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Eschilo
Le supplici
Edizione Acrobat
a cura di
Patrizio Sanasi
(patsa@tin.it).
Eschilo Lesupplici2
PERSONAGGI DEL DRAMMA
CORO
di DanaidiDANAO
RE
ARALDO
degli EgiziSoldati argivi; sgherri egiziancelle delle Danaidi
Il luogo: un rialzo sacro. Spiccano altari e simulacri di dèi. La vistaspazia sul mare e sulla città di Argo
LE SUPPLICI
Penetra nell'orchestra il Corole Danaidi scortate dal padre Danao. Frasched'ulivo e fasce di lana nivea segnalano la
loro condizione di supplici. Chiude il corteo lo stuolo di ancelle.
CORO
Zeusmia Meta! Curvatrepidol'occhio su noi pellegrine
imbarcate allo sbocco sabbioso
del Nilo. Addiopaese divino
terre rasente la Siria! Sbandate
migriamo. Nonon espulse da giustizia umana
- ree dichiarate di cruenta colpa -.
Noè il rifiuto dell'uomo. Ci si radica dentro
nel sangue: e ci fanno disgusto le nozze
coi figli d'Egittoquel loro
profanante delirio.
Danaoil padreè la mente di tutto
dirige la guerra. È sua la mossa finale:
attuò tra le scelte dolenti
la più fieragloriosa:
migrare di volo sull'arco del mare
per ancorarci sulla sponda argiva. Proprio qui
è la nostra radiceceppo formatosi in lei
nella vacca. Turbinio dell'aculeo: Zeus la sfiorava
l'avvolgeva col fiato. Ed è il nostro vanto!
Che paese più umano di questo
potrebbe farci da metaa noi che impugniamo
i fregi dei supplici: frasche
inghirlandate di lana?
Ohmia gentemio suolomia acqua lucente;
dèi delle altezze e voiPotenze del baratro
- sepolcri per covodal cupo rancore -
e tu terzoZeus Custodedomestica scolta
dei probidate riparo a noi pellegrine
a questo sangue di donnatra folate
d'onesto affetto dalla terra argiva. Lo stormo
denso d'uomini brutisangue d'Egitto
prima che calchi la spiaggia melmosa
scortatelo al largocon la barca
e il suo volo di remi: laggiù li martelli
uragano di gelodi folgori e schianti
raffichescrosci. S'apra davanti
l'abisso atrocemortale: prima
dell'assalto a letti ritrosiribelli
- Moralità in persona fa scudo! -
del possesso su cugine paterne.
str. I.Eschilo Le supplici
3
Avrà varcato il mare il mio richiamo
al mio eroeal torello divino
frutto d'antenata bovinacarezza
di Zeus che l'avvolse col fiato: la prateria fioriva
si coronava il ciclo fatale. Perfetto
parto. Ed Epafo nacque
che ha la carezza nel nome.
ant. I
E col gridare di luiil suo nome
qui oranei recinti erbosi dell'antica madre
col rievocare quella sua passione
d'un tempoeccoio darò prove franche
della mia identità: favoleparranno
ma spiccheranno chiare alla gente di qui.
Ciascuno saprà la vicendamentre si snoda.
str. II
Ci sarà chi scruta gli uccelli canori
in questo paese. Se passae intende
il mio piantogli parrà d'udire le note
della sposa di Tereoche il rovello dilania:
l'usignolo ghermito dal falco.
ant. II
Esclusa da campagneda fiumi
rimodula il pianto su quei luoghi paterni.
e v'annoda la fine del figlioil massacro
per mano d'uno dei cari - di leidi sua madre! -
astio snaturato di madre.
str. III
Io sono così. M'affascina il pianto
queste ioniche note: dilanio le gote
giovanibrune dal sole nilota
e il senoignaro di pianto.
Pianto che sbocciae lo colgo.
La mia ansia è incontrare chi m'ami
premuroso di me fuggitiva
- chissàci sarà? -
dall'afa fosca stagnate d'Egitto.
ant. III
Esauditemidèi ancestrali: Voi
che sapete la sfera del Giusto
- se pure non date che giustizia maturi -
odiate forte l'oltraggio brutale
fate pesare Castigo sul caso nuziale.
C'è chi la guerra ha disfatto: ma anche per lui
esiste un altare. È fuggiascoma in esso
ha un argine al male. È lì
Santità di Potenti!
str. IV
Fosse Zeusluiveramente
la vera radice! Nessuno irretisce
la brama di Zeus.
Intrico di tracce boscose è la Mente
di varchi protesi. Frugail tuo occhio
e il mistero rimane.
ant. IV.Eschilo Le supplici
4
Piomba e non vacillanon crolla
di schiena la colma realtà
se matura dal gesto di Zeus.
Riverbera cosmica
anche nel buionera
occulta vicenda ai viventi.
str. V
Dal vertice d'illusioni abissali
scrolla i viventili annulla.
Non imbraccia violenza.
Non è sforzo nel cosmo celeste.
Placido nel suo Volere
assoluto dal suo santo trono
concreta ogni scopo.
ant. V
Scruti Zeus la brutalità
dell'uomocome getta radici
rigurgita fiera al pensiero d'avermi
con protervi slanci.
Rizza delirio smanioso
aculeo senza difesaconsciodopo
della sua colpa del dolo.
str. VI
Svelo ululando il mio povero male
stridulo plumbeo pioggia di pianto
- aaahaaah! -
s'allaccia a una nenia di morte.
Celebro viva il mio lutto.
efimnio I
Siimi faustaApia
ondulata. Terracomprendi
la mia lingua incerta.
Folate di colpi
sui veli divelti
sul bisso d'oriente.
ant. VI
S'impennano al Cielo più graviefficaci
i voti dei probinell'ora di morte.
Aaah!
Ventate sfuggenti rischiose
dove mi preda il gorgo bollente?
efimnio I
Siimi faustaApia
ondulata. Terracomprendi
la mia lingua incerta.
Folate di colpi
sui veli divelti
sul bisso d'oriente.
str. VII
Palaligneo covotrama
di sartiescudo alle onde
mi scortò nella calmasul filo del vento.
Nonon recrimino!
Tutto maturicol tempo
il cosmico Occhio del Padre
e fondi esiti propiziper noi!
efimnio II.Eschilo Le supplici
5
Alta semenza di nobile grembo
eluda il letto dei maschi
non sposanon schiava.
ant. VII
Desideri - io lo desidero - scortarmi
con l'occhio Artemide casta
che abita salda le sante mura.
Reagisca alla caccia
con ogni energia.
Inviolatasi faccia bastione
di me inviolata.
efimnio II
Alta semenza di nobile grembo
eluda il letto dei maschi
non sposanon schiava.
str. VIII
Altrimenti - bruna carne
martellata dal sole -
caleremo da Zeus dell'abisso
patrono degli uomini spenti
noi e le supplci fronde
uccise dai cappi
deluse dai numi celesti.
efimnio III
O Zeus! O Iò
che astio di dea ti frugò!
Indovino livore nuziale
che flette Celesti. Duro maestrale
sprigiona gelido assalto.
ant. VIII
E alla fine sarà luiZeus
preda di critiche giuste:
ha voluto umiliare
il frutto della bestia
che lui stesso plasmò;
ora riluttasi torce
il suo occhio a chi prega.
Raccolgalassùil mio richiamo!
efimnio III
O Zeus! O Iò
che astio di dea ti frugò!
Indovino livore nuziale
che flette Celesti. Duro maestrale
sprigiona gelido assalto.
Dal poggio sui cui era salitoDanao esplora la pianura. Parla rivolto allefiglie.
DANAO
Figliecervello ci vuole. E cervello ne haquesto vecchioper avervisegnato la rotta fin qui: fidatevi. Ora siamo
sbarcati. Devo essere cautoguardingo. Perciò vi comando: fate tesoro diciò che vi dicoincidetelo nelle pagine della
mente.
Polverevedo! Segnala in silenzio gente che marcia. Ecco la voce dei pernis'avvitano agli assi. Laggiù! Barbaglio
confuso di scudipalpito d'aste. Cavallicarri falcati. Certo saranno iprìncipi di questo paese. Li avranno informati le
scolte e ora verranno a scrutare chi siamo. Può essere innocuoo aguzzod'istinto brutale chi affretta in tal modo la
marcia. Tutto può essere. Figlioleè più sicuro assiderci quisulrialzo. Guardateè sacro agli dèi del paese. È saldo
l'altarepiù che fortezzaè piastra priva di crepe. Accorretedi volo.Nella mano sinistra terrete solenni la supplice
frondae il suo niveo sertosanti fregi di Zeus delle Suppliche. Con chideve ospitarviscambiate saluto pietoso
dolentedi chi manca di tutto. Pensate che è giusto cosìche voi sietefuggiasche. Squilli nel vostro discorso la nota
dell'esilio non sporco di sangue. Dal tono di voceescludete anzituttoarroganza. Via la frivola irriverenza dai volti.
EschiloLe supplici6
compostidallo sguardo chiaro! Evita sproloquima neppure fatti strapparele parole di bocca. Ci s'esaspera prestoin
questo paese. Devi flettertibada. Sei ospiteprofugamanchi di tutto.Strideimpudenza sulle labbra dei fragili.
CORO
Padreparli assennato a gente di senno. Farò tesoronel cuoredei tuoiesperti cenni. Ci scorti con l'occhioZeus
capostipite.
DANAO
Oh certocon sguardo caldo d'affetto.
CORO
S'Egli disponesarà lieta la fine.
DANAO
Non impigrireora. Deve concretarsiil progetto.
CORO
Vorrei già esserti accantoal mio posto.
DANAO
...
CORO
Zeusmisericordia di meprima ch'io sia disfatta!
DANAO
Eccoloil figlio di Zeus. Gridatelo alto il suo nome!
CORO
Lo gridiamo: o strali di Soledatori di vita!
DANAO
Apollo immacolatodio fuggiasco dal cielo.
CORO
Fatalità familiare per lui. Saprà compatirla.
DANAO
Ohcompatisca. Sia nostro campione pietoso!
CORO
Chi nominooratra questi Potenti?
DANAO
Ecco l'arpioneemblema d'un dio.
CORO
Fu buona scorta. Sia ospite buonoora.
DANAO
Qui vicino c'è Ermescome s'usa in Grecia.
CORO
Sia benedetto araldo a noiscioltesicure!
DANAO
Prostratevi al santo rialzoritrovo di tante Potenze. Posate nell'areasolennespaurite colombesciamanti sotto un volo
di falchiali fraternepredatori d'identico sanguepronti a lordare illegame nativo. È senza macchiaalato che si ciba
d'alato? È immacolatochi sposa contro il rifiuto di leie il rifiutopaterno? Neppure nel baratromortoevita accusa
d'ottusa violenzase quello è il delitto. C'è uno Zeus diverso sotterra.Si dice che scruti gli errori: sentenze prive
d'appellolaggiù tra le ombre stremate.
Attenteseguano questa mia pista le vostre risposte. Lo scopo: otteneretrionfo totale in questa vicenda..
EschiloLe supplici7
Appare il Recon un seguito di guerrieri e cavalli.
RE
Gruppo sorto da dovequesta sfilataquesto fasto di velid'esotiche fascecui va il mio saluto? Non ha nulla di greco.
Non è d'Argo questa moda di donnené d'altri paesi di Grecia. Che audaciaspingervi quisenza avvisosenza avere
patroniprive di scorta. Eppure non trepidate: mi sorprendevi dico!
Un momento. Lìaccanto a voi: fronderivolte agli dèi del paese. Ènormaleper gente che supplica: già in questo solo
per indiziosi può ritrovare la nostra terra greca. E avrei motivo disuppore altri fattise non fossi tu quiin carne e ossa
a farci sentire la vocea chiarirci.
CORO
Ragioni giusto sul nostro vestire. Ma ioa chi sto parlando: uomo qualunqueministro di cultoo capo di Stato?
RE
Dialoga pure con me in tutta fiduciase è per questo. Vediio vengo daPalecthonl'Indigenonato da Terra. Sono
Pelasgosovrano del luogo. Sfrutta questo terreno la gente pelasga che -chiaramente - nel suo rispecchia il nome di
mesuo sovrano. Domino tutta la fascia che il nitido Strimone rigadallaparte del sole che cade. Cingo i Perrebila
zona alle spalle del Pindoaccanto ai Peonie Dodona montana. Frontiera èla liquida lama del mare: al di qua è il mio
dominio.
Noi calchiamo il suolo del paese Apio. Nobile nomeomaggio che affonda neltempo a un medicoApis - guaritore
veggente - figlio di Apollo. Venne da oltre Naupatto e purgò questa terra darettili ghiotti di esseri umani. La terra stessa
li emisechiazzata dal sangue di crimini vecchi. Fu sfogo al tormentoquelgrumo di serpiaspri coinquilini dell'uomo.
Per la mia terra d'ArgoApis elaborò la curaamputandoincantando. Fuperfetto. Per onorarioha ottenuto che il nome
riviva negli inni devoti. Ora potete decifrare chi sono. A te: di che sangueti fregi? Di' purema attentai miei non
amano troppo il dire prolisso.
CORO
Storia che squilla concisa. Ci fregiamo del sangue di Argo. Seme di madrebovinamaternità benedetta. Io sono pronta a
confermarecon ogni provaquesta verità.
RE
Ospitimi lascia perplesso la vostra vicenda. Ma come? È sangue argivo ilvostro; piuttostol'aspetto s'accosta alle
donne di Libianon alle nostre Argive di qui. O il Niloparrebbealleva unsimile ceppo. Oppure il marchio di Cipro
martellato da maschi modellatori nei calchi di donne: v'assomiglia. E poichéso d'Indiane girovaghe issate su femminee
sellesu cammelli al galoppoil cui soggiorno è laggiùaccanto agliEtiopi e poi delle Amazzonicannibali che rifiutano
l'uomoa quellev'avrei paragonatose solo foste armate d'archi!Chiaritemi a fondo. Voglio capire come può spuntare
da Argo la vostra semenza.
CORO
Ministra al sacrario di Era viveva un tempo in questa terra argiva: Iò.Così dicono.
RE
Verissimo. La memoria è viva in chiunque.
CORO
...
RE
Non dice la storia che Zeus la presequand'era umana?
CORO
Abbracci non furtivi abbastanza per Era.
RE
Poicome si scioglie questa rissa di Celesti?
CORO
Bovina fu fatta la donnadalla dea di Argo!
RE
E Zeus? Non continua il rapporto con la bella giovenca?.
EschiloLe supplici8
CORO
Nella carne - si dice - di toro schiumante.
RE
E la reazione di leidella donna regale di Zeus?
CORO
Mise addosso alla bestia una scolta tutt'occhi.
RE
Mandriano tutt'occhi per un'unica bestia. Chi era?
CORO
Argofiglio di Terra. Ammazzato da Ermes.
RE
Che malizia ordì per la bestia infelice?
CORO
Mosconetrapanante rovello bestiale.
RE
...
CORO
«Assillo» lo chiama laggiù la gente del Nilo.
RE
Sicché la sferzò via da Argo. Scorribanda infinita.
CORO
Sìanche questo dettaglio aderisce col mio.
RE
...
CORO
Finché giunse a Canopoe a Menfi.
RE
...
CORO
Zeus la sfiora. Dal tocco sboccia una vita.
RE
Chi è il giovane toro di Zeusfigliato dalla bestia?
CORO
Epafo! Nel nome ha il tocco che scioglie.
RE
...
CORO
Libia. Mette a frutto ... maggiore del mondo.
RE
Qualcun altro fiorisce da lei? Svela.
CORO.
Eschilo Le supplici9
Belopadre di due. Uno è luiguardaloil mio genitore.
RE
Uomo d'alto equilibrio. Il suo nome?
CORO
Danao. Fratello è l'uomo dei cinquanta figli.
RE
Non risparmiare la voce. Scopri il nome dell'altro.
CORO
Egitto. Ora sai la radice nativa. Dunque ispira l'azione al pensiero d'averedi fronte un gruppo d'Argive.
RE
Sìcapisco che questa radice t'annoda al mio suolo. Ma dite. Perché questapenalasciare le mura paterne? Che fatalità
v'ha travolto?
CORO
Principe. Trascolora il dolore nel mondo. Non esistono pennellate uguali dimale. Chi poteva supporlo? Un'incredibile
fugache avrebbe sbarcato qui ad Argo famiglia legata da sempre al tuo seme.Scatto di terrore e d'odiovia da
scandalosi connubi.
RE
Ora spiegami. Perché proprio gli dèi del paese ti fanno da meta? E questefronde che hai coltedal serto lucente?
CORO
Non voglio curvarmi alla razza d'Egitto.
RE
Parli per odio? O come di cosa immorale?
CORO
Chi pagherebbe un prezzoper aver padroni?
RE
Così cresce robusto il prestigionel mondo.
CORO
Bell'argomento! Tu vuoi farti da partevia da noi disperate.
RE
Che fare di voiper conservarmi devoto agli dèi?
CORO
Non tradirciquando i figli d'Egitto ci vorranno da te.
RE
Guerra che schiantahai detto. Incertissima.
CORO
Giustizia fa scudo a chi si batte per lei.
RE
Se t'è subito a fiancoappena sorge il problema.
CORO
Abbi pudore di questa prua d'Argodelle sue ghirlande!
RE
Mi raggelam'abbacina quest'ombra di fronde sul poggio..
EschiloLe supplici10
CORO
Plumbeo è l'astio di Zeus delle Suppliche!
str. I
Odimifiglio di Palecthon
principe dei Pelasgiben disposto in cuore
guardami: sono io fuggitivasupplice
randagiabestia braccata dai lupisui poggi
scheggiati - la sua unica arma sicura -
dove mugghia e confida
l'angoscia al bovaro.
RE
Vi vedoprotette dall'ombra di frasche appena tagliatepellegrine in attesaagli dèi della terra. Ahnon si faccia maligno
il caso delle straniere ospitate. Caso che folgorastrano alla mente: nonvorrei si spaccasse lo Statoper questo. Non è
proprio il momentoper Argo.
CORO
ant. I
Maligno il mio bando non è! Mi scorti
supplice Moralitàfiglia del Prodigo Zeus.
Tu hai mente matura. Io nacqui dopo:
pure devi ascoltarmi. Se rispetti chi prega
non derelitto...
Grati ai sacrari divini
voti di uomini probi.
RE
Ma voi non sceglieste a rifugio il cuore della mia casa! Se è una peste chechiazza intero lo StatoArgo s'uniscaelabori
insieme la cura. Per menon v'anticipo nulla di serio: riunisco la gentenediscuto con tutti.
CORO
str. II
Sei tu lo Statosei tu la gente:
dominisenza rendere conto.
T'appartiene l'altarecuore domestico d'Argo.
Può tuttola tua semplice mossa.
Dal trono assoluto attui tutto.
Schiva sacrilega colpa!
RE
Ricada sui miei antagonisti! Non posso aiutarvi senza espormi a rovina. Némi sorride umiliare il tuo grido. Bloccato!
Angosciadentrom'inchioda: deciderenon decidereaffrontare la sorte.
CORO
ant. II
Affonda gli occhi nell'altissimo Occhio
che scorta i viventi
dolenti che ricorrono ai loro
senza fortuna. Santa Vendetta negata!
È paziente rancore di Zeus Pietoso
contro chi è sordo al patire che geme.
RE
Se quelli d'Egitto ti tengono in pugno - è legalenel vostro paese -insistendo sul fatto che ti sono i più affini di sangue
a chi può piacere la guerra con loro? Tu devi schivare l'accusachiarendoche ai sensi del codice egizio quelli non hanno
dominio su te.
CORO
str. III
Non voglio finire nel pugno
di prepotenza d'uomo. Ci sarà sotto il sole.
EschiloLe supplici11
mezzo qualunque a sottrarmi
al connubioall'orrore!
Preferisci allearti a Giustizia!
Decidi: rispetto verso gli dèi!
RE
È critico discriminare così. Non dirmi: «Discrimina tu!». Ripeto: nonposso risolvere il caso senza popoloanche se io
sono re. Guai se la folla dicesse - chissàpuò mettersi male -:«Pellegrine ossequiasti: e sfacesti lo Stato!».
CORO
ant. III
Consanguineo antenato ci scrutalassù:
ago della bilanciaZeus che libra imparziale
oltraggio sugli empipurezza sui retti.
Ora i piatti son parisospesi. E tu t'arrovelli
esiti a fare giustizia?
RE
Bisogna calarsi sul fondoscandagliare il pensiero. Laggiù è il rimedio.Chiara sfrecciante pupillanon ebbra: di uno
che fruga l'abisso. Devo pensare a una fine serena del fatto: sono in ansiaper Argopoi per me stesso. Oh nonon
fiamme di guerraferro e fuoco su Argo! Né ci si pianti in casa malignoRimorsose vi scaccio dal santo presidio dove
siete arroccate. È plumbea Potenzat'annientanon puoi redimerti maineppure defuntonel Nulla. Ho bisognoho
bisogno d'idea che risolve!
CORO
str. IV
Sia savia l'idea. Tu suggella giustizia
sii probo patrono.
Non fare di me derelitta fuggiasca
travolta quaggiù pellegrina
da sacrilego bando.
ant. IV
Non lasciare ch'io sia divelta
dal santuario denso di dèi
tuche in Argo puoi tutto.
Riconosciloè squilibrio di maschi.
E quel Rancore... sta' in guardia!
str. V
Badaproprio sotto i tuoi occhi
brutalità criminale rapina dall'ara
me disperatapuledra artigliata
a redini di fascedi drappi screziati.
ant. V
Scegli. Ma sappi che i figlila reggia
sconteranno in base al tuo agire
equo tributo a Castigo.
Calcola tutto: è probo il pugno di Zeus!
RE
(dopo sofferto silenzio)Il calcolo è fatto. Duro incaglio. Duello mortalecomunque: con questiocon gli altri. Ormai è una stretta obbligata.
Sono chiglia inchiodata ai paranchi marini. Ma il varo è deciso. Senzapatire non c'è soluzione. La tua robauna razzia
te la strappa di casa: ma se Zeus della Roba t'aiutaaltra ne vienemaggiore del dannoe ti rinnova la stiva. La lingua
talorascocca dove non devefitte che scuotono fortedentrochi ode:eppure si trova parola che incanta parola. Ma un
sangue che è il nostro... nonon sia mai! A impedirlofumino tutti glialtaristramazzino vittime in follaa questa folla
di dèi! È farmaco al male. Oppure mi sfugge del tutto il senso del prossimoscontro. Quanto vorrei essere cieconon
esperto veggente di pena. Forse interpreto male. Speriamo.
CORO
Odimi. Ora suggello il mio dire pietoso..
EschiloLe supplici12
RE
T'ascoltocome sempre: nulla mi sfugge.
CORO
Ho fascecinture. M'allacciano il peplo.
RE
... ogni donna le indossa. È normale.
CORO
Pensaè lì la chiave di tuttola mia preferita!
RE
Che stai per scandire? Svelalo!
CORO
Se non ci accordi impegno fedele...
RE
... trovi in quei lacci la chiavea che fare?
CORO
Arricchire gli dèi di speciali pendagli votivi.
RE
Parli intricato. Sii più semplice e chiara.
CORO
Strangolateappese agli idoli sacri. Subito.
RE
Scudisciata sul cuoresentirti!
CORO
Ora sai. T'ho deterso la mente.
RE
Ostacoli atrocida punti diversi. Osticolottare. Sfacelo m'assalegonfiafiumana. Oceano ciecopozzo nero di pena
m'accerchia senza spiragli. Non esiste approdo che salva. Se non compio lavostra preghieraminacci una peste che
varca il mio raggio mentale. Se invece resisto agli Egizi - al tuo ceppo -immoto davanti ai bastionie duello allo
stremoche spreco amaropungente quel sangue d'uomo che chiazza la terraper colpa di donne! Non ho scelta.
Spaventa il rancore di Zeus delle Suppliche. Anziè panico vertiginoso pergli esseri umani. Tupadre venerando di
queste giovani donneabbraccia subito le frascheposale su ogni bracieredei Potenti patroni di Argo. Che ognunoin
cittàscorga l'emblema del vostro viaggioe la mia scelta non abbiacontrasti: piace alla piazza criticare il governo.
Dallo spettacolosorge certo un senso pietoso; e rabbiaper l'oltraggiobrutale del branco di maschi. Il popolo può farsi
più indulgente con voi. Sui fragili si riversa l'indulgenza dell'uomo.
DANAO
Non ha prezzoper noil'incontroil legame con chiumanoci offrel'asilo. Affiancami guidee i vostri scudieria
dirmi la strada ai templi di Argoagli altari davanti ai sacrari di dèicittadinialle sedi degli dèi cittadini; non s'intralci il
cammino attraverso i sobborghi. Non è uguale lo stampo delle nostre figure.Il Nilo cresce semenza che non è quella
d'Inaco. Attentopasso spavaldo rischia di farsi terrore. Uno non sa eabbatte l'amico. È successo.
RE
In marciaseguaci. Ragiona bene il nuovo arrivato. Conducetelo ai pubblicialtariculla dei numi. Se incrociate persone
nessuna parola di troppo: state scortando ai santi bracieri uno sorto dalmare.
Danao in mezzo alla scortas'allontana.CORO
Per lui hai disposto. Sa che fare. Proceda. Ma ioio che decido? Che luogom'assegnia farmi sentire sicura?
RE.
Eschilo Le supplici13
Deponi le frondetraccia della tua passione.
CORO
Le poso. Al tuo braccio le affidoalla tua ragione.
RE
Passa quaggiùdove l'area sacra si spiana.
RE
È lo spiazzo comune. Può farci da scudo?
RE
Non ti lascio agli artigli di uccelli da preda.
CORO
Ohe ai bruti peggiori dei rettili freddi?
RE
Ti si augura bene: solo di bene dovresti parlare.
CORO
Non meravigliarti. Ho un incubo dentroe rilutto.
RE
Propri di donne i terrori ossessivi.
CORO
Placaci tucon la voce e col braccio.
RE
Bene. Vedraiil padre non ti lascia sola per troppo. Per mem'avvioradunogli uomini d'Argopreparo il paese a darti
soccorso. Intantoispiro a tuo padre le parole più adatte. Tu fermati qui.Snoda preghiere agli dèi cittadinid'avere
fortuna in quanto più brami. Io devo andareconcludere tutto. Convinzionesia mia scudieracon Fortuna che ottiene.
IlRe esc
e. |[continua]||[LE SUPPLICI2
]|CORO
str. I
Maestosa maestàbenedetto
più d'ogni beatoforza sublime
su tutte le forzeflorido Zeus
piegatistorna da queste tue figlie
brutalità d'uomo. Odiala forte!
Inabissa nel gorgo sanguigno
Sfacelo dagli scalmi neri.
ant. I
Curvatitrepido sopra noi donne
- siamo sangue famoso nel tempo -
risnoda la mite vicenda
della nostra antenata.
Spazi in te la memoria dell'antica carezza
su Iò. Sìci vantiamo da Zeus
cittadineun tempodi Argo.
str. II
Rieccomi alla mia radicealla pista
materna. L'occhio dilaga sui poggi fiorenti
sull'erba che sfama le bestie. Iò da qui
dileguaal ritmo ossessivo.
EschiloLe supplici14
dell'aculeosmaniando
tocca passando uomini e genti
guada dove il rigurgito s'ingolfa
e sigla fatalmente il varco
da riva a riva.
ant. II
Sfreccia sull'Asia
varca la Frigia prativa
Teutra sfioracaposaldo dei Misi
le conche di Lidia
frenetica passa catene
pamfiliecilicie
alle fiumane eterne
fino alla terra - forziere abissale di grano -
culla solenne della dea Afrodite.
str. III
Irrompetrapanata da strale
di bifolco volante
nel sacrario di Zeus che scoppia di vita
prateria che la neve sfama
spazzata da Tifone riarso
e al fluido Nilo che non sa le febbri.
Spasima folle di martirio vile
di doglia d'aculeo
l'ossessa di Era.
ant. III
Chi popolava quei luoghi
sentì dentro il martello
del grigio orrore: negli occhi il prodigio
ribrezzo di carne bovina
impasto vivodi bestia
e di donna. Li gelavala fantastica forma!
In quell'orachi ruppe l'incanto
a leidisperatafuggiasca?
a Iò mulinata dall'ago?
str. IV
La Forza che trapassa l'eterno
Zeus...
con la stretta - tenaglia indolore -
col miracolo del soffio
placa. Goccia dagli occhi il dolore
pudico bruciante del suo passato.
In seno recava la santa zavorraè sicuro:
nacque creatura senza difetto.
ant. IV
Visse lieta catena di giorni.
Da allorala terra grida:
«Eccoloè luiautentico figlio
di Zeusforza vitale!».
Chi poteva spegnere la malizia
febbrile di Era?
Di Zeus è la mano. Vediil mio sangue
scorre da Epafo. Dilloe non erri.
str. V
Non ho ragione d'esaltare Zeus sugli dèi
per i meriti grandi?.
EschiloLe supplici15
Vero Padreseminò di suo pugno la stirpe
millenaria grandiosa sapienza d'artefice
cosmica arma benignaZeus che sorride.
ant. V
Troneggia assoluto su tutti
... domina.
Nulla esiste più in alto di luia cui s'inginocchi.
Comandae l'esito è subito lì:
si concreta immediata la mente sagace.
Rientra Danaodi ritorno da Argo.
DANAO
Figliefatevi forza. Buoniper noii decreti sovrani presi dal popolo quidel paese.
CORO
Padresii benedettoche m'annunci la vita! Narraci tutto: quanto abbracciail decretosu che punto s'addensa l'alzata di
manoforza del popolo unito?
DANAO
Argo s'è espressa senza oscillare: ed è rinata la vita in questo vecchiocuore! Blocco di popolo. Scatto di destrele
buone: palpita l'aria. Si concreta la legge. Eccola: «Ci trapiantiamo suquesto suolopadroni di noiimmuni da agguati.
Qui è il nostro rifugio solenne. Nessuno al mondo ci tocca: né Argivonéaggressore straniero. Se si tenta un atto di
forzasia la morte civilel'esilio ufficiale per chicittadinorifiutasoccorso». Eccoè il testo. Il re Pelasgo l'ha spinto
perorando per noi. Si sgolava davanti alla gente: badasseArgoa non farecarnosogiorno per giornoil Rancore di
Zeus delle Supplichegrumo di pesti accoppiatenostrana e stranierazannespettralighiotte di strazio. Non esiste
rimedio. Attentocon la destra il popolo siglò la proposta. Non occorsel'appelloper voce d'araldo. Certol'assemblea
pelasga fu avvinta da propaganda sinuosa. Ma alla fineZeus è il sovrano.
CORO
È tempo di pregare per Argo:
favorevoli votia ripagare favori.
Ospite Zeus vegli lassù
che l'omaggio da ospiti labbra
maturi: integroimmunereale!
str. I
Orasì ora i Celestisangue di Zeus
accolgano l'onda di voti
per Argo: che Aresingordo d'urla guerriere
in foga di morte non schianti
nel fuoco la gente pelasga
lui che sempre falcia le vite
in mostruosi solchi.
La salvi l'averci soccorso pietosa
e quel decreto benigno
e il culto per chi supplica Zeus
- per noigregge disperso!
ant. I
Non asseconda brame maschili
quel votonon umilia
recriminare di donna.
Argo scorse il Castigo nell'occhio di Zeus.
E con lui non si lotta. Badi
la casaa non tirarselo addosso
marchio brutale che attanaglia e distrugge.
Argo ha rispetto della gente fraterna
che supplica Zeus immacolato.
Per questo invocheranno gli dèi
da altari innocenti..
EschiloLe supplici16
str. II
E per questo dalle labbra traluce
- dietro schermo di fronde - l'amica preghiera:
peste umana non spopoli
questo paese;
aggressore non faccia cruenta la terra
con vittime locali;
sia salvo da falce il giovane boccio
non lo predi immaturo
Ares omicidache d'Afrodite gode.
ant. II
Folla di vecchi s'addensi
intorno ai bracieri senilifumanti.
Goda di buon governo lo Stato
nel culto di Zeus maestosodi Zeus
Patronoche regola il cosmo con legge
imbiancata dal tempo.
Sia perenne fiorire di nuovi prodotti
per Argo: è la nostra preghiera!
Artemide vegli
sulle doglie materne.
str. III
Strage che strema la carne non prema
devastante alle mura di Argo
armando Ares - si spegne la festa
la musica tacepianto dilaga -
e scontro intestino.
Stormo di febbri si radichi
via di quimestizia remota;
sorrida Apollo Liceo
alla fresca forza di Argo.
ant. III
Zeus trasformi in giardino felice
questo suolofrutteto perenne.
Figlino mandriegreggi ai recinti.
Rigoglio di vitagrazie ai Potenti!
Offrano miti poemi agli altari
i cantori: da labbra innocenti
s'annodi alla lira la voce sorella!
str. IV
Non ceda i poterifaccia tesoro di sé
la classe che domina Argo
Potere prudente che pensa per tutti.
Accordi equi trattati
alle genti straniereprima
d'imbracciare la Guerra. Eviterà sfacelo.
ant. IV
S'eterni il culto degli dèi locali
patroni di Argo: bestie immolate
all'uso dei padrifrasche d'alloro.
Poi l'ossequio a chi diede la vita:
è scolpito per terzo nel codice
di nobilesomma Giustizia.
Danao è di nuovo in vettascruta il mare..Eschilo Le supplici
17
DANAO
Stupenda la vostra preghieraper equilibrio. Ora non trasalite. Il padre hanovità da dirvicose che la mente non
immaginava. Dall'alturaculla di suppliciavvisto la barca. Si vede benepurtropponon sbaglio: ecco le sartieil
velamei parapetti in copertala prora a pupille sbarrate che fruga lastradamansueta - ohfin troppo per noicui punta
nemica - alla barra pilota in coda alla nave. Spicca la gente sul ponte.Muscoli neri nel lampo di nivei drappi. Ora risalta
decisa la squadrala forza al completo. La capitanalaggiùsotto costa!Cala le veleremiga a ritmo totale. State calme.
Ragionate. Concentrate la mente sul nuovo problema. Tenetevi strette aglidèi. Io vadocerco gente che sappia di armi e
di legge. Forse sale quassù un emissario. Una missioneforse decisa arapirvia mettervi addosso le mani. Nonon
trematenon può succedervi nulla. Ricordateperò: se tardiamo al vostrogrido d'aiutonon staccatevi mai dal vostro
riparo. È la cosa migliore. Sta' serena. Nel giornonell'ora fataliscontatutto chi sfregia gli dèi.
CORO
Che incubopadre. Uno scattoe le navi son qui! S'abbrevia lo spazio deltempo.
str. I
Paurosa ossessione m'accerchia:
fu bene sicuro la fuga randagia?
Padre l'angoscia diventa delirio.
DANAO
È punto saldo il decreto argivo. Perciò rasserenatifiglia. Ci saràbattaglia per telo sento.
CORO
Razza d'Egitto micidialefuriosaingorda di sangue! Inutiletu sai giàtutto.
ant. I
In chiglie compatte - pupille di smalto -
varcarono l'acqua: fulminante furore!
Dietrodensa armata di neri.
DANAO
Una folla li attende. Muscoli lisci di bronzonel sole a picco rovente.
CORO
Ti supplicopadrenon lasciarmi sola. Sola
una donna è nulla. Non ha dentro la forza.
str. II
Frenesia di sfacelotrappole scaltre
sacrileghe voglie. Razza di corvi!
Santità d'altare non contaper loro.
DANAO
Ci darebbe buon fruttofigliase questi incarnassero l'odio tuo e del dio.
CORO
Non sarà il culto di questo santo arpionedegli dèi maestosia sviare dame quella mano predona.
ant. II
Torvi imperiosiateo orgasmo
di cani in calorepazzi di voglia. Menti
chiuse al richiamo di dio.
DANAO
Ma i lupi schiacciano i caniè noto. Non piega la spigapapiro maturo!
CORO
Bruti zannuti: ciechi profanatori pieni di smania. È vitale respingere illoro potere.
DANAO
Nonon è breve lo sbarco d'armata navale. Occorre ancorarsitendere aterra cavi sicuri: non è da guardiano di navi la
leggerezza spavalda all'attraccosoprattutto toccando una costa scontrosacol sole che già scivola al buio. La notte è.
EschiloLe supplici18
madre di spasimidi doglie all'esperto pilota. Poiè un disastro calare letruppeprima che s'acquieti la naveferma
all'ormeggio. Sei colma d'orrore. Purericorda: evita l'apatia per glidèi.............. procurando difesa. Non potrà criticare
il corrierela gente di Argo. Sìsono vecchioma fresco nel fondo di mee sciolto di lingua.
Danaos'allontana.CORO
str. I
O terraterra e collimaestà sacrosante
che fine faremo? Che rifugio scovare
sul suolo di Apisnel buco più nero?
Ohrinascere cupa voluta
che approda alle nubi di Zeus
si scioglie nel nulla;
stremarmipolvere vana
che senz'ali s'impenna nell'aria.
ant. I
Spasimi senza spiragli.
Il cuore è risaccasotto cappa nera.
L'allarme paterno mi preda: gorgo d'orrore.
Il sogno sarebbe trovare
laccio fatale - una forca -
prima che sacrilega mano
m'accarezzi la carne. La preceda
la Morte: suasuapreferisco!
str. II
Disporre d'un seggio perso nel cielo
dove nube stillante rinasce nei fiocchi!
O di vertigine nudanido sassoso
di falchiignotoprecipizio scontroso
spopolato di capre
teste sicura d'un balzo nel vuoto
prima che incroci
devastante stupro di nozze.
ant. II
Trofeo per le cagne. Pasto
ai rapaci. Fine cui non dico di no.
Morire ti scioglie
da stridula angoscia.
CorriMorte
precedi la notte di sposa.
Mi resta spiragliovarco
ad eludere il nodo nuziale?
str. III
Scagliate nell'aria note di voci
supplici nenie ai Celesti
...
...
La violenza nemica
merita la tua occhiata tremenda.
Onora le tue Supplicisovrano
Onnipotente di Argoo Zeus!
ant. III
Ceppo d'Egitto - intollerabile
per maschia prepotenza - mi bracca
maschi rapaci sui passi di donna
fuggitiva in delirio di grida
spasimo bruto di preda.
Su Te s'impernia il fulcro.
EschiloLe supplici19
del cosmo: fuori di te
non esiste vera realtà.
In distanzal'Araldo degli Egizicon scorta armata.
Aaah!
luirazziatore
pirata
ladrone
strématiprima del colpo.
Aaah!
voltati.
Boato abbagliante il mio grido.
Lo vedos'apre la danza brutale della mia passione.
Aaah!
Rifugiatisveltaal riparo.
Bollire di torva malizia
atroce per terra e per mare.
Principe d'Argosoccorri.
Le donne abbracciano gli altari. Irrompe l'Araldocon la scorta guerriera.
‹ ›
Forzamuovete le gambe
alla barca.
Ah noah no?
Vi scotennovi marchio
v'ammazzosangue su sangue
vi stacco la testa.
Scattatev'ammazzo...
CORO
str. I
Ti fossi dissolto
nel varco salsopieno di correnti
tul'arcigna superbia dei tuoi
e il tuo legno chiodato!
‹ ›
Cruente........
.................
Fa' come ti dico. Deponi
la brama che ti spacca la mente.
Via dall'asilosveltaall'imbarco.
...
CORO
ant. I
Non tornerei a vedere quel flusso
gravido di forza animale:
da essonell'uomo rigoglio
di giovane sanguepullulante di vita.
‹ ›
................
.................
... tu sulla nave
di volo salirai
disposta o non disposta.
A gran colpi andrete lontano.
..............
...............
Eschilo Lesupplici20
CORO
str. II
Meriti morte disperata
nel cerchio misterioso d'abisso
sbandato tra raffiche fosche
costeggiando le dune
che a Sarpedone fanno da bara.
ARALDO
Ululastridisupplica dio:
non scavalchi la tolda egizia!
Ululasgolati. Grido
più acre del pianto...
.....................
CORO
ant. II
..................
.................
.................
Nilo potente ti scruta. Ti annienti!
Disintegri la tua insolenza!
ARALDO
Ripetosali di volo in copertasullo scafo falcato. Nessuna sia pigra.
(Sivolge alla scorta). Altrimentiartigliate. Nonha senso il rispetto alle ciocche.
CORO
str. III
Padreaaah!
......
Rude rapisce
zampe di ragno
incubo buio.
Aaah! Terra Terra madre
svia l'angoscia.
O figlio di TerraZeus Re!
ARALDO
Non temo le Potenze di qui. Non loro mi hanno cresciutonon m'hanno fattomaturo.
CORO
ant. III
Smania davanti bipede rettile
viperasembra
.....................
.....................
Aaah!
O Terra madresvia
l'urlo ossessivo.
O figlio di TerraZeus Re!
ARALDO
Se qualcuna m'elude e non corre alla navesquarci senza pietà sul tessutodei veli.
Le donne scorgono in lontananza il Re.
CORO
È finita per noi. Principebruto tormento ci danno.
ARALDO.
Eschilo Le supplici21
Principi in folla vedretei figli d'Egitto! State serenenon direte «mimanca un padrone»!
CORO
O principesiamo in ginocchio. Sofferenza disumana.
ARALDO
Sarete divelte per i capellimi pare. Non penetrate il senso dei mieicomandi.
Irrompe il Re.
RE
Uomo che fai? Che ti viene in mentesfregiare la patria di gente pelasga?T'illudi che sia terra di donne? Forestiero che
seiti scaldi troppo con noigente greca. Brutto sbaglioe non l'haicorretto. Non sai ragionare.
ARALDO
Erroriviolazioni del giusto. Ma quali?
RE
Primo. Non capisci che sei un estraneo.
ARALDO
Come? Scovo ciò che avevo smarrito.
RE
Hai fatto ricorso a patroni locali?
ARALDO
Al più autorevolea Ermes che Scova.
RE
T'appelli agli dèi e non hai religione.
ARALDO
Il mio culto va ai Celesti del Nilo.
RE
Per i nostri nullaa quanto capisco.
ARALDO
Ora io prendo le donnese nessuno me le toglie di mano.
RE
Sfiorale. Gemerai senza attendere troppo.
ARALDO
Suona nemico al tuo ospite il detto.
RE
Non ho ospiti tra i violatori di dèi.
ARALDO
Partodico tutto agli Egizi. Se posso...
RE
Non è pascolo per il mio pensiero.
ARALDO
Tanto per fare relazione accurata e cosciente - deve spiccare lucentel'annuncio d'araldo - comeper che mano dirò di
tornare razziato dello stuolo fraterno di donne? Ares per questi processi nonsi serve di testi. Non scioglie la rissa con
prezzo in moneta. Stramazzeranno molti guerrieriprimascalciamentid'agonia.
RE.
Eschilo Le supplici22
Il mio nomeche serve? Verrà la sua orae ben lo sapretetu e i tuoiseguaci. Le donne puoi anche condurle. Ma solo se
inclinicol sorriso nel cuore: se le piega serena ragione. Blocco di votiespressione del popolo d'Argo ha sancito che
senza consenso non si cede questo gruppo di donne. Chiodo passantemartellato di qua e di là: nessuno lo smuove.
Sono fattinon incisi su pagine scrittené siglati su ravvolto papiromale apprendi squillanti da libere labbra.
Spostatisveltodal tiro degli occhi.
ARALDO
Rifletti. Ecciti scontro inaudito. Vittoria e dominio tocchino ai maschi.
RE
Maschisìvi si faranno incontrogente di quiche non beve l'ebbrezzadell'orzo.
(L'Araldo e la scortas'allontanano).Voiriprendete coraggio. Sfilate con le vostre ancelle fin dentro alla roccamunitafasciata da spesso sistema di torri.
Dentroabbondano case che sono di tutti: ma anche il mio patrimonio di casenon è certo meschino. Laggiù v'è
concesso fermarvi tra mura dotate di agiin mezzo a molte famiglie. Se altroè il vostro piacerev'è concesso di
scegliere stanze isolate. Sta a voi. Tra le offerte cogliete la più graditala più colma di gioie. Garante sarò io stessoe
con me tutta Argo autrice del voto chefinalmentesi fa realtà. O vorrestipatroni più seri?
CORO
Rigoglio di bene ti compensi del bene
maestà dei Pelasgi:
sii cortesefa' scortare da noi
- ci rassicurail padre -
Danaonostra mentenostra guida prudente.
Sta a lui riflettere dove convenga
fissare la sede
...
il punto più quieto.
Se sente parlare stranieroogni lingua
criticascatta. Solo beneci tocchi!
Vogliamo la lodenon la ciarla maligna
dei nostri vicini: schiave
per questoallineatevi giuste
ciascuna con la vostra padrona
come Danao spartì la dote di serve.
Il Re s'è già allontanato. Rientra Danao.
DANAO
Figliepregatepregate per Argo! Fate offertedi fiamme e bevandecome adèi di lassù! Ci ridanno la vitanon
tentennano. Masticavano amaromentre dicevo come v'hanno trattato i cugini.Gente di famigliaparevanoa vedere
l'affetto. Guardatemi schierano accanto scorte armate di picca. Scortaonoraria: che improvvisanell'ombranon mi
stenda una lancia fatale. Peste sarebbeche ripullula eterna su Argo!Equilibrio vi diedicon gli avvisi paterni. Voi li
annotaste. Orain aggiuntascolpitevi dentro anche questo: gente forestierasubisce l'esame del tempo. Sull'emigranteè
svelta a scattare la lingua cattiva. La chiacchiera sfrecciat'infanga.Quindi vi dico: che non spiova su me il disonore!
Siete primavera in fioree gli uomini girano l'occhio. Morbida primizia ètesoro rischioso. L'assaltano bruti e maschi -
c'è bisogno di dirlo? - rapaci di cielo e di terra. Afrodite sbandierarugiadosi frutteti... Chiunquesfiorando per via il
tiepido incanto di fresca bellezzascocca lo stralela magica occhiata.Passione che strema! Reagiamo. Non dobbiamo
ricadere nel guaio già radice di tanto patiredi tanto rigare col legno lospazio marino. Non lavoriamo per coprirci di
fangoe far ridere chi odio. Possiamo sistemarci in due modi: c'è l'offertadel Ree l'altra di Argogratuite. Accettiamo
di volo. Solofa' tesoro della scuola paternaonora equilibrio più dellavita.
CORO
Ad altre grazie penseranno gli dèi di lassù. Per la mia primizia nontemerepadre. Se non esiste qualche strano progetto
divinoil mio sentire è quello di semprenon si perverte.
Danaosi ritira.str. I
Inneggiamo agli dèi benedetti
sovrani del borgo
pilastri di Argoa quelli disseminati
sull'Erasino che fluisce da sempre.
Mie seguacifate eco al mio inno!.
EschiloLe supplici23
Avvolge la lode lo Stato pelasgo.
Non sarà più lo sgorgo nilota
cuore del canto glorioso:
ant. I
ma l'acqua che riga - sereno
limpido flusso - la terra
di Argo. Fiorisce la vitaindora la piana
di lieve dolcezza quest'onda di fiume.
LassùArtemide intatta mi segua
con occhio benigno. Non mi tocchi
- stretta fatale - legame di nozze. Su Afrodite
ricada questa prova orrenda.
‹CORO DI ANCELLE›
str. II
Non nega Afroditea lei è devota
questa nostra schiera.
Al fianco di Erapuò tutto su Zeus.
La dea maliosa è onorata
per la sua arcana energia.
Fanno ala fedeli alla madre
Bramae Seduzione - l'incanto
che non sa delusioni -
anche Armonia il fascino avvolge
e ... degli Amori.
ant. II
Sussulto: già vedo raffiche ostili
strazilotte cruente per le donne in fuga.
Perché ai predoni corsari
fu dato facile varco sul mare?
Ogni parte è già fatta. Inesorabile futuro!
Immenso infinito la mente di Zeus:
nulla esiste al di là.
Potranno finire come già molte:
sposate.
str. III
- Zeus maestoso stornerà
le nozze col ceppo d'Egitto.
- Potrebbe essere la cosa migliore
ma non ci credoe tu non mi convinci.
- Non conosci che porta il domani.
ant. III
- Dovrei frugare la mente
di Zeusbaratro cieco?
Pronuncia preghiera più umana.
- Quale buon consiglio m'insegni?
- Niente eccessicon dio!
str. IV
Zeus Sovrano salvaci
da nozze con ostico sposo
devastanti. Come Iò:
le hai dato sollievo
passando la magica mano
tenaglia soave.
ant. IV
Conceda vittoria a noi donne..
EschiloLe supplici24
Un po' di bene si mescoli al male
perfino due punti di male su tre:
mi contento. Che giustizia
esegua il giudiziograzie ai miei voti
all'ingegno di dioche riscatta.