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TommasoCampanella

Poesie

Tommaso Campanella

Poesie

1. Proemio.

1 Ioche nacqui dal Senno e di Sofia

2 sagace amante del benvero e bello

3 il mondo vaneggiante a sé rubello

4 richiamo al latte della madre mia.

5 Essa mi nutreal suo marito pia;

6 e mi trasfonde secoagile e snello

7 dentro ogni tuttoed antico e novello

8 perché conoscitor e fabbro io sia.

9 Se tutto il mondo è come casa nostra

10 fuggiteamicile seconde scuole

11 ch'un ditoun grano ed un detal vel mostra.

12 Se avanzano le cose le parole

13 dogliasuperbia e l'ignoranza vostra

14 stemprate al fuoco ch'io rubbai dal sole.

2. A' poeti

1 In superbia il valorla santitate

2 passò in ipocrisiale gentilezze

3 in cerimoniee 'l senno in sottigliezze

4 l'amor in zeloe 'n liscio la beltate

5 mercé vostrapoetiche cantate

6 finti eroiinfami ardorbugie e sciocchezze

7 non le virtùgli arcani e le grandezze

8 di Diocome facea la prisca etate.

9 Son più stupende di natura l'opre

10 che 'l finger vostroe più dolci a cantarsi

11 onde ogni inganno e verità si scuopre.

12 Quella favola sol dèe approvarsi

13 che di menzogne l'istoria non cuopre

14 e fa le genti contra i vizi armarsi.

3. Fede naturale del vero sapiente.

1 Io credo in DioPossanzaSennoAmore

2 unvitaveritàbontateimmenso

3 primo entere degli enti e creatore.

4 Non è partené tuttoinciso o estenso

5 ma più somiglia al tuttoond'ogni cosa

6 partecipò virtuteamore e senso.

7 Né priané poiné fuorl'alma pensosa

8 (ché 'n vigortempo e luogo egli è infinito)

9 può andarse in qualche fin falso non posa.

10 Da luiper lui e 'n lui vien stabilito

11 lo smisurato spazio e gli enti sui

12 al cui far del niente si è servito.

13 Ché l'unità e l'essenza vien da lui;

14 ma il numeroe che questo non sia quello

15 da quelche pria non fummorestò in nui.

16 Lo abborrito niente fa il duello

17 il malle colpele pene e le morti.

18 Poi ci ravviva il divino suggello.

19 participabil d'infinite sorti

20 NecessitateFato ed Armonia

21 Dio influendoche su' idea trasporti.

22 Quando ogni cosa fatta ogn'altra sia

23 cesserà tal divarioincominciato

24 quando di nulla unquanche nulla uscia;

25 di voglia e senno eterno destinato

26 che in meglio o in peggio non pôn far mutanza

27 sendo esso sempre morte a qualche stato.

28 Prepose il minor bene a quel ch'avanza

29 e la seconda legge alla primera

30 chi diè al peccato origine ed usanza.

31 Poter peccare è impotenza vera.

32 Peccato atto non è: vien dal niente;

33 mancanza o abuso è di bontà sincera.

34 Vero potere eminenza è dell'ente:

35 atto è diffusion d'esserche farsi

36 fuor della prima essenza non consente.

37 Necessità amorosa sol trovarsi

38 nei voler credo: ma di violenta

39 l'azioni e passion non distrigarsi.

40 La pena a' figli da' padri se avventa;

41 la colpa nose da voglia taccagna

42 imitata non èpoiché argomenta;

43 ma dalla prole a' padri torna e stagna

44 chi di ben generar non fan disegno

45 e trascurâro educazion sì magna.

46 Ma colpa e pena alla patria ed al regno

47 che di tempo e di luoco non provvede

48 e di personeche fan germe degno.

49 Perché dell'altrui pene ognuno è erede:

50 non lo condanna ignoranza o impotenza

51 ma voglia mal oprante in quel che crede.

52 Dall'ingannati torna la sentenza

53 agl'ingannantiche 'l Padre occultâro

54 a la fanciulla ancor nostra semenza.

55 Bisogno e volontànon senso raro

56 mirandospesso rispose il pio Padre

57 là dove e come i figli l'invocâro.

58 Talchébarbare genti [ed idoladre]

59 se operaste giustizia naturale

60 non siete esenti dalle sante squadre.

61 Vivoe non mortoun padre universale

62 non parzialné fatto esser Dio mai

63 a chi s'annunzia più scusa non vale.

64 Al che aspettato e' venne in tanti guai

65 commosso dagli nostri errori e danni

66 come per tutte istorie ritrovai

67 contra sofistiipocriti e tiranni

Tommaso Campanella Poesie

2

68 di tre dive eminenze falsatori

69 a troncar la radice degli inganni.

70 Voi falsi sempre solcommentatori

71 additaste per «tata» alli bambini

72 voi stessi e li serpenti e statue e tori.

73 Poicontra i sensi proprii a' peregrini

74 non bastò dir che la saetta vola

75 ma che sia uccelloe Dio gli enti divini.

76 Perdé la Bibbia la mosaica scuola

77 al tempo d'Esdra.........................

78 .........................................

79 I proprii Farisei Cinghie sortìo

80 Amida i bongi di Chami e Fatoche

81 l'altro emisfero in empietà finìo.

82 Utili a tuttichiare leggi e poche

83 per l'arte abbandonâro: la natura

84 perché nel primo seggio le rivoche

85 delle scienze ognun vuol ch'abbia cura;

86 non le condanna con le false sètte

87 ch'abborriscon la luce e la misura.

88 Ammira il solle stelle e cose elette

89 per statue di Dio vive e cortigiani:

90 adora un solo Dioch'un sempre stette.

91 Scuola alza e regno a Dio da questi vani:

92 servir a Dioin comunità vivendo

93 è proprio libertà di spirti umani.

94 La santa Chiesail Primo Senno avendo

95 per maestroe 'l libro che Dio scrissequando

96 compose il mondoi suoi concetti aprendo

97 sette sigilli or or disigillando

98 chiamerà tutto l'universo insieme

99 al tempio vivo dove va rotando.

100 Né a Dioné al tuttomale al mondo preme

101 ma sì alle partidonde egli è diverso;

102 ma ride al tutto la parte che geme.

103 Ogni cosa è immortale in qualche verso;

104 sol l'alme vanno d'uno in altro mondo

105 secondo i mertipiù opaco o più terso

106 finito in questo ognuna il proprio tondo

107 u' gli spiriti sciolti han le lor vie

108 che portan del fatal ordine il pondo

109 ed il giudicio aspettan del gran die.

4. Del mondo e sue parti.

1 Il mondo è un animal grande e perfetto

2 statua di Dioche Dio lauda e simiglia:

3 noi siam vermi imperfetti e vil famiglia

4 ch'intra il suo ventre abbiam vita e ricetto.

5 Se ignoriamo il suo amor e 'l suo intelletto

6 né il verme del mio ventre s'assottiglia

7 a saper mema a farmi mal s'appiglia:

8 dunque bisogna andar con gran rispetto.

9 Siam poi alla terrach'è un grande animale

10 dentro al massimonoi come pidocchi

11 al corpo nostroe però ci fan male.

12 Superba gentemeco alzate gli occhi

13 e misurate quanto ogn'ente vale:

14 quinci imparate che parte a voi tocchi.

5. Anima immortale.

1 Di cervel dentro un pugno io stoe divoro

2 tantoche quanti libri tiene il mondo

3 non saziâr l'appetito mio profondo:

4 quanto ho mangiato! e del digiun pur moro.

5 D'un gran mondo Aristarcoe Metrodoro

6 di più cibommie più di fame abbondo;

7 disiando e sentendogiro in tondo;

8 e quanto intendo piùtanto più ignoro.

9 Dunque immagin sono io del Padre immenso

10 che gli enticome il mar li pescicinge

11 e sol è oggetto dell'amante senso;

12 cui il sillogismo è stralche al segno attinge;

13 l'autorità è man d'altri; donde penso

14 sol certo e lieto chi s'illuia e incinge.

6. Modo di filosofare.

1 Il mondo è il libro dove il Senno Eterno

2 scrisse i proprii concettie vivo tempio

3 dovepingendo i gesti e 'l proprio esempio

4 di statue vive ornò l'imo e 'l superno;

5 perch'ogni spirto qui l'arte e 'l governo

6 leggere e contemplarper non farsi empio

7 debbae dir possa: - Io l'universo adempio

8 Dio contemplando a tutte cose interno. -

9 Ma noistrette alme a' libri e tempii morti

10 copiati dal vivo con più errori

11 gli anteponghiamo a magistero tale.

12 O penedel fallir fatene accorti

13 litiignoranzefatiche e dolori:

14 dehtorniamoper Dioall'originale!

7. Accorgimento a tutte nazioni.

1 Abitator del mondoal Senno Primo

2 volgete gli occhie voi vedrete quanto

3 tirannia bruttache veste il bel manto

4 di nobiltà e valorvi mette all'imo.

5 Mirate poi d'ipocrisiache primo

6 fu divin culto e santità con spanto

7 l'insidie; e di sofisti poi l'incanto

8 contrari al Sennoch'io tanto sublimo.

9 Contra sofisti Socrate sagace

10 contra tiranni venne Caton giusto

11 contra ipocriti CRISTOeterea face.

12 Ma scoprir l'empioil falsario e l'ingiusto

13 non bastané al morir correre audace

14 se tutti al Senno non rendiamo il gusto.

8. Delle radici de' gran mali del mondo.

1 Io nacqui a debellar tre mali estremi:

2 tirannidesofismiipocrisia;

Tommaso Campanella Poesie

3

3 ond'or m'accorgo con quanta armonia

4 PossanzaSennoAmor m'insegnò Temi.

5 Questi princìpi son veri e sopremi

6 della scoverta gran filosofia

7 rimedio contra la trina bugia

8 sotto cui tupiangendoo mondofremi.

9 Carestieguerrepestiinvidiainganno

10 ingiustizialussuriaaccidiasdegno

11 tutti a que' tre gran mali sottostanno

12 che nel cieco amor propriofiglio degno

13 d'ignoranzaradice e fomento hanno.

14 Dunque a diveller l'ignoranza io vegno.

9. Contra il proprio amore scoprimento stupendo.

1 Credulo il proprio amor fe' l'uom pensare

2 non aver gli elementiné le stelle

3 (benché fusser di noi più forti e belle)

4 senso ed amorma sol per noi girare.

5 Poi tutte genti barbare ed ignare

6 fuor che la nostrae Dio non mirar quelle.

7 Poi il restringemmo a que' di nostre celle.

8 Sé solo alfin ognun venne ad amare.

9 Eper non travagliarsiil saper schiva;

10 poivisto il mondo a' suo' voti diverso

11 nega la provvidenza o che Dio viva.

12 Qui stima senno l'astuzie; e perverso

13 per dominarfa nuovi dèi. Poi arriva

14 a predicarsi autor dell'universo.

10. Parallelo del proprio e comune amore

1 Questo amor singolar fa l'uomo inerte

2 ma a forzas'e' vuol viveresi finge

3 saggiobuonvaloroso: talché in sfinge

4 se stesso annicchilando alfin converte

5 (pene di onordi voci e d'òr coverte!)

6 Poi gelosia nell'altrui virtù pinge

7 i proprii biasmie lo sferza e lo spinge

8 ad ingiurie e rovine e pene aperte.

9 Ma chi all'amor del comun Padre ascende

10 tutti gli uomini stima per fratelli

11 e con Dio di lor beni gioie prende.

12 Tubuon Francescoi pesci anche e gli uccelli

13 frati appelli (oh beato chi ciò intende!);

14 né ti fûrcome a noischifi e rubelli.

11. Cagioneperché meno si ama Diosommo beneche

gli altri beniè l'ignoranza.

1 Se Dio ci dà la vitae la conserva

2 ed ogni nostro ben da lui dipende

3 ond'è ch'amor divin l'uom non accende

4 ma più la ninfa e 'l suo signor osserva?

5 Che l'ignoranza misera e proterva

6 chi s'usurpa il divinper virtù vende;

7 ed a cosa ignorata amor non tende

8 ma bassa l'ale e fa l'anima serva.

9 Quise n'inganna poi e toglie sostanza

10 per darla altruine' vili ancor soggetti

11 ci mostra i rai del Benche tutti avanza.

12 Ma noi l'ingannoil danno (ahimaledetti!)

13 di lui abbracciamoe non l'alta speranza

14 de' frutti e 'l senso degli eterni oggetti.

12. Fortuna de' savi.

1 Gran fortuna è 'l saperpossesso grande

2 più dell'aver; né i savi ha sventurati

3 l'esser di vil progenie e patria nati:

4 per illustrarle son sorti ammirande.

5 Hanno i guai per venturache più spande

6 lor nome e gloria; e l'esser ammazzati

7 gli fa che sien per santi e dèi adorati

8 ed allegrezza han da contrarie bande:

9 ché le gioie e le noie a lor son spasso

10 come all'amante pare il gaudio e 'l lutto

11 per la sua ninfa: e qui a pensar vi lasso.

12 Ma il sciocco i ben pur cruccianoe più brutto

13 nobiltà il rendeed ogni tristo passo

14 suo sventurato fuoco smorza in tutto.

13. Senno senza forza de' savi delle genti antiche esser

soggetto alla forza de' pazzi.

1 Gli astrologiantevista in un paese

2 costellazion che gli uomini impazzire

3 far doveaconsigliârsi di fuggire

4 per regger sani poi le genti offese.

5 Tornando poscia a far le regie imprese

6 consigliavan que' pazzi con bel dire

7 il viver priscoil buon cibo e vestire.

8 Ma ognun con calci e pugni a lor contese.

9 Talchésforzati i savi a viver come

10 gli stolti usavanper schifar la morte

11 ché 'l più gran pazzo avea le regie some

12 vissero sol col senno a chiuse porte

13 in pubblico applaudendo in fatti e nome

14 all'altrui voglie forsennate e torte.

14. Gli uomini son giuoco di Dio e degli angeli.

1 Nel teatro del mondo ammascherate

2 l'alme da' corpi e dagli affetti loro

3 spettacolo al supremo consistoro

4 da naturadivina arteapprestate

5 fan gli atti e detti tutte a chi son nate;

6 di scena in scena vandi coro in coro;

7 si veston di letizia e di martoro

8 dal comico fatal libro ordinate.

9 Né sanné ponnoné vogliono fare

10 né patir altro che 'l gran Senno scrisse

11 di tutte lietoper tutte allegrare

12 quandorendendoal fin di giuochi e risse

Tommaso Campanella Poesie

4

13 le maschere alla terraal cieloal mare

14 in Dio vedrem chi meglio fece e disse.

15. Che gli uomini seguono più il caso che la ragione

nel governo politicoe poco imitan la natura.

1 Naturada Signor guidatafece

2 nel spazio la comedia universale

3 dove ogni stellaogni uomoogni animale

4 ogni composto ottien la propria vece.

5 Finita questacome stimar lece

6 Dio giudice sarà giusto ed eguale;

7 l'arte umanaseguendo norma tale

8 all'Autor del medesmo satisfece.

9 Fa regisacerdotischiavieroi

10 di volgar opinione ammascherati

11 con poco sennocome veggiam poi

12 che gli empi spesso fûr canonizzati

13 gli santi uccisie gli peggior tra noi

14 prìncipi finti contra i veri armati.

16. Re e regni veri e falsi e mistie fini e studi loro.

1 Neron fu re per sorte in apparenza

2 Socrate per natura in veritate

3 per l'una e l'altra Augusto e Mitridate

4 Scipio e Gioseppe in partee parte senza.

5 Cerca il principe spurio la semenza

6 delle genti stirpar a regger nate

7 come ErodeMelitoe l'empio frate

8 di Tito e Caifaed ogni ria potenza.

9 Chi si conosce degno di servire

10 persegue chi par degno da imperare:

11 di virtù regia è segnale il martire.

12 Questi regnan pur mortia lungo andare:

13 vedi i tiranni e lor leggi perire

14 e Pietro e Paulo in Roma or comandare.

17. Non è re chi ha regnoma chi sa reggere.

1 Chi pennelli have e coloried a caso

2 pingeimbrattando le mura e le carte

3 pittor non è; ma chi possede l'arte

4 benché non abbia inchiostripenne e vaso.

5 Né frate fan cocolle e capo raso.

6 Re non è dunque chi ha gran regno e parte

7 ma chi tutto è GiesùPallade e Marte

8 benché sia schiavo o figlio di bastaso.

9 Non nasce l'uom con la corona in testa

10 come il re delle bestieche han bisogno

11 per lo conoscerdi tal sopravvesta.

12 Repubblica onde all'uom doversi espogno

13 o reche pria d'ogni virtù si vesta

14 provata al solee non a piume e 'n sogno.

18. A Cristonostro signore.

1 I tuo' seguacia chi ti crocifisse

2 più che a te crocifissosimiglianti

3 son oggio buon Giesùdel tutto erranti

4 da' costumiche 'l tuo senno prescrisse.

5 Lussurieingiurietradimenti e risse

6 van procacciando i più stimati santi;

7 tormenti inusitatiorrori e pianti

8 (tante piaghe non ha l'Apocalisse)

9 armi contra tuoi mal cogniti amici

10 come son io. Tu il saise vedi il cuore:

11 mia vita e passion son pur tuo segno.

12 Se torni in terraarmato vien'Signore

13 ch'altre croci apparécchianti i nemici

14 non Turchinon Giudei: que' del tuo regno.

19. Alla morte di Cristo.

1 Mortestipendio della colpa antica

2 dell'invidia figliuolae del niente

3 tributariae consorte del serpente

4 superbissima bestia ed impudica:

5 credi aver fatta l'ultima fatica

6 sottoposto al tuo regno tutto l'ente

7 contra l'Omnipotente omnipotente?

8 Falsa ragion di Stato ti nutrica.

9 Per servirsi di te scende all'abisso

10 non per servir a te: tu l'armi e 'l campo

11 sceglie schernita se' da un crocifisso.

12 S'e' viveperdi; e s'e' muoreesce un lampo

13 di deità dal corpo per te scisso

14 che le tenebre tue non han più scampo.

20. Nel sepolcro di CristoDio nostroa' miscredenti.

1 O tuch'ami la parte più che 'l tutto

2 e più te stesso che la spezie umana

3 che i buon persegui con prudenza vana

4 perché al tuo stato rio rendon mal frutto

5 ecco li Scribi e Farisei del tutto

6 disfattied ogni setta empia e profana

7 dall'Ottimoche i buoni transumana

8 mentre in sepolcro a lor pare distrutto.

9 Pensiti aver tu solo provvidenza

10 e 'l ciella terra e l'altre cose belle

11 le quali disprezzistarsene senza?

12 Scioccodonde se' nato tu? Da quelle;

13 dunque ci è Senno e Dio. Muta sentenza:

14 mal si contrasta a chi guida le stelle.

Tommaso Campanella Poesie

6

9 né per sé si diffonde.

10 Di color gialloazzurrorosso e verde

11 prende nomesecondo l'ombra trista

12 più o meno la nasconde

13 né senza il primo lume può esser vista.

14 Così lo Senno in Dio senza fin puro

15 moltiplicabileunico e veloce

16 tutto ad un tratto vede

17 formainsegna e possede;

18 detto qua Verboe in Ciel di miglior voce.

19 Partecipato poi dal mondo oscuro

20 e di finita forza

21 temeamaodia ed obblia;

22 né più Dioma vien detto

23 naturasennoragionfantasia.

24 E secondo più o men dura ha la scorza

25 o più e manca è schietto

26 più o manco sa; ma in Dio più si rinforza.

27 Spirto puroqual lucedi tutti enti

28 ben s'infacee gli intende in quella guisa

29 ch'essi in se stessi sono;

30 ed a sorgere è buono

31 a giudicardi quel che gli si avvisa

32 il resto e gli simili e i differenti.

33 Ma l'impuro infelice

34 qual rossor rosse scorge

35 le cosee non come enno

36 e d'una in altra sembianza mal sorge:

37 laonde il natural mentire indice

38 ma non lo scaltroun senno

39 di natura corrotta e peccatrice.

40 Chi tutte cose imparatutte fassi

41 qual Dioma non del tutto ed in essenza

42 com'è la Cagion Prima.

43 Ch'alma di tanta stima

44 far cose vive sol con l'intendenza

45 patria e del spazio comprendere i passi;

46 quanti il freddo e caldo hanno

47 gradie momenti il moto

48 e del tempo gli instanti;

49 quanti angelie vie il lumee corpi ha il vòto;

50 le riformeche a lor vengono e vanno

51 i rispettie sembianti;

52 quanti atomi in ogni ente e come stanno.

53 Chi che si sia purissimadappoi

54 ch'averia conosciuto tutte cose

55 non si potria dir certo

56 d'una sola esser certo

57 quant'artiparti e rispetti Dio pose

58 in leico' tanti ognor divari suoi.

59 Ch'e' non è dentro a quella

60 e sé dentro a sé ignora:

61 onde con sua misura

62 né con quella dell'essercerta fôra

63 se tutto s'internasse. L'uomla stella

64 l'angelogni fattura

65 diverso han senso pur d'ogni cosella.

25. Al Primo Senno. Canzone terza.

1 Tanto senno have ogn'entequanto basta

2 serbarlo a séalla specieal mondoa cui

3 per tanto tempo è nato

4 per quanto Dio ha ordinato

5 pel Fatoa cui serviamo più ch'a nui:

6 ond'altri in fioraltri in fruttaaltri guasta

7 di noi nel materno alvo.

8 Comeper usa vario

9 facciam pur noi dell'erbe

10 cui pare ingiusto il nostro necessario;

11 così a noimentre s'offre or folto or calvo

12 par che ragion non serbi

13 il fatal capoche 'l mondo tien salvo.

14 Casa stupenda ha fatta il Senno Eterno

15 ch'ogni entebenché vilnon vuol cangiarsi

16 con altri; onde s'aiuta

17 contra 'l morir che 'l muta;

18 ma vorria e crede solo in sé bearsi

19 ché ignora l'altrui bensape il suo interno.

20 O somma Sapienza

21 che di nostra ignoranza

22 si serve a far ciascuno

23 felice e lietoe l'universo avanza.

24 Gabbia de' matti è il mondo; ese mai senza

25 di follie fosseognuno

26 s'uccideriaanelando a più eccellenza.

27 La fabbrica del mondo e di sue parti

28 e delle particelle e parti loro;

29 le varie operazioni

30 che han tutte nazioni

31 degli enti nostri e del celeste coro;

32 vari riticostumivite ed arti

33 de' passati e presenti

34 degli astri e delle piante

35 de' sassi e delle fiere;

36 tempivirtutiluoghi e forme tante;

37 le guerre e le cagion de gli elementi

38 noti chi vuol sapere

39 ch'e' nulla sappiae non con finti accenti.

40 Spirto puro e beato solo arriva

41 a sì saggia ignoranza; né può farsi

42 puro chi non è nato

43 per colpa altrui o per fato.

44 Può di natura il don più raffinarsi

45 con gli oggetti e con l'arte educativa

46 e farsi ampio e chiaro;

47 ma non leggierdi greve

48 se di savi e di eroi

49 senno e forza ogn'alunno non riceve.

50 Né si trasfondese fiacco ed ignaro

51 figlio hanno; onde puoi

52 considerare altronde don sì caro.

53 La purità natia dunque si tira

54 dall'armonia del mondo e d'ogni corda

55 che vario suon disserra

56 tesa in cielo ed in terra;

57 e chi sa ingenerarlaa lor s'accorda

58 doveonoratoDio sua grazia aspira.

Tommaso Campanella Poesie

7

59 Oh felice soggetto

60 degno di favor tale

61 che Dio in lui di sé goda!

62 Poscia è felice chi tanto non vale

63 seascoltandos'unisce a quel perfetto.

64 Ma d'ogni ben si froda

65 chi nato è impuro e schifa il saggio e schietto.

26. Introduzione ad Amorevero amore.

1 Il vero amante sempre acquista forza

2 ché l'immagine amata e la bellezza

3 l'anima sua raddoppia; donde sprezza

4 ogn'alta impresa ed ogni pena ammorza.

5 Se amor donnesco tanto ne rinforza

6 quanta gloria darìagioia e grandezza

7 unita per amorl'Eterna Altezza

8 all'anima rinchiusa a questa scorza?

9 L'anima si farìa un'immensa spera

10 che amarsaper e far tutto potrebbe

11 in Diodi maraviglie sempr'altèra.

12 Ma noi siamo a noi stessi lupi e zebbe

13 senza il vero Amoreluce sincera

14 ch'a tanta altezza sublimar ne debbe.

27. Contra Cupido.

1 Son tremila anni omai che 'l mondo cole

2 un cieco Amorc'ha la faretra e l'ale;

3 ch'or di più è fatto sordoe l'altrui male

4 privo di caritateudir non vuole.

5 D'argento è ingordo e a brun vestirsi suole

6 non più nudo fanciul schietto e leale

7 ma vecchio astuto; e non usa aureo strale

8 poiché fûr ritrovate le pistole

9 ma carbonsolfovampatruono e piombo

10 che di piaghe infernali i corpi ammorba

11 e sorde e losche fa l'avide menti.

12 Pur dalla squilla mia sento un rimbombo:

13 - Cedibestia impiagatasorda ed orba

14 al saggio Amor dell'anime innocenti.

28. Canzon d'Amore secondo la vera filosofia.

1 Uditeamantiil mio cantar. Sempr'era

2 l'Amor universals'egli Dio spinse

3 a far il mondoe non forza o bisogno.

4 La sua Possanza a tanta opra l'accinse

5 però che dentro a sua infinita spera

6 la Prima Sapienzaond'io ciò espongo

7 previde che potea starvi l'essenza

8 de' finiti entie disse: - Or vi ripongo. -

9 Ché Amora cui ogni essere è bontate

10 ch'al Senno è veritate

11 vita alla Potestate

12 l'antevista possibile esistenza

13 repente amò: tal ch'e'c'ha dipendenza

14 dal Senno e dal Poterla volve a loro:

15 ché poter e saper essi non ponno

16 quel che non vonno. Dunque insieme adoro

17 PossanzaSennoAmorPrimo Ente e Donno.

18 Il perfetto animalch'or mondo èpria

19 era confusionquasi un grand'uovo

20 in cui la Monotriade alma parente

21 covandoespresse il gran sembiante nuovo.

22 Però NecessitàFatoArmonia

23 influendoil Poterl'Amorla Mente

24 sopiti sciolse a farsiin membra tante

25 naturafabbri intrinsechi e semente.

26 Onde ogn'ente è perch'esser puòsa ed ama.

27 Non puòignora o disama

28 chi al morir si richiama;

29 il che di vita in vita è gire errante

30 ché la spera vital sempr'è più innante.

31 Ma le tre influenze abbreviâro

32 il saper delle partiond'esseincerte

33 degli altri esseri e vitesolo amâro

34 la propria ed abborrîr di farsi esperte.

35 Il Primo Ente divinounoimmortale

36 tranquillo sempreè l'infinito Bene

37 proprio oggetto adeguato del su' Amore.

38 Orperché ogn'esser da quel primo viene

39 è buono e lieto oggetto naturale

40 del proprio amortalch'egli ama il Fattore

41 se stesso amandodi cui è certa imago.

42 E però s'ama d'infinito ardore

43 bramando farsi infinito ed eterno

44 ché è tal l'Autor superno.

45 Quinci nasce odio interno

46 contra 'l morire in chi non è presago

47 d'esser vicin più al Primoond'è sì vago

48 ch'anzi odiar séche luipuòBene immenso.

49 Del ben il senso amor spira per tutto;

50 ma alle parti mortai del male il senso

51 per parziale amorl'odio ha produtto.

52 Dio cosa nulla odiaché affanno e morte

53 da lor non teme; ma sua vita propia

54 da lor partecipatain sé vagheggia

55 tutte avendo per buonee bench'inopia

56 di più sembianza sua nell'alme torte

57 si dica odiare' non langue o vaneggia

58 ch'indi e' ben non mendìcae n'ha a dovizia

59 per sempre dar; ma il suo Fato pareggia

60 con ta' detti odii e mortil'Armonia

61 di sua gran monarchia.

62 Né 'l mondoa chi ben spia

63 odia sue parti; ma prende a letizia

64 lor guerre e mortiche fanno a giustizia

65 in altre vitedove gli è mestiero.

66 Così il pan duolsi e muoreda me morso

67 per farsi e viver sanguee questo io chiero;

68 poi muore il sangue alla carne in soccorso.

69 Cosa mala io non truovo a Dio ed al mondo

70 né téma o gelosia; ma da fiacchezza

Tommaso Campanella Poesie

8

71 nacquero delle partio dal difetto

72 di quel ch'a molti è gioia o sicurezza.

73 Una comun materia ha il spazio tondo

74 di cui far regno amòstanza e soggetto

75 ogni attivo valor per eternarsi.

76 Dal che Necessità punse l'affetto

77 del consimile a far lo stessoe guerra

78 pone il Fatoe disserra

79 l'Armonia cielo e terra.

80 Ecco lite d'amor per amor farsi.

81 Con re il re pugnanon con Davo; ed arsi

82 gli enti ha il fuocoper fuoco amico farli;

83 e la terra vorria che fusser sui.

84 E dal non esser nasce il contrastarli;

85 dall'esseramicizia; e un di dui.

86 Amorche dal Valor e Senno Primo

87 procede e lega que' con dolce nodo

88 del sommo bench'è l'esser suo mai sempre

89 è voluntate e gaudio sopra modo

90 di sé a sésicur bensempre opimo.

91 Amorinfuso del mondo alle tempre

92 del suo gaudio e comodo è pur desire

93 che del futuro mai non si distempre

94 ond'egli perda il sembiante divino.

95 Ma l'amorche 'l destino

96 fe' alle parti meschino

97 più tosto è desiderio che gioire

98 del proprio benche va sempr'al morire.

99 Amor dunqu'è piacer d'immortal vita

100 in tutti: ma chi in sé perderla sente

101 la cerca altrondee 'l consiglio l'invita

102 a trovar via di non morir repente.

103 L'Inopia dunquepregna dal Consiglio

104 regenera amor fieriardenza e fame

105 cupidigiaappetito e zel di quelle

106 cosech'intraman della vita il stame.

107 Onde il sol mangia la terrae di piglio

108 ella al ciel dà e vorria mangiar le stelle.

109 Fa di tal guerra e dir lor semi il Fato

110 spirtiumorpietreanimaipiante; ed elle

111 mangiansi l'un l'altra: ove amor fassi

112 gioirmentre rifassi

113 pian pian quel che disfassi.

114 Ché gioia del sentirsi esser serbato

115 atto è; e 'l dolordel sentirsi turbato

116 cui sommo è ben la conservazïone

117 e sommo mal è lo distruggimento.

118 Però diciam le cose male o buone

119 ch'a lor son viacagionmostra e fomento.

120 Del nemico la fugao la vittoria

121 e del cibo il restauro non bastando

122 ad eternaril Senno amantevisto

123 che 'l sol producela terra impregnando

124 tante sembianzerevocò a memoria

125 l'arte divinae 'l mortal sesso misto

126 partìo in dueche sembra terra e sole

127 servendosi del caso; ond'ha provvisto

128 ched'essi unitiAmorper be' lambicchi

129 virtù vital dispicchi

130 chi d'esser gli fa ricchi

131 morendo in sénella futura prole

132 per questo amata più ch'amante; e suole

133 qui Amorvòlto in gioirscordarsi il Senno

134 come fan gli altri dell'Inopia figli

135 seguendola in più e meno: onde vizi enno

136 come virtuti son presso a' consigli.

137 Peròdovunque Amor del suo ben scorge

138 segnale alcunche bellezza appelliamo

139 pria che lasci pensar s'ivi s'asconda

140 il ben che 'l servaaccorre; e qui pecchiamo

141 ché fuor di tempo e luogoo più o men porge

142 l'idea vitaleo in terra non feconda;

143 dove purpreparata al gran finegioia

144 sentendoin più error grande si profonda

145 ch'ella d'Amor sia oggetto e fin sovrano

146 non saggio e ésca e mezzano

147 del viver sempre. Ah insano

148 pensierche ogni viltà produce e noia!

149 Né cieca legge smorza tanta foia

150 ma il gran Saperd'Amor viste ir l'antenne

151 al non morir: il che fra noi mancando

152 all'alto volo gli veste le penne

153 d'eternitàch'andiam quaggiù cercando.

154 Visto gli eroi e filosofi più pruove

155 che 'l cibo e 'l generar fallano spesso

156 e 'l figlio tralignante perdé al padre

157 invece di servarl'esser commesso

158 punti d'Amor divin (cui par che giove

159 più propagar le cose più leggiadre)

160 sprezzâr la parte per lo tutto; e 'l seme

161 pria in tutti gli enti la Bontà lor madre

162 mirandoamando han sparsoe le sembianza

163 di lor senno e possanza

164 (di Dio ampliati ad usanza

165 in tutto almen l'uman genere insieme)

166 in dettiin fatti ed opre alte e supreme.

167 E preser l'alme belle ad impregnare

168 di lor virtùche trae di vaso in vaso

169 lor vita; ma pu manca a lungo andare

170 ché solo Dio resiste ad ogni caso.

171 TeAmorsfera infinitaalma e benigna

172 che 'n Ciel di copiain noi d'inopia hai centro

173 circondato dal cerchio sensitivo

174 onde chi sente piùpiù ama e gode;

175 ioche son teco a tutte cose dentro

176 cantolaudo e descrivo.

177 Per te si abbraccia il van le cose sode

178 e le virtù la moleonde consiste

179 dell'universo l'ordinedistinto

180 per te di stelle e d'uomini dipinto.

181 Per te si gira il solla terra piglia

182 vigoronde poi tante cose figlia.

183 Per te contra la morte si resiste

184 e contra il malche tanto ci scompiglia.

185 Tuautor di gentilezza

186 distruttor di fierezza;

187 da ten son le repubbliche e gli regni

188 e l'amiciziach'è un amor perfetto

189 che contra il male accomuna ogni bene.

190 Tu se' d'eternità frate alla spene

Tommaso Campanella Poesie

9

191 soprabbondanza di eterno diletto.

192 Tu vinci la Possanza e l'Intelletto.

29. Della Bellezzasegnal del beneoggetto d'amore.

1 L'Amor essenzialcui son radici

2 Senno e Valor natividonde in terzo

3 s'integra ogni essersi conserva e chiama

4 bontàverità e vita: a grande scherzo

5 in voglie accidentaldiffonditrici

6 dell'esserecome arborsi dirama

7 o perché in sé l'ha a perdereo per mostra

8 di suo' beni a bear altri chi s'ama.

9 Talché un Cupido in Ciel di Copia nasce

10 gioiendo; e con ambasce

11 qui d'Inopia unche pasce

12 pur letizia di vincere la giostra

13 contra il morire in questa bassa chiostra.

14 Or fra le cose ancorche tutte buone

15 a séal mondo e a Dioperché salute

16 sono all'altre o fatal destruzione

17 puose un gran segno la Prima Virtute.

18 Bellezza dunque è l'evidente segno

19 del beneo proprio all'ente in cui risiede

20 o di ben ch'indi può avvenire a cui

21 par belloo d'ambie d'altri può far fede.

22 Eccola luce del celeste regno

23 beltà semplice e vivamostra a nui

24 gran valorche ci avviva e giova a tanti:

25 sol brutta all'ombrabel degli enti bui.

26 Di serpi e draghi il fischio e la bravura

27 e la varia pittura

28 a noi ci fan paura

29 gli rendon bruttie tra lor belli e santi.

30 L'umiltà di cavalli e di elefanti

31 segnal di servitù e di poco ardire

32 fa brutta a loroma a noi bella vista

33 del poter nostro e ben di lor servire.

34 L'altrui virtù al tiranno è brutta e trista.

35 Bella ogni casa è dove serve e quando

36 e brutta dov'è inutile o mal serve

37 e più s'annoia; e pur l'altrui bruttezze

38 bello è vederee guerra in mar che ferve

39 perché tua sorte o virtù vai notando

40 impàri a spese altrui mire prodezze.

41 Brutto ès'augura a noi male o rimembra

42 vedere infermipovertà ed asprezze.

43 Il biancoche del nero è ognor più bello

44 più brutto è nel capello

45 ché addita testé avello;

46 pur bello apparse prudenza rassembra.

47 Belle in Socrate son le strane membra

48 note d'ingegno nuovo; ma in Aglauro

49 sarìan laide. E negli occhi il color giallo

50 di morbo indicioè brutto; e bel nell'auro

51 ch'ivi dinota finezza e non fallo.

52 S'ella nota ogni benstrano o natìo

53 e prìncipi son SennoAmor e Forza

54 giocondi sempre ed utili ed onesti

55 cui le virtù son figlie e gli altri scorza;

56 chi più sennoalta possa ed amor pio

57 mostraè beltà più illustre: ond'i gran gesti

58 spontanee morti e cortesie d'eroi

59 paion sì bellie mai non son infesti.

60 Di savi le dottrineleggi e carmi

61 (ond'io posso eternarmi

62 e l'altrui glorie e l'armi

63 e far gli altri prudenti a viver poi)

64 son le più ampie bellezze fra noi.

65 Bello è la nave o il cavalier armato

66 vederin cui più forze addoppia l'arte;

67 ma più Archimede saggio opporsi al Fato

68 franger le navi e trasvolardi Marte.

69 L'arte divina negli enti rinchiusa

70 che natura appelliamgli esempi prende

71 da Dio per farli; e la nostra da lei.

72 Però il soggetto brutti o bei non rende

73 nostri artifìci; lo imitar gli accusa.

74 Così degli aurei li marmorei dèi

75 più bei puon dirsiarte maggior mostrando

76 e più Tersite in scena che gli Atrei.

77 E di Dante l'Inferno più bel pare

78 ch'e' più 'l seppe imitare

79 che 'l Paradiso. E care

80 voci e sensi traslati ennoampliando

81 l'ingegno e 'l ben incognito illustrando;

82 se nofien vaneo bei drappi in Gabrina

83 che segnalano il mal del bene in loco

84 e fan bruttezza doppia tanto fina

85 quanto il papato a chi deve esser cuoco.

86 Orse beltade è di bontà apparenza

87 sarà oggetto a quei sensi solche lungi

88 scorgonocome all'occhio ed all'udito

89 cui la ragione e i sensi interni aggiungi.

90 Ma del gusto e del tatto alla potenza

91 e d'ogni sensoin quanto è [a] tatto unito

92 il bello è benee secom'ella aspira

93 Sofia s'accoppia al Senno suo marito.

94 Così beltà di ninfaal vago in atto

95 d'amor ristretta affatto

96 di dì o di notte fatto

97 passa in giocondo ben. Donde ella aspira

98 bontà fruisce Amorbellezza ammira.

99 Bell'è la melodiamaquando s'ode

100 dentro al mobile spirtosi fa dolce

101 se quel moto ampliaond'e' vive e gode;

102 ma il strano offendee lo sbattee non molce.

103 D'ogni ben che conserva in qualche foggia

104 l'essere in séne' figli o nella fama

105 beltà il segno si dice: ma la forma

106 per più propria beltà si pregia ed ama

107 perché la virtù scuoprech'intra alloggia

108 come la mole agli usi suoi conforma

109 l'avviva e tempra con arte e possanza.

110 Mase mal serve all'uso di chi informa

111 come goffo giubbonfa laido volto

112 segnal d'ingegno stolto

113 o di poter non molto

114 chi non poté o non seppe ben sua stanza

Tommaso Campanella Poesie

10

115 formaronde è di vita rea speranza.

116 Mas'ella è brutta fuori e bella dentro

117 come in Esopoindustria asconde e vita.

118 Peggio èse è bello il cerchio e brutto il centro;

119 pessima èquando è d'ambi mal fornita.

120 Beltà composta ne' corpi ricerca

121 procerità e di membri simmetria

122 gagliarda agilitate e color vivi

123 di moti e gesti a tempo leggiadria.

124 Più i maschi che le femmine Dio merca

125 con ta' segnionde son più belli e divi;

126 però più amatie quelle amanti piue.

127 Dunque naniegritronchi e goffiprivi

128 son parte di bellezzae vecchi e smorti

129 grossideboli e storti

130 e pigrimale accorti.

131 Se brutto in nulla alcuno al mondo fue

132 tenner tutte virtù le celle sue.

133 Pur ogni bello è fior di qualche bene

134 e d'alcun bello è fior la venustate.

135 Di tutti quella e questa a mentir viene

136 ché sta in note all'altrui gusto formate.

137 Giovane bellasugosa e valente

138 promette lunga vitae nutrimento

139 al semeed a noi gioiaonde può tanto.

140 Se poi non truovi sì dolce il contento

141 com'ella additapar brutta repente;

142 e se fraudefierezza e stranio ammanto

143 l'infetta sìche più nuoce che giuova

144 par brutta come un simulato santo.

145 Ricchezze e onordi virtù testimoni

146 son be'ma più i demòni

147 che que' dati a' non buoni

148 ché di commun rovina son gran pruova.

149 Bello è il mentirse a far gran ben si truova.

150 Ors'ogni cosa in noi puòal mal soggetti

151 bella in qualch'uso farsia Dio ed al mondo

152 dove ha infiniti ognuna usi e rispetti

153 quanto fien bellee più l'Autor giocondo!

154 Guerreignoranzetirannie ed inganni

155 mortalitàomicidiiaborti e guai

156 son begli al mondocome a noi la caccia

157 giuochi di gladiatori e pazzi gai;

158 arbor uccider per far fuoco e scanni

159 uova e polli onde il corpo si rifaccia;

160 far vigneselve ed apie tôr lor frutti

161 retiqual ragno che le mosche allaccia;

162 finger tragediase in vita anch'allegra

163 passando ogni morte egra

164 più parti al mondo allegra.

165 Ma più bello è che paian mali e brutti;

166 se nonin caos torneremmo tutti.

167 Alfin questa è comedia universale;

168 e chi filosofando a Dio s'unisce

169 vede con lui ch'ogni bruttezza e male

170 maschere belle sonride e gioisce.

171 Canzonse volontario ogn'ente onora

172 bellezza per natura e non per legge

173 di' ch'ella sia di quelche 'l tutto regge

174 trasparente splendorch'ogni bontate

175 derivamento è di divinitate

176 che bea col bene e col bello innamora.

177 Ond'eretica invidia e stolta accora

178 gli sprezzator di quella

179 ch'al gran Dio ne rappella

180 da' morti ed a man fatti simolacri

181 mostrando in tutte cose

182 di Dio immaggini vive e tempii sacri

183 quanto Senno e Possanza in farle puose.

30. Canzon del sommo beneoggetto d'amor naturale.

1 Ogni cosa si dice bella o brutta

2 in quanto bene o male rappresenta.

3 Ogni cosa si dice mala o buona

4 in quanto causadispone a fomenta

5 immortal vita a mortein parte o tutta.

6 Ché sommo bene o sommo mal consona:

7 quello oggetto final di tutti amori

8 e questo tutti gli odii muove e sprona.

9 Ogni altro bello e ben or s'ama e prezza

10 ed or s'odia e disprezza

11 e par malia e bruttezza

12 o al medesmo o a diversi amatori

13 ch'al ben sommo ora spine ed or son fiori;

14 che a nullo ente unqua annoia e sempre rape

15 tuttich'è per sé buono sempre e solo.

16 Quanto s'oprasi puòs'ama e si sape

17 s'indrizza a luisì come fuoco al polo.

18 Cercar il cibo e prepararlo al ventre

19 Palla seguire e Venere in gran pena

20 e la propria sostanza in lei deporre;

21 città abitarche tanti gusti affrena;

22 pugnar per leie ben far ad altri; mentre

23 sommo ben non movesse il senno a tôrre

24 tante briglievorria prenderle nullo.

25 Ma il viver semprech'indi viensi a côrre

26 in sé o nella fama o nelli figli

27 dolzor diede a' perigli

28 ed agli agi scompigli.

29 Così noi or la sferzaor il trastullo

30 perch'egli impariusiamo col fanciullo.

31 Palla dunque non haVenere a Bacco

32 gioie per séma a questo fin più altero:

33 onde attuffans'è vòto a colmo il sacco;

34 e spesso è lor preposto il dolor fiero.

35 Sedi vivere in scambioalcun s'uccide

36 se stesso o i figli a l'opre sue famose

37 lo fa per migliorar di vitaessendo

38 il viver nostro e delle nostre cose

39 morir continovoche mai non side

40 senza mutarsia mancando o crescendo

41 ed ogni mutamento è qualche morte

42 una stato acquistandoaltro perdendo

43 d'attoo di qualeo di quantoo di essenza.

44 E se con violenza

45 si fareca doglienza;

46 e gioiafatto con natural sorte.

Tommaso Campanella Poesie

11

47 Quel che fu o sarà a ciascun par forte

48 e l'esser sol presente è certo e piace;

49 e se repente a forza il mutaduolsi

50 sì che il morir comun manco gli spiace

51 che 'l proprio; ch'è 'l mutarcom'io raccolsi.

52 La servitute all'anima gentile

53 morte propria èche d'uom lo cangia in bruto

54 e i suoi studi ed azioni in pecorine.

55 E per men mal Caton s'ammazza; e Bruto

56 moria ne' figli tralignantivile

57 fatto il suo gran sembiante; onde lor fine

58 dièqual Marone al suo libro dar volle

59 pieno d'errordi sua fama rovine.

60 Viver per fama infame è vita amara

61 morte all'alma preclara

62 chesprezzandoripara

63 più vera vita in gloria. Ove il Nil bolle

64 s'uccise un elefantee Neron molle

65 e di Siam le donne non volenti

66 sopravivere al vago. A tai più propia

67 par morte mutar stato che elementi.

68 Pensa altri in fama o in Ciel vivere a copia.

69 Ma nullo annicchilarsi unquanche intese

70 se non alcuni stolti di Narsinga

71 che solo in «niba» credono posarse

72 senza affanni. Sentenza che lusinga

73 chi sommo mal la doglia esser contese

74 che a noi guardiana della vita apparse

75 e di natura medicina e sferza.

76 Cosìse non si mangia per gustarse

77 né Venere per sé natura fece

78 ma per servar la spece

79 a noi stimar non lece

80 la voluttà bontà primama terza

81 che segue all'esser benee pria anche scherza

82 con tal presagio il ben dell'universo

83 perch'ogni ente si serbi a lui e propaghi.

84 Nel chenon d'arte erranteal buio immerso

85 ma di natura ogni senso n'appaghi.

86 Ricchezzesangueonorfigli e vassalli

87 per ben dà il Fato; e pur rovina a molti

88 son al nomealla patria ed al composto;

89 e fan gli animi ansiosivili e stolti.

90 Del corpo i benche 'l Ciel per meglio dàlli

91 sanitàrobustezza e beltàtosto

92 si perdon ancheo perdon chi l'abusa

93 quando il ben grande al piccolo è posposto.

94 Fra tutti beni le virtù dell'alma

95 ottengono la palma;

96 onde in corso ed in calma

97 regge gli altrie di mal mai non si accusa.

98 D'esser virtute ogni potenza è esclusa

99 senza il sennodi lor guida e misura;

100 né il suo senno tien l'ente che ha l'idea

101 specifica bontàin più e manco impura;

102 onde è a sé malo e struttoe non si bea.

103 Il ben ch'all'altrui vivere s'applìca

104 in sé o ne' discendentiutile è detto

105 dall'uso; e dall'onore in famaonesto.

106 D'essi appresi esce l'allegriail diletto

107 il ricco dannoe dolce la fatica.

108 S'alcun atto è nocivo e disonesto

109 e par giocondoavvien ch'ivi fu misto

110 più ben con male; e quel nasconde questo.

111 Dunque ogn'onesto ed utile è gioioso

112 in che serbae doglioso

113 in che strugge; e dir oso

114 che senz'essi piacer mai non fu visto.

115 Se piace l'acqua all'egroonde è più tristo

116 giova al spirtoo alla lingua ove ha angoscia;

117 maperché enno assai partise a più nòce

118 s'ammalan tutte per consenso poscia;

119 ond'essa perde d'utile la voce.

120 La dolorosa vita non si fugge

121 se non in quanto è morte: ch'essa doglia

122 senso è del malch'almen morte minaccia

123 o fa alla parte dov'èbenché soglia

124 tutte serbarse 'l mal qui unito strugge.

125 Onde i dolori il senno accorto abbraccia

126 per gioiree molto mal per più gran bene:

127 e 'l ben par malse più di mal procaccia.

128 Viver dunque secondo il senno insegna

129 felicità si tegna;

130 per cui saper convegna

131 tutte le cose che 'l manda contiene

132 quanto fan di timorquanto di spene.

133 Maperché manca ogni conservamento

134 ché noi siam parti per lo tutto fatte

135 e per Dio il tuttoil sennoamanteintento

136 per farsi divoa quanto puòcombatte.

137 Canzondirai che l'uom sol fa beato

138 il sennosenza cui gli ben son mali

139 né si sente il gioir; ma seco pure

140 il mal fia ben. Né senso han l'alme impure

141 ma veggon con gli occhiali

142 le cose in altra guisa ch'elle stanno.

143 Né purità può aver chi non è nato

144 per séma ad uso di que' che più sanno;

145 talché si fa felice

146 sol oprando quel che 'l saggio ci dice.

147 Assai sa chi non sase sa obbedire.

148 Tutto infelice fia chi non ascolta

149 ma nacque per servire

150 in quel mal che ben fia di gente molta.

151 Forse fia in altre parti puro poi

152 ché in varie forme s'occulta e rinasce

153 e sol d'eternità l'esser si pasce;

154 ché il bene e 'l mal son dolci a' denti suoi.

31. Del sommo bene metafisico.

1 L'essere è il sommo benche mai non manca

2 e di nulla ha bisognoe nulla pave.

3 Amanlo tutti sempre; e' sol se stesso

4 perché non ha maggior né più soave.

5 S'egli è infinitonoi di morte affranca

6 ché fuor non hané dentro a lui framesso

7 puote il niente star. Né dunque alcuna

Tommaso Campanella Poesie

12

8 cosa s'annullama si cangia spesso.

9 Lo spazio immenso all'esser d'ogni cosa

10 è base in lui nascosa

11 che solo in sé riposa

12 da cuiper cui e in cui son tutte in una;

13 e da cui lontanissima è ciascuna

14 da infinito finita; e perché incinta

15 e cintaè vicinissima anchestante

16 in lui viva e per luis'è per noi estinta

17 come pioggia nel mar mai non mancante.

18 Come lo spazio tutti enti penètra

19 locandoe d'essi insieme è penetrato;

20 così Dio gli enti internae 'l spazioe passa

21 non come luogoné come locato

22 ma in modo preeminente; donde impetra

23 lo spazio d'esser luogoe 'l corpo massa

24 e l'agenti virtù d'esser attive

25 e gli composti in cui l'idea trappassa

26 E perch'egli èogni ente è per seguela

27 qual splendor per candela;

28 ma si occulta e rivela

29 in varie foggein cui sempre si vive

30 come atomi nell'aria. In fiamme vive

31 spiace a' legni mutarsie d'esser vampe

32 godan posciach'amorvirtute e senso

33 dell'esser proprio han tutte le sue stampe

34 per quanto è d'uopodall'Autor immenso.

35 L'uom fu bambinoembrioneseme e sangue

36 paneerba ed altre cosein cui godeva

37 d'esser quel ch'erae gli spiacea mutarsi

38 in quel ch'è mo: e quel ch'ora gli aggreva

39 di farsi in fuocoin terrain topoin angue

40 poi piaceralli; e crederà bearsi

41 in quel che fiaché in tutti enti riluce

42 la idea divinae pel dimenticarsi.

43 Dunque nullo ama quel che amar gli pare:

44 altro patire o fare

45 che 'l suo esser sa dare.

46 Ch'un sia dueosta il tutto; e chi esser duce

47 vuoleèin quanto è simileo produce

48 imagoonde tal si ama; e non èin quanto

49 guastarsi in quel ch'è duca abborreed anco

50 v'è quell'altrotalch'egli è un altro tanto;

51 e 'l savio è tuttiancor di morte franco.

52 Non fece gli enti per vivere in loro

53 qual padre in figli o maestro ne' scolari;

54 né per far mostra altrui delle sue pompe

55 ch'altri non vi erae gli architetti rari

56 non mostran a una polce un gran lavoro

57 né cerca onor chi in sé non si corrompe.

58 Or chi dirà perchése 'l Senno Eterno

59 di tanto arcano il velame non rompe?

60 S'e' fu sempreil niente non fu mai;

61 e tutti enti son rai

62 del Primoin cui trovai

63 mondivirtuti e ideenel suo interno

64 fatti e rifatti in più fogge ab aeterno

65 nuove agli enti rifattia' fatti antiche;

66 figure ed ombre di sacre esistenze

67 chi nella Prima son una ed amiche

68 quantunque abbian tra lor varie apparenze.

69 Se 'l fuoco fosse infinitola terra

70 non vi sarìao cosa confine e strana.

71 Se Dio è infinito bennon si può dire

72 che vi sia morte o male o Stigia tana

73 se non per ben di chi e' per meglio serra.

74 Rispetto ènon essenzail malse mire

75 dolce al caproa noi amara la ginestra

76 Se ta' rispetti averan da finire

77 il caos sol d'ogni gioia poi s'imbeve

78 come ferro riceve

79 il fuocoe 'l freddo neve.

80 E questo è bello alla virtù maestra

81 com è bel che 'l distingua la sua destra.

82 Che maraviglia s'alcuno s'ammazzi?

83 Lo guida il Fato con occulto incanto

84 per la gran vitaove enno i mali e i pazzi

85 semitoni e metafore al suo canto.

86 L'almein sepolcri portatili ed adri

87 chiusedubbie di morte fa ignoranza

88 d'esser futuro e del passato obblio.

89 Così più galeottiper sconfidanza

90 di miglior vitae 'n prigion servi e ladri

91 contentarsiche uscir odianvidi io.

92 Or l'almache nel corpo opaca alberga

93 se stessa ignorae l'altre vitee Dio;

94 onde per buchi stretti affacciae spia

95 che cosa essa alma sia

96 come ivi e perché stia.

97 Regge ella il corpo e nutree con sua verga

98 guida; né sa in che modo il quieti e l'erga

99 ch'e' non traspare; ed essa è breve luce.

100 Così chi opera al buiosé non vede

101 né l'opra sua; onde al balcon l'adduce

102 e mira in altriargomenta e rivede.

103 Se di piante e di bruti e gli uman spirti

104 formano al buio ospizi tanto adorni

105 e gli reggon con arte a loro ignota

106 è forza che tuDioche in lor soggiorni

107 gli guidie gli enti sienper obbedirti

108 come penna a scrittorch'è ciecae nota;

109 o come è il corpo all'almae l'alme all'Ente

110 Primosenza di cui non si fa iota.

111 Esserpotersaperamarfarsono

112 passioni in noi e dono

113 ed azioni in Dio buono

114 cheamandose e sentendoseama e sente

115 tutte coseche 'n lui son conoscente.

116 Gode di lor comediaché la festa

117 fan dentro a lui; e da lor gioia non prende;

118 ma e'gioiendoa lor la donae presta

119 senso ed amormentr'e' s'ama e s'intende.

120 Ma noifinitianzi in prigionprendiamo

121 di fuorda chi ci batte le pareti

122 ov'entra per vie stretteil saper corto

123 e falsoonde voifalsi amornasceti.

124 Quinci aerterra e sol morti stimiamo

125 chi han libera il sentirnonqual noimorto;

126 e però amiam chi in carcere ci serba

127 e chi ci rende al Cielo odiamo a torto.

Tommaso Campanella Poesie

13

128 Burleonde 'l Fato i nostri e i solar fuochi

129 ritiene in stretti luochi

130 quanto è uopo a' suoi giuochi.

131 Mai non si muore: godialma superba!

132 l'obblio d'antica ti fa sempr'acerba.

133 Ohfelice coluiche sciolto e puro

134 senso haper giudicar di tutte vite!

135 Cheunito a Dioper tutto va sicuro

136 senza temer di morte né di Dite.

137 Canzonriconosciamo contra gli empi

138 l'Autor dell'Universoconfessando

139 bellebuone e felici l'opre sue

140 tuttein quanto [ed] a lui sono ed al tutto

141 partirispetti e frutto

142 sì giustoch'un sol atomo mutando

143 girìa in scompiglio. E sempre fia chi fue;

144 dal che farsi contento

145 più che non sa volereogn'ente io sento:

146 come tutti direm con stuporquando

147 di Lete aperto fia il gran sacramento.

32. Della nobiltà e suo' segni veri e falsi.

1 In noi dal senno e dal valor riceve

2 esser la nobiltade; e frutta e cresce

3 col ben oprare; e questa sol riesce

4 di lei testimon vercom'esser deve.

5 Ma la ricchezza è assai fallace e lieve

6 se a luce da virtù propria non esce.

7 Il sangue è talche a dirlo me n'incresce:

8 ignorantefalsarioinerte e greve.

9 Gli onorche dar dovrebbon più contezza

10 con le fortune tuEuropamisuri

11 con gran tuo dannoche 'l nemico apprezza.

12 Giudicar l'arbor da' frutti maturi

13 non d'ombrefrondi e radicisei avvezza:

14 poiperché tanta importanza trascuri?

33. Della plebe.

1 Il popolo è una bestia varia e grossa

2 ch'ignora le sue forze; e però stassi

3 a pesi e botte di legni e di sassi

4 guidato da un fanciul che non ha possa

5 ch'egli potria disfar con una scossa:

6 ma lo teme e lo serve a tutti spassi.

7 Né sa quanta è temutoché i bombassi

8 fanno un incantoche i sensi gli ingrossa.

9 Cosa stupenda! e' s'appicca e imprigiona

10 con le man propriee si dà morte e guerra

11 per un carlin quanti egli al re dona.

12 Tutto è suo quanto sta fra cielo e terra

13 ma nol conosce; ese qualche persona

14 di ciò l'avvisae' l'uccide ed atterra.

34. Che la malizia in questa vita e nell'altra ancora è

dannoe che la bontà bea qua e là.

1 Seco ogni colpa è dogliae trae la pena

2 nella mente o nel corpo o nella fama:

3 se non repentea farsi pian pian mena

4 la robbail sangue o l'amiciziagrama.

5 Se contra voglia seco ella non pena

6 vera colpa non fu: e se 'l tormento ama

7 ch'è amaro a Cecca e dolce a Maddalena

8 per far giustizia in sévirtù si chiama.

9 La coscienza d'una bontà vera

10 basta a far l'uom beato; ed infelice

11 la finta ed ignoranteancor ch'altera.

12 Ciò Simon Piero al mago Simon dice

13 quando volessim dir che l'alma pèra

14 ch'altre pur vite e sorti a sé predice.

35. Che 'l principe tristo non è mente della repubblica

sua.

1 Mentola al comun corpo è quelnon mente

2 che da noimembraa sé tutte raccoglie

3 sostanze e gaudie non fatiche e doglie:

4 ch'esausti n'hacome cicale spente.

5 Almencome Cupidodolcemente

6 ci burlasseche 'n grembo della moglie

7 getta il sangue e 'l vigorche da noi toglie

8 struggendo noiper far novella gente.

9 Macon inganno spiacevolein vaso

10 li sparge o in terraonde non puoi sperare

11 alcuna ricompensa al mortal caso.

12 Corpo meschincui mente ha da guidare

13 piccola in capo piccolinc'ha naso

14 ma non occhiné orecchiené parlare.

36. Agl'Italianiche attendono a poetar con le favole

greche.

1 Greciatre spanne di marchedi terra

2 cintosuperbia non potea mostrare

3 solcò per l'aureo vello conquistare

4 e Troia con più inganni e poca guerra;

5 poi tutto 'l mondo atterra

6 di favolee di lui succhia ogni laude.

7 Ma Italiache l'applaude

8 contra se stessa e contra Dio quant'erra!

9 Ellache mari e terrasenza fraude

10 con senno ed armi in tutto il mondo ottenne

11 e del Cielo alle chiavi alfin pervenne!

12 Cristoforo Colomboaudace ingegno

13 fa fra due mondi a Cesare ed a Cristo

14 pontee dell'oceano immenso acquisto.

15 Vince di matematici il ritegno

16 de' poeti il disegno

17 de' fisici e teologie le prove

18 d'ErcolNettunno e Giove.

Tommaso Campanella Poesie

14

19 E pur vil Tifi in ciel gli usurpa il regno

20 né par che a tanto eroe visto aver giove

21 e corso più con la corporea salma

22 che col pensier veloce altri dell'alma.

23 A un nuovo mondo dài nomeAmerico

24 nato nel nido de' scrittori illustri

25 che tuvie più che gli altriadorni e illustri;

26 né pur poeta hai di tua gloria amico.

27 Ché 'l favoloso intrico

28 de' falsi greci dèi e mentiti eroi

29 tutti gli ha fatti suoi.

30 Caton predisse questo velo antico

31 che Grecia opponeo Italiaagli occhi tuoi

32 che assicura gli barbari a predarne

33 l'armela glorialo spirto e la carne.

34 I gran dottor della legislatura

35 GianoSaturnoPitagora e Numa

36 VertunnoLucumonla dea di Cuma

37 Timeo e altri infiniti chi gli oscura?

38 Italiasepoltura

39 de' lumi suoid'esterni candeliere;

40 ond'oggi ancor non chiere

41 il Consentinsplendor della natura

42 per amor d'un Schiavone; e sempre fere

43 con nuovi affanni quel di cui l'aurora

44 gli antichi occùpae Stilo ingrato onora.

45 Privata invidia ed interesse infetta

46 Italia mia; né di servir si smaga

47 chi d'ignoranza e discordia la paga

48 e la propria salute le ha interdetta:

49 virtù ascosta e negletta

50 a te medesmae nota a tutto 'l mondo

51 sotto 'l bello e giocondo

52 latino imperioche di gente eletta

53 fu in lettere ed in arme più fecondo

54 che l'universo tutto quanto insieme

55 con veritàch'or sotto 'l falso geme.

56 LocriTarentoSibari e Crotone

57 SannioCapuaFirenzeReggio e Chiuse

58 Genova e l'altredi gloria deluse

59 fa da sé ognuna a Grecia paragone;

60 Roma noche s'oppone

61 a tutto 'l mondo insiemea tutte cose:

62 ma pur le favolose

63 o vere laudi greche a sé pospone

64 Veneziaonor di virgini e di spose:

65 nuota in marrugge in terra e vola in cielo

66 pesceleon alato col Vangelo.

67 Ercole e Giove rubba e gli altri dèi

68 Grecia e lor gesti d'Assiria e d'Egitto:

69 e poi l'imprese e nomi anc'have ascritto

70 a vil TebaniCretensi ed Achei.

71 Tuche verace sei

72 Platonciò affermi; e le scienzech'ella

73 falsamente sue appella

74 confusi i tempi e l'istorie da lei

75 falsificate ammira; e sénovella

76 mentir non dubbia aver principio e nome

77 dato alle genti di canute chiome.

78 Se l'altre nazioncon più vergogna

79 spesso Italia a tal favole soscrisse;

80 cui legge ed arti e sacrifici disse

81 Noèche Giano fu senza menzogna.

82 Chi più intender agogna

83 sien Fabi o Scipi o altriecco una sola

84 romulea famigliola

85 di numero e virtudea quanti sogna

86 eroi Grecia cantandosapravola.

87 Generosi Latinii vostri esempi

88 sien vostra téma contra i falsi e gli empi.

37. D'Italia.

1 La gran donnach'a Cesare comparse

2 sul Rubicontemendo a sé rovina

3 dall'introdotta gente pellegrina

4 onde 'l suo imperio pria crescer apparse:

5 sta con le membra sue lacere e sparse

6 e co' crin mozziin servitù meschina.

7 Né già si vede per l'onor di Dina

8 Simeone o Levi più vergognarse.

9 Orse Gierusalemme a Nazarette

10 non ricorreo ad Ateneove ragione

11 o celeste o terrestreprima stette

12 non fiorirà chi 'l primo onor le done;

13 ché ogni Erode è stranieroe mal promette

14 serbar il seme della redenzione.

38. A Venezia.

1 Nuova arca di Noèchementre inonda

2 l'aspro flagel del barbaro tiranno

3 sopra l'Italiadall'estremo danno

4 serbasti il seme giusto in mezzo all'onda

5 qui di discordia e di servitù immonda

6 inviolataeroi chi ponno e sanno

7 produci sempre: onde a ragion ti fanno

8 vergine intatta e madre alma e feconda.

9 Maraviglia del mondopia nepote

10 di Romaonor d'Italia e gran sostegno

11 de' prencipi orologio e saggia scuola

12 per mai non tramontar se'qual Boote

13 tarda in guidare il tuo felice regno

14 di libertà portando il pondosola.

39. A Genova.

1 Le ninfe d'Arno e l'adriatica dea

2 Greciache tenne l'insegne latine

3 le contrade siriache e palestine

4 e l'onda eusina e la partenopea

5 l'audace industria tua regger dovea

6 che superolle; e d'Asia ogni confine

7 d'Africa e d'America le marine

8 e ciò che senza te non si sapea.

Tommaso Campanella Poesie

15

9 Ma tua te stranale vittorie lasci

10 per piccol premio ad altriperò c'hai

11 debole il capo e le membra possenti;

12 Genoadel mondo donnase rinasci

13 di magnanima scuolae non avrai

14 schiave a' metalli le tue invitte genti.

40. A Polonia.

1 Sopra i regnich'erede fan la sorte

2 di lor dominiotuPoloniat'ergi

3 chementre 'l morto re di pianto aspergi

4 dal figlio ad altri lo scettro trasporte

5 dubbiosa che non sia quel saggio e forte;

6 ma in più cieca fortuna ti sommergi

7 scegliendoincerta s'aduni o dispergi

8 prencipe di ventura e ricca corte.

9 Deh! cerca fuor di zelo in umil tende

10 CatonMinoiPompili e Trismegisti;

11 ché Dio a tal fin non cessa mai di farne.

12 Questi fan poche spese e molti acquisti

13 immortali intendendo che gli rende

14 virtù e gran gestinon gran sangue e carne.

41. A Svizzeri e Grisoni.

1 Se voi più innalza al cieloo ròcche alpestre

2 libertàdon divinche sito altero

3 perché occupa e mantien d'altri l'impero

4 ogni tiranno con le vostre destre?

5 Per un pezzo di pan di ampie finestre

6 spargete il sanguesenza far pensero

7 se a dritto o a torto uscite all'atto fero;

8 onde il vostro valor poi si calpestre.

9 Ogni cosa è de' liberi; alli schiavi

10 nobile veste e cibocome a voi

11 la croce bianca e 'l pratosi contende.

12 Deh! gite a liberarvi con gli eroi;

13 gite omairitogliendo a' signor pravi

14 il vostroche sì caro vi si vende.

42. Sonetto cavato dalla parabola di Cristo in san Luca

e da san Giacomo dicente: «Fides sine operibus mortua

est»ecc.e da sant'Augustino: «Ostende de mihi fidem

tuamostendam tibi opera mea».

1 Da Roma ad Ostia un pover uom andando

2 fu spogliato e ferito da' ladroni:

3 lo vider certi monaci santoni

4 e 'l cansârsul breviaro recitando.

5 Passò un vescovo equasi nol mirando

6 sol gli fe' croci e benedizioni:

7 ma un cardinalfingendo affetti buoni

8 seguitò i ladrilor preda bramando.

9 Alfin giunse un Tedesco luterano

10 che nega l'opre ed afferma la fede:

11 l'accolselo vestìolo fece sano.

12 Chi più merita in questi? chi è più umano?

13 Dunque al voler l'intelligenza cede

14 la fede all'oprela bocca alla mano;

43. Contra sofisti e ipocritieretici e falsi miracolari.

1 Nessun ti venne a dir: - Io son tiranno -

2 né il sa dir; né dirà: - Son Anticristo -;

3 ma chi è più finoscelerato e tristo

4 per santità ti vende il proprio danno.

5 Ma il barola puttana e 'l saccomanno

6 d'astuzie sì divote mal provvisto

7 si crede esser peggiorché agli altri è visto;

8 e poco è il malein cui poco è l'inganno.

9 Ti puoi guardar: son facili a piegarsi

10 questie i Samaritani a' Farisei

11 che sé ingannano e gli altriDio prepose.

12 Né a vocené a' miracoli provarsi

13 bontà si dèema in fatti: tanti dèi

14 questa falsa misura in terra pose.

44. De' medesimi.

1 Nessun ti verrà a dire: - Io son sofista -;

2 ma di perfidie la scuola più fina

3 larve e bugie sottil dà per dottrina

4 e vuol esser tenuta evangelista.

5 Ma l'Aretino con sua setta trista

6 che bevetter di cinici in cantina

7 di sue ciarle mostrando fiori e spina

8 di bene e mal ci fa tutto una lista

9 per giuoconon per fraude; ed ha a vergogna

10 parer men tristo degli altric'han doglia

11 che di tant'arte si scuopra la fogna;

12 onde serran le bocche altruie si spoglia

13 ognor il libroe veste di menzogna

14 citato in testimon contro lor voglia.

45. Contra gli ipocriti.

1 Gli affetti di Pluton portan al cuore

2 il nome di Giesù segnano in fronte

3 perché non siano lor malizie cónte

4 a chi gli guarda dalla scorza in fuore.

5 O Dioo Senno e sacrosanto Ardore

6 d'ogni possanza larghissimo fonte

7 dammi le forzec'ho le voglie pronte

8 onde ognun vegga a chi fa tanto onore.

9 Lo zel ch'io porto al tuo benigno nome

10 ed alla verità sincera e pura

11 questo veggendofa ch'io mi dischiome.

12 Chi può più comportar tanta sciagura

13 che sacrosanto e divino si nome

14 chi spoglia pur gli morti in sepoltura?

Tommaso Campanella Poesie

16

46. Il «Pater noster».

Orazione di Giesù Cristo

1 Padreche stai nel Cielsantificato

2 perché sia il nome tuovenga oramai

3 il regno tuo; che in terra sia osservato

4 il tuo volersì come in Ciel fatto hai.

5 E 'l cibo all'alma ed al corpo pregiato

6 danne oggi; e ci perdona obblighi e guai

7 come noi perdoniamo agli altri ancora.

8 Né ci tentar; ma d'ogni mal siam fuora.

47. Sonetto trigemino sopra il «Pater noster».

1 Vilissima progeniecon che faccia

2 del Padreche sta in Cielvi fate figli

3 seschiavi a' vizia' can sètea' conigli

4 c'han scorza d'uom a guisa di lumaccia?

5 Ché 'l pecoreccio per virtù si spaccia

6 dagli astuti sofistici consigli

7 ché di tal bestie son gli aurati artigli

8 ciò al Sommo Padre insegnando che piaccia.

9 Mira benignorantequal buon padre

10 soggetta i figli a peggiorné a simìle;

11 né pur al capro le caprigne squadre.

12 Se angeli non aveteil vostro ovile

13 regga il senno comun: perché idoladre

14 dall'uom scorrete ad ogni cosa vile?

48. Sonetto secondo del medesimo soggetto.

1 Dov'è la libertà e 'l valor gentile

2 ch'a tanta figliolanza si conviene?

3 Dell'uom figlio non è pulcese bene

4 nasce da luima chi animo ha virile.

5 Se Principe di grande o basso stile

6 cosa comanda opposta al Sommo Bene

7 chi di voi la ricusa? o non si tiene

8 felice a farlae dimostrarsi umìle?

9 Dunqueagli uominia' vizi ed a' metalli

10 con l'animo e col sangue voi servendo

11 ma a Dio solo in parole e per usanza

12 siete d'idolatria nel golfo orrendo.

13 Ahi! s'ignoranza indusse tanti falli

14 tornate al Senno per la figliolanza.

49. Sonetto de l'istesso.

1 Allor potrete orar con ogni istanza

2 che venga il regnoove il divin volere

3 come si fa nelle celesti sfere

4 si faccia in terra e frutti ogni speranza.

5 Ché i poeti vedran l'età ch'avanza

6 ogn'altracome l'òr tutte minere;

7 e 'l secolo innocenteche si chere

8 ch'Adam perdéodarà la pia possanza.

9 Goderanno i filosofi quel stato

10 che d'ottima repubblica han descritto

11 che in terra ancora mai non se trovato;

12 e i profeti in Sionfuor di dispitto

13 lieto Israel da Babilon salvato

14 con più stupor che l'esito d'Egitto.

50. Sonetto primo profetale.

1 Mentre l'aquila invola e l'orso freme

2 rugge il leon e la cornacchia insana

3 insulta l'agnoin cui si transumana

4 nostra naturae la colomba geme;

5 mentre pur nasce la zizzania insieme

6 col buon frumento nella terra umana

7 nutricasi la setta empia e profana

8 che 'l ben schernisce della nostra speme;

9 ché 'l giorno vien che gli fieri giganti

10 famosi al mondotinti di sanguigno

11 a cui tu applaudi con finti sembianti

12 rasi di terra al Tartaro maligno

13 fien chiusi teco negli eterni pianti

14 cinti di fuoco e d'orrido macigno.

51. Sonetto secondo profetale.

1 - La scuola inimicissima del vero

2 dal principio divino tralignante

3 pasciuta d'ombre e di menzogne tante

4 sotto TaidaSinonGiuda ed Omero

5 - dice lo Spirto - a riveder l'impero

6 tornando in terra il Senno trionfante

7 l'ampolla del quinto angeloversante

8 giusto sdegnoterribile e severo

9 di tenebre fia cinta; e l'impie labbia

10 le lingue disleal co' fieri denti

11 stracceransi l'un l'altro per gran rabbia.

12 In Malebolge gli animi dolenti

13 per maggior penadall'arsiccia sabbia

14 vedran gli spirti piilieti e contenti. -52.

Sonetto terzo profetale.

1 Se fu nel mondo l'aurea età felice

2 ben essere potrà più ch'una volta

3 ché si ravviva ogni cosa sepolta

4 tornando 'l giro ov'ebbe la radice.

5 Ma la volpe col lupo e la cornice

6 negano questo con perfidia molta:

7 ma Dio che reggee 'l ciel che si trasvolta

8 la profezia e 'l comun desir lo dice.

9 Seinfattidi «mio» e «tuo» sia 'l mondo privo

10 nell'utilnel giocondo e nell'onesto

11 cangiarsi in Paradiso il veggo e scrivo

12 e 'l cieco amor in occhiuto e modesto

Tommaso Campanella Poesie

17

13 l'astuzia ed ignoranza in saper vivo

14 e 'n fratellanza l'imperio funesto.

53. Invitato a scriver comedierispose con questo

sonetto pur profetico.

1 Non piaccia a Dio che di comedie vane

2 siam vaghi noine' tragici lamenti

3 studiosie nelle scuole di tormenti

4 del fine instante delle cose umane.

5 Il giorno vien che le sètte mondane

6 batte e riversae mette gli elementi

7 sottosopra per far lieti e contenti

8 gli spirtivòlti alle rote sovrane.

9 Vien l'altissimo Sire in Terrasanta

10 a tener corte e sacro consistoro

11 come ogni salmoogni profeta canta.

12 Ivi spander di grazie il suo tesoro

13 vuol nel suo regnoproprio seggio e pianta

14 del divin culto e dell'età dell'oro.

54. Sopra i colori delle vesti.

1 Convien al secol nostro abito negro

2 pria biancoposcia variooggi moresco

3 notturnorioinfernaltraditoresco

4 d'ignoranze e paure orrido ed egro.

5 Ond'ha a vergogna ogni color allegro

6 ché 'l suo fin piange e 'l viver tirannesco

7 di catenedi laccipiombo e vesco

8 di tetri eroi ed afflitte alme intègro.

9 Dinota ancòra la stoltizia estrema

10 che ci fa ciechitenebrosi e grami

11 onde 'l più oscuro il manco par che prema

12 Tempo veggo io ch'a candidi ricami

13 dove pria fummola ruota suprema

14 da questa fecciaè forza ne richiami.

55. Sonetto secondo sopra i medesimi colori.

1 Veggo in candida robba il Padre santo

2 venir a tener cortee i senatori

3 con lui di simili abiti e colori

4 e 'l bianco Agno immortal sedergli a canto.

5 E finir di Giovanni il lungo pianto

6 avendo il gran Leon giudeo gli onori

7 d'aprir il fatal librouscendo fuori

8 il bianco corridor del primo canto.

9 Le prime anime belle in bianche stole

10 incontran luichesu la bianca nube

11 vien cinto da' suo' bianchi cavalieri.

12 Taccia il popol morescoche non vuole

13 udir il suon delle divine tube.

14 L'alba colomba scaccia i corbineri.

56. Sonetto sopra la congiunzion magnache sarà l'anno

1603 a' 24 di dicembre.

1 Già sto mirando i primi erranti lumi

2 sopra il settimo e nono centenario

3 dopo alcuni anniinsieme in Sagittario

4 raccozzarsia mutar legge e costumi.

5 E teMercurioche l'impresa assumi

6 di promulgarqual pronto segretario

7 quel che poi leggi nell'eterno armario

8 già statuirsi ne' possenti numi;

9 sul merigge d'Europanel tuo giorno

10 nella decima casaeccovi in corte;

11 e 'l sol vosco consente in Capricorno.

12 Ohvoglia Dio ch'i' arrivi a sì gran sorte

13 di veder lieto quel famoso giorno

14 c'ha a scompigliare i figli della morte!

57. La congiunzione magna cade nella revoluzione

della natività di Cristo.

1 Del spazio immenso a siti originali

2 del ciel stellato i cardini congiunti

3 (donde or per molti gradi son disgiunti)

4 eran di Cristo nelle ore natali;

5 mutava l'anno e i secoli mortali

6 Febodi Capricorno ne' due punti

7 dov'ora il veggo; enel primo raggiunti

8 trigonoi lumi erranti principali

9 in mobil segni han l'assidi; e 'n consiglio

10 seco han Mercurio; e presto vien più grande

11 a lor poi Marte a ponere scompiglio.

12 Ecco ceder le sètte empie e nefande

13 al Primo Senno; es'io fuor di periglio

14 saròpredicherò cose ammirande.

58. Sonetto cavato dall'«Apocalisse» e santa Brigida.

1 Molti secoli sonche l'uman germe

2 vinto dal rio costumeal mondo diede

3 genti doppie di sesso e doppia fede

4 pronti agl'ingannialle virtuti inferme.

5 In mezzo a tanti mali io per vederme

6 stavo piangendoed ecco che s'avvede

7 Europa in partedove men possiede

8 ambo gli porti di lussuria il verme.

9 Quel che aspettavan tutti vati insieme

10 veggo più venti correre a vendetta

11 contra la belva onde natura geme.

12 Un destrier bianco il suo cammino affretta

13 di nostra redenzion verace speme:

14 l'adultera il destintemendoaspetta.

Tommaso Campanella Poesie

18

59. Sopra la statua di Daniele.

1 Babel disfattache fu l'aurea testa

2 venne l'argenteo pettoPersia; a cui

3 ventre e cosce di rame siete vui

4 Macedoni; a cui Roma ultima resta.

5 Fûr due gambe di ferro note in questa;

6 ma le dita han di terra i piedi sui

7 significando i regni or sparti e bui

8 di chi fu schiavaed or donna funesta.

9 Ahiterra arsicciadonde sempre fuma

10 vanagloriasuperbia e crudeltate

11 che infettaaccecaannegrica e consuma!

12 Ma voi la Bibbia e Daniel negate

13 per schifar questo: ch'è vostra costuma

14 coprirvi di menzogna e falsitate.

60. Al carcere.

1 Come va al centro ogni cosa pesante

2 dalla circonferenzae come ancora

3 in bocca al mostro che poi la devora

4 donnola incorre timente e scherzante;

5 così di gran scienza ognuno amante

6 che audace passa dalla morta gora

7 al mar del verodi cui s'innamora

8 nel nostro ospizio alfin ferma le piante.

9 Ch'altri l'appella antro di Polifemo

10 palazzo altri d'Atlantee chi di Creta

11 il laberintoe chi l'Inferno estremo

12 (ché qui non val favorsaperné pièta)

13 io ti so dir; del restotutto tremo

14 ch'è ròcca sacra a tirannia segreta.

61. Di se stesso.

1 Sciolto e legatoaccompagnato e solo

2 gridandochetoil fiero stuol confondo:

3 folle all'occhio mortal del basso mondo

4 saggio al Senno divin dell'alto polo.

5 Con vanni in terra oppressi al Ciel men volo

6 in mesta carne d'animo giocondo;

7 ese talor m'abbassa il grave pondo

8 l'ale pur m'alzan sopra il duro suolo.

9 La dubbia guerra fa le virtù cónte.

10 Breve è verso l'eterno ogn'altro tempo

11 e nulla è più leggier ch'un grato peso.

12 Porto dell'amor mio l'imago in fronte

13 sicuro d'arrivar lietoper tempo

14 ove io senza parlar sia sempre inteso.

62. Di se stessoquandoecc.

1 D'Italia in Grecia ed in Libia scorse

2 bramando libertàCatone il giusto;

3 né potendo saziarsene a suo gusto

4 sino alla morte volontaria corse.

5 E 'l sagace Annibàlquando s'accorse

6 che schifar non potea l'imperio augusto

7 l'anima col velen svelse dal busto.

8 Onde anche Cleopatra il serpe morse.

9 Fece il medesmo un santo Maccabeo;

10 Bruto e Solon furor finto coperse

11 e Davidetemendo il re geteo.

12 Peròlà dove Iona si sommerse

13 trovandosil'Astrattoquel che feo

14 al santo Senno in sacrificio offerse.

63. A certi amici uficiali e baronicheper troppo

sapereo di poco governo o di fellonia l'inculpavano.

1 Non è brutto il demòn quanto si pinge:

2 sta ben con tuttia tutticortesia:

3 la più sentenza eroica è la più pia:

4 un piccol vero gran favola cinge.

5 Il paiuol della pentola più tinge;

6 nera chiamarla dunque non dovria.

7 Libertà bramoe chi non la desia?

8 ma il viver sporca chi per viver finge.

9 - Chi si governa malspesso si duole. -

10 Se pur lo dite a meditelo a tanti

11 gran profeti e filosofi ed a Cristo.

12 Né il saper troppocome alcun dir suole

13 ma il poco senno degli assai ignoranti

14 fa noi meschini e tutto il mondo tristo.

64. A consimili.

1 Ben seimila anni in tutto 'l mondo io vissi:

2 fede ne fan l'istorie delle genti

3 ch'io manifesto agli uomini presenti

4 co' libri filosofici ch'io scrissi.

5 E tumarmeggio visto ch'io mi ecclissi

6 ch'io non sapessi vivere argomenti

7 o ch'io fossi empio; e perché il sol non tenti

8 se del Fato non puoi gli immensi abissi?

9 Se a' lupi i saviche 'l mondo riprende

10 fosser d'accordoe' tutto bestia fôra;

11 ma perchéuccisis'empi erangli onora?

12 Se 'l quaglio si disfàgran massa apprende;

13 e 'l fuocopiù soffiatopiù s'accende

14 poi vola in alto e di stelle s'infiora.

65. Orazione a Dio.

1 Tucheforza ed amor mischiandoreggi

2 e muovi gli enti simili e diversi

3 ordinati a quel fineond'io scoversi

Tommaso Campanella Poesie

19

4 il Fatol'armonia di tutte leggi;

5 s'è ver che i prieghi di cosa correggi

6 non decretata negli eterni versi

7 ma solo i tempi prosperi e perversi

8 d'affrettar o tardar ne privileggi;

9 così prego ioche tant'anni mi truovo

10 di sciocchi e d'empi favola e bersaglio

11 e nuove ingiurie e pene ognora pruovo:

12 alleviaabbreviaDiotanti travagli;

13 ché tu pur non farai consiglio nuovo

14 se a libertà antevista quinci saglio.

66. A Dio.

1 Come vuoi ch'a buon porto io mi conduca

2 se de' compagni dati io veggio a prova

3 altri infedelie chi fede hasi trova

4 che senno in lui pochissimo riluca?

5 e 'l fido e saggiocome lepre in buca

6 timor nascondeo fuggee non mi giova;

7 ese l'audacia in tal virtù si cova

8 cattività ed inopia le manuca?

9 L'onor tuol'util miola ragion sprezza

10 vaneggiante l'aiutoche m'invii

11 per cui m'annunzi libertà e grandezza.

12 Credo e faròse gli empi vuoi far pii:

13 ma vorreiper alzarmi a tanta altezza

14 ch'io m'intuassicome tutt'immii.

67. Ad Annibale Caracciolodetto Nibloscrittor

d'egloche.

1 Non Licidané Driopené Licòri

2 pôn maiNiblo gentilfarti immortale

3 se d'amor infinito oggetto eguale

4 l'ombre non sonné gli cadenti fiori.

5 La bellezzache in altri ammiri e adori

6 nell'anima tua diva più prevale;

7 per cui lo Spirto mio spiega anche l'ale

8 verso le note degli eterni ardori.

9 Illustra dunque quel che 'n te risplende

10 con l'amor di virtù che mai non manca

11 e laudi immense da Dio solo attende.

12 Di far conto con gli uomini omai stanca

13 l'anima miala tua richiamae rende

14 alla scuola di Dio con carta bianca.

68. Al Telesio cosentino.

1 Telesioil telo della tua faretra

2 uccide de' sofisti in mezzo al campo

3 degli ingegni il tiranno senza scampo;

4 libertàdolce alla veritàimpetra.

5 Cantan le glorie tue con nobil cetra

6 il Bombino e 'l Montan nel brettio campo:

7 e 'l Cavalcante tuopossente lampo

8 le ròcche del nemico ancora spetra.

9 Il buon Gaieta la gran donna adorna

10 con diafane vesti risplendenti

11 onde a bellezza natural ritorna;

12 della mia squilla per li nuovi accenti

13 nel tempio universal ella soggiorna:

14 profetizza il principio e 'l fin degli enti.

69. A Ridolfo di Bina.

1 Senno ed Amorinnanzi a primavera

2 degli anni tuoit'han datoo Binal'ale

3 a volar con Adamguida fatale

4 per molti spazi della nostra sfera.

5 Così s'arriva alla virtute intiera

6 virtù ch'a voi dà gloriae morte al male:

7 malche gran tempo teGermaniaassale:

8 Germaniache de' suoi figli dispera.

9 Ma in te grazie divineeroica prole

10 leggendo il cieloscorge il senno mio;

11 deh! lascia al volgo errante ciance e fole.

12 Tucon animo ardentealtiero e pio

13 bandisci guerra alle falsarie scuole

14 ch'io vincitor ti veggoe veggo in Dio.

70. A Tobia Adami filosofo.

1 Portando in man la cinica lucerna

2 scorriTobial'EuropaAsia ed Egitto;

3 finché i piedi d'Ausonia in luogo hai fitto

4 dov'ionascosto in ciclopea caverna

5 fatal brando a te tempro in luce eterna

6 contra Abaddonch'oscura il vero e 'l dritto

7 di quanto in nostra scuola già s'è scritto

8 a gloria di chi noi fece e governa.

9 Contra sofistiipocriti e tiranni

10 d'armi del Primo Senno ornato vai

11 la patria a liberar di tanti inganni.

12 Malse torci; gran bens'indrizzerai

13 virtutediligenzaingegno ed anni

14 verso l'aurora degli eterni rai.

71. Sonetto nel Caucaso.

1 Temo che per morir non si migliora

2 lo stato uman; per questo io non m'uccido:

3 ché tanto è ampio di miserie il nido

4 cheper lungo mutarnon si va fuora.

5 I guai cangiandospesso si peggiora

6 perch'ogni spiaggia è come il nostro lido;

7 per tutto è sensoed io il presente grido

8 potrei obbliarcom'ho mill'altri ancora.

9 Ma chi sa quel che di me fiase tace

Tommaso Campanella Poesie

20

10 Omnipotente? e s'io non so se guerra

11 ebbi quand'era altro enteovvero pace?

12 Filippo in peggior carcere mi serra

13 or che l'altrieri; e senza Dio nol face.

14 Stiamci come Dio vuolpoiché non erra.

72. Lamentevole orazione profetale dal profondo della

fossa dove stava incarcerato.

1 A te toccao Signore

2 se invan non m'hai creato

3 d'esser mio salvatore.

4 Per questo notte e giorno

5 a te lagrimo e grido.

6 Quando ti parrà ben ch'io sia ascoltato?

7 Più parlar non mi fido

8 ché i ferric'ho d'intorno

9 ridonsi e fanmi scorno

10 del mio invano pregare

11 degli occhi secchi e del rauco esclamare.

12 Questa dolente vita

13 peggior di mille morti

14 tant'anni è sepelita

15 che al numero io mi trovo

16 delle perdute genti

17 qualsenza aiutouom liberotra morti

18 di morte e non di stenti:

19 a' quali il mio composto

20 sol vive sottoposto

21 nel centro ad ogni pondo

22 di tutte le rovineahimèdel mondo.

23 Gli uccisi in sepoltura

24 dati da te in oblio

25 de' quai non hai più cura

26 de' sotterranei laghi

27 nell'infimo rinchiuso

28 di morte fra le tenebre sembro io.

29 Qui un mar di guai confuso

30 pien di mostri e di draghi

31 ...........................

32 sopra di me si aduna

33 e 'l tuo furor spirando aspra fortuna.

34 Dagli amici disgiunto

35 sonoe opprobrio al mio sangue

36 di scorni e d'orror punto

37 che fiutar non mi vuole

38 né potrebbevolendo

39 me abbominato qual pestifero angue;

40 e 'l tradimento orrendo

41 lor fai apparir sole

42 verso cotanta mole

43 di paure e di affanni

44 perch'io mendìco sol qui pianga gli anni.

45 Signora cui son figlie

46 le pietose preghiere

47 le tue gran maraviglie

48 e grazie in me non mostri;

49 faraile a' morti note?

50 o il fisico a cantar tue glorie altere

51 risuscitar gli puote?

52 o fia ne' ciechi chiostri

53 chi narri gli onor vostri?

54 o qui al buio alcun scerne

55 tra obblio e perdiziontue pruove eterne?

56 Quinci io pur sempre esclamo

57 sera e dì ti prevengo:

58 - LibertàSignorbramo -

59 e tu pur non m'ascolti

60 ma volgi gli occhi altrove.

61 Povero io nacquie di miserie vengo

62 nutrito in mille prove;

63 posciatra i saggi e stolti

64 alzatomi trasvolti

65 con terribil prestezza

66 nella più spaventevole bassezza.

67 Sopra me si mostrâro

68 tutti gli sdegni tuoi

69 tutti mi circondâro

70 come acqua tutti insieme;

71 ahi come stansi fermi!

72 né che m'aiuti alcun permetter vuoi.

73 ......................

74 La gente del mio seme

75 m'allontanastie preme

76 duro carcer gli amici;

77 altri raminghi vanno ed infelici.

78 Va'amaro lamento

79 tratto di salmodia

80 ch'è d'altri profezia

81 ma di me troppo assai vero argomento.

82 Vanne allo Spirto Santo

83 di cui se' parto santo:

84 forse avrà per sua figlia alcun contento

85 che non merta il mio accento.

73. Orazioni tre in salmodia metafisicale congiunte

insieme.

Canzone prima

1 Omnipotente Diobenché del Fato

2 invittissima legge e lunga pruova

3 d'esser non sol mie' prieghi invano sparsi

4 ma al contrario esauditimi rimuova

5 dal tuo cospettoio pur torno ostinato

6 tutti gli altri rimedi avendo scarsi.

7 Che s'altro Dio potesse pur trovarsi

8 io certo per aiuto a quel n'andrei.

9 Né mi si potria dir mai ch'io fosse empio

10 se da teche mi scacci in tanto scempio

11 a chi m'invita mi rivolgerei.

12 DehSignorio vaneggio; aitaaita!

13 pria che del Senno il tempio

14 divenga di stoltizia una meschita.

15 Ben so che non si trovano parole

16 che muover possan te a benivolenza

Tommaso Campanella Poesie

21

17 di chi ab aeterno amar non destinasti;

18 ché 'l tuo consiglio non ha penitenza

19 né può eloquenza di mondane scuole

20 piegarti a compassionse decretasti

21 che 'l mio composto si disfaccia e guasti

22 fra miserie cotante ch'io patisco.

23 E se sa tutto 'l mondo il mio martoro

24 il ciella terra e tutti i figli loro

25 perché a teche lo fail'istoria ordisco?

26 E s'ogni mutamento è qualche morte

27 tuDio immortalch'io adoro

28 come ti muterai a cangiar mia sorte?

29 Io pur ritorno a dimandar mercede

30 dove il bisogno e 'l gran dolor mi caccia.

31 Ma non ho tal retorica né voce

32 ch'a tanto tribunal poi si confaccia.

33 Né poca caritàné poca fede

34 né la poca speranza è che mi nuoce.

35 E secom'altri insegnapena atroce

36 che l'anima pulisca e renda degna

37 della tua graziasi ritrova al mondo

38 non han l'Alpe cristallo così mondo

39 ch'alla mia puritade si convegna.

40 Cinquanta prigionisette tormenti

41 passaie pur son nel fondo;

42 e dodici anni d'ingiurie e di stenti.

43 Stavamo tutti al buio. Altri sopiti

44 d'ignoranza nel sonno; e i sonatori

45 pagati raddolcîro il sonno infame.

46 Altri vegghianti rapivan gli onori

47 la robbail sangueo si facean mariti

48 d'ogni sessoe schernian le genti grame.

49 Io accesi un lume: eccoqual d'api esciame

50 scovertila fautrice tolta notte

51 sopra me a vendicar ladri e gelosi

52 e que' le paghee i brutti sonnacchiosi

53 del bestial sonno le gioie interrotte:

54 le pecore co' lupi fûr d'accordo

55 contra i can valorosi;

56 poi restâr preda di lor ventre ingordo.

57 Deh! gran Pastoril tuo canla tua lampa

58 da' lupi omai difende e da' ladroni.

59 Fa noto il tutto all'ignorante gregge;

60 ché se mia luce e vocepur tuoi doni

61 lasci spacciare per peccato in stampa

62 più dannato fia il sole e la tua legge.

63 Mas'altra colpa è pur che mi corregge

64 sai che non può volarsi senza penne

65 della tua grazia; nésenzaio le merto.

66 Pur sempr'ho l'occhio al tuo splendor aperto;

67 che fallo è il miose dentro egli non venne?

68 Ma sciogli Boccae fai tuo messaggero

69 Gilardo; e con qual merto?

70 Màncati la ragion forse o l'impero?

71 Parlo tecoSignorche mi comprendi

72 e dell'accuse altrui poco mi cale.

73 Io ben confesso che del mondo hai cura

74 e ch'a nulla Sua parte vogli male;

75 quantunquea ben del tutto che più intendi

76 senza annullarlele muti a misura:

77 in che consiste proprio la natura;

78 e tal mutanza male e morte noi

79 di qualità o di essenza sogliam dire

80 ch'è del tutto alma vita e bel gioire

81 bench'alle parti tanto par ch'annoi.

82 Così del corpo mio più morti e vite

83 veggo andare e venire

84 di parti a ben del tutto in vita unite.

85 Il mondodunquenon ha male; ed io

86 di mali innumerabili sto oppresso

87 per letizia del tutto e d'altre parti.

88 Mase alle particelle hai pur concesso

89 d'invocar chi l'aiuta «proprio Dio»

90 ché a tutti gli enti il tuo valor comparti

91 e le mutanze lor con segrete arti

92 addolcisciamoroso temperando

93 NecessitateFato ed Armonia

94 PossanzaSennoAmor per ogni via;

95 m'è avvisoch'a pregarti ritornando

96 truovi rimedio alcunche rallentarmi

97 possa la pena ria

98 o 'l dolce crudo amor di vita trarmi.

99 Cosa il mondo non ha che non si muti

100 né che del suo mutarsi non si doglia

101 né che del suo dolersi Dio non preghi.

102 Fra' quali molti son cui avvenir soglia

103 checome tu ab aeterno vuoil'aiuti;

104 e molti ancoraa cui l'aiuto neghi.

105 Come dunque io saprò per cui ti pieghi

106 s'io presente non fui al consiglio antico?

107 Argomento verace alfin m'addita

108 che quella orazion sia esaudita

109 che con ragione e puramente io dico.

110 Così spessonon semprenel tuo volto

111 sentenza è diffinita

112 che 'l campo frutti bens'egli è ben cólto.

113 Del mio contrito e ben arato suolo

114 la coltura mi reca gran speranza

115 ma più lo sol del Senno che 'l feconda

116 che molte stelle forse sopravanza

117 esser predestinato sopra il polo

118 che la preghiera mia non si confonda

119 e ch'abbia il finea cui di mezzi abbonda

120 pur da te infusi e previsti ab aeterno.

121 Con condizion pregò Cristosapendo

122 che schivar non potea il calice orrendo.

123 E l'angel suo rispose: al gran governo

124 convenir ch'egli muoia. Io senza prego

125 risposta ricevendo

126 dal mio diversache sovente allego.

127 Canzondi' al mio Signor: - Chi per te giace

128 tormentato in catena intra una fossa

129 dimanda come possa

130 volar senza ale. O mandao tu insegna

131 come la ruota fatale è ben mossa

132 e se si truova in Ciel lingua mendace. -133

Ma parrai troppo audace

134 senza l'altrach'or teco uscir disegna.

Tommaso Campanella Poesie

22

74. Canzone seconda della medesima salmodia.

1 Se ha' destinato ch'io ben sparga il seme

2 avrai forse voluto che ben mieta:

3 perché dunque si tarda il giusto fine?

4 Perché le stelle fai e più d'un profeta

5 i tuo' doni e scïenze vani insieme?

6 Perché le forze e le voglie divine

7 il nemico schernisce? e le rovine

8 ch'a lui si converriana me rivolve?

9 Perché tra 'l Fato un'animata terra

10 bestemmia e nega Dios'egli non erra

11 e me che t'amo in tante pene involve?

12 Quando ignorai e negaimolto impetrai

13 con chi il tuo nome atterra;

14 or ch'io t'adorovo traendo guai.

15 Se tu già m'esaudisti peccatore

16 perch'or non m'esaudisci penitente?

17 Perch'a Boccail tuo Nume dispregiante

18 le porte apristie me lasci dolente

19 preda al nemico e riso al traditore?

20 Così m'hai dato il corridor volante?

21 Ogni tiranno è contra i tuoi costante

22 e 'n ben trattar chi a' suo' piaceri applaude;

23 e tu gli amici tuoi sempre più aggravi

24 e nel lor sangue l'altrui colpe lavi.

25 Che maraviglia se cresce la fraude

26 moltiplicano i vizi e le peccata?

27 Chéad onta nostrai pravi

28 si vantanche dài lor vita beata.

29 Io con gli amici pur sempre ti scuso

30 ch'altro secolo in premio a' tuoi riserbi;

31 e che i malvagi in sé sieno infelici

32 sempre affliggendo gli animi superbi

33 sdegnoignoranza e sospetto rinchiuso;

34 e che di lor fortune traditrici

35 traboccan sempre al fine. Ma gli amici

36 sequelli dentro e noi di fuorsiamo

37 tutti meschinichieggon la cagione

38 che fa nel nostro mal tue voglie buone;

39 che se gli altri enti e noifigli d'Adamo

40 doveamo trasmutarci a ben del tutto

41 di magione in magione

42 perché non fai tal muta senza lutto?

43 Senza lutto se fossesenza senso

44 sarian le cose e senza godimento

45 né l'un contrario l'altro sentirebbe

46 né ci sarìa tra lor combattimento

47 né generazionee 'l caos immenso

48 la bella distinzione assorbirebbe.

49 E pur nel punto che mutar si debbe

50 la cosauopo è che sentaperch'all'altra

51 resista e faccia ch'ella si muti anco

52 secondo il Fato vuolné più né manco

53 chi regge il mondo. Or qui tuo Senno scaltra.

54 Ioteco disputandovinto e lasso

55 cancelloe metto in bianco

56 le mie ragioni; in altro conto passo.

57 Solevo io dir fra me dubbiando: - Come

58 d'erbe e di bruti uccisi per mia cena

59 non curo il malné a' supplicanti vermi

60 dentro a me nati do favorma pena;

61 anzi il sol padre e terra madre il nome

62 struggon de' figli e i lor composti infermi;

63 così Dio non sol pare che s'affermi

64 che del mal nostro pietade nol punga

65 ma ch'egli sembri il tutto; onde ne goda

66 trarci di vita in vitacon sua loda

67 che fuor del cerchio suo mai non si giunga. -

68 O purche in Dio fosse divario dolce

69 dissi ragion men soda

70 come in Vertunno èche 'l nostro soffolce.

71 Or ti rendoSignorfermezza intègra:

72 ché i prieghi e 'l variar d'ogni ente fue

73 da te antevistoe non ti è un iota nuovo

74 ch'un tuo primo voler possa or far due.

75 D'essere e di non essere s'intègra:

76 per l'un la fermoper l'altro la muovo;

77 che da te siada sé non siala truovo;

78 per sé si mutae per te non s'annulla

79 la creatura; e stassite imitando;

80 e mutasitua idea rappresentando

81 ché in infinite fogge la trastulla

82 per non poterla tutta in un mostrare;

83 infinità mancando

84 a questanel cui male il tuo ben pare.

85 Le colpe di natura (ancor dichiaro)

86 in cui si fondan l'altre del costume

87 per la continoa guerrach'indi avviene

88 che l'un l'altro non ènon dal tuo Nume

89 ma dal niente origine pigliâro.

90 Né toglier la discordia a te conviene

91 né far che l'un sia l'altroperché 'l bene

92 di tanti cangiamenti sarìa spento

93 né la tua gloria nota in tante forme

94 gioiose mentre stanno a te conforme

95 dogliose mentre vanno al mutamento

96 dove il niente le chiama. Ond'io veggio

97 che il tuo Senno non dorme;

98 ma ioin niente assorbitovaneggio.

99 Sì come il ferrodi natura impuro

100 sempre s'arruggia e 'l fabbro invita all'opra

101 così le cosedal niente nate

102 tornan sempre al niente; e Dio sta sopra

103 ché non s'annullinma di quel che fûro

104 in altro essere e vita sien recate.

105 S'e' fregia nostra colpa e nullitate

106 Dio ringraziar debbiamnon lamentarci;

107 ed iovie più che gli altriche son meno

108 onde di guai mi truovo sempre pieno.

109 Mase de' pannilini i vecchi squarci

110 carta facciamche noi di morte rape

111 d'eternitade al seno

112 che fia di mese Dio di noi più sape?

113 - Ma perché più degli altri io fui soggetto

114 alle doglienze della vita nostra?

115 - Ché in questa o in altra aspetti miglior sorte

116 e in quelli forza e in te saper Dio mostra.

117 - Ma perché l'una e l'altro io non ho stretto?

Tommaso Campanella Poesie

23

118 - Ché se' parte e non tutto. - E perché forte

119 fu e savio chi a Golia donò la morte?

120 - Quel ch'era in luiin te non è or bisogno.

121 - Perché così? - Ché l'ordine fatale

122 ottimo il volleche Dio fece tale.

123 Miserso men quanto saper più agogno!

124 Miserere di meSignorse puoi

125 far corto e lieve il male

126 senza guastar gli alti consigli tuoi!

127 Canzondi' al mio Signorch'io ben conosco

128 ch'ogni cosa esser puote

129 migliore a séma non all'universo;

130 ch'e' già sarìa disperso

131 se uguali al sol fussero l'altre ruote

132 del mio desir non vòte.

133 Ma più ho da dirli. Aspetta

134 la tua terza sorellache non tarda;

135 sarai in mezzo eletta

136 e più a grazia impetrar forse gagliarda.

75. Canzone terza della medesima salmodia.

1 Vengo a tepotentissimo Signore

2 sapientissimo Dio

3 amorosissimo Ente Primo ed Uno:

4 miserere del nostro antico errore;

5 cessi omai l'uso rio;

6 non sia più l'uno all'altro uomo importuno;

7 tornindove io gli aduno

8 alla Prima Ragion tua; donde errando

9 siamo trascorsi a diverse menzogne

10 talché ognun par ch'agogne

11 farsi degli altri diogli occhi abbagliando

12 al popol miserando

13 già di cieca paura

14 sforzato a perseguir chi ben gli adduce;

15 ond'io sto in sepoltura

16 perché lor predicai la prima luce.

17 Per l'Unità ti priego viva e vera

18 per cui disfarsi stimo

19 la discordiala morte e l'empio inganno;

20 per la Possanza universal primera

21 e per lo Senno primo

22 e per lo primo Amorch'un ente fanno:

23 togliene omai quel danno

24 che da valorda senno e d'amor finti

25 tirannidesofismiipocrisia

26 spande pur tuttavia;

27 che l'alme e i corpi a pugna cieca ha spinti

28 fra lacci e laberinti

29 ove par che sia meglio

30 non veder l'uscio a chi forza non have;

31 e me n'hai fatto speglio

32 quando senz'arme m'hai dato la chiave.

33 Per le medesme eminenze ch'io soglio

34 dir di se stesse oggetti

35 essenzaverità e bontade insieme

36 ti pregos'io di maschere le spoglio

37 quella colpa rimetti

38 che tôrre i falsi dèi dall'uman seme

39 vantansie più ci preme.

40 Chi vide ch'unquanco in terra si faccia

41 il tuo volersì come si fa in Cielo?

42 chi d'ignoranza il velo

43 chi il giogo sotto gli empiche n'allaccia

44 in fatti rompe o straccia?

45 Sol libertà può farci

46 fortisagaci e lieti. E 'l suo contrario

47 valere a consumarci

48 di sei milia anni mostra il gran divario.

49 Poi ti pregoti supplico e scongiuro

50 per l'influenze magne

51 NecessitàFatoArmoniache 'l regno

52 dell'universo mantengon sicuro

53 tue figlienon compagne;

54 per lo spazioch'è base al tuo disegno;

55 per la mole all'ingegno

56 pel caldo e per lo freddod'elementi

57 gran fabbrie per lo cielo e per la terra

58 pe' frutti di lor guerra;

59 pel tempo e per le statue tue viventi

60 stelleuomini ed armenti

61 per tutte l'altre cose;

62 per CristoSenno tuoPrima Ragione

63 che dalle sorti ascose

64 spezzi la crudel mia lunga prigione.

65 Se mi sciogliio far scuola ti prometto

66 di tutte nazioni

67 a Dio liberatorverace e vivo

68 s'a cotanto pensier non è disdetto

69 il fine a cui mi sproni;

70 gl'idoli abbatterfar di culto privo

71 ogni dio putativo

72 e chi di Dio si serve e a Dio non serve;

73 pôr di ragione il seggio e lo stendardo

74 contra il vizio codardo;

75 a libertà chiamar l'anime serve

76 umiliar le proterve.

77 Né a' tettich'avvilisce

78 fulmine o belvadir canzon novelle

79 per cui Siòn languisce.

80 Ma tempio farò il cieloaltar le stelle.

81 Deh! risorga a pietà l'Amor eterno

82 e l'infinito Senno

83 proponga l'opra al gran Valor immenso

84 che il duro scempio del mio lungo inferno

85 vede senza il mio cenno:

86 sei e sei anniche 'n pena dispenso

87 l'afflizion d'ogni senso

88 le membra sette volte tormentate

89 le bestemmie e le favole de' sciocchi

90 il sol negato agli occhi

91 i nervi strattil'ossa scontinoate

92 le polpe lacerate

93 i guai dove mi corco

94 li ferriil sangue sparsoe 'l timor crudo

95 e 'l cibo poco e sporco;

96 in speme degna di tua lancia e scudo.

97 Farsi scanni gli uman corpi a' giganti

Tommaso Campanella Poesie

24

98 gli animi augei di gabbia

99 bevanda il sanguee di lor prave voglie

100 le carni oggettoe le fatiche e i pianti

101 giuoco dell'empia rabbia

102 maniche a' ferri usati a nostre doglie

103 l'ossae le cuoia spoglie;

104 de' nostri sensitestimoni e spie

105 false contra noi stessi; e ch'ogni lingua

106 l'altrui virtute estingua

107 e fregi i vizi lor con dicerie

108 vedrai da queste arpie

109 più dal tuo tribunale.

110 Che pel tuo onormia angoscia se non basta

111 ti muova il comun male

112 a cui la providenza più sovrasta.

113 Se favor tanto a me non si dovea

114 per destino o per fallo

115 sette montiarti nuove e voglia ardente

116 perché m'hai dato a far la gran semblea

117 e 'l primo albo cavallo

118 con senno e pazienza tanta gente

119 vincere? Dunquemente

120 tanto stuol di profeti che tu mandi?

121 ed ogn'anima santache già aspetta

122 veder la tua vendetta

123 falsa sarà per gloria di nefandi?

124 Più prodigi e più grandi

125 il tuo Nume schernito

126 qual muto idoloagogna oggiche quei

127 ch'i mostri han sovvertito

128 di Samariad'Egitto e di Caldei.

129 Tre canzonnate a un parto

130 da questa mia settimontana testa

131 al suon dolente di pensosa squilla

132 ch'ostetrice sortilla

133 ite al Signorcon facce e voce mesta

134 gridando miserere

135 del duolche 'l vostro padre ange e funesta.

136 Né sia chi rieda a darmi altra novella

137 dal Rettor delle sfere

138 che 'l fin promesso dell'istoria bella

139 (sia stato falso o vero il messaggiere)

140 cantando: - Vivaviva Campanella! -76.

Canzone prima del dispregio della morte.

1 Anima miaa che tanto disconforto?

2 forse temi perir tra immensi guai?

3 Tema il volgo. Tu sai

4 dirsi morir chi fuor del suo ben giace.

5 Se nulla in nulla si disfà giammai

6 non può altrondechi a sé pria non è morto

7 morte patir o torto

8 né temer guerra chi a se stesso ha pace.

9 Non ti muova argomento altro fallace.

10 Se nativa prigion te non legasse

11 legar non ti potria l'empio tiranno

12 ch'e' non può far tal danno

13 a' sciolti ventiagli angelialle stelle.

14 Solo a lui male i tuoi tormenti fanno

15 ma a te bencome se ti liberasse

16 o ti risuscitasse

17 chi da sepolcro o da prigion ti svelle;

18 ché l'uno e l'altro son l'umane celle.

19 Dentro il gran spazioin cui lo mondo siede

20 tutto consperso di serena luce

21 che 'l sommo Ente produce

22 e di vive magion lucenti adorno

23 dove han gli spirti repubblica e duce

24 in libertà felice: sol si vede

25 nera la nostra sede.

26 Dunquede' regni bianchich'ella ha intorno

27 fu a' peccatori esilio e rio soggiorno.

28 Il centro preme in sempiterna notte

29 sotto ogni pondo i più rubbelli; e 'l giro

30 or letiziaor martiro

31 or tenebra ed or lume al mondo apporta

32 che i proprii dal comun carcer sortîro;

33 néquindi uscendoin nulla son corrotte.

34 Ma chi scende alle grotte

35 tornar non puòperché ivi al doppio è morta;

36 e chi va in altoal carcer odio porta.

37 Se lo spirto corporeoche 'l calore

38 ne' bruti e pur negli uomini ha produtto

39 sempre esala al suo tutto

40 né riede a noiquantunque esca a dispetto

41 ignorando ch'a gaudio va dal lutto:

42 vie più la menteche di lui men muore

43 tornando al suo Fattore

44 poisaggia e scioltafugge il nostro tetto:

45 avviso che non erri al coro eletto.

46 E` tutto opaco il corpo che ti cinge

47 e sol ha due forami trasparenti;

48 né in lor le cose senti

49 ma sol le speciee non qua' sonché l'onda

50 le fail cristallo e 'l corno differenti

51 che 'l lume che le porta àltera e tinge.

52 Né pur tuo specchio attinge

53 a veder l'aria sottil che 'l circonda

54 né gli angeliné cosa più gioconda.

55 Indebolite luci e moti e forze

56 delle coseche batton la muraglia

57 del carcer che n'abbaglia

58 sentiamo noinon le possenti o dive;

59 perché sfarìan la nostra fragil maglia.

60 Né virtù occulta ammetton le sue scorze

61 che per noi non si ammorze:

62 poche sembianze e di certezza prive

63 solo ha chi meglio tra noi parla e scrive.

64 Qual uomo a volo non vorria levarsi

65 o più saltar a giugner? Ma nol lascia

66 questa di morti cascia.

67 Va col pensiero a più parti del mondo

68 dove esser brama; ma la grossa fascia

69 non vuol che vadané possa internarsi

70 [di tutte cose a infarsi].

71 Dunque tien l'alma il tenebroso pondo

72 l'allegrezzai desiri e i sensi in fondo.

Tommaso Campanella Poesie

25

73 Di': come al buio hai tu distinto l'ossa?

74 i nervi soprasteso alle giunture?

75 tante varie testure

76 di venearterie e muscoli formasti

77 le viscerele fibre e legature?

78 come il bodel si piegastringe e ingrossa?

79 comedi carne rossa

80 vestendo il tuttola testa scarnasti?

81 come il caldo obbedia? come il frenasti?

82 Non mi risponder quel ch'impari altronde

83 e nell'anatomiaché non è tuo

84 cotal saperma suo

85 di chi t'avvisa: e pur t'inganni spesso

86 come n'hai sperimenti più che duo.

87 Orse [in] te ignori ciò che 'l corpo asconde

88 e in altri spiirisponde

89 non esserea chi al buio staconcesso

90 veder che fané il luogoné se stesso.

91 Purse 'l vario nutrir t'ha fatto porre

92 la fabbrica in obbliodi' mo: in che modo

93 il nutrimento sodo

94 all'ossa tiried a' nervi il viscoso

95 ed agl'impuri vasi feccia e brodo?

96 Come odie vedie pensiquando a scôrre

97 ten vai nell'alta torre?

98 Di': il respirare 'l polso stretto e ondoso

99 come dài al spirtofatica e riposo?

100 Tu non sai quel che faich'altri ti guida

101 come al cieco chi vede apre 'l cammino.

102 Il tuo carcer sì fino

103 per tu' avviso e suo gioco il Sir compose.

104 Libera hai volontà soldon divino

105 per meritarpigliando scorta fida

106 no' MaconCinghi o Amida

107 ma chi formò tua stanza e l'altre cose;

108 e perché prezzi il bentra guai ti pose.

77. Canzone seconda del medesimo tema.

1 Quante prende dolcezze e meraviglie

2 l'animauscendo dal gravante e cieco

3 nostro terreno speco!

4 Snella per tutto il mondo e lieta vola

5 riconosce l'essenzee vede seco

6 gli ordini santi e l'eroica famiglia

7 che la guida e consiglia

8 e come il Primo Amor tutti consola

9 e quanti mila n'ha una stella sola.

10 Questoch'or temi di lasciaralbergo

11 tanto odieraichese: - Di ferro e vetro

12 per non sentir ferètro

13 né scurità né doglia- Dio dicesse -

14 tel renderòed in lui torna; - a tal metro

15 crucciatadel voler voltando il tergo:

16 - In pianto mi sommergo -

17 risponderesti; salvo se 'l rendesse

18 tutto celestequal Cristo s'elesse.

19 Mirando 'l mondo e le delizie sacre

20 e quanti onor a Dio fan gli almi spirti

21 comincerai stupirti

22 come egli miri pur la nostra terra

23 picciolanerabrutta epiù vo' dirti

24 dove ha tante biastemme orrende ed acre

25 che par che si dissacre;

26 dove sta l'odiola morte e la guerra

27 e l'ignoranza troppo più l'afferra.

28 Vedrai pugnar contro la terra il cielo

29 e 'l caldo bianco e la freddezza oscura

30 e che d'essi natura

31 per trastullo de' superine forma

32 ventoacquapiantametalpietra dura;

33 del ciel scordarsi il caldoe contra 'l gelo

34 vestirsi terren velo

35 e come a suo' bisogni lo conforma;

36 e che doglia e piacer gli enti trasforma.

37 PossanzaSennoAmor da Dio vedrai

38 participar il tutto ed ogni parte;

39 ed usar la Prima Arte

40 NecessitadeFato ed Armonia

41 per cui tanta comedia orna e comparte

42 a Dio rappresentando giuochi gai;

43 e divin fiati e rai

44 (che son l'anime umane) a' corpi invia

45 per far le scene con più leggiadria.

46 Fia aperto il dubbioche torce ogn'ingegno:

47 perché i più savi e buoni han più flagelli

48 e fortuna i più felli?

49 Ché Dio a que' die' le parti ardue del gioco

50 per trarli a maggior ben da' lordi avelli;

51 e del suo mal goder lascia chi è degno.

52 E n'ho visto pur segno

53 più indotti e schiavi e impuri amar non poco

54 l'errorla prigionia e l'infame loco.

55 Il giuoco della cieca per noi fassi:

56 ride naturagli angeli e 'l gran Sire

57 vedendo comparire

58 della primera idea modi infiniti

59 premiando a chi più ben sa fare e dire.

60 Se i nostri affanni son divini spassi

61 perché vincer ti lassi?

62 Miriamo i spettatorvinciam le liti

63 contra prìncipi fintistravestiti.

64 Il carcereche 'n tre morti mi tieni

65 con timor falso di morirdispreggio.

66 Vanne al suolotuo seggio

67 ch'io voglio a chi m'è più simile andarmi.

68 - Né tu se' quel che prima ebbi ioma peggio

69 che sempr'esalie rifatto altro vieni

70 da quel che prandi e ceni:

71 onde lo spirto tuo nuovo ognor parmi.

72 Or perché temo in tutto io di sbrigarmi?

78. Canzone terza del medesimo tema.

1 Piangendodici: - Io ti levai- mia testa;

2 le man: - Scrivemmo -; i piè: - T'abbiam portato.

Tommaso Campanella Poesie

26

3 Dispregiarne è peccato.

4 Di piùte il dolor stringe e 'l riso spande;

5 ti prende obblio ed ingannoché se' un fiato

6 e la puzza grevaodor cresce e desta

7 che sparso in aere resta;

8 perché noigloriaVenere e vivande

9 sprezziove certo vivie moltoe grande?

10 - Compagnose in obblio le doglie hai posto

11 quando di terra in erba e in carne sei

12 fatto di membri miei

13 pur questa obblieraich'or ti martìra

14 di farti terra; e poi godrai di lei.

15 Per farne altri lavori ha Dio disposto

16 disfare il tuo composto;

17 ma in tutto il Primo Amor dolcezza spira.

18 Poi sarai miose 'l tutto al tutto aspira.

19 S'or debbo a ciò che fosti e sarai mio

20 porterò un monte: ma l'arte soprana

21 quanto ti trasumana

22 staremo insieme: né pensar ch'io tema

23 disfarmi in nullao in cosa da me strana.

24 L'animal spirtoin cui involto sono io

25 prende inganno ed obblio

26 ed io per lui: quando egli cresce e scema

27 patisco anch'ioma non mutanza estrema.

28 Desir immenso delle cose eterne

29 e 'l vigorper cui sempre alto più intendo

30 e terra e ciel trascendo

31 se nulla eccede di sue cause il fine

32 mostran che d'aria e dal sol non dipendo

33 né di cose caduchema superne.

34 Ecco che mi discerne

35 da tech'ami e sai solo il tuo confine;

36 e pur gran pruove d'altre alme divine.

37 La morte è dolce a chi la vita è amara;

38 muoia ridendo chi piangendo nasce;

39 rendiam queste atre fasce

40 al Fato omaich'usura tanta esige

41 ch'avanza il capital con tante ambasce.

42 L'uditoi denti vuolla vista cara.

43 Prendi il tuoterra avara

44 perché me teco ancor non porti a Stige.

45 Beato chi del tempo si transige!

46 Tumorte vivanido d'ignoranza

47 portatile sepolcro e vestimento

48 di colpa e di tormento

49 peso d'affanni e di error laberinto

50 mi tiri in giù con vezzi e con spavento

51 perch'io non miri in Ciel mia propria stanza

52 e 'l ben ch'ogn'altro avanza:

53 ondedi sua beltà invaghito e vinto

54 non sprezzi e lasci tecarbone estinto.-79.

Canzone quarta del dispregio della morte.

1 Filosofia di fatti il Senno vuole

2 che l'ultime due tuniche or mi spoglia

3 ch'è del viver la voglia

4 e d'aver laude scrivendo e parlando.

5 Doglia è lasciarle. Ma smorza ogni doglia

6 chi nella mente sua il gran Senno cole

7 seco vuole e disvòle

8 di lui se stesso in se stesso beando.

9 Onor non ha chi d'altri il va cercando.

10 Se fusse meglio a tutto l'universo

11 alla gloria divina ed a me ancora

12 ch'io di guai fosse fuora

13 liberato m'avria l'Omnipotente;

14 ch'astuzia e forza contra lui non fôra.

15 Tirannoincrudelisci ad ogni verso;

16 sbrani e mangi il perverso:

17 ché non è mal là dove Dio consente.

18 Non doni legge al medico il languente.

19 Empio colui non solma ancora stolto

20 che'n croce giubilar Piero ed Andrea

21 veggendoe che si bea

22 Attilio ne' tormenti e Muzio e Polo

23 non sa avanzar la setta epicurea

24 che sol piacer ha del piacer raccolto

25 traendo gaudio molto

26 pur come fan gli amantianche dal duolo;

27 ché 'l Primo Amor ci leva a tanto volo.

28 Fuggiteamicile scuole mondane;

29 alto filosofar a noi conviensi.

30 Orc'han visto i miei sensi

31 non più opinante sonma testimonio

32 né sciocche pruove ho de' secreti immensi.

33 Già gusto quel che sia di Cristo il pane.

34 Deh! sien da noi lontane

35 quelle dottrineche il celeste conio

36 non ha segnato; ch'io vidi il Demonio.

37 Credendosi i demòn malvagi e fieri

38 indiavolarmi con l'inganni loro

39 benché con mio martoro

40 m'han fatto certo ch'io sono immortale

41 che sia invisibil più d'un consistoro;

42 che l'almeuscendovan co' bianchi e neri

43 e co' fallaci e veri

44 a cui più simil le fe' il bene e il male

45 che più studiâro in questa vita frale.

46 Altri spinge a servir Dio vil temenza

47 altri ambizione di Paradiso

48 altri ipocrito viso;

49 ma noich'è Primo Senno e Sommo Bene

50 amabile per sétenemo avviso

51 a cui farci conformi è preminenza

52 bench'avessim scienza

53 che n'abbia scritti alle tartaree pene.

54 Nel Primo Amor null'odio por conviene.

55 Chi dagli effetti Dio conoscer brama

56 per seco unirsi e lodarlosia certo

57 come in me sono esperto

58 delle sue colpe segreto perdono

59 conseguisce e scienza dell'incerto.

60 Dio osserva la pariglia: ama chi l'ama

61 e risponde a chi il chiama.

62 Odiadisprezza il malsendo uno e buono;

63 chi a lui si donalo guadagna in dono.

Tommaso Campanella Poesie

27

64 Se mai fia ch'uomo ascolte

65 queste sotterra ed in silenzio nate

66 rime mie sventurate

67 pria che nascansepolte

68 pensier muti e costume;

69 ch'io non ragiono a caso

70 ma sperïenza e Nume

71 e legge natural m'hanno persuaso.

80. Canzone a Berillodi pentimentodesideroso di

confessioneecc.fatta nel Caucaso.

1 Signortroppo peccaitroppoil conosco;

2 Signorpiù non m'ammiro

3 del mio atroce martiro.

4 Né le mie abbominevoli preghiere

5 di medicinama di mortal tosco

6 fûr degne. Ahistolto e losco!

7 Dissi: - GiudicaDio- non - Miserere. -

8 Ma l'alta tua benigna sofferenza

9 per cui più volte non mi fulminasti

10 mi dà qualche credenza

11 che perdonanza alfin mi riserbasti.

12 Quattordici anni invan patisco (ahi lasso!)

13 sempre errore accrescendo

14 a me stessoed agli altri persuadendo

15 ch'io per difender verità e giustizia

16 da Dioc'ho sconosciutosia qua basso

17 qual Cristoeletto sasso

19 Or ti vorrei pregar cheper discolpa

20 di tanti erroriaccetti tante pene;

21 se non è nuova colpa

22 chieder ch'agli empi guai segua alcun bene.

23 Io merito in niente esser disfatto

24 Signor mioquando penso

25 l'opere prave mie e 'l perverso senso.

26 Poimirando ch'io son pur tua fattura

27 che tocca riconciarla a chi l'ha fatto

28 ch'io bramo esser rifatto

29 nel tuo cospetto nuova creatura

30 questa sola ragion sola mi resta.

31 Onde sol fine al mio lungo tormento

32 chieggionon quella festa

33 né del prodigo figlio il gran contento.

34 Io mi credevo Dio tener in mano

35 non seguitando Dio

36 ma l'argute ragion del senno mio

37 che a me ed a tanti ministrâr la morte.

38 Benché sagace e piol'ingegno umano

39 divien cieco e profano

40 se pensa migliorar la comun sorte

41 pria che mostrarti a' sensi suoiDio vero

42 e mandarlo ed armarlo non ti degni

43 come tuo messaggiero

44 di miracolo e pruove e contrassegni.

45 Altri il Demonioaltri l'astuzia propia

46 spinse a far cose nuove

47 permettente colui che 'l tutto muove

48 per ragion parte chiare e parte oscure.

49 Laonde chi di senso ha maggior copia

50 spesso sente più inopia

51 empiendosi di false conghietture

52 che i divi ambasciator sien anche tali;

53 e la bontà di Dioche condescende

54 e si mostra a' mortali

55 disconoscediscrede e non intende.

56 Osservauomoosserva quella legge

57 nella qual nato sei:

58 prencipe e sacerdoti sienti dèi

59 e i lor precetti diviniquantunque

60 paiano ingiusti a te ed a tutto il gregge;

61 se Dioper cui si regge

62 diluviincendi e ferro usa quandunque

63 par giustoe così que' ministri d'ira.

64 Dove Dio tace e vuoletaci e vogli;

65 con voti al porto aspira

66 schifando vianon offendendoi scogli.

67 Chi schernisce i decretiovvero ammenda

68 o col peccato scherza

69 o di quel godeo per la prima sferza

70 da errar non fugge più che dal colùbro

71 o l'occulta giustizia non gli è orrenda:

72 costui misero intenda

73 ch'è preso all'ami; e que' ch'al lido rubro

74 ostinati perîrgiungi al mio esempio.

75 Quanto ha il peccato in sé bruttezza e puzza

76 pria non conosce l'empio

77 chequal Antiocoinverminisce e puzza.

78 Ma tu quei miriche peccano impune

79 lieti e tranquilli sempre;

80 ma non penètri le segrete tempre

81 dell'uomo interiore però sparli;

82 ché forse è di quel malche pensiimmune;

83 o pene ha più importune

84 sdegnosospettozelointerni tarli;

85 né guardi il finné le divine ire

86 quanto più tardetanto più gagliarde.

87 O ciò ne forza a dire:

88 - Necessario è l'Infernoche sempre arde. -

89 TardiPadreritorno al tuo consiglio

90 tardi il medico invoco;

91 tanto aggravatoil morbo non dà loco.

92 Quanto più alzar vo' gli occhi al tuo splendore

93 più mi sento abbagliargravarmi il ciglio.

94 Poi con fiero periglio

95 dal lago inferior tento uscir fuore

96 con quelle forze che non homeschino.

97 Meschino meper me stesso perduto

98 ché l'aiuto divino

99 che sol salvarmi puòbramo e rifiuto!

100 Desio di desiar tue grazie tengo:

101 certaevidente vita

102 quando voglia possente a te m'invita

103 e quando è fiaccaavaccio sento il danno;

104 su l'ale del voler non mi sostengo

105 rotte e bagnate. Vengo

106 a que' favorche sì pregar mi fanno:

107 - Deh! pregate per me voich'io non posso

108 voiPiero e Paololuminar del Cielo

Tommaso Campanella Poesie

28

109 Radamante e Minosso

110 della celeste legge e del Vangelo.

111 Merti non ho per quelli gran peccata

112 che contra te ho commesso.

113 Madre di Cristoe voi che state appresso

114 spirti beatiabitator del lume

115 che 'l mondo adempie e sol la terra ingrata

116 ancor non ha purgata;

117 prego contra ragioncontra il costume

118 ch'al vostro capital fiero inimico

119 impetrate da lui qualche perdono

120 ch'a' peccator fu amico;

121 poiché tra gli empi il maggior empio io sono.

122 Ahcome mi sta sempre innanzi agli occhi

123 come mi fere e punge

124 come l'alma dal corpo mi disgiunge

125 e la fiducia dall'alma mi svelle

126 il gran fallo miogli atti miei sciocchi!

127 - Tuche mi senti e tocchi

128 ariatuvivo cielvoisacre stelle

129 e voispirti volanti dentro a loro

130 ch'or m'ascoltateed io non veggio voi

131 mirate al mio martoro;

132 di voi sicuripregate per noi. -133

Canzon grave e dolente

134 delle mie iniquitati

135 corri a Berillo vivoda Dio eletto

136 a purgar l'alme da' brutti peccati.

137 Di' che la mia si pente;

138 ch'e' faccia il sacro effetto

139 invocando per me l'Omnipotente.

81. Della prima possanza.

1 Le potestati umane tanto m'hanno

2 travagliatoch'omai vengo a pensare

3 ch'io peccai contra tePossanza Prima;

4 però che di Saturno più d'un anno

5 tutto del Senno Primo a contemplare

6 mi diedie al Primo Amor volsi ogni rima

7 di te tanto scrivendo

8 quanto per lor ti intendo

9 di cui dovevo far principal stima.

10 Or io volgo il mio stile

11 alla tua dignitade

12 perdon chiedendo umìle

13 ed aiutoo Suprema Podestade.

14 Dove manca Possanzail patimento

15 ch'al non esser le cose sempre tira

16 abbondae 'l caso avversoed ogni male;

17 onde io tant'anni mi truovo scontento.

18 A teValordunqueoggi alzo la mira

19 a cui soggiace ogni forza fatale:

20 ché 'l Senno e l'Amor pio

21 com'or ben confesso io

22 senza la tua difesa poco vale.

23 Può amar chi ha potenza

24 e sa chi può sapere

25 ed è chi aver può essenza;

26 dunqueogni quiddità vien dal Potere.

27 L'intrinseco poter fa che sossista

28 ogn'essere; e l'estrinseco il difende

29 si è d'altrio parte; e non da séné tutto.

30 Sta il mondo e gli enti magni in questa lista

31 a cui precede chi da nullo pende

32 Dioche interno valor solo ha per tutto.

33 Ma puòse poter vuole

34 e se poter sa; e suole

35 (in sé volgendo quel che 'n lui è produtto)

36 saperse puote ed ama;

37 e volerse può e sape.

38 Dunque «tre in un» si chiama

39 e distinzion d'origine sol cape.

40 Possanza e Senno producono Amore

41 unitamente; e però tutte cose

42 aman l'esserperò che sanno e ponno

43 ma sanno perché ponno solo. Autore

44 dunque del Senno primo ben si pose

45 il primario Poterdegli enti donno.

46 Maperché regge amando

47 ed opera insegnando

48 e l'esserquando è desto e quando è in sonno

49 d'essi tre si compone

50 saran tre preminenze

51 d'ogni effetto e cagione

52 semplici metafisiche semenze.

53 E`ciò ch'èperché puotesape ad ama;

54 non èquel ch'esser non puòignora o abborre

55 per séo per forza d'altrio del Primo Ente

56 ch'è monotriade. E quel ch'all'esser chiama

57 partecipando tre eminenzecorre

58 pur limitato sempre dal niente

59 all'esser suo finito

60 che sta in quello infinito

61 essereternosoloindependente

62 che creòcome base

63 d'ogni essenza seconda

64 lo spazioimmenso vase

65 ch'è penetratopenetra e circonda.

66 Quando di contener virtù donasti

67 al luogoe dal tuo Senno senso prese

68 e dall'Amor amor di farsi pieno

69 la gran mole corporea ingenerasti

70 delle virtuti agenti atta all'imprese

71 in due triadi consimili a quel seno.

72 Poscia i maschipossenti

73 che di lei due elementi

74 cielo e terraformâro: e del più e meno

75 di lor gare e rovine

76 ogni mistura uscìa

77 Dio influendo a tal fine

78 NecessitateFato ed Armonia.

79 La vitaagli enti vari che seguiva

80 era virtutein quanto da te nacque.

81 Ma quel che dal non esser timor venne

82 ogni vizio produssee la nociva

83 ragion di Statoe poi 'l mal proprio piacque

84 che 'l senso indi impotente a ciò s'attenne.

Tommaso Campanella Poesie

29

85 Mase ti svegli omai

86 in meglio muterai

87 natura madre e i figlicome accenne.

88 L'impotenza e 'l peccato

89 tôrrai da' senni umani;

90 tutti in un lieto stato

91 gl'imperi adducerai vari profani.

92 Darai alla vita di durar virtute

93 forza alla leggeche 'l gran Senno mise

94 vigor all'amicizied'amor prole.

95 Senza tegli enti han le bontà perdute;

96 venner l'insidie e l'unità divise

97 ch'invidia partorîro e false scuole:

98 timidità e pigrizia

99 sconfidenzaavarizia

100 viltate e crudeltàche starsi sole

101 non san l'una dall'altra.

102 Madove è tua fortezza

103 ogni natura è scaltra

104 né teme il maleonde di farne sprezza.

105 Canzondi' al Poter Primo

106 che per mancanza sua sto in tal paura

107 che meditar non posso la Scrittura.

108 Traggami da questo imo

109 inferno. Ed in effetto

110 se tutto il mio soggetto

111 ei non saràme stesso empio condanno

112 da mo al perpetuo lagrimoso affanno.

82. Sonetto della providenza.

1 La fabbrica del mondo e di sue parti

2 e di lor particelle e parti loro

3 gli usi accertatiil mirabil lavoro

4 pònsaggio Autorbuon senza fin provarti.

5 Poi gli abusi de' bruti e di nostre arti

6 de' mali il gaudio e de' buoni il martoro

7 l'errar ciascun dal finea me ch'ignoro

8 dicon che 'l Fabbro dal Rettor s'apparti.

9 PossanzaSennoAmordunqueinfinito

10 commette altrui il governo e si riposa:

11 dunque si invecchia o si fa negligente?

12 Ma un solo è Dioda cui sarà finito

13 tanto scompiglioe la ragion nascosa

14 apertaonde peccò cotanta gente.

83. Della possanza dell'uomo.

1 Gloria a colui che 'l tutto sape e puote!

2 O arte mianipote - al Primo Senno

3 fa' qualche cenno - di su' immagin bella

4 ch'uomo s'appella.

5 Uomo s'appella chi di fango nacque

6 senza ingegno soggiacque- inermeignudo:

7 patrigno crudo - a lui parve il Primo Ente

8 d'altri parente.

9 D'altri parentea' cui nati die' forza

10 bastanteindustriascorza- pelo e squame.

11 Vincon la fame- han corsoartiglio e corno

12 contra ogni scorno.

13 Ma ad ogni scorno l'uomo cede e plora;

14 del suo saper vien l'ora - troppo tarda;

15 ma sì gagliarda- che del basso mondo

16 par dio secondo.

17 Edio secondomiracol del primo

18 egli comanda all'imo- e 'n ciel sormonta

19 senz'alie conta - i suoi moti e misure

20 e le nature.

21 Sa le nature delle stella e 'l nome

22 perch'altra ha le chiome - ed altra è calva;

23 chi strugge o salva - e pur quando l'eclisse

24 a lor venisse

25 quando venisse all'ariaall'acquaall'humo.

26 Il vento e 'l mar ha domo- e 'l terren globbo

27 con legno gobbo - accerchiavince e vede

28 merca e fa prede.

29 Merca e fa prede; a lui poca è una terra.

30 Tuonaqual Giovein guerra - un nato inerme;

31 porta sue inferme - membra e sottogiace

32 cavallo audace.

33 Cavallo audace e possente elefante;

34 piega il leon innante - a lui il ginocchio;

35 già tirò il cocchio - del roman guerriero:

36 ardir ben fiero!

37 Ogni ardir fiero ed ogni astuzia abbatte

38 con lor s'orna e combatte- s'arma e corre.

39 Giardinotorre - e gran città compone

40 e leggi pone.

41 Ei leggi ponecome un dio. Egli astuto

42 ha dato al cuoio muto - ed alle carte

43 di parlar arte; - e che i tempi distingua

44 dà al rame lingua.

45 Dà al rame linguaperc'ha divina alma.

46 La scimia e l'orso han palma- e non sì industre

47 che 'l fuoco illustre - maneggiasse; ei solo

48 si alzò a tal volo.

49 S'alzò a tal voloe dal pianeta il tolse;

50 con questo i monti sciolse- ammazza il ferro

51 accende un cerro- e se ne scaldae cuoce

52 vivanda atroce;

53 vivanda atroce d'animai che guasta.

54 Latte ed acqua non basta- ogn'erba e seme

55 per lui; ma preme - l'uve e ne fa vino

56 liquor divino.

57 Liquor divinoche gli animi allegra.

58 Con sale ed oglio intègra - il ciboe sana.

59 Fa alla sua tana - giorno quando è notte:

60 ohleggi rotte!

61 Ohleggi rotte! ch'un sol verme sia

62 reepilogoarmonia- fin d'ogni cosa.

63 O virtù ascosa- di tua gloria propia

64 pur gli fai copia.

65 Pur gli fai copiase altri avviva il morto;

66 passa altrie non è assorto- l'Eritreo;

67 canta Eliseo - il futuro; Elia sen vola

68 alla tua scuola;

Tommaso Campanella Poesie

30

69 alla tua scuola Paolo ascendee truova

70 con manifesta pruova - Cristo a destra

71 della maestra - Potestade immensa.

72 Pensauomopensa!

73 Pensauomopensa; giubila ed esalta

74 la Prima Cagion alta; - quella osserva

75 perch'a te serva - ogn'altra sua fattura

76 seco ti unisca gentil fede pura

77 e 'l tuo canto del lor vada in più altura.

84. Salmodia che invita le creature in commune e gli

primi enti fisici a lodar Dio.

1 Bellebuone e felici e senza ammenda

2 onde laude si renda - al Creatore

3 che tanto amore - ed arte in farle pose

4 son tutte cose.

5 Voitutte cosea celebrar invito

6 coluiche n'ha largito - ciò che siamo

7 poi che eravamo - nulla. E per memoria

8 cantiamo in gloria.

9 Cantiamo in gloria DioPrima Potenza

10 DioPrima Sapienza- Amor Primero

11 Ben vivo e vero- senza fin giocondo.

12 Cominci il mondo

13 cominci il mondostatua altèra e degna

14 di lui che sempre regna - e gran trofeo

15 di ciò che feo - armario sacrosanto

16 un nuovo canto.

17 Di' un nuovo canto tuche l'universo

18 penetriad ogni verso - penetrato

19 spazioal creato - esser base immota

20 che giace o mota.

21 Se giace o motala corporea mole

22 unita o spartacole - l'alta idea

23 per cui si bea - di forme ognor novelle

24 soavi e belle.

25 Soavi e belle pompe del gran Dio

26 lodate il vostro e mio - Signordi cui

27 uscendo nui- fu il tempoch'è il successo

28 degli entiespresso.

29 Fu agli enti impresso anche 'l vigor nativo

30 che dal nascer descrivo - poi natura

31 interna cura - ed arteche dà loro

32 quel Dio ch'adoro.

33 Quel Dioch'adoroa voi laudar conviensi

34 calor e freddoimmensi - di possanza

35 per cui sostanza- guerreggiandofue

36 partita in due.

37 Partite in due dunque i vostri accenti

38 magnifici elementi- cielo e terra

39 dalla cui guerra - poi nasce ogni misto

40 che Dio ha provvisto.

41 Dio ha pur provvisto che l'un porti 'l giorno

42 l'altro la notteintorno - raggirando

43 manifestando - il Creator sovrano

44 di mano in mano.

45 Di mano in manovoitenebre e luce

46 cantate il sommo Duce- e voiquiete

47 e motoavete - parte in tanto carme

48 per più svegliarme.

49 Per più svegliarmeraro e densoestreme

50 temprementre uno teme - e l'altro spera

51 prendete sfera - di sorti diverse

52 e cause avverse.

53 Fra cause avverse e similiadornate

54 FatoNecessitate - ed Armonia

55 che Dio v'invia - in ogni parte e tutto

56 ciò che ha costrutto.

57 Ciò che ha costrutto in Dio si sta e si muove

58 e con secrete pruove - ancora sente

59 la Prima Mente - ecome sal'adora;

60 ed in lui vivebenché par che mora

61 grazie a colui che sempre mi ristora.

85. Salmodia che invita il cielo e le sue parti e abitatori

a lodar Dio benedetto.

1 Dal ciel la gloria del gran Dio rimbomba:

2 egli è sonora tromba - a pregi tanti;

3 i lumi stanti - e que' ch'errando vanno

4 musica fanno.

5 Musica fanno per ogni confino

6 dove il calor divino - il ciel dispiega

7 ed Amor lega - tante lucie muove

8 altronde altrove.

9 Altronde altrove tutti van correndo

10 teDiobenedicendo - e predicando

11 dolcesonando- ch'ogni moto è suono

12 come io ragiono.

13 Così io ragiono. Ahimè! ch'udir non posso;

14 ch'innato rumor grosso - èche m'occùpa

15 l'orecchia cupa- ed un molino vivo

16 me ne fa privo.

17 Se mi fa privovoispiriti eletti

18 che non siete soggetti - a corpo sordo

19 fate un accordo - al suon di tai strumenti

20 co' vostri accenti.

21 Co' vostri accenti sacriintellettuali

22 d'una spiegando l'ali - in altra stella

23 vostra favella: - Santosantosanto! -

24 dicete intanto.

25 Dicete intantoardenti Serafini

26 sagaci Cherubini- e giusti Troni

27 Dominazioni- Virtù e Potestati

28 e Principati;

29 principiateArcangelie seguite

30 Angeliche venite - a darmi aiuto.

31 Da voiperduto - il corpoin Cielo accolte

32 son l'alme sciolte.

33 O alme sciolteo patriarchi grandi

34 profeti venerandi- in cortesia

35 la salmodia - di Davide canoro

36 dicete in coro.

37 Dicete in coroapostoliche 'l mondo

38 vinto e reso fecondo - di virtuti

39 e risoluti - fatto avete noi

Tommaso Campanella Poesie

31

40 di seguir voi.

41 Di seguir voi gli martiri non tardi

42 con l'animo gagliardi - e sparso sangue

43 fan che non langue - la musica nostra

44 nell'alta chiostra.

45 Dall'alta chiostracon varie dottrine

46 anime pellegrine - confessare

47 odo per mare- per terra e per cielo

48 vero il Vangelo.

49 Vero il Vangelo voivergini caste

50 virilmente provaste - a chi udir vuole:

51 l'eterea mole - or per questo e le stelle

52 son vostre celle.

53 Oh sante cellemurate di luce

54 che 'l passar vi conduce- non ritiene

55 ad ogni bene! - E quelle vie di latte

56 per voi son fatte.

57 Per voi son fatte le scene e l'istorie

58 delle divine glorie- ché a mirarle

59 e celebrarle - vi dà il primo fuoco

60 possanza e luoco.

61 Per ogni luoco Dio quant'have in mente

62 vuol che si rappresente - in cielo. E poi

63 de' segni suoi - tusuolo e marti adempi

64 di tempi in tempi.

65 Di tempi in tempi ArieteCancro e Libra

66 e Capricorno vibra - l'alte idee

67 quante si dèe - all'arte; a la natura

68 virtù e figura

69 virtù e figura per il sol deriva

70 statuaimmagin più diva - del Monarca

71 lucerna ed arca - di deitate in suso

72 padre quaggiuso.

73 Padre è quaggiusoche la terra impregna

74 perch'a' figli sovvegna. - Poi la luna

75 virtute aduna - d'ogni stellae dice

76 esser nutrice.

77 E` ben nutrice amorosa e veloce:

78 se 'l gielo e l'ardor nuoce- il fa soave.

79 Or sembra nave- or globoor mezzo tondo

80 per ben del mondo.

81 Per ben del mondo ne' splendor superni

82 degli enti non eterni - è misurato

83 la vita e 'l stato; - e nelli sacri giri

84 parmi che 'l miri.

85 Parmi ch'io miri quella provvidenza

86 chi da tanta eloquenza - si celèbra.

87 Mia squilla è ebra - per troppo desio

88 di cantar voscoo stelleil grande Dio:

89 gloria all'omnipotente Signor mio!

86. Salmodia che invita la terra e le cose in quella nate

a lodar Dioe declara lor fine e la providenza divina.

1 La terra nostra di far giuoco e festa

2 nullo tempo si resta - al sommo Dio;

3 da che l'unìo - l'amorpésola in mezzo

4 gioisce al rezzo.

5 Gioisce al rezzoe 'l circondante caldo

6 schifandoviver saldo - e freddo gode;

7 rendendo lode - all'Eternoeternarsi

8 vuolnon disfarsi.

9 Vuol non disfarsi; e 'l sol vorria disfarla

10 non per odio; per farla - mole amica

11 seco l'intrica- e con focose braccia

12 cinge ed abbraccia.

13 Cinge ed abbraccia anch'ella lui nel seno:

14 chéschifandolopieno - pur se 'l vede

15 di calor: fede- che al destin più incorre

16 chi più l'abborre.

17 Chi più l'abborreposcia più l'aggrada;

18 che sua fuga sia strada - a quel s'ammira.

19 Ch'alla sua mira - e gloria gli rivolge

20 chi il mondo volge.

21 Chi il mondo volge così fece madre

22 la terrae 'l sole padre - d'infinita

23 prolech'addita - del Primero Ingegno

24 l'arte e 'l disegno.

25 L'arte e 'l disegno su esaltateo monti

26 della gran madre pronti - alle difese

27 ossa distese- e fini a' regni nostri:

28 stanza a' gran mostri.

29 Stanze a' gran mostri e piccioli prestate

30 acqueche circondate - il nostro suolo:

31 voi date il volo - a' pesci ed alle navi

32 sì in terra gravi.

33 La terra aggravie pur non la sommergi

34 tuoceanche t'ergi - sì superbo.

35 Per divin verbo - dal suo ventre uscisti

36 e 'l mondo unisti.

37 Tu 'l mondo unistich'è il primo animale.

38 Tra l'etra spirituale - e 'l terren grosso

39 sangue ti posso - dirche nutre e viene

40 va tra le vene.

41 Va tra le vene e per li fonti spiccia

42 dove la terra arsiccia - ha più bevuto;

43 indi il perduto - alle campagne rende;

44 poi in alto ascende.

45 In alto ascende a far giuoco al Signore

46 col terrestre vapore - insieme misto;

47 or stella è visto- ed orcome bombarde

48 rimbomba ed arde.

49 Rimbomba ed arde ed atterrisce gli empii.

50 Non perdona agli tempii- o vivi o morti.

51 TuDion'esorti - a be' celesti nidi

52 con questi gridi.

53 Con questi gridi gli animai richiami

54 perché non restin grami - alle tempeste.

55 Gioconde feste - agli angelia' demòni

56 fatiche doni.

57 Fatiche doni con saper immenso

58 sotterra al fuoco accenso- che fracassa

59 cuoce e relassa- e dentro fa i metalli

60 fuor monti e valli.

61 Co' monti e vallie fiumi e mardistingui

62 i paesi: altri impingui- altri fai macri

63 e dolci ed acri - agli abitanti vari

64 più necessari;

65 più necessari e più capaci ancora

Tommaso Campanella Poesie

32

66 di viteche si fôra - ugual per tutto;

67 e perché tutto - pur le cose stesse

68 non producesse;

69 ma producesse biade la campagna

70 s'alzasse alla montagna - il fummo e l'onda:

71 arte profonda - di doppi lambicchi

72 per farci ricchi.

73 Per farci ricchi altrove oro ed argento

74 nasce; altrove frumento- augelli e fiere

75 rivi e peschiere- macchiesalti e boschi

76 perch'io 'l conoschi.

77 Perch'io conoschil'alta Cagion Prima

78 fa mancar al mio clima - molte cose.

79 Commerzio puose- amor e conoscenza

80 tal providenza.

81 Tal providenza in due quadranti opposti

82 fa che in su il mar s'accosti: - in uno bolle

83 l'altro s'estolle - per l'acque pendenti

84 là concorrenti.

85 Son concorrenti di diversi fianchi

86 in cui avvien che manchi: - e in tutti lidi

87 sei ore vidi - alzarsi e sei abbassarsi

88 per più avvivarsi.

89 Per più avvivarsi fa il medesmo l'aria

90 e pur qual mar si varia- dove accolti

91 son vapor molti- che capir non ponno

92 e spazio vonno.

93 E spazio vonnoe spazio van cercando

94 purgandoventilando- trasferendo

95 e convertendo - il fummo in util pioggia:

96 stupenda foggia!

97 Stupenda foggiach'a più parti giove.

98 Fiere ed augelli altrove - e pesci porta:

99 le navi esorta - al corsonoi a consulta;

100 altri sepulta.

101 Altri sepulta in sonno ed altri in sabbia;

102 svelle arbori con rabbia - e gran cittati.

103 Son fecondati - i campiove dolce aura

104 il verde innaura.

105 Fa verdiinnaura e purpuree le nubbi

106 il solperch'io non dubbi - orche più pèra

107 la nostra sfera - in mare: in suo ben vale

108 ciò che in su sale.

109 Quando in su salein grandini s'ingroppa

110 grosso vaporche scoppia - in caldo loco;

111 ma non a poco a poco- qual la neve

112 che il freddo beve.

113 Il freddo bevee si congela in brina

114 quel ch'aura mattutina - o sera agguaglia

115 come si quaglia - in pioggia il fummoe cade

116 dolce alle biade.

117 Per far le biade e' manca nell'Egitto

118 onde il Nil fu prescritto - che inondasse

119 che Assur fruttasse - e l'India in questa guisa

120 che Dio n'avvisa.

121 Dio pur n'avvisache l'Arabia ottenne

122 solo rugiadae fenne - incenso e manna

123 nettarea canna- e ragiadi che degni

124 fûr i miei regni.

125 Tutti anche i regni han pianibalze e selve

126 pasto e casa di belve. - Ohmaraviglia!

127 quanta famiglia - per teSignornasce

128 si cresce e pasce.

129 Si cresce e pasce di liquor terrestre

130 il ferroil sasso alpestre; - un grasso e molle

131 l'erbe satolle- immobili animali;

132 fa' a que' ch'an l'ali

133 a que' c'han l'alia chi serpea chi anda

134 foglieradicighianda- grani e pomi;

135 altri ne domi- altri armialtri fai inermi

136 né senza schermi.

137 Hanno per schermi i ricci e gli arboscelli

138 spine contra gli augelli- asini e bovi;

139 altura trovi - in querceabbeti e faggi

140 per tali oltraggi.

141 Per tali oltraggi han le quaquigliee i pini

142 guscio; e vesti d'uncini - contra i colpi

143 che ghiro non le spolpi- han le castagne;

144 ma pur le fragne.

145 Però le fragneché Dio ha destinato

146 ch'ogni ente non sol nato - sia d'ogn'altro

147 ma l'uno all'altro - sia cibo ed avello

148 or questoor quello.

149 Ma questo e quelloresistendoaddita

150 godersi in ogni vita- che Dio dona:

151 eperch'è buona - ogn'altra viva norma

152 pur si trasforma.

153 Chi la trasforma con tanta sua laude

154 che sieno molti gaude - gl'innocenti:

155 pochi possenti - orsi e leon vedrai

156 pecore assai.

157 Pecore assaiche dal caldo e dal gelo

158 solo difende il pelo. - Frutti e fiori

159 tufrondaonori: - a' timidi è soccorso

160 la tana e 'l corso.

161 Le tane e 'l corso ha il cervoil lepreil capro:

162 corna il bue: sanne l'apro: - onghie il cavallo:

163 vivezza il gallo- ch'al fiero leone

164 spavento pone.

165 Spavento pone all'elefante il drago.

166 Ohspettacolo vago - di lor gesti!

167 Falcontu avesti - rostroe duro artiglio

168 l'aquila e 'l niglio.

169 L'aquila e 'l niglio han pur la vista acuta

170 come il can lunge fiuta - la sua preda;

171 perché provveda - ode lontano il lupo

172 al ventre cupo.

173 Pel ventre cupo ha forza la balena

174 molta astuzia ha la iena- industria l'ape.

175 Ohcome sape - politìa e governo

176 d'està e d'inverno!

177 D'està e d'inverno han città le formiche;

178 stanze altri sempre apriche - si procaccia;

179 va il ragno a caccia- e si fa rete [e] stanza

180 di sua sostanza.

181 Di sua sostanza si circonda e cova

182 prende l'apie fa uova - quindi uscendo

183 varie vivendo - vite un verme: ahi lasso!

184 Oltre io non passo.

185 Oltre io non passonon posso; assai ignoro

Tommaso Campanella Poesie

33

186 l'anatomiail lavoro- fraudi ed ire

187 gioie e martìre - di quanti il mar serra

188 l'aria e la terra.

189 O ariao terrao marmirar potrei

190 ne' vostri colisei - ta' giuochi io sciolto!

191 Ma chi è sepolto - in corposol s'accorge

192 che poco scorge.

193 Se poco scorgepotrà dirne meno.

194 Ma il sermon vostro appieno - a tutti è aperto;

195 non è coperto - a nazione alcuna

196 sotto la luna.

197 Sotto la luna il nostro dir trascenda

198 al Re della tremenda - maestate.

199 Transumanate - mentivoci e note:

200 ite al Signorche tutto sape e puote.

Tommaso Campanella Poesie

34

Appendice delle tre elegie fatte con misura latina

87. Al senno latinoch'e' volga il suo parlare e misura di

versificare dal latino al barbaro idioma.

1 Musa latinaè forza che prendi la barbara lingua:

2 quando eri tu donnail mondo beò la tua.

3 Volgesi l'universo: ogni ente ha certa vicenda

4 libero e soggetto ond'ogni paese fue.

5 Cogliesi dal nesto generoso ed amabile pomo.

6 Concorri adunque al nostro idioma nuovo.

7 Tanto piùche il Fato a te die' certo favore

8 perchécomunque sonid'altri imitata sei:

9 d'Italia augurio antico e mal cognitoch'ella

10 d'imperii gravida e madre sovente sia.

11 Musa latinavieni meco a canzone novella:

12 te al novo onor chiama quinci la squilla mia

13 sperando imponer fine al miserabile verso

14 per te tornando al già lagrimato die.

15 Al novo secolo lingua nova instrumento rinasca:

16 può nova progenie il canto novello fare.

88. Il salmo CXI: «Beatus vir qui timet»ecc.

1 Quegli beato èdel Signor c'ha santa temenza;

2 sicuro e lieto il fa sua legge pia.

3 Di costui in terra alligna il seme potente

4 del giusto il germe ognor benedetto fia.

5 Ne' cui bei tetti ricchezza e gloria abonda

6 in tutti tempi alberga la giustizia.

7 Pur nelle tenebre a' santi il bel lume si mostra

8 del pietoso Dio splendido tuttavia.

9 Giocondo è sempre il donator largo e benigno;

10 dal buon giudizio non si rimove mai.

11 Il suo nome mai non potrà estinguere morte

12 né mala fama temee vittorioso vola.

13 Sta nel Signor fermo e sempre di speme ripieno:

14 non si movrà innanzi ch'ogni nemico pèra.

15 Il suo divisee mangiâro i poveri amici;

16 gloria subblima il corno potente suo.

17 Il che vedendo poiil peccator tristo s'adira

18 dibatte i dentie pur rabioso crepa.

19 Del giustoancor che al tardoil disegno riesce

20 e de' malvagi l'empia voglia père.

89. Al Solenella primaveraper desio di caldo.

1 M'esaudì al contrario Giano. La giusta preghiera

2 drizzola a teFeboch'orni la scola mia.

3 Veggoti nell'Arietelevato a gloriaed ogni

4 vital sostanza or emola farsi tua.

5 Tu subblimiavvivi e chiami a festa novella

6 ogni segreta cosalanguidamorta e pigra.

7 Deh! avviva coll'altre me ancheo nume potente

8 cui più ch'agli altri caro ed amato sei.

9 Se innanzi a tutti tesole altissimoonoro

10 perché di tutti piùal buiogelato tremo?

11 Esca io dal chiusomentre al tuo lume sereno

12 d'ime radici sorge la verde cima.

13 Le virtù ascose ne' tronchi d'alberiin alto

14 in fior conversia prole soave tiri.

15 Le gelide vene ascose si risolvono in acqua

16 purachesgorgando lietala terra riga.

17 I tassi e ghiri dal sonno destansi lungo;

18 a' minimi vermi spirito e moto dài.

19 Le smorte serpi al tuo raggio tornano vive:

20 invidiomiserotutta la schera loro.

21 Muoiono in Irlanda per mesi cinquegelando

22 gli augellie mo pur s'alzano ad alto volo.

23 Tutte queste opere son del tuo santo vigore

24 a me contesofervido amante tuo.

25 Credesi ch'ogge anche Giesù da morte resurse;

26 quando me vivo il rigido avello preme.

27 L'olive secche han da te pur tanto favore:

28 rampolli verdi mandano spesso sopra.

29 Vivo ionon mortoverde e non secco mi trovo

30 benché cadavero per te seppelito sia.

31 Scrissero le genti a te senso e vita negando

32 e delle mosche fecerti degno meno.

33 Scriss'io ch'egli erano ereticia te ingrati e ribelli;

34 m'han sotterratovindice fatto tuo.

35 Da te le mosche e gl'inimici prendono gioia;

36 essertise séguitimosca o nemico meglio è.

37 Nullo di te conto si faràse io spento rimango:

38 quel tuo gran titolo meco sepolto fia.

39 Tempio vivo seistatua e venerabile volto

40 del verace Dio pompa e suprema face.

41 Padre di natura e degli astri rege beato

42 vitaanima e senso d'ogni seconda cosa;

43 sotto gli auspici di cuiammirabile scola

44 al Primo Senno filosofando fei.

45 Gli angelici spirti in te fan lietissima vita:

46 a sì gran vite viva si deve casa.

47 Cerco io per tanti meriti quel candido lume

48 ch'a nullo mostro non si ritenne mai.

49 Se 'l Fato è contratu appella al Principe Senno

50 ch'al simolacro suo grazia nulla nega.

51 Angelici spirtiinvocate il principe Cristo

52 del mondo eredea darmi la luce sua.

53 Omnipotente Diogli empi accuso ministri

54 ch'a me contendon quel che benigno dài.

55 Tu miserereDiotu chi sei larghissimo fonte

56 di tutte luci: venga la luce tua.

90. Sulla penna.

1 Mentre vissio signortacqui e fui muta

2 e parlo or che di vita priva sono;

Tommaso Campanella Poesie

35

3 m'è d'uopo aver la lingua mia feruta

4 nel mentre che io parlo o che ragiono;

5 son biancae pur di nero io vo pasciuta

6 e neri ancor tutti i miei figli sono;

7 io bramo all'opre mie ben spesso il sale:

8 istromento son io di bene e male.

91. [A Torquato Tasso.]

1 Tassoi leggiadri e graziosi detti

2 de' duoi maggior della tosca favella

3 dilettan benperché la vesta è bella

4 onora l'esquisiti alti concetti;

5 ma via più giova il fuoco de' lor petti

6 onde nell'alma a virtù non rubella

7 nasce il soave ardor e la fiammella

8 ch'è propria dei ben nati spirti eletti.

9 Voi gli aggiungete e trapassate in dire

10 ma il cor per l'ale vostre ancor non sente

11 ergersi al ciel e punger da giuste ire.

12 Deh! quando fuor della smarrita gente

13 ci sentirem dal vostro stil rapire

14 al degno oggetto dell'umana mente?

92. [Contro Lutero.]

1 Olla Lutherus erat fervens aquilonis ad oram;

2 illinc in mundum panditur omne malum.

93. [Posteri degeneri.]

1 O servili pettiperché la gloria tanta

2 de' nostri antichi fate che non vi mova?

94. All'Accademia d'Avviati in Roma.

1 Voiperegrini ingegnianime belle

2 chiamate al natural divino oggetto

3 ben dovreste scaldar il vostro petto

4 ai rai di luich'illumina le stelle.

5 Egli è di carmi di rime novelle

6 amoroso e dignissimo soggetto

7 talché venir faravvi onta e dispetto

8 delle vili arti e frivole novelle.

9 Che giova sempre d'immaggini e d'ombre

10 essere amantisenza saggia téma

11 d'adunar quanto un'atra notte sgombre?

12 Per Dioil piaceril prol'onor vi prema;

13 né più il vulgar terror le menti ingombre:

14 volgete gli occhi alla Virtù Suprema.

95. Ad un novo alumno della religione di Somaschi.

1 O di novella pianta or or inserta

2 del sommo Sire al nobile giardino

3 germe più belloin cuise dal mattino

4 conosco il giornola speranza è certa

5 pregotiessendo al cominciar de l'erta

6 ravvìvite di Spirito divino

7 ch'ogni parte del mondoogni confino

8 alitaquanto ciascun ente merta.

9 Apri la mente al suo calor fecondo

10 ché frutti produrrai d'eterna fama

11 purgate le caligini del mondo.

12 Il vaneggiante spirto a sé ti chiama

13 con lusinghe bugiarde e spasso immondo:

14 vedi ove asconde sua maligna brama.

96. [Per monacazione.]

1 Ioch'oggi d'Artemisia lascio il nome

2 finito il corso del natio costume

3 e mi consacro al pio celeste Nume

4 cui son mie voglie omai soggette e dome

5 e rendo al mondo le caduche some

6 presso la guida dall'Eterno Lume

7 ch'all'alto volo mi vestì le piume

8 spogliati i panni e le superbe chiome:

9 chieggio licenzia a voi del sangue mio:

10 altro padrealtra madre a me conviene

11 altre suore e fratelli ed altro zio.

12 Entro fra sacri ferri e pie catene;

13 a tutti dico addio; parentiaddio:

14 a rivederci presso al Sommo Bene.

97. A Roma.

1 Da le arme ai corpi e dagli corpi alle alme

2 sorse l'imperio tuo giàRoma altiera

3 quando tua spada veloce e severa

4 ti die' mille trionfi e mille palme.

5 Lasciasti poscia le ferrigne salme

6 (onde ognun ti stimò pazza e leggiera)

7 al mondo da te vinto; e la via vera

8 prendesti oppostadi cui tanto calme

9 per vincerlo di nuovoe dolcemente.

10 Deh! non pianger l'imperioItalia mia

11 ch'oggi l'hai vie più certo e venerando;

12 e sola avrai assoluta monarchia

13 in austroborealevante e ponente

14 seguendo Roma il suo fato ammirando.

98. Roma a Germania.

Tommaso Campanella Poesie

36

1 Viveanosenza di natura il lume

2 di caccia e di rapina le tue genti;

3 le selve avean per stanze con gli armenti:

4 io ti purgai del selvaggio costume

5 Germania; e posciaa fin non ti consume

6 ti donai leggie t'allevai con stenti:

7 ti renunziai l'imperioe gli altri ho spenti

8 quando fui seggio dell'eccelso Nume.

..9 Poi ti evagenlizzai l'eterna pace.

.10 Che piu' far ti potevo? Ma tuingrata

11 or m'abbandonisuperba ed audace

12 nuova Samaria o Grecia empiamalnata

13 cui il vaneggiar con sua ruina piace.

14 Verràe ben prestoa te la lor giornata.

99. Sonetto fatto sopra un che morse nel Santo Offizio

in Roma.

1 Animach'or lasciasti il carcer tetro

2 di questo mondod'Italia e di Roma

3 del Santo Offizio e della mortal soma

4 vattene al Cielché noi ti verrem dietro.

5 Ivi esporrai con lamentevol metro

6 l'aspra severitateche ne doma

7 sin dalla bionda alla canuta chioma

8 talchépensandome n'accoro e 'mpetro.

9 Dilli chese mandar tosto il soccorso

10 dell'aspettata nova redenzione

11 non l'è in piacerda sì dolente morso

12 togliabenignoa sé nostre persone

13 o ci ricrei ed armi al fatal corso

14 c'ha destinato l'Eterna Ragione.

100. A Cesare d'Este che ritenea Ferrara contro al Papa.

1 Tuche t'opponi alla promessa eterna

2 che fe' Cristo a sua sposadel retaggio

3 del mondo tuttoch'a lei giuri omaggio

4 baciando i piedi di chi la governa:

5 l'arme la manla man la virtù interna

6 non sai che regga? Dunquequal vantaggio

7 hai di milizia per cotanto oltraggio

8 che contro Dio avvilita non si scerna?

9 L'argento e l'orotua più vil speranza

10 fian preda e forza all'esercito santo:

11 lasciameschinsì stolta tracotanza.

12 Vedrai quel muroin cui ti fidi tanto

13 venirti a dosso: in Ciel se farai stanza

14 cadrai pur giù nel sempiterno pianto.

101. Sovra il Monte di Stilo.

1 Monte di Magna Greciach'al gran seme

2 non misto a gente unqua a virtù rubella

3 in Stilopatria mianel tempo ch'ella

4 siede nel lido ove l'Ionio freme

5 doni albergo secursì che non teme

6 d'Annibale la gente cruda e fella

7 che per tutto scorrea dalle castella

8 predando i mari e le campagne insieme;

9 ParnassoOlimpo e Campidoglio scorgi

10 sotto di teper me lodato tardi

11 di ciò e dell'erbe ch'ai fisici porgi

12 ch'assicurasti poi Ruggier Guiscardi

13 fuor che i tuoi diisant'Angelo e san Giorgi

14 rifiutando a tal uopo armi e valguardi.

102. [Pia esortazione.]

1 Deh! miraingratosu quell'alto legno

2 coronato di spinein alto asceso

3 chi per dar vita a tedal Ciel disceso

4 vestir manto terren non ebbe a sdegno.

5 Giunto poi di sua vita a certo segno

6 fu da gente plebea legato e preso

7 battutostrascinato e vilipeso:

8 emortodi Pluton discese al regno.

9 Indial prefisso termine risorto

10 per liberarci da mortal periglio

11 mostra il fianco squarciato e lui sol morto.

12 Volgi dunque ver lui devoto il ciglio

13 ché vita ti può dar nonché conforto

14 benché non sia del Padre Eterno il figlio.

103. Sonetto sopra il presente stato d'Italia.

1 Il fato dell'Italia oggi dipende

2 dall'esser vera o falsa rebellione

3 questach'a' Calavresi Carlo impone

4 e Sciaravache 'l Regno e 'l Re n'offende.

5 E s'il Conteche reggeancor pretende

6 che lor finte ragion sian vere e buone

7 entrando in parte dell'esaltazione

8 che dal mal nostro ognun di loro attende

9 più grave fia l'antevista ruina

10 (dice lo spirto)perché il giusto sangue

11 a vendetta movrà gli uomini e Dio.

12 Ahi cieca Italia nella tua rapina!

13 sin quando il senno tuo sopito langue?

14 s'io ben ti desiaiche t'ho fatt'io?

104. Sonetto sopra il salmo: «Saepe expugnaverunt me»ecc.

applicandolo l'autore a se stesso.

1 Spesso m'han combattutoio dico ancora

2 fin dalla giovanezza; ahitroppo spesso!

3 Ma d'espugnarmi non fu lor concesso

4 ch'è Dio che mi sostiene e mi rincuora.

5 Sopra le spalle miequasi ad ogn'ora

6 fabricando processo con processo

Tommaso Campanella Poesie

37

7 han prolungato il lor maligno eccesso;

8 ma la spada del Ciel per me lavora.

9 Vicino è 'l dìche le cervici altiere

10 e i colli torti e le lingue bugiarde

11 farà pasto di tigriorsi e pantere:

12 qual fièn de' tettich'in nascendo s'arde

13 pria che si colga e maledetto père

14 son verso Dio le tirannie più tarde.

105. Sonetto in lode di carcerati e tormentati per difesa

dell'innocenza.

1 Veggio spirti rivolti al Creatore

2 schernir tormenti e mortedel tiranno

3 armi sovranee scherzar con l'affanno

4 onta e dispetto del moresco core.

5 Di libertà e ragion tanto è l'ardore

6 che dolcezza il dolorricchezza il danno

7 seguendo l'orme di color che sanno

8 stimanoarmati di gloria ed onore.

9 Rinaldiil primosei notti e sei giorni

10 vince i tormenti antichi e i nuovi sprezza

11 onde Calavria se ne fregi ed orni.

12 Fan doi germani all'orrida fierezza

13 del mostro di Granata gravi scorni

14 esempio agli altri d'invitta fortezza.

106. Madrigale in lode di Maurizio Rinaldi.

1 Generoso Rinaldi

2 vera stirpe del sir di Monte Albano

3 ristorasti l'onor di tutto 'l Regno;

4 e di Giudei ribaldi

5 mettesti a terra il consiglio profano

6 e l'orgoglio moresco e 'l fiero sdegno.

7 Rendesti al Re di fideltate il pegno

8 soffrendo tricent'ore

9 con magnanimo core

10 tormenti inusitatisolo e ignudo

11 se non che Dio di onor ti fece un scudo.

107. Madrigale di palinodia.

1 Vilissimo Rinaldi

2 vera stirpe di Caccoempioinumano

3 vituperasti tutto quanto il Regno;

4 e di Giudei ribaldi

5 mettesti in alto il consiglio profano

6 e l'orgoglio moresco e l'alto sdegno.

7 Rendesti al Re d'infideltate il pegno

8 negando con vil core

9 l'onor di tricent'ore;

10 mostrasti ch'eri di virtude ignudo;

11 ma vil timor di morte ti fu scudo.

108. Sonetto fatto sopra li segnicon suoi appendici.

1 Toglie i dì sacri il Tebro e calca Roma

2 Lombardia il Po. Più volte il sol s'oscura.

3 Scorpion e Tauro cangiano figura.

4 Stelle son viste con l'accesa chioma.

5 Dell'una e l'altra Sicilia gran soma

6 l'Inferno inghiotte. Ogni erba fresca e dura

7 ràdeno i bruchi. Mostra la natura

8 novelli mondi e la barbarie doma.

9 La giustizia si compra e 'l Verbo santo

10 sotto favole e scisme ognor si vende.

11 Il premio a' buoni usurpa il ricco manto.

12 Non c'è profeta: è ancisoove s'intende.

13 Ben diecemila miglia dal suo canto

14 Febo calato a terra si comprende.

15 A poco a poco rende

16 sua vita il mondo al primo Creatore;

17 viene il giorno fatale al malfattore;

109. Sonetto contro don Aloise Sciaravaavvocato fiscale in

Calavria.

1 Campanella d'eretici e rubelli

2 capo in Calavria mai non s'è trovato;

3 ma l'infamaronper raggion di Stato

4 RuffiGaraffiMorani e Spinelli;

5 ma tutti Giudi e tutti Achitofelli

6 Sciarava granatese ha superato

7 giudiceparte e testimonio entrato

8 e boia più crudel. Chédisser elli

9 nato d'uom moro e femina marrana

10 (descendenti dal perfido ebraismo

11 venuti a forza alla fede cristiana)

12 scommunicato e puzza d'ateismo

13 mostroignorantesenza mente umana.

14 Quinci Carlo potea far sillogismo.

110. Sonetto contro Aloise Sciarava.

1 Mentre l'albergo mio non vede esangue

2 e gli spirti poggiar tremanti al cielo

3 l'empio mostrochesotto a finto zelo

4 la sua grandezza cerca nel mio sangue

5 di rabbia scoppiasi spaventa e langue;

6 muta sembiante il suo volpino pelo;

7 va a tornoinformaaccusa e cangia stelo

8 come aggirato vien dal perfido angue.

9 Dio par che dormae 'l suo bianco campione

10 da falsi testimoni oppresso giaccia

11 che vendono il suo mal per devozione.

12 DehSignor fortein me volgi tua faccia

13 da' autorità più espressa al mio sermone

14 ond'i ministri di Satàn disfaccia.

111. Sonetto in lode di Spagnuoli.

1 Sciarava m'incitò ch'io maledica

Tommaso Campanella Poesie

38

2 il governo e l'eserciti di Spagna.

3 - Meglio è - diss'io - che muto mi rimagna

4 che ciòDio non volendofaccia o dica. -

5 O figli di Iafeto gente amica

6 all'altissimo Sirpossente e magna

7 d'armi e consiglio in mar e alla campagna

8 Dio mi comanda ch'io vi benedica.

9 Di Sem nei padiglion tenendo il campo

10 i figlioli di Cam ti serviranno:

11 non ti capen doi mondi; il terzo nasce.

12 S'a quello interno lumeond'io m'avampo

13 gli aquilin d'Austria fissi guarderanno

14 del solcom'hanno il giroaràn le fasce.

112. Sonetto di rinfacciamento a Musuraca.

1 Temendo il tuo signor possente e forte

2 dici che mi tradistio Musuraca:

3 scusache solo i parasiti placa

4 della fortuna nell'ingiusta corte.

5 Ma perché pria le vesti mi trasporte?

6 perché in legarmi il tuo stuolo s'indraca?

7 perché tua industria alla mia morte vaca?

8 perché sul capo mio giochi a la sorte?

9 La vitache dovevi al padre mio

10 così la rendisconoscenteingrato?

11 Ben ti castigarà l'infamia e Dio.

12 Ahimè! chea tempo d'infelice stato

13 resta di amicodi giusto e di pio

14 solo il nomein coverta del peccato.

113. Sonetto fatto a tutti i carcerati per la medesima

causa.

1 La favella e 'l commercio vi si nega

2 e la difesaa voispiriti eletti;

3 perché sol la virtù de' vostri petti

4 l'orgoglio del tiranno affrena e lega.

5 E s'a fin alto carità vi piega

6 i corpi sparsi e gli uniti intelletti

7 saranqual fu la crocebenedetti

8 le forcheil fuocogli uncini e la sega!

9 E 'l bel morir che fa gli uomini dèi

10 ove solo il valor saggio e virile

11 della sua gloria spiega i gran trofei.

12 Qui dolce libertà l'alma gentile

13 ritrovae prova il verche senza lei

14 sarebbe ancor il Paradiso vile.

114. Sonetto in lode di fra Domenico Petrolo.

1 Venuto è 'l tempo omai che si discuopra

2 Petrolo miol'industriosa fede

3 che serbasti all'amicoe già si vede

4 ch'a tutte l'altre questa tua va sopra.

5 Mortiferainfedelempiaingrata opra

6 far simolastich'a lui vita diede

7 deluso il sdegno di genteche crede

8 che tal sofisma di terra lo cuopra.

9 Prodigo del tuo onor e della vita

10 per l'altrui vitahai d'ognun più gran fama

11 che gli die' apertaben pugnandoaita.

12 Di cerberi e bilingui cupa brama

13 schernisci or saggio. E` sentenza finita:

14 va felice ogni cosa a chi ben ama.

115. Alli defensori della filosofia greca.

1 Spirti ben nati nella santa scola

2 del Senno Eterno e verità divina

3 la cui vita nel mondo è pellegrina

4 e come vento se ne fugge e vola

5 onde avvien che sua luce unica e sola

6 che gli intelletti rischiarando affina

7 con l'empia turba povera e meschina

8 par che schifatee la bugia v'invola?

9 Non guardi a dietro chi a solcar la terra

10 ha posto mano; né del mondo curi

11 chi morto è al mondoove il mortal s'afferra.

12 Deh mirateper Dio! quanto s'oscuri

13 la fedeonde giuraste di far guerra

14 a' disleali spiriti ed impuri.

116. Sonetto alla beata Ursula napolitanaa cui si raccommanda.

1 Vergineche ravvivi il sangue santo

2 dell'illustre senese Caterina

3 nostra sorellae della gran reina

4 d'undecimila porti il nome e 'l vanto;

5 pregotiper l'onor del sacro manto

6 di cui spogliato incorsi in gran ruina

7 muovapregandola Mente divina

8 a compassion del mio angoscioso pianto.

9 Chétu ascendendo alla celeste corte

10 io restarò per testimonio fido

11 di tua bontàscampato dalla morte;

12 e canteròtornando al mio bel nido

13 il fin de' miei travaglie buona sorte

14 per gloria tuacon memorando grido.

117. Sonetto al signor Giovan Leonardiavvocato de' poveri.

1 Ai spirti illustri del seculo antico

2 stentandoogni poeta aguaglia i soi;

3 ma or il vero è comparso per noi

4 santo Leonardoin sì noioso intrico

5 d'offizionome e portamenti: io dico

6 il difensor communea cui sol poi

7 degno di Cristo e degl'invitti eroi

Tommaso Campanella Poesie

39

8 il titulo «de' poveri» gli è amico.

9 Sembra un leon ardenteche si muove

10 a guerreggiar: da bocca gli esce vampa

11 di leggid'argomenti e d'altre prove.

12 Ciò ch'egli scrivea noi libertà stampa;

13 ciò ch'egli parlanostra vita piove

14 contra l'ombra di morte accesa lampa.

118. Sonetto primo in lode di fra Pietro Presterà da

Stilo.

1 Sino all'Inferno un cavalier seguio

2 l'avventurato amico a grand'impresa:

3 ma più la bianca fede contrapesa

4 del tuo spirto lealfra Pietro mio.

5 Se canta il galloe 'l caso avvien più rio

6 di me infelice sempre alla difesa

7 d'amor più ardente si dimostra accesa

8 vincendo i colpi del mostro restio.

9 Fratiamiciparentichi mi nega

10 chi più ingrato mi trade e mi maligna

11 chi non volendo nel mio mal si piega.

12 Solo il travaglio e la rabbia maligna

13 titulo in fronte del tuo onor dispiega

14 re della fedeche mai non traligna.

119. Sonetto secondo in lode del medesimo.

1 Dunquefuror divinch'al volgo appare

2 folliaPresterà miot'infiamma e guida.

3 Chi d'immortal tanto valor si fida

4 degno carme poter dunque trovare?

5 Con lor cadesti per risuscitare

6 tanti eroiredentor sorgendo e guida;

7 traditorescaingrata ed omicida

8 setta atterrasti e d'iracundia un mare.

9 Gli orribil mostri e 'l serpentin bilingue

10 dove son or? dov'è l'ebraico stuolo?

11 dov'è 'l moresco? e i lor bugiardi offici?

12 Fedel combattitormai non s'estingue

13 più il nome tuopoiché serbasti solo

14 virtùreligionpatria ed amici.

120. Sonetto primo in lode del reverendo padre fra

Dionisio Ponzio.

1 Cantai l'altrui virtuti; or me ne pento

2 Dionigi mio: non avean senno vero

3 com'or la tuach'avanza anch'il pensiero

4 contemplo senza voceafflitto e lento.

5 Maraviglia! sì orrido tormento

6 che disnodava il corpo tutto intiero

7 di membro in membrol'animo severo

8 scherniaquasi dicendo: - Io non ti sento. -

9 In me tanto martìr io non soffersi

10 ch'in te stava il valor e 'l senno mio

11 e solo al viver tuo fûr ben conversi.

12 S'a te pario men vadoo fratea Dio;

13 né chieggio marminé prosené versi;

14 matu vivendo solviverò anch'io.

121. Sonetto secondo in lode del medesimoequiparandolo al

marchese di Vigliena

1 Qual di Vigliena il sirsperando al frutto

2 de' nostri tempiin sue membra disfatto

3 fu il Ponzio mioe con più terribil atto

4 transumanatoe 'n sua gloria ridutto

5 ch'era lo spirto in ogni parte tutto

6 del mio Dionogi mille pezzi fatto

7 con funi insin all'ossa stretto e tratto

8 in una volta per mille distrutto.

9 - Misericordia!- i spiriti d'Averno

10 allor gridârostupendosi come

11 tanto tormento non avea l'Inferno.

12 Sfogâro mille Spagne e mille Rome

13 al tuo martìr unitel'odio interno.

14 Viva del Ponzio la virtude e 'l nome!

122. Sonetto terzo in lode di fra Dionisio Ponzioalludendo alle

sue armefatto nel tempo della sua confronta.

1 Qual feroce leonch'in più catene

2 insidie umanema non forza stringe

3 eper dar gustomuro forte cinge

4 all'uom e alla fortuna con sue pene:

5 se stuol di can plebbeilatrandoviene

6 per noiarloa difesa non s'accinge

7 ma col ruggito e fiero aspetto spinge

8 la vil canaglia che valor non tiene;

9 tal fu Dionigi in mezzo a tanti Ebrei

10 congiurati all'estrema sua ruina

11 come contra Sanson gli Filistei.

12 L'arme ponziane veggendoindovina

13 chi vince a scacchiil fin de' versi miei:

14 dama fece il leon la sua pedina.

123. Sonetto fatto in lode di tre fratelli Ponzio.

1 ValorSennoBontate io adoro in Cielo

2 che fanno in tre persone una sostanza

3 ond'ho l'amaril saperla possanza

4 quanto dell'esser mio velo e revelo.

5 L'altrac'ho in terra con simile stelo

6 ond'ho la vitagli atti e la speranza

7 è la trina ponziana fratellanza

8 per valor grandeper senno e buon zelo.

9 Ferrante con Dionigi e Pietro fanno

10 un composto d'amor saggio e possente;

Tommaso Campanella Poesie

40

11 ed io sto in mezzo a ciò che ponno e sanno.

12 Taccia de' Gerion l'antica gente:

13 ch'or le tre ierarchie mirando stanno

14 la lor sembianza con l'Omnipotente.

124. Sonetto al Papa.

1 Tu sei del sommo Iddio vicario in terra

2 Clemente; e perché lasci il Campanella

3 da Marrani e Giudeigente rubella

4 all'altissimo Sirmetter sotterra?

5 Non vedi congiurati a farli guerra

6 i nemici alla patria Italia bella

7 ch'egli al valor antico rinovella

8 dove il zelante suo parlar s'afferra?

9 Né contra Dioné contra il Re congiura

10 chi i ribaldi ministri suoi riprende

11 né chi predice lor trista ventura.

12 Geremia e Michea via più gli offende

13 Briggida con Gioachim: pigli la cura

14 pria contra lorchi contra quel pretende.

125. Sonetto in lode del signor Cesare Spinola.

1 Pompa della naturaonor d'Iddio

2 splendor d'Italia e di sue ninfe Adone

3 tra' cavalier magnanimo campione

4 difensor di virtùSpinola mio

5 t'offeroringraziandoin atto pio

6 sacrifizio di musico sermone

7 del Campanella per la defensione

8 contra lo stuol traditoresco e rio.

9 La porta apristi donde il Ciel l'inspira

10 forzaamorvita al sentimento afflitto

11 d'invidia e gelosia vincendo l'ira.

12 Convenia sol al tuo valor invitto

13 tanta impresa per luiche 'l mondo ammira

14 più ch'i gran savi suoi Grecia ed Egitto.

126. In lode di don Francesco di Castiglia.

1 L'arbor vittorioso di Castiglia

2 ch'Italia e Spagna e un nuovo mondo adombra

3 nel cui tronco innestata più grand'ombra

4 spanda l'austriaca imperial famiglia

5 n'ha dato un germeche tutto assomiglia

6 al suo lignaggiofuor che non ingombra

7 paesi e regnianzi egli da sé sgombra

8 cure sì grevi e al vero ben s'appiglia.

9 Don Francesco è costuichesconosciuto

10 su l'Adige e 'l Sebeto va cantando

11 or donne santeor suoi cocenti amori

12 or l'Antiochia vintain stil più arguto

13 or false corti ed ingrate abiurando.

14 Che fiano i frutti suoi? Questi son fiori.

127. Sonetto al signor principe di Bisignano.

1 D'Italia e Spagna e dell'altro emispero

2 presso e Filippomonarca sovrano

3 primo signor è quel di Bisignano

4 per cui l'affanno mio parmi leggiero.

5 Ch'essendo stato un uom di tanto impero

6 diece e diece annisenza colpainvano

7 sol per sua larga e generosa mano

8 nel carcerdov'io stodolente e fiero;

9 purquando piacque al Ciel il suo ritorno

10 di dolce libertà all'amata luce

11 privo degli anni e di prudenza adorno

12 cessò ragion di Statoche produce

13 a Dio nemicia noi dannoal Re scorno.

14 Gran forza e speme tanto esempio adduce!

128. Sonetto in lode del signor Troiano Magnati.

1 Glorioso signorch'il nome porti

2 del cavallo TROIANdove i MAGNATI

3 suoi Grecia ascose prontiapparecchiati

4 sovra Asia a vendicar gli antichi torti

5 il valor di Diomede dentro apporti

6 d'Ulisse il senno e quegli accenti grati

7 di Menelao il sembiante e i modi ornati

8 ed ogn'altra virtù degli altri forti.

9 Del che m'avveggo io come Laocoonte

10 ma non con l'odio suonon col destino;

11 ché ammiro ed amo le tue virtù cónte.

12 Anzi umilmente pregando m'inchino:

13 apra il fianco fatalvendichi l'onte

14 fatte a tanti virtuosi e a me meschino.

129. Sonetto alla signora donn'Ippolita Cavaniglia.

1 Per conquistar d'Ausonia il più bel regno

2 e poi adornarloAlfonso ne traspianta

3 da Valenza la ricca e nobil pianta

4 cui Ferdinando die' luoco più degno.

5 Qui tai frutti apportòch'umano ingegno

6 qual sovra gli altri meglio scrive o canta

7 di poter raccontarli non si vanta.

8 Che farò ioche puoca virtù tegno?

9 Ippolitagermoglio più gentile

10 de' Cavanigli ramitu mi dona

11 di Petrarca o Maron l'invitto stile

12 o pur del Sannazzaroche l'intuona

13 tant'altamentech'il mio verso umile

14 sol le tue grazie in me tante risuona.

130. Sonetto alla medesima.

1 Ippolita magnanimain cui serba

2 l'alto valor de' Cavanigli tuoi

3 della virtù i tesorie amor gli suoi

Tommaso Campanella Poesie

41

4 come in un seme suo sta tutt'un'erba;

5 hai presenza degnissima e superba

6 che sembra armato esercito d'eroi;

7 maestosa bellezzadonde puoi

8 saldar ogni dolore e piaga acerba.

9 Generosa pietàman liberale

10 al Sommo Ben ti fan simil cotanto

11 che nata contro al mal ti giurarei.

12 Libero conversaranimo hai santo

13 favellar grazioso e celestiale.

14 L'altrefemine son; tu donna sei.

131. Madrigale alla signora donna Ippolita.

1 Bastava che pietosa

2 le mie doglie mirassi a ricrearmi

3 onde tuo servo eterno ne restassi

4 o donna generosa;

5 ma mille grazie e benefizi farmi

6 volesti ancor. Felici ferri e sassi

7 che stringete i miei passi

8 ringraziar non poss'io

9 né gioir del sol mio:

10 ringrazio voie di voi più non mi doglio.

11 Sol non poter servirla ho gran cordoglio.

132. Sonetto alla signora Olimpia.

1 Donnach'Olimpiadal monte onde Giove

2 e 'l cielo stesso il suo nome riceve

3 degnamente sei dettail camin greve

4 di tanta altezza a disperar mi muove.

5 Poi dal tuo sommo un dolce fonte piove

6 d'umanitàche fa agevole e breve

7 l'impresa immensa e la mia voglia lieve:

8 onde m'accingo a far le prime prove.

9 Picciolo don ti mandoma ben pegno

10 d'animo grandeonde virtù n'è vaga

11 tanto piùquando Amor ha nel suo regno.

12 Sul monte Olimpo un picciol ramo paga

13 d'oliva i vincitortrionfal segno:

14 tuch'in te vinci mecosì t'appaga.

133. Sonetto alla signora donn'Anna.

1 Se agli altri seicon sincopata voce

2 donna Annadomina anima a me sei

3 che signoreggi tutti i pensier miei

4 e rendi il viver mio tardo e veloce.

5 Dominioahitirannesco! ahivita atroce!

6 chévolendo bearminon mi bei.

7 Bellezza e nobiltàch'agli alti dèi

8 converrebbehai superbach'a me nòce.

9 Superbanomagnanimaappellarte

10 ond'a picciol valor forse non miri

11 dovevoe saggia per natura ed arte;

12 purbenché tal virtù tant'alto aspiri

13 dalla vera clemenza non si parte

14 ond'anche spero requie ai miei sospiri.

134. Invitato a cantar le laudi di Cesarecantò così.

1 In stile io canterei forse non basso

2 e farei molli i più rigidi cori

3 signor Aureliose tempi migliori

4 lo spirto avessetormentato e lasso.

5 Ma a me non lice più gire in Parnasso

6 né d'olive adornarminé d'allori

7 che in atra tomba piango i miei dolori

8 sol pianto rimbombando il ferro e 'l sasso.

9 Dite orch'io ascolto voicanoro cigno

10 cui avvien che in pene e pure in morte canti

11 Cesare invitto e vincitor benigno?

12 Troppo lungi son io dai pregi e vanti

13 d'uom sì felicea cui tutto è maligno

14 quanto adopran qua giù le stelle erranti.

135. [A un popolo di devoti recatisi a visitare il Santo Sepolcro.]

1 Populoche di Dio la sepultura

2 venisti a visitarpria visitato

3 da lui nel pettodove sta serrato

4 lo spirto tuocom'in pregion oscura

5 di pianger il tuo fallo prendi cura

6 per cui nell'Inferno egli è penetrato

7 ma libero di morte e di peccato

8 dove la tua salvezza opra e procura.

9 Di sospiri e di lagrime confuse

10 nel tuo volto fontana oggi si scerna

11 populo ingrato; non usar più scuse;

12 sìeti dolce onorar questa caverna

13 piangendo amaramenteove s'inchiuse

14 chi solo ti può dar la vita eterna.

136. [All'Ostia sacra.]

1 Titulo di vittoriapan di vita

2 d'uom vero e vero Dio sostanza e segno

3 della gloria immortaldonato in pegno

4 ad ogn'alma di te quaggiù nutrita

5 non potea ritrovar la via infinita

6 delli seculi eterni umano ingegno

7 senza l'aiuto tuosenza il sostegno:

8 tanto la perdizion l'avea impedita.

9 Chi a te s'accostasente alzarsi a volo

10 (secreto dei miracoli divini!)

11 gustando tefin al celeste suolo.

12 Degno seiSignor mioch'a te s'inchini

Tommaso Campanella Poesie

42

13 il ciella terra e 'l Tartaro; chésolo

14 vincitorpassi tutti i lor confini.

137. [Grecia e Italia.]

1 Greciatre spanne di marchedi terra

2 cintosuperbia non potea mostrare

3 solcò per l'aureo vello conquistare

4 e Troia con più inganni e puoca guerra.

5 Poi di menzogne e favole ne atterra

6 tutte le nazion per inalzare

7 sue false laudi. Orstandola a mirare

8 contra sé Italia e contra Dio quanto erra!

9 Ellache trionfò del mondo tutto

10 con senno ed armi sotto la gran Roma

11 dove anco ha Dio suo tribunal costrutto;

12 ellache novi mondi trovae doma

13 dell'Ocean vago ogni tremendo flutto

14 (impresa che trascende ogni gran soma)!

15 Né pur s'ammira o noma

16 Cristofaro Colomboil cui sagace

17 valor sapientissimo ed audace

18 ne schernisce e disface

19 di fisiciteologi e poeti

20 i librie i matematici decreti

21 ErculiGiovi e Teti

22 veggendo e' più con la corporea salma

23 che col pensier veloce altri dell'alma

24 degno d'eterna palma.

25 Ad un mondo dài nome tuAmerico

26 del nido a' buon scrittor cotanto amico;

27 ma il favoloso intrico

28 de' falsi eroi e de' bugiardi dèi

29 fa che senza poema ancor tu sei.

30 Quanti dir ne potrei!

31 Il gran dottor della legislatura

32 Pittagorae 'l suo Numachi l'oscura?

33 Italiasepoltura

34 dei lumi suoid'esterni candeliere

35 onde il gran Cosentin oggi non chiere

36 e lo Stilense fere

37 di nuovi affannidi cui sol l'aurora

38 gli antichi occupae quella patria onora

39 che poi lui disonora.

40 Colpa e vergogna della nostra gente

41 che al proprio malall'altrui ben consente

42 né pur anche si pente!

43 Privata invidia ed interesse ammaga

44 Italia miané mai più si dismaga

45 di servir chi la paga

46 d'ignoranzadiscordia e servitute

47 sempre contrarie alla commun salute!

48 Ahi! nascosta virtute

49 a te medesmae nota a tutto il mondo

50 sotto l'imperio soave e giocondo

51 del Lazio almo e fecondo

52 di prole generosapoich'e' solo

53 in lettere ed in arme fe' più stuolo

54 che l'universo insieme

55 con veritàch'or sotto il falso geme.

138. Sonetto fatto al signor Petrillo.

1 Bellissimo fanciullo oggi è comparso

2 qual luce all'oscurissima mia vita

3 temperando la mia doglia infinita

4 in sue domande onestamente scarso.

5 Chéveggendo il mio senno vano e sparso

6 ch'a nuovo carme inabile s'addita

7 il vecchio canto a ripigliar m'invita:

8 proposta veramente d'Anacarso.

9 Glorioso garzonche 'l cor mi pungi

10 di castissimo amor usando l'arco

11 e nuovo senno al mio perduto aggiungi

12 carme ti rendod'ogni gusto parco

13 ch'esce da bocca di dolcezza lungi

14 ch'agli ultimi sospiri è fatta varco.

139. Sonetto secondo fatto al medesimo.

1 Spirto ben natola bellezza è un fiore

2 dell'interno valorch'in noi riluce

3 per la massa corporeaonde produce

4 a chi vi mira stimoli d'amore.

5 Presso a puoch'anniquel ch'appar di fuore

6 ritorna dentro al suo primiero Duce

7 s'a lui apportò ben con la sua luce;

8 se nondel tutto poi svanisce e more.

9 Dunque veggiate di donarla a cambio

10 con chi vi dà virtùbontate e senno

11 non frivole novelle in contracambio;

12 le quaisend'ombradeleguar si denno

13 pria che proviate in sì noioso scambio

14 quanti rei tradimenti vi si fenno.

Tommaso Campanella Poesie

43

Rime amorose

140. Sonetto fatto dall'autore sopra il giuoco di dadi

applicandolo a se stesso.

1 Segnando sua fortuna sopra un punto

2 guadagnar sempre il giocator si vede

3 ché quei gli arride in facciae sopra siede

4 al segno opposto il dado al giuoco assunto.

5 Travolgendosi poiresta compunto

6 di danno e scornoe quanto manco cede

7 tanto più perdee 'l miser non s'avvede

8 finché tutt'il suo aver riman consunto.

9 Cosìavend'io delle mie estreme imprese

10 nella mia vaga dea fisso la sorte

11 sto beneho nunzi buonse m'è cortese:

12 se mi si asconde o fa le ciglia torte

13 novelle ho male e sento mille offese

14 ostinato a seguirla insino a morte.

141. Sonetto nel quale si ringrazia Amor d'aver ferito

con li suoi dardi l'amante.

1 Qual grazia o qual destin alto ed eterno

2 mi scorse a rimirar quegli occhiond'io

3 ne meno l'alma in sì dolce desio

4 che mal nel viver mio più non discerno?

5 Passata la tempesta e l'aspro verno

6 di quei sospirche già doglioso e rio

7 ferno un tempo mio statoor lieto e pio

8 mi dona Amor nuovo piacer interno.

9 Talchéo soave giornoo cari strali

10 che mosse la mia donna in mezzo al core

11 quando prima ver'lei le luci apersi!

12 Ohse mi desse il Ciel tanto favore

13 che potessi mostrarviegri mortali

14 a pieno il mio contento in dolci versi!

142. Sonetto nel quale si manifesta l'inestricabil

laberinto d'Amore.

1 Quando primieramente nel bel volto

2 fui mosso a guardar voicara nemica

3 parmi dicesse Amor: - Con gran fatica

4 miseroda tal nodo sarai sciolto. -

5 Ed or da tanta pena fosse tolto

6 pur finalmente il core quell'antica

7 mia voluntàcui spesso Amor implica

8 cessasse dal desir sì cieco e stolto!

9 Lasso! invan mi ritiro all'alto poggio

10 della ragionché già cinto d'intorno

11 mi preme l'avversario d'ogni parte.

12 Non fuggirnon schivarnon altro appoggio

13 trovo alla mia salute; e pien di scorno

14 convien mi rendae più non provi altr'arte.

143. Sonetto sopra un laccio di capelli.

1 Con tante spesse reti e stretti nodi

2 quante Amor fabricar mai ne sapesse

3 poi che al regno durissimo successe

4 della Necessitàninfami annodi.

5 Ed ioche tue bellezzeglorie e lodi

6 nella mente profonda porto impresse

7 e le virtuti insieme ond'egli intesse

8 tanto lavoro con occulti modi

9 di tuoi capegli un laccio dimandai

10 (come ogni affetto il simile richiede)

11 per segno di miei dolci lunghi guai.

12 Compita ancor non è la mia mercede

13 se pria Vulcanper non disciôrci mai

14 còlti in sua rete entrambi non ci vede.

144. [A Dianorasuora francescana.]

1 Donnache in terra fai vita celeste

2 sotto la guida di coluiche in Cristo

3 amandotrasformossie tale acquisto

4 feoche di crocifisso alfin si veste;

5 tu fai grand'opre sì conformi a queste

6 che spirto acceso al mondo non s'è visto

7 tanto d'amor divin all'altro misto

8 che l'anime subleva afflitte e meste.

9 Per ringraziarnon per lodartiio vegno;

10 ché non può lingua umana pienamente

11 narrar le tue virtuti a parte a parte.

12 Stella DIANORAal mio fragil legno

13 che solca un mar d'affannionde non parte

14 l'occhio del mio desire e della mente.

145. [Muro noioso.]

1 Parve a me troppoma alla cortesia

2 di lei fu puoco in sogno consolarmi;

3 onde volle anco vigilando darmi

4 quel ben che sopra gli altri si desia.

5 Sì chemancando ogni consiglio e via

6 io stando dentro agli ferrati marmi

7 ella fuorid'amor prendemmo l'armi.

8 Alta dolcezza entrambi ne assorbìa.

9 - L'orto ameno - dissi io; ella: - La chiave

10 dammicor mio -; e tal gioia n'avvinse

11 che 'l morir ci parea bello e soave.

Tommaso Campanella Poesie

44

12 Quando l'alme trasfuse risospinse

13 muro interpostoah ben noioso e grave!

14 che amor soverchio in tutto non ci estinse.

146. Sonetto fatto sopra un presente di pere mandate

all'autore dalla sua donnale quali erano tòcche dalli

denti di quella.

1 Le stampe delle perledonde il fiato

2 che mi dà vitasue figure imprime

3 nelle pere mandommi fresche e prime:

4 don fra gli amanti assai cupidi amato.

5 Grato odordolce umor v'era innestato

6 ché delle rose sue sparser le cime

7 d'amor un mare e sue ricchezze opime:

8 doncui gustandoio diventai beato.

9 Quand'io m'avveggiobenché tardo omai

10 che solo amor può darci il Sommo Bene

11 lo qual filosofando io non trovai

12 se virtù di mutar fanciulla tiene

13 pere in ambrosia e i tristi in giorni gai

14 cangiar vita e costume or mi conviene.

147. Sonetto di sdegno.

1 Donnadissi talor che gli occhi vostri

2 eran del ciel due fiammeggianti stelle:

3 dicolo ancorma di quell'empie e felle

4 ch'apportan pesteiraserpenti e mostri.

5 E dissi ch'eran fiamme: orcon inchiostri

6 che sian fiamme il redicoma di quelle

7 che tormentan l'inique alme rubelle

8 sulfuree e smortene' tartarei chiostri.

9 E dissi che il sembiante e che il crin era

10 di dea: or questo affermoma d'Averno

11 di Tesifond'Aletto e di Megera.

12 Il vero allor conobbiil vero or scerno;

13 vera fu allor mia voceor anco è vera:

14 ché allor voi Paradisoor sete Inferno.

148. Sdegno amoroso.

1 Queste d'ira e di sdegno accese carte

2 che d'un ingrato cuor son arme ultrici

3 legga chi fugge Amoree vegga in parte

4 i frutti suoil'infedeltà d'amici

5 com'io per breve amor diffuse e sparte

6 lagrime ho tanteamare ed infelici.

7 Orse ferimmi Amorodio mi sana

8 ché d'un contrario l'altro s'allontana.

9 Di te vorrei lagnarmiingiusto Amore

10 poiché fusti principio al pianger mio;

11 teco le mie querele e 'l mio furore

12 con giusto ardir di vendicar desio;

13 a te del mio penar pena maggiore

14 conviensi; e 'l vuole e la natura e Dio

15 chése fusti cagion ch'io amassi altrui

16 or tu devi soffrir gl'inganni sui.

17 Tu con l'aurato strale al manco lato

18 mi facesticrudelprofonda piaga;

19 tu ne traesti il cor vinto e legato

20 dandolo in preda a dispettosa maga

21 che cela il finto amore e simolato

22 sotto l'imagin suache mille immaga:

23 immaga millee mille amori agogna;

24 a nullo osserva fedea sé vergogna.

25 Dunque doveasi un tal ricetto a tanta

26 grandezza del mio cuorch'ama in eterno?

27 Empio! tu 'l sai con quant'onorcon quanta

28 fede osservai le leggi e 'l tuo governo:

29 governo iniquoov'il velen s'ammanta

30 tra puoco dolceov'è sol frode e scherno!

31 ingiuste leggiin cui s'è terminato

32 che si debba ferir un disarmato!

33 Sol mi debbo lodar che pur talvolta

34 ivi pervenni ove tu scherzi e ridi.

35 Ma che miracol fuse molta e molta

36 turba nel luogo stesso ergi ed affidi?

37 e qual obbligo fiase rotta e sciolta

38 la fé dell'empio cor subito vidi

39 e quinci e quindi i fraudolenti amori

40 divisi e sparsi in velenati cuori?

41 A te dunque mi volgoingorda arpia;

42 di te giusta cagion ho di dolermi.

43 Misera! or chi ad amar si mosse pria?

44 Pria tuche l'amor tuo festi vedermi

45 e con lettere e segni; il cielo udìa

46 d'Amore i colpi e i fragili tuoi schermi

47 e con tanti sospircon tai parole

48 che fatto avriano in giù calar il sole.

49 Ahiquante volte le rilessi il giorno

50 e quante volte accesero i desiri!

51 Le baciava talortalor intorno

52 l'irrigava di piantoe co' suspiri

53 poi l'asciugava. Allor palese fôrno

54 le mie pene amorosei miei martìri.

55 Esse ben sanno il fido petto mio

56 esse l'instabiltà del tuo desio.

57 Non ti ricordi in quanti effetti e modi

58 io t'ho fatto palese il riamarti?

59 Vuoi che racconti forseo pur che lodi

60 che oprato ho quel c'ho più potuto oprarti?

61 Or che cagionche disciogliessi i nodi

62 t'ho dato io mai? di che potrai lagnarti

63 se non c'hai puoco amato e falsamente

64 avendo fisso in mille cuor la mente?

65 Fra mille un solo è quel ch'in tutto ha spento

66 quel puoco amor che simolando andavi.

67 Ahi! misera infedelehai ardimento

68 di rivolger più gli occhi ove miravi?

69 Dispergiingrataogni tua speme al vento

70 ché non terrai più del mio cor le chiavi:

71 ama gli amanti tuoiama quell'uno

72 che mostra amarti più che amò ciascuno.

Tommaso Campanella Poesie

45

73 Io più non amo; anzid'amore invece

74 odio quanto più possoe fuggo e schivo.

75 Sieguati pur chi vuole; a me non lece

76 seguirti più: più sarò lieto e vivo

77 vivo marmo sarò; ché tal mi fece

78 il tuo tepido amor e semivivo.

79 Così liquido umor suol congelarsi

80 in duro ghiaccioe appena può disfarsi.

81 Quest'ultime parole e quest'estreme

82 note sian fine a quel duello antico;

83 ese fia ch'io per altri sudi o treme

84 cercarò fede all'amoroso intrico.

85 Bastami solper orche non mi preme

86 cura d'Amorma me di me nutrico.

87 E veggio ben c'ho navigato invano;

88 amai sol ombre e fui dal ver lontano.

149. Sonetto fatto dall'autore sopra un bagno mandatoli

dalla sua donnanel quale ella s'era prima lavata.

1 La faccia di madonnache di Dio

2 sola può dirsi imagin vera in terra

3 e le manprovidenza che non erra

4 bagnate in atto a me cortese e pio:

5 tolsi l'acquaapplicaila al corpo mio

6 già fracassato dopo lunga guerra

7 per gran tormento ch'ogni forte atterra

8 del medesmo liquor bevendo anch'io.

9 Miraculo d'amor stupendo e raro!

10 Cessò la dogliaio diventai più forte

11 le piaghe e le rotture si saldâro.

12 Sentendo in me le sue bellezze assorte

13 le visceregioendotrapassâro

14 in leimia dolce vitadalla morte.

Tommaso Campanella Poesie

46

Rime amorose scritte ad istanza di F. Gentile e altri

150. [A Francesco Gentile.]

1 Convenir troppo l'effetto e l'affetto

2 al tuo nomeo Gentilne fa gran fede

3 Amorche in gentil cuor solo risiede

4 che fatto ha tempio suo tuo gentil petto;

5 dove altamente il simulacro eretto

6 di Fleridach'ogni altra bella eccede

7 quant'ogni stella il solrender si vede

8 la magion lietae lieto l'architetto.

9 Ond'io m'inchino a leie per lei ti priego

10 ch'a lei e a te e a noi gentil ti mostri

11 il fatal pazzo Campanella aitando.

12 Dio ti guardi Flerida e dal suo niego:

13 apri il balcone; ond'eisenno acquistando

14 dal su' amorcanti con più gloria i vostri.

151. [La voce di Flerida] Madrigale fatto ad istanza del

signor Francesco Gentile.

1 Quando parla uom mortale

2 pria l'aer muove e poi l'orecchio intuona;

3 indi lo spirto sue figure accoglie.

4 Ma pria l'anima assale

5 quando Flerida mia canta o ragiona.

6 La dolce voce invola le mie voglie

7 ché dell'udir le soglie

8 e sì soavemente

9 passache non si sente

10 come fa Dio in noi; ond'io revelo

11 ch'ella donna non siama dea del cielo.

152. [I tre nèi di Flerida.]

1 Amornei gesti vaghi e riverenti

2 che la Flerida mia non abbia pare

3 d'un neo sul bel ginocchio il fai notare

4 sostegno de' leggiadri movimenti.

5 Che 'l lampeggiar del riso e i grati accenti

6 e i dolci baci in terra posson fare

7 un paradiso di dolcezze care

8 col neo sul labroper prova non menti.

9 Per cui m'additi un altro anche fiorito

10 vezzoso dio sul consecrato fonte

11 dell'immortalitate all'appetito.

12 Tai del sommo ben mio tre note cónte

13 di delizie nel pelago io smarrito

14 per stelle osservo d'un tanto orizzonte.

153. [Il corpo di madonna paragonato all'universo.]

1 Madonnahan scritto che l'umana testa

2 il ciel sembridel cui bel Paradiso

3 la bocca è fontegli occhi stellee 'l viso

4 dove il folgore nasce e la tempesta;

5 Diola ragion che sempre mai sta desta;

6 gli angelii spirti che portano avviso;

7 e 'l resto e quel di sotto han poi diviso

8 con bella somiglianza e manifesta.

9 L'umana terra sta nell'uman centro

10 che del suo paradiso il fonte asconde;

11 son gambepièmanbracciaarte e sostegno.

12 Però de' nèi che portiduinati entro

13 l'acque de' Paradisihanno il fiordonde

14 lontansterile resta il terzo segno.

154. [A Fleridaper il nuovo anno.]

1 SorgiFlerida mia

2 ch'io sento risanarme; ondetu essendo

3 e tu insieme ed ioforz'è che torni

4 al tuo vigor di pria

5 sì come penavo iotu ancor patendo

6 tu solche fai i miei giorni

7 tutti sereni e adorni.

8 Ciò ch'a te piace e giova

9 in me ancor si ritrova.

10 Passi il tempo fatal del nostr'affanno

11 venga il sperato ben del novell'anno.

155. [L'universo intero canti Flerida.]

1 Il biondo Apollo e 'l coro di Parnasso

2 il fonte pegaseogli verdi allori

3 PindoElicona cantin vostri onori;

4 e «Flerida» risuoni ogn'antro e sasso.

5 Tud'ogni vil pensiernonch'atto basso

6 schivatu sola ordisci alti lavori;

7 e per te avvien che Lete strida e plori

8 mentre al Cielo veloce muovi il passo.

9 Flerida siicor mioperch'altri pianga

10 d'invidia e gelosiama io teco rida

11 ancor se ben di lungi e 'n spirto giunto.

12 A quel seno divinoove s'annida

13 graziavirtù e beltàfruisca a un punto

14 quel ch'altri presso stentae a pianger sfida.

156. Sonetto alla signora Giulia.

1 Gioiaideavitaluceidoloamore

2 mia propria essenzain cui mi trasformai

3 seiGiulia mia; sì ben altro non mai

4 porto in boccanell'animo e nel core.

5 Né sol di me lo spirital valore

6 in te han converso i tuoi benigni rai

7 ma la carne anche e l'ossaond'io restai

8 giocoirideumbralunaimagoardore.

9 Vivo ionon ioma tu vivi in me stesso;

10 tu ti chiami Gentilio del Gentile

11 cioè dell'esser tuo titulo e segno.

Tommaso Campanella Poesie

47

12 Deh! m'avess'anche il mio fato concesso

13 ch'in te foss'anco il mio restante umìle

14 transumanato dall'Eterno Ingegno.

157. Madrigale alla signora Giulia.

1 Stia pur GIU` LIA e Rachele

2 e alle bellezze sovrumane e sole

3 di Giulia mia cedanche 'l nome il vole.

4 Sette e sett'anni ambroggia e dolce mèle

5 sono per servir leie centoe mille

6 tutti sono d'amor suavi faville

7 perché servir sì gran beltà infinita

8 è sempiterna gioiaeterna vita.

158. Sonetto alla signora Maria.

1 D'amor oggetto e di bontà evidenza

2 beltà si diceo bella ninfa mia:

3 bontà non ci èse non ci è cortesia

4 né amar si deve chi d'amor è senza.

5 Sei bella ed hai sovrana intelligenza

6 dell'amorosa legge; e perché pia

7 non mi ti mostri? T'appellan Maria

8 nome di gran pietà: dov'è l'essenza?

9 Deh! non si dichi mai che 'l volto e 'l nome

10 belli ritenghi soll'almagli affetti

11 contrari essendoch'io creder nol voglio.

12 Se mi reputi indegno di tecome

13 pria mi degnasti? Dunque uopo è ch'aspetti

14 nova arte di pietate al mio cordoglio?

159. Madrigale fatto ad istanza del signor Francesco

Gentile alla signora Maria.

1 Tutta leggiadra e bella

2 seidolce anima mia

3 piena di grazia e di beltà; MA RIA

4 se ben del ciel sei luminosa stella.

5 Chéavendo il volto e 'l nome

6 di pietade e dolcezza

7 se poscia il cuor dentro ritien fierezza

8 ognor di biasmo ed onte carchi some.

9 Non stanno ben insieme

10 bellezza e crudeltade

11 perché l'una ci toglie libertade

12 e l'altra affatto nostra vita preme.

13 Sii dunque a mecor mio

14 d'amore e cortesia

15 verace albergoSE VERA Maria;

16 ché mal senza di te viver posso io.

160. [Risposta dell'amata.]

1 Non fu pensier villano

2 che pose freno all'alto mio desire

3 o dubbitò di vostra gentilezza

4 dolce signor sovrano.

5 Né a cotanto voler mancò l'ardire;

6 ma per l'inusitata sua vaghezza

7 fûrno i miei spirti sparti

8 sino all'estreme parti;

9 e quanto più raccôr io lor volevo

10 tanto più li perdevo.

11 Quando sentii dal cielo occulto canto:

12 - Non violar tu quest'albor sacrosanto. -

13 Io rispondevo in pianto.

14 Ei soggionse che 'l côrre d'un sol fiore

15 senz'altro fruttofia mio eterno ardore.

161. Sonetto d'Orazio di G. a don G. d'A.

1 - Gli occhi vostri... - diss'io; quivi perdei

2 la vocech'era a celebrarvi uscita

3 quando bocca più degna e più gradita

4 replicò con stupor gli accenti miei.

5 Quasi volesse dir: - Scioccotu sei

6 bastante a rimirar luce infinita? -

7 Oltre passando poirestò smarrita

8 l'anima in grembo a pensier tristi e rei.

9 Allorqual uom che teme ingiuria o danno

10 nulla risposi; ond'or dubbie parole

11 mi dan continuo ed angoscioso affanno.

12 Ch'io volea dir: - Le luci ardenti e sole

13 di bei vostr'occhialma realqui fanno

14 sereno giornoor ch'è sparito il sole. -162.

A Venezia. [Palinodia]

1 Solo Cam con la sua progenie immonda

2 ch'al gran padrenel vin sepoltofanno

3 vergogna e vituperioora in te stanno;

4 ché 'l seme giusto è uscito omai da l'onda.

5 Tu nave or di Carontech'a la sponda

6 tartarea guidi nell'eterno danno

7 tante alme tristiche piangendo vanno

8 la tua brama d'un obolo profonda.

9 Da questa metamorfosi ognun puote

10 scorger che 'l Ciel sdegnato a voi l'ingegno

11 per punir vosco tutta Europainvola.

12 Ecco dal polo andar lunge Boote

13 ed a l'altro emisfero il santo regno

14 dal fiero drago; e Dio far nova scola.

163. Disticon pro rege Gallorum.

1 Turca necem fratriNero matriinsontibus infert;

2 sontibus at Gallus parcit utrisque pius.




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