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Walter Scott



IL RACCONTO
DELLO
SPECCHIO MISTERIOSO

 

 

 

 

Introduzione

Quel genere di pubblicazione che va normalmente sotto il nome di "Annuario"una miscellanea di prose e versi corredata da numerose incisioni e che viene pubblicata ogni anno nel periodo natalizioprosperò a lungo in Germaniaprima di essere poi imitato nel nostro Paese da un intraprendente libraiotedesco di nascitadi nome Ackermann. Il rapido successo riscosso dalla sua iniziativa provocò il fiorirecome succede di solito ai nostri giornidi una miriade di pubblicazioni rivali efra le altredi un annuario intitolato "The Keepsake"il cui primo numero uscì nel 1828 suscitando grande scalpore soprattutto a causa della sontuosità del tutto insolita delle illustrazioni di cui era corredato. E' stato calcolato che la somma di denaro spesa in questa grandiosa pubblicazione dai suoi dinamici editori si aggirasse intorno a una cifra non inferiore alle diecidodicimila sterline!

Prima che venisse richiesta la mia collaborazione era già risaputo che diversi gentiluominila cui fama in campo letterario era tale che chiunque si sarebbe ritenuto onorato di essere associato al loro nomeavevano collaborato al suddetto annuario; fu quindi con grande piacere che misi a disposizione dell'editore alcuni brani originariamente destinati a essere inseriti nelle "Cronache del Canongate"oltre al manoscritto di un drammaun'opera dei miei anni giovanili abbandonata ormai da tempo in un cassettoLa casa di Aspen.

"The Keepsake" dell'anno 1828 contenevatuttaviasolo tre di questi brevi racconti in prosail primo dei quali eranell'ordinequello intitolato "Lo specchio della zia Margaret". Come di introduzione alla storiadal momento che è stata inserita in una raccolta completa delle mie elucubrazioni letterariemi limiterò a dire che si tratta di una semplice trascrizionecon l'aggiunta al massimo di modestissime correzionidi un racconto che ricordavo mi aveva colpito da bambinoquando mi fu narrato vicino al fuoco da una dama dotata di insigni virtù e di notevole talentoappartenente all'antica e nobile casa degli Swinton. Si trattava di una mia affabile parenteche trovò una morte così sconvolgente - uccisain un accesso di folliada una domestica addetta per una cinquantina di anni alla sua persona - che ancora adesso non riesco a ricordarlapiccolo com'ero quando capitò la disgraziasenza sentire in me il doloroso risveglio di quelle che rappresentano forse le prime immagini di orrore che i vari eventi della vita reale hanno impresso nella mia mente.

Questa brava zitella vantavafra gli altri lati del carattereuna notevole dose di superstizione e le piacevatra le sue varie bizzarriestarsene da sola in cameraa leggere alla debole luce di una candela infilata in un candeliere che lei stessa aveva ricavato da un teschio umano. Una notte questo strano oggetto d'arredamento acquistò di colpo la capacità di muoversi edopo aver eseguito alcuni strani cerchi sul caminetto della brava donnaspiccò un salto leggero sul pavimento e continuò a rotolare per tutta la stanza.

Senza perdere la calmala signora Swinton andò nella camera vicina per prendere un altro lumeed ebbe la soddisfazione di svelare il mistero lì su due piedi. L'antico edificio in cui lei viveva pullulava di topi e uno di questi era riuscito a trovare rifugio nel suo "memento mori" preferito. Pur essendo dotata di un saldo sistema nervoso per niente femminilenutriva una profonda fede nei fenomeni soprannaturaliil che a quei tempi non era giudicato un atteggiamento poco adatto alla sua condizione di persona matura e austera; e la storia dello specchio magico era una di quelle rispetto alle quali era particolarmente convintaperché sosteneva che un membro della sua famiglia era stato testimone oculare degli avvenimenti in essa raccontati.

 

Racconto la storia così come è stata narrata a me.

Racconti press'a poco dello stesso tenore sono soliti riaffacciarsi alla mente di così tanti fra i miei lettoriche io stesso ho finito con l'immergermi in questo genere di storie tradizionali al qualein un certo periodo della mia vitaho dedicato senza dubbio un numero di ore superiore alla reputazione che mi guadagnerei ammettendo un simile fatto.

W.S.

Agosto 1831

 

  

 

Lo specchio della zia

 

"Ci sono volte in cui la Fantasia gioca i suoi tiri birbonianche a dispetto dei nostri sensi vigiliin cui in una sostanza realesi affaccia un'ombrae l'ombra pare realein cui l'ampiapalpabile e netta separazione 'tra ciò che è e che non è'sembra svanitacome se l'occhio della mente acquistasse il potere di scrutare oltre i confini del mondo esistente. Queste ore di sogni irreali io amo più di ogni rozza realtà della vita." Anonimo.

Mia zia Margaret era una di quelle degne sorelle alle quali delegare tutti i problemi e le preoccupazioni legati alla condizione di genitoricon l'unica eccezione di quello che si accompagnava all'ingresso dei figli in società. La nostra era una famiglia numerosaun insieme di temperamenti e caratteri quanto mai diversi tra loro. Alcuni erano dei tipi cupi e scontrosi: questi venivano spediti dalla zia Margaret perché si svagassero; altri erano maleducativivaci e turbolenti: venivano dirottati dalla zia Margaret perché se ne restassero tranquillio meglioperché ci si potesse togliere dalle orecchie il baccano che facevano; le si mandava chi era indisposto con la prospettiva di ricevere le cure appropriatee i riottosinella speranza che il loro carattere fosse tenuto a freno dalla garbatama ferma disciplina della zia Margaret; in brevesu di lei pesavano tutte le incombenze di una madresenza che godesse però dell'autorità e della dignità proprie dell'essere madre. L'affollato teatro dei suoi svariati compiti è ormai vuoto; dei bimbi malati e di quelli robustidei gentili e dei turbolentidegli scontrosi e dei gioiosi che affollavano il suo salottino dalla mattina alla seraora non è rimasto vivo nessuno eccetto me; e io cheafflitto da un'infermità precoceero uno dei più delicati tra i cuccioli a lei affidatipuretuttaviasono sopravvissuto a tutti.

Ho ancora l'abitudinee sarà così fino a che avrò l'uso delle gambedi andare a trovare questa mia degna congiunta almeno tre volte alla settimana. La sua casa si trova a circa mezzo miglio dalla città nella quale vivo; e vi si arriva non solo attraverso la strada maestrada cui non è molto lontanama anche per mezzo di un sentiero erboso che si snoda lungo un grazioso prato. Sono talmente poche le cose che ancora turbano la mia vitache costituisce per me uno dei crucci maggiori il sapere che alcuni di questi campiuna volta confiscatisono stati destinati ad aree edificabili. In quello più vicino alla cittàper diverse settimane c'è stato un viavai di carriole così frenetico cheparola miatutta la sua superficieper una profondità di almeno quarantacinque metriè stata caricata su queste carrette in una sola voltaper venire smistata da un posto all'altro. Inoltrein varie parti della diletta casa padronale sono state erette enormi cataste di assi di forma triangolare; e una piccola macchia di alberi che ancora ne adorna l'estremità orientalela quale si innalza su un lieve pendioha appena ricevuto l'intimazione a sloggiare di lì sotto forma di una pennellata di vernice biancae dovrà cedere il posto a un singolare boschetto di camini.

Altriforsenella mia situazione si addolorerebbero al pensiero che questa piccola distesa di pascoli un tempo apparteneva a mio padre (la cui famiglia godeva di una certa considerazione tra la gente) e che venne venduta a lotti per far fronte ai pignoramenti in cui era incappato nel tentativo di recuperare il patrimonio diminuito per via di speculazioni commerciali sbagliate. Mentre questo progetto edilizio era in pieno svolgimentola circostanza mi venne fatta notare spesso da quel genere di amici che si preoccupano che neppure una briciola delle tue disgrazie possa sfuggire alla tua attenzione. "Pascoli simili - posti proprio al limite della città coltivati a rape e a patate: i campi ne avrebbero prodotte venti libbre ad acroese affittati per costruire delle abitazionioh!allora sarebbe stata una miniera d'oro! E tutto venduto per quattro soldistrappato al vecchio proprietario!". Questi miei consolatori non possono indurmi ad addolorarmi granché di tutto questo. Se mi fosse consentito di tornare indietrocome d'incanto rinuncerei di buon grado al godimento delle attuali renditee alla speranza dei profitti futuria favore di chi ha acquistato quello che mio padre ha liquidato. Rimpiango la trasformazione subita da quei terreni soltanto perché essa distrugge i rapporti d'amiciziae sarei più propensocredoa veder finire Earl's Closes nelle mani di forestieripurché conservino il suo aspetto boscosopiuttosto che saperla tutta miama strappata all'agricolturaoppure disseminata di case. Provo le stesse sensazioni del povero Logan:

"L'orrido aratro ha cancellato il verdelà dove ancora bambino io vagavo; la scure ha abbattuto il muro di biancospinonell'estate rifugio dello scolaro."

Mi augurocomunqueche questa minacciata devastazione non venga attuata finché io sarò in vita. Anche se lo spirito avventuroso dei tempi già poco dopo la sua approvazione ha messo mano all'operazioneho qualche buon motivo per ritenere che i cambiamenti verificatisi abbiano in larga misura attenuato le velleità speculativetanto che il resto del sentiero boscoso che porta al rifugio della zia Margaret sarà lasciato così com'è per tutto il resto della nostra vita. E' una cosa che mi sta a cuoreperché ogni passo di questa stradaquando attraverso il prato di cui parlavo primarisveglia in me degli antichi ricordi. C'è la scaletta per scavalcare le siepi vicino alla qualeper quanto mi ricordouna governante bisbetica mi rimproverò per la mia debolezza mentre mi alzavarude e sbadatasui gradini di pietra che i miei fratelli superavano saltando e strillando. Ricordo l'amarezza repressa di quell'episodio econsapevole della mia inferioritàil senso di invidia con il quale spiavo i movimenti agili e i passi elastici di quei fratelli venuti su meglio di me. Ahimè!

Questi splendidi velieri si sono tutti smarriti nel vasto oceano della vitae solo quello che pareva così poco adatto alla navigazioneper usare un'espressione marinaraha raggiunto il porto quando la tempesta è passata. Poi c'è lo stagno in cuimanovrando la nostra piccola flottafabbricata con le grandi foglie delle piante acquaticheil mio fratello maggiore cadde e fu salvato a faticascampando a una morte per annegamento sotto il vessillo di Nelson. C'è anche il boschetto di nocciolinel quale mio fratello Henry era solito raccogliere nocisenza pensare che avrebbe dovuto morire poi in una giungla dell'India andando in cerca di rupie.

Ci sono talmente tanti altri ricordi legati a quel breve tragitto che - quando mi fermo e mi appoggio al bastone dall'impugnatura a stampellae volgo lo sguardo intorno facendo una specie di confronto tra ciò che ero e ciò che sono adesso arrivo quasi a dubitare della mia stessa identità; ma poi mi trovo davanti il portico ricoperto di caprifoglio della casa di zia Margaretcon la sua facciata irregolaree le curiose finestre a grate sporgentidove sembra che gli artigiani abbiano appositamente fatto sì che nessuna fosse uguale all'altra per formaper dimensionio per l'antiquata trabeazione e i cornicioni di pietra che le adornano. Su questa casaun tempo casa padronale di Earl's Closesconserviamo ancora una parvenza di autorità; essa infattiin base a certi accordi familiariera stata concessa alla zia Margaret vita natural durante. In questo tenue diritto di possesso si concretizzain larga misural'ultima traccia lasciata dalla famiglia Bothwell di Earl's Closese il suo ultimo legame con il patrimonio paterno. L'unico suo rappresentante ha finito con l'essere dunque un vecchio infermoavviato senza cruccio verso la tombache ha dilapidato tutto quello che gli era più caro.

Dopo aver indugiato in pensieri simili per un paio di minutientro nella casa chea quanto si dicecostituiva semplicemente la portineria della costruzione originariae trovo una persona sulla quale il tempo sembra non aver quasi lasciato segni; la zia Margaret di oggi mostrarispetto alla zia Margaret della mia infanziala stessa differenza di età che c'è tra quel fanciullo di dieci anni e (in nome di nostra Signora!) quest'uomo di quasi cinquantasei anni. Il vestito sempre uguale indossato dall'anziana dama contribuisce senza dubbio a rafforzare la convinzione che per zia Margaret il tempo si sia fermato.

L'abito di seta marrone o color cioccolatocon ai gomiti gale dello stesso tessutodalle quali ne spuntano altre di pizzo di Malines; i guantio i mezzi guanti di seta nerai capelli bianchi raccolti all'indietro in una crocchiae la cuffia immacolata di batista che incornicia il volto venerandonon fanno pensare a un abbigliamento del 1780ma nemmeno a uno del 1826; sono elementi che concorrono a formare lo stile tutto particolare e personale della zia Margaret. Lei siede ancora làcome trent'anni facon l'arcolaio o con la calza ai quali lavora stando vicino al fuoco durante l'invernoe vicino alla finestra d'estate; omagarispingendosi fino al portico se si tratta di una serata estiva particolarmente serena. Il suo corpocome un ingranaggio ben costruitocontinua a svolgere le operazioni alle quali sembrava essere destinatogirando con una intensità via via minorema che però non rivela la minima probabilità che ben presto finirà con il fermarsi.

La premura e l'affetto che avevano fatto della zia Margaret la schiava sollecita alle grane di un intero asilo infantilehanno adesso come oggetto la salute e il benessere di un uomo vecchio e malatol'ultimo membro superstite della sua famigliae l'unico che possa ancora provare interesse per il patrimonio di tradizioni che lei va ammassandocome un avaro nasconde l'oro del quale non vuole che nessuno possa godere dopo la sua morte.

Di solito le mie conversazioni con zia Margaret hanno poco a che vedere con il presente o con il futuro: per i giorni attuali possediamo tutto quello di cui abbiamo bisognoe nessuno dei due desidera altro; e per quelli a veniregià con un piede nella fossa come siamonon nutriamo speranzené paurené ansia. E così ci viene spontaneo ripensare al passato; e dimentichiamo l'attuale tracollo del nostro patrimonio e il declino dell'autorità della nostra famigliaper ricordare il tempo in cui essa era facoltosa e prospera.

Dopo questa breve premessa il lettore conosceràsulla zia Margaret e su suo nipotetutto ciò che è necessario per comprendere quello che sto per dire e raccontare.

La scorsa settimanaquandosul finire di una serata estivaandai a far visita all'anziana dama che ho per l'appunto presentato ai miei lettorifui accolto da lei con l'affetto e la benevolenza soliti; al tempo stessoperòmi sembrò assorta e un po' taciturna. Gliene chiesi il motivo. "Stanno ripulendo la vecchia cappella"; disse; "a quanto pare John Clayhudgeons ha scoperto che il materiale che contiene - e cioèpensoi resti dei nostri antenati si è rivelato eccellente come concime per i campi".

A questo punto saltai in piedi con una vivacità maggiore di quanta ne avessi mai mostrata nel corso di diversi anni; ma ricaddi a sedere quando mia zia aggiunseposandomi la mano sulla manica: "Mio caroper molto tempo la cappella è stata considerata una proprietà comune e utilizzata come recinto per gli animalie quale obiezione possiamo muovere a quell'uomo se impiega a proprio vantaggio una cosa che gli appartiene? Inoltregli ho anche parlato e lui con grande sollecitudine e cortesia mi ha promesso chese avesse rinvenuto delle ossa o dei monumenti funebrili avrebbe tenuti da conto e restaurati con molta cura; e cos'altro potevo chiedere? così la prima lapide che hanno trovato portava inciso il nome di Margaret Bothwell1585e io l'ho fatta mettere accuratamente da parte poiché ritengo che quella data stia a indicare l'anno della morte; ed essendo servita alla mia omonima per duecento anniè capitata giusto in tempo per rendere lo stesso buon servizio anche a me. Da tempoormaila mia casa è stata sistemata per quanto riguarda le piccole questioni terrenema chi può dire se il loro rapporto con il Cielo sia quello giusto?".

"Dopo quello che mi avete dettozia"replicai ioforse dovrei prendere il cappello e andarmene, anzi, lo dovrei fare senz'altro se non fosse che stavolta nel nostro legame si è insinuato un piccolo neo. Pensare costantemente alla morte è un dovere; supporre che questa sia prossima perché si è ritrovata una vecchia lapide è superstizione; e voi, con il vostro spiccato e solido buonsenso che per tanto tempo ha rappresentato il sostegno di una famiglia decaduta, siete l'ultima persona che avrei mai sospettato di una simile debolezza.

"Né io meriterei le tue insinuazionifigliolo"rispose la zia Margaretse stessimo parlando di un qualunque episodio verificatosi nel corso di vicende concrete relative all'umana esistenza. Ma per tutte queste cose provo un sentimento di superstizione al quale non desidero rinunciare. E' una sensazione che mi separa da questo tempo e mi lega a quello verso il quale mi sto incamminando a grandi passi; e anche quando, come ora, pare condurmi sul ciglio della tomba e mi invita a guardarci dentro, non amo essere costretta a scacciarlo. Esso placa la mia fantasia, senza influenzare la mia ragione o le mie azioni.

"Parola miacara signora"ribatteise chiunque altro avesse affermato una cosa simile l'avrei giudicato un capriccio come quello del prete che, senza una vera giustificazione per la scelta dell'interpretazione errata, preferiva per forza d'abitudine il suo vecchio Mumpsimus al moderno Sumpsimus.

"Beh"rispose la zianel caso in questione devo spiegare il motivo della mia illogicità ricorrendo a un paragone. Come ben sai, sono un membro di quell'antiquata congrega che accomuna nel suo nome i Giacobiti, ma lo sono solo per mentalità e sentimenti; perché mai persona più devota si unì alle preghiere per impetrare la salute e il benessere di Giorgio quarto, che Dio lo conservi! Ho l'ardire di affermare che quest'indulgente sovrano non penserebbe certo che una vecchia gli potrebbe procurare un gran danno, se si appoggiasse allo schienale della sua poltrona proprio in un tramonto come questo e si mettesse a pensare a quegli uomini dall'impavido coraggio che il senso del dovere chiamò a combattere contro suo nonno; e a come, in una causa che essi ritenevano fosse quella del loro legittimo principe e del proprio Paese,

lottarono fino a che la loro mano rimase incollata allo spadonelottarono contro il destino coi cuori indomiti."

Non venire in un momento similequando la mia testa è piena di plaidsdella musica delle cornamuse e di spadonia chiedere alla mia ragione di riconoscere quello chetemonon può negareche cioè la pubblica convenienza richiedeva imperiosamente che simili cose dovessero smettere di esistere. Non posso certo rifiutarmi di riconoscere la legittimità del tuo ragionamento; tuttaviadovendomi convincere mio malgradootterrai ben poco dalla tua istanza. Potresti benissimo leggere a un innamorato appassionato l'elenco dei difetti della sua amante; quando pure fosse costretto ad ascoltarne l'enumerazioneavrai come unica risposta che "la ama di più.".

Non mi dispiaceva di aver interrotto la malinconica sequela dei pensieri di zia Margarete replicai nello stesso tono: "Behnon posso fare a meno di essere convinto che il nostro buon sovrano sia ancora più sicuro della leale devozione della signora Bothwell che non di essere uno Stuart per diritto di nascitacome pure che l'Atto di Successione sia a suo favore".

"Il mio attaccamentoammesso che la causa di esso abbia una qualche importanzarisulta forse più appassionato per l'insieme dei diritti ai quali hai accennato"disse la zia Margaret; "maparola miasarebbe ugualmente sincero se il diritto del re si fondasse soltanto sulla volontà della nazionecome si dichiara nella Rivoluzione. Io non sono una tua parente 'jure divino'".

"E ciò nonostante siete una Giacobita".

"E ciò nonostante sono una Giacobita; o megliovoglio che tu mi annoveri fra coloro cheall'epoca della regina Annavenivano chiamati "Whimsicals"; essiinfattia volte erano mossi dai sentimentia volte dai loro principi. In fondo è assai crudele che tu non voglia permettere a una vecchia di essere irrazionale nei propri sentimenti politicicosì come in genere si dimostrano gli uomini in tutte le varie vicende della vita; infatti non puoi evidenziare un solo caso in cui le passioni e i pregiudizi degli esseri umani non ci facciano deviare di volta in volta dalla strada che la nostra ragione ci indica".

"E' veroziama voi siete un'irriducibile vagabonda che andrebbe riportata con forza sulla retta via".

"Pietàte ne supplico"replicò zia Margaret. "Ricorda il canto gaelicoanche se può darsi che ne pronunci male le parole:

""Hatil mohatilnadowski mi"Sono addormentatonon mi svegliare."

Ti diròfiglioloche quelle fantasticherie che la mia immaginazione dipana in quello che il tuo diletto Wordsworth chiama "gli umori della mia mente"valgono tutto il resto dei miei giorni più attivi. Ebbeneinvece di guardare avanti come facevo da giovane e di costruirmi palazzi incantati sull'orlo della fossarivolgo lo sguardo all'indietro ai giorni e alle abitudini di un tempo migliore; e i ricordi tristi eppure consolantidiventano così nitidi e affascinanti che ritengo quasi sacrilego mostrarsi più saggio più razionalio meno prevenuti di coloro che ammiravo nei miei anni più verdi".

"Penso di capire quello che intendete dire"risposie posso comprendere perché a volte siate indotta a preferire la vaghezza dell'illusione alla luce ferma della ragione.

"Dove non c'è nessun lavoro da svolgere"lei replicòpossiamo sedere al buio, se ci va; ma se andiamo a lavorare, dobbiamo suonare per farci portare delle candele. "E in mezzo a questa luce vaga e incerta"continuai iola fantasia elabora le sue visioni incantate e incantevoli, e a volte le trasmette ai sensi come fossero reali.

"Sì"convenne la zia Margaretche è una donna coltaper coloro che assomigliano al traduttore di Tasso,

poeta efficacela cui mente credeva fermamente nei magici prodigi che cantava."

In questo caso non ti si chiede di mostrarti sensibile ai penosi orrori che impone il credere fermamente in simili prodigi: una fede simileai nostri giornisi addice solo agli sciocchi e ai bambini.

Non è necessario che le orecchie ti debbano formicolare e il tuo viso debba scolorire come quello di Theodore all'avvicinarsi del cacciatore spettrale. Tutto quello che è essenziale per godere della più lieve sensazione di paura soprannaturale è che tu sia sensibile al sottile brivido che percorre il corpo quando ascolti una storia di terroreun racconto corroborato da testimonianze che il narratorepur avendo manifestato all'inizio la propria generica incredulità nei confronti di tutte queste leggende mitichesceglie e propone come se racchiudesse qualcosa che è stato sempre costretto a considerare inspiegabile. Un altro sintomo è una temporanea esitazione nel guardarti intorno quando l'interesse della storia raggiunge il culmine; e il terzo è il desiderio di evitare di guardare in uno specchio quando ti ritiri da solo in camera alla sera. Voglio dire che questi segni stanno a indicare l'arrivo del momento culminantequando la fantasia femminile raggiunge la temperatura giusta per godere di una storia di spettri. Non ho però la pretesa di descrivere le sensazioni che esprimono lo stesso stato d'animo nell'uomo".

"Quell'ultimo sintomocara ziail rifuggire dallo specchioè probabile che rappresenti un evento alquanto raro nel gentil sesso".

"Sei un novellino per quanto riguarda i modi di far toelettacaro figliolo. Tutte le donne consultano con ansia lo specchio prima di andare in mezzo alla gente; ma quando ritornano a casa lo specchio non ha più lo stesso fascino. Il dado è stato trattoil ricevimento ha avuto successo oppure noper quel che riguarda l'impressione che la dama voleva suscitare. Masenza addentrarci nei misteri della toelettati dirò che anche a mecosì come a tanta altra brava gentenon piace vedere la superficie nera e opaca di un grande specchio in una stanza poco illuminataquando il riflesso della candela sembra più perdersi nell'oscurità profonda del vetroche non esser nuovamente diretto verso la camera. Quello spazio occupato dal buio assoluto sembra il posto ideale per lasciar sbizzarrire la fantasia.

Questa può evocare altre fattezze che ci si fanno incontro al posto della nostra immagine riflessa; oppurecome negli incantesimi di Halloween imparati da bambinisi può scorgere una forma sconosciuta intenta a spiarci da dietro le nostre spalle. Insommaquando sono nello stato d'animo appropriato per vedere un fantasmaprima di entrare in camera faccio tirare alla domestica le tende verdi sullo specchiocosì che magari sarà lei a subire per prima l'emozione dell'apparizionese c'è qualcosa da vedere. Maa dire il veroquest'avversione a guardare uno specchio in momenti e posti particolariha la sua origineio credoin un racconto popolare che mi fu narrato da mia nonnache svolse una parte attiva nell'episodio che sto per riferirti".

 

 

 

1.

- A te piacciono - disse mia zia - le storie dei bei tempi passati.

Potrei raccontarti di Sir Philip Foresteril "libertino patentato" della buona società scozzese della fine del secolo scorso. In realtà io non lo vidi maima i ricordi di mia madre erano pieni della sua arguziadella sua galanteria e dissolutezza. Questo brillante cavaliere visse all'incirca tra la fine del diciassettesimo e l'inizio del diciottesimo secolo. Fu il Sir Charles Easy e il Lovelace del suo tempo e del suo Paese; famoso per il gran numero di duelli che aveva sostenuto e per gli intrighi che aveva felicemente portato a termine.

Il primato da lui raggiunto nel bel mondo era assoluto ese a tutto questo aggiungiamo un paio di episodiper i qualise la legge fosse uguale per tuttiegli sarebbe stato sicuramente impiccatola popolarità di un simile personaggio serve davvero a dimostrare o che i tempi attuali sono molto più decorosise non più virtuosidi quelli passatio che una raffinata educazione fosse allora più difficile da raggiungere di quella che oggi viene chiamata così e di conseguenza a colui che ne fosse stato il maestro riconosciuto si concedesse il diritto a un equo grado di privilegi e di plenarie indulgenze. Nessun damerino dei nostri giorni avrebbe potuto mettere in atto una storia così turpe come quella di Peggy Grindstone la Graziosala figlia del mugnaio di Sillermills: per poco non diventò un caso di competenza del Procuratore generale; ma non danneggiò Sir Philip Forester più di quanto la grandine danneggi la pietra pomice. Egli fu ricevuto in società come sempre e pranzò dal duca di A. il giorno in cui la povera ragazza fu sepolta. Era morta di crepacuore. Ma questo non ha niente a che vedere con la mia storia.

Ora devi ascoltare una o due parole sugli amiciparenti e congiunti.

Ti prometto che non sarò prolissama per l'autenticità del mio racconto è necessario tu sappia che Sir Philip Foresterbelloelegante e raffinatosposò la minore delle Falconer di King's Copland. Qualche tempo primala sorella maggiore di questa nobildonna era diventata moglie di mio nonnoSir Geoffrey Bothwelle aveva portato un'ottima dote in famiglia. Anche Miss Jemimao Miss Jemmie Falconercome di solito era chiamataaveva circa diecimila sterlineconsiderate a quei tempi una fortuna molto ragguardevole.

Le due sorelle erano estremamente diverseanche se ciascuna aveva avuto da ragazza i suoi corteggiatori. Scorreva nelle vene di Lady Bothwell un po' del sangue dell'antico lignaggio di King's Copland.

Era audacema non temeraria; ambiziosa e desiderosa di innalzare la sua casata e la sua famiglia. Fucome è stato dettoun considerevole sprone per mio nonno ched'altra parteera un uomo pigro; il qualeperòa meno che non fossero calunniesi trovò coinvolto a causa dei consigli di sua moglie in certe faccende politiche che sarebbe stato più saggio lasciar perdere. Era però una donna di alti principi e possedeva una saggezza virilecome testimoniano alcune delle sue lettere che ho ancora nel mio stipetto a muro.

Jemmie Falconer era l'opposto di sua sorella sotto ogni profilo. La sua intelligenza non superava il livello medioammesso che lo avesse mai raggiunto. La sua bellezzafinché duròconsisteva in gran parte in una delicatezza d'aspetto e in una regolarità di trattipriva di qualsiasi intensità espressiva. E perfino queste attrattive appassirono per via delle sofferenze che seguirono a un matrimonio male assortito. Era appassionatamente legata al maritoche la trattava con quell'insensibilebenché educata indifferenza che per una persona dal cuore tanto tenero e dalla intelligenza altrettanto mediocre era forse più dolorosa di un vero maltrattamento.

Sir Philip era un libertinocioè un perfetto egocentricoil cui temperamento e la cui personalità assomigliavano allo spadino che indossava: lucenteaffilato e scintillantema inflessibile e impietoso. Pur osservando scrupolosamente tutte le solite formalità nei confronti di sua moglieegli era stato tanto abile da privarla perfino della compassione del mondo eper quanto possa essere vano e senza nessun giovamento che la vittima abbia questo tipo di compassioneè tuttavia assai dolorosoper una mente come quella di Lady Forestersapere di non averla.

I pettegolezzi della gente fecero del loro meglio per mettere il marito colpevole al disopra della moglie oltraggiata. Alcuni la giudicavano una povera insulsa creatura e dichiaravano chese avesse avuto almeno un briciolo dell'energia di sua sorellaavrebbe potuto riportare alla ragione un qualsiasi Sir Philipfosse stato anche il rissoso Falconbridge in persona. Ma la maggior parte dei conoscenti affettava imparzialità e vedeva le colpe da tutte e due le partisebbene nei fatti esistesse un solo oppressore e una sola oppressa. Il tono di simili critiche era: "Senza dubbio nessuno giustifica Sir Philip Foresterma noi tutti conosciamo Sir Philipe Jemmie Falconer avrebbe dovuto sapere a che cosa andava incontro fin dall'inizio. Che cosa l'ha indotta a cercare di accattivarsi le simpatie di Sir Philip?

Lui non l'avrebbe certo mai guardata se lei non gli si fosse buttata fra le braccia con le sue povere diecimila sterline. Sono sicuro che se era il denaro che lui volevalei gli ha rovinato l'affare. Io so dove Sir Philip avrebbe potuto farne di migliori. E poise lei lo volesse davveronon potrebbe tentare di farlo sentire a suo agio in casadi ricevere più spesso i suoi amicidi non tormentarlo con i bambini che schiamazzanoe di fare in modo che tutto sia bello e di buongusto in una casa? Io dico che Sir Philip sarebbe stato un uomo molto dedito alla vita familiare con una donna che avesse saputo prenderlo per il verso giusto".

Oraqueste belle critichenell'erigere il sommo edificio di felicità domesticadimenticavano che la pietra angolare del loro ragionamento non c'era; e cheper ricevere con un buon pranzo una bella compagniai mezzi per il banchetto avrebbero dovuto essere forniti da Sir Philipil cui reddito (dilapidato com'era)non era pari all'ostentazione di ospitalità richiestae - allo stesso tempo - all'approvvigionamento dei "menus plaisirs" del buon cavaliere. Cosìnonostante tutti i saggi suggerimenti delle amicheSir Philip portava fuori di casa il suo buonumore ovunquee si lasciava alle spalle una casa solitaria e una moglie che si struggeva.

Alla fineinfastidito dai suoi affari economicie stanco perfino del poco tempo che passava nella sua deprimente casaSir Philip Forester decise di intraprendere un viaggio nel Continentecome di volontario dell'esercito. Era allora una scelta frequente tra gli uomini alla moda; e il nostro cavaliere era forse dell'idea che un tocco di carattere militarequel tanto che bastasse a esaltare senza rendere pedanti le sue doti di "beau garçon"fosse necessario per rimanere in possesso del primato che egli deteneva nei ranghi dell'alta società.

La decisione di Sir Philip gettò sua moglie tra gli spasimi dell'angoscia; la qual cosa seccò tanto il degno baronetto checontrariamente alle sue abitudinisi dette la pena di calmare le sue apprensioni; eancora una voltala indusse a versare lacrimenelle quali il dolore non era completamente distinto dal piacere. Lady Bothwell chiese a Sir Philipcome favoreil permesso di avere in casa sua sorella con tutta la famiglia durante la sua assenza nel Continente. Sir Philip acconsentì subito a una proposta che evitava spesemetteva a tacere la stupida gente che avrebbe trovato da ridire su una moglie e una famiglia abbandonatee rendeva onore a Lady Bothwellper la quale egli provava un certo rispettocome per una persona che spesso gli parlava con molta libertà e a volte con severitàsenza lasciarsi scoraggiare dai suoi mottegginé dalla sua prestigiosa reputazione.

Un giorno o due prima della partenza di Sir PhilipLady Bothwell si prese la libertàin presenza di sua sorelladi fargli la domanda che la timida moglie aveva spesso desideratoma non aveva mai osato fare.

"Di graziaSir Philipche strada prenderete quando avrete raggiunto il Continente?". "Andrò da Leith a Helvoet con una nave postale".

"Capisco benissimo"disse Lady Bothwell seccamente; "ma presumo che non intendiate restare a lungo a Helvoet e mi piacerebbe sapere quale sarà la vostra destinazione successiva".

"Voi mi ponetecara signora"rispose Sir Philipuna domanda che non ho osato porre a me stesso. La risposta dipende dalle sorti della guerra. Ovviamente mi presenterò ai quartieri generali dovunque capiterà che si trovino in quel periodo: consegnerò le mie lettere di presentazione, imparerò della nobile arte della guerra quanto basti a un dilettante che voglia immischiarsi in simili faccende e darò un'occhiata al tipo di cose di cui così spesso si legge nella Gazzette"".

"E io confidoSir Philip"disse Lady Bothwellche vi ricorderete di essere un marito e un padre; e che, sebbene riteniate conveniente indulgere in queste fantasie militaresche, eviterete che esse vi trascinino in quei pericoli che certamente i non professionisti non hanno necessità di affrontare.

"Lady Bothwell mi fa troppo onore"replicò l'avventuroso cavalierenel considerare una simile circostanza così poco importante. Ma per tranquillizzare questa vostra ansia per me lusinghiera, sono certo che Vostra Signoria ricorderà che io non posso esporre a rischio il venerabile e benigno personaggio da voi così cortesemente raccomandato alla mia protezione, senza mettere in pericolo un onesto compagno chiamato Philip Forester, con il quale sto insieme da trent'anni e dal quale, anche se qualcuno lo considera un bellimbusto, non ho il minimo desiderio di separarmi.

"BeneSir Philipvoi siete il miglior giudice dei vostri affari; non ho diritto di interferirenon siete mio marito". "Dio non voglia!"disse Sir Philip precipitosamentetuttavia aggiungendo subito:

"Dio non voglia che io debba privare il mio amico Sir Geoffrey di un così inestimabile tesoro". "Ma voi siete il marito di mia sorella"replicò la signora; "e suppongo che siate al corrente delle sue attuali preoccupazioni".

"Se il non ascoltare altro dalla mattina alla sera può mettermene al corrente"disse Sir Philipdovrei saperne qualcosa.

"Non desidero rispondere alla vostra arguziaSir Philip"ribadì Lady Bothwell; "ma voi dovete essere consapevole del fatto che tutte queste angustie sono causate dai timori per la vostra sicurezza personale".

"In questo casosono sorpreso che Lady Bothwellalmenosi dia così tanta pena per una questione tanto insignificante".

"L'interesse per mia sorella può spiegare la mia ansia di venire a sapere qualcosa degli spostamenti di Sir Philip; dei qualid'altra parteso che egli vorrebbe che non mi preoccupassi. Ma a me sta a cuore anche la sicurezza di un fratello".

"Voi intendete il maggiore Falconervostro fratello per parte di madre. Che potrà mai avere a che fare costui con questa nostra piacevole conversazione?".

"Voi avete avuto delle discussioni con luiSir Philip"disse Lady Bothwell.

"Certamente; siamo parenti"replicò Sir Philipe come tali abbiamo sempre avuto normali rapporti.

"Voi eludete i fatti"rispose la signora; "quando dico che avete avuto delle discussioni intendo riferirmi al litigio sul modo in cui trattate vostra moglie".

"Se"replicò Sir Philip Forestervoi ritenete il maggiore Falconer tanto ingenuo da intromettersi con i suoi consigli nelle mie faccende domestiche, Lady Bothwell, allora siete certamente autorizzata a credere che io possa essere stato tanto mortificato dal suo interferire da pregarlo di serbare per sé i suoi consigli fino a quando non gli fossero stati richiesti.

"E pur essendo in questi rapportivoi vi unirete alla stessa armata nella quale mio fratello Falconer è ora in servizio?". "Nessuno conosce il sentiero dell'onore meglio del maggiore Falconer"disse Sir Philip; "uno che aspiri alla fama come me non può scegliere migliore guida per i suoi passi".

Lady Bothwell si alzò e andò alla finestra; le lacrime le sgorgarono dagli occhi.

"E questo insensibile motteggio"disseè tutta la considerazione data alle nostre preoccupazioni per una lite che potrebbe avere le più terribili conseguenze? Buon Dio! Di che cosa può essere fatto il cuore degli uomini che in un simile modo possono prendersi gioco del dolore altrui?.

Sir Philip Forester si commosse; lasciò da parte il tono beffardo con cui aveva parlato fino a quel momento.

"Cara Lady Bothwell"disse prendendo la sua mano riluttanteabbiamo torto entrambi; voi siete troppo seria, io forse troppo poco. La disputa che c'era stata con il maggiore Falconer non ebbe nessun seguito. Se tra noi fosse successo qualcosa che si dovesse risolvere par voie du fait"come si dice in Francianessuno di noi due è persona che avrebbe potuto rimandare un simile incontro. Permettetemi di dire che se fosse saputo da tutti che voi o la mia Lady Forester aveste timore di una catastrofe del generequesto potrebbe essere l'unico modo per provocare quello che altrimenti non potrebbe accadere. Conosco il vostro buonsensoLady Bothwelle so che mi capite quando dico che i miei affari richiedono che mi allontani per qualche mese. QuestoJemima non può capirlo; è un continuo ripetersi di domande: perché non puoi fare questo o quello o quell'altro ancora; e quando le avete dimostrato che i suoi espedienti sono completamente inutili bisogna ricominciare daccapo. Oracara Lady Bothwellditele che voi siete convinta. Leidovete ammetterloè una di quelle persone con le quali l'autorità vale più del ragionamento. Concedetemi solo un po' di fiducia e vedrete quanto largamente saprò ricompensarla".

Lady Bothwell scosse la testa come chi è convinto solo a metà.

"Come è difficile accordare fiducia quando le basi su cui dovrebbe poggiare sono state tanto scosse! Ma farò del mio meglio per tranquillizzare Jemima; oltre a questoposso dire solo che per l'ostinazione del vostro attuale proposito vi ritengo responsabile davanti a Dio e davanti agli uomini".

"Non temete che io vi inganni"disse Sir Philip; "il mezzo più sicuro per comunicare con me sarà l'ufficio postale pubblicoa Hellevoetsluisdove avrò cura di lasciare disposizioni per il recapito delle lettere che arrivano. Riguardo a Falconeril nostro solo modo di incontrarci sarà davanti a una bottiglia di Borgogna!

Rassicuratevidunquesul suo conto".

Lady Bothwell non riuscì a tranquillizzarsi; tuttavia si rendeva perfettamente conto che sua sorella danneggiava la sua stessa causa prendendoselacome diceva la servitùtroppo calorosamentee mostrando davanti a qualsiasi estraneonei modi e a volte anche nelle paroleuna disapprovazione tale per il viaggio del marito che sicuramente sarebbe arrivata alle sue orecchie e altrettanto sicuramente lo avrebbe infastidito. Ma non c'era rimedio a questo dissidio familiareche ebbe fine solo con il giorno della partenza.

Mi dispiace di non poter dire con precisione l'anno in cui Sir Philip Forester partì per le Fiandrema era uno di quegli anni in cui la campagna militare si aprì con una violenza straordinaria; e molte scaramucce sanguinoseanche se non decisivefurono combattute tra i francesi da una parte e gli alleati dall'altra. Fra tutti i vantaggi che il progresso moderno ha portatonessunoforseè più importante dell'esattezza e della rapidità con cui le notizie sono trasmesse da ogni parte del fronte a quelli chein questo Paesepossono essere interessati. Durante le campagne di Marlborough le angosce di tutti quelli che avevano parenti nell'esercitoo al suo seguitoerano enormemente accresciute dall'incertezza in cui si trovavano per intere settimanedopo essere venuti a conoscenza di cruente battaglie in cuicon tutta probabilitàerano stati personalmente impegnati coloro per i quali palpitavano i loro cuori. Tra quelli che erano maggiormente tormentati da questo stato d'incertezza c'era la moglieo piuttosto la moglie abbandonatadel brillante Sir Philip Forester.

Una sola lettera l'aveva informata del suo arrivo sul Continente; non ne ricevette altre. Sul giornale apparve un articolo nel quale si menzionava il volontario Sir Philip Foresteral quale era stata affidata una pericolosa ricognizione portata a termine con grande coraggiodestrezza e intelligenzae per la quale aveva ricevuto i ringraziamenti dell'ufficiale comandante. Venire a sapere che suo marito aveva ottenuto una benemerenza conferì un momentaneo splendore alle pallide guance della donnache subito si trasformò in un pallore terreo al pensiero del pericolo corso. Dopo di ciò non ebbero notizie di nessun generené da Sir Philipné dal loro fratello Falconer. Il caso di Lady Forester non era in realtà diverso da quello di centinaia di persone nella stessa situazione; ma una mente debole è necessariamente una mente irritabile e l'incertezza che alcuni sopportavano con naturale indifferenza o con filosofica rassegnazionee altri con l'inclinazione a credere e a sperare il meglioera intollerabile per Lady Forestersolitaria e sensibile insiemedepressa e priva di forza d'animosia naturale che acquisita.

 

 

 

2.

Visto che non riceveva ulteriori notizie di Sir Philipsia direttamente sia indirettamentela sfortunata moglie cominciò a provare una specie di consolazione perfino al ricordo di quella trascuratezza che così spesso le aveva procurato dolore. "E' così sconsiderato"ripeteva centinaia di volte al giorno a sua sorella:

"non scrive mai quando le cose gli vanno bene; è il suo modo di fare:

se gli fosse successo qualcosa ci avrebbe informato".

Lady Bothwell ascoltava sua sorella senza provare a consolarla.

Probabilmente era dell'opinione che perfino la peggiore notizia giunta dalle Fiandre non sarebbe stata priva di un qualche sollievo; e che la vedova Foresterse così era destinata a chiamarsiavrebbe goduto di quella felicità sconosciuta alla moglie del più brillante e raffinato gentiluomo di Scozia. Questa convinzione si fece più forte quando sepperoda ricerche compiute al quartier generaleche Sir Philip non era più nell'esercito; tuttavianessuno dei suoi commilitoninel campo degli alleatiriuscì a fare una sola ipotesi sul fatto che fosse stato catturato o ucciso in una di quelle schermaglie tanto frequentinelle quali a lui piaceva distinguersio che avesse lasciato il servizio di sua iniziativa per qualche ignota ragione o per un capriccioso cambiamento d'idee. Intanto i suoi creditori in patria cominciarono a farsi sentire: entrarono in possesso delle sue proprietà e minacciarono la sua stessa personase fosse stato tanto temerario da tornare in Scozia. Queste ulteriori condizioni sfavorevoli aggravarono il malcontento di Lady Bothwell verso il marito fuggiasco; mentre sua sorella non si rendeva conto di quanto succedevase non per il fatto che tutto questo accresceva il suo dolore per l'assenza di colui chenella sua immaginazionele sembravaora come prima del matrimoniogalantevivace e affettuoso.

In quel periodo fece la sua comparsa a Edimburgo un uomo dall'apparenza quanto mai singolare e pretenziosa. Era comunemente chiamato il dottore di Padovapoiché aveva studiato presso quella famosa università. Lo si credeva in possesso di alcune rare ricette mediche con le quali- si affermavaaveva operato guarigioni sorprendenti. Sebbene i medici di Edimburgo lo definissero un ciarlatanoc'erano parecchie personee tra loro anche membri del clerochepur ammettendo la veridicità delle guarigioni e la potenza dei suoi medicamentisostenevano che il dottor Battista Damiotti facesse uso di incantesimi e di arti illecite per ottenere il successo nella sua professione. Il ricorrere a lui fu perfino solennemente condannato dal pulpito come un cercare la guarigione per mezzo dell'idolatriae aver fede in un aiuto proveniente dall'Egitto. Ma la protezione che il dottore di Padova riceveva da alcuni amici importanti e interessati gli consentiva di sfidare quelle accuse e di svolgereperfino nella stessa città di Edimburgofamosa per la sua avversione a fattucchiere e negromantiil pericoloso ruolo di colui che predice il futuro. Corse a lungo voce chein cambio di un certo compensosicuramente non trascurabileil dottor Battista Damiotti sapesse svelare il destino degli amici lontanie mostrare ai suoi clienti l'immagine dei loro amici e l'azione in cui essi erano in quel momento impegnati. Queste voci erano arrivate all'orecchio di Lady Foresterche aveva raggiunto il culmine dell'agonia spiritualenel quale chi soffre farebbe o sopporterebbe qualunque cosa pur di poter trasformare l'ansia in certezza.

Timida e mite nella maggior parte dei casiil suo stato d'animo la rendeva altrettanto ostinata e temerariae fu non senza sorpresa e allarme che sua sorellaLady Bothwellsentì esprimere la decisione di visitare quell'uomo dalle doti magicheper sapere da lui la sorte di suo marito. Lady Bothwell obiettò sulla improbabilità che le pretese di quel forestiero potessero essere fondate su altro che sull'impostura.

"Non mi importa del ridicolo al quale potrei espormi"disse la moglie abbandonata; "se c'è una sola possibilità che io possa ottenere una qualche certezza sul destino di mio maritonon vorrei perdere questa possibilità per nessun'altra cosa al mondo".

Lady Bothwell insistette poi sulla illegalità del ricorso a simili fonti di conoscenza proibita.

"Sorella"replicò l'infelicecolui che sta morendo di sete non può fare a meno di bere perfino l'acqua avvelenata. Colui che soffre a causa di un'incertezza deve trovare notizie, perfino se le potenze che gliele offrono sono empie e infernali. Andrò da sola a conoscere la mia sorte, e la saprò questa sera stessa: il sole che sorgerà domani mi troverà, se non più felice, almeno più rassegnata.

"Sorella"disse Lady Bothwellse siete decisa a questo passo avventato, non vi lascerò andare da sola. Se quell'uomo fosse un impostore, potreste essere troppo turbata nei vostri sentimenti per smascherare la sua infamia. Se, e questo io non lo credo, ci dovesse essere qualche verità in quello di cui egli si vanta, non sarete sola ad assistere a un contatto di così straordinaria natura. Verrò con voi, se siete davvero decisa ad andare. Riflettete però sul vostro progetto e rinunciate a indagini che non possono essere portate avanti senza peccato e, forse, senza pericolo.

Lady Forester si buttò nelle braccia della sorella estringendola al pettola ringraziò cento volte per essersi offerta di accompagnarlama declinò con un gesto sconsolato l'amichevole consiglio che accompagnava la sua offerta.

Quando arrivò l'ora del tramontoil momento convenuto nel quale il dottore padovano riceveva le visite di quelli che andavano da lui per consultarlole due donne lasciarono i loro appartamenti nel Canongate di Edimburgodopo essersi acconciate come donne del popolo ed essersi avvolte le sciarpe di lana intorno al visosecondo l'uso di quella stessa classe. In quei tempi aristocraticiinfattiil modo di drappeggiare la sciarpacosì come la finezza della sua tessituraindicava la posizione sociale di chi la indossava. Era stata Lady Bothwell a suggerire questa specie di travestimento; in parte per evitare di attirare l'attenzione mentre andavano alla casa di quell'evocatore di spiritie in parte per mettere alla prova la perspicacia di costui comparendogli davanti sotto mentite spoglie. Il servitore di Lady Foresteruomo di provata lealtàera stato incaricato di propiziarsi il dottore con un'adeguata parcella e una storia che accennasse alla moglie di un soldato desiderosa di conoscere la sorte di suo marito; un argomento sul qualecon tutta probabilitàil saggio veniva consultato molto frequentemente.

Fino all'ultimo momentoquando l'orologio del palazzo batté le ottoLady Bothwell osservò con ansia sua sorellanella speranza che potesse desistere dalla sua temeraria impresa; mapoiché la mansuetudine e la timidezza sono a volte capaci di ardenti e incrollabili proposititrovò Lady Forester assolutamente irremovibile e determinata quando arrivò il momento della partenza. Poco convinta della spedizionema decisa a non abbandonare sua sorella in una situazione così criticaLady Bothwell accompagnò Lady Forester attraverso molte strade e vicoli oscuri; il servitore camminava avanti e faceva loro da guida. Alla fine girò improvvisamente in un angusto cortile e bussò a un portone ad arco che sembrava appartenere a un edificio di una certa età. Si aprì il portonesenza che nessuno fosse apparso; e il servitorefacendosi da parteinvitò le signore a entrare. Avevano appena varcato la soglia che il portone si chiuselasciando fuori la guida. Le due donne si trovarono in un piccolo vestiboloilluminato da una lampada fiocae privouna volta chiusa la portadi qualsiasi accesso della luce di fuori. La porta di una stanza internaaperta solo in parteera all'estremità opposta del vestibolo.

"Non dobbiamo esitare oraJemima"disse Lady Bothwelle passarono nella stanza interna dovecircondato da librimappestrumenti filosoficie altri apparecchi dalla forma e dall'aspetto bizzarrotrovarono l'uomo dalle arti magiche.

Non c'era niente di particolare nell'aspetto dell'italiano. Aveva la carnagione scura e i tratti marcate del suo Paesepareva avere circa cinquant'anni ed era vestito in modo elegante ma semplicecon un abito di panno neroin quel tempo costume universale della professione medica. Grosse candele su candelabri d'argento illuminavano la stanza adeguatamente arredata. Egli si alzò all'entrare delle due donne enonostante i loro modesti abitile ricevette con il grande rispetto dovuto alla loro posizione e reso con il solito scrupolo dagli stranieri a quelli ai quali simili onori sono dovuti.

Lady Bothwell si sforzò di mantenere l'incognitocome si era proposta; e mentre il dottore la precedeva verso il fondo della stanzafece un gesto per rifiutare la sua cortesiacome non adatta alla loro condizione. "Siamo povera gentesignore"disse; "solo l'angoscia di mia sorella ci ha spinto a consultare Vostra Eccellenzanel caso che..." L'altro sorrise e la interruppe: "Sono al correntesignoradella preoccupazione di vostra sorellae delle sue causecosì come sono al corrente di essere onorato della visita di due signore degne della massima considerazione: Lady Bothwell e Lady Forester. Se non sapessi distinguerle dalla classe sociale che il loro attuale abbigliamento denotaci sarebbero ben poche possibilità per me di soddisfarle dando loro le informazioni che sono venute a cercare".

"Posso facilmente capire..."disse Lady Bothwell.

"Perdonate la mia audacia nell'interromperviMilady"disse l'italianoVostra Signoria stava per dire che poteva facilmente capire che ero venuto a conoscenza dei vostri nomi per mezzo del vostro domestico. Ma, pensando così voi fate torto alla fedeltà del vostro servitore e, vorrei aggiungere, anche all'abilità di colui che non è minore di un vostro umile servo, Battista Damiotti.

"Non ho intenzione di far torto a nessuno dei duesignore"disse Lady Bothwell mantenendo un tono calmosebbene fosse piuttosto sorpresama questa situazione è un po' nuova per me. Se siete a conoscenza del nostro nome, saprete anche, signore, cosa ci ha spinte fin qui.

"Il desiderio di conoscere la sorte di un gentiluomo scozzese di rangoattualmenteo poco tempo fasul Continente"rispose il veggente; "egli è il cavaliere Filippo Forester; un gentiluomo che ha l'onore di essere marito di questa signora econ il permesso di Vostra Signoria parlando chiarola sfortuna di non apprezzare a sufficienza questo inestimabile privilegio".

Lady Forester sospirò profondamente e Lady Bothwell replicò: "Poiché conoscete lo scopo della nostra visita senza che l'avessimo manifestatol'unica domanda che rimane da fare è se siete in grado di alleviare l'ansia di mia sorella".

"Sì lo sonosignora"rispose lo studioso di Padova; "ma prima devo farvi una domanda. Avete voi il coraggio di assistere con i vostri occhi a quello che il cavaliere Filippo Forester sta facendo in questo momento? O ne riterrete responsabile la mia reputazione?".

"A questa domanda mia sorella deve rispondere da sé"disse Lady Bothwell.

"Con i miei stessi occhi sopporterò qualsiasi cosa sarete in grado di mostrarmi"disse Lady Forester con la stessa risolutezza che l'aveva spinta fin da quando la sua decisione in proposito era stata presa.

"Potrebbe essere pericoloso".

"Se l'oro può compensare il rischio"disse Lady Forester tirando fuori la borsa.

"Non faccio queste cose con un proposito di guadagno"rispose lo straniero. "Non oso volgere la mia arte verso un simile scopo. Se prendo il denaro dei ricchi non è che per darlo ai poveri; né accetterò altro al di fuori della somma che ho già ricevuto dal vostro servitore. Mettete via la vostra borsasignora; un adepto non ha bisogno del vostro oro".

Lady Bothwellconsiderando il rifiuto all'offerta di sua sorella il semplice espediente di un impostore per indurla a offrire una somma maggioree desiderosa di mettere fine alla scenaoffrì a sua volta dell'orofacendo osservare che era solo per permettergli di allargare la sua sfera di carità.

"Lady Bothwell pensi ad allargare la sfera della sua carità"disse il padovanonon solo nel fare elemosine, la qual cosa so bene che lei non manca di fare, ma nel giudicare l'indole del prossimo; e lasci che l'indole stessa la induca a credere un onest'uomo Battista Damiotti, fino a che non si riveli una canaglia. Non siate sorpresa, signora, se parlo in risposta ai vostri pensieri piuttosto che alle vostre parole e ditemi, ancora una volta, se avete il coraggio di guardare quel che sono pronto a mostrarvi.

"Ammettosignore"disse Lady Bothwellche le vostre parole mi infondono un qualche senso di timore; ma a qualsiasi cosa mia sorella desideri assistere, non mancherò di farlo insieme a lei.

"Il pericolo consiste solo nel rischio che venga meno la vostra determinazione. La visione può durare solo lo spazio di sette minuti e se doveste interromperla pronunciando una sola parolanon solo l'incantesimo sarebbe rottoma potrebbe derivarne pericolo per gli spettatori. Invecese rimarrete assolutamente in silenzio per tutti i sette minutila vostra curiosità sarà soddisfatta senza il minimo rischio; in questoimpegno il mio onore".

Dentro di sé Lady Bothwell pensò che la garanzia fosse piuttosto mediocre; ma soffocò il sospettocome se avesse creduto che l'iniziatole cui brune fattezze si atteggiavano a un mezzo sorrisopotesse davvero leggere persino nei suoi più segreti pensieri. Seguì quindi una pausa solennefinché Lady Forester non ebbe raccolto il coraggio necessario per rispondere al dottore - come egli stesso si definiva- che avrebbe aspettato con fermezza e in silenzio la visione che egli aveva promesso di mostrare. Dopo di ciòegli fece un profondo inchino e lasciò la stanzadicendo che sarebbe andato a preparare il necessario per esaudire il loro desiderio. Le due sorellemano nella manoquasi cercassero in questa stretta unione di allontanare qualsiasi pericolo potesse minacciarlesedettero su due sedieuna accanto all'altra: Jemima cercava sostegno nell'abituale e virile coraggio di Lady Bothwelle quest'ultimad'altra partepiù agitata di quanto si sarebbe aspettatacercava di farsi coraggio considerando la disperata decisione che le circostanze avevano indotto sua sorella a prendere. Unaprobabilmentediceva a se stessa che sua sorella non aveva mai paura di niente; l'altraforserifletteva sul fatto che ciò che non suscitava timore in una donna poco intelligente come Jemimanon poteva essere motivo di apprensione per una persona risoluta e di carattere come lei.

Ma dopo pochi minuti tutte e due furono distolte dai loro pensieri da una melodia così singolarmente dolce e solenne che sembrava calcolata per allontanare e dissipare qualsiasi sensazione non legata alle sue note eallo stesso tempoaumentava la solenne trepidazione che il precedente colloquio aveva fatto nascere. La musica era quella di uno strumento che non conoscevanoma le circostanze che seguirono indussero la mia antenata a credere che si trattasse dell'armonicastrumento che lei ascoltò più tardi nella sua vita.

Quando quei rumori celestiali cessaronosi aprì una porta in fondo alla stanza e videro Damiotti chein cima a due o tre scalinifaceva loro segno di venire avanti. Il suo vestito era così diverso da quello che indossava pochi minuti prima che a stento lo riconobbero; il mortale pallore del volto e una certa rigidità dei muscolicome di chi si decide a una qualche straordinaria e rischiosa impresaavevano completamente trasformato l'espressione un po' sarcastica con la quale prima aveva fissato entrambee in modo particolare Lady Bothwell. Era scalzotranne che per una specie di sandali di foggia antica; le gambe erano nude al disotto delle ginocchia; sopra indossava delle calze e una giubba di seta cremisi scuroaderente al corpoe su questa una toga ampia e ondeggiante; la gola e il collo erano scoperti e i capellilunghi e liscierano pettinati con cura in tutta la loro lunghezza.

Quando le signoreal suo invitosi avvicinaronoegli non mostrò nessun segno di quella cerimoniosa cortesia di cui era stato prodigo precedentemente. Al contrariofece cenno di avanzare con aria di comando; e quando le sorelle gli si avvicinarono con passo incertotenendosi per manofu con viso arcigno che si premette il dito sulle labbracome per ribadire la sua condizione di assoluto silenziomentrecon incedere solennele precedeva nella stanza accanto.

Si trattava di una grande salaparata a lutto come per un funerale.

In fondo c'era un tavoloo meglio una specie di altare rivestito dello stesso lugubre coloresul quale erano posati diversi oggetti che assomigliavano ai soliti strumenti della stregoneria. In verità quegli oggetti non erano apparsi distintamente quando entrarono nella stanzapoiché la sola luce che li mostravadata da due deboli lampadeera molto fioca. Il maestro- per usare l'espressione italiana riferita a persone simili- si avvicinò al fondo della stanza con una genuflessione simile a quella di un cattolico davanti al Crocifissoe nello stesso tempo si fece il segno della croce. Le gentildonne seguivano in silenziotenendosi per mano. Due o tre scalini bassi e ampi portavano a una piattaforma di fronte all'altareo comunque a quella cosa che gli assomigliava. Qui il saggio si fermò e mise le donne vicino a séripetendo ancora una volta con i gesti la sua ingiunzione di tacere. L'italianopoistendendo il braccio nudo dai paramenti di linoindicò con l'indice cinque grandi fiaccoleo torceposte su ogni lato dell'altare. Esse si accesero una dopo l'altra all'avvicinarsi della sua manoo piuttosto del suo ditoe diffusero una luce abbagliante per tutta la sala. Fu così che le visitatrici furono in grado di notare chesul preteso altareerano poste due spade sguainate disposte a forma di croce; un grande libro aperto che esse immaginarono fosse una copia delle Sacre Scritturescritto però in una lingua a loro sconosciuta; e vicino al misterioso volume un teschio umano. Ma quello che maggiormente colpì le sorelle fu un altissimo e ampio specchioche occupava tutto lo spazio oltre l'altare e cheilluminato dalle torce acceserifletteva i misteriosi oggetti posati su di esso.

Il maestro allora si mise tra le due donne eindicando lo specchiole prese per mano senza pronunciare una sillaba. Esse fissarono intensamente l'oscura e levigata parete sulla quale egli aveva indirizzato la loro attenzione. Improvvisamente la superficie assunse un aspetto nuovo e singolare. Non rispecchiava più gli oggetti posti davanti a essamacome se contenesse un suo proprio scenariocominciò a far apparire oggetti dal suo internodapprima in modo disordinatoindistinto ed eterogeneocome delle forme che tentino di organizzarsi uscendo dal caos; alla finesecondo un disegno e una simmetria distinti e definiti. Fu così chedopo alcuni passaggi di luci e ombresulla faccia del meraviglioso vetro cominciò a organizzarsi ai lati una profonda prospettiva di archi e colonnee nella parte superiore un soffitto a volta; finchédopo molte esitazionil'intera visione acquistò una parvenza fissa e immobilerappresentando l'interno di una chiesa straniera. I pilastri erano maestosidecorati da scudi; gli archi erano alti e fastosi; sul pavimento erano incise iscrizioni funerarie. Ma non c'erano reliquiariné immagininé mostra di calice e di Crocifisso sull'altare. Dunque era una chiesa protestante del Continente. Un ecclesiasticovestito con la baverina e la toga ginevrinastava vicino all'altare tenendo davanti a sé la Bibbia aperta; e il suo chiericoin attesa nello sfondosembrava preparato a compiere una qualche funzione per la chiesa alla quale apparteneva.

Finalmenteattraverso la navata centrale dell'edificioentrò una comitiva numerosa che sembrava far parte di uno sposalizioperché una dama e un cavaliere camminavano per primimano nella manoseguiti da una gran folla di persone di entrambi i sessiabbigliate festosamente ma non riccamente. La sposadi cui si potevano distinguere perfettamente le fattezzenon sembrava avere più di sedici anni ed era estremamente bella. Lo sposoper alcuni secondisi mosse volgendo loro le spallee nascose il visoma l'eleganza della figura e dell'incedere colpì immediatamente le due sorelle che provaronolo stesso timore. Quandod'improvvisoegli girò la facciasi resero conto con terrore che il felice sposo davanti a loro era Sir Philip Forester. Sua moglie accennò un'esclamazioneal cui suono l'intera scena si agitò e sembrò scomporsi.

"Non riesco a paragonarlo a nient'altro"diceva Lady Bothwellquando raccontava la sua storia meravigliosache alla dispersione del riflesso in uno specchio d'acqua calmo e profondo, sul quale, all'improvviso, si getti un sasso, e le immagini vengono infrante e si dissolvono. Il maestro premette severamente le mani di entrambecome per ricordare loro la promessa e il pericolo nel quale potevano incorrere. L'esclamazione morì in gola a Lady Forestersenza potersi esprimere chiaramentee la scena nel vetrodopo la fluttuazione di un momentoassunse di nuovo il precedente aspetto di una scena realeesistendo all'interno dello specchio come fosse rappresentata in un quadrose non per il fatto che le figure erano mobili invece di essere statiche.

L'immagine di Sir Philip Foresterora visibile distintamente nell'aspetto e nella fisionomiafu vista guidare verso il pastore la bellissima ragazzache procedeva mostrando insieme diffidenza e una specie di affettuoso orgoglio. Intantoproprio mentre il pastore sistemava davanti a sé la comitiva nuziale e stava per dare inizio alla cerimoniaun altro gruppo di personedue o tre delle quali erano ufficialientrò in chiesa. Dapprima si fecero avanticome se fossero venuti per assistere alla cerimonia nuziale;ma improvvisamente uno degli ufficialiche era di spalle rispetto ai presentisi staccò dai suoi compagni e corse precipitosamente verso la comitiva nuzialeche si girò verso di luicome attratta da una qualche esclamazione che aveva accompagnato il suo avanzare.

All'improvviso l'intruso estrasse la spada; lo sposo sfoderò la sua e gli andò incontro. Anche gli altri sguainarono le spadesia quelli del gruppo nuziale che quelli appena entrati. Ci fu una grande confusione: il pastore e alcune persone anziane e dignitoseapparentementesi adoperavano per ristabilire la calmamentre gli spiriti più ardenti di entrambe le parti brandivano le armi. Ma era scaduto il breve spazio di tempodurante il quale all'indovino era concesso - come egli pretendeva - di esibire la propria arte. I vapori si mescolarono di nuovo e si dissolsero gradualmente alla vista; le volte e le colonne della chiesa rotolarono a pezzi e scomparvero; la facciata dello specchio non rifletteva altro che le torce accese e il lugubre apparato posto sull'altareo la tavoladavanti a esso.

Il dottore guidò le donneche avevano un gran bisogno del suo sostegnonella stanza da cui erano venutidove erano stati preparatidurante la sua assenzavinoessenze e altri mezzi per riprendersi da eventuali mancamenti. Le portò verso le sediesulle quali sedettero in silenzio; Lady Foresterin particolaresi torceva le mani e alzava gli occhi al cieloma senza proferire parolacome se avesse ancora l'incantesimo davanti agli occhi.

"E quel che abbiamo visto si sta svolgendo tuttora?"chiese Lady Bothwellraccogliendo con difficoltà le proprie forze.

"Questo"rispose Battista Damiottinon posso proprio dirlo con certezza. Ma, se non si sta svolgendo in questo momento, si è svolto in uno spazio di tempo di poco anteriore. E' questo l'ultimo avvenimento di una qualche importanza in cui sia stato coinvolto il cavaliere Forester.

Lady Bothwellalloramanifestò preoccupazione per sua sorellala cui espressione turbatainsieme all'apparente stato di incoscienza di ciò che le accadeva intornoaumentavano la sua apprensione riguardo alla possibilità di riportarla a casa.

"Ho già disposto per questo"rispose l'adepto; "ho ordinato al vostro servitore di portare la carrozza il più vicino possibile a questo luogoper quanto lo consente la strada stretta. Non temete per vostra sorella; ma una volta a casadatele questa pozione calmante e domattina starà meglio. Pochi"aggiunse in tono melanconicolasciano questa casa in buona salute come vi sono entrati. E' questa la conseguenza della ricerca della conoscenza per vie misteriose; lascio giudicare a voi la condizione di coloro che hanno il potere di soddisfare tale illegittima curiosità. Addio, e non dimenticate la pozione.

"Non le darò niente che provenga da voi"disse Lady Bothwell; "ho già visto abbastanza della vostra arte. Forse vorreste avvelenarci entrambe per nascondere la vostra negromanzia. Ma noi siamo persone che non vogliono né rendere pubblici i torti subitiné avere l'aiuto di amici che li riparino".

"Non avete subito nessun torto da mesignora"disse l'adepto; "voi avete cercato qualcuno che vi è poco grato di questo onoreche non va in cerca di nessuno e dà responsi solo a quelli che lo richiedono e l'invitano a farlo. Dopotuttovoi avete soltanto appreso con un po' di anticipo la disgrazia che siete in ogni caso destinate a sopportare. Sento i passi del vostro servitore alla porta e non tratterrò oltre Vostra Signoria e Lady Forester. Il prossimo postale dal Continente vi spiegherà quello al quale avete già in parte assistito. Se mi è permesso darvi un consiglionon lasciate che il dispaccio arrivi troppo improvvisamente nelle mani di vostra sorella".

Così dicendo augurò a Lady Bothwell la buonanotte. Lei si diresse verso il vestibolo dove l'iniziatoche le faceva lucesi gettò frettolosamente un mantello nero sullo strano abito eaprendo la portaaffidò le visitatrici alle cure del loro servitore. Fu con difficoltà che Lady Bothwell sostenne sua sorella fino alla carrozzabenché fosse distante solo venti passi. Quando arrivarono a casaLady Forester ebbe bisogno di assistenza medica. Si occupò di lei il medico di famigliache scosse la testa sentendole il polso.

"C'è stato un violento e improvviso collasso nervoso"disse. "Devo sapere che cosa è successo".

Lady Bothwell ammise che avevano fatto visita a quell'evocatore di spiriti e che Lady Forester aveva ricevuto delle brutte notizie riguardanti suo maritoSir Philip.

"Quell'ignobile ciarlatano farebbe la mia fortuna se dovesse rimanere a Edimburgo"disse il dottore; "questo è il settimo caso di nervi che ha provocatoe tutti a causa dello spavento". Esaminò poi la pozione calmante che inconsciamente Lady Bothwell teneva ancora in manola assaggiò e ritenne che fosse molto adatta al caso e che avrebbe evitato di ricorrere al farmacista. Quindi tacque eguardando Lady Bothwell in modo eloquentefinalmente aggiunse: "Suppongo che non mi sia permesso chiedere niente a Vostra Signoria sui procedimenti dello stregone italiano".

"In veritàdottore"rispose Lady Bothwellio considero confidenziale quello che è successo e, benché quell'uomo possa essere un furfante, tuttavia, essendo state abbastanza sciocche da consultarlo, penso che dovremmo essere leali verso di lui nel mantenere il suo segreto.

""Possa essere un furfante"suvvia!"disse il dottore. "Sono felice di sentire che Vostra Signoria ritiene possibile una simile eventualità per qualsiasi cosa che venga dall'Italia".

"Quello che viene dall'Italia può essere buono come quello che viene da Hannoverdottore. Ma voi e io rimarremo buoni amici eaffinché sia cosìnon parleremo di liberali e conservatori".

"Non io"disse il dottore ricevendo la sua parcella e prendendo il cappello; "un Carolus serve i miei scopi tanto bene quanto un Guglielmo. Ma mi piacerebbe sapere perché la vecchia signora di Saint Ringan e tutto il suo gruppo se ne vanno in giro sprecando i loro vecchi polmoni per gonfiare questo straniero".

"Eh sì fareste meglio a considerarlo un gesuitacome dice la gente".

E in questi termini si lasciarono.

La povera pazientei cui nervi erano passati da un eccezionale stato di tensione a un altrettanto eccezionale stato di rilassatezzacontinuava a lottare contro una specie di debolezza mentalel'accrescersi di un terrore superstiziosoquando arrivarono dall'Olanda quelle sconvolgenti notizieche corrisposero anche alle peggiori aspettative.

Erano state inviate dal celebre Earl of Stair e riguardavano il triste evento di un duello tra Sir Philip Forester e il fratellastro di sua moglieil capitano Falconergli scozzesi-olandesicome erano chiamati: duello in cui quest'ultimo era rimasto ucciso. La causa della lite rendeva l'incidente ancora più impressionante. Sembrava che Sir Philip avesse improvvisamente lasciato l'esercito non essendo in grado di pagare una considerevole somma persa al gioco con un altro volontario. Aveva cambiato nome e aveva preso domicilio a Rotterdamdove era riuscito a introdursi nelle grazie di un vecchio e ricco borgomastro. Grazie alla sua bella persona e alle sue maniere cortesiera riuscito ad accattivarsi le simpatie dell'unica figliauna ragazza molto giovanedi grande bellezza ed erede di molte ricchezze.

Incantato dalle seducenti attrattive del futuro generoil ricco mercantela cui stima del carattere britannico era troppo alta per consentirgli di prendere precauzioni e di acquisire prove dello stato e delle condizioni finanziarie di costuidiede il consenso al matrimonio. Questo stava per essere celebrato nella chiesa principale della cittàquando fu interrotto da un singolare avvenimento.

Il capitano Falconer era stato distaccato a Rotterdam per richiamare una parte della brigata di ausiliari scozzesi che si trovavano lì acquartierati; una persona di riguardo in cittàche egli aveva precedentemente conosciutogli proposeper passatempodi andare alla chiesa alta a vedere un suo connazionale che sposava la figlia di un ricco borgomastro. Il capitano Falconer vi andòdunqueaccompagnato dal suo conoscente olandesecon un gruppo di suoi amici e due o tre ufficiali della brigata scozzese. Si può immaginare il suo stupore quando vide suo cognatoun uomo sposatosul punto di portare all'altare quella bella e innocente creaturacontro cui egli stava per compiere un inganno vile e indegno di un uomo. Rivelò immediatamente l'infamia e il matrimonio fu ovviamente interrotto. Macontro il parere di uomini più ragionevoliche consideravano Sir Philip ormai al disotto del rango degli uomini d'onoreil capitano Falconer lo ammise ai privilegi di costorone accettò la sfida e nello scontro ricevette una ferita mortale. Simili sono le vie del cielomisteriose ai nostri occhi. Lady Forester non si riebbe mai dal colpo di quella triste notizia.

- E la tragedia - dissi io -ci fu proprio nel momento in cui fu mostrata nello specchio?

- E' duro dover distorcere il racconto di un altro - rispose mia zia -maa dire la veritàessa avvenne alcuni giorni prima dell'apparizione.

- E così - dissi io -resta la possibilità che attraverso un qualche segreto e veloce mezzo di comunicazione il mago possa aver ricevuto prima degli altri la notizia di quell'incidente.

- Gli increduli sostennero questo - replicò mia zia.

- Cosa avvenne dell'iniziato? - chiesi.

- Ebbenepoco tempo dopo arrivò l'ordine di arrestarlo per alto tradimentocome agente del cavaliere di Saint Georgee Lady Bothwellricordando gli accenni che il dottore- un ardente sostenitore del diritto di successione protestante - si era lasciato sfuggiresi ricordò che quell'uomo era "prôné" soprattutto fra le vecchie matrone dello stesso credo politico che anche lei professava.

Certo pareva probabile che le informazioni provenienti dal Continentefacilmente trasmesse da un attivo e potente agenteavessero messo costui in grado di preparare la fantasmagorica scena di cui lei stessa era stata testimone. C'erano però così tante difficoltà nell'attribuirle una spiegazione naturalechefino al giorno della sua mortela gentildonna rimase sempre incerta su questoe più disposta a tagliarne il nodo gordiano ammettendo l'esistenza di un intervento soprannaturale.

- Mamia cara zia - dissi io -che ne fu di quell'uomo di così grande abilità?

- Ahegli era un indovino troppo bravo per non prevedere che il proprio destino sarebbe stato tragico se avesse aspettato l'arrivo dell'uomo con il levriero d'argento sulla manica. Egli fuggì come si diceal chiaro di lunae non fu più visto da nessuna parte né se ne sentì più parlare. Ci fu un po' di rumore per delle carteo letteretrovate a casa suama passò e del dottor Battista Damiotti ben presto si parlò ugualmente poco come di Galeno o di Ippocrate.

- E Sir Philip Forester - dissi io -anche lui svanì per sempre dalla scena pubblica?

- No - replicò la mia gentile informatrice -si sentì di lui ancora una volta e fu in un'occasione eccezionale. Si dice che noi scozzesiquando esisteva ancora una nazione con questo nomepossedessimo nel nostro grande sacco pieno di virtù anche uno o due grandi difetti. In particolaresi porta come prova che raramente siamo disposti al perdono e non dimentichiamo mai un'offesa ricevuta; che siamo soliti fare un idolo del nostro rancorecosì come la povera Lady Constance aveva fatto del suo dolore; che siamo dediticome dice Bumsad "alimentare la nostra collera per mantenerla in vita". Lady Bothwell non era immune da questo sentimento e io credo che nient'altrotranne la restaurazione della dinastia degli Stuartavrebbe potuto essere più piacevole per lei dell'opportunità di vendicarsi di Sir Philip Forester per la profondaduplice offesa che l'aveva privata insieme di una sorella e di un fratello. Ma niente si seppe o si sentì di lui prima che molti anni fossero passati.

Finalmente a un ballo della vigilia di Quaresima (gli ultimi giorni di Carnevale) al quale era solita partecipare sempre tutta l'alta società di Edimburgoe dove Lady Bothwell aveva il suo posto tra le patronesseuno dei servitori le sussurrò all'orecchio che un gentiluomo desiderava parlarle in privato.

"In privato? In una sala da ballo? Deve essere pazzo. Ditegli di tornare da me domane mattina".

"Così ho fattoMilady"rispose l'uomoma ha voluto che vi consegnassi questo biglietto.

Aprì la letterache era curiosamente piegata e sigillata. Aveva le sole parole "questione di vita o di morte"scritte in una calligrafia che non aveva mai visto prima. Improvvisamente si ricordò che una simile questione poteva riguardare la salvezza di qualcuno dei suoi amici di partito; seguì il messaggero fino a una piccola stanza dove erano pronti i rinfreschie dalla quale la maggior parte della compagnia era esclusa. Vi trovò un vecchio cheal suo avvicinarsisi alzò e si inchinò profondamente. Il suo aspetto indicava una salute malferma e il suo vestitosebbene accuratamente adeguato all'etichetta di una sala da balloera consumato e macchiatoe ricadeva spiegazzato dalla sua persona emaciata. Lady Bothwell stava per mettere mano alla borsa pensando di liberarsi del mendicante con un po' di denaroma il timore di un equivoco fermò il suo proposito.

Diede quindi modo all'uomo di spiegarsi.

"Ho l'onore di parlare con Lady Bothwell?".

"Sono Lady Bothwell. Permettetemi di dire che questo non è né il momento né il posto per lunghi colloqui. Che cosa desiderate da me?".

"Vostra Signoria"disse il vecchioaveva una volta una sorella.

"E' vero; una sorella che amavo come la mia stessa anima".

"E un fratello".

"Il più coraggiosoil più gentileil più affettuoso!"disse Lady Bothwell.

"Tutti e due questi amati parenti li perdeste per colpa di un uomo sfortunato"continuò lo sconosciuto.

"Per il crimine di un mostruoso e crudele assassino"disse la gentildonna.

"Ho avuto la mia risposta"replicò il vecchio inchinandosi come per ritirarsi.

"Fermatevisignoreve lo ordino"disse Lady Bothwell; "chi siete voi chein una simile circostanzavenite a rievocare questi orribili ricordi? Insisto per saperlo".

"Sono uno che non vuole recare offesa a Lady Bothwell maal contrariooffrirle la possibilità di compiere un'azione di carità cristiana di cui il mondo si stupirebbe e che il cielo ricompenserebbe; ma io non trovo in lei la disposizione per il sacrificio che ero preparato a chiedere".

"Spiegatevisignoreche cosa intendete?"disse Lady Bothwell.

"Il miserabile che vi ha così profondamente offesa"replicò lo sconosciutoè ora sul suo letto di morte. I suoi giorni sono stati giorni di miseria, le sue notti, insonni ore di angoscia; però lui non può morire senza il vostro perdono. La sua vita è stata una penitenza senza fine, e tuttavia egli non osa separarsi dal suo peso terreno finché le vostre maledizioni pesano sulla sua anima.

"Ditegli"disse Lady Bothwell severamentedi chiedere perdono a quell'Essere che ha così grandemente offeso; non a un peccatore simile a lui. A che cosa gli potrebbe servire il mio perdono?.

"A molto"disse il vecchio. "Sarà un anticipo di quello che oserà chiedere al suo Creatoresignorae al vostro. RicordateLady Bothwellche anche voi avete un letto di morte da temere; la vostra animacome è necessario che succeda a tutte le anime umanepotrebbe aver timore nell'affrontare il seggio del Giudizio mostrando le piaghe di una coscienza impura e corrotta. Che pensiero sarebbe quello che mormorasse "Io non ho concesso misericordiadunquecome oserò chiederne?"".

"Uomochiunque tu sia"replicò Lady Bothwellnon insistere così crudelmente. Sarebbe ipocrisia blasfema che io pronunciassi con le mie labbra le parole contro le quali protesta ogni palpito del mio cuore.

Esse aprirebbero la terra e restituirebbero alla luce l'immagine di una sorella consumata dal dolore, l'immagine grondante sangue di un fratello assassinato. Perdonarlo... Mai, mai!.

"Buon Dio!"gridò il vecchio alzando le braccia al cieloè così che i vermi che Tu hai chiamato fuori dalla polvere obbediscono ai comandamenti del loro Creatore? Addio, donna superba e senza misericordia. Esulta, poiché a una morte nella povertà e nel dolore hai aggiunto le angosce della disperazione religiosa; ma non schernire mai più il cielo supplicando quel perdono che tu hai rifiutato di concedere.

Stava per girarsi quando:

"Fermatevi"ella esclamò; "proveròsì proverò a perdonarlo".

"Benevola signora"disse il vecchiovoi innalzerete un'anima che non osa separarsi dal suo peccaminoso compagno terreno prima di essere in pace con voi. Per quanto ne so, il vostro perdono forse potrà salvare con la penitenza la feccia di una vita disgraziata.

"Ah!"disse la nobildonnafolgorata da un'improvvisa intuizione. "E' il furfante in persona!". E prendendo per il bavero Sir Philip Foresterperché altri non era che luigridò: "Assassinoassassino!

Prendete l'assassino!".

A un'esclamazione così singolarein un simile postola compagnia accorse affollando la salama Sir Philip Forester non era più là.

Egli si era liberato con forza dalla presa di Lady Bothwell ed era corso fuori dalla stanza che si apriva sul pianerottolo delle scale.

Sembrava non esserci possibilità di fuga in quella direzioneperché c'erano diverse persone che venivano su per le scale e altre che scendevano. Ma lo sventurato uomo era disperato. Si gettò oltre la balaustra e atterrò senza incidenti nel corridoiononostante il salto di almeno quindici piedi; si precipitò quindi nella strada e scomparve nell'oscurità. Alcuni dei Bothwell tentarono di inseguirlo ese fossero tornati con il fuggiascolo avrebbero probabilmente ammazzatodato che in quei giorni agli uomini il sangue scorreva impetuoso nelle vene. Ma la polizia non intervennepoiché il crimine era successo molto tempo prima e in terra straniera. In effetti si pensò sempre che questo fatto straordinario fosse stato concepito come un tentativo ipocrita tramite il quale Sir Philip desiderava accertarsi della possibilità di ritornare nella sua terra natalesenza incorrere nella vendetta di una famiglia che egli aveva così profondamente offeso. Poiché l'esito risultò contrario ai suoi desiderisi pensò che egli avesse fatto ritorno sul Continente e fosse morto lì in esilio.

Così si concludeva il racconto dello SPECCHIO MISTERIOSO.




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