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Euripide
Baccanti
Caravaggio - Bacco
Edizione Acrobat
a cura di
Patrizio Sanasi
(patsa@tin.it).
Euripide Baccanti2
PERSONAGGI DEL DRAMMA
DIÒNISO
CORO
delle Baccanti d'AsiaTIRESIA
veggente ciecoCADMO
padre di AgavePENTEO
re di TebeSERVO
1° MESSO
2° MESSO
AGAVE
madre di PenteoLa scena si svolge a Teb
e.BACCANTI
DIÒNISO
Ioil figlio di Zeussono ora quiin questa terra di TebeioDiòniso:mi partorì la figlia di Cadmoe per levatrice ebbe
la fiamma della folgore. Ho mutato il mio aspetto divino in sembianze umanesono giunto alla fonte Dircealle acque
dell'Ismeno. Vedo il sepolcro di mia madreincenerita dal fulmineaccantoalla reggiae i resti delle casefumiganti per
l'incendio di Zeus: continua a ardereoltraggio che non si estingue di Eracontro mia madre. Lodo Cadmoche ha reso
inaccessibile questo luogoil santo sepolcro di sua figlia: iol'hoammantato tutto intorno col verde dei grappoli della
vite.
Ho lasciato le pianure di Lidia e di Frigiaricche d'orole plaghe assolatedella Persiale mura della Battrianail gelido
paese dei Mediho attraversato l'Arabia felicetutta l'Asiache si adagialungo il mare salmastro con le sue città belle di
torridove vivono confusi Greci e barbari. Mi sono spinto sin quisubitodopo avere fatto danzare l'Asiaintrodotto i
miei ritiper rivelarmi dio ai mortali.
In Greciaho cominciato a scatenare grida acute di donne proprio a Tebeneho ricoperto il corpo con la pelle del
cerbiattoho messo nelle loro mani il tirsoun'arma avvolta di edera.Perché le sorelle di mia madre - e non dovevano
loro- negarono che Diòniso fosse figlio di Zeusdissero che Sémelesedotta da un uomoaveva rigettato su Zeus la
colpa delle sue voglieuna bella trovata di Cadmo. E per questoesclamavanoesultantiZeus aveva ucciso Semeleper
avere mentito sui propri amori. E così io queste brave sorelle lo ho fatteimpazzirefuggire dall a reggia: abitano sul
monte e delirano: le ho costrette a indossare i paramenti del mio rito. Etutto il seme femminile di Cadmole donne
nessuna esclusale ho cacciate farneticanti di casa; insieme alle figlie diCadmo vivono sotto i verdi abetisulle nude
rocce. Anche se non vuolela città di Cadmo deve imparare - non è iniziataai miei riti: devo difendere mia madreio
devo apparire ai mortali nella mia veste di diodi figlio del grande Zeus.Le insegne del potere Cadmo le consegnò a
Penteoprogenie di sua figliae Penteo combatte contro dionella miapersona: mi elimina dalle offertenon mi ricorda
nelle preghiere. Per questo mostrerò che sono un dio a lui e agli altriTebani. E poiuna volta rimesse in ordine le cose
quimi dirigerò verso un'altra terrarivelerò ancora chi sono. Se lacittà di Tebenell'iracercherà di ricondurre a forza
giù dal montecon le armile Baccantidarò battagliacapeggiando leMènadi. Ecco perché ho mutato il mio aspetto in
quello di un mortaleperché ho assunto natura d'uomo.
Ma voi che avete lasciato il Tmoloche protegge la Lidiavoidonne del miocorteo che ho condotto via dai barbari
compagne della mia quiete e del mio viaggiobrandite i timpani della terrafrigiainvenzione mia e di Reala grande
Madre. Affollatevi intorno alla reggia di Penteo; percuoteteli questistrumentiperché la città venga a guardarci. Io me
ne vado ora a raggiungere le Baccanti sui pendii del Citeronemi unirò alleloro danze.
CORO
Dalla terra d'Asia
lasciato il sacro monte Tmolo
per Bromio accorro a una dolce impresa
a una lieve fatica:
esalto Bacco in allegri evoè.
Ehiper la stradaehivoi!
Uscite dalla reggia!
Purifichi ciascuno le sue labbrain silenzio:
voglio inneggiare sempre a Diòniso
come è prescritto..
EuripideBaccanti3
str.
Beato chi riceve la grazia
di entrare nei divini misteri:
santifica la vita
consacra l'anima nel tìaso
e pio si purifica
celebra sui monti
Bacco
e i riti della
gran madre Cibele;
scuotendo alto il tirso
il capo cinto d'edera
si fa ministro di Diòniso.
AndateandateBaccanti
riconducete dai monti di Frigia
alle ampie contrade dell'Ellade
Diònisoil figlio di un dio
Diòniso
il dio Bromio.
ant.
La madre lo portava in seno.
Precipitò il tuono di Zeus.
La colse la trappola del parto:
abbattuta dal fulmine
espulse alla luce morendo
il figlio concepito.
Subito Zeus nato da Crono
gli offrì un riparo nascosto
un nuovo grembo materno:
lo pose al sicuro nella coscia
che ricucì con fibbie d'oro
nascondendolo agli occhi di Era.
Ma quando fu compiuto il tempo
fissato dalle Moire generò
un dio dalle corna di toro
lo inghirlandò con serti di serpenti;
e con serpentipreda selvaggia di caccia
intrecciano ora le chiome le Menadi.
str.
o Tebeche hai nutrito Semele
incorònati di ederafioriscitrabocca
di verde e rigogliosa smilace
baccheggia
con fronde di quercia o di abete
orna con ciuffi di lana
i velli screziati che indossi.
Impugna i tirsi che ti fanno violenta
renditi pura: presto
verrà danzando ogni contrada al monte
quando Bromio conduca il suo corteo:
al monte dove aspetta
la folla delle donne;
invasate da Diòniso
han disertato le spole e i telai.
ant.
o dimora nascosta dei Cureti
divini antri di Creta.
EuripideBaccanti4
grotta natale di Zeus
lì i Coribanti dagli elmi tricuspidi
per me inventarono
questo cerchio di legno
ricoperto di pelle ben tesa:
e nell'acceso baccanale ardente
fusero le sue cadenze
al melodioso respiro dei flauti di Frigia;
lo consegnarono a Rea per scandire
i ritmati evoè delle Baccanti.
Dalla dea madre
passò ai deliranti Satiri
entrò con essi ai tripudialle feste
che ogni due anni
rallegrano Diòniso.
ep.
Con animo lieto sui monti
si stacca
dalla frenesia del tiaso
si getta a terra nella sua sacra pelle di cerbiatto
cerca sangue di capri uccisi
gioia di carne cruda
avventandosi
per i monti di Frigia e Lidia
Bromiola nostra guidaevoè.
La terra ha rivi di lattevinonèttare d'api.
Il celebrante - c'è fumo
come d'incenso di Siria - si lancia
agitando sul tirso fiamma ardente di pino
eccita colla danzascuote
con grida acute chi accorre
rovescia al vento i suoi morbidi capelli.
Insieme agli allegri evoè mugghiano intorno
fremono queste parole:
andateandate Baccanti
orgoglio del Tmolo dai fiumi dorati
cantate Diòniso al suono profondo dei timpani
celebrate con inni di gioia il dio della gioia
tra voci e clamori di Frigia
quando il flauto sacro diffonde sonoro
sacre melodie; i canti accompagnano
le donne furiose sul monte
sul monte.
Felicecome una puledra al pascolo con la madre
con balzi veloci corre la Baccante.
TIRESIA
Non c'è nessuno alla porta? Chiamatemi fuori Cadmofiglio di Agenoreilfondatore di Tebeche lasciò Sidone per
cingere di torri questa rocca. Qualcuno si muovagli dica che Tiresia locerca: lui sa la ragione per cui sono qui
l'accordo che ho strettoio vecchio con uno più vecchio ancora di medifar fiammeggiare i tirsidi indossare pelle di
cerbiattodi cingere il capo con foglie di edera.
CADMO
Carissimoho uditoda dentroe riconosciuto la tua vocela voce saggia diun uomo saggio: eccomi prontocon i
paramenti del dio. Lui è figlio di mia figlia e bisogna che ne esalticontutte le mie forzela grandezza. Dove andiamo a
danzarea battere il suolo col piedea agitare le nostre teste canute? Tuvecchioguida me vecchio: sei un esperto
Tiresia. Perché mai mi stancherò né di giorno né di notte di battere laterra col tirso: è piacevole scordarsi di essere
vecchi.
TIRESIA
Lo stesso capita a me: anch'io mi sento giovanee proverò a danzare..
EuripideBaccanti5
CADMO
Per andare fin lassùprendiamo il carro?
TIRESIA
Ma il dio così non lo si onora nel modo giusto.
CADMO
Allora io vecchio farò da pedagogo per tevecchio.
TIRESIA
Dio ci guiderà senza sforzo.
CADMO
Siamo i soli uominiin Tebea danzare in onore di Bacco?
TIRESIA
Siamo i soli a capiregli altri sono sciocchi.
CADMO
È penoso aspettare: affrettiamociaggràppati al mio braccio.
TIRESIA
Prendimi la manoe tienila stretta.
CADMO
Non sarò iouomoa disprezzare gli dei.
TIRESIA
Non è sapienza da esibirela nostradi fronte al dio. Le tradizioniricevute dai padriantiche come il temponessun
discorso le rovesceràneppure se menti sottili si inventano cavillisottili. Diranno che disonoro la mia vecchiaia
andando a ballare col capo cinto di edera? Ma il dio non distingue giovani evecchise si deve danzarema vuole
ricevere onore da tuttida tutti insieme; non separa le categorie quandovuol essere celebrato.
CADMO
Tu non vedi la luceTiresia; le mie parole interpreteranno per te le cose.Ma c'è Penteofiglio di Echione: si sta
dirigendo in fretta verso la reggia: a lui ho trasmesso il potere su questopaese. È tutto stravolto: che novità ci porta?
PENTEO
Ero lontanomi trovavo fuorie solo ora sento dei mali piombati sullacittà. Le nostre donne hanno abbandonato il
focolaresi scatenano in falsi tripudisi sfrenano nei boschi ombrosionorano con danze un dio molto recenteDiòniso
o comunque si chiami. Ci sono coppe colme nei loro ritisi acquattanodandosi il cambioin luoghi appartatiper
sottostare ai maschicol pretesto che sono Mènadisacerdotesse del dio: inrealtà a Bacco antepongono Afrodite.
Quelle che ho preso sono ora ospitiin catenedelle prigioni di stato: allealtrea Inoa mia madre Agavea Autonoe
madre di Atteonedarò la caccia su per il monte; le stringerò nelle miereti di ferro: vedrete se non la finiscono con
questo indegno baccanalee presto.
Dicono che è arrivato uno straniero dalla Lidiauno stregoneuno che fagli incantesimi: ha riccioli biondila zazzera
profumatagli occhi lucenti per le grazie di Afroditefrequenta giorno enotte le giovanioffrendo le sue gaudenti
iniziazioni. Se lo sorprendo sotto questo tettosmetteràstate tranquillidi percuotere il suolo col tirsodi dimenare la
chioma: gli stacco la testa dal colloio. E quel ciarlatano sostiene cheDiòniso è un dioche fu cucito nella coscia di
Zeusmentresi salo distrusse il fuoco di un fulmine insieme alla madreperché aveva mentito su Zeus e il suo amore.
Cose tremenderoba da capestrooltraggi su oltraggichiunque sia lostraniero.
Ma c'è un altro fatto straordinario. Eccoli lìil profeta Tiresia nellapelle screziata di un cerbiattoe il padre di mia
madre - è tutto da ridere - che folleggia con un bastone in mano. Mirivoltapadrela vostra senilità vuota di cervello.
Cosa aspetti a buttar via l'ederaa rompere il contatto della tua mano coltirsotupadre di mia madre? E tuTiresiasei
stato tu a convincerlo: vuoi introdurre un nuovo dio tra gli uomini - quellolà - per trarre auspiciricavare soldi dai
sacrifici interpretati. Ringrazia che ti proteggono i capelli bianchialtrimenti saresti già in galeracolle Baccantiper
avere introdotto riti ignobili. Quandoin un banchettoil vino scintillaper le donneio dico che in festini così non c'è
più nulla di sano.
CORO.
Euripide Baccanti6
Parole empie. Stranierotu non hai nessun rispetto per gli deiper Cadmoil capostipite della stirpe del drago: sei figlio
di Echionee ne disonori la progenie.
TIRESIA
Quando un individuo saggio e capace si attacca a una causa giustanon èdifficile essere eloquenti. Tu hai la lingua
sciolta di chi in apparenza ragiona benema nei tuoi discorsi manchi dicervello. Un uomo pronto a tutto e abile nel
parlare è un cattivo cittadinoperché è uno sconsiderato. Questo nuovodio di cui ti fai beffenon saprei neanche
accennarti quanto sarà grande in Grecia. Due sonomio caro giovanele coseessenziali al mondo: la dea Demetraossia
la terra (chiamala cosìse vuoi): è lei a nutrire la gente con i cerealicon il cibo asciutto. Poi è venuto il figlio di
Sèmele; e ha trovato un corrispettivol'umido succo della vitee lo haintrodotto fra i mortali. Il vino spegne i dolori
delle persone che soffronoquando si riempiono della linfa dei grappolidispensa il sonnooblio dei mali di ogni
giornoper le fatiche offre l'unico rimedio. Diòniso è un dio versato inlibagioni agli altri dei: grazie a lui gli uomini
hanno i beni che hanno.
E tu lo schernisci perché fu cucito nella coscia di Zeus? Lascia che tispieghi cosa significa tutto questo. Zeus sottrasse
il neonato al fuoco della folgorelo trasportò nell'olimpo per farne undio. Ma Era voleva scaraventarlo giù dal cielo:
Zeus escogitò un rimedio davvero degno di un nume. Dell'aria che circonda laterra ne spezzò una parteper consegnare
questo strano parto alla collera di sua moglie. Col tempogli uomini disseroche Diòniso era stato nutrito in un arto di
Zeus; avevano confuso suoni similiparto con artoe così si fabbricaronouna leggenda.
Questo essere soprannaturaleDiònisoè un profeta: invasamento e folliahanno grande virtù profetica. Quando il dio
penetra in una creatura colla pienezza della sua potenzarende capace chidelira di predire cosa succederà. Diòniso
possiede qualcosa che è proprio anche del dio della guerra: semina il panicoin un esercito schierato in armiprima
ancora che le lance cozzino tra di loro. Ecco un'altra pazzia che nasce daDiòniso. E lo vedraiun giornosaltare in
mezzo alle fiaccole nell'altopiano a due picchi tra le rocce di Delfibrandendo e agitando il tirso bacchicolo vedrai
grande nell'Ellade. Dammi rettaPenteo: non presumere che conti il poterelegale fra gli uomininon illuderti di avere
ragione se hai un'idea e l'idea è malsana: accetta questo dio nel tuo statoversagli libagionipartecipa ai suoi riticingiti
il capo di ghirlande.
E non sarà certo Diòniso a obbligare le donne alla virtù nei confronti diAfrodite: la moralità è un fatto interiore: una
donna casta non si corrompe nei Baccanali.
Veditu sei contentoquando molti si affollano alle tue portequando lacittà inneggia al nome di Penteo: anche
Diònisonon ti pare?si rallegra di venir onorato. Io e quel Cadmo che tuscherniscicoronati di ederaandremo a
danzare; noiuna coppia di vecchi col capo canuto andremo a danzare lostesso: e non entrerò in lotta con un dio in base
ai tuoi discorsi. Tu sei dolorosamente pazzonon c'è antidoto per i tuoimaliil veleno è dentro di te.
CORO
Vecchiotu hai rispetto per Febo parlando come parlie onorida saggioBromioche è un grande dio.
CADMO
FiglioTiresia ti ha consigliato bene: sta con noinon metterti contro leantiche tradizioni. ora sei sottosopra e il tuo
cervello funziona male. Anche se non è un dio questocome sostieni turiconosci lo stesso che è un dio: menti con
profittodichiara che lo è; così si penserà che Semele ha partorito undio e la gloria ricadrà su di noisu tutto il casato.
La sorte disgraziata di Atteone la conosci: lo sbranaronotra macchieincoltecagne feroci che pure aveva allevato luie
questo perché si vantava di essere più bravo di Artemide a caccia. Nonvorrei che ti capitasse qualcosa di simile. Vieni
quilasciati incoronare il capo di ederarendi con noi onore al dio.
PENTEO
Metti giù la manovattene ai tuoi Baccanalinon mi sporcare colla tuapazzia. A questo tuo maestro di folliegliela farò
scontare io. Prestosbrigatevi: qualcuno vada al suo seggio profeticodovetrae responsi dal volo degli uccellie butti
tutto all'aria coi rebbi del tridenterovescisconvolga tuttogetti alventoalle intemperie le sue bende sacre. Ecco la
mia azione che gli brucerà di più.
E voiguardiesguinzagliatevi per il paese sulle tracce dello stranieroeffeminato che attacca una nuova peste alle donne
e insozza i letti. E quando l'avrete presolegateloportatelo qui: dovràmorire a colpi di pietrasperimenterà in Tebe una
danza bacchica amara.
TIRESIA
Poveruomonon sai quello che dici. Avevi cominciato a dar segni disquilibrioadesso sei completamente matto.
AndiamoceneCadmo: preghiamo il dio di non far del male a questo individuotanto bestialené al paese. Vieni con
mecol tuo bastone avvolto di edera; cerchiamo di sostenerci a vicendanonè bello che due vecchi cadano per terra; ma
sia quel che sianoi dobbiamo servire Baccoil figlio di Zeus. Che nonentri con Penteo pena nelle tue caseCadmo:
non lo dico perché sono profetama in base ai fatti: Penteo è un demente eparla da demente.
CORO
str..Euripide Baccanti
7
Sacra signora tra gli dei
Santitàche stendi sulla terra
le tue ali d'oro
non senti le parole di Penteo?
La sua empia superbia
l'offesa al dio Bromioal figlio di Sèmele
al dio che nelle feste belle di ghirlande
è il primo tra i beati?
Ecco i doni del dio:
iniziare alle danze dei tiasi
mescolare le risa al suono dei flauti
troncare gli affanni
quando lo splendore dei grappoli
rallegra le mense in onore degli dei
e nei conviti ornati di edera
il vino delle coppe avvolge gli uomini
nell'abbraccio del sonno.
ant.
Bocche senza frenostoltezza senza limiti
hanno per esito solo sventura:
ma la quieta esistenza e il saggio pensare
resistono saldi e sicuritengono unita la casa.
Perché anche di lontano i celesti
dalle sedi dell'etere
vedono le opere degli uomini.
Il semplice sapere non è saggezza
non lo è il pensare cose
che non spettano ai mortali.
Breve è il tempo della vita:
e chi aspira a grandi mete
non ottiene neppure
le gioie del presente.
Penso che vivere così
sia da folli
da dissennati.
str.
Vorrei raggiungere Ciprol'isola di Afrodite
dove abita l'amore che incanta
le menti dei mortali
e Pafodove le acque di un fiume straniero
dalle cento bocche
fecondano una terra senza pioggia.
E la regione più bella
la Pieriasede delle Muse
sacro pendìo dell'olimpo
là conducimiBromioBromio
dio che tra festosi evoè
guidi e precedi le Baccanti.
Là stanno le Grazie e il
Desiderio: là alle Baccanti è lecito
celebrare i sacri misteri.
ant.
Il dio figlio di Zeus
si allieta dei banchettiè amico della pace
la dea che nutre gli uomini e dona ricchezza.
Al poveroal ricco
il dioimparzialeconcede
il piacere del vino che allontana il dolore.
Egli odia chi non vuole.
EuripideBaccanti8
trascorrere felice la vita
nella luce del giornonel buio amico
chi non tieneda saggiocuore e mente
distanti dagli uomini tronfi.
Quanto a meio voglio accettare
ciò che è nell'opinione dei più
la fede della gente semplice.
SERVO
Siamo qui Penteo: abbiamo catturato la belva contro cui ci avevi mandato. Nonè stata vana la spedizione. Ma lo
abbiamo trovato un essere mitenon cercò di balzare via in fugasilasciava legare docilmentesenza impallidiresenza
perdere il bel rosso delle guance. Sorridendo ci invitava a stringere i nodia tradurlo davanti a tee restava fermo: mi ha
reso facile il compito. E iocon un senso di vergognagli dissi: stranieronon per mio volere ti porto via: ci ha inviati
Penteo con questi ordini. Invece le Baccantida te incarcerateche avevirastrellato e chiuso nelle galere pubbliche
sono sparite: libere balzano di macchia in macchiainvocando il dio Bromio.I ceppi dei piedi si sono disserrati da soli
le chiavi hanno girato da sole nelle porte. Da quando quest'individuo è aTebei miracoli si moltiplicano. Ma sono affari
tuoi.
PENTEO
Scostatevi da lui. È intrappolato nelle nostre retie non è tanto veloceda riuscire a sottrarsi a me. Di fisiconon sei poi
tanto bruttostranieroalmeno agli occhi delle donnemotivo della tuavenuta a Tebe. Hai i capelli scioltiprovano che
non frequenti palestreti scendono lungo le guanceaccendono i desideri.Hai la pelle bianca e vuoi averla biancastai
all'ombraeviti i raggi del sole: dai la caccia a Afroditecon la tuabellezza. Avanticomincia col dirmi da che lombi
discendi.
DIÒNISO
Nessun vantoper carità. La risposta è semplice. Hai sentito parlare delTmoloil monte dei fiori?
PENTEO
Certoil monte che gira tutto intorno alla città di Sardi.
DIÒNISO
Io vengo di laggiùla mia patria è la Lidia.
PENTEO
I riti che tu importi in Greciadove li hai appresi?
DIÒNISO
Diòniso in persona me li ha insegnatiil figlio di Zeus.
PENTEO
Perchélaggiù c'è uno Zeus che fabbrica nuovi dei?
DIÒNISO
Noè lo Zeus che si è congiunto qui in nozze con Semele.
PENTEO
Ti ha obbligato in sognoo ti è apparso realmente?
DIÒNISO
Io lo vedevolui mi vedevae mi ha trasmesso i suoi riti.
PENTEO
E di che specie sonoper tequesti riti?
DIÒNISO
Segretida non comunicare ai non iniziati.
PENTEO
Ma chi li celebrane ricava un guadagno?
DIÒNISO.
Euripide Baccanti9
Non ti è concesso saperloanche se sarebbe prezioso per te.
PENTEO
Risposta ben falsificataper suscitare la mia curiosità.
DIÒNISO
Le cerimonie del dio hanno in orrore i sacrileghi.
PENTEO
E tu dichiari di avere visto bene il dio com'era.
DIÒNISO
Nocome voleva essere lui: non ero io a poter disporre.
PENTEO
Hai aggirato l'ostacolo con le tue vuote chiacchiere.
DIÒNISO
Chi parla da savio sembra stolto a chi è ignorante.
PENTEO
È questo il primo posto dove sei venuto a immettere il tuo dio?
DIÒNISO
Tutti i barbari ne celebrano il culto danzando.
PENTEO
Perché sono molto più stupidi dei Greci.
DIÒNISO
Molto più intelligentiin questo casoanche se hanno costumi diversi.
PENTEO
Le cerimonie si svolgono di giorno o di notte?
DIÒNISO
Soprattutto di notte: l'ombra comporta solennità.
PENTEO
E inganni e marciume per le donne.
DIÒNISO
Anche in pieno giorno si può incappare in vergogne.
PENTEO
Dovrai render ragione delle tue malvage sottigliezze.
DIÒNISO
E tu della tua insipienzadella tua empietà verso il dio.
PENTEO
È sfrontato il nostro Baccoben conosce la palestra delle parole.
DIÒNISO
Dimmicosa mi capiteràcosa mi farai di tremendo?
PENTEO
Comincerò a tagliarti quei graziosi riccioli.
DIÒNISO
La mia chioma è sacra: la lascio crescere in onore del dio..
EuripideBaccanti10
PENTEO
Poimi consegnerai il tirso che impugni.
DIÒNISO
Strappamelo tu di mano: il tirso che stringo appartiene a Diòniso.
PENTEO
E infinecustodiremo in prigione il tuo bel corpo.
DIÒNISO
Provvederà il dio in persona a liberarmiquando lo vorrò.
PENTEO
Certoquando lo invocherai ritto in mezzo alle tue Baccanti.
DIÒNISO
Anche ora lui è quivicinoe vede cosa soffro.
PENTEO
Ahsì? I miei occhi non lo vedono. Dov'è?
DIÒNISO
Dove sono io. Tu sei un empioperciò non puoi vederlo.
PENTEO
Prendetelo: questo individuo insulta me e Tebe.
DIÒNISO
E io vi dico che è meglio non legarmiio savio a voi insensati.
PENTEO
E ioinveceordino di legartiperché ho maggiore autorità di te.
DIÒNISO
Tu non sai né quello che diciné quello che faie neanche chi sei.
PENTEO
Io sono Penteofiglio di Agavemio padre è Echione.
DIÒNISO
Tu portied è giustoun nome di penadi malaugurio.
PENTEO
Va via. Chiudetelo nelle stalle qui accantoperché veda l'ombra fitta delletenebre. Là dentro balla quanto ti pare. Le
donne che ti sei portato dietrocomplici dei tuoi misfattile venderemo suimercatio le utilizzerò come schiave ai telai
in casa. La smetteranno di suonare questi sordiossessivi tamburi.
DIÒNISO
Muoviamoci pure: quello che è scrittoè scritto. Ma Diòniso verrà achiederti conto di questa violenzaDiòniso che
secondo te non esiste: è lui che tu metti in catenequando fai torto a me.
CORO
str.
Dircefiglia di Acheloo
vergine benedettati invoco:
perché hai bagnato con le tue acque
il figlio di Zeusquando Zeus generatore
lo sottrasse alla folgore inestinguibile
lo rinserrò nella coscia. Dissetuonando:
Vienifiglio due volte partoritoentra
nel nuovo gremboche iomaschio
ti offro: nato due volteecco il tuo nome.
EuripideBaccanti11
e con esso svelo a Tebe la tua natura divina.
Ma tuDirce beatami scacci
non accogli sulle tue sponde
i miei tirsi ornati di ghirlande.
Perché mi respingi? perché mi fuggi?
Ma un giornolo giuro
sulla vite dai dolci grappolidono di Diòniso
anche tu volgerai il pensiero a Bromio.
ant.
Che furiache ira
esplode nel figlio della terra
in Penteostirpe del drago?
Lo generò Echionefiglio della terra
che procreò un mostro selvaggionon
un uomoma un sanguinoso
nemico di Diocome i giganti.
Presto egli nella sua rete
stringerà anche mela compagna di Bromio;
già tiene prigioniero nella reggia
chi guidava il mio tiaso
l'ha chiuso in un luogo di ombra.
Ma tuDiònisofiglio di Zeus
vedi tutto ciò? I tuoi profeti
lottano contro una forza oppressiva.
Ascoltacisignore
tu che scuoti il tuo tirso d'oro
scendi dal cieloferma la violenza
di un insolente assassino.
Dove seioraDiòniso? Scandisci
col tirso i ritmi del tiaso
sul Nisaasilo di belve?
o sulle cime di Delfi? o nelle foreste
del monte olimpodove un tempo orfeo
al suono magico della cetra
attraeva le piante
le bestie feroci?
Te beataPieride
ti onora il dio della gioiaverrà
con i suoi corii suoi riti.
Traverserà i vortici dell'Assio e
il corso del padre Ludiageneroso di
ricchezze e di felicità ai mortali
il Ludia che feconda - dicono -
con le sue belle acque
una regione ricca di cavalli:
verrà il dioguiderà
le danze inebrianti delle Menadi.
DIÒNISO
Ascoltate la mia voceascoltatelaBaccantiohBaccanti.
CORO
Questo grido. Da dovecol suo gridomi chiama il Dio della gioia?
DIÒNISO
Ohvoidi nuovo vi chiamoioil figlio di Semeleioil figlio di Zeus.
CORO
Signorevienisignoreti pregoal nostro tiasotuBromioBromio.
DIÒNISO.
Euripide Baccanti12
Sconvolgi il suolo di questo paesesisma divino.
CORO
Ahah. Presto le case di Penteo saranno squarciate da scosse. Diòniso ènella reggia. onoratelo - Lo onoriamo - Vedete?
Vacillano le travi di pietra sulle colonne. Bromio alza dentro la reggia ilsuo grido di guerra.
DIÒNISO
Accendi la fiaccola violenta della folgore. Brucia le case di Penteobruciale.
CORO
Ahnon vedi il fuoconon lo scorgi intorno al santo sepolcro di Semele?Arsa dal fulmine lasciò dietro di sé questa luce
del tuono di Zeus. Prostratevi a terracoi corpi che tremanoprostrateviMenadi. Assale questa reggiarovescia alto e
basso luiil Signoreil figlio di Zeus.
DIÒNISO
Voidonne barbareperché giacete al suolo così prostrate dalla paura?Avete sentito - si direbbe - Bromio che scuoteva
dalle fondamenta la reggia di Penteo. Alzatevicoraggiosmettetela ditremare tutte.
CORO
O luce eccelsaper noidelle feste di Baccosono così contenta divedertiero rimasta solaabbandonata.
DIÒNISO
Vi ha preso lo sconfortoquando mi han condotto viapensando di gettarminelle buie galere di Penteo?
CORO
Certoche mi ha preso lo sconforto. Chi mi avrebbe protettose la sventuracolpiva te? Ma come hai fatto a liberarti
dalle mani di quel sacrilego?
DIÒNISO
Non è stato difficile per me salvarmi senza fatica.
CORO
Ma non ti aveva legato i polsi con delle corde strette?
DIÒNISO
Anche questa beffa gli ho giocato: credeva di averlo fattoe invece non miha toccatoanzi neppure sfiorato: si nutrì di
illusioni. Trovò un toro nelle stalle dove mi aveva condotto e rinchiuso:con corde gli stringeva ginocchia e zoccoli
ansimando d'iramadido di sudore in tutto il corpostringendo le labbra coni denti. Io gli ero accantostavo
tranquillamente seduto a guardare. Ed eccoin quell'istanteBromio fu lìcominciò a scuotere la reggiaravvivò la
fiamma sul sepolcro di sua madre. Appena ne scorge il bagliorePenteopensando che bruciasse il palazzobalza di qua
e di làordina ai servi di portare fiumi d'acqua; tutti i servi si mettonoall'operasi davano da farema per niente. Poidi
colpolo travolge un altro assillogli viene l'idea che io sia scappato: siprecipitaafferra dentro al palazzo una spada dai
cupi riflessi. Bromioalmeno credoè opinione miafabbrica un fantasmanel cortile: Penteo si avventa contro il
fantasmaripetutamente trapassa il vuoto scintillantecredendo di sgozzareme. Ma Bacco gli infligge un ulteriore
oltraggio; fa crollare l'intero palazzoè tutto un ammasso di rovine;Penteo ha visto come è amaro gettarmi in catene.
Stancorinunziabutta via la spada: aveva osato luiuomolottare controun dio. E io me ne sono uscito tranquillamente
dal palazzosono venuto qui da voisenza preoccuparmi di Penteo. Maaquanto mi sembra - sento rumore di calzari
all'interno - Penteo sta per comparire nell'atrio. Cosa avrà da direadesso? Starò a sentirlo senza battere ciglioanche se
arriva sprigionando una rabbia tempestosa. L'uomo saggio sa praticare ilcontrollo di sé.
PENTEO
Mi è successa una cosa terribile: lo straniero lo avevo incatenato poco facon tutte le regolee ora è fuggito. Ma come?
Quell'individuo è qui? Non è possibile. Come osi farti vedere davanti alpalazzodopo che sei scappato?
DIÒNISO
Fermaticàlmatideponi la furia.
PENTEO
Come hai fatto a scioglierti dalle cordea arrivare qui?
DIÒNISO
Te l'avevo detto - o non mi badavi? - che qualcuno sarebbe venuto aliberarmi..
Euripide Baccanti13
PENTEO
Qualcuno chi? Tu continui a propinarmi strani discorsi.
DIÒNISO
Colui che ha creato per gli uomini la vite ricca di grappoli.
PENTEO
Bel titolo di gloria che gli dai. ordino che vengano chiuse tutte le portedelle torri di cinta.
DIÒNISO
Ma come? Non sai che gli dei passano anche attraverso le mura?
PENTEO
Quante belle cose sai. Ma non quello che dovresti.
DIÒNISO
Quello che dovreilo so sin troppo bene. Ma tuintantoascolta le paroledi quell'uomo che sta arrivando dai monti con
un bel racconto per te: non ti agitareio resto quinon mi muovo.
MESSO
Penteosovrano di Tebearrivo ora dal Citeroneil monte che splende dinevi perenni.
PENTEO
Arrivi dal Citerone. E cosa ti ha indotto a precipitarti qui? Che notizieporti?
MESSO
Ho visto le Baccanti selvaggequelle sfrecciate via da Tebecoi candidicorpi squassati dall'assillo. E sono venuto per
informarti che fanno cose tremendeprodigi allucinanti. Ma prima vorreisapere se sono libero di esporti cosa è
successolassùo se devo ammainare le vele del discorso. Temo le tuereazioni improvvisesignorela tua facile
collerail tuo temperamento troppo regale.
PENTEO
Parla pure: per mein ogni casosei esente da colpe. Non ci si puòsdegnare con chi agisce secondo giustizia. Ma
quanto più è scandaloso quello che hai da riferire sulle Baccantitantopiù dura legge applicheremo contro chi
insidiosamenteha insegnato arti del genere alle donne.
MESSO
Pascolavopoco fasulle alture le mie gregginell'ora in cui il sole mandai primi raggi e comincia a scaldare la terra. E
vedo tre gruppi di donne: il primo lo capeggiava Autonoeil secondo Agavetua madreil terzo Ino. Giacevano tutte
abbandonate al sonnochi col dorso appoggiato ai rami bassi degli abetichicon la testa posata sulle foglie di quercia
sparse al suoloa casoma non scompostamentenon come dici tuebbre divinostordite dalla musica dei flautie a
caccia di Afroditenegli angolini del boscoisolate.
Tua madresentendo il muggito delle mie mandrielanciò un gridolevandosiin mezzo alle Baccantiperché si
scuotessero dal sonno. Ed essescacciando dagli occhi il profondo torporesi rizzarono in piediin uno spettacolo di
compostezza incredibilevecchiegiovanie vergini ignare di nozze.Cominciarono a sciogliersi i capelli sulle spallea
stringere i lacci allentati delle pelli che indossavanoa farsi cintureperi velli screziaticon serpenti che ne lambivano
le guance. Alcunetenendo tra le braccia un cerbiatto o dei lupacchiottiselvaggigli offrivano il dolce latte: erano da
poco madriavevano abbandonato i figlie le mammelle erano ancora turgidealtre si inghirlandavano con corone di
ederadi querciadi smilace fiorita. Una di esseafferrato il tirsolobatté sulla pietra e subito erompe una fresca
sorgente d'acquaun'altra pianta il bastone per terra e di là il dio fecesgorgare una polla di vino; Baccantiprese dal
desiderio della candida bevandagrattavano il suolo colla punta delle dita ezampillavano fiotti di latte: rivoli di miele
squisito stillavano dai tirsi avvolti di edera. Se tu eri con noilassùvedendo queste coseavresti pregatoinvocato il dio
che ora insulti.
Ci riuniamo noipastori e mandriani: avevamo visto cose incredibilistupefacentivolevamo discuterne. E uno di quelli
che hanno contatti con la cittàesperto nel parlarechiese a noi tutti:«Uomini che abitate le sacre pendici del monte
perché non cerchiamo di stanare dai Baccanali Agavela madre di Penteoecosì ci guadagniamo il favore del re?». Le
sue parole ci persuasero e ci mettemmo in agguatoal riparo di folticespugli. All'ora prescritta le Baccanti cominciano a
agitare il tirso per i loro riti; invocavano a una sola voce il figlio diZeusBromioil dio del grido: l'eccitazione si era
trasmessa all'intero boscoalle belve: non c'era più niente di fermotuttosi agitava in frenesia.
Agavenei suoi balzimi passa vicino e io scatto fuori per afferrarlauscendo dal cespuglio dove mi ero nascosto. E
Agave gridò: «Mie cagne velociquesti uomini ci danno la caccia:seguitemiseguitemifate dei vostri tirsi un'arma»..
EuripideBaccanti14
Solo fuggendo riuscimmo ad evitare che ci sbranassero vivi. Ma esse siavventarono sulle mandrie che pascolavano
l'erba: e badanon avevano coltelli in mano. Una agguanta una giovenca collemammelle gonfie che muggivaaltre si
buttano su gruppi di vacchene fanno scempio. Bisognava averlo visto percrederci. Interi fianchizampe dai bifidi
zoccoli vengono scagliate qua e là: pezzi di carne sanguinolentatra iramilasciavano cadere rosse gocce sotto gli abeti.
E i toriprima violentii toriche hanno la rabbia nelle cornasiabbattevano al suolotrascinati da torme di donne. Li
spolparono sino alle ossapiù velocisignoredi un battito delle tueciglia. Poi come uccelli che saettano in aria
volavano sulle distese della pianuraquelle distese che presso le correntidell'Asopo producono per i Tebani fertili
spighe. Piombanole Baccantisu IsiaEritreai piedi del Citerone: comeuno sciame di nemici abbattono e devastano
tuttorapiscono i bambini dalle casee ciò che si caricavano semplicementesulle spalle non cadeva sulla nera terra
bronzo o ferro che fosse; fuoco ardeva tra i loro ricciolima non bruciava.Gli uomini schiumando d'ira per il
saccheggio delle Baccantisi precipitano alle armi: si assistette allora auna scena paurosa. Le punte delle loro lance non
si tinsero di rossoma le Baccantiscagliando i tirsi ferirono e misero infuga gli uomininon senza l'aiuto di un dio. E
di nuovo correvano là da dove erano venutealle sorgenti che il dio avevafatto sgorgare per loro. Si astergevano il
sangue dalle manii serpenti gli leccavano colla lingua le gocce sulleguance.
Chiunque sia questo dioaccoglilo nella tua cittàsignore: egli è grandein ogni cosae diconoa quanto sentoche ha
dato lui agli uomini la vite che scaccia il dolore: e senza vino non c'èAfroditenon c'è nessun altro piacere per gli
uominimai.
CORO
Ho paura a parlare con tutta franchezza al sovranoma ci provo lo stesso:Diòniso non è inferiore a nessun altro dio.
PENTEO
La violenza delle Baccanti dilaga vicino a noi come un incendio: ci copre divergogna agli occhi dei Greci. Non c'è da
esitare. Va alla porta di Elettraraduna tutti gli oplitii cavalleggerivelocii peltastigli arcieriper affrontare le
Baccanti. Subire a opera di donne ciò che stiamo subendo passa ogni limite.
DIÒNISO
Tu non ti lasci convincerePenteonon mi badi quando parlo. Ma anche sericevo del male da teti ripeto lo stesso: non
prendere le armi contro il diostattene quieto: Bromio non ti permetterà dicacciare le Baccanti dai monti della gioia.
PENTEO
Smettila di farmi la lezione. Sei riuscito a scappare: pensa a conservarti lalibertà. o vuoi che ti ricacci in prigione?
DIÒNISO
Iomortalenon me la sentirei di recalcitrare con furia al pungolo di undio. Meglio offrire un sacrificio.
PENTEO
Lo offriròil sacrificio: scateno su per le balze del Citerone un belmassacro di donne: se lo sono meritato.
DIÒNISO
Fuggirete tutti: sarà un'ignominia: gente protetta da scudi di bronzoricacciata indietro dai tirsi delle Baccanti.
PENTEO
Ci siamo trovati a lottare con questo straniero impossibile: non tace mai néquando è sopraffattoné quando attacca.
DIÒNISO
Amico mioun modo per aggiustare le cose ci sarebbe.
PENTEO
E come? Trasformandomi in schiavo delle mie schiave?
DIÒNISO
Ti condurrò io le donne quisenza che tu ricorra alle armi.
PENTEO
Ahiquest'uomo mi sta tendendo una trappola.
DIÒNISO
Quale trappola? Io ti voglio salvarecon le mie arti.
PENTEO
C'è un'intesa tra voiper perpetuare i baccanali..
EuripideBaccanti15
DIÒNISO
L'intesa io ce l'hoè veroma col dio.
PENTEO
Portatemi l'armaturae tu smettila di parlare.
DIÒNISO
Basta. Allora non le vuoi vederele donnetutte insiemesul monte?
PENTEO
Oh se lo voglioe sono pronto a pagare oromolto oro.
DIÒNISO
Come mai ti è piombata addosso tutta questa frenesia?
PENTEO
Ci patiròma voglio vederle ubriache.
DIÒNISO
E ti piacerebbe vedere cose per cui patisci?
PENTEO
Sìma le vedrei in silenzioda dietro gli abeti.
DIÒNISO
Ma ti stanerannoanche se arrivi di soppiatto.
PENTEO
Nodi soppiatto no: in questo hai ragione.
DIÒNISO
Ti devo fare da guidavogliamo avviarci?
PENTEO
Sbrigatinon perdiamo altro tempo.
DIÒNISO
Infìlati un peplo di lino.
PENTEO
Cosa? Devo camuffarmi da donna?
DIÒNISO
Preferisci rischiare la pellese si accorgonolassùche sei un maschio?
PENTEO
Hai di nuovo ragione: la sai lungatu.
DIÒNISO
Diòniso mi ha istruito a puntino.
PENTEO
Come faccio a mettere in pratica i tuoi consigli?
DIÒNISO
Entriamo in casa: penserò io a vestirti.
PENTEO
Con un abito femminile? Mi vergogno.
DIÒNISO.
Euripide Baccanti16
Dunquenon ti interessa più vedere le Menadi?
PENTEO
Spiegami come intendi acconciarmi.
DIÒNISO
Intantoti scioglierò i capelliche porti raccolti sul capo.
PENTEO
E il secondo tratto del mio abbigliamento?
DIÒNISO
Un peplolungo sino ai piedie un nastro in testa.
PENTEO
Il tuttocompletato con cosa?
DIÒNISO
Un tirso da impugnaree una screziata pelle di cerbiatto.
PENTEO
Non me la sento di vestirmi da donna.
DIÒNISO
Dunqueverserai sanguedando battaglia alle Baccanti.
PENTEO
Giusto: prima bisogna partire in esplorazione.
DIÒNISO
È meno sciocco che andare a caccia di un male con un altro male.
PENTEO
Ma come faccio a attraversare la città di Cadmo senza che mi vedano?
DIÒNISO
Passeremo per strade deserte; ti guiderò io.
PENTEO
Meglio qualunque cosa che venir schernito dalle Baccanti. Entriamo in casaedeciderò sul da farsi.
DIÒNISO
Come ti pare: io da parte mia sono bello e pronto.
PENTEO
Allora entrerei nella reggia: e poi ne uscirò armato da capo a piedi oattenendomiinveceai tuoi consigli.
DIÒNISO
Donnel'uomo si getta nella reteverrà dalle Baccantie sconterà questacolpacolla morte.
Diònisoora tocca a te: non sei lontano. Lo puniremo. Primaperòfallouscire di cervelloiniettagli una confusa follia
perché se ragiona non vorrà indossaremaiun abito femminile. Mafuorviato di sennose lo metterà. Voglio esporlo al
riso dei Tebanicondurlo attraverso la città camuffato da donnadopoquelle minacce che lo rendevano terribile. Ma
vado a preparare per Penteo l'abbigliamento con cui scenderà all'Adescannato dalle mani di sua madree saprà chi è
Diònisofiglio di ZeusDio in tutto e per tuttotremendo e dolcissimo peri mortali.
|[continua]||[BACCANTI2
]|CORO
str.
Mi accadrà mai di danzare
a piedi nudinelle veglie notturne.
EuripideBaccanti17
inebriata di Baccoroteando la testa
nell'aria umida di rugiada?
Come la cerbiatta che gioca
nei verdi piaceri del prato
scampata al varco di fitte reti
a inseguitori feroci:
ma grida il cacciatoretesa è la corsa dei cani
rapida come tempestatormentosa è la fuga
balza la cerbiatta per la pianura
lungo il fiumee finalmente gioisce
dell'assenza dell'uomodei germogli
di una ombrosa foresta.
La saggezza ideale! È calcare più forte
il piede sul collo dei nemici?
È questo il dono più bello dei celesti
ai mortali? Il bello
è preziososempre.
ant.
La forza degli dei! Tardi si muove
ma è sicuracolpisce chi onora
la vanagloriachi non esalta
la vita dei superni e ha per compagna
la follia. Nascondono gli dei
astutiil lungo passo del tempo
perseguono il sacrilego.
Non è bene conoscere e operare
oltre la parte assegnata.
Costa ben poco pensare che dio
chiunque egli siaè potente
e che eterneancorate a natura
sono le norme scandite dai secoli.
La saggezza ideale! È calcare più forte
il piede sul collo dei nemici?
È questo il dono più bello dei celesti
ai mortali? Il bello
è preziososempre.
Felicità è sfuggire alla tempesta
del mareraggiungere il porto
felicità è trovarsi oltre il dolore
vincere gli altricomunque
in ricchezzain potenza. Infinite
sono le speranze come infiniti gli uomini:
si compiono o svaniscono. Ma io
giudico fortunata la vita
di chi è felice giorno dopo giorno.
DIÒNISO
Tu che sei ansioso di vedere quello che non si deve vederee cerchi quelloche non si deve cercaredico a tePenteo
esci dalla reggialasciati guardare nel tuo abbigliamento di donnadiMenade delirantedi spia di tua madre e del suo
stuolo. Perfetto: ti si direbbe una delle figlie di Cadmotale e quale.
PENTEO
Mi pare di vedere due solie Tebela città delle sette portemi sembra divederla doppia. E tu davanti a metu che mi
guidimi sembri un toroti sono cresciute sulla testa corna di toro. Ma unavoltaeri una bestia selvaggia? Perché
adesso sei divenuto proprio un toro.
DIÒNISO.
Euripide Baccanti18
Dio è con noi: prima era ostileora è un alleato; ora sì che vedi quelloche devi vedere.
PENTEO
Come ti sembra che stia? Ce l'ho il portamento di Inoo magari di Agavemiamadre?
DIÒNISO
Vedendo temi sembra di vedere una di loro. Ma guarda che ti è andato unricciolo di traversonon è più come te lo
avevo sistemato io sotto il nastro.
PENTEO
Mi è andato fuori posto dentro la reggiaquando scuotevo i capelli avanti eindietronella danza bacchica.
DIÒNISO
Permettimi di riaggiustartelo: a noi compete essere tuoi servi. Tieni su latesta.
PENTEO
Eccofammi bello: sono nelle tue mani.
DIÒNISO
La cintura ti si è allentata e le pieghe del peplo non cadono diritte sullecaviglie.
PENTEO
Pare anche a mema solo a destra: a sinistra la veste piomba bene sopra iltallone.
DIÒNISO
Quando ti accorgerai che le Baccanti non sono le svergognate che credevimiriterrai il migliore dei tuoi amici.
PENTEO
Per assomigliare di più a una Baccantedevo impugnare il tirso colla destrao colla sinistra?
DIÒNISO
Colla destrae contemporaneamente alza il piede destro: mi rallegro che haicambiato modo di ragionare.
PENTEO
E pensi che potrei sostenere sulle spalle il Citeronecon le sue convalli ele sue Baccanti?
DIÒNISO
Puoise lo desideri: prima la tua mente era offuscataora il tuo cervelloè come bisogna che sia.
PENTEO
Portiamo delle leve? o devo sollevarlo con le mani il Citerone e lasciarmeloscivolare sulle braccia o sulle spalle?
DIÒNISO
Non vorrai distruggere le dimore delle Ninfele sedi di Pandove risuonanoi suoi flauti.
PENTEO
Hai detto bene: le donne non vanno piegate colla forza: mi nasconderò dietrogli abeti.
DIÒNISO
Ti nasconderaicome deve farlo uno che va subdolamente a spiare le Baccanti.
PENTEO
Secondo meora sono nei cespuglicome degli uccelli presi nelle dolcissimereti d'amore.
DIÒNISO
E non è per questo che ti spingi a esplorare? Probabilmente le cattureraise non saranno prima loro a catturare te.
PENTEO
Aprimi la strada attraverso Tebe: sono l'unico dei Tebani che osa fare questecose.
DIÒNISO.
Euripide Baccanti19
L'unico che porta pena per questa cittàl'unico: per questoti attendonole prove che devi affrontare. Seguimi: io sono la
tua scortala tua salvezza: un altro ti ricondurrà di laggiù.
PENTEO
La donna che mi ha generato.
DIÒNISO
Sarai un esempio per tutti.
PENTEO
È per questo che vado.
DIÒNISO
Ma al ritorno ti porteranno...
PENTEO
Un trattamento raffinato.
DIÒNISO
le mani di tua madre.
PENTEO
Mi preannunzi delizie.
DIÒNISO
Straordinarie delizie.
PENTEO
In ogni casoquelle che merito.
DIÒNISO
Sei un essere terribileterribile e terribili prove ti attendono. Troveraiuna fama che si alza sino al cielo. Tendi le tue
maniAgavee voifiglie di Cadmonate da uno stesso seme: io conducoquesto giovane a un grande confronto: il
vincitore sarà Bromiosarò io. Il restolo diranno i fatti.
CORO
str.
Andatecagne veloci della Folliasalite sul monte
dove le figlie di Cadmo celebrano Bacco
scatenatele contro chi
travestito da donna spia le Menadirabbioso.
La madre per prima
lo vedrà guardare di nascosto
da dietro una nuda roccia o in cima a un albero
e griderà alle Baccanti:
chi ha raggiunto la vetta del montedel monte
per spiare le figlie di Cadmo che corrono sul monte?
Chi è? Chi è? Chi lo ha partorito?
Non ha certo sangue di donna
ma di leonessa
è della razza delle Gorgoni libiche.
Venga armata di spadarifulga la giustizia
trafigga da parte a parte la gola
all'ateoall'iniquoal sacrilego
figlio di Echioneil nato dalla terra.
ant.
Con empio desiderio e furia scellerata
egli avanza contro di teBaccomuove contro
le feste di tua madre con demente sentirecon delirante audacia;
pretende di domare l'invincibile..
EuripideBaccanti20
Ma una morte che non cede ai raggiri
insegna la prudenza verso dio.
Sicura dal dolore è la vita
di chi sta nei suoi limiti d'uomo.
Non invidio un sapere vano
non lo cerco: a me danno gioia
le cose grandilimpidetese sempre al bene
condurre una vita pura notte e giorno
rendere onore agli deirespingere
ogni norma che offenda giustizia.
Venga armata di spadarifulga la giustizia
trafigga da parte a parte la gola
all'ateoall'iniquoal sacrilego
figlio di Echioneil nato dalla terra.
ep.
RivélatiDiònisomostrati come un toro o un drago
dalle cento teste o un rutilante leone
e col tuo volto sorridente
avvolgi in una rete di morte
il cacciatore delle Menadi
caduto preda della mandria.
2° MESSO
Agli occhi della Greciaeri feliceun temporeggia del vecchio di Sidonel'uomo che seminò la sua messe nella terra
del serpentedel drago. Ma oraioche sono un servopiango su di te.
CORO
Cosa c'è? Che notizie ci porti delle Baccanti?
2º MESSO
È morto il figlio di EchionePenteo.
CORO
Bromiosignoretu ti riveli un grande dio.
2º MESSO
Cosa dici? Che parole tiri fuoridonna? Provi gioia per le sventure dei mieipadroni?
CORO
Grido la mia gioiaio stranieracon canti barbari: non tremo piùnon mifanno più paura le catene.
2º MESSO
Credi Tebe così pove ra di uomini...
CORO
Non Tebenoma Diòniso ha potere su di me.
2º MESSO
Capiscodonne: ma non è bello rallegrarsi delle sventure che succedono.
CORO
Raccontamispiegami come è morto quell'individuo ignobilequell'arteficedi empietà.
2º MESSO
Lasciate le ultime case di Tebeguadammo l'Asopo e ci inoltriamo su per lerocce del CiteronePenteoioche seguivo
il mio sovranoe davanti lo straniero che apriva la marcia.
Ci fermiamo in una valle verdeggiantesenza parlarebadando a non farrumore: volevamo vedere senza essere visti.
Era una valle scoscesapercorsa da torrentiombreggiata da pini. Làsedevano le Baccantiimmerse in piacevoli fatiche.
Alcune incoronavano con nuovi ciuffi d'edera un tirso mortoaltre cantavanoa voci alterneun inno a Bacco:
sembravano puledre affrancate dal loro giogo istoriato. Ma Penteol'infelicenon scorgeva questa massa di donne e.
EuripideBaccanti21
disse: «Stranieroda qui dove siamo adesso i miei occhi non colgono lebastarde Menadi: ma se salgodalle roccein
cima a un abetenon mi sfuggirebbero le loro immonde azioni».
E allora assisto a un impressionante miracolo dello straniero. Afferra ilramo più alto di un abeteproprio sulla sommità
lo piega lentamentelo flette sino alla nera terra; si curvava come un arcocome il legno che il tornio ruotando veloce
foggia a forma di ruota. Lo straniero con le mani tira giù sino al suoloquel tronco selvatico: non fucertoimpresa da
mortale. Sistema Penteo sui ramilentamente lascia andare l'abetenon discattoper non disarcionare Penteo: dritto si
staglia contro il cielo l'alberocol mio padrone in cima. Le videallorale Baccantio piuttostofurono esse a vedere lui.
Quando ormai lo si poteva distinguere lassùe lo straniero era sparito dicolponell'etere echeggiò una vocela voce -
credo - di Diòniso: «o giovaniecco vi ho portato l'uomo che si fa beffedi me e del mio culto: a voi punirlo». Mentre
diceva cosìil cielo e la terra si copersero del bagliore di un fuocoterribile: l'aria si fece silenziosatacquero nel fitto
bosco le foglienon si udiva ansito di belva.
Alle orecchie delle Baccanti giunse indistinto il grido: si drizzarono inpiedisi guardavano intorno. Di nuovo echeggiò
la voce di Baccochiari ne intesero gli ordini ora le figlie di Cadmo:balzando impetuose nella corsa saettarono come
colombeAgavela madrecon le sue sorelle dello stesso semee le Baccantitutte: saltavano oltre dirupi e torrenti
invasate dallo spirito del dio. Quando scorsero il mio padrone appollaiatosull'abetecominciarono a gettargli contro dei
sassi con estrema violenzadall'alto di una rocciauna sorta di torred'assedioe lo tempestavano con rami d'abete
lanciavano tirsiattraverso l'ariacontro quel povero bersaglio di Penteo.Ma senza colpirlo. Si accanivano: e l'infelice
era fuori della portata dei loro tirima privo di scampoormai. Spezzanopoi rami di querciacercando di svellere l'abete
dalle radicicon quelle leve non di ferro. Ma anche così i loro sforzicaddero nel vuoto. Disse allora Ag ave: «Perché
non ci disponiamo tutte intornoe afferriamo il tronco per catturare labelva che c'è salita sopra? Non deve raccontare in
giro i nostri riti segreti». Mille mani insieme ghermirono l'abetee lodivelsero: Penteo sbalzato dal ramo precipita al
suolo dall'altogridando di terrore: aveva capito di essere vicino allafine.
La madre gli piomba addosso; come sacerdotessa fu lei a dare inizio alloscempio. Penteo si strappò il nastro dai capelli
perché la povera Agave riconoscesse suo figlionon lo ammazzasse.Toccandole le guancela supplicava: «Madresono
tuo figlioPenteoil figlio che hai partorito nella reggia di Echioneabbipietàmadrenon uccidere tuo figlio per punire
le mie colpe».
Colla bava alla boccaroteando le pupille stravolteincapace di recuperarela ragione - il dio la possedeva - Agave non
ascolta suo figlio. Agguanta il braccio sinistro di quell'infeliceglipianta un piede contro le costolee tiragli asporta
una spallanon per forza propriail dio le aveva infuso nelle mani tuttoquel vigore. E Ino completa l'opera dall'altro
fiancogli squarta le carnigli si buttano addosso Autonoe e la massa delleBaccanti. L'aria si riempì di clamori; Penteo
gridò finché ebbe respirole Baccanti celebravano con urla il trionfo. Euna brandiva un braccio di Penteol'altra un
piede con il calzarei fianchi erano stati spolpatia strappi: con le maniinsanguinatele Baccanti giocavano a palla con
i resti di Penteo.
I pezzi del cadavere giacciono disseminati dappertutto: sotto le scarpatenel fitto profondo del bosco: non sarà facile
rintracciarli. Della misera testa di Penteo si è impadronita la madrel'haconficcata in cima a un tirsola ostenta giù per
il Citerone come la testa di un leone di montagna. Ha lasciato le sorelle inmezzo ai cori delle Baccantista per entrare
in cittàdentro le murafelice per la sua preda sciaguratainvocandoBaccoil suo compagno di battutache ha
collaborato alla catturail dio della vittoriae gli porta una vittoriagonfia di lacrime.
Ma io mi allontano da questa sventura prima che Agave arrivi alla reggia.Avere sennovenerare gli deiecco la cosa
più bella: la sapienzacredopiù alta e utile per i mortali che ne fannouso.
CORO
Intrecciamo danze in onore di Baccosi acclami la sventura
di Penteostirpe del drago.
Ha indossato una veste da donna
ha impugnato il bel tirsouna fedele
bacchetta magica di mortedi morte per lui:
un toro gli ha aperto la strada della sventura.
Baccantifiglie di Cadmo
avete trasformato uno splendido inno
di trionfo in lutto e dolore.
Magnifica vittoria
cingere il capo del figlio
con la mano lorda di sangue!
Ma ecco la madre di Penteo: si dirige verso la reggia con occhi stravolti: unbenvenuto al corteo del dio della gioia!
AGAVE
str.
Baccanti d'Asia!
CORO.
Euripide Baccanti22
Cosa vuoi da me?
AGAVE
Portiamo a palazzo dai monti l'edera appena coltauna preda di cacciafortunata.
CORO
Lo vedo e ti accoglierò in mezzo a noi.
AGAVE
Senza reti ho catturato questo cucciolo di leone: lo vedi?
CORO
Lontano da qui?
AGAVE
Il Citerone...
CORO
Sì...
AGAVE
Lo ha condannato a morte.
CORO
Chi lo ha colpito per prima?
AGAVE
Io ho avuto l'onoreio che nei tiasi chiamano Agavela beata.
CORO
E poi?
AGAVE
Le figlie di...
CORO
Di?...
AGAVE
Le figlie di Cadmo. Dopo di medopo di me han messo le mani su questa belva:la caccia ha avuto buon esito. Vi invito
al banchetto.
CORO
ant.
Quale banchettodisgraziata?
AGAVE
È un torello giovaneda poco gli è spuntata la lanugine sulle guancesotto il morbido pelame della testa.
CORO
Sìper il suo pelame folto sembra un animale feroce.
AGAVE
Baccoil saggio cacciatoreha saggiamente aizzato contro questa fiera leMenadi.
CORO
È un cacciatore di predeil mio signore.
AGAVE
È una lode?
CORO.
Euripide Baccanti23
È una lode.
AGAVE
Presto anche i Cadmei...
CORO
E tuo figlio Penteo...
AGAVE
Loderà la madre che ha catturato questo bottinoun leone.
CORO
Strano bottino.
AGAVE
Stranamente preso.
CORO
Sei contenta?
AGAVE
Sono felice; ho ottenuto con questa caccia grandi cosegrandie splendide.
CORO
Povera donnamostra ai cittadini la preda trionfale con cui sei arrivataqui.
AGAVE
Abitanti della città di Tebebella di torriaccorrete a vedere la predacatturata da noile figlie di Cadmonon con i
giavellotti perfezionati dei Tessalinon con le retima con la forza diqueste pallide mani. E poi c'è chi si gloria di
essere bravo cacciatoreperché compra dai fabbricanti delle armi inutili!Con le mani nude noi l'abbiamo catturata
questa belvae l'abbiamo squartata.
Dov'è il mio vecchio padre? Che si avvicini. E mio figlio Penteodov'è?Arrivi con delle scalele appoggi ai muri del
palazzo: c'è da inchiodare sul fregio questo cranio di leoneil miobottinoosservatelo.
CADMO
Seguitemicon questo triste carico di Penteoseguitemiservidavanti allacasa: a faticadopo tanto cercarene porto
qui il cadavere. L'ho ritrovato nei crepacci del Citeronedilaniatone horicomposto i pezzi dispersinon ce n'era uno
accanto all'altro: era difficile rintracciarli nella foresta.
Qualcuno mi ha riferito la follia delle mie figlie: avevo lasciato leBaccantiero appena rientrato in cittàtra le muracol
vecchio Tiresia. Allora mi sono di nuovo incamminato verso il montee neriporto giù il ragazzomassacrato dalle
Menadi. Ho visto Autonoela moglie di Aristeola madre di Atteonee conlei Inoentrambe ancora in preda all'assillo
furiosoinfelici donnetra i querceti; qualcuno mi ha riferito che Agavecon delirante passo di danzasi era diretta qui;
il messaggio era verola vedo; è una scenaper meorribile.
AGAVE
Padrepuoi vantarti davvero di avere messo al mondo le figlie migliori checi siano in assoluto. Parlo di tuttema in
particolare di meche ho abbandonato spola e telaio per imprese più grandiper la caccia alle belvea mani nude. Ecco
il mio trofeoe lo porto tra le bracciacome vedi; deve essere appeso alpalazzo: te lo consegnopadre. Rallègrati per il
mio successoinvita gli amici a banchetto. Fortunato seifortunato per lenostre gloriose gesta.
CADMO
o dolore senza misura! Non posso guardare lo scempio compiuto dalle vostrepovere mani. Bella la vittima che hai
immolato agli deie ora ci inviti al banchettoTebe e me. Che sventuralatua e la mia. Il dio che è nato in queste case
Bromioera giusto che ci punisse: ma non cosìcosì è troppo.
AGAVE
Come sono noiosi i vecchitanto scorbuticisempre. Vorrei tanto che miofiglio diventasse un bravo cacciatoresulle
orme di sua madrequando braccherà le belve coi giovani Tebani. Ma lui èbravo solo a rifarsela cogli dei. Tocca a te
padredargli buoni consigli. Perché non me lo fate venire qui? Deveassistere alla mia felicità.
CADMO.
Euripide Baccanti24
Quando vi tornerà la ragionepatirete il patibile per quello che avetefatto; ma se rimarrete sempre così come adesso
non vi sembrerà di essere infelicianche se lo siete.
AGAVE
Cosa c'è che non vacosa ti da fastidio?
CADMO
Ti pregoalza gli occhiun attimoverso il cielo.
AGAVE
D'accordoperché vuoi che lo faccia?
CADMO
Ti sembra lo stessoo ti sembra diverso?
AGAVE
È più luminosopiù limpido.
CADMO
E sei ancora tutta sottosopranel tuo animo?
AGAVE
Non capisco cosa dici. Ma la mia testa si va schiarendoqualcosa è cambiatonella mia mente.
CADMO
Sei in grado di ascoltarmi e rispondermi con chiarezza?
AGAVE
Sìle cose che abbiamo detto prima le ho scordatepadre.
CADMO
Dimmiquando hai preso maritoin che casa sei entrata?
AGAVE
Mi hai dato in moglie a Echionedella stirperaccontanodel drago.
CADMO
E hai avuto un figlio da Echione?
AGAVE
SìPenteonato dall'unione mia e di suo padre.
CADMO
E la testa che tieni fra le braccia di chi è?
AGAVE
Di un leoneme l'hanno assicurato quelle che gli davano la caccia.
CADMO
Guardalo bene: non ti costerà un grande sforzo.
AGAVE
Dio miocosa vedo? Che cosa ho tra le mani?
CADMO
osservalo per capire meglio.
AGAVE
Dioche rovina. Un tremendo dolore io vedo.
CADMO
E ti sembra che assomigli a un leone?.
EuripideBaccanti25
AGAVE
Notra le mie mani iosventuratatengo la testa di Penteo.
CADMO
Tu lo riconosciorama io prima ho pianto su di lui.
AGAVE
Chi l'ha ucciso? Come è capitata la sua testa fra le mie mani?
CADMO
Triste veritàapparsa quando ormai è troppo tardi.
AGAVE
Parlail cuore mi si sta spaccando per quello che mi aspetto.
CADMO
L'avete ucciso tu e le tue sorelle.
AGAVE
Ma dove è morto? In casa? o fuori?
CADMO
Nello stesso posto dove un giorno sbranarono Atteone le sue cagne.
AGAVE
Ma cosa era andato a farequell'infelicesul Citerone?
CADMO
Era venuto per deridere il dio e i tuoi Baccanali.
AGAVE
E noicome ci siamo trovate sul Citerone?
CADMO
Eravate impazzitetutta Tebe era in preda al delirio bacchico.
AGAVE
Diòniso ci ha distruttoora lo capisco.
CADMO
Era stato offeso a sangue da voinon lo credevate un dio.
AGAVE
Ma dov'èpadreil corpo di mio figlio?
CADMO
Con molta fatica l'ho ritrovato e l'ho riportato con me.
AGAVE
Ma è ancora tutto intero il corpoè intatto? E Penteoche parte ha avutonella mia demenza?
CADMO
Si rivelò uguale a voi; non rese onore al dio. E allora il dio ha accomunatotutti in una stessa condannavoi e Penteoha
distrutto la mia famiglia e me. Ioche non ho generato nessun maschiomivedo qui sotto gli occhimorto nel modo più
orrendo e infamequesto frutto del tuo grembo: a lui guardava la reggia: tuerifiglioil sostegno del mio palazzotu
nato da mia figliae sapevi incutere rispetto alla città. Nessuno avrebbeosato offendere me vecchiomentre eri vivo: lo
avresti punito come meritava. E adesso ioCadmo il grandeio che hoseminato la stirpe del drago e mietuto la messe
più bellasarò spogliato dei miei onoriespulso dalla mia casa. E tulacreatura a me più cara al mondo - sei mortoma
sempre resteraifigliola creatura a me più cara al mondo - non carezzeraipiù la mia barba colla tua manonon mi
abbraccerai più chiamandomi «il padre di tua madre»chiedendomi:«Qualcuno ti fa tortovecchioti umilia? Qualcuno
ti infastidisceti fa soffrire? Dimmelopenserò io a farla pagare a chi èingiusto con tepadre». ora io sono finitosu te è.
EuripideBaccanti26
scesa la sventurae sulle sorelle di tua madre; per tua madre resta solo lapietà. Chi si sente superiore agli deiguardi
questo cadavere e crederà che essi esistono.
CORO
Patisco per teCadmo; ma il figlio di tua figlia ha avuto ciò che si eraguadagnatoanche se tu ne soffri.
AGAVE
Padrevedi come tutto è cambiato per me. Se non avessi macchiato così lemie mani... Come riusciròsventurataa
stringere con delicatezza al seno mio figlio? Piangere su di luiabbracciarne i restiuno per unocoprire di baci le carni
che avevo nutrito. Coraggiovecchio. La testa di questo infelice rimettilasul troncoricomponiamo per bene quel corpo
che era tanto forte. o viso carissimoguancia tanto giovaneeccodistendoquesto velo su di voisulle membra straziate
che stillano sangue.
DIÒNISO
Ha peccatoaccecato da un furore gelosocontro un dio benevolo: si èspinto a gettarmi in catenea rovesciare ingiurie
su me. Perciò è morto per mano di chi mai avrebbe dovuto farlo. Ha avutoquesta sortedegna di lui. Quanto ai Tebani
non vi nasconderò cosa li aspetta. Dovranno lasciare Tebecedere di fronteai barbariperverranno in molte cittàcol
giogo della schiavitù sul collo. osarono dichiararecon discorsi falsi evergognosiche io ero figlio di un mortale. E non
è stato l'unico oltraggio nei miei confronti. E anche tul'assassinae letue sorelle dovrete lasciare Tebescontare il
vostro empio delitto; non rivedrete più la patriaè sacrilego che gliuccisori restino accanto alla tomba degli uccisi. E
oraCadmoti preciserò i mali che dovrai subire tu. Ti trasformerai in undragoe tua moglie Armoniache tuun
mortalehai avuto in moglie dal dio Aressuo padretramutata in bestiaprenderà l'aspetto di una serpe. Guiderai un
carro tirato da buoicosì dice l'oracolo di Zeuscon Armonia al tuofiancocapeggerai orde barbariche. Metterai a ferro
e a fuoco molte cittàcon uno sterminato esercito: ma esso conoscerà unatriste via di ritorno dopo il saccheggio del
santuario di Apollo. Tu e Armonia sarete salvati dal dio Aresche vi destinaalla terra dei beati.
Questo proclamo ioDiònisofiglionon di un uomoma di Zeus. Potevateessere saggima non lo avete voluto: ora
sareste felicicol figlio di Zeus vostro alleato.
CADMO
Diònisonoi siamo qui supplicinoi che ti abbiamo offeso...
DIÒNISO
Troppo tardi avete imparato a conoscere chi sono: non lo avete fatto quandoera necessario.
CADMO
Lo ammettiamo: ma tu troppo ci perseguiti.
DIÒNISO
Si capisce. Ioun diosono stato oltraggiato da voi.
CADMO
Non è bello per gli dei agire come i mortalinell'ira.
DIÒNISO
Mio padre Zeus ha già deciso tutto questo da tempo.
AGAVE
Vecchiola sentenza è emessa: esilioamaro esilio.
DIÒNISO
E alloraperché ostinarsi contro l'ineluttabile?
CADMO
Figliasu noi è piombata una spaventosa sventura: su tesulle tue poveresorellesu di me. Iovecchiodevo andarmene
a vivere tra i barbarida straniero: e l'oracolo decreta che guiderò controla Grecia un'ordaun'accozzaglia di barbari. E
mia moglie Armoniala figlia di Aresdivenuta una serpe selvaggialacondurrò iotrasformato in dragocontro gli
altari e le tombe dei Greciaprendo il cammino alle lance. I maliper menon cesseranno mai. Non avrò pace neppure
varcato l'Acheronte.
AGAVE
Padreti perdol'esilio mi separa da te..
EuripideBaccanti27
CADMO
Perchépovera figliagetti le braccia al collo di un essere inutilecomemeun vecchio cigno grigio?
AGAVE
Cacciata dalla mia patriadove trovo rifugio?
CADMO
Non lo sofiglia; tuo padre ti serve a ben poco.
AGAVE
Addioreggiaaddiocittà paterna: vi lasciostanze nuzialiper untriste esilio.
CADMO
Vaorafiglia.
AGAVE
Io mi angustio per tepadre.
CADMO
E iofigliasono gonfio di lacrime per teper le tue sorelle.
AGAVE
Ha infieritoDiòniso signorebrutalmentecontro le tue case.
DIÒNISO
Mi avevate offeso in modo ignominiosorifiutando onori al mio nomein Tebe.
AGAVE
Stammi benepadre.
CADMO
Stammi benepovera figlia. Ma è un augurio così improbabile.
AGAVE
Conducetemivi pregodalle mie sorelle: saranno le mie desolate compagne diesilio. Voglio andare dove non mi veda
più il turpe monteil Citeronee dove i miei occhi non possano vederlodove non esista neanche memoria del tirso;
altre Baccanti se lo tengano caro.
CORO
Molti sono gli aspetti del divinomolte le risoluzioni inattese dei celesti;quello che si credeva non si è compiutoun dio
trova la strada per l'impossibile e questa vicenda si è suggellata così.