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TommasoCampanella
Poesie
Tommaso Campanella
Poesie
1. Proemio.
1 Ioche nacqui dal Senno e di Sofia
2 sagace amante del benvero e bello
3 il mondo vaneggiante a sé rubello
4 richiamo al latte della madre mia.
5 Essa mi nutreal suo marito pia;
6 e mi trasfonde secoagile e snello
7 dentro ogni tuttoed antico e novello
8 perché conoscitor e fabbro io sia.
9 Se tutto il mondo è come casa nostra
10 fuggiteamicile seconde scuole
11 ch'un ditoun grano ed un detal vel mostra.
12 Se avanzano le cose le parole
13 dogliasuperbia e l'ignoranza vostra
14 stemprate al fuoco ch'io rubbai dal sole.
2. A' poeti
1 In superbia il valorla santitate
2 passò in ipocrisiale gentilezze
3 in cerimoniee 'l senno in sottigliezze
4 l'amor in zeloe 'n liscio la beltate
5 mercé vostrapoetiche cantate
6 finti eroiinfami ardorbugie e sciocchezze
7 non le virtùgli arcani e le grandezze
8 di Diocome facea la prisca etate.
9 Son più stupende di natura l'opre
10 che 'l finger vostroe più dolci a cantarsi
11 onde ogni inganno e verità si scuopre.
12 Quella favola sol dèe approvarsi
13 che di menzogne l'istoria non cuopre
14 e fa le genti contra i vizi armarsi.
3. Fede naturale del vero sapiente.
1 Io credo in DioPossanzaSennoAmore
2 unvitaveritàbontateimmenso
3 primo entere degli enti e creatore.
4 Non è partené tuttoinciso o estenso
5 ma più somiglia al tuttoond'ogni cosa
6 partecipò virtuteamore e senso.
7 Né priané poiné fuorl'alma pensosa
8 (ché 'n vigortempo e luogo egli è infinito)
9 può andarse in qualche fin falso non posa.
10 Da luiper lui e 'n lui vien stabilito
11 lo smisurato spazio e gli enti sui
12 al cui far del niente si è servito.
13 Ché l'unità e l'essenza vien da lui;
14 ma il numeroe che questo non sia quello
15 da quelche pria non fummorestò in nui.
16 Lo abborrito niente fa il duello
17 il malle colpele pene e le morti.
18 Poi ci ravviva il divino suggello.
19 participabil d'infinite sorti
20 NecessitateFato ed Armonia
21 Dio influendoche su' idea trasporti.
22 Quando ogni cosa fatta ogn'altra sia
23 cesserà tal divarioincominciato
24 quando di nulla unquanche nulla uscia;
25 di voglia e senno eterno destinato
26 che in meglio o in peggio non pôn far mutanza
27 sendo esso sempre morte a qualche stato.
28 Prepose il minor bene a quel ch'avanza
29 e la seconda legge alla primera
30 chi diè al peccato origine ed usanza.
31 Poter peccare è impotenza vera.
32 Peccato atto non è: vien dal niente;
33 mancanza o abuso è di bontà sincera.
34 Vero potere eminenza è dell'ente:
35 atto è diffusion d'esserche farsi
36 fuor della prima essenza non consente.
37 Necessità amorosa sol trovarsi
38 nei voler credo: ma di violenta
39 l'azioni e passion non distrigarsi.
40 La pena a' figli da' padri se avventa;
41 la colpa nose da voglia taccagna
42 imitata non èpoiché argomenta;
43 ma dalla prole a' padri torna e stagna
44 chi di ben generar non fan disegno
45 e trascurâro educazion sì magna.
46 Ma colpa e pena alla patria ed al regno
47 che di tempo e di luoco non provvede
48 e di personeche fan germe degno.
49 Perché dell'altrui pene ognuno è erede:
50 non lo condanna ignoranza o impotenza
51 ma voglia mal oprante in quel che crede.
52 Dall'ingannati torna la sentenza
53 agl'ingannantiche 'l Padre occultâro
54 a la fanciulla ancor nostra semenza.
55 Bisogno e volontànon senso raro
56 mirandospesso rispose il pio Padre
57 là dove e come i figli l'invocâro.
58 Talchébarbare genti [ed idoladre]
59 se operaste giustizia naturale
60 non siete esenti dalle sante squadre.
61 Vivoe non mortoun padre universale
62 non parzialné fatto esser Dio mai
63 a chi s'annunzia più scusa non vale.
64 Al che aspettato e' venne in tanti guai
65 commosso dagli nostri errori e danni
66 come per tutte istorie ritrovai
67 contra sofistiipocriti e tiranni
Tommaso Campanella Poesie
2
68 di tre dive eminenze falsatori
69 a troncar la radice degli inganni.
70 Voi falsi sempre solcommentatori
71 additaste per «tata» alli bambini
72 voi stessi e li serpenti e statue e tori.
73 Poicontra i sensi proprii a' peregrini
74 non bastò dir che la saetta vola
75 ma che sia uccelloe Dio gli enti divini.
76 Perdé la Bibbia la mosaica scuola
77 al tempo d'Esdra.........................
78 .........................................
79 I proprii Farisei Cinghie sortìo
80 Amida i bongi di Chami e Fatoche
81 l'altro emisfero in empietà finìo.
82 Utili a tuttichiare leggi e poche
83 per l'arte abbandonâro: la natura
84 perché nel primo seggio le rivoche
85 delle scienze ognun vuol ch'abbia cura;
86 non le condanna con le false sètte
87 ch'abborriscon la luce e la misura.
88 Ammira il solle stelle e cose elette
89 per statue di Dio vive e cortigiani:
90 adora un solo Dioch'un sempre stette.
91 Scuola alza e regno a Dio da questi vani:
92 servir a Dioin comunità vivendo
93 è proprio libertà di spirti umani.
94 La santa Chiesail Primo Senno avendo
95 per maestroe 'l libro che Dio scrissequando
96 compose il mondoi suoi concetti aprendo
97 sette sigilli or or disigillando
98 chiamerà tutto l'universo insieme
99 al tempio vivo dove va rotando.
100 Né a Dioné al tuttomale al mondo preme
101 ma sì alle partidonde egli è diverso;
102 ma ride al tutto la parte che geme.
103 Ogni cosa è immortale in qualche verso;
104 sol l'alme vanno d'uno in altro mondo
105 secondo i mertipiù opaco o più terso
106 finito in questo ognuna il proprio tondo
107 u' gli spiriti sciolti han le lor vie
108 che portan del fatal ordine il pondo
109 ed il giudicio aspettan del gran die.
4. Del mondo e sue parti.
1 Il mondo è un animal grande e perfetto
2 statua di Dioche Dio lauda e simiglia:
3 noi siam vermi imperfetti e vil famiglia
4 ch'intra il suo ventre abbiam vita e ricetto.
5 Se ignoriamo il suo amor e 'l suo intelletto
6 né il verme del mio ventre s'assottiglia
7 a saper mema a farmi mal s'appiglia:
8 dunque bisogna andar con gran rispetto.
9 Siam poi alla terrach'è un grande animale
10 dentro al massimonoi come pidocchi
11 al corpo nostroe però ci fan male.
12 Superba gentemeco alzate gli occhi
13 e misurate quanto ogn'ente vale:
14 quinci imparate che parte a voi tocchi.
5. Anima immortale.
1 Di cervel dentro un pugno io stoe divoro
2 tantoche quanti libri tiene il mondo
3 non saziâr l'appetito mio profondo:
4 quanto ho mangiato! e del digiun pur moro.
5 D'un gran mondo Aristarcoe Metrodoro
6 di più cibommie più di fame abbondo;
7 disiando e sentendogiro in tondo;
8 e quanto intendo piùtanto più ignoro.
9 Dunque immagin sono io del Padre immenso
10 che gli enticome il mar li pescicinge
11 e sol è oggetto dell'amante senso;
12 cui il sillogismo è stralche al segno attinge;
13 l'autorità è man d'altri; donde penso
14 sol certo e lieto chi s'illuia e incinge.
6. Modo di filosofare.
1 Il mondo è il libro dove il Senno Eterno
2 scrisse i proprii concettie vivo tempio
3 dovepingendo i gesti e 'l proprio esempio
4 di statue vive ornò l'imo e 'l superno;
5 perch'ogni spirto qui l'arte e 'l governo
6 leggere e contemplarper non farsi empio
7 debbae dir possa: - Io l'universo adempio
8 Dio contemplando a tutte cose interno. -
9 Ma noistrette alme a' libri e tempii morti
10 copiati dal vivo con più errori
11 gli anteponghiamo a magistero tale.
12 O penedel fallir fatene accorti
13 litiignoranzefatiche e dolori:
14 dehtorniamoper Dioall'originale!
7. Accorgimento a tutte nazioni.
1 Abitator del mondoal Senno Primo
2 volgete gli occhie voi vedrete quanto
3 tirannia bruttache veste il bel manto
4 di nobiltà e valorvi mette all'imo.
5 Mirate poi d'ipocrisiache primo
6 fu divin culto e santità con spanto
7 l'insidie; e di sofisti poi l'incanto
8 contrari al Sennoch'io tanto sublimo.
9 Contra sofisti Socrate sagace
10 contra tiranni venne Caton giusto
11 contra ipocriti CRISTOeterea face.
12 Ma scoprir l'empioil falsario e l'ingiusto
13 non bastané al morir correre audace
14 se tutti al Senno non rendiamo il gusto.
8. Delle radici de' gran mali del mondo.
1 Io nacqui a debellar tre mali estremi:
2 tirannidesofismiipocrisia;
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3 ond'or m'accorgo con quanta armonia
4 PossanzaSennoAmor m'insegnò Temi.
5 Questi princìpi son veri e sopremi
6 della scoverta gran filosofia
7 rimedio contra la trina bugia
8 sotto cui tupiangendoo mondofremi.
9 Carestieguerrepestiinvidiainganno
10 ingiustizialussuriaaccidiasdegno
11 tutti a que' tre gran mali sottostanno
12 che nel cieco amor propriofiglio degno
13 d'ignoranzaradice e fomento hanno.
14 Dunque a diveller l'ignoranza io vegno.
9. Contra il proprio amore scoprimento stupendo.
1 Credulo il proprio amor fe' l'uom pensare
2 non aver gli elementiné le stelle
3 (benché fusser di noi più forti e belle)
4 senso ed amorma sol per noi girare.
5 Poi tutte genti barbare ed ignare
6 fuor che la nostrae Dio non mirar quelle.
7 Poi il restringemmo a que' di nostre celle.
8 Sé solo alfin ognun venne ad amare.
9 Eper non travagliarsiil saper schiva;
10 poivisto il mondo a' suo' voti diverso
11 nega la provvidenza o che Dio viva.
12 Qui stima senno l'astuzie; e perverso
13 per dominarfa nuovi dèi. Poi arriva
14 a predicarsi autor dell'universo.
10. Parallelo del proprio e comune amore
1 Questo amor singolar fa l'uomo inerte
2 ma a forzas'e' vuol viveresi finge
3 saggiobuonvaloroso: talché in sfinge
4 se stesso annicchilando alfin converte
5 (pene di onordi voci e d'òr coverte!)
6 Poi gelosia nell'altrui virtù pinge
7 i proprii biasmie lo sferza e lo spinge
8 ad ingiurie e rovine e pene aperte.
9 Ma chi all'amor del comun Padre ascende
10 tutti gli uomini stima per fratelli
11 e con Dio di lor beni gioie prende.
12 Tubuon Francescoi pesci anche e gli uccelli
13 frati appelli (oh beato chi ciò intende!);
14 né ti fûrcome a noischifi e rubelli.
11. Cagioneperché meno si ama Diosommo beneche
gli altri beniè l'ignoranza.
1 Se Dio ci dà la vitae la conserva
2 ed ogni nostro ben da lui dipende
3 ond'è ch'amor divin l'uom non accende
4 ma più la ninfa e 'l suo signor osserva?
5 Che l'ignoranza misera e proterva
6 chi s'usurpa il divinper virtù vende;
7 ed a cosa ignorata amor non tende
8 ma bassa l'ale e fa l'anima serva.
9 Quise n'inganna poi e toglie sostanza
10 per darla altruine' vili ancor soggetti
11 ci mostra i rai del Benche tutti avanza.
12 Ma noi l'ingannoil danno (ahimaledetti!)
13 di lui abbracciamoe non l'alta speranza
14 de' frutti e 'l senso degli eterni oggetti.
12. Fortuna de' savi.
1 Gran fortuna è 'l saperpossesso grande
2 più dell'aver; né i savi ha sventurati
3 l'esser di vil progenie e patria nati:
4 per illustrarle son sorti ammirande.
5 Hanno i guai per venturache più spande
6 lor nome e gloria; e l'esser ammazzati
7 gli fa che sien per santi e dèi adorati
8 ed allegrezza han da contrarie bande:
9 ché le gioie e le noie a lor son spasso
10 come all'amante pare il gaudio e 'l lutto
11 per la sua ninfa: e qui a pensar vi lasso.
12 Ma il sciocco i ben pur cruccianoe più brutto
13 nobiltà il rendeed ogni tristo passo
14 suo sventurato fuoco smorza in tutto.
13. Senno senza forza de' savi delle genti antiche esser
soggetto alla forza de' pazzi.
1 Gli astrologiantevista in un paese
2 costellazion che gli uomini impazzire
3 far doveaconsigliârsi di fuggire
4 per regger sani poi le genti offese.
5 Tornando poscia a far le regie imprese
6 consigliavan que' pazzi con bel dire
7 il viver priscoil buon cibo e vestire.
8 Ma ognun con calci e pugni a lor contese.
9 Talchésforzati i savi a viver come
10 gli stolti usavanper schifar la morte
11 ché 'l più gran pazzo avea le regie some
12 vissero sol col senno a chiuse porte
13 in pubblico applaudendo in fatti e nome
14 all'altrui voglie forsennate e torte.
14. Gli uomini son giuoco di Dio e degli angeli.
1 Nel teatro del mondo ammascherate
2 l'alme da' corpi e dagli affetti loro
3 spettacolo al supremo consistoro
4 da naturadivina arteapprestate
5 fan gli atti e detti tutte a chi son nate;
6 di scena in scena vandi coro in coro;
7 si veston di letizia e di martoro
8 dal comico fatal libro ordinate.
9 Né sanné ponnoné vogliono fare
10 né patir altro che 'l gran Senno scrisse
11 di tutte lietoper tutte allegrare
12 quandorendendoal fin di giuochi e risse
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13 le maschere alla terraal cieloal mare
14 in Dio vedrem chi meglio fece e disse.
15. Che gli uomini seguono più il caso che la ragione
nel governo politicoe poco imitan la natura.
1 Naturada Signor guidatafece
2 nel spazio la comedia universale
3 dove ogni stellaogni uomoogni animale
4 ogni composto ottien la propria vece.
5 Finita questacome stimar lece
6 Dio giudice sarà giusto ed eguale;
7 l'arte umanaseguendo norma tale
8 all'Autor del medesmo satisfece.
9 Fa regisacerdotischiavieroi
10 di volgar opinione ammascherati
11 con poco sennocome veggiam poi
12 che gli empi spesso fûr canonizzati
13 gli santi uccisie gli peggior tra noi
14 prìncipi finti contra i veri armati.
16. Re e regni veri e falsi e mistie fini e studi loro.
1 Neron fu re per sorte in apparenza
2 Socrate per natura in veritate
3 per l'una e l'altra Augusto e Mitridate
4 Scipio e Gioseppe in partee parte senza.
5 Cerca il principe spurio la semenza
6 delle genti stirpar a regger nate
7 come ErodeMelitoe l'empio frate
8 di Tito e Caifaed ogni ria potenza.
9 Chi si conosce degno di servire
10 persegue chi par degno da imperare:
11 di virtù regia è segnale il martire.
12 Questi regnan pur mortia lungo andare:
13 vedi i tiranni e lor leggi perire
14 e Pietro e Paulo in Roma or comandare.
17. Non è re chi ha regnoma chi sa reggere.
1 Chi pennelli have e coloried a caso
2 pingeimbrattando le mura e le carte
3 pittor non è; ma chi possede l'arte
4 benché non abbia inchiostripenne e vaso.
5 Né frate fan cocolle e capo raso.
6 Re non è dunque chi ha gran regno e parte
7 ma chi tutto è GiesùPallade e Marte
8 benché sia schiavo o figlio di bastaso.
9 Non nasce l'uom con la corona in testa
10 come il re delle bestieche han bisogno
11 per lo conoscerdi tal sopravvesta.
12 Repubblica onde all'uom doversi espogno
13 o reche pria d'ogni virtù si vesta
14 provata al solee non a piume e 'n sogno.
18. A Cristonostro signore.
1 I tuo' seguacia chi ti crocifisse
2 più che a te crocifissosimiglianti
3 son oggio buon Giesùdel tutto erranti
4 da' costumiche 'l tuo senno prescrisse.
5 Lussurieingiurietradimenti e risse
6 van procacciando i più stimati santi;
7 tormenti inusitatiorrori e pianti
8 (tante piaghe non ha l'Apocalisse)
9 armi contra tuoi mal cogniti amici
10 come son io. Tu il saise vedi il cuore:
11 mia vita e passion son pur tuo segno.
12 Se torni in terraarmato vien'Signore
13 ch'altre croci apparécchianti i nemici
14 non Turchinon Giudei: que' del tuo regno.
19. Alla morte di Cristo.
1 Mortestipendio della colpa antica
2 dell'invidia figliuolae del niente
3 tributariae consorte del serpente
4 superbissima bestia ed impudica:
5 credi aver fatta l'ultima fatica
6 sottoposto al tuo regno tutto l'ente
7 contra l'Omnipotente omnipotente?
8 Falsa ragion di Stato ti nutrica.
9 Per servirsi di te scende all'abisso
10 non per servir a te: tu l'armi e 'l campo
11 sceglie schernita se' da un crocifisso.
12 S'e' viveperdi; e s'e' muoreesce un lampo
13 di deità dal corpo per te scisso
14 che le tenebre tue non han più scampo.
20. Nel sepolcro di CristoDio nostroa' miscredenti.
1 O tuch'ami la parte più che 'l tutto
2 e più te stesso che la spezie umana
3 che i buon persegui con prudenza vana
4 perché al tuo stato rio rendon mal frutto
5 ecco li Scribi e Farisei del tutto
6 disfattied ogni setta empia e profana
7 dall'Ottimoche i buoni transumana
8 mentre in sepolcro a lor pare distrutto.
9 Pensiti aver tu solo provvidenza
10 e 'l ciella terra e l'altre cose belle
11 le quali disprezzistarsene senza?
12 Scioccodonde se' nato tu? Da quelle;
13 dunque ci è Senno e Dio. Muta sentenza:
14 mal si contrasta a chi guida le stelle.
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9 né per sé si diffonde.
10 Di color gialloazzurrorosso e verde
11 prende nomesecondo l'ombra trista
12 più o meno la nasconde
13 né senza il primo lume può esser vista.
14 Così lo Senno in Dio senza fin puro
15 moltiplicabileunico e veloce
16 tutto ad un tratto vede
17 formainsegna e possede;
18 detto qua Verboe in Ciel di miglior voce.
19 Partecipato poi dal mondo oscuro
20 e di finita forza
21 temeamaodia ed obblia;
22 né più Dioma vien detto
23 naturasennoragionfantasia.
24 E secondo più o men dura ha la scorza
25 o più e manca è schietto
26 più o manco sa; ma in Dio più si rinforza.
27 Spirto puroqual lucedi tutti enti
28 ben s'infacee gli intende in quella guisa
29 ch'essi in se stessi sono;
30 ed a sorgere è buono
31 a giudicardi quel che gli si avvisa
32 il resto e gli simili e i differenti.
33 Ma l'impuro infelice
34 qual rossor rosse scorge
35 le cosee non come enno
36 e d'una in altra sembianza mal sorge:
37 laonde il natural mentire indice
38 ma non lo scaltroun senno
39 di natura corrotta e peccatrice.
40 Chi tutte cose imparatutte fassi
41 qual Dioma non del tutto ed in essenza
42 com'è la Cagion Prima.
43 Ch'alma di tanta stima
44 far cose vive sol con l'intendenza
45 patria e del spazio comprendere i passi;
46 quanti il freddo e caldo hanno
47 gradie momenti il moto
48 e del tempo gli instanti;
49 quanti angelie vie il lumee corpi ha il vòto;
50 le riformeche a lor vengono e vanno
51 i rispettie sembianti;
52 quanti atomi in ogni ente e come stanno.
53 Chi che si sia purissimadappoi
54 ch'averia conosciuto tutte cose
55 non si potria dir certo
56 d'una sola esser certo
57 quant'artiparti e rispetti Dio pose
58 in leico' tanti ognor divari suoi.
59 Ch'e' non è dentro a quella
60 e sé dentro a sé ignora:
61 onde con sua misura
62 né con quella dell'essercerta fôra
63 se tutto s'internasse. L'uomla stella
64 l'angelogni fattura
65 diverso han senso pur d'ogni cosella.
25. Al Primo Senno. Canzone terza.
1 Tanto senno have ogn'entequanto basta
2 serbarlo a séalla specieal mondoa cui
3 per tanto tempo è nato
4 per quanto Dio ha ordinato
5 pel Fatoa cui serviamo più ch'a nui:
6 ond'altri in fioraltri in fruttaaltri guasta
7 di noi nel materno alvo.
8 Comeper usa vario
9 facciam pur noi dell'erbe
10 cui pare ingiusto il nostro necessario;
11 così a noimentre s'offre or folto or calvo
12 par che ragion non serbi
13 il fatal capoche 'l mondo tien salvo.
14 Casa stupenda ha fatta il Senno Eterno
15 ch'ogni entebenché vilnon vuol cangiarsi
16 con altri; onde s'aiuta
17 contra 'l morir che 'l muta;
18 ma vorria e crede solo in sé bearsi
19 ché ignora l'altrui bensape il suo interno.
20 O somma Sapienza
21 che di nostra ignoranza
22 si serve a far ciascuno
23 felice e lietoe l'universo avanza.
24 Gabbia de' matti è il mondo; ese mai senza
25 di follie fosseognuno
26 s'uccideriaanelando a più eccellenza.
27 La fabbrica del mondo e di sue parti
28 e delle particelle e parti loro;
29 le varie operazioni
30 che han tutte nazioni
31 degli enti nostri e del celeste coro;
32 vari riticostumivite ed arti
33 de' passati e presenti
34 degli astri e delle piante
35 de' sassi e delle fiere;
36 tempivirtutiluoghi e forme tante;
37 le guerre e le cagion de gli elementi
38 noti chi vuol sapere
39 ch'e' nulla sappiae non con finti accenti.
40 Spirto puro e beato solo arriva
41 a sì saggia ignoranza; né può farsi
42 puro chi non è nato
43 per colpa altrui o per fato.
44 Può di natura il don più raffinarsi
45 con gli oggetti e con l'arte educativa
46 e farsi ampio e chiaro;
47 ma non leggierdi greve
48 se di savi e di eroi
49 senno e forza ogn'alunno non riceve.
50 Né si trasfondese fiacco ed ignaro
51 figlio hanno; onde puoi
52 considerare altronde don sì caro.
53 La purità natia dunque si tira
54 dall'armonia del mondo e d'ogni corda
55 che vario suon disserra
56 tesa in cielo ed in terra;
57 e chi sa ingenerarlaa lor s'accorda
58 doveonoratoDio sua grazia aspira.
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59 Oh felice soggetto
60 degno di favor tale
61 che Dio in lui di sé goda!
62 Poscia è felice chi tanto non vale
63 seascoltandos'unisce a quel perfetto.
64 Ma d'ogni ben si froda
65 chi nato è impuro e schifa il saggio e schietto.
26. Introduzione ad Amorevero amore.
1 Il vero amante sempre acquista forza
2 ché l'immagine amata e la bellezza
3 l'anima sua raddoppia; donde sprezza
4 ogn'alta impresa ed ogni pena ammorza.
5 Se amor donnesco tanto ne rinforza
6 quanta gloria darìagioia e grandezza
7 unita per amorl'Eterna Altezza
8 all'anima rinchiusa a questa scorza?
9 L'anima si farìa un'immensa spera
10 che amarsaper e far tutto potrebbe
11 in Diodi maraviglie sempr'altèra.
12 Ma noi siamo a noi stessi lupi e zebbe
13 senza il vero Amoreluce sincera
14 ch'a tanta altezza sublimar ne debbe.
27. Contra Cupido.
1 Son tremila anni omai che 'l mondo cole
2 un cieco Amorc'ha la faretra e l'ale;
3 ch'or di più è fatto sordoe l'altrui male
4 privo di caritateudir non vuole.
5 D'argento è ingordo e a brun vestirsi suole
6 non più nudo fanciul schietto e leale
7 ma vecchio astuto; e non usa aureo strale
8 poiché fûr ritrovate le pistole
9 ma carbonsolfovampatruono e piombo
10 che di piaghe infernali i corpi ammorba
11 e sorde e losche fa l'avide menti.
12 Pur dalla squilla mia sento un rimbombo:
13 - Cedibestia impiagatasorda ed orba
14 al saggio Amor dell'anime innocenti.
28. Canzon d'Amore secondo la vera filosofia.
1 Uditeamantiil mio cantar. Sempr'era
2 l'Amor universals'egli Dio spinse
3 a far il mondoe non forza o bisogno.
4 La sua Possanza a tanta opra l'accinse
5 però che dentro a sua infinita spera
6 la Prima Sapienzaond'io ciò espongo
7 previde che potea starvi l'essenza
8 de' finiti entie disse: - Or vi ripongo. -
9 Ché Amora cui ogni essere è bontate
10 ch'al Senno è veritate
11 vita alla Potestate
12 l'antevista possibile esistenza
13 repente amò: tal ch'e'c'ha dipendenza
14 dal Senno e dal Poterla volve a loro:
15 ché poter e saper essi non ponno
16 quel che non vonno. Dunque insieme adoro
17 PossanzaSennoAmorPrimo Ente e Donno.
18 Il perfetto animalch'or mondo èpria
19 era confusionquasi un grand'uovo
20 in cui la Monotriade alma parente
21 covandoespresse il gran sembiante nuovo.
22 Però NecessitàFatoArmonia
23 influendoil Poterl'Amorla Mente
24 sopiti sciolse a farsiin membra tante
25 naturafabbri intrinsechi e semente.
26 Onde ogn'ente è perch'esser puòsa ed ama.
27 Non puòignora o disama
28 chi al morir si richiama;
29 il che di vita in vita è gire errante
30 ché la spera vital sempr'è più innante.
31 Ma le tre influenze abbreviâro
32 il saper delle partiond'esseincerte
33 degli altri esseri e vitesolo amâro
34 la propria ed abborrîr di farsi esperte.
35 Il Primo Ente divinounoimmortale
36 tranquillo sempreè l'infinito Bene
37 proprio oggetto adeguato del su' Amore.
38 Orperché ogn'esser da quel primo viene
39 è buono e lieto oggetto naturale
40 del proprio amortalch'egli ama il Fattore
41 se stesso amandodi cui è certa imago.
42 E però s'ama d'infinito ardore
43 bramando farsi infinito ed eterno
44 ché è tal l'Autor superno.
45 Quinci nasce odio interno
46 contra 'l morire in chi non è presago
47 d'esser vicin più al Primoond'è sì vago
48 ch'anzi odiar séche luipuòBene immenso.
49 Del ben il senso amor spira per tutto;
50 ma alle parti mortai del male il senso
51 per parziale amorl'odio ha produtto.
52 Dio cosa nulla odiaché affanno e morte
53 da lor non teme; ma sua vita propia
54 da lor partecipatain sé vagheggia
55 tutte avendo per buonee bench'inopia
56 di più sembianza sua nell'alme torte
57 si dica odiare' non langue o vaneggia
58 ch'indi e' ben non mendìcae n'ha a dovizia
59 per sempre dar; ma il suo Fato pareggia
60 con ta' detti odii e mortil'Armonia
61 di sua gran monarchia.
62 Né 'l mondoa chi ben spia
63 odia sue parti; ma prende a letizia
64 lor guerre e mortiche fanno a giustizia
65 in altre vitedove gli è mestiero.
66 Così il pan duolsi e muoreda me morso
67 per farsi e viver sanguee questo io chiero;
68 poi muore il sangue alla carne in soccorso.
69 Cosa mala io non truovo a Dio ed al mondo
70 né téma o gelosia; ma da fiacchezza
Tommaso Campanella Poesie
8
71 nacquero delle partio dal difetto
72 di quel ch'a molti è gioia o sicurezza.
73 Una comun materia ha il spazio tondo
74 di cui far regno amòstanza e soggetto
75 ogni attivo valor per eternarsi.
76 Dal che Necessità punse l'affetto
77 del consimile a far lo stessoe guerra
78 pone il Fatoe disserra
79 l'Armonia cielo e terra.
80 Ecco lite d'amor per amor farsi.
81 Con re il re pugnanon con Davo; ed arsi
82 gli enti ha il fuocoper fuoco amico farli;
83 e la terra vorria che fusser sui.
84 E dal non esser nasce il contrastarli;
85 dall'esseramicizia; e un di dui.
86 Amorche dal Valor e Senno Primo
87 procede e lega que' con dolce nodo
88 del sommo bench'è l'esser suo mai sempre
89 è voluntate e gaudio sopra modo
90 di sé a sésicur bensempre opimo.
91 Amorinfuso del mondo alle tempre
92 del suo gaudio e comodo è pur desire
93 che del futuro mai non si distempre
94 ond'egli perda il sembiante divino.
95 Ma l'amorche 'l destino
96 fe' alle parti meschino
97 più tosto è desiderio che gioire
98 del proprio benche va sempr'al morire.
99 Amor dunqu'è piacer d'immortal vita
100 in tutti: ma chi in sé perderla sente
101 la cerca altrondee 'l consiglio l'invita
102 a trovar via di non morir repente.
103 L'Inopia dunquepregna dal Consiglio
104 regenera amor fieriardenza e fame
105 cupidigiaappetito e zel di quelle
106 cosech'intraman della vita il stame.
107 Onde il sol mangia la terrae di piglio
108 ella al ciel dà e vorria mangiar le stelle.
109 Fa di tal guerra e dir lor semi il Fato
110 spirtiumorpietreanimaipiante; ed elle
111 mangiansi l'un l'altra: ove amor fassi
112 gioirmentre rifassi
113 pian pian quel che disfassi.
114 Ché gioia del sentirsi esser serbato
115 atto è; e 'l dolordel sentirsi turbato
116 cui sommo è ben la conservazïone
117 e sommo mal è lo distruggimento.
118 Però diciam le cose male o buone
119 ch'a lor son viacagionmostra e fomento.
120 Del nemico la fugao la vittoria
121 e del cibo il restauro non bastando
122 ad eternaril Senno amantevisto
123 che 'l sol producela terra impregnando
124 tante sembianzerevocò a memoria
125 l'arte divinae 'l mortal sesso misto
126 partìo in dueche sembra terra e sole
127 servendosi del caso; ond'ha provvisto
128 ched'essi unitiAmorper be' lambicchi
129 virtù vital dispicchi
130 chi d'esser gli fa ricchi
131 morendo in sénella futura prole
132 per questo amata più ch'amante; e suole
133 qui Amorvòlto in gioirscordarsi il Senno
134 come fan gli altri dell'Inopia figli
135 seguendola in più e meno: onde vizi enno
136 come virtuti son presso a' consigli.
137 Peròdovunque Amor del suo ben scorge
138 segnale alcunche bellezza appelliamo
139 pria che lasci pensar s'ivi s'asconda
140 il ben che 'l servaaccorre; e qui pecchiamo
141 ché fuor di tempo e luogoo più o men porge
142 l'idea vitaleo in terra non feconda;
143 dove purpreparata al gran finegioia
144 sentendoin più error grande si profonda
145 ch'ella d'Amor sia oggetto e fin sovrano
146 non saggio e ésca e mezzano
147 del viver sempre. Ah insano
148 pensierche ogni viltà produce e noia!
149 Né cieca legge smorza tanta foia
150 ma il gran Saperd'Amor viste ir l'antenne
151 al non morir: il che fra noi mancando
152 all'alto volo gli veste le penne
153 d'eternitàch'andiam quaggiù cercando.
154 Visto gli eroi e filosofi più pruove
155 che 'l cibo e 'l generar fallano spesso
156 e 'l figlio tralignante perdé al padre
157 invece di servarl'esser commesso
158 punti d'Amor divin (cui par che giove
159 più propagar le cose più leggiadre)
160 sprezzâr la parte per lo tutto; e 'l seme
161 pria in tutti gli enti la Bontà lor madre
162 mirandoamando han sparsoe le sembianza
163 di lor senno e possanza
164 (di Dio ampliati ad usanza
165 in tutto almen l'uman genere insieme)
166 in dettiin fatti ed opre alte e supreme.
167 E preser l'alme belle ad impregnare
168 di lor virtùche trae di vaso in vaso
169 lor vita; ma pu manca a lungo andare
170 ché solo Dio resiste ad ogni caso.
171 TeAmorsfera infinitaalma e benigna
172 che 'n Ciel di copiain noi d'inopia hai centro
173 circondato dal cerchio sensitivo
174 onde chi sente piùpiù ama e gode;
175 ioche son teco a tutte cose dentro
176 cantolaudo e descrivo.
177 Per te si abbraccia il van le cose sode
178 e le virtù la moleonde consiste
179 dell'universo l'ordinedistinto
180 per te di stelle e d'uomini dipinto.
181 Per te si gira il solla terra piglia
182 vigoronde poi tante cose figlia.
183 Per te contra la morte si resiste
184 e contra il malche tanto ci scompiglia.
185 Tuautor di gentilezza
186 distruttor di fierezza;
187 da ten son le repubbliche e gli regni
188 e l'amiciziach'è un amor perfetto
189 che contra il male accomuna ogni bene.
190 Tu se' d'eternità frate alla spene
Tommaso Campanella Poesie
9
191 soprabbondanza di eterno diletto.
192 Tu vinci la Possanza e l'Intelletto.
29. Della Bellezzasegnal del beneoggetto d'amore.
1 L'Amor essenzialcui son radici
2 Senno e Valor natividonde in terzo
3 s'integra ogni essersi conserva e chiama
4 bontàverità e vita: a grande scherzo
5 in voglie accidentaldiffonditrici
6 dell'esserecome arborsi dirama
7 o perché in sé l'ha a perdereo per mostra
8 di suo' beni a bear altri chi s'ama.
9 Talché un Cupido in Ciel di Copia nasce
10 gioiendo; e con ambasce
11 qui d'Inopia unche pasce
12 pur letizia di vincere la giostra
13 contra il morire in questa bassa chiostra.
14 Or fra le cose ancorche tutte buone
15 a séal mondo e a Dioperché salute
16 sono all'altre o fatal destruzione
17 puose un gran segno la Prima Virtute.
18 Bellezza dunque è l'evidente segno
19 del beneo proprio all'ente in cui risiede
20 o di ben ch'indi può avvenire a cui
21 par belloo d'ambie d'altri può far fede.
22 Eccola luce del celeste regno
23 beltà semplice e vivamostra a nui
24 gran valorche ci avviva e giova a tanti:
25 sol brutta all'ombrabel degli enti bui.
26 Di serpi e draghi il fischio e la bravura
27 e la varia pittura
28 a noi ci fan paura
29 gli rendon bruttie tra lor belli e santi.
30 L'umiltà di cavalli e di elefanti
31 segnal di servitù e di poco ardire
32 fa brutta a loroma a noi bella vista
33 del poter nostro e ben di lor servire.
34 L'altrui virtù al tiranno è brutta e trista.
35 Bella ogni casa è dove serve e quando
36 e brutta dov'è inutile o mal serve
37 e più s'annoia; e pur l'altrui bruttezze
38 bello è vederee guerra in mar che ferve
39 perché tua sorte o virtù vai notando
40 impàri a spese altrui mire prodezze.
41 Brutto ès'augura a noi male o rimembra
42 vedere infermipovertà ed asprezze.
43 Il biancoche del nero è ognor più bello
44 più brutto è nel capello
45 ché addita testé avello;
46 pur bello apparse prudenza rassembra.
47 Belle in Socrate son le strane membra
48 note d'ingegno nuovo; ma in Aglauro
49 sarìan laide. E negli occhi il color giallo
50 di morbo indicioè brutto; e bel nell'auro
51 ch'ivi dinota finezza e non fallo.
52 S'ella nota ogni benstrano o natìo
53 e prìncipi son SennoAmor e Forza
54 giocondi sempre ed utili ed onesti
55 cui le virtù son figlie e gli altri scorza;
56 chi più sennoalta possa ed amor pio
57 mostraè beltà più illustre: ond'i gran gesti
58 spontanee morti e cortesie d'eroi
59 paion sì bellie mai non son infesti.
60 Di savi le dottrineleggi e carmi
61 (ond'io posso eternarmi
62 e l'altrui glorie e l'armi
63 e far gli altri prudenti a viver poi)
64 son le più ampie bellezze fra noi.
65 Bello è la nave o il cavalier armato
66 vederin cui più forze addoppia l'arte;
67 ma più Archimede saggio opporsi al Fato
68 franger le navi e trasvolardi Marte.
69 L'arte divina negli enti rinchiusa
70 che natura appelliamgli esempi prende
71 da Dio per farli; e la nostra da lei.
72 Però il soggetto brutti o bei non rende
73 nostri artifìci; lo imitar gli accusa.
74 Così degli aurei li marmorei dèi
75 più bei puon dirsiarte maggior mostrando
76 e più Tersite in scena che gli Atrei.
77 E di Dante l'Inferno più bel pare
78 ch'e' più 'l seppe imitare
79 che 'l Paradiso. E care
80 voci e sensi traslati ennoampliando
81 l'ingegno e 'l ben incognito illustrando;
82 se nofien vaneo bei drappi in Gabrina
83 che segnalano il mal del bene in loco
84 e fan bruttezza doppia tanto fina
85 quanto il papato a chi deve esser cuoco.
86 Orse beltade è di bontà apparenza
87 sarà oggetto a quei sensi solche lungi
88 scorgonocome all'occhio ed all'udito
89 cui la ragione e i sensi interni aggiungi.
90 Ma del gusto e del tatto alla potenza
91 e d'ogni sensoin quanto è [a] tatto unito
92 il bello è benee secom'ella aspira
93 Sofia s'accoppia al Senno suo marito.
94 Così beltà di ninfaal vago in atto
95 d'amor ristretta affatto
96 di dì o di notte fatto
97 passa in giocondo ben. Donde ella aspira
98 bontà fruisce Amorbellezza ammira.
99 Bell'è la melodiamaquando s'ode
100 dentro al mobile spirtosi fa dolce
101 se quel moto ampliaond'e' vive e gode;
102 ma il strano offendee lo sbattee non molce.
103 D'ogni ben che conserva in qualche foggia
104 l'essere in séne' figli o nella fama
105 beltà il segno si dice: ma la forma
106 per più propria beltà si pregia ed ama
107 perché la virtù scuoprech'intra alloggia
108 come la mole agli usi suoi conforma
109 l'avviva e tempra con arte e possanza.
110 Mase mal serve all'uso di chi informa
111 come goffo giubbonfa laido volto
112 segnal d'ingegno stolto
113 o di poter non molto
114 chi non poté o non seppe ben sua stanza
Tommaso Campanella Poesie
10
115 formaronde è di vita rea speranza.
116 Mas'ella è brutta fuori e bella dentro
117 come in Esopoindustria asconde e vita.
118 Peggio èse è bello il cerchio e brutto il centro;
119 pessima èquando è d'ambi mal fornita.
120 Beltà composta ne' corpi ricerca
121 procerità e di membri simmetria
122 gagliarda agilitate e color vivi
123 di moti e gesti a tempo leggiadria.
124 Più i maschi che le femmine Dio merca
125 con ta' segnionde son più belli e divi;
126 però più amatie quelle amanti piue.
127 Dunque naniegritronchi e goffiprivi
128 son parte di bellezzae vecchi e smorti
129 grossideboli e storti
130 e pigrimale accorti.
131 Se brutto in nulla alcuno al mondo fue
132 tenner tutte virtù le celle sue.
133 Pur ogni bello è fior di qualche bene
134 e d'alcun bello è fior la venustate.
135 Di tutti quella e questa a mentir viene
136 ché sta in note all'altrui gusto formate.
137 Giovane bellasugosa e valente
138 promette lunga vitae nutrimento
139 al semeed a noi gioiaonde può tanto.
140 Se poi non truovi sì dolce il contento
141 com'ella additapar brutta repente;
142 e se fraudefierezza e stranio ammanto
143 l'infetta sìche più nuoce che giuova
144 par brutta come un simulato santo.
145 Ricchezze e onordi virtù testimoni
146 son be'ma più i demòni
147 che que' dati a' non buoni
148 ché di commun rovina son gran pruova.
149 Bello è il mentirse a far gran ben si truova.
150 Ors'ogni cosa in noi puòal mal soggetti
151 bella in qualch'uso farsia Dio ed al mondo
152 dove ha infiniti ognuna usi e rispetti
153 quanto fien bellee più l'Autor giocondo!
154 Guerreignoranzetirannie ed inganni
155 mortalitàomicidiiaborti e guai
156 son begli al mondocome a noi la caccia
157 giuochi di gladiatori e pazzi gai;
158 arbor uccider per far fuoco e scanni
159 uova e polli onde il corpo si rifaccia;
160 far vigneselve ed apie tôr lor frutti
161 retiqual ragno che le mosche allaccia;
162 finger tragediase in vita anch'allegra
163 passando ogni morte egra
164 più parti al mondo allegra.
165 Ma più bello è che paian mali e brutti;
166 se nonin caos torneremmo tutti.
167 Alfin questa è comedia universale;
168 e chi filosofando a Dio s'unisce
169 vede con lui ch'ogni bruttezza e male
170 maschere belle sonride e gioisce.
171 Canzonse volontario ogn'ente onora
172 bellezza per natura e non per legge
173 di' ch'ella sia di quelche 'l tutto regge
174 trasparente splendorch'ogni bontate
175 derivamento è di divinitate
176 che bea col bene e col bello innamora.
177 Ond'eretica invidia e stolta accora
178 gli sprezzator di quella
179 ch'al gran Dio ne rappella
180 da' morti ed a man fatti simolacri
181 mostrando in tutte cose
182 di Dio immaggini vive e tempii sacri
183 quanto Senno e Possanza in farle puose.
30. Canzon del sommo beneoggetto d'amor naturale.
1 Ogni cosa si dice bella o brutta
2 in quanto bene o male rappresenta.
3 Ogni cosa si dice mala o buona
4 in quanto causadispone a fomenta
5 immortal vita a mortein parte o tutta.
6 Ché sommo bene o sommo mal consona:
7 quello oggetto final di tutti amori
8 e questo tutti gli odii muove e sprona.
9 Ogni altro bello e ben or s'ama e prezza
10 ed or s'odia e disprezza
11 e par malia e bruttezza
12 o al medesmo o a diversi amatori
13 ch'al ben sommo ora spine ed or son fiori;
14 che a nullo ente unqua annoia e sempre rape
15 tuttich'è per sé buono sempre e solo.
16 Quanto s'oprasi puòs'ama e si sape
17 s'indrizza a luisì come fuoco al polo.
18 Cercar il cibo e prepararlo al ventre
19 Palla seguire e Venere in gran pena
20 e la propria sostanza in lei deporre;
21 città abitarche tanti gusti affrena;
22 pugnar per leie ben far ad altri; mentre
23 sommo ben non movesse il senno a tôrre
24 tante briglievorria prenderle nullo.
25 Ma il viver semprech'indi viensi a côrre
26 in sé o nella fama o nelli figli
27 dolzor diede a' perigli
28 ed agli agi scompigli.
29 Così noi or la sferzaor il trastullo
30 perch'egli impariusiamo col fanciullo.
31 Palla dunque non haVenere a Bacco
32 gioie per séma a questo fin più altero:
33 onde attuffans'è vòto a colmo il sacco;
34 e spesso è lor preposto il dolor fiero.
35 Sedi vivere in scambioalcun s'uccide
36 se stesso o i figli a l'opre sue famose
37 lo fa per migliorar di vitaessendo
38 il viver nostro e delle nostre cose
39 morir continovoche mai non side
40 senza mutarsia mancando o crescendo
41 ed ogni mutamento è qualche morte
42 una stato acquistandoaltro perdendo
43 d'attoo di qualeo di quantoo di essenza.
44 E se con violenza
45 si fareca doglienza;
46 e gioiafatto con natural sorte.
Tommaso Campanella Poesie
11
47 Quel che fu o sarà a ciascun par forte
48 e l'esser sol presente è certo e piace;
49 e se repente a forza il mutaduolsi
50 sì che il morir comun manco gli spiace
51 che 'l proprio; ch'è 'l mutarcom'io raccolsi.
52 La servitute all'anima gentile
53 morte propria èche d'uom lo cangia in bruto
54 e i suoi studi ed azioni in pecorine.
55 E per men mal Caton s'ammazza; e Bruto
56 moria ne' figli tralignantivile
57 fatto il suo gran sembiante; onde lor fine
58 dièqual Marone al suo libro dar volle
59 pieno d'errordi sua fama rovine.
60 Viver per fama infame è vita amara
61 morte all'alma preclara
62 chesprezzandoripara
63 più vera vita in gloria. Ove il Nil bolle
64 s'uccise un elefantee Neron molle
65 e di Siam le donne non volenti
66 sopravivere al vago. A tai più propia
67 par morte mutar stato che elementi.
68 Pensa altri in fama o in Ciel vivere a copia.
69 Ma nullo annicchilarsi unquanche intese
70 se non alcuni stolti di Narsinga
71 che solo in «niba» credono posarse
72 senza affanni. Sentenza che lusinga
73 chi sommo mal la doglia esser contese
74 che a noi guardiana della vita apparse
75 e di natura medicina e sferza.
76 Cosìse non si mangia per gustarse
77 né Venere per sé natura fece
78 ma per servar la spece
79 a noi stimar non lece
80 la voluttà bontà primama terza
81 che segue all'esser benee pria anche scherza
82 con tal presagio il ben dell'universo
83 perch'ogni ente si serbi a lui e propaghi.
84 Nel chenon d'arte erranteal buio immerso
85 ma di natura ogni senso n'appaghi.
86 Ricchezzesangueonorfigli e vassalli
87 per ben dà il Fato; e pur rovina a molti
88 son al nomealla patria ed al composto;
89 e fan gli animi ansiosivili e stolti.
90 Del corpo i benche 'l Ciel per meglio dàlli
91 sanitàrobustezza e beltàtosto
92 si perdon ancheo perdon chi l'abusa
93 quando il ben grande al piccolo è posposto.
94 Fra tutti beni le virtù dell'alma
95 ottengono la palma;
96 onde in corso ed in calma
97 regge gli altrie di mal mai non si accusa.
98 D'esser virtute ogni potenza è esclusa
99 senza il sennodi lor guida e misura;
100 né il suo senno tien l'ente che ha l'idea
101 specifica bontàin più e manco impura;
102 onde è a sé malo e struttoe non si bea.
103 Il ben ch'all'altrui vivere s'applìca
104 in sé o ne' discendentiutile è detto
105 dall'uso; e dall'onore in famaonesto.
106 D'essi appresi esce l'allegriail diletto
107 il ricco dannoe dolce la fatica.
108 S'alcun atto è nocivo e disonesto
109 e par giocondoavvien ch'ivi fu misto
110 più ben con male; e quel nasconde questo.
111 Dunque ogn'onesto ed utile è gioioso
112 in che serbae doglioso
113 in che strugge; e dir oso
114 che senz'essi piacer mai non fu visto.
115 Se piace l'acqua all'egroonde è più tristo
116 giova al spirtoo alla lingua ove ha angoscia;
117 maperché enno assai partise a più nòce
118 s'ammalan tutte per consenso poscia;
119 ond'essa perde d'utile la voce.
120 La dolorosa vita non si fugge
121 se non in quanto è morte: ch'essa doglia
122 senso è del malch'almen morte minaccia
123 o fa alla parte dov'èbenché soglia
124 tutte serbarse 'l mal qui unito strugge.
125 Onde i dolori il senno accorto abbraccia
126 per gioiree molto mal per più gran bene:
127 e 'l ben par malse più di mal procaccia.
128 Viver dunque secondo il senno insegna
129 felicità si tegna;
130 per cui saper convegna
131 tutte le cose che 'l manda contiene
132 quanto fan di timorquanto di spene.
133 Maperché manca ogni conservamento
134 ché noi siam parti per lo tutto fatte
135 e per Dio il tuttoil sennoamanteintento
136 per farsi divoa quanto puòcombatte.
137 Canzondirai che l'uom sol fa beato
138 il sennosenza cui gli ben son mali
139 né si sente il gioir; ma seco pure
140 il mal fia ben. Né senso han l'alme impure
141 ma veggon con gli occhiali
142 le cose in altra guisa ch'elle stanno.
143 Né purità può aver chi non è nato
144 per séma ad uso di que' che più sanno;
145 talché si fa felice
146 sol oprando quel che 'l saggio ci dice.
147 Assai sa chi non sase sa obbedire.
148 Tutto infelice fia chi non ascolta
149 ma nacque per servire
150 in quel mal che ben fia di gente molta.
151 Forse fia in altre parti puro poi
152 ché in varie forme s'occulta e rinasce
153 e sol d'eternità l'esser si pasce;
154 ché il bene e 'l mal son dolci a' denti suoi.
31. Del sommo bene metafisico.
1 L'essere è il sommo benche mai non manca
2 e di nulla ha bisognoe nulla pave.
3 Amanlo tutti sempre; e' sol se stesso
4 perché non ha maggior né più soave.
5 S'egli è infinitonoi di morte affranca
6 ché fuor non hané dentro a lui framesso
7 puote il niente star. Né dunque alcuna
Tommaso Campanella Poesie
12
8 cosa s'annullama si cangia spesso.
9 Lo spazio immenso all'esser d'ogni cosa
10 è base in lui nascosa
11 che solo in sé riposa
12 da cuiper cui e in cui son tutte in una;
13 e da cui lontanissima è ciascuna
14 da infinito finita; e perché incinta
15 e cintaè vicinissima anchestante
16 in lui viva e per luis'è per noi estinta
17 come pioggia nel mar mai non mancante.
18 Come lo spazio tutti enti penètra
19 locandoe d'essi insieme è penetrato;
20 così Dio gli enti internae 'l spazioe passa
21 non come luogoné come locato
22 ma in modo preeminente; donde impetra
23 lo spazio d'esser luogoe 'l corpo massa
24 e l'agenti virtù d'esser attive
25 e gli composti in cui l'idea trappassa
26 E perch'egli èogni ente è per seguela
27 qual splendor per candela;
28 ma si occulta e rivela
29 in varie foggein cui sempre si vive
30 come atomi nell'aria. In fiamme vive
31 spiace a' legni mutarsie d'esser vampe
32 godan posciach'amorvirtute e senso
33 dell'esser proprio han tutte le sue stampe
34 per quanto è d'uopodall'Autor immenso.
35 L'uom fu bambinoembrioneseme e sangue
36 paneerba ed altre cosein cui godeva
37 d'esser quel ch'erae gli spiacea mutarsi
38 in quel ch'è mo: e quel ch'ora gli aggreva
39 di farsi in fuocoin terrain topoin angue
40 poi piaceralli; e crederà bearsi
41 in quel che fiaché in tutti enti riluce
42 la idea divinae pel dimenticarsi.
43 Dunque nullo ama quel che amar gli pare:
44 altro patire o fare
45 che 'l suo esser sa dare.
46 Ch'un sia dueosta il tutto; e chi esser duce
47 vuoleèin quanto è simileo produce
48 imagoonde tal si ama; e non èin quanto
49 guastarsi in quel ch'è duca abborreed anco
50 v'è quell'altrotalch'egli è un altro tanto;
51 e 'l savio è tuttiancor di morte franco.
52 Non fece gli enti per vivere in loro
53 qual padre in figli o maestro ne' scolari;
54 né per far mostra altrui delle sue pompe
55 ch'altri non vi erae gli architetti rari
56 non mostran a una polce un gran lavoro
57 né cerca onor chi in sé non si corrompe.
58 Or chi dirà perchése 'l Senno Eterno
59 di tanto arcano il velame non rompe?
60 S'e' fu sempreil niente non fu mai;
61 e tutti enti son rai
62 del Primoin cui trovai
63 mondivirtuti e ideenel suo interno
64 fatti e rifatti in più fogge ab aeterno
65 nuove agli enti rifattia' fatti antiche;
66 figure ed ombre di sacre esistenze
67 chi nella Prima son una ed amiche
68 quantunque abbian tra lor varie apparenze.
69 Se 'l fuoco fosse infinitola terra
70 non vi sarìao cosa confine e strana.
71 Se Dio è infinito bennon si può dire
72 che vi sia morte o male o Stigia tana
73 se non per ben di chi e' per meglio serra.
74 Rispetto ènon essenzail malse mire
75 dolce al caproa noi amara la ginestra
76 Se ta' rispetti averan da finire
77 il caos sol d'ogni gioia poi s'imbeve
78 come ferro riceve
79 il fuocoe 'l freddo neve.
80 E questo è bello alla virtù maestra
81 com è bel che 'l distingua la sua destra.
82 Che maraviglia s'alcuno s'ammazzi?
83 Lo guida il Fato con occulto incanto
84 per la gran vitaove enno i mali e i pazzi
85 semitoni e metafore al suo canto.
86 L'almein sepolcri portatili ed adri
87 chiusedubbie di morte fa ignoranza
88 d'esser futuro e del passato obblio.
89 Così più galeottiper sconfidanza
90 di miglior vitae 'n prigion servi e ladri
91 contentarsiche uscir odianvidi io.
92 Or l'almache nel corpo opaca alberga
93 se stessa ignorae l'altre vitee Dio;
94 onde per buchi stretti affacciae spia
95 che cosa essa alma sia
96 come ivi e perché stia.
97 Regge ella il corpo e nutree con sua verga
98 guida; né sa in che modo il quieti e l'erga
99 ch'e' non traspare; ed essa è breve luce.
100 Così chi opera al buiosé non vede
101 né l'opra sua; onde al balcon l'adduce
102 e mira in altriargomenta e rivede.
103 Se di piante e di bruti e gli uman spirti
104 formano al buio ospizi tanto adorni
105 e gli reggon con arte a loro ignota
106 è forza che tuDioche in lor soggiorni
107 gli guidie gli enti sienper obbedirti
108 come penna a scrittorch'è ciecae nota;
109 o come è il corpo all'almae l'alme all'Ente
110 Primosenza di cui non si fa iota.
111 Esserpotersaperamarfarsono
112 passioni in noi e dono
113 ed azioni in Dio buono
114 cheamandose e sentendoseama e sente
115 tutte coseche 'n lui son conoscente.
116 Gode di lor comediaché la festa
117 fan dentro a lui; e da lor gioia non prende;
118 ma e'gioiendoa lor la donae presta
119 senso ed amormentr'e' s'ama e s'intende.
120 Ma noifinitianzi in prigionprendiamo
121 di fuorda chi ci batte le pareti
122 ov'entra per vie stretteil saper corto
123 e falsoonde voifalsi amornasceti.
124 Quinci aerterra e sol morti stimiamo
125 chi han libera il sentirnonqual noimorto;
126 e però amiam chi in carcere ci serba
127 e chi ci rende al Cielo odiamo a torto.
Tommaso Campanella Poesie
13
128 Burleonde 'l Fato i nostri e i solar fuochi
129 ritiene in stretti luochi
130 quanto è uopo a' suoi giuochi.
131 Mai non si muore: godialma superba!
132 l'obblio d'antica ti fa sempr'acerba.
133 Ohfelice coluiche sciolto e puro
134 senso haper giudicar di tutte vite!
135 Cheunito a Dioper tutto va sicuro
136 senza temer di morte né di Dite.
137 Canzonriconosciamo contra gli empi
138 l'Autor dell'Universoconfessando
139 bellebuone e felici l'opre sue
140 tuttein quanto [ed] a lui sono ed al tutto
141 partirispetti e frutto
142 sì giustoch'un sol atomo mutando
143 girìa in scompiglio. E sempre fia chi fue;
144 dal che farsi contento
145 più che non sa volereogn'ente io sento:
146 come tutti direm con stuporquando
147 di Lete aperto fia il gran sacramento.
32. Della nobiltà e suo' segni veri e falsi.
1 In noi dal senno e dal valor riceve
2 esser la nobiltade; e frutta e cresce
3 col ben oprare; e questa sol riesce
4 di lei testimon vercom'esser deve.
5 Ma la ricchezza è assai fallace e lieve
6 se a luce da virtù propria non esce.
7 Il sangue è talche a dirlo me n'incresce:
8 ignorantefalsarioinerte e greve.
9 Gli onorche dar dovrebbon più contezza
10 con le fortune tuEuropamisuri
11 con gran tuo dannoche 'l nemico apprezza.
12 Giudicar l'arbor da' frutti maturi
13 non d'ombrefrondi e radicisei avvezza:
14 poiperché tanta importanza trascuri?
33. Della plebe.
1 Il popolo è una bestia varia e grossa
2 ch'ignora le sue forze; e però stassi
3 a pesi e botte di legni e di sassi
4 guidato da un fanciul che non ha possa
5 ch'egli potria disfar con una scossa:
6 ma lo teme e lo serve a tutti spassi.
7 Né sa quanta è temutoché i bombassi
8 fanno un incantoche i sensi gli ingrossa.
9 Cosa stupenda! e' s'appicca e imprigiona
10 con le man propriee si dà morte e guerra
11 per un carlin quanti egli al re dona.
12 Tutto è suo quanto sta fra cielo e terra
13 ma nol conosce; ese qualche persona
14 di ciò l'avvisae' l'uccide ed atterra.
34. Che la malizia in questa vita e nell'altra ancora è
dannoe che la bontà bea qua e là.
1 Seco ogni colpa è dogliae trae la pena
2 nella mente o nel corpo o nella fama:
3 se non repentea farsi pian pian mena
4 la robbail sangue o l'amiciziagrama.
5 Se contra voglia seco ella non pena
6 vera colpa non fu: e se 'l tormento ama
7 ch'è amaro a Cecca e dolce a Maddalena
8 per far giustizia in sévirtù si chiama.
9 La coscienza d'una bontà vera
10 basta a far l'uom beato; ed infelice
11 la finta ed ignoranteancor ch'altera.
12 Ciò Simon Piero al mago Simon dice
13 quando volessim dir che l'alma pèra
14 ch'altre pur vite e sorti a sé predice.
35. Che 'l principe tristo non è mente della repubblica
sua.
1 Mentola al comun corpo è quelnon mente
2 che da noimembraa sé tutte raccoglie
3 sostanze e gaudie non fatiche e doglie:
4 ch'esausti n'hacome cicale spente.
5 Almencome Cupidodolcemente
6 ci burlasseche 'n grembo della moglie
7 getta il sangue e 'l vigorche da noi toglie
8 struggendo noiper far novella gente.
9 Macon inganno spiacevolein vaso
10 li sparge o in terraonde non puoi sperare
11 alcuna ricompensa al mortal caso.
12 Corpo meschincui mente ha da guidare
13 piccola in capo piccolinc'ha naso
14 ma non occhiné orecchiené parlare.
36. Agl'Italianiche attendono a poetar con le favole
greche.
1 Greciatre spanne di marchedi terra
2 cintosuperbia non potea mostrare
3 solcò per l'aureo vello conquistare
4 e Troia con più inganni e poca guerra;
5 poi tutto 'l mondo atterra
6 di favolee di lui succhia ogni laude.
7 Ma Italiache l'applaude
8 contra se stessa e contra Dio quant'erra!
9 Ellache mari e terrasenza fraude
10 con senno ed armi in tutto il mondo ottenne
11 e del Cielo alle chiavi alfin pervenne!
12 Cristoforo Colomboaudace ingegno
13 fa fra due mondi a Cesare ed a Cristo
14 pontee dell'oceano immenso acquisto.
15 Vince di matematici il ritegno
16 de' poeti il disegno
17 de' fisici e teologie le prove
18 d'ErcolNettunno e Giove.
Tommaso Campanella Poesie
14
19 E pur vil Tifi in ciel gli usurpa il regno
20 né par che a tanto eroe visto aver giove
21 e corso più con la corporea salma
22 che col pensier veloce altri dell'alma.
23 A un nuovo mondo dài nomeAmerico
24 nato nel nido de' scrittori illustri
25 che tuvie più che gli altriadorni e illustri;
26 né pur poeta hai di tua gloria amico.
27 Ché 'l favoloso intrico
28 de' falsi greci dèi e mentiti eroi
29 tutti gli ha fatti suoi.
30 Caton predisse questo velo antico
31 che Grecia opponeo Italiaagli occhi tuoi
32 che assicura gli barbari a predarne
33 l'armela glorialo spirto e la carne.
34 I gran dottor della legislatura
35 GianoSaturnoPitagora e Numa
36 VertunnoLucumonla dea di Cuma
37 Timeo e altri infiniti chi gli oscura?
38 Italiasepoltura
39 de' lumi suoid'esterni candeliere;
40 ond'oggi ancor non chiere
41 il Consentinsplendor della natura
42 per amor d'un Schiavone; e sempre fere
43 con nuovi affanni quel di cui l'aurora
44 gli antichi occùpae Stilo ingrato onora.
45 Privata invidia ed interesse infetta
46 Italia mia; né di servir si smaga
47 chi d'ignoranza e discordia la paga
48 e la propria salute le ha interdetta:
49 virtù ascosta e negletta
50 a te medesmae nota a tutto 'l mondo
51 sotto 'l bello e giocondo
52 latino imperioche di gente eletta
53 fu in lettere ed in arme più fecondo
54 che l'universo tutto quanto insieme
55 con veritàch'or sotto 'l falso geme.
56 LocriTarentoSibari e Crotone
57 SannioCapuaFirenzeReggio e Chiuse
58 Genova e l'altredi gloria deluse
59 fa da sé ognuna a Grecia paragone;
60 Roma noche s'oppone
61 a tutto 'l mondo insiemea tutte cose:
62 ma pur le favolose
63 o vere laudi greche a sé pospone
64 Veneziaonor di virgini e di spose:
65 nuota in marrugge in terra e vola in cielo
66 pesceleon alato col Vangelo.
67 Ercole e Giove rubba e gli altri dèi
68 Grecia e lor gesti d'Assiria e d'Egitto:
69 e poi l'imprese e nomi anc'have ascritto
70 a vil TebaniCretensi ed Achei.
71 Tuche verace sei
72 Platonciò affermi; e le scienzech'ella
73 falsamente sue appella
74 confusi i tempi e l'istorie da lei
75 falsificate ammira; e sénovella
76 mentir non dubbia aver principio e nome
77 dato alle genti di canute chiome.
78 Se l'altre nazioncon più vergogna
79 spesso Italia a tal favole soscrisse;
80 cui legge ed arti e sacrifici disse
81 Noèche Giano fu senza menzogna.
82 Chi più intender agogna
83 sien Fabi o Scipi o altriecco una sola
84 romulea famigliola
85 di numero e virtudea quanti sogna
86 eroi Grecia cantandosapravola.
87 Generosi Latinii vostri esempi
88 sien vostra téma contra i falsi e gli empi.
37. D'Italia.
1 La gran donnach'a Cesare comparse
2 sul Rubicontemendo a sé rovina
3 dall'introdotta gente pellegrina
4 onde 'l suo imperio pria crescer apparse:
5 sta con le membra sue lacere e sparse
6 e co' crin mozziin servitù meschina.
7 Né già si vede per l'onor di Dina
8 Simeone o Levi più vergognarse.
9 Orse Gierusalemme a Nazarette
10 non ricorreo ad Ateneove ragione
11 o celeste o terrestreprima stette
12 non fiorirà chi 'l primo onor le done;
13 ché ogni Erode è stranieroe mal promette
14 serbar il seme della redenzione.
38. A Venezia.
1 Nuova arca di Noèchementre inonda
2 l'aspro flagel del barbaro tiranno
3 sopra l'Italiadall'estremo danno
4 serbasti il seme giusto in mezzo all'onda
5 qui di discordia e di servitù immonda
6 inviolataeroi chi ponno e sanno
7 produci sempre: onde a ragion ti fanno
8 vergine intatta e madre alma e feconda.
9 Maraviglia del mondopia nepote
10 di Romaonor d'Italia e gran sostegno
11 de' prencipi orologio e saggia scuola
12 per mai non tramontar se'qual Boote
13 tarda in guidare il tuo felice regno
14 di libertà portando il pondosola.
39. A Genova.
1 Le ninfe d'Arno e l'adriatica dea
2 Greciache tenne l'insegne latine
3 le contrade siriache e palestine
4 e l'onda eusina e la partenopea
5 l'audace industria tua regger dovea
6 che superolle; e d'Asia ogni confine
7 d'Africa e d'America le marine
8 e ciò che senza te non si sapea.
Tommaso Campanella Poesie
15
9 Ma tua te stranale vittorie lasci
10 per piccol premio ad altriperò c'hai
11 debole il capo e le membra possenti;
12 Genoadel mondo donnase rinasci
13 di magnanima scuolae non avrai
14 schiave a' metalli le tue invitte genti.
40. A Polonia.
1 Sopra i regnich'erede fan la sorte
2 di lor dominiotuPoloniat'ergi
3 chementre 'l morto re di pianto aspergi
4 dal figlio ad altri lo scettro trasporte
5 dubbiosa che non sia quel saggio e forte;
6 ma in più cieca fortuna ti sommergi
7 scegliendoincerta s'aduni o dispergi
8 prencipe di ventura e ricca corte.
9 Deh! cerca fuor di zelo in umil tende
10 CatonMinoiPompili e Trismegisti;
11 ché Dio a tal fin non cessa mai di farne.
12 Questi fan poche spese e molti acquisti
13 immortali intendendo che gli rende
14 virtù e gran gestinon gran sangue e carne.
41. A Svizzeri e Grisoni.
1 Se voi più innalza al cieloo ròcche alpestre
2 libertàdon divinche sito altero
3 perché occupa e mantien d'altri l'impero
4 ogni tiranno con le vostre destre?
5 Per un pezzo di pan di ampie finestre
6 spargete il sanguesenza far pensero
7 se a dritto o a torto uscite all'atto fero;
8 onde il vostro valor poi si calpestre.
9 Ogni cosa è de' liberi; alli schiavi
10 nobile veste e cibocome a voi
11 la croce bianca e 'l pratosi contende.
12 Deh! gite a liberarvi con gli eroi;
13 gite omairitogliendo a' signor pravi
14 il vostroche sì caro vi si vende.
42. Sonetto cavato dalla parabola di Cristo in san Luca
e da san Giacomo dicente: «Fides sine operibus mortua
est»ecc.e da sant'Augustino: «Ostende de mihi fidem
tuamostendam tibi opera mea».
1 Da Roma ad Ostia un pover uom andando
2 fu spogliato e ferito da' ladroni:
3 lo vider certi monaci santoni
4 e 'l cansârsul breviaro recitando.
5 Passò un vescovo equasi nol mirando
6 sol gli fe' croci e benedizioni:
7 ma un cardinalfingendo affetti buoni
8 seguitò i ladrilor preda bramando.
9 Alfin giunse un Tedesco luterano
10 che nega l'opre ed afferma la fede:
11 l'accolselo vestìolo fece sano.
12 Chi più merita in questi? chi è più umano?
13 Dunque al voler l'intelligenza cede
14 la fede all'oprela bocca alla mano;
43. Contra sofisti e ipocritieretici e falsi miracolari.
1 Nessun ti venne a dir: - Io son tiranno -
2 né il sa dir; né dirà: - Son Anticristo -;
3 ma chi è più finoscelerato e tristo
4 per santità ti vende il proprio danno.
5 Ma il barola puttana e 'l saccomanno
6 d'astuzie sì divote mal provvisto
7 si crede esser peggiorché agli altri è visto;
8 e poco è il malein cui poco è l'inganno.
9 Ti puoi guardar: son facili a piegarsi
10 questie i Samaritani a' Farisei
11 che sé ingannano e gli altriDio prepose.
12 Né a vocené a' miracoli provarsi
13 bontà si dèema in fatti: tanti dèi
14 questa falsa misura in terra pose.
44. De' medesimi.
1 Nessun ti verrà a dire: - Io son sofista -;
2 ma di perfidie la scuola più fina
3 larve e bugie sottil dà per dottrina
4 e vuol esser tenuta evangelista.
5 Ma l'Aretino con sua setta trista
6 che bevetter di cinici in cantina
7 di sue ciarle mostrando fiori e spina
8 di bene e mal ci fa tutto una lista
9 per giuoconon per fraude; ed ha a vergogna
10 parer men tristo degli altric'han doglia
11 che di tant'arte si scuopra la fogna;
12 onde serran le bocche altruie si spoglia
13 ognor il libroe veste di menzogna
14 citato in testimon contro lor voglia.
45. Contra gli ipocriti.
1 Gli affetti di Pluton portan al cuore
2 il nome di Giesù segnano in fronte
3 perché non siano lor malizie cónte
4 a chi gli guarda dalla scorza in fuore.
5 O Dioo Senno e sacrosanto Ardore
6 d'ogni possanza larghissimo fonte
7 dammi le forzec'ho le voglie pronte
8 onde ognun vegga a chi fa tanto onore.
9 Lo zel ch'io porto al tuo benigno nome
10 ed alla verità sincera e pura
11 questo veggendofa ch'io mi dischiome.
12 Chi può più comportar tanta sciagura
13 che sacrosanto e divino si nome
14 chi spoglia pur gli morti in sepoltura?
Tommaso Campanella Poesie
16
46. Il «Pater noster».
Orazione di Giesù Cristo
1 Padreche stai nel Cielsantificato
2 perché sia il nome tuovenga oramai
3 il regno tuo; che in terra sia osservato
4 il tuo volersì come in Ciel fatto hai.
5 E 'l cibo all'alma ed al corpo pregiato
6 danne oggi; e ci perdona obblighi e guai
7 come noi perdoniamo agli altri ancora.
8 Né ci tentar; ma d'ogni mal siam fuora.
47. Sonetto trigemino sopra il «Pater noster».
1 Vilissima progeniecon che faccia
2 del Padreche sta in Cielvi fate figli
3 seschiavi a' vizia' can sètea' conigli
4 c'han scorza d'uom a guisa di lumaccia?
5 Ché 'l pecoreccio per virtù si spaccia
6 dagli astuti sofistici consigli
7 ché di tal bestie son gli aurati artigli
8 ciò al Sommo Padre insegnando che piaccia.
9 Mira benignorantequal buon padre
10 soggetta i figli a peggiorné a simìle;
11 né pur al capro le caprigne squadre.
12 Se angeli non aveteil vostro ovile
13 regga il senno comun: perché idoladre
14 dall'uom scorrete ad ogni cosa vile?
48. Sonetto secondo del medesimo soggetto.
1 Dov'è la libertà e 'l valor gentile
2 ch'a tanta figliolanza si conviene?
3 Dell'uom figlio non è pulcese bene
4 nasce da luima chi animo ha virile.
5 Se Principe di grande o basso stile
6 cosa comanda opposta al Sommo Bene
7 chi di voi la ricusa? o non si tiene
8 felice a farlae dimostrarsi umìle?
9 Dunqueagli uominia' vizi ed a' metalli
10 con l'animo e col sangue voi servendo
11 ma a Dio solo in parole e per usanza
12 siete d'idolatria nel golfo orrendo.
13 Ahi! s'ignoranza indusse tanti falli
14 tornate al Senno per la figliolanza.
49. Sonetto de l'istesso.
1 Allor potrete orar con ogni istanza
2 che venga il regnoove il divin volere
3 come si fa nelle celesti sfere
4 si faccia in terra e frutti ogni speranza.
5 Ché i poeti vedran l'età ch'avanza
6 ogn'altracome l'òr tutte minere;
7 e 'l secolo innocenteche si chere
8 ch'Adam perdéodarà la pia possanza.
9 Goderanno i filosofi quel stato
10 che d'ottima repubblica han descritto
11 che in terra ancora mai non se trovato;
12 e i profeti in Sionfuor di dispitto
13 lieto Israel da Babilon salvato
14 con più stupor che l'esito d'Egitto.
50. Sonetto primo profetale.
1 Mentre l'aquila invola e l'orso freme
2 rugge il leon e la cornacchia insana
3 insulta l'agnoin cui si transumana
4 nostra naturae la colomba geme;
5 mentre pur nasce la zizzania insieme
6 col buon frumento nella terra umana
7 nutricasi la setta empia e profana
8 che 'l ben schernisce della nostra speme;
9 ché 'l giorno vien che gli fieri giganti
10 famosi al mondotinti di sanguigno
11 a cui tu applaudi con finti sembianti
12 rasi di terra al Tartaro maligno
13 fien chiusi teco negli eterni pianti
14 cinti di fuoco e d'orrido macigno.
51. Sonetto secondo profetale.
1 - La scuola inimicissima del vero
2 dal principio divino tralignante
3 pasciuta d'ombre e di menzogne tante
4 sotto TaidaSinonGiuda ed Omero
5 - dice lo Spirto - a riveder l'impero
6 tornando in terra il Senno trionfante
7 l'ampolla del quinto angeloversante
8 giusto sdegnoterribile e severo
9 di tenebre fia cinta; e l'impie labbia
10 le lingue disleal co' fieri denti
11 stracceransi l'un l'altro per gran rabbia.
12 In Malebolge gli animi dolenti
13 per maggior penadall'arsiccia sabbia
14 vedran gli spirti piilieti e contenti. -52.
Sonetto terzo profetale.
1 Se fu nel mondo l'aurea età felice
2 ben essere potrà più ch'una volta
3 ché si ravviva ogni cosa sepolta
4 tornando 'l giro ov'ebbe la radice.
5 Ma la volpe col lupo e la cornice
6 negano questo con perfidia molta:
7 ma Dio che reggee 'l ciel che si trasvolta
8 la profezia e 'l comun desir lo dice.
9 Seinfattidi «mio» e «tuo» sia 'l mondo privo
10 nell'utilnel giocondo e nell'onesto
11 cangiarsi in Paradiso il veggo e scrivo
12 e 'l cieco amor in occhiuto e modesto
Tommaso Campanella Poesie
17
13 l'astuzia ed ignoranza in saper vivo
14 e 'n fratellanza l'imperio funesto.
53. Invitato a scriver comedierispose con questo
sonetto pur profetico.
1 Non piaccia a Dio che di comedie vane
2 siam vaghi noine' tragici lamenti
3 studiosie nelle scuole di tormenti
4 del fine instante delle cose umane.
5 Il giorno vien che le sètte mondane
6 batte e riversae mette gli elementi
7 sottosopra per far lieti e contenti
8 gli spirtivòlti alle rote sovrane.
9 Vien l'altissimo Sire in Terrasanta
10 a tener corte e sacro consistoro
11 come ogni salmoogni profeta canta.
12 Ivi spander di grazie il suo tesoro
13 vuol nel suo regnoproprio seggio e pianta
14 del divin culto e dell'età dell'oro.
54. Sopra i colori delle vesti.
1 Convien al secol nostro abito negro
2 pria biancoposcia variooggi moresco
3 notturnorioinfernaltraditoresco
4 d'ignoranze e paure orrido ed egro.
5 Ond'ha a vergogna ogni color allegro
6 ché 'l suo fin piange e 'l viver tirannesco
7 di catenedi laccipiombo e vesco
8 di tetri eroi ed afflitte alme intègro.
9 Dinota ancòra la stoltizia estrema
10 che ci fa ciechitenebrosi e grami
11 onde 'l più oscuro il manco par che prema
12 Tempo veggo io ch'a candidi ricami
13 dove pria fummola ruota suprema
14 da questa fecciaè forza ne richiami.
55. Sonetto secondo sopra i medesimi colori.
1 Veggo in candida robba il Padre santo
2 venir a tener cortee i senatori
3 con lui di simili abiti e colori
4 e 'l bianco Agno immortal sedergli a canto.
5 E finir di Giovanni il lungo pianto
6 avendo il gran Leon giudeo gli onori
7 d'aprir il fatal librouscendo fuori
8 il bianco corridor del primo canto.
9 Le prime anime belle in bianche stole
10 incontran luichesu la bianca nube
11 vien cinto da' suo' bianchi cavalieri.
12 Taccia il popol morescoche non vuole
13 udir il suon delle divine tube.
14 L'alba colomba scaccia i corbineri.
56. Sonetto sopra la congiunzion magnache sarà l'anno
1603 a' 24 di dicembre.
1 Già sto mirando i primi erranti lumi
2 sopra il settimo e nono centenario
3 dopo alcuni anniinsieme in Sagittario
4 raccozzarsia mutar legge e costumi.
5 E teMercurioche l'impresa assumi
6 di promulgarqual pronto segretario
7 quel che poi leggi nell'eterno armario
8 già statuirsi ne' possenti numi;
9 sul merigge d'Europanel tuo giorno
10 nella decima casaeccovi in corte;
11 e 'l sol vosco consente in Capricorno.
12 Ohvoglia Dio ch'i' arrivi a sì gran sorte
13 di veder lieto quel famoso giorno
14 c'ha a scompigliare i figli della morte!
57. La congiunzione magna cade nella revoluzione
della natività di Cristo.
1 Del spazio immenso a siti originali
2 del ciel stellato i cardini congiunti
3 (donde or per molti gradi son disgiunti)
4 eran di Cristo nelle ore natali;
5 mutava l'anno e i secoli mortali
6 Febodi Capricorno ne' due punti
7 dov'ora il veggo; enel primo raggiunti
8 trigonoi lumi erranti principali
9 in mobil segni han l'assidi; e 'n consiglio
10 seco han Mercurio; e presto vien più grande
11 a lor poi Marte a ponere scompiglio.
12 Ecco ceder le sètte empie e nefande
13 al Primo Senno; es'io fuor di periglio
14 saròpredicherò cose ammirande.
58. Sonetto cavato dall'«Apocalisse» e santa Brigida.
1 Molti secoli sonche l'uman germe
2 vinto dal rio costumeal mondo diede
3 genti doppie di sesso e doppia fede
4 pronti agl'ingannialle virtuti inferme.
5 In mezzo a tanti mali io per vederme
6 stavo piangendoed ecco che s'avvede
7 Europa in partedove men possiede
8 ambo gli porti di lussuria il verme.
9 Quel che aspettavan tutti vati insieme
10 veggo più venti correre a vendetta
11 contra la belva onde natura geme.
12 Un destrier bianco il suo cammino affretta
13 di nostra redenzion verace speme:
14 l'adultera il destintemendoaspetta.
Tommaso Campanella Poesie
18
59. Sopra la statua di Daniele.
1 Babel disfattache fu l'aurea testa
2 venne l'argenteo pettoPersia; a cui
3 ventre e cosce di rame siete vui
4 Macedoni; a cui Roma ultima resta.
5 Fûr due gambe di ferro note in questa;
6 ma le dita han di terra i piedi sui
7 significando i regni or sparti e bui
8 di chi fu schiavaed or donna funesta.
9 Ahiterra arsicciadonde sempre fuma
10 vanagloriasuperbia e crudeltate
11 che infettaaccecaannegrica e consuma!
12 Ma voi la Bibbia e Daniel negate
13 per schifar questo: ch'è vostra costuma
14 coprirvi di menzogna e falsitate.
60. Al carcere.
1 Come va al centro ogni cosa pesante
2 dalla circonferenzae come ancora
3 in bocca al mostro che poi la devora
4 donnola incorre timente e scherzante;
5 così di gran scienza ognuno amante
6 che audace passa dalla morta gora
7 al mar del verodi cui s'innamora
8 nel nostro ospizio alfin ferma le piante.
9 Ch'altri l'appella antro di Polifemo
10 palazzo altri d'Atlantee chi di Creta
11 il laberintoe chi l'Inferno estremo
12 (ché qui non val favorsaperné pièta)
13 io ti so dir; del restotutto tremo
14 ch'è ròcca sacra a tirannia segreta.
61. Di se stesso.
1 Sciolto e legatoaccompagnato e solo
2 gridandochetoil fiero stuol confondo:
3 folle all'occhio mortal del basso mondo
4 saggio al Senno divin dell'alto polo.
5 Con vanni in terra oppressi al Ciel men volo
6 in mesta carne d'animo giocondo;
7 ese talor m'abbassa il grave pondo
8 l'ale pur m'alzan sopra il duro suolo.
9 La dubbia guerra fa le virtù cónte.
10 Breve è verso l'eterno ogn'altro tempo
11 e nulla è più leggier ch'un grato peso.
12 Porto dell'amor mio l'imago in fronte
13 sicuro d'arrivar lietoper tempo
14 ove io senza parlar sia sempre inteso.
62. Di se stessoquandoecc.
1 D'Italia in Grecia ed in Libia scorse
2 bramando libertàCatone il giusto;
3 né potendo saziarsene a suo gusto
4 sino alla morte volontaria corse.
5 E 'l sagace Annibàlquando s'accorse
6 che schifar non potea l'imperio augusto
7 l'anima col velen svelse dal busto.
8 Onde anche Cleopatra il serpe morse.
9 Fece il medesmo un santo Maccabeo;
10 Bruto e Solon furor finto coperse
11 e Davidetemendo il re geteo.
12 Peròlà dove Iona si sommerse
13 trovandosil'Astrattoquel che feo
14 al santo Senno in sacrificio offerse.
63. A certi amici uficiali e baronicheper troppo
sapereo di poco governo o di fellonia l'inculpavano.
1 Non è brutto il demòn quanto si pinge:
2 sta ben con tuttia tutticortesia:
3 la più sentenza eroica è la più pia:
4 un piccol vero gran favola cinge.
5 Il paiuol della pentola più tinge;
6 nera chiamarla dunque non dovria.
7 Libertà bramoe chi non la desia?
8 ma il viver sporca chi per viver finge.
9 - Chi si governa malspesso si duole. -
10 Se pur lo dite a meditelo a tanti
11 gran profeti e filosofi ed a Cristo.
12 Né il saper troppocome alcun dir suole
13 ma il poco senno degli assai ignoranti
14 fa noi meschini e tutto il mondo tristo.
64. A consimili.
1 Ben seimila anni in tutto 'l mondo io vissi:
2 fede ne fan l'istorie delle genti
3 ch'io manifesto agli uomini presenti
4 co' libri filosofici ch'io scrissi.
5 E tumarmeggio visto ch'io mi ecclissi
6 ch'io non sapessi vivere argomenti
7 o ch'io fossi empio; e perché il sol non tenti
8 se del Fato non puoi gli immensi abissi?
9 Se a' lupi i saviche 'l mondo riprende
10 fosser d'accordoe' tutto bestia fôra;
11 ma perchéuccisis'empi erangli onora?
12 Se 'l quaglio si disfàgran massa apprende;
13 e 'l fuocopiù soffiatopiù s'accende
14 poi vola in alto e di stelle s'infiora.
65. Orazione a Dio.
1 Tucheforza ed amor mischiandoreggi
2 e muovi gli enti simili e diversi
3 ordinati a quel fineond'io scoversi
Tommaso Campanella Poesie
19
4 il Fatol'armonia di tutte leggi;
5 s'è ver che i prieghi di cosa correggi
6 non decretata negli eterni versi
7 ma solo i tempi prosperi e perversi
8 d'affrettar o tardar ne privileggi;
9 così prego ioche tant'anni mi truovo
10 di sciocchi e d'empi favola e bersaglio
11 e nuove ingiurie e pene ognora pruovo:
12 alleviaabbreviaDiotanti travagli;
13 ché tu pur non farai consiglio nuovo
14 se a libertà antevista quinci saglio.
66. A Dio.
1 Come vuoi ch'a buon porto io mi conduca
2 se de' compagni dati io veggio a prova
3 altri infedelie chi fede hasi trova
4 che senno in lui pochissimo riluca?
5 e 'l fido e saggiocome lepre in buca
6 timor nascondeo fuggee non mi giova;
7 ese l'audacia in tal virtù si cova
8 cattività ed inopia le manuca?
9 L'onor tuol'util miola ragion sprezza
10 vaneggiante l'aiutoche m'invii
11 per cui m'annunzi libertà e grandezza.
12 Credo e faròse gli empi vuoi far pii:
13 ma vorreiper alzarmi a tanta altezza
14 ch'io m'intuassicome tutt'immii.
67. Ad Annibale Caracciolodetto Nibloscrittor
d'egloche.
1 Non Licidané Driopené Licòri
2 pôn maiNiblo gentilfarti immortale
3 se d'amor infinito oggetto eguale
4 l'ombre non sonné gli cadenti fiori.
5 La bellezzache in altri ammiri e adori
6 nell'anima tua diva più prevale;
7 per cui lo Spirto mio spiega anche l'ale
8 verso le note degli eterni ardori.
9 Illustra dunque quel che 'n te risplende
10 con l'amor di virtù che mai non manca
11 e laudi immense da Dio solo attende.
12 Di far conto con gli uomini omai stanca
13 l'anima miala tua richiamae rende
14 alla scuola di Dio con carta bianca.
68. Al Telesio cosentino.
1 Telesioil telo della tua faretra
2 uccide de' sofisti in mezzo al campo
3 degli ingegni il tiranno senza scampo;
4 libertàdolce alla veritàimpetra.
5 Cantan le glorie tue con nobil cetra
6 il Bombino e 'l Montan nel brettio campo:
7 e 'l Cavalcante tuopossente lampo
8 le ròcche del nemico ancora spetra.
9 Il buon Gaieta la gran donna adorna
10 con diafane vesti risplendenti
11 onde a bellezza natural ritorna;
12 della mia squilla per li nuovi accenti
13 nel tempio universal ella soggiorna:
14 profetizza il principio e 'l fin degli enti.
69. A Ridolfo di Bina.
1 Senno ed Amorinnanzi a primavera
2 degli anni tuoit'han datoo Binal'ale
3 a volar con Adamguida fatale
4 per molti spazi della nostra sfera.
5 Così s'arriva alla virtute intiera
6 virtù ch'a voi dà gloriae morte al male:
7 malche gran tempo teGermaniaassale:
8 Germaniache de' suoi figli dispera.
9 Ma in te grazie divineeroica prole
10 leggendo il cieloscorge il senno mio;
11 deh! lascia al volgo errante ciance e fole.
12 Tucon animo ardentealtiero e pio
13 bandisci guerra alle falsarie scuole
14 ch'io vincitor ti veggoe veggo in Dio.
70. A Tobia Adami filosofo.
1 Portando in man la cinica lucerna
2 scorriTobial'EuropaAsia ed Egitto;
3 finché i piedi d'Ausonia in luogo hai fitto
4 dov'ionascosto in ciclopea caverna
5 fatal brando a te tempro in luce eterna
6 contra Abaddonch'oscura il vero e 'l dritto
7 di quanto in nostra scuola già s'è scritto
8 a gloria di chi noi fece e governa.
9 Contra sofistiipocriti e tiranni
10 d'armi del Primo Senno ornato vai
11 la patria a liberar di tanti inganni.
12 Malse torci; gran bens'indrizzerai
13 virtutediligenzaingegno ed anni
14 verso l'aurora degli eterni rai.
71. Sonetto nel Caucaso.
1 Temo che per morir non si migliora
2 lo stato uman; per questo io non m'uccido:
3 ché tanto è ampio di miserie il nido
4 cheper lungo mutarnon si va fuora.
5 I guai cangiandospesso si peggiora
6 perch'ogni spiaggia è come il nostro lido;
7 per tutto è sensoed io il presente grido
8 potrei obbliarcom'ho mill'altri ancora.
9 Ma chi sa quel che di me fiase tace
Tommaso Campanella Poesie
20
10 Omnipotente? e s'io non so se guerra
11 ebbi quand'era altro enteovvero pace?
12 Filippo in peggior carcere mi serra
13 or che l'altrieri; e senza Dio nol face.
14 Stiamci come Dio vuolpoiché non erra.
72. Lamentevole orazione profetale dal profondo della
fossa dove stava incarcerato.
1 A te toccao Signore
2 se invan non m'hai creato
3 d'esser mio salvatore.
4 Per questo notte e giorno
5 a te lagrimo e grido.
6 Quando ti parrà ben ch'io sia ascoltato?
7 Più parlar non mi fido
8 ché i ferric'ho d'intorno
9 ridonsi e fanmi scorno
10 del mio invano pregare
11 degli occhi secchi e del rauco esclamare.
12 Questa dolente vita
13 peggior di mille morti
14 tant'anni è sepelita
15 che al numero io mi trovo
16 delle perdute genti
17 qualsenza aiutouom liberotra morti
18 di morte e non di stenti:
19 a' quali il mio composto
20 sol vive sottoposto
21 nel centro ad ogni pondo
22 di tutte le rovineahimèdel mondo.
23 Gli uccisi in sepoltura
24 dati da te in oblio
25 de' quai non hai più cura
26 de' sotterranei laghi
27 nell'infimo rinchiuso
28 di morte fra le tenebre sembro io.
29 Qui un mar di guai confuso
30 pien di mostri e di draghi
31 ...........................
32 sopra di me si aduna
33 e 'l tuo furor spirando aspra fortuna.
34 Dagli amici disgiunto
35 sonoe opprobrio al mio sangue
36 di scorni e d'orror punto
37 che fiutar non mi vuole
38 né potrebbevolendo
39 me abbominato qual pestifero angue;
40 e 'l tradimento orrendo
41 lor fai apparir sole
42 verso cotanta mole
43 di paure e di affanni
44 perch'io mendìco sol qui pianga gli anni.
45 Signora cui son figlie
46 le pietose preghiere
47 le tue gran maraviglie
48 e grazie in me non mostri;
49 faraile a' morti note?
50 o il fisico a cantar tue glorie altere
51 risuscitar gli puote?
52 o fia ne' ciechi chiostri
53 chi narri gli onor vostri?
54 o qui al buio alcun scerne
55 tra obblio e perdiziontue pruove eterne?
56 Quinci io pur sempre esclamo
57 sera e dì ti prevengo:
58 - LibertàSignorbramo -
59 e tu pur non m'ascolti
60 ma volgi gli occhi altrove.
61 Povero io nacquie di miserie vengo
62 nutrito in mille prove;
63 posciatra i saggi e stolti
64 alzatomi trasvolti
65 con terribil prestezza
66 nella più spaventevole bassezza.
67 Sopra me si mostrâro
68 tutti gli sdegni tuoi
69 tutti mi circondâro
70 come acqua tutti insieme;
71 ahi come stansi fermi!
72 né che m'aiuti alcun permetter vuoi.
73 ......................
74 La gente del mio seme
75 m'allontanastie preme
76 duro carcer gli amici;
77 altri raminghi vanno ed infelici.
78 Va'amaro lamento
79 tratto di salmodia
80 ch'è d'altri profezia
81 ma di me troppo assai vero argomento.
82 Vanne allo Spirto Santo
83 di cui se' parto santo:
84 forse avrà per sua figlia alcun contento
85 che non merta il mio accento.
73. Orazioni tre in salmodia metafisicale congiunte
insieme.
Canzone prima
1 Omnipotente Diobenché del Fato
2 invittissima legge e lunga pruova
3 d'esser non sol mie' prieghi invano sparsi
4 ma al contrario esauditimi rimuova
5 dal tuo cospettoio pur torno ostinato
6 tutti gli altri rimedi avendo scarsi.
7 Che s'altro Dio potesse pur trovarsi
8 io certo per aiuto a quel n'andrei.
9 Né mi si potria dir mai ch'io fosse empio
10 se da teche mi scacci in tanto scempio
11 a chi m'invita mi rivolgerei.
12 DehSignorio vaneggio; aitaaita!
13 pria che del Senno il tempio
14 divenga di stoltizia una meschita.
15 Ben so che non si trovano parole
16 che muover possan te a benivolenza
Tommaso Campanella Poesie
21
17 di chi ab aeterno amar non destinasti;
18 ché 'l tuo consiglio non ha penitenza
19 né può eloquenza di mondane scuole
20 piegarti a compassionse decretasti
21 che 'l mio composto si disfaccia e guasti
22 fra miserie cotante ch'io patisco.
23 E se sa tutto 'l mondo il mio martoro
24 il ciella terra e tutti i figli loro
25 perché a teche lo fail'istoria ordisco?
26 E s'ogni mutamento è qualche morte
27 tuDio immortalch'io adoro
28 come ti muterai a cangiar mia sorte?
29 Io pur ritorno a dimandar mercede
30 dove il bisogno e 'l gran dolor mi caccia.
31 Ma non ho tal retorica né voce
32 ch'a tanto tribunal poi si confaccia.
33 Né poca caritàné poca fede
34 né la poca speranza è che mi nuoce.
35 E secom'altri insegnapena atroce
36 che l'anima pulisca e renda degna
37 della tua graziasi ritrova al mondo
38 non han l'Alpe cristallo così mondo
39 ch'alla mia puritade si convegna.
40 Cinquanta prigionisette tormenti
41 passaie pur son nel fondo;
42 e dodici anni d'ingiurie e di stenti.
43 Stavamo tutti al buio. Altri sopiti
44 d'ignoranza nel sonno; e i sonatori
45 pagati raddolcîro il sonno infame.
46 Altri vegghianti rapivan gli onori
47 la robbail sangueo si facean mariti
48 d'ogni sessoe schernian le genti grame.
49 Io accesi un lume: eccoqual d'api esciame
50 scovertila fautrice tolta notte
51 sopra me a vendicar ladri e gelosi
52 e que' le paghee i brutti sonnacchiosi
53 del bestial sonno le gioie interrotte:
54 le pecore co' lupi fûr d'accordo
55 contra i can valorosi;
56 poi restâr preda di lor ventre ingordo.
57 Deh! gran Pastoril tuo canla tua lampa
58 da' lupi omai difende e da' ladroni.
59 Fa noto il tutto all'ignorante gregge;
60 ché se mia luce e vocepur tuoi doni
61 lasci spacciare per peccato in stampa
62 più dannato fia il sole e la tua legge.
63 Mas'altra colpa è pur che mi corregge
64 sai che non può volarsi senza penne
65 della tua grazia; nésenzaio le merto.
66 Pur sempr'ho l'occhio al tuo splendor aperto;
67 che fallo è il miose dentro egli non venne?
68 Ma sciogli Boccae fai tuo messaggero
69 Gilardo; e con qual merto?
70 Màncati la ragion forse o l'impero?
71 Parlo tecoSignorche mi comprendi
72 e dell'accuse altrui poco mi cale.
73 Io ben confesso che del mondo hai cura
74 e ch'a nulla Sua parte vogli male;
75 quantunquea ben del tutto che più intendi
76 senza annullarlele muti a misura:
77 in che consiste proprio la natura;
78 e tal mutanza male e morte noi
79 di qualità o di essenza sogliam dire
80 ch'è del tutto alma vita e bel gioire
81 bench'alle parti tanto par ch'annoi.
82 Così del corpo mio più morti e vite
83 veggo andare e venire
84 di parti a ben del tutto in vita unite.
85 Il mondodunquenon ha male; ed io
86 di mali innumerabili sto oppresso
87 per letizia del tutto e d'altre parti.
88 Mase alle particelle hai pur concesso
89 d'invocar chi l'aiuta «proprio Dio»
90 ché a tutti gli enti il tuo valor comparti
91 e le mutanze lor con segrete arti
92 addolcisciamoroso temperando
93 NecessitateFato ed Armonia
94 PossanzaSennoAmor per ogni via;
95 m'è avvisoch'a pregarti ritornando
96 truovi rimedio alcunche rallentarmi
97 possa la pena ria
98 o 'l dolce crudo amor di vita trarmi.
99 Cosa il mondo non ha che non si muti
100 né che del suo mutarsi non si doglia
101 né che del suo dolersi Dio non preghi.
102 Fra' quali molti son cui avvenir soglia
103 checome tu ab aeterno vuoil'aiuti;
104 e molti ancoraa cui l'aiuto neghi.
105 Come dunque io saprò per cui ti pieghi
106 s'io presente non fui al consiglio antico?
107 Argomento verace alfin m'addita
108 che quella orazion sia esaudita
109 che con ragione e puramente io dico.
110 Così spessonon semprenel tuo volto
111 sentenza è diffinita
112 che 'l campo frutti bens'egli è ben cólto.
113 Del mio contrito e ben arato suolo
114 la coltura mi reca gran speranza
115 ma più lo sol del Senno che 'l feconda
116 che molte stelle forse sopravanza
117 esser predestinato sopra il polo
118 che la preghiera mia non si confonda
119 e ch'abbia il finea cui di mezzi abbonda
120 pur da te infusi e previsti ab aeterno.
121 Con condizion pregò Cristosapendo
122 che schivar non potea il calice orrendo.
123 E l'angel suo rispose: al gran governo
124 convenir ch'egli muoia. Io senza prego
125 risposta ricevendo
126 dal mio diversache sovente allego.
127 Canzondi' al mio Signor: - Chi per te giace
128 tormentato in catena intra una fossa
129 dimanda come possa
130 volar senza ale. O mandao tu insegna
131 come la ruota fatale è ben mossa
132 e se si truova in Ciel lingua mendace. -133
Ma parrai troppo audace
134 senza l'altrach'or teco uscir disegna.
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74. Canzone seconda della medesima salmodia.
1 Se ha' destinato ch'io ben sparga il seme
2 avrai forse voluto che ben mieta:
3 perché dunque si tarda il giusto fine?
4 Perché le stelle fai e più d'un profeta
5 i tuo' doni e scïenze vani insieme?
6 Perché le forze e le voglie divine
7 il nemico schernisce? e le rovine
8 ch'a lui si converriana me rivolve?
9 Perché tra 'l Fato un'animata terra
10 bestemmia e nega Dios'egli non erra
11 e me che t'amo in tante pene involve?
12 Quando ignorai e negaimolto impetrai
13 con chi il tuo nome atterra;
14 or ch'io t'adorovo traendo guai.
15 Se tu già m'esaudisti peccatore
16 perch'or non m'esaudisci penitente?
17 Perch'a Boccail tuo Nume dispregiante
18 le porte apristie me lasci dolente
19 preda al nemico e riso al traditore?
20 Così m'hai dato il corridor volante?
21 Ogni tiranno è contra i tuoi costante
22 e 'n ben trattar chi a' suo' piaceri applaude;
23 e tu gli amici tuoi sempre più aggravi
24 e nel lor sangue l'altrui colpe lavi.
25 Che maraviglia se cresce la fraude
26 moltiplicano i vizi e le peccata?
27 Chéad onta nostrai pravi
28 si vantanche dài lor vita beata.
29 Io con gli amici pur sempre ti scuso
30 ch'altro secolo in premio a' tuoi riserbi;
31 e che i malvagi in sé sieno infelici
32 sempre affliggendo gli animi superbi
33 sdegnoignoranza e sospetto rinchiuso;
34 e che di lor fortune traditrici
35 traboccan sempre al fine. Ma gli amici
36 sequelli dentro e noi di fuorsiamo
37 tutti meschinichieggon la cagione
38 che fa nel nostro mal tue voglie buone;
39 che se gli altri enti e noifigli d'Adamo
40 doveamo trasmutarci a ben del tutto
41 di magione in magione
42 perché non fai tal muta senza lutto?
43 Senza lutto se fossesenza senso
44 sarian le cose e senza godimento
45 né l'un contrario l'altro sentirebbe
46 né ci sarìa tra lor combattimento
47 né generazionee 'l caos immenso
48 la bella distinzione assorbirebbe.
49 E pur nel punto che mutar si debbe
50 la cosauopo è che sentaperch'all'altra
51 resista e faccia ch'ella si muti anco
52 secondo il Fato vuolné più né manco
53 chi regge il mondo. Or qui tuo Senno scaltra.
54 Ioteco disputandovinto e lasso
55 cancelloe metto in bianco
56 le mie ragioni; in altro conto passo.
57 Solevo io dir fra me dubbiando: - Come
58 d'erbe e di bruti uccisi per mia cena
59 non curo il malné a' supplicanti vermi
60 dentro a me nati do favorma pena;
61 anzi il sol padre e terra madre il nome
62 struggon de' figli e i lor composti infermi;
63 così Dio non sol pare che s'affermi
64 che del mal nostro pietade nol punga
65 ma ch'egli sembri il tutto; onde ne goda
66 trarci di vita in vitacon sua loda
67 che fuor del cerchio suo mai non si giunga. -
68 O purche in Dio fosse divario dolce
69 dissi ragion men soda
70 come in Vertunno èche 'l nostro soffolce.
71 Or ti rendoSignorfermezza intègra:
72 ché i prieghi e 'l variar d'ogni ente fue
73 da te antevistoe non ti è un iota nuovo
74 ch'un tuo primo voler possa or far due.
75 D'essere e di non essere s'intègra:
76 per l'un la fermoper l'altro la muovo;
77 che da te siada sé non siala truovo;
78 per sé si mutae per te non s'annulla
79 la creatura; e stassite imitando;
80 e mutasitua idea rappresentando
81 ché in infinite fogge la trastulla
82 per non poterla tutta in un mostrare;
83 infinità mancando
84 a questanel cui male il tuo ben pare.
85 Le colpe di natura (ancor dichiaro)
86 in cui si fondan l'altre del costume
87 per la continoa guerrach'indi avviene
88 che l'un l'altro non ènon dal tuo Nume
89 ma dal niente origine pigliâro.
90 Né toglier la discordia a te conviene
91 né far che l'un sia l'altroperché 'l bene
92 di tanti cangiamenti sarìa spento
93 né la tua gloria nota in tante forme
94 gioiose mentre stanno a te conforme
95 dogliose mentre vanno al mutamento
96 dove il niente le chiama. Ond'io veggio
97 che il tuo Senno non dorme;
98 ma ioin niente assorbitovaneggio.
99 Sì come il ferrodi natura impuro
100 sempre s'arruggia e 'l fabbro invita all'opra
101 così le cosedal niente nate
102 tornan sempre al niente; e Dio sta sopra
103 ché non s'annullinma di quel che fûro
104 in altro essere e vita sien recate.
105 S'e' fregia nostra colpa e nullitate
106 Dio ringraziar debbiamnon lamentarci;
107 ed iovie più che gli altriche son meno
108 onde di guai mi truovo sempre pieno.
109 Mase de' pannilini i vecchi squarci
110 carta facciamche noi di morte rape
111 d'eternitade al seno
112 che fia di mese Dio di noi più sape?
113 - Ma perché più degli altri io fui soggetto
114 alle doglienze della vita nostra?
115 - Ché in questa o in altra aspetti miglior sorte
116 e in quelli forza e in te saper Dio mostra.
117 - Ma perché l'una e l'altro io non ho stretto?
Tommaso Campanella Poesie
23
118 - Ché se' parte e non tutto. - E perché forte
119 fu e savio chi a Golia donò la morte?
120 - Quel ch'era in luiin te non è or bisogno.
121 - Perché così? - Ché l'ordine fatale
122 ottimo il volleche Dio fece tale.
123 Miserso men quanto saper più agogno!
124 Miserere di meSignorse puoi
125 far corto e lieve il male
126 senza guastar gli alti consigli tuoi!
127 Canzondi' al mio Signorch'io ben conosco
128 ch'ogni cosa esser puote
129 migliore a séma non all'universo;
130 ch'e' già sarìa disperso
131 se uguali al sol fussero l'altre ruote
132 del mio desir non vòte.
133 Ma più ho da dirli. Aspetta
134 la tua terza sorellache non tarda;
135 sarai in mezzo eletta
136 e più a grazia impetrar forse gagliarda.
75. Canzone terza della medesima salmodia.
1 Vengo a tepotentissimo Signore
2 sapientissimo Dio
3 amorosissimo Ente Primo ed Uno:
4 miserere del nostro antico errore;
5 cessi omai l'uso rio;
6 non sia più l'uno all'altro uomo importuno;
7 tornindove io gli aduno
8 alla Prima Ragion tua; donde errando
9 siamo trascorsi a diverse menzogne
10 talché ognun par ch'agogne
11 farsi degli altri diogli occhi abbagliando
12 al popol miserando
13 già di cieca paura
14 sforzato a perseguir chi ben gli adduce;
15 ond'io sto in sepoltura
16 perché lor predicai la prima luce.
17 Per l'Unità ti priego viva e vera
18 per cui disfarsi stimo
19 la discordiala morte e l'empio inganno;
20 per la Possanza universal primera
21 e per lo Senno primo
22 e per lo primo Amorch'un ente fanno:
23 togliene omai quel danno
24 che da valorda senno e d'amor finti
25 tirannidesofismiipocrisia
26 spande pur tuttavia;
27 che l'alme e i corpi a pugna cieca ha spinti
28 fra lacci e laberinti
29 ove par che sia meglio
30 non veder l'uscio a chi forza non have;
31 e me n'hai fatto speglio
32 quando senz'arme m'hai dato la chiave.
33 Per le medesme eminenze ch'io soglio
34 dir di se stesse oggetti
35 essenzaverità e bontade insieme
36 ti pregos'io di maschere le spoglio
37 quella colpa rimetti
38 che tôrre i falsi dèi dall'uman seme
39 vantansie più ci preme.
40 Chi vide ch'unquanco in terra si faccia
41 il tuo volersì come si fa in Cielo?
42 chi d'ignoranza il velo
43 chi il giogo sotto gli empiche n'allaccia
44 in fatti rompe o straccia?
45 Sol libertà può farci
46 fortisagaci e lieti. E 'l suo contrario
47 valere a consumarci
48 di sei milia anni mostra il gran divario.
49 Poi ti pregoti supplico e scongiuro
50 per l'influenze magne
51 NecessitàFatoArmoniache 'l regno
52 dell'universo mantengon sicuro
53 tue figlienon compagne;
54 per lo spazioch'è base al tuo disegno;
55 per la mole all'ingegno
56 pel caldo e per lo freddod'elementi
57 gran fabbrie per lo cielo e per la terra
58 pe' frutti di lor guerra;
59 pel tempo e per le statue tue viventi
60 stelleuomini ed armenti
61 per tutte l'altre cose;
62 per CristoSenno tuoPrima Ragione
63 che dalle sorti ascose
64 spezzi la crudel mia lunga prigione.
65 Se mi sciogliio far scuola ti prometto
66 di tutte nazioni
67 a Dio liberatorverace e vivo
68 s'a cotanto pensier non è disdetto
69 il fine a cui mi sproni;
70 gl'idoli abbatterfar di culto privo
71 ogni dio putativo
72 e chi di Dio si serve e a Dio non serve;
73 pôr di ragione il seggio e lo stendardo
74 contra il vizio codardo;
75 a libertà chiamar l'anime serve
76 umiliar le proterve.
77 Né a' tettich'avvilisce
78 fulmine o belvadir canzon novelle
79 per cui Siòn languisce.
80 Ma tempio farò il cieloaltar le stelle.
81 Deh! risorga a pietà l'Amor eterno
82 e l'infinito Senno
83 proponga l'opra al gran Valor immenso
84 che il duro scempio del mio lungo inferno
85 vede senza il mio cenno:
86 sei e sei anniche 'n pena dispenso
87 l'afflizion d'ogni senso
88 le membra sette volte tormentate
89 le bestemmie e le favole de' sciocchi
90 il sol negato agli occhi
91 i nervi strattil'ossa scontinoate
92 le polpe lacerate
93 i guai dove mi corco
94 li ferriil sangue sparsoe 'l timor crudo
95 e 'l cibo poco e sporco;
96 in speme degna di tua lancia e scudo.
97 Farsi scanni gli uman corpi a' giganti
Tommaso Campanella Poesie
24
98 gli animi augei di gabbia
99 bevanda il sanguee di lor prave voglie
100 le carni oggettoe le fatiche e i pianti
101 giuoco dell'empia rabbia
102 maniche a' ferri usati a nostre doglie
103 l'ossae le cuoia spoglie;
104 de' nostri sensitestimoni e spie
105 false contra noi stessi; e ch'ogni lingua
106 l'altrui virtute estingua
107 e fregi i vizi lor con dicerie
108 vedrai da queste arpie
109 più dal tuo tribunale.
110 Che pel tuo onormia angoscia se non basta
111 ti muova il comun male
112 a cui la providenza più sovrasta.
113 Se favor tanto a me non si dovea
114 per destino o per fallo
115 sette montiarti nuove e voglia ardente
116 perché m'hai dato a far la gran semblea
117 e 'l primo albo cavallo
118 con senno e pazienza tanta gente
119 vincere? Dunquemente
120 tanto stuol di profeti che tu mandi?
121 ed ogn'anima santache già aspetta
122 veder la tua vendetta
123 falsa sarà per gloria di nefandi?
124 Più prodigi e più grandi
125 il tuo Nume schernito
126 qual muto idoloagogna oggiche quei
127 ch'i mostri han sovvertito
128 di Samariad'Egitto e di Caldei.
129 Tre canzonnate a un parto
130 da questa mia settimontana testa
131 al suon dolente di pensosa squilla
132 ch'ostetrice sortilla
133 ite al Signorcon facce e voce mesta
134 gridando miserere
135 del duolche 'l vostro padre ange e funesta.
136 Né sia chi rieda a darmi altra novella
137 dal Rettor delle sfere
138 che 'l fin promesso dell'istoria bella
139 (sia stato falso o vero il messaggiere)
140 cantando: - Vivaviva Campanella! -76.
Canzone prima del dispregio della morte.
1 Anima miaa che tanto disconforto?
2 forse temi perir tra immensi guai?
3 Tema il volgo. Tu sai
4 dirsi morir chi fuor del suo ben giace.
5 Se nulla in nulla si disfà giammai
6 non può altrondechi a sé pria non è morto
7 morte patir o torto
8 né temer guerra chi a se stesso ha pace.
9 Non ti muova argomento altro fallace.
10 Se nativa prigion te non legasse
11 legar non ti potria l'empio tiranno
12 ch'e' non può far tal danno
13 a' sciolti ventiagli angelialle stelle.
14 Solo a lui male i tuoi tormenti fanno
15 ma a te bencome se ti liberasse
16 o ti risuscitasse
17 chi da sepolcro o da prigion ti svelle;
18 ché l'uno e l'altro son l'umane celle.
19 Dentro il gran spazioin cui lo mondo siede
20 tutto consperso di serena luce
21 che 'l sommo Ente produce
22 e di vive magion lucenti adorno
23 dove han gli spirti repubblica e duce
24 in libertà felice: sol si vede
25 nera la nostra sede.
26 Dunquede' regni bianchich'ella ha intorno
27 fu a' peccatori esilio e rio soggiorno.
28 Il centro preme in sempiterna notte
29 sotto ogni pondo i più rubbelli; e 'l giro
30 or letiziaor martiro
31 or tenebra ed or lume al mondo apporta
32 che i proprii dal comun carcer sortîro;
33 néquindi uscendoin nulla son corrotte.
34 Ma chi scende alle grotte
35 tornar non puòperché ivi al doppio è morta;
36 e chi va in altoal carcer odio porta.
37 Se lo spirto corporeoche 'l calore
38 ne' bruti e pur negli uomini ha produtto
39 sempre esala al suo tutto
40 né riede a noiquantunque esca a dispetto
41 ignorando ch'a gaudio va dal lutto:
42 vie più la menteche di lui men muore
43 tornando al suo Fattore
44 poisaggia e scioltafugge il nostro tetto:
45 avviso che non erri al coro eletto.
46 E` tutto opaco il corpo che ti cinge
47 e sol ha due forami trasparenti;
48 né in lor le cose senti
49 ma sol le speciee non qua' sonché l'onda
50 le fail cristallo e 'l corno differenti
51 che 'l lume che le porta àltera e tinge.
52 Né pur tuo specchio attinge
53 a veder l'aria sottil che 'l circonda
54 né gli angeliné cosa più gioconda.
55 Indebolite luci e moti e forze
56 delle coseche batton la muraglia
57 del carcer che n'abbaglia
58 sentiamo noinon le possenti o dive;
59 perché sfarìan la nostra fragil maglia.
60 Né virtù occulta ammetton le sue scorze
61 che per noi non si ammorze:
62 poche sembianze e di certezza prive
63 solo ha chi meglio tra noi parla e scrive.
64 Qual uomo a volo non vorria levarsi
65 o più saltar a giugner? Ma nol lascia
66 questa di morti cascia.
67 Va col pensiero a più parti del mondo
68 dove esser brama; ma la grossa fascia
69 non vuol che vadané possa internarsi
70 [di tutte cose a infarsi].
71 Dunque tien l'alma il tenebroso pondo
72 l'allegrezzai desiri e i sensi in fondo.
Tommaso Campanella Poesie
25
73 Di': come al buio hai tu distinto l'ossa?
74 i nervi soprasteso alle giunture?
75 tante varie testure
76 di venearterie e muscoli formasti
77 le viscerele fibre e legature?
78 come il bodel si piegastringe e ingrossa?
79 comedi carne rossa
80 vestendo il tuttola testa scarnasti?
81 come il caldo obbedia? come il frenasti?
82 Non mi risponder quel ch'impari altronde
83 e nell'anatomiaché non è tuo
84 cotal saperma suo
85 di chi t'avvisa: e pur t'inganni spesso
86 come n'hai sperimenti più che duo.
87 Orse [in] te ignori ciò che 'l corpo asconde
88 e in altri spiirisponde
89 non esserea chi al buio staconcesso
90 veder che fané il luogoné se stesso.
91 Purse 'l vario nutrir t'ha fatto porre
92 la fabbrica in obbliodi' mo: in che modo
93 il nutrimento sodo
94 all'ossa tiried a' nervi il viscoso
95 ed agl'impuri vasi feccia e brodo?
96 Come odie vedie pensiquando a scôrre
97 ten vai nell'alta torre?
98 Di': il respirare 'l polso stretto e ondoso
99 come dài al spirtofatica e riposo?
100 Tu non sai quel che faich'altri ti guida
101 come al cieco chi vede apre 'l cammino.
102 Il tuo carcer sì fino
103 per tu' avviso e suo gioco il Sir compose.
104 Libera hai volontà soldon divino
105 per meritarpigliando scorta fida
106 no' MaconCinghi o Amida
107 ma chi formò tua stanza e l'altre cose;
108 e perché prezzi il bentra guai ti pose.
77. Canzone seconda del medesimo tema.
1 Quante prende dolcezze e meraviglie
2 l'animauscendo dal gravante e cieco
3 nostro terreno speco!
4 Snella per tutto il mondo e lieta vola
5 riconosce l'essenzee vede seco
6 gli ordini santi e l'eroica famiglia
7 che la guida e consiglia
8 e come il Primo Amor tutti consola
9 e quanti mila n'ha una stella sola.
10 Questoch'or temi di lasciaralbergo
11 tanto odieraichese: - Di ferro e vetro
12 per non sentir ferètro
13 né scurità né doglia- Dio dicesse -
14 tel renderòed in lui torna; - a tal metro
15 crucciatadel voler voltando il tergo:
16 - In pianto mi sommergo -
17 risponderesti; salvo se 'l rendesse
18 tutto celestequal Cristo s'elesse.
19 Mirando 'l mondo e le delizie sacre
20 e quanti onor a Dio fan gli almi spirti
21 comincerai stupirti
22 come egli miri pur la nostra terra
23 picciolanerabrutta epiù vo' dirti
24 dove ha tante biastemme orrende ed acre
25 che par che si dissacre;
26 dove sta l'odiola morte e la guerra
27 e l'ignoranza troppo più l'afferra.
28 Vedrai pugnar contro la terra il cielo
29 e 'l caldo bianco e la freddezza oscura
30 e che d'essi natura
31 per trastullo de' superine forma
32 ventoacquapiantametalpietra dura;
33 del ciel scordarsi il caldoe contra 'l gelo
34 vestirsi terren velo
35 e come a suo' bisogni lo conforma;
36 e che doglia e piacer gli enti trasforma.
37 PossanzaSennoAmor da Dio vedrai
38 participar il tutto ed ogni parte;
39 ed usar la Prima Arte
40 NecessitadeFato ed Armonia
41 per cui tanta comedia orna e comparte
42 a Dio rappresentando giuochi gai;
43 e divin fiati e rai
44 (che son l'anime umane) a' corpi invia
45 per far le scene con più leggiadria.
46 Fia aperto il dubbioche torce ogn'ingegno:
47 perché i più savi e buoni han più flagelli
48 e fortuna i più felli?
49 Ché Dio a que' die' le parti ardue del gioco
50 per trarli a maggior ben da' lordi avelli;
51 e del suo mal goder lascia chi è degno.
52 E n'ho visto pur segno
53 più indotti e schiavi e impuri amar non poco
54 l'errorla prigionia e l'infame loco.
55 Il giuoco della cieca per noi fassi:
56 ride naturagli angeli e 'l gran Sire
57 vedendo comparire
58 della primera idea modi infiniti
59 premiando a chi più ben sa fare e dire.
60 Se i nostri affanni son divini spassi
61 perché vincer ti lassi?
62 Miriamo i spettatorvinciam le liti
63 contra prìncipi fintistravestiti.
64 Il carcereche 'n tre morti mi tieni
65 con timor falso di morirdispreggio.
66 Vanne al suolotuo seggio
67 ch'io voglio a chi m'è più simile andarmi.
68 - Né tu se' quel che prima ebbi ioma peggio
69 che sempr'esalie rifatto altro vieni
70 da quel che prandi e ceni:
71 onde lo spirto tuo nuovo ognor parmi.
72 Or perché temo in tutto io di sbrigarmi?
78. Canzone terza del medesimo tema.
1 Piangendodici: - Io ti levai- mia testa;
2 le man: - Scrivemmo -; i piè: - T'abbiam portato.
Tommaso Campanella Poesie
26
3 Dispregiarne è peccato.
4 Di piùte il dolor stringe e 'l riso spande;
5 ti prende obblio ed ingannoché se' un fiato
6 e la puzza grevaodor cresce e desta
7 che sparso in aere resta;
8 perché noigloriaVenere e vivande
9 sprezziove certo vivie moltoe grande?
10 - Compagnose in obblio le doglie hai posto
11 quando di terra in erba e in carne sei
12 fatto di membri miei
13 pur questa obblieraich'or ti martìra
14 di farti terra; e poi godrai di lei.
15 Per farne altri lavori ha Dio disposto
16 disfare il tuo composto;
17 ma in tutto il Primo Amor dolcezza spira.
18 Poi sarai miose 'l tutto al tutto aspira.
19 S'or debbo a ciò che fosti e sarai mio
20 porterò un monte: ma l'arte soprana
21 quanto ti trasumana
22 staremo insieme: né pensar ch'io tema
23 disfarmi in nullao in cosa da me strana.
24 L'animal spirtoin cui involto sono io
25 prende inganno ed obblio
26 ed io per lui: quando egli cresce e scema
27 patisco anch'ioma non mutanza estrema.
28 Desir immenso delle cose eterne
29 e 'l vigorper cui sempre alto più intendo
30 e terra e ciel trascendo
31 se nulla eccede di sue cause il fine
32 mostran che d'aria e dal sol non dipendo
33 né di cose caduchema superne.
34 Ecco che mi discerne
35 da tech'ami e sai solo il tuo confine;
36 e pur gran pruove d'altre alme divine.
37 La morte è dolce a chi la vita è amara;
38 muoia ridendo chi piangendo nasce;
39 rendiam queste atre fasce
40 al Fato omaich'usura tanta esige
41 ch'avanza il capital con tante ambasce.
42 L'uditoi denti vuolla vista cara.
43 Prendi il tuoterra avara
44 perché me teco ancor non porti a Stige.
45 Beato chi del tempo si transige!
46 Tumorte vivanido d'ignoranza
47 portatile sepolcro e vestimento
48 di colpa e di tormento
49 peso d'affanni e di error laberinto
50 mi tiri in giù con vezzi e con spavento
51 perch'io non miri in Ciel mia propria stanza
52 e 'l ben ch'ogn'altro avanza:
53 ondedi sua beltà invaghito e vinto
54 non sprezzi e lasci tecarbone estinto.-79.
Canzone quarta del dispregio della morte.
1 Filosofia di fatti il Senno vuole
2 che l'ultime due tuniche or mi spoglia
3 ch'è del viver la voglia
4 e d'aver laude scrivendo e parlando.
5 Doglia è lasciarle. Ma smorza ogni doglia
6 chi nella mente sua il gran Senno cole
7 seco vuole e disvòle
8 di lui se stesso in se stesso beando.
9 Onor non ha chi d'altri il va cercando.
10 Se fusse meglio a tutto l'universo
11 alla gloria divina ed a me ancora
12 ch'io di guai fosse fuora
13 liberato m'avria l'Omnipotente;
14 ch'astuzia e forza contra lui non fôra.
15 Tirannoincrudelisci ad ogni verso;
16 sbrani e mangi il perverso:
17 ché non è mal là dove Dio consente.
18 Non doni legge al medico il languente.
19 Empio colui non solma ancora stolto
20 che'n croce giubilar Piero ed Andrea
21 veggendoe che si bea
22 Attilio ne' tormenti e Muzio e Polo
23 non sa avanzar la setta epicurea
24 che sol piacer ha del piacer raccolto
25 traendo gaudio molto
26 pur come fan gli amantianche dal duolo;
27 ché 'l Primo Amor ci leva a tanto volo.
28 Fuggiteamicile scuole mondane;
29 alto filosofar a noi conviensi.
30 Orc'han visto i miei sensi
31 non più opinante sonma testimonio
32 né sciocche pruove ho de' secreti immensi.
33 Già gusto quel che sia di Cristo il pane.
34 Deh! sien da noi lontane
35 quelle dottrineche il celeste conio
36 non ha segnato; ch'io vidi il Demonio.
37 Credendosi i demòn malvagi e fieri
38 indiavolarmi con l'inganni loro
39 benché con mio martoro
40 m'han fatto certo ch'io sono immortale
41 che sia invisibil più d'un consistoro;
42 che l'almeuscendovan co' bianchi e neri
43 e co' fallaci e veri
44 a cui più simil le fe' il bene e il male
45 che più studiâro in questa vita frale.
46 Altri spinge a servir Dio vil temenza
47 altri ambizione di Paradiso
48 altri ipocrito viso;
49 ma noich'è Primo Senno e Sommo Bene
50 amabile per sétenemo avviso
51 a cui farci conformi è preminenza
52 bench'avessim scienza
53 che n'abbia scritti alle tartaree pene.
54 Nel Primo Amor null'odio por conviene.
55 Chi dagli effetti Dio conoscer brama
56 per seco unirsi e lodarlosia certo
57 come in me sono esperto
58 delle sue colpe segreto perdono
59 conseguisce e scienza dell'incerto.
60 Dio osserva la pariglia: ama chi l'ama
61 e risponde a chi il chiama.
62 Odiadisprezza il malsendo uno e buono;
63 chi a lui si donalo guadagna in dono.
Tommaso Campanella Poesie
27
64 Se mai fia ch'uomo ascolte
65 queste sotterra ed in silenzio nate
66 rime mie sventurate
67 pria che nascansepolte
68 pensier muti e costume;
69 ch'io non ragiono a caso
70 ma sperïenza e Nume
71 e legge natural m'hanno persuaso.
80. Canzone a Berillodi pentimentodesideroso di
confessioneecc.fatta nel Caucaso.
1 Signortroppo peccaitroppoil conosco;
2 Signorpiù non m'ammiro
3 del mio atroce martiro.
4 Né le mie abbominevoli preghiere
5 di medicinama di mortal tosco
6 fûr degne. Ahistolto e losco!
7 Dissi: - GiudicaDio- non - Miserere. -
8 Ma l'alta tua benigna sofferenza
9 per cui più volte non mi fulminasti
10 mi dà qualche credenza
11 che perdonanza alfin mi riserbasti.
12 Quattordici anni invan patisco (ahi lasso!)
13 sempre errore accrescendo
14 a me stessoed agli altri persuadendo
15 ch'io per difender verità e giustizia
16 da Dioc'ho sconosciutosia qua basso
17 qual Cristoeletto sasso
19 Or ti vorrei pregar cheper discolpa
20 di tanti erroriaccetti tante pene;
21 se non è nuova colpa
22 chieder ch'agli empi guai segua alcun bene.
23 Io merito in niente esser disfatto
24 Signor mioquando penso
25 l'opere prave mie e 'l perverso senso.
26 Poimirando ch'io son pur tua fattura
27 che tocca riconciarla a chi l'ha fatto
28 ch'io bramo esser rifatto
29 nel tuo cospetto nuova creatura
30 questa sola ragion sola mi resta.
31 Onde sol fine al mio lungo tormento
32 chieggionon quella festa
33 né del prodigo figlio il gran contento.
34 Io mi credevo Dio tener in mano
35 non seguitando Dio
36 ma l'argute ragion del senno mio
37 che a me ed a tanti ministrâr la morte.
38 Benché sagace e piol'ingegno umano
39 divien cieco e profano
40 se pensa migliorar la comun sorte
41 pria che mostrarti a' sensi suoiDio vero
42 e mandarlo ed armarlo non ti degni
43 come tuo messaggiero
44 di miracolo e pruove e contrassegni.
45 Altri il Demonioaltri l'astuzia propia
46 spinse a far cose nuove
47 permettente colui che 'l tutto muove
48 per ragion parte chiare e parte oscure.
49 Laonde chi di senso ha maggior copia
50 spesso sente più inopia
51 empiendosi di false conghietture
52 che i divi ambasciator sien anche tali;
53 e la bontà di Dioche condescende
54 e si mostra a' mortali
55 disconoscediscrede e non intende.
56 Osservauomoosserva quella legge
57 nella qual nato sei:
58 prencipe e sacerdoti sienti dèi
59 e i lor precetti diviniquantunque
60 paiano ingiusti a te ed a tutto il gregge;
61 se Dioper cui si regge
62 diluviincendi e ferro usa quandunque
63 par giustoe così que' ministri d'ira.
64 Dove Dio tace e vuoletaci e vogli;
65 con voti al porto aspira
66 schifando vianon offendendoi scogli.
67 Chi schernisce i decretiovvero ammenda
68 o col peccato scherza
69 o di quel godeo per la prima sferza
70 da errar non fugge più che dal colùbro
71 o l'occulta giustizia non gli è orrenda:
72 costui misero intenda
73 ch'è preso all'ami; e que' ch'al lido rubro
74 ostinati perîrgiungi al mio esempio.
75 Quanto ha il peccato in sé bruttezza e puzza
76 pria non conosce l'empio
77 chequal Antiocoinverminisce e puzza.
78 Ma tu quei miriche peccano impune
79 lieti e tranquilli sempre;
80 ma non penètri le segrete tempre
81 dell'uomo interiore però sparli;
82 ché forse è di quel malche pensiimmune;
83 o pene ha più importune
84 sdegnosospettozelointerni tarli;
85 né guardi il finné le divine ire
86 quanto più tardetanto più gagliarde.
87 O ciò ne forza a dire:
88 - Necessario è l'Infernoche sempre arde. -
89 TardiPadreritorno al tuo consiglio
90 tardi il medico invoco;
91 tanto aggravatoil morbo non dà loco.
92 Quanto più alzar vo' gli occhi al tuo splendore
93 più mi sento abbagliargravarmi il ciglio.
94 Poi con fiero periglio
95 dal lago inferior tento uscir fuore
96 con quelle forze che non homeschino.
97 Meschino meper me stesso perduto
98 ché l'aiuto divino
99 che sol salvarmi puòbramo e rifiuto!
100 Desio di desiar tue grazie tengo:
101 certaevidente vita
102 quando voglia possente a te m'invita
103 e quando è fiaccaavaccio sento il danno;
104 su l'ale del voler non mi sostengo
105 rotte e bagnate. Vengo
106 a que' favorche sì pregar mi fanno:
107 - Deh! pregate per me voich'io non posso
108 voiPiero e Paololuminar del Cielo
Tommaso Campanella Poesie
28
109 Radamante e Minosso
110 della celeste legge e del Vangelo.
111 Merti non ho per quelli gran peccata
112 che contra te ho commesso.
113 Madre di Cristoe voi che state appresso
114 spirti beatiabitator del lume
115 che 'l mondo adempie e sol la terra ingrata
116 ancor non ha purgata;
117 prego contra ragioncontra il costume
118 ch'al vostro capital fiero inimico
119 impetrate da lui qualche perdono
120 ch'a' peccator fu amico;
121 poiché tra gli empi il maggior empio io sono.
122 Ahcome mi sta sempre innanzi agli occhi
123 come mi fere e punge
124 come l'alma dal corpo mi disgiunge
125 e la fiducia dall'alma mi svelle
126 il gran fallo miogli atti miei sciocchi!
127 - Tuche mi senti e tocchi
128 ariatuvivo cielvoisacre stelle
129 e voispirti volanti dentro a loro
130 ch'or m'ascoltateed io non veggio voi
131 mirate al mio martoro;
132 di voi sicuripregate per noi. -133
Canzon grave e dolente
134 delle mie iniquitati
135 corri a Berillo vivoda Dio eletto
136 a purgar l'alme da' brutti peccati.
137 Di' che la mia si pente;
138 ch'e' faccia il sacro effetto
139 invocando per me l'Omnipotente.
81. Della prima possanza.
1 Le potestati umane tanto m'hanno
2 travagliatoch'omai vengo a pensare
3 ch'io peccai contra tePossanza Prima;
4 però che di Saturno più d'un anno
5 tutto del Senno Primo a contemplare
6 mi diedie al Primo Amor volsi ogni rima
7 di te tanto scrivendo
8 quanto per lor ti intendo
9 di cui dovevo far principal stima.
10 Or io volgo il mio stile
11 alla tua dignitade
12 perdon chiedendo umìle
13 ed aiutoo Suprema Podestade.
14 Dove manca Possanzail patimento
15 ch'al non esser le cose sempre tira
16 abbondae 'l caso avversoed ogni male;
17 onde io tant'anni mi truovo scontento.
18 A teValordunqueoggi alzo la mira
19 a cui soggiace ogni forza fatale:
20 ché 'l Senno e l'Amor pio
21 com'or ben confesso io
22 senza la tua difesa poco vale.
23 Può amar chi ha potenza
24 e sa chi può sapere
25 ed è chi aver può essenza;
26 dunqueogni quiddità vien dal Potere.
27 L'intrinseco poter fa che sossista
28 ogn'essere; e l'estrinseco il difende
29 si è d'altrio parte; e non da séné tutto.
30 Sta il mondo e gli enti magni in questa lista
31 a cui precede chi da nullo pende
32 Dioche interno valor solo ha per tutto.
33 Ma puòse poter vuole
34 e se poter sa; e suole
35 (in sé volgendo quel che 'n lui è produtto)
36 saperse puote ed ama;
37 e volerse può e sape.
38 Dunque «tre in un» si chiama
39 e distinzion d'origine sol cape.
40 Possanza e Senno producono Amore
41 unitamente; e però tutte cose
42 aman l'esserperò che sanno e ponno
43 ma sanno perché ponno solo. Autore
44 dunque del Senno primo ben si pose
45 il primario Poterdegli enti donno.
46 Maperché regge amando
47 ed opera insegnando
48 e l'esserquando è desto e quando è in sonno
49 d'essi tre si compone
50 saran tre preminenze
51 d'ogni effetto e cagione
52 semplici metafisiche semenze.
53 E`ciò ch'èperché puotesape ad ama;
54 non èquel ch'esser non puòignora o abborre
55 per séo per forza d'altrio del Primo Ente
56 ch'è monotriade. E quel ch'all'esser chiama
57 partecipando tre eminenzecorre
58 pur limitato sempre dal niente
59 all'esser suo finito
60 che sta in quello infinito
61 essereternosoloindependente
62 che creòcome base
63 d'ogni essenza seconda
64 lo spazioimmenso vase
65 ch'è penetratopenetra e circonda.
66 Quando di contener virtù donasti
67 al luogoe dal tuo Senno senso prese
68 e dall'Amor amor di farsi pieno
69 la gran mole corporea ingenerasti
70 delle virtuti agenti atta all'imprese
71 in due triadi consimili a quel seno.
72 Poscia i maschipossenti
73 che di lei due elementi
74 cielo e terraformâro: e del più e meno
75 di lor gare e rovine
76 ogni mistura uscìa
77 Dio influendo a tal fine
78 NecessitateFato ed Armonia.
79 La vitaagli enti vari che seguiva
80 era virtutein quanto da te nacque.
81 Ma quel che dal non esser timor venne
82 ogni vizio produssee la nociva
83 ragion di Statoe poi 'l mal proprio piacque
84 che 'l senso indi impotente a ciò s'attenne.
Tommaso Campanella Poesie
29
85 Mase ti svegli omai
86 in meglio muterai
87 natura madre e i figlicome accenne.
88 L'impotenza e 'l peccato
89 tôrrai da' senni umani;
90 tutti in un lieto stato
91 gl'imperi adducerai vari profani.
92 Darai alla vita di durar virtute
93 forza alla leggeche 'l gran Senno mise
94 vigor all'amicizied'amor prole.
95 Senza tegli enti han le bontà perdute;
96 venner l'insidie e l'unità divise
97 ch'invidia partorîro e false scuole:
98 timidità e pigrizia
99 sconfidenzaavarizia
100 viltate e crudeltàche starsi sole
101 non san l'una dall'altra.
102 Madove è tua fortezza
103 ogni natura è scaltra
104 né teme il maleonde di farne sprezza.
105 Canzondi' al Poter Primo
106 che per mancanza sua sto in tal paura
107 che meditar non posso la Scrittura.
108 Traggami da questo imo
109 inferno. Ed in effetto
110 se tutto il mio soggetto
111 ei non saràme stesso empio condanno
112 da mo al perpetuo lagrimoso affanno.
82. Sonetto della providenza.
1 La fabbrica del mondo e di sue parti
2 e di lor particelle e parti loro
3 gli usi accertatiil mirabil lavoro
4 pònsaggio Autorbuon senza fin provarti.
5 Poi gli abusi de' bruti e di nostre arti
6 de' mali il gaudio e de' buoni il martoro
7 l'errar ciascun dal finea me ch'ignoro
8 dicon che 'l Fabbro dal Rettor s'apparti.
9 PossanzaSennoAmordunqueinfinito
10 commette altrui il governo e si riposa:
11 dunque si invecchia o si fa negligente?
12 Ma un solo è Dioda cui sarà finito
13 tanto scompiglioe la ragion nascosa
14 apertaonde peccò cotanta gente.
83. Della possanza dell'uomo.
1 Gloria a colui che 'l tutto sape e puote!
2 O arte mianipote - al Primo Senno
3 fa' qualche cenno - di su' immagin bella
4 ch'uomo s'appella.
5 Uomo s'appella chi di fango nacque
6 senza ingegno soggiacque- inermeignudo:
7 patrigno crudo - a lui parve il Primo Ente
8 d'altri parente.
9 D'altri parentea' cui nati die' forza
10 bastanteindustriascorza- pelo e squame.
11 Vincon la fame- han corsoartiglio e corno
12 contra ogni scorno.
13 Ma ad ogni scorno l'uomo cede e plora;
14 del suo saper vien l'ora - troppo tarda;
15 ma sì gagliarda- che del basso mondo
16 par dio secondo.
17 Edio secondomiracol del primo
18 egli comanda all'imo- e 'n ciel sormonta
19 senz'alie conta - i suoi moti e misure
20 e le nature.
21 Sa le nature delle stella e 'l nome
22 perch'altra ha le chiome - ed altra è calva;
23 chi strugge o salva - e pur quando l'eclisse
24 a lor venisse
25 quando venisse all'ariaall'acquaall'humo.
26 Il vento e 'l mar ha domo- e 'l terren globbo
27 con legno gobbo - accerchiavince e vede
28 merca e fa prede.
29 Merca e fa prede; a lui poca è una terra.
30 Tuonaqual Giovein guerra - un nato inerme;
31 porta sue inferme - membra e sottogiace
32 cavallo audace.
33 Cavallo audace e possente elefante;
34 piega il leon innante - a lui il ginocchio;
35 già tirò il cocchio - del roman guerriero:
36 ardir ben fiero!
37 Ogni ardir fiero ed ogni astuzia abbatte
38 con lor s'orna e combatte- s'arma e corre.
39 Giardinotorre - e gran città compone
40 e leggi pone.
41 Ei leggi ponecome un dio. Egli astuto
42 ha dato al cuoio muto - ed alle carte
43 di parlar arte; - e che i tempi distingua
44 dà al rame lingua.
45 Dà al rame linguaperc'ha divina alma.
46 La scimia e l'orso han palma- e non sì industre
47 che 'l fuoco illustre - maneggiasse; ei solo
48 si alzò a tal volo.
49 S'alzò a tal voloe dal pianeta il tolse;
50 con questo i monti sciolse- ammazza il ferro
51 accende un cerro- e se ne scaldae cuoce
52 vivanda atroce;
53 vivanda atroce d'animai che guasta.
54 Latte ed acqua non basta- ogn'erba e seme
55 per lui; ma preme - l'uve e ne fa vino
56 liquor divino.
57 Liquor divinoche gli animi allegra.
58 Con sale ed oglio intègra - il ciboe sana.
59 Fa alla sua tana - giorno quando è notte:
60 ohleggi rotte!
61 Ohleggi rotte! ch'un sol verme sia
62 reepilogoarmonia- fin d'ogni cosa.
63 O virtù ascosa- di tua gloria propia
64 pur gli fai copia.
65 Pur gli fai copiase altri avviva il morto;
66 passa altrie non è assorto- l'Eritreo;
67 canta Eliseo - il futuro; Elia sen vola
68 alla tua scuola;
Tommaso Campanella Poesie
30
69 alla tua scuola Paolo ascendee truova
70 con manifesta pruova - Cristo a destra
71 della maestra - Potestade immensa.
72 Pensauomopensa!
73 Pensauomopensa; giubila ed esalta
74 la Prima Cagion alta; - quella osserva
75 perch'a te serva - ogn'altra sua fattura
76 seco ti unisca gentil fede pura
77 e 'l tuo canto del lor vada in più altura.
84. Salmodia che invita le creature in commune e gli
primi enti fisici a lodar Dio.
1 Bellebuone e felici e senza ammenda
2 onde laude si renda - al Creatore
3 che tanto amore - ed arte in farle pose
4 son tutte cose.
5 Voitutte cosea celebrar invito
6 coluiche n'ha largito - ciò che siamo
7 poi che eravamo - nulla. E per memoria
8 cantiamo in gloria.
9 Cantiamo in gloria DioPrima Potenza
10 DioPrima Sapienza- Amor Primero
11 Ben vivo e vero- senza fin giocondo.
12 Cominci il mondo
13 cominci il mondostatua altèra e degna
14 di lui che sempre regna - e gran trofeo
15 di ciò che feo - armario sacrosanto
16 un nuovo canto.
17 Di' un nuovo canto tuche l'universo
18 penetriad ogni verso - penetrato
19 spazioal creato - esser base immota
20 che giace o mota.
21 Se giace o motala corporea mole
22 unita o spartacole - l'alta idea
23 per cui si bea - di forme ognor novelle
24 soavi e belle.
25 Soavi e belle pompe del gran Dio
26 lodate il vostro e mio - Signordi cui
27 uscendo nui- fu il tempoch'è il successo
28 degli entiespresso.
29 Fu agli enti impresso anche 'l vigor nativo
30 che dal nascer descrivo - poi natura
31 interna cura - ed arteche dà loro
32 quel Dio ch'adoro.
33 Quel Dioch'adoroa voi laudar conviensi
34 calor e freddoimmensi - di possanza
35 per cui sostanza- guerreggiandofue
36 partita in due.
37 Partite in due dunque i vostri accenti
38 magnifici elementi- cielo e terra
39 dalla cui guerra - poi nasce ogni misto
40 che Dio ha provvisto.
41 Dio ha pur provvisto che l'un porti 'l giorno
42 l'altro la notteintorno - raggirando
43 manifestando - il Creator sovrano
44 di mano in mano.
45 Di mano in manovoitenebre e luce
46 cantate il sommo Duce- e voiquiete
47 e motoavete - parte in tanto carme
48 per più svegliarme.
49 Per più svegliarmeraro e densoestreme
50 temprementre uno teme - e l'altro spera
51 prendete sfera - di sorti diverse
52 e cause avverse.
53 Fra cause avverse e similiadornate
54 FatoNecessitate - ed Armonia
55 che Dio v'invia - in ogni parte e tutto
56 ciò che ha costrutto.
57 Ciò che ha costrutto in Dio si sta e si muove
58 e con secrete pruove - ancora sente
59 la Prima Mente - ecome sal'adora;
60 ed in lui vivebenché par che mora
61 grazie a colui che sempre mi ristora.
85. Salmodia che invita il cielo e le sue parti e abitatori
a lodar Dio benedetto.
1 Dal ciel la gloria del gran Dio rimbomba:
2 egli è sonora tromba - a pregi tanti;
3 i lumi stanti - e que' ch'errando vanno
4 musica fanno.
5 Musica fanno per ogni confino
6 dove il calor divino - il ciel dispiega
7 ed Amor lega - tante lucie muove
8 altronde altrove.
9 Altronde altrove tutti van correndo
10 teDiobenedicendo - e predicando
11 dolcesonando- ch'ogni moto è suono
12 come io ragiono.
13 Così io ragiono. Ahimè! ch'udir non posso;
14 ch'innato rumor grosso - èche m'occùpa
15 l'orecchia cupa- ed un molino vivo
16 me ne fa privo.
17 Se mi fa privovoispiriti eletti
18 che non siete soggetti - a corpo sordo
19 fate un accordo - al suon di tai strumenti
20 co' vostri accenti.
21 Co' vostri accenti sacriintellettuali
22 d'una spiegando l'ali - in altra stella
23 vostra favella: - Santosantosanto! -
24 dicete intanto.
25 Dicete intantoardenti Serafini
26 sagaci Cherubini- e giusti Troni
27 Dominazioni- Virtù e Potestati
28 e Principati;
29 principiateArcangelie seguite
30 Angeliche venite - a darmi aiuto.
31 Da voiperduto - il corpoin Cielo accolte
32 son l'alme sciolte.
33 O alme sciolteo patriarchi grandi
34 profeti venerandi- in cortesia
35 la salmodia - di Davide canoro
36 dicete in coro.
37 Dicete in coroapostoliche 'l mondo
38 vinto e reso fecondo - di virtuti
39 e risoluti - fatto avete noi
Tommaso Campanella Poesie
31
40 di seguir voi.
41 Di seguir voi gli martiri non tardi
42 con l'animo gagliardi - e sparso sangue
43 fan che non langue - la musica nostra
44 nell'alta chiostra.
45 Dall'alta chiostracon varie dottrine
46 anime pellegrine - confessare
47 odo per mare- per terra e per cielo
48 vero il Vangelo.
49 Vero il Vangelo voivergini caste
50 virilmente provaste - a chi udir vuole:
51 l'eterea mole - or per questo e le stelle
52 son vostre celle.
53 Oh sante cellemurate di luce
54 che 'l passar vi conduce- non ritiene
55 ad ogni bene! - E quelle vie di latte
56 per voi son fatte.
57 Per voi son fatte le scene e l'istorie
58 delle divine glorie- ché a mirarle
59 e celebrarle - vi dà il primo fuoco
60 possanza e luoco.
61 Per ogni luoco Dio quant'have in mente
62 vuol che si rappresente - in cielo. E poi
63 de' segni suoi - tusuolo e marti adempi
64 di tempi in tempi.
65 Di tempi in tempi ArieteCancro e Libra
66 e Capricorno vibra - l'alte idee
67 quante si dèe - all'arte; a la natura
68 virtù e figura
69 virtù e figura per il sol deriva
70 statuaimmagin più diva - del Monarca
71 lucerna ed arca - di deitate in suso
72 padre quaggiuso.
73 Padre è quaggiusoche la terra impregna
74 perch'a' figli sovvegna. - Poi la luna
75 virtute aduna - d'ogni stellae dice
76 esser nutrice.
77 E` ben nutrice amorosa e veloce:
78 se 'l gielo e l'ardor nuoce- il fa soave.
79 Or sembra nave- or globoor mezzo tondo
80 per ben del mondo.
81 Per ben del mondo ne' splendor superni
82 degli enti non eterni - è misurato
83 la vita e 'l stato; - e nelli sacri giri
84 parmi che 'l miri.
85 Parmi ch'io miri quella provvidenza
86 chi da tanta eloquenza - si celèbra.
87 Mia squilla è ebra - per troppo desio
88 di cantar voscoo stelleil grande Dio:
89 gloria all'omnipotente Signor mio!
86. Salmodia che invita la terra e le cose in quella nate
a lodar Dioe declara lor fine e la providenza divina.
1 La terra nostra di far giuoco e festa
2 nullo tempo si resta - al sommo Dio;
3 da che l'unìo - l'amorpésola in mezzo
4 gioisce al rezzo.
5 Gioisce al rezzoe 'l circondante caldo
6 schifandoviver saldo - e freddo gode;
7 rendendo lode - all'Eternoeternarsi
8 vuolnon disfarsi.
9 Vuol non disfarsi; e 'l sol vorria disfarla
10 non per odio; per farla - mole amica
11 seco l'intrica- e con focose braccia
12 cinge ed abbraccia.
13 Cinge ed abbraccia anch'ella lui nel seno:
14 chéschifandolopieno - pur se 'l vede
15 di calor: fede- che al destin più incorre
16 chi più l'abborre.
17 Chi più l'abborreposcia più l'aggrada;
18 che sua fuga sia strada - a quel s'ammira.
19 Ch'alla sua mira - e gloria gli rivolge
20 chi il mondo volge.
21 Chi il mondo volge così fece madre
22 la terrae 'l sole padre - d'infinita
23 prolech'addita - del Primero Ingegno
24 l'arte e 'l disegno.
25 L'arte e 'l disegno su esaltateo monti
26 della gran madre pronti - alle difese
27 ossa distese- e fini a' regni nostri:
28 stanza a' gran mostri.
29 Stanze a' gran mostri e piccioli prestate
30 acqueche circondate - il nostro suolo:
31 voi date il volo - a' pesci ed alle navi
32 sì in terra gravi.
33 La terra aggravie pur non la sommergi
34 tuoceanche t'ergi - sì superbo.
35 Per divin verbo - dal suo ventre uscisti
36 e 'l mondo unisti.
37 Tu 'l mondo unistich'è il primo animale.
38 Tra l'etra spirituale - e 'l terren grosso
39 sangue ti posso - dirche nutre e viene
40 va tra le vene.
41 Va tra le vene e per li fonti spiccia
42 dove la terra arsiccia - ha più bevuto;
43 indi il perduto - alle campagne rende;
44 poi in alto ascende.
45 In alto ascende a far giuoco al Signore
46 col terrestre vapore - insieme misto;
47 or stella è visto- ed orcome bombarde
48 rimbomba ed arde.
49 Rimbomba ed arde ed atterrisce gli empii.
50 Non perdona agli tempii- o vivi o morti.
51 TuDion'esorti - a be' celesti nidi
52 con questi gridi.
53 Con questi gridi gli animai richiami
54 perché non restin grami - alle tempeste.
55 Gioconde feste - agli angelia' demòni
56 fatiche doni.
57 Fatiche doni con saper immenso
58 sotterra al fuoco accenso- che fracassa
59 cuoce e relassa- e dentro fa i metalli
60 fuor monti e valli.
61 Co' monti e vallie fiumi e mardistingui
62 i paesi: altri impingui- altri fai macri
63 e dolci ed acri - agli abitanti vari
64 più necessari;
65 più necessari e più capaci ancora
Tommaso Campanella Poesie
32
66 di viteche si fôra - ugual per tutto;
67 e perché tutto - pur le cose stesse
68 non producesse;
69 ma producesse biade la campagna
70 s'alzasse alla montagna - il fummo e l'onda:
71 arte profonda - di doppi lambicchi
72 per farci ricchi.
73 Per farci ricchi altrove oro ed argento
74 nasce; altrove frumento- augelli e fiere
75 rivi e peschiere- macchiesalti e boschi
76 perch'io 'l conoschi.
77 Perch'io conoschil'alta Cagion Prima
78 fa mancar al mio clima - molte cose.
79 Commerzio puose- amor e conoscenza
80 tal providenza.
81 Tal providenza in due quadranti opposti
82 fa che in su il mar s'accosti: - in uno bolle
83 l'altro s'estolle - per l'acque pendenti
84 là concorrenti.
85 Son concorrenti di diversi fianchi
86 in cui avvien che manchi: - e in tutti lidi
87 sei ore vidi - alzarsi e sei abbassarsi
88 per più avvivarsi.
89 Per più avvivarsi fa il medesmo l'aria
90 e pur qual mar si varia- dove accolti
91 son vapor molti- che capir non ponno
92 e spazio vonno.
93 E spazio vonnoe spazio van cercando
94 purgandoventilando- trasferendo
95 e convertendo - il fummo in util pioggia:
96 stupenda foggia!
97 Stupenda foggiach'a più parti giove.
98 Fiere ed augelli altrove - e pesci porta:
99 le navi esorta - al corsonoi a consulta;
100 altri sepulta.
101 Altri sepulta in sonno ed altri in sabbia;
102 svelle arbori con rabbia - e gran cittati.
103 Son fecondati - i campiove dolce aura
104 il verde innaura.
105 Fa verdiinnaura e purpuree le nubbi
106 il solperch'io non dubbi - orche più pèra
107 la nostra sfera - in mare: in suo ben vale
108 ciò che in su sale.
109 Quando in su salein grandini s'ingroppa
110 grosso vaporche scoppia - in caldo loco;
111 ma non a poco a poco- qual la neve
112 che il freddo beve.
113 Il freddo bevee si congela in brina
114 quel ch'aura mattutina - o sera agguaglia
115 come si quaglia - in pioggia il fummoe cade
116 dolce alle biade.
117 Per far le biade e' manca nell'Egitto
118 onde il Nil fu prescritto - che inondasse
119 che Assur fruttasse - e l'India in questa guisa
120 che Dio n'avvisa.
121 Dio pur n'avvisache l'Arabia ottenne
122 solo rugiadae fenne - incenso e manna
123 nettarea canna- e ragiadi che degni
124 fûr i miei regni.
125 Tutti anche i regni han pianibalze e selve
126 pasto e casa di belve. - Ohmaraviglia!
127 quanta famiglia - per teSignornasce
128 si cresce e pasce.
129 Si cresce e pasce di liquor terrestre
130 il ferroil sasso alpestre; - un grasso e molle
131 l'erbe satolle- immobili animali;
132 fa' a que' ch'an l'ali
133 a que' c'han l'alia chi serpea chi anda
134 foglieradicighianda- grani e pomi;
135 altri ne domi- altri armialtri fai inermi
136 né senza schermi.
137 Hanno per schermi i ricci e gli arboscelli
138 spine contra gli augelli- asini e bovi;
139 altura trovi - in querceabbeti e faggi
140 per tali oltraggi.
141 Per tali oltraggi han le quaquigliee i pini
142 guscio; e vesti d'uncini - contra i colpi
143 che ghiro non le spolpi- han le castagne;
144 ma pur le fragne.
145 Però le fragneché Dio ha destinato
146 ch'ogni ente non sol nato - sia d'ogn'altro
147 ma l'uno all'altro - sia cibo ed avello
148 or questoor quello.
149 Ma questo e quelloresistendoaddita
150 godersi in ogni vita- che Dio dona:
151 eperch'è buona - ogn'altra viva norma
152 pur si trasforma.
153 Chi la trasforma con tanta sua laude
154 che sieno molti gaude - gl'innocenti:
155 pochi possenti - orsi e leon vedrai
156 pecore assai.
157 Pecore assaiche dal caldo e dal gelo
158 solo difende il pelo. - Frutti e fiori
159 tufrondaonori: - a' timidi è soccorso
160 la tana e 'l corso.
161 Le tane e 'l corso ha il cervoil lepreil capro:
162 corna il bue: sanne l'apro: - onghie il cavallo:
163 vivezza il gallo- ch'al fiero leone
164 spavento pone.
165 Spavento pone all'elefante il drago.
166 Ohspettacolo vago - di lor gesti!
167 Falcontu avesti - rostroe duro artiglio
168 l'aquila e 'l niglio.
169 L'aquila e 'l niglio han pur la vista acuta
170 come il can lunge fiuta - la sua preda;
171 perché provveda - ode lontano il lupo
172 al ventre cupo.
173 Pel ventre cupo ha forza la balena
174 molta astuzia ha la iena- industria l'ape.
175 Ohcome sape - politìa e governo
176 d'està e d'inverno!
177 D'està e d'inverno han città le formiche;
178 stanze altri sempre apriche - si procaccia;
179 va il ragno a caccia- e si fa rete [e] stanza
180 di sua sostanza.
181 Di sua sostanza si circonda e cova
182 prende l'apie fa uova - quindi uscendo
183 varie vivendo - vite un verme: ahi lasso!
184 Oltre io non passo.
185 Oltre io non passonon posso; assai ignoro
Tommaso Campanella Poesie
33
186 l'anatomiail lavoro- fraudi ed ire
187 gioie e martìre - di quanti il mar serra
188 l'aria e la terra.
189 O ariao terrao marmirar potrei
190 ne' vostri colisei - ta' giuochi io sciolto!
191 Ma chi è sepolto - in corposol s'accorge
192 che poco scorge.
193 Se poco scorgepotrà dirne meno.
194 Ma il sermon vostro appieno - a tutti è aperto;
195 non è coperto - a nazione alcuna
196 sotto la luna.
197 Sotto la luna il nostro dir trascenda
198 al Re della tremenda - maestate.
199 Transumanate - mentivoci e note:
200 ite al Signorche tutto sape e puote.
Tommaso Campanella Poesie
34
Appendice delle tre elegie fatte con misura latina
87. Al senno latinoch'e' volga il suo parlare e misura di
versificare dal latino al barbaro idioma.
1 Musa latinaè forza che prendi la barbara lingua:
2 quando eri tu donnail mondo beò la tua.
3 Volgesi l'universo: ogni ente ha certa vicenda
4 libero e soggetto ond'ogni paese fue.
5 Cogliesi dal nesto generoso ed amabile pomo.
6 Concorri adunque al nostro idioma nuovo.
7 Tanto piùche il Fato a te die' certo favore
8 perchécomunque sonid'altri imitata sei:
9 d'Italia augurio antico e mal cognitoch'ella
10 d'imperii gravida e madre sovente sia.
11 Musa latinavieni meco a canzone novella:
12 te al novo onor chiama quinci la squilla mia
13 sperando imponer fine al miserabile verso
14 per te tornando al già lagrimato die.
15 Al novo secolo lingua nova instrumento rinasca:
16 può nova progenie il canto novello fare.
88. Il salmo CXI: «Beatus vir qui timet»ecc.
1 Quegli beato èdel Signor c'ha santa temenza;
2 sicuro e lieto il fa sua legge pia.
3 Di costui in terra alligna il seme potente
4 del giusto il germe ognor benedetto fia.
5 Ne' cui bei tetti ricchezza e gloria abonda
6 in tutti tempi alberga la giustizia.
7 Pur nelle tenebre a' santi il bel lume si mostra
8 del pietoso Dio splendido tuttavia.
9 Giocondo è sempre il donator largo e benigno;
10 dal buon giudizio non si rimove mai.
11 Il suo nome mai non potrà estinguere morte
12 né mala fama temee vittorioso vola.
13 Sta nel Signor fermo e sempre di speme ripieno:
14 non si movrà innanzi ch'ogni nemico pèra.
15 Il suo divisee mangiâro i poveri amici;
16 gloria subblima il corno potente suo.
17 Il che vedendo poiil peccator tristo s'adira
18 dibatte i dentie pur rabioso crepa.
19 Del giustoancor che al tardoil disegno riesce
20 e de' malvagi l'empia voglia père.
89. Al Solenella primaveraper desio di caldo.
1 M'esaudì al contrario Giano. La giusta preghiera
2 drizzola a teFeboch'orni la scola mia.
3 Veggoti nell'Arietelevato a gloriaed ogni
4 vital sostanza or emola farsi tua.
5 Tu subblimiavvivi e chiami a festa novella
6 ogni segreta cosalanguidamorta e pigra.
7 Deh! avviva coll'altre me ancheo nume potente
8 cui più ch'agli altri caro ed amato sei.
9 Se innanzi a tutti tesole altissimoonoro
10 perché di tutti piùal buiogelato tremo?
11 Esca io dal chiusomentre al tuo lume sereno
12 d'ime radici sorge la verde cima.
13 Le virtù ascose ne' tronchi d'alberiin alto
14 in fior conversia prole soave tiri.
15 Le gelide vene ascose si risolvono in acqua
16 purachesgorgando lietala terra riga.
17 I tassi e ghiri dal sonno destansi lungo;
18 a' minimi vermi spirito e moto dài.
19 Le smorte serpi al tuo raggio tornano vive:
20 invidiomiserotutta la schera loro.
21 Muoiono in Irlanda per mesi cinquegelando
22 gli augellie mo pur s'alzano ad alto volo.
23 Tutte queste opere son del tuo santo vigore
24 a me contesofervido amante tuo.
25 Credesi ch'ogge anche Giesù da morte resurse;
26 quando me vivo il rigido avello preme.
27 L'olive secche han da te pur tanto favore:
28 rampolli verdi mandano spesso sopra.
29 Vivo ionon mortoverde e non secco mi trovo
30 benché cadavero per te seppelito sia.
31 Scrissero le genti a te senso e vita negando
32 e delle mosche fecerti degno meno.
33 Scriss'io ch'egli erano ereticia te ingrati e ribelli;
34 m'han sotterratovindice fatto tuo.
35 Da te le mosche e gl'inimici prendono gioia;
36 essertise séguitimosca o nemico meglio è.
37 Nullo di te conto si faràse io spento rimango:
38 quel tuo gran titolo meco sepolto fia.
39 Tempio vivo seistatua e venerabile volto
40 del verace Dio pompa e suprema face.
41 Padre di natura e degli astri rege beato
42 vitaanima e senso d'ogni seconda cosa;
43 sotto gli auspici di cuiammirabile scola
44 al Primo Senno filosofando fei.
45 Gli angelici spirti in te fan lietissima vita:
46 a sì gran vite viva si deve casa.
47 Cerco io per tanti meriti quel candido lume
48 ch'a nullo mostro non si ritenne mai.
49 Se 'l Fato è contratu appella al Principe Senno
50 ch'al simolacro suo grazia nulla nega.
51 Angelici spirtiinvocate il principe Cristo
52 del mondo eredea darmi la luce sua.
53 Omnipotente Diogli empi accuso ministri
54 ch'a me contendon quel che benigno dài.
55 Tu miserereDiotu chi sei larghissimo fonte
56 di tutte luci: venga la luce tua.
90. Sulla penna.
1 Mentre vissio signortacqui e fui muta
2 e parlo or che di vita priva sono;
Tommaso Campanella Poesie
35
3 m'è d'uopo aver la lingua mia feruta
4 nel mentre che io parlo o che ragiono;
5 son biancae pur di nero io vo pasciuta
6 e neri ancor tutti i miei figli sono;
7 io bramo all'opre mie ben spesso il sale:
8 istromento son io di bene e male.
91. [A Torquato Tasso.]
1 Tassoi leggiadri e graziosi detti
2 de' duoi maggior della tosca favella
3 dilettan benperché la vesta è bella
4 onora l'esquisiti alti concetti;
5 ma via più giova il fuoco de' lor petti
6 onde nell'alma a virtù non rubella
7 nasce il soave ardor e la fiammella
8 ch'è propria dei ben nati spirti eletti.
9 Voi gli aggiungete e trapassate in dire
10 ma il cor per l'ale vostre ancor non sente
11 ergersi al ciel e punger da giuste ire.
12 Deh! quando fuor della smarrita gente
13 ci sentirem dal vostro stil rapire
14 al degno oggetto dell'umana mente?
92. [Contro Lutero.]
1 Olla Lutherus erat fervens aquilonis ad oram;
2 illinc in mundum panditur omne malum.
93. [Posteri degeneri.]
1 O servili pettiperché la gloria tanta
2 de' nostri antichi fate che non vi mova?
94. All'Accademia d'Avviati in Roma.
1 Voiperegrini ingegnianime belle
2 chiamate al natural divino oggetto
3 ben dovreste scaldar il vostro petto
4 ai rai di luich'illumina le stelle.
5 Egli è di carmi di rime novelle
6 amoroso e dignissimo soggetto
7 talché venir faravvi onta e dispetto
8 delle vili arti e frivole novelle.
9 Che giova sempre d'immaggini e d'ombre
10 essere amantisenza saggia téma
11 d'adunar quanto un'atra notte sgombre?
12 Per Dioil piaceril prol'onor vi prema;
13 né più il vulgar terror le menti ingombre:
14 volgete gli occhi alla Virtù Suprema.
95. Ad un novo alumno della religione di Somaschi.
1 O di novella pianta or or inserta
2 del sommo Sire al nobile giardino
3 germe più belloin cuise dal mattino
4 conosco il giornola speranza è certa
5 pregotiessendo al cominciar de l'erta
6 ravvìvite di Spirito divino
7 ch'ogni parte del mondoogni confino
8 alitaquanto ciascun ente merta.
9 Apri la mente al suo calor fecondo
10 ché frutti produrrai d'eterna fama
11 purgate le caligini del mondo.
12 Il vaneggiante spirto a sé ti chiama
13 con lusinghe bugiarde e spasso immondo:
14 vedi ove asconde sua maligna brama.
96. [Per monacazione.]
1 Ioch'oggi d'Artemisia lascio il nome
2 finito il corso del natio costume
3 e mi consacro al pio celeste Nume
4 cui son mie voglie omai soggette e dome
5 e rendo al mondo le caduche some
6 presso la guida dall'Eterno Lume
7 ch'all'alto volo mi vestì le piume
8 spogliati i panni e le superbe chiome:
9 chieggio licenzia a voi del sangue mio:
10 altro padrealtra madre a me conviene
11 altre suore e fratelli ed altro zio.
12 Entro fra sacri ferri e pie catene;
13 a tutti dico addio; parentiaddio:
14 a rivederci presso al Sommo Bene.
97. A Roma.
1 Da le arme ai corpi e dagli corpi alle alme
2 sorse l'imperio tuo giàRoma altiera
3 quando tua spada veloce e severa
4 ti die' mille trionfi e mille palme.
5 Lasciasti poscia le ferrigne salme
6 (onde ognun ti stimò pazza e leggiera)
7 al mondo da te vinto; e la via vera
8 prendesti oppostadi cui tanto calme
9 per vincerlo di nuovoe dolcemente.
10 Deh! non pianger l'imperioItalia mia
11 ch'oggi l'hai vie più certo e venerando;
12 e sola avrai assoluta monarchia
13 in austroborealevante e ponente
14 seguendo Roma il suo fato ammirando.
98. Roma a Germania.
Tommaso Campanella Poesie
36
1 Viveanosenza di natura il lume
2 di caccia e di rapina le tue genti;
3 le selve avean per stanze con gli armenti:
4 io ti purgai del selvaggio costume
5 Germania; e posciaa fin non ti consume
6 ti donai leggie t'allevai con stenti:
7 ti renunziai l'imperioe gli altri ho spenti
8 quando fui seggio dell'eccelso Nume.
..9 Poi ti evagenlizzai l'eterna pace.
.10 Che piu' far ti potevo? Ma tuingrata
11 or m'abbandonisuperba ed audace
12 nuova Samaria o Grecia empiamalnata
13 cui il vaneggiar con sua ruina piace.
14 Verràe ben prestoa te la lor giornata.
99. Sonetto fatto sopra un che morse nel Santo Offizio
in Roma.
1 Animach'or lasciasti il carcer tetro
2 di questo mondod'Italia e di Roma
3 del Santo Offizio e della mortal soma
4 vattene al Cielché noi ti verrem dietro.
5 Ivi esporrai con lamentevol metro
6 l'aspra severitateche ne doma
7 sin dalla bionda alla canuta chioma
8 talchépensandome n'accoro e 'mpetro.
9 Dilli chese mandar tosto il soccorso
10 dell'aspettata nova redenzione
11 non l'è in piacerda sì dolente morso
12 togliabenignoa sé nostre persone
13 o ci ricrei ed armi al fatal corso
14 c'ha destinato l'Eterna Ragione.
100. A Cesare d'Este che ritenea Ferrara contro al Papa.
1 Tuche t'opponi alla promessa eterna
2 che fe' Cristo a sua sposadel retaggio
3 del mondo tuttoch'a lei giuri omaggio
4 baciando i piedi di chi la governa:
5 l'arme la manla man la virtù interna
6 non sai che regga? Dunquequal vantaggio
7 hai di milizia per cotanto oltraggio
8 che contro Dio avvilita non si scerna?
9 L'argento e l'orotua più vil speranza
10 fian preda e forza all'esercito santo:
11 lasciameschinsì stolta tracotanza.
12 Vedrai quel muroin cui ti fidi tanto
13 venirti a dosso: in Ciel se farai stanza
14 cadrai pur giù nel sempiterno pianto.
101. Sovra il Monte di Stilo.
1 Monte di Magna Greciach'al gran seme
2 non misto a gente unqua a virtù rubella
3 in Stilopatria mianel tempo ch'ella
4 siede nel lido ove l'Ionio freme
5 doni albergo secursì che non teme
6 d'Annibale la gente cruda e fella
7 che per tutto scorrea dalle castella
8 predando i mari e le campagne insieme;
9 ParnassoOlimpo e Campidoglio scorgi
10 sotto di teper me lodato tardi
11 di ciò e dell'erbe ch'ai fisici porgi
12 ch'assicurasti poi Ruggier Guiscardi
13 fuor che i tuoi diisant'Angelo e san Giorgi
14 rifiutando a tal uopo armi e valguardi.
102. [Pia esortazione.]
1 Deh! miraingratosu quell'alto legno
2 coronato di spinein alto asceso
3 chi per dar vita a tedal Ciel disceso
4 vestir manto terren non ebbe a sdegno.
5 Giunto poi di sua vita a certo segno
6 fu da gente plebea legato e preso
7 battutostrascinato e vilipeso:
8 emortodi Pluton discese al regno.
9 Indial prefisso termine risorto
10 per liberarci da mortal periglio
11 mostra il fianco squarciato e lui sol morto.
12 Volgi dunque ver lui devoto il ciglio
13 ché vita ti può dar nonché conforto
14 benché non sia del Padre Eterno il figlio.
103. Sonetto sopra il presente stato d'Italia.
1 Il fato dell'Italia oggi dipende
2 dall'esser vera o falsa rebellione
3 questach'a' Calavresi Carlo impone
4 e Sciaravache 'l Regno e 'l Re n'offende.
5 E s'il Conteche reggeancor pretende
6 che lor finte ragion sian vere e buone
7 entrando in parte dell'esaltazione
8 che dal mal nostro ognun di loro attende
9 più grave fia l'antevista ruina
10 (dice lo spirto)perché il giusto sangue
11 a vendetta movrà gli uomini e Dio.
12 Ahi cieca Italia nella tua rapina!
13 sin quando il senno tuo sopito langue?
14 s'io ben ti desiaiche t'ho fatt'io?
104. Sonetto sopra il salmo: «Saepe expugnaverunt me»ecc.
applicandolo l'autore a se stesso.
1 Spesso m'han combattutoio dico ancora
2 fin dalla giovanezza; ahitroppo spesso!
3 Ma d'espugnarmi non fu lor concesso
4 ch'è Dio che mi sostiene e mi rincuora.
5 Sopra le spalle miequasi ad ogn'ora
6 fabricando processo con processo
Tommaso Campanella Poesie
37
7 han prolungato il lor maligno eccesso;
8 ma la spada del Ciel per me lavora.
9 Vicino è 'l dìche le cervici altiere
10 e i colli torti e le lingue bugiarde
11 farà pasto di tigriorsi e pantere:
12 qual fièn de' tettich'in nascendo s'arde
13 pria che si colga e maledetto père
14 son verso Dio le tirannie più tarde.
105. Sonetto in lode di carcerati e tormentati per difesa
dell'innocenza.
1 Veggio spirti rivolti al Creatore
2 schernir tormenti e mortedel tiranno
3 armi sovranee scherzar con l'affanno
4 onta e dispetto del moresco core.
5 Di libertà e ragion tanto è l'ardore
6 che dolcezza il dolorricchezza il danno
7 seguendo l'orme di color che sanno
8 stimanoarmati di gloria ed onore.
9 Rinaldiil primosei notti e sei giorni
10 vince i tormenti antichi e i nuovi sprezza
11 onde Calavria se ne fregi ed orni.
12 Fan doi germani all'orrida fierezza
13 del mostro di Granata gravi scorni
14 esempio agli altri d'invitta fortezza.
106. Madrigale in lode di Maurizio Rinaldi.
1 Generoso Rinaldi
2 vera stirpe del sir di Monte Albano
3 ristorasti l'onor di tutto 'l Regno;
4 e di Giudei ribaldi
5 mettesti a terra il consiglio profano
6 e l'orgoglio moresco e 'l fiero sdegno.
7 Rendesti al Re di fideltate il pegno
8 soffrendo tricent'ore
9 con magnanimo core
10 tormenti inusitatisolo e ignudo
11 se non che Dio di onor ti fece un scudo.
107. Madrigale di palinodia.
1 Vilissimo Rinaldi
2 vera stirpe di Caccoempioinumano
3 vituperasti tutto quanto il Regno;
4 e di Giudei ribaldi
5 mettesti in alto il consiglio profano
6 e l'orgoglio moresco e l'alto sdegno.
7 Rendesti al Re d'infideltate il pegno
8 negando con vil core
9 l'onor di tricent'ore;
10 mostrasti ch'eri di virtude ignudo;
11 ma vil timor di morte ti fu scudo.
108. Sonetto fatto sopra li segnicon suoi appendici.
1 Toglie i dì sacri il Tebro e calca Roma
2 Lombardia il Po. Più volte il sol s'oscura.
3 Scorpion e Tauro cangiano figura.
4 Stelle son viste con l'accesa chioma.
5 Dell'una e l'altra Sicilia gran soma
6 l'Inferno inghiotte. Ogni erba fresca e dura
7 ràdeno i bruchi. Mostra la natura
8 novelli mondi e la barbarie doma.
9 La giustizia si compra e 'l Verbo santo
10 sotto favole e scisme ognor si vende.
11 Il premio a' buoni usurpa il ricco manto.
12 Non c'è profeta: è ancisoove s'intende.
13 Ben diecemila miglia dal suo canto
14 Febo calato a terra si comprende.
15 A poco a poco rende
16 sua vita il mondo al primo Creatore;
17 viene il giorno fatale al malfattore;
109. Sonetto contro don Aloise Sciaravaavvocato fiscale in
Calavria.
1 Campanella d'eretici e rubelli
2 capo in Calavria mai non s'è trovato;
3 ma l'infamaronper raggion di Stato
4 RuffiGaraffiMorani e Spinelli;
5 ma tutti Giudi e tutti Achitofelli
6 Sciarava granatese ha superato
7 giudiceparte e testimonio entrato
8 e boia più crudel. Chédisser elli
9 nato d'uom moro e femina marrana
10 (descendenti dal perfido ebraismo
11 venuti a forza alla fede cristiana)
12 scommunicato e puzza d'ateismo
13 mostroignorantesenza mente umana.
14 Quinci Carlo potea far sillogismo.
110. Sonetto contro Aloise Sciarava.
1 Mentre l'albergo mio non vede esangue
2 e gli spirti poggiar tremanti al cielo
3 l'empio mostrochesotto a finto zelo
4 la sua grandezza cerca nel mio sangue
5 di rabbia scoppiasi spaventa e langue;
6 muta sembiante il suo volpino pelo;
7 va a tornoinformaaccusa e cangia stelo
8 come aggirato vien dal perfido angue.
9 Dio par che dormae 'l suo bianco campione
10 da falsi testimoni oppresso giaccia
11 che vendono il suo mal per devozione.
12 DehSignor fortein me volgi tua faccia
13 da' autorità più espressa al mio sermone
14 ond'i ministri di Satàn disfaccia.
111. Sonetto in lode di Spagnuoli.
1 Sciarava m'incitò ch'io maledica
Tommaso Campanella Poesie
38
2 il governo e l'eserciti di Spagna.
3 - Meglio è - diss'io - che muto mi rimagna
4 che ciòDio non volendofaccia o dica. -
5 O figli di Iafeto gente amica
6 all'altissimo Sirpossente e magna
7 d'armi e consiglio in mar e alla campagna
8 Dio mi comanda ch'io vi benedica.
9 Di Sem nei padiglion tenendo il campo
10 i figlioli di Cam ti serviranno:
11 non ti capen doi mondi; il terzo nasce.
12 S'a quello interno lumeond'io m'avampo
13 gli aquilin d'Austria fissi guarderanno
14 del solcom'hanno il giroaràn le fasce.
112. Sonetto di rinfacciamento a Musuraca.
1 Temendo il tuo signor possente e forte
2 dici che mi tradistio Musuraca:
3 scusache solo i parasiti placa
4 della fortuna nell'ingiusta corte.
5 Ma perché pria le vesti mi trasporte?
6 perché in legarmi il tuo stuolo s'indraca?
7 perché tua industria alla mia morte vaca?
8 perché sul capo mio giochi a la sorte?
9 La vitache dovevi al padre mio
10 così la rendisconoscenteingrato?
11 Ben ti castigarà l'infamia e Dio.
12 Ahimè! chea tempo d'infelice stato
13 resta di amicodi giusto e di pio
14 solo il nomein coverta del peccato.
113. Sonetto fatto a tutti i carcerati per la medesima
causa.
1 La favella e 'l commercio vi si nega
2 e la difesaa voispiriti eletti;
3 perché sol la virtù de' vostri petti
4 l'orgoglio del tiranno affrena e lega.
5 E s'a fin alto carità vi piega
6 i corpi sparsi e gli uniti intelletti
7 saranqual fu la crocebenedetti
8 le forcheil fuocogli uncini e la sega!
9 E 'l bel morir che fa gli uomini dèi
10 ove solo il valor saggio e virile
11 della sua gloria spiega i gran trofei.
12 Qui dolce libertà l'alma gentile
13 ritrovae prova il verche senza lei
14 sarebbe ancor il Paradiso vile.
114. Sonetto in lode di fra Domenico Petrolo.
1 Venuto è 'l tempo omai che si discuopra
2 Petrolo miol'industriosa fede
3 che serbasti all'amicoe già si vede
4 ch'a tutte l'altre questa tua va sopra.
5 Mortiferainfedelempiaingrata opra
6 far simolastich'a lui vita diede
7 deluso il sdegno di genteche crede
8 che tal sofisma di terra lo cuopra.
9 Prodigo del tuo onor e della vita
10 per l'altrui vitahai d'ognun più gran fama
11 che gli die' apertaben pugnandoaita.
12 Di cerberi e bilingui cupa brama
13 schernisci or saggio. E` sentenza finita:
14 va felice ogni cosa a chi ben ama.
115. Alli defensori della filosofia greca.
1 Spirti ben nati nella santa scola
2 del Senno Eterno e verità divina
3 la cui vita nel mondo è pellegrina
4 e come vento se ne fugge e vola
5 onde avvien che sua luce unica e sola
6 che gli intelletti rischiarando affina
7 con l'empia turba povera e meschina
8 par che schifatee la bugia v'invola?
9 Non guardi a dietro chi a solcar la terra
10 ha posto mano; né del mondo curi
11 chi morto è al mondoove il mortal s'afferra.
12 Deh mirateper Dio! quanto s'oscuri
13 la fedeonde giuraste di far guerra
14 a' disleali spiriti ed impuri.
116. Sonetto alla beata Ursula napolitanaa cui si raccommanda.
1 Vergineche ravvivi il sangue santo
2 dell'illustre senese Caterina
3 nostra sorellae della gran reina
4 d'undecimila porti il nome e 'l vanto;
5 pregotiper l'onor del sacro manto
6 di cui spogliato incorsi in gran ruina
7 muovapregandola Mente divina
8 a compassion del mio angoscioso pianto.
9 Chétu ascendendo alla celeste corte
10 io restarò per testimonio fido
11 di tua bontàscampato dalla morte;
12 e canteròtornando al mio bel nido
13 il fin de' miei travaglie buona sorte
14 per gloria tuacon memorando grido.
117. Sonetto al signor Giovan Leonardiavvocato de' poveri.
1 Ai spirti illustri del seculo antico
2 stentandoogni poeta aguaglia i soi;
3 ma or il vero è comparso per noi
4 santo Leonardoin sì noioso intrico
5 d'offizionome e portamenti: io dico
6 il difensor communea cui sol poi
7 degno di Cristo e degl'invitti eroi
Tommaso Campanella Poesie
39
8 il titulo «de' poveri» gli è amico.
9 Sembra un leon ardenteche si muove
10 a guerreggiar: da bocca gli esce vampa
11 di leggid'argomenti e d'altre prove.
12 Ciò ch'egli scrivea noi libertà stampa;
13 ciò ch'egli parlanostra vita piove
14 contra l'ombra di morte accesa lampa.
118. Sonetto primo in lode di fra Pietro Presterà da
Stilo.
1 Sino all'Inferno un cavalier seguio
2 l'avventurato amico a grand'impresa:
3 ma più la bianca fede contrapesa
4 del tuo spirto lealfra Pietro mio.
5 Se canta il galloe 'l caso avvien più rio
6 di me infelice sempre alla difesa
7 d'amor più ardente si dimostra accesa
8 vincendo i colpi del mostro restio.
9 Fratiamiciparentichi mi nega
10 chi più ingrato mi trade e mi maligna
11 chi non volendo nel mio mal si piega.
12 Solo il travaglio e la rabbia maligna
13 titulo in fronte del tuo onor dispiega
14 re della fedeche mai non traligna.
119. Sonetto secondo in lode del medesimo.
1 Dunquefuror divinch'al volgo appare
2 folliaPresterà miot'infiamma e guida.
3 Chi d'immortal tanto valor si fida
4 degno carme poter dunque trovare?
5 Con lor cadesti per risuscitare
6 tanti eroiredentor sorgendo e guida;
7 traditorescaingrata ed omicida
8 setta atterrasti e d'iracundia un mare.
9 Gli orribil mostri e 'l serpentin bilingue
10 dove son or? dov'è l'ebraico stuolo?
11 dov'è 'l moresco? e i lor bugiardi offici?
12 Fedel combattitormai non s'estingue
13 più il nome tuopoiché serbasti solo
14 virtùreligionpatria ed amici.
120. Sonetto primo in lode del reverendo padre fra
Dionisio Ponzio.
1 Cantai l'altrui virtuti; or me ne pento
2 Dionigi mio: non avean senno vero
3 com'or la tuach'avanza anch'il pensiero
4 contemplo senza voceafflitto e lento.
5 Maraviglia! sì orrido tormento
6 che disnodava il corpo tutto intiero
7 di membro in membrol'animo severo
8 scherniaquasi dicendo: - Io non ti sento. -
9 In me tanto martìr io non soffersi
10 ch'in te stava il valor e 'l senno mio
11 e solo al viver tuo fûr ben conversi.
12 S'a te pario men vadoo fratea Dio;
13 né chieggio marminé prosené versi;
14 matu vivendo solviverò anch'io.
121. Sonetto secondo in lode del medesimoequiparandolo al
marchese di Vigliena
1 Qual di Vigliena il sirsperando al frutto
2 de' nostri tempiin sue membra disfatto
3 fu il Ponzio mioe con più terribil atto
4 transumanatoe 'n sua gloria ridutto
5 ch'era lo spirto in ogni parte tutto
6 del mio Dionogi mille pezzi fatto
7 con funi insin all'ossa stretto e tratto
8 in una volta per mille distrutto.
9 - Misericordia!- i spiriti d'Averno
10 allor gridârostupendosi come
11 tanto tormento non avea l'Inferno.
12 Sfogâro mille Spagne e mille Rome
13 al tuo martìr unitel'odio interno.
14 Viva del Ponzio la virtude e 'l nome!
122. Sonetto terzo in lode di fra Dionisio Ponzioalludendo alle
sue armefatto nel tempo della sua confronta.
1 Qual feroce leonch'in più catene
2 insidie umanema non forza stringe
3 eper dar gustomuro forte cinge
4 all'uom e alla fortuna con sue pene:
5 se stuol di can plebbeilatrandoviene
6 per noiarloa difesa non s'accinge
7 ma col ruggito e fiero aspetto spinge
8 la vil canaglia che valor non tiene;
9 tal fu Dionigi in mezzo a tanti Ebrei
10 congiurati all'estrema sua ruina
11 come contra Sanson gli Filistei.
12 L'arme ponziane veggendoindovina
13 chi vince a scacchiil fin de' versi miei:
14 dama fece il leon la sua pedina.
123. Sonetto fatto in lode di tre fratelli Ponzio.
1 ValorSennoBontate io adoro in Cielo
2 che fanno in tre persone una sostanza
3 ond'ho l'amaril saperla possanza
4 quanto dell'esser mio velo e revelo.
5 L'altrac'ho in terra con simile stelo
6 ond'ho la vitagli atti e la speranza
7 è la trina ponziana fratellanza
8 per valor grandeper senno e buon zelo.
9 Ferrante con Dionigi e Pietro fanno
10 un composto d'amor saggio e possente;
Tommaso Campanella Poesie
40
11 ed io sto in mezzo a ciò che ponno e sanno.
12 Taccia de' Gerion l'antica gente:
13 ch'or le tre ierarchie mirando stanno
14 la lor sembianza con l'Omnipotente.
124. Sonetto al Papa.
1 Tu sei del sommo Iddio vicario in terra
2 Clemente; e perché lasci il Campanella
3 da Marrani e Giudeigente rubella
4 all'altissimo Sirmetter sotterra?
5 Non vedi congiurati a farli guerra
6 i nemici alla patria Italia bella
7 ch'egli al valor antico rinovella
8 dove il zelante suo parlar s'afferra?
9 Né contra Dioné contra il Re congiura
10 chi i ribaldi ministri suoi riprende
11 né chi predice lor trista ventura.
12 Geremia e Michea via più gli offende
13 Briggida con Gioachim: pigli la cura
14 pria contra lorchi contra quel pretende.
125. Sonetto in lode del signor Cesare Spinola.
1 Pompa della naturaonor d'Iddio
2 splendor d'Italia e di sue ninfe Adone
3 tra' cavalier magnanimo campione
4 difensor di virtùSpinola mio
5 t'offeroringraziandoin atto pio
6 sacrifizio di musico sermone
7 del Campanella per la defensione
8 contra lo stuol traditoresco e rio.
9 La porta apristi donde il Ciel l'inspira
10 forzaamorvita al sentimento afflitto
11 d'invidia e gelosia vincendo l'ira.
12 Convenia sol al tuo valor invitto
13 tanta impresa per luiche 'l mondo ammira
14 più ch'i gran savi suoi Grecia ed Egitto.
126. In lode di don Francesco di Castiglia.
1 L'arbor vittorioso di Castiglia
2 ch'Italia e Spagna e un nuovo mondo adombra
3 nel cui tronco innestata più grand'ombra
4 spanda l'austriaca imperial famiglia
5 n'ha dato un germeche tutto assomiglia
6 al suo lignaggiofuor che non ingombra
7 paesi e regnianzi egli da sé sgombra
8 cure sì grevi e al vero ben s'appiglia.
9 Don Francesco è costuichesconosciuto
10 su l'Adige e 'l Sebeto va cantando
11 or donne santeor suoi cocenti amori
12 or l'Antiochia vintain stil più arguto
13 or false corti ed ingrate abiurando.
14 Che fiano i frutti suoi? Questi son fiori.
127. Sonetto al signor principe di Bisignano.
1 D'Italia e Spagna e dell'altro emispero
2 presso e Filippomonarca sovrano
3 primo signor è quel di Bisignano
4 per cui l'affanno mio parmi leggiero.
5 Ch'essendo stato un uom di tanto impero
6 diece e diece annisenza colpainvano
7 sol per sua larga e generosa mano
8 nel carcerdov'io stodolente e fiero;
9 purquando piacque al Ciel il suo ritorno
10 di dolce libertà all'amata luce
11 privo degli anni e di prudenza adorno
12 cessò ragion di Statoche produce
13 a Dio nemicia noi dannoal Re scorno.
14 Gran forza e speme tanto esempio adduce!
128. Sonetto in lode del signor Troiano Magnati.
1 Glorioso signorch'il nome porti
2 del cavallo TROIANdove i MAGNATI
3 suoi Grecia ascose prontiapparecchiati
4 sovra Asia a vendicar gli antichi torti
5 il valor di Diomede dentro apporti
6 d'Ulisse il senno e quegli accenti grati
7 di Menelao il sembiante e i modi ornati
8 ed ogn'altra virtù degli altri forti.
9 Del che m'avveggo io come Laocoonte
10 ma non con l'odio suonon col destino;
11 ché ammiro ed amo le tue virtù cónte.
12 Anzi umilmente pregando m'inchino:
13 apra il fianco fatalvendichi l'onte
14 fatte a tanti virtuosi e a me meschino.
129. Sonetto alla signora donn'Ippolita Cavaniglia.
1 Per conquistar d'Ausonia il più bel regno
2 e poi adornarloAlfonso ne traspianta
3 da Valenza la ricca e nobil pianta
4 cui Ferdinando die' luoco più degno.
5 Qui tai frutti apportòch'umano ingegno
6 qual sovra gli altri meglio scrive o canta
7 di poter raccontarli non si vanta.
8 Che farò ioche puoca virtù tegno?
9 Ippolitagermoglio più gentile
10 de' Cavanigli ramitu mi dona
11 di Petrarca o Maron l'invitto stile
12 o pur del Sannazzaroche l'intuona
13 tant'altamentech'il mio verso umile
14 sol le tue grazie in me tante risuona.
130. Sonetto alla medesima.
1 Ippolita magnanimain cui serba
2 l'alto valor de' Cavanigli tuoi
3 della virtù i tesorie amor gli suoi
Tommaso Campanella Poesie
41
4 come in un seme suo sta tutt'un'erba;
5 hai presenza degnissima e superba
6 che sembra armato esercito d'eroi;
7 maestosa bellezzadonde puoi
8 saldar ogni dolore e piaga acerba.
9 Generosa pietàman liberale
10 al Sommo Ben ti fan simil cotanto
11 che nata contro al mal ti giurarei.
12 Libero conversaranimo hai santo
13 favellar grazioso e celestiale.
14 L'altrefemine son; tu donna sei.
131. Madrigale alla signora donna Ippolita.
1 Bastava che pietosa
2 le mie doglie mirassi a ricrearmi
3 onde tuo servo eterno ne restassi
4 o donna generosa;
5 ma mille grazie e benefizi farmi
6 volesti ancor. Felici ferri e sassi
7 che stringete i miei passi
8 ringraziar non poss'io
9 né gioir del sol mio:
10 ringrazio voie di voi più non mi doglio.
11 Sol non poter servirla ho gran cordoglio.
132. Sonetto alla signora Olimpia.
1 Donnach'Olimpiadal monte onde Giove
2 e 'l cielo stesso il suo nome riceve
3 degnamente sei dettail camin greve
4 di tanta altezza a disperar mi muove.
5 Poi dal tuo sommo un dolce fonte piove
6 d'umanitàche fa agevole e breve
7 l'impresa immensa e la mia voglia lieve:
8 onde m'accingo a far le prime prove.
9 Picciolo don ti mandoma ben pegno
10 d'animo grandeonde virtù n'è vaga
11 tanto piùquando Amor ha nel suo regno.
12 Sul monte Olimpo un picciol ramo paga
13 d'oliva i vincitortrionfal segno:
14 tuch'in te vinci mecosì t'appaga.
133. Sonetto alla signora donn'Anna.
1 Se agli altri seicon sincopata voce
2 donna Annadomina anima a me sei
3 che signoreggi tutti i pensier miei
4 e rendi il viver mio tardo e veloce.
5 Dominioahitirannesco! ahivita atroce!
6 chévolendo bearminon mi bei.
7 Bellezza e nobiltàch'agli alti dèi
8 converrebbehai superbach'a me nòce.
9 Superbanomagnanimaappellarte
10 ond'a picciol valor forse non miri
11 dovevoe saggia per natura ed arte;
12 purbenché tal virtù tant'alto aspiri
13 dalla vera clemenza non si parte
14 ond'anche spero requie ai miei sospiri.
134. Invitato a cantar le laudi di Cesarecantò così.
1 In stile io canterei forse non basso
2 e farei molli i più rigidi cori
3 signor Aureliose tempi migliori
4 lo spirto avessetormentato e lasso.
5 Ma a me non lice più gire in Parnasso
6 né d'olive adornarminé d'allori
7 che in atra tomba piango i miei dolori
8 sol pianto rimbombando il ferro e 'l sasso.
9 Dite orch'io ascolto voicanoro cigno
10 cui avvien che in pene e pure in morte canti
11 Cesare invitto e vincitor benigno?
12 Troppo lungi son io dai pregi e vanti
13 d'uom sì felicea cui tutto è maligno
14 quanto adopran qua giù le stelle erranti.
135. [A un popolo di devoti recatisi a visitare il Santo Sepolcro.]
1 Populoche di Dio la sepultura
2 venisti a visitarpria visitato
3 da lui nel pettodove sta serrato
4 lo spirto tuocom'in pregion oscura
5 di pianger il tuo fallo prendi cura
6 per cui nell'Inferno egli è penetrato
7 ma libero di morte e di peccato
8 dove la tua salvezza opra e procura.
9 Di sospiri e di lagrime confuse
10 nel tuo volto fontana oggi si scerna
11 populo ingrato; non usar più scuse;
12 sìeti dolce onorar questa caverna
13 piangendo amaramenteove s'inchiuse
14 chi solo ti può dar la vita eterna.
136. [All'Ostia sacra.]
1 Titulo di vittoriapan di vita
2 d'uom vero e vero Dio sostanza e segno
3 della gloria immortaldonato in pegno
4 ad ogn'alma di te quaggiù nutrita
5 non potea ritrovar la via infinita
6 delli seculi eterni umano ingegno
7 senza l'aiuto tuosenza il sostegno:
8 tanto la perdizion l'avea impedita.
9 Chi a te s'accostasente alzarsi a volo
10 (secreto dei miracoli divini!)
11 gustando tefin al celeste suolo.
12 Degno seiSignor mioch'a te s'inchini
Tommaso Campanella Poesie
42
13 il ciella terra e 'l Tartaro; chésolo
14 vincitorpassi tutti i lor confini.
137. [Grecia e Italia.]
1 Greciatre spanne di marchedi terra
2 cintosuperbia non potea mostrare
3 solcò per l'aureo vello conquistare
4 e Troia con più inganni e puoca guerra.
5 Poi di menzogne e favole ne atterra
6 tutte le nazion per inalzare
7 sue false laudi. Orstandola a mirare
8 contra sé Italia e contra Dio quanto erra!
9 Ellache trionfò del mondo tutto
10 con senno ed armi sotto la gran Roma
11 dove anco ha Dio suo tribunal costrutto;
12 ellache novi mondi trovae doma
13 dell'Ocean vago ogni tremendo flutto
14 (impresa che trascende ogni gran soma)!
15 Né pur s'ammira o noma
16 Cristofaro Colomboil cui sagace
17 valor sapientissimo ed audace
18 ne schernisce e disface
19 di fisiciteologi e poeti
20 i librie i matematici decreti
21 ErculiGiovi e Teti
22 veggendo e' più con la corporea salma
23 che col pensier veloce altri dell'alma
24 degno d'eterna palma.
25 Ad un mondo dài nome tuAmerico
26 del nido a' buon scrittor cotanto amico;
27 ma il favoloso intrico
28 de' falsi eroi e de' bugiardi dèi
29 fa che senza poema ancor tu sei.
30 Quanti dir ne potrei!
31 Il gran dottor della legislatura
32 Pittagorae 'l suo Numachi l'oscura?
33 Italiasepoltura
34 dei lumi suoid'esterni candeliere
35 onde il gran Cosentin oggi non chiere
36 e lo Stilense fere
37 di nuovi affannidi cui sol l'aurora
38 gli antichi occupae quella patria onora
39 che poi lui disonora.
40 Colpa e vergogna della nostra gente
41 che al proprio malall'altrui ben consente
42 né pur anche si pente!
43 Privata invidia ed interesse ammaga
44 Italia miané mai più si dismaga
45 di servir chi la paga
46 d'ignoranzadiscordia e servitute
47 sempre contrarie alla commun salute!
48 Ahi! nascosta virtute
49 a te medesmae nota a tutto il mondo
50 sotto l'imperio soave e giocondo
51 del Lazio almo e fecondo
52 di prole generosapoich'e' solo
53 in lettere ed in arme fe' più stuolo
54 che l'universo insieme
55 con veritàch'or sotto il falso geme.
138. Sonetto fatto al signor Petrillo.
1 Bellissimo fanciullo oggi è comparso
2 qual luce all'oscurissima mia vita
3 temperando la mia doglia infinita
4 in sue domande onestamente scarso.
5 Chéveggendo il mio senno vano e sparso
6 ch'a nuovo carme inabile s'addita
7 il vecchio canto a ripigliar m'invita:
8 proposta veramente d'Anacarso.
9 Glorioso garzonche 'l cor mi pungi
10 di castissimo amor usando l'arco
11 e nuovo senno al mio perduto aggiungi
12 carme ti rendod'ogni gusto parco
13 ch'esce da bocca di dolcezza lungi
14 ch'agli ultimi sospiri è fatta varco.
139. Sonetto secondo fatto al medesimo.
1 Spirto ben natola bellezza è un fiore
2 dell'interno valorch'in noi riluce
3 per la massa corporeaonde produce
4 a chi vi mira stimoli d'amore.
5 Presso a puoch'anniquel ch'appar di fuore
6 ritorna dentro al suo primiero Duce
7 s'a lui apportò ben con la sua luce;
8 se nondel tutto poi svanisce e more.
9 Dunque veggiate di donarla a cambio
10 con chi vi dà virtùbontate e senno
11 non frivole novelle in contracambio;
12 le quaisend'ombradeleguar si denno
13 pria che proviate in sì noioso scambio
14 quanti rei tradimenti vi si fenno.
Tommaso Campanella Poesie
43
Rime amorose
140. Sonetto fatto dall'autore sopra il giuoco di dadi
applicandolo a se stesso.
1 Segnando sua fortuna sopra un punto
2 guadagnar sempre il giocator si vede
3 ché quei gli arride in facciae sopra siede
4 al segno opposto il dado al giuoco assunto.
5 Travolgendosi poiresta compunto
6 di danno e scornoe quanto manco cede
7 tanto più perdee 'l miser non s'avvede
8 finché tutt'il suo aver riman consunto.
9 Cosìavend'io delle mie estreme imprese
10 nella mia vaga dea fisso la sorte
11 sto beneho nunzi buonse m'è cortese:
12 se mi si asconde o fa le ciglia torte
13 novelle ho male e sento mille offese
14 ostinato a seguirla insino a morte.
141. Sonetto nel quale si ringrazia Amor d'aver ferito
con li suoi dardi l'amante.
1 Qual grazia o qual destin alto ed eterno
2 mi scorse a rimirar quegli occhiond'io
3 ne meno l'alma in sì dolce desio
4 che mal nel viver mio più non discerno?
5 Passata la tempesta e l'aspro verno
6 di quei sospirche già doglioso e rio
7 ferno un tempo mio statoor lieto e pio
8 mi dona Amor nuovo piacer interno.
9 Talchéo soave giornoo cari strali
10 che mosse la mia donna in mezzo al core
11 quando prima ver'lei le luci apersi!
12 Ohse mi desse il Ciel tanto favore
13 che potessi mostrarviegri mortali
14 a pieno il mio contento in dolci versi!
142. Sonetto nel quale si manifesta l'inestricabil
laberinto d'Amore.
1 Quando primieramente nel bel volto
2 fui mosso a guardar voicara nemica
3 parmi dicesse Amor: - Con gran fatica
4 miseroda tal nodo sarai sciolto. -
5 Ed or da tanta pena fosse tolto
6 pur finalmente il core quell'antica
7 mia voluntàcui spesso Amor implica
8 cessasse dal desir sì cieco e stolto!
9 Lasso! invan mi ritiro all'alto poggio
10 della ragionché già cinto d'intorno
11 mi preme l'avversario d'ogni parte.
12 Non fuggirnon schivarnon altro appoggio
13 trovo alla mia salute; e pien di scorno
14 convien mi rendae più non provi altr'arte.
143. Sonetto sopra un laccio di capelli.
1 Con tante spesse reti e stretti nodi
2 quante Amor fabricar mai ne sapesse
3 poi che al regno durissimo successe
4 della Necessitàninfami annodi.
5 Ed ioche tue bellezzeglorie e lodi
6 nella mente profonda porto impresse
7 e le virtuti insieme ond'egli intesse
8 tanto lavoro con occulti modi
9 di tuoi capegli un laccio dimandai
10 (come ogni affetto il simile richiede)
11 per segno di miei dolci lunghi guai.
12 Compita ancor non è la mia mercede
13 se pria Vulcanper non disciôrci mai
14 còlti in sua rete entrambi non ci vede.
144. [A Dianorasuora francescana.]
1 Donnache in terra fai vita celeste
2 sotto la guida di coluiche in Cristo
3 amandotrasformossie tale acquisto
4 feoche di crocifisso alfin si veste;
5 tu fai grand'opre sì conformi a queste
6 che spirto acceso al mondo non s'è visto
7 tanto d'amor divin all'altro misto
8 che l'anime subleva afflitte e meste.
9 Per ringraziarnon per lodartiio vegno;
10 ché non può lingua umana pienamente
11 narrar le tue virtuti a parte a parte.
12 Stella DIANORAal mio fragil legno
13 che solca un mar d'affannionde non parte
14 l'occhio del mio desire e della mente.
145. [Muro noioso.]
1 Parve a me troppoma alla cortesia
2 di lei fu puoco in sogno consolarmi;
3 onde volle anco vigilando darmi
4 quel ben che sopra gli altri si desia.
5 Sì chemancando ogni consiglio e via
6 io stando dentro agli ferrati marmi
7 ella fuorid'amor prendemmo l'armi.
8 Alta dolcezza entrambi ne assorbìa.
9 - L'orto ameno - dissi io; ella: - La chiave
10 dammicor mio -; e tal gioia n'avvinse
11 che 'l morir ci parea bello e soave.
Tommaso Campanella Poesie
44
12 Quando l'alme trasfuse risospinse
13 muro interpostoah ben noioso e grave!
14 che amor soverchio in tutto non ci estinse.
146. Sonetto fatto sopra un presente di pere mandate
all'autore dalla sua donnale quali erano tòcche dalli
denti di quella.
1 Le stampe delle perledonde il fiato
2 che mi dà vitasue figure imprime
3 nelle pere mandommi fresche e prime:
4 don fra gli amanti assai cupidi amato.
5 Grato odordolce umor v'era innestato
6 ché delle rose sue sparser le cime
7 d'amor un mare e sue ricchezze opime:
8 doncui gustandoio diventai beato.
9 Quand'io m'avveggiobenché tardo omai
10 che solo amor può darci il Sommo Bene
11 lo qual filosofando io non trovai
12 se virtù di mutar fanciulla tiene
13 pere in ambrosia e i tristi in giorni gai
14 cangiar vita e costume or mi conviene.
147. Sonetto di sdegno.
1 Donnadissi talor che gli occhi vostri
2 eran del ciel due fiammeggianti stelle:
3 dicolo ancorma di quell'empie e felle
4 ch'apportan pesteiraserpenti e mostri.
5 E dissi ch'eran fiamme: orcon inchiostri
6 che sian fiamme il redicoma di quelle
7 che tormentan l'inique alme rubelle
8 sulfuree e smortene' tartarei chiostri.
9 E dissi che il sembiante e che il crin era
10 di dea: or questo affermoma d'Averno
11 di Tesifond'Aletto e di Megera.
12 Il vero allor conobbiil vero or scerno;
13 vera fu allor mia voceor anco è vera:
14 ché allor voi Paradisoor sete Inferno.
148. Sdegno amoroso.
1 Queste d'ira e di sdegno accese carte
2 che d'un ingrato cuor son arme ultrici
3 legga chi fugge Amoree vegga in parte
4 i frutti suoil'infedeltà d'amici
5 com'io per breve amor diffuse e sparte
6 lagrime ho tanteamare ed infelici.
7 Orse ferimmi Amorodio mi sana
8 ché d'un contrario l'altro s'allontana.
9 Di te vorrei lagnarmiingiusto Amore
10 poiché fusti principio al pianger mio;
11 teco le mie querele e 'l mio furore
12 con giusto ardir di vendicar desio;
13 a te del mio penar pena maggiore
14 conviensi; e 'l vuole e la natura e Dio
15 chése fusti cagion ch'io amassi altrui
16 or tu devi soffrir gl'inganni sui.
17 Tu con l'aurato strale al manco lato
18 mi facesticrudelprofonda piaga;
19 tu ne traesti il cor vinto e legato
20 dandolo in preda a dispettosa maga
21 che cela il finto amore e simolato
22 sotto l'imagin suache mille immaga:
23 immaga millee mille amori agogna;
24 a nullo osserva fedea sé vergogna.
25 Dunque doveasi un tal ricetto a tanta
26 grandezza del mio cuorch'ama in eterno?
27 Empio! tu 'l sai con quant'onorcon quanta
28 fede osservai le leggi e 'l tuo governo:
29 governo iniquoov'il velen s'ammanta
30 tra puoco dolceov'è sol frode e scherno!
31 ingiuste leggiin cui s'è terminato
32 che si debba ferir un disarmato!
33 Sol mi debbo lodar che pur talvolta
34 ivi pervenni ove tu scherzi e ridi.
35 Ma che miracol fuse molta e molta
36 turba nel luogo stesso ergi ed affidi?
37 e qual obbligo fiase rotta e sciolta
38 la fé dell'empio cor subito vidi
39 e quinci e quindi i fraudolenti amori
40 divisi e sparsi in velenati cuori?
41 A te dunque mi volgoingorda arpia;
42 di te giusta cagion ho di dolermi.
43 Misera! or chi ad amar si mosse pria?
44 Pria tuche l'amor tuo festi vedermi
45 e con lettere e segni; il cielo udìa
46 d'Amore i colpi e i fragili tuoi schermi
47 e con tanti sospircon tai parole
48 che fatto avriano in giù calar il sole.
49 Ahiquante volte le rilessi il giorno
50 e quante volte accesero i desiri!
51 Le baciava talortalor intorno
52 l'irrigava di piantoe co' suspiri
53 poi l'asciugava. Allor palese fôrno
54 le mie pene amorosei miei martìri.
55 Esse ben sanno il fido petto mio
56 esse l'instabiltà del tuo desio.
57 Non ti ricordi in quanti effetti e modi
58 io t'ho fatto palese il riamarti?
59 Vuoi che racconti forseo pur che lodi
60 che oprato ho quel c'ho più potuto oprarti?
61 Or che cagionche disciogliessi i nodi
62 t'ho dato io mai? di che potrai lagnarti
63 se non c'hai puoco amato e falsamente
64 avendo fisso in mille cuor la mente?
65 Fra mille un solo è quel ch'in tutto ha spento
66 quel puoco amor che simolando andavi.
67 Ahi! misera infedelehai ardimento
68 di rivolger più gli occhi ove miravi?
69 Dispergiingrataogni tua speme al vento
70 ché non terrai più del mio cor le chiavi:
71 ama gli amanti tuoiama quell'uno
72 che mostra amarti più che amò ciascuno.
Tommaso Campanella Poesie
45
73 Io più non amo; anzid'amore invece
74 odio quanto più possoe fuggo e schivo.
75 Sieguati pur chi vuole; a me non lece
76 seguirti più: più sarò lieto e vivo
77 vivo marmo sarò; ché tal mi fece
78 il tuo tepido amor e semivivo.
79 Così liquido umor suol congelarsi
80 in duro ghiaccioe appena può disfarsi.
81 Quest'ultime parole e quest'estreme
82 note sian fine a quel duello antico;
83 ese fia ch'io per altri sudi o treme
84 cercarò fede all'amoroso intrico.
85 Bastami solper orche non mi preme
86 cura d'Amorma me di me nutrico.
87 E veggio ben c'ho navigato invano;
88 amai sol ombre e fui dal ver lontano.
149. Sonetto fatto dall'autore sopra un bagno mandatoli
dalla sua donnanel quale ella s'era prima lavata.
1 La faccia di madonnache di Dio
2 sola può dirsi imagin vera in terra
3 e le manprovidenza che non erra
4 bagnate in atto a me cortese e pio:
5 tolsi l'acquaapplicaila al corpo mio
6 già fracassato dopo lunga guerra
7 per gran tormento ch'ogni forte atterra
8 del medesmo liquor bevendo anch'io.
9 Miraculo d'amor stupendo e raro!
10 Cessò la dogliaio diventai più forte
11 le piaghe e le rotture si saldâro.
12 Sentendo in me le sue bellezze assorte
13 le visceregioendotrapassâro
14 in leimia dolce vitadalla morte.
Tommaso Campanella Poesie
46
Rime amorose scritte ad istanza di F. Gentile e altri
150. [A Francesco Gentile.]
1 Convenir troppo l'effetto e l'affetto
2 al tuo nomeo Gentilne fa gran fede
3 Amorche in gentil cuor solo risiede
4 che fatto ha tempio suo tuo gentil petto;
5 dove altamente il simulacro eretto
6 di Fleridach'ogni altra bella eccede
7 quant'ogni stella il solrender si vede
8 la magion lietae lieto l'architetto.
9 Ond'io m'inchino a leie per lei ti priego
10 ch'a lei e a te e a noi gentil ti mostri
11 il fatal pazzo Campanella aitando.
12 Dio ti guardi Flerida e dal suo niego:
13 apri il balcone; ond'eisenno acquistando
14 dal su' amorcanti con più gloria i vostri.
151. [La voce di Flerida] Madrigale fatto ad istanza del
signor Francesco Gentile.
1 Quando parla uom mortale
2 pria l'aer muove e poi l'orecchio intuona;
3 indi lo spirto sue figure accoglie.
4 Ma pria l'anima assale
5 quando Flerida mia canta o ragiona.
6 La dolce voce invola le mie voglie
7 ché dell'udir le soglie
8 e sì soavemente
9 passache non si sente
10 come fa Dio in noi; ond'io revelo
11 ch'ella donna non siama dea del cielo.
152. [I tre nèi di Flerida.]
1 Amornei gesti vaghi e riverenti
2 che la Flerida mia non abbia pare
3 d'un neo sul bel ginocchio il fai notare
4 sostegno de' leggiadri movimenti.
5 Che 'l lampeggiar del riso e i grati accenti
6 e i dolci baci in terra posson fare
7 un paradiso di dolcezze care
8 col neo sul labroper prova non menti.
9 Per cui m'additi un altro anche fiorito
10 vezzoso dio sul consecrato fonte
11 dell'immortalitate all'appetito.
12 Tai del sommo ben mio tre note cónte
13 di delizie nel pelago io smarrito
14 per stelle osservo d'un tanto orizzonte.
153. [Il corpo di madonna paragonato all'universo.]
1 Madonnahan scritto che l'umana testa
2 il ciel sembridel cui bel Paradiso
3 la bocca è fontegli occhi stellee 'l viso
4 dove il folgore nasce e la tempesta;
5 Diola ragion che sempre mai sta desta;
6 gli angelii spirti che portano avviso;
7 e 'l resto e quel di sotto han poi diviso
8 con bella somiglianza e manifesta.
9 L'umana terra sta nell'uman centro
10 che del suo paradiso il fonte asconde;
11 son gambepièmanbracciaarte e sostegno.
12 Però de' nèi che portiduinati entro
13 l'acque de' Paradisihanno il fiordonde
14 lontansterile resta il terzo segno.
154. [A Fleridaper il nuovo anno.]
1 SorgiFlerida mia
2 ch'io sento risanarme; ondetu essendo
3 e tu insieme ed ioforz'è che torni
4 al tuo vigor di pria
5 sì come penavo iotu ancor patendo
6 tu solche fai i miei giorni
7 tutti sereni e adorni.
8 Ciò ch'a te piace e giova
9 in me ancor si ritrova.
10 Passi il tempo fatal del nostr'affanno
11 venga il sperato ben del novell'anno.
155. [L'universo intero canti Flerida.]
1 Il biondo Apollo e 'l coro di Parnasso
2 il fonte pegaseogli verdi allori
3 PindoElicona cantin vostri onori;
4 e «Flerida» risuoni ogn'antro e sasso.
5 Tud'ogni vil pensiernonch'atto basso
6 schivatu sola ordisci alti lavori;
7 e per te avvien che Lete strida e plori
8 mentre al Cielo veloce muovi il passo.
9 Flerida siicor mioperch'altri pianga
10 d'invidia e gelosiama io teco rida
11 ancor se ben di lungi e 'n spirto giunto.
12 A quel seno divinoove s'annida
13 graziavirtù e beltàfruisca a un punto
14 quel ch'altri presso stentae a pianger sfida.
156. Sonetto alla signora Giulia.
1 Gioiaideavitaluceidoloamore
2 mia propria essenzain cui mi trasformai
3 seiGiulia mia; sì ben altro non mai
4 porto in boccanell'animo e nel core.
5 Né sol di me lo spirital valore
6 in te han converso i tuoi benigni rai
7 ma la carne anche e l'ossaond'io restai
8 giocoirideumbralunaimagoardore.
9 Vivo ionon ioma tu vivi in me stesso;
10 tu ti chiami Gentilio del Gentile
11 cioè dell'esser tuo titulo e segno.
Tommaso Campanella Poesie
47
12 Deh! m'avess'anche il mio fato concesso
13 ch'in te foss'anco il mio restante umìle
14 transumanato dall'Eterno Ingegno.
157. Madrigale alla signora Giulia.
1 Stia pur GIU` LIA e Rachele
2 e alle bellezze sovrumane e sole
3 di Giulia mia cedanche 'l nome il vole.
4 Sette e sett'anni ambroggia e dolce mèle
5 sono per servir leie centoe mille
6 tutti sono d'amor suavi faville
7 perché servir sì gran beltà infinita
8 è sempiterna gioiaeterna vita.
158. Sonetto alla signora Maria.
1 D'amor oggetto e di bontà evidenza
2 beltà si diceo bella ninfa mia:
3 bontà non ci èse non ci è cortesia
4 né amar si deve chi d'amor è senza.
5 Sei bella ed hai sovrana intelligenza
6 dell'amorosa legge; e perché pia
7 non mi ti mostri? T'appellan Maria
8 nome di gran pietà: dov'è l'essenza?
9 Deh! non si dichi mai che 'l volto e 'l nome
10 belli ritenghi soll'almagli affetti
11 contrari essendoch'io creder nol voglio.
12 Se mi reputi indegno di tecome
13 pria mi degnasti? Dunque uopo è ch'aspetti
14 nova arte di pietate al mio cordoglio?
159. Madrigale fatto ad istanza del signor Francesco
Gentile alla signora Maria.
1 Tutta leggiadra e bella
2 seidolce anima mia
3 piena di grazia e di beltà; MA RIA
4 se ben del ciel sei luminosa stella.
5 Chéavendo il volto e 'l nome
6 di pietade e dolcezza
7 se poscia il cuor dentro ritien fierezza
8 ognor di biasmo ed onte carchi some.
9 Non stanno ben insieme
10 bellezza e crudeltade
11 perché l'una ci toglie libertade
12 e l'altra affatto nostra vita preme.
13 Sii dunque a mecor mio
14 d'amore e cortesia
15 verace albergoSE VERA Maria;
16 ché mal senza di te viver posso io.
160. [Risposta dell'amata.]
1 Non fu pensier villano
2 che pose freno all'alto mio desire
3 o dubbitò di vostra gentilezza
4 dolce signor sovrano.
5 Né a cotanto voler mancò l'ardire;
6 ma per l'inusitata sua vaghezza
7 fûrno i miei spirti sparti
8 sino all'estreme parti;
9 e quanto più raccôr io lor volevo
10 tanto più li perdevo.
11 Quando sentii dal cielo occulto canto:
12 - Non violar tu quest'albor sacrosanto. -
13 Io rispondevo in pianto.
14 Ei soggionse che 'l côrre d'un sol fiore
15 senz'altro fruttofia mio eterno ardore.
161. Sonetto d'Orazio di G. a don G. d'A.
1 - Gli occhi vostri... - diss'io; quivi perdei
2 la vocech'era a celebrarvi uscita
3 quando bocca più degna e più gradita
4 replicò con stupor gli accenti miei.
5 Quasi volesse dir: - Scioccotu sei
6 bastante a rimirar luce infinita? -
7 Oltre passando poirestò smarrita
8 l'anima in grembo a pensier tristi e rei.
9 Allorqual uom che teme ingiuria o danno
10 nulla risposi; ond'or dubbie parole
11 mi dan continuo ed angoscioso affanno.
12 Ch'io volea dir: - Le luci ardenti e sole
13 di bei vostr'occhialma realqui fanno
14 sereno giornoor ch'è sparito il sole. -162.
A Venezia. [Palinodia]
1 Solo Cam con la sua progenie immonda
2 ch'al gran padrenel vin sepoltofanno
3 vergogna e vituperioora in te stanno;
4 ché 'l seme giusto è uscito omai da l'onda.
5 Tu nave or di Carontech'a la sponda
6 tartarea guidi nell'eterno danno
7 tante alme tristiche piangendo vanno
8 la tua brama d'un obolo profonda.
9 Da questa metamorfosi ognun puote
10 scorger che 'l Ciel sdegnato a voi l'ingegno
11 per punir vosco tutta Europainvola.
12 Ecco dal polo andar lunge Boote
13 ed a l'altro emisfero il santo regno
14 dal fiero drago; e Dio far nova scola.
163. Disticon pro rege Gallorum.
1 Turca necem fratriNero matriinsontibus infert;
2 sontibus at Gallus parcit utrisque pius.