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HowardPhillips Lovecraft


L'orroredi Dunwich






"GorgoniIdre e Chimerele atroci storie di Celeno e delle Arpiesi possonoriprodurre nel cervello superstizioso: ma esse erano già lì.Sono trascrizionitipi: gli archetipi sono dentro di noi e sonoeterni. Come potrebbe accadere altrimenti che lo spettacolo di ciòcheal risvegliosappiamo essere falso colpisca noi tutti? Forseche concepiamo il terrore per questi oggetti in modo naturaleconsiderandoli capaci di infliggerci dei danni corporali? Ohnoaffatto! Questi terrori sono d'origine più antica. Sono piùantichi del corpoovveroanche se non esistesse il corposarebberogli stessi... Che il genere di terrore di cui stiamo trattando siapuramente spiritualeche sia forterispetto alla sua mancanza di unsoggettoche predomini nel periodo della nostra infanzia innocentesono tutti problemi la cui soluzione potrebbe richiedere di penetrarein qualche modo nella nostra condizione ante-moderna e di gettareperlomeno uno sguardo furtivo nella terra d'ombre della preesistenza"- Charles Lamb"Le streghe e altri territori notturni".




1


Quandoun viaggiatore nel Massachusetts del centro nordprende la stradasbagliata al bivio del Picco Aylesburysubito dopo Dean's Cornerentra in un territorio solitario e curioso. Il terreno salee imuretti di pietra bordati di rovi si stringono sempre piùcontro i solchi della strada polverosa e tutta curve. Gli alberidelle numerose strisce di bosco sembrano troppo grossi e le erbacce ei cespugli crescono lussureggianticom'è raro che capitinelle regioni abitate. Allo stesso tempoi campi coltivati appaionostranamente pochi e sterilimentre le case disperse qua e làhanno un'aria di vecchiezzasquallore e sfacelosorprendentementeuniforme.


Senzasapere perchési esita a chiedere informazioni alle figurerozze e solitarie che di quando in quando si scorgono su soglierovinate o sui prati in pendenza e cosparsi di rocce. Queste figuresono così silenziose e furtive che ci si sente come messi difronte a cose proibitecon le quali sarebbe meglio non avere a chefare.


Quandoun rialzo della strada mette in vista le montagne al di sopra deifolti boschilo strano senso di disagio cresce. Le cime sono troppoarrotondate e simmetriche per dare una sensazione di tranquillitàe naturalezzae a volte il cielo contorna con una particolarechiarezza i bizzarri circoli fatti di pilastri di pietra con cui lamaggior parte di esse sono coronate.


Burronie gole dalla profondità preoccupante tagliano la stradae lasolidità dei rozzi ponti di legno sembra dubbia. Quando lastrada torna a digradareappaiono tratti acquitrinosi che destanoun'istintiva ripugnanzae quasi terrorealla seraquandoschiamazzano invisibili succiacapre e le luccioleinsolitamenteabbondantiescono a danzare ai ritmi rauchi e orridamente insistentidei rospi che gracidano striduli. La sottile linea luminosa del corsosuperiore del "Miskatonic" esercita una strana suggestionecome quella di un serpentesnodandosi proprio ai piedi delle collinea cupola tra cui sorge.


Mentrele colline si avvicinanosi presta più attenzione ai lorofianchi boscosipiuttosto che alle loro cime coronate di rocce.


Questifianchi si profilano così scuri e ripidi che si vorrebbetenersene lontanima non c'è una strada per evitarli. Al dilà di un ponte coperto si vede un piccolo villaggio strettotra il corso d'acqua e la parete verticale della Round Mountaine cisi stupisce del gruppo di tetti a mansardamarciche sono indiziodi un periodo architettonico più antico di quello dellaregione vicina.


Nonè rassicurante vederea uno sguardo più ravvicinatoche la maggior parte delle case sono abbandonate e cadentie che lachiesa dal campanile spezzato ora ospita l'unica sudicia bottega delpiccolo villaggio. Si ha paura ad avventurarsi nella tenebrosagalleria del pontema non c'è modo d'evitarlo. Una voltaattraversatoè difficile sfuggire all'impressione di un odoresottile e maligno che ristagna nelle strade del villaggiocome dimuffa ammassata e marciume secolare.


E'sempre un sollievo allontanarsi da quel posto per seguire la stradinache gira intorno ai piedi delle colline e attraversa il terrenopianeggiante per raggiungere il Picco Aylesbury. In seguitopuòsuccedere di venire a sapere che si è passati per Dunwich.


Iforestieri visitano Dunwich il più rapidamente possibile edaun certo orribile periodotutte le insegne stradali che indirizzanoa esso sono state tolte. Il paesaggiogiudicato secondo un canoneestetico normaleè di una bellezza superiore al comunemanon vi affluiscono né artistiné turisti estivi.


Duesecoli faquando non si deridevano le storie di streghecultisatanici e strane presenze nella forestasi usava fornire delleragioni per evitare quella località. Nella nostra sensibileera (poiché sull'Orrore di Dunwich del 1928 è statosteso il silenzio da parte di quelli che avevano a cuore il bene delvillaggio e del mondo intero) la gente la sfugge senza sapereesattamente perché. Forse una ragione (anche se non vale pergli stranieri che non ne sono informati) è che gli indigeniadesso sono decaduti in modo repellentepercorrendo un trattolunghissimo di quella strada di regressione così comune inmolte zone depresse nella Nuova Inghilterra. Sono venuti a costituireuna razza a sécon ben precisi stigmi fisici e mentalifrutto della degenerazione e dell'accoppiamento tra consanguinei. Laloro intelligenza media è per sventura bassamentre la lorostoria trabocca di vizi praticati alla luce del soledi assassini eincesti nascosti a metà e di imprese dalla violenza eperversità quasi immorale.


Lefamiglie più antichediscendenti di due famiglie dicombattenti che arrivarono a Salem nel 1692si sono in qualche modomantenute al di sopra del generale livello di decadenzaanche serami diversi sono penetrati così profondamente in quellasordida popolazione che solo i loro nomi permettono di risalireall'origine della loro disgrazia. Alcuni dei Whateley e dei Bishopmandano ancora i loro primogeniti a Harvard e alla Miskatonicsebbene questi figli ritornino raramente agli ammuffiti tetti amansarda sotto i quali sono nascosti loro e i loro antenati.


Nessunoneppure quelli che conoscono i fatti relativi al recente orroresadire cos'è veramente successo a Dunwichanche se anticheleggende parlano di riti sacrileghi e di conclavi tenuti dagliIndianipartecipando ai quali essi evocano dalle grandi collinetondeggianti ombre proibitee innalzano preghiere selvagge eorgiastichea cui rispondono forti tuoni e scoppi provenienti dalsottosuolo.


Nel1747 il Reverendo Abijah Hoadleyappena giunto alla ChiesaCongregazionale del villaggio di Dunwichpronunciò unmemorabile sermone sulla vicina presenza di Satana e sui demoniincui:

"Bisognaammettere che queste empietà facenti parte di un infernalecorteo di demoni sono di conoscenza troppo comune per essere negata;le voci maledette di Azazel e Buzraeldi Beelzebub e Belial sonostate davvero udite provenire da sottoterra da più di unadecina di testimoni credibili e viventi. Io stessonon più diuna quindicina di giorni faudii un chiaro discorso tenuto dallePotenze del Malesulla collina dietro la mia dimora; era unosferragliare e un rullareun gemereuno stridere e un sibilare comenessuna cosa di questa terra potrebbe emettere e che dovevanecessariamente provenire da quegli antri che solo la Magia Nera puòscoprireche solo il Maligno può dischiudere".


Ilsignor Hoadley scomparve prestodopo aver tenuto questo sermone; iltesto peròstampato a Springfieldesiste ancora. Sicontinuarono a registrare dei rumori nell'interno delle collineannodopo annoche continuarono a costituire un enigma per geologi efisiografi.


Altretradizioni parlano di cattivi odori accanto ai circoli di pilastri inpietra che cingono le collinee di fugaci presenze aeree che sipossono udire appenain certe orein determinati punti sul fondodei grandi burronimentre altri tentano di dare una spiegazione al"Cortile delle Danze del Diavolo": il fianco di una collinaarido e brullodove non crescono né alberinécespugliné erba. Inoltregli indigeni sono terrorizzati amorte dai numerosi succiacapre che si fanno sentire nelle notticalde.


Sigiura che questi uccelli siano psicopompi che aspettano le anime deimoribondi e che emettono le loro lugubri grida all'unisono con ilrespiro di chi lotta contro la morte. Se riescono a catturare l'animache fugge abbandonando il corpovolano via all'istante con unarisata demoniaca; mase non ci riesconosprofondano a poco a pocoin un silenzio pieno di disappunto.


Questestorienaturalmentesono vecchie e ridicoleperchérisalgono a tempi antichissimi. Dunwich è senz'altroenormemente vecchio: ben più antico di qualunque insediamentonel raggio di trenta miglia. A sud del villaggiosi possono ancorascorgere le pareti del sotterraneo e il camino dell'antica CasaVescovileche venne costruita prima del 1700mentre le rovine delmulino sulla cascatacostruito nel 1806costituivano l'esemplarearchitettonico più recente a vedersi.


Quinon è fiorita l'industriae il movimento delle fabbriche deldiciannovesimo secolo ha avuto vita breve. Più antichi ditutto sono i grandi anelli fatti di colonne di pietra rozzamentetagliata sulle cime delle collinema questi vengono generalmenteattribuiti agli Indianipiuttosto che ai colonizzatori.


Deidepositi di teschi e di ossarinvenuti all'interno di questi circolie attorno alla grande roccia a forma di tavola sulla Sentinel Hilldanno forza alla credenza popolare secondo cui questi posti erano unavolta i luoghi di sepoltura dei Pocumtuckanche se parecchietnologia dispetto dell'assurda improbabilità di una simileteoriainsistono nel ritenere che questi resti siano di originecaucasica.




2


Funella cittadina di Dunwichin una grande fattoria parzialmentedisabitata posta sotto il fianco di una collina a quattro miglia dalvillaggio e a un miglio e mezzo da ogni altra abitazioneche nacqueWilbur Whateleyalle cinque del mattino di una domenicail 2febbraio 1913.


Siè rievocata questa data perché era la festa dellaCandelorache la gente di Dunwich curiosamente celebra dandole unaltro nomee anche perché erano risuonati i rumori dellacollina eper tutta la notte precedentetutti i cani delcircondario avevano abbaiato con insistenza.


Menodegno di nota è il fatto che la madre era una Whateleydegeneratauna donna di trentacinque anni lievemente deformepocoattraentealbinache viveva con il padre anziano e mezzo dementesul conto del qualein gioventùerano state sussurrate lepiù terribili storie di stregoneria.


LaviniaWhateley non aveva un marito riconosciuto masecondo il costumedella regionenon fece alcun tentativo di disconoscere il figlio;rispetto al genitore di quest'ultimola gente avrebbe potutospeculare a suo piacimento (cosa che in effetti fece). Leiinvecesembrava stranamente orgogliosa del bambino scurodall'aspettocaprinoche tanto contrastava con il suo albinismo malaticcio e coni suoi occhi rosae fu sentita mormorare molte curiose profeziesugli insoliti poteri e sul tremendo futuro che lo attendeva.


Laviniaera la più adatta a mormorare cose similipoiché erauna creatura solitariadedita alle passeggiate sulle colline nel belmezzo dei temporalie che cercava di leggere i grossi libri odorosiereditati da suo padre - due secoli della storia dei Whateley - chequasi cadevano a pezzi per l'età e i tarli. Non era mai andataa scuolama le erano stati inculcati brani frammentari di antichetradizioninarrati dal vecchio Whateley.


Lalontana fattoria era sempre stata temuta per la fama di stregonegoduta dal vecchio Whateleye l'inspiegata morte violenta dellasignora Whateleyavvenuta quando Lavinia aveva dodici anninonaveva certo contribuito alla popolarità del posto. Isolataesposta a strane influenzeLavinia adorava sognare sfrenatamente egrandiosamente a occhi apertie dedicarsi a occupazioni singolari; eil suo tempo libero non era molto limitato dal doversi prendere curadi una casa da cui era scomparso da molto tempo qualsiasi criterio diordine e pulizia.


Echeggiòun urloorribilepiù forte persino dei rumori della collinae dell'abbaiare dei canila notte in cui nacque Whateley; mache sisappianessun medico o nessuna levatrice presiedettero alla suanascita. I vicini non seppero nulla di lui fino a una settimana dopoquando il vecchio Whateley guidò la sua slitta attraverso laneve fino al villaggio di Dunwich e parlò in manieraincoerente con il gruppo di perdigiorno che si trovava abitualmentenello spaccio di Osborn.


Sembravache il vecchio avesse subito un cambiamento: un ulteriore elemento distranezza in quel cervello annebbiato lo aveva sottilmentetrasformato da oggetto di terrore a soggetto in preda al terroresebbene lui non fosse uno che si lasciasse turbare da un banaleevento familiare. In tutto questomostrava qualche tracciadell'orgoglio che si notava in sua figliae quello che disse sullapaternità del bambino venne ricordato da molti dei suoiinterlocutori ancora per molti anni.


"Ame non interessa quello che pensa la gente: se il figlio di Laviniasomiglia a suo padreè qualcosa che non vi potete immaginare.Mica penserete che non esista altra gente oltre quella qui intorno!Lavinia ha detto qualcosa e ha visto cose che la maggior parte di voiha solo sentito dire. Penso che il suo uomo sia un bravo maritocometutti quelli che si trovano da queste parti di Aylesbury; esesapeste delle colline tante cose come ne so ionon chiedereste perlei un matrimonio in chiesamigliore di quello che ha fatto.Lasciatemi dire una cosa sola: UN GIORNOGENTESENTIRETE IL FIGLIODI LAVINIA CHIAMARE SUO PADRE PER NOME DALLA CIMA DELLA SENTINELHILL!".


Lesole persone che videro Wilbur durante il suo primo mese di vitafurono il vecchio Zachariah Whateleydel ramo dei Whateley nondegeneratie la convivente di Earl SawyerMamie Bishop.


Lavisita di Mamie fu senz'altro dovuta alla curiositàe lestorie che poi raccontò rendevano giustizia alle sueosservazioni:

Zachariahinvece venne a portare un paio di vacche a Alderney che il vecchioWhateley invece aveva comprato da suo figlio Curtis.


Questoseguì l'inizio di una serie di acquisti di bestiame da partedella famiglia del piccolo Wilburacquisti che terminarono solo nel1928quando l'Orrore di Dunwich venne e passòsebbene lasgangherata stalla dei Whateley non sembrasse mai affollata dibestiame.


Siarrivò al punto che la gente era diventata talmente curiosa dacontare le bestie che pascolavano in condizioni precarie sul ripidofianco della collina sopra la vecchia fattoriama non riuscirono atrovare mai più di dieci o dodici esemplari anemicidall'ariaesangue. Evidentemente qualche influsso malefico o qualche morboforse proveniente dal pascolo malsano o dai funghi velenosi e dallegno della lurida stalladoveva provocare un'alta mortalitàtra gli animali dei Whateley. Strane ferite o piagheapparentementesimili a incisionisembravano affliggere il bestiame che era dato divedere; e una o due voltenei primi mesiad alcuni investigatoriera sembrato di vedere delle incisioni analoghe sulla gola delvecchio ingrigito e non sbarbatoe su quella della sua figliaalbinasciattadai capelli arricciati.


Nellaprimavera successiva alla nascita di WilburLavinia riprese a farele sue solite passeggiate sulle collinetenendo nelle sue bracciasproporzionate il bambino dalla carnagione scura. Il pubblicointeressato nei confronti dei Whateley diminuì dopo che lamaggior parte della gente di campagna ebbe visto il bambinoenessuno si prese il disturbo di commentare il rapido sviluppo che ilneonato esibiva giorno dopo giorno.


Lacrescita di Wilbur era davvero fenomenale perchénel giro ditre mesi a partire dalla sua nascitaaveva raggiunto una taglia e unvigore che di solito non si trovano nei bambini sotto l'anno di età.I suoi movimenti e persino le vocali che pronunciava avevano unritegno e una ponderatezza molto insoliti per un fanciulloe nessunosi stupì troppo quandoa sette mesicominciò acamminare da solocon un incedere incerto che sparì dopoappena un mese.


Fupoco dopo questo periodoad Halloweenche si vide una fortevampataa mezzanottein cima alla Sentinel Hilllà dovel'antica roccia a forma di tavolo si erge in mezzo ai tumuli divecchie ossa. Cominciarono a girare molte vociquando Silas Bishopriferì d'aver visto il ragazzo salire gagliardodi corsasuper quella collinaseguito da sua madrecirca un ora prima chevenisse osservata quella vampata.


Silasstava cercando una giovenca smarritama quasi dimenticò lasua missionequando scorse di sfuggita quelle due figure alla deboleluce della sua lanterna. Guizzavano quasi senza far rumore attraversoil sottoboscoe l'attonito spettatore credette di vederlicompletamente nudi. In seguitonon poté essere tanto sicuroper quanto riguardava il ragazzoil quale forse indossava una speciedi fascia sfrangiata e un paio di calzoncini o calzoni scuri.


Daquella voltaWilbur non fu mai più vistovivo e coscientesenza un abito completo e perfettamente abbottonato equando questoveniva messo in disordine o succedeva una minaccia in tal sensoveniva preso dalla collera e dall'ansia. Il suo contrasto con lasquallida madre e con suo nonno da questo punto di vistaeraconsiderato molto positivamentefinché l'orrore del 1928 fecepensare alla più valida delle ragioni.


Ilgennaio seguente i pettegoli trovarono un certo interesse nel fattoche "il marmocchio nero di Lavinia" aveva cominciato aparlare... all'età di soli dodici mesi. La sua parlata era unpo' insolitasia per il differire dal normale accento della regionesia perché non era affetta da quel biascicare infantile di cuiavrebbero ben potuto andare orgogliosi molti bambini di tre o quattroanni. Il fanciullo non era loquace maquando parlavasembravapossedere un che di elusivo che mancava del tutto a Dunwich e ai suoiabitanti. La stranezza non stava in quel che dicevanésemplicemente nell'idioma che usavama sembrava avere vagamente ache fare con la sua intonazione o con gli organi interni cheproducevano i suoni della sua voce.


Anchel'aspetto del suo volto era notevole per la sua maturità;infattipur avendo lo stesso mento sfuggente di sua madre e di suononnoil suo naso solido e precocemente affilato si univaall'espressione dei suoi occhi grandiscuridi tipo latinoperdargli un'aria pressoché adulta e di intelligenza quasipreternaturale. Comunqueera straordinariamente bruttononostanteil suo aspetto intelligente: c'era qualcosa come di caprino o dianimalesco nelle sue spesse labbranella sua pelle dai larghi pori edal colore giallognolonei suoi capelli ruvidi e arricciati e nelleorecchie curiosamente allungate.


Prestodivenne oggetto d'avversione più di sua madre e di suo nonnoe tutte le congetture intorno a lui vennero condite con accenni agliantichi poteri magici del vecchio Whateley e a come avevano trematole collinequella volta che lui aveva urlato il tremendo nome di"Yog-Sothoth" nel mezzo di un circolo di pietretenendoaperto sulle braccia davanti a sé un grosso libro. I caniaborrivano il ragazzoe lui fu sempre costretto a prendere adeguatemisure di difesa contro il loro abbaiare pieno di minacce.




3


Nelfrattempoil vecchio Whateley continuava a comprare bestiame senzaaccrescere in modo apprezzabile la grandezza della sua mandria.Inoltreabbatté degli alberi e cominciò a riparare leparti della casa cadute in disusocasa che era costituita da unedificio spaziosodal tetto a puntala cui parte posteriore erainteramente sepolta nel fianco roccioso della collina e le cui trestanze meno rovinateal pianoterraerano sempre bastate per lui eper sua figlia.


Cidovevano essere delle prodigiose riserve d'energia nel vecchioperpermettergli si svolgere un lavoro così pesante; eseppure avolte balbettava come un dementeil suo lavoro di carpenteriamostrava di basarsi su calcoli accurati.


Avevacominciato subito dopo la nascita di Wilburquando aveva messorapidamente in ordine una delle tante baracche per gli attrezzil'aveva rivestita di assicelle e l'aveva fornita di una solidaserratura nuova. Adessorestaurando il piano superiore della casaabbandonatosi dimostrava un perfetto artigiano. La sua stranezza simanifestava solamente nel fatto che chiudeva con delle assi tutte lefinestre della parte recuperata... anche se parecchi dissero che eragià una follia darsi la pena di restaurarla.


Menoinesplicabile fu il fatto che avesse preparato un'altra stanza per ilsuo nuovo nipote al piano inferiore: una stanza che fu vista da moltivisitatorisebbene nessuno di loro fosse mai stato fatto entrare nelpiano superiorecosì ben isolato. In questa camera vennerodisposte delle scaffalature alte e robustesulle quali cominciòpian piano a sistemareapparentemente secondo un ordine meticolosotutti gli antichi libri mezzi marci e una parte dei libri chenelcorso del tempoerano stati accumulati e sparsi casualmente in tuttigli angoli delle diverse stanze.


"Ioli ho usati"pare avesse detto mentre cercava di riattaccareuna pagina strappatain caratteri goticicon della colla preparatasulla stufa arrugginita in cucina"ma il ragazzo è fattoper usarli meglio di me. Li deve ricevere nelle condizioni miglioriperché saranno il suo unico insegnamento".


QuandoWilbur ebbe un anno e sette mesi (nel settembre del 1914) la suaaltezza e i suoi talenti erano quasi preoccupanti. Aveva la taglia diun bambino di quattro anni e parlava in modo fluente e con estremaintelligenza. Correva libero per i campi e per le colline eaccompagnava sua madre nel suo vagabondare. A casa meditavadiligentemente sulle strane figure e sui libri di suo nonnomentreil vecchio Whateley lo istruiva e catechizzava per lunghisilenziosipomeriggi.


Aquell'epocail restauro della casa era terminatoe chi la osservavasi chiedeva come mai una delle finestre superiori fosse statatrasformata in una porta di solide assi. Era una finestra sul retro afrontone dell'ala orientalesubito di fronte alla collinae nessunoriusciva a immaginare perché fosse stata innalzata fin lassùuna rampa di legno munita di rinforzo.


Nelperiodo in cui veniva completato questo lavorola gente notòche la vecchia baracca degli attrezziben chiusa e con le finestreinchiodate fin dalla nascita di Wilburera stata di nuovoabbandonata. La porta rimaneva spalancata come per sbadataggine equando Earl Sawyer ci entrò dopo essere stato chiamato dalvecchio Whateley per vendergli del bestiamerimase del tuttosconcertato per lo strano odore che avvertì lì dentro:

untanfoaffermòcome non aveva mai sentito prima in tutta lasua vitatranne che presso gli accampamenti degli Indiani sullecollinee che non poteva provenire da nulla di sano. A ogni modolecase e le baracche della gente di Dunwich non si sono mai fattenotare per la loro purezza olfattiva.


Neimesi successivi non ci furono eventi degni di notasalvo che tuttiassicuravano che c'era stato un lento ma costante aumento deimisteriosi rumori nelle colline. Il Calendimaggio del 1915 si ebberodei tremiti avvertiti anche dagli abitanti di Aylesburymentreall'Halloween successivo ci fu un rombo sotterraneo associato a dellefiamme ("stregonerie dei Whateley") originatosi sulla cimadella Sentinel Hill.


Wilburcresceva in modo straordinariotanto da avere l'aspetto di unragazzo di dodici anni mentre ne compiva solo quattro. Adesso leggevaavidamenteda soloma parlava molto meno di prima. Era assorbito inuna fissa taciturnità eper la prima voltala gente cominciòa parlare in modo preciso del suo sguardo maligno che cominciava atrasparire dal suo volto. Pare che talvolta mormorasse qualcosa in ungergo sconosciuto e cantilenasse dei ritmi bizzarri che gelavano chili udiva con un senso di inesplicabile terrore. L'avversione che glimostravano i cani ora era diventata palesee lui fu obbligato aportare una pistola per attraversare sicuro la campagna. L'usooccasionale che faceva dell'arma non accrebbe certo la sua popolaritàtra i proprietari dei cani da guardia.


Ipochi visitatori che arrivavano alla casatrovavano spesso Laviniada solaal pianterrenomentre strane grida e passi risuonavano alpiano superiore. Non volle mai dire cosa stessero facendo di soprasuo padre e il ragazzoma una volta impallidì e si mostròimpaurita in maniera eccessivaquando un pescivendolo ambulante invena di scherzi provò ad aprire la porta sprangata che davasulle scale. Quel venditore disse a quelli che stavano nella bottegadel villaggio di Dunwich che gli sembrava di aver udito un cavalloche scalpitava al piano superiore.


Gliavventori rifletterono sul fattopensando alla portaalla rampa eal bestiame che spariva così rapidamente. Poi si strinseronelle spallericordandosi delle storie sulla giovinezza del vecchioWhateley e delle strane cose che vengono evocate dalla terrasacrificando un torello - al momento giusto - a certe divinitàpagane. In un certo periodosi era notato che i cani avevanocominciato a odiare e temere l'intero appezzamento dei Whateleytanto quanto odiavano e temevano il piccolo Wilbur.


Nel1917 scoppiò la guerrae Squire Sawyer WhateleycomePresidente della locale Commissione di Levaebbe il suo bel da fareper trovare una quota di giovani di Dunwich adatti anche solo alcampo di addestramento. Il Governoallarmato da questi segnali dicomplessiva decadenza della regioneinviò diversi ufficialied esperti medici perché indagassero; ne risultò unrapporto che i lettori dei giornali della Nuova Inghilterra possonoancora ricordare.


Fula pubblicità che toccò a questa inchiesta a mettere icronisti sulle tracce dei Whateleye fece stampare sul "BostonGlobe" e sull'"Arkham Advertiser" roboanti storiedomenicali sulla precocità del giovane Wilbursulla MagiaNera del vecchio Whateleysugli scaffali di strani librisul pianosuperiore della fattoria sigillatosull'aspetto bizzarro dell'interaregione e sui rumori delle colline. Allora Wilbur aveva quattro annie mezzo e sembrava un giovane di quindici. Le sue labbra e le sueguance erano coperte da una rozza lanuggine scurae la sua voceaveva cominciato a mutare.


EarlSawyer si recò nel fondo dei Whateley con i suoi gruppi dicronisti e di fotografie richiamò la loro attenzione su uninsolito fetore che adesso sembrava scendere dal piano superioresigillato. Eradisseproprio come l'odore che aveva sentito nellarimessa degli attrezzi abbandonataquando erano stati terminati irestauri della casae come il leggero odore che talvolta gli parevad'avvertire presso i circoli di pietre sulle montagne.


Lagente di Dunwich lesse queste storie quando vennero pubblicateesghignazzò degli errori più evidenti. Si chieseroinoltrecome mai i giornalisti sottolineassero tanto il fatto che ilvecchio Whateley pagava sempre il bestiame con monete d'orovecchissime.


IWhateley avevano accolto i visitatori con malcelata antipatiama nonosavano farsi ulteriore pubblicità opponendo una resistenzaviolentao rifiutandosi di parlare.




4


Perun decenniogli annali dei Whateley si confusero con la vita normaledi una comunità malsanaabituata alle loro eccentricitàe assuefatta alle orge del Calendimaggio e d'Ognissanti. Due volteall'anno accendevano i fuochi sulla cima della Sentinel Hilleallora i brontolii della montagna si udivano di nuovosempre piùviolentimentrein ogni stagionenella fattoria solitariaaccadevano fatti strani e portentosi.


Nelcorso del tempoi viaggiatori affermarono di aver udito dei rumoriprovenienti dal piano superiore chiuso anche quando tutta la famigliasi trovava al pianoterrae si chiedevano se il sacrificio di unamucca o di un torello venisse eseguito in frettaoppure durasse alungo. Ci furono voci di una protesta presso la Società per laProtezione degli Animalima non se ne fece nullaperché lagente di Dunwich non ci tiene affatto a richiamare su di sél'attenzione del mondo esterno.


Attornoal 1923quando Wilbur era un ragazzo di dieci anni di cui mentevocestaturae il volto barbutodavano l'impressione dellaraggiunta maturitànella vecchia casa era in corso unaseconda fase di grandi lavori di carpenteria. Questi si svolgevano intutta la parte superiore chiusa edai pezzi di legname scartatilagente concluse che il giovane e suo nonno avevano eliminato tutte lepareti divisorie e rimosso persino il pavimento della soffittalasciando un unico grande vano aperto tra il pianoterra e il tetto apunta. Dovevano aver abbattuto pure il grande camino centrale eavevano provvisto il fornello arrugginito di un fragile tubo da stufaesternodi latta.


Nellaprimavera successiva a questo eventoil vecchio Wilbur aveva notatoun numero crescente di succiacapre che uscivano dalla gola di ColdSpring per venire di notte a cantare sotto la sua finestra. Sembròconsiderare tale circostanza molto significativae disse agliavventori di Osborn che pensava fosse quasi giunta la sua ora.


"Adessozufolano proprio seguendo il mio respiro"disse"escommetto che si preparano a prendersi la mia anima. Sanno che staper uscire e non gli sfuggirà. Ragazzidopo che me ne saròandatolo saprete se mi hanno beccato o no. Ese mi beccanocontinueranno a cantare e sghignazzare fino all'alba. Se non ce lafannosaranno così gentili da zittirsi subito. Io mi aspettochequalche voltaloro e le anime che caccianofacciano qualchebella zuffa".


Lanotte di "Lammas"il dottor Houghton di Aylesbury fuchiamato d'urgenza da Wilbur Whateleyil quale aveva frustatol'unico cavallo rimasto per tutta la notte attraverso le campagneegli aveva telefonato dal villaggiodallo spaccio di Osborn.


Trovòil vecchio Whateley in condizioni molto gravicon un andamentocardiaco e una respirazione rumorosa che facevano prevedere una finepiuttosto prossima. La sgraziata figlia albina e il nipote dallastrana barba stavano al suo capezzalementre dall'abisso vuoto sopradi loro proveniva un inquietante sciabordio come di onde su unaspiaggia piatta. Il dottorecomunqueera disturbato soprattuttodagli uccelli notturni che schiamazzavano di fuoriuna legioneapparentemente innumerevole di succiacapre che gridavano il loroincessante messaggio ripetendolo diabolicamente a tempo con irumorosi ansiti del morente. Era qualcosa di misterioso e innaturale:troppopensò il dottor Houghtoncome d'altronde tutti queiluoghi che aveva attraversato dopo aver risposto a quella chiamataurgente.


Versol'unail vecchio Whateley riprese conoscenza e smise di rantolareper pronunciare tra i colpi di tosse poche parole a suo nipote.


"PiùspazioWillydevi avere più spazioe subito. Tu cresci...


maquello cresce ancora più in fretta. Presto sarà prontoa servirtiragazzo. Spalanca le porte a 'Yog-Sothoth' con lacantilena che troverai a pagina 751 dell'edizione completa edopobrucia la prigione. Il fuoco che viene dall'aria non puòbruciarlo".


Evidentementedoveva essere impazzito completamente. Dopo una pausadurante laquale lo stormo di succiacapre al di fuori adattò le sue gridaal mutato ritmomentre da lontano venivano echi degli strani rumoridelle collineaggiunse ancora una frase o due.


"Dagliregolarmente da mangiareWillye sta' attento a quanto gliene daima non farlo crescere troppo in frettaper via del postoperchése spacca la casa o esce fuori prima che tu abbia aperto a'Yog-Sothoth'è tutto finito e non servirà a niente.


Soloquelli che stanno là sotto possono farlo moltiplicare elavorare... Solo loroquegli Antichi lìche voglionotornare...".


Mapresto le parole cedettero di nuovo agli ansitie Lavinia urlòquando i succiacapre si adattarono al cambiamento. Durò perun'orafinché si arrivò all'ultimo rantolo. Il dottorHoughton abbassò le palpebre avvizzite sui fissi occhi grigimentreimpercettibilmenteil tumulto degli uccelli si spegneva.Lavinia sghignazzòma Wilbur sogghignòmentre dallecolline si udiva provenire un leggero brontolìo.


"Nonl'hanno preso"mormorò nella sua pesante voce di basso.


Aquell'epocaWilbur era uno scolaro dall'educazione incredibileanche se unilateraleed era perfettamente conosciuto per le suelettere da molti bibliotecari di luoghi lontanidov'erano custoditilibri antichirari e proibiti. Nel circondario di Dunwich era semprepiù odiato e temutoa causa delle sparizioni di alcunigiovanidi cui era vagamente sospettato; ma lui riusciva sempre afar cessare le indaginiincutendo terrore o usando quel gruzzolod'oro antico checome quando suo nonno era ancora in vitacontinuava regolarmente a essere speso per l'acquisto di bestiame.Adesso il suo aspetto era terribilmente maturo e la sua staturadopoche aveva raggiunto l'altezza di un adulto normalesembrava dovesseaumentare ancora. Nel 1925quando venne da lui uno studioso inviatodalla Miskatonic University e se ne ripartì pallido e confusoera alto ben due metri.


Pertutti quegli anniWilbur aveva trattato la sua madre albina esemideforme in maniera sempre sprezzantefinché le proibìdi uscire con lui sulle colline per il Calendimaggio e a Ognissanti;enel 1926quella povera creatura si lamentò con MamieBishopdicendole che aveva paura di lui.


"Ioso di lui molte più cose di quanto posso dirtiMamie"le disse"e ormai ci sono molte cose che non so neanch'io.Giuro su Dioche non so cosa vuolené cosa sta cercando difare".


Durantequell'Halloweeni rumori delle colline risuonarono più fortiche maie sulla Sentinel Hill i fuochi bruciarono come semprema lagente badò di più alle grida ritmate di grandi stormidi succiacapreinsolitamente tardiviche sembravano radunati vicinoall'oscura fattoria dei Whateley.


Dopomezzanottele loro stridule voci scoppiarono in una specie dipandemonio di cachinni che si sparse per tutta la campagna e non siplacò prima dello spuntar del sole. Poi sparironoaffrettandosi verso il sudin ritardo di un mese intero. Cosasignificasse ciònessuno poté saperlo con certezzasenon molto tempo dopo. Apparentementenessun abitante della zona eramorto:

mala povera Lavinia Whateleyl'albina deformenon fu mai piùvista.


Nell'estatedel 1927Wilbur riparò due baracche nella corte dellafattoria e cominciò a trasferirci i suoi libri e i suoieffetti personali. Poco tempo dopoEarl Sawyer raccontò agliavventori di Osborn che alla fattoria dei Whateley stavano procedendoaltri lavori di carpenteria. Wilbur stava sbarrando tutte le porte ele finestre del pianoterrae sembrava che portasse fuori casa lepareti divisoriecosì come lui e suo nonno avevano fatto alpiano superiore quattro anni prima. Adesso viveva in una dellebaracchee Sawyer credette di averlo visto insolitamente preoccupatoe tremante. In generela gente sospettava che lui sapesse qualcosadella sparizione di sua madre eadessopochissimi si avventuravanonelle sue vicinanze. Era alto più di due metri e dieci e nonsembrava dover smettere di crescere.




5


L'invernosuccessivo ci fu un avvenimento stranissimonientemeno che il primoviaggio di Wilbur fuori della regione di Dunwich. La corrispondenzacon la Widener Library di Harvardcon la BibliothèqueNationale di Parigicon il British Museumcon l'Universitàdi Buenos Aires e con la Biblioteca della Miskatonic University diArkham non erano riuscite a procurargli il prestito di un libro chegli serviva disperatamente; perciòalla finesi mise inviaggio lui stessoscalcagnatosporcobarbuto e con la sua parlatarozzaper consultare la copia della Miskatonicche era quella piùa portata di mano.


Altoquasi due metri e quarantaportando una valigia nuova comprata apoco prezzo allo spaccio di Osbornquesto scuro gigante dall'aspettocaprino comparve un bel giorno ad Arkhamalla ricerca del tremendovolume tenuto sotto chiave nella Biblioteca dell'Università:l'orribile "Necronomicon" dell'arabo pazzo Adbul Alhazrednella versione latina di Olaus Wormiusstampato in Spagna neldiciassettesimo secolo.


Nonaveva mai visto una città prima di allorama non aveva altripensieri se non quello di trovare la strada per la cittadellauniversitaria; quinaturalmentepassò con fare noncurantedavanti al grande cane da guardia dalle zanne candide che abbaiòcon furia e rabbia insolitastrattonando freneticamente la suarobusta catena.


Wilburaveva con sé la copia dal valore inestimabilema imperfettadella versione inglese del dottor Deeche suo nonno gli avevalasciato in ereditàequando ottenne l'accesso alla versionelatinacominciò subito a confrontare i due testi per scoprireun certo passo che si sarebbe dovuto trovare alla pagina 751 del suovolume difettoso. Questoper un senso di cortesianon potéfare a meno di dirlo al BibliotecarioHenry Armitagelo stessoerudito (A.M. alla MiskatonicPh. D. a PrincetonLitt. D. alla JohnHopkins) che quella volta aveva chiamato alla fattoria e che oracongentilezzalo incalzava con una serie di domande.


Cercavadovette ammettereuna specie di formula incantatoria che contenevail terribile nome di "Yog-Sothoth"ed era sconcertatoperché trovava discrepanzedoppioni e ambiguitàcherendevano tutt'altro che semplice determinarne la versione corretta.


Mentrelui copiava la formula che aveva scelto in via definitivail dottorArmitagesenza volereguardò al di sopra della sua spallanelle pagine aperte che aveva davanti; quella di sinistranellaversione latinaconteneva le seguenti mostruose minacce alla pace ealla salute del mondo:

"Nési può pensare (diceva il testo che Armitage traducevamentalmente) che l'uomo sia il più antico o il piùrecente dei signori della terrao che la semplice materia vitale esostanziale sia la sola che cammini. I Vecchi eranoi Vecchi sono ei Vecchi saranno. Non negli spazi che conosciamo ma fra di essicamminano sereni e primigenisenza dimensioni a noi invisibili.


Yog-Sothothconosce la Porta. Yog-Sothoth è la Porta. Yog-Sothoth èla Chiave e il Guardiano della Porta. Passatopresente e futuro sonoun'unica cosa in Yog-Sothoth. Sa da dove i Vecchi irruppero allora esa da dove Essi torneranno a irrompere. Sa dove Essi hanno calpestatoi campi terrestri e dove Essi torneranno a calpestarlie sa perchénessuno può vederLi mentre camminano.


Talvoltagli uominidal Loro odorepossono sapere che Essi sono vicinimale Loro sembianze non possono essere conosciute da nessuno TRANNE CHENELLE SEMBIANZE DI QUELLI CHE ESSI HANNO GENERATO IN MEZZOALL'UMANITA': e di questi ce ne sono tipi diversi che differiscono inaspetto dalla vera figura dell'uomoavvicinandosi a quella formainvisibile e insostanziale che Essi sono. Camminano non visti eimmondi in luoghi solitaridove sono state pronunciate le Parole e iRiti sono stati celebrati nelle giuste Stagioni. Il vento farfugliale Loro voci e la terra mormora con la Loro coscienza. Essi pieganola foresta a schiacciare la cittàe né la foresta néla cittàpossono sostenere la mano che la percuote. Kadath liha conosciuti nel Freddo Desertoma chi mai conosce Kadath? Ildeserto di ghiaccio del Sud e le isole sprofondate dall'Oceanocontengono pietre sulle quali è inciso il Loro Sigilloma chiha visto la città gelata nell'abissoo la torre chiusaaltae inghirlandata di alghe e cirripedi? Il Grande Chtulhu è Lorocuginoma può scorgerLi solo in modo indistinto. IA!SHUB-NIGGURATH! Li conoscerete come un'oscurità. La Loro manoè alle vostre golema non Li vedete; e la Loro dimora iniziaalla soglia che sorvegliate. Yog-Sothoth è la Chiave dellaPortaaccanto alla quale le sfere Si toccano. Ora l'uomo domina làdove Essi hanno dominato una voltama presto Essi domineranno lìdove ora domina l'uomo. Dopo l'estate viene l'invernodopo l'invernol'estate. Essi attendono pazienti e potentiperché tornerannoa regnare qui".


Ildottor Armitageassociando quello che stava leggendo a quello cheaveva udito su Dunwichsulle sue minacciose presenzesu WilburWhateley e sulla sua aura fosca e orribile che si stendeva da unanascita dubbia fino al sospetto di matricidioprovò un motodi terroretangibile come un sorso di quel fluido freddo e viscosoche sta nelle tombe. Il gigante curvo e caprino che gli stava davantisembrava provenire da un altro pianeta o da un'altra dimensione; eraqualcosa che apparteneva solo in parte all'umanità e che eralegato a neri golfi pieni di essenze e di entità che siestendevano come titanici fantasmi al di là di tutte le sferedella forza e della materiadello spazio e del tempo. Inquell'istanteWilbur sollevò la testa e cominciò aparlare in quel modo strano e sonoro che faceva pensare a organifonatori differenti da quelli della razza umana.


"SignorArmitage"disse"credo di dovermi portare a casa questolibro. Contiene delle cose che devo sperimentare in certe condizioniche qui non posso otteneree sarebbe un peccato mortale lasciare cheun motivo burocratico mi impedisca di farlo.


Lasciateche lo prendasignoree nessuno se ne accorgeràlo giuro.Non occorre neanche dire che ne avrò molta cura. Se voletemettere al suo posto questa versione di Dee...".


Siinterruppe leggendo sul viso del Bibliotecario un fermo diniegoe lasua faccia caprina assunse un'espressione astuta.


Armitagequasi pronto a dirgli che poteva copiare tutti i passi che gliservivanopensò improvvisamente alle possibili conseguenzeche ne sarebbero potute scaturire e si trattenne.


C'eratroppa responsabilitànel consegnare a un essere simile lachiave di sfere soprannaturali così blasfeme. Whateley videcome stavano le cose e cercò di rispondere in manieraaccomodante.


"Bened'accordose la pensate così. Forse a Harvard non sarannopignoli come voi".


Esenza aggiungere una sola parolasi alzò e uscìdall'edificiopiegandosi a ogni porta.


Armitageudì il selvaggio abbaiare del grande cane da guardia e studiòl'andatura da gorilla di Whateleymentre questi attraversava la zonadel Campus visibile dalla finestra. Pensò alle folli storieche aveva sentitoe si ricordò dei vecchi articoli domenicalidell'"Advertiser": pensò a questo e ai racconti cheaveva raccolto dai contadini e dagli abitanti del villaggio diDunwich durante la sua unica visita in quel posto.


Coseinvisibili che non sono di questa terra (oalmenonon appartengonoalle sue tre dimensioni) correvano fetide e orribili attraverso levallate della Nuova Inghilterra e incombevano minacciose e oscenesulle cime delle montagne. Di questo era sicuro da un bel pezzo. Oragli sembrava di sentire l'immediata presenza di una qualche terribileparte di quell'orrore che si insinuavadi scorgere un'infernaleavanzata nel nero dominio di quell'incubo anticofinora passivo.


Rimiseal sicuro il "Necronomicon" con un brivido di ribrezzomanella stanza continuava ad aleggiare un fetore scellerato eindefinibile. "Li conoscete come oscenità"citò.Sì: l'odore era lo stesso che lo aveva nauseato alla fattoriadei Whateleymeno di tre anni prima. Pensò di nuovo a Wilburcaprino e sinistroe rise beffardo delle voci sulla sua nascita checorrevano nel villaggio.


"Incesto?"mormorò tra sé e sé Armitage. "Buon Dioche sempliciotti! Mostrategli il Grande Dio Pan di Arthur Machen epenseranno che sia il frutto di un banale scandalo di Dunwich! Ma checosaquale maledetto influsso informe proveniente dalle tredimensioni di questa terra o da fuori di essaera il padre di WilburWhateley? Nato nella Candeloranove mesi dopo il Calendimaggio del1912quando le voci sugli strani rumori terrestri arrivarono fino adArkham: cos'è che si aggirava sulle montagne quella notte dimaggio? Quale orrore dal giorno dell'invenzione della Croce era scesosul mondoin carne ed ossa semiumane?" Nelle settimanesuccessiveil dottor Armitage si mise a raccogliere tutti i datipossibili su Wilbur Whateley e sulle informi presenze checircondavano Dunwich. Entrò in contatto con il dottor Houghtondi Aylesburyche aveva assistito il vecchio Whateley nella suaultima malattiae trovò assai degne di considerazione leultime parole del nonnoriportate dal medico.


Unavisita al villaggio di Dunwich non portò a molto di nuovo;peròun attento studio del "Necronomicon"di queipassi che Wilbur aveva cercato con tanta aviditàgli sembròfornire indizi nuovi e terribili intorno alla naturaai metodi eagli intenti della strana malvagità che minacciava questopianeta in modo così vago. Alcuni colloqui con studiosi dimiti arcaici a Boston e delle corrispondenze con molti altripersonaggi residenti altrovegli provocarono un crescente stuporeche si sviluppò pian piano attraverso vari gradi d'ansiafinoa uno stato di terrore spirituale acuto. Mentre si avvicinaval'estatesentì oscuramente che bisognava fare qualcosa controgli orrori che si nascondevano nella vallata superiore delMiskatonice contro quell'essere mostruoso noto agli uomini sotto ilnome di Wilbur Whateley.




6


Ilvero e proprio orrore di Dunwich si verificò tra il Lammas el'equinozio estivo del 1928e il dottor Armitage fu tra i testimonidel suo prologo mostruoso. Era venuto a saperenel frattempodelgrottesco viaggio di Whateley a Cambridge e dei suoi sforzi freneticiper poter prendere in prestito o copiare il "Necronomicon"alla Widener Library. Questi suoi sforzi erano stati vaniperchéArmitage aveva spedito avvisi della massima serietà a tutti iBibliotecari in possesso del temibile volume.


Wilbura Cambridge era stato scandalosamente nervoso; era ansioso di avereil libroma lo era altrettanto di tornarsene a casacome se temessele conseguenze di un'assenza prolungata.


Aiprimi d'agostomaturò l'evento non del tutto inaspettato enelle prime ore del giorno treil dottor Armitage fu svegliato disoprassalto dall'abbaiare violento e rabbioso del selvaggio cane daguardia sul Campus dell'Università. Cupo e terribileil follee stizzito ringhiare e abbaiare continuava; aumentava di volumemaera interrotto da pause spaventosamente significative. Poi risuonòun urlo proveniente da una gola del tutto diversa: un urlo che fecesobbalzare metà delle persone che dormivano ad Arkham e cheturbò i loro sogni pure in seguitoun urlo che non potevavenire da nessun essere terrestreo almeno del tutto terrestre.


Armitageinfilandosi degli abiti e precipitandosi attraverso strade e prativerso gli edifici universitarivide che altri lo precedevanoe udìecheggiare un allarme antifurto che strideva nella Biblioteca. Nelchiaro di luna apparve nera una finestra spalancata. Ciò cheera arrivato fin lì ci si era senz'altro infilatoperchél'abbaiare e l'urlareche adesso quasi si spegneva in un bassoringhiare frammisto a gemitiproveniva indubbiamente dall'interno.


Unaspecie di istinto avvertì Armitage che quello che stavaaccadendo non era uno spettacolo per occhi delicatiperciòrespinse la folla con piglio autoritariomentre schiudeva la portadel vestibolo. Tra gli altrivide il professor Warren Rice e ildottor Francis Morganpersone alle quali aveva comunicato alcunedelle sue congetture e dei suoi presentimentie questi si mosseroper accompagnarlo all'interno.


Isuoni che venivano da lìeccetto il guardingo e monotonouggiolare del canein quel momento erano cessati; ma Armitage siaccorse alloracon un improvviso sussultoche un potente coro disucciacapretra i cespugliaveva iniziato a fischiare in manieradiabolicamente ritmicacome all'unisono con l'ultimo respiro di unmorente.


L'edificioera invaso da un tanfo orripilante che il dottor Armitage conoscevafin troppo benee i tre uomini si precipitarono attraverso la salafino all'auletta di lettura per la genealogiada dove proveniva ildebole uggiolare.


Perun secondo nessuno osò accendere la lucepoi Armitageraccolse tutto il suo coraggio e schiacciò l'interruttore. Unodei tre (non si sa con certezza chi) lanciò un urlo vedendocosa si stendeva davanti a lorotra tavoli in disordine e sedierovesciate. Il professor Rice dichiarò che perse completamenteconoscenza per un istanteanche se non vacillònécadde.


Lacosa che giaceva semipiegata su un fianco in una fetida pozza diicore giallo-verdastro e di fluido viscoso simile a catrameera altapiù di tre metrie il cane le aveva strappato tutti i vestitie parte della pelle. Non era ancora mortama si contorcevasilenziosamente e spasmodicamentementre il suo torace ondeggiavamostruosamente all'unisono con il folle fischiare dei succiacapre cheerano in attesa lì fuori. Brani del cuoio delle scarpe eframmenti di stoffa erano sparpagliati per la stanza eproprio sottola finestraun sacco di tela vuoto stava lì doveevidentemente era stato gettato. Accanto alla scrivania centrale eracaduta a terra una rivoltellae in seguitoda una cartucciaintaccata ma inesplosasi capì perché non era statausata.


Lacosaperòin quel momento distoglieva l'attenzione da ognialtra immagine. Sarebbe banalenon del tutto esatto dire che nessunapenna umana potrebbe descriverlaperò si può direcorrettamente che non potrebbe essere visualizzata in modo troppovivido da nessuno le cui idee di aspetto e di figura sono troppolegate alle comuni forme di vita di questo pianeta e delle tredimensioni conosciute.


Eraparzialmente umanaal di là di ogni dubbiocon delle mani euna testa del tutto antropomorfee il volto caprinodal mentosfuggenteportava impresso chiaramente il marchio dei Whateley.


Mail torso e le parti inferiori del corpo erano una mostruositàteratologicatanto che solo un abbondante abbigliamento potevaaverle permesso di camminare sulla faccia della terra senza venirefermato ed eliminato.


Aldi sopra della cintola era semiumanaanche se il toracesu cuiposavano le zampe del cane che l'avevano straziataaveva la pellespessa e retinata di un coccodrillo o di un alligatore. Il dorso erascreziato di giallo e di neroe ricordava vagamente l'epidermidesquamosa di certi serpenti.


Sottola cintola peròstava il peggioperché lìscompariva ogni somiglianza con l'uomodando spazio alla purafantasia. La pelle era coperta da una folta e ruvida pelliccia nerae dall'addome pendeva una serie di lunghi tentacoli grigioverdifloscicon delle bocche rosse adatte a succhiare. Erano disposti inmodo strano e sembravano seguire le simmetrie di qualche stranageometria cosmica sconosciuta sulla Terra e nel sistema solare. Suogni estremitàsprofondato in un'orbita fornita di cigliaera disposto quello che sembrava un occhio rudimentale; al postodella coda pendeva una specie di proboscide o di antennasegnata daanelli purpurei checon ogni evidenzadoveva essere una bocca o unesofago non sviluppato.


Lemembraeccetto che per la loro pelliccia neraricordavano le zampeposteriori dei sauri giganti della preistoria e terminavano con deicuscinetti increspati che non formavano né degli zoccolinédegli artigli. Quando la cosa respiravala sua coda e i suoitentacoli cambiavano ritmicamente di colorecome per la circolazionedi un fluido verdastronon umanomentre nella coda apparivaqualcosa di giallastro chenegli spazi tra gli anelli purpureisialternava con un qualcosa di repellentegrigio o biancastro. Nonc'era traccia di vero sangue; c'era solo il fetido icoregiallo-verdastro che scorreva sul pavimento dipintooltre la chiazzaviscosalasciandolo colare dietro di sé.


Lapresenza dei tre uomini sembrò destare la cosa morentechecominciò a mormoraresenza voltare né sollevare latesta. Il dottor Armitage non ha registrato per iscritto i suoni daessa pronunciatima afferma con una certa sicurezza che non dissenulla in inglese. All'iniziole sillabe sfuggivano a ogniassociazione con qualsiasi idioma terrestremaverso la finesiudirono dei frammenti sconnessi evidentemente ricavati dal"Necronomicon"quella mostruosa bestemmia per la cuiricerca quella cosa era morta. Questi frammenticome se li ricordaArmitagesuonavano all'incirca così: "Ngain'gha'ghaabugg- shoggogy'hah: Yog-SothothYog-Sothoth...". E andavanospegnendosi nel nullamentre i succiacapre strillavano in uncrescendo ritmiconell'attesa scellerata.


Poil'ansimare cessòe il cane alzò la testaemettendo unlungolugubre ululato. La faccia gialla e caprina della cosaaffrantasubì un cambiamentoe i suoi grandi occhi neri siriempirono di spavento. Fuori dalla finestra gli strilli deisucciacapre si erano improvvisamente zittiti esopra il mormoriodella folla che si accalcavasi udì il rumore di un frullaree batter d'ali angoscioso. Contro la lunagrandi stormi dispettatori piumati venivano e sparivano dalla vistafuriosi controquello che avevano scelto come preda.


D'untrattoil cane ebbe un brusco sussultoabbaiò impaurito e silanciò fuori dalla finestra per la quale era entrato. Dallafolla salì un urloe il dottor Armitage gridò agliuomini fuori che nessuno doveva essere lasciato entrare primadell'arrivo della Polizia o dell'Ispettore Medico.


Fucontento che le finestre fossero troppo alte per permettere disbirciare all'interno e abbassò accuratamente le tende scuresu ogni finestra. Intanto erano arrivati due poliziottie il dottorMorganincontrandoli nel vestibololi scongiurò per il lorobene di non entrare nella sala di lettura invasa dal tanfofinchénon fosse arrivato l'Ispettore e la cosa lì distesa potesseessere coperta.


Intantosul pavimento avevano luogo dei mutamenti terribili. Non è ilcaso di descrivere il tipo e la rapidità del trattamento edella disintegrazione che stava verificandosi davanti agli occhi deldottor Armitage e del professor Ricema è lecito dire cheaparte l'apparenza esteriore del volto e delle manil'elementoveramente umano in Wilbur Whateley doveva essere molto scarso.


Quandoarrivò l'ispettore medicosulle assi dipinte era rimasto soloun ammasso biancastro e viscosomentre il mostruoso odore era quasisvanito. EvidentementeWhateley non possedeva un teschio o unoscheletro osseoperlomeno un vero scheletro solido.


Dovevaaver preso qualche cosa dal suo ignoto padre.




7


Comunquetutto ciò costituì solamente il prologo del vero eproprio Orrore di Dunwich.


Glisconcertati funzionari sbrigarono le varie formalitànascondendo come di dovere al pubblico e alla stampa i dettagli piùanormalie vennero inviati a Dunwich e ad Aylesbury degli uomini aispezionare la proprietà e informare del fatto chiunquepotesse essere l'erede del defunto Wilbur Whateley.


Trovaronola zona in grande agitazionesia per il crescente rimbomboeproveniente da sotto le maledette collinesia per l'insolita puzza ei rumori di onde e risucchi che arrivavano sempre più forti daquella grande conchiglia vuota che era la fattoria sigillata deiWhateley. Earl Sawyerche aveva accudito il cavallo e il bestiamedurante l'assenza di Wilburera diventato sofferente e nevrastenico.


Gliufficiali escogitarono delle scuse affinché non si entrassenel rumoroso luogo sbarratoe furono ben contenti di limitare a unsolo sopralluogo la loro ispezione dell'abitazione del defuntoossiale baracche recentemente riparate. Presentarono un ponderoso rapportoal Tribunale di Aylesburye si dice che siano ancora in corso dellecause relative all'eredità tra gli innumerevoli Whateley chevivono nella valle superiore del Miskatonic.


Unmanoscritto quasi interminabilescritto in caratteri strani in unenorme libro mastrogiudicato come una sorta di diario per via dellespaziature e dei cambiamenti di inchiostro e di calligrafiacostituìun enigma sconcertante per quelli che lo ritrovarono sul vecchiocassettone che serviva da scrivania al suo proprietario.


Dopouna settimana di discussionifu inviato alla Miskatonic Universityassieme alla strana collezione di libri del defuntoperchévenisse studiato epossibilmentetradotto; ma persino i linguistimigliori capirono presto che non era un mistero facile da risolvere.A tutt'oggi non è stata rinvenuta traccia dell'oro antico concui Wilbur e il vecchio Whateley avevano sempre pagato i loro debiti.


Funella notte del nove settembre che l'orrore si scatenò.Durante la serai rumori nelle colline si erano fatti molto forti ei cani abbaiarono per tutta la notte. Quelli che il giorno dieci sisvegliarono di buon'oranotarono nell'aria un insolito tanfo.


Inoltrealle setteLuther Brownil garzone di George Coreyabitante tra lavallata di Cold Spring e il villaggioritornò in fretta efuria dal viaggio mattutino durante il quale conduceva le vacche alprato di Ten-Acre. Aveva quasi le convulsioni per lo spaventoquandosi precipitò in cucina mentrefuori nel cortilela mandrianon meno spaventatastava scalpitando e muggendo da far pietàdopo aver seguito il ragazzo condividendone il panico.


Trai singultiLuther cercò di balbettare la sua storia allasignora Corey.


"Lassùnella macchia oltre la vallesignora Corey... c'era una cosa! Ha unodore come i fulminie i cespugli e gli alberi piccoli si spostanonella macchiacome se in mezzo ci passasse una casa. Ma non èquesto il peggioper niente. Ci sono delle orme nella macchiasignora Corey... Grandi orme rotondelarghe come coperchi di botteprofonde come se ci fosse passato un elefanteperò si vedeche non sono fatte da quattro zampe! Ne ho guardata una o due primadi scapparee ho visto che erano ricoperte da righe che venivanofuori tutte da un puntocome se delle grandi foglie di palmaaventagliograndi due o tre volte il normalefossero state pestatenella terra. E la puzza era terribilecome quella che c'èintorno alla vecchia casa dello Stregone Whateley...".


Aquesto punto balbettò e sembrò tremare di nuovo perquell'orrore che l'aveva spinto a fuggirea tornare a casa. Lasignora Coreynon riuscendo a cavare da lui altre informazionisimise a telefonare ai vicinicominciando a trasmettere l'ondata dipanico che preludeva a terrori più grandi.


Quandotrovò Sally Sawyerla governante di Seth Bishopil piùvicino al fondo dei Whateleytoccò a lei stare a sentireinvece di parlareperché il ragazzo di SallyChaunceychedormiva pocoera salito sulla collina accanto alla casa dei Whateleyed era tornato subito indietroterrorizzatodopo aver dato unosguardo al posto e al pascolo in cui le vacche del signor Bishoperano rimaste per tutta la notte.


"Sìsignorina Corey"disse la voce tremula di Sallydall'altrocapo del filo"Chauncey è appena tornato in gran frettae quasi non poteva parlare per lo spavento! Dice che la casa delvecchio Whateley è tutta sventratae le travi sonosparpagliate tutto intornocome se fosse stata la dinamite; èrimasto solo il pavimentoma è tutto coperto da una roba chesembra catrameche puzza tremendamente e che cola oltre il bordosul terreno dove sono sparse le assi dei muri. E nel cortile ci sonoanche delle orme spaventose... delle grandi orme rotondepiùlarghe di un barilee sono tutte appiccicose di quella roba che stasulla casa scoppiata. Chauncey dice che vanno verso i campidove ilraccolto è falciato per un'area più grande di ungranaio e tutti i muretti di pietra sono abbattutilà dove èpassato.


Elui dicesignorina Coreychementre cercava le vacche di Sethterrorizzato com'erale ha trovate nel pascolo altovicino alCortile delle Danze del Diavoloin uno stato orribile. Per metànon esistevano piùe l'altra metà era quasicompletamente dissanguata: addosso poi avevano dei tagli come quelliche si sono visti sulle bestie dei Whateley quando a Lavinia era natoquel figlio nero. Seth adesso è uscito per dare un'occhiatama scommetto che non si avvicinerà più di tanto allacasa dello Stregone Whateley! Chauncey non ha guardato bene doveportava quella grande striscia di foraggio calpestato dopo che halasciato il pascoloma pensa che portasse verso la macchia nellavalle e verso il villaggio.


Glielodico iosignorina Corey: in giro c'è una cosa mai vistae iocredo proprio che quel malvagio Wilbur Whateley abbia fatto la fineche si meritavacome vado dicendo a tuttie credo che lui e ilvecchio Whateley devono aver allevato qualcosa in quella casasbarrataqualcosa che non è umano neppure quel poco che eralui.


Attornoa Dunwich girano cose invisibilicose vivedisumaneche nonportano niente di buono agli esseri umani.


Laterra parlavala notte scorsa everso mattinaChauncey ha sentitoi succiacapre nella vallata di Cold Spring: facevano tanto rumore chenon è riuscito assolutamente a dormire. Poi gli èsembrato di sentite un altro debole rumore che veniva dalla casadello Stregone Whateley... Come di legno che si spaccache si rompecome se una grande scatola o una cassa fosse stata aperta.


Esia per una cosa che per l'altranon è riuscito adaddormentarsi fino all'alba: stamattina s'è svegliato prestolo stessoed è andato a vedere dalle parti dei Whateley cosastava succedendo. Ha visto abbastanzaglielo dico iosignorinaCorey!

Questacosa non significa niente di buonoe credo che tutti gli uominidovrebbero radunarsi e fare qualcosa. So che qui intorno sta girandouna cosa terribilee sento che la mia ora è vicinaanche sesolo Dio sa di che cosa si tratta.


Ilvostro Luther ha guardato dove portavano quelle grandi orme?

No?Benesignorina Coreyse stavano da questa parte della macchia nellavalle e non sono ancora arrivate fino alla vostra casapenso chedevono continuare nella macchia. Credo che sia così. La goladi Cold Spring non è un posto salubre e neanche decente. Isucciacapre e le lucciole non si sono mai comportati come creature diDioe devono essere proprio loroquando si dice che sul fondo sisentono strane cose che volano e parlano nell'ariase uno sta nelposto giustotra le rocce della cascata e la Tana dell'Orso".


Amezzogiornotre quarti degli uomini e dei ragazzi di Dunwich simuovevano a gruppi sulle strade e sui prati tra le recenti rovinedella casa dei Whateley e la vallata di Cold Springesaminandoinorriditi le grandi orme mostruoseil bestiame di Bishop seviziatole macerie della fattoria stranamente puzzolentee la vegetazionepestata e ingarbugliata sui campi e ai bordi della strada.


Qualunquecosa si fosse abbattuta sul mondodi certo si era precipitata nellasinistra golapoiché tutti gli alberi sulla scarpata eranopiegati e spezzati enel sottobosco sospeso sul precipizioerastato aperto un largo solco. Era come se una casatrascinata da unavalangafosse scivolata giù attraverso il groviglio dellavegetazioneper quella pendenza quasi verticale.


Dalfondo non proveniva alcun suonoma solo un fetore distante eindefinibile; e non c'era da meravigliarsi del fatto che gli uominipreferivano rimanere sul bordo a fare congetturepiuttosto chescendere e sfidare nel suo nascondiglio quell'orrore ciclopico eignoto.


Trecani che erano stati portati in battuta avevano cominciato subito adabbaiarema sembravano intimoriti e riluttantiquando arrivaronopresso la vallata. Qualcuno telefonò la notizia all'AylesburyTranscriptperò il redattoreabituato ai racconti confusiche arrivavano da Dunwichnon ne ricavò altro se non untrafiletto umoristicoun pezzo subito ripreso dalla AssociatedPress.


Quellanotte tutti se ne tornarono a casae ogni casa e ogni stalla vennerobarricate il più solidamente possibile. Non occorre dire che anessuna bestia fu permesso di rimanere all'apertosui pascoli. Versole due del mattinoun tanfo orribile e il selvaggio abbaiare deicani svegliarono la famiglia di Elmer Fryeall'estremitàorientale della vallata di Cold Springe tutti affermaronoconcordemente di aver udito una specie di fruscio o di sciabordioprovenire dall'esterno.


Lasignora Frye propose di telefonare ai vicinied Elmer era sul puntodi acconsentirequando un rumore di legno che si spacca interruppeil loro conciliabolo. Sembrava venire dalla stallae fu subitoseguito dall'orribile schiamazzare e scalpitare delle bestie. I canistrisciavanoandando ad accucciarsi tra i piedi dei familiariintontiti dal terroree Frey accese una lanternaper la sola forzadell'abitudinema sapeva bene che sarebbe morto se fosse uscito nelcortile buio. I bambini e le donne piagnucolavanotrattenutidall'urlare da un qualche oscuroprimordiale istinto di difesachediceva loro che le loro vite dipendevano dal silenzio.


Allafinei rumori del bestiame diminuirono fino a un gemito pietoso chefu seguito da un forte schioccarescricchiolare e calpestare. IFryestringendosi assieme nel soggiornonon osarono muoversi finchégli ultimi echi furono svaniti lontanogiù nella gola di ColdSpring. Poitra i lugubri gemiti provenienti dalla stalla e loschiamazzare degli ultimi succiacapre nella vallataSelina Fryeraggiunse vacillante il telefono e diffuse le notizie che potésulla seconda fase dell'orrore.


Ilgiorno successivotutta la regione era presa dal panicoe gruppiimpauriti e taciturni andavano e venivano lì dov'eranoaccadute quelle cose demoniache. Due titaniche strisce didevastazione si allungavano dalla vallata fino alla fattoria deiFrye: delle orme mostruose coprivano le chiazze di terreno spoglioeuna parte intera del vecchio granaio rosso era stata completamenteabbattuta. Del bestiamesolo una parte poté essere ritrovatae identificata. Alcuni capi erano ridotti a pezzie tutti quelli cheerano sopravvissuti dovettero essere abbattuti.


EarlSawyer suggerì di chiedere soccorso ad Aylesbury o ad Arkhamma altri sostennero che non sarebbe servito a nulla. Il vecchioZebulon Whateleydi un pezzo sospeso a metà tra sanitàe degenerazionefece alcuni oscuri accenniin modo eccitatoacerti riti che si dovevano praticare sulle cime delle colline.


Appartenevaa una discendenza dalle solide tradizionie i suoi ricordi degliincantesimi praticati nei grandi circoli di pietra non si collegavanosolo con Wilbur e con suo nonno.


Letenebre calarono su una comunità abbattutatroppo passiva perorganizzare una vera difesa. In alcuni casidelle famigliestrettamente imparentate si riunirono insieme per spiare nel buiosotto un unico tettoma in genere si ripeterono solo le barricatedelle notti precedenti e ci fu un futilevano affaccendarsi acaricare moschetti e piazzare forche a portata di mano.


Adogni modonon accadde nullaa parte qualche rumore delle colline equando si fece giornoci furono molti a sperare che il nuovo orrorefosse svanito così in fretta come era arrivato.


Alcunianimosi proposero addirittura di effettuare una spedizione offensivagiù nella vallatama non osarono dare un vero esempio allamaggioranza ancora riluttante.


Quandotornò a scendere la nottesi allestirono un'altra volta lebarricateanche se meno famiglie si riunirono assieme. Al mattinosia la famiglia dei Fryesia quella di Seth Bishopriferirono diuna certa eccitazione tra i canie di vaghi rumori e fetoriprovenienti da lontanomentredi buon mattinodegli esploratoriscoprirono con orrore una nuova serie di quelle orme mostruosesullastrada che costeggiava la Sentinel Hill.


Comein precedenzai bordi della strada apparivano calpestati dalpassaggio dell'oscenaincredibile massa dell'orrorementre ladisposizione delle orme sembrava suggerire che fosse passata inentrambe le direzioniquasi che la montagna semovente fosse venutadalla gola di Cold Spring per poi ritornarci seguendo lo stessopercorso. Sulla base della collinasaliva ripida una striscia diarbusti e cespugli schiacciati larga dieci metrie gli osservatoririmasero senza fiato vedendo che persino le pendenze piùscoscese non facevano deviare l'inflessibile traccia.


Qualsiasicosa fosse quell'orrorepoteva scalare una parete rocciosa a piccoquasi verticale equando gli investigatori si arrampicarono sullasommità della collinaaggirandola e seguendo vie piùsicurevidero che la traccia terminava lìo meglioinvertiva la sua direzione.


Eralì che i Whateley solevano allestire i loro fuochi infernali ecelebrare i loro rituali demoniacipresso la pietra a forma ditavolodi Calendimaggio o a Ognissanti. Ora quella pietra formava ilcentro di un ampio spiazzo che era stato percorso in circolodall'orribile massamentre sulla sua superficie appena concava c'eraun deposito denso e fetido dello stesso fluido viscoso simile alcatrame che era stato notato sul pavimento della fattoria distruttadei Whateley quando l'orrore ne era fuggito.


Gliuomini si guardarono in faccia l'un l'altro e parlarono sottovoce.Poi guardarono in bassogiù dalla collina.


Evidentementel'orrore era ridisceso seguendo un tragitto quasi identico a quellodella salita. Darsi alle speculazioni era inutile. La ragionelalogica e il senso comuneerano sconvolti.


Soloil vecchio Zebulonche non faceva parte di quel gruppoavrebbepotuto rendersi ben conto della situazione o suggerire unaspiegazione plausibile.


Lanotte di martedì cominciò esattamente come le altrematerminò molto meno felicemente. I succiacapre nella vallataavevano schiamazzato con un'insistenza talmente insolita che moltinon erano riusciti a dormire ecirca alle tre del mattinotutti itelefoni nella zona squillarono vibranti. Quelli che alzarono ilricevitore udirono una voce impazzita dal terrore che gridava:

"Aiutoohmio Dio!..."; ad alcuni sembrò di udire uno schiantoquindi l'esclamazione si interruppe.


Nonci fu altro. Nessuno osò fare nulla e nessunofino almattinoseppe da dove proveniva la chiamata. Poiquelli chel'avevano uditatelefonarono a tutti gli altri e scoprirono che soloi Frye non rispondevano.


Laverità apparve un'ora più tardiquando un gruppo diuomini armati riunito in tutta fretta si avviò verso il fondodei Fryesituato a un'estremità della gola. Fu terribilemanon troppo sorprendente. C'erano altri solchi e delle orme mostruosema la casa non esisteva più. Era stata schiacciata come unguscio d'uovo e tra le rovine non si riuscì a scoprirenessunoné vivoné morto. Solo il fetore e unviscidume catramoso. La famiglia di Elmer Frye era stata cancellatada Dunwich.




8


Nelfrattempoun'altra fase dell'orrorepiù silenziosama piùviolenta da un punto di vista spiritualesi stava sviluppando dietrola porta chiusa di una stanza rivestita di scaffali ad Arkham. Ilcurioso registro manoscritto - o diario di Wilbur Whateley - inviatoalla Miskatonic University per essere tradottoaveva provocatoparecchi fastidi e perplessità tra gli esperti in linguesiaantiche che moderne; il suo stesso alfabetononostante unagrossolana somiglianza con la variante di quello arabo usato inMesopotamiaera del tutto sconosciuto a tutte le autorità inmateria. I linguisti conclusero infine che il testo era scritto in unalfabeto artefattoil che gli dava l'aspetto di un cifrario;comunquenessuno dei comuni metodi di interpretazione crittograficasembrava fornire alcun indizioanche quando venivano applicati sullabase di tutte le lingue che l'estensore aveva potuto immaginabilmenteusare.


Ilibri antichi tolti dall'abitazione di Whateleyseppurestraordinariamente interessanti ein alcuni casiforieri di aprirenuovi e terribili orizzonti di ricerca per i filosofi e gliscienziatinon furono di alcuna utilità a questo scopo. Unodi essiun pesante tomo con una fibbia di ferroera scritto in unalfabeto sconosciuto; questo aveva un aspetto del tutto diversoesomigliava al sanscrito più che ogni altro.


Ilvecchio registro alla fine venne affidato alle cure del dottorArmitagesia per il suo particolare interessamento per il casoWhateleysia per la sua vasta erudizione linguistica e l'esserepratico di formule magiche antiche e medioevali.


AdArmitage venne l'idea che quell'alfabeto potesse essere qualcosa diesoticousato in certi culti proibiti che risalivano a tempi antichie che poteva aver ereditato molte formule e tradizioni dai maghisaraceni. Quella questioneperògli sembrava vitalepoichésarebbe risultato inutile conoscere il significato di quei simbolisecome sospettavavenivano usati come cifre per una linguamoderna. Era invece dell'opinione chedato il grande volume deltestol'estensore avrebbe difficilmente voluto darsi la pena diusare un linguaggio diverso dal propriotranne che per certe formulee incantesimi speciali. Di conseguenzaaffrontò ilmanoscritto ipotizzando che fosse scritto in gran parte in inglese.


Ildottor Armitage sapevavisti i ripetuti fallimenti dei suoicolleghiche l'enigma era profondo e complessoe che non valevaneppure la pena di tentare con un procedimento di soluzione semplice.Per tutta la fine di agosto si cimentò con la scienzacrittograficaservendosi di tutte le risorse della sua bibliotecaaprendosi un varconotte dopo nottetra gli arcani della"Poligraphia" di Trimeniodel "De Fortivis LetterarumNotis" di Giambattista della Portadel "Traité desCheffres" di De Vigeneredei "Cryptomenysis Patefacta"di Falconerdei trattati di Davys e Thuicknesse del diciottesimosecolo e di discreti esperti moderni come Blairvon Marten e Kluberconvincendosi man mano di avere a che fare con uno dei crittogrammipiù sottili e ingegnosiin cui diverse liste separate dilettere corrispondenti una con l'altra sono disposte secondo tavolecombinatoriee il messaggio è costruito in base a unaparola-chiave arbitrarianota solo all'iniziato.


Lefonti antiche sembravano essere d'aiuto più di quelle recentie Armitage concluse che il codice del manoscritto doveva essereantichissimo e che doveva essere stato tramandato attraverso unalunga serie di sperimentatori mistici. Parecchie volte gli parve diessere arrivato alla soluzioneper essere subito respinto da qualcheostacolo improvviso. Poimentre si avvicinava settembrele nubicominciarono a diradarsi. Alcune lettereadoperate in certe partidel manoscrittoemergevano in modo definitivo e inconfondibileedivenne ovvio che il testo era senz'altro in inglese.


Lasera del due settembre cadde l'ultimo grosso ostacoloe il dottoreArmitage lesse per la prima volta in modo continuo un passo degliannali di Wilbur Whateley. Era effettivamente un diariocome tuttiavevano pensatoed era steso in uno stile che dimostrava chiaramentela mescolanza di erudizione nelle scienze occulte e di ignoranzagenerale da parte dell'essere che lo aveva scritto.


Giàil primo lungo passaggio decifrato da Armitageuna registrazionedatata 26 novembre 1916si rivelò estremamente allarmante einquietante. Si ricordò che era stato scritto da un bambino ditre anni e mezzo che aveva l'aspetto di un ragazzo di dodici otredici anni.


"Oggiho imparato l'Aklo per il Sabaoth (ha funzionato)ma non mi èpiaciutoperché gli si può rispondere dalla collina enon dall'aria. Quello al piano di soprache è piùavanti di me di quello che pensavonon sembra avere un cervellomolto terrestre.


Hasparato a Jackil collie di Elam Hutchinsquando ha fatto permordermied Elam dice che lo ammazzerebbe se ci riprovasse.


Scommettoche non lo farà. Ieri notte il nonno mi ha fatto continuare aripetere la formula Dho e credo di avere visto la città chesta tra i due poli magnetici. Io andrò a quei poliquando laTerra sarà annientatase non riuscirò a farcela con laformula Dho-Hna quando l'avrò imparata. Quelli che vengonodall'aria mi hanno detto ai Sabba che ci vorranno degli anni prima dipoter annientare la Terrae credo che allora il nonno saràmortoperciò dovrò imparare tutti gli angoli dei pianie tutte le formule che stanno tra lo Yr e il Nhungr. Quelli làfuori mi aiuterannoma non possono prendere corpo senza del sangueumano.


Quelloal piano di sopra sembra avere le qualità giuste. Riesco unpo' a vederlo quando faccio il Segno Voorish o gli soffio sopra lapolvere di Ibn Ghazie assomiglia a quelli sulla collina delCalendimaggio. L'altra faccia potrà consumarsi un po'. Michiedo quale sarà il mio aspetto quando la Terra saràannientata e non ci saranno più Terrestri. Quello che èvenuto per il Sabba di Aklo ha detto che potrò trasfigurarmima c'è ancora molto tempo".


Ilmattino trovò il dottor Armitage in un bagno di sudore freddoper il terroree frenetico per la conversazione e la veglia. Nonaveva abbandonato il manoscritto per tutta la notte: era rimasto allasua scrivania sotto la luce elettrica voltando pagina dopo paginacon mani tremantidecifrando più in fretta che poteva iltesto in codice. Aveva telefonato nervosamente a sua moglie per dirleche non sarebbe tornato a casa equando lei gli portò da casala colazioneriuscì a malapena a mangiarne un boccone.


Continuòa leggere per tutto il giornointerrompendosi di quando in quandoesasperatoperché si rendeva necessaria una nuovaapplicazione di quella chiave tanto complessa. Gli furono portati ilpranzo e la cenama mangiò pochissimo di entrambi. Verso lamezzanotte successiva si assopì nella poltronama presto sirisvegliò da un intrigo di incubi terribili quasi quanto leverità e le minacce all'esistenza dell'uomo che avevascoperto.


Almattino del quattro settembreil professor Rice e il dottor Morganinsistettero per vederlo brevementee se ne andarono in seguitolividi e tremanti. Quella sera andò a lettoma dormìsolo a tratti. Il mercoledì (l'indomani) era ritornato almanoscrittoe cominciò a segnare numerose citazionisiadelle parti ancora ignotesia di quelle che aveva giàdecifrato. Di notte dormì per un po' nella poltronadell'ufficioma tornò al manoscritto prima dell'alba.


Unpo' prima di mezzogiornoil suo medicoil dottor Hartwellglitelefonò per vederloe insistette perché interrompesseil suo lavoro. Lui rifutòasserendo che era di vitaleimportanza portare a termine la lettura del diarioe promise cheavrebbe fornito una spiegazione a tempo debito.


Quellaseraproprio al tramontofinì la sua terribile lettura esvenneesausto. Sua moglieportandogli la cenalo trovò inuno stato semicomatosoma lui era abbastanza cosciente da metterlain guardiaurlandole di allontanarsiquando la vide posare gliocchi sulle note che aveva preso.


Alzatosia faticaraccolse le carte scarabocchiate e le rinchiuse in unagrande busta che sigillò e infilò immediatamente nellatasca interna del suo soprabito. Era abbastanza in forze per potertornare a casama aveva un evidente bisogno di cure medichesicchéil dottor Hartwell fu chiamato d'urgenza. Mentre il dottore lometteva a lettonon faceva altro che mormorare in continuazione:

"MAPER L'AMOR DI DIOCHE COSA POSSIAMO FARE?".


Ildottor Armitage dormìma trascorse il giorno seguenteparzialmente in delirio. Non diede a Hartwell nessuna spiegazionemanei momenti di maggiore tranquillitàparlava del bisognoimpellente di avere un lungo colloquio con Rice e Morgan. I suoivaniloqui più strani furono veramente impressionanticonfrequenti appelli a distruggere qualcosa che stava in una fattoriasigillatae con fantasiosi accenni a un certo piano di distruzionedell'intera razza umana e di tutta la vita animale e vegetale sullafaccia della terrapreparato da un'antica razza di esseriprovenienti da un'altra dimensione.


Gridavache il mondo era in pericoloperché gli Antichi volevanostraziarlo e trascinarlo via dal sistema solare e dal cosmo materialeper portarlo su un altro piano in un'altra fase di esistenza dallaquale si era staccato una voltavigintilioni di eoni prima. Altrevolte chiedeva il terribile "Necronomicon" e la"Daemonolatreia" di Remigiodove sperava di trovarequalche formula per scongiurare il pericolo evocato.


"Fermatelifermateli!"gridava. "Quei Whateley volevano farli entraree il peggiore di loro se n'è andato! Dite a Rice e a Morganche dobbiamo fare qualcosa: è una faccenda complessama io socome preparare la polvere... Non è stato nutrito dal dueagostoquando Whateley è venuto qui a incontrare la morte: aquella velocità...".


MaArmitagenonostante i suoi settantatré anniaveva un fisicosanoe quella notte superò dormendo il suo malesseresenzache gli venisse una vera e propria febbre. Si svegliò venerdìsul tardicon la mente lucidaanche se oppresso da un oscuro timoree da un tremendo senso di responsabilità. Il sabato pomeriggiosi sentì di andare alla Biblioteca e convocare Rice e Morgan acolloquio eper il resto della giornata e di quella serai treuomini torturarono i loro cervelli con le più sfrenatespeculazionidiscutendo nel modo più disperato.


Furonopresi dagli scaffali ingombri e da luoghi sicuri parecchi libristrani e terribili; e furono ricopiati diagrammi e formulecon ansiafebbrilein gran quantità. Non c'era traccia di scetticismo.Tutti e tre avevano visto il corpo di Wilbur Whateley giacere sulpavimento di una stanza proprio in quell'edificio edopo quel fattonessuno di loro poteva minimamente sentirsi disposto a considerare ildiario come il delirio di un folle.


Furonodi opinioni diverse quando si trattò di decidere se avvertirela Polizia del Massachusettsma alla fine prevalse la tesi opposta.C'erano cose che semplicemente non potevano essere credute da chi nonne aveva visto un esempioil che infatti risultò evidentedurante certe indagini successive.


Nellatarda nottela riunione si sciolse senza avere sviluppato un pianopreciso maper l'intera giornata di domenicaArmitage fu occupato aconfrontare formule e a mescolare dei prodotti chimici ottenuti dallaboratorio dell'Università.


Piùrifletteva sul diario infernalepiù era incline a dubitaredell'efficacia di qualsiasi agente materiale che riuscisse aeliminare l'entità che Wilbur Whateley aveva lasciato dietrodi sé: l'entità che minacciava la Terra e chesenzache lui lo sapessesarebbe emersa dopo qualche oradiventando ilmemorabile Orrore di Dunwich.


Peril dottore Armitageil lunedì fu la replica della domenicapoiché il lavoro che doveva portare a termine richiedevaun'infinità di ricerche ed esperimenti. Ulterioriconsultazioni del mostruoso diario comportarono diversi cambiamentidei pianianche se alla fine sapeva che rimanevano parecchieincertezze.


Almartedì aveva stabilito una linea di condotta precisae pensòdi provare a fare un viaggio a Dunwich entro la settimana. Poiilmercoledìci fu il grande colpo. Rintanato in un angolinodell'"Arkham Advertiser"c'era uno spiritoso trafilettodella Associated Press che diceva quale mostro inaudito era saltatofuori dal whisky di contrabbando a Dunwich.


Armitagesemistorditoriuscì appena a telefonare a Rice e Morgan.Discussero fino a notte fonda e il giorno dopo furono tutti presi daun turbine di preparativi. Armitage sapeva che avrebbe avuto a chefare con forze tremendema si rendeva conto che non c'era altro mododi cancellare il caos profondo e maligno che altri avevano provocatoprima di lui.




9


Ilvenerdì mattina ArmitageRice e Morgan partirono inautomobile per Dunwiche giunsero al villaggio all'una circa delpomeriggio.


Erauna bella giornata maanche nella più splendida luce delsolesembrava aleggiare attorno alle strane colline a cupola e aidirupi profondi e ombrosi della regione terrorizzatauna silenziosae portentosa minaccia. Ogni tanto su qualche cima di montagna siscorgevastagliato contro il cieloun desolato circolo di pietre.


Dall'atmosferadi spavento represso che regnava nello spaccio di Osborncapironoche doveva essere accaduto qualcosa di tremendoe presto vennero asapere dell'annientamento della casa e della famiglia di Elmer Frye.


Pertutto il pomeriggio girarono per Dunwichinterrogando gli abitantisu ciò che era successoandando a vedere di personacon uncrescente senso d'orrorele rovine della casa dei Frye con i restidelle tracce del fluido catramosole ombre blasfeme nel cortilelebestie ferite di Seth Bishop e le enormi strisce di vegetazionedevastata in più punti. La pista che saliva e ridiscendevasulla Sentinel Hill sembrò avere per Armitage un significatoquasi catastroficoed egli osservò a lungo la sinistra pietraa forma d'altaresulla cima.


Allafine i visitatorisaputo che quella mattina era arrivata daAylesbury una squadra della Polizia di Stato in seguito alle primeinformazioni relative alla tragedia dei Frye ricevute per telefonodecisero di mettersi alla ricerca dei funzionari e di confrontare irispettivi appuntiper quanto era possibile.


Comunquescoprirono che la cosa era più facile a dirsi che a farsiperché non si riusciva a trovare da nessuna parte una tracciadella squadra in questione.


Inorigine erano in cinque in un'automobilema adesso l'auto era fermavuotaaccanto alle rovine nel cortile dei Frye.


All'iniziogli abitantiche avevano parlato tutti con i poliziottisembravanoperplessi quanto Armitage e i suoi compagni. Poi il vecchio SamHutchins pensò a qualcosa e impallidìdiede unagomitata a Fred Ferre indicò con il dito la vallata umida eprofonda che si spalancava lì vicino.


"Dio"ansimò"gli avevo detto di non andare giù nellagolae credevo che non l'avrebbe fatto nessunocon quelle traccequell'odoree con i succiacapre che strillano laggiù nel buioin pieno pomeriggio...".


Unfreddo brivido percorse gli abitanti del luogo e i visitatoriesembrò che ogni orecchio si tendesse ad ascoltare in modoistintivo e inconscio. Armitageadesso che si era davvero trovatodavanti all'orrore e alle sue opere mostruosetremava per laresponsabilità che si era assunto.


Prestosarebbe scesa la notte e sarebbe stato allora che quella gigantescabestemmia avrebbe camminato per la sua strada spaventosa. "Negotiumperambulans in tenebris...". Il vecchio Bibliotecario ripetéle formule che aveva mandato a memoriae afferrò il pezzo dicarta con la formula alternativa che non aveva imparato.


Constatòche la sua torcia elettrica funzionava. Riceal suo fiancoprese dauna valigia uno spruzzatore metallico del tipo che si usa percombattere gli insettimentre Morgan estraeva il fucile da cacciagrossa in cui riponeva la sua fiducianonostante i suoi colleghi loavessero avvertito che le armi materiali non sarebbero state dinessun aiuto.


Armitageavendo letto il terribile diariosapeva benepurtroppoche tipo difenomeno doveva aspettarsima non aumentò il terrore dellagente di Dunwich fornendo accenni e indizi.


Speravadi poterlo sconfiggere senza dover rivelare al mondo da quale cosamostruosa era sfuggito.


Mentrele ombre si infittivanogli abitanti cominciarono a disperarsiritornando verso le loro caseansiosi di barricarsi in essenonostante fosse evidente che tutti i lucchetti e chiavistelli diquesto mondo non sarebbero serviti a niente contro una forza chepoteva piegare alberi e schiacciare case come voleva. Scossero ilcapo quando seppero dell'intenzione dei visitatori di restare diguardia presso le rovine della casa dei Frye vicino alla gola; eandandosenenon facevano troppo conto di rivederli ancora.


Quellanotte si udirono brontolii sotto le colline e i succiacapreschiamazzarono orribilmente. Di quando in quando il ventomontandodalla vallata di Cold Springportava nella pesante aria notturna unsentore del solito indicibile miasma; era il fetore che tutte e trele sentinelle di quella notte avevano già sentitoquando sierano trovate accanto a una cosa morente cheper quindici anni emezzosi era fatta passare per un essere umano.


Mal'orrore che cercavano non apparve. Qualunque cosa ci fosse laggiùnella golastava aspettando il momento giustoe Armitage disse aisuoi colleghi che sarebbe stato da suicidi provare ad attaccarla albuio.


Giunsepallido il mattinoe i rumori cessarono. Era una giornata grigiaplumbeae a tratti scrosciava la pioggiamentre nuvole sempre piùpesanti sembravano addentrarsi oltre le collineverso nord-ovest.Gli uomini di Arkham erano indecisi sul da farsi.


Cercandoriparo dalla pioggia sempre più forte sotto una delle pochebaracche dei Frye non distruttadiscussero su quanto senso ci fossead aspettarepiuttosto che prendere l'iniziativa e scendere nellagola alla ricerca della preda mostruosa e senza nome.


L'acquazzonedivenne più forte e da lontani orizzonti risuonavano i fragoridei tuoni. Si diffusero i fulgori dei lampi e poi un fulmine bifocatocadde lì vicinocome se fosse sceso nella gola maledetta. Ilcielo si fece veramente grigio e i tre uomini di sentinella speraronoche la tempesta si rivelasse breve e intensa e che a essa seguisse ilbel tempo.


Facevaancora angosciosamente buio quandonon molto dopo un'ora piùtardiin fondo alla strada risuonò una babele di voci. Dopoun attimo apparve un gruppo di una dozzina di uomini terrorizzatiche correvanourlavano e persino gemevano istericamente. Qualcunoalla loro testa cominciò a pronunciare parole tra isinghiozzie gli uomini di Arkham sobbalzarono violentementequandoquelle parole si svilupparono in un discorso coerente.


"Ohmio Dio"diceva una voce strozzata. "E' tornato acamminareE QUESTA VOLTA DI GIORNO! E' fuori... è fuori: sista muovendo proprio adessoe solo il Signore sa quando saràaddosso a tutti quanti!".


Chiaveva parlato ansimò e tacquema un altro riprese a darenotizie.


"Neancheun'ora faZeb Whateley ha sentito suonare il telefonoed era lasignora Coreyla moglie di Georgeche vive giù vicino albivio. Dice che il giovane Lutheril garzoneera fuori araccogliere le vacche per metterle al riparo dal temporale dopo quelgrande fulminequando ha visto che dalla bocca della gola tutti glialberi si piegavanoe ha sentito lo stesso odore terribile che avevasentito quando aveva trovato quelle grandi traccela mattina dilunedì scorso. E diceva che sentiva un rumore d'acquaunoscroscioche non poteva essere fatto dagli alberi e dai cespugli chesi piegavano: poidi colpogli alberi lungo la strada hannocominciato a piegarsi tutti da una partee nel fango c'era tutto uncalpestare e uno sguazzare. Ma badateLuther non ha visto proprioniente: solo gli alberi e i cespugli che si piegavano.


Poilì davantidove il torrente di Bishop passa sotto la stradaha sentito che il ponte cigolava e scricchiolavae gli sembrava ilrumore del legno quando sta per spaccarsi e rompersi. Maper tuttoil temponon vide niente: solo quegli alberi e i cespugli che sipiegavano. Equando quello sciacquìo si era allontanato diparecchio lungo la strada che porta alla casa dello stregone Whateleye alla Sentinel HillLuther ha avuto il fegato di salire fin dove loaveva sentitoe ha dato un'occhiata al terreno.


Eratutto fango e acquail cielo era grigioe la pioggia stavacancellando tutte le tracce là attornorapidamente; madavanti alla bocca della goladove s'erano mossi gli alberic'eraancora qualcosa di quelle terribili tracce grandi come un barilecome quelle che aveva visto lunedì".


Aquel punto il primo narratoreeccitatolo interruppe. "Maadesso non è QUELLO il guaio: QUELLO era solo l'inizio. Zebstava telefonando alla gente e tutti ascoltavanoquando èarrivata una telefonata di Seth Bishop. La sua domestica Sallysentiva che sarebbe stata la prossima vittima: aveva appena visto glialberi che si piegavano di fianco alla stradadiceva che c'era comeun rumore terribilee ha detto che il suo ragazzoChanceystrillava che era come quello che aveva sentito vicino alle rovinedei Whateley la mattina di lunedì. E tutti i cani stavanoabbaiando e guaendo come matti.


Poiha cacciato un urlo terribile e ha detto che la baracca sulla stradaera appena crollata come se la tempesta ci si fosse abbattuta soprasolo che il vento non era abbastanza forte per farlo. Tutti stavanoad ascoltaree potevano sentire sulla linea che un sacco di genteansimava. Tutt'a un tratto Sally ha gridato di nuovoe ha detto chela cancellata di fronte al cortile era caduta in quel momentoanchese non si riusciva a capire come poteva essere successo. Poi tuttiai telefonihanno potuto sentire che Chauncey e il vecchio SethBishop gridavano anche loro mentre Sally stava strillando chequalcosa di pesante aveva colpito la casa: non un fulmine o qualcosadel generema qualcosa di pesantecontro la facciatachecontinuava a buttarsi in avanticontinuamenteanche se dallefinestre di fronte non riusciva a vedere niente. E poi... E poi...".


Rughedi terrore si disegnarono sui volti di tutti; e Armitagescossocom'eraebbe appena quel tanto di calma che gli permise disollecitare il narratore.


"Epoi... Sally ha gridato: Ohaiutola casa crolla... e al telefonoabbiamo potuto sentire uno schianto terribile e un coro di gridatremende... Sìcome quando è stata distrutta la casadi Elmer Fryesolo che...".


L'uomosi interruppe e parlò un altro della folla.


"Tuttoqui: non un suononé uno strillo al telefonodopo. Solosilenzio. Noi che abbiamo sentito siamo usciti con le Ford e con icarrie abbiamo raccolto quanti più uomini abili potevamogiù da Coreye siamo corsi qui per vedere cosa pensate siameglio fare.


Ioritengo che sia il Giudizio del Signore per i nostri peccatie chenessun mortale possa sfuggire".


Armitagecapì che era venuto il momento d'agiree parlò condecisione al gruppo tremante di contadini impauriti.


"Dobbiamoseguirloragazzi". Fece sì che la sua voce fosse la piùrassicurante possibile. "Credo che ci sia una possibilitàdi farlo fuori. Voi uomini sapete che quei Whateley erano deglistregoni:

benequesta cosa è una stregoneriae dev'essere quindi eliminatacon gli stessi mezzi. Ho visto il diario di Wilbur Whateleye holetto qualcuno degli strani vecchi libri che lui era solito leggere;e penso di conoscere la formula magica giusta che si deve recitareper annientare la cosa. Certonon possiamo esserne certiperòpossiamo sempre provarci. E' invisibilelo sapevoperò inquesto spruzzatore a lunga gittata c'è una polvere che la faràapparire per un secondo. Più tardi la proveremo. E' una cosaterribileda vivama non quanto quella che Wilbur avrebbe fattoarrivare se fosse vissuto più a lungo. Non saprete mai a checosa è sfuggito il mondo. Adesso abbiamo quest'unica cosa dacombattere e non può moltiplicarsi. Però puòfare molto male; perciò non possiamo esitare per liberarne lacomunità.


Dobbiamoseguirlae la prima cosa da fare è andare nel posto che èstato devastato. Qualcuno faccia strada: non conosco bene le vostrestradema immagino che ci sia una scorciatoia attraverso i campi.Cosa ne dite?".


Gliuomini tergiversarono per un po'quindi Earl Sawyer parlò abassa vocepuntando il dito sporco verso la pioggia che diminuivasempre di più.


"Pensoche potete arrivare da Seth Bishop nel modo più rapidotagliando per il prato in basso laggiùguadando il torrentelì e risalendo per il campo di Carrier e il terreno boscoso.Si esce sulla parte superiore della stradavicino alla casa di Sethappena un po' oltre".


Armitage- con Rice e Morgan - si avviò nella direzione indicata; e lamaggior parte degli abitanti del posto li seguì lentamente.


Ilcielo si stava rischiarando e c'erano segni che il temporale si erasfogato. Quando Armitage inavvertitamente prese una direzionesbagliataJoe Osborn lo avvisò e si fece avanti perindicargli quella giusta. Il coraggio e la fiducia stavanoaumentandoanche se la penombra della collina boscosa quasi a piccoche si trovava verso la fine della loro scorciatoia e che licostringeva ad arrampicarsi tra i suoi alberi incredibilmente antichicome su per una scarpatametteva a dura prova queste qualità.


Allafine sbucarono su una strada fangosa e videro spuntare il sole. Sitrovavano un po' più in là del fondo di Seth Bishopmagli alberi piegati e le tremendeinconfondibili traccemostravanoche cosa era passato di là. Furono persi solo pochi istanti aispezionare le rovinegirandoci attorno. Si era ripetuto il caso deiFryee non si ritrovò nullané di vivo né dimortoin nessuno di quei gusci sfondati che erano stati una volta lacasa e il granaio dei Bishop. Nessuno si preoccupò di restarelì tra la puzzo e il viscidume catramosoma tutti sirivolsero istintivamente alla serie di orribili impronte checonducevano verso la fattoria distrutta dei Whateley e ai piedi dellaSentinel Hill coronata da quell'altare.


Quandogli uomini passarono davanti al fondo di Wilbur Whateleytremaronovisibilmente e sembrò che dell'esitazione si mescolasse dinuovo al loro zelo. Non era uno scherzo abbattere qualcosa che eragrande come una casa e che nessuno poteva vederee che aveva pergiunta tutta la viziosa malvagità di un demone. Di fronte aipiedi della Sentinel Hillle tracce abbandonavano la stradae c'eraun nuovo tratto di vegetazione piegata e tagliatavisibile lungo lastriscia lasciata dal mostro nelle sue precedenti ascese e discesedalla cima.


Armitageestrasse un cannocchiale tascabile di notevole potenza e passòin rassegna il ripido e verde fianco della collina. Poi porse lostrumento a Morganla cui vista era più acuta.


Dopoaver osservato per un attimoMorgan emise un grido acutopassandoil cannocchiale a Earl Sawyer e puntando il dito verso un certo puntodel pendio. Sawyergoffamentecome la maggior parte di quelli chenon sanno usare gli strumenti otticiarmeggiò nervosamenteper un po'ma alla fine mise a fuoco le lenti grazie all'aiuto diArmitage. Dopo averlo fattoemise un urlo meno trattenuto di quellodi Morgan.


"Dioonnipotentel'erba e i cespugli si muovono! Sta salendo...


lentamente...strisciando: adesso è in cimasolo il Cielo sa perché!".


Allorai gemiti di panico sembrarono diffondersi tra i cacciatori.


Fareuna battuta alla ricerca di quell'entità senza nome era unacosama trovarla era tutt'altra. Le formule magiche avrebbero potutofunzionare... ma se non avessero funzionato? Delle voci cominciaronoa chiedere ad Armitage che cosa sapeva di quell'essere e nessunarisposta sembrò soddisfarli completamente.


Ognunosi sentiva vicino a forme della natura e dell'esistenza assolutamenteproibite e del tutto estranee alla normale esperienza umana.




10


Allafine i tre uomini di Arkhamil vecchio dottor Armitage dalla barbabiancail professor Rice tarchiato e brizzolatoe il dottor Morgansmilzo e giovanesalirono sulla montagna da soli.


Dopoaver impartito pazientemente numerose istruzioni riguardanti la messaa fuoco e il suo usolasciarono il cannocchiale al gruppoterrorizzato che era rimasto sulla strada ementre si arrampicavanovenivano osservati costantemente da quelli che si passavano lostrumento l'un l'altro.


Iltragitto era difficilee Armitage dovette essere aiutato piùdi una volta. In altosopra il gruppo che procedeva a faticatremava la grande striscia sulla quale il suo infernale autoreripassava con un'andatura da lumaca. A quel punto fu evidente che gliinseguitori stavano guadagnando terreno.


CurtisWhateleydel ramo non degenerato dei Whateleyaveva il cannocchialequando il gruppo di Armitage deviò dalla pista. Disse allafolla che gli uomini stavano voltando.


Lasupposizione si rivelò esattae il gruppo fu visto guadagnarela cima più bassa pochissimo prima che l'invisibile empietàl'aveva superata.


PoiWesley Coreyche aveva preso il cannocchialegridò cheArmitage stava preparando lo spruzzatore che era tenuto da Rice e chequalcosa stava certamente per succedere. La folla si agitòinquietaricordandosi che quello spruzzatoresecondo leaspettativeavrebbe reso la cosa visibile per un attimo. Due o treuomini chiusero gli occhima Curtis Whateley afferrò di nuovoil cannocchiale e aguzzò la vista più che poteva. Videche Ricedalla posizione vantaggiosa che aveva nel piccolo gruppoal di sopra e alle spalle dell'entitàaveva un'ottimapossibilità di spruzzare la potente polvere con un effettoeccellente.


Quellisenza telescopio videro solo apparire istantaneamente una nuvolagrigiauna nuvola delle dimensioni di un edificio abbastanza grandeaccanto alla cima della montagna. Curtis inveceche teneva in manolo strumentolo lasciò cadere con un grido acuto nel fangodella stradaalto fino alle caviglie.


Vacillòe sarebbe crollato a terrase altri due o tre uomini non l'avesseroafferrato e sostenuto. Tutto quello che riuscì a fare fu dimormorare con voce quasi impercettibile.


"Ohgran Dio... QUELLO... QUELLO...".


Cifu un pandemonio di domandee solo Henry Wheeler pensò arecuperare il telescopio caduto e a ripulirlo dal fango. Curtis nonconnetteva piùe gli costava fatica anche solo fornirequalche risposta isolata.


"Piùgrosso di una stalla... Tutto fatto di corde aggrovigliate...


l'involucropress'a poco come un uovo di gallinama molto più grossocondozzine di gambe come barilotti che si chiudono a metà quandocamminano... non c'è niente di solido in lui... è tuttodi gelatinafatto di funi attorcigliate che si stringono l'una conl'altra... è tutto coperto da grandi occhi sporgenti... diecio venti bocche o proboscidi che si sporgono lungo i fianchigrandicome tubi di stufache si agitanosi aprono e si chiudono... E'tutto grigiocon degli anelli blu o porpora... e ... Dio delcielo... quella mezza faccia in cima...".


Quest'ultimoricordoqualunque fossesi rivelò eccessivo per il poveroCurtische svenne del tutto prima di poter aggiungere altro. FredFarr e Will Hurchins lo trasportarono sul ciglio della strada e loadagiarono sull'erba umida.


HenryWheelertremantepuntò il telescopio recuperato verso lamontagna per vedere quello che poteva. Attraverso le lenti sipotevano distinguere tre minuscole figuree sembrava che corresseroverso la cima tanto in fretta quanto lo permetteva la ripidapendenza. Solo quelle: nient'altro. Poi ognuno notò un rumorestrano per quella stagionenella profonda valle dietro di loro epersino nel sottobosco della Sentinel Hill. Era lo schiamazzo diinnumerevoli succiacapre enel loro coro squillantesembravacelarsi una nota d'aspettativa ansiosa e cattiva.


AlloraEarl Sawyer prese il cannocchiale e riferì che le tre figurestavano in piedi sul crinale elevatoalla stessa altezza dellapietra a forma di altarema a una considerevole distanza da essa.Una figuradissesembrava stesse alzando le mani sopra la testa aintervalli ritmici; equando Sawyer riferì il fattoallafolla parve di udire un debole suonoquasi musicaleche provenivada lontanocome se un forte canto accompagnasse quei gesti.


Lastrana sagoma su quella cima distante doveva offrire uno spettacoloinfinitamente grottesco e impressionantema nessun osservatore erain vena di fare apprezzamenti estetici.


"Credoche stia pronunciando la formula"mormorò Wheelerriprendendosi il cannocchiale. I succiacapreintantoschiamazzavanosfrenaticon un ritmo singolarmente curioso e irregolaredel tuttodiverso da quel rituale visibile.


Improvvisamentela luce solare parve farsi più debolesenza che si fossefrapposta alcuna nube visibile. Fu un fenomeno davvero peculiare e fusubito rilevato da tutti. Un brontolio sembrò ribollire sottole collinestranamente frammisto a un rombo analogo a essocheproveniva evidentemente dal cielo. In alto brillarono dei lampie lafolla stupefatta cercò invano le avvisaglie di una tempesta.Il salmodiare degli uomini di Arkham ora era diventatoinconfondibilee Wheeler vide attraverso le lentiche stavano tuttisollevando le braccia per eseguire il ritmico incantesimo. Da qualchefattoria lontana giunse un frenetico abbaiare di cani.


Ilcambiamento di qualità della luce solare aumentòe lafolla guardò stupefatta l'orizzonte. Un'oscuritàpurpureadovuta a nient'altro che a uno spettrale incupirsidell'azzurro del cielocalò sulle colline brontolanti. Poi illampo balenò un'altra voltaun po' più luminoso diprimae la folla credette che avesse rivelato una specie di foschiaattorno alla pietra a forma d'altare sulla cima lontana. Nessunocomunquestava usando il cannocchiale in quel momento. I succiacaprecontinuavano a emettere le loro pulsazioni irregolarie gli uominidi Dunwich si fecero forza preparandosi ansiosamente a una qualcheminaccia imponderabile di cui l'atmosfera sembrava sovraccarica.


Senzapreavviso giunsero quei suoni vocali profondirottirauchiil cuiricordo non abbandonerà mai il gruppo cheterrorizzatoliudì. Non uscivano da una gola umanapoiché gli organidell'uomo non possono emettere tali perversioni acustiche.


Sisarebbe detto piuttosto che provenissero dall'abisso stessose laloro fonte non fosse stata in maniera così indubitabile lapietra a forma d'altare sulla vetta. E' quasi sbagliato anchedefinirli suoniperché il loro timbro orripilantemoltobassosi rivolgeva a oscure sedi di coscienza e di terroremoltopiù sottili dell'orecchio.


Comunquebisogna chiamarli cosìperché la loro forma eraindubbiamenteseppure vagamentequella di parole semiarticolate.


Eranoforti come i borbottii e i tuoni al di sopra dei quali echeggiaronoma non provenivano da alcun essere visibile. Edato chel'immaginazione poteva far congetturare che la loro fonte si trovassenel mondo degli esseri invisibilila folla assiepata ai piedi delmonte si strinse insieme ancora di piùstrizzando gli occhicome aspettandosi un colpo.


"Ygnaiih...ygnaiih...thflthkh'ngha... Yog-Sothoth..."vibròl'orripilante gracidìo fuori dello spazio. "Y'btnk...h'ehye...


n'grkdl'h...".


Quellaspecie di voce a quel punto parve esitarecome se stesse avendoluogo qualche terribile lotta psichica. Henry Wheeler aguzzògli occhi nel cannocchialema vide solo le tre figure umane che sistagliavano grottescamente sulla cimamentre il loro incantesimoprocedeva verso il culmine. Da quali oscuri pozzi di acheronticiterrori o sentimentida quali insondati abissi di coscienzeextracosmiche o eredità oscuramente latentiprovenivano queisuoni rauchi e tonantisemiarticolati? Adesso cominciavano araccogliere nuova forza e coerenzacrescendo in una frenesiaautenticatotaledefinitiva.


"Eh-y-ya-ya-yahaahe'yayayaaaa... ngh'aaaaa... ngh'aaa... h'yuh...


h'yuh!HELP! HELP!...FATHER! FATHER YOG-SOTHOTH!...".


Maquesto fu tutto. Il pallido gruppo nella stradaancora disorientatoper le sillabe INDISCUTIBILMENTE INGLESI che si erano riversate rochee tonanti dal frenetico vuoto accanto all'impressionante pietra aforma di altarenon le avrebbe udite mai più.


Inveceessi sobbalzarono violentemente al terribile scoppio che sembròspaccare le colline: se quel rombo assordantecatastroficoavesseorigine nelle viscere della terra o del cielonessun ascoltatore fuin grado di localizzarlo. Un unico fulmine saettò dallo zenithpurpureo alla pietra a forma d'altaree un'immensa ondata di forzainvisibile e di fetore indescrivibile si abbatté dalla collinasu tutta la regione. Alberierba e cespugli furono flagellati inmaniera furibonda; e la folla atterrita ai piedi del monteindebolita dal miasma letale che parve quasi asfissiarlafu quasisollevata in aria. I cani ululavano in lontananzal'erba verde e ilfogliame avvizzirono diventando di uno strano e malsano giallogrigiastroe per i campi e per i boschi furono sparpagliati i corpidei succiacapre morti.


Iltanfo sparì in frettama la vegetazione non tornò maipiù come prima. A tutt'oggi c'è qualcosa di strano e diimmondo nella vegetazione che cresce sopra e attorno quella terribilecollina.


CurtisWhateley stava riprendendo conoscenza quando gli uomini di Arkhamridiscesero lentamente la montagnasotto i raggi del sole tornatobrillante e puro. Erano seri e tranquillima sembravano scossi daricordi e impressioni ancora più terribili di quelle cheavevano ridotto il gruppo degli abitanti del luogo in uno stato ditremore e paura. In risposta a una selva di domandenon fecero altroche scuotere il capo e ribadire un unico fatto di importanza vitale.


"Lacosa se n'è andata per sempre"disse Armitage. "E'stata frazionata nei suoi elementi originari e non può tornarea esistere. Era qualcosa di impossibile in un mondo normale. Solo unasua frazione minima era costituita da materia vera e propriasecondoun senso a noi conosciuto. Era come suo padree la maggior parte diessa è ritornata a luiin qualche oscuro reame o dimensioneal di fuori del nostro universo materialein una sorta di abisso dacui possono averla evocata per un attimo e chiamata sulle collinesolo i riti più blasfemi dell'empietà umana".


Seguìun breve silenzio edurante quella pausai sensi sconvolti delpovero Curtis Whateley ricominciarono a riconnettersi con una qualchecontinuitàfinché si posò le mani sulla testaemettendo un gemito. I ricordi sembravano raccogliersi lì dadove erano svanitie l'orrore della visione che lo aveva prostratoesplose di nuovo dentro di lui.


"Ohmio Dioquella mezza faccia... quella mezza faccia che aveva incima... quella faccia con gli occhi rossi e i capelli ricci di unalbinosenza mentocome i Whateley... Era una piovrauna specie dicentopiedidi ragnoma in cima aveva una mezza faccia umana eassomigliava allo Stregone Whateleysolo che era alto metri emetri...".


Siinterruppeesaustomentre il gruppo degli abitanti lo fissava conuno stupore che confinava con un nuovo terrore. Solo il vecchioZebulon Whateleyche si ricordava vagamente di cose antichema chefino ad allora era rimasto silenziosoparlò a voce alta.


"Quindicianni fa"disse"ho sentito il vecchio Whateley dire cheun giorno avremmo udito il figlio di Lavinia chiamare suo padre pernome dalla cima della Sentinel Hill".


MaJoe Osborn lo interruppe per porre altre domande agli uomini diArkham.


"Adogni modocos'era? E come ha fatto il giovane Stregone Whateley aevocarla dall'aria da dove è venuta?".


Armitagescelse le parole con molta cura.


"Era...Be'era soprattutto una specie di forza che non appartiene allaparte dello spazio in cui noi ci troviamo: una specie di forza cheagiscecresce e si dà forma seguendo leggi diverse da quelledella nostra natura. Non ne ricaviamo nullaevocando queste cose dafuorie soltanto delle persone molto perverse e riti molto perversipossono provarci. Ce n'era un po' anche in Wilbur Whateley:abbastanza da fare di lui un demonio e un mostro precocee darendere il suo decesso uno spettacolo veramente orribile. Bruceròil suo diario maledetto e voise siete saggidistruggerete con ladinamite quella pietra a forma di altare lassù e abbatteretetutti gli anelli di pietra eretti sulle altre colline. Cose delgenere hanno richiamato gli esseri tanto amati da Whateleyquegliesseri che stavano per fare entrare in maniera tangibile percancellare la razza umana e portare via la Terraverso un luogoignoto e per scopi ignoti.


Maper quanto riguarda la cosa che abbiamo appena schiacciatoiWhateley l'hanno allevata per assegnarle un ruolo terribile neglieventi che stavano per verificarsi. Cresceva molto e velocemente perla stessa ragione per cui anche Wilbur cresceva molto e velocemente:ma l'ha superato perché aveva in sé una dose piùgrande di esteriorità. Non chiedete come ha fatto Wilbur achiamarla dall'aria. Non l'ha chiamata. Era SUO FRATELLO GEMELLO: MAASSOMIGLIAVA A SUO PADRE PIU' DI LUI".


(1929)




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