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De Amicitia

di

Cicerone

I 1 Quinto Mucio l'augure raccontava spessoa memoria e in modopiacevolemolti episodi della vita di Caio Leliosuo suoceroe in ognidiscorso non esitava a chiamarlo «il Saggio». A Scevola ero stato affidato damio padrequando presi la toga virileperché non mi staccassi mai dal fiancodel vecchionei limiti del possibile e del consentito. Perciòfissavo nellamente molti dei suoi accorti ragionamenti e anche molte delle sue massime secchee gustosee cercavo di migliorare la mia educazione facendo tesoro della suaesperienza di vita. Quando morìpassai alla scuola di Scevola il ponteficel'uomo che oserei definire il più grande della nostra città per intelligenza esenso di giustizia. Ne parlerò un'altra volta: ora ritorno all'augure. 2Di lui ricordo spesso molti episodima in particolare uno: era a casa sua esedevacome al solitonell'emiciclo: c'ero io pure e pochi intimiquando glicapitò di raccontare un fatto che proprio allora era sulla bocca di molti. Tiricordi certamenteAtticotu che eri così vicino a Publio Sulpicioquantasorpresa o piuttosto quanta amarezza si diffuse tra la gente quando Sulpiciotribuno della plebecon odio mortale si staccò da Quinto Pompeoalloraconsoleinsieme al quale era vissuto in un rapporto di grande intimità eaffetto. 3 Quel giorno Scevola menzionò casualmente il fatto e ci riferìil discorso che Lelio aveva tenuto sull'amicizia in presenza dello stessoScevola e dell'altro suo generoCaio Fanniofiglio di Marcopochi giorni dopola morte dell'Africano. Ho fissato nella mente i punti principali delladiscussione e li ho riportati in questo libro a mio modo: per così direhomesso in scena i personaggi stessi per evitare di ripetere troppi «dico» o «dice»e per dar l'idea che il discorso si sviluppi tra persone presentiqui davanti anoi.

4 Siccomeinfattimi hai invitato spesso a scrivere qualcosasull'amiciziail discorso di Lelio mi è sembrato degno non solo di unadivulgazionema soprattutto della nostra amicizia: cosìben volentieri hocercato di esser utile a moltisu tua richiesta. Nel Catone il Vecchiol'opera sulla vecchiaia a te dedicataho messo in scena un vecchioCatoneperché a parlare della senilità nessun altro personaggio mi sembrava piùadatto di colui che era stato vecchio per moltissimo tempo e proprio invecchiaia era fiorito distinguendosi su tutti. Allo stesso modopoiché so pertradizione avita che l'amicizia tra Scipione e Lelio fu più di ogni altramemorabileil personaggio di Lelio mi è sembrato indicato a esporresull'amiciziala conversazione che aveva già tenuto e di cui Scevola serbavail ricordo. Non so comema discorsi del generequando poggiano sull'autoritàdi uomini del passatoe per di più illustrimi sembrano avere un pesomaggiore. Cosìnel leggere le mie parole ho talvolta l'impressione che siaCatone a parlarenon io. 5 Ma se allorada vecchiodedicavo a unvecchio un libro sulla vecchiaiaadessoda vero amicodedico a un amicoquesto trattato sull'amicizia. In quel libro era Catone a parlarel'uomo piùanziano e più ricco di esperienza dei suoi tempiin questo sarà Lelio aesprimersi sull'amicizia«il Saggio» - tale era considerato -il più grandeper la gloria della sua amicizia.

Per qualche minutote ne pregonon pensare più a mema immagina che siaproprio Lelio a raccontare. Caio Fannio e Quinto Mucio vanno a trovare il lorosuocero dopo la morte dell'Africano. Da loro ha inizio la conversazioneLeliorisponde e sua è l'intera trattazione dell'amicizia. Leggendolariconosceraite stesso.

II 6 FANNIO. SìLelio. Non ci fu uomo migliore dell'Africanoné piùillustre. Devi tener presenteperòche gli occhi di tutti sono puntati su dite: sei l'unico che chiamino e giudichino saggio. Sino a poco tempo fa siattribuiva l'appellativo a Marco Catone e sappiamo cheall'epoca dei nostripadriLucio Acilio era chiamato «il Saggio». Ma entrambi in modo diverso date: Acilio perché era considerato competente nel diritto civileCatone perchéaveva esperienza in molti campi ed era ricordato per il buon senso deiprovvedimentiper il coraggio delle azioniper l'acutezza delle risposte dicui aveva dato prova più volte in senato o al foro. Perciòin vecchiaiailtitolo di «Saggio» era diventato per lui una sorta di soprannome. 7 Manel tuo casoè diverso. Ti dicono saggio non solo per le tue qualità naturalie moralima anche per i tuoi studi e per la tua culturasaggioquindinoncome lo intende la gentema come lo intendono gli intellettuali. In tal sensosappiamo che non ci fu nessuno nel resto della Grecia (i critici più sottilinon annoverano nella categoria i cosiddetti Sette Sapienti)tranne ad Atene unosolo: e fu lui a essere giudicato «il più saggio» anche dall'oracolo diApollo. Si pensa che la tua saggezza consista nel saper considerare ogni tuobene un fatto interiore e nel giudicare le vicende umane subordinate alla virtù.Ecco perché vengono a chiedere a mee anche a Scevolapensocome sopporti lamorte dell'Africanotanto più chealle ultime nonequando ci siamo riunitinei giardini dell'augure Decimo Bruto per l'abituale sedutanon sei venutomentre hai sempre rispettato scrupolosamente quella scadenza e quell'impegno.

8 SCEVOLA. SìCaio Leliomolti mi rivolgono la domanda di cui parlaFannio. Ma io rispondosulla base di quanto ho osservatoche con equilibriosopporti il dolore per la morte di un uomo così straordinariosoprattutto diun così caro amico. E aggiungo che non potevi rimanere indifferentechesarebbe stato contrario alla tua sensibilità. La tua assenza nel nostrocollegio delle nonequindidipese da ragioni di salutecosì rispondonon dilutto.

LELIO. La tua risposta è ottima e correttaScevola: una disgrazia privatanon avrebbe dovuto impedirmi di adempiere al dovere di cui parlida me sempreassolto quando stavo bene; del restoin nessun casocredopuò capitare a unuomo coerente di trascurare i propri doveri. 9 Quanto a teFarinioquando dici che mi attribuiscono meriti che non mi riconosco né pretendo diavereti comporti da amicomaa mio pareresbagli nel giudicare Catone:infatti o nessuno è mai stato saggio - come credo più probabile - ose ve n'èstato unoquello fu Catone. Come ha saputo affrontare la morte del figliopertralasciare il resto! Mi ricordavo di Emilio Paoloavevo visto Galo: ma essipersero dei figli in tenera etàCatone perse un uomo maturo e affermato. 10Perciò non preferire a Catone neppure colui checome diciApollo ha giudicato«il più saggio»perché dell'uno si lodano i fattidell'altro le parole.Quanto a meper parlare ormai a tutt'e dueecco cosa ne penso.

III Se dicessi di non soffrire per la morte di Scipionegiudichino isaggi quanto sia nel giusto. Ma mentireisenza dubbio. Soffroè veroperchého perso un amico checome immaginonon avrà eguali in futurochecomeposso dimostrarenon ne ha avuti in passato. Ma non ho bisogno di medicine. Soconsolarmi da solosostenuto in particolare dalla convinzione di non caderenell'errore che fa soffrire i più quando muore un amico. Penso che nessun malesi sia abbattuto su Scipione: se qualcuno ne è stato colpitoquello sono io.Ma affliggersi profondamente per le proprie disgrazie è tipico di chi ama sestessonon l'amico. 11 Quanto a Scipionechi può dire che la sorte nongli abbia arriso? A meno che non aspirasse all'immortalitàcosa a cui nonpensava affattoquali sono tra i desideri concessi all'uomo quelli che non èriuscito a realizzare? Appena adolescentegrazie al suo eccezionale valoresuperò le enormi aspettative che i suoi concittadini avevano riposto in lui sinda bambino. Non si candidò mai al consolatoma due volte fu eletto consolelaprima quando non aveva ancora l'età prescrittala seconda a tempo debito perluima forse troppo tardiormaiper lo stato. Con la distruzione delle duecittà più ostili al nostro imperopose fine alle guerre del suo tempo escongiurò le future. E che dire della sua disponibilitàdell'amore per lamadredella generosità verso le sorelledella benevolenza verso i suoidelsenso di giustizia verso tutti? Sapete di cosa parlo. Quanto poi fosse amatodalla cittàlo si è visto dal pianto generale ai suoi funerali. A cosa glisarebbe servito vivere qualche anno di più? A nienteperché la vecchiaiasebbene non sia un peso (ricordo che Catoneun anno prima di morirelosostenne discutendo con me e Scipione)non di meno porta via quel vigore cheScipione aveva ancora. 12 Perciò la sua vita fu talequanto a fortuna ea gloriache nulla di più le si poteva aggiungere. La mortepoiarrivò cosìimprovvisa da impedirgli di accorgersene. Come morìè difficile dirlo: sapetequali sospetti circolano. Ma una cosa si può affermare con sicurezza: dei tantigiorni di grande festa e felicità che Scipione vide nella sua vitail piùbello fu quello in cuidopo lo scioglimento della seduta senatorialevenneaccompagnato a casaverso seradai padri coscrittidal popolo romanodaglialleati e dai Latini. Era il giorno precedente la sua morte. Sembrerebbe che daun così alto grado di dignità sia salito agli dèi superni piuttosto che scesoagli inferi. IV 13 Nonon sono d'accordo con chida qualche temposiè messo a sostenere che l'anima muore insieme al corpo e tutto viene distruttodalla morte. Per me vale di più l'autorità degli antichi: quella dei nostriantenatiche non avrebbero sicuramente tributato ai morti diritti così sacrise avessero pensato che i morti ne fossero indifferenti; oppure l'autorità dicoloro che abitarono il nostro paese e diedero istituzioni e norme di vita allaMagna Greciache oggi è certamente distruttama allora era fiorente; ol'autorità di colui chegiudicato «il più saggio» dall'oracolo di Apollonon disse sull'argomento ora questo ora quellocome fanno i piùma sempre lastessa cosa: l'anima dell'uomo è divina equando si stacca dal corpohaschiuso di fronte il ritorno al cieloritorno tanto più veloce quanto più siè buoni e giusti. 14 Ed era anche l'idea di Scipione. Egliappuntocome se avesse un presentimentopochissimi giorni prima di morirein presenzadi Filodi Maniliodi molti altri e anche di teScevolache mi aveviaccompagnatodiscusse per tre giorni sullo stato. Dedicò la parte finale deldiscorso essenzialmente al problema dell'immortalità dell'animaraccontandoquanto diceva di aver udito dall'Africanoapparsogli in sogno. Se è vero chedopo mortil'anima dei migliori vola via più facilmente come dalla prigione edalle catene del corpochisecondo noiavrà avuto un cammino verso gli dèipiù facile che Scipione? Ecco perché piangerne la sorte si addice piuttostoall'invidiosotemonon all'amico. Se invece è più fondata la teoria secondocui la morte è la stessa per l'anima e per il corpo e non sopravvive nessunaforma di sensibilitàallora come nella morte non c'è alcun benecosìcertamente non c'è alcun male. Quando si perde la sensibilitàinfattiècome se non si fosse mai nati. Ma del fatto che Scipione sia nato ci rallegriamonoi e sempre esulteràfinché vivela nostra città. 15 A luidunquecome ho appena dettola sorte ha arriso. Non altrettanto a me cheentratoprima nella vitaprima avrei dovuto uscirne. Tuttavia mi sento così appagatonel ricordare la nostra amicizia che mi sembra di aver vissuto un'esistenzafelice solo perché l'ho vissuta insieme a Scipione. Con lui ho condivisol'impegno della politica e degli affari privaticon lui ho vissuto in tempo dipace e di guerracon lui - ecco la vera essenza dell'amicizia - ho avutoun'intesa perfetta di intenzionidi aspirazioni e di opinioni. Perciònon micompiaccio tanto della fama di saggezzaoltretutto falsacui Fannio ha appenaaccennatoquanto della speranza che il ricordo della nostra amicizia saràeterno. È una speranza che mi sta a cuore perchédi tutti i secoli passatisi ricordano a mala pena tre o quattro coppie di amici. Ma credo di potersperare che l'amicizia tra Scipione e Lelio sarà nota ai posteri come una diqueste.

16 FANNIO. Non può essere altrimentiLelio. Masiccome haimenzionato l'amicizia e noi abbiamo del tempo liberomi farai un grandissimopiacere - e anche a Scevolaspero - se vorrai parlarci dell'amicizia come seisolito discutere gli altri problemi che ti vengono propostidicendoci cosa nepensiquale essenza le attribuisciche regole le assegni.

SCEVOLA. Sìsarà per me un piacere. Anzistavo proprio per chiederteloquando Fannio mi ha preceduto. Le tue parolequindia entrambi saranno moltogradite.

V 17 LELIO. Da parte mianon farei certo difficoltà se confidassinelle mie forze: l'argomento è bellissimo ecome ha detto Fannioabbiamo deltempo libero. Ma chi sono io? E quale capacità oratoria ho? È un'abitudine deidottie più precisamente di quelli greciimprovvisare su un tema loroproposto: è una fatica notevole ed esige un addestramento non superficiale.Perciòtutti i discorsi che si possono tenere sull'amiciziaandateli achiedereper favoreagli improvvisatori di professione. Io posso soltantoesortarvi ad anteporre l'amicizia a ogni altro valore umanoperché niente ètanto conveniente alla natura dell'uomoniente così opportuno nella buona onella cattiva sorte.

18 Innanzi tutto la mia opinione è questa: l'amicizia può sussisteresolo tra persone virtuose. E non taglio la questione sul vivocome fanno coloroche discutono con troppa sottigliezza. Forse hanno ragionema non forniscono ungrande contributo all'utilità comune. Dicono che nessunotranne il saggioèun uomo virtuoso. Ammettiamo pure che sia così. Ma per saggezza intendonoquella che nessun mortalefinoraha mai raggiunto. Noiinvecedobbiamoguardare alla pratica e alla vita di tutti i giorninon alle fantasticherie oai desideri. Non potrei mai dire che Caio FabrizioManlio Curio e TiberioCoruncanioconsiderati saggi dai nostri antenatilo fossero secondo ilparametro di costoro. Perciò si tengano pure il loro nome fastidioso eincomprensibile di sapienti; ammettano almeno che i nostri compatrioti sonostati virtuosi. Ma non faranno neppure questo. Diranno che tale concessione sipuò fare solo al filosofo. 19 Ragioniamo alloracome si diceconl'aiuto della «grassa Minerva». Uomini che si comportanoche vivonodimostrando lealtàintegrità moralesenso di equitàgenerositàsenzanutrire passioni sfrenatedissolutezzatemerarietàma possedendo invece unagrande coerenza (come i personaggi ora nominati)sono reputati virtuosi. Alloradiamo loro anche il nome di virtuosiperché seguononei limiti dellepossibilità umanela migliore guida per vivere benela natura.

Mi sembra chiaroinfattiche siamo nati perché si instauri tra tutti gliuomini un vincolo socialetanto più stretto quanto più si è vicini. Cosìagli stranieri preferiamo i concittadiniagli estranei i parenti. L'amiciziatra parentiinfattideriva dalla naturama difetta di sufficiente stabilità.Ecco perché l'amicizia è superiore alla parentela: dalla parentela può venirmeno l'affettodall'amicizia no. Senza l'affettol'amicizia perde il suo nomealla parentela rimane. 20 Tutta la forza dell'amicizia emerge soprattuttodal fatto chea partire dall'infinita società del genere umanomessa insiemedalla stessa naturail legame si fa così stretto e così chiuso che tuttol'affetto si concentra tra due o poche persone. VI L'amicizia non èaltro che un'intesa sul divino e sull'umano congiunta a un profondo affetto.Eccetto la saggezzaforse è questo il dono più grande degli dèi all'uomo. C'èchi preferisce la ricchezzachi la salutechi il poterechi ancora le carichepubblichemolti anche il piacere. Ma se i piaceri sono degni delle bestieglialtri beni sono caduchi e incerti perché dipendono non tanto dalla nostravolontà quanto dai capricci della sorte. C'è poi chi ripone il bene supremonella virtù: cosa meravigliosanon c'è dubbioma è proprio la virtù agenerare e a preservare l'amicizia e senza virtù l'amicizia è assolutamenteimpossibile.

21 Diamo allora alla virtù il significato che ha nella vitaquotidiana e nel parlar comunesenza misurarlacome fanno alcuni filosofidalla sonorità delle parole. E annoveriamo tra i virtuosi chi è consideratotalei Paolii Catonii Galogli Scipionii Filodi cui la vita di tutti igiorni si accontenta. E mettiamo da parte le utopie.

22 Quando gli uomini sono talil'amicizia presenta vantaggi cosìgrandi che a mala pena posso dirli. In primo luogocome può essere «vivibileuna vita»per usare le parole di Ennioche non trovi sollievo nel reciprocoaffetto di un amico? Cosa c'è di più dolce che avere una persona cui confidaretuttosenza timoricome a te stesso? E quale frutto ci sarebbe nella prosperitàse non avessi qualcuno capace di goderne al par tuo? Con difficoltàpoipotresti affrontare le sventure senza un amico che ne soffra anche più di te.Infinetutti gli altri beni a cui l'uomo aspirase presi uno a unopresentanoun solo lato vantaggioso - la ricchezza per spenderlala potenza per essereriveritile cariche per ricever lodii piaceri per godernela salute per nonprovar dolore e per disporre delle forze fisiche. L'amiciziainvececomportamoltissimi vantaggi. Dovunque tu vada è a tua disposizionenon è esclusa danessun luogonon è mai inopportunanon è mai un peso. Insommanon sonol'acqua e il fuococome diconoa esser utili in tante situazionièl'amicizia. E non mi sto riferendo all'amicizia volgare e mediocrecapacetuttavia di procurare diletto e utilitàma all'amicizia vera e perfettacomefu quella che legò quei pochi che ancor oggi sono ricordati. L'amiciziainfatticonferisce più vivo splendore al successo e allevia il peso delleavversitàcondividendole e partecipandovi. VII 23 L'amiciziadunquecomporta moltissimi e grandissimi vantaggima ne presenta uno nettamentesuperiore agli altri: alimenta buone speranze che rischiarano il futuro e nonpermette all'animo di deprimersi e di abbattersi. Chi guarda un vero amicoinrealtàè come se si guardasse in uno specchio. E così gli assenti diventanopresentii poveri ricchii deboli forti equel che è più difficile a dirsii morti vivi; tanto intensamente ne prolunga l'esistenza il rispettola memoriae il rimpianto degli amici. Ecco perché degli uni sembra felice la mortedeglialtri lodevole la vita. Se poi privi la natura dei legami affettivinessunacasanessuna città potrà restare in piedineppure l'agricoltura sopravviverà.Se il concetto non è chiarobasta osservare dissensi e discordie per capirequanto sia grande la forza dell'amicizia e della concordia. Quale casa è cosìstabilequale città è così resistente da impedire a odi e divisioni internedi sconvolgerla da cima a fondo? Dal che si può giudicare quanto ci sia dibuono nell'amicizia. 24 Dicono che un filosofo di Agrigento abbiaprofetizzatoin versi greciche tutte le cose immobili o in movimento nellanatura e nell'universo debbano la loro coesione all'amiciziala loro divisionealla discordia. È un'idea che tutti i mortali non solo intendonoma anchecomprovano nella realtà. Tant'è vero chese talvolta si adempie al propriodovere di amico affrontando o condividendo un pericolochi non è pronto aesaltare un simile gesto con le lodi più alte? Che applausi ha decretatopocotempo fal'intero teatro al nuovo dramma di Marco Pacuviomio ospite e amiconella scena in cui Piladedavanti al re che ignorava l'identità di Orestesispacciava per Orestevolendo morire al posto dell'amicoma Oresteed era laveritàinsisteva nel dire che Oreste era lui! In piedi gli spettatoriapplaudivano pur trattandosi di una finzione. Come pensiamo che si sarebberocomportati di fronte a una situazione reale? Certoera la natura a rivelare lasua forzaperché degli uomini riconoscevano in altri il valore di un'azione dicui erano incapaci. Fin qui mi sembra di esser riuscito a esprimere il mio puntodi vista. Se resta ancora qualcosa da diree penso che ne resti ancora moltochiedetelose credeteai filosofi di professione.

25 FANNIO. Nopreferiamo chiederlo a te. Del restoho interrogatospesso anche questi «filosofi» e li ho ascoltati con un certo piacereèveroma altra è la stoffa delle tue parole!

SCEVOLA. E lo diresti a maggior ragioneFanniose qualche tempo fa avessiassistito alla discussione sullo stato che si tenne nei giardini di Scipione.Che difensore della giustizia si dimostròalloraLelio contro la forbitaarringa di Filo!

FANNIO. È stato senz'altro facile per un uomo tanto giusto difendere lagiustizia.

SCEVOLA. E allora? Non sarà facile parlare dell'amicizia per un uomo che siè guadagnato gloria immensa conservando un legame con tanta lealtàcoerenza egiustizia?

VIII 26 LELIO. Mi mettete proprio alle strette! Che importa con qualimezzi mi costringete? Certo è che lo fate. Ma resistere alle insistenze deimiei generispecie se il motivo è validonon solo è difficilema ancheingiusto.

Dunque: quando molto spesso rifletto sull'amiciziami sembra che occorrasoffermarsi soprattutto su un punto: ricerchiamo forse l'amicizia spinti dalladebolezza o dal bisogno perchéseguendo la logica del dare e dell'averesperiamo di ottenere dagli altri quel che da soli non riusciamo a procurarci perpoi restituirlo a nostra volta? Oppurefermo restando che questa sia unacaratteristica dell'amiciziala causa è un'altrapiù nobilepiù bellapiùnaturale? L'amoreinfattida cui l'amicizia trae il nomedà il primo impulsoal legame affettivo. È vero che si ottengono spesso vantaggi anche da chiriceve l'onore di un'amicizia simulata e gli ossequi dell'opportunismo. Nellavera amiciziaal contrarionulla è fintonulla è simulatotutto è vero espontaneo. 27 Perciòsecondo mel'amicizia deriva dalla natura piùche dal bisognoda un'inclinazione dell'animo mista a un sentimento di amorepiù che da calcoli utilitaristici.

Che le cose stiano così lo si può vedere anche in alcuni animali: l'amorechefino a un certo periodoriversano sui loro piccoli e l'amore che da essiricevono rivela chiaramente il loro sentimento. Nell'uomo è molto piùevidente. Primonell'affetto tra genitori e figliche solo un crimineabominevole può distruggere. Secondoin un analogo sentimento di amore che cinasce dentro quando incontriamo una persona simile a noi per abitudini ecarattereperché crediamo di vedere in leiper così direuna luce di onestàe di virtù. 28 Niente è più amabile della virtùniente spinge di piùa voler benese è vero che proprio per la loro virtù e moralità ci sonocarein un certo sensoanche persone che non abbiamo mai visto. Chi non siricorda con stima e affetto di Caio Fabrizio e Manlio Curiopur non avendolimai visti? Chiinvecenon odia Tarquinio il SuperboSpurio Cassio e SpurioMelio? Contro due condottieri abbiamo combattuto per la supremazia in Italia:Pirro e Annibale. Il primoper la sua onestànon lo detestiamo sino in fondoma il secondoper la sua crudeltàRoma lo odierà in eterno. IX 29 Sedunquetanta è la forza dell'onestà da venir apprezzata in chi non abbiamomai visto ocosa ancor più notevoleaddirittura in un nemicoperchéstupirsi se l'animo umano rimane turbato quando crede di scorgere virtù e bontàin persone con cui si può legare nei rapporti della vita? È pur vero chel'amore si rafforza quando riceviamo un beneficio o ci manifestano simpatia oquando ancora si instaura l'intimità. Se a ciò si accompagna un'immediataattrazioneecco allora accendersi un meraviglioso e intenso affetto.

Se alcuni pensano che l'amicizia derivi dalla debolezza e dalla necessità dicercare qualcuno in grado di procurarci quel che ci mancaè perchéattribuiscono all'amiciziase così posso esprimermiun'origine davvero bassae ignobilevolendola figlia del bisogno e dell'indigenza. Se così fossequanto più uno si sentisse insicurotanto più sarebbe adatto all'amicizia. Mala verità è un'altra! 30 Infatti quanto più uno ha fiducia in séquanto più è armato di virtù e di saggezzain modo da non avere bisogno dinessuno e da considerare ogni suo bene un fatto interioretanto più eccellenel cercare e nel coltivare le amicizie. Cosa? L'Africano aveva bisogno di me?Figuriamoci! E nemmeno io avevo bisogno di lui! Ma gli ho voluto bene perchéammiravo molto il suo valoree luia sua voltaperché aveva una certaconsiderazione della mia persona. La confidenza accrebbe il nostro affetto. Èverone conseguirono molti e grandi vantaggima la speranza di ottenerli nonfu il presupposto del nostro attaccamento. 31 Come siamo generosi eliberali non per riscuotere una ricompensa - non diamo i nostri benefici ausurama per natura siamo propensi alla generosità -così dobbiamo credereche si debba ricercare l'amicizia non nella speranza di un contraccambiomanella convinzione che il suo intero guadagno consista unicamente nell'amore. 32Dissente radicalmente da tale opinione chi riporta tutto al piacerecome lebestie. Niente di stranoperché chi ha abbassato ogni pensiero a un livellocosì terra terra e spregevole non può levare lo sguardo a nulla di altodimagnificodi divino.

Perciò teniamo questa gente al di fuori dal nostro discorso e cerchiamo dicapireda parte nostrache il sentimento di affetto e stima deriva dallanaturaogni volta che appaia un segno di onestà. Chi vi aspirasi avvicina esi stringe sempre più per godere della presenza e del carattere di colui che hainiziato ad amare: vuole rendere il proprio affetto in tutto reciprocoesserepropenso a rendere servigi più che a richiedernecompetere in una gara di virtù.Così l'amicizia procurerà i maggiori vantaggi ederivando dalla natura e nondalla debolezzaavrà un'origine più nobile e più vera. Infattise fosse laconvenienza il cemento delle amiciziecambiati interessi il legame siscioglierebbe. Madal momento che la natura è immutabilene consegue che leamicizie vere sono eterne. Ecco l'origine dell'amiciziaa meno che non abbiatequalche obiezione da fare.

FANNIO. Nocontinua tuLelio. A nome di Scevolache è più giovanerispondo io a buon diritto.

33 SCEVOLA. Certamente. Ascoltiamodunque.

X LELIO. Sìascoltateuomini egregigli argomenti molte volte affrontatida me e Scipione nelle nostre discussioni sull'amicizia.

Nonostante tuttodiceva che nulla è più difficile che mantenereun'amicizia sino alla morte. Spesso si verificano o divergenze di interessi odisaccordi in politica; l'uomopoinon di rado cambia carattere sia neimomenti difficili sia per il peso degli anni. Come esempio di tali cambiamentiprendeva l'adolescenzaquando con la toga pretesta si accantonano spesso anchei profondissimi affetti dell'infanzia. 34 Se invece durano sino allagiovinezzavengono infranti dalle rivalità per un partito matrimoniale oppureper un interesse che i due amici non possono ottenere nello stesso tempo. Ma sel'amicizia si spinge oltreeccola vacillare quando si accende la lotta per lecariche pubbliche. La peste più esiziale dell'amicizia ènella maggior partedegli uominila sete di denaronei migliorila lotta per il potere e per lagloria. Ecco perché dagli amici più cari sorgono spesso gli odi più feroci. 35Gravi disaccordie per lo più legittiminascono anche quando si chiedeall'amico un favore immorale comead esempiofarsi strumento di piacere ocomplice in una violenza. Chi si rifiuta agisce con onorema dalla persona chenon vuole compiacere è accusato di tradire il codice dell'amicizia. Invece chiosa chiedere all'amico qualsiasi favorecon la sua stessa richiesta ammette diesser pronto a tutto per l'altro. Di solito le sue recriminazioni non solodistruggono antiche amiciziema suscitano anche odi eterni. Ecco le tantepercosì direfatalità che incombono sull'amicizia: secondo Scipione per evitarletutte non basta la saggezzaoccorre anche la fortuna.

XI 36 Perciòse siete d'accordovediamo innanzi tutto fino a chepunto deve spingersi l'amore per un amico. Gli amici di Coriolanose mai neebbeavrebbero dovuto impugnare le armi contro la patria insieme a lui? Equando Vecellino e Melio aspiravano alla tirannidegli amici avrebbero dovutoseguirli? 37 Tiberio Gracco fomentava disordini contro lo stato: QuintoTuberone e gli altri amici suoi coetanei lo abbandonaronocome si è visto.Invece Caio Blossio di Cumaospite della vostra famigliaScevolaquando venneda me a chiedere perdonoperché ero membro della commissione d'inchiesta con iconsoli Lenate e Rupilioper giustificarsi diceva di aver stimato tanto TiberioGracco da credere suo dovere l'esaudire ogni sua decisione. Allora io: «Anchese ti avesse chiesto di dare alle fiamme il Campidoglio?» «Non mi avrebbe maichiesto una cosa simile!» rispose. «In quel casoperòavrei ubbidito.»Vedete che parole infami! Eperdiolo fece davvero. Anzisuperò quanto avevadetto: non obbedì alla temerarietà di Tiberio Graccoma la istigònon sioffrì come complice della sua folliama come guida. E cosìpersacompletamente la testaper paura dell'inchiesta straordinariariparò in Asiapassò al nemico e pagò allo stato una pena durama giusta. Perciòdire diaver commesso un reato per un amico non è un'attenuante. Se infatti è stata latua fede nella virtù a conciliarti l'amiciziadifficilmente l'amiciziaresisterà se rinunci alla virtù. 38 Se decidessimo che è giustoconcedere agli amici qualsiasi cosa voglianooppure ottenere da loro qualsiasicosa vogliamodovremmo essere proprio dei saggi provetti per riuscirvi senzainconvenienti! Ma mi sto riferendo agli amici che abbiamo sotto gli occhichevediamo o di cui ci è giunto il ricordoche incontriamo nella vita quotidiana.È da loro che dobbiamo prendere esempio ein particolareda chi è piùvicino alla saggezza. 39 Sappiamo che Emilio Papo fu intimo amico diLuscino - lo abbiamo appreso dai Padri. Furono due volte consoli insieme ecolleghi nella censura. È stato tramandatoinoltreche un'intima amicizia lilegava a Manlio Curio e a Tiberio Coruncanioanch'essi grandi amici. Ebbenenon possiamo neppure sospettare che uno di loro abbia preteso dall'amico unfavore contrario alla parola dataal giuramentoallo stato. È inutile direchetrattandosi di uomini similise lo avesse preteso non lo avrebbe ottenutoperché erano persone della massima integrità moraleperché cedere a unarichiesta del genere o avanzarla va comunque contro ogni legge. InveceTiberioGracco trovò dei seguaci in Caio Carbonein Caio Catone e in suo fratelloCaioche allora non era così violento come oggi. XII 40 Si stabiliscadunque la seguente legge dell'amicizia: non avanzare richieste immorali néesaudirle se richieste. È una scusa davvero vergognosa e assolutamenteinaccettabile confessare di aver commesso un reatospecie contro lo statoinnome dell'amicizia.

In veritàcari Fannio e Scevolasiamo arrivati a un punto che dobbiamoprevedere con largo anticipo quali mali si abbatteranno sullo stato. Ormaideviamo non poco dalla retta via tracciata dai Padri. 41 Tiberio Graccoha cercato di arrogarsi un potere regale opiuttostoè stato re per pochimesi. Il popolo romano aveva mai sentito o visto qualcosa del genere? Anche dopola morte di Tiberio Gracco i suoi amici e parenti ne seguirono l'esempio: e quelche fecero a Publio Scipione non posso dirlo senza piangere. Quanto a Carbone loabbiamo sopportato quanto ci è stato possibile solo perché da poco era statainflitta una punizione a Tiberio Gracco. Che cosa mi aspetto poi dal tribunatodi Caio Graccoè meglio non prevederlo. Ormai serpeggia un male cheuna voltarisvegliatoscivola giù a seminar rovina. Vedetea proposito delle norme divotazioneche marcio si è creato prima con la legge Gabinia e due anni dopocon la legge Cassia. Mi sembra già di vedere il popolo opporsi al senato e lepiù importanti questioni risolversi secondo i capricci della folla. E la genteimparerà a fomentar rivoluzioni piuttosto che a porvi rimedio. 42 Perchéparlo così? Perché senza complici nessuno tenta simili imprese. Bisogna quindiesortare i virtuosise per caso e senza accorgersene si imbattono in amiciziedel generea non credersi obbligati a non staccarsi da amici che si macchianodi gravi reati politici. Contro i corrotti si deve stabilire una pena noninferiore per i seguaci che per gli ideatori del crimine. Chi fu più illustrein Greciadi Temistocle? Chi più potente? Lui chestratega della guerracontro i Persianiaveva liberato la Grecia dalla servitù ed era stato esiliatoper invidianon seppe sopportarecome avrebbe dovutol'ingiustizia della suapatria ingrata. Compì lo stesso gesto chevent'anni primada noiera statodi Coriolano. Non trovarono nessuno che li aiutasse contro la patria: perciòentrambisi suicidarono.

43 Non solo non bisogna coprire con il pretesto dell'amicizia unsimile complotto di gente corrottama piuttosto punirlo con le sanzioni piùgraviperché nessuno si creda autorizzato a seguire l'amico anche quandoattenta allo stato. Eda come vanno le cosenon è detto che un domani nonaccada. Nel mio casopoiil pensiero di come sarà la situazione politica dopola mia morte desta in me preoccupazioni non meno gravi di quelle per ilpresente. XIII 44 Si stabilisca dunque la prima legge dell'amicizia:bisogna rivolgere agli amici solo richieste onestecompiere per gli amici soloazioni oneste senza aspettare di esserne richiestimostrarsi sempre disponibilie mai esitantiavere il coraggio di dare liberamente il proprio parere. Valgasoprattutto nell'amicizia l'autorità degli amici che danno buoni consigli; taleautorità serva ad ammonire non solo con sincerità mase la situazione lorichiedeanche con asprezza ein tal casole si obbedisca.

45 Alcuni chea quanto sento direvennero considerati sapienti inGreciahanno sostenuto tesi a mio giudizio paradossali (ma non esiste argomentosu cui non cavillino). Una parte afferma che dobbiamo rifuggire dalle amicizieeccessiveper evitare che uno solo si tormenti per molti; a ciascuno bastano eavanzano i propri problemi e farsi carico di quelli altrui è una bella noia. Lacosa miglioresecondo loroè allentare più che si può le brigliedell'amiciziatirandole o lasciandole andare a proprio piacere; essenziale pervivere bene è la tranquillitàdi cui l'animo non può godere seper cosìdirefosse uno solo a sopportare il travaglio per tutti. 46 Altriinvecea quanto si dicesostengono una tesi ancora più disumana; l'hobrevemente accennata poco fa: le amicizie andrebbero ricercate in vista diprotezione e appogginon per un sentimento di affetto e stima; insommaquantomeno uno è deciso e fortetanto più aspira all'amicizia; ecco perché sono ledonnicciole a chiedere la protezione dell'amicizia più degli uominii poveripiù dei ricchi e gli sventurati più di chi è considerato felice. 47 Mache bella saggezza! È come se privasse l'universo del sole chi priva la vitadell'amicizia: e niente di più belloniente di più gradito dell'amiciziaabbiamo ricevuto dagli dèi immortali. Allorache cos'è mai questa tranquillitàin apparenza seducentema in realtà da ripudiare per molti aspetti? Nonon hasenso rifiutarsi di intraprendere una cosa o un'azione onestaoppureabbandonarla dopo averla intrapresaper evitare noie. Ma se fuggiamo lepreoccupazionidobbiamo fuggire la virtù cheall'inevitabile prezzo diqualche apprensioneci porta a disprezzare e odiare il suo contrariocome fala bontà con la cattiveriala temperanza con le passioniil coraggio conl'ignavia. Ecco perché si vedono soprattutto i giusti soffrire per leingiustiziei coraggiosi per la viltài moderati per gli eccessi. E propriodi un animo ben educatoquindirallegrarsi per il bene e affliggersi per ilmale. 48 Perciòse anche l'animo del saggio è sensibile al dolore - elo è di sicurose non vogliamo ammettere che gli è stata strappata l'umanità-perché dovremmo sradicare dalla vita l'amiciziaper evitare di provarfastidi a causa sua? Se si elimina il sentimentoche differenza c'è non dicotra l'uomo e una bestiama tra l'uomo e un tronco o un sasso o qualcosa delgenere? Nonon bisogna dare ascolto a chi pretende che la virtù sia dura eper così diredi ferroquando invece in molte circostanzema soprattuttonell'amiciziaè così tenera ed elastica da aprirsise posso esprimermi cosìalla fortuna dell'amico e da chiudersi di fronte alle sue avversità. Ecco perchél'angosciache spesso si deve patire per un amiconon è così forte daescludere l'amicizia dalla vitanon più di quanto siamo disposti a rinunciarealle virtù perché comportano preoccupazioni e fastidi. XIV Poichéquello che induce a stringere un rapporto di amiciziacome ho detto primaèil balenare di qualche segno di virtùche induce un animo affine ad accostarsie legarsi ad essaquando ciò accadeallora sorge inevitabile l'amore. 49Siamo appagati da molte cose vane: onorigloriacasavestitiforma fisicama non apprezziamo affatto l'animo virtuosocapace di amare eper così diredi ricambiare l'amore. C'è follia più grande? Nienteinfattiè piùpiacevole del reciproco affetto e della corrispondenza di attenzioni e cortesie.50 E se poi aggiungiamo - come si può fare a buon diritto - che nienteaffascina e attira qualcosa a sé quanto la somiglianza affascina e attira gliuomini all'amiciziasi finirà con l'ammettere che i buoni amano i buoni e liattraggono a sé come se li sentissero legati dalla parentela o dalla natura.Niente brama tanto il suo simile e ne è avido quanto la natura. Ecco perchépossiamo ritenere certocari Fannio e Scevolache i buoni hanno per i buoni unaffetto in un certo senso ineluttabile: è la natura ad averlo posto come fontedell'amicizia. Ma la bontàin sé e per sépuò sussistere anche tra moltepersone. La virtùinfattinon è inumanaegoista e superbama suoleproteggere interi popoli e provvedere nel modo migliore a essi. E non lo farebbedi sicuro se aborrisse dall'amore per la gente.

51 Anzia mio parerechi basa l'amicizia sull'interesse distruggetra i vincoli dell'amicizia quello che è più vicino all'amore. In realtànonci è caro tanto ricavare un guadagno dall'amicoquanto il suo stesso amoreequel che ci proviene dall'amico risulta piacevole solo se accompagnatodall'affetto. E credere che le amicizie si coltivino per indigenza è tantolontano dal vero che si rivelano più generose e magnanime proprio le personecheforti del loro prestigiodelle loro ricchezze e soprattutto della lorovirtùnella quale trovano la maggiore risorsahanno meno bisogno degli altri.Anzisono portato a credere che non è neppure necessario che agli amici nonmanchi mai assolutamente nulla. Quando avrei potuto dimostrare tutto il mioaffetto se Scipione non avesse avuto bisogno mai del mio consigliomai dellamia collaborazione in pace o in guerra? Non è stata pertanto l'amicizia aseguire il vantaggioma è il vantaggio che si è accompagnato all'amicizia. XV52 Non bisognerà allora dar retta a chi sguazza nei piaceri se talvoltadiscute sull'amicizia senza averla conosciuta né in teoria né in pratica. Chiinfattiin nome degli dèi e degli uominivorrebbe annegare in un mare diricchezze e vivere nella più grande abbondanza a patto di non amare nessuno edi non essere amato da nessuno? Non c'è dubbio: questa è la vita dei tirannivita che ignora completamente lealtàaffetto e fiducia in un legame durevole.Tutto desta sospetti e angoscenon vi è spazio per l'amicizia. 53 Chiallorapotrebbe amare una persona di cui ha paura o a cui pensa di ispirarne?Eppure i tiranni sono riveritima da chi fingee solo per un tempo limitato.Se mai cadonocome succede generalmenteallora viene a galla quanto fosseropoveri di amici. È quello chesecondo la tradizioneammise Tarquinio ilgiorno dell'esilio: riconobbe gli amici fedeli e quelli infedeli solo nelmomento in cui non poteva più ripagare né gli uni né gli altri. 54 Èstranocomunqueche abbia potuto avere un solo amicocon la sua superbia ecrudeltà! Ma se il suo carattere non poté procurargli veri amiciallo stessomodo le ricchezze impediscono a molti potenti di avere amicizie fedeli. LaFortunainfattinon solo è ciecama acceca spesso anche le persone cui haconcesso i propri favori. Ecco perchédi solitosi lasciano prenderedall'arroganza e dall'alterigiae niente risulta più insopportabile di unostupido fortunato. Si può poi osservare che uominiil cui carattere eraaffabilecambiano con un comando militareuna carica pubblica o un successodisprezzano le vecchie amicizie e assecondano in tutto le nuove. 55 Ma lavera folliaquando dispongono di ricchezzepossibilità e prestigioè che siprocurano tutto ciò che il denaro può offrire - cavalliservivestiti dilussovasi preziosi -ma non gli amiciil miglioreper così dire il piùprezioso corredo della vita. Quando acquistano tutti quei beninon sanno néper chi li compranoné per chi si danno tanto da fare. Sono oggettiinfattiche appartengono al più fortementre il possesso dell'amicizia è in ogni uomostabile e sicuro. Di conseguenzaanche se conservassero quei beniche sonocome doni della Fortunauna vita di solitudinepriva di amicizie non potrebbedar la felicità. Ma sull'argomento ho detto abbastanza.

XVI 56 Bisogna ora fissare i limiti dell'amicizia eper così direla linea di confine dell'affetto. Vedo che sull'argomento circolano tre teoriee nessuna mi sembra accettabile. La prima sostiene che dobbiamo nutrire per gliamici gli stessi sentimenti che proviamo per noi; la seconda che il nostroaffetto per gli amici deve corrispondere in tutto e per tutto al loro affettoper noi; la terza che quanto uno stima se stessotanto deve essere stimatodagli amici. 57 Non sono affatto d'accordo con nessuna delle tre. Non èvera la primasecondo cui si deve esser disposti verso l'amico come si èdisposti verso se stessi. Quante cose che non faremmo mai per noile facciamoinvece per gli amici! Pregare uomini indegnisupplicarescagliarsi contro unaltro con troppa durezza e con troppa veemenza attaccarlotutti comportamentichequando si tratta di noirisultano poco dignitosima quando si trattadegli amicidiventano il massimo della dignità. In numerose circostanzepoigli uomini virtuosi sacrificano molti dei propri privilegi o tollerano disacrificarli perché siano gli amici a goderne più di loro stessi. 58 Laseconda teoria considera l'amicizia come la reciprocità dei doveri e deisentimenti. Ma significa ridurla a conti troppo gretti e meschiniper vedere seil bilancio è in pari! La vera amiciziasecondo meè più riccapiùgenerosa e non bada con pignoleria a non rendere più di quanto abbia ricevuto.Non bisogna temere di perdere qualcosadi lasciar cadere a terra una goccia odi fare troppo buon peso. 59 Eppure la peggiore di tutte è la terzadefinizione: quanto uno stima se stessotanto deve essere stimato dagli amici.Spesso alcuni si sentono troppo depressi oppure nutrono un'esigua speranza dimigliorare il proprio destino. Non è dunque da amico essere verso l'altro comeegli è verso se stessoma è da amico fare di tutto per dare una scrollata achi si sente giù spingendolo a nutrire speranze e pensieri migliori. Bisognaquindi stabilire un diverso limite alla vera amicizia. Primaperòvoglioriferire a cosain particolaresi indirizzasse la condanna di Scipione. A suodirenon si potevano trovare parole più ostili all'amicizia di quellepronunciate da chi si espresse così: «Bisogna amare come se in futuro sidovesse odiare». Non riusciva a capacitarsi che l'autorecome generalmente sipensafosse Biantedal momento che viene annoverato tra i Sette Sapienti. Noquella era l'affermazione di un immoraledi un arrivistadi chi subordinatutto al potere. Come possiamo essere amici di chi consideriamo un potenzialenemico? Ma allora sarà inevitabile desiderare e augurarci che l'amico commettail maggior numero di colpe possibili per offrirci più occasioni di rimprovero;al contrariole sue buone azioni e i suoi successi finiranno col destare in noitensionedolore e invidia. 60 Ecco perché tale precettodi chiunquesiaserve solo a distruggere l'amicizia. Bisognerebbe piuttosto proporne unaltro: quando stringiamo le amiciziedobbiamo stare attenti a non iniziare adamare chiun giornopotremmo odiare. Anzisecondo Scipionequalora la sceltadegli amici non si rivelasse felicedovremmo sopportarli piuttosto che pensareal momento giusto per aprire le ostilità.

XVII 61 Eccodunquea mio giudizioi limiti dell'amicizia: quandogli amici hanno un comportamento irreprensibileallora mettiamo in comune ogniazionepensieroproposito senza eccezione alcuna. Se poi il caso vuole chedobbiamo assecondare gli amici in propositi non del tutto giustiin cui sianoin gioco la loro vita e la loro reputazioneallora si deve fare uno strappoalla regolapurché non ne consegua un gravissimo disonore. Sino a un certolimiteinfattipossiamo usare indulgenza all'amiciziasenza però trascurarela nostra reputazione o sottovalutare il favore dell'opinione pubblica come sefosse una piccola arma nella vita politicabenché accattivarselo con lalusinga e la piaggeria sia una vergogna; quanto alla virtùda cui sorgel'affettonon dobbiamo mai rinnegarla.

62 Ma Scipione - ritorno spesso a lui perché suo era l'interodiscorso sull'amicizia - si lamentava che gli uomini in tutto usino piùattenzione che nell'amicizia. Tutti sanno dirti quante capre o pecorepossiedonoma quanti amici no. Nel procurarsi un gregge usano ogni riguardomanello scegliere gli amici sono distratti né hannoper così diresegniparticolari e marchi che li aiutino a giudicare coloro che sono idoneiall'amicizia.

Dobbiamo scegliere amici dotati di fermezzastabilità e coerenza - e ditali caratteristiche vi è grande penuria! E giudicare una persona senzametterla alla prova è davvero difficilema la prova è fattibile solo se si èinstaurato il legame. Cosìl'amicizia precorre il giudizio e finisce coneliminare la possibilità di fare una verifica. 63 È indice di saggezzaquindisaper frenare l'impeto dell'affetto come si frena un cocchioper poterusare dell'amicizia solo dopo aver sperimentatoin qualche modoil caratteredegli amicicosì come si provano i cavalli. Spesso alcuni rivelano tutta laloro leggerezza di fronte a pochi soldi; altriinveceirremovibili davanti auna piccola sommasi tradiscono di fronte a una grande. Ma se pure troveremochi si vergogna di preferire il denaro all'amiciziadove troveremo chi nonantepone all'amicizia onoricariche pubbliche e militaripotereprestigioechiavendo la possibilità di scegliere tra tutti questi beni e le prerogativedell'amicizianon preferisce di gran lunga i primi? La natura umana è troppodebole per disprezzare il potere; e se si raggiunge il potere a prezzodell'amiciziasi pensa che su ciò calerà un'ombraperché non senza unavalida ragione l'amicizia è stata trascurata. 64 E cosìèdifficilissimo trovare vere amicizie in chi vede nella carriera politica unaragione di vita. Dove trovare chi preferisca alla propria affermazione quelladell'amico? Eper passare ad altrocome risulta gravoso e difficileai piùcondividere gli insuccessi altrui! Non è facile trovare persone disposte adabbassarsi a tanto. E benché Ennio abbia ragione nel dire:

 

L'amico certo si scopre nella sorte incerta

tuttavia due sono le situazioni che dimostrano la leggerezza e l'incostanzadei più: se disprezzano gli amici nel momento del successo o se li abbandonanonelle difficoltà. Chiin entrambi i casisi mostrerà amico seriocoerente estabiledobbiamo considerarlo di una stirpe umana rarissimaquasi divina! XVIII65 Base della stabilità e della coerenzache cerchiamo nell'amiciziaèla lealtà. Nulla è stabile senza lealtà. Conviene inoltre scegliere unapersona semplicesocievole e di sensibilità affinecioè che reagisca allesituazioni come noi. Tutto ciò contribuisce alla fedeltà. Non può essereleale un carattere complesso e tortuosoe neppure chi non reagisce come noi eha una sensibilità diversa può essere leale e stabile. Bisogna poi aggiungereche l'amico non deve provar gusto nel calunniare o nel prestar fede a calunniemosse da altri. Tutto ciò contribuisce alla coerenzadi cui sto trattando giàda un po'. Ed ecco avverarsi la premessa del mio discorso: l'amicizia puòesistere solo tra i virtuosi. Solo l'uomo virtuosoche si può chiamare anchesaggiosa osservare due norme dell'amicizia. Prima: evitare tutto ciò che èfinto o simulato; persino l'odio dichiarato è più nobile che nascondere ilproprio pensiero dietro un'espressione del volto. Seconda: non solo respingerele accuse lanciate da altrima neppure nutrire sospettisupponendo che l'amicosi sia comportato male. 66 Conviene aggiungereinfinela dolcezza diparola e di modicondimento per nulla trascurabile dell'amicizia. Il cattivoumore e la continua serietà comportano sì un tono di sostenutezzamal'amicizia deve essere più rilassatapiù liberapiù dolcepiù incline aogni forma di amabilità e di cortesia.

XIX 67 Sorge a questo punto un problema di una certa difficoltà: avoltedobbiamo forse preferire i nuovi amicipurché degni della nostraamiciziaai vecchicosì come di solito preferiamo ai cavalli di una certa etàquelli giovani? Dubbio indegno di un uomo! Nell'amicizia non deve esisteresazietà come nelle altre cose! Quanto più un'amicizia è anticatanto piùdeve piacerecome quei vini che reggono bene l'invecchiamento. Ed è vero ilproverbio che dice: bisogna mangiare insieme molti moggi di sale perché sipossa dire assolto il dovere di amico. 68 Quanto alle nuove amicizieselasciano sperare nella nascita di un fruttocome giovani piante che noningannano l'attesanon sono certo da rifiutarema l'anzianità deve rimanereal posto che le spettaperché è grandissima la forza dell'anzianità edell'intima conoscenza. Anziritornando all'esempio del cavallo appenamenzionatose niente lo impediscenon c'è nessuno che preferisca al cavallocui è abituato uno mai montato e nuovo per lui. In realtàè un'abitudinevalida non solo per gli esseri animatima anche per quelli inanimatitant'èvero che ci piacciono dei luoghianche se montuosi e selvaggise vi abbiamodimorato per un certo periodo di tempo. 69 Ma il presupposto fondamentaledell'amicizia è mettersi al livello di chi è inferiore. Spesso ci sono uominidi levatura superiorecome Scipione nel nostro gruppo. Eppure non fece pesaremai la sua posizione a Filomai a Rupiliomai a Mummiomai agli amici dirango inferiore. Anzionorava come un superioreperché più vecchio di luisuo fratello Quinto Massimouomo sì di grandi capacitàma non del suolivelloe voleva offrire a ogni amico la possibilità di innalzare la propriaposizione. 70 Ecco cosa dovrebbero fare tuttiimitando Scipione: se sonoriusciti a distinguersi per virtùintelligenza e fortunarendano partecipigli amici della propria superioritàla condividano con chi hanno più vicino;seper esempioi loro genitori sono di umile condizionese i loro parenti nonsono molto dotati di spirito e di sostanzene accrescano le risorse e liaiutino a ottenere onori e dignità. È quel che accade in teatrodovepersonaggi vissuti a lungo in stato di servitùperché se ne ignorava lastirpe e l'origineuna volta riconosciuti come figli di dèi o remantengonointatto il loro affetto nei riguardi dei pastori che per molti anni hannoconsiderato loro padri. A maggior ragione bisogna comportarsi così neiconfronti dei veri e sicuri genitori. Cogliamo infatti il maggior fruttodell'intelligenzadella virtùdi ogni tipo di superiorità quando ne diamouna parte a chi ci è più vicino. XX 71 Comedunquenei legami diamicizia o nelle relazioni vincolanti i superiori devono mettersi al livellodegli inferioricosì gli inferiori non devono affliggersi nel vedersi superatiper intelligenzafortuna e dignità. Invecela maggior parte di questi èsempre pronta a lamentarsi o a rinfacciare qualcosasoprattutto se pensa dipoter ricordare un favore reso che ne attesti la premural'amicizia e anche uncerto disturbo. Che gente odiosa! È sempre pronta a rinfacciare quel che hafattomentre dei favori dovrebbe ricordarsi chi li ha ricevuti e non parlarnechi li ha resi. 72 Perciònei rapporti di amicizia come coloro che sonosuperiori devono abbassarsicosìin un certo sensodevono elevare gliinferiori. Ci sono personeinfattiche tolgono il piacere dell'amicizia perchési credono disprezzate; capita generalmente solo a chi non si considera degnodella stima altrui. È doverosoquindiliberarli di tale pregiudizio non soloa parolema anche con i fatti. 73 Devi inoltre dare all'amico in primoluogo quanto sei in grado di darein secondo luogo quanto la persona che ami evuoi aiutare è in grado di sostenere. Per quanto tu stia in alto non potresticondurre gli amici ai vertici delle cariche pubbliche. Scipioneper esempioriuscì a far eleggere console Publio Rupilioma non il fratello di costuiLucio. Ma se anche potessi conferire a un altro una carica qualsiasidevisempre vedere se sia capace di sostenerla. 74 In generalesi devonogiudicare le amicizie quando il carattere si è formato e l'età è matura. Seda giovanisiamo stati appassionati di caccia o del gioco della pallanondobbiamo considerare necessariamente amici i compagni che allora prediligevamoperché accomunati dalla stessa passione. In questo modonutrici e pedagoghi sisentiranno in dovere di esigere il massimo dell'affetto per diritto di anzianità!Noi non dobbiamo dimenticarlima amarli in un altro modo. Diversamenteleamicizie non possono durare in maniera stabile. Caratteri diversi comportanointeressi diversi ed è questa diversità a separare gli amici; se i virtuosinon possono essere amici dei malvagi e i malvagi dei virtuosi è solo perché laloro differenza di carattere e di interessi è la più grande che ci sia. 75A ragione si può prescrivere un'altra regola nell'amicizia: un affettoincontrollato non deve ostacolare l'amicocome molto spesso accadenelconseguimento di importanti successi. Per ritornare ai drammiNeottolemo nonavrebbe potuto conquistare Troia se avesse voluto dar retta a Licomedepressoil quale era stato allevatoche piangendo a dirotto cercava di impedirne lapartenza. Spessopoicapitano gravi eventi che impongono un distacco: chi visi opponeperché incapace di sopportare la mancanza dell'amico è debolesenza carattereeproprio per questoingiusto nei confronti dell'amico. 76Insommain ogni circostanza devi valutare attentamente cosa chiedi all'amico ecosa sei disposto a concedergli. XXI Incombe sulle amicizie una calamitàe non sempre è possibile evitarla: la rottura. Il mio discorso si abbassa ormaidall'amicizia tra saggi alle amicizie comuni. I difetti degli amiciinfattimolte volte si manifestano all'improvvisoora a danno degli stessi amicioradegli estraneima in modo che il disonore ricada sempre sugli amici. Bisognafrequentare tali amicizie sempre menosino ad arrivare allo scioglimentodefinitivo. Come ho sentito dire da Catonedobbiamo scucirlenon strapparleameno che non divampi un motivo di risentimento davvero insopportabile; in talcaso non sarebbe giustoné dignitosoné possibile non troncare una volta pertutte il rapporto. 77 Ma se il carattere o gli interessi cambierannocome avviene di solitoo se il diverso orientamento politico diventerà motivodi contrasto (non mi sto riferendocome ho appena dettoalle amicizie deisaggima alle comuni)dovremo evitare di far credere che abbiamo fatto morireun'amicizia per concepire un odio. Niente è più indegno che aprire le ostilitàcontro la persona con cui hai vissuto in intimità. Scipionelo sapetea causamia aveva rinunciato all'amicizia di Quinto Pompeo; per dissensi politici sistaccò dal nostro collega Metello: in entrambi i casi agì dignitosamentecioècon autoritàma senza nutrire aspri rancori. 78 Per prima cosadunquebisogna cercare di impedire tra amici le lacerazionimase si verificanobisogna comportarsi in modo che la fiamma dell'amicizia sembri essersi consumatada solae non che sia stata soffocata. Occorre poi evitare che le amicizie siconvertano in odi ferocida cui nascono litimaldicenze e insulti. Se peròsono tollerabilibisogna sopportarle e tributare questo onore all'amicizia diun tempoin modo che la colpa ricada su chi commette il tortonon su chi losubisce.

In generaleil solo mezzo per prevenire e impedire questi guai e questemolestie è non iniziare ad amare troppo presto o persone indegne. 79Degno di amicizia è chi ha dentro di sé la ragione di essere amato. Specierara! Davverotutto ciò che è bello è raro; niente è più difficile chetrovare una cosa perfettanel suo generesotto ogni aspetto. Ma i piùriconoscono come buononella vita umanasolo ciò che comporta un profitto escelgono gli amici come le bestiepreferendo chi offre loro la speranza delmassimo guadagno. 80 Si privano così dell'amicizia più bella e piùnaturalequella che si ricerca in sé e per sée non imparano dalla direttaesperienza quale sia l'essenza e l'importanza dell'amicizia. Ciascunoinfattiama se stessonon perché pretende di ricavare da sé il compenso del proprioaffettoma perché amarsi è fine a se stesso. Se non si trasferisce talementalità nell'amicizianon si troverà mai un vero amico. E il vero amico ècome un altro te stesso. 81 Orase è evidente negli animali -dell'ariadell'acquadella terradomestici e selvatici - cheprimosi amano(è un istinto «innato» in ogni essere vivente)esecondocercanoardentemente un animale della stessa specie cui accoppiarsi (e lo fanno conslanciocon qualcosa che assomiglia all'amore umano)quanto tale sentimento èpiù naturale nell'uomoche ama se stesso e cerca un altro con cui mescolare lasua animaper farne di due quasi una sola! XXII 82 Ma i piùassurdamenteper non dire con impudenzavogliono avere amici come loro stessinon possono essere e quel che essi non danno agli amici lo pretendono da loro.Invece è giusto prima di tutto essere uomini virtuosi e poi cercare altrisimili a noi. Solo tra virtuosi può rafforzarsi la stabilità dell'amiciziadicui sto trattando già da un po'quando cioè gli uominilegati dall'affettosapranno in primo luogo dominare le passionidi cui gli altri sono schiaviepoi ameranno l'equità e la giustiziasi sobbarcheranno a ogni sacrificio l'unoper l'altronon chiederanno mai nulla che contravvenga alla morale e aldirittoe instaureranno così non solo un rapporto di stima e amorema anchedi rispetto. In veritàpriva l'amicizia del suo più bell'ornamento chi lapriva del rispetto. 83 Ecco perché chi considera l'amicizia un terrenoaperto a voglie e colpe di ogni sorta cade in un pernicioso errore. La naturainvececi ha dato l'amicizia come ausilio della virtùnon come complice deivizie lo ha fatto perché la virtùincapace da sola di raggiungere il benesupremovi pervenisse congiunta e associata a un'altra virtù. E se tra gliuomini c'èc'è stata o ci sarà una simile unionebisogna considerarla lamigliore e la più felice alleanza sulla via del supremo bene naturale. 84È un'unionedico ioin cui risiedono tutti i beni che gli uomini consideranodesiderabili: l'onorela gloriala serenità e la gioia interiore; se lipossiedono la vita è felicema se non li hannonon può esserlo. E siccomequesto è il bene supremose vogliamo raggiungerlo dobbiamo consacrarci allavirtùsenza la quale non possiamo ottenere né l'amicizia né alcun benedesiderabile. Ma le persone che credono di avere degli amici pur calpestando lavirtùsi accorgono alla fine di aver sbagliatoquando una grave circostanzali costringe a metterli alla prova. 85 Ecco perchée non bisognastancarsi di ripeterloprima devi giudicarepoi voler benee non ilcontrario.

Scontiamo la nostra negligenza in molte circostanzema soprattutto quandoscegliamo e coltiviamo le amicizie. Questo perché prendiamo le decisioni quandoormai è troppo tardi ebenché ce lo vieti un antico proverbiotentiamo dicambiar l'ineluttabile. Ci facciamo strettamente vincolare agli altri o da unalunga relazione o anche dagli obblighi; poiall'improvvisosorge un ostacolo esfasciamo l'amicizianel bel mezzo della navigazione. XXIII 86 A maggiorragionequindidobbiamo condannare tale indifferenza nei confronti di una cosaestremamente necessaria. Di tutti i beni della vita umana l'amicizia è l'unicosulla cui utilità gli uomini siano unanimemente d'accordo. È vero che moltidisprezzano la virtù e la considerano uno sfoggioun'ostentazione; moltichesi accontentano di poco e amano un tenore di vita semplicespregiano invece lericchezze; e le cariche politicheil desiderio delle quali infiamma alcuniquanto sono numerosi quelli che le disprezzanoal punto da considerarle ilculmine della vanità e della frivolezza! Allo stesso modoquel che per gli uniè meravigliosoper moltissimi non vale niente. Ma sull'amicizia tuttidalprimo all'ultimosono d'accordoda chi fa della politica una ragione di vita achi si diletta di scienza e filosofiada chial di fuori della vita pubblicasi occupa dei propri affari a chiinfinesi dà anima e corpo ai piaceri.Tutti sanno che la vita non è vita senza amiciziase almeno in parte si vuolevivere da uomini liberi. 87 L'amiciziainfattisi insinuanon so comenella vita di tutti e non permette a nessuna esistenza di trascorrere senza dilei. Anzise un uomo fosse di indole tanto aspra e selvaggia da rifuggire daogni contatto umano e da detestarlo - un certo Timonead Atenedicono chefosse così -non potrebbe tuttavia fare a meno di cercare qualcuno cuivomitare addosso il veleno della sua acredine. Giudicheremmo meglio un talecomportamento se ci capitasse una cosa del genere: un dio ci strappa dalconsorzio umano e ci isola in qualche luogo; quifornendoci senza risparmioogni cosa necessaria alla natura umanaci priva completamente della possibilitàdi vedere un altro essere umano. Chi sarebbe così duro da sopportare una vitasimile? A chi la solitudine non toglierebbe il frutto di ogni piacere? 88Allora è vero quanto ripetevase non erroArchita di Taranto (l'ho sentitoricordare dai nostri vecchi chea loro voltariportavano il racconto di altrivecchi): «Se un uomo salisse in cielo e contemplasse la natura dell'universo ela bellezza degli astrila meraviglia di tale visione non gli darebbe la gioiapiù intensacome dovrebbema quasi un dispiacereperché non avrebbe nessunocui comunicarla.» Così la natura non ama affatto l'isolamento e cerca sempredi appoggiarsiper così direa un sostegnoche è tanto più dolce quanto piùcaro è l'amico. XXIV È vero: la natura stessa ci dichiara con tantisegni cosa vuolecosa ricerca ed esigema noi diventiamo sordichissà perchée non diamo ascolto ai suoi avvertimenti. In realtài rapporti di amiciziasono vari e complessi e si presentano molti motivi di sospetto e di attrito;saperli ora evitareora attenuareora sopportare è indice di saggezza.

Un motivo di risentimento in particolare non va inaspritoper poterconservare nell'amicizia vantaggi e lealtà: bisogna avvertire e rimproverarespesso gli amici econ spirito amichevolebisogna accettare da loro gli stessirimproveri se sono ispirati dall'affetto. 89 Invecechissà perchéharagione il mio amico Terenzio quando dice nell'Andria:

 

L'ossequio genera amicila verità odio.

 

Sgradita veritàse produce odioil veleno dell'amiciziama molto piùsgradito l'ossequioperchéindulgente verso le colpenon impedisce all'amicodi cadervi! Ma è soprattutto colpevole chi rinnega la verità facendositrascinare in inganno dall'ossequio. In tutto ciò bisogna usare raziocinio eaccortezzain primo luogo perché il monito non suoni asproin secondo luogoperché il rimprovero non risulti offensivo; si accompagni poi all'«ossequio»- mi piace usare il termine terenziano - la gentilezzasenza però far ricorsoall'adulazionecomplice dei viziindegna non solo di un amicoma anche di unuomo libero. Perché in un modo si vive con il tirannoin un altro si vive conl'amico. 90 Se poi uno ha le orecchie chiuse alla verità e non puòascoltare dall'amico il veroè il caso di disperare della sua salvezza. Acutocome molti altriè un detto di Catone: «Talvolta fanno del bene più i nemiciirriducibili degli amici che sembrano compiacenti: i primi dicono spesso ilveroi secondi mai.» Ed ecco un'altra assurdità: chi è rimproverato nonprova il dispiacere che dovrebbe provarema si dispiace per quello che invecenon dovrebbe toccarlo: infatti non si addolora per aver sbagliatoma si irritadi venir ripreso. Invece dovrebbe provare il contrario: dolore per la colpa egioia per la correzione. XXV 91 Sedunqueè indice di vera amiciziaammonire ed essere ammoniti - e ammonire con sinceritàma senza durezzaeaccettare i rimproveri con pazienzama senza rancore -allora dobbiamoammettere che la peste più esiziale dell'amicizia è l'adulazionela lusinga eil servilismo. Dàgli tutti i nomi che vuoi: sarà sempre un vizio dacondannareun vizio di chi è falso e bugiardodi chi è sempre pronto a direqualsiasi cosa per compiacerema la verità mai.

92 D'altrondese la simulazione in ogni circostanza è un maleperchéimpedisce il giudizio del vero e lo adulteraallora è assolutamenteincompatibile con l'amicizia. Cancella infatti la verità senza la quale non hapiù senso la parola amicizia. Se infatti l'essenza dell'amicizia consistepercosì direnel fondere in una sola anima più animecome sarà possibile senemmeno nell'anima del singolo individuo ci sarà sempre unità e identitàmadiversitàmutevolezza e ambiguità? 93 Esiste qualcosa di tantoflessibiledi tanto sviato quanto l'anima di chi si trasforma non solo sullabase dell'umore e della volontà di un altroma anche della sua espressione odi un suo cenno?

 

Se dice noio dico no. Se dice sìio dico sì. Insommami sono imposto diesser sempre d'accordo

 

come afferma ancora Terenzioma per bocca di Gnatone. Avere un amico delgenere è davvero indice di stoltezza! 94 Ma siccome molti sono gliGnatonie spesso superiori per condizione socialefortuna e famala loropiaggeria è pericolosaperché alla menzogna si aggiunge l'autorità.

95 Mastando bene attentiè possibile distinguere e riconoscerel'amico adulatore dal vero amicocosì come si riconosce ciò che ècontraffatto e falso da ciò che è autentico e genuino. L'assemblea popolarecomposta da persone molto ignorantiè capace tuttavia di vederedi solitoladifferenza tra il demagogocioè il cittadino adulatore e infidoe ilcittadino coerenteserio e ponderato. 96 Con quali lusinghe Caio Papiriocercava di insinuarsi nelle orecchie dell'assemblea popolare poco tempo faquando presentava il disegno di legge sulla rielezione dei tribuni della plebe!Ci siamo opposti alla sua proposta. Ma non è di meè di Scipione chepreferisco parlare. Dèi immortaliche solennitàche maestà risuonò nellesue parole! Non avresti esitato a chiamarlo guida del popolo romanononsemplice cittadino! Ma eravate presenti ed è in circolazione il suo discorso.Cosìuna legge di ispirazione popolare è stata respinta dai voti dei popolo.Eper ritornare a mevi ricordate senz'altro di quanto apparisse popolare lalegge sui sacerdozi presentata da Caio Licinio Crasso nell'anno del consolato diQuinto Massimofratello di Scipionee di Lucio Mancino! L'elezione dei membridei collegi sacerdotali veniva trasferita al popolo. E fu lui il primo a parlareal popolo con la faccia rivolta al foro. Nonostante ciòil rispetto degli dèiimmortalida me difesosconfisse senza difficoltà il suo discorso demagogico.L'episodio risale alla mia preturacinque anni prima del mio consolato. Cosìfu il suo significato intrinseco la migliore difesa di quella causae non lasuprema autorità del suo oratore. XXVI 97 Sedunquein quel teatro cheè l'assemblea popolaredove finzioni e apparenze giocano un ruolo di primopianoil vero comunque prevalepurché sia svelato e messo nella giusta luceche cosa deve accadere nell'amiciziache si misura tutta sul metro della verità?Se nell'amicizia non vedessicome si diceche l'amico ti apre il suo cuore etu gli mostri il tuonon avresti nulla di cui fidartinulla di cui essercertoneppure di amare e di essere amatoperché non sapresti quanto ci sia divero in tutto ciò. Del resto l'adulazioneper quanto sia pericolosanuocesoltanto a chi l'ammette e se ne compiace. Ecco perché è proprio l'uomo pienodi sé e tutto preso dalla propria persona a spalancare le orecchie agliadulatori. 98 Certola virtù ama se stessa: si conosce alla perfezionee sa quanto sia amabile. Perònon mi sto riferendo alla virtùmaall'apparenza di virtù. La maggior parte degli uominiinfattipreferiscel'apparenza di virtù al reale possesso della stessa. E sono loro a compiacersidell'adulazione: quando ci si rivolge a queste persone con parole dette ad arteper rispondere alle loro aspettativevedono in quel vano discorsoun'attestazione dei loro meriti. Perciò non esiste amicizia tra due uominiquando uno non vuole sentire il vero e l'altro è pronto a mentire. L'adulazionedei parassiti non risulterebbe comicanelle commediese non ci fossero isoldati fanfaroni:

 

Davvero Taide mi manda mille grazie?

 

Bastava rispondere: «Sìmille grazie.» Invece dice: «Milioni di grazie!».L'adulatore aumenta sempreper compiacerequei «molto» che l'altro vuolsentirsi dire. 99 Perciòanche se le menzogne dettate dall'ossequiofunzionano su chi le attira a sé e le provocabisogna ugualmente avvertire lepersone serie e coerenti a non diventare vittime di un'adulazione bencongegnata. Tuttitranne il perfetto imbecillericonoscono l'adulatoresmaccato. Ma è da quello astuto e coperto che dobbiamo guardarci perché non siinsinui in noi. Non è molto facile riconoscerlo. Spessoinfattiadula anchecontraddicendo: per compiacere finge di litigarema alla fine si arrendesi dàper vinto regalando all'altro l'illusionecon l'ingannodi esser stato piùintelligente di lui. Cosa c'è di più vergognoso che farsi ingannare? A maggiorragione dobbiamo evitare che accada.

 

Come mi hai raggirato e menato ben bene per il nasooggi

più di tutti gli stupidi vecchi delle commedie!

 

100 Anche a teatro il personaggio più stupido è quello dei vecchiosprovveduto e credulone. Non so comema il discorso è scivolato dalle amicizietra uomini perfetticioè saggi ( mi riferisco alla saggezza che sembraaccessibile all'uomo)alle amicizie di poco conto. Ritorniamo allora al puntodi partenza e cerchiamo di concludere.

XXVII È la virtùsì è la virtùo Caio Fannio e tumio QuintoMucioa procurare e a conservare le amicizie. In essa c'è armoniastabilitàe coerenza. Quando sorge e mostra la sua lucequando vede e riconosce la stessaluce in altrivi si avvicina per riceverea sua voltala luce che brillanell'altro. Si accende così l'amoreo l'amicizia (entrambi i termini derivanoinfatti da amare). E amare altro non è che provare per chi si ama un affettofine a se stessoindipendente dal bisogno e dalla ricerca di vantaggi. Ivantaggituttaviasbocciano dall'amiciziaanche se non sei andato a cercarli.101 È l'affetto con cui abbiamo amatoda giovanii vecchi di alloraLucio PaoloMarco CatoneCaio GaloPublio NasicaTiberio Graccosuocero delnostro Scipione. È l'affetto che rifulge più vivo tra noi coetaneicome trame e ScipioneLucio FurioPublio Rupilio e Spurio Mummio. E adessoa nostravoltaormai vecchitroviamo sollievo nell'affetto per i giovanicome voi ecome Quinto Tuberone. Dal canto miomi compiaccio molto anche dell'amicizia coni giovani Publio Rutilio e Aulo Verginio. E poiché la legge della vita e dellanatura vuole che a una generazione ne segua un'altradobbiamo augurarci sopraogni cosa di poter arrivarecome si diceal traguardo insieme ai coetanei concui ci siamo mossi dalla linea di partenza. 102 Ma dal momento che lafragilità e la caducità sono componenti della vita umanadobbiamo semprecercare persone a cui dare amore e da cui riceverne: senza amore e affetto lavita perde ogni gioia. Per me Scipioneanche se mi è stato strappatoall'improvvisovive ancora e sempre vivràperché ho amato in questo uomoeccezionale la virtùche non si è spenta. Non sono l'unico a conservarne ilricordoio che l'ho sempre avuta a portata di mano; anche per i posteri saràun luminoso punto di riferimento. Nessuno potrà concepire ideali e speranze unpo' elevate se non assumerà come modello il ricordo e l'immagine di lui. 103Quanto a medi tutti i beni ricevuti dalla sorte o dalla naturanessuno èparagonabile all'amicizia di Scipione. In essa ho trovato un perfetto accordo divedute politicheconsigli negli affari privati e una piacevolissima tranquillità.Non mi sono mai scontrato con luiper quanto me ne sia accortoneppure nelleminime cose; non ho mai sentito da lui una parola che non avessi voluto udire.Avevamo la stessa casalo stesso tenore di vitae questo ci univa; eravamosempre insieme non solo sotto le armima anche in viaggio o in campagna. 104E che dire della nostra passione di conoscere e di scoprire sempre qualcosa dinuovopassione che ci allontanava dagli occhi della gente e divorava tutto ilnostro tempo libero? Se il ricordose la memoria di quei tempi fosseroscomparsi con luinon potrei in alcun modo sopportare la perdita di un uomo chemi era così legatoche mi amava tanto. Ma il passato non è morto. Anzisialimenta ed è reso più vivo dal mio pensiero e dal mio ricordoeanche se nefossi interamente privatol'età mi garantirebbe ugualmente un grande conforto.Ormai non posso vivere ancora per molto con il mio rimpianto. Tutto ciò che èbrevedel restoanche se molto dolorosoè sopportabile.

Ecco cosa avevo da dire sull'amicizia. Vi esorto dunque a collocare tanto inalto la virtùsenza la quale l'amicizia non può esistereda pensare chenulla è più nobile dell'amiciziaeccetto la virtù.




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