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HermanMelville


BILLYBUDDMARINAIO

(lastoria interna)





1


Primache ci fossero le navi a vaporeovvero allora più spesso dioggi accadeva a chi passeggiava sulle banchine di qualunque portomarittimo di una certa importanza di essere attratto dalla vista digruppi di marinai appartenenti a navi da guerra o a mercantiliaterra in franchigiaabbronzati e tirati a lucido. In alcuni casicamminavano a fianco o addirittura circondavanocome guardie delcorpoun personaggio superioredella loro stessa classeche simuoveva insieme a lorocome Aldebaran fra le stelle minori della suacostellazione. Questo personaggio straordinario era il "BelMarinaio"di tempi meno prosaicidella marina militare o diquella mercantile. E senza traccia di vanteriaanzi con lasemplicità disinvolta della naturale regalitàeglipareva accettare l'omaggio spontaneo dei suoi compagni. Mi ricordospecialmente una di queste occasioni. A Liverpooluna cinquantinad'anni favidi all'ombra del grande e squallido muro del Dock delPrincipe (uno sbarramento da tempo rimosso) un marinaio semplicediun nero così intenso che doveva essere un Africano dellastirpe immutata di Cam. Una figura di proporzioni simmetrichedialtezza molto superiore alla media. I due lembi di uno sgargiantefazzoletto di seta sciolto che gli portava intorno al collo ballavanosul nudo torace d'ebano; alle orecchie aveva grossi cerchi d'oro esulla testa ben proporzionata portava un berretto scozzese con lafascia assortita.


Eraun caldo pomeriggio di luglio e una selvaggia allegria sprizzava dalsuo visolucido di sudore. Scherzando giovialmente con gli uni e congli altriscopriva di tanto in tanto i denti in abbaglianti sorrisie con i suoi motteggi era al centro di un gruppo di compagni. Questicostituivano un assortimento così vario di tribù e dirazze che Anacharsis Cloots avrebbe ben potuto farli sfilare davantialla tribuna della prima Assemblea Francese come rappresentanti dellarazza umana. Ad ogni tributo spontaneamente reso dai passanti aquell'idolo nero - una sosta e un'occhiatae più raramenteun'esclamazione - il variopinto corteo faceva mostra di gloriarsidell'oggetto di un simile tributonello stesso modo in cuicertamente i sacerdoti assiri si gloriavano nel loro grande Toroscolpitoquando i fedeli si prostravano davanti all'idolo.


Matorniamo a noi.


Anchese in qualche caso si pavoneggiava a terra come una specie di nauticoMuratil "Bel Marinaio" del periodo in questione non avevanulla del Billy-va-al-diavolodandisticoun tipo divertente orasparitoma nel quale a volte ci si può ancora imbatteree inuna forma ancora più divertente dell'originaleal timone deivascelli nel tempestoso Canale Erie opiù facilmentearaccontare grosse balle nelle bettole lungo l'alzaia.


Invariabilmenteespertissimo nel suo pericoloso mestiereegli era anche quasi sempreun pugile o un lottatore in gamba. Aveva forza e prestanza. Le sueprodezze passavano di bocca in bocca. A terra era il campioneabordo il portavoce; in prima fila tutte le volte che ne valeva lapena. Nella burrasca era làa far terzaruolo alle vele digabbiaa cavalcioni sui bracci del pennoneil piede nel "cavallofiammingo" usato come staffale due mani che tiravano la drizzacome una brigliaall'incirca nell'atteggiamento del giovaneAlessandro che doma il fiero Bucefalo. Una figura superbache sistaglia contro il cielo tempestoso come se fosse scagliato dallecorna del Toroallegramente incitando la tenace squadra lungol'alberatura.


Icaratteri morali raramente non erano in armonia con quelli fisici. Ecomunquese non fosse stato cosìl'avvenenza e la forzasempre attraenti quando sono tutte e due presenti in un uomodifficilmente avrebbero potuto attirare il tipo di sincero omaggioche il "Bel Marinaio"nei suoi vari esemplariricevevadai suoi compagni meno dotati.


Unastro del genereperlomeno nell'aspetto e un po' anche nell'intimanaturaanche se con importanti varianti che saranno chiare mano amano che il racconto procederàera Billy Buddocchi-di-cieloovvero Baby Buddcome più familiarmente finìcon l'essere chiamato in circostanze che saranno poi precisate. Età:

ventunannigabbiere di parrocchetto della flotta britannicaverso la finedell'ultimo decennio del secolo diciottesimo. Non molto primadell'epoca in cui si svolge questa storia egli era entrato alservizio del re; era stato arruolato a forza nel Canale d'Irlandafatto passare da un mercantile inglese diretto in patria ad unvascello da settantaquattro cannonila "Bellipotent"chefaceva prua verso il largo e chefatto non insolito in quei tempiburrascosiera stato costretto a salpare con l'equipaggio non alcompleto. L'ufficiale di reclutamentotenente Ratcliffeposòl'occhio su Billy al primo colpoprima ancora che la ciurma delmercantile si fosse schierata sul cassero per essere sottoposta allasua ponderata ispezione. E scelse soltanto lui. Infattiforse perchégli altri uomini schierati davanti a lui erano svantaggiati dalconfronto con Billyo forse perché ebbe qualche scrupolovedendo che il mercantile era piuttosto sguarnitol'ufficialequalunque fosse la ragionesi accontentò della sua primascelta istintiva. Con stupore dei suoi compagnie con grandesoddisfazione del tenenteBilly non avanzò obiezioni. E' purvero tuttavia che qualsiasi obiezione sarebbe stata inutile come laprotesta di un cardellino chiuso in gabbia.


Ilcapitano della navenotando questa rassegnata acquiescenzaquasispensieratadiede a Billy un'occhiata piena di sorpresa e di mutorimprovero. Il capitano era uno di quei degni mortali che si trovanoin ogni mestiereanche nei più umiliil genere di personache tutti sono d'accordo nel definire "un uomo perbene". Einoltrefatto meno strano di quanto possa sembrarenonostante fosseabituato a solcare acque tempestosealle prese per tutta la vita conle forze della natura ribellinon c'era niente che questo spiritoonesto avesse più a cuore della tranquillità e dellapace. Per il restoaveva più o meno cinquant'annitendeva unpo' alla pinguedineun viso attraentesenza bafficon un incarnatopiacevolefaccia piuttosto pienadall'espressione umana eintelligente. In una giornata di bel tempocon un buon vento equando tutto andava per il megliouna certa intonazione musicalenella voce sembrava essere la genuina spontanea espressione della suaintima personalità. Era dotato di grande prudenza e di grandecoscienziositàe in certe occasioni queste virtù glicausavano pesanti preoccupazioni. Quando era in navigazionefinchéla sua nave veleggiava in una qualche vicinanza alla costacapitanGraveling non chiudeva occhio.


Prendevaa cuore quelle gravi responsabilità per le quali certicomandanti non si scomponevano allo stesso modo.


Oramentre Billy Budd era giù nel castello di prua a raccoglierele sue coseil tenente della "Bellipotent"tozzo e bruscodi modiper niente sconcertato dal fatto che il capitano Gravelingsi fosse sottratto ai consueti doveri di ospitalità inun'occasione a lui tanto sgraditaomissione dovuta esclusivamente alsuo essere sovrappensierosi invitò da sé senza tantecerimonie nella cabinae si impadronì anche di una bottigliache prese dall'armadietto dei liquoriun angolino che i suoi occhiesperti scoprirono immediatamente. Egli era infatti uno di quei lupidi mare nei quali la durezza e i pericoli della vita navale nellegrandi e lunghe guerre di quel temponon sminuirono mail'inclinazione naturale ai piaceri dei sensi. Faceva semprefedelmente il proprio dovere; ma il dovere è a volte un aridoobbligo e lui era propenso a... inumidire quest'ariditàognivolta che era possibilecon uno stimolante distillato di acquavite.Al proprietario della cabina non rimaneva che fare la partedell'anfitrione per forzacon tutta la cortesia e lo zelo possibili.Come necessaria aggiunta alla bottigliamise in silenzio un boccalee una caraffa d'acqua davanti all'ospite incontenibile. Ma dopoessersi scusato di non bere insieme con luiosservava tristementel'ufficiale che per niente imbarazzato diluiva appena appenaconflemmail suo liquore e poi lo ingollava in tre sorsiallontanandoil boccale vuotoma non tanto da non conservarlo a portata di manoe si andava accomodando nello stesso tempo a suo agio sulla sediafacendo schioccare le labbra tutto soddisfattoe guardava drittonegli occhi il suo anfitrione.


Ultimatequeste manovreil capitano ruppe il silenziodicendo con un tono ditriste rimprovero nella voce:

"Tenentestate per portarmi via il mio uomo migliorela perla del mioequipaggio." "Sìlo so" rispose l'altroriavvicinandosi immediatamente il boccale per prepararsi a riempirlodi nuovo. "Lo so. Mi dispiace." "Scusatemima voi noncapitetenente. Vi dirò. Prima di imbarcare quel ragazzoilmio castello di prua era un nido di liti. Erano tempi bruttivel'assicuroa bordo della 'Diritti.' Io ero preoccupato tanto che lamia pipa non riusciva a darmi conforto. Ma venne Billy e fu come unprete cattolico che predica pace a degli Irlandesi che si azzuffano.Non che egli facesse loro la predica o dicesse o facesse niente diparticolare: ma emanava da lui un potere che ammansiva i piùferoci. Furono attirati da lui come i calabroni dal miele: tuttitranne il picchiatore della compagniaun tipo grosso e villoso con ibaffi rosso-fuoco.


Questiforse pieno d'invidia per il nuovo venuto e pensando che un così'dolce e bel ragazzo' come era solito definirlo con gli altrifacendosi beffe di luidifficilmente potesse avere lo spirito di ungallo da combattimentosi dava da fare per tentare in ogni modo diattaccar briga con lui. Billy pazientòci ragionòinsieme con maniere cortesi - lui è un po' come me tenenteche odio ogni specie di litigio - ma non servì a niente. Cosìun giorno durante il secondo turno di guardia 'Baffo Rosso' allapresenza degli altricon il pretesto di far vedere a Billy il puntodal quale si tagliava una bistecca di lombo - perché quel tipoun tempo aveva fatto il macellaio - gli assestò brutalmente uncolpo sotto le costole. Lesto come il lampo Billy fece scattare ilsuo braccio. Oso dire che non aveva mai avuto intenzione di arrivareproprio a tantoma in ogni modo diede a quel grosso cretino unalezione terribile. Ci volle circa mezzo minutocredo.


EDio vi benedicalo zoticone rimase sbalordito da tanta rapidità.E credetemitenente'Baffo Rosso' ora ama davvero Billy: lo amaoè il più grande ipocrita che io abbia mai conosciuto.Ma tutti lo amano. Alcuni di loro lavano la sua robagli rammendanoi suoi pantaloni vecchi; il carpentiere a tempo perso gli fa un belcassettoncino. Tutti farebbero qualunque cosa per Billy Budde quisiamo una famiglia felice. Ma ora tenentese questo giovanotto se nevalo so che accadrà a bordo della 'Diritti.' Non mirisuccederà molto prestoalzandomi da tavola dopo averpranzatodi appoggiarmi all'argano a farmi tranquillamente unapipata: nodi sicuro non tanto presto. Sìtenentestate perportar via la perla dei miei uomini: state per portarmi via il miopaciere!" E con questo il brav'uomo riuscì davvero amalapena a trattenere un singhiozzo.


"Bene"disse l'ufficiale che aveva ascoltato tutto questointeressato edivertitoe ora si era fatto più allegro grazie al cicchetto"benebenedetti siano i pacierie soprattutto i pacieribattaglieri! E così sono le settantaquattro bellezzedialcune delle quali voi vedete spuntare il naso fuori dagli oblòdi babordo di quella nave da guerra che sta aspettando me" eindicò nel dire questo la "Bellipotent" attraversola finestra della cabina. "Ma sucoraggio! Non fate quellafaccia così sconsolata.


Eccovi prometto fin da adesso l'approvazione reale. Siate certo che suamaestà sarà felicissimo di sapere che in un'epoca incui il suo duro pane non viene ricercato avidamentecome dovrebbedai marinaiun'epoca inoltre nella quale alcuni comandanti dimercantili si irritano in cuor loro perché si prende inprestito un marinaio o due per il serviziosua maestàdicevosarà felicissimo di sapere che almeno un capitano cedevolentieri al re il fiore del suo greggeun marinaioil qualeconidentica lealtànon protesta. Ma dov'è la miabellezza? Aheccolo qui" aggiunse dando un'occhiata attraversola porta aperta della cabina. "Per Gioveporta con sé ilsuo cassettoncino... Apollo con il suo baule!... Giovanotto"disseandandogli incontro "non potete portare questa grossacassa a bordo di una nave da guerra.


Làle casse sono per la maggior parte quelle da munizioni. Metti i tuoistracci in un saccoragazzo. Stivali e sella per il cavalleggerosacco e amaca per i marinai della nave da guerra." Iltrasferimento dal cassettone al sacco fu fatto. E dopo che ebbe fattoscendere il suo uomo nella barca e lo ebbe seguito scendendo ancheluiil tenente si allontanò dalla "Diritti dell'Uomo."Questo era il nome del mercantile anche se il comandante el'equipaggio lo abbreviavanoalla maniera dei marinaiin "Diritti".Quel testone del suo armatoredi Dundeeera un incrollabileammiratore di Thomas Paineil libro del qualein risposta alleaccuse di Burke alla Rivoluzione Francese era stato pubblicato daqualche tempo e si era ampiamente diffuso. Nel battezzare la sua navecon il titolo del libro di Painel'uomo di Dundee si comportòun po' come un altro capitano di mercantile del tempoStephen Girarddi Filadelfiache espresse le sue simpatie sia per la terra natìache per i suoi filosofi liberalibattezzando le sue navi con i nomidi VoltaireDiderote così via.


Maoramentre la barca scivolava sotto la poppa del mercantile el'ufficiale e i rematori notavano - alcuni con amarezza e altri conun sogghigno - il nome che c'era scrittoproprio in quel momento lanuova recluta balzò in piedi dal posto di prora dove iltimoniere l'aveva mandato a sederee sventolando il cappello verso icompagni che silenziositristemente lo guardavano dal parapetto dipoppasi accomiatò da loro con un saluto gioviale.


Poisalutando anche la nave stessa: "E addio anche a tevecchia'Diritti dell'Uomo'" disse.


"Seduto!"tuonò il tenenteassumendo immediatamente tutto il rigore delsuo gradoma reprimendo tuttavia a fatica un sorriso.


Adire il vero l'azione di Billy era una gravissima infrazioneall'etichetta della marina. Ma a questa etichetta egli non era maistato educato; tenuto conto di questo fatto il tenente difficilmentelo avrebbe ripreso tanto energicamente se non fosse stato per l'addiofinale alla nave. Questo gli sembrò piuttosto contenere unsottinteso ironicoda parte della nuova reclutauna abile allusioneall'arruolamento forzato in generale e a quello suo in particolare.Invecepiù probabilmentese si trattò proprio disatiradifficilmente fu fatta con intenzioneperché Billyanche se felicemente dotato dell'allegria della buona salutedellagioventù e di un cuore spensieratonon aveva tuttavia perniente uno spirito satirico. Gli mancavano per questo sia la volontàsia la sinistra destrezza. I doppi sensi e le insinuazioni eranocompletamente estranei alla sua natura.


Quantoal suo arruolamento forzatoegli sembrava averlo preso come disolito prendeva ogni cambiamento di tempo. Come gli animalianche senon era filosofoegli era in pratica un fatalistasenza saperlo. Eforse gli piaceva abbastanza questo avventuroso cambiamento della suavitache prometteva l'apertura di nuovi orizzonti ed esaltantiavventure guerresche.


Abordo della "Bellipotent" il nostro marinaio mercantile fuimmediatamente giudicato uomo di mare e assegnato al quarto ditribordo della coffa di parrocchetto. Si trovò immediatamentea suo agio nel serviziomolto gradito per il suo bell'aspetto nonconscio di sé e per una specie di aria allegra e spensierata.Non c'era uomo più allegro di lui nel suo rancio; in nettocontrasto con certi altri individui che come lui facevano parte dellaciurma reclutata forzatamente. Questi infattiquando non eranooccupati dal lavoroa voltee specialmente nell'ultimo turno diguardia quando l'avvicinarsi del crepuscolo favoriva lefantasticherietendevano a cadere in un umore malinconico colorato avolte di risentimento. Ma loro non erano così giovani come ilnostro gabbieree non pochi di loro dovevano aver conosciuto unfocolare di qualche genere; altri forse avevano dovuto lasciare moglie figlimolto probabilmente in circostanze incertee quasi tuttidovevano avere dei parenti conosciutimentre tutta la famiglia diBillycome vedremo fra pococonsisteva praticamente in lui solo.




2


Anchese il nostro nuovo gabbiere di parrocchetto era stato bene accoltosulla coffa e sui ponti dei cannonieridifficilmente egli potevaessere qui quella stella che era stato prima tra gli equipaggi piùmodesti della marina mercantileai quali fino ad allora eraappartenuto.


Eragiovanee malgrado fisicamente fosse perfettamente sviluppatodiaspetto sembrava persino più giovane di quanto fosse inrealtàgrazie a una espressione adolescente rimasta nel suoviso ancora imberbefemmineo per la purezza dell'incarnato naturalema sul qualeper il suo viaggiare per mare il pallore era sparitodel tutto e il colorito roseo a malapena traspariva sottol'abbronzatura.


Peruno così completamente nuovo alla complessità di unavita innaturalel'improvviso passaggio dal vecchio ambientepiùsempliceal mondo più vasto e più esperto di unagrande nave da guerraavrebbe ben potuto intimidirlo se in lui cifosse stata presunzione o vanità. Fra l'eterogeneo equipaggiodella "Bellipotent" si trovavano diversi individui cheanche se inferiori di gradoerano di natura non comunemarinai piùparticolarmente predisposti ad assumere quell'aria che la continuadisciplina marziale e la ripetuta presenza in battaglia possonoconferire in certa misura anche all'uomo medio. Come "BelMarinaio" Billy Budd aveva a bordo della cannoniera unaposizione in qualche modo simile a quella di una rustica bellezzatrapiantata dalla provincia e messa a confronto con le dame di corted'alto lignaggio. Ma lui si accorse poco di questo cambiamento dicircostanzee non notò quasi per niente che qualcosa in luiprovocava un sorriso ambiguo su qualcuno dei volti più duridei marinai. Né era meno inconsapevole dell'impressioneparticolarmente favorevole che la sua persona e i suoi modi facevanoai più intelligenti personaggi del ponte di comando. E nonavrebbe potuto essere diversamente. Forgiato in uno stampoparticolarecaratteristico dei più begli esemplari fisici diquegli Inglesi nei quali il sangue sassone sembrerebbe non esserstato per niente mischiato con quello normanno né con nessunaltromostrava nel viso quell'aspetto umano di riposante bontàche lo scultore greco attribuì a volte al suo fortissimo eroeErcole. Ma questo aspetto a sua volta era sottilmente modificato daun'altra penetrante qualità. L'orecchiopiccolo e benformatol'arco del piedela curva della bocca e delle nariciperfino la mano duradi un colore fra l'arancione e il bronzocomeil becco del tucanouna mano che parlava di drizza e di bugliolo delcatramema soprattutto qualcosa nell'espressione mobilee ogniatteggiamento e mossa naturalequalcosa che faceva pensare a unamadre straordinariamente favorita dall'Amore e dalle Grazie: tuttociò stava a indicare stranamente un lignaggio nettamente incontrasto con il suo destino. Il mistero riguardo a queste cosesembrò meno oscuro grazie a un fatto scoperto quando Billyvenne formalmente assunto in servizio. Quando l'ufficialeun omettodi bassa staturadi modi bruschigli chiese fra le altre cose ilsuo luogo di nascitalui rispose:

"Scusisignorenon lo so." "Non sai dove sei nato? Chi era tuopadre?" "Lo sa Iddiosignore." Colpito dalla schiettasemplicità di quelle rispostel'ufficiale chiese poi:

"Nonsai niente sulla tua origine?" "Nossignore. Ma ho sentitodire che fui trovato in un bel cestino foderato di seta appeso unamattina al battente di una casa signorile di Bristol." "Trovatodici? Bene" e gettò indietro la testa squadrando dal capoai piedi la nuova recluta. "Benedirei che sia stata una granbella trovata. Spero che ne trovino ancora altri come teragazzomio; la flotta ne ha terribilmente bisogno." SìBillyBudd era un trovatelloprobabilmente un infortunio eevidentementenon ignobile. L'origine nobile era evidente in lui come in unpurosangue.


Peril restodotato di poco o nessun acumesenza la minima tracciadella saggezza del serpente in lui ma senza nemmeno essere propriouna colombaegli possedeva quel tipo e quel grado di intelligenzache si accompagna all'onestà anticonformista di una sanacreatura umanauna creatura alla quale non sia stato ancora offertoil discutibile pomo della sapienza. Era analfabeta; non sapevaleggere ma sapeva cantaree come l'usignolo illetterato a voltecomponeva lui stesso i suoi canti.


Coscienzadi sé sembrava averne poca o nienteo più o meno tantaquanta ne possiamo ragionevolmente attribuire a un cane San Bernardo.


Abituatocom'era a vivere in mezzo agli elementi naturali e conoscendo dellaterra poco più di una striscia di spiaggia o meglio di quellaporzione del globo terracqueo provvidenzialmente riservata alle saleda balloalle puttanelle e ai cantinieriinsomma a quello che imarinai chiamano "il paese della cuccagna"la sua semplicenatura non era contaminata dalle tortuosità morali che nonsempre sono incompatibili con quella manipolabile cosa che si chiamarispettabilità. Ma i marinai frequentatori dei "paesidella cuccagna" sono forse senza vizi? No; ma piùraramente di quanto accada negli uomini di terraferma i lorocosiddetti vizi hanno a che fare con la slealtàe sembranoessere provocati più che da viziosità dall'esuberanzadi una vitalità a lungo repressamanifestazioni schietteinarmonia con la legge naturale. Per la sua costituzione naturaleaiutata dalle favorevoli influenze del suo destinoBilly era sottomolti aspetti poco più che una specie di barbaro onestomoltosimile forse a come probabilmente poteva essere stato Adamoprimache il civile Serpente gli si mettesse a fianco.


Equi ad apparente conferma della dottrina della caduta dell'uomounadottrina oggi generalmente ignoratanotiamo chequando certe virtùprimitive e genuine caratterizzano particolarmente qualcuno cheindossa l'abito della civiltàesse a un esame criticosembreranno non frutto dell'abitudine o della convenzionema anzi incontrasto con questecome se davvero fossero eccezionalmentetrasmesse da un periodo anteriore alla città di Caino eall'uomo civilizzato.


Ilcarattere dotato di simili qualità haper un olfatto nonrovinatoun profumo puro e genuino come quello dei frutti selvaticimentre l'uomo pienamente civilizzatoanche in un esemplare di buonarazzaha per lo stesso palato morale un gusto dubbio di vinoadulterato. A qualunque superstite erede di simili primitive qualitàche si trovicome Caspar Hausera vagare stupefatto in qualsiasicapitale cristiana dei nostri tempisi addice ancora la famosaapostrofe che il buon poetadi circa duemila anni farivolge albravo rustico fuori dal suo guscio nella Roma dei Cesari:

"Onestoe poveroleale nei detti e nel pensiero cos'èFabianocheti ha portato nella città?"Benché il nostro "BelMarinaio" fosse dotato di tanta bellezza mascolinaquanta dipiù non si potesse trovaretuttaviacome per la bella donnadi uno dei racconti brevi di Hawthornec'era solo una cosa che nonandava in lui. Non un difetto visibile a dire il verocome nellasignorano: ma la tendenzaa voltea un'imperfezione vocale. Anchese nell'ora dello scatenarsi degli elementi o del pericolo egli eraesattamente come dev'essere un marinaiotuttavia sotto l'impulsodell'improvvisa provocazione di una forte emozionela sua voceinaltri momenti straordinariamente musicalecome ad esprimerel'interna armoniarivelava un'esitazione organicain realtàpiù o meno un balbettìo o qualcosa di anche peggiore.In questo particolare Billy era un esempio lampante di come ilmaligno ficcanasol'invidioso impiccione dell'Edenha ancora piùo meno a che fare con ogni esemplare umano di questo nostro pianeta.In ogni casoin un modo o nell'altroegli è sicuro diintrodurvi il suo biglietto da visitatanto per ricordarci: anche ioci ho messo uno zampino.


L'ammissionedi questa imperfezione nel "Bel Marinaio" dovrebbedimostrare non soltanto che non viene presentato come un eroeconvenzionale ma anche che la storia di cui è il principaleprotagonista non è un romanzo.




3


Altempo dell'arbitrario arruolamento di Billy Budd sulla "Bellipotent"questa nave era in navigazione per raggiungere la flotta nelMediterraneo. Non molto tempo dopo ci fu il ricongiungimento. Comeunità facente parte di questa flottala nave dasettantaquattro cannoni seguiva i suoi movimenti anche se a voltegrazie alle sue superiori qualità di veleggiatriceinmancanza di fregate venisse distaccata come vedetta o per un serviziomeno provvisorio. Ma questo ha ben poco a che vedere con la nostrastorialimitata com'essa è alla vita interna di unaparticolare nave e alla carriera di un determinato marinaio.


Eral'estate del 1797. Nell'aprile di quell'anno erano scoppiati i motidi Spitheadseguiti a maggio da una seconda e più graverivolta nella flotta all'ancora al Nore. Quest'ultima èfamosasenza che ci sia dell'esagerazione nell'aggettivocome ilGrande Ammutinamento. E infatti fu per l'Inghilterra unadimostrazione più pericolosa dei manifesti contemporanei edegli eserciti conquistatori del Direttorio francesecon il loroproselitismo.


Perl'Impero britannico l'ammutinamento del Nore fu come uno sciopero deivigili del fuoco in una Londra minacciata da un incendio generale.Nel corso di una crisi in cui il Regno avrebbe ben potuto anticiparela famosa parola d'ordine che alcuni anni dopo rese noto sul frontenavale che cosa all'occorrenza l'Inghilterra si aspettasse dagliInglesi proprio allora sui pennoni delle navi a tre ponti e dellecannoniere da settantaquattroormeggiate nelle sue radedi unaflotta che era il braccio destro del solo potere conservatore rimastoallora libero nel Vecchio Mondoproprio allora le giacche azzurre amigliaia alzarono con grida di urrah i colori britannicisui qualiil segno del Regno Unito e la croce erano stati abolititrasformandocosì la bandiera del buon diritto e della libertà bendefinitanella rossa meteora nemica della rivolta sfrenata eindomabile. Il giusto scontento provocato da reali motivi dilamentela esistenti nella flottaera divampato in un irragionevoleincendiocome attizzato da scintille arrivate attraverso la Manicadalla Francia in fiamme.


L'avvenimentofece assumere per un certo tempo un significato ironico a quei focosiinni di Dibdin - che come compositore di canti fu di non poco aiutoal governo inglese nella congiuntura europea - inni che celebravanofra le altre cosela dedizione Patriottica del marinaio britannico:

"Equanto alla mia vitaessa è del re!"Questo episodionella grande storia navale dell'Isola naturalmente viene abbreviatodai suoi storici; uno di loro (William James) confessa candidamenteche volentieri lo tralascerebbe"se l'imparzialità nonvietasse l'insofferenza". E tuttavia la sua menzione èpiù un'allusione che un raccontodato che entra ben poco neidettagli. Né si possono questi trovare facilmente nellebiblioteche. Come altri avvenimenti che in ogni epoca accadono neivari stati (America compresa)il Grande Ammutinamento fu dicarattere tale che l'orgoglio nazionale e motivi politici vorrebberovolentieri sfumarne i contorni nel contesto storico.


Similiavvenimenti non si possono ignorarema c'è un modo cauto ditrattarli storicamente. Se un individuo ben dotato rifugge dalmettere in mostra il male e le sciagure della propria famigliaunanazione in circostanze analoghe può esseresenza meritarerimproverougualmente discreta.


Sebbenedopo trattative fra il governo e i caporioni e dopo che il primo ebbefatto delle concessioni per quanto riguardava alcuni abusi piùpalesila prima rivoltaquella di Spitheadvenisse con difficoltàdomatao in qualsiasi modo le cose fossero state temporaneamenteappianatetuttavia al Nore l'imprevisto ripetersi dell'insurrezionein proporzioni maggiori (e ancora più gonfiate negli incontriche seguirono dalle pretese giudicate dalle autorità non soloinammissibilima aggressive e insolenti) rivelò - se labandiera rossa non lo aveva già fatto a sufficienza - qualefosse lo spirito che animava gli equipaggi. Si arrivòcomunquealla repressione definitivama resa possibile solo dallalealtà indefettibile della fanteria di marina e da unvolontario ritorno di lealismo in gruppi influenti degli equipaggi.


Inuna certa misura l'Ammutinamento del Nore può essereconsiderato analogo al disordinato sfogo di una febbre contagiosa inun organismo costituzionalmente sanoe che rapidamente se ne libera.


Inogni casofra queste migliaia di ammutinati c'erano alcuni deimarinai che non molto tempo dopo - spinti dal patriottismo odall'istinto bellicosoo da tutti e due - contribuirono aconquistare una corona gentilizia per Nelson sul Niloe la piùambita delle corone navali a Trafalgar. Per gli ammutinati questebattagliee soprattutto quella di Trafalgarfurono un'assoluzioneplenariae una grande assoluzione: quelle battagliee specialmenteTrafalgarper tutto ciò che concorre a offrire unospiegamento navale spettacolare e un'eroica magnificenza nelle arminon hanno confronti nella storia dell'umanità.




4


INTORNOAL "PIU' GRANDE MARINAIO DALL'INIZIO DEL MONDO"


Inquesta faccenda dello scrivereper quanto si possa essere ben decisia mantenersi sulla strada maestracerti sentieri secondari hanno unpotere di seduzione ai quali non è facile resistere. E io stoper cominciare a vagare in uno di questi viottoli. Se il lettore miterrà compagnia ne sarò felice. Nella peggiore delleipotesi possiamo riprometterci quel piacere che si dicemaliziosamente si trovi nel peccareperché un peccatoletterario sarà appunto questa divagazione.


Probabilmentenon dico niente di nuovo osservando che le invenzioni del nostrotempo hanno finito per introdurre nella guerra sul mare un mutamentola cui portata corrisponde al rivoluzionamento di tutta l'artebellicaprovocato dall'introduzione della polvere da sparo dallaCina in Europa. La prima arma da fuoco europeaun rozzo congegnofucom'è notorespinta con disprezzo da non pochi cavaliericome un vile ordignobuono al massimo per gente di bassa estrazionetroppo codarda per incrociare le lame in un aperto combattimento.


Macome sulla terraferma il valore cavallerescoanche se spogliato dalsuo blasonenon cessò con la scomparsa dei cavaliericosìsui marianche se al giorno d'oggi un certo tipo di ostentatocoraggio sia fuori moda perché poco adatto alle mutatecircostanzele più nobili qualità di principi del marecome Don Giovanni d'AustriaDoriaVan TrompJean Bartla lungadinastia degli ammiragli britannici e i Decatur americani del 1812non diventarono superate come le loro murate di legno.


Achi però sappia apprezzare il presente nel suo giusto valoresenza sottovalutare il passatosi può perdonare che in unvecchio solitario scafo come la "Victory" di NelsonaPortsmouthsembri di vedere non soltanto il monumento in rovina diuna fama incorruttibilema anche un rimprovero poeticomitigato dalsuo aspetto pittorescoai "Monitor" e agli scafi ancor piùpossenti delle corazzate europee. E questo non solo perchéqueste unità sono brutte a vedersimancano inevitabilmentedella simmetria e delle linee splendide delle vecchie navi dabattagliama anche per altri motivi.


Visono alcuni forse cheanche se non insensibili del tutto a questopoetico rimprovero al quale alludevamo poca fapossono tuttaviainnome del nuovo ordineessere disposti a eluderlo; e questospingendosi fino all'inconoclastìase necessario. Questimarziali seguaci dell'utilitarismo ad esempiovedendo la stellafissata sul cassero della "Victory" per indicare il puntoin cui cadde il Gran Marinaiopossono suggerirecon le loroconsiderazioniche l'esagerata esibizione che Nelson fece dellapropria persona nella battaglia fosse non solo non necessariamamilitarmente sbagliataanziimpregnata di temerarietà follee di vanità. Essi sono capaci di aggiungere anche che aTrafalgar essa fu in realtà nient'altro che una sfida allamorte; e la morte arrivò; e che se non fosse stato per la suabravatal'Ammiraglio vittorioso avrebbe potuto sopravvivere allabattaglia e cosìmentre i suoi saggi ordini impartiti inpunto di morte non sarebbero stati trasgrediticome furonodalcomandante che gli succedetteegli stessoa scontro finitoavrebbepotuto portare alla fonda la sua flotta danneggiataazione cheavrebbe potuto impedire la deplorevole perdita di vite umane a causadel naufragionella bufera degli elementi che si scatenò dopoquella bellica.


Ebbenese lasciamo da parte il punto più discutibilee cioèse per varie ragioni fosse stato possibile ormeggiare la flottaibenthamiti della guerra possono abbastanza plausibilmente insisteresu quanto detto sopra. Ma quello dell'"avrebbe potuto essere"è un terreno troppo insidioso per costruirci sopra. Ecertamentenel prevedere la più larga portata di uno scontroe nei febbrili preparativi - segnando con le boe la rottapericolosissima e progettandola come a Copenhagen - pochi comandantisono stati così diligentemente prudenti come quel temerarioche espose vistosamente la propria persona nella battaglia.


Laprudenza personaleanche quando sia dettata da considerazioninient'affatto egoistichenon è certamente una grande virtùnel militare; mentre un esagerato amore per la gloriache appassionaun impulso meno ardentel'onesto senso del dovereè la primadelle virtù. Se il nome di "Wellington" non fapalpitare il nostro cuore come il più semplice nome di"Nelson"il motivo lo si può forse arguire daquanto ho detto sopra. Alfred nella sua ode in morte del vincitore diWaterloo non osa chiamarlo il più grande soldato di tutti itempimentre invece nella stessa ode invoca Nelson come "il piùgrande marinaio dall'inizio del mondo".


ATrafalgarNelsonpoco prima di dare battagliasi sedette e scrissele sue ultime brevi volontà testamentarie. Se nel presagiodella più splendida di tutte le vittorie che sarebbe statacoronata dalla sua stessa morte gloriosauna specie di gustosacerdotale lo portò ad adornare la propria persona degliattestati scintillanti delle sue luminose gesta; se l'essersi cosìadornato per l'altare e il sacrificio fu veramente vanagloriaallorasono affettazione e ampollosità tutti i versi piùeroici nei grandi poemi epici e nei drammipoiché in queiversi il poeta non fa che esprimere quell'esaltazione del sentimentoche una natura come quella di Nelsonquando se ne presentil'occasionetraduce in azione.




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Lasedizione del Nore fu ricompostaè vero. Ma non tutti gliabusi furono eliminati. Se agli appaltatori ad esempio non fu piùpermesso fare certi trucchitipici della loro razza dappertuttocome fornire vestiario scadentecibo malsano o rubare sul pesociònonostante l'arruolamento forzatoper dirne unacontinuò.


Pertradizione sanzionata attraverso secolie legalmente mantenuta da unlord cancelliere recente come Mansfieldquesto sistema per fornireuomini alla flottaoggi caduto in certo modo in disuso ma maiufficialmente abolitonon era possibile eliminarlo in quegli anni.Una tale abolizione avrebbe paralizzato l'indispensabile flottacheera tutta a velanon a vaporee le cui innumerevoli vele e migliaiadi cannonitutto insommaerano governati esclusivamente a forza dibraccia; una flotta la cui richiesta di uomini era insaziabileperché moltiplicava allora il numero delle sue navi di ognitipo per far fronte alle situazioni di emergenza presenti e futuredel Continente sconvolto.


Loscontento precedette i due ammutinamentie più o menocontinuò a serpeggiare in sordina. Non era perciòirragionevole temere qualche ritorno di turbolenzelocalmentelimitate o generali.


Eccoun esempio di questi timori. Nello stesso anno in cui si svolgequesta storiaNelsonallora vice ammiraglio sir Horatioal largodella costa spagnola con la flottaricevette l'ordinedall'ammiraglio in capo di trasferire il suo vessillo dal "Caphin"al "Theseus"per questo motivo: essendo quest'ultima navegiunta di recente a destinazione dalla madrepatriadove aveva presoparte al Grande Ammutinamentosi temevano guai a causa dell'umoredegli uomini. E si pensava che un ufficiale come Nelson fosse un tiponon certo da terrorizzare l'equipaggio riducendolo in vilesoggezionema da ricondurlograzie alla sua sola presenza ed eroicapersonalitàa una lealtà se non entusiasta come lasuaalmeno ugualmente sincera. Così dunque per un certo temposi continuò a nutrire ansietà su molti ponti dicomando. In navigazione si usava ogni precauzione e si vigilavacontro le ricadute. A un breve cenno poteva esserci uno scontro.Quando si verificavai tenenti addetti alle batterie si sentivanoobbligatiin certi casia stare a spade sguainate dietro agliuomini che manovravano i cannoni.




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Maa bordo della nave sulla quale Billy appese la sua amacaben poconell'atteggiamento degli uomini e niente di visibile nelcomportamento degli ufficialiavrebbe potuto suggerire a unosservatore qualunque che il Grande Ammutinamento fosse unavvenimento recente. Nella loro condotta generale gli ufficiali diuna nave da guerra naturalmente si ispirano a quella del comandantese questi ha l'ascendente che deve avere.


Ilcapitanol'onorevole Edward Fairfax Vereper chiamarlo con tutti ititoli che gli spettavanoera uno scapolo di una quarantina d'annicircaun marinaio che si distingueva anche in un tempo ricco diuomini di mare famosi. Sebbene legato con l'alta nobiltàlasua carriera non era dovuta tutta alle influenze collegate a questacircostanza. Aveva molti anni di servizioaveva partecipato a moltiscontrisi era sempre comportato come un ufficiale attento al benedei suoi uominima che non tollera in nessun caso un'infrazionedisciplinare; bravissimo nella sua professione e coraggioso fino allimite della temerarietàanche se mai sconsiderato. Per ilcoraggio dimostrato nelle acque delle Indie Occidentali come aiutantedi bandieraagli ordini di Rodneynella vittoria che l'ammiraglioriportò su De Grassegli fu affidato il comando di una nave.


Fuoriservizioin abiti civilidifficilmente qualcuno avrebbe potutoscambiarlo per un marinaiotanto più che egli non usavatermini nautici nei suoi discorsi extra-professionali e con il suocomportamento serio dava a vedere di apprezzare poco lo scherzo.


Bensi addiceva a queste caratteristiche il fatto che in un'occasione incui niente richiedesse un'azione importante da parte suaegli fosseil più riservato degli uomini. Qualunque uomo non di mareosservando questo signorenon molto alto di statura e privo didistintivi appariscentiuscire dalla sua cabina sul ponte scopertoe notando la silenziosa deferenza degli ufficiali che si ritiravanosottoventoavrebbe potuto prenderlo per un ospite del reun civilea bordo della nave del reun qualche inviato discreto molto stimatoin viaggio per andare a occupare una importante carica. Ma in realtàquesta discrezione di modi poteva provenire da una certa modestiavirile senza affettazioneche a volte si accompagna a una naturadecisauna modestia che si esprime ogni qual volta non si richiedeun'azione forte e chequando è presente in qualsiasicondizione di vitasuggerisce una virtù di tipoaristocratico.


Comecerti altri individuiimpegnati in vari settori delle attivitàpiù eroiche sulla terrail capitano Veresebbene avesse unospirito sufficientemente praticoin certe occasioni tradiva unostato d'animo un po' trasognato. Soloin piedi a sopravvento sulcasserouna mano sul sartiamelasciava vagare lo sguardo perdutosul mare aperto. Se in quei momenti si interrompeva il corso dei suoipensieri per questioni di poco pesodava segni di più o menointensa irascibilitàche tuttavia riusciva subito areprimere.


Nellamarina era generalmente noto col soprannome di "Stellato Vere".Il motivo per il quale un simile appellativo fosse toccato a uno chesebbene possedesse delle gagliarde qualitànon ne aveva certodi particolarmente brillantisi spiega così. Un suo parentepredilettolord Dentonuomo dal cuore generosoera stato il primoa incontrarlo e a congratularsi con lui al suo ritorno in Inghilterradalla crociera nelle Indie Occidentali. E proprio il giorno primasfogliando una copia delle poesie di Andrew Marvellgli era capitatodi leggerenon per la prima volta del restola poesia intitolata"Appleton House"nome di uno dei possedimenti del loroantenato comuneeroe delle guerre del diciassettesimo secolo inGermania; poesia nella quale si trovano questi versi:

"Tantovuol dire nascere e crescere in un domestico paradisosotto ladisciplina severa di Fairfax e della stellata Vere."E cosìabbracciato il cugino appena tornato dalla grande vittoria di Rodneydove aveva avuto una parte tanto brillantetraboccante di giustoorgoglio familiare per il marinaio della loro casataegli esclamòenfaticamente: "Gioia a teEdgioia a temio stellato Vere!".La frase fu ripetuta in giroe dato che il nuovo attributo servivanel linguaggio familiare a distinguere facilmente il comandante della"Bellipotent" da un altro Vere più anzianolontanoparenteufficiale di marina di pari rangoesso rimase per semprelegato al suo cognome.




7


Tenendoconto della parte che il comandante della "Bellipotent"avrà negli avvenimenti che stanno per essere raccontatipuòessere opportuno completare il suo profilo abbozzato nel precedentecapitolo.


Aparte le sue qualità di ufficiale di marinail capitano Vereera un uomo straordinario. A differenza di non pochi famosi marinaid'Inghilterrail lungo e faticoso servizio reso con eccezionalededizionenon aveva finito con l'assorbire e "marinare"tutta la persona. Egli aveva una spiccata inclinazione verso tuttoquello che è intellettuale. Amava i librinon salpava maisenza aver rinnovato la bibliotecain cui entravano solo le cosemigliori. Il tempo libero da passare in solitudinein certi casicosì noiosoche di tanto in tanto incombe sui comandantiperfino durante una missione di guerranon era mai noioso per ilcapitano Vere. Privo del tutto di quel gusto letterario che sipreoccupa meno del contenuto che della formale sue preferenzeandavano a quei libri che naturalmente attirano ogni spiritosuperioreseriamente impegnatoche occupi un qualsiasi posto dicomando nel mondo: libri che parlano di uomini e fatti veri diqualunque epocaopere di storiabiografie e scrittorianticonformisti cheestranei ai luoghi comuni e ai convenzionalismicome Montaignecon onestà e con comune buon senso fondano illoro ragionamento filosofico sulla realtà.


Inquesto tipo di letture egli trovava conferma ai suoi piùintimi pensiericonferma che aveva inutilmente cercato nelleconversazioni di societàcosì che riguardo ad alcunipunti fondamentaliavevano finito con il consolidarsi in lui alcunesalde convinzioniche egli presagiva che sarebbero rimaste in luisostanzialmente immutate finché il suo intelletto fosserimasto inalterato. Tenuto conto del periodo tempestoso in cui glicapitò di vivere ciò era un bene per lui. Le sueradicate convinzioni erano come una diga contro le acque invadentidella nuova opinione pubblica socialepolitica e di altro genereche in quei giorni travolsero come in un torrente non poche mentiper altro ricche di doti non meno della sua. Mentre altri membri diquell'aristocrazia a cui per nascita egli appartenevaerano irritaticontro gli innovatori soprattutto perché le loro teorie eranoostili alle classi privilegiateil capitano Vere si opponeva ad essedisinteressatamentenon soltanto perché gli sembravanoincapaci di incarnarsi in istituzioni duraturema perché legiudicava in contrasto con la pace del mondo e con il vero benesseredell'umanità.


Certiufficiali del suo rangospiriti meno preparati di luie meno sericon i quali a volte era solito per forza accompagnarsilo trovavanoprivo di spirito cameratescoun uomo arido e librescoa lorogiudizio. Ogni volta che egli per caso si allontanava dalla lorocompagniasi scambiavano frasi come queste: "E' proprio ungalantuomo"Stellato Vere". Per quanto dicano le gazzettesir Horatio" (alludevano al futuro lord Nelson) "non èin fondo un uomo di mare e combattente migliore. Ma detto fra noinon vi sembra che ci sia in lui una strana vena di pedanteria? Giàcome la filigrana del re in un rotolo di gomene?".


Qualcheapparente motivo di critiche confidenziali di questo genere c'era;non soltanto infatti i discorsi del capitano non prendevano mai untono scherzosamente familiarema quando toccava qualsiasi puntoriguardante gli eccitanti personaggi e avvenimenti contemporaneiegli era pronto a citare una figura o avvenimento storicodell'antichità allo stesso modo di uno moderno. Sembrava nonpreoccuparsi del fatto che per i suoi cordiali compagni similiallusioni remoteper quanto potessero essere pertinentifosserocompletamente estranee a uomini le cui letture si fermavanosostanzialmente ai giornali. Ma sensibilità e riguardi inquesto campo non sono facili per uomini fatti come il capitano Vere.La loro onestà impone loro la franchezzaa voltelungimirantecome quella dell'uccello migratore che nel suo volo nonsi accorge mai di quando attraversa una frontiera.




8


Nonè necessario qui descrivere i tenenti e gli altri ufficialieffettivi dello staff del comandante Verené serve ricordarenessuno dei marescialli. Ma tra i sottufficiali ce n'era uno cheavendo molta importanza nella nostra storiapuò essereimmediatamente presentato. Proverò a farne il ritrattoma nonriuscirò mai a cogliere nel segno. Era John Claggartilmaestro d'armi. Ma questo titolo in uso in marina può fare unpo' equivocare i profani. In origine indubbiamente la funzione diquesto sottufficiale era quella di istruire gli uomini nell'uso dellearmispada o sciabola. Ma già molto tempo fagrazie alprogresso delle armi da fuoco che resero meno frequenti gli scontricorpo-a-corpo e diedero al salnitro e allo zolfo la preminenzasull'acciaioquesta funzione ebbe fine e il maestro d'armi di unagrande nave da guerra diventò una specie di capo dellapoliziaincaricato fra l'altro di mantenere l'ordine negli affollatisottoponti.


Claggartera un uomo di circa trentacinque annipiuttosto magro e alto distaturama di non spiacevole aspetto nell'insieme. Aveva una manotroppo piccola e ben proporzionata per esser stata abituata a unlavoro duro. Il viso era singolare: tutti i lineamentisalvo ilmentosi stagliavano nitidi come in una medaglia greca. Il mentoinveceglabro come quello di Tecumsehricordava un poco nella suastrana pesante protuberanza la figuratramandataci nelle stampedelreverendo dottor Titus Oateslo storico testimonecon la pronunciastrascicata del cleroal tempo di Carlo Secondo e dell'impostura delpreteso "complotto papale". Era utile a Claggart per i suoicompiti lo sguardo vigile e autoritario. La fronte era del tipo chela frenologia associa con un'intelligenza al di sopra della media;neri riccioli serici gliela coprivano in parte evidenziando ilpallore della carnagioneun pallore leggermente ambratosimile alcolore che il tempo conferisce agli antichi marmi. Questacomplessionestranamente contrastante con i volti rossicci oabbronzatissimi dei marinaie in parte causata dall'isolamentodovuto al suo ufficio e quindi alla mancanza di soleanche se nonera proprio spiacevoletuttavia sembrava suggerire l'esistenza diqualcosa di imperfetto o di anormale nella sua costituzione e nelsangue. Ma il suo aspetto e i suoi modi in generale portavano apensare a un'educazione e a una carriera in contrasto con le suefunzioni di uomo di maretanto che quando non era impegnatoattivamente in tali funzioniegli aveva tutto l'aspetto di un uomodi grande valore sociale e moraleche per motivi suoi personalimanteneva l'incognito. Non si sapeva niente della sua vitaprecedente.


Potevadarsi che fosse inglese; eppure nel suo modo di parlare si sentiva uncerto accento che suggeriva la possibilità che non lo fosse dinascitama fosse stato naturalizzato inglese nell'infanzia. Fracerti attempati compagnoni del cassero di prua e del ponte deicannonieri circolò la diceria che il maestro d'armi fosse un"chevalier" arruolatosi volontario nella marina di suamaestàscontando così una certa truffa misteriosa perla quale era stato processato dalla Regia Corte. Il fatto che nessunopotesse provare concretamente questa voce non impediva naturalmenteche essa circolasse in sordina. Una tale diceriapartita dai pontiinferiorie riguardante chiunque appartenesse a un rango inferiore aquello di ufficialepoteva sembrarenel periodo in cui si svolge lanostra storianon del tutto incredibile agli sclerotizzativecchisapientoni di una nave da guerra. E certoun uomo del talento diClaggartprivo di esperienza nauticaentrato in marina in etàmatura e necessariamente assegnato in un primo tempo ai gradi piùbassiun uomoinoltreche non alludeva mai alla sua vita passatadi terraferma: ecco delle circostanze chenon sapendosi esattamentei suoi veri precedentilasciavano libero il campo alle congettureostili dei malevoli.


Ledicerie che durante i turni di guardia della sera i marinaidiffondevano sul suo contoerano vagamente giustificate dal fattoche allora da un certo periodo la Marina britannica potevapermettersi così poco di essere schizzinosa in fatto diarruolamentiche non soltanto c'erano risaputamente delle squadreper l'arruolamento forzato che operavano sia in mare che sullaterrafermama non era un segreto per nessuno un altro fattoe cioèche la polizia di Londra aveva il permesso di arrestare qualsiasiuomo sospettodi costituzione robustaqualsiasi persona incircolazione di dubbia condotta e arruolarla con procedura sommarianei cantieri o nella flotta. Per di più anche fra i volontarialcuni si erano arruolati per motivi che non avevano niente a chefare con il patriottismo né con il desiderio indefinito disperimentare un po' di vita di mare e di imprese belliche. Debitoriinsolventi di basso gradoinsieme con invalidi morali di ognigeneretrovavano nella marina un rifugio sicuro e comodo. Sicuroperché una volta arruolati a bordo di una nave del reessierano in un santuariocome i trasgressori del Medio Evo che sirifugiavano all'ombra dell'altare. Queste irregolaritàlegittimateche per ovvi motivi il governo era ben lontano alloradall'ostentare e che di conseguenzaanche perché riguardavanola classe meno influente dell'umanitàsono quasi del tuttocadute nell'oblìorendono verosimile qualcosadella cuiverità io non garantiscoe che perciò ho qualchescrupolo ad affermare; qualcosa che ricordo di aver visto stampatoanche se non riesco a ricordarmi in quale libro. Ma la stessa cosa mifu personalmente comunicatapiù di quarant'anni fada unvecchio pensionatoin cappello a tricornocon il quale ebbiun'interessantissima conversazione sulla terrazza di Greenwich: unnegro di Baltimora che aveva partecipato alla battaglia di Trafalgar.Si trattava di questo. Quando una nave da guerra a corto di uominidoveva salpare d'urgenzaquesti vuoti venivano riempitiin mancanzadi megliocon coscritti presi direttamente dalle galere. Per imotivi sopra accennati non sarebbe forse facile oggi dimostrare osmentire questa affermazione. Ma ammesso che sia veraessa beneillustrerebbe le difficoltà in cui si dibatteva l'Inghilterrain quel tempoalle prese con quelle guerre che come un volo di arpìesi alzarono stridendo dal tumulto e dalla polvere della Bastigliaespugnata. Quell'epoca sembra sufficientemente chiara a noi che laosserviamo a distanzae attraverso le letture. Ma agli antenatidinoi che abbiamo i capelli grigia quelli più portati allariflessioneil genio di quell'epoca si presentava con un aspettosimile a quello dello spirito del Capo di Camoesuna minacciaoscuramisteriosa e prodigiosa. Nemmeno l'America era esente daitimori. Quando le conquiste senza precedenti di Napoleone toccavanoil loro culmineci furono Americani che avevano combattuto a BunkerHillche sospiravano l'ora in cui l'Atlantico si sarebbe dimostratouna barriera insufficiente contro i piani finali di questo francesesalito d'improvviso alla ribalta dal caos rivoluzionariochesembrava essere sul punto di far avverare il giudizio predettodall'Apocalisse.


Mameno credito si doveva dare alle chiacchiere che circolavano sulponte dei cannonieri riguardo a Claggarttenuto conto che nessunoche occupi il suo posto in una nave da guerra può mai speraredi essere popolare fra l'equipaggio. Per di più i marinaiperciò che riguarda le malevolenze contro chiunque susciti illoro risentimentoo che per una ragione o nessuna essi abbiano inantipatiasono molto simili agli uomini di terrasempre pronti aesagerare o a romanzare.


Sullacarriera del maestro d'armi prima di entrare in serviziogli uominidella "Bellipotent" ne sapevano in realtà quanto nesa un astronomo sul cammino di una cometa prima di averla potutaosservare per la prima volta nel firmamento. Il verdetto deificcanaso del mare è stato citato soltanto per far vedere chegenere di impressione morale il nostro uomo avesse fatto su individuirozziil cui concetto di malvagità umana era necessariamentetra i più meschinilimitato alle nozioni della furfanteria dastrapazzo: un ladro fra le amache dondolanti durante il turno diguardia notturnoi ruffiani e i profittatorii "pescicani diterra" dei porti.


Nonera un pettegolezzo peròma un fattoche Claggartcomeabbiamo prima accennatoanche se quando era entrato in marina erastato assegnatocome nuova reclutaal reparto meno ambìtodall'equipaggio di una nave da guerraal quale erano riservati ilavori più faticosinon vi fosse restato a lungo. Le capacitàsuperiori che egli mostrò immediatamentela sua sobrietàinnatala deferenza che gli ingraziava i superioriinsieme con unparticolare talento di indagatoremanifestato in una specialecircostanzatutto ciò inquadrato in una cornice di austeropatriottismo lo fecero immediatamente promuovere al grado di maestrod'armi.


Alledirette dipendenzee complicidi questo capo della poliziamarittimoerano i cosiddetti caporali di bordo; e lo eranocome sipuò rilevare in certi settori di affari anche a terrain unmodo quasi incompatibile con l'integrità dell'autonomiamorale.


Graziealla sua posizione egli controllava varie convergenti fila diinfluenza sotterraneachese astutamente manovrate attraverso isuoi subalternipotevano provocare inspiegabili fastidise nonpeggioa chiunque nella comunità marina appartenesse alpopolo.




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Lavita sulla coffa di trinchetto piaceva molto a Billy Budd.


Lassùquando non erano occupati sui pennoni ancor più in alto dellecoffei gabbieriche proprio per la loro specializzazione eranostati scelti fra i più giovani e i più attiviformavano un club aereooziando comodamente appoggiati contro icoltellaccile piccole vele arrotolate come cusciniraccontandosistorie come i pigri deie spesso divertiti da quanto si stavasvolgendo nell'indaffarato mondo dei ponti sotto di loro. Non c'èda stupirsi che un ragazzo del carattere di Billy fosse tuttosoddisfatto di quella compagnia. Non dava mai motivo di offesa anessuno ed era sempre pronto a rispondere sollecitamente allechiamate. Così aveva fatto sui mercantili. Ma ora mostrava untale zelo nel compiere il proprio dovere che i suoi compagni a voltelo prendevano benevolmente in giro per questo. Questa diligenzaestrema aveva un motivo e cioè l'impressione che gli avevafatto la prima punizione formale alla quale egli aveva assistitoeche fu impartita il giorno dopo che era stato arruolato. Ne era statovittima un ragazzogiovaneuna reclutaun uomo della guardia dipoppaassente dal posto assegnatogli quando la nave stava invertendola rotta: abbandono che aveva provocato un intoppo piuttosto grave aquella manovrache richiedeva prontezza immediata nello sciogliere enel legare le vele. Quando Billy vide sulla schiena nuda delcolpevole i segni rossi delle frustatee peggioquando notòla terribile espressione sul viso dell'uomo quando questi fu liberatoecon la sua camicia di lanabuttatagli sulle spalle dal boiasiallontanò in tutta fretta per nascondersi nella calcanerimase terrorizzato. Decise che mai si sarebbe reso passibile per suanegligenza di un tale castigoné che avrebbe mai fatto odomesso qualsiasi cosa potesse meritargli un rimprovero anche soloverbale. Quali furono quindi la sua sorpresa e la sua preoccupazionequando a un certo punto gli capitò di incappare in piccoliguaiper questioni come l'assetto del suo sacco o per qualcosa chenon andava nella sua amacaquestioni sottoposte alla supervisionepoliziesca dei caporali di bordoe che attirarono sulla sua testauna vaga minaccia da parte di uno di loro!

Zelantecom'era in tuttocome poteva essere successo questo fatto? Nonriusciva a capirlo e perciò tanto più se ne angosciava.


Quandone parlò con i suoi giovani compagni essi si mostrarono oleggermente increduli oppure trovavano qualcosa di comico nella suapalese ansietà. "Si tratta del tuo sacco Billy?" glidisse uno di loro. "Behcucitici dentrobellezzacosìsei sicuro di venire a sapere se qualcuno ci mette le mani."C'era a bordo un veterano cheessendo escluso a causa dell'etàdal lavoro più attivoera stato recentemente destinato allaguardia dell'albero maestroper sorvegliare l'attrezzatura fissataalla griglia che circonda il grande albero vicino alla coperta. Nelleore di libertà il nostro gabbiere aveva preso una certaconfidenza con luie ora nel suo guaio gli venne in mente che ilvecchio poteva essere il tipo di persona a cui rivolgersi per unsaggio consiglio. Era un vecchio danese da tempo inglesizzato nelservizio in marinauomo di poche parolemolte rughe e alcuneonorevoli cicatrici. Il suo viso grinzososegnato dal tempo epatinato dall'acquatanto da somigliare a una pergamena anticaquae là era striato di blu a causa di un'esplosione fortuita dicartucce nell'azione bellica.


Erastato uno dell'"Agamennone"; un due anni primacircadell'epoca in cui si svolge questa storiaaveva servito sotto Nelsonquando era ancora capitano di quella nave importante nella storiadella marinachesmantellata e in parte ridotta al nudo fasciameèraffigurata come un enorme scheletro nell'acquaforte di Haden. Erastato fra gli uomini dell'Agamennone che andavano all'abbordaggio eaveva perciò ricevuto una ferita obliqua lungo una tempia euna guanciache aveva lasciato una lungabianca cicatricecome unastriscia di luce albeggiante che divideva in due il suo scuro volto.A causa di questa cicatrice e della circostanza in cui si sapeva chel'aveva ricevutae anche del suo colorito bluastroil danese erastato soprannominato "Abbordafumo"dall'equipaggio della"Bellipotent".


Orala prima volta che i suoi occhietti furbi si posarono su Billy Budduna certa torva allegria interna fece assumere alle sue vecchiegrinze un'espressione grottesca. Fu perché la sua anticasaggezzabizzarra e estranea al sentimentalismoprimitiva nel suogenerevide o credette di vedere qualcosa chein contrasto conl'ambiente della nave da guerrasembrava stranamente assurdo nel"Bel Marinaio"? Ma dopo che lo ebbe osservato ogni tanto disottecchil'ambigua allegria del vecchio Merlino mutò; oraquando i due si incontravanocominciava ad apparire sul suo viso unacerta aria canzonatoriama durava solo un attimo e a volte laseguiva un'espressione interrogativa e pensierosa. Che cosa avrebbepotuto succedere a un carattere come quelloprecipitato in un mondonon scevro di trabocchetticontro le cui insidie il semplicecoraggioprivo di esperienza e di scaltrezza e senza un briciolo digrinta difensivaè di scarso aiuto; e dove tutta l'innocenzadi cui un uomo è capacenon sempre in presenza di un urgentenodo morale acuisce le facoltà o illumina la volontà?

Comunquefosseil danese nel suo modo ascetico prese piuttosto in simpatiaBilly. Né ciò accadde solo a causa di un certointeresse filosofico per un tipo del genere. Ci fu anche un altromotivo.


Mentrele eccentricità del vecchioche a volte sfioravanol'orsagginesembravano scostanti ai giovaniBillyper nullascoraggiatolo ammirava come un eroe del marefaceva degli approccie non mancava mai di salutare il vecchio marinaio dell'"Agamennone"quando lo incontravadando al suo saluto quel tono di rispetto chedifficilmente non è apprezzato dagli anziani anche se a voltebisbeticiqualsiasi posizione occupino nella vita.


C'erauna vena di umorismo asciuttoo chissà cos'altronell'uomodell'albero maestro; e sia per un capriccio di patriarcale ironiaprovocata dalla giovinezza e dall'aspetto atletico di Billysia perqualche altro e più nascosto motivofin dall'iniziorivolgendosi a lui lo chiamò sempre Baby invece di Billy. Ildanese fu infatti l'inventore del nome con cui il nostro gabbiere diparrocchetto fu alla fine conosciuto a bordo.


Billydunquepreso dal suo piccolo problema misteriosoandò acercare il vecchio grinzosoe lo trovò fuori serviziocherimuginava i suoi pensieri durante un turno di guardia seralesedutosu una cassa di munizioni sul ponte dei cannoni superiorementreosservava di tanto in tanto con uno sguardo un po' cinico alcuni deipiù spavaldi che passeggiavano da quelle parti. Billy gliraccontò i suoi guaiancora una volta meravigliandosi di cometutto ciò fosse successo. Il profeta marino ascoltòattentamenteaccompagnando il racconto del gabbiere con corrugamentibizzarri delle sue grinze e brevi ammiccamenti inquieti dei piccoliocchi di furetto. Arrivato alla fine della sua storiail gabbierechiese: "Ed ora danesedimmi che cosa ne pensi".


Ilvecchiosollevando la visiera del suo berretto di tela cerataestrofinandosi deliberatamente la lunga cicatrice obliqua nel punto incui entrava nella rada capigliaturadisse brevemente:

"BabyBudd'Gambelunghe' (il nomignolo del maestro d'armi) ce l'ha conte".


"'Gambelunghe!'"sbottò Billysbarrando i suoi occhi cerulei "e perché?Ma se mi chiamami hanno dettoil dolce e bel giovanotto.""Così ti chiama?" ghignò il vecchiobrizzolato; e aggiunse: "EhBaby mio"'Gambelunghe' ha lavoce dolce".


"Nonon sempre. Ma con me ce l'ha. E' raro che quando lo incontro non mirivolga una parola gentile." "E questo perché cel'ha con teBaby Budd." Questa frase ripetutae il tonoincomprensibile per un novizioturbarono Billy almeno altrettantoquanto il mistero di cui aveva cercato spiegazione. Provò aottenere qualcosa di meno spiacevolmente sibillino; ma il vecchioChirone marino pensando forse di avere per il momento istruito asufficienza il suo giovane Achillestrinse le labbraradunòinsieme tutte le sue grinze e non si volle impegnare di più.


L'etàe quelle esperienze che capitano a certi uomini sagaci che per tuttala vita sono subordinati alla volontà dei superiorituttoquesto aveva sviluppato nel danese quel cinismo ruvido e prudente cheformava la sua caratteristica principale.




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Ilgiorno dopoun incidente contribuì a confermare in Billy Buddl'incredulità nella strana conclusione tratta dal danese sulcaso sottoposto al suo giudizio. A mezzogiorno la naveandando dilasco spinta dal ventobeccheggiavae Billy stava mangiandoimpegnato in una conversazione scherzosa coi suoi compagni di mensaquando gli capitòa causa di un violento e improvviso rollìodi rovesciare tutto il contenuto della gavetta sul ponte lavato difresco. Claggartil maestro d'armibastone d'ufficiale in manopassava proprio in quel momento vicino alla batteriain un angolodella quale era sistemata la mensa e il liquido grasso schizzòproprio davanti ai suoi piedi. Egli lo superò con un piccolosalto e stava per andare oltre senza commentaretrattandosi di unafaccenda del tutto irrilevantedate le circostanzequando siaccorse chi era l'autore del fatto. Il suo contegno cambiò.Dopo una pausastava per sbraitare qualcosa di stizzoso contro ilmarinaioma si frenò e accennando in terra alla minestraversatalo toccò scherzosamente sulle spalle con la sua cannae disse con una bassa voce musicaleche gli era caratteristica avolte: "L'hai fatta bellaragazzo mio! Ma si sai belli lefanno belle!". E con questo si allontanò. Billy non poténotareperché fuori della portata del suo sguardoil sorrisoinvolontario o meglio la smorfia che accompagnò le equivocheparole di Claggart e che gli piegò seccamente in giùgli angoli sottili della bocca ben formata. Ma tutti videro nella suaosservazione l'intenzione di scherzare e la considerarono una diquelle battute sulle qualidato che provengono da un superioreerano tenuti a ridere "con finta allegria"e sicomportarono di conseguenza. E Billyspinto forse dall'allusione alsuo essere il "Bel Marinaio"si unì allegramente aloro. Poi rivolto ai compagni di mensa esclamò: "E orachi dice che 'Gambelunghe' ce l'ha con me?". "E chi hadetto che ce l'avevaBellezza?" chiese un certo Donald un po'sorpreso. Al che il gabbiere ci rimase un po' malericordando chec'era stata una persona sola"Abbordafumo"che gli avevasuggerito l'idea per lui proprio fumosa che questo maestro d'armi glifosse particolarmente ostile.


Intantoquel funzionarioripreso il camminodoveva aver assuntomomentaneamente un'espressione meno controllata di quell'amarosorriso che impediva al cuore la via del visoun'espressione inqualche modo alterata forseperché un tamburinoche venivanella direzione opposta saltellando sbadatamentee che ebbe aurtarlo leggermenterimase sconcertato dal suo aspetto. Nél'impressione si affievolì quando l'ufficialeaffibbiandogliimpulsivamente una sferzata con la cannaesclamò conveemenza: "Guarda dove metti i piedi!".




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Checosa era successo al maestro d'armi? E di qualsiasi cosa sitrattassecome poteva avere un rapporto diretto con Billy Budd conil qualeprima dell'affare della minestra versatanon aveva maiavuto nessun particolare contatto per servizio o di altro genere? Checosainvero poteva aver a che fare quel turbamentocon uno cosìpoco portato a offenderecome il "paciere" del mercantilecolui checome diceva Claggart stessoera "un dolce epiacevole giovanotto?". Siperché 'Gambelunghe' perusare l'espressione del daneseavrebbe dovuto avercela con il "BelMarinaio"? Ma nel profondo del cuoree non per nientecome ilrecente incontro fortuito può rivelare a chi sa capireeglice l'aveva con luisegretamentece l'aveva certamente con lui.


Orainventare qualcosa che riguardi la carriera strettamente privata diClaggartqualcosa che coinvolga Billy Budddi cui questi siacompletamente all'oscuroun qualche incidente romanticochecomporti che la conoscenza del giovane marinaio da parte di Claggartrisaliva a un qualche tempo prima che lo scovasse a bordo della naveda guerra: tutto questo non è tanto difficile da fareepotrebbe contribuire in maniera più o meno interessante aspiegare qualunque enigma possa essere avanzato in questo caso. Ma inrealtà non c'era niente di simile. E tuttavia la causacheper forza deve essere ritenuta la sola da prendere in considerazionenella stessa sua concretezza è carica di quell'elementofondamentale del romanzo "radcliffiano"l'elementoMISTERIOSOquanto lo sarebbe una qualunque causa suggeritadall'ingegnosa autrice dei "Misteri di Udolfo". Che cosainfatti c'è di più misterioso che un'antipatiaspontanea e profondacome quella che viene suscitata in certieccezionali mortali dal solo aspetto di un altro mortaleper quantoinnocuo egli possa essereo provocata proprio da questa stessainnocuità?

Oranon può esistere un accostamento irritante di personalitàcontrastantiparagonabile a quello che è possibile trovare abordo di una grande nave da guerracon l'equipaggio al completo e innavigazione. Ogni giorno a tutti i livelli ogni uomo entra piùo meno in contatto con quasi tutti gli altri. Per evitare del tuttoanche la vista di un oggetto insopportabile si dovrebbe fargli fareil salto di Gionao gettarsi fuoribordo. Immaginate quale influenzapossa alla fine esercitare tutto questo su una creatura umana tuttaparticolareesattamente all'opposto della santità.


Maper far capire adeguatamente Claggart a un essere normalequestiaccenni sono insufficienti. Per passare da una natura normale a luisi deve attraversare "lo spazio mortale che li separa". Equesto si può fare meglio per vie indirette.


Moltotempo fa un onesto letterato più anziano di meriferendosi aqualcuno checome egli stessoè ormai nel mondo dei piùun uomo così impeccabilmente rispettabileche contro di luiniente fu mai detto apertamenteanche se qualcosa si sussurrava frapochimi disse: "SìX... non è una noce che sipuò schiacciare col ventaglio di una signora. Voi sapete cheio non aderisco a nessuna religione costituita e ancora meno anessuna filosofia sistematizzata. Ebbenenonostante questoio credoche tentare di penetrare dentro X...nel suo labirinto e riuscirnefuorisenza un bandolo tratto da una fonte che non sia quella dellacosiddetta conoscenza del mondosia quasi impossibilealmeno perme".


"MaX..." dissi io"anche se rappresenta un soggetto di studiosingolare per qualcunoè sempre un essere umanoe laconoscenza del mondo comporta di certo la conoscenza della naturaumananella maggior parte delle sue manifestazioni." "Sìma una conoscenza superficiale di essaper scopi ordinari.


Maper andare più in profonditàio non sono certo che ilconoscere il mondo e il conoscere la natura umana non siano duebranche distinte della conoscenza. Anche se esse possono coesisterenello stesso cuoretuttavia ognuna di esse può esisterementre l'altra è minima o addirittura assente. Anziin unuomo medioil contatto continuo con il mondo ottunde quell'acutointuito spirituale indispensabile per capire l'essenza di certicaratteri eccezionalisia cattivi che buoni. In una questione di unacerta importanza ho visto una ragazza menare per il naso un vecchioavvocato con il dito mignolo. Né si trattava di rimbambimentoper amore senile. Niente del genere. Soltantolui conosceva la leggemeglio di quanto conoscesse il cuore della ragazza. In effetti Coke eBlackstone non hanno illuminato gli oscuri recessi dello spiritoquanto i profeti ebrei. E chi erano questi ultimi? Nella maggiorparte degli eremiti." A quel tempo la mia esperienza era taleche io non compresi bene il senso di tutto ciò. Forse locomprendo adesso. Einfattise quel lessico che si fonda sullaSacra Scrittura fosse ancora conosciutosarebbe possibile definire edeterminare con meno difficoltà certi uomini eccezionali. Cosìcome stanno le coseci si deve rivolgere a qualche autoritànon sospetta di tendenze bibliche.


Inun elenco di definizioni compreso nella traduzione autentica diPlatoneun elenco attribuito a luici imbattiamo in questa frase:"Depravazione naturale: una depravazione secondo natura".


Unadefinizione che sebbene abbia un sapore calvinisticonon implicaaffatto i dogmi di Calvino riguardanti tutta l'umanità.


Evidentementeil suo intento la rende valida solo per certi individui. Non sonomolti gli esempi di questa depravazione forniti dalle forche e dallecarceri. In ogni modo i casi notevoli si devono ricercare altrovepoiché questi non sono dello stampo volgare del brutoma sonoinvariabilmente degli intellettuali. La civiltàspecialmentequella del tipo più austerofavorisce questa depravazione.Essa si ammanta di rispettabilità. E' dotata di certe virtùnegative che gli sono di silenzioso aiuto. Non permette mai chel'ubriachezza allenti la sua vigilanza. Non è esageratoaffermare che è senza vizi o peccati veniali. In essa èun orgoglio straordinario che esclude in questi individui qualsiasispirito mercenario e di avarizia. In breve la depravazione di cui siparla non ha niente di sordido o di sensuale. E' seriama senzaacredine. Non loda l'umanitàma neppure ne parla mai male.


Maquello che negli esempi più rilevanti indica una natura cosìeccezionale è questo: anche se il carattere temperato ediscreto del soggetto sembra indicare una mente particolarmentesottomessa alle leggi della ragionepurtuttavia nel suo cuore eglisembra perdere ogni frenocompletamente sciolto da ogni leggeapparentemente avendo ben poco a che vedere con la ragioneeccettoche per usarla come uno strumento ambiguo per mettere in attol'irrazionale. In altre paroleall'attuazione di uno scopochenella sua malvagità immotivata sembra avere qualcosa di folleegli tenderà con raziocinio freddosagace e acuto.


Questiuomini sono dei veri folli e del tipo più pericolosoperchéla loro demenza non è costante ma occasionaleprovocata daqualche oggetto particolare; essa è segretavale a direcontrollatacosì cheper di piùquando èmaggiormente attivaun'intelligenza media non è in grado didistinguerla dalla normalitàe per la ragione primaaccennatae cioè che quali che possano essere i suoi scopi (elo scopo non è mai dichiarato) il metodo e il modo diprocedere apparenti sono sempre perfettamente razionali.


OrdunqueClaggart era in qualche modo un tipo del genere; in luidimorava la mania di una natura malvagia non causata dalla cattivaeducazioneda letture corrotte o da modi di vita licenziosima natacon lui ed innatain breve una "depravazione secondo natura".


Paroleoscure sono questedirà qualcuno. E perché mai? Forseperché esse ricordano vagamente la frase delle Sacre Scritture"misteri di iniquità?". Se così èquesta analogia è lungi dall'essere intenzionaleperchéraccomanderebbe ben poco queste pagine a molti lettori di oggi.


Ilnocciolo di questa storia dipende dalla natura nascosta del maestrod'armi e questo ha richiesto questo capitolo. Dopo che avremoaggiunto qualche chiarimento a proposito dell'incidente a mensalanarrazione che riprendiamo dovrà sostenereda sécomepuòla propria credibilità.




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LIVIDAIRAINVIDIA E DISPERAZIONE


Chel'aspetto di Claggart non fosse spiacevole e il suo volto escluso ilmentoben modellatoè stato già detto. A questecaratteristiche favorevoli egli non sembrava insensibileperchési vestiva non solo con proprietà ma con ricercatezza. Ma labellezza di Billy Budd era quella di un eroe; e se il suo viso nonaveva l'aspetto intellettuale del pallido Claggartpur tuttavia essoera illuminatocome il suodall'internoanche se la sorgente eradiversa. Il fuoco che gli bruciava nel cuore rendeva luminose le sueguance rosse e abbronzate.


Vistoil contrasto marcato fra i dueè più che probabile chequando il maestro d'arminella scena ultimamente descrittausònei confronti del marinaio il proverbio "I belli le fannobelle"si lasciò sfuggire un indizio ironicononcompreso dai giovani marinai che lo ascoltaronodi quello che loaveva innanzi tutto eccitato contro Billye cioè la notevolebellezza della persona.


Oral'invidia e l'antipatiapassioni inconciliabili secondo ragionepossono però nascere congiunte in un solo parto come Chang edEng. E' dunque l'Invidia un simile mostro? Ebbenemalgrado che moltiuomini posti sotto accusa si siano confessati colpevolisperando inuna mitigazione della penadi azioni orribilisi è maituttavia nessuno seriamente confessato colpevole di invidia? C'èqualcosa in essa che tutti sentono essere più vergognosaperfino del peggior crimine. E non solo essa è sconfessatamai migliori sono portati all'incredulità quando essa vieneimputata sul serio a un uomo intelligente. Ma poiché essatrova riparo nel cuore e non nel cervellonessun grado diintelligenza fornisce una garanzia contro di essa. Quella di Claggartperò non era una forma volgare della passione. Néessendone Billy Budd l'oggettoessa aveva quella vena di gelosiaansiosa che guastava il volto di Saul quando meditava turbato sul belgiovane David. L'invidia di Claggart colpiva più a fondo. Seegli guardava di malocchio il bell'aspettol'esuberante salute el'aperto godimento della giovane vita in Billy Buddera perchéappartenevano a una natura checome Claggart magneticamente intuivanella sua semplicità non aveva mai voluto il male e provato ilmorso retroattivo di quel serpente. Per lui era soprattutto lospirito che Billy aveva in sé e che traspariva dai suoi occhicerulei come da una finestra spalancataquella ineffabilitàche scavava la fossetta nella sua guancia rosearendeva flessibilile sue articolazioni e ballava fra i suoi riccioli biondia fare dilui il "Bel Marinaio". Il maestro d'armi era forse l'unicouomo a bordo (eccetto un'altra persona) intellettualmente capace diapprezzare adeguatamente il fenomeno morale rappresentato da BillyBudd. E l'intuito non faceva che intensificare la sua passionecheassumendo nel suo intimo varie forme segretea volte si vestiva dicinico disprezzo: disprezzo dell'innocenza. Non essere niente piùche innocente! Eppure da un punto di vista estetico egli vedeva ilfascino di un simile fenomenol'indole coraggiosafranca espontanea di essoe volentieri ne avrebbe voluto essere partecipesolo che ne disperava.


Impotentead annullare il male che era in lui come una forza naturaleanche seabile abbastanza nel nasconderlo prontamenteconsapevole del benema incapace di farlo: una natura come quella di Claggart sovraccaricadi energia come quasi invariabilmente lo sono nature di questogenerea che cosa poteva ricorrere se non ripiegarsi su se stesso ecome lo scorpionedi cui il Creatore solo è responsabilerecitare fino in fondo la parte assegnatagli?




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Lapassionee la passione veramente profondanon è cosa cherichieda un palcoscenico grandioso sul quale recitare la sua parte.Fra i poveri diavolifra i pezzenti e gli spazziniopera lapassione profonda. E le circostanze che la provocanoper quantopossano essere banali e spregevolinon forniscono la misura dellasua forza. Nel nostro caso il teatro è un ponte appena lavatoe una delle provocazioni esterne una minestra rovesciata da unmarinaio di una nave da guerra.


Oraquando il maestro d'armi si accorse da dove veniva quell'untume chesi allargava davanti ai suoi piedidovette prendere il fatto -premeditatamenteforse - non come un semplice incidentecomesicuramente esso erama come l'astuto sfogo di un sentimentospontaneo da parte di Billypiù o meno corrispondenteall'antipatia che egli stesso provava. In realtà unadimostrazione stupidaegli dovette aver pensatoe molto innocuacome l'inutile pedata di una giovenca; e tuttavia se invece di unagiovenca si fosse trattato di un ferrato stallone non sarebbe statacosì innocua. Era così che al fiele dell'invidiaClaggart univa il vetriolo del suo disprezzo. Ma l'incidente gliconfermò certe dicerie riportategli da "Strilla"uno dei suoi più astuti caporaliun ometto brizzolatocosìsoprannominato dai marinai a causa della sua voce stridula e del visoappuntito che frugava negli angoli più oscuri dei pontiinferiori a caccia di intrigantie che al loro spirito satiricosuggeriva l'idea di un topo in una cantina.


Poichéil suo capo si serviva di lui come di uno strumento ligio perdisseminare le piccole trappole che preoccupavano il nostro gabbiere(perché era dal maestro d'armi che venivano quelle piccolepersecuzioni alle quali già si è fatto cenno)ilcaporaleavendo abbastanza naturalmente concluso che il suo padronenon poteva nutrire simpatia per il marinaiosi prese curada quelfedele tirapiedi che eradi attizzare il suo cattivo sangueriferendo al suo capoalteratecerte innocenti battute dell'allegrogabbiereoltre a inventare vari epiteti ingiuriosi che eglipretendeva di aver sentito con le sue orecchie sfuggire al ragazzo.Il maestro d'armi non ebbe mai dubbi sulla veridicità diquesti rapportiin particolar modo circa gli epitetiperchéegli sapeva bene quanto un maestro d'armi potesse diventaresegretamente impopolareperlomeno un maestro d'armi zelante nellesue funzioniin quei tempie come le giacche azzurre in privato siscagliassero contro di lui con i loro scherni e il loro spirito; ilsoprannome con cui egli viene chiamato fra di loro ("Gambelunghe")rivela sotto la forma dello scherzo la mancanza di rispetto el'avversione che essi nutrono per lui.


Mal'odio è così avido di provocazioni che non c'era certobisogno di chi fornisse materiale per nutrire la passione diClaggart. Una prudenza tutta particolare è abituale nelladepravazione più sottileperché essa ha tutto danascondere. E in caso di ingiuria anche solo sospettatala suariservatezza volontariamente la sottrae a ogni chiarimento odelusione; non senza riluttanzal'azione è intrapresa tantoin base a un sospetto quanto a una certezza. E la rappresaglia èincline a essere mostruosamente sproporzionata alla presunta offesa:la vendetta infatti fu sempre in tutti come un esoso usuraio. E lacoscienza di Claggart? Perché sebbene le coscienze sianodiverse come le frontiogni intelligenzanon esclusi i demoni dellaScrittura che "credono e tremano"ne ha una. Ma essendo lacoscienza di Claggart l'avvocato difensore della sua volontàscambiava lucciole per lanterneconcludendo probabilmente che ilmovente che avrebbe spinto Billy a spandere la minestra proprio nelmomento in cui lo feceinsieme con i supposti epiteticostituivanoin mancanza di meglioqualcosa di grosso a suo carico; anzigiustificavano il passaggio dall'animosità a una specie digiustizia punitiva. Il Fariseo è il Guy Fawkes che erra incerca di preda nelle nascoste cavità sotterranee dei Claggart.E loro non possono in realtà concepire una malvagitànon reciproca. Probabilmente la persecuzione clandestina di Billy daparte del maestro d'armi era stata incominciata per saggiare ilcarattere dell'uomo; ma non aveva sviluppato in lui nessuna qualitàdi cui l'inimicizia potesse apertamente servirsi o neppure alterareper una plausibile autogiustificazione. Tanto che l'incidentecapitato a mensaper quanto insignificantefu benvenuto a quellasingolare coscienza destinata a essere il mentore privato diClaggart. E non è improbabiledel restoche lo spingesse anuovi esperimenti.




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Pochigiorni dopo l'ultimo incidente raccontatosuccesse qualcosa a BillyBuddche lo imbarazzò più di tutto quanto gli eraaccaduto prima.


Erauna notte calda per quella latitudinee il gabbiereil cui posto inquel momento sarebbe stato a dire il vero sotto copertastavasonnecchiando sul ponte più elevatodove era salito lasciandoil caldo soffocante della sua amacauna delle centinaia sospesetanto vicine l'una all'altra su un ponte dei cannoni inferiorecherestava pochissimo o nessuno spazio per il loro ondeggiare. Se nestava sdraiato come all'ombra di un collesottoventodisteso pressola catasta di alberature di ricambio a mezza nave fra l'albero ditrinchetto e l'albero maestrodove era sistemata la lanciala piùgrande barca della nave. Accanto ad altri tre uominianche lorovenuti da sotto a sonnecchiaregiaceva vicino a quell'estremitàdella catasta che tocca quasi l'albero di trinchetto; la suaposizione quand'era di servizio come gabbiere di parrocchettoproprio sopra il posto occupato sul ponte dagli uomini del castellodi pruagli dava il dirittosecondo le usanzea sentirsi piùo meno a casa sua in quei paraggi.


D'improvvisofu svegliato da qualcunoche doveva prima essersi assicurato che glialtri dormisseroe ora gli toccava la spalla.


Quandoil gabbiere alzò la testagli bisbigliò rapidonell'orecchio: "Fila alle catene di prua sottoventoBilly; c'èqualcosa in aria. Taci. Fa prestoci vediamo là" esparì.


OraBillycome molte altre persone sostanzialmente buoneaveva certedebolezze inseparabili da una sostanziale bontàe fra questeuna riluttanzaquasi un'incapacità di rispondere bruscamenteNO a una proposta improvvisanon ovviamente assurda a giudicaredalle apparenzené ovviamente ostile o ingiusta. Ed essendodi sangue caldo non aveva la flemma di respingere una proposta con laresistenza passiva. Come il suo senso di timorecosì la suapercezione di tutto quanto fosse oltre l'onesto e il naturaleraramente era rapida. Per di piùin quella particolareoccasionela sonnolenza pesava ancora su di lui.


Comunquefosseegli si alzò meccanicamente e chiedendosi fra il sonnoche cosa potesse essere nell'ariasi diresse verso il postoindicatouna stretta piattaformauna delle sei sporgenti fuoridalle alte murate e nascosta dalle grandi bigotte e dalleinnumerevoli pile di cime delle vele e di sartie; una piattaformacommisurata all'ampiezza della chiglia di una grande nave da guerradi quei tempi; una balconata incatramatainsommasospesa sul mare etanto appartatache uno dei marinai della "Bellipotent"un vecchio marinaio di fede puritana e temperamento gravene facevaperfinodurante il giornoil suo oratorio privato.


Inquest'angolo remoto lo sconosciuto raggiunse subito Billy Budd.


Nonc'era ancora la luna; una nebbiolina velava la luce delle stelle. Nongli riuscì di vedere nitidamente il volto dello sconosciuto.Tuttavia da qualche tratto del profilo e del portamento Billy loidentificòe con ragionecome uno del ponte di poppa.


"EhiBilly!" fece l'uomo bisbigliando rapidamenteprudente comeprima. "Tu sei stato arruolato per forzavero? Behanche io".E fece una pausacome per vedere l'effetto. Ma Billynon sapendoche pensare di tutto quellonon disse niente. E l'altro allora:

"Noinon siamo gli unici a essere stati arruolati forzatamenteBilly. Cene sono parecchi come noi. Non potresti aiutarciin caso diemergenza?".


"Cosavuoi dire?" chiese Billyscuotendosi a questo puntocompletamente dal torpore.


"Ssst!"il sussurro frettoloso si fece più rauco"guarda qui"e l'uomo mostrò due piccoli oggetti che debolmente luccicavanonella luce notturna; "guardasono tuoi Billyse solo...".


MaBilly lo interruppee nella sua rabbiosa impazienza di esprimersiil suo difetto vocale si fece un po' sentire: "P- pperdio. Ionon so a che cosa punti o cosa vuoi d-d-direma sarebbe meglio chetu t-t-te ne tornassi dov'è il posto tuo!". Sul momentol'individuoconfusonon si mossee Billysaltando in piedidisse: "Se non ti muovi ti sb-b-batto giù dal p-p-parapetto!". Questa volta non si poteva fraintenderee ilmisterioso emissario filò via scomparendo in direzionedell'albero maestro nell'ombra delle aste di posta.


"Ehiche succede?" brontolò un gabbiere di bompresso svegliatodal suo sonnellino dalle grida di Billy. E quando riconobbe ilgabbiere di trinchetto che era riapparso aggiunse: "Ah'Bellezza' sei tu? Behdeve esserti successo qualcosa che ti hafatto b-b-balbettare." "Oh" replicò Billyvincendo il difetto. "Ho trovato uno della guardia di poppanella nostra zona della nave quie gli ho detto di andarsene alposto suo." "Ed è tutto qui quello che hai fattogabbiere?" chiese tutto burbero un altroun vecchio marinaioirascibile con la pelle e i capelli color mattoneche i suoicompagnigabbieri di bompressochiamavano "Pepe Rosso"."Questi vermi mi piacerebbe sposarli con la figlia delcannoniere!" Volendo dire con quest'espressione che avrebbevoluto sottoporlo alla punizione disciplinare su un cannone.


Inogni casoil modo in cui Billy riferì l'incidente bastòa giustificare per quei curiosi il breve scompigliopoiché ditutte le sezioni di un equipaggio quella dei gabbieri di bompressoveterani in maggior parte e radicati nei loro pregiudizi di mareèla più gelosa per quanto riguarda gli sconfinamentiterritorialispecialmente da parte di qualcuno della guardia dipoppadi cui i gabbieri hanno un'opinione ben meschinatrattandosiin genere di gente di terrache non sale mai in coffa eccetto cheper far terzaruolo o serrare la maestrae non ci sa fare per nienteper esempio a maneggiare una caviglia o girare una bigotta.




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Quest'incidenteimbarazzò penosamente Billy Budd. Era un'esperienzacompletamente nuova; per la prima volta nella sua vita era statoavvicinato di nascosto con modi da intrigo clandestino. Prima diquell'incontro non sapeva niente del marinaio di poppaperchéi due uomini erano di servizio molto lontani l'uno dall'altrouno aprora e in coffal'altro a poppa e sul ponte.


Checosa poteva significare? E quei due oggetti luccicanti chel'intrigante gli aveva messo sotto gli occhi potevano davvero essereghinee? Dove poteva prendere le ghinee quel tipo? Nemmeno di bottonidi ricambio c'è abbondanza in navigazione. Piùrimuginava sulla faccendapiù era perplesso e si sentiva adisagio e inquieto. Nel suo respingere disgustato una proposta cheanche se lui la comprendeva a malapenaistintivamente sapeva chedoveva avere in sé qualcosa di maleBilly Budd era come unpuledrofresco di pascoloche all'improvviso respiri il pessimoodore di uno stabilimento chimicoe con sbuffi ripetuti cerchi diricacciarlo fuori dalle narici e dai polmoni. Questa disposizioned'animo soffocava ogni desiderio di avere altri colloqui conquell'individuoanche solo per ottenere qualche chiarimentosull'intento che lo aveva spinto ad avvicinare lui. Eppure non glimancava la curiosità naturale di vedere come fosse alla lucedel giorno un tale visitatore notturno.


Lonotò nel pomeriggio successivonel suo primo quarto diguardia seralein basso: uno dei fumatori in quella parte del pontesuperiore dei cannonieri dove è permesso fumare la pipa. Loriconobbe dalla sua sagoma generalepiù che dalla facciarotonda e lentigginosa e dagli occhi vitrei di un azzurro pallidovelati da ciglia quasi bianche. E del resto Billy non era propriocerto che si trattasse di lui: quel tipo lìcirca della suastessa etàche rideva con una risata francaappoggiato a uncannoneun ragazzo abbastanza simpaticoa guardarloe un po' testavuotaa giudicare dalle apparenze. Anche un po' troppo grassottelloper un marinaiosia pure della guardia di poppa. A dirla in brevel'ultimo uomo al mondosi sarebbe pensatoa essere oppresso dapensierispecialmente i pensieri rischiosi che deve avere uncospiratore di qualsiasi piano serioo anche il tirapiedi di uncospiratore.


BenchéBilly non se ne fosse accortol'uomolanciando una rapida occhiatacon la coda dell'occhioaveva visto Billy per primoe poinotatoche Billy lo stava guardandogli fece un cenno familiare diriconoscimento amichevolecome una vecchia conoscenzasenzainterrompere la conversazione nella quale era impegnato con il gruppodi fumatori. Un giorno o due dopoincrociando per caso Billy durantela passeggiata serale su un pontegli rivolse di sfuggita una parolacameratescache essendo inaspettata e ambigua viste le circostanzeimbarazzò tanto Billy che egli non seppe come rispondergliela lasciò cadere.


Billyora era più che mai imbarazzato. Il vano rimuginìo dipensieri in cui si trovò gettato gli era cosìspiacevolmente estraneo che egli fece il possibile per soffocarlo.Non gli venne mai in mente che si trattasse di una faccenda cheacausa della sua estrema equivocitàfosse suo dovere comeleale giacca azzurra riferire ai superiori. E probabilmente se unpasso del genere gli fosse stato suggeritoil pensierodettatodalla sua magnanimità di novizioche si trattasse di qualcosadi troppo simile a uno sporco lavoro di spialo avrebbe trattenutodall'attuarlo. Tenne la cosa per sé. Però quando gli sipresentò l'occasionenon poté fare a meno di sfogarsicon il vecchio danesespinto a ciòforsedall'influenza diuna dolce nottementre la nave si cullava tranquillamente; i dueuomini erano rimasti a lungo in silenzioseduti accanto sul pontecon le teste appoggiate alle murate. Ma Billy fece un resocontosoltanto parziale e anonimoperché gli scrupoli infondatiaiquali abbiamo accennatogli impedivano di aprirsi con chiunque.Ascoltando la versione di Billyil saggio danese sembròindovinare più di quanto l'altro aveva detto; e dopo una breveriflessionedurante la quale le sue rughe parevano raccolte in unsol puntocancellando completamente per il momento quell'espressioneinterrogativa che a volte aveva il suo voltodisse: "Non tel'avevo dettoBaby Budd?".


"Dettocosa?" chiese Billy.


"Perbacco!che 'Gambelunghe' ce l'ha con te." "E che cosa ha che fare"replicò Billy sorpreso"'Gambelunghe' con quel suonatodella guardia di poppa?" "Ahera uno della guardia dipoppa allora. Un fantoccioun fantoccio!" E con questaesclamazione che non si sa se era riferita a un leggero soffio d'ariache proprio allora appariva sul mare calmoo aveva un piùsottile rapporto con l'uomo della guardia di poppail vecchioMerlino torse con un morso dei denti anneriti il suo pezzo ditabacconon fornendo risposta all'impetuosa domanda di Billysebbene ora questi la ripetesseperché era sua abitudinesprofondarsi in un cupo silenzio quando era interrogato in tonodubitativo su uno dei suoi oracoli sentenziosinon sempre moltochiarie ammantati un po' di quell'oscurità che caratterizzala maggior parte dei responsi delficida qualunque parte vengano.


Lalunga esperienza aveva molto probabilmente fruttato a quel vecchioquell'amara prudenza che non interferisce mai in niente e che non dàmai consigli.




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Sìnonostante la laconica insistenza del danese sul fatto che allaradice di queste strane esperienze capitate a Billy a bordo della"Bellipotent" ci fosse il maestro d'armiil giovanemarinaio era invece pronto ad addossarle forse a chiunque altrotranne all'uomo cheper usare proprio l'espressione di Billy stesso"aveva sempre una parola gentile per lui". Questo puòsuscitare meraviglia. Ma fino a un certo punto. In certe questionialcuni marinai anche in età matura restano abbastanza ingenui.E un giovane navigatore con il carattere del nostro atletico gabbiereè per molti aspetti un fanciullo. Anzil'innocenza assolutadi un bambino non è che frutto della sua assoluta ignoranzael'innocenza più o meno diminuisce mano a mano chel'intelligenza si sviluppa. Ma in Billy Budd l'intelligenza cosìcome eraaveva progreditomentre la sua semplicità erarimasta ancora in gran parte immutata. L'esperienza senza dubbioinsegna; però data la sua giovane età l'esperienza diBilly era scarsa.


Egliinoltre non possedeva neppure un briciolo di quella conoscenzaintuitiva del maleche nelle nature non buone o non completamentebuoneprecorre l'esperienzae perciò può appartenerecome in certi casi appartiene fin troppo chiaramenteanche aigiovani.


Eche cosa poteva sapere Billy dell'uomose non dell'uomosemplicemente in quanto marinaio? E il marinaio vecchio stampoilvero lupo di mareil marinaio che ha fatto questo mestiere fin daragazzosebbene naturalmente appartenga alla stessa specie allaquale appartiene l'uomo di terrasotto certi aspetti èsingolarmente diverso. Il marinaio è schiettezzal'uomo diterra finezza. La vita non è un gioco per il marinaiocherichieda sagacia; non è un intricato gioco di scacchi dovepoche mosse vengono fatte per vie direttee gli obiettivi vengonoperseguiti per vie indirette: un gioco obliquonoiosoaridochequasi non vale la povera candela che vi si brucia giocandolo.


Sìconsiderati come classe i marinai per ciò che riguarda ilcarattere sono una razza giovanile. Anche le loro deviazioni hannoqualcosa di giovanile. E ciò in particolare era vero per imarinai del tempo di Billy. Inoltre certe cose che sono valide pertutti i marinai si manifestano a volte più chiaramente neigiovani. Ogni marinaiopoiè abituato a obbedire agli ordinisenza discuterli; la sua vita a bordo è regolata da altri perlui; egli non viene immesso in quel promiscuo commercio con l'umanitàdove l'agire liberonon impeditosu un piede di uguaglianza -uguaglianza superficialealmeno - insegna rapidamente a ognuno chese all'occasione non usa una diffidenza acuta e perspicaceproporzionate all'onestà dell'apparenzagli può esseregiocato qualche brutto scherzo. Una metodica e riservata diffidenza ècosì abitualenon tanto negli uomini di affariquanto negliuomini che conoscono i loro simili in rapporti meno superficialidegli affaricioè certi uomini di mondoche essi finisconoper usarla quasi inconsciamente; e alcuni di loro molto probabilmentesarebbero sinceramente sorpresi se tale diffidenza venisseconsiderata uno dei loro caratteri distintivi.




17


Madopo il piccolo incidente durante la mensa Billy Budd non ebbe piùstrani fastidi per la sua amaca o per il suo bagaglio o altro.


Ed'altra parte quel sorriso rivoltogli di tanto in tantoe la parolagentile occasionalefurono se non più frequentisemmai piùaccentuati di prima.


Main cambio di tutto questoc'erano ora alcune altre manifestazioni.Quando lo sguardo di Claggartinosservatosi posava per caso suBilly che bighellonava sul ponte superiore dei cannonieri nei momentidi ozio del secondo turno di guardia seralescambiando ogni tantoparole scherzose con altri giovaniche passeggiavano a gruppiquello sguardo seguiva l'allegro Iperione marino con un'espressioneassorta e malinconicacon gli occhi stranamente velati di lacrimefebbrili sul nascere. Allora Claggart sembrava Uomo di dolori. E avolte l'espressione malinconica aveva un pizzico di tenerostruggimentocome se Claggart avesse perfino potuto amare Billysenon gli fosse stato vietato dal destino e dalle leggi. Ma tuttoquesto svaniva in un attimoe subito sembrava pentirsene: lo sguardoimplacabileil volto chiuso e aggrondato che lo faceva rassomigliarea una noce rugosa. Altre volte invece vedendo di lontano il gabbiereche veniva nella sua direzione era solitouna volta che questi siera avvicinatofarsi un poco da parte per lasciarlo passarefacendoindugiare su Billy per un momento lo scintillante sorriso satirico diun Guisa. Ma ad ogni improvviso e imprevisto incontro una vampatarossastra scaturiva dai suoi occhi come una scintilla dall'incudinein una fumosa fucina. Questa rapida luce selvaggia era stranascagliata da occhi che in uno stato d'animo di quiete erano di uncolore molto vicino al viola intensola più dolce delletinte.


Sebbenealcune di queste stranezze diaboliche non potessero passareinosservate a chi ne era oggettotuttavia erano tali da non poteressere capite da una natura siffatta. E il nerbo di Billy era pococompatibile con quella organizzazione spiritualequella sensibilitàche in certi casi sente istintivamente l'innocenza ignaradell'approssimarsi del maligno. Pensava che il maestro d'armi sicomportasse in maniera piuttosto curiosaa volte. E questo eratutto. Ma l'aria sincera e la parola gentile che ogni tanto glivenivano rivolte erano prese per quello che pretendevano di sembrarenon avendo il giovane marinaio mai sentito parlare dell'"uomodalle parole troppo buone".


Seil gabbiere si fosse reso conto di aver fatto o detto qualcosa taleda provocare la malevolenza dell'ufficialesi sarebbe comportatodiversamentee i suoi occhi avrebbero visto più chiarosenon più acutamente. Così come stavano le cosel'innocenza lo accecava.


Cosìera anche in un'altra questione. Due sottufficialil'armiere e ilcambusierecon i quali non aveva mai scambiato nemmeno una paroladato che la posizione da essi occupata sulla nave non li portava maiin contatto con luiper la prima volta incominciarono a lanciare suBillyquando per caso lo incontravanoquello sguardo particolareche dimostra che alla persona da cui proviene in qualche modo èstato parlato male di colui sul quale quello sguardo si posa. Maicapitò a Billy di considerare questo fatto come una cosa degnadi nota o sospettabenché egli sapesse bene che l'armiere eil cambusiereinsieme con lo scrivano e il farmacista della nave ealtri dello stesso gradosecondo gli usi della marinafosserocompagni di mensa del maestro d'armiuomini con orecchie adatte araccogliere le sue confidenze.


Mala popolarità generale di cui godeva il nostro "BelMarinaio" a causa della virile baldanza da lui a volte mostratae dell'irresistibile buon umorecaratteristiche non tali da indicareuna superiorità mentale che potesse suscitare sentimenti diinvidiaquella benevolenza di cui lo circondava la maggioranza deisuoi compagnifaceva sì che egli non si occupasse proprio diquelle mute manifestazioni verso di luialle quali è statoaccennato poco fae che egli non poteva scandagliare fino a capirnetutta l'importanza.


Quantoalla guardia di poppasebbene Billyper le ragioni giàdettelo vedesse necessariamente pocotuttaviaquando i due percaso si 'incontravanoinvariabilmente c'era il saluto amichevole edisinvolto dell'altroa volte accompagnato da qualche parola gentiledi sfuggita. Qualunque fosse effettivamente stato il piano originariodi quell'equivoco giovanottoo il piano che egli potesse esserestato incaricato di eseguirecerto eradal suo atteggiamento inquelle occasioniche egli lo aveva lasciato completamente cadere.


Eracome se la precocità della sua disonestà (e ognivolgare marrano è precoce) lo avesse per una volta delusoel'uomo che egli aveva creduto di intrappolare come un sempliciottolo avesse messo nel sacco senza saperlocon la sua sola semplicità.


Ifurbi possono pensare che fosse ben difficile per Billy trattenersidall'affrontare la guardia di poppa e chiedergli a bruciapelo qualefosse il suo proposito nel loro primo incontrocosìbruscamente interrottoalle catene di prua. I furbi possono anchepensare che sarebbe stato naturale da parte di Billy fare deisondaggi fra gli altri uomini arruolati per forzain quella naveper scoprire se e quale fondamento avessero le oscure allusionidell'emissario a proposito di complotti e malcontenti a bordo. Sìi furbi possono pensare così. Ma è necessaria forsequalcosa di piùo meglio qualcosa di diverso dalla semplicefurbizia per comprendere pienamente un carattere come quello di BillyBudd.


Perquanto riguarda Claggartla monomania di quell'uomo - se davvero sitrattava di questo - involontariamente rivelata di quando in quandonelle manifestazioni sopra accennatema in generale dissimulata dalsuo comportamento controllato e razionalecome un fuoco sotterraneoscavava sempre più profondamente in lui. E qualcosa didecisivo doveva nascerne.




18


Dopoil misterioso incontro alle catene di pruaquello concluso tantobruscamente da Billynon capitò niente di particolarmenteattinente a questa storiafino al momento in cui ebbero luogo gliavvenimenti che stiamo per raccontare.


E'stato già detto altrove che per mancanza di fregate(evidentemente velieri migliori delle navi da linea di battaglia)nella squadra inglese oltre lo Stretto in quel periodola"Bellipotent" veniva usata ogni tanto non solo comesostituto disponibile per nave esploratricema a volte anche perservizi speciali di maggiore importanza. Ciò non soltanto acausa delle sue ottime qualità di velieronon comuni in unanave del suo tipoma altrettanto probabilmente perché ilcarattere del suo comandante era ritenuto tale da renderloparticolarmente adatto a qualsiasi compito in cuidi fronte adifficoltà inaspettatepotesse essere necessario prendererapide iniziative in alcune questioni che richiedevano preparazione eabilità oltre alle normali qualità di un buoncomandante. Fu durante una missione di quest'ultimo tipoche spinsela nave piuttosto lontanoe mentre la "Bellipotent" eraquasi nel punto di maggiore distanza dalla flottache durantel'ultima parte di un turno di guardia pomeridianofu avvistatainaspettatamente una nave nemica. Era una fregata. Questaresasiconto attraverso il cannocchiale del peso schiacciante di uomini ecannoni che avrebbe avuto controsi affidò alla sua velocitàe a vele spiegate si dette alla fuga.


Dopouna caccia intrapresa anche se non c'era quasi speranzache duròfino a circa la metà del primo turno di guardia seralelafregata riuscì a sfuggire definitivamente.


Nonmolto tempo dopo che aveva avuto fine l'inseguimentoe quando ancoral'eccitazione da esso provocata non era svanitail maestro d'armisalendo dal suo ambiente cavernosofece la sua comparsaberretto inmanovicino all'albero maestrorispettosamente aspettando di esserevisto dal capitano Vereche in quel momento passeggiava solitariosopravvento sul ponte di comandosenza dubbio un po' irritato per ilfallimento dell'inseguimento. Il punto in cui stava Claggart eraquello riservato agli uomini di grado inferiore che chiedevanoqualche udienza particolare o all'ufficiale di guardia o al capitanostesso. Ma non capitava spesso che un marinaio o un sottufficialeaquel tempochiedessero udienza al capitano; soltanto un motivoeccezionalesecondo l'usanzaavrebbe giustificato questo fatto.


Oraproprio nel momento in cui assorbito dalle sue riflessioni ilcomandante era sul punto di tornare indietro e proseguire la suapasseggiatasi accorse della presenza di Claggart e vide ildeferente atteggiamento di aspettativacon il berretto fra le mani.Qui dobbiamo dire che la conoscenza personale di questo sottufficialeda parte del capitano Vere datava soltanto da quando la nave avevasalpato l'ultima volta dalla madrepatriaquando Claggart per laprima voltatrasferito da una nave in riparazionesostituì abordo della "Bellipotent" il precedente maestro d'armidisabile e sbarcato.


Nonappena il comandante ebbe visto chi era che stava davanti a luiaspettando deferentemente di essere notatoil suo volto prese unaparticolare espressione; un'espressione non dissimile da quella cheirresistibilmente traspirerà sul volto di chi incontriinaspettatamente una persona cheanche se conosciutanon lo èaffatto in maniera approfonditae tuttavia qualcosa nel suo aspettoora per la prima volta provoca un senso di vago disgusto erepulsione. Ma fermandosi e riprendendo quasi completamente il suosolito modo di fare ufficialeanche se una certa impazienza filtravanel tono delle sue prime paroledisse: "Ebbene? Che cosa c'èmaestro d'armi?".


Conl'aria di un subordinato afflitto dalla necessità di esseremessaggero di cattive notiziee purtuttavia coscienziosamenteintenzionato a essere sinceroma ugualmente deciso a evitarel'esagerazioneClaggart a questo invito o meglio a quest'ordine dispiegarsiparlò. Ciò che dissein un linguaggio diuomo non incoltofu questoanche se non esattamente con questeparolee cioèche durante l'inseguimento e i preparativiall'eventuale scontroegli aveva visto abbastanza per convincersiche c'era almeno un marinaioa bordoche era un tipo pericoloso peruna nave sulla quale si trovavano non solo alcuni che avevano presoparte colpevolmente agli ultimi gravi disordinima anche altri checome l'uomo in questioneerano entrati al servizio di sua maestàattraverso vie diverse dall'arruolamento volontario.


Aquesto punto il capitano Vere lo interruppe con una certa impazienza:"Parlate chiaro: dite arruolati forzatamente".


Claggartfece un gesto di remissività e continuò.


Proprinegli ultimi tempi lui (Claggart) aveva incominciato a sospettare chesui ponti dei cannonieri si sviluppasse sotto sotto un certomovimento provocato dal marinaio in questionema egli non si erasentito autorizzato a riferire questo sospetto fino a quando essorimaneva incerto. Ma da ciò che lui aveva osservato quelpomeriggio nell'uomo al quale si riferivail sospetto che qualcosadi clandestino si stesse complottando aveva raggiunto un punto menolontano dalla certezza. Egli sentiva profondamenteaggiunselagrave responsabilità che si assumeva nel fare un rapporto cheimplicava possibili gravi conseguenze per l'individuo principalmenteindiziatooltre ad accrescere quelle preoccupazioni che naturalmenteogni comandante navale non poteva non nutrirea causa diinsurrezioni straordinarie così recenti come quelle cheegliaggiunse tristementenon era necessario nominare.


Oraal primo accenno all'argomentoil capitano Verepreso dicontropiedenon poté nascondere completamente la suapreoccupazione. Ma mano a mano che Claggart proseguivaquestapreoccupazione si trasformò in irrequietezzain relazione aqualcosa che era nei modi con cui il testimone rendeva la suadeposizione. Tuttavia si astenne dall'interromperlo. E Claggartcontinuando concluse con queste parole:

"Dionon vogliavostro onoreche la "Bellipotent" debbaconoscere l'esperienza della..." "Non è affar vostroquesto!" tagliò netto a questo punto il superioreilviso alterato dall'iraindovinando istintivamente qual era la naveche l'altro stava per nominareuna nave sulla quale l'ammutinamentodel Nore aveva assunto un carattere particolarmente tragicoche perun certo tempo mise a repentaglio la vita del suo comandante. Date lecircostanzel'allusione suggerita lo indignò. Mentre gliufficiali stessi erano sempre molto cauti quando facevano allusioneai recenti avvenimentiil fatto che un sottufficiale accennasse aessisenza necessitàin presenza del suo capitanoglisembrò una presunzione quanto mai indiscreta. Per di piùal suo vivo senso di dignità questo apparve perfinodata lasituazionequalcosa come un tentativo di spaventarlo. E all'iniziofu un po' sorpreso che un uomo cheper quanto fino allora glirisultavaaveva dimostrato un notevole tatto nelle sue funzionipotesse in questo particolare mostrarne una simile mancanza.


Maquesti pensieri e dubbi simili che gli passavano per la testafuronodi colpo sostituiti da una congettura intuitiva cheanche se ancoraoscura nella formaservì praticamente a mutare l'effetto chegli avevano fatto le cattive notizie. Certo è cheda tempoesperto di tutto quello che riguarda il complicato mondo dei pontiinferiori che come ogni altra forma di vita ha i suoi segretibassifondi e i suoi angoli oscurigli angoli generalmente negatiilcapitano Vere non si lasciò turbare più del necessariodal tono generale del rapporto del suo subalterno.


Perdi più se a causa dei recenti avvenimenti al primo segnoconcreto di una nuova insubordinazione si dovevano prendere immediatiprovvedimentinon sarebbe stato giudiziosoegli pensavamantenereviva l'idea che serpeggiasse il malcontentodando credito con troppafacilità a un informatoreanche se suo subalterno e addettofra le altre cose alla sorveglianza poliziesca della ciurma. Questasensazione forse non avrebbe così nettamente prevalso in luise già in una precedente occasione lo zelo patriotticoufficialmente mostrato da Claggart non l'avesse un po' irritatosembrandogli alquanto eccessivo e forzato. E inoltre qualcosa anchenei modi dell'ufficialeflemmatici e un po' ostentati nel fare lasua deposizionegli ricordava stranamente un maestro di bandatestimone spergiuro in un processo per omicidio davanti a una cortemarzialea terradi cui egliil capitano Vereaveva fatto partequando era tenente.


Oraalla perentoria rimbeccata data a Claggart circa l'allusione rimastain sospesoseguì rapidamente questa frase:

"Voidite che c'è almeno un uomo pericoloso a bordo. Ditemi il suonome." "William Budd. Un gabbiere di parrocchettovostroonore." "William Budd" ripeté il capitano Verecon sincero stupore; "volete dire l'uomo che il tenenteRatcliffe prese dal mercantilenon molto tempo fa: il giovanotto chesembra essere così popolare fra gli uomini: Billyil "BelMarinaio"come essi lo chiamano?" "Proprio luivostro onore; ma un drittomalgrado i suoi giovani anni e la suabellezza. Non per niente egli cerca di entrare nelle buone grazie deisuoi compagniperché sicuramente tuttitutti i marinaiincaso di emergenza diranno una buona parola per luicosti quel checosti. Ha avuto occasione il tenente Ratcliffe di riferire a vostroonore quell'abile motto di Buddche balzò in piedi mentre eraa prua nel canottosotto la poppa del mercantile da cui venivaportato via? Egli nutre nel profondo del cuore risentimento per ilsuo arruolamento forzato e lo maschera con quella specie di buonumoree di aria scherzosa. Avete solo visto le sue belle guance. Sotto queifiorellini rosei può nascondersi una trappola." Orail"Bel Marinaio"un personaggio che si distingueva fral'equipaggioaveva naturalmente attirato l'attenzione del capitanofin dall'inizio. Sebbene in generale egli non fosse molto espansivocoi suoi ufficialisi era congratulato col tenente Ratcliffe per labuona fortuna che aveva avuto nello scovare un cosìbell'esemplare del "genus homo"che nudo avrebbe potutoposare per la statua del giovane Adamo prima della Caduta.


Quantoal saluto d'addio di Billy alla nave "Diritti dell'Uomo"che l'ufficiale gli aveva effettivamente riferitoma deferentementepiù come un fatterello divertente che altroil capitano Veresebbene l'avesse erroneamente interpretato come un motto satiriconeaveva soltanto tratto un giudizio migliore sull'uomo arruolato; damilitareammirava lo spirito che sapeva prendere cosìallegramente e con tanto buon senso un arruolamento forzato. Anche lacondotta del gabbiere di parrocchettoper quanto gli risultavaaveva confermato il primo felice auspiciomentre le qualitàdella nuova recluta come uomo di mare sembravano essere talicheegli aveva pensato di raccomandarlo all'ufficiale vicecomandanteperché lo promuovesse a un posto che l'avrebbe portato piùspesso sotto la sua diretta osservazioneossia il comando dellacoffa di mezzanasostituendo nel quarto di tribordo un uomo non piùgiovane che egli giudicavain parte per questo motivomeno adatto aquel posto. Sia detto qui fra parentesi chepoiché ilgabbiere di mezzana non deve maneggiare masse di tele pesanti come levele inferiori dell'albero maestro e dell'albero di trinchettoungiovane se di buona qualitànon solo sembra il piùadatto di tutti a questo postoma in realtà viene presceltogeneralmente al comando di questa coffae gli uomini che ha sotto dilui sono uomini svelti e spesso giovanetti. Insomma il capitano Verefin dall'inizio aveva pensato che Billy Budd fosse quello che nelgergo dei marinai del tempo si definiva "un affare per il re"cioè un ottimo investimento per la marina di sua maestàbritannicaa buon mercato o addirittura gratis.


Dopouna breve pausa durante la quale questi pensieri attraversarononitidamente la mente del capitanoed egli soppesòl'importanza dell'ultima insinuazione di Claggart"una trappolasotto i fiorellini"e tanto più la considerava tantomeno fiducia nutriva nella buona fede dell'informatoreall'improvviso gli si rivolse e a bassa voce gli disse: "Voivenite da memaestro d'armicon una storia così nebulosa? Aproposito di Buddcitatemi un suo atto o ditemi una sua parola checonfermino ciò di cui voi in generale lo accusate. Attento"soggiunseavvicinandoglisi di più"attento a quel chedite. Orae in un caso come questoc'è un braccio di pennoneper i falsi testimoni".


"Ahvostro onore!" sospirò Claggart dolcementescuotendo latesta come a deprecare tristemente una così immeritataseverità di tono. Poicon aria risentitaergendosi come perdimostrare la propria virtùriferì con ogniparticolare certe presunte parole e atti che nell'insiemesecredutefacevano presumere gravi colpe di Budd. E una prova concretadi alcune di queste affermazioniegli aggiunsenon era lontana.


Ilcapitano Verecercando con i suoi occhi grigiimpazienti ediffidentidi scandagliare fino in fondo i calmi occhi violetti diClaggartlo ascoltò di nuovo fino alla fine. Poi si mise ariflettere. Claggartper il momento liberato dallo sguardoscrutatore dell'altroosservava attentamente l'umore del capitanocon uno sguardo difficile da descrivereuno sguardo curiosodell'effetto della sua tatticasimile a quello che poteva essere losguardo del messo degli invidiosi figli di Giacobbe cheingannandolomostrava al turbato patriarca il mantello del giovaneGiuseppemacchiato di sangue.


Sebbenequalcosa di eccezionale nella tempra morale del capitano Vere facessedi luiin un incontro serio con un collegauna vera pietra diparagone della natura vera del suo interlocutoretuttavia ora aproposito di Claggart e di ciò che stava veramente accadendoin luii suoi sentimenti più che in una convinzione intuitivaconsistevano in un forte sospettoinceppato da strani dubbi. Laperplessità che egli mostrava derivavapiù che daqualcosa riguardante l'uomo contro cui erano dirette le informazioni- come Claggart senza dubbio riteneva - da considerazioni su comemeglio comportarsi nei confronti dell'informatore. E in un primotempo egli era naturalmente favorevole a ordinare che gli fosserofornite le prove concrete delle accuseche Claggart diceva di averea portata di mano. Ma questo modo di procedere avrebbe fatto sìche la faccenda si sarebbe risaputail chenella fase in cui essaerapensava il capitanopoteva danneggiare in maniera indesiderabilel'equipaggio. Se Claggart era un falso testimoniol'affare erachiuso. E perciò prima di provare l'accusaavrebbe saggiatoconcretamente l'accusatore; ed egli pensava che ciò potesseessere fatto tacitamente e con discrezione.


Ilprovvedimento che aveva deciso di prendere richiedeva un cambiamentodi scenail trasferimento in un luogo meno esposto agli sguardidiquanto fosse il grande ponte di poppa. Infattisebbene i pochiufficiali di batteria che si trovavano là in quel momentosifossero ritirati sottoventocome prescrive l'etichetta navalenelmomento in cui il capitano Vere aveva incominciato la sua passeggiatasul lato sopravvento; sebbene durante il colloquio con Claggartnaturalmente essi non avessero osato diminuire la distanza; emalgrado che durante l'incontro la voce del capitano Vere fossetutt'altro che alta e quella di Claggart sottile e bassae il ventotra i cordami e lo sciabordio del mare contribuissero ancora di piùa coprirletuttavia il prolungarsi del colloquio già avevaattirato l'attenzione di alcuni gabbieri in coffa e di altri marinaiche si trovavano nella parte centrale della nave o più avanti.


Presele sue decisioniil capitano Vere immediatamente passòall'azione. Girandosi improvvisamente verso Claggart gli chiese:

"Maestrod'armiBudd è di guardia in coffa adesso?" "Novostro onore." Al che: "Signor Wilkes!" ordinòall'aspirante più vicino"dite ad Albert di venire dame". Albert era l'ordinanza del capitanouna specie di vallettomarinaionella cui discrezione e fedeltà il suo padrone avevala massima fiducia. Il giovane si presentò.


"ConosciBuddil gabbiere di parrocchetto?" "Sì signore.""Va a cercarlo. E' fuori servizio. Fa in modo di dirglisenzache nessuno sentache lo vogliono a poppavia. E vedi che non parlicon nessuno. Che sia occupato a parlare con te. E finché nonl'hai portato quifino ad allora non fargli sapere che il posto doveè atteso è la mia cabina. Capito? Va. Maestro d'armimostratevi sui ponti dabbassoe quando ritenete venuto il momento incui Albert è arrivato con il suo uomotenetevi pronto senzadestare attenzione a seguire il marinaio ed entrare."




19


Quandoil gabbiere si trovò chiuso lànella cabina con ilcapitano e Claggartrestò abbastanza sorpreso. Ma era unasorpresa priva di preoccupazione o diffidenza. In una natura immaturaprofondamente onesta e umanai presentimenti di un sottile pericoloproveniente da un proprio similearrivano tardiseppure arrivano.L'unico pensiero che prese corpo nella mente del giovane marinaio fuquesto: "Giàil capitanoio l'ho sempre pensatomivede di buon occhio. Mi domando se vuole farmi suo timoniere. Mipiacerebbe. E forse ora chiederà di me al maestro d'armi".


"Chiudila porta piantone" disse il comandante; "resta di guardia enon far entrare nessuno. E oramaestro d'armiripetete in faccia aquest'uomo ciò che mi avete detto di lui"; e si preparòa scrutare i due volti a confronto.


Coni modi misurati e l'aria calma e raccolta di uno psichiatra che siavvicini nella sala comune a un paziente che comincia a dar segnidell'avvicinarsi di una crisiClaggart avanzò deliberatamentefino a trovarsi a breve distanza da Billye guardandolo fisso negliocchi con sguardo ipnotizzatorericapitolò brevementel'accusa.


Billydapprima non capì. Quando capìil rosa abbronzatodelle sue guance sembrò come colpito da una lebbra bianca.Rimase come fosse impalato e imbavagliato. Frattanto gli occhidell'accusatoreche non lasciavano i suoiazzurri e dilatatisubivano un cambiamento straordinarioil loro abituale colore violasi cambiò in un torbido color fangoso. Queste luci dell'umanaintelligenza perdevano l'espressione umanagelidamente sporgevano infuori come gli occhi strani di certe creature non catalogate delleprofondità degli abissi. Il primo sguardo ipnotico era quellodel fascino esercitato dal serpente; l'ultimo era come il balzoparalizzante del pesce-torpedine.


"Parlaragazzo!" disse il capitano Vere all'uomo paralizzatocolpitodal suo aspetto ancor più che da quello di Claggart; "Parladifenditi." Questo appello provocò solo uno stranomutogesticolare e un gorgoglìo strangolato in Billy; losbalordimento a una simile accusa così improvvisamente cadutasulla sua giovinezza inespertaquesta e forse l'orrore ispiratodagli occhi dell'accusatorecontribuirono a far manifestare ildifetto latente e in questa circostanza a renderlo più acutotanto da trasformarlo in un mutismo spasmodico; mentre la testa etutta la figura protesa nell'agonia dell'inutile sforzo di obbedireall'ingiunzione di parlare e difendersidavano al visoun'espressione simile a quella di una vestale condannata nel momentoin cui sta per essere sepolta vivae lotta contro i primi sintomi disoffocazione.


Sebbeneallora il capitano Vere ignorasse completamente il difetto vocale diBillylo indovinò immediatamentepoiché l'aspetto delmarinaio gli ricordò vividamente quello di un suo brillantecompagno di scuolache una volta aveva visto colpito proprio dallastessa impotenza sorprendentenel momento in cui si alzavaprontamente in classeper essere il primo a rispondere a una domandaposta dall'insegnante alla scolaresca. Avvicinatosi al giovanemarinaio e posandogli una mano dolcemente sulla spalladisse: "Nonc'è fretta ragazzo. Fa con calmafa con calma".


Contrariamenteall'effetto voluto queste parole pronunciate con tono cosìpaterno e che senza dubbio toccarono il cuore di Billy sul vivolospinsero a sforzi ancor più violenti per parlaresforzi chein breve si conclusero per il momentosolo confermando la paralisi econferendo al suo volto un'espressione che sembrava quella di uncrocifisso. L'attimo dopofulmineo come la fiammata di un cannoneche spara nella notteil suo braccio destro scattò e Claggartcrollò sul ponte. L'avesse fatto intenzionalmente o fossesoltanto a causa della corporatura superiore del giovane atletailcolpo aveva raggiunto in pieno la fronteun elemento cosìbello e intellettuale nel maestro d'armi; così il corpo caddelungo distesocome una pesante trave che dalla posizione verticalepiombi in terra. Annaspò un po'poi restò immobile.


"Fataleragazzo" sussurrò il capitano Vere con un tono di vocecosì basso che sembrava un soffio"che cosa hai fatto!Ma vieniaiutami." I due sollevarono il caduto da sotto le renimettendolo in posizione di seduto. Il corpo esile risposeflessibilmentema inerte. Era come maneggiare un serpente morto. Lorimisero giù.


Riprendendola posizione eretta il capitano Vere si coprì il volto con unamano e all'apparenza rimase impassibile come l'oggetto ai suoi piedi.Era forse assorto nel ponderare la portata dell'avvenimento e checosa fosse meglio fare non soltanto orasul momentoma anche inseguito? Lentamente scoprì la faccia: e fu come se la lunauscendo dalle nubi riapparisse con un aspetto totalmente differenteda quello che aveva quando si era nascosta.


Alpadre che fino allora si era manifestato a Billy subentrò ilgarante della disciplina militare. Con tono ufficiale ordinòal gabbiere di ritirarsi in una cabina a poppa (che gli indicò)e rimanervi finché non fosse chiamato. Billy eseguìmeccanicamente in silenzio. Poi andando alla porta della cabina chesi apriva sul ponte di comando il capitano Vere disse alla sentinellalì fuori:

"Di'a qualcuno di mandare qui Albert". Quando quest'ultimo comparveil suo padrone fece in modo che egli non potesse scorgere il corposteso a terra. "Albert" gli disse"avverti ilchirurgo che desidero vederlo. Non occorre che tu torni finchénon ti chiamo." Quando il chirurgo entrò - un uomo dicarattere posatodotato di quella serietà e diquell'esperienza che ben difficilmente lo facevano cogliere allasprovvista da qualcosa - il capitano Vere gli si fece incontroimpedendo così inconsciamente che il suo sguardo si posasse suClaggartinterruppe i soliti saluti cerimoniosi dell'altro e disse:"Suditemi in che condizioni è quell'uomo laggiù"dirigendo la sua attenzione sul corpo a terra.


Ilchirurgo guardò e nonostante tutto il suo autocontrollosobbalzò leggermente alla brusca rivelazione. Sul voltopallido di Claggartun denso sangue nero colava ora dalle narici edall'orecchio. All'occhio professionale dell'osservatore quell'uomoindubbiamente non era più in vita.


"E'così dunque?" disse il capitano Vere fissandolointensamente.


"Loimmaginavo. Ma verificate." Dopo di chele prove usualiconfermarono la prima occhiata del chirurgo cheoraguardando in sucon non nascosta preoccupazionediede al suo superiore un'occhiatacarica di interrogativi. Ma il capitano Verecon una mano sullafronteera immobilein piedi. Improvvisamenteafferrandoconvulsamente il braccio del chirurgo esclamòindicando ilcorpo: "E' il giudizio divino su Anania. Guardate!".


Turbatodall'eccitazione che fino ad allora non aveva mai osservato nelcapitano della "Bellipotent" e ancora del tutto ignarodell'accadutoil prudente chirurgo tuttavia rimase zittodi nuovocon lo sguardo interrogando sulle cause che avevano provocato unasimile tragedia.


Mail capitano Vere era ancora una volta immobileassorbito dai suoipensieri. E ancora una volta sobbalzando esclamò con veemenza:"Colpito a morte da un angelo di Dio! Eppure l'angelo dev'essereimpiccato!".


Aqueste appassionate esclamazioni del tutto incoerenti perl'ascoltatore che ancora non sapeva niente dei precedentiilchirurgo rimase profondamente turbato. Ma oraquasi riprendendosiilcapitano Vere con un tono meno violento descrisse brevemente lecircostanze che avevano portato all'avvenimento.


"Mavenite; dobbiamo sbrigarci" aggiunse. "Aiutatemi a portarlovia" (il cadavereintendeva) "in quel compartimento"e indicò una cabina di fronte a quella nella quale il gabbiereera prigioniero.


Dinuovo turbato per una richiesta cheimplicando un desiderio disegretezzagli sembrava inesplicabilmente stranail subordinato nonpoté far altro che eseguire.


"Andateora" disse il capitano Vereriprendendo le sue maniereabituali. "Andate. Convocherò subito una corte marziale.Dite ai tenenti e al signor Mordant" (il capitano della fanteriadi marina) "ciò che è accaduto e dite loro ditenere la cosa per sé."




20


Pienodi inquietudine e di cattivi presentimenti il chirurgo lasciòla cabina. Si era ammalato all'improvviso di menteil capitano Vereo era soltanto un'eccitazione passeggeraprovocata da un avvenimentotanto strano e straordinario? Circa la corte marziale poiilchirurgo giudicò la decisione perlomeno inopportunase nonpeggio. La cosa da farepensavaera mettere agli arresti BillyBuddnei modi prescritti dalla consuetudinee rimandare ulterioripassiin un caso tanto eccezionalea quando avessero raggiunto lasquadra e poi sottoporlo all'ammiraglio.


Ricordòl'insolita agitazione del capitano Vere e le sue esclamazionieccitatecosì in contrasto con i suoi modi abituali.


Erafuori di senno?

Masupponendo che lo fossenon era così facile provarlo. Checosa poteva fare dunque? Non è concepibile situazione piùpenosa di quella di un ufficiale agli ordini di un capitano che eglisospetta di esserenon certo pazzoma tuttavia non nel pienopossesso delle sue facoltà intellettive. Discutere i suoiordini sarebbe stato insolenza. Resistergli sarebbe statoammutinamento.


Obbedendoal capitano Vere comunicò ai tenenti e al capitano dei fantidi marina quanto era accadutosenza dire niente sullo stato in cuisi trovava il capitano. Tutti condivisero la sua sorpresa e la suapreoccupazione. Anch'essi sembravano ritenerecome luiche unafaccenda del genere la si dovesse sottoporre all'ammiraglio.




21


Chisa indicare nell'arcobaleno il punto in cui finisce il violetto ecomincia l'arancione? Vediamo distintamente la differenza fra icolorima dove esattamente il primo entra stemperandosi nell'altro?Lo stesso possiamo dire per la ragione e la pazzia. Nei casi estreminon ci può essere dubbio al riguardo.


Main alcuni casi presuntiin varia misura meno evidentipochiproporranno di tracciare un'esatta linea di demarcazionesebbenecerti professionisti esperti siano pronti a farloper non pocodenaro. Non c'è niente del resto che certi uomini non sianopronti a fare o tentare per denaro.


Seil capitano Verecome il chirurgo sospettavasia da un punto divista professionale che privatamentefosse rimasto vittima diun'improvvisa aberrazioneognuno deve deciderlo da séallaluce di quanto qui viene raccontato.


Cheil disgraziato avvenimento che è stato descrittonon potessecapitare in un momento peggioreera fin troppo vero. Era infattiaccaduto a breve distanza dalle insurrezioni domateun momento assaicritico per le autorità navaliche richiedeva da ognicomandante inglese due qualità non facilmente conciliabili:

prudenzae rigore. Per di più nel caso in questione c'era qualcosa dieccezionale gravità.


Nellaridda di circostanze che precedettero e accompagnarono l'avvenimentoa bordo della "Bellipotent" e alla luce di quel codicemarziale in base al quale esso venne ufficialmente giudicatol'innocenza e la colpevolezza impersonate da Claggart e da Budd inrealtà si scambiavano le parti. Da un punto di vista legale lavittima apparente della tragedia era colui che aveva cercato didanneggiare un uomo senza macchia; e l'indiscutibile atto diquest'ultimodal punto di vista militare costituiva il piùodioso dei delitti. C'è di più: più chiari eranola ragione e il torto sostanziali nella questionepeggiore era laresponsabilità di un leale comandantein quanto egli non eraautorizzato a decidere in merito basandosi su questi elementiprimitivi.


Nonci si meravigli molto dunque se il capitano della "Bellipotent"sebbene fosse in genere un uomo dalle decisioni rapidesentisse lanecessità di essere prudentissimo non meno che pronto. Finchénon fu in grado di decidere sul da farsie in ogni dettaglio; e nonsolofinché il provvedimento conclusivo non fu sul punto diessere eseguitoegli ritenne opportunodate tutte le circostanzedi guardarsi il più possibile dalla pubblicità.


Quipuò avere o non avere sbagliato. Certo è tuttavia chein conseguenza di ciònei colloqui a quattr'occhiin piùdi una santabarbara o cabinafu criticato non poco da certiufficiali.


Fattoquesto che i suoi amicie il suo impetuoso cugino Jack Dentonimputarono alla gelosia professionale verso "Stellato Vere".I commenti negativi erano in un qualche modo giustificati.


Nelmantenere il segreto sulla questionenel limitare la conoscenza delfattoper un certo tempoal posto in cui l'omicidio era statoconsumatola cabina del cassero: in questi particolari si notava unacerta somiglianza con la politica adottata in quelle tragedie dipalazzocapitate più di una volta nella capitale fondata daPietro il Grande.


Ilcaso era tale che il capitano della "Bellipotent" avrebbevolentieri rimandato qualsiasi azione che andasse oltre il tenereprigioniero il gabbiere di parrocchetto fino a che la nave avesseraggiunto la squadrae poi sottoporre la questione al giudizio delsuo ammiraglio.


Maun vero ufficiale in un particolare è come un vero monaco.


Quest'ultimopronuncia i voti di obbedienza monasticacon la stessa abnegazionecon cui il primo si consacra al dovere militare.


Unsenso di urgenza che si imponeva nella circostanza sovrastava ognialtra considerazione nel capitano Vereconsapevole che se non sifossero rapidamente presi provvedimentiil gesto del marinaiononappena fosse venuto a conoscenza della ciurmaavrebbe potutoriattizzare le braci sotto le ceneri del Nore eventualmente presentiin essa. Ma pur rispettando coscienziosamente la disciplinaegli nonamava l'autorità fine a se stessa. Era molto lontano dal volercogliere le occasioni di monopolizzare i pericoli dellaresponsabilità moraleper lo meno non di quella che puòessere giustamente addossata a un ufficiale superioreo condivisacon i suoi ufficiali pari grado o anche suoi subalterni. Per questomotivo egli fu lieto che non fosse in contrasto con la consuetudineportare la questione davanti a un tribunale sommariocomposto daisuoi stessi ufficialiriservandosiessendo colui sul quale ricadevala responsabilità finaleil diritto di sovrintendere algiudizioo intervenirese necessarioufficialmente oufficiosamente. Fu perciò costituita con procedimento sommariouna corte marzialee il comandante scelse come giudici il primoufficialeil capitano della fanteria di marina e l'ufficiale dirotta.


Forseil comandante si discostò dalla consuetudine generalmente invigoreassociando un ufficiale della fanteria di marina ai tenentidi vascello in un caso che riguardava un marinaio. Egli fu spinto aciò dal fatto che giudicava quel soldato una persona di buonsensoriflessiva e non del tutto incapace di cavarsela in un casodifficiledel quale non aveva avuto precedentemente esperienza.Tuttavia anche per quanto riguardava luiil comandante nutrivaqualche timoreperché era un uomo di ottimo carattereamantedella buona tavola e dei sonni pacificiincline all'obesitàun uomo che avrebbe sicuramente conservato il controllo in battagliama poteva dimostrarsi non altrettanto affidabile alle prese con undilemma morale che aveva in sé qualcosa di tragico. Per quantoriguardava il primo ufficiale e l'ufficiale di rottail capitanoVere era ben consapevole che a onta della loro onestàdelloro riconosciuto coraggiola loro intelligenza era limitatasoprattutto alla vita di mare e alle esigenze di combattimento dellaloro professione. Il tribunale sedette nella stessa cabina in cuiaveva avuto luogo il disgraziato incidente. Questa cabinala cabinadel comandanteoccupava tutto lo spazio sotto il cassero di poppa.Verso poppa e da entrambi i lati c'erano due piccolecabine-passeggeriuna temporaneamente adibita a prigione e l'altra aobitorioseparate da un compartimento più piccolo. Questo siestendeva verso prora in un ampio spazio ovale che abbracciaval'intera larghezza della nave. Un lucernario di dimensioni modeste siapriva sul soffitto e a ogni estremità dello spazio ovaleerano due oblò con tendine a ghigliottinafacilmentericonvertibili in feritoie per bocche da fuoco di piccolo calibro.


Tuttofu pronto in poco tempoe Billy Budd fu messo in stato di accusaessendo necessariamente il capitano Vere l'unico testimone del caso.Come tale egli lasciò provvisoriamente il suo gradosebbenelo mantenesse in un particolare apparentemente trascurabile. Eglicioè testimoniava tenendosi dal lato sopravvento della navecosì che la corte per forza doveva sedere sottovento. Ilcapitano raccontò concisamente tutti i fatti che avevanoprovocato la catastrofesenza omettere nulla dell'accusa mossa daClaggart e raccontando nella sua deposizione come il prigionieroaveva accolto quest'accusa. A questa testimonianza i tre ufficialiguardarono pieni di sorpresa verso Billy Buddl'ultimo uomo cheavrebbero potuto sospettare sia dei piani di ammutinamentoattribuitigli da Claggartsia del gesto indiscutibile che avevacompiuto.


Ilprimo ufficialeassumendo la direzione del processo e rivolto alprigioniero disse:

"Ilcapitano Vere ha parlato. Le cose stanno come dice il capitano Vereo no?" In risposta arrivarono delle parole la cui pronuncia nonera così impacciata come si poteva prevedere. Eccole.


"Ilcapitano Vere dice la verità. E' proprio come dice il capitanoVerema non è come diceva il maestro d'armi. Ho mangiato ilpane del re e sono fedele al re." "Ti credo ragazzo mio"disse il testimone e la sua voce rivelava un'emozione soffocata nontradita da altri segni.


"Diovi benedirà per questovostro onore!" disse Billynonsenza tartagliaree molto abbattuto. Ma immediatamente fu richiamatoin sé da un'altra domandaalla quale rispose con la medesimadifficoltà di pronuncia dovuta all'emozione.


"Nonon c'era rancore fra di noi. Non ho mai avuto rancore contro ilmaestro d'armi. Mi dispiace che egli sia morto. Non intendevoucciderlo. Se avessi potuto usare la lingua non lo avrei colpito.


Maegli mentì ignobilmente di fronte a me e alla presenza del miocapitanoe io dovevo dire qualcosae lo potevo dire soltanto con unpugnoDio mi aiuti!" Nei modi impulsivionestida uomosincerola corte vide confermato tutto quanto era implicito nelleparole che poco prima l'avevano resa perplessapoichévenivano dal testimone della tragedia e seguivano immediatamente lafrase con cui Billy aveva appassionatamente negato di avere propositidi ammutinamento; le parole cioè del capitano Vere: "Ticredoragazzo mio".


Poigli fu chiesto se era a conoscenza o sospettava qualcosa che facessesubodorare un principio di torbidi (cioè ammutinamentoanchese il termine esplicito veniva evitato) in qualche settoredell'equipaggio della nave.


Larisposta si fece aspettare. Ciò fu naturalmente imputato daltribunale allo stesso difetto vocale che aveva ritardato e ostacolatole risposte precedenti. Ma sostanzialmente in questo caso non sitrattava di ciò: è che la domanda aveva richiamatoimmediatamente alla memoria di Billy il colloquio con la guardia dipoppa alle catene di prua. Ma un'innata ripugnanza a fare una partemolto vicina a quella di informatore contro un proprio commilitoneil medesimo senso sbagliato e rozzo dell'onoreche gli avevaimpedito di riferire la cosaa suo tempoanche se era suo dovere dileale marinaio di una nave da guerrae anche se l'aver mancato difarlose ne fosse stato accusato e ne fossero state fornite leprovelo avrebbe reso passibile delle più gravi pene; tuttociòinsieme con l'oscuro sentimento che ora lo invadevachein realtà niente di importante era stato tramatoprevalse inlui. Quando vennela risposta fu negativa.


"Ancorauna domanda" disse l'ufficiale della fanteria di marinaparlando per la prima volta e con una gravità piena diturbamento.


"Voici dite che ciò che il maestro d'armi disse contro di voi erauna menzogna. Oraperché egli avrebbe mentitomentito cosìmalvagiamentedato che voi dichiarate che non c'era rancore fra divoi?" A questa domanda che involontariamente toccava una sferaspirituale totalmente scura alla mente di Billyegli rimase confusodimostrando un imbarazzo che certo alcuni osservatori come si puòfacilmente immaginareavrebbero potuto interpretare come provainvolontaria di una colpa nascosta. Egli tuttavia cercò dirispondere in qualche modoma improvvisamente abbandonò ilvano tentativorivolgendo al tempo stesso con lo sguardo un appelloal capitano Verecome se vedesse in lui il suo migliore amico eaiuto. Il capitano Vereche era rimasto seduto per un po'si alzòin piedirivolgendosi all'interrogante.


"Ladomanda che gli avete posto sorge abbastanza spontanea. Ma come lepuò egli rispondere giustamente? O chi altro lo puòtranne evidentemente colui che giace là dentro?"indicando il compartimento dove si trovava il cadavere. "Ma chigiace là non si alzerà ai nostri comandi. In realtàa mio modo di vedereil punto che voi toccate è ben pocosostanziale. Tralasciando qualsiasi possibile motivo che abbia spintoil maestro d'armi ad agiree senza tener conto della provocazioneche fu causa del pugnola corte marziale deve limitare la suaattenzionenel caso presentealla conseguenza della percossalaquale conseguenza deve essere strettamente considerata non altrimentiche opera di colui che ha colpito." Queste paroleil cui pienosignificato Billy non era in grado di comprenderefecero sìtuttaviache egli volgesse un'occhiata interrogativapiena didesiderioa chi aveva parlatouno sguardo che nella sua mutaespressività non era dissimile da quello che un cane di razzarivolge al suo padronecercando nel suo viso qualche spiegazione diun gesto precedente ambiguo per l'intelligenza canina. E le stesseparole ebbero un notevole effetto sui tre ufficialiparticolarmentesul soldato. Sembrò loro che in esse si nascondesse unsignificato imprevistoche implicava un giudizio anticipato da partedell'oratore. E questo servì ad accrescere un turbamentomentale già abbastanza evidente prima.


L'ufficialedi fanteria prese ancora una volta la parola; in un tono diincertezza allusiva si rivolse al tempo stesso ai suoi colleghi e alcapitano Vere: "Non è presente nessunonessunodell'equipaggio di questa naveintendo direche possaindirettamente gettare un po' di lucese tale possibilitàesistesu quanto rimane di misterioso in questa faccenda".


"Eccouna parola sensata" disse il capitano Vere. "Vedo dovevolete arrivare. Sìc'è un mistero; ma per usare leparole della Scritturaè un 'mistero di iniquità;' unamateria da essere discussa da teologhi psicologhi. Ma che cosa ha ache fare con questo una corte marziale? Per non aggiungere poi cheogni possibile indagine ci è impedita dal silenzio definitivodi quello laggiù" e di nuovo indicò la cabinatrasformata in camera mortuaria. "L'azione del prigioniero:soltanto di questo dobbiamo occuparci." A ciò eparticolarmente alla ripetuta frase conclusival'ufficiale difanteria non sapendo come rispondere adeguatamentesi astennetristemente dal dire altro. Il primo ufficiale che all'inizio delprocesso ne aveva assuntocom'era naturalela direzioneoraistruito da un'occhiata del capitano Vereun'occhiata piùefficace delle parolela riprese. Rivolto al prigioniero: "Budd"egli dissecon un tono di voce un po' incerto"Buddse avetequalcosa d'altro da dire in favore vostroditelo ora".


Aqueste parole il giovane marinaio rivolse un altro rapido sguardo alcapitano Vere; poicome cogliendo un suggerimento da quel voltounsuggerimento che confermava il suo stesso istintoche il silenziofosse ora il miglior atteggiamento da tenerereplicò al primoufficiale: "Ho detto tuttosignore".


Ilsoldato di marinalo stesso che era stato di sentinella fuori dallaporta della cabina quando il gabbiere di parrocchetto vi era entratoseguendo il maestro d'armie che durante queste proceduregiudiziarie era rimasto accanto al marinaioebbe ora l'ordine diriportarlo nel compartimento assegnato prima al prigioniero e al suocustode. Quando i due se ne furono andatii tre ufficialicome inparte liberati da un certo intimo imbarazzo legato alla semplicepresenza di Billysi mossero contemporaneamente sulle loro sedie. Siscambiarono sguardi pieni di turbata incertezzapur sentendo chedovevano prendere una decisione e senza indugi.


Quantoal capitano Vereegli rimase momentaneamente inconsapevolevolgendoloro le spalleapparentemente in uno dei suoi momenti di assenzalasciando vagare lo sguardo fuori da un oblòsopravventosulla superficie deserta del mare al crepuscolo. Ma il silenzio dellacorteche si prolungava rotto solo a tratti da brevi consultazionifatte in un tono di voce sommessasembrò dargli coraggio edenergia. Si girò e passeggiò su e giù per lacabina e al ritorno risaliva il ponte in pendìo per il rollìodella naveinconsapevolmente simboleggiando così nella suaazioneuna mente decisa a superare le difficoltà ancheandando contro gli istinti primitiviforti come il vento e il mare.Infine si fermò davanti ai tre. Dopo aver scrutato i lorovolti egli ristettenon tanto per padroneggiare i propri pensieriprima di esprimerli quanto per decidere dentro di sé comemeglio esporliper meglio farli comprendere a uominiintellettualmente immaturiuomini con i quali era necessariodimostrare certi princìpi che per lui erano assiomatici. Forseuna simile avversione a prendere la parola è una delle ragioniche trattengono alcuni dal rivolgersi a un pubblico popolare.


Quandoegli parlòqualcosa sia nella sostanza di quanto dissesianel modo di dirlodimostrò l'influenza degli studi solitariche avevano modificato e temperato l'addestramento pratico di unacarriera attiva. Questoinsieme con le parole che egli adoperavasuggeriva qua e là i motivi su cui era fondata quell'accusa dipedanteriamossa in società contro di lui da certi uomini dimare di formazione eminentemente praticacomandanti che tuttaviaavrebbero sinceramente ammessoche la marina di sua maestànon vantava ufficiali del loro grado più efficienti di"Stellato Vere".


Eccociò che dissepiù o meno:

"Finoa ora sono stato solo il testimoneo poco più; e non pensereinemmeno ora di assumere un altro tonoquello del vostro coadiutoreper il momentose non sentissi in voie proprio al punto criticoun'esitazione piena di turbamentoche derivanon ne dubitodalcontrasto fra il dovere militare e lo scrupolo moraleuno scrupoloalimentato dalla compassione. Quanto alla compassionecome posso faraltro che condividerla? Mamemore degli obblighi fondamentaliiolotto contro gli scrupoli che possono far indebolire la decisione.Non che io mi nascondasignoriche si tratta qui di un casoeccezionale. Dal punto di vista speculativoesso potrebbegiustamente essere riferito a una giuria di casisti. Ma per noichesiamo qui non in veste di casisti o di moralistiè un casoconcretoche deve essere concretamente giudicato secondo la leggemarziale.


Mai vostri scrupoli: si agitano essi come in una nebbia?

Interrogateli.Fateli avanzare e che si manifestino. Vediamosono forse di questogenere. Seincuranti delle circostanze attenuantisiamo costretti aconsiderare la morte del maestro d'armi come opera del prigionieroallora questo gesto costituisce un delitto capitaleper il quale èprevista la condanna a morte.


Manella giustizia naturale non c'è altro che l'atto evidente delprigioniero da considerare? Come possiamo noi condannaresommariamente a una morte vergognosa una creatura a noi simileinnocente davanti a Dioche noi sentiamo essere tale? E' giustoquanto affermo? Voi assentite tristemente. Beneanche io lo sentoin tutta la sua forza. E' la natura. Ma queste spalline che portiamoattestano forse che noi dobbiamo fedeltà alla natura? Noalre. Benché l'oceanoinviolata natura primordialesial'elemento in cui noi ci muoviamo e conduciamo la nostra esistenzacome marinaituttavia come ufficiali del re il nostro dovere sicompie forse in una sfera altrettanto naturale? Ciò ècosì poco veroche ricevendo i nostri gradi noi smettiamosotto gli aspetti più importanti di essere liberi e neutralinelle nostre azioni.


Quandoviene dichiarata guerra siamo consultati primanoi ufficiali dicarriera? Noi combattiamo eseguendo gli ordini. Se approviamositratta di pura coincidenza. Così è anche in altriparticolari. Così adesso. Supponiamo infatti che a questoprocesso segua la condanna. Saremmo proprio noi che condanneremmoosarebbe la legge marziale a operare attraverso noi? Di questa legge edel suo rigorenoi non siamo responsabili. La responsabilitàa cui siamo legati per giuramento è questa: che per quantospietatamente possa agire questa leggenoi tuttavia la accettiamo ela amministriamo.


Lanatura eccezionale della faccenda vi stringe il cuore. Anche il mio ècommosso. Ma non permettiamo che i cuori caldi tradiscano i cervelliche devono essere freddi. A terrain un caso di delittoun giudiceonesto si lascerà attendere al varco fuori del tribunale daqualche tenera parente dell'accusato che cerchi di commuoverlo con lesue lacrimevoli suppliche? Ebbeneil cuore qui è un elementofemmineo nell'uomoè come quella donna pietosaeper quantodifficile siabisogna metterlo a tacere." Egli fece una pausastudiandoli attentamente per un po'; poi riprese:

"Maqualcosa nel vostro aspetto sembra insistere che non èunicamente il cuore che si muove dentro di voima anche lacoscienzala coscienza individuale. Ma ditemi seoccupando laposizione che noi occupiamola coscienza individuale deve o nocedere a quella imperialeespressa nel codicein base al qualesoltanto noi ufficialmente procediamo." A questo punto i treuomini si mossero sulle loro sediepiù agitati che convintidell'andamento di un discorso che non faceva che turbare ancora dipiù lo spontaneo conflitto interno.


L'oratoreaccorgendosi di questotacque per un attimo; poi cambiandoimprovvisamente di tonoproseguì.


"Perritrovare un po' il nostro equilibrioricorriamo ai fatti.


Intempo di guerrain navigazioneun marinaio di una nave da guerracolpisce un suo superioree il colpo ha conseguenze mortali. A partele sue conseguenzeil colpo in sé è un delittocapitalesecondo gli articoli di guerra. Per di più...""Sì signore" interruppe emozionato l'ufficiale difanteria di marina"in un certo senso lo è stato. Masicuramente Budd non pensava né all'ammutinamento néall'omicidio." "Certamente noamico mio. E davanti a uncorte meno arbitraria e più misericordiosa di quella marzialequesto argomento sarebbe considerato largamente attenuante. AlleAssise supreme porterà all'assoluzione. Ma come puòfarlo qui? Noi ci atteniamonel procederealla leggesull'ammutinamento. Nessun figlio somiglia nell'aspetto al padre piùdi quanto questa legge assomiglia nello spirito a ciò da cuiha preso origine: la guerra. Al servizio di sua maestàeproprio su questa naveci sono Inglesi costretti a combattere per ilre contro la loro volontà. Contro la loro coscienzaperquanto ne sappiamo noi. Sebbene come loro simili alcuni di noipossano capire la loro posizionetuttavia come ufficiali di marinaforse che ci riguarda? Ancor meno riguarda il nemico. Egli volentierifalcerebbe i nostri coscritti forzati in un solo colpoinsieme ainostri volontari. Verso i coscritti della flotta avversariaalcunidei quali forse odiano come noi il direttorio francese regicidanoici comportiamo nello stesso modo. La guerra bada solo alla facciataall'apparenza. E la legge sull'ammutinamentofiglia della guerraprende dalla madre.


L'intenzioneo la mancanza di questa in Budd è assolutamente irrilevante.


Mamentrespinti da quell'angoscia che è in voi e che io nonposso che rispettare - ripeto ancora una volta - mentre prolunghiamocosì stranamente un procedimento che dovrebbe essere sommariopuò essere avvistato il nemico e seguirne una battaglia.


Dobbiamoagire e dobbiamo fare una di queste due cose: condannare oassolvere." "Non possiamo condannare e tuttavia mitigare lapena?" chiese l'ufficiale di rotta che parlavaesitanteper laprima volta.


"Signoriammesso che ciò sia veramente legittimo per noidate lecircostanzeconsiderate le conseguenze di tale clemenza. Gli uomini"(intendendo dire l'equipaggio della nave) "hanno un semplicebuon senso e molti di loro hanno familiarità con le nostreusanze e tradizioni marinare: come la prenderebbero? Anche se potestespiegare loro la cosa - il che vieta la nostra posizione ufficiale -essiabituati da tempo a una disciplina arbitrarianon hanno queltipo di comprensione intelligente che potrebbe permettere loro dicapire e di distinguere. Noper gli uomini il gesto del gabbiere diparrocchettocon qualunque termine lo si definiscasaràevidente omicidio commesso in flagrante atto di ammutinamento. Sannoquale è la pena che esso comporta. Ma questa pena non viene.PERCHE'? essi rumineranno.


Sapetecome sono i marinai. Non ripenseranno forse alla recente rivolta delNore? Sì. Essi conoscono bene l'allarme giustamente fondatoil panico che diffuse in tutta l'Inghilterra. La vostra sentenzaclemente la prenderebbero per pusillanimità. Crederanno chebattiamo in ritiratache abbiamo paura di loro: paura di usare unrigore legittimoparticolarmente richiesto in questo frangenteperpaura che esso provochi nuovi torbidi. Che vergogna per noi unasimile congettura da parte loroe che terribili conseguenze per ladisciplina! Voi vedete dunque dove io miro inflessibilmentespintodal dovere e dalla legge. Ma vi supplicoamici mieinon mifraintendete. Io nutro per quell'infelice ragazzo gli stessi vostrisentimenti. Ma se egli conoscesse i nostri cuorilo ritengo cosìgeneroso da aver simpatia perfino per noiche il dovere militarecostringe così duramente." Dopo aver detto questoattraversato il ponteriprese il suo posto vicino all'oblòlasciando tacitamente ai tre di prendere una decisione. Sul latoopposto della cabina la corteturbatasedeva in silenzio.Subalterni lealisemplici e pratici sebbene in fondo dissentisseroda alcuni punti che il capitano Vere aveva loro espostoessi nonerano in gradoe del resto ne avevano ben poco desideriodicontraddire un uomo che sentivano essere serio e onestoun uomoinoltre che era loro superiore tanto per intelligenza quanto pergrado. Non è poi improbabile cheanche se certe sue parolenon avevano mancato di influenzarli tuttavia li avevano colpiti menodel suo appello finale al loro istinto di ufficiali di marina nellaprevisione che egli aveva fatto circa le conseguenze pratiche cheavrebbe avuto sulla disciplinatenuto conto delle condizioni incertedella flotta in quel tempoil fatto che l'uccisione violenta di unsuperiore durante la navigazione da parte di un marinaio di una naveda guerrasi facesse passare per qualcosa di diverso da un delittocapitale che richiedeva l'immediata punizione.


Essiprobabilmente si trovavano in una condizione più o meno similea quello stato d'animo tormentoso che nell'anno 1842 portò ilcomandante del brigantino militare americano "Somers" adeciderein base alle cosiddette leggi di guerraleggi cheprendevano a modello la legge sull'ammutinamento inglesel'esecuzione durante la navigazione di un aspirante e duesottufficialicome ammutinati che avevano pensato di impadronirsidel brigantino. Decisione messa in atto sebbene si fosse in tempo dipace e a pochi giorni di distanza dalla patria. Questo atto fugiustificato successivamente da una commissione navale d'inchiesta aterra. E' storiae la citiamo qui senza commenti. E' verolecircostanze a bordo del "Somers" erano diverse da quelle abordo della "Bellipotent". Ma l'urgenza sentitagiustificata o noera quasi la stessa.


Diceuno scrittore che pochi conoscono: "Quaranta anni dopo unabattagliaè facile per un non combattente discutere su comeessa avrebbe dovuto esser condotta. Altra cosa è dirigere ilcombattimento personalmente e sotto il fuocoavvolti nel suo fumonero. Molto simile è la cosa a proposito di altri casichecoinvolgono considerazioni sia pratiche che moralie quando siaimperativo agire prontamente. Più fitta è la nebbia piùè in pericolo il piroscafoe la velocità puòottenersi solo a rischio di investire qualcuno. Chi gioca comodamentea carte in cabina pensa ben poco alla responsabilità dell'uomoinsonne sul ponte." In breveBilly Budd fu formalmentedichiarato colpevole e condannato a essere impiccato al pennonedurante il primo quarto di guardia del mattino. Era ormai nottealtrimenti come si usa in questi casila sentenza sarebbe stataeseguita immediatamente. In tempo di guerra sul campo di battaglia onella flottauna punizione capitale decretata da una corte marziale- sul campo decisa a volte solo a un cenno del generale - segue senzaindugio la condanna senza appello.




22


Fuil capitano Vere in persona che per sua iniziativa comunicò ilverdetto della corte al prigioniero; per questo si recò nelcompartimento dove egli era rinchiuso sotto custodia e ordinòal marinaio che vi si trovava di ritirarsi nel frattempo.


Oltrealla comunicazione della sentenzasu ciò che ebbe luogodurante questo colloquio non si seppe mai niente. Ma dato ilcarattere dei due uomini per poco tempo chiusi in quella cabinaaventi in comune un'abbondanza delle più rare qualitàdella nostra naturacosì rare infatti da essere inconcepibiliper una mente mediocre anche se delle più coltivatesipossono azzardare delle ipotesi.


Sarebbestato appropriato allo spirito del capitano Vere che egli inquell'occasione non avesse nascosto niente al condannatoma gliavesse svelato francamente la parte che egli stesso aveva avuto nelladecisione che era stata presaspiegando anche i motivi che loavevano spinto. Da parte di Billy è probabile che taleconfessione sia stata accolta in uno spirito molto simile a quelloche l'aveva provocata. Egli infatti avrebbe potuto apprezzarenonsenza gioial'alta opinione che di lui doveva avere il suo capitanoper fare di Billy il proprio confidente. Né avrebbe potutorimanere insensibile al fatto che la condanna gli era statacomunicata come a uno che non teme la morte. Ma può essereaccaduto anche di più. Il capitano Vere alla fine puòaver dato libero corso alla passione a volte latente in lui sotto unascorza di stoicismo e di indifferenza. Egli era vecchio abbastanza dapoter esser il padre di Billy. L'austero uomo d'armi ligio al doveremilitareabbandonandosi a ciò che di primitivo rimane nellanostra umanità formalizzataforse alla fine strinse al pettoBillycome Abramo il giovane Isacco sul punto di sacrificarlo senzaincertezza per obbedire a un severo comando. Ma non si puòdire quale sacramentoraramente o mai rivelato al mondo distrattosi compia dove - in circostanze in qualche misura analoghe a quelleche qui si è tentato di disegnare - si stringano con unabbraccio due appartenenti all'ordine più alto della grandeNatura. C'è un segretoin quell'attimoinviolabile e per chisopravviveè il sacro oblìoche segue ogni piùdivina magnanimitàsi stende infine provvidenzialmente sututto.


Laprima persona che incontrò il capitano Vere mentre uscivadalla cabina fu il primo ufficiale. Il volto che egli videe che inquel momento rispecchiava l'agonia di un fortefu una rivelazionesorprendente per l'ufficialeche pure era un uomo di una cinquantinad'anni. Che il condannato stesso soffrisse meno di chi era stato laprincipale causa della condannasembrò dimostratodall'esclamazione da Billy lanciata alla finedurante la scena chefra breve saremo costretti a descrivere.




23


Ilracconto adeguato di una serie di avvenimenti che si susseguonorapidamente in breve spazio di tempopuò richiedere un tempopiù lungospecialmente qualora siano necessari qua e làspiegazioni e commentiper una migliore comprensione. Fra l'ingressonella cabina di colui che non l'avrebbe più lasciata da vivoe di colui che quando ne uscì lo fece come condannato a morte:fra quel momento e il colloquio segreto appena ricordatoeratrascorsa meno di un'ora e mezzo. Si trattava tuttavia di unintervallo abbastanza lungo da suscitare sospetti fra molti uominidell'equipaggiocirca il motivo per cui il marinaio e il maestrod'armi si trattenevano nella cabina; perché una voce cheentrambi erano stati visti entraree che nessuno dei due era statovisto usciresi era diffusa sui ponti e sulle coffe. I marinai diuna grande nave da guerra infattida questo punto di vistasonocome gli abitanti di un piccolo paese che tengono minuziosamenteconto di ogni movimento o di ogni sosta. Quando perciòcon untempo niente affatto cattivotutti i marinai furono chiamati incoperta nel secondo turno di guardia seraleordine insolito aquell'ora e in quelle circostanzela ciurma non era del tuttoimpreparata a un annuncio straordinarioun annuncio che fossecollegato anche alla prolungata assenza dei due uomini dai loro posticonsueti.


Ilmare era calmo in quel momentoe la luna quasi pienaspuntata dapocoinargentava il ponte di copertaovunque non fosse oscuratodalle nitide ombre gettate dalle attrezzature e dagli uomini inmovimento. Sui due lati del ponte di comando fu schierata la guardiadi marina in armi e il capitano Verein piedial suo postoattorniato da tutti gli ufficiali del quadratoparlò ai suoiuomini. Mentre parlava il suo atteggiamento fu né piùné meno quello che si addiceva alla sua posizione dicomandante supremo a bordo della sua nave. Con parole chiare econcise egli raccontò loro quanto era accaduto nella cabina;che il maestro d'armi era morto; che colui che l'aveva ucciso era giàstato processato da una corte sommaria e condannato a mortee chel'esecuzione avrebbe avuto luogo durante il primo turno di guardiadel mattino. La parola "ammutinamento" non ricorse mai nelsuo discorso. Egli si astenne anche dal prendere lo spunto daquell'occasione per raccomandare l'osservanza della disciplinapensando forse chedata la situazione esistente nella marinalaconseguenza stessa dell'infrazione disciplinare avrebbe avutobastevole eloquenza.


L'annunciodel capitano fu ascoltato dalla calca dei marinai in piedi in unsilenzio simile a quello di una congregazione di credentinell'infernoche ascolti la predica di un sermone calvinista daparte del pastore.


Allafine tuttavia si levò un mormorio confuso. Cominciò aingrossarsi. Immediatamente alloraa un segnaleesso fu penetrato erepresso dai sibili acuti del nostromo e dei suoi uomini cheordinavano: "Virare di bordo".


Ilcorpo di Claggart fu consegnato ad alcuni sottufficiali affinchélo preparassero alla sepoltura. E quiper non dilungarci troppo inparticolari secondaripossiamo aggiungere che a un'ora convenienteil maestro d'armi fu affidato alle ondecon tutti gli onori funebriche gli spettavano secondo il suo grado.


Inquesto modo di procedere come in ogni atto pubblico conseguente allatragediale usanze furono strettamente osservate. Né sarebbestato possibile allontanarsene in qualche puntosia per ciòche riguardava Claggart sia per Billy Buddsenza far nascereindesiderabili sospetti nell'equipaggioessendo i marinaie piùparticolarmente i marinai delle navi da guerraattaccati alle usanzepiù di ogni altro uomo al mondo.


Perlo stesso motivo tutti i contatti fra il capitano Vere e ilcondannato finirono con il colloquio segreto di cui si è giàparlatoe il condannato fu poi sottoposto alle solite formalitàche precedono la fine. Il trasferimento sotto scorta dalla cabina delcapitano fu effettuato senza precauzioni straordinariealmenoapparentemente.


Seè possibileè tacita regola in una nave da guerranonpermettere che gli uomini sospettino che i loro ufficiali temonoqualche guaio dall'equipaggio. E più si devono realmentetemere dei torbidipiù gli ufficiali devono tenere per séquesto timorebenché la vigilanzanon ostentatapossaessere rafforzata.


Inquesto caso la sentinella posta a guardia del prigioniero aveva avutoordine di non permettere a nessunoeccetto che al cappellanodicomunicare con lui. E per garantire l'osservanza di questi ordinifurono presi con discrezione alcuni provvedimenti.




24


Inun vascello da settantaquattro cannoni del vecchio tipoil pontechiamato ponte superiore dei cannonieri era quello immediatamentesotto il ponte di coperta e sebbene fosse armatorimaneva in granparte esposto alle intemperie. In generale non c'erano amache innessun momento della giornataperché gli uominidell'equipaggio dondolavano nel ponte inferiore e nel ponte deglialloggiamenti. Quest'ultimo era non soltanto un dormitorioma ancheil posto dove erano depositati i sacchi dei marinai e da entrambi ilati si allineavano le loro casse o le suppellettili delle numerosemense dei marinai.


Atribordosul ponte superiore dei cannonieri della "Bellipotent"ecco Billy Buddguardato dalla sentinellasdraiatoin cateneinuno degli spazi fra i cannonidisposti regolarmente sul pontechecomponevano le batterie dai due lati.


Eranotutti dei pezzi di grosso calibro di quel tempo. Montati su affustidi legnoerano fissati ai fianchi della nave mediante grosse funiche li imbracavano e grandi paranchi laterali servivano a farliscorrere in fuori. Cannoni e affustiinsieme con lunghi scovoli e lepiù brevi canne trattenute da una fune a mezza altezzaeranocome d'abitudinedipinti di nero; e la pesante imbracaturaincatramata nella stessa tintavestiva la stessa divisa degliimpresari di pompe funebri. In contrasto con la tinta funerea diquesto ambientel'aspetto esteriore del marinaio sdraiatocamiciotto e pantaloni bianchipiù o meno lindi brillavadebolmente nell'oscuritàcome un lembo di neve sporca che aiprimi d'aprile indugia all'imboccatura di una qualche oscura cavernamontana. Egli indossa già in realtà il suo sudarioo ivestiti che gli faranno da sudario. Sopra di luiche ne èscarsamente illuminatodue lanterne pendono dai massicci travi delponte superiore. Alimentate dall'olio venduto dai fornitori di guerra(i cui guadagnionesti o nosono in ogni Paese una porzioneanticipata del raccolto della morte) con sprazzi vacillanti di sporcaluce giallognolasbavano il pallido chiarore lunare che cerca senzasuccesso di penetrare con fiotti ostruiti attraverso i portelliapertida cui sporgono i cannoni coperti. Altre lanterneadintervalliservono soltanto a rivelare un po' gli angoli piùoscuri checome piccoli confessionali o cappelle secondarie di unacattedralesi dipartono dalla lunga oscura navatafra le duebatterie di questa andàna coperta.


Cosìera il ponte dove giaceva ora il "Bel Marinaio". Attraversoil colorito roseo nessun pallore avrebbe potuto trasparire.


Sarebberoserviti giorni e giorni di lontananza dai venti e dal sole percancellare quel colorito. Tuttavia le ossa degli zigomiincominciavano un po' ad affiorare sotto la rosea carnagione. Intemperamenti ardenti ma controllaticerte rapide esperienze divoranoil tessuto umano come il fuoco nascosto in una stiva consuma unaballa di cotone.


Maora che egli giaceva fra i due cannonicome preso nell'ingranaggiodel destinol'agonia di Billyin gran parte causata dall'esperienzanuovain un cuore giovane e generosodel diabolicoincarnato eoperante in certi uominila tensione di quell'agonia ormai erasuperata. Essa aveva lasciato il posto al balsamo contenuto nelcolloquio segreto col capitano Vere. Billy giaceva immobilecome intrance. Quella sua personaleparticolare espressione di adolescentericordava un po' quella di un bambino che dorme nella sua cullaquando l'ardente riverbero del focolare della stanzanella nottequietagiuoca sulle fossetteche a momenti si formanomisteriosamente sulla guanciasilenziosamente apparendo escomparendo. Di tanto in tanto infatti nel sonno dell'uomo incatenatouna luce serena di felicitànata da qualche reminescenzavagabonda o da qualche sognosi diffondeva sul suo visoe poisparivaper riapparire di nuovo dopo un po'.


Ilcappellano che andò a visitarlo e lo trovò in quellostatonon scorgendo segno alcuno che egli fosse cosciente della suapresenzalo osservò attentamente per un po' e poi si ritiròin silenziosentendo forse che luiministro di Cristo anche sericeveva lo stipendio da Martenon poteva offrire una consolazioneche desse una pace superiore a quella che aveva contemplato. Ma alleore piccole tornò di nuovo. Il prigionieroora pienamentecoscientesi accorse della sua venutae con cortesiaquasi congioiagli diede il benvenuto. Ma con ben scarso risultatonelcolloquio che seguìil brav'uomo tentò di infondere inBilly Budd un sentimento sacro della sua morte che doveva avvenireall'alba. In realtà Billy stesso parlava della sua morte comed'una cosa imminentema lo faceva un po' come quando parlano dellamorte i bambiniche fra i loro altri divertimenti giocano alfuneralecon catafalchi e persone in lutto.


Nonche Billy fosse incapace come i fanciulli di concepire che cosa fossein realtà la morte. Noma in lui non c'era traccia di quellapaura irrazionale della morteuna paura che si trova prevalentementenelle comunità altamente civilizzatepiuttosto che fra icosiddetti barbariche sotto tutti gli aspetti sono piùvicini alla natura genuina. Ecome abbiamo detto altroveBilly erasostanzialmente un barbaro. Lo eranonostante i vestitiquanto queisuoi compatriotii Britanni prigionieritrofei viventi per iltrionfo romano di Germanico. E lo era come quei più tardibarbariprobabilmente giovaniesemplari scelti fra i primi Britanniconvertiti al Cristianesimoo almeno nominalmente taliportati aRoma (come oggi i convertiti delle isole minori vengono portati aLondra)a proposito dei quali il Papa di quel tempo esclamòammirando la loro strana personale bellezzacosì diversa dalmodello italianoil loro incarnato chiaro e vermiglio e i lorobiondi capelli ricciuti: "Angli?" (ossia "Inglesi"nel termine moderno) "Angli li chiamate? Forse perchéessi sembrano così simili agli angeli?". Se ciòfosse accaduto più tardi si potrebbe pensare che il Papaavesse in mente i serafini del Beato Angelicoalcuni dei qualicogliendo le mele nei giardini delle Esperidi hanno il vago coloritoroseo delle più belle fanciulle inglesi.


Seinvano il buon cappellano cercò di istillare nella mente delgiovane barbaro idee di morte sul tipo di quelle espresse nelteschionella clessidra e nelle ossa incrociate delle vecchie pietretombalilo stesso inutili secondo tutte le apparenze furono i suoisforzi di fargli comprendere l'idea di salvezza e di un Salvatore.Billy ascoltavama forse meno per timore o reverenza che per una suacerta naturale cortesia; indubbiamente considerando in fondo queidiscorsi in maniera del tutto analoga a quella con cui la maggiorparte dei marinai della sua classe prende qualsiasi discorso astrattoo che esuli dal mondo comune del loro lavoro quotidiano. E questomodo marinaro di accogliere un discorso clericalenon è deltutto diverso da quello con cui l'abbiccì del Cristianesimopieno di miracoli trascendentalifu accolto molto tempo fa nelleisole dei tropici da qualche nobile cosiddetto "selvaggio":un Tahitiano dei tempi del capitano Cook o di poco posteriore.Accettava per naturale cortesia ma non si appropriava di niente. Eracome un dono posto sulla palma della mano tesama le dita non sistringevano per afferrarlo.


Mail cappellano della "Bellipotent" era un uomo discretoeaveva il buon senso di un buon cuore. Così egli non insistettenella sua vocazione in questa circostanza. Per desiderio del capitanoVereun tenente l'aveva messo al corrente di quasi tutto ciòche riguardava Billye poiché egli sentiva che l'innocenzaera qualcosa di ancora meglio della religione per affrontare ilGiudizioegli si ritiròsia pure a malincuore. Ma nella suaemozione compì prima un atto abbastanza strano per un ingleseedate le circostanzeancora più strano per un sacerdoteregolare.


Curvandosiegli baciò sulla bionda guancia il suo simileun assassinosecondo la legge marzialeuno che sebbene si trovasse alla frontieradella morteegli sentiva che non avrebbe mai potuto convertire a undogmané dunque temeva per il suo futuro.


Nonci si meravigli cheessendo stato messo a conoscenza dellasostanziale innocenza del giovane marinaioil degno uomo non alzasseun dito per impedire la morte di un tale martire della disciplinamarziale. Se così avesse fattociò non soltantosarebbe stato inutile come invocare il desertoma avrebbe costituitoanche un'audace trasgressione dei limiti della sua funzioneesattamente assegnatagli dalla legge militarecome quella delnostromo o di qualsiasi altro ufficiale. A dirla in breve uncappellano è il ministro del Principe della pace che servenell'esercito del dio della guerra: Marte. Come tale egli èincongruo come lo sarebbe un moschetto sull'altare il giorno diNatale. Perché dunque egli si trova là? Perchéserve indirettamente lo scopo attestato dal cannone; perchéanch'egli sancisce con la religione della mitezza ciò chepraticamente abolisce tutto quanto non sia forza bruta.




25


Lanottecosì luminosa sopra copertama ben diversa nei pontiinferiorioscuri come cavernecosì simili alle galleriesovrapposte di una miniera di carbonela notte luminosa si dileguò.Macome il profeta che sparisce in cielo col suo carro e getta ilmantello ad Eliseola notte nel ritirarsi trasmise il suo pallidomanto al giorno nascente. Una teneratimida luce apparve a orientedove si stendeva un impalpabile vello di candidi solchi di vapori. Laluce pian piano aumentava.


Improvvisamentea poppavia risuonarono gli "otto rintocchi"ai qualirispose un altro suono metallico più profondo da proravia.


Eranole quattro del mattino. Immediatamente i fischietti argenteiordinarono a tutti gli uomini di assistere alla punizione. Su daigrandi boccaporti bordati di proiettili di grosso calibrogli uominiche si trovavano nei ponti inferiori si riversarono in copertadisponendosi insieme con gli uomini già sul pontenellospazio fra l'albero maestro e l'albero di trinchettocompreso quellooccupato dalla capace lancia e dalle nere alberature di riservadisposte ai due lati di essa in file sovrapposte. La barca e lealberature presentavano un posto di osservazione sopraelevato per gliaddetti alla santabarbara e i marinai più giovani. Un altrogruppo di cui facevano parte alcuni gabbieri si sporgeva dalparapetto di quella grande balconatanon piccola in un vascello dasettantaquattro cannonie guardavano giù la folla in basso.


Uominie ragazzinessuno parlava se non sussurrandoed erano pochissimi aparlare. Il capitano Vere - come primafigura centrale fra gliufficiali radunati intorno a lui - stava quasi al limite del casserodi poppain piedilo sguardo dritto davanti a sé. Propriosotto di lui sul ponte di comando i fanti di marina in pieno assettodi guerra erano disposti come nel momento in cui era stata letta lasentenza.


Innavigazioneanticamentel'esecuzione mediante impiccagione di unmarinaio militare veniva fatta generalmente dal pennone ditrinchetto. In questo casoper motivi particolarifu sceltol'albero maestro. Il prigioniero fu portato dunque sotto un bracciodi quel pennonecon a fianco il cappellano. Fu notato in quelmomento e fatto notare in seguitoche in questa scena finale ilbrav'uomo si attenne ben pocoo quasi per nienteal cerimonialeconsueto. Egli ebbe infatti un breve colloquio con il condannato mal'autentico Vangelo erapiù che sulla sua linguanel suoaspetto e nelle maniere che usava verso di lui. Gli ultimipreparativi furono rapidamente compiuti da due assistenti delnostromo; l'esecuzione era ormai imminente. Billy era in piediconla faccia rivolta a poppavia. All'ultimo momento le sue parolelesue uniche parolepronunciate chiaramente senza impedimento alcunofurono queste: "Dio benedica il capitano Vere!". Questesillabe così inaspettateprovenienti da chi aveval'ignominioso laccio intorno al collola benedizione di un comunecriminale rivolta a poppavia verso i posti d'onore; parolepronunciate con l'accento melodioso di un uccello canterino sul puntodi staccarsi dal ramoebbero un effetto straordinarioaccresciutoanche dalla rara bellezza personale del giovane marinaiospiritualizzata ora dalle ultime esperienze così brucianti eprofonde.


Aldi fuori di ogni volontàproprio come se la ciurma della navenon fosse che il veicolo di una corrente elettrica vocale un'ecorisonantesolidalearrivò all'unisono dal basso e dall'alto:

"Diobenedica il capitano Vere!". E tuttavia in quell'istante Billysolo doveva essere nei loro cuoriproprio come era nei loro occhi.


Aquelle parole e all'eco spontanea che le aveva ingigantiteilcapitano Veregrazie a uno stoico autocontrollo o a causa di unaspecie di paralisi momentanea provocata dall'emozionestette rigidoin piedidritto come un fucile nella rastrelliera.


Loscafo lentamente sollevandosi dal rollio periodico a sottovento stavariprendendo l'andatura normalenel momento in cui fu dato l'ultimosegnaleun muto segnale stabilito in precedenza. Nello stessoistante accadde che il vello di vapori sospeso sul filodell'orizzonte a oriente fosse investito da una leggera aureolacomeil vello dell'Agnello di Dio contemplato in una mistica visioneecontemporaneamente Billysu cui erano appuntati tutti gli sguardidei visi volti in altoascese. E ascendendo fu illuminato in pienodalla rosea luce dell'alba.


Constupore di tuttinella figura legatagiunta al pennonenon ci funessun movimentotranne quello provocato dal movimento dellachigliacosì maestosose il tempo è tranquilloinuna grande nave armata di pesanti cannoni.




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UNADIGRESSIONE


Quandoalcuni giorni dopo riguardo alla singolarità ricordatailcommissario di bordoun uomo rubizzo e rotondopiù precisocome contabile che profondo in filosofiadisse al chirurgo mentre sitrovavano a mensa: "Che testimonianza della forza di volontà"quest'ultimomagro e allampanatopersonaggio in cui una causticitàriservata si accompagnava a modi più cortesi che cordialireplicò:

"Chiedoscusa signor commissario. In un'impiccagione scientificamentecondotta - e in ottemperanza a speciali ordini io stesso ho direttol'esecuzione di quella di Budd - qualsiasi movimento segua lasospensione completa e abbia origine nel corpo appesoèindice di spasmo meccanico del sistema muscolare. Perciòl'assenza di tali movimenti non è attribuibile a forza divolontà come voi la chiamatepiù di quanto non lo siaalla forza-cavallo - vogliate scusarmi." "Ma questo spasmomuscolare di cui parlatenon è più o meno certo inquesti casi?" "Certamente lo èsignor commissario.""E come spiegatealloracaro signorela sua assenza in questocaso?" "Signor commissarioè chiaro che il modo incui voi considerate la singolarità della questione non èsimile al mio. Voi la spiegate con ciò che chiamate forza divolontàun termine non ancora usato nel lessico dellascienza. Per quanto mi riguarda io non pretendoallo stato attualedella mia conoscenzadi spiegarla in nessun modo. Anche se noiponiamo l'ipotesi che al primo tocco della drizza il cuore di Buddgià sottoposto al massimo della tensione dalla straordinariaemozionesi sia fermato di colpo - proprio come un orologio quandocaricandolo sbadatamente lo sforzate al massimo spezzandone la molla- anche ammessa questa ipotesicome spiegate il fenomeno che èseguito?" "Voi ammettete dunque che l'assenza del movimentospasmodico sia un fenomeno eccezionale." "E' stata unfenomeno eccezionalesignor commissarionel senso che èstata una manifestazionela causa della quale non si puòimmediatamente individuare." "Ma ditemicaro signore"insisteva ostinatamente l'altro"la morte dell'uomo fu causatadal capestro o si è trattato di una specie di eutanasia?""'Eutanasia' signor commissarioè qualcosa come lavostra 'forza di volontà:' dubito della sua autenticitàcome termine scientifico; vi chiedo scusa ancora una volta. E' nellostesso tempo una parola fantasiosa e metafisica: in brevegreca. Ma"cambiando improvvisamente il tono"c'è in infermeria uncaso che non voglio lasciare ai miei assistenti. Vogliate scusarmi."E alzandosi da tavola si ritirò correttamente.




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Ilsilenzio del momento dell'esecuzioneche si protrasse per un minutoo due dopoun silenzio sottolineato dal rompersi regolare dell'ondacontro la chiglia o dallo sbattere di una vela perché gliocchi del timoniere erano assorti altrovequesto silenzio profondovenne poco a poco disturbato da un suono che non è faciledescrivere a parole. Chiunque abbia sentito l'ondata di piena di untorrenteimprovvisamente gonfiato da acquazzoni scroscianti suimonti dei tropicie sconosciuti in pianura; chiunque abbia sentitoil primo rombo soffocato del suo avanzare in pendìo attraversoi boschi scoscesipuò farsi un'idea del suono che si sentivaora. L'apparente lontananza della sua origine era dovuta al fatto chesi trattava di un indistinto mormorioperché invece provenivada molto vicinodagli uomini ammassati sul ponte di coperta.Trattandosi di un suono inarticolato il suo significato era dubbiose non che esso sembrava indicare qualche capriccioso mutamento dipensiero o di sentimentocome quelli cui vanno soggette lemoltitudini a terrae nel caso presente forse implicava una cuparevoca da parte degli uomini del loro echeggiamento involontariodella benedizione di Billy. Ma prima che diventasse clamoreilmormorio fu contrastato da un ordine strategicotanto piùefficace in quanto improvviso e inaspettato.


"Suonareil quarto di tribordo nostromoe fate che vadano." Stridulicome il grido del gabbiano i fischi del nostromo e dei suoi aiutantipenetrarono quel suono basso e sinistro e lo dispersero;e cedendo almeccanismo della disciplinal'assembramento fu ridotto della metà.I rimanenti furono in gran parte assegnati a compiti temporaneicomel'orientamento dei pennoni e così viafaccende facili datrovareall'occasioneper qualsiasi ufficiale.


Ogniatto che segue una condanna a morte pronunciata in navigazione da unacorte marziale è caratterizzato dalla rapiditàche nonsi trasforma in frettaanche se la sfiora. L'amacaquella che erastata di Billy da vivoera stata già zavorrata con proiettilie preparata perché servisse da lenzuolo funebre; gli ultimicompiti degli impresari di pompe funebri della navegli aiutanti delvelaiofurono rapidamente portati a termine. Quando ogni cosa fuprontasuonò un secondo appello a tutti gli uominiresonecessario dal movimento strategico sopra ricordatoquesta volta perassistere ai funerali.


Nonè necessario precisare i dettagli di questa ultima formalità.


Maquando la tavola inclinata lasciò scivolare il suo peso nelmaresi sentì un secondo strano mormorio umanomescolato oraa un suono inarticolato emesso da grandi uccelli marini cheessendola loro attenzione stata attirata dall'insolito movimento delle acqueprovocato dal pesante tuffo inclinato dell'amaca impiombata in marevolarono stridendo su quel punto. Essi giunsero tanto vicino allachiglia che si poteva sentire lo scricchiolio delle ossa delle loroali a doppia giuntura. Quando la nave spinta dal vento passòoltrelasciandosi a poppa il luogo del funeraleessi continuarono avolare in cerchio sullo stesso postoin bassocon le mobili ombredelle ali spiegate e il requiem delle loro strida gracidanti.


Permarinai superstiziosi come quelli dell'epoca che precedette lanostramarinai per di più della marina da guerrache avevanoappena assistito al prodigio dell'immobilità della figurasospesa in aria ed ora sprofondata negli abissi; per marinai similil'atto degli uccelli marinisebbene dettato soltanto dall'amoredell'animale per la predarivestì un importante significatospirituale. Cominciò fra essi un movimento incertoconqualche irregolarità. Non fu tollerato che un attimo:d'improvviso il tamburo batté il posto di combattimento equesto suono familiare che si ripeteva almeno due volte al giornoaveva in sé in quell'occasione qualcosa di perentorio. La veradisciplina marziale a lungo andare infonde in un uomo medio unaspecie di impulso di docilitàl'azione del quale al comandodell'ufficialeassomiglia molto nella sua pronta rispondenzaall'effetto di un istinto.


Ilsuono del tamburo disperse la folladistribuendo gran parte degliuomini alle batterie dei due ponti coperti. Làcome alsolitoi cannonieri stettero dritti e in silenzio presso i lororispettivi cannoni. A tempo debito il primo ufficialecon la spadasotto il braccioin piedi al suo posto sul ponte di comandoricevette ufficialmente i successivi rapporti dei tenenti armati dispadache comandavano le sezioni delle batterie dei ponti inferiori;terminato l'ultimo rapporto egli portò il rapporto complessivoal comandantecon il saluto abituale. Tutto questo richiese deltempoil che nel caso in questione era l'obiettivo dell'ordine dibattere il posto di combattimento un'ora prima del consueto. Il fattoche una simile variazione dell'usanza fosse autorizzata da unufficiale come il capitano Vereun patito della disciplinacome logiudicava qualcunoera la dimostrazione che c'era necessitàdi un'azione insolitaa causa dell'umore che in quel momento egliattribuiva ai suoi uomini. "Con gli uomini" egli era solitodire"le forme e la misura sono tutto; e questo è ilsignificato nascosto nella storia di Orfeo che con la sua liraincanta i selvaggi abitatori della foresta." Queste parole eglidisse una volta a proposito del sovvertimento delle forme in attooltre Manica e delle conseguenze che ne derivarono.


All'insolitaadunatatutto procedette come all'orario regolare.


Labanda sul cassero di poppa suonò una musica sacradopo di cheil cappellano celebrò il solito servizio mattutino. Fatto ciòil tamburino batté la ritiratae a ritmo di musica e dei ritireligiosi che favorivano la disciplina e i propositi della guerragli uomini si dispersero ordinatamente come al solitoandando aoccupare i posti assegnati loro quando non erano ai cannoni.


Ormaiera giorno fatto. Lo strato di vapore basso sull'orizzonte si eradissoltoassorbito dal sole che prima l'aveva così aureolato.E l'aria circostante era nitida e serenacome il marmo liscio ecandido nel blocco levigatonon ancora rimosso dal cortile delmarmista.




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Lasimmetria della forma che si può raggiungere nella finzionepuranon è così facile da ottenere in un racconto chesostanzialmente ha più a che fare con la realtà che conla fantasia. La verità detta senza compromessi avràsempre margini frastagliati; perciò la conclusione di unastoria del genere è probabile che sia meno rifinita di unornamento architettonico.


Ciòche capitò al "Bel Marinaio" nell'anno del GrandeAmmutinamento è stato fedelmente raccontato. Ma sebbene lastoria abbia propriamente termine con la sua vitaqualcosa in formadi epilogo non sarà inopportuna. Basteranno tre brevicapitoli.


Quandosotto il Direttorio fu ribattezzato tutto il naviglio che formava laflotta della monarchia francesela nave da battaglia "SaintLouis" fu chiamata "Athée". Questo nomecomealtri della flotta rivoluzionariamentre proclamava l'audacia el'empietà del governo al potereera tuttaviaanche se non neaveva l'intenzioneil più adattoa ben considerarechefosse mai stato dato a una nave da guerra; molto piùper laveritàdi "Devastation""Erebus"(l'Inferno) e nomi del genereimpressi sulle navi da battaglia.


Duranteil viaggio per raggiungere la flotta inglesedi ritorno dallacrociera per la quale era stato distaccatoin cui accaddero i fattiraccontatila "Bellipotent" s'imbatté nell'Athée.Ne seguì uno scontro durante il quale il capitano Verementrestava portando la sua nave a fianco di quella nemicanell'intento dimandare i suoi uomini all'abbordaggio al di là delle muratefu colpito da una palla di moschetto partita da un oblò dellacabina principale della nave nemica. Gravemente ferito cadde sulponte e fu portato giùnegli stessi quartieri di poppaadibiti a infermeriadove giacevano già alcuni dei suoiuomini. Il comando fu assunto dal secondo ufficiale; il vascellonemico fu infine catturato e sebbene molto mal ridotto si riuscìa portarlocaso veramente fortunatofino a Gibilterraun portoinglese non molto distante dal teatro della battaglia. Qui ilcapitano Vere fu sbarcato insieme agli altri feriti. Egli tiròavanti qualche giornoma poi arrivò la fine. Sfortunatamentefu falciato troppo presto per il Nilo e Trafalgar. Quello spirito chemalgrado la sua austerità filosofica può essersituttavia permesso la più segreta di tutte le passionil'ambizionenon raggiunse mai la pienezza della fama.


Nonmolto tempo prima di morirementre giaceva sotto l'influenza diquella magica droga che fa da calmante sul fisico ma operamisteriosamente sull'elemento più sottile dell'uomofusentito mormorare parole inesplicabili al suo attendente: "BillyBuddBilly Budd!". Che non fossero quelli gli accenti delrimorso sembra chiarito da quanto l'attendente disse all'ufficialeanziano dei fanti di marina della "Bellipotent"il qualeessendo statofra i membri della corte marzialeil piùriluttante alla condannasapeva fin troppo bene chi fosse BillyBuddanche se in questo caso tenne la cosa per sé.




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Qualchesettimana dopo l'esecuzione fra gli altri argomenti trattati sotto iltitolo "Notizie dal Mediterraneo" apparve in una cronacanavale del tempopubblicazione settimanale ufficiosaun resocontodell'affare. Era senza dubbio in gran parte scritto in buona fedeanche se la via (chiacchiere in parte) attraverso la quale i fattidovevano aver raggiunto il cronistali avesse alterati e in partefalsati. Il resoconto suonava così:

"Ildieci del mese scorso un fatto deplorevole è accaduto a bordodella nave di sua maestà"Bellipotent". JohnClaggartil maestro d'armi della naveaveva scoperto che fra glistrati inferiori dell'equipaggio serpeggiava un complotto incipientee che il capo era un certo William Budd; lo stesso Claggart nell'attodi accusare il colpevole davanti al capitano è statovendicativamente colpito al cuore da un pugnale estrattoimprovvisamente da Budd.


L'attoe lo strumento usatobastano a suggerire chesebbene arruolato nelservizio sotto un nome inglesel'assassino non era inglesema unodi quei forestieri che usano cognomi inglesi e che a causa delleattuali esigenze eccezionali del servizio vi vengono ammessi innumero considerevole.


L'enormitàdel delitto e l'estrema depravazione del criminale sembrano tantomaggiori se si considera il carattere della vittimaun uomo di mediaetàrispettabile e discretoappartenente a quella classe disottufficiali dalla qualee nessuno lo sa meglio dei signoriufficiali di carrieracosì grandemente dipende l'efficienzadella marina di sua maestà. Gli era stata affidata unafunzione di responsabilitàgravosa e ingratacontemporaneamenteche egli eseguiva con la più grande lealtàgrazie al suo forte sentimento patriottico. In questo come in tantialtri casi che si verificano in questi giorniil carattere di questosfortunato uomo confuta chiaramentese una confutazione eranecessarialo stizzoso detto attribuito al defunto dottor Johnsonche il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie.


Ilcriminale ha scontato la pena del suo delitto. La prontezza dellapunizione si è dimostrata salutare. A bordo della"Bellipotent" non si teme ora alcun disordine." Quantosopraapparso in una pubblicazione ora da lungo tempo sorpassata edimenticataè tutto quanto è rimasto sinora nellecronache umane a testimoniare che tipi di uomini fosserorispettivamente John Claggart e Billy Budd.




30


Ognicosa in marina è venerata per un certo tempo. Ogni oggettotangibile legato a qualche evento straordinario dell'armavienetrasformato in monumento. Il pennone a cui era stato appeso ilgabbiere di parrocchettole giacche azzurre per alcuni anni lotennero d'occhio. Essi ne seguirono le tracce da nave a cantiereedi nuovo da cantiere a navecontinuando a seguirlo anche quandoalla finefu ridotto a un semplice trave di cantiere. Per loro unpezzetto di quel pennone era come un pezzo della Croce.


Sebbeneignorassero i fatti segreti della tragediae ritenessero che lapenadal punto di vista militarefosse in qualche modoineluttabileessi sentivano tuttavia che Billy era un uomo incapacesia di ribellione sia di assassinio premeditato.


Ricordavanola fresca immagine giovanile del "Bel Marinaio"quel visomai distorto da un sogghignoo da un più sottile e perfidomoto segreto dell'animo. L'impressione prodotta da Billy su di loroera senza dubbio più profonda per il fatto che egli se n'eraandatoe in modo piuttosto misterioso. A suo tempo sui ponti deicannonieri della "Bellipotent"l'opinione generale del suocarattere e della sua inconscia semplicità trovarono infinerozza espressione attraverso un altro gabbiere di parrocchettounodel suo stesso turno di guardiadotatocome lo sono certi marinaidi un ingenuo temperamento poetico. Questo lupo di mare scrissealcuni versi che dopo aver circolato per un po' fra gli equipaggi abordo delle navivennero infine stampati alla meglio a Portsmouthsotto forma di ballata. Il titolo fu quello dettato dal marinaio:




BILLYAMMANETTATO


Bravoil cappellanoè entrato nella cella isolata E in ginocchiosulle sue ossa qui ha pregato Per quelli come meBilly Budd. Maguarda:

Attraversol'oblò entra il chiaro di luna sbieco!

Sfiorala sciabola della sentinella e inargenta questo cantuccio; Ma moriràall'alba dell'ultimo giorno di Billy.


Domaniessi faranno di me un gioielloPerla appesa al pennoneCome gliorecchini che detti a Molly di Bristol:

Ohsospenderanno menon la sentenza...


Ahimètutto è pronto; e anch'io devo esser pronto Di primo mattinoa salire lassùdi quaggiù.


Astomaco vuotoadessonon si farebbe mai.


Midaranno un boccone: un pezzo di biscotto prima che me ne vada.


Sicuroun compagno mi darà l'ultima tazza dell'addio; Ma distogliendogli sguardi dalla ghinda e dalla gòmenaSa il cielo chi avràl'incarico di tirarmi su!

Nonci vorrà fischietto per salire a quelle drizze... Ma non ètutta una finta?

Unabbaglio dei miei occhi sto sognando...


Untaglio alla mia gòmena? Andarsene alla deriva?

Iltamburo chiama per il groge Billy non lo sa?

MaDonaldlui m'ha promesso di stare accanto all'asseCosìstringerò una mano amica prima di andare a fondo.


Ah...no! Allora sarò mortoora che ci penso...


RammentoTaff il Gallese quando sprofondò.


Lasua guancia era come il garofano in boccio.


Memi legheranno nell'amacami getteranno giù.


Infondosempre più in fondocome sognerò dormendo Sentoche sta arrivandoil sonno. Sentinellasei lì?

Allentamisolo queste manette ai polsi.


Erivoltamisii gentile!

Hosonnoe le viscide alghe mi s'attorcigliano intorno.




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