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Una Fiaba

C'era una volta

sì bambinidi tutti i posti e di tutte le età c'erac'era!! Credeteci!!!

C'era una volta uno gnomopiccolo e paffutoche viveva nel bosco degli gnomie si chiamava Patafloc.

Gli gnomi sono gente molto attiva ed operosapassano tutto il santo giorno a lavorarea cercare nel bosco erbe magichefabbricare piccoli oggetti di legnotrovare oro e pietre preziose nelle rocce. Dall'alba al tramontoinstancabilisempre ad aiutarsi l'uno con l'altro.

Pataflocinvece era nato pigrogli piaceva il suo cappello rossoed era contento delle sue braghettine verdima di lavorare ..... nemmeno a parlarne.

Come tutti gli gnomi Patafloccapiva il linguaggio degli animaliascoltava le sagge parole delle querce secolariil lamento dei salicie le risate delle betullesolo che lui faceva solo questo! Restava ore ed ore ad ascoltare i chiacchiericci dei fiori di campole urla di mamma-scoiattolo ai piccoligli insegnamenti di papà castoro ai bordi dello stagnoe quando proprio tutti erano occupatio lui si era stancato di ascoltarlisi sdraiava sull'erba e contava le nuvole che passavano.

Capirete che gli altri gnomi criticavano questo suo comportamento! Patafloc era la vergogna del villaggiotutti lo vedevano come un "parassita"qualcuno che mangiava e non produceva niente per la comunità.

Pataflocin cuor suoera molto triste di questoe qualche volta provava a prendere la mazza ed andare nella caverna a scavare pietre preziosema appena le pareti della caverna facevano rimbalzare l'eco di una storiella raccontata dal cespuglio che viveva davanti all'entrataPatafloc non poteva fare a meno di lasciare tuttoandarsi a sedere lì vicino per ascoltare......

Un giorno il consiglio del villaggio degli gnomi si riunì e decise di cacciare Patafloc: forseda solo nella forestasenza aiuto di nessunoavrebbe imparato a gestire le sue giornate in modo più utile.

Patafloctristissimoprese il suo piccolo zainoe rispettò l'ordine del consigliolasciò il villaggio.

Dopo i primi momenti di tristezzaper aver lasciato coloro che amavacominciò a pensare che forse quella era la vita che voleva fare sul serio. Passare tutto il giorno a non-fare-nientee guardare solo il mondo che lo circondavaanzi scoprire anche altre parti del mondoe così diventò più allegro.

Mentre era seduto sotto un bellissimo pioppo che gli stava raccontando la sua vitasentì il suono familiare dell'attrezzo che scolpiva il legnosapeva di essere troppo lontano dal villaggioe allora chi era quello gnomo che lavorava?

Si guardò intorno e vide una bellissima fatinabiondaesilecon le sue piccole ali trasparenticon una ghirlanda di fiori tra i capelliche costruiva qualcosa con le mani piccolissime e leggere.

-Ehi ciaosei una fata?-

-Sì....ma ssshhhh non urlare.....e tu chi sei uno gnomo?

-Sì mi chiamo Patafloce tu?-

- Vuoi smetterla di gridare? Vuoi che venga qualcuno? - disse la fata sottovoce -mi chiamo Blissena ....-

- Scusa ma chi ci deve sentire? Qui non c'è nessunoe poi anche se ci sentisseronon stiamo litigandostiamo facendo amicizia.-

-Ci possono sentire le altre fatenon mi va che mi vedano-

poi Blissena nascose quello che stava facendoe volò leggera più vicina allo gnomo:

- Ma tu che ci fai quinon sei un pò lontano dalla tua casa?-

-Giàma gli altri gnomi mi hanno cacciato dal villaggio....-

- Ma non è possibile! E come mai?-

- Sì è possibileio sono uno gnomo pigronon mi va mai di fare nientemai di lavorareal villaggio ero antipatico a tutti per questo motivo. -

-Che cosa strana......uno gnomo pigro.....mai sentito... e ancora più strano che tu abbia incontrato meio ho il problema opposto al tuo....-

E così Blissena spiegò allo gnomo che nel regno delle fatelavorare era considerato vergognosole fate non facevano niente tutto il santo giornose non svolazzare sui campi dei fioriraccogliere qualche "desiderio" qua e làdi notte andare a far visita ai bambini che dormivano per donare loro dei buoni sognicantare e danzare nei campi. Tutto qui.

Ma Blissena era diversalei non riusciva a stare senza fare nienteaveva bisogno di svolgere compiti o finire lavorivedere che poteva costruire qualcosa con le mani e non con la magia. Ecco perchè non voleva farsi vedere mentre costruiva una statuetta di legno.

-Ohhh fammela vedere.- disse lo gnomo.

- Va benemi sei simpatico e quindi te la faccio vederema se viene qualcuno dirai di averla fatta tuper carità non dire che sono stata io a lavorarci sopra per più di tre ore.....-

La fata prese dal nascondiglio la statuetta e lo gnomo vide un bellissimoquasi finitoscoiattolo corrispondente del tutto ad unoin pelo ed ossa.

-Sei bravissima!! ma perchè ti dovrebbero criticare per questa cosa?-

- ah non hai capito? te lo faccio vedere-

La fatina scosse le sue ali un paio di volte soffiò nell'aria e comparve una statuetta identica all'altraanzi sicuramente più bella.

-Potevo farlo con la magia senza usare le mani.... le altre fate non capiscono come possa piacermi usare le mani....-

I due nuovi amici si guardarono: il loro problema era identico ma opposto.

Uno non voleva fare nulla con le mani e nessuno capiva come mail'altra avrebbe voluto fare tutto con le mani e nessuno capiva come mai.....

-Ahhhh come mi piacerebbe essere uno gnomo invece di una fata.-

-Ahhhh come mi piacerebbe essere una fata invece di uno gnomo.-

-Davvero? davvero ti piacerebbe? Lo desideri?-

-Beh sìperché me lo chiedi?-

e la fata rispose:

- Ma come perchèehi Pataflocio sono una fataho il potere di realizzare i desideri: io posso realizzare questo tuo desiderioe di conseguenza anche il mio.-

e così i due si misero d'accordola fata sarebbe diventata gnomo e lo gnomo fatasi sarebbero rivisti in quello stesso punto della forestadopo una settimana per scambiarsi le loro opinioni e raccontarsi delle loro felicità.

Una settimana dopo. Ecco arrivare da lontano un saltellante Patafloc-fataed una affaticata Blissena-gnomo.

-Ciao Blissena come è andata?-

-Benissimo Pataflocsono ritornata al villaggio e mi hanno accolta benissimoora sono diventata un mastro-falegname e tutti si rivolgono a me per consigli su come lavorare il legnoe a te come è andata?-

-Benissimo Blissenapasso tutto il giorno tra i fiori a sentire i loro racconti ed a contare le nuvole in cielo....una bellissima vita.-

-Perfetto! Allora ci rivediamo tra una settimana.-

-Sì ciao.-

Passò un'altra settimana. Blissena e Patafloc si rividero.

Le solite frasitutto benetutto perfettociaociao a te. Ma mentre Blissena-gnomo si girò per andarsenesentì Patafloc-fata scoppiare in un pianto dirotto.

- Ehi che cosa accade?-

- Oh Blissenanon va niente benenon è veroio non voglio essere una fatavoglio essere uno gnomo....- disse tra le lacrime -ma non ce la facevo a dirtelonon volevo toglierti il tuo desiderio.-

-Ohh Patafloc e come la metti con la tua pigrizia?-

- Blissenala pigrizia mi è passataUna cosa è non fare niente mentre tutti lavorano: è divertentema altro è non fare niente quanto tutti non fanno niente: mi annoio!-

Blissena scoppiò a ridere e disse.

- Abbiamo di nuovo lo stesso problema all'opposto Pataflocanche io non ne posso più di lavorare tutto il santo giornoprima lo facevo solo quando mi andavama ora è diventato un dovere: non mi piace più.-

- Anche per me il fare-niente è diventato un dovere e non mi piace più-

Così Blissena usò di nuovo la sua magialei tornò fata e Patafloc gnomo.

- Però- disse lo gnomostavolta davvero Patafloc -bisogna trovare una soluzione ai nostri problemirimane sempre il fatto che io sono pigro e a te va invece di lavorare....-

Blissena scoppiò di nuovo nella sua risata meravigliosale fate sanno ridere in modo travolgente e trascinantelei aveva trovato la soluzione. Era in loro due e nella loro strana amicizia. Si sarebbero visti una volta al giornoe durante quel tempoPatafloc avrebbe contato le nuvole e lei avrebbe modellato le statuine di legnoche Patafloc non era riuscito a finiree nel frattempo si sarebbero raccontati le loro avventure.

Così fecerosi videro tutti i giorniPatafloc contò le nuvole ed insegnò a Blissena quanto potesse essere bello e piacevole svolazzare senza fare niente. Blissena finì e modellò statuine per il mastro-faliegname Patafloc e gli insegnò quanto potesse essere bello vedere realizzate le proprie operee dare ad altri la possibilità di ammirarle.

E poiché le fate e gli gnomi non invecchiamo maila loro amicizia durò eternasi aiutarono per sempree per sempre l'uno insegnò all'altra qualcosaed entrambi diventarono migliori di come erano.

Scarly




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