home page
pagina iniziale |
by |
|
Sofocle
Aiace
Edizione Acrobat
a cura di
Patrizio Sanasi
(patsa@tin.it).Sofocle Aiace
2
PERSONAGGI DEL DRAMMA
ATENA
ODISSEO
AIACE
CORO
di marinai della nave diAiaceTECMESSA
CORRIERE
TEUCRO
MENELAO
AGAMENNONE
PERSONAGGI MUTI
EURISACE
PEDAGOGO
ARALDO MILITARE
Il luogo: prima lo spiazzo davanti alla tenda di Aiacenel campo grecoall'assedio di Troia; poi una radura isolatasul
mareombreggiata da cespugli.
AIACE
Odisseo sta perlustrando il terreno davanti alla tenda. Atena è alle suespalle.
ATENA
Ti fissoOdisseo di Laerteora per ora: ostinato a scovarecarpire unapista contro chi odi. Come adessot'osservo
sguinzagliato da tanto attorno alla tenda d'Aiaceall'imbarcoall'estrematrincea.l Calcoli i segni dell'uomol'ultima
improntavorresti capire se c'èlà sottoo non c'è. Ottima scorta perte il tuo puntareha buon naso: da cagna volpina
direi. Esattolui è là sottoda poco. Colanosudano faccia e maniguerriere assassine. Bastanon sforzarti a frugare là
dietro l'entratacon gli occhi. Di' la tua febbrea che scopo t'impegni.Potresti imparare da una che sa.
ODISSEO
Grido d'Atenala più mia degli dèi! Ah sìmi si svela all'orecchio ilmessaggio - lei è indistintache importa - lo catturo
mi penetra: da metallica golaquasidi tromba perfetta. Come sempre m'haiscrutato a fondotu. Sìsto puntando
accerchiando uno che detesta noi tuttiAiacel'uomo dello scudo. Certolui. Non un altro: lo pedino da un pezzo. Vedi
questa notte ci ha diretto contro un gesto assurdo. Sempre se è sual'azione. Vedinon c'è prova che inchiodi: si tenta
alla cieca. Allora mi offromi accollo io quest'impegno.
Che massacro. Proprio un attimo fa lo scopriamo: un macello totaleperterradelle bestie razziatedei vaccari di
guardialà in mezzo. Colpo di mano. Circola voce che il criminale siaquello là dentro. L'ha intravisto un teste oculare e
m'informachiarisce: tripudiava su e giù per lo spiazzosololui e laspada calda grondante. Di volo io scatto sui segni
di passi: i suoiqua e làli decifrosu altri mi blocconon ho elementichissà di chi sono. Perfettoil tuo intervento: il
tuo polsolo sentomi pilota costante nelle mie scelte di ierie in quellefuture.
ATENA
L'ho capitoOdisseo. T'ho incrociatoper tempoper esserti amica nella tuabattuta.
ODISSEO
Di'tu che mi possiedimira preciso il mio sforzo?
ATENA
È così: questa è opera suadel tuo uomo.
ODISSEO
E il motivodel suo scatto demente?.
SofocleAiace3
ATENA
Rabbia. Rabbia pesanteper le solite armi di Achille.
ODISSEO
Ma su bestie..? Che è il suo piombare su bestie?
ATENA
Illusioned'imbrattare le mani su di voi massacrati.
ODISSEO
Di'era impulso coscienteproprio contro gli Argivi?
ATENA
Già azione concretase non ero attentaio.
ODISSEO
Com'è esplosa la furial'istinto aggressivo?
ATENA
Loscocol buiovi precipita addosso. Solo.
ODISSEO
Di'ci fu addossoormai sul traguardo?
ATENA
Già a contatto dei capilà sulla soglia.
ODISSEO
E ferma il gesto omicida a mezz'aria. Che fu?
ATENA
Io. L'inchiodo. Nel cervello gli sferro visioni asfissiantinella suafrenesia disperata. Lo dirotto su pecore e caprepoi
sul bestiame di guerramassa ancora comunesotto vaccari guardiani. Caddelà in mezzo: tosatura di mortefolla di
cornagorgoa schiantare le schiene. Per luiammazzava i due Atridistretti sotto i suoi colpi: poi un altroaddossoun
altro dei capi d'armata. Illuso. Noero io! Col suo cervello malatoossessionatoio lo frustavol'affondavo nella
trappola cupa. Alla fine la smise con quel suo ammazzare. Ora tocca allebestie vive: le lega coi lacci e col grosso del
gregge le tira al coperto. Nemici catturaper lui' non la massa bovina!Anche adesso continua l'osceno supplizio delle
bestie inchiodatesotto la tenda.
Vieni. Mostrerò anche a te la demenza di Aiacelampante. Guardala beneegridala ai Greci del campo. Sta' calmo
resisti. Non prenderlo come una disgrazia tuail contatto con lui: io facciobarriera al bagliore stravolto degli occhi. Non
vedrà che sei tu.
(Atena sivolge alla tenda) Ehiehi tuche raddrizzi le ossa ai nemici tua preda con tratti di cordafattiavantiti dico. Aiacemi senti? Scopritiesci!
ODISSEO
Che vuoi fareAtena? Nono non chiamarlo.
ATENA
Silenzio. Riprenditi. Viltà è la tua meta?
ODISSEO
Nono o déi! Resti fermo là sotto. Mi basta.
ATENA
Che può capitare? Cos'è stato finora: un uomo.
ODISSEO
Pieno d'odio. Contro Odisseooggi come sempre.
ATENA
Ridere in faccia a chi odi. Ecco la risata più cara!
ODISSEO.
Sofocle Aiace4
A me bastati dicose lui non si muove da là.
ATENA
Maniaco: ma uomo. E tu tremia vederlonel chiaro del giorno?
ODISSEO
Sì. Fosse sano non tremereinon avre i cedimenti.
ATENA
Neanche cosìnon vedrà che sei tulì vicino.
ODISSEO
Davvero? Vedrà bene con gli occhigli stessi di sempre.
ATENA
Io gli annero la vistalo sguardo sbarrato.
ODISSEO
Ah sì. Se trama un diopuò nascere tutto.
ATENA
Fermatitaci. Resta come ti trovi.
ODISSEO
Restova bene. Ma come direi: nome ne vado!
ATENA
(rivolta alle tenda)Aiace! T'ho già chiamato una volta. Che scarso interesse per l'amica dilotta. Perché?
AIACE
(appare impugnando unsferza insanguinata)Salutesalute Atena di Zeus. Sìsì che compagna perfetta! Voglio propriofregiarti di roba predata. Massa d'oroa
compenso di questa razzia.
ATENA
Belle parole. Basta. Rispondipiuttosto. Hai tuffato intera la lama neiguerrieri greci?
AIACE
Trionfo onestissimo! Non smentisco: è così.
ATENA
Di'anche addosso agli Atridiarmi in pugno?
AIACE
Cancellare Aiace! Ormai non proveranno più.
ATENA
Tutti ammazzatise collego bene.
AIACE
Mortiquei due. Mi strappino adesso le armile mie.
ATENA
Avantidel figlio di Laerte che dici? In che stato l'hai messo? O t'èsfuggito?
AIACE
Canaglia dannata! Che ne èmi chiedi?
ATENA
Esatto. Del tuo antagonistadi Odisseo parlo.
AIACE
Che deliziao Potente: è assiso là sottoinchiodato! Non mi piace chemuoia così. Non è tempo..
SofocleAiace5
ATENA
Prima di decidere che? Che vuoi spremergliancora?
AIACE
Prima l'incateno al palo del tettodove abito io
ATENA
Poi? Che trattamento vile riservi a lui disperato?
AIACE
frustando gli arrosso la schiena. Dopomorrà.
ATENA
Nonon così osceno supplizio al disperato!
AIACE
Soddisfazione su tuttoAtenaio ti concedo. Ma lui no. Sconterà cosìnoncon altro supplizio.
ATENA
Bene. Se è festa per te questa sceltaimpegna le bracciafa' ciò che haimentesenza risparmio.
AIACE
Vado al mio compito. Questovorrei intimarti. Stammi qui a fianco. Sii perme la compagna di sempre.
(Aiacerientranella tend
a)ATENA
VediOdisseola durezza degli dèiquant'è? Eccolo Aiace: di' trovavi unopiù riflessivopiù bravo a scegliere a tempo
le mosse?
ODISSEO
Io? Nonon ho in mente nessuno. Ora è stravolto. Mi fa sempre penaanchese c'era dell'astiotra noi: lo schiaccia
collare di Perdizione maligna! Rispecchia il suo casoma con esso il mio: lovedonoi esseri umani che siamo? Spettri
impalpabile ombra.
ATENA
Scruta il caso a fondo: non devi rivolgerti a dio con arroganza assurda; nonfarti crescere dentro la boriase travolgi gli
altri per potenza di braccia o per abisso enorme di beni. Pensa: la serie deigiorni sprofonda e libra di nuovo il cosmo
umano. Gli dei adottano chi ha l'equilibriohanno orrore del male!
Atena svaniscementre Odisseo esce. A passo ritmato entra il Coro di marinaidella nave di Aiace.
CORO
Telamoniopadrone di suolo costiero
Salamina - il suo cerchio di acque -
è festaper meil tuo successo:
ma - chissà - se ti fulmina Zeuso smanioso
stridente sparlare dai Greci t'assalta
angoscia mi bloccaincubo immoto
sguardo di colomba in volo.
E orain questa agonia della notte
chiasso tremendo c'inchioda.
Scandalo! Tu nello spiazzo
del folle galoppod'assalto
avresti disfatto bestiame di guerra
avanzo della razzia armata
- massacro col lampo del ferro.
Così circola voce: la sibila Odisseo
- da artista - ne riempe i cervelli.
Persuade chiunque: oggi il tema sei tu
e lui sparla suadente. Ed è festa più bella
per il pubblico che per lui narratore
calpestare il tuo spasimo..
SofocleAiace6
Bersaglia protagonisti: non riesci
a fallire. Pensa se io fossi tema
di tali parole. Non uno ci crede!
Addosso a chi conta s'annoda Rancore.
Fragile gente divisa dai forti
diventa friabile muro di cinta.
Coi fortichi non conta può nobilitarsi
e il forte si esaltase chi è basso lo regge.
Ma è illusione istillare ai dementi
il senso del mio ragionare.
Gente così ti denigrachiassosa.
Fronteggiarefar scudo: ci manca
la forzasovranodivisi da te.
Appena sgusciano via dal tuo raggio degli occhi
assordanomassa d'uccelli.
Ma c'è l'incuboin lorodel grosso rapace:
basterebbedi colpoil tuo riapparire
ed eccoli mutiingobbitisfiatati.
str.
Chissà se fu Artemide dei Tori
- rovello enormeradice
della mia macchia -
a sferrarti sul greggesulla massa bovina.
Che vendichi prede senza frutto per lei?
O la truffa su spoglie preziose
d'una caccia senza offerte di rito?
O è il metallico dio che deplora
fratellanza di lanciae subdolonel buio
t'ha fatto scontare l'offesa?
ant.
Nomai. Non verrebbe dal fondo di te
Telamonioquesto tuo delirare
fino al balzo sul gregge.
Certocrisi giunta da dio. Può darsi. Argini
Zeus con Apollo il sinistro vociare del campo!
Se subdoli
contrabbandano storie i sovrani
o quello che viene dal ceppo dannato di Sisifo
principeohnonon caricarmi d'infamia
serrandoti fisso nella tenda marina.
ep.
Lascia il tuo covo. Da una vita
ti radichi lì
nel ribelle abbandono.
E inneschi Flagellocosmico incendio.
Non ha scrupoli l'arroganza nemica
dilaga per vallate ariose.
Crepita ghigno sonoro
una pena di piombo.
Rigido strazioper me.
TECMESSA
(appare uscendodalla tenda)Nerbo della nave di Aiace
ceppo d'Eretteol'Indigeno!
Tocca a noi sospirarenel cuore
Telamone e la casaoltremare.
Sìl'enormetremendodurissimo
Aiace ristagna nel gelo melmoso
d'una crisi improvvisa..
SofocleAiace7
CORO
Che permuta greve di pena
tra il giorno sereno e l'ultima notte?
Di' tuttofiglia di Teleutante.
Preda guerrierada letto
Aiacel'eroe
t'ha fatta suati tiene per sé.
Non sei certo all'oscuro.
Interpretaallora.
TECMESSA
Parlare maledette parole? Ahnon potrei!
A morte assomiglia lo strazio che udrai!
Ossessionecol buiolo preda: e Aiace
l'immacolatoè nel fango!
Cosa vedrestilà sotto la tenda:
carne sacrificatasgozzata. Pozza cruenta.
Sacro festino di Aiace!
CORO
str.
Che notizia riveli
del fortepieno di fuoco
- schiacciasenza spiragli -
riecheggia tra i Greci tremendi del campo!
Chiacchiera enorme
la fa dilagare!
Ahm'angoscia quanto si snoda. Spicca
evidente: Aiace morrà. Col pugno impazzito
coi neri fendenti
svelse bovi e bovari a cavallo.
TECMESSA
Aaah da làsì da là se ne venne
cacciando davanti lo schiavo bestiame.
Nel chiuso qui macellavasul suolo
là squarciava le groppe in due tronchi.
Poi due caproni. Sospesi. Lampeggiare di zampe.
Decapita il primogli spunta la lingua. Mietitura
rabbiosa. Penzola l'altroteso
inchiodato sul palo. Lui impugna
una cavezza pesanteda stalla
e picchia. Striduli tonfid'alterne frustate.
Sputava pessimi insulti: dettati
da Infernonon da voce terrena.
CORO
ant.
Qui il tempo è maturo
di cancellare col velo la faccia
sparire correndo nell'ombra
o piantarsi sui banchi di vogae di scatto
sferrare lo scafo sui valichi d'acque.
Che minacce ritmano i due
i capigli Atridi
su di noi! Che incubo: morte a sassate feroci
crivellati con lui
che vicenda scontrosa incatena.
TECMESSA
Ora basta: cessa l'incendio di lampi.
SofocleAiace8
come raffica tesaaffilatasi spegne.
Ora ragionama l'invade uno spasimo strano.
Scorgere chiaro ch'è tuosolo tuo il patire
- nessuno ha spartito la colpa con te -
accumulagonfia gigantesco dolore.
CORO
Se la crisi s'è ormai acquietataè ottimo segnodirei. Quando il male èfuoriper stradasvanisce il rovello.
TECMESSA
Pensa di avere davanti due vie. Che scegli: solitaria gaiezza a tormento deituoio spartisci lo strazioe ti leghi a chi più
t'è legato?
CORO
Per mese si sdoppia il malanno s'aggrava.
TECMESSA
Prendi noi. Non c'è crisiper ora. E ci sentiamo perduti.
CORO
Come parli? Non connetto il discorso.
TECMESSA
Luilà dentro. Finché aveva l'attaccosolitario gioiva del suo statomalato; infinita tristezza a noi - menti lucide - era
stargli vicino. Ora è riemerso quieto dal malerespira; ma una fittamaligna lo stremalo annienta. Noi ugualmente
nulla cambia da prima. Lo vedi: da singoloil male raddoppia.
CORO
Anch'io lo dico. Che sia qualche mazzatada un dio? Ho sospetto. Com'è cheplacatonon si sente sereno più che sotto
la crisi?
TECMESSA
Questo è lo stato: analisi obbligata la tua.
CORO
Che preludio di crisi aleggiò su di lui? Svelalo a noipartecipi al casodolente.
TECMESSA
Devi sapere ogni gesto. Sei coinvolto.
Ecco. Culminava la notte. Già i falò della sera non bruciavano più.Brandì spada affilatasgusciò per un'azione esterna
a vuoto. Una pazzia. Io lo fermoduragli dico: «Che hai in menteAiace?Non c'è appello - niente staffette a chiamarti
né sveglia di tromba - e tu tenti un assaltoperché? Poi l'armata alcompleto è nel sonno.» Ribatté secco
macchinalmente: «Donnastar zitta fa perfetta la donna.» Lo conosco.Lasciai stare. Scappò fuori da solo.
Non so dire le miserielà fuori.
Rientrò sotto cacciando una fila di bestieallacciatedi cani da mandriauna folla di corna razziate. Cominciò a
spaccare le gole; altri capiinarcatimacellava e squartava. Torturavaumiliava quelli legaticome persone. Una furia
addosso alle bestie. Finì con un saltodi scattooltre l'entrata. Rivoltoa qualcosaad un'ombrasi cavava da dentro
parole riottose contro gli Atridi e cose su Odisseo. Intercalava schianti dirisa: che rivalsa bestiale aveva riscossoda
loro! Un altro balzoa ritrososottoal coperto: e a strappia momentiriacquista coscienza. Non so come. L'occhio
fruga l'ambientee scorge che gronda rovina. Che pugnisul capo! Che urlopotente! Sedutospezzato tra i pezzi di
mortenella pozza di quel mattatoio. Impugnas'artiglia i capelli constrette feroci.
Passarono eterni momentiseduto cosìsenza voce. Poi cominciò a dirmipauroseorribili cose se n on gli chiarivoa
fondoche caso tremendo l'aveva colpito. Domandava a che punto s'eraridotto. O mia gente! Io tremavo. Gli dissi ogni
cosaogni gestosìquanto sapevo. Di colpourlò ululi rochi che da luinon avevo mai udito in passato: era un dett o dei
suoi che solo un degeneratouno con l'anima in pezzi poteva gridare così.Non era chiassoil suodi singhiozzi
taglientima chiusolungo sospiroda toro che rugge.
Ora è lànel suo povero statofermodigiunotroneggia là dove piombònel cerchio di bestie macellate col ferro.
Freddo. Ma è chiaro che ha in mente qualcosa di brutto: è smanioso. Asentire le parole che dicela nenia... non so.
Ecco il motivo che m'ha spinta fuori. O amicifate qualcosase poteteandate là sottoda lui. È di quelli che se sente
parole dai suoi si convince.
CORO.
Sofocle Aiace9
Tecmessafigliolache dici: stranaostinata ossessione l'ha invasonatada offesa.
AIACE
(da sotto la tenda)Aaaah!
TECMESSA
S'aggravapurtroppodi colpo. Lo sentitesentite che grido sta urlando?
AIACE (dall'interno)
Aaaah!
CORO
È una crisidirei. O sentirsi addosso - straziante contagio - gli attacchidi prima.
AIACE
(dall'interno)Aaaahfiglio!
TECMESSA
Ahche disgrazia! Vuole teEurisace. Che spasimadentro? E tudove sarai?Ahche disgrazia!
AIACE
(dall'interno)Teucrochiedo! Dov'è Teucro? Che fapassa la vita a cacciare? Qui mi sentomorire.
CORO
Pare lucido? Svelti ad aprire. Una forma di pudore l'avràse mi vede.
TECMESSA
Attentospalanco. Hai sotto gli occhi il lavoro di Aiace. E anche luia chepunto è ridotto.
(La donna aprela tenda.Dall'apertura s'intravede Aiace
.)AIACE
str.
O gente miadella nave. Soli dei miei
soli aggrappati alla legge rettaleale
vedete che marea su di me
che raffica rossa
tenaglia di gorghi!
CORO
(a Tecmessa)Che disgrazia! Fosti teste troppo sincera. Quanto faprova la suaallucinazione.
AIACE
ant.
Siete la mia famigliaabile nerbo
della mia naveimbarcata a ritmare la voga
là sull'abisso: ti fisso
tu sei unico scudo al dolore.
Collaboraammazzami!
CORO
Zittosta' zitto! Farmaco folle per la tua follia. Non darloaggravi lapena della tua perdizione.
AIACE
str.
L'eroel'uomo di fegatoeccolo qui!
Sangue freddo negli scontri di morte!
E ora? Bravoa colpire domestica preda!
Ridicolonoooh! Ahsìsquilibrato patire!
TECMESSA
NoAiace signorenon parlare piùti scongiuro..
SofocleAiace10
AIACE
Spariscisvia indietro i tuoi passi.
Aaaah!
TECMESSA
Dio miopiegatiragiona con calma.
AIACE
Storta fatalità. Lasciarsi schizzare dal pugno
impuniti d'Inferno
e crollare su tori ondeggianti
su splendidi arieti
fiumana di buio sangue.
CORO
Che senso ha disperartiper i gesti compiuti? Non è dato che lo statoattuale si muti.
AIACE
ant.
Occhio che spiaordigno
d'ogni bassezzaOdisseo di Laerte
sudicia morchia dei Greci
dilaga il tuo ghignoci godi!
CORO
Dio ritma per tutti sorrisi e sospiri.
AIACE
Potessi vederloanche perduto così come sono!
Aaaah!
CORO
Non dire enormità. Guarda quanto sei in basso!
AIACE
Zeuscapostipite mio
dammi modo: ammazzare lo scaltro
intruglio schifosola coppia di re
e alla fine
la morteper me.
TECMESSA
Quando imprechi cosìmischia voto di morte anche a me. Vivere è assurdose sei morto tu.
AIACE
str.
Aaah!
Buio radioso!
Sotterraincendio di raggiper me!
Fatemifatemi ospite vostro
fate me che non merito più
d'avere visioni divine
o d'uomocreatura che tramonta.
Non servirebbe.
La figlia di ZeusForza divina
mi devasta
m'annienta.
C'è scampo? C'è una meta
a placarmise si sfascia il mio io
stremato tra i resti
dell'allucinata razzia.
Ora l'armata m'ammazza.
SofocleAiace11
colpo su colpo.
TECMESSA
Che disgrazia! Udire discorsi così da quest'uomovero uomo. Ah nonon neera capace in passato!
AIACE
ant.
Aaah!
Rotterauco mare
anfratti salmastriprato rasente la spiaggia
quantiquanti lunghissimi anni
nel vostro abbraccioqui sotto Troia!
Bastaè finita. Soffio di vita
più non avrò: chiaro sensoa pensarci.
Scamandro
rivoli porta a porta
partigiani dei Greci
eccominon rivedrete quest'uomo
uno - sarà assurdo il mio grido -
senza pari tra chi accorse alla guerra
sotto gli occhi sbarrati
di Troia.
Ora sono nessuno
in ginocchio.
CORO
Ti chiudo la boccati lascio parlare? Ignoro che fare. Troppo in bassopiombasti.
AIACE
Aahiaahi! Chi poteva pensarlo: come armonizza questo mio nome con la miamiseria! Col nomesillabogemo il mio
ritornello: aahiaahi! Tanto in basso è il mio stato! Io! Non mio padre! Fucampione in questo suolo di Troiasi prese
fiore di preda e al ritorno arricchì la sua casa di gloria. Io sono suofiglio. Sono calato su questo stesso punto di Troia. Il
mio nerbo è pari. L'azione del braccio non ha sfigurato. Ed ecconon sononessuno per i Greci del camponon sono più
niente!
Pureancorabarlume di chiara coscienza mi resta: se Achille vivevae luiassegnava le armi col puro criterio del
primato guerrieronessuno poteva brandirle. Iosolo io! Eh no. Gli Atridile passano a unouna testa capace di tutto.
Uno schiaffo alla forza di Aiace! Ah se lo sguardola mente in delirio nonsi fosse divelta dal mio impulso cosciente
non avrebbero certo colpito due volte con decreti votati a quel modo. Ma no.La figlia di Zeusla truceinviolata
mentre già drizzo il colpo su loromi confondem'infligge frenesiaallucinata. Finisce che insanguino il braccio nella
carne che vedi. Quelli sono fuori pericoloormaie fanno sarcasmi. Non erail mio desiderio: ma se un dio ti contrasta
perfino l'infame sfugge al più grande.
Che posso decidereormai? Ho addosso - è lampante - rancore divino. Sono inastio all'armata. Troiaquesti luoghi mi
sono nemici. Che facciorientro valicando l'Egeotradisco la squadraancoratami sottraggo agli Atridi? Con che faccia
in che luce compaio a mio padrea Telamone? Mi frugheràcon gli occhi. Nonreggerà alla mia nudità che gli brilla
davantisenza fiore di preda. Lui lo seppe far suoquel fiorefregioenorme di fama. Noè un agire assurdo. O corro
alle torri di Troiascateno duelliuomo contro uomocompio un gestograndioso e finisco cadendo sul campo? No
darei allegria agli Atridilo sento. Assurdo. Devo sforzarmi di trovare unpassodegnoper far luce al padre anziano:
che io vengo da luie non è senza fegatonoquesta mia tempra. Non èbella l'ansia d'esaurire la vitase c'è solo vicenda
ostinata di mali. Cadenza di giorni. Accellera e proroga insieme la fine.Può esserci gioia in tutto ciò? Non darei peso
all'uomo che si crogiola nell'illusione vuota. Chiara vita. O chiaramentemorire. È legge per chi ha sangue eletto.
Ora sai la mia logicaa fondo.
CORO
Aiacenessuno può dire ipocrita il tuo ragionare. Nasce da tedal tuo io.Ma devi piegarti. Lascia che chi ti è vicino
domi il tuo impulso. Snoda la tua fissazione.
TECMESSA
Padronemio Aiace. Non esiste miseria peggiore nel mondo del destino chestringe. Il mio ceppo è da libero padre:
solido come nessuno per grandezza di mezzitra i Frigi. Eccomi schiava. Fuper scelta divinaprotagonista il tuo
braccio. Proprio per questo da quella notteallacciati nel lettoio amo iltuo mondo. Ti scongiuro. Su Zeus della Casa
sulle notti d'amoresul nostro legamenon accettare ch'io soffrainfangatada quelli che odiivittima offerta a chiunque
di loro. Pensa a questo: con la tua scomparsa - finendo tuio sono sola -quel giorno stesso mi ghermiranno i Grecia.
SofocleAiace12
forza. Mecol piccolo tuo. Comincerà la schiavitù. Ci sarà qualcunounpadroneche mi dirà sarcasmi brutali.
Squarceràcon la lingua: «Ecco lìla donna da lettoquella d'Aiaceilcampioneil fiore guerriero. Che crollo: tanto
invidiataora che vita da serva!» Lo dirannovedrai. Per mesarà unafrustata del fato. Per teper i tuoi saranno una
macchia queste voci offensive.
E tuo padre. Abbi pudorenon disfarti di lui. Lagrimaè vecchio. Anche pertua madre devi avere pudore. Ha addosso
patrimonio di anni. Quante volte implora gli dèi che tu rimpatri salvo!Pietàprincipeper il tuo figlio: potrebbe
mancargli il calore nei suoi primi anni. Lascialoe sarà per lui pesantetrafila di patrigni estranei. Vedilo voteresti a
una miseria estremacon la tua mortee me con lui. Non ho più prospettive:mi resti tu. Tu hai cancellato il mio paese
col ferro. Diversa fatalità m'ha predato la madre ed il padre: morti ospitigiù nell'Abisso. Sei tu la mia terrail tesoro.
Che avrò se mi manchi? Il mio futuro è in tetutto intero. Prova aconsiderare anche me. È giustofa parte dell'uomo
ricordare i cari momentise mai ne ha provati. Affetto è figlio d'affetto.Chi fa dileguare il ricordo d'un beneficio avuto
non merita stima di persona eletta.
CORO
Aiacese tu ti commuovessidentrocome anch'io mi sento: accoglieresti ilsuo parlare.
AIACE
Potrà anche toccarle un elogioda me: basta che trovi la forza d'eseguirefino in fondo un comando.
TECMESSA
SìAiace. Qualunque cosa. Sarò pronta.
AIACE
Bene. Fa' venire mio figlio. Voglio vederlo.
TECMESSA
L'ho messo al riparosainell'incubo...
AIACE
Durante la crisi? Questo vuoi farmi capire?
TECMESSA
...d'una disgraziache restasse travoltoucciso.
AIACE
Degno finale della mia maledizione.
TECMESSA
Ma lo protessi iol'allontanai dal rischio.
AIACE
Apprezzo ciò che hai fatto. Hai già previsto tutto.
TECMESSA
Lo stato è questo. Dimmiche posso fare d'altro?
AIACE
Fa' che m'appaiainnanzi a mee che gli parli.
TECMESSA
È qui fuori. Al sicuro. C'è chi gli sta intorno.
AIACE
Ritardanon è ancora qui. Perché?
TECMESSA
Piccolotuo padre ti vuole.
(rivoltaal servo) Custode che lo reggiper manoaccompagnalo qui.AIACE
Sentesi sbrigao trascura il comando?
TECMESSA.
Sofocle Aiace13
Quis'avvicina. Ecco il servo col bimbo.
Appaiono il custode ed Eurisace.
AIACE
Prendilosudallo a me: non avrà brividisai. Occhi chiari su questapozza calda mortalese è miose è sincera la vena
paterna. Ah bisogna imbrigliarlo subito il piccolocon le regole rudi delpadre. Che si ricalchi su me la sua tempra.
Figliodeve toccarti successo migliore del padre. Il resto identico. Nonsaresti da poco. Puregià ora ho motivo d'invidia
per te: non hai sentimento della mia miseria. Non possedere un io che pensa;ecco l'età più cara! Finché non sperimenti
godere e soffrire. Ma toccherai quell'istantee allora sarà tuo assolutodovere chiarirein mezzo a chi odiida che padre
che tempra è la tua. Per oraassapora le brezze sottilipalpitavibra nelcuore bambinoconforto a tua madreche è qui.
Non uno dei Greci - è sicuro - potrà calpestarti con perfide offeseanchese io mancherò: che scolta ti lasciodi ronda
davanti alla soglia! Teucrolui! Farà tuttoper tesenza esitareanchese oggi s'aggira lontanosempre a predare nemici.
(rivolto al Cor
o) A voicompagnimio equipaggio m armi! Tutti insieme vi ordinovi pregotrasmettetea quell'altrolontano il comando: deve prendersi il figlioquie farlo vedere a Telamonelaggiù nella casae alla madrea Eribea
capite? Deve sfamare la loro vecchiaia fino alla finefinché caleranno nelbaratrodal dio dell'abisso.
Per le mie armi non ci sarà concorso. Niente giudici di garanéquell'altroche fu la mia morte.
(porgendo a Eurisace lo scud
o)Questofiglioè per te. C'è dentro il tuo nomeEurisaceVastoscudo.Reggiloguidalocon la cinghia cucita robusta. Ha sette stratisenza crepelo scudo! Lealtre armi restino miecon me sottoterra.
(a Tecmess
a) Sveltapiùsveltaprenditi il figlio. Serra forte la tenda. Niente lagrimegemiti sordilì sulla soglia.Esagera sempre col piantola donna. Susbarra la porta. Il medico bravo nonmugola lagnese urge amputare la piaga.
CORO
Tremoa sentire il tuo scatto ostinato. M'inquieta la tua lingua temprata.
TECMESSA
Aiacesignoreche hai deciso in te?
AIACE
Non frugarminon farmi processi. Limitarsi è una dote.
TECMESSA
Mi sento morire! Su tuo figliosugli dèi vengo a dirti: non lasciarcicosì!
AIACE
Esageriora. Gli dèi. A quelli non devo più nulla. Dovresti saperlo.
TECMESSA
Zitto. Non maledire.
AIACE
A chi è docile parla.
TECMESSA
E tunon vuoi sentire?
AIACE
Chiacchieri troppo.
TECMESSA
Sono smarritaAiace.
AIACE
Sprangateche aspettate?
TECMESSA
Dio mio. Sta' quieto!
AIACE
Delirise ora sogni di agire su me coi tuoi modi materni.
Aiacecon Tecmessa e il bimboscompare nella tenda.
CORO.
Sofocle Aiace14
str.
Salamina superba tu posi
tra folate salmastre beata:
spicchi agli occhi del mondo.
Io no. Mi strema il mio scorrere d'anni
da quando - catena infinita di notti
di mesi - mi radico ai pascoli verdi
dell'Ida. Mi sfibral'attesa.
Trepidofisso terrore: piombare
nell'osticotorbido Abisso.
ant.
Ora Aiace. Caso disperatopronto
a darmi il colpo di grazia.
Ospita sovrumana ossessione.
Tuisola mialo lanciasti anni fa
campione nel magico folle momento
del duello. Adessola mente
è un deserto vagare. Si disperanoi suoi!
L'eroismole azioni sublimi sprofondano
nella freddezza. Freddi gli Atridie ciechi.
str.
E leiche spartisce la vita
con gli stanchi giorni
nell'età esanguela madre
quando udrà della crisi che uccide la mente
ritornello ululato
getterà - non note d'usignolo desolato -
ma stridula vocetripudio sonoro
di morte. Schianto
di colpi sui seni
strazio di capelli grigi.
ant.
Non ha sbocco la crisi. Il baratro cavo
deve sceglierechi per sangue paterno
fu eroe tra i Greci induriti.
Si frantuma la base
della tempra nativa.
Delira isolato.
Padre esaustoche perdizione atroce
sta in agguato - del figlio - per rivelarsi!
Nonessuno di quelli di Eaco
l'ebbe nel sangue. Solo lui!
Riappare Aiace. Impugna la spada sporca di sangue. Lo segue Tecmessa.
AIACE
Il temporitmo cosmicoimmensogermina mondi latenti. Un baglioree dinuovo li affonda nel nulla. Nonulla è
escluso. Neppure il giuramento sovrumano si salvao una fibra morale chepare d'acciaio. Io lo stesso. Con la mia
disumana saldezza d'un tempocome un ferro addolcito dal bagnoecco hoperso il mio nerboa sentirmi parlare. Colpa
di questa mia donna. Mi commuove lasciarla vedova in mezzo a chi odiocolfiglio privo del padre!
Ora scendo all'acqua pulitaalla raduragiùdella riva. Vogliosciacquarmiscrostarmi lo sporco che ho addosso. Per
sfuggire alla deaalla sua cappa di rabbia. Ci sarà uno spiazzo inviolato.Mi metterò là. Voglio affondare il ferro che ho
in manola lama più odiata. Una fossaper terra. Nessuno deve vederlalaggiù. Buio d'Inferno ne faccia tesorogiù nel
profondo. Perché ioda quando l'impugno - Ettorelui me la diedeilnemico - non ho avuto che gelo tra i Greci. Non
mente il proverbio: «Se viene dall'odiofavore sfavore diventa. Nonfrutta.» Bene. Per il tempo che mancasapremo
inchinarci agli dèidare culto agli Atridi. Comandano loro: pieghiamo laschiena. Non dovrei? Anche le forze del
cosmosovrumanes'inchinano ai reciproci gradi. Inverni lastricati di neves'arrendono al rigoglio d'estate. Rotola
sfuma la nottemonotona sferaal galoppo abbagliantequando il giornos'incendia di luce. Maestrali tremendi
diventano brezzae cullano il lamento del mare. E Sonnoil gran lottatore:bloccapoi scioglienon è fissa la presa. E la.
SofocleAiace15
nostra ragionepuò ignorare la norma? Ed io - ahl'ho appena compreso:odiando giungiamo ai confini dell'odio
coscienti che un giorno può farsi rapporto d'amore; a chi amovorrò faredel beneappoggiarloma sapendo che l'amore
non dura. Per troppinel mondol'intimità con un altro è porto insidioso.Si prepara un'ottima fineper tutto.
Tu rientradonna. Implora gli dèiche maturinoa fondole cose che ilcuore sospira.
O miei uominiunitevi a leirispettate il comando. Ecco il messaggio perTeucrose arriva: mostrare cura per noi
amicizia per voi.
Bene. Io vado laggiùdov'è la mia strada. Voi sapete che fare. Potrestesentire ben presto - anche se tutto mi è contro -
che ormai sono in salvoper sempre.
Aiace si allontana. Tecmessa rientra nella tenda.
CORO
str.
Spasimom'inebrio! Giubilomi libro!
Ohoho Pano Pan!
PanPan scivola sui flutti
brillaci innanzilascia l'incudine di gelo
del roccioso massiccio cillenio!
Potente! Creatore di danze celesti
mischiatifacci vibrare
su ritmi di Misia
e Cnosso: mi danzano dentro!
Il mio solo pensiero è la danza.
VarcaApollolo specchio Icario
splendi visibileDelio
stammi vicino benignoper sempre.
ant.
M'ha deterso dagli occhi l'incubo truce
Ares! Ohsì! Ohsì!
Eccobagliore di soledi mattina allegra
torna finalmente a fasciare gli scafi
scorrevolipieni di scatto:
è acqua passata la pena d'Aiace!
Eccocompie gli obblighi santi
con offerta totalecon dedizione eroica.
La forza del tempo soffoca tutto.
L'inesprimibile non c'è. L'affermo
da quando Aiace
all'improvviso è un altro:
senza violenzené risse tremende coi capi.
Irrompe il Corriere inviato da Teucro.
CORRIERE
Soldatiamicivoglio informarvi. L'essenziale è questo: Teucro ritorna.Poco fadalle rocce di Misia. S'era fatto là in
mezzoalla tenda regaleed è preso d'assalto dai Greciuna follacompatta. In lontananza riconoscono il passo. Fanno
cerchioun assedio senza spiragli. Rimbalzano insultinon uno risparmia ilsuo colpo. Fratello del pazzodi quello che
mina l'armata: gli rinfacciano questo. Nulla da farecadrà stritolatosepolto dai sassi. Erano al limite: già nella destra
scattavano lamedai foderi. Spinta al massimola tensione s'allenta. Sonopacieriragionandogli anziani.
AnziAiace dov'è? Per spiegargli tutto. È bene chiarire ogni dettaglioaisuperiori.
CORO
Là sotto non c'è. È per stradada poco. È cambiato: altri pensierialcarro d'un carattere nuovo.
CORRRIERE
Aaah! Ah sìspedizione tardivaquesta cui m'hann o spedito. O il ritardoè chiaramente mio.
CORO
Dov'è l'insuccesso della tua premura?
CORRRIERE
Teucro proibiva che l'eroe si mostrasse fuoriin pubblicoprima chearrivasse luiin persona..
SofocleAiace16
CORO
Non c'è più. Ormai punta a progetti fruttuosi. Cerca un'intesa con glidèiper le sue sfuriate.
CORRRIERE
E impasto d'illusione enorme il tuo discorsose Calcante è profetacosciente.
CORO
In cosa? Sapresti di questa vicenda...?
CORRRIERE
Fino a un certo puntone so. Ero lì anch'io. C'era seduta. Cerchio di capi.S'alzó Calcanteisolatovia dagli Atridi. Pose
la destra sulla mano a Teucro. Un segno di calore. Batteva su questo:imprigionare Aiace in tendacon qualunque
mezzoper l'intero giorno - questo che tuttora scintilla - non darglilibertà d'uscirese aveva voglia di ritrovarlo
incolume: solo per oggi lo sferzerà la rabbia della radiosa Atena. Cosìdichiarava. Squilibraticreature senza futuro
precipitano sotto duri insuccessi venuti da dio. È il caso di quello -germoglio di fibra umana - che presume oltre
l'umano. Predicava così l'indovino. Guarda lui. Affiorò subito la suademenzaproprio quando si precipitava alla guerra
e il padre gli dava buone parole. Gli ripeteva: «Ragazzoama il trionfoguerrieroma amalo all'ombra di dio!» Ribatté
allucinatocon arroganza enorme: «Padreanche uno zero arraffa il premioguerrierose dio l'affianca. Io no. Faccio a
meno di quelli. Credo in me stesso. Farò mio il primato che voglio.» A chepunto! Che gonfio sparlare! Un altro
momentoin faccia ad Atena radiosa - lei l'eccitavaeloquentea puntare alnemico il braccio omicida - esclamò cose
assurdebestiali: «Potentepiazzati a fianco di altri. Non avrà crepe lamia resistenza!» Fu proprio la frase che accentrò
su di lui la rabbia scontrosa di Atena. Presunzione immane!
Basta che superi oggiincolume. Potremo forse sottrarlose un dio ciassiste. Disse questo il profeta. Teucro subitodal
seggiomi spedisce da voilatore di questi comandiche siano in vigilimani. Se abbiamo già fallito in questo l'eroe non
c'è piùè perduto. Se Calcante è veridico.
CORO
Dolorosa Tecmessala tua parte è patire! Presentatiguarda che annuncio cireca: rasoiata nel vivo! Amarezza totale.
TECMESSA
(riappare dallatenda con in braccio il bambino)Soffro già tanto! Sedevo là dentro - pausa breve nei miei cronici mali - evoi mi scuoteteperché?
CORO
Devi sentire quest'uomo. Viene a dirci d'Aiace: uno stato che per me èrovello.
TECMESSA
Aaahmessaggeroche dici? È finita?
CORRRIERE
Non so la tua fine qual è. Per Aiacese è oltre la soglianon so... perdosperanza.
TECMESSA
Sìè fuori. Sono in travaglionon so cosa dire.
CORRRIERE
Teucro comanda di serrarlo dentroal copertonon lasciarlo andaresolo.
TECMESSA
Dov'è Teucro? Su che basa il comando?
CORRRIERE
È giunto ora. Sospetta che questa evasione d'Aiace porti dritta alla morte.
TECMESSA
Aaahche disgrazia! Da che bocca l'ha appreso?
CORRRIERE
Da quello di Téstoreil profeta. Questo giorno che scorre è carico dimorte - o di vita - per lui.
TECMESSA.
Sofocle Aiace17
Ahamici. Fate scudomi stritola il fato. Prestopresto: voi fate cheTeucro sia subito qui; voi seguite la curva del mare
chi al sole che sorgechi verso il tramontosui passi dell'evasionesinistra. Ora comprendo: lui non ha fatto che
illudermi. Mi ha espulsa dalla sua dolcezza.
(a Eurisac
e) Creatura miache decido? Qui immota no. Devo correrefin che resisto. In marciavia lapigrizia. L'orad'agire culminase vogliamo salvo un uomo in corsa per la morte.
CORO
Eccomisono già in marcia. Capirai che non è pura intenzione. Seguiràscatto d'azione e di passi.
Tecmessa parte. Il Coro si divide in due semicori che dileguano dalle ascitedi destra e di sinistra. La scena muta.
Spiaggia deserta. Arbusti. Aiaceassortocontempla la spada conficcata interra con la punta in alto.
AIACE
Il mio boia. Stabilea piombo. Lavora meglio il filo - se fosse calma l'ora... da ragionarci sopra. Omaggio d'eroedi
Ettore: il socio d'armi più amaroostico agli occhi. Ora fa blocco con lazolla troianasuolo di guerra: caldo di cote
mola golosa di ferro. L'ho affondato io. Ho curato i dettagli. Ora mostri ilsuo affetto a quest'uomo: e sia morte veloce!
La nostra parte è fatta. OraZeustocca a te sostenermi. Tu per primo: èscontato. T'imploroe non grande è la fortuna
che voglio. Spedisci uno che avvisifallo per melatore del bruttomessaggio a Teucro: dev'essere il primo a compormi
dopo lo schianto sul ferro rosso grondante. Non mi adocchifurtivouno cheodionon mi scagli - carcassa riversa - a
cani e rapaci. Per questo mi rivolgo a teZeus. Ed anche esclamo: «Ermesche scorti all'abissocullami tu!» col petto -
scatto fulmineosenza sussulti - spaccato dalla punta arrotata.
A darmi manfortechiamo anche le eternele verginiscrutatrici ostinatedella vicenda umanale sante Erinni dalla
falcata tesa! Sappiano come mi annienta - ne soffro! - la mano dei figli diAtreo. Li predino insieme: infamia su infami
che incarnano morte. Ora vedono me cadere suicida: suicidio riflesso listermineràper mezzo dei caridei più stretti di
sangue. Erinni della vendettasferratevi sveltesentite il sapore dellacarne grecasenza risparmiosenza eccezione!
Soleche scali al galoppo le altezze celesti. Sole se avvisti la terra deimieifrena le briglie di lucedi' quanto mi tocca
la mia dannazioneal mio vecchioa lei che mi crebbealla madre!Piangerà! Dal dolorelo sentoquando udrà la
notiziaspargerà nel paese balbettio lamentoso. Basta. Non servequest'insulsa nenia. Bisogna cominciaree presto.
O Mortemia Mortefissa meadessofatti vicina; non importa se ti staròaccanto in eternodi làe potrò sempre
parlarti.
A te mi volgolampo che inondi di luceSole che cavalchi nell'aria! È lafinenon esiste futuro. Chiaro cielo! Terra di
casa miaSalamina adorataspiazzo del mio focolare! Bella Atenesanguefraterno. E voisorgenticorrenti - vi vedo -
praterie della terra troianaanche a voiuna parola: m'avete dato davivereaddio! Questo è l'ultimo suono dalla bocca
di Aiace. È per voi. Da oraparlerò nell'abissoalla gente laggiù.
L'eroe si getta sulla spada. Gli arbusti celano la sua agonia.
I due semicori rientrano da parti opposte.
SEMICORI
I
Stracciato. Mi straccia lo strazio.
Strada. Strada su strada:
quanta ne ho fatta?
Ogni angolo è muto. Nessuna notizia.
Attenzione
odo come un rumore!
II
Noi della ciurmaamici della nave.
I
Novità?
II
Passo passo la rada occidentale.
I
Risultato?
II
Lavoro enorme. Di concreto nulla.
I.
Sofocle Aiace18
Neanche laggiùda dove fionda il solenon c'è schiarita per l'eroenulla.
Il Coro si riunisce.
CORO
str.
C'è tra i pescatori - gente innamorata
della faticadegli agguati insonni -
tra le Ninfe delle vette olimpiedelle acque
scorrenti al Bosforo
chi sveli se gli lampeggi innanzi
sbandatoquello spirito duro?
Amaro andareil mio
alla deriva tra perenni pene
senza incrociarlo sul filo del vento
l'eroe spossato. Buio totale!
Echeggia da dietro la cortina di arbusti un grido.
TECMESSA
Aaahdisgrazia!
CORO
Di chi il grido che sorge dal fitto fogliame?
TECMESSA
Di me disgraziata.
Tecmessa appare.
CORO
È leila sposa infelicela predaTecmessa. Impasto stravolto di pianto.
TECMESSA
Sono mortaspezzata. Un rudereamici.
CORO
Che capita ancora?
TECMESSA
EccoloAiaceriverso. Caldonel sangue. Carne che fascia la lamal'occulta.
CORO
Ahcome rimpatrio? Principehai dato sterminio anche al tuo equipaggio. Osposa dolente!
TECMESSA
Che fine ha avuto! Ora ulula «ahi»!
CORO
Ostico fato. Da che mano l'ottenne?
TECMESSA
Dalla sua. Suicida. Si vede. È teste la lama confittaattrasse lo schianto.
CORO
Maledizione! Solitario assassinio!
Non han fatto quadratogli amici!
E ioottusoincosciente;
che leggerezza. Dimmi dove
dov'è steso il brado
Aiacedall'ostico nome?
TECMESSA.
Sofocle Aiace19
Via gli occhinon devi! Voglio farlo spariresepolto nel cavo di questo miovelo. Nessunoneppure dei suoipuò
resistere a vederlo così! Bolles'annera per le narici il sanguedalloscarlatto squarcio. Colpo suicida . Disgrazia! Che
decido? Chi tra i tuoi potrà ricomporti? Teucrodove sarà? Il momento èmaturose arriva. Verrebbe a disporre quanto
va fattoper questa salma del fratello suo. Che brutta parteAiace! Tuproprio tuin questo stato! Hai diritto al
compianto di chi t'odiaperfino! È destino!
CORO
ant.
Hai sofferto. Ma era fatale
- o mente quadrata - che un tempo
compissi la quota d'enorme patire.
Quante nottiquanti giorni lucenti
passasti a ringhiare sospiri rabbiosi
contro quelli d'Atreo
spasimando la morte?
Tremenda radice di male fu quando
per braccia d'eroi si fondò
quella gara. Premio: le armi.
TECMESSA
Aaahmi dispero!
CORO
Capisco. Trafigge fondo lo strazio puro.
TECMESSA
Aaahmi dispero!
CORO
Sposaraddoppia il singhiozzo. Ti credo.
È il tuo uomo. Che uomo! E che perditatu!
TECMESSA
Tu a freddo l'affermi. Io spasimo dentro.
CORO
Capisco.
TECMESSA
Figlioche collare ci aspetta
da servi. Che sgherrisu noi!
CORO
Profetasti col grido
- tacerlidovevi - i decreti dei due
degli Atridi sordi al dolore.
Diofacci scudo!
TECMESSA
Non finiva cosìsenza mano di dio.
CORO
Gli dèi. Ci schiantano. Carico aspro di mali.
TECMESSA
È leila divinaPallade enorme.
Spunta da lei la disgrazia. Per Odisseoun favore.
CORO
Dentroè occhiata dal buio. Tripudia
il campione capace di tutto..
SofocleAiace20
Ride. Risatesarcasmi
sulla crisi che strazia.
Ridono i dueAtridi reali
sentendo la storia.
TECMESSA
E ridanofacciano festa su questo mio povero uomo. Vivonon spasimavanocerto per lui. Può darsi che lo sospirino
morto. Mancheràla sua lancia! Gli spiriti ottusi non sanno se hanno untesoro nel pugno: lo sprecanoprima. Ora e
morto. Sia come sia: strazio per meper loro allegria. Certoper lui fuconforto: di una cosa era avidoora ce l'hala
morteil suo sogno. Che senso ha il loro sarcasmo? Va agli dèi la suamorte. Non li riguarda. Continui pure Odisseo col
suo attacco assurdo. Per quella gente non c'è più un Aiace. A mesparendolascia eredità di pianto.
Tecmessa si apparta nella tenda.
Da fuori scenalontanosi odono voci di dolore. È Teucro che torna.
TEUCRO
Aaah!
CORO
Zitto. Mi pare d'udire Teucro che grida. Canto sonoro di morte. Rispecchiaquest'ora maligna.
TEUCRO
(irrompendo in scena)O Aiace mioo sangue mio! Che tracollo. Sarà solidadunquela voce checorre?
CORO
È scomparso l'eroeTeucroconvinciti.
TEUCRO
Ahcappa di piombofatale!
CORO
È un momento...
TEUCRO
Ahquanto soffrire!
CORO
....che richiede gemiti rochi.
TEUCRO
Che strazio. Fulmina!
CORO
PurtroppoTeucro.
TEUCRO
Ahmi dispero. E suo figlio? Dove posso trovarlodove in questo paese?
CORO
Abbandonato laggiùalla tenda.
TEUCRO
E ancora non corri? Portalo qui. Vuoi che unoper odiolo ghermiscaleoncino con la madre assente? Viacollabora
esegui. Sui mortiimpotentitutti fanno sarcasmi. E godono.
CORO
TeucroAiace ordinava - era ancora tra noi - che tu t'occupassi del figliovigile come sei ora.
TEUCRO
Ahche visione. Laceradentropiù d'ogni altra che ho avuto negli occhi!E che viaggioper giungere qui! Spasimi
dentro le ossa. Viaggio atroceper meo fratelloda quando sentii -seguivoguardingola pista - che ormai eri segnato.
Trapelò nelle schiere fulminea la voce - diffusione divinadiresti - che ten'eri già andatotra i morti. Finché n'ero fuori.
SofocleAiace21
udendo celavo lo strazio cocente. Ma ora che vedo mi struggo. Aaah! Va'alzagli il velo. Voglio colmare lo sguardo col
male. Ahcosa s'affaccia! Riluttanogli occhi! Acre eroismo! Ti spegnimache germi di pena mi lasci! Ahsì. Non c'è
più metanon c'è più paese per me. E come potreiio che non ti stavo alfianco nella tua agonia? Telamoneil padre
chissà se m'accoglie serenocon la faccia allegrase io ritorno e manchitu. Già lo vedo. Assurdo. Quello non si
schiarisce maineanche se torni in trionfo. Caverà fuori tutto. Quantecattiverie diràche sono bastardofiglio d'una
ruberia di guerrache t'ho tradito per bassezzaperché non sono un uomoAiaceio che ti sento mio! O noper calcolo
loscoper avere io la tua parte di terra e di palazzose morivi tu. Diràquesto il vecchio rabbioso. Peggioracon gli anni
ribolle per nullaarriva alla rissa. Finirò banditoscaraventato via dallaterra. Da liberoschiavo. Chiarissimo. Lui l'avrà
proclamato.
Questo a casa. Qui a Troia mille mi odiano. Il favore manca. Bella ereditàper medalla tua morte. Mi dispero. Che
scelta ho? Come ti schiodo da questa zanna aspradai riflessi metallicidalgiustizierefratellosotto cui spirasti? Hai
visto? Passo passodall'al di làEttore t'ha sgretolatominato. Destino!Dio mio. Contemplate il caso di questa coppia di
esseri umani. Prima Ettore: col cinturonesìcol regalo d'Aiacefuincatenato alla ringhiera del carro al galoppoca rne
sfrangiataagonizzante. Poi questo:
(indicandola spada) ecco il dono avutodall'altroe da esso è finito distrutto.Schianto suicida. Non fu Vendetta a martellare la lama e l'Aldilà - fabbrobrutale - la cinta? Io vorrei dire questo:
qualunque casocome ora il nostroè un ingranaggio mosso da dio. L'uomosubisce. Chi non fa propria quest'idea
coltivi il suo sistema: io ho il mio.
CORO
Fermati con le parole. Concentraticome calarlo nella fossaAiacee comerispondere all'istante. Làeccovedo un
individuo odioso: forse è qui per divertirsi al nostro strazio. Undelinquente tale.
TEUCRO
Viene dal campo? Chi ti balena innanzi?
CORO
Menelaoa cui dobbiamo la traversata in armi. Te. Lo vedo. Senza faticaormai si riconosce. È lui.
Entra Menelaocon a fianco un araldo militare.
MENELAO
Attentoproclamo questo: non alzare la salmanon porre mano. Lascialo comesta.
TEUCRO
Che spreco di parole. Che intento hai?
MENELAO
Motivi personali. E motivi del comandante in capo.
TEUCRO
Avrai una ragione. Avanzaladilla.
MENELAO
Questa. Il mortonoi speravamosalpandod'averlo combattente fidato alcapo grecouno dei nostri. S'è smascherato
dando saggio di sé. Covava rancorepiù del nemico! Per questofece pianidi sterminio estremo e nelle tenebre aggredì
l'armataper cancellarla. Se un dio non gli smorzava il colpotoccava a noila fine che ora - per destino - è sua
saremmo noi disfattisegnati da una morte oscena. E lui vivrebbe! Ma un diosfalsò la sua barbariee fu schianto sul
greggesul bestiame. Ecco i motivi: e non c'è campione al mondo capacequesto mortodi calarlo in terra. Rotolerà
spezzatosulla sabbia d'alghe: semplice carneper gli uccelli di scoglio.Non reagirenon scatenare resistenza pazza. Se
non riuscimmo a dominarlo vivol'avremo in pugno totalmentemorto. Anche setu non cedi: la forza c'èper
raddrizzarti. Lui pure non cedeva mai. Non c'era segno d'attenzione in luise io parlavo. Ed è criminale che uno
qualunqueuno dei tantidecida di abolire l'obbedienza ai sommi. Nono: vaalla deriva il sistema di leggise
Soggezionedentro lo statonon si radica salda.
Non esiste armata dalla lucida guidase manca bastione di Spavento eUmiltà. E un uomo - pure se ha muscoli immensi
- s'aspetti il tracollo: può minarlo una crepa sottile. Soggezione e Pudore:se uno li ha dentro intrecciatipuò essere
incolumesempre. Sta' certo. Ma dove squilibrio è di casadove ognunodecide a capricciolo stato veleggiama dopo
col temposprofonda nel buio. Per meSoggezione è la base: regolatacasoper caso. Niente illusioni: le ore destinate al
godere costanoa saldoore di pena. Altalenare perenne. Ieri quest'uomosprigionava squilibrio: ora io mi sento in
trionfo. Perciò ti proclamo: non sotterrarlo. Se lo sotterririschi anchetu di piombare sotterra.
CORO
Idee saneMenelaoveri pilastri. Quindiadessonon abusare tudavanti amorte..
Sofocle Aiace22
TEUCRO
Soldatiora capisco la stupidità di chi non conta nulladell'uomo anonimo:già sbaglia tantocon stupidi discorsichi
passa per avere un nomeun sangue alto! Forzaragionatorna alla radice.Così tu parli d'averlo trascinatotu fin qua
sostegno al campo greco? Che quando s'imbarcò non era padrone di se stessolui? Tu capo suo? In che? Su che
automaticamentet'impossessi delle forze sueda lui guidate quidalla suaterra? Sei qui principe di Spartanon padrone
nostro. Non hai basi legali al tuo comandoperché tu metta in riga luipiù che lui te. Capo in seconda tu approdasti qua:
non assoluto capoda inquadrare Aiace. Sei duce? Conduci. Ma i tuoi.Supplizia loro col tuo sonante tono.
(indicaAiac
e) Guardalo bene. Vietapuretu con l'altro capo. Io lo deporrò sotterraè sacrosanto. Sgólatiionon tremo. Lui nons'è messo in marcia per la donna tuacome uno che s'ammazza di stenti. Suomotivo era il pegno giuratocui era fedele.
Tu no: per luiun niente niente valeva. Perciò prenditi scorta più fittaprenditi luiil generale. Fa' pure chiasso. Non
trasalirò nemmenofinché sei tale e quale.
CORO
Non condivido questo tuo parlarein tempo di morte. Lingua scabra azzannaanche se più che equa.
MENELAO
Quello dell'arco non abbassa il tonopare.
TEUCRO
Esperta abilità è la mianon fatica bruta.
MENELAO
Come ti gonfieresti con lo scudo al braccio!
TEUCRO
Corázzati. Ti tengo testa nudo.
MENELAO
La lingua t'infervora il bollore. Fai spavento!
TEUCRO
Aver ragione legittima l'orgoglio.
MENELAO
Ragione? Che l'abbia vinta luiil mio omicida?
TEUCRO
Omicida? Straordinario. Sei un morto vivo.
MENELAO
È per un dio se vivo. Per luiero già andato.
TEUCRO
Non infangare diose devi a dio la tua incolumità.
MENELAO
Io schernirei le norme dei Potenti?
TEUCRO
Ti presentivieti la sepoltura ai morti.
MENELAO
Che hanno fatto guerra a me: sarebbe bello?
TEUCRO
Aiace? Guerra? In armi contro tema quando?
MENELAO
Astio per astio: l'avrai compreso.
TEUCRO
Gli stornasti voti sottobanco. Trapelò ch'eri tu..
SofocleAiace23
MENELAO
Nella giuria fu la sua sconfitta. Non in me.
TEUCRO
Mascheri bene la tua bassezza ladra.
MENELAO
Insulto che porta dolorea qualcuno.
TEUCRO
Non più di quanto infliggeremocredo.
MENELAO
Riassumo. Costui non va sotterra.
TEUCRO
Ti faccio eco: costui sarà sotterra.
MENELAO
M'è già successo di vedere un uomoun leonea sentirlopungere la ciurmaperché s'andasse con il mare in furia. Una
sillaba non la cavavi più da luiavvolto dalla furia bruta. Spariva nelmantello. Lasciava che chiunque a bordo gli
camminasse sopra. Così sei tucon le raffiche che t'escono di bocca. Puòscatenarsi da una nebbia lieve una ventata tesa
e spazza via questo tuo chiasso enorme.
TEUCRO
Anch'io l'ho vistoun uomo. Pieno di niente. Calpestava gente avvolta daldolore. Finché l'adocchia un tale. Pare me.
Stessa tempra nervosa. Press'a poco gli dice: «Ehitu. Non fare vigliaccateai morti. Se lo faiti penti. Sei avvertito.»
Parole chiarea viso apertocon quello straccio d'uomo. Lo vedoinquest'istante. Se non mi sbagliosei precisamente
tu. Non è un indovinellono?
MENELAO
Parto. È smacco - se circola la voce - castigare parlandose puoischiacciare agendo.
TEUCRO
Sparisci. Anche a me è scorno grave sentire un pazzo che racconta fole.
Menelao si allontana.
CORO
Lotteranno le parti. Chissà...
Devi correreTeucro. Su
scova ovunque una fossa per lui:
sarà tomba muscosaperenne.
Eroica memoria nel mondo.
Entrano silenziosi Tecmessa e il bambino.
TEUCRO
Eccoli. Come l'ora chiedeappaiono qui il figlio dell'eroe e la sposa.Vestiranno il corpopronto per la fossa. Figlio
vieni vicino. Qualcuno l'accosti. Ora raccoglitiprega. Qua la manosulpadre che ti fece vivo. Siedi. Abbandonati a lui.
Stringi ciocche di capelli mieidi tua madreed infine dei tuoi: èpossesso che fa ricco chi prega. Chiunque del campo
volessebrutalestrapparti dal mortorotoli fuori confinebanditocarneoscena oscenamente insepolta! Falciatura
totaledal ceppodel sangue: come io adesso recido quest'anello di chiome
(sitaglia una ciocca di capelli).Unisciti aluipiccolo. Veglia che nessuno ti svella dal morto. Chínatista'abbracciato.
(al Coro)Voi non fate le donne.Virilmente schieratevi intornofate da scudoin attesa di me. M'occupo iodella fossachiunque m'ostacoli.
(Teucroesc
e)CORO
str.
Penso: c'è un termine? Quando
questa catenavortice lento di anni.
SofocleAiace24
cesserà di vibrarmi ostinata
maledetti colpischianti di lame
su e giù per la Troade immensa
umiliante miseria di Greci?
ant.
L'avesse inghiottito lo Spazio
cosmicoil Baratro meta dell'uomo
chi scoperse alla Grecia la Guerra
nodo d'uominid'armi accanite.
Atavico ceppo di pene!
Demolì l'uomoquell'uomo.
str.
Diademi fioriti. Fondi di coppe.
L'allegria che corre ed allaccia:
m'ha sottratto tutto quell'uomo
i limpidi ritmi soavi
dei flautila placida festa
del sonno. Sia maledetto!
Cancellò l'amore!
Sìl'amore!
Stagno inerte. La brina m'incrosta
macerando i capelli. M'avvisa:
«sei a Troiasinghiozza!»
ant.
Primami faceva da torre
contro il panico buiole lame nemiche
Aiacel'eroe.
Ora va alla deriva. Appartiene
a Potenza sinistra. Potròdite
potrò ritrovare il sorriso?
Fossi làdove punta selvaggia
precipita in acquatra schiaffi di mare
all'ombra del Sunioaereo pianoro!
«Salve»direia lei
alla sacra: ad Atene!
Rientra in scena Teucro seguito da Agamennonecon un araldo militare.
TEUCRO
Ho accelerato il passovisto che il capo guerrieroAgamennonea precipiziosarà qui tra noi. Arriva. Lingua del
malaugurio: si scateneràvedrete.
AGAMENNONE
Tutu! Sei duromi dicono: sgangheri la boccaci attacchi allegramentesparliè spaventoso! Ehiparlo con tefiglio
della preda. Fossi cresciuto da una madre veradi sangue buonogià vedoche vertiginosa presunzione! Ringalluzzivi.
Guarda come insorgiora che non sei nessunoa difesa di chi esiste comepuro nulla! Tu bestemmiavi che noi non
siamo affatto i comandantiin terra e in maredei Greci a Troiaetantomeno i tuoi. Vociasti che Aiace s'imbarcava
capo - è naturale - lui di se stesso. È vileassurdolasciarlo dire a uninferiore!
Arroganti schiamazzi. E per chi? Che razza d'uomo? Dove stette o andò senzach'io fossi lipresente? Non hanno altri
campioni i Grecisolo lui? Intossicòparrebbequel nostro bandosull'armatura che fu d'Achillese una nostra colpa - da
qualunque lato - brillerà semprecome Teucro dice; né a voineppurevintipiacerà mai d'arrendervi a quanto piacque
alla giuriain maggioranza. Anzici martellerete sempreinsultandootrapanando furtivi. E siete voi i battuti. Indole
tale non può essere base di nessuna leggese degradiamo i vincitori didirittoe ai primi posti promuoviamo gli altri. Un
argineci vuole. Chi non scivola mai non è il colossocon le spalle vaste:trionfano i cervellinon c'è eccezione. Un bue
dal dorso enorme - basta un frustino da nulla - marcia subito drittosulsentiero: ti ci vuoleuna cura cosi. Passopasso
lo vedoti cala addossose non acquisti barlume di coscienza. Il tuocampione non è piùè un'ombra: ti scaldi tropposi
sfoga la tua linguasconfini nella colpa. Saprai riequilibrarti? Guarda chiseidi sangue. Vedi di convocare un altroun
cittadinoche interpreti davanti a noi i tuoi motivi. Finché ti esprimi tuio non afferro. La tua parlata stranaè muta al
mio sentire..
Sofocle Aiace25
CORO
Vorrei vi ritornasse il sentimentol'equilibrioa entrambi! È la parolapiù utile che so.
TEUCRO
Ah si! Uno muoree come sfuma stranamentesveltaogni grata memoria nelmondo! Tradimento flagrantese
quest'uomoAiace mionon alimenta il tuo ricordo con uno straccio diparola: di te che tante volte penastiper coprirlo
col tuo stesso petto offerto al ferro. Tutte cose mortebriciole nel nulla.
(ad Agamennon
e) A te. Finorahai detto un mucchio di parole ottuse. Non t'è rimasto niente in testa diquando vibarricavatein trappolasulle soglie del nulla? Cedevate le armie apparveluiliberatore solitario tra gli scoppi del
fuoco che orlava i banchi delle vostre navicon Ettore lì - un balzounvolo sopra la trincea - che aggrediva gli scafi.
Chi contrattaccò? Non l'ebbe lui lo scattolui che - parole tue - nonavrebbe messo piede dove tu non c'eri? Dite voi:
non fu doveroso quest'atto forte? E ancorasempre da solo con Ettore afaccia a faccia. Andò al duello senza obbligo
dall'alto. Per sorteggio! Che contrassegno mise in mezzo agli altriun pugnodi terriccio muffoche si squagliao quello
pronto a schizzar fuori primosvelto ad affiorare dall'elmo guerriero?Guardal'autore di tante gesta. E al fiancoattivo
c'ero iol'inferiorequello venuto da una madre strana. Mi fai pena. Dovetieni la testa per sparlare tanto? Non sai che
l'antenatoPelopepadre del padre tuoera un non Grecoun Frigio! CheAtreola tua radiceporse al fratello il più
blasfemo piattopieno dei suoi propri nati? E tu? Tu spunti da una di Creta.Li colse il padrelei e un intrusoe allora la
calò - carne perduta - tra i taciturni pesci. Ma di che razza sei? E gettifango sulla mia semenza? Sono figlioiodi
Telamone: fiore guerrierocampione che ebbe nel letto mia madredi sangueregalenata da Laomedonte: premio eletto
un regalo dal figlio di Alcmena. Io sboccio eccelso da un'eccelsa coppia.Dovrei sfregiare chi ha il mio stesso sangue e
che tu - in questo fondo di miseria - scacci brutalmente dalla fossa? E nonavvampi a dirlo? Sta' attentoora. Se
spazzerete via costuispazzerete via noi treal fianco suospossatiinerti. Stupenda mortenella difesa estremalimpida
aperta dell'eroe: meglio che per quella donna tuadel tuo fratello intendo.
Ora pondera non il mioma il tuo vantaggio. Se mi colpiscivagheggerai coltempo d'esser stato cedevolecon menon
così spietato.
Arriva Odisseo.
CORO
Principe Odisseoarrivi giustose sei qui a risolverenon a complicare.
ODISSEO
Che c'è soldati? Ho percepito da laggiù gli Atridi urlare sul corpo eroico.
AGAMENNONE
E come no? Odisseosovranoquest'individuo ci bersaglia con parole sporche.
ODISSEO
Quali? Giustifico chi contrattacca con termini pesantise lo bersagliainfamia.
AGAMENNONE
Ha avuto ingiurie: è sua l'iniziativa.
ODISSEO
Che t'ha fatto da colpirti duro?
AGAMENNONE
Non lascerà senza fossa questo morto. Gli spettadice. E lui l'inumeràschiacciando me.
ODISSEO
Con tepuò uno dei tuoi parlare sinceroe poi restarti accantosullastessa barcacome sempre?
AGAMENNONE
Parla: altrimenti avrei la mente guasta. Ti sento come il più vicinoinmezzo ai Greci.
ODISSEO
Odimiallora. Sugli dèinon essere inumanonon farne rifiuto non sepoltosenza fossasenza tomba. Non deve
trascinarti la barbariefino ai limiti dell'odiofino a strangolare lamorale. Astio estremo correva anche tra lui e meda
quando vinsi quel trofeo d'Achille. L'ammettoera un rapporto d'odioma miparrebbe rappresaglia infame non
confessare ch'era lui il campione tra i campioni greci radunati a Troia.Eccetto Achille! Perciò non è legale se tu l'umili.
Intaccheresti non il mortoma le norme sante. Non è morale colpire un verouomoquando non sia più: neppure in caso
d'odio..
Sofocle Aiace26
AGAMENNONE
Con me ti scontriper coprire lui?
ODISSEO
Io sì. Lottai contro di lui finché l'accanimento fu virtù.
AGAMENNONE
Eccolo in terra. E tu non vuoi passargli sopra?
ODISSEO
Atridenon festeggiare una conquista sporca.
AGAMENNONE
Non ha scrupoli il potere. Non scherza.
ODISSEO
Ma pondera i consigli degli amici.
AGAMENNONE
La persona proba ascolta i capi.
ODISSEO
Basta. Rimani capo anche cedendo ai tuoi.
AGAMENNONE
Medita che tipo favorisci.
ODISSEO
Un uomopieno d'odio. Ma uomouomo vero.
AGAMENNONE
Che ti succede? Scrupoli sull'odiato morto?
ODISSEO
Era eroe. E ciò cancella l'odioin me.
AGAMENNONE
Una scossae si stravolge certa gente.
ODISSEO
E quantit'amano primapoi s'accaniscono.
AGAMENNONE
Ti piace un tale amorelo faresti tuo?
ODISSEO
Non mi piace lo spirito spietatolo rifiuto.
AGAMENNONE
Noi rammolliti. È questo lo spettacolo che vuoi?
ODISSEO
Semplicemente umaniagli occhi greci.
AGAMENNONE
Insommail tuo appello è: lascia che lo si sotterri.
ODISSEO
Ahsì. Anch'io arriverò a quel passo.
AGAMENNONE.
Sofocle Aiace27
Tutto normale. L'uomo è egoistafa per sé.
ODISSEO
Per chi fareise non per me? Sarebbe assurdo.
AGAMENNONE
La scelta è tua: non brillerà il mio nome.
ODISSEO
Fa' come vuoi. Tantone esci sempre a fronte alta.
AGAMENNONE
Sforzati di capire: ioa tesarei disposto a dare moltomolto di più. Maquesto morto incarnerà il mio odiolaggiù come
quassùnon cambia nulla. Tu pensa a fare il tuo «dovere». Sei libero.
Agamennone si allontana.
CORO
Sei una mente buonaOdisseo. Dono di natura. È pazzo chi conoscendoti lonega.
ODISSEO
Sento d'aggiungere qualcosaper Teucro: quanto ieri gli sono stato controtanto oggi sarò suo. Collaboro alle esequie
l'ho deciso. Spartirò i disaginon mancherò all'impegno che è doverosooffrire alle persone elette.
TEUCRO
Superbo Odisseo! Ti do consenso pienofermoper i tuoi intenti. Tu haifatto irreale la mia ansia. Tu eri il più accanito
in mezzo ai Greci: eppure fu prontoa piene manisolo il tuo sostegno. Tunon avesti l'impudenza prontatu vivo
d'umiliare brutalmente il morto: come l'alto comandocol suo accorrereebeteottusolui e il fratellodecisi a relegarlo
oscenamente via dalla fossa. Per questo il Padresignore delle altezze;ErinniVendetta che non scorda; DikeGiustizia
che matura tuttosfacciano oscenamente i loro corpi oscenicome lorovollero infangarecancellare il morto.
Dubito per teOdisseo di Laerte venerandose farti sfiorare la fossa: forseè agire ingratoostico al morto. Per il resto
dammi l'appoggio. Fa' partecipare al rito chi vuoidel tuo campo: non cidarà noia. Curerò io ogni dettaglio. E voglio
che tu sappia: tu sei per noi un uomo raro.
ODISSEO
Per me restavo. Ma se lo senti come un intervento estraneoti capisco. Evado.
(Odisseo esce)TEUCRO
Il ritardo dilaga eccessivo. Suvia
dico a voilavorate con colpi veloci
affondate lo scavo nel suolo. Voi altri
coronate di fiamma il bacile elevato
ben adatto al lavacro di rito. Corteo
di soldati gli porti le armi d'eroe
che lo scudo ombreggiava.
Devi farcelafiglio. Sostieni le spalle
di tuo padrese puoi: abbraccio di figlio
in mio aiuto. Dalle vene accese tuttora
fiato nero sanguigno vapora
vitale. Ora tuttichiunque si dice
dei suois'affretti a venires'adopri
dia tributo devotototale
al cadutosenza pari nel mondo
ad Aiace: fin quando fu vivovi dico.
CORO
Ahsì. L'essere umano comprende
se vede. Ma prima che vedanessuno
indovina il futuroche esito avrà.