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JulesMichelet



LASTREGA

 

 

 

 

INTRODUZIONE


Sprengerafferma (prima del 1500): "Si deve dire l'ERESIA DELLE STREGHEnon degli stregoni; questi contano poco". E un altrosottoLuigi Tredicesimo: "Per uno stregone diecimila streghe".


"Naturale ha fatte streghe." E' il genio proprio alla Donnae il suotemperamento. Nasce Fata. Per il normale ricorso dell'esaltazioneèSibilla. Per l'amore è Maga. Per acumemalizia (capricciosaspesso e benefica)è Stregae dà la sortealmenolenisceinganna i mali.


Ognipopolo primitivo ha il medesimoo principio; lo vediamo dai viaggi.L'uomo caccia e lotta. La donna gioca d'ingegnoimmagina; generasogni e dei. Dei giorni è VEGGENTE; possiede le ali infinitedel desiderio e del sogno. Per meglio valutare i tempiosserva ilcielo. Ma alla terra non offre meno cuore. Gli occhi chini sui tenerifiorigiovane e fiore anch'essane fa conoscenza personale. Donnachiede loro di guarire chi ama.


Semplicee commovente inizio di religioni e scienze. Più avanti tuttosi separa; vedremo sorgere lo specialistaciarlatanoastrologo oprofetanegromantepretemedico. Ma in principiola Donna ètutto.


Unareligione potente e vitalecome il paganesimo grecoha inizio dallasibillatermine nella strega. La primavergine bellain pienosolelo cullògli diede incanto e aureola. Più tardidecadutomalatonelle tenebre medievalitra le lande e i boschila strega lo riparòdalla sua coraggiosa pietà glivenne il nutrimentodi cui continuò a vivere. Ecco cheperle religionila donna è madreamorosa custode e nutricefedele. Gli dèi sono come gli uomini; le nascono e muoiono ingrembo.


Quantola fedeltà le costa! Reginemagi di PersiaCirce maliardasublime Sibillache siete ormai? che barbara metamorfosi. Quellachedal trono d'Orienteinsegnò le virtù delle piantee il cammino delle stelle cheal tripode di Delfisplendida del diodi luceporgeva oracoli al mondo prostratoquestamille anni piùtardila si caccia come fosse una bestia selvaggiaèinseguita agli angoli delle stradeumiliatastraziatalapidatapiegata sui carboni ardenti.


Nonbastano i roghi al cleroné al popolo le villanie né isassi al fanciullocontro la disgraziata. Il poeta (fanciulloanch'esso) la lapida con un'altra pietraancora più crudeleper una donna. Supponechissà perché?che fossesempre laida e vecchia. Alla parola Stregaappaiono le orrendevecchie di Macbeth. Ma i crudeli processi mostrano il contrario.Molte morirono proprio perché giovani e belle.


LaSibilla prediva la sortela Strega la fa. Ecco la grandeautenticadifferenza. Lei chiamacospiraopera il destino. Non èl'antica Cassandra che tanto bene conosceva l'avvenirelo lamentaval'attendeva. Lei lo crea. Più di Circedi Medeapossiede laverga del miracolo naturalee per sostegno e sorella ha la natura.Tratti del Prometeo moderno son già suoi. Con lei ha iniziol'industriaspecialmente l'industria sovranache guariscerinnoval'uomo. Al contrario della sibillache sembrava osservare l'auroralei osserva il tramonto: ma è proprio il grigio tramonto adoffrire (come sulle vette delle Alpi) molto prima dell'auroraun'alba precoce del giorno.


Ilprete intuisce tutto il pericoloil nemico; la temibile rivalitàè in leiche lui mostra di disprezzarela sacerdotessa dellanatura.


Daglidèi antichiha fatto degli dèi. Accanto al Satana delpassatovediamo nascere in lei un Satana del futuro.


Ilsolo medico del popoloper mille annifu la Strega. Gli imperatorii rei papii baroni più ricchi avevano qualche dottore diSalernoqualche Moroqualche Ebreoma la gente di ogni condizionee si può dire tuttinon consultava che la SAGA o SAGGIADONNA. Se non guarivala insultavanola dicevano strega. Ma ingenereper rispetto e paura insiemela chiamavano BUONADONNA oBELLADONNAdal nome che si dava alle fate.


Lecapitò quel che ancora capita alla sua pianta predilettalaBelladonnae a benefici altri veleni che usavaantidoti dei grandiflagelli del medioevo. Il bambinoil passante ignaromaledicequest'erbe grigie senza conoscerle. I loro colori ambigui lo colmanodi terrore. Arretrapassa alla larga. Eppure non sono che"Consolanti" (Solanee)che somministrate con discrezionehanno guarito spessocalmato tanti mali.


Potetetrovarle nei luoghi più sinistriisolatiinfiditra maceriee rovine. Anche in questo somigliano a chi le usava. Dove avrebbepotuto viverese non tra le lande selvaggel'infelicecosìperseguitatala maledettala proscrittal'avvelenatrice cheguarivasalvava? La promessa del Diavolo e del Male incarnatocheha fatto tanto benead ascoltare il gran medico del Rinascimento.Quando Paracelsoa Basilea nel 1527bruciò tutta lamedicinadichiarò di non sapere nullaoltre a quantoimparato dalle streghe.


Meritavanouna ricompensa. L'ebbero. Le si pagò in torturein roghi.


Siscovarono tormenti appositisi inventarono sofferenze. Venivanocondotte a giudizio in massae condannate per una parola. Mai si futanto prodighi di vite umane. Per non parlare della Spagnaclassicaterra dei roghidove non c'è Moro né Ebreo senzastregase ne ardono settemila a Trèvirinon so quante aTolosaa Ginevra cinquecento in tre mesi (1513)ottocento aWürtzburgquasi in una infornatamillecinquecento a Bamberga(due minuscoli vescovadi). Ferdinando Secondo in persona il bigottoil crudele imperatore della guerra dei trent'annifu costretto asorvegliare i suoi zelanti vescovi. Non avrebbero risparmiato un solosuddito. Nella lista di Würtzburg trovo uno stregone di undicianni che andava a scuolauna strega di quindicia Baiona due didiciassettedannatamente graziose.


Sinoti che in certe epocheal solo nome di stregal'odio uccide acaso. Le gelosie femminilile brame maschilisi appropriano diun'arma tanto comoda. E' ricca? STREGA. E' graziosa? STREGA. Vedremola Murguyuna piccola accattonasegnare a morte del marchiotremendo la fronte della grandamatroppo bellala castellana diLancinena.


Leimputatese possonoprevengono la tortura e si uccidono. Remyl'insigne giudice di Lorenache ne bruciò ottocentodiquesto terrore è orgoglioso. "La mia giustizia ètanto buona" dice "che sediciarrestate l'altro giornonon atteserosi strozzarono prima." Sulla lunga strada dellamia "Histoire"nei trent'anni che le ho dedicatoquestaorribile letteratura di streghe mi è passata e ripassataspesso tra le mani. Prima ho esaurito i manuali dell'Inquisizioneleasinerie dei domenicani ("Flagelli""Martelli""Formicai""Fustigazioni""Lanterne"ecceterasono i titoli dei loro libri). Poi ho letto i parlamentarii giudici laici che a quei monaci si sostituisconoe pur nutrendodisprezzo per loroquasi li eguagliano in idiozia. Ne accennoaltrove. Qui noto soltanto chedal l300 al 1600e oltrelagiustizia è identica. Eccettuata una breve parentesi nelparlamento di Parigisempre ed ovunque è la stessa ferocedemenza. L'ingegno non conta. L'acuto De Lancremagistrato bordolesedel regno di Enrico Quartoall'avanguardia in politicaquando sitratta di streghe precipita al livello di un Niderd'uno Sprengerdegli stupidi monaci del Quattordicesimo secolo.


E'stupefacente vedere quei tempi tanto variquegli uomini di culturediverse non riuscire ad andare avanti. Poi si capisce bene che gliuni e gli altri furono impeditidi piùaccecatiche ilveleno del loro principio li rese ubriachi e selvaggi. Questoprincipio è il dogma di una radicale ingiustizia: "Tuttiperdutiper uno solonon solo punitima degni d'esserloGUASTI APRIORI E CORROTTImorti a Dio ancor prima di nascere. Il poppante èun dannato".


Chilo dice? Tuttipersino Bossuet. Un importante dottore di RomaSpinaMaestro del Santo Palazzoformula il concetto con precisione:

"PerchéDio permette che gli innocenti muoiano? Agisce secondo giustizia. Senon morissero dei peccati commessimorirebbero comunque per la colpaoriginale" (De Strigibuspagina 9).


Questaenormità ha due conseguenzein giustizia e in logica. Ilgiudice è sempre sicuro del fatto suo; chi gli comparedavantinon c'è dubbioè colpevoleese si difendeancora di più. La giustizia non deve faticarerompersi latestaper distinguere il vero dal falso. Si parte sempre da unpartito preso. Il logicolo scolastico non sottopone l'anima adanalisirendersi conto delle sfumature che vive non è affarsuone ignora la complessitài contrasti intimi e iconflitti. Non ha bisognocome noidi spiegarsi come possa cadere apoco a poco nel vizio. Quanto riderebbescuotendo la testadifinezze e cautele cosìse fosse in grado di capirle! Quantagrazia gli darebbe allora il dondolìo delle orecchie superbeche agghindano il suo vuoto cranio!

Soprattuttoquando si tratta del PATTO DIABOLICOdello spaventoso contrattodoveper il misero guadagno di un giornol'anima si vende alsupplizio eternonoinoi cercheremmo di ricostruire il camminomaledettola terribile successione di sventure e delitti che lasprofondarono. Il Nostrose ne preoccupa? Per lui l'anima e ildiavolo sono nati l'una per l'altrotanto che alla prima tentazioneper un capricciouna "voglia"un pensiero che passaquella non esitò a gettarsi nell'orrido estremo.


Neppurei nostri moderni hanno granché indagato la cronologia moraledella stregoneria. Si soffermano troppo sui rapporti del medioevo conl'antichità. Rapporti realima vaghidi poco peso. Lavecchia Magala Veggente celtica e germanica non sono ancora la veraStrega. Le innocenti Sabasie (da Bacco Sabasio)piccolo sabbacampestre che continuò nel medioevoniente hanno a che farecon la Messa nera del Quattordicesimo secolola grande solenne sfidaa Gesù. Queste creazioni terribili non hanno proceduto sullungo filo della tradizione. Uscirono dall'orrore del tempo.


Aquando risale la Strega? rispondo senza esitare: "Ai tempinegati alla speranza".


Allaprofonda disperazione prodotta dal mondo della Chiesa. Senza esitaredichiaro: "La Strega è il suo delitto".


Nonmi soffermo neppure un attimo sulle sue melliflue spiegazionichefingono di attenuare: "Deboleleggera era la creaturafacilealle tentazioni. La concupiscenza l'ha indotta al male". Comenella miserianella carestia di quei tempicome poteva quellapassione traviare sino al furore diabolico? Se la donna innamorataabbandonata e gelosase la ragazza scacciata dalla matrigna o lamadre picchiata dal figlio (vecchi soggetti di leggende)se hannopotuto cadere in tentazione e invocare lo spirito malignotuttoquesto non è la Strega. Che queste povere creature invochinoSatananon vuol dire che lui le accetti. Sono ancora lontanebenlontane dall'essere pronte per lui. Non hanno l'odio di Dio.


Percapire un po' meglioleggete gli odiosi registri che ci restanodell'Inquisizionenon negli estratti dl LlorenteLamothe-Langonecceterama quel che resta degli originali di Tolosa. Leggeteli cosìcome sononella loro tetra ariditàtanto spaventosa eferoce.


Bastanopoche pagineper sentirsi agghiacciare. Vi prende un freddo crudele.La mortela mortela morte si avverte in ogni riga. Siete ormainella barao in una piccola cella di pietra dai muri ammuffiti.


Ipiù fortunati vengono messi a morte. L'orroreè l'"inpace". Questa parola ricorre all'infinitocome una campanad'infamia che suoni e risuoniper desolare i morti vivisempre lastessa parola: MURATI.


Orrendomeccanismo per annientare e schiacciarecrudele torchio per spezzarel'anima. Un giro di vite dopo l'altrostrangolatascricchiolanteschizzò dalla macchina e cadde nel mondo ignoto.


Quandoapparela Strega non ha padre né madrenon ha figlimaritoné famiglia. E' un mostroun aerolitonon si sa da dovevenga. Chi oserebbeDioavvicinarla?

Dovevive? dove non è possibilenei boschi di rovisulla landadove la spinail cardo intrecciatiimpediscono il passaggio. Lanottesotto qualche vecchio dolmen. Se viene scopertaèl'orrore della gente a tenerla ancora isolata: è comecircondata da un cerchio di fuoco.


Tuttaviaè difficile crederviè ancora una donna. Proprioquesta tremenda vita preme e tende la sua molla di donnal'elettricità femminile. Eccole due facoltà:

L'ILLUMINISMODELLA FOLLIA LUCIDA chenelle sue sfumatureè poesiaseconda vistaacume sottilela parola ingenua e astutasoprattuttola capacità di credere in tutte le proprie bugie. Facoltàignota allo stregone maschio. Con luinulla avrebbe avuto inizio.


Daquesto dono un altro: il potere sublime di CONCEPIRE IN SOLITUDINEla partenogenesi che i nostri fisiologi ammettono adesso nellefemmine di parecchie specie per la fecondità del corpoe chenon è più infondata per le concezioni dello spirito.


Solaconcepì e generò. Chi? Un altro se stessache lesomiglia da confondersi.


Figliodell'odioconcepito d'amore. Poiché senza l'amorenon sicrea nulla. Tremantecosì bene si riconosce in questobambinosi compiace talmente in quest'idoloche immediatamente locolloca sull'altaregli rende onore e gli si immolasi concedevittima e viva ostia.


Moltospesso lo dirà al giudice lei stessa: "Non temo chequesto:

soffriretroppo poco per lui" (Lancre).


Conoscetel'esordio del fanciullo? Una tremenda risata. Non ha forse motivo diessere allegrosulla sua libera praterialontano dalle segretespagnole e dai "murati" di Tolosa? Il suo "in pace"è niente di meno che il mondo. Va e vienevagabonda. Sono perlui la foresta sconfinatala landa dai vasti orizzonti. Tutta laterra è suaricca nel cerchio che la circonda. La strega glidice con amore: "Mio Robin"dal nome del valoroso banditol'allegro Robin Hoodche visse sotto le verdi foreste. Le piaceanche chiamarlo "Fiorente""Boschetto""Germoglio". Sono i luoghi preferiti dal monello. Appenavisto un cespugliovi saltò la scuola.


Meravigliache al primo colpo la strega abbia davvero fatto un essere.


Cheha tutto l'aspetto della realtà. L'hanno visto e sentito.Chiunque può descriverlo.


Osservateinvece l'impotenza della Chiesa. I suoi angeli sono smortipaionosfumatidiafani. Lo sguardo li attraversa.


Anchecon i demoni rubati ai rabbinila laida legione rancorosaecceteranon raggiunse il realismo di terrore che voleva. Ben più cheterribilisono figure grottesche; svolazzano come pagliacci.


Tutt'altroesce satana dal ventre ardente della Stregavivaceagguerrito edarmato.


Perquanta paura facciabisogna convenire chesenza di luisaremmomorti di noia. Tanti flagelli colpiscono quei tempima la monotoniaè ancora il più pesante. Quando si cerca di far parlarele Tre Persone tra lorocome a Milton venne la sfortunata idealanoia arriva al sublime. Dall'una all'altraè un SI' eterno.Dagli angeli ai santiil medesimoo SI'. Questinelle loro leggendegraziosissime all'iniziohanno tutti un insulso odore di parentiel'uno con l'altroed ognuno con Gesù. Tutti cugini. Dio ciguardi dal vivere in un paese dove i visi degli uominituttidesolatamente similihanno questa identità melensa diconvento o sacrestia.


Inveceil figlio della Stregaragazzo in gambasa rispondere a tono.


Rispondea Gesù. Sono sicuro che lo distraeoppresso com'è daisuoi santi insipidi.


Questipredilettii figli del padronenon si scaldano troppocontemplanoe sognano; ATTENDONO attendendosicuri di avere un giorno la loroparte di Eletti. Quel poco di attivo che hanno è rinchiuso nelrisicato cerchio dell'IMITAZIONE (questa parola è tutto ilmedioevo).


Luiil maledetto bastardola cui parte non è che la frustanonci pensa proprio di attendere. Va in cerca e non si ferma mai. Si dàda faredalla terra al cielo. E' molto curiosofrugapenetratoccae ficca il naso dappertutto. Del "Consummatum est"se ne fregasi prende gioco. Non fa che ripetere: "Piùin là" e "Avanti".


Delrestoè di bocca buona. Raccatta tutti gli scarti; il cielogettalui raccoglie. Ad esempiola Chiesa ha scartato la Naturacome impura e sospetta. Satana la prende al volose ne ammanta. Nonsolola coltiva e la sfruttane fa fiorire artiaccettando iltitolo con cui vogliono marchiarloPRINCIPE DEL MONDO.


Avevanodetto imprudenti: "Guai a chi ride". Cedendo a priori aSatana una parte troppo bellail monopolio del risoe proclamandolo"divertente". Meglio"necessario".


Poichéridere è una funzione essenziale della nostra natura. Cometrascinare la vitasenza poter riderealmeno tra i dolori?

LaChiesache non vede nella vita che una provanon si preoccupa diprolungarla. Sua medicina è la rassegnazionel'attesa e lasperanza della morte. Vasto campo per Satana. Eccolo medicoguaritore dei viventi. Meglioconsolatore; ha la compiacenza dimostrarci i nostri mortidi evocare le ombre amate.


LaChiesa scarta un'altra cosettala Logicala libera Ragione.


Ghiottoboccone che l'ALTRO addenta con avidità.


Avevacostruito con calce e cemento un piccolo "in pace" strettodal soffitto bassorischiarato da una luce ciecada una certafessura.


Sichiamava "la Scuola". Ci lasciavano qualche chierico e glidicevano: "Sii libero". Diventavano tutti dei buoni anulla. Trecentoquattrocento anni confermano la paralisi. Il puntodi Abelardo è esattamente quello di Occam.


E'curioso che si cerchi proprio là l'origine del Rinascimento.


Arrivòma come? per l'impresa satanica di quanti hanno sbrecciato ilsoffittoper lo sforzo dei dannati che volevano vedere il cielo. Esoprattutto avvennelontano dalla scuola e dai dottia saltare lascuola nei boschidove Satana insegnò alla Strega e alpastore.


Istruzionerischiosa al massimoma erano proprio i rischi ad esaltare l'amorcuriosolo sfrenato desiderio di vedere e sapere. Làiniziarono le male scienzela farmacia proibita dei velenie lamaledetta anatomia. Il pastorespia delle stelleosservando ilcieloportava là le sue colpevoli ricettei suoi esperimentisugli animali. La Strega sottraeva e portava dal cimitero vicino uncorpo; e per la prima volta (rischiando il rogo) si poteva ossevarequesto miracolo di Dio "che scioccamente si nascondeinvece dicomprenderlo" (come ha detto così bene il Serres).


L'unicodottore ammesso là da SatanaParacelsovi ha notato unterzoche penetrava alle volte nell'assemblea sinistraportandovila chirurgia. Era il chirurgo di quei tempi di bontàil boial'uomo dalla mano arditacapace di usare il ferroche rompeva leossa e sapeva aggiustarleammazzava e talvolta salvavaappendevafino a un certo punto.


L'universitàcriminale della stregadel pastoredel boianegli esperimentiloroche furono sacrilegianimò l'altracostrinse la rivalea studiare. Poiché ognuno voleva vivere. Tutto è dovutoalla strega; avrebbero voltato per sempre le spalle al medicoaltrimenti. A forza la Chiesa subìpermise quei crimini.Dovette riconoscere che esistono veleni buoni (Grillandus). Messa conle spalle al murolasciò sezionare in pubblico. Nel 1306l'italiano Mondino apre e seziona una donna; una nel 1315.Rivelazione sacra. Scoperta d'un mondo (non c'è confronto conCristoforo Colombo). Gli sciocchi rabbrividironosbraitarono. E isaggi caddero in ginocchio.


Convittorie cosìSatana non aveva certo paura di morire. LaChiesa da sola non sarebbe mai riuscita a distruggerlo. I roghifecero fiascoma non una certa politica.


Diviseroastutamente il regno di Satana. Contro sua figliala Stregasuasposaarmarono suo figlioil Medico.


LaChiesache odiava profondamentecon tutto il cuorecostuiperestinguere la Strega gli assicurò lo stesso il monopolio. NelQuattordicesimo secolo dichiarache se la donna osa guarireSENZAAVER STUDIATOè strega e muoia.


Macome poteva studiare in pubblico? Figuratevi che scena ridicolaorribilese la povera selvaggia avesse osato entrare a scuola. Chebaldoriache allegria! Ai fuochi di San Giovannibruciavano gattiin catene. Che festa per la bella gioventù dei testoni e degliabatinila strega arrosto urlantelegata a quell'inferno dimiagolii.


Assisteremofino in fondo al tramontare di Satana. Un pietoso spettacolo. Lovedremo pacificatodiventare "un buon vecchio". Glirubanolo spoglianotanto che delle due maschere che portava alsabbala più immonda se la prende Tartufo.


Ilsuo spirito è dappertutto. Ma luiluiperdendo la Stregaperdeva tutto. Gli stregoni furono dei noiosi.


Orache l'hanno spinto così in rovinasi rendono ben conto diquello che hanno fatto? Non era un attore necessarioun rotellaindispensabile alla grande macchina religiosaormai un po'ansimante?

Ogniorganismo sano è doppioha due facce. Come la vita. E' uncerto equilibrio tra due forzecontrariesimmetrichema diseguali:quella inferiore bilanciareagisce all'altra. La superiore sispazientisce e vuole sopprimerla. Sbaglia.


QuandoColbert (1672)senza tante complimentilicenziò Satanaproibendo ai giudici di ricevere i processi di stregonerial'ostinato parlamento normannonella sua buona logica normannaindicò i pericoli di una simile decisione. Il Diavolo èun dogmané più né menolegato a tutti glialtri. Colpire l'eterno sconfittonon è colpire il vincitore?Aver dubbi sulle azioni del primo porta ad averne su quelle delsecondosui miracoli compiuti proprio per combattere il Diavolo. Lecolonne del Cielo hanno le loro fondamenta nell'abisso. L'incauto chesmuove queste fondamenta infernali rischia di aprire crepe nelParadiso.


Colbertnon ascoltò. Aveva altro da fare. Ma il Diavolo forse sentì.E questo lo consola molto. Nei lavoretti con cui si guadagna il pane(spiritismo o tavolini che ballano)si rassegnapensando che almenonon muore solo.




LIBROPRIMO


1.LA MORTE DEGLI DEI



Alcuniautori affermano chepoco prima della vittoria del cristianesimouna voce misteriosa percorreva le rive dell'Egeodicendo: "Ilgran Pan è morto".


L'anticodio universale della natura non c'era più. Che gioia! Sipensava chemorta la naturafosse morta la tentazione. Tanto alungo sconvolta dalla tempestal'anima umana sta dunque per trovareriposo.


Sitrattava della fine dell'antico cultosemplicementedella suadisfattadell'eclissi delle vecchie forme religiose? Per niente.


Consultandoi primi documenti cristianiad ogni riga si incontra la speranza chela Natura scompaiala vita si spengache si giunga finalmente allafine del mondo. Basta con gli dèi della vitatroppo a lungone hanno fatta durare l'illusione. Tutto muorecrollaaffonda.


IlTutto diviene il nulla: "Il gran Pan è morto".


Chegli dèi dovessero morire non era una novità. Moltiantichi culti si fondano proprio sull'idea della morte degli dèi.Osiride muoreAdone muored'accordoper resuscitare. Persino inteatroin quei drammi che si rappresentavano solo per le feste deglidèiEschilo li avvertesenza mezzi terminiper bocca diPrometeoche un giorno devono morire. Ma come? Sconfittiesottomessi ai Titanialle potenze antiche della Natura.


Maora è tutto diverso. I primi cristianiin generale e inparticolareper il passatoper l'avveniremaledicono la Natura insé. La condannano tutta interavedono il male farsi carneaddiritturail demonio in un fiore (1). Vengano dunquemeglio primache poigli angeli che sterminarono le città del mar Mortol'abbiano vintarivoltino come un guanto la vana figura del mondoliberino finalmente i santi da questa lunga tentazione.


IlVangelo dice: "Il giorno avanza". I Padri dicono: "Frapoco". Il crollo dell'impero e l'invasione dei barbari fannosperare a Sant'Agostino che presto non resterà altra cittàche la Città di Dio.


Macom'è duro a morirequesto mondoe testardo nel vivere. ComeEzechiachiede una prorogaventiquattr'ore. D'accordoconcessefino al mille. Ma poinon un giorno di più.


E'proprio sicurocome hanno detto e ridettoche gli dèiantichi fossero finitimorti di noia anche lorostanchi di vivere?chescoraggiatiabbiano come dato le dimissioni? che alcristianesimo sia bastato soffiare su queste ombre vuote?

Questidèili mettono in mostra a Romali fanno vedere inCampidogliodove sono stati ammessi solo dopo mortia patto diabdicare cioè a quanto avevano di forza localedi rinnegarela loro patriasmettendo di essere i geni delle nazioninonrappresentandole più. Per accoglierliinfattiRoma avevafatto subire loro una dura operazioneli aveva snervatiscoloriti.Questi grandi dèi centralizzati si erano trasformatinellaloro vita ufficialein grigi funzionari dell'impero romano.Quest'aristocrazia olimpicadecadendonon aveva per nientetrascinato la folla degli dèi indigenila massa degli dèiancora padroni dell'immensità delle campagneboschimontagnedelle sorgentiintimamente amalgamati alla vita dellacontrada. Questi dèiannidati nel cuore delle quercenelfragore delle acque profondenon potevano venirne cacciati.


Chilo dice? La Chiesa. E si contraddice volgarmente. Ne proclama lamortee s'indigna che vivano. Secolo dopo secolodalla voceminacciosa dei concili (2)intima loro di morire. Vivonoallora?

"Sonodei demoni..." Allora vivono. Non potendo venirne a capoconsente al popolo innocente di vestirlimascherarli. Con laleggendalui li battezzali impone proprio alla Chiesa. Ma si sonoconvertitialmeno? Non ancora. Vengono sorpresi ad insisteresornioninella loro natura pagana.


Dovevivono? Nel desertosulla landanella foresta? Sìmasoprattutto nella casa. Resistono nell'intimità piùprofonda delle abitudini domestiche. La donna li custodisce e linasconde sotto il suo tettoe persino nel letto. Il meglio del mondo(meglio del tempio) l'hanno quiil focolare.


Nessunarivoluzione è mai stata violenta come quella di Teodosio.


Nell'antichitànon c'è traccia di uguale proscrizione di culti. La Persiaadoratrice del fuoconella sua eroica purezzaoffese sì glidei senza velima li lasciò in vita. Favorì molto gliebreili protesseli impiegò. La Greciafiglia della lucesi burlò degli dei misteriosii Cabiri panciutima litolleròli assunse come operaitanto da farne il suoVulcano. Romanella sua maestàoltre all'Etruriaaccolsegli dei rustici del vecchio contadino italiano.


Perseguitòi druidi solo in quanto pericolosa resistenza nazionale.


Ilcristianesimo vincitore vollesi illuse di uccidere il nemico.


Mettendoal bando la logicarase al suolo la scuolae sterminòfisicamente i filosofi che vennero massacrati sotto Valente. Abbattée depredò il tempioinfranse le immagini. La nuova novellaavrebbe potuto favorire la famigliase non avessero annientato ilpadre in san Giuseppese avessero dato valore alla madre comeeducatricemadre morale di Gesù. Strada fertileche subitoabbandonarono per l'ambizione di una sublime purezza sterile.


Ilcristianesimo prese dunque la strada solitaria sulla quale il mondomarciava per conto suoil celibatoinvano combattuto dalle leggidegli imperatori. Precipitò lungo questo pendio con ilmonachesimo.


Mal'uomo nel desertofu solo? Gli tenne compagnia il demoniotentazioni comprese. Niente da faregli toccò ricrearesocietàcittà di solitari. Sappiamo delle tetre cittàdi monaci che sorsero in Tebaide. Che spirito sfrenatoselvaggioleabitò. Sappiamo delle loro discese omicide ad Alessandria.Dicevano di essere sconvoltiincalzati dal demonioe non mentivano.


Unvuoto enorme s'era creato nel mondo. Chi lo riempiva? I cristiani lodiconoil demonioovunque il demonio: UBIQUE DAEMON (3).


LaGreciacome tutti i popoliaveva avuto i suoi "energumeni"sconvoltiposseduti dagli spiriti. E' un rapporto tutto esterioreuna somiglianza apparente che non somiglia affatto. I nostri non sonospiriti qualsiasi. Sono i neri figli dell'abissoideale diperversità. Da alloraovunque si vedono vagare questi poveriafflittiche si odianohanno orrore di sé. Provate a pensarecosa vuol dire sentirsi doppioaver fede in quest'ALTROquest'ospite crudele che va e vienesi aggira in voivi fa andaredove vuolenei desertinegli abissi. La magrezzala debolezzacrescono. E più questo miserabile corpo è debolepiùil demonio lo agita.


Specialmentela donna è abitatagonfiaimpregnata di questi tiranni.


Lariempiono d'"aura" infernalevi scatenano tuoni e fulminiallegramenteper capricciola fanno peccarela disperano.


Nonsoltanto noipurtroppotutta la natura diventa demoniaca. C'èil diavolo in un fiorequanti nella buia foresta! La lucechecredevamo tanto puraè piena dei figli della notte. Il cielopieno d'inferno.


Bestemmia!La stella divina del mattinoche brillando sublime ha più diuna volta illuminato SocrateArchimede o Platonecos'èormai? Un diavoloil gran diavolo LUCIFERO. La seraè ildiavolo VENERE a indurmi in tentazionecon le sue molli e dolcitrasparenze.


Nonmi stupisce che questa società diventi terribile e furiosa.


Indignatadi sentirsi tanto debole contro i demonili perseguita ovunqueneitemplisugli altari dell'antico culto primapoi nei martiri pagani.Basta banchetti; possono essere riunioni idolatre.


Anchela famiglia è sospetta; l'abitudine potrebbe riunirla attornoagli antichi lari. Perché poi una famiglia? L'Impero èun impero di monaci.


Mal'individuol'uomo solo e mutolui guarda ancora il cieloe negliastri ritrova e onora i suoi antichi dèi. "E' colpevoledelle carestie" dice l'imperatore Teodosio "e di tutti iflagelli dell'Impero". Parola tremendache scaglia contro ilpagano innocuo la cieca rabbia del popolo. La legge scatena allacieca tutta la furia contro la legge.


Dèiantichinella tomba! Dèi dell'amoredella vitadella lucespegnetevi. Indossate il cappuccio da monaco. Verginidiventatereligiose. Mogliabbandonate i mariti; ose badate alla casasiateper loro fredde sorelle.


Maè possibile? chi avrà il soffio abbastanza potente daspegnere in un solo colpo la lampada ardente di Dio? Questo temerariotentativo di empia pietà potrà fare miracoli singolarimostrosi. Colpevolitremate.


Siripete più voltenel medioevola triste storia dellaFidanzata di Corinto. Raccontata tanto tempo prima da Flegoneilliberto di Adrianola ritroviamo nel Dodicesimo secolonelSedicesimocome se fosse il radicale rimproverol'indomabilerichiamo della Natura.


"Ungiovane ateniese va a Corintoda chi gli promise la figlia. E'rimasto paganoe non sa che la famiglia in cui credeva di entrare èdiventata cristiana. Arriva molto tardi. Tutto dormetranne lamadreche gli serve il pasto dell'ospitalitàe lo lasciadormire. E' molto stanco. Appena si addormentauna figura entranella camera: una ragazzavestitavelata di bianco; porta sullafronte una fascia nera e oro. Lo vede. Stupitasolleva la manobianca: 'Sono dunque già tanto straniera in questa casa?...Ahpovera reclusa... Maho vergognae me ne vado. Riposa.''Rimanigraziosa fanciullaecco CerereBaccoe con tel'Amore.Non aver pauranon impallidire.' 'Nostammi lontano. Non sono piùdella gioia. Per un voto di mia madre malatala gioventù e lavita sono in catene per sempre. Gli dèi sono fuggiti. E gliunici sacrifici sono vittime umane.' 'Comesei tu? tumia fidanzatadilettache mi fosti data fin dall'infanzia? Il giuramento deinostri padri ci unì per sempre nella benedizione del cielo.Verginesii mia.' 'Noamicononon io. Avrai la mia sorellina. Segemo nella fredda prigionetunelle sue bracciapensa a me; io miconsumo e non penso che a tee la terra mi coprirà.' 'Nologiuro su questa fiamma; è la fiaccola d'Imene. Verrai con meda mio padre. Rimanimia amata.' Come dono di nozzelui offre unacoppa d'oro. Lei la sua catena; ma preferisce alla coppa una cioccadei suoi capelli.


E'l'ora degli spiriti; lei bevedalle sue labbra pallideil cupo vinocolor del sangue. Poi beve luiavidamente. E invoca l'Amore.


Leiil povero cuore se ne andavaresisteva ancora. Ma lui si disperaesi getta in lacrime sul letto. Alloralei gli si getta accanto:'Come mi fa male vederti soffrire. Ma se tu mi toccassine sarestiatterrito. Bianca come la nevefredda come il ghiaccioahèquesta la tua fidanzata.' 'Ti scalderò io. Vieni. Quandouscirai dalla tomba...' Si scambiano sospiri e baci. 'Non senti comebrucio?' L'Amore li stringe e li unisce. Le lacrime si intrecciano alpiacere.


Leibeveavidail fuoco della sua bocca; la passione amorosa accende ilsangue gelatoma il cuore non batte nel petto.


Lamadre era làascoltava. Dolci promessecrisi di pianto epiacere.


'Sss.Il canto del gallo. A domanidi notte.' Poiaddiobaci su baci.


Lamadre entraindignata. Cosa vede? Sua figlia. Lui la nascondeval'avvolgeva. Ma lei si liberas'alza dal letto al soffitto: 'Madremadremi invidiate dunque la bella nottemi cacciate da questotepore. Non vi basta avermi avvolta nel sudarioe portata precocealla tomba? Una forza ha tolto la pietra. I vostri pretiebbero unbel bisbigliare sulla fossa. Che possono il sale e l'acquadove ardela gioventù? La terra non gela l'amore. Avete promesso; vengoa chiedere il mio bene.


Ahamicotu devi morire. Languirestiappassiresti qui. Ho i tuoicapelli; saranno bianchi domani (4). Madreun'ultima preghiera.


Apritel'oscura prigionealzate un rogoche l'amante abbia il riposo dellefiamme. Splenda la scintilla e s'arrossi la cenere. Andremo dainostri antichi dèi.'"




NOTE:


1)Confessione di San Ciprianoin MURATORI"Rerum italicarumscriptores"capitolo 1pagina 293 e 545. A. MAURY"Magie"pagina 435.


2)Vedi MANSIBALUZE; i concili di Arlespagina 442Tourspagina557Leptines pagina 743; i "Capitolari"eccetera. AncheGERSONverso il 1400.


3)Vedi le Vite dei Padri del desertoe gli autori citati da MAURY"Magie"pagina 317. Nel Quarto secoloi Messalianicredendosi tutti pieni di demonisi soffiavano il naso e sputavanoin continuazionefacevano sforzi incredibili per espettorarli.


4)Qui ho soppresso una parola scioccante. Goethetanto nobile diformanon lo è tanto di spirito. Rovina la storiameravigliosamacchia il greco di un'orribile idea slava. Al momentodelle lacrimefa della ragazza un vampiro. Viene perché hasete di sangue per succhiare il sangue dal cuore di lui. Efreddamente le fa dire questa cosa empia e immonda: "Quandol'avrò esauritoPASSERO' AD ALTRI; la giovinezza soccomberàal mio furore".


Ilmedioevo traveste di grottesco questa tradizione per farci paura del"Diavolo Venere". La sua statua riceve un anelloungiovane imprudente glielo mette al dito. Lei lo stringelo tienecome fidanzataela nottegli viene nel letto a reclamarne idiritti.


Perdisfarsi della sposa infernaleci vuole un esorcismo. (S. Hibb.parte terzacapitolo 3pagina 174). Stessa storia nei "fabliaux"ma applicata stupidamente alla Vergine. Lutero riprende la tradizioneanticase la memoria non mi ingannanei suoi "Discorsi atavola"ma da grossolanofa sentire il cadavere. Lo spagnoloDel Rio la trasporta dalla Grecia in Brabante. La fidanzata muorepoco prima delle nozze. Suonano le campane a morto. Il fidanzatodisperato vaga per la campagna. Sente un lamento. E' proprio leichevaga per la brughiera. "Non vedi"gli dice"chi miguida?" "No". L'afferrala sollevala porta a casa.La storia rischiava di diventare troppo tenera e struggente. Questoduro inquisitoreDel Rione spezza il filo. "Levato il velo"dice "ecco un tronco coperto dalla pelle di un cadavere".Il giudice Le Loyer pur ben poco sensibileci restituisce la storiaprimitiva.


E'l'ultimo di questi tristi narratori. La storia diventa inutile.


Cominciail nostro tempoe la Fidanzata ha vinto. La Natura sepolta ritornanon più furtivama padrona della casa.




2.PERCHE' IL MEDIOEVO DISPERO'



"Siatecome bambini appena nati" ("quasi modo geniti infantes");siate umilisemplici per l'innocenza del cuoreper la serenitàdimenticate le discordiesiate pacificinelle mani di Gesù.


E'l'amabile consiglio della Chiesa a questo mondo in tempestailgiorno dopo la grande caduta. In altre parole: "Vulcanimaceriecenerilavagermogliate. Campi bruciaticopritevi difiori".


Qualcosapromettevaveramentela pace che rigenera: tutte le scuole eranofinitela via logica abbandonata. Un metodo infinitamente semplicedispensava dal ragionamentodava a tutti un comodo pendìobastava seguirlo. Se il credo non era chiarola vita era tuttatracciata sul sentiero della leggenda. La prima parolal'ultimafula stessa: IMITAZIONE.


"IMITATEtutto andrà bene. Ripetete e copiate". Ma èproprio questa la strada della vera INFANZIAche vivifica il cuoredell'uomogli fa ritrovare le sorgenti fresche e fertili? A primavista in questo mondoche si atteggia a giovane e fanciullovedosolo attributi di vecchiaiapignoleriaservilismoimpotenza. Cos'èquesta letteratura di fronte ai monumenti altissimi dei greci e degliebrei? Anche di fronte al genio romano? E' come il crollo letterariodell'Indiadal bramanesimo al buddismo; un verboso vaniloquio dopol'alta ispirazione. I libri copiano i librile chiese le chiesefinché non basta più. Ci si deruba a vicenda. Con imarmi sradicati a Ravennasi decora Aquisgrana. Tutta la societàè così. Il vescovo re di una cittàil barbarore di una tribùcopiano i magistrati romani. I nostri monaciche crediamo originalinel loro monastero non fanno che ripetere la"villa" (dice benissimo Chateaubriand). Non passa loroneppure per la testa di creare una società nuované difecondare l'antica. Copisti dei monaci orientalivorrebbero innanzitutto che i loro servitori fossero anch'essi piccoli monacicontadiniun popolo sterile. E' malgrado loro che la famiglia siricrearicrea il mondo.


Quandovediamo questi vecchi invecchiare così in frettaquandoinun secolodal saggio monaco san Benedetto si cade al pedanteBenedetto di Anianecapiamo bene che quella gente non ebberesponsabilità della grande creazione popolare che fiorìsulle rovine: parlo delle Vite dei Santi. Le scrissero i monacimale faceva il popolo. Questa giovane vegetazione può farnascere fiori e frutti dalle crepe del vecchio rudere romanodiventato un monasteroma non ne discende in linea diretta. Haradici profonde nella terra; il popolo ve la seminae la famiglia vela coltivatutti vi mettono manogli uominile donne e i bambini.La vita precariainquietadi quei tempi violentirendeva questepovere tribù piene di immaginazionele portava a credere neipropri sogniche le rassicuravano. Sogni stranipieni di miracolidi follie assurde e seducenti.


Questefamiglieisolate nella forestasulla montagna (come ancora vivonoin Tirolo e nelle "Hautes-Alpes")scendendo un giorno lasettimananon mancavano nel deserto di allucinazioni. Un bambinoaveva visto questouna donna aveva sognato quello. Nasceva un santonuovo di zecca. La storia faceva il giro della campagnacome unaneniarimata alla meglio. La cantavano e ballavano la sera sotto laquercia della fontana. Il preteche arrivava la domenica a officiarenella cappella dei boschitrovava questo canto leggendario giàsu tutte le bocche. Pensava: "Dopo tuttola storia èbellaedificante... Fa onore alla Chiesa. VOX POPULIVOX DEI... Macome l'avranno trovata?" Gli portavano testimoni di cui ci sipoteva fidareinconfutabili: l'alberola pietrache hanno vistol'apparizioneil miracolo. Che dire?

Riportataall'abbaziala leggenda incontrerà un monaco"buono anulla"solo a scriverecuriosocredulonein tutte le cosemeravigliose. Scrive questala ricama con la sua scialba retoricala rovina un po'. Ma eccola registrata e consacratala leggono alrefettorioben presto in chiesa. Copiatagonfiataornata diorpelli spesso grotteschiattraverserà i secolifino aprender posto con onore nella Leggenda Aurea.


Ancheoggia leggere queste belle storiead ascoltare le sempliciingenue e severe melodie in cui queste popolazioni rurali hanno messotutto il loro giovane cuorenon si può non cogliere un granderespiroe ci commuove il pensiero della loro sorte.


Avevanopreso alla lettera il toccante consiglio della Chiesa: "Siatecome bambini appena nati". Ma lo misero in pratica nel senso piùlontano dal pensiero originale. Il cristianesimo aveva temutoodiatola Naturaloro l'amaronola giudicarono innocentearrivarono asantificarla mescolandola alla leggenda.


Glianimali che la Bibbiabrutalechiama i "villosi"di cuiil monaco diffidatemendo di trovarvi dei demonifanno parte diqueste belle storie nel modo più commovente (esempiola cervache scaldaconsola Genoveffa di Brabante).


Ancheal di là della vita leggendarianell'esistenza comunegliumili amici del focolaregli aiutanti coraggiosi del lavororisalgono nella stima dell'uomo. Hanno il loro diritto (1). Hanno leloro feste. Senella bontà infinita di Dioc'è postoper i più piccolise la sua misericordia sembra prediligerliperchédice il popolo dei campiperché il mio asinonon potrebbe entrare in chiesa?

Hadei difettid'accordomi somiglia ancora di più. Lavorasodoma ha la testa duraè riottosotestardoinsommaètutto me.


Nenascono feste stupendele più belle del medioevodegliInnocentidei Mattidell'Asino. E' il popolo stesso chenell'asinotrasporta la sua immaginesi presenta all'altaresudicioridicoloumiliato. Spettacolo commovente. Condotto daBalaamentra solenne tra la Sibilla e Virgilio (2)a renderetestimonianza. Se un tempo s'impennò a Balaamè perchés'era visto davanti la spada della legge antica. Ma ormai la Leggenon c'è piùe il mondo della Grazia sembra aprire leporte agli ultimiai semplici. Il popoloinnocenteci crede. Eccola sublime ballata con cui diceva all'asinocome a se stesso:

"Inginocchioe di' Amen Basta con l'erba e il fieno Lascia le vecchiecosee va ..........


Ilnuovo travolge il vecchio La verità mette in fuga l'ombra Laluce scaccia la notte (3)." Che faccia tosta! Vi chiedevanoproprio questobambini sfrenatiribellidicendovi d'esserebambini? Vi offrivano latte. Voi bevete vino. Vi guidavano condolcezzabriglia alla manoper lo stretto sentiero. Timorosimansuetiil vostro passo era esitante. Tutt'a un trattola brigliaè sciolta. Il percorsolo coprite con un solo balzo.


Ahche imprudenza lasciarvi creare i vostri santialzare l'altareadornarloriempirlocoprirlo di fiori. Lo si riconosce appena.


Quelloche appareè l'antica eresia condannata dalla Chiesal'"innocenza della natura"; che dicoun'eresia nuovachenon finirà domani: l'"indipendenza dell'uomo".


Ascoltatee obbedite:

Divietodi inventaredi creare. Basta leggendebasta santi nuovi. Neabbiamo a sufficienza. Divieto di innovare nel culto con nuovi canti;l'ispirazione è vietata. Gli eventuali martiri nuovi devonorestare nella tombacon modestiaed aspettare di esserericonosciuti dalla Chiesa. Al cleroai monaci è fatto divietodi dare ai coloniai servila tonsura che li rende liberi. Ecco lospirito meschinospauritodella Chiesa carolingia (2). Si rimangiala parolafa marcia indietrodice ai bambini: "Siate vecchi".


Chetracollo! Ma è serio? Ci avevano detto: "Siate giovani".Il prete non è più il popolo. Ha inizio un divorzioeternoun abisso di separazione. Il pretesignore e principecanterà sotto una cappa d'oronella lingua sovrana del grandeimpero che non c'è più. Noigregge addoloratoperdutala lingua dell'uomola sola che Dio voglia ascoltareche possiamofarese non muggire e belarecon l'innocente compagno che non cidisprezzache d'inverno nella stalla ci scaldaci copre col suomantello? Vivremo con i mutie saremo muti.


Inveritàabbiamo meno bisogno d'andare in chiesa. Ma lei citiene legati. Pretende che torniamo a sentire ciò che noncapiamo più.


Unanebbia infinitauna fitta nebbia grigio piomboha avvolto da alloraquesto mondo. Per quanto tempoper l'amor di Dio? Per millelunghissimi terribili anni. Per dieci secoli interiun languoreignoto a tutte le epoche precedenti ha attanagliato il medioevoanche in parte gli ultimi tempiin uno stato a metà tra laveglia e il sonnosotto il dominio di un fenomeno desolanteintollerabilelo spasmo da noialo sbadiglio.


L'instancabilecampana suona alla solita orae si sbadiglia; un canto nasale ripeteil vecchio latinoe si sbadiglia. E' tutto previsto; da questo mondonon ci si aspetta niente. Le cose saranno sempre uguali.


Lanoia certa di domani fa sbadigliare sin da oggie la prospettiva deigiornidegli anni di noia che verrannopesa già da orasottrae gusto alla vita. Dal cervello allo stomacodallo stomacoalla boccal'automatico e fatale spasmo distende le mascellesenzafine o rimedio. Vera e propria malattia che la devota Bretagnaconfessaincolpandoned'accordola malizia del Diavolo. Se ne stanascosto nei boschidicono i contadini bretoni; a chi passa e guardale bestie canta vespri e offici d'ogni sortae lo fa sbadigliare amorte (5).


Esserevecchio è essere debole. Quando i saracenii normanni ciminaccianoche ne sarà di noise il popolo resta vecchio?Carlomagno piangela Chiesa piange. Confessa che le reliquiecontroquesti diavoli barbarinon proteggono più l'altare (6). Nonbisognerebbe far ricorso al braccio del bambino ribelle che si stavaper legareal braccio del piccolo gigante che si volevaimmobilizzare? Movimento contraddittorio che riempie il Nono secolo.Frenanoscatenano il popolo. Lo temono e lo invocano. Insieme a luigrazie a luialla sveltaerigono portetetti che fermeranno ibarbariripareranno i preti e i santifuggiti dalle loro chiese.


Nonostanteil Calvo imperatoreche proibisce di costruiresul monte s'alza unatorre. Il fuggiasco vi giunge. "Fatemi entrare in nome di Dioalmeno la mia donna e i miei bambini. Io mi accamperò con lemie bestie nella cinta esterna." La torre gli ricambia lafiduciae lui sente di essere un uomo. Lei lo ripara. Lui ladifendeprotegge il suo protettore.


Primai piccoliper famesi davano servi ai grandi. Ma adesso ètutto diverso. Lui si dà "vassallo"che vuol direbravo e valoroso (7).


Sidà e non si dà. Si riserva di dir di no. "Andròpiù lontano. La terra è grande. Anch'iocome chiunquealtroposso farmi laggiù la mia torre. Se ho difeso da fuorisaprò guardarmi da dentro." E' la grandenobile originedel mondo feudale. L'uomo della torre accoglieva i vassallimadicendo loro: "Te ne andrai quando vorraied io ti aiuteròse ne avrai bisogno; a tal punto chese ti metti nei guaiscenderòda cavallo". E' proprio la formula antica (8).


Maun mattinoche vedo? La vista mi gioca brutti scherzi? Il signoredella vallata cavalca all'intornopianta picchetti inviolabiliedanche invisibili confini. "Cosa vuol dire? Non capisco."Vuol dire che la signoria è chiusa: "II signore la tienesotto chiavedal cielo alla terra".


Orrore.In virtù di quale diritto questo "vassus" (cioèvalente) d'ora in poi è sequestrato? Diranno che "vassus"può anche voler dire SCHIAVO.


Come"servus"che significava "servitore" (spessod'alto livelloun conte o principe imperiali)per il debole vorràdire "servo" miserabile la cui vita non vale uno scudo.


Daquesta maledetta retevengono catturati. Laggiùperòsulla sua terrac'è un uomoche sostiene che la sua terra èliberaè un "allodio"un "feudo del sole".Si siede su un cipposi rincalza il cappelloguarda passare ilsignoreguarda passare l'imperatore (9).


"Va'per la tua stradapassaimperatoretu sei fermo sul tuo cavalloio son fermo sul mio cippoanche di più. Tu passiio nonpasso. Perché io sono la Libertà." Ma non ho ilcoraggio di dire cosa accade di quest'uomo. L'aria gli si fa pesanteattornoe respira sempre meno. Sembra incantato. Non può piùmuoversi. Sembra paralizzato. Anche le sue bestie dimagrisconosembra che gli abbiano gettato un malocchio. I suoi servitori muoionodi fame. La sua terra non produce più. Gli spiriti di notte laspogliano.


Resiste:"In casa propria il pover'uomo è re." Ma non lolasciano in pace. Viene citatoe deve rispondere alla corteimperiale. Ci vafantasma del vecchio mondodi cui nessuno sa piùnulla. "Cos'è?" dicono i giovani. "Comenon èsignorenon è servo.


Alloranon è niente?" "Chi sono? Sono colui che costruìla prima torreche vi difesecolui chelasciata la torreandòal pontearmato di coraggioad attendere i pagani normanni. E nonbastaho arginato i fiumiho coltivato l'alluvioneio ho creato laterracome Dio che la trasse dalle acque. Da questa terrachi micaccerà?" "Noamico" dice il vicino"nonti cacceremo via. La coltiveraiquesta terra... ma non come credi.Ricordabuonuomoche ancor giovane e sventato (sono passaticinquant'anni) sposasti Giacominaservetta di mio padre. Ricorda ildetto: 'Chi monta la mia pollastra è un mio pollo.' Fai partedel mio pollaio. Slega la cinturagetta la spada. Fin d'oraseiservo mio." Non ho inventato nulla. Questa spaventosa storiaricorre fino alla nausea nel medioevo. Ahche spada l'ha trafitto;ho tagliatoho saltatopoiché a rievocarloogni volta lostesso acciaiola stessa punta trapassa acuta il cuore.


Unoad un affronto cosìfu preso da tanto furoreda non riuscirea dire una parola. Come Orlando tradito. Tutto il sangue gli ribollìgli salì in gola. Gli occhi mandavano fiamme. La bocca mutadi una tremenda eloquenzaimpallidì tutta l'assemblea.Arretrarono. Era morto. Le vene erano scoppiate. Le arterieschizzavano il rosso sangue sulle fronti dei suoi assassini (10).


L'insicurezzadella condizionel'orrenda china scivolosa per cui l'uomo liberodiventa "vassallo" il vassallo "servitore" e ilservitore "servo" è il terrore del medioevoe labase della sua disperazione. Non c'è scampo. Chi fa un passo èperduto. Sradicato diventa un relittouna preda da cacciaservo omorto. La terra viscida trattiene il piedeimmobilizza chi passa.L'aria contagiosa lo uccidelo rende cioè di "manomorta"un mortoun nullauna bestiaun'anima da due scudidue scudi nepagheranno l'assassinio.


Questisono i due grandi caratteri generaliesterioridella miseria delmedioevoche lo consegnarono al Diavolo. Guardiamo ora dentroilfondo dei costumiesploriamo l'interno.




NOTE:


1)Vedi J. GRIMM"Rechtsalterthümer"e le mie "Originesdu Droit".


2)E' il rituale di Rouen. Vedi DUCANGEalla voce "Festum";CARPENTIERalla "Kalendae"; e MARTENEcapitolo 3pagina110. La Sibilla era coronataseguita da ebrei e gentilida Mosèi profetiNabucodonosoreccetera. Fin dall'inizioe di secolo insecolodal Settimo al Sedicesimola Chiesa prova a bandire legrandi feste popolari dell'Asinodegli Innocentidei BambinideiMatti. Non ci riesce fino all'avvento dello spirito moderno.


3)Vetustatem novitas / Umbram fugat clantas / Noctem lux eliminat.(Ibidem).


4)Vedi i "Capitolari".


5)Un illustrissimo bretoneultimo uomo del medioevoche fu peròmio amiconel viaggio a vuoto che fece per convertire Romaricevette offerte clamorose. "Che volete?" diceva il papa."Questo:

esseredispensato dal breviario... M'annoio a morte." Nota 6. E' lacelebre confessione d'Incmaro.


7)Differenza sentita troppo pocotroppo poco notata da quanti hannoparlato di "accomandazione personale"eccetera.


8)GRIMM"Rechtlalterthümer" e le mie "Origines duDroit".


9)GRIMMalla voce "Allodio".


10)Accadde al conte d'Avesnesquando la sua terra libera fu dichiarataun semplice feudoe luiil semplice vassallol'uomo del conte diHainaut.


Leggerela tremenda storia del gran cancelliere di Fiandraprimo magistratodi Brugesanche luinon di menoreclamato come servo.


GUALTERIUS"Scriptores rerum francicarum"capitolo 13pagina 334.




3.IL DIAVOLETTO DEL FOCOLARE



Iprimi secoli del medioevoche videro sorgere le leggendehanno ilcarattere di un sogno. La gente dei campitutta devota alla Chiesatenera di spirito (le leggende lo testimoniano)èsaremmoportati a pensareperfettamente innocente. E'almeno sembrailtempo del buon Dio. Eppure i "Penitenziari"che elencano ipeccati più comuniparlano di porcherie stranesingolarisotto il segno di Satana.


Eral'effetto di due causedella perfetta ignoranzae dellacoabitazioneche mescolava i parenti stretti. Sembra che quasi nonconoscessero la nostra morale. La loromalgrado i divietirammentava quella dei patriarchidell'alta antichitàcheconsidera libertinaggio il matrimonio con l'estraneae non consenteche la parente. Più famiglie alleate ne facevano una. Ancoranon osavano disperdere le abitazioni nei deserti intornosilimitavano a coltivare la periferia di un palazzo merovingio o di unmonasteroe ogni sera si rifugiavano con le loro bestie sotto iltetto d'una grande "villa". Ne derivano inconvenientianaloghi all'antico "ergastolum" dove s'ammucchiavano glischiavi. Molte di queste comunità sopravvissero nel medioevo eoltre. Il signore non si preoccupava troppo delle conseguenze.Considerava una famiglia sola questa tribùquesta massa digente "che si alza e si corica insieme""che mangia aun pane e a un piatto".


Inquesta babeleper la donna si aveva ben poca considerazione.


Occupavaun posto di poco rilievo. Se la Verginela donna idealesi elevavanei secolila donna reale contava pochissimo presso queste masseruraliquesto miscuglio di uomini e greggi. Miserabile fatalitàd'una condizione che solo la separazione delle abitazioni riuscìa cambiarequando presero abbastanza coraggio da vivere per contoproprioin frazioneo coltivare terre fertili un po' distanti ecostruire capanne nelle radure delle foreste. Il focolare isolatocreò la vera famiglia. Il nido fece l'uccello. Da alloranonerano più cosema anime. La donna era nata.


Momentomolto commovente. Eccola A CASA SUA. Può essere pura e santafinalmentela povera creatura. Può concepire un pensieroesolafilandosognarementre lui è nel bosco. Questa miseracapannaumidapiena di fessuredove d'inverno soffia il ventoperòè silenziosa. Ha certi angoli oscuri dove ladonna annida i propri sogni.


Oralei ha. Ha qualcosa di suo. Il "fuso"il "letto"il "comò"ecco tuttodice la vecchia ballata (1).Poi verrà il tavolola pancao due sgabelli. Povera spogliacasa. Ma un'anima l'arreda. Il fuoco la rallegra; il bosso benedettoprotegge il lettoe qualche volta gli mettono accanto un graziosomazzetto di verbena. La signora di questo palazzo filaseduta sullaportaguardando qualche pecora.


Nonsi può ancora comprare una muccama verràc'ètempose Dio benedice la casa. Il boscoun po' di pascoIoqualcheape sulla landaecco la vita. Si coltiva ancora poco grano: unraccolto lontano è un raccolto insicuro. Questa vitapoverissimaè però meno dura per la donna; non silogoranon si rovinacome accadrà con la grande agricoltura.Ha anche maggior tempo libero. Non giudicatela dalla letteraturavolgare dei "noëls" e dei "fabliaux"dallesciocche risate e dai racconti osceni che verranno poi. Lei èsola. Non ha vicine. L'orrenda vita malsana delle nere piccole cittàchiuselo spiarsi a vicendail pettegolezzo meschinopericolosonon esiste ancora. Nessuna vecchia viene la seraquando il vicolo sifa buioa tentare la giovanea dirle che c'è chi muored'amore per lei. Lei ha solo i sogni per amicinon chiacchiera checon le bestie o l'albero della foresta.


Leparlano; sappiamo di che. Risvegliano in lei quello che le diceva suamadresua nonnacose arcane chenei secolison passate di donnain donna. E' l'innocente ricordo degli antichi spiriti dellacontradatoccante religione di famiglia chenella coabitazionechiassosa e caoticafu senza dubbio debolema RITORNA e frequentala capanna solitaria.


Mondostranodelicatodi fatefollettiquel che ci vuole per un'animafemminile. Quando la grande creazione della leggenda dei santi sispegne e appassiscequesta leggenda più anticae di benaltra poesiaviene a far parte della loro vitaregna segretadolce.


E'il tesoro della donna che la culla e l'accarezza. Anche la fata èdonnalo specchio fantastico in cui guardarsi più bella.


Chefurono le fate? Si dice cheregine delle Galliefiere e bizzarreall'arrivo di Cristo e apostolifurono impertinentigli voltaronole spalle. In Bretagnastavano ballandoe continuarono.


Eccoil perché della crudele condanna. Devono vivere fino al giornodel giudizio (2). Molte ridotte alle dimensioni del conigliodeltopo. Come le "Kowring-gwans" (le fate nane)chedinotteintorno a vecchie pietre druidichevi avvolgono nelle lorodanze. Come la bella regina Mabche ha fatto di un guscio di noce uncocchio regale. Sono un po' capricciosee a volte di cattivo umore.Ma non c'è da meravigliarsidato il loro triste destino. Perpiccole e lunatiche che sianohanno un cuorebisogno d'essereamate. Sono buonesono brutte e piene di fantasia. Quando nasce unbambinoscendono dal caminogli danno la dote e gli fanno la sorte.Apprezzano le brave filatricifilano esse stesse divinamente. Sidice: "filare come una fata".


I"Racconti di fate"spogliati degli orpelli ridicoli concui gli ultimi redattori li hanno conciatisono il cuore del popolo.Segnano un'epoca poeticatra il comunismo grossolano della "villa"primitivae la licenza dell'epoca in cui una borghesia nascentecompose i nostri cinici "fabliaux".


Questiracconti hanno una parte storicaricordano le grandi carestie (negliorchiecc.). Ma in genere volano ben più alti d'ogni storiasulle ali dell'"Uccello azzurro"in un'eterna poesiaesprimono i nostri desiderisempre gli stessil'immutabile storiadel cuore.


Ricorrefrequente il desiderio del povero servodi respirareriposareditrovare un tesoro che porrà fine alle sue miserie. Piùspessoper una nobile aspirazionequesto tesoro è ancheun'animaun tesoro d'amore addormentato (nella "Bellaaddormentata nel bosco"); ma una maschera nasconde spessoperuna fatale malìal'incantevole personaggio. Eccola trilogiacommoventeil meraviglioso CRESCENDO di "Enrichetto dalciuffo""Pelle d'asino""La bella e la bestia".


L'amorenon si disgusta. Sotto questi mostri ricercaconquista la bellezzanascosta. L'ultimo di questi racconti raggiunge il sublimecredo chetutti leggendo abbiano pianto.


Esprimonouna passione verissimamolto sinceral'amore infelicedisperatoche spesso la natura crudele fa nascere tra povere anime dicondizione troppo diversail dolore della contadina che non puòfarsi bella per essere amata dal cavalierei sospiri soffocati delservo quandoal lavoro nei campivedesu un cavallo biancopassare un fulmine troppo abbagliantela bellal'adoratacastellana. E'come in Orienteil malinconico idillio degli amoriimpossibili tra la Rosa e l'Usignolo. Tuttaviala differenza ègrande: l'uccello e il fiore sono bellipersino eguali per bellezza.Invece qui l'essere inferioretanto inferioresi batte il petto:"Sono bruttosono un mostro". Quanti pianti. Nello stessotempocon l'eroismo della volontàper l'immensità deldesideriosupera in impeto l'Orientestrappa il vuoto involucro.Ama finché non viene amatoquesto mostroe diventa bello.


C'èun'immensa tenerezza. Quest'anima incantata non pensa soltanto a sé.Pensa anche a salvare tutta la natura e la società. Tutte levittime d'allorail bambino picchiato dalla matrignala sorellaminore disprezzatamaltrattata dalle maggiorisono i suoiprediletti. La sua compassione raggiunge persino la signora delcastellola compiange d'essere in potere del feroce barone("Barbablù"). E' tenera con gli animalili consolad'essere ancora animali. Finirà anche questobisogna averpazienza. Verrà il giorno del riscattoper le loro animeprigionieresaranno libereamabiliamate. E' l'altra faccia di"Pelle d'asino" e d'altri racconti analoghi. Questosoprattutto rivelasenza alcun dubbioun cuore di donna. L'uomorude che lavora i campi è piuttosto duro con le sue bestie. Mala donna non le vede bestie. Ha gli occhi di un bambino.


Tuttoè umanotutto è spirito. Tutto il mondo ènobile. Che amabile incanto. Umile com'èsi crede bruttaeha dato la sua bellezzala sua grazia a tutta la natura.


E'proprio tanto bruttala donnetta del servoche nutre in questo modola sua fantasia sognante? L'ho già dettobada alla casafilaguardando le bestieva in mezzo al boscoe raccoglie un po' dilegna. Non fa ancora lavori pesantinon c'entra con la bruttacontadinaprodotto della grande coltura del granoche non c'èancora. Non c'entra con la grassa borghesepesante e annoiatadellecittàche ha ispirato tanti grassi racconti ai nostriantenati. Lei non ha sicurezzaè timidadolcesi sentenelle mani di Dio. Vede sul monte l'oscuro e minaccioso castello chepuò portarle mille disgrazie. Temeonora suo marito. Servoper gli altriper lei è re.


Glilascia il megliovive di niente. E' agile e piccolacome le santein chiesa. La poverissima alimentazione deve generare creaturesottilima esistenze precarie. Altissima mortalità infantile.Queste pallide rose sono fasci di nervi. Ne verrà fuori piùavanti la danza epilettica del Quattordicesimo secolo. Adessosiamointorno al Dodicesimoquesta condizione di semidigiuno comporta duedebolezze:

dinotteil sonnambulismo; di giornoillusionifantasiee il donodel pianto.


Questadonnacandida e innocenteha un segreto peròl'abbiamodettoche non confessa in chiesa. Si porta chiuso nel cuore ilricordola pietà dei poveri vecchi dèi (3) decaduti aspiriti. Questi spiritinon crediate che non soffrano. Annidatinelle pietrenel cuore delle querced'inverno stanno proprio male.Amano il caldo.


Giranoattorno alle case. Ne hanno visti nelle stalle a scaldarsi con lebestie. Senza più incensoné vittimeogni tantopigliano un po' di latte. La donna di casaeconomanon lo toglie almaritolo prende dal suoela seralascia un po' di panna.


Questispiritiche ormai vengono soltanto di nottebanditi dal giornolorimpiangonoe sono avidi di luci. La nottelei osatimidaportareun povero lumino alla grande querciadove abitanoalla misteriosafontana che specchieràraddoppierà la fiammarallegrando i tristi proscritti.


Diose venisse scoperta. Suo marito è un uomo prudentee ha moltotimore della chiesa. La picchierebbenon c'è dubbio. Il preteli combatte senza requiee li scaccia dovunque. Eppure potrebberolasciarli abitare le querce. Che male fanno nella foresta? Ma nodiconcilio in concilioli perseguitano. Certi giorniil prete vaproprio alla querciae con la preghieral'acqua benedettadàla caccia agli spiriti.


Chefarebbero se non trovassero un'anima pietosa? Ma lei li protegge.


Bravacristiana com'ègli tiene un posto in cuore. Solo a loro puòconfidare quelle cosette naturaliinnocenti nella casta sposamache le verrebbero rimproverate dalla Chiesa. Sono i confidentiiconfessori di questi toccanti segreti femminili. Lei pensa a loroquando mette sul fuoco il ceppo sacro. E' Natalema anche l'anticafesta degli spiriti del Nordla "festa della notte piùlunga".


Oppurela "vigilia della notte di maggio"il "pervigilium"di Maiaquando si pianta l'albero. Oppure il fuoco di San Giovannila vera festa della vitadei fiori e dei risvegli d'amore.Soprattutto se non ha bambinisi sente in dovere d'amare questefesteed esserne devota. Un voto alla Vergine forse non avrebbeefficacia. Maria non c'entra. Preferisce rivolgersia bassa vocealvecchio genioadorato un tempo come dio rusticoe che quella certachiesa locale ha la bontà di fare santo (4). Così illettola cullai misteri più dolci di un'anima tenera ecastatutto va agli antichi dei.


Glispiriti non sono ingrati. Un mattinosi svegliaesenza far nullatrova la casa in ordine. E' confusa e si segnanon dice niente.Quando l'uomo escesi interrogama invano. Dev'essere stato unospirito. "Cos'è? e com'è? Ahquanto mi piacerebbevederlo. Ma ho paura. Dicono che si muore a vedere uno spirito... Mala culla si muovee dondola da sola. Rimane a bocca apertaed eccoche sente una vocinadolcissimabassa bassatanto che le sembradentro di sé:

"Miacara e carissima padronase mi piace cullare il vostro bambinoèperché sono anch'io un bambino". Il cuore le batte fortema è un po' più tranquilla. L'innocenza della cullarende innocente anche questo spirito; dev'essere buonogentilealmeno tollerato da Dio.


Oranon è più sola. Ne sente la presenzadistintamenteeneppure molto lontana. Lui le sfiora la veste; lei lo sente alfruscio. Non fa che girarle attornoè chiaro che non puòlasciarla. Va nella stallaeccolo. E l'altro giorno se ne stavalesembranella ciotola del burro (5).


Chepeccato non poterlo acchiappare e guardare. Una voltadi sorpresamuovendo la bracele è parso di vederlo rotolarsiilmonellonelle scintille. Un'altral'ha quasi preso in una rosa. Elavorail piccolinoscopa per terramette in ordinee lerisparmia un sacco di fatiche.


Maha i suoi difetti. E' senza criterioaudaceese gli desserocordapotrebbe alzar la cresta. Osservaascolta troppo. Qualchevolta al mattino ripete quella parolina che lei aveva detto a bassavocequasi tra séa lettodopo aver spento la luce. Lei sache è molto indiscretotroppo curioso. Sentirsi seguitadappertutto la mette a disagiose ne lamenta e le fa piacere.Qualche volta lo scaccialo minacciafinché crede d'esseresola e si mette il cuore in pace. Ma ecco una carezzaun soffioleggero come una piuma d'uccello. Era sotto una foglia. Ride. La suavoce gentilesenza schernoesprime il piacere che ha provato asorprendere la sua pudica padrona. Eccola davvero furiosa. Ma ilbriccone: "Nobellezzatesorovia che non sei arrabbiata".


Leisi vergognanon osa più aprire bocca. Ma capisce allora diamarlo troppo. Ne ha scrupoloe l'ama ancora di più. Lanottel'è sembrato di sentirlo nel lettos'era infilatodentro. Ha avuto pauraha pregato Dios'è stretta al marito.Che può fare? Non ha il coraggio di dirlo in Chiesa. Lo diceal maritoche dapprima ride e non ci crede. Confessa allora un po'di piùche questo folletto è un monelloa voltetroppo temerario. "E allora? è così piccolo."Lui stesso la tranquillizza.


Dobbiamostar tranquilli noinoi che vediamo meglio? Lei è ancora deltutto innocente. Le farebbe orrore imitare la grandama lassùchedi fronte al maritoha una corte di amantie il suo paggio.Comunquediciamoloil folletto ha già fatto molta strada.Non c'è paggio meno compromettente di quello che si nascondein una rosa. E in questoha dell'amante. Quanto mai invadentepiccolo com'èsi infila ovunque.


Siinfila addirittura nel cuore del maritogli fa la cortegli entranella manica. Bada ai suoi attrezzigli lavora il giardinoe laseraper ricompensadietro al bimbo e al gattosi rintana nelcamino. Ne sentono la vocinasembra quella del grilloma non lovedono bene; bisogna che un tenue chiarore rischiari una certafessura dove gli piace stare. Allora vedonocredono di vedereunmusetto sottile. Gli dicono: "Ehipiccolettot'abbiamo visto".


Eppuresentono in chiesa che bisogna diffidare degli spiritiche quello chesi crede innocenteguizza come un soffio leggeropotrebbe essere undemone. Non ci possono credere. La sua statura lo fa pensareinnocente. Da quando c'è luiva tutto per il meglio. Ilmarito ci tiene quanto la mogliee forse anche di più. Vedeche il folletto monello fa la felicità della casa.




NOTE:


1)Tre passi dal lato della panca/ E tre passi dal lato del letto. /Tre passi dal lato del comò/ E tre passi. Tornate qui.(Vecchia ballata del Maestro di danza).


2)Alfred MAURY ha raccolto testi di ogni epoca in due dotte opere"Lesfées (1843) e "La Magie (1800). Vedere ancheper ilnordla "Deutsche Mythologie" di GRIMM.


3)Che fedeltà commovente. Nonostante la persecuzione del Quintosecoloi contadini si portavano dietroin piccoli poveri pupazzidi panno o farinagli dèi di quelle grandi religioniGioveMinervaVenere. Diana rimase inviolata sino in fondo alla Germania(vedi Grimm). Nell'Ottavo secologli dèi sono ancora incircolazione. In certe piccole capanne si sacrificasi prendono gliauspicieccetera.


("Indiculuspaganiarum"Concilio di Leptines nell'Hainaut). I Capitolariminacciano invano di morte. Nel Dodicesimo secoloBurcardo di Wormsricordando i divietine testimonia l'inutilità. Nel 1389laSorbona condanna ancora le tracce di paganesimo everso il 1400Gerson ("Contra Astrologos") ricorda come cosa attualequesta ostinata superstizione.


4)A. MAURY"Magie"pagina 159.


5)E' uno dei nascondigli preferiti dal piccolo ghiottone. Gli svizzeriche conoscono i suoi gustigli fanno ancor oggi dei regali di latte.Lo chiamano "troll" (briccone); i tedeschi"kobold""nix"; i francesi"follet""goblin""lutin"; gli inglesi"puck""robin goodfellow". Shakespeare dice che alle servette dormiglione fa ilpiacere di pizzicarle a sangue per svegliarle.




4.TENTAZIONI



Hotaciuto in questo quadro le ombre terribili del tempo che l'avrebberocrudelmente oscurato. Mi riferisco soprattutto all'incertezza nelfuturo in cui viveva la famiglia rurale; all'attesaal timorequotidiano dell'angheria che potevada un momento all'altropiombare a capriccio dal castello.


Ilregime feudale aveva proprio le due qualità che fanno uninferno:

primola FISSITA' ESTREMAl'uomo era inchiodato alla terra e l'emigrazioneimpossibile; secondouna grandissima INSICUREZZA.


Glistorici ottimisti che parlano tanto di canoni fissicontrattidiesenzioni acquistatedimenticano la scarsità di garanzie cheregnava.


Bisognapagare tutto al signorema lui può prendere tutto il resto.


Questosi chiamachiaro e tondoDIRITTO DI PRENSIONE. Lavoralavorabuonuomo. Mentre tu sei nei campila banda tanto temuta di lassùpuò calare sulla tua casaportar via ciò che vuole"per il servizio del signore".


Guardateloquest'uomo; com'è scuro in voltocom'è chino sulsolco.


Edè sempre cosìa testa bassacol cuore strettosembrache attenda qualche brutta notizia.


Temeun brutto tiro? Noma è assillato da due pensieridueartigli gli straziano il cuore. "In che stato troveròstasera la mia casa?" "Ahse la terra smossa mi facessevedere un tesorose il buon demone mi facesse trovare di cheriscattarci".


Sembracerto che a questo appello (come il genio etrusco che saltòfuori un giorno da sotto l'aratro nei panni di un bambino)un nanouno gnomouscisse spesso piccolo piccolo dalla terrasi alzasse inpiedi sul solcodicendo: "Mi hai chiamato?". Ma ilpover'uomoconfusonon voleva più niente. Sbiancavasisegnavae allora tutto spariva.


Mapoinon si pentiva? Non diceva tra sé: "Stupido che nonsei altrosarai sempre un disgraziato"? Credo proprio di sì.Ma credo anche che una barriera d'orrore invalicabile paralizzassel'uomo. Non credo propriocome piacerebbe ai monaci che ci hannoraccontato la stregoneriache il Patto con Satana fosse un colpo ditesta avventatodi un innamoratoun ingordo. Il buon sensolanatura ci fanno capire che era l'ultima risorsavenuta meno ognialtra speranzache vi arrivavano sotto la tremenda pressione delleinfamie e delle miserie.


"Ma"dicono "l'epoca di San Luigiche proibisce le guerre privatetra signoridovette alleviare moltissimo queste grandi miserie."Sono convinto proprio del contrario. Negli ottantacent'anni chedividono questo divieto dalle guerre con gli inglesi (1240 -1340)isignoriprivati del passatempo abitualenon potendo piùincendiaresaccheggiare la terra del vicinosi sfogarono sui lorovassalli.


Questapace fu una guerra per loro.


Aleggere dei signori ecclesiasticidei signori monaciecceteranel"Journal" di Eudes Rigault (pubblicato di recente) viene darabbrividire. E' lo schifoso affresco di una furia scatenatabarbara.


Isignori monaci si gettavano soprattutto sui conventi femminili.


L'austeroRigaultconfessore del re santoarcivescovo di Rouenconducepersonalmente un'inchiesta sulla condizione della Normandia.


Ognisera arriva in un monastero. Ovunquequesti monaci vivono la granvita feudalearmatiubriachiduellanosi scatenano cacciando pertutti i campi coltivati; abbracciano le religiose in un miscugliocaoticoovunque le mettono incinte.


Questola Chiesa. E allora i signori laici? Come erano dentro quelle cupetorriguardate con tanto terrore dalla vallata? Due raccontichesono senza dubbio due storie"Barbablù" e"Griselda"ce ne parlano un po'. Cos'era per i suoivassalliper i serviquel cultore di tortureche trattava cosìla sua famiglia? Lo sappiamo dal solo che fu processatoe quantotardinel Quindicesimo secolo: Gilles de Retzpredone di bambini.


IlFront-de-Boeuf di Walter Scotti signori dei melodrammi e deiromanzisono dei poveracci di fronte a queste orribili realtà.Anche il Templare di "Ivanhoe" diventa una creatura debolee molto artificiale. L'autore non ha avuto il coraggio di affrontarela nauseabonda realtà del celibato del Tempioe di colui cheregnava dentro il castello. Vi ammettevano poche donneerano boccheimproduttive. I romanzi di cavalleria dicono proprio il contrariodella verità. La letteratura esprime spessosi sal'assolutorovescio della realtà (esempiol'insulso teatro d'egloghealla Florian negli anni del Terrore).


Lestanze di questi castelliquelli che ancora si possono vedereparlano più di tutti i libri. Uomini d'armepaggivallettiammucchiati di notte sotto un paio di bassi soffittidi giornoimmobili sui merlisugli spalti strettinella noia piùdesolanterespiravanovivevano soltanto nelle scorribande per lavallata; non più scorribande di guerra sulle terre vicinemadi cacciae di caccia all'uomointendo dire angherie senza fineinfamie alle famiglie dei servi. Il signore sapeva benissimo che unasimile massa d'uomini senza donne non se ne sarebbe stata tranquillase non scatenandola ogni tanto.


L'odiosaidea di un inferno dove Dio impiega qualche anima scelleratale piùcolpevoliper torturare le più innocentiche lui stesso glilascia perché si divaghino; questo bel dogma del medioevodiventava realtà in tutto e per tutto. L'uomo sentival'assenza di Dio. Ogni razzia era la prova del regno di Satanaconvinceva che bisognava rivolgersi a lui.


Lassùridonoscherzano. "Le serve erano troppo brutte." Non sitratta di bellezza. Il piacere era l'offesapicchiare e farpiangere. Ancora nel Diciassettesimo secolo le nobildonne ridevano acrepapelle a sentire il duca di Lorena raccontare come i suoi uominiin villaggi tranquillicacciavanotormentavano tutte le donneeanche le vecchie.


Losfregio colpiva maggiormenteè facile crederlole famiglieagiaterelativamente ragguardevoliche c'erano tra i servi; lefamiglie dei servi maggioriche già nel Dodicesimo secolovediamo alla testa del villaggio. La nobiltà le odiavalederidevale desolava. Non perdonava loro la nascente dignitàmorale. Faceva pagare alle moglialle figliel'onestà e lasaggezza. Non avevano il diritto d'essere rispettate. Il loro onorenon era di loro proprietà.


SERVEDI CORPOquesta parola crudele le raggiungeva senza tregua.


Iposteri faranno difficoltà a credere chepresso i popolicristianila legge abbia realizzato quello cui non arrivò mainella schiavitù anticaabbia messo per scritto come dirittol'offesa più sanguinosa capace di straziare il cuoredell'uomo.


Ilsignore ecclesiasticoe il signore laicohanno questo sporcodiritto. In una parrocchia nei dintorni di Bourges il curatosignorepretendeva esplicitamente l'iniziazione della sposama inpratica tendeva a vendere al marito per denaro la verginitàdella moglie (1).


E'troppo facile crederecome hanno fattoche quest'offesa fosseformalemai reale. Il prezzo fissato in certi paesiper esserneesentatisuperava di gran lunga le possibilità di quasi tuttii contadini. In Scoziaad esempiovolevano "diverse mucche".


Un'enormitàimpossibile. Quindi la poveretta era in balìa. Del restoifori del Béarn affermano a chiare lettere che il dirittoveniva riscosso in natura: "Il primogenito del contadino èpresunto figlio del signorepoiché può essere operasua" (2).


Tuttele leggi feudalianche senza citare quellaobbligano la sposa asalire al castelloa portarvi le "pietanze di matrimonio".Com'è odioso obbligarla ad avventurarsi cosìesporrela povera creatura all'arbitrio di quell'orda di scapoliimpudenti escatenati.


Ricostruiamola vergognosa scena. Il giovane sposo accompagna al castello lasposa. Figuratevi le risate dei cavalierivallettii lazzi deipaggi intorno a questi disgraziati. "La presenza dellacastellana li terrà a freno?". Neanche un po'. La damache i romanzi vogliono farci credere tanto delicata (3)ma checomandava gli uomini in assenza del maritogiudicavapunivacheordinava tortureche teneva legato lo stesso marito con i feudi chedella sua dotequesta dama non era affatto teneraspecie con unaservache forse era bella. Poiché avevaalla luce del solesecondo l'uso del tempoil suo cavaliere e il suo paggionon ledispiaceva legittimare le proprie libertà con le libertàdel marito.


Nonsi opporrà alla farsaallo svago che si prendono suquest'uomo tremante che vuole riscattare sua moglie. Primamercanteggianosi divertono a torturare il "contadino avaro"gli succhiano fino all'ultima goccia di sangue. Perchéaccanirsi tanto? Luivestito come si deveonestoperbeneèqualcuno nel villaggio. Lei è gaiacastapuralei lo amaha paura e piange. I suoi begli occhi chiedono grazia. Ecco perché.


Ilpoveretto offre inutilmente tutto quello che haanche la dote.


Troppopoco. Questa ingiusta rigiditàad un certo puntoloesaspera.


"Ilsuo vicino non ha pagato niente." L'insolentediscute! Alloratutta la massa lo circondagridano; piovono bastonate e scopate. Lospintonanofanno cadere. Gli dicono:

"Villanogelosolugubre villanonon la mangiamo la tua donnastasera te larenderemoe per colmo d'onoregrossa. Ringraziaeccovi nobili. Iltuo primo figlio sarà barone." Si affacciano tutti allafinestraa guardare questa figura grottescadi morto in abito danozze. Le risate lo inseguonoe la rumorosa canagliafinoall'ultimo sguatterodà la caccia al "cornuto". (4)Quest'uomo sarebbe crepatose non sperasse nel demonio. Torna a casasolo. E' vuotaquesta casa desolata? Novi trova compagnia. Nelcaminosiede Satana.


Mapresto ritornala poverinapallida e disfattaahin che stato.


Sigetta in ginocchio e gli chiede perdono. Allora il cuore dell'uomoscoppia. Le getta le braccia al collo. Piangesinghiozzaruggisceche ne trema la casa.


Macon lei torna Dio. Per quanto abbia soffertolei è purainnocente e santa. Satana non avrà niente per oggi. Il Pattonon è ancora maturo.


Inostri "fabliaux" ridicolii nostri racconti assurdiimmaginano che in questa mortale offesa e in tutte quelle cheverranno la donna stia dalla parte di chi la offendecontro suomarito. Dovremmo credere chetrattata con brutalitàespossata a gravidanzesia felice ed estasiata. Del tuttoinverosimile. E' vero che la qualitàla cortesial'eleganzapotrebbero affascinarla. Ma quelli non fanno nessuno sforzo. Sequalcunoper una servaavesse filato l'amor perfettol'avrebberoben preso ridicolizzato. Tutta la bandail cappellanoildispensierefino ai vallettiera convinta di onorarlaoltraggiandola. L'ultimo paggio si credeva un gran signoreaguarnire l'amore di volgarità e botte.


Ungiorno che la povera donnain assenza del maritone aveva ancorasubiteravviandosi i lunghi capellipiangeva e diceva ad alta voce:

"Santinidi legnoche serve fargli voti? Sono sordi? Troppo vecchi?

Perchénon ho uno spirito protettorefortepotente (cattivonon importa)?Li vedodi pietrasulla porta della chiesa. Che ci fanno?

Perchénon vanno a casa loroal castelloa prendersia bruciare queipeccatori? Ahla forzala potenzachi potrà darmela? Midarei io in cambio. Povera meche darei io? Cos'ho io per darmi?

Nient'altro.Al diavolo il corpoal diavolo l'animaormai è cenere.


Invecedel folletto che non serve a nientevorrei un grandeforte epotente spirito." "Mia cara padronase sono piccolo e noncrescoè colpa vostra.


D'altrondese fossi grandenon m'avreste volutonon m'avreste tolleratoeneppure vostro marito. M'avreste fatto cacciare dai vostri preti edalla loro acqua benedetta. Sarò fortese lo volete.


Padronagli spiriti non sono grandi né piccoliforti nédeboli. Se si vuoleil più piccolo diventa un gigante.""Come?" "Niente di più semplice. Per fare unospirito gigantebisogna soltanto fargli un regalo." "Quale?""Una gentile anima di donna." "Ahmascalzonechi seiinsomma? E cosa vuoi?" "Quello che si regala ogni giorno.Vorreste esser meglio della signora lassù? Lei ha impegnato lasua anima al maritoall'amantema la offre ancora intera al paggioun bambocciouno sciocchino. Io sono molto di più di unpaggio per voi; sono di più di un servitore. In quante cosettevi ha servito il piccoletto. Non arrossitenon arrabbiatevi. Fatemidire soltanto che vi sto sempre attornoe forse già dentro.Come potrei conoscere altrimenti i vostri pensieripersino quelloche tenete nascosto a voi stessa. Chi sono io? La vostra piccolaanima chesenza far complimentiparla alla grande.


Noisiamo inseparabili. Siete sicura di sapere da quanto tempo stiamoinsieme? Mille anni. Stavo con vostra madrecon la madre di leicoivostri avi. Io sono il genio del focolare." "Tentatore. Macosa vuoi fare tu?" "Dunquetuo marito sarà riccotu potentee avranno timore di te." "Manon capisco piùnientema allora sei il demone dei tesori nascosti?" "Perchédemonese faccio un'opera giustadi bontà e pietà?Dio non può essere dappertuttonon può lavoraresempre. Ogni tanto gli piace riposaree lascia noinoi altri genia sbrigare le piccole faccendea rimediare alle distrazioni dellasua provvidenzaalle dimenticanze della sua giustizia.


L'esempioè vostro marito. Poveromeritevole lavoratoresi ammazza difatica e non guadagna niente. Dio non ha avuto ancora il tempo dipensarci. Io sono un po' gelosoma gli voglio beneal mio bravoospite. Mi spiace per lui. Non ne può piùsta percrollare. Morirà come i vostri bambinigià morti dimiseria. L'inverno scorso è stato malato. E il prossimo?"Alloralei si nascose il volto tra le manipianseduetre oreanche di più. Quando non ebbe più lacrime (ma in pettoansimava ancora) lui le disse: "Non voglio niente. Soltantovipregosalviamolo".


Leinon aveva promesso nientema da allora fu sua.




NOTE:


1)L. LAURIEREcapitolo 2pagina 100alla voce "Marquette".MlCHELET"Origines du droit"pagina 264.


2)Quando pubblicai le mie "Origines"nel 1837non conoscevoquest'opera (pubblicata nel 1842).


3)Tale delicatezza viene fuori nel trattamento che queste signorevolevano infliggere con le loro mani a Giovanni di Meungloro poetaautore del "Roman de la Rose" (1300 circa).


4)Cosa c'è di più allegro dei nostri antichi racconti?Peccato che non siano molto vari. Non hanno che tre comiche: ladisperazione del "cornuto"gli strilli del "bastonato"lesmorfie dell'"impiccato". Ci si diverte al primosi ride(da piangere) al secondoal terzol'allegria è all'apicecisi tiene la pancia.


Notateche i tre ne fanno uno. E' sempre l'inferioreil debole che siattacca senza alcun timore; chi non può difendersi.




5.POSSESSO



L'epocatremenda è l'epoca dell'oro. Chiamo così i tempi duridell'avvento dell'oro. E' l'anno 1300sotto il regno del re belloforse d'oro o di ferro anche luiche non disse mai una parolagranre; si pensò avesse un demone mutoma di braccia robustetanto forti da bruciare il Tempiotanto lunghe da arrivare a Roma econ un guanto di ferromollare il primo schiaffo al papa.


L'orodiventa allora il gran papail gran dio. Il motivo c'è. Ilmovimento è cominciato in Europa con la crociata. Si guardanosolo le ricchezze con le alicapaci di muoversile ricchezze degliscambi rapidi. Il reper colpire a distanzavuole soltanto oro.L'armata dell'orol'armata del fiscodilaga per tutto il paese. Ilsignoreche ha portato con sé un sogno dall'Orientenon fache desiderarne le meravigliearmi damaschinatetappetispeziecavalli preziosi. Ci vuole oro. Quando il servo porta il granolorespinge col piede. "Non basta; voglio oro." Quel giorno ilmondo è cambiato. Primafra tanti malic'erauna sicurezzainnocente. Buon'annatamal'annatail tributo era legato al corsodella natura e alla quantità del raccolto. Se il signorediceva:

"E'poco"si rispondeva: "MonsignoreDio non ha dato di più".


Macon l'oroperdincicome si fa? Non abbiamo un esercito perprenderlo alle città delle Fiandre. Dove scavare la terra persottrarle il suo tesoro? Ahse ci guidasse lo spirito dei tesorinascosti (1).


Mentretutti disperanola donna del folletto sta già seduta sui suoisacchi di grano nel paese vicino. Sola. Gli altriin paeseancoradiscutono.


Vendeal prezzo che vuole. Maanche quando arrivano gli altriva tutto alei. Con lei nessuno mercanteggia. Suo maritoprima della scadenzaporta il tributo in buona moneta sonante all'olmo feudale.


Tuttidicono: "Sorprendente. Ma ha il diavolo in corpo!" Ridonoma lei no. E' tristeha paura. Macché pregare la sera.


L'agitanostrani pruritiche le turbano il sonno. Le appaiono strane figure.Quello spirito così piccolotanto carosembra farla dapadroneaver preso coraggio. E' inquietaindignatavuole alzarsi.


Rimanea lettoma si lamentale pare di essere in potere altruipensa"Non son più padrona di me".


"Finalmente"dice il signore "un contadino ragionevoleche paga in anticipo.Mi piaci. Sai contare?" "Un po'." "Beneterraitu il conto di tutta questa gente. Ogni sabatoseduto sotto l'olmoriscuoterai il loro denaro. La domenicaprima della messaloporterai al castello." Che cambiamento! Alla donna batte forteil cuore quandosabatovede il suo povero contadinoquesto servosedere da piccolo signore all'ombra del signore. L'uomo è unpo' stordito. Ma poi si abitua; si dà un po' di tono. Non c'èniente da ridere. Il signore vuole che lo rispettino. Quando èsalito al castelloe gli invidiosi hanno accennato a ridereafargli qualche scherzo: "Vedete quel merlo?" ha detto ilsignore"non vedete la cordama è pronta. Il primo chelo toccalo sbatto làlungo e disteso." Le parolecorronodi bocca in bocca. E stendono intorno a loro come unacortina di terrore. Tutti gli fanno tanto di cappello. Ma si fanno dapartequando passanocambiano strada. Per evitarliprendono le vietraversea occhi bassipiegando la schiena. La novità primali rende fieripresto tristi. Sono soliin comune. Leiargutacom'ès'accorge benissimo dell'odio ostile di quelli delcastellodell'odio panico di quelli del villaggio. Si sente tra duefuochiin un tremendo isolamento. L'unico riparo è ilsignoreanzi il denaro che gli danno; ma per trovarloquestodenaroper torchiare la lentezza del contadinovincere l'inerziache opponeper tirar fuori qualcosa anche a chi non ha nientequante pressioniquante minacce ci voglionoquanta durezza. Ilbuonuomo non era fatto per questo. Lei lo guidalo incalzaglidice: "Dovete essere duro; crudelese occorre.


Colpite.Se no mancherete i termini. E allorasiamo perduti".


Questola tortura di giorno. Piccolezze in confronto ai supplizi notturni.Ha come perso il sonno. Si alzagira. Su e giù per la casa.


Tuttoè calmo; eppurecom'è diversa la casa. Ha perduto lasua dolcezzanon è più tranquillainnocente. Cos'hada brontolare quel gatto sul caminoche finge di dormire e mischiaccia l'occhio verde?

Lacapradalla lunga barbaideale personaggio sinistrone sa ben dipiù di quel che non dica. E questa muccache alla lunaintravedo nella stallaperché m'ha guardato di traverso?Tutto questo non è naturale.


Rabbrividiscee torna accanto al marito. "Beato lui. Che sonno profondo. Permeè finitanon dormo più; non dormirò maipiù." Ma alla lunga le forze le vengono meno. Quantosoffre allora! L'ospite importuno le sta attaccatoesigentela fada padrone. La tratta in malo modo; se lei lo allontana un momentocol segno della croce o qualche preghieralui torna in altri panni."Indietrodemoniocome osi? Sono un'anima cristiana. Noquesto non puoi farlo." Allora lui prendeper vendicarsicentoorribili forme: viscido serpentestriscia sul suo petto; rospolesaltella sul ventre; opipistrello dall'acuto beccole coglie dallabocca atterrita baci mostruosi. Cosa vuole? spingerla all'estremofarla cederevintasfinitastrapparle un sì. Ma lei ancoraresiste. Si ostina a dire di no. Si rassegna alle lotte crudeli diogni notteal martirio infinito di questa desolante battaglia.


"Finoa che punto uno Spirito può farsi anche corpo? Gli assaltiitentativi che fahanno una realtà? Peccherebbe nella carneleisubendo l'invasione di lui che le gira intorno? Sarebbe un realeadulterio?" Sottile astuzia con la quale lui fiacca a voltesnerva la resistenza di lei. "Se non sono che un soffioun filodi fumoun vento leggero (come dicono molti dottori)di cosa avetepauraanima timidae che c'entra vostro marito?" Ecco cosaaffligge le animeper tutto il medioevo: un mare di questioni chenoi chiameremmo vuotepuramente scolasticheagitanospaventanotorturanosi mutano in visionia volte in controversie diabolichein crudeli dialoghi interiori. Il demonioper quanto negliindemoniati sia furiosoresta sempre uno spiritofinché dural'impero romanoe ancora all'epoca di san Martinonel Quintosecolo.


All'invasionedei barbarisi barbarizza e prende corpo. Così bene dadivertirsi a rompere a sassate la campana del convento di sanBenedetto. Sempre di più e con più forza danno corpo aldiavoloper spaventare i violenti invasori dei beni ecclesiastici;inculcano quest'ideache lui tormenterà i peccatorinonsoltanto da anima ad animama nella carne loro del corpochepatiranno supplizi materialinon fiamme idealisentiranno perdavvero quei dolori raffinatidei carboni ardentidella graticola odello spiedo rovente.


L'ideadei diavoli torturatoriche infliggono alle anime dei morti torturefisichefuper la Chiesauna miniera d'oro. I vivispezzati daldoloredalla pietàsi chiedevano: "Si potrebbeda unmondo all'altroriscattarlequeste povere anime? applicarglil'espiazione per ammenda e composizione che si pratica sulla terra?"Questo ponte tra i due mondi fu Clunycheappena nato (verso il900)divenne subito uno degli ordini più ricchi.


Finchéera Dio a punirea CALARE LA SUA MANOo a colpire con la SPADADELL'ANGELO (secondo la nobile forma antica)l'orrore era minore; lamano era severaquella di un giudicema pur sempre di un padre.L'angelo colpendo restava senza macchiaspecchiato come la suaspada. Cambia tutto quando all'esecuzione pensano demoni immondi.Essi non seguono affatto l'esempio dell'angeloche bruciòSodomama ne uscì subito. Loro ci rimangonoe l'inferno cheportano è una sodoma spaventosa dove questi spiritipiùluridi dei peccatori che gli affidanotraggono dalle torture odiosigodimenti. E' l'insegnamento delle ingenue sculture esposte alleporte delle chiese. Vi imparavano la schifosa lezione delle voluttàdel dolore. Col pretesto dei supplizii diavoli soddisfano sulleloro vittime i desideri più vomitevoli. Concezione immorale (eprofondamente colpevole)di una pretesa giustiziache favorisce ilpeggioreaccresce la sua perversitàdandogli una vittimaecorrompe lo stesso demonio.


Tempicrudeli. Che cielo nero e bassolo sentite?pesante sul capodell'uomo. I poveri bambinifin dalla prima etàriempiti diqueste orrende ideetremano nella culla. La vergine senza macchiainnocentesi sente dannata dal piacere che le infligge lo Spirito.La donnanel letto coniugalemartire dei suoi assaltiresisteeppure ci sono momenti in cui se lo sente dentro. Orrore checonoscono quelli che hanno il verme solitario. Sentirsi una vitadoppiadistinguere i movimenti del mostroa volte agitatoa voltedolcemente mollesinuosoche agita ancora di piùda crederedi stare in mezzo al mare. Allorasi corre impazzitipieni diorrore di sési vuole scapparemorire.


Anchequando il demonio non infierivala donnache iniziava ad essereinvasavagava soffocata dalla malinconia. Perché ormai non havia d'uscita. Lui entrava invincibile come una lurida nuvola di smog.


E'il principe dei ventidelle tempesteeallo stesso mododelletempeste interiori. Lo vediamo grossolanamenteenergicamenteespresso sotto il portale di Strasburgo. In testa al coro delle"Vergini folli"loro capola donna scellerata che letrascina nell'abisso è pienagonfia del demoniocheabominevole rigurgitale sgorga da sotto le gonnenero filo di fumospesso.


Questogonfiore è una faccia crudele del POSSESSOun supplizio e unorgoglio. Porta il ventre in avantil'orgogliosa di Strasburgorovescia indietro la testa. Trionfa della sua pienezzacontenta diessere un mostro.


Nonlo è ancorala donna che seguiamo. Ma già ègonfia di lui e della sua superbiadella sua nuova fortuna. Nonpoggia più i piedi in terra. Grossa e bellacon tutto ciòva per la via a testa altasdegnosa e spietata. La temonoodianol'ammirano.


Lanostra signora di paese dicecon lo sguardo e il portamento:

"Dovreiessere io la Signora. Che ci fa quella lassùla spudoratalafiacconain mezzo a tutti quegli uominiquando il marito èlontano?" La rivalità si stabilisce. Il villaggioche ladetestane va fiero.


"Sela castellana è baronacostei è regina... piùche reginanon osano dire che...". Bellezza tremenda efantasticacrudele d'orgoglio e di dolore. C'è il demonioinpersonanei suoi occhi.


C'èe non c'è ancora. Lei è LEIe resta LEI. Non èdel demonio né di Dio. Il demonio può invaderla finchévuolegirare in lei come filo d'aria. E non ha ancora niente. Perchénon ha la volontà. Lei è POSSEDUTAINDIAVOLATAe nonappartiene al Diavolo. A volte la sottopone a sevizie orribilie nonci guadagna nulla. Le mette in senoin ventredentro alle viscereun carbone di fuoco. Lei salta sùsi torcema dice ancora:"Nocarneficeio resterò io".


"Badati prenderò a frustate selvagge di viperati spezzeròda farti andar via piangendoaprendo il cielo a urla." La nottedoponon viene. Al mattino (è domenica)l'uomo èsalito al castello. Torna stravolto. Il signore ha detto: "Unruscello che scorre goccia a goccia non fa girare il mulino. Tu miporti uno scudo alla voltanon mi serve a niente. Partirò traquindici giorni. Il re marcia sulla Fiandraed io non ho neanche uncavallo da battaglia. Il mio zoppicadopo il torneo. Arrangiatihobisogno di cento franchi".


"Mamonsignorecome faccio?" "Metti a sacco tutto il paesesevuoi.


Tidarò abbastanza uomini. Di' ai tuoi bifolchi che sono perdutise il denaro non arrivae tu per primotu sei morto. Sono stufo dite. Hai un cuore di femmina; sei un pusillanimeun indolente.Creperaila pagherai la tua debolezzala tua vigliaccheria. Badabasta un niente perché tu non scendaperché io titenga qui. E' domenica; che risate laggiùse ti vedesserosgambettareappeso ai miei merli." Il poveraccio racconta tuttoalla moglienon ha speranzesi appresta a morireraccomandal'anima a Dio. Leiugualmente terrorizzatanon può coricarsiné dormire. Che fare? Come rimpiange di aver respinto lospirito! Se tornasse! Al mattinoil marito si alzae lei crollasfinita sul letto. Quando sente un pesogravarle sul petto; ansimapensa di soffocare. Il peso scendele opprime il ventreed ecco chesi sentealle bracciacome due mani d'acciaio. "Tu mi haidesiderato. Eccomi. Alloraribellefinalmentefinalmente ce l'hola tua anima?" "Mamessereè mia? Il mio poveromarito! Voi l'amavate. L'avete detto. Prometteste." "Tuomarito? te ne sei scordata? sei sicura di avergli sempre serbato lavolontà? La tua animate la chiedo per bontàma cel'ho già." "Nomessere" insiste in un ritornodi fierezzaanche in un momento di bisogno così grande"nomesserequest'anima è miadi mio maritodel sacramento.""Ahpiccolapiccola sciocchina. Incorreggibile. Anche oggiche sei alle strettelotti ancora. L'ho vistala conosco la tuaanimaper filo e per segnoe molto meglio di te. Giorno per giornoho visto le tue prime resistenzet'ho visto soffrire e disperare.T'ho visto perderti d'animo quando hai detto a mezza voce: 'Nessuno ètenuto all'impossibile.' Poi ho visto la tua rassegnazione. Ne haiprese un po'e non hai gridato molto. Se ho chiesto la tua animaioè perché l'hai già perduta.


Ormaituo marito muore. Cosa bisogna fare? Io ho pietà di voi. Seimia...ma voglio di piùe ho bisogno che tu cedavoglio iltuo consensoe la tua volontà. Altrimenti lui morirà."Lei risposecon un filo di vocenel sonno: "Eccoil mio corpoe la mia carne miserabileper salvare il mio povero maritoprendeteli. Ma il mio cuore no. Nessuno l'ha mai avutoed io nonposso darlo".


Poiatteserassegnata. Lui le lanciò due parole: "Ricordale.Sono la tua salvezza". Ed eccodei brividi la scosserosisentì con orrore impalata da una lancia di fuocoinondata daun fiume di ghiaccio.


Scoppiòin un grande grido. Si trovò nelle braccia del maritostupefattoche inondò di lacrime.


Sidivincolò violentementesi alzòavendo paura didimenticare quelle due parole così necessarie. Suo marito eraspaventato a morte.


Perchélei nemmeno lo vedevama trafiggeva le pareti con lo sguardo diMedea. Mai fu più bella. Nell'occhio neroe bianco e giallobrillava una luce che non ardiva guardareun getto sulfureo divulcano.


Siavviò decisa in città. La prima parola era "verde".Vide pendere dalla porta di un mercante una veste verde (colore delPrincipe del mondo). Una vecchia veste chesu di leifu giovaneabbagliò. Si diressesenza chieder niente a nessunodrittaalla porta di un ebreoe batté un gran colpo. Aprono conprecauzione. Questo povero ebreoseduto per terras'era coperto dicenere. "Mio caroho bisogno di cento franchi." "Masignoradove li trovo? Il principe- vescovo della cittàperfarmi dire dov'è il mio orom'ha fatto strappare i denti (2).Vedete come mi sanguina la bocca." "Lo solo so. Ma vengoa cercareproprio da tecome distruggere il tuo vescovo. Umiliatoil papail vescovo non durerà molto. Chi lo dice?

"Toledo(3)." Lui stava a testa bassa. Lei dissee soffiò. Avevaun'anima interae il diavolo per giunta. Un calore prodigioso riempìla stanza. Anche lui sentì un torrente di fuoco "Signora"disse guardandola da sotto"signorapovero rovinato come sonoavevo qualche soldo da parte per nutrire i miei poveri bambini.""Non te ne pentiraiebreo. Sto per farti la GRANDE PROMESSAdicui si muore. Quello che mi darailo riavrai in otto giornieprestoal mattino. Te lo giuroè la tua GRANDE PROMESSAela mia più grande'Toledo.'"


Erapassato un anno. Lei era in pieno rigoglio. Si faceva tutta d'oro.


Meravigliavail suo fascino. Tutti ammiravanoobbedivano. Per un miracolo delDiavolol'ebreodivenuto generosoal minimo segno prestava. Dasolamanteneva il castellocol suo credito in cittàe colterrore al villaggiocon le sue brusche estorsioni. La vittoriosaveste verde andava e venivasempre più nuova e bella. Anchelei assumeva una colossale bellezza di trionfo e insolenza. Unfenomeno soprannaturalespaventava. Tutti dicevano: "Alla suaetàcresce!" Ma ecco la novità: ritorna ilsignore. La damache da tempo non ardiva scendere per non vedere infaccia quella di sottoha inforcato il suo cavallo bianco. Gli vaincontrointorno ha tutta la sua genteferma e saluta lo sposo.


Primadi tutto dice: "Quanto vi ho atteso! Come avete potuto lasciarela sposa fedele tanto a lungo vedova a languire? Benepassiperònon posso farvi posto questa serase non mi concedete un regalo.""Chiedetechiedete bellezza" risponde il cavaliereridendo. "Ma presto. Ho fretta di abbracciarvimia dama. Comevi siete fatta bella!" Lei gli parlò all'orecchioe nonsi sa cosa gli disse. Prima di salire al castelloil buon signorescese davanti alla chiesa del villaggioentrò. Sotto ilporticoalla testa dei notabilivede una signora che non riconoscema la saluta riverente. Senza pari in fierezzaportava molto piùalto di tutte le teste degli uomini il sublime cono dell'epocailtrionfante cappello del diavolo. Lo chiamavano spesso così peril doppio corno che lo adornava. La vera signora arrossìeclissatae passò piccola piccola. Poiindignataa bassavoce: "Eccolaeccola la vostra serva. E' finita. Tutto èa rovescio. Gli asini insultano i cavalli." All'uscital'arditopaggioil favoritoestrae dalla cintura un pugnale affilatoerapidod'un sol colpole taglia la bella veste verde alle reni (4).Per poco non svenne. La folla rimase interdetta.


Macapì quando vide tutta la casa del signore darle la caccia.Rapidi e spietati fischiavanograndinavano i colpi di frusta. Fuggema non molto veloce; è già un po' pesante. Dopo appenaventi passiinciampa.


Lasua migliore amica le ha messo sulla strada una pietra per farlacadere. Ridono. Leia quattro zampegrida. Ma i paggi spietati latirano su a colpi di frusta. I nobili e graziosi levrieri danno unamano e mordono dove si sente di più. Arriva infinesconvoltain questo tremendo corteoalla porta di casa. Chiusa. Con i piedicon le manibattegrida: "Amico mio. Prestoprestoapritemi". Era esposta làcome la povera civetta che siinchioda all'ingresso della fattoria. E i colpiin pienocadevano.Dentrosilenzio. Non c'erail marito? oppurericco e tremanteaveva paura della caneadel saccheggio della casa?

Soffrìtante pene contro quella portabottesonore frustateche siaccasciòsvenne. Sulla fredda pietra della sogliasi trovòsedutanudamezza mortaa coprirsi la carne sanguinante quasi solocon le ciocche dei suoi lunghi capelli. Qualcuno del castello disse:"Basta.


Nonsi vuole che muoia".


Lalasciano. Si nasconde. Ma vede in spirito il gran gala del castello.Il signoreun po' storditodiceva: "Mi dispiace". Ilcappellanodolcemente: "Se questa donna è indiavolatacome si dicemonsignoreavete il dovere di fronte ai vostri bravivassallia tutto il paesedi darla alla Santa Chiesa. E' spaventosovederedopo queste storie del Tempio e del Papai progressi deldemonio. Contro di lui non c'è che il fuoco". Alloraundomenicano: "Vostra Eccellenza ha parlato egregiamente. Ladiavoleria è l'eresia per eccellenza. Come l'ereticol'indiavolato dev'essere bruciato. Ma molti nostri buoni padri non sifidano più neanche del fuoco. Saggivogliono prima di tuttoche l'anima venga a lungo purgataprovatadomata dai digiuni; chenon bruci nell'orgoglioche non trionfi sul rogo. Signorala vostrapietà è tanto grandeavete tanta caritàprendetevi voi la pena di lavorare quella làmettendola perqualche anno "in pace" in una bella fossa di cui voisoltanto avrete la chiave; potrestecon l'assiduità dellapunizionefare del bene alla sua animasvergognare il diavoloeconsegnarlaumile e mansuetanelle mani della Chiesa".




NOTE:


1)I demoni assillano il mondo per tutto il medioevo. Ma Satana nonacquista il suo carattere definitivo prima del Tredicesimo secolo.


"Ipatti" dice A. Maury "sono molto rari prima diquest'epoca".


D'accordo.Come patteggiare con chi veramente non c'è ancora? Nessuno deicontraenti era pronto per il contratto. Perché la volontàgiunga all'orrendo estremo di vendersi per l'eternitàBISOGNACHE ABBIA DISPERATO. Non è il disgraziato che arriva adisperare; è il MISERABILE che conosce a fondo la propriamiseriane soffre ancora di più e non ha speranza disottrarvisi. Il miserabllein questo sensoè l'uomo delQuattordicesimo secoloda cui si vuole l'impossibile (tributi indenaro). In questo capitolo e nel successivo ho segnalato lesituazionii sentimentii progressi nella disperazione che possonocondurre al patto mostruosoeben di più del semplice pattoalla tremenda condizione della STREGA. Titolo abusatoma realtàrara allora non da meno di un matrimonioe una specie dipontificato. Per facilità di esposizione ho concatenato idettagli di questa delicata analisi a un sottlle filo dl finzione.Tantola cornice conta poco.


L'essenzialeè essere pienamente convinti che queste cose non vennero (comepiaceva far credere) "dalla leggerezza umana""dall'incostanza della natura decaduta""dalletentazioni occasionali della concupiscenza". Ci volle lapressione fatale di un'epoca di ferroquella delle necessitàatroci; che persino l'inferno potesse apparire un rifugioun asilocontro l'inferno di quaggiù.


2)Metodo molto diffuso per costringere gli ebrei a contribuire.


Ilre Giovanni Senza Terra ne fece spesso uso.


3)Toledo dev'essere stata la città santa degli stregoniun'infinità in Spagna. I loro rapporti con i moritantocivilicon gli ebreimolto sapientie padroni allora della Spagna(come agenti del fisco reale)aveva dato agli stregoni una culturapiù elevatae formavano a Toledo una specie di università.Nel Sedicesimo secolo l'avevano cristianizzatatrasformataridottaalla magia bianca. Vedi la "Déposition de sorcier Achardsieur de Beaumontmédecin en Poitou"; LANCRE"Incrédulité" pagina 781.


4)E' il grande e crudele oltraggio che troviamo in uso a quei tempi.E'nelle leggi gallesi e anglosassonila pena dell'impudicizia.GRIMMpagina 679pagina 711; STERNHOOKpagina 19pagina 326;DUCANGEcapitolo 4pagina 52; MICHELET"Origines" pagina286pagina 389. Più tardi lo stesso affronto vieneindegnamente inflitto alle donne onestealle borghesi giàorgoglioseche la nobiltà vuole umiliare. Sappiamodell'agguato in cui il tiranno Hagenbach fece cadere le Signoreonorate dell'alta borghesia alsazianaprobabilmente per mettere inridicolo la loro ricca e regale tenutatutta di seta ed oro. Hocitato anche nelle mie "Origines" (pagina 250) lo stranodiritto che il signore di Pacéin Angiòreclama sulledonne "graziose" (oneste) del circondario. Devono portarglial castello quattro denariun cappello di rosee danzare con i suoiservitori. Visita molto pericolosac'era da temere un affrontoquello d'Hagenbach ad esempio. Pa obbligarle si aggiunge la minacciache le ribellidenudateverranno pungolate con uno spuntonemarchiato delle armi del signore.




6.IL PATTO



Nonmancava che la vittima. Si sapeva che il regalo più tenero chesi potesse farleera offrirgliela. Avrebbe affettuosamenteapprezzata l'attenzione di chi le avesse offerto questo presented'amoremesso nelle mani questo infelice corpo sanguinante.


Mala preda sentì il cacciatore: qualche minuto ancorae se lasarebbero portata vial'avrebbero chiusa per sempreimprigionatasotto la pietra. Si coprì di uno straccio che trovo nellastallamise le ali ai piediper così direeprima dimezzanottefu già a qualche lega di distanzalontano dallestradesu una landa abbandonatatutta e solo cardi e rovi. Era aibordi di una forestadoveal chiarore di una ambigua lunaraccolsequalche ghiandache inghiottìcome una bestia. Dei secolierano passati dal giorno; una metamorfosi era avvenuta in lei. Labellala regina di paese non c'era più; la sua anima mutatamutava anche il suo comportamento. Era come un cinghiale su questeghiandeo come una scimmiaaccovacciata.


Rimuginavapensieri per niente umaniquando sente o crede di sentire un gridodi civettapoi una selvaggia risata. Ha paurama forse è laghiandaia burlona che imita tutte le voci; sono i suoi solitischerzi.


Larisata riprende. Da dove viene? Non vede nulla. Si direbbe che escada una vecchia quercia.


Masente distintamente: "Eccoti qua finalmente. Non sei venutavolentieri. E non saresti venutase non avessi toccato il fondo deltuo ultimo bisogno. Hai avuto bisognol'orgogliosadi correre sottola frustagridaredi chiedere pietàdi essere schernitaperdutasenza riparorespinta da tuo marito. Dove saresti sestaseranon avessi avuto la bontà di farti vedere l'"inpace" che ti preparavano nella torre? E' tardimolto tardichevieni a mee quando t'hanno chiamata "la vecchia".Giovanenon sei stata molto buona con mecol tuo piccolo follettoche erocosì premuroso nel servirti. Tocca a te ora (se tivoglio) servirmi e baciarmi i piedi.


Fostimia dalla nascita per la tua malizia contenutaper il tuo fascinodiabolico. Ti ero amante e marito. Il tuo t'ha chiuso la porta. Iono. Io non chiudo la mia. Ti accolgo nei miei possedimentisulle mielibere praterienelle mie foreste. Che me ne viene? non sei nellemie mani già da tanto? non t'ho invasapossedutariempitadella mia fiamma? Ho cambiatosostituito il tuo sangue. Non c'èvena del tuo corpo in cui io non circoli. Neanche tu puoi saperequanto mi sei sposa. Ma le nostre nozze non hanno ancora avuto tuttii crismi.


Hodei princìpiiodegli scrupoli. Siamo una cosa sola persempre!" "Messerenello stato in cui mi trovoche possodire? Ohse l'ho sentitofin troppo beneche da tempo voi sietetutto il mio destino.


Miavete maliziosamente accarezzataesauditaarricchitaperprecipitarmi. Ieriquando il nero levriero morse la mia poveranuditài suoi denti bruciavano. Ho detto: è lui. Laseraquando quella Erodiade insozzòatterrì latavolaqualcuno si metteva in mezzo a far promettere il mio sangue.Voi." "Sìma sono io che t'ho salvata e t'ho fattavenire qui. Io ho fatto tuttolo hai capito. Io t'ho perduta. Eperché? Perché ti voglio tutta per me. Francamentetuomarito mi annoiava. Tu temporeggiavimercanteggiavi. Io sonoabituato altrimenti. Tutto o niente. Ecco perché ti ho un po'lavoratamessa in rigati ho cotta. al punto giustoti ho maturataper me. Vedi come sono raffinato. Io non prendocome si credeletante anime sciocche che si darebbero.


Voglioanime elettecondite come si deve di furore e disperazione.


Vedinon posso negarlocome sei oggimi piaci; sei molto piùbella; un'anima attraente. Ahda quando ti amo. Ma oggi ho fame dite.


Faròle cose in grande. Non sono di quei mariti che fanno gli avari con laloro donna. Se non volessi che essere riccalo saresti all'istante.Se non volessi che essere reginaprendere il posto di Giovanna diNavarrabenché altri ci tenganosi farebbe anche questoeil re non ci perderebbe niente in orgoglioin malvagità. E'più grande essere la mia donna. Ma sudimmi cosa vuoi.


"Messerefare del malenient'altro." "Bellissimabellissimarisposta. Come ho ragione di amarti! E' veroquesto comprende tuttotutta la legge e tutti i profeti. Poiché hai scelto cosìbeneti sarà datoin più tutto il resto. Avrai tuttii miei segreti. Vedrai in fondo alla terra. Il mondo verrà date e ti metterà l'oro ai piedi. Di piùecco il verodiamante che ti domia sposala VENDETTA. Ti conoscovecchiavolpeconosco il tuo desiderio più nascosto. Come vi siintendono i nostri cuori. Proprio con questo ti avròe persempre. VEDRAI LA TUA NEMICA IN GINOCCHIO DAVANTI A TEchiederepietà e pregarefelice se ti accontentassi di farle quelloche lei ha fatto a te. Piangerà. Tugentiledirai: NOe lavedrai gridare: morte e dannazione. Allorasarà affar mio.""Messereserva vostra. Ero ingratalo ammetto. Voi mi avetesempre esaudita. Vi appartengopadronedio mio. Non ne voglio piùaltri. I vostri sono piaceri soavi. Servirvi è dolcissimo."Eccosi prostral'adora. Prima gli rende l'omaggionelle forme delTempiosimbolo dell'abbandono assoluto della volontà. Poi ilsuo padroneil Principe del mondoil Principe dei ventile soffiacome uno spirito di tempesta. Riceve insieme i tre sacramenti arovesciobattesimosacerdoziomatrimonio. In questa nuova chiesaesatto specchio dell'altratutto deve essere rovesciato. Sottomessapazientesopportò la crudele iniziazione (1)sorretta dallaparola:

vendetta.


Nient'affattosfinitainvece di perdere le forze alla folgore infernalesi rialzòche faceva pauragli occhi scintillavano. La luna checastas'eraun momento velatasi spaventò a rivederla.


Gonfiada far spavento del vapore infernaledi fuoco e di furoredi(novità) un certo qual desideriofu per un momento enorme diquesto eccesso di pienezzae d'una bellezza orrenda. Si guardòintorno. E la natura era cambiata. Gli alberi avevano una linguaraccontavano le cose passate. Le erbe erano dei semplici. Certiarbusti che ieri pestava come fienoerano ora personee parlavanodi medicina.


Sisvegliò l'indomani tranquilla e sicuralontanomolto lontanodai suoi nemici. L'avevano cercata. Non avevano trovato che qualchelembo sparso della fatale veste verde. S'era buttatadisperataneltorrente? Il demonio l'aveva rapita viva? Chissà. In ognicasodannatanon c'è dubbio. Che consolazioneper lasignoranon averla trovata!

L'avesserovistal'avrebbero riconosciuta appena. Tanto era cambiata!

Sologli occhi restavanonon brillantima armati di una stranissimalucepoco tranquillizzante. Lei stessa aveva paura di fare paura.Non li abbassava. Guardava di lato; nell'obliquità del raggione ostacolava l'effetto. Di colpo scurasi sarebbe detto che fossepassata sulla fiamma. Ma chi osservava meglio avvertiva che questafiamma era in leiche possedeva un impuro e ardente fuoco. Lafreccia di fuoco che Satana le aveva passata da parte a parte lerestava dentro esorta di lampo sinistrogettava quel riflessoselvaggioma pericolosamente affascinante. Indietreggiavanomarimanevanoe i sensi erano scossi.


Sivide sulla soglia d'uno di quei buchi trogloditicicome se netrovano tanti in certe colline del centro e dell'ovest. Erano lecontradeallora selvaggetra il paese di Merlino e il paese diMelusina. Lande a perdita d'occhio testimoniano ancor oggi vecchieguerre ed eterne rovineterroriche impedivano al paese diripopolarsi. Là il Diavolo era a casa sua. La maggior partedei rari abitanti gli era appassionatamente devota. Per quantopotessero attrarlo le aspre macchie di Lorenala nera abetaia delGiurai deserti salati di Burgosle sue preferenze andavanocredoalle nostre contrade dell'ovest. Non c'era soltanto il pastorevisionariola congiunzione satanica della capra e del capraiomauna più profonda congiura con la naturauna conoscenzamaggiore dei rimedi e dei velenirapporti misteriosi che non abbiamosaputo che legami avessero con Toledo la sapientel'universitàdiabolica.


Cominciaval'inverno. Soffiando spogliava gli alberi e aveva ammucchiato lefogliei rametti di legna morta. Lei trovò tutto pronto sullaporta del triste rifugio. Per un bosco e una landaun quarto dilegasi scendeva a qualche villaggionato da un corso d'acqua."Ecco il tuo regno" le disse la voce di dentro"mendicante oggidomani regnerai sulla contrada."




NOTE:


1)Lo spiegheremo più avanti. Bisogna diffidare delle aggiuntepedanti dei moderni del Diciassettesimo secolo. Gli orpelli che glisciocchi applicano a questa cosa così tremenda fanno Satana aloro immagine.




7.IL RE DEI MORTI



All'inizioqueste promesse non la scossero troppo. Eremita senza Dioladesolazionee i grandi venti monotoni dell'ovesti ricordiimplacabili nella grande solitudinetante perdite e tanti affrontiquesta improvvisa e crudele vedovanzail marito che l'ha lasciataalla vergognatutto la intristiva. In balìa della sortesisentì come il triste arbusto delle landesenza radiciche ilvento trascina avanti e indietrodisumanopunendolo e picchiandolo;lo si direbbe corallo grigiastro e spigolosoche aderisce soltantoper essere meglio spezzato. Il bambino lo calpesta. Il popolo diceper scherno: è la fidanzata del vento.


Leirideoltraggiosamentedi séparagonandosi. Ma nel fondooscuro della grotta: "Stupida e scioccanon sai quel che dici.Quest'arbusto che rotola ha tutti i diritti di disprezzare tante erbegrasse e volgari. Rotolama basta a se stessoè completo dituttofiori e semi. Segui l'esempio. Diventa la tua radice eanchein mezzo alla tempestasarai ancora fioritadei fiori nostri chestanno in noicome accade alla polvere dei sepolcri e alle ceneridei vulcani.


Ilprimo fiore di Satanate lo offro oggiperché tu sappia ilmio primo nomeil mio antico potere. Io fui il RE DEI MORTI. Ahquanto mi hanno calunniato. Io solo (questo favore immenso mimeritava degli altari)io solo li faccio tornare".


Penetrarel'avvenireevocare il passatoprecedererichiamare il tempotantoveloceestendere il presente di ciò che fu e ciò chesaràecco due cose vietate nel medioevo. Inutilmente. Suquesto punto la natura è invincibile; non otterranno nulla.Chi commette questo peccato è uomo. Chi restasse istupiditosul solcoad occhi bassilo sguardo fisso ai piedi che seguono ibuoinon lo sarebbe. Noi vogliamo tendere sempre più in altopiù lontano e più in fondo.


Questaterrala misuriamo faticosamente ma il nostro piede la percorreele diciamo sempre: cos'hai dentro? quali segreti? quali misteri? Cirendi bene il grano che ti diamo. Ma non la semenza umanaquei mortiamati che t'abbiamo prestato. Non germoglieranno i nostri amiciinostri affettiche abbiamo messo là? Se per un'oraalmeno unistantevenissero a trovarci.


Prestosaremo della "terra incognita" dove loro sono giàscesi. Ma li rivedremo? staremo insieme? dove sono? cosa fanno?Devono essere ben serratii miei mortiper non darmi alcun segno.Ed iocome posso farmi sentire? Come mai mio padreche non ebbealtri che mee mi amò tantocome mai non viene? Da una parteo dall'altra schiavitùprigionìa; ci ignoriamo avicenda. Notte buia dove si cerca un raggio (1).


Questieterni pensieri di natura chenell'antichitàsono stati solomalinconicinel medioevo diventano crudeli e amariestenuantiespossano i cuori. Sembra che abbiano calcolato di schiacciarel'animae stringerla e comprimerlafino alla misura di una bara. Lasepoltura dei servi tra le quattro assi d'abetesembra fattaapposta.


Suggerisceun'idea inquietante di soffocamento. Quello che hanno messo làdentrose ritorna nei sogninon è più come un'ombraluminosa e leggeranell'aureola elisia; ma uno schiavo torturatopovera preda di un gattodelle sue unghiate d'inferno ("bestiis"dice il testo stesso"Ne tradas bestiis"eccetera). Com'èodiosa ed empia l'idea che mio padrecosì buonocosìcaroche mia madre venerata da tuttisiano alla mercè diquel gatto. Voi ridete oggi. Per mille anninon hanno riso. Hannopiantoamaramente. E ancor oggia scrivere queste bestemmiesempreil cuore si gonfiastride la cartae indignatala penna.


Un'altrainvenzione davvero crudele fu spostare la festa dei Morti dallaprimaveradov'era nell'antichitàin novembre. In maggiocom'era primali coprivano di fiori. In marzocome fu poisvegliavacompagna l'aratural'allodola; il morto e il granoentravano insieme nella terracon la stessa speranza. Ma innovembrequando tutto il lavoro è finitola stagione ècupa e a lungo tristequando si ritorna a casal'uomo si siede alfuoco e guarda in faccia il posto vuoto per sempreahcome aumentail dolore. Per scegliere un momento già funebreil funeraledella naturadovevano temere che l'uomoin sénon trovasseabbastanza dolore.


Ipiù calmii più attiviper quanto distratti dagliaffanni della vitavivono momenti strani. Nel nero mattino dinebbiaalla sera che tanto in fretta ci inghiotte nell'ombradieciannivent'anni dopodelle indistinte deboli voci vi salgono alcuore: "Buongiornosiamo noi. Vivi dunquelavoricome alsolito. Tanto meglio; non soffri troppo d'averci perdutie sai farea meno di noi. Ma non noi di temai. Le fila si sono serratee ilvuoto quasi non si vede. La casa che fu nostra è pienae noila benediciamo. Va tutto beneva tutto meglio di quando tuo padre tiportavadi quando la tua piccina ti diceva a sua volta:

'Papàpapàportami.' Ma tu piangi. Bastaarrivederci." Ahsono andati via. Che lamento accorato e straziante. Giusto? No. Possadimenticarmi di memille volteprima di dimenticarmi di loro. Mabenché costioccorre riconoscerloqualche cosa sfuggesi fagià meno nettacerti tratti del visonon dico cancellatimaoffuscatiimpallidiscono. Duro e amaroumiliantesentirsi cosìfuggenti e debolifluttuare come l'acqua senza memoriasentire cheperdiamo col tempo il tesoro di dolore che speravamo di conservareper sempre.


Ridatemelove ne prego; tengo troppo a questa ricca sorgente di lacrime.Richiamatemive ne supplicoquei volti tanto amati. Se potestealmeno farmeli sognare di notte.


Piùd'uno parla così in novembre. Ementre le campane suonanomentre cadono le fogliesi allontanano dalla chiesa dicendo a bassavoce:

"Sapetevicino? C'è una donna lassùne parlano male e bene.Per quel che mi riguardanon mi azzardo a dirne niente. Ma ha poteresul mondo di sotto. Chiama i morti e questi vengono. Ahse potesse(senza peccatos'intendesenza dispiacere a Dio) farmi venire imiei.


Sapetesono soloe ho perso tutto al mondo. Ma questa donnachissàchi è? Del cielo o dell'inferno? Non ci andrò (e muoredalla voglia).


Nonci andrò. Non voglio rischiare l'anima. Quel boscopoièstregato. Hanno visto delle cose sulla landae più di unavoltache sarebbe meglio non vedere. Sapete della Giacomina? c'èandata una sera che cercava uno dei suoi montoni. Beètornata pazza. Nonon ci andrò." Di nascosto gli unidagli altrimolti uomini ci vanno. Anche le donnetitubandonesono tentate. Guardano al pericoloso sentierosi informano da chiritorna. La pitonessa non è quella di Endorche evocòper SaulSamuele; non fa vedere le ombrema dà le paroledella cabalale potenti pozioni che li fanno vedere in sogno. Quantidolori vanno da lei. Anche la nonnavacillanteottant'annivorrebbe rivedere il nipote. Con uno sforzo supremoanche se colrimorso di peccare sulla soglia della tombasi trascina fin là.L'aspetto del luogo selvaggioscabro di tassi e rovila ruvidabellezza nera dell'implacabile Proserpinala turbano. Inchinandositremantestringendosi alla terrala povera vecchia piange e prega.Nessuna risposta. Ma appena osa sollevarsi un po'vede che l'infernoha pianto.


Ritornosemplice semplice di natura. Proserpina ne arrossisce. Se la prendecon se stessa. "Anima degenere" si dice"e debole. Tuche venivi qui con il fermo desiderio di fare soltanto del male. E'questa la lezione del maestro? Che risate si farà." "Mano!non sono il gran pastore delle ombreper farle andare e venireaprir loro la porta dei sogni? il tuo Dantefacendomi il ritrattodimentica i miei attributi. Mi mette quella coda inutilee non diceche porto il bastone pastorale di Osirideed ho ereditato il caduceoda Mercurio. Hanno creduto di alzare un muroinvalicabilecheavrebbe impedito il passaggio da un mondo all'altro; ed hannosbagliatoio ho le ali ai talloniho volato sopra.


LoSpirito che calunnianoquesto mostro spietatoper una rivolta dicaritàha soccorso chi piangevaconsolato gli amantilemadri. Ha avuto pietà di loro contro il nuovo dio." Ilmedioevocon gli scribi che avevatutti quanti ecclesiasticineanche si sogna di riconoscere i cambiamenti silenziosiprofondidello spirito popolare. La pietà appare ormaisenza dubbiodalla parte di Satana. Persino la vergineideale della grazianonrisponde nulla a questo bisogno del cuorela Chiesa neppure unaparola.


Evocarei morti continua ad essere espressamente proibito.


Tuttii libri insistono a piacere o sul demonio maiale dei primi tempiosul demonio artigliatoaguzzino dei secondimentre per quelli chenon scrivono Satana ha cambiato volto. Somiglia al vecchio Plutonema la sua maestà pallidaper niente inesorabileconcedendoai morti qualche ritornoai vivi di rivedere i mortisi rifàsempre più a suo padre o nonnoOsirideil pastore delleanime.


Bastaquesto fattoe molti altri cambiano. Le bocche professano l'infernoufficiale e i pentoloni bollenti. Ma ci credono davvero? Nonstenterebbero a mettere d'accordo quell'inferno indulgente verso icuori afflitti con le tradizioni mostruose di un inferno torturatore?

Un'ideaannulla l'altrasenza cancellarla del tuttoe se ne forma unamistavagache pian piano s'avvicinerà all'infernovirgiliano.


Grancalmante per il cuore. Conforta e allieta soprattutto le poveredonneche questo dogma tremendo del supplizio degli amati defunticostringeva alle lacrimee inconsolate. Tutta la loro vita non erache un sospiro.


Lasibilla pensava alle parole del maestroquando si ode un passoleggero. Il giorno si mostra appena (passato Nataleverso il primodell'anno). Sull'erba che scricchiola di brina avanza una donninabiondatremandoearrivataperde le forzesi sente mancare ilrespiro. La veste nera basta a dire che è vedova. Allo sguardopenetrante di Medeaimmobilemutadice tutto lo stesso: non c'èmistero nella sua timida persona. La voce forte dell'altra: "Cheparli a farepiccola muta. Non arriverai a niente. Lo dirò ioper te.


Dunquetu muori d'amore". Un po' rianimatagiungendo le mani e quasiin ginocchioconfessasi confessa. Soffrivapiangevapregavaeavrebbe sofferto in silenzio. Ma queste feste d'invernoquesteriunioni di famigliala felicità in vetrina delle donne chemettono in mostrasenza pietàun amore legittimole hannoriaperto in cuore la ferita che brucia. Ahcosa può fare? Selui potesse tornare a consolarla un po': "A prezzo anche dellavita. Vorrei moriree vederlo ancora".


"Tornaa casa; chiudi bene la porta. Chiudi anche l'imposta al vicinocurioso. Smetterai il lutto e vestirai l'abito delle nozzeglimetterai il piatto in tavolama lui non verrà. Dirai lacanzone che compose per teche ha tanto cantatoma lui non verrà.Prenderai dal comò l'ultimo vestito che indossòlobacerai. E dirai allora: 'Tanto peggio per te se non vieni.' E senzaindugiobevendo questo vino amaroma che dà sonno profondoandrai a letto come una sposa.


Allorasiine certaverrà." La donnina non sarebbe femmina seal mattinofelice e commossasottovocealla sua migliore amicanon confidasse il miracolo. "Non dir nientete ne prego. Luim'ha dettosì proprio luiche se porto questa vestee dormosenza svegliarmitornerà ogni domenica." Felicitàanche pericolosa. Cos'accadrebbe all'imprudente se la Chiesa sapesseche non è più vedova? cheresuscitato dall'amorelospirito torna a consolarla?

Straordinarioil segreto viene conservato. Se la intendono tuttelo nascondonounmistero tanto dolce. Chi non è interessata? chi non haperduto? chi non ha pianto? chi non è felice di veder nascerequesto ponte tra i due mondi?

"Stregamisericordiosa. Spirito del bassosiate benedetto".




NOTE:


1)Il raggio splende in "L'Immortalité""La Foinouvelle"di DUMESNIL; "Ciel et Terre"di REYNAUDHenry MARTINeccetera.




8.IL PRINCIPE DELLA NATURA



Asproè l'invernolungo e triste nel tetro nord-ovest. Anchequand'è finitoa volte riprendecome un dolore addormentatoche tornaa volte infierisce. Un mattinotutto si sveglia addobbatod'aghi brillanti. In questo ironico splendorecrudeledove la vitarabbrividiscetutto il mondo vegetale sembra essersi fatto mineraleperde la dolce varietàdiviene rigido e ruvido di cristalli.


Lapovera sibillaal torpore del misero fuoco di fogliesferzata dallatramontana pungentesente la verga severa nel cuore. Sente ilproprio isolamento. Ma proprio questo la sorregge. Ritornal'orgoglioe insieme una forza che le scalda il cuoreillumina lospirito. Tesa e vivapenetrantela vista le diventa acuta comequesti aghie il mondo che lei patiscequesto mondo crudeleètrasparente come vetro.


Allorane gioiscecome d'una conquista sua.


Nonne è la regina? non ha una corte? C'è un rapportoevidente tra lei e i corvi. In schiera dignitosaseri serivengonocome antichi àuguria parlarle delle cose del tempo. I lupipassano timidisalutando con occhiate di traverso. L'orso (meno raroallora) a volte si siede goffocolla sua mole bonariasulla sogliadella cavernada eremita in visita a eremitacome sovente si vedenelle "Vite" dei padri del deserto.


Tuttiuccelli e animaliche l'uomo quasi non conosce che perché licaccia e li uccidesono dei proscritticon lei. Si capiscono.Satana è il grande proscrittoe dà ai suoi la gioiadelle libertà della naturala gioia selvaggia d'essere unmondo che basta a se stesso.


Aspralibertà solitariasalve. Tutta la terra sembra ancora vestitadi un sudario biancoprigioniera di un ghiaccio pesantespietaticristalli uguali aguzzi crudeli. Soprattutto dal 1200 il mondo èstato chiuso come un sepolcro trasparenteche svela tutto quantospaventosamente immobile e indurito.


Hannodetto che "la chiesa gotica è una cristallizzazione".Giusto.


Versoil 1300 l'architetturasacrificando quanto aveva di capricciovivacevarietàsi ripete all'infinitoin concorrenza con iprismi monotoni dello Spitzberg. Immagine temibile e reale della duracittà di cristallo nella quale un dogma tremendo ha creduto diseppellire la vita.


Mache si appoggi ai sostegniai contraffortiche si scarichi sugliarchi che vuolequalcosa fa traballare il monumento. Non le spallatesonore di fuori; qualcosa di tenero che sta nelle fondamentaelavora questo cristalloe lentamente lo disgela. Cosa? L'umile ondadi tiepide lacrime che un mondo ha versatoun mare di pianti. Cosa?Un respiro d'avvenirela potenteinvincibile resurrezione dellavita naturale. Il fantastico edificioche già crolla qua elàpensaun po' terrorizzato: "è il soffio diSatana".


Comeun ghiacciaio dell'Eclasu un vulcano che non ha bisogno dieruzionifuoco tiepido e lentoumanoun vulcano che lo accarezzada sottolo chiama vicino e gli dice piano piano: "Scendi".


Chedivertimento per la stregadall'ombravedere laggiùnellaluce brillantecome DanteSan Tommasoignorano lo stato dellecose.


Credonoche Satana si faccia strada con l'orrore o l'astuzia. Lo dipingonogrottesco e volgare; come quand'era piccoloe Gesù potevaancora farlo stare nei porci. Oppure lo fanno sottilelogicoscolasticoun avvocato cavilloso. Fosse stato solo questobestia opolemicoavesse avuto solo fango o "distinguo"vuotibenpresto sarebbe morto di fame.


E'troppo facile dipingerlo da Bartoloin causa contro la DONNA (laVergine)che lo fa ricusare e condannaree pagare le spese. Siscopre che a quel tempo sulla terra accade proprio il contrario. Conun colpo da maestrolui vince la causala DONNAla sua bellaavversariala seduce con un argomentonon di parolema tuttoconcretoincantevole e irresistibile. Le mette in mano il fruttodella scienza e della natura.


Nonha bisogno di discutere; non gli serve far cause gli basta mostrarsi;è l'Orienteil paradiso ritrovato. Dall'Asiache hannopensato di distruggerenasce un'aurora mai vista; il suo splendorearriva lontanosi apre un varco nella fonda bruma dell'ovest. Unmondo di natura e d'arteche l'ignoranza aveva maledettoora avanzaalla conquista dei conquistatoriin una dolce guerra d'amore eseduzione materna. Tutti sono vinticonquistati; tutti voglionosoltanto Asia. Arriva a mani piene. Tessutisciallitappeti dimolle dolcezzamistero d'armonial'acciaio galantebrillante dellearmi damaschinateci buttano in faccia la nostra barbarie. Ma nonbastaqueste contrade miscredentimaledetto regno di Satanasonovisibilmente benedette dagli alti prodotti della naturaelisir delleforze di Dioil "primo dei vegetali"il "primo deglianimali"il caffèil cavallo arabo. E non basta. Unmondo di tesorila setalo zuccherolo sciame delle erbeonnipotenti che ci tengono su il cuoreconsolanoplacano i nostrimali.


Versoil 1300tutto questo esplode. Persino la Spagnariconquistata daibarbari figli dei gotima che ripone tutto il suo cervello nei morie negli ebreitestimonia a favore di questi miscredenti. Ovunque imusulmaniquesti figli di Satanalavoranova tutto a gonfie velele sorgenti zampillano e la terra si copre di fiori. Sotto un giustolavoroinnocentes'imbandiera delle vigne meravigliose dove l'uomodimenticasi ricreae crede di bere la bontà stessa e lapietà del cielo.


Achi porge Satana la coppa spumeggiante di vita? Enel digiuno diquesto mondotanto a digiuno di ragioneesiste il potente cui nonverranno le vertigini a ricevere tutto questoche non si ubriacheràrischiando di perdere lo spirito?

Esisteun cervello non pietrificatonon cristallizzato da san Tommasoancora aperto alla vitaalle forze vegetative? Tre maghi (1) ciprovano; ammazzandosi di lavoro arrivano alla naturama questi genigagliardi non hanno la disponibilitàla potenza popolare.Satana torna alla sua Eva. La donna è ancora il massimo dinatura al mondo.


Hae sempre conservacerte zone di innocenzamalizioseproprie deigattinie del bambino troppo ricco di spirito. Grazie a questorecita molto meglio la commedia del mondosa stare al grande giocodove si svolge il Proteo universale.


Macom'è leggeramobilefinché il dolore non la mordela paralizza.


Sudi leibandita dal mondoradicata nella landa selvaggiasi puòfar presa. Resta da sapere semale in arneseinvelenitacon questocuore gonfio d'odiorientrerà nella natura e nelle dolcistrade della vita. Se sìsarà senza armonianon c'èdubbiosovente per le strade del male. E' smarritaviolentatantopiù che è molto debole nell'imperversare dellatempesta.


Quandoai tepori primaverilidall'ariadal fondo della terradai fiori edai loro linguaggila novità rivelata la circonda da ognipartele vengono immediatamente le vertigini. Il seno dilatatotrabocca. La sibilla della scienza ha la sua torturaproprio comel'altradi Cumadi Delfi. Gli scolastici hanno buon giocodicono:

"E'l''aura' l'aria che la gonfianient'altro. Il suo amanteilPrincipe dell'ariala riempie di sogni e bugiedi ventofumodiniente". Stupida ironia. Inveceè ubriaca di realtànon di vuoto di sostanzache troppo in fretta le ha colmato ilpetto.


Avetevisto l'agavequesto duro e selvaggio Africanoirto e amarostrazianteche per foglie ha enormi frecce? Ama e muore ogni diecianni. Un mattinoil getto d'amoretanto a lungo accumulato nellarude creaturacon il rumore d'uno sparopartesi scaglia verso ilcielo. E questo getto è tutto un alberonon meno di trentapiediispido di tristi fiori.


Latriste sibilla prova qualcosa d'analogo quandoun mattino diprimavera tardivaancora più violentaviene attorniata dallagrande esplosione della vita.


Etutto la guardae tutto è per lei. Ogni essere dice a bassavoce:

"Iosono di chi mi ha capito". Che contrasto.


Leila sposa del deserto e della disperazionesi nutre di odiodivendettaquand'ecco tutti questi innocenti che la invitano asorridere. Gli alberisotto il vento del sudfanno un dolceinchino.


Tuttele erbe dei campidalle varie virtùprofumirimedi o veleni(quasi sempre è la stessa cosa)si offronole dicono:"Coglimi".


Tuttovisibilmenteama. "Guarda che scherzo. Sarei stata pronta perl'infernonon per questa strana festa. Spiritosei davvero loSpirito del terrore che ho conosciutodi cui porto l'improntacrudele (che dico? e che sento?)la ferita che brucia ancora.


Nonon è questo lo spirito che chiedevo nel mio furore. 'Che dicesempre No.' Ecco che dice un sì d'amored'ebbrezza e divertigine.


Cosagli ha preso? E' lui l'anima follel'anima smarrita della vita?

S'eradetto: il gran Pan è morto. Ma eccolo in Baccoin Priapoimpazienteperché il desiderio è continuato a lungominaccioso e ardentefertile. Novia da me questo calice. Nonpotrei berci che buferatemouna disperazione amara oltre alle miedisperazioni."


Maovunque compare la donnaè l'unico oggetto dell'amore. Tuttila seguonoe tutti per lei disprezzano la propria specie. Perchéparlare di un preteso favoritoil capro neroquando per tutti èla stessa storia? Il cavallo nitrisce per leispacca tuttola mettein pericolo. Il capo temuto delle praterieil toro neromuggisce didispiacere se lei passa e s'allontana. Ma ecco l'uccello che cadenon vuole più saperne della sua femminaefremendo nellealicompie su di lei il suo amore.


Nuovatirannia di questo padrone checon un colpo dei più pazzidare dei morti che era credutoesplode re della vita.


"No"dice lei "lasciatemi il mio odio. Non ho chiesto niente di più.


Voglioessere temutatremenda. E' la mia bellezzaquesta dei neri serpentimiei capelliil volto scavato di doloresegnato dalla folgore."Ma la sovrana Maliziasottovoceinsidiosa: "Ohsei molto piùbellainfuriata e rabbiosadiventi più sensibile. Gridamaledici. E' uno pungolo. Una tempesta chiama l'altra. Facilerapidoè il passaggio dalla rabbia alla voluttà."Né la collera né l'orgoglio la salverebbero da questeseduzioni. La salva l'immensità del desiderio. Niente potrebbesoddisfarlo. Ogni via è limitataimpotente. Al diavolo ildestrieroil toroal diavolo il fuoco dell'uccello. Lasciate inpacedeboli creaturechi ha bisogno di infinito.


Leiha una VOGLIA di donna. Di cosa? Ma del Tuttodel Grande Tuttouniversale.


Satananon l'ha previstoche non si potesse soddisfarla con nessunacreatura.


Quelche non ha potuto luilo fa un non so che di cui non si sa il nome.A questo desiderio immensoprofondovasto come un marelei cedesi addormenta. In questo momentosenza ricordisenza odio népensiero di vendettainnocente suo malgradodorme sulla prateriaproprio come chiunque altrala pecora o la colombadistesaraggiante; non oso direinnamorata.


Hadormitoha sognato. Che bel sogno. Come dirlo? Il mostromeraviglioso della vita universale si era sprofondato in lei; ormaivita e mortetutto portava dentroe al prezzo di tanti doloriaveva concepito la Natura.




NOTE:


1)Alberto MagnoRuggero BaconeArnaldo di Villanova (che scoprel'acquavite).




9.SATANA MEDICO



Lascena muta e triste della fidanzata di Corinto si ripeteidentica intuttodal Tredicesimo al Quindicesimo secolo. Nella notte continuaprima dell'albai due amantil'uomo e la naturasi ritrovanosistringono con passionee (orrore); si vedono colpiti da flagellispaventosi. Sembra ancora di sentire l'amante dire all'amante: "E'finita. Domani i capelli ti verranno bianchi. Io sono mortatumorirai".


Trecolpi tremendi in tre secoli. Nel primola metamorfosi scioccantefuorile malattie della pellela lebbra. Nel secondoil maledentrocapricciosoche contrae i nervile danze epilettiche.


Tuttotorna calmoma il sangue si alteral'ulcera prepara la sifilideilflagello del Sedicesimo secolo.


Lemalattie del medioevomeno precise a quanto possiamo sapereeranostate soprattutto la famela consunzione e la povertà delsanguequest'aspetto estenuato che ammiriamo nelle sculturedell'epoca. Il sangue era acqua chiara; le malattie scrofolosedovevano essere universali. A parte il medico arabo o ebreoche i repagavano carola medicina veniva praticata soltanto alla porta dellachiesaall'acquasantiera. La domenicadopo la messaarrivava unaquantità di malati; chiedevano aiutoe gli davano parole:"Avete peccatoe Dio vi punisce. Ringraziate; si sconta tuttodalle pene dell'altra vita. Rassegnatevisoffrite e morite. LaChiesa sa pregare per i morti". Deboliesanguidisperatisenza voglia di vivereseguivano alla lettera il consiglio e silasciavano andare.


Scoramentofatalemiserabile stato che prolungò all'infinito questeepoche di piomboe precluse loro il progresso. Il peggio èrassegnarsi tanto facilmenteaccettare tanto docilmente la mortenon potere niente e non volere niente. Meglio la nuova epocaquestofinire di medioevo cheal prezzo di atroci dolorici offre il primostrumento per tornare attivi: la resurrezione del desiderio.


L'araboAvicenna pretende che l'immensa eruzione di malattie della pelle chesegna il Tredicesimo secolo fosse l'effetto degli stimolanticon iquali si cercava allora di risvegliaredi ridar vita alle assenzed'amore. Senza dubbio le spezie caustichearrivate dall'Orientec'entrano qualcosa. Ed anche la nascente distillazione e certebevande fermentate.


Maun grande fermentomolto più generaleera in atto. Nelladura battaglia interiore tra due mondi e due spiritiun terzo vennea farli tacere. La fede pallidala ragione in fasce bisticciavano:tra i duequalcuno si impadronì dell'uomo. Chi? Lo Spiritoimpurofuriosodei desideri bruciantiil loro ribollire crudele.


Senzaalcuno sfogoné i godimenti del corponé il liberoslancio dello spiritola forza vitale repressa si guastò.Senza lucesenza vocesenza parolaparlò in doloriinsinistre fioriture. Accade allora un fenomeno terribile esconosciuto: il desiderio rimandato senza appello si vede bloccare daun crudele incantesimouna metamorfosi atroce.


L'amoreavanzavaciecoa braccia aperte. Arretrafremendo; ma fuggire èinutile; la furia del sangue insistela carne divora se stessa inpruriti cocentie il carbone ardenteancor più cocenteinfuria dentroeccitato dalla disperazione.


Cherimedio trova l'Europa cristiana a questa doppia piaga? La mortelaclausuranient'altro. Quando il celibato amarol'amore senzasperanzala passione violentaeccitatati rende morbosoquando ilsangue ti si decomponescendi in un "in pace"o fatti unacapanna nel deserto. Vivrai con un campanello in manoperchési possa fuggire davanti a te. "Nessun essere umano ti veda: nonavrai consolazione. Se ti avvicinila morte."


Lalebbra è l'ultimo grado e il culmine del flagello ma millealtri mali crudelimeno schifosiinfierirono ovunque. Le piùpure e le più belle vennero colpite da tristi fioriture chevenivano giudicate come il peccato visibileo il castigo di Dio.Fecero allora quel che l'amore della vita non avrebbe fatto fare;violarono i divieti; disertarono la vecchia medicina sacrael'inutile acquasantiera.


Andaronodalla strega. Per abitudinee timore anchefrequentavano sempre lachiesa; ma d'allora la vera Chiesa fu da leisulla landanellaforestanel deserto. Là portavano i voti.


Diguariredi gioire. Al primo bollore che invadeva il sanguein gransegretoad ore ambiguesi andava dalla sibilla: "Che possofare? e cos'è che mi sento dentro? Bruciodatemi deicalmanti.


Bruciodatemi ciò che desidero da non poterne più".


Passoardito e colpevolece lo si rimprovera la sera. Dev'essere davveroimpellente questa nuova fatalità. E proprio cocente questofuocoe tutti i santi impotenti. Come! Il processo del Tempioilprocesso di Bonifaciohanno rivelato la sodoma nascosta sottol'altare. Un papa stregoneamico del diavolo e posseduto daldiavoloquesto cambia tutte le idee. Il papa "che non sta piùa Roma"Giovanni Ventiduesimofiglio di un ciabattino diCahorsnella sua Avignoneè riuscito ad accumulare piùoro dell'imperatore e tutti i re; e il demonio non c'entra perniente? Tale il papatale il vescovo. Guichardvescovo di Troyesnon ha ottenuto dal diavolo la morte delle figlie del re? Noi nonchiediamo nessuna mortema cose dolci: vitasalutebellezzapiacere. Cose di Dioche Dio ci rifiuta. Che fare? Se le ottenessimodalla benevolenza del PRINCIPE DEL MONDO?

Ilgrande e potente dottore del RinascimentoParacelsobruciando ilibri dotti di tutta l'antica medicinagreciebrei e arabidichiara di avere imparato qualcosa soltanto dalla medicina popolaredalle "buone donne" (2)dai "pastori" e dai"boia"; questi ultimi erano spesso abili chirurghi(praticoni delle ossa spaccateslogate)e buoni veterinari.


Sonsicuro che il suo libro ammirevole e geniale sulle "Malattiedelle donne"il primo scritto su questo grande argomentocosìprofondo e commoventeè venuto fuori soprattuttodall'esperienza delle donne stessedi quelle cui le altre chiedevanoaiuto: intendo le streghe che ovunque erano levatrici. A quei tempila donna non avrebbe mai ammesso un medico maschionon si sarebbeconfidata con luimai gli avrebbe rivelato i suoi segreti. Lestreghe erano le sole a guardaree furonospecialmente per ladonnail solo e unico medico.


Dellaloro medicina sappiamo soprattutto che si servivano moltoper gliscopi più diversiper calmare e stimolareuna grandefamiglia di pianteequivochepericolosissimeche resero i miglioriservizi. Le si chiama a ragione: "Consolanti" (Solanee)(3).


Famigliaimmensa e popolarequasi tutte le sue specie si trovano inabbondanzasotto i nostri piedinelle siepidappertutto. Famigliatanto numerosa che uno solo dei suoi generi ha ottocento specie (4).


Nientedi più facile da trovareniente di più comune. Maqueste piante sonoquasi tuttemolto pericolose da usare. C'èvoluta dell'audacia per precisarne le dosil'audacia forse delgenio.


Saliamodal basso la scala delle loro energie (5). Le prime sono sempliciortaggibuoni da mangiare (le melanzanei pomodoridetti a tortopomi d'amore). Altre sono la calma e la dolcezza in personaiverbaschi (tasso barbasso)utilissimi nei cataplasmi.


Incima trovate una pianta già sospettache in molti credevanoun velenomielata primaamara dopoche sembra abbia in bocca leparole di Gionata: "Ho mangiato un po' di mieleed ecco perchémuoio". Ma questa morte è utileè il morire deldolore. La dulcamaraè il suo nomedev'essere stata il primotentativo dell'audace omeopatiache a poco a poco salì aiveleni più pericolosi. La leggera irritazionei pruriti checausa poterono promuoverla a rimedio delle malattie dominanti a queitempiquelle della pelle.


Laragazza graziosadesolata di vedersi coperta da odiose macchierosseforuncoli e croste purulenteandava a invocare soccorso. Perla donna l'anomalia era ancora più crudele. Il senol'oggettopiù delicato di tutta la naturacon i suoi vasi che gliformano sotto un fiore senza rivaliper la facilità adingorgarsiad inquinarsiè il più perfetto strumentodi dolore. Dolori atroci e spietaticontinui.


Avrebbeaccettato con tutto il cuore qualsiasi veleno. Non la tirava in lungocon la stregale metteva in mano la povera mammella pesante.


Dalladulcamaratroppo debolesi passava alle morelle nereun po' piùattive. Calmavano per qualche giorno. Poi la donna tornava apiangere: "Va benetorna stasera. Ti cercherò qualcosa.Lo vuoi tu.


E'un grande veleno".


Lastrega rischiava molto. Nessuno allora pensava cheapplicatiesternamenteo presi a piccolissime dosii veleni sono dei farmaci.


Lepiante confuse in un fascio sotto il nome di "erbe dellestreghe" passavano per portatrici di morte. Gliele avesserotrovate addossosarebbe passata per avvelenatriceo fattrice difiltri maledetti. Una massa ciecatanto più crudele quantopiù impauritapotevaun mattinoammazzarla a sassatefarlesubire la prova dell'acqua (l'affogamento). Oppuremolto peggiopoteva trascinarlacorda al collosul sagrato della chiesacheavrebbe fatta una santa festaavrebbe edificato il popolo gettandolanel rogo.


Eppurerischiava in cerca della terribile pianta; di seraal mattinoquando ha meno paura d'essere vista. Ma c'era un pastorellone parlain paese: "L'aveste vista come l'ho vista ioinfilarsi nellerovinetra le macerieguardarsi da tutte le partiborbottarechissà cosa. Ahm'ha fatto proprio paura. Se m'avessescopertoero perduto.


Avrebbepotuto trasformarmi in lucertolain rospopipistrello. Ha presoun'erba schifosala più brutta che abbia mai vistod'ungiallognolo malaticciocon delle righe rosse e nerecome diconodelle fiamme dell'inferno. La cosa orribile è che tutto ilgambo era pieno di pelicome un uomolunghi peli neri appiccicosi.L'ha strappata violentementegrugnivae di colpo non l'ho vistapiù. Non ha potuto correre tanto veloce; si sarà alzatain volo. Che terrore questa donna! Che pericolo per il paese!"


Certola pianta fa paura. E' il giusquiamocrudele e pericoloso velenomapotente emollienteamabile cataplasmasedativo che sciogliedistendeaddormenta il dolorespesso guarisce.


Unaltro di questi velenila "belladonna"chiamata cosìsenza dubbioper gratitudineera potente nel calmare gli spasmi chea volte prendono durante il partoe aggiungono pericolo al pericoloterrore al terrore di questo momento supremo. Ecco! una mano maternainsinuava questo caro veleno (6)addormentava la madre e oliava laporta sacra. Il bambinoproprio come oggi che usiamo il cloroformiooperava da solo la sua libertàsi gettava nella vita.


La"belladonna" guarisce dal ballo facendo ballare. Temerariaomeopatiache all'inizio dovette terrorizzare; era la MEDICINA AROVESCIOcontraria in genere a quella che i cristiani conoscevanoecredevano la soladegli arabi e degli ebrei.


Comevi si arrivò? Senza dubbio per semplice effetto del grandeprincipio satanico che SI DEVE FARE TUTTO A ROVESCIOl'esattorovescio di ciò che fa il mondo sacro. Questo aveva orrore deiveleni.


Satanali adoperafacendone rimedi. La Chiesa crede con mezzi spirituali(sacramentipreghiere)di agire anche sui corpi. Satanaarovesciosi serve di mezzi materiali per agire anche sull'anima; fabere l'obliol'amoreil sognoqualunque passione. Alle benedizionidel prete oppone gesti magneticidi tenere mani di donnecheassopiscono i dolori.


Cambiandol'alimentazionee soprattutto l'abbigliamento (senza dubbio quandola tela prese il posto della lana)le malattie della pelle perserodi intensità. La lebbra diminuìma sembrò cheentrasse dentro a causare mali più profondi. IlQuattordicesimo secolo oscillò tra due flagellil'agitazioneepiletticala pestele ulcere che (a credere a Paracelso)preparavano la sifilide.


Ilprimo pericolo non era il minore. Scoppiò verso il 1350spaventosamentecol ballo di San Vitoesua caratteristicanonera individuale; i malaticome in preda alla stessa scaricaelettricasi prendevano per manoformavano catene infinitegiravanogiravano da morire.


Chistava a guardare prima ridevapoicontagiatosi lasciava andarecadeva nel grande gorgoaccresceva il coro tremendo.


Cosasarebbe successo se il male si fosse protratto a lungocome avvenneper tanto tempo con la lebbraanche nel suo declino?

Sarebbestato per così dire un primo passoun cammino versol'epilessia. Se quella generazione di malati non fosse stata guaritane avrebbe prodotta un'altra completamente epilettica. Prospettivaspaventosa. L'Europa coperta di pazzifuriosidi idioti. Non diconocome questo male venne trattatoed ebbe fine. Il rimedio checonsigliavanola trovata di gettarsi su questi ballerini a calci epugniera proprio quel che ci voleva per aggravare l'agitazione eportarla all'epilessia vera e propria. Ci fusenza alcun dubbiounaltro rimediodi cui non vollero parlare. All'epoca del boom dellastregoneriail diffusissimo uso delle solaneespecialmente dellabelladonnageneralizzò la medicina che combatte questeaffezioni.


Allegrandi riunioni popolari del sabba di cui parleremol'"erbadelle streghe"miscelata a idromeleanche sidrobirrasidrodi pere (le potenti bevande dell'ovest) faceva ballare la genteunballo di lussuriama nient'affatto epilettico.


Mala grande rivoluzione operata dalle stregheil passo piùlungo A ROVESCIO contro lo spirito del medioevopotremmo chiamarlola riabilitazione del ventre e delle funzioni digestive. Le temerarieprofessarono: "Niente di impuro e niente di immondo". Lostudio della materiada allorafu infinitoliberato. La medicinapossibile.


Cheabbiano molto abusato del principionon lo neghiamo. E' altrettantoevidente. Niente di impuro se non il male morale. Ogni cosa fisica èpura: nulla può essere sottratto allo sguardo e dallo studiovietato da un vano spiritualismoancor meno da un disgusto sciocco.


Soprattuttoin queste cose il medioevo aveva mostrato il suo vero voltol'ANTI-NATURAfacendo nell'unità dell'essere delledistinzionicaste gerarchiche. Non solo lo spirito è"nobile"secondo luiil corpo "non nobile"maci sono delle parti del corpo che sono "nobili"e altrenosono plebeesembra. Cosìil cielo è nobileel'abisso no. Perché? "Perché il cielo èalto." Ma il cielo non è alto né basso. E' sopra esotto. L'abissocos'è? Un bel niente.


Medesimescempiaggini sul mondoe sul piccolo mondo dell'uomo.


Cheè tutto d'un pezzo; tutto vi è solidale con tutto. Seil ventre serve il cervello e lo nutreil cervelloche sempre loaiuta a preparare il succo della digestione (7)lavora altrettantoper lui.


Gliinsulti non mancarono. Chiamarono le streghe sporcaccionescandalosespudoratescostumate. Ma i loro primi passi su questastrada furonopossiamo dirlouna felice rivoluzione nel massimo delmoralela bontàla carità. Per una perversione diidee mostruosail medioevo giudicava la carnenel suo simbolo(maledetto dopo Eva)la DONNAimpura. La VergineESALTATA COMEVERGINEE NON COME NOSTRA SIGNORAlungi dall'innalzare la donnarealel'aveva abbassatamettendo l'uomo sulla via d'una scolasticadi purezzadove progrediva solo in sottigliezza e ipocrisia.


Ladonna stessa aveva finito per condividere l'odioso pregiudizio epensarsi immonda. Per partorire si nascondeva. Si vergognava di amaree rendere felice. Leiin genere tanto sobriarispetto all'uomoquasi ovunque erbivora e frugivorache cede così poco allanaturache per un regime latteo e vegetale ha la purezza delleinnocenti tribùlei chiedeva quasi perdono di esserediviveredi adempiere alle condizioni della vita. Umile martire delpudoresi imponeva supplizigiungeva a voler dissimulareannullaresopprimere quasi questo ventre adoratotre volte santoda dove il dio uomo nascerinasce in eterno.


Lamedicina del medioevo si interessa unicamente dell'essere superiore epuro (è l'uomo)che solo può diventare pretee soloall'altare fare Dio.


Siinteressa delle bestie; è da queste che si comincia. Pensa aibambini? Di rado. E alla donna? Mai.


Iromanzi del tempocon le loro finezzedipingono il contrario delmondo. Fuori dalle cortidal nobile adulterioil grande soggetto diquesti romanzila donnaè ovunque la povera Griseldanataper esaurire il dolorespesso picchiatacurata mai.


Civuole proprio il Diavoloantico alleato della donnasuo confidentedel Paradisoci vuole proprio questa stregaquesto mostro che fatutto a rovescioil rovescio del mondo sacroper occuparsi delladonnaper calpestare i costumie curarla suo malgrado. La poveracreatura aveva così poca stima di sé! Si ritraevaarrossivanon voleva dire niente. La stregaabile e malignacomprese e penetrò. Fino al momento in cui seppe farlaparlaretirarle fuori il piccolo segreto; vinse i rifiutileesitazioni del pudore e dell'umiltà. Piuttosto che subiretantopreferiva quasi morire. La BARBARA STREGA la fece vivere.




NOTE:


1)Addebitarono la lebbra alle crociateall'Asia. L'Europa se laportava dentro. La guerra che il medioevo dichiarò sia allacarnesia alla puliziadoveva dare i suoi frutti. Più d'unasanta lodano per non essersi mai lavata neppure le mani. Figuriamociil resto. La nudità di un istante? un grande peccato. Gliuomini di mondo seguono pedissequamente le lezioni dei monaci. Questasocietà sottile e raffinatache sacrifica il matrimonioenon sembra animarsi che alla poesia dell'adulteriosi fa prendere suquesto punto tanto innocente da scrupoli curiosi. Teme ognipurificazione come d'insudiciarsi.


Nientebagni per mille anni. State certi che non uno di quei cavalieridiquelle belle tanto etereei Parsifali Tristanile Isottesilavava mai. Ne deriva un crudele incidentecosì poco poeticoin pieno romanzoi furiosi pruriti del Tredicesimo secolo.


2)Il nome gentiletimidoche si dava alle streghe.


3)A farci casol'ingratitudine degli uomini è crudele. Millealtre piante sono venute. La moda ha fatto prevalere mille vegetaliesotici. E le povere "Consolanti"che allora ci hannosalvatine abbiamo dimenticati i benefici? Nessuno che se nericordi. Chi riconosce gli obblighi antichi dell'umanità versola natura innocente?

L'"Asclepiasacida""Sarcostemma" (la pianta-carne)che fu percinquemila anni l'"ostia dell'Asia"suo dio tangibileediede a cinquecento milioni di uomini la gioia di mangiare il lorodioquesta pianta che il medioevo chiamò "Vince tossico"(Vince Venenum)non viene degnata di una parola nei nostri libri dibotanica. In capo a duemila anni chissàdimenticheranno ilfrumento. Vedi LANGLOISsulla "Soma" dell'India e l'"hom"della Persia. "Mémoire de l'Académie desInscriptions"capitolo 19pagina 326.


4)"Dictionnaire d'historie naturelle"di D'ORBIGNYallavoce "Morelle" di DUCHARTREsecondo DUNALeccetera.


5)Non ho trovato questa scala da nessuna parte. E' tanto piùimportante poiché le streghe che fecero questi esperimentirischiando di passare per avvelenatricicominciarono certamentedalle più deboli e arrivarono a poco a poco alle piùforti. Ogni grado di forza è quindi una data relativaepermette di stabilire in questa materia oscura una specie dicronologia. La completerò nei capitoli seguentiparlandodella Mandragora e della Datura. Ho seguito soprattutto POUCHET"Solanées e Botanique générale".Pouchetnella sua importante monografianon ha trascurato dimettere a profitto autori antichiMattioliPortaGessnerSauvagesGmelinecc.


6)Madame La Chapelle e Monsieur Chaussier hanno rinnovato moltoutilmente queste pratiche della vecchia medicina popolare (POUCHET"Solanées"pagina 64).


7)La scoperta che immortala Claude Bernard.




10.MAGIEFILTRI



Nonsi traggano conclusioni affrettate dal capitolo precedente; non misono messo in testa di riabilitareassolvere senza riserva l'ambiguafidanzata del Diavolo. Se fece spesso benepoté fare moltomale. Non c'è grande potere che non abusi. E lei ebbe tresecoli di vero e proprio regnonell'intervallo tra due mondil'antico che moriva e il nuovo che stentava a nascere. La Chiesacheritroverà qualche forza (almeno di combattimento) nelle lottedel Sedicesimo secolonel Quattordicesimo è nel fango.Leggete il ritratto verissimo di Clémangis. La nobiltàtanto fiera nelle nuove armaturetanto più pesa cadendo aCrécyPoitiersAzincourt. Tutti i nobili finisconoprigionieri in Inghilterra. Ah ah! Anche i borghesi e i contadiniridonoalzando le spalle. L'assenza generale dei signori incoraggiònon pocopensole riunioni del sabbache c'erano state sempremaallora poterono divenire immense feste popolari.


Chepotenza la prediletta di Satana! che guarisceprediceprevedeevoca le anime dei mortiche può gettarvi un malocchiotrasformarvi in leprein lupofarvi trovare un tesoro emolto dipiùfarvi amare. Spaventoso potere che riunisce tutti glialtri. Un'anima violentaquasi sempre esasperataa volte moltoincattivitanon se ne sarebbe servita per l'odio e la vendettae avolte per un piacere di maliziao impuro?

Tuttoquello che prima dicevano al confessoreora lo dicono a lei.


Nonsoltanto i peccati che hanno compiutoma quelli che voglionocompiere. Lei tiene in pugno ciascuno col suo segreto vergognosolaconfessione dei desideri più abietti. Le confidano i malifisici e dell'anima nello stesso tempole bramosie ardenti di unsangue amaro e in fiammevoglie incalzantifurioseaculei sottiliche pungono ostinati.


Tuttici vanno. Non si vergognano con lei. Le parlano chiaro e tondo.


Chichiede la vitachi chiede la morterimediveleni. Ci va la ragazzain lacrimecercando un aborto. Ci va la matrigna (tipica delmedioevo)dicendo che il figlio del primo letto mangia molto e vivea lungo. Ci va la povera sposatutti gli anni carica di figlichenascono solo per morire. Ne implora la compassioneimpara a gelareil piaceresul momentorenderlo sterile. Un giovane invecepagherebbe qualunque prezzo per la pozione ardente capace di metteresossopra il cuore d'una signora altolocatafarle dimenticare ladistanza per guardare il suo paggetto.


Ilmatrimonio di quei tempi ha soltanto due tipi e due formeentrambeestremeeccessive.


Lafiera erede di feudiche porta un trono o un grande dominioun'Eleonora di Guyenneavrà la sua corte d'amantisotto gliocchi del maritoe si porrà ben pochi freni. Lasciamo perderei romanzii poemi. Guardiamo la realtà nel suo tremendoprogressosino alle furie scatenate delle figlie di Filippo ilBellodella crudele Isabellacheper mano dei suoi amantiimpalòEdoardo Secondo. L'insolenza della donna feudale esplode diabolicanel trionfale cappello a due corni e altre mode sfacciate.


Main questo secolo le classi iniziano a mischiarsi un po'la donnainferioresposata da un baronedeve temere le prove piùdure. Lo dice la storiavera e realedi "Griselda"l'umilela dolcela paziente. Il raccontocredo serissimostoricodi "Barbablù"ne è la versionepopolare. La sposache lui non fa che ammazzare e sostituiredev'essere sua vassalla. Agirebbe ben altrimenti con la figlia o lasorella di un barone che potrebbe vendicarla. Se questa ipotesiparticolare non mi ingannabisogna credere che questo racconto siadel Quattordicesimo secolonon primaquando il signore non sisarebbe degnato di prendere una moglie inferiore a lui.


Particolareimportante del commovente racconto"Griselda" non sembrasostenutain mezzo a tante provené dalla devozione néda un altro amore. E' fedeleevidentementecasta e pura. Non leviene in mente di consolarsi amando altrove.


Delledue donne feudalil'"Erede"la "Griselda"soltanto la prima ha i suoi cavalier serventipresiede alle cortid'amore e protegge gli amanti più umilili incoraggia eafferma (come Eleonora) la famosa decisionedivenuta un classicodell'epoca: "Amore tra sposiimpossibile".


Ecconascere una speranza segretama bruciantema violentain piùd'un giovane cuore. Dovesse darsi al diavolosi getterà atesta bassa in questa avventura d'amore. Nel castello chiuso a doppiamandatauna bella porta si apre a Satana. Un gioco tanto pericolosolascia qualche speranza? nodirebbe la saggezza. Ma se Satanadicesse: sì?

Nondobbiamo dimenticare le grandi distanze che l'orgoglio feudale ponetra nobili stessi. Le parole ingannano. Da "cavaliere" a"cavaliere" c'è un abisso.


Ilcavaliere "banderese"il signore che portava al re tuttaun'armata di vassalliguardava col più grande disprezzo allasua lunga tavola i poveri cavalieri "senza terra" (ingiuriamortale del medioevocome sappiamo da Giovanni "Senza Terra").Figuriamoci i semplici vallettiscudieripaggiecceterachenutriva dei suoi avanzi. Seduti al fondo della tavolaquasi sullaportagrattavano i piatti che i protagonistiseduti davanti alcaminogli mandavano spesso vuoti. Il gran signore non pensavaproprio che quei piccoli fossero abbastanza audaci da alzare gliocchi sulla loro bella padronasino alla fiera erede del feudo chesedeva accanto alla madre "sotto una corona di rose bianche".Sopportava a meraviglia l'amore di qualunque stranierocavalieredichiarato della signorache ne portava i colorima avrebbeduramente punita l'audacia di un servitore che avesse mirato tanto inalto. E' il senso della gelosia furiosa del signore di Fayelimbestialito non perché sua moglie aveva un'amantema perchéera uno dei suoi servitoriil castellano (semplice guardiano) delsuo castello di Coucy.


Piùl'abisso era profondoinvalicabile sembratra la signora del feudola grande eredee questo scudieroquesto paggio che possedevasoltanto la camiciae neppure il vestito che riceveva dal signorepiù era forte la tentazione d'amoreda saltare l'abisso.


Ilgiovane si esaltava all'impossibile. Finchéun giorno chepoteva uscire dal castellocorreva dalla strega a chiederleconsiglio. Non basta un filtrouna "magia"per sedurre?Se noci vuole un "patto" apposta? Non si sarebbe di certotirato indietro alla tremenda idea di darsi a Satana. "Cipenseremogiovanotto. Ma torna a casa. Vedrai che qualcosa ègià cambiato." E' lui che è cambiato. Mosso da unasperanza; gli occhi bassi e più profondiattraversati da unafiamma inquietala lasciano intravedere suo malgrado. Qualcuno(indovinate) se ne accorge prima di tutticommossagli lanciapassando qualche parola gentile. E' il delirio. O buon Satana.Incantevoleadorabile strega.


Nonpuò mangiare né dormire senza andare ancora a trovarla.Le bacia la mano rispettoso e si getta quasi ai suoi piedi. La stregadomandicomandiqualunque cosa obbedirà. Vuole la sua catenad'orol'anello che porta al dito (della madre morente)? eccoli. Maleimalignache odia il baronetrova una grande dolcezzain séa sferrargli un colpo segreto.


Unavaga eccitazione è ormai diffusa al castello. Una tempestamutasenza tuoni né fulminicovacome un vapore elettricosu una palude.


Silenzioprofondo silenzio. Ma la signora è nervosa. Sospetta l'azionedi una potenza soprannaturale. Perché mai costuiquando unaltro è più bellopiù nobilegiàconosciuto per imprese famose? C'è sotto qualcosa. Le hagettato un malocchio? Ha usato una magia? Più s'interrogapiùle batte il cuore.


Ilmalanimo della strega ha di che soddisfarsi. Regnava sul villaggio.


Maè il castello a venire da leia scoprirsie sul fianco piùdebole per il suo orgoglio. L'interesse di un simile amoreper noista nello slancio di un cuore verso il suo idealecontro la barrierasocialela sorte ingiusta. Per la strega è il piacereasproe profondodi degradare la grandama e forse vendicarsi di leiilpiacere di rendere al signore quel che lui fa ai suoi vassallidiprendersi proprio da luiper l'audacia di un ragazzol'oltraggiosodiritto nuziale. Certose in questi intrighi la strega aveva la suapartevi portava sovente un pizzico di odio livellatorenaturale alcontadino.


Eragià qualcosa abbassare la signora all'amore di un SERVITORE.Jean de SaintréCherubinonon devono illudere. Il giovaneservitore svolgeva le mansioni più basse. Il vallettopropriamente detto non esistee d'altra parte le donne di serviziosono poche o non ci sono nelle zone di guerra. Tutto fanno questegiovani manie senza esserne svilite: il serviziosoprattuttocorporaledel signore e della signoraonora e nobilita. Macostringeva spesso il nobile ragazzo in situazioni alquantosquallideprosaichenon vorrei dire ridicole. Il signore non sifaceva molti scrupoli. La signora doveva proprio essere incantata dalDiavolo per non vedere quanto vedeva tutti i giorniil predilettoall'opera indecente e servile.


E'tipico del medioevo mettere sempre di fronte il molto alto e il moltobasso. Quello che i poemi nascondonopossiamo vederlo bene altrove.A queste passioni leggere come l'aria si mescolano con tutta evidenzamolte volgarità.


Tuttoquello che sappiamo delle magie e dei filtri usati dalle streghe èparecchio frutto di fantasiaesembraspesso maliziosomistureaudaci di elementi chegiureremmosono i meno adatti a risvegliarel'amore. Si spinsero anche molto in làsenza che lui se neaccorgesseil ciecoche lo rendevano un loro giocattolo.


Questifiltri erano di vario tipo. Parecchi eccitantidovevano turbare isensicome gli stimolanti che gli Orientali adoperano in granquantità. Altri erano pericolose (e spesso perfide) pozioni diillusionecapaci di perdere la persona senza più volontà.Alcuni infine furono esperimenti che sfidavano la passionepervedere sino a che punto il desiderio avido potesse smuovere i sensispingerli ad accettare come favore supremo e comunione le cose menogradevoli provenienti dall'oggetto amato.


L'architetturacosì rozza dei castellitutti a grandi saleignorava la vitaintima. A malapenae piuttosto tardicostruirono il ritiroperraccogliersi a pregareuno stanzino in qualche torre. Era facileguardare la signora. Certi giorniattesisceltil'audaceconsigliato dalla stregapoteva fare il suo colpoalterare labevanda mescolarvi il filtro.


Erararo peròpericoloso. Più facile rubare certe cose chela signora perdevao trascurava. Raccoglievano gelosamente unminuscolo frammento d'unghia. Raccattavano con rispetto ciòche lei lasciava cadere dal pettineuno o due dei suoi bei capelli.Li portavano alla strega. Questa spesso esigeva (come le nostresonnambule) un oggetto molto personale e impregnato della personamache questa non avrebbe regalatoad esempio qualche filo strappato daun abito indossato a lungo e sporconel quale lei avesse sudato. Iltuttobenintesobaciato e adoratoe pianto. Ma era necessariodarlo alle fiamme per raccogliere le ceneri. Un giorno o l'altrocapitandole sotto gli occhi il vestitola perspicace scorgeva lostrappocapivama non c'era pericolo che parlassee sospirava. Lamagia aveva fatto effetto.


Certamentese la signora esitavarispettosa del sacramentoquesta vitain unospazio strettosempre sott'occhio a vicendacosì vicini ecosì lontanidiventava un vero e proprio supplizio. Anchequando lei aveva cedutodavanti al marito e ad altri non menogelosila felicità doveva essere rara. E il desiderioinsoddisfatto porta a frequenti violente pazzie. Più l'unionemancavapiù la si voleva profonda. La fantasia sregolata lacercava in stranezzesnaturate e senza senso. Cosìpercreare un mezzo di comunicazione segretola strega incideva sullebraccia di entrambi le lettere dell'alfabeto.


L'unovoleva mandare all'altro un pensiero? ravvivavariaprivasucchiandolele lettere sanguinanti della parola voluta. All'istante(si dice)le lettere corrispondenti sanguinavano sul bracciodell'altro.


Qualchevoltain queste pazziesi bevevano il sangue a vicendaper darsiuna comunione chesi dicevamescolava le anime. Il cuore divoratodi Coucy che la signora "trovò tanto buonoche nonmangiò più in vita sua"è l'esempio piùtragico di questi mostruosi sacramenti dell'amor cannibale. Ma quandol'assente non morivaquando era l'amore a morire in luila signoraconsultava la stregale chiedeva come legarloriprenderlo.


Icanti della maga di Teocrito e Virgiliousati anche nel medioevodifficilmente erano efficaci. Si cercava di recuperarlo con unincantesimopareanch'esso imitato dall'antichità. Si facevaricorso alla focacciala "confarreatio"che dall'Asiaall'Europa fu sempre l'ostia dell'amore. Ma ora si voleva legare piùche l'animala carneprovocare l'identificazionefinchémorto per tutte le donnevivesse per una soltanto. La cerimonia eracrudele. "Masignora" diceva la strega"non si puòtirare sul prezzo." L'orgogliosa diventava d'un trattoobbedientesi lasciava docilmente sfilare la veste e il resto.


Eranecessario.


Chetrionfo per la strega! E se fu la signora una volta a farla correreche vendettache rappresaglia! Eccola nuda nelle sue mani. E nonbasta. Le sistema una tavoletta sulle reniun piccolo fornelloe vimette a cuocere la focaccia. "Ohamica mianon ne posso più.Fate in frettanon ce la faccio". "Benissimosignorabisogna che abbiate caldo. La focaccia cuoce; sarà calda divoidella vostra fiamma." E' fattaed abbiamo la focacciadell'antichitàdel matrimonio indiano e romanoconditascaldata dallo spirito lascivo di Satana.


Leinon dice come quella di Virgilio:

"Tornatorna Dafni. Riportatemelomiei canti". Gli manda la focacciaintrisa della sua sofferenza e ancora calda del suo amore.


Luila mordee uno strano fermentouna vertigine lo prende. Poi unfiotto di sangue gli sale al cuore; diventa rosso. Brucia. La furiagli ritornae l'inestinguibile desiderio(1).




NOTE:


1)Sbaglio a dire inestinguibile. Vediamo che spesso ci vogliono nuovifiltri. E a questo punto compiango la dama. Perché questafuria di stregabeffarda nella sua malignitàesige che ilfiltro venga fuori corporeo proprio da lei. La costringeumiliataadare al suo amante una strana comunione. Il nobile sfregiava gliebreii servianche i borghesi (vedi S. Simon su suo fratello) condelle cose che fanno schifoe la strega obbliga la signora adargliele lì come filtro. Vero e proprio supplizio anche perLEI. Ma LEIla grandamaaccetta tutto in ginocchio. Vedi piùoltre la nota tratta da Sprenger.




11.LA COMUNIONE DI RIVOLTA. I SABBA. LA MESSA NERA



E'necessario dire I sabba. Questa parola ha significato certamente cosemolto diversenel tempo. Purtroppo le uniche descrizioniparticolareggiate che ne abbiamo cominciano molto tardi (dall'epocadi Enrico Quarto) (1). Allora il sabba non era quasi più cheuna grande farsa lussuriosacon la scusa della stregoneria. Ma anchein queste descrizioni di questa cosa tanto bastardacerti aspettimolto antichi testimoniano del susseguirsi delle epochedellesvariate forme che aveva attraversato.


Possiamopartire da questa idea molto sicura: cheper molti secoliil servocondusse la vita del lupo e della volpefu un ANIMALE NOTTURNOintendo dire che di giorno agiva il meno possibilee non vivevarealmente che di notte.


Ancorafino al millefinché il popolo crea da sé santi eleggendela vita del giorno lo interessa. I suoi sabba notturni nonsono che un vago residuo pagano. Onorateme la luna che influiscesui beni della terra. Le vecchie le sono devote e bruciano candelinea "Dianom" (Diana-Luna-Ecate). Il lupercale continua aperseguitare donne e bambinisotto una mascherad'accordoil nerovolto del fantasma Hallequin (Arlecchino). Si festeggia esattamenteil "pervigilium Veneris" (il primo maggio). A San Giovannisi ammazza il capro di Priapo-Bacco Sabasioper celebrare lesabasie. Nessuna presa in giro.


E'un innocente carnevale servile.


Maverso il millela chiesa gli è pressoché chiusa dalladifferenza delle lingue. Nel 1100 le funzioni gli divengonoincomprensibili. Dei Misteri messi in scena alle porte delle chiesecapisce soprattutto il lato comicoil bue e l'asinoeccetera. Netrae "Noëls"ma sempre più per ridere (vera epropria letteratura sabbatica).


Legrandi e tremende rivolte del Dodicesimo secolo non potevano noninfluire su questi misteriquesta vita notturna del "lupo"del "volatile"di questa "selvaggina" come lachiamano i crudeli baroni.


E'facile immaginare che queste rivolte cominciassero spesso alle festenotturne. Le grandi comunioni di rivolta tra servi (si bevevano ilsangue a vicendao per ostia mangiavano la terra) (2) poteronocelebrarsi al sabba. La Marsigliese dell'epocacantata di notte piùche di giornoè probabilmente un canto sabbatico:

"Comeloro uomini siamo Grande eguale il cuore abbiamo Come loro soffrirepossiamo".


Mala pietra sulla tomba ricade nel 1200. Il papa seduto soprail reseduto sopraun peso bestialehanno murato l'uomo. Ha ancora unavita notturna? Anche di più. Le vecchie danze paganediventarono sicuramente più furibonde. I nostri negri delleAntilledopo una tremenda giornata di calura e di faticaandavanopure a ballare a sei leghe di distanza. Anche il servo. Maal ballosi mescolarono inevitabilmente baldorie di vendettasatire in farsasberleffi e parodie del signore e del prete. Tutta una letteratura dinotteche non conobbe nulla di quella di giornoquasi neanche dei"fabliaux" borghesi.


Eccoil senso dei sabba prima del 1300. Perché assumessero la formaclamorosa di guerra dichiarata al dio del tempo ci vuole molto dipiùancora due cose: toccare il fondo della disperazioneenon basta:

PERDEREOGNI RISPETTO.


Questonon accade prima del Quattordicesimo secolosotto il papato diAvignone e durante il Grande Scismaquando la Chiesa a due teste nonpare più la Chiesaquando la nobiltà al completo e ilre (vergogna) prigionieri degli inglesitorchiano il popolo perestorcergli il riscatto. I sabba prendono allora la forma grandiosa eterribile della "Messa nera"la funzione a rovesciochesfida Gesù: incenerisca col fulminese ci riesce. Questodramma diabolico sarebbe stato impossibile ancora nel Tredicesimosecoloavrebbe fatto orrore. E più tardinel Quindicesimotutto ormai consuntopersino il doloreun fiore così nonsarebbe sbocciato. Sarebbe mancato il coraggio di questa creazionemostruosa Appartiene al secolo di Dante.


Accaddeall'improvvisocredo; un'esplosione di furia geniale che portòl'empietà all'altezza delle collere popolari. Per capirecos'eranoqueste collerebisogna ricordare che il popolotirato suproprio dal clero nella fede e nell'attesa del miracolo (la fissitàdelle leggi di Dio non gli passava neppure per la testa)avevaattesosperato un miracolo per secolie non era mai venuto. Lochiamava invano nel giorno disperato del supremo bisogno. Il cielo daallora gli sembrò l'alleato dei suoi feroci carneficiedanche lui feroce carnefice.


Eccola "Messa nera" e la "Jacquerie".


Sullascena aperta della "Messa nera" poterono trovar posto inseguito mille varianti di dettaglio; ma è completa ecredod'un pezzo solo.


Sonoriuscito a ritrovare questo dramma nel 1857 (Histoire de France).


L'horimesso insieme nei suoi quattro attisenza molte difficoltà.


Soltantoalloragli ho lasciato troppi fronzoli grotteschiche al sabbadiedero i tempi modernie non ho precisato a sufficienza la partedella vecchia scenacosì fosca e tremenda.


E'molto datato da certi aspetti atroci di un'epoca maledettama anchedal primo posto che occupa la donnagran distintivo delQuattordicesimo secolo.


Secoloche ha una stranezza: la donnaquasi non affrancata per nienteregna lo stessoe in mille modi violenti. Erede di feudiportaregni ai re. In trono quaggiùe più ancora in cielo.Maria ha soppiantato Gesù. San Francesco e san Domenico lehanno visto in seno i tre mondi. Affoga il peccato nell'immensitàdella Grazia; che dico?

aiutaa peccare (vedere la leggenda della religiosa cui la Vergine tiene ilposto nel coro mentre va a trovare l'amante).


Otanto in altoo tanto in bassola Donna. Beatrice sta in cieloinmezzo alle stellementre Giovanni di Meungnel "Roman de laRose"predica la comunità delle donne. PuralaidalaDonna è dappertutto.


Possiamodire di lei quello che dice di Dio Raimondo Lullo: "Che partedel mondo è? Tutto".


Main cieloma in poesiala donna celebrata non è la madrefecondaingioiellata di figlioli. E' la VergineBeatrice sterileeche muore giovane.


Unabella signorina inglese passòsi dicein Francia verso il1300per predicare la redenzione delle donne. Pensava di esserne ilMessia.


La"Messa nera"all'iniziosembrerebbe questa redenzioned'Evamaledetta dal cristianesimo. La donna al sabba fece tutto. E'il clerol'altareè l'ostiache comunica tutto il popolo.In fondonon è Dio?

C'èmolto di popolare in questoma non tutto è del popolo. Ilcontadino non apprezza che la forza; non bada granché alladonna. Lo vediamo fin troppo in tutte le nostre vecchie usanze (vedile mie "Origines"). Non avrebbe lasciato alla donna quelprimato. E' lei che se lo prende.


Scommettereiche il sabbanella forma d'allorafu l'opera della donnad'unadonna disperataproprio com'è la strega. Nel Quattordicesimosecolo si vede di fronte un orrendo susseguirsi di supplizitrecentoquattrocento anni illuminati dai roghi. Dal 1300la sua medicina ègiudicata maleficai suoi rimedi puniti come veleni. L'innocentesortilegio che faceva credere ai lebbrosi di migliorare la propriasorte porta al massacro di questi infelici. Il papa GiovanniVentiduesimo fa scorticare vivo un vescovosospetto di stregoneria.Sotto una repressione così ciecaosare poco e osare molto èin pari grado rischioso. L'audacia aumenta col pericolo. La stregapuò giocare tutto.


Fraternitàumanasfida al cielo cristianoculto snaturato del dio natura: ilsenso della "Messa nera".


L'altareera alzato al grande servo ribelle"colui al quale hanno fattotorto""il vecchio Proscrittoingiustamente scacciato dalcielolo Spirito che ha creato la terrail Maestro che ha fattospuntare le piante". Sotto questi titoli l'onorano i"luciferiani"suoi adoratori e(secondo un'opinioneattendibile) i cavalieri del Tempio.


Nellamiseria dell'epoca (questo il grande miracolo)trovavano per la cenanotturna della fraternità quello che non avrebbero trovato digiorno. La stregarischiandofaceva contribuire i piùagiatiraccoglieva le loro offerte. La caritàsotto formasatanicacioè delitto e congiurauna forma di rivoltaavevagrande potere. Ci si rubava il pasto di giorno per il pasto comune disera.


Immaginatesu una grande landae spesso vicino a un vecchio dolmen celticoaibordi di una forestauna scena duplice: da una partela landa benilluminatail grande banchetto del popolo; dall'altraverso laforesta il coro di questa chiesacupola il cielo. Chiamo coro unpoggio un po' più alto. Tra le duefuochi di resina a fiammagialla e rosse braciun vapore fantastico.


Sulfondola strega alzava Satanaun grande Satana di legnonero epeloso. Per le corna e il capro che aveva vicino poteva essere Bacco;ma per gli attributi virili era Pan e Priapo. Figura occulta cheognuno vedeva a modo suo; gli uni erano solo terrorizzatigli altrisi commuovevano alla malinconia orgogliosa che sembrava assorbirel'eterno Esule (3).


PRIMOATTO. L"introito" magnifico che il cristianesimo preseall'antichità (a quelle cerimonie in cui il popoloin lungafilagirava sotto le colonneentrava nel santuario)il vecchioDioritornatose lo riprendeva per sé. Lo stesso il"lavabo"tratto dalle purificazioni pagane. Reclamavatutto per diritto d'antichità.


Suasacerdotessa è sempre la VECCHIA (titolo d'onore); ma puòbenissimo essere giovane. Lancre parla di una strega di diciassetteannigraziosaspaventosamente crudele.


Lafidanzata del Diavolo non può essere una bambina; ci voglionotrent'annila figura di Medeala bellezza dei dolorilo sguardoprofondotragico e febbrilecon grandi ondate di serpenti checadono in disordine; intendo dire un mare di neri e ribelli capelli.Forsesoprala corona di verbenal'edera delle tombele violettedella morte.


Faallontanare i bambini (fino alla cena). La funzione inizia.


"Entreròin quest'altare. MaSignoresalvami dal perfido e dal violento (dalpretedal signore)." Poi il ripudio di Gesùl'omaggioal nuovo padroneil bacio feudalecome nelle ammissioni al tempioquando si concede tutto senza riservepudoredignitàvolontà; con questa oltraggiosa aggravante al ripudiodell'antico Dio: "che è meglio il didietro di Satana"(4).


Aluiconsacrare la sua sacerdotessa. Il Dio di legno l'accoglie comeun tempo Pan e Priapo. Fedele alla forma paganalei si dà aluisiede un momento su di luicome quella di "Delfi" altripode d'Apollo. Ne riceve il soffiol'animala vitane viene(per finta) fecondata. Poialtrettanto solennementesi purifica. Daalloraè l'altare vivente.


L'"Introito"è finitola funzione interrotta per il banchetto.


Rovesciandoil festino dei nobili che siedono tutti con la spada al fianconelfestino dei fratelli niente arminemmeno un coltello.


Percustode della paceognuno ha una donna. Senza donna non si entra.


Parenteo nomoglie o novecchiagiovaneci vuole una donna.


Chebevande circolavano? idromele? birra? vino? Il sidro che inebria oquello di pere? (entrambi iniziano nel Dodicesimo secolo).


Lepozioni d'illusionemescolate pericolosamente a belladonnacomparivano già a questa tavola? Credo di no. C'erano ibambini. E poil'eccessiva eccitazione avrebbe impedito di ballare.


Questadanza vorticosala famosa "ridda del sabba"era piùche sufficiente per far arrivare all'apice questo primo livello diebbrezza. Giravano spalla a spallale braccia dietro la schienasenza vedersi; ma spesso le spalle si toccavano. A poco a poconessuno si conosceva più benee neppure quella che avevaaccanto. La vecchia allora non era più vecchia. Miracolo diSatana. Tornava donnae piacentecaoticamente amata.


SECONDOATTO. Appena la follanell'unione di questa vertiginesi sentiva uncorpo solosia per l'attrazione delle donnesia per qualche vagaemozione di fraternitàsi riprendeva la funzione al "Gloria".Compariva l'altarel'ostia. Cioè? La Donna. Col suo corpoprostratoumiliata nella personacon l'immensa seta nera deicapellidispersi nella polverelei (l'orgogliosa Proserpina) sioffriva. Sulle sue reniun demonio celebravadiceva il "Credo"faceva l'offerta (5).


Cosache più tardi divenne sfacciata. Ma allorain mezzo alledisgrazie del Quattordicesimo secolonell'epoca tremenda della pestenera e tante carestienel tempo della "Jacquerie" e degliodiosi brigantaggi delle Grandi Compagnieper questo popolo inpericolol'effetto era più che serio. L'intera assembleaaveva molto da temere ad essere sorpresa. La strega rischiavaveramente moltoin quest'atto d'audaciadava la vita. Ancora dipiùaffrontava un inferno di doloritorture che osiamoappena accennare. Trattata con le tenagliele causavano fratturelestrappavano le mammellela scorticavano lentamente (lo fecero alvescovo stregone di Cahors)bruciata a fuoco lento di braceemembro a membropoteva soffrire un'eternità d'agonia.


Tutticertoerano emozionati quandosulla creatura generosaumiliata chesi offrivasi faceva la preghierae offerta per il raccolto. Sipresentava del grano allo "Spirito della terra" che faspuntare il grano. Qualche uccello volava fuori (dal seno delladonnanon c'è dubbio) portando al "Dio della libertà"il sospiro e il voto dei servi. Cosa chiedevano? Che noilorolontani discendentivenissimo affrancati (6).


Cheostia distribuiva? Non l'ostia per ridereche vedremo all'epoca diEnrico Quartomaprobabilmentequella "confarreatio" deifiltril'ostia d'amoreuna focaccia cotta sopra di leisullavittima che il giorno dopo poteva a sua volta finire sul fuoco. Lasua vitala sua mortemangiavano. Vi sentiva già la suacarne bruciata. Infinele mettevano addosso due offerte che parevanodi carnedue simulacri; quello dell'ULTIMO MORTO del comunequellodell'ULTIMO NATO.


Partecipavanodel merito della donnaaltare e ostiae l'assemblea (per finta)comunicava dell'uno e dell'altro. Ostia trinatutta umana. Sottol'ombra incerta di Satanail popolo non adorava che il popolo.


Ilvero sacrificio era questo. Era compiuto. La Donnaormai s'era datada mangiare alla follaaveva finito. Si alzavama non lasciava ilproprio posto prima di aver affermato fierae come fosse unaconstatazionela legittimità del tuttocon l'appello alfulmineuna provocazione al Dio destituitouna sfida.


Permettere in ridicolo l'"Agnus Dei" ecceterae lo spezzarel'ostia dei cristianisi faceva portare un rospo vestito e lo facevaa pezzi.


Ruotavagli occhi spaventosamenteli girava verso il cielo etagliando latesta al rospodiceva queste strane parole: "AhFilippo (7)se ti avessiti farei così".


Gesùnon raccoglieva la sfidanon lanciava il fulminequindi era vinto.L'agile compagnia dei demoni sceglieva questo momento per stupire ilpopolo con piccoli miracoli che colpivanospaventavano i creduloni.Addentavanoa morsi sbranavano i rospibestie innocuema ritenutemolto velenose. Saltavano incolumi grandi fuochibracieriperdivertire la folla e farla ridere dei fuochi d'inferno.


Ilpopolo rideva dopo un atto così tragicocosì audace?Non so. Non ridevacertola prima che l'osò. Questi fuochile parvero sicuramente quelli del prossimo rogo. A lei provvedere alfuturo del regno diabolicodar vita alla futura strega.




NOTE:


1)La meno peggio è quella di LANCRE. E' un uomo di spirito.


Legatosi saa certe giovani streghedoveva sapere tutto. Purtroppo il suosabba è un guazzabuglio stracolmo dei condimenti grotteschidell'epoca. Le descrizioni del gesuita DEL RIO e del domenicanoMICHAËLIS sono espressioni ridicole di due pedanti creduloni ebabbei.


Quelladi Del Rio è piena zeppa di banalitàun'infinitàdi stupide invenzioni. Comunque in fondoci si trova anche qualchebella traccia d'antichitàed io l'ho fatta fruttare.


2)Alla battaglia di Courtrai. Vedi anche GRIMM e le mie "Origines".


3)E' di Del Rioma noncredosoltanto spagnolo. Tratto antico emarcato dell'ispirazione primitiva. Le facezie vengono dopo.


4)Gli attaccavano al fondoschiena una maschera o seconda faccia.


LANCRE"Inconstance"pagina 68.


5)Questo fatto così serio della donna altaredella messa su dileilo sappiamo dal processo della Voisinche Ravaisson padre staper pubblicare con i suoi altri "Papiers de la Bastille".Queste imitazioni recentid'accordodel sabbafatte perintrattenere i grandi signori della corte di Luigi Quattordicesimoripresero senza dubbio le forme antiche e classiche del sabbaprimitivoanche su questo punto che i tempi di mezzo forse avevanolasciato perdere.


6)Questa offerta deliziosa del grano e degli uccelli è tipicadella Francia (JAQUIER"Flagellans"pagina 51; SOLDANpagina 225).


InLorena e sicuramente in Germania offrivano animali neri: il gattoneroil capro neroil toro nero.


7)LANCREpagina 136. Perché questo "Filippo"non loso. Resta tanto più oscuro in quanto altrovequando Satananomina Gesùlo chiama il piccolo "Jean"o"Janicot". "Filippo" potrebbe derivare dal nomeodiato del re che ci diede cent'anni di guerre inglesichea Crécydiede inizio alle nostre disfatte e ci fece subire la primainvasione? Dopo una lunga pacequasi totalmente continuala guerrafu tanto più orrenda per il popolo. Filippo di Valoisautoredi questa guerra senza finefu maledettoe forse lasciò inquesto rituale popolare una maledizione senza fine.




12.CONTINUAZIONE. L'AMORELA MORTE. SATANA SCOMPARE



Eccola folla liberatarinfrancata. Il servolibero un attimoqualcheora re. Ha molto poco tempo. Già il cielo cambiae le stellesi affievoliscono. In un balenol'alba severa lo riporta in servitùsotto l'occhio nemiconell'ombra del castelloall'ombra dellachiesalo riporta al lavoro monotonoall'eterna noiaal ritmodelle due campanequella che dice: SEMPREe l'altra che dice: MAI.Ognunoumile e tristecompassatosembrerà uscire di casa.


Abbianoalmeno quel furtivo istante. Almeno una volta sia soddisfatto ognidiseredatoe si compia il suo sogno. C'è un cuore tantodisgraziatocosì isterilito da non sognare qualche voltadanon coltivare qualche voglia pazza: "Se mi capitasse..."?

Leuniche descrizioni particolareggiate che abbiamo sonol'ho giàdettomodernedi un tempo di pace e felicegli ultimi anni diEnrico Quartoquando la Francia rifioriva. Anni di abbondanzalussuriosicompletamente diversi dai tempi oscuriquando siorganizzò il sabba.


Lancree compagni vorrebbero che rappresentassimo il terz'atto come laKermesse di Rubensun'orgia di caosun gran ballo in costume perrendere possibile qualunque unionetra parenti stretti in specie.


Secondoquesti autoriche vogliono soltanto ispirare l'orroreil brividolo scopo principale del sabbala lezionela dottrina espressa daSatana è l'incesto ein queste grandi assemblee (a voltedodicimila anime)sarebbero state compiute pubblicamente le azionipiù mostruose.


Danon credere. Gli stessi autori dicono altre cose che sembranol'esatto contrario di tanto cinismo. Dicono che la gente ci andavasoltanto a coppiesoltanto a coppie sedeva al banchetto esequalcuno arrivava da sololo affidavano a un giovane demone che loguidavagli faceva gli onori della festa. E che i gelosi ci andavanosenza timoresenza timore ci portavano le belle curiose.


Sappiamoanche che la maggior parte ci andava con tutta la famigliabambinicompresi. Li allontanavano soltanto per il primo attonon per ilbanchetto né per la funzioneneppure per questo terz'atto.Prova che c'era una certa decenza. Del restola scena era doppia. Igruppi di famiglia se ne stavano sulla landa ben illuminati. Solo aldi là del sipario fantastico dei fumi di resina c'erano iprimi spazi più oscurici si poteva appartare.


Igiudicigli inquisitorinemici giuratisono costretti ad ammettereche vi regnava un notevole spirito di dolcezza e di pace.


Nessunodei tre elementi micidiali delle feste dei nobili. Niente spadeniente duellisangue per la tavola. Nessuna galante perfidia peravvilire l'"amico intimo". La sporca fraternità deiTemplarisi dica quel che si vuoleera sconosciutainutile; alsabba la donna era tutto.


Quantoall'incestobisogna capirsi. Ogni rapporto con la parenteanche ipiù leciti oggiera considerato un delitto. La legge modernache è la carità in personacapisce il cuore dell'uomoe il bene della famiglia. Permette al vedovo di sposare la sorelladella mogliedi dare cioè ai suoi figli la madre migliore.Allo zio di proteggere la nipote sposandola. Soprattutto di sposarela cuginauna moglie sicura e familiarespesso amata dall'infanziala compagna dei primi giochiapprezzata dalla madreche da tempol'aveva adottata nel cuore. Nel medioevo è tutto incesto.


Ilcontadinoche ama soltanto la sua famigliaera alla disperazione.


Ancheal sesto gradosarebbe stato uno scandalo sposare la cugina.


Nonsi riusciva a prender moglie in paesedove i parenti creavanoostacoli. Bisognava cercare altrovelontano. Ma allora lecomunicazioni erano scarsela conoscenza reciproca inesistenteedetestavano i vicini. I paesialle festesi scontravano senzaperché (lo vediamo ancora nei villaggi tanto o poco isolati).Non osavano andare a cercar moglie proprio là dove s'eranobattutisarebbe stato pericoloso.


Un'ulterioredifficoltà. Il signore del giovane servo non lo lasciavasposare nella signoria accanto. Sarebbe diventato servo del signoredella moglieperduto per lui.


CosìIL PRETE VIETAVA LA CUGINAIL SIGNORE LA STRANIERA. Molti non sisposavano.


Ilrisultato era proprio quello che avrebbero voluto evitare. Al sabbaesplodevano le attrazioni naturali. Il giovane rivedeva quella checonoscevaamava da tempo. A dieci anni ne veniva chiamato il"maritino". La sceglieva con decisionee se ne infischiavadei divieti canonici.


Sesi conosce a fondo la famiglia del medioevonon si puòcredere alle enfatiche accuse sulla grande promiscuità cheavrebbe amalgamato insieme una moltitudine. E' esattamente ilcontrariosi sente che ogni piccolo gruppochiuso e strettoèlontano chilometri dall'ammettere l'estraneo.


Ilservopoco geloso (per i parenti)ma tanto poveromiserabilehail terrore di peggiorare la propria sorte facendo dei figli che nonpotrà nutrire. Il preteil signorevorrebbero aumentare ilnumero dei loro serviche la donna fosse sempre incintae a questoscopo facevano le prediche più strane (1); a volte rimproverisanguinosie minacce. Tanto più testarda era la prudenzadell'uomo. La donnapovera creatura che non poteva avere bambinisani in queste condizionipartoriva solo per piangereaveva terroredelle gravidanze. Si azzardava alla festa notturna soltanto dopoesplicita assicurazionedetta e ridetta: "Mai donna ne tornòincinta" (2).


Venivanoattirate dal banchettola danzale lucidal divertimentodalpiacere carnale proprio per niente. Le une vi trovavano soltantosofferenza. Le altre avevano in odio la purificazione gelata cheseguiva bruscamente l'amore per renderlo sterile. Non importa.


Accettavanotuttopiuttosto che accrescere la miseriamettere al mondo undisgraziatodare un servo al signore.


Fortecongiuraintesa molto solidache manteneva l'amore in famigliaestrometteva l'estraneo. Si fidavano soltanto dei parentiunitinella stessa servitùchecondividendo i problemisiguardavano bene dall'accrescerli.


Quindinessun generale trasportoniente caos di popolo. Anzigruppiristretti ed esclusivi. E questo doveva rendere il sabba impotentecome rivolta. Non mischiava affatto la folla. La famigliaattentaalla sterilitàse l'assicurava stringendosi in sénell'amore dei parenti stretticioè degli interessati. Tristecompromessofreddoimpuro. Oscuravamacchiava i momenti piùteneri. Ahperfino l'amoretutto era miseria e rivolta.


Societàcrudele. L'autorità diceva: "Sposatevi". Ma lorendeva oltremodo difficoltososia a causa dell'eccesso di miseriasia con la stupida rigidità dei divieti canonici.


L'effettoera l'esatto contrario della purezza che si predicava. Sottoapparenza cristianac'era solo patriarcato asiatico .


Soltantoil maggiore si sposava. I fratelli minorile sorellelavoravanosotto di lui e per lui (3). Nelle fattorie isolate delle montagne del"Midi" lontano da qualunque vicino e qualsiasi donnaifratelli vivevano con le sorelleche gli facevano da serve e gliappartenevanoin tutto e per tutto. Costumi analoghi a quelli dellaGenesiai matrimoni dei Parsie ancor oggi a certe tribù dipastori dell'Himalaya.


Ancorapiù scioccante il destino della madre. Non sposava suo figlionon poteva unirlo a qualche parenteprocurarsi una nuora che avrebbeavuto un pensiero per lei. Suo figlio si sposava (se ci riusciva) unaragazza di un paese lontanoche si comportava sovente con ostilitàsia verso i figli di primo lettosia verso la povera madreche lastraniera faceva spesso scacciare. Non ci crederetema è laverità.


Comeminimo era maltrattata: l'allontanavano dal focolaredalla tavola.


Unalegge svizzera proibisce di togliere alla madre il suo posto davantial camino.


Temevamoltissimo che il figlio si sposasse. Ma anche se non si sposava nonle andava molto meglio. Diveniva ugualmente la serva del giovane"padrone di casa"che ereditava tutti i diritti del padreanche quello di picchiarla. Ho visto questa empietà ancora nel"Midi":

ilfiglio di venticinque anni puniva la madre che si ubriacava.


Figuriamociin quei tempi brutali. Era lui casomai a tornare dalle festesemiubriacoquasi incosciente di quel che faceva. Stessa camerastesso letto (non ce n'erano mai due). Lei aveva paura. Lui avevavisto gli amici sposatied era esasperato. Quindi piantiun'estremadebolezzail più deplorevole abbandono. La poverettaminacciata dal suo solo diosuo figliocol cuore affrantoinquesta situazione tanto contro naturaera disperata. Cercava didormirefar finta di niente. Succedevae nessuno dei due se nerendeva contoquello che succede ancor oggi tanto di frequente neiquartieri poveri delle grandi cittàquando una poveracciacostretta o spaventataforse picchiatasubisce tutto. Da alloradominata emalgrado gli scrupolianche troppo rassegnataconducevauna vita di miserabile servitù. Vita di vergognae dolorosapiena d'angosciaanno dopo anno la differenza d'età crescevali separava. La donna di trentasei anni conservava un figlio diventi. Ma a cinquantaDioe dopo ancorache succedeva? Dal grandesabbadove i villaggi lontani si incontravanolui poteva portare acasa la stranierala giovane padronasconosciutadurasenzacuorecrudeleche le avrebbe portato via il figlioil fuocoillettoquesta casa che lei aveva fatto.


Acredere a Lancre e compagniSatana considerava un grande merito cheil figlio restasse fedele alla madreriteneva questo delitto unavirtù. Se è verosi può pensare che la donnadifendesse la donnala strega facesse gli interessi della madreperconservarle il focolare contro la nuora che l'avrebbe mandata amendicarebastone in mano.


Lancrepretende ancora "che non c'era buona strega che non nascessedall'amore della madre e del figlio". Come in Persia il maggiochesi dicevadoveva nascere da questo odioso mistero. Cosìi segreti di magia restavano ben raccolti in una famiglia che sirigenerava da sé.


Empioerrore: credevano d'imitare l'innocente mistero agricolol'eternocircolo vegetaleil grano cherimesso nel solcofa il grano.


Leunioni meno mostruose (fratello e sorella)comuni presso gli ebrei ei grecierano fredde e ben poco feconde. Moltisaggiamentevirinunciaronoe forse non le avrebbero riprese senza lo spirito dirivolta chevivificato da stolte rigiditàsi slanciavafollemente verso l'estremo opposto.


Leggicontro natura feceroper l'odiocostumi contro natura.


Tempidurimaledetti; e pesanti di disperazione.


Abbiamodivagato. Ma eccoci sul far dell'alba. Improvvisamente scocca l'orache fa fuggire gli spiriti. La strega si sente appassire sulla frontei lugubri fiori. Addio uomovita forse. Che sarebbe di lei se ilgiorno la trovasse ancora?

Chefarà di Satana? fiamma? cenere? lui non chiede di meglio. Sabeneil furboche per vivererinascerenon c'è che morire.


Moriràil potente evocatore dei mortiche donò a quelle che piangonol'unica gioia di quaggiùl'amore scomparso e il sognoadorato? Nonoè certo di vivere.


Moriràil potente spirito chetrovando la creazione maledettala Naturagigante per terrache la Chiesa aveva scacciato da sécomeun neonato sporcola raccolse e se la mise in grembo? Impossibile.


Moriràl'unico medico del medioevodell'evo malatoche lo salvò aforza di veleni dicendogli: "E viviimbecille"?

E'tanto sicuro di vivereil duroche muore a proprio agio. Si divorabrucia disinvolto la bella pelle di caproscompare nella fiamma enell'alba.


MaLEIche fece Satanatuttofece il bene e il maleche permisetante coseamorededizionedelittiche ne è di lei? Eccolasola sulla landa deserta.


Nonècome si dicel'orrore di tutti. Tanti la benedirono (4).


Diversil'hanno trovata belladiversi darebbero la loro parte di paradisoper osare avvicinarla. Maun abisso la circondal'ammirano troppoe ne hanno tanta paura. Questa onnipotente Medeai begli occhiprofondi voluttuosi serpenti la inondano come capelli neri.


Solaper sempre. Per sempresenza amore. Che le resta? Soltanto loSpirito che s'era nascosto.


"Eccocimio buon Satanapartiamo. Non vedo l'ora d'essere laggiù.


L'infernoè meglio. Addio al mondo." La prima che realizzòportò sulla scena il tremendo drammasopravvisse di sicuropochissimo. Satanaobbedienteaveva sellatolì vicinounenorme cavallo nerochedagli occhidalle naricilanciava fuoco.Gli fu in groppa con un balzo.


Liseguirono con gli occhi. La brava gente spaventata diceva: "Ohcosa le accade?" Partendolei risela più tremendarisatae sparì come una freccia. Vorremmo conoscerema nonlo conosceremo il destino della poveretta (5).




NOTE:


1)Ancora recentemente il mio spiritoso amicoGéninha raccoltoriguardo a questo le notizie più curiose.


2)BoguetLancretutti gli autori sono d'accordo su questo.


Grossolanacontraddizione satanicache va incontro però sino in fondo aldesiderio del servodel contadinodel povero: Satana fa spuntare ilgranoma rende la donna sterile. Molto grano e niente figli.


3)Fenomeno molto diffuso nell'antica Franciami diceva il dotto epreciso Monteil.


4)Lancre parla di streghe amate e adorate.


5)E' all'incirca la fine di una strega inglese di cui parla Wyer.




LIBROSECONDO


1.STREGA DELLA DECADENZA. SATANA MULTIPLOVOLGARIZZATO



Ilgioiellino del Diavolola piccola strega nata dalla Messa nera dovela grande è sparitaè nataè fiorita inmaliziagrazia di gatto. Tutto il contrario dell'altra; svelta etrasversalesornionasilenziosa nei movimentile piace farspallucce. Niente di titanicocerto. Anziabietta. Dalla cullalasciva e piena di male voglie.


Esprimeràl'intera la vita quell'attimo notturnoimmondo e inquietochelibera nel sogno quel pensieroaborrito di giorno.


Nascecon questo segreto nel sanguela scienza istintiva del malehavisto lontano e in profonditàe non rispetterà nullacosa o persona in questo mondonon avrà religione. NeppureSatanapoiché è ancora uno spiritoe lei godesoltanto tutte le cose di materia.


Bambinasporcava ogni cosa. Grandicellabellinaquanto è lurida!

Perleila stregoneria sarà un dato modo di cucinare di una datachimica. Prestomanipola soprattutto schifezzeoggi drogheintrighi domani. Il suo ambienteamori e malattie. Sarà abilemezzanacapaceardita medicona. La perseguiteranno per sospettiomicidiperché usa veleni. A torto. Ha poco istinto persimili cosepoco gusto per la morte. Senza bontàama lavitale piace guarireprolungarla.


Doppiamentepericolosa: venderà intrugli di sterilitàforsed'aborto.


Inoltrescatenatafantasia dissolutaaiuterà volentieri le donne acedere con dannate pozionigodrà crimini d'amore.


Comeè diversa dall'altra. E' un'industriale. L'altra fu EmpiailDemone; la grande Rivoltala donna di Satanaediciamolosuamadre. Poiché è cresciuto in leisi èalimentato della sua interna energia. Ma questa è tutt'al piùfiglia del Diavolo. Due cose possiede di lui: è immondalepiace manipolare la vita. C'è portata; in questo èartistagià artista da venderee qui sta il mestiere.


Diconoche continuerà a riprodursi con l'incesto da cui ènata. Ma non ne le serve. Senza maschiofarà innumerevolipiccoli. In meno di cinquant'anniagli inizi del Quindicesimosecolosotto Carlo Sestosi diffonde un enorme contagio. Chi creded'avere segretiricettedi predirechi sogna e viaggia sognandopensa di essere diletto di Satana. Ogni donna lunatica si assegna ilgran nome: Strega.


Nomepericolosolucrososcagliato dall'odio del popoloche a volteinsulta a volte implora l'ignoto potere. Comunque è accettatorivendicato spesso. Ai bambini che l'inseguonoalle donne chemostrano il pugnogettando la parola come pietralei si rivoltaedice con orgoglio: "E' vero. L'avete detto".


Ilmestiere diventa buonogli uomini si infiltrano. Nuova caduta perl'arte. L'ultima strega ha ancora un po' della sibilla. Questiciarlatani vilirozzi giocoliericacciatori di talpetopicidifanno il malocchio alle bestievendono i segretiche non conosconoammorbano questo tempo di sudicio fumo neropaura e bestialità.


Satanadiventa infinitoall'infinito multiplo. Misero trionfo. E' noiosobanale. Ma il popolo corre da luinon vuole altro Dio. E' lui chevien meno a se stesso.


IlQuindicesimo secolotolte due o tre grandi invenzionirestacredoun secolo stancosenza idee.


Cominciaalla grande col sabba regale di Saint-Denisballo lugubre e sfrenatoche Carlo Sesto ordinò nell'abbazia per seppellire DuGuesclinsepolto da tanti anni. Tre giornitre nottiSodoma sirotolò sulle tombe. Il pazzoancora non idiotacostrinsequei resuoi antenatiossa secche saltellanti nella baraa danzarecon lui.


Lamortevolente o nolentesi fece mezzanadiede al piacere unostimolo atroce. Esplose là l'oscena moda del tempoe lesignorepiù alte per il cono del diavoloa mettere il ventrein mostracosì da sembrare tutte incinte (ottimo metodo pernascondere le gravidanze) (1). Ci presero gusto; la moda duròquarant'anni. L'adolescenza intantosfacciataspiattellando nuditàle oscurava. La donna portava Satana sulla frontenel cappellocornuto. Lo studenteil paggio al piedenella scarpa ad aculeo discorpione. Mascherati da animalioffrivanoaudacemente ilbasso-bestia. Il celebre ladro di bambiniRetza quel tempo paggiolui stessoiniziò là la mostruosa carriera. Tuttequeste grandame feudalisfrenate Jezabelmeno pudiche ancora degliuominirifiutavano il travestimento. Si esibivano a viso scoperto.La loro furia sensualefolle ostentazione di dissolutezzasfidainsolentefurono per il reper tutti- il senno e la vita e ilcorpo e l'anima - l'orrido e l'abisso senza fondo.


Neescono i vinti di Azincourtmeschina generazione di signorisfiancatichenelle miniatureancora provocano brividiguardandosotto gli abiti malignamente attillatile tristi membra rinsecchite(2).


Comecompiango la stregachequando la grandama torna dalla festa delrele sarà confidente e consiglieralegata all'impossibile.


Alcastelloè verola signora è solaunica donna oquasiin un mondo d'uomini senza mogli. A credere ai romanzilesarebbe piaciuto essere circondata di belle ragazze. La storia e ilbuon senso dicono proprio il contrario. Eleonora non è tantoscema da contrapporsi Rosamunda. Queste regine e grandameassailicenziosesono tuttavia terribilmente gelose (come quella di cuiracconta Henri Martinche fece morire seviziata dai soldati unaragazza cui piaceva suo marito).


Ilpotere d'amore della signoraripetiamole deriva dall'essere sola.Bella o bruttavecchia o giovaneè il sogno di tutti. Lastrega fa in fretta a farla abusare del suo esser divinae metterealla gogna questa mandria di maschi rimbesuiti e ammaestrati. Le faosare tuttotrattarli da bestie. Eccoli trasformati. Si gettano aquattro zampescimmie adulatriciridicoli orsio cani lasciviavidi maialicodazzo della Circe insolente.


Pietoso!E' nauseata. Scaccia col piede queste bestie striscianti. E' oscenoma non abbastanza colpevole. Trova al suo male un assurdo rimedio.Avere (vista la nullità di quelli) un più nullaunamante piccolino. Ottimo consiglio di strega. Far scaturireprimadel tempola scintilla nell'innocenteche dorme il puro sonnodell'infanzia. E' l'infame storia del piccolo Jehan de Saintréun Cherubinoe di altri miserevoli bambolotti dei tempi decadenti.


Sottotanti orpelli pedanti e moralità sentimentalesi avvertetutta la bassa crudeltà di base. Nel fiore si uccide ilfrutto. Di questo sarà accusata la stregain un certo senso"mangiare bambini". Oalmenoberne la vita. In formatenera e maternala bella amorevole signora non è un vampiroche succhia il sangue del debole? Lo stesso romanzo ci dà ilrisultato di queste enormità. Saintrédiventa uncavaliere fatto e finitoma completamente fragile e deboletantoche lo provocalo sfidaquel ceffo da bifolco d'abatenel quale lasignorafinalmente ben consigliatavede quel che fa per lei.


Questiinutili capricci accrescono il disgustola furia del vuoto.


Circetra i suoi animaliannoiataestenuatavorrebbe essere animale. Sisente selvaggiasi chiude a chiave. Dalla torregetta occhiatesinistre sulla cupa foresta. Si sente prigionieradiventa furiosacome una lupa alla catena. "Venga subito la vecchia. La voglio.Correte." Due minuti dopo: "Comenon è ancora qui?"Viene. "Ascoltami beneho una VOGLIA (saiinvincibile)vogliadi strangolartiannegarti o darti al vescovo che t'ha giàchiesto. Hai una sola possibilitàsoddisfarmi un'altraVOGLIAfarmi lupa. Mi annoio troppo. Sempre qui. Almeno la nottevoglio correre libera per la foresta. Basta servi sciocchirintronare di canicavalli maldestri che inciampanoevitano ilfolto." "Ma signorase vi prendono?" "Insolente.Morirai." "Conoscete almeno la storia della dama lupa dallazampa tagliata (3). Avrei dei rimorsie quanti." "Sonofatti miei. Non ti ascolto più. Ho frettagià ululo.


Chebellocacciare solaal chiaro di lunae sola mordere la cerval'uomo anchese capita; mordere il bambino teneroe la donnasoprattuttoahla donnaaffondare i denti. Tutte le odio. Nessunacome te. Non SCAPPAREnon ti mordo; mi fai troppo schifopoiseisenza sangue. Sanguesanguene ho bisogno." Come dir di no?"Nulla di più facilesignora. Questa seraalle noveberrete. Chiudetevi. Trasformatavi crederanno quae correrete perla foresta." Così avvienee la signoraal mattinosiritrova stancadistrutta; non ne può più. La nottedeve aver percorso trenta leghe. Ha cacciatoha ucciso; èpiena di sangue. Ma forse viene dai rovidove si è graffiata.


Cheorgoglioe pericolo anche per chi ha fatto il miracolo. La signorache lo volletuttaviala riceve molto accigliata: "Ehistregahai un potere terrificante. Non l'avrei creduto. Ma ora hopauraorrore. Come fanno bene a odiarti. Gran giornoquando tibruceranno. Quando vorrò sarai perduta. I miei contadiniquesta serati affilerebbero le falci addossose io dicessi unaparola di questa notte. Vattenenegravecchia orrenda".


Igrandii padronila gettano in strane avventure. Solo il castellola salva dal pretela difende un po' dal rogo; cosa puònegare ai suoi tremendi protettori? Se il baronetornato dallecrociateda Nicopoliad esempioper copiare i turchila favenirele affida l'incarico di rapirgli dei bambiniche farà?Queste razzieenormi nei paesi grecidove il serraglio contenevaanche duemila paggi per voltanon erano certo sconosciute aicristiani (ai baroni inglesi fin dal Dodicesimo secolopoi aicavalieri di Rodi e di Malta). Il famoso Gilles de Retzl'unicoprocessatonon venne punito per il rapimento dei serventi (cosa pocorara)ma per averli sacrificati a Satana.


Coleiche li rubavaignorando certo il loro destinosi trovava tra duefuochi. Il forcone e la falce del contadinole torture della torrese si fosse rifiutata. L'uomo di Retzil tremendo italiano (4)avrebbe ben potuto pestarla nel mortaio.


Dappertuttopericoli e vantaggi. La situazione che più infimamentecorrompe. Le streghe stesse non negavano gli assurdi poteri che ilpopolo attribuiva loro. Confessavano che con un pupazzo trapassatod'aghipotevano ammaliarefar dimagriremorire a piacimento.


Confessavanoche con la mandragorastrappata ai piedi della forca (col dente d'uncanedicevanoche immediatamente ne moriva)potevano pervertire laragionetrasformare gli uomini in animalirendere le donne alienatee pazze. Più tremendo ancora è il furioso delirio delpomo spinoso (o Datura) che fa ballare fino a morirne (5)subiremille vergognesenza coscienzao ricordo.


Quindilodi senza finema anche eccezionali terrori. L'autore del "Martellodelle Streghe"Sprengerracconta spaventato di aver vistosotto la nevele strade erano tutte a pezziuna massa miserabilepersa nella paurae stregata da mali troppo realiche si trovavanei dintorni di una piccola città tedesca. "Mai"disse "avete visto tanti pellegrinaggi a Nostra Signora dellagrazia o Nostra Signora degli eremiti. Tutta questa gentenel fangozoppa si trascinavacadevae andava dalla stregaa invocare lagrazia del Diavolo. Che orgoglioche furore doveva impadronirsidella vecchia a vedere tutta quella gente ai suoi piedi" (6).




NOTE:


1)Anche nella geniale opera di Van Eyck (Giovanni detto di Bruges)l'"Agnello"un soggetto tra i più misticitutte leVergini sembrano incinte. E' la moda grottesca del Quindicesimosecolo.


2)Questa magrezza di gente poco attiva e debole mi rovina tutte lesplendide miniature della corte di Borgognadel duca di Berryeccetera. I soggetti sono tanto miseri che non c'è tecnica chepuò farne delle belle opere d'arte.


3)Questa fantasia tremenda non era inconsueta nelle grandi signorenobili prigioniere dei castelli. Avevano fame e sete di libertàcrudeli libertà. Bouguet racconta chenelle montagnedell'Alverniaun cacciatore sparòuna certa nottea unalupamancandolama le troncò una zampa. Fuggì zoppa.Il cacciatore raggiunse un castello vicino per chiedere ospitalitàal gentiluomo che lo abitava. Questovedendolochiese se avevafatto buona caccia. In rispostail cacciatore tirò fuori dalcarniere la zampa della lupa.


Mameravigliatrovòinvece della zampauna manoe a un ditoun anello che il gentiluomo riconobbe come quello di sua moglie. Andòimmediatamente da leie la trovò ferita che nascondeva ilbraccio.


Senzamano; gli sovrapposero quella che il cacciatore aveva portatoe lasignora dovette confessare di averein forma di lupaattaccato ilcacciatoree di essersi poi salvata lasciando una zampa sul terreno.


Ilmarito fu crudelee la consegnò alla giustiziache la mandòal rogo.


4)Vedi la mia "Histoire de France"e soprattutto l'eruditaed esatta biografia nota del nostro compianto Armand GUERAUD: "Noticesur Gilles de Rais"Nantes 1855 (apparsa nella "Biographiebrétonne" di LEVOT). Vi si legge che i fornitoridell'orrendo carniere di bambini erano generalmente uomini. LaMeffrayeche partecipòera strega? Non lo dice. Guérauddoveva pubblicare il "Procès". Speriamo che escaquesta pubblicazionema sinceraintegralesenza tagli. Imanoscritti sono a Nantes a Parigi. Il mio dotto amicoDugast-Matifeux mi informa dell'esistenza di una copia piùcompleta degli originali negli archivi di Thouars (proveniente dai LaTrémouille e dai Serrant).


5)POUCHET"Solanées e Botanique générale".NYSTEN"Dictionaire de médicine" (edizione Littrée Robin)alla voce "Datura". I ladrifanno un grande usodi queste pozioni. Un giornone fecero bere al boia d'Aix e signorache volevano depredare; i due vennero colti da uno strano delirioeper un'intera notte ballarono nudi in un cimitero.


6)Tanto orgoglio la portava a volte a furiosi libertinaggi. Ecco ilperché del detto tedesco: "La strega nel suo granaio hamostrato alla sua compagna quindici bei ragazzi in abito verdee leha detto:

Sceglisono tuoi." Godeva nell'invertire i ruoliinfliggendo comeprove d'amore i più tremendi oltraggi ai nobiliai grandiche abbrutiva. Si sa che le reginecome i rele grandame (in Italiaancora nel secolo scorso"Collection Maurepas"capitolo30pagina 111)ricevevanotenevan salotto nel momento piùschifosoe si facevano servire nelle cose meno piacevoli daifavoriti. Dell'idolo capriccioso si adorava si contendeva tutto. Perpoco che fosse giovane e carinabeffardanon c'era provaripugnantescioccante che i suoi animali domestici (il cicisbeol'abateun paggio scemo) non fossero pronti a subireper la stupidaidea che un filtro vomitevole avesse più potere. E' triste perla natura umana. Ma che dire di questa incredibile stregamaigrandamao graziosagiovanema poverae forse servacon luridistraccie la sola malizianon so quale furia libertinaperfidofascinoche riduceva ad animalidegradava tanto i personaggi piùseri. Alcuni monaci di un convento renanoquei fieri conventigermanici dove si entrava solo se si avevano quattrocento anni dinobiltàfecero a Sprenger questa triste confessione:

"L'abbiamovista ammaliare tre nostri abatiuno dopo l'altrofar morire ilquartodicendo sfrontata: 'l'ho fatto e lo faròe nonpotranno uscirne perché hanno mangiato.' eccetera.("Comederunt meam...eccetera. Sprenger"Malleusmaleficarum"quaestio 7pagina 84). La cosa peggiore perSprengere quella che lo fa disperareè che non la si puòbruciareperché è troppo protettasenz'altro da queipazzi. "Fateor quia nobis non aderat ulciscendi aut inquirendisuper eam facultas; IDEO ADHUC SUPEREST."




2.IL MARTELLO DELLE STREGHE



Lestreghe non si preoccupano di celare il gioco. Si vantavano inveceeproprio da loro Sprenger ha saputo molte delle storie che adornano ilsuo manuale. E' un libro pedantespinto al ridicolo su divisioni esuddivisioni tomistema ingenuomolto convintoaveva proprio pauraquest'uomo chenel tremendo duello tra Dio e Diavoloin cui DIOPERMETTE in genere che il Diavolo abbia la meglionon trova altrorimedio che inseguirlo fuoco alla manobruciando al piùpresto i corpi scelti a domicilio.


Sprengerha il solo merito di fare un libro più completoche corona unvasto sistematutta una letteratura. Dopo i vecchi "penitenziari"i manuali dei confessori per inquisire i peccativennero i"directoria" per l'inquisizione dell'eresiail peccato piùgrande. Ma per l'eresia supremala stregoneriafecero "directoria"o manuali specialii Martelli per le streghe. Sempre piùpompati dallo zelo domenicanoarrivano alla perfezione nel "Malleus"di Sprengerlibro che fu guida anche a lui nella grande missione inGermaniae per un secolo diresse e illuminò i tribunalid'inquisizione.


Comearrivò Sprenger allo studio di queste materie? Racconta che aRomanel refettorio dove i monaci ospitavano i pellegrinivide dueBoemi; un giovane prete e suo padre. Il padre sospiravapregava cheil suo viaggio avesse successo. Sprengerper caritàglichiese il motivo del suo dolore. Suo figlio è posseduto; congran fatica e spesalo porta a Romaalla tomba dei santi. "Dov'èquesto figlio?" disse il monaco. "Di fianco a voi.""Alla risposta mi venne paura e indietreggiai. Guardai ilgiovane prete che mangiavala modestia in personae rispondeva condolcezza. Rimasi stupito. Mi disse che aveva parlato un po' duramentea una vecchiae questa gli aveva fatto un malocchio; che era sottoun albero. Quale? La strega non lo voleva dire". Sprengersempre per caritàportò il posseduto di chiesa inchiesadi reliquia in reliquia. Ad ogni stazioneesorcismifuroregridacontorsionifarfugli in ogni linguae gran sgambettare. Iltutto davanti al popoloche seguivastupivafremeva. I diavolicomuni in Germaniain Italia erano più rari. In brevea Romanon si parlava che di questo. La cosa fece gran rumoree stimolòsenz'altro l'attenzione del domenicano. Studiòconsultòtutti i "Mallei"e altri manuali manoscrittidiventòun grande esperto in procedura demoniaca. Il "Malleus" èstato scrittocredonei vent'anni che dividono questa avventuradalla grande missione affidata a Sprenger da Innocenzo Ottavonel1484.


Occorrevascegliere l'uomo giusto per questa missione tedescauomo d'impegnocapace di vincere il disgusto delle realtà germanicheall'orrido sistema che si voleva introdurre. Nei Paesi Bassi Roma nonaveva avuto successoper cui l'Inquisizione trionfò; diconseguenzala Francia le fu chiusa (solo Tolosaantico paesealbigesesopportò l'Inquisizione). Verso il 1460a unpenitenziere romanodecano d'Arrasvenne in mente di spaventare le"camere di retorica" (o riunioni letterarie)cheiniziavano a discutere di materie religiose.


Bruciòcome stregone uno dei "retori"econ luiricchiborghesipersino cavalieri. La nobiltàtoccatasi risentì;la voce pubblica s'alzò violenta. L'Inquisizione fu odiatamaledettain Francia soprattutto. Il parlamento parigino sbattèla portae Romagoffaperse l'occasione di introdurre in tutto ilnord questo regime di terrore.


Versoil 1484 il momento sembrò migliore. L'Inquisizione prese inSpagna proporzioni terrificantisoggiogando il tronoe pareva unordine di conquistache proprio lei dovesse marciarepenetrandoovunque e tutto invadendo. Trovavaè veroun ostacolo inGermanial'opposizione gelosa dei principi ecclesiasticicheavevano i loro tribunaliun'inquisizione personalee non avevanomai voluto accettarne una romana. Ma la loro situazionelegrandissime inquietudini per i movimenti popolarili rendevano piùmorbidi. Il Reno e la Svezial'Oriente anche verso Salisburgosembravano minatinel profondo. Scoppiavano continuamente rivoltecontadine. Come un immenso vulcano sotterraneoinvisibile lago difuocoche ora qui ora là si mostri fiammeggiando.L'Inquisizione stranieratemuta più di quella tedescaarrivava a proposito per terrorizzare il paeseinfrangere glispiriti ribellibruciando oggi come stregone chi domani potrebbeessere insorto. Ottima arma popolare per schiacciare il popolodiversivo eccellente. Questa volta la bufera sarebbe dirottata suglistregoni; nel 1349 e in tante altre occasionis'era abbattuta sugliebrei.


Unuomoquello che ci voleva. L'inquisitore cheprimo davanti allecorti gelose di Magonza e di Coloniaal popolo burlone diFrancoforte o Strasburgoavrebbe allestito il suo tribunaledovevaessere un uomo di spirito. La sua personale abilità dovevaequilibrarea volte far dimenticareil suo incarico ributtante.Romasi saha sempre pensato di saper scegliere gli uomini. Pocoattenta ai problemimolto alle personeha valutatoa ragionecheil successo dipendesse dallo speciale carattere degli agenti chemandava in ogni paese. Sprenger era l'uomo? Tedescodomenicanoappoggiato da questo temibile ordineda tutti i suoi conventilescuole. Ci voleva un degno figlio delle scuolebuon scolasticouomoferrato nella "Summa"saldo su San Tommasosempre prontoalla citazione. Sprenger era tutto. Anche scemo.


"Sidicesi scrive spesso che 'dia-bolus' viene da 'dia' duee 'bolus'bolo o pillolapoiché tracannando insieme anima e corpodidue cose fa una pillolaun sol boccone. Ma (aggiunge con la serietàdi Sganarello) secondo l'etimologia greca'diabolus' significa'clausus ergastulo'; oppure'defluens' (teufel?)come dire cadentein quanto caduto dal cielo." E maleficio? "Da'maleficiendo' che vuol dire 'male de fide sentiendo.'" Strambaetimologiama di grande portata. Se "maleficio" si puòparagonare a "cattive opinioni"ogni stregone è unereticoe ogni scettico è stregone. Si può bruciarecome stregone chiunque pensi male. Lo si era fatto ad Arraslo sivoleva fare dappertutto.


Eccoil merito forte e incontestabile di Sprenger. E' scioccomacoraggioso; motiva audacemente le tesi più incredibili. Unaltro proverebbe ad eludereattenuaresminuirebbe le obiezioni. Luino.


Dallaprima paginamostra direttamenteespone una ad una le ragioninaturalievidentiperché non si deve credere ai miracolidiabolici.


Aggiungegelido: TUTTI ERRORI ERETICI. Non discute le ragionicopia i testicontrariSan TommasoBibbiaLeggendecanonisti e glossatori.


Primaindica il buon sensopoi lo cancella d'autorità.


Soddisfattosi siedetranquilloha vinto; sembra dire: Behche ne dite? nonvorrete mettervi ad usare la ragione? Dubiterestead esempioche ilDiavolo s'introducaper divertimentotra gli sposiquando non c'ègiorno che Chiesa e canonisti non considerino questo motivo diseparazione?

Cosasi può rispondere? Non si sente volare una mosca. Sprengerafferma sul frontespizio del suo manuale per giudici che qualsiasidubbio è eretico; il giudice è incastrato; sa che nondeve sbagliare; se avesse qualche disgraziata tentazione di dubbio odi umanitàdovrebbe prima condannarsipoi l'autodafè.


Ovunquelo stesso metodo. Da una parte il buon senso; dall'altradirettaspudoratala negazione del buon senso. Qualcunoad esempiopotrebbe dire che se l'amore è nell'animanon è poiobbligatorio sospettare una misteriosa azione del Diavolo. Nonsarebbe capzioso?

"Alt"dice Sprenger "DISTINGUO: chi spacca la legna non è causadella combustione; è soltanto causa indiretta. Lo spaccalegnaè l'amore (vedi Dionigi l'AreopagitaOrigeneGiovanniDamasceno). Dunquel'amore è soltanto la causa indirettadell'amore".


Maguarda cosa vuol dire studiare! Una scuola da nulla non potevaprodurre un tal uomo. ColoniaLovanioParigi soltanto avevano lemacchine per plasmare il cervello umano. La scuola di Parigi era ingamba; per il latino maccheronicoche opporre al "Janotus"di Gargantua? Meglio ancora era Coloniagloriosa regina delletenebreche ha fornito a Hutten il modello degli "obscuriviri"oscurantini e ignorantinirazza florida e feconda.


Scolasticosododi molte parolenessun sensonemico accanito della naturacome della ragionetroneggia con una fede gagliarda tra i suoilibriin togasporco e polveroso. Sul tavolo del tribunalequi la"Summa"là il "Directorium". Non siscappa. Al restosorride. Lui non si fa prendere in gironon cadrànell'astrologia o nell'alchimiasciocchezze non abbastanza scioccheche farebbero osservare. Che dico? Sprenger è un durodubitadelle vecchie ricette. Alberto Magno afferma che basta della salviain una fontana per fare un bel temporalema lui non si fida. Lasalvia? ma andiamoper favore. Un pizzico d'esperienzae siriconosce un trucco di Chi vorrebbeconfondendo le traccemenar peril nasol'astuto Principe dell'aria; troverà pane per i suoidentiun dottore più maligno del Maligno.


Avreivoluto vederlo in faccia questo bel tipo di giudicee quelli checomparivano davanti a lui. Creature che se provenissero da mondidiversi non sarebbero più oppostepiù estraneeleloro lingue più discordi. La vecchiascheletro straccionelosguardo fiammeggiante di maliziacotta tre volte al fuoco d'inferno;il solitariosinistro pastore della Foresta Nera o degli altideserti delle Alpi: ecco i selvaggi che si presentano all'occhiopallido dello scioccoal giudizio dello scolastico.


Nonlo faranno sudare a lungo nel letto di giustizia.


Senzatortura diranno tutto. La tortura verràma dopocomplementoe belletto del processo verbale. Spiegano e raccontano in bell'ordinetutto quello che hanno fatto. Il Diavolo è intimo del pastoreva a letto con la strega. Lei sorridetrionfa. Si vede che gode delterrore di tutti.


Eccouna vecchia pazza; il pastore non lo è meno. Sciocchi? Nél'uno né l'altra. Anziraffinatiintelligentisentonol'erba che spuntavedono attraverso i muri. Ancor megliovedono lemonumentali orecchie d'asino che fanno ombra al cappello del dottore.Soprattuttola paura che ha di loro. Ha poco da fare il durotrema.Lui stesso ammette che il pretese non sta attentonell'esorcismofa solo traslocare il demonioche entra nel pretepoichégode di più a stare in un corpo consacrato a Dio. E se a queldiavolo sempliciotto di pastore e di strega venisse voglia d'abitareun inquisitore? Non si mette affatto tranquillo quandocon vocegravesi rivolge alla vecchia: "Se è cosìpotenteil tuo padroneperché non sento i suoi colpi?""Eccome li sentivo"dice il poveraccio nel suo libro. "Eroa Ratisbonae quante volte lui bussava ai vetrie infilava spilloninel mio berretto. Poi cento visionicaniscimmieeccetera".


Ilmaggior godimento del Diavoloil gran logicoè proporre aldottoreper voce della finta vecchiaargomenti imbarazzantidomande insidioseai quali si scappa soltanto se si fa come quelpescechequando scappaintorbida l'acqua e la rende nera comeinchiostro.


Esempio:"Il Diavolo fa perché Dio lo consente. Perchépunire i suoi strumenti?" Oppure: "Non siamo liberi. Dioconsentecome a Giobbeche il diavolo ci tentici spinga ecostringa con violenza. Si deve punire chi non è libero?"Sprenger se la cava dicendo: "Voi siete liberi (testi allamano). Siete schiavi solo del vostro patto col Maligno". Larisposta sarebbe troppo facile: "Se Dio permette al Maligno diproporci un pattorende possibile questo pattoeccetera".


"Sonotroppo buono" dice "a dar retta a questa gente. Col diavolonon si discute". Tutto il popolo è con lui. Tuttiapplaudono al processo; commossifremononell'ansiadell'esecuzione. Impiccati se ne vedon tanti. Ma strega e stregonesarà una bella festa veder scoppiettare questi tizzoni nellafiamma.


Ilgiudice ha il popolo dalla sua. Non ha problemi. Con il"Directorium"di testimoni ne bastan tre. Vuoi non trovaretre testimonispecialmente per testimoniare il falso? Ogni cittàpettegolaogni villaggio invidiosopieno d'odio di viciniabbondadi testimoni. Poiil "Directorium" è un testosuperatoha cent'anni ormai. Nel Quindicesimo secolo di lucetuttoviene perfezionato. Se non ci sono testimonibasta la "vocepubblica"il grido di tutti (1).


Gridosincerodi pauralamenti di vittimepoveri stregati. Sprenger ècommosso. Non appartieneluialla categoria degli scolasticiinsensibiliuomini aridamente astratti. Ha un cuore. Proprio perquesto uccide facilmente. Ha pietàtanta carità. Hapietà di questa donna in lacrimeieri incinta; l'occhiatadella strega le ha soffocato il bambino. Pietà del pover'uomoa cui costei ha grandinato il campo. Del marito cheper nientestregonevede che la moglie è stregae la trascinacorda alcolloda Sprengerche la bruci.


Conuno crudelesarebbe possibile salvarsi; ma non c'è niente dafare con il buon Sprenger. Troppo umano; si va al rogo senza scampoa meno d'essere molto abilistraordinariamente svegli. Un giorno gliarriva una querela di tre brave signore di Strasburgo chelo stessogiornoalla stessa orason state bastonate da colpi invisibili.Come?

Possonosolo accusare un uomo di losco aspettoche deve aver fatto loro ilmalocchio. Di fronte all'inquisitorequello protestagiura su tuttii santi che non conosce quelle signorenon le ha mai viste.


Ilgiudice non gli crede. Lacrimegiuramentitutto inutile. La granpietà per le signore lo rendeva spietatoe si offendeva perquel negare. Già si alzava. Che venga torturatoavrebbeconfessatocome anche i più innocenti. Ma riuscì aparlare: "Mi viene in mente che ieria quest'orahobastonato... Chi? non creature battezzatema tre gattetre furieche mi azzannavano le gambe". Il giudiceuomo acutocompresetutto; il pover'uomo era innocente; le signorecerti giornisitrasformavano in gattoe il Maligno godeva a gettarle tra le gambedei cristiani per perderlie farli credere stregoni.


Ungiudice meno abilenon avrebbe indovinato. Ma non sempre c'eral'uomo giusto al posto giusto. Era quindi necessario chesul tavolodell'Inquisizioneci fosse sempre un libriccinoper spiegare algiudicesempliciotto e inespertole astuzie del vecchio Nemicocome mandarle all'arial'abile e acuta tattica genialmente usata dalgrande Sprenger nelle campagne romane. Per ciòstamparono il"Malleus"libro tascabilein un formato allora raroindiciottesimo. Sarebbe stato disdicevole vedere durante l'udienzaimbarazzatoil giudice aprire sulla tavola un in-folio. Potevadinascostodargli un'occhiata da sotto il tavolosfogliare quelmanuale di idiozie.


Il"Malleus"come tutti quei librifa una strana ammissione:il Diavolo sta guadagnando terrenoquindi Dio perde; il genereumanosalvato da Gesùviene conquistato dal Diavolo. Cheinpiena luceavanza di leggenda in leggenda. Ne ha fatta di strada daitempi del Vangeloquando ben felice si sistemava nei porcia quellidi Dante:

teologoe giuristadiscute coi santiaspre causeeconcludendo unsillogismo vincentesi prende l'anima in questioneridendo neltrionfo: "Tu non pensavi ch'io loico fossi".


Nelprimo Medioevoaspetta ancora l'agonia per arraffare e portarsi vial'anima. Santa Ildegarda (1100 circa) crede "CHE NON PUO'ENTRARE NEL CORPO DI UN UOMO VIVOaltrimenti le membra sispargerebbero; vi entrano solo l'ombra e il vapore del Diavolo".Quest'ultima parvenza di buon senso sparisce nel Dodicesimo secolo.Nel Tredicesimovediamo un priore che ha una paura folle di essererapito vivoe allora si fa proteggere giorno e notte da duecentoarmati.


Cominciaun'epoca di terrori crescentie l'uomo si affida sempre meno allaprotezione divina. Il Demonio non è più uno spiritofurtivoladro notturno che scivola fra le tenebre; èl'avversario coraggiosoardita scimmia di Diochenel suo soleinpieno giornogli contraffà la creazione. Chi lo dice? Laleggenda? Noi più grandi dottori. Il Diavolo trasfigura ogniesseredice Alberto Magno. San Tommaso va ancor più lontano."Il Diavolo può imitare ogni mutamento di naturadigermi". Concessione straordinariada una fonte tanto seriachearriva a costituire un Creatore di fronte al Creatore. "Ma"aggiunge "il Diavolo non può nulla per quel che si fasenza germogliareuna metamorfosi d'uomo in bestiala resurrezionedi un morto". Ecco la particina di Dio. Dalla suasolo ilmiracoloil gesto raro e straordinario. Il miracolo quotidianoinvecela vitanon è più soltanto suo: il Demoniosuo emulodivide con lui la natura.


L'uomoche nella sua debole vista non distingue tra natura creata da Dio enatura creata dal Diavolosi trova il mondo diviso.


Un'incertezzatremenda si impadronisce di ogni cosa. La natura ha perso la suainnocenza. Quella fonte limpidail fiore candidoquel piccolouccelloappartengono a Dioo sono perfide imitazionitrappole teseall'uomo? Vade retro. Tutto diventa sospetto. La creazione buonacome quella sospettasi offuscainvasa. L'ombra del Diavolo vela ilgiornosi protende su ogni vita. Stando all'apparenza e ai terroridegli uominilui non divide il mondotutt'intero l'ha usurpato.


Questii fatti al tempo di Sprenger. Il suo libro è pieno diconfessioni tristissime sull'impotenza di Dio. PERMETTEdicechecosì sia. PERMETTERE un'illusione così totalelasciarcredere che il Diavolo è tuttoDio nienteè piùche PERMETTEREè decidere che un mondo di anime infelici sidannisenza difesa contro questo errore.


Nonc'è preghierapenitenzao pellegrinaggio; neppure (confessa)il sacramento dell'altare. Curiosa mortificazione. Monacheconfessate a puntinoOSTIA IN BOCCAammettono che nel medesimoistante sentono l'amante infernaletemerario e impudenteche lesconvolge e non si arrende. Tempestate di domandeaggiungononelpiantoche lui ha il corpoPERCHE' HA L'ANIMA.


Accusaronoi manichei di un tempoi moderni albigesi d'aver creduto allapotenza del Maleche lottava gomito a gomito col Benee fatto ilDiavolo uguale a Dio. Ma qui è più d'uguale. Se Dionell'ostianon può nullail Diavolo sembra superiore.


Nonmi stupisce lo strano spettacolo che allora offre il mondo. LaSpagnacon tremendo furorela Germaniacon collera tremante epedantecome testimonia il "Malleus"perseguitano iltrionfatore protervo nei poveracci in cui sceglie di abitare;brucianoannientano le case vive dove abita. Troppo radicatonell'animavogliono scacciarlo dai corpi. Serve? Al rogo questavecchialui si ficca nella vicina; di piùa volte siimpossessa (stando a Sprenger) del prete che l'esorcizzatrionfa nelsuo stesso giudice.


Idomenicanialle cordeconsigliavano di tentare l'intercessionedella Vergineil continuo ritornello dell'"Ave Maria". MaSprenger ammette che il rimedio è effimero. Lui puòafferrare tra due "Ave". Si inventa allora il Rosariolasfilza degli "Ave" checon la testa altrovesi puòborbottare all'infinitosenza nessuna attenzione.


Popoliinteri adottano questo primo esempio dell'arte con la quale Loyolatenterà di guidare il mondogli "Exercitia" ne sonol'intelligente abbicì.


Quitutto sembra in contraddizione con ciò che abbiamo dettouncapitolo fasulla decadenza della stregoneria. Il Diavolo ora èpopolaresta ovunque. Sembra aver vinto. Ma ne approfitta? Ciguadagna in sostanza? Sìdal punto di vista della nuovaRivoluzione scientifica che condurrà all'illuminatoRinascimento. Nosotto le antiche sembianze dello spirito oscurodella stregoneria. Le sue leggendenel Sedicesimo secolocresconosi diffondono come non maima volentieri volgono al grottesco. Sitremae si ride (2).




NOTE


1)Faustin HELIEnel suo dotto e illuminato "Traité del'instruction criminelle" (tomo 1pagina 398)ha spiegatomolto bene come Innocenzo Terzoverso il 1200sopprime le garanziedell'Accusafino allora necessarie (soprattutto il reato dicalunniain cui l'accusatore poteva incorrere). Lo sostituisce conprocedure tenebrosela "Denuncia"l'"Inquisizione".Vedere in SOLDAN la tremenda leggerezza delle ultime procedure. Siversò sangue come acqua.


2)Vedere le mie "Mémoires de Luther"per i Kilcropseccetera.


3)CENT'ANNI DI TOLLERANZA IN FRANCIA. REAZIONE.


LaChiesa affidava al giudice e all'accusatore la confisca deglistregoni. Dove il diritto canonico è fortei processi distregoneria aumentanoingrassano il clero. Dove i tribunali laici lirivendicanodiminuiscono fino a sparirequi da noi almeno percent'anni (1450- 1550).


Unaprima illuminazionea metà Quindicesimo secoloparte dallaFrancia. Il Parlamento esamina il processo di Giovanna d'Arcolariabilitafacendo riflettere sul commercio degli spiritibuoni ocattivisugli errori dei tribunali ecclesiastici. Strega per gliinglesiper i più grandi dottori del Concilio di Basileaèper i francesi una santauna sibilla. La sua riabilitazione inauguranel nostro paese un'epoca di tolleranza. Il parlamento di Parigiriabilita anche i cosiddetti valdesi d'Arras. Nel 1498respinge comepazzo uno stregone che gli avevano condotto. Nessuna condanna sottoCarlo OttavoLuigi DodicesimoFrancesco Primo.


Invecela Spagnasotto Isabella la pia (1506)il cardinale Ximenezsimette a bruciare streghe. Ginevraallora governata dal vescovo(1515)ne bruciò cinquecento in tre mesi. L'imperatore CarloQuintonelle costituzioni tedescheinvano prova a stabilire che "lastregoneriache arreca danno ai beni e alle personeè unaquestione 'civile' (non ecclesiastica)". Invano "sopprimela confisca" (salvo nel caso di lesa maestà). I piccoliprincipi-vescoviper i quali la stregoneria è un ottimoaffareseguitano a bruciarefuribondi. Il minuscolo vescovado diBambergain un amenne brucia seicentoquello di Würtzburgnovecento. Il procedimento è semplice. Innanzi tutto sitorturano i testimonicreandone a carico con il doloreil terrore.Si estorce all'accusatoa furia di suppliziuna confessionee sicrede a questa confessione contro l'evidenza dei fatti. Esempio. Unastrega confessa di aver sottratto al cimitero il corpo d'un bambinomorto da pocoper utilizzarlo nei suoi miscugli magici. Il maritodice: "Andate al cimitero. Il bambino c'è". Siscavalo trovano nella bara. Ma il giudice decidecontro i suoiocchiche è un'APPARENZAun miraggio del Diavolo. Al fattopreferisce la confessione della donna. Al rogo (1).


Sispinsero così avanti questi bravi principi-vescoviche dopoun po' l'imperatore più bigotto di tutti i tempiquello dellaguerra dei trent'anniFerdinando Secondodovette interveniremettere a Bamberga un commissario imperiale perché venganoosservate le leggi dell'imperoperché il giudice episcopalenon inizi questi processi con la torturache li interrompe subitoper portare direttamente al rogo.


Eramolto facile prendere le streghe con la confessionea volte senzatortura. Molte erano mezze pazze. Confessavano di trasformarsi inbestia. Spesso le italiane diventavano gatteescivolando sotto leportesucchiavano il sangue dei bambinidicevano. Nelle grandiforestein Lorena o nel Giurale donne volentieri diventavano lupedivoravano chi passavaa crederci (anche quando non passavanessuno).


Alrogo. Ragazze giuravano d'essersi date al Diavoloed erano ancoravergini. Al rogo. Molte sembravano aver frettabisogno d'esserebruciate. A volte pazziafrenesia. Altre disperazione. Un'inglesecondotta al rogodisse al popolo: "Non accusate i miei giudici.Ioho voluto perdermi. I miei genitori mi fuggivano con orrore. Miomarito m'aveva rinnegata. Sarei tornata nella vita senza onore. Hovoluto morire. Ho mentito".


Laprima parola chiara di tolleranzacontro lo sciocco Sprengerlospaventoso Manuale e i suoi domenicanila disse un legista diCostanzaMolitor. Disse una cosa di buon sensoche non si potevanoprendere sul serio le confessioni delle streghepoiché inloro parlava proprio il padre della menzogna. Rise dei miracoli delDiavolosostenne che erano illusioni. Di riflessoHuttenErasmoridicolizzando nelle loro satire l'idiozia domenicanacolpironoindirettamente l'Inquisizione. Cardano disse chiaro e tondo: "Purdi confiscareerano gli stessi ad accusare e a condannaree asostegno inventavano mille storie".


L'apostolodella tolleranzaChâtillon che sostennecontro cattolici eprotestanti insiemeche non dovevano bruciare gli ereticisenzaparlare di stregonisuggerì una strada migliore. AgrippaLavatiersoprattutto Wyerfamoso medico di Clèvesaffermarono chese queste miserabili streghe sono in balìadel Diavolooccorre prendersela col Diavolonon con loroguarirlenon bruciarle. Alcuni medici parigini furono tanto scettici dasostenere che le ossessele streghenon erano che impostore. Nonesageriamo. In maggioranza erano malatepossedute da una illusione.


Iltetro regno di Enrico Secondo e Diana di Poitiers fece finire i tempidella tolleranza. Sotto Dianasi bruciano eretici e stregoni.


Caterinadè Mediciinvecepiena di astrologhi e maghiavrebbedesiderato proteggerli. Crescevano a vista d'occhio. Lo stregoneTrescaleprocessato sotto Carlo Nonoafferma che sono centinaia dimigliaiache la Francia è strega.


Agrippaed altri sostengono che ogni scienza è Magia. Magia biancanaturalmente. Ma il terrore idiotala furia dei fanatici non fannodifferenze. Contro Wyer e i veri sapienticontro la luce e latolleranzauna violenta reazione d'oscuritàda dove meno cela saremmo aspettata. I nostri magistrati cheper quasi un secolos'erano dimostrati illuminatigiustieccoli ora gettarsi in massanel Catholicon spagnolo e nella lega furiosaa mostrarsi piùpreti dei preti. Rifiutano l'Inquisizione in Franciae la copianovorrebbero batterla. Tanto chein un colpoil parlamento di Tolosainforna da solo QUATTROCENTO CORPI UMANI. Che orroreil fumo nero ditanta carnegrassochetra grida lacerantiurlasi scioglienell'orrorebolle. Spettacolo ripugnanteodiosoche non s'era piùvisto dopo le grigliate e gli arrosti albigesi.


Manon bastaè poco per Bodinil legista d'Angersviolentoavversario di Wyer. Viene fuori a dire che gli stregoni sono troppipotrebbero rifare in Europa l'esercito di Serseun milioneottocentomila uomini. Poi (neo-Caligola) esprime il desiderio chequesti due milioni di uomini vengano riunitiper poterli con le suemanigiudicarebruciare in un colpo.


Siintromette la concorrenza. Gli uomini di legge cominciano a dire cheil pretespesso troppo legato alla streganon è piùun giudice fidato. I giuristi sembrano infatti ancora un po' piùfidati.


L'avvocatogesuita del Rio in SpagnaRémy (1596) in LorenaBoguet(1602) nel GiuraLeloyer (1605) nel Mainenon hanno rivalida farmorire d'invidia Torquemada.


Sidiffuse in Lorena una specie di terribile contagio di stregonivisionari. La gentetartassata dal continuo passaggio di truppe ebanditipregava soltanto il Diavolo. Gli stregoni trascinavano ilpopolo. Molti villaggisgomentitra due terroristregoni egiudiciavevan voglia di abbandonare le terre e fuggire; cosìdice Rémygiudice di Nancy. Nel suo librodedicato alcardinale di Lorena (1596)afferma di aver bruciatoin sedici anniottocento streghe.


"Lamia giustizia è tanto buona chel'anno scorsosedici si sonoammazzate per non passare dalle mie mani".


Umiliazionedei preti. Come far meglio di questo laico? Anche i monaci signori diSaint Claudecontro i sudditistregonisi presero un giudicelaicol'onesto Boguet. In questo desolato Giurapaese povero dimagri pascoli e abetiil servo disperato si dava al Diavolo. Tuttiadoravano il gatto nero.


Illibro di Boguet (1602) ebbe un'autorità enorme. I signori deiparlamenti studiaronocome un manualequesto prezioso libretto delpiccolo giudice di Saint Claude. Boguetin veritàèun vero legistameticoloso anchea modo suo. Censura la perfidiausata in questi processi; non vuole che l'avvocato inganni ilclientené che il giudice prometta grazia all'accusato perfarlo morire. Censura le prove così poco provatealle qualierano ancora costrette le streghe.


"Latortura" dice "è superflua; non le piega mai".E' poi tanto umano da farle strangolare prima di gettarle nel fuocoad eccezione dei lupi mannari"che bisogna con la massima curabruciare vivi". Non crede che Satana patteggi con i bambini:"Satana è furbo; sa bene che prima dei quattordici anniil contratto con un minore potrebbe essere annullato per poca etàe giudizio". Allora i bambini son salvi? Per niente. Sicontraddice. Altrovegiudica che questa lebbra finirà solobruciando tuttoculle comprese. Ci sarebbe arrivatose fossevissuto. Fece del paese un deserto. Non vi fu mai un giudice piùscrupolosamente sterminatore.


Maè al parlamento di Bordeaux che il diritto laico puògridar vittorianel libro di Lancre"Inconstance des démons"(1610 e 1613).


L'autoreuomo di spiritoconsigliere di quel parlamentoraccontatrionfantela sua battaglia contro il Diavolo nei paesi baschidovein meno di tre mesiha fatto fuori non so quante stregheeche colpo! tre preti. Gli fa pena l'Inquisizione spagnolachelìvicinoa Logroño (frontiera di Navarra e Castiglia)hatrascinato per due anni un processofinito con un magro rogoe laliberazione di una gran massa di donne.




NOTE:


1)Per questo fatto e per tutto ciò che riguarda la Germaniavedere SOLDAN.




4.LE STREGHE BASCHE (1609)



Questaenergica esecuzione di preti mostra lo spirito indipendente diLancre. In politica. Nel libro "Du Prince" (1617)affermaa chiare lettere che "la legge è al di sopra del re".


Nell'"Inconstance"si legge la migliore caratterizzazione dei baschi.


Danoicome in Spagnai loro privilegi ne facevano quasi unarepubblica. I nostri dovevano al re solo il servizio in armi. Alprimo rullo di tamburodovevano armare duemila uominicomandati dacapitani baschi. Il clero non aveva un gran peso; perseguitava pocogli stregonilui stesso lo era. Il prete danzavaportava la spadae al sabba l'amante. Che era la sua sacrestanao BENEDETTAchepuliva la chiesa. Il curato non litigava con nessunodiceva a Dio lamessa bianca di giornodi notte al Diavolo la messa neraa voltenella stessa chiesa (Lancre).


Ibaschi di Baiona e di Saint-Jean-de-Luzavventurosi e eccentricifollemente audaciche andavano in barca per i mari piùtempestosia caccia di balenelasciavano molte vedove. Si gettaronoin massa sulle colonie di Enrico Quartol'impero canadeseaffidandole mogli a Dio o al Diavolo. Ai bambiniquesti marinaionesti erettici avrebbero pensato di piùse ne fossero statisicuri. Ma al ritornocalcolavanocontavano i mesiil conto nontornava mai.


Ledonnegraziosissimepiene di coraggio ed immaginazioneper tuttoil giornosedute ai cimiteri sulle tombeparlavano del sabbanell'attesa di andarci la sera. Era per loro passione e furia.


Naturale fa streghe: figlie del mare e dell'illusione. Nuotano come pescigiocano fra le onde. Loro signore naturale è il Principedell'ariare dei venti e dei sogniche gonfiava la sibilla e lesoffiava l'avvenire.


Ilgiudice che le bruciaè anch'esso affascinato: "Quandole si vede passarecapelli al vento e sulle spallele belle chiomevannocosì cariche di gioielli e armateche il sole vi passacome attraverso una nubee lo splendore violento forma raggid'ardore. Questoil fascino dei loro occhipericolo in amorecomenel sortilegio".


Questobordolesemagistrato gentileprototipo di quei giudici mondani chehanno dato allegria alla toga nel Diciassettesimo secolosuona illiuto negli intervallie fa anche ballare le streghe prima del rogo.Sa scrivere; è molto più chiaro di tutti gli altri. Main lui si insinua una nuova oscuritàcaratteristica deltempo. Le streghecioèson troppeil giudice non puòbruciarle tuttee le piùastutecapiscono che saràindulgente con quelle che meglio gli entreranno nella testanellapassione. Che passione? Innanzi tuttouna passione popolarel'amoreper l'orrido meravigliosoil gusto d'aver paurae anchec'èbisogno di dirlo?il piacere dell'indecenza. Aggiungete un problemadi vanità: queste donneabilimostrano il Diavolo tremendo efuribondoe il giudicesempre piùsi gratifica di domare untale avversario. S'imbandiera nella vittoriatroneggia idiotatrionfa delle chiacchiere dementi.


Ilpezzo migliorenel genereè il verbale spagnolodell'autodafè di Logroño (9 novembre 1610) che si leggein Llorente. Lancreche lo cita gelosoe vorrebbe sminuirloconfessa il fascino senza fine della festalo spettacolo displendorel'effetto forte della musica.


Suun palco le bruciatepochesu un altrola massa delle liberate.


L'eroinapenitentedi cui si lesse la confessioneha fatto di tutto.


Pazzesco.Al sabbaspezzatino di bambinieper secondocadaveri di stregonidissepolti. Rospi che ballanoparlanosi lamentano con amore delleamanti e le fanno sgridare dal Diavolo. Che poi accompagnagentilmente le streghefacendo luce col braccio di un bambino mortonon battezzatoeccetera.


Lastregoneriapresso i nostri baschiera meno fantastica. Pare che ilsabba fosse una gran festa alla quale tuttinobili compresiandavano per divertirsi. Ai primi postipersonaggi velaticonmaschere; alcuni li credevano principi. "Una volta ci venivanosolo buzzurri delle Lande" informa Lancre. "Oggi anchegente qualificata".


Satanaper festeggiare questi notabili localia volte creava perl'occasione un VESCOVO DEL SABBA. E' il titolo che da lui ebbe ilgiovane signore Lancinenache il Diavolo in persona volle per aprirele danze.


Contali sostegnile streghe regnavano. Esercitavano sul paese unincredibile terrore di immaginazione. Molti se ne credevano vittimee davvero finivano per ammalarsi gravemente. Molticoltidall'epilessiaabbaiavano come cani. Nella piccola città diAcqsc'erano ben quaranta di questi poveri abbaiatori. Unaspaventosa dipendenza li legava alla stregatanto che una signorachiamata a testimoniareall'avvicinarsi della stregache nemmenovedevasi mise ad abbaiare furiosamentesenza riuscire a fermarsi.


Quellicui veniva attribuito questo tremendo poterespadroneggiavano.


Nessunoavrebbe avuto l'ardire di chiudergli la porta. Persino un magistratol'assessore criminale di Baionapermise il sabba in casa sua. Ilsignore di Saint-PéUrtubivenne costretto a festeggiare nelsuo castello. Fu tanto il terrore che immaginò che una stregagli succhiasse il sangue. La paura gli diede coraggio: con un altrosignoreandò a Bordeauxal Parlamentoche ottenne dal re diaffidare a due dei suoi membrid'Espagnet e de Lancrel'incarico digiudicare gli stregoni del paese basco. Commissione con poteriassolutisenza appelloche procedette con un rigore mai vistogiudicò in quattro mesi sessanta o ottanta streghene esaminòcinquecentotutte marchiate dal Diavoloma che compaiono alprocesso soltanto come testimoni (maggio-agosto 1609).


Eraun rischioper due uomini e qualche soldatoagire in questo modoin mezzo a quella popolazione violentateste caldemassa di donnedi marinaiaudaci e selvagge. Altro pericoloi pretimolti eranostregonie i commissari laici li dovevano giudicaremalgradol'accanita opposizione del Clero.


All'arrivodei giudicitanti fuggirono in montagna. Altricoraggiosirimaseroaffermando che sul rogo ci sarebbero finiti i giudici. Lestreghe si spaventavano così pocoche all'udienzas'addormentavano del sonno sabbaticoeal risvegliogiuravanod'aver godutoproprio in tribunalele delizie di Satana. Moltedissero: "Soffriamo solo di non potergli testimoniare cheardiamo di soffrire per lui".


Leinterrogavanoe dicevano di non poter parlare. Satana le ingorgavagli saliva in gola.


Ilcommissario più giovaneLancreche scrisse questa storiaera uomo di mondo. Le streghe intuirono con quel tipo qualchepossibilità di salvezza. La lega si ruppe. Un'accattona didiciassette annila Murgui (Margherita)che aveva trovatoconvenienza a farsi stregaequasi bambinaportava e offrivabambini al Diavolocominciò con una compagna (una Lisaldacoetanea) a denunciare tutte le altre. Disse tuttotutto descrissecon la vivezzaviolenzal'enfasi spagnolacento dettagli osceniveri o falsi. Spaventòdivertì e imbrogliò igiudicili trattò da idioti. Affidarono a questa ragazzacorrottaleggeraossessail tremendo incarico di cercare sui corpidi ragazzi e ragazze dove Satana li avesse marchiati. Si riconoscevail punto perché insensibiletranquillamente gli si potevanoinfilare spilloni.


Unchirurgo martirizzava le vecchielei le giovani chiamate atestimoniare ma chese le diceva marchiatepotevano diventareaccusate. Brutta cosa questa ragazza sfacciatapadrona assoluta deldestino di quelle poveracce che infilzava con spillonie a suopiacimento poteva condannare quei corpi sanguinanti a morte.


Lancreera tutto suotanto da fargli credere chementre dorme a Saint-Péin albergocircondato da servitori e gorillail Diavolo èpenetrato di notte in camera suaha detto la messa nerae lestreghe si sono ficcate fin sotto le lenzuola per avvelenarlomal'han trovato ben protetto da Dio. La messa nera è stataservita dalla signora di Lancinenae Satana ha fatto l'amore con leiproprio nella camera del giudice. Si intuisce lo scopo probabile diquesta storia sciagurata. La mendicante ce l'ha con la signoracheera carinae che avrebbe potutosenza questa calunniainfluire inqualche modo sul commissario galante.


Lancree collegaintimoritiprocedetteronon osando tirarsi indietro.Fecero innalzare le forche reali proprio dove Satana aveva celebratoil sabba. Fu il terrore: li sentivano forti e armati del braccio delre. Arrivarono denunce come grandine. Tutte le donne fecero la filaper accusarsi l'un l'altra. Poi fecero venire i bambiniperchédenunciassero le madri. Lancre giudicacon la massima serietàche un testimone di otto anni va beneè sufficiente ed èrispettabile.


D'Espagnetpoteva dedicare pochissimo tempo a questa faccendapoichédoveva andar subito agli Stati di Béarn. Lancrestimolatosenza accorgersene dalla violenza delle giovani delatricichesarebbero rimaste in pericolo se le vecchie non finivano sul rogocondusse il processo al galoppoventre a terra. Molte di streghefinirono sul rogo. Vedendosi perduteavevano cominciato anch'esse aparlaredenunciare. Le prime portate al rogofu una scena orrenda.Il boiail messole guardievidero la morte in faccia. Una granfolla s'accaniva contro le carretteper obbligare quelle disgraziatea ritrattare le accuse. Uomini le minacciarono pugnale alla gola;quasi caddero sotto le unghie delle loro compagne furibonde.


Mala giustizia ne uscì con onore. Allora i commissari passaronoalla cosa più difficilegiudicare otto preti che avevano inmano. Le rivelazioni delle ragazze li avevano smascherati. Lancreparla della loro condotta come un uomo che sa ogni cosa di primamano. Rimprovera loro non soltanto gli esercizi galanti nelle nottidel sabbama soprattutto le sagrestanebenedette od'amministrazione. Ripete anche certe storie: i preti hanno spedito imariti a Terranovae importano dal Giappone diavoli che gliprocurano le mogli.


Ilclero era molto scosso. Il vescovo di Baiona avrebbe voluto tenerduro. Non ebbe il coraggiose ne andòaffidando al vicariogenerale il compito di assistere al processo. Per fortuna il Diavoloaiutò gli accusati meglio del vescovo. Poiché apretutte le porteun bel mattino si scoprì che cinque degli ottoerano fuggiti. I commissarisenza perder tempobruciarono i trerimasti.


Questoverso l'agosto 1609. Gli inquisitori spagnoli che a Logroñofacevano i loro processiarrivarono all'autodafè solo l'8novembre 1610. Avevano avuto più problemi dei nostriper ilnumero immensopazzescodi accusati. Come fare a bruciare un popolointero?

Consultaronoil papa e i maggiori dottori di Spagna. Decisero una marcia indietro.Avrebbero bruciato solo i testardiche insistevano a negare: chiconfessava era libero. Questo metodo già salvava tutti i pretinei processi di libertinaggio. Bastava una confessionee una piccolapenitenza. (Vedi Llorente).


L'Inquisizionestrage di ereticicrudele con i mori e gli ebreilo era molto menocon gli stregoni. Questipastori moltinon erano affatto in guerracon la Chiesa. Gli infimi godimentia volte bestialidei guardianidi capre non preoccupavano neanche un po' i nemici delle libertàdi pensiero.


Illibro di Lancre è stato scritto soprattutto per far vedere chela giustizia franceselaica e parlamentarefunzionava meglio diquella dei preti. E' agile e scorrevolepiacevolissimo. Vi si sentel'allegria di chicon onorel'ha scampata bella. Allegria spacconae vanesia. Raccontaorgogliosoche al sabbadopo la primaesecuzione delle streghei loro bambini le piansero con Satana. Luirispose che le loro madri non erano bruciatema vivefelici. Dallanuvola profondaai bambini parve in effetti di udire le voci dellemadriche si dicevano beate. Ma Satana aveva paura. Per quattrosabba non venneun diavolino da quattro soldi lo sostituì.Fino al 22 luglio.


Quandogli stregoni gli chiesero il motivo dell'assenza: "Difendevo lavostra causa contro "Janicot" (Gianninocosì chiamaGesù). Ho vinto.


Quelleancora in prigione non saranno bruciate".


Ilgran bugiardo fu sbugiardato. Il magistrato vincitore assicura cheuna nube di rospi uscì dalla testa dell'ultima al rogo. Ilpopolo si lanciò contro di loro a sassatee quella finìpiù lapidata che bruciata. Manonostante l'assaltoun rosponero non venne raggiuntosfuggì alle fiammebastoniallepietrefu salvoda demonio qual'erae nessuno riuscì mai aritrovarlo.




5.SATANA ECCLESIASTICO (1610)



Nonostantele apparenze di fanatismo satanico che le streghe ancora conservanodal testo di Lancre e altri del Diciassettesimo secolo risulta che ilsabba è ormai innanzi tutto una questione di soldi.


Riscuotonotributi pressoché obbligatorifanno versare una tassa dipresenzapretendono una multa dagli assenti. A Bruxelles e inPiccardiapaganoa tariffa fissachi porta un nuovo socio nellaconfraternita.


Neipaesi baschinessun mistero. Assemblee di dodicimila animepersoned'ogni classericchi e poveripretigentiluomini. Satanagentiluomosopra i tre corniporta un cappelloda signore. E'troppo duro per lui il vecchio sedilela pietra druidica; s'èconcessa una bella poltrona dorata. Invecchia? Più in gambache da giovanefa il ragazzacciopiroettasalta fuori da unadamigiana; officia gambe all'ariatesta all'in giù.


Vuoleche tutto sia molto ben fattofa spese di rappresentanza. Oltre allesolite fiammegialle rosse bluche gratificano l'occhio mostrandovelando ombre impalpabilioffre gioia all'udito con una stranamusica"Soprattutto certi campanelli che eccitano" inervicome profonde vibrazioni d'armonica. Sempre piùmagnificofa portare vasellame d'argento. Persino i rospi si fannopretenziosi; eleganti come signorinigirano in velluto verde.


Sembrain generaleuna grossa fieraun gran ballo in mascheracontravestimenti molto trasparenti. Satanache conosce il mondoaprele danze col vescovo del sabbao il re e la regina. Cariche peradulare i personaggi importantiricchi o nobiliche onorano con laloro presenza l'assemblea.


Nonè più l'oscura festa ribellesinistra orgia dei servidegli "Jacques"che comunica di notte nell'amoree digiorno nella morte.


Laviolenta ridda del sabba non è più l'unica danza. Siaggiungono le danze moreschevive o languideinnamorateoscenedove ragazzeaddestrate allo scopocome la Murguila Lisaldafingevanomostravano le cose più provocanti. Queste danzeeranodiconol'attrattiva irresistibile chepresso i baschiinduceva al sabba tutto il mondo femminilemogliragazzevedove(queste molto numerose).


Senzaquesti piacerie il pastonon si spiegherebbe tanto furore disabba. E' amore senza amore. Era proprio la festa della sterilità.


Boguetlo chiarisce molto bene.


Lancrecrea una varianteper tenere lontane le donnecol timore dirimanere incinte. Ma in genere più sinceroè d'accordocon Boguet. Lo sporco e crudele esame che fa anche del corpo dellestreghechiarisce che le crede sterilie che l'amore sterilepassivoè la caratteristica fondante del sabba.


Questoavrebbe dovuto oscurare la festase gli uomini avessero avuto cuore.


Lepazze che venivano a ballarea mangiarein fondo erano vittime.


Rassegnatevolevano soltanto non restare incinte. Portavanoè veromolto più dell'uomoil peso della miseria. Sprenger ripete iltriste grido chegià ai suoi tempisfuggiva nell'amore: "Aldiavolo il frutto". Allora (1500)si viveva con due soldi algiornoora (1600)sotto Enrico Quartocon venti soldi fatica. Pertutto il secolocresce il desiderioil bisogno di sterilità.


Latriste riservaquesta paura dell'amore condivisoavrebbe resofreddo il sabbanoiosose le abili direttrici non avesseroaumentato lo spassonon l'avessero rallegrato con buffi intervalli.Così l'inizio del sabbaantica scenarozza e "naïf"la finta fecondazione della strega da Satana (Priapo un tempo)eraseguita da un altro giocoun "lavabo"freddapurificazione (per gelare e far sterili)che lei riceveva consmorfierabbrividendodi ripugnanza.


Commediaalla "Pourceaugnac" (1): la strega si cambiava spesso conuna bellala regina del sabbagiovane sposa e graziosa.


Scherzodi uguale effetto quello dell'ostia nerala nera rapafindall'antichità usata per mille burle ripugnanti; dalla Greciaquand'era inflitta all'uomo-donnagiovane effeminato che corteggiavale donne altrui. Satana la tagliava a fettine eseriolainghiottiva.


Ilfinalesecondo Lancre (indubbiamentesecondo quelle due sfacciateche gli hanno fatto bere tutto)era veramente stupefacente inassemblee così numerose. Un pubblicogenerale incestoconostentazionel'antica condizione satanica per produrre la stregache la madre concepisca da suo figlio. Del tutto inutile allora: lastregoneria era ereditariain famiglie regolari e complete.


Impossibileinoltretroppo scioccante. Forse se ne faceva la parodìad'una grottesca Semiramideun Nino imbecille.


Forsepiù seria era una parodìa probabilmente realecheindica la presenza forte di un'alta società libertinaunamistificazione odiosabarbara.


Attiravanoqualche marito imprudentelo ubriacavano con la fatale bevanda(daturabelladonna)e luistregatoperdeva movimentovocemapoteva vedere. Sua mogliediversamente STREGATA con bevandeerotichetristemente fuori di séappariva in un misero statodi naturasi lasciavamansuetacarezzare sotto gli occhi offesi diluiimpotente.


Quest'evidentedisperazionegli sforzi inutili per parlarele membra immobiliquesta muta rabbiagli occhi stralunatiprovocavano crudeli piaceriagli spettatoricomedel restoin certe commedie di Molière.Commedia piena di realtàspinta a volte al massimo deldisonore. Sterilecomunquecome sempre il sabbae domaninelricordo delle due vittime riavutesitutto sarà confuso. Machi aveva vistofattodimenticava?

Questiatti colpevoli hanno sapore di aristocratico. Non c'entrano nientecon l'antica fraternità dei serviil sabba primitivoempiosicuramente laidoma libero e sicurodove tutto era voluto epermesso.


Satanada sempre corrottopeggiora sempre più. Diventa un Satanagentilefurbomellifluomolto più perfido e immondo. Cosanuovastranaal sabbache combini coi preti? Cos'è questocurato che porta la "Benedetta"sua sagrestanacheintriga le cose di chiesadice la messa bianca di mattinadi nottela messa nera? Satanadice Lancregli raccomanda di far l'amore conle sue figlie spiritualicorrompere le penitenti. Magistratoinnocente! Sembra non sapere che da un secolo ormai Satana conoscesfrutta i privilegi della Chiesa. S'è fatto direttore. Osepreferiteil direttore s'è fatto Satana.


Ricordatecaro Lancrei processi iniziati fin dal 1491e che forsecontribuiscono a rendere tollerante il Parlamento di Parigi. Nonbrucia più Satanapoiché ci vede solo un fantoccio.


Moltemonache cadono nella sua nuova trappola di assumere il volto d'unconfessore amato. Ecco Jeanne Pothierrereligiosa di Quesnoymaturaquarantacinque annimaehtroppo sensibile. Racconta gliardori al suo "pater"che non la sta a sentiree fugge aFalempina qualche lega.


Ildiavoloche non dorme maicapisce il vantaggioe vedendola (paroled'annalista) "morsa dalle spine di Venereassumefurboleforme del padree ogni notte torna al conventoe ci riescecontali inganniche lei dichiara d'essere stata presaalla finequattrocentotrentaquattro volte" (2). Ebbero gran pietàdel suo pentirsie subito la dispensarono dall'arrossirecon unabella fossa murata lì vicinoal castello di Sellesdove morìin fretta ma di una ottima morte cattolica. Davvero commovente. Ma èniente in confronto alla bella storia di Gauffridiche si svolge aMarsiglia mentre Lancre lavora a Baiona.


IlParlamento di Provenza non dovette nutrire invidia per i successi delParlamento di Bordeaux. Il diritto laico colse ancora l'occasione diun processo di stregoneria per ergersi a riformatore dei costumiecclesiastici. Guardòseveroil mondo chiuso dei conventi.Rara occasione. Ci volle uno straordinario susseguirsi dicoincidenzefuriose gelosievendette tra preti. Senza questepassioni indiscreteche più tardi noteremo ancoraa volteesploderenon conosceremmo nulla del vero destino di questo granpopolo di donne che muore in tristissime casenon una parola diquanto succede dietro quelle gratei grandi muriche solo ilconfessore viola.


Ilprete basco che Lancre mostra frivolocosì mondanochespada al fiancova a ballare di notte al sabbacon la suasagrestananon era un esempio da temere. Non certo luil'Inquisizione spagnola si dava tanto da fare a proteggeree non perlui questo corpo tanto severo si mostrava indulgente. Ci si accorgebene in Lancrefra le sue reticenzeche c'è ancoradell'ALTRO. E gli Stati generali del 1614quando dicono che il pretenon deve giudicare il pretepensano anche ad ALTRO. Il Parlamento diProvenza svela questo mistero. Il direttore di religioseloropadroneche dispone dei corpi e delle animele strega: questo saltafuori al processo Gauffridipoi nei terribili casi di Loudun eLouviersin quelli che Llorente e Ricci e altri ci fanno conoscere.


Semprela medesima tattica per attutire lo scandalodisorientare ilpubblicotenerlo occupato con la formadistogliendolo dallasostanza. Al processo di un prete stregonefecero saltar fuori lostregonee sparire il preteper scaricare ogni cosa sulle artimagichee far dimenticare il fascino naturale di un uomopadrone diuna massa di donneche gli sono abbandonate.


Nonera possibile mettere a tacere la prima faccenda. Era scoppiata inpiena Provenzapaese di luce dove il sole smaschera tutto. Teatroprincipale non fu soltanto Aix e Marsigliama la celebre Sainte-Baumeassiduo pellegrinaggio dove una folla di curiosi arrivòda tutta la Francia per assistere al duello a morte di due religiosepossedute e dei rispettivi demòni. I domenicaniche viparteciparono da inquisitorisi compromiseroe scandalizzòla loro parzialità verso certe suore. Nonostante che ilparlamento si fosse poi mosso per affrettare la conclusionequestimonaci dovettero spiegarsi e scusarsi. Risultatol'importante librodel monaco Michaëlismiscuglio di verità e favolenelquale Gauffridiprete che fece bruciareviene innalzato a PRINCIPEDEI MAGHInon solo di Franciama di SpagnaGermaniaInghilterra edi Turchiadi tutto il mondo abitato.


Gauffrididoveva essere un uomo piacevolee di valore. Nato sulle montagne diProvenzaaveva viaggiato molto nei Paesi Bassi e in Oriente. Godevaottima fama a Marsigliadove era prete alla chiesa delle Acoules. Ilvescovo lo apprezzavale signore più devote lo volevano perconfessore. Avevadiconola straordinaria capacità di farsiamare da tutte. Avrebbe comunque conservato una buona reputazioneseuna nobildonna provenzalecieca e appassionatache già avevacorrottonon avesse portato l'infatuazione fino ad affidargli (perl'educazione religiosa forse) una bella bambina di dodici anniMadeleine de la Paludbionda e dolce. Gauffridi perse la testanonrispettò l'età né la santa ignoranzala fiduciadella sua scolara.


Macrebbela nobile fanciullae s'accorse della disgraziaquestoamore volgare e senza speranza di matrimonio. Gauffridiper tenerladisse che poteva sposarla davanti al Diavolose non poteva davanti aDio. Le titillò l'orgogliodicendole che era il PRINCIPE DEIMAGHIlei ne sarebbe stata regina. Le mise al dito un anellod'argentoinciso con caratteri magici. La portò al sabbaole fece credere d'esserci andatastravolgendola con bevandefascinimagnetici?

Certamentela piccoladivisa tra due fediscossa e impauritadivenneatrattipazzae certe crisi la portavano all'epilessia.


Avevapaura di essere rapita viva dal Diavolo. Non osò restare nellacasa di suo padree si rifugiò nel convento delle orsoline aMarsiglia.




NOTE:


1)Lo strumento descritto consente questo termine. In BOGUETpagina 69è freddoduroassai sottilelungo poco più di undito (con tutta evidenza un cannello). In LANCREpagine 224225226è fatto meglioc'è meno rischio di farsi male; èlungo un bracciosinuoso; una parte è metallicaun'altramorbidaeccetera. Satananei paesi baschitra due grandimonarchieconosce i progressi di quest'artegià molto dimoda presso le signore del Sedicesimo secolo.


2)MASSEE"Cronique du Monde" (1540)e i cronistidell'HainautVinchanteccetera.




6.GAUFFRIDI (1610)



L'ordinedelle orsoline pareva il più tranquilloil meno delirante.


Nonstavano in oziosi prendevano cura d'educare le ragazzine. Lareazione cattolicache era cominciata con grandi ambizioni spagnoled'estasiallora impossibiliche aveva follemente costruito un saccodi conventi di carmelitanefoglianti e cappuccinein poco tempo siera trovata stremata. Le ragazze chespietatamentemuravano làdentro per liberarsenemorivano prestoecon queste morti cosìvelociaccusavano nell'orrore l'inumanità delle famiglie. Nonle uccidevano mortificazionima la noiala disperazione. Dopo ilprimo attimo ferventela tremenda malattia dei chiostri (descrittafin dal Quinto secolo da Cassiano)la noia soverchianteil tediomalinconico dei "pomeriggi"che tenero scivola inindefinibili languoriin breve le minava. Altre diventavano furie;il sangue troppo forte le soffocava.


Unamonacaper ben morire senza lasciare troppi rimorsi ai parentidevemetterci almeno dieci anni (la vita media nei chiostri). Si dovettecorrere ai riparie uomini di buon senso ed esperti sentirono cheper farle vivereoccorreva occuparle un po'non lasciarle tropposole. San Francesco di Sales fondò le visitandinechedovevanodue a duevisitare i malati. Cesare di Bus e Romillionfondatori dei preti della Dottrina (in rapporto con l'Oratorio)fondarono una specie di figlie della Dottrinale orsolinereligioseinsegnantiguidate da questi preti. Tutto sotto l'alta sorveglianzadei vescovie pocoassai poco monastico; non erano ancora inclausura. Le visitandine uscivano; le orsoline ricevevano (parentidelle scolarealmeno). Entrambe erano in rapporto col mondosottoapprezzati direttori. L'ostacolo era la mediocrità. Glioratoriani e i dottrinari avevano avuto uomoni di spessorema lospirito generale era ordinatamente mediomoderatoattento a nonvolare troppo alto.


Ilfondatore delle orsolineRomillionera anzianoprotestanteconvertitole aveva passate tuttee su tutte l'aveva spuntata.


Credevale sue giovani provenzali altrettanto saggee voleva costringere lepecorelle negli scabri pascoli di una religione oratorianamonotonae ragionevole. La noia rientrava dalla finestra.


Unmattinoerano scappate tutte.


Ilmontanaro provenzaleviaggiatoremisticouomo inquieto e dipassioneGauffridiche vi andava come direttore di Madeleinefeceben altro. Quelle sentirono una potenzae sepperosenza dubbiodalle fughe della piccola pazza innamoratache eraniente menodiabolica.


Hannotutte pauradiverse amano. L'immaginazione s'esalta; girano leteste. Eccocinque o sei piangonogridano e urlanosi sentonopossedute dal demonio.


Sele orsoline fossero state in clausuramurateGauffridiunicodirettoreavrebbe potuto metterle in qualche modod'accordo. Potevaaccaderecome nei chiostro di Quesnoy nel 1491che il Diavolochevolentieri si trasforma in chi è amatodiventasseassumendol'aspetto di Gauffridiamante di tutte le monache. Oppurecome neichiostri spagnoli di cui parla Llorentele avrebbe convinte che ilsacerdote sacerdotizza quelle con cui fa l'amoree il peccato conlui rende sante. Opinione comune in Franciapersino a Parigidovequeste amanti di preti venivano chiamate "le consacrate"(Lestoileedizioni Michaudpagina 561).


Gauffridipadrone su tuttes'accontentò di Madeleine? Non passòdall'amore al libertinaggio? Mah. La sentenza parla di una suora chenon comparve durante il processoma che alla fine figurò comequella che s'era data al Diavolo e a lui.


Leorsoline erano una casa in pieno solechiunque venivavedeva.


Eranosorvegliate dai loro dottrinarionestie gelosi. Il fondatorestesso era presenteindignato e sconvolto. Gran disgrazia perl'ordine neonato cheproprio alloraprosperavasi diffondeva pertutta la Francia. Tendeva alla saggezzail buon sensola calma. Dicolpodelira. Romillion avrebbe voluto mettere a tacere. Fece insegreto esorcizzare le ragazze da uno di questi preti. Ma i diavolise ne fregavano di esorcisti dottrinari. Quello della biondinadiavolo nobileBelzebùdemonio dell'orgoglionon vollemollare l'osso.


C'erafra le ossesseuna ragazza molto cara a Romillionventi oventicinque annimolto coltaed educata nella disputanataprotestantema chesenza padre e madreera caduta nelle mani delPadrecome lei protestante convertito. Il nome Louise Capeau sembraplebeo. Erae fin troppo fu chiarouna ragazza straordinariamenteintelligented'una passione arrabbiata. E di una forza spaventosa.


Sostenneper tre mesioltre la sua bufera infernaleuna lotta disperata cheavrebbe ucciso l'uomo più forte in otto giorni.


Dissed'avere tre diavoli: Campanellobuon diavolo cattolicofrivolodemone dell'aria; Leviatanocattivo diavoloragionatore eprotestante; poi un altro che confessa essere quello dell'impurità.Ma ne dimentica unoil demone della gelosia.


Odiavafuriosamente la piccolala biondapreferital'orgogliosa nobilefanciulla. Chein un attaccoaveva detto d'essere stata al sabbaene era stata reginal'avevano adoratae si era datama al principe... "Che principe?" Louis Gauffridiprincipe dei maghi.


Louisela rivelazione era stata una coltellataera troppo furibonda peraver dubbi. Pazzacredette alla pazzaper perderla. Il suo demoniofu aiutato da tutti i demoni delle gelosie. Tutte gridarono cheGauffridi era davvero il re degli stregoni. Dappertuttocorse lavoce che avevano presogran cosaun prete re dei maghiprincipedella magiadappertutto. Quei demoni donne gli misero in testaquesta orrenda corona di ferro e fuoco.


Tuttipersero la testaanche il vecchio Romillion. Per odio di Gauffridio paura dell'Inquisizionesottrasse la causa al vescovoe portòle due ossesseLouise e Madeleineal convento della Sainte- Baumeil cui priore domenicano era Padre Michaëlisinquisitore delpapa in terra papale d'Avignoneche esigeva di esserlo in tutta laProvenza. Si trattava solo d'esorcismi. Mapoiché le dueragazze accusavano Gauffridicostui sarebbe caduto negli artiglidell'Inquisizione.


Michaëlisdoveva predicare l'Avvento ad Aixdavanti al parlamento.


Capìcome questo drammone gli avrebbe dato fama. L'afferrò con lafuria dei nostri avvocati di Corte d'Assisequando gli si offre unassassinio drammatico o uno strano caso di conversazione criminale.Il belloin queste coseera portare avanti il dramma in AvventoNatale e Quaresimae bruciare solo nella settimana santavigiliadel gran tempo di Pasqua. Michaëlis si riservò l'ultimoattoe affidò il grosso a un suo domenicano fiammingoildottor Domptdi Lovanioche già aveva esorcizzatoed eraesperto di queste idiozie.


Ilfiammingo non aveva di meglio che far niente. Aveva Louiseterribileaiutantetre volte più zelante dell'Inquisizionefuriosasenza finedi un'eloquenza prodigiosastranatalvolta baroccamafaceva fremerevero tizzone d'inferno.


Tuttosi ridusse a un duello tra i due diavoliLouise e Madeleinedavantial popolo.


Sempliciottiche in pellegrinaggio andavano alla Sainte-Baumeun bravo orefice adesempio e un bottegaiodi Troyes in Champagneguardavano estasiatiil demone di Louise picchiare a sangue i demòni e frustare imaghi. In lacrime per la gioiase ne andavano ringraziando Dio.


Unospettacolo orrendo (anche nel tetro verbale dei processi delfiammingo)questa lotta ineguale; la ragazzapiù grande eben forterobusta provenzalerazza di pietra della Crauognigiorno lapidavamassacravaschiantando la sua vittimagiovanequasi una bambinagià sconvolta dal malepersa d'amore e divergognafra le crisi epilettiche.


Iltesto del fiammingocon le aggiunte di Michaëlisquattrocentopagine in tuttoè un breve estratto delle invettiveinsultie minacce che questa ragazza rovesciò in cinque mesidellesue prediche anchepoiché predicava su tuttosacramentiilprossimo avvento dell'Anticristola debolezza femminileecceteraeccetera. Poinel nome dei Diavolile riprendeva la furiae duevolte al giorno ricominciava l'esecuzione della piccolasenza sostenon fermava un istante lo spaventoso torrentea meno che l'altrasconvolta"un piede all'inferno"lo dice lei stessanoncadesse in convulsionipicchiando a terra le ginocchiail corpolatesta perduta.


Louisesi saè pazza per un quarto; nessuna astuzia avrebbesopportato questa lunga assurdità. Ma la gelosia le dàin qualunque modo possa spezzare il cuore alla malata e penetrarel'agoun'orrenda lucidità.


E'il rovescio di tutto. Questa Louiseossessa dal Diavolocomunicaquanto vuole. Comanda su persone di grandissima autorità. Lavenerabile Caterina di Franciapriora delle orsolineviene a vederequesta meraviglial'interrogae subito la coglie in flagrante reatod'erroreidiozia. Quellaimpudentene esce dicendonel nome delsuo Diavolo: "Il Diavolo è il padre della menzogna".


Unmonaco presenteminimouomo di giudizioafferra la parola:

"Alloramenti". E agli esorcisti: "Perché non la fatetacere?" Racconta la storia di una certa Martafalsa ossessaparigina.


Rispondonofacendola comunicare davanti a lui. Il Diavolo in comunionechericeve il corpo di Dio! Il poveraccio è sbalordito. Si inchinaall'Inquisizione. L'avversario è troppo fortenon apre piùbocca.


Unodei mezzi di Louiseè metter terrore dicendo: "Vedo deimaghi...". Ognuno trema per sé.


Intrionfodalla Sainte-Baume picchia fino a Marsiglia. Il suoesorcista fiammingoridotto alla strana funzione di segretario eministro del Diavoloscrive sotto dettatura cinque lettere.


Aicappuccini di Marsigliache obblighino Gauffridi a convertirsi; aglistessi cappucciniche arrestino Gauffridilo leghino con una stolaimprigionandolo in quella certa casa; molte lettere ai moderatiaCaterina di Franciaai preti della Dottrinache anch'essi le sidicono contro. Poisfrenatasi scatenainsulta la superiora:"All'iniziomi avete detto di essere umile ed obbediente.


Virestituisco il consiglio".


Campanellodiavolo di Louisedemone dell'aria e del ventole soffiava pazzeparoleleggere e senza sensoorgoglioseche colpivano amici enemicianche l'Inquisizione. Un giorno rise di Michaëlischesi sbatteva ad Aix a predicare nel desertomentre tutti venivano asentir lei alla Sainte-Baume. "Tu predichiMichaëlisdicila veritàma non fai passi avanti. Louiseignoranteharaggiuntocompreso ogni perfezione".


Questagioia selvaggia le derivava soprattutto dall'aver piegato Madeleine.Una parola aveva fatto più di cento prediche. Parola barbara:"Sarai bruciata" (17 dicembre). La ragazzinaterrorizzatada quel momento disse ciò che l'altra voleva eper viltàl'aiutò.


S'umiliòdavanti a tutti. Chiese scusa a sua madreal superiore Romillionachi c'eraa Louise. A credere a costeila pecorella la prese dapartele chiese di avere pietàche non fosse troppo ilcastigo.


Leitenera rocciaindulgente come uno scogliocapì che era suapoteva farne ciò che voleva. La presel'avvolsestordendolae le carpì la poca anima che le rimaneva. Stregata per laseconda voltamaal contrario di GauffridiOSSESSA dal terrore. Lacreaturaormai annullataseguiva bastone e frustasempre piùgiorno dopo giornosulla via del raffinato dolore d'accusareuccidere chi ancora amava.


SeMadeleine avesse resistitoGauffridi si sarebbe salvato. Tutti eranocontro Louise.


AncheMichaëlisa Aixmesso i ombra da lei nelle predichetrattatocon troppa leggerezzaavrebbe mandato tutto all'aria pur di non darmeriti a quella ragazza.


Marsigliadifendeva Gauffridispaventata per l'inquisizione di Avignone chearrivava fin lìe da lei prendeva un marsigliese.


Ilvescovosoprattuttoe il capitolo difendevano il loro prete.


Sostenevanoche non era nientesolo una gelosia di confessoriil solito odiodei monaci contro i preti secolari.


Idottrinari avrebbero voluto farla finita. Li disturbava quel rumore.


Ildispiacere fu tale che molti stavano per abbandonare tutto e lasciarela casa.


Lesignore erano indignatesoprattutto madama Libertatmoglie del capodei realistiche aveva reso Marsiglia al re. Tutte piangevano perGauffridie dicevano che soltanto il demonio può prenderselacon questo agnello di Dio.


Icappuccinicui Louise ordinava con tale arroganza di catturarloerano (come tutti gli ordini di san Francesco) nemici dei domenicani.


Siingelosirono per la fama che derivava a questi dall'ossessa. Delresto la loro vita vagabonda li metteva continuamente in rapporto condonneponeva loro sovente problemi di comportamento. Non eranocontenti che si osservasse così da vicino la vita degliecclesiastici.


Sischieravano per Gauffridi. Gli ossessi non erano poi tanto rari danon potersene procurare; ne ebbero uno al momento giusto. Il suodiavoloinfluenzato dal cordone di san Francescodisse tutto ilcontrario del diavolo di san Domenicodissee scrissero in suonome:

"Gauffridinon è assolutamente un magonon lo si può arrestare".


Questonon se l'aspettavanoalla Sainte-Baume. Louise parve sbalordita.Seppe soltanto dire chein apparenzai cappuccini non avevano fattogiurare al loro Diavolo di dire il vero. Misera rispostaappoggiatatuttavia da Madeleine tremante.


Comeun cane bastonatoche ancora ne temeera capace di tuttoanche dimordere e sbranare. Per bocca suain questa crisiLouise morseorribilmente.


Leidisse solo che il vescovosenza saperlooffendeva Dio. Gridò"contro gli stregoni di Marsiglia"senza far nomi. Ma laparola crudele e fatale la fece dire a Madeleine. Una donnache dadue anni aveva perduto il bambinolei l'accusò d'averlostrangolato. La donna temendo la torturafuggì o si nascose.Il maritoil padrepiangendoandarono alla Sainte-Baumecerto perimpietosire gli inquisitori. Ma Madeleine non sarebbe mai tornataindietro; confermò l'accusa.


Chiera sicuro? Nessuno. Se il Diavolo era diventato vendicatore di Diodettava i nomi di chi poteva essere bruciatociascuno ebbe in ogniistante l'orribile incubo del rogo.


Marsigliacontro una simile audacia dell'Inquisizione papaleavrebbe dovutoappoggiarsi al parlamento d'Aix. Sapeva purtroppo di non esserebenvoluta ad Aix. La cittadina ufficiale di nobili e magistrati èsempre stata gelosa del grasso splendore di Marsigliala regina del"Midi". Fu invece il nemico di Marsiglial'inquisitorepapalecheper precedere l'appello di Gauffridi al parlamentovifece ricorso per primo. Era un corpo molto fanaticoe per capi avevanobili arricchiti nel secolo precedentecol massacro dei valdesi.Giudici laicid'altra parterimasero estasiati vedendo uninquisitore del papa creare un simile precedenteammettendo cheriguardo a un pretein una questione di sortilegiol'Inquisizionepoteva procedere solo mediante istruttoria preliminare. Era come segli inquisitori rinunciassero a tutte le loro antiche pretese. Unalusinga anchecui abboccarono quelli d'Aixcome prima i bordolesi:lorolaicierano innalzati dalla stessa Chiesa a censori eriformatori della condotta ecclesiastica.


Inquesta faccendatutto doveva essere strano e miracolosomameravigliò ugualmente vedere quel demoniocosìfuriosofarsi di colpo insinuante verso il parlamentopolitico ediplomatico. Louise incantò la gente del re con un elogio alre buon'anima. Enrico Quarto (chi l'avrebbe creduto?)il Diavolo locanonizzò. Un mattinoinopportunamentecominciò alodare "questo re pio e santo appena salito in cielo".


Unsimile accordo tra due antichi nemiciparlamento e Inquisizionequesta ormai convinta del braccio secolareboia e soldati; unacommissione parlamentare mandata alla Sainte-Baume per esaminare leossesseascoltare le deposizioniaccusee compilare liste; davveroera impressionante. Louisesenza riguardiindicò icappuccinidifensori di Gauffridiannunciando "che sarannopuniti TEMPORALMENTE" nel corpo e nella carne.


Ipoveri padri erano a terra. Il loro Diavolo ammutolì. Andaronodal vescovo a dirgli chea conti fattinon era possibile rifiutaredi far comparire Gauffridi alla Sainte-Baumefacendo attod'obbedienza; ma dopovescovo e capitolo lo avrebbero reclamatoesarebbe tornato sotto l'ala della giustizia episcopale.


Certosi era calcolato anche che vedere l'uomo amato avrebbe sconvolto ledue ragazzee quella tremenda Louise avrebbe vacillato sotto irichiami del cuore.


Ilcuore in effetti si svegliò quando il colpevole fu vicino; lafuria forse ebbe uno slancio di tenerezza. Non conosco nulla di piùardente della sua preghierache Dio salvi chi lei ha mandato amorire: "Gran Diovi offro tutti i sacrifici che sono statiofferti dall'inizio del mondo e lo saranno sino alla finetutto perLouis. Vi offro tutte le lacrime dei santile estasi degli angelitutto per Louis. Vorrei che ci fossero più anime ancora perchél'offerta fosse più grandetutto per Louis. "Pater decoelis Deusmiserere Ludovici Fili redemptor mundi DeusmiserereLudovici" eccetera.


Pietàinutilefatale. Lei avrebbe voluto che l'accusato nons'intestardissesi confessasse colpevole. In tal casocertamentel'avrebbero bruciatosecondo le nostre leggi.


Leidel restoera alla finenon ne poteva più. L'inquisitoreMichaëlisumiliato d'aver vinto per opera suaseccato conquell'esorcista fiammingoche lei aveva plagiato facendogli metterein piazza tutti i segreti della tragediaMichaëlis stavaproprio per far fuori Louisee salvare Madeleinesostituendoglielase possibilein questo dramma popolare. Non mal congegnatodimostrauna certa abilità scenica. L'inverno e l'Avvento erano statipieni della terribile sibillala baccante furiosa. In una stagionepiù dolceprimavera provenzaleQuaresimasarebbe arrivatoun personaggio più commoventedemone femminino in una piccolamalatatimida bionda. La signorina era di una famiglia distintalanobiltà si interessavae anche il parlamento di Provenza.


Michaëlisnon ascoltò il fiammingouomo di Louisee quando volleentrare nel piccolo consiglio dei parlamentarigli chiuse la porta.


Uncappuccinoanche lui presentealla prima parola di Louise gridò:

"Zittomaledetto Diavolo".


Gauffridiintanto era giunto alla Sainte-Baumecon una brutta cera.


Uomodi spiritoma debole e colpevolefin troppo avvertiva la fine diuna simile tragedia popolareenella catastrofe crudelesi vedevaabbandonato tradito dalla piccola che amava. Anche lui si abbandonòemesso a confronto con Louiselei apparve come un giudiceuno diquei vecchi giudici di Chiesacrudeli e scolastici sottili. Gli posedomande di dottrinae a tutto lui rispondeva SI'concedendole lecose più contestabiliper esempio "che il Diavolo puòvenir creduto in giustizia sulla parola e sotto giuramento".


Andòavanti solo otto giorni (dal 1 al 8 gennaio). Il clero di Marsiglialo volle. I suoi amicii cappuccinidissero di aver visitato la suacamera senza trovar nulla di magico. Quattro canonisti di Marsigliavennero d'autorità a prenderloe lo riportarono a casa.


Gauffridiera proprio a terra. Ma i suoi avversari non stavano meglio.


Anchei due inquisitoriMichaëlis e il fiammingoeranovergognosamente in disaccordo. La parzialità del secondo perLouiseper Madeleine del primoandò oltre le parolee sivenne a vie di fatto. Questo caos d'accusepredichedi rivelazioniche il Diavolo aveva dettato per bocca di Louiseil fiammingotrascrittoresosteneva che erano tutte parola di Dioe paventavaqualche intromissione. Confessava una gran diffidenza verso il suocapo Michaëlisnella paura cheper interesse di Madeleinealterasse queste carte per perdere Louise. Le difese finchépotèsi chiuse in camerae sostenne un assedio. Michaëlische aveva i parlamentari dalla suariuscì ad impadronirsi delmanoscritto solo in nome del resfondando la porta.


Louiseche non aveva paura di nientevoleva al re opporre il papa.


Ilfiammingo si appellò contro Michaëlis ad Avignoneallegato. Ma la prudente corte papale ebbe timore dello scandalo divedere un inquisitore accusare un inquisitore. Non sostenne ilfiammingoche dovette sottomettersi. Michaëlisper tapparglila boccarestituì le carte.


Quelledi Michaëlis formano un secondo verbalepiuttosto banale eincomparabile all'altroe sono piene di Madeleine. Le fanno musicaper calmarla. Notanopignolese mangia o non mangia. Troppo sioccupano di leia dir la veritàe spesso non lodevolmente.Le fanno strane domande sul magodove il suo corpo può esseremarchiato dal Diavolo. Lei stessa venne esaminata. Doveva esserloanche ad Aixda medici e chirurghi del parlamento (pagina 70)maMichaëlistroppo zelantela visitò alla Sainte-Baumeeprecisa le sue osservazioni (pagina 69). Nessuna donna presente. Igiudicilaici e monaciriconciliatisenza timori di reciprochesorveglianzein apparenza non fecero caso a questo disprezzo delleformalità.


Avevanoun giudice in Louise. La coraggiosa ragazza stigmatizzò aferro e fuoco queste indecenze: "Quelli inghiottiti dal diluvionon ne avevano fatte tante come questi qua. Sodomanon si èmai detto niente di simile su di te".


Disseanche: "Madeleine è preda dell'indecenza".Veramenteera la cosa più triste. La povera pazzaper unacieca gioia di viverenon essere bruciatao per un sentimentoconfuso di poter influire sui giudicicantòballòqualche voltacon una libertà vergognosasconcia eprovocante. Il prete della dottrinavecchio Romillionarrossìper la sua orsolina. Scioccatovedendo gli uomini ammirare i lunghicapellidisse di tagliareimpedirle questa vanità.


Leiobbedivaera dolce nei momenti buoni. Avrebbero voluto farne unaLouise. Ma i suoi diavoli erano vanitosid'amorenon eloquenti efuriosi come quelli dell'altra. Quando li vollero far predicaredissero sciocchezze. Michaëlis dovette far tutto da solo. Comeinquisitore in capo ci teneva a distaccare il suo subordinatofiammingo; garantì d'aver già tirato fuori da quelcorpicino un esercito di seimilaseicentosessanta diavoli; ce n'eranoancora un centinaio appena. Per convincere meglio il pubblicolefece vomitare la malìa o sortilegio che aveva divoratodicevae glielo tirò fuori in una materia vischiosa. Chi nonsi sarebbe arreso? Tutti rimasero stupefatti e convinti.


Madeleineera sulla buona strada per salvarsi. L'ostacolo era proprio lei.Diceva in continuazione imprudenze che potevano irritareingelosirei giudici e farli spazientire. Confessava che tutto per lei eraGauffridiche lo vedeva sempre. Non nascondeva i sogni erotici.


"Questanotte" diceva "ero al sabba. I maghi adoravano la miastatua tutta d'oro. Ognunoper onorarlale offriva sanguechetraevano dalle mani con delle lamette. Luiera làinginocchiocorda al collomi pregava di tornare a luinon tradirlo.Resistevo. Allora disse: 'C'è qui chi vuole morire per lei?''Io' disse un giovane. E il mago lo immolò".


Poilo vedeva che le chiedeva uno solo dei suoi capelli biondi. "Epoiché rifiutavodisse: 'Almeno la metà'".


Assicuravacomunque di resisteresempre. Ma un giornola porta rimase apertaed eccola la nostra convertitacorrere a gambe levate da Gauffridi.


Laripreseroalmeno il corpo. Ma l'anima? Michaëlis non sapevacome riprenderla. Per fortuna si avvide del suo anello magico. Lopresespezzòdistrusselo bruciò. Ipotizzando chequesta dolce creatura si ostinasse poiché invisibili stregonientravano in camera suamise un uomo armatodurocon spadachepicchiava da tutte le partie faceva a pezzi gli invisibili.


Mala migliore medicina per convertire Madeleine era la morte diGauffridi. Il 5 febbraiol'inquisitore andò a predicarQuaresima ad Aixvide i giudici e li incitò. Il parlamentodocilemandò a prendere a Marsiglia l'imprudentechevedendosi ben spalleggiato da vescovocapitolo e cappuccinidatuttiaveva pensato che non si sarebbero azzardati.


Madeleineda una parteGauffridi dall'altragiunsero ad Aix. Lei era cosìagitata che dovettero legarla. Era spaventosamente sconvoltanessunoera più sicuro di nulla. Architettarono un sistema davveroaudace per questa piccola tanto malatauna di quelle paure che fanvenir le convulsioni a una donnatalvolta la morte. Un vicariogenerale dell'arcivescovado disse che in questo palazzo c'era unostretto e nero ossarioquel che in Spagna chiamano "marcitoio"(come se ne vedono all'Escorial). Tempo primaci avevano messoantiche ossa di morti sconosciuti a consumarsi. In questo antrosepolcraleportarono la ragazzatremante. L'esorcizzaronoapplicandole sul viso ossa gelate. Non morì d'orrorema daquel momento fu loroebbero quel che volevanola morte dellacoscienzamassacro dell'ultimo senso morale e della volontà.


Diventòuno strumento docilefece tutto quel che volevanoadulòsforzandosi di indovinare quel che sarebbe piaciuto ai suoi padroni.


Lemostrarono ugonottili insultò. Le misero davanti Gauffridirecitò a memoria i capi d'accusameglio della stessa gentedel re.


Questonon le impediva di strillare come una furia quando la portavano inchiesaaizzando il popolo contro Gauffridifacendo bestemmiare ilsuo diavolo nel nome del mago. Belzebù diceva per bocca sua:"Rinuncio a Dionel nome di Gauffridirinuncio a Dio"eccetera. E all'elevazione: "Cada su di me il sangue del Giustoper conto di Gauffridi".


Comunionemostruosa. Quel Diavolo bifronte dannava uno con le paroledell'altra; tutto quel che diceva per voce di Madeleine cadeva suGauffridi. E tuttiterrorizzati volevano vedere sul rogo e in frettaquesto bestemmiatore silenziosola cui empietà urlava in golaalla ragazza.


Gliesorcisti le fecero questa crudele domandaalla quale avrebberopotuto rispondere meglio di lei: "Perché Belzebùparli tanto male del tuo grande amico?" La sua spaventosarisposta: "Ci sono traditori tra gli uominiperché nontra i demoni? Quando mi sento con Gauffridi.


sonosua per fare tutto quel che vuole. Quando mi stringetelo tradiscoe me ne sbatto".


Manon sopportò questo odioso gioco. Pareva che il demone dellapaura e servilità l'avesse tutta presainvece vi fu postoancora per la disperazione. Non riusciva a mangiare nulla. Questagente che da cinque mesi l'uccideva a forza di esorcismipretendendodi averla alleggerita di sei o settemila diavolideve ammettere chelei voleva solo moriree avidamente cercava ogni strumento disuicidio. Solo il coraggio le mancava. Una voltasi ferì conuna lamettama non ebbe la forza di spingere. Un'altraprese uncoltello equando glielo tolseroprovò a strangolarsi. Siriempiva di aghipoi provòfollea farsi entrare nellatesta uno spillonedall'orecchio.


EGauffridi? L'inquisitoreprolisso con le ragazzedi lui non dicequasi niente. Ci passa come sul fuoco. Quel poco che dice èdavvero strano. Racconta che lo bendaronomentre con aghi glicercavano per tutto il corpo il punto insensibileil marchio delDiavolo. Quando lo sbendaronoseppestupefatto e con orrorecheper tre volte l'avevano punto senza che se ne accorgesse. Dunquetrevolte era marchiato dal segno infernale. E aggiunge l'inquisitore:"Se fossimo ad Avignonequest'uomo domani sarebbe bruciato".


Sisentì perdutoe non si difese più. Pensò solose qualche nemico dei domenicani potesse salvargli la vita. Chiese diconfessarsi agli oratoriani. Ma questo nuovo ordineche si sarebbepotuto dire il giusto mezzo del cattolicesimoera troppo freddotroppo prudente per farsi carico di una tale rognamolto avantiormaie disperata.


Sirivolse allora ai monaci mendicantisi confessò daicappuccinidisse tutta la verità e piùper comprarela vita con la vergogna. In Spagna certo l'avrebbero rilasciatoconuna penitenza in qualche convento. Ma i nostri parlamenti erano piùseveri; ci tenevano a far valere la superiore purezza dellalegislazione laica. I cappuccinianche loro inquieti circa lacondottanon eran tipi da attirarsi i fulmini sulla testa. Sempreintorno a Gauffridilo custodivanoconsolavano giorno e nottemasolo perché si confessasse magoe restando la magia il grancapo d'accusala seduzioneche comprometteva il cleropassasse insecondo piano.


Proprioi suoi amicii cappucciniossessivicon carezzetenerigliestorsero la confessione fatalechedicevanogli salvava l'animama certamente dava il suo corpo al rogo.


L'uomoera perdutofinitoe la fecero finita con le ragazzeche nondovevano bruciare. Un gran divertimento. In una grande assemblea delclero e parlamentofecero venire Madeleine erivolti a leiintimarono al suo DiavoloBelzebùdi alzare i tacchioesporre le sue ragioni. Non ne fece nientee partìcoda frale gambe.


PoiLouisecon il suo diavolo Campanello. Ma prima di mandar via questospirito così amico della Chiesai monaci offrirono aiparlamentarinovellini in queste faccendeuna prova dell'abilitàdi questo Diavolofacendogli recitare una buffa pantomima. "Chefanno i serafinicherubini e troni davanti a Dio?" "Difficile"disse Louise"perché non hanno corpo". Maripeterono l'ordinee lei si diede da fare a obbedireimitando ilvolo degli uniil desiderio ardente degli altripoi l'adorazionecurva davanti ai giudicitesta in giù.


Videroquesta famosa Louisefiera indomabilebaciare umiliata ilpavimento; a braccia spalancatestare lunga distesa.


Stranospettacolofrivoloindecenteper farle pagare il suo tremendosuccesso popolare. Ma ancora conquistò l'assemblea pugnalandocrudelmente Gauffridiche era legato: "Ora" le dissero"dov'è Belzebùil Diavolo uscito da Madeleine?""Lo vedo bene nell'orecchio di Gauffridi".


Bastaronoqueste vergogne e orrori? Resterebbe da sapere quel che disse ilpoveraccio. Gli applicarono la tortura ordinaria e straordinaria.Tutto quel che fu costretto a rivelare farebbe certamente luce sullestrane storie dei conventi femminili. I parlamentari lo raccolseroavidamentecome armi che potevano servirema tenendole "sottosegreto di Corte".


L'inquisitoreMichaëlispubblicamente attaccato per la troppa animositàche sembrava sfiorare la gelosiavenne richiamato dal suo ordineche si riuniva a Parigie non vide il supplizio di Gauffridibruciato vivo ad Aix quattro giorni dopo (30 aprile 1611).


Lareputazione dei domenicanicompromessa dal processonon vennesollevata dall'altra storia di POSSESSIONE che imbastirono a Beauvais(novembre) per prendersi tutti gli onori della guerrae chestamparono a Parigi. Siccome c'erano stati parecchi rimproveri per ilDiavolo di Louise soprattutto perché non parlava latinolanuova ossessaDenise Lacaillene biascicava qualche parola. Feceroun gran chiassola mostrarono spesso in processionela portaronoanche da Beauvais a Notre Dame de Liesse. Ma venne accolta confreddezza. Il pellegrinaggio piccardo non ebbe l'effetto drammaticoi terrori della Sainte-Baume. Questa Lacaillecol suo latinononaveva la bruciante eloquenza della provenzalené la sua fogail furore. Non ottenne altro risultato che divertire gli ugonotti.


Chene fu delle due rivaliMadeleine e Louise? La primala sua ombraalmenorimase in terra papaleper paura che le chiedessero dirender conto di questa storia macabra. La mostrarono in pubblico solocome esempio di penitenza. La mandarono a raccogliere legnaconaltre povere donneche poi vendevano per elemosina. I suoi genitoriper vergognal'avevano ripudiata e abbandonata.


Louiseaveva detto durante il processo: "Non avrò gloria. Finitoil processomorirò". Non accadde. Non morì;uccise ancora. Il diavolo assassinoin leiera più furiosoche mai. Si mise a dire agli inquisitori nomicognomi e soprannomidi tutti quelli che s'immaginava legati alla magiaanche una poveraragazzaHonorée"cieca a entrambi gli occhi"bruciata viva.


"PreghiamoDio" disse infine padre Michaëlis "che tutto sia persua gloria e della sua Chiesa".




7.LE OSSESSE DI LOUDUN. URBAIN GRANDIER (1632-1634)



Nelle"Mémoires d'Etat" scritte dal famoso padre Josepheconosciute solo per estrattisicuramente prudentemente soppresseperché troppo istruttiveil buon padre spiegava che nel 1633avevaper un colpo di fortunascoperto un'eresiaenormenellaquale cadevano un'infinità di confessori e direttori.


Icappucciniammirevole falange di gorilla ecclesiasticibravi canidel santo greggeavevano fiutato e puntato non nel desertoma inpiena Francianel bel mezzoa Chartresin Piccardiaovunqueunatremenda selvagginagli "alumbrados" di Spagna (illuminatio quietisti) chelaggiù troppo perseguitatis'eranorifugiati da noi enel mondo femminilenei conventi soprattuttosperimentavano il dolce velenoche successivamente prese il nome diMolinos.


Stranoche non se ne fosse saputo niente prima. Così estesononpoteva restare celato. I cappuccini giurarono che solo in Piccardia(paese di ragazze fragili e sangue più caldo che nel "Midi")questa follia d'amore mistico aveva sessantamila seguaci. Tutto ilclero?

Tuttii confessoridirettori? Bisogna certamente credere che ai direttoriufficiali si aggiunsero molti laiciforgiati nello stesso zelo perla salvezza delle anime femminili. Uno di questiche piùtardi dimostrò il suo talentoaudaciaè l'autoredelle "Délices spirituelles"Desmarets deSaint-Sorlin.


E'incomprensibile l'onnipotenza del direttore sulle religiosecentovolte più padrone allora che nel passatose non si tengonopresenti le nuove circostanze.


Lariforma del concilio di Trento sulla clausura dei monasterimoltopoco applicata sotto Enrico Quartoquando le religiose ricevevano ilbel mondodavano balliballavanoecceteracominciòseriamente sotto Luigi Tredicesimo. Il cardinale de la Rochefoucauldo meglio i gesuiti che lo guidavanovollero una gran decenzaesteriore. Dunquenon si entrava più nei conventi? Un solouomo entrava tutti i giorninon solo nella casama in ogni cellaquando voleva (vien fuori in molte storiesoprattutto quella diDavid a Louviers). Questa riformala clausurachiuse la porta almondoai noiosi rivalimise il direttore in rapporto personale e lasua influenza fu unica.


Ilrisultato? I pensatori ne faranno un problemagli uomini pratici noe neppure i medici. Già nel Sedicesimo secoloil medico Wyerce lo spiega con fatti molto chiari. Cita nel suo libro quarto moltereligiose che divennero furie d'amore. Enel terzoparla d'unostimato prete spagnolo chea Romaentrò casualmente in unconvento di monachene uscì pazzodicendo chespose diGesùerano suedel pretevicario di Gesù. Faceva dirmesse perché Dio gli facesse la grazia di sposare presto tuttoil convento (1).


Seuna visita di passaggio ebbe un tale effettofiguriamoci lacondizione del direttore dei monasteri femminiliquando si trovòsolo con loroe approfittò della clausurapotétrascorrervi tutto il giornoricevere in ogni momento la pericolosaconfidenza dei loro languoridebolezze.


Isensi non sono tutto nella vita di queste ragazze. Soprattuttobisogna considerare la noial'assoluto bisogno di variarel'esistenzasfuggire a una vita monotona per qualche follia o sogno.


Quantecose nuove in quel tempo! Viaggile Indiela scoperta della terra.La stampa. Soprattutto i romanzi. Tutto si muove fuoriagita glispiriti; come si può sopportare la pesante uniformitàdella vita monasticala noia delle lunghe funzioni epercondimentosolo qualche sermone nasale?

Anchei laicifra tante distrazionivoglionoesigono dai loroconfessorila molteplicità del piacereche assolvanol'infedeltà.


Ilprete era trascinatocostretto passo dopo passo. Un'immensaletteraturadiversaeruditanasce dalla casistical'arte deltutto permesso. Letteratura molto progressistal'indulgenza di ierisembra severità domani.


Lacasistica fu per il mondola mistica per i conventi.


Ilnulla della persona e la morte della volontàè il granprincipio mistico. Desmarets ce ne mostra con chiarezza la realeportata morale.


Idevotidiceimmolati in loro e fatti nullaesistono solo in Dio.


D'ALLORANON POSSONO FAR MALE. La parte superiore è tanto divinachenon sa più quel che fa l'altra (2).


Erada credere che lo zelante Josephche aveva gridato con tanta forzacontro questi corruttorinon si fermassecausando una grandeilluminante inchiesta; e questo sterminato popolo chein una solaprovinciaaveva sessantamila dottorilo si sarebbe conosciutoesaminato da vicino. Invece noscompaiononon se ne sa piùnulla.


Alcunidiconoli catturano. Ma nessun processoprofondo silenzio.


All'apparenzaRichelieu non si preoccupò poi tanto di approfondire la cosa.La sua simpatia per i cappuccini non l'acciecò fino a seguirliin una storia che avrebbe consegnato loro il potere di inquisizionesu tutti i confessori.


Ingenereil monaco era gelosoodiava il clero secolare. Padroneassoluto di donne spagnoleera disprezzato dalle nostre francesi conla sua sconcezza; preferivano il prete o il gesuitaconfessoreanfibiometà monaco e metà mondano. Se Richelieuavesse sguinzagliato la muta dei cappuccinirecolletticarmelitanidomenicaniecceterachi del clero si sarebbe sentito tranquillo?Nessuno. Quale direttorepretepure onestonon aveva usatoeabusatoil dolce linguaggio dei quietisti con le penitenti?

Richelieusi guardò bene dall'infastidire il clero mentre preparaval'assemblea generale per chiedere contributi per la guerra. Ai monaciconcesse un processosolo unocontro un curatoma magoil chepermetteva di mischiare le carte (come nella storia di Gauffridi)far sì che nessun confessoredirettoresi riconoscesseetutti ad occhi chiusi potessero sempre dire: "Io non c'entro".


Perquesti calcoli tanto precisila storia di Grandier resta piuttostooscura (3). Il suo storicocappuccino Tranquilleprova senzaproblemi che fu stregonedi piùdiavoloe nel processo(come si sarebbe detto d'Astaroth) lo chiamano "Grandier delleDominazioni".


InveceMénage quasi lo colloca fra i grandi uomini accusati di magiai martiri della libertà di pensiero.


Perfar più chiarezzanon si deve prendere Grandier da solomaporlo nella trilogia diabolica del tempoal secondo atto: illuminatodal primo che abbiamo visto in Provenzala tremenda storia dellaSainte - Baumela morte di Gauffridi; illummato dal terzola storiadi Louviersche copiò Loudun (come Loudun aveva copiato)eche ebbe a sua volta un Gauffridi e un Urbain Grandier.


Letre storie sono una e identica. Sempre il prete libertinosempre ilmonaco geloso e la monaca furia per sua voce fanno parlare ilDiavoloe il prete finisce sul rogo.


Eccocosa illumina queste storiee consente di vederci più chiaroche nella scura melma dei monasteri italiani e spagnoli. Le suore diquesti paesi di meridionale pigrizia erano straordinariamentepassivesubivano la vita di serraglioe peggio (4).


Lenostre francesiinveceforti personalitàardentiesigentifurono tremende per gelosia e odioveri diavoli (fuor di metafora)e indiscretebruciantiaccusavano. Rilasciarono deposizioni moltochiaretanto chiare verso la fine che tutti si vergognaronoe intrent'anniin tre storiela faccenda iniziata nell'orroresispense nella banalitàtra fischi e nausea.


Nona Loudunin pieno Poitoufra gli ugonottisotto i loro occhi ebeffenella città dove tenevano i grandi sinodi nazionalicisi poteva aspettare un episodio scandaloso per i cattolici. Maquestiproprio nelle vecchie città protestantivivevano comein terra di conquistacon grandissima libertàpensandonona tortoche gente spesso massacrataappena vintanon avrebbeaperto il becco. La Loudun cattolica (magistratipretimonaciqualche nobile e alcuni artigiani) viveva separata dall'altraveracolonia di conquista. La colonia si divisecom'era prevedibilenell'opposizione tra prete e monaco.


Imonacimolti e superbimissionari che convertonoerano in primalinea contro i protestanticonfessavano le signore cattolichequando da Bordeaux arrivò un giovane curatoallievo deigesuiticolto e gentilescriveva bene e parlava meglio.Straordinario sul pulpitoe presto nel mondo. Era del Mainepolemicoma d'educazione meridionaledisinvolto alla bordolesespacconefarfallone come un guascone. In breveriuscì aintrigare tutta la cittadinale donne dalla suagli uomini contro(quasi tutti). Fece il magnificoinsolente e insopportabilesenzaalcun rispetto. Riempiva di sarcasmi i carmelitaniblaterava dalpulpito contro i monaci in generale. Ai suoi sermoni non sirespirava. Grandioso e in pompaquesto bel tipo girava per le vie diLoudun come un padre della Chiesama di nottecon meno rumorescivolava nei corridoio dalle porte di servizio.


Tuttefurono sue. La moglie dell'avvocato del re fu tenera con luima piùancora la figlia del procuratore realeche ebbe un bambino. Nonbastava. Questo conquistatoresignore delle signorecercando sempreil proprio beneficiogiunse alle suore.


Dappertuttoc'erano orsolinevotate all'educazionemissionarie in paesiprotestantiche blandivanoincantavano le madriattiravano leragazzine. Loudun aveva un piccolo convento di signorine nobili epovere. Povero convento; alla fondazioneebbero solo la casaanticocollegio ugonotto. La superiorasignora di buona nobiltà eparentelaardeva dal desiderio di innalzare il conventofarlograndericco e conosciuto. Forse avrebbe preso Grandieruomo dimodase non avesse già avuto un direttoreprete che avevaben altre radici nel paeseparente stretto dei due magistrati piùimportanti. Il canonico Mignoncosì lo chiamavanolegava lasuperiora. Lui e leiin confessione (le superiore confessavano lereligiose)entrambi sepperoinfuriatiche le giovani monachevagheggiavano solo questo Grandierdi cui si parlava tanto.


Allorail direttore minacciatoil marito cornutoil padre oltraggiato (treaffronti nella stessa famiglia) misero insieme le gelosie e giuraronola rovina di Grandier. Per riuscirebastava lasciarlo fare. Siperdeva già da solo. Scoppiò uno scandalo che fecetanto rumore da mettere quasi a fuoco la città.


Lereligiosesistemate in questa vecchia casa ugonottanon erano alsicuro. Le loro pensionantibambine di cittàe forse anchele giovani monachesi divertivano a spaventare le altre giocandoagli spiritifantasmialle apparizioni. Non c'era troppo ordine traqueste ragazzine ricche e viziate. Correvano di notte nei corridoi.


Tantoche si spaventarono da sole. Alcune s'erano ammalateo malate dispirito. Ma queste paurequeste illusioni insieme agli scandali dicittà di cui troppo si parlava loro di giornodi nottediventarono uno spettroGrandier. Molte volte dissero d'averlovistosentito vicino di notteaudaceconquistatoree di essersisvegliate troppo tardi. Illusione? Scherzi di novizie? O veramenteGrandier aveva corrotto la portinaia o rischiato la scalata? Non losi è mai chiarito.


Itrealloracredettero di averlo. Prima di tuttofecero dire a duesempliciottipovera gente che proteggevanodi non voler piùavere per curato un debosciatostregonedemoniouno spiritoviolento chein Chiesa"piegava un ginocchionon due"ese ne fregava delle regolee dava dispense usurpando i diritti delvescovo. Accusa abileche gli metteva contro il vescovo di Poitiersnaturale difensore del pretelasciandolo alla rabbia dei monaci.


Tuttocostruito genialmentebisogna dirlo. Accusato da due poveriritennero molto conveniente farlo bastonare da un nobile. In queitempi di duelli l'uomo bastonato impunemente cadeva in bassociperdeva verso le donne. Grandier capì la profondità delcolpo. In tutto gli piaceva il chiassoquindi andò dal re inpersonasi inginocchiòchiese vendetta per la sua veste.L'avrebbe avuta da un re devoto; ma si trovò di fronte genteche disse al re che erano questioni amorosefurori di marititraditi.


Altribunale ecclesiastico di PoitiersGrandier venne condannato ad unapenitenzabandito da Loudune disonorato come prete. Ma iltribunale civile riprese la causa e lo dichiarò innocente.Ebbe dalla sua anche l'autorità ecclesiastica da cui dipendevaPoitiersl'arcivescovo di BordeauxSourdis. Questo prelatoviolentoammiragliomarinaio di valorequanto e più chepretealzò le spalle sentendo di simili peccatucci. Dichiaròinnocente il curatoma nello stesso tempo gli consigliòsaggiod'andarsene a vivere dove volevafuorché a Loudun.


Mal'orgoglioso non ebbe l'avvedutezza di farlo. Volle godere deltrionfo sul campoe far scena con le signore. Tornò a Loudunin pieno giornocon gran rumore; tutte lo guardavano dalle finestre;camminava portando un alloro.


Noncontento della pazziaminacciavapretendeva scuse. Gli avversaristuzzicatisentendosi loro ora in pericolosi ricordarono l'affareGauffridiquando il Diavolopadre della menzognariabilitato cononoreera stato accettato dalla giustizia come buon testimoneveritierodegno di fedeper la Chiesa e la gente del re.


Disperatiinvocarono un diavoloe l'ebbero a comando. Apparve dalle orsoline.


Rischioso.Ma quanti interessi in gioco! La superiora vedeva il suo conventopoverooscuromostrarsi ora alla cortealle provincetutta laterra. I monaci vedevano la vittoria sui rivalii preti.


Tornavanoquelle lotte popolari contro il diavolodel secolo precedentespesso (come a Soissons) davanti alla porta della chiesail terroree la gioia del popolo per il trionfo del buon Diola confessionestrappata al Diavolo"che Dio è nel sacramento"gli ugonotti umiliaticonvinti dallo stesso demonio.


Inquesta tragica commedial'esorcista rappresentava Dioo almeno eral'arcangelo che sconfigge il drago. Scendeva dal palco sfinitogrondante di sudorema in trionfoportato a braccia da tuttibenedetto dalle brave donne che piangevano di gioia.


Eccoperché sempre ci voleva un po' di stregoneria nei processi.Solo il Diavolo suscitava interesse. Non sempre era possibile vederlouscire dal corpo in veste di rospo nero (a Bordeaux nel 1610). Maalmeno c'eracome consolazioneuna grande regìasplendida.L'aspro deserto di Madeleinel'orrore della Sainte-Baumenellastoria provenzalecontribuirono al successo. Loudun ebbe il chiassoe la furia baccanale di un grande esercito di esorcisti divisi framolte chiese. Poi Louviersche vedremoper ravvivare un po' ilgenereimmaginò scene notturne con diavolo nelle suoreallaluce delle torceche scavavanotiravano fuori dalle fosse le malìeche avevano nascoste.


Lastoria di Loudun cominciò dalla superiora e una sua conversa.


Ebberoconvulsioniborbottarono diabolicamente. Altre monache le imitaronosoprattutto unacoraggiosaassunse il ruolo della Louise diMarsiglialo stesso diavolo Leviatanocapodemone di beghe e accuse.


Lacittadina intera entra in agitazione. Monaci d'ogni colore afferranomonachele dividonoesorcizzano a trea quattro. Si spartiscono lechiese. Solo i cappuccini ne occupano due. La folla accorretutte ledonnee in mezzo a questo uditorio tanto spaventatopalpitantepiùd'una grida di sentirsi anche lei dei diavoli; sei ragazze dellacittà diventano ossesse. Basta il racconto di questi terrori afarne due a Chinon.


Neparlano ovunquea Parigiin corte. La nostra regina spagnolafantasiosa e piamanda il suo elemosiniereanzilord Montaiguvecchio papistaservo fedele; che vide tutto e tutto credetteeraccontò tutto al papa. Miracolo appurato. Aveva visto lepiaghe di una monacastimmatesegnate dal diavolo sulle mani dellasuperiora.


Ilre di Franciache disse? Ogni sua devozione era rivolta al Diavoloall'infernoalla paura. Dicono che a Richelieu piacesse darglicorda. Dubito; i diavoli erano soprattutto spagnoli e del partitospagnolo; se parlavano di politicasarebbe stato contro Richelieu.Forse ebbe paura. Li omaggiòeper testimoniare interessemandò sua nipote.


Lacorte credeva. Ma Loudun no. I suoi diavolisquallida imitazione deidemoni marsigliesial mattino ripetevano quello che gli insegnavanola seradal noto manuale di padre Michaëlis. Sarebbero rimastizitti se segreti esorcismiaccurate prove per la farsa diurnanonli avessero ogni notte preparatiallenati a recitare davanti alpopolo.


Unmagistrato durorappresentante della cittànon resseandòa scovare gli impostori da solominacciòli denunciò.Identico fu il tacito parere dell'arcivescovo di Bordeauxal qualeGrandier s'appellò. Mandò un regolamentoalmeno perdirigere gli esorcistipor fine all'arbitrio; poi il suo chirurgovisitò le ragazzee non le trovò né ossesse opazzeo "malate". Allora? Sicuramente impostore.


Continuacosì nel secolo il bel duello tra medico e Diavoloscienzaluce contro l'oscura menzogna. L'abbiamo visto iniziare con AgrippaWyer. Un certo dottor Duncan lo continuò con coraggio aLoudune coraggioso pubblicò che quella storia era soloridicola.


IlDemonioche si dice così ribelleebbe pauratacquediventòafono. Ma le passioni erano troppo scosse perché la cosa sifermasse.


Lamarea risalì per Grandier con tale forzache gli assalitidiventarono assalitori. Un parente degli accusatorispezialevennedenunciato da una ricca signorina della città che lui dicevaamante del curato. Per calunniafu condannato ad ammenda onorevole.


Lasuperiora era perduta. Si sarebbe potuto tranquillamente constatarequanto più tardi vide un testimone: le stimmate erano dipintetutti i giorni ritoccate. Ma era parente d'un consigliere del reLaubardemontche la salvò. Proprio lui aveva l'incarico diabbattere i forti di Loudun. Si fece dare una commissione per fargiudicare Grandier. Ventilarono al cardinale che l'accusato eracurato e amico della "Calzolaia di Loudun"uno dei moltiagenti di Maria de' Mediciche era diventato segretario della suaparrocchiaecol suo nomeaveva scritto un ignobile libello.


SeRichelieu avesse voluto esser magnanimoignorando il fattoglisarebbe stato difficile. I cappuccinipadre Josephci speculavanosopra. Richelieuse non si fosse mostrato zelanteavrebbe fornitoun bell'appiglio contro se stesso nei confronti del re. Un certoQuilletdopo un'approfondita analisiandò da Richelieu e lomise in guardia.


Maquesti non lo ascoltòe lo guardò così male cheil consigliere pensò prudente salvarsi in Italia.


Laubardemontarriva il 6 dicembre 1633. Con luiil terrore. Potere assoluto. E'il re in persona. Tutta la forza del regnoorrenda mazzataperschiacciare una mosca.


Imagistrati si indignaronoil luogotenente civile avvertìGrandier che domani l'avrebbero arrestato. Non ne tenne contosifece arrestare. Subito portato viasenz'ombra di processonellesegrete d'Angers. Riportato poigettato dove? Nella casanellastanza d'un nemicoche fa murare le finestre perché soffochi.L'esame disgustoso sul corpo dello stregoneinfilzandolo con aghiper trovare il marchio del Diavololo fannocon le loro maniisuoi accusatoriche si godono la vendetta anticipataun antipastodi supplizio.


Lotrascinano per le chiesea confronto con le ragazzecuiLaubardemont ha reso la parola. Trova baccanti che lo spezialecondannato ubriacava con intruglifacendole cadere preda di talifurie che un giorno Grandier quasi morì sotto le loro unghie.


Nonpotendo imitare l'eloquenza dell'ossessa marsigliesecompensavanocol cinismo. Rivoltante. Queste ragazze che abusano dei suppostidiavoliper sfogare in pubblico la furia dei sensi! Proprio questoingrassava gli spettatori.


Venivanoad ascoltare per bocca di donne quel che nessuno osò mai dire.


Crescevail ridicolocome il disgusto. Quel poco di latino suggeritolodicevano tutto al contrario. Il pubblico trovava che quei diavoli nonavevano fatto il "ginnasio". I cappucciniimperturbabilidissero che questi demoni non erano ferrati in latinoma parlavanoalla perfezione l'irochese e il topinambur.


L'ignobilefarsaa sessanta leghe di distanzada Saint Germaindal Louvrepareva un miracolospaventoso e terribile. La corte ammirava etremava. Richelieu (senza dubbio per piacere) fece una viltà.Fece pagare gli esorcistile suore.


Ilgrandissimo favore esaltò la teppache impazzì deltutto. Dopo le parole senza sensovennero gli atti vergognosi. Gliesorcisticol pretesto che le monache erano stanchele portarono apasseggio fuori cittàloro stessi. Una tornò incinta.Almeno in apparenza. Al quintosesto mesetutto scomparvee ildemone interno confessò la malizia di aver calunniato lapovera suora con questa illusione di gravidanza.


E'lo storico di Louviers che ci racconta questa storia di Loudun (5).


Attestanoche padre Joseph arrivò in segretoma non vide vie d'uscitae se ne andò senza chiasso. Anche i gesuiti venneroesorcizzaronofecero pocofiutarono l'ariafilaron via.


Mai monacii cappuccinierano tanto impegolati che per salvarsirimaneva solo il terrore. Tesero perfide trappole al magistratocoraggiosoa sua moglieper farli morireevitando la futurareazione della giustizia. Poi misero fretta alla commissione per farfuori Grandier. Le cose non potevano più andare avanti. Anchele monache sfuggivano. Dopo quell'orrenda orgia di furori sessuali egrida oscene per far piovere sangue umanodue o tre non ce lafecerosi disgustarono di séebbero orrore: si vomitavano.Nonostante la spaventosa fine che le aspettava se parlavanolacertezza di finire in una segreta (6)dissero in chiesa che eranodannateavevano finto il Diavoloche Grandier era innocente.


Siperseroma non servì a nulla. Un generale reclamo della cittàal re non servì a nulla. Condannarono Grandier al rogo (18agosto 1634).


Eratanta la rabbia dei suoi nemiciche prima ad ogni costo volleroperla seconda voltapiantargli dappertutto aghi per cercare il marchiodel Diavolo. Uno dei giudici avrebbe persino voluto che glistrappassero le unghiema il chirurgo rifiutò.


Temevanoil patibolole ultime parole del condannato. Avevano trovato tra lesue carte uno scritto contro il celibato dei pretichi lo dicevastregone pensava anche lui che fosse uno spirito brillante.


Ricordavanole parole coraggiose scagliate dai martiri del libero pensiero controi giudiciricordavano l'ultima parola di Giordano Brunola minacciadi Vanini. Con Grandiersi misero d'accordo. Se stava buonol'avrebbero salvato dalle fiammestrangolandolo prima.


Ildebole preteuomo di carnecedette ancora alla carnee promise dinon parlare. Non disse niente per stradaniente sul patibolo.


Quandofu legato al palocon tutto prontoil fuoco per avvolgerlo subitodi fiamme e fumoun monacoil suo confessorenon aspettò ilboiama diede fuoco al rogo. Il poveraccioin quello statoebbesolo il tempo di dire: "M'avete tradito". Ma il fuocosaliva e la fornace di dolori ... Udirono solo grida.


Richelieunelle sue "Memoires"parla poco di questa storiaechiaramente si vergogna. Fa capire che seguì rapporti che gliarrivaronola pubblica opinione. Ma era colpevolesobillando gliesorcistidando carta bianca cappuccinili lasciò trionfaresulla Franciae incoraggiòtentò la menzogna.Gauffridiedi nuovoGrandierriappare ancora più sporconella storia di Louviers.


Proprionel 1634 i diavolicacciati dal Poitougiungono in Normandiaecalcanoricalcano le idiozie della Sainte-Baumesenza invenzioneintelligenzasenza immaginazione. Il furioso Leviatano di Provenzascopiazzato a Loudunperde l'asprezza meridionale e se la cava solofacendo parlare speditamente delle vergini nella lingua di Sodoma. Maprestoa Louviersperde anche coraggio; assume la pesantezza delnorddiviene un povero di spirito.




NOTE:


1)WYERlibro 3capitolo 7.


2)Dottrina molto vecchia che si ripete sovente nel medioevo. NelDiciassettesimo secoloè comune nei conventi francesi espagnolimai più chiara e ingenua come nelle lezioni d'unangelo normanno ad una suora (storia di Louviers). L'angelo insegnaalla monaca soprattutto "il disprezzo del corpo e l'indifferenzaalla carne. Gesù tanto l'ha disprezzatache l'ha esposta nudaalla flagellazioneche tutti vedessero". Le insegna"l'abbandono dell'anima e della volontàla santadociletutta passiva obbedienza. Esempio: la santa Vergineche nondubitò di Gabrielema obbedìconcepì. Correvarischi? No.


Poichéuno spirito non può recare impurità. Anzipurifica".A Louviersquesta bella dottrina fiorì fin dal 1623professata da un anziano direttoreautorevoleDavid. Fondava il suoinsegnamento su "far morire il peccato attraverso il peccatoper meglio tornare in innocenza. Così fecero i nostri primipadri". ESPRIT DE BOSROGER (cappuccino)"La Piéteaffligée"1645; pagine 167171173174181189190196.


3)L'"Histoire des Diables de Loudun" del protestante AUBINèun libro seriosolidoe confermato anche dai "Verbali" diLAUBARDEMONT.


Quellodel cappuccino TRANQUILLE è un testo grottesco. La "Procédure"si trova nella nostra grande biblioteca di Parigi. Il FIGUIER ne hafornito un ottimo e lungo resoconto. ("Histoire dumerveilleux"). Io sonocome si vedràcontro chi bruciama per niente per il bruciato.


E'ridicolo farne un martireper odio a Richelieu. Era fatuovanitosolibertinoe meritava non il rogoma la galera a vita.


4)Vedi DEL RIOLLORENTERICCIeccetera.


5)ESPRIT DE BOSSUETpagina 135 (leggere ESPRIT DE BOSROGER).


6)C'era ancora l'uso; vedere MABILLON.




8.OSSESSE DI LOUVIERS. MADELEINE BAVENT (1633-1647)



SeRichelieu non avesse respinto l'inchiesta che padre Joeph richiedevacontro i trentamila direttori "illuminati"si sarebbefatta una strana luce sull'interno dei chiostrila vita dellereligiose. In mancanzala storia di Louviersben piùistruttiva d'Aix e di Loudunci fa vedere che il direttorebenchéavesse nell'"illuminismo" un nuovo strumento di corruzionecontinuava a servirsi delle vecchie menzogne di stregoneriaapparizioni diabolicheangelicheeccetera (1).


Deitre direttori che si succedono nel convento di Louviersintrent'anniil primoDavidè "illuminato" emolinosista (avanti Molinos); il secondoPicartopera "colDiavolo" e da stregone; il terzoBoullécome angelo.


Eccoil libro fondamentale su questa storia:

"Histoirede Magdelaine Bavent"suora in Louvierscon interrogatorioeccetera1652"in quarto"Rouen (2). La data del librospiega la completa libertà di scrittura. Durante la Frondaunprete coraggiosooratorianoscovò nella prigione di Rouenquesta religiosae ebbe l'ardire di scriveresotto dettaturalastoria della sua vita.


Madeleinenata a Rouen nel 1607rimase orfana a nove anni. A dodicilamandarono come apprendista da una sarta. Il confessore di casafrancescanoera padrone assoluto; questa sarta cuciva le vesti dellesuoree dipendeva dalla Chiesa. Il monaco faceva credere alleapprendiste (certo ubriacate dalla belladonna e altri intrugli dastregoni) di portarle al sabbadi sposarle col diavolo Dagone. Trene possedevae Madeleinequattordici annifu la quarta.


Eramolto devotasoprattutto a san Francesco. Una signora di Rouenvedova del procuratore Hennequinimpiccato per truffaaveva appenafondato a Louviers un monastero di san Francesco. La signora volevache quest'opera aiutasse la salvezza del marito. Si consultòcon un sant'uomoil vecchio prete Davidche diresse la nuovafondazione.


Alleporte della cittànei boschi che lo circondanoquestoconventopovero e tristenato da una storia tanto tragicasembravamolto austero. David era conosciuto per un libro strano e violentocontro gli abusi che insozzavano i chiostri"Le Fouet desPaillards" (3). Ma quest'uomo così severo avevastranissime idee sulla purezza. Era adamitapredicava la nuditàche Adamo ebbe nella sua innocenza.


Docilile suore del chiostro di Louviersper domare e fare umili lenoviziespezzarle all'obbedienzaesigevano (in estatecertamente)che queste giovani Eve tornassero allo stato della madre di tutti.


Facevanfare questi esercizi in certi giardini appartatie persino incappella. Madeleine chesedicenneaveva ottenuto d'essere accoltacome noviziaera troppo fiera (troppo pura alloraforse) e nonaccettava questa strana vita. Non le piacevae la sgridarono peraver tentatoalla comunionedi coprirsi il seno con la tovagliadell'altare.


Eraaltrettanto restìa a scoprirsi l'animae non si confessavadalla superiora (pagina 42)cosa normale nei conventie che allebadesse piaceva molto. Si confidava invece col vecchio Davidche laseparò dalle altre. Anche lui le confidava le sue malattie.Non le nascose la personale dottrinaquella del conventol'illuminismo: "Il corpo non può sporcare l'anima.Bisognacol peccato che fa umili e guarisce dall'orgogliouccidereil peccato"eccetera. Le suorepiene di queste dottrinelepraticavano tranquille tra lorospaventando Madeleine con la lorodepravazione. (pagina 41 e seguenti). Se ne stette lontanaindispartefuoririuscì ad occuparsi della ruota.


Avevadiciott'anni quando David morì. La vecchiaia non gli avevapermesso di andar lontano con Madeleine. Ma il curato Picartsuosuccessorela tormentò come una furia. In confessioneleparlava solo d'amore. La fece sacrestanaper vederla sola incappella. A lei non piaceva. Ma le altre suore le vietavano unconfessore diversoperché non si diffondessero i loro piccolimisteri. Questo la consegnava a Picart. Malatalui l'attaccòquando quasi moriva; con la paurafacendole credere che David gliaveva lasciato formule diaboliche; poi con la pietàfingendosi malatopregandola di venire da lui. Da allora ne fupadronee sembra che la sconvolgesse con intrugli da sabba. Ne ebbele illusionicredette di esserci portata con luida altare evittima. Fin troppo vero.


MaPicart non si fermò ai piaceri sterili del sabba. Sfidòlo scandalo e la mise incinta.


Lesuore lo temevanoperché sapeva troppo. Dipendevano da luianche per l'interesse. Il suo creditoattivitàl'elemosina ei regali che da ogni parte racimolavaavevano arricchito ilconvento. Era in costruzione una grande chiesa. Abbiamo vistonellastoria di Loudunle ambizionile rivalità di queste caselagelosia con la quale si volevano superare l'una con l'altra. Picartper la fiducia dei ricchisi trovava innalzato a benefattore esecondo fondatore del convento. "Cuor mio" diceva aMadeleine"io sto costruendo questa splendida chiesa. Dopo lamia mortevedrai meraviglie. Non ti piace?" Questo signore nonsi scomponeva. Le pagò una dotee da suora laica la fecereligiosa; cosìnon più alla ruotama dentropotètranquillamente partorire o abortire. Con certe droghecerteconoscenzei conventi non avevano bisogno di servirsi dei medici.


Madeleine("Interrogatoire"pagina 13) disse che partorìmolte volte.


Nonche fine fecero i neonati.


Picartgià vecchiottoaveva paura della leggerezza di Madeleinechenon se ne andasse un bel mattino da qualche altro confessore araccontargli i suoi rimorsi. Con un odioso espedientela fece persempre sua. Pretese un testamentocon la promessa di MORIRE QUANDOMORRA'ESSERE DOVE SARA'. La poveretta viveva nel terrore. Dovevacon luitrascinarsi nella fossa? Doveva portarla all'inferno? Sipensò perduta per sempre. Ormai suaanima dannatalui se neserviva e ne abusava per ogni cosa. La prostituiva in un sabba aquattrocol suo vicario Boullée un'altra donna. La usavaper conquistare altre suorecon un incantesimo. Un'ostiaimmersanel sangue di Madeleinesotterrata in giardinodoveva turbare iloro sensi e spirito.


Proprioquell'anno Urbain Grandier finì sul rogo. In tutta la Franciaparlavano solo dei diavoli di Loudun. Il penitenziere d'Evreuxunodei protagonisti di quella storiafaceva in Normandia terribiliracconti. Madeleine si sentì ossessapicchiata dai diavoli;un gatto con gli occhi infuocati la perseguitava d'amore. Poco apocoaltre religioseper contagiosentirono strane agitazionisoprannaturali.


Madeleineaveva chiesto aiuto a un cappuccinopoi al vescovo d'Evreux. Lasuperiorache per forza lo seppenon ne fu scontenta; intravedevala gloria e la ricchezza che un fatto simile avevano dato al conventodi Loudun. Maper sei anniil vescovo fece l'indianocerto temendoRichelieuche provava allora a fare una riforma dei chiostri.


Nonne poteva più di questi scandali. Solo alla sua morteaquella di Luigi Tredicesimonella successiva rovinasotto la reginae Mazarinoi preti si diedero ancora alle opere soprannaturaliriprendendo la guerra contro il Diavolo. Picart era mortonon sitemeva più che quest'uomo pericolosose ci si occupava dellasua faccendane tirasse fuori altre. Per combattere le visioni diMadeleinecercaronotrovarono una visionaria. Fecero entrare inconvento una certa suor Anne de la Nativitéisterica esanguignaoccorrendo furiosa e mezza pazzafino a credere alleproprie menzogne. Organizzarono un duello come tra alani. Sicrivellavano di calunnie. Anne vedeva il diavolo nudo di fianco aMadeleine. Madeleine giurava di aver visto Anne al sabbacon lasuperiorala madre vicariae la madre delle novizie. Nessuna novitàcomunque. Si cucinavano insieme due grandi processiAix e Loudun.Avevano e seguivano delle relazioni stampate. Nessuna intelligenzainvenzione.


Annel'accusatrice e il suo diavolo Leviatano erano appoggiati dalpenitenziere d'Evreuxuno dei maggiori protagonisti di Loudun. Persuo consiglioil vescovo d'Evreux ordina di dissotterrare Picartperché il suo corpodistante dal conventoallontani idiavoli.


Madeleinecondannata senza potersi difenderedev'essere umiliatavisitataper trovarle il marchio del Diavolo. Le strappano velo e veste; ènudamisero zimbello d'una curiosità indegnache avrebbevoluto frugare fino al sangue per poterla bruciare. Le suore nonaffidarono a nessuno la visita crudelegià di per sèun supplizio.


Questeverginidonnacceverificarono se era incintaovunque la rasaronoe con aghi affilaticonficcati nella carne palpitantecercarono unaparte insensibileche questo dev'essere il segno del Diavolo.Ovunque trovarono dolore; se non ebbero la fortuna di provarlastregagodettero almeno lacrime e grida.


Masuor Anne non era contenta; su deposizione del suo diavolo il vescovocondannò Madeleineche la visita aveva giudicato innocenteaun eterno "in pace". La sua partenzadicevanoplacherebbeil convento. Non si placò. Il Diavolo incrudelì; circaventi religiose gridavanoprofetizzavanodibattendosi.


Lospettacolo attirava curiosi da Rouenanche da Parigi. Un giovanechirurgo pariginoYvelinche già aveva visto la farsa diLoudunvenne a vedere quella di Louviers. Si portò unmagistrato molto attentoconsigliere dell'esattoria dei sussidi aRouen. S'applicarono con continua attenzionestabilendosi aLouviersstudiarono per diciassette giorni.


Perprima cosavidero la complicità. Una conversazione con ilpenitenziere d'Evreuxentrando in cittàla ripetéloro (spacciandola per rivelazione) il diavolo di suor Anne. Ognivoltavennero con la folla nel giardino del convento. La regia eradavvero impressionante.


Leombre della nottetorceluci ondeggianti e fumoproducevanoeffetti che non c'erano stati a Loudun. Il sistema era semplice; unadelle ossesse diceva: "C'è un incantesimo in quel puntodel giardino".


Scavavanolo trovavano. Madisgraziatamentel'amico di Yvelinil magistratoscetticostava incollato all'attrice principalesuor Anne. Proprioai bordi di un buco appena scavatolui le stringe la manolariapree trova l'incantesimo (un piccolo filo nero) che quella stavaper gettare nella terra.


Gliesorcistipenitenzierepreti e cappuccinipresentierano tutticonfusi. Il coraggioso Yvelind'autoritàaprìun'inchiestae scavò fino in fondo. Su cinquantaduereligiosesei erano le "ossesse"a detta suachemeritavano d'essere punite. Altre diciassettele "stregate"erano vittimeun gruppo di ragazze scosse dal mal dei chiostri. Lodefinisce con precisione. Hanno mestruazionima sono isterichegonfie di turbe uterinesoprattutto lunatichee deviate nellospirito. Il contagio nervoso le ha perdute. Prima di tuttobisognasepararle.


Esaminapoi con voltairiana genialità i segni ai quali i pretiattribuivano il carattere soprannaturale delle sue ossesse.


"Predicono"certoma quel che non succede. Traduconocertoma non capiscono(esempio: "ex parte Virginis"la partenza della Vergine).


"Sannoil greco"per il popolo di Louviersma non parlano piùdavanti ai dottori di Parigi. "Saltanofanno capriole"lepiù facilisalgono su un grosso tronco d'albero dovesalirebbe un bambino di tre anni. Insommaquel che fanno diveramente terribile e "contro natura"è direporcherieche un uomo non direbbe mai.


Ilchirurgo rendeva un gran piacere all'umanità smascherandole.Perché la cosa andava avantipoteva fare altre vittime. Oltreagli incantesimitrovavano carte che attribuivano a David o aPicart; c'era scritto che questa o quella era una stregacondannataa morte.


Ognunotremava che ci fosse il proprio nome. Il terrore ecclesiasticosempre piùguadagnava terreno.


Eragià il tempo corrotto di Mazarinoentrava in scena la deboleAnna d'Austria. Basta con l'ordinecon il governo. "C'era solouna parola nella lingua: LA REGINA E' TANTO BUONA." Questa bontàpermetteva al clero di dominare. L'autorità laica erascomparsa con Richelieu; vescovipreti e monaci cominciavano il lororegno. L'empia audacia del magistrato e d'Yvelin metteva arepentaglio questa dolce speranza.


Gemitie lamenti arrivarono alla buona reginanon delle vittimema dellateppa colta in flagrante delitto. Andarono a corte a lamentarsi chesi oltraggiava la religione.


Yvelinquesto non se l'aspettava; si credeva stabile a corteda dieci anniera chirurgo della regina. Prima che tornasse da Louviers a Parigiottennero dalla debolezza d'Anna d'Austria altri espertiquelli chevolevanoun vecchio scemo dalla nascitaun Diafoirus di Rouen e suonipoteclienti del clero. Naturalmente constatarono che la storia diLouviers era soprannaturalesuperiore ad ogni arte umana.


Chiunquenon fosse Yvelin si sarebbe scoraggiato. Quelli di Rouenmedicitrattavano dall'alto in basso questo chirurgobarbieremacellaio.La corte non l'appoggiava. Insistettee scrisse un libretto cheresterà. Accetta il gran duello della scienza contro il clerodichiara (come Wyer nel Sedicesimo secolo) "che il vero giudicein queste cosenon è il pretema l'uomo di scienza". Afaticatrovò chi osasse pubblicarloma nessuno che volessevenderlo.


Alloraquest'eroico giovanedavanti a tuttidistribuì il suolibretto. Si mise nei punti di maggior traffico di Parigial "pontNeuf"ai piedi d'Enrico Quartodistribuì il suo scrittoai passanti.


C'eraalla fine il verbale della frode vergognosail magistrato che prendedalla mano dei diavoli donne la prova definitiva della loro infamia.


Torniamoalla povera Madeleine. Il penitenziere d'Evreuxsuo nemicochel'aveva fatta trafiggere (facendo il punto con gli aghipagina 67)se la portòpreda personalein fondo all'"in pace"episcopale della città. Immersa sotto una galleriasotterraneauna cantinasotto la cantina una segretadove lacreatura umana venne messa fra le tenebre umide. Le sue terribilicompagnesicure che ci sarebbe mortanon avevano nemmeno avuto lacarità di darle qualche benda per medicare le ferite (pagina45). Soffriva per il dolore e la sporciziastava tra i suoi rifiuti.La continua oscurità era agitata da un inquietante andirivienidi topi affamatiterrore delle prigioniche mangiano nasiorecchie.


Matutto questo orrore non era all'altezza di quello che le procurava ilsuo tirannoil penitenziere. Ci veniva ogni giornonella cantinaaparlare nel buco dell'"in pace"minacciarea comandareea confessarla suo malgradofarle dire questo e quello contro altri.Non mangiava più. Temette che morissela tirò fuori unmomento dall'"in pace"la portò nella cantina disopra. Poifuribondo per lo scritto d'Yvelinla rigettò inbassonella sua fogna.


Laluce intuitaun po' di speranzatutto perduto di colpofecetraboccare la sua disperazione. La ferita si era chiusaera un po'più forte. La prese un furioso desiderio di mortedivoravaragnivomitavama non moriva. Pestò del vetrolo ingoiò.Nulla. Trovò un ferraccio taglientefece di tutto pertagliarsi la gola. Nulla. Poi scelse una parte morbidail ventreinfilò il ferro nelle viscere.


Quattroorespinsegiròsanguinò. Niente da fare. Anchequesta ferita si chiuse subito. Incredibilela vita tanto odiosarinasceva più forte. La morte del cuore non serviva a nulla.


Tornòdonnaeper disgraziaancora desiderabileuna tentazione per icarcerieribrutali servi del vescovoche nonostante l'orrore delluogol'infezione e lo stato della disgraziatavenivano a prendersigioco di leicredevano tutto permesso su una strega. Un angelol'aiutòdisse. Si difese dagli uomini e dai topi. Ma non sidifese da sé. La prigione degrada. Sognava il Diavololochiamavainvocava gioie vergognoseatrocicon cui la straziava aLouviers. Non tornava più. La potenza dei sogni era finitaisensi depravatima spenti.


Piùforte le tornò il desiderio di suicidio. Un carceriere leaveva dato un veleno per i topi della segreta. Stava per ingoiarloun angelo la fermò (angelo o demonio?); la conservava per ildelitto.


Caddeallora sempre più in bassoin un incredibile nulla di viltàservilismofirmò interminabili liste di crimini che non avevacommesso. Serviva bruciarla?Molti rinunciavano. Soltantol'implacabile penitenziere ci pensava ancora. Procurò denaro auno stregone d'Evreuxin prigioneche testimoniasse per far morireMadeleine (pagina 68).


Maormai potevano usarla per un altro scopofarle testimoniare ilfalsocome strumento di calunnia. Quando volevano rovinare un uomola trascinavano a LouviersEvreux. Maledetta ombra di una morta cheviveva solo per far morti. La portarono a uccidere con la parola unpoveracciocerto Duval. Il penitenziere dettòlei docileripetè; le disse da qual segno avrebbe riconosciuto Duvalchenon aveva mai visto. Lo riconobbe e disse d'averlo visto al sabba.Per leifu bruciato.


Confessaquesto delitto orribilee trema al pensiero di risponderne davanti aDio. Cadde in tale disprezzoche non servì più atenerla.


Leporte restavano spalancate; a volte ne aveva le chiavi. Dove sarebbeandataquell'oggetto d'orrore? Tuttiallorala cacciavanorespingevano; il suo mondounicoera la segreta.


Sottol'anarchia di Mazarino e della buona signoraai parlamenti restaval'unica autorità. Quello di Rouenfino allora il piùcompiacente col clerosi indignò per l'arroganza dei suoiprocedimentiper come regnavabruciava. Era stata sufficiente ladecisione di un vescovo a far riesumare Picartgettarlo ai cani.


Adessoera il turno del vicario Boullée lo processavano. Ilparlamento diede ascolto alla querela della famiglia di Picartecondannò il vescovo d'Evreux a rimetterloa sue spesenellatomba di Louviers. Chiamò Boulléassunse l'incaricodel suo processoe in quest'occasione strappò finalmente daEvreux la povera Madeleinee la portò a Rouen.


Temevanoche facesse compatire il chirurgo Yveline il magistrato che avevacolto in flagrante la truffa delle monache. Corsero a Parigi.


Mazarinofurfante protesse i furfanti; la causa fu avocata al Consiglio delretribunale indulgente che non aveva occhiné orecchieconl'incarico di sotterraresoffocareoscurare ogni questione digiustizia.


Intantopreti mellifluinelle segrete di Rouenconsolarono Madeleinelaconfessarono imponendole la penitenza di chiedere scusa allepersecutricile suore di Louviers. Così legataaccadessequel che accadessenon fu più possibile far testimoniareMadeleine contro di loro. Giubilo del clero. Il cappuccino Esprit deBosrogetesorcista impostoreha cantato il trionfo nella "Piétéaffligée"grottesco monumento alla stupiditànelquale accusasenza accorgersenequelli che pensa di difendere.Abbiamo visto sopra (in una nota) il bel testo del cappuccino; dovespaccia come lezioni degli angeli sconce massime che avrebbero fattorabbrividire Molinos.


LaFronda ful'ho dettouna rivoluzione d'onestà. Gli sciocchine hanno visto l'aspetto esteriorela caricatura; la basemoltoimportantefu una reazione morale. Nell'agosto 1647al primo ventodi libertàil parlamento passò avantitagliòil nodo. Ordinò: primodistruggere la sodoma di Louviersele ragazzedispersevengano affidate ai genitori; secondoche ivescovi della provincia mandino quattro volte all'anno confessoristraordinari nei conventi di suoreperché questi immondiabusi non si ripetano.


Maci voleva un contentino per il clero. Diedero le ossa di Picart dabruciaree il corpo vivo di Boulléche fece onorevoleammenda nella cattedralepoi lo trascinarono sulla graticola almercato del pescee venne divorato dalle fiamme (21 agosto 1647).Madeleineil suo cadavererestò nelle prigioni di Rouen.




NOTE:


1)Era troppo semplice ingannare quelle che lo desideravano. Il celibatoera allora più difficile che nel medioevopoiché idigiunii salassi monasticierano diminuiti. Molte morivano perquesta vita crudelmente inattiva e di eccesso nervoso. Nonnascondevano il loro martiriolo dicevano alle suoreal confessorealla Vergine.


Commoventepiù che ridicolofaceva pietà. In un registrodell'Inquisizione italiana si legge questa confessione di unareligiosa; diceva innocente alla Madonna: "Di graziaSantaVerginedammi qualcuno con cui peccare". (In LASTEYRIE"Confession"pagina 205). Vero imbroglio per il direttorechea qualunque etàsi trovava in pericolo. Si sa la storiadi un certo convento russo: un uomo che entrò non ne uscìvivo. Nei nostriil direttore entravae tutti giomi. Le suorecredevano in genere che un santo può solo santificareun puropurificare. Il popoloridendole chiamava le "santificate"(Lestoile). Ci credevano seriamente nei chiostri. (Vedi il cappuccinoESPRIT DE BOSROGERcapitolo 9pagina 156).


2)Non conosco nessun libro più importanteterribilepiùdegno d'essere ripubblicato ("Biblioteca Zantico" pagina1016). E' la storia più importante nel genere. La "Piétéaffligée"del cappuccino Esprit de Bosrogetèun'opera immortale negli annali della bestialità umana. Ne hotrattonel capitolo precedentecose straordinarie che potevanofarlo bruciare; ma mi son guardato bene dal riportare le libertàamorose che l'angelo Gabriele si piglia con la Verginei suoi bacidi colombaeccetera. I due notevoli libelli dell'ottimo chirurgoYVELIN si trovano alla biblioteca di Sainte Geneviève.L'"Examen" e l'"Apologie" sono in un volumerilegato e intitolato a sproposito "Eloges de Richelieu"(Lettera 10pagina 550). L'"Apologie" si trova anche nelvolume Zpagina 899.


3)Vedere FLOQUET"parl. de Normandie"tomo 5pagina 636.




9.SATANA TRIONFA NEL DICIASSETTESIMO SECOLO



LaFronda è Voltaire. Lo spirito voltairianovecchio come laFranciama a lungo compressoesplode in politicapresto inreligione.


Inutilmenteil gran re vuole imporre una solenne serietà. Continuano aridere sotto i baffi.


Mason solo sorrisi e risate? Noè l'avvento della Ragione. ConKepleroGalileoCartesio e Newtonsi fonda e trionfa il dogmarazionalefede nell'immutabilità delle leggi della natura. Ilmiracolo non osa farsi vedereose lo fal'accolgono a fischi.


Piùchiaramentespariscono i bizzarri miracoli del capriccios'affacciail grande miracolo universale e ben più divino in quanto piùregolare.


Certoha vinto la grande Rivolta. La riconoscete nelle forme coraggiosedelle prime esplosionil'ironia di Galileoil dubbio assoluto sulquale Cartesio basa la sua costruzione. Il medioevo avrebbe detto:"Lo spirito del MALIGNO".


Vittorianon negativama di grande affermazionesolido fondamento.


LoSPIRITO DELLA NATURA E LE SCIENZE DELLA NATURAproscritti dei vecchitempitornanoirresistibili. La Realtàla sostanza stessavengono a scacciare le ombre sciocche.


Pazziavevano detto: "Il gran Pan è morto". Poivisto cheviveval'avevano fatto Dio del male; nel caosci si potevasbagliare. Ma vivee in armonia nella sublime fissità delleleggiche reggono le stelle einsiemeil mistero profondo dellavita.


Duecose si possono dire su quest'epocanon contraddittorie: lo spiritodi Satana ha vintoma è morta la stregoneria.


Ognitaumaturgiasacra o diabolicaè parecchio in crisiallora.


Stregoniteologisono ugualmente impotenti. Specie d'empiriciinvanosupplicano una fortuna soprannaturalecapricci della graziaquellemeraviglie che la scienza chiede soltanto alla Naturaalla Ragione.


Igiansenistizelantiin tutto un secolo ottengono un piccolissimobuffo miracolo. I gesuiti hanno meno fortunaanche se ricchi epotentinon riescono a procurarsenea qualunque cifraes'accontentano delle visioni d'una ragazza istericasuor MarieAlacoquespaventosamente sanguignache vedeva solo sangue. Davantia tanta impotenzala magiala stregoneriasi potrebbero consolare.


Eccoin questa decadenza della fede nel soprannaturalel'uno seguel'altra. Nell'immaginazione erano legatinel terrore medievale.Nella risata e nello sdegnoeccoli ancora insieme. Quando Molièreprese in giro Diavolo e "caldaie bollenti"al clero venneun colpo; capì che anche la fede nel paradiso declinava.


Ungoverno completamente laicodel grande Colbert (a lungo il vero re)non nasconde il disprezzo per queste vecchie storie. Libera leprigioni dagli stregoniche il parlamento di Rouen ancora ammucchiaPROIBISCE AI TRIBUNALI D'AMMETTERE L'ACCUSA DI STREGONERIA (1672).


Questoparlamento protesta e a chiare lettere dice chenegando lastregoneriaben altro viene compromesso. Se si mettono in dubbio ibassi misteriin molte anime si infiltra il dubbio per quelli dilassù.


Ilsabba scompare. Perché? perché è ovunque. Entranei costumi. Le sue pratiche diventano la vita comune.


Dicevanodel sabba: "Mai donna tornò incinta". Rimproveravanoal Diavoloalla stregad'essere nemici della procreazioneodiarela vitaamare la morteil nullaeccetera. Ma proprio nel pioDiciottesimo secoloquando la strega muore (1)l'amore per lasterilitàla paura di generaresono la malattia di tutti.


SeSatana leggeha di che riderese legge i casistisuoicontinuatori. Ci son differenze? Sì. Satanain tempi dispaventofu buono con gli affamatipietoso coi poveri. Ma questihanno pietà del ricco. Con i suoi vizilussovita di corteè un poveracciomiserabileun accattone. Va a confessarsiin umiltàminacciaper estorcere al dottore un permesso apeccare in coscienza. Qualcuno (se coraggioso) scriverà ungiorno la straordinaria storia della viltà del casista che sivuol tenere il penitentedei vergognosi espedienti cui si abbassa.Da Navarro a Escobartutto uno strano traffico alle spese dellamogliee per un po' ancora discutono. Ma non basta. Il casista hapersoabbandona il campo. Da Zoccoli a Liguori (1670-1770)nonproibisce più la natura.


IlDiavoloal sabbasi saebbe due voltiuno di fronteminacciosol'altro dietrogrottesco. Oggiche non se ne fa nullaregalaquest'ultimogenerosoal casista.


Grandivertimento per Satana scoprire suoi fedeli tra la gente perbenelebrave famiglie regolate dalla Chiesa (2). La donna di mondo che tiensu la casa con la grande risorsa del tempol'adulterio per lucroride della prudenzae segue coraggiosa la natura. La famiglia piasegue solo il gesuita. Per conservareconcentrare il patrimoniolasciare un figlio riccopenetra nelle vie trasversali della nuovaspiritualità. Nell'ombrain segretola più fieraall'inginocchiatoios'ignorasi dimenticas'annullasegue lalezione di Molinos: "Siamo qui per soffrire. Ma la pia indifferenzaalla lungaaddolcisceaddormenta. Si arriva a un nulla.La morte?

No.Come percepire le cose di sfuggita. Senza mescolarsiresponsabili dinullase ne ha l'ecodolce e vaga. Come un caso della Graziasoavepenetrantesoprattutto nell'abiezionel'eclissi dellavolontà".


Bellaprofondità. Povero Satanasei proprio sorpassato. Umiliatiguardariconosci i tuoi figli.


Imediciancor più figli suoi legittiminati dall'empirismopopolare chiamato stregoneriaeredi prediletticui ha lasciatol'altissimo patrimonionon se ne ricordano abbastanza. Sono ingrativerso la strega che li ha preceduti.


Dipiù. Questo re decadutopadre loro e autorelo frustanofuriosamente. TU QUOQUEFILI MI. Forniscono a chi se ne fa beffearmi crudeli.


Giàquelli del Sedicesimo secolo prendevano in giro lo Spiritoche dasempredalle sibille alle stregheha turbato e gonfiato la donna.


Sostenevanoche non è Diavoloné Dioma come diceva il medioevo:

"Principedell'aria". Satana sarebbe solo una malattia.


Il"possesso" sarebbe soltanto l'effetto della vitaprigionierasedutasterile e tesa dei chiostri. Iseimilacinquecento diavoli della piccola Madeleine di Gauffridilelegioni che combattevano nei corpi delle monache esasperate a LoudunLouviersquesti dottori li chiamano turbe fisiche. "Se Eolo fatremare la terra" dice Yvelin"perché non il corpodi una ragazza? Il chirurgo della Cadière (presto lo vedremo)diceduro: "Una soffocazione uterinasemplicemente".


Stranadecadenza. Il terrore del medioevovintosgominato di fronte ai piùsemplici rimediesorcismi alla Molièrefuggesvanisce?

E'ridurre troppo il problema. Satana è altro. I medici non nescorgono né l'altoné il bassoné la grandeRivolta nella scienzané gli strani compromessipiointrallazzo e impudiciziache fa verso il 1700accoppiando Priapo eTartufo.


Sicrede di conoscere il Diciottesimo secoloe mai si èsottolineata una cosa essenziale che lo caratterizza. Mentre leclassi superiori diventarono civiliilluminateprofuse di lucesottoancor più ermeticamentesi chiuse la grande regionedel mondo ecclesiasticoconventile bigottemalaticce e credulone.Aspettando CagliostroMesmer e i magnetizzatoriverso la fine delsecolo arriverannomolti preti si servono della defunta stregoneria.Parlano sempre di stregoneriala paura si diffondee decidono dischiacciare i diavoli con indecenti esorcismi. Molti diventanostregonisanno che il rischio non è tantonon si finisce piùsul rogo ormai. Si sentono protetti dai tempi mitidalla tolleranzache i loro nemicigli intellettualihanno preso a predicarelerisate dei gran libertiniche credono tutto finito se si ride. Maproprio perché si ridequesti tenebrosi congiurati fannostradaquasi impavidi. Il nuovo spirito è quello delReggentescettico e bonario. Splende nelle "Lettres persanes"ovunque nell'onnipotente giornalista che riempie il secoloVoltaire.Se si versa sangue umano allora si sdegna. Del restoride.


Pianopianola massima del pubblico mondano diventa: "Per nientepunireridere di tutto".


Latolleranza consente al cardinale Tencin di essere pubblicamentemarito di sua sorella. La tolleranza consente ai padroni dei conventidi possederetranquillile suoree persino render pubbliche legravidanzesancire legalmente le nascite (3). La tolleranza scusapadre Apollinairesorpreso durante uno schifoso esorcismo (4).


Cauvrignygesuita galanteidolo dei conventi di provinciapaga le sueavventure con un richiamo a Parigiuna promozione insomma.


Nonfu diversa la punizione del famoso gesuita Girard; meritava la forcaebbe solo onorimorì in odore di santità. E' la storiapiù strana del secolo. Si tocca con mano il sistema del tempoil rozzo miscuglio delle più diverse macchine. La pericolosadolcezza del "Cantico del cantici" eracome semprelaprefazione. Marie Alacoque il seguitocon l'unione dei cuorisanguinanticondito dalle dolci mollezze di Molinos. Girard aggiunseil soffio diabolico e i terrori della stregoneria. Fu diavolo edesorcista. Poitremendola poveretta che il barbaro sacrificòinvece d'avere giustiziala perseguitarono a morte. Scomparveforsechiusa per ordine del ree calata viva nel sepolcro.




NOTE:


1)Non ritengo strega la Voisinneppure sabba la finzione che ne facevaper divertire i gran signori annoiatiLuxembourg e Vendômesuo discepoloe gli spudorati Mazarini. Preti sciaguratisoci dellaVoisindicevano nascostamente per loro la messa neracerto piùoscena di quella antica davanti a tutto un popolo. In una squallidavittimaaltare vivomettevano alla berlina la natura. Una donnadata in pasto allo schernoche orrore! Zimbello non degli uominimadelle donne crudeliuna Bouilloninsolentesfrenatao la neraOlimpiapozzo di delittidottore in veleni (1681).


2)La sterilità aumenta ancora nel Diciassettesimo secolosoprattutto nelle famiglie per benestrettamente regolate dalconfessionale. I giansenisti anche. Gli Arnauld per esempio. Ecco illoro calo prima venti figliquindici figli; poi cinqueinfinebasta.


Questarazza energica (unita ai bravi Colbert) finì per esaurimento?

No.Si rinsecchiva a poco a poco per produrre un primogenito riccogransignoreministro. Ci riesce e muore per la sua ambiziosa prudenzacerto autorizzata.


3)Esempio. Il nobile capitolo dei canonici di Pignanche aveva l'onored'essere rappresentato agli Stati di Provenzaaltrettanto fieramenteteneva al pubblico possesso delle religiose del paese.


Eranosedici canonici. La prevosturain un annoricevette dalle monachesedici dichiarazioni di gravidanza. ("Histoire manuscripte deBesse"di RENOUXcomunicata da Th.) Questa pubblicitàalmenofece più raro il crimine monasticol'infanticidio. Lesuoresottoposte a quello che consideravano un obbligo del lorostatocon una piccola vergognaerano umane e brave madri. Almenosalvavano i loro bambini.


Quelledi Pignan li mettevano a balia dai contadiniche li adottavanosene servivanoli allevavano con i loro. Anche oggimolti agricoltorisi sa che sono figli della nobiltà ecclesiastica provenzale.


4)GARINETpagina 344.




10.PADRE GIRARD E LA CADIERE (1730)



Igesuiti erano sfortunati. Sistemati così bene a Versaillespadroni a cortenon godevano da Dio del più piccolo credito.Nemmeno il minimo miracolo. I giansenisti abbondavano almeno incommoventi leggende. Un'infinità di creature malateinvalidistorpiparaliticitrovava alla tomba del diacono Pàris unmomento di guarigione. Questo disgraziato popolo annientato da unasequela spaventosa di flagelli (il gran Reprimo flagellopoi laReggenzail Sistema che produssero tanti mendicanti)questo popoloandava a chiedere la salute ad un pover'uomo di benevirtuosoimbecilleun santoridicolo a parte. Perché ridere dopotutto? La sua vita è commovente molto più che ridicola.Non bisogna stupirsi se quella brava gentecommossa alla tomba delbenefattoredimenticava lì per lì i malanni. Laguarigione non durava tanto; non importail miracolo c'era statodidevozionebuon cuoredi riconoscenza. Più tardivi simescolò la furfanteria; ma allora (1728) queste strane scenepopolari erano molto pure.


Igesuiti avrebbero dato chissà cosa per il più piccolodi questi miracoli che negavano. Da quasi cinquant'anni lavoravano adecorare di favole e storielle la leggenda del Sacro Cuorela storiadi Maria Alacoque. Da venticinque o trenta provavano a far credereche il confratello Giacomo Secondonon contento di guarire gliscrofolosi (in qualità di re di Francia)dopo la morte sidivertisse a far parlare i mutiandar dritto gli storpivedere iguerci. I guariti erano ancora più sbilenchi. Quanto ai mutisi scoprìsfortunache recitava questa parte una canagliamatricolatacolta in flagrante delitto di furto. Percorreva leprovinceea ogni cappella di santo famosoveniva guarita permiracolo e si prendeva le elemosine; poi ricominciava altrove.


Perprocurarsi dei miracoliniente di meglio del "Midi". Vi sitrovano donne nervosesi esaltano facilmenteadatte alla parte disonnambulamiracolatastigmatizzataeccetera.


Igesuiti avevano a Marsiglia un vescovo dei loroBelzunceuomo dicuore e coraggiocelebre dopo la peste famosama credulone e moltoottuso; alla sua ombra si poteva osare molto. Gli avevano messoaccanto un gesuita della Franca Conteauomo di spirito; austerod'aspettoera lo stesso piacevole nelle prediche di genere fioritoun po' mondaneche piacciono alle signore. Vero gesuitache potevariuscire in due modil'intrigo donnesco o il "Santissimo".Girard non aveva dalla sua né l'etànél'aspetto; era un uomo di quarantasette annigrandeseccosembravaestenuato; un po' duro d'orecchiol'aria sporcasputava dappertutto(pagine 5069254) (1). Aveva insegnato a lungofino a trentasetteannie conservava certi gusti da collegio. Da dieci annicioèdalla grande pesteera confessore di religiose. C'era riuscitoes'era conquistato un ascendente notevolecostringendo questeprovenzali al contrario esattoalmeno sembravadel lorotemperamentoalle dottrine e discipline della morte misticalapassività assolutal'oblio perfetto di sé. Ilterribile evento aveva azzittito i coraggiaffranto i cuoriinfiacchiti in un morbido languore. Le carmelitane di Marsigliasotto la guida di Girardsprofondavano in questo misticismo; loroguida una certa suora Rémusatche passava per santa.


Igesuitimalgrado questo successoo forse a causa di questosuccessoallontanarono Girard da Marsiglia; vollero adoperarlo persollevare la casa di Tolone. Ne aveva un grande bisogno. La magnificaistituzione di Colbertil "Seminario dei cappellani dellamarina"era stato affidato ai gesuitiperchétogliessero questi giovani cappellani dalla direzione dei lazzaristisotto la quale stavano quasi ovunque. Ma i due gesuiti che ci avevanomesso non valevano niente. Uno era scemol'altro (padre Sabatier)molto violentomalgrado l'età. Aveva l'insolenza della nostraantica marinae nessuna misura. A Tolone gli rimproveravano non diavere un'amanteneppure una donna sposatama di averla in manierainsolenteoltraggiosamentetanto da far disperare il marito. Luivoleva che costui soprattutto conoscesse a fondo la propria vergognane sentisse tutte le ferite. Le cose furono spinte tanto oltre che ilpover'uomo ne morì (2).


Delrestoi rivali dei gesuiti davano ancora più scandalo. Gliosservantiche dirigevano le clarisse di Ollioulesavevano dellereligiose per amantialla luce del solee non contentinonrispettavano nemmeno le piccole pensionanti. Il padre guardianoAubanyne aveva violata una di tredici anni; inseguito dai genitoriaveva trovato scampo a Marsiglia.


Girardnominato direttore del "seminario dei cappellani"dovevaper l'austerità apparentecon l'abilità realeconquistare ai gesuiti monaci tanto compromessipreti di parrocchiapoco istruiti e molto volgari.


Inquesta regione l'uomo è bruscospesso aspro d'accentod'aspettoe le donne apprezzano molto la dolce gravità degliuomini del nord; sono contente che parlino la lingua aristocraticaufficialeil francese.


Girardarrivando a Tolonedoveva già conoscere il terreno allaperfezione. Aveva già là una certa sua Guiol che venivaogni tanto a Marsigliadove viveva una sua figlia carmelitana.Questa Guiolmoglie di un piccolo falegnamesi mise a sua completadisposizionecome lui voleva e di più; era molto maturadella sua stessa età (quarantasette anni)molto impetuosacorrotta e capace di tuttopronta a rendergli qualunque serviziofacesse quel che facessefosse quel che fossescellerato o santo.


QuestaGuiololtre alla figlia carmelitana a Marsigliane aveva un'altraconversa nelle orsoline di Tolone. Le orsolinereligiose insegnantierano dappertutto una sorta di centro; il loro parlatoriofrequentato dalle madrifaceva da tramite tra il chiostro e ilmondo.


Daloro e per lorocertamenteGirard conobbe le signore della cittàtra cui una donna di quarant'anninubileMademoiselle Gravierfiglia di un vecchio impresario del re all'Arsenale. Questa signoraaveva una specie di ombra che non la lasciava maila Reboulsuacuginafiglia di un capitano navalesua unica erede ebenchéquasi della stessa età (trentacinque anni) decisa adereditare. Da lorosi stava pian piano formando un piccolo cenacolodi ammiratrici e in seguito penitenti di Girard. A volte vi venivaportata qualche ragazzaMademoiselle Cadière ad esempiofiglia di un mercanteuna sartala Laugierla Batarellefiglia diun battelliere. Si facevano pie letture e ogni tanto merendine. Maniente aveva maggior interesse di certe lettere che narravano deimiracoli ed estasi di suor Rémusatancora viva (morìnel febbraio 1730). Che gloria per padre Girard che l'aveva portatacosì in alto! Si leggevapiangevasi gridava d'ammirazione.Se non avevano ancora estasinon ne erano distanti. E la Reboulperpiacere alla parentequalche volta si metteva già in unostato particolarecol noto procedimento di soffocarsi moltodolcemente e pizzicarsi il naso (3).


Traqueste donne e ragazzela meno leggera era senz'altro CatherineCadièredelicata e malaticciadiciassette annitutta presain devozione e carità; l'espressione mortificata sembravaindicare chebenché molto giovaneaveva sofferto piùdi chiunque altro le grandi tragedie dell'epocadella Provenza e diTolone. Questo è abbastanza chiaro. Era nata durante laspaventosa carestia del 1709 equando una ragazza diventa davveroragazzalei vide il tremendo spettacolo della Grande Peste. Sembravasegnata da questi due eventiun po' fuori della vitagiàdall'altra parte.


Iltriste fiore era tutto di Tolonedella Tolone d'allora. Per capirlobisogna pensare a cos'ècos'era questa città.


Toloneè un passaggioun luogo d'imbarcol'ingresso di un portoimmenso e un gigantesco arsenale. Ecco cosa colpisce il viaggiatore egli impedisce di vedere Tolone. Perché c'è una cittàuna vecchia città. Comprende due popoli diversiilfunzionario stranieroe il vero tolonese; il secondopoco amico delprimoinvidia l'impiegato e spesso le grandi arie della Marina lodisgustano. Tutto concentrato nelle viuzze tenebrose d'una cittàstrozzata all'epoca dalla stretta cintura delle fortificazioni.L'originalità della nera cittadina sta nel trovarsi propriotra due oceani luminosilo specchio meraviglioso della rada e ilmaestoso anfiteatro delle montagnebrulle d'un grigio abbaglianteche vi accieca a mezzogiorno. Tanto più oscure sembrano lestrade. Quelle che non vanno dritte al portoe non gli rubano un po'di lucesono sempre profondamente buie. Viali sudici e piccolicommercibotteghe spoglienon le vede chi viene dal giorno:

l'aspettocomplessivo. La forma interna: un labirinto di stradinesi vedonomolte chiesevecchi conventiormai caserme. Impetuosi rigagnolipieni e sporchi d'acque di casecorrono a torrenti. L'aria circolapocoe meravigliain un clima così seccotrovare tantaumidità.


Difronte al nuovo teatroun vicolo chiamato "rue de l'Hopital"va da rue Royale piuttosto strettaalla piccola rue des Canonniers(S.


Sébastien).Si direbbe senza uscita. Il sole a mezzogiorno vi lancia un'occhiatae trova il luogo tanto triste che non si ferma un attimo erestituisce al vicolo la sua ombra oscura.


Diqueste nere casela più piccola era quella del signorCadièrerigattiereo rivenditore. Vi si entrava solo dalnegozioe aveva una stanza per piano. I Cadière erano onestidevotie la signora Cadière uno specchio di perfezione.Questa brava gente non era proprio povera.


Nonsolo la piccola casa era loromacome la maggior parte dei borghesidi Tolonepossedevano una "bastide". Si tratta di unacatapecchiaquasi sempreun piccolo terreno pietroso che dàun po' di vino. All'epoca della grande marinasotto Colbert e suofiglioil prodigioso movimento del porto portava vantaggi allacittà. Vi arrivava il denaro della Francia. Tanti grandisignoridi passaggiosi portavano dietro le loro caseuna numerosaservitùun popolo spendaccioneche si lasciava tanto allespalle. Tutto cessò di colpo.


Questomovimento artificiale terminò; non si potevano piùpagare nemmeno gli operai dell'Arsenale; i vascelli malandati nonvenivano riparatie si finì per venderne il legno (4).


Tolonene sentì violento il contraccolpo. Quando ci fu l'assedio del1707sembrava quasi morta. Ma ecco il terribile 1709il '93 diLuigi Quattordicesimoquando tutti i flagelli insiemecrudeleinvernocarestiaepidemiasembrava volessero radere al suolo laFrancia.


Neppuregli alberi di Provenza vennero risparmiati. Le comunicazionicessarono. Le strade pullulavano di mendicantidi affamati. Tolonetremavacircondata da briganti che battevano tutte le strade.


Lasignora Cadièreper di piùin quell'anno crudeleeraincinta.


Avevatre ragazzi. Il primo restava in negozioaiutava suo padre. Ilsecondo stava dai predicatori e doveva farsi monaco domenicano(giacobinocome si diceva). Il terzo studiava da prete al seminariodei gesuiti. Volevano una femmina; lei chiedeva a Dio una santa.Passò nove mesi in preghieradigiunando o mangiando solo panedi segale.


Ebbeuna figliaCatherine. La bambina era molto delicataecome i suoifratellimalaticcia. Anche a causa dell'umidità della casasenz'ariadello scarso nutrimento della madretanto economa e piùche sobria. I fratelli avevano ghiandole che ogni tanto si aprivano;anche la piccola nei primi anni. Senza essere proprio malataavevala grazia sofferente dei bambini non tanto sani. Divenne grande manon robusta. All'età della forza per le altredella gioiadella vita in ascesalei diceva già "Mi resta poco davivere".


Preseil vaioloe ne rimase un po' segnata. Chissà se fu bella.


Sicuramenteera graziosaaveva tutti i deliziosi contrasti delle giovaniprovenzalie la loro doppia natura. Vivace e incantataallegra emalinconicauna brava piccola devotacon innocenti scappatelle. Trale lunghe funzionise la portavano alla "bastide" con leragazze della sua etànon aveva problemi a comportarsi comelorocantare o ballaremettendosi al collo il tamburello. Ma questigiorni erano rari. Molto più spessoil suo grande piacere erasalire al piano più alto (pagina 24)trovarsi piùvicina al cielovedere un po' di giornointravedere forse unangolino di mareo qualche punta aguzza della vasta tebaide deimonti. Erano alteri anche allorama un po' meno sinistri edisboscatimeno brullivestiti di radi corbezzolidi larici.


Questamorta città di Tolonequando arrivò la pestecontava26.000 abitanti. Enorme massa stretta in un solo punto. Inoltredaquesto puntodovete togliere una cintura di grandi conventiaddossati alle muraminimioratorianigesuiticappuccinirecollettiorsolinevisitandinebernardineRifugioBuon Pastoreein pieno centrol'enorme convento dei domenicani. Aggiungete lechiese parrocchialii presbiteriil vescovadoeccetera. Il clerooccupava tuttoil popolo nientesi può dire (5).


Sicapisce chesu un focolaio così concentratoil flagello siconcentrò crudele. A Tolone fu fatale anche il buon cuore.Accolse generosamente dei fuggiaschi da Marsiglia. Poterono beneintrodurre la pestetanto quanto le balle di lana cui vieneimputata. I notabili in preda al terrore stavano per fuggiredisperdersi per le campagne. Il primo consoleD'Antrechauscuored'eroeli fermò con parole severe:

"Eil popoloche ne sarà del popolosignoriin questa cittàspogliatase i ricchi se ne vanno con le loro borse?". Litrattennee obbligò tutti a restare. Gli orrori di Marsigliavenivano attribuiti alle comunicazioni tra gli abitanti. D'Antrechausprovò un sistema del tutto opposto; isolarechiudere in casai tolonesi. Vennero predisposti due ospedali immensinella rada esui monti. Quanti non andavano làdovettero restare in casapena la morte. D'Antrechausper sette lunghi mesisostenne questasfida impossibiletenere e nutrire in casa una popolazione di 26.000anime Per tutto questo tempoTolone fu un sepolcro.


Nessunmovimentotranne la mattinala distribuzione del pane di porta inportapoi il prelievo dei morti. I medici morirono quasi tuttimorirono i magistratisalvo D'Antrechaus. I becchini morirono.


Lisostituivano disertori condannatima con una brutalitàaffannata e furiosa. I corpidal quarto pianovenivano gettatisulla carretta a testa in giù. Una madre aveva appena perdutala figliauna bambina.


Nonvolle vedere l'orrore del povero corpicino buttato giù cosìea forza di denaroottenne che la portassero. Nel tragittolabimba rinvienesi rianima. La riportano su; sopravvive. Tanto che fula nonna del nostro dotto Brunautore dell'ottima storia del porto.


Lapovera piccola Cadière aveva proprio l'età di questamorta sopravvissutadodici anniun'età delicatissima per lebambine. La chiusura generale delle chiesela soppressione dellefeste (Natalecosì allegro a Tolone)per la bambina era lafine del mondo. Pare che non se ne sia mai riavuta del tutto. NemmenoTolone ritornò mai più in sé. Conservòl'aspetto di un deserto. Tutto era in rovinaluttovedovoorfanoper molti la disperazione. Al centrouna grande ombraD'Antrechausche aveva visto morire tuttifiglifratellie colleghiegloriosamente in rovinadoveva mangiare dai vicini; i poveri sicontendevano l'onore di nutrirlo.


Lapiccola disse alla madre che non avrebbe portato mai più i beivestiti che avevae dovettero venderli. Voleva soltanto servire imalati; portava tutti i giorni la madre all'ospedalein fondo allaloro via. Una piccola vicina di quattordici annila Laugieravevaperduto il padree viveva con la madrenella miseria piùnera.


Catherineandava da loro in continuazionee portava da mangiare del suoevestititutto quello che poteva. Chiese ai genitori di pagare allaLaugier il tirocinio da una sartaed aveva un tale ascendente cheessi non rifiutarono questa grossa spesa. Questa pietàilpiccolo cuore deliziosola facevano onnipotente. La sua caritàera appassionata; non si limitava a dare: amava. Avrebbe volutoquesta Laugier perfetta. Se la teneva volentieri accantospesso lafaceva dormire con sé. Erano state accolte tutte e due nelle"Figlie di Santa Teresa"un terz'ordine messo in piedi daicarmelitani. La Cadière ne era l'esempioea tredici annisembrava una carmelitana finita.


Avevapreso a prestito da una visitandina dei libri di misticismoe lidivorava. La Laugiera quindici anniera il suo contraltare; nonvoleva far nientetranne mangiare ed esser bella. Lo erae alloral'avevano fatta sagrestana della cappella di Santa Teresa. Occasionedi grande intimità coi preti; quindiquando la sua condottala portò ad essere scacciata dalla congregazioneun'altraautoritàun vicario generalemontò su tutte le furietanto da dire chese così stavano le coseavrebbe interdettola cappella. (pagine 36; 37) Avevano entrambe il carattere dellaregioneestrema agitazione nervosa edall'infanziai cosiddetti"vapori di madre" (d'utero). Ma l'effetto era opposto;molto carnale la Laugiergolosapigraviolenta; tutta cerebrale lapura e dolce Catherineche a causa delle malattieo della fantasiavivaceche l'assorbiva per interonon aveva nessuna idea del sesso."A vent'annine aveva sette." Non pensava che a pregare edonarenon voleva sposarsi. Alla parola matrimonio piangevacomealla proposta di lasciare Dio.


Avevapreso in prestito la vita della sua patronasanta Caterina daGenovae comprato il "Castello interiore" di Santa Teresa.Pochi confessori potevano starle dietro in questo slancio mistico. Aparlar goffamente di queste cose le si faceva male. Non si contentòdel confessore della madredel prete della cattedralené diun carmelitanonemmeno del vecchio gesuita Sabatier. A sedici anniaveva un prete di san Luigimolto molto spirituale. Passava giornateintere in chiesatanto che sua madreallora vedovaavendo bisognodi leibenché devota anch'essaquando rientrava la puniva.Ma non aveva colpa. Nell'estasi si dimenticava. Le ragazze della suaetà la consideravano una santatanto che qualche volta amessa credettero di vedere l'ostiaattratta dalla forza d'amore chelei esercitavavolarle incontro e da sola entrarle in bocca.


Isuoi due giovani fratelli avevano pareri opposti su Girard. Ilmaggioredai predicatorinutriva per il gesuita l'antipatianaturale all'ordine di san Domenico. L'altro cheper diventarepretestudiava dai gesuitivedeva in Girard un santoungrand'uomo; ne aveva fatto il suo eroe. Lei amava questo suofratellocome lei malaticcio.


Quelloche le diceva sempre su Girard dovette fare effetto. Un giornoloincontrò per strada; lo vide così serio ma cosìbuono e dolceche una voce da dentro le parlò: "Eccehomo" (eccolol'uomo che deve guidarti). Il sabato andòa confessarsi da luie lui: "Signorinavi aspettavo".Rimase sorpresa e turbatanon pensò che suo fratello avessepotuto avvertirloma credette che la voce misteriosa aveva parlatoanche a luie che erano uniti in questa comunione celeste di annuncida lassù (pagine 81383).


Seimesil'estate passò senza che Girardche la confessava ilsabatofacesse una mossa. Lo scandalo del vecchio Sabatier lorendeva prudente. Sarebbe stato saggiocom'era luiaccontentarsidel legame più oscurola Guioltanto maturad'accordomaardenteun demonio.


Fula Cadière a farsi avantiinnocente. Suo fratellogiacobinosenza testas'era lasciato andare a prestare ad una signorae fargirare in cittàuna satira dal titolo "Morale deiGesuiti". Questi vennero subito a saperlo. Sabatier giura chescriverà a corteotterrà un ordine regio per metterein prigione il giacobino. Sua sorella si spaventaèsconvolta; vapiangentea implorare padre Girardlo prega diintervenire. Poco dopoci tornalui le dice: "Statetranquilla; vostro fratello non ha nulla da temere. Ho messo a postoio". Lei ebbe un tuffo al cuore. Girard avvertì il suovantaggio. Un uomo così potenteamico del reamico di Dioeche s'era dimostrato così buono! Cosa ha più potere suun giovane cuore? Azzardòe le disse (benché nella sualingua ambigua): "Rimettetevi a meabbandonatevi tutta".Lei non arrossì eun angelo di purezzadisse:

"Sì"non intendendo nient'altro che averlo per unico direttore.


Luiche intenzioni aveva? Voleva farne un'amante o uno strumento diciarlataneria? Girard fu senz'altro incertoma credo che pendesseper la seconda idea. Aveva possibilità di sceltapotevatrovare piaceri senza pericoli. E la Cadière aveva una madrepia. Viveva in famigliaun fratello sposatodue di chiesain unacasa molto piccolaunico ingresso la bottega del fratello maggiore.Non andava che in chiesa.


Ingenuaquanto si vuolesentiva istintivamente le cose impurele cosepericolose. Alle penitenti dei gesuiti piaceva riunirsi all'ultimopiano di una casae facevano baldoriafolleggiavanoe gridavano inprovenzale: "Viva i jésuitons". Una vicinainfastidita dal chiassosalìe le vide stese sul ventre (5b)a cantaremangiando frittelle (tutto pagatosi dicecon leelemosine). Vi invitarono la Cadièremadisgustatanontornò.


Bisognavaattaccarla dall'anima. Girard sembrava non volere che l'anima.Vederla obbedireaccettare le dottrine di passività che luiaveva insegnate a Marsigliapareva il suo unico scopo. Pensòche gli esempi son meglio dei precetti. Incaricò la Guiolsuaanima dannatadi portare la giovane santa in quella cittàdove la Cadière aveva un'amica d'infanziacarmelitanafigliadella Guiol. La furbonaper guadagnarsi fiduciadiceva di avereanche lei delle estasi. Le propinava racconti ridicoli. Dicevaadesempioche avendo trovato in cantina una botte di vino che s'erarovinatos'era messa a pregareed ecco il vino tornareimmediatamente buono. Un'altra voltas'era sentita entrare unacorona di spinema gli angeli per consolarla avevano servito unabuona cenagustata con padre Girard.


LaCadière ottenne dalla madre di andare a Marsiglia con questabrava Guiole la signora Cadière pagò le spese delviaggio. Era il mese più arso dell'arida regioneagosto(1729)tutti i campi secchi offrono allo sguardo un arido specchiodi rocce e sassie basta. Il debole cervello scarno della giovanemalatainfluenzato dalla fatica del viaggiorimase tanto megliocolpito da quelle morte di convento. Il modello era quella suorRémusatgià cadavere (e che morì davvero). LaCadière ammirò l'altissima perfezione. La perfidacompagna la tentò con l'idea orgogliosa di seguirne l'esempioe succederle.


Durantequesto breve viaggioGirardrimasto nella soffocante canicola diToloneera sceso tristemente in basso. Andava spesso da quellapiccola Laugier che era convinta anche lei di avere delle estasilaCONSOLAVA (tanto bene che restò incinta). Quando la Cadièregli ritornò ispirataesaltataluicarnale invecetuttopiacerele "lanciò un soffio d'amore" (pagine 6383). Lei ne rimase infiammatama (lo si vede)a modo suopura esantagenerosavoleva impedirgli di cadereoffrirsi a questa causafino a morire per lui (settembre 1729).


Unodei doni della sua santità: vedeva in fondo ai cuori. Qualchevolta le era successo di conoscere la vita segretale abitudini deisuoi confessoriavvertirli dei loro peccatie moltisorpresispaventatiavevano umilmente appreso la lezione. Un giorno di quellaestatevedendo venire la Guiolle disse di punto in bianco:

"Cattivacosa avete fatto?" "E aveva ragione" disse piùtardi la stessa Guiol"avevo appena commesso una bruttaazione." Quale?

Probabilmenteprostituire la Laugier. Siamo spinti a pensarlo vedendolal'annodopovolerlo fare con la Batarelle.


LaLaugierche spesso dormiva dalla Cadièrepoteva facilmenteaverle confidato la sua felicità e l'amore del santole suepaterne carezze.


Provacrudele per la Cadière e grave scompiglio per il suo spirito.


Conoscevabenissimo la massima di Girard: in un santo tutto è santo.


Mala naturale onestàl'educazione precedentela costringevanoa credere che una tenerezza eccessiva verso la creatura fosse semprepeccato mortale. Questa perplessità dolorosa tra due dottrinefu il colpo di grazia e causò nella povera ragazza orrendebattagliefinché si pensò OSSESSA dal demonio.


Unaltro esempio della bontà del suo cuore. Senza umiliareGirardgli disse di avere la visione di un'anima tormentatad'impuropeccato mortaleche sentiva il bisogno di salvarlaoffrendo al diavolo vittima contro vittimavoleva accettarel'OSSESSIONE e darsi al posto di quella. Lui non glielo proibìle permise d'essere OSSESSAma solo per un anno (novembre 1729).


Leisapevacome tutta la cittàdegli scandalosi amori delvecchio Sabatierinsolentefuriosonient'affatto prudente comeGirard.


Vedevail disprezzo in cui i gesuiti (che credeva sostegno della Chiesa)inevitabilmente cadevano. Un giorno disse a Girard: "Ho avutouna visione: un mare cupoun vascello pieno d'animesbattuto dallatempesta dei pensieri impurie sul vascello due gesuiti. Ho detto alRedentoreche vedevo in cielo: Signoresalvateliannegate me.


Prendosu di me tutto ii naufragio. E il buon Dio mi disse sì".


Mainel corso del processoe quando Girardormai crudele nemicoperseguì la sua morteci tornò sopra. Non spiega maiqueste due parabole così facili. Fu tanto nobile: non disseuna parola. S'era data tutta alla causa. A che? Senz'altro alladannazione. Diranno cheper orgogliocredendosi salda e mortasfidava l'impuro con cui il demonio affliggeva l'uomo di Dio. Ma nonconosceva niente di preciso di cose dei sensiquesto è certoin questo mistero non vedeva che doloritorture del demonio. Girardera freddoe quanto indegno!

Invecedi commuoversisi prese gioco della credulità con un ignobileinganno. Le infilò nel cofanetto un fogliodove Dio le dicevacheper leiavrebbe davvero salvato il vascello. Ma si preoccupòdi non lasciarle questo ridicolo documento; leggendolo e rileggendoloavrebbe potuto accorgersi che era fabbricato. L'angelo che recapitòil foglioil giorno dopo se lo riprese.


Sempredi mano pesanteGirardvedendola agitata che non riusciva apregarele permise alla leggera di prendere la comunione a volontàtutti i giorni in chiese diverse. Peggiogià piena deldemoniosi portava dentro insieme i due nemici. Due forze ugualierano in lotta dentro di lei. Le sembrava di scoppiaredi andare abrandelli.


Cadevasvenivae restava così molte ore. In dicembrenon uscìpiùneanche dal letto.


PerGirard fu un ottimo pretesto per vederla. Prudentesi faceva sempreaccompagnare dal fratelloalmeno fino alla porta. La camera dellamalata era all'ultimo piano. La madre discreta restava in negozio.Era solofinché volevaese volevagirava la chiave. Leiallora era molto malata. Lui la trattava da bambinala spostava inavanti sul lettole teneva la testala baciava paterno. Leiaccettava tutto con rispettoteneramentericonoscente.


Moltopuraera sensibilissima. Un contatto leggero che un'altra nonavrebbe sentitoe perdeva conoscenzabastava appena sfiorarle ilseno. Girard fece la provae gli vennero cattivi pensieri. Laprecipitava in questo sonno a suo piacimento e lei non pensava perniente a difendersiaveva piena fiduciasoltanto era inquietasivergognava un po' di prendersi tanta libertà con un uomo cosìe fargli perdere un tempo tanto prezioso. Lui restava a lungo. Laconseguenza era prevedibile. La povera ragazzinamalata finchési vuolediede lo stesso alla testa di Girardun'invincibileebbrezza.


Unavoltasvegliandosisi trovò in una posizione molto ridicolaindecente; un altra lo sorprese ad accarezzarla. Arrossìgemettesi lamentò. Ma luiimpudente: "Sono il vostromaestroil vostro Dio.


Dovetesoffrire tutto in nome dell'obbedienza". Verso Natalefestagrandeperdette l'ultima riserva. Al risvegliolei gridò:"Dio mioquanto ho sofferto". "Lo solo sopoverabambina"le rispose con accento di compassione. Allora lei silamentò menoma non capiva cosa provava nel sonno (pagine 512eccetera).


Girardcapiva meglioe lo spaventavaquel che aveva fatto. Gennaiofebbraioun segno troppo sicuro l'avvertì della gravidanza.Per massimo d'imbarazzoanche la Laugier si scoprì incinta.Le feste delle devotequelle mangiatebagnate a volontà divinello localeavevano in primo luogo esaltato il fuoco naturale diquella razzaavevano causato l'estasi contagiosa. Le furbettebaravanoma per quella piccola Laugiersanguigna e impetuosal'estasi fu reale.


Nellasua camerettaveri e propri delirisvenimentisoprattutto quandoarrivava Girard. Fu grossa poco dopo la Cadièrecertoall'Epifania. (pagine 37 e 114).


Pericolosissimo.Non erano in un desertoo in fondo a un conventointeressato amettere a tacere la faccendamaper così direin piazza. LaLaugier in mezzo a vicine curiosela Cadière in famiglia.


Suofratelloil giacobinocominciava a trovar da ridire che Girard lefacesse visite così lunghe. Un giornoosò rimanerlevicino all'arrivo del gesuitacome per guardarla. Girardtemerariolo mise alla portae la madre cacciò il figlio di casa.


Stavaper scoppiare tutto. Questo giovanepreso a pesci in facciacacciato da casa suala rabbia lo acciecavanon avrebbe esitato arivolgersi ai predicatorie questiapprofittando subito della bellaoccasionenon avrebbero sparso la voce ai quattro venti esottosottoaizzato contro il gesuita tutta la città? Costuiassunse una strana posizioneuna risposta d'audaciasalvarsi coldelitto. Il libertino diventò uno scellerato.


Conoscevabene la vittima. Aveva visto i segni del vaiolo avuto da piccola. Nonrimarginano bene come una ferita. La pelle resta rosasottile edebole. Ne aveva ai piedi. Ed anche in un punto delicatopericolososotto il seno. Gli venne l'idea diabolica di riaprire queste piaghefarle passare per stimmatecome quelle venute dal cielo a sanFrancesco e santi compagni checercando l'IMITAZIONE e laCONFORMITA' completa col Crocefissoportavano il segno dei chiodi ela lancia al costato. I gesuiti erano desolati di non avere niente daopporre ai miracoli dei giansenisti. Girard era sicuro di sedurli conla sorpresa di un miracolo. Non poteva non essere sostenuto dai suoidalla casa di Tolone. Il vecchio Sabatier era pronto a credere atutto; era stato il confessore della Cadièree la cosa gliavrebbe fatto onore. Padre Grignet era un beato scemoche avrebbevisto tutto quello che si voleva. Se i carmelitani o chicchessiaavessero osato dubitaresarebbero stati avvertiti da tanto in altoche avrebbero valutato prudente tacere. Anche il giacobino Cadièrenemico finora e gelosoavrebbe trovato opportuno ricredersicrederea ciò che metteva la famiglia in gloriae di lui faceva ilfratello di una santa.


"Ma"diranno"non si trattava di una faccenda naturale? Abbiamoun'infinità d'esempiverificati e controllatidi vere eproprie stimmate." (6) E' probabile il contrario. Quando se neaccorsepiena di vergogna e desolatalei ebbe paura di dispiacere aGirard per questo ritorno dei malanni infantili. Corse da una vicinauna madama Trucuna donna che pasticciava di medicinee comprò(per il fratellodisse) un unguento che bruciava le piaghe.


Questepiaghe come le tirò fuori il mostro? Affondò le unghie?Usò un coltellinoche portava sempre con sé? Oppure laprima volta attirò il sanguecome fece doposucchiando apieni polmoni? Lei non era coscientema sensibile sì;attraverso il sonnodovette sentire il dolore.


Sisarebbe ritenuta gravemente in peccatose non avesse parlato conGirard. Per quanto temesse il dispiacere e il disgustodisse tutto.


Luividee recitò la commediale rimproverò di volerguarire e opporsi a Dio. Sono celesti stimmate. Eccolo in ginocchioche bacia le piaghe dei piedi. Lei si segnasi umiliastenta acredere. Girard insistela sgridache scopra il costatoammira lapiaga. "Anch'ioce l'ho" disse. "Ma interna".


Eccolaobbligata a credersi un miracolo vivente. La aiutò adaccettare questo portento il fatto che sorella Rémusat eraappena appena morta.


Leil'aveva vista in gloriacol cuore portato dagli angeli. Chi neavrebbe preso il posto in terra? Chi avrebbe ereditato i suoi donisublimii favori celesti che l'avevano riempita? Girard le offrìl'eredità e la corruppe d'orgoglio.


Daalloracambiò. Santificò vanitosamente tutto ilmuoversi naturale che sentiva. Le nauseei sussulti della donnaincintadi cui non capiva nienteli attribuì alle violenzeinteriori dello spirito. Il primo giorno di Quaresimaa tavola con isuoidi punto in bianco vede il Signore. "Io voglio condurtinel deserto" disse. "Farti partecipe degli eccessi d'amoredella santa Quarantenacondividere con te le mie sofferenze."Dei brividi la scuotonol'orrore dei dolori che l'aspettano. Masoltanto lei può darsi per tutto un mondo di peccatori. Havisioni sanguinose. Non vede che sangue. Gesù le appare uncolasangue. Lei stessa sputava sanguee ne perdeva anche da altrove.Ma nello stesso tempo sembrava cambiare natura. Col progredire dellesofferenzesi faceva appassionata. Il ventesimo giorno di Quaresimavede il suo nome unito a quello di Gitard.


L'orgoglioesaltatostimolato dal senso nuovo arrivatol'orgoglio le fa capirela POTESTA' SPECIALE di Maria (la donna) su Dio. Sente QUANTOL'ANGELO E' INFERIORE all'ultimo santoall'ultima santa. Vede ilpalazzo della gloriae si confonde con l'agnello. Per colmod'illusionesi sente sollevare da terradi parecchi piedisalirein aria. Riesce appena a crederloma glielo assicura MademoiselleGravieruna persona rispettabile. Vengono tutti ad ammirareeadorano. Girard porta il collega Grignetche si inginocchia e piangedi gioia.


Nonosando andare da lei tutti i giorniGirard la faceva venire spessoalla chiesa dei gesuiti. Lei vi si trascinava all'unafinite lefunzioniall'ora di pranzo. In chiesa non c'era nessuno. Lui silasciava andaredavanti all'altarealla crocea trasporti che ilsacrilegio faceva più ardenti. Ma leinon aveva scrupolipoteva ingannarsi? Sembra che la sua coscienzanell'esaltazionesincera ancora e senza trucchiiniziasse comunque a perdersisioffuscava.


Sottole stimmate sanguinantiquesti favori crudeli dello Sposo celesteiniziava a sentire strane gratificazioni. Felice dei suoi svenimentivi trovavadicevaun'infinita dolcezza di pena e un certo fiottodella grazia "fino all'accordo perfetto" (pagina 425"indodicesimo").


Dapprimafu stupita e inquieta di queste novità. Ne parlò allaGuiolchesorridendo"Come sei sciocca" le disse"nonè niente" e aggiunse cinica che anche lei sentiva lestesse cose.


Cosìqueste perfide intriganti facevano del loro meglio per corrompere unaragazza onesta d'indolee nella quale i sensi ritardati faticavanomolto a svegliarsisotto l'ossessione odiosa d'un'autoritàsacrale.


Nellesue fantasie due elementi commuovono: l'idea di purezza che si facevadell'unione fedeleconvinta di vedere il nome di Girard e il suouniti per sempre nel libro di vita. E la sua bontàche brillain mezzo alle pazziel'incantevole cuore di bambina. La domenicadelle Palmevedendo l'allegra tavolata di famigliapianse tre oredi seguito al pensiero "che nello stesso giorno nessuno invitòGesù a cena".


Perquasi tutta la quaresimanon riuscì quasi a mangiare;rigettava il poco che ingoiava. Gli ultimi quindici giornidigiunòdel tuttoe la debolezza arrivò al limite. Chi potrebbecredere che Girardsu questa moribondaquesto soffiopraticònuove sevizie? Aveva impedito alle piaghe di chiudersi. Gliene venneuna nuova nel fianco destro.


Infineil venerdì santoper completare la crudele commediale feceportare una corona di fil di ferrocheentrandole nella frontelefaceva colare gocce di sangue sul volto. E senza tanti misteri. Luitagliò i lunghi capellie se li prese. Poi ordinò lacorona a un certo Bitardmercante al portoche costruiva gabbie.Lei non si faceva vedere con la corona; i visitatori ne vedevanosoltanto gli effettile gocce di sanguela faccia sanguinante. Cicalcavano salviette e ne facevano "veroniche"che Girardportava via da distribuiresenza dubbio ad anime pie. La madre sitrovò suo malgrado complice dell'imbroglio. Aveva paura diGirard. Iniziava a capire che era capace di tuttoe qualcuno inconfidenza (molto probabilmente la Guiol) le aveva detto che bastavauna parolae sua figlia non sarebbe vissuta ventiquattr'ore.


Quantoalla Cadièresu questo non mentì mai. Dettando lastoria di questa quaresimadice chiaro e tondo che è unacorona spinatacalcata in testaa farla sanguinare. Non nascondenemmeno l'origine delle piccole croci che distribuiva ai visitatori.Su un modello fornito da Girardle ordinò a un parentecarpentiere all'Arsenale.


Ilvenerdì santo rimase ventiquattr'ore svenutain estasi sidicevalasciata alle cure di Girardsnervantiassassine. Era ditre mesi.


Luiiniziava a vedere la santala martirela miracolatalatrasfigurataingrossare. Voleva e temeva la soluzione violentadell'aborto. Lo provocava somministrandole tutti i giorni pericolosiintruglipolveri rossastre. Avrebbe preferito che fosse morta; lafaccenda si sarebbe chiusa. Almenoavrebbe voluto allontanarla dallamadrenasconderla in un convento. Conosceva quei postie sapevacome Picart (vedere sopra il caso di Louviers)con quantaaccortezzaquale discrezione coprono questo genere di faccende.Voleva mandarla alla certosa di Prémoleo a Santa Chiarad'Ollioules. E ne parlò ancheil venerdì santo. Ma leiappariva così deboleche non osavano farla scendere dalletto. Quattro giorni dopo PasquaGirard era nella sua cameraquando lei evacuòdolorosamente tutto d'un colpoun grossogrumo che sembrava sangue coagulato. Lui prese il vasoguardòcon attenzione alla finestra. Ma leiche pensava non ci fosse nientedi malechiamò la servae glielo diede da vuotare. "Cheimprudenza!" Questo grido sfuggì a Girarde lo scioccolo ripetè (pagine 54388eccetera).


Nonabbiamo altrettanti dettagli sull'aborto della Laugier. S'era resaconto della gravidanza durante la stessa quaresima. Aveva avutostrane convulsioniaccenni di stimmate piuttosto ridicoli; un colpodi forbici che s'era data sul lavoro di sartaun'infiammazioneapertasi sul costato (pagina 38). Improvvisamente le estasi sitrasformarono in empietà disperata. Sputava sul crocifisso.Urlava contro Girard:

"Dov'èquel demonio di padreche m'ha messa in questo stato? Non eradifficile abusare di una ragazza di ventidue anni. Dov'è? Mipianta qui. Voglio che venga". Le donne che aveva intorno eranoanch'esse amanti di Girard. Andavano a cercarloe lui non aveva ilcoraggio di venire ad affrontare il furore della ragazza incinta.Queste comariinteressate ad abbassare il rumoreriuscirono senzadi luia trovare un mezzo per chiudere la questione senza scandali.


Girardera stregonecome si sostenne poi? Saremmo portati a crederlovedendo con quanta facilitàné giovane nébellosedusse tante donne.


Maè più curioso ancora checompromesso a tal puntoabbia incantato l'opinione pubblica. Per un momento parve che avessestregato tutta quanta la città. In realtàsi sapeva ilpotere dei gesuiti; nessuno voleva metterseli contro. Nemmeno aparlarne male sottovoce ci si sentiva sicuri. La gran parte degliecclesiastici erano piccoli monaci mendicanti senza relazioni potentiné protezioni dall'alto. Persino i carmelitanimolto gelosie offesi d'aver perduto la Cadièrerimasero zitti. Suofratelloil giovane giacobinoistruito dalla madre tremanteritornò alla diplomaziasi riconciliò con Girardfinché gli si diedecome l'altro fratellotanto da aiutarloin una strana manovra per far credere che il gesuita avesse qualitàdi profeta.


Sedoveva temere qualche debole opposizioneveniva dalla personaall'apparenza più soggiogata. La Cadièreancorasuccubedava però qualche piccolo segno d'indipendenzavicinache doveva venire a galla. Il 30 aprileil galante Girardorganizzò una festa in campagnadove mandò insiemealla Guiol la truppa delle sue giovani devote. La Cadièrecadde in un grande sogno. La bellezza di primaveraincantevole inquesto paeseelevò il suo cuore a Dio. Dissecon sentimentoveramente religioso: "Voi soloSignorevoglio soltanto voi. IVostri angeli non mi bastano". Epoiché una ragazzamolto vivace si appese al colloalla provenzaleun tamburellolaCadière seguì le altresi mise a saltareballareunastuoia per scialle fece la zingarasi stordì a forza dipazzie.


Eramolto nervosa. In maggioottenne dalla madre di poter andare allaSainte-Baumela chiesa della Maddalenala grande santa dellegiovani penitenti. Girard le impose la scorta di due guardianefedelila Guiol e la Reboul. Ma per stradabenché avesseancora a tratti qualche estasisi mostrò stanca d'essere lostrumento passivo del violento Spirito (infernale o divino) che lasconvolgeva. L'anno d'OSSESSIONE stava per finire. Non s'eraguadagnata la libertà? Fuori dalla cupa e seducente Tolonedinuovo all'aria apertain mezzo alla naturasotto il solelaprigioniera si riapprpriò dell'animaresistette all'animaestraneaosò essere se stessavolere. Le due spie di Girardmisero a cattivo frutto la lezione. Al ritorno dal breve viaggio (dal17 al 22 maggio)lo avvertirono del cambiamento.


Sene convinse da solo. Lei oppose resistenza all'estasi; volevaobbediresembravasoltanto alla ragione.


Avevacreduto di tenerlacol fascinola sacra autorità e colpossesso e l'abitudine carnale. Non teneva nulla. La giovane animachedopotuttoera stata meno presa che sorpresa (a tradimento)ritornava alla sua natura. Restò colpito. Il mestiere dipedantela tirannia sui bambinia castighi su castighisullereligioseugualmente succubigli lasciavano un fondo duro digelosia di dominio. Decise di riafferrare la Cadière punendoquesta prima piccola rivoltase possiamo chiamare così iltimido slancio dell'anima schiacciata che si solleva.


Il22 maggioquandocome al solitolei si confessò da luisirifiutò d'assolverladicendole che era tanto colpevolechedoveva infliggerle l'indomani una grandeenorme penitenza.


Cosasarà? Il digiuno? Ma lei era già indebolita edestenuata. Le lunghe preghiere non erano nelle abitudini deldirettore quietista; le proibiva. Restava la punizione corporaleladisciplina. Era la punizione più comunedistribuita neiconventi come nei collegi. Mezzo semplice e spicciodi rapidaesecuzionechein tempi semplici e rozziveniva applicato dentrola chiesa stessa. Vediamo nei "fabliaux"primitiviaffreschi di costumeche il pretedopo aver confessato il marito ela mogliesenza complimentisul postodietro il confessionalegliimpartiva la disciplina. Gll scolarii monacile religiose nonvenivano puniti diversamente (7).


Girardsapeva che leinon abituata alla vergognamolto pudìca(aveva subìto soltanto nel sonnosenza saperlo)avrebbesofferto moltissimo una punizione indecente; spezzataavrebbeperduto qualunque impulso.


Lasi doveva umiliare ancor più forse di qualsiasi altradovevapatire (c'è bisogno di confessarlo?) nella sua vanitàdi donna. Aveva soffertodigiunato tanto! Infine l'aborto. Il suocorpogià delicato in sépareva ormai un'ombra. Senzadubbio aveva tanta più paura di far vedere qualcosa della suapovera personascarnitadistruttadolente.


Lastoria scioccante che state per leggere è tratta parola perparola da tre deposizioni (tanto ingenuevere a prima vista).Avremmo voluto riassumerlaper renderla meno ingrata. Ma avrebbeperso qualunque importanza e utilità. La storiala giustiziacomandano. Obbediamo.


Nonebbe pietà: "Poiché avete rifiutato di essererivestita dei doni di Diostate nuda. E davanti a tutto il mondomeriteresteinvece del vostro confessoreche non ne faràparola. Ma giuratemi il segreto. Se parlatemi perdete".


Senzaspogliarla ancora completamentela fece salire sul lettoe disse:"Meritereste non questo lettoma la pedana che avete visto adAix". Spaventata e percorsa da brividilei non opposeresistenzasi umiliò. Aveva le gambe gonfiee un piccolodisturbo che doveva desolarla. Alloralui le diede qualche colpo didisciplina.


Erarimasta stupita al vedere che in mezzo a tante minaccele avevasistemato però due cuscini sotto i gomiti. Ma si stupìmolto di più quando questo giudicequesto padre in iralasorprese con un bacio stranooscenoinatteso.


Mostruosaincoerenza. Pazzesca adorazione che l'amorein questo casononentra proprio a scusare. Fa orrore soprattutto che allora lui nonl'amava granchénon le risparmiava nulla. Abbiamo visto queisuoi crudeli intruglie stiamo per vederlo lasciarsi andare. Cel'aveva con lei perché era migliore di quelle donne cadutecosì in basso.


Glienevoleva per averlo tentato (con quanta innocenza!)compromesso.


Masoprattutto non le perdonava di conservarsi un'anima. Voleva solodomarlama ascoltava con speranza le parole che lei diceva spesso:

"Losentonon vivrò". Libertinaggio scellerato. Baciava divergogna quel povero corpo affranto che avrebbe voluto vedere morto.


Leiera stravoltanon sapeva più che pensare. Lui le disse: "Enon è tutto. Il buon Dio non è soddisfatto". Lafece scendere dal lettoinginocchiarele fece segno che dovevaessere tutta nuda. Lei mandò un grido e chiese pietà.Matroppo scossacadde in deliquioed in balía. Per quantotorpidasentì al contatto "una certa dlvina dolcezza"che non durò molto. Quando riprese coscienzalui la strinse ele provocò un dolore nuovo che lei non aveva mai provato (8).


Comele spiegò queste contraddizioni sconcertanti di carezze ecrudeltà? Come prove di pazienza e obbedienzaoppure ricorsesfrontato alla vera sostanza di Molinos"che a forza di peccatisi fa morire il peccato"? E leilo prese sul serio? non capìche queste maschere di giustiziaespiazionepenitenzacelavanosoltanto libertinaggio?

Nonvoleva saperne nientenello strano tracollo morale che seguìquesto 23 maggioin giugnosotto l'influsso della molle e caldastagione. Subiva il padroneaveva un po' paura di luie di unostrano amore da schiavacontinuando questa commedia di riceveretutti i giorni piccole penitenze. Girard la teneva così pocoda conto che non le nascondeva nemmeno i suoi rapporti con altredonne. Voleva metterla in convento. Intanto era la sua vittima; leilo vedevalasciava fare. Debole e indebolita ancora da questevergogne snervantisempre più malinconicateneva poco allavitae ripeteva queste parole (per nulla tristi per Girard): "Losentomorirò presto".




NOTE:


1)In una faccenda così discussaio continuo a citareesoprattutto un volume "in folio": "Procedure du P.Girard et de la Cadière"Aix 1733 . Per non moltiplicarele noteindico solo nel testo le pagine di questo volume.


2)Biblioteca della città di Tolone"Pièces etchansons manuscriptes"primo volume"in folio"curiosissimo.


3)Vedi il "Procès"e SWIFT"Meccanicadell'entusiasmo".


4)Vedi un ottimo lavoro manoscritto di BRUN.


5)Vedi il libro di D'ANTRECHAUS e l'eccellente opuscolo di GustaveLAMBERT.


6)Vedere soprattutto MAURY"Magie".


7)Il gran delfinoveniva frustato senza pietà. Il giovaneBoufflers (quindici anni) morì di dolore per esserlo stato(Saint- Simon). La badessa dell'Abbaye-aux-Boisminacciata dal suosuperiore "di punizione corporale"sporse reclamo al re;per l'onore del convento venne dispensata dalla vergogna pubblicamarimessa al superioree non c'è dubbio che accolse lapunizione senza scalpore.


Sisentiva sempre più quanto c'era di pericolosoimmorale. Lapaurala vergognasortivano squallide suppliche e indegni mercati.S'era visto fin troppo nel grande processo chesotto l'imperatoreGiusepperivelò l'interno dei collegi dei gesuitiripubblicato poi sotto Giuseppe Secondo e ai giorni nostri.


8)Questo lo hanno scritto in grecoalterandolo due voltealle pagine6 e 389per diminuire il crimine di Girard. L'unica versione esattaè la deposizione della Cadière davanti al luogotenentecriminale di Tolonepagina 12eccetera.




11.LA CADIERE IN CONVENTO (1730)



Labadessa del convento d'Ollioules era giovane come badessa;trentott'anni appena. Non mancava di spirito. Vivaceimpulsiva adamare o odiarenel cuore o nei sensi irruentenon erano il suoforte il tatto e la misura che richiede il governo di una similecasa.


Questacasa viveva di due risorse. Da Tolone aveva due o tre religiose difamiglie consolari cheportando buone dotifacevano quel chevolevano. Vivevano insieme ai monaci osservanti che dirigevano ilconvento. Inoltre questi monacicon l'ordine sparso a Marsiglia edappertuttoprocuravano giovani pensionanti e novizie a pagamento;contatto spiacevolepericoloso per le bambine. L'abbiamo visto conAubany.


Nessunaseria clausura. Poco ordine interno. Nelle ardenti notti estive diquesto clima africano (più pesantepiù esigente nellegole soffocate d'Ollioules)religiose e novizie andavano e venivanoliberissime. Quello che abbiamo visto a Loudun nel 1630 si ripetevaidentico a Ollioules nel 1730. La massa delle religiose (circa dodicisulle quindici della casa)trascurate un po' dai monacichepreferivano le grandameerano povere creature annoiatediseredate;potevano consolarsi soltanto in chiacchierebambinatein certeintimità tra loro e con le novlzie.


Labadessa temeva che la Cadière vedesse troppo l'andazzo. Fecedifficoltà ad accoglierla. Poid'improvvisosi deciseinsenso opposto. Con una lettera deliziosapiù lusinghiera diquanto una ragazzetta potesse aspettarsi da una simile signoraespresse la speranza che avrebbe lasciato la direzione di Girard. Nonper affidarla agli osservantipiuttosto inadatti. Accarezzava l'ideastuzzicantearditadi prendersela leidi dirigere la Cadière.


Eravanitosissima. Sicura di accaparrarsi il prodigioconquistarlafacilmentesentendosi più piacevole di un vecchio direttoregesuita.


Avrebbesfruttato la santerella a beneficio della casa.


Lefece il grande onore di riceverla sull'ingressoalla porta sullastrada. La baciòse la presela portò nella sua bellacamera di badessadicendole che l'avrebbe divisa con lei. Rimaseincantata dalla sua modestiala grazia da malatauna certaestraneitàmisteriosatoccava il cuore. Aveva soffertomoltissimo il breve viaggio. La badessa volle metterla a dormireenel proprio letto. Le disse di amarla tanto da volere farglielodivideredormire insieme come sorelle.


Peril suo pianonon ci voleva tantoforse era troppo. Bastava che lasanta abitasse da lei. Con questa debolezza singolare di metterla adormire accanto a sé le dava troppo l'aria di piccolafavorita.


Un'intimitàdel generemolto di moda tra dameera proibita nei conventiclandestinae una superiora non doveva offrirne l'esempio.


L'esitazionedella ragazzina meravigliò comunque la signora. Senza dubbionon veniva soltanto da pudore e umiltà. Ancor meno certo dallapersona della signorain un certo senso più giovane dellapovera Cadièreun fiore di vitadi saluteche avrebbevoluto comunicare alla sua malatina. Insistè con tenerezza.


Perfar dimenticare Girardpuntava molto all'effetto di questa compagniacontinua. La mania delle badessela loro più cara pretesaera confessare le religiose (santa Teresa permette). Sarebbe andatada sé in questa dolce sistemazione. La ragazzina avrebbe dettoai confessori soltanto le minuzieriservando il profondo del cuoreper un'unica persona. Di seradi nottesul guancialeaccarezzatadalla curiosasi sarebbe lasciata sfuggire un sacco di segretisuoialtrui.


All'inizionon potè sganciarsi da un abbraccio così stretto. Andòa dormire con la badessa. Che era sicura di averla in pugno. Edoppiamentecontraddittoriamentecome santa e come donnaragazzanervosa intendosensibile eper debolezzaforse sensuale. Nefaceva scrivere la leggendale paroletutto quello che le usciva dibocca.


Inoltreraccoglieva i dettagli più piccoli della sua vita fisicaespediva il bollettino a Tolone. Ne voleva fare il suo idolola suabambolina. In una discesa così scivolosa l'istintosicapiscefece passi da gigante. La ragazzina ebbe scrupoloe comeuna paura. Si fece forzal'avremmo creduta incapacedebole com'erae chiese umilmente di lasciare questa bambagiaquesto letto troppodolcetanta delicatezzadi vivere la vita comune delle novizie odelle pensionanti.


Grandesorpresamortificazione. La badessa si pensò snobbatasirisentì contro l'ingratae non glielo perdonò mai.


LaCadière ricevette dalle altre un'ottima accoglienza. Lamaestra delle novizieMademoiselle de Lescotsuora pariginafine ebuonaera migliore della badessa. Sembra che abbia capito con chiaveva a che fareuna povera vittima della sortegiovane cuore pienodi Dioma crudelmente segnato da fatalità singolarichedovevano precipitarla alla vergognaa qualche fine sinistra. Sidedicò a proteggerlatrattenerla dalle sue imprudenzeainterpretare e scusare quanto poteva avere di meno scusabile.


Trannele due o tre nobildonne che vivevano con i monaci e non sapevanoapprezzare le profonde misticitàtutte l'amarono come unangelo caduto dal cielo. La loro sensibilitànon aveva moltoda faresi concentrò su di leiabbandonò ogni altrooggetto. La scoprirono non soltanto pia e divinamente devotamabrava ragazzabuon cuoregentile e piacevole. Non s'annoiavano più.Le teneva occupatecon i suoi sogni edificantie storie vereintendo sinceresempre piene di pura tenerezza. Diceva: "Dinotte vado ovunquefino in America.


Dappertuttolascio lettere dicendo che si convertano. Questa nottevi verròa trovareanche se vi chiudete. Andremo insieme nel Sacro Cuore".


Miracolo.Tutte a mezzanottericevevanodicevanoquesta bella visita. Glisembrava di sentire la Cadièreche le abbracciavale facevaentrare nel cuore di Gesù (pagine 818993). Morivano dipaura ed erano felici. La più sensibile e ingenua era unamarsigliesesorella Raimbaudche ebbe questa fortuna quindici voltein tre mesipiù o meno ogni sei giorni insomma. Effetto dipura immaginazione. Lo prova il fatto che la Cadière sitrovava nello stesso momento da tutte. Ma la badessa ci rimase maleall'inizio per gelosia d'unica esclusapoi capendo chetesta neisogni quanto si vuolecon tante amiche intime sarebbe venuta asapere tutti gli scandali della casa.


Nonerano dei segreti. Mapoiché niente poteva venire allaCadière se non per via illuminativapensò di scoprirliper rivelazione. La sua bontà scoppiò. Provògrande pietà di Dio così offeso. Eancora una voltas'immagino di dover pagare per gli altririsparmiare ai peccatori imeritati castighiattirando soltanto su di sé le peggioricrudeltà di cui è capace il furore demoniaco.


Siabbattè su di lei il 25 giugnofesta di san Giovanni. Stavaal noviziatodi seracon le suore. Cadde all'indietrocontorsioniurlaperse conoscenza. Al risvegliole novizie le erano attornoinattesacuriose di quello che avrebbe detto. Ma la maestraMademoiselle Lescotintuì cosa stava per diresentìche si sarebbe persa. La presela portò dritta dritta incameradove si scoprì tutta scorticatala camiciasanguinante. Come maiin mezzo a tante battaglie interiori edesterneGirard non le era accanto? Non riusciva a spiegarselo. Avevabisogno di aiuto. E lui non venivatutt'al più al parlatorioraramente e un istante.


Il28 giugno gli scrive (tramite i fratellipoiché leggevamasapeva appena scrivere). Lo chiama a voce altapiù che puòcon la massima urgenza. E lui risponde rimandando. Deve predicare aHyèresha mal di golaeccetera.


Propriola badessachi se l'aspettava?lo fece venire. Quello che laCadière aveva scoperto dell'interno del convento la rendevainquieta.


Sicurache ne avrebbe parlato a Girardla volle precedere. Scrisse algesuita un biglietto adulatore e tenerissimo (3 lugliopagina 327)pregandolo di passareal suo arrivoprima da leiche volevaingran segretoessere sua allievadiscepolacome di Gesùl'umile Nicodemo. "Potrò senza chiasso fare grandiprogressi di virtùsotto la vostra direzionecol favoredella SANTA LIBERTA' CHE GODO NELLA MIA POSIZIONE. IL PRETESTO DELLANOSTRA ASPIRANTE mi servirà da maschera e mezzo" (pagina327).


Passosorprendente e avventatoche dimostra nella badessa la mancanza diqualche rotella. Sconfitta nel soppiantare Girard presso la Cadièresi buttava a soppiantare la Cadière presso Girard. Si facevaavantidi bruttoe senza preamboli. Tagliava cortoda gransignoraancora piacentee sicurissima d'essere presa in parolaarrivava a parlare della libertà che godeva!

Erapartitaper questo passo falsodall'idea giusta che a Girard nonimportasse più della Cadière. Ma avrebbe potutoimmaginare che aveva altri pasticci a Tolone. Lo preoccupava unafaccendanon più una ragazzinama una signora maturabenestantemolto posatala sua più giudiziosa penitenteMademoiselle Gravier. I suoi quarant'anni non la difesero. Girard nontollerò nell'ovile una pecora indipendente. Un mattino leirimase stupefattamortificatissimadi trovarsi incintae scoppiòin lamenti (lugliopagina 395).


Girardpreoccupato da questa nuova avventurareagì freddamente alle"avances" così inattese della badessa. Temette unatrappola degli osservanti. Si decise per la prudenzavide labadessagià imbarazzata dall'iniziativa incautapoi laCadièrema soltanto in cappella dove la confessò.


Laragazza si risentì di questa mancanza di premura. E in effettiera uno strano comportamentoassolutamente incoerente. La turbavacon lettere leggeregalantipiccole minacce scherzose che potremmochiamare amorose (Dépos. Lescote pagina 335). E poi non sidegnava di vederla che in pubblico.


Lasera stessain un bigliettola sottile vendetta: gli dice chequando lui l'ha assoltas'è sentita meravigliosamentedistaccatae da se stessa E DA OGNI CREATURA.


Girardnon chiedeva di meglio. La matassa delle sue tresche s'era moltoingarbugliatae la Cadière era di troppo. La lettera lorallegròanziché ferirloe le predicò ILDISTACCO. Nello stesso tempo lasciava capire quanto lui doveva essereprudente. Aveva ricevutodicevauna lettera severache l'avvertivadei suoi peccati. Comunquepartendo per Marsiglia giovedì 6avrebbe fatto una scappata per vederla. (pagina 3294 luglio 1730)Lei aspettò. Niente. L'agitazione raggiunse il culmine. Ilflusso salì; come un mareun uragano. Lo disse alla sua caraRaimbaudche non volle lasciarlasi mise a letto con lei contro leregolesalvo dir poi che c'era venuta il mattino. Era la notte del 6lugliodi caldo concentratopesantesu questo forno strettod'Ollioules. Alle quattroo alle cinquevedendola dibattersi inacute sofferenze"Credette che avesse delle colichecercòdel fuoco in cucina".


Durantela sua assenzala Cadière aveva deciso per un estremorimedioche avrebbe fatto arrivare Girard all'istante. Abbiariaperto le piaghe in testa a forza di unghiesia riuscita amettersi la corona di spine di ferro si mise tutta a sangue. Lecolava sul volto in grosse gocce. Sotto questo doloreeratrasfiguratae gli occhi mandavan scintille.


Nondurò meno di due ore. Le religiose si precipitarono a vederlain questo statoammirarono. Volevano far venire gli osservanti; laCadière lo impedì.


Labadessa si sarebbe guardata bene dal chiamare Girardper farglielavedere così pateticatroppo commovente. Le diede questaconsolazione la buona Lescotche fece avvertire il padre. Vennemainvece di salireda vero giocoliereebbe anche lui un'estasi incappellavi rimase un'ora in ginocchio davanti al Santissimo (pagina95). Infine saletrova tutte le religiose intorno alla Cadière.Gli dicono che per un momento l'hanno vista come a messachesembrava muovere le labbra per ricevere l'ostia. "Chi puòsaperlo meglio di me?" dice l'impostore "Un angelo m'avevaavvertito. Ho detto messa e l'ho comunicata da Tolone". Ilmiracolo le sconvolse tanto che una rimase due giorni malata. Girardrivolto allora alla Cadièrecon una indegna leggerezza: "Ahahpiccola ingordacosìmi rubate metà della miaparte?" Si ritirano rispettosamente; li lasciano. Eccolo facciaa faccia con la vittimasanguinantepallidastrematatanto piùin tumulto.


Chiunquesarebbe stato commosso. C'è una confessione di dipendenza piùingenuapiù violenta del bisogno assoluto che aveva divederlo?

Espressoa sangueferitepiù che qualunque paroladoveva andaredritto al cuore. Era un assoggettarsi. Chi non avrebbe sentito pietà?

Vivevaquindi un attimo di naturaquesta innocente? Nella sua vita breve einfelicela povera piccola santacosì estranea ai sensiviveva un'ora di debolezza. Cosa le aveva rubato di nascosto lui?Poco o niente. Con l'animala volontàstava per avere tutto.


LaCadièresi capiscepassa veloce su tutto questo. Nella suadeposizionedice vergognosa che perse conoscenzae non seppegranché di quello che accadde. In una confidenza a una amicasignora Allemand (pagina 178)senza un lamentofa capir tutto.


Difronte a questo grande slancio del cuoreun'impazienza cosìincantevoleche fece Girard? La sgridò. Questa fiamma cheavrebbe vinto chiunque altroinfiammandololo raffreddò. Lasua anima di tiranno voleva solo mortenient'altro che vittime perla sua volontàe leicon questo colpo di testal'avevacostretto a venire.


L'allievatrascinava il maestro. L'irritabile pedante trattò l'affarecome una rivolta di collegio. Le sue severità libertinelafreddezza egoista in un piacere crudelesegnarono la disgraziatache ci guadagnò soltanto rimorsi.


Ilsangue versato per luinon è meno sbalorditivoottennesoltanto di sembrargli un buon affareda sfruttare nel suointeresse. In questo incontrol'ultimo forsevolle assicurarsi lapovera creaturaalmeno per la discrezioneaffinchéabbandonata da luisi credesse ancora di lui. Chiese se l'avrebbefavorito meno del convento che aveva visto il miracolo. Lei siprovocò il sangue davanti a lui.


L'acquacon cui lui lo lavòne bevve e ne fece bere a lei (1)credendo d'averle legata l'anima con questa odiosa comunione.


Duròdue o tre ores'era quasi a mezzogiorno. La badessa erascandalizzata. Si decise a venire leia portare il pranzofacendoaprire la porta. Girard prese del tè; poiché eravenerdìfingeva il digiunodopo essersi certamente benrifocillato a Tolone. La Cadière chiese del caffè. Laconversain cucinane fu stupitain un giorno simile (pagina 86).Masenza questo tonicoavrebbe perso le forze.


Sirimise un po'e trattenne Girard. Restò con lei (d'accordonon più chiusi) fino alle quattro; voleva cancellare la tristeimpressione del suo comportamento del mattino. A forza di bugied'amiciziapaternitàrincuorò un po' la creaturainstabilele ridiede la serenità. Lei lo accompagnòalla partenza ecamminandogli dietroda vera bambinasaltòdue o tre volte di gioia. E luisecco: "Piccola pazza"(pagina 89).


LaCadière pagò cara la debolezza. La sera stessaallenoveebbe una visione terribilee la sentirono gridare: "Diomioallontanatevi.


Andateveneda me". Alle 8il mattinoa messanon attese la comunione (sene credeva senz'altro indegna) e scappò in camera.


Scandalo.Ma l'amavano tanto che una suora accorsegiuròcon unapietosa bugiache aveva visto Gesù che le dava la comunionedi mano sua.


LaLescotsottileabilescrisse in leggendagiaculatorie mistichereligiosi sospirilacrime devotetutto quel che usciva da quelcuore straziato. Una congiura di tenerezzararissimatra donne percoprire una donna. Non c'è testimonianza più favorevolealla povera Cadière e delle sue qualità d'incanto. Inun meseera già la bimba di tutte.


Qualunquecosa facessela difendevano. Innocente comunquevi vedevano almassimo una vittima degli assalti del demonio. Una brava e fortedonna del popolofiglia del fabbro di Ollioulese addetta allaruota del conventola Matheroneche aveva visto certe libertàoscene di Girarddiceva: "Non fa niente; è una santa".Quando lui accennò a toglierla dal conventosi mise agridare: "Toglierci la signorina Cadière! Ma faròmettere una porta di ferro per impedirle di uscire" (pagine 474850).


Isuoi fratelliche venivano ogni giornospaventati dalla situazionee del partito che badessa e monaci potevano trarneosaronoprevenirli econ una lettera apertascritta a Girard a nome dellaCadièrericordano la rivelazione che lei aveva avuta il 25giugno sulla condotta degli osservantidicendo "che era tempodi compiere su questa faccenda la volontà di Dio" (pagina330)chiaramente di chiedere un'inchiestaaccusare gli accusatori.


Eccessod'audaciaimprudente. La Cadière quasi in agonia era moltodistante da simili idee. Le sue amiche pensarono che chi avevaprovocato la tempestapoteva portare la quiete. Pregarono Girard divenire a confessarla. Fu una scena terribile. Nel confessionaleleiuscì in grida e lamentila sentivano a trenta passi. Lecuriose non facevano fatica ad ascoltaree ce n'erano parecchie.Girard soffriva le pene dell'inferno. Dicevaripeteva invano:"Signorinacalmatevi".


(pagina95). Aveva un bell'assolverlalei non si assolveva. Il 12 le vennesotto il cuore un dolore così acuto da sentirsi scoppiare lecostole. Il 14sembrava la mortee chiamarono sua madre. Ricevetteil viatico. Il giorno dopo"fece onorevole ammendala piùcommoventela più espressiva che si sia mai sentita. Piangevaa calde lacrime" (pagine 330-331). Il 20una specie d'agoniache spezzava il cuore. Poida un momento all'altrocon un felicecambiamento repentino che la salvòebbe una visionedolcissima. Vide la peccatrice Maddalena perdonatarapita in gloriaprendere in cielo il posto perduto da Lucifero (pagina 332).


MaGirard non poteva assicurarsi la sua discrezione che corrompendolasoffocandole i rimorsi. A voltearrivava (al parlatorio)l'abbracciava temerario. Ma ancora più spesso le mandava lesue devote. Guiol e compagne venivano a riempirla di carezze eabbraccie quando lei si confidavapiangevaloro sorridevanodicevano che si trattava di libertà divineche anch'esse neavevano la loro parte ed erano compagne in questo. Le vantavano ledolcezze d'una simile unione tra donne. Girard non disapprovava chesi confidassero tra loro e mettessero in comune i segreti piùvergognosi. Era così abituato a tale depravazionee latrovava così naturaleche parlò alla Cadièredella gravidanza della Gravier. Voleva che lei l'invitasse aOllioulesla calmassela convincesse che la gravidanza potevaessere un'illusione del Diavoloche sapremo dissipare (pagina 395).


Questisporchi insegnamenti non avevano presa sulla Cadière. Dovevanoindignare i suoi fratelliche ne venivano a conoscenza. Le lettereche scrivono a suo nome sono davvero singolari. In cuor lorofuribondiesasperativedono in Girard lo scelleratoma devono farparlare la sorella con tenero rispetto; gli scappa la pennaperòqualche voltae mostra la rabbia.


Lelettere di Girard sono pezzi studiatiscrittesi vedeperl'eventuale processo. Parleremo della sola che non ebbe in mano dafalsificare. Del 22 luglio. Agrodolcegalanted'un uomo imprudenteleggero. Eccone il senso:

"Ilvescovo è arrivato questa mattina a Tolonee andrà avedere la Cadière. Ci metteremo d'accordo su quel che si puòfare e dire. Se il gran vicario e PADRE SABATIER vanno a vederla echiedono di vedere (le piaghe)lei dirà che le èvietato agire e parlare.


Sonoaffamato di rivedervi e di VEDERE TUTTO. Sapete che non chiedo che ilMIO BENE. Ed è da tanto che VEDO SOLO A META' (vuol dire dallagriglia del parlatorio). Vi affaticherò? Ehd'accordonon miaffaticate voi?" eccetera.


Letterastrana in tutti i sensi. Diffida a un tempo del vescovo e delgesuitasuo collegail vecchio Sabatier. E' la lettera di uncolpevole inquieto. Sa bene che le sue letterele sue carteinsommadi che perderlosono nelle mani di lei.


Idue giovani rispondonoa nome della sorellauna lettera vival'unica che abbia un accento di verità. Rispondono punto perpuntosenza offenderema con un'asprezza spesso ironicache fasentire l'indignazione repressa. La sorella promette di obbedireDINON DIRE NIENTE AL VESCOVONE' AL GESUITA. Si compiace che abbia"tanto coraggio per esortare gli altri a soffrire".Rimproverarifiuta la sua sconcertante galanteriama in manierasconcertante (si sente una mano d'uomodi due sconsiderati).


Duegiorni dopoandarono a dirgli che la fanciulla voleva andarsene dalconventoimmediatamente. Si spaventò a morte. Pensòche le lettere sarebbero fuggite con lei. Il terrore fu cosìforte da fargli perdere la testa. Arrivò al punto di recarsipiangente al parlatorio d'Ollioulesil ginocchio davanti a leilechiese se avrebbe avuto il coraggio di lasciarlo (pagina 7). Toccòil cuore alla povera ragazzache rispose NOsi fece avanti e silasciò baciare. E Giuda voleva solo ingannarlaguadagnarequalche giornoil tempo di ottenere appoggi in alto.


Il29tutto è cambiato. La Cadière resta a Ollioulesglichiede scusagli promette soggezione (pagina 339). E' fin troppochiaro che lui ha messo in movimento potenti influenzeche dal 29sono arrivate minacce (forse da Aixpoi da Parigi). I caporionigesuiti hanno scrittoe a Versailles i protettori di corte.


Chepotevano fare i fratelli in questa battaglia? Sentirono di certo iloro capiche di certo li avvertirono di non attaccare troppo inGirard il CONFESSORE libertino; sarebbe stato dispiacere a tutto ilclerodi cui la confessione è il caro tesoro. Occorrevainveceisolarlo dal cleromettendo in risalto la sua dottrinasingolaremostrare in lui il QUIETISTA. Bastava questo per portarlolontano. Nel 1698avevano bruciato per quietismo un curato deidintorni di Digione. Pensarono (in apparenza sotto dettatura dellasorellaestranea al progetto) ad una memoria che esaltasse eglorificasse il quietismo di Girardche lo avrebbe constatatooggettivamente denunciato. Fu il racconto delle visioni che lei avevaavute in quaresima. Innalzano al cielo il nome di Girard. E' lei avederlocol suonel Libro di vita.


Nonosarono portare questa memoria al vescovo. Ma la fecero rubare da unamicosuo giovane cappellanoil piccolo Camerle. Il vescovo lessee in città se ne diffuse qualche copia. Il 21 agostoGirardsi trovava in vescovadoil prelato gli disse ridendo: "Bravobravo il mio padrecosìecco il vostro nome nel Libro divita".


Crollòsi credette perdutoscrisse alla Cadière amari rimproveri. Lechiese ancorapiangendole sue lettere. Lei rimase di sassogligiurò che questa memoria non era mai uscita dalle mani deisuoi fratelli. Maquando seppe che non era verola sua disperazionenon ebbe più limiti (pagina 363). L'aggredirono i dolori piùcrudeli dell'anima e del corpo. Credette per un momento didissolversi.


Diventòquasi pazza. "Desiderai tanto soffrire! Presi la disciplina duevoltee tanto forte che persi molto sangue" (p. 362). In questaspaventosa tempestache dimostra la sua debolezza di cervelloe lasensibilità infinita della sua coscienzala Guiol le diede ilcolpo finaledipingendole Girard come un uomo sull'orlo della morte.Spinse al massimo la sua compassione. (p. 361) Stava per lasciare lelettere. Ma era troppo chiaro che solo loro la difendevanoproteggevanoprovavano la sua innocenza e le trappole di cui erastata vittima. Restituirleera rischiare lo scambio delle partil'accusa d'aver sedotto un santotutto l'odioso dalla sua.


Mase si doveva morireo perdere Girardvoleva la prima parte. Undemonio (la Guiol senza dubbio) la tentò proprio da qui con lostrano sublime di questo sacrificio. Le scrisse che Dio voleva da leiun sacrificio di sangue (pagina 28). Le citò i santi cheaccusatinon si giustificavanos'accusavanomorivano come agnelli.La Cadière seguì l'esempio. Quando si accusava Girarddavanti a leilo giustificavadicendo: "Lui dice la veritàed io ho mentito" (pagina 32).


Avrebbepotuto rendere soltanto le lettere di Girard main questa grandefuga di cuorenon mercanteggiò gli consegnò anche leminute delle sue. Ebbe in mano le minute scritte dal giacobinoe lecopie che l'altro fratello faceva e gli spediva. Più niente datemere.


Nessuncontrollo possibile. Potè eliminareaggiungerecancellare efalsificare. Il falsario poteva lavorare in perfetta libertàe ha lavorato bene. Di ottantane rimangono sedicie danno anchel'impressione di pezzi sudatifabbricati a posteriori.


Girardcon tutto in mano suapoteva ridersene dei suoi nemici. A loro ormaiaver paura. Il vescovouomo del gran mondoconosceva troppo bene lasua Versailles e il credito dei Gesuiti per non tenerne conto. Arrivòa giudicare politica una piccola riparazione per il suo maliziosorimprovero sul "Libro di vita"e gli disse gentilmente chevoleva tenere a battesimo un bambino della sua famiglia.


Ivescovi di Tolone erano sempre stati grandi signori. Le migliorifamiglie di Provenza: BauxGlandèvesNicolaiForbinForbind'Oppèdee famose famiglie italiane: FieschiTrivulziodella Rovere. Dal 1712 al 1737con la Reggenza e Fleuryil vescovoera un La Tour du Pin. Molto riccopossedeva tra l'altro inLinguadoca le abbazie di Aniane e Saint-Guilhem du Désert.S'era distintosi dicenella peste del 1721. Per il restoquasidel tutto dispensato dall'obbligo di residenzaconduceva vita tuttamondananon diceva mai messapassava per più che galante.


Arrivòa Tolone in luglioe benché Girard l'avesse convinto a nonandare a Ollioulesa trovare la Cadièrefu curioso. La videin uno dei suoi momenti buoni. Gli piacquegli sembrò unabrava piccola santae lo convinsero tanto le illuminazionidall'altoche si mise a parlarle con leggerezza dei suoi affariinteressiavvenireconsultandola come un'indovina.


Maesitavamalgrado le preghiere dei fratellia farla uscire daOllioules e toglierla a Girard. Trovarono il modo di convincerlo.


Fecerogirare per Tolone la voce che la ragazzina aveva espresso ildesiderio di fuggire nel desertocome il suo modello santa Teresaaveva fatto a dodici anni. Era Girardsi dicevaa metterglielo intesta per portarla via un bel mattinofuori della diocesi di cuifaceva la gloria; per regalare questo tesoro a qualche lontanoconventodove i gesuitiin regime di monopolio esclusivoavrebberosfruttato i miracolile visionila grazia della santarellapopolare.


Ilvescovo montò su tutte le furie. Intimò alla badessa diconsegnare Mademoiselle Cadière soltanto a sua madre inpersonache presto doveva farla uscire dal convento e portarla inuna "bastide" della famiglia.


Pernon irritare Girardfecero scrivere dalla Cadière che se ilcambiamento lo turbavapoteva accompagnarla e darle un secondoconfessore. Capìe preferì disarmare la gelosiaabbandonandola. Si ritirò (15 settembre)con un bigliettomolto prudenteumilecommoventeche voleva lasciarla amica eindulgente con lui. "Se ho avuto dei torti con voinondimenticate mai che però avevo la buona volontàd'aiutarvi. Sono e sarò sempre completamente vostro nel SacroCuore di Gesù".


Mail vescovo non era tranquillo. Pensava che i tre gesuitiGirardSabatier e Grignet volessero raggirarlo econ qualche ordine diParigirubargli un mattino la ragazzina. Tagliò cortoil 17settembremandando la sua carrozza (leggera e mondanachechiamavano "Phaéton")per farla portare alla"bastide" della madre.


Percalmarlacustodirlametterla sulla buona stradale cercò unconfessoree si rivolse prima di tutti a un carmelitano che l'avevaconfessata prima di Girard. Mauomo d'una certa etànonaccettò.


Anchealtri probabilmente rifiutarono. Il vescovo dovette prendere unostranieroarrivato tre mesi prima dalla Conteapadre Nicolaspriore dei carmelitani scalzi. Aveva quarant'annicervello ecoraggioun uomo deciso e anche caparbio. Si dimostrò moltodegno di questa fiducia rifiutandola. Non aveva paura dei gesuitimaproprio della ragazza. Non si aspettava niente di buonopensava chel'angelo poteva essere delle tenebree temeva che il Malignoindolce veste di ragazzatirasse colpi più maligni.


Vedendolanon potè non tranquillizzarsi. Gli parve molto semplicefelice d'avere finalmente un uomo sicurosolidoche potevasorreggerla. Aveva sofferto molto d'essere tenuta da Girard incostante bilico. Dal primo giorno parlò più di quantoaveva fatto da un meseraccontò vita e doloridevozionivisioni. Nemmeno la notte la fermòla calda notte di metàsettembre. Tutto era aperto nella camerale tre portee lefinestre. Continuò fin quasi all'albavicino ai fratelli chedormivano. Ricominciò il giorno doposotto il pergolato avignaa parlare estasiata di Diodei misteri più alti.


Ilcarmelitano era stupefattosi chiedeva se il Diavolo poteva lodarecosì bene Dio.


Lasua innocenza era evidente. Pareva una brava ragazzaobbedientedolce come un agnellofestosa come un cucciolo. Volle giocare allebocce (gioco comune nelle "bastide")e lui non si rifiutò.


Sec'era uno spirito in leiper lo meno non si poteva chiamarlo dimenzogna. Osservandola da vicinoa lungonon c'eran dubbilepiaghe sanguinavano veramente a tratti. Si guardò bene dalpassarecome Girarda oscene verifiche. Si accontentò diquella del piede. Le estasi le vide fin troppo. Un calore violento leprendeva all'improvviso il cuorecircolava dappertutto. Usciva diséentrava in convulsioni. Diceva cose senza senso.


Alcarmelitano risultò chiarissimo che in lei c'erano duepersonela ragazza e il demonio. La prima onestae anche purissimadi cuoreignaraqualunque cosa le avessero fattocapiva poco ancheciò che l'aveva tanto sconvolta. Prima della confessionequando parlò dei baci di Girardil carmelitano le dissebruscamente: "Sono peccati gravissimi". "Dio mio"rispose lei piangendo"allora sono perdutam'ha fatto benaltro".


Ilvescovo veniva a trovarla. La "bastide" era per lui unascampagnata. Alle sue domandelei rispose con candoreaccennòalmeno. Il vescovo andò su tutte le furiemortificatoindignato.


Senzadubbio indovinò il resto. Mancò poco che fece un grandescandalo contro Girard. Senza badare al pericolo di una guerra con igesuitifu d'accordo senza riserve col carmelitanoammise ch'erastregataquindi GIRARD STREGONE. Voleva interdirlo solennementeperderlodisonorarlo immediatamente. La Cadière pregòper luiche le aveva fatto tanto torto. Rifiutò la vendetta.S'inginocchiò davanti al vescovolo scongiurò dirisparmiarlo di non parlare nemmeno di queste tristezze. Concommovente umiltàdisse: "Mi basta questo raggio dilucesapere ch'ero in peccato" (pagina 127). Suo fratello ilgiacobino le diede cordaprevedendo tutti i pericoli d'una taleguerrae dubitando della saldezza del vescovo.


Lastagione cambiava. L'estate riarsa era finita. Finalmente la naturaera indulgente. Il dolce ottobre. Il vescovo provò il grandepiacere d'essere lui a liberarla. La ragazzanon piùsoffocata a Ollioulessenza rapporti con Girardben assistita dallafamigliadall'onesto e bravo monacoinfine sotto la protezione delvescovoche non risparmiava i suoi tentativi e la copriva con la suacostante protezionediventò completamente tranquilla. Comel'erba con piccole piogge in ottobre ricrescesi tirò surifiorì.


Persette settimane circaapparve molto assennata. La felicitàdel vescovo fu tale da fargli desiderare che il carmelitanoaiutatodalla Cadièreagisse presso altre penitenti di Girardperricondurle alla ragione. Dovettero venire alla "bastide";si può capire quanto controvoglia. In realtànon erapropriamente opportuno mettere queste donne di fronte alla protettadel vescovotanto giovane ed appena uscita dal delirio estatico.


Situazioneesasperataridicola. Due partiti uno di fronte all'altrole donnedi Girardquelle del vescovo. Dalla sua partela Allemand e suafigliastrette alla Cadière. Dall'altrale ribelliGuiol intesta. Il vescovo contrattò con questa perché entrassein rapporto col carmelitano e gli portasse le sue amiche. Le mandòil suo cancellierepoi un procuratorevecchio amante della Guiol.Riuscendo tutto inutileil vescovo giocò l'ultima cartaconvocarle tutte in vescovado. Lànegarono unanimemente leestasile stimmate che avevano vantate. Unasenza dubbio la Guiolsfacciata e maliziosalo sbalordì ben di piùoffrendosi di mostrargli sul campo che non avevano niente su tutto ilcorpo. Lo credevano abbastanza leggero da cadere in questa trappola.Ma se la cavò benissimorifiutòle ringraziòd'aver tentatoa spese del loro pudoredi fargli imitare Girardefar ridere tutta la città.


Ilvescovo non aveva da stare allegro. Quelle sfacciate lo prendevano ingiro. E il suo successo con la Cadière s'era sgonfiato. Appenarientrata nella cupa Tolonenel suo stretto vicolo de l'Hôpitalaveva avuto una ricaduta. Si trovava proprio nei luoghi pericolosi esinistri che l'avevano fatta ammalarein quello che era il campo dibattaglia dei due partiti. I gesuitidi cui ognuno vedeva le spallecoperte dalla Corteavevano dalla loro i politicii prudentii"saggi". Il carmelitano non aveva che il vescovo. Non erasostenuto nemmeno dai confratellineppure dai curati. Si procuròun'arma. L'8 novembrestrappò alla Cadière il permessoscritto di rendere pubblica in caso di necessità la suaconfessione.


Azionecoraggiosaaudace; Girard tremò. Non era molto coraggiosoesarebbe stato perdutose la sua causa non fosse stata quella deigesuiti. Si rannicchiò nel fondo della loro casa. Ma il suocollega Sabatiervegliardo sanguignocollericoandò drittoal vescovado.


Entròdal prelatoportando come Popilionella vestepace o guerra.


Lomise spalle al murogli fece capire che un processo contro igesuitiper luivoleva dire perdere per sempresarebbe rimastovescovo di Tolone in eternomai lo avrebbero fatto arcivescovo. Bendi piùcon la libertà di un apostolo forte aVersaillesgli disse che se questa faccenda avesse messo in piazzala condotta di un gesuitanon avrebbe mancato di mettere in lucequella di un vescovo.


Unaletterachiaramente combinata da Girard (pagina 234)farebbecredere che i gesuiti erano pronti in segreto a rivoltarsi contro ilprelato con accuse terribilidichiarando la sua vita "non soloindegna dell'episcopato ma ABOMINEVOLE". Il perfido e subdoloGirardSabatier apopletticogonfio di bile e velenoavrebberospinto a fondo la calunnia; pronti a dire che era tutto per unaragazzae se Girard l'aveva curata malatail vescovo l'aveva avutain buona salute. Che scompiglio avrebbe provocato un simile scandalonella vita così ben sistemata di questo gran signore di mondo!Fare la guerra per vendicare la verginità di una piccola pazzamalatasarebbe stata una cavalleria troppo comicae guastarsi perlei con tutta la gente per bene! ll cardinale di Bonzi morì didolore a Tolosama almeno per una bella damala nobile marchesa diGanges. Il nostro vescovo rischiava di perdersisoffocato dallavergogna e dal ridicoloper la figlia di un rigattiere di rue del'Hôpital.


Leminacce di Sabatier fecero tanto più effetto poiché ilvescovo per conto suo teneva già meno alla Cadière. Erascontento di lei che s'era ammalata di nuovosmentendo il suosuccessogli aveva dato torto con la ricaduta. Gliene voleva perchénon era guarita. Pensò che Sabatier aveva ragiones'eracompromesso abbastanza. Il cambiamento fu immediato. Come un toccodella grazia. Vide di colpo la lucecome san Paolo sulla via diDamascoe si convertì ai gesuiti. Sabatier non se lo lasciòsfuggire. Gli mise davanti un foglio e gli fece scriverefirmarel'interdizione del carmelitanosuo agente dalla Cadièreedanche del fratello giacobino (10 novembre 1730).




NOTE:


1)Era usanza dei "reître"soldati del nordfarsifratelli con la comunione del sangue (vedi le mie "Origines duDroit")




12.IL PROCESSO DELLA CADIERE (1730-1731)



Figuratevigli effetti tremendi di questo colpo sulla famiglia Cadière.Le crisi della malata si fecero frequenti e terribili. Una specie diepidemia si diffuse crudele tra le sue amiche intime. La sua vicinasignora Allemandche aveva anche lei estasima finora le credeva diDiocrollò di paura e sentì l'inferno. Questa bravadonna (cinquantenne) si ricordò che infatti aveva spesso avutopensieri impuri; si ritenne in balìa del Diavolosi videcircondata di diavolie benché fosse sua figlia ad occuparsidi leiscappò di casa e chiese asilo ai Cadière. Lacasa da allora divenne inabitabileil commercio impossibile. Ilfratello maggiorefuribondoinveiva contro Girard: "ComeGauffridi. Anche lui al rogo!" E il giacobino rincarava:

"Acosto di mangiarci tutti i beni della famiglia".


Nellanotte dal 17 al 18 novembrela Cadière gridòsoffocò.Si pensò che stesse per morire. Il fratello maggiorecommercianteperdeva la testachiamò dalle finestregridòai vicini: "Aiuto! Il Diavolo strangola mia sorella".Accorrevanoquasi in camicia. I medici e i chirurghidiagnosticarono: SOFFOCAZIONE dell'uteroe vollero applicarleventose. Mentre qualcuno le andava a cercareriuscirono ad aprirlela bocca e a farle ingoiare un goccio d'acquaviteche la richiamòin sé. Ma ecco arrivare in fila anche i medici dell'animaunvecchio preteconfessore della Cadière madrepoi dei curatidi Tolone. Tanto chiasso e tante gridal'arrivo di questi preti inalta uniformel'apparato dell'esorcismoavevano riempito la stradadi una gran folla; chi arrivava chiedeva: "Cosa succede?""E' la Cadièrestregata da Girard". Figuratevi lacompassionel'indignazione del popolo.


Igesuiticolti dalla paurala vollero controbattereda barbari.


Tornaronodal vescovoordinarono e pretesero che si perseguisse la Cadièrela si imprigionasse quel giorno stesso e questa povera ragazzasulletto che l'aveva appena vista rantolaredopo questa orrenda crisiricevesse all'improvviso un sopralluogo giudiziario.


Sabatiernon lasciò il vescovo prima che avesse fatto chiamare il suogiudiceil vicario generale Larmedieued il suo promotore dellafede (o procuratore episcopale) Esprit Reybauddicendogli diprocedere immediatamente.


Impossibileillegale in diritto canonico. CI VOLEVA UN'ISTRUTTORIA PRELIMINAREsui fattiprima di andare a interrogare. Altre difficoltà: ilgiudice ecclesiastico aveva diritto a un simile sopralluogo SOLTANTOPER RIFIUTO DI SACRAMENTO. I due legisti della Chiesa fecero senzadubbio questa obiezione. Sabatier non volle sentir ragioni. Se ilcaso si fosse trascinato in questa fredda legalitàavrebbemancato il colpo di terrore.


Larmedieuo Lacrima-Diocon questo nome toccanteera un giudice compiacenteamico del clero. Non uno di quei magistrati rudi che marciano drittociechi cinghiali sulla grande strada della leggesenza vederedistinguere le persone. Aveva avuto grandi riguardi nel caso Aubanyil guardiano di Ollioules. L'aveva perseguito abbastanza lentamenteperché si salvasse. Poiquando lo seppe a Marsigliacome seMarsiglia fosse stata lontana dalla Francia"ultima Thule"o la "Terra incognita" degli antichi geografinon si mossepiù. Quifu un altro: questo giudice paralitico per il casoAubanymise le ali per la Cadièree le ali del fulmine.Erano le nove del mattino quando gli abitanti del vicolo videroincuriositi arrivare dai Cadière una bellissima processionemesser Larmedieu in testaed il Procuratore della corte episcopalescortati d'onore da due vicari della parrocchiadottori in teologia.Invasero la casa. Interrogarono la malata. Le fecero giurare di direla verità contro se stessadi infamarsi dicendo allagiustizia ciò che era di coscienza e confessione.


Potevarifiutarsi di rispondere; non avevano rispettato nessuna formalità.Ma non fece obiezioni. Giurò; voleva dire farsi inermedarsia loro. Legata una volta dal giuramentodisse tuttoanche cosevergognose e ridicoleche confessare è crudelissimo per unaragazza.


Ilprocesso verbale di Larmedieu ed il suo primo interrogatoriodimostrano un piano ben definito tra lui e i gesuiti: mostrare Girardzimbello e vittima delle menzogne della Cadière. Un uomo dicinquant'annidottoreprofessoredirettore di religiosemarimasto così innocente e creduloneche è bastata unaragazzinauna bambina a raggirarlo. La furbastrala svergognatal'ha ingannato sulle sue visionima non trascinato nei suoismarrimenti. Furibondaper vendicarsigli ha attribuito tutte leinfamie che poteva suggerirle una fantasia da Messalina.


L'interrogatoriolontanissimo dal confermare qualcosa di tutto questoèestremamente commovente per la tenerezza della vittima. Si vede cheaccusa solo costretta e forzata dal giuramento. E' dolce con i suoinemicianche con la perfida Guiolche (dice suo fratello) laconcessefece di tutto per corromperlaeinfinela perdettefacendole restituire le lettereche l'avrebbero difesa.


ICadière rimasero spaventati dall'ingenuità dellasorella. Nel suo rispetto per il giuramentos'era abbandonatacompletamenteumiliata per sempred'allora messa in versi ecanzonata anche dai nemici dei gesuitie da stupidi ridancianilibertini.


Poichéla cosa era fattala vollero almeno esattache il verbale dei pretipotesse essere controllato da un atto più serio. Da accusatache sembravala fecero accusatricepassarono all'offensivaottennero dal magistrato realeil luogotenente civile e criminaleMarteli Chantardche venisse a ricevere la sua deposizione. Inquest'attobreve e pulitosi trova stabilita con chiarezza laSEDUZIONE; poii RIMPROVERI che lei muoveva alle carezze lascive diGirardche lo facevano sempre e soltanto ridere; poila SUZIONE conla quale l'impostore le teneva aperte le piagheeccetera.


L'uomodel reil luogotenentedoveva avocare il caso al suo tribunale.Poiché il giudice ecclesiasticonella sua partecipazionenonavendo ottemperato alle formalità del diritto ecclesiasticoaveva compiuto un atto nullo. Ma il magistrato laico non ebbe questocoraggio. Si lasciò assoggettare all'inchiesta clericalesubìLarmedieu per socioe andò persino a tener sedutaascoltarei testimoni al tribunale del vescovado. Scriveva il cancellierevescovile (non il cancelliere del luogotenente del re). Scrivevafedelmente? Si avrebbe il diritto di dubitarne al vederlo minacciarei testimoni e andare ogni sera a far vedere le loro deposizioni aigesuiti. (1) I due vicari della parrocchia della Cadièreascoltati per primideposero con asciuttezzanon a favoremaneppure contro di leiproprio per nientesenza favorire affatto igesuiti (24 novembre).


Questividero che il colpo stava per fallire. Persero ogni pudore earischio di indignare il popolodecisero di farla finita. Strapparonoal vescovo l'ordine di imprigionare la Cadière e i principalitestimoni che voleva fare ascoltare. Erano le Allemand e laBatarelle.


Questafu messa al "Rifugio"convento prigionequelle in unaprigioneil "Buon Pastore"in cui gettavano pazze eputtane in correzione. La Cadière (26 novembre)tirata fuoridal lettofu data alle orsolinepenitenti di Girardche la miseroa dormirecome si devesu della paglia marcia.


Instauratoil terroresi potevano ascoltare i testimonidue per primi (28novembre)rispettabili e selezionati. La Guiolnota fornitrice didonne a Girard; lingua abile e pungentefu incaricata di scagliarela prima pietrae aprire la piaga della calunnia. La Laugierlapiccola sarta che la Cadière nutriva e cui aveva pagato iltirocinio. Incinta di Girardgli aveva gridato contro; qui lavòquesta colpa prendendo in giro la Cadièreinfangando la suabenefattricema goffamenteda spudorataattribuendole parolesfacciatedel tutto contrarie alle sue abitudini. Poivennero laGravier e sua cuginala Reboule tutte le "Girardine"come le chiamavano a Tolone.


Malgradotutti gli sforzia tratti si faceva luce. La moglie di unprocuratorepresso la quale si riunivano le girardinedissebrutalmente che non ne poteva piùdavano fastidio a tutta lacasa; raccontò delle loro chiassose risatedei banchettipagati con le collette per i poverieccetera (pagina 55).


Temevanomoltissimo che le religiose si dichiarassero per la Cadière.


Ilcancelliere del vescovado andò a dire loro (come da parte delvescovo) che chi avesse parlato male sarebbe stata punita. Per essereancora più fortifecero tornare da Marsiglia il loro galantepadre Aubanyinfluente presso le suore. Gli sistemarono la faccendadello stupro della ragazzina. Fecero capire ai genitori che lagiustizia non avrebbe combinato niente. Valutarono l'onore dellabambina ottocento lireche pagarono per Aubany. Tornò pienodi zelotutto gesuitanel suo gregge d'Ollioules. Povero gregge chetremò quando questo buon Aubany si disse incaricatod'avvertirle chese non erano sagge"le aspettava laquestione." ("Procès""in dodicesimo"tomo secondopagina 191).


Malgradotutto questonon ottennero dalle quindici religiose quel chevolevano. Due o tre soltanto sostenevano Girarde tutte elencaronofattisoprattutto per il sette luglioche lo rovinavano senzaappello.


Igesuiti disperati presero una decisione eroica per assicurarsi deitestimoni. Si sistemarono in una sala di passaggio che portava altribunale. Làli fermavanocorrompevanoli minacciavanoese erano contro Girardnon li facevano entraree con la forzaimpudentili mettevano alla porta ("in dodicesimo"tomoprimopagina 44).


Cosìil giudice ecclesiastico e il luogotenente del re erano ormaisoltanto pupazzi nelle mani dei gesuiti. Tutta la cittàvedevapremeva. In dicembregennaiofebbraio la famiglia Cadièresporse e diffuse una denuncia per diniego di giustizia e subornazionedi testimoni. I gesuiti stessi capirono che la situazione non era piùsostenibile. Chiesero aiuto "in alto". La cosa miglioresarebbe stato un semplice decreto del Gran Consiglioche avocassetutto a sé e tutto insabbiasse (come fece Mazarino per il casoLouviers). Ma il guardasigilli era d'Aguesseau; i gesuiti nonvolevano che la faccenda andasse a Parigi. La trattennero inProvenza. Fecero decidere dal re (16 gennaio 1731) che il parlamentodi Provenzadove avevano molti amicigiudicasse sull'inchiesta chedue dei suoi consiglieri avrebbero condotto a Tolone.


UnlaicoFauconed un consigliere ecclesiasticode Charlevalvenneroinfattie andarono immediatamente dai gesuiti (pagina 407).


Questicommissari impetuosi nascosero così poco la loro violenta ecrudele parzialità che lanciarono alla Cadière unacitazione personalecome si faceva all'imputatomentre Girard fucortesemente interpellato e lasciato libero; continuava a dir messa econfessare. E la querelante era sotto chiavenelle mani dei suoinemicidalle devote di Girardin balìa d'ogni crudeltà.


L'ospitalitàdelle buone orsolinefossero state incaricate di farla moriresarebbe stata proprio la stessa. Le avevano data per camera la celladi una suora pazza che sporcava tutto. Dormì nella paglia diquesta pazzain quest'odore spaventoso. A stento il giorno dopo igenitori riuscirono a portar dentro una coperta e un materasso. Lediedero per guardiana e infermiera l'anima dannata di Girardunaconversafiglia di quella Guiol che l'aveva concessadegna in tuttodella madrecapace d'azioni sinistrepericolose per il suo pudore eforse per la sua vita stessa. La condannarono alla penitenza piùcrudele per leinon potersi confessare e comunicare. Ricadeva malataper mancanza di comunione. Il suo acerrimo nemicoSabatier ilgesuitavenne in questa cella enovità singolaresi sforzòdi vincerladi TENTARLA CON L'OSTIA. Mercanteggiamenti. Niente perniente: per comunicarsidoveva confessarsi calunniatriceindegnadella comunione. L'avrebbe forse fatto per eccesso d'umiltàmaperdendosiavrebbe perduto anche il carmelitano e i fratelli.


Ridottialle arti fariseeinterpretavano le sue parole. Quello che diceva insenso misticofingevano d'intenderlo nella realtà materiale.Per sfuggire a tutte queste trappolemostrava quello che sisarebbero meno aspettatiuna grande presenza di spirito (vederesoprattutto pagina 391).


Latrappola più perfidacombinata per toglierle il favore delpubblico gettarle addosso il ridicolofu darle un amante. Preteseroche avesse proposto a un furfantello di partire con leifuggire peril mondo.


Igran signori del tempoche amavano farsi servire da bambinipaggettiprendevano volentieri i figli più graziosi dei lorocontadini. Così aveva fatto il vescovo del ragazzino d'uno deisuoi fattori. Lo ripulì. Poiquando questo favorito si fecegrandeperché figurasse megliogli diede la chierical'aspetto di abateil titolo di cappellanoa vent'anni. Fu l'abateCamerle. Cresciuto nel servitorume e a tutto farediventòcome avviene spesso dei giovani di campagna ripuliti a metàun cafone sempliciotto e furbastro. Vide che il prelatoarrivato aToloneera curioso della Cadièrenon vedeva bene Girard.Pensò di piacere e divertire facendosi a Ollioules spia deiloro rapporti sospetti. Ma quando il vescovo cambiòspaventato dai gesuitiCamerlecon lo stesso zeloservìattivamente Girarde l'aiutò contro la Cadière.


Vennecome un altro Giuseppea dire che Mademoiselle Cadière (comela moglie di Putifarre)l'aveva tentatocercato di scuotere la suavirtù. Se fosse stata la veritàse lei gli avessefatto il grande onore di lasciarsi un po' andare per luisarebbestato ancora più vigliacco a punirlaad abusare di una parolasventata. Ma l'educazione da paggio e seminarista non procura l'onorené l'amore delle donne.


Leiriuscì ad uscirne vivacemente e benissimolo coprì divergogna. I due indegni commissari del parlamento la vedevanorispondere così vittoriosache accorciarono i confrontiletolsero i testimoni. Da sessanta che lei chiedevane fecero veniresolo trentotto ("in dodicesimo"tomo 1pagina 62).Violando i tempi e le forme giuridiche affrettarono il confronto. Mamalgrado tuttonon compivano passi avanti. Il 25 e il 26 febbraioancoraegualilei ripetè le sue deposizioni schiaccianti.


Eranotanto furiosiche gli dispiaceva non avere a Tolone il boia e laquestione "per farla cantare un po'". Era l'"ultimaratio". I parlamenti ne usarono per tutto il secolo. Ho sottogli occhi un fervido elogio della tortura (2)scritto nel 1780 da unsapiente parlamentaredivenuto membro del Gran Consigliodedicatoal re (Luigi Sedicesimo)e coronato da una lusinghiera approvazionedi Sua SantitàPio Sesto.


Mamancando la tortura che l'avrebbe fatta cantarela fecero parlarecon un mezzo ancor migliore. Il 27 febbraiodi buon'orala conversache le faceva da carcerierala figlia della Guiolle porta unbicchiere di vino. Come mai? non ha sete; non beve mai vino dimattinaed ancor meno vino puro. La conversadomestica rude efortecome se ne trovano nei conventi per domare le riottoselematteo punire le bambinecircuisce la debole malata con la suainsistenza minacciosa. Non vuolema beve. E deve bere tuttoancheil fondoche trova cattivo e salato. (pagine 243-247).


Chebrutto intruglio era? Abbiamo vistoall'epoca dell'abortoquantoera esperto in rimedi il vecchio direttore di religiose. Adesso ilvino puro sarebbe bastatosu un'ammalata debole. Sarebbe bastato adubriacarlastrapparle qualche balbettìoche il cancelliereavrebbe redatto in forma di ritrattazione completa. Ma aggiunsero unadroga (forse l'erba delle stregheche altera per più giorni)per prolungare questo stato e disporre di lei in modo da impedirle diritrattare la ritrattazione.


Abbiamola deposizione che rese il 27 febbraio. Cambiamento improvviso ecompleto. Apologia di Girard. I commissari (stranamente) non notanoquesto brusco mutamento. Lo spettacolo singolarevergognosod'unaragazzina ubriacanon li stupiscenon li mette in guardia. Le fannodire che Girard non l'ha mai toccatache lei non ha mai provatopiacere né doloreche tutto quello che ha sentito deriva dauna malattia. Sono stati il carmelitanoe i suoi fratelli a farleraccontare come realtà quanto non era stato che sogno. Noncontenta di discolpare Girardincolpa i suoili rovina e gli mettela corda al collo.


E'meravigliosa la limpidezzala pulizia di questa deposizione. Sisente la mano del cancelliere abile. Ma stupisce chepresa unastrada così bellanon abbiano insistito. L'interrogano ungiorno soloil 27. Niente il 28. Niente dal primo al 6 marzo.


Probabilmenteil 27sotto l'influsso del vinoriuscì ancora a parlareadire qualche parola che seppero aggiustare. Mail 28la pozioneaveva fatto tutto il suo effettodovette rimanere in completostupore o in delirio indecente (come quello del sabba)e fuimpossibile mostrarla. Ma una volta che la sua mente fu del tuttosconvoltapoterono facilmente darle altri intrugli senza che neavesse coscienza né ricordo.


E'a questo puntonon ho dubbiin questi sei giorni dal 28 febbraio al5 o 6 marzoche avviene il fatto sconcertanteimpossibile prima odopo. Tanto schifoso e tristeper la povera Cadièrecheviene detto in tre righe; né lei né suo fratello se lasentono di dire di più (pagina 24 dell'"in folio"righe 10-13). Non ne avrebbero mai parlato se i fratelliperseguitianch'essinon avessero visto che ne andava della loro vita.


Girardandò dalla Cadière. Si prese su di leiancorainsolentioscene libertà.


Questoaccaddedicono il fratello e la sorella"dopo che il casoentra in giustizia" madal 26 novembre al 26 febbraio Girard fuintimiditoumiliatosempre battuto nella guerra di testimoni chemuoveva alla Cadière. Ancor meno osò vederla dopo il 10marzoil giorno in cui lei tornò in sée uscìdal convento dove lui la teneva.


Lavide solo in questi cinque giorniquando era ancora padrone di leie la poverettasotto l'azione del velenonon era più sestessa.


Sela Guiol madre aveva già prostituito la CadièrelaGuiol figlia poté farlo ancora. Girardche aveva vinto lapartita perché lei aveva ritrattatoosò venirle inprigione vederla nello stato in cui l'aveva messaebeteodisperataabbandonata dal cielo e dalla terraese le restavaqualche luciditàin preda all'orrendo dolore d'averecon lasua deposizioneassassinato i suoi. Lei era perdutaed era finita.Ma iniziava l'altro processocontro i suoi fratelli e il coraggiosocarmelitano. I rimorsi potevano tentarla a intenerire Girardottenere che non li perseguissee soprattutto che non la mettesseroalla questione.


Lecondizioni della prigioniera erano deplorevoli e chiedevano pietà.


Piccolimali legati ad una vita sempre immobilela facevano soffrire molto.In seguito alle convulsioni aveva un'erniaa tratti molto dolorosa(pagina 343). La prova che Girard non era un criminale casualemaperversouno scelleratoè che vide soltanto il facileprofitto che poteva trarne. Pensò chese l'avesse usataavvilita agli occhi di se stessanon si sarebbe mai piùrisollevatanon avrebbe riavuto l'animo e il coraggio di ritrattarela ritrattazione.


L'odiavaalloraeppureodioso galanteparlò di quest'erniascherzando libertinoe arrivò all'indegnitàvedendola poverina indifesadi portarvi la mano (pagina 249). Suo fratellol'assicura e l'affermama velocementecon vergognasenza insisteretroppo. Lei stessainterrogatamonosillaba: "Sì".


Ahla sua anima era assente e le tornava lentamente. Il 6 marzo dovevaarrivare al confrontoconfermare tuttoperdere i suoi fratellidefinitivamente. Non poteva parlaresoffocava. I caritatevolicommissari le dissero che la tortura era pronta lì accanto. Lespiegarono i cunei che le avrebbero serrato le ossai cavallettilepunte di ferro. Era tanto debole di corpo che le mancò ilcoraggio. Sopportò di trovarsi faccia a faccia col suo crudelepadroneche potè ridere e trionfareavendola avvilita nelcorpoma soprattutto nella coscienzarendendola assassina dei suoi.


Nonpersero tempoe sfruttarono la sua debolezza. Si rivolsero subito alparlamento d'Aixe ottennero che il carmelitano e i due fratellivenissero finalmente messi in stato di accusasubissero un processoa partedi modo chedopo la condanna e la punizione della Cadièresi sarebbe passati a loroincalzandoli fino all'ultimo.


Dopoil 10 marzola trascinarono dalle Orsoline di Tolone a Santa Chiaradi Ollioules. Girard non si fidava di lei. Ottenne che venissetrasferita come un temibile brigante di quella strada malfamatatrai soldati della polizia a cavallo. Chiese che a Santa Chiara venisseben chiusa a chiave. Le signore si commossero fino alle lacrimevedendo arrivare tra le spade la loro povera malatache non riuscivaa trascinarsi. Tutti ne avevano pietà. Si trovarono duecoraggiosiAubinprocuratoree Claretnotaioche lecertificarono la ritrattazione della ritrattazionedocumentoterribile in cui lei racconta le minacce dei commissari e dellasuperiora delle orsolinesoprattutto il fatto del vino avvelenatoche fu costretta a bere (10- 16 marzo 1731pagine 243-248).Contemporaneamente questi uomini coraggiosi scrissero e inviarono aParigial ministero della giustiziaun appellocom'era dettocontro abuso d'autorità ecclesiasticarivelando l'irregolaree colpevole procedurale violazioni ostinate della leggecommessesfacciatamente da: 1. Il giudice vescovile e il luogotenente; 2. Icommissari. Il guardasigilli d'Aguesseau si mostrò moltomollemolto debole. Non si oppose a questa immonda proceduralasciòandare il caso al parlamento d'Aixtanto sospetto dopo il disonoredi cui i suoi due membri s'erano appena coperti.


Quindisi ripresero la vittimaeda Ollioulesla fecero portare ad Aixsempre dalla polizia a cavallo. Si dormiva allora a metàstrada in una bettolae là il brigadiere spiegò cheper gli ordini ricevuti avrebbe dormito nella camera della ragazza.Si fingeva di credere che la malatache non poteva camminarepotesse fuggiresaltare dalla finestra. Infame trucco. Affidarlaalla castità dei nostri soldati delle "dragonnades".Che spassoche risate se fosse arrivata incinta.


Fortunatamentesua madre s'era presentata alla partenzae li aveva seguitivolentio nolentie non avevano osato allontanarla col calcio dei fucili.Rimase nella cameravegliò (tutt'e due in piedi)e protessela sua bambina ("in dodicesimo"tomo 1pagina 52).


Eradiretta alle orsoline d'Aixche dovevano custodirla per ordine delre. La superiora pretese di non avere ancora ricevuto l'ordine. Lìsi dimostrò la ferocia delle donnequando s'esaltanoeperdono natura di donne. La tenne quattro ore alla portasullastradasotto gli occhi di tutti (tomo 4 dell'"in dodicesimo"pagina 404). Ci fu il tempo d'andare a cercare "la folla"la gente dei gesuitii "bravi operai" del cleroperurlarlefischiarei bambini per lapidare se necessario. Quattro oredi gogna. Ma tutti i passanti disinteressati chiedevano se leorsoline avevano l'ordine di lasciare ammazzare la ragazza. Possiamoimmaginare quanto queste buone suore furono tenere carceriere per laprigioniera malata.


Ilterreno era stato preparato alla perfezione. Un rumoroso concerto dimagistrati gesuiti e signore intriganti aveva organizzatol'intimidazione. Nessun avvocato volle rovinarsi difendendo unaragazza così diffamata. Nessuno volle ingoiare i rospi che lesue carceriere tenevano in serbo per chiper consultarsi con laCadièreavrebbe affrontato tutti i giorni il loro parlatorio.La difesa toccavain questo casoal rappresentante del foro d'AixChaudon.


Nonrifiutò questo duro dovere. Mapiuttosto preoccupatoavrebbevoluto trovare un accordo. I gesuiti rifiutarono. Allora fece vederequello che eraun uomo di salda onestàammirevole coraggio.Esposeda dotto legistala mostruosità delle procedure.Significava guastarsi per sempre col parlamentocome coi gesuiti.Stabilì con precisione l'incesto spirituale del confessore maper pudorenon specificò fin dove era giunto illibertinaggio. Si vietò anche di parlare delle "Girardine"delle devote incintefatto che tutti sapevano benissimoma chenessuno avrebbe voluto testimoniare.


Infinefece a Girard il miglior gioco possibileattaccandolo COME STREGONE.Riseropresero in giro l'avvocato. Cercò di provarel'esistenza del Demonio elencando testi sacria partire dai Vangeli.


Erisero ancora più forte.


Ilcaso era stato deformato con molta abilitàfacendodell'onesto carmelitano un amante della Cadièree mente diuna grande congiura di calunnie contro Girard e i gesuiti. Lamoltitudine degli sfaccendatimondani senza cervellolibertini ointellettualiridevano degli uni e degli altriperfettamenteimparziali tra i carmelitani e i gesuitiestasiati di vedere imonaci farsi guerra tra loro. Quelli che presto saranno chiamativoltairiani sono anzi più favorevoli ai gesuitisignorili emondaniche ai vecchi ordini mendicanti.


Cosìla faccenda si ingarbuglia. Piovono battutema ancora soprattuttosulla vittima. Intrigo amoroso dicono. Vedono solo il divertimento.Non c'è studentechiericoche non scriva una sua canzone suGirard e la sua allievanon resusciti le vecchie battute provenzalisu Madeleine (del caso Gauffridi)i suoi seimila diavolettila loropaura della frustai miracoli della disciplina che fece scapparequelli della Cadière (ms. della biblioteca di Tolone).


Suquesto punto specificogli amici di Girard non avevano da faticaread assolverlo. Aveva agito nel suo diritto di direttoree secondo laprassi generalizzata. La verga è l'attributo della paternità.Aveva agito per la sua penitente"per salvarle l'anima".Si battevano i demoniacigli alienatialtri malati ancora. Era ilgran mezzo per cacciare il nemicochiunque fossedemonio omalattia. Convinzione molto popolare. Un bravo operaio di Tolonetestimone delle tristi condizioni della Cadièreaveva dettoche l'unico rimedio per la povera malata era il nerbo di bue.


Girardcosì ben sostenutose ne fregava d'aver ragione. Non sisforza neppure. La sua difesa affascina per disinvoltura. Non siprende neanche la briga di mostrarsi coerente con le propriedeposizioni. Smentisce i suoi testimoni. Sembra che si diverta.


Affermacon l'arroganza d'un gran signore della Reggenza che se s'èchiuso con leicome lo si accusa"è successo solo novevolte".


"Eperché l'ha fattoil buon padre" dicevano i suoi amici"se non per osservaregiudicareapprofondire la sua opinione?E' il dovere d'un direttore in casi come questi. Leggete la vitadella grande santa Caterina da Genova. La sera il suo confessore sinascondevarimaneva nella sua cameraper vedere che prodigi facevae sorprenderla in flagrante miracolo.


Mail guaio era che l'infernoche non dorme maiaveva teso unatrappola a quest'agnello di Dio. Aveva vomitatoscagliato quel dragofemminaquel mostro insaziabilemaniaco e demoniacoperinghiottirloperderlo nel fiume della calunnia".


E'ottima tradizione antica soffocare i mostri nella culla. Ma perchénon anche più tardi? Il caritatevole consiglio delle dame diGirard era passare in fretta al ferro e al fuoco. "Muoia"dicevano le devote. Anche molte grandi signore volevano che venissecastigatatrovando mostruoso che la creatura avesse osato sporgeredenunciaportare in tribunale un uomo simileche le aveva fattotroppo onore.


C'erain parlamento qualche ostinato giansenistama nemico dei gesuiti piùche amico della ragazza. Come dovevano essere depressiscoraggiativedendosi contro tutti insiemela temibile societàeVersaillesla corteil cardinal ministroe anche i salotti d'Aix.


Sarebberostati più coraggiosi del capo della giustiziailguardasigilli d'Aguesseauche era stato cosìaccondiscendente? Il procuratore generale non esitò; luiincaricato d'accusare Girardsi dichiarò suo amicoloconsigliò per rispondere all'accusa.


C'erasoltanto da sapere con che riparazioneespiazione solennechepunizione esemplare la querelantedivenuta imputataavrebbesoddisfatto Girardla Compagnia di Gesù. I gesuitiadispetto della loro indulgenzaconfessavano chenell'interessedella religioneun ESEMPIO sarebbe servito a mettere sull'avviso iconvulsi giansenisti e gli intellettuali scribacchini checominciavano ad essere numerosi.


Sipoteva incastrare la Cadièreprenderla al laccioda dueparti:

1.Aveva CALUNNIATO. Ma nessuna legge punisce a morte la calunnia. Perarrivarcibisognava cercare lontano: "Il vecchio testo romano'De famosis libellis' pronuncia la morte contro gli autori di libelliche offendano gli imperatori o la RELIGIONE dell'impero. I gesuitisono la religione. Quindi una memoria contro i gesuiti merital'estremo supplizio".


2.C'era un appiglio ancora migliore. All'inizio del processoilgiudice episcopaleil prudente Larmedieuaveva chiesto se avesseINDOVINATO i segreti di più personee lei aveva detto sì.Quindi le si poteva imputare la qualifica menzionata nel formulariodei processi di stregoneriaINDOVINA E INGANNATRICE. Bastava questoal fuocoin qualsiasi diritto ecclesiastico. Si poteva anchebenissimo qualificarla STREGAdopo la confessione delle donned'Ollioules; che di nottealla stessa orasi trovava in piùcellepesava dolcemente su di loroeccetera. La loro infatuazionequella tenerezza istantaneacosì sorprendentedava propriol'impressione che fossero stregate.


Chivietava di bruciarla? Nel Diciottesimo secolo si brucia ancoradappertutto. La Spagnasotto un regno soloquello di FilippoQuintobrucia 1600 personee ancora una strega nel 1782. LaGermaniaunanel 1751; la Svizzerauna anche lei nel 1781. Romabrucia sempresubdola d'accordonei forni e cantinedell'Inquisizione. (3) "Ma almeno la Franciaè piùumana vero?" E' incoerente. Nel 1718si brucia uno stregone aBordeaux (4). Nel 1724 e ]726si accende il rogo in piazza di Grèveper delitti chea Versaillessembravano ragazzate. I custodidell'infante realeil ducaFleuryindulgenti a cortesonterribili in città. Un asinaio e un nobileun des Chauffourssono bruciati vivi. L'arrivo del cardinal ministro non puòessere celebrato meglio che da una riforma dei costumidall'esempiosevero dei corruttori pubblici. Cade proprio a proposito per darneunoterribile e solennequesta ragazza infernaleche ha talmenteattentato all'innocenza di Girard.


Eccocosa ci voleva per lavare questo padre. Si doveva stabilire che(avesse anche peccatoimitato des Chauffours) era rimasto VITTIMAD'UN INCANTESIMO. Gli atti parlavano fin troppo chiaro. A termini didiritto canonicoe secondo i recenti decretiqualcuno doveva esserebruciato. Dei cinque magistrati della procurasolo due avrebberobruciato Girard. Tre erano contro la Cadière. Vennero a uncompromesso. I tre di maggioranza non pretesero le fiammerisparmiarono lo spettacolo lungo e tremendo del rogos'accontentarono della morte semplice.


Anome dei cinquefu concluso e proposto al parlamento: "Che laCadièreprima messa alla questione ordinaria e straordinariafosse poi portata a Toloneesulla piazza dei PrêcheursIMPICCATA E STRANGOLATA".


Fuun colpo tremendo. Si vide un repentinostraordinario mutamentod'idee. I mondanii libertininon risero più; fremettero.Non erano abbastanza frivoli da passar sopra a un tale orrore. Gliandava benissimo una ragazza sedottaabusatadisonorataunavittimache morisse di doloredi delirio; perché nochi sene frega? Ma quando si tratta di un supplizioquando si videro latriste vittimacorda al collostrangolata a morte! i cuori sisollevarono. D'ogni parte salì un grido: "Non s'era vistodal principio del mondoquesto capovolgimento infame: la legge delratto applicata a rovesciola ragazza condannata per corruzionesubitail seduttore che strangola la vittima".


Inaspettatoin questa città d'Aix (tutta di giudicipretidi bel mondo)si trova di colpo un popoloun violento movimento popolare.


Inmassacorpo compattouna folla d'uomini d'ogni classedi slanciomarcia sulle orsoline. Fanno venir fuori la Cadière e suamadre. Si grida: "State tranquillasignorina. Ci siamo noi. Nonavete niente da temere".


Ilgrande Diciottesimo secoloche giustamente Hegel ha chiamato "regnodello spirito"è ancora più grande come "regnodell'umanità".


Signoredistintecome la nipote di Madame de Sévignél'incantevole Madame de Simianes'impadronirono della ragazza e lamisero in salvo nel loro grembo. Cosa ancora più bella (e cometocca il cuore!)le signore giansenistepurezze selvaggecosìdifficili tra loromostri d'austeritàin questa grandeoccasione sacrificarono la legge alla graziagettarono le braccia alcollo della povera bambina minacciatala purificarono baciandola infrontela ribattezzarono con le loro lacrime.


Sela Provenza è violentatanto più merita d'essereammirata in momenti come questiviolenta di generosità edavvero grande. Ne vedranno qualcosa ai primi trionfi di Mirabeauquando a Marsiglia avrà attorno a sé un milioned'uomini. Già la nostra fu una grande scena rivoluzionariaunsollevarsi smisurato contro lo sciocco governo del tempo e i gesuitiprotetti da Fleury. Un insorgere unanime per l'umanitàlapietàper difendere una donnabambinasacrificata cosìbarbaramente. I gesuiti pensarono bene di organizzare la canaglia cheavevanoi loro clientimendicantiin un sedicente popolo chearmavano di "campanelle" e bastoni perché mettessein fuga i "cadières". Chiamarono così i duepartiti. L'ultimoerano tutti.


Marsigliaintera si sollevò per portare in trionfo il figliodell'avvocato Chaudon. Tolone si scaldò tanto per la suapovera compatriotache voleva bruciare la casa dei gesuiti.


Latestimonianza più commovente arrivò da Ollioules. Unasemplice pensionanteMademoiselle Agnèsper quanto giovane etimidaseguì il cuoresi gettò nella mischia deilibelliscrissepubblicò l'apologia della Cadière.


Questovasto e profondo movimento percorse anche il parlamento.


Sollevòrafforzò di colpo i nemici dei gesuitida farli sfidare leminacce dall'altoil credito della Compagniala folgore che daVersailles poteva scagliarsiFleury (5).


Gliamici di Girardvedendosi diminuire sempre di numerodiradare laloro falangevolevano la sentenza. Vi si arrivò l'11 ottobre1731.


Nessunoosò riproporrealla presenza del popolole conclusioniferoci della procurastrangolare la Cadière. Dodiciconsiglieri sacrificarono l'onoredichiararono Girard innocente.Degli altri dodiciqualche giansenista lo condannava al fuococomestregone; e tre o quattropiù ragionevolilo condannavano amortecome scellerato. Dodici contro dodicila parola decisivatoccava al presidente Lebret. Si pronunciò per Girard. Assoltodall'accusa di stregoneriae salvato dalla condanna a mortelorinviaronocome prete e confessoreper il processo ecclesiastico algiudice vescovile di Tolonesuo intimo amicoLarmedieu.


Ilgran mondogli indifferentifurono soddisfatti. E a questa sentenzasi è prestata così poca attenzione che ancor oggi FabrediceMéry ripete "che entrambi vennero ASSOLTI".Totalmente inesatto. La Cadière fu trattata da calunniatrice.Condannata a vedersi stracciare e bruciare dalla mano del boiamemorie e difese.


Erimaneva ancora un terribile sottinteso. La Cadière ne erauscita marchiatacondannata per calunnia; i gesuiti dovevanopremereinsistere sotto sotto e perseguire il successo presso ilcardinale Fleurychiamarle addosso le punizioni segrete earbitrarie. La città d'Aix lo capì. Sentì che ilparlamento non la rinviavala CONCEDEVA.


Silevò un tremendo furore contro il presidente Lebret. Tanteminacce che chiese il reggimento di Fiandra.


Girardfuggiva in portantina chiusa. Lo scoprirono e sarebbe stato uccisoma si salvò nella chiesa dei gesuitidove la canaglia si misea dire messa. Scappò e tornò a Doleonoratoportatoin gloria dalla compagnia. Vi morì nel 1733in odore disantità. Il cortigiano Lebret morì nel 1735.


Ilcardinale Fleury accontentò i gesuiti in tutto e per tutto. AdAixTolonea Marsigliamandò in esiliobandìmisein prigione. Tolone soprattutto era colpevole d'aver messo ilritratto di Girard sulle porte delle "girardine" e portatoin corteo il sacrosanto tricorno dei gesuiti.


LaCadière avrebbe dovutosecondo la sentenzapotervi tornareridata alla madre. Ma mi azzardo a dire che non le permisero mai dirimettere piede sul cocente teatro della sua città nataleches'era dichiarata così fieramente per lei. Che ne fecero?Finora nessuno è riuscito a saperlo.


Sebastava il crimine d'essersi interessati a lei per meritare laprigioneè impossibile aver dubbi sul fatto che non l'abbianoimprigionatache i gesuiti non abbiano ottenuto facilmente daVersailles un ordine regio per rinchiudere la povera ragazzasoffocareseppellire con lei una faccenda così triste perloro.


Avrannoatteso che la gente fosse distrattapensasse ad altro. Poi le lorogrinfie l'avranno riafferrataimmersaperduta in qualchesconosciuto conventospenta in un "in pace".


Avevasolo ventun anni al momento della sentenzae sempre aveva sperato divivere poco. Gliene abbia Dio fatta la grazia (6).




NOTE:


1)Pagina 80 dell'"in folio"e tomo 1 dell'"indodicesimo"pagina 33.


2)MUYART DE VOUGLANSin fondo alle sue "Lois criminelles""in folio".


3)Questo particolare ce l'ha fatto sapere un consulente delSant'Uffizio ancora vivente.


4)Non parlo delle esecuzioni che il popolo si faceva da sé. Unsecolo fain un villaggio della Provenzauna vecchiacui unproprietario rifiutava l'elemosinas'arrabbiò e disse"Morirai domani". Gli venne un colpomorì. Tutto ilvillaggio (non solo i poverima la gente più "perbene")la folla afferrò la vecchiala mise su un mucchio di tralci.Bnuciata viva. Il parlamento finse un'istruttoriama non punì.Ancor oggi la gente di questo villaggio viene chiamata "brucia-donna"("brulo-fenno").


5)Un buffo aneddoto simboleggiaesprime alla perfezione le condizionidel parlamento. Il relatore leggeva il suo lavoroi suoi giudizi sulprocesso di stregoneriasulla parte che il Diavolo poteva averenella faccenda. D'improvviso un gran rumore. Un uomo nero cade dalcamino. Scappano tutti morti di pauratranne il relatore cheimpigliato nella toganon riesce a muoversi. L'uomo si scusa. E'semplicemente uno spazzacamino che ha sbagliato camino (PAPPONcapitolo 4pagina 430). Si può dire che un terrorequellodel popolodel demone popolareparalizzò davvero ilparlamentocome questo giudice impacciato dalla sua toga.


6)La persecuzione è continuatacon la pubblicazionecontraffatta dei documentifino agli storici moderni. Anche il"Procès" ("in folio"1733)nostra fonteprincipaleè seguito da un indice abilmente combinato controla Cadière. Alla sua vocesi trova indicato di seguito e alcompleto (come fatti provati) tutto quello che è stato dettocontro di lei; ma non la ritrattazione di quello che il veleno leaveva fatto dire. Alla voce "Girard"quasi niente; virimandanoper i suoi attiad un'infinità di articoli chenessuno avrà la pazienza di cercare. Nella rilegatura di certiesemplari si sono preoccupati di far precedere al "Procès"con funzione di antidotoapologie di Girardeccetera. Voltaire èmolto superficiale su questa faccenda. Ride degli uni e degli altri;soprattutto dei giansenisti. Gli storici nostri contemporaneichecerto non hanno letto il "Procès"CabasseFabreMéry si credono IMPARZIALIe schiacciano la vittima.




EPILOGO



Unadonna di geniocon un bellissimo slancio di cuorecrede di vedere idue Spiritila cui lotta fece il medioevo cheinfinesiriconosconoriavvicinatisi riuniscono. Si guardano da vicinoescoprono un po' tardi che si assomigliano. E se fossero fratelliela vecchia lotta altro che un malinteso? Il cuore parlasicommuovono.


Ilfiero proscrittoil dolce persecutoretutto dimenticanocorronouno nelle braccia dell'altro ("Consuelo").


Bellaidea femminile. Anche altri hanno avuto lo stesso sogno. Il mio dolceMontanelli ne ha tratto un bel poema. Chi non sente il fascinolasperanza di vederequila lotta spegnersifinire in un abbracciocommosso?

Chene pensa il saggio Merlino? Allo specchio del suo lagoche solo luisapeva quanto profondoche ha visto? Che dice nell'enorme epopea cheha pubblicato nel 1860? Che Satana disarmerebbese maisolo ilgiorno del giudizio. Allorapacificatispalla a spalladormirannoentrambi nella morte comune.


Nonè difficilefalsandoliarrivare a un compromesso. Le lunghelotte snervanosfumano tuttopermettendo certe misure. Nel capitoloprecedentedue ombre hanno patteggiatod'accordonella menzogna;quella di Satanal'ombra di Gesùfacendosi piccoli favoriil Diavolo amico di Loyolal'ossessione devota e la possessionediabolica di pari passol'inferno intenerito nel Sacro Cuore.


E'dolce il nostro tempoe si odia molto meno. Si odiano gli amici.


Hovisto metodisti ammirare gesuiti. Ho visto chi la Chiesaper tuttoil medioevodice figli di Satanalegisti o medicipatteggiareabilmente con il vecchio spirito sconfitto.


Abbandoniamole apparenze. Quelli che propongono seriamente a Satana un accordofar la pacehanno riflettuto bene?

L'ostacolonon è il rancore. I morti son morti. Milioni di vittimealbigesivaldesiprotestantimoriebreiindiani d'Americadormono in pace. Il martire universale del medioevola Stregatace.


Cenerial vento.


Masapete chi protestafermamente tiene i due spiriti divisiimpedendoil riavvicinamento? Una clamorosa realtàche per cinquecentoanni si è costruita. L'opera gigantesca che la Chiesa hamaledettalo straordinario edificio delle scienze e delleistituzioni moderneche pietra su pietra ha scomunicatoma ognianatema ha reso più grandeaumentato d'un piano. Nominate unascienza che non sia stata ribellione.


Unsolo mezzo può conciliare i due spiritimescolare le duechiese.


Distruggerela nuovache dall'inizio fu dichiarata colpevolecondannata.Distruggiamose possibiletutte le scienze della natural'osservatorioil museo e l'orto botanicola scuola di medicinaogni biblioteca moderna. Bruciamo le leggii codici. Torniamo aldiritto canonico.


Questenovitàtuttesono state Satana. Nessun progresso che nonfosse un suo delitto.


Questologico colpevoleirriverente verso il diritto clericaleconservòe rifece quello dei filosofi e dei giuristifondato sull'empia fededel libero arbitrio.


E'lui il Mago pericoloso chementre discutevano sul sesso degli angelied altri sublimi problemis'accaniva sulla realtàcreava lachimicala fisicale matematiche.


Sìle matematiche. Fu necessario recuperarle. Fu una rivoluzione.


Primachi diceva che tre fan treal rogo.


Lamedicinasoprattuttoè il vero satanismola rivolta controla malattiagiusto flagello di Dio. Peccato chiarissimo di volerarrestare l'anima in cammino verso il cielo rigettarla nella vita.


Comeespiare?eliminarefar crollare questo cumulo di rivolteche oggifa tutta la vita moderna? Per tornare sui passi degli angeliSatanadistruggerà quest'opera? Fondata su tre pietre eterne:RagioneDirittoNatura.


Lospirito nuovo vince tantoche dimentica le lottea malapena oggiricorda la vittoria.


Eranecessario ricordargli la miseria degli inizile forme umili erozzebarbarecomiche nella crudeltàche assunse nellapersecuzionequando una donnaStrega disgraziatagli spianòil terreno popolare nella scienza. Coraggiosa piùdell'ereticoil pensatore per metà cristianoil saggio cheteneva un piede nel cerchio sacro; lei ne fuggìveloceesulla terra liberale forti pietre selvaggeprovò acostruirsi un altare.


E'mortadoveva. Come? Proprio col progresso delle scienze che iniziòil medicoil naturalistaquelli per cui aveva lavorato.


LaStrega è morta per semprela Fata no. Tornerà sottoquesta forma immortale.


Ladonna in questi secoli si è occupata di cose da uomo e haperso il suo vero ruolo: MEDICARECONSOLAREessere la Fata cheguarisce.


E'il suo vero sacerdozio. Le appartienequalunque cosa la Chiesa abbiadetto.


Coni suoi organi gentilil'amore per il sottileun tenerissimo sensodella vitaè chiamata ad essere l'acuto ministroin ogniscienza d'osservazione. Col cuorela pietàla bontàd'istintoda sola va alla medicazione. Tra malati e bambini non c'èmolta differenza. A entrambi occorre la donna.


Tornerànelle scienzeporterà la dolcezza e l'umanitàcome unsorriso della natura.


L'Antinaturaè pallidanon è lontano il giorno della sua feliceeclissiche sarà per il mondo un'aurora.


Glidei passanoDio no. Anzipiù passanopiù appare.Come un faro intermittentema ogni volta più luminoso.


E'un segno importante vederlo discussoanche sui giornali. Si cominciaa percepire che tutti i problemi dipendono dal fondamentalesovrano(l'educazionelo statoil bambinola donna). Questo è Dioquesto il mondo.


Vuoldire che i tempi sono maturi.


E'tanto vicinaquest'alba religiosache continuamente credevo vederlasorgere nel deserto dove ho finito questo libro.


Eraluminosoaspro e bello il mio deserto. Avevo il nido su uno scogliodella grande rada di Tolonein una piccola villatra aloe ecipressicactusrose selvagge. Davanti a mel'immenso marescintillante; dietrol'anfiteatro calvo dove potrebbero sedere glistati generali del mondo.


Questoluogoafricanoha riflessi d'acciaiochedi giornoabbacinano.Ma nelle mattine invernalisoprattutto in dicembreè pienodi un mistero divino. Mi alzavo alle seiquando il cannonedell'Arsenale annuncia l'inizio del lavoro. Dalle sei alle setteeraun momento magnifico. Lo scintillare vivo (acciaiooserei dire)delle stelle dava ombra alla lunae resisteva all'alba. Prima che silevassepoi nella lotta tra le due lucil'eccezionale trasparenzadell'aria permetteva di vedere e sentire a distanze incredibili.


Distinguevotutto a due leghe. I particolari minimi delle montagne lontanealberorocciacasaincrespatura della terratutto si rivelavaacuto e preciso. Possedevo altri sensiero un'altroliberoalatosenza pesi. Momento limpidoseverotanto puro. Mi dicevo: "Masono ancora un uomo?" Un indefinibile azzurro (che l'alba rosarispettavanon osava colorare)un etere sacrouno spiritofacevaogni natura spirito.


Masi percepiva un progressolenti e dolci mutamenti. Una granmeraviglia stava per arrivarescoppiaree tutto sarebbe scomparso.


Lasi lasciava veniresenza farle fretta. La trasfigurazione vicinaleattese estasi della lucenon toglievano niente al fascino profondod'essere ancora nella NOTTE DIVINAper metà nascostoancoranon separato dal prodigioso incanto. VieniSole. Ti adoriamo giàpur godendo quest'ultimo momento di sogno.


Oranasce. Aspettiamo nella speranzaraccolti.




NOTEE CHIARIMENTI


1)Classificazione geografica della stregoneria.


Ilmio tenebroso soggetto è come il mare. Chi spesso si immergeimpara a vedervi. Il bisogno crea sensi. Lo dimostra il pescestraordinario di cui parla Forbes (Pertica astrolabius)che vivemolto giùvicino al fondoe s'è creato un occhiomeraviglioso per cogliereconcentrare i bagliori che scendono fino alui. La stregoneriaalla prima occhiataaveva per me l'unitàdella notte.


Pocoa pocol'ho vista molteplicemolto diversa. In Franciadiprovincia in provinciale differenze sono già grandi. InLorenavicino alla Germaniasembra più pesante e scura; amasolo gli animali nere. Nei paesi baschiSatana è vivaceunmonelloprestigiatore. In mezzo alla Franciaè un amicone;gli uccelli che liberasembrano il bell'augurio e la speranza dilibertà. Usciamo dalla Francia; fra popoli e razze diverselevarietài contrasti sono ben più forti.


Nessunoche io sappiaaveva visto bene. Perché? L'immaginazioneun'inutile infantile poesia imbrogliavaconfondeva tutto. Ci sidivertiva con questo terribile soggetto che era solo lacrime esangue.


Iome ne sono appassionato. Ho abbandonato i miraggii fumi fantasticile nebbie incertegratificanti. Il vero senso della vita vibra nellevive differenzele rende sensibilie le fa vedere.


Distinguecaratterizza. Poiché non sono più ombre e raccontimaesseri umaniviviche soffronodiventano diversisi classificano.


Lascienza poco a poco andrà fino in fondo. Ecco l'idea generale.


Primascartiamo gli estremiEquatorePoloi negrii lapponi. I selvaggid'Americaeccetera. Solo l'Europa ha avuto le idee chiare sulDiavoloha cercatovoluto e adorato il male assoluto (oalmenoquel che credeva tale).


1.In Germania il Diavolo è forte. Gli piacciono miniere eforeste.


Maa guardar benelo vediamo mescolatodominato da resti ed echi dellamitologia nordica. Nelle tribù gotichead esempiooppostaalla dolce Holdasi crea la selvaggia Unbolda (J. Grimmpagina554); il Diavolo è donna. Ha un enorme corteo di spiritignomieccetera. Ha un'industrialavoracostruiscemuratoremetallurgicoalchimistaeccetera.


2.In Inghilterrail culto del Diavolo è secondariomescolato edominato da certi spiriti del focolarebestiacce domestichecon lequali la donnabisbetica e irosaordisce malizievendette (ThomasWrightcapitolo 1pagina 177). Strano che questo popolodove"Goddam" (Dio mi danni) è la bestemmia nazionale(nel Quindicesimo secolo"Procès de Jeanne d'Arc"e indubbiamente anche prima)vogliasìessere dannato daDioma senza vendersi al Diavolo.


L'animainglese si protegge quanto può. Non ci sono PATTI chiarisolenni. Niente gran sabba (Wrightcapitolo 1pagina 281). "Lateppa degli spiritelli"spesso cani o gattiinvisibili erannicchiati nelle balle di lanain certe bottiglie che solo ladonna conosceaspettano l'occasione di far male. La padrona lichiama con nomi barocchiTyffinPygginBatchCalicoteccetera.Li cede a volteli vende. Questi esseri equivociqualsiasi cosa sene pensile bastanotrattengono la sua cattiveria alla lorobassezza. Ha poco a che fare col Diavolonon raggiunge questoideale.


Nuovaragione che impedisce al Diavolo di svilupparsi in Inghilterra.


Conlui fanno pochedavvero poche cerimonie. Afferrano la stregalastrangolano prima di bruciarla. Trattata cosìnon ha l'orridapoesia che il rogol'esorcismol'anatema dei concili le danno sulcontinente. Il Diavolo non ha la sua ricca letteratura di monaci. Nonprende slancio. Per crescereha bisogno della cultura ecclesiastica.


3.In Franciasecondo mee solo nel Quattordicesimo secoloavviene lapura adorazione del Diavolo. Wright è d'accordo con me sultempo e il luogo. Solodice: "In Francia e in Italia". Nonlo vedo dagli italiani (Bartolo1357; Spina1458; Grillandus1524eccetera)non vedo il sabba nella sua forma più terribilelamessa nerala sfida solenne a Gesù. Ho dubbi anche per laSpagna. Sulla frontieranei paesi baschiadoravano imparziali Gesùdi giornoSatana di notte.


C'erapiù pazza libertà che odio e furore. I paesi di luceSpagna e Italiasono andati probabilmente meno avanti nellereligioni di tenebrenella disperazione. Il popolo vive con pocoèrotto alla miseria. La natura del mezzogiorno appiana molte cose.L'immaginazione ha il primato. In Spagnalo strano miraggio dellepianure salatela poesia selvaggia del capraiodel caproeccetera.In Italiacerte voglie istericheper esempiodelle "assetate"che passano sotto la porta e dalla serratura per bere il sangue deibambini. Pazzia e fantasmagoriaproprio come negli oscuri sognidell'Harz e della Foresta Nera.


Tuttoè più chiarosembrain Francia. L'eresia dellestreghecome si dicevapare nascere normalmentedopo le grandipersecuzionicome estrema eresia. Ogni setta perseguitata che cadenello STATO NOTTURNOla pericolosa vita di società segretasi dà al culto del Diavoloe poco a poco si avvicina alterribile ideale (solo nel 1300 lo raggiunse). Dopo l'anno 1000 (vediGuérard"Cartulaires de Chartres")ha giàinizio contro gli eretici d'Orléans l'accusa che sempretorneràsull'origine notturnaeccetera. Accusa mista afalsoè veroma che sempre più raggiunse lo scopocostringendo i proscrittii sospettialle assemblee notturne. Anchei "Puri" (Catari o Albigesi)dopo l'orribile caduta delTredicesimo secolocadono nella disperazionepassano in massa allastregoneriaadorano l'Anticristo. Altrettanto i valdesi. Cristianiinnocentinel Dodicesimo secolo(come Walter Mapes riconosce)finirono per diventare stregonial punto che nel Quindicesimo"valdeseria" è sinonimo di stregoneria.


InFranciala strega non mi sembra siacome altrovefruttodell'immaginazionedell'isteria. Una notevole parteforse lamaggioredi questa classe disgraziatavien fuori dalle nostrecrudeli rivoluzioni religiose.


Lastoria del culto diabolico e della stregoneria trarrà nuovilumi da quella dell'eresia che l'ha generata. Aspetto con impazienzail gran libro degli Albigesiche sta per uscire. Peyrat ha ritrovatoquel mondo perduto in un deposito sacrofedele e ben custoditolatradizione delle famiglie. Scoperta imprevista. Hanno ritrovato l'"inpace" dove tutto un popolo venne piombatol'immenso sotterraneodel quale un uomo del Tredicesimo secolo diceva: "Hanno fattotante fossecantinee segretee trabocchettiche non bastano piùle pietre dei Pirenei".




2)(pagina 31 dell'introduzione). Registri originali dell'Inquisizione.


Solodue sono stati pubblicati integrali (vedi Limburch)a Tolosaevanno dal 1307 al 1326. Magi ne ha estratti altri due ("Academiede Toulouse"1790in quartotomo 4pagina 19).Lamothe-Langon ha estratto quelli di Carcassonne ("Histoire del'Inquisition en France"tomo 3)Llorente quelli di Spagna.Questi misteriosi registri erano a Tolosa (e certo ovunque)chiusiin sacchi appesi molto in alto sui muricuciti poi da entrambe lepartiperché niente si potesse leggere senza scucire tutto.Forniscono un prezioso "specimen" istruttivo per tutte leinquisizioni europee. Poiché la procedura era ovunque propriola stessa. (vedi "Directorium Eymerici"1358).


Colpiscein questi registri non solo il gran numero di suppliziatima quellodei muratiche mettevano in una stanzetta di pietra ("camerula")o in una segreta "in pace"pane e acqua. Come l'infinitonumero dei "crozats"che portavano la croce rossa davantie dietro. Erano quelli trattati meglio; li lasciavanoprovvisoriamente a casa. Solodovevanola domenicadopo la messaandare a farsi frustare dai loro curati (regolamento del 1326"Archives de Carcassonne"in L. Langoncapitolo 3pagina191). Era molto crudelesoprattutto per le donneperché ilpopolinoi bambinile oltraggiavanoschernivano. Potevanosenzaaltra causavenir ripresi e "murati".


Tuttoè eresia nel Tredicesimo secolo; nel Quattordicesimo tuttomagia. Il passaggio è semplice. Nella rozza teoria dell'epocal'eresia non è differente dal possesso diabolico. Ogni cattivaconvinzioneogni peccatoè un demone da scacciare con latortura o la frusta. Poiché i demoni sono sensibilissimi(Michele Psello). Viene prescritto ai "crozats"aisospetti d'eresiadi fuggire ogni sortilegio (D. VaissetteLang).Questo passaggio dall'eresia alla magia è un passo avanti nelterroredove il giudice deve trovare il suo tornaconto. Nei processid'eresiasoprattutto maschilivi sono spettatori. In quelli dimagiastregoneriaquasi sempre di donneha il diritto d'esseresolofaccia a faccia con l'accusata. Sotto la tremenda definizionedi stregoneriasi noticadono poco a poco tutte le piccolesuperstizionivecchia poesia del focolare e dei campiil follettolo spiritellola fata. Quale donna sarà innocente? La piùpia ci credeva. Andando a lettoprima della preghiera alla Verginelasciava un po' di latte per il folletto. La ragazzettala bravadonna preparava per le fate un focherello di gioiala seradigiorno un mazzetto alla santa.


Comeper questo è strega! Eccola davanti all'uomo nero. Le fadomande (LE STESSESEMPRE LE STESSEquelle fatte ad ogni societàsegretaagli AlbigesiTemplarichiunque). Ci pensiil boia èlà; tutto prontosotto la volta la cordail cavallettoglistivaletti a vitei cunei di ferro. Sviene per la pauranon sa piùche dice: "Non sono io. Non lo farò più. E' miamadremia sorellamia cugina che m'ha obbligatatrascinata. Chepotevo? Avevo paura ci andavo contro vogliatremando ("trepidabat;sororia sua Guilelma trahebatet metu faciebat multa").("Registres Toulosiens" capitolo 1307pagina 10inLimburch).


Pocheresistevano. Nel 1329 una Jeanne morì perché non volevadenunciare suo padre ("Registres de Carcassonne"Langoncapitolo 3pagina 202). Ma con queste ribelli c'erano altri metodi.Una madre e le sue tre figlie avevano resistito alle torture.L'inquisitore si prende la secondale fa la cortetanto latranquillizza che dice tuttotradisce sua madrele sorelle(LimburchLamothe-Langon). E tutte insieme al rogo.


Piùche la torturaspezzava il terrore dell'"in pace". Ledonne morivano per la paura d'essere inchiodate in questo piccolobuco nero.


AParigisi vide lo spettacolo pubblico d'una cuccia da cane nelcortile delle Pentitedove tenevano la signora d'Escomanmurata(tranne una fessura per gettarle del pane)stesa sui suoiescrementi.


Avolte sfruttavano la paura fino all'epilessia. Esempioquellabiondinabambinetta di quindici anniche Michaëlis obbligòlui stesso l'ammettea denunciaremettendola in un vecchio ossarioa dormire sulle ossa dei morti. In Spagna molto spesso l'"inpace"invece d'essere un luogo di paceaveva una portaetutti i giornia ora fissavenivano a lavorare la vittimaper ilbene della sua animaa frustarla. Un monacocondannato all'"inpace"prega e supplica che piuttosto l'uccidano (Llorente).Degli auto-da-févedi in Limburch ciò che ne dicono itestimoni oculari. Soprattutto Dellonche portò lui stesso ilsan-benito ("Inquisition de Goa"1688).


DalTredicesimoQuattordicesimo secoloil terrore era tanto che personedelle più in vistaappena accusatelasciavano tuttorangofortunaa gambe levate. Lo fece la signora Alice Kylelermadre delsiniscalco d'Irlandaaccusata di stregoneria da un monaco mendicanteche avevano fatto vescovo (1324). Fuggì. Bruciarono la suaintima amica. Il siniscalco fece onorevole ammendae finìdegradato (T.


Wright"Proceedings against dame Alice"ecceterain quartoLondon 1843).


Questodal 1200 al 1300. Nel 1233 la madre di San Luigi fonda la grandeprigione degli "Immuratz" di Tolosa. Cosa succede? si dannoal Diavolo. Si parla per la prima volta del PATTO diabolico nel 1222(Cesario di Heisterbach). Non si resta eretici o SEMI-cristiani.


Satanicisi diventaANTI-cristiani. La furibonda Ridda sabbatica appare nel1353 ("Procès de Toulouse"il Langoncapitolo 3pagina 360)la vigilia della "Jacquerie".




3)I due primi capitoli riassumono i miei corsi sul medioevoe spieganoATTRAVERSO LA CONDIZIONE GENERALE DELLA SOCIETA' perchél'umanità disperò; i capitoli 34 e 5 attraversol'ASSETTO MORALE DELL'ANIMAperché particolarmente la donnadisperò e fu portata a darsi al Diavoloe a diventare laStrega.


Solonel 553 la Chiesa prende l'atroce risoluzione di dannare gli"spiriti" o "demoni" (sinonimi in greco)senzaappellosenza possibile pentimento. Seguein questola violenzaafricana di sant'Agostinocontro il parere più mite deigrecidi Origene e dell'antichità (Haag"Histoire desdogmescapitolo 1pagine 80-83).


Daallora studianofissano il temperamentola fisiologia deglispiriti. Hanno e non hanno corposcompaiono in fumoma amano ilcaldotemono le botteeccetera. Tutto ben conosciutoconvenutonel 1050 (Psello"Energia degli spiriti o demoni"). Questobizantino fornisce proprio la stessa immagine delle leggendeoccidentali (vedi i molti testi nella "Mythologie" diGrimmle "Fées" di Mauryeccetera). Solo nelQuattordicesimo secolo dicono chiaro e tondo che tutti questi spiritisono diavoli. Il "Trilby" di Nodiere la maggior parte deiracconti analoghi sono fallitiperché non arrivano al momentotragicoquando la donna riconosce nel folletto l'infernale amante.


Neicapitoli 5 - 12 del primo libroe dalla pagina 23ho cercato discoprire COME LA DONNA POTE' DIVENTARE STREGA. Indagine difficile.


Nessunodei miei predecessori se n'è occupato. Non si chiedono qualisiano i gradini che scende per giungere a questo orrore. La lorostrega vien fuori di colpocome dalle viscere della terra. Non èquesta la natura umana. La ricerca m'imponeva un lavorodifficilissimo. I testi antichi sono rari. E quelli che si trovano inmezzo ai bastardi del 15001600 si fatica a distinguerli. E quandose ne trovanocome datarli: questo è del Dodicesimoquestodel Tredicesimodel Quattordicesimo? Non ci avrei messo manosenzauna lunga precedente dimestichezza con quei tempii miei pervicacistudi di GrimmDucangeecceterae le mie "Origines du Droit".(1837).


Nientem'è stato più utile. In queste formulequeste USANZEcosì poco variabilinella CONSUETUDINE che si direbbe eternaaffiora comunque il senso del tempo. Altri secolialtre forme.S'impara a riconoscerlea fissare date morali. Distinguere bene lascura gravità antica dal pedante chiacchiericcio dei tempirelativamente recenti. Se l'archeologia decide cheper la forma diuna certa ogivaun monumento è d'un certo tempotanto megliola psicologia storica può dimostrare che quel fatto morale èdi quel secoloe non d'un altro; quell'ideapassioneimpossibilein tempi più antichiimpossibile in altri recentifuesattamente di quell'epoca. Con un minimo margine d'errore. Poichégli archeologi a volte si sono sbagliati su tale ogiva abilmenterifatta. Nella cronologia delle articerte forme possono essererifatte. Ma nella vita moraleè impossibile. La crudelestoria del passato che qui racconto non riprodurrà i suoidogmi mostruosispaventosi sogni. In bronzoin ferrosono fissinella loro eterna collocazionenella fatalità del tempo.


Eccoora il mio peccatodove la critica m'aspetta al varco. In questalunga analisi storica e morale della creazione della stregafino al1300invece di impelagarmi in prolisse spiegazionispesso ho coltoun sottile filo biografico e drammaticola vita di una stessa donnaper trecento anni. E questo (sia chiaro) solo in sei o settecapitoli.


Anchein questa partedavvero breveci si accorgerà di quanto siastoricamente fondato. Per esempioquando ho dato la parola "Toledo"come nome sacro della capitale dei maghinon avevo dalla mia solo laseria opinione di Soldano il lungo passaggio di Lancrema duetesti antichissimi. In Cesario di Heisterbach si legge che glistudenti di Baviera e di Svevia imparano necromanzia a "Toledo".


Unmaestro di "Toledo" propaga i crimini di stregoneriaperseguitati da Corrado di Marburgo.


Male superstizioni saraceneapprodate dalla Spagna e da Oriente (comedice Jacques de Vitry)ebbero solo un'influenza secondariacome ilvecchio culto romano di Ecate o Diana. Il gran grido furibondoverosenso del sabbaci rivela ben altro. Non solo sofferenze materialisi sente l'accento di vecchie miserieun abisso di dolore. Il fondodella sofferenza morale si trova soltanto verso san LuigiFilippo ilBelloin certe classi specialmenteche più dell'anticoservocapivanosoffrivano. Soprattutto i "buoni contadini"maggiorentivillanii "servi maggiori" dei villaggicheho già visto nel Dodicesimo secoloe nel Quattordicesimosotto il nuovo fiscoresponsabili (come gli antichi "curiali")sono martiri e dei re e dei baronisoverchiati d'insultil'infernoin terra insomma. Ecco le origini delle disperazioni che precipitanoverso lo spirito dei tesori nascostiil diavolo dei soldi. In piùschernioltraggiche ancor più forse fanno la Fidanzata diSatana.


Unprocesso di Tolosadel 1353che per la prima volta nomina la riddadel sabbami dava una giusta indicazione di data. Naturale. La pestenera devasta il mondo e "uccide un terzo del mondo". Ilpapa è degradatoi signori vintiprigionierifanno sputareal servo il loro riscattoe perfino la camicia gli prendono.Comincia la grande epilessia del tempopoi la guerra servilela"Jacquerie". E' tale la rabbia che ballano.




4)Capitoli 9 e 10. Satana medicofiltrieccetera.


Leggendole splendide opere di storia delle scienze scritte oggimi sonostupito di una cosa; pare si creda tutto scoperto dai dottoriquestimezzi-scolasticiche continuamente inciampavano nelle togheneidogminelle squallide abitudini spirituali che la Scuola dava loro.E quelle che andavan libere senza catenele streghenon hannoscoperto nulla? Da non credere. Paracelso dice il contrario. Nel pocoche si sa delle loro ricettec'è uno straordinario buonsenso. Ancor oggile solaneeusatissime da lorovengonoconsiderate il miglior rimedio contro la gran malattia che minacciòil mondo nel Quattordicesimo secolo. Ho letto con stupore in Coste("Histoire du Development des corps"tomo 2pagina 55)che l'opinione di Paul Dubois sugli effetti dell'acqua gelata incerti momenti concordava con precisione con la pratica delle stregheal sabba. Ben altro dalle stupide ricette dei gran dottori di queitempii meravigliosi effetti dell'orina di mulaeccetera (Agrippa"De occulta philosophia"tomo 2pagina 24ed. Lugduniin ottavo).


Quantoalle medicine d'amorei filtriecceteranon si è mai notatocome i "patti tra amanti" assomiglino ai "patti traamici" e compagni d'arme. I secondi in Grimm ("RechtsAlterthütner") e nelle mie "Origines"; i primi inCalcagniniSprengerGrillandus e molti altri; hanno proprio lestesse caratteristiche. Sempreo la natura chiamata e presa atestimoneo l'uso più o meno empio dei sacramentidi cose diChiesao il banchetto comunequell'intruglioquel pane o focacciache si fa a metà. In certe comunionicol sanguecon questo oquell'escremento.


Maper intime e personali che possano sembrarela sovrana comunioned'amore è sempre una "confarreatio"divisione di unpane che ha acquistato virtù magiche. Le acquistaa volteperché ci si dice la messa sopra (Grillanduspagina 316)altre per contattoemanazioni dell'oggetto amato. La sera dellenozzeper svegliare l'amoreservono il pasticcio della sposa(Thiers"Superstitions"capitolo 4pagina 548)e perrisvegliarlo in chi è stato "legato"lei gli famangiare un "pasticcio" che ha preparato.




5)Rapporti di Satana con la"Jacquerie"


Ilbel simbolo degli uccelli in vololiberati da Satanabasterebbe aindovinare che i contadini francesi lo consideravano uno spiritosalvatoredi libertà. Ma presto tutto venne soffocato infiumi di sangue. Sul Renoc'era più chiarezza.


Lài principi erano vescovidue volte odiatie videro in Satana unantagonista. Malgrado la ripugnanza di subire il giogodell'inquisizione romanal'accettarono per il pericolo imminentedella grande eruzione di stregoneria che scoppiò alla fine delQuindicesimo secolo. Nel Sedicesimoil movimento cambia forma ediventa la "Guerra dei contadini". Una bella tradizionenarrata da Walter Scottmostra che in Scozia la magia fiancheggiòle resistenze nazionali. Un esercito stregato attende in enormicaverne che suoni l'ora della lotta. Uno delle terre bassecommerciante di cavalliha venduto un cavallo nero a un vecchiodelle montagne. "Ti pagherò" dice"ma amezzanottesul Lucken Have" (picco della catena d'Eildon). Lopagadavveroin moneta antichissima; poi: "Vieni a vedere lamia casa". Grande meraviglia del mercante quando scorgein unabisso infinitofile di cavalli immobili eal fianco di ciascunoun guerriero anche lui immobile. Il vecchio gli dicepiano: "Tuttisi sveglieranno per la battaglia di Sheriffmoor". Nella cavernaerano appesi una spada e un corno. "Col corno" dice ilvecchio"puoi spezzare ogni incantesimo". L'altrosconvolto e fuori di séafferra il cornosuona. Subitocavalli nitrisconoscalpitanoscrollano finimenti. I guerrieri sidrizzanotutto un rumore di ferroarmature. Il mercante muore dipaura. Il corno gli cade di mano. Tutto scompare. Una voce terribilecome di un gigantetuona: "Maledetto il vigliacco che nonsguaina la spada prima di suonare il corno".


Importanteconsiglio alla nazionedi grande esperienzaottimo per quelle tribùselvagge che facevano sempre gran rumore prima d'essere pronte amuoveree mettevano in guardia il nemico. L'indegno mercante vennerisucchiato fuori della cavernae per quanto abbia fattonon ne hamai ritrovato l'ingresso.




6) L'ultimoatto del sabba


Quandoci sveglieremo completamente da questo sogno incredibile di quasiduemila annie con freddezza giudicheremo la societàcristiana medievalesarà evidente un'enormitàunicanella storia del mondo:

cheprimol'adulterto è istituzionaleregolarericonosciutoconsideratocantatocelebratosempredalla letteratura nobile eborghesei poemii "fabliaux" tuttiesecondol'INCESTO è condizione generale dei servicome dimostra conchiarezza il sabbaloro unica libertàvita veradove simostrano quel che sono.


Homesso in dubbio che l'incesto fosse solennepubblicamente ostentatocome dice Lancrema è il fatto che non metto in dubbio.


Incestoeconomico soprattuttorisultato della miseria in cui erano tenuti iservi. Le donne lavoravano menoed erano considerate bocche inutili.Unabastava alla famiglia. La nascita di una figlia era pianta comedisgrazia (vedi le mie "Origines"). Nessuno se ne occupava.Poche dovevano sopravvivere. Solo il primogenito si sposavaenascondeva questo comunismo dietro una maschera cristiana. Tra loroperfetto accordocongiura di sterilità. Ecco il centro diquesto mistero tristetestimoniato da tanti testimoni che non locomprendono.


Comecaso per me dei più graviBoguetserioonestodicoscienzachenel suo lontano Giurasul monte di Saint-Claudehatrovate le antiche usanze meglio conservatefedelmente seguite conla costante tenacia del contadino. Anche lui fa le stesse importantinotazioni:

primol'incestocompreso quello della madre e del figlio; secondoilpiacere sterile e dolorosola fecondità impossibile.


Spaventapensare a popolazioni di donne sottomesse a tale sacrilegio.


Dico:popolazioni. Questi sabba erano enormi assemblee (dodicimila anime inun piccolo cantone bascovedi Lancre; seimila per una bicoccaLaMirandolavedi Spina).


Granderivelazione terribile della scarsa influenza morale della Chiesa.Credevano con il loro latinometafisica bizantinacapita a stentoda lei stessadi cristianizzare il popolo. Enell'unico momento dilibertàdove poteva mostrarsi come erasembrava piùche pagano. L'interessecalcolola concentrazione famigliarevalgono più di tutti questi vani insegnamenti. L'incesto delpadre con la figlia avrebbe reso poco e se ne parla meno. Quellodella madre col figlio è particolarmente raccomandato daSatana. Perché? In quei popoli selvaggiil giovanelavoratoreal primo svegliarsi dei sensisarebbe fuggito dallafamigliaperduto per leiproprio quando diveniva prezioso.Credevano di tenerlofissarloalmeno per molto tempocon questofortissimo legame: "sua madre si dannava per lui".


Macome acconsentiva? Giudichiamo attraverso i casi fortunatamente raridi oggi. Avviene solo nella miseria estrema. E' duro dirlo: le troppedisgrazie depravano. L'anima infranta si difende pocodebole emolle. Le povere selvaggenella loro vita senza nullavizianoimmensamente i loro bambini. Nella casa della vedova indigentedelladonna abbandonatail bambino è padrone di tuttoe lei non hala forzaquando cresced'opporsi. Tanto più nel medioevo. Datre lati schiacciano la donna.


LaChiesa la tiene nel peggior conto (è Evail peccato inpersona). A casa la picchiano; al sabbaimmolata sappiamo come. Infondonon è di Satanané di Gesù. Non ènientenon ha niente. Morirebbesenza suo figlio. Ma bisogna stareattenti a fare tanto disgraziata una creatura; sotto tanti doloriquel che non è dolorema dolcezza e tenerezzapuòdiventar frenesia. Questo l'orrore del medioevo. Con la sua ariaspiritualissimasolleva dal profondo cose incredibiliche cisarebbero rimastescandagliascava nel fango sotterraneodell'anima.


Mala poverina soffocherebbe tutto. Al contrario della gran signorapuòpeccare solo per obbedienza. Suo marito vuoleSatana vuole. Hapaurapiange; nessuno le chiede il parere maanche poco liberal'effetto è comunque terribilepervertisce sensi e spirito.E' l'inferno in terra. Rimane sgomentamezza pazza di rimorsi epassioni. Il figliose ce l'hanno fattavede nel padre un nemico.Un soffio parricida scende sulla casa. E' spaventoso quel che potevaessere una simile societàcon la famigliatanto impura estraziatache cupa e silenziosapesante maschera di piomboandavasotto la frusta di un'autorità idiotache non vedeva nientecredendosi padrona. Che gregge! Che pecorelle! Idiota pastore!Avevano sotto gli occhi un mostro di disgraziedolorepeccato.Spettacolo mai visto prima e dopo. Ma loro guardavano nei loro libriimparavanoripetevano parole. Paroleparole. E' tutta la lorostoria. In tutto furono UNA LINGUA. Verbo e verbalitàètutto. Un nome rimarrà loro:

PAROLA.




7)Letteratura di stregoneria


Iniziaverso il 1400. I libri sono di due classi e due epoche: 1.deimonaci inquisitori del Quindicesimo secolo; 2.dei giudici laici deltempo di Enrico Quarto e Luigi Tredicesimo.


Lagrossa compilazione di Lionefatta e dedicata all'inquisitoreNitardriproduce un sacco di questi trattati di monaci. Li hocomparati tra loroa volte con le antiche edizioni. In fondocisono pochissime cose. Si ripetono noiosamente. Il primo come data(1440 circa)è il più idiota degli idiotiun bellospirito tedescoil domenicano Nider. Nel suo "Formicarius"ogni capitolo inizia con una similitudine tra le formiche e glieretici o stregonii peccati capitalieccetera. Fino all'idiotismo.Spiega con chiarezza che Giovanna d'Arco doveva essere bruciata.Questo libro parve tanto piacevole che quasi tutti lo copiarono;soprattutto SprengerSprenger il grandedi cui ho giàdescritto i meriti. Ma come raccontare tutto?

Chefeconde asinerie! "Fe-mina viene da Fe e da minus. La donna hameno fede dell'uomo." Due righe dopo: "E' davvero leggera ecredulona; incline sempre a credere. Salomone ebbe ragione a dire:'La donna bella e pazza è un anello d'oro al grugno d'unporco. La sua lingua è dolce come l'olioma sottonon c'èche assenzio.' Ma poicome stupirsi? Non viene fuori da una costolaritortacioè da un costola che è tortadiretta control'uomo?" Il "Martello" di Sprenger è l'operafondamentaleil modelloseguita in genere dagli altri manualii"Martelli"; "Flagelli""Fustigazioni"scritti poi dagli SpinaJacquierCastroGrillanduseccetera.Questofiorentinoinquisitore ad Arezzo (1520)ha delle buffenotesui filtristorie interessanti. Vien fuori che c'eraoltre alvero sabbaun sabba immaginarioal quale molti per terrorecredevano d'assisteresoprattutto donne sonnambule che s'alzavano dinottecorrevano le campagne. Un giovane che andava per i campi alleprime ore dell'albaseguendo un ruscellosi sente chiamare da unavoce leggerissimama timidatremante. E vede una figura pietosapallida donna quasi nudasolo un paio di mutande. Ha vergognatremas'era nascosta tra i rovi. Lui riconosce una vicina; lei loprega di tirarla fuori. "Che facevate qui?" "Cercavoil mio asino." Lui non ci crede; lei piange a dirotto. La poveradonna cheprobabilmente sonnambulausciva dal letto di suo maritocomincia ad accusarsi. Il Diavolo l'ha portata al sabbaportandolaha sentito una campanae l'ha lasciata. Lei cercò diassicurarsi la sua discrezionecon doniun berrettostivali e treformaggi. Ma purtroppo lo sciocco non seppe tacere; si vantòdi quello che aveva visto. La presero. Grillandusassentenon potèprocessarlama non per questo non finì sul rogo. Ne parlacompiacendosenee dice (il macellaio sensuale): "Era bella egrassoccia" ("Pulchra et satis pinguis").


Versoil 1600i compilatori erano essi stessi compilatiimpinguiti da chiveniva dopoe s'arriva all'enorme libro"Disquisitionesmagicae"dello spagnolo Del Rio. Nel suo "Auto-da-féde Logroño" (ristampato da Lancre)narra un sabba indettagliomangiano bambini ripieniper secondocarne di stregoneriesumato. Satanache conosce il mondoaccompagna gli ospitifacendo luce col braccio d'un bambino morto senza battesimo.


Sonfinite le sciocchezze? No. Il premiola corona spettano aldomenicano Michaëlis (caso Gauffridi1610). Il suo sabba ècerto il più incredibile. Prima si riuniscono "al suon dicorno" (ottimo metodo per farsi beccare). Il sabba ha luogo"tutti i giorni". Ogni giorno col suo delitto specialeedanche con ogni classe della gerarchia.


Quellidella più bassanovizi e poveri diavolisi fanno la manotanto per cominciareammazzando neonati. Quelli della classe altamaghi gentiluominihanno il compito di bestemmiaresfidare einsultare Dio. Non fanno sforzi di malefici e stregonerie; li fannoattraverso valletti e camerierela classe intermedia tra glistregoni come si deve e gli stregoni cafonieccetera.


Inaltre descrizioni della sua stessa epocaSatana si comporta comeall'universitàe sottopone gli aspiranti ad esami severiperrendersi conto delle capacitàli iscrive su registridàdiploma e patente. Esige a volte una lunga iniziazioneun noviziatoquasi monastico. O meglioconforme alle regole delle consorterie edelle corporazioni di mestieriimpone l'apprendistatolapresentazione del "capolavoro".




8)Decadenzaeccetera


Fattodegno d'attenzione è che la Chiesanemica di Satananon solonon lo vincema due volte lo fa vincere. Dopo lo sterminio deglialbigesi nel Tredicesimo secoloHA TRIONFATO? ANZI. Satana regna nelQuattordicesimo. Dopo la notte di San Bartolomeo e durante i massacridella guerra dei Trent'annila Chiesa TRIONFA? ANZI. Satana regnasotto Luigi Tredicesimo.


Scopodel mio libro era di offrire non una storia della stregoneriama unaformula chiara e semplice della vita della stregache i miei dottipredecessori avevano oscurato proprio tramite la scienza e i troppidettagli. La mia forza sta nel partireNON DAL DIAVOLOVUOTAENTITA'MA DA UNA REALTA' VIVENTEla Stregarealtà calda efeconda.


LaChiesa aveva solo demoninon arrivava a Satana. E' il sogno dellaStrega.


Hotentato di riassumere la sua biografia di mille annile epochesuccessivela cronologia. Ho detto: 1.COME NASCE per le troppemiserie; come la donna sempliceservita dallo Spirito familiaretrasforma questo Spirito nella crescita della disperazioneèossessapossessaindiavolatacontinuamente lo partoriscel'incorporapoi è una con Satana. Ho detto: 2.COME LASTREGA regnama si disfada solasi distrugge. La Strega furiad'orgoglioodiodiventacol successola strega lurida e malignache guariscema sporcasempre più industrialefactotumempiricaagente d'amored'aborto. 3. Esce di scenama resta nellecampagne. Restamessa in luce da celebri processi non la stregamala STREGATA. (AixLoudunLouviersStoria della Cadièreeccetera).


Questacronologia non era ancora per me ben stabilita quando tentavonellamia "Histoire"di ricostruire il Sabba nei suoi atti. Sulquintomi sbagliavo. La vera strega delle origini è un essereisolatomonaca del Diavolosenza amore o famiglia. Anche quelledella decadenza non amano gli uomini. Subiscono il libertinaggiosterilee ne portano il segno (Lancre)ma non hanno gustipersonalisolo quelli delle suore e delle prigioniere. Attiranodonne debolicreduloneche si lasciano condurre a segreti spuntini(Wyercapitolo 27). I mariti di queste donne sono gelositurbanoquesto bel misteropicchiano le streghe infliggendo la punizione chepiù temonorestare incinta. La Strega concepisce solo suomalgradoper l'oltraggiolo scherno. Ma se ha un figlio èfondamentalediconoper la religione satanicache diventi suomarito. Ecco (negli ultimi tempi) le odiose famiglie e generazioni distregoncini e streghinemaligni e cattivipronti a picchiareadenunciare la madre. In Boguet c'è una scena orribile.


Menoconosciutoma davvero infameè il fatto che i grandiimpiegavano queste razze perverse per i loro crimini personali;tenendole sempre sottocon la paura d'essere date ai pretinetraevano grossi profitti (Sprengerpagina 174edizione di Lione).


Sulladecadenza della stregoneria e le sue ultime persecuzionirimando adue ottimi testi che dovrebbero essere tradottiquelli di Soldan eWright. Sui suoi rapporti con il magnetismospiritismotavoli cheballanoecceterasi troveranno ricchi dettagli nella strana"Histoire du merveilleux"del Figuier.




9)Due volte ho parlato di Tolone. Mai abbastanza. Mi ha portatofortuna. Ha voluto dir molto per me terminare questa oscura storianel paese della luce. I nostri lavori risentono del posto dove sonostati fatti. La natura lavora con noi. E' doveroso ringraziare questomisterioso compagnoringraziare il "Genius loci".


Alpiedi del forte Lamalgue che domina invisibileoccupavo su un pendioabbastanza asprolanda e rocciauna piccola casa molto tranquilla.Chi ha costruito quest'eremoun medicov'ha scritto un librosingolare"L'Agonie et la Mort". Lui è morto quida poco.


Testacaldacuore di vulcanoogni giorno arrivava da Tolone a versare isuoi tormentosi pensieri. Ne è rimasto un forte segno.


Nell'ortoabbastanza grandedi vigne e oliviper chiudersiisolarsi duevolteha inserito un piccolissimo giardinocircondato da muraall'africanacon una vaschetta.


E'ancora lì con le esotiche piante che amavai marmi bianchipieni di caratteri arabi che salvò dalle tombe distrutte adAlgeri. I suoi cipressi di trent'anni sono diventati gigantiglialoei cactus enormi e spaventosi. Tutto molto solitarionon mollema davvero affascinante. In invernoovunque rose selvatiche infioretimo e profumi amari.


Questaradasi saè la meraviglia del mondo. Ce ne sono di piùgrandima nessuna tanto bellanessuna incisa con tanta fierezza. Siapre sul mare con una bocca di due leghelo chiude con due penisolecurve a tenaglie di granchio. Tutto l'interno variegatotormentatoda sporgenzepicchi rocciosiacuti promontorilandevignetimacchie di pini. Un fascinonobiltàstraordinaria severità.


Nonvedevo il fondo della radama le due immense braccia: a destraTamaris (ormai immortale); a sinistral'orizzonte fantastico diGiensle "Isole d'oro"dove il grande Rabelais avrebbevoluto morire.


Dietrosotto l'alto semicerchio dei monti calviil porto allegro esplendidocon acque blule navi che vanno e vengonol'eternomovimento in acuto contrasto. Bandiere al ventobanderuolevelociscialuppeche portano avanti e indietro gli ufficialigliammiraglitutto agitainteressa. Ogni giornoa mezzogiornoandavoin cittàsalivo dal mare al punto più alto del miofortedove l'immenso panorama si sviluppale montagne dopo Hyèresmarela radae in mezzo la città che di là èmeravigliosa. Qualcuno che per la prima volta la vidediceva: "Chebella donnaTolone".


Fuiaccolto benissimo. Amici premurosi. Le pubbliche istituzionile trebibliotechei corsi sulle scienze sono di grande interessecheneppure sospetta il viaggiatore frettolosoche viene a imbarcarsi.


Residenteda molto tempo e ormai vero Tolonesecostantemente mi interessavaconfrontare l'antica Tolone con la nuova. Da nessun'altra parte honotato meglio questo felice progresso dei tempi. La brutta storiadella Cadièredi cui il dotto bibliotecario della cittàmi comunicò i documentimi faceva risaltare questo contrasto.


Unpalazzo soprattuttoogni giornoattirava il mio sguardol'"Ospedale della Marina"antico seminario dei gesuitifondato da Colbert per i cappellani di vascelloe chenelladecadenza della marinaoccupò in modo tanto odioso lapubblica attenzione.


Hannofatto bene a conservare un monumento così istruttivosull'opposizione delle due epoche. Quel tempodi noia e nienteimmonda ipocrisia. Questoluminoso di veritàfervido lavororicercascienzae scienza di caritàtutta rivolta asollevareconsolare la vita umana.


Entriamo:troveremo che la casa è un po' cambiata. Se gli avversarioggidicono che i suoi progressi sono del Diavoloammetteranno chein apparenza il Diavolo ha cambiato sistemi.


Ilsuo libro magico oggi èal primo pianouna bella erispettabile biblioteca medicache questi giovani chirurghi coi lorosoldie sacrificando i divertimentiarricchiscono continuamente.Meno balli e amanti. Più scienzafratellanza.


Distruttoreun tempooggi creatorenel laboratorio di chimicail Diavololavora e prepara ciò che domani deve abituare a guarire ilpovero marinaio. Se sono necessari i ferril'insensibilitàche cercavano le streghe(i loro narcotici sono stati il primoesperimento)si ottiene da quelle diavolerie inventate da Jackson(1847).


Queitempi sognaronovollero. Questo realizza. Il suo demone è unPrometeo. Nel grande arsenale satanicoil ricco laboratorio difisicavoglio direche offre questo ospedaletrovo realizzati isognile speranze del medioevoi suoi deliri più chimerici.Per attraversare lo spaziodice: "Voglio la forza". Edecco il vaporeche ora è un'alaora il braccio dei Titani."Voglio la folgore." Te la mettono in manodocilemaneggevole. La mettono in bottigliala fan crescerediminuire; nericavano scintille; la chiamanola cacciano. Non si va piùèveroin ariaa cavallo di una scopa; il demone Montgolfier hainventato il pallone. Infinela speranza più altail sommodesiderio di comunicare a distanzaunire da un polo all'altropensieri e cuoriil miracolo è avvenuto. Di piùl'unità della terra attraverso una grande rete elettrica.Tutta l'umanità ha per la prima voltain ogni momentolacoscienza di séuna comunione d'anima. Divina magia. SeSatana fa questomerita rispettobisogna dire che potrebbe essereuno degli aspetti di Dio.




FONTIPRINCIPALI


GRAESSE"Bibliotheca Magide"Lipsiae 1843. "Magie antique"(testi raccolti da SoldanA. Mauryeccetera).


CALCAGNlNl"Miscellanea. Magia amatoria antiqua"1544.


J.GRIMM"Deutsche Mythologie". "Acta Sanctorum"."Acta Sanctissimi Ordinis Sancti Benedicti".


MlCHELEPSELLO"Energia dei demoni" (1050).


CESARlODI HEISTERBACH"Illustria miracula" (1220).


"Registridell'Inquisizione" (1307-26) in Limburche gli estratti diMagiLlorenteLamothe-Langoneccetera.


"DirectoriumEymerici"pagina 1358.


LLORENTE"Historia de la Inquisición".


LAMOTHE-LANGON"Inquisition de France". "Manuale dei fratiinquisitori dei secoli Quindicesimo e Sedicesimo; NlDER"Formicarius"; SPRENGER"Malleus"; C. BERNARDUS"Lucerna"; SPINAGRILLANDUSeccetera.


H.CORNELIUS AGRIPPAE"Operain ottavo"2 volumiLugduni.


PARACELSO"Opera".


WYER"De Prestigiis daemonum"1569.


BODIN"Démonomanie"1850.


REMIGIUS"Demonolatria"1596.


DELRIO"Disquisitiones magicae"1599.


BOGUET"Discours des sorciers"Lyon 1605.


LELOYER"Histoire des spectres"Paris 1606.


LANCRE"Inconstance"1612; "Incrédulité"1622.


MlCHAËLIS"Histoire d'une pénitente"eccetera 1613.


TRANQUILLE"Relation de Loudun"1634.


"Histoirede Madeleine Bavent"di Louviers1652 "Histoire desdiables de Loudun"(di Aubin)1716.


"Examende Louviers. Apologie de l'examen" (di Yvelin) 1643.


"Procésdu Père Girard et de la Cadière""in folio"Aix 1833.


"Piècesrelatives à ce procès5 volumi"in dodicesimo"Aix 1833.


"FactumChansons ecc. relatifs"ms. della biblioteca di Tolone.


EUGENESALVERTE"Sciences occultes"con introduzione di Littré.


A.MAURY"Les Fées"1843; "Magie"1860.


SOLDAN"Storia dei processi di stregoneria"1843.


THOMASWRIGHT"The Sorcery"1854.


L.FIGUIER"Histotre du merveilleux"4 volumi.


FERDINANDDENIS"Sciences occultes". "Monde enchanté".


"Storiadelle scienze nel medioevo"di SprengerPouchetCouvierHoefereccetera.




NOTAALLA SECONDA EDIZIONE (LACROIX)


Deilibri che ho pubblicatiquesto mi sembra il piùinattaccabile.


Nienteè lasciato alla cronaca leggera o appassionata. E' nato quasitutto dagli atti giudiziari.


Dicoquesto non solo per i grandi processi (GauffridiCadièreeccetera); ma per un sacco di fatti che i nostri dotti predecessorihanno appreso negli archivi tedeschiinglesiecceterae che noiabbiamo riportati.


Anchei manuali degli inquisitori sono stati utili. Bisogna credercisutante cosedove s'accusano da soli.


Gliinizii tempi che si possono considerare l'età leggendariadella stregoneriagli innumerevoli testi riuniti da GrimmSoldanWrightMauryecceterasono stati un'ottima base.


Perquel che seguedal 1400 al 1600 ed oltreil mio libro si fondaancor più solidamente sui molti processi giudicati epubblicati.


JULESMICHELET


1dicembre 1862