE

Non so quante volte vi ho detto di mandarla via.

BECCHINA

Dio mio! bambinonon c'è persona di servizio che non abbia i suoi difetti.Si è talvolta costretti a sopportare le cattive

qualità in grazia delle buone. Questa è bravapremurosadiligenteesoprattutto fidatae voi sapete che oggigiorno

bisogna usare molte precauzioni nell'assumere il personale. Senti un po'Antonietta.

ANTONIETTA

Signora.

BECCHINA

Si può sapere perché fate andare in collera mio marito?

ANTONIETTA (in tono mellifluo)

IoSignora? Ohimènon capisco che cosa volete direnon ho altro pensieroche di compiacere il Signore in tutto.

ARGANTE

Ah! che perfidia!

ANTONIETTA

Ci ha detto che vuol dare la figliola in moglie al figlio del dottorDiarroicus; gli ho risposto che il partito mi sembrava

vantaggiosoma che sarebbe stato meglio mandarla in convento.

BECCHINA

Non ci vedo niente di malee mi pare che abbia ragione.

ARGANTE

Amor mioe voi le credete? È una scellerata: mi ha detto mille insolenze.

BECCHINA

E va benecredo a voiamico mio. Suadesso mettetevi tranquillo. SentitemibeneAntoniettase fate inquietare ancora

mio maritovi metto alla porta. Sudatemi lo scialle e dei cuscinilo devosistemare nella sua poltrona. Non vi so dire

l'aspetto che avete. Tiratevi la berretta sopra le orecchie; non c'è comeprendere aria sulle orecchie per buscarsi un

raffreddore.

ARGANTE

Ah! tesorocome vi sono grato per la cura che vi prendete di me!BECCHINA (accomodandoi cuscini che sta disponendo attorno ad Argante)

Alzateviquesto lo mettiamo sotto. Quest'altro invece per appoggiarsiequesto dall'altro lato. Questo va bene dietro la

schiena e quest'altro per sostenere la testa.

ANTONIETTA (mettendogli con rudezza un cuscino sulla testa e fuggendo)

E questo per difendervi dall'umidità.

ARGANTE (si alza adirato e getta i cuscini dietro ad Antonietta)

Ah! sciaguratavolevi soffocarmi.

BECCHINA

Ehi! Ma che succede?

ARGANTE (ansimandosi sprofonda nella poltrona)

Ahahah! non ne posso più.

BECCHINA

Ma perché infuriarsi a questo modo? Lei ha creduto di far bene.

ARGANTE

Non conosceteamor miola malizia di quella delinquente. Ah! mi haletteralmente sconvolto; mi ci vorranno più di

otto medicine e di dodici serviziali per rimettermi in sesto.

BECCHINA

Susubambino mioadesso calmatevi.

ARGANTE

Tesorovoi siete tutta la mia consolazione.

BECCHINA

Povero piccolo.

ARGANTE

Devo ricambiare in qualche modo il bene che mi volete; e come vi ho giàdettocuor miovoglio fare testamento.

BECCHINA

Ah! noamico mionon voglio sentirne parlarevi prego; non possosopportarne l'ideala sola parola testamento mi fa

soffriremi dà gli spasimi.

ARGANTE

Vi avevo detto di parlarne al notaio.

BECCHINA

È di làsono tornata con lui.

ARGANTE

Ohamor mio! ma allora fatelo entrare.

BECCHINA

Ohimècaro amico! quando si vuol bene al proprio sposonon sempre si è ingrado di pensare a queste cose.

Scena VII

Il NotaioBecchinaArgante

ARGANTE

Venitevenitesignor Buonafede. Prendete una sediaper favore. Mia mogliemi ha detto che siete una persona di

specchiata onestàSignoree suo buon amico; io l'ho pregata che viparlasse di un testamento che vorrei fare.

BECCHINA

Ohimè! non riesco a parlare di queste coseNOTAIO

La signora mi ha riferito delle vostre intenzioniSignoree del progettoche avete in mente per lei; vi devo dire a questo

proposito che non potete lasciare nulla a vostra moglie per testamento.

ARGANTE

E perché?

NOTAIO

Vi si oppongono le nostre usanze. Se vivessimo in un paese di dirittoscrittola cosa si potrebbe fare; ma a Parigie nei

paesi a diritto consuetudinarioo almeno nella maggior parte di essinon sipuòe la disposizione sarebbe nulla. Tutto

ciò che un uomo e una donna congiunti in matrimonio possono fare a beneficiol'uno dell'altro è una mutua donazione

fra viventi; è anche necessario che non vi siano figlisia dei due coniugisia dei singoli separatamentenel momento

della scomparsa dell'uno o dell'altro.

ARGANTE

È un'usanza molto arrogantequestache un marito non possa lasciare nullaa una donna dalla quale è teneramente

amato e che si prende tanta cura di lui. Vorrei consultare il mio avvocatoper vedere come si può fare.

NOTAIO

Non bisogna ricorrere agli avvocatiche sono in genere molto severi inmateriae si mettono in mente che disporre in

contrasto con la legge sia un delitto. È gente che si crea mille difficoltàe che ignora le scappatoie della coscienza. Altri

bisogna consultarepiù accomodantiche conoscono gli espedienti percontravvenire alle leggi con la necessaria

discrezione e rendere giusto ciò che non è permesso; che sanno appianare ledifficoltà di un'iniziativa e trovare il mezzo

per eludere l'usanza con qualche beneficio indiretto. In mancanza di ciòche vita sarebbe la nostra? Le cose devono

essere facilialtrimenti non si combinerebbe un accidentee un mestierecome il nostro non varrebbe un soldo.

ARGANTE

Me l'aveva dettomia moglieche eravate abilissimo oltre che onesto. Comepotrei farescusateperché lei venga in

possesso delle mie sostanzee ne siano invece privati i figli?

NOTAIO

Come potete fare? Potete scegliere tranquillamente un amico fidato di vostramoglieal quale lasciare per testamentoin

buona formatutta la quota disponibile; questo amico poi gliela restituisce.Potete anche sottoscrivere un certo numero

di obbligazioninon sospettea beneficio di diversi creditoriche prestanoil loro nome a vostra mogliefra le mani della

quale devono lasciare una dichiarazione che così hanno fatto unicamente perusarle una cortesia. Potete anchementre

siete in vitaconsegnare a vostra moglie del denaro contanteo deibiglietti di creditose ne avetepagabili al portatore.

BECCHINA

Dio mio! non tormentatevi. Se per avere tutto uestodevo perdere voibambino mioche voglia volete che mi rimanga

di restare al mondo?

ARGANTE

Tesoro!

BECCHINA

Sìamico miose mi toccasse la sventura di perdervi...

ARGANTE

Moglie cara!

BECCHINA

La vita non avrebbe più senso per me.

ARGANTE

Amore mio!

BECCHINA

Io vi seguiròperché conosciate l'affetto che ho per voi.

ARGANTE

Tesoromi spezzate il cuore. Vi pregocercate di farvene unaragione..NOTAIO

Ora le lacrime sono fuori luogo. Non siamo ancora arrivati a questo punto.

BECCHINA

Ah! Signorevoi non sapete che cosa significa avere un marito a cui si vuoleun mondo di bene.

ARGANTE

Se dovessi moriretesorol'unico rimpianto che avrei è di non avere avutobambini da te. Il dottor La Squacquera mi ha

detto che me ne avrebbe fatto fare uno.

NOTAIO

Questo può ancora accadere.

ARGANTE

Devo fare testamentoamor mionel modo che il signor notaio mi consiglia;ma per precauzionevoglio consegnarvi

ventimila franchi in oroche conservo nel rivestimento dell'alcovae duebiglietti pagabili al portatoreche mi sono

dovutil'uno del signor Damone e l'altro del signor Gerente.

BECCHINA

Nononon voglio nulla. Ah!quanto avete detto che c'è nell'alcova?

ARGANTE

Ventimila franchiamor mio.

BECCHINA

Non parlatemi di soldivi prego. Ah! e i due biglietti di quanto sono?

ARGANTE

Tesorouno è di quattromila franchil'altro di sei.

BECCHINA

Tutte le ricchezze della terraamico mionon sono niente accanto a voi.

NOTAIO

Volete che procediamo al testamento?

ARGANTE

SìSignore; ma saremo più a nostro agio nel mio studio. Amor miovipregoaccompagnatemi.

BECCHINA

Andiamopovero bambino mio.

Scena VIII

AngelicaAntonietta

ANTONIETTA

Eccoli là col notaioe ho sentito parlare di testamento. La vostra matrignanon perde tempo e sta sicuramente

convincendo vostro padre a tramare qualcosa contro i vostri interessi.

ANGELICA

Può disporre delle sue ricchezze come desiderapurché non disponga del miocuore. Hai vistoAntoniettacon quale

tracotanza lo stanno abbindolando? Non mi abbandonareti pregonellasituazione in cui mi trovo.

ANTONIETTA

Ioabbandonarvi? preferirei morire. La vostra matrigna può scegliermi comesua confidente e coinvolgermi nei suoi

interessi fin che vuolenon ho mai avuto simpatia per lei e sono semprestata dalla vostra parte. Lasciate fare a me;

userò ogni mezzo per servirvi; ma per servirvi con maggiore efficaciavoglio mutare il piano di battaglianascondere

l'amicizia che ho per voie fingere di condividere le intenzioni di vostropadre e della vostra matrigna.ANGELICA

Ti scongiurocerca di avvisare Cleante del matrimonio che è stato combinatoper me.

ANTONIETTA

Non ho nessuno che possa farlose non Pulcinellail mio spasimante; micosterà qualche parolina dolcema la spenderò

volentieri per aiutarvi. Adesso è tardi; ma domanidi buon mattinolomanderò a chiamare e sarà felice di...

BECCHINA

Antonietta.

ANTONIETTA

Mi chiamano. Buonasera. Contate su di me.

FINE DEL PRIMO ATTO

La scena cambia e rappresenta una città.

PRIMO INTERMEDIO

È notte. Entra Pulcinella per fare una serenata alla sua innamorata. Vieneinterrotto prima dai violinicontro i quali

s'infuriae poi dal Corpo di guardiacomposto da musici e ballerini.

PULCINELLA

O amoreamoreamore! Povero Pulcinellache diavolo di fantasia ti seimesso in mente? Così sciupi il tuo tempo

pazzo sciaguratissimo che tu sei? Trascuri le tue occupazionilasci che ituoi affari vadano in rovina. Non mangi più

non bevi quasi piùnon prendi riposo la notte. E tutto questo per chi? Peruna bisbeticauna vera bisbetica

un'assatanata che ti respinge e si prende gioco di tutto quel che le dici. Macome si può essere ragionevoli in queste

cose? Questo tu vuoiamore mio; che io sia insensato come tanti altri. Equesto non è esattamente quel che ci vuole

per un uomo della mia età. Ma che farci? Per essere sagginon bastavolerlo; e un cervello vecchio può andare a

catafascio come uno giovane. Voglio un po' vedere se riesco ad addomesticarela mia pantera con una serenata. Non

c'è niente di più commoventea voltedi un innamorato che va a cantare lesue pene al catenaccio e ai gangheri

dell'uscio della sua bella. Ho con me quel che serve per accompagnare ilcanto. O notte! o cara notte! porta il mio

amoroso lamento fino al letto della mia crudelissima.

(Canta le seguenti parole)

Notte e dì v'amo e v'adoro

Cerco un sì per mio ristoro;

Ma se voi dite di no

Bell'ingrataio morirò.

Fra la speranza

S'affligge il cuore

In lontananza

Consuma l'hore;

Si dolce inganno

Che mi figura

Breve l'affanno

Ahi! troppo dura!

Così per tropp'amar languisco e muoro.

Notte e dì v'amo e v'adoro

Cerco un sì per mio ristoro;

Ma se voi dite di no

Bell'ingrataio morirò.

Se non dormite

Almen pensate

Alle ferite

Ch' al cuor mi fate;

Deh! almen fingetePer mio conforto

Se m'uccidete

D'haver il torto

Vostra pietà mi scemerà il martoro.

Notte e dì v'amo e v'adoro

Cerco un sì per mio ristoro

Ma se voi dite di no

Bell'ingrataio morirò.

UNA VECCHIA compare alla finestra e risponde a Pulcinella burlandosi di lui.

Zerbinettich'ogn'hor con finti sguardi

Mentiti desiri

Fallaci sospiri

Accenti bugiardi

Di fede vi pregiate

Ah! che non m'ingannate

Che già so per prova

Ch'in voi non si trova

Constanza né fede;

Oh! quanto è pazza colei che vi crede!

Quei sguardi languidi

Non m'innamorano

Quei sospir fervidi

Più non m'infiammano

Vel giuro a fè.

Zerbino misero

Del vostro piangere

Il mio cor libero

Vuol sempre ridere

Credet'a me;

Che già so per prova

Ch'in voi non si trova

Constanza né fede:

Oh! quanto è pazza colei che vi crede!

(Violini)

PULCINELLA

Quale insolente armonia interrompe il mio canto? (Violini) Zittiviolinisilenzio. Lasciate ch'io mi lamenti come mi

pare della crudeltà della mia inesorabile. (Violini) Silenziovidico. Voglio cantare io. (Violini) Zitti! (Violini)

Insomma! (Violini) Ah! (Violini) Ma fate sul serio? (Violini)Oh! che fracasso! (Violini) Che il diavolo vi porti!

(Violini) Divento matto. (Violini) Ma quando la smettete? Oh! Diosia lodato. (Violini) Di nuovo? (Violini) Un

canchero ai violini! (Violini) Che musica stupida! (Violini) Lalalalalala. (Violini) Lalalalalala. (Violini)

Lalalalalalalala. (Violini) Lalalalala. (Violini)Lalalalalala. (Violini) Oh! davvero mi sto

divertendo. Continuatesignori violinimi fate piacere. Sucontinuate. Vene prego. Eccoè il sistema per farli tacere.

Questa musica ha il vizio di fare tutto il contrario di quel che desidero.Orsùa noi. Prima di cantaredevo preludiare

un po' e suonare qualche ariaallo scopo di trovare la tonalità. Planplanplan. Plinplinplin. È un ritmo inadatto

questoper accordare il liuto. Plinplinplin. Plintanplan. Plinplin. Con questo ritmo le corde non tengono. Plin

plan. Sento un rumoremetterò il liuto contro la porta.

GUARDIE

Chi va làchi va là?

PULCINELLA

Cosa diavolo succede? Che ci sia l'abitudinequidi parlare in musica?

GUARDIE

Chi va làchi va làchi va là?

PULCINELLASono mesono mesono me.

GUARDIE

Chi va làchi va làti dico.

PULCINELLA

Sono mesono mevi dico.

GUARDIE

Tu chi sei? tu chi sei? tu chi sei?

PULCINELLA

Sono mesono mesono me.

GUARDIE

Il tuo nomenon farci aspettare.

PULCINELLA

Il mio nome è «Va' a farti impiccare».

GUARDIE

Olàcamerativenite fin qui.

Prendiam l'insolente che parla così.

ENTRATA DEL BALLETTO

Entra il Corpo di Guardiache cerca Pulcinella nella notte.

Violini e ballo.

PULCINELLA

Chi va là? (Violini e ballo) Chi sono i furfanti che ridon di me? (Violinie ballo) Eh? (Violini e ballo) Olàmiei famigli!

venitelacchè (Violini e ballo) Per la morte! (Violini e ballo) Cacasangue!(Violini e ballo) Vi farò precipitare!

(Violini e ballo) BascoPiccardoBretone! E tu della Champagne! Tu delPoitou! (Violini e ballo) Datemi l'archibugio.

(Violini e ballo).

Pulcinella spara un colpo di pistola. Pum!

(Tutti cadono e fuggono)

PULCINELLA

Ahahahah! come si sono spaventati! Sono tanto stupidi che hanno pauradi uno come meche ho paura degli altri.

Veramente! A questo mondo basta giocare d'astuzia. Se non mi fossi dato untono da gran signore e non avessi fatto il

bravacciomi avrebbero acciuffato senza fallo. Ahahah.

GUARDIE

È nostro. A noicameratia noi.

Suprestofate luce.

BALLETTO

Entra il Corpo di Guardia con le lanterne.

GUARDIE

Ahtraditorsei tu! sei tu il brigante!

Ribaldobirbafurfantetemerarioimpudente

Sfrontatomanigoldogaglioffoladroinsolente

Osi farci paura?

PULCINELLA

Ero brillosignori.

GUARDIE

Nonon val questa ragione;Impara a stare al mondo.

In prigionprestoin prigione.

PULCINELLA

Signorinon ho rubato.

GUARDIE

In prigione.

PULCINELLA

Sono un borghese della città.

GUARDIE

In prigione.

PULCINELLA

Che cosa ho fatto?

GUARDIE

In prigionprestoin prigione.

PULCINELLA

Signorilasciatemi andare.

GUARDIE

No.

PULCINELLA

Vi prego.

GUARDIE

No.

PULCINELLA

Eh!

GUARDIE

No.

PULCINELLA

Di grazia.

GUARDIE

Nono.

PULCINELLA

Signori.

GUARDIE

Nonono.

PULCINELLA

Per favore.

GUARDIE

Nono.

PULCINELLA

Per carità.

GUARDIE

Nono.PULCINELLA

In nome del Cielo!

GUARDIE

Nono.

PULCINELLA

Misericordia!

GUARDIE

Nonon val questa ragione;

Impara a stare al mondo.

In prigionprestoin prigione.

PULCINELLA

Eh! Ma non c'è dunque nulla che vi possa toccare il cuore?

GUARDIE

Intenerirci è facile

Molto più umani siam di quel che pare;

Se ci dai sei pistoleandiamo a bere

Poi ti lasciamo libero.

PULCINELLA

Povero me! Signorivi assicuro che non ho con me neanche un soldo.

GUARDIE

Se di soldi non c'è traccia

Scegli tu senza indugiare

Se vuoi trenta pugni in faccia

Oppur dodici vergate.

PULCINELLA

Se proprio è necessario e se non se ne può fare a menoscelgo i pugni infaccia.

GUARDIE

Benepreparati

E conta i colpi.

BALLETTO

Le Guardie che danzano lo percuotono in faccia a ritmo di musica.

PULCINELLA

Uno e duetre e quattrocinque e seisette e ottonove e dieciundici edodicie tredicie quattordici e quindici.

GUARDIE

Ah! tu cerchi d'imbrogliare;

Devi allor ricominciare.

PULCINELLA

Ah! Signorila mia povera faccia non ne può piùe voi me la stateriducendo come una mela cotta. Se devo

ricominciareallora preferisco le vergate.

GUARDIE

Benese per la verga hai maggior gradimento

Ti facciamo contento.

BALLETTO

Le Guardie danzando lo riempiono di vergate a tempo di musica.PULCINELLA

Unoduetrequattrocinqueseiahahahnon resisto più. EccoSignoriprendete le sei pistole.

GUARDIE

Ah! che onest'uomo! e quale alma nobile e bella!

Addiosignoreaddioo signor Pulcinella.

PULCINELLA

Vi do la buonaseramiei signori.

GUARDIE

Addiosignoreaddioo signor Pulcinella.

PULCINELLA

Son vostro servitore.

GUARDIE

Addiosignoreaddioo signor Pulcinella.

PULCINELLA

Vostro schiavo umilissimo.

GUARDIE

Addiosignoreaddioo signor Pulcinella.

PULCINELLA

Ci rivedremo ancora.

BALLETTO

Danzano tuttirallegrandosi del denaro ricevuto. La scena cambia erappresenta la stessa stanza di prima.

ATTO II

Scena I

AntoniettaCleante

ANTONIETTA

Che cosa desiderateSignore?

CLEANTE

Che cosa desidero?

ANTONIETTA

Ahahsiete voi? Che sorpresa! Che cosa siete venuto a fare?

CLEANTE

A conoscere la mia sortea parlare con l'adorabile Angelicaa indagare suisuoi sentimentia chiederle che decisione ha

preso in merito all'implacabile matrimonio di cui ho avuto sentore.

ANTONIETTA

Sìma non se ne può parlare così d'improvviso ad Angelica; ci vuolequalche segretezzavoi sapete in quale stretta

sorveglianza viene tenuta; non le permettono di uscire né di parlare connessuno; e si deve solo alla curiosità di una

vecchia zia se abbiamo avuto la libertà di assistere a quella commedia cheha permesso alla vostra passione di nascere; e

ci siamo ben guardati dal parlare di questa avventura.

CLEANTEAnch'io non sono qui come Cleante e nella veste di pretendentemacome amico del suo maestro di musicache mi ha

dato il permesso di dire che sono venuto al posto suo.

ANTONIETTA

Sta arrivando il padre. Tiratevi da parte e lasciate che gli dica che sietequi.

Scena II

ArganteAntoniettaCleante

ARGANTE

Il dottor La Squacquera mi ha consigliato di passeggiare nella mia cameratutte le mattinedodici volte in sue dodici

volte in giù; però non mi ha detto se per il lungo o per largo.

ANTONIETTA

Signorec'è un...

ARGANTE

Parla pianodelinquente; mi rintroni la testanon tieni mai conto che nonsi deve parlare a voce troppo alta ai malati.

ANTONIETTA

Volevo direSignore...

ARGANTE

Parla pianoti dico.

ANTONIETTA

Signore...

Finge di parlare.

ARGANTE

Come?

ANTONIETTA

Vi sto dicendo che...

Finge di parlare.

ARGANTE

Che cos'hai detto?

ANTONIETTA (a voce alta)

Vi ho detto che di là c'è una persona che chiede di parlarvi.

ARGANTE

Venga pure.

Antonietta fa un cenno a Cleante perché entri.

CLEANTE

Signore...

ANTONIETTA (canzonando)

Non parlate a voce altanon dovete frastornare il Signore.

CLEANTE

Signoresono contento di trovarvi alzato e di constatare che state meglio.

ANTONIETTA (fingendo di essere incollerita)

Come «state meglio»? Non è affatto vero: il Signore sta sempre male.

CLEANTE

Mi hanno detto che il Signore stava meglioe mi pare che abbia unbell'aspetto.ANTONIETTA

Che cosa intendete dire con bell'aspetto? Il Signore ha un aspetto orribile echi vi ha detto che sta meglio è un

bell'impertinente. Il Signore non è mai stato così male.

ARGANTE

Ha ragione.

ANTONIETTA

Si muovedormemangiabeve come tutti gli altri; ciò non toglie che siamalatissimo.

ARGANTE

È vero.

CLEANTE

Signoresono desolato. Mi manda il maestro di canto della Signorina vostrafiglia. È stato costretto a partire per la

campagnadove rimarrà qualche giorno; ed essendo io suo intimo amicovengoin sua vece a continuare le lezioninel

timore che interrompendole essa possa dimenticare quello che sa.

ARGANTE

Benissimo. Chiamate Angelica.

ANTONIETTA

Sarebbe forse meglioSignoreche io accompagnassi il Signore nella suacamera.

ARGANTE

Nofatela venire qui.

ANTONIETTA

Non potrà essere proficua la lezionese essi non rimangono soli.

ARGANTE

Fate come vi dico!

ANTONIETTA

Signorevi faranno la testa grossa e nello stato in cui vi trovate ci vuolpoco a provocarvi un'emozione e a sconvolgervi

il cervello.

ARGANTE

Niente affattomi piace la musica e sarò ben felice di... Ah! eccola.Andate un po' a vederevoise mia moglie è già

vestita.

Scena III

ArganteAngelicaCleante

ARGANTE

Venite avantifigliola; il vostro maestro di canto si trova nel contado; eha mandato un altro insegnante al posto suo.

ANGELICA

OhCielo!

ARGANTE

Che c'è? la cosa vi sorprende?

ANGELICA

Ecco...

ARGANTE

Eh? siete emozionatache motivo c'è?ANGELICA

Eccopadre mioè successo qualcosa che ha dell'incredibile.

ARGANTE

Come?

ANGELICA

Questa notte ho sognato che mi trovavo in una situazione molto penosa e cheuna personache assomigliava in tutto e

per tutto a questo Signore e alla quale avevo chiesto aiutoera intervenutaper togliermi dai guai; entrando quiho avuto

la grande sorpresa di vedere nella realtàinaspettatamentequel che hoavuto nel pensiero per tutta la notte.

CLEANTE

Non mi dispiace affatto tenere occupato il vostro pensierosia durante ilgiorno che durante la nottee sarei molto felice

se trovandovi in qualche penoso frangente mi giudicaste degno di venire invostro aiuto; non c'è nulla che non potrei

fare per...

Scena IV

AntoniettaCleanteAngelicaArgante

ANTONIETTA (in tono derisorio)

Signorecredetemiora sono d'accordo con voie ritiro tutto quello che hodetto ieri. Sono venuti in visita il dottor

Diarroicus padre col dottor Diarroicus figlio. Sarete ben generatoSignore.State per vedere il più bel giovanotto che

esista al mondoed anche il più intelligente. Ha detto soltanto due parolema da mandare in estasi; vostra figlia ne sarà

conquistata.

ARGANTE (a Cleante che fa l'atto di andarsene)

Non andateveneSignore. Sto per dare marito a mia figlia; e in questomomento è venuto a presentarsi il promesso

sposoche essa non ha ancora visto.

CLEANTE

Mi fate un grande onoreSignorepermettendo che io sia testimone di unincontro così gradito.

ARGANTE

È il figlio di un bravo medicoe il matrimonio si farà fra quattro giorni.

CLEANTE

Ottimamente.

ARGANTE

Fatelo sapere al maestro di musicaperché venga alle nozze.

CLEANTE

Non mancherò.

ARGANTE

Veniteci anche voi.

CLEANTE

È un grande onore per me.

ANTONIETTA

Supreparatevisono qui.

Scena V

Il dottor DiarroicusTommaso DiarroicusArganteAngelicaCleanteAntonietta

ARGANTE (mettendo la mano alla berretta senza togliersela)Signoreildottor La Squacquera mi ha proibito di tenere il capo scoperto. Voi siete delmestiereconoscete le

conseguenze.

DOTTOR DIARROICUS

Facciamo le nostre visite per portare aiuto ai malatinon per recar loro unincomodo.

ARGANTE

Vi ricevoSignore...

Parlano entrambi nel medesimo tempointerrompendosi l'un l'altro econfondendo le voci.

DOTTOR DIARROICUS

Siamo venutiSignore...

ARGANTE

Con infinita soddisfazione...

DOTTOR DIARROICUS

Mio figlio Tommaso ed io...

ARGANTE

L'onore che mi fate...

DOTTOR DIARROICUS

A testimoniarviSignore...

ARGANTE

E avrei voluto...

DOTTOR DIARROICUS

Il nostro compiacimento...

ARGANTE

Poter venire io da voi...

DOTTOR DIARROICUS

Per la grazia che ci fate...

ARGANTE

Per garantirvi...

DOTTOR DIARROICUS

Nel volerci ricevere...

ARGANTE

Ma voi sapeteSignore...

DOTTOR DIARROICUS

Onorandoci di entrareSignore...

ARGANTE

Che cos'è un povero malato...

DOTTOR DIARROICUS

Nella vostra famiglia...

ARGANTE

Che altro non può fare...

DOTTOR DIARROICUS

E garantirvi...ARGANTE

Che dirvi qui...

DOTTOR DIARROICUS

Che in ciò che dipende dal nostro mestiere...

ARGANTE

Ch'egli cercherà in ogni occasione...

DOTTOR DIARROICUS

Come del resto in tutte le altre...

ARGANTE

Di dimostrarviSignore...

DOTTOR DIARROICUS

Saremo sempre prontiSignore...

ARGANTE

Ch'egli sarà al vostro servizio...

DOTTOR DIARROICUS

A testimoniarvi le nostre premure. (Si gira verso suo figlio e gli dice)CoraggioTommasovenite avanti. Fate il vostro

discorso.

TOMMASO DIARROICUS (un giuggiolone che ha appena terminato gli studi e chefa ogni cosa senza grazia e nel

momento sbagliato)

Convien cominciare dal padrenon è così?

DOTTOR DIARROICUS

Certo.

TOMMASO DIARROICUS

Signoreio vengo a salutareconoscereonorareriverire in voi un secondopadre; ma un secondo padre al qualeoso

diresono più obbligato che al primo. Il primo mi ha generato; ma voi miavete scelto. Egli mi ha accolto per necessità;

ma voi mi avete accettato per grazia. Quel che in me si trova di lui è operadel suo corpo; ma quel che in me si trova di

voi è opera della vostra volontà; e poiché le facoltà spirituali sonotanto più eccelse delle corporalicosì tanto più grande

è il mio debito e tanto più preziosa io stimo la prossima affiliazionedella quale vengo oggiprecorrendolaa rendere gli

umilissimi e rispettosissimi omaggi.

ANTONIETTA

Evviva le scuoleda cui escono giovani di tanto talento!

TOMMASO DIARROICUS

È andata benepadre mio?

DOTTOR DIARROICUS

Optime.

ARGANTE (ad Angelica)

Suvviasalutate il Signore.

TOMMASO DIARROICUS

Baciar potrò?

DOTTOR DIARROICUS

Ma certo.

TOMMASO DIARROICUS (ad Angelica)

Signorail Cielo nella sua giustizia vi ha concesso il nome di suocerapoiché...

ARGANTENon state parlando a mia mogliema a mia figlia.

TOMMASO DIARROICUS

E la suocera ov'è?

ARGANTE

Verrà subito.

TOMMASO DIARROICUS

Dovrò dunque aspettarepadrech'ella sia venuta?

DOTTOR DIARROICUS

Fate lo stesso il discorso alla Signorina.

TOMMASO DIARROICUS

Signorinané più né meno della statua di Memnoneche armonioso concentomandava quando la illuminavano i raggi

del solealla stessa guisa mi sento io animato da un dolce empitoall'apparir di quel sole che son le bellezze vostre. E

come osservano gli indagator della natura che il fiore chiamato eliotropio sivolge sempre mai verso l'astro del giorno

così il mio cuore quind'innanzi verso gli astri risplendenti dei vostriadorabili occhicome al suo unico polo ognora si

volgerà. Sofferite dunqueSignorinache io appenda in oggidì all'altaredelle vostre venustà l'offerta di questo cuore

che altra gloria non respira e ad altra gloria non aspira che d'essere pertutta la vitaSignorinail vostro umilissimo

obbedientissimo e fedelissimo servitore e marito.

ANTONIETTA (canzonandolo)

Ecco quel che significa studiare; impari a dire cose meravigliose.

ARGANTE

Eh! che ne dite voi?

CLEANTE

Il Signore non finisce di stupirmi; se è buon medico quanto è buon oratoresarà un piacere far parte dei suoi pazienti.

ANTONIETTA

Questo è sicuro. Sarà una meravigliase le sue cure saranno belle come isuoi discorsi.

ARGANTE

Suprestola mia poltronae sedie per tutti. Mettetevi làfiglia mia.Come vedeteSignoretutti ammirano il Signore

vostro figlio; potete dirvi felice di avere un tale rampollo.

DOTTOR DIARROICUS

Signorenon perché io sia suo padrema posso dire che ho buone ragioni peressere contento di lui; tutti coloro che lo

conoscono ne parlano come d'un ragazzo sprovvisto della minima ribalderia.Non ha mai avuto troppo viva

immaginazionené quegli sprazzi di intelligenza che si possono notare incertuni; ma proprio per questo ho tratto buoni

auspici circa le sue facoltà di giudizioche sono indispensabili peresercitare la nostra arte. Da piccolonon è mai stato

quel che si dice uno sbarazzino e un bambino vivace. Era sempre tranquillopacifico e taciturnonon c'era verso che

dicesse una parola né mai si trastullava in quei giochi che definiamoinfantili. Non vi dico la fatica che abbiamo fatto

per insegnargli a leggere; aveva già nove anni e ancora non distingueva lelettere dell'alfabeto. «Bene» dicevo fra me e

me«gli alberi tardivi son quelli che danno i frutti migliori; è assaimeno agevole incidere sul marmo che sulla sabbia;

ma le cose vi rimangono impresse ben più a lungoe l'essere tanto lentonell'apprenderetanto greve nel pensareè il

crisma della retta capacità di giudizio che avrà.» Quando lo mandai ascuolafece molta fatica; ma davanti alle difficoltà

ce la metteva tuttae i suoi insegnanti lodavano la sua assiduità e la suavolontà nell'adoperarsi. Infinea furia di battere

il ferroè trionfalmente riuscito ad ottenere i suoi bravi diplomi e possodire senza vanità che da quando è sui banchi

universitaricioè da due anninon c'è stato candidato che abbia fattopiù rumore di lui nelle dispute d'esame della nostra

Facoltà. Ora è temutissimo e non c'è discussione di tesi in cui egli nonsostenga ad oltranza l'opinione esattamente

contraria. Nella disputa egli è incrollabiledifende i suoi princìpi conla fermezza di un Turconon recede mai dal

proprio parere e conduce ogni ragionamento fino alle estreme conseguenzedella logica. Ma quel che mi piace in lui

sopra ogni cosae in questo egli segue il mio esempioè che si rifàciecamente alle opinioni degli antichie che mai ha

voluto comprenderee nemmeno ascoltarele ragioni e le esperienze dellepretese scoperte del nostro tempo intorno alla

circolazione del sangue e ad altre opinioni della stessa risma.

TOMMASO DIARROICUS (estraendo dalla tasca il rotolo di una dissertazioneche egli presenta ad Angelica)Ho scritto una dissertazione contro icircolazionistiche col permesso del Signore oso presentare alla Signorina

doveroso omaggio delle primizie del mio sapere.

ANGELICA

Signoresarà per me un oggetto inservibile. Io non intendo questiargomenti.

ANTONIETTA

Datedateci può sempre interessare per le figureche vanno benissimo perarredare la nostra camera.

TOMMASO DIARROICUS

E sempre col permesso del Signorevorrei invitarvi ad assistereuno diquesti giorniper il vostro svagoall'autopsia di

una donnache sarà oggetto di una mia relazione.

ANTONIETTA

Sarà uno svago molto divertente. Certuni invitano la fidanzata a teatromavuoi mettere la galanteria di offrire

un'autopsia?

DOTTOR DIARROICUS

Infinecirca i requisiti richiesti per il matrimonio e la propagazioneposso garantire chesecondo le regole dettate dai

nostri luminariegli è quanto di meglio si possa desiderare; possiede inlodevole grado la facoltà prolifica e ha il

temperamento necessario per generare e procreare figli di sana costituzione.

ARGANTE

Non avreste intenzioneSignoredi mandarlo a corte e di sollecitare per luiuna carica di medico?

DOTTOR DIARROICUS

Parlando con franchezzanon è mai stato di mio gradimento esercitare laprofessione nell'ambiente dei potenti; ho

sempre pensato che fosse meglio per noi dedicarci alla gente comune. La gentecomune è di tutto comodo. Non dovete

rispondere delle vostre azioni; e purché si seguano le regole correntidell'artenon ci si preoccupa di quel che può

capitare. Quel che dà fastidio nei potenti è che quando sono malatipretendono assolutamente che i medici li guariscano.

ANTONIETTA

Che strani tipi! È una bella pretesa voler essere guariti da voialtri; nonli curate mica per questo; il vostro scopo è di

prescrivere dei rimedi e ricevere un appannaggio; tocca a loro guarirese ciriescono.

DOTTOR DIARROICUS

È vero. Abbiamo soltanto l'obbligo di eseguire i trattamenti secondo leforme consacrate.

ARGANTE (a Cleante)

Signorevolete far cantare mia figlia davanti agli ospiti?

CLEANTE

Attendevo i vostri ordiniSignoree mi è venuto in menteper divertire iconvenutidi cantare con la Signorina la scena

di un'operina composta da poco. Eccoquesta è la vostra parte.

ANGELICA

Io dovrei...?

CLEANTE

Non tergiversatevi pregoe lasciate che vi spieghi in che cosa consiste lascena che dobbiamo cantare. Io non ho una

bella voce; ma è sufficiente in questo caso che i presenti mi sentano; eavranno la bontà di scusarmisapendo che sono

costretto a farlo per dar modo alla Signorina di cantare.

ARGANTE

E come sono i versi? belli?

CLEANTE

Si tratta propriamente di un'operina del genere «improvviso» e voisentirete cantare soltanto della prosa ritmicao brani

di versi libericosì come la passione e la necessità possono far nascerein due persone che dicono certe cose come a loro

riesce e che parlano improvvisando.

ARGANTEBenissimo. Ascoltiamo.

CLEANTE (nella veste di un pastoreracconta all'innamorata del suo amoredopo il loro incontro; quindi i due si

comunicanocantandoi loro pensieri)

L'argomento della scena è il seguente. Un pastore sta seguendointeressatole belle invenzioni di una recita appena

iniziataquando la sua attenzione viene distratta da un rumore ch'egliintende accanto a sé. Sigira e vede che un

prepotente sta oltraggiando con male parole una Pastorella. Egli prendesubito le difese del sesso a cui ogni uomo deve

inchinarsi; e dopo avere punito della sua insolenza il prepotentesi rivolgealla Pastorella e si accorge che la giovane

creaturacon i più begli occhi che egli avesse mai vistosta versandolacrime che gli paiono le più belle del creato.

«Ohimè!» egli dice a se stesso«come si può recare oltraggio a unacosì attraente creatura? E quale inumanoqual

barbaro essere non si sentirebbe toccato da queste lacrime?» Si prendeallora cura di farle cessarequelle lacrime che

tanto incanto gli procurano; e l'attraente Pastorella a sua volta si prendecura di ringraziarlo per la sua gentile attenzione

ma in maniera così affascinantecosì teneracosì appassionatache ilPastore non sa più resistere; ogni parolaogni

sguardo son lame di fuoco che penetrano nel suo cuore. «Esiste cosa» sidiceva«che meriti una gratitudine espressa

con parole tanto incantevoli? Che cosa non si vorrebbe farequali serviginon si vorrebbe renderee quali pericoli non si

sarebbe felici di correreper poter avereanche per un momento sololetoccanti dolcezze di un'anima così

riconoscente?» Lo spettacolo termina senza ch'egli vi presti attenzione; masi lamenta il Pastore che sia tanto breve

poichéterminandolo separa dalla sua adorabile Pastorella; e da quelprimo incontroda quel primo momentoegli

porta dentro di sé tutto ciò che di più intenso può esistere in un amoreche duri da anni. Ed eccolo che patisce tutto il

male dell'assenzae sente il tormento di non poter più vedere colei checosì poco ha visto. E fa tutto quel che è in suo

potere per rivedere la donna di cui conservanotte e giornouna sì caraimmagine; ma la costrizione in cui vien tenuta la

Pastorella gli rende vana ogni possibile occasione. Tanto violenta è la suapassione ch'egli si risolve a chiedere in isposa

l'adorabile beltà senza la quale non può viveree ottiene il di leiconsenso attraverso un biglietto che ha l'abilità di farle

recapitare. Ma nello stesso tempo viene a sapere che il padre della sua bellaha deciso che essa debba sposare un altroe

che si sta disponendo ogni cosa per la cerimonia. Giudicate voi quantocrudele sia stato il colpo inferto al cuore del

povero Pastore. Eccolo sconvolto da un dolore mortale. Egli non puòsopportare il pensiero spaventoso di vedere quel

che ha di più caro al mondo fra le braccia di un altro; e il suo amoreconla forza della disperazionegli fa trovare il

modo di introdursi nella casa della sua Pastorella; vuole accertare isentimenti di lei e sapere qual destino gli toccherà.

Vede i preparativi dell'evento che tanto teme; vede arrivare l'indegno rivaleche il capriccio di un padre oppone al suo

straripante amore. Lo vede mentre trionfaquesto ridicolo rivaleaccantoall'adorabile Pastorellache è poi una

conquista che altri gli hanno assicurato; e questa visione lo riempie d'unacollera che a fatica riesce a padroneggiare.

Lancia dolorosi sguardi su colei che adora; e il suo rispettoe la presenzadel padregli impediscono di parlare se non

con gli occhi. Ma infine egli vince ogni costrizione e l'empito del suo amorelo costringe a parlare in questo modo

(canta):

Fillidetroppo grande è il mio patire;

Duro è il silenzioil vostro cuor m'aprite.

Quale sarà mia sorte?

Vivere io dovrò? Dovrò morire?

ANGELICA risponde cantando:

Voi mi vedeteTirsimalinconica e triste

Per l'imeneo che causa in voi tema e doglianza:

Levo al cielo lo sguardovi contemplo e sospiro.

Ho già detto abbastanza.

ARGANTE

Perbacco! Non sapevo che mia figlia avesse già imparato a cantare a primavistae senza la minima esitazione.

CLEANTE

Ohimè! Fillide bella

Accadrà mai che Tirsi innamorato

Sia tanto fortunato

D'aver sua stanza dentro al vostro cuore?

ANGELICA

Non posso più tacere in quest'ora penosa:

SìTirsivi amo.

CLEANTE

O parola meravigliosa!

Ohimè! ho sentito bene?Fillideripetetela! dissipate i miei dubbi.

ANGELICA

SìTirsivi amo.

CLEANTE

Di graziaFillideancora.

ANGELICA

Vi amo.

CLEANTE

Ancora cento voltenon vi stancate mai.

ANGELICA

Vi amovi amo

SìTirsivi amo.

CLEANTE

O numio reche avete ai vostri piedi il mondo

Cos'è il contento vostro a paragon del mio?

MaFillideun pensiero

Or viene l'allegrezza a conturbare:

Un rivaleun rivale...

ANGELICA

Mi è odioso più che morte;

Non v'ha pena più forte

Per me come per voi che la sua vista.

CLEANTE

Ma un padre vi costringe al suo desire.

ANGELICA

Oh! piuttosto morire

Che giammai consentire;

Oh! sìmeglio morirmeglio morire.

ARGANTE

E che dice il padre di fronte a queste dichiarazioni?

CLEANTE

Non dice niente.

ARGANTE

È un bel babbeo di padrequel padreche sopporta tutte quelle scempiagginisenza dir nulla.

CLEANTE

Amore mio...

ARGANTE

Nonobasta così. È di cattivo esempioquella commedia. Il Pastore Tirsiè uno sfrontatoe la Pastorella Fillide una

spudoratase parla in questa maniera di fronte a suo padre. Fatemi un po'vedere il testo. Ah! ma dove sono le parole

che avete cantato? Qui ci sono soltanto delle note musicali.

CLEANTE

Non sapeteSignoreche è stata inventata da poco la maniera di scrivere lenote musicali con già dentro le parole?

ARGANTE

Benissimo. Servitor vostroSignore. Arrivederci. Avremmo fatto volentieri ameno della vostra impertinente operina.

CLEANTEContavo di divertirvi.

ARGANTE

Le sciocchezze non divertono nessuno. Ah! ecco mia moglie.

Scena VI

BecchinaArganteAntoniettaAngelicail dottor DiarroicusTommasoDiarroicus

ARGANTE

Amor mioquesto è il figlio del dottor Diarroicus.

TOMMASO DIARROICUS (incomincia un discorso che aveva preparatoma glivien meno la memoria e non riesce a

continuare)

Signorail Cielo nella sua giustizia vi ha concesso il nome di suocerapoiché sul vostro viso si vede...

BECCHINA

Signoresono felice di essere intervenuta nel momento adatto per averel'onore di conoscervi...

TOMMASO DIARROICUS

Poiché sul vostro viso si vede... poiché sul vostro viso si vede...Signorami avete interrotto nel bel mezzo del periodoe

questo mi ha provocato un vuoto di memoria.

DOTTOR DIARROICUS

Tommasorimandate il discorso ad altro momento.

ARGANTE

Dovevate essere qui poco famia cara.

ANTONIETTA

Ah! Signoranon sapete che cosa avete perdutorinunciando al secondo padrealla statua di Memnone e al fiore

chiamato eliotropio.

ARGANTE

Suvviafiglioladate la mano al Signoree promettete gli fedeltàcome sideve al marito.

ANGELICA

Padre mio.

ARGANTE

Che cosa «padre mio»? Che significa «padre mio»?

ANGELICA

Di grazianon precipitate le cose. Dateci almeno il tempo di conoscercidiveder nascere in noi l'un per l'altro

quell'inclinazione che è tanto necessaria per formare un'unione perfetta.

TOMMASO DIARROICUS

In meSignorinaè già natae non ho bisogno di attendere oltre.

ANGELICA

Se voi siete tanto sollecitoSignorelo stesso non si può dire di mee viconfesso che il merito vostro non ha fatto

ancora bastante impressione sull'animo mio.

ARGANTE

Ohnon importa! ci sarà tutto il tempo dopoquando sarete marito e moglie.

ANGELICA

Eh! padredatemi il tempove ne prego. Il matrimonio è una catena allaquale non si può legare per forza un cuore; e se

il Signore è un uomo onestonon può accettare una persona che sarebbe suadi contraggenio.

TOMMASO DIARROICUSNego consequentiamSignorina; io posso essere unuomo onesto e nondimeno ricevere voi dalle mani del Signore

vostro padre.

ANGELICA

Usar violenza non è un buon sistema per farsi amare da qualcuno.

TOMMASO DIARROICUS

Come possiamo leggere nei libriSignorinaera costume degli antichi rapirecon la forza dalla casa paterna le ragazze

che si volevano sposareaffinché non sembrasse che volessero convolare diloro volontà nelle braccia di un uomo.

ANGELICA

Gli antichiSignoresono gli antichie noi viviamo oggi. Nel nostro secolonon sono necessarie le messe in scena; e

quando un matrimonio è di nostro gradimento lo accettiamo senza bisogno diesservi trascinate. Abbiate pazienza: se mi

amateSignoredovete volere ciò che voglio io.

TOMMASO DIARROICUS

SìSignorinama nell'interesse esclusivo del mio amore.

ANGELICA

Prova del vero amore è di sottomettersi alla volontà della donna amata.

TOMMASO DIARROICUS

DistinguoSignorina: se non si tratta di possederlaconcedo; ma se sitratta di possederlanego.

ANTONIETTA

È inutile che vi mettiate a discutere; il Signore è fresco di studie voiavrete sempre il fatto vostro. Perché resistere

tantoe rifiutare la gloria di avere accanto il corpo stesso della Facoltà?

BECCHINA

Avrà forse qualcuno per il capo.

ANGELICA

Se ce l'avessiSignorasarebbe quale me lo potrebbero permettere la ragionee l'onestà.

ARGANTE

Oh sentite! ma io qui che figura ci faccio?

BECCHINA

Se fossi in voicaronon la costringerei a maritarsi; so ben io ladecisione che prenderei.

ANGELICA

So che cosa intendete direSignorae so il bene che mi volete; ma puòessere che i vostri consigli non siano poi così

facili da realizzare.

BECCHINA

Sta di fatto che le ragazze come voigiudiziose e onestese ne infischianodi essere sottomesse e di obbedire alla

volontà paterna. Son cosequesteche andavan bene una volta.

ANGELICA

I doveri d'una ragazza hanno dei limitiSignorae non si possono estenderea qualsiasi cosa; lo impedisce la ragionee

persino la legge.

BECCHINA

Vale a dire che state pensando unicamente al matrimonio; peròvoletescegliere un marito di vostro esclusivo

gradimento.

ANGELICA

Se mio padre non vuol concedermi un marito che mi piaccialo supplicheròche almeno non mi obblighi a sposarne uno

che non possa amare.

ARGANTE

Signorivi chiedo scusa.ANGELICA

Ciascuno sposandosi insegue un suo scopo. Io voglio un marito per amarlodavveropretendo ch'egli diventi la ragione

della mia vita; e vi confesso che vorrei muovermi con una certa cautela. Cisono ragazze che prendono marito soltanto

per uscire dalla costrizione in cui le tengono i genitorie poter fare iloro comodi. E ce ne sono altreSignorache fanno

del matrimonio una ragione di puro interessee prendono marito per avereun'ereditàper arricchirsi alla morte di colui

che hanno sposato; queste corrono senza scrupoli da un marito all'altroperappropriarsi delle loro spoglie. Costoroè

veronon vanno tanto per il sottile e non stanno a guardare com'è ilmarito.

BECCHINA

Siete molto polemicaoggimi piacerebbe sapere che cosa intendete dire.

ANGELICA

Signoranon intendo dire altro che quel che dico.

BECCHINA

Dite tante sciocchezzemia carache finirete per farvi detestare.

ANGELICA

Voi sperateSignorache io vi risponda male; ma vi avverto che non vi daròquesto vantaggio.

BECCHINA

La vostra insolenza non ha confronti.

ANGELICA

NoSignorapotete parlare fin che volete.

BECCHINA

E voi avete un orgoglio ridicolouna tale presuntuosa supponenzache vifate compatire da tutti.

ANGELICA

Signoranon serve a nulla tutto questo. Mi comporterò bene a dispettovostro; e per togliervi ogni speranza di riuscire

nel vostro scopomi toglierò anche dalla vostra vista.

ARGANTE

Ascoltanon ci sono vie di mezzo; devi decidere se sposare questo Signorefra quattro giorni o sposare il convento. Non

preoccupatevisaprò metterla in riga.

BECCHINA

Mi dispiace dovervi lasciarefigliolo mioma ho un impegno in città chenon posso evitare. Tornerò presto.

ARGANTE

Andateamor mioe passate dal notaioperché concluda quel che sappiamo.

BECCHINA

A prestoamico mio.

ARGANTE

A prestocara. Ecco una donna che mi ama... sembra incredibile.

DOTTOR DIARROICUS

Signorenoi prendiamo congedo.

ARGANTE

Sarei a pregarviSignoredi sapermi dire un pochino come sto.

DOTTOR DIARROICUS (tastandogli il polso)

CoraggioTommasoprendete l'altro braccio del Signore e vediamo se sapetedare una definizione corretta del suo

polso. Quid dicis?

TOMMASO DIARROICUS

Ego dico che il polso del Signore è il polso di un uomo che non staaffatto bene.DOTTOR DIARROICUS

Giusto.

TOMMASO DIARROICUS

Che è duriuscoloper non dire duro.

DOTTOR DIARROICUS

Perfetto.

TOMMASO DIARROICUS

Scoccante.

DOTTOR DIARROICUS

Bene respondere.

TOMMASO DIARROICUS

E persino un tantino galoppante.

DOTTOR DIARROICUS

Optime.

TOMMASO DIARROICUS

E questo è indizio di intemperie nel parenchima splenicovale a direla milza.

DOTTOR DIARROICUS

Perfetto.

ARGANTE

Noil dottor La Squacquera sostiene che è malato il fegato.

DOTTOR DIARROICUS

Sìsì: chi dice parenchima dice entrambe le coseche sono legateda stretta simpatiaoperata dal vas breve del piloroe

spesso dai meati del coledoco. Vi avrà senz'altro prescritto le carniarrosto.

ARGANTE

Nosoltanto carni a lesso.

DOTTOR DIARROICUS

Ah! sì: arrostolessoè la stessa cosa. Le sue prescrizioni sono moltoprudentinon potreste essere in mani migliori.

ARGANTE

Signorequanti granelli di sale posso mettere in un uovo?

DOTTOR DIARROICUS

Seiottodiecicomunque in numero pari. Le medicineinvecesi prendonoin numero dispari.

ARGANTE

A ben rivederviSignore.

Scena VII

BecchinaArgante

BECCHINA

Prima di uscirebambino miovoglio dirvi una cosa che dovrebbepreoccuparvi. Passando davanti alla camera di

Angelicaho visto che c'era con lei un giovaneche è fuggito appena mi havisto.

ARGANTE

Un giovane assieme a mia figlia?BECCHINA

Sì. E c'era con loro Luiginala vostra bambina piccolache potrà dirviqualcosa in proposito.

ARGANTE

Mandatemelaamor miomandatemela. Ahla sfrontata! non mi meraviglia piùormaila sua ostinazione.

Scena VIII

LuiginaArgante

LUIGINA

Che cosa desideratepaparino? Mi ha detto la mammina che mi volevate.

ARGANTE

Sìvenite avantifermatevi lì. Giratevialzate la testaguardatemi infaccia. Eh!

LUIGINA

Che c'èpapà?

ARGANTE

Ecco.

LUIGINA

Come?

ARGANTE

Non avete nulla da dirmi?

LUIGINA

Se voletevi posso direper tenervi allegroil racconto di Pelle d'asinooppure la favola del Corvo e della Volpe. Le ho

imparate in questi giorni.

ARGANTE

Non è questo che ti chiedo.

LUIGINA

E allora che cosa?

ARGANTE

Ah! birichinalo sapete bene quel che voglio dire.

LUIGINA

Perdonatemipapà.

ARGANTE

È in questa maniera che mi ubbidite?

LUIGINA

Come?

ARGANTE

Non vi ho raccomandato di venire subito a dirmi tutto quello che vedete?

LUIGINA

Sìpaparino.

ARGANTE

E l'avete fatto?

LUIGINA

Sìpaparino. Sono sempre venuta a dirvi quel che ho vistoARGANTE

E oggi non avete visto niente?

LUIGINA

Nopaparino.

ARGANTE

No?

LUIGINA

Nopaparino.

ARGANTE

Siete sicura?

LUIGINA

Sono sicura.

ARGANTE

Ah! bene. Adesso ve la faccio vedere io.

Va a prendere un fascio di verghe.

LUIGINA

Ah! paparino.

ARGANTE

Ah! ah! mostriciattoloe un uomo nella camera di vostra sorella l'avetevisto o no?

LUIGINA

Paparino!

ARGANTE

Imparerete a dire bugie.

LUIGINA (mettendosi in ginocchio)

Ah! paparinoperdonoperdono. Mia sorella mi aveva detto di non dirviniente; ma ora vi dico tutto.

ARGANTE

Intanto assaggerete la frusta per avere mentito. Per il restovedremo.

LUIGINA

Perdonopaparino!

ARGANTE

Niente affatto.

LUIGINA

Paparino caronon frustatemi!

ARGANTE

Vi frusterò sì.

LUIGINA

In nome di Dio! paparinonon fatelo.

ARGANTE (afferrandola per frustarla)

Vieni qui.

LUIGINA

Ah! paparinomi avete fatto male. Aspettate: sono morta. (Finge di esseremorta).ARGANTE

Ehi! Che c'è? LuiginaLuigina. Ahmio Dio! Luigina. Ah! figlia mia! Ah!povero mela mia figliolina è morta. Che

cosa ho fattomiserabile! Ah! verghe orrende! maledizione a loro! Ah! miapovera bambinapovera Luigina mia.

LUIGINA

Bastapaparinonon piangete tropponon sono morta del tutto.

ARGANTE

Ma guarda che piccola scaltra! Sìbasta! per questa volta vi perdonoma midovete dire tutto quello che sapete.

LUIGINA

Oh! sìpaparino.

ARGANTE

Vi consiglio di farloperché questo mignolino sa tuttoe mi dirà se ditele bugie.

LUIGINA

Peròpaparinonon dite a mia sorella che ve l'ho detto.

ARGANTE

Nono.

LUIGINA

Paparinoquando stavo nella stanza di mia sorellaè entrato un uomo.

ARGANTE

E poi?

LUIGINA

Gli ho chiesto che cosa volevae lui mi ha detto che era il suo maestro dicanto.

ARGANTE

Ahah. Così stanno le cose. E poi?

LUIGINA

Poi è entrata mia sorella.

ARGANTE

E poi?

LUIGINA

Gli ha detto; «Usciteusciteuscitemio Dio! uscite; siete la miadisperazione».

ARGANTE

E poi?

LUIGINA

Lui non voleva uscire.

ARGANTE

E che cosa diceva?

LUIGINA

Non sodiceva tante cose.

ARGANTE

Ma che cosa?

LUIGINA

Le parlava di questo e di quest'altrodiceva che l'amava e che era laragazza più bella del mondo.ARGANTE

E poi cos'è accaduto?

LUIGINA

È accaduto che si è messo in ginocchio davanti a lei.

ARGANTE

E poi ancora?

LUIGINA

E poi ancora le ha baciato le mani.

ARGANTE

E poi ancora?

LUIGINA

E poi ancora la mamma si è fatta vedere e lui è scappato.

ARGANTE

Nient'altro?

LUIGINA

Nopaparino.

ARGANTE

Eppure il mignolino sta bisbigliando qualcosa. (Si mette il ditonell'orecchio) Un momento. Eh! ahahsì? Ohoh! il

mignolino mi sta dicendo che avete visto un'altra cosache non mi avetedetto.

LUIGINA

Ah! paparinoil mignolino è un bugiardo.

ARGANTE

Badate.

LUIGINA

Nopaparinonon credeteglista dicendo una bugiave l'assicuro.

ARGANTE

Ohbenebenelo vedremo. Ora andatee state bene attenta ad ogni cosa;andate. Ah! non ci sono più bambini. Ah!

quante ne capitano! non ho più nemmeno il tempo di pensare alla malattia.Diciamo la veritànon ne posso più.

Si rimette in poltrona.

Scena IX

BeraldoArgante

BERALDO

E allorafratellocome va? State bene?

ARGANTE

Ohfratello miomalissimo.

BERALDO

Come «malissimo»?

ARGANTE

Sìho addosso una debolezza da non credere.

BERALDO

Che seccatura.ARGANTE

Non ho nemmeno la forza di parlare.

BERALDO

Sono venutofratelloa proporvi un matrimonio per mia nipote Angelica.

ARGANTE (parlando freneticamente e alzandosi dalla poltrona)

Fratellonon parlatemi di quella sciagurata. È una bricconaun'impertinenteuna sfrontatanon passeranno due giorni e

finirà in convento.

BERALDO

Ah! benissimo: mi fa molto piacere che le forze vi stiano ritornando un pocoe che la mia visita vi abbia giovato.

Parleremo poi delle nostre faccende. Vi offro un'occasione di divertimento;ho con me degli attori che possono dissipare

le vostre tristezze e rendere il vostro animo più propenso alle cose chedobbiamo discutere. Si tratta di Zingari vestiti da

Moriche eseguono danze e canzonisono certo che lo spettacolo vi piacerà;sarà anche meglio di una prescrizione del

dottor La Squacquera. Suandiamo a incominciare.

SECONDO INTERMEDIO

Il fratello del Malato immaginario introduceper divertirlomolti Zingari eZingarevestiti alla morescache eseguono

danze e canzoni.

PRIMA DONNA MORESCA

Si trastulli giovinezza

Nella bella primavera

Nella vostra verde etate;

Si trastulli giovinezza

Nella bella primavera

Agli amor v'abbandonate.

Il piacer più accattivante

Se d'amor non ha l'ardore

Per destar la gioia in cuore

Non ha fascino bastante.

Si trastulli giovinezza

Nella bella primavera

Nella vostra verde etate;

Si trastulli giovinezza

Nella bella primavera

Agli amor v'abbandonate.

Non perdete d'amore i bei momenti:

Bellezza passa e muore

Il tempo è distruttore

Scaccia degli anni il fiore

L'età dal freddo cuore

Che uccide amor dei grati passatempi.

Si trastulli giovinezza

Nella bella primavera

Nella vostra verde etate;

Si trastulli giovinezza

Nella bella primavera

Agli amor v'abbandonate.

SECONDA DONNA MORESCA

Quando ad amar ne attizza

Che cosa avete in mente?Il cuore in giovinezza

Verso la tenerezza

È fin troppo indulgente;

Per catturarci amore

Richiami ha sì squisiti

Che noi senza aspettare

Ci vorremmo donare

Subito ai primi inviti;

Ma tutto quel che sai

Dei cocenti dolori

E dei plori

Che amore apporta a noi

Rende sospetti ormai

Tutti gli amori.

TERZA DONNA MORESCA

In giovinezza è bello

Amar con cuor fidato

L'innamorato

Che amor ci giura;

Ma s'egli è vanerello

Ahimè! quale tortura!

QUARTA DONNA MORESCA

Giovin che come uccello

Se n' va non è sventura;

La trafittura

E il rovello

Sono che il vanerello

Nostro cuor s'assicura.

SECONDA DONNA MORESCA

Quale risoluzione

Deve prendere il cuore?

QUARTA DONNA MORESCA

Dobbiamo abbandonarci

Malgrado il suo rigore?

INSIEME

Sìubbidiamo agli ardori

Agli impulsiai capricci

Ai suoi dolci languori;

Se vi son dei pasticci

Vi son cento delizie

Che incantano il cuore.

ENTRATA DEL BALLETTO

Tutti i Mori danzano insiemee fanno ballare le scimmie che hanno portatocon sé.

ATTO III

Scena I

BeraldoArganteAntonietta

BERALDO

E allorafratelloche cosa ne dite? non vale forse una dose dicassia?ANTONIETTA

Behse è buonaanche la cassia è buona.

BERALDO

Dunquevogliamo parlare un po' insieme?

ARGANTE

Un momento di pazienzafratello. Torno subito.

ANTONIETTA

PrendeteSignorestate dimenticando che senza bastone non riuscite acamminare.

ARGANTE

Hai ragione.

Scena II

BeraldoAntonietta

ANTONIETTA

Non trascurateper favorela causa di vostra nipote.

BERALDO

Farò di tutto per ottenere quel che lei desidera.

ANTONIETTA

Bisogna assolutamente che non si faccia l'assurdo matrimonio che vostrofratello si è messo in testa. Sarebbe una buona

cosapensose potessimo introdurre in casa un medico di nostra conoscenzache gli rendesse odioso il suo dottor La

Squacquera e ne mettesse in cattiva luce il comportamento. Ma non avendonessuno sotto manoavrei deciso di

giocargli un tiro di mia invenzione.

BERALDO

E come?

ANTONIETTA

Una burla; non so se sarà efficacecerto mi diverte. Lasciate fare a me;voi agite per conto vostro. Ecco l'amico.

Scena III

ArganteBeraldo

BERALDO

Prima di tuttomi sia consentito di chiedervi che non andiate su tutte lefurie mentre discorriamo.

ARGANTE

Promesso.

BERALDO

E che non rispondiate con astio a quel che eventualmente vi dirò.

ARGANTE

D'accordo.

BERALDO

E che si ragioni insieme sulle cose con animo sereno e senza passionalità.

ARGANTE

Ma sìma sìDio mio! Quanti preamboli.BERALDO

Come maifratellocon le sostanze che avetee con una sola figlia damaritarepoiché la piccola per il momento non

contacome maidicopensate di metterla in convento?

ARGANTE

Come maifratelloio sono il padrone in casa mia e posso fare quel che mipare?

BERALDO

Vostra moglie non si stanca di consigliarvi che vi liberiate in questo mododell'una e dell'altrae io non voglio dubitare

che lo faccia per spirito di carità e unicamente perché sarebbe felice divederle diventare buone monache.

ARGANTE

Ecco! Di nuovo si tira in ballo quella povera donna: è lei la causa di tuttii mali e tutti se la prendono con lei.

BERALDO

Nofratellolei lasciamola dov'è; ha le migliori intenzioni di questomondo ed è lontanissima da ogni pensiero di

interesse personale; vi vuole un bene dell'anima e dimostra per i vostrifigli un affetto e una bontà assolutamente

inimmaginabili; questo è sicuro. Non parliamone più e torniamo a vostrafiglia. Sulla base di quale ragionamento la

vorreste sposata al figlio di un medico?

ARGANTE

Sulla base del ragionamentofratelloche vorrei avere un genero che facciaal caso mio.

BERALDO

Ma questo generocaro fratellonon è fatto per vostra figliamentre sista ora presentando un secondo partito molto più

adatto a lei.

ARGANTE

Sìma il primocaro fratelloè molto più adatto a me.

BERALDO

Fratello mioil marito che lei deve prendere è per lei o per voi?

ARGANTE

Fratello mioil marito è per lei e per me; voglio che nella mia famigliaentrino persone che mi siano utili.

BERALDO

Per la stessa ragionese la vostra bambina piccola fosse in età da maritole fareste sposare un farmacista.

ARGANTE

Perché no?

BERALDO

È mai possibile che non vi sia ancora passata la scuffia che avete preso permedici e farmacisti? e che insistiate nel voler

essere malato a dispetto della gente e della natura?

ARGANTE

Qual èfratelloil vostro parere in proposito?

BERALDO

Il mio parerefratelloè questo: non conosco una persona che sia menomalata di voie non saprei quale complessione

augurarmi che sia migliore della vostra. La miglior prova che state bene eche avete un organismo perfetto è che con

tutte le cure che avete fatto non siete ancora riuscito a rovinarvi la salutee non siete crepato dopo tutte le medicine che

vi hanno fatto prendere.

ARGANTE

Ma voi sapetefratelloche devo proprio a questi rimedi se sono ancoravivoe che secondo il dottor La Squacquera

soccomberei in tre giorni se non facessi più nessuna cura?

BERALDO

Se non state più che attentoquel medico lì si prenderà tanta cura di voiche vi manderà all'altro mondo.ARGANTE

Fratelloragioniamo. Voi dunque non credete nemmeno un poco alla medicina?

BERALDO

Nofratelloe non vedo perchéper restare sanisia necessario credervi.

ARGANTE

Come? non ritenete veritiera una realtà che tutti riconosconoe che vienevenerata da secoli?

BERALDO

Lungi dal ritenerla veritieraio la giudicosia detto fra di noiuna dellepiù grandi follie dell'umanitàe guardando le

cose con occhio razionalenon vedo più ingenua buffonatanon vedo nulla dipiù ridicolodi un uomo che pretende di

guarirne un altro.

ARGANTE

Perché pensatefratelloche un uomo non possa guarirne un altro?

BERALDO

Perchéfratelloi congegni della nostra macchina sono a tutt'oggimisteriosi e gli uomini non ci capiscono niente; la

natura ha collocato davanti ai loro occhi veli troppo spessi perché possanodiscernere chiaramente qualcosa.

ARGANTE

I medici non sanno dunque nullasecondo voi?

BERALDO

Ohnofratello mio. Essi possiedono tante nozioni di varia umanitàsannoparlare correttamente in latinodare un nome

greco alle malattiedefinirle e catalogarle; ma guarirle noquesto non losanno assolutamente fare.

ARGANTE

E tuttavia bisogna pur convenire che i medicisull'argomentone sanno piùdegli altri.

BERALDO

Essi sannofratelloquel che vi ho dettoche è un po' poco ai fini dellaguarigione; tutta l'eccellenza della loro arte

consiste in una pomposa chiacchierain un sofistico vaniloquioche invecedi argomenti vi offre parolee invece di

risultati promesse.

ARGANTE

Ma insommafratelloci saranno pure al mondo persone sensate e intelligentiquanto voi; e che cosa fanno costoro

quando sono malati? Ricorrono ai medici.

BERALDO

Ciò dimostra che l'uomo è debolenon che le conoscenze dei medici sianovere.

ARGANTE

Ma bisogna pure che i medici credano come vere le loro conoscenzevisto chele applicano anche a se stessi.

BERALDO

Il fatto è che fra di essi ce ne sono alcuni che condividono le stessecredenze popolari che mettono a profittoe ce ne

sono altri che le mettono a profitto senza condividerle. Il vostro LaSquacqueraper esempionon conosce mezze

misure; è un medico dalla testa ai piediun uomo che ha fiducia nelle suenorme più che in qualsiasi dimostrazione

matematica e che giudicherebbe un delitto il volerle verificare; egli nonvede niente di oscuro nella medicinaniente che

si possa mettere in dubbioniente di difficile; è impetuoso nei suoipregiudiziirremovibile nella sua sicurezzabrutale

nel suo buon senso e nei suoi ragionamentiva all'assalto con purghe esalassi e non ha misura in nulla. Non bisogna

serbargli rancore per quel che vi combina; vi spedisce all'altro mondo con lapiù totale buona fede e uccidendovi fa

soltanto quello che ha fatto a sua moglie e ai suoi figlie che in caso dinecessità farebbe a se stesso.

ARGANTE

Caro fratellovoi avete il dente avvelenato contro di lui. Ma insommaveniamo al fatto. Che cosa si deve fare quando si

è malati?

BERALDO

Nientefratello.ARGANTE

Niente?

BERALDO

Niente. Bisogna stare in riposonient'altro. La naturaquando la lasciamofarese la sbriga da sé e corregge a poco a

poco il disordine in cui è caduta. È la nostra inquietudinela nostraimpazienza che rovina tutto; quasi tutti gli uomini

muoiono dei loro rimedinon delle loro malattie.

ARGANTE

Ma bisogna pur convenirefratelloche possiamo in qualche maniera aiutarela natura.

BERALDO

Dio mio: questa è un'idea astrattafratelloa cui siamo affezionati; nonè da oggi che fra gli uomini si fanno strada

molte belle fantasie: ad esse noi crediamo subito perché ci illudonoeperché sarebbe tanto bello che fossero vere.

Quando un medico vi dice che aiutasoccorredà una mano alla naturacheelimina ciò che nuoce e aggiunge ciò che le

mancache la ristabilisce e la rimette nella pienezza delle sue funzioniquando vi dice che rettifica il sanguetempera le

viscere e il cervellodecongestiona la milzariassetta i polmoniripara ilfegatofortifica il cuoreristabilisce e conserva

il calore naturalequando vi dice che conosce il segreto per allungare dimolti anni la vitavi racconta il romanzo della

medicina. Ma quando sono in gioco la verità e l'esperienzadi ciò che nonrimane più nulla; e accade come nei bei

sognial risveglio ci lasciano soltanto il disappunto di averli credutiveri.

ARGANTE

Insommanel vostro cervello è rinserrata tutta la scienza possibilee voipretendete di saperne più di tutti i medici del

nostro secolo.

BERALDO

Nei vostri grandi medici ci sono due persone diverseuna per i discorsi el'altra per i fatti. Sentiteli parlare: sono i più

bravi; guardateli fare: sono i più ignoranti.

ARGANTE

Caspita! Siete un gran dottorevoia quanto vedoe vorrei tanto che cifosse qui qualcuno di loroper ribattere alle

vostre argomentazioni e farvi abbassare un po' le arie.

BERALDO

Fratelloio non ho alcuna intenzione di combattere la medicina; ciascunoasuo rischio e pericolopuò credere quel che

vuole. Il mio parere deve restare fra di noivolevo soltanto togliervi dalcapo l'errore in cui siete caduto eper divertirvi

condurvi a vedere qualche commedia che Molière ha scritto sull'argomento.

ARGANTE

Il vostro Molière con tutte le sue commedie è un fior d'impertinente; mipare di cattivo gusto canzonare persone per

bene come i medici.

BERALDO

Non sono i medici che lui canzona ma tutto il ridicolo che c'ènell'esercizio della medicina.

ARGANTE

Non spetta a lui sindacare la medicina; è da arroganti e da babbei prendersigioco delle visite e delle prescrizioni

attaccare la categoria dei medicimettere in piazza gente tanto degna dirispetto.

BERALDO

Ma chi volete che ci mettase non uomini che esercitano un certo mestiere?Vediamo tutte le sere sul palcoscenico

anche principi e reche sono persone non meno rispettabili dei medici.

ARGANTE

O porco d...diavolo! se fossi medicomi vendicherei della sua arroganza; equando fosse malatolo lascerei morire

senza assisterlo. Potrebbe agitarsi e urlare fin che vuolenon gliprescriverei il minimo salassoil minimo clisteree gli

direi: «Crepacrepa! imparerai a prendere in giro la Facoltà».

BERALDO

Ce l'avete proprio con lui.ARGANTE

Sìè uno sconsideratoe se i medici fossero furbi farebbero quel che hodetto.

BERALDO

Ma lui è più furbo dei medicie non chiederà affatto il loro aiuto.

ARGANTE

Peggio per luise non vorrà le cure.

BERALDO

Ha perfettamente ragione di non volerle; sostiene che se le possonopermettere soltanto gli individui molto vigorosi e

robustiche hanno sufficienti forze di riserva per sopportare assieme allamalattia anche i rimedi; ma che luiper quel

che lo riguardaha giusto la forza che gli consente di sopportare il suomale.

ARGANTE

Che ragionamento stupido! Sentitefratellonon parliamo più diquell'individuomi riscalda la bile e mi farebbe star

male.

BERALDO

Ben volentierifratello; e per cambiare discorso vi dirò che non doveteper quel po' di opposizione che vi fa vostra

figliaprendere una decisione così drastica come quella di metterla inconvento; nella scelta di un generonon dovete

seguire ciecamente la passione che vi domina ma andare un po' incontroall'inclinazione della figliola; è una scelta che

deve durare tutta la vita e da essa dipende la felicità del matrimonio.

Scena IV

Il dottor Olezzanticon una siringa in mano; ArganteBeraldo

ARGANTE

Ah! fratellochiedo licenza.

BERALDO

Come? che cosa dovete fare adesso?

ARGANTE

Un clisterino; me la sbrigo in fretta.

BERALDO

Siete un bel tipo. Ma non potete stare un momento senza lavativi e senzamedicine? Non lo potete rimandare a un'altra

volta e rimanere un po' in pace?

ARGANTE

Signor Olezzantifacciamolo stasera o domani mattina.

DOTTOR OLEZZANTI (a Beraldo)

Voi di che v'impicciate? con quale diritto vi opponete a una prescrizionefatta dal medico e volete impedire al Signore

di fare il clistere? Avete una bella faccia tosta!

BERALDO

Oh! Signorecome si vede che non siete abituato a guardarla in faccialagente.

DOTTOR OLEZZANTI

Non si può scherzare in questo modo con i rimedi e farmi perdere tempo. Sonovenuto qui soltanto su precisa

indicazione del medicodirò al dottor La Squacquera che mi è statoimpedito di eseguire i suoi ordini e di esplicare le

mie funzioni. Vedretevedrete...

ARGANTE

Fratellofinirete per provocare un disastro.

BERALDOIl gran disastro di non fare un lavativo prescritto dal dottor LaSquacquera. Una volta ancorafratellopossibile che non

ci sia un mezzo per guarirvi della malattia dei medici e che vogliatetrascorrere tutta la vita sepolto dai loro rimedi?

ARGANTE

Santo Dio! fratellovoi parlate da persona che sta bene; se foste al postomiocambiereste tono. È facile scagliarsi

contro la medicina quando si è in perfetta salute.

BERALDO

Ma voi di che male soffrite?

ARGANTE

Adesso mi fate arrabbiare. Vorrei che l'aveste voiil mio malee vedremmose cicalereste tanto. Oh! arriva il dottor La

Squacquera.

Scena V

Il dottor La SquacqueraArganteBeraldoAntonietta

DOTTOR LA SQUACQUERA

Ne ho sentite delle bellegiù alla porta; qui ci si prende gioco delle mieprescrizionici si rifiuta di assumere i rimedi

che ho ordinato.

ARGANTE

Signorenon è...

DOTTOR LA SQUACQUERA

Ci vuole un bel coraggiosiamo di fronte all'aperta ribellione di un malatoal proprio medico.

ANTONIETTA

È spaventoso.

DOTTOR LA SQUACQUERA

Un clistereche avevo con tanto piacere ideato io stesso.

ARGANTE

Io non...

DOTTOR LA SQUACQUERA

Composto e formato secondo le regole dell'arte.

ANTONIETTA

Ha sbagliato.

DOTTOR LA SQUACQUERA

E che avrebbe prodotto nelle viscere un effetto meraviglioso.

ARGANTE

Mio fratello...

DOTTOR LA SQUACQUERA

Mandarlo indietro con disprezzo!

ARGANTE

È stato lui...

DOTTOR LA SQUACQUERA

Un'autentica diffamazione.

ANTONIETTA

È vero.DOTTOR LA SQUACQUERA

Nella fattispecieun reato contro la medicina.

ARGANTE

Che ha causato...

DOTTOR LA SQUACQUERA

Un delitto di lesa-Facoltàche non sarà mai punito abbastanza.

ANTONIETTA

Avete ragione.

DOTTOR LA SQUACQUERA

Vi dichiaro che interromperò il mio rapporto con voi.

ARGANTE

È stato mio fratello...

DOTTOR LA SQUACQUERA

E non voglio più imparentarmi con voi.

ANTONIETTA

Fate benissimo.

DOTTOR LA SQUACQUERA

E per troncare ogni legamequesta è la donazione che avevo fatto a mionipote per il matrimonio.

ARGANTE

È mio fratello che ha causato tutto il male.

DOTTOR LA SQUACQUERA

Disprezzare il mio clistere!

ARGANTE

Fatelo prepararelo faccio subito.

DOTTOR LA SQUACQUERA

Avrei risolto il vostro caso in breve tempo.

ANTONIETTA

Non lo merita.

DOTTOR LA SQUACQUERA

Vi avrei ripulito l'organismofatto evacuare interamente i cattivi umori.

ARGANTE

Ah! fratello.

DOTTOR LA SQUACQUERA

Ancora una dozzina di medicamentie avremmo svuotato il sacco fino in fondo.

ANTONIETTA

È indegno delle vostre cure.

DOTTOR LA SQUACQUERA

Ma poiché non avete voluto essere guarito dalle mie mani.

ARGANTE

Non è colpa mia.

DOTTOR LA SQUACQUERA

Poiché vi siete sottratto all'obbedienza che si deve al medico.ANTONIETTA

È una cosa che grida vendetta.

DOTTOR LA SQUACQUERA

Poiché vi siete dichiarato ribelle ai rimedi che vi ordinavo...

ARGANTE

Ma niente affatto.

DOTTOR LA SQUACQUERA

Devo comunicarvi che vi abbandono alla vostra cattiva complessioneall'intemperie delle vostre viscerealla corruzione

del vostro sangueall'acredine della vostra bilealla fecciosità deivostri umori.

ANTONIETTA

Ben fatto.

ARGANTE

Dio mio!

DOTTOR LA SQUACQUERA

E voglio vedervi caderefra quattrogiorniin uno stato di incurabilità.

ARGANTE

Ah! misericordia!

DOTTOR LA SQUACQUERA

Preda della bradipepsia.

ARGANTE

La Squacquera!

DOTTOR LA SQUACQUERA

E passare dalla bradipepsia alla dispepsia.

ARGANTE

La Squacquera!

DOTTOR LA SQUACQUERA

Dalla dispepsia all'apepsia.

ARGANTE

La Squacquera!

DOTTOR LA SQUACQUERA

Dall'apepsia all'acolia...

ARGANTE

La Squacquera!

DOTTOR LA SQUACQUERA

Dall'acolia alla dissenteria...

ARGANTE

La Squacquera!

DOTTOR LA SQUACQUERA

Dalla dissenteria all'idropisia...

ARGANTE

La Squacquera!DOTTOR LA SQUACQUERA

E dall'idropisia alla vita che se ne va via per colpa della vostra follia.

Scena VI

ArganteBeraldo

ARGANTE

Ahmio Dio! sono morto. Fratellomi avete ucciso.

BERALDO

Cosa? che succede?

ARGANTE

Non ne posso più. Sento già che la medicina si vendica.

BERALDO

Fratellovoi siete matto per davveroe per niente al mondo vorrei chequalcuno vi vedesse fare quel che state facendo.

Datevi un pizzicottovi pregotornate in voie non lasciatevi piùtrasportare dall'immaginazione.

ARGANTE

Avete sentitofratellole tremende malattie che ha previsto!

BERALDO

Siete un gran sempliciotto!

ARGANTE

Ha detto che diventerò incurabile fra quattro giorni.

BERALDO

E che cosa c'entra quel che ha detto con la realtà? Chi ha parlatol'oracolo? Sembrerebbea sentirviche il dottor La

Squacquera tenga fra le mani il filo dei vostri giorni e checon la suasuprema autoritàpossa allungarlo o accorciarlo

come gli piace. Dovete pensare che il principio della vostra vita è in voistesso e che la furia del dottor La Squacquera è

altrettanto capace di farvi morire quanto i suoi rimedi di farvi vivere.Questa vicendafratellopotrebbe liberarvi dai

medicise lo volesteo perlomenose proprio siete fatto in modo che non nepotete fare a menopotrebbe aiutarvi a

trovarne un altroche vi esponga a minori rischi.

ARGANTE

Ah! fratello mioma lui conosce la mia complessione e sa come trattarmi.

BERALDO

Devo convenire che avete grossi pregiudizi e che vedete le cose con occhitutti vostri.

Scena VII

AntoniettaArganteBeraldo

ANTONIETTA

Signorec'è un medico che chiede di voi.

ARGANTE

Quale medico?

ANTONIETTA

Un medico della medicina.

ARGANTE

Ti sto chiedendo chi è.

ANTONIETTANon lo conosco; però mi assomiglia come una goccia d'acqua e senon fossi più che certa che mia madre era onesta direi

che è un fratellino che la santa donna mi ha regalato dopo la scomparsa dimio padre.

ARGANTE

Fatelo entrare.

BERALDO

Siete servito a dovere: per un medico che vace n'è un altro che viene.

ARGANTE

Non vorrei che voi foste causa di altre disgrazie.

BERALDO

Di nuovo! non sapete proprio pensare ad altro?

ARGANTE

Vedete? sono tormentato da tutte quelle malattie che non conoscodaquelle...

Scena VIII

Antoniettavestita da medico; ArganteBeraldo

ANTONIETTA

Signorenon vi dispiaccia ch'io vi renda visita e vi offra i miei modestiservigi per tutti i salassi e le purghe di cui

potreste aver bisogno.

ARGANTE

Vi sono obbligatissimoSignore. Ma è vero! questa è Antonietta in persona.

ANTONIETTA

Signorevogliate scusarmiho dimenticato di dare un ordine al mioservitore; torno subito.

ARGANTE

Eh! non si direbbe che è l'Antonietta?

BERALDO

Indubbiamente la somiglianza è straordinaria. Ma non è la prima volta chesi vedono cose del generela storia è piena di

queste bizzarrie della natura.

ARGANTE

Sìma sono sbalorditoe...

Scena IX

AntoniettaArganteBeraldo

ANTONIETTA (si è tolta l'abito da medico con tale rapidità che èdifficile credere che in precedenza si sia presentata

così travestita)

Che voleteSignore?

ARGANTE

Come?

ANTONIETTA

Non mi avete chiamato?

ARGANTE

Io? no.

ANTONIETTAAllora le mie orecchie mi hanno gabbato.

ARGANTE

Rimani; voglio un po' vedere come ti assomiglia quel medico.

ANTONIETTA (esce dicendo)

No davveroho da fare e l'ho visto abbastanza.

ARGANTE

Se non li avessi visti tutti e duepenserei che sono la stessa persona.

BERALDO

Ho letto cose sorprendenti su queste somiglianze; anche nel nostro tempo cene sono state che hanno tratto in inganno

tutti.

ARGANTE

Sarei stato tratto in inganno anch'ioin questo casoe avrei giurato che sitrattava della stessa persona.

Scena X

Antoniettavestita da medico; ArganteBeraldo

ANTONIETTA

Signorevi chiedo perdono dal profondo del cuore.

ARGANTE

È meraviglioso!

ANTONIETTA

Spero che non consideriate disdicevole la curiosità che ho avuto diconoscere un illustre malato come voi; la vostra

reputazioneche si estende dovunquepuò scusare la libertà che mi sonopresa.

ARGANTE

Servitor vostroSignore.

ANTONIETTA

VedoSignoreche mi state osservando attentamente. Quanti anni mi date?

ARGANTE

Penso che possiate avereal piùventisei o ventisette anni.

ANTONIETTA

Ahahahahah! ne ho novanta.

ARGANTE

Novanta?

ANTONIETTA

Sì. È un effetto della mia arteconosco il segreto per mantenermi fresco evigoroso.

ARGANTE

Veramenteun vegliardo d'aspetto giovanileper i suoi novant'anni.

ANTONIETTA

Sono un medico per così dire di passovado di città in cittàdiprovincia in provinciadi regno in regnoalla ricerca di

casi clinici illustri e degni delle mie capacitàdi malati di cui valga lapena di occuparsiin grado di valorizzare i grandi

e bellissimi segreti che ho scoperto nella medicina. Non mi degno digingillarmi con la minutaglia delle malattie

comunicon sciocchezzuole come i reumatismile flussioncellelefebbricolei vaporii mal di testa. Io esigo malattie

di qualche portata; belle febbri continue con interessamento cerebralebellefebbri esantematichebelle pestilenze

buone idropisie conclamatebuone pleuriti con infiammazioni broncopolmonari;è lì che mi sento appagatoè lì che

trionfo; e vorreiSignoreche voi soffriste di tutte le malattie che hoelencatoche foste abbandonato da tutti i mediciinuna situazione disperatain agoniaper mostrarvi quanto siano efficaci i miei rimedie quanto grande ildesiderio di

rendervi un servigio.

ARGANTE

Vi sono obbligatoSignoreper tutte le gentilezze che mi dimostrate.

ANTONIETTA

Datemi il polso. Sucoraggioqui bisogna pulsare come si deve. Ahiviinsegno io adesso come dovete fare. Oh! ma

questo polso fa i capricci; come si vede che ancora non mi conosce. Chi è ilvostro medico?

ARGANTE

Il dottor La Squacquera.

ANTONIETTA

Non è presente nella lista che ho compilato dei grandi medici. Secondo luidi che cosa siete malato?

ARGANTE

Dice che è malato il fegatomentre altri dicono che è la milza.

ANTONIETTA

Sono tutti ignoranti: malati sono i polmoni.

ARGANTE

I polmoni?

ANTONIETTA

Sì. Che cosa vi sentite?

ARGANTE

Ogni tantomal di testa.

ANTONIETTA

Proprio così. I polmoni.

ARGANTE

Talvolta mi pare di avere un velo davanti agli occhi.

ANTONIETTA

I polmoni.

ARGANTE

Ho talvolta dolori al cuore.

ANTONIETTA

I polmoni.

ARGANTE

Accuso anche una certa stanchezza in tutte le membra.

ANTONIETTA

I polmoni.

ARGANTE

E qualche volta mi prendono dolori al ventrecome se fossero coliche.

ANTONIETTA

I polmoni. Mangiate con appetito?

ARGANTE

SìSignore.

ANTONIETTAI polmoni. Vi piace bere un po' di vino?

ARGANTE

SìSignore.

ANTONIETTA

I polmoni. Vi prende un certo torpore dopo il pasto e vi fa piacereschiacciare un sonnellino?

ARGANTE

SìSignore.

ANTONIETTA

I polmonii polmonivi dico. Che dieta vi ha prescritto il vostro medico?

ARGANTE

Una dieta a base di minestre.

ANTONIETTA

Che ignorante.

ARGANTE

Di carne di pollo.

ANTONIETTA

Che ignorante.

ARGANTE

E di vitello.

ANTONIETTA

Che ignorante.

ARGANTE

Di brodi ristretti.

ANTONIETTA

Che ignorante.

ARGANTE

Di uova fresche.

ANTONIETTA

Che ignorante.

ARGANTE

E la sera prugne cotte per l'intestino.

ANTONIETTA

Che ignorante.

ARGANTE

E soprattutto bere sempre vino molto annacquato.

ANTONIETTA

Ignorantusignorantaignorantum. Il vino dev'essere puro;e per ispessire il vostro sangueche è troppo fluidoci vuole

del buon sano manzodel buon sano maialedel buon formaggio olandeseavenae risoe castagne e pasticceria fresca

a scopo amalgamante e conglutinante. Il vostro medico è un somaro. Ve nemanderò uno ioe verrò a vedervi di tempo

in tempomentre rimarrò in questa città.

ARGANTE

Vi sono molto obbligato.ANTONIETTA

E di quel braccio lìcosa ne fate?

ARGANTE

Come?

ANTONIETTA

Se fossi in voiquesto braccio me lo farei tagliare immediatamente.

ARGANTE

E perché?

ANTONIETTA

Non vedete che trae a sé tutto il nutrimentoe che impedisce all'altro didisporne adeguatamente?

ARGANTE

Sìma del mio braccio io ho bisogno.

ANTONIETTA

Anche l'occhio destro mi farei cavarese fossi in voi.

ARGANTE

Cavare un occhio?

ANTONIETTA

Non vedete che è di ostacolo all'altro e gli sottrae tutto il nutrimento?Credetemifatevelo cavare al più prestovedrete

assai meglio con l'occhio sinistro.

ARGANTE

Non c'è fretta.

ANTONIETTA

Vi saluto. Mi dispiace di lasciarvi così presto; ma devo partecipare a unimportante consultoper un uomo che è morto

ieri.

ARGANTE

Per un uomo che è morto ieri?

ANTONIETTA

Sìdobbiamo rifletterci soprae vedere che cosa si sarebbe dovuto fare perguarirlo. Arrivederci.

ARGANTE

Voi sapete che i malati non accompagnano il dottore alla porta.

BERALDO

Ecco un medico che mi sembra davvero competente.

ARGANTE

Sìforse un po' troppo sbrigativo.

BERALDO

Tutti i grandi medici sono fatti così.

ARGANTE

Tagliarmi un braccio e cavarmi un occhioaffinché l'altro funzioni meglio?Preferisco che funzioni così così.

Bell'interventorendermi guercio e monco!

Scena XI

AntoniettaArganteBeraldoANTONIETTA

Vostra serva umilissima! Suvvianon ho voglia di scherzare.

ARGANTE

Che succede?

ANTONIETTA

Il vostro medicoda non credere! voleva tastarmi il polso.

ARGANTE

Ma guarda un po'a novant'anni!

BERALDO

Sentitefratellodal momento che il vostro Dottor La Squacquera è incollera con voinon volete che vi parli del partito

che è saltato fuori per mia nipote?

ARGANTE

Nofratello; voglio metterla in conventovisto che si è opposta alla miavolontà. Ho capito che c'è dietro un amoretto

ho scoperto un certo convegno segretoe nessuno sa che l'ho scoperto.

BERALDO

E allora? Fratelloquand'anche ci fosse una certa inclinazioneche cosa cisarebbe di maleche cosa potrebbe

offendervise tutto si concludesse onestamente con un matrimonio?

ARGANTE

Sia come siadiventerà suoraè deciso.

BERALDO

Vi siete proposto di fare un piacere a qualcuno.

ARGANTE

Vi intendo: ritornate alla caricaè mia moglie che vi toglie il sonno.

BERALDO

Ebbene! sìfratellodobbiamo parlare a cuore apertomi riferisco proprioa vostra moglie; e come non sopporto che

siate irragionevole con la medicinacosì non sopporto che lo siate con leie vedere che vi gettate a testa bassa in tutti i

tranelli che lei vi tende.

ANTONIETTA

Ah! Signorenon toccatemi la Signora: è una donna sulla quale non c'èniente da direuna donna priva di artificie che

ama il Signoreche l'ama... non si possono dire queste cose.

ARGANTE

Chiedetele un po' quanto affetto ha per me.

ANTONIETTA

È vero.

ARGANTE

Come si inquieta per la mia malattia.

ANTONIETTA

Ma certo.

ARGANTE

E come mi circonda di cure e di premure.

ANTONIETTA

Non c'è dubbio. Volete convincervene? Posso mostrarvi seduta stante quantola Signora ami il Signorepermettete che

gli dimostri che ha le traveggole8 e che lo tragga d'inganno.

ARGANTECome?

ANTONIETTA

La Signora sta per tornare. Stendetevi sulla poltrona e fingete d'esseremorto. Vedrete quanta disperazionequando le

darò la notizia.

ARGANTE

Ben volentieri.

ANTONIETTA

Sìma non lasciatela troppo nel suo dolorepotrebbe morirne.

ARGANTE

Lasciate fare a me.

ANTONIETTA (a Beraldo)

Voinascondetevi laggiù.

ARGANTE

Non ci sarà qualche pericolo nel contraffare la morte?

ANTONIETTA

Nono: che pericolo volete che ci sia? Stendetevi là e non pensateci. (Sottovoce)Ci divertiremo nel vedere vostro

fratello in confusione. Ecco la Signora. Mi raccomando.

Scena XII

BecchinaAntoniettaArganteBeraldo

ANTONIETTA (gridando)

Ahmio Dio! Ahche disgrazia! Che cosa tremenda!

BECCHINA

Cosa c'èAntonietta?

ANTONIETTA

AhSignora!

BECCHINA

Che è successo?

ANTONIETTA

Vostro marito è morto.

BECCHINA

Mio marito è morto?

ANTONIETTA

Sìpoveri noi! Il povero defunto è trapassato.

BECCHINA

Davvero?

ANTONIETTA

Davvero. Nessuno sa ancora nientemi son trovata qui sola. È morto fra lemie braccia. Eccoloè lì steso sulla poltrona.

BECCHINA

Il Cielo sia lodato! Mi son liberata di un gran fardello. Sei davvero un po'stupidaAntoniettase ti affliggi tanto perché

è morto.

ANTONIETTAPensavoSignorache si dovesse piangere.

BECCHINA

Ma noma nonon vale la pena. Che cosa perdiamo in fondo? E a che cosaserviva quaggiù? Un uomo che procurava

fastidi a tuttisudiciodisgustososempre con un clistere o una purga nelventreche si soffiava il nasotossivasputava

in continuazionesenza lume d'intelligenzanoiosodi cattivo umorecapacesoltanto di dar seccature alla gente e di

gridare giorno e notte dietro alle cameriere e ai servi.

ANTONIETTA

Bellacome orazione funebre.

BECCHINA

Antoniettami devi aiutare a realizzare un progettoe se mi servi bene latua ricompensa è sicuraci puoi contare.

Poichéper fortunaancora non si sa della notiziatrasportiamolo sulletto e non diciamo a nessuno che è mortofinché

la faccenda sia conclusa. Ci sono documentici sono dei soldiche vorreirecuperare; non è giusto che abbia trascorso

accanto a lui i miei anni migliori per niente. VieniAntoniettaprima ditutto dobbiamo ritrovare le chiavi.

ARGANTE (alzandosi d'improvviso)

Piano.

BECCHINA (sorpresa e spaventata)

Ah!

ARGANTE

Cara signora moglieè in questo modo che mi volete bene?

ANTONIETTA

Ahah! Il defunto non è morto.

ARGANTE (a Becchina che esce)

Mi fa piacere di constatare il vostro attaccamentoe di avere ascoltato ilbel panegirico che avete fatto di me.

Veramenteun preavvisoche mi farà avveduto per l'avvenire e mi impediràdi fare tante cose.

BERALDO (uscendo dal luogo in cui s'era nascosto) E allorafratelloavete visto?

ANTONIETTA

Davveronon l'avrei mai creduto. Ma sento vostra figlia; rimettetevi nellastessa posizionee vediamo come reagirà

sapendovi morto. Anche questa esperienza non farà male; e visto che aveteincominciatoconoscerete i sentimenti che i

vostri cari hanno per voi.

Scena XIII

AngelicaArganteAntoniettaBeraldo

ANTONIETTA (gridando)

Santissimo Iddio! che cosa tremenda! che orrenda giornata!

ANGELICA

Cos'haiAntonietta? perché piangi?

ANTONIETTA

Poveri noi! che triste notizia vi devo dare.

ANGELICA

Che c'è?

ANTONIETTA

Vostro padre è morto.

ANGELICA

Mio padre è morto? OhAntonietta.ANTONIETTA

Sìguardatelo là. Gli è venuto un malore poco faed è morto.

ANGELICA

O Cielo! che disgrazia! che colpo crudele! Poveretta meperdere il padrelasola cosa che mi restava al mondo; e per di

piùnon bastasse il doloreperderlo in un momento in cui era irritato conme. Che cosa farò orame infelicee quale

conforto posso trovare dopo una perdita come questa?

Scena XIV e ultima

CleanteAngelicaArganteAntoniettaBeraldo

CLEANTE

Che avetebella Angelica? e per quale disgrazia piangete?

ANGELICA

Ahimè! piango ciò che al mondo potevo perdere di più caro e di piùprezioso; piango la morte di mio padre.

CLEANTE

O Cielo! che disastro! che sventura inaspettata! Ahimè! avevo scongiuratovostro zio di fare per me la domanda di

matrimoniostavo per presentarmi a lui e speravocon le mie preghiere e imiei giuramentidi toccargli il cuore e

indurlo ad accordarmi la vostra mano.

ANGELICA

Ah! Cleantenon parliamo più di questo. Non possiamo pensare al matrimonio.Senza mio padrenon ho più nulla da

fare al mondoe ad esso rinuncio per sempre. Sìpadre miose prima horesistito alla vostra volontàora voglio

realizzare almeno una delle vostre intenzionie riparare in questo modo aldolore che mi rimprovero di avervi dato.

Consentitepadre mioch'io vi faccia questa promessa e che vi abbracci perdimostrarvi tutto il mio affetto.

ARGANTE (alzandosi)

Ahfiglia mia!

ANGELICA (spaventata)

Ah!

ARGANTE

Vieni. Non aver pauranon sono morto. Sìsei davvero il sangue miola miavera figlia; e sono felice di avere visto

quanto sei buona.

ANGELICA

Ah! padre mioche piacevole sorpresa! Visto che nella sua grande bontà ilCielo vi restituisce a meconsentite ch'io mi

getti ai vostri piedi per supplicarvi di una cosa. Se voi non approvate coluiche il mio cuore prediligese voi rifiutate che

Cleante sia il mio sposoalmenovi scongiuronon costringetemi a sposareun altro. È tutta la grazia che vi chiedo.

CLEANTE (in ginocchio)

Ah! Signoreascoltate le sue preghiere e le miee non mostratevi contrarioalle reciproche attestazioni d'una sì bella

inclinazione.

BERALDO

Fratello miocome potete opporvi?

ANTONIETTA

Signorenon potete rimanere insensibile davanti a un amore come questo.

ARGANTE

Se lui diventa medicoacconsento al matrimonio. Sìdiventate medicoe vidò mia figlia.

CLEANTE

Molto volentieriSignore: se non devo fare altro per essere vostro generodiventerò medicopersino farmacistase

volete. È cosa da poco e farei ben altro per ottenere la bellaAngelica.BERALDO

Fratello miomi è venuta un'idea; perché non diventate medico voi stesso?Sarebbe ancora più comodotrovereste in

voi tutto ciò che vi serve.

ANTONIETTA

È vero. Ecco la vera maniera per guarire presto; non c'è malattia che abbiail coraggio di aggredire un medico.

ARGANTE

Fratellovoi mi state prendendo in giro; ho forse l'età per iniziare deglistudi?

BERALDO

Sìstudiarefiguriamoci! Voi già ne sapete abbastanza; e ce ne sonomoltifra di loroche non sono affatto più

competenti di voi.

ARGANTE

Ma bisogna parlare in latinoconoscere le malattiee i rimedi relativi.

BERALDO

Assieme all'abito e alla berretta del medicoriceverete anche il sapere; evi ritroverete esperto d'improvvisomolto più

di quanto voi stesso non desideriate.

ARGANTE

Come? indossando quell'abitosi è in grado di discutere intorno allemalattie?

BERALDO

Ma certo. Basta parlare con la berretta in testa e l'abito addosso perchéogni vaniloquio diventi scienzae ogni

sciocchezza diventi ragione.

ANTONIETTA

E poiSignoreavete la barba; è già molto. La barba fa il medico per piùdella metà.

CLEANTE

In ogni casoio sono pronto a tutto.

BERALDO

Vogliamo incominciare subito?

ARGANTE

Come subito?

BERALDO

Sìe qui a casa vostra.

ARGANTE

A casa mia?

BERALDO

Sì. Conosco una Facoltà fatta di amiciche può essere convocataimmediatamente e conferirvi la laureacon relativa

cerimoniaqui dentro. Non vi costerà un soldo.

ARGANTE

Sìma io che cosa devo direche cosa devo rispondere?

BERALDO

Vi metteranno al corrente in due parole; quel che dovete direlo troveretegià scritto. Suandate a mettervi un abito

decenteio li mando a chiamare.

ARGANTE

Beneproviamo anche questa.

CLEANTEChe cosa volete direche cosa intendetecon questa Facoltà fatta diamici?...

ANTONIETTA

Che cosa avete in mente?

BERALDO

Di divertirci un po' questa sera. Gli attori hanno scritto un breveintermedioin cui si rappresenta la cerimonia del

conferimento di una laurea in medicina; ci sono anche danze e musica. Cidivertiremo assiemee vorrei che mio fratello

facesse la parte del protagonista.

ANGELICA

Mi parezioche stiate esagerando nel prendervi gioco del babbo.

BERALDO

Ma nonipotenon mi prendo gioco di luisemplicemente lo assecondo nellesue fantasie. È una rappresentazione che

facciamo in famiglia. Ciascuno di noianzipuò rappresentare unpersonaggioe così reciteremo la commedia gli uni

agli altri. Il carnevale ci giustifica. Suprestoandiamo a preparare quelche è necessario.

CLEANTE (ad Angelica)

Voi siete del parere?

ANGELICA

Sìpoiché lo zio ci fa da guida.

TERZO INTERMEDIO

Cerimonia burlescacon parti recitatedanzate e cantateper ilconferimento di una laurea in medicina.

ENTRATA DEL BALLETTO

I decoratori preparano la sala e dispongono i banchi a tempo di musica;quindi tutta la compagnia (composta da otto

portasiringhesei farmacistiventidue dottoril'aspirante medicoottochirurghi che danzano e due che cantano) entra e

prende posto a ranghi ordinati.

PRÆSES

Sapientissimi doctores

Medicinae professores

Qui hic riuniti estis

Voialtri Messeres

Sententiarum Facultatis

Fideles executores

Cerusici et farmacopolae

Atque tota compania pure

Salushonoret argentum

Atque bonum appetitum.

Non possumdocti Confratelli

In me satis admirari

Qualis bona inventio

Est medici professio

Quam bella cosa estet ben trovata

Medicina illa benedicta

Quae suo nomine solo

Sorprendenti miraculo

Dopo si longo tempore

Facit vivere a godipopolo

Tanta gente omni genere.

Per totam terram videmusGrandam vogam ubi sumus

Et quod grandes et piccini

Sunt de nobis invasati.

Totus mundus currens ad nostros remedios

Nos guardat sicut Deos;

Et nostris prescritionibus

Principes et reges sottomissos videtis.

Dunque est nostrae sapientiae

Boni sensus atque prudentiae

Di non pocum laborare

Per nos bene conservare

In tali creditovogaet honore

Et stare attentos di non ricevere

In nostro docto corpore

Altros che homines ingegnosos

Et totos dignos occupari

Nostros postos prestigiosos.

Per questum nunc convocati estis;

Et credo quod trovabitis

Dignam materiam medici

In sapienti homine qui est hic

Il qualin cosis omnibus

Vobis consegno ad interrogandum

Et a fundo examinandum

Vostris capacitatibus.

PRIMUS DOCTOR

Si mihi licentiam dat Dominus Praeses

Et tanti docti Doctores

Et illustres assistentes

Sapientissimo Bacceliero

Quem ego estimo et honoro

Domandabo causam et rationem quare

Opium facit dormire.

BACCELIERUS

Mihi a docto Doctore

Domandatur causam et rationem quare

Opium facit dormire;

A questo respondeo

Quia est in eo

Virtus dormitiva

Cuius est natura

Sensus assopire.

CORUS

Benebenebenebene respondere;

Dignusdignus est entrare

In nostro docto corpore.

SECUNDUS DOCTOR

Cum permissione Domini Praesidis

Doctissimae Facultatis

Et totius his nostris actis

Companiae assistentis

Domandabo tibidocte Bacceliere

Quae sunt remedia

Quae in malattia

Dicta idropisia

Convenit facereBACCELIERUS

Clisterium donare

Postea salassare

In seguito purgare.

CORUS

Benebenebenebene respondere;

Dignusdignus est entrare

In nostro docto corpore.

TERTIUS DOCTOR

Si bonum sembratur Domino Praesidi

Doctissimae Facultati

Et companiae praesenti

Domandabo tibidocte Bacceliere

Quae remedia eticis

Pulmonicisatque asmaticis

Judicas ad propositum facere.

BACCELIERUS

Clisterium donare

Postea salassare

In seguito purgare.

CORUS

Benebenebenebene respondere:

Dignusdignus est entrare

In nostro docto corpore.

QUARTUS DOCTOR

Super illas malattias

Doctus Baccelierus dixit maraviglias

Ma si hoc non disturbat Dominum Praesidem

Doctissimam Facultatem

Et totam honorabilem

Companiam ascoltantem

Faciam illi unam domandam.

De hiero malatus unus

Cadutus est in meas manus;

Habet grandem febbrem recurrentem

Grandem dolorem capitis

Et grandem malum in costatum

Cum grande difficultate

Et pena di respirare;

Spiacet vobis mihi dire

Docte Bacceliere

Quid illi facere?

BACCELIERUS

Clisterium donare

Postea salassare

In seguito purgare.

QUINTUS DOCTOR

Ma si malattia

Testarda est

Et non vult guarire

Quid illi facere?

BACCELIERUS

Clisterium donare.Postea salassare

In seguito purgare.

CORUS

Benebenebenebene respondere:

Dignusdignus est entrare

In nostro docto corpore.

PRÆSES

Juras observare statuta

Per Facultatem praescripta

Cum sensu et iudicio?

BACCELIERUS

Juro.

PRÆSES

Essere in omnibus

Consultationibus

Semper de antiquo avviso

Aut bono

Aut inviso?

BACCELIERUS

Juro.

PRÆSES

De giammai te servire

De remediis novis

Sed de illis soltantum doctae Facultatis

Etsi malatus dovesse crepare

Et mori de suo malo?

BACCELIERUS

Juro.

PRÆSES

Egocum ista berretta

Venerabili et docta

Dono tibi et concedo

Virtutem et potentiam

Medicandi

Purgandi

Salassandi

Perforandi

Incidendi

Tagliandi.

Et occidendi

Impune per totam terram.

ENTRATA DEL BALLETTO

Tutti i Chirurghi e i Farmacisti vengono a fargli la riverenza a ritmo dimusica.

BACCELIERUS

Grandes doctores doctrinae

Del rabarbaro e della sena

Sarebbe davverum cosa folla

Inepta et ridicula

In me pretesam habere

Vobis laudas donare

Quasi volere jungereLa lux al sole

Le stellas al cielo

Le ondas all'Oceano

E le rosas alla primavera.

Gradite che toto corde

Pro tota riconoscientia

Rendam gratiam corpori tam docto.

Vobisvobis debeo

Molto più che a naturae e a patri meo;

Natura et pater meus

Hominem me habent factum;

Ma vos meed è molto di più

Habetis factum medicum

Honorfavoret gratia

Qui in corde che est in me

Imprimant sentimenta

Che dureranno in saecula.

CORUS

Vivatvivatvivatvivatcento volte vivat

Novus Doctorqui tam bene parlat!

Millemille annis et manget et bibat

Et salassetet ammazzet!

ENTRATA DEL BALLETTO

Tutti i Chirurghi e i Farmacisti danzano al suono degli strumenti e dellevocidel batter delle mani e di quello dei mortai

da farmacia.

CERUSICUS

Possa lui vedere doctas

Suas prescritiones

Omnium cerusicorum

Et farmacopolarum

Riempire bottegas.

CORUS

Vivatvivatvivatvivatcento volte vivat

Novus Doctorqui tam bene parlat!

Millemille annis et manget et bibat

Et salasset et ammazzet!

CERUSICUS

Possant toti anni

Per lui essere boni

Et benigni

Et portare soltantum

Pestaslues

Febbraspleuresias

Flussos de sangue et dissenterias!

CORUS

Vivatvivatvivatvivatcento volte vivat

Novus Doctorqui tam bene parlat!

Millemille annis et manget et bibat

Et salasset et ammazzet!

ULTIMA ENTRATA DEL BALLETTO