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Euripide

Medea

Edizione Acrobat

a cura di

Patrizio Sanasi

(patsa@tin.it).Euripide Medea

2

PERSONAGGI DEL DRAMMA

NUTRICE

PEDAGOGO

MEDEA

CORO di donne

CREONTE

GIASONE

EGEO

NUNZIO

‹FIGLI›

MEDEA

NUTRICE

Era meglio se la nave Argo non volava verso la Colchideoltre le azzurreSimplegadi. E se nelle valli del Pelio non

crollava a terrareciso dalla scureil pino che avrebbe fornito remo aglieroi: ai nobili eroi partiti alla conquista del vello

d'oroper il re Pelia. La mia padronaalloranon avrebbe navigato versoIolco e le sue torrisconvolta dall'amore per

Giasone. E non avrebbe persuaso le figlie di Pelia a uccidere il padrenonabiterebbe adessocon il marito e i figliin

questa terra corinzia. Qui† esule †era ben vista dai cittadiniviveva in armonia con Giasone. Quando la moglie va

d'accordo con il marito è tutto salvo. Ma ora regna completa ostilitàsisono guastati gli affetti più cari. Giasone ha

tradito la mia padronaha tradito i suoi figli: ha scelto coltri regalihasposato la figlia di Creonteil sovrano di questa

terra. E leil'infelice Medeaumiliatainvoca i giuramentila promessasuggellata con una stretta di mano; chiama gli

dèi a testimoni di come la ripaghi Giasone. Non mangiaè consunta daldolorepassa tutto il tempo a piangereda

quando si è accorta dell'oltraggio patito. Non alza gli occhi da terranondistoglie il viso da terra: ai consigli degli amici

è sorda come uno scogliocome un'onda marina. Solo a tratti piega ilcandido collopiange accoratamentetra sé e sé

suo padrela terrala reggia che ha tradito per venire qui con un uomo cheadesso la disprezza. Si è resa contoda

quello che le è capitatopovera creaturacosa vuol dire perdere la patria.I suoi figlili odianon prova gioia a vederli.

Ho paura che stia tramando l'irreparabile. [È violenta di naturae nonsopporterà l'affronto: la conosco bene. Ho paura

che penetri in silenzio nel talamo nuzialea palazzoaffondi la lamaaffilata di una spada nelle viscere di quell'altra. O

anche che uccida il resuo maritoe attiri così su di sé una sventurapeggiore]. È una donna tremenda. Chi viene in urto

con leidifficilmente esce vincitore dallo scontro. Ma ecco là i suoi figliche arrivanohanno finito di giocare: delle

sventure materne non si preoccupanoi bambinidi solitonon pensano aldolore.

PEDAGOGO

Anticafedele schiava della mia padronaperché te ne stai làsulla portadel palazzotutta sola a lamentare sventure ad

alta voce? E Medea ha permesso che tu la lasciassi?

NUTRICE

Vecchio maestro dei figli di Giasoneper i buoni servi le sventure deipadroni sono sventure personali; ne provano

dolore. Il mio tormento si è fatto così acuto che ho sentito la necessitàdi uscire fuoridi urlare al cielo e alla terra le

disgrazie della mia padrona.

PEDAGOGO

Non ha ancora smesso di lamentarsi?

NUTRICE

Mi stupisci: la sua angoscia è appena all'inizionon al culmine.

PEDAGOGO

È una povera scioccase si può dire questo di un padrone; neanche siimmagina i mali che ancora incombono su di lei.

NUTRICE

Di che si tratta? Spiegati meglioparla.

PEDAGOGO

Nosono già pentito di quello che ho detto..EuripideMedea

3

NUTRICE

Ti pregoti scongiuronon nascondere nulla a una che come te è schiava. Seè necessario il silenziosta' tranquillolo

manterrò.

PEDAGOGO

Mi stavo avvicinando a dei giocatori di damasai là dove si radunano disolito gli anzianipresso la fonte Pirene e ho

sentito qualcuno dire - io facevo finta di non ascoltare - che il sovrano diquesta terraCreonteintende espellere dal

paese lei e i suoi figli. Se si tratti di una chiacchiera o sia la veritàlo ignoro: certo non me lo auguro.

NUTRICE

E Giasone lascerà trattare così i suoi figliperché lui non va piùd'accordo con la loro madre?

PEDAGOGO

I vecchi legami cedono di fronte ai nuovi: e lui non ama questa casa.

NUTRICE

Ma è un disastrose un malanno si aggiunge a un altrosenza che il primosia stato assorbito.

PEDAGOGO

Per la padrona non è il momento di saperle queste cose: stattene quieta ezitta.

NUTRICE

Avete sentitofiglicome si comporta vostro padre. Dovrebbe morire. Noèil mio padronema che canaglia si rivela

verso i suoi cari!

PEDAGOGO

Gli uomini sono tutti così. Te ne accorgi ora? Tutti amano se stessi piùdel prossimo [: qualcuno magari per ragioni

giustequalcuno per motivi d'interesse]. Luilo vedinon ama più i suoifigli perché c'è di mezzo una donna.

NUTRICE

Bambinirientrate in casa: sarà meglio. Tienili più che puoi in dispartelontani dalla madre così esasperata. Mi sono

accorta che li guardava in modo torvopronta a chissà cosa. E l'ira non lesbolliràlo so beneprima di scatenarsi

contro... i nemicimi auguroe non gli amici.

MEDEA (dall' interno)

Ahpovera mecosa mi tocca sopportare. OhiOhivorrei morire.

NUTRICE

Cosa vi dicevofigli? Ha il cuore gonfio di rabbiaè furiosa. Suprestoentrate in casa. Cercate però di non farvi

vederenon vi avvicinate a vostra madre. State attenti: ha un carattereselvaggioha la natura terribile dei superbi.

Andatesu prestoentrate in casa.

La nube dei lamentiche si sta sollevando

ben presto si incendierà di peggiore violenza.

Ma cosa puoi aspettarti

da una creatura orgogliosaindomabile

attanagliata dalla sventura.

MEDEA

Soffrolo capite che soffro

patimenti che strappano le urla.

Maledetti figli di una madre detestabile

possiate creparevoi e vostro padre

e che questa casa precipiti in rovina.

NUTRICE

Povera mepovera. Ma che c'entrano i figli con le colpe dei padri? Perchéli detesti? Ho paura per voibambinipaura

che vi succeda qualcosa. Il volere dei principi è terribile: sono abituatipiù a comandare che a ubbidireè difficile farli

recedere dall'ira. È megliocredetemiabituarsi a vivere da pari a paricon gli altri. Personalmente io mi auguro di

invecchiare con tutta tranquillitàe non in mezzo alle grandezze. Iltermine moderazione suona vincente già a

pronunziarlo: seguire la moderazione rappresenta il meglioper gli uomini.L'eccesso non comporta nessun vantaggio

per la gente: anzi rende più gravi le sciagure quando un demone infuriacontro una casa..Euripide Medea

4

CORO

Ho sentito una voceho sentito gridare

l'infelice donna dalla Colchide:

non riesce a trovare pace.

Parlavecchia: ero qui sulla porta

ho sentito grida provenire dalla stanza.

Non mi rallegro dei dolori di questa casa

a cui mi lega tanto affetto.

NUTRICE

La casa? Non c'è piùè distrutta.

Lui è prigioniero di un letto regalelei

la padronasi consuma dentro le sue stanze.

Non c'è nessuno accanto a leinessuno

la conforta con parole da amico.

MEDEA

Ahi! Perché il fulmine non mi incenerisce

perché continuo a vivere?

Come vorrei lasciare questo mondo odioso

dissolvermi nella morte.

CORO

str.

La sentitevoi ZeusTerraluce

la sentite gridare

la sposa affranta?

Che desiderio insano ti prende

di un abbraccio orrendo

la fine fa presto a arrivare

non invocarla.

Se il tuo uomo

è devoto a una nuova moglie

non tormentarti per questo:

Zeus farà sua la tua causa.

Non struggertinon piangere così

sul compagno di letto che hai perduto.

MEDEA

O grande Themise tuaugusta Artemideguardate come soffro! Avevo legato ame con giuramenti indissolubili il mio

sposoche sia maledetto: voglio vederli con i miei occhi lui e sua mogliecancellati dalla faccia della terracon la loro

casa. Sono stati loro a cominciaremi hanno fatto del male e non me lomeritavo. Padre miopatria miasono fuggita da

voicoperta di vergogna: ho ucciso mio fratello.

NUTRICE

Le sentite le sue parole? Si rivolge a Themisla dea dei votia Zeusilgarante dei giuramenti per i mortali. Certonon

basterà una vendetta qualunque a placarne la collera.

CORO

ant.

Non c'è un modo perché venga qui da noi e ascolti lanostra voceunsuggerimento che potremmo darle? Forse

deporrebbe la sua tetra irarinuncerebbe ai suoi propositi. Che agli amicinon manchi almeno la mia buona volontà. Va'

inducila a uscire fuori: dille che noi siamo legate a lei. Sbrigatiprimache faccia del malein casa. Il suo dolore si

scatena furiosamente.

NUTRICE

Lo faròanche se temo di non riuscire a persuadere la mia padrona. Ma peramor tuomi addosserò questo peso. Perché

Medea lancia sui servi occhiate da belvada leonessa che ha appenapartoritose qualcuno di loro si avvicina e le

rivolge la parola.

Non ti sbagli davvero se definisci sciocchi e poco avveduti gli uomini di untempo. Per le festività si sono inventati

l'inno e per simposi e banchetti canzoni che rallegrino l'esistenza. Manessuno ha trovato l'arte di acquietare il dolore

della gente con la musicacon le melodie: di conseguenza la morte ed eventiterribili si abbattono sulle case. Sarebbe un.EuripideMedea

5

bel guadagno per gli uomini curare i mali con i canti: a cosa servono trillie gorgheggi dove ci sono tavole ben

imbandite? Un convito lauto basta da solo a rallietare la gente.

CORO

Ho udito le sue acute grida di dolore

i lamenti striduli

strazianti

contro lo sposo malvagioche ha tradito il letto.

Vittima di ingiustizielei invoca Temide

ministra di Zeuscustode dei giuramenti.

Temide la spinse a venire in Grecia

al di là della sua terra

di notteattraverso le onde

verso lo stretto amarodifficile da forzare.

MEDEA

Donne di Corintoeccomisono uscita dal palazzo: così non avrete nulla darimproverarmi. So di molti che sono passati

per superbisia in questo sia in altri paesi: erano gente riservataeinvece si sono acquisiti la brutta nomea di persone

insensibili. Ma non si può giudicare in modo obiettivo quando ci si soffermaall'apparenza: bisogna conoscere l'animo di

una persona a fondo e non odiarla a prima vistasenza che ci abbia inflittoalcun torto. Certouno straniero deve

adattarsi agli usi del paese che lo ospitama non lodo davvero un nativoarrogante che si renda antipatico ai suoi

concittadini perché è un incivile. La sciagura inattesa che si è abbattutasu di me mi ha schiantatoha distrutto la mia

esistenza. Non provo più gioia a viveredesidero solo la morteamiche mie.Lo riconoscoil mio sposo era tutto per me

e mi si è rivelato il peggiore degli individui. Fra tutte le creature dotatedi anima e intelligenzanoi donne siamo le più

sventurate. Intantodobbiamo comprarci con una robusta dote un maritoanziprenderci un padrone del nostro corpo

che è malanno peggiore. Ma anche nella scelta c'è un grosso rischio: saràbuono o cattivoil marito che ci prendiamo?

Tra l'altro la separazione è infamante per una donna e di ripudiare unmarito neanche se ne parla. E poiuna donna che

entra in un nuovo ambientedove esistono norme e abitudini diversedeveessere un'indovina - certo non lo ha imparato

a casa - per sapere con che compagno dovrà passare le sue notti. Mettiamoche i nostri sforzi vadano a buon fineche lo

sposo sopporti di buon grado il giogo del matrimonio: allora sì chel'esistenza è invidiabile. Ma in caso contrarioè

meglio morire. Un uomoquando è stanco di starsene in famigliaesceevadedalla noia [si ritrova con amici e

coetanei]; noi donneinvecesiamo costrette ad avere sotto gli occhi sempreun'unica persona. Si blatera che

conduciamo una vita priva di rischitra le mura domestichementre i maschivanno a battersi in guerra. Che assurdità!

Preferirei cento volte combattere che partorire una volta sola.

Ma questo è un discorso che riguarda me e non te. Tu vivi nel tuo paeseacasa tuacon tutti gli agiin mezzo agli

amici. Io sono solapriva di patriasottoposta agli oltraggi dell'uomo chemi ha portato via come preda da una terra di

barbari. Mi trovo in una situazione disperatae non mi possono salvare madreo fratello o parenti. Un'unica cosa ti

chiedo: non aprire boccase trovo un mezzoun espediente per ripagare delmale che mi ha fatto mio marito [e sua

moglie e suo suocero]. Una donna in genere è piena di paureè vile difronte all'azione violentae alla vista di un'arma.

Ma quando ne calpestano i diritti coniugalinon esiste essere piùsanguinario di lei.

CORO

D'accordo. Hai ragione a volerti vendicare di tuo maritoMedeae non trovostrano che tu soffra per quanto è accaduto.

Ma sta arrivando Creonteil sovrano di questa terra: verrà a comunicare lesue decisioni più recenti.

CREONTE

Ehdico a tecon quella faccia torvaa te gonfia di furore contro tuomarito: ti ordino di lasciare Corintoinsieme ai tuoi

figliimmediatamente. Sono io l'arbitro della faccendae non mi muoverò diqui finché non ti avrò buttata fuori dal

paese.

MEDEA

Povera mesono distruttaannientata. I miei nemici puntano su me a velespiegate e non esiste per me un approdo facile

fuori da questo mare di sciagure. Mi trovo in una situazione disperata: eperòconcedimi almeno una domanda: perché

mi cacci viaCreonte?

CREONTE

Per parlare senza tanti infingimenti: temo che tu macchini qualcosa diirreparabile contro mia figlia. Molte ragioni

concorrono a mettermi in allarme: sei molto abilesei esperta in ogni tipodi malefizi. E poipatisci perché ti hanno

spogliata del letto e del tuo uomo. E mi sono giunte vocimi han riferitocerte tue gravi minacce: minacce contro di me

che ho concesso mia figlia in sposa a Giasone e contro mia figlia e suomarito. Mi cautelo prima che succeda qualcosa.

È meglio per me guadagnarmi subito il tuo odio piuttosto che rimpiangere infuturo la mia debolezza..EuripideMedea

6

MEDEA

Non èpurtroppola prima volta - anzi! - che la mia nomea mi hadanneggiato e mi ha procurato guai seri. Se uno ha la

testa sulle spallenon deve dare ai suoi figli un'istruzione troppoaccuratanon deve farne dei sapientoni. Intanto

vengono giudicati dai loro concittadini dei perditempo e poi se ne guadagnanol'invidia ostile. Quando agli imbecilli

proponi idee nuove e avveduteti ritengono un essere futilenon unindividuo assennato: e se vieni ritenuto superiore a

chi passa per variamente coltodarai solo fastidioin città. È una sortetoccata purtroppo a me. Il mio sapere o suscita

gelosia o mi fa ritenere [una perditempo o un'impicciona o] addirittura unanemica. Eppure non è un sapere così

straordinario. Tu temi delle perfidie da parte mia: ma non aver pauraCreontenon sono in condizione di nuocere a un

re. E poi tu cosa mi hai fatto di male? Hai dato tua figlia come moglie a unoche ti piaceva. È mio maritoche odio: tua

mio parerehai agito con assennatezza. Perché dovrei provare invidiase lecose ti vanno bene? Celebrate pure le nozze

siate felici: ma lasciatemi rimanere in questo paese. Io sopporterò insilenzio l'ingiustizia patita: siamo vinti dai più forti.

CREONTE

Le tue parole suonano mansuetema iodentro di meho paura: tu staiarchitettando qualche inganno. Mi fido ancor

meno di prima. È più facile guardarsi da una donna o da un uomo prontiall'ira che non da una persona prudenteche

non esterna i sentimenti. Vattenealla svelta e senza tante chiacchiere: lanostra decisione è già definitivae le tue arti

non ti salveranno non riuscirai a rimanere qui: tu mi sei nemica.

MEDEA

Ti imploroper le tue ginocchia e per la giovane sposa.

CREONTE

Stai perdendo il tuo tempo: non mi convincerai.

MEDEA

Mi scacciignori le mie preghiere?

CREONTE

Guarda che amo te meno di casa mia.

MEDEA

O patriacome sei viva ora nei miei ricordi!

CREONTE

Certodopo i figli la patria è quanto ho di più caro.

MEDEA

Che rovina per gli uominil'amore.

CREONTE

Rovina? Per me dipende dalle circostanze.

MEDEA

Zeusnon ti lasciar sfuggire il colpevole di questi mali.

CREONTE

Vattene viadisgraziataliberami da questo patire.

MEDEA

† Perché? Io non patisco? Non ho certo bisogno anche delle angosce altrui.

CREONTE

Le guardie ti cacceranno subitoa viva forza.

MEDEA

Non farloti prego. E vorrei chiedertiCreonte...

CREONTE

Vuoi darmi delle noiea quanto pare.

MEDEA

Nome ne andrò in esilio: non è questo che intendevo domandarti..EuripideMedea

7

CREONTE

E alloraperché ti ostiniperché non ti stacchi dalla mia mano?

MEDEA

Concedimi un giornosolo un giornoper pensare dove trovar rifugioe comeprovvedere al necessario per le mie

creaturevisto che il padre non se ne cura. Abbi pietà di loro! Anche tuhai dei figlidevi avere un po' di cuore. Di me

del mio esilio non mi preoccupo: ma compiango la sorte dei miei figli.

CREONTE

Non ho animo tirannico e ho pagato soventea caro prezzola mia pietà.Anche adesso so di sbagliarema pazienza:

otterrai ciò che chiedi. Badaperò: se la luce di domani sorprenderà te ei tuoi figli entro i confini di questa terra

morirai. È la veritàpura e semplice. [Orase ci tieni a rimanererestapure per un giorno solo: non avrai il tempo per

commettere i disastri che temo].

CORO

Ma quante te ne capitanopovera infelice! E adesso dove andrai? Chi tiospiterà? † Sei certa di trovare † una casaun

paese che ti protegga dalle sventure? Un dio ti ha sprofondata in untempestoso mare di calamitàsenza via di scampo.

MEDEA

Sìla situazio ne è orribilesotto ogni aspetto: è fuori discussione. Manon crediate che la faccenda finisca così.

Sussistono dei rischi anche per la giovane coppia delle difficoltà non lieviper il suocero. Credi davvero che avrei tanto

blandito quell'individuose non avessi avuto un interesseuno scopoparticolare? Altrimentinon gli avrei neppure

rivolto la parolanon lo avrei toccato con le mie mani. Si è rivelato cosìsciocco! Aveva la possibilità di stroncare sul

nascere i miei disegni espellendomi dal paese e invece mi ha concesso direstare ancora un giorno: e in questo giorno io

stenderò morti tre dei miei nemiciil padrela figlia e mio marito. Avreivari mezzi per sopprimerli: ma esitoamiche: a

quale devo dare la preferenza? Potrei appiccare fuoco all'abitazione deglisposioppure penetrare furtivamente nella

stanza dove han preparato il loro letto e piantare una spada affilata nelleviscere di quei due. Ma c'è un punto che mi

trattiene. Se mi sorprendono mentre cerco di introdurmi in casacon cattiveintenzioniverrò uccisa e i miei nemici

rideranno di me. È meglio ricorrere alla via più spicciaall'arte in cuisono maestra: li eliminerò con il veleno... Li vedo

già morti stecchiti. Sìma dopo? Ci sarà una città pronta adaccogliermi? E un ospite deciso a offrirmi asilo nella sua

terraprotezione nella sua casa? Non ce n'è nessuno. E allora mi convienepazientare un po': se intravedo un saldo

riparoandrò sino in fondoli uccideròdi nascosto e con l'inganno. E semi si prospetta una sventura senza rimediocon

la spada in pugnoanche a costo di morireli ucciderò entrambiavrò ilcoraggio dell'aperta violenza. Giuro per Ecate

la dea che venero più di tutteche ho scelto perché sia al mio fiancocheabita nelle mie stanze più segrete: nessuno di

loro si rallegrerà di avermi fatto soffrire. Renderò amare e luttuose leloro nozzeamaro il nuovo legame di famiglia e il

mio esilio. AnimoMedea: non rinunziare a nessuna delle tue artiadoperatutti gli accorgimenti che conosci. Affronta

questa impresa: ora è il momento di mostrare la tua tempra. Vedi cosa tihanno fatto. Non devi costituire oggetto di

scherno per i discendenti di Sisifo e alle nozze di Giasone; tu sei nata danobile padresei progenie del Sole. L'abilità la

possiedie inoltre siamo donne; incapaciper naturadi fare del benemaespertissime in ogni specie di male.

CORO

str. a

Risalgono i monti le acque dei sacri fiumi

giustizia è sovvertitaogni valore è sconvolto.

Uomini meditano inganni

vacilla la promessa giurata sugli dèi.

Ma il giudizio comune sulle donne muterà;

verrà esaltata la mia vita

onorato il nostro sesso.

Finirà lo strepito delle voci infamanti.

ant. a

Desisterà la progenie dei poeti

dal definire infedeli noi donne.

Febosignore delle melodie

non infuse nell'animo femminile

il commosso canto della cetra.

Altrimenti sarebbe esploso il nostro inno

contro la stirpe dei maschi.

Il temponel suo scorreremolto potrebbe

raccontare sul destino nostro e degli uomini..EuripideMedea

8

str. b

Con cuore folle hai lasciato la patria

oltrepassato le duplici rocce

dello stretto di mare.

Ti ritrovi in terra straniera

hai perso il tuo uomoil tuo letto:

e oraesule infelicevieni cacciata

con ignominia da questo paese.

ant. b

Svanito è il rispetto del giuramentoscomparso

il pudore della grande Grecia:

si è dissolto nell'aria.

Non hai più dimora paternaMedea

un porto che ti riparinaufragadagli affanni:

più potente del tuo letto coniugale

un'altra regina governa il palazzo.

GIASONE

Non è la prima volta oggima mi è capitato spesso di constatare cheun'indole selvaggia è un disastro irreparabile. Ma

come? Avevi la possibilità di risiedere in questo paesedi abitare inquesta casa: ti bastava adattarti senza recalcitrare

alle decisioni di chi conta. Noti fai cacciare via per i tuoi discorsisconsiderati. Per quanto mi riguarda; non importa:

continua pure a gridare ai quattro venti che Giasone è un maledettofurfante. Ma per quello che hai detto contro i

sovraniconsidera una bella fortuna se te la cavi con un semplice esilio. Epensare che io ho sempre cercato di placare

l'ira del re furibondoe volevo che tu restassi qui. Ma tudura nella tuapazzianon hai mai smesso di gettar fango sui

sovrani: cosìora sarai espulsa da Corinto. Ma no nostante tuttoio non lirinnego i miei caried eccomi qui per

provvedere a tedonna; non voglio che tu te ne vada in esiliocon i figlisprovvista di mezzinon deve venirti a

mancare niente. L'esilio si tira dietro tante sofferenze. E anche se tu midetestinon potrei mai nutrire ostilità nei tuoi

confronti.

MEDEA

Miserabilemiserabile; non mi viene in mente niente di più ingiurioso perdefinire la tua vigliaccheria: e tu hai il

coraggio di presentarti da metu l'essere più odioso [agli dèia me e atutta la razza umana]? Non è una prova di

coraggiodi audacia guardare in faccia gli amici a cui hai fatto del male:è invece un'impudenzaè la peggior tabe che ci

sia al mondo. Ma hai fatto bene a venire qui: mi sentirò più leggera dopoaverti detto cosa penso di tee per te sarà un

tormento starmi a sentire. Comincio sin dal principio. Fui io a salvarti lavita - e lo sanno bene tutti i Greci che si erano

imbarcati con te sulla nave Argo - quando fosti mandato ad aggiogare i toriche spiravano fuoco e a seminare il campo

della morte. E il drago insonne che custodiva il vello d'oro nel grovigliodelle sue molte spire lo uccisi ioio feci

risplendere per te la luce della salvezza. Tradii mio padrela mia casapervenire con te a Iolcola città sotto il Pelio:

avevo dato retta all'impulsonon alla ragione. E uccisi Pelianel modo piùstrazianteattraverso le sue figlie: ti liberai

così di ogni paura. E dopo aver avuto tutto questo da metucreaturaabiettami hai traditosei andato a cercart i un'altra

moglie. E avevi già dei figli. Vedise non c'erano di mezzo dei bambiniforse ti avrei anche perdonato questa frenesia

per il letto di un'altra. La fede giurata è svanita nel nullae non riescoa capire se gli dèi di un tempo non esistono più

secondo teo se pensi che oggi tra gli uomini valgono nuove leggi. Perchédi avermi giurato il falso lo saino?

La mia manoquante volte l'hai stretta! Quante volte mi hai stretto leginocchia! Era tutta un'ipocrisiavigliaccoe le

mie speranze come sono andate deluse! Va benemi rivolgerò a te come a unapersona cara (non che io mi aspetti

qualcosa da uno come te. Ma non importa: le mie domande metteranno a nudo latua malvagità). Dimmidove mi

rifugio ora? Da mio padrenella casa che ho traditocome ho tradito il miopaese per venire qui? O dalle povere

Peliadi? Sai che bell'accoglienza farebbero a chi le ha spinte a uccidere ilpadre. Così stanno le cose: per i miei familiari

sono una nemicae le persone a cui non avevo bisogno di fare del malegrazie a teme le trovo nemiche. In cambiotu

mi hai reso felice agli occhi di molte donne greche: ma che maritomeraviglioso e fedele ho iopovera disgraziatase

devo andarmene in esiliovia da questo paesesenza un amicosola con imiei figli soli: che vergogna per il novello

sposo vedere sbattuti qua e là per il mondo come straccioni i suoi figli ela donna che gli ha salvato la vita. Zeustu hai

dato agli uomini un mezzo sicuro per capire se l'oro è autentico: perché ilmalvagio non porta impresso sul corpo un

marchio che lo contrassegni?

CORO

L'ira è spaventosa e non c'è rimedioquando scoppia una lite tra amici.

GIASONE.Euripide Medea

9

A quanto pare devo esibire la mia bravura oratoriae come un espertotimoniere devo tirar giù le vele più alteper non

venir travoltodonnadalla tua stomachevole loquacità. Ma visto che esaltiun po' troppo i tuoi merititi dirò che la

salvezza nella mia impresa la devo a Cipridee solo a lei fra tutti icelesti e i mortali. Tu hai una mente sottile: ed è un

brutto discorso per te ammettere che Eros con le sue frecce infallibili ti hacostretto a salvare la mia persona. Non voglio

insistere su questo punto: il tuo aiutocomunquenon è stato inutile. Madalla mia salvezza hai ricavato ben più di quel

che hai spesoe te lo dimostro. Intantonon abiti più in un paese barbaroma in Greciahai imparato cos'è la giustizia e

a servirti delle leggisenza far ricorso alla violenza. Tutti i Greciconoscono la tua sapienza e sei diventata famosa: se

continuavi a abitare ai margini del mondodi te non parlerebbe nessuno.Avere oro in casa o cantare meglio di Orfeo

non mi interessase il prezzo è un destino oscuro. Questo per ciò cheriguarda le mie imprese: e badasei stata tu a

provocare la discussione. Veniamo adesso alle nozze regali che mi rinfacci.In questoti dimostrerò anzitutto che mi

sono rivelato abilee poi virtuosoe infine grande amico tuo e dei mieifigli. Sucerca di star calma. Quando sono

giunto qui da Iolcoe mi tiravo dietro tante disgrazie irrimediabilichefortuna migliore potevo trovare ioun esulese

non un matrimonio con la figlia di un re? E non in odio al tuo letto - eccoil pensiero che ti rode - o per improvviso

desiderio di una moglie nuovao per smania di avere più figli degli altri:quelli che ho mi bastano e non mi lamento. Il

motivo principale era di garantirci un'esistenza comodafuori dalleristrettezze - so bene che quando uno diventa

poverotutti gli amici si dileguano. E volevo anche allevare i bambini inmaniera degna del mio casatodare dei fratelli

ai figli che ho avuto da temetterli tutti su uno stesso piano e costituirecosì un'unica famiglia. Sarei stato felice! Tu che

bisogno hai di altri figli? Ma io devo provvedere a quelli che ho attraversoquelli che dovranno nascere. Era un

ragionamento sbagliato? Non lo affermeresti di sicurose non ti tormentassel'idea del letto. Ma giàvoi ne avete di

coraggio: pensate che se funziona il lettofunziona tutto. Ma se la faccendava stortaciò che era ottimosplendido

diventa abominevole. Bisognerebbe proprio fabbricarli in un altro modo ifigli e che la razza delle donne non esistesse:

gli uomini così non avrebbero più guai.

CORO

Giasonehai costruito un discorsetto elegantema la mia opinione - mispiace deluderti - è che hai fatto malesei stato

ingiusto a tradire tua moglie.

MEDEA

Certoio in tante cose sono in disaccordo con tanta gente. Per me se uno èingiusto e ha anche talento oratorio merita la

massima pena: perché si vanta di mascherare le iniquità con la suaparlantina ed è pronto a qualunque crimine. Ma non

è poi tanto furbo come crede. E così tu non venirmi davanti con l'aria perbene e sfoggio di loquela. Basterà un solo

argomento a stenderti. Se eri una brava personadovevi prima ottenere il mioconsenso e poi sposarti; e invece hai fatto

tutto all'insaputa dei tuoi cari.

GIASONE

Sicurose venivo a parlarti di queste nozzeil mio discorso ti avrebbetrovato docile docile! Guarda come sei disposta

ora a smettere con la tua biliosa furia!

MEDEA

Non è questo che ti ha trattenuto. Il fatto è che andare a letto con unabarbara non comportava per te una vecchiaia

gloriosa.

GIASONE

Lo vuoi capire o no? Non è per una donna che mi sono sposato con laprincipessa che ora è mia moglie! Te l'ho già

dettovolevo salvare te e dare ai miei figli dei fratelli di sangue reale -un sostegno per la nostra casa.

MEDEA

Se il prezzo di una vita agiata è il dolorenon me la auguronon mi augurouna ricchezza che mi roda l'animo.

GIASONE

Tu vuoi cambiare l'augurio e dimostrarti più intelligente: non prendere laprosperità per dolore e non ritenerti sfortunata

nella fortuna.

MEDEA

Insultami pure: tanto tu sei ben al riparoe ioinvecedovrò andarmene daquesto paese abbandonata da tutti.

GIASONE

Ma lo hai voluto tu: non dare la colpa a nessun altro.

MEDEA

E che cosa ho fatto? Ti ho preso in moglie e poi ti ho tradito?.EuripideMedea

10

GIASONE

Tu continui con le tue maledizioni sacrileghe contro la casa reale.

MEDEA

Ma succede che anche per le tue case io costituisca una maledizione.

GIASONE

Bastanon val la pena di continuare a discutere con te. Ma se vuoi accettareun aiuto in denari da parte miaper te e per

i bambiniora che devi andartenenon hai che da dirmelo. Sono disposto alargheggiarea mandarti dai miei antichi

ospiti con certi contrassegni in modo che tu sia la benvenuta. Se rifiutianche questosei una sciocca; smettila di essere

una furiaavrai tutto da guadagnarci.

MEDEA

I tuoi amici? Ma non ci andrò maie non accetterò niente da te: non devidarmi niente.

I doni di un vigliacco non servono a nulla.

GIASONE

Invoco gli dèi a testimoni: io voglio dare tutto l'aiuto possibile a te e aifigli; ma a te non piace ricevere del benecacci

gli amici con arroganza; così non fai altro che soffrire di più.

MEDEA

Vattenesei già stato sin troppo fuori casalontano dagli occhi dellanovella sposa; non vorrei che ti assalisse la voglia.

Sposatisposati: forse - e spero che dio mi ascolti - il tuo sarà unmatrimonio su cui piangerai.

CORO

str. a

L'amore che aggredisce e travolge

sottrae gli uomini a fama e virtù.

Ma se Cipride giunge discreta

non c'è altro dio così piacevole.

Non scoccare maideacontro di me

la freccia intrisa nel desiderio

e che non concede scampo.

ant. a

Sempre sia con me la pudicizia

splendido dono dei celesti.

Non stordisca il mio animomai

Afrodite terribile

con la brama di coltri estranee

non scateni alterchi irosirisse senza fine;

rispetti i talami dove regna la pace

scelga con sapienza i letti delle spose.

str. b

O patriao case

mai io venga privata della mia terra

non voglio condurre una vita di stenti

difficiletroppo penosa.

Moriremorire piuttosto

che conoscere un simile giorno:

nessun dolore supera

la perdita del paese nativo.

ant. b

Non ripeto parole già dette

e l'ho visto con i miei occhi:

tu patisci cose tremende

e nessuno prova pietà per te

non una cittànon una persona cara.

Muoia nel disprezzo

chi osa disonorare l'amico.EuripideMedea

11

e non gli apre sinceramente il cuore.

Non avrà mai la mia amicizia. |[continua]|

|[MEDEA2]|

EGEO

SalveMedea. Credo che sia questo il modo più bello di apostrofare gliamici.

MEDEA

SalveEgeofiglio del saggio Pandione. Capiti quida dove?

EGEO

Sto tornando dall'antico oracolo di Febo.

MEDEA

Dal miracoloso ombelico del mondo! E perché ci eri andato?

EGEO

Per il desiderio di avere dei figli.

MEDEA

Per gli dèiin tanti anni non ne hai mai avuti?

EGEO

Noè il mio destino: il cielo ha voluto così.

MEDEA

Ma hai moglie o non sei ancora sposato?

EGEO

Nonolo sonoconosco il vincolo coniugale.

MEDEA

E il responso di Febo qual è stato?

EGEO

Parole un po' troppo profondeper un mortale.

MEDEA

Mi è permesso conoscere l'oracolo del dio?

EGEO

Come no? Tra l'altro esige una mente sagace.

MEDEA

E alloracom'era il vaticinio? Dimmelose non è vietato sentirlo.

EGEO

«Non lasciar libero il piede che fuoriesce dall'otre prima....»

MEDEA

Prima di fare cosa? O prima di trovarti dove?

EGEO

«Prima di essere rientrato al focolare paterno».

MEDEA

E come mai sei sbarcato qui?

EGEO.Euripide Medea

12

Regnasulla terra di Trezeneun certo Pitteo...

MEDEA

Ahsìil figlio di Pelopeun uomo molto timorato di diodicono.

EGEO

...e vorrei metterlo al corrente dell'oracolo di Apollo.

MEDEA

Hai ragioneè un sapiente e un esperto in questa materia.

EGEO

Per me è anche il più caro fra i compagni d'armi.

MEDEA

Buona fortunaallora; ti auguro di realizzare ciò che desideri.

EGEO

Ma che occhi stanchi haiche aspetto deperito! Come mai?

MEDEA

Caro Egeomio marito è la peggior canaglia del mondo.

EGEO

Davvero? Spiegami meglio perché sei così alterata.

MEDEA

Giasone si comporta male con me; e pensare che non gli ho mai fatto niente.

EGEO

In che sensosi comporta male? Cerca di essere più chiara.

MEDEA

Si è preso un'altra donnache mi ha spodestato; è leiadessola padronain casa.

EGEO

Si è permesso davvero un'azione tanto ignobile?

MEDEA

Sicuro: prima gli ero caraadesso mi detesta.

EGEO

Per amore di un'altrao per insofferenza del tuo letto?

MEDEA

Per un grande amore: non è uno che conosca la fedeltà.

EGEO

Lascialo perderesecome diciè un vigliacco.

MEDEA

Il suo grande amore è quello di imparentarsi con una famiglia reale.

EGEO

Chi gli concede sua figlia? Finisci il discorso.

MEDEA

Creonteil signore di questa terra corinzia.

EGEO

Hai tutte le ragioni di essere addolorata..EuripideMedea

13

MEDEA

Norovinata: oltre a tutto mi costringono a lasciare il paese.

EGEO

Chi ti costringe? Mi stai annunciando un male dietro l'altro.

MEDEA

È Creonte a cacciarmi via da Corinto.

EGEO

E Giasone lo tollera? Neanche questo mi pare lodevole.

MEDEA

Non lo tollera a paroleperò la sua volontà è così fragile. Ma ti pregoper il tuo visoper le tue ginocchiati supplico:

abbi pietà di mepovera disgraziata. Non permettere che vada in esiliosolaabbandonata; accoglimi nel tuo paese

nella tua casaproteggimi. E che gli dèi ti concedano i figli che desideriche tu possa chiudere gli occhi feliceun

giorno. Tu non sai che fortuna hai trovato trovando me: grazie a mecesseraidi essere sterileriuscirai a avere dei

discendenti: conosco dei filtri efficacissimi.

EGEO

Sono molti i motivi che mi spingono a accontentarti! Innanzituttoil timoredi dioe poi la promessa che mi faiil

preannunzio di figli: è il pensiero che mi assorbe tutto. Dunquelaquestione si prospetta così. Se tu arrivi nella mia

terrami impegno ad assisterti: è mio diritto. Ma [devo premettere che daqui non intendo portarti via io:] a me basta

che sia tu ad andartene da Corinto. Devi essere tu a raggiungere il miopaesee allora riceverai asilonon ti consegnerò

a nessunosta' tranquilla. Io non voglio macchiarmi di colpe nei confrontidei miei ospiti.

MEDEA

D'accordo. Ma se ti impegni con un giuramentoavrei da te tutto quello checi vuole.

EGEO

Non ti fidi? O temi qualche difficoltà?

MEDEA

Certo che mi fido. Ma la famiglia di Pelia mi è nemicaCreonte mi ènemico. Se tu giuriil giorno che cercassero di

strapparmi vianon glielo permetteresti. Ma se l'accordo è solo a parolese non hai chiamato in causa gli dèipotresti

passare dalla loro parteacconsentire alle loro richieste: io non sonopotenteloro sono ricchi e hanno un regno.

EGEO

È un discorso molto avvedutoil tuodonnase a te va bene cosìnon miritiro di certo. Per me questa è la strada più

sicura: avrò un valido motivo da addurre di fronte ai tuoi nemici e la tuaposizione si rinsalda maggiormente. Quali sono

gli dèi su cui devo giurare?

MEDEA

Giura sulla madre Terrasul padre Soleche è il padre di mio padreesulla stirpe degli dèi tutti.

EGEO

Di farecosa? O di non farecosa? Spiegati.

MEDEA

Giura che non mi caccerai mai dalla tua terragiura che se qualcuno dei mieinemici vuole strapparmi di laggiùnon mi

lascerai nelle sue manidi tua spontanea volontàe finché sei vivo.

EGEO

Giuro per la Terra e la luce sfolgorante del Sole e per tutti gli dèi:terrò fede al patto che mi proponi.

MEDEA

Mi basta. Se violi il giuramentoche pena ti meriti?

EGEO

La pena che tocca agli empi.

MEDEA.Euripide Medea

14

Prosegui in pace il tuo viaggio: è tutto a posto. Io raggiungerò al piùpresto la tua cittàdopo aver fatto quello che sto

per fare e ottenuto ciò che voglio.

CORO

Ti scorti sino a casa il figlio di Maiail dio che accompagna i viandantieche tu possa ottenere e compiere quello di cui

tanto ti preoccupi. Perché ai miei occhiEgeoti sei rivelato un'animanobile.

MEDEA

O Zeusgiustizia di Zeusluce del Soleora gloriosamente trionferò suimiei nemicila stradal'ho già imboccata: ora

c'è davvero speranza che i miei nemici paghino. Quest'uomoinfattièapparso nel momento della mia maggior penaed

è un porto per i miei progetti: lì attraccherò la naveuna volta giuntaalla città e alla rocca di Pallade. E adesso ti spiego

per filo e per segno i miei piani: ascolta questo discorso che non ti daràgioia. Manderò un servo da Giasone per

pregarlo di venire da me; e appena arriva gli parlerò con dolcezzaglidirò † che sono d'accordoe † che questo

matrimonio con la figlia di un ree il tradimento† va bene† misembrano tutte decisioni utili e ben ragionate. E poi gli

chiederò che i miei figli rimangano a Corinto: e non perché intendoabbandonarli in una terra ostile† soggetti alle

offese dei nemici† ma perché voglio uccidere la figlia del ree con uninganno. Li manderò a portare dei doni † alla

sposa †un peplo molto fine e una corona d'oro †perché non li caccida Corinto †. Se prende questi ornamenti e se li

mettemorirà in un modo atrocelei e chiunque la tocchi; li intrideròinfattiin veleni potentissimi. Non posso

continuare questo discorso; piango pensando a quello che dovrò compieredopo: ucciderò i miei figlie nessuno potrà

strapparli alla morte. Una volta distrutta l'intera casa di Giasoneme neandrò viain esilioper la strage dei miei adorati

figliper avere osato il più sacrilego dei misfatti. Ma che i nemici ridanonon è tollerabileamiche. † Sia come sia. Ma

alloracosa mi serve vivere? Non ho patrianon ho casanon ho rimedio perle mie sventure. † Che errore aver lasciato

le case paterneessermi fidata delle chiacchiere di un Greco che me lapagheràse Dio mi aiuta. Non vedrà mai più vivi

per il resto dei suoi giornii figli che gli ho dato io e non ne avrà dallanovella sposaperché leil'infamedeve morire in

maniera infame per i miei veleni. Nessuno mi creda una donnetta da pocofragileremissiva: è tutto il contrario; sono

implacabile contro i nemicibenigna con gli amici. Chi è fatto così sigarantisce fama e gloria.

CORO

Ci hai messo a parte del tuo piano e allora ioper aiutare tee perdifendere le leggi della societàti invito a non attuarlo.

MEDEA

Non esiste altra possibilità. Si capisce che tu parli così; non patisciquello che patisco io.

CORO

Uccidere le tue creature: ne avrai il coraggio?

MEDEA

È il modo più sicuro per spezzare il cuore a mio marito.

CORO

E per procurare a te stessa il massimo di infelicità.

MEDEA

Sia come sia: ormai ogni discorso è superfluo. E tu muovitiva a chiamareGiasone: è a te che affido di solito i compiti

più delicati. Non aprir bocca sulle mie intenzionise davvero ami la tuapadrona e sei una donna.

CORO

str. a

Dai più antichi tempi

prosperano ricchi e felici gli Eretteidi.

Figli degli dèi beati

nacquero in una terra santamai violata

da saccheggi.

Possiedono in sé la più nobile sapienza

incedono con eleganza in aria purissima.

Quisi raccontaun giorno le Muse Pieridi

generarono la bionda Armonia.

ant. a

Alle belle correnti del Cefiso

Cipride attingediconoacque fertili

e diffonde su questa terra.EuripideMedea

15

brezze miti e leggere.

E sempre cingendosi le tempie

con ghirlande di rose profumate

manda gli Amori per compagni alla Sapienza;

con essa sono artefici di ogni virtù.

str. b

La terra dei sacri fiumi

la terra ospitale con gli amici

come potrà offrire asilo a te

l'assassina dei figliaccogliere all'interno

delle case

tel'impura?

Pensaciprima di colpirli

pensa di quale strage

ti rendi colpevole.

Non farlo: noiai tuoi piedi

con tutte le nostre forze ti imploriamo:

non uccidere le tue creature.

ant. b

Dove prenderai il coraggio

l'orrenda audacia

† che sospinga il tuo animo

che armi la tua mano

per trapassare il cuore

† dei figli che hai partorito †?

Come potrai posare lo sguardo

su di essie senza lacrime

decretarne la morte?

Non potrai farlo:

quando i piccoli

si getteranno supplici ai tuoi piedi

non potrai bagnarti le mani

col loro sangue

senza esitare.

GIASONE

Mi hai mandato a chiamareeccomi. Anche se mi sei nemicanon potevorifiutarmi: sono quiti ascolto. Cosa vuoi

ancora da me?

MEDEA

Giasoneti pregoscusami per le cose che ti avevo detto. Dovrestisopportare le mie esplosioni d'ira: ci siamo tanto

amatiin segretonoi! Ho riflettuto tra me e me e mi sono rimproverata.«Imbecilleperché mi comporto da pazzame

la prendo con chi decide benemi metto contro i sovrani del paese e contromio marito? Ma mio marito agisce nel

nostro più assoluto interesse: ha sposato la figlia di un regenera deifratelli per i miei figli. È l'ora di finirla con questa

collera. Ma cosa mi viene in mentequando provvedono a noi i celesti cosìbene. Mi dimentico che ho dei figliche

sono esule dalla mia terra e che di amici ne ho pochi?» Pensavo a tuttoquesto e mi sono resa conto di quanto ero

sconsiderata e di come me l'ero presa a vuoto. Ma adesso ti approvoe misembra intelligente da parte tua procurarci

questa parentela: la sciocca ero io che avrei dovuto condividere i tuoiprogettiprender parte con te al matrimoniofare

da pronubaesser felice di occuparmi di tua moglie. Ma noi siamo quello chesiamo: non voglio dire un guaioma

donne sì: tu non imitarmi nel peggionon rispondere con sciocchezze asciocchezze. Depongo le armiriconosco di

avere ragionato male primama ora ho preso proprio la decisione giusta.Figlivenite quifigli: uscite di casa

presentatevi quiabbracciate vostro padreparlateglicome faccio io:dimenticateinsieme con meil rancore di prima

verso una persona cara: la pace è fattanon ci sono più ragioni di ira.Stringete la sua destra. Ma perché continuo a

pensare a qualche occulta sventura? Figli mieiquanto tempo ancora vi restaper vivereper tendere le braccia a vostro

padre? Povera mema come sono preda facile del pianto e piena di paura! Hochiuso finalmente il litigio con vostro

padre ed ecco inondo di lacrime questi teneri volti.

CORO

Anche dai miei occhi sgorga un fiotto di lacrime: speriamo che la sventuranon proceda oltrenon si incattivisca

ulteriormente..Euripide Medea

16

GIASONE

Approvo le tue paroledonnae non mi offendo per quanto è successo prima:la genia delle donne è logico che si

accenda † se un marito contrae nuove nozze †. Ma c'è un cambiamento inmeglio nel tuo animohai riconosciuto in

tempo il partito migliore: è una condotta da donna assennata. Quanto a voibambinivostro padre si è preoccupato di

darvicon l'aiuto del cieloun'ottima sistemazione: credo che con i vostrifratelli occuperete un giornoin Corintole

posizioni più eminenti. Pensate a crescereintanto; al resto provvederannovostro padre e un dio benevolo. Mi auguro di

vedervi raggiungere il culmine della giovinezza in pieno vigorepiù fortidei miei nemici. E tuperché stai piangendo

così tantoperché impallidisci e volti la testa dall'altra parte? Non seicontenta di quello che dico?

MEDEA

Non è nulla. Stavo solo pensando ai miei figli.

GIASONE

Fatti animo: provvederò io a sistemarli.

MEDEA

D'accordo: mi fido delle tue parole. Ma la donna è deboleper natura èportata alle lacrime.

GIASONE

Ma come mai sospiri tanto sui tuoi figli?

MEDEA

Li ho messi al mondo io. E quando tu gli auguravi una bella esistenzami hapreso lo sconforto: sarà davvero così? Ma

ti avevo fatto chiamare per due ragioni: di una abbiamo già parlatopasserò all'altra. I sovrani hanno deciso di

allontanarmi da Corinto: e anche per melo riconoscoè meglio non esseredi impaccio né a te né a loro continuando ad

abitare qui: si sospetta che io sia nemica della famiglia regnante. Iodunqueprendo la via dell'esilio: ma tu chiedi a

Creonte che i nostri figli possano restarevenire allevati da tepersonalmente.

GIASONE

Non so se riuscirò a convincerloma conviene provarci.

MEDEA

Rivolgiti almeno a tua moglie: che supplichi lei suo padre di non esiliare ibambini.

GIASONE

Sìsì e spero proprio di persuaderlase non è dive rsa dalle altredonne.

MEDEA

Collaborerò anch'io a questa tua fatica: le manderò dei doni chelo sobenesono tra i più belli del mondo† un peplo

finissimo e una corona d'oro† glieli recapiteranno i miei figli. Forzabisogna che qualcuna delle ancelle me li porti qui

al più presto! Non unama mille volte si rallegrerà di aver trovato in teuno straordinario compagno delle sue nottie di

possedere gioielli che il Solepadre di mio padre aveva donato ai suoidiscendenti. Subambiniecco i regali di nozze

andateconsegnateli alla sposa beataalla principessa: riceverà deipresenti che non potrà disprezzare.

GIASONE

Ma perché te ne vuoi privare? È una pazzia! Non crederai che nella reggiamanchino pepli e oro? Serbali per tequesti

gioiellinon darli via. Leise mi tiene in una certa considerazionepreferirà senz'altro me alla ricchezza.

MEDEA

Non parlare così. Si dice che i regali persuadano anche gli dèi: l'oroperla genteconta molto di più di cento discorsi.

La fortuna è dalla suaun dio le sta concedendo prosperitàè giovane egià ha il potere: e io offrirei volentieri non solo

oroma anche la vita per evitare l'esilio alle mie creature. Subambinientrate in quel fastoso palazzosupplicate la

giovane sposa di vostro padrela mia signorascongiuratela di risparmiarvil'esiliomentre le porgete questi gioielli: è

molto importante che li riceva proprio lei nelle sue mani. Sbrigatevi fateprestoe tornate a riferire a vostra madre la

bella notizia che è ansiosa di sapere: è tutto a posto.

CORO

str. a

Ormai si è dissolta ogni speranza:

i bambini muovono al luogo dell'eccidio.

La sposa sventurata riceverà bende dorate.EuripideMedea

17

funebri bende dorate.

Sulla bionda chioma

con le sue stesse mani

disporrà i gioielli dell'Ade.

ant. a

La bellezza e il divino splendore

la inducono a indossare il peplo

a cingere la corona d'oro.

Si agghinda da sposa per i morticadrà

in questa rete orrenda

nella trappola di morte

non sfuggirà al destino.

str. b

Infelicecon nozze di sangue ti leghi ai sovrani

e rechi con tee lo ignori

sterminio per i figli

una fine obbrobriosa per tua moglie.

Precipiti lungo la china della sorte.

ant. b

Ma piangomadre dolorosaanche la tua angoscia

farai strage dei figli del tuo grembo

per un letto nuziale.

Tuo marito lo ha abbandonato

ha tradito il pattocondivide ora la casa

con una nuova donna.

PEDAGOGO

Mia signoraecco i tuoi figli: gli è stato risparmiato l'esilio. E lasposala principessaera felice dei doniche ha accolto

nelle sue mani: nella reggia si respira ormai pace per le tue creature. Mama perché ti rannuvoli tuttaproprio nel

momento in cui la fortuna ti è amica? † Perché giri il viso dall'altraparte e non accogli con gioia le mie parole?

MEDEA

Dioche dolore!

PEDAGOGO

La tua esclamazione mal si accorda con le notizie che ti ho portato.

MEDEA

Che doloreti ripeto.

PEDAGOGO

Senza saperloti ho comunicato qualcosa di triste? Pensavo di riferirti unmessaggio lieto e mi sono sbagliato?

MEDEA

La notizia che mi porti è quella che è: non ho nulla da rimproverarti.

PEDAGOGO

E perché allora tieni gli occhi bassi e piangi a calde lacrime?

MEDEA

Ci sono costretta. Questa trama l'abbiamo ordita gli dèi e ionella miainsensatezza.

PEDAGOGO

Fatti coraggio: un giornograzie ai tuoi figlitornerai qui.

MEDEA

Ma prima altri dovranno andarsene per opera mia.

PEDAGOGO.Euripide Medea

18

Non sei la sola madre che abbiano separato dai figli: un mortale bisogna chesi rassegni a sopportare le disgrazie.

MEDEA

E così farò. Ma entra in casaoccupati dei ragazzidelle cose di cuihanno bisogno tutti i giorni. Creaturecreature mie

ormai avete una cittàuna casa dove abiterete per sempresenza vostramadreche resta abbandonata nella sua sventura.

Io me ne andrò esule in un altro paeseprima di godere di voidi vedervifelicidi festeggiare il vostro matrimoniola

sposadi allestire i lavacri nuzialidi levare in alto le fiaccole accese.Il mio maledetto orgoglio mi sta rovinando. Vi ho

allevato inutilmentefigliinutilmente ho penatomi sono macerata difatichedopo avere sopportato gli aspri dolori del

parto. Quante speranze avevo riposto in voiun tempo; mi immaginavopoveradisgraziatache mi avreste assistito

nella mia vecchiaiache da morta mi avreste seppellito pietosamente con levostre mani; una sorte invidiabile agli occhi

della gente. Ma è svanita l'illusione che accarezzavo. Priva di voicondurrò una vita triste e angosciata. Non rivedrete

piùdavanti agli occhivostra madre: voi passate a un altro tipo diesistenza. Ma perchéperché mi guardate in questo

modo? Perché questo sorrisoquesto estremo sorriso? Che dolore! Cosa devofare? Mi perdo di coraggioamiche

quando vedo il volto sereno dei miei figli. Nonon me la sento: all'infernole decisioni di prima. Porterò via con me i

bambini. Per straziare il padre con le sventure dei suoi figlidevo proprioraddoppiare la mia di sofferenza? No davvero.

All'inferno le mie decisioni. Ma cosa mi succede? Voglio diventare lozimbello di tutti lasciando impuniti i miei

nemici? Perché tanti scrupoli? Ma che vile sono a accogliere nella mia menteidee di mitezza! Bambinientrate in casa.

E se a qualcuno non è lecito assistere ai miei sacrificici pensi lui: lamia mano non tremerà. Nonon farlocuore mio:

lasciali in vitasciaguratarisparmiali i tuoi figli; laggiùin Atenevivendo con teti daranno gioia. Noper i demoni

vendicatori dell'Adenon consegnerò mai i miei figli al ludibrio dei mieinemici. Devono assolutamente morire: e se è

cosìsarò ioche li h o messi al mondoa ucciderli. È cosa fattaoramainon c'è più scampo. La sposa si è già messa la

corona sul caposta morendo avvolta nel peplo. Lo solo so. Mi incamminoper una strada tristissima e avvio i miei

figli verso una strada ancora più triste. Voglio congedarmi da loro. Lamanodate a vostra madre la mano perché ve la

baci. Diocome amo questa manoquesta boccacome sono belli i miei figliche tratti nobili hanno. Siate felici laggiù

perché qui vostro padre ve lo ha impedito. Vi abbraccio con tenerezza;com'è morbida la vostra pellecom'è dolce il

vostro respiro. Andateandate via: non sono più capace di guardarlisonovinta dall'angoscia. E so il male che sto per

farema la passione in me è più forte della ragione: e la passione è lacausa delle peggiori sciagurenel mondo.

CORO

Quante volte ormai mi sono addentrata

in ragionamenti sottili

ho discusso questioni elevate

non destinate a donne.

Ma anche con noivedisi intrattiene la Musa

a parlare di sapienza;

non con tuttesi capisce

forse non ne trovi molte

ma le donne non sono sorde alla cultura.

Oraio affermo: chi non ha esperienza di figli

chi figli non ha mai procreato

conosce una felicità che supera

la felicità di un genitore.

Se qualcuno è rimasto senza prole

non sperimenta se i figli

siano un tormento o una gioia

e si risparmia molte angosce.

Se qualcuno ha in casa il dolce germoglio dei figli

per tutto il tempolo vedosi preoccupasi logora

intanto per allevarli bene

poi per garantirgli un futuro

e ignoramentre tribola

se verranno su buoni o malvagi.

E infinelo proclamano tuttic'è un male

estremoil peggiore che esista:

un figlio è fiorente di giovinezza

dispone di risorse sufficienti

è una brava persona.

Ma se un dio così vorrà

la morte lo ghermisce

e se lo porta con sé nell'Ade.

E allora perchéperché

gli dèi infliggono a chi desidera avere figli.EuripideMedea

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anche questo doloreil più crudele?

MEDEA

Amicheè un pezzo che sto qui e aspetto gli eventie spio come andranno afinire le cose lì dentro. Ma vedo uno dei

servi di Giasoneche arriva tutto ansimante: evidentemente deve comunicarciqualcosa di molto brutto.

NUNZIO

ScappaMedeascappacol primo mezzo che trovinave o carro [: haicompiuto un delitto inaudito].

MEDEA

Cos'è successo? Perché dovrei fuggire?

NUNZIO

Sono morti poco fa la principessa e suo padre Creonteuccisi dai tuoiveleni.

MEDEA

Mi porti una notizia splendida; d'ora in poi sarai per me uno dei mieibenefattoriuno dei miei amici.

NUNZIO

Ma cosa dici? Sei in te o vaneggi? Hai infierito sulla famiglia realee godia sentire la notizia e non provi timore?

MEDEA

Avrei qualcosa da opporre ai tuoi discorsi; ma calmatiamicoe raccontamicome sono morti quelli là. Raddoppierai la

mia gioiase sono morti in maniera orribile.

NUNZIO

Quando giunsero i tuoi due figliinsieme al padre e si avviarono verso lestanze della sposafummo felici noii servi

angustiati per le tue disgrazie: corse e si propagò di orecchio in orecchiola voce che tu e tuo marito vi eravate

riconciliati. E chi baciava le manichi le bionde teste dei piccoli: iopersonalmentepieno di gioiali seguii e entrai con

loro negli appartamenti delle donne. La padronaa cui oggi riserviamo glionori che già spettavano a teprima di

scorgere i bambiniposava ardenti sguardi su Giasone. Ma si coperse gliocchi e girò il candido volto dall'altra parte

nauseata per l'ingresso dei piccoli. Tuo marito cercava di placarne l'ira elo sdegnodicendole:

«Non avere del malanimo contro chi è amicobasta con la colleravoltativerso di loroconsidera caro chi è caro a tuo

marito. Accetta i doni che ti portanoprega tuo padre di revocare l'esiliodi questi bambiniper amor mio». Alla vista

dei doninon seppe resisterefu d'accordo in tutto col maritoe prima chelui e i figli fossero lontani dalla reggiaprende

il peplo ricamatose lo provasi acconcia la corona d'oro sui ricciolidavanti a uno specchio risplendentesorridendo

alla propria quieta immagine. Poi balza dal seggio regaleposa a terracongraziail candido piedeva in su e in giù per

le stanze. Felicissima per i regalipiù e più volte si rizza sulla puntadei piedi a guardarsi sino ai talloni. Quello che

accadde dopo fu uno spettacolo orrendo. Di colpo impallidiscesi piega da unlatoindietreggia barcollandotrema in

tutta la personariesce a stento a lasciarsi cadere sul trono per nonstramazzare a terra. Una vecchia ancellapensando a

un attacco di follia dovuta a Pan o a qualche altro diocominciò a ulularepreghiere; ma quando vide la bava bianca che

le usciva di boccale pupille stravolteil corpo esanguesmise con le suestridule invocazioniesplose in grandi lamenti.

E subito un'altra delle donne corse alle stanze del padreuna terza dalnovello sposo per comunicargli la tremenda

notizia: tutta la casa risuonava di passi precipitosi. Nel tempo cheimpiegherebbe un buon corridore per attraversare lo

stadio da un capo all'altrol'infelice sposa si risveglia dal suo stato ditorpore e di obnubilamento con un lungo gemito

azzannata com'era da un duplice male. Dall'oro della corona posta sul suocapo scorreva un prodigioso torrente di fuoco

vorace; i fini peplidonati dai tuoi figlidivoravano il candido corpo diquell'infelice. Si alza di scatto dal seggio regale

avvolta nelle fiammefugge squassando il capo e le chiome di qua e di làper liberarsi della corona. Ma il monile d'oro

restava saldamente inchiodato ai capellie le fiammequando lei squassavail capoavvampavano due volte tanto.

Piomba al suoloin preda agli spasiminessuno tranne suo padre avrebbepotuto ormai riconoscerla. Non si

distinguevano più né la forma degli occhi né i suoi bei lineamentiilsangue grondava dalla sommità della testa

frammischiato al fuoco: brandelli di carnesotto i morsi invisibili delvelenocolavano dalle ossacome lacrime di pino:

uno spettacolo raccapricciante. E tutti avevano paura di toccare il cadavere:la sua fine ci aveva ammaestrato.

Il povero padreignaro degli effetti del velenoappena entrato nella stanzasi precipitacon un gridosul cadaverelo

cinge con le braccialo baciae così parla: «O figlia infelicissimaquale dio si è accanito contro di te in questo modo?

Chi ti ha tolto a un vecchio ormai sull'orlo della tomba? Vorrei morire contefiglia mia». Interrotti i gemiti e i lamenti

tenta di rialzarsima rimane abbarbicato ai preziosi pepli come l'edera airami dell'alloro. E fu una lotta atroce: se

cercava di sollevare un ginocchiola morta lo tratteneva; se tentava distaccarsi con violenzastrappava dalle ossa le sue

carni di vecchio. Alla finepersa ogni forzaesalò l'ultimo respiro: nonera più in grado di resistere a quella tortura.

Giacciono cadaverila figlia e il vecchio padre [viciniun evento paurosoche esige lacrime]. Quanto a tenon voglio

dire nulla: saprai da sola come sottrarti al castigo. Da tanto lo sole cosedei mortali sono ombra; e affermosenza.EuripideMedea

20

timore: chi si crede un saggioun pensatore profondosi merita proprio lataccia di stolto. Al mondo non esiste una

persona felice. Se sopravviene il benessereun uomo può essere piùfortunato di un altroma non felice: mai.

CORO

Sembra che in questo giorno un demone abbia strettogiustamenteGiasone inuna rete di mali. † E tupovera figlia di

Creonteche pietà provo per le tue sventure: tu scendi nell'Ade per colpadelle nozze con Giasone.

MEDEA

Amicheho deciso: ucciderò i miei figli subitoal più prestoe poi miallontano da questo paese. Se indugioli

consegnerò come vittime a una mano più nemica della mia. Devonoassolutamente morire: e se è cosìli ucciderò io

che li ho generati. Preparatimio cuore. Ma perché esito? Quello che devofare è orribile ma inevitabile. La mia povera

mano impugni la spadala impugni. AvviatiMedeaverso una vita di dolorenon essere vilenon ricordarti che li hai

generati tuquesti figlie come gli volevi bene: scordati per questo brevegiorno dei tuoi figlie poipiangi. Anche se li

uccideraitu li hai amati. Dioche donna infelice sono.

CORO

str. a

O Terrae turaggio splendente del Sole

posate il vostro sguardoposatelo

su questa donna nefasta

prima che cali la mano assassina

sui figliuccidendo se stessa.

Sono germogli della tua stirpe aurea

e che sangue celeste irrori il suolo

per colpa di un mortale è terribile.

Ma tuluce divinatrattieniarresta

caccia dalle case la cruentamaledetta Erinni

† inviata dai demoni vendicatori †.

ant. a

Vano è stato il tuo travaglio di madre

invano hai generato teneri figli

dopo aver passato il varco ostile

delle azzurre Simplegadi.

Perchésventurataun'ira funesta

una strage crudele

ti sconvolgono l'animo?

Perché delitti fra consanguinei

aspri † si annodano † per i mortali?

Sulla casa piombano per volontà degli dèi

sciagure commisurate allo scempio.

‹FIGLI› (da dentro)

Ahiahi.

CORO

str. b

Le sentile grida dei figli? E lei è disperataun'infelice.

FIGLIO A

Cosa farò adesso? Dove trovo scampo? È nostra madre!

FIGLIO B

Non lo sofratello carissimo: siamo perduti.

CORO

Entro dentro? Bisogna evitare il massacro.

FIGLIO A

Sìin nome di Diosalvateci. Adessosubito.

FIGLIO B.Euripide Medea

21

Siamo in trappolauna spada ci minaccia.

CORO

Ma di cosa sei fatta? Di pietra o di acciaio? Stai per uccidere i frutti deltuo grembo con le tue stesse mani.

ant. b

Solo una donna

una soltantoInoin tempi antichi

alzò la mano omicida sui figli.

Ma era folle per volere degli dèi

la sposa di Zeus l'aveva cacciata dalla reggia

e costretta a un delirante vagare.

Si gettò in mare con i due figli

un crimine infame

si lanciòl'infeliceda una rupe;

perì con le sue creature.

Quali orrori ci aspettano ancora?

O letto di donnaletto di afflizione

quante sventure porti tra gli uomini.

GIASONE

Donnedico a voi che state vicino alla reggiaMedea è rimasta lì dentrodopo il suo crimine atroceo è scappata?

Dovrà trovarsi un riparo nelle viscere della terra o levarsi in volonell'alto dei cieliper non pagarlele sue colpealla

famiglia reale. O è convinta di cavarsela impunementedi fuggirsene via dalpalazzodopo aver ucciso i sovrani del

paese? Ma non è di Medea che mi preoccupo oraè dei figli: a leile suevittime ricambieranno il male ricevuto; se sono

qui io è per salvare le mie creature: ho paura che i parenti di Creontefacciano pagare a loro il massacro compiuto dalla

madre.

CORO

Povero Giasonetu ignori la gravità dei tuoi malialtrimenti nonparleresti in questa maniera.

GIASONE

Spiegati. Intende sopprimere anche me?

CORO

I tuoi figli sono morti: leila madreli ha uccisi.

GIASONE

Ma cosa stai dicendo? Tu mi distruggi.

CORO

I tuoi figli non ci sono più: lo capisci?

GIASONE

E dove li ha uccisi? In casa? Fuori?

CORO

Apri la porta e scorgerai i cadaveri.

GIASONE

Prestoservilevate le sprangheaprite le porte: devo vedere [i duemorti] la sciagura che due volte si è abbattuta su di

me [...e leima mi vendicherò].

MEDEA

A che ti serve scuotere la portatentare di buttarla giù? Vuoi vedere icadaveri e me l'assassina? Risparmiati la fatica. Se

hai bisogno di meparla pure. Di' cosa desideri. Ma non ti illudere diriuscire a toccarmi con le tue mani. Il Solepadre

di mio padremi ha dato un carro che mi difende da qualunque aggressionenemica.

GIASONE

O donna maledettaaborrita dagli dèida medall'intero genere umanohaiavuto il coraggio di piantare una spada in

corpo ai figli che avevi partorito tu e li hai tolti a memi hai tolto lavita. E dopo questotucolpevole di un'atroce

empietàosi guardare il cielo e la terra! Che tu possa morire! Ora ragionoma ero cieco quando da una casa e da un.EuripideMedea

22

paese barbaro ti ho portato in una casa grecami tiravo dietro una pesteuna che aveva tradito il padre e la terra che

l'aveva nutrita. Gli dèi hanno avventato contro di me il demone vendicatoreche ti perseguiva. Non ti sei imbarcata su

Argola nave dalla bella pruadopo aver ucciso tuo fratello accanto alfocolare domestico? E non era che l'inizio. Poi

hai sposato quest'uomogli hai generato dei figli e li hai massacrati per unlettoper un connubio. Questo non lo avrebbe

osato mai nessuna donna greca: e io ti ho preferita a loroti ho presa inmoglieun legame abominevole e funesto. Non

sei una donnama una leonessahai natura più feroce di Scillail mostrodel Tirreno. Ma per quanto ti insultinon

riuscirei a ferirti: sei l'impudenza in persona. Crepaessere oscenoassassina dei tuoi figli. A me non resta che piangere

sul mio destino: non potrò avere nessuna gioia dalle mie nuove nozzenon miverranno più incontrovivii figli da me

generati e allevatinon parlerò più con loro: li ho perduti.

MEDEA

Molto avrei da replicare alle tue parolese Zeus padre non sapesse cosa hofatto io per te e cosa hai fatto tu contro di

me. Non doveviin spregio al mio lettoriservarti per il domaniun'esistenza di felicitàridendo alle mie spalle; e

neppure leila principessa. E il re Creonteche ti ha preparato questenozzenon doveva cacciarmi dal paese senza

pagarne le conseguenze. Perciòchiamami pure leonessase ti fa piacere [e Scillail mostro che abita nel vasto

Tirreno]; io ti ho colpito al cuore; è i] contraccambio che meritavi.

GIASONE

Ma anche tu soffrie la mia sventura è anche la tua.

MEDEA

Sìma sappilo bene: serve a qualcosaquesto dolorese tu non puoi fartibeffe di me.

GIASONE

Poveri figli mieiche madre malvagia vi è toccata.

MEDEA

Poveri figli mieimorti per la follia di vostro padre.

GIASONE

Non è stata la mia mano a ucciderli.

MEDEA

Ma la tua protervia sìe il tuo nuovo matrimonio.

GIASONE

E per una questione di letto hai ritenuto giusto ucciderli?

MEDEA

Ti pare un dolore da poco per una donna?

GIASONE

Per una donna castasì: ma tu sei perversa in tutto.

MEDEA

Loro non vivono più: e questo ti rimorderà per sempre.

GIASONE

Vivonoe incombono su di te come demoni della vendetta.

MEDEA

Gli dèi sanno bene da chi è partita la prima offesa.

GIASONE

Ma conoscono bene anche il tuo nauseante animo.

MEDEA

Odiami pure. Io detesto le tue acri parole.

GIASONE

E io detesto te: è facile separare le nostre strade..EuripideMedea

23

MEDEA

Davvero? E come? Perché anch'io lo voglio.

GIASONE

Lasciami seppellire e piangere questi morti.

MEDEA

Nosarò io a seppellirli con le mie mani. Li porterò nel tempio di EraAcraiaperché nessun nemico posso oltraggiarli

profanare la loro tomba. E quinella terra di Sisifoistituirò festesolenni e riti in espiazione del sacrilego eccidio.

Quanto a meraggiungerò il paese di Eretteoper vivere accanto a Egeofiglio di Pandione. Tu invececom'è giusto per

un malvagiomorirai di mala morte: ti piomberà sul capo un rottame dellanave Argoe così vedrai l'amara fine delle

mie nozze.

GIASONE

Ti annientino le Erinni dei figli e la Giustizia che vendica il sangue.

MEDEA

Ma chi maitra gi dèitra i demoni ascolta uno spergiuroun traditoredegli ospiti?

GIASONE

Tu sei una creatura immondaassassina dei figli.

MEDEA

Va'rientra in casaseppellisci tua moglie.

GIASONE

Sìvado. E ho perduto i miei figli.

MEDEA

Non è ancora un vero pianto il tuo: aspetta di esser vecchio.

GIASONE

O figli adorati.

MEDEA

Dalla madrenon da te.

GIASONE

E allora perché li hai uccisi?

MEDEA

Per farti soffrire.

GIASONE

Vorrei almeno accostare la mia bocca a quelle labbra che amavoioinfelice.

MEDEA

Adesso gli parliadesso li abbracci: ma allora li cacciavi via da te.

GIASONE

In nome di diolascia che tocchi quei corpi delicati.

MEDEA

Nonon è possibile: stai gettando al vento le tue parole.

GIASONE

Zeusle ascolti le ripulsegli affronti che patisco da questa putridaleonessache ha massacrato i suoi figli? Ma per

quanto sta in me e possopiango la mia sventura e invoco gli dèili chiamoa testimoni. Tu hai ucciso i miei figli e ora

mi proibisci persino di toccarlidi seppellirne i corpi: vorrei non averlimai messi al mondoper non vederli ora trucidati

da te.

[CORO.Euripide Medea

24

Di molti eventi è arbitro Zeus nell'Olimpo; molte sono le risoluzioniinattese dei celesti; quello che si credeva non si è

compiutoun dio trova la strada per l'impossibile e questa vicenda si èsuggellata così.]




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