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WilliamMakepeace Thackeray



LEMEMORIE DI
BARRY LYNDON

SCRITTE DA LUI STESSO

 

 

 

 




Capitolo1



LEMIE ORIGINI E LA MIA FAMIGLIA


SUBISCOL'INFLUSSO DI UNA TENERA PASSIONE



Daitempi di Adamo in poisi può dire che non vi sia mai statonel mondo un guaio in cui non fosse mescolata una donna. E da quandoha avuto origine la nostra famiglia (e deve essere stato molto vicinoai tempi di Adamo - tanto antichinobili ed illustri sono i Barrycome ognun sa) le donne hanno avuto una parte importante nei destinidella nostra razza.


Immaginoche non vi sia in tutta l'Europa alcun gentiluomo che non abbiainteso ricordare la casata dei Barry di Barryoguenel regnod'Irlandapoiché nessun nome altrettanto famoso si puòtrovare nel Gwillim o nel D'Hozier; e benché da uomo di mondoio abbia imparato a disprezzare con tutta l'anima i vantati diritti aun'alta nobiltà di pretendenti che non hanno una genealogiapiù illustre di quella del lacché che mi lucida glistivalie benché derida col maggior dileggio le spacconate dimolti dei miei concittadiniche discendono tutti dai re d'Irlandaeparlano di un pezzetto di terra (su cui potrebbe a mala pena vivereun porco) come di un feudo; pure la verità mi costringe adichiarare che la mia famiglia era la più nobile dell'isolaeforse dell'universo mondo. E d'altra parte i nostri possedimentiorainsignificantia noi sottratti dalla guerradal tradimentodaltrascorrer del tempodalla bizzarria degli antenatidalla fedeltàall'antica fede ed all'antico monarcauna volta erano immensiedabbracciavano molte conteein un tempo in cui l'Irlanda era moltopiù ricca e prospera d'ora.


Avreipotuto anche porre la corona irlandese sul mio stemma gentiliziomatroppi sono gli sciocchi pretendenti a questa distinzione che giàla portano e l'hanno resa comune.


Forsechissàse non ci fosse stata di mezzo una donna oggi lacorona avrei potuto portarla io. E' inutile che vi mostriateincreduli. Io dico: "perché no?". Se vi fosse statoun condottiero valoroso a guidare i miei concittadini invece di queiqueruli buffoni che piegarono il ginocchio dinanzi a re RiccardoSecondoessi avrebbero potuto diventare uomini liberi: e se vi fossestato un capo risoluto per affrontare quel mascalzone assassino diOliviero Cromwellavremmo potuto cacciare gli Inglesi una volta persempre. Ma non vi era alcun Barry in campo contro l'usurpatore; anziil mio antenato Simone de Barry si accordò col suddettomonarca e sposò la figlia dell'allora re di Munsteri cuifigli egli aveva ucciso in battaglia senza pietà.


Maal tempo di Oliviero era troppo tardi ormai per levare il grido diguerra contro il birraio omicidaanche per un capo che portasse ilnome di Barry.


Noneravamo più principi della terra; la nostra infelice razzaaveva perduto i suoi possedimenti un secolo primain conseguenza delpiù vergognoso tradimento. Conosco bene il fattopoichémia madre me ne ha spesso raccontato la storiae per di piùha compilato un albero genealogico in ricamo di lana che ha appesonel salone giallo di Barryvilledove abitiamo.


Questoè il solo feudo che i Lyndon posseggano ora in Irlanda e fu untempo proprietà dei miei antenati. Roy Barry di Barryogue lopossedeva fin dal tempo di Elisabettainsieme con una metà diMunster. I Barryin quel tempoerano sempre in lotta con gliO'Mahony. Ora accadde che un certo colonnello inglese passasse nelpaese di Rory proprio nel giorno in cui gli O'Mahony avevano fattouna scorreria nel nostro territorioportando via un grosso bottinodi bestiame e di greggi.


Quelgiovane ingleseche si chiamava Roger Lyndondi Lindeno Lyndainevenne ricevuto in maniera molto cortese da Barryed avendo notatoche egli era sul punto di fare una spedizione punitiva nella terradegli O'Mahonygli offrì il suo aiuto e quello delle suelanciee si comportò così benea quanto pareche gliO'Mahony furono pienamente battutitutti i beni dei Barrysricuperatianzi raddoppiatinarra la vecchia cronacaa spese deibeni e del bestiame degli O'Mahony.


Siccomesi era al principio dell'invernoil giovane guerriero inglese venneinvitato da Barry a trattenersi nella sua casa di Barryogueed egliinfatti rimase là per parecchi mesi ed i suoi uomini siacquartierarono accanto a quelli di Barryl'uno vicino all'altronelle casette circostanti.


Essisi comportavanosecondo il loro costumecon l'insolenza piùinsopportabile verso gli Irlandesicosì che avvenivanocontinuamente risse ed omicidied il popolo deliberò didistruggerli.


Ilfiglio di Barryda cui io discendoera avverso agli Inglesi quantoogni altro uomo nel suo feudo; e siccome gli Inglesiquando venneloro comandato di andarsenesi rifiutarono di obbedireegli ed isuoi amici si consultarono insieme e decisero di distruggerli finoall'ultimo uomo.


Mavi era una donna a parte del complottoe questa era la figlia diBarry. Costei era innamorata dell'inglese Lyndon e gli rivelòtutto il segreto. E gli Inglesi impedirono il loro giusto massacropiombando a tradimento sugli Irlandesi e fecero a pezzi il mioantenato Phaudrig Barry e molte centinaia dei suoi uomini.


L'odiosomacello ebbe luogo al crocevia di Barrycross presso Carrignadihioul.


Lyndonsposò la figlia di Roderick Barry e pretese il feudo che eglilasciò; e benché i discendenti di Phaudrig fosserovivie si continuino nella mia persona (1) nella causa di fronte aitribunali inglesiil feudo venne concesso all'inglesecome èsempre avvenuto in tutti i processi in cui fossero interessatiinglesi ed irlandesi.


Cosìse non fosse stato per la debolezza di una donnasarei fin dallanascita entrato in possesso di quei feudi che più tardidovetti acquistare grazie al mio meritocome avrete occasione disentire. Ma andiamo avanti con la storia della mia famiglia.


Miopadre era molto noto nei circoli di questo regno ed in quelli diIrlanda col nome di Roaring Harry Barry. Si era indirizzatocomemolti altri figli cadetti di nobili famigliealla carriera forenseed aveva fatto il suo tirocinio nello studio di un celebre legale diSackville Streetin Dublino. Per il suo ingegno superiore e per ilsuo amore del sapere non vi è dubbio che sarebbe divenuto unafigura eminente nella sua professionese le sue qualitàsocialil'amore per i divertimenti sportivi e la straordinariagrazia del suo trattonon lo avessero indirizzato verso un tipo diattività molto superiore.


Sinda quando era segretario dell'avvocatoegli manteneva sette cavallida corsa e andava a caccia regolarmente con i cacciatori di Kildare edi Wicklow. Sul suo cavallo grigioEndimionedisputò poiquella famosa corsa contro il capitano Punter che è ancoraricordata dagli amanti di quello sport. Per ricordare quella vittoriafece dipingere uno splendido quadro che ora è appeso sopra lamensola del mio camino nella sala da pranzo di Castle Lyndon. Un annodopo ebbe l'onore di cavalcare lo stesso cavallo Endimione davanti aldefunto re Giorgio Secondo a Newmarketricevendone il premio e labenevola attenzione dell'augusto sovrano.


Benchéfosse soltanto il secondo figlio della nostra famigliail mio caropadre ereditò naturalmente il feudo (ora ridotto soltanto allamiserabile rendita di 400 sterline l'anno)perché suofratello maggiorelo zio Cornelius Barry (detto il Cavaliere Guercioper una ferita che aveva ricevuto in Germania) rimase fedele allavecchia religione in cui la nostra famiglia era stata allevatae nonsolo prestò servizio militare all'estero onorevolmentemacombatté persino contro la Sacra Maestà di GiorgioSecondo nella infelice sommossa della Scozia nel '45.


Riparleremopiù oltre del Cavaliere.


Devoessere grato della conversione di mio padre alla mia cara mammaMissBell Bradyfiglia di Ulysses Brady di Castle Bradycontea di KerryEsquire e J. P. (2) Essa eraai suoi tempila più belladonna di Dublinoe veniva chiamata da tutti "l'Elegante".Vedendola in una riunione mio padre si innamorò perdutamentedi lei; ma ella non voleva sposare un papista o il segretario di unavvocato: e così per amor suoessendo ancora in vigore levecchie buone leggiil mio caro padre prese il posto dello zioCornelius ed entrò in possesso del feudo della famiglia.


(3)Oltre all'amore per i begli occhi di mia madremolte personeedella migliore societàcontribuirono a questo felicemutamento; ed ho spesso udito mia madre raccontare ridendo la storiadell'abiura di mio padre che venne pronunciata alla taverna congrande solennitàalla presenza di Sir Dick Ringwooddi LordBagwigdel capitano Punter e di due o tre altri giovani scapestratidella città. Tra uno scherzo e l'altro Harry vinse quella seratrecento monete d'oro al faraonee la mattina seguente compìle necessarie formalità per estromettere il fratello. La suaconversione produsse un certo raffreddamento tra lui e lo zioCornelioche in conseguenza si unì ai ribelli.


Sistematala difficoltà della religioneLord Bagwig prestò a miopadre il suo yachtche allora stava all'ancora a Pigeon Housee labella Bell Brady venne indotta a fuggire con lui in Inghilterrabenché i suoi genitori fossero contrari al matrimonioed isuoi spasimanti (glielo ho inteso dire migliaia di volte) fossero ipiù numerosi ed i più ricchi di tutto il regnod'Irlanda. Si sposarono al Savoye siccome mio nonno morìprestoHarry BarryEsquirepoté entrare in possesso deibeni paterni e sostenere con dignità il nostro illustre nome aLondra. Ferì in duello il famoso Conte Tiercelin dietroMontague Housefu membro dello "White's" e frequentatoredi tutte le mescite di cioccolatae mia madredel parifece unavita brillante.


Alfinedopo il giorno del suo grande trionfo di fronte alla Sua Sacra Maestàin Newmarketla fortuna di Harry stava ormai per essere fattaperché il grazioso monarca aveva promesso di pensare a lui.


Mapurtroppoegli venne chiamato da un altro Monarcala cui volontànon consente ritardi né rifiutivale a dire dalla Mortechecolse mio padre alle corse di Chesterlasciandomi orfano e senzaaiuto. Pace alle sue ceneri! Egli non fu senza colpae dissipòla parte maggiore delle proprietà della nostra famiglia; maera valente nel bere un bicchiere e nello scuotere dadi e nel guidareil suo tiro a sei da uomo alla moda.


Nonso se la sua graziosa Maestà fosse molto colpitadall'improvvisa scomparsa di mio padrebenché mia madre miabbia detto che egli abbiain quell'occasionesparso qualche regalelacrima. Ma queste non ci aiutarono in nulla; e tutto ciò chefu trovato in casa sua dalla moglie e dai creditori fu una borsa connovanta ghineeche mia madre naturalmente prese insieme con lostemma di famigliail guardaroba di mio padre ed il suo. Dopo avercaricato tutto su una grande carrozza si diresse ad Holyheadda dovesi imbarcò per l'Irlanda. Il corpo di mio padre ciaccompagnava sul carro funebre più bello e più ornatodi pennacchi che il denaro potesse comprare.


Infattibenché moglie e marito avessero molto spesso litigato in vitaalla morte di mio padre la vedovadotata di nobile animodimenticòtutte le divergenzee gli fece il più grande funerale chefosse mai stato visto fino a quel giornoed eresse un monumentosopra le sue ossa (monumento che io poi dovetti pagare) conun'iscrizione che lo dichiarava il più saggioil piùpuro ed il più affezionato del mariti.


Percompiere questi tristi doveri verso il suo defunto signorela vedovaspese quasi tutte le ghinee che avevae ne avrebbe spese molte dipiù se avesse dovuto soddisfare un terzo delle fatture che levennero rimesse in occasione di quelle cerimonie. Ma la gente dellanostra vecchia casa di Barryoguebenché non amasse mio padreper il suo cambiamento di religionevolle essere vicino a lui inquel momento e mancò poco non facesse a pezzi i custodi delferetro inviati dal signor Plumer di Londra con le compiante spoglie.


Ilmonumento e la cappella in chiesa eranoperòpurtroppotutto quanto rimaneva dei miei vasti possedimenti; perché miopadre aveva venduto fino all'ultima porzione della proprietàad un certo Notleyun avvocato. Ricevemmo quindi soltanto un gelidobenvenuto nella nostra casa - che era diventato un luogo miserevole esquallido. (4) Lo splendore del funerale non mancò diaumentare la reputazione di donna di spirito ed alla moda dellavedova Barry; e quando scrisse a suo fratello Michael Bradyqueldegno gentiluomo immediatamente traversò il paese a cavalloper gettarsi nelle sue bracciae per invitarlain nome di suamogliea Castle Brady.


Micke Barry avevano litigatocome fanno tutti gli uominied erano corsetra loro parole molto vivaci durante il periodo in cui Barry facevala corte a Miss Bell. Ma quando Mick era venuto a Londra nel '46siera imbattuto una volta per via con Barryaveva abitato nella suabella casa di Clarges Streetaveva perduto con lui al gioco alcunemonete d'oroed in sua compagnia aveva rotto la testa ad un paio dipoliziotti. Tutti questi ricordi avevano molto ravvicinato mia madree me a quel gentiluomo di buon cuoreche ci ricevette quindientrambi a braccia aperte.


Miamadreagendo forse con saggezzanon volle far subito conoscere aisuoi amici quale era la sua condizione. Arrivòinconseguenzasu un'enorme berlina dorata che portava scolpiti immensistemmi e vennequindiconsiderata dalla cognata e dal resto dellacontea per una persona di notevole ricchezza e di grande distinzione.


Perun certo tempocome era giusto e convenientemia madre dettòlegge a Castle Brady. Dava ordini ai servitori in qua ed in làed insegnava loro ciò di cui avevano molto bisognovale adire un po' di distinzione londinese. E "il Redmond inglese"come io venivo chiamatoera trattato come un piccolo lordaveva persé una cameriera ed un paggioe l'onesto Mick pagava loro lostipendio - cosa che non aveva l'abitudine di fare neppure con ipropri domestici - facendo insomma tutto quanto era in suo potere perdare alla sorella un po' di conforto in tanta afflizione. La mammain cambioaveva deciso che quando i suoi affari si fossero sistematiavrebbe dato al suo cortese fratello una buona rendita per ilmantenimento suo e di suo figlio; ed aveva promesso di far portare daClarges Street i suoi bei mobili per arredare le stanze alquantomalconce di Castle Brady.


Maavvenne che quel mascalzone del nostro padron di casa fecesequestrare fino all'ultima sedia ed all'ultima tavola che perdiritto sarebbero dovute toccare alla vedova.


Ilfeudo di cui ero l'erede era nelle mani di rapaci creditoried isoli mezzi di sussistenza rimasti alla vedova ed all'orfanoconsistevano nel reddito di un'ipoteca di 50 sterline sulla proprietàdi Lord Bagwigche aveva contratto col defunto un debito di gioco. Ecosì le liberali intenzioni di mia madre verso suo fratellonon poterono essere poste in atto.


Bisognaconfessarea gran disdoro della signora Brady di Castle Bradychequando venne a conoscenza della povertà della cognatadimenticò tutto il rispetto che fino a quel momento era statasolita tributarlecacciò fuori della porta la mia camerieraed il mio paggioe disse alla signora Barry che avrebbe potuto ancheseguirli a suo comodo.


Lamoglie di Mick era di una famiglia di bassa estrazioneed erad'animo gretto; dopo circa un paio d'anni (durante i quali avevarisparmiato quasi tutta la sua piccola rendita) mia madre soddisfeceil desiderio della signora Brady: ma in pari tempomostrando unrisentimento giustobenché prudentemente dissimulatofecevoto che non avrebbe mai più ripassato la porta di CastleBradyfinché fosse viva la padrona di casa.


Sistemòil nuovo alloggio con grande economia e considerevole gustoe mainonostante la povertàvenne meno la dignità che le eradovuta e che tutto il vicinato le tributava. D'altra partecome sipoteva rifiutare rispetto ad una gentildonna che aveva vissuto aLondraaveva frequentato la società più elegante edera stata persino (come essa stessa dichiarava solennemente)presentata a Corte?

Questasituazione le dava il diritto - che sembra essere largamenteesercitato in Irlanda da quei locali che lo posseggono - di guardaredall'alto in basso con disprezzo tutte le persone che non hanno avutooccasione di lasciare l'isola nativa e di vivere per qualche tempo inInghilterra.


Cosìquando la signora Brady usciva con un vestito nuovola cognata erasolita dire:

-Povera creatura! come si può pensare che si intenda di moda?

Ebenché si compiacesse di essere chiamata "la bellavedova"e tale era infattila signora Barry era ancora piùsoddisfatta quando la chiamavano la vedova Inglese.


Lasignora Bradyda parte suanon mancava di argomenti perrisponderle: era solita ripetere che il defunto Barry era un fallitoe un pezzentee che tutto il mondo elegante che vedevaloincontrava al tavolo di giuoco di Lord Bagwigquel celebre fanfaronee pendaglio da forca.


Quantoa mia madrela signora di Castle Brady faceva insinuazioni ancorapiù pungenti. Ma perché dovremmo ora parlare di questeaccuse o rivangare scandali segreti vecchi ormai di cento anni?

RegnavaGiorgio Secondo quando questi personaggi vivevano e litigavano; buonio cattivibelli o bruttiricchi o poveriessi sono ora tuttieguali; ed i giornali della domenica ed i tribunali non ci fornisconoforse ogni settimana più freschi romanzi e pettegolezzi piùinteressanti?

Adogni modo si può affermare che la mammadopo la morte di suomarito ed il suo ritiro in campagnavisse in modo tale da sfidareogni calunnia. Se mia madre era stata la ragazza più allegradel paesecon metà dei giovanotti ai suoi piediprodiga adognuno di essi di sorrisi e d'incoraggiamentida vedova adottòinvece un contegno così dignitosamente riservato da rasentarel'alterigiae divenne rigida come una quacquera. Più di unuomo che era stato colpito dal fascino della fanciullaripetéle sue offerte alla vedova; ma la signora Barry rifiutò ogniproposta di matrimoniodichiarando di voler vivere soltanto per suofiglio e per la santa memoria del suo defunto marito.


-Santo davvero! - ripeteva di cattivo umore mia zia Brady.


-Harry Barry era il più gran peccatore che si sia mai visto; etutti sanno che lui e Bell si odiavano. Se lei non si vuol risposaredipende dal fatto che quella furbacchiona ha qualche altra cosa inmenteed aspetta soltanto che Lord Bagwig resti vedovo.


Mase anche fosse stato veroche c'era di male? Non era la vedova di unBarry degna di sposare qualsiasi lord d'Inghilterra? E non si èsempre detto che sarebbe stata una donna a restaurare le declinantisorti della famiglia Barry? Se mia madre sperava di essere lei quelladonnacredo che fosse un'idea perfettamente giustificabile da partesuaperché il lord (mio padrino) aveva sempre per lei unagrande attenzione; e del resto non ho mai saputo che il desideriodella mamma di migliorare la mia posizione nel mondo avesse presotanto profonde radici nel suo animofino al matrimonio di SuaSignoria nel '57 con miss Goldmorela figlia del ricco nababboindiano.


Nelfrattempo abitavamo sempre a Barryville etenendo conto dellascarsità della nostra renditaci tenevamo su bene.


Dellamezza dozzina di famiglie che formavano la congregazione di Brady'sTownnon c'era nessuno che avesse un'aria tanto rispettabile quantola mammala qualebenché sempre vestita a lutto in memoriadel suo defunto maritobadava che i suoi abiti fossero fatti in mododa dare alla sua bella persona il maggior risalto possibile. Ritengoche passasse almeno sei ore di ogni giorno della settimana atagliarliguarnirli e modificarli perché fossero sempre allamoda. Aveva la crinolina più ampia e il più elegantefalpalàed una volta al mesein una busta con laintestazione di Lord Bagwigveniva una lettera da Londra checonteneva i resoconti più recenti della moda di laggiù.La sua carnagione era così brillante che non aveva bisogno dirossettocom'era di moda a quei tempi. Noella diceva che lasciavarossetto e bianchetto a Madame Brady (e da questo il lettore puòimmaginare quanto le due donne si amassero)la cui carnagionegiallastra nessuno smalto poteva modificare.


Inuna parola era una bellezza così indiscussache tutte ledonne del paese la prendevano a modelloed i giovanottida diecimiglia all'intornovenivano apposta a cavallo alla chiesa di CastleBrady per poterle dare un'occhiata.


Masecome ogni altra donna che ho visto o di cui ho inteso parlareera orgogliosa della sua bellezzaper renderle giustizia ènecessario dire che era ancora più orgogliosa di suo figlio:mi ripeteva mille volte che ero il più bel ragazzo del mondo.


Questionedi gusti. Un uomo di sessant'anni può ormai parlare senzatroppa vanità del tempo in cui ne aveva quattordicie devoriconoscere che c'erano buoni motivi per giustificare l'opinione dimia madre.


Lamaggiore soddisfazione di quella brava donna era che fossi benvestito; la domenica ed i giorni di festa andavo in giro con giaccadi velluto e con la spada dall'elsa d'argento al fiancolagiarrettiera d'oro al ginocchiobella come quella di qualsiasi lorddel paese. Mia madre mi faceva i più splendidi panciottiedavevo molti merletti ai polsiniun nastro nuovo sui capelliequando andavamo in chiesa la domenicapersino l'invidiosa signoraBrady era costretta ad ammettere che non vi era una coppia piùelegante in tutto il regno.


Mala signora di Castle Brady aveva motivo di sogghignarepoichéin queste occasioni un certo Timche avevamo l'abitudine di chiamareil mio vallettoseguiva in chiesa me e mia madreportando un grossolibro di preghiere ed un bastone: era vestito con la livrea di unodei nostri paggi di Clarges Streetche non gli tornava a pennellopoiché Tim era un ragazzo piccolo e con le gambe storte. Mabenché poveri eravamo sempre nobilie non era il caso diprenderci in giro per questi accessori dovuti al nostro rango. Cosìci avanzavamo nella navata centrale della chiesa fino al nostroinginocchiatoio con gran solennità e gravitàcomeavrebbero potuto fare la moglie ed il figlio del Lord Luogotenente.


Làgiuntimia madre pronunciava le risposte e gli amen con una vocealta e dignitosa che era una delizia a sentirla. Aveva anche unabella voce adatta per il cantoin cui si era perfezionata a Londrasotto un maestro alla moda; ed esercitava questo suo talento in modotale che nella piccola congregazione non vi era quasi alcun'altravoce che osasse unirsi alla sua nel canto dei salmi. In realtàmia madre aveva grandi doni in ogni campoe ritengo che fosse unadelle persone più belleeducate e ricche di virtù diquesto mondo. Molto spesso me ne aveva parlatoed i vicini chenotavano la sua umiltà e la sua pietàne ricevevanouna tale impressione che avrei sfidato l'uomo più diffidente anon aver fiducia in lei.


Quandolasciammo Castle Brady andammo ad occupare una casa in Brady's Townche la mamma battezzò Barryville. Confesso che era unappartamento molto piccoloma noi ne tirammo tutto il profittopossibile. Ho ricordato già l'albero genealogico dellafamiglia che era appeso nel salottoche la mamma chiamava "ilsalone giallo"mentre la mia camera da letto era chiamata "lacamera rosa" e la stanza di mamma l'"appartamentoarancione" (come ricordo bene tutto!). Al momento del pranzo Timsuonava regolarmente una grande campanaed avevamo per bere unacoppa d'argento per unoe mia madre affermavanon a tortocheavevo al mio posto una bottiglia di chiaretto degna di qualsiasialtro signore della regione.


Infattiera cosìsebbenedata la mia tenera etànon mi fossepermesso bere quel vinoche così raggiunse nella caraffa unaconsiderevole età.


Lozio Bradynonostante le dispute di famigliasi accorse di questofatto un giorno in cui venne per sua disgrazia a Barryville all'oradi pranzo e gustò di quel nettare.


Bisognavavedere come sputava e le smorfie che fece! Ma quell'onesto gentiluomonon era troppo schizzinoso in materia di vinoné dellacompagnia in cui lo beveva. Si sarebbe ubriacato infatti con lastessa indifferenza col pastore o col prete cattolico; nei riguardidi quest'ultimociò suscitava l'indignazione di mia madrelaqualeessendo di famiglia protestante fanaticadisprezzava contutte le sue forze quelli dell'antica fedee a mala pena si sarebbetrattenuta in una stanza in cui fosse stato presente un retrogradopapista. Ma il cavaliere non aveva tanti scrupoli; era infatti unodegli individui più simpaticisemplici e di buon carattereche mai siano vissutie passava volentieri qualche ora con lasolitaria vedova quando era stanco di Madame Brady a casa. Glipiacevodicevamolto più di qualcuno dei suoi figlied allafinedopo un paio d'anniacconsentì a farmi rientrare alcastello. Quanto a mia madreperòmantenne risolutamente ilgiuramento che aveva fatto nei riguardi della cognata.


Proprioil giorno in cui tornai a Castle Brady si può direin certosensoche cominciassero i miei guai. Mio cuginoMaster Mickungrosso mostro di diciannove anni (mi odiava eve lo posso garantirelo ricambiavo con tutto il cuore)mi insultò a pranzorinfacciandomi la povertà di mia madree fece ridere alle miespalle tutte le ragazze della famiglia.


Cosìquando andammo alle stalledove Mick andava sempre a fumare la suapipa di tabacco dopo pranzogli dissi tutto quello che pensavo diluie ne seguì una lotta che durò almeno dieci minutidurante i quali mi comportai da uomo e gli pestai l'occhio sinistrobenché in quel tempo avessi soltanto dodici anni.


Naturalmenteegli mi battéma una sconfitta fa poca impressione a unragazzo in quella giovane etàcome io avevo provato giàmolte volte nelle mie battaglie con i monellacci di Brady's Townnessuno dei qualidurante quel periodo della mia vitaera in gradodi starmi a pari.


Miozio fu molto soddisfatto quando seppe della mia prodezza; mia cuginaNora portò carta e aceto per curarmi il nasoe quella seraandai a casa con una pinta di chiaretto in corponon poco orgogliosolasciatemelo diredi avere tenuto duro per tanto tempo contro Mick.


Ebenché continuasse a trattarmi malee fosse solito pigliarmia legnate ogni volta che gli capitavo tra i piediero molto contentodi stare a Castle Brady e della compagnia che trovavo laggiùdei miei cuginialmeno di alcunie della gentilezza di mio ziogiacché diventavo sempre più il suo favorito.


Eglimi comprò un puledro e mi insegnò a cavalcare. Miportava con sé a cacciare le lepri e gli uccelli e mi insegnòa tirare a volo.


Ealla fine fui liberato anche dalla persecuzione di Mickpoichésuo fratelloMaster Ulikritornò dal Trinity Collegeesiccome odiava il fratello maggiore (cosa che avviene di solito nellefamiglie del bel mondo) mi prese sotto la sua protezione. Da quelmomentopoiché Ulick era più grosso e più fortedi Mickio (il Redmond inglese come ero chiamato) venni lasciatostaresalvo le volte in cui veniva ad Ulick la voglia di frustarmicosa che faceva ogni volta che lo riteneva conveniente.


Lamia educazionedel restonon venne trascurata neppure nelle partipiù superfluee poiché avevo una non comunedisposizione naturale per molte cosepresto superai in finezza lamaggior parte delle persone che mi stavano intorno.


Avevoorecchio ed una bella voceche mia madre coltivava con cura; miinsegnò anche a ballare il minuetto con grazia e gravitàgettando così le fondamenta del mio futuro successo nellavita.


Imparaianche i balli volgariper quanto forse non dovrei confessarlonellastanza dei domesticidovepotete esserne sicurinon mancava maiuna cornamusa: ed io venivo considerato senza rivali sia nella danzarustica che nella giga.


Perquanto riguarda la cultura librescaebbi sempre un gusto non comuneper leggere commedie e romanziche sono la parte fondamentale dellaeducazione di un perfetto gentiluomoe mai lasciavo passare dalvillaggio un venditore ambulantesenza comprarese avevo un pennyalmeno un paio di ballate. Per quanto riguarda invece la stupidagrammaticail grecoil latino e simili pedanteriele ho sempreodiate fin dalla prima giovinezzae dichiarai subito francamenteche non le avrei imparate.


Questamia intenzione la mostrai in maniera abbastanza decisa all'etàdi tredici anniquando capitò a mia madre un'ereditàdi 100 sterline da parte di mia zia Biddy Brady. Ella pensò diimpiegare questa somma per la mia educazione e mi mandò nellafamosa accademia del Dottor Tobias Tickler a BallywhacketoBackwhacketcome aveva l'abitudine di dire mio zio. Ma sei settimanedopo essere stato consegnato a Sua Reverenzatornai d'improvviso aCastle Brady; feci quaranta miglia a piedi per fuggire da quel luogoodiosoe lasciai il dottore in uno stato simile all'apoplessia.


Ilfatto è che alle piastrellea ladri e guardieed al pugilatoero il primo della scuolamentre non riuscivo affatto ad eccellerenello studio dei classici; e dopo essere stato fustigato sette voltesenza che questo facesse fare il minimo progresso al mio latinomirifiutai di sottomettermi di nuovotrovando la cosa perfettamenteinutilead un'ottava applicazione della frusta.


-Cercate qualche altro sistemasignore - dissi al maestro quandostava per scudisciarmi un'altra volta; ma egli non vollee alloraper difendermi gli tirai in testa la lavagna e colpii il bidelloscozzese con un calamaio di piombo. A questo gesto tutti i ragazzi simisero a strillare di gioiamentre alcuni dei servi tentavano difermarmi; ma tirando fuori il grosso coltello a serramanico che miacugina Nora mi aveva regalatogridai che lo avrei piantato nelpanciotto del primo che avesse osato toccarmie vi garantisco che milasciarono passare.


Quellanotte dormii a venti miglia da Ballywhacketnella casa di uncontadinoche mi diede patate e latteed al quale più tardiregalai cento ghineequando tornai a visitare l'Irlanda nei giornidella mia grandezza.


Comevorrei avere ora quel denaro! Ma a che scopo aver rimpianti ?

Miè capitato di dormire su letti più duri di quello sucui dormii quella notteed ho avuto cibo più scarso di quelloche mi diede l'onesto Phil Murphyla sera in cui scappai da scuola.Così tutta la mia carriera scolastica era durata soltanto seisettimane. E dico questo per far conoscere ai genitori il valore cheha lo studio.


Infattiho incontrato nel mondo molti dotti topi di bibliotecaspecialmenteun illustre vecchio dottore con gli occhi cisposidi nome Johnson(5)che viveva in un cortile presso Fleet Streeta Londra; ebbenel'ho ridotto al silenzio come sto per dirvial caffè Buttoned in questo e nella poesiaed in quella che chiamo filosofianaturaleo scienza della vitae nell'equitazionenella musicanelsalto nel fiorettonella conoscenza dei cavalli o nelle scommessesui gallinel modo di fare di un perfetto gentiluomo e di un uomo dimondo posso dire cheper quanto mi riguardaRedmond Barry ha dirado trovato un eguale.


-Signore - dissi al signor Johnson nell'occasione cui alludevo (eraaccompagnato da un certo signor Boswell di Scoziaed io ero statopresentato al circolo da un certo signor Goldsmithmioconcittadino). - Signore - gli dissirispondendo ad un'altisonantecitazione in greco del grande maestro - voi credete di saperne moltopiù di me perché citate il vostro Aristotele e ilvostro Plutonema sapete dirmi quale cavallo vincerà ad EpsomDowns la settimana prossima? Sapete correre per sei miglia senzaripigliar fiato? Sapete colpire con la pistola dieci volte l'asso dipicche senza sbagliarlo mai? Se è cosìparlatemi puredel vostro Aristotele e del vostro Plutone.


-Ma non sapete con chi state parlando? - gridò a questo puntoil gentiluomo scozzeseil signor Boswell.


-Tacetesignor Boswell - disse il vecchio maestro di scuola non ho ildiritto di seccare col mio greco questo galantuomoed egli mi harisposto molto bene.


-Dottore - risposi io scherzando - conoscete una parola che facciarima con Aristotele?

-Portose volete - osservò ridendo il signor Goldsmith. Eordinammo se rime in Aristotele (6) prima di lasciare il caffèquella sera.


Quandopoi raccontai la storia questo divenne uno scherzo consuetoed alloWhite ed all'Albero di Coccoquei burloni erano soliti dire:

-Cameriereporta una rima in Aristotele del capitano Barry.


Unavoltamentre stavo sorbendo un bicchierino nell'ultimo dei due postiindicatiil giovane Dick Sheridan mi chiamò "un grandestagirita"scherzo che non fui in grado di comprendere... Masto divagando dalla mia storiae debbo in conseguenza tornare acasaalla cara vecchia Irlanda.


Avevofatto conoscenzafin da alloracon la gente piùragguardevole della regioneed i miei modicome ho dettoeranotali da poter stare alla pari con tutti loro. Forse vi meravigliereteche un ragazzo di campagnaquale io eroeducato tra piccoliproprietari irlandesied i loro dipendenti di stalla e di fattoriapotesse arrivare a possedere quel modo di fare così eleganteche senza discussione mi viene da tutti riconosciuto. Ma il fatto èche ebbi un valente istruttore nella persona di un vecchioguardacacciache aveva fatto il servizio militare col re di Franciaa Fontenoye che mi insegnò il ballo e le belle manierenonché un'infarinatura della lingua di quel paeseinsieme conl'uso della spadasia piccola che grande. Molte e molte volte hocamminatoda ragazzoper un lungo miglio al suo fiancomentre eglimi narrava le meravigliose storie del re di Franciadella brigatairlandesedel maresciallo di Sassonia e dei ballerini dell'Opera.


Egliaveva anche conosciuto mio zioil cavaliere Guercioe sapeva milleraffinatezzeche mi insegnava in segreto. Non ho mai conosciuto unuomo che potesse stargli a pari nel gioco dei dadinel curare uncavallonel guidarlo e nel saperlo scegliere. Mi insegnava gli sportvirilia cominciare dalla caccia dei nidicosì checonsidererò sempre Phil Purcell come il miglior istitutore cheabbia mai avuto. Il suo unico difetto era quello di berema suquesto ho sempre chiuso un occhio; odiava anche mio cugino Mick comeil velenoma anche su questo punto mi era facile scusarlo.


Sottola guida di Philall'età di quindici anni ero un uomo moltomeglio educato dei miei cuginie credo che la Natura fosse stataanche più benigna verso la mia persona. Alcune delle ragazzedi Castle Bradycome presto vi racconteròmi adoravano. Allefiere ed alle corse molte delle ragazze più carine presentidicevano che mi avrebbero voluto avere come cavaliere. Eppurebisogna che lo confessinon ero molto popolare.


Inprimo luogo tutti sapevano che ero povero in canna; e credo che forseun po' di colpa l'avessein questola mia buona madre che mi avevafatto troppo orgoglioso. Avevo l'abitudine di vantarecoi mieicompagnila mia nascita e la magnificenza delle mie carrozzedeimiei giardinidelle mie cantinedei miei domesticie questodavanti a gente che conosceva perfettamente la mia effettivasituazione. Se c'erano dei ragazziche osavano pigliarmi in girodovevo picchiarlia rischio di morire; e più di una voltasono ritornato a casa quasi ammazzato da qualcunoo da parecchidiloro; e quando mia madre mi domandava cosa era capitato rispondevoche era stata una "questione di famiglia".


-Difendi il tuo nome anche col sangueReddyragazzo mio - mi dicevaquella santa donnacon le lacrime agli occhied essa avrebbe fattolo stessocon la voce; ed anchesìcon le unghie e coidenti.


Cosìquando avevo quindici anninon c'era più un ragazzosi puòdireal di sotto dei vent'anni in un raggio di mezza dozzina dimigliache non avessi picchiato per una ragione o per un'altra.


C'eranoi due figli del vicario di Castle Brady (in realtà io nonpotevo associarmi con dei ragazzacci pezzenti come loroed avemmopiù di una battaglia per sapere chi si doveva scansare dalmuro quando ci incontravamo in Brady's Town)c'era Pat Lurganilfiglio del fabbroche me le sonò quattro volteprima chevenissimo ad una battaglia campalein cui ebbi finalmente ilsopravvento; e potrei ricordare una ventina di prodezze da me fattese questi ricordi di pugilato non fossero argomenti troppo futili perparlarne davanti a gentiluomini e dame bennate.


Mac'è un altro argomentomie gentili lettricidi cui devoparlaree che non è fuori posto. Vi piaceinfattiudirnediscorrere giorno e notte; poichégiovani e vecchiesognatee pensate soltanto a questo. Belle o brutte (ed in fede mianon homai visto altro che donne belle fino ai cinquant'anni!) è ilsoggetto più vicino al cuore di tutte voi; e credo che avretegià indovinato l'enigma senza troppa fatica. Amore! certoquesta parola è formata apposta con le più dolci emorbide vocali e consonanti della nostra linguae chi non desiderasentirne parlarealmeno a mio parere non vale un fico secco.


Lafamiglia di mio zio era formata di dieci figli chesecondol'abitudine delle famiglie molto numeroseerano divisi in due campiavversiin due partiti: l'uno stava dalla parte della mammamentrel'altro fiancheggiava mio zio in tutte le numerose liti che sorgevanotra il degno gentiluomo e la sua consorte. La fazione della signoraBrady era capeggiata da Mickil maggioreche mi odiavae non amavaneppure suo padreche lo teneva lontano dalla proprietà.


InveceUlickil secondo fratelloera una creatura di suo padre ed inconseguenza Mick aveva una folle paura di lui. Non ènecessario che ricordi i nomi di tutte le ragazze; se piùtardi ho avuto abbastanza guai con loro nella vita lo sa il Cielo; eduna di loro fu anzi la causa di tutte le mie prime sventure: ella era(benché certo tutte le sue sorelle si rifiutassero diriconoscerlo) la bellezza della famigliae si chiamava Miss HonoriaBrady.


Aquel tempodiceva di avere diciannove anni; ma siccome sapevoleggere il frontespizio della Bibbia di famiglia come qualsiasi altro(era uno dei tre libri che insieme con il tavoliere del tric-traccostituivano la biblioteca di mio zio)sapevo che era nata nel '37e che era stata battezzata dal Dottor Swiftdecano della chiesa diSan Patrizio a Dublino (7); per conseguenza aveva ventitréanni nel tempo in cui lei ed io stavamo tanto insieme.


Quandoripenso a lei oracapisco che non deve mai essere stata veramentebellaperché la sua corporatura era piuttosto tendente algrassoe la sua bocca era molto larga; il viso era lentigginoso comeun uovo di pernice ed i capelli avevano il colore di una certaverdura che si mangia insieme col manzo bollitoa voler usare iltermine più benevolo. Più di una volta la mia caramadre mi aveva fatto fare queste osservazioni a proposito dellaragazzama allora non ci credevoanzi ero portato a considerareHonoria come un essere angelicomolto al di sopra di tutti gliangeli del suo sesso.


D'altraparte sappiamo benissimo che una signora esperta nella danza o nelcanto non può raggiungere la perfezione senza un lungo studioe che la canzone o il minuetto che essa esegue con tanta facilegrazia davanti al pubbliconon è stata da lei imparato senzamolta fatica e perseveranza in privato; lo stesso avviene con quellecare creature che sono esperte nell'arte della civetteria.


Honoriaper esempiostava sempre in allenamentoed a questo scopo avevapreso mepovero diavolocome soggetto per il suo perfezionamentocosì come facevadel restocon l'ispettore del dazio quandoveniva per il suo girocol cameriereo col povero curato o colragazzo del giovane farmacista di Brady s Townche mi ricordo diavere picchiato una volta proprio per questa ragione.


Seè ancora vivogliene faccio le mie scuse. Povero diavolo! Nonera certo colpa sua se era caduto vittima delle male arti di unadelle più grandi civette del mondoconsiderando naturalmentela sua oscura vita e rustica educazione.


Avoler dire la verità - ed ogni parola di questo racconto dellamia vita è improntata alla più sincera verità -la mia passione per Noraod Honoria che siacominciò in unmodo molto volgare e poco romantico. Non le ho salvato la vita; anziuna volta l'avevo quasi ammazzatacome sentirete. Non l'avevorimirata al chiaro di lunasonando la chitarrané l'avevoliberata da una banda di briganticome nel romanzo avviene adAlfonso con la bella Lindamira; ma una volta dopo pranzod'estate aBrady's Townme ne andai in giardino a cogliere ribesper mangiarlicome fruttae ve lo giuro sul mio onorepensavo soltanto ai ribesquando mi imbattei in Miss Nora ed in Mysieuna delle sue sorellecon la quale in quel momento andava d'accordoed erano entrambeoccupate allo stesso divertimento.


-Come si dice ribes in latinoRedmond? - mi dice lei.


Mistuzzicava sempre.


-Io so come si dice in latino oca! - rispondo io. (8) - E come sidice? - insiste Miss Mysieinsolente come un pappagallo.


-Accidenti a te - rispondo ioperché non avevo mai abbastanzaspirito; e così ci mettemmo a lavorare sull'arbusto del ribesridendo e scherzandofelici quanto è possibile esserlo.


Mentrepassavamo così piacevolmente il tempoNora fece in modo digraffiarsi il braccioche cominciò a sanguinare; allora simise a piangere mostrando quel braccio rotondo e bianco. Io lofasciai e credo che mi permettesse di baciarle la mano; e benchéfosse la mano più grassa e mal fatta che si potesse vedereconsiderai quel favore come il più incantevole che mi fossemai stato concessoe tornai a casa in estasi.


Eroun ragazzo troppo ingenuo per nascondere i sentimenti che potevoprovarea quel tempo; così che nessuna delle otto ragazze diCastle Brady poté fare a meno di accorgersi presto della miapassionee tutte scherzavano e si rallegravano con Nora per il suocavaliere.


Itormenti della gelosia che quella crudele civetta mi fece sopportarefurono orribili. Qualche volta mi trattava da bambinoqualche altrada uomo.


Mipiantava sempre in asso se capitava qualche estraneo in casa.


-Dopo tutto - mi diceva - tuRedmondhai soltanto quindici annienon hai una ghinea al mondo.


Allorale giuravo che sarei divenuto il più grande eroe che si fossemai conosciuto fuori dell'Irlandae facevo la scommessa che prima diaver raggiunto i vent'anni avrei avuto abbastanza denaro per comprareun feudo sei volte più grande di Castle Brady.


Naturalmentenon ho mantenuto nessuna di queste sciocche promesse; ma non vi èdubbio che esse ebbero molta influenza sui primi anni della mia vitae mi indussero a fare quelle grandi azioni per cui sono divenutocelebree che verranno ora ordinatamente narrate.


Voglionarrare però almeno un episodiocosì che i lettoripossano conoscere che razza di tipo era Redmond Barrye qualecoraggio ed indomita passione avesse in corpo. Non so se nessuno deigiovani all'acqua di rose del giorno d'oggi avrebbe osato fare lametà di ciò che feci io di fronte al pericolo.


Occorrepremettere che in quel tempo il Regno Unito era in stato di grandeeccitazione per la minacciache generalmente trovava creditodi unainvasione francese. Si diceva che il Pretendente fosse in grande augea Versaillesche fosse stato meditato uno sbarco in Irlandaed inobili e la gente del popolo che era in grado di farlo in tutte leparti del regno mostravano la loro fedeltà arruolandoreggimenti di cavalieri e di fanti per resistere all'invasione.Brady's Town mandò una compagnia ad unirsi al reggimento diKilwanganin cui era capitano Master Micke ricevemmo una letteradi Master Ulick dal Trinity Collegeche raccontava come anchel'Università avesse formato un reggimentoin cui egli aveval'onore di essere caporale.


Comeli invidiavo entrambi! specialmente quell'odioso Mickquando lovedevo marciare alla testa dei suoi uomini nella sua giubba scarlattaricamatacon un nastro al cappello! Luiquella povera creaturapriva di intelligenzaera capitanoed ioniente! Io che sentivo diavere tanto coraggio quanto il Duca di Cumberland in personae chesapevoper di piùche una giubba scarlatta mi sarebbe statatanto bene!

Miamadre disse che ero troppo giovane per arruolarmi nel nuovoreggimentoma il fatto erain realtàche lei era troppopoveraed il costo di una uniforme nuova avrebbe ingoiato almeno lametà della sua rendita di un annomentre ella avrebbe volutoche suo figlio facesse una figura degna della sua nascitacavalcasseil migliore dei destrierifosse vestito degli abiti miglioriefrequentasse le compagnie più eleganti.


Cosìdunquementre tutto il paese risuonava di rumori di guerrai treregni rimbombavano di musiche militaried ogni uomo di merito sirecava a rendere omaggio alla corte di Bellonaioperchépoveroero costretto a restarmene a casain giacchetta di fustagnoa sospirare in segreto la gloria.


Mickintanto faceva la spola tra la casa e il reggimentoe portava con sémolti suoi compagni. Le loro uniformi e le loro arie spavalde miriempivano di crucciomentre le immancabili attenzioni che Miss Noratributava loromi facevano diventare quasi pazzo. Nessuno peròpensava ad attribuire la mia tristezza alla mia gelosia verso lafanciullama piuttosto alla mia delusione di non aver avuto ilpermesso di seguire la professione delle armi.


Unavolta gli ufficiali della guardia nazionale diedero un grande ballo aKilwangana cuinaturalmente vennero invitate tutte le signore diCastle Bradyche formavano il carico completo (e passabilmentebrutto) di un'intera carrozza. Siccome sapevo a quali torture la miapassione per Nora mi avrebbe sottoposto a causa della sua perpetuacivetteria con gli ufficialidichiarai per un pezzo che non sareiandato al ballo con la comitiva. Ma ella aveva un modo diconquistarmicontro cui ogni mia resistenza era vana. Proclamòsolennemente che andare chiusa in carrozza le faceva sempre male.


-E come posso andare al ballo - mi disse - se tu non mi porti su Daisydietro a te sulla sella?

Daisyera una buona cavalla puro sangue di mio zioed a tale proposta nonpotei assolutamente dire di no; così andammo insieme a cavallofino a Kilwangane mi sentivo orgoglioso come un principepoichéessa mi aveva promesso di ballare con me una controdanza.


Maquando il ballo fu finitoquella piccola e ingrata civettuola midichiarò di aver completamente dimenticato il suo impegno; edinfatti aveva ballato tutto quel giro con un inglese! Ho sopportatomolti tormenti nella mia vitama nessuno pari a quello. Cercòdi farsi perdonare la sua trascuratezzama non potevo farlo.


Alcunedelle ragazze più carine si offrirono di consolarmiperchéero il miglior ballerino della sala. Tentai ancora con leima senzarisultato.


Erotroppo sconvolto per continuaree così restai solotutta laseratain preda al più vivo spasimo. Avrei voluto giocaremanon avevo denarotranne la moneta d'oro che mia madre mi facevasempre portare nella borsa - senza spenderla - come deve fare ungentiluomo. Non avevo voglia di beree in quel tempo non conoscevoancora l'amaro conforto che si prova con questoma pensavo diuccidermidi uccidere Noraed anche più sicuramente di farealtrettanto col capitano Quin!

Finalmenteal mattino il ballo terminò. La maggior parte delle signore sene andò nella vecchia carrozza traballante e scricchiolante.Daisy venne portata fuori e Miss Nora prese posto dietro di me cosache le lasciai fare senza dire parola.


Manon avevamo fatto nemmeno mezzo miglio fuori della città cheella cominciò a farmi smorfie e complimenti per farmi passareil cattivo umore.


-Certo è una nottata freddacaro Redmonde ti prenderai unraffreddore senza fazzoletto al collo.


Aquesta gentile osservazione fatta dalla sella posteriorela sellaanteriore non diede alcuna risposta.


-Hai passato una piacevole serata con Miss ClancyRedmond? Ho vistoche siete stati sempre insiemeper tutta la notte.


Aquesta frase la sella anteriore rispose soltanto con un grugnito trai denti; e dando una sferzata a Daisy.


-Ohsanto Cielo! Fai sobbalzar Daisy e mi fai andare in terra:

seitroppo distratto: e tu saiRedmondche sono tanto timida!

Lasella posteriore aveva passato il braccio attorno alla vita dellasella anterioree questo le diede forse il brivido piùpiacevole del mondo.


-Non posso soffrire Miss Clancylo sai! - risponde la sella anteriore- ed ho ballato con lei soltanto... soltanto perché...


perchéla persona con cui volevo ballare è stata impegnata tutta lanotte.


-Però c'erano le mie sorelle - rispondeva la sella posterioreridendo ora per l'orgoglio della sua conscia superiorità - edin quanto a memio caronon sono stata cinque minuti in sala senzavenir subito impegnata per un ballo.


-Ma eri proprio obbligata a ballare cinque volte col capitano Quin? -dissi io. Oh stranodelizioso fascino della civetteriacredo cheMiss Nora Bradyall'età di ventitré annisentisse unfremito di piacere nel pensare di avere tanto potere su un poveroragazzo innocente di quindici anni!

Naturalmenterispose che non le importava nulla del capitano Quin:

mache egli certo ballava benee che era un bel pezzo d'uomoe chestava molto bene nella divisa del reggimento: e se egli le chiedevadi ballarecome poteva rifiutarlo?

-Ma hai rifiutato meNota.


-Oh! posso ballare con te tutti i giorni - rispose Miss Norascuotendo il capo; - e ballare col proprio cugino ad un ballopubblicosembra che si faccia perché non si è trovatoun cavaliere. Per di più- continuò Norae fu questauna crudele e dura feritache mostrava quale potere ella aveva sopradi me e con quanta spietatezza ne usava - oltre a questoRedmondilcapitano Quin è un uomoe tu soltanto un ragazzo!

-Se mai lo incontrerò ancora - gridai con una bestemmia vedretechi è il migliore di noi due. Lo sfiderò alla spada edalla pistolaper capitano che sia. Un uomo davvero! Sfideròogni uomo - tutti gli uomini! Non ho picchiato Mick Brady quandoavevo soltanto undici anni? Non ho battuto Tom Sullivanquel granbestione grosso come un toroche ne ha diciannove? OhNoraècrudele da parte tua prendermi in giro così!

MaNoraquella voltaaveva voglia di rideree continuò i suoisarcasmi.


Dichiaròche il capitano Quin era già noto come valoroso soldatocheera famoso come uomo di mondo a Londrae che poteva essere facile daparte di un Redmond parlarevantarsi e battere bidelli e ragazzi dicontadinima sfidare un capitano inglese era una cosa molto diversa.


Poivenne a parlare dell'invasione e di questioni militari in generale:del re Federicoche era chiamato in quel tempo l'eroe protestantedi Monsieur Thurot e della sua flottadi Monsieur Conflans e dellasua squadra di Minorcadi come era stata attaccata e di dove stavaora; ci trovammo d'accordo sul fatto che doveva essere in Americaesperammo che i Francesi potessero essere sonoramente battuti laggiù.


Mimisi un po' a sospirareperché cominciavo a calmarmie dissiche avrei desiderato molto diventare soldato. A questo punto Noraricorse al suo infallibile:

-Ahvorresti lasciarmi allora? Ma certo non sei abbastanza grandeneppure per fare il tamburino!

Aqueste parole risposi giurando che sarei diventato soldatoanzigenerale.


Mentrechiacchieravamo in questa sciocca maniera arrivammo ad un punto cheda allora in poi venne conosciuto come Redmond's Leap Bridge (Pontedel Salto di Redmond). Era un vecchio pontealtosopra un torrenteprofondo e con le rive rocciosee mentre la cavalla Daisy col suodoppio carico stava traversando il ponteMiss Noradando via allasua immaginazionee ritornando di nuovo all'argomento militare(scommetto che stava pensando di nuovo al capitano Quin)Miss Noradisse:

-Figuriamo oraRedmondche tuda quell'eroe che seidovessipassare sul ponteed il nemico fosse dall'altra parte.


-Sguainerei la spada e mi aprirei un varco.


-Come? Mentre io sto sulla sella di dietro? Mi faresti ammazzarepovera me.


(Eraabitudine di quella signorina di ripetere ogni momento "poverame!").


-E' giusto. Ecco allora quello che farei. Salterei con Daisy giùnel fiume e la farei nuotare a valle con tutti e duefin dove inemici non potessero seguirci.


-Un salto di venti piedi! Non oseresti fare una cosa simile con Daisy!Peròdal capitano di cavalleria Black George ho inteso direche George Quin...


Nonfinì mai la parolaperché reso pazzo dal continuoripetersi di quell'odioso monosillabole gridai "tienti strettaalla mia vita" e dando un colpo di sprone a Daisyin un minutomi precipitai con Nora di sopra al parapetto nella profonda acquasottostante. Non so bene perché; se volevo che ci annegassimoio e Norao se volevo compiere un atto che persino il capitano Quindovesse ammirareo se avevo immaginato che il nemico fosse davverodi fronte a noi; non lo potrei dire ora; ma il fatto è chescavalcai il parapetto.


Ilcavallo affondò fino alla testala ragazza gridava mentrecadeva nell'acqua e gridava quando ne tornò fuoried io ladeposi a terrasemisvenutasulla rivadove fummo trovati prestodalla gente di mia ziache era tornata indietro udendo le grida.


Tornaia casadove mi ammalai di una febbre che mi tenne a letto per seisettimane; e quando lasciai il mio giaciglio ero molto cresciuto distaturaed ancor più violentemente era aumentata la miapassioneche era più forte di quanto avessi mai primaprovato.


All'iniziodella mia malattiaMiss Nora era venuta abbastanza spesso al miocapezzaledimenticandoper amor mio la disputa tra mia madre e lasua famigliadisputa che anche la mia buona madre si compiacque didimenticare nella maniera più cristiana.


Elasciate che ve lo dicafu un non piccolo segno di bontà; daparte di una donna della sua alterigiae che di solito non perdonavamai nessunocessareper amor miola sua ostilità neiconfronti della signorina Bradye riceverla gentilmente.


Poichéioda quel ragazzo matto che erodesideravo e chiamavo soltantoNoraaccettavo le medicine solo dalle sue manimentre trattavosgarbatamente e con cattive maniere la mia buona madreche mi amavapiù di qualsiasi altra cosa al mondoe rinunziava persinoper farmi felicealle sue abitudini preferite ed alle sue giusteincipienti gelosie.


Quandostetti benemi avvidi che le visite di Nora si erano fatte ognigiorno più rare.


-Perché non viene? - domandavo irritato una dozzina di volte algiorno.


Perrispondere a queste domandela signora Barry era costretta adinventarmi le migliori scuse che poteva trovare: che Nora si eraslogata una cavigliao che avevano litigatoo qualche altrarisposta che potesse calmarmi. E molte volte ebbe la forza d'animo diandarsene col cuore spezzato solain camera suae di tornare colsorriso sulle labbraperché non potessi intuire la suamortificazione. D'altra parte io non facevo grandi sforzi peraccertarmene; e temo chese anche l'avessi scopertonon mi sareimolto commossoperché credo che il periodo dell'inizio dellavirilità sia anche quello del nostro più profondoegoismo.


Sentiamoallora il desiderio di prendere il volodi lasciare il nido fattodai genitoricosì che né lacrimené preghierené sentimenti di affetto possono controbilanciare ilsoverchiante desiderio di indipendenza. Deve essere stata moltotriste quella mia povera madre - il cielo sia buono con lei! - inquesto periodo della mia vita. Più tardi essa mi ha dettospesso che la maggior pena del suo cuore era di vedere che tutte lecure e l'affetto di tanti anni venivano da me dimenticati in unminuto per amore di una piccola civetta senza cuore che scherzava conmequando non aveva miglior corteggiatore. Il fatto è chedurante le ultime quattro settimane della mia malattiasi erainstallato a Castle Brady niente meno che il capitano Quinche stavafacendo all'amore con Miss Nora in debita forma.


Miamadre non osava rivelarmi questa notiziae Norain quanto a leipotete star sicuri che avrebbe conservato il segreto; sicchéfu soltanto per caso che lo scopersi.


Debbodirvi come? Quella pettegola era stata un giorno a trovarmimentrecominciavo ad alzarmi dal lettoconvalescente; era tanto di buonumoree così graziosa e gentile con meche il mio cuoresobbalzava di gioia e di felicitàcosì che rivolsipersino una parola gentile alla mia povera madre insieme con unbacio.


Misentivo tanto bene che mangiai un pollo interoe promisi a mio zioche era venuto a trovarmidi essere prontoquando sarebbe andato acacciare le perniciad accompagnarlo come ero solito.


Ilgiorno dopo era domenicae per quel giorno avevo un progetto che eroben deciso a mettere in atto nonostante le ingiunzioni del dottore edi mia madresecondo i quali non ero in grado di lasciare la casaperché l'aria fresca sarebbe stata per me la morte.


Inconseguenza rimasi straordinariamente tranquillocomponendo unaserie di versii primi che avessi fatto in vita miae li riportoquiparola per parolacome mi vennero in quei giorniin cui nonsapevo fare di meglio. E benché non siano così forbitied eleganti come "Ardeliasollievo di un innamorato malatod'Amore" e "Quando il sole abbella i prati fioriti dimargherite" ed altre mie effusioni liriche che mi feceroraggiungere tanta fama negli anni seguentimi sembrano ancoraabbastanza buoni per un povero ragazzo di quindici anni:

LAROSA DI FLORA (Inviata da un giovane gentiluomo di qualità aMiss Brady di Castle Brady)


Sullatorre di Brady fiorisce un fiore Il più bel fiore che sia maifiorito; A Castle Brady vive una fanciulla (E quanto la ami nessunolo sa) Nora si chiama e la dea Flora Le ha regalato una rosasbocciata.


"Olady Nora" dice la dea Flora "Ho un'aiuola ricca efulgente; Nelle torri di Brady vi son sette fiori Ma di tutte tu seila fanciulla più bella.


Tuttoil paesetutta la florida Irlanda Non può produrre un tesoroche sia bello la metà!".


Qualeguancia è più rossa? Certo la nutron le rose!

Isuoi capelli sono d'oro fino ed il suo occhio brilla Tra le palpebrecome una violetta Che luccichi oscura tra gemme splendenti!

Latinta del giglio è certo men bianca Di quel che non sia ilcollo di Nora.


"Vienidolce Nora"dice la dea Flora "Mia creatura dilettaseguiil mio consiglio:

Viè un poetamolto bene tu lo conosciChe passa la vita inprofondi sospiri Il giovane Redmond Barrylui devi sposare Se rima efortuna vuoi fare tornare".



Quelladomenicanon appena mia madre fu andata in chiesachiamai Phil ilvallettoed insistei perché mi portasse il mio migliorvestitocon cui mi abbigliaibenché mi avvedessi che durantela mia malattia ero tanto cresciuto che il vestito vecchio eradivenuto ormai troppo piccolo per me: quindi con la mia poesia inmano corsi verso Castle Bradyper la smania di vedere la mia beltà.L'aria era così fresca e luminosae gli uccelli cantavanotanto forte tra i verdi alberiche mi sentivo a mio agio quanto nonero stato da molti mesi e correvo lungo il viale (mio zio aveva fattotagliare naturalmente tutti i rami degli alberi) vispo come ungiovane fauno. Il mio cuore cominciò a battere mentre salivo igradini erbosi della terrazza ed entravo nella sgangherata portadella sala. Il padrone e la padrona erano in chiesami disse Screwil maggiordomodopo aver dato dietro di sé una rapidaocchiatavedendo il mio aspetto trasformato e la mia figura magra eallampanata; anche sei delle signorine erano in chiesa.


-E' andata anche Miss Nora? - chiesi.


-NoMiss Nora non c'è andata - rispose Screwprendendoun'aria imbarazzatama tuttavia piena di comprensione.


-E dov'è?

Aquesta domanda egli risposeo piuttosto fece finta di risponderecon l'abituale abilità irlandese e mi lasciò credereche forse era andata a Kilwangan in sella dietro a suo fratellooche lei e sua sorella erano uscite a fare una passeggiatao che eraammalata in camera sua. E mentre cercavo di venire a capo di qualchecosaScrew mi lasciò bruscamente.


Iomi precipitai nel cortile posterioredove sono le stalle di CastleBrady e qui trovai un dragone che fischiettava Roast-Beef dellaVecchia Inghilterramentre strigliava un cavallo d'ordinanza.


-Di chi è questo cavallocamerata? - gridai.


-Camerata sarai tu! - rispose l'inglese - il cavallo appartiene al miocapitanoe lui è un buon cameratanon tu.


Nonmi fermai per rompergli le ossacome avrei fatto in qualsiasi altraoccasioneperché un terribile sospetto mi aveva attraversatola mentee mi precipitai in giardino più presto che potei.


Sapevogià quello che avrei visto laggiù. Vidi il capitanoQuin e Nora che passeggiavano insieme per il viale. Erano abraccettoe quel mascalzone carezzava e premeva la mano che stavacomodamente sistemata sull'odioso panciotto dell'ufficiale. A qualchepasso da loro c'era il capitano Fagan del reggimento di Kilwanganche faceva la corte a Mysiela sorella di Nora.


Nonho paura di nessunosia uomo o spettro; ma quando vidi quellospettacolo le ginocchia mi cominciarono a tremare violentementee misentii tanto male che fui sul punto di cadere svenuto sull'erbavicino ad un alberocontro il quale mi ero appoggiatoe persi quasila coscienza per un minuto o duepoi raccolsi tutte le mie forzemidiressi verso la coppia che stava camminandoapersi la lama delpiccolo coltello col manico d'argento che portavo sempre nel foderoben deciso a trapassare il corpo dei due delinquenti e ad infilarlicome due piccioni.


Nondico quali sensazionioltre quella della rabbiami traversassero lamentequanto amara fosse la mia delusione e quanto follementeselvaggia la mia disperazione. Ebbi l'impressione che tutto il mondomi crollasse sotto i piedi. Non dubito che il mio lettore saràstato qualche volta preso in giro dalle donnee così l'invitoa ricordare le sensazioni che ha provato quando il primo colpo gli ècaduto addosso.


-NoNorelia - diceva il capitanoperché la moda del tempovoleva che gli innamorati si chiamassero tra loro coi piùromantici nomi tratti dai romanzi - giuro davanti a tutti gli dei chenon ho mai provato la dolce fiamma altro che per te e per quattroaltre donne prima di te.


-Ahvoi uominivoi uominiEugenio! - rispondeva lei (il vero nomedi quel bestione era John); - la vostra passione non è egualealla nostra. Noi siamo come... come una pianta di cui ho sentitoparlare... noi portiamo un solo fiore e poi moriamo!

-Non hai mai provato simpatia per nessun altro? - chiese il capitanoQuin.


-MaiEugenio miose non per te! Come puoi fare una tale domanda aduna pudica ninfa?

-Adorabile Norelia! - egli disseportando la mano alle labbra.


Avevoun nastro color ciliegiaNora me l'aveva dato un giornotogliendoselo dal senolo portavo sempre con me. Lo trassi dal pettolo gettai in faccia al capitano Quine mi precipitai su di lui conil pugnaletto sguainatogridando:

-E' una bugiarda! E' una bugiardacapitano Quin; snudate la spadasignoree difendetevise siete un uomo! - e gridando così miprecipitai su quel mostro e lo presi per il collomentre Nora facevaecheggiare l'aria delle sue gridaal rumore delle quali l'altrocapitano e Mysie si precipitarono verso di noi.


Benchéfossi cresciuto come la gramigna durante la malattiaed avessiraggiunto quasi la mia statura definitiva di sei piediero soltantoun soldo di cacio in confronto all'enorme capitano ingleseche avevaspalle e polpacci quali non può vantare neppure un facchino diBath. Quando gli saltai addossodiventò prima tutto rossopoi straordinariamente pallidosi divincolò e afferròla spadaallorché Norasopraffatta dal terroreL'abbracciògridando:

-Eugenio! Capitano Quinper amor del Cielorisparmia il bambino... èsoltanto un lattante!

-Dovrebbe essere frustatoper la sua impudenza - disse il capitano -ma non abbiate pauraMiss Bradynon lo toccherò; il vostrofavorito è sacro per me.


Cosìdicendo si chinòraccolse il fiocco di nastro che era cadutoai piedi di Norae porgendoglielodisse in tono sarcastico:

-Quando le fanciulle fanno ai giovanotti simili regaliènecessario che gli altri gentiluomini si ritirino.


-Santo Cielo - gridò la fanciulla - è soltanto unragazzo!

-Sono un uomo! - protestai - e ve lo proverò!

-Non ha più importanza per me del mio pappagallo o del miocagnolino - proseguì lei. - Non posso dare un pezzo di nastroa mio cugino?

-Siete perfettamente padrona di farlosignorina - continuò ilcapitano; - dategli quante yarde di nastro volete!

-Mostro! - esclamò la ragazza - tuo padre era un sartoe staisempre a pensare al negozio. Ma avrò la mia vendetta. L'avrò.


Reddymi lascerai insultare così?

-DavveroMiss Nora - dico io - voglio il suo sanguequanto èvero che mi chiamo Redmond.


-Chiamerò un lacché a darti le sculacciateragazzino -disse il capitano riacquistando il dominio di sé; - ma inquanto a voisignorinaho l'onore di augurarvi buon giorno.


Sitolse il cappello con ostentata cerimoniositàfece unprofondo inchino ed era sul punto di andarsenequando giunse miocugino Mickle cui orecchie erano state colpite dalle grida.


-Perdindirindina! Jack Quincosa diavolo succede? - dice Mick - Norain lacrimelo spettro di Redmond con la spada sguainata e voi chefate un inchino?

-Vi dirò io quel che è successo - risponde l'inglese. -Ne ho abbastanza di Miss Noraeccoe del vostro modo di fareirlandese. Non ci sono abituatosignore.


-Benebenema che c'è? - disse Mick con buona graziaperchéera debitore a Quin di una bella somma - si può sempre sperareche adottiate i nostri usioppure che siamo noi ad adottare quelliinglesi.


-Non è usanza inglese che le donne abbiano due innamoratiecosìBradyvi sarò grato se mi pagherete la somma chemi dovetementre declino ogni pretesa nei confronti di questasignorina. Se le piacciono gli scolarettilasciate pure che se liprenda.


-OhéohéQuinstate scherzando - disse Mick.


-Non sono mai stato più serio - rispose l'altro.


-Per il cieloallorastate in guardia! - urlò Mick. - Infameseduttore! ingannatore infernale! Venite qui a circuire questo poveroangelo sofferenteconquistate il suo cuore e poi la lasciate - ecredete che suo fratello non la difenda? Sguainate subito la spadaschiavo! Ch'io vi strappi il cuore dal corpo!

-Questo è un vero assassinio! - disse Quinbalzando indietrosiete due in una volta contro di me. Faganmi lascerai ammazzarecosì?

-In fede mia - disse il capitano Fagan che sembrava divertirsi unmondo - dovete regolare da voi la vostra contesacapitano Quin; - evenendo verso di me bisbigliò:

-Aspettate il vostro turnoragazzo mio.


-Poiché il signor Quin rinunzia alle sue pretese - dissi - ionaturalmente non interferisco.


-Io sìsignoreio... - disse il signor Quinscaldandosisempre più.


-Alloradifendetevi da uomoaccidenti a voi - gridò di nuovoMick. - Mysieporta via questa povera vittima; Redmond e Faganvedrete tra noi una bella partita.


-Ecco ora... io non... datemi tempo... sono imbarazzato... io...


nonso che decisione prendere.


-Come il ciuco tra due mucchi di fieno - disse asciutto il signorFagan - che non sa se mangiare da una parte o dall'altra.




Capitolo2



NELQUALE DIMOSTRO DI ESSERE UNA PERSONA DI SPIRITO



Durantequesta disputa mia cugina Nora fece la sola cosa che una signora puòfare in tali circostanze; svenne in debita forma. In quel momento ioero al colmo della mia inimicizia con Noraaltrimenti mi sareiprecipitato ad assisterlama il Capitano Fagan (che bel tipo che eraquesto Capitano Fagan!) me lo impedì dicendo:

-Vi consiglio di lasciare la signorina a se stessaMaster Redmondestate certo che tornerà presto in sé.


Ecosì infatti avvenne poco dopo; ciò mi mostròche Fagan conosceva abbastanza il mondopoiché dopo di alloraho visto che molte donne tornavano in sé nella medesimamaniera. Neppure Quin si offerse di aiutarlapotete starne sicurianziapprofittando del diversivo causato dalle sue gridaquelbravaccio senza fede fuggì via.


-Chi di noi deve sfidare il capitano Quin? - dissi a Mick; perchéera la prima volta che avevo una questione d'onore e ne eroorgoglioso come di un abito di velluto con i merletti. - Tu od iocugino Mickdobbiamo aver l'onore di castigare questo insolenteinglese.


Ementre dicevo queste parole gli tesi la manoperché il miocuore si era fatto più tenero verso mio cugino a causa deltrionfo del momento.


Maegli respinse l'offerta di amicizia che gli facevo.


-Tu... tu! - mi dissecon l'ira più violenta - vatti aimpiccareragazzaccio inframmettente; metti sempre il becco neifatti degli altri! Erano affari tuoi venire a fare scenate ed alitigare quicon un gentiluomo che ha millecinquecento sterlinel'anno?

-Oh! - balbettò Noradalla panchina di pietra - morirò;so che morirò. Non mi muoverò più di qui.


-Il capitano non se n'è ancora andato - bisbigliò Fagan.A queste parole Noradandogli un'occhiata indignatabalzò inpiedi e si diresse in tutta fretta verso casa.


-Ma insomma! - continuò Mick volgendosi a me - è forseaffar tuoimpiccione farabuttooccuparti degli affari di unaragazza di questa casa?

-Mascalzone sarai tu! - gridai io - chiamami un'altra volta in questomodoMick Bradye ti infilerò il mio pugnale fino all'osso.Ricordatite ne ho date quando avevo soltanto undici anni. Sono allapari con te orae per Gioveprovocami ancora e ti batteròcome... come ha sempre fatto il tuo fratello minore.


Fuun colpo ben aggiustatoe vidi Mick diventare paonazzo dalla rabbia.


-E' un bel modo di entrare nelle grazie della famiglia - disse Faganin tono conciliante.


-La ragazza è abbastanza grande per poter essere sua madrebrontolò Mick.


-Grande o no - risposi io - ascolta questoMick Brady - (e pronunciaiuna violenta bestemmia che non c'è bisogno di riferire qui) -l'uomo che sposerà Nora Brady dovrà prima passare sulmio cadavere... lo vuoi capire?

-Peuh!signor mio - disse Mick voltandosi- ... frustarti vuoi dire!Altro che calpestare il tuo cadavere! Manderò Nick ilguardacaccia a far questo! - e così dicendo se ne andò.


Aquesto punto il Capitano Fagan si avvicinò a mee prendendomigentilmente per mano disse che ero un ragazzo coraggiosoe che glipiaceva il mio spirito.


-Ma quello che dice Brady è vero- continuò. - E'difficile dare consigli ad un ragazzo che sia eccitato come voi; macredetemiconosco il mondoe se vorrete seguire il mio parerepiùtardi non rimpiangerete di averlo seguito. Nora Brady non ha un soldoe neanche voi siete ricco. Avete solo quindici annimentre lei ne haventiquattro. Fra dieci anniquando sarete in condizioni disposarlalei sarà vecchia; mio povero ragazzonon vedete cheè una banderuola - benché questa sia una cosa dura dadire - e che non le importa nulla né di voi né di Quin?

Machi è innamorato (o almeno crede di esserlo) ascolta mai ibuoni consigli? Io non li ho seguiti maie così dissichiaramente al capitano Fagan che Nora poteva amarmi o nocomevolevama che Quin avrebbe dovuto combattere con me prima disposarla... Lo giuravo.


-In fede mia - disse Fagan - credo che siate un ragazzo in grado dimantenere la parola.


Miguardò fisso per un secondo o duepoi andò via anchelui fischiettando un motivetto; e vidi che si voltava a guardarmimentre passava attraverso il vecchio cancello del giardino. Quando sene fu andato e rimasi solomi precipitai verso la panchina su cuiNora aveva fatto finta di svenire ed aveva lasciato il fazzoletto. Loraccolsinascosi in esso il voltoe scoppiai in un diluvio dilacrimecome non si era mai visto piangere nessuno al mondo. Ilnastro lacerato che avevo gettato in viso a Quin stava sul vialeedio rimasi lìseduto per ore ed oree credo di essere statoin quel momentol'uomo più disgraziato d'Irlanda. Ma come èmutevole il mondo! Quando consideriamo quanto grandi ci sembrano inostri dolorie quanto sono piccoli nella realtà; quantevolte pensiamo di essere sul punto di morir di dolore e quantorapidamente dimentichiamo tuttopenso che dovremmo vergognarci dinoi stessi e della mutevolezza del nostro cuore. Perchédopotuttoin qual modo il tempo ci può portare tantaconsolazione? Forsenel corso delle mie molteplici avventure non misono mai imbattuto nella donna adatta per me; ed ho dimenticatodopopocotutte le creature che avevo adorato; ma credo chese mi fossiimbattuto in quella giustal'avrei amata per sempre.


Devoesser restato seduto alcune ore a lamentarmi sulla panca delgiardinoperché quando ero venuto a Castle Brady era mattinae la campana del pranzo sonò come il solito alle trerisvegliandomi dai miei sogni.


Subitoraccolsi il fazzolettoe presi il nastro un'altra volta.


Mentrepassavo attraverso i locali della servitùvidi la sella delcapitano ancora appesa alla porta della stalla e vidi quel brutoodioso del suo servo in giubba rossa che si dava da fare con lesguattere e le donne della cucina.


-L'inglese è ancora quiMaster Redmond - mi disse una delleragazzeuna ragazza sentimentale (dagli occhi neriche faceva ilservizio alle signorine). - E' in salottoin compagnia di unmagnifico filetto di vitelloandate e non vi fate mettere sottoMaster Redmond.


Entraie presi il mio posto come al solito in fondo alla grande tavolamentre il mio amico maggiordomo mi portava rapidamente un coperto.


-CiaoReddyragazzo mio! - disse mio zio - in piedi e in buonasalute?... Benissimo.


-Avrebbe fatto meglio a starsene a casa con sua madre brontolòmia zia.


-Non badare a lei - dice lo zio Brady;- L'oca fredda che ha mangiato acolazione le è rimasta sullo stomaco. Prendi un bicchierino diliquoremogliealla salute di Redmond.


Eraevidente che non sapeva cosa era successo; ma Mickche era a pranzoanche luie Ulicke quasi tutte le ragazzesembravano molto dicattivo umoree il capitano era stupefatto; Miss Noradi nuovo alsuo fiancoera pronta a piangere. Il Capitano Fagan era seduto esorrideva; io lo guardavo freddo come una pietra.


Duranteil pranzo mi pareva di soffocarema ero deciso a fare buon viso acattivo giocoe quando la tovaglia venne tolta riempii il bicchierecol vino rimastoe brindammo al Re e alla Chiesa come debbono fare igentiluomini. Mio zio era di ottimo umoree scherzava semprespecialmente con Nora e col capitano.


Diceva:

-Noradividi quest'osso di pollo col Capitano! Vedremo chi si sposaprima!

-John Quinmio caro ragazzonon è necessario un bicchierepulito per il chiarettosiamo a corto di cristalleria a Castle Bradyprendi il bicchiere di Noraed il vino non sarà piùcattivo per questo. - E così via.


Eraal colmo dell'allegria... e non capivo perché. Che vi fossestata una riconciliazione tra l'infedele ragazza ed il suoinnamoratodopo che erano tornati a casa?

Seppila verità molto presto. Al terzo brindisi vi era l'uso che lesignore si ritirassero; ma mio zio le fermò in tempononostante le rimostranze di Norache diceva:

-Viapapàlasciaci andare! - e disse:

-Nosignore e signorineabbiate la cortesia di aspettare; questo èun brindisi che si beve troppo di rado nella mia famiglia e vicompiacerete di ascoltarlo con tutti gli onori. Ecco il Capitano JohnQuin e signora; lunga vita a loro. Johnbacia questa bricconcella;in fede miatu hai acquistato un tesoro!

-E' già stato... - gridai iobalzando come spinto da unamolla.


-Tieni la lingua a postosciocco... tieni la lingua a posto!

disseil grosso Ulick che stava vicino a me; ma non volli ascoltarlo.


-E' già stato preso a schiaffi questa mattinail Capitano JohnQuin - gridai; - l'ho già chiamato vigliacco il Capitano JohnQuin! Ecco come bevo alla sua salute: alla vostra saluteCapitanoJohn Quin!

Egli gettai in faccia un bicchiere di chiaretto. Non so che aspettoprendesse dopo il mio gestoperché un attimo dopo anch'io erosotto la tavolaafferrato per i piedi da Ulickche mi diede unviolento pugno in testamentre cadevo. Ebbi appena il tempo disentire l'urlo generale e la confusione che avveniva attorno a meperché ero troppo occupato a difendermi dai calcibotte edinsulti di cui Ulick mi stava gratificando.


-Sciocco! - gridava - gran cretino patentato... stupido ragazzacciopezzente - (una botta ad ogni parola) - tieni a posto la lingua!

Naturalmentenon mi curavo di questi colpi di Ulickperché era semprestato mio amicoed aveva sempre avuto l'abitudine di malmenarmi daquando ero nato.


Quandoriuscii a venir fuori di sotto la tavola tutte le signore se ne eranogià andateed ebbi la soddisfazione di vedere che il naso delcapitano sanguinava come il mio: ma il suo aveva un taglio propriosopra il setto nasalecosì che la sua bellezza era statarovinata per sempre. Ulick si ripresesi sedette tranquillamenteriempì una coppa e spinse la bottiglia verso di me.


-Eccoa tegiovane asino - mi disse; - ingoia questo; e non ci farpiù sentire i tuoi strilli.


-In nome del cieloche significa questa storia? - dice mio zio.


-Questo ragazzo ha di nuovo la febbre?

-E' tutta colpa tua - rispose Mick con aria cupa - tua e di quelli chelo hanno portato qui.


-Piantala di far baccanoMick - dice Ulick voltandosi verso di lui; -parla come si deve a mio padre ed a mee non far in modo che tidebba insegnare le buone maniere.


-E' colpa tua - ripeté Mick. - Che cosa ci sta a fare questovagabondo qui? Se avessi potuto fare a modo miol'avrei frustato emesso fuori dai piedi.


-Così bisognerebbe fare - disse il Capitano Quin.


-Fareste meglio a non provarciQuin - disse Ulickche era semprestato il mio campione. Poivolgendosi a suo padrecontinuò:

-Il fatto èsignoreche questo scimmiotto si èinnamorato di Norae trovando lei ed il capitano in dolci colloquioggi in giardinoè stato sul punto di ammazzare Quin.


-Perdincista diventando un giovanotto - disse mio zio molto di buonumore. - In fede miaFaganquesto ragazzo è un Bradydallatesta ai piedi.


-Vi dirò il fatto mioallorasignor Brady - gridò Quinbalzando in piedi; - sono stato grossolanamente insultato in questacasa.


Nonsono per nulla soddisfatto di come procedono le cose Sono un Ingleseioun uomo come si deve. E io... io...


-Se siete stato insultato e non soddisfattoricordatevi che siamo quain dueQuin - disse Ulickin tono aspro. A queste parole ilcapitano ricominciò a lavarsi il naso nell'acquae non dissepiù una parola.


-Signor Quin - dissi iocol tono di voce più dignitoso cheriuscii ad assumere - potete avere soddisfazione in qualsiasi momentovi piaccia rivolgendovi a Redmond BarryEsquiredi Barryville.


Aquesto discorso mio zio scoppiò a riderecome faceva sempresu ogni cosa; ed a questa risata si unì con mia mortificazioneil Capitano Fagan. Mi volsi quindi rapidamente verso di lui e glifeci comprendere cheper quanto riguardava mio cugino Ulickche erastato il mio miglior amico per tutta la vitapotevo sopportarequesto ironico trattamento da parte sua; mabenché fossi unragazzonon avrei sopportato un simile trattamento più alungo neppure da lui; ed ogni altra persona che avesse osatotrattarmi ugualmente avrebbe trovato in me un uomoa proprio rischioe pericolo.


-Il signor Quin - aggiunsi - conosce tale fatto molto bene; se èun uomo sa dove trovarmi.


Miozio osservò che si stava facendo tardi e che mia madre sarebbestata in pensiero per me.


-Uno di voi farebbe meglio ad andare a casa con lui - disserivolgendosi ai suoi figli; - altrimenti il ragazzo potrebbe farequalche altra corbelleria.


MaUlick dissefacendo un cenno a suo padre:

-Andremo tutti e due ad accompagnare a casa Quin.


-Non ho paura dei matti - disse il Capitanocon un debole conato disorriso; - il mio dipendente è armatoed anch'io.


-Conoscete molto bene l'uso delle armiQuin - osservò Ulick enessuno può mettere in dubbio il vostro coraggio; ma Mick edio vi accompagneremo a casa lo stesso.


-Dunque non tornerete a casa fino a domani mattinaragazzi.


Kilwanganè a buone dieci miglia di qui.


-Dormiremo nella caserma di Quin; - rispose Ulick - abbiamo intenzionedi fermarci per una settimana laggiù.


-Grazie - dice Quina bassa voce; - molto gentile da parte vostra.


-Sareste troppo solosapetesenza di noi.


-Ohsìmolto solo! - dice Quin.


-E tra un'altra settimanaragazzo mio - continua Ulick (e quisussurrò qualcosa all'orecchio del Capitanoed io chesorpresi le parole "matrimonio""parroco"sentii ribollirmi nuovamente in cuore la mia rabbia).


-Come volete - bofonchiò il Capitano; i cavalli furonorapidamente preparatied i tre gentiluomini se ne andarono.


Fagansi fermò equando mio zio glielo ingiunseuscì con menel vecchio parco senz'alberi. Disse che dopo la discussione che eraavvenuta a pranzodifficilmente avrei potuto rivedere le signorequella seraed io fui assolutamente d'accordo con lui; e cosìuscimmo senza dir loro addio.


-Avete fatto proprio un bel lavoroMaster Redmond - mi disse.


Comevoiamico dei Bradyche sapete che vostro zio si trova in graviimbarazzi finanziaricercate di mandare a monte un matrimonio cheavrebbe portato alla famiglia una rendita di millecinquecentosterline? Quin poi ha anche promesso di pagare le quattromilasterline di debito che imbarazzano tanto vostro zio.


Quelpover'uomo si prende una ragazza senza un soldo.. una ragazza che nonè più bella del vostro giovenco. Benebenenon andatein collera. Diciamo pure che è bella - in fondo èquestione di gusti- una ragazza che si è data da fare contutti gli uomini di questo paese da dieci anni a questa partesenzariuscir mai a farsi sposare da nessuno. E voipovero in canna comeleiragazzo di quindici anni - va benesedicise insistete - unragazzo che dovrebbe essere affezionato allo zio come ad un padre...


-E lo sono davvero - risposi io.


-Questo è il modo con cui ricambiate la sua cortesia? Non vi haraccolto in casa sua quando eravate orfanoe non vi ha datosenzafarvi pagare affittola vostra bella casa di Barryville? E ora nelmomento in cui i suoi affari sembravano mettersi a postoe gli sioffriva la possibilità di passare comodamente la suavecchiaiachi si mette di mezzo tra lui e l'agiatezza? Proprio voi;l'uomo che tra tutti al mondo ha più obblighi verso di lui.


E'una cosa immoraleun agire da ingratocontro natura. Da un ragazzodi spirito come voi mi aspettavo un coraggio più vero.


-Non ho paura di nessuno al mondo - esclamai io (perchéquest'ultima parte del discorso del capitano mi aveva piuttostoscossoe volevo naturalmente cambiare argomentocome sempre succedequando quello dell'avversario è troppo forte); - ed io sonol'offesoCapitano Fagan. Nessuno maida quando è cominciatoil mondoè stato trattato così. Guardate... guardatequesto nastro. L'ho portato sul cuore per sei mesi. L'ho tenutoaddosso per tutto il tempo della febbre. Non lo aveva forse toltoNora dal suo seno per darmelo? Non mi aveva forse baciato quando mel'aveva datochiamandomi il suo caro Redmond?

-Si stava allenando - rispose il signor Fagan con una risatina.-Conosco le donnesignor mio. Date loro tempoe se nessun altroviene in casa si innamoreranno di uno spazzacamino. C'era unasignorina a Fermoy...


-All'inferno la signorina - gridai io (ma usai una parola ancora piùcruda); - ricordate questo: succeda quello che può succederegiuro che mi batterò con l'uomo che aspira alla mano di NoraBrady. Lo seguiròse necessariofino in chiesae lo sfideròlì.


Avròil suo sangueo egli avrà il mio; e questo nastro ne saràintinto Sì! E se lo uccideròinfilerò il nastronel suo pettoed allora ella potrà andare a riprendersi ilsuo dono!

Dissiquesto perché in quel momento ero molto eccitatoe perchénon per nulla avevo letto romanzi e commedie romantiche.


-Va bene; - dice Fagandopo una pausa - se così deve esseresia.


Sieteil giovane più sanguinario che abbia mai visto. Ma anche Quinè un tipo deciso.


-Vorreste portargli il mio cartello di sfida? - gli dissipieno diardore.


-Sst! - disse Fagan. - Vostra madre può essere all'erta. Quisiamo molto vicini a Barryville.


-Attenzione! Nemmeno una parola a mia madre - risposi io ed andaiverso casa gonfio di orgoglio e di esultanzaperché mi sareibattuto con l'Ingleseche odiavo tanto.


Timil mio servoera venuto da Barryville quando mia madre rientravadalla chiesae la brava signora era stata piuttosto allarmata per lamia assenza ed in ansia per il mio ritorno. Ma Tim mi aveva vistoandare a pranzoall'invito della sentimentale camerierae dopo averavuto la sua parte delle buone cose che vi erano in cucinasempremeglio fornita di quella di casa nostraera tornato indietro perinformare la padrona e dirle dov'eroe senza dubbiole avevaraccontatoa modo suotutti gli avvenimenti che erano successi aCastle Brady. Nonostante tutte le mie precauzioni per conservare ilsegretoquindiebbi il mezzo sospetto che mia madre sapesse tuttodal modo con cui mi abbracciòal mio arrivoe ricevette ilnostro ospiteil Capitano Fagan. La povera donna era un po' inansiaed era rossa di emozione ed ogni tanto guardava fisso in voltoil Capitanoma non disse una parola della contesaperchéaveva uno spirito nobileed avrebbe preferito veder impiccare unodei suoi figlipiuttosto che sottrarlo al campo dell'onore.


Dovesono andati oggi questi nobili sentimenti? Sessanta anni fa un uomoera un uomo nella vecchia Irlandae la spada che portava al fiancoserviva a sistemare qualsiasi divergenza tra gentiluominiper il piùlieve motivo Ma i buoni usi e costumi dei vecchi tempi stannosvanendo Non si sente quasi più parlareoggidi bei duellie l'uso di quelle vili pistoleal posto dell'onorevole e virilespada dei gentiluominiha introdotto una buona dose dimascalzonaggine nella pratica del duellocosa che non potràmai essere abbastanza deplorata.


Quandoarrivai a casami sentii pieno di ardore. Introdussi il CapitanoFagan a Barryville e lo presentai a mia madre in modo maestoso epieno di dignità; dissi che il capitano doveva aver sete dopola sua passeggiata ed ordinai a Tim di portargli immediatamente unabottiglia di Bordeaux con il sigillo giallononché dolci ebicchieri.


Timguardò la sua padrona con grande imbarazzoed il fatto èche sei ore prima io stesso avrei piuttosto immaginato di bruciare lacasache di poter chiederesenza permessouna bottiglia divinello; ma ora sentivo di essere un uomoe avevo il diritto dicomandare. Anche mia madre lo compreseperché si volse aquell'individuo e gli disse asciutta:

-Non hai intesomascalzonequello che dice il tuo padrone? Vai aprendere il vinoi dolcii bicchierisubito.


Mapoiperché potete esser sicuri che non dava a Tim le chiavidella nostra piccola cantinaandò a prendere la bottiglia leistessa; e Tim la portò in debita formasu un vassoiod'argento.


Lamia cara madre versò il vino e bevve alla salute del capitano;ma osservai che la sua mano tremava forte mentre compiva questodovere di cortesiae la bottiglia faceva clinkclink contro ilbicchiere.


Dopoaver appena assaggiato il suo bicchieredisse che aveva mal di testae che sarebbe andata a lettoe così io chiesi la suabenedizionecome deve fare un figlio bene educato (i modernibellimbusti hanno dimenticato le cerimonie piene di rispetto chedistinguevano i gentiluomini del mio tempo) - e lasciò me edil Capitano Fagan a discorrere dei nostri importanti affari.


-Davvero - disse il Capitano - non vedo altra via di uscita che unoscontro. Il fatto è che si è parlato molto della cosa aCastle Brady dopo la vostra aggressione contro Quin questa mattina edegli aveva fatto voto di tagliarvi a pezzi; ma le lacrime e lesuppliche di Miss Honoria lo hanno indottosebbene a malincuorearecedere dal suo proposito. Ora però le cose sono andatetroppo in là. Nessun ufficialeche porti le insegne di SuaMaestàpuò ricevere un bicchiere di vino sul muso -questo vostro chiaretto è molto buonoad ogni modoe colvostro permesso suoneremo per averne un'altra bottiglia senza reagireall'insulto. Dovete battervi; e Quin è un tipaccio robusto.


-Avrà occasione di darne la prova - dissi. - Non ho paura dilui.


-In fede mia - osservò il Capitano - credo davvero che non neabbiate; non ho mai visto in vita mia un ragazzo di tanto fegato.


-Guardate questa spadasignore - gli dico ioindicandone una conun'elegante impugnatura d'argentoin un astuccio di zigrino biancoappesa sopra la mensola del caminettosotto il ritratto di mio padreHarry Barry. - Con quella spadasignoremio padre passò daparte a parte Mohawk O' Driscolla Dublinonel 1740con quellaspadasignoresi batté con sir Huddlestone Fuddlestonebaronetto dell'Hampshiree gliela immerse nel collo.


Sibatterono a cavallocon spada e pistolaa Hounslow Heathed osocredere che ne abbiate sentito parlare. E queste sono le pistole -(erano appese ai due lati del ritratto) - che il valoroso Barryadoperò. Era assolutamente nel torto perchésottol'influsso dell'alcoolaveva insultato Lady Fuddlestonenell'assemblea di Bretford. Ma da vero gentiluomorifiutò dipresentare le sue scusee Sir Huddlestone ricevette una palla nelcappelloprima che si impegnasse con le spade. Sono il figlio diHarry Barrysignoreed agirò come si conviene al mio nome edalla mia qualità.


-Dammi un baciocaro ragazzo - disse Fagan con le lacrime agli occhi.- Sei proprio secondo il mio cuore. Finché Jack Fagan vivràtroverai sempre in lui un amico ed un padrino.


Poverodiavolo! Venne colpito da una palla sei mesi dopomentre portavaordini a Lord George Sackvillenella battaglia di Mindened iopersi così un buon amico.


Manoi non sappiamo mai ciò che l'avvenire ci riserbae cosìquella sera almeno la passammo allegramente. Prendemmo una secondabottigliapoi una terza (potevo sentire la mia povera mamma cheandava giù ogni voltama non entrò più insalottoe le mandò per mezzo del maggiordomoTim). Alla fineci dividemmoed egli si impegnò a sistemare la cosa colpadrino di Quin quella sera stessa; la mattina dopo mi avrebbenotificato il luogo in cui lo scontro avrebbe dovuto aver luogo.


Hospesso pensatodopo di alloraquanto avrebbe potuto essere diversoil mio destinose non mi fossi innamorato di Nora in cosìgiovane etàe se non avessi gettato il vino in faccia a Quinrendendo così inevitabile il duello. Se non fosse stato perquestosarei potuto restare in Irlanda (e Miss Quinlan eraun'ereditiera che abitava ad appena venti miglia da noie PeterBurgan di Kilwangan lasciò a sua figlia Judy 700 sterlinel'annoed avrei potuto sposare l'una o l'altra delle duese avessiavuto la pazienza di aspettare qualche anno). Ma il mio destino eradi essere un vagabondoe il mio diverbio con Quin mi lanciòsulla via dei viaggi in giovanissima età; come avrete subitooccasione di sentire.


Invita mia non dormii mai più profondamentebenché misvegliassi un po' più presto del solito; e potete star certiche il mio primo pensiero fu per il grande evento della giornataperil quale ero pienamente preparato.


C'eranopenna ed inchiostro nella mia stanza - e non avevo forse scritto queiversi dedicati a Nora soltanto il giorno primada quel poverosciocco innamorato che ero? Ora mi sedetti a scrivere un paio dilettere: potevano essere le ultimepensaiche scrivevo in vita mia.La prima era per mia madre.


"OnorevoleSignora"scrissi"Questa lettera ti sarà data solonel caso che io cada per mano del Capitano Quinche incontro oggisul campo dell'onorecon spada e pistola. Se muoiomuoio da buonCristiano e da gentiluomo - e come potrebbe essere altrimentiessendo stato educato da una madre come te? Perdono a tutti i mieinemici - e chiedo la tua benedizioneda figlio rispettoso.


Desideroche la mia cavallaNorache mio zio mi ha datoe che ho chiamatocome la persona più infedele del suo sessovenga restituita aCastle Bradye ti chiedo di dare il mio coltello col manicod'argento a Phil Purcellil guardacaccia. Presenta i miei ossequi amio zioad Ulick ed a tutte le ragazze di mia conoscenza. Resto iltuo obbediente figlio REDMOND BARRY".


ANora scrissi:

"Questalettera sarà trovata sul mio pettoinsieme col dono che tu mihai dato. Sarà intinta del mio sangue (salvo che non lo siacon quello del Capitano Quinche odioma perdono)e sarà unbell'ornamento per te il giorno del tuo matrimonio. Portaloe pensaa quel povero ragazzo a cui lo hai dato e che è morto (comesempre è pronto a morire) per amor tuo. REDMOND".


Scrittequeste letteree sigillate col grande sigillo d'argento di mio padrecon le armi dei Barryandai a colazionee mia madre mi stavaaspettandopotete starne certi. Non dicemmo una sola parola su ciòche stava per accadereanzi parlammo di tutto tranne che di questo:di chi c'era in chiesa il giorno primae della necessità cheavevo di vestiti nuovi ora che ero diventato tanto alto.


Disseche mi avrebbe fatto un vestito nuovo prima dell'inverno se.. seavesse potuto permetterselo. Si fermò un momento su quel"se"... che Dio la benedica!

Sapevociò che aveva in mente. E poi venne a parlare del porco neroche bisognava ammazzaree del fatto che quella mattina aveva trovatomacchiato il nido della gallina le cui uova mi piacevano tantoedaltre sciocchezze dello stesso genere. Alcune di quelle uova eranostate messe in tavola per la colazione e le mangiai di buon appetitoma mentre mi servivo il salelo versai ed allora mia madre balzòin piedi con un grido:

-Grazie a Dio - disse - è caduto verso di me.


Poiavendo evidentemente il cuore troppo gonfiolasciò la stanza.Ah! anche queste madri sono peccatricima vi sono altre donne similia loro?

Quandofu uscitaandai a prendere la spada con cui mio padre aveva battutoil baronetto dell'Hampshire. Lo credereste? - la coraggiosa donnaaveva legato un nastro nuovo all'elsaperché in realtàaveva in sé il coraggio di una leonessa e di una Bradyriunite. Poi staccai le pistoleche erano sempre tenute lucide e benoliatemisi le pietre focaie nuove nel canee presi polvere e palleper esser pronto quando sarebbe venuto il capitano.


C'eranodel chiaretto e del pollo freddo preparati per lui su un tavolinoedanche una cassetta di bottiglie di vecchia acquavitecon un paio dibicchierini su un vassoio d'argentosul quale era inciso lo stemmadei Brady.


Alleundici arrivò il Capitano Fagan a cavalloseguito da undragone pure a cavallo. Fece onore alla colazione che la premura dimia madre gli aveva preparatopoi disse:

-AttenzioneRedmondragazzo mio. Questo è un affare bizzarro.


Laragazza vuole sposare Quinte ne dò la mia parola; e puoistar sicuro checome del resto farà leila scorderai presto.Sei soltanto un ragazzo. Quin è disposto a considerarti tale.Dublino è un bel postoe se hai voglia di fare una bellacavalcata fin laggiù e di restare in quella città perun meseecco venti ghinee a tua disposizione. Fai le scuse a Quin ene sei fuori!

-Un uomo d'onoresignor Fagan - gli risposi io - muorema non siscusa. Il Capitano si può andare ad impiccare prima che io miscusi.


-Allora non resta altro che battersi.


-La mia cavalla è sellata e pronta; - dico io - dov'è ilterreno e chi è il secondo del Capitano?

-I vostri cugini sono usciti con lui - rispose il signor Fagan.


-Dirò al mio domestico di portar fuori la cavalla - dissi - nonappena vi sarete riposato.


Timvenne mandato a prendere la cavallaed io me ne andaisenzaprendere congedo da mia madre. Le tendine della finestra della suacamera erano abbassatee non si mossero quando montammo a cavallo etrottammo lontano. Ma due ore dopo avreste dovuto vedere come vennegiù di corsae sentire il grido che diedequando si strinseal cuore il figlioassolutamente incolume e senza nemmeno unagraffiatura sul corpo!

Quelloche era successo posso dirvelo ora. Quando arrivammo al luogo delloscontro c'erano già UlickMick ed il capitano Quintuttosfolgorante nella rossa divisa del suo reggimento: il gigante piùgrosso che abbia mai comandato una compagnia di granatieri. Ridevanotutti insieme tra loro a qualche scherzo: e debbo dire che pensai chetutte quelle risate erano sconvenienti da parte dei miei cuginicheforse potevano trovarsi ad assistere alla morte di un loro parente.


-Spero di guastare un po' questa allegria - dissi con gran collera alCapitano Fagan - e confido di vedere questa mia spada in quel grossocorpo laggiù.


-Oh! combatterete alla pistola - rispose il signor Fagan.- Non sietein grado di affrontare Quin alla spada.


-Sono in grado di affrontare chiunque alla spada! - dissi io.


-Oggi è impossibile che combattiate alla spada; il CapitanoQuin è... è zoppo. Ha battuto il ginocchio contro ilcardine del cancello del parco la notte scorsamentre tornava a casae può appena muoverlo ora.


-Non è certo contro il cancello di Castle Brady - dico io: - èfuori dei gangheri da dieci anni.


AlloraFagan disse che doveva essere stato qualche altro cancello e ripetéquello che aveva detto ai miei cugini ed allo stesso Quinquandosmontati dai nostri cavalliraggiungemmo quei gentiluomini e lisalutammo.


-Oh sì! zoppo marcio - disse Ulickvenendo a stringermi lamanomentre il Capitano Quin si toglieva il cappello e diventavatutto rosso. - Ed è una bella fortuna per teRedmondragazzomio - continuò Ulick; - altrimenti eri un uomo morto; perchéQuin è un vero diavolonon è veroFagan?

-Un vero turco - rispose Faganed aggiunse: - Non ho ancoraincontrato l'uomo che abbia potuto tener testa al Capitano Quin.


-Basta con questa storia! - disse Ulick; - sono seccato davvero.


Digliche ti dispiaceRedmond; lo puoi dire facilmente.


-Se questo giovanotto se ne vuol andare a Dublinocome ho proposto -intervenne a questo punto Quin.


-Non mi dispiace... non chiedo scusa... e andrò a Dublinosubito dopo che... - dissi io battendo il piede in terra.


-Non c'è niente da fareallora - disse Ulick a Fagan con unarisata. - Misurate il terrenoFagan... dodici passicredo?

-Diecisignore - disse Quin ad alta voce - e falli anche cortihaicapitoCapitano Fagan?

-Non fate il gradassoQuin - disse Ulick in tono risentito:

ecco-lepistole. - E aggiunsecon una certa emozionerivolto a me: - Dio tibenedicaragazzo mioe quando dico trefuoco.


Ilsignor Fagan mi pose in mano la pistola - non una delle mie (cheavrebbero servitoin caso di bisognoalla ripresa successiva)mauna di quelle di Ulick. - Tutto bene - mi disse.


Nonaver paura Redmond. E sparagli al collomira sotto il colletto.Guarda come quello sciocco lo tiene aperto.


Mickche non aveva detto mai una parolaUlick ed il Capitano siritirarono da una partee Ulick diede il segnale. Venne datolentamenteed ebbi tutto il tempo di prendere di mira il mio uomo.Al "tre" tutte e due le nostre pistole spararonocontemporaneamente. Udii qualche cosa fischiare vicino a mepoi vidiil mio antagonista che dava un grido orribilesi girava all'indietroe cadeva.


-E' a terra... è a terra... - gridarono i secondiprecipitandosi verso di lui. Ulick lo sollevò e Mick glisorresse la testa.


-E' colpito quial collo - disse Mick aprendogli il colletto dellagiacca; il sangue usciva gorgogliando sotto il collettoproprio nelpunto in cui avevo mirato.


-E ora che farai? - mi disse Ulick. - E' colpito davvero? chieseguardando Quin con un sguardo ostile. Il disgraziato non risposemaquando Ulick gli tolse da dietro la schiena il braccio che losostenevafece un altro rantoloe ricadde all'indietro.


-Questo giovanotto ha cominciato bene - osservò Mickguardandomi di traverso. - Faresti meglio a filaregiovinottoprimache arrivi la polizia. Avevano avuto notizia dell'affare prima chelasciassimo Kilwangan.


-E' proprio morto? - dissi io.


-Stecchito - rispose Mick.


-Allora il mondo si è liberato di un gran vigliacco - disse ilCapitano Fagan dando al grosso corpo del caduto un calcio pieno disdegno col suo piede.


-E' proprio finitoReddy... non si muove più.


-Noi non siamo vigliacchiFagan - rispose Ulick in tono aspro; anchese lo era lui! Fate filar via il ragazzo più presto chepotete. Il vostro uomo andrà a prendere un carroe porteràvia il corpo di questo disgraziato gentiluomo. E' stata una tristegiornata per la nostra famigliaRedmond Barry; ci hai portato via1.500 sterline l'anno.


-E' stata Nora che l'ha volutonon io - risposi. E tolsi il nastroche mi aveva dato dal mio panciottopoi la lettera e li posi sulcorpo del Capitano Quin.


-Ecco - dico - portatele questi nastri. Lei sa quello che voglionodire; e questo è quanto le resta di due innamorati che aveva eche ha rovinato.


Nonsentivo orrorené pauragiovane com'erovedendo il mionemico prostrato davanti a meperché sapevo che lo avevoincontrato e battuto onorevolmente in campocome conveniva ad unuomo del mio nome e del mio sangue.


-Ed orain nome del cielofate andar via quel giovanotto.


Ulickdisse che sarebbe venuto via con mee galoppammo insieme senza maitirar le briglie finché arrivammo alla porta di casa di miamadre. Quando fummo làUlick disse a Tim di dar da mangiarealla cavallaperché avrei dovuto far ancora una lungacavalcata quel giorno; e dopo un minuto ero tra le braccia della miapovera mamma.


Nonc'è bisogno che vi dica quanto fu grande il suo orgoglio e lasua soddisfazione quando seppedalle labbra stesse di Ulickilresoconto del modo con cui mi ero comportato nel duello. Insistéperòsul fatto che mi sarei dovuto andare a nascondere perqualche tempo; e fu convenuto tra loro che avrei dovuto nascondere ilnome di Barrye prendere quello di Redmondandare a Dublino e lìaspettare finché la faccenda non si fosse sistemata. Questoaccordo non venne preso senza discussioni. Perché non avreipotuto essere al sicuro a Barryvillediceva mia madrecome miocugino ed Ulick a Castle Brady? Se sbirri ed agenti non andavano maida loroperché le guardie sarebbero state autorizzate avenire da me?

MaUlick insisté sulla necessità della mia immediatapartenzaed in questo argomentodebbo confessarlostavo dalla suapartetanto ero desideroso di vedere il mondoed anche mia madre fucostretta a riconoscere che nella nostra casetta di Barryvilleinmezzo al villaggio e con la sola guardia di due servila fugasarebbe stata impossibile. Così quell'anima buona fu costrettaad accedere al punto di vista di mio cuginoche le promise peròche l'affare sarebbe stato sistemato prestoe che avrei potutotornare da lei. Ah! Quanto poco conoscevamo ciò che la sorteteneva in serbo per me!

Lamia cara madre aveva qualche presentimentocredoche la nostraseparazione sarebbe stata lungaperché mi disse che tutta lanotte aveva interrogato le carte per sapere quale sarebbe stata lamia sorte nel duelloe che tutti i segni predicevano unaseparazione. Poi trasse fuori una calza dal suo scrittoio e mi misein una borsa venti ghinee (ne aveva in tutto soltanto venticinque!)mi preparò una valigetta da collocare sul dorso della cavallain cui erano i miei vestitila biancheria ed un necessario daviaggio d'argento che era stato di mio padre. Mi permise anche diportare la spada e le pistole che avevo mostrato di saper usare comeun uomo. Ora era lei ad affrettare la mia partenza (per quantosapessi che il suo cuore era gonfio) ed appena una mezz'ora dopo ilmio arrivo a casa ero di nuovo sulla strada e tutto il mondo eraspalancato davanti a me.


Nonc'è bisogno che dica quanto piangessero Tim e la cuoca allamia partenzae forse anch'io avevo qualche lacrimuccia agli occhi;ma nessun ragazzo di sedici anni è molto triste quando godedella libertà per la prima volta e ha venti ghinee in tasca;ed io cavalcavopensandolo confessonon tanto alla dolce madreche lasciavo sola ed alla casa dietro di mequanto al domani ed allecose meravigliose che mi avrebbe portato.




Capitolo3



NELQUALE FACCIO UNA FALSA PARTENZA NEL BEL MONDO



Cavalcaiquella notte fino a Carlowdove mi fermai al miglior albergoequando il padrone della locanda mi chiese qual era il mio nomeglidiedi quello di Mr Redmondsecondo le istruzioni di mio cuginoedissi che ero dei Redmond della contea di Waterforde che mi recavoal Trinity College di Dublino per completare la mia educazione.Vedendo il mio bell'aspettola spada con l'elsa d'argento e lavaligia ben fornitail padrone si prese la libertà dimandarmi una caraffa di chiaretto senza che l'avessi chiestama poipotete esserne sicurime la fece pagare ben cara sul conto. Nessungentiluomoin quel buon tempo anticoandava a letto senza prendereprima di dormireuna buona dose di liquore; quel giorno del mioprimo ingresso nel mondo mi feci un punto d'onore di agire in tutto eper tutto come un perfetto gentiluomoe vi assicuro che recitai lamia parte alla perfezione.


L'eccitazionedegli avvenimenti della mattinala partenza da casalo scontro colCapitano Quin sarebbero bastati a farmi girare la testa anche senzachiarettoma questo servì a darmi il colpo di grazia. Nonsognai la morte di Quincome avrebbero fatto probabilmente moltigiovani di pastafrolla; e del resto non ho mai avuto nessuno diquesti sciocchi rimorsi dopo qualcuna delle mie partite d'onoreedho sempre ritenuto fin dalla prima voltache se un gentiluomorischia la vita in un virile combattimentoè uno sciocco avergognarsi di aver vinto. Dormii a Carlow tanto sodo quanto si puòdormire; la mattina bevvi un boccale di birra leggera e presi unpanino arrostito per colazione; e cambiai la prima delle mie moneted'oro per pagare il conto senza dimenticare di dare laute mance atutti i servicome deve fare un gentiluomo.


Cominciaicosì il primo giorno della mia vita nel mondoe cosìho continuato. Nessuno è mai stato in strettezze peggioridelle mieed io ho conosciuto la miseria più nera e la piùdura povertàma nessuno può dire di me chese avevouna ghineanon fossi generoso e non la spendessi con la prodigalitàdi un lord.


Nontemevo il futuro: pensavo che un uomo delle mie qualitàtalento e coraggiosi sarebbe fatto strada ovunque. E poi avevo intasca venti ghinee d'orosomma che (in questo sbagliavo) calcolavosarebbe durata quattro mesi almeno; nel frattempo avrei potuto farequalche cosa per raggiungere la fortuna.


Cosìcavalcavocantando tra me e meo chiacchierando con i passanti;tutte le ragazze lungo la strada dicevano: - Guarda che belgiovanotto!

Quantoa Nora ed a Castle Bradymi sembrava che tra ieri ed oggi fosseropassati almeno dieci anni. Feci voto che non sarei mai piùtornato in quel lungo se non fossi diventato un grand'uomoemantenni il votocome si vedrà al momento opportuno.


Aquei tempi c'era più vita e più movimento di ora sullestrade maestre; oggigiorno le carrozze di posta portano da un capoall'altro del Regno in poche diecine di ore. La gente come si deveviaggiava a cavallo o in carrozze di proprietàe si perdevanotre giorni per un viaggio che oggi richiede dieci ore; cosìnon mancava mai la compagnia a chi viaggiasse verso Dublino. Feciparte del viaggio da Carlow a Naas con un gentiluomo ben armato cheveniva da Kilkenny vestito di una giubba di fustagno verde ed orocon una benda sull'occhio e che cavalcava una magnifica giumenta. Mifece le consuete domande: dove ero diretto e se mia madre non avevapaura dei banditi per permettermi di viaggiare sologiovane com'ero.Ma io dissi tirandone una fuori della fondinache avevo un paio dimagnifiche pistoleche avevano già fatto il loro servizio ederano pronte a farlo di nuovo.


Aquesto puntomentre ci veniva incontro un uomo butterato dal vaioloil mio compagno diede di sprone alla sua cavalla baia e mi lasciò.Era un animale molto più robusto del mioe per di piùio non volevo stancare il mio cavalloperché volevo arrivarea Dublino quella sera stessain buone condizioni.


Mentremi avvicinavo a Kilcullenvidi un crocchio di contadini riunitiintorno ad una carrozza con un cavalloed il mio amico dall'abitoverdeche galoppava mezzo miglio lontano su per la collina. Un servostava gridando"Al ladroal ladro!" con tutta la voce cheaveva in corpo: ma i contadini vicini ridevano del suo imbarazzoefacevano ogni sorta di scherzi sull'avventura che gli era capitata.


-Certoavreste dovuto tenerlo lontano col vostro trombone!

dicevauno di quei tali.


-Ohil vile! Farvi bastonare dal Capitano; e pensare che ha un occhiosolo! - gridava un altro.


-La prossima volta che la signora si metterà in viaggiofaràbene a lasciarvi a casa! - disse un terzo.


-Cos'è tutto questo chiassogiovanotti? - esclamai ioprecipitandomi a cavallo in mezzo a loro; ed avendo visto unasignoranella carrozzamolto pallida e spaventatacon qualchefrustata feci filar via quei mascalzoni dalle gambe rosse.


Cosaè accadutosignorache ha disturbato vostra signoria? ledissitogliendomi il cappelloe mettendo la mia giumenta di fiancoal finestrino della carrozza.


Lasignora spiegò. Era la moglie del Capitano Fitzsimonseandava a Dublino a raggiungere suo marito. La sua carrozza era statafermata da un banditoe quel gran babbeo del suo servo era caduto inginocchio davanti a luibenché fosse armato. E nonostante checi fossero trenta persone nel campo vicino a lavorare quando quelfarabutto l'aveva aggreditanessuno si era mosso per aiutarlamainvece avevano salutato il "Capitano" (cosìchiamavano il bandito) augurandogli buona fortuna.


-Certoè l'amico dei poveri - disse un tizio - e buona fortunaa lui!

-Erano affari nostri? - chiese un altro.


Edun altro ancora dissesogghignandoche quello era il famoso CapitanFrenyche dopo aver corrotto la giuriaper farsi assolvereduegiorni primaalle assise di Kilkennyera montato a cavallo allaporta della prigioneed il giorno seguente aveva giàsvaligiato due avvocati che aveva trovato sul suo cammino.


Dissia quella manica di farabutti di tornare a lavorare o avrebberoassaggiato il mio scudiscioe cominciaimeglio che potevoaconfortare la signora Fitzsimons della sua disgrazia.


-Aveva perduto molto?

-Tuttola borsa che conteneva più di cento ghineei gioiellila tabacchieragli orologied un paio di fibbie da scarpe didiamanti del Capitano.


Lacommiserai sinceramente per questa disgrazia esentendo dal suoaccento che era inglesedeplorai la differenza che esisteva tra idue paesi. Dissi che nel nostro paese (volevo intenderel'Inghilterra) simili infamie erano sconosciute.


-Ohanche voi siete inglese? - disse leicon evidente tono disorpresa.


Aquesta frase le risposi che ero orgoglioso di esserlo; e non ho maiconosciuto un vero gentiluomo Tory di Irlanda che non volesse poterdire altrettanto.


Cavalcaicosì a fianco della carrozza della signora Fitzsimons pertutta la strada fino a Naase siccome era stata derubata della suaborsa le chiesi il permesso di prestarle un paio di monete d'oro perpagare le spese dell'albergo: somma ch'ella si compiacquebenignamente di accettare e nel medesimo tempo fu così gentileda invitarmi a condividere con lei il pranzo.


Alledomande della signora sulla mia nascita ed i miei parenti risposi cheero un giovane gentiluomo con un grosso patrimonio (questo non eraveroma chi ha l'abitudine di farsi più piccolo di quello cheè? La mia cara madre mi aveva insegnato presto questo tipo diprudenza); e una buona famiglia nella contea di Waterfordche andavoa Dublino per i miei studi e che mia madre mi passava cinquecentosterline l'anno. La signora Fitzsimons fu del pari moltocomunicativa. Era la figlia del generale Granby SomersetdelWorcestershire di cui naturalmente io avevo sentito parlare (benchénon ne avessi inteso parlare affattoero troppo ben educato perdirlo); ed aveva fattodoveva confessarloun matrimonio d'amore conil Tenente Fitzgerald Fitzsimons. Ero mai stato a Donegal?

No?Che peccato! Il padre del Capitano possedeva centomila acri laggiùe Fitzsimonsburgh Castle è il più bel castellodell'Irlanda.


IlCapitano Fitzsimons era il figlio maggioree benché avesselitigato con suo padredoveva ereditarne i vasti possedimenti.


Continuòa parlarmi dei balli di Dublinodei banchetti al Castello dellecorse di cavalli al Phoenixdei ridottidei veglionicosìche avevo sempre più voglia di prender parte a questidivertimentied ero preoccupato soltanto pensando che la miadelicata posizione rendeva necessaria una certa riservatezzae miavrebbe impedito di essere presentato alla Cortedi cui i Fitzsimonserano i più eleganti frequentatori. Come era diverso il lorovivace ambiente dalle riunioni di Kilwangan frequentate dallefantesche! Ad ogni sua frase ella nominava un lord o qualche personaimportante. Parlava evidentemente francese ed italianomentre io leavevo confessato di sapere soltanto qualche parola della prima delledue linguee quanto al suo accento ingleseforse non ero in gradodi giudicarloperchéa voler dire la veritàera laprima persona inglese vera che avessi mai incontrato.


Miraccomandòtuttaviadi essere molto cauto nella scelta dellecompagnie che avrei incontrato a Dublinodove abbondavanoavventurieri e farabutti di ogni paese; si puòquindiimmaginare la mia gioia e la gratitudine che provai per leiquandoman mano che la nostra conversazione diventava più intima(eravamo arrivati alla fine del pranzo)mi offrì gentilmentedi sistemarmi a casa suadove il caro Fitzsimonsdicevaavrebbeaccolto con gioia il suo giovane e valoroso salvatore.


-Purtropposignora - dissi io - non sono riuscito a salvare niente.


Ciòera assolutamente veroperché ero arrivato troppo tardidopoil furto per impedire al bandito di toglierle il denaro e le perle.


-Del restosignoranon era gran che - disse Sullivanil servosciocco che si era tanto spaventato all'arrivo di Frenye che cistava servendo il pranzo. - Non vi ha restituito i tredici pence dirame e l'orologiodicendo che era di princisbecco?

Mala signora rimproverò l'impudente vallettoe lo mandòsubito fuori della stanzae quando se ne fu andatomi disse:

-Quello sciocco non conosce il valore di un biglietto da centosterline che era nel portafoglio che Freny mi ha tolto.


Forsese fossi stato un po' più vecchioe con un po' più diesperienza del mondoavrei cominciato a capire che la signoraFitzsimons non era la persona distinta che pretendeva di essere; madate le circostanzepresi per buone tutte le sue storiee quando ilpadrone portò il conto del pranzolo pagai con l'aria di unlord. In realtà ella non fece neppure la mossa di tirar fuorile due monete d'oro che le avevo prestatodopo di che ci dirigemmolentamente verso Dublinoove entrammo al cader della notte.


Lostrepito e lo splendore delle carrozzele fiamme delle torce portatedai ragazziil numero e la magnificenza delle case - mi riempironodella maggior meraviglia; tuttavia cercai di dissimulare questosentimentosecondo i consigli della mia cara madreche mi avevadetto essere segno di distinzione per un uomo non mostrar mai dimeravigliarsi di nientee non ammettere mai che una casaunequipaggioo una compagnia che vede siano più splendide o piùalla moda di quella che normalmente vede o frequenta a casa sua.


Cifermammo alla fine ad una casa di aspetto piuttosto meschinoedentrammo in un corridoio molto meno pulito di quello di Barryvillein cui si sentiva un odore penetrante di zuppa e di punch. Un uomograssocol viso rosso accesosenza parruccain una veste da cameraquasi a pezzi e col berretto da notteuscì dalla stanzad'ingresso ed abbracciò sua moglie (poiché quell'uomoera il Capitano Fitzsimons) con moltissima cordialità. Per dipiù quando vide che un forestiero la accompagnavatornòad abbracciarla con maggior entusiasmo di prima. Nel presentarmiella continuò a dire che ero il suo salvatore e mi fece deicomplimenti per il mio valorecome se avessi ucciso Frenyinvece diarrivare quando il ladrocinio era già compiuto.


IlCapitano disse che conosceva bene ed intimamente i Redmonds diWaterforddichiarazione che mi spaventòperché nonsapevo niente della famiglia a cui avevo dichiarato di appartenere.Ma io gli chiusi la bocca domandandogli quali dei Redmonds conoscevaperché non avevo mai sentito il suo nome nella nostrafamiglia.


Disseche conosceva i Redmonds di Redmonds-Town.


-Oh! - dico io - i miei sono i Redmonds di Castle Redmond; - e cosìlo misi fuori pista. Andai a vedere che il mio ronzino fosse bensistemato nella stallacol cavallo e la carrozza del Capitanopoitornai al mio ospite.


Benchévi fossero su un piatto incrinato gli avanzi di una cotoletta dimontone con le cipolleproprio davanti a luiil Capitano disse:

-Amor mioavrei voluto essere informato del tuo arrivoperchéBob Morlay ed io abbiamo appena finito il più delizioso piattodi cacciagione che Sua Grazia il Lord Luogotenente ci abbia maiinviatocon una bottiglia del miglior champagne della sua cantina.Conosci quel vinomia cara? Ma quel che è stato èstatoe non vale la pena di piangerci sopra; che ne direste di unabuona aragosta e di una bottiglia di chiaretto del migliore che cisia in Irlanda? Bettyporta via questa roba dalla tavolae da' ilbenvenuto in casa nostra alla signora ed al nostro giovane amico.


Nonavendo spiccioliil signor Fitzsimons mi chiese di prestargli unamoneta da dieci pence per comprare il piatto di aragosta; ma lasignora gli porse una delle ghinee che gli avevo dato e la diede allaragazza dicendole di cambiarla e di procurarsi da cena.


Ellaandò via subito e riportò di resto alla padronasoltanto pochi scellinidicendo che ii pesciaiolo aveva tenuto ilresto a saldo di un vecchio conto.


-E tu sei stata tanto stupidada dargli la moneta d'oro! strillòil signor Fitzsimons.


Hodimenticato quante centinaia di ghinee disse di aver pagato aquell'individuo durante l'anno.


Ilpranzo fu accompagnatose non da una grande eleganza di trattamentoalmeno da una quantità di aneddoti riguardanti le piùnotevoli personalità cittadinecon le qualia dargli rettail Capitano viveva nella più cordiale intimità.


Pernon restare indietrogli parlai dei miei feudi e della mia proprietàcome se fossi stato ricco al pari di un duca.


Gliraccontai tutte le storie della nobiltà che avevo sentito damia madree anche qualcuna cheforsemi ero inventata; ed avreidovuto accorgermi che costui era un impostore per il solo fatto chenon rilevò gli errori e le inesattezze che gli dicevo.


Mai giovani sono sempre troppo fiduciosi. Ci volle un po' di tempoprima che comprendessi che non avevo fatto una conoscenza moltodesiderabile incontrando il Capitano Fitzsimons e sua moglieequindi andai a letto congratulandomi con me stesso per la buonafortuna che avevo avuto imbattendomiproprio al principio delle mieavventurein una coppia tanto distinta.


Anchel'aspetto della camera che mi fu assegnata avrebbe dovuto farmiimmaginare che l'erede di Fitzsimonsburgh Castlecontea di Donegalnon si era ancora riconciliato con i suoi ricchi genitorie se fossistato un ragazzo ingleseprobabilmente mi sarebbero sorti subitodubbi e sfiducia. Ma forsecome il lettore sanon siamo tropposchizzinosi in Irlanda in fatto di pulizia come lo si è inquello schizzinoso paese; di conseguenzail disordine della miacamera da letto non mi colpì troppo. Non avevamo forse anchenoi tutti i vetri rotti e sostituiti da stracci a Castle Bradylasuperba magione di mio zio?

Avevamomai avuto laggiù una serratura alla porta? O se c'era laserraturaun paletto per chiuderla? O un fermaglio che tenesse?

Cosìnonostante che la mia camera da letto presentasse tutti questiinconvenientied anche qualcuno di piùbenché la miacoperta da letto fosse stata evidentemente un abito di broccato dellasignora Fitzsimons macchiato di grassoed il vetro della miatoeletta fosse spezzato e non più grande di una moneta damezza coronaero talmente abituato a condizioni simili nelle caseirlandesiche ritenni di trovarmi in quella di una persona distinta.Non vi era serratura nemmeno ai cassettiche quando si aprivanoapparivano pieni dei vasetti di rossetto della mia ospite e delle suescarpecorsetti e stracci: così dovetti lasciare la mia robanella valigiama misi il mio necessario da viaggio d'argento sullastracciata tovaglia del cassettone dove brillava con grandesplendore.


QuandoSullivan si fece vedere la mattina seguentegli chiesi notizie dellamia cavallaed egli m'informò che stava bene. Gli chiesiquindidi portarmi l'acqua calda per la barbacon tono di voceforte e pieno di dignità.


-Acqua calda per la barba! - dice luiscoppiando a ridere (e debboconfessarlonon senza ragione). - Siete forse voi che doveteradervi? - continuò. - E forse quando vi porto l'acqua dovròportarvi anche la gatta di casache così avrete qualche cosaa cui levare il pelo?

Tiraiuna scarpa sulla testa di quel mascalzone per risposta alla suaimpudenzae poi andai a raggiungere i miei amici in salotto per lacolazione. Venni accolto con grande calore e con la stessa tovagliache era stata usata la sera prima: la riconobbi dalla traccia nerache vi aveva lasciato il piatto dello stufato irlandese e da unamacchia di birra cadutavi durante la cena.


Ilmio ospite mi salutò con grande cordialità; e lasignora Fitzsimons disse che avevo un aspetto che avrebbe fattoun'ottima figura al Phoenix. Del restomodestia a parteposso direche a Dublino vi erano molti ragazzi più brutti di me. Nonavevo ancora il possente torace e l'aspetto muscoloso che hoacquistato più tardi (in cambioohimé! delle gambe conla gotta e delle dita con l'artrite; ma questo è naturalenegli uomini)ma ero arrivato quasi alla mia attuale altezza di seipiedie con i miei capelli a boccoliun elegante jabot di merlettoe di polsini alla camiciaun gilet di seta rossaricamato d'orosembravo proprio il gentiluomo che ero. Portavo una giacca marronecon bottoni piattiche mi era diventata troppo strettae per questorestammo d'accordo col Capitano Fitzsimons che avremmo fatto unavisita al suo sartoper farmi fare una giacca più adatta allamia corporatura.


-Non c'è bisogno che vi chieda se siete stato a vostro agio nelletto - mi disse. - Il giovane Fred Pimpleton (il secondo figlio diLord Pimpleton) ci ha dormito per i sette mesi durante i quali mi hafatto l'onore di stare con mee se egli è stato soddisfattonon so chi altri non lo dovrebbe essere.


Dopocolazione uscimmo per vedere la cittàe Fitzsimons mipresentò a molti dei suoi conoscenti che incontrammocome ilsuo giovane ed intimo amicosignor Redmond della contea diWaterford; mi presentò anche al suo cappellaio ed al suo sartocome un giovane di belle speranze e di grandi possibilità; ebenché dicessi a quest'ultimo che non potevo pagare a pronticontanti più di una giaccache mi tornava a pennelloinsistéper farmene diverseed io non credetti di dover rifiutare. Anche ilCapitanoche certo aveva bisogno di rinnovare il suo guardarobadisse al sarto di mandargli a casa un'elegante giubba militarecheaveva scelto.


Poitornammo a casa dalla signora Fitzsimonsche ci portòcon lasua carrozzaal Phoenix Parkdove c'era una rivistae dovenumerosi giovani della migliore società le ronzavano attorno;a tutti mi presentò come il suo salvatore del giorno prima. Einvero i complimenti che ella mi fece erano tanti e tali che prima dimezz'ora ero considerato da tutti come un giovane gentiluomo di unadelle migliori famiglie del paeseimparentato con la più altanobiltàcugino del Capitano Fitzsimons ed erede di 10.000sterline l'anno. Fitzsimons assicurò di aver percorso acavallo tutto il mio feudo palmo a palmoed in realtàpoichévoleva raccontare simili storie sul mio contolo lasciavo fareedanzi ero non poco compiaciuto (giovane com'ero) di avere tantaimportanza e di passare per un grande personaggio.


Nonavevo ancora capito di essere capitato nelle mani di una banda diimpostoriche il Capitano Fitzsimons era soltanto un avventuriero esua moglie una donna di nessun creditoma questi sono i pericoli acui i giovani sono sempre espostie per conseguenza i giovanipotranno da me imparare come guardarsi.


Miaffrettopertantoa terminare la descrizione di questo periododella mia vitain cui gli incidenti furono dolorosie di non grandeinteressesalvo che per la mia infelice personaavendo trovatocerti compagni non certo del tipo più conveniente alla miaqualità.


Ilfatto è che difficilmente un giovane può capitare inmani peggiori di quelle in cui ero caduto io. Più tardi sonostato a Donegale non ho mai visto il famoso castello diFitzsimonsburghla cui esistenza è del resto ignorata anchedai più vecchi abitanti della contea; e neppure i GranbySomersets sono più conosciuti nello Hampshire. La coppia nellecui mani ero caduto era di un tipo più comune allora che oggiin cui le grandi guerre degli ultimi tempi hanno reso molto difficileai lacché ed agli scrocconi dei nobili fare i procacciatori digradi militarie quello di scrocconein realtàera stato ilmestiere originale del Capitano Fitzsimons. Se avessi conosciuto lasua originenaturalmenteavrei preferito morire che unirmi a lui;ma in quegli ingenui giorni della gioventùprendevo tutti isuoi racconti come veritàe mi immaginavo di aver avuto unagrande fortuna per essere stato introdottoproprio all'inizio dellamia vitain una famiglia simile.


Ohimè!siamo i giocattoli del destino. Quando penso da quali piccolecircostanze hanno avuto origine tutti i grandi avvenimenti della miavitaposso appena credere di essere stato qualche cosa di diverso daun fantoccio nelle mani del Fatoche mi ha giocato i tiri piùfantastici.


IlCapitano era stato il domestico di un gentiluomoe sua moglie nonera di rango più elevato. La società che questa bellacoppia frequentava era del tipo ordinario a cui anche loroappartenevanoed in cui gli amici sono sempre benvenuti se paganouna certa somma per il pranzo.


Dopopranzo potete essere sicuri che non mancavano le cartee che lacompagnia che giocava non giocava soltanto per l'onore. A questeriunioni partecipavano persone di ogni razza: giovani ufficiali deireggimenti di guarnigione a Dublinogiovani impiegati del Castellospeculatori sui cavallibevitori di vinogente che eludeva lavigilanza delle guardie notturne della città; tuttoquell'insieme di persone equivoche che esisteva a quel tempo aDublino in maggior quantità di quella che ho riscontrato inqualsiasi altra città d'Europa. Non ho mai visto giovanottimettersi tanto in mostrae con tanto pochi quattrini.


Nonho mai conosciuto dei giovani gentiluomini che avessero quello chepotrei chiamare la vocazione dell'ozioe mentre un inglese concinquanta sterline l'anno non può fare molto più chemorir di fame o ammazzarsi di fatica come uno schiavo in qualcheprofessioneun giovane bellimbusto irlandese con la stessa sommamanteneva i suoi cavallibeveva la sua bottiglia e viveva ozioso etranquillo come un lord. Un medico che non aveva mai avuto unpaziente si trovava fianco a fianco con un avvocato che non aveva maiavuto un cliente: nessuno dei due possedeva una ghineama sia l'unoche l'altro avevano un buon cavallo per galoppare nel Parco e addossol'abito migliore che si possa immaginare. Un giovane pastore cheandava avanti senza mezzi; molti giovani commercianti di vino checonsumavano più alcool di quanto ne avessero mai comprato ovendutoed uomini di simile schiatta formavano la societàincuiper mia cattiva sorteero capitato. Che cosa poteva accaderese non qualche guaioad un uomo in simile compagnia? (e non hoparlato delle signore di quella societàche eranoforseanche peggio degli uomini). Così in un tempo brevemoltobrevedivenni la loro preda.


Quantoalle mie povere venti ghineein tre giorni vidi con terrore cheerano ridotte ad otto: i teatri e le taverne avevano aperto talispaventosi vuoti nella mia borsa. Al gioco avevo perdutoèveroun paio di monete; ma vedendo che tutti quantinella miacomitiva giocavano sulla parola e firmavano degli assegnianche ionaturalmentepreferii quel sistema al pagamento a pronta cassaequando perdevo pagavo sempre in quel modo.


Coisartisellai ed altri impiegavo metodi non diversie lapresentazione di Fitzsimons mi fece molto comodoperché icommercianti avevano creduto alla sua parola a proposito del miopatrimonio (ho saputo poi che quel farabutto precedentemente avevaaccalappiato molti altri giovani più ricchi di me)e per unpo' di tempo mi fornirono tutti gli oggetti che mi compiacevo diordinare. Alla finepoiché il contante diventava sempre piùscarsofui costretto a mettere in pegno qualcuno degli abiti che ilsarto mi aveva fornitoperché non volevo separarmi dalla miacavallacon cui tutti i giorni facevo una galoppata al Parcoe cheavevo caraessendo un dono del mio rispettabile zio. Ottenni ancheun po' di denaro vendendo qualche piccolo gioiello che avevoacquistato da un gioielliere che mi aveva fatto creditoe cosìfui in grado di salvare le apparenze ancora per un po' di tempo.


Piùvolte chiesi all'ufficio postale se c'erano lettere per il signorRedmondma non ne era arrivata nessunae del resto ero quasisoddisfatto quando sentivo quella risposta "No"; infattinon avevo molta voglia che mia madre venisse a conoscere la miacondotta nella stravagante vita che conducevo a Dublino. Tuttavia nonpotevo andare avanti un pezzo; così chequando i miei denarifurono definitivamente esauriti e feci una seconda visita al sartoper chiedergli di farmi altri vestitie quel bel tipo brontolònicchiò ed alla fine ebbe l'impudenza di chiedermi ilpagamento di quelli che già mi aveva fornitoa queste paroledopo avergli detto che gli avrei tolto la mia fornituralo lasciaibruscamente.


Anchel'orefice (una birba di giudeo) rifiutò di consegnarmi unacatena d'oro di cui avevo vogliaed in conseguenza sentiiper laprima voltaun certo imbarazzo. A rendere colma la misurauno deigiovani gentiluomini che frequentavano la pensione di Fitzsimonsaveva ricevuto da medurante il giocouna cambiale per diciottosterline (che avevo perduto con lui al picchetto)ed avendo undebito verso Mister Curbynlo stalliereaveva passato il documentonelle mani di quell'individuo. Immaginate dunque la mia rabbia e lamia meravigliaquandoandando a prendere la mia cavallavidi cheegli si rifiutava nettamente di farla uscire dalla stallase nonavessi prima fatto fronte al mio impegno!

Invanogli offrii la scelta tra quattro cambiali che avevo in tascauna diFitzsimons per 20 sterlineuna del Consigliere Mulligan e cosìvia; il proprietario della rimessache era dello Yorkshirescossela testa e rise alla vista di questi documentie disse:

-Master Redmondmi sembrate un bravo giovanottodi buona famiglia edi buone condizioni: permetteteperciòche vi dicaall'orecchio che siete caduto in mani molto brutte... è unavera banda di truffatori; ed un gentiluomo del vostro rango e dellavostra qualità non dovrebbe farsi vedere mai in similecompagnia.


Tornatea casa: fate la valigiapagatemi quella bazzecola che mi dovetemontate sulla vostra cavalla e tornate dai vostri genitori. E' lacosa migliore che possiate fare.


Davveroin che bel nido di farabutti ero capitato! Sembrava che tutte ledisgrazie mi dovessero cadere addosso insiemeperchémentretornavo a casa e salivo in camera da letto triste e sconsolatotrovai il Capitano e sua moglie davanti a mela valigia apertalamia roba buttata sul pavimento e le chiavi in mano di quell'odiosoFitzsimons.


-Chi dunque ho alloggiato in questa casa? - gridò mentreentravo nell'appartamento. - Chi sieteSirrah? (9) - Sirrah? Signore- risposi io- sono un gentiluomo alla pari di tanti altriqui inIrlanda.


-Siete un imbroglionegiovanotto; un intriganteun impostore!- urlòil Capitano.


-Ripetete ancora queste parole e ve le ricaccerò in golarisposi.


-Zittozitto! So tirar di scherma bene quanto voisignor RedmondBarry. Ahcambiate coloreora - il vostro segreto èconosciuto non è vero? Venite come una vipera nel seno dellefamiglie innocenti! Vi presentate come erede dei miei amici Redmondsdi Castle Redmond; vi presentate alla nobiltà ed ai borghesidi questa metropoli... - (la pronuncia del Capitano era larga e lesue parolepreferibilmentelunghe); - vi porto dai miei fornitoriche vi fanno credito e cosa trovo? Che avete dato in pegno glioggetti che avete preso nei loro negozi.


-Ho dato loro le mie garanziesignore - dissi con aria dignitosa.


-Sotto quale nomedisgraziato ragazzosotto quale nome? strillòla signora Fitzsimons; ed alloraad un trattoricordai che avevofirmato i documenti Barry Redmondinvece di Redmond Barryma chealtro potevo fare? Mia madre non aveva forse desiderato che nonprendessi altro nome che quello? Dopo avere rivolto contro di me unatirata violentissimain cui dichiarò di avere scoperto percombinazione il mio vero nome sulla mia biancheriaegli parlòdella sua fiducia e del suo affetto così mal ripostie dellavergogna con cui sarebbe stato obbligato a parlare ai suoi elegantiamici ed a confessar loro che aveva ospitato un impostore.


Raccolsepoi la biancheriai vestitigli articoli da toeletta d'argentoedil resto della mia robae dichiarò che sarebbe uscito perandare a chiamare una guardia e consegnarmi alla giusta vendetta.


Durantela prima parte del suo discorsoil pensiero dell'imprudenza di cuimi ero reso colpevole e dell'impiccio in cui mi ero cacciatomiaveva tanto imbarazzato e tanto confusoche non seppi trovareneppure una parola per rispondere agli insulti di quel bel tipocosìche ero rimasto muto davanti a luima il senso del pericolo allafine mi indusse all'azione.


-SentiteFitzsimons - dissi - vi dirò perché sono statocostretto ad alterare il mio nomeche è Barry ed il nomemigliore che vi sia in Irlanda. L'ho cambiatosignoreperchéil giorno prima di venire a Dublino ho ucciso un uomo in mortaltenzone...


uninglesesignoreCapitano al servizio di Sua Maestà. E se nonmi farete passareo mi ostacolerete in qualsiasi manierail braccioche ha colpito lui è pronto a castigare anche voi; e per ilCielosignoreo voi od io non lasceremo vivi questa stanza!

Cosìdicendofeci balenare la mia spada come una folgoree dopo avergridato: - Ahah! - e battuto forte il piedela distesi ad appenaun pollice di distanza dal cuore di Fitzsimonsche fece un saltoindietro e diventò pallido come un mortomentre sua mogliecon un gridosi precipitava tra noi due.


-Carissimo Redmond - gridò - calmatevi! E tu Fitzsimonsnonvorrai il sangue di questo povero figlio! Fallo scappare... in nomedel Cielofallo andar via.


-Può anche andare a farsi impiccareper me - disse con vocecupa Fitzsimons - e farebbe meglio a farlo in frettaperchéil gioielliere ed il sarto mi hanno già chiamato una volta esaranno di nuovo qui tra poco. E' stato Mosesil prestatore supegnoche lo ha denunciato: anche io ho saputo da lui di tuttiquegli imbrogli.


Dallaqual cosa dedussi che Fitzsimons era andato dall'ebreo per impegnarela giubba nuova di merletto che si era procurata dal sarto il giornoin cui mi aveva fatto credito per la prima volta.


Qualefu la fine della nostra conversazione? Dove trovare una casa per ildiscendente dei Barrys? La mia casa paterna mi era chiusa perl'incidente del duello. Ero cacciato via da Dublino per unapersecuzioneprovocatadebbo confessarlodalla mia imprudenza.


Nonavevo tempo di aspettare per scegliere; nessun luogo di rifugio incui fuggire. Fitzsimonsdopo la sua lite con melasciò lastanza brontolandoma non come un nemico; sua moglie insistéperché ci stringessimo la manoe promise di non molestarmi.


Inrealtà non dovevo niente a quell'individuoanzi avevo in quelmomento in tasca la sua dichiarazione per un po' di denaro perso dalui al gioco. Quanto alla mia amica Fitzsimonsessa si sedette sullettoe ad un tratto scoppiò in un dirotto pianto. Aveva lesue colpema il cuore buonoe benché tutto il suo patrimonioal mondo consistesse soltanto in tre scellini e quattro pence diramela povera diavola me le volle dare prima che la lasciassi perandarmene... dove? Ma avevo già preso una decisione; in cittàvi era una ventina di gruppi di reclutamento che andavano in cerca diuomini desiderosi di raggiungere le nostre valorose truppe in Americaed in Germania: sapevo dove trovarne unoessendo amico di unsergente che avevo conosciuto ad una rivista a Phoenix Parkin cuimi aveva mostrato come un giovane modello per coloro che desideravanorecarsi al campoper la qual cosa gli avevo offerto da bere.


Diediuno dei miei scellini a Sullivanil maggiordomo dei Fitzsimons edopo essermi precipitato in stradami affrettai a recarmi allapiccola birreria in cui aveva il suo quartier generale il mio amicoe prima che fossero passati dieci minuti mi aveva arruolato al soldodi Sua Maestà.


Glidissi francamente che ero un giovane gentiluomo in imbarazzo cheavevo ucciso un ufficiale in duello e che ero ansioso di lasciare ilpaese.


Manon c'era neanche bisogno che perdessi tempo a dare spiegazioni; ReGiorgio aveva troppo bisogno di uomini per potersi informare da cheparte venivanoed un individuo della mia statura disse il sergenteera sempre il benvenuto. E del restomi disse che non avrei potutoscegliere un momento migliore. Un trasporto era alla fonda aDunlearyed aspettava il vento; ed a bordo di quella nave su cui miimbarcai quella serafeci alcune sorprendenti scoperteche sarannonarrate nel prossimo capitolo.




Capitolo4



INCUI BARRY HA UNA VISIONE NUOVA DELLA GLORIA MILITARE



Nonho mai provato altro piacere fuori di quello di una buona compagniae odio tutte le descrizioni di una vita mediocre. In conseguenza ilracconto relativo all'ambiente in cui ero venuto a trovarmi alloradeve essere brevee il suo stesso ricordo mi è profondamentesgradevole. Ah! il pensiero di quell'orribile buco nero in cuieravamo confinati noialtri soldatidelle disgraziate creature di cuiero costretto a subire la compagniadei villanidei vagabondideiborsaiuoli che avevano cercato nel servizio militare un rifugiocontro la miseria o la legge (comein sostanzaavevo fattoanch'io)è sufficiente a farmi vergognare di me stesso ancheorae mi sale il rossore sulle mie vecchie guance quando penso chesono stato costretto a restare non poco tempo in simile compagnia! Misarei dato alla disperazionese non cheper fortunaaccadderoalcuni eventi che mi sollevarono lo spirito e mi consolaronoincerto mododelle mie sventure.


Laprima delle consolazioni che provai fu una bella liteavvenuta ilgiorno dopo il mio arrivo sulla nave da trasportocon un grossoindividuo dai capelli rossiun vero mostroun portatore di sediedella spiaggia di Bath ora arruolatosi per sfuggire ad una moglielitigiosala quale per quanto egli fosse un pugilatoreera semprestata per lui un avversario difficile. Non appena questo individuo -mi ricordo che si chiamava Toole era sfuggito dalle mani dellalavandaia sua consortegli si erano risvegliati il coraggio e laferocia naturaleed era divenuto il tiranno di tutti coloro che glistavano attorno. Tutte le reclutespecialmenteerano oggetto deisuoi insulti brutali e dei suoi cattivi trattamenti.


Ionon avevo denaricome ho dettoe stavo seduto con aria moltosconsolata davanti a un piatto di prosciutto rancido e di biscottoammuffitoche ci era stato distribuito come rancioquando venne ilmio turno di servirmi da beree mi venne messo davanticome aglialtri del restouna tazza di stagno sporcache conteneva un po' piùdi mezza pinta di rum allungato con acqua. Il recipiente era tantosporco e unto che non potei fare a meno di rivolgermi all'uomo chedistribuiva il rancio e dirgli:

-Compagnoportami un bicchiere pulito.


Aqueste parole tutti quei mascalzoni che mi stavano attorno diedero inuno scoppio di risae più forte di tuttinaturalmentesghignazzava Toole.


-Portate a quel signore un tovagliolo per le manie servitegli unascodella di zuppa di tartaruga - gridava quel mostroche stavasedutoo meglio semisdraiato sulla panca di fronte a mee mentrediceva cosìprese ad un tratto la mia tazza di grog e lavuotòtra gli applausi degli altri.


-Se vuoi farlo arrabbiaresfottilo a proposito di sua moglie lalavandaiache lo picchia - bisbigliò a questo punto al mioorecchio un altro degno compareun lampionaio in ritirocheseccato del suo mestiereaveva scelto la vita militare.


-E' un tovagliolo lavato da tua mogliesignor Toole? - dissi io.


-Mi hanno detto che spesso ti ha strofinato ben bene la faccia conquello!

-Sfottilo perché non ha voluto vederla ieriquando èvenuta a bordo - continuò il portatorcia. E cosìcontinuai a scherzare con allusioni a base di saponatabeccate digallina e ferri da stiroche fecero andare in collera quell'uomo efecero nascere una bella lite tra noi. Ci saremmo precipitati subitol'un contro l'altroma un paio di sogghignanti fucilieri di marinache stavano di guardia alla portaper timore che ci pentissimodell'affare che avevamo fatto ed avessimo fantasia di fuggirevennero avanti e si interposero tra di noi con le baionette inastate.Il sergente discese la scalaavendo sentito la disputae finìcol dichiarare amabilmente che potevamo batterci a pugnida uominise ci faceva piaceree che il frapponte sarebbe stato sgombrato aquesto scopo.


Mal'uso della boxecome la chiamano gli Inglesinon era ancoragenerale in Irlandae così venne stabilito che ci saremmobattuti con un paio di randelli; e con una di queste rustiche armifinii quel prepotente in quattro minutipoiché gli diedisulla sua stupida zucca un colpo tale che lo lasciò senza vitasul pontesenza ricevere in cambio nemmeno un'ammaccatura.


Questavittoria sul gallo di quel vile pollaio mi fece avere il rispetto diquella compagnia di mascalzoni di cui ormai anch'io facevo parteeservì a risollevarmi lo spiritoche altrimenti sarebbe statoassai abbattuto. La mia posizione poi divenne presto piùsopportabile in conseguenza dell'arrivoa bordo della nostra navedi un vecchio amico. Questi non era altri che il mio padrino nelfatale duello che mi aveva lanciato tanto presto nel mondoilCapitano Fagan.


C'eraun giovane nobiluomo che possedeva una compagnia del nostroreggimento (i fanti di Gale)e che preferiva le delizie del Mall edei circoli ai pericoli di una dura campagna. Egli aveva dato inconseguenza a Fagan la possibilità di un cambio; l'altrononavendo altro patrimonio che la sua spadaera stato lieto diaccettare. Il sergente ci stava facendo fare l'esercizio sul ponte (imarinai e gli ufficiali del trasporto ci guardavano sogghignando)quando approdò una barca con a bordo il nostro capitanoebenché sobbalzassi e diventassi rosso quando egli riconobbe me- un discendente dei Barrys - in quella umiliante posizionevi possoassicurare che la comparsa del volto di Fagan mi fu molto graditaperché ero sicuro che avevo vicino a me un amico.


Primaero tanto malinconico che avrei certamente disertato se ne avessiavuto i mezzie se non vi fossero stati gli inevitabili fanti dimarina a far la guardia per impedire ogni possibilità di fuga.


Fagancon un'occhiata mostrò di avermi riconosciutoma non dette diquesto fatto alcuna dimostrazione pubblica; solo due giorni dopoquando avevamo già detto addio alla vecchia Irlanda e citrovavamo in alto maremi chiamò nella sua cabinae dopoavermi stretto la mano con grande cordialitàmi diede notiziedella mia famigliache molto desideravo.


-Ho avuto tue notizie a Dublino - mi disse. - Ed in fede mia haicominciato prestoda degno figlio di tuo padre. Ed io credo che nonavresti potuto far meglio di quello che hai fatto. Ma perchénon hai scritto a casa alla tua povera madre? Ti ha mandato una mezzadozzina di lettere a Dublino.


Glidissi che avevo chiesto le lettere all'ufficio postalema non ve neera nessuna per il signor Redmond. Non mi piaceva di aggiungere chemi ero vergognatodopo la prima settimanadi scrivere a mia madre.


-Possiamo scriverle per mezzo del pilota - disse lui - che ci lasceràtra due ore; e puoi dirle che sei salvo e che hai sposato la brunaBess. (10) Sospirai quando l'udii parlare di sposalizioe alloradisse con una risata:

-Mi accorgo che stai pensando ancora ad una certa signorina di Brady'sTown.


-Sta bene Miss Brady? - risposi; ed in realtà potevo appenapronunciare queste paroleperché effettivamente pensavo aleie per quanto l'avessi un po' dimenticata nelle follie diDublinomi accorgevo che l'avversità faceva tornare a gallatutto il mio affetto.


-Ci sono soltanto sette Miss Bradyora - rispose Fagan con vocesolenne. - La povera Nora...


-Mio Dio! Che ne è stato di lei?

Pensaiche il dolore l'avesse uccisa.


-Se la prese tanto per la tua partenzache fu costretta a consolarsiprendendo marito. Ora è la signora John Quin.


-Signora John Quin? C'è dunque un altro John Quin? -chiesi iosbalordito per la notizia.


-Noè lo stessoragazzo mio. E' guarito dalla sua ferita. Lapalla con cui lo hai colpito non era tale da fargli male. Era fattasoltanto di stoppa. Credi proprio che i Bradys si volessero farsfuggire una rendita di millecinquecento sterline l'anno?

Equindi Fagan mi disse che per mandarmi fuori dai piedi poichéil vile Capitano inglese non avrebbe mai consentito al matrimonio perpaura di me - avevano combinato il piano del finto duello.


-Ma tu lo hai colpito in pienoRedmonde con una bella pallaimbottita di stoppae quel povero diavolo si è tantospaventato che c'è voluta un'ora per farlo tornare in sé.Più tardi abbiamo raccontato la storia a tua madreche ci hafatto una bella scenataha mandato una decina di lettere a Dublinoper richiamartima credo che te le abbia indirizzate col tuo veronomecol quale tu non hai mai pensato a chiederle.


-Vile! - dissi (per quantolo confessofossi molto sollevato alpensiero di non averlo ucciso). - Ed i Bradys di Castle Brady hannoconsentito ad ammettere un codardo simile in una delle piùantiche ed onorevoli famiglie del mondo?

-Ha pagato tutta l'ipoteca di tuo zio - disse Fagan - ed ha dato aNora una carrozza a sei cavalli; è sul punto di vendere la suacompagniae il Tenente Ulick Brady della Milizia sta per comprarla.Quel vigliacchissimo individuo è divenuto il pilastro dellafamiglia di tuo zio. Ed in fede miacome affare è statoveramente buono!

Poiridendomi disse che Mick ed Ulick non lo avevano mai perso divistaallo scopo di non farlo scappare in Inghilterra prima che ilmatrimonio fosse celebrato e la coppia felice viaggiasse alla voltadi Dublino.


-Hai bisogno di qualche soldoragazzo mio? - continuò ilCapitano di buon umore. - Puoi trovar credito presso di meperchéio ho avuto un paio di centinaia di sterline da Master Quin per laparte che ho recitatoe fin che durerannonon mancherai mai diniente. - E così mi fece mettere a sedere e scrivere unalettera a mia madrecosa che feci subito in termini sinceri e pienidi pentimento; le dichiarai che avevo fatto molte sciocchezzechenon avevo capito fino a quel momento il fatale errore che stavocommettendo quando mi ero imbarcato per la Germania come volontario.La lettera era appena finita quando il pilota gridò che stavaper tornare a terrae partì portando con séoltre aimieigli estremi addii agli amici della vecchia Irlanda di parecchiepersone ansiose e preoccupate.


Benchésia stato chiamato Capitano Barry per molti anni della mia vitaesia stato conosciuto con tale titolo dalle maggiori personalitàd'Europadebbo confessare che non ho più diritto a talequalifica della maggior parte dei gentiluomini che l'assumonoe chenon ho mai avuto diritto alle spallinené ad alcun gradomilitare più elevato che quello dei galloni del piùmodesto caporale. Venni nominato caporale da Fagan durante il nostroviaggio verso la foce dell'Elbaed il mio grado venne confermatosulla terra ferma. Mi era stato promesso il grado di sottufficiale eforse anche quello di alfiere se mi fossi distintoma il destino nonvolle che restassi a lungo soldato inglesecome si vedràpresto. Nel frattempo la nostra traversata fu molto favorevole; lemie avventure erano state narrate da Fagan ai suoi colleghiufficialiche mi trattavano con cortesiamentre la vittoria sulgrosso portatore di sedie mi aveva procurato il rispetto dei mieicamerati del frapponte. Incoraggiato e molto esortato da Faganfacevo il mio servizio con grande zelo; ma benché fossigentile e mi mostrassi di buon carattere con i miei compagninonpotei mai consentire a fare amicizia con simili volgari individuiedel resto venivo di solito chiamato da loro my lord.


Credoche il soprannome l'avesse trovato il portatorceun gaio farabuttoche mi aveva dato per primo questo titolo; ed io sentii che potevomeritare quella distinzione con lo stesso diritto di un qualunquePari del regno.


Civorrebbe uno storico o un filosofo assai più acuto di quantolo sia ioper esporre le cause della famosa Guerra dei Sette Anni incui era impegnata l'Europa; del resto la sua origine mi èsembrata sempre molto complicataed i libri scritti su taleargomento tanto difficili e oscuriche di rado ho capito qualchecosa di più alla fine di un capitolo che al principioed inconseguenza farò grazia al lettore di ogni disquisizione miapersonale sull'argomento.


Tuttoquello che so è che il vecchio amore di Sua Maestà peri suoi domini dell'Hannover lo aveva reso impopolare nel suo regnoinglese e che il signor Pitt era alla testa del partito contrarioalla guerra in Germania. Ma ad un trattoquando il signor Pitt fudiventato Ministro il resto dell'Impero applaudì alla guerramolto più di quanto non l'avesse odiata prima. Le vittorie diDettingen e di Gefeld erano sulle bocche di tuttie "l'eroeprotestante"come eravamo soliti chiamare il vecchio ateoFederico Secondo di Prussiaveniva da noi adorato come un santopochissimo tempo dopo il giorno in cui eravamo stati sul punto difargli la guerraalleati con l'Imperatrice regina. Ora peròeravamo dalla parte di Federico: l'Imperatricei FrancesigliSvedesi ed i Russi erano contro di noi; e mi ricordo che quando lenotizie della battaglia di Lisse giunsero al nostro remoto quartiered'Irlanda la considerammo un trionfo per la causa delProtestantesimoe facemmo fuochi e falò di gioiae ci fecerouna predica in chiesa e celebrammo il compleanno del Re di Prussia.In tale occasione mio zio si ubriacò; come faceva del resto intutti i casi consimili.


Lamaggior parte dei poveri diavoli che si erano arruolati con me eranonaturalmente Papisti (l'esercito inglese era pieno di tal gente cheusciva dal nostro inesauribile paese)e questiin realtàcombattevano le battaglie del Protestantesimo come Federicochefaceva sentire la sua forza ai protestanti svedesi e ai protestantisassonicome ai Russi della Chiesa grecae alle truppe papistedell'Imperatore e del Re di Francia. Fu contro queste ultime chevennero impiegati gli ausiliari inglesie si sa chequalunque siala causa della liteun Inglese ed un Francese combattono semprevolentieri tra loro.


Sbarcammodunque a Cuxhavene prima di aver passato un mese nell'Elettoratoero trasformato in un robusto e valente soldatoed avendo unanaturale attitudine per gli esercizi militariero presto diventatoesperto negli esercizi quanto il più vecchio sergente delreggimento. E' bello sognare guerre gloriose stando comodamente acasa propria in poltronao anche farle da ufficialecircondati dagentiluomini elegantemente vestitied incoraggiati da speranze dipromozioni. Ma queste speranze non sorridono ai poveri diavoli inlacere divise; la ruvida stoffa delle nostre giubbe rosse mi facevavergognare quando vedevo avvicinarsi un ufficiale; e la mia animatremava tutta quando andando in giro sentivo le loro voci mentresedevano allegramente al tavolo della mensa; il mio orgoglio sirivoltava quando ero obbligato ad impiastrarmi i capelli di farina esego di candeleinvece di usare la pomata adatta ai gentiluomini.Sìi miei gusti sono sempre stati elevati e alla modael'orribile compagnia in cui ero caduto mi ripugnava. Qualiprobabilità avevo di una promozione?

Nessunodei miei parenti aveva denari per comprarmi il gradocosì cheil mio spirito divenne presto tanto abbattuto che desideravo unabattaglia generale ed una palla che mi finissementre facevo votiche mi capitasse l'occasione di disertare.


Quandopenso che iodiscendente dei Re d'Irlandavenni minacciato difustigazione da un mascalzoncello appena uscito dal Collegio diEton... quando penso che costui mi offrì di fargli daattendentee chené l'una né l'altra voltal'hoammazzato! La prima volta scoppiai in lacrime (non mi vergogno diconfessarlo) ed ebbi gravi tentazioni di suicidiotanto grande erastata la mia mortificazione.


Mail mio bravo amico Fagan mi venne in aiuto anche in questacircostanzacon qualche frase di consolazionemolto tempestiva.


-Mio povero ragazzo - disse - non devi prendere la cosa cosìsul tragico. La fustigazione è soltanto una disgraziarelativa. Il giovane sottotenente Fakenham è stato fustigatoanche lui alla scuola di Eton appena un mese fae scommetterei chele sue cicatrici non si sono ancora chiuse. In gambaragazzo mio;fai il tuo doverecomportati da gentiluomo e non ti potràcapitare niente di male.


Seppipiù tardi che il mio difensore aveva richiamato il signorFakenham molto severamente al dovere per la sua minacciae gli avevadetto che in futuro avrebbe considerato un contegno simile comeun'offesa personale; in conseguenzail giovane sottotenente fuperqualche tempopiù cortese. Quanto ai sergentiavevo detto aduno di loro che se mi avesse colpitogli avrei fatto la pellechiunque egli fosse e qualunque potesse essere la pena derivante daquesto fatto. E in fede miail mio discorso era sembrato cosìsincero che li aveva convinti tutti e cosìfinchérimasi in servizio nell'esercito inglesele spalle di Redmond Barrynon servirono mai da tamburo. Inveroero in tali condizioni dicollera e di disperazione che ero ridotto quasi agli estremie misembrava di udir suonare la mia marcia funebrebenché fossisicuro di essere ancora vivo.


Quandofui promosso caporalealcuni dei miei malanni diminuirono; andavoper speciale concessione alla mensa dei sergentied ero solitoinvitarli a bere. Ma perdevo al gioco con quei farabuttirimettendoci il denaro che il mio buon amico Fagan puntualmente miforniva.


Ilnostro reggimentoche era accantonato tra Stade e Luneburgricevette presto l'ordine di marciare a sud verso il Renoperchéera giunta notizia che il nostro grande generaleil PrincipeFerdinando di Brunswickera stato sconfitto... (nonon sconfittoma respinto nel suo attacco contro i Francesi guidati dal Duca diBroglie a Bergenpresso Francoforte sul Meno) ed era stato obbligatoa ripiegare. Poiché gli Alleati si ritiravanoi Francesivenivano avantie conducevano una vigorosa offensiva control'Elettorato del nostro grazioso Monarcanell'Hannoverminacciandodi occuparlocome avevano fatto primaquando D'Estrées avevabattuto l'eroe di Cullodenil valoroso Duca di Cumberlande loaveva costretto a firmare la capitolazione di Closter Zeven.Un'avanzata nell'Hannover provocava sempre una grande agitazione nelregal seno del Re d'Inghilterra. Altre truppe ci vennero mandate comerinforzoaiuti in denaro passarono attraverso le nostre schiere perraggiungere il Re di Prussia nostro alleatoe benchénonostante i rinforzil'esercito del Principe Ferdinando fosse moltopiù debole di quello del nemico invasorepure noi avevamo ilvantaggio di migliori rifornimenti e di uno dei più grandiGenerali del mondo evorrei poter aggiungeredel valore britannico(ma meno si parla di questo e meglio è).


LordGeorge Sackville non si coprì precisamente di allori a Minden;altrimenti avremmo riportato là una delle più grandivittorie dei tempi moderni.


Gettandositra i Francesi e l'interno dell'Elettoratoil Principe Ferdinandosaggiamente prese possesso della città libera di Bremachedivenne il suo magazzino e la sua piazza d'armied attorno ad essaraccolse tutte le sue truppepreparandosi a combattere la famosabattaglia di Minden.


Sequeste memorie non avessero come elemento dominante la veritàe non volessi scrivere una sola parola senza che la mia esperienzapersonale conferisse loro la massima garanziapotrei facilmentediventare il protagonista di qualche strana e popolare avventura esecondo la moda dei romanzieriintrodurre i miei lettori presso igrandi personaggi di quel notevole periodo storico. Queste persone (iromanzierivoglio dire)se prendono come protagonista un tamburinoo uno spazzinocombinano le cose in modo da farlo stare in contattocon i più grandi signori ed i più noti personaggidell'impero; e scommetto che nessuno di loronel descrivere labattaglia di Mindenfarebbe a meno di mettere in primo piano ilPrincipe Ferdinandoe Lord George Sackville e Lord Granby.


Sarebbestato facile per me raccontare che ero presente quando venne datoordine a Lord George di lanciare alla carica la cavalleria percompletare la rotta dei Francesie quando egli rifiutò difarlodiminuendo in conseguenza la portata della grande vittoria. Mail fatto è che ero due miglia lontano dalla cavalleria quandoebbe luogo la fatale esitazione di Sua Signoriae nessuno di noisoldati in lineaseppe quello che era successofino a che noncominciammo a parlarne la sera dopo la battaglia attorno allemarmitte del rancioprima di riposare dalle fatiche di una giornatadi battaglia duramente combattuta. Quel giorno non vidi nessuno digrado più alto del mio colonnellosalvo un paio di ufficialidi ordinanza che galoppavano nel fumo... nessuno dalla nostra partecioè. Un povero caporale (quale io avevo allora la disgraziadi essere) non è generalmente invitato nella compagnia deicomandanti e dei grandi; ma in compensovi assicurovidi moltebuone compagnie di Francesiperché i reggimenti di Lorena edil Royal Cravate ci caricarono tutto il giornoed in quella sorta di"mélée" se ne danno e se ne prendono da tuttee due le parti.


Nonmi piace vantarmima non posso fare a meno di dire che feci unaconoscenza molto intima col Colonnello delle Cravates; perchégli ficcai nel corpo la baionettae feci fuori anche un poveropiccolo sottotenentecosì giovanemorbido e piccolinochecredo che lo avrebbe spacciato un colpo del codino della miaparruccainvece del calcio del moschettocon cui lo abbattei.


Uccisioltre a questiquattro altri ufficiali e soldatie nella tasca delpovero sottotenente trovai una borsa con quattordici luigi d'oroeduna scatola d'argento piena di "bonbons"; il primo diquesti regali mi fu molto gradito. Se la gente raccontasse la storiadelle battaglie in questa maniera tanto semplicecredo che la causadella verità non ne soffrirebbe per questo. Tutto quello cheso della battaglia di Minden (salvo quello che ho imparato dai libri)è detto qui sopra. La scatola d'argento di "bonbons"del sottotenente e la sua borsa piena d'orola faccia livida di quelpovero diavolo mentre cadeva; le grida degli uomini della miacompagnia mentre andavo a sparargli sotto un vivace fuoco; le lorogrida e le loro bestemmie quando venimmo corpo a corpo coiFrancesi... sono in realtà ricordi non molto degniche èmeglio sorvolare rapidamente. Quando il mio buon amico Fagan caddecolpito da una fucilataun suo collega Capitano suo grande amico sivolse al tenente Rawson e disse:

-Fagan è caduto; Rawsonecco la tua compagnia.


Fuquesto tutto l'epitaffio che toccò al mio buon protettore.


-Avrei voluto lasciarti cento ghineeRedmond - furono le ultimeparole che mi rivolse - ma ho avuto una maledetta scalogna la nottescorsa al faraone.


Midiede una breve stretta di mano e quindipoiché era statodato l'ordine di avanzarelo lasciai. Quando tornammo sulle nostreantiche posizioniciò che facemmo prestogiaceva ancora làma era morto. Qualcuno dei nostri gli aveva già tolto lespallinee senza dubbio gli aveva anche rubato la borsa. Comedivengono mascalzoni e farabutti gli uomini in guerra! E' bello per igentiluomini parlare dell'età della cavalleria; ma ricordatequei bruti morti di fame che i cavalieri guidavano uomini allevatinella miseria completamente ignorantiabituati ad inorgoglirsi soloper fatti di sangue - uomini che non avevano altri divertimenti chel'ubriachezzale gozzoviglie ed il saccheggio.


Conquesti ignobili strumenti i nostri grandi guerrieri ed i nostrigrandi Re hanno fatto il loro sanguinoso lavoro nel mondo; e mentreper esempionel momento attuale stiamo ammirando il "GrandeFederico" (così lo chiamiamo)la sua filosofiae il suogenio militareio che l'ho servitoe sono stato dietro le scene dicui quel grande spettacolo è compostoposso guardarlosoltanto con orrore. Quanti addendi di criminidi miseriadischiavitùoccorrono per formare quel totale che si chiama lagloria! Mi ricordo che un certo giornocirca tre settimane dopo labattaglia di Mindenalcuni di noi erano entrati in una fattoria doveuna vecchia e le sue figlie ci servirono tremando del vino. Ciubriacammo con quel vinoe la casa subito dopoandò infiamme; e immaginate il dolore di quel disgraziato che sopraggiunsein tempo soltanto per cercare inutilmente la sua casa e la suafamiglia.




Capitolo5



NELQUALE BARRY CERCA DI TENERSI LONTANO IL PIU' POSSIBILE DALLA GLORIAMILITARE.



Sonocostretto a confessare che dopo la morte del mio protettoreilCapitano Fagancominciai a comportarmi nel peggiore dei modi e miprocurai una pessima compagnia.


Essendoanch'egli un rude soldato di venturaFagan non era mai stato ilfavorito tra gli ufficiali del reggimentoche disprezzavano gliIrlandesicome qualche volta sanno fare gli Inglesied erano solitiprenderlo in giro per il suo accento largo e per le sue rustiche ebizzarre maniere. Ero stato insolente con uno o due di loroed avevoevitato la punizione soltanto per sua intercessione. Specialmente ilsuo successoreRawsonnon aveva simpatia per mee mise un altro alposto di sergente rimasto vacante nella compagnia dopo la battagliadi Minden. Questo atto di ingiustizia mi rese il servizio militaresempre più sgradevoleed invece di cercare di conquistarmi lasimpatia dei miei superiori e di vincere la loro cattiva volontàcon la mia buona condottapensavo soltanto al mezzo di rendermi lavita più facilee mi attaccavo a tutti i divertimenti ed alledistrazioni che potevo. In un paese stranierocol nemico davanti anoie la popolazione sottoposta continuamente a vessazioni e atributi ora da una parte ed ora dall'altraerano permesse alletruppe innumerevoli irregolarità che non sarebbero stateconsentite in tempi più pacifici. Scesi a poco a poco amescolarmi con i sergentie a condividere i loro divertimenti. Beree giocare eranomi dispiace dirloi nostri passatempi favoritiedio mi gettai su quella strada con tanta foga chenonostante fossi unragazzo di appena diciassette annili superai tutti nelle piùrischiose ribalderie; eppure posso assicurarvi che erano moltoprogrediti in ogni branca della scienza della perversità.


Sareicertamente caduto nelle mani del prevosto maresciallo se fossirimasto più a lungo nell'esercitoma accadde un incidente chemi fece allontanare dal servizio militare in una maniera piuttostooriginale.


L'annoin cui morì Giorgio Secondoil nostro reggimento ebbe l'onoredi partecipare alla battaglia di Warburgdove il marchese di Granbyed i suoi cavalleggeri risollevarono il discredito in cui era cadutala cavalleria dopo la cattiva prova di Lord George Sackville aMindene dove il Principe Ferdinando disfece completamente iFrancesi.


Durantel'azione il mio tenenteFakenham di Fakenhamil gentiluomo chedobbiamo ricordarcenemi aveva minacciato di fustigazionevennecolpito da una palla di moschetto nel fianco.


Nonaveva dimostrato di mancare di coraggio né in questanéin qualsiasi altra occasione in cui era stato chiamato ad agirecontro i Francesima questa era la sua prima feritaed il giovanegentiluomo ne fu veramente spaventato. Offrì cinque ghinee peressere portato in cittàcosa che era molto difficile faremaio ed un altro lo avvolgemmo dentro un mantello e lo trasportammo inun posto di aspetto decentein cui potemmo metterlo a lettoe doveun giovane chirurgoche non desiderava di meglio che allontanarsidal fuoco dei moschettiandò subito a curare la sua ferita.


Perentrare in quella casa fummo costrettisono obbligato a confessarloa sparare nella serratura con le nostre armi. Questa violentaintimazione fece scendere alla porta un abitante della casaunadonna giovane e graziosa con gli occhi neriche abitava lìcol vecchio padre mezzo ciecoun "Jagd-meister" in ritirodel Duca di Cassell. Quando i Francesi erano in cittàla casadel Meinherr aveva sofferto come quelle dei suoi vicini e dapprimaquella gente non sembrò molto soddisfatta di accoglierci comesuoi ospiti.


Mail nostro modo di bussare alla porta ebbe l'effetto di ottenere unapronta rispostae il signor Fakenhamtogliendo un paio di ghinee dauna borsa molto pienaconvinse facilmente gli abitanti che avevano ache fare con persone di riguardo.


Dopoaver lasciato il dottore tutto lieto di fermarsi col suo pazienteche mi aveva pagato la ricompensa stabilitastavo tornando al mioreggimentocoll'altro mio compagnonon senza aver rivolto nel miogergo tedesco alcuni meritati complimenti alla bellezza dagli occhineri di Warburg; pensavo con non poca invidiacome sarebbe statocomodo essere alloggiato lìquando il soldato che era con metagliò corto alle mie fantasticherieaffacciando l'idea cheavrei dovuto dividere con lui le cinque ghinee che il tenente miaveva dato.


-Questa è la tua parte - gli dissidando al compare unamoneta- ed è anche troppoperché sono stato io il capodella spedizione.


Maluicon un'orribile bestemmiadichiarò che dovevamo fare ametà; e quando gli dissi di andare in un posto che non nominoquel tipo alzò il moschettoe con il fondo del calcio mi tiròuna botta che mi lasciò privo di sensi sul terreno. Quando misvegliai dal mio stordimentomi accorsi che perdevo sangue da unalarga ferita alla testaed ebbi appena il tempo di ritornare allacasa in cui avevo lasciato il tenenteche caddi di nuovo svenutodavanti alla porta.


Quidevo essere stato scoperto dal chirurgo mentre usciva; perchéquando mi risvegliai una seconda voltami trovai nella stanzaterrena della casasorretto dalla ragazza con gli occhi nerimentreil chirurgo mi stava facendo un abbondante salasso al braccio. Nellastanza c'era un altro lettoin cui era stato deposto il tenenteeche era normalmente occupato da Gretella servamentre Lischencosì si chiamava la mia bellaaveva fino a quel momentodormito sul letto in cui giaceva l'ufficiale ferito.


-Chi state mettendo in quel letto? - chiese l'ufficiale in tonolanguidoin tedesco; perché la palla gli era stata estrattadal fianco con molto dolore e perdita di sangue.


Glirisposero che era il caporale che lo aveva portato lì.


-Un caporale? - esclamò lui in inglese. - Buttatelo fuori!

Poteteessere certi che mi sentii molto lusingato da queste parole. Maeravamo troppo deboli per farci dei complimenti o dei dispetti l'unocon l'altroed io venni messo a letto con curae mentre venivospogliato ebbi modo di accertarmi che le mie tasche erano giàstate perquisite dal soldato inglesedopo che mi aveva dato quellabotta in testa. Comunque ero in un buon alloggio:

subitola signorina che mi ospitava mi portò una bibita rinfrescantee mentre la prendevo non potei fare a meno di premere la dolce manoche me la porgeva; ed in verità questo segno della miagratitudine non mi sembrò le fosse sgradito.


Lanostra intimità non diminuì coll'aumentare dellaconoscenza.


Trovaiche Lischen era la più tenera delle infermiere. Quando qualcheleccornia veniva portata al tenente feritone veniva sempre mandatauna parte al letto opposto al suociò che seccava non pocoquell'avaro individuo.


Lasua malattia fu lunga: il secondo giorno gli venne la febbree permolte notti ebbe il delirio. Mi ricordo anche che quando un ufficialesuperiore venne ad ispezionare i nostri quartiericon l'intenzioneprobabilmente di farsi assegnare l'alloggio lìle grida e leparole insensate del paziente fuori di sé lo colpirono tantoche si ritirò alquanto spaventato.


Iostavo seduto molto a mio agio nella stanza più bassadell'appartamentoperché la mia ferita era quasi guaritaesoltanto quando l'ufficiale mi chiesecon voce rudeperchénon ero al mio reggimento cominciai a riflettere quanto era comodaper me quella sistemazionee che stavo molto meglio qui che astrisciare sotto un'odiosa tendacon un gruppo di soldati brillioin giro a fare la ronda di notteo ad alzarmi molto prima del levardel sole per l'istruzione.


Ildelirio del signor Fakenham mi diede un'idea; e decisida quelmomento in poidi diventare matto. Avevo conosciuto da ragazzo aBrady's Town un povero diavolo che si chiamava "Bill ilVagabondo" e da ragazzo spesso avevo imitato per divertimento isuoi sciocchi movimenticosì che ora potei di nuovo metterliin pratica. Quella sera feci un tentativo con Lischene la salutaicon un grido ed una smorfia tali che la spaventarono tanto da farlequasi perdere i sensi; e quando venne qualcuno ero in preda aldelirio. Il colpo alla testa mi aveva evidentemente scombussolato ilcervelloed il dottore fu pronto ad attestare questo fatto. Una seragli sussurrai all'orecchio che ero Giulio Cesaree lo consideravo lamia amata sposala Regina Cleopatracosì che mi riuscìdi convincerlo della mia folliaanche perché se Sua Maestàla regina fosse stata come il mio Esculapioavrebbe dovuto avere unabarba color carotacosa che è piuttosto rara in Egitto.


Unmovimento da parte dei Francesi provocò una rapida ritiratadelle nostre truppe. La città venne sgombratasalvo che dapochi Prussianii cui chirurghi dovevano assistere i feriti rimastisul luogo; e noi quando fossimo guariti avremmo dovuto tornare ainostri reggimenti. Decisi che non avrei mai più raggiunto ilmio.


Lamia intenzione era di dirigermi in Olandache era quasi il solopaese che fosse rimasto neutrale in Europa a quei tempie di lìtrovare un passaggio per una qualsiasi localitàdell'Inghilterrae tornare a casa alla vecchia cara Brady's Town.


Seil signor Fakenham è ancora vivo devo fargli le mie scuse peril mio modo di agire. Ma lui era molto riccoe mi aveva trattatomolto male.


Cercaidi metter paura al suo servoche veniva ad assisterlo dopo l'affaredi Warburge da allora in poi mi fu qualche volta permesso diassistere il pazienteche mi trattava sempre con disprezzoma ilmio scopo era di poter stare con lui da soloe sopportavo la suabrutalità con la massima cortesia e dolcezzamentre pensavoal modo di riavere la sua fiducia. E del resto non ero la solapersona della casa verso cui il degno gentiluomo fosse scortese. Davaordini per diritto e per traverso alla bella Lischenle faceva unacorte importunadiceva male delle minestre che gli servivasiarrabbiava per le sue "omelettes" e brontolava per ildenaro che doveva darle per il suo mantenimento; così che lanostra ospite lo detestava almeno quantoritengo senza vanitàaveva simpatia per me.


Delrestoa voler dire la veritàavevo fatto molto all'amore conlei durante la mia permanenza sotto il suo tettoe del resto questoè sempre stato il mio modo di agire con le donnedi qualsiasietà e grado di bellezza. Per un uomo che si vuol far stradanel mondoquelle care creature possono sempre essere utiliin unmodo o nell'altro. Se respingono la vostra passione non importa; adogni modo non si offendono della vostra dichiarazione e vi guardanosoltanto con occhi più gentilia causa della vostradisgrazia. Per quanto riguarda Lischen le avevo narrato una storiatalmente patetica della mia vita (una storia molto piùromantica di quella che ho narrato quipoiché con lei non miero limitato alla pura veritàcome invece sono statocostretto a fare in queste pagine) che avevo interamente conquistatoil cuore della povera ragazzae per di più avevo fattosottola sua guidanotevoli progressi nella lingua tedesca. Non miconsiderate crudele e senza cuoresignore mie: il cuore di Lischenera come molte città di quel circondario in cui abitavaedera stato preso d'assalto ed occupato molte volte prima che venissiio all'assalto. Ora inalberava i colori francesiora il grigio egiallo sassoneora il nero e bianco prussianoa seconda dei casi.Una donna che affida il suo cuore ad un giovanotto in uniforme deveprepararsi a cambiare amanti con grande rapiditàaltrimentila sua vita sarebbe molto triste.


Ilchirurgo tedesco che ci visitava dopo la partenza degli Inglesi nonsi preoccupò di venirci a trovare a casa più di un paiodi volte durante la mia convalescenzaed io ebbi curaper un miocerto motivodi riceverlo quasi all'oscurononostante il disturboche ciò arrecava al signor Fakenhamche giaceva lì; madissi che la luce mi dava una terribile noia agli occhi dopo il colpoche avevo avuto sulla testa; e cosìquando venne il dottoremi copersi la testa di un pannoe gli dissi che ero una mummiaegizianao qualche altra sciocchezza del genereallo scopo direstare in carattere.


-Cos'è questa sciocchezza che vai dicendo della mummiaegizianaragazzaccio? - mi chiese il signor Fakenhamdi cattivoumore.


-Ohlo saprete prestosignore - gli risposi io.


Laseconda volta che aspettavo che venisse il dottoreinvece diriceverlo nella stanza buiaavvolto di fazzoletti ebbi cura di farmitrovare nella stanza terrenae stavo giocando a carte con Lischenquando entrò il chirurgo. Mi ero impadronito di una giacca dacamera del tenentee di qualche altro oggetto del suo guardarobache mi stava molto benee mi lusingo di dirlonon faceva sfigurareil mio aspetto di gentiluomo.


-Buon giornocaporale - disse il dottorepiuttosto burberorispondendo al mio sorridente saluto.


-Caporale? Tenenteprego - risposidando un'occhiata di intesa aLischenche non avevo ancora messo a parte dell'intrigo.


-Come tenente? - chiese il chirurgo. - Credevo che il tenente fosse...


-Parola miami fate un bell'onore; - gridai ridendo - mi aveteconfuso col caporale matto del primo piano. Quel bel tipo ha pretesouna volta o due anche di essere un ufficialema la mia gentileospite qui potrà ben dirvi cosa è.


-Ieri diceva di essere il Principe Ferdinando - precisòLischen; - il giorno in cui siete venuto diceva di essere una mummiaegiziana.


-Davvero - disse il dottore - me ne ricordomaahahahsapetetenenteche nei miei appunti avevo fatto uno sbaglio tra voi due?

-Non parlate della sua malattia a quello di su; è calmo ora.


Lischened io ridemmo di questo errore come della cosa più buffa delmondo; e quando il chirurgo salì di sopra per esaminare ilpazientegli raccomandai di non parlargli dell'argomento della suamalattiaperché era molto eccitabile.


Illettore avrà capito dalla conversazione sopra riportata qualeera in realtà il mio piano. Ero deciso a fuggire ed a fuggirecon la personalità del Tenente Fakenham: intendevo portarglivia la fisionomiaquale che fossee farne uso per far fronte allemie imperiose necessità.


Eratruffa e furtose voleteperché gli presi tutto il denaro edi vestitinon mi curo di nasconderloma sapevo che non avrei potutocompiere la fuga senza la sua borsa ed il suo nome. Di qui cominciòil mio disegno di prendere possesso dell'una e dell'altro.


Mentreil tenente giaceva ancora a letto al piano superiorenon avevoaffatto esitato a mettermi la sua uniformespecialmente dopo averavuto cura di informarmi dal dottore se era rimasto in cittànessuno dei nostri uomini che potesse riconoscermi. Ma non vi eranessuno di cui avessi inteso parlare; e cosìpian pianofacevo le mie passeggiatine con Madame Lischenvestito dell'uniformedel tenentefacevo ricerca di un cavallo che volevo acquistaree miero andato a presentare al comandante della piazza come il TenenteFakenhamdel reggimento dei fanti del Gallesconvalescenteed erostato invitato a pranzo dagli ufficiali del reggimento prussianoalla pessima mensa che avevano.


Comeavrebbe tempestato Fakenham e come si sarebbe arrabbiatose avessesaputo l'uso che facevo del suo nome!

Ogniqual volta quel degno gentiluomo mi faceva qualche domanda sul contodei suoi vestiticiò che avveniva sempre con grandi bestemmiee minacce di farmi fustigare al reggimento per la mia disattenzioneiocon l'aria più rispettosa possibilelo informavo cheerano stati messi da partein perfetto ordineal piano di sottoein realtà li avevo bene impacchettati ed erano pronti per ilgiorno in cui avevo deciso di partire. Le carte ed il denaroperòegli li teneva sotto il cuscinoesiccome avevo comprato uncavalloera necessario che lo pagassi.


Ordinaiquindiche mi fosse portato l'animale ad una data orae che avreiallora pagato il venditore; (passerò sopra ai miei addii allamia gentile ospiteche furono davvero pieni di lacrime); poicontutto il mio pensiero teso alla grande azione che stavo per compieresalii al piano di sopranella stanza di Fakenhamvestito nellagrande uniforme del reggimentoe col suo berretto calcatosull'occhio sinistro.


-Grande farabutto! - gridò luialternando alle parole violentebestemmie - cane ribelle! perché ti sei vestito nella grandeuniforme del mio reggimento? Quanto è vero che mi chiamoFakenhamquando torneremo al reggimento ti farò uscirel'anima dal corpo.


-Mi sono promossosignor tenente - dissi con un sogghigno. - E sonovenuto a prender congedo da voi.


Poimi diressi verso il suo letto e dichiarai:

-Voglio che mi diate le vostre carte e la borsa.


Dettequeste parole misi la mano sotto il cuscino; a questo punto Fakenhamcacciò uno strillo che avrebbe potuto richiamare tutta laguarnigione sulle mie tracce.


-Bastasignore! - dissi io. - Basta col chiassoo siete un uomomorto!

Presiun fazzoletto e glielo legai stretto sulla boccain modo quasi dasoffocarlopoispingendo avanti le maniche della camicialeannodai insieme e lo lasciai cosìdopo aver preso le carte ela borsae vi posso assicurare che gli augurai gentilmente il buongiorno.


-E' il caporale matto - dissi alla gente che si era riunita al pianodi sotto attirata dal rumore che veniva dalla camera del malatoecosìdopo aver preso congedo dal vecchio "Jagd-meisterciecoed aver dato un addionon vi so dire quanto tenero a suafigliamontai sull'animale che avevo appena acquistatoe mentre mene andavole sentinelle mi presentarono le armi alle porte dellacittà. Sentivo di essere nell'ambiente che mi si addiceva edero ben deciso a non decadere mai più dal mio rango digentiluomo.


Presidapprima la via di Bremadove era il nostro esercitoe dichiarai diportare rapporti e lettere del comandante prussiano di Warburg alQuartier generale; ma non appena fui fuori della vista dellesentinelle avanzatevoltai la briglia e mi diressi al galoppo nelterritorio dell'Assia Casselche per fortuna non è moltolontano da Warburge vi posso assicurare che fui ben lieto di vederesulla barriera del confine le strisce blu e rosse che mi indicavanoche ero fuori del territorio occupato dai nostri connazionali. Midiressi ad Hofe poi il giorno dopo a Casseldicendo che ero latoredi dispacci per il Principe Enricopoi al Basso Reno e mi fermai almiglior albergo del luogodove pranzavano anche gli ufficiali dellaguarnigione. Quei signori mi offrirono i vini migliori di cui laditta disponevaperché io ero deciso a conservare l'aspettodel gentiluomo inglesee parlavo loro dei miei feudi d'Inghilterracon tanta facondia che quasi quasi credevo anch'io alle storielle cheinventavo.


Mifu chiesto persino di prender parte ad una riunione a Wilhelmshöheil palazzo dell'Elettoree ballai un minuetto con l'amabile figliadel maresciallo Hofe persi qualche moneta con Sua Eccellenza ilPrimo Cacciatore di Sua Altezza.


Allanostra tavola in albergo vi era un ufficiale prussiano che mitrattava con grande cortesia e mi faceva mille domandesull'Inghilterra; ed io rispondevo meglio che potevo. Ma questomegliosono costretto a dirloera piuttosto mediocre. Non sapevoniente dell'Inghilterradella Corte e delle famiglie nobili dilaggiùma spinto dalla vanagloria della gioventù edalle tendenze che avevo in quei tempi (ma di cui sono da lungo tempocorretto) di vantarmi e di parlare in modo non sempre aderente allaveritàinventai mille storie che gli narrai. Gli descrissi ilRe ed i Ministridissi che l'ambasciatore britannico a Berlino eramio zioe promisi al mio amico una lettera di raccomandazione perlui. Quando l'ufficiale mi chiese il nome di mio zionon ero ingrado di dirgli il nome veroe così gli dissi che si chiamavaO' Gradynome che poteva andar bene come qualsiasi altro e del restoquelli di Killballyowencontea di Corksonoper quello che hosentito direuna famiglia nobile quanto le migliori del mondo.


Quantoalle storie sul mio reggimentonaturalmentenon mi mancavano. Avreivoluto che anche le altre storie fossero state altrettantoautentiche.


Lamattina lasciai Cassel; il mio amico prussiano venne da me con unvolto molto sorridentee disse che era anche lui diretto aDüsseldorfdove avevo detto che mi portava la mia strada; cosìviaggiammo insieme fianco a fianco. Il paese era desolato in modo danon potersi descrivere.


Ilprincipenei cui domini eravamoera noto per essere il piùspietato venditore di uomini della Germania. Aveva venduto sempre adogni incantoe durante i primi cinque anni della guerra (che fu poichiamata Guerra dei Sette Anni) aveva talmente esaurito i maschi delsuo principato che i campi restavano incolti.


Persinoi ragazzi di dodici anni erano mandati alla guerraed ho vistomandrie di quei disgraziati che marciavano avantiguidati da pochigraduatisotto il comando di un sergente hannoveriano dalla giubbarossao con un sottufficiale prussiano che li accompagnava. Conalcuni di questi il mio compagno scambiò dei segni di saluto.


-Offende il mio sentimento - disse - essere obbligato a trattare conquei mascalzoni; ma le dure necessità della guerra richiedonocontinuamente uominie quindi rendono necessari questi reclutatoriche voi vedete far mercato di carne umana. Il nostro governo dàventicinque dollari per ogni uomo che gli portano. Per uominirobusti... per uomini come voi - aggiunse ridendo - arriverebberopersino a cento. Al tempo del vecchio ReFederico Guglielmoper voine avrebbero pagati anche millequando egli aveva il suo reggimentodi gigantiche il nostro attuale monarca ha sciolto.


-Ne conoscevo uno - dissi - che ha servito con voi: eravamo solitichiamarlo Morgan Prussia.


-Davvero? e chi era questo Morgan Prussia?

-Eccoun robusto granatiere dei nostriche nell'Hannover era statorapito non so come dai vostri reclutatori.


-Delinquenti! - disse il mio amico; - e avevano osato prendere unInglese?

-In realtà era un Irlandesee troppo furbo per lorocomesentirete. Morgan dunquevenne preso e arruolato nella guardia deigigantied era il più alto di tutti i giganti che eranolaggiù. Molti di quei mostri si lamentavanoper abitudinedella loro vitadelle fustigazionie dei loro lunghi serviziedella scarsezza della pagama Morgan non si lamentava mai. "E'molto meglio"diceva"ingrassare qui a Berlino che morirdi fame a Tipperary".


-Dov'è Tipperary? - chiese il mio compagno.


-E' proprio quello che chiesero gli amici di Morgan. E' un beldistretto in Irlandala cui capitale è la magnifica cittàdi Clonmel: una cittàlasciate che ve lo dicasignoreinferiore soltanto a Dublino ed a Londrae molto piùsplendida di qualsiasi altra sul Continente.


EccoMorgan disse che il luogo della sua nascita era vicino a quellacittàe la sola cosa che lo rendeva infelicenella suaattuale condizioneera il pensiero che i suoi fratelli morivano difame a casa mentre avrebbero potuto stare molto meglio al servizio diSua Maestà.


-"In fede mia" dice Morgan al sergente a cui dava questanotizia"mio fratello Bin sarebbe un bel sergente delleguardiedavvero!".


-"Bin è alto come te?" gli domandò ilsergente.


-"Alto come me? davvero! Pensate signoreche sono il piùbasso della mia famiglia. Siamo in seiBin è il piùalto di tutti. Oh!

digran lunga il più alto. Sette piedi dalle piante al capoquanto è vero che mi chiamo Morgan!".


-"Possiamo mandare a cercare questi tuoi fratelli?".


-"Voi no. Da quando io sono stato ingannato da uno di questisignori col bastoneessi hanno una mortale antipatia contro tutti isergenti"rispose Morgan: "ma è un vero peccato chenon vogliano venire. Che spettacolo sarebbe Bin sotto il berretto dagranatiere!".


-Non parlò mai piùin nessun momentodei suoifratellima soltanto sospirava come se lamentasse il loro durodestino. Però la storia venne raccontata dal sergente agliufficialie dagli ufficiali al Re in persona; e Sua Maestàvenne preso da tanta curiositàche acconsentì subito ache Morgan fosse lasciato andare a casa perché potesse tornarecon i suoi sei giganteschi fratelli.


-Ed erano proprio così grandi come Morgan aveva dato adintendere? - chiese il mio compagno.


Nonpotei fare a meno di ridere della sua ingenuità.


-Credete proprio - gridai - che Morgan sia tornato indietro? Nonouna volta libero era troppo intelligente per fare questo.


Compròuna bella fattoria a Tipperary col denaro che gli era stato dato perarruolare i suoi fratellie credo che pochi uomini della guardia neabbiano mai tratto tanto profitto.


Ilcapitano prussiano rise molto di questa storiadisse che gli Inglesierano la gente più intelligente del mondoed alla mia messa apuntoriconobbe che gli Irlandesi lo erano anche di più.


Continuammoa cavalcare molto soddisfatti l'uno dell'altroperché egliaveva mille storie di guerra da raccontarmi sull'astuzia e sul valoredi Federicoe sulle mille fughe e vittorie e sconfitte (questeappena meno gloriose delle vittorie)attraverso le quali il Re erapassato. Ora che ero diventato un gentiluomo potevo ascoltare conammirazione questi raccontieppure il sentimento di cui ho parlatoalla fine dello scorso capitolo era ancora vivo nella mia menteappena tre settimane primaquando ricordavo che il generaleconquistava la gloriaed il povero soldato soltanto insulti ebastonate.


-A propositoa chi portate quei dispacci? - chiese l'ufficiale.


Eraun'altra domanda pericolosaa cui decisi di rispondere a casaccio:

-Al generale Rolls.


Avevovisto il generale un anno primae mi era rimasto in mente il suonome. Il mio amico sembrò molto soddisfatto di questarispostae continuammo la nostra cavalcata fino al cader dellanottequandoessendo stanchi i nostri cavallidecidemmo di fareuna sosta.


-Qui c'è un buonissimo albergo - disse il capitanomentre cidirigevamo verso un luogo che a me sembrò straordinariamenteisolato.


-Può essere un albergo molto buono per la Germania - risposi manon sarebbe nemmeno passabile nella vecchia Irlanda. Corbach èsoltanto ad una lega di qua; andiamo a Corbach.


-Volete vedere la più amabile donna d'Europa? - dissel'ufficiale. - Ahvecchio libertinovedo che questo vi faimpressione.


Avoler dire il vero una proposta simile era sempre benvenutae non mivergogno di confessarlo.


-Queste persone sono proprietari terrieri - continuò ilcapitano - ed anche albergatori.


Illuogoinfattisomigliava più ad una fattoria che ad unalbergo. Entrammoattraverso un grande cancelloin un cortilecircondato da un muro rotondoad un'estremità del quale eraun edificio in rovina dai colori cupi. Nel cortile vi erano un paiodi furgonicopertied i loro cavalli erano sistemati sotto unatettoia là vicino; per il cortile gironzolavano alcuni uominied un paio di sergentiin uniforme prussianache portarono entrambila mano al berretto vedendo il mio amico capitano. Questa formalitàconsueta non mi colpì affatto come cosa straordinariamal'aspetto dell'albergo aveva qualche cosa di eccezionalmente freddo erepulsivocosì che notai che gli uomini chiudevano i grandicancelli da cui eravamo entrati. Pattuglie di cavalieri francesidisse il capitanoerano in giro per il paesee non si prendevanomai troppe precauzioni contro quei delinquenti.


Andammoa pranzodopo che due sergenti si presero cura dei nostri cavalliil Capitano diede anche ordine che uno di loro portasse la miavaligia nella camera da letto. Promisi a quel degno individuo unbicchiere di "schnapps" per ricompensarlo della sua fatica.


Ordinammoun piatto di uova fritte e prosciutto ad una vecchia schifosa chevenne a servircial posto dell'amabile creatura che mi aspettavo divedereed il capitano disseridendo:

-Davveroil nostro pranzo è frugalema un soldato ha moltevolte di peggio.


Dopoessersi tolto il cappelloil cinturone ed i guanticon grandecerimoniositàsi sedette per mangiare.


Nonvolli restargli indietro in cortesiae misi la mia spada al sicurosul vecchio cassettone dove aveva poggiato la sua.


Laripugnante vecchia sopra ricordata ci portò una caraffa divino che sapeva molto d'acetoe questooltre alla sua bruttezzamifece diventare di cattivo umore.


-Dov'è la bellezza che mi avete promesso? - dissinon appenala vecchia strega aveva lasciato la stanza.


-Beh! - rispose lui ridendo e guardandomi fisso - è stato unoscherzo. Ero stanco e non volevo andare più avanti. Non vi èqui nessuna donna più bella di quella. Se ella non vuolecedere alle vostre voglieamico miodovrete aspettare un po'...


Questofatto aumentò il mio malumore.


-Sulla mia parolasignore - dissi in tono asciutto - credo cheabbiate agito molto male!

-Ho agito come ho creduto opportuno! - rispose il Capitano.


-Signore - replicai - sono un ufficiale britannico.


-Questa è una menzogna - gridò l'altro - sei undisertore! Sei un impostore. L'ho capito bene in queste ultime treore. L'avevo sospettato ieri. I miei uomini hanno saputo che un uomoè fuggito da Warburged io ho pensato che quell'uomo fossitu. Le tue menzogne e le tue sciocchezze me l'hanno confermato. Haila pretesa di portare dispacci ad un generale che è morto dadieci mesi. Hai uno zio che è ambasciatore e di cui non saineppure il nome. Ti vuoi unire a noi e arruolartio vuoi esserericonsegnato ai tuoi?

-Né l'una né l'altra! - risposi io balzando su di luicome una tigre. Maagile com'erasi era già messoprontamente in guardia.


Trassedalla tasca due pistolene sparò una e dissestandoall'altro capo della tavola dove si era messo per ripararsi:

-Fai un passo avantie ti mando questa pallottola nel cervello!

Unminuto dopo la porta si spalancòed entrarono due sergentiarmati di moschetto e baionettaper dar man forte al loro compagno.


Ilgioco era fatto. Lasciai cadere un coltello di cui mi ero armatoperché la vecchia stregaportando il vinoaveva tolto dalcassettone la mia spada.


-Mi arruolo volontario - dissi.


-Ora ti comporti da bravo ragazzo. Che nome devo mettere sull'elenco?

-Scrivete Redmond Barry di Ballybarry - risposi in tono altero -discendente dai Re d'Irlanda.


-Sono stato una volta con la Brigata irlandese di Roche - disse ilreclutatore sogghignando - ed ho tentato inutilmente di scoprirequalcunotra i pochi tuoi compatrioti che erano nella brigatachenon discendesse dai Re di Irlanda!

-Signore - disse - Re o nosono un gentiluomocome avete potutovedere.


-Ohne troverete molti nel nostro corpo - rispose il Capitano sempresogghignando. - Dammi le tue cartesignor Gentiluomoe fammi vederechi sei davvero.


Siccomeil mio portafoglio conteneva dei biglietti di banca come pure lecarte del signor Fakenhamnon volevo dargli la mia robasospettandoe ben a ragioneche fosse soltanto un pretesto da partedel capitano per prenderla e tenersela.


-Vi deve importare molto poco - risposi - quello che risulta dalle miecarte private: mi sono arruolato col nome di Redmond Barry.


-Dammele subito! - gridò il Capitanoalzando il bastone.


-Non ve le darò - risposi io.


-Cane! ti ribelli? - gridò luie nel medesimo tempo mi diedeun colpo in pieno viso col bastoneche ebbe il risultato da luiprevisto di provocare una lotta. Io mi gettai in avanti perstrappargli il bastonema i due sergenti si gettarono addosso a me efui gettato per terradove rimasi senza sensiavendo battuto ilpunto in cui avevo avuto la precedente ferita.


Sanguinavoabbondantemente quando rinvenni; la mia giacca ricamata mi era statastrappata di dossola borsa e le carte erano sparitee le mani mierano state legate dietro la schiena.


Ilgrande ed illustre Federico aveva decine di questi cacciatori dischiavi attorno alle frontiere del suo regnoche subornavano isoldati e rapivano i contadini e non esitavano di fronte ad alcundelitto per fornire i suoi brillanti reggimenti di carne da cannone.E non posso fare a meno di raccontare quinon senza soddisfazioneil destino che alla fine si abbatté su quel crudele mascalzonecheviolando tutte le leggi dell'amicizia e della camerateriaerariuscito a mettermi in trappola.


Quell'individuoera una persona di ottima famigliae di ben nota intelligenza ecoraggioma che aveva una viva tendenza per il gioco e laprodigalitàe trovava il suo mestiere di ingaggiatore direclute molto più conveniente che la sua paga di secondocapitano di linea. Anche il sovranoprobabilmentetrovava i suoiservizi più utili in questa specialità. Si chiamava ilSignor de Galgensteined era uno dei più abili fra coloro chepraticavano questo infame commercio. Parlava tutte le lingue econosceva tutti i paesied in conseguenza non aveva avuto alcunadifficoltà a smascherare un ingenuo giovanotto vanesio comeme.


Versoil 1765perògiunse alla fine che si era meritata. Viveva inquel tempo a Kehldi fronte a Strasburgoed aveva l'abitudine difare una passeggiata fino al pontee di attaccare discorso con gliavamposti francesi; aveva l'abitudine di promettere ad essi "marie monti"come dicono i Francesise fossero andati a prestarservizio in Prussia. Un giorno c'era sul ponte un superbo granatierefrancese; Galgenstein gli si accostòe gli promise almeno ilcomando di una compagnia se si fosse arruolato sotto Federico.


-Chiedetelo al mio compagno laggiù - disse il granatiere. - Nonposso far niente senza di lui. Siamo nati e cresciuti insiemesiamodella stessa compagniadormiamo nella stessa stanzaed andiamosempre in coppia. Se vorrà andare e diventare anche luicapitanoverrò anch'io.


-Fai venire il tuo compagno a Kehl - disse Galgenstein tutto contento.- Ti offrirò il migliore dei pranzie ti prometto che vi faròcontenti tutti e due.


-Non sarebbe meglio che gli parlaste sul ponte? - disse il granatiere.- Non oso lasciare il mio postoma voi dovete soltanto passare edesporgli la cosa.


Galgensteindopo avere un po' parlamentatooltrepassò la sentinella; maad un tratto lo prese il panico e tornò sui suoi passi. Ma ilgranatiere puntò la baionetta al petto del Prussiano e locostrinse a fermarsi; era suo prigioniero.


IlPrussiano peròvedendo il pericolofece un salto sopra ilponte e si gettò nel Reno; dove però lo seguìl'intrepida sentinelladopo aver buttato il moschetto.


IlFrancese era il migliore nuotatore dei due; afferrò ilreclutatore e lo portò a Strasburgodall'altra parte delfiumee lo consegnò ai suoi superiori.


-Meriteresti di essere fucilato - disse il generale al granatiere -per abbandono del posto e delle armi; ma meriti una ricompensa per iltuo atto di coraggio e di audacia. Il Re preferisce compensarti. - El'uomo ricevette denari e promozione.


Perquanto riguarda Galgensteinegli declinò la sua qualitàdi nobile e di capitano al servizio della Prussiae vennero fatteindagini a Berlino per sapere se le sue dichiarazioni erano vere.


MaFedericobenché facesse largo uso di uomini di questo tipo(ufficiali che seducevano i sudditi dei suoi alleati)non potevariconoscere ufficialmente questa sua vergogna.


DaBerlino giunsero lettere di risposta per dire che nel regno esistevaquella famigliama che la persona che dichiarava di appartenervi eraun impostoreperché tutti gli ufficiali che portavano quelnome erano al loro reggimento o al loro posto. Fu la sentenza dimorte di Galgensteinche venne impiccato come spia a Strasburgo.


Mettetelonel carro con gli altri - dissenon appena ebbi ripreso i sensi.




Capitolo6



ILFURGONE DEGLI ARRUOLATORI


EPISODIDI VITA MILITARE



Ilfurgone coperto verso cui mi era stato dato l'ordine di dirigermi erafermocome ho dettonel cortile della fattoriaed aveva vicino unaltro sgangherato veicolo della stessa specie.


L'unoe l'altro erano colmi di una moltitudine di uominiche il crudeleingaggiatore che mi aveva catturato aveva arruolato sotto le bandieredel glorioso Federico. Potei vederealla luce delle lanterne dellesentinellementre mi gettavano sulla pagliauna dozzina di figurenere gettate insieme l'una sull'altra in quella orribile prigionemobiledove ero confinato. Un grido ed una bestemmia del vicino chemi stava di fronte mi fecero capire che era ferito anche piùgravemente di mee durante tutta quella orribile notte i gemiti ed isinghiozzi dei poveri diavoli tenuti nell'identica prigionia facevanoun doloroso ed ininterrotto coro che mi impedì di cercare nelsonno sollievo dai miei mali. A mezzanotte (per quello che ne possogiudicare) vennero attaccati i cavalli ai furgonie lescricchiolanti e traballanti macchine si misero in moto. Un paio disoldatiarmati fino ai dentierano seduti a cassetta del carro e leloro facce cupe apparivano ogni tanto insieme alle loro lanterneattraverso la cortina di telaquando volevano contare il numero deiprigionieri. Quei bruti erano mezzo ubriachi e cantavano canzoni diamore e di guerra come: "O Gretchenmein TaubchenmeinHerzenstrompetmein Kanonmein Heerpauk und meine Musket""Prinz Eugen der edle Ritte" e simili. Le loro gridaselvagge ed i loro jödlels stonavano penosamente con i gemiti dinoialtri poveri prigionieri nei furgoni. Molte volte di poi hosentito cantare questi motivi in marciao nelle camerate dellecaserme o attorno ai fuochidi notteprima di addormentarmi.


Nonostantetuttoperònon ero tanto infelice come ero stato al mioprimo arruolamento in Irlanda. Almeno pensavose sono degradato asemplice soldatonon vi sarà nessuno di mia conoscenza atestimone della mia vergogna: e questo è sempre stato un puntoa cui ho dato molta importanza. Non vi sarebbe stato nessuno a dire:"Ecco il giovane Redmond Barryil discendente dei Barrysl'elegante giovanotto di Dublinoche si allaccia il cinturone e sitrova sotto la naia".


Senon fosse stato per questo rispetto umanoper cui ènecessario che ogni persona come si deve tratti con gli altri incondizione di paritàioper parte miasarei stato semprecontentoanche nella posizione più umile.


Orain quel momentoa tutti gli effettieravamo tanto lontani dal mondoquanto nelle solitudini della Siberia o nell'isola di RobinsonCrusoe. E tra me e me ragionavo così:

"Orasei stato presoed è perfettamente inutile lamentarsi.


Sfruttameglio che puoi la tua situazionee prendine tutti i vantaggi che nepuoi ritrarre. Vi sono mille occasioni di saccheggio ecc. che sioffrono ad un soldato in tempo di guerrada cui si puòricavare piacere e profitto: usane e sta' tranquillo. Oltre a ciòsei intelligentebello e valoroso in maniera straordinaria; e chi sache non possa ottenere qualche promozione nel tuo nuovo servizio?".


Inquesta filosofica maniera consideravo le mie disgrazie ed ero decisoa non farmi sopraffare da essee sopportavo le ferite e la testarotta con perfetta grandezza d'animo. Quest'ultimo però era unmale per resistere al quale ci voleva una non scarsa forza diresistenzaperché i sobbalzi del furgone erano terribiliedogni scossa mi provocava una tale palpitazione al cervello checredevo mi stesse per uscire dal cranio.


Quandospuntò il giornovidi che l'uomo che mi stava accantounindividuo magro e coi capelli giallivestito di neroaveva uncuscino di paglia sotto la testa.


-Sei feritocompagno? - gli chiesi.


-Grazie al Signore - mi rispose - sono stato colpito nel corpo e nellospirito e ammaccato in molte membraperò non sono ferito. Etupovero giovane?

-Sono ferito alla testa - dissi - e voglio il tuo cuscino:

dammelo.Ho un coltello a serramanico in tasca.


Mentredicevo queste parole gli rivolsi un'occhiata terribile volendo direche a meno che non cedesse alla mia intimazionegli avrei fattosentire il sapore del mio acciaio; volevoinfattifargli capire:"stai in guardia"à la guerre c'est à laguerre"e non sono fatto di pastafrolla".


-Te lo avrei dato senza bisogno di minacceamico - disse l'uomo daicapelli gialliin tono dolce e mi porse il sacchetto di paglia.


Sipiegò all'indietro nel carroil più comodamente chepotevae cominciò a ripetere "Ein' feste Burg ist unserGott"dal che conclusi che ero capitato in compagnia di unparroco.


Isobbalzi del furgonegli incidenti del viaggiole varieesclamazioni e movimenti dei passeggeri mostravano che razza dicompagnia composita eravamo. Ogni tanto un abitante del paesescoppiava in lacrimesi sentiva una voce dire in francese: "Ohmon Dieumon Dieu!"mentre un altro paio di persone dellastessa nazionalità proferivano bestemmie e chiacchieravanosenza treguaed una certa allusione agli occhi propri ed a quellidegli altri proveniente da un tipaccio robusto in un angoloall'estremità del carromi fece capire che nel nostro gruppovi era certamente anche un inglese.


Mapresto mi vennero risparmiate la noia e la fatica del viaggio.


Nonostanteil cuscino del pastoreurtai violentemente col capo che mi battevadolorosamentecontro una fiancata del furgone e cominciai asanguinare di nuovo; mi sentivo come se avessi la testa vuota. Miricordo solo di aver preso un sorso d'acqua qua e là; diessermi fermato una volta in una città fortificatadove unufficiale ci aveva contati; tutto il resto del viaggio lo passai inuno stato di stordimento e di sonnolenzae quando mi risvegliaimitrovai a giacere in un letto di ospedalecon una suora in cuffiabianca che mi guardava.


-Essi sono in tristi tenebre spirituali - disse una voce dal lettoaccanto al mioquando la suora ebbe finito le sue cortesioccupazioni- sono nella notte dell'errore; eppure vi è laluce della fede in quelle povere creature.


Erail mio compagno del furgone degli arruolatori; la sua faccia largaspuntava sotto il bianco berretto da nottenel letto vicino.


-Comeanche tu quiHerri Pastor? - dissi.


-Soltanto aspirante pastore - rispose il berretto da notte bianco. -Masia lodato il Cielo! finalmente sei tornato in te.


Haipassato delle brutte giornate. Hai parlato in inglese (lingua checonosco bene) dell'Irlanda e di una signorinae di Micke diun'altra signorinae di una casa in fiammee dei Granatieribritannicisu cui hai cantato parte di una ballatae di unaquantità di altre coseriguardanti senza dubbio la tua storiapersonale.


-E' una storia molto strana - dissi - e forse non c'è uomo almondodella mia condizionele cui disgrazie possano essereparagonate alle mie.


Nonnascondo che sono disposto a vantarmi della mia nascita e delle mieparentele; perché ho sempre trovato che se un uomo non cercadi farsi una buona stampa da solonon gliela faranno di certo gliamici.


-Va bene - rispose il mio compagno di ospedale - non ho alcun dubbioche la tua sia una storia strana e sarò lieto di sentirlaprima o poi: ma per il momento non ti è permesso di parlaremoltoperché hai avuto la febbre per un bel pezzoed il tuoesaurimento è grande.


-Dove siamo? - gli chiesi.


L'aspiranteparroco mi informò che eravamo nel vescovato e nella cittàdi Fuldaattualmente occupata dalle truppe del Principe Enrico. Viera stata una scaramuccia con una pattuglia di Francesi vicino allacittàed una schioppettata era entrata nel furgoneed ilpovero aspirante era rimasto ferito.


Poichéil lettore conosce già la mia storianon mi prenderòla pena di ripeterlané di raccontare quelle fantasioseaggiunte che elargii al mio compagno di sventura. Ma confesso diavergli detto che la nostra era la più grande famigliad'Irlandache avevamo il più bel palazzoche eravamoenormemente ricchiimparentati a tutta l'alta nobiltàchediscendevamo dagli antichi Re ecc. E con mia sorpresami accorsi cheil mio interlocutore conosceva molte più cose di mesull'Irlanda.


Quandoper esempioparlai della mia discendenza:

-Da quale stirpe di Re? - mi chiese.


-Oh - risposi ioche non ho mai avuto una memoria molto precisa perle date - dai Re più antichi di tutti.


-Come! Potete ricostruire il vostro albero genealogico fino ai figlidi Jafet?

-Certo che lo posso! - risposi io - ed anche più su!... fino aNabucodonosor se volete!

-Capisco - disse il brav'uomo sorridendo - che voi considerate questevecchie leggende con incredulità. Questi Partolani eNemedianidi cui i vostri scrittori fanno menzione volentierinonpossono certamente essere considerati appartenenti alla storia vera epropria. Né credo che i racconti che li concernono abbianomaggior fondamento delle leggende relative a Giuseppe di Arimatea edal Re Brutoche prevalse due secoli dopo nell'isola sorella.


Ea questo punto cominciò un discorso sui Fenicigli Sciti ed iGotii Tuath di DanansTacito ed il Re Mac Neil; e queste furonoavoler dire la veritàle prime notizie che ebbi sul conto diquesti personaggi. Quanto all'ingleselo parlava bene come meedera padronecosì mi dissedi altre sette lingueperchéavendo citato il solo verso latino che sapevoquello del poeta Omeroche dice: "As in praesenti perfectum fumat in avi" cominciòa parlarmi nella lingua dei Romanied in conseguenza fui costretto adirgli che noi in Irlanda la pronunciavamo in modo diversoe cosìterminammo la conversazione.


Lastoria di quel mio bravo amico era molto curiosaed ènecessario raccontarla per mostrare di quale composito materiale lenostre leve fossero formate:

"Sono"mi disse "sassone di nascitae mio padre era pastore nelvillaggio di Pfannkuchendove appresi i primi rudimenti del sapere.A sedici anni (ora ne ho ventitré)conoscevo sulla puntadelle dita le lingue greca e latinacol francesel'inglesel'araboe l'ebraicoed essendo venuto in possesso di un legato di centorisdallerisomma di gran lunga sufficiente a pagare i miei corsiuniversitariandai alla famosa Accademia di Gottingendove dedicaiquattro anni allo studio delle scienze esatte e della teologia.Imparai per di più quelle raffinatezze di vita mondana chesono necessarie; presi un maestro di danza al prezzo di un groschen alezioneseguii un corso di scherma da un esperto francese e corsi dialta equitazione da un celebre maestro nell'arte del cavalcare.


"Pensoche un uomo deve conoscere tuttoper quel che è in suopotere: che dovrebbe completare il suo ciclo di esperienze; ed unascienza essendo necessaria quanto un'altraè necessario chesecondo le sue possibilitàsi impratichisca di tutte.Confesso di essermi trovato disadatto a molti rami di culturaumanistica (in quanto distinta da quella spiritualebenchénon sia del parere che questa distinzione sia sempre corretta).Provai a ballare sulla corda con un artista boemo che era venuto allanostra accademiama in questo esperimento fallii essendomi rotto inmalo modo il naso in una caduta che feci. Provai anche a guidare untiro a quattroche uno studente ingleseHerr Graf Lord vonMartingaleaveva portato all'Università. Ma anche in questoesperimento fallii e dinanzi alla porta opposta al Berliner Gaterovesciai la carrozza con dentro l'amica di Sua SignoriaFrauleinMiss Kitty Coddlins. Stavo dando lezioni di lingua tedesca al giovanelord quando accadde questo incidentee lui in conseguenza milicenziò.


"Imiei mezzi non mi permettevano di continuare più questocurriculum (mi perdonerete il gioco di parole)altrimentisenzadubbiosarei presto stato in grado di occupare un posto in qualsiasiippodromo del mondo e di reggere le redini (come era solito dire quellord di elevata nascita)alla perfezione.


"All'universitàdiscussi una tesi sulla quadratura del circoloche credo vi avrebbeinteressato; e sostenni una disputa in arabo contro il professorStumpffin cui si disse che io avevo avuto la meglio. Conoscevonaturalmente le lingue dell'Europa meridionalee per una persona cheabbia buone basi di sanscritole lingue del nord non presentanoalcuna difficoltà. Se vi siete mai cimentato col russo avretevisto anche voi che si tratta di un giuoco da ragazzied èsempre stato per me motivo di rimpianto di non aver potuto acquistareuna più profonda conoscenza del cinese (per poterlo parlare)e per risolvere il problema avevo deciso di passare in Inghilterra edi imbarcarmi su una delle navi della Compagnia inglese che vanno aCanton.


"Nonsonoper mio carattereun risparmiatorecosì che il miopiccolo patrimonio di cento risdalleriche avrebbe servito amantenere per una ventina d'anni una persona prudentebastòappena per cinque anni di studio. Dopo di che i miei studi furonointerrottii miei allievi se ne andaronoe fui costretto a dedicarela maggior parte del mio tempo a risuolare le scarpeper risparmiaredenaro e poter poi riprenderein futuroi miei corsi accademici.Durante questo periodo fui preso d'affetto - (qui l'aspirante parrocosospirò un poco)per una persona chebenché non fossebella ed avesse l'età di quaranta annimi ispirava unaprofonda simpatia; ed un mese dopoil mio buon amico e protettoreil vice-rettore dell'Università Dottor Nasenbrummmi informòche il Pfarrer (11) di Rumpelwitz era morto e mi chiese se avessivoglia di recitare un sermone di prova.


"Poichéquesto modo di guadagnarmi la vita avrebbe accelerato la mia unionecon Amaliaacconsentii di gran cuore e preparai il discorso.


"Sevolete ve lo posso recitare... No? - Eccovi darò soltanto ilriassunto della esposizione in generale. Per continuare peròil racconto della mia vitache è ora molto vicina allaconclusioneo come dovrei dire più correttamenteche èquasi giunta all'attuale periodovi dirò che predicai quelsermone a Rumpelwitze credo di avere messo a punto in manieraabbastanza soddisfacente la questione babilonese. Predicai di fronteall'Herr Baron ed alla sua nobile famigliae ad alcuni distintifunzionari che abitavano il suo castello.


"IlDott. Moser di Halle fece il suo discorso dopo il miola seramaper quanto la sua esercitazione fosse dottae facesse uso di unpasso di Ignazioche dimostrò essere un'evidenteinterpolazionenon credo che il suo sermone abbia avuto tantosuccesso quanto ne aveva avuto il mioné che i Rumpelwitzesilo gradissero altrettanto.


"Dopoil sermone tutti noi candidati parroci ci dirigemmo insieme dallachiesa a Rumpelwitz e pranzammo allegramente al Cervo azzurro".


"Mentreeravamo così occupatientrò un cameriere e mi disseche una persona lì fuori voleva parlare ad uno deireverendi... 'a quello alto'. Questa frase poteva riferirsi soltantoa mepoiché la mia testa superava le spalle di tutti glialtri reverendi signori presenti.


"Usciifuori per vedere chi era la persona che desiderava parlare con meetrovai un uomo che non ebbi difficoltà a riconoscere comeappartenente alla religione ebraica.


-Signore - mi disse l'ebreo - ho sentito da un amicoche era ogginella vostra chiesai punti principali dell'ammirevole discorso cheavete là pronunciato. Mi ha colpito profondamentemoltoprofondamente. Vi sono però ancora un paio di punti su cuisono in dubbio e se Vostro Onore volesse avere la condiscendenza diilluminarmi su quellicredo... credo che Salomon Hirsch si farebbeconvertire dalla vostra eloquenza.


-Quali sono questi puntimio buon amico? - gli chiesie gli esposi iventiquattro capi del mio sermonechiedendogli su quale di essivertevano i suoi dubbi." "Avevamo camminato su e giùdavanti all'albergo mentre aveva luogo la nostra conversazionemasiccome le finestre erano aperteed i miei compagni avevano giàsentito il discorso la mattinami chieserocon una certainsistenzadi non ripeterlo proprio in quel punto. Ioquindimiallontanai col mio discepolo ea sua richiestacominciai da capo ilsermone; perché la mia memoria è abbastanza buona esono in grado di ripetere qualsiasi libro che abbia letto tre volte.


"Ripeteiallora sotto gli alberinella calma luce della lunaquel discorsoche avevo pronunciato sotto il bruciante sole di mezzogiorno.


"Ilmio israelita mi interrompeva soltanto con esclamazioni cheindicavano sorpresaassensomeravigliaammirazione e convinzionecrescenti.


-Prodigioso! - diceva - Wunderschön! - osservava alla conclusionedi qualche passo eloquente. In una parolaesaurì tutte leinteriezioni laudative che esistono nella nostra lingua; e quale uomosi rifiuta di accettare i complimenti? Credo che avevamo camminatoper due miglia quando giunsi al terzo capoed il mio compagno mipregò di entrare in casa suaalla quale noi eravamo oravicinie di prendere un bicchiere di birra; altra cosa alla qualenon sono mai contrario.


"Quellacasaamico mioera l'albergo in cui anche tuse giudico giustosei stato preso. Non appena entrai in quel luogo tre arruolatori misi gettarono addossomi dissero che ero un disertore e che ero loroprigioniero e mi imposero di consegnar loro le mie carte ed il miodenaro; ciò che io feci pur dichiarando solennemente il miocarattere sacro. I miei beni consistevano nel manoscritto del miosermonein una lettera di raccomandazione del Pro RettoreNasenbrummche attestava la mia identitàed in tre groschene quattro pfennings di rame. Stavo già nel carro da venti orequando anche tu sei arrivato in quella casa.


"L'ufficialefrancese che ti sta di frontee che ha strillato quando gli haipestato il piedeperché era feritovenne portato poco primadel tuo arrivo. Era stato preso con le spalline e l'uniforme ed avevadichiarato il suo grado e qualità; ma era solo (credo cheavesse qualche intrigo amoroso con una signora prussiana e che perquesto fosse appunto andato a girellare senza scortae siccome allepersone nelle cui mani era caduto una recluta era più utile diun prigionierofu costretto a condividere il nostro destino).


"Nonè il primo delle molte decine che sono state catturate così.


"Unodei cuochi di M. de Soubisetre attori di una compagnia che stava alcampo francesemolti disertori delle truppe inglesi (uomini che sonofuggiti perché è stato loro detto che al servizio dellaPrussia non si usava la fustigazione)e tre Olandesi sono stati purepresi. "E tu"dissi io"che eri sul punto dicominciare una vita come si deveche hai tanta culturanon seiindignato per quest'oltraggio?".


"Sonosassone"rispose il candidato"e non credo che serva anulla indignarsi. Il nostro governo è stato schiacciato inquesti cinque anni sotto il tallone di Federicoe potrei forsesperare maggior pietà dal Gran Mogol? Del restoa voler direla veritànon sono scontento della mia sorte. Ho vissuto pertanti anni con un soldo di pane che la razione del soldato mi sembraun lusso.


Nonm'importa di ricevere più o meno colpi di bastone; tuttiquesti mali sono passeggerie di conseguenza sopportabili. Nonucciderò maicon l'aiuto di Dionessuno in combattimentomasono ansioso di sperimentare su me stesso gli effetti della passionedella guerrache ha avuto un'influenza così grande sullarazza umana.


"Peruna ragione analoga ero deciso a sposare Amaliaperché unuomo non è un completo 'Mensch' se non è padre difamiglia; essere tale è una condizione della sua esistenza equindi un dovere della sua educazione.


"MaAmalia può aspettare; è al riparo dal bisognoinrealtàessendo cuoca della Frau Prorectorinn Nasenbrummlasposa del mio degno patrono.


"Hocon me un paio di libri che nessuno ha pensato a portarmi viaed unaltro nel mio cuore che è il più bello di tutti.


"Seil cielo vorrà che finisca la mia esistenza quiprima chepossa proseguire i miei studiche motivo ho di lamentarmi? Prego Diodi non sbagliarmima credo di non aver fatto male a nessuno e di nonaver commesso alcun peccato mortale.


"Sene hoso dove guardare per trovare perdonoe se muoio come hodettosenza sapere tutto quello che avrei desiderato imparare non mitroverò in condizione di imparare tutto? E cosa puòdesiderare di più un'anima umana?

"Scusase ho fatto uso troppe volte della parola io nel mio discorso"concluse l'aspirante pastore"ma quando si parla di se stessiquesta è la maniera più breve e più semplice diparlare".


Inquesto forsebenché io odi l'egocentrismoritengo che il mioamico avesse ragione. Benché avesse dichiarato di essere unindividuo con poco spiritocon nessun'altra ambizione tranne quelladi conoscere il contenuto di pochi libri ammuffiticredo chequell'uomo avesse in sé molti elementi buonispecialmente lafermezza con cui sopportava le sue disgrazie. Molti di grandissimocoraggio sono spesso senza difesa contro di esseed è notoche si danno alla disperazione per un pranzo riuscito maleo siabbattono per una giacca strappata ai gomiti. La mia massima èdi sopportare tuttodi contentarsi dell'acqua se non si puòavere il Borgognae se non c'è il vellutoappagarsi dellalana più ordinaria. Ma il Borgogna ed il velluto sonomigliori"bien entendu"ed è sciocco quell'uomoche non prende il meglio quando la lotta è aperta.


Tuttaviai capi del sermone che il mio amico teologo aveva l'intenzione diinfliggermi non vennero mai recitatipoichésubito dopo lanostra uscita dall'ospedaleegli venne spedito ad un reggimentoaccantonato il più lontano possibile dalla sua terra nativain Pomeraniamentre io venni destinato al reggimento di Bulow cheaveva il suo quartier generale a Berlino.


Ireggimenti prussiani cambiano di rado le loro guarnigionicome fannoi nostriperché la paura delle diserzioni è tantograndeche è necessario conoscere personalmente tutti gliindividui in servizioed in tempo di pace gli uomini vivono emuoiono nella stessa città.


Questonon aumentacome si può facilmente immaginarei divertimentidella vita del soldato. (Dico queste cose per paura che qualchegiovane gentiluomocome mesia preso dalla fantasia della vitamilitareritenendo che la vita del semplice soldato sia sopportabilee spero che queste parole rappresentino l'esatta descrizione dellesofferenze morali di noialtri poveri diavoli nei ranghi).


Nonappena fummo guaritivenimmo allontanati dalle suore e dall'ospedalee inviati alla città-prigione di Fuldadove fummo trattaticome schiavi e criminalicon gli artiglieri con le micce accese alleporte dei cortili e dei grandi dormitori scuri dove giacevanocentinaia di noifinché non erano spediti alle variedestinazioni.


Sivide prestoall'istruzionequali erano tra noi i vecchi soldatiequali le reclutee per i primimentre stavamo in prigionevi fu unpo' più di tolleranzabenché se possibilelasorveglianza fosse ancora maggiore su quei disgraziati dall'animainfranta che erano stati costretti o indotti ad arruolarsi nelservizio militare. Per descrivere i tipi riuniti qui ci vorrebbe lamatita di M. Gilray. Vi erano uomini di tutte le nazioni econdizioni. Gli Inglesi facevano il pugilato e si comportavano dapadronii Francesi giocavano a carteballavano e tiravano dischermai pesanti Tedeschi fumavano la pipa e bevevano birraseriuscivano a procurarsela. Quelli che avevano qualche cosa darischiare giocavanoed in questi giochi io fui abbastanza fortunatoperchépur non avendo un soldo quando ero entrato al deposito(ero stato derubato fino all'ultimo soldo della mia proprietàda quei mascalzoni di reclutatori)vinsi quasi un dollaro alla primapartita a carte con uno dei Francesiche non aveva pensato achiedermi se avrei potuto pagare in caso di sconfitta. Questo èalmeno il vantaggio di avere un aspetto da gentiluomo: tale aspettoinfattimi ha salvato molte volteprocurandomi credito quando lamia fortuna era al suo livello più basso.


Frai Francesi vi era uno splendido uomo e valoroso soldatoil cui veronome nessuno seppe maima la cui ultima storia fece non pocasensazione quando fu conosciuta nell'esercito prussiano.


Sebellezza e coraggio sono indizi di nobiltà (benchéabbia visto molti brutti come cani e grandissimi vigliacchi nel mondodella "noblesse")questo francese doveva aver appartenutoad una delle più grandi famiglie di Franciatanto splendido enobile era il suo modo di faree tanto superba la sua persona. Eraalto un po' meno di mebiondomentre io sono brunoe se possibileanche più largo di spalle. Era il solo uomo che abbiaincontrato che potesse battermi al fiorettocon cui mi colpìquattro volte contro tre.


Allasciabola però avrei potuto farlo a pezzie sapevo saltaremeglio in lungo e portar pesi maggiori di lui. Ma questo peròè egocentrismo Questo francesecon cui mi legai in intimaamicizia - perchéin realtàeravamo i due beniaminidel depositoe nessuno dei due aveva sentimenti di bassa gelosiaveniva chiamatoin mancanza di un nome miglioreLe Blondina causadella sua carnagione. Non era un disertorema era venuto dal BassoReno e dai Vescovaticosì almeno credo; la fortuna gli erastata contraria al giocoe altri mezzi di esistenza gli erano statinegati. Credo che al suo paese lo aspettasse la Bastigliase glifosse venuta la fantasia di tornarvi.


Avevauna passione inconsulta per il gioco e per l'alcoole cosìavevamo l'uno per l'altro una grande simpatia; ma quando era eccitatodall'uno o dall'altro faceva paura.


Ioper parte miaposso sopportare senza batter ciglio sia la sfortunanel giuoco che il vino; per conseguenza avevo su di lui un notevolevantaggio nelle nostre partitee gli vincevo denaro a sufficienzaper poter sostenere la mia posizione.


Avevafuori della caserma una moglie (chelo dico in confidenza era lacausa delle sue disgrazie e della separazione dalla sua famiglia) edessa aveva l'abitudine di venirlo a trovare due o tre volte lasettimanae non veniva mai a mani vuote; era una donnina piccolacon gli occhi lucentile cui occhiate avevano fatto girar la testa atutti.


Quell'uomoera inquadrato in un reggimento che era accantonato a NeissinSlesiache è soltanto a breve distanza dalla frontieraaustriaca. Conservava sempre il suo prestigio per il suo carattere ela sua intelligenzaed era il capo della repubblica segreta delreggimentoche esiste sempre a fianco della regolare gerarchiamilitare. Era un soldato ammirevolecome ho dettoma prepotentedissoluto ed ubriacone. Un uomo di questo tiposalvo che non abbiacura di adulare e lusingare gli ufficialicosa che io facevo sempreè certo di incontrare la loro antipatia.


Ilnostro capitanoinfattiera il peggior nemico di Le Blondine lesue punizioni erano frequenti e severe.


Suamoglie e le donne del reggimento (questo avveniva dopo la pace)avevano l'abitudine di fare un piccolo commercio di contrabbandoattraverso lo frontiera austriacae sul loro traffico si chiudeva unocchio sia dall'una che dall'altra parte.


Obbedendoagli ordini di suo marito questa donna da ognuna delle sue escursioniportava indietro una piccola quantità di polvere e pallerobache non viene distribuita ai soldati prussiani e che doveva essereconservata in un luogo segreto fino al momento del bisogno. Madovevamo averne bisognoed anche presto.


LeBlondin aveva organizzato una grande e straordinaria congiura.


Nonsapevamo fin dove arrivassené quante centinaia o migliaia dipersone comprendesse.


Tranoi soldati però si raccontavano strane storie intorno aquesto complottoperché la voce si spargeva di guarnigione inguarnigionenonostante tutti gli sforzi del Governo per farlatacere... davverofatela tacere! Sono stato anch'io uno del popoloho visto la ribellione irlandese e conosco bene la massoneria deipoveri.


Eradivenuto lui in persona il capo del complotto. Non teneva peròné documenti scrittiné lettere. Nessuno deicospiratori comunicava con gli altri se non per tramite del Francesema lui personalmente dava i suoi ordini a tutti. Aveva stabilito chela ribellione generale della guarnigione avvenisse alle dodiciprecise di un giorno determinato; i posti di guardia della cittàdovevano essere occupatile sentinelle fatte a pezzi e.. chi sa ilresto?

Alcunidei nostri dicevano che la cospirazione aveva ramificazioni in tuttala Slesiae che Le Blondin sarebbe stato fatto generale al serviziodell'Austria.


Alledodicidi fronte al posto di guardia della Bohmer-Thor di Neissunatrentina di uomini oziavano senza essersi neppure completamentevestitie il Francese stava vicino alla sentinella del posto diguardia ed affilava un'accetta col manico di legno su di una pietra.Quando batterono le dodici si alzòspaccò la testadella sentinella con un colpo d'asciaed i trenta uomini siprecipitarono nel corpo di guardiasi impadronirono delle armi chec'erano e si diressero tutti insieme verso la porta. La sentinellacercò di abbassare la sbarrama il Francese si precipitòsu di essae con un altro colpo di ascia le tagliò la manocon cui teneva la catena. Vedendo un gruppo di uomini che uscivanoarmatigli uomini di guardia che stavano fuori della porta siprecipitarono in mezzo alla strada per impedire loro il passaggiomai trenta uomini del Francese spararono una raffica e li caricaronoalla baionetta; alcuni cadderoaltri fuggirono ed i trentapassarono.


Lafrontiera è soltanto ad una lega da Neissed essi vi sidiressero rapidamente.


Main città era stato dato l'allarmee ciò che compromisetutto fu il fatto che l'orologio su cui si era regolato il Franceseandava un quarto d'ora avanti sugli orologi della città. Vennebattuta l'adunata generalele truppe furono chiamate alle armiecosì gli uomini che avrebbero dovuto attaccare gli altri postidi guardia furono obbligati a rientrare nei ranghied il loroprogetto fallì. Questo fatto però rese del pariimpossibile la scoperta dei cospiratoriperché nessuno potevatradire il suo compagnosenzanaturalmentedichiararsi anch'eglicolpevole.


Lacavalleria venne lanciata all'inseguimento del Francese e dei trentafuggiaschichenel frattempoavevano fatto molto cammino verso lafrontiera boema.


Quandoi cavalli li raggiunserosi voltaronoli accolsero con una scaricae con la baionettae li respinsero. Gli Austriaci erano fuori dellebarriere e guardavano il conflitto con grande interesse. Le donneche erano anch'esse in attesaportarono altre munizioni a questiintrepidi disertoried essi resisterono ai dragoni e li respinseroparecchie volte. Ma in questi epici ed inutili combattimenti si eraperduto molto tempocosì che arrivò alla fine unbattaglione e circondò quei trenta valorosi; allora il destinodi quei poveri diavoli fu deciso. Combatterono con la furia delladisperazione; nessuno di loro domandò la resa. Quando lemunizioni furono finitecombatterono all'arma biancae furono tutticolpiti di palla o di baionetta nel punto in cui stavano. Il Francesefu l'ultimo ad essere colpito. Ricevette una palla nel fiancoecaddeed in queste condizioni venne sopraffatto dopo che avevaucciso l'ufficiale che si era fatto avanti per primo per arrestarlo.


Luied i pochissimi tra i suoi compagni che erano sopravvissuti venneroriportati a Neissed eglicome capo ed istigatoredell'ammutinamentovenne portato di fronte ad un consiglio diguerra.


Rifiutòdi rispondere a tutte le domande che gli furono fatte sul suo veronome e la sua famiglia.


-Cosa importa sapere chi sono? - disse. - Mi avete preso e mifucilerete. Il mio nome non mi salverebbeanche se fosse un nomeillustre.


Nellostesso modo rifiutò di fare qualsiasi rivelazione sulcomplotto.


-E' tutta opera mia: - disse - ognuno di quelli che avevo ingaggiatoconosceva soltanto meed ignorava tutti gli altri suoi compagni. Ilsegreto è solo mioe morirà con me.


Quandogli ufficiali gli chiesero quale era la ragione che lo aveva indottoad organizzare un delitto così orrendorispose:

-Sono state la vostra infernale brutalità e tirannia; sietetutti macellaidelinquentitigri e dovete soltanto allavigliaccheria dei vostri uomini di non essere già statiassassinati da un pezzo.


Aquesto punto il suo capitano esplose nelle più furioseimprecazioni contro il feritoe precipitatosi su di luigli diedeun forte colpo col pugno. Ma Le Blondinnonostante che fosse feritosi impadronì della baionetta di uno dei soldati che losostenevanoe la immerse nel petto dell'ufficiale.


-Mascalzonecarogna - esclamò - avrò avuto almeno laconsolazione di mandarti all'inferno prima di morire.


Vennefucilato quello stesso giorno. Dichiarò di voler scrivere alRese gli ufficiali acconsentivano a rimettere la sua letterasigillata nelle mani del mastro di posta; ma essi ebbero senza dubbiopaura che egli raccontasse qualche cosa che li mettesse in colpaerifiutarono di dargli il permesso. Ma nel successivo rapportoFederico li trattòsi dissecon grande severitàe lirimproverò per non avere esaudito la richiesta del Francese.


Peròsiccome era interesse del Re mettere a tacere la cosacome ho dettoprimanon se ne parlò più... Non se ne parlòpiùma centomila soldati dell'esercito lo sapevanoe piùdi uno di noi brindò alla memoria del Francesecome a quelladi un martire della causa del soldato. Vi sarà senza dubbioqualche lettore che si scandalizzerà di tutto questodicendoche incoraggio l'insubordinazione e faccio l'apologiadell'assassinio.


Sequesti lettori avessero fatto servizio come soldati semplici dal 1760al 1765non si sentirebbero autorizzati a fare alcuna obiezione.Quell'uomo uccise due sentinelle per riconquistare la libertàma quante centinaia di migliaia di suoi sudditi e di Austriaci feceuccidere il Re Federico perché gli era preso il capricciodella Slesia? Era stata la maledetta tirannia del suo sistema adaffilare l'ascia che aveva accoppato le sentinelle di Neiss: e cosìgli ufficiali d'allora in poi stettero in guardia e ci pensarono unpo' di più prima di far sentire a quei poveri diavoli il lorobastone.


Potreiraccontare molte storie sull'esercitoma essendo stato io stessosoldatotutte le mie simpatie sono per la truppae senza dubbio sidirebbe che i miei discorsi hanno tendenze immoralie faròquindimeglio ad essere breve. Pensate alla mia sorpresa mentre eroal depositoquando un giorno sento risuonare al mio orecchio unavoce ben nota e sento un gentiluomo magroche veniva portato dentroda un paio di soldatie che aveva ricevuto alcune staffilate sullespalle da uno di lorodire in buon inglese:

-Tufarabutto infernale mi vendicherò di tutto questo.Scriverò al mio ambasciatorequanto è vero che michiamo Fakenham di Fakenham.


Aqueste parole scoppiai a ridere: era il mio vecchio amiconella miavecchia giubba da caporale. Lischen aveva giurato ostinatamente chelui era davvero e per certo un soldatoed il povero diavolo erastato portato viaed era stato trasformato in un soldato come noi.Ma io non sono maligno di caratteree dopo aver fatto ridere tuttala camerata con la storia del modo in cui avevo ingannato quel poverodiavologli diedi un consiglio che gli fece ottenere la libertà.


-Andate dall'ufficiale di ispezione - gli dissi; - una volta che viabbiano arruolato nell'esercito prussiano è finita per voienon vi libererete mai più. Andate subito dal comandante deldepositopromettetegli cento... cinquecento ghinee per essere messoin libertà; ditegli che il capitano arruolatore ha le vostrecarte ed il vostro portafoglio (e questo è vero); sopra tuttodimostrategli che avete il mezzo di pagare il denaro che gli avetepromessoe vi garantisco che sarete libero.


Fececome gli avevo consigliatoe quando ci mettemmo in marcia il signorFakenham trovò il mezzo di farsi ricoverare in ospedaleementre era all'ospedale la questione fu sistemata nel modo che avevoraccomandato. Tuttavia era stato sul punto di perdere la libertàper la sua tirchieria nel mercanteggiaree non dimostrò maila minima gratitudine verso di mesuo benefattore.


Nonvoglio fare alcun romantico racconto della Guerra dei Sette Anni.Alla fine della guerral'esercito prussianotanto rinomato per ilsuo disciplinato valoreaveva come ufficiali e sottufficiali deinativi della Prussiaè veroma era composto per la maggiorparte da uomini arruolati o rapiticome meda quasi tutte lenazioni d'Europa. Il numero dei disertoridall'una e dall'altraparteera enorme. Soltanto nel mio reggimento (quello di Bulow)prima della guerra vi erano non meno di 600 Francesie mentremarciavano fuori di Berlino per la campagnauno di quegli individuiaveva un vecchio pifferosu cui suonava una canzone franceseed isuoi compagni ballavanopiuttosto che camminaredietro di luicantando "Nous allons en France". Due anni dopoquandoritornarono a Berlinoerano rimasti soltanto sei uomini di quelliche erano partiti in origine; gli altri avevano disertato o eranomorti in combattimento. La vita che conduceva il soldato semplice eraspaventosaper qualsiasi persona che non avesse coraggio eresistenza di ferro.


Ognitre uomini vi era un caporaleche marciava dietro di loro ed usavasenza pietà il bastonecosì che si era soliti dire chein combattimento vi fosse una prima riga di soldati ed una secondariga di caporali e di sergenti che li mandavano avanti. Molti uominisi davano a spaventosi atti di disperazione dopo queste incessantipersecuzioni e tortureed in molti reggimenti dell'esercito si eradiffusa una consuetudine orribileche per qualche tempo procuròal governo gravi preoccupazioni. Era lo strano ed orribile rito della"uccisione dei bambini". Gli uomini avevano l'abitudine didire che la vita era insopportabilema che il suicidio era undelitto. Per evitarloe farla finita con l'insopportabile tristezzadella loro condizioneil piano migliore era di uccidere un bambinopiccoloche era innocentee quindi sicuro di andare in cieloecosì si consideravano liberi della colpa dell'omicidio.


IlRe stesso- l'eroe saggio e filosofoil principe che aveva semprela liberalità sulle labbra e affettava orrore per la pena dimorte - si spaventò di questa tremenda protesta contro la suamostruosa tirannia da parte dei disgraziati che aveva rapito. Ma ilsolo mezzo che trovò per rimediare a questo male fu diproibire severamente che questi criminali fossero assistiti da unecclesiastico di qualsiasi confessione e di negar loro ogni confortoreligioso.


Icastighi erano incessanti. Ogni ufficiale aveva facoltà diinfliggerlied in pace erano anche più crudeli che in guerra.


Infattiquando venne la pace il Re compì l'epurazione di tutti gliufficiali che non erano nobiliquali che fossero stati i loroservizi. Chiamava un capitano di fronte alla sua compagnia e diceva:

-Non è nobilemandatelo via.


Avevamopaura di luiperòe stavamo di fronte a lui come bestieselvagge di fronte al domatore. Ho visto gli uomini piùvalorosi dell'esercito piangere come bambini sotto i colpi dellaverga; ho visto un sottotenentino di quindici anni chiamare fuoridelle righe un uomo di cinquantaun uomo che era stato in centobattaglieche rimase lìpresentando le armipiangendo edurlando come un bambinomentre quel mascalzoncello lo colpiva sullebraccia e sulle gambe con la verga.


Inun giorno di combattimento quell'uomo avrebbe osato qualsiasi cosa.Allora poteva anche avere i bottoni storti e nessuno se neincaricava; ma quando lo avevano fatto lottare come una bestiaselvaggialo frustavano per insubordinazione. Quasi tutti fra noiurlavano a perdifiatoe quasi nessuno poteva sopportare lapunizione. L'ufficiale francese di cui vi ho parlato e che era statopreso con meera nella mia compagnia e venne fustigato come un cane.Lo incontrai a Versailles venti anni dopoe diventò pallidocome se si sentisse male quando gli parlai di quei tempi lontani.


-Per l'amor di Dio - disse - non mi parlare di quel periodo; anche oraqualche volta mi sveglio tremando e piangendo.


Perquel che mi riguardadopo un breve periodo in cuidebboconfessarlogustai anch'io il bastone come i miei compagnidopo cheebbi avuto occasione di mostrarmi soldato valoroso ed abilescelsiil sistema che avevo già adottato nell'esercito inglese perimpedire altre umiliazioni di carattere personale. Mi legai unapallottola intorno al colloe non mi diedi la pena di nasconderlaedichiarai che sarebbe stata per l'uomo o per l'ufficiale che miavesse fatto punire. E vi era nel mio aspetto qualche cosa che lofece credere ai miei superiori; perché la pallottola mi eragià servita per uccidere un colonnello austriacoe l'avreielargita ad un prussiano senza alcun rimorso.


Checosa m'importava delle loro litio se l'aquila sotto cui marciavoaveva una testa solao due? Tutto quello che dissi fu:

-Nessuno troverà che manco al mio dovere; ma nessuno mai devealzare la mano su di me.


Emi attenni a questo concetto finché rimasi in servizio.


Nonho intenzione di fare la storia delle battaglie della Prussiapiùdi quanto ne abbia avuta di fare quelle sostenute al serviziodell'Inghilterra. Feci il mio dovere in queste come in quellee nelfrattempo i miei baffi erano cresciuti in modo da raggiungere unalunghezza decentecosì che ioa vent'annise non ero il piùvalorosoil più intelligente ed il più bel soldatodell'esercito prussianoerodebbo confessarloil piùbriccone. Mi ero abituato alle condizioni dell'animale dacombattimento: il giorno della battaglia ero selvaggio e felice;fuori del campo mi prendevo tutte le soddisfazioni che potevoe nonero troppo schizzinoso sul modo di procurarmele. La veritàperò è che tra noi vi era un tono sociale un po' piùelevato che tra quegli stupidi idioti dell'esercito ingleseed ilnostro servizio eradi solitotanto rigido che ci lasciava pocotempo per fare baldoria.


Ioche sono molto bruno e di carnagione scura venivo chiamato dai mieicompagni "l'Inglese Nero" o "Schwarzer Englander"o anche il Diavolo Inglese. Se c'era da fare qualche servizioerocerto che toccava a me. Ottenevo frequenti gratifiche in denaromanessuna promozioneed il giorno dopo a quello in cui avevo ucciso ilcolonnello austriaco (un enorme ufficiale degli Ulani che avevoattaccato da solo e a piedi) il Generale Bulowcomandante del mioreggimentomi diede due Federici d'oro davanti alla truppaschieratae mi disse:

-Ora ti dò questa ricompensa; ma temo che ti farai impiccare ungiorno o l'altro.


Spesiquel denaroe quello che avevo trovato sul corpo del colonnellofino all'ultimo groschenquella sera stessacon alcuni allegricompagnie fino a quando la guerra finì non fui mai senzaalmeno un dollaro nella borsa.




Capitolo7



BARRYCONDUCE VITA DI GUARNIGIONEE VI TROVA MOLTI AMICI



Dopola guerra il nostro reggimento fu accantonato nella capitalela menonoiosaforsedi tutte le città della Prussia; il che nonsignifica che fosse allegra. Il nostro serviziosempre durocilasciava ogni giorno poche ore libere in cui potevamo prenderequalche svagose avevamo i mezzi per pagarcelo. Molti dei nostriandavano a lavorare in mestieri manualima a me non capitònessuna occasione del generee per di più il mio onore me loavrebbe impeditoperchéessendo un gentiluomonon avreipotuto sporcarmi le mani con un'occupazione servile. Ma la nostrapaga era appena sufficiente a impedirci di morir di famee siccomeho sempre avuto molta voglia di divertirmie la situazione in cui citrovavamo oranel cuore della capitaleci impediva di ricorrereall'espediente di levar tributisolito in tempo di guerrafuicostretto ad adottare il solo mezzo che mi fosse rimasto perprovvedere alle mie spese. In una parola divenni l'"Ordonnanz"o meglio il gentiluomo militare di fiducia del mio capitano.


Avevorespinto quest'offerta quattro anni primaquando mi era stata fattamentre ero al servizio dell'Inghilterrama in un paese straniero ètutt'altro affare; e poia dire la veritàdopo cinque annidi servizio militarel'orgoglio di un uomo si sottomette amortificazioni che gli riuscirebbero intollerabili in libertà.


Ilcapitano era un giovanotto che si era distinto durante la guerraaltrimenti non sarebbe stato promosso a quel grado tanto presto. Eraper di piùnipote ed erede del Ministro della Poliziailsignor de Potzdorffparentela che senza dubbio aveva favorito lapromozione di quel giovane gentiluomo.


IlCapitano de Potzdorff era un ufficiale abbastanza severo nelleriviste ed in casermama era persona molto suscettibileall'adulazione.


Melo cattivai anzitutto per il modo con cui gli annodavo i capelli acoda (ed in realtà era il meglio vestito di tutto ilreggimento) ed in seguito ottenni la sua fiducia con mille piccoleastuzie e complimenticheda gentiluomo par miosapevo sempre comeimpiegare. Era un buontemponee si dava alla bella vita assai piùapertamente di molti di coloro che stavano nella monotona corte delRe; era generosonon badava alla borsaed aveva un grande affettoper il vino del Reno; tutte qualità che sinceramentecondividevoe dalle qualinaturalmentetraevo profitto.


Nonera molto amato al reggimentoperché si riteneva che avesserelazioni troppo intime con lo zioMinistro della Poliziaa cuisidicevariferiva tutte le notizie del corpo.


Benpresto entrai nelle grazie dell'ufficialee venni a conoscenza dellamaggior parte dei suoi affari. Così mi vennero risparmiatemolte istruzioni e paratedi cui altrimenti nessuno mi avrebbealleggeritoed ottenni un gran numero di guadagni occasionalichemi permisero di fare buona figura e di comparire con un certo "éclat"in una certasebbenedebbo confessarlomolto umilesocietàdi Berlino. Ero sempre uno speciale favorito delle signore ed il miomodo di fare con loro era tanto corteseche non si capacitavano comeavessi ottenuto al reggimento lo spaventoso soprannome di DiavoloNero.


-Non è tanto nero come lo si dipinge - dicevo ridendoe lamaggior parte delle signore erano d'accordo nel riconoscere che ilsoldato era bene educato almeno quanto il capitano; e come avrebbepotuto essere altrimentitenendo conto della mia educazione e dellamia nascita?

Quandofui entrato a sufficienza nelle sue graziegli chiesi il permesso discrivere una lettera in Irlanda alla mia povera madre:

nonle avevo dato mie notizie da molti anni. Infatti le lettere deisoldati stranieri non venivano mai accettate dalla postaper timoredi richiami e di seccature da parte dei loro parenti all'estero. Ilcapitano mi promise di trovare il modo di spedire la letteraesiccome sapevo che l'avrebbe apertaebbi cura di dargliela nonsigillatamostrando così la mia fiducia in lui. Ma laletteracome potete immaginareera scritta in modo che nessun dannopoteva venire a colui che l'aveva scritta nel caso che fosse stataintercettata. Chiedevo perdono alla mia onorevole madre per esserfuggito di casadicevo che sapevo bene che le stravaganze e lafollia di cui avevo dato prova nel paese natio rendevano impossibileil mio ritorno colàma ella però doveva esser lieta disapere che stavo bene e che ero felice al servizio del piùgrande monarca del mondoe che la vita del soldato era moltopiacevole. Aggiunsi che avevo trovato un benevolo protettore epatronoe che speravo che un giorno o l'altro egli avrebbe fattoqualche cosa per me (benché sapessi bene che non era incondizione di far niente). La pregavo di ricordarmi a tutte leragazze di Castle Bradye le nominai tutteda Biddy a Beckye mifirmaicome in verità eroil suo affezionato figlioRedmondBarry della compagnia del Capitano Potzdorffdel reggimento difanteria Bulowitschdi guarnigione a Berlino.


Leraccontai anche una storiella divertentedel Re che aveva fattorotolare a calci il cancelliere e tre giudici giù per lescalecome lo avevo visto fare un giorno in cui ero di guardia aPostdame le dissi che speravo che presto ci fosse un'altra guerradurante la quale avrei potuto essere promosso ufficiale.


Dallamia lettera avreste potuto credere che fossi l'individuo piùfelice del mondoe non ero affatto dispiacente d'ingannaresuquesto puntola mia buona genitrice.


Erosicuro che la mia lettera sarebbe stata lettaed infatti il CapitanoPotzdorff cominciò a farmi domandequalche giorno doposullamia famigliaed iotutto consideratogli raccontai le cose consufficiente esattezza. Ero il cadetto di una buona famigliama miamadre era quasi rovinata ed aveva appena abbastanza da mantenere lemie otto sorelle che avevo nominato nella lettera. Ero stato astudiare legge a Dublinodove mi ero ingolfato nei debiti e nellecattive compagnieavevo ucciso un uomo in duello e sarei statoimpiccato o fatto mettere in prigione dai suoi potenti amici se fossiritornato. Mi ero arruolato nell'esercito inglesefinché misi era presentata un'occasione di fuggire a cui non avevo saputoresistere. A questo punto gli raccontai la storia del signor Fakenhamdi Fakenham in modo tale che il mio padrone venne preso da unconvulso di risae mi disse poi che aveva ripetuto questa storia aMadame de Kamekela sera alla riunionee tutti erano desiderosi dipoter dare un'occhiata al giovane "Engländer".


-C'era anche l'ambasciatore inglese? - chiesi in tono molto allarmatoe aggiunsi:

-Per amor del Cielosignorenon gli dite il mio nomepotrebbechiedere l'estradizione; e non ho nessuna voglia di essere impiccatoproprio nel mio caro paese natio.


Potzdorffridendodisse che avrebbe avuto cura che restassi dove eroed aquesto punto gli giurai eterna gratitudine.


Qualchegiorno dopocon viso piuttosto seriomi disse:

-Redmondho parlato di te al nostro colonnello ed ho espresso la miameraviglia che un individuo del tuo coraggio e della tua capacitànon abbia avuto promozioni durante la guerra; ma il comandante mi hadetto che ti aveva messo gli occhi addossoche sei un soldatovalorosoe che è evidente che vieni da un buon ceppochenessunonel reggimentoper quello che lo riguardaha fatto menomancanze verso di luima che nessuno ha meritato la promozione menodi te. Sei pigrovizioso e senza principi; hai fatto del male aquasi tutti i tuoi compagnie nonostante la tua intelligenza ed iltuo valoreera sicuro che non avresti combinato nulla di buono.


-Signore - dissimolto meravigliato che alcun uomo mortale si fossefatto una tale opinione di me- spero che il generale Bulow si siasbagliato a proposito del mio carattere. Sono capitato in cattivacompagnia è veroma ho fatto soltanto quello che hanno fattogli altri soldatie soprattuttonon ho mai avutoprima d'oraunbuon amico ed un protettorea cui far vedere che meritavo una sortemigliore. Il generale può dire che sono uno scampaforcae puòlasciarmi andare all'infernoma state sicuro di questo; andròall'infernoservendo voi.


Vidiche questo discorso faceva piacere al mio protettoree siccome eromolto discreto e gli ero utile in mille servizi delicatisi legòpresto a me con un sincero attaccamento. Un giornoo piuttosto unanottementre era in "tête-à-tête" conla signora di Tabaks Räthinn von Doseper esempioio...manon vale la pena di parlare di cose che oggi non interessano piùnessuno.


Quattromesi dopo la lettera mandata a mia madrericevettiin una bustadiretta al capitanola risposta che fece nascere nella mia mente unvivo desiderio della casa ed una malinconia che non sapreidescrivere. Non avevo rivisto da cinque anni la calligrafia dellacara donna. Tutti i vecchi giornied il tramonto sui vecchi verdicampi d'Irlandaed il suo amoree mio zioe Phil Purcelle tuttoquello che avevo fatto e pensato mi tornarono in mentementreleggevo quella letterae quando rimasi solo mi misi a piangere suquel fogliocome non avevo più fatto dal giorno in cui Norami aveva canzonatocome sapete. Ebbi cura di non mostrare i mieisentimenti al reggimento e al mio capitanoma quella notte in cuidovevo andare a prendere il té alla Garden- house fuori dellaBrandenburg Gatecon Fräulein Lottchen (la dama di compagniadella Tabaks Räthinn)non ebbi coraggio di andarcima lapregai di volermi tenere per scusatoe me ne andai a letto presto incasermada cui ora andavo dentro e fuori quando volevoe passaitutta la notte a piangere ed a pensare alla cara Irlanda.


Ilgiorno seguente il mio spirito tornò a sollevarsi. Riscossi unvaglia da dieci ghinee che mia madre mi aveva mandato nella lettera ediedi un fantastico trattenimento ad alcune persone di miaconoscenza. La lettera di quella cara creatura era tutta inzuppata dilacrimepiena di cancellature e scritta nel modo piùincoerente. Diceva di essere contenta di sapere che ero agli ordinidi un Principe protestantebenché temesse che egli non fosseproprio sulla retta viaquella retta via chedicevaessa avevaavuto la fortuna benedetta di trovare col reverendo Joshua Jowlssotto la guida del quale si trovava ora. Disse che questo reverendoera una navicella preziosaelettaun dolce unguento ed una preziosascatola di spigonardo; ed usava un gran numero di frasi che nonpotevo capire; ma in mezzo a tutto questo gergo incomprensibile miera chiara una cosache la cara creatura amava ancora suo figlio epensava a lui e pregava giorno e notte per il suo selvaggio Redmond.


Nonè successo molte volte ad un povero diavolodurante lasolitaria guardia notturnao nel dolorenella malattianellaprigioniadi pensare che proprio in quel minutomoltoprobabilmentesua madre sta pregando per lui? Io spesso ho avutoquesti pensierie non ve ne sono di più consolantied èquasi un bene che non vengano quando si è in compagnia; perchécome diventerebbe allora una comitiva di ragazzi allegri?... mutacome il corteo che segue un funeralevi garantisco. Quella serabevvi alla salute di mia madre con una grande coppa di vinoe vissicome un signore finché non mi finirono i soldi. Si era propriospremuta per mandarmelicome mi disse poie il signor Jowls eramolto seccato con lei per questo fatto.


Benchéspendessi rapidamente il denaro di quella cara creaturanon mi civolle molto per guadagnarne di più; infatti avevo centomaniere di procacciarmelo da quando ero diventato il favoritouniversale del capitano e dei suoi amici. Ora era Madame von Dose chemi dava un Federico d'oro per averle portato un mazzo di fiori o unalettera del capitano; orainveceera il vecchio Consigliere Privatoche mi offriva una bottiglia di vino del Renoe mi faceva scivolarein mano un dollaro o dueallo scopo di farsi dare qualcheinformazione sulla "liaison" tra il mio capitano e suamoglie.


Mabenché non fossi tanto sciocco da non prendere il suo denaropotete esser certi che non ero tanto privo di onore da tradire il miobenefattorecosì che il Consigliere riuscì a saperemolto poco da me.


Quandoil Capitano e la signora ruppero i loro rapportied egli cominciòa fare la corte alla ricca figlia del Ministro d'Olandanon soquante mai lettere e ghinee la sfortunata Tabaks Räthinn miconsegnòperché le riportassi l'amante. Ma questiritorni sono rariin amoreed il Capitano si contentava di faregrandi risate sui suoi sospiri stantii e sui suoi tentativi diritorno. Nella casa di Mynheer van Guldensack mi ero reso cosìsimpatico per dritto e per traverso che ero diventato quasi unintimo; e venni a conoscenza di un paio di segreti di Statocosa dicui il mio capitano fu molto sorpreso e compiaciuto.


Egliriferivainfattiqueste bagatelle a suo zioMinistro dellaPoliziache senza dubbio ne traeva vantaggioe cosìcominciai ad essere ricevuto in maniera molto confidenziale dallafamiglia Potzdorffed ero diventato un soldato soltanto di nomeperché mi era stato permesso di vestirmi in abiti borghesi(che eranove lo posso assicuraremolto eleganti) e di divertirmiin mille modicosa che quei poveri diavoli dei miei camerati miinvidiavano.


Isergenti poi erano cortesi con me come se fossi un ufficiale:

sarebbestato strano pensare che i loro galloni dessero loro il diritto dioffendere una persona che era il braccio destro del nipote delMinistro! Vi era nella mia compagnia un giovane che si chiamava Kurzchea dispetto del suo nomeera alto almeno sei piedi ed al qualeavevo salvato la vita durante la guerra in diverse occasioni. Questoragazzodopo che gli ebbi raccontato una delle mie avventurenonfece altroniente menoche darmi della spia e del confidente e miimpose di non dargli più del tu come si usa tra i giovaniquando sono intimi. Non potevo far altro che sfidarloma non avevocon lui alcun rancore. Lo disarmai in un batter d'occhioe mentregli facevo volare la spada sopra la testa gli dissi:

-Kurzhai mai conosciuto nessuno che sia colpevole di un'azionemeschina e che si comporti come faccio ora io?

Questoepisodio ridusse al silenzio anche gli altri mormoratori; e dopo diallora nessuno mi prese più in giro.


Nessunopuò immaginare che per una persona della mia qualitàfosse divertente aspettare nelle anticamere ed ascoltare laconversazione di lacché e di facchini. Ma ciò non erapiù umiliante che stare nella camerata in casermacosa chenon c'è bisogno di dirlomi faceva male al cuore.


Lemie proteste di simpatia per l'esercito erano dirette soltanto agettare polvere negli occhi del mio padrone. Sospiravo il momento incui avrei potuto farla finita con questa schiavitù.


Sapevodi essere nato per fare una grande figura nel mondo. Se fossi statouno della guarnigione di Neiss avrei cercato la strada verso lalibertà nello stesso modo tenuto dal valoroso Francesema quici voleva soltanto l'astuzia per mettermi in grado di raggiungere ilmio scopo; e non ero quindi giustificato se ne facevo uso? Il miopiano era questo: dovevo rendermi tanto necessario al signor dePotzdorffche egli mi avrebbe ottenuto la libertà.


Unavolta liberoin grazia della mia elegante persona e della mia buonafamigliaavrei fatto ciò che avevano fatto prima di mediecimila gentiluomini irlandesi; avrei sposato una signora con unbuon patrimonio ed una buona posizione.


Laprova che erose non disinteressatoalmeno spinto da una nobileambizioneè questa. Vi era a Berlino la vedova di un grassodroghierecon seicento talleri di renditaed un buon giro diaffariche cominciò a dirmi che avrebbe pagato il mio congedose l'avessi sposata; ma le dissi francamente che non ero nato perfare il droghieree così rifiutai nella maniera piùassoluta la via verso la libertà che essa mi offriva.


Edero grato ai miei padroni; più grato di quanto essi nonfossero con me. Il Capitano aveva debitie molti impegni con gliebreia cui aveva dato delle cambiali pagabili alla morte dello zio.Il vecchio Harry von Potzdorffvedendo la fiducia che suo nipoteaveva in memi offrì un compenso per sapere come stesserodavvero gli affari del giovanotto.


Macosa feci io? Informai del fatto il signor George von Potzdorffecompilammod'accordouna lista di piccoli debititanto modesta chein realtà calmò lo zioinvece di farlo arrabbiarecosì che egli li pagòlieto di cavarsela così abuon mercato.


Ebbiun bel contraccambio di questa fedeltà. Una mattina il vecchioera chiuso nel suo gabinetto col nipote (aveva l'abitudine di venirea prendere notizie piccanti su ciò che facevano i giovaniufficiali del reggimento; se questo o quello giocava; chi avevaintrighi amorosi e con chi; chi era stato al ridotto in una certanottechi aveva debiti e chi noperché il Re voleva saperegli affari di tutti gli ufficiali dell'esercito). Io ero statomandato con una lettera dal Marquis d'Argensche poi sposòMademoiselle Cochoisl'attriceed avendo incontrato il marchesedopo pochi passi di stradagli avevo dato il mio messaggio ed erotornato all'alloggio del Capitano. Lui ed il suo degno zio avevanofatto oggetto della loro conversazione la mia indegna persona.


-E' nobile - sentii che diceva il Capitano.


-Bah! - rispondeva lo zioche avrei voluto strangolare per la suaimpertinenza - tutti questi pezzenti irlandesi quando si arruolanoraccontano la stessa storia.


-E' stato rapito da Galgenstein - riprese l'altro.


-Un disertore rapito - disse M. Potzdorff - "la belle affaire!"- Però ho promesso a quel ragazzo di interessarmi per il suocongedo; e sono sicuro che potrà essere utile.


-Hai chiesto il suo congedo - rispose il più vecchioridendo.


"BonDieu!" Sei un modello di onestà! Non arriverai mai al miopostoGeorgese non sei un po' più furbo di quanto non losei stato ora. Serviti di quel giovane fin che ti fa piacere. Habuone maniere ed un contegno franco. Può dire bugie con unafaccia tosta che non ho mai oltrepassata nemmeno ioe combattemidicicon la miseria. Quel mascalzone non manca di buone qualità.Ma è vanesiospendaccionee "bavard". Finchétieni sospeso su di lui il reggimento "in terrorem"puoifarne quello che vuoi. Ma se lo lasci andareè tipo da fartilo sgambetto. Limitati a fargli delle promesse; promettigli di farlogeneralese vuoi. Che diavolo te ne importa? Vi sono abbastanza spiein questa città anche senza di lui.


Eradunque in questo modo che venivano considerati i servizi che avevoreso al signor de Potzdorff da quell'ingrato individuo?

Usciidalla stanza con lo spirito molto turbatopensando che un altro deimiei più cari sogni era così svanitoe che la speranzadi uscire dall'esercitoessendo utile al Capitanoera assolutamentevana. Per qualche tempo la mia disperazione fu tale che pensai disposare la vedovama ai soldati non era permesso di contrarrematrimonio senza il permesso diretto del Reed era molto dubbio cheSua Maestà avrebbe consentito ad un giovane di ventidue annil'uomo più bello del suo esercitodi accoppiarsi con unavedova sessantennedalla faccia foruncolosache aveva ormaisuperato l'età in cui il suo matrimonio poteva moltiplicare isudditi di Sua Maestà.


Questasperanza di libertà era dunque vana; né potevo speraredi acquistare il mio riscatto a meno che qualche anima caritatevolenon mi prestasse una buona somma di denaro. Nonostante checome hodettone avessi una buona quantitàho sempre avutopertutta la vitauna tendenza irresistibile a spendereed ètanta la mia generosità nel disporre del denaro che ho sempreavuto debiti da quando sono nato.


Ilmio Capitanoquello scaltro mascalzone!mi diede una versione moltodifferente della sua conversazione con lo ziononostante che iosapessi bene quale era quella vera. Mi disse ridendo:

-Redmondho parlato al Ministro a proposito dei tuoi servizi (12) ela tua fortuna è fatta. Ti faremo uscire dall'esercitotidaremo un incarico nell'ufficio di polizia e ti daremo la funzione diispettore del buon costumee in conclusioneti faremo muovere in unambiente migliore di quello in cui la sorte ti ha messo da qualchetempo.


Benchénon credessi nemmeno una parola di questo discorsomostrai diesserne molto commossoe naturalmente giurai eterna gratitudine alCapitano per la sua cortesia verso il povero esule irlandese.


-Il tuo servizio presso il Ministro d'Olanda mi ha molto soddisfatto.Vi è un'altra circostanza in cui ti puoi rendere utile pernoi; e se hai successoavrai la tua ricompensastanne sicuro.


-Qual è questo serviziosignore? - dissi io. - Faròqualunque cosa per un padrone tanto cortese.


-E' venuto da poco a Berlino - disse il Capitano - un gentiluomo alservizio dell'Imperatrice-reginache si fa chiamare "Chevalier"de Balibarie porta il nastro rosso e la stella dell'Ordine delloSperone del Papa. Parla indifferentemente italiano e francese; maabbiamo motivo di credere che questo signor de Balibari sia nativodel tuo paesein Irlanda. Non hai mai sentito un nome come Balibariin Irlanda?

-Balibari! Balyb...


Unlampo improvviso mi traversò la mente.


-Nosignore - dissi. - Non ho mai inteso questo nome.


-Devi entrare al suo servizio. Naturalmente non devi sapere una paroladi inglese; e se il cavaliere ti fa delle domande sul tuo accentostranierodigli che sei ungherese. Il servo che è venuto conlui sarà mandato via oggie la persona a cui si èrivolto per avere un fedele domestico ti raccomanderà. Seiunghereseed hai prestato servizio nella Guerra dei Sette Anni. Hailasciato l'esercito a causa della debolezza dei tuoi lombi. Hai fattoservizio per due anni con Monsieur de Quellemberg; ora lui ècon l'esercito in Slesiama il tuo certificato è firmato dalui. Poi sei stato con il Dottor Mopsiusche darà tutte leinformazioni se ce ne sarà bisogno. Anche il padrone delloStar Hotel dirà che sei un bravo ragazzo; per quanto pocopossa servire la sua attestazione. Quanto al resto della tua storiapuoi sistemartela come ti paree farla romantica o piccante come tidetta la fantasia. Cerca però di ottenere la fiducia delcavaliere provocando la sua compassione. Gioca molto e vince. Conoscibene le carte?

-Soltanto un poco... come tutti i soldati.


-Credevo che fossi molto esperto. Devi osservare se il cavaliere bara:se bara lo abbiamo in pugno. Vede continuamente gli inviati diInghilterra e d'Austriae giovanotti di tutti i Ministeri pranzanospesso a casa sua. Stai attento a quello che diconose qualcuno diloroe soprattutto se "Monsieur" giuoca sulla parola; seuna volta potrai leggere le sue lettere privatefallonaturalmente;però per quelle che vanno per posta non c'è bisogno checi perdi tempo; le guardiamo noi. Ma non lo lasciar scrivere mai unbiglietto senza cercar di sapere a chi vae per mezzo di qualetramite o messaggero. Dorme con le chiavi della cassetta dei suoidispacci attaccata al collo con un nastro. Venti Federici per teseriesci ad avere l'impronta della chiave. Naturalmente andrai da luiin borghese. Datti una bella spazzolata alla cipria dei capelli etienili legati semplicemente con un nastro. I baffinaturalmentelidevi radere.


Dopoavermi dato queste istruzioni ed una piccolissima regaliailCapitano se ne andò. Quando tornai a salutarlosi divertìmolto al cambiamento del mio aspetto. Mi ero rasato i baffinonsenza un certo dispiacere (perché erano neri come l'ambra edarricciati con eleganza); mi ero tolto dai capelli l'odioso grasso efarina che avevo sempre detestato; avevo indossato una giaccafrancese grigia molto seriacalzoncini di satin neroun panciottomarrone di felpa ed un cappello senza coccarda. Sembravo remissivo edumile come deve essere un domestico in cerca d'impiegoe credo che icompagni stessi del mio reggimentoche stava ora passando la rivistaa Postdamnon mi avrebbero riconosciuto. Così conciato andaiallo Star Hoteldove alloggiava lo stranieroed il cuore mi battevaper l'ansia e qualche cosa mi diceva che questo "Chevalier"de Balibarinon era altri che Barry de Ballybarryil fratellomaggiore di mio padreche era stato privato del suo feudo inconseguenza della sua ostinazione nell'aderire alla superstizioneromana.


Primadi andare a presentarmiandai nelle "remises" a dareun'occhiata alla sua carrozza. Aveva lo stemma dei Barry? Sìc'era: fiocco rosso in campo d'argento con quattro conchiglie agliangolil'antico stemma della mia casa. Era dipinto in uno stemmagrande quanto il mio cappellosu una carrozza eleganteabbondantemente doratasormontato da una coroncina e sostenuto daotto o nove cupidicornucopie e cestini di fiorisecondo labizzarra moda araldica di quei tempi. Doveva essere proprio lui.


Misentivo quasi venir meno mentre salivo le scale. Dovevo presentarmidavanti a mio zionell'aspetto di servo!

-Tu sei il giovanotto che M. de Seebach ha raccomandato?

Feciun inchino e gli porsi la lettera di quel gentiluomoche il mioCapitano aveva avuto cura di fornirmi. Mentre la guardavaebbi tuttoil tempo di esaminarlo. Mio zio era un uomo sulla sessantinaindossava una vistosa giacca e brache di velluto color albicoccaedun panciotto di satin biancoricamato in oro come la giacca.Attraverso il petto gli passava il nastro di porpora dell'ordinedello Sperone; e la stella dell'ordineuna stella enormeglibrillava al petto. Aveva anelli a tutte le ditaun paio di orologinei taschiniun ricco diamante "solitaire" nel nastro neroche gli circondava il collo e che finiva al sacchetto della parrucca;i suoi manichini e le sue gale erano ornati con un profluvio dimerletti ricchissimi. Aveva calze di seta rosee arrotolate sopra ilginocchioe legate con giarrettiere d'oroed enormi fermagli didiamanti alle sue scarpe col tacco rosso. Una spada montata in oro inuna guaina di pelle di pesce biancaed un cappello con ricchimerletti ed ornato di penne bianche stavano sul tavolo accanto a luie completavano il costume di questo splendido gentiluomo.


Comealtezza era presso a poco uguale a mevale a diresei piedi e mezzoed un pollice; i suoi lineamenti erano molti simili ai mieied eraestremamente "distingué".


Tuttaviaportava uno degli occhi coperto da una benda neraed in faccia simetteva un po' di vernice bianca e rossacosa che a quei tempi nonera un ornamento insolito. Un paio di baffi gli ricadevano sullabbronascondendo una bocca che più tardi mi accorsi avereuna espressione piuttosto sgradevole. Quando poi si tolse la barbapotetti osservare che i denti superiori sporgevano troppo; ed il suovolto mostrava sempre un sorriso fissospettraleche non eraaffatto gradevole.


Fumolto imprudente da parte miama quando vidi lo splendore del suoaspetto e la nobiltà del suo modo di faresentii che mi eraimpossibile mantenere davanti a lui il mio travestimentoe quando midisse:

-Ahsei ungheresevedo! - non potei resistere più a lungo edissi:

-Signoresono irlandesee mi chiamo Redmond Barry di Balybarry.


Mentreparlavo scoppiai in lacrime: non saprei dire perché; ma nonavevo visto nessuno della mia famiglia e della mia stirpe da seiannied il mio cuore desiderava di trovarne qualcuno.




Capitolo8



BARRYDA' L'ADDIO ALLA CARRIERA MILITARE



Voiche non siete mai stati fuori del vostro paese non potete sapere cosasia il sentire in prigionia la voce di un amicoe vi sono molti chenon potranno comprendere la causa dello scoppio di tutti i mieisentimenti checome ho confessatoebbe luogo alla vista di mio zio.Nemmeno per un minuto egli pensò a mettere in dubbio la veritàdi quanto dicevo.


-Madre di Dio! - gridò - è il figlio di mio fratelloHarry.


Ecredo che anche il suo cuore fosse commosso come il mio avendotrovato cosìall'improvvisouno dei suoi parenti; perchéanche lui era un esule dalla patriaed una voce amicauno sguardolo riportava con la memoria nel suo vecchio paeseed agli antichigiorni della sua infanzia.


-Darei cinque anni di vita per rivederli - dissedopo avermiaccarezzato con molto calore.


-Cosa? - gli chiesi io.


Come?- rispose - i campi verdi ed il fiumee la vecchia torre rotonda edil cimitero di Ballybarry. E' stata una vergogna da parte di tuopadre disfarsi di quella terracaro Redmondche ha portato pertanto tempo il suo nome.


Poicominciò a farmi domande circa la mia storiae gliene diediun resoconto abbastanza lungoe durante questa il degno gentiluomorise molte volte e disse che ero un Barry dalla testa ai piedi. Ametà della mia storia egli mi interruppeper farmi mettereaccanto a lui e confrontare la nostra altezzae da questemisurazioni vidi che la nostra statura era quasi la stessama chemio zio aveva un ginocchio rigido che lo faceva camminare in manieracaratteristica.


Duranteil corso della mia narrazione si profuse in un centinaio diesclamazioni di pietàdi cortesiadi simpatia. Esclamava:

"Benedettii Santi!" e "Madre del Cielo!" e "BenedettaMaria! " continuamentee per conseguenza conclusi giustamenteche era ancora devotamente attaccato all'antica fede cattolica dellanostra famiglia.


Conqualche difficoltà cominciai a spiegargli l'ultima parte dellamia storiavale a direche mi ero messo al suo servizio per tenerd'occhio le sue azionisulle quali dovevo dare informazioni ad uncerto ufficio.


Quandogli dissicon molte esitazioniquesto fattoscoppiò aridere e sembrò divertirsi straordinariamente di questoscherzo.


-Mascalzoni! - disse. - Credono di pescarminon è vero? Ma inrealtàRedmondla mia sola congiura è un banco difaraone. Ma il Re è tanto sospettoso che vede una spia in ognipersona che viene nella sua miserabile capitalequi in mezzo aquesto deserto di sabbia. Ahragazzo mioti farò vedereParigi e Vienna!

Glidissi che non vi era nulla che desiderassi di più che divedere qualche altra cittàtranne Berlinoe che sarei statofelice di liberarmi di questo odioso servizio militare. Ed infattiritenevobasandomi sulla sua splendida apparenzadai soprammobiliche stavano nella stanzadalla carrozza dorata nella "remise"che mio zio fosse un uomo di grande ricchezzae che avrebbe potutocomprare una dozzinaanzi un intero reggimento di sostitutialloscopo di riscattare la mia libertà.


Mami ingannavo nei miei calcoli sul conto suocome la sua storiacheegli mi raccontò rapidamentemi fece vedere.


-Sono stato in giro per il mondo - mi disse - dal 1742quando miofratellotuo padrepossa il Cielo perdonarlomi portò viasotto il naso il feudo di famigliadiventando eretico allo scopo disposare quella borbottona di tua madre.


-Ma ormai quello che è statoè stato. E' probabiledelrestoche avrei dissipato anch'io quella piccola proprietàcome fece lui al posto mioe che avrei cominciato soltanto un anno odue dopo la vita che ho condotto dopo aver lasciato l'Irlanda.Ragazzo miosono stato al servizio di tutti esia detto tra noihodebiti in tutte le capitali di Europa.


-Ho fatto un paio di campagne con i Panduri sotto l'austriaco Trenck.Sono stato Capitano della Guardia di Sua Santità il Papa.


Hofatto la campagna di Scozia col Principe di Gallesun tipacciomiocaroche si occupava più della sua amante e della suabottiglia di acquavite che della corona dei tre Regni. Ho servito inSpagna ed in Piemontema sono stato una pietra che ruzzolamio buonamico. Il gioco... il gioco è stato la mia rovina! Questo e lebelle donne - (qui fece una smorfia chedebbo confessarlolo resetutt'altro che bello; ed oltre a questo le sue guance tinte dirossetto erano tutte striate per le lacrime che aveva versato quandomi aveva ricevuto).


-Le donne mi hanno reso scioccomio caro Redmond. Sono una creaturadolce di cuoreed in questo momentoa sessantadue anninon homaggior dominio di me stesso di quando Peggy O'Dwyer mi prese in giroa sedici anni.


-In fede mia - dico io ridendo - credo che questa sia una malattia difamiglia! - E gli raccontaicon suo grande divertimentola miaromantica passione per la mia cugina Nora Brady; dopo di che ripreseil suo racconto.


-Le carte sono ora il mio solo mezzo di vita. Qualche volta ho fortunaed allora investo il denaro in queste bagatelle che vedi.


EricchezzavediRedmond; ed il solo modo in cui riesco a trattenerequalche cosa presso di me. Quandoinvecela fortuna mi si mettecontroebbenemio caroi miei diamanti vanno al monte di pietàe mi metto addosso fondi di bicchiere. L'amico Mosèl'oreficemi farà una visita proprio oggiperché lafortuna mi è stata contraria tutta la settimana passataedevo far denaro per il banco di stasera. Conosci le carte?

Risposiche sapevo giocare come fanno i soldatima non avevo una grandeabilità.


-Devi impratichirti questa mattinaragazzo mio - disse - e tiinsegnerò un paio di cosette che vale la pena di sapere.


Naturalmentefui lieto di avere questa occasione di acquistare un po' di culturae mi dichiarai felice di ricevere le istruzioni di mio zio. Ma ilracconto che il cavaliere aveva fatto della sua vita mi aveva colpitoin modo piuttosto sgradevole.


Tuttoquello che possedevaaveva dettolo portava indosso. La carrozzacon la bella doratura faceva anch'essa parte dei suoi mezzi dilavoro. Aveva una specie di incarico da parte della Corte austriaca;doveva scoprire se una certa quantità di ducati falsidi cuierano state seguite le tracce fino a Berlinoprovenivano dal tesorodel Re. Ma lo scopo vero di Monsieur de Ballybarry era il gioco.


Viera un giovane "attaché" dell'ambasciata ingleseLord Deuceaceche più tardi divenne Visconte e Conte di Crabsnella nobiltà ingleseche giocava forte. Avendo udito notiziedella passione di questo giovane nobiluomo inglesemio zioche eraallora a Pragasi era deciso a visitare Berlino per sfidarlo. Vi èuna specie di cavalleria tra i cavalieri del dado: la fama di grandigiocatori si sparge per tutta l'Europa. Ho saputo che il cavaliereCasanovaper esempioha fatto un viaggio di seicento migliadaParigi a Torinoallo scopo di incontrare il signor Charles Foxcheera allora soltanto l'elegante figlio di mylord Hollande divennepiù tardi il più grande degli oratori e degli statistieuropei.


Stabilimmoche io avrei continuato a fare la parte del valletto ed in presenzadi estranei avrei mostrato di non conoscere una parola di inglese;che avrei dato un'occhiata agli "onori" che erano in manodei giocatori mentre servivo lo champagne ed il punch. Avendo uncolpo d'occhio molto acuto ed una grande attitudine naturale fuipresto in grado di dare a mio zio un valido aiuto contro i suoiavversari al tavolo verde.


Qualchepersona scrupolosa può affettare indignazione di fronte allafranchezza di queste confessionima il cielo abbia pietà dilei!

Credeteche una persona che ha perso o vinto centomila sterline al gioco nonvorrà approfittare dei vantaggi di cui gode il suo vicino?Sono tutti gli stessi. Ma sono soltanto gli sciocchi stupidi chebaranoche ricorrono ai volgari espedienti dei dadi contraffatti edelle carte segnate.


Uominicome questi finiranno certo male un giorno o l'altro e non sono degnidi giocare in compagnia di gentiluomini come si deve.


Ilmio consiglio alle persone che vedono tale gente volgare ricorrere aqueste astuzie ènaturalmentedi contraccambiarle finchégiocano insiemema mai... mai più avere niente a che fare conloro. Bisogna giocare forte e con onore. Naturalmentenon abbattersiquando si perdee soprattutto non inorgoglirsi quando si vince comefanno le persone meschine. E del restocon tutta l'abilità edi vantaggi possibili vincere è sempre una cosa problematica;ho visto dei perfetti ignorantiche non conoscevano le carte piùdell'ebraicopelarvi cinquecento sterline in pochi giri di carte.


Hovisto un gentiluomo e il suo compare giocare contro un altro col suocompare. Non si è mai sicuri in questi casi: e quando siconsidera il tempo ed il lavoro perdutil'ingegnositàl'ansiail dispendio di denaro necessariola molteplicità digrossi debiti a cui si va incontroperché si possono trovaredei mascalzoni privi di onore intorno ad un tavolo di giococome inqualsiasi altro luogo del mondo sostengoper quello che mi riguardache la professione di giocatore è cattivae del resto di radoho trovato qualcuno chealla finene abbia tratto profitto.


Maora scrivo con l'esperienza di un uomo di mondo. Nel tempo di cuiparlo ero un ragazzoaffascinato dall'idea della ricchezzacherispettavacerto anche troppola maggiore età dello zio e lasua superiore posizione nella vita.


Nonvi è bisogno qui di raccontare in tutti i particolari ipiccoli accordi che avevamo preso tra noi; i giocatori del giornod'oggi non hanno bisogno di essere eruditi. Ma la semplicitàera il nostro segreto.


Tuttoquello che ottiene successo è semplice. Seper esempiotoglievo la polvere da una sedia col mio tovaglioloera per mostrareche l'avversario era forte a quadri; se gli davo una leggera spintaaveva asso e re; se dicevo: "Punch o vinosignore?" volevadire che aveva cuorise invece dicevo: "Vino o punch?"significava fiori. Se mi soffiavo il naso era per indicare che c'eraun altro compare impiegato dall'avversarioed allora vi assicuro cheavevano luogo dei veri prodigi di abilità.


LordDeuceacebenché fosse tanto giovaneaveva grande abilitàed intelligenza in ogni genere di giochi di cartee soltanto quandomi accorsi che Frank Punterche veniva con luisbadigliava trevolte quando il cavaliere aveva l'asso di briscolacompresi cheeravamo degni l'uno dell'altrocome era in realtà.


Lamia simulata stupidità era perfetta; ed ero solito far rideredi tale contegno il signor de Potzdorffquando andavo a fargli imiei piccoli rapporti alla Garden-housefuori della cittàdove mi dava appuntamento.


Questirapportinaturalmentevenivano concordati tra me e mio zio inprecedenza. Avevo istruzioni (e questa è sempre la cosamigliore) di dirgli tanto di verità quanto il mio raccontopoteva sopportarne.


Quandoper esempiomi domandava:

-Che cosa fa il cavaliere la mattina?

-Va in chiesa regolarmente (era molto religioso)e dopo aver udito lamessa torna a casa per la colazione. Poi va a prendere una boccatad'aria nella sua carrozza fino all'ora di pranzoche viene servito amezzogiorno. Dopo pranzo scrive le sue letterese ha qualche letterada scriverema c'è poco da ricavare su questa strada. Le suelettere sono dirette all'inviato d'Austriacon cui è incorrispondenzama che non lo riconosce ufficialmente.


Essendoscritte in inglesenaturalmenteguardo sopra le sue spalle.Generalmente scrive per chiedere denaro. Dice che ne ha bisogno percorrompere i segretari del Tesoroallo scopo di trovare da doveprovengono i ducati falsificatima in realtà ne ha bisognoper giocare la seraquando fa la sua partita con Calsabigil'appaltatore del lottocon gli "attachés di Russia"con due dell'ambasciata ingleseLord Deuceace e Punterche giocano"un jeu d'enfer"e qualche altro.


-La stessa compagnia si riunisce ogni sera a cena: di rado vi èqualche signora; quelle che vengono sono principalmente signorefrancesiappartenenti al "corps de ballet". Vince spessoma non sempre. Lord Deuceace è un giocatore molto abile.Qualche volta viene il cavalier Elliotministro ingleseed inquesto caso i segretari non giocano. Monsieur de Balibari va anche apranzo dai diplomaticima "en petit comité"nonnei giorni di grande ricevimento. Calsabigicredoè il suocompare al gioco. Ha vinto fino a poco tempo fama la settimanapassata ha dato in pegno il suo "solitaire" perquattrocento ducati.


-Lui e gli "attachés" inglesi parlano spesso insiemenella loro lingua?

-Sìlui e l'inviato hanno parlato ieri per più diun'ora e mezzo sulla nuova "danseuse" e sui disordinid'America; principalmente però della nuova "danseuse".


Sisarà visto che le mie informazioni erano molto minuziose edaccurateanche se non molto importanti. Ma così com'eranovenivano riferite alle orecchie del famoso eroe e guerrieroilFilosofo di "Sans Souci"; e così non vi erastraniero che entrasse nella capitalele cui azioni non fossero delpari spiate e riferite a Federico il Grande.


Finchéil gioco si limitò ai giovani addetti alle varie ambasciateSua Maestà non si curò di impedirloanzi incoraggiavail gioco in tutte le missioni diplomatichesapendo bene che un uomoin imbarazzi finanziari può essere fatto parlare moltofacilmentee che un rotolo di Federici dato a tempo procura spessoun segreto che ne vale molte migliaia. In questo modo ottenne qualchedocumento dall'ambasciata francesee non ho alcun dubbio che LordDeuceace gli avrebbe fornito informazioni al medesimo prezzose ilsuo capo non avesse conosciuto molto bene il carattere di quelgiovanotto e non avesse fatto fare il lavoro della missione (comesempre avviene in consimili casi) ad un giudizioso "roturier"mentre i brillanti giovani sangue blu del suo seguito portavano aspasso i loro ricami dorati ai ballio strofinavano i loro manichinidi Mechlin sui tavoli verdi del faraone. Ho vistoda allora in poiventine di simili giovani rampolliho visto loro ed i loroprincipalie "mon Dieu!"come sono stupidi! Quanto sonosciocchifrivoliteste vuotebellimbusti! Se c'è al mondouna menzognaquesta è la diplomazia.


Ecome si può supporre che se la "carriera" fosse cosìdifficile come vorrebbero farci credere le loro solenni buste rosse egli uomini coperti di decorazionisi sceglierebbero invariabilmenteper essaquei ragazzini dalla faccia rosea appena usciti dallascuolacon nessun'altra qualità che il titolo della mammaedabilinella migliore delle ipotesisoltanto a giudicare unacarrozza un nuovo ballo o una scarpa ben lucida?

Quandoperò si seppeda parte degli ufficiali della guarnigionechevi era in città una tavola di faraoneessi fecero di tuttoper essere ammessi al giocoe nonostante i miei consigli incontrariomio zio non si oppose a permettere l'ingresso a queigentiluominied un paio di volte ripulì loro la borsa di unabuona somma di denaro. Invano gli dissi che avrei dovuto riferire lanotizia al mio Capitanoperché i miei compagni non avrebberofatto a meno di parlareed egli sarebbe venuto a conoscenza delpasticcio anche senza le mie informazioni.


-Diglielo - disse mio zio.


-Ti manderanno via - risposi - ed allora che sarà di me?

-Stai pure tranquillo - disse l'altro con un sorriso - non ti lasceròindietrostanne sicuro. Vai a dare un'ultima occhiata alla tuacaserma e stai tranquillo; dai un addio ai tuoi amici di Berlino.Quei poveri diavoli chi sa come piangeranno quando sapranno che seifuori del paese; e stai certo checome è vero che mi chiamoBarryverrai fuori di qui.


-Ma comezio? - dissi.


-Ricordati il signor Fakenham di Fakenham - rispose con intenzione. -Questo avrebbe dovuto farti capire come. Vai a prendere una delle mieparrucche. Apri la scatola dei dispaccidove stanno i grandi segretidella cancelleria austriaca; tirati giù il cappello sullafronte; sbattiti questa benda sull'occhio ed appiccicati questibaffie ora guardati allo specchio!

-Il Cavalier de Balibari! - dissi ioscoppiando a rideree cominciaia camminare per la stanza alla sua manieracome se avessi unginocchio rigido.


Ilgiorno seguentequando andai a fare il mio rapporto al signor dePotzdorffgli riferii dei giovani ufficiali prussiani che eranostati lì a giocare negli ultimi tempied egli risposecomemi ero aspettatoche il Re aveva deciso di mandare il cavalierefuori del paese.


-E' un sordido avaraccio: - risposi io - ho avuto da lui soltanto treFederici in due mesie spero che vi ricorderete la vostra promessadi farmi fare carriera.


-Benetre Federici sono anche troppi per le notizie che hai pescato -disse il Capitanosogghignando.


-Non è colpa mia se non c'è stato di più -risposi. - Quando deve andarsenesignore?

-Dopo domani. Mi hai detto che va in carrozza dopo colazione e primadi pranzo. Quando uscirà fuori della carrozzadue "gendarmes"monteranno a cassettaed il cocchiere riceverà l'ordine dipartire.


-E il suo bagagliosignore? - dissi.


-Oh! gli sarà spedito dopo con comodo. Ho una voglia matta didare un'occhiata a quella scatola rossa che contiene le sue carteeda mezzogiornodopo la rivistasarò all'albergo. Non diraiuna parola a nessuno a proposito di questo affareed aspetterainelle stanze del cavaliere fino al mio arrivo. Dobbiamo forzarequella scatola. Sei un cane da caccia stupidoaltrimenti avrestipreso la chiave da un pezzo!

Pregaiil Capitano di conservarmi la sua benevolenzae così presicongedo da lui. La notte seguente misi un paio di pistole sotto ilsedile della carrozza; ma credo che le avventure del giorno seguentesiano degne dell'onore di un capitolo a parte.




Capitolo9



FACCIOLA MIA COMPARSA NEL MONDO IN MANIERA CONFACENTE AL MIO NOME E AL MIOLIGNAGGIO



Lafortuna sorrise alla partenza di Monsieur de Balibarie gli permisedi vincere una bella somma al suo banco di faraone.


Alledieci della mattina seguente la carrozza del cavalier Balibari sifermò come al solito alla porta del suo albergoed ilcavaliereche stava alla finestravedendo arrivare la vetturadiscese le scale nella sua consueta maniera dignitosa.


-Dov'è quel mascalzone del mio Ambrose? - dissedandosiun'occhiata attornoe non trovando il servitore che gli apriva losportello.


-Abbasserò io gli scalini per Vostro Onore - disse un gendarmeche stava in piedi vicino alla carrozzae non appena il cavaliere fuentratola guardia saltò su accanto a luimentre un'altrasaliva a cassetta vicino al cocchiereche fece partire il veicolo.


-Buon Dio! - disse il cavaliere. - Che storia è questa?

-Siamo diretti alla frontiera - disse il gendarmetoccandosi ilcappello.


-E' una vergogna... un'infamia! Chiedo di essere accompagnato a casadell'ambasciatore d'Austria!

-Ho l'ordine d'imbavagliare Vostro Onorese grida - disse ilgendarme.


-Tutta l'Europa sentirà parlare di questo oltraggio - disse ilcavaliereinfuriato.


-Come volete - rispose la guardiae poi tutti e due si chiusero nelpiù profondo silenzio.


Ilsilenzio non venne mai rotto tra Berlino e Postdamluogo che ilcavaliere attraversò mentre Sua Maestà stava passandoin rivista le sue guardie ed i reggimenti di BulowZitwitze Henkeldi Donnersmark. Mentre il cavaliere passavaSua Maestà il Realzò il cappello e disse:

-"Qu'il ne descende pas: je lui souhaite un bon voyage".


IlCavaliere di Balibari rispose alla cortesia con un profondo in chino.


Nonavevano passato Postdam da molto tempoquando bum! cominciò atuonare il cannone d'allarme.


-E' un disertore! - disse la guardia.


-E' possibile - rispose il cavaliere e si sprofondò di nuovonella carrozza.


Sentendoil rimbombo del cannone la gente usciva in frotte sulla strada confucili da caccia e forconinella speranza di catturare il fuggiasco.I "gendarmes" sembravano molto desiderosi di restare liberiper poterlo cercare anch'essi. Il premio per chi riportava undisertore era di cinquanta corone.


-Confessatesignore - disse il cavaliere all'ufficiale di polizia cheera in carrozza con lui - che desiderate liberarvi di meda cui nonpotete ricavare nientee mettervi a caccia del disertoreche vi puòportare cinquanta corone di premio. Perché non dite alpostiglione di accelerare? Potrete sbarcarmi alla frontiera eritornare alla vostra caccia il più presto possibile.


L'ufficialedisse al postiglione di accelerarema la strada sembrava alcavaliere lunga oltre ogni limite della sopportazione.


Unpaio di volte credette di udire il rumore di cavalli che galoppavanodietro di loro; i suoi cavalli non sembrava andassero a più didue miglia all'ora ma ci andavano.


Allafine comparvero le sbarre bianche e nerenei pressi di Bruckedalla parte opposta quelle verdi e gialle della Sassonia.


Idoganieri sassoni uscirono.


-Non ho bagaglio - disse il cavaliere.


-Questo signore non ha contrabbando - dissero le guardie prussianesghignazzandoe presero congedo dal prigioniero con molto rispetto.


Ilcavaliere di Balibari diede loro una moneta da un Federico.


-Signori - disse - vi auguro una buona giornata. Vorreste avere lacompiacenza di andare alla casa da cui sono uscito questa mattina edire al mio domestico di mandarmi il bagaglio ai "Tre Re" aDresda?

Poidopo aver ordinato cavalli freschiil cavaliere continuò ilviaggio per quella capitale. Non c'è bisogno che vi dica cheio ero il cavaliere.


DalCavaliere de Balibari a Redmond BarryEsquire"GentilhommeAnglaisà l'Hotel des Trois Couronnes"a DresdainSassonia.


"Caronipote Redmond"questa lettera ti giungerà per mezzo diuna mano sicuravale a dire per mezzo del signor Lumpitdellamissione ingleseche è a conoscenzacome tutta Berlino losarà prestodella tua meravigliosa storia. Solo che se neconosce soltanto la metà; vale a dire si sa soltanto che undisertore se ne è andato con i miei vestitie sono tutti inammirazione della tua intelligenza e della tua audacia.


"Ticonfesso che per due ore dopo la tua partenza sono rimasto a lettocon non poca trepidazionetemendo che Sua Maestà non avesseil ghiribizzo di mandarmi a Spandauper la bagatella di cui eravamoentrambi colpevoli. Ma anche per questo caso avevo preso le mieprecauzioni: avevo scritto una relazione sul caso al mio capoilMinistro austriacocon l'intera e veritiera storia che tu eri statomandato a spiarmie che poi avevi scoperto di essere mio strettoparenteche eri stato rapito e costretto al servizio militaree cheavevamo deciso di effettuare tutti e due un tentativo di fuga.


"Sisarebbe riso tanto sul conto del Re che non avrebbe mai osato alzareneppure un dito contro di me. Che cosa avrebbe detto Monsieur deVoltaire su un simile atto di tirannia?

"Maera un giorno fortunato e tutto è andato a seconda dei mieidesideri. Mentre ero ancora a lettodue ore e mezzo dopo la tuapartenzaentra il tuo ex CapitanoPotzdorff.


"Redmond"dice nel suo tono imperioso di ufficiale tedesco "sei qui?".


"Nessunarisposta.


"Quelmascalzone se n'è andato"dicee si dirige alla miacassetta rossa dove tengo le lettere d'amorel'occhialino che hol'abitudine di portare con mei miei dadi favoriti con cui ho vintotredici mani a Pragale mie due dentiere di Parigied i miei altrioggetti personali che tu ben conosci.


"Primaha provato con un mazzo di chiavima nessuna si adattava allapiccola serratura inglese. Allora il mio gentiluomo tira fuori ditasca scalpello e martelloe comincia a lavorare come un ladroprofessionistaed alla fine spalanca la mia piccola cassetta!

"Eravenuto il momento di agire. Mi precipito addosso a luiarmato diun'enorme brocca. Gli piombo addosso senza far rumore proprio nelmomento in cui aveva aperto la cassettae con tutte le mie forzegli dò un tal colpo sulla testa che la brocca va in frantumimentre il mio Capitano cade a terra in un breve deliquio. Credevo diaverlo ammazzato.


"Allorami attacco a tutti i campanelli della casagridobestemmiourlo:

"Alladro! al ladro! Padrone! Assassini! Al fuoco!".


"Tuttoil servitorame arriva a precipizio per le scale.


"Dov'èil mio domestico?" grido. "Chi osa derubarmi in pienogiorno? Guardate questo mascalzone che ho sorpreso nell'atto difracassare la mia cassetta! Mandate a chiamare la polizia! Mandate achiamare Sua Eccellenza il Ministro d'Austria! Tutta l'Europaconoscerà questo insulto!''.


"Benedettoil Cielo!" dice il padrone. "Vi abbiamo visto uscire treore fa!".


"Io!"dico. "Ma comesignoresono rimasto a letto tutta la mattina.Sono malato. Ho chiamato il medico. Non sono uscito da casa questamattina! Dov'è quel mascalzone di Ambrose? Mabasta.


Dovesono i miei vestiti e la mia parrucca?" Perché stavodavanti a loro in veste da camera e calzecol berretto da notte intesta.


"Hocapito! Ho capito io!" dice una camerierina. "Ambrose èuscito col vestito di Vostro Onore".


"Ecol mio denaro... il mio denaro!" dico. "Dov'è lamia borsa con quarantotto Federici? Ma c'è rimasto uno di queimascalzoni.


Guardiearrestatelo!" "E' il Capitano Herr von Potzdorff!"dice il padrone sempre più meravigliato.


"Come!Un gentiluomo che forza la mia cassetta con martello e scalpello... èimpossibile!" "Herr von Potzdorff stava frattanto tornandoalla vitacon un bozzo sul cranio grande come una sottocoppa; leguardie lo portarono viae mandai a chiamare il giudice per fare un"procès verbal" dell'accadutoe ne chiesi unacopiache mandai di filato al mio ambasciatore.


"Ilgiorno seguente rimasi chiuso nella mia stanzaed un giudiceungeneraleed una schiera di avvocatiufficiali e funzionari eranoattorno a meper calmarmiconfondermiminacciarmi e adularmi.


"Dissiche era vero che mi avevi detto di essere stato rapito e costretto alservizio militarema che pensavo che fossi stato congedatoe cheavevo avuto le migliori raccomandazioni.


"Feciappello al ministro d'Austriache fu costretto a venire in mioaiuto; e per farla cortail povero Potzdorff è ora in rottaper Spandau; e suo zioil vecchio Potzdorffmi ha portatocinquecento luigicon l'umile richiesta di compiacermi di lasciareBerlino e mettere a tacere questa storia penosa.


"Saròda te alle "Tre Corone" il giorno dopo quello in cui avrairicevuto questa lettera.


"Invitaa pranzo il signor Lumpit. Non risparmiare il denaro...


seimio figlio. Tutti a Dresda conoscono tuo zio che ti ama tanto.


IlCAVALIERE DE BALIBARI"


Attraversoqueste straordinarie vicissitudini fui di nuovo liberoe mirafforzai nella decisioneche già avevo presodi non caderemai più nelle mani di alcun reclutatoree di esseredaallora in poiper sempreun gentiluomo.


Conquesta buona somma di denaroe con un buon giro di fortuna che ciaccompagnò in quel momentofummo in grado di fare una nonindegna figura. Mio zio mi raggiunse presto all'albergo di Dresdadovefacendo finta di essere ammalatoero rimasto tranquillo finoal suo arrivoe siccome il Cavaliere di Balibari era in particolarefavore alla Corte di Dresdaessendo stato intimo amico del defuntomonarca (l'Elettore Re di Poloniail più dissoluto ed il piùsimpatico dei principi europei) potei entrare rapidamente nellamigliore società sassonedove posso dire che la mia personaed il mio modo di fare e la singolarità delle avventure di cuiero stato il protagonistami fecero accogliere nel modo migliore.


Nonvi era riunione della nobiltà cui i due gentiluomini diBalibari non venissero invitati. Ebbi l'onore di baciare la manoall'Elettore e di essere graziosamente ricevuto a Cortee scrissi acasa a mia madre una tale sfolgorante descrizione della miaprosperità che quella buona creatura fu quasi sul punto didimenticare il suo celestiale benessere ed il suo confessoreilReverendo Joshua Jowlsper venire da me in Germania; ma viaggiare aquei tempi era una cosa molto difficilee così mi furisparmiato l'arrivo della buona signora.


Credoche l'anima di Harry Barrymio padreche fu sempre tanto gentilenel suo modo di faredebba essersi rallegrata moltissimo nel vederela posizione che ora occupavo: tutte le donne erano ansiose diricevermitutti gli uomini erano gelosi di me; mi riunivofamiliarmente con duchi e conti a pranzoballavo minuetti conbaronesse molto ben nate (esse stesse si definiscono in Germania inquesta assurda maniera)con simpatiche Eccellenzeed anche conAltezze e Serenità: chi poteva competere col brillante giovanenobile irlandese? Chi poteva pensare che appena sette settimane primaero stato un semplice... ma! Mi vergognavo di pensarci!

Unodei momenti più divertenti della mia vita fu una grande galaal Palazzo dell'Elettorein cui ebbi l'onore di ballare una"polonaise" niente di meno che con la margravia diBayreuthla sorella del vecchio Fritzdel vecchio Fritz di cuiavevo indossato l'orrenda livrea grigiobludi cui avevo lustrato icinturoni con terra da pipee di cui avevo ingozzato per cinque annile abominevoli razioni di cattiva birra e di "sauerkraut".


Avendovinto al gioco una carrozza inglese da un gentiluomo italianomiozio fece dipingere il nostro stemma sugli sportelli in un modo piùsplendido che maisormontatosiccome discendevamo dagli antichi Reda una corona irlandese della più splendida forma e della piùbella doratura.


Avevofatto incidere questa corona a guisa di sigillo su un grosso anellocon pietra di ametista che portavo all'anularee non mi vergogno diconfessare che avevo l'abitudine di dire che questo gioielloapparteneva alla mia famiglia da molte migliaia di anniessendostatoin originedi proprietà di un mio diretto antenatolacompianta Maestà di Re Briano Boru o Barry. Scommetto chemolti motti della Consulta Araldica non sono più autentici diquanto non lo fosse il mio.


Daprima il Ministro ed i gentiluomini all'albergo d'Inghilterra avevanol'abitudine di essere un po' contegnosi verso i due nobili irlandesie discutevano le nostre pretese al titolo. Il Ministro era figlio diun lordè veroma era anche nipote di un droghieree cosìglielo dissi al ballo mascherato del Conte Lobkowitz.


Miozio infattida quel nobile gentiluomo che eraconosceva l'alberogenealogico di qualsiasi famiglia più in vista in Europa.


Dicevache questa era la sola cultura conveniente ad un gentiluomoe quandonon giocavamo a cartepassavamo le ore sul Gwillim o sul D'Hozieraleggere le genealogiead imparare i blasonied a renderci edottidelle parentele della nostra classe.


Ohimè!questa nobile scienza è caduta oggi in discreditocome anchele cartestudi e passatempi senza i quali io concepisco appena chepossa esistere un uomo distintoun gentiluomo.


Lamia prima questione d'onore con un uomo di gran mondo fu appunto acausa della mia nobiltàcol giovane Sir Rumford Bumforddell'ambasciata inglese. Mio zio nel medesimo tempo mandò uncartello al Ministroche rifiutò di venire. Colpii SirRumford alla gambatra le lacrime di gioia di mio zioche mi avevaaccompagnato sul terreno.


Viassicuro che nessuno di quei giovani gentiluomini fece piùdomande sull'autenticità del mio albero genealogiconérise più della mia corona.


Chevita deliziosa conducevamo ora! Sapevo di essere nato gentiluomoperil modo delicato con cui trattavo gli affariperché certo sitrattava di affari. Infatti anche la vita d'un gentiluomo non ètutta un piaceree posso assicurare ogni persona di bassa nascitache abbia l'occasione di leggermiche noii miglioridobbiamolavorare quanto loro. Mi alzavoè veroa mezzogiornoma nonero stato forse al tavolo da gioco fino a molto dopo la mezzanotte?Molte volte venivamo a casa per andare a letto quando le truppe simettevano in marcia per la rivista del mattino; eoh! come mi facevabene al cuore sentire le trombe che suonavano la sveglia prima dellospuntar dell'albae vedere i reggimenti che marciavano per andareall'istruzionee pensare che non ero più legato a quelladisciplinama riportato alla mia situazione naturale.


Mici ero ambientato subitocome se non avessi fatto mai niente altroin vita mia. Avevo un gentiluomo per seguirmiun "friseur"francese per aggiustarmi i capelli la mattinaconoscevo il gustodella cioccolata quasi per intuito e sapevo distinguere il vinospagnolo da quello francese prima di aver passato una settimana nellamia nuova posizione. Portavo anelli su tutte le ditaorologi intutti e due i taschinibastonigioielli e tabacchiere di ognisortaed ognuna superava l'altra in eleganza. Avevo miglior gustonaturale per i merletti e la porcellana di qualsiasi persona cheabbia mai conosciuta; sapevo giudicare un cavallo bene quantoqualsiasi mercante ebreo della Germania; ero senza rivali nel tiro asegno e negli esercizi atletici; non sapevo scriverlima sapevoparlare francese e tedesco con abilità.


Avevoalmeno dodici abiti completi: tre riccamente ricamati d'oro due conmerletti d'argentouna pelliccia di velluto color granata coi bordidi zibellinouno di merletto francese grigio-argento orlato dicincillà. Avevo vestaglie da mattino di damasco.


Prendevolezioni di chitarra e cantavo alla perfezione motivi francesi.Dov'era in realtà un gentiluomo più perfetto di Redmondde Balibari?

Tuttiquesti lussiconfacenti alla mia situazionenon si potevanonaturalmenteottenere senza credito e denaroper procurarci iqualipoiché il nostro patrimonio era stato mandato in rovinadai nostri antenatie noi eravamo troppo al disopra del volgo edelle basse vicende e delle mutevoli fortune del commerciomio zioteneva un banco di faraone. Eravamo in società con unfiorentinoben noto in tutte le Corti d'Europail Conte AlessandroPippiil più abile giocatore che abbia mai visto; ma eglialla fine si dimostrò un vero mascalzonee scoprii che anchela sua contea era tutta un'impostura.


Miozio aveva un arto impeditocome ho detto; Pippicome tutti gliimpostoriera un vigliacco; fu soltanto l'abilità senza pariche avevo nel maneggiare la spada e la prontezza con cui l'usavochemantennero la reputazione della dittaper così direeridussero al silenzio più di un giocatore timido che avevadelle esitazioni sul pagamento delle sue perdite. Noi giocavamosempre sulla parola con tutti; con ogni personacioèdionore e di nobile lignaggio. Noi non chiedevamo mai con insistenza lenostre vincite e non rifiutavamo di ricevere biglietti con tanto difirma in luogo dell'oro. Ma guai a quell'uomo che non faceva fronteall'impegno quando la nota giungeva alla scadenza! Allora Redmond deBallibari lo aspettava con il suo conto e vi posso assicurare che cifurono pochi debiti inesigibili; per contro i gentiluomini ci eranograti della nostra correttezza e la nostra reputazionesul puntodell'onorerestava immacolata.


Intempi più recenti un volgare pregiudizio nazionale ha cercatodi gettare un'ombra sul carattere degli uomini d'onore che si dannoal gioco come professione; ma io parlo del buon tempo antico inEuropaprima che la vigliaccheria dell'aristocrazia franceseinquella vergognosa Rivoluzione che l'ha servita a dovereportassediscredito e rovina sulla nostra classe sociale. Essi dimostranodisgusto per gli uomini che si danno al giocoma vorrei sapere checosa il loro modo di vivere ha di più onorevole del nostro.


L'agentedi cambio che specula al rialzo ed al ribassoe compra e vendee siimpegna in prestiti a lungo terminee si vale dei segreti di Statoche cosa è se non un giocatore? Il commerciante che trafficain tè e segoè forse qualche cosa di meglio?

Leballe di sporco indaco sono i suoi dadile sue carte sidistribuiscono una volta l'anno invece che ogni dieci minutied ilmare è il suo tavolo verde. Chiamate onorevole la professionelegale in cui un uomo mente per qualsiasi offerta: mente il poveroper avere una mancia dal riccomente chi è nel giustoperchéanche lui deve tenere discorsi arzigogolati. Chiamate onorevole ildottoreil cerusico pretenziosoche non crede nelle ricette cheprescrive e prende le vostre ghinee per dirvi all'orecchio che èproprio una bella giornata; e poi disprezzate un galantuomo che siededavanti ad un tavolo verdee sfida tutti quelli che vengonoil suodenaro contro il lorola sua fortuna contro la loro? Dal vostromoderno mondo morale costui viene proscritto. E' una congiura delleclassi medie contro i gentiluomini: si può scivolare oggisoltanto sul piano inclinato del bottegaio.


Iodico che il gioco era un'istituzione cavalleresca: ed ha fattonaufragio insieme con gli altri privilegi degli uomini di buonanascita. Quando il cavaliere di Seingalt tenne impegnato unavversario per sei ore e mezzo senza lasciare il tavolonon credeteche abbia mostrato coraggio? E non avevamo il sangue migliore ed ipiù brillanti occhi d'Europa sfolgoranti sul tavoloquandomio zio ed io tenevamo le carte ed il banco contro qualche terribilegiocatoreche arrischiava solo la millesima parte dei suoi milionimentre tutto quello che noi avevamo era sul tappeto?

Quandoci impegnammo contro quell'audace Alexis Kossloffskye vincemmosettemila luigi in un sol colpose avessimo perduto saremmo statiridotti all'elemosina il giorno dopo; ma perse luie nel peggioredei casi significò un villaggio e qualche centinaio di serviin pegno. Quando a Toeplitz il Duca di Courland fece entrarequattordici lacchéognuno con quattro borse di fioriniesfidò il bancoa giocare contro le borse sigillateche cosagli chiedemmo?

-Signore - dicemmo - noi abbiamo soltanto ottantamila fiorini al bancoo duecentomila a tre mesi. Se le borse di Vostra Altezza noncontengono più di ottantamilapossiamo incontrarvi.


Ecosì facemmoe dopo undici ore di giocoin cui il nostrobanco si ridusse una volta a duecentotrè ducatigli vincemmodiciassettemila fiorini. Questo non rassomiglia all'audacia? E questaprofessione non richiede intelligenzaperseveranza e valore? Quattroteste coronate guardavano il giocoed una principessa imperialequando voltai l'asso di cuori e feci "paroli"scoppiòin lacrime. Nessun uomosul Continente europeoaveva allora unaposizione migliore di Redmond Barrye quando il Duca di Courlandperdettesi compiacque di dire che avevamo vinto nobilmente: cosìerae spendemmo non meno nobilmente mai meno quanto avevamo vinto.


Inquesto periodo mio zioche assisteva regolarmente ogni giorno allamessanon metteva mai meno di dieci fiorini nella cassetta delleelemosine. Dovunque andassimoi tavernieri ci ricevevano meglio deiprincipi reali.


Avevamol'abitudine di regalare il cibo avanzato ai nostri pranzi ed allenostre cene a ventine di mendicanti che ci benedicevano.


Chiunquemi teneva il cavallo o mi lustrava gli stivaliriceveva un ducatoper la sua fatica. Eroposso dirlol'autore della nostra comunebuona fortunaperché avevo introdotto l'audacia nel nostromodo di giocare. Pippi era un individuo di animo meschinoche sicomportava sempre vilmente quando cominciava a vincere.


Anchemio zio - parlo di lui con grande rispetto - era troppo devoto etroppo scrupoloso al gioco per vincere forte. Il suo coraggio moraleera fuori questionema la sua audacia non era sufficiente. Entrambii miei maggiori soci in conseguenza mi riconobbero come loro capoeda qui derivò lo stile di magnificenza che ho descritto.


Horicordato Sua Altezza Imperiale la Principessa Frederica Ameliachefu colpita dal mio successoe penserò sempre con gratitudinealla protezione di cui quell'augusta signora mi onorò.


Erastraordinariamente appassionata del giococome lo erano le signoredi quasi tutte le Corti di Europa a quel tempoe ciò ci davaspesso non poco fastidioperchéa dire la veritàalle signore piace molto giocarema non pagare. Il punto d'onore nonè compreso dal gentil sessoe solo con la maggioredifficoltànelle nostre peregrinazioni nelle varie Cortidell'Europa settentrionalele tenevamo lontane dal nostro tavolo.Era una fatica riscuotere il loro denaro se perdevano; e se pagavanoimpedire loro di usare subito dopo i più furiosi estraordinari mezzi di vendetta.


Inquei giorni della nostra grande fortunacalcolai che perdemmo nonmeno di quattordicimila luigi per tali mancati pagamenti.


Unaprincipessa di una casa ducale ci diede fondi di bicchiere invece deidiamanti che aveva solennemente detto di darci in pegno; un'altraorganizzò un furto di gioielli della Corona e ci avrebbeaccusato del furtose non fosse stato per la precauzione presa daPippiche aveva conservato una nota di mano di "Sua AltezzaSerenissima"e l'aveva mandata al suo ambasciatore. Per questaprecauzione credo che ci salvassimo la testa. Una terza signora dialto rangoma non principescodopo che le ebbi vinta unaconsiderevole somma in perle e diamantimandò il suo amantecon una banda di sicariad aggredirmi. E fu soltanto per il miostraordinario coraggioabilità e buona fortuna che riuscii asfuggire a quei farabuttiferito anch'ioma dopo aver lasciato ilcapo degli aggressori morto sul terreno; la mia spada gli entrònell'occhio e glielo sfondòed i mascalzoni che erano conluivedendo cadere il loro capofuggirono. Avrebbero potutofinirmiperché non avevo più altre armi con cuidifendermi.


Comesi sarà vistola nostra vitanonostante il suo splendoreera piena di grandi pericoli e difficoltàe richiedeva moltotalento e coraggio per arrivare al successo; e spessoquando eravamoin piena vena di successoeravamo allontanati dal nostro terreno dilavoro per qualche improvviso capriccio di un principe regnanteperqualche intrigo di un'amante delusao per qualche lite col ministrodella polizia.


Sequest'ultimo personaggio non riceveva qualche mancia o non vincevaniente di più facile per noi che di ricevere un improvvisoordine di partenzae cosìper forza di cosevivevamo unavita vagabonda ed agitata.


Benchéi guadagni di una simile vita sianocome ho dettomolto grandianche le spese sono enormi. Il nostro aspetto ed il nostro modo divivere erano troppo splendidi per la ristretta mente di Pippichequasi sempre gridava contro la mia stravaganzabenché fosseobbligato ad ammettere che la sua meschinità e parsimonia nonci avrebbero mai portato le grandi vittorie che avevo ottenuto con lamia generosità. Nonostante tutti i nostri successiil nostrocapitale non era grande. Quel discorso al Duca di Courlandadesempioera stato una bravataalmeno per quanto riguardava iduecentomila fiorini a tre mesi. Non avevamo creditoe nonpossedevamo altro denaro che quello sul tavoloe saremmo staticostretti a fuggire se Sua Altezza avesse vinto ed accettato lenostre cambiali. Qualche volta anche ci riducevamo molto vicinoall'osso. Un banco dà quasi la certezza; ma ogni tanto puòvenire una giornata nerae le persone che hanno coraggio nella buonafortunadovrebbero almeno affrontare bene quella cattiva; cosecredetemidifficili entrambema la prima di più.


Unadi queste cattive sorti ci piombò addosso nel territorio delDuca di Badena Mannheim. Pippiche era sempre in cerca di affarimi offrì di tenere un banco all'albergo in cui ci eravamofermatie dove cenavano gli ufficiali dei corazzieri del duca: ed inconseguenza facemmo un piccolo giocoe alcune disgraziate corone eluigi cambiarono di manocredo anzi con un certo vantaggio di queipoveri gentiluomini dell'esercitoche sono certo i più poveridiavoli che esistano sotto il sole.


Maquando si dice la cattiva sorte! Un paio di studentelli della vicinauniversità di Heidelbergche erano stati a Mannheim ariscuotere il trimestre della loro renditae così avevano conloro qualche centinaio di dollarivennero introdotti al nostrotavolo enon avendo mai giocato prima di alloracominciarono avincerecome sempre succede.


Siccomeci si era messa la cattiva fortunaerano anche ubbriachied hospesso visto che i calcoli più sottili falliscono control'ubriachezza. Giocavano in una maniera assolutamente pazzaeppurevincevano sempre. Ogni carta che voltavanoera a loro favore.Avevano vinto un centinaio di luigi in dieci minutie vedendo chePippi cominciava ad arrabbiarsi e che la fortuna ci era contrariastavo per chiudere il bancodicendo che si era giocato solo perscherzo e che ne avevamo abbastanza.


MaPippiche quel giorno aveva litigato con meera deciso a continuaree la conclusione fuche gli studenti giocarono e vinsero sempre dipiù; poi prestarono denaro agli ufficialiche cominciaronoanch'essi a vincere; ed in questo ignobile modoin una stanza ditaverna piena di fumo di tabaccoattraverso un tavolo macchiato dibirra e di liquoricontro un gruppo di subalterni affamati e un paiodi studenti imberbitre dei più abili e rinomati giocatorid'Europa persero millesettecento luigi!

Arrossiscoancora quando ci penso! Fu come Carlo Dodicesimo o Riccardo Cuor diLeone che caddero davanti ad una piccola fortezzaper una manoignota (come scrisse il mio amico signor Johnson); anzi in realtàfu una disfatta anche più vergognosa.


Néquesta fu la sola disfatta. Quando i nostri poveri conquistatori sene furono andatisoddisfatti del tesoro che la fortuna aveva lorogettato nelle mani (uno di questi studenti si chiamava il Barone deClootzforse lo stesso che più tardi perdette la testa sulpatibolo a Parigi) (13) Pippi riprese la lite della mattinae tranoi passarono parole un po' troppo pesanti.


Tral'altro ricordo di avergli tirato uno sgabello in testa e di esserestato sul punto di buttarlo fuori della finestra; ma mio ziocheaveva conservato il suo sangue freddo e che stava facendo laQuaresima con la sua consueta solennitàsi interpose tra noicosì che ebbe luogo la riconciliazione: Pippi si scusòe confessò di aver avuto torto.


Avreidovuto dubitare però della sincerità di quell'italianotraditore (14) in realtà non ho mai creduto ad una sola parolache abbia detto in vita suae non so perché fossi cosìsciocco da fidarmi di lui ed andarmene a lettolasciandogli lachiave della cassetta del nostro denaro. Contenevadopo le nostreperdite coi corazziericirca 8.000 sterline in denaro e cambiali.


Pippiinsisté perché la nostra riconciliazione fosseratificata con una coppa di vino caldoe non ho dubbio che abbiamesso nel liquore qualche droga soporiferaperché mio zio edio dormimmo entrambi fino a molto tardi la mattina seguentee cisvegliammo con un violento mal di testa e febbre: non lasciammo illetto fino a mezzogiorno.


Pippise n'era andato da dodici orelasciando vuoto il tesoroe a suagiustificazione una specie di calcolocon cui dimostrava di portarvia soltanto quella che era la sua parte di profittoe che tutte leperdite comuni erano state subite senza il suo consenso.


Cosìdopo diciotto mesidovevamo ricominciare da capo. Ma mi abbatteiforse? No. Il nostro guardaroba valeva ancora una grossa somma didenaroperché i gentiluomini a quei tempi non vestivano comegli impiegati delle parrocchieed una persona di mondo portavaspesso addosso un abito ed una serie di ornamenti che farebbero lafortuna di un negoziante; così senza perdere un sol minuto odire una sola parola di rabbia (il carattere di mio zio da questopunto di vista era ammirevole)o permettere che il segreto dellanostra perdita fosse noto a qualsiasi persona mortalemettemmo inpegno tre quarti dei nostri gioielli ed abiti da Moses Lowe ilbanchieree col prodotto di questo affaree col nostro denarospicciolo personaleche ammontava in tutto a meno di 800 luigiscendemmo di nuovo in campo.




Capitolo10



ALTRIGIRI DELLA FORTUNA



Nonvoglio intrattenere i miei lettori con un resoconto della miacarriera professionale di giocatorepiù di quanto non loabbia fatto con gli aneddoti della mia vita di militare. Potreiriempire dei volumi con racconti di questo genere se ne avessil'intenzione; ma in questo modo ci vorrebbero anni prima che il mioracconto venisse alla finee chi sa in quale momento potròessere chiamato a farla finita?

Hola gottail reumatismoi calcoli ed il fegato fuori sesto. Ho due otre ferite sul mio corpoche mi fanno male e ogni tanto mi danno undolore insopportabilee cento altri sintomi di prossima fine. Questisono gli effetti del tempodella malattia e della vita libera su unadelle costituzioni più robuste e dei corpi più belliche si siano mai visti al mondo. Ah! non soffrivo di nessuna diqueste malattie nel 1766quando in Europa non vi era nessuno dispirito più allegroe più splendido nel suo modo difaredel giovane Redmond Barry.


Primadel tradimento di quel farabutto di Pippiavevo visitato molte dellemigliori Corti d'Europaspecialmente le più piccolein cuiil gioco era incoraggiatoed i professori di quella scienza eranosempre i benvenuti. Nei principati ecclesiastici del Reno eravamoparticolarmente ben ricevuti. Non ho mai conosciuto Corti piùbelle e più allegre di quelle degli Elettori di Treviri e diColoniadove vi erano anche maggiore splendore ed allegria che aViennae di gran lunga di più che in quella maledettaCorte-caserma di Berlino. La Corte dell'Arciduchessa-Governatrice delNetherlands era parimenti un luogo regale per noi cavalieri del dadoe galanti devoti della fortuna; invece nella cupa Olandao nellemicragnose repubbliche svizzereera impossibile che un galantuomo siguadagnasse la vita senza venire molestato.


Dopoil nostro incidente di Mannheimmio zio ed io ci dirigemmo al ducatodi X... Il lettore può individuare il luogo abbastanzafacilmentema io non ho intenzione di stampare in tutte lettere inomi di alcune persone illustrinella cui compagnia mi trovaiallorae tra le quali ebbi la ventura di correre una strana etragica avventura.


Nonvi era Corte in Europa in cui gli stranieri fossero meglio accoltiche a quella del nobile Duca di X...; non vi era piacere piùlargamente offerto e più splendidamente goduto. Il principenon abitava nella sua capitale di S...maimitando da ogni punto divista il cerimoniale della Corte di Versaillessi era costruito unmagnifico palazzo ad alcune leghe dalla capitaleed attorno alpalazzo una superba città aristocraticaabitata interamentedai suoi nobili e dai funzionari della sua sontuosa Corte.


Ilpopolo veniva spremuto abbastanza duramentea voler dire la veritàper mantenere questo splendoreperché i domini di Sua Altezzaerano piccolie cosìsaggiamenteegli viveva in una speciedi splendido isolamentoe mostrava di rado il suo volto nellacapitale né vedeva altre persone che i suoi fedeli domestici efunzionari.


Ilsuo palazzo ed i giardini di Ludwigslust erano esattamente sulmodello francese. Due volte la settimana vi erano ricevimenti aCortee gran gala di Corte due volte al mese. Vi era il teatrod'opera più magnifico che esistesse fuori della Franciaed unballetto che non aveva rivali in splendore. Per esso Sua Altezzagrande amatore della musica e della danzaspendeva somme prodigiose.Può darsi che dipendesse dal fatto che era molto giovanemami sembra di non aver mai più visto una simile riunione dibrillanti bellezzecome quelle che figuravano in quel tempo sulpalcoscenico del teatro di Cortenei grandi balli mitologici cheerano allora di modaed in cui si vedeva Marte in scarpine col taccorosso e parruccae Venere con nei e guardinfante.


Diconoche il costume non fosse correttoe da allora in poi lo hannocambiato; ma per parte mia non ho mai visto una Venere piùgraziosa di Coralieche era la prima ballerinae non trovavo alcundifetto nelle ninfe che la seguivano con code e falde e cipria.Questi spettacoli d'Opera avevano luogo di solito due volte lasettimanae dopo di essi qualche grande ufficiale della Corteoffriva una seratacon una cena brillantee le scatole dei dadirisuonavano dappertutto e tutti quanti giocavano.


Hovisto fino a settanta tavoli da gioco sistemati nella grande galleriadi Ludwigslustoltre al banco di faraoneed il duca stesso sicompiaceva di venire a giocaree vinceva e perdeva con uno splendoreveramente regale.


Fuqui che venimmo dopo l'incidente di Mannheim. La nobiltà dellaCorte si compiacque di dichiarare che la nostra reputazione ci avevaprecedutied i due gentiluomini irlandesi vennero accolti moltobene. La prima notte a Corte perdemmo 740 dei nostri 800 luigi; ma lasera seguenteal tavolo del Maresciallo di Corteio ne vinsi 1.300di più. Potete esser sicuri che facemmo in modo che nessuno siaccorgesse di quanto eravamo stati vicini alla rovina la sera prima;anziio mi guadagnai le simpatie di tutti col mio elegante modo diperdereed il Ministro delle Finanze in persona accettò unanota di 400 ducatitratta da me sul maggiordomo di Ballibarry Castlenel Regno d'Irlandanota che per fortuna rivinsi a Sua Eccellenza ilgiorno seguenteinsieme con una considerevole somma a pronticontanti. In quella nobile corte tutti erano giocatori. Potevamovedere i lacché nelle ducali anticamere al lavoro con i lorosporchi mazzi di carte; il cocchiere ed i portatori di lettighegiocavano nel cortilementre i loro padroni puntavano nei saloni delpiano nobilee mi è stato detto che cuochi e sguatteritenevano un bancoin cui uno di loroun pasticciere italianofeceuna bella fortuna: egli comprò più tardi un marchesatoromanoe suo figlio ha figurato come uno dei più eleganti trai forestieri illustri di Londra.


Queipoveri diavoli dei soldati giocavano la loro paga quando l'avevanocosa che avveniva di radoe credo che non vi fosse ufficiale neireggimenti della guardia che non avesse in tasca le carte; ed era piùdifficile che dimenticasse i dadi che il cinturone della spada. Tragente come quellasi era come corsaro contro corsaro. Sarebbe statauna follia fare quello che si chiama gioco leale. I gentiluomini diBallybarry sarebbero stati sciocchi davvero a comportarsi da colombein un simile nido di sparvieri.


Nessunose non gli uomini di coraggio e di ingegnopuò vivere eprosperare in una società in cui tutti sono audaci edintelligenti; e qui mio zio ed io fummo all'altezza della situazioneed anche più che all'altezza!

IlDuca era vedovoo piuttosto dopo la morte della duchessa regnanteaveva contratto un matrimonio morganatico con una signora che avevaegli stesso fatta nobilee che considerava un complimentotale erala morale di quei tempidi essere chiamata la Dubarry del Nord. Siera sposato molto giovanee suo figlioil principe ereditario sipuò dire che fosse già il vero sovrano politico delloStato; perché il duca regnante era più amante delpiacere che della politica e preferiva di gran lunga parlare col suoGran Cacciatore e col Direttore dell'Opera che coi ministri e gliambasciatori.


Ilprincipe ereditarioche chiamerò il principe Victorera diun carattere molto diverso da quello del suo augusto genitore. Avevafatto le guerre di Successione e dei Sette Anni con grande onore alservizio dell'Imperatriceera di umore cupocompariva di rado aCorte salvo quando il cerimoniale lo richiedevae viveva quasi soloin un'ala del palazzoin cui si dedicava agli studi piùseveriessendo un grande astronomo e chimico.


Anchelui aveva la passioneallora tanto comune in tutta l'Europadiandare alla ricerca della pietra filosofale; e mio zio rimpiangevaspesso di non avere nessuna infarinatura di chimicacome il famosoBalsamo (che si faceva chiamare Cagliostro)il conte di San Germanoed altri individuiche avevano ottenuto grandi somme dal duca Victorper aiutarlo nella sua ricerca del grande segreto. I suoidivertimenti consistevano nell'andare a caccia e nel passare inrivista le truppe. Se non fosse stato per luie se il carattereremissivo di suo padre non gli fosse stato d'aiutol'esercitoavrebbe passato tutto il giorno a giocare a cartee così erabene che si lasciasse governare il prudente principe.


Ilduca Victor aveva allora cinquant'annie sua mogliela principessaOliviane aveva ventitré. Erano sposati da sette annie neiprimi cinque anni della loro unione la principessa gli aveva dato unfiglio ed una figlia. L'austera morale ed il modo di fare bruscol'aspetto cupo e poco piacevole del marito erano poco adatti alusingare la brillante ed affascinante giovane sposa che era stataeducata nel Sud (era imparentata con la casa ducale di S...) e avevapassato due anni a Parigi sotto la tutela delle figlie di Sua MaestàCristianissima. Essa era la vita e l'anima della Corte di X...lapiù allegra tra le persone allegrel'idolo del suo augustosuocero ein realtàdi tutta la Corte.


Nonera bellama piacente; non intelligentema ugualmente affascinantesia nella sua conversazione che nel suo aspetto. Era stravaganteoltre ogni misura; tanto falsa che non ci si poteva fidare di lei. Mala sua debolezza era più avvincente delle virtù dellealtre donneil suo egoismo più delizioso della generositàdelle altre.


Nonho mai conosciuto una donna che abbia avuto dei difetti tantoattraenti. Era solita mandare in rovina la genteeppure tuttil'amavano. Il mio vecchio zio l'aveva vista barare alle "ombre"(15) e le aveva fatto vincere 400 luigi senza resisterle affatto.


Isuoi capricci con gli impiegati e le signore della sua casa eranosenza tregua: ma essi l'adoravano. Era la sola della famigliaregnante che il popolo amasse. Non usciva mai senza che la suacarrozza fosse seguita da grida di acclamazione: e per esseregenerosa con coloro che l'applaudivano si faceva prestare finoall'ultimo soldo dalle sue povere dame d'onoreche non rimborsavamai.


Neiprimi tempisuo marito fu affascinato da lei come lo erano tutti glialtri; ma i suoi capricci provocarono alla fine spaventosi scoppi dicollera da parte di lui e alla fine il suo allontanamentobenchéinterrotto da quasi folli ritorni di amoreera oramai quasicompleto. Parlo di Sua Altezza Reale con perfetta buona fede edammirazionebenché io potrei essere scusato se la giudicassiseveramenteconsiderando l'opinione che ella aveva di me; avendoessa detto che il vecchio Monsieur de Balibari era un perfettogentiluomo di antico stampoma che il più giovane aveva modida vetturale. Questa parola ha dato luogo a diverse interpretazionima posso permettermi di pensare che la frase era stata detta a miosfavore. Oltre a questo aveva per me una ragione di antipatiacheora sentirete.


Cinqueanni nell'esercito e la mia lunga esperienza del mondoavevano ormaicompletamente disperso tutte quelle romantiche idee riguardantil'amore con cui avevo cominciato la vitaed avevo decisocosìcome si conviene ai gentiluomini (sono soltanto le persone di bassanascita che si sposano per amore)di consolidare la mia fortuna conun buon matrimonio. Nel corso delle nostre peregrinazioni mio zio edio avevamo fatto molti tentativi per mettere in atto questo progettoma avevamo avuto parecchie delusioniche non vale la pena diricordare quiche mi avevano impedito di fare un matrimonio comequello che ritenevo conveniente ad un uomo della mia nascitaabilitàed aspetto. Le signoresul Continentenon hanno l'abitudine difarsi rapirecosì come si usa in Inghilterra (abitudine dicui molti onorevoli gentiluomini del mio paese hanno largamenteprofittato!) e nel matrimonio intervengono tutoricerimonie edifficoltà di ogni genere. Il vero amore non può maiavere il suo corso e le povere donne non possono concedere il loroonesto cuore ai galanti giovani che le hanno conquistate.


Oravenivano richieste garanzieora il mio albero genealogico ed i mieititoli non sembravano soddisfacentibenché avessi la pianta el'elenco delle rendite dei feudi di Ballybarrye la genealogia dellafamiglia fino al re Brian Boruo Barryfosse chiaramente disegnatasulla carta. Ora era una signorina che veniva sbattuta in un conventoperché era pronta a cadere nelle mie braccia; in un'altraoccasionequando una ricca vedova dei Paesi Bassi era proprio sulpunto di farmi signore di un magnifico feudo nelle Fiandrevenne unordine della polizia che mi sloggiava da Bruxelles con un'ora dipreavvisoe che rappresentò il funerale del mio castello inaria. Ma ad X... ebbi occasione di giocare un grosso giocoe loavrei anche vintose non fosse stato per una disastrosa catastrofeche sconvolse il mio destino.


Nellacasa della principessa ereditaria vi era una fanciulla di diciannoveanniche possedeva il patrimonio più grosso di tutto ilducato. La Contessa Idacosì si chiamavaera figlia di un exMinistro e favorito di Sua Altezza il Duca di X...e la Duchessache le aveva fatto l'onore di essere sua madrina alla nascitaallamorte di suo padre l'aveva presa sotto la sua augusta tutela eprotezione. A sedici anni l'aveva portata nel suo castellodove inquel periodo le era stato permesso di risiedereed era stata addettaalla persona della Principessa Oliviacome una delle damigelled'onore di Sua Altezza.


Lazia della Contessa Idache dirigeva la sua casa durante la suaminore etàle aveva scioccamente permesso di contrarre unapassione per un suo cugino germanoun sottotenente senza un soldo inuno dei reggimenti di fanteria del ducatoche si era lusingato diessere in grado di conquistare un così ricco premio; e se nonfosse stato un idiotastolto e stupidoavendo il vantaggio divederla in continuazionedi non aver rivali vicino a sée diessere in intime relazioni con tutta la parentelaavrebbe potutofacilmentecon un matrimonio segretoassicurarsi la contessina e isuoi beni. Ma egli condusse le cose così da scioccoche nonsolo le permise di lasciare il suo ritiro per venire a Corte per unanno e prendere il suo posto nella casa della Principessa Oliviamaper di più il mio giovane gentiluomo non ebbe riguardo dipresentarsi una mattina al levarsi del Ducacon le spalline lustratee la giubba di panno logoroa farein debita formaa Sua Altezzacome tutore della signorinala richiesta della mano della piùricca ereditiera dei suoi domini!

Ladebolezza di carattere del buon principe era tale chesiccome laContessa Ida stessa era tanto disposta al matrimonio quanto il suostupido cuginosi sarebbe lasciato andare a permettere le nozze sela Principessa Olivia non lo avesse indotto ad opporsi e non avessespinto il duca a mettere un veto perentorio alle speranze delgiovanotto.


Lacausa di questo rifiuto è ancor oggi ignota: non si era ancorapresentato alcun altro pretendente alla mano della signorinae i dueinnamorati continuarono a tenere corrispondenza tra lorosperandoche il tempo avrebbe portato un cambiamento nelle risoluzioni di SuaAltezza; ma ad un tratto il tenente venne trasferito in uno di queireggimenti che il principe aveva l'abitudine di vendere alle grandipotenze allora in guerra (questo commercio militare costituiva laparte principale delle rendite di Sua Altezza e degli altri principiin quel periodo) e la loro relazione fu così bruscamentespezzata.


Erastrano che la Principessa Olivia avesse preso questo atteggiamentoverso una ragazza che era stata la sua favorita; anzi da principioper quelle idee romantiche e sentimentali che quasi tutte le donnehannoessa aveva un po' incoraggiato la Contessa Ida ed il suospiantato innamorato; ma poi ad un tratto si era voltata contro diloroed anziché favorire la contessinacome aveva fatto finoallorapassò a perseguitarla con tutte le forme di odio cheuna donna possa inventare: non vi era fine alla ingegnositàdelle sue tortureal veleno della sua linguaall'amarezza del suosarcasmo e del suo dileggio. Quando arrivai per la prima volta allaCorte di X...i giovanotti avevano soprannominato la ragazza la"Dumme Gräfin"la contessa stupida.


Disolito essa tacevabellama pallidacon uno sguardo sciocco eduro; non prendeva alcun interesse ai divertimenti della cittàe sembravain mezzo alle festecome la testa di mortocheaquanto si dicei Romani eran soliti tenere alla loro tavola.


Sisussurrava che un giovane gentiluomodi origine franceseilCavalier de Magnyscudiero del principe ereditarioe che si trovavaa Parigi quando la Principessa Olivia si era sposata con lui perprocura laggiùfosse il pretendente della ricca Contessa Ida;ma non era stata fatta ancora nessuna dichiarazione ufficiale delgenere e si bisbigliava di qualche sporco intrigoche piùtardi ricevette una spaventosa conferma.


Questode Magny era il nipote di un vecchio ufficiale generale al serviziodel Ducail Barone de Magny. Il padre del barone aveva lasciato laFrancia al tempo dell'espulsione dei Protestantidopo la revocadell'Editto di Nantesed aveva preso servizio ad Xdove era morto.Gli era succeduto il figliochediversamente da quanto accade allamaggior parte dei gentiluomini di origine francese che ho conosciutoera un calvinista cupo e freddorigido nel compimento dei suoidovericontegnoso nel suo modo di fareche si mescolava poco con laCorteed era intimo amico e favorito del Duca Victora cui egliassomigliava come carattere.


Ilcavaliere suo nipoteinveceera un vero francese: era nato inFranciadove suo padre aveva tenuto un incarico diplomatico alservizio del duca. Si era mescolato alla più brillante societàdelle più allegre Corti del mondo ed aveva da raccontarciinfinite storielle sui piaceri delle "petites maisons"suisegreti del "Parc aux Cerfs"e sulla selvaggia sfrenatezzadi Richelieu (16) e dei suoi compagni.


Siera quasi rovinato al giococome aveva fatto suo padre prima di luiperchéfuori di portata del cupo vecchio barone di Germaniafiglio e nipote avevano condotto la vita più sfrenata.


Eratornato da Parigi subito dopo l'ambasciata che era stata mandatalaggiù in occasione del matrimonio della principessa e furicevuto con molta freddezza dal vecchio nonnoche però glipagò ancora una volta i debiti e gli procurò un impiegonella casa del Duca.


IlCavaliere de Magny divenne presto grande favorito del suo augustosignore; portava con sé le mode e l'allegria di Parigieral'ideatore di tutte le mascherate e di tutti i balliil reclutatoredelle ballerine del ballettoe di gran lunga il giovane gentiluomopiù brillante e splendido della Corte.


Dopoqualche settimana della nostra permanenza a Ludwigslust il vecchioBarone de Magny cercò di farci mandar via dal ducatoma lasua voce non era abbastanza forte da superare la voce pubblica che ciera favorevoleed il de Magnyspecialmenteprese le nostre partidavanti a Sua Altezza quando la questione fu dibattuta in suapresenza. L'amore del gioco del cavaliere non lo aveva abbandonato.Frequentava regolarmente il nostro bancodove giocò perqualche tempo con una discreta fortunae poiquando cominciòa perderepagava con una regolarità sorprendente per coloroche conoscevano la scarsità dei suoi mezzi in confronto allosplendore del suo aspetto.


AncheSua Altezza la Principessa Olivia era molto appassionata del gioco.In una mezza dozzina di occasioniquando tenevamo banco a Cortepotei accorgermi della sua passione per il gioco.


Mapotei vedere... cioè lo vide mio zio che aveva sempre ilcervello a posto... molto di più. Vi era una relazione traMonsieur de Magny e quella illustre signora.


-Se Sua Altezza non è innamorata di quel piccolo francese - midisse una sera mio zio dopo il gioco - possa io perdere la vistadell'occhio che mi è rimasto.


-E a noi che ce ne importasignore? - dissi io.


-Che ce ne importa? - disse mio zio guardandomi fisso in volto.


Seicosì ingenuo da non capire che cosa ce ne importi? Puòessere la tua fortunase sai starci dietro; e possiamo riavere ifeudi dei Barry in due anniragazzo mio.


-Com'è questa storia? - chiesiancora imbarazzato.


Miozio mi disse in tono secco:

-Fai giocare Magny; non importa che paghi; prendi le sue cambiali avista. Più ci devemeglio è; ma sopra tutto fallogiocare.


-Non può pagare neppure uno scellino - risposi io. - Gli Ebreinon sconteranno le sue tratte nemmeno al cento per cento.


-Tanto meglio. Vedremo che uso potremo farne - rispose il vecchiogentiluomo. E debbo confessare che il piano che aveva fatto erabrillanteintelligenteed anche geniale.


Dovevoindurre Magny a giocare; fin qui non c'erano grandi difficoltà.Eravamo diventati intimiperché egli era un eccellentesportivo come meed avevamo l'uno per l'altro una notevole amicizia:se egli vedeva una scatola di dadi era impossibile impedirgli diprenderla in manola prendeva con la stessa naturalezza di unbambino quando prende i dolci.


Daprincipio vinse; poi cominciò a perdere; poi io giocai denarocontro i gioielli che portava addosso; gingilli di famigliadissema in realtà di considerevole valore. Mi pregòtuttaviadi non farne uso nel Ducatoed io diedi la mia parolad'onore su questo punto e la mantenni. Dai gioielli passò agiocare su biglietti di impegnoe siccome non era permesso giocare acredito alle tavole di Corte ed in pubblicofu molto lieto di avereun'occasione per soddisfare alla sua passione in privato. Stavo conlui per ore intere nel mio padiglioneche avevo mobiliato allamaniera orientalein modo splendidoe giocavamo ai dadi finchénon veniva per lui il momento di andare a Corte a fare il suoservizioed in questo modo passavamo un giorno dopo l'altro.


Miportò altri gioielliuna collana di perleun anticomedaglione di smeraldi ed altre bagatellecome garanzia per le sueperdite: perché non c'è bisogno di dire che non avreigiocato con lui per tutto questo tempo se fosse stato lui a vincere;ma dopo una settimana la fortuna si accanì talmente contro diluiche egli divenne mio debitore per una somma prodigiosa. Non miimporta di ricordarne l'esatto ammontare; era tale che non avreipensato che egli potesse pagarla.


Perchédunquealloracontinuavo a giocare? Perché sprecare legiornate in un gioco segreto che era un vero fallimentoquandoaltrove si potevano fare affari molto più proficui? Debboconfessare sinceramente la ragione che mi spingeva. Volevo vincere aMonsieur de Magny non il suo denaroma la sua presunta sposalaContessa Ida. Chi può dire che non avessi il diritto di usarequalsiasi stratagemma in questa questione d'amore? Ma perchéusare la parola amore? Io volevo il denaro di quella signorina:l'amavoquindimolto più di Magny; l'amavo quasi quanto unapudica vergine di diciassette anni ama il vecchio lord di settantache la sposa.


Seguivoin questo l'abitudine del mondo: con questo matrimonio avreiraggiunto la mia fortuna.


Avevol'abitudine di farmi dare da Magnydopo le sue perditeun'amichevole lettera di riconoscimento che suonava pressappoco così:

"Miocaro Monsieur de Balibari"riconosco di avere perduto oggi alanzichenecco (o a picchettoo ai dadisecondo i casiperchélo dominavo a qualunque gioco facessimo) la somma di trecento ducatie considererò come una grande cortesia da parte vostraconsentire a tenere in sospeso il debito fino al giorno in cuipotrete riceverne il pagamento dal vostro grato ed umile servitore".


Quantoai gioielli che mi aveva portatoavevo preso la precauzione (maquesta era stata un'idea di mio zioed anche molto buona) di farmenefare un inventariocon una lettera che mi pregava di ricevere quellebagatelle come parziale pagamento della somma di denaro che midoveva.


Quandolo ebbi messo in posizione tale da venire incontro alle mieintenzionigli parlai con grande serietà e senza alcunariservaproprio come un uomo di mondo deve fare con un altro.


-Mio caro amico - gli dissi - non ti farò un cosìcattivo complimento da ritenerti capace di credere che tu possaandare avanti un pezzo a giocare in questo modoe che ioviceversapossa essere in alcun modo soddisfatto di fare collezione di unnumero più o meno grande di pezzi di carta muniti della tuafirmae di una serie di cambiali a vista che io so che non potraimai pagare. Non ti sdegnare e non ti arrabbiareperché tu saiche Redmond Barry è tuo maestro anche alla spada; oltre aquesto non sono tanto sciocco da battermi con un uomo che mi devetanto denaro; ma ascolta con calma quello che ti devo proporre. Haiavuto molta confidenza in me durante l'amicizia intima che si èformata tra noi in quest'ultimo mese: ed io conosco completamentetutti i tuoi affari personali. Hai dato al nonno la tua parolad'onore di non giocare più sulla parolae sai bene come l'haimantenuta e sai anche che ti diserederebbe se conoscesse la verità.E poianche supponendo che morisse domanii suoi beni non sonosufficienti a pagare la somma che mi devi; e se tu non fail'arrendevole con me diventi un pezzente ed un fallito. Sua Altezzala Principessa Olivia non ti nega niente. Non voglio sapere perchéma lasciami dire che mi sono accorto di questo fatto quando abbiamocominciato a giocare insieme.


-Vuoi essere fatto barone-ciambellanocon il gran cordonedell'ordine? - balbettò il povero diavolo. - La principessapuò tutto col Duca.


-Non ho alcuna obiezione - dissi - contro il nastro giallo e la chiaved'orobenché un gentiluomo della casa di Ballybarry si occupipoco dei titoli della nobiltà tedesca. Ma non è questoche voglio. Tumio caronon mi hai nascosto alcuno dei tuoisegreti.


Mihai detto che con difficoltà hai indotto la Principessa Oliviaad acconsentire al progetto della tua unione con la Gräfin Idache non ami. So ben io chi è quella che ami.


-Monsieur de Balibari! - disse il cavaliere sconfitto; non poteva piùresistermi. La verità cominciava a balenargli davanti.


-Cominci a capire... - continuai. - Sua Altezza la Principessa -dichiarai in tono sarcastico - non sarà molto dispiacente seromperai la tua relazione con la "stupida contessa". Io nonsono un ammiratore di quella signorina più di quello che losia tu; ma voglio i suoi beni. Ho giocato per conquistarli ed hovinto: e ti restituirò le tue cambiali e cinquecento ducati ilgiorno in cui mi sarò sposato.


-Il giorno in cui io avrò sposato la contessa - rispose ilcavaliere sperando di conquistarmi - sarò in grado di avere ildenaro per soddisfare dieci volte le tue richieste (e questo era veroperché la proprietà della contessa poteva avere unvalore di quasi mezzo milione di sterlinein moneta nostra)edallora soddisfarò i miei obblighi verso di te. Frattanto se tumi dai fastidio con minacceo m'insulti di nuovo come hai fatto orafarò uso di quella influenza checome dicipossiedoe tifarò cacciar via dal Ducatocome lo sei stato dal Netherlandslo scorso anno.


Suonaiil campanello molto tranquillamente.


-Zamor - dissi a un negro grande e grossovestito da turcoche aveval'abitudine di seguirmi - quando sentirai suonare il campanello laseconda voltaporterai questo pacchetto al Maresciallo di Cortequesto a Sua Eccellenza il generale de Magnye questo lo porrainelle mani di uno degli scudieri di Sua Altezza il Principeereditario. Aspetta in anticamerae non andartenecon questipacchettise non suono un'altra volta.


Quandoil negro si fu ritiratomi volsi a Monsieur de Magny e dissi:

-Sappicavaliereche il primo pacchetto contiene una tua letteradiretta a meche dichiara i tuoi debiti e mi promette solennementeil pagamento della somma che mi devi; è accompagnata da undocumento firmato da me (perché mi aspettavo un po' diresistenza da parte tua)che dichiara che il mio onore èstato chiamato in causae domanda quindi che il documento vengapresentato al tuo augusto signorea Sua Altezza. Il secondopacchetto è per tuo nonnoe contiene la lettera in cui tidichiari suo eredee chiede conferma del fatto. L'ultimo pacchetto èper Sua Altezza il duca ereditario aggiunsiguardandolo in modomolto severo - e contiene lo smeraldo che Gustavo Adolfo ha dato allasua principessae che tu mi hai gabellato per un tuo gioiello difamiglia. La tua influenza presso Sua Altezza deve essere moltogrande davvero aggiunsi - se hai potuto estorcerle un gioiello comequello e se hai potuto far sì cheallo scopo di pagare i tuoidebititi abbia affidato un segreto da cui dipendono tutte e due levostre teste.


-Mascalzone! - disse il francesequasi gelato per la rabbia e per lapaura - vuoi compromettere la principessa?

-Monsieur de Magny - risposi con un sogghigno - no; diròsoltanto che hai rubato il gioiello.


Credevoproprio che le cose fossero andate cosìe che l'infelice edinfatuata principessa non si fosse neppure accorta del furto se nonche molto tempo dopo che era stato commesso. Come fossimo venuti asapere la storia dello smeraldo è una cosa molto semplice.Siccome avevamo bisogno di denaro (perché le mie occupazionicol de Magny facevano sì che il nostro banco fosse moltotrascurato)mio zio aveva portato quelle bagatelle del cavaliere inpegno a Mannheim. L'ebreo che fece il prestito su di esse conoscevala storia dello smeraldo: e quando chiese come Sua Altezza era giuntaa separarsene; mio zio con grande intelligenza prese la storia alpunto in cui l'aveva trovatadisse che la principessa era moltoappassionata del giocoma che non sempre le riusciva comodo dipagareed in conseguenza lo smeraldo era venuto nelle nostre mani.Saggiamente lo riportò con sé ad S...


Perquanto riguarda gli altri gioielli che il cavaliere ci aveva dato inpegnonon erano di particolare interessee non solo non sapevo cheprovenissero da Sua Altezzama questa è una congettura chefaccio soltanto ora.


Losfortunato giovanotto doveva avere un carattere alquanto vileperchéquando lo accusai del furtonon fece uso delle mie due pistole cheper caso si trovavano davanti a luiper mandare all'altro mondo ilsuo accusatore e se stessoormai che era rovinato. Con taleimprudenza e deprecabile mancanza di precauzioni da parte sua e dellasventurata signora che si era abbandonata a questo inettodovevaaver capito che la scoperta era inevitabile. Ma era scritto chequesto spaventoso destino si sarebbe compiuto: invece di finire dauomoegli piegò davanti a me coi nervi spezzatie gettatosisu un divano scoppiò in lacrimee cominciò ad invocarecome un matto tutti i santi perché lo aiutassero: come se isanti potessero interessarsi del destino di uno straccione come lui!

Vidiche non avevo più niente da temere da luie richiamato Zamoril mio negrodissi che avrei consegnato i pacchetti io stesso e liriposi nel mio "escritoire"; ed avendo cosìguadagnato il primo punto agiicome sempre facciomoltogenerosamente verso di lui. Dissi cheper sicurezzaavrei mandatolo smeraldo fuori del paese ma mi impegnavo sul mio onore arestituirlo alla duchessasenza alcun compenso pecuniarioil giornoin cui mi avesse ottenuto il consenso del sovrano alla mia unione conla contessa Ida.


Questospiegherà abbastanza chiaramentealmeno speroil gioco chestavo giocando; e benché qualche rigido moralista possamuovere obiezioni alla sua correttezzadico che tutto èlecito in amore e che le persone povere come me non possonopermettersi di essere troppo schizzinose sul modo di guadagnarsi davivere.


Igrandi ed i ricchi sono sempre ben accolti con grandi sorrisi sulloscalone del mondo; ma i poveri che hanno aspirazioni debbonoarrampicarsi sulle paretio spingersi lottando sulle scale diservizio o strusciare come talpe lungo le fogne della casanonimporta se sporche o strettepurché portino in alto. I pigrisenza ambizioni asseriscono che non vale la pena di arrivare in cimaabbandonano la lotta e dichiarano di essere filosofi. Io dico chesono codardi poveri di spirito. A che cosa serve la vita se non perottenere onori? E questi sono tanto indispensabili che vogliamoraggiungerli ad ogni modo.


Ilmodo che si poteva seguire per ottenere il ritiro di Magny venneproposto da mee tutto fu condotto in modo da non urtare ilsentimento di delicatezza delle due parti. Feci prendere la ContessaIda in disparte da Magnyil quale le tenne questo discorso:

-Signorabenché non mi sia mai dichiarato vostro ammiratorevoi e la Corte avete avuto sufficienti prove della mia considerazioneper voi; e la mia domanda sarebbe statalo soappoggiata da SuaAltezzavostro augusto tutore. So che è volontà delDuca che le mie attenzioni siano accolte favorevolmente; ma poichéil tempo non è riuscito a modificare l'affetto che avete postoaltrovee poiché ho troppo buon senso per costringere unasignora del vostro nome e del vostro rango ad unirsi a me contro lasua volontàil piano migliore è che io vi facciaperla formauna proposta non autorizzata da Sua Altezza; che voi mirispondiatecome sono spiacente di sapere che il vostro cuore videttanegativamente:

dopodi che formalmente cesserò di farvi la cortedichiarando chedopo un rifiutonulla nemmeno la volontà del Ducapotrebbeindurmi a continuare nelle mie insistenze.


LaContessa Ida quasi piangeva nel sentire queste parole di Monsieur deMagnye le venivano le lacrime agli occhiegli dissementre gliprendeva la mano per la prima voltae lo ringraziava per ladelicatezza della sua proposta. Non sapeva che il francese eraassolutamente incapace di simili forme di delicatezzae che ilgarbato modo con cui dichiarava di cessare la sua corte era tutto dimia invenzione.


Nonappena si fu ritiratofu affar mio farmi avanti: con cautelapianoper non mettere in allarme la ragazzama tuttavia con viva fermezzatanto da convincerla che il piano di unirsi con il suo straccione diinnamoratoil sottotenenteera destinato al fallimento. LaPrincipessa Olivia fu abbastanza brava da compiere in mio favore lanecessaria parte del pianoed avvertì solennemente laContessa Ida chenonostante che Monsieur de Magny si fosse ritiratoed avesse smesso di farle la corteSua Altezza il suo tutorel'avrebbe fatta sposare soltanto con chi riteneva adattoe che essadoveva dimenticare per sempre il suo adoratore con le pezze aigomiti. In realtà non riuscivo neppure a capire come quelpezzente straccione avesse mai avuto l'audacia di farle una proposta;indubbiamente era di nobile famigliama quali altre qualitàaveva?

Quandoil cavaliere de Magny si fu ritiratopotete star certi che sipresentarono alla Contessa Ida numerosi altri pretendentie traquesti il vostro umile servitoreil cadetto di Ballybarry. In questoperiodo venne tenuto un "carrousel"o torneoadimitazione degli antichi scontri della cavalleriain cui i cavalierisi colpivano tra loro o infilavano un anello; ed in questa occasionemi vestii di uno splendido costume romano (vale a dire un elmod'argentouna parrucca ondeggianteuna corazza di cuoio dorato congrandi ricamiun mantello di lucente velluto blue dei mezzistivali di marocchino cremisi) ed in questo abito feci correre il miocavallo baioBrianinfilzai i tre anelli e vinsi il premio su tuttoil seguito del duca e sulla nobiltà dei paesi vicini che eraaccorsa allo spettacolo. Una corona di alloro dorato era il premiodel vincitore e doveva essergli consegnata dalla dama che egliavrebbe scelto.


Cosìgaloppai fino alla galleria in cui la Contessa Ida era seduta dietroalla principessa ereditaria e dopo averla chiamata per nome ad altavoceseppure con graziala pregai di incoronarmi di sua manoecosì mi proclamaidi fronte a tutta la Germaniaper cosìdiresuo pretendente.


Notaiche ella diventò molto pallidamentre la principessadiventava rossa; ma la Contessa Ida finì per incoronarmi; dopodi chedato di sprone al cavallogaloppai intorno alla pista persalutare Sua Altezza il Duca dalla parte oppostae feci col mio baioi più meravigliosi esercizi.


Ilmio successocome si può immaginarenon aumentò lamia popolarità tra i giovani al seguito del duca. Michiamavano avventurieromascalzonegiocatore coi dadi piombatiecon un centinaio almeno di simili complimenti: ma io avevo modo diridurre al silenzio questa gente. Affrontai il Conte diSchmetterlingil più ricco e coraggioso dei giovanotti chesembravano avere qualche pretesa sulla Contessa Idae lo insultaipubblicamente al ridotto gettandogli le carte in faccia. Il giornoseguente percorsi trentacinque miglia a cavallo nel territoriodell'Elettore di B...mi incontrai con Monsieur de Schmetterling egli infilai due volte la spada attraverso il corpo: poi tornaiindietro sempre a cavallocol mio secondo Monsieur de Magnye mipresentai al whist della duchessa quella sera stessa.


Magnyda principio non era stato molto soddisfatto di accompagnarmima ioinsistei perché mi facesse da padrino e così dovetteappoggiare la mia sfida. Subito dopo aver reso il mio omaggio a SuaAltezzame ne andai dalla Contessa Idae le feci un marcato eprofondo inchinoguardandola fissa in voltomentre ella diventavarosso cremisie poi diedi un'occhiata intorno a tutti gli uomini cheformavano il suo circolofinché"ma foi"li feciandar via tutti. Avevo dato istruzioni a Magny di dire dappertuttoche la Contessa era pazzamente innamorata di mecommissione cheinsieme a molte altre da me affidategliil povero diavolo fucostretto ad eseguire. Faceva piuttosto una "sotte figure"come dicono i Francesiagendo come mio sostenitorelodandomi da pertutto ed accompagnandomi sempre. Lui che era stato l'arbitro dellamoda fino al mio arrivolui che riteneva che l'albero genealogicodei Baroni de Magny (quegli straccioni!) fosse superiore alla razzadei grandi re irlandesi da cui io discendevo; che mi aveva preso ingiro cento volte come spadaccino e disertoree mi aveva chiamato unvolgare nobiluccio irlandese. Ora avevo la mia vendetta dagentiluomoe ne approfittavo.


Erosolito chiamarlonelle comitive più eleganticol suo nome dibattesimo di Maxime. Dicevo:

-"Bon jourMaxime; comment vas-tu?" - in modo che laprincipessa potesse sentirmie lo potevo vedere mordersi le labbraper la rabbia e l'umiliazione. Ma lo tenevo in pugnolui e anche SuaAltezza... ioil povero soldato del reggimento di Bulow.


Equesta è una prova di quanto possono fare il genio e laperseveranzae dovrebbe servire di avviso ai grandi di non aver"secrets"... se possono mai riuscirvi.


Sapevoche la principessa mi odiavama che cosa me ne importava?

Essasapeva che sapevo tutto; e credo che il suo pregiudizio contro di mefosse tanto forte da farle credere che fossi un mascalzoneindelicatocapace di tradire una signoracosa che io avrei sempreevitato di fare; sicché tremava davanti a me come una bambinadavanti al maestro di scuola. Tuttaviasecondo il suo metodo tuttofemminilemi faceva ogni sorta di scherzi e di dispetti nei giornidi ricevimento; mi chiedeva notizie del mio palazzo in Irlandae deire miei antenatie mi domandava sequando ero soldato semplice nelreggimento dei fanti di Bulowi miei regali parenti si eranointerposti per riscattarmie se il bastone veniva laggiùamministrato in maniera elegante... tutto per mortificarmi. Ma ilCielo vi benedica! potevo farle delle concessioni in pubblicoed erosolito riderle in faccia. Mentre ella continuava i suoi scherzi ed isuoi frizzimi prendevo il divertimento di guardare il povero Magnye di vedere come lui li sopportava. Il povero diavolo tremava chepotessi scoppiare sotto i sarcasmi della principessa e dire tutto; mala mia vendettaquando la principessa mi attaccavaera di direqualche cosa di amaro a lui... passandoglielacome fanno i ragazzi ascuola. E questo era quello che urtava di più Sua Altezza.Fremeva quando attaccavo Magnycome se avessi detto qualche cosa dioffensivo per lei. E benché mi odiassepoiin privatomidomandava scusae benché il suo orgoglio stesse qualche voltaper prendere il sopravvento in leipure la prudenza obbligava lamagnifica principessa ad umiliarsi davanti al povero ragazzoirlandese senza un soldo.


Nonappena Magny ebbe formalmente ritirate le sue pretese sulla ContessaIdala principessa tornò di nuovo a mostrare il suo favoreper questa signorinae mostrò di avere molta simpatia perlei.


Perrender loro giustizianon so quale delle due mi odiasse di più...la Principessa che era tutto ardorefuoco e civetteriao laContessa che era tutto contegno e dignità. Quest'ultimaspecialmente mostrava per me la più grande antipatiaeppuredopo tuttol'avevo lusingata del mio meglio; ero uno degli uominipiù belli d'Europaed avrei sfidato qualsiasi bellimbustodella Corte a misurare il torace o la gamba con me. Ma non mi curavodi nessuno dei suoi sciocchi pregiudizi ed ero deciso a vincerla e adaddomesticarla anche contro la sua volontà. Forse agivo acausa del suo fascino personale e delle sue qualità? No. Eramolto biancasottilemiopealta e asciuttamentre i miei gustisono proprio l'apposto; quanto alla sua intelligenza non c'era dameravigliarsi se una povera creaturache aveva avuto unapassioncella per un sottotenente disgraziato ed in cencinon potessemai apprezzare me.


Erail suo patrimonio che volevo: per quanto riguardava leisarebbestato calunniare il mio gusto di uomo di mondopensare ch'essa mipotesse davvero piacere.




Capitolo11



INCUI LA FORTUNA SI RIVOLTA CONTRO BARRY



Lemie speranze di ottenere la mano di una delle più riccheereditiere della Germania erano ormai entro i limiti dellepossibilità umane e per quanto i miei meriti e la mia prudenzapersonale potevano assicurare la mia fortunaproprio sul punto direalizzarsi. Ero ammesso negli appartamenti della principessa tuttele volte che mi presentavoed avevo tutte le possibilità chedesideravo di incontrarvi la Contessa Ida. Non posso affermarech'ella mi ricevesse con particolari segni di favore; gli affetti diquella giovane sciocchina eranocome ho già dettoignobilmente impegnati altrove; e per quanto la mia persona e i mieimodi potessero essere affascinantinon c'era da aspettarsi ch'ellapotesse dimenticare tutto ad un tratto il suo spasimanteper amoredel giovincello gentiluomo irlandese che le rivolgeva i suoi omaggi.Ma le piccole ripulse che ricevevo erano ben lungi dalloscoraggiarmi. Avevo amici potentiche mi avrebbero aiutatonell'impresa; e sapevo che presto o tardi la vittoria sarebbe statamia. In sostanza aspettavo soltanto il momento adatto per rendere lamia corte più incalzante. Chi avrebbe potuto prevedere ilterribile colpo che sovrastava alla mia illustre protettrice e chedoveva coinvolgermi almeno in parte nella sua rovina?

Perun certo tempo tutto sembrò assolutamente favorevole ai mieidesideri; e nonostante la poca inclinazione della Contessa Ida permesarebbe stato più facile farla rientrare in sé diquantoforsesi potrebbe supporre in uno sciocco paesecostituzionale come l'Inghilterradove la gente non viene allevatacon quegli assoluti sentimenti di obbedienza alla regalità cheerano abituali in Europa all'epoca in cui io ero giovanotto.


Hogià spiegato comeattraverso Magnyio avessi la principessaper così dire ai miei piedi. Sua Altezza non aveva che dasollecitare il matrimonio presso il vecchio Ducasul quale aveva unainfluenza illimitatae da assicurarsi l'appoggio della Contessa diLiliengarten (era questo il romantico titolo della sposa morganaticadi Sua Altezza)e l'arrendevole vecchio avrebbe dato gli ordini peril matrimonioa cui la sua pupilla avrebbe dovuto obbedire perforza. Anche Madame di Liliengartennella sua posizioneeraestremamente sollecita di rendersi gradita alla Principessa Oliviache un giorno o l'altro avrebbe potuto essere chiamata ad occupare iitrono. Il vecchio Duca era apopletticotraballante ed eccessivamenteamante della bella vita. Alla sua scomparsala sua vedova avrebbetrovato estremamente necessario l'appoggio della Duchessa Olivia.C'eraquindiuna stretta intesa reciproca tra le due dame; e ilmondo diceva che la principessa ereditaria era già in debitoverso la favorita per essere stata aiutata da lei in diverseoccasioni. Sua Altezza aveva ottenutoper il tramite della Contessaparecchi generosi prestiti in denaro per pagare i suoi svariatidebiti; ed era abbastanza buona da esercitare la sua graziosainfluenza su Madame de Liliengarten allo scopo di raggiungere per melo scopo così caro al mio cuore. Non si immagini che iopotessi raggiungere i miei fini senza continue dimostrazioni dicattiva volontà e rifiuti da parte di Magny; ma io mantenevorisolutamente il mio programmaed avevo in mano i mezzi per vincerel'ostinazione di quel debole giovanotto. Posso anche dire senzaalcuna vanità chese l'alta e potente Principessa midetestavala Contessa di Liliengarten (benché fosse diorigine estremamente bassasi diceva) aveva gusti migliori e miammirava. Ci fece spesso l'onore di partecipare ad una delle nostrepartite di faraone e dichiarava che io ero l'uomo piùseducente del Ducato. Tutto quello che mi chiese fu di provare la mianobiltàed io mi feci venire da Vienna un albero genealogicoche avrebbe soddisfatto la persona più esigente in materia.Effettivamenteche cosa avrebbe avuto a temere un uomo chediscendeva dai Barry e dai Bradyda un qualsiasi von di Germania?Per essere anche più sicuro in propositopromisi a Madame deLiliengarten diecimila luigi il giorno del mio matrimonioed ellasapeva che non avevo mai mancato alla mia parola di giocatore; e lepromisi solennemente cheavessi dovuto anche pagarci sopra ilcinquanta per cento di interesseavrei trovato quel denaro.


Cosìgrazie ai miei talentialla mia onestà ed alla miaintelligenzaio mi ero procuratoconsiderando che ero un poveroesule senza appoggidei protettori molto potenti. Persino suaaltezza il Duca Victor era favorevolmente disposto verso di me;perché il suo cavallo favorito si ammalò di vertiginied io gli diedi una pozione come soleva darne mio zio Brady ai suoicavallie lo guariie dopo questo Sua Altezza si compiacque didarmi frequenti segni di distinzione. Mi invitò alle suepartite di cacciadove io mostrai di essere un eccellente sportivo;e un paio di volte si degnò di parlarmi delle mie possibilitànella vitadeplorando che mi fossi dato al giuocoe che non avessiadottato un modo più regolare di far carriera.


-Signore - dissi io - se volete permettermi di parlare francamente aVostra Altezzail giuoco è per me soltanto un mezzo perraggiungere un fine. Dove sarei ora senza di esso? Sarei ancorasemplice soldato fra i granatieri di Re Federico. Io provengo da unarazza che ha dato al mio paese dei principi; ma le persecuzioni lihanno privati dei loro vasti domini. La fedeltà di mio zioalle sue antiche convinzioni religiose lo ha bandito dal nostropaese. Anche io avevo deciso di cercare di far carriera nel serviziomilitarema le insolenze e i maltrattamenti che ricevetti per manodegli Inglesi non erano tali da esser sopportati da un gentiluomo dinascita elevatasicché fuggii dal loro servizio; ma solo percadere in un'altra prigionia sotto ogni aspetto ancor piùsenza speranzequando la mia buona stella mi mandò unsalvatore nella persona di mio zioe il mio spirito e la mia bravurami misero in grado di valermi dei modi di sfuggirviche mi eranopossibili. Da allora noi abbiamo vissutonon lo nascondograzie algioco; ma chi può dire che io abbia fatto del male? Eppuresepotessi trovarmi un'occupazione onorevole ed i mezzi di sussistenzaassicuratinon toccherei più una cartasalvo che perdivertimentocome fa qualsiasi gentiluomo. Supplico Vostra Altezzadi far fare indagini dal vostro rappresentante diplomatico a Berlinose io non mi sono comportato in ogni circostanza come un valorososoldato. Sento di avere talenti di un genere più elevatoesarei orgoglioso di avere un'occasione per esercitarli; secome nondubitola mia fortuna mi permetterà di metterli in evidenza.


Ilcandore di questa dichiarazione colpì grandemente Sua Altezzae lo impressionò in mio favore; ed egli si compiacque di direche mi credevae sarebbe stato lieto di essermi amico.


Avendocosì dalla mia parte i due Duchila Duchessae la favoritain augec'era ogni probabilità che riuscissi ad ottenere ilgran premio; e secondo tutti i calcoli dell'umana prudenza avreidovuto esserementre scrivo queste righeprincipe dell'Imperomala mia mala sorte mi perseguitò in una cosa in cui io non erominimamente da biasimare: l'infelice attaccamento della DuchessaOlivia a quel debolesciocco e codardo francese. Era penosoassistere alle dimostrazioni di questo amorequanto fu poi terribilepensare alla sua fine. La principessa non ne faceva mistero. Se Magnydiceva una parola ad una dama della sua Corte si ingelosivaeassaliva con tutta la furia della sua lingua il disgraziatocolpevole. Gli mandava una mezza dozzina di biglietti al giorno:quando egli arrivava unendosi al suo circolo (o ai cortigiani seteneva corte) ella si illuminava in volto in modo che tutti potevanoaccorgerseneC'era da meravigliarsi che suo marito non si fosse giàaccorto da un pezzo della infedeltà di lei; ma il PrincipeVictor era di natura così elevata e rigida che non avrebbepotuto credere ch'ella si abbassasse tanto al di sotto del suo rangoda dimenticare la sua virtù: e ho sentito dire chequando glifurono fatte delle insinuazioni sull'evidente parzialità chela Principessa mostrava per lo scudierola sua risposta fu un seccoordine di non essere più disturbato in proposito. - LaPrincipessa è un po' leggera - egli disse; - è stataallevata ad una Corte frivola; ma la sua leggerezza non va al di làdella civetteria; una colpa è impossibile; essa ha la suanascitail mio nome ed i suoi figli a difenderla.


Ese ne andava a cavallo per le sue ispezioni militari e restavaassente per settimaneo si ritirava nei suoi appartamenti e virimaneva chiuso per giornate intere; faceva la sua comparsa soltantoper rendere omaggio alla levée di Sua Altezzao per darle ilbraccio alle feste ufficiali di Cortedove il cerimoniale richiedevala sua presenza. Era un uomo di gusti volgaried io l'ho visto nelsuo giardino privatocon la sua figura sgraziatacorrere e giocarea palla con la figliola e il figliolettoche trovava ogni giorno unadozzina di pretesti per andare a vedere. I nobili fanciulli venivanocondotti dalla madre tutte le mattine durante la sua toilettemaessa li riceveva con grande indifferenza; salvo che in un'occasionequando il piccolo Duca Ludwig si mise la sua uniforme di colonnellodegli usseriperché il suo padrinol'Imperatore Leopoldogli aveva fatto dono di un reggimento. Alloraper un giorno o duela Duchessa Olivia si innamorò del ragazzino; ma se ne stancòben prestocome un bambino di un nuovo giocattolo. Ricordo che ungiornonel circolo mattutinoun po' del rossetto della Principessasi sparse sulla manica della bianca giacchettina della divisa di suofiglio; e lei diede un sonoro schiaffo al povero piccoloche se neandò tutto in lacrime. Ohquanti guai combinano le donne aquesto mondo! In quali dispiaceri gli uomini vengono messileggermentecon volti sorridentispesso senza avere neppure lascusa della passionema soltanto per fatuitàvanità esmargiassata! Gli uomini scherzano con queste terribili armi a doppiotagliocome se non potessero far loro alcun male. Ma ioche hoconosciuto la vita più di molti altri uominiio se avessi unfiglio mi inginocchierei davanti a lui a pregarlo di evitare ladonnache è peggio del veleno. Un solo intrigoe tutta lavostra vita è in pericolo; voi non sapete mai quando il malepuò precipitare su di voi; e i guai di intere famigliee larovina di innocenti creature che vi sono molto carepossono esserecagionate da un vostro momento di follia.


Quandoio vidi che il disgraziato Monsieur de Magny sembrava assolutamenteperdutoad onta di tutto quello che avevo contro di luiinsistettiperché scappasse. Egli aveva le sue stanze nel palazzonellesoffitte sopra gli appartamenti della Principessa (il fabbricato eramolto vastoe accoglieva quasi una popolazione di nobili dipendentidella famiglia ducale); ma quel giovane pazzo e infatuato non sivolle muoverebenché non avesse neppure la scusa dell'amoreper trattenersi. - Come guarda storto - diceva della Principessa - ecome è deforme! Crede che non ci si accorga della suadeformità. Mi scrive versi presi da Gresset o da Crébillone si immagina che io li creda originali. Bah! non sono piùsuoi di quanto non lo siano i suoi capelli! In questo modo ildisgraziato ragazzo danzava sull'abisso che si spalancava sotto dilui. Io credo che il suo maggior piacere nel fare all'amore con laPrincipessa fosse che poteva scrivere delle sue vittorie ai suoiamici delle "petites maisons" di Parigidove desideravaardentemente di essere considerato un uomo di spirito e un "vainqueurde dames".


Vedendola temerarietà del giovane e i rischi della sua posizionedivenni molto dubitoso che il mio piccolo progetto giungesse ad unafine soddisfacenteed insistetti caldamente presso di lui inproposito.


Lemie sollecitazioni avevano generalmente molto successo con luinonoccorre dirloa causa della particolare natura dei nostri rapporti;in realtà quel povero diavolo non poteva rifiutarmi nulla:come io solevo dirgli spesso ridendocon sua scarsissimasoddisfazione. Ma io facevo uso con luipiù che di minacce odella mia legittima influenzadi delicatezza e di generosità;e a riprova di questo posso citare il fatto che promisi di restituirealla Principessa lo smeraldo di famigliachecome ho narrato nelcapitolo precedenteavevo vinto al gioco al suo spregiudicatoammiratore.


Questofu fatto col consenso di mio zioe fu uno degli abituali atti diprudenza e di preveggenza che distinguono quell'uomo cosìabile. - Vedi di accelerare la faccenda adessoRedmondragazzomio- insistette lui. - Quest'affare tra Sua Altezza e Magny puòfinir male per tutti e duee prestoanche; e che probabilitàavrai di conquistarti la Contessaallora? Adesso è il momentotuo! conquistala e sposala prima della fine del mesee avremo vintola partitae andremo a vivere da nobili nel nostro castello diSuabia. Sbarazzati anche di quello smeraldo aggiunse; - se dovesseaccadere un incidentesarebbe un brutto deposito da farsi trovare inmano. - Fu questo che mi decise a rinunciare alla proprietàdel gioiello; da cuidebbo confessarloero piuttosto restio asepararmi. Ma fu una fortuna per tutti e due che lo avessi fatto:come sentirete subito.


Nelfrattempodunqueio insistevo presso Magny; e parlai io stessoenergicamente alla Contessa di Liliengartenche promise formalmentedi trasmettere la mia richiesta a Sua Altezza il Duca regnante; eMonsieur de Magny fu istruito per indurre la Principessa Olivia afare l'identica richiesta in mio favore al vecchio sovrano. Tuttoquesto fu fatto. Le due dame insistettero col Principe; Sua Altezza(ad una cena di ostriche e champagne) fu indotta ad acconsentireeSua Altezza la Principessa ereditaria mi fece l'onore di comunicarepersonalmente alla Contessa Ida che era volere del Principe che essasposasse "il giovane nobile irlandeseil Cavaliere Redmond diBalibari". La comunicazione fu fatta in mia presenza; e benchéla giovane Contessa esclamasse "Mai!"cadendo svenuta aipiedi della sua signoraiove lo assicuronon mi preoccupaiaffatto di questa piccola dimostrazione di schizzinosa sensibilitàe sentiianziche la mia vittoria era assicurata.


Quellasera diedi al Cavaliere de Magny lo smeraldoche egli promise direstituire alla Principessa; ed ora la sola difficoltà sullamia strada era il Principe ereditariodi cui suo padresua moglie ela favorita avevano tutti ugualmente paura. Poteva non esseredisposto a permettere che la più ricca ereditiera del suoDucato fosse portata via da un nobilema non ricco straniero. Civoleva tempo per spiegare la faccenda al Principe Victor. LaPrincipessa doveva trovarlo in un momento di buon umore. Egli avevaancora giorni di infatuazionein cui non sapeva rifiutare nulla asua moglie; e il nostro piano era di aspettarne unoo di trovare unaqualsiasi altra occasione che potesse presentarsi.


Maera destino che la Principessa non vedesse mai più il maritoai suoi piedicome era stato spesso un tempo. Il fato stavapreparando una terribile fine alle sue follieed alle mie speranze.Ad onta delle solenni promesse fattemiMagny non restituì mailo smeraldo alla Principessa Olivia.


Egliaveva sentito direin un casuale scambio di parole con meche miozio ed io eravamo stati in rapporto con il signor Moses Loweilbanchiere di Heidelbergche ci aveva pagato bene i nostri gioiellie quello stolto giovane trovò un pretesto per recarsi laggiùe gli offrì il gioiello in pegno. Moses Lowe riconobbe subitolo smeraldoe diede a Magny la somma che quest'ultimo gli chieseeil Cavaliere la perdette immediatamente al gioco; naturalmente senzafarci sapere in che modo era venuto in possesso di un similecapitale. Noidal canto nostrosupponemmo che fosse stato rifornitodal suo banchiere abitualela Principessa: e molti rotoli delle suemonete d'oro trovarono la strada del nostro gruzzolettoquandotenemmo il nostro banco di faraone alle feste di Cortenei nostriappartamenti o in quelli di Madame de Liliengarten (che in quelleoccasioni ci fece l'onore di fare a metà con noi).


Cosìil denaro di Magny sfumò ben presto. Ma benché l'ebreosi tenesse il suo gioielloche rappresentava senza dubbio tre volteil valore della somma che aveva prestato su quella garanzianon sicontentò di trarre soltanto quel profitto dal suo infelicecreditore su cui cominciò subito ad esercitare la propriainfluenza. I suoi conoscenti ebrei di X...agenti di cambiobanchierimercanti di cavalliche vivevano attorno alla Cortedovettero dire al loro confratello di Heidelberg quali erano irapporti di Magny con la Principessa; e quel furfante decise ditrarne profittoe di spremere tutte e due le vittime. Mio zio ed ionel frattemponuotavamo sull'alta marea della fortunaprosperandocon le nostre carte e con la partita matrimoniale anche piùgrossa che stavamo giocando; senza accorgerci minimamente dellamiccia che avevamo sotto i piedi.


Primache fosse passato un mesel'ebreo cominciò a tormentareMagny. Si presentò di persona ad X...e chiese ulterioriinteressi in contanti; altrimenti avrebbe dovuto vendere lo smeraldo.Magny trovò del denaro per luila Principessa aiutòancora il suo vile innamorato. Ma il successo della prima richiestariuscì solo a rendere la seconda più esorbitante. Ionon so quanto denaro fu pagato ed estorto su quel disgraziatosmeraldo; ma fu la causa della rovina di tutti noi.


Unanotte tenevamo il nostro tavolo come al solito dalla Contessa diLiliengartene Magnytrovandosi in fondicomunque se li fosseprocuratitirava fuori rotoli di monete uno dopo l'altroe giocavacon la sua sfortuna abituale. Nel bel mezzo della partita gli fuportato un bigliettoche egli lesse diventando pallidissimo nelloscorrerlo; ma in quel momento la fortuna gli era contrariae alzandopiuttosto ansiosamente lo sguardo all'orologioegli partecipòa qualche altro giro di cartefino a che avendosuppongoperdutoil suo ultimo rotolosi alzò con una selvaggia bestemmia chespaventò qualcuno della raffinata compagnia lìraccoltae lasciò la stanza. Si udì dal di fuori ungran scalpitare di cavalli; ma noi eravamo troppo occupati nellenostre faccende per fare attenzione a quel rumoree continuammo lanostra partita.


Adun tratto qualcuno entrò nella sala da gioco e disse allaContessa: - Ecco una strana storia! E' stato assassinato un ebreonella Kaiser vard. Magny è stato arrestato mentre usciva dallastanza.


Tuttala compagnia si levò di scatto udendo questa strana notiziaenoi levammo il banco per quella sera. Magny era stato seduto vicino ame durante il gioco (mio zio teneva bancoed io pagavo e riscuotevoil denaro) e guardando sotto la sedia vidi che c'era un fogliettospiegazzatoche raccolsi e lessi. Era quello che gli era statoconsegnato poco primae diceva così:

"Seavete fatto una cosa simileprendete il cavallo d'ordinanza con cuivi sarà recato questo. E' il migliore della mia stalla. Cisono cento luigi in ciascuna delle due fondinee le pistole sonocariche. Tutte e due le vie vi sono aperte; voi sapete quello cheintendo dire. Entro un quarto d'ora conoscerò il nostrodestino - se io debbo essere disonorato e sopravvivervise siete uncolpevole e un codardo; o se siete ancora degno del nome di M.".


Lacalligrafia era quella del vecchio Generale de Magnye mio zio ediotornandocene a casa nel buiodopo aver fatto e diviso quellasera con la Contessa di Liliengarten dei guadagni non indifferentisentimmo i nostri trionfi fortemente scossi nello scorrere quellalettera. "Ha Magny derubato l'ebreo"ci chiedemmo"oil suo intrigo è stato scoperto?". Tanto in un caso chenell'altrole mie pretese alla mano dalla Contessa Ida stavanoprobabilmente per incontrare serie difficoltà; ed io cominciaia sentire che la mia a gran carta" era giocata e forse perduta.


Ebbeneera perduta: benché io dicaancor oggiche era stata giocatabene e con abilità. Dopo cena (perché per timore diconseguenze noi non cenavamo mai durante il gioco) divenni cosìagitato nel pensare a quello che stava succedendo che decisi direcarmi in città verso la mezzanotte ad indagare qual'era ilvero motivo dello arresto di Magny. Ma alla porta c'era unasentinellache mi comunicò che io e mio zio eravamo in statod'arresto.


Fummolasciati nei nostri appartamenti per sei settimane guardati cosìrigidamente che una fuga era impossibileanche se l'avessimodesiderato; maessendo innocentinon avevamo nulla da temere. Ilnostro genere di vita era noto a tuttie noi desideravamo ericercavamo un'inchiesta. Grandi e tragici avvenimenti siverificarono durante quelle sei settimane; e di essibenchéne udissimo le linee generalicome tutta l'Europaquando fummorilasciati dalla nostra prigioniaeravamo ben lungi dal comprenderetutti i particolariche io conobbi solo molti anni dopo. Eccolicome mi furono raccontati dalla dama che era forse fra tutti quellache probabilmente li conosceva meglio. Ma sarà opportuno faredi questo racconto il contenuto di un altro capitolo.




Capitolo12



CONTIENELA TRAGICA STORIA DELLA PRINCIPESSA DI X



Piùdi vent'anni dopo gli avvenimenti narrati nei precedenti capitoliiostavo passeggiando con lady Lyndon sulla Rotonda di Ranelagh. Eravamonel 1790; l'emigrazione dalla Francia era già cominciataivecchi conti e le marchese affollavano le nostre spiagge: nonaffamati e miserabili come li vedemmo qualche anno dopoma ancoraindisturbatie ancora portavano con sé qualche traccia dellasplendidezza propria della loro nazione. Io stavo passeggiando conlady Lyndon chegelosa in modo speciale e sempre desiderosad'infastidirmiscoprì una dama straniera che mi stavaevidentemente osservandoe naturalmente chiese chi fossequell'orribile olandese così grassa che mi sbirciava in quelmodo.


Ionon la riconoscevo assolutamente. Avevo però la sensazione diaver visto da qualche parte il viso di quella signora (che eraadessocome diceva mia moglieenormemente grassa e pesante); ma nonpotevo riconoscere nella proprietaria di quella faccia una personache ai suoi tempi era stata tra le più belle donne dellaGermania.


Nonsi trattava d'altri che di Madame de Liliengartenl'amicaocomealtri dicevanola moglie morganatica del vecchio Duca di X.... ilpadre del Duca Victor. Essa aveva lasciato X... pochi mesi dopo ladipartita del vecchio Ducae se n'era andata a Parigiavevo sentitodiredove un avventuriero senza principi l'aveva sposata per il suodenaro; ma avevanonostante questoconservato sempre il suo titoloquasi regalee pretendevafra le risa dei parigini chefrequentavano la sua casagli onori e il cerimoniale spettanti allavedova di un sovrano. Aveva un trono nella sua sala principaleeveniva chiamata "Altezza" dai domestici e da tutti coloroche volevano farle la corte o farsi prestare denaro da lei. Ichiacchieroni dicevano che beveva piuttosto abbondantemente; edeffettivamente il suo viso portava i segni di quest'abitudineedaveva perduto la roseaschietta ed allegra bellezza che avevaaffascinato il sovrano che l'aveva fatta nobile.


Benchéessa non mi rivolgesse la parola nel circolo di Ranelaghio in quelperiodo ero conosciuto quanto il Principe di Gallesed essa non ebbedifficoltà a trovare la mia casa in Berkeley Squaredove mimandò un biglietto la mattina dopo. "Una vecchia amica diMonsieur de Balibari"diceva il biglietto (in pessimofrancese)"desidera ardentemente di rivedere il Cavaliere e diparlare con lui dei bei tempi andati. Rosina de Liliengarten (puòRedmond Balibari averla dimenticata?) sarà in casainLeicester Fieldstutta la mattinain attesa di qualcuno chevent'anni fa non sarebbe certo mancato all'appuntamento".


EraRosina di Liliengartendavvero - una Rosina così pienamentesbocciata come raramente ne ho viste. La trovai in un decoroso primopiano di Leicester Square (quella povera creatura cadde molto piùin basso in seguito)intenta a bere un thè che odoravafortemente di brandy; e dopo i primi salutiche sarebbero ancora piùnoiosi a riferire di quanto non sia stato farlie diverse altrechiacchiereella mi fece in breve il seguente racconto degliavvenimenti di X...che posso benissimo intitolare la "Tragediadella Principessa".


"Voivi ricordate di Monsieur de Geldernil Ministro di Polizia.


Eradi origine olandesee per di più di una famiglia di ebreiolandesi. Benché tutti fossero a conoscenza di questa macchiasul suo blasoneegli si adirava mortalmente se la sua origine venivaanche soltanto sospettata; e tentava di supplire alle colpe di suopadre con eccessive dimostrazioni di religiosità e con le piùaustere pratiche di devozione. Andava in chiesa tutte le mattinesiconfessava una volta la settimanae odiava ebrei e protestantiquanto un inquisitore. Non perdeva mai un'occasione di provare la suasincerità perseguitando gli uni o gli altri ogni volta che sene presentava l'occasione.


"Odiavamortalmente la principessa; perché Sua Altezza lo aveva offesocon qualche scherzo intorno alla sua origineaveva fatto togliere didavanti a lui il maiale a tavolao lo aveva colpito con altresciocchezzuole; e provava una violenta animosità contro ilvecchio Barone de Magnysia per la sua qualità diprotestantesia perché quest'ultimo con aria altera gli avevavoltato pubblicamente le spalle considerandolo un truffatore e unaspia.


"CosìGeldern aveva una ragione d'odio per rovinare la principessaed iosono convinta che avesse anche un altro motivo più forte -l'interesse. Ricordate che il Ducadopo la morte della sua primamogliesposò una principessa della casa di F.?

Gelderncomperò due anni dopo un bel palazzoed io sono convinta chelo abbia comperato col denaro che gli fu dato dalla famiglia di F.per concludere il matrimonio.


"Nonera minimamente nei desideri di Geldern andare dal Principe Victor eriferire a Sua Altezza una faccenda che tutti conoscevano. Sapeva chela persona che avesse portato al Principe informazioni cosìdisastrose sarebbe stata rovinata per sempre nella stima delPrincipe. Il suo scopodunqueera di lasciare che la faccenda sichiarisse da sé agli occhi di Sua Altezza; ma quando ilmomento fu maturopensò di cercare un mezzo per attuare ilsuo piano. Aveva spie nelle case del vecchio e del giovane Magny; maquesto voi naturalmente lo sapetecon la vostra esperienza delleabitudini del Continente. Il vostro negro (mi pare si chiamasseZamor) soleva venire a farmi rapporto tutte le mattine; ed io solevointrattenere il caro vecchio Duca con le storie delle vostre partitea picchetto e a dadi la mattinae delle discussioni e degli intrighifra voi e vostro zio.


Imponevanocontributi di questo genere a tuttiad Xper divertire il carovecchio. E il valletto di Monsieur de Magny soleva riferire tanto ame che a Monsieur de Geldern.


"Ioconoscevo il fatto dello smeraldo dato in pegno; e fu dal mio tesoropersonale che la povera principessa trasse i fondi che dovevanoessere spesi per quell'odioso Lowe e per quell'anche piùindegno giovane cavaliere. Che la principessa potesse fidarsi diquest'ultimocome insisteva a fareè al di là dellamia comprensione; ma non c'è infatuazione pari a quella di unadonna innamorata: e voi avrete osservatomio caro Monsieur deBalibariche il nostro sesso generalmente dedica la propriaattenzione agli uomini peggiori".


-Non sempresignora - protestai io; - anche il vostro umile servo hasuscitato molte simpatie!

-Non vedo come questo possa intaccare la verità della miaaffermazione - disse seccamente la vecchia signorae continuòil suo racconto. "L'ebreo che era in possesso dello smeraldoaveva avuto parecchi abboccamenti con la Principessae alla fine glifu offerto un riscatto così cospicuo che decise di restituireil pegno. Egli commise l'inconcepibile imprudenza di portare con sélo smeraldo a Xe si recò da Magnyal quale la principessaaveva fornito il denaro per riscattare il pegnoe che eraeffettivamente pronto a pagarlo.


"Illoro incontro avvenne negli appartamenti di Magnydove il suodomestico sorprese la loro conversazione fino all'ultima parola.


Ilgiovaneche era sempre così completamente trascurato in fattodi denaro quando ne avevafu così pronto ad offrirlocheLowe aumentò le sue richiesteed ebbe il coraggio di chiedereil doppio della somma precedentemente stabilita.


"Allorail cavaliere perdette la pazienzasi slanciò su quel bricconeed era sul punto di ucciderloquando molto opportunamente ilcameriere si precipitò dentro e lo salvò. Costui avevaudito ogni parola della conversazione tra i due litigantie l'ebreovolò terrorizzato fra le sue braccia; Magnyuomo lesto epassionalema non violentolasciò che il servo conducesse dabasso quel furfantee non ci pensò più.


"Forsenon gli dispiaceva di essersi liberato di luie di rimanere inpossesso di una forte somma di denaro - quattromila ducati - con cuipoteva tentare la fortuna ancora una voltae voi sapete che egli lofece al vostro tavolo quella sera stessa".


-Vostra Signoria fece a metàsignora - dissi io; - e voisapete quanto poco mi curavo delle mie vincite.


"Ildomestico condusse l'ebreo tutto tremante fuori del palazzoe nonappena lo ebbe visto sistemato in casa di un suo correligionariodove aveva l'abitudine di recarsise ne andò all'ufficio diSua Eccellenza il Ministro di Polizia e gli narrò parola perparola la conversazione che aveva avuto luogo fra l'ebreo e il suopadrone.


"Geldernespresse la massima soddisfazione per la prudenza e la fedeltàdella sua spia. Gli diede una borsa con trenta ducatie promise diricompensarlo generosamente; come a volte i grandi promettono diricompensare coloro che si fanno loro strumenti; ma voiMonsieur deBalibarisapete quanto raramente queste promesse vengono mantenute."Ora va' e cerca di sapere"disse Monsieur de Geldern"quando è che l'ebreo si propone di ritornare a casaose si pentirà e prenderà quel denaro". L'uomo andòad eseguire la commissione. Nel frattempoper rendere la faccendapiù sicuraGeldern combinò una partita a casa miainvitando voi a tener bancocome potete ricordare; e trovò ilmezzonello stesso tempodi far sapere a Maxime de Magny che cisarebbe stato banco di faraone da Madame de Liliengarten. Era ungenere di invito che il povero ragazzo non rifiutava mai".


Ricordavobenissimo i fattie seguitai ad ascoltarestupefatto dall'abilitàdell'infernale Ministro di Polizia.


"Laspia ritornò dalla commissione datagli presso Lowee dichiaròche aveva fatto indagini tra i domestici della casa in cui alloggiavail banchiere di Heidelberge che era intenzione di quest'ultimolasciare X... quel pomeriggio stesso. Viaggiava solosu un vecchiocavallovestito in maniera modestissimasecondo le abitudini dellasua gente.


"Johann"disse il Ministrobattendo sulla spalla alla spia assai lusingata daquel gesto"sono sempre più soddisfatto di te. Hopensatoda quando mi hai lasciatoalla tua intelligenza e allafedeltà con cui mi hai servito; e troverò prestoun'occasione per sistemarti secondo i tuoi meriti. Che stradaprenderà quel briccone di ebreo?".


"Vaad R... stasera ".


"Edeve passare per il Kaiserwald.. Sei coraggiosoJohann Kerner?""Vostra Eccellenza si fidi di me! " disse l'uomocon gliocchi scintillanti:" ho servito nella Guerra dei Sette Annienon ho mai mancato al mio dovere".


"Allorastammi a sentire. Bisogna togliere lo smeraldo a quell'ebreo:semplicemente nel tenerlo quel furfante ha commesso un reato di altotradimento. All'uomo che mi porterà quello smeraldo io giuroche darò cinquecento luigi. Tu capisci perché enecessario che sia restituito a Sua Altezza. Non c'è bisognoche dica altro".


"Loavrete staserasignore"disse l'uomo. "NaturalmenteVostra Eccellenza mi tirerà fuori dai guai in caso diincidenti".


"Diamine!"rispose il Ministro; "ti darò metà della sommaanticipata; tanta è la confidenza che ho in te. Un incidente èimpossibilese prendi accuratamente le tue misure. Ci sono quattroleghe di bosco; e l'ebreo cammina adagio. Sarà notte prima chearrividiciamoal vecchio Powder-Will nel bosco. Che cosa tiimpedisce di tendere una corda attraverso la stradae di trattarecon lui laggiù? Ritorna da me stasera stessa. Se incontriqualcuno della pattugliadi' "Le volpi sono scappate". E'la parola d'ordine per stanotte. Ti lasceranno passare senza fardomande" "L'uomo se ne andò soddisfattissimodell'incarico; e mentre Magny stava perdendo il suo denaro al nostrobanco di faraoneil suo domestico in agguato attendeva l'ebreo nelluogo che si chiama Powder-Willnel Kaiserwald. Il cavallodell'ebreo inciampò in una corda che era stata tesa attraversola strada; e mentre il cavaliere rotolava in terra lamentandosiJohann Kerner si precipitò su di lui mascheratocon lapistola in manochiedendogli il suo denaro. Non aveva intenzione diuccidere l'ebreocredoa meno che la sua resistenza non rendessenecessario ricorrere a mezzi estremi.


"Einfatti non commise nessun assassinio del genere; perchémentre l'ebreo strillando chiedeva pietàe il suo assalitorelo minacciava con una pistolaarrivò una squadra in pattugliae si impadronì del predone e del ferito.


"Kernerlanciò una bestemmia; "Siete arrivato troppo presto"disse al sergente di polizia. "Le volpi sono scappate".


"Maqualcuna è stata presa"ribatté il sergente conassoluta indifferenza; e gli legò le mani con la corda che luistesso aveva teso attraverso la strada per far cadere in trappolal'ebreo. Fu caricato su un cavallo dietro un poliziotto; Lowe fusistemato nello stesso modoe così la compagnia ritornòin città al cader della notte.


"Furonocondotti immediatamente al quartiere di polizia; e siccome avvenneche si trovasse lì il Capofurono interrogati da SuaEccellenza in persona. Furono perquisiti rigorosamente tutti e due;all'ebreo furono tolte le carte e gli scrigni: il gioiello fu trovatoin un taschino segreto. Quanto alla spiail Ministroguardandolocon iradisse"Diaminequesto è il domestico delCavaliere de Magnyuno degli scudieri di Sua Altezza!" esenzaascoltare una parola a discolpa del povero diavolo spaventatissimoordinò che fosse rinchiuso e isolato.


"Poichiesto il suo cavallosi recò agli appartamenti del Principee chiese udienza immediata. Quando fu ammessogli presentò losmeraldo. "Questo gioiello"disse"è statotrovato sulla persona di un ebreo di Heidelbergche in questi ultimitempi è stato qui ripetutamenteed ha avuto molto a che farecon lo scudiero di Sua Altezzail Cavaliere de Magny. Questopomeriggio il domestico del cavaliere è uscito dalla casa delsuo padrone accompagnato dall'ebreo; ed è stato udito fardomande sulla strada che l'altro intendeva prendere per tornare acasa; lo ha seguitoo piuttosto lo ha precedutoed è statotrovato nell'atto di minacciare la sua vittima con una pistoladallamia polizia nel Kaiserwald. L'uomo non confesserà nulla; manel frugarlo è stata trovata sulla sua persona una forte sommain oro; e benché io provi molto dispiacere nel sostenere unasimile opinione ed implicare nella faccenda un gentiluomo delcarattere e del nome di Monsieur de Magnydebbo dichiarare che ènostro dovere interrogare il cavaliere circa quest'affare. Dato cheMonsieur de Magny è al servizio personale di Vostra Altezzaegode della sua fiduciaalmeno così ho sentito direnon miazzarderei ad arrestarlo senza il permesso di Vostra Altezza".


"IlGrande Scudiero di Sua Altezzaun amico del vecchio Barone de Magnyche era presente all'incontronon appena ebbe udito la strananotiziasi affrettò ad andare dal vecchio generale con laterribile nuova del supposto delitto di suo nipote. Forse a SuaAltezza stessa non dispiaceva che il suo vecchio amico e maestroavesse la possibilità di salvare la sua famiglia dalladisgrazia; in tutti i modia Monsieur de Hengstil Grande Scudierofu permesso di recarsi indisturbato dal baronee di comunicarglil'accusa che pendeva sul disgraziato cavaliere.


"E'da pensare che egli si aspettasse qualche spaventosa catastrofe delgenereperchédopo aver udito il racconto di Hengst (comequest'ultimo poi mi riferì)disse soltanto: "Sia fattala volontà del Cielo!" e per qualche tempo rifiutòdi fare neppure un passo in proposito. Soltanto dalle insistenze delsuo amico fu indotto poi a scrivere la lettera che Maxime de Magnyricevette al nostro tavolo da giuoco.


"Mentrequesti era lìa dissipare il denaro della Principessalapolizia perquisiva il suo appartamentodove vennero scoperte uncentinaio di provenon della sua colpevolezza circa il furtomadella sua colpevole relazione con la Principessa: doni e appassionatelettere di leicopie della corrispondenza di lui con i suoi giovaniamici di Parigi; che il Ministro di Polizia lesse attentamente e poisigillò accuratamente tutte insieme per Sua Altezza ilPrincipe Victor. Non ho nessun dubbio che le abbia lettebenchénel consegnarle al principe ereditarioGeldern dicesse cheobbedendo agli ordini di Sua Altezzaaveva raccolto tutte le cartedel cavaliere; ma che non aveva bisogno di dire chesul suo onorelui stesso (Geldern) non aveva esaminato quei documenti. I suoicontrasti con i due signori de Magny erano noti; pregavaquindiSuaAltezza di servirsi di un altro funzionario per giudicare le accusefatte al giovane cavaliere.


"Tuttoquesto accadeva mentre il cavaliere era intento a giocare.


Ilcorso della fortuna - voi avevate molta fortuna in quei giorniMonsieur de Balibari - gli era contrario. Rimase lì finchéperdette i suoi quattromila ducati. Ricevette il biglietto di suozioe tale era l'eccitazione dello sfortunato giocatore chedopoaverlo ricevutodiscese nella corte dove il cavallo lo aspettavaprese arbitrariamente il denaro che il povero vecchio gentiluomoaveva messo nelle bisacce della sellalo portò di sopralogiocò e lo perdette; e quando uscì di nuovo dallastanza per fuggireera troppo tardi: fu tratto in arresto in fondoalle scale di casa miamentre voi eravate sul punto di andare a casavostra.


"Quandoentrò scortato dai soldati mandati ad arrestarloil vecchiogeneraleche stava aspettandofu lietissimo di vederloe si gettòtra le braccia del ragazzobaciandolo per la prima volta da moltiannipoi dissesinghiozzando: "Eccolo quisignori; grazie aDio non è colpevole del furto!" e ricadde in una poltronain uno scoppio di emozione: penoso a vedersifu detto poi da tutticoloro che erano presentida parte di un uomo cosìcoraggiosoe noto per essere tanto freddo e rigido.


"Furto!"esclamò il giovanotto. "Giuro davanti a Dio che non nesono colpevole!" e si svolse tra loro una scena diriconciliazione quasi commovente prima che lo sfortunato giovanefosse condotto dal corpo di guardia nella prigione che era destinatoa non lasciare più.


"Quellasera il Duca guardò le carte che Geldern gli aveva portato.Poco dopo aver cominciato a leggeresenza dubbioordinò ilvostro arresto; perché voi foste presi a mezzanotteMagnyalle dieci; e dopo questo il vecchio Barone de Magny aveva visto SuaAltezzaprotestando l'innocenza di suo nipotee il principe loaveva ricevuto molto graziosamente e gentilmente. Sua Altezza disseche non aveva alcun dubbio che il giovane fosse innocente; la suanascita e il suo sangue rendevano impossibile un simile delitto; ma isospetti contro di lui erano troppo forti: si sapeva che quel giornoera stato chiuso con l'ebreo; che aveva ricevuto una fortissima sommadi denaro che aveva dissipato al giuocoe che senza dubbio gli erastata imprestata dall'ebreoche gli aveva spedito dietro il suodomesticoil quale si era informato dell'ora della partenzadell'ebreosi era appostato ad aspettarloe lo aveva assalito perderubarlo. I sospetti contro il cavaliere erano così fortiche la giustizia comune richiedeva il suo arresto; ma nel frattempofinché non si fosse discolpatosarebbe stato tenuto in unaprigionia non disonorevolee si sarebbe avuto ogni riguardo per ilsuo nome e per i servizi del suo rispettabile avo. Con questaassicurazionee con una calda stretta di manoil Principe avevalasciato il vecchio Generale de Magny quella sera; e il veterano siritirò a riposarequasi consolato e fiducioso nel possibile eimmediato rilascio di Maxime.


"Maal mattinoprima dell'albail Principe Victorche aveva trascorsotutta la notte a leggere quelle cartechiamò impetuosamenteil paggioche dormiva nella stanza accanto attraverso la portagliordinò di prendere i cavalliche erano tenuti sempre prontinelle stallee gettando un pacco di lettere in uno scrignodisse alpaggio di seguirlo a cavallo con lo scrigno. Il giovane (Monsieur deWeissenborn) lo raccontò ad una giovinetta che appartenevaallora alla mia casae che è adesso Madame de Weissenbornemadre di una decina di figliuoli.


"Ilpaggio disse che mai si era visto un cambiamento come quello avvenutoal suo augusto padrone nel corso di una sola notte. Aveva gli occhiiniettati di sanguela faccia lividagli abiti in disordinee luiche aveva sempre fatto la sua apparizione alle parate vestito con lastessa precisione di qualsiasi sergente delle sue truppelo si potéveder galoppare per le strade deserte all'albeggiaresenza cappellocon i capelli senza cipriasvolazzanti come quelli di un pazzo.


"Ilpaggiocon lo scrigno delle letterefaceva rimbombare il selciatodietro il suo padrone. Non era facile seguirlo; cavalcarono dalpalazzo alla cittàe attraverso la città ai quartieridel generale. Le sentinelle che erano alla porta furono spaventatedalla strana figura che si precipitava verso l'alloggio del generalee senza riconoscerlaincrociarono le baionette e si rifiutarono difarlo entrare. "Pazzi"disse Weissenborn"èil Principe!" Si attaccarono al campanello come se si trattassedi un incendioe finalmente la porta venne aperta dal portiereeSua Altezza salì di corsa alla camera da letto del generaleseguito dal paggio con lo scrigno.


"MagnyMagny"gridò il Principeimperversando contro la portachiusa"alzatevi!" E alla domanda del vecchiodall'internorispose"Sono io - Victor - il Principe!alzatevi!" "Immediatamente la porta venne aperta dalgenerale in veste da camerae il Principe entrò. Il paggioportò dentro lo scrignoe fu pregato di aspettare fuoriecosì fece; ma dalla camera da letto di Monsieur de Magnyc'erano due portedi cui la grande serviva per entrare nella suastanzae la più piccola conducevacome è abitudinenelle nostre casein un gabinetto che comunica con l'alcova in cui èil letto. Il giovane de Weissenborn trovò quest'ultima portaapertae così poté benissimo sentire e vedere tuttoquello che succedeva dentro la camera.


"Ilgeneralecon un certo nervosismochiese qual era la ragione di unavisita così mattutina da parte di Sua Altezza; a questadomanda il Principe non rispose per qualche istantefissandoloferocementee camminando a grandi passi su e giù per lastanza.


"Allafine disse"Ecco la ragione!" battendo il pugno sulloscrigno; e siccome aveva dimenticato di portarne la chiaveandòun momento verso la portadicendo"Forse la chiave l'haWeissenborn" ma poivedendo sulla stufa uno dei "couteaux-de-chasse" del generalelo presee disse"Andrà beneanche questo"e si mise al lavoro per aprire il cofanetto rossocon la lama del coltello da caccia. La punta si spezzòedegli lanciò una bestemmiama continuò ad armeggiarecon la lama spezzatache si mostrò più adatta allabisogna del lungo e appuntito coltelloe finalmente riuscì aschiantare il coperchio del cofanetto.


"Qualè la ragione?" disse ghignando. "Eccola qui laragione leggete questo! - c'è dell'altra ragioneleggetequesto! - ce n'è dell'altra - nonon questa; è ilritratto di qualcun'altrama questo è il suo! ConoscetequestoMagny? E' di mia mogliedella Principessa! Perché maivoi e la vostra dannata razza siete venuti dalla Francia a sfogare lavostra infernale malvagità dovunque posavate il piedee arovinare oneste famiglie tedesche?

Cos'altroavete avutovoi e i vostridalla mia famigliase non confidenza ecortesie? Noi vi abbiamo dato una casa e una patria quando non neavevate piùed ecco la nostra ricompensa! "e gettòun pacco di carte davanti al vecchio generale; che videimmediatamente la verità - la conosceva già da moltotempoprobabilmente - e ricadde sulla sua poltronacoprendosi lafaccia.


"IlPrincipe seguitò a parlare gesticolando e quasi urlando. "Seun uomo vi avesse fatto una simile ingiuriaMagnyprima che voidiveniste padre di quel mascalzone falsario e giocatoreavreste bensaputo come vendicarvi. Voi lo avreste ucciso! Sìlo avresteucciso. Ma mechi mi aiuterà a vendicarmi? Io non ho parimiei.


Nonposso incontrarmi sul terreno con quel cane di francese - quelruffiano di Versailles - e ucciderlocome se avesse compiuto questotradimento ai danni di uno del suo stesso rango".


"Ilsangue di Maxime de Magny"disse orgogliosamente il vecchiogentiluomo"vale quanto quello di qualsiasi altro principedella Cristianità".


"Possoio prendermi quel sangue?" ruggì il principe: "voilo sapeteche non posso. Io non posso avere gli stessi privilegi diqualsiasi altro gentiluomo d'Europa. Che cosa debbo fare? GuardateMagnyio ero pazzo quando sono venuto qui; non sapevo quello chefacevo. Voi mi avete servito per trent'anni; mi avete salvato la vitadue volte: non ci sono che giocatori e donnacce quiintorno al miovecchio padre - né donne né uomini onesti voi sietel'unico - voi mi avete salvato la vita: ditemi voi che cosa debbofare!" Cosìdopo aver insultato Monsieur de Magnyilpovero principe mezzo impazzito finì col supplicarlo; e allafine si buttò addirittura in terra in uno scoppio di pianto.


"Ilvecchio Magnyuno degli uomini più rigidi e freddiabitualmentequando vide quest'esplosione di sentimenti da parte delPrincipesi agitò tanto quanto il suo padronealmeno cosìmi disse il mio informatore. Dalla sua alterigia e dalla suafreddezza il vecchio piombò improvvisamente nella piagnucolosalamentosità dell'estrema vecchiaia. Perdette ogni senso didignità: si buttò in ginocchioed esplose in ognisorta di appassionati e incoerenti tentativi di consolazione; a unpunto taleche Weissenborn disse che non poté sopportare lavista di questa scena e ne distolse lo sguardo.


"Mada quello che seguì in pochi giorninoi possiamo immaginarele conclusioni di quel lungo incontro. Il Principequando siallontanò dalla conversazione col suo vecchio servitoredimenticò il suo fatale cofanetto di carte e rimandòindietro il paggio a prenderlo. Il generale era in ginocchio nellastanza e pregava quando il giovane entròe fece appena unamossa e si guardò attorno selvaggiamente quando l'altro presel'oggetto. Il Principea cavallosi recò al suo casino dicaccia a tre leghe da X...e tre giorni dopo Maxime de Magny morìmisteriosamente in prigione; dopo aver confessato che era implicatonel tentativo di derubare l'ebreoe che l'aveva fatta finita con lavitaper vergogna del proprio disonore.


"Maquello che non si sa è che fu il generale stesso che diede ilveleno a suo nipote: si disse persino che fosse lui che lo avevaucciso in prigione con un colpo di pistola. Invece non fu così.Il Generale de Magny portò a suo nipote la droga che dovevafarlo uscire da questa vita; dimostrò allo sciagurato giovaneche il suo destino era inevitabile; e che sarebbe statoinevitabilmente pubblicose non avesse deciso di anticipare da sestesso la punizione: e con queste parole lo lasciò. Ma ildisgraziato non era d'accordoe solo quando ebbe esaurito qualsiasipossibilità di scamparecome sentirete adessola vita diquella sciagurata creatura volse al suo termine.


"Quantoal Generale de Magnycadde in uno stato di rimbambimento quasicompleto poco tempo dopo la morte di suo nipote e la scomparsa delmio onorevole Duca. Dopo che Sua Altezza il Principe ebbe sposato laPrincipessa Mary di F...mentre passeggiavano insieme nel giardinoinglese essi incontrarono una volta il vecchio Magny che passeggiavaal sole nella poltrona a rotellein cui veniva portato fuori disolitodopo il suo attacco di paralisi.


"Questaè mia moglieMagny"disse il Principe affettuosamenteprendendo la mano del veterano; e aggiunsevolgendosi allaprincipessa"Il Generale de Magny mi ha salvato la vita durantela Guerra dei Sette Anni".


"Comel'avete ripresa?" disse il vecchio. "Allora vorrei che mirideste anche il mio povero Maxime". Aveva completamentedimenticato la morte della povera Principessa Oliviae il principemolto rabbuiatopassò oltre.


-Ed ora - aggiunse Madame del Liliengarten - ho soltanto un'altrastoriaancora più cupada raccontarvila morte dellaPrincipessa Olivia. E' anche più orribile del racconto che hofinito ora di farvi. - E con questa premessa la vecchia dama ripreseil suo racconto.


"Ilfato della gentilema debole Principessafu affrettatose noncausato dalla vigliaccheria di Magny. Egli trovò modo dimettersi in comunicazione con lei dalla prigionee Sua Altezzachenon era ancora apertamente in disgrazia (perché il Ducaperriguardo alla famigliainsisteva nell'accusare Magny soltanto ditentato furto)fece i più disperati sforzi per liberarloeper corrompere i carcerieri che dovevano lasciarlo scappare. Era cosìagitata che perdette qualsiasi pazienza e prudenza nell'esecuzione ditutti i progetti che poteva aver fatto per la liberazione di Magny;suo marito era inesorabilee aveva disposto in modo che la prigionedel cavaliere fosse sorvegliata strettamente perché qualsiasitentativo di fuga fosse impossibile. Ella offrì dei gioiellidi Stato in pegno al banchiere di Corteche naturalmente fucostretto a rifiutare l'affare. Si disse anche che si mettesse inginocchio davanti a Geldernil Ministro di Poliziaoffrendogli Diosa cosa in pegno. Infine si recò piangendo dal mio poverocaro vecchio Ducache per la sua etài suoi malanni e le sueabitudini tranquilleera assolutamente inadatto a sopportare scenedi carattere così violento; e che in conseguenzadell'agitazione sollevata nel suo augusto seno dalla freneticaviolenza e dal dolore di leiebbe un attacco durante il quale fuisul punto di perderlo. E che la sua cara vita sia stata portataimmaturamente alla fine da tutte quelle storieio non ne dubitominimamenteperché il buon pasticcio di Strasburgo a causadel quale dissero che era mortonon gli avrebbe mai fatto maleneson certase non fosse stato per il colpo che il suo poverotenerocuore ricevette dagli insoliti avvenimenti cui fu costretto a prenderparte.


"Tuttii movimenti di Sua Altezza erano accuratamenteanche se nonapertamentesorvegliati da suo maritoil Principe Victor; il qualerecatosi a far visita al suo augusto padregli dichiaròseveramente che se Sua Altezza (il mio Duca) avesse osato dare aiutoalla Principessa nei suoi sforzi per liberare Magnyluiil PrincipeVictor avrebbe accusato pubblicamente la Principessa e il suo amantedi alto tradimentoe avrebbe preso dei provvedimenti con la Dietaper rimuovere dal trono suo padrecome incapace di regnare. Quindiogni intromissione da parte nostra era vanae Magny fu lasciato alsuo destino.


"Essogiunsecome sapeteassai subitaneamente. GeldernMinistro diPoliziaHengstGrande Scudieroe il colonnello della guardia delPrincipesi recarono a visitare il giovane in prigione due giornidopo che suo nonno era stato a trovarlo e si era lasciato dietro lafiala di veleno che il colpevole non aveva il coraggio di adoperare.E Geldern fece sapere al giovane che se non avesse presospontaneamente l'acqua di lauroceraso fornitagli dal vecchio Magnysarebbero stati immediatamente usati nei suoi riguardi mezzi di mortepiù violentie che una schiera di granatieri aspettava nelcortile per compiere la sua esecuzione. Di fronte a questo Magnynelpiù pietoso stato di avvilimentodopo essersi trascinato inginocchio per la stanza da un ufficiale all'altropiangendo estrillando di terrorealla fine disperato bevve il velenoe pochiminuti dopo non fu più che un cadavere. Così finìquello sciagurato giovane.


"Lasua morte fu resa di pubblica ragione nella Gazzetta di Corte duegiorni dopo: un trafiletto diceva che Monsieur de M....


colpitodal rimorso per aver tentato di assassinare l'ebreosi era dato dase stesso la morte col veleno in prigione; e seguiva un ammonimento atutti i giovani nobili del ducato perché si astenessero dalterribile peccato del giuocoche era stato la causa della rovina delgiovanee aveva coperto di dolore irreparabile i capelli grigi diuno dei più nobili e onorati servitori del Duca.


"Ilfunerale si compì con decorosa semplicitàe viassistette il Generale de Magny. La carrozza dei due Duchi e tutti iprincipali personaggi della Corte passarono poi a far visita algenerale. Il giorno dopo egli assistette come al solito alla paratasulla Piazza dell'Arsenalee il Duca Victorche aveva ispezionatogli edificine uscì appoggiato al braccio del vecchio evaloroso guerriero. Egli si mostrò particolarmente graziosocol vecchioe ripeté ai suoi ufficiali la storiatante volteraccontatadi come a Rosbachquando l'esercito di X... combattevacon le truppe del disgraziato Soubiseil generale si era gettatodavanti ad un dragone francese che stringeva molto da vicino SuaAltezza sulla stradaaveva ricevuto il colpo diretto al suo signoreed aveva ucciso l'assalitore. E fece allusione al motto di famiglia"Magny sans tache"dicendo che così era semprestato col suo prode amico e maestro nelle armi. Questo discorsocommosse molto tutti i presentiad eccezione del vecchio generaleche si inchinò soltantosenza aprir bocca; ma quando tornòa casa lo si udì borbottare "Magny sans tacheMagny sanstache!" e quella notte ebbe un attacco di paralisida cui nonsi riprese più che in parte.


"Lanotizia della morte di Maxime era stata in qualche modo tenutanascosta alla Principessa fino a quel momento: era stata persinostampata una Gazzetta: senza il paragrafo contenente la relazione delsuo suicidio; ma a lungo andarenon so comeella lo venne a sapere.E quando lo seppemi dissero le sue damemandò un grido ecadde come colpita a morte; poi rimase lì discinta escarmigliata come una pazza. Fu portata a lettodove il suo medicola visitòconstatando che era stata colpita da una febbrecerebrale. Il principe mandava a chiedere continuamente notizie; egiudicando dal fatto che dava ordini perché il suo castello diSchlagenfels venisse preparato e ammobiliatonon ho alcun dubbio chefosse sua intenzione confinarla laggiù; come era stato fattocon l'infelice sorella di Sua Maestà Britannica a Zell.


"Ellamandò ripetutamente a chiedere di essere ricevuta da SuaAltezza; ma questi rifiutòdicendo che l'avrebbe vista quandosi fosse abbastanza rimessa in salute. Ad una delle appassionatelettere di lei egli mandò in risposta un pacchetto chequandofu apertomostrò di contenere lo smeraldo che era stato lacausa attorno alla quale si era svolto tutto quell'oscuro intrigo.


"Questavolta Sua Altezza divenne addirittura frenetica; giurò inpresenza di tutte le sue dame che un ricciolo dei capelli del suocaro Maxime era per lei più prezioso di tutti i gioielli delmondo; suonò per far chiamare la sua carrozzae disse chesarebbe andata a baciare la tomba di lui; proclamò l'innocenzadel martire assassinatoe richiamò la punizione del cieloela collera della sua famiglia sull'assassino di lui. Nell'udirequesti discorsi (chenaturalmentegli venivano tutti regolarmenteriportati) si dice che il Principe lanciasse uno dei suoi terribilisguardie dicesse"Questa storia non può durare alungo".


"Tuttoquel giorno e il giorno seguentela Principessa li passò neldettare le lettere più appassionate al principe suo padreaiRe di FranciaNapoli e Spagnasuoi parentie a tutti gli altrirami della sua famigliasupplicandoli con le parole piùincoerenti di proteggerla contro quel carnefice e quell'assassino disuo maritofacendo la persona di lui oggetto dei più follirimproverie confessando nello stesso tempo il suo amore perl'assassinato Magny. Invano le dame che le erano fedeli le feceronotare l'inutilità di queste letterela pericolosa folliadella confessione che contenevano; ella insistette a scriverneesoleva affidarle alla sua seconda camerierauna francese (SuaAltezza era sempre particolarmente affezionata a coloro cheappartenevano a questa nazione)che aveva la chiave della suacassettinae portava tutte quelle lettere a Geldern.


"Salvoil fatto che non si tenevano ricevimenti pubblicile cose sisvolgevano attorno alla Principessa col cerimoniale consueto.


Allesue dame era permesso di attendere al suo servizio e di compiere iloro doveri abituali verso la persona di Sua Altezza. I soli uominiammessiperòerano i suoi domesticiil medico e ilcappellano; e un giorno che essa voleva discendere in giardino unheyduc (17)che faceva la guardia alla portadisse a Sua Altezzache era ordine del Principe che essa restasse nei suoi appartamenti.


"Questiappartamenti terminanocome forse ricorderetesul grande ballatoiodello scalone di marmo di Schloss X... e l'ingresso alle stanze delPrincipe Victor è di fronte a quello della Principessa sulmedesimo pianerottolo. E' uno spazio vastopieno di divani e dipanchettinie i gentiluomini e gli ufficiali addetti al Ducasolevano farne una specie di anticamerae rendere omaggio a SuaAltezza lìquando egli vi passava uscendoalla parata delleundici. Nello stesso momentogli heyduc che erano nelle stanze dellaPrincipessa solevano venir fuori con le loro alabarde a far ilpresentat'arm al Principe Victore la stessa cerimonia venivacompiuta dalla parte degli appartamenti di luiquando uscivano ipaggi ad annunciare l'arrivo di Sua Altezza. I paggi solevano venirfuori a dire: "il Principesignori!" e i tamburi battevanonel vestiboloe i gentiluomini che stavano aspettando sui banchi checorrevano lungo la balaustra si alzavano in piedi.


"Esiccome il suo destino la spingeva verso la morteun giorno laPrincipessaquando le sue guardie si mossero per uscire e compreseda questo che il Principe si trattenevacom'era sua abitudinesulpianerottoloconversando con i suoi gentiluomini (un tempo solevaattraversare l'appartamento della Principessa e andare a baciarle lamano) la Principessache era stata agitatissima tutta la mattinalamentandosi del caldo e insistendo che tutte le portedell'appartamento fossero lasciate apertee dando segni di unafollia che io penso fosse ormai evidentesi precipitòimpetuosamente verso le porte mentre passavano le guardielespalancòe prima che si potesse dirle una parola o che le suedame potessero seguirla fu alla presenza del Duca Victorche stavachiacchierando come al solito sul pianerottolo:

emettendosi fra lui e lo scalonecominciò ad apostrofarlo confrenetica veemenza:

"Sappiatesignori!" gridò"che quest'uomo è unassassino e un mentitore; che egli prepara intrighi ai danni dionorevoli gentiluominie li fa uccidere in prigione! Sappiate cheanch'io sono imprigionata; e pavento il medesimo destino: lo stessocarnefice che uccise Maxime de Magny puòogni nottemettermiil coltello alla gola. Io faccio appello a voie a tutti i Red'Europamiei regali parenti. Domando di essere liberata da questovile tirannoda questo menzognero traditore! E scongiuro tutti voigentiluomini d'onoredi portare queste lettere ai miei parentie didir loro da chi le avete avute!" e a questo punto l'infelicedonna cominciò a gettare tutto attorno lettere in mezzo aquella folla attonita.


"Chenessuno si chini a raccoglierle!" gridò il Principe convoce di tuono. "Madame de Gleimvoi avreste dovuto sorvegliaremeglio la vostra ammalata. Chiamate i medici della Principessa: ilcervello di Sua Altezza è sconvolto. Signoriabbiate la bontàdi ritirarvi". E il Principe rimase sul pianerottolo mentre igentiluomini discendevano lo scalonedicendo risolutamente allasentinella"Soldatose si muovecolpiscila con la tuaalabarda!" e a queste parole il soldato puntò la sua armaal petto della Principessachespaventataindietreggiò discatto e rientrò nei suoi appartamenti. "AdessoMonsieurde Weissenborn"disse il Principe"raccogliete tuttequelle carte": e il Principe rientrò nei propriappartamentipreceduto dai suoi paggie non li lasciò fino ache non ebbe visto bruciare sul fuoco fin l'ultima di quelle lettere.


"Ilgiorno dopo la Gazzetta di Corte conteneva un bollettino firmato datre mediciin cui si dichiarava che "Sua Altezza la PrincipessaEreditaria era ammalata di infiammazione cerebralee aveva passatouna notte insonne e agitata". Un giorno dopo l'altro venneropubblicate notizie simili. Tutte le sue dameall'infuori di duefurono dispensate dal servizio. Vennero messe sentinelle dentro efuori delle sue porte; le sue finestre furono assicurate in modo chefosse impossibile fuggire da quella parte: e voi sapete che cosaaccadde dieci giorni dopo. Le campane della chiesa suonarono pertutta la nottee furono richieste le preghiere dei fedeli per unapersona in extremis. Al mattino apparve la solita Gazzetta listata alutto che annunciava che "l'alta e potente Principessa OliviaMaria Ferdinandaconsorte di Sua Altezza Serenissima Victor LouisEmanuelPrincipe Ereditario di X.... era deceduta la sera del 24gennaio 1769".


"Masapete voi in che modo essa morìsignore? Anche questo èun mistero. Weissenbornil paggioebbe parte in questa cupatragedia; e il segreto era così terribile che maicredetemifino alla morte del Principe Victorio ebbi il coraggio dirivelarlo.


"Dopoil fatale scandalo che aveva fatto la Principessail Principe mandòa chiamare Weissenborne vincolandolo al segreto col piùsolenne dei giuramenti (lo infranse soltanto con sua moglie moltianni dopo: e invero non c'è segreto al mondo che le donne nonpossano conoscerese vogliono)lo mandò a fare la seguentemisteriosa commissione.


"Sullariva del fiume a Kehl"disse Sua Altezza"di fronte aStrasburgoabita un uomo di cui troverete facilmente l'abitazionecol suo nome"Monsieur De Strasbourg". Chiederete di luitranquillamentecercando di non farvi notare; forse a questo scopofarete meglio ad andare addirittura a Strasburgodove quella personaè ben conosciuta. Porterete con voi un compagno di cuipossiate fidarvi nella maniera più assoluta: la vita dientrambiricordatelodipende dalla vostra segretezza. Cercherete unmomento in cui "Monsieur De Strasbourg" è soloesoltanto in compagnia del domestico che vive con lui (io stesso sonostato per caso a far visita a quest'uomo durante il mio ritorno daParigi cinque anni fa ed è questo che mi induce a mandarlo achiamarenella mia attuale situazione). Farete fermare la carrozzaalla sua porta di notte; e voi ed il vostro compagno entrerete incasa sua mascheratie gli offrirete una borsa con cento luigipromettendogli il doppio di questa somma al suo ritorno dallaspedizione. Se rifiutadovete usare la forza e portarmelo qui;minacciandolo di morte immediata se rifiuta di seguirvi. Lo metteretenella carrozza con gli sportelli chiusie l'uno o l'altro di voi nonlo perderà mai di vista per tutta la stradaminacciandolo dimorte se si mostra o grida. Lo alloggerete qui nella vecchia Torredove ci sarà una camera preparata per lui; e quando avràfatto il suo lavorolo ricondurrete a casa sua con la stessarapidità e segretezza con cui lo avrete portato sin qui".


"Questifurono i misteriosi ordini che il Principe Victor diede al suopaggio; e Weissenbornscegliendosi per compagno nella spedizione ilLuogotenente Bartensteinpartì per il suo singolare viaggio.


"Tuttoquesto mentre il palazzo viveva nel silenziocome sotto l'incubo diun lutto e nella Gazzetta di Corte apparivano i bollettini cheannunciavano il proseguimento della malattia della principessa.Benché essa avesse solo poche persone ad assisterlasinarravano storie strane e piene di particolari sui progressi del suomale. Che era quasi impazzita. Che aveva tentato di uccidersi. Cheimmaginava di essere non so quante persone differenti. Furono mandatidei corrieri espressi alla sua famiglia per informarla dello stato dileie inviati pubblicamente dei corrieri a Vienna e a Parigi perrichiedere l'assistenza di medici specializzati nella cura dellemalattie del cervello. Ma questa pretesa ansia era solo una finta:non si ebbe maiin realtàl'intenzione di far guarire laPrincipessa.


"Ilgiorno in cui Weissenborn e Bartenstein ritornarono dalla lorospedizionefu annunciato che Sua Altezza la Principessa era moltopeggiorata; quella notte corse voce in città che era inagonia:

invecequella notte la sfortunata donna stava tentando la fuga.


"Essaaveva una fiducia illimitata nella cameriera francese che la servivae il piano di fuga fu preparato fra lei e questa donna.


LaPrincipessa prese i suoi gioielli in uno scrigno; fu rimessa in operaper lei una porta segretache si apriva in una delle sue stanze econducevale fu dettoal cancello esterno del palazzo:

ele fu portata una lettera facendole capire che proveniva dal Duca suosuoceroin cui si diceva che erano stati preparati una carrozza edei cavalliche l'avrebbero portata a B...: un paese da cui avrebbepotuto comunicare con la sua famiglia e mettersi in salvo.


"Lasventurata damafiduciosa nella sua guardianasi avventurònella spedizione. Il passaggio si apriva attraverso i muri dellaparte moderna del palazzo e terminava effettivamente nella vecchiaOwl Towercom'era chiamatanel muro esterno (in seguito la torre fuabbattutae per buone ragioni).


"Adun certo punto la candela che la cameriera portava si spense; e laPrincipessa fu sul punto di mettersi a gridare per il terrorema sisentì prendere per la mano ed una voce ingiunse"Sst!".Un attimo dopo un uomo mascherato (era il Duca in persona) siprecipitò su di leila imbavagliò con un fazzolettole furono legati mani e piedied essa fu portatatramortita dalterrorein una camera a voltadove fu messa vicino ad una personache aspettava lìe legata in una poltrona. La stessa mascherache l'aveva imbavagliata venne a denudarle il collo e disse"Sarebbemeglio farlo ora che è svenuta".


"Forseeffettivamente sarebbe stato meglio; perché quando essa siriebbe dallo svenimentoe il suo confessore che era presente siavanzò e tentò di prepararla alla spaventosa morte chestava per esserle dataed allo stato in cui stava per entrarequando ella tornò in sé dicofu soltanto per mettersia gridare come una pazzaper maledire il Duca chiamandolo carneficee tirannoe per invocare Magnyil suo caro Magny.


"Aquesto punto il Ducacalmissimodisse"Possa Dio avere pietàdella sua anima peccatrice!" E luiil confessore e Gelderncheera presentesi misero in ginocchio. Poi Sua Altezza fece un cennocol fazzoletto e mentre Weissenborn svenivaMonsieur de Strasbourgafferrando i neri capelli di leiseparò il capo di Oliviache continuava a gridaredal suo miserabile corpo peccatore. Possail Cielo aver pietà dell'anima sua!".


Questafu la storia che mi raccontò Madame de Liliengartene illettore non avrà difficoltà a ricavarne la parte cheriguardava me e mio zio. Dopo sei settimane d'arrestifummo messi inlibertàma con l'ordine di lasciare immediatamente il Ducato:anzicon una scorta di dragoni che ci condusse alla frontiera. Tuttoquello che possedevamo ci fu permesso di venderlo e di realizzarlo indenaro; ma non ci fu pagato nessuno dei nostri crediti di giuoco: etutte le mie speranze sulla Contessa Ida finirono cosìmiseramente.


Quandoil Duca Victor salì sul tronocosa che accadde quandoseimesi dopoun colpo apoplettico portò via il vecchio sovranosuo padretutte le vecchie buone usanze di X... furono troncateeil giuoco proibito: l'Opera e il Balletto chiusi definitivamente; e ireggimenti venduti dal vecchio Duca richiamati dal loro servizioall'estero: con essi tornò quello straccione del cugino dellamia Contessail tenentee la sposò. Non so se siano statifelici o no. Ma è certo che una donna così povera dispirito non meritava delle grandi soddisfazioni.


IlDuca Victor ora regnante si risposò egli stesso quattro annidopo la scomparsa della sua prima mogliee Geldernbenchénon fosse più Ministro di Poliziasi costruì il granpalazzo di cui parlava.


Madamede Liliengarten. Quel che successe degli attori secondari di questagrande tragediachi può saperlo? Solo "Monsieur deStrasbourg" fu restituito ai suoi compiti. Degli altridell'ebreodella camerieradella spia di Magnynon so nulla.


Questipiccoli strumenti di cui i grandi personaggi si servono nelle loroimpresegeneralmente si rompono nell'adoperarli: ed io non ho maisentito dire che coloro che se ne servono abbiano molti riguardiverso di loro quando hanno terminato il loro compito.




Capitolo13



CONTINUOLA MIA CARRIERA DI UOMO DI MONDO



Trovoche ho già riempito decine e decine di pagineeppure mirimane ancora da raccontare gran parte del più interessanteperiodo della mia storiacioè quello che descrive il miosoggiorno nei regni d'Inghilterra e d'Irlandae l'importantissimaparte che vi rappresentaiquando vivevo fra i più illustripersonaggi di quei paesi; e non ero certo il meno distinto di quelbrillante circolo. Allo scopo di rendere debitamente giustizia aquesta parte delle mie Memorie dunquecosa che è piùimportante di quanto non possano essere le mie avventure all'estero(benché io potrei riempire dei volumi con interessantidescrizioni di queste)taglierò corto con il resoconto deimiei viaggi in Europae dei miei successi alle Corti del continenteal fine di parlare di quel che mi capitò in patria.


Bastidire che non c'è capitale in Europaall'infuori di quellapezzente città di Berlinoin cui il giovane Cavaliere diBalibari non sia stato conosciuto ed ammirato; e dove non abbia fattoparlare di sé i più valorosi uominii piùnobili ed i più belli.


Vinsi80.000 rubli a Potemkin al Palazzo d'Inverno a Pietroburgo (e quelbirbante d'un favorito non me li pagò mai); ho avuto l'onoredi vedere Sua Altezza Reale il Cavaliere Carlo Edoardo ubriaco comequalsiasi facchino a Roma; mio zio fece parecchie partite a biliardocol celebre Lord C. a Spae vi assicuro che non ne uscìsconfitto. Anzicon uno dei nostri stratagemmifacemmo ridere tuttialle spalle di Sua Signoriae ottenemmo anche qualcosa di piùsostanzioso. Milord non sapeva che il Cavalier Barry aveva sempreavuto un occhio ciecoe quando un giorno mio zio scherzosamente feceuna scommessa con lui che lo avrebbe vinto a biliardo con una bendasu un occhioil nobile lord credendo di batterci (era uno deigiocatori più arrabbiati che sia mai vissuto)accettòla scommessae gli vincemmo una bella somma.


Néoccorre che io faccia menzione dei miei successi tra la parte piùbella della razza umana. Uno dei più compìtialtiatletici e bei gentiluomini d'Europaquale ero alloraun giovanedel mio aspettodiconon poteva fare a meno di avere certepossibilitàche una persona del mio spirito sapeva benissimocome adoperare.


Masu questi soggetti io sono assolutamente muto. IncantevoleSchuvaloffSczotarska dagli occhi neribruna ValdezteneraHegenheimbrillante Langeac! O cuori gentili che così fortebatteste a quei tempi per il giovane e ardente gentiluomo irlandesedove siete ora? Benché i miei capelli siano ormai grigie ilmio cuore gelido per gli anniper la noiale delusioniiltradimento degli amicipure io non ho che da sprofondarmi nella miapoltrona e pensare; ed ecco che quelle dolci figure risorgono dinanzia me uscendo dal passatocoi loro sorrisile loro gentilezzeed iloro occhi teneri e sfavillanti!

Nonci sono più donne come quelleormainon più modi comei loro! Guardate quel branco di donne ai ricevimenti del Principeimpalate nei loro rigidi sacchetti di seta biancacol seno piùbasso delle bracciae paragonatele alle graziose figure d'un tempo!Diaminequando io ballavo con Coralie de Langeac ai festeggiamentiper la nascita del primo delfino a Versaillesil cerchio delle suesottane aveva diciotto piedi di circonferenzae i tacchi delle suedeliziose scarpine erano alti tre pollici dal suolo; il merletto delmio jabot valeva mille coroneed i bottoni della mia giacca divelluto color amaranto costavano da soli ottantamila sterline.Guardate che differenza adesso! I gentiluomini sono vestiti comepugilatoriquacqueri o cocchieri di piazza; e le signore non sonovestite affatto. Non c'è più eleganzanon c'èpiù raffinatezza; nulla più della cavalleria delvecchio mondodi cui io rappresento una parte. Pensate alla moda diLondra capeggiata da un Brummell! (18) un figlio di nessuno:

unabassa creaturache non sa danzare un minuetto più di quantoio non sappia parlare le lingue dei Pellirosse; che non sa neppurespezzare il collo a una bottiglia da gentiluomo; che non ha maidimostrato di essere un uomo con la spada alla mano: come noisolevamo mostrarci ai bei tempi d'una voltaprima che quel volgareCòrso sconvolgesse tutta la nobiltà del mondo! Ohrivedere ancora una volta la bruna Valdezcome quel giorno che laincontrai alla sua prima uscita in carrozza in gran pompacon i suoiotto muli ed il suo seguito di gentiluominilungo il gialloManzanarre! Ohun'altra passeggiata in carrozza con la Hegenheimnella slitta doratasulla neve di Sassonia! Falsa com'era laSchuvaloffera meglio essere presi in giro da leiche adorati daqualsiasi altra donna. Non posso pensare a nessuna di loro senzatenerezza. Ho un ricciolo di ciascuna di loro nel mio poveropiccolomuseo di ricordi. E voiconservate i mieicare anime che avetesopravvissuto ai guai e alle tempeste di quasi mezzo secolo?

Comeè mutato ora il colore dei miei capellidal giorno in cui laSczotarska se li mise al collodopo il mio duello col ConteBjernaskia Varsavia!

Nontenevo mai dei miserabili libri di contia quei tempi. Non avevodebiti. Pagavo come un re tutto quello che prendevo; e prendevo tuttoquello che volevo. Le mie entrate dovevano essere molto larghe. Imiei passatempi ed i miei equipaggi erano quelli di un gentiluomo diposizione elevata: che nessun briccone si permetta di sogghignareperché rapii e sposai Milady Lyndon (come sentirete subito)edi chiamarmi avventurieroo di dire che io ero uno spiantato e chequel matrimonio fu tra persone di condizioni molto diverse.Spiantato! Io avevo tutta la ricchezza d'Europa ai miei ordini.Avventuriero! Altrettanto può esserlo un abile avvocato o unprode soldato: come è un avventuriero qualsiasi uomo che fa dasé la sua fortuna. La mia professione era il giuoco: in cuiallora non avevo rivali. Nessun uomo poteva competere con me sultappeto verde in tutta l'Europa; e il mio reddito era altrettantosicuro (quando stavo bene in salute e nell'esercizio della miaprofessione) quanto quello di una persona che riscuote il suo tre percentoo di qualsiasi grasso gentiluomo di campagna che trae ilreddito dalle sue terre. Il raccolto non è più sicurodegli effetti dell'abilità: la mèsse è una"probabilità" proprio come una partita a cartegiuocata da un bravo giocatore: può esserci la siccitào il geloo una grandinatae la posta è perduta; ma l'uno èun avventuriero proprio quanto l'altro!

Nell'evocareil ricordo di quelle belle e gentili creatureio provo soltantopiacere. Vorrei poter dire altrettanto del ricordo di un'altra damache d'ora in poi rappresenterà una parte importante nel drammadella mia vitavoglio dire la Contessa di Lyndon; di cui feci lafatale conoscenza a Spapoco dopo che gli avvenimenti descrittinello scorso capitolo mi avevano fatto lasciare la Germania.


HonoriaContessa di LyndonViscontessa di Bullingdon in InghilterraBaronessa di Castle Lyndon nel regno d'Irlandaera tanto conosciutanel gran mondo ai suoi tempi che non c'è quasi bisogno che ioentri nella storia della sua famiglia; che si può trovare inogni "Peerage" (19) che possa capitare tra le mani dellettore. Eranon occorre che io lo dicacontessaviscontessa ebaronessa per diritto personale. I suoi possedimenti nel Devon enella Cornovaglia erano tra i più estesi da quelle parti; e lesue proprietà irlandesi non erano meno magnifiche; ad esseabbiamo già fatto allusionenella primissima parte di questeMemorieperché si stendevano proprio vicino alle mieproprietà paterne nel regno d'Irlanda: anzi le ingiusteconfische al tempo di Elisabetta e di suo padre avevano diminuito imiei terreniaggiungendoli alla già vasta proprietàdella famiglia Lyndon.


Lacontessaquando la vidi per la prima volta nella società diSpaera la moglie di suo cuginoil Molto Onorevole Sir ReginaldLyndonCavaliere del BagnoMinistro di Giorgio Secondo e poi diGiorgio Terzo presso parecchie delle minori Corti d'Europa. SirCharles Lyndon era rinomato come uomo di spirito e "bon vivant":

avevascritto versi d'amore contro Hanbury Williamse scambiato satire conGeorge Selwyn; era un uomo di "vertu" come Harry Walpoleecon lui e con il signor Grey aveva fatto parte del gran giro; in unaparolaera citato come uno dei più eleganti e compìtigentiluomini del suo tempo.


Iofeci la conoscenza di questo gentiluomocome al solitoal tavolo dagiuocodi cui egli era un assiduo frequentatore.


Davveronon si poteva non ammirare lo spirito ed il coraggio con cui sidedicava al suo passatempo favorito; perchéquantunquetormentato dalla gotta e da una quantità di altri malanniquel povero storpio che veniva portato attorno in una poltrona arotellee in preda a dolori terribilipotevate vederlo tutti igiorni e tutte le sere al suo posto davanti al delizioso tappetoverde; e secome accadeva spessoaveva le mani troppo deboli otroppo infiammate per tenere il bussolotto dei dadigiocavaugualmentefacendo gettare i dadi per conto suo ad un domestico o aun amico. A me piace un simile spirito indomito in un uomo: i piùgrandi successi nella vita sono stati raggiunti con un'indomabileperseveranza di questo genere.


Ioero a quell'epoca uno dei personaggi più conosciuti d'Europa;e la fama delle mie impresedei miei duellidel mio coraggio algiuocofaceva affollare la gente intorno a me tutte le volte checomparivo in società. Potrei mostrare pacchi su pacchi dibiglietti profumatiper provare che questa sollecitudine nel volermiconoscere non si limitava soltanto ai gentiluomini; ma il fatto èche odio vantarmie parlo di me stesso solo quanto ènecessario per riferire le mie avventure: le più singolari diqualsiasi uomo che sia vissuto in Europa. Beneio feci per la primavolta la conoscenza di Sir Charles Lyndon in occasione di una partitadi picchetto nella quale il molto onorevole cavaliere mi vinse 700monete d'oro (in questo gioco egli era quasi alla mia altezza); ed iole perdetti con molta buona graziae le pagai: le pagai propriopuntualmenteve lo assicuro. In realtàlo dico per mestessoperdere denaro al giuoco non mi ha mai fatto sentireantipatia verso il vincitoree ogni volta che ho trovato qualcunoche mi era superioresono stato sempre pronto a riconoscerlo e arendergli omaggio.


Lyndonfu molto orgoglioso di avere sconfitto una persona cosìcelebree si stabilì fra noi una specie di intimitàche però per un certo tempo non andò al di làdelle gentilezze che ci si scambiavano durante i bagni termaliedelle conversazioni attraverso il tavolo da giuoco quando si facevauno spuntino: ma poi andò gradatamente aumentandofino a chefui ammesso alla sua più privata amicizia. Era una persona dallinguaggio molto franco (la nobiltà a quei tempi era molto piùorgogliosa di adesso)e soleva parlarmi nel suo modo scorrevole ealtero: Al diavolosignor Barryvoi non avete maniere piùraffinate di un barbiereed io credo che il mio domestico negroabbia ricevuto maggior istruzione di voi; ma siete un giovanottooriginale e pieno di coraggioe mi piaceteperché sembratedeciso ad andare al diavolo in un modo tutto vostro. - Io loringraziavo ridendo del complimento e gli dicevo chedato che luisarebbe andato all'altro mondo molto più presto di meglisarei stato molto grato se mi avesse fatto trovare un posticinocomodo già preparato laggiù. Di solito si divertivaimmensamente ad ascoltare i miei racconti sugli splendori della miafamiglia e sulla magnificenza di Castle Brady; non si stancava mai diascoltarmi o di ridere di quelle storie.


-Ma tenetevi attaccato alle carteragazzo mio - mi disse quando gliraccontai le mie disavventure in fatto di matrimonioe quantoprossimo ero stato a conquistare una delle più grandi fortunedella Germania. - Fate qualunque cosa tranne che prender mogliemioingenuo contadinotto irlandese - (mi chiamava con una quantitàdi strani appellativi). - Coltivate i vostri grandi talenti in fattodi giuoco; e state attentoche una donna vi sconfiggerebbe.


Ionegavo questa possibilitàcitando numerosi esempi di casi incui avevo conquistato tipi fra i più intrattabili del gentilsesso.


-Vi metteranno sottoa lungo andaremio caro Alcibiade di Tipperary.Appena uno è sposatoè vintofidatevi della miaparola. Guardate me. Io ho sposato mia cuginala più nobile ela più grande ereditiera d'Inghilterra; l'ho sposata quasicontro la sua volontà - (e qui un'ombra cupa passòsulle fattezze di Sir Charles Lyndon). - E' una debole donna; lavedretee vedrete quanto è deboleeppure è la miapadrona. Ha amareggiato tutta la mia vita. E' una sciocca ma ha avutola meglio su una delle migliori teste della Cristianità. E'enormemente ricca; ma in certo senso io non sono stato mai tantopovero come da quando l'ho sposata. Pensavo di migliorare la miaposizioneed ella ha fatto di me un essere spregevole; mi haammazzato! E farà altrettanto col mio successorequando io mene sarò andato.


-Ha un reddito molto forte Sua Signoria? - chiesi io. A questa domandaSir Charles scoppiò in una stridula risatache mi fecearrossire non poco della mia "gaucherie"; perché ilfatto è chevedendolo nelle condizioni in cui eraio nonpotevo fare a meno di riflettere sulle possibilità che un uomodi spirito avrebbe potuto avere con la sua vedova.


-Nono! - disse lui seguitando a ridere. - Non ve lo consigliosignor Barry; se ci tenete alla vostra tranquillitànonpensate a mettervi le mie scarpequando resteranno vuote. Inoltreio non credo che Milady Lyndon acconsentirebbe mai a sposare un...


-Un che cosasignore? - dissi iofurioso.


-Non importa che cosa: ma l'uomo che la prenderà se ne pentiràsulla mia parola. Che la peste la colga! se non fosse stato perl'ambizione di mio padre e mia (mio padre era suo zio e suo tutoreenon volevamo lasciar uscire dalla famiglia un simile patrimonio)ioavrei potuto morire in pace almeno; mi sarei trascinatotranquillamente la mia gotta fino alla tombaavrei vissuto nel miomodesto possedimento di May Fair; e tutte le case d'Inghilterra misarebbero state aperte; e adesso inveceadesso ne ho sei di miaproprietàe ognuna di esse è un inferno per me.


Diffidatedelle grandezzesignor Barry. Prendete esempio da me.


Daquando mi sono sposato e sono diventato riccosono stato il piùmeschino e sciagurato uomo del mondo. Guardatemi. Sto morendopoverostorpio logoro e rattrappitoall'età di cinquant'anni. Ilmatrimonio mi ha aggiunto almeno quarant'anni. Quando presi LadyLyndonnon c'era uomo della mia età che sembrasse giovanecome me. Stolto che fui! Avevo entrate sufficienti col mio vitaliziocompleta libertàla miglior società d'Europa; erinunciai a tutto questomi sposai e divenni un disgraziato.Prendete esempio da meCapitano Barrye tenetevi alle carte.


Benchéla mia intimità col cavaliere fosse divenuta grandeper unpezzo non penetrai in altri appartamenti del suo albergo fuori diquelli che occupava lui stesso. Sua moglie viveva completamentedivisa da lui; e l'unica cosa strana era che viaggiasseroin certosensoinsieme. Lei era figlioccia della vecchia Mary WortleyMontagu; e come quella famosa vecchia signora del secolo scorsoaveva notevoli pretese di intellettualità e di "bel-esprit". Lady Lyndon scriveva poesie in inglese e in italianoche i curiosi possono ancora trovare nelle pagine delle riviste deltempo. Era in corrispondenza con numerosi "savants" europeisu argomenti di storiadi scienzadi lingue antiche e specialmentedi teologia. Il suo maggior piacere era di discutere punticontroversi con abati e vescovi; e i suoi adulatori dicevano che essarivaleggiava in sapere con Madame Dacier. Qualsiasi avventuriero cheavesse fatto una scoperta nel campo della chimicao avesse un nuovobusto anticoo avesse un piano per scoprire la pietra filosofaleera sicuro di trovare in lei una protettrice. C'erano innumerevolilavori dedicati a leie le venivano diretti infiniti sonetti datutti i poetastri d'Europasotto il nome di Lindonira o di Calista.Le sue stanze erano ricolme di orribili scimmiotti cinesie di ognisorta d'oggetti di "vertu".


Nessun'altradonna si vantava dei suoi principi più di leima nessun'altrapermetteva che le si proferisse amore più largamente.L'abitudine al corteggiamento era praticata dai più distintigentiluomini di quei tempi in una forma poco comprensibile ai nostrigiornicosì rozzi e privi di ricercatezze; e giovani e vecchiversavano fiumi di complimenti in lettere e madrigaliche farebberostrabiliare una signora per bene se le venissero indirizzati oggicosì completamente è scomparsa dalle nostre abitudinila galanteria del secolo scorso.


LadyLyndon andava attorno con una piccola Corte personale. Nei suoiviaggi si muoveva con una mezza dozzina di carrozze. Nella propriaviaggiava con la sua dama di compagnia (qualche distinta signoradecaduta)i suoi uccellii suoi barboncinie il "savant"favorito del momento. In un'altra viaggiavano la sua segretaria e lasua cameriera personale; le qualicon tutte le loro curenonriuscivano mai a far avere alla loro padrona un aspetto decente. SirCharles Lyndon aveva la sua carrozza personalee i domestici dellacasa seguivano con altri veicoli.


Occorrefar menzione anche della carrozza in cui viaggiava il cappellano diSua Signoriail signor Runtche fungeva da istitutore di suofiglioil piccolo Visconte di Bullingdonun ragazzino melanconico eabbandonatodel quale il padre non si curava affattoe che la madrenon vedeva maisalvo un paio di minuti alla sua "levée"in cui gli faceva qualche domanda di storia o di grammatica latinadopo di che veniva rimandato ai suoi divertimentio alle cure delsuo Istitutoreper tutto il resto della giornata.


L'immaginedi una simile Minervache io vedevo di tanto in tanto in qualcheluogo pubblicocircondata da nugoli di abati e di maestri di scuolamiserabiliper un certo tempo mi terrorizzòe non ebbi ilminimo desiderio di fare la sua conoscenza. Non desideravo diventareuno dei miserabili adoratori aggiogati al carro di quella gransignora - mezzo amici e mezzo lacché - che componevano versiscrivevano lettere e correvano a far commissionicontentandosi diessere ripagati con una poltrona nel palco di Sua Signoria a teatro ocon un posto alla sua tavola a mezzogiorno. - Non temete - mi dissesir Charles Lyndonil cui principale soggetto di conversazione e discherzo era sua moglie; - la mia Lindonira non avrà mai nientea che fare con voi. A lei piace la parlata toscananon quella diKerry. Dice che voi sapete troppo di stalla per essere ammesso nellacompagnia delle signoree due domeniche fal'ultima volta che mifece l'onore di parlarmidisse: "Mi meraviglioSir CharlesLyndonche un gentiluomo il quale è stato ambasciatore del Repossa abbassarsi a giocare e a bere con scrocconi irlandesi di bassanascita!" Non andate sulle furie! Io non sono che uno storpioed è stata Lindonira che ha detto questonon io!

Questomi ferìe decisi di fare ad ogni modo conoscenza con LadyLyndon non fosse che per mostrare a Sua Signoria che il discendentedi quei Barrydi cui essa deteneva ingiustamente la proprietàera un compagno non indegno di qualsiasi signorafosse pur ella lapiù nobile del mondo. Per di piùil mio amicocavaliere stava morendo: e la sua vedova sarebbe stata la piùricca preda dei tre regni. Perché non avrei dovutoconquistarlaconquistando con lei i mezzi per fare nel mondo quellafigura che il mio genio e le mie tendenze desideravano? Sentivo diessere eguale per sangue e per nascita a qualsiasi Lyndon dellaCristianitàe decisi di piegare quella superba signora. Equando io prendo una decisioneconsidero la cosa come giàfatta.


Miozio ed io discutemmo sulla faccendae stabilimmo rapidamente unsistema per fare i nostri approcci con l'altera signora di CastleLyndon. Il signor Runtl'istitutore del giovane lord Bullingdonandava pazzo per i divertimentiper un bicchiere di vino del Renonei ritrovi all'apertoe per un rapido giro di dadi quando se nepresentava l'occasione; ed io ebbi cura di fare amicizia con codestoindividuoil qualeessendo inglese e precettoreera pronto amettersi in ginocchio davanti a chiunque rassomigliasse ad unapersona di alto rango. Avendo visto il mio seguito di domesticilamia vettura a due posti e le altre mie carrozzei miei domesticiilmio ussaro e i cavalliavendomi visto vestito d'orodi velluto e dizibellino salutare i più grandi personaggi d'Europa quando liincontravamo sul corso o a SpaRunt fu lusingato dai miei approccie fu tutto mio appena alzai un dito. Non dimenticherò mai lostupore di quel povero diavolo quando lo invitai a pranzare con duecontiin piatti dal bordo doratonella saletta del Casino: fuaddirittura felice quando lasciammo che ci vincesse qualche monetadivenne un po' alticciocantò delle canzoni di Cambridgeedivertì tutta la compagnia raccontandocinel suo orribilefrancese dello Yorkshirestorielle sui domestici del suo Collegioesu tutti i lords che erano stati nel Collegio. Io lo incoraggiai avenirmi a trovare più spesso ed a portare con sé il suopiccolo visconte; per il qualebenché il ragazzo mi mostrasseantipatiaebbi cura di far trovare sempre prontiquando venivadolcibalocchie libri illustrati.


Cominciaipoi ad entrare in discussione con il signor Runte gli confidaialcuni miei dubbie un'inclinazione molto ardente verso la Chiesa diRoma. Mi feci scrivereda un certo abate che conoscevo lettere sullatransustanziazione ed altre cose del generelettere a cui l'onestoprecettore era piuttosto imbarazzato a rispondere. Sapevo chesarebbero state comunicate a Sua Signoriacome di fatto avveniva:perchéavendo chiesto il permesso di assistere al serviziosecondo il rito inglese che veniva celebrato nei suoi appartamentied era frequentato dagli Inglesi più distinti che sitrovassero allora a Spala seconda domenica ella acconsentì arivolgermi lo sguardola terza si degnò di rispondere al mioprofondo inchino con un lieve cenno del capo; il giorno seguente iorafforzai la conoscenza rendendole omaggio sulla passeggiatapubblica; eper raccontare in breve una lunga storiaSua Signoriaed io eravamo in attiva corrispondenza sul soggetto dellatransustanziazione prima che fossero trascorse sei settimane. Miladyera venutainfattiin aiuto al suo cappellano; ed allora iocominciai a comprendere tutto il peso dei suoi argomenticome delresto era da aspettarsi. Non c'è bisogno di riferire qui indettaglio i progressi di questo piccolo e innocuo intrigo. Non dubitoche tutti i miei lettori si siano serviti di stratagemmi del generequando si trattava di una bella signora.


Nondimenticherò mai la meraviglia di Sir Charles Lyndon quandouna sera d'estatementre tornava dalla sala da giuoco nella suaportantina secondo le sue abitudinila berlina a quattro di SuaSignoria con i suoi domestici a cavallo nella fulva livrea dellafamiglia Lyndon entrò nel cortile della casa in cui abitavano;e in quella carrozzaa lato di Sua Signoriasedeva null'altri che"il volgare avventuriero irlandese"come ella si eracompiaciuta di chiamarlo: voglio dire il sottoscritto Redmond BarryEsquire.


SirCharles fece il più cortese dei suoi salutie sventolòil cappello nella maniera più graziosa che la gotta glipermetteva; e da parte nostra Sua Signoria ed io rispondemmo alsaluto con la maggior cortesia ed eleganza possibile.


Ionon potei tornare al tavolo da giuoco ancora per qualche tempoperché Lady Lyndon ed io avemmo una discussione sullatransustanziazione che si prolungò per tre oreed in cui ellarimasecome al solitovincitricementre la sua compagnal'Onorevole Miss Flint Skinnersi addormentò; ma quandoinfineraggiunsi Sir Charles al Casinoegli mi ricevette con unoscoppio di risacom'era sua abitudinee mi presentò a tuttala compagnia come l'interessante giovane convertito da Lady Lyndon.Era questo il suo modo di fare: rideva e motteggiava su tutto. Ridevaquando era in un parossismo di dolore; rideva quando vinceva o quandoperdeva: il suo riso non era gioviale o piacevolema piuttostopenoso e sardonico.


-Signori - disse a colui che teneva bancoil Colonnello LoderContedu Carreaued a parecchi gioviali compagni di giuoco con i qualisoleva discutere su una bottiglia di Champagne e un paio di trote delReno dopo la partita - guardate questo simpatico giovane! E' statoturbato da scrupoli religiosied è corso a rifugiarsi nellebraccia del mio cappellanoil signor Runtche a sua volta hachiesto consiglio a mia moglieLady Lyndon; e tra tutti e due stannorafforzando il mio giovane ed ingegnoso amico nella sua fede. Avetemai visto dottori similie un simile discepolo?

-In fede miasignore - ribattei io - se ho bisogno di imparare deibuoni principiè certamente meglio che mi rivolga per questoa vostra moglie ed al vostro cappellano che non a voi!

-Vuole mettersi le mie scarpe! - continuò il cavaliere.


-Felice l'uomo che ci riuscirà - risposi io - purchédentro non ci siano sassi!

SirCharles non fu molto soddisfatto di questa rispostae proseguìcon crescente animositàperché parlava sempre conmolta franchezza quando aveva bevuto un bicchiere di più; eper dire la verità beveva un bicchiere di più assai piùvolte alla settimana di quanto non glielo avrebbe permesso il suodottore.


-Non è un piaceresignori - disse - per meche sono cosìvicino alla finedi trovare la mia casa così felice? e miamoglie così innamorata di meche sta già pensando finda adesso di nominarmi un successore? (Non intendo alludereprecisamente a voisignor Barry; voi state soltanto tentando lasorte con una diecina di altri che potrei nominare). Non è unaconsolazione vedere che leida brava massaiatiene tutto pronto perla dipartita di suo marito?

-Io spero che voi non pensiate di lasciarci tanto prestocavaliere! -dissi iocon perfetta sincerità; perché era uncompagno tanto divertente che mi piaceva.


-Non così presto come potete immaginareforsemio caroseguitò lui. - Diaminesono stato dato per spacciato diversevolte in questi ultimi quattro anni; e c'era sempre un paio dicandidati che aspettavano per impadronirsi del mio posto. Chissàquanto tempo posso farvi aspettare ancora?

Einfatti mi fece aspettare per un tempo un po' più lungo diquanto in quel momento ci fosse ragione di sospettare.


Datoche mi ero dichiarato molto apertamentesecondo i miei modiabitualie che gli autori sono soliti descrivere la persona dellesignore di cui i loro eroi si innamoranoin ossequio a quest'usodovrei forse dire una parola o due sulle attrattive di Milady Lyndon.Ma benché io le abbia celebrate in molti versiscritti da mee da altri; e benché abbia riempito risme su risme di cartanell'appassionato stile dell'epocadi complimenti diretti a tutte lesue bellezze ed ai suoi sorrisiin cui la paragonavo ad ogni fioredeità o famosa eroina di cui mai si fosse sentito parlare; laverità mi costringe a dire che in lei non c'era assolutamentenulla di divino. Era una donna non c'è male; ma niente di più.


Avevaun volto finecapelli scuriocchi belli ma estremamente mobili; lepiaceva cantarema cantavacome tutte le gran signore del suostampocon voce molto stonata. Aveva un'infarinatura di mezzadozzina di lingue moderne ecome ho già detto primadi moltepiù scienze di quante io non ne conoscessi neppure di nome.


Sipiccava di conoscere il greco e il latino; ma la verità èche il signor Runt soleva fornirle le citazioni che ella introducevanella sua voluminosa corrispondenza. Essa aveva tanto desideriod'essere ammiratauna così forte e sgradevole vanitàe tanto poco cuore quanto qualsiasi donna che mai io abbiaconosciuta.


Altrimentiquando suo figliolord Bullingdona causa dei suoi contrasti conmecorse... Ma tutto questo verrà raccontato al momentoopportuno. Infine Milady Lyndon aveva circa un anno più di me;benché fossenaturalmentedisposta a giurare sulla Bibbiache era più giovane di tre anni.


Pochiuomini sono onesti come me; perché pochi ammetterebbero i verimotivi delle loro azionimentre a me non importa un fico diconfessare i miei. Quello che diceva Sir Charles Lyndon eraperfettamente vero. Io avevo fatto conoscenza di lady Lyndon conulteriori vedute. - Signore - gli dissiquando dopo la scenadescritta e gli scherzi che mi rivolseci ritrovammo da solilasciate ridere quelli che vincono. Voi scherzaste molto sul mioconto alcune sera fanonché sulle mie intenzioni circa lavostra signora. Benee se anche sono quelle che voi credete chesiano - se io desidero mettermi le vostre scarpe; e con questo? Ionon ho intenzioni diverse da quelle che avreste voi stesso. Potetegiurare che io ho mostrato tanti riguardi per lady Lyndon quanti maivoi gliene avete mostrati; e se io la conquisto e me la sposo quandovoi sarete morto e seppellito"corbleu"cavalierepensate forse che sarà la paura del vostro spettro aimpedirmelo?

Lyndonsi mise a ridere come al solitoma con aria un po' sconcertata: inrealtàio avevo evidentemente avuto la meglio su di lui nelladiscussioneed avevo esattamente tanto diritto di andare a cacciadella mia fortuna quanto ne aveva avuto lui.


Maun giorno egli mi disse: - Se sposerete una donna come milady Lyndonricordatevi le mie paroleve ne pentirete. Rimpiangerete la libertàdi cui godevate un tempo. Per San Giorgio! Capitano Barry - aggiunsecon un sospiro - la cosa che io rimpiango di più nella vitaforse perché sono vecchioblasé e moribondoèdi non aver mai avuto una passione sincera.


-Ah! ah! la figlia di un lattaio! - dissi ioridendo di quellaassurdità.


-Beneperché no? Ragazzo mioio sono stato innamorato ingioventùcome molti gentiluominidella figlia del mioprecettoreHelenauna ragazza grande e robusta; naturalmente piùanziana di me (questo mi fece ricordare i miei piccoli amori con NoraBrady ai tempi della mia prima giovinezza) - e sapetesignorecherimpiango di tutto cuore di non averla sposata? Non c'è nullacome l'avere a casa una schiava virtuosasignore. E' una cosa che dàsapore ai piaceri del mondove ne dò la mia parola. Nessunuomo di buon senso sarà ridotto a limitarsio negarsi un solodivertimento per amore di sua moglie: all'oppostose sceglieaccuratamente l'animalene dovrà trovare una che non gli siad'ostacolo al suo piacerema gli sia di conforto nelle sue ore dinoia. Per esempioio ho la gotta: chi mi cura? Un domestico pagatoche mi deruba tutte le volte che può. Che amici ho io? Non unoal mondo. Gli uomini di mondocome voi e come menon hanno amici; enoi siamo zimbelli dei nostri guai. Fatevi un amicosignoree chequest'amico sia una donna: una buona massaia e una buona schiavachevi ami. Questo è il più prezioso genere di amiciziaperché grava tutto sulla donna; l'uomo non ha bisogno dicontribuirvi in alcun modo. Se è un bricconelei giureràche è un angelo; se è un brutoa lei piaceràanche di più perché la maltratta. A queste donne piaceessere maltrattatesignore. Sono nate per essere il nostro maggioreconforto e la nostra più grande comodità; per essere...per essere moralmente i nostri cavastivalie per uomini che fanno ilnostro genere di vitacredetemipersone simili non hanno prezzo. Ioparlo soltanto per amore del vostro benessere mentale e materialebadate. Perché mai non ho sposato Helena Flowerla figlia delcurato?

Iopensai che questi discorsi fossero osservazioni di un uomo indebolitoe deluso; benché forse in seguito abbia avuto qualche ragionedi riconoscere la verità delle affermazioni di Sir CharlesLyndon. Il fatto èa parer mioche spesso noi comperiamo ildenaro a troppo caro prezzo. Acquistare qualche migliaio di sterlineall'anno a costo di una moglie odiosaè un pessimoinvestimento per un giovane di spirito e di talento; e ci sono statinella mia vita momenti in cuinel bel mezzo del mio piùgrande splendore e della mia massima opulenzacon una mezza dozzinadi lords alla mia levéecon i più bei cavalli nellemie stallela più grande casa sulle mie spalleun creditoillimitato dal mio banchiere e... Lady Lyndon da servireavreipreferito essere di nuovo un semplice soldato sotto Bulowoqualsiasi altra cosapur di liberarmi di lei. Ma ritorniamo allanostra storia.


SirCharlescon tutte le sue complicate malattiestava morendo davantiai nostri occhi a goccia a goccia; capisco che non dovesse esseremolto piacevole per lui vedere un bel giovanotto fare la corte allasua futura vedova proprio davanti ai suoi occhi come facevo io. Dopoessere andato una volta in quella casa per la discussione sullatransustanziazionetrovai una dozzina d'altre occasioni percoltivare la nostra intimitàe finii per stare quasi sempreintorno a Sua Signoria. Il mondo chiacchierava e mormoravama checosa poteva importarmene? Gli uomini mostravano il loro disgusto perl'impudente avventuriero irlandese; ma ho già raccontato inche modo chiudevo la bocca a simili invidiosi: e a quell'epoca la miaspada si era fatta una tale reputazione in Europache ben pochidesideravano di scontrarsi con essa. Una volta che io sia riuscito adimpadronirmi di un postolo tengo a tutti i costi. Sono stato inparecchie case in cui ho visto gli uomini evitarmi. "Oibò!quel volgare irlandese"dicevano. "Bah! quel grossolanoavventuriero!"."Fuorideipiedi quell'insopportabilescroccone e fantoccio!" e così via.


Quest'odiomi ha reso servigi non indifferenti nel mondo; perché quandoio metto la mira su una predanulla può indurmi a lasciare lapresa: e se vengo lasciato a me stessotanto meglio.


Comedicevo in quei giorni a lady Lyndon con perfetta sincerità-Calista - (solevo chiamarla Calista nella mia corrispondenza)-Calistaio ti giuroper l'immacolato candore dell'anima tuaper losplendore dei tuoi occhi spietatiper tutto ciò che c'èdi puro e di casto nel cielo e nel tuo cuoreche non cesseròmai di seguirti! Io posso sopportare la beffa e il disprezzoesopportarlo per mano tua. Posso superare l'indifferenza; è unaroccia che la mia energia scalerà un magnete attrae l'impavidoferro dell'anima mia!

Edera veromai io l'avrei lasciatanoneppure se mi avessero gettatofuori a calci ogni volta che mi presentavo alla sua porta.


E'questo il mio modo di affascinare le donne. Che l'uomo il quale devefar fortuna nella vita si ricordi di questa massima.


Attaccareè il suo solo segreto. Osaree il mondo si arrende sempre; ose qualche volta vi sconfiggeosate ancoraed esso soccomberà.A quei tempi il mio spirito era così alto chese mi fossimesso in mente di sposare una principessa di sangueci sareiriuscito!

Raccontaia Calista la mia storiaalterando solo di pocodi pochissimolaverità. Il mio scopo era di spaventarla: di mostrarle che ciòche io volevol'osavo; che ciò che osavoriuscivo acompierlo; e nella mia storia ce n'era abbastanzadi momentiimpressionantiper convincerla della mia volontà di ferro edel mio indomito coraggio.


-Non sperate mai di sfuggirmisignora - dicevo: - mostratevi dispostaa sposare un altro uomoed egli morrà sotto questa spadachenon ha ancora incontrato chi la superi. Fuggite da me ed io viseguiròfosse pure sino ai cancelli dell'Ade. - E vi assicuroche questo era un linguaggio molto diverso da quello che ella aveval'abitudine di udire dai suoi agghindati e profumati adoratori:avreste dovuto vedere come li spaventavo e li allontanavo da lei.


Quandoaffermavo così energicamente che avrei seguito lady Lyndonanche attraverso lo Stigese fosse stato necessarionaturalmenteintendevo dire che l'avrei fatto purché non si fossepresentato nel frattempo nulla di più conveniente. Per esempiose Lyndon non fosse mortoquale sarebbe stata l'utilità dellamia corte alla contessa? Infattiverso la fine della stagione a Spadebbo confessarecon mia grande mortificazioneche il cavaliere siriprese di nuovo: sembrava proprio che nulla riuscisse ad ucciderlo.


-Mi dispiace per voiCapitano Barry - dicevaridendo come al solito.- Sono dolente di far aspettare voio qualche altro gentiluomo. Nonfareste meglio a mettervi d'accordo col mio dottoreo a dire alcuoco di condire la mia omelette con l'arsenico? Che probabilitàc'èsignori - aggiunse - che io riesca a vivere abbastanza davedere il Capitano Barry impiccato?

Effettivamentei dottori lo riaggiustarono per un altr'anno .E' la mia solitafortuna - non potei fare a meno di dire a mio zioche era il mioconfidente e il mio miglior consigliere in tutte le faccende dicuore. - Ho sperperato tesori d'affetto in questo flirt con lacontessaed ecco che suo marito si rimette e probabilmente vivràancora non so quanti anni!

Ecome per accrescere la mia mortificazioneecco che proprio in quelperiodo vennero a Spa l'erede di un candelaio inglesecon un enormepatrimonio; e Madame Cornula vedova di un grosso mercante dibestiamecon l'idropsia e duecentomila sterline all'anno.


-A che serve che io segua i Lyndon in Inghilterra - dissi io - se ilcavaliere non si decide a morire?

-E tu non seguirlimio caro sempliciotto - ribatté mio zio.


Fermatiqui e fa' la corte alle nuove arrivate.


-Sìe così perderò per sempre Calistae le piùgrandi proprietà di tutta l'Inghilterra.


-Puàpuà! i giovani come te facilmente prendono fuoco efacilmente si scoraggiano. Resta in corrispondenza con Lady Lyndon.Tu sai che non c'è nulla che le piaccia di più. C'èquell'abate irlandeseche scriverà per te le lettere piùincantevoli a una corona l'una. Lascia che se ne vada; scrivilemanel frattempo cerca se te ne capita qualcun'altra. Chissà!

Potrestisposare la vedova normannaseppellirlaprenderti il suo denaroedessere pronto per la contessa prima che muoia il cavaliere.


Ecosìdopo averle confermato il più profondo erispettoso attaccamentoe dopo aver dato venti luigi alla camerieradi Lady Lyndon per una ciocca dei suoi capelli (cosa di cuinaturalmentela donna informò la sua padrona) presi congedodalla contessaquando ciò divenne necessario a cagione delritorno di lei nei suoi possedimenti in Inghilterra; giurando chel'avrei seguita appena una questione d'onore che avevo per le manifosse stata condotta a termine.


Tralascerògli avvenimenti dell'anno che trascorse prima che io la rivedessi.Ella mi scrisse secondo la sua promessacon molta regolaritàda principioun po' meno di frequente in seguito. Nel frattempo imiei affari al tavolo da giuoco non andavano troppo maleed eroproprio sul punto di impalmare la vedova Cornu (eravamo a Bruxellesin quell'epocae quella povera creatura era pazzamente innamorata dime)quando mi capitò in mano la London Gazetteed io lessiil seguente annuncio:

"Decedutoa Castle Lyndonnel regno d'Irlandail Molto Onorevole Sir CharlesLyndonCavaliere del BagnoMembro del Parlamento per Lyndon nelDevonshiree per molti anni rappresentante di Sua Maestàpresso diverse Corti europee. Lascia dietro di sé un nome caroa tutti i suoi amici per le sue numerose virtù ed i suoisvariati talentiuna reputazione giustamente acquistata al serviziodi sua Maestàed una vedova inconsolabile che piange la suaperdita. Sua Signoria la vedova contessa di Lyndon era a Bath quandola raggiunse la terribile notizia della dipartita del suo consorteesi è affrettata a recarsi immediatamente in Irlanda percompiere gli ultimi tristi doveri verso le adorate spoglie".


Quellasera stessa ordinai la mia carrozza e partii per Ostenda dovenoleggiai un vascello per Dover eviaggiando rapidamente versoOvestraggiunsi Bristol; da questo porto mi imbarcai per Waterford emi ritrovaidopo un'assenza di undici anninel mio paese natale.




Capitolo14



RITORNOIN IRLANDA E FACCIO MOSTRA DEL MIO SPLENDORE E DELLA MIA GENEROSITA'IN QUEL REGNO



Comeerano cambiati per me i tempiadesso! Quando avevo lasciato il miopaese ero un povero ragazzo senza un soldosoldato semplice in unmiserabile reggimento di marcia. E tornavo uomo compìtoconun patrimonio di circa cinquemila ghinee in mio possessocon unosplendido guardaroba e una cassetta di gioielli che valeva altreduemila ghinee; dopo essermi mescolato a tutte le scene della vitaed aver agito in esse da attore tutt'altro che secondario; dopo averfatto la mia parte in guerra e in amore; dopo essermi fatto stradacon il mio genio e la mia energia dalla povertà edall'oscurità all'agiatezza ed allo splendore.


Nelguardare fuori dai finestrini della mia carrozzache rotolavapesantemente lungo le nude e squallide stradepresso le miserabilicasupole dei contadiniche venivano fuori ravvolti nei loro straccispalancando gli occhi sullo splendido equipaggio che passavaegridavano "urrà" in onore di Sua Signoria nel vedereil magnifico straniero nella sua carrozza doratacol mio gigantescodomestico personale Fritz dritto dietro la carrozza coi suoimustacchi arricciati e il suo lungo codino e la sua livrea verdedagli alamari d'argentonon potevo fare a meno di pensare a mestesso con notevole compiacimentoe ringraziare la mia stella che miaveva dotato di tante buone qualità. Se non fosse stato per imiei meriti sarei rimasto un rozzo gentiluomo di campagna irlandesesimile a quelli che vedevo vagare per le miserabili cittàattraverso le quali passava la mia carrozza percorrendo la stradaverso Dublino. Avrei potuto sposare Nora Brady (e benchégrazie a Dionon lo abbia fattonon ho mai pensato a quellafanciulla altro che con tenerezzae ricordai persino l'amarezza diaverla perduta più chiaramentein quegli istantidiqualsiasi altro caso della mia vita); avrei potuto essere ormai padredi dieci figlio fattore per mio contoo amministratore di ungentiluomo di campagnao avvocato; ed eccomi invece uno dei piùfamosi gentiluomini d'Europa! Ordinai al mio domestico di procurarsiun sacchetto di spiccioli e di gettarli alla folla mentre cambiavamoi cavallie vi posso garantire che si levarono tante grida in mioonore quante se ne sarebbero levate se fosse passato lord Townsendil lord Luogotenentein persona.


Laseconda giornata di viaggio - perché le strade irlandesi eranomolto cattive a quei tempie le carrozze dei gentiluomini potevanoprocedere solo molto lentamente - mi portò a Carlowdove mifermai alla stessa osteria in cui mi ero fermato undici anni primaquando fuggivo da casa dopo la supposta uccisione di Quin in duello.Come ricordo bene ogni istante della scena! Il vecchio padrone che miaveva servito allora non c'era più; la locanda che allora miera parsa tanto comoda appariva ora diroccata e miserabile; ma ilchiaretto era buono come ai vecchi tempied io invitai l'oste adividerne con me un'anforaper sentire le novità del paese.


Eglifu tanto comunicativo quanto lo sono di solito gli osti: mi parlòdelle mèssi e dei mercatidei prezzi del bestiame all'ultimafiera di Castle Dermotdell'ultima storiella sul pastoreedell'ultimo scherzo del curato Padre Hogan; mi raccontò chegli Whiteboys (20) avevano bruciato i covoni di grano dello SquireScanlane che i banditi avevano visto respinto il loro assalto allacasa di Sir Thomasmi disse dei soldati che c'erano in cittàe come miss Biddy Toole fosse scappata con il sottotenente Mullins:tutte le novità in fatto di sporttribunali e sessionitrimestrali mi furono riferite dettagliatamente da quel degnocronista in diciottesimoche si meravigliò molto che la miaSignoria non ne avesse udito parlare in Inghilterra o in altri paesiesteridove egli credeva che la gente si interessasse quanto luidelle faccende di Kilkenny e di Carlow.


Debboammettere che io ascoltai quei racconti con notevole piacere; perchédi quando in quando nella conversazione veniva a galla un nome chericordavo dai tempi d'una voltaportando con séperassociazione di ideeun mucchio di antiche memorie.


Avevoricevuto da mia madre molte lettereche m'informavano delle vicendedella famiglia di Brady Town. Mio zio era morto e Mickil figliomaggiorelo aveva seguito nella tomba. Le ragazze Brady si eranoallontanate dal tetto paterno appena il fratello maggiore ne avevapreso la direzione. Alcune si erano sposatealtre erano andate astabilirsi con la loro vecchia e odiosa madre in luoghi di bagnifuori mano. Ulickbenché fosse successo a suo padre nellaproprietàaveva fatto bancarottaed ora Castle Brady eraabitato soltanto dai pipistrellidai gufi e dal vecchioguardiacaccia. Mia madrela signora Harry Barryera andata adabitare a Brayper far parte delle devote parrocchiane del signorJowlsil suo predicatore favoritoche aveva lì una cappella;e alla fine l'oste mi disse che il figlio della signora Barry eraandato all'esterosi era arruolato al servizio dei Prussianied erastato fucilato come disertore!

Nonmi vergogno di dire che dopo il pranzo presi a nolo dalla stalladell'oste un grosso ronzinoe al tramonto rifeci all'indietro ventimiglia verso la mia vecchia casa. E il mio cuore batté fortenel rivederla. Barryville aveva ora uno stemma con un pestello ed unmortaio sulla portae portava il nome di "Magazzino diEsculapio"del Dottor Macshane. Un ragazzo dai capelli rossistava intonacando il nostro vecchio salotto; la vetrata dellafinestra della mia cameraun tempo così pulita e splendenteera incrinata in vari puntie tappata qua e là con pezzi dicarta e stracci; i fiori erano scomparsi dalle linde aiuole che lamia buona mamma teneva tanto in ordine. Nel terreno dietro la chiesac'erano incisi sulla pietra altri due nomi sulla tomba di famigliadei Brady: erano quelli di mio cuginodi cui mi importava assaipocoe di mio zioal quale avevo sempre voluto bene. Chiesi al miovecchio compagno di giuochiil fabbroche mi aveva picchiato tantospesso ai tempi d'una voltadi dare al mio cavallo un po' diforaggio e una lettiera: era un uomo dall'aspetto logoro emalaticciocon una dozzina di marmocchi stracciati che giuocavanonella sua bottegae non riconobbe il distinto gentiluomo che avevadinanzi. Non cercai di farmi riconoscere da lui fino al giorno dopoquando gli misi in mano dieci ghineedicendogli di berle alla salutedel Redmond inglese.


Quantoa Castle Bradyi cancelli del parco c'erano ancora; ma nel viale ivecchi alberi erano stati abbattuti: qua e là sporgeva unvecchio monconeche gettava lunghe ombre mentre io passavo alla lucedella luna sul vecchio sentiero abbandonato e invaso dall'erba.Alcune vacche pascolavano qua e là. Il cancello del giardinonon c'era piùe il giardino era tutto un groviglioinselvatichito. Mi sedetti sul vecchio banco di pietradove m'eroseduto il giorno in cui Nora si era presa giuoco di me. Credo che imiei sentimenti fossero ancora forti allora come lo erano statiquand'ero un ragazzodieci anni prima; e fui quasi sul punto dirimettermi a piangerenel pensare che Nora Brady mi avevaabbandonato. Penso che un uomo non possa dimenticare nulla: ho vistoun fioreho udito qualche comunissima parolache hanno risvegliatoricordi che erano rimasti addormentati per decine d'anni; e quandoentrai nella casa in Clarges Streetin cui ero nato (era diventatauna casa da giuocoquando tornai per la prima volta a Londra)tuttoad un tratto mi ritornò la memoria della mia infanzia - dellamia vera infanzia: ricordai mio padre vestito in verde e oroche misollevava per farmi vedere un cocchio doratoe mia madre in un abitoa fioramicon i nei sulla faccia.


Midomando se un giorno tutto ciò che abbiamo visto e pensato efatto passerà in un lampo attraverso la nostra mente in questomodo. Preferirei di no. Pure io provai tutto questo mentre stavoseduto sulla panchina di Castle Bradye pensavo ai tempi trascorsi.


Laporta principale della casa era aperta - era stato sempre cosìin quella casa; - la luna brillava sulle lunghe e vecchie finestre etracciava linee spettrali sui pavimenti; e le stelle occhieggiavanodall'altra parte nell'azzurro di una finestra che sbadigliava sulgrande scalone: di lì si poteva vedere la vecchia campanadella stallacon le lettere che vi luccicavano ancora sopra. C'eranostati bei cavalli in quelle stalle un tempo; ed io potevo vederel'onesta faccia di mio zio e udirlo parlare ai suoi cani quandovenivano saltando e guaiolando e abbaiando intorno a lui inun'allegra mattina d'inverno. Noi solevamo montare a cavallo lì;e le ragazze ci guardavano dalla finestra del vestibololàdov'ero ora ioche guardavo i vecchi luoghitristi muffitiabbandonati. Una luce rossa brillava attraverso le fessure di unaporta in un angolo del fabbricatoe all'improvviso venne fuori uncaneabbaiando forte: e un uomo lo seguiva zoppicandocon un fucileda caccia in mano.


-Chi è là? - disse il vecchio.


-Phil Purcellnon mi riconoscete? - gridai io- sono Redmond Barry.


Credoche se non avessi parlato il vecchio avrebbe fatto immediatamentefuoco su di meperché aveva puntato il fucile verso lafinestra; ma io gli gridai di metterlo giùe sceso dallafinestra corsi ad abbracciarlo... Oibò! Non mi importa diraccontare il resto: Phil ed io trascorremmo una lunga nottataparlando di mille vecchie sciocchezzeche ormai non hanno piùinteresse per anima vivaperché quale anima viva c'èancora che si curi di Barry Lyndon?

Lasciaiun centinaio di ghinee al vecchio quando me ne tornai a Dublinoegli fissai una pensione che gli permise di passare tranquillamentegli ultimi giorni della sua vecchiaia.


Ilpovero Phil Purcell si stava divertendo a fare una partita con unmazzo di vecchie carte spaventosamente sudiciein compagnia di unamia vecchia conoscenza; la quale non era altri che Timcolui cheveniva chiamato il mio "valletto" in tempi remotie che illettore può ricordare infagottato nelle vecchie livree di miopadreche gli pendevano giù da tutte le parti a quei tempiedoveva rimboccarsele ai polsi ed alle ginocchia. Ma Timbenchéprotestasse di essere quasi morto di dolore quando io me n'eroandatoera diventato enormemente grasso durante la mia assenzae sisarebbe trovato quasi a suo agio negli abiti di Daniel Lamberto inquelli del Vicario di Castle Bradyche egli serviva in qualitàdi sagrestano. Lo avrei preso al mio servizio se non fosse stato perle sue mostruose proporzioniche lo rendevano assolutamente inadattoal servizio di un gentiluomo di una certa condizione; sicchégli regalai una bella sommae gli promisi di fare da padrino al suoprossimo figlio: l'undicesimo da quando me n'ero andato. Non c'èpaese al mondo in cui il lavoro di moltiplicarsi venga compiuto contanta energia come nella mia isola natale. Il signor Tim avevasposato la cameriera delle mie cugineche era stata una mia ottimaamica ai vecchi tempi. Il giorno dopo volli andare a salutare la caraMollye la trovai ridotta una povera donna sudicia e trascurata inuna capanna di terracircondata da uno sciame di ragazzini quasistracciati come quelli del mio amico fabbro.


DaTim e da Phil Purcellche così per caso avevo incontratiinsiemeappresi le notizie più recenti circa la mia famiglia.Mia madre stava bene.


-In fede miasignore - disse Tim - forse voi siete arrivato in tempoper impedire un accrescimento della vostra famiglia.


-Signore! - esclamai iopieno di indignazione.


-Nella forma di un padrignovoglio diresignore - si scusòTim.


-La signora sta per mettersi d'accordo con Mister Jowlsilpredicatore.


Lapovera Noraaggiunseaveva fatto parecchi accrescimentiall'illustre razza dei Quin; mio cugino Ulick era a Dublinoe nonandava troppo bene - temevano tutti e due i miei informatori- e stavafacendo in modo di mandare in malora anche gli scarsi residui diqualche valore della proprietà che il mio buon vecchio zioaveva lasciato.


Vidiche avrei avuto non pochi membri della famiglia a cui provvedere; epoi per concludere la serata PhilTim ed io prendemmo una bottigliadi usquebaugh (21)di cui avevo ricordato il sapore per undiciinteri annie ci separammo con le più calde espressionid'amiciziaquando il sole era già da qualche tempo in cielo.Io sono troppo affabile: questa è sempre stata una delle miequalità caratteristiche. Non ho falso orgogliocome ne hannomolti uomini d'alto lignaggio come mee in mancanza di migliorcompagnia mi metto a bere in compagnia di un contadino ignorante o diun soldato semplice con la stessa prontezza con cui mi metterei colprimo nobile del paese.


Lamattina dopo feci ritorno al villaggioe trovai un pretesto pervisitare Barryville con la scusa di voler acquistare certe droghe.Dal muro sporgevano ancora i ganci a cui solevo appendere la miaspada dall'elsa d'argento; sul davanzale della finestradove miamadre soleva appoggiare il suo "Whole Duty of Man"stavaun vescicante. Quell'odioso Dottor Macshane aveva scoperto chi ero (imiei compaesani scoprono sempre tuttoe anche qualche altra cosa)eridendo sotto i baffi mi chiese come stava il Re di Prussia quando loavevo lasciatoe se il mio amico l'Imperatore Giuseppe era amatoquanto lo era stata l'Imperatrice Maria Teresa.


Icampanari avrebbero certo sonato un concerto di campane in mio onorema ce n'era soltanto unoTimtroppo grasso per tirare le corde; edio mi allontanai a cavallo prima che il vicarioil Dottor Bolter(che era successo al vecchio signor Texterche viveva ai mieitempi)avesse il tempo di uscire a rendermi omaggio. Tutti imascalzoncelli di quel miserabile villaggio si erano radunati in unsudicio gruppo a darmi il benvenutoe gridarono "Hurràper Master Redmond!" mentre io mi allontanavo a cavallo.


Lamia gente stava molto in pensiero per mequando tornai a Carloweil padrone della locanda era stato in gran timoremi disseche ibriganti di strada si fossero impadroniti di me.


Anchequi avevano appreso il mio nome e la mia posizione dal mio domesticoFritz; che non aveva risparmiato lodi al suo padronee avevainventato storie meravigliose sul mio conto. Aveva detto cheveramente io ero in intimità con metà dei sovranid'Europae il favorito di molti di loro. In realtà io avevofatto diventare ereditario l'Ordine dello Sperone di cui erainsignito mio zioe viaggiavo sotto il nome di Cavaliere di Barryciambellano del Duca di Hohenzollern Sigmaringen.


Midiedero i migliori cavalli che ci fossero nella stalla per portarmisulla strada di Dublinoe i migliori finimenti che potesserotrovaree proseguimmo abbastanza benee non ci fu alcuno scontrofra i briganti e le pistole di cui Fritz ed io eravamo provvisti.Quella sera riposammo a Kilcullene il giorno dopo feci il mioingresso nella città di Dublinocon quattro cavalli allacarrozzacinquemila ghinee nella borsaed una delle piùbrillanti reputazioni d'Europaio che avevo lasciato quella cittàundici anni prima come un povero miserabile ragazzo.


Icittadini di Dublino hanno un così grande e lodevole desideriodi conoscere gli affari dei loro vicini quanto ne ha la gente dicampagna; ed è impossibile per un gentiluomoper modesti chepossano essere i suoi desideri (e tali sono stati notoriamente i mieiper tutta la mia vita)entrare nella capitale senza che il suo nomevenga stampato in tutti i giornali e riportato in tutti i circoli piùimportanti. Il mio nome ed i miei titoli si sparsero per tutta lacittà subito dopo il mio arrivo. Una gran quantità digentili persone mi fecero l'onore di passare dal mio alloggioquandome ne fui scelto uno: e fu questo un punto da sistemareimmediatamenteperché gli alberghi in città non eranoche volgarissimi buchiassolutamente inadatti per un nobiluomoelegante e distinto come me. Ero già stato informato di questofatto da altri viaggiatori sul Continente; e deciso a trovareimmediatamente un alloggio convenientefeci andare il cocchierelentamente su e giù per le strade con la mia carrozzafino ache non ebbi scelto un posto quale si conveniva al mio rango. Questomodo di procederee le singolari domande ed il contegno del miotedesco Fritzche aveva avuto l'ordine di fare le richieste del casonelle diverse abitazioni fino a che non fosse venuto fuori unalloggio adattorichiamarono attorno alla mia carrozza una follaimmensae quando le nostre stanze furono scelteavreste potutosupporre che io fossi il nuovo comandante generaletanto grande erala moltitudine che ci seguiva.


Allafine fissai un bell'appartamento in Capel Streetdiedi aglistracciati postiglioni che mi avevano condotto fin lì unasplendida manciae dopo essermi installato in quelle stanze col miobagaglio e Fritzchiesi al padron di casa di trovarmi un altrodomestico che portasse la mia livreaun paio di robusti e fidatiportatori con la loro portantina e un cocchiere che avesse dei beicavalli da tiro da darmi a nolo per la mia carrozzae dei buonicavalli da sella da comprare. Gli diedi un buon anticipo; e viassicuro che l'effetto della mia richiesta fu tale che la mattinadopo ebbi in anticamera un vero e proprio ricevimento; palafrenieridomestici e maggiordomi vennero ad offrirsi in gran numero; perl'acquisto dei cavalli ebbi proposte sufficienti a montare unreggimentotanto da mercanti che da gentiluomini alla moda. SirLawler Cawler venne a propormi la più elegante cavalla baiache mai si fosse vista; lord Dundoodle aveva un tiro a quattro chenon sarebbe stato inadatto neppure al mio amico Imperatore; e ilMarchese di Ballyragget mandò il suo valletto ed i suoicomplimentiaffermando che se volevo recarmi alle sue stalleofargli l'onore di fare la prima colazione con luimi avrebbemostrato i due più bei cavalli grigi d'Europa. Io decisi diaccettare gli inviti di Dundoodle e di Ballyraggetma di acquistarei miei cavalli dai mercantiche è sempre la cosa migliore.Inoltre a quei tempi in Irlanda se un gentiluomo vi garantiva il suocavalloe poi il cavallo non era perfetto o sorgeva qualchequestionel'unico rimedio che vi si offriva era una pallottola nelpanciotto. Io avevo giocato a quel giochetto delle pallottole tropposeriamente per farne uso senza necessità:

eposso dire con orgoglio che non mi sono mai impegnato in un duello senon avevo una ragione veravalida e saggia per farlo.


C'erain quella nobiltà irlandese una semplicità che midivertì e mi meravigliò nello stesso tempo. Seraccontano più frottole che non i loro schietti vicini al dilà del mare (22)d'altra parte ne credono anche di più;e in una sola settimana io mi feci a Dublino una tale reputazioneche ad acquistarsela a Londra ci sarebbero voluti dieci anni e unmucchio di denaro. Io avevo vinto cinquecentomila sterline al gioco;io ero il favorito dell'Imperatrice Caterina di Russia; ero l'agentedi fiducia di Federico di Prussia; ero io che avevo vinto labattaglia di Hochkirchen; ero il cugino di Madame Du Barryilfavorito del Re di Franciae mille altre cose ancora. Io stessoadire il veroavevo accennato un certo numero di queste storielle aimiei gentili amici Ballyragget e Gawler; ed essi non avevano tardatoad ampliare i cenni dati da me.


Dopoaver visto gli splendori della vita civile all'esterola vista diDublino nell'anno 1771quando tornai laggiùsuscitòin me tutto fuorché rispetto. Era quasi arretrata comeVarsaviasenza la regale grandezza di quest'ultima. La genteappariva più stracciona di qualsiasi altra popolazione che ioavessi vistotranne le orde di zingari lungo le rive del Danubio.Non c'eracome ho già dettoin tutta la città unalocanda in cui un gentiluomo di una certa condizione potessealloggiare. Quei disgraziati che non potevano tenere una carrozza eche camminavano a piedi per le strade di seracorrevanocontinuamente il rischio di scontrarsi con i coltelli delle donne edei ruffiani che erano lì in attesa. C'era una quantitàdi straccioni e barbari villanzoni che non conoscevano l'uso dellescarpe né del rasoio; e quando un gentiluomo entrava nella suacarrozza o nella sua portantinaper recarsi ad una riunione serale oa fare una partitale torce dei valletti illuminavano una talesfilata di selvagge facce irlandesi che avrebbe spaventato qualsiasipersona dai nervi un po' sensibili. Fortunatamente io avevo unsistema nervoso a tutta provae del resto avevo giàconosciuto in precedenza i miei amabili compaesani.


Soche questa descrizione che ne faccio susciterà una certa iratra i patrioti irlandesiai quali non piace che si riveli la miseriadel nostro paesee che si arrabbiano se si dice tutta la veritàin proposito. Ma bah! era proprio una miserabile cittaduzza diprovinciaDublinoai tempi di cui parlo; e molte residenze tedeschedi decimo ordine sono più raffinate. C'eranoin compensoinquel periodocirca trecento Pari residentiuna Camera dei Comuniun lord Mayor e la sua Municipalità; ed un'allegra e rumorosaUniversitài cui studenti facevano non poco chiasso la notteincrementavano l'attività delle prigionigiocavano bruttitiri agli stampatori e agli artigianie dettavano legge al CrowStreet Theatre.


Maho visto troppa della miglior società d'Europa per esseremolto tentato dalla compagnia di quella rumorosa nobiltàedera troppo poco da gentiluomo mescolarsi alle dispute politiche dellord Mayor e dei suoi Aldermen. Alla Camera dei Comuni vi eranodozzine di questi simpatici individuie nel Parlamento inglese nonho mai udito discorsi migliori di quelli fatti da Flood e Daly diGalway.


DickSheridanbenché non fosse una persona ben educataera uncompagno di tavola divertente e spiritoso quanto qualsiasi altro cheio abbia mai incontrato; e benché durante gli interminabilidiscorsi del signor Edmund Burke al Parlamento inglese io finissisempre per addormentarmipure ho sentito dire da persone beninformate che il signor Burke era persona di notevole talentoed erapersino considerato eloquente nei suoi momenti più favorevoli.


(23)Cominciai ben presto a godere pienamente di tutti i piaceri checonsentono quei disgraziati luoghie che eranonei limiti dellepossibilità di un gentiluomoRanelagh e il Ridotto; il signorMossopin Crow Street; i ricevimenti del Lord Luogotenentedove sibeveva troppo e si giocava troppo poco perché una persona cheaveva abitudini eleganti e raffinate come me ci si trovasse a suoagio. La "Daly's Coffeehouse" e le case dei nobili mifurono ben presto aperte; ed io osservai con mio grande stupore neicircoli più elevati quello che già avevo sperimentatonella mia prima disgraziata visita a Dublinouna straordinariamancanza di denaroed una ridicola quantità di bigliettiprivati in circolazionecontro cui non ero assolutamente disposto apuntare le mie ghinee. Anche le signore andavano pazze per il gioco:ma erano troppo poco disposte a pagare quando perdevano. Cosìquando la vecchia Contessa di Trumpington perdette contro di me diecimonete d'oro a quadrigliomi diedeinvece di denaroun bigliettocon la sua firma per il suo amministratore di Galwaybiglietto cheiocon grande gentilezzabruciai alla fiamma di una candela. Maquando la Contessa mi propose una seconda volta di giocareio dissiche appena fossero arrivate le rendite di sua Signoria sarei statolietissimo di incontrarmi ancora con lei; ma che fino allora mi sareilimitato a presentarle i miei umili omaggi. E mantenni questarisoluzione e questo particolare atteggiamento in tutta la societàdi Dublino: dichiarando da "Daly's" che ero pronto agiocare con chiunquequalsiasi sommaa qualsiasi gioco; o a tirardi scherma con chiunqueo a gareggiare con chiunque in fattod'equitazionedi tiro al volo o di tiro al bersaglio: e inquest'ultimo genere di sportspecialmente se si tratta di unbersaglio viventei gentiluomini irlandesi di quell'epoca avevanoun'abilità assolutamente fuori dell'ordinario.


Naturalmentemandai un corriere vestito della mia livrea a Castle Lyndon con unalettera personale per Runtchiedendogli tutti i possibiliparticolari sullo stato d'animo e di salute della Contessa di Lyndon;e scrissi un'eloquente e commovente lettera a Sua Signoria in cui lapregavo di ricordarsi dei giorni andati. La suggellai con un capellodella ciocca che avevo acquistato dalla sua camerierae nella qualele dicevo che Sylvander ricordava il suo giuramento e non avrebbe maidimenticato la sua Calista. La risposta che ricevetti da lei fuestremamente poco soddisfacente e poco esplicita; quella del signorRunt abbastanza esplicitama niente affatto soddisfacente comecontenuto. Lord George Poyningsil figlio minore del Marchese diTiptoffrendeva omaggi molto evidenti alla vedova; era legato allafamiglia da vincoli di parentelaed era stato chiamato in Irlandaquale esecutore testamentario del defunto Sir Charles Lyndon.


Orac'era a quei tempi in Irlanda una specie di legge locale che riuscivadi grande utilità alle persone desiderose di una giustiziasbrigativa; e di cui i giornali dell'epoca contengono prove acentinaia. Individui che portavano i nomi di battaglia di CapitanoFireballLuogotenente BuffcoatSottotenente Steelemandavanoripetutamente lettere minatorie ai grandi proprietarie liammazzavano se le richieste delle lettere non erano eseguite.


Nellecontee del sud dettava legge il famigerato Capitano Thunderesembrava che il suo compito fosse di procurare una consorte aigentiluomini che non avevano mezzi sufficienti per piacere ai parentidelle signorine desiderate; oforsenon avevano tempo per lunghi ecomplicati corteggiamenti.


Ioavevo trovato a Dublino mio cugino Ulickdivenuto molto grasso emolto povero; perseguitato da ebrei e da creditori; rifugiato in ognisorta di strani angolettida cui usciva al tramonto per recarsi alCastelloo a giocare alle carte nella sua taverna; ma era sempre untipo coraggioso: e con lui feci allusione ai miei sentimenti versoLady Lyndon.


-La Contessa di Lyndon! - disse il povero Ulick; - behquesta èmagnifica! Anch'io ho avuto una forte inclinazione per una signorinauna della famiglia dei Kiljoys di Ballyhackche ha diecimilasterline di patrimonio personale e che è sotto la tutela diSua Signoria; ma come può un povero diavolo che non ha nemmenoun mantello per coprirsi fare proposte ad un'ereditiera in similecompagnia? Tanto varrebbe che io chiedessi la mano della Contessa inpersona.


-Faresti meglio a non farlo - dissi ioridendo; - chiunque ci provicorrerà il rischio di uscire prima dal novero dei viventi.- Egli spiegai le mie personali intenzioni nei riguardi di Lady Lyndon.L'onesto Ulickil cui rispetto per me era divenuto prodigioso daquando aveva visto il mio splendido aspetto e udito le mie mirabiliavventure e la mia grande esperienza della vita elegantesi perdettenell'ammirazione della mia energia e del mio coraggioquando gliconfidai il mio proposito di sposare la più grande ereditierad'Inghilterra.


Ordinaiad Ulick di uscire di città col pretesto che preferivae diimbucare una lettera all'ufficio postale vicino a Castle Lyndonlettera che preparai con una scrittura contraffattaed in cuiavvertivo solennemente lord George Poynings di lasciare il paesedicendo che una mèta così grandiosa non era destinata aluie che c'erano ereditiere a sufficienza in Inghilterrasenza cheegli venisse a rubarsele "dai domini del Capitano Fireball".


Lalettera era scritta su un pezzo di carta sudiciacon ogni sortad'errori d'ortografia: arrivò a milord a giro di postaenaturalmente egliessendo un giovane di spiritone rise molto.


Persua disgraziaegli fece la sua comparsa a Dublino poco tempo dopo;fu presentato al Cavaliere Redmond Barry alla tavola del LordLuogotenente; si recò con lui e con parecchi altrigentiluomini al clubda "Daly's"e lìin unadiscussione sulla genealogia di un cavalloin cui tutti dissero cheero io che avevo ragionevolarono parole grossee ne seguìuno scontro. Non avevo ancora avuto affari del genere dopo il mioarrivo a Dublinoe la gente era ansiosa di vedere se ero pari allamia fama. Io non faccio mai vanterie in propositoma quando viene ilmomento non mi tiro mai indietro; e il povero lord Georgeche avevabuona mano e occhio pronto ma era stato allevato alla grossolanascuola ingleserimase in piedi davanti alla mia spada solo fino ache non ebbi deciso dove lo avrei colpito.


Lamia spada penetrò sotto la sua guardiae gli uscìdalla schiena. Mentre cadevacol suo buon carattere egli mi stese lamano dicendo:

-Signor Barryavevo torto io!

-Io non mi sentii troppo a mio agio quando il povero diavolo fecequella confessione; perché la disputa era partita da me eperdire il veroio non avevo mai avuto intenzione di farla finirealtrimenti che con uno scontro.


Rimasequattro mesi a letto in seguito a quella ferita; e la stessa postache portò a Lady Lyndon la notizia del duellole portòun messaggio del Capitano Fireballche diceva: "Questo èil numero uno!" - E tuUlick - aggiunsi - potresti essere ilnumero due.


-In fede mia - disse mio cugino - basta uno!

Maio avevo i miei piani nei suoi riguardie decisi immediatamente dibeneficare quel bravo figliolo e di condurre a termine i mieiprogetti nei riguardi della vedova.




Capitolo15



FACCIOLA CORTE A MILADY LYNDON



Datoche la condanna di mio zio Mister Balibari per essere uscitodall'Irlanda col Pretendente nel 1745 non era stata annullatasarebbe stato poco opportuno per lui accompagnare suo nipote nellaterra dei nostri avidovese non l'impiccagionealmeno unfastidioso processola prigionia e un dubbio perdono aspettavano ilvecchio signore. In ogni importante crisi della mia vitai suoiconsigli erano stati sempre importantissimi per meed io non mancaidi andarne in cerca in quel frangentee di implorareper letteraisuoi consigli in quel che concerneva i miei corteggiamenti allavedova. Gli raccontai la situazione in cui si trovava il cuore dileicome l'ho descritta nello scorso capitolo; i progressi che ilgiovane Poynings aveva fatto nel suo affettoe l'oblìo in cuiella aveva posto il suo vecchio ammiratore; e ne ricevetti inrisposta una lettera piena di eccellenti suggerimentidi cui nonmancai di seguire.


Ilgentile cavaliere apriva la lettera dicendo che in quel momento sitrovava a pensione nel convento dei Frati Minori a Bruxelles; chepensava di cercare lì la sua salvezzae di ritirarsi persempre dal mondodedicandosi alle più severe pratiche dellareligione. Contemporaneamente mi scriveva circa l'amabile vedova:

eranaturale che una persona della sua condizione finanziariacon unfisico non spiacevoleavesse attorno molti adoratori. Ma poichéquando suo marito era ancora in vitasi era mostrata non del tuttomaldisposta a ricevere i miei omagginon potevo aver dubbi sul fattoche io non ero il primo che ella avesse favorito in quel modo; e cheprobabilmente non sarei stato neppure l'ultimo.


"Vorreipropriocaro figliolo"aggiungeva"che quella sgradevolecondanna che mi opprime come un laccio al colloe la risoluzione cheho preso di ritirarmi da un mondo tutto vanità e peccatononmi impedissero di venire personalmente in tuo aiuto in questadelicata crisi che attraversano le tue faccende; perchépercondurli a buon fineesse richiedono non solo il coraggioindomabilel'audacia e la vanagloria che tu possiedi più diqualsiasi altro giovanotto che io abbia mai conosciuto" (quantoalla "vanagloria"come la chiamava il cavalierela negoassolutamenteessendo sempre stato molto modesto nel mio contegno);"ma benché tu abbia la vigoria per eseguirlinon hail'ingegno che suggerisce i piani di condotta per portare a termine unprogetto che sarà probabilmente di esecuzione lunga edifficile. Avresti mai pensatotua quel brillante progetto sullaContessa Idache fu sul punto di conquistarti il maggior patrimoniod'Europase non fosse stato per i consigli e l'esperienza di unpovero vecchioche tira ora le somme dei suoi conti col mondoed èsul punto di ritirarsi da esso per sempre?

"Beneper quel che riguarda la Contessa di Lyndonil tuo modo diconquistarla èsecondo meattualmente del tutto "enl'air"; né io posso consigliarti giorno per giornocomevorrei poter farea mano a mano che si presentano le circostanze. Mail tuo piano generale dovrebbe essere questo. Se ben ricordo lelettere che solevi ricevere da lei durante il periodo dicorrispondenza che quella sciocca ebbe con tepassarono tra voiespressioni molto elevate; specialmente quelle scritte da SuaSignoria stessache è una "bas-bleu"e va pazzaper scrivere; essa soleva fare dei suoi dissensi col marito ilcontinuo tema della sua corrispondenza (come fanno le donne). Ioricordo diversi passaggi delle sue lettere in cui essa deploravaamaramente il proprio destinoche l'aveva unita ad un uomo cosìindegno di lei.


"Certamentenella massa di biglietti da lei inviati di cui sei in possessodev'esserci abbastanza per comprometterla. Studiateli benescegli ipassaggi adattie minaccia di comprometterla.


Scriviledapprima in un tono da non lasciar dubbicome un innamorato che hatutti i diritti su di lei. Poise lei tacefai le tue rimostranzealludendo alle sue precedenti promesse; producendo le prove della suaprecedente considerazione per te; giurando disperazionedistruzionevendettase si mostra infedele. Spaventala - stupiscila con qualchetratto temerarioche le mostri la tua indomabile risoluzione: seiuomo da farlo. La tua spada ha una notevole reputazione in Europaetu hai un carattere abbastanza sfrontato; questa fu la prima cosa chefece volgere su di te gli sguardi di Lady Lyndon. Fa' che la genteparli di tea Dublino. Sii splendidoaudace e stravagante quantopiù possibile. Come vorrei esserti vicino! Tu non haisufficiente immaginazione per farti una personalità comequella che ti creerei io... ma perché parlare così? Nonne ho forse abbastanza del mondo e delle sue vanità?"


C'eramolto buon senso e molta praticità in questi consiglicheriporto quisenza accompagnarli con le lunghe descrizioni dellemortificazioni e delle devozioni a cui mio zio si dedicavaterminando come al solito la sua lettera con le più fervidepreghiere per la mia conversione alla vera fede. Ma egli era costantenella sua forma di convinzione religiosa; ed ioda uomo d'onore e diprincipiero saldo nella mia; e non ho alcun dubbio che l'unadaquesto punto di vistafosse tanto accettabile quanto l'altra.


Attenendomidunque a queste direttive scrissi a lady Lyndonal mio arrivoperchiederle quando al più rispettoso dei suoi ammiratori avrebbepotuto essere permesso di intromettersi nel suo dolore. Poidato cheSua Signoria restava silenziosale chiesi se aveva forse dimenticatoi tempi trascorsie una persona che era stata favorita della suaintimità in quel periodo così felice.


AvevaCalista dimenticato Eugenio? Contemporaneamente mandai per mezzo delmio domestico insieme a questa lettera il dono di una piccola spada alord Bullingdone un biglietto personale al suo istitutore; di cuifra l'altropossedevo un impegno scritto per una sommadi cui nonricordo l'entitàma che era certo molto più di quantoil povero diavolo fosse in grado di pagare. A questo punto mi venneuna risposta dal segretario di lady Lyndonnella quale si affermavache Sua Signoria era ancora troppo turbata dal dolore per la suarecenteterribile disgrazia per vedere chicchessiaall'infuori deisuoi parenti; e un biglietto del mio amicol'istitutore del ragazzoche dichiarava che lord George Poynings era il giovane consanguineoche si accingeva a consolarla.


Fuquesto che cagionò la lite di cui ho già parlatoframe e quel giovane gentiluomo; che io ebbi cura di sfidare non appenaarrivò a Dublino.


Quandola notizia del duello fu portata alla vedova a Castle Lyndonil mioinformatore mi scrisse che lady Lyndon si mise a strillare gettandovia il giornaleed esclamò: - Quell'orribile mostro! Nonarretrerebbe dinnanzi ad un assassiniocredo - e il piccolo lordBullingdontraendo la spadala spada che gli avevo dato ioa quelbriccone! dichiarò che avrebbe ucciso con quella l'uomo cheaveva ferito il cugino George. E quando il signor Hunt gli disse cheero io il donatore di quell'armaquel piccolo furfante giuròancora che mi avrebbe ammazzato lo stesso! In veritàad ontadella mia gentilezza verso di luisembrava che quel ragazzo midetestasse sempre più.


SuaSignoria mandava ogni giorno corrieri ad informarsi della salute dilord George; epensando tra me che probabilmente ella si sarebbeindotta a venire a Dublino se avesse saputo che lui era in pericolofeci in modo di farle sapere che era in uno stato piuttosto precario;che stava sempre peggio e che in seguito a questo Redmond Barry erascappato. Di questa fuga feci in modo che desse notizia anche ilgiornale Mercuryma in realtà non andai più lontanodella città di Braydove abitava la mia buona madre; e dovetrovandomi in difficoltà per un duellopotevo star sicuro diessere il benvenuto.


Queilettori che hanno in mente un forte senso del dovere filialesimeraviglieranno che io non abbia ancora descritto il mio incontro conmia madrei cui sacrifici per me in giovinezza erano stati cosìnotevolie per la quale un uomo della mia calda ed affettuosa naturanon poteva fare a meno di provare il più durevole e sinceroriguardo.


Maun uomo che agisce nell'alta sfera della società in cui ora mitrovavo ioha i suoi doveri pubblici da compiere prima di pensare aisuoi sentimenti privati; sicché appena arrivato io inviai unmessaggero alla signora Barryannunciandole il mio arrivoinviandole i sensi del mio rispetto e della mia devozioneepromettendo di andare a rinnovarglieli di persona appena leoccupazioni che avevo a Dublino me lo avessero permesso.


Questenon ho bisogno di dirloerano molto importanti. Io avevo i mieicavalli da comperareil mio alloggio da sistemarela mia "entrée"nella buona società da fare; eavendo annunciato la miaintenzione di acquistare cavalli e di vivere con un certo stileinun paio di giorni fui talmente importunato da visite della nobiltàe del mondo elegantee così assillato da inviti a pranzo e acenache per parecchi giorni divenne per me estremamente difficileandare a compiere la visita tanto desiderata alla signora Barry.


Mirisulta che quella buona creatura preparò un ricevimentoappena ebbe saputo del mio arrivoe invitò a parteciparvitutte le sue umili conoscenze di Brayma in seguito io mi trovaiimpegnato con Milord Ballyragget per il giorno fissatoe fuinaturalmentecostretto a non tener fede alla promessa che avevofatto a mia madre di essere presente al suo modesto festino.


Cercaidi addolcire il suo disappunto mandandole un bel mantello di seta eun abito di vellutoche comperai dal miglior negoziante di stoffe diDublino (anzi le dissi che li avevo portati da Parigi apposta perlei); ma il messaggero che inviai con i doni riportò indietroi pacchicon la pezza di seta stracciata proprio nel mezzo: ed ionon ebbi bisogno delle sue descrizioni per rendermi conto del fattoche qualche cosa aveva offeso la buona signorache era venuta fuoriegli dissee lo aveva ingiuriato sulla portae gli avrebbe tiratole orecchiese ciò non le fosse stato impedito da un signorein neroche io conclusi giustamente dovesse essere il suo amicoecclesiasticoil signor Jowls.


Questomodo di ricevere i miei doni mi rese più timoroso chesperanzoso di un incontro con mia madree fece rimandare ancora diqualche giorno la visita che intendevo farle. Le scrissi unarispettosa e carezzevole letterache non ricevette rispostabenchéle avessi raccontato che durante il mio viaggio verso la capitale erostato a Barryvillee avevo visitato ancora una volta i luoghi dellamia giovinezza.


Nonmi vergogno di ammettere che mia madre è l'unico essere umanoche io abbia paura di affrontare. Ricordavo i suoi accessi di colleraquand'ero bambinocome pure le riconciliazioni che seguivanoe cheerano di solito anche più violente e penose; sicchéinvece di andare di personamandai il mio factotumUlick Bradyatrovarla; ed egli tornò indietro dicendo che aveva avuto unatale accoglienzache non si sarebbe sentito di subirla un'altravolta neppure per venti ghinee: che era stato cacciato via dallacasacon la rigorosa ingiunzione di informarmi che mia madre mirinnegava per sempre. Questo domestico anatemaa dir veromi colpìprofondamenteperché io ero sempre stato il piùrispettoso dei figli; sicché decisi di andare personalmenteappena possibilee di sfidare quella che sapevo sarebbe stataun'inevitabile scena di rimproveri e di collerain vistaalmeno losperavodi una sicura riconciliazione Una sera avevo dato unricevimento in onore della compagnia più distinta di Dublinoe stavo accompagnando Milord il marchese di... X giù per lescale con un paio di candelieriquando trovai una donna vestita diun mantello nero seduta sui gradini del mio portone; eprendendolaper una mendicantele porsi una monetamentre i miei nobili amiciche erano piuttosto alticcile rivolgevano qualche frizzomentre iochiudevo la porta e auguravo loro la buona notte.


Fuipiuttosto sorpreso e colpito scoprendo in seguito che quella donnaincappucciata non era altri che mia madre; che spinta dall'orgoglioaveva fatto voto di non varcare la soglia di casa miama i cuimaterni sentimenti le avevano ispirato il desiderio di rivedereancora una volta il viso di suo figlioe che si era per questo cosìincappucciata e si era messa sulla mia soglia. In realtànella mia lunga esperienza ho constatato che queste sono le soledonne che non deludono mai un uomo e i cui affetti rimangono costantiattraverso tutte le prove. Pensate alle ore che quella cara animadeve aver passatosola nella stradaascoltando il frastuono el'allegria nei miei appartamentiil tintinnio dei bicchierilerisatei canti e gli scherzi!

Quandoaccadde il mio duello con lord Georgedivenne necessario per meperle ragioni che ho già espostelevarmi di mezzo.


"Ora"pensai"è il momento di fare la pace con la mia buonamadre: essa non mi rifiuterà un asiloora che sono nei guai".


Cosìfacendola avvertire che stavo per arrivaree che avevo avuto unduello che mi aveva messo negli impicci e rendeva necessario che minascondessiseguii il mio messaggero a mezz'ora di distanza; e viposso assicurare che non mancai di essere ben ricevutoperchéquando fui introdotto in una stanza vuota dalla domestica scalza cheera al servizio della signora Barryla porta si aprìimmediatamentee la povera madre si gettò fra le mie bracciacon un gridoe con trasporti di gioia tali che non tenteròneppure di descriverlima che saranno certo compresi dalle donne chehanno tenuto fra le braccia il loro unico figlio dopo essere statedodici anni lontane da lui.


IlReverendo Jowlsil direttore spirituale di mia madrefu la solapersona alla quale venne aperta la porta della sua abitazione duranteil mio soggiornoperché non avrebbe ammesso dinieghi.


Eglisi preparò subito un bicchiere di punch al rumche sembravaavesse l'abitudine di bere a spese della mia buona madre; cominciòa borbottare fortee a farmi una predica sulla peccaminositàdei miei passati trascorsie specialmente dell'ultima orribileazione che avevo commesso.


-Peccatore! - diceva mia madrearrabbiandosi fortemente nel sentirattaccare suo figlio; - certonoi siamo tutti peccatori; e sieteproprio voisignor Jowlsche mi avete dato l'inesprimibilebenedizione di farmi apprendere questo. Ma come avreste voluto che ilpovero ragazzo si comportasse altrimenti?

-Io avrei voluto che il signore qui presente evitasse tanto di bereche di attaccar brigae del pari quel dannato duello rispondeval'ecclesiastico.


Mamia madre tagliò corto a questi discorsidicendo che unsimile tipo di condotta avrebbe potuto andare benissimo per unapersona del suo abito e della sua nascitama che non si addiceva néa un Brady né ad un Barry. In realtàella eraassolutamente incantata dall'idea che avevo ferito in duello ilfiglio di un marchese inglesee cosìper consolarlaglieneraccontai un'altra diecina in cui ero stato implicatoe di cui hogiàalmeno in parteinformato il lettore.


Datoche il mio ultimo avversario era fuori di pericolo quando feci ilresoconto del rischio che avevo corsonon c'era nessuna particolarenecessità che la mia reclusione fosse molto rigorosa.


Mala vedova non conosceva bene come me tutta la faccendae tenne lasua casa addirittura barricatamettendo Beckyla scalza servettacontinuamente in sentinella per dare l'allarmese le guardie fosserovenute a cercarmi.


Mala sola persona che io aspettavo era mio cugino Ulickche dovevaportarmi la desiderata notizia dell'arrivo di lady Lyndon; e debboammettere chedopo due giorni di rigoroso confinamento a Brayincui raccontai a mia madre tutte le avventure della mia vita e riusciia farle accettare gli abiti che prima aveva rifiutato ed una notevoleaggiunta alle sue entrate che fui ben lieto di farefui moltosoddisfatto quando vidi quel reprobo di Ulick Bradycome lo chiamavamia madrefermarsi alla porta nella mia carrozzacon le desideratenotizie: per mia madre che il giovane lord era fuori pericoloper meche la Contessa di Lyndon era arrivata a Dublino.


-Avrei volutoRedmondche quel giovane fosse stato in pericolo unpo' più a lungo - disse la vedovacon gli occhi pieni dilacrime - così ti saresti trattenuto un po' di più conla tua povera vecchia madre. - Ma io asciugai le sue lacrimeabbracciandola teneramentee promettendo di tornare a trovarlaspesso; e accennai che avrei potuto forse un giorno avere una casamia propria ed una nobile nuora a darle il benvenuto.


-E chi ècaro Redmond? - chiese la vecchia signora.


-Una delle più ricche e più nobili donne dell'Imperomadre mia- risposi io. - Niente più Brady questa volta -aggiunsi ridendo: e con queste speranze lasciai la signora Barry diottimo umore.


Nessunuomo è meno capace di me di serbar rancore; e una volta che hosostenuto il mio punto divento una delle persone più pacifichedel mondo. Mi ero trattenuto a Dublino una settimana prima cheritenessi necessario lasciare quella capitale; e in quel frattempo miero completamente riconciliato col mio rivale; mi ero fatto un puntod'onore di andarlo a trovaree divenni ben presto suo intimoconsolatore al suo capezzale. Aveva un valletto con cui non mancai dimostrarmi molto gentilee verso il quale ordinai ai miei sottopostidi usare ogni riguardo; perché ero naturalmente ansioso diapprendere qual'era stata realmente la posizione di lord George versola signora di Castle Lyndonse c'erano altri corteggiatori attornoalla vedovae come aveva accolto la notizia della ferita di lui.


Fuil giovane gentiluomo in persona che mi illuminò in qualchemodo sull'argomento che ero tanto desideroso di conoscere.


-Cavaliere - mi disse una mattina che ero andato a rendergli omaggio -trovo che voi siete una vecchia conoscenza della mia parentelaContessa di Lyndon. Essa mi scrive una pagina di insulti sul vostrocontoqui in una lettera; e la parte strana di questa storia èche un giornoquando si parlò di voi a Castle Lyndone dellosplendido equipaggio di cui facevate pompa a Dublinola bella vedovagiurò e protestò che non aveva mai sentito parlare divoi.


"Ohsìmamma"disse il piccolo Bullingdon"quell'uomoalto e bruno che era a Spacon quel tic all'occhioche faceva bereil mio istitutore e che mi mandò per regalo la spada: sichiamava proprio Barry". Ma Milady ordinò al ragazzo diuscire dalla stanzae insistette nell'affermare che non viconosceva.


-E voi siete un parente ed amico di lady Lyndon? - chiesi ioin tonodi profonda sorpresa.


-Sicerto - rispose il giovane gentiluomo. - Ho lasciato la sua casasolo per ricevere da voi questa brutta ferita. E mi è capitataproprio in un momento disgraziato.


-Perché più disgraziato di un altro?

-Diaminevedete voicavaliere. Io credo che la vedova non fosse deltutto insensibile alla mia corte. Credo che avrei potuto indurla astringere maggiormente i nostri rapporti; e in fede miabenchésia un po' più vecchia di meè il più riccopartito che ci sia ora in Inghilterra.


-Milord George - dissi io - volete permettermi di farvi una francamastrana domanda? volete mostrarmi le sue lettere?

-Nonon farò davvero una cosa simile - ribatté luitutto arrabbiato.


-Perbacconon vi inquietate. Se io vi mostro delle lettere mandate dalady Lyndon a memi farete vedere le vostre?

-Che cosa intendete diresignor Barryin nome del cielo?

esclamòil giovane.


-Intendo dire che io amavo appassionatamente lady Lyndon. Intendo direche io... che io non le ero del tutto indifferente. Intendo dire chel'amo alla follia anche adessoe che mi uccideròo uccideròl'uomo che la possieda prima di me.


-Voisposare la maggior ereditiera e il più nobile sangued'Inghilterra? - esclamò alteramente lord George.


-Non c'è in Inghilterra sangue più nobile del mio -risposi io; e vi dico che io non so se sperare o no. Ma questo soche ci furono giorni in cuipovero come sonola grande ereditieranon sdegnò di abbassare lo sguardo sulla mia povertàeche chiunque voglia sposarla dovrà passare sul mio cadavereper farlo. E' una fortuna per voi - aggiunsi fieramente - cheinoccasione del mio scontro con voiio non sapessi quali erano levostre mire su lady Lyndon.


Miopovero ragazzovoi siete coraggiosoed io vi voglio bene. Ma la miaè la prima spada d'Europae voi giacereste ora in un lettomolto più stretto di quello che occupate adesso!

-Ragazzo! - esclamò lord George - se non ho neanche quattroanni meno di voi.


-Avete quarant'anni meno di me in fatto d'esperienza. Io ne ho passatedi tutti i generinella vita. Ho fatto fortuna con la mia abilitàe il mio coraggio. Ho partecipato a quattordici battaglie campali inqualità di soldato semplicee sono sceso sul terreno ventitrévoltee non sono stato toccato che una volta: ed è statodalla spada di un maestro d'armi franceseche ho ucciso. Ho esorditonella vita a diciassette annipovero come un mendicanteed ora aventisette anni possiedo 20.000 ghinee. Immaginate che un uomo delmio coraggio e della mia energia non riesca a raggiungere tutto ciòa cui aspirae che avendo dei diritti sulla vedovanon li faròvalere?

Questodiscorso non era tutto vero alla lettera (perché io avevo unpo' moltiplicato il numero delle mie battaglie e dei miei duelliespecialmente le mie ricchezze); ma vidi che aveva fatto l'impressioneche desideravo sulla mente di quel giovane gentiluomo. Egli ascoltòle mie affermazioni con particolare serietàe lo lasciaiimmediatamente solo a digerirle.


Dopoun paio di giorni tornai di nuovo a trovarloe portai con me alcunedelle lettere che ci eravamo scambiati con lady Lyndon.


-Ecco - dissi - guardate... ve la mostro in confidenza.... questa èuna ciocca di capelli di Sua Signoria; ecco le sue letterefirmateCalista e indirizzate ad Eugenio. Ecco qua una poesia"Quandoil Sole abbellisce il prato con la sua lucee la pallida Cintiasparge i suoi raggi"indirizzata da Sua Signoria al vostroumile servitore.


-Calista! Eugenio! Il Sole abbellisce il prato con la sua luce?-esclamò il giovane lord. - Sto forse sognando? Diaminemiocaro Barryla vedova ha mandato anche a me proprio la stessa poesia!

"Rallegrandosiai raggi del soleO meditando nella grigia sera...".


Nonpotei fare a meno di ridere mentre egli continuava la citazione.Effettivamenteerano proprio le stesse parole che la mia Calistaaveva rivolto a me. E paragonando le letteretrovammo che interisquarci d'eloquenza che figuravano in una delle due corrispondenzeapparivano anche nell'altra. Guardate un po' a che cosa porta fare la"bas-bleue"e avere la mania di scriver lettere!

Poiil giovane depose le lettere molto turbato.


-Benesia ringraziato il cielo! - disse dopo una pausa di una certadurata - sia ringraziato il cieloper questa liberazione!

Ahsignor Barryche donna avrei potuto sposarese queste carte nonfossero fortunatamente capitate sulla mia strada! Io pensavo che ladyLyndon avesse un cuoresignoredebbo confessarloma non un cuorecosì caldo; e che almeno ci si potesse fidare di lei.


Masposarla ora! Vorrei piuttosto mandare in strada il mio domestico acercarmi una moglieche prendere una matrona di Efeso (24) comequesta.


-Milord George - dissi io - voi conoscete poco il mondo.


Ricordateviche razza di marito aveva lady Lyndone non meravigliatevi ch'ellada parte suapotesse essergli indifferente. Mi permetto diassicurarvi che non ha mai oltrepassato i limiti di una innocuagalanteriao peccato altrimenti che nel comporre un sonetto o un"billet-doux".


-Mia moglie - disse il giovane lord - non scriverà nésonetti né "billets-doux"; e sono sinceramente lietodi pensare che ho penetrato in tempo la vera essenza di una stregasenza cuore di cui ho creduto per un momento di essere innamorato.


Ilgiovane ferito eracome ho dettomolto giovane ed inesperto nellecose di questo mondo: perché supporre che un uomo lasci andarequarantamila sterline all'anno soltanto perché la signora chele possiedeha scritto alcune lettere sentimentali ad un giovanottoè troppo assurdo. Oppurecome propendo a credereera lietodi trovare una scusa per abbandonare completamente il campononessendo in alcun modo ansioso di incontrare una seconda voltal'invincibile spada di Redmond Barry.


Quandol'idea del pericolo che correva Poyningso i rimbrotti cheprobabilmente egli aveva rivolto alla vedova riferendosi a meebberoportato a Dublino quella troppo debole donnacome io mi aspettavoed il mio degno Ulick mi ebbe informato dell'arrivo di leiiolasciai la mia buona madre completamente riconciliata con me (erastato questo l'effetto del duello)e trovai che la sconsolataCalista aveva preso l'abitudine di recarsi a far visita al feritoinnamorato: con grande noia di codesto gentiluomoalmeno cosìmi dissero i domestici. Gli Inglesi sono spesso assurdamente alteri esdegnosi su un puntiglio; e dopo aver saputo della condotta della suaparente lord Poynings aveva giurato che non avrebbe più avutonulla a che fare con lei.


Ioricevetti questa informazione dal valletto di Sua Signoria; delqualecome ho dettoavevo avuto particolarmente cura di diventareamico: né il suo portiere si rifiutò di farmi entrarequando decisi di andare ancora a fargli visitacome prima.


Miladyaveva probabilmente datocome meuna mancia a quel degno uomo;perché era riuscita a salire di soprabenché le fossestato dapprima negato l'ingresso: e di fatto io l'avevo tenutad'occhio da quando era uscita da casa fino all'appartamento di lordGeorge Poyningse l'avevo vista discendere dalla sua portantina lìdavanti ed entrareprima di seguirla io stesso.


Miproponevo di aspettarla tranquillamente nell'anticamerae di farlelì una scenarimproverandola della sua infedeltàsefosse stato necessario; ma le cose andarono in modo molto piùconveniente per mepoichéentrando senza essere annunciatonell'anticamera degli appartamenti di Sua Signoriaebbi la felicitàdi udire nella camera vicinala cui porta era socchiusala vocedella mia Calista. Essa piangeva a calde lacrimeappellandosi alpovero ammalatoche giaceva confinato nel suo lettoe parlando nelmodo più appassionato.


-Che cosa può avervi condotto a dubitare della mia fedeltàGeorge? - ella diceva. - Come potete spezzare il mio cuoresbarazzandovi di me in questa mostruosa maniera? Volete trarre lavostra povera Calista al sepolcro? Benebeneraggiungeròlaggiù il caro angelo scomparso.


-Che vi è entrato solo da tre mesi - disse lord Georgesogghignando. - C'è proprio da meravigliarsi che gli abbiatesopravvissuto così a lungo.


-Non trattate la vostra povera Calista in questo modo crudeleAntonio! (25) - esclamò la vedova.


-Bah! - disse lord George - la mia ferita va male. I miei dottori mihanno proibito di parlare a lungo. Immaginate che il vostro Antoniosia stancomia cara. Non potete consolarvi con qualcun altro?

-Cielolord George! Antonio!

-Consolatevi con Eugenio - disse il giovane gentiluomo amaramenteesi mise a suonare il campanello; al suono venne fuori il suodomesticoche stava in una camera più internaed egli gliordinò di riaccompagnare Sua Signoria.


LadyLyndon uscì dalla camera con gran trambusto. Era vestita alutto strettocon un velo sul visoe non riconobbe la persona cheaspettava in anticamera. Ma mentre scendeva le scale io le corsidietro agilmentee mentre il suo cocchiere le apriva la porta balzaifuori e le porsi la mano per farla salire in carrozza.


-Carissima vedova - le dissi - Sua Signoria ha parlato proprio bene.Consolatevi con Eugenio! - Ella era troppo spaventata anche pergridarementre il cocchio la portava via rapidamente. Discesedavanti a casa suae potete esser certi che io ero allo sportellodella carrozzacome primaper aiutarla a discendere.


-Mostro! - ella mi disse - vi prego di lasciarmi in pace.


-Madamesarebbe contrario al mio giuramento - risposi io; ricordatela promessa che Eugenio fece a Calista.


-Se non ve ne andatechiamerò i domestici perché vimettano fuori della porta.


-Cosa! quando io sono venuto con le lettere della mia Calista intascaforse per restituirle? Voi potete prendermi con la dolcezzaSignorama non potete spaventare Redmond Barry.


-Ma che cosa volete da mesignore? - disse la vedovapiuttostoagitata.


-Fatemi saliree vi dirò tutto - risposi io; ed ellaaccondiscese a porgermi la manoed a permettermi di condurla dallasua portantina al salotto.


Quandofummo solile rivelai onestamente le mie intenzioni.


-Carissima signora - dissi - non fate in modo che la vostra crudeltàconduca uno schiavo disperato a misure estreme. Io vi adoro. Neigiorni andati voi mi permetteste di bisbigliarvi la mia passionesenza restrizioni; adesso mi cacciate dalla vostra portalasciate lemie lettere senza rispostae preferite un altro a me!

Lamia carne e il mio sangue non possono sopportare un trattamentosimile. Riflettete alla punizione che sono stato costretto adinfliggere; tremate al pensiero di quella che posso essere obbligatoa somministrare a quello sfortunato giovane: appena vi sposeràsignoraegli morrà.


-Io - disse la vedova - non vi riconosco il minimo diritto di dettarlegge alla Contessa di Lyndon: non comprendo minimamente le vostreminaccee non ne tengo alcun conto. Che cosa è mai passatofra me ed un avventuriero irlandese che possa autorizzare questaimpertinente intrusione?

-Sono passate questesignora - dissi io - le lettere di Calista adEugenio. Possono essere state del tutto innocentima vorràcrederlo il mondo? Voi potete aver avuto soltanto l'intenzione discherzare col cuore di un povero ingenuo gentiluomo irlandese che viadorava e aveva fiducia in voi. Ma chi crederà alla storiadella vostra innocenza contro l'inconfutabile testimonianza dellavostra stessa scrittura? Chi vorrà credere che abbiate scrittoqueste lettere per mera civetteriae non sotto l'influsso di un veroaffetto?

-Mascalzone! - gridò lady Lyndon - osereste tirar fuori daquelle mie oziose lettere un significato diverso da quello che essehanno realmente?

-Ne tirerò fuori qualsiasi cosa - dissi io- tanta è lapassione che mi spinge verso di voi. Io l'ho giuratovoi doveteessere mia e lo sarete! Avete mai saputo che io abbia giurato di fareuna cosa e non l'abbia fatta? Che cosa preferite avere da parte mia:

unamore quale mai donna ebbe da un uomoo un odio di cui non esistel'uguale?

-Una donna del mio rangosignorenon può temere nulladall'odio di un avventuriero come voi - ribatté la signoraalzandosi con aria dignitosa e superba.


-Guardate il vostro Poyningsnon era egli forse del vostro rango? Voisiete la causa della ferita di quel giovanesignora; ese non fosseche lo strumento della vostra selvaggia crudeltà si èegli stesso mansuefattosareste stata l'autrice della sua uccisione.Sìdella sua uccisione; perchése una moglie èinfedelenon è lei che arma il marito a punire il seduttore?Ed io vi considero come mia moglieHonoria Lyndon.


Marito!mogliesignore! - esclamò la vedovastupefatta.


-Sìmoglie! marito! Io non sono una di quelle povere creaturecon cui le civette possono scherzareper poi gettarle da un canto.Voi potrete aver dimenticato quello che è passato fra noi aSpa: Calista potrà dimenticare Eugenio; ma io non vipermetterò di dimenticarmi. Voi pensavate di scherzare col miocuorevero? Ma una volta che esso è feritoè feritoper sempreHonoria. Io vi amo... vi amo tanto appassionatamenteadesso come quando la mia passione era senza speranza; ed oracheposso conquistarvipensate che vi lascerò andare? Crudelecrudele Calista! Voi conoscete male il potere dei vostri vezzi secredete che il loro effetto si possa dimenticare cosìfacilmentevoi conoscete male la costanza di questo puro e nobilecuore se credete cheavendovi amato una voltaesso possa maicessare di adorarvi. No! giuro per la vostra crudeltà che vipunirò; giuro per la vostra meravigliosa bellezza che laconquisteròe sarò degno di conquistarla.


Adorabileaffascinantemutevolecrudele donna! Voi sarete mialo giuro! Lavostra ricchezza può essere grande; ma non ho io una naturaabbastanza generosa per usarne degnamente? Il vostro rango èelevato; ma non elevato come la mia ambizione Voi vi siete gettatauna volta tra le braccia di un debosciato freddo e privo di spirito:datevi adesso ad un uomoHonoria; e ad un uomo cheper elevato chepossa essere il vostro rangolo eleverà ancora e vi siadatterà perfettamente!

Mentreio riversavo parole su parole sull'attonita vedovastavo drittodinnanzi a lei dominandola con la mia staturaed affascinandola colbalenare dei miei occhi; la vedevo diventare rossa e pallida per iltimore e per la meraviglia; vedevo che le lodi che tributavo al suofascino e l'esposizione della mia passione non le tornavano sgraditie constatavo con calma trionfale il dominio che stavo prendendo su dilei. Il terroresiatene certinon è un cattivo ingredientedell'amore. Un uomo che vuole decisamente conquistarsi il cuore diuna debole e svaporata donna deve riuscirese ha occasionisufficienti.


-Uomo terribile - disse lady Lyndonritraendosi da me non appena ebbiterminato di parlare (invero mi trovavo a corto di parolee stavopensando ad un altro discorso da farle) - uomo terribile!

lasciatemi.


Vidiche le avevo fatto una certa impressioneproprio da queste parole.


"Semi lascia rientrare in casa domani" pensai fra me "èmia".


Quandodiscesimisi dieci ghinee nelle mani del portiereche apparveassolutamente stupefatto di un simile dono.


-E' per compensarvi del disturbo di aprirmi la porta - dissi io:

-dovrete farlo tanto spesso!




Capitolo16



LARGISCONOBILTA' ALLA MIA FAMIGLIA E RAGGIUNGO IL CULMINE DELLA MIA(APPARENTE) FORTUNA



Ilgiorno dopoquando ritornaii miei timori si realizzarono: mi furifiutato l'ingresso. La signora non era in casa! Sapevo che erafalso: avevo tenuto d'occhio per tutta la mattina la porta da unacamera che avevo preso in affitto nella casa dirimpetto.


-La vostra padrona non è fuori di casa - dissi; - è leiche vi ha detto di non farmi entrareed io non possonaturalmentefarmi strada a forza. Ma ascoltatemi: voi siete inglese?

Sapevoche lo erae che perciò potevo offrirgli una mancia. Unostraccione di domestico irlandesea cui non fosse stato pagato ilsalario da mesivi avrebbe probabilmente tirato il denaro in faccia.


-Ascoltatemidunque - dissi. - Le lettere della vostra padronapassano per le vostre manivero? Una corona per ogni lettera che miportate per farmela leggere. C'è uno spaccio di whisky quinella strada vicina; portatemele lì quando andate a bere ungoccettoe chiamatemi col nome di Dermot.


-Mi ricordo di Vostro Onore a Spa - disse quell'individuosogghignando: - sette è il massimoeh? - emolto orgogliosodi questo ricordodissi addio al mio nuovo sottoposto.


Ionon approvo questa pratica di aprire le lettere altrui nella vitaprivatasalvo che in casi della più urgente necessità;quando siamo costretti a seguire gli esempi dei nostri miglioriglistatisti di tutta Europaeper amore di un bene più grandea violare una piccola questione d'etichetta. Alle lettere di LadyLyndon non accadde nulla di male per essere state apertee questofece invece un mondo di bene; perché la conoscenza ottenutaattraverso l'attenta lettura delle sue molteplici epistole mi mise ingrado di diventare un intimo conoscitore del suo carattere in millemodie di ottenere un potere di cui non tardai a profittare. Conl'aiuto delle lettere e del mio amico inglesea cui offrivo sempreliquori della migliore qualitàe facevo doni in denaroa luianche più graditi (solevo indossare anch'io una livrea perquesti incontrie mettermi una parrucca rossasotto la quale eraimpossibile riconoscere il distinto ed elegante Redmond Barry)riuscii ad ottenere una conoscenza così intima dei movimentidella vedova da meravigliare lei stessa. Sapevo in precedenza inquali luoghi pubblici sarebbe andata: erano assai pochia causadella sua vedovanzama dovunque faceva la sua comparsain chiesa onel parcoc'ero sempre io pronto a porgerle il suo libro o ascortare a cavallo la sua carrozza.


Moltelettere di Sua Signoria contenevano le più fantasticherodomontate che mai un "bas-bleu" abbia scritto. Era unadonna che prendeva e lasciava un numero di cari amici e di amiche piùgrande di quanto io abbia mai visto. Ad alcune di queste amichefemmine cominciò immediatamente a scrivere circa la miaindegna personae con un sentimento di estrema soddisfazione trovaiche la vedova cominciava ad avere una terribile paura di me. Michiamava la sua "bête noire" il suo spirito malvagioil suo sanguinario adoratoree con centinaia di altri nomi cherivelavano la sua estrema inquietudine ed il suo terrorecome "Quelfurfante ha pedinato la mia carrozza attraverso tutto il parco"oppure"il mio incubo mi ha seguito in chiesa" e "ilmio inevitabile adoratore mi ha offerto la mano per scendere dallaportantina davanti alla bottega del merciaio"e non so chealtro. La mia intenzione era di accrescer nel suo seno questosentimento di terroree di farle credere che io ero una persona allaquale era impossibile sfuggire.


Aquesto scopo corruppi un veggenteche ella consultòcontemporaneamente a parecchie altre sciocche e distintissime personedi Dublinoin quei giorni; e chebenché ella si fossevestita come una delle sue damenon mancò di riconoscere lasua vera posizionee di descriverle come suo futuro marito il suoperseverante adoratore Redmond BarryEsquire.


Questoincidente la turbò moltoed ella ne scrisse in termini digrande meraviglia e terrore alle sue corrispondenti di generefemminile. "Può questo mostro"scriveva"faredavvero quello di cui si vantae piegare persino il Fato alla suavolontà? Può egli far sì che io lo sposibenchéio lo detesti cordialmentee ridurmi schiava ai suoi piedi?L'orribile sguardo dei suoi neri occhi di serpente mi affascina e mispaventa: mi sembra che mi segua dovunqueed anche quando chiudo gliocchiquello sguardo spaventoso penetra attraverso le mie cigliaedè ancora su di me".


Quandouna donna comincia a parlare di un uomo in questo modocostui èun asino se non riesce a conquistarla; e da parte mia io solevoseguirla in giro e mettermi sempre di fronte a lei"peraffascinarla col mio sguardo"come soleva direpiùassiduamente che mi fosse possibile.


LordGeorge Poyningsil suo antico ammiratoreera sempre trattenuto incasa dalla sua feritae sembrava deciso a rinunciare a qualsiasipretesa dei suoi favori; perché non la faceva entrare quandoandava a trovarlonon rispondeva alla sua ripetuta corrispondenzacontentandosi di dire in generale che il chirurgo gli aveva proibitodi ricevere visite o di rispondere alle lettere. Cosìmentrelui si ritiravaio mi facevo avantie facevo ben attenzione che nonsi presentassero altri rivali con una qualche probabilità disuccesso; perchéappena sentivo dire che ce n'era unomiprocuravo una disputa con lui. In questo modo ne ferii altri dueoltre alla mia prima vittimalord George.


Prendevosempre un altro pretesto per attaccar brigae non quello verodellesue attenzioni verso lady Lyndonin modo che non ne sorgesse inconseguenza alcuno scandaloe che i sentimenti di Sua Signoria nonne fossero feriti; ma ella sapeva benissimo qual era il significatodi questi duelli: ed anche i giovanotti di Dublinomettendo assiemedue più duecominciavano a subodorare che c'era un similedragone a guardia della ricca ereditierae che dovevano vincere ildragone prima di arrivare alla dama. E vi garantisco chedopo iprimi trenon si trovarono molti campioni che rivolgessero i loroomaggi alla dama; ed ho riso spesso (dentro di me) nel vedereparecchi dei giovani "belli" di Dublino che cavalcavano alato della carrozza di lei squagliarsela appena apparivano la miacavalla baia e le mie livree verdi.


Iodesideravo fare impressione su di lei con qualche grande e terribiledimostrazione della mia potenzae a questo fine avevo deciso dielargire un grande beneficio al mio onesto cugino Ulickportando viaper lui il dolce oggetto dei suoi sospiriMiss Kiljoyproprio sottogli occhi della sua tutrice ed amicalady Lyndon; e alla faccia deicavalierifratelli della signorinache trascorrevano la stagionemondana a Dublinoe facevano tanto chiasso sulle 10.000 sterlineirlandesi della sorellaquanto ne avrebbero fatto se avesse avuto unimmensa fortuna. La ragazza non era affatto contraria a mio cuginoBrady; e questo dimostra soltanto quanto siano deboli di spiritocerti uominie come un genio superiore possa immediatamente superaredifficoltà che sembrano insuperabili a mentalitàcomuni: voglio dire il fatto che egli non avesse mai pensato difuggirsene con lei: come io feci immediatamente e arditamente. MissKiljoy era stata sotto la tutela del Tribunale dei minori fino a chenon aveva raggiunto la maggiore età (e prima di questo periodosarebbe stato pericoloso per me mettere in esecuzione il progetto chemeditavo a proposito di lei); mabenché ora fosse libera disposare chi le piacevaera una signorina di carattere piuttostotimidoe aveva paura dei suoi fratelli e dei parenti come se nonfosse stata assolutamente indipendente da loro. Essi avevano in vistaun qualche loro amico per la signorinaed avevano respintosprezzantemente la proposta di Ulick Bradyil gentiluomo decadutoche era assolutamente indegno a quanto pensavano quei rustici maschidella mano di un'ereditiera così prodigiosamente ricca com'erala loro sorella.


Trovandosisola nella sua grande casa di Dublinola Contessa di Lyndon invitòla sua amica Miss Amelia a venire a passare la stagione con lei aDublino; ein uno slancio di amore maternomandò a prendereanche suo figlioil piccolo Bullingdon e il mio vecchio amicoistitutoreperché venissero nella capitale a farle compagnia.Una carrozza di famiglia portò il ragazzol'ereditiera el'istitutore da Castle Lyndon a Dublino; ed io decisi di cogliere laprima occasione per mettere in esecuzione il mio piano.


Perl'occasione non dovetti aspettare molto. Ho già dettoin unprecedente capitolo della mia biografiache il regno d'Irlanda erain quel periodo infestato da diverse bande di briganti; i qualisotto il nome di WhiteboysOakboysSteelboyscon alla testadiversi capiuccidevano i funzionaridavano fuoco ai fienilitagliavano i garretti al bestiamemutilavano la selvagginaeamministravano la legge a modo loro. Una di queste bandeo anche piùd'unaper quel che ne sapevo ioera comandata da un misteriosopersonaggio chiamato Capitano Thunder; il cui principale compitosembrava fosse quello di far sposare le persone con o senza il loroconsensoo quello dei genitori. Le "Dublin Gazettes" ed i"Mercuries" di quell'epoca (l'anno 1772) abbondano diproclami del Lord Luogotenenteche offrono ricompense per la catturadi questo terribile Capitano Thunder e della sua bandae descrivonoper esteso diverse imprese di questo selvaggio aiutante di campo delDio Imene. Io decisi di approfittarese non dei servigialmeno delnome del Capitano Thunder e di far entrare mio cugino Ulick inpossesso della sua dama e delle sue diecimila sterline. Lei non erauna gran bellezzae immagino che fosse il denaro che egli amavapiùche la sua proprietaria.


Acausa della sua vedovanzaLady Lyndon non poteva ancora frequentarei balli e le serate che l'ospitale nobiltà di Dublino aveval'abitudine di dare; ma la sua amica Miss Kiljoy non aveva un'ugualeragione per vivere ritiratae fu lieta di partecipare a tutte leriunioni a cui poteva essere invitata. Io feci dono ad Ulick Brady diun paio di eleganti abiti di vellutoe mediante la mia influenza gliprocurai inviti a parecchie tra le più eleganti di questeriunioni. Ma egli non aveva le mie attrattive o la mia esperienza sulmodo di corteggiare una donna; era timido con le signore come ungiovane puledroe non era più abile nel danzare il minuettodi quanto lo sia un asino. Nel mondo elegante fece quindi poca stradanel cuore della sua bella; in effettiio potei vedere che ella glipreferiva diversi altri giovani gentiluominiche si trovavano piùa casa loro nelle sale da ballo di quanto non lo fosse il poveroUlick. Egli aveva fatto impressione sull'ereditiera soltanto la primavoltaed aveva provato i primi ardori per lei nella casa di suopadre a Ballykiljoydove era solito andare a caccia ed ubbriacarsicol vecchio gentiluomo.


-Quelle sono cose che potrei fare abbastanza bene dovunque dicevaUlick con un sospiro; - e se si trattasse di bere o di attraversaretutto il paese a cavallonon c'è uomo in Irlanda che potrebbeavere maggiori possibilità con Amalia.


-Non aver pauraUlick - fu la mia risposta; - avrai la tua Amaliaonon mi chiamo più Redmond Barry.


LordCharlemont - che era uno dei più eleganti e compìtinobili d'Irlanda in quell'epocaun distinto letterato e uomo dispiritoun gentiluomo che aveva viaggiato molto all'esterodove ioavevo avuto l'onore di conoscerlo - diede un magnifico ballomascherato nella sua casa di Marinoa poche miglia da Dublinosullastrada di Dunleary. E fu a quella festa che io decisi di renderefelice Ulick per tutta la vita. Al ballo mascherato era invitata MissKiljoyed il piccolo Lord Bullingdonche desiderava assistere ad unsimile spettacolo; e fu stabilito che egli vi sarebbe andato sotto lasorveglianza dell'istitutoreil mio vecchio amico Runt.


Iosapevo qual era l'equipaggio in cui la compagnia doveva essereportata al balloe presi le mie misure in conseguenza.


UlickBrady non era presente: la sua fortuna ed il suo rango non eranosufficienti a procurargli un invito in un luogo così distintoed io avevo propagato sin da tre giorni prima la voce che era statoarrestato per debiti: cosa che non sorprese nessuno di quelli che loconoscevano.


Quellanotte io feci la mia apparizione sotto le spoglie di un personaggiocon cui ero molto familiareun soldato semplice della guardia del Redi Prussia. Mi ero fatta fare una grottesca maschera con un immensonaso e due baffoniparlavo un misto di corrotto inglese e tedescoin cui quest'ultimo predominava nettamente; ed avevo attorno unmucchio di genteche rideva del mio ridicolo accentoe la cuicuriosità era ulteriormente accresciuta dal fatto checonoscevano la mia storia passata. Miss Kiljoy era vestita daprincipessa anticaed aveva con sé il piccolo Bullingdon chele faceva da paggiovestito come ai tempi della cavalleriacon icapelli incipriatied il costume in verderosa e argento; ed eramolto carino e impertinente mentre camminava in giro tutto tronfiocon la mia spada al fianco. Quanto a Runtegli si aggirava per lesale in dominocon l'aria gravee andava ogni momento a far visitaal buffetdove mangiava pollo freddo e beveva punch e champagne asufficienza per soddisfare una compagnia di granatieri.


IlLord Luogotenente venne e se ne andò in pompa magna. Il ballofu magnifico. Miss Kiljoy ebbe cavalieri in abbondanza fra cui iostessoche ballai con lei un minuetto (se il goffo barcollaredell'ereditiera irlandese può essere chiamato con un similenome); e colsi l'occasione per perorare la mia passione per LadyLyndon nei termini più pateticie per chiederel'intromissione della sua amica in mio favore.


Eranole tre dopo mezzanotte quando la compagnia di Lyndon House se neandò. Il piccolo Bullingdon si era addormentato da un pezzo inuno dei gabinetti di porcellane di Lady Charlemont. Runt era anchetroppo sovrabbondante nel parlaree tutt'altro che franconell'incedere. Una signorina di oggi si allarmerebbe nel vedere ungentiluomo in simili condizioni; era invece uno spettacolo moltocomune in quegli antichiallegri tempiquando un gentiluomo eraconsiderato un pezzo di pan molle se di tanto in tanto non era un po'brillo. Vidi Miss Kiljoy avvicinarsi alla sua carrozzaaccompagnatada parecchi cavalieri: e guardando attraverso la folla di stracciatiportatorcecocchierimendicantiubriaconi maschi e femmine chesolevano invariabilmente mettersi davanti alle porte dei gran signoriquando si davano delle festevidi la carrozza allontanarsifra gliapplausi della folla; poi tornai immediatamente nella stanza dellacenadove parlai tedescofavorii i tre o quattro ubriaconi cheerano ancora lì con una canzone in olandese anticoe attaccaii piatti e il vino con grande risolutezza.


-Ma come fate a bere con quel nasone? - disse uno dei presenti.


-Andate a farvi impiccare! - dissi iocon magnifico accento tedescodedicandomi di nuovo al vino; al che gli altri riseroed io seguitaila mia cena in silenzio. Era presente un gentiluomo che aveva vistoil gruppo di casa Lyndon andarsenee con cui avevo fatto unascommessache perdetti; e il mattino dopo passai da casa sua apagargliela. Il lettore sarà sorpreso di sentirmi enumeraretutti questi particolari: ma il fatto è che non fui io cheritornai alla festama il mio nuovo domestico tedescoche aveva lamia identica statura e chevestito col mio costumepotevaperfettamente passare per me. Ci scambiammo gli abiti in una carrozzada nolo che era vicina alla carrozza di Lady Lyndoned iocorrendole dietrola sorpassai rapidamente.


Ilfatale veicolo che portava l'adorato oggetto della passione di UlickBrady non aveva camminato molto quandonel mezzo di un profondosolco della stradaaffondò improvvisamente con un sobbalzo;il domesticobalzando giù dal dietro la carrozzagridò"Ferma!" al cocchiereavvisandolo che era uscita unaruotae che sarebbe stato pericoloso andare avanti con tre sole. Iparafanghi non erano ancora stati inventati a quei tempicome losono stati in seguito dagli ingegnosi costruttori di Long Acre. Ecome fosse uscito il chiodo della ruota io non pretendo di saperlo;ma probabilmente era stato tirato fuori da qualche briccone tra lafolla davanti ai cancelli di Lord Charlemont.


MissKiljoy sporse il capo fuori dal finestrinostrillando come fannosempre le signore; il cappellano Runt si svegliò dal suosopore d'ubriaco; e il piccolo Bullingdonbalzando in piedi etirando fuori la sua piccola spadadisse: - Non abbiate pauraMissAmelia: se ci sono dei brigantiio sono armato. - Quelmascalzoncello aveva proprio lo spirito di un leonea dire laverità; debbo riconoscerlononostante tutte le dispute cheebbi con lui in seguito.


Lacarrozza da nolo che aveva seguito quella di Lady Lyndon la raggiunsein quel momentoe il cocchierevedendo il disastroscese giùdi cassetta e molto educatamente chiese a Sua Signoria se volevafargli l'onore di salire sul suo veicoloche era pulito ed elegantequanto qualsiasi persona di elevato rango avrebbe potuto desiderare.Dopo qualche minuto d'esitazionequesto invito fu accettato daipasseggeri della carrozza: mentre il cocchiere prometteva di condurlia Dublino in un fiat. Thadyil domesticosi offrì diaccompagnare il padroncino e la signora; e il cocchiereche avevaaccanto a cassetta un amico apparentemente ubbriacocon un sogghignodisse a Thady di salire pure dietro.


Peròsiccome il predellino posteriore era coperto di chiodiperdifenderlo dai monelli di stradache amano troppo le passeggiategratisla fedeltà di Thady non giunse al punto di sfidare ichiodi; ed egli si persuase a rimanere nella carrozza sfasciataacui lui ed il cocchiere si misero a fabbricare un perno di ricambiocon un ramo di una siepe lì vicina.


Nelfrattempobenché il cocchiere della carrozza da nolo andasserapidamentepure alle persone che erano dentro la distanza daDublino cominciava a sembrare eccessiva; e quale fu lo stupore diMiss Kiljoy quandoguardando finalmente fuori dal finestrinovideattorno a sé una landa abbandonatain cui non c'erano traccedi fabbricati né di città. Ella cominciòimmediatamente a gridare al cocchiere di fermarsi; ma a quel chiassol'uomo si limitò a frustare più forte i cavalliepregò Sua Signoria di "avere pazienzaperchéaveva preso una scorciatoia".


MissKiljoy continuò a strillareil cocchiere a frustareicavalli a galopparefino a che uscirono improvvisamente da una siepedue o tre uominia cui la bella chiese aiuto gridando; e il giovaneBullingdonaprendo la porta della carrozzasaltò giùcoraggiosamentefacendo un bel capitombolo nel cadere; ma si rialzòin un attimotirò fuori la sua piccola spada e correndo versola carrozza esclamò: - Da questa partesignori! fermate quelfurfante!

-Ferma! - gridarono gli uomini; e a quest'ordine il cocchiere fermòcon straordinaria obbedienza. In tutto questo tempo Runt giacevaubriaco nella carrozzarendendosi conto solo a metàcome insognodi tutto quello che succedeva.


Inuovi campioni della rapita damigella tennero ora un consultodurante il quale guardavano il giovane Lord ridendo allegramente.


-Non abbiate paura - disse il capoavvicinandosi allo sportello; -uno dei miei uomini salirà a cassetta accanto a questo infidofurfanteecol permesso di Vostra Signoriaio ed il mio compagnoentreremo in carrozza e vi scorteremo fino a casa. Siamo bene armatie potremo difendervi in caso di pericolo.


Econ ciòsenza aggiungere altrobalzò dentro lacarrozzaseguito dal suo compagno.


-State al vostro postovoi! - gridò il piccolo Bullingdon conindignazione; - fate posto al Lord Visconte Bullingdon! - e si misedavanti all'alta persona del nuovo venutoche era sul punto dientrare nella carrozza.


-Levatevi di mezzomilord - disse l'uomo nel suo rozzo dialettospingendolo da una parte. A questo il ragazzo gridando: - Ladri!

Ladri!- tirò fuori la sua piccola arma e si lanciò sull'uomoe lo avrebbe ferito (perché una spada piccola ferisce benequanto una grande); ma il suo avversarioche era armato di un lungobastone con una botta fece saltar via l'arma di mano al ragazzo:

laspada volò al di sopra della sua testae lo lasciòsbigottito e mortificato per la sua sconfitta.


Poil'uomo si tolse il cappellofece un profondo inchino a Sua Signoriaed entrò nella carrozzail cui sportello fu chiuso dal suodegno socioche stava per salire a cassetta. Miss Kiljoy avrebbevoluto gridare; ma ritengo che le sue strida fossero fermate dallavista di un'enorme pistola d'arcione che uno dei suoi campioni tiròfuoridicendo: - Non abbiamo intenzione di farvi alcun malesignorama se gridate dovremo imbavagliarvi; e a questo ella divenneimmediatamente muta come un pesce.


Tuttiquesti avvenimenti si svolsero in uno spazio di tempo brevissimo; equando i tre assalitori ebbero preso possesso della carrozza (ilpovero piccolo Bullingdon era rimasto per terra sconvolto estupefatto) uno di loro tirò fuori la testa dal finestrino edisse:

-Una parolamilord.


-Che c'è? - chiese il ragazzocominciando a piangere: avevasoltanto undici annie fino allora si era mostrato coraggiosissimo.


-Vi trovate a sole due miglia da Marino. Tornate indietro fino a chenon giungerete ad una gran pietralì voltate a destraecamminate diritto fino alla strada maestradove troverete facilmentela strada del ritorno. E quando vedete Sua Signoria la vostra mammaportatele i complimenti del Capitano Thundere ditele che MissAmelia sta per sposarsi.


-O Cielo! - sospirò la signorina.


Lacarrozza si allontanò rapidamentee il povero piccolovisconte fu lasciato lì a terraproprio quando stavacominciando a spuntare il giorno. Era terribilmente spaventato; e nonc'è da meravigliarsene. Pensò di correre dietro allacarrozzama gli mancò il coraggio e gli mancarono le gambe;così si mise a sedere su un sasso e pianse di rabbia.


Inquesto modo Ulick Brady fece quello che io chiamo un matrimonio allaSabina. Quando si fermò con i suoi due testimoni presso il"cottage" dove si doveva compiere la cerimoniaRuntilcappellanodapprima rifiutò di prestarsi. Ma venne puntatauna pistola alla fronte del disgraziato precettoree gli fu dettocon terribili bestemmieche gli avrebbero fatto scoppiare il suomiserabile cervello; sicché egli dovette consentire acelebrare il servizio. L'adorabile Amelia fumolto probabilmenteincoraggiata con mezzi similima di questo io non so nullaperchéme ne tornai in città col cocchiere non appena avemmoaccompagnato la comitiva nuzialeed ebbi la soddisfazione di trovareche Fritzil mio domestico tedescoera arrivato prima di me: eratornato nella mia carrozza e con i miei vestitisenza che iltravestimento fosse scopertoe dopo aver fatto tutto secondo i mieiordini.


Ilpovero Runt ritornò il giorno dopo in uno stato pietososerbando il silenzio sulla parte da lui avuta negli avvenimenti dellasera precedentee con una terribile storia di aver bevutodi esserestato preso in un agguato e legatodi essere stato abbandonato sullastrada e raccolto da un carro di Wicklowche veniva a far provvistea Dublino. Non c'era alcuna possibilità di stabilire che parteavesse avuto nella congiura. Il piccolo Bullingdonche aveva trovatoanche lui il modo di ritornare a casaera incapace di identificarmiin alcun modo. Ma Lady Lyndon seppe che io ero a parte del complottoperché la incontrai il giorno dopo che tornava in tutta frettaal Castellomentre tutta la città era sottosopra per ilrapimento. Ed io la salutai con un sorriso così diabolico chele fece comprendere che io avevo avuto una parte in quell'audace eingegnoso piano.


Cosìripagai le gentilezze fattemi molti anni prima da Ulick Brady ed ebbila soddisfazione di risollevare le decadute fortune di un ramo cosìmeritevole della mia famiglia. Egli portò la sua sposa aWicklow dove visse con lei nella più stretta clausura finchétutta la storia non venne fuori. I Kiljoy frugarono invano da ogniparte per scoprire il suo rifugio. Per un certo tempo non sepperoneppure chi era il fortunato che aveva rapito l'ereditiera. Solo dopoche essa ebbe scritto una letteraalcune settimane dopofirmandolaAmelia Brady e dicendo che era perfettamente felice nella sua nuovacondizionee raccontando che era stata unita in matrimonio dalcappellano di Lady Lyndon Runtsi seppe la veritàe il miodegno amico confessò la parte che aveva avuto nella faccenda.E poiché la sua indulgente padrona non lo licenziò dalsuo posto in conseguenza di questa storiatutti continuarono asupporre che la povera Lady Lyndon facesse parte del complotto; e lastoria dell'appassionato attaccamento di Sua Signoria per me guadagnòsempre maggior credito.


Ionon tardaipotete esserne certia profittare di queste voci.


Tuttipensarono che io avessi avuto parte nel matrimonio di Brady benchénessuno potesse provarlo. Tutti pensarono che io ero in buoni terminicon la contessa vedovabenché nessuno potesse dimostrare cheio avevo mai detto una cosa simile. Ma c'è un modo di provareuna cosa anche quando la negateed io solevo ridere e scherzare così"a proposito" che tutti gli uomini cominciarono a farmi irallegramenti per la mia grande fortunaed a considerarmi come ilpromesso sposo della più grande ereditiera del regno. Igiornali si impadronirono della cosa; le amiche di Lady Lyndon lefecero le loro rimostranze e gridarono "Oibò!".Anche i giornali e le riviste inglesiche a quei tempi erano cosìdiffamatoriparlarono della faccendae bisbigliarono che "unabella e compìta vedovacon un titolo e vastissime proprietànei due regniera sul punto di concedere la sua mano ad un giovanegentiluomo alla modadi alta nascitache si era distinto alservizio di Sua Maestà il Re di Prussia".


Nonho bisogno di dire chi era l'autore di questi trafiletti; o comeapparvero due ritrattiuno che rappresentava me col titolo"L'Irlandese prussiano"e l'altro Lady Lyndon come "LaContessa di Efeso"nel "Town and Country Magazine"pubblicato a Londrae che conteneva i pettegolezzi quotidiani delmondo elegante.


LadyLyndon rimase così stupefatta e atterrita di questo continuodominio esercitato su di leiche decise di lasciare il paese.


Ebbenese ne andòma chi credete che fosse il primo a riceverlaquando sbarcò a Holyhead? Il vostro umile servitoreRedmondBarryEsquire. Eper colmo di misurail "Dublin Mercury"che annunciò la partenza di Sua Signoriaaveva annunciato lamia il giorno prima. Non ci fu anima viva che non pensasse che essami aveva seguito in Inghilterra; mentre cercava soltanto di fuggirmi.


Vanasperanza! Ad un uomo risoluto come me non era facile sfuggire con unafuga. Fosse pure volata fino agli antipodiio mi sarei trovato là:sìl'avrei seguita come Orfeo seguì Euridice!

SuaSignoria aveva una casa in Berkeley Squarea Londrapiùsplendida ancora di quella che possedeva a Dublino; e sapendo che visi sarebbe recata la precedetti nella capitale inglesee presi unbell'alloggio in Hill Streetlì vicino. Nella casa di Londraavevo lo stesso servizio di sorveglianza che mi ero procurato aDublino. Lo stesso fedele portiere era lì per darmi tutte leinformazioni che desideravo. Gli promisi di triplicare il suo salarioappena si fosse verificato un certo avvenimento. Mi conquistai anchela dama di compagnia di Lady Lyndon con un dono di 100 ghinee allamanoe la promessa di altre 2.000 quando fossi sposatoe miguadagnai i favori della sua cameriera favorita con un dono parimentinotevole. La mia reputazione mi aveva preceduto a Londra tanto cheal mio arrivouna quantità di nobili erano pronti a ricevermialle loro riunioni mondane.


Noinon abbiamo ideain quest'epoca monotona e volgaredi quanto gaia esplendida fosse Londra allora: e che passione per il gioco ci fossetra giovani e vecchimaschi e femmine; quante migliaia di sterlinesi perdessero e si vincessero in una notte; quali bellezze ci fosseroallora gaiebrillantirisplendenti! Tutti erano deliziosamenteperversi: i Duchi Reali di Gloucester e di Cumberland davanol'esempio e i nobili li seguivano dappresso. Era di moda vivere allosbaraglio. Ah! che piacevoli tempi; e felice colui che avevaentusiasmogiovinezza e denaroe poteva vivere allora! Io avevotutto questo; e i vecchi frequentatori di "White's""Wattier's"e "Goosetree's" potrebberoraccontare un bel po' di storie sul coraggiolo spirito e l'eleganzadel Capitano Barry.


Losvolgimento di una storia d'amore è tedioso per tutti coloroche non vi hanno parteed io lascio questi argomenti ai poveriscrittori di romanzi e alle signorine dei pensionati per cui essi lescrivono. Non è mia intenzione seguire qui passo passo gliincidenti del mio corteggiamentoo narrare tutte le difficoltàche dovetti affrontaree il mio trionfale modo di superarle.


Bastidire che vinsi tutte queste difficoltà. Sono del parered'accordo in questo col mio defunto e ingegnoso amico Wilkeschetali impedimenti non hanno nessuna importanza nella vita di un uomodi spirito: e che egli può convertire l'indifferenza el'avversione in amore se ha perseveranza ed abilitàsufficienti.


All'epocain cui terminò il lutto della Contessaio avevo trovato ilmezzo per farmi ricevere in casa sua; avevo le sue donne cheparlavano continuamente in mio favoremagnificando la miareputazione e lodando il mio successo e la mia popolarità nelmondo elegante.


Perdi piùi migliori amici che ebbi nel perseguire il mio teneroscopo furono i nobili parenti della contessa; i quali erano ben lungidal comprendere il servizio che mi rendevanoed ai quali chiedolicenza di rivolgere i miei più cordiali ringraziamenti pergli oltraggi di cui allora mi caricarono: ed ai quali significo ilmio profondo disprezzo per le calunnie e l'odio con cui in appressomi perseguitarono.


Lacapintesta di queste amabili persone era la Marchesa di Tiptoff madredel giovane gentiluomo la cui audacia io avevo punito a Dublino.Questa vecchia brontolonaappena la contessa arrivò a Londraandò a trovarlae la gratificò di una tale tempesta diinsulti per avermi incoraggiatoche io credo che essa giovasse allamia causa più di quanto non avessero fatto sei mesi di assiduocorteggiamentoo il ferire in duello una mezza dozzina di rivali.Invano la povera Lady Lyndon sostenne la sua completa innocenzaegiurò che non mi aveva mai incoraggiato.


-Mai incoraggiato! - strillò quella vecchia furia; - non aveteforse incoraggiato quel mascalzone persino a Spaquand'era ancoravivo il povero Sir Charles? Non avete forse maritato una vostragiovane amica ad uno dei dissoluti e bancarottieri cugini di costui?Quando egli partì per l'Inghilterranon lo avete seguito comeuna pazza il giorno dopo? Non ha egli preso alloggio quasi allavostra porta? E questo non lo chiamate incoraggiamento?

Vergognasignoravergogna! Voi che avreste potuto sposare mio figlioil miocaro e nobile George! Ma egli non volle intromettersi nella vostravergognosa passione per quello straccione di villan rifatto da cui lofaceste assassinare; e il solo consiglio che io posso dare a VostraSignoria è questodi legittimare il legame che avetecontratto con quello svergognato avventuriero; di rendere legalequesto rapporto chedi fatto qual'è oraè ad un tempocontro il decoro e contro la religione; e di risparmiare alla vostrafamiglia ed a vostro figlio la vergogna della vostra attualecondotta.


Econ questo quella vecchia furia della Marchesa lasciò lastanza e lasciò Lady Lyndon in lacrime: io conobbi tutti iparticolari della conversazione dalla dama di compagnia di SuaSignoriae mi augurai che ne seguissero i migliori risultati in miofavore.


Cosìgrazie alla saggia influenza di Lady Tiptoffgli amici naturali e lafamiglia della Contessa di Lyndon la privarono della loro compagnia.Persino quando Lady Lyndon si recò a Cortela piùaugusta signora del Regno la ricevette con una freddezza cosìmarcata che la disgraziata vedovatornata a casasi mise a lettoper il dispiacere. Cosìposso direla regalità stessadivenne un agente attivo nel far progredire la mia cortee nelfavorire i piani del povero soldato di ventura irlandese. Cosìil Fato lavora con mezzi grandi e piccoli; e con mezzi sui quali essinon hanno alcun controllosi compiono i destini degli uomini e delledonne.


Considereròsempre la condotta della signora Bridget (la cameriera favorita diLady Lyndon in quell'epoca) come un capolavoro di ingegnosità:e in realtà avevo una tale opinione della sua abilitàdiplomaticache nell'istante stesso in cui divenni padrone delleproprietà dei Lyndon e le ebbi pagato la somma promessa (sonoun uomo d'onore epur di mantenere la mia parola con quella donnapresi in prestito la somma dagli ebreiad un interesse esorbitante)appenadicoebbi conseguito il mio trionfopresi per mano Bridgete le dissi: - Madamevoi avete mostrato una così esemplarefedeltà al mio servizio che sono lieto di ricompensarvisecondo la mia promessa; ma voi avete dato prova di una cosìstraordinaria abilità e dissimulazioneche debbo rinunciare atenervi nella casa di Lady Lyndone vi prego di lasciare il serviziooggi stesso; cosa ch'ella feceaggregandosi alla fazione deiTiptoffe dicendo da allora in poi sempre male di me.


Maora debbo raccontarvi che cosa ella aveva fatto di tanto abile.


Diaminefu la cosa più semplice del mondocome sono tutti i colpi damaestro. Un giorno che Lady Lyndon si lamentava del suo destino e delmio - come si compiaceva di chiamarlo vergognoso modo d'agireBridget disse: - Perché Vostra Signoria non scrive a quelgiovane gentiluomo accennandogli al male che vi sta facendo?

Fateappello ai suoi sentimenti (che sono ottimia quanto ho sentitodire: tutta la città echeggia di racconti del suo spirito edella sua generosità)e pregatelo di desistere da unapersecuzione che cagiona tante pene alla migliore delle dame.


Scriveteglisignora: io so che il vostro stile è così elegante cheioper parte miasono scoppiata molte volte in lacrime leggendo levostre incantevoli letteree non ho alcun dubbio che Mister Barryfarà qualsiasi sacrificio piuttosto che ferire i vostrisentimenti. - Enaturalmentequell'Abigaille ci giurava sopra.


-Credete proprio che sia cosìBridget? - chiese Sua Signoria.E la mia adorata mi scrisse immediatamente una letteraalla suaaffascinante e seducente maniera:

"Perchésignoremi perseguitate così? Perché mi avviluppate inuna ragnatela di intrighi così terribile che il mio spirito neè sopraffattovedendo che non c'è speranza di scampodalle vostre spaventosediaboliche arti? Dicono che voi sietegeneroso verso gli altri: siatelo verso di me. Conosco il vostroardire anche troppo bene: esercitatelo su uomini che possonoincontrare la vostra spadanon su una povera donnache non puòresistervi.


Ricordatel'amicizia che una volta mi professaste. Ed ora vi scongiuroviimplorodi darmene una prova. Ribattete voi stesso le calunnie cheavete diffuso sul conto mioe ponete riparose potetese aveteancora una briciola d'onoreai guai che avete cagionato alladesolata Honoria Lyndon".


Chescopo poteva avere quella lettera se non che io vi rispondessi dipersona? La mia eccellente alleata mi disse dove potevo incontrareLady Lyndone in base a questo io la seguiie la trovai alPantheon. Ripetei ancora una volta la scena già fatta aDublino; le mostrai quanto fosse prodigioso il mio potereumilecom'eroe che la mia energia era ancora inesausta. - Ma - aggiunsi -io sono grande nel bene come nel male; e affezionato e fedele comeamico tanto quanto sono terribile come nemico. Farò tutto ciòche mi chiederete aggiunsi- purché non mi proibiate di amarvi.Questo è superiore alle mie possibilità; e finchéil mio cuore batte io debbo seguirvi. E' il mio destino; il vostrodestino. Cessate di lottare contro di essoe siate mia. Voi siete lapiù adorabile creatura del vostro sesso! solo con la morteavrà termine la mia passione per voi; e invero solo morendoper ordine vostro io posso essere indotto ad obbedirvi. Volete che iomuoia?

Elladisse alloraridendo (perché era una donna allegra e vivace)che non voleva che commettessi un assassinio su me stesso; ed iosentii che da quel momento era mia.


Cosìa un anno di distanza da quel giornoil 15 di maggio dell'anno 1773io ebbi l'onore e la felicità di condurre all'altare HonoriaContessa di Lyndonvedova del defunto Molto Onorevole Sir CharlesLyndon. La cerimonia si svolse nella chiesa di San GiorgioinHannover Squaredal Reverendo Samuel Runtcappellano di SuaSignoria. Fu data una magnifica cena e un ballo nella nostra casa diBerkeley Squaree la mattina dopo ebbi un Ducaquattro Contitregenerali ed una folla dei personaggi più distinti di Londraalla mia "levée". Walpole compose una satira sulmatrimonioe Selwyn trinciò arguzie al "Cocoa-tree".La vecchia Lady Tiptoffbenché ce lo avesse raccomandato leistessasi morse le dita dalla rabbia; e quanto al giovaneBullingdonche era diventato un bel ragazzo di quattordici anniquando fu invitato dalla contessa ad abbracciare il suo papàmi scosse il pugno davanti al viso e disse: - Lui mio padre!Chiamerei piuttosto papà uno dei domestici di Vostra Signoria!

Maio potevo permettermi di ridere dell'ira del ragazzo e della vecchiasignorae degli scherzi di tutti i belli spiriti di Saint-James.Mandai uno scintillante resoconto delle nostre nozze a mia madre e albuon cavaliere mio zio; quindiessendo giunto all'apice dellaprosperità ed essendo arrivatoa trent'anniad una delle piùalte posizioni sociali che un uomo possa occupare in Inghilterradecisi di godermela da uomo di qualità per tutto il restodella mia vita.


Dopoche avemmo ricevuto le congratulazioni dei nostri amici di Londra -perché a quei tempi la gente non si vergognava di sposarsicome sembra che avvenga adesso - io ed Honoriache era tuttaallegriae la più graziosavivace e piacevole dellecompagneci recammo a visitare le nostre proprietà nell'ovestdell'Inghilterrain cui io non avevo ancora messo piede.


LasciammoLondra in tre carrozzea quattro cavalli ciascuna; e mio zio sarebbestato molto soddisfatto se avesse potuto vedere dipinta sui nostrisportelli la corona irlandese e lo scudo dei Barryaccanto allacorona ed allo splendido stemma della nobile famiglia dei Lyndon.


Primadi lasciare Londraio mi procurai da Sua Maestà il graziosopermesso di aggiungere il nome della mia graziosa signora al mio; edassunsi quindi il nome ed il titolo di Barry Lyndoncome l'hoscritto a capo di questa autobiografia.




Capitolo17



FACCIOLA MIA COMPARSA COME ORNAMENTO DELLA SOCIETA' INGLESE



Tuttoil viaggio fino ad Hackton Castleil più grande ed il piùantico dei nostri possessi nel Devonshirefu compiuto con lalentezza e la solennità che si addicevano a persone cheoccupavano una posizione di prim'ordine nel regno. Un battistrada conla mia livrea ci precedeva e predisponeva il nostro alloggio di cittàin città; e così ci fermammo in forma solenne adAndovera Ilminster e ad Exeter; e la quarta sera arrivammo proprioin tempo per la cena davanti all'antico maniero baronaleche avevaun portale di un'odiosa foggia gotica che avrebbe fatto impazzire digioia il signor Walpole (26).


Iprimi giorni di matrimonio sono abitualmente molto difficili; ed ioho conosciuto coppieche hanno vissuto insieme come colombi pertutto il resto della loro vitama che sono state sul punto dicavarsi gli occhi durante la luna di miele. Io non sfuggii alla sortecomune; nel nostro viaggio verso ovest Lady Lyndon stabilì dibisticciarsi con me perché tirai fuori una pipa (avevo presol'abitudine di fumare in Germaniaquando ero soldato nell'esercitodi Bulowe non ho mai potuto liberarmene) e mi misi a fumare incarrozza; e Sua Signoria decise anche di prendersela a male tanto adIlminster che ad Andover perché la seraquando ci fermammoio volli invitare gli albergatori della "Campana" e del"Leone" a stappare una bottiglia con me. Lady Lyndon erauna donna alteraed io invece odio la superbia; ma vi assicuro chein tutti e due i casi domai questo suo difetto. Nel terzo giorno delnostro viaggio mi feci accendere la pipa da lei con le sue stessemanied essa me la consegnò con le lacrime agli occhi; e alla"Locanda del Cigno" ad Exeter l'avevo sottomessa cosìcompletamenteche ella mi chiese umilmente se non volevo invitareanche l'albergatriceoltre all'albergatorea cenare con noi. Io nonavrei avuto obiezioni a questa propostaperchéper laveritàla signora Bonnyface era proprio una donna dibell'aspetto; ma aspettavamo una visita da Sua Signoria il Vescovoche era un parente di Lady Lyndone le "bienséances"non permettevano di appagare la richiesta di mia moglie. Io feci lamia comparsa con lei al servizio della seraper porgere i mieicomplimenti al nostro molto reverendo cuginoe misi la firma di miamoglie per venticinque ghineee la mia per cento alla sottoscrizioneper il famoso organo nuovo che stavano allora fabbricando per lacattedrale. Questo modo di comportarmiproprio all'alba della miacarriera in quella conteami rese non poco popolare; e il canonicoresidenteche mi fece il favore di cenare con me alla locandase neandò dopo la sesta bottigliaformulando fra i singhiozzi ipiù solenni voti per la felicità di un gentiluomo cosìp-p-pio.


Primadi arrivare ad Hackton Castledovemmo attraversare per dieci migliale proprietà dei Lyndondove la gente usciva fuori pervedercile campane delle chiese si mettevano a suonarei parroci edi fittavoli si radunavano vestiti dei loro abiti migliori sui latidella strada maestrae gli scolari e i contadini gridavano rumorosiurrà a Sua Signoria. Io gettavo spiccioli a quelle bravepersonemi fermavo ad inchinarmi a Sua Reverenza e a far duechiacchiere con i fittavolie se trovavo che le ragazze delDevonshire erano tra le più carine del regno è forsecolpa mia?

Questeosservazioni in particolare Lady Lyndon le fece con grande sdegno: edio credo che fosse molto più adirata per la mia ammirazionedelle rosse guance di Miss Betsy Quarringdon di Clumptonche perqualsiasi altra mia precedente azione o discorso durante il viaggio.


"Ahahmia brava signorasiete gelosavero?" pensai ioerifletteinon senza un profondo dispiacerequanto leggermente essasi era comportata quando era vivo il suo primo maritoe che i piùgelosi sono proprio quelli che danno agli altri maggior cagione digelosia.


Attornoal villaggio di Hackton la scena delle accoglienze fu particolarmentegaia: avevano fatto venire una banda musicale da Plymouthed eranostati innalzati archi e bandierespecialmente davanti alle casedell'avvocato e del dottoreche erano tutti e due dipendenti direttidella famiglia. C'erano parecchie centinaia di persone acclamantisotto il grande porticato checol muro del parcocirconda uno deilati di Hackton Greene da cuiper tre migliasi snoda (opiuttosto si snodava) un viale di nobili olmi fino alle torri delvecchio castello. Avrei voluto che fossero state quercequandotagliai quegli alberi nel '79perché avrebbero fruttato trevolte tanto: non conosco niente di più biasimevole dellatrascuratezza degli antenati nel piantare nei loro terreni legname discarso valorequando avrebbero potuto piantare altrettantofacilmente delle querce. Sicché ho sempre detto che ilRoundhead (27) Lyndon di Hacktonche piantò quegli olmi altempo di Carlo Secondomi frodò di 10.000 sterline.


Peri primi giorni dopo il nostro arrivoil mio tempo fu spesopiacevolmente nel ricevere le visite della nobiltà e dellepersone più distinte che venivano a porgere i loro omaggi allanobile coppia di novelli sposie come la moglie di Barbablùnella favolaa passare in rivista i tesorila mobilia e le numerosecamere del castello. Esso è un vasto e vecchio manierocostruito almeno ai tempi di Enrico Quinto assediato e martellato daiseguaci di Cromwell al tempo della Rivoluzionee alterato e rimessomalamente insiemecon un gusto odioso e antiquatodalla TestaRotonda Lyndon che successe nella proprietà alla morte di unfratello che aveva principi eccellentiquali deve averli un verocavalierema che si rovinò soprattutto bevendogiocando aidadie conducendo una vita dissolutae in piccola parte anche persostenere il Re. Il castello si eleva nel mezzo di una bella riservadi cacciache era magnificamente popolata di cervi; e non posso farea meno di ammettere che da principio la mia soddisfazione era grandequando sedevo nel salotto dalle pareti di quercianelle sered'estate con le finestre apertei piatti d'oro e d'argentosplendenti di cento magnifici colori sulle credenzeuna dozzina diallegri compagni attorno alla tavolae guardavo fuori nel vastoparco verdeggiante e negli ondeggianti boschie vedevo il soletramontare sul lagoe udivo i cervi chiamarsi l'un l'altro.


L'esternoeraquando vi arrivai per la prima voltauna singolare composizionedi tutti i generi d'architettura: di torri feudali e di cortine afrontone nello stile della Regina Besse di rustici muri tirati super riparare i danni fatti dai cannoni delle Teste Rotonde - ma nonc'è bisogno che io ne parli a lungoavendo dato a tutto ilcastello un aspetto nuovo con considerevole spesasu progetto di unarchitetto alla modae rifatto la facciata nel più recente epiù classico stile grecofrancese. C'erano fossati e pontilevatoi e mura esternema io li feci togliere tutti e trasformare ineleganti terrazze e in belle aiuolesecondo i progetti di M.Cornichonil grande architetto pariginoche visitòl'Inghilterra appunto a questo scopo.


Dopoaver salito la scalinata esternasi entrava in un antico vestibolodi vaste dimensionirivestito di quercia nera scolpitae ornato deiritratti dei nostri antenati: dalla larga barba di Brook Lyndonilgrande giurista dei tempi della Regina Bessalle maniche rigonfie edai riccioli di Lady Saccharissa Lyndonche Van Dyck dipinse quandoessa era damigella d'onore della Regina Enrichetta Mariagiùgiù fino a Sir Charles Lyndoncol nastro di Cavaliere delBagnoed a Miladydipinta da Hudsonin un mantello di seta biancae con i diamanti di famigliacome fu presentata al vecchio ReGiorgio Secondo. Quei diamanti erano molto belli; io dapprima li fecirimontare da Boehmer (28)quando comparimmo davanti ai Reali diFrancia a Versailles; e finalmente li misi in pegno per 18.000sterlinedopo quell'infernale giro di mala sorte al "Goosetree's"quando Jemmy Twitcher (come chiamavamo Lord Sandwich)CarlisleCharley Fox ed io giocammo a ombre per quarantaquattro ore senzainterruzione.


Archie piccheimmense teste di cervo e arnesi da cacciae vecchie erugginose armatureche dovevano essere state indossate ai tempi diGog e Magogper quel che immaginoformavano gli altri antichiornamenti di quella vasta dimora; ed erano disposti attorno ad uncaminetto dove avreste potuto far girare un tiro a sei. Questo lolasciai proprio nella sua forma originariama feci definitivamenterimuovere le vecchie armatureconfinandole nei ripostigli ai pianisuperiori; sostituendole con bizzarre statuette di porcellanadivanidorati venuti dalla Franciaed eleganti marmiin cui i nasi e lemembra rotte e le bruttezze provavano innegabilmente l'antichità:e che un agente aveva acquistato per me a Roma. Ma il gusto diquell'epoca (e forse la furfanteria del mio agente) erano tali che30.000 sterline di quei capolavori d'arte non ne fruttarono che 300in seguitoquando fui costretto a realizzare in denaro le miecollezioni.


Daquesto vestibolo principale si dipartiva da una parte e dall'altrauna lunga serie di stanze di rappresentanzascarsamente ammobiliatecon seggioloni dall'alta spalliera e lunghi e strani specchivenezianiquando io giunsi per la prima volta nella proprietà;ma che in seguito resi splendide con damaschi dorati di Lione e lemagnifiche tappezzerie Gobelins che avevo vinto al giuoco almaresciallo di Richelieu. C'erano trentasei camere da letto "demaître"di cui ne conservai solo tre nelle loroprecedenti condizioni: la stanza stregatacome la chiamavanoin cuiera stato compiuto un assassinio al tempo di Giacomo Secondoilletto dove dormì Guglielmo dopo aver approdato a Torbaye lastanza di parata della Regina Elisabetta. Tutto il resto furidecorato dal bravo Cornichon col gusto più elegante e connon poco scandalo di alcune delle vecchie e posate matrone dicampagna perché io feci decorare gli appartamenti principalicon pitture di Boucher e di Vanlooin cui i Cupidi e le Veneri eranodipinti in modo veramente naturale. Mi ricordo che la vecchia egrinzosa contessa di Frumpington appuntò con spilli le cortinedel suo lettoe mandò sua figliaLady Blanche Whaleboneadormire con la camerierapiuttosto che permetterle di dormire in unacamera tutta tappezzata di specchiesattamente come lo spogliatoiodella regina a Versailles.


Dimolti di questi ornamenti non debbo rispondere tanto io quantoCornichonche mi fu prestato da Lauraguaise che fu intendente deimiei palazzi per tutto il periodo in cui fui all'estero. Io avevodato a costui carta biancae quando cadde e si ruppe una gambamentre era intento a decorare un teatro nella camera che era stata lavecchia cappella del castellola gente del paese pensò chefosse un anatema del cielo su di lui. Nella sua furia dimiglioramentiquell'individuo osò di tutto. Senza mio ordinetagliò il vecchio bosco delle cornacchieche era consideratosacro nel paesee sul quale c'era una profezia che affermava:

"Quandocadrà il bosco delle cornacchie cadrà anche HacktonHall".


Lecornacchie se ne andarono a colonizzare i boschi dei Tiptoffche sistendono vicino a noi (possano finire impiccati!)e Cornichoncostruìal posto già da loro occupatoun tempio aVenere e due deliziose fontane. Le Veneri e i Cupidi erano lapassione di quel furfante: egli avrebbe voluto togliere gli scrannigotici e mettere dei Cupidi anche nei nostri seggi in chiesa; ma ilrettoreil vecchio Dottor Huffvenne fuori con un grosso bastone diquerciae si rivolse al disgraziato architetto in latinodi cuicostui non comprendeva neppure una parolariuscendo tuttavia afargli capire che gli avrebbe fracassato le ossa se si fosse permessodi toccare soltanto con un dito quel sacro edificio. Cornichon fecele sue lamentele a proposito dell'"Abbé Huff"comelo chiamava lui (Et quel abbégrand Dieu!

-aggiunseassolutamente sconcertato: - un abbé avec douzeenfants!); ma io difesi la chiesa sotto questo punto di vistaepregai Cornichon di esercitare i suoi talenti soltanto sul castello.


C'erauna magnifica collezione di piatti antichia cui io ne aggiunsidiversi del più splendido genere moderno; una cantina chequantunque ben fornitarichiedeva di essere continuamente rimessa inordineed una cucina che io riformai completamente. Il mio amicoJack Wilkes mi mandò un cuoco dalla "Mansion House"per la cucina inglese (dipartimento della cacciagione e delletestuggini)e mi feci venire anche uno chef (chefra l'altrodomandò soddisfazione al collega inglesee si lamentòtristemente del "gros cochon" che desiderava scontrarsi conlui a "coups de poing") ed un paio di "aides" daParigied un pasticcere italianocome miei "officiers debouche". Tutti questi sono accessori naturali per un uomo di uncerto stile. Ma quell'odioso vecchio taccagno di un Tiptoffmioparente e vicinoaffettava di osservarli con orrore; e andavaspargendo in tutto il paese la voce che io mi facevo cuocere levivande dai Papistivivevo di ranocchie facevo mettere infricassea (e questo lo credeva veramente) dei bambini piccoli eteneri.


Nonostantequesto i signori dei dintorni mangiavano i miei pranzi conentusiasmoe il vecchio Dottor Huff in persona fu costretto adammettere che la mia cacciagione e la mia zuppa di tartaruga eranoassolutamente ortodosse. Del resto la nobiltà di cui parlosapevo come conciliarmela anche in altri modi. Nel paese c'era statasin lì soltanto una muta comune di cani per la caccia allavolpee poche miserevoli coppie di vili bracchicon cui il vecchioTiptoff si aggirava per i suoi terreni; io costruii un canile e dellestalle che costarono 30.000 sterlinee li riempii in modo degno deimiei antenatii re irlandesi. Avevo due mute di canie nellastagione della caccia uscivo quattro volte la settimanaseguito datre cacciatori che portavano la mia uniformee tenevo casa aperta aHackton per tutti coloro che avevano qualche cosa a che fare con lacaccia.


Questimutamenti e questo "train de vivre" richiedevanocome sipuò immaginarenon poca spesa; ed io debbo confessare che inme c'è ben poco di quello spirito d'economia che talunipraticano ed ammirano. Per esempioil vecchio Tiptoff accumulavadenaro per rimediare le stravaganze fatte da suo padre e liberaredalle ipoteche i suoi possedimenti; e una buona quantità deldenaro che egli pagava per togliere le ipotecheil mio agente se loprocurava mettendo ipoteche sul mio. Del restobisogna tenerpresente che io avevo sulla proprietà di Lyndon un interesseche non oltrepassava la probabile durata della mia vitache avevosempre avuto una certa facilità a trattare con gli strozzinie che dovevo spendere un bel po' anche per assicurare un degnoandamento di vita a Sua Signoria.


Altermine di un anno Lady Lyndon mi fece dono di un figlio: lo chiamaiBryan Lyndonin omaggio al mio regale antenato; ma che altro avevoda lasciargliall'infuori di un nobile nome? Non erano forse leproprietà di sua madre destinate tutte a quell'odiosoragazzaccioLord Bullingdon di cuia propositonon ho ancoraparlatobenché vivesse ad Hacktonaffidato ad un nuovoistitutore? L'insubordinazione di quel ragazzo era spaventosa.


Egliera solito citare a sua madre passaggi dell'"Amleto"chela rendevano assolutamente furiosa. Una volta che io presi una frustada cavalli per castigarlolui tirò fuori un coltelloe credoche mi avrebbe accoltellato: e in fede miaio mi ricordai della miagiovinezzache era stata altrettanto ardente; e tendendogli la manoscoppiai in una risatae gli proposi di diventare amici. Ciriconciliammo quella voltaed anche la seguentee la seguenteancorama non c'era affetto tra noi ed il suo odio per me sembravacrescere insieme con luicosa che avveniva a vista d'occhio.


Decisiquindidi dotare il mio caro figliolino Bryan di una proprietàe a questo scopo feci tagliare per dodicimila sterline di legnamesulle proprietà dello Yorkshire e d'Irlanda di Lady Lyndon:all'annuncio di questa mia azione Tiptoffche era il tutore diBullingdon si mise a strillare come al solitoe giurò che ionon avevo il diritto di toccare neppure un fuscello di quegli alberi:ma gli alberi furono abbattuti; ed io incaricai mia madre diricomprare le antiche terre di Ballybarry e Barryogueche una voltaavevano fatto parte delle immense proprietà della mia casata.Essa le ricomprò con grande avvedutezza e con estrema gioia;perché il suo cuore si rallegrava all'idea che mi era nato unfiglio che avrebbe portato il mio nomee al pensiero delle miemeravigliose fortune.


Adire la veritàio avevo un certo timoreora che vivevo in unambiente così diverso da quello in cui essa era abituata amuoversi che venisse a farmi una visitafacendo stupire i miei amiciinglesi con le sue millanterie e col suo modo di esprimersi indialettocol suo rossetto e le sue sottane a cerchi ed i suoifalpalà del tempo di Giorgio Secondoche le si addicevanomolto al tempo della sua giovinezza ma che era appassionatamenteconvinta essere ancora all'ultima moda. Così ogni tanto lescrivevo rimandando la sua visita; pregandola di venirci a trovarequando fosse stata ultimata l'ala sinistra del castello o ultimate lestallee così via. Ma non c'era alcun bisogno di precauzionidel genere. "A me basta un cennoRedmond "rispondeva lavecchia signora. "Non verrò a disturbarti tra i tuoialtolocati amici inglesi con le mie maniere irlandesi fuori moda. E'una benedizione per me pensare che il mio caro ragazzo ha raggiuntola posizione che ho sempre pensato gli fosse dovuta e per prepararloalla quale ho fatto tanti sacrifici. Però devi portarmi ungiorno il piccolo Bryan perché la sua nonna possa baciarlo.Presenta le mie rispettose benedizioni a Sua Signoria la sua mamma.Dille che ha trovato in suo marito un tesoro che non avrebbe avutoneppure se avesse preso per marito un duca; e che i Barry ed i Bradybenché non abbiano titolihanno il miglior sangue nelle vene.Io non avrò requie finché non vedrò te Conte diBallybarrye mio nipote Lord Visconte Barryogue".


Stranoche per la mente di mia madre e per la mia passassero proprio lestesse idee! Gli stessi titoli che essa aveva scelto erano statiscelti anche (cosa abbastanza naturale) da me; e non mi vergogno aconfessare che avevo riempito una dozzina di fogli di carta con lamia firmasotto i nomi di Ballybarry e di Barryoguee che avevodeciso con la mia impetuosità abituale di conseguire il mioscopo. Mia madre andò a stabilirsi a Ballybarryin casa delparroco in attesa che venisse costruita una dimora padronaleedatava le sue lettere da "Ballybarry Castle"; ed iopoteteesserne certifeci correr voce che era un posto di non pocaimportanza. Tenevo nel mio studio una pianta della proprietàtanto ad Hackton che a Berkeley Squareed i progetti perl'ampliamento di Ballybarry Castlela residenza avita di BarryLyndonEsquirecon i miglioramenti progettatiin cui il castelloera rappresentato press'a poco della grandezza di Windsorconmaggior numero di ornamenti nell'architettura. Ed essendo stati messiin vendita ottocento acri di terreno acquitrinosoli acquistai a tresterline l'acrosicché sulla pianta la mia proprietàsembrava tutt'altro che insignificante (29). In quell'anno condussianche trattative per l'acquisto della proprietà e delleminiere di Polwellan in Cornovaglia da Sir John Trecothickper70.000 sterline: un affare imprudenteche in seguito mi fu causa didispute e liti interminabili. I guai del possederela bricconeriadegli amministratorii pasticci dei legulei sono senza fine. Lagente modesta invidia noigrandi uominie immagina che le nostrevite siano tutte piaceri. Più d'una volta durante la miaprosperità io ho sospirato i giorni della più modestafortunaed ho invidiato i buoni camerati che avevo alla mia tavolasenza altri abiti indosso che quelli che il mio credito forniva lorosenza una ghinea all'infuori di quelle che venivano dalla mia tasca;ma anche senza neppure una delle tormentose preoccupazioni eresponsabilità che sono i fastidiosi accessori della proprietàe dell'alto rango.


Nelregno d'Irlanda io feci poco più che una comparsa per assumerela direzione delle mie proprietàricompensando generosamentecoloro che erano stati gentili con me nelle mie precedenti avversitàe prendendo il posto che mi spettava tra l'aristocrazia del paese. Main verità avevo pochi allettamenti a rimanere lìdopoaver gustato i piaceri più aristocratici e completi della vitainglese o continentale; sicché passavamo l'estate a BuxtonaBath e ad Harrogate - mentre Hackton Castle veniva abbellitonell'elegante modo già da me descritto - e la stagione mondananel nostro castello di Berkeley Square.


E'meraviglioso come il possesso della ricchezza faccia venire alla lucele virtù di un uomo; o comunque dia loro vernice o lustroemetta in evidenza il loro splendore ed il loro colore in modo maiconosciuto quando l'individuo stagnava nella grigia atmosfera dellapovertà. Vi assicuro che ci volle assai poco tempo perchédiventassi proprio un personaggio di prim'ordine; e facessi una certasensazione nei caffè di Pall Malle in seguito nei piùfamosi clubs. Il mio stilei miei equipaggi ed i miei elegantiricevimenti erano sulla bocca di tuttied erano descritti in tutti igiornali del mattino. La parte più modesta dei parenti di LadyLyndone tutti quelli che erano rimasti offesi dall'intollerabilealtezzosità del vecchio Tiptoffcominciarono a comparire ainostri ricevimenti ed alle nostre riunioni serali; e quanto alle mieparentele personalitrovai a Londra e in Irlanda più cuginidi quanti mi fossi mai sognato di avereche proclamavano la loroparentela con me. Ce n'eranonaturalmentedi quelli che erano natinel mio stesso paese (e di cui non ero particolarmente orgoglioso)ericevetti visite da tre o quattro stracciati ed orgogliosi tipi delTemplecon merletti sciupati e millanterie alla Tipperaryche siguadagnavano da vivere al Tribunale di Londra; di parecchi giocatoried avventurieri nei luoghi di bagnitutta gente che rimisi al suoposto in quattro e quattr'otto; e di altri di più elevatacondizione. Tra questi posso citare mio cugino Lord Kilbarry cheinomaggio alla nostra parentelaprese a prestito da me trenta moneted'oro per pagare la sua pensione in Swallow Street; ed al qualeperragioni mie personalipermisi di conservare e di dar credito ad unaparentela a cui il Collegio Araldico non riconosceva alcunfondamento.


Kilbarryaveva sempre un posto alla mia tavola; puntava al giocoe pagavaquando ne aveva vogliail che avveniva raramente; contrasse unanotevole intimità e notevoli obbligazioni col mio sarto; e sivantava sempre di suo cuginoil grande Barry Lyndon del West.


Dopoun certo tempo Sua Signoria ed io vivevamo molto separatiquandoeravamo a Londra. Ella preferiva la quiete: o meglioa dire il veroero io che la preferivo per lei; poiché ritengo che alla donnasi addica un contegno tranquillo e modestoe il gusto delle gioiedomestiche. La incoraggiavoquindia pranzare in casacon le suedameil suo cappellano e qualche amica; permettevo a tre o quattropersone discrete e adatte di accompagnarla all'Opera o ai concerti inoccasioni adatte; e declinavo per lei le troppo frequenti visite diamici e di parentipreferendo riceverli solo due o tre volte nelcorso della stagionedurante i nostri grandi ricevimenti ufficiali.Inoltre essa era madree le era di grande conforto vestireeducaree vezzeggiare il nostro piccolo Bryanper amore del quale convenivache essa rinunciasse ai piaceri ed alle frivolezze del mondo; sicchélasciava che quella parte dei doveri di ogni famiglia distintavenisse compiuta da me.


Perdire la veritàla figura e l'aspetto di Lady Lyndon aquell'epoca non erano tali da permettere alla loro proprietaria difare una brillante figura nel mondo elegante. Era diventata moltograssadi vista cortadi colorito pallidosi curava poco dei suoivestitiaveva un contegno scialbo; le sue conversazioni con me eranocaratterizzate da una stupida disperazioneo da sciocchigrossolanitentativi di tenerezza forzata anche più sgradevole: sicchéi nostri rapporti erano del tutto insignificantie il mio desideriodi portarla in societào di rimanere in sua compagnia eralogicamente assai scarso.


Delresto anche in casa ella metteva alla prova la mia pazienza in millemodi. Quando le chiedevo (spesso in modo un po' bruscolo ammetto)di intrattenere la compagnia con la sua conversazioneil suo spiritoe la sua culturatutte cose in cui era versatissimao con un po' dimusicadi cui era ottima esecutricequasi sempre cominciava apiangere e lasciava la stanza. Da questonaturalmentela miacompagnia arguiva che io mi comportassi con lei come un tirannoladdove ero soltanto il custode severo e diligente di una donnascioccadi cattivo carattere e di debole mente.


Perfortuna voleva molto bene al figliolo più piccoloe per mezzosuo avevo su di lei un dominio effettivo e completo; perché sein una delle sue collere o in uno dei suoi accessi di superbia(quella donna era insopportabilmente orgogliosa e da principionellenostre disputeosò rinfacciarmi ripetutamente la mia povertàoriginaria e la mia bassa nascita)sedico nelle nostre disputepretendeva di avere la megliodi affermare la sua autoritàcontro la miadi rifiutarsi di firmare delle carte che io potevoritenere necessarie per l'amministrazione della nostra vasta edintrigata proprietàio portavo via Bryana Chiskickper unpaio di giorni; e vi garantisco che la sua signora madre non riuscivaa tener duro a lungoe finiva per essere d'accordo su tutto ciòche mi veniva in mente di proporre. I domestici che la circondavanoebbi cura che fossero stipendiati da mee non da lei: specialmentela prima bambinaia del bambino era ai miei ordinie non a quelli diMilady; ed era una civetta proprio carina e impudentecon le sueguance rosse; e mi fece impazzire un bel po'. Questa donna contava incasa molto più della poco briosa signora che ne era lapadrona. Dettava legge ai domestici; e se io usavo qualcheparticolare attenzione a qualcuna delle signore che venivano atrovarciquella sgualdrina non si faceva scrupolo di mostrare la suagelosiafinché trovava il modo di far fare fagotto a tutte.Il fatto è che un uomo di cuore generoso si fa sempre prenderein giro da una donna o dall'altra; e questa aveva una tale influenzasu di meche poteva rigirarmi come voleva (30).


Ilsuo infernale carattere (il nome di quella sgualdrinella era signoraStammer) e il penoso abbattimento di mia moglie rendevano la mia casanon troppo piacevole; e da questo fui tratto ad andarmene un bel po'all'esterodovepoiché il giuoco era di moda in ognicircolotaverna e riunioneio fui costretto naturalmente ariprendere le mie vecchie abitudini e a ricominciare "enamateur" quei giuochi in cui una volta non avevo rivali inEuropa. Ma sia che il carattere di un uomo cambi con la prosperitàsia che la sua abilità lo abbandoni quandoprivo di un socioe non coltivando professionalmente il giuocosi dedica ad essocometutto il resto della genteper passatemponon so; certo èche nelle stagioni 1774 e 1775 perdetti molto denaro al "White's"ed al "Cocoatree"e fui costretto a far fronte alle mieperdite attingendo numerosi prestiti sulle rendite annuali di miamogliesull'assicurazione sulla vita di Sua Signoriae cosìvia.


Lecondizioni a cui presi a prestito queste somme a me necessarie e lespese che richiedevano i miglioramenti da me ordinati eranonaturalmentemolto onerosee tosavano notevolmente la proprietà;e furono proprio alcune di queste carte che Milady Lyndon (che era dicarattere ristrettotimido e taccagno) rifiutòoccasionalmente di firmare: fino a che io non la "persuasi"nel modo che ho esposto precedentemente.


Imiei rapporti col "turf" dovrebbero anche essere ricordatiquidato che fanno parte della mia storia di quei tempi; ma inverità non mi fa particolarmente piacere ricordare le mieimprese a Newmarket. Venivo imbrogliato e frodato in un modoinfernale in quasi tutti gli affari che vi facevo; benché iomontassi a cavallo tanto bene quanto qualsiasi altra persona inInghilterra. Ma non c'era corsa in cui i nobili inglesi montasseroloro stessi.


Quindicianni dopo che il mio cavalloBay Bulowdi Sophy Hardcastlediscendente di Eclipseaveva perso le corse di Newmarketin cui erail primo tra i favoritiseppi che un nobile conteche non nomineròquiera entrato nella sua stalla la mattinaprima che corresse; ela conseguenza fu che vinse un cavallo forestieroe che il vostroumile servitore rimase fuori per la somma di quindicimila sterline.Gli estranei non avevano probabilità di vittoria a quei giornisulla pista: ebenché abbagliato dallo splendore edall'eleganza lì radunati e circondato dai più grandipersonaggi del paese - i duchi realicon le loro consorti ed i lorosplendidi equipaggi; il vecchio Graftoncon la sua strana brigatad'amicie uomini come AncasterSandwichLorn - uno lìavrebbe potuto considerarsi sicuro che vi si giuocava correttamenteed essere non poco orgoglioso della compagnia in cui si trovava;eppure io vi assicuro che non c'era accolta d'uomini in Europa chesapesse come rubareimbrogliare un estraneocorrompere un fantinopropinare droghe a un cavalloo manipolare un libro di scommesse inmodo più distinto.


Neppureio riuscivo a far fronte a questi perfezionatissimi biscazzieri dellepiù nobili famiglie d'Europa. Era la mia personale mancanza distileo la mia mancanza di fortuna? Io non lo so. Ma ora che eroarrivato al colmo delle mie ambizioni sembrava che tanto la miaabilità quanto la mia fortuna mi avessero abbandonato. Tuttociò che toccavo andava in briciole fra le mie mani; tutte lespeculazioni che facevo andavano male; tutti gli agenti di cui mifidavo mi ingannavano. La verità è che io sono uno diquegli uomini nati per faree non per mantenere le fortune; perchéle qualità e l'energia che portano un uomo a farsi largo nelprimo caso sono spesso proprio la cagione della sua rovina nelsecondo: e davvero non trovo altra ragione alla sfortuna che allafine piombò su di me (31).


Hosempre avuto una particolare simpatia per gli uomini di lettereeforsese si deve dire la veritànon mi riesce difficilerappresentare la parte del gentiluomo distinto e del mecenate fra gliuomini di spirito. Le persone di quel genere sono di solito bisognosee di bassa nascitaed hanno un rispetto ed un aspetto istintivo peri gentiluomini e per i loro abiti guarniti di pizzicome debbonoaver notato tutti quelli che ne hanno frequentato la compagnia. Ilfamoso Reynoldsche in seguito fu fatto cavaliereed era certamenteil più elegante pittore dei suoi tempiera anche un abilecortigiano della tribù degli uomini di spirito. Per mezzo diquesto signoreche dipinse un quadro rappresentante meLady Lyndoned il nostro piccolo Bryanche fu molto ammirato alla Mostra (io erorappresentato nell'atto di congedarmi da mia moglienel costume deicavalieri "yeomen" di Tippletondi cui ero maggiore; e ilbambino indietreggiava spaventato dal mio elmo come quel "comesi chiama" - il figlio di Ettorecome è descritto daPope nella sua "Iliade")per mezzo dunque di Reynoldsvenni presentato a parecchi di quei gentiluomini e al lorocapintestail celebre Johnson.


Hosempre pensato che questo loro capo fosse un grande orso. Venne aprendere il tè in casa mia due o tre voltecomportandosimolto grossolanamente; trattando le mie opinioni con rispetto nonmolto maggiore che se fossero state quelle di uno scolarettoedicendomi di pensare ai miei cavalli e ai miei sartie di nonimpicciarmi con la letteratura. Il suo domatore d'orsi scozzeseilsignor Boswellera di una comicità di prim'ordine. Non ho maivisto un'altra figura come quella di quell'individuoin ciòche egli chiamava un costume Còrsoad uno dei balli dellasignora Cornelya Carlisle HouseSoho. Se non fosse per il fattoche le storie che si riferiscono a questa istituzione non sonoproprio tra le più educative di questo mondopotrei narraremigliaia di cose strane che accaddero lì. Tutte le persone didubbia reputazionedi alta e bassa nascitadella cittàsiradunavano colàda Sua Grazia di Ancaster giù giùfino al mio compaesanoil povero Oliviero Goldsmithil poetaedalla Duchessa di Kingston giù fino all'Uccello di Paradiso oa Kitty Fisher. Qui ebbi occasione d'incontrare tipi molto originaliche fecero anche qualche fine piuttosto strana: il povero Hackmanche in seguito fu impiccato per aver ucciso Miss Raye (dicontrabbando) Sua Reverenza il dottor Simonyche il mio amico SanFootedel "Little Theatre"fece rivivere anche dopo che isuoi falsi ed una bella corda al collo ne avevano troncato lacarriera di parroco.


Eraun simpatico luogoLondraa quei tempia dir proprio la verità.Io ne scrivo oranella mia gottosa vecchiaiaquando la gente èdiventata enormemente più morale e più positiva di quelche non fosse alla fine del secolo scorsoquando il mondo eragiovane con me. C'era una grande differenza tra un gentiluomo e unindividuo qualunque a quei tempi. Noi allora portavamo seta e ricami.Ora tutti gli uomini hanno lo stesso aspetto da cocchiericon i lorocravattoni ed i loro soprabiti con la mantellinae non c'èalcuna differenza esteriore fra un Lord ed il suo lacchè.


Alloraad un uomo elegante occorrevano un paio d'ore per fare la suatoiletteed egli poteva mostrare un po' di gusto e di genialitànello sceglierla. Che sfolgorio di splendori era un salotto daricevereo un'Operao una serata di gala! Che somme di denaro siperdevano e si vincevano a quei deliziosi tavoli di faraone! Il miococchio dorato con i suoi domestici a cavallorisplendenti in verdee oroera qualche cosa di molto diverso a vedere dagli equipaggi chesi vedono oggi sui vialicon quei minuscoli lacchè dietro. Unuomo era capace di bere quattro volte più di quanto sianocapaci di mandar giù gli smidollati di oggi:

maè inutile insistere sull'argomento. I veri gentiluomini sonomorti per sempre. La moda adesso è favorevole ai soldati ed aimarinaied io divento malinconico e di pessimo umore quando penso atrent'anni fa.


Questocapitolo è dedicato alle reminiscenze di quello che fu per meun'epoca splendida e felicema che presenta poco di notevole infatto di avventure. Mi sembrerebbe ozioso riempire pagine e paginecon i resoconti delle occupazioni quotidiane di un uomo elegantelebelle signore che gli sorridevanogli abiti che portavai giochi acui giocavae vinceva o perdeva. Oggi che i più giovani sonooccupati a tagliar la gola ai Francesi in Spagna e in Franciadormono nei bivacchie sono avvezzi a nutrirsi della galletta edella carne conservata del rancioessi non comprenderebbero neppurela vita che conducevano i loro antenati; sicché tralasceròogni ulteriore discorso sui piaceri dei tempi in cui anche ilPrincipe era un bamboccio sotto tutelaquando Charles Fox non eraancora diventato un uomo politicoe Bonaparte era un marmocchiostracciato nella sua isola natale.


Mentrenelle mie proprietà procedevano i miglioramenti e la mia casada antico castello normannoveniva mutata in un elegante tempioopalazzo grecoe i miei giardini e i miei boschi perdevano il loroaspetto rustico e venivano accomodati nel più raffinato stilefrancese - mentre il mio bambino cresceva sulle ginocchia di suamadre e la mia influenza nel paese aumentavanon si deve immaginareche in tutto quel tempo io me ne stessi nel Devonshiree chetrascurassi le visite a Londra e nelle mie diverse proprietàd'Inghilterra e d'Irlanda.


Risiedettiper qualche tempo nella proprietà di Trecothick e alle minieredi Polwellandove trovaiinvece di guadagnoogni sorta dicavillosi intrighi; attraversai in gran pompa i nostri territori inIrlandadove ricevetti la nobiltà in uno stile a cui lostesso Lord Luogotenente non avrebbe potuto stare a pari; diedi iltono a Dublinoche era proprio una miserabile e selvaggia cittàa quei tempi; e dal tempo in cui c'è stato tanto scompigliocirca l'Unione e le disgrazie che ne sono seguiteio sono rimastomolto imbarazzato a spiegare le folli lodi del vecchio ordine di coseche gli appassionati patrioti irlandesi hanno inventato. Dico chedettai legge in fatto di moda a Dublino; e questa non è granlode per meperché a quei tempi era un ben povero luogoqualunque cosa possa dire il Partito irlandese.


Inun precedente capitolo ne ho già fatto la descrizione. Era laVarsavia della nostra parte del mondo: e vi era una nobiltàsplendidarovinata e semicivilizzata che dettava legge ad unapopolazione semiselvaggia. Dico di proposito semiselvaggia. La gentenelle strade era disordinatacon la barba lunga e vestita distracci. La maggior parte dei luoghi pubblici non offrivano alcunasicurezza dopo il tramonto. Il Collegiogli edifici pubblici e lecase dell'alta nobiltà erano splendide (ma queste ultime perla maggior parte non erano finite); ma la popolazione era piùmiserabile di qualsiasi altra che io avessi mai conosciuto:l'esercizio della loro religione era permesso solo per metà;il loro clero era costretto a ricevere la sua istruzione fuori delpaese; l'aristocrazia era completamente divisa dal popolo; c'era unanobiltà protestantee nelle città le miserabiliinsolenti corporazioni dei protestanticon un rovinoso seguito disindacifunzionari e ufficiali municipaliche figuravano tuttinelle petizioni e che esprimevano la voce pubblica nel paese; ma nonc'era né simpatia né rapporti tra l'alto e il bassopopolo dell'Irlanda.


Unapersona checome meera stata per tanto tempo all'esteroeradoppiamente colpita dalla differenza tra Cattolici e Protestanti; ebenché fermo come una roccia nella mia fedepure io nonpotevo fare a meno di ricordare che mio nonno aveva avuto una fedediversae di meravigliarmi che potesse esistere una similedifferenza politica fra le due.


Trai miei vicini passavo per un pericoloso livellatoredato checonservavo ed esprimevo opinioni similie specialmente perchéinvitavo il prete della parrocchia alla mia tavola a Castle Lyndon.Costui era un gentiluomo che aveva studiato a Salamancaed era a mioavviso un compagno molto più educato e piacevole del suocollegail Rettoreche aveva soltanto una dozzina di protestantiper la sua congregazione; che era figlio di un Lordeffettivamentema parlava malissimoed i cui principali campi di attivitàerano il canile e l'arena da combattimento dei galli.


Ionon estesi ed abbellii gli edifici di Castle Lyndon come avevo fattonelle altre nostre proprietàma mi contentai di farvi ditanto in tanto una visita occasionaleesercitandovi un'ospitalitàquasi regale e tenendo casa aperta durante il mio soggiorno.


Quandoero assente davo a mia ziala vedova Bradyed alle sue sei figliolezitelle (benché esse mi detestassero ancora) il permesso diabitarvi; poiché mia madre preferiva il mio nuovo castello diBarryogue.


Epoiché Lord Bullingdon a quell'epoca era diventato troppogrande e turbolentodecisi di lasciarlo affidato alle cure di unistitutore adatto in Irlandacon la signora Brady e le sue seifigliole a prendersi cura di lui; e sarebbe stato il benvenuto se sifosse innamorato di tutte quelle vecchie signore. Magari ne avesseavuto vogliae avesse imitato su questo punto l'esempio del suopadrigno! Quando era stanco di Castle LyndonSua Signoria erapienamente libero di andare a risiedere nella mia casa con la miamamma; ma tra loro non c'era simpatiaanzi io credo chea causa dimio figlio Bryanella lo odiasse tanto cordialmente quanto avreipotuto farlo io.


Lacontea di Devon non è fortunata come la vicina contea diCornwalle non le spetta lo stesso numero di rappresentanti chepossiede quest'ultima; dove ho visto un modesto gentiluomo dicampagnacon poche centinaia di sterline all'anno di redditotriplicare le sue entrate mandando al Parlamento tre o quattroMembrie grazie all'influenza presso i Ministri che questi seggi gliconferivano. Gli interessi parlamentari della casata dei Lyndon eranostati grossolanamente trascurati durante la minore età di miamogliee l'incapacità del conte suo padre; oper parlare conmaggiore esattezzaera stata sottratta completamente alla famigliaLyndon da quell'abile vecchio ipocrita di Tiptoff Castleche sicomportava come fanno la maggior parte dei parenti e tutori verso iloro pupilli e parentie li derubava di tutto.


IlMarchese di Tiptoff inviò al Parlamento quattro Membri: dueper la cittadina di Tippleton checome tutti sannogiace ai piedidella nostra proprietà di Hacktoned è limitatadall'altra parte da Tiptoff Park. Da tempo immemorabile eravamo noiche avevamo mandato i Membri per quella cittadinafinchéTiptoffapprofittando dell'imbecillità del defunto Lordmiseal loro posto degli altri nominati da lui. Quando il suo figliolomaggiore fu in età da essere elettonaturalmente Milord siprese il seggio di Tippleton; quando Rigby (il Nababbo Rigbycheaveva fatto la sua fortuna sotto Clivein India) morìilMarchese ritenne conveniente tirar fuori il suo secondo figlioMilord George Poyningsche ho già presentato al lettore neicapitoli precedentie decisenella sua mente alta e potentecheanche lui sarebbe dovuto andare ad ingrossare le filedell'opposizionei grossi e vecchi Whigsdalla parte dei quali siera messo.


Rigbyera stato per qualche tempo in cattive condizioni di salute primadella sua scomparsae potete star certi che la circostanza della suacattiva salute non era passata inosservata alla nobiltà delpaese che era costituita per la maggior parte da uomini fedeli algovernoe odiava i principi di Lord Tiptoff come pericolosi erovinosi. "E' un pezzo che cerchiamo un uomo per combatterecontro di lui"mi dissero quei gentiluomini di campagna; "noipossiamo tener testa a Tiptoff solo al di fuori di Hackton Castle.Voisignor Lyndonsiete il nostro uomoe alla prossima elezionedella contea vi dichiareremo nostro candidato".


Ioodiavo tanto i Tiptoff che li avrei combattuti in qualsiasi elezione.Non solo essi non ci facevano visita ad Hacktonma rifiutavano diricevere coloro che facevano visita a noi; esortavano le signoredella contea a non ricevere mia moglieinventavano almeno la metàdelle folli storie sulla mia prodigalità e stravaganza con cuisi divertiva il vicinato; dicevano che avevo indotto mia moglie almatrimonio terrorizzandolae che essa era ormai una donna finita;insinuavano che la vita del giovane Bullingdon non era sicura sottoil mio tettoche lo trattavo in maniera odiosae che desideravotoglierlo di mezzo per far posto a mio figlio Bryan. A me riuscivadifficile avere un amico e un informatore ad Hacktonma essi invececontavano le bottiglie che si bevevano alla mia tavola e strappavanotutti i segreti delle mie trattative con i miei legali ed i mieiagenti d'affari. Se un creditore non era pagatotutte le voci delsuo conto erano conosciute a Tiptoff Hall; se davo un'occhiata allafiglia di un contadinosi diceva che l'avevo rovinata.


Ioho molti difettilo confessoe come capo-famiglia non posso certovantarmi del mio caratterené di essere molto regolato; maLady Lyndon ed io non ci bisticciavamo più di quanto faccianole altre persone di un certo rangoe da principio tiravamo avantiproprio bene. Io sono un uomo pieno di colpecertamentema non queldemonio che raffiguravano quegli odiosi maldicenti dei Tiptoff. Neiprimi tre anni di matrimonio non picchiai mia moglie altro che quandoero ubriaco. Quando tirai il trinciante al giovane Bullingdon avevobevutocome possono testimoniare tutti quelli che erano presenti; maquanto ad avere un qualsiasi piano sistematico contro quel poveroragazzoposso dichiarare solennemente cheall'infuori del semplicefatto di odiarlo (e non si può comandare alle proprieinclinazioni naturali)io non sono colpevole di avergli fatto alcunmale.


Avevodunque sufficienti motivi d'inimicizia contro i Tiptoffe non sonouomo da lasciar lì inattivo un sentimento di questo genere.Benché fosse Whigo forse proprio perché era Whigilmarchese era uno degli uomini più altezzosi che ci fossero almondoe trattava le persone di grado inferiore al suo come solevatrattarle il suo idoloil gran Conte (32)cioè comealtrettanti vilissimi vassalliche potevano essere orgogliosi dileccargli le fibbie delle scarpe. Quando il sindaco ed il consigliocomunale di Tippleton andavano a trovarloli riceveva a capocopertonon offriva mai una sedia al sindacoanzi si ritiravaquando venivano portati i rinfreschio li faceva servire aglionorevoli funzionari nella stanza del maggiordomo. Quegli onestibritanni non si ribellarono mai contro un simile trattamentofino ache non vi furono indotti dal mio patriottismo. Noa quei canipiaceva essere trattati tirannicamente; e nel corso della mia lungaesperienzaho conosciuto ben pochi inglesi che non la pensasseroallo stesso modo.


Soltantoquando aprii loro gli occhiessi riconobbero la propriadegradazione. Invitai ad Hackton il Sindaco e la Sindachessa (che tral'altro era una formosa e graziosa droghiera)feci sedere leiaccanto a mia mogliee li condussi tutti e due alle corse nella miacarrozza. Lady Lyndon si oppose violentemente a questa concessione;ma io avevocome si diceil mio modo di trattarlae se lei avevaun carattereio ne avevo uno anche peggiore. Un caratteracciooibò!Un gatto selvatico ha un caratteraccioma un buon guardiano riescead averne ragione; ed io conosco ben poche donne al mondo che nonsarei capace di dominare.


Benetenni in gran conto il Sindaco e il Consiglio comunale mandai dellacacciagione ai loro pranzie li invitai ai miei; mi feci un puntod'onore di assistere alle loro riunionidi ballare con le loro moglie con le loro figliedi compierein brevetutti quegli atti dicortesia che sono necessari in simili occasioni: e benché ilvecchio Tiptoff dovesse essere al corrente dei miei procedimentipure aveva la testa talmente nelle nuvoleche non riuscìneppure una volta a immaginare che la sua dinastia potesse esseresconfitta nella sua stessa città di Tippletone dava i suoiordini con la stessa sicumera che se fosse stato il Gran Turco e gliabitanti di Tippleton null'altro che gli umilissimi schiavi delle suevolontà.


Ogniarrivo di posta che ci portava la notizia di un aggravamento dellecondizioni di salute di Rigby era la sicura occasione di un banchettodato da me; sicché alla fine i miei amici e compagni di cacciasolevano dire ridendo: "Ribby sta peggio; c'è un pranzodel Consiglio comunale ad Hackton!".


Cosìnel 1776quando scoppiò la guerra con l'Americaentrai inParlamento. Milord Chatham (33)di cui il suo partito soleva dire inquei giorni che era di una saggezza sovrumanalevò la suavoce di oracolo alla Camera dei Pari contro la protesta americanaeil mio compaesano Burkeun gran filosofoma oratore noiosissimo eprolissosi fece campione dei ribelli ai Comunidove tuttaviagrazie al patriottismo britannicoriuscì a tirarsene dietropochi. Il vecchio Tiptoff avrebbe giurato che il nero era biancoseglielo avesse detto il gran Conte; e indusse suo figlio a rinunciareal suo grado di ufficiale delle Guardiead imitazione di Lord Pittche rinunciò al suo grado piuttosto che combattere controcoloro che egli chiamava i suoi fratelli americani.


Maquesto era un tipo di patriottismo assai poco apprezzato inInghilterradovesin dallo scoppio delle ostilitàil nostropopolo odiava gli Americani con tutto il cuore; e dovequando udimmodella battaglia di Lexington e della gloriosa vittoria di Bunker Hill(come eravamo soliti chiamarla a quei tempi) la nazione esplose inuna delle sue solite bollenti collere. Dopo di questo tutti idiscorsi furono contro i filosofie la gente era più che maiindomabilmente fedele.


Solodopo che venne aumentata la tassa sui terreni la piccola nobiltàcominciò a mormorare un po'; ma il mio partito nell'Ovest eramolto forte contro i Tiptoff. Allora decisi di scendere in campoedi vincere come era mio solito.


Ilvecchio Marchese trascurava tutte le solite precauzioni che sirichiedono per una campagna elettorale. Annunciò al Consiglioed ai liberi proprietari la sua intenzione di presentare il figlioLord Georgee il suo desiderio che quest'ultimo fosse eletto lorodeputato al Parlamento; ma innaffiò a malapena con unbicchiere di birra la devozione dei suoi seguaci: mentre ionon c'èbisogno di dirloavevo impegnato tutte le taverne di Tippleton a miofavore.


Nonè il caso di rifare qui il racconto già fatto ventivolte di un'elezione. Io salvai la città di Tippleton dallemani di Lord Tiptoff e di suo figlio Lord George. Provai anche unaspecie di selvaggia soddisfazione nell'obbligare mia moglie (che erastata anche troppo offesa dal suo parentecome ho giàraccontato) a parteggiare contro di luie ad indossare e adistribuire i miei colori quando giunse il giorno dell'elezione. Equando parlammo in contraddittorioio dissi alla folla che avevobattuto Lord George in amoreche lo avevo battuto sul terrenoe cheora lo avrei battuto in Parlamento; e così fecicomeprovarono i fatti:

perchécon indicibile furore del vecchio MarcheseBarry LyndonEsquirefueletto Membro del Parlamento per Tippletonal posto di John RigbyEsquiredeceduto; ed io lo minacciai di sbalzarlo da entrambi i suoiseggi alla prossima elezione; dopo di ché mi recai a compierei miei doveri in Parlamento.


Fuallora che decisi seriamente di acquistare per me un grado di Parid'Irlandadi cui godessedopo di meil mio adorato figliolo ederede.




Capitolo18



INCUI LA MIA BUONA FORTUNA COMINCIA A VACILLARE



Edorase qualcuno fosse disposto a pensare che la mia storia èimmorale (perché ho sentito qualcuno affermare che io non erouomo meritevole di raggiungere una simile prosperità)pregherò qualcuno di questi individui che trovano sempre aridiredi farmi il favore di leggere la conclusione delle mieavventure; in cui vedranno che non era un premio tanto grande quelloche avevo vintoe che ricchezzasplendoritrentamila sterlineall'anno e un seggio in Parlamento sono spesso pagati troppo a caroprezzoquando si debbono acquistare questi piaceri a prezzo dellapropria libertà personalerincarando la dose col peso di unamoglie fastidiosissima.


Sonouna cosa diabolicaqueste mogli molestequesta è la puraverità. Nessun uomo lo sa finché non prova quantopesante e scoraggiante possa essere il fardello di una di esseequanto la seccatura cresca ed aumenti di anno in annoe il coraggiodivenga troppo poco per sopportarle; sicché questo guaio chesembrava lieve e di poco conto il primo annodiviene intollerabiledopo dieci anni. Conosco la storia di uno di quei tipi classici deldizionario che cominciò col portare un vitellino su in cima aduna collina ogni giornoe che continuò così fino a chel'animale non fu diventato un torosicché riusciva ancora aportarlo agevolmente sulle spallema vi dò la mia parolacari giovanotti non ancora sposatiche una moglie è unfardello molto più pesante a portare sul dorso della piùgrossa giovenca di Smithfield: e se posso trattenere anche uno solodi voi dal prender mogliele "Memorie di Barry LyndonEsquire"non saranno state scritte invano. Non che Milady fosse una borbottonao una spilorciacome sono alcune mogli; avrei trovato il modo dicurarla di queste malattie; ma era di un carattere timidopiagnucolosomelanconicoipersensibilecosa che è per meanche più odiosa:

qualunquecosa si facesse per farle piacerenon era mai contenta o di buonumore. Dopo un po' la lasciai perderee poichécom'eranaturale nel mio casoi dispiaceri familiari mi costringevano acercare fuori di casa compagnia e divertimentoaggiunse a tutti glialtri suoi difetti una bassadetestabile gelosia. Per qualche tempoio non potei porgere la più comune attenzione ad una qualsiasialtra donnasenza che Milady Lyndon si mettesse a piangereatorcersi le mania minacciare di suicidarsie non so che altro.


Ela sua morte non sarebbe stata certo una cosa comoda per mecomelascio immaginare a qualsiasi persona di buon senso; perchéquel briccone del giovane Bullingdon (che cresceva e stava diventandoun ragazzone altogoffo e millantatorenonché la mia peggiorpiaga e seccatura) avrebbe ereditato la proprietà finoall'ultimo pennyed io sarei rimasto notevolmente più poverodi quando avevo sposato la vedova: perché spendevo il miopatrimonio personale con tutta la rendita di Milady per conservare unlivello di vita pari al nostro rangoed ero sempre troppo generoso edi spirito per risparmiare anche un centesimo delle entrate di LadyLyndon.


Lasciamochiacchierare i miei detrattorii quali dicono che io non avrei maipotuto danneggiare tanto le sostanze dei Lyndon se non mi fossi fattoun piccolo patrimonio privato; o credono cheanche nella miapenosissima situazione attualeabbia dei mucchi d'oro nascosti daqualche parte. Io non ho preso a prestito neppure uno scellino sullaproprietà di mia moglie senza spenderlo da uomo d'onore; oltread incorrere in innumerevoli obbligazioni personali in denarocheandava tutto nella massa comune.


Indipendentementedalle ipoteche ed intrighiho fatto debiti per almeno centoventimilasterline che spesi nel tempo in cui mi occupavo delle proprietàdi mia moglie; sicché ben a ragione posso dire che laproprietà è in debito verso di me della sommasummenzionata.


Benchéio abbia descritto il profondo disgusto e l'antipatia che ben prestosi impadronirono di me verso Lady Lyndon; e benché non mipreoccupassi particolarmente (perché io sono tutto franchezzae sincerità) di nascondere i miei sentimentipure ella era dispirito così servile che mi perseguitava con le suedimostrazioni d'affetto ad onta della mia indifferenza verso di leie si rianimava alla minima parola gentile che le rivolgevo. Il fattoèsia detto fra me ed il mio rispettabile lettoreche io eroa quei tempi uno dei più attraenti e vivaci giovanid'lnghilterrae che mia moglie era violentemente innamorata di me; ebenché io dica qui quello che non dovrei direlasciamocorrere la pennamia moglie non era certo l'unica donna di un certorango che avesse un'opinione favorevole dell'umile avventurieroirlandese.


Cheenigma sono queste donnemi è venuto spesso di pensare! Hovisto le più eleganti creature di Saint-James diventare pazzed'amore per l'uomo più grossolano e volgare; le donne piùintelligenti ammirare appassionatamente i più illetterati delnostro sessoe così via. Non c'è limite all'incoerenzadi quelle sciocche creaturee benché io non intenda davveroinsinuare con questo che io sono volgare o illetteratocome gliindividui nominati più sopra (taglierei la gola a chiunqueosasse anche soltanto sussurrare una parola sulla mia nascita o sullamia educazione)pure ho mostrato che Lady Lyndon aveva pienamenteragione di non amarmi più se voleva: macome le altre del suostolto sessoella era guidata dall'infatuazionee non dallaragione; efino all'ultimo giorno della nostra convivenzaeradisposta a riconciliarsi con meed a vezzeggiarmi in tutti i modise le rivolgevo una sola parola gentile.


-Ah - dicevain quei momenti di tenerezza - ahRedmond se tu fossisempre così! - E in quegli accessi d'amore era la creatura piùfacile del mondo a persuadereed avrebbe alienato con una firmaanche tutto il suo patrimoniose fosse stato possibile.


Debboconfessare che bastava la più piccola attenzione da parte miaa farla diventare di buon umore. Passeggiare con lei sul Mallo aRanelagh accompagnarla alla chiesa di Saint-Jamesacquistare qualchepiccolo dono o sciocchezzuola per leiera sufficiente perlusingarla. Tale è l'incoerenza femminile! Il giorno dopoprobabilmente mi avrebbe chiamato "Signor Barry"e sisarebbe lamentata del suo miserabile destinoche l'aveva unita ad unsimile mostro. Così ella si compiaceva di chiamare uno degliuomini più brillanti dei tre regni di Sua Maestà:mentre vi garantisco che altre signore avevano di me un'opinione benpiù lusinghiera.


Poiminacciava di lasciarmi; ma io avevo un assoluto dominio su di leigrazie a suo figlioche amava appassionatamente: non so perchédato che aveva sempre trascurato il suo figliolo maggiorelordBullingdone non si era mai data pensiero della sua salute del suobenessere o della sua educazione.


Ilnostro ragazzodunqueera la creatura che formava il grande legametra me e Sua Signoria; e non c'era piano ambizioso che io proponessia cui ella non si unisse a vantaggio del povero bambino néspesa a cui non andasse incontro volentierise si poteva dimostrarein qualche modo che sarebbe stata a suo vantaggio. Posso dirvi che nefurono dispensatedi regalieed anche a persone di grado assaielevato: così vicino alla regale persona di Sua Maestàche restereste stupefatti se io raccontassi quali grandi personaggiaccondiscesero a ricevere le nostre elargizioni. Io trassi dai libriaraldici d'Inghilterra e d'Irlanda una descrizione ed un dettagliatoalbero genealogico della Baronia di Barryoguee chiesirispettosamente di essere reintegrato nei titoli dei miei antenatied anche di essere insignito della Viscontea di Ballybarry. - Questatesta avrà una corona - diceva a volte Milady nei suoi momentidi tenerezzacarezzando dolcemente i miei capellie veramente visono parecchi giovani rampolli di nobile casata che non hanno néil mio coraggioné la mia prosapiané alcun altro deimiei meriti.


Lalotta per ottenere questo titolo di Pari ritengo sia stata una dellepiù sfortunate tra tutte le mie sfortunate iniziative di quelperiodo. Feci sacrifici inauditi per portarla avanti.


Prodigaidanaro qua e diamanti là. Comperai terreni a dieci volte illoro valore; acquistai quadri e oggetti d'arte a prezzi rovinosi.Diedi numerosi ricevimenti a tutti quei sostenitori della miarichiesta cheessendo prossimi a personalità regalipotevanofavorirla. Perdetti più di una scommessa con i Duchi realifratelli di Sua Maestà. Ma dimentichiamo queste faccendeperché io non voglio mancare di lealtà verso il miosovrano a causa dei danni subiti personalmente.


Lasola persona che nominerò apertamente fra tutte quelle cheebbero parte in quest'affare è quel vecchio furfantetruffatore di Gustavo Adolfotredicesimo Conte di Crabs. Questosignore era uno dei gentiluomini di camera di Sua Maestàeduna delle persone con cui il nostro riverito monarca era in terminidi notevole intimità. Tra loro si era stabilito uno strettolegame al tempo del vecchio Re; quando Sua Altezza Realegiocandoalla racchetta e al volano col giovane lord sul ripiano della grandescalinata a Kewil Principe di Gallesdicoin un momentod'irritazione buttò giù a calci dalla scalinata ilgiovane Conteche cadendo si ruppe una gamba. Il sincero pentimentodel Principe per il suo atto violento fu l'origine della saldaamicizia che strinse con colui che aveva offeso; e quando Sua Maestàsalì al trono non ci fu personasi dissedi cui il Conte diBute fosse geloso quanto di lord Crabs. Quest'ultimo era povero estravagantee Bute se lo tolse dai piedi mandandolo in Russia e inaltre ambasciate; ma quando fu licenziato questo favoritoCrabstornò di gran corsa dal Continente ed ottenne quasiimmediatamente un posto presso la persona stessa di Sua Maestà.


Propriocon questo indegno gentiluomo contrassi una disgraziata intimitàquandonuovo dell'ambiente e senza alcun sospettomi stabilii perla prima volta in cittàdopo il mio matrimonio con LadyLyndon: edato che Crabs era certamente uno dei compagni piùpiacevoli del mondoprovai un sincero piacere della sua compagniaoltre al desiderio interessato che avevo di coltivare l'amicizia diun gentiluomo che era vicino alla persona del più altopersonaggio del regno.


Astarlo a sentireavreste immaginato che non ci fosse faccendaimportante in cui non avesse parte. Mi disseper esempiocheCharles Fox (34) sarebbe stato rimosso dal suo posto un giorno primache il povero Charles stesso fosse al corrente del fatto. Mi dissequando sarebbero tornati dall'America gli Howee chi dovevasuccedere loro nel comando laggiù. Senza stare a moltiplicareancora gli esempifu su costui che feci il maggiore assegnamento perappoggiare la mia richiesta della Baronia di Barryogue e del titolodi Visconte che mi proponevo di ottenere.


Unadelle principali spese che questa mia ambizione mi impose fu diequipaggiare e di armare una compagnia di fanti dai possessi diCastle Lyndon e di Hacktonin Irlandache offrii al mio graziososovrano per la campagna contro i ribelli d'America. Queste truppesuperbamente vestite ed equipaggiatesi imbarcarono a Portsmouthnell'anno 1778; e il patriottismo del gentiluomo che le aveva armatefu così accetto alla Corte chequando fui presentato da LordNorthSua Maestà si degnò di notarmi particolarmentee disse: - Molto benesignor Lyndon: armate un'altra compagnia: eandate con loro anche voi! - Ma questocome il lettore puòimmaginarenon era assolutamente nelle mie intenzioni. Un uomo contrentamila sterline all'anno sarebbe uno sciocco a rischiare la vitacome un mendicante qualsiasi; e in questa materia ho sempre ammiratola condotta del mio amico Jack Bolterche era il più attivo ecoraggioso degli alfierie in questa sua qualità si impegnavain ogni imbroglio e in ogni scaramuccia che gli capitasse; ma proprioprima della battaglia di Minden ricevette la notizia che suo zioilgrande appaltatore militare era mortoe gli aveva lasciatocinquemila sterline all'anno. Jack chiese immediatamente di esserecongedato; e siccome questo gli fu rifiutato in vista dell'azione chestava per aver luogoquel bravo ragazzo non sparò piùneanche un colpo di pistola: tranne che contro un ufficiale il qualeaveva messo in dubbio il suo coraggioe che egli affrontò contanta freddezza e decisione da dimostrare a tutti che solo perprudenza e per desiderio di godersi il suo denaroe non pervigliaccherialasciava la professione delle armi.


Quandofu armata questa compagnia di Hackton il mio figliastroche avevaallora sedici anniinsistette molto perché gli fosse permessodi unirsi ad essaed io sarei stato ben contento di acconsentire perliberarmi del ragazzo; ma il suo tutore Lord Tiptoffche mi siopponeva in tuttorifiutò il permessoe le tendenze militaridel ragazzo vennero nettamente contrastate. Se si fosse unito allaspedizione e il fucile di un ribelle avesse messo termine alla suavitacredoa dire il veroche non mi sarei afflitto molto; e avreiavuto il piacere di vedere l'altro mio figlio diventare l'erede delpatrimonio che suo padre si era conquistato con tante pene.


L'educazionedi quel giovane gentiluomo era statalo confessotra le piùdisordinate; e forse la verità è che io avevotrascurato il ragazzo. Era di natura selvaggiaribelle edisordinataed io non avevo mai il minimo riguardo per lui.


Davantia me e a sua madre almenoera così cupo e scontroso che iopensai che l'istruzione fosse sprecata con luie lo lasciai liberodi cavarsela da sé per la maggior parte del tempo. Per dueinteri anni egli rimase in Irlandalontano da noi; e quando tornòin Inghilterralo tenemmo principalmente ad Hacktonnon desiderandodi avere quel ragazzo goffo e sgraziato nella nobile compagnia dellacapitale a cui ci trovavamo naturalmente mescolati. All'opposto diluiBryanil mio figliolinoera il bambino più gentile edattraente che si fosse mai visto; era un piacere trattarlo congentilezza e distinzione; e prima ancora che avesse raggiunto icinque anniquel piccino era un modello di eleganzabellezza ebuona educazione.


Stadi fatto che non avrebbe potuto essere altrimenticon le cure chetutti e due i genitori gli prodigavanoe le attenzioni che glivenivano mostrate in ogni modo! Quando Bryan aveva quattro anniioebbi una disputa con la bambinaia inglese che lo aveva allevato e dicui mia moglie era stata tanto gelosae gli procurai una governantefranceseche aveva vissuto con famiglie di prim'ordine a Parigi; echenaturalmentedoveva anch'essa ingelosire Lady Lyndon. Sotto laguida di quella giovane il mio bricconcello imparò aparlottare in francese nel modo più incantevole. Vi avrebberallegrato il cuore sentire quel caro furfantello dire "Mort dema vie!" e vederlo battere il piedino e mandare quei "manans"e "canaille" dei domestici ai "trent mille diables".Era precoce in tutto: imparò prestissimo a fare la caricaturadi tuttia cinque anni stava a tavola e beveva il suo bicchiere diChampagne come tutti noi; e la sua bambinaia gli insegnava canzoncinefrancesie le ultime romanze parigine di Vade e Collard. Anchequelle erano graziose; e facevano scoppiare dalle risa tutti quellidei suoi ascoltatori che capivano il francesementrescandalizzavanovi assicuroalcune delle vecchie matrone che eranoammesse alla compagnia della sua mamma.


Nonche ce ne fossero molte; perché io non incoraggiavo le visitedi quella che si chiama "la gente rispettabile" a LadyLyndon; tutti rapaci di professionegente pettegolainvidiosa e dimentalità ristretta; che mettono zizzania fra marito e moglie.


Ognivolta che qualcuno di questi gravi personaggi faceva la sua comparsaad Hacktono in Berkeley Squareil mio più grande piacereconsisteva nel farlo scappare spaventatoe incoraggiavo il miopiccolo Bryan a ballarea cantare e a fare il "diable àquatre"unendomi a luiin modo da spaventare quelle vecchiebisbetiche.


Nondimenticherò mai le solenni rimostranze di quel vecchiosmorfioso del nostro rettore ad Hacktonche fece uno o due vanitentativi di insegnare il latino al piccolo Bryan. Permettevo qualchevolta al nostro ragazzo di accompagnarsi con i suoi innumerevolifiglioli. Essi impararono da Bryan qualcuna delle sue canzonifrancesie la loro madreuna povera creatura che s'intendeva piùdi torte e di conserve che di franceseli incoraggiavaaffettuosamente a cantare; ma un giorno che il padre li sentìmandò Miss Sarah nella sua camera a pane e acqua per unasettimanae frustò solennemente Jacob in presenza di tutti isuoi fratelli e sorellenonché di Bryan a cui sperava chequesta punizione sarebbe servita di ammonimento. Ma il miobirbantello si precipitò fra le gambe del vecchio pattocoscalciandofino a che questi non fu costretto a chiamare ilsacrestano per fargli lasciare la presamentre sacramentava"corbleumorbleuventrebleu"per ottenere che il suoamico Jacob non fosse picchiato. Dopo questa scenail reverendoproibì a Bryan di tornare al rettorato. Io giurai che il suofigliolo maggioreche studiava anche lui per diventare Ministrononavrebbe mai avuto la successione del beneficio di Hacktonche avevoavuto l'intenzione di concedergli; ma suo padre dissecon quell'ariaipocrita e lamentosa che io non posso soffrireche si facesse purela volontà del cieloma che non avrebbe permesso che i suoifiglioli diventassero disobbedienti e corrotti neppure per amore diun vescovato; e mi scrisse una lettera pomposa e solennepiena dicitazioni latineprendendo congedo da me e dalla mia casa. "Lofaccio con rimpianto" aggiungeva il vecchio signore "perchého ricevuto tante gentilezze dalla famiglia di Hackton cheallontanarmi da essa è cosa che affligge profondamente il miocuore. Temo che i miei poveri soffriranno in conseguenza della miaseparazione da voie del fatto che d'ora in poi io non potròfarvi conoscere le preghiere della povertà e dell'afflizionechequando giungevano a vostra conoscenzala vostra generositàdebbo dirlo per amor di giustiziaera sempre pronta a soccorrere".


Puòessere che ci fosse una certa verità in questoperchéil vecchio signore mi affliggeva continuamente con richiestee so dicerto chea causa delle sue personali elemosinelui stesso difrequente non aveva un soldo in tasca; ma sospetto anche che i buonipranzi di Hackton avessero una parte notevole nel suo dispiacere perla fine delle nostre relazioni; e so che sua moglie fu dolentissimadi rinunciare ai suoi rapporti con la governante di BryanMademoiselle Louisonche aveva sulla punta delle dita tutte leultime novità della moda francesee che non andava mai alRettorato senza che la domenica seguente si vedessero le ragazzedella famiglia uscire con nuovi abiti e mantelli.


Iopensai di punire il vecchio ribelle russando sonoramente nel miobanco la domenica durante il sermone; e presi subito un istitutoreper Bryaned un cappellano personalequando il bambino fu diventatoabbastanza grande per toglierlo alla compagnia ed alla sorveglianzafemminile. Feci sposare la sua bambinaia inglese al miocapogiardinierecon una bella dote; e concessi in moglie lagovernante francese al mio fedele tedesco Fritznon dimenticando ladote neppure in quest'ultimo caso; questi due misero su una trattoriafrancese a Sohoe credo che nel momento in cui scrivo siano piùricchi di beni di questo mondo che non il loro generoso e liberale expadrone.


PerBryan presi un giovane gentiluomo di Oxfordil Reverendo EdmundLavenderche fu incaricato di insegnargli il latinoquando ilragazzo era ben dispostoe di dargli qualche base in storiaingrammatica ed in altre materie necessarie ad un gentiluomo. Lavenderfu una preziosa aggiunta alla nostra compagnia di Hacktonperchéci fornì il mezzo per una quantità di scherzi. Era ilbersaglio di tutte le nostre burlee le sopportava con l'ammirevolepazienza di un martire. Apparteneva a quel genere di uomini chepreferirebbero essere presi a calci da un gran personaggio piuttostoche non essere notati da lui. Gli ho gettato spesso la parrucca nelfuoco davanti a tutta la compagniae lui rideva dello scherzo cometutti gli altri presenti. Era un gran divertimento metterlo su uncavallo molto focoso e mandarlo dietro ai canipallidomadido disudorementre ci gridava di farlo fermareper amor del cieloattaccato con tutte le sue forze alla criniera e alla groppa delcavallo per salvarsi la vita. Come sia andata che costui non si siamai ammazzatonon lo so davvero; ma suppongo che una corda daimpiccato sarà il modo in cui si romperà il collo. Nonebbe mai un incidente degno di essere riferitodurante le nostrepartite di caccia: e potevate star sicuri che lo avreste sempretrovato al suo posto in fondo alla tavola a preparare il poncee chesarebbe stato portato via di lì ubriaco per metterlo a lettoprima della fine della serata.


Piùdi una volta Bryan ed io gli abbiamo tinto la faccia di neroinquelle occasioni. Lo mettevamo in una stanza stregatae lospaventavamo con gli spiriti fino a fargli uscire l'anima dal corpo;gli liberavamo una quantità di topi sul letto; gridavamo alfuocoe gli riempivamo gli stivali d'acqua; tagliavamo le zampe alsuo pulpito e gli riempivamo il libro dei sermoni di tabacco dafiuto. Il povero Lavender sopportava tutto con pazienza; e nellenostre festeo quando andavamo a Londrane veniva ampiamenteripagato col permesso di sedere accanto al nobili ospitie diinebriarsi della compagnia dei gentiluomini alla moda. Faceva piaceresentire con che disprezzo parlava del nostro rettore. "Ha unfiglio che studia gratuitamentesignore; e studia in un collegiosecondario" diceva. "Come potreste pensarecaro signoredi dare la successione di Hackton ad una persona di cosìmodesta istruzione?".


Dovròparlare ancora dell'altro figlioo meglio del figlio di Lady Lyndonvoglio dire del Visconte Bullingdon. Lo tenni in Irlanda per qualcheannosotto la sorveglianza di mia madreche avevo installato aCastle Lyndon; e grandeve lo assicuroera la sua dignitànell'occuparloe prodigiosi lo splendore ed il superbo contegno diquella buona creatura. Con tutte le sue stranezzela proprietàdi Castle Lyndon era il meglio amministrato di tutti i nostripossessii fitti venivano pagati regolarmentee le spesed'amministrazione erano minori di quello che sarebbero state in manodi qualsiasi maggiordomo. Era stupefacente la modestia delle spesedella buona vedovabenché ella tenesse alto l'onore delle duefamigliecome soleva dire.


Avevatutta una serie di domestici per servire il giovane Lordlei stessausciva di casa in un vecchio cocchio dorato tirato da sei cavalli; lacasa era tenuta pulita e in ordine; la mobilia e i giardini nellemigliori condizioni; e nelle nostre occasionali visite in Irlandanon abbiamo mai trovato alcuna casatra quelle che visitavamoincondizioni migliori della nostra: c'erano sempre una diecina didomestiche pronte e cinque o sei giardinieri in sottordine attorno alCastelloe tutto era nelle migliori condizioni in cui potessetenerlo una buona massaia.


Tuttoquesto essa lo faceva senza farci spendere quasi nulla:

perchéallevava nei giardini pecore e bestiamee ne traeva un bel profittoa Ballinasloe: riforniva non so quante città di burro e diprosciutto; e le frutta e le verdure degli orti di Castle Lyndonraggiungevano prezzi altissimi sul mercato di Dublino. Non facevasprechi in cucinacome si suol fare in molte delle nostre caseirlandesie non si consumavano i vini delle cantineperchéla vecchia signora beveva acquae riceveva poco o punto. Tutta lasua compagnia erano un paio di figliole della mia vecchia fiammaNora Bradydiventata la signora Quin; lei e suo marito avevanodissipato quasi tutto il loro patrimonioe una volta Nora venne atrovarmi a Londra; aveva un'aria molto vecchia: grassa e malmessacon due sudici marmocchi al fianco. Pianse molto nel vedermimichiamò "Sir" e "signor Lyndon"cosa chenon mi dispiacquee mi pregò di aiutare suo marito; cosa cheio feciottenendogliper mezzo del mio amico Lord Crabsun postoalle dogane in Irlandae pagando il viaggio fin lì a lui ed atutta la sua famiglia. Trovai che era diventato un sudiciovolgare epiagnucoloso ubriacone; e guardando la povera Nora non potei fare ameno di pensare con stupore ai tempi in cui l'avevo considerata comeuna divinità. Ma se mai ho degnato della mia attenzione unadonnaio le rimango amico per tutta la vitae potrei citare unmigliaio di simili esempi delle mie generose e fedeli disposizioni.


Ilgiovane Bullingdonperòera quasi la sola personafra letante con le quali aveva a che faredi cui mia madre non riuscissead assicurarsi l'obbedienza. I resoconti ch'ella mi mandò sudi lui sin dal principio erano tali da affliggere notevolmente il miocuore paterno. Egli respingeva ogni disciplina ed ogni autorità.Si assentava da casa per settimane per andare a caccia o per altrespedizioni. Quando stava a casa era silenzioso e stranorifiutava difare una partita di picchetto con mia madre la serasprofondandosiinvece in ogni sorta di vecchi libri muffiticon cui si confondevail cervello; si trovava molto più a suo agio a ridere e aciarlare con i pifferai e con le domestiche nelle stanze di servizioche con la gente distinta nella sala da ricevere; lanciavacontinuamente frizzi alla signora Barrye lei (che era piuttostolenta nel fare a botta e risposta) andava violentemente in collera:in sostanzail ragazzo conduceva una vita di insubordinazione e discandalo. Poiper colmoquel cattivo soggetto prese a frequentarela compagnia del parroco cattolico della parrocchia - un miserabilebricconeproveniente da qualche seminario papista di Francia o diSpagna - a preferenza del vicario di Castle Lyndonun gentiluomo del"Trinity College"che teneva i suoi cani da caccia ebeveva le sue due bottiglie al giorno.


Laconsiderazione dovuta alla religione del ragazzo mi tolse alloraqualsiasi esitazione sul modo di comportarmi verso di lui.


Sec'è un principio che mi ha guidato nella vitaè ilrispetto per la chiesa anglicana e un cordiale disprezzo e antipatiaper tutte le altre forme di credenza. Mandai quindi il mio domesticopersonale a Dublino con l'incarico di riportare alla ragione ilgiovane reprobo. Mi venne riferito che questi aveva passato tuttal'ultima serata del suo soggiorno in Irlanda in chiesa col suo amicopapista; che lui e mia madre avevano avuto una violenta disputaproprio l'ultimo giorno; che invece aveva baciato Biddy e Dosyledue nipoti di lei le quali sembravano molto dolenti che se neandasse; e chesollecitato ad andare a trovare il rettoreavevarifiutato risolutamente dicendo che era un malvagio vecchio fariseoin casa del quale non avrebbe mai messo piede.


Ildottore mi scrisse una letteramettendomi in guardia contro ideplorevoli errori di quel giovane vaso di perdizionecome lochiamava lui; e da quella lettera potei vedere che non c'era grandesimpatia tra loro. Ma risultò chese non era simpatico allanobiltà del paeseil giovane Bullingdon aveva una vastapopolarità tra la gente comune. C'era una vera folla chepiangevadavanti al cancelloquando la sua carrozza si allontanò.Diecine di ignoranti e rustici vagabondi corsero per miglia e migliaaccanto alla carrozza; e alcuni giunsero al punto di correre avantiprima della sua partenzae di presentarsi alla Pigeon- House aDublino per dargli un ultimo saluto. Con notevole difficoltàsi dissuase qualcuno di questi individui dal nascondersi sulla naveper accompagnare il loro giovane signore in Inghilterra.


Perrendere giustizia a quel giovane bricconequando egli giunse fra noiera un ragazzo dall'aspetto nobile e virilee tutto nei suoi modi enel suo comportamento attestava il nobile sangue da cui discendeva.Era il vero ritratto di qualcuno dei bruni cavalieri della razza deiLyndoni cui ritratti erano appesi nella galleria di Hackton: doveil ragazzo era felice di passare la maggior parte del suo tempoimmerso nei vecchi libri polverosi che tirava fuori dalla bibliotecae sui quali mi è così odioso veder sgobbare ungiovanotto di spirito. In mia compagnia egli conservava sempre il piùrigoroso silenzio e un contegno altero e sprezzante; che era tantopiù spiacevole in quanto in realtà non c'era nulla nelsuo contegno a cui io potessi appigliarmi per trovare qualche cosa aridire: benché tutta la sua condotta fosse in complessoinsolente e arrogante al più alto grado.


Suamadre si mostrò molto agitata nel riceverlo al suo arrivoquanto a luise anche provava un'agitazione similecerto non ladimostrò. Le fece un inchino estremamente profondo e formalenel baciarle la mano; e quando io gli porsi la miamise tutte e duele mani dietro la schienami guardò ben fisso in facciaefece un cenno col capo dicendo: - Il Signor Barry Lyndoncredo?- poivoltò i tacchie cominciò a parlare del tempo chefaceva con sua madre a cui si rivolgeva sempre chiamandola "VostraSignoria". A lei dispiacque questo contegno insolentee quandofurono soli lo rimproverò aspramente di non avere stretto lamano a suo padre.


-Mio padresignora? - ribatté lui; - certamente voi sbagliate.


Miopadre era il Molto Onorevole Sir Charles Lyndon. Se lo hannodimenticato gli altriio almeno non l'ho dimenticato. Era unadichiarazione di guerra contro di mecome compresi immediatamente;mentre posso dichiarare che sarei stato abbastanza ben disposto afare buona accoglienza al ragazzo al suo arrivo fra noie a viverecon lui in termini di buona amicizia. Ma io tratto le persone comeloro trattano me. Chi potrebbe biasimarmi per i miei successivilitigi con quel giovane reproboo addossare a me i guai chesuccessero in seguito? Forse io perdetti la pazienzae in seguito lotrattai con durezza. Ma fu lui che cominciò la disputae nonio; e le dannose conseguenze che ne derivarono dipesero intieramenteda lui.


Poichéè meglio distruggere il vizio quando è ancora in germee un padre di famiglia deve esercitare la propria autorità inmodo che non ci possano essere dubbi in propositoio colsi la primaoccasione per venire alle strette col signor Bullingdon; e il giornodopo il suo arrivo tra noiin seguito al suo rifiuto di fare qualchecosa che gli chiedevolo feci venire nel mio studio e lo frustaisonoramente. Quest'operazionelo confessoda principio mi agitòmoltoperché non avevo mai frustato un Lord prima d'allora;ma poi mi abituai rapidamente a questo esercizioe la sua schiena ela mia frusta fecero una così intima conoscenzache vigarantisco che dopo un po' tra noi si fecero ben poche cerimonie.


Sevolessi riportare qui tutti gli esempi di insubordinazione e dicattiva condotta da parte del giovane Bullingdonstancherei illettore. La sua perseveranza nel resistermi eracredoanche piùgrande della mia nel correggerlo: perché un uomoanche se èdeciso a compiere il suo dovere di padrenon può frustare isuoi figli ogni giornoné per tutte le colpe che commettono;e benché mi sia fatta la fama di essere stato verso di lui unpatrigno quanto mai crudeleposso dare la mia parola che gli horisparmiato più correzioniquando le meritavadi quante nongliene abbia date. Inoltrec'erano otto interi mesi all'anno in cuiegli restava libero di medurante la mia presenza a Londra al mioposto in Parlamento e alla Corte del mio sovrano.


Inquel periodo io non ebbi difficoltà a permettergli diapprofittare del greco e del latino del vecchio rettoreche lo avevabattezzato ed aveva una notevole influenza su quell'ostinato ragazzo.Dopo una scenata o un litigio fra noigeneralmente il giovaneribelle correva al rettorato per rifugio e per consiglio; e debboriconoscere che il parroco era un arbitro giustissimo tra noi nellenostre dispute. Una volta ricondusse per mano il ragazzo ad Hacktone lo portò proprio alla mia presenzabenché avessefatto voto di non passare mai più la porta di casa nostrafinché io ero vivo e disse "che aveva indotto SuaSignoria a riconoscere il proprio erroreed a sottomettersi aqualsiasi punizione io ritenessi opportuno infliggergli". Dopodi che lo bastonai alla presenza di due o tre miei amicicon i qualiin quel momento ero seduto a bere; e per rendergli giustiziaeglisopportò una punizione molto severa senza recalcitrare nélamentarsi minimamente. E questo servirà a dimostrare che ionon ero troppo severo nel trattare il ragazzodato che avevol'autorizzazione del parroco stesso ad infliggergli le correzioni cheritenevo opportune.


Dueo tre volte anche Lavenderil precettore di Bryantentò dipunire Lord Bullingdon; ma vi assicuro che quel briccone era troppoforte per luie stese al suolo l'uomo di Oxford con una sediacongran divertimento del piccolo Bryanche gridava"BravoBully!picchialopicchialo forte!". E Bully lo fece davveroconprofonda indignazione del precettoreche in seguito non tentòmai più di infliggergli personalmente correzionima sicontentò di riportare i resoconti delle malefatte di SuaSignoria a mesuo naturale protettore e tutore.


ColbambinoBullingdon erastrano a dirsigentilissimo. Aveva unagrande simpatia per il piccolo - comeper la veritàtuttiquelli che lo conoscevano - e gli voleva anche più benedicevaperché era "un mezzo Lyndon". E doveva benessergli affezionatoperché più d'una voltaall'intercessione di quel caro angelo "Papànon frustareBully oggi!"io mi trattenevoe gli risparmiavo una dose diquelle frustate che avrebbe ampiamente meritato.


Consua madreda principiosi degnava appena di avere rapporti.


Dicevache non apparteneva più alla famiglia. Perché avrebbedovuto volerle benedato che non era mai stata una madre per lui?

Maservirà a dare un'idea dell'accanita ostinatezza e tetragginedi carattere del ragazzose io ricorderò un fatto che loriguarda. Mi è stato rinfacciato spesso di avergli negatol'istruzione che si conveniva ad un gentiluomoe di non averlo maimandato in un collegio o in una scuola; ma sta di fatto che fuproprio di sua scelta che non andò né nell'uno nénell'altra. Io gliene feci ripetutamente l'offerta (poichéavrei desiderato assistere alle sue imprudenze il meno possibile)maegli la rifiutò ripetutamente; e per lungo tempo non riuscii ascoprire qual'era l'incanto che lo faceva restare in una casa in cuidoveva trovarsi tutt'altro che bene.


Allafine però venne fuori. Tra Lady Lyndon e me c'erano disputemolto frequentiin cui qualche volta aveva torto leiqualche voltaio; e che salivano molto di tonodato che nessuno dei due aveva uncarattere troppo angelico. Io ero spesso un po' alticcioe qual èil gentiluomo che riesce a padroneggiarsiquando è in quellostato?

Forsequando ero in quelle condizionitrattavo Milady piuttostoruvidamente; le tiravo qualche bicchieree la chiamavo con nomi nontroppo complimentosi. Posso anche aver minacciato di ammazzarla (ciòcheevidentementenon era affatto nel mio interesse)ein unaparolaaverla spaventata molto.


Dopouna di queste litidurante la quale ella corse strillando per icorridoied ioubriaco come un Lordle correvo dietro barcollandosembra che Bullingdon uscisse dalle sue stanze attratto dal rumore; esiccome stavo per raggiungerlaquell'ardito briccone mi fece losgambetto da dietroapprofittando del fatto che non ero tropposicuro sulle gambe; poiraccogliendo tra le braccia la madresvenutala portò nelle proprie stanzedovesu ardentepreghiera di leigiurò che non avrebbe mai lasciato la casafinché ella fosse rimasta unita a me.


Ionon seppi nulla del votoné del ghiribizzo da ubriaco che neaveva fornito l'occasione; fui raccolto un po' "partito"come suol dirsidai domesticie messo a lettoe la mattina doponon mi ricordavo di quel che era accaduto più che se fossesuccesso quando ero ancora lattante. Lady Lyndon mi raccontòla faccenda alcuni anni dopoed io la riporto qui unicamente perchémi permette di discolparmi onorevolmente di una delle assurde accusedi crudeltà lanciate contro di me a proposito del miofigliastro.


Pensinoi miei detrattori a trovare scusese l'osanoper la condotta di undisgraziato mascalzone che fa lo sgambetto al suo naturale custode epatrigno dopo il pranzo.


Quest'occasioneservì ad unire per un poco madre e figlio; ma i loro caratterierano troppo diversi. Io credo ch'ella fosse sempre troppo innamoratadi me perché egli potesse riconciliarsi sinceramente con lei.A mano a mano che Bullingdon cresceva e si faceva uomoil suo odioverso di me raggiungeva un'intensità addirittura scandalosaapensarci (e vi assicuro che io lo ricambiavo con tutti gliinteressi). All'età di sedici annicredoquell'impudentegiovane mascalzoneun'estateal mio ritorno dal Parlamentoquandomi proponevo di bastonarlo come al solitomi fece comprendere chenon si sarebbe sottoposto a nessun ulteriore castigo da parte miaedissedigrignando i dentiche mi avrebbe sparato se gli mettevoancora le mani addosso. Lo guardai bene; di fattoera cresciuto edera diventato un giovanotto alto e robustosicché tralasciaidefinitivamente quella necessaria parte della sua educazione.


Fupress'a poco in quell'epoca che equipaggiai la compagnia che dovevaandare in America; e i nemici che avevo nel paese (e dopo la miavittoria sui Tiptoff non ho bisogno di dire che ne avevo parecchi)cominciarono a propagare le più vergognose notizie sulla miacondotta verso quel prezioso scavezzacollo del mio figliastroe adinsinuare che desideravo liberarmi immediatamente di lui.


Cosìla mia fedeltà verso il sovrano venne trasformata in unorribile e snaturato pensiero da parte mia di attentare contro lavita di Bullingdon. Si disse che avevo equipaggiato quel corpo dispedizione in America al solo scopo di mandare il giovane visconte acomandarloe così liberarmi di lui. Non sono sicuro che nonavessero stabilito anche il nome dell'uomoa cuinella compagniaera stato ordinato di levarlo di mezzo alla prima azione in grandestilee il premio che gli avrei dato per rendermi questo delicatoservigio!

Mala verità è che io ritenevo allora (e se l'adempimentodella mia profezia è stato ritardatonon ho alcun dubbio cheessa si avvererà a non lunga scadenza)che Lord Bullingdonnon aveva nessun bisogno del mio aiuto per mandarlo all'altro mondo;ma che aveva una felice tendenza a trovare da sé la via perandarcie ci sarebbe riuscito di sicuro. Invero cominciòpresto a mettersi su quella via: di tutti i violentiarditi edisobbedienti scavezzacolli che mai abbiano afflitto un affezionatogenitoreegli era certamente il più incorreggibile; nonserviva a nulla picchiarloo lusingarloo correggerlo.


Peresempioquando l'istitutore portava il mio Bryan nella stanza in cuistavamo finendo la nostra bottiglia dopo il pranzoMilord cominciavaa rivolgermi indirettamente i suoi violenti e indocili sarcasmi.


-Caro piccino - dicevacominciando ad accarezzarlo e a vezzeggiarlo -che peccato che io non sia morto per amor tuo! I Lyndon avrebberocosì un ben più degno rappresentantee godrebbero ditutto il beneficio dell'illustre sangue dei Barry di Barryogue; non èverosignor Barry Lyndon? - Sceglieva sempre i giorni in cui c'eracompagniao di gente del cleroo di nobili del vicinatoperrivolgermi questi insolenti discorsi.


Unaltro giorno (era il compleanno di Bryan) davamo un gran ballo e unricevimento di gala ad Hacktoned era arrivato il momento che il miopiccolo Bryan facesse la sua comparsa tra noicome faceva di solitonel più delizioso abitino di gala che si fosse mai visto(povero me! mi vengono ancora le lacrime agli occhivecchio comesonoa ripensare al radioso aspetto di quell'adorato visino). Tuttisi affollarono e ridacchiarono quando il piccolo entròcondotto dal suo fratellastroche si presentò nella sala (chilo crederebbe?) con le sole calzeconducendo per mano il piccoloBryan che sguazzava nelle grandi scarpe del fratello maggiore! - Nonvi sembra che le mie scarpe gli stiano molto beneSir RichardWargrave? - disse a uno dei presenti il giovane reprobo: e a questeparole gli invitati cominciarono a scambiarsi sguardi ironicisghignazzando; ma sua madreavvicinandosi a Lord Bullingdon congrande dignitàsi prese in braccio il piccino e disse: -Dall'affetto che ho per questo bimboMilordvoi dovrestecomprendere quanto avrei amato il suo fratello maggiore se si fossemostrato degno di affetto materno! - escoppiando in lacrimeLadyLyndon lasciò la salae il giovane Lord fu sconfitto unavolta tanto.


Allafinein una certa occasioneil suo contegno verso di me fu cosìinsolente (eravamo a caccia e in numerosa compagnia)che io perdettidel tutto la pazienzalanciai il mio cavallo verso quel monellolotirai giù di sella con tutte le mie forze egettandoloruvidamente al suolobalzai io stesso di sellae somministrai unatale correzione sulla testa e sulle spalle di quel giovane furfantecon la mia frusta che avrei finito per ammazzarlose non fossi statotrattenuto in tempo; perché la mia collera si era proprioscatenataed ero in tale stato che avrei commesso un assassinio comequalsiasi altro delitto.


Ilragazzo fu portato a casa e messo a lettodove stette per un giornoo due con la febbrepiù per la rabbia e per l'umiliazione cheper il castigo che gli avevo somministrato; e tre giorni dopoquandomandammo a chiedergli nella sua stanza se voleva venire a tavola conla famigliafu trovato il suo letto vuoto e freddoe un bigliettosul suo tavolo. Quel giovane furfante era scappatoed aveva avutol'audacia di scrivere su di me a sua madremia moglienei seguentitermini:

"Signora"diceva"ho sopportato per quanto era possibile ad un mortale imaltrattamenti di quell'insolente villan rifatto irlandese che avetepreso nel vostro letto. Non soltanto la bassezza della sua nascita ela generale brutalità delle sue maniere mi disgustano edebbono farmelo odiare fintanto che avrò l'onore di portare ilnome di Lyndondi cui egli è indegnoma la vergognosa naturadella sua condotta verso vostra Signoria: il suo contegno brutale eindegno di un gentiluomola sua aperta infedeltàle sueabitudini di stravaganze e di ubriachezzale sue vergognose truffe eruberie sulle mie proprietà e sulle vostre. Questi insultifatti a voi mi colpiscono e mi turbanopiù ancora chel'infame condotta di quel furfante verso di me sarei rimasto a fiancodi vostra Signoria come vi avevo promessoma in questi ultimi tempisembra che voi abbiate preso le parti di vostro marito; e siccome nonposso castigare personalmente quel mascalzone screanzato chedobbiamo dirlo per nostra vergognaè il marito di mia madrema non posso neppure sopportare di assistere al modo in cui vitrattae aborrisco la sua orribile compagnia come se fosse la pesteho deciso di lasciare il mio paese natio: almeno finché vivaquell'essere detestabileo finché viva io stesso. Posseggouna piccola rendita che mi viene da mio padre e di cuinon nedubitoil signor Barry mi defrauderebbe se potesse; ma chese aVostra Signoria resta ancora qualche sentimento maternovoi vorreteforse concedermi. Potete dare ai Signori Childsi nostri banchieril'ordine di pagarmela di volta in volta: se però nonriceveranno quest'ordinenon ne sarò minimamente sorpresosapendo che siete nelle mani di un furfante che non si farebbescrupolo di rubare sulla strada maestra; e cercherò di trovareil modo di farmi nella vita una strada più onorevole di quellaper la quale quell'avventuriero irlandese squattrinato ègiunto a privarmi dei miei diritti e della mia casa".


Questapazza lettera era firmata "Bullingdon". Tutti i vicinigiurarono che io avevo avuto parte nella sua fugaper trarne poiprofitto; ma io dichiaro sul mio onore che il mio più vero esincero desideriodopo aver letto l'infame lettera di cui sopraerastato di avere il suo autore non più distante di un braccio dameper fargli sapere quello che pensavo di lui. Ma non ci fu modo disradicare quest'idea dalla mente della genteche insisteva che iovolevo uccidere Bullingdon; mentre l'assassiniocome ho giàdettonon fu mai una delle mie cattive qualità: ed anche seavessi voluto fare tanto male al mio giovane nemicola piùcomune prudenza mi avrebbe calmatopoiché sapevo benissimoche si sarebbe rovinato con le sue stesse mani.


Passòparecchio tempo prima che sentissimo parlare di quel che era avvenutodi quell'audace giovane vagabondo; ma dopo una quindicina di mesi chese l'era svignata ebbi il piacere di trovarmi in grado di confutarequalcuna delle infami calunnie che erano state lanciate contro di memostrando un biglietto con la firma dello stesso Bullingdonspeditodall'esercito del Generale Tarleton in Americadove la mia compagniasi comportava nel modo più glorioso; ed in essa Milord servivacome volontario.


Tuttaviaalcuni dei miei buoni amici insistettero ancora nell'attribuirmi ognisorta di malvagie intenzioni. Lord Tiptoff non volle mai credere cheavessi ricevuto un bigliettoe tanto meno un biglietto di LordBullingdon; la vecchia Lady Betty Grimsbysua sorellainsistettenel dichiarare che il biglietto era falsoe che il povero caro Lordera morto; fino a che non giunse a Sua Signoria una lettera di LordBullingdon in personache era stato al quartier generale a New Yorke descriveva per esteso la splendida festa data dagli ufficiali dellaguarnigione ai due valorosi comandantigli Howe.


Comunquese io avessi effettivamente ucciso Milordben difficilmente avreipotuto ricevere biasimi e calunnie più di quanti mi seguivanoin città e in campagna. - Sentiremo presto parlare della mortedel ragazzostatene certi - esclamava uno dei miei amici. - E poiseguirà quella di sua moglie aggiungeva un altro.


-Quanto a luisposerà Jenny Jones (35) - aggiungeva un terzo;e così via.


Lavendermi riportava tutte queste dicerie che correvano sul mio conto: ilpaese mi era ostile. Gli agricoltori nei giorni di mercato sitoccavano ossequiosamente il cappelloma poi cambiavano strada perevitarmi; i signori che prima venivano a caccia con me oraall'improvviso se ne astenneroe smisero di portare i miei colori; eal ballo della conteaquando diedi il braccio a Lady Susan Copermoree presi il mio posto come terzo nella contraddanza dopo il Duca e ilMarchesecom'era mia abitudinetutte le coppie si voltarono quandoandavamo verso di loroe fummo lasciati soli a ballare. SukeyCapermore aveva una tale passione per la danza che avrebbe ballatoanche a un funerale se l'avessero invitataed io avevo troppospirito per ritirarmi a questo palese insulto rivoltomipubblicamente; sicché ballammo con la gente più bassa eordinaria della scala sociale: i nostri farmacistimercanti di vinoavvocati e gentaglia qual'è quella a cui è permesso dipartecipare alle nostre pubbliche riunioni.


Ilvescovoparente di Lady Lyndonnon ci invitava più a palazzoalle riunioni; ein una parolami furono inflitti tutti glioltraggi che si possono riversare su un innocente ed onorevolegentiluomo.


ALondradove portai allora mia moglie e la mia famigliafui ricevutoin modo appena più cordiale. Quando andai a porgere il mioomaggio al mio Sovrano a Saint-JamesSua Maestà mi chieseesplicitamente quando avevo avuto notizie di Lord Bullingdon. Al cheiocon una presenza di spirito fuor dell'ordinariorisposi:

-SignoreLord Bullingdon sta combattendo contro coloro che si sonoribellati alla Corona di Vostra Maestà in America. Desideraforse Vostra Maestà che io mandi un altro reggimento adaiutarlo?

-A questa risposta il Re mi voltò le spalleed io dovettifargli la riverenza fuori della sala di ricevimento.


QuandoLady Lyndon si presentò a baciare la mano alla Regina nel suosaloneseppi che a Sua Signoria era stata fatta esattamente lastessa domanda; ed ella venne a casa molto agitata dai rimproveri chele erano stati rivolti. Così veniva ricompensata la miafedeltà! In questo modo erano considerati i miei sacrifici infavore del mio paese!

Partiiallora bruscamente per andare a stabilirmi a Parigidove fuiricevuto in modo ben diverso; ma il mio soggiorno fra gli incantevolipiaceri di quella capitale fu estremamente breve; perché ilGoverno franceseche era da un pezzo connivente con i ribelliAmericaniora riconobbe apertamente l'indipendenza degli StatiUniti. Ne seguì una dichiarazione di guerra: a tutti noi braviInglesi fu ordinato di allontanarci da Parigi; ed io credo di averlasciato lì due o tre belle signore inconsolabili. Parigi èil solo posto in cui un gentiluomo possa vivere a suo piacimentosenza essere seccato da sua moglie. La contessa ed iodurante ilnostro soggiornonon ci vedevamo quasi maisalvo che in occasionipubblichea Versailles o al tavolo da giuoco della Regina; e ilnostro caro piccolo Bryan faceva progressi in mille eleganti finezzeche lo rendevano la delizia di tutti quelli che lo conoscevano.


Nondebbo dimenticare di raccontare qui il mio ultimo incontro con quelbrav'uomo di mio zioil cavaliere di Balibariche avevo lasciato aBruxelles con la ferma intenzione di pensare alla sua salutespiritualecome suol dirsie che si era ritirato in conventolaggiù. In seguito però era rientrato nel mondoconsuo grande dispiacere e pentimento; perché si era innamoratodisperatamentenella sua vecchiaiadi un'attrice francesecheaveva fatto quello che fanno la maggior parte delle donne del suogenere: lo aveva rovinatolo aveva lasciatoe gli aveva riso infaccia. Il suo pentimento era adesso veramente edificante. Sotto laguida dei Padri del Collegio Irlandeseaveva rivolto una voltaancora il suo pensiero alla religione; e la sola preghiera che mifece quando lo vidi e gli chiesi in che cosa potevo giovarglifu dibeneficare con una bella somma il convento in cui si proponeva dientrare.


Cosachenaturalmenteio non feci: perché i miei principireligiosi mi proibivano d'incoraggiare la superstizione in qualsiasimodo; e il vecchio signore ed io ci separammo piuttosto freddamentein conseguenzadisse luidel mio rifiuto di rendere piùcomodi i giorni della sua vecchiaia.


Ilfatto è che a quell'epoca io ero molto poveroe"entrenous"la Rosemont dell'Opéra franceseuna ballerina dinessun valorema con una figurina e caviglie incantevolimi stavarovinando a forza di diamantiequipaggi e conti di fornitori; siaggiunga a questo che avevo una passata di sfortuna al giuocoe chedovevo far fronte alle mie perdite con le più vergognoseconcessioni agli strozzinimettendo in pegno una parte dei diamantidi Lady Lyndon (quella disgraziata piccola Rosemont mi sedusse alpunto da farsene dare qualcuno anche lei)e con un migliaio di altrimodi di far denaro. Ma quando e in causa l'onoreio non ho maipotuto rifiutarmi di rispondere al suo richiamo; e chi puòdire che Barry Lyndon abbia perduto una scommessa senza pagarla?

Quantoalle mie ambiziose speranze per un titolo di Pari irlandesecominciai a scoprireal mio ritornoche ero stato grossolanamentetratto in inganno da quel furfante di Lord Crabsal quale piacevaprendersi il mio denaroma che non aveva più influenza perprocurarmi un titolo nobiliare di quanta non ne avesse per darmi latiara pontificale. Il sovrano al mio ritorno non si mostrò pernulla più grazioso verso di me di quanto lo fosse stato primadella mia partenza. Seppi da uno degli aiutanti di campo dei realiduchi suoi fratelli che la mia condotta e le mie distrazioni a Parigierano state riportate in maniera odiosa da alcune spieed eranostate oggetto di regali commenti; e che il Resotto l'influenza diquelle calunnieaveva detto nientemeno che io ero l'uomo piùscreditato dei tre regni. Io screditato! Io un disonore per il mionome e per il mio paese!

Quandoudii queste falsitàmi arrabbiai talmente che esplosiimmediatamente con Lord Northfacendo le mie rimostranze alMinistro; insistendo perché mi fosse permesso di comparirealla presenza di Sua Maestà e di discolparmi delle accuserivoltemidi sottolineare i servigi da me resi al Governo votando insuo favoree di chiedere quando avrei ricevuto la ricompensa che miera stata promessacioè quando il titolo dei miei antenatisarebbe rivissuto nella mia persona.


C'erauna sonnolenta freddezza in quel grasso Lord Northche era la cosapiù provocante che l'opposizione dovesse affrontare in lui. Mistette a sentire con gli occhi mezzi chiusi. Quando io ebbi finito unlungo e violento discorso - che feci misurando in su e in giùla sua stanza in Downing Street e gesticolando con tutta l'energia dicui può essere capace un Irlandese - aprì un occhiosorrisee mi chiese gentilmente se avevo finito. Quando ebbirisposto affermativamentedisse: - Benesignor Barryvi risponderòpunto per punto. Il Re è estremamente contrario a creare deiParicome sapete. Gli sono state presentate le vostrerivendicazionicome le chiamate voie la graziosa risposta di SuaMaestà è stata che voi eravate l'uomo piùsfacciato che ci fosse nei suoi dominie che meritavate una cordapiuttosto che un titolo. Quanto a ritirarci il vostro appoggiosieteperfettamente libero di mettervivoi e il vostro votodalla parteche preferite. E adessosiccome ho molto da farevorrete forsefarmi il favore di ritirarvi.


Cosìdicendolevò pigramente la mano al campanelloe mi salutòcon un cenno del capo; chiedendomi calmo calmo se poteva essermiutile in nessun altro modo.


Andaia casa in preda ad un accesso di collera indescrivibile; e siccomeavevo a pranzo da me Lord Crabs proprio quel giornoassalii SuaSignoria tirandogli via di testa la parrucca e scaraventandogliela infacciae lo colpii in quella parte della persona chea quanto siriferivaera già stata colpita da Sua Maestà. Ilgiorno dopo la storia circolava per tutta la cittàe neicircoli e nelle botteghe dei giornalai furono esposti dei quadrettiche mi raffiguravano nell'atto di compiere l'operazione a cui hofatto allusione qui sopra. Tutta la città rise del quadro delLord e dell'Irlandesee non ho bisogno di dire che li riconobbebenissimo tutti e due. Quanto a mein quei giorni ero uno deipersonaggi più famosi di Londra: i miei abitiil mio stile edi miei equipaggi erano conosciuti quanto quelli di qualsiasi altroesponente della moda e del gran mondo; e la mia popolaritàsenon era grande nelle altissime sfereera almeno considerevoledovunque. La gente mi applaudiva in Gordon Rowall'epoca in cui lafolla fu sul punto di uccidere il mio amico Jemmy Twitcher e diedefuoco alla casa di Lord Mansfield. In realtàero conosciutocome un fedele protestantee dopo la mia disputa con Lord Northvirai direttamente nei ranghi dell'opposizionee lo tormentai contutti i mezzi in mio potere.


Disgraziatamentequesti mezzi non erano molto grandiperché io ero un cattivooratoree la Camera non volle ascoltarmie quasi subitonel 1780dopo le sommosse per Gordonfu scioltaed ebbero luogo le elezionigenerali. Questo mi capitòcome del resto avevano l'abitudinedi capitarmi tutti i miei guainel momento più disgraziato.Fui costretto a prendere in prestito altro denaroa tassirovinosissimiper affrontare quelle disordinate elezionied ebbicontro di me sul campo i Tiptoffpiù attivi e virulenti chemai.


Miribolle ancora il sangue quando penso alla furfantesca condotta deimiei nemici in quelle scellerate elezioni. Fui rappresentato come ilBarbablù irlandesee furono stampati libelli e messe in girogrossolane caricature che mi rappresentavano intento a frustare LadyLyndona somministrare sferzate a Lord Bullingdona metterlo fuoridella porta in una notte di tempestae non so che altro. Circolaronodisegni di una capanna di mendicanti in Irlandada cui si pretendevache provenissi; altri nei quali ero rappresentato come un lacchée un lustrascarpe. Fu riversato su di me un torrente di calunniedacui qualunque uomo dotato di spirito meno pronto sarebbe statosommerso.


Mabenché affrontassi arditamente i miei accusatoribenchéprofondessi nell'elezione grandi somme di denarobenchéspalancassi le porte di Hackton Halle facessi scorrere champagne eborgogna a fiumiproprio come l'acquatanto lì che in tuttele osterie della cittàl'elezione mi fu sfavorevole. Queimascalzoni della nobiltà si erano rivoltati tutti contro di mee si erano uniti alla fazione Tiptoff: fu persino detto che tenevorinchiusa a forza mia moglie; e benché la mandassi in cittàsolaindossando i miei coloricon Bryan in gremboe la mandassi afar visita alla moglie del sindaco e alle signore piùimportanti del luogoniente servì a persuadere la gente cheessa non viveva nel terroretremando di me; e quella folla brutaleebbe il coraggio di chiederle se avrebbe osato tornare indietroe sele piacevano le frustate per cena.


Rimasisconvolto dalla mia mancata elezione; poi mi piovvero addosso i contitutti insieme; tutti gli impegni che avevo firmato per anni dal miomatrimonioe che i creditoricon ribalda unanimitàmimandaronofino a ricoprire il mio tavolo a mucchi.


Nonne riporterò qui l'ammontare: era spaventoso. I mieiamministratori ed i miei legali resero la faccenda ancora peggiore.Io fui preso in un'inestricabile tela di cambiali e di debitidiipoteche e di assicurazionicon tutti gli orribili guai che nederivano. Avvocati su avvocati mi denunciavano da Londra: si facevaun accomodamento dopo l'altroe le entrate di Lady Lyndon venivanoquasi totalmente incamerate per soddisfare quegli avvoltoi. Perrenderle giustiziaella si comportò con molta gentilezza inquel periodo di guai; poiché ogni volta che avevo bisogno didenaro dovevo persuaderla con moine e carezzee ogni volta chericorrevo alle moine e alle carezze ero sicuro di mettere di buonumore quella donna debole e svaporata; aveva un carattere tantodebole ed era così terrorizzatache per assicurarsi unasettimana tranquilla con me avrebbe firmato mille cambiali all'anno.E quando cominciarono i miei guai ad Hacktoned io mi decisi perl'unica soluzione che ci era rimastacioè di ritirarci inIrlanda a fare economiaversando la maggior parte delle mie renditeai creditori fino a che le loro richieste non fossero statesoddisfatteMilady fu lietissima all'idea di andaree disse che sece ne fossimo stati tranquilliera sicura che tutto sarebbe andatobene; anziera contenta della relativa povertà in cui avremmodovuto viverein vista dell'isolamento e della probabile quietedomestica di cui sperava di godere.


Partimmoquasi all'improvviso per Bristollasciando quegli odiosi ed ingratimascalzoni a vilipenderci indubbiamente ad Hacktonnella nostraassenza. I miei purosangue ed i miei cani furono vendutiimmediatamente: e quelle arpie sarebbero state liete di attaccarsianche alla mia personama per fortuna era fuori della loro portata.Con la mia abile amministrazione io avevo preso a prestito sulle mieminiere e sulle mie proprietà private una somma pari almeno alloro valore; sicché su questo punto almeno i furfanti furonodelusi; e quanto al vasellame e a tutto ciò che era contenutonella casa di Londranon potevano toccar nullaperché eranodi proprietà degli eredi di casa Lyndon.


Passaidunque in Irlandae presi dimora a Castle Lyndon per qualche tempo;mentre tutti immaginavano che io fossi un uomo completamenterovinatoe che il famoso e brillante Barry Lyndon non sarebbe maipiù riapparso nei circoli di cui era stato l'ornamento.


Manon fu così. Nel bel mezzo dei miei imbarazzila fortuna miriserbava ancora una grande consolazione. Dall'America giunsero inpatria dispacci che annunciavano la disfatta del Generale Gate peropera di Lord Cornwallis nella Carolinae la morte del giovane LordBullingdonche partecipava allo scontro nella sua qualità divolontario.


Deimiei desideri personali di possedere un miserabile titolo irlandesepoco mi importava. Mio figlio Bryan era adesso l'erede di una conteaingleseed io gli feci assumere immediatamente il titolo di LordVisconte di Castle Lyndonil terzo dei titoli della famiglia. Miamadre divenne quasi pazza di gioia nel salutare il suo nipotino coltitolo di Milorded io sentii che tutte le mie sofferenze e le mieprivazioni erano ricompensate dal fatto di vedere quel caro fanciullogiunto ad una simile onorifica posizione.




Capitolo19



CONCLUSIONE



Seil mondo non fosse composto di una razza di ingrati bricconichecondividono la vostra prosperità finché durama poiquando si sono rimpinzati con la vostra cacciagione e con i vostrivinioltraggiano colui che generosamente ha pagato la loro festasono sicuro che avrei meritato un buon nome ed un'elevatareputazionealmeno in Irlandadove la mia generosità fusenza limitie lo splendore della mia casa e dei miei ricevimentinon fu eguagliato da alcun altro nobile dell'epoca. Fino a che duròla mia magnificenzatutto il paese fu libero di parteciparvi; avevonelle mie stalle cavalli da caccia sufficienti per montare unreggimento di dragonie nelle mie cantine tante botti di vino daubriacare per anni intere contee. Castle Lyndon divenne il quartiergenerale di diecine di gentiluomini bisognosied io non uscivo maiper una partita di caccia senza avere una dozzina di giovani delmiglior sangue della contea che cavalcavano con me come scorta e comecompagni di caccia.


Miofiglioil piccolo Castle Lyndonera un vero principe: la suaeducazione e i suoi modi mostravanoanche a quella tenera etàche era degno delle due nobili famiglie da cui discendeva: non sapreidire quali e quante elevate speranze avevo per quel ragazzo! Milasciavo andare a mille tenere previsioni sui suoi futuri successi esulla figura che avrebbe fatto nel mondo. Ma il crudele destino avevastabilito che non avrei lasciato dietro di me nessuno della miarazzaed aveva decretato che avrei finito la mia carrieracome lovedo orapoveroabbandonato e senza discendenti. Posso avere avutoi miei difetti: ma nessuno oserebbe dire di me che non sia stato unpadre buono e tenero. Io amavo appassionatamente quel ragazzo; forsecon una parzialità cieca:

certoè che non gli negavo nulla. Sarei stato contentocontentissimolo giurodi morire per scongiurare la sua sorteprematura. Credo che non sia trascorso un giorno da quando l'hoperdutoin cui la sua faccia ridente ed il suo bel sorriso non mifissino giù dal cielodov'è oraed il mio cuore nonabbia anelato a lui. Quel caro fanciullo mi fu tolto all'etàdi nove anniquando era nel pieno della sua bellezza e delle suepromesse; e la sua memoria mi domina in modo così potente chenon mi è mai riuscito di dimenticarlo: il suo piccolo spiritomi appare nelle notti che trascorro sul mio solitario cuscino senzariposo; e più d'una voltanelle più folli compagniementre circolano le bottiglie ed echeggiano risa e cantiio penso alui.


Hoancora appesa al petto una ciocca dei suoi morbidi capelli bruniedessa mi accompagnerà nell'inonorato sepolcro dei poveridoveprestosenza dubbiogiaceranno le vecchie e logore ossa di BarryLyndon.


Ilmio Bryan era un ragazzo di un coraggio stupefacente (e come avrebbepotuto essere altrimentidate le sue origini?)insofferente persinodel mio controllocontro il quale quel caro bricconcello siribellava spesso arditamente; tanto piùdunquesi ribellavaa quello di sua madre e delle donnedei cui tentativi di guidarlorideva con disprezzo. Persino mia madre (ora quella buona creatura sifaceva chiamare signora Barry Lyndonin omaggio alla mia nuovafamiglia) era assolutamente incapace di contrariarlo; e da questopotete immaginare quale volontà propria avesse il ragazzo. Senon fosse stato per questopotrebbe essere vivo ancor oggi: potrebbe- ma a che serve lamentarsi? Non è egli forse in un luogomigliore? e a che cosa potrebbe servirgli l'eredità di unmendicante? E' meglio dunque - che il cielo ci aiuti! - che iosuopadresia stato lasciato a rimpiangerlo.


Funel mese di ottobre: io ero stato a Dublinoallo scopo di vedere unavvocato ed una persona ben provvista di denaro che era venuta sinoin Irlanda per consultarsi con me circa la vendita di certe miniere eil taglio del legname di Hackton; di cuidato che odiavo quel luogoe avevo grande necessità di denaroero deciso a tagliare finoall'ultimo fuscello. La questione aveva presentato qualchedifficoltà. Era stato detto che io non avevo diritto ditoccare quel legname. I rozzi contadini dei dintorni erano statiincitati ad un tale odio contro di meche quei furfanti rifiutavanoassolutamente di posare l'ascia sugli alberi; e il mio agente (quelfurfante di Larkins) dichiarò che correva pericolo di vita inmezzo a loro se avesse tentato qualsiasi ulteriore spoliazione (cosìla chiamavano) della proprietà. A quell'epoca ogni oggettodella splendida mobilia del castello era stato vendutonon c'èbisogno di dirlo; e quanto all'argenteriaavevo avuto cura diportarla con noi in Irlandadove ora era affidata alla migliorecustodia: quella del mio banchiereche mi aveva giàanticipato seimila sterline su di essa: somma della quale mi erapresto capitato di aver bisogno.


Andaia Dublinodunqueper incontrare questi uomini d'affari inglesi; eriuscii così bene a persuadere Splintun gran costruttore dinavi e mercante di legname di Plymouthdei miei diritti sul legnamedi Hacktonche egli convenne di acquistarlo per contanti ad un terzocirca del suo valoree mi diede cinquemila sterline una sull'altra;somma cheessendo in quel periodo oppresso dai debitifui pronto adaccettare. Lui non trovò difficoltà ad abbattere illegnameve lo assicuro. Prese un reggimento di legnaiuoli e segatoridai suoi cantieri e da quelli del Re a Plymouthe in due mesiHackton Park era nudo di alberi come il Sahara.


Maquella disgraziata spedizione e quel dannato denaro mi portarono solosfortuna. Del denaro ne perdetti la maggior parte in due notti digiuoco al "Daly's"sicché i miei debiti rimaseroesattamente come prima; e prima che la nave che portava via quelvecchio furbo del mio mercante di legname salpasse per Holyheadtutto quel che mi restava del denaro che mi aveva dato erano un paiodi centinaia di sterlinecon cui ritornai a casa molto sconsolato: emolto alla sveltaancheperché i miei fornitori di Dublinomi stavano alle calcagnaavendo sentito dire che avevo giàspeso il mio incasso; e due dei miei fornitori di vino avevanomandati d'esecuzione contro di me per qualche migliaio di sterline.


Tuttaviaa Dublino comperaisecondo la mia promessa - perché quandofaccio una promessa la mantengo a costo di qualsiasi sacrificio - uncavallino per il mio caro piccolo Bryan; doveva essere il regalo peril suo decimo compleannoche stava per arrivare: era un graziosoanimalee mi costò una bella somma. Non avevo mai badato aldenaro per quel caro figliolo. Il cavallo era ancora assai indomito:prese a calci uno dei miei garzoni di stallache tentò perprimo di montarloe gli ruppe una gambaebenché nelviaggio verso casa cavalcassi io l'animalefurono solo il mio peso ela mia abilità che tennero tranquilla quella bestiaccia.


Quandoarrivammo a casamandai il cavallo con uno dei servitori presso unodei nostri contadiniper domarlo completamentee dissi a Bryancheera tutto ansioso di vedere il cavallinoche sarebbe arrivato per ilgiorno del suo compleannoe che quel giorno lo avrei portato acaccia sul cavallino con i miei cani. Mi ripromettevo un gran piacerenel portare sul campo il mio piccino quel giorno; speravo giàdi vederlo una volta o l'altra condurre la caccia al posto del padreche tanto lo amava. Oh me infelice!

Maiquell'ardito ragazzo avrebbe condotto una caccia alla volpemaiavrebbe preso tra la nobiltà di quei luoghi il posto che lasua nascita e la sua genialità gli avevano assegnato!

Benchéio non creda nei sogni e negli auguripure non posso fare a meno diammettere che quando ad un uomo sovrasta una grande disgraziaegline ha spesso strani e terribili presagi. Mi meraviglio oradi quantine ebbi. Lady Lyndonspecialmentesognò due volte la mortedi suo figlio; ma siccome era ormai diventata insolitamente nervosa eipocondriacatrattai con scherno i suoi timorie naturalmente anchei miei.


Inun momento di distrazionesulla mia bottiglia dopo pranzo dissi alpovero Bryanche mi assediava sempre di domande sul cavallinocheesso era arrivato e che era alla fattoria di Doolandove Mickildomesticolo stava domando. - PromettimiBryan - gridò suamadre - che non cavalcherai quel cavallo altro che in compagnia dituo padre.


Maio dissi soltanto: - Puahsignorasiete una sciocca! - perchéla sua sciocca timidezza mi fece rabbiadato che ora ne facevasempre mostra in mille spiacevoli modi; e volgendomi a Bryan dissi: -Prometto a Vostra Signoria che lo frusterò ben benese lomonterà senza il mio permesso.


Immaginoche al povero ragazzo non importasse di ricevere questo castigo incambio del piacere che si ripromettevao forse pensò che unpadre indulgente avrebbe condonato completamente il castigo perchéla mattina dopoquando mi levai piuttosto tardiessendo rimastoalzato a bere fino a tarda ora la sera primatrovai che il fanciulloera uscito all'albascivolando silenziosamente fuori della cameradel suo istitutore (che era Redmond Quinnostro cuginoche avevopreso ad abitare con noi)e non ebbi alcun dubbio che fosse andatoalla fattoria di Doolan.


Afferraiuna lunga frusta da cavalli e gli galoppai dietro furiosogiurandoche avrei mantenuto la mia promessa. Mache il cielo mi perdoni! nonci pensai più davveroquando a tre miglia da casa incontraiuna triste processione che mi veniva incontro:

contadiniche gemevano e gridavano come si fa da noi in Irlandail cavallinonero condotto per la cavezzaesul battente di una portatrasportata da tre o quattro personeil mio povero caro piccino. Lìegli giacevacon i suoi stivaloncini e i suoi speronie la suagiacchettina di scarlatto e d'oro. Il suo caro viso era bianco comeun panno lavatoed egli sorrise nel porgermi la manodicendo afatica: - Non mi frusteraiveropapà? - Per tutta rispostaio non potei che scoppiare in lacrime. Avevo visto morire tantiuominie i morenti hanno negli occhi uno sguardo su cui non ci sipuò ingannare. C'era un piccolo tamburino a cui volevo moltobeneche fu colpito davanti alla mia compagnia a Kühnersdorf;quando corsi a dargli un po' d'acquaaveva esattamente lo stessoaspetto che aveva allora il mio piccolo Bryan: non è possibilesbagliarsi su quella spaventosa espressione degli occhi. Lo portammoa casa e perlustrammo tutto il paese in cerca di dottori chevenissero a vedere che cosa si era fatto.


Maa che vale un dottore contro la cupainvincibile nemica? Tuttiquelli che vennero poterono solo rafforzare la nostra disperazionecon le loro diagnosi sul povero bambino. Bryan era montatocoraggiosamente a cavalloed era rimasto bravamente in sella mentrel'animale scalpitava e tirava calcieavendo superato il suo primoaccesso di ribellionegli aveva fatto saltare una barriera a latodella strada. Ma sulla barriera c'erano delle pietre smossee ilpiede del cavallo le aveva urtate e lui ed il suo piccolo e bravocavaliere erano ruzzolati tutti e due insieme dall'altra parte. Lagente disse che aveva visto il nobile fanciullo rialzarsi dopo lacaduta e correre a prendere il cavalloche si era allontanato daluisembradandogli un calcio nella schienaquando erano in terratutti e due. Ma il povero Bryan fece solo pochi passi e poi ricaddedistesocome colpito da una fucilata. Il viso gli si coprì dipalloree tutti credettero che fosse morto. Ma poi gli versarono inbocca del whisky e il povero bambino si rianimò: perònon si poteva muovere; era stato offeso alla spina dorsale: e la metàinferiore del corpo era già morta quandoa casalo misero aletto. Anche il resto non durò a lungoche Dio mi aiuti!Rimase con noi ancora per due giorni; ed era una consolazione bentriste pensare che non soffriva.


Durantequel breve periodo il carattere di quel caro angelo sembròcambiare completamente: chiese perdono a me e a sua madre di tuttigli atti di disobbedienza di cui si era reso colpevole verso di noi;diceva spesso che gli sarebbe piaciuto vedere suo fratelloBullingdon.


-Bullingdon era migliore di tepapà - diceva; - nonbestemmiava tantoe mi diceva e mi insegnava tante belle cose quandotu non c'eri. - Poiprendendo la mano di sua madre e la mia nellesue manine sudateci pregava di non litigarema di amarci l'unl'altroin modo che ci potessimo ritrovare di nuovo in cielodoveBully gli aveva detto che la gente che litigava non andava mai. Suamadre fu molto colpita da quegli ammonimenti che uscivano dalla boccadi quel povero angioletto sofferenteed anch'io.


Vorreiproprio ch'ella mi avesse reso possibile di seguire i consigli che ilfanciullo morente ci diede.


Allafinedopo due giornimorì. Lì giacevala speranzadella mia famiglial'orgoglio della mia virilitàil legameche aveva tenuto uniti me e Lady Lyndon. - OhRedmond - ella disseinginocchiandosi accanto al corpo del caro fanciullo - diamo ascoltoti pregoalle verità che sono uscite da quella boccabenedetta; correggi la tua vita e tratta la tua povera moglie che tivuole tanto bene come ti ha pregato il suo bimbo che moriva. - Io lepromisi che l'avrei fatto: ma ci sono promesse che ad un uomo èimpossibile mantenere; specialmente con una donna come lei.


Tuttaviadopo quel triste avvenimento ci riavvicinammoe fummo buoni amiciper parecchi mesi.


Nonsto a dirvi con quale splendore lo seppellimmo. Ma a che valgono lepiume del corteggio funebre e le trombe degli araldi?

Mitrassi in disparte e ammazzai con una fucilata il fatale cavallinonero che lo aveva fatto morireproprio alla porta della cappella incui avevamo deposto il mio bambino. Ero impazzito a tal punto che misarei sparato anch'io. E se non fosse che è una colpasarebbestato meglio che l'avessi fattoforse; perchéche cosa èmai stata la mia vitada quando quel dolce fiore è statostrappato dal mio seno? Un seguito di miseriedi guaidi disastridi sofferenze mentali e fisichequali mai si riscontrarono neldestino di nessun altro essere vivente in tutta la Cristianità.


LadyLyndonsempre ipocondriaca e nervosadopo la catastrofe del nostrobenedetto figliolo divenne più agitata che maie si sprofondònella devozione con tale fervoreche a momenti l'avreste credutaquasi impazzita. Immaginava di avere visionidisse che un angelo dalcielo le aveva detto che la morte di Bryan era una punizione per leiperché aveva trascurato il suo primogenito. Poi dichiaròche Bullingdon era vivo: lo aveva visto in sogno. Poi ricadde dinuovo in accessi di dolore per la sua mortee si afflisse per luicosì violentemente come se fosse stato lui quello dei suoifigli che era morto per ultimoe non il nostro adorato Bryan; cheparagonato a Bullingdon era quello che è un diamante inconfronto d'una volgarissima pietra.


Isuoi attacchi di nervi erano penosissimi ad assistervie difficili apadroneggiare. In paese si cominciò a dire che la contessastava diventando pazza. Quei furfanti dei miei nemici non mancaronodi confermare e di ingrandire queste vociaggiungendo che ero io lacausa della sua pazzia: io l'avevo fatta impazzireio avevo uccisoBullingdonio avevo assassinato persino mio figlionon so di checos'altro ancora mi accusassero. Le loro odiose calunnie miraggiunsero anche in Irlanda: i miei amici si allontanarono da me.Cominciarono a disertare le mie caccecome facevano in Inghilterrae quando mi recavo alle corse o al mercato trovavano improvviseragioni per non starmi vicino.


Ricevettii nomi di Barry il Malvagiodi Lyndon il Diavoloe non so chealtro; i contadini mettevano in giro stranissime dicerie sul mioconto; i preti dicevano che avevo massacrato non so quante monachetedesche nella Guerra dei Sette Anni; e che lo spiritodell'assassinato Bullingdon infestava la mia casa. Una volta allafiera di una città vicinamentre mi accingevo a comperare unarobusta camicia per uno dei miei dipendentiun individuo che mistava vicino disse: - Sta comperando la camicia di forza per LadyLyndon. - E da questa circostanza sorse una vera leggenda sulle miecrudeltà verso mia moglie; e si narrarono molti circostanziatiparticolari circa i miei modi e la mia ingegnosità neltorturarla.


Laperdita del mio caro figliolo non solo affliggeva il mio cuore dipadrema danneggiava i miei interessi personali in misuranotevolissima; perché dato che ora non c'era più unerede diretto della proprietàe Lady Lyndon era di salutepiuttosto cagionevolee si supponeva assolutamente improbabile chelasciasse altri figlii primi nella successione - quella detestabilefamiglia dei Tiptoff - cominciarono a darsi da fare in mille modi perinfastidirmie si misero a capo del partito dei miei nemici cheriportavano voci a mio discredito.


Essisi frapponevano fra me e la mia amministrazione della proprietàin mille modi diversilanciando alte grida se tagliavo un fuscelloo scavavo una bucao vendevo un quadroo mandavo a rimodellarequalche oncia d'argenteria. Mi tormentavano con incessanti citazionimi facevano mandare ingiunzioni dalla Cancelleriaintralciavano imiei agenti nell'esecuzione del loro lavoro; a tal punto che sisarebbe pensato che il mio non fosse mioma loroe che potesserofarne quel che volevano. E quel che è peggioho ragione dicredere che avessero pasticci e traffici anche con i miei domesticisotto il mio stesso tetto; perché non potevo scambiare unaparola con Lady Lyndon senza che in qualche modo si risapesse al difuorie non potevo neanche prendermi una sbornia col cappellano econ gli amici senza che qualche bigotto mascalzone si impadronissedella notiziae facesse il conto di tutte le bottiglie che avevobevuto e di tutte le bestemmie che avevo detto. (Che non fosseropochelo riconosco). Io sono della vecchia scuola; sono sempre statolibero nelle mie espressioni e nelle mie abitudini; ma per lo menose dicevo e facevo quello che mi piacevanon ero cattivo come tantibricconi ipocritiche ricopronoinsospettatile loro imperfezionied i loro peccati con la maschera della santità.


Datoche sto facendo una chiara confessione di tuttoe non sono unipocritaposso benissimo confessare che tentai di stornare ipropositi dei miei nemici con un artificio che non eraforsestrettamente lecito. Tutto dipendeva dal fatto che io avessi un eredeper la proprietà; perché se Lady Lyndonche era disalute cagionevolefosse mortail giorno dopo io sarei stato unmendicante: e tutti i sacrifici in denaroecceterache avevo fattosulla proprietànon sarebbero stati valutati un centesimo;tutti i debiti sarebbero stati lasciati sulle mie spalle e i mieinemici avrebbero trionfato su di me: cosa che per un uomo del miospiritoera "la cosa peggiore di tutte"come dice unqualche poeta.


Confessodunqueche era mio desiderio soppiantare quei bricconi; edato chenon potevo farlo senza avere un erede alle mie proprietàdecisi di trovarne uno. Se lo avessi già a portata di manoedel mio stesso sanguebenché della mano sinistranon èqui il caso di dire. Fu allora che scoprii le ribalde macchinazionidei miei nemici perchéavendo esposto questo piano a LadyLyndonche avevo fatto diventarealmeno esteriormentela piùobbediente delle mogli - benché non lasciassi mai che unalettera sua o destinata a lei partisse o arrivasse senza essereesaminata da me - benché io non le permettessi di vederenessuno all'infuori di quelle persone che ritenevo fossero compagniaadatta per leicon la sua salute delicatapure quegli infernaliTiptoff ebbero sentore del mio progettoprotestarono immediatamentecontro di essonon solo per letterama in vergognosi e diffamatorifogli pubblicie mi additarono al pubblico odio come "falsificatoredi bambini" così mi chiamavano.


Naturalmenteio negai l'accusa - non potevo fare altrimenti - e mi offrii diincontrare uno qualsiasi dei Tiptoff sul campo dell'onoreperprovare che era un furfante e un mentitore:

com'eradi fatto; benchéforsenon in questo caso. Ma essi sicontentarono di rispondermi per mezzo di un avvocatoe rifiutaronoun invito che qualsiasi uomo di onore avrebbe accettato.


Lemie speranze di avere un erede furono così completamentedistrutte: infatti Lady Lyndon (benchécome ho giàdettoio non tenessi in alcun conto la sua opposizione) avevaresistito a questo proposito con tanta energia quanta potevamanifestarne una donna debole come lei. Diceva che aveva commesso ungran delitto per causa mia ma che sarebbe morta piuttosto checommetterne un altro. Io avrei comunque potuto ricondurre facilmentein sentimenti Sua Signoria: ma ormai il mio progetto si eradivulgatoed era inutile tentare di metterlo in esecuzione.


Avremmoanche potuto avere una dozzina di figli in onesto connubioe lagente avrebbe detto che erano falsi.


Quantoa trarre denaro dalle sue rendite annualidebbo dire che avevo usatoin anticipo tutte le sue rendite. Ai miei tempi esistevano ancorapoche di quelle società di assicurazioni che sono poi spuntatecome funghi nella City di Londra; alcuni firmatari di polizzad'assicurazioni facevano tutti gli affarie la vita di mia moglieera nota tra lorocredopiù di quella di qualsiasi altradonna della Cristianità. L'ultima volta che volli prendere inprestito una somma sulla sua vitaquei mascalzoni ebbero l'impudenzadi rispondermi che il modo in cui la trattavo non dava loro neppurela garanzia di un anno. Come se fosse stato mio interesse ucciderla!

Seil mio ragazzo fosse vissutola cosa sarebbe stata diversa; lui esua madre avrebbero potuto tagliarsi fuori una bella parte diproprietà vincolata da dividersi tra loroe i miei affariavrebbero potuto essere messi in ordine. Ora invece erano veramentein cattive condizioni. Tutti i miei tentativi si erano risolti inaltrettanti fallimenti; le mie terreche erano state acquistate condenaro preso a prestitonon mi davano alcun redditoed io erocostretto a pagare interessi rovinosi per le somme con cui le avevoacquistate. Il mio redditobenché molto elevatoera caricodi centinaia di sterline di tasse e di migliaia di spese d'avvocatoed io sentivo la rete stringermisi attorno sempre piùsaldamentee non trovavo il mezzo di districarmi dalla tela.


Adaggravare tutte le mie perplessitàdue anni dopo la morte delmio povero bambinomia mogliedi cui avevo sopportato lestravaganze di carattere e le capricciose folliemostrò ildesiderio di lasciarmie fece tentativi d'ogni sorta per quel cheessa chiamava sfuggire alla mia tirannia.


Miamadreche era la sola persona che mi fosse rimasta fedele nelle miedisgrazie (e per la veritàella ha sempre parlato di me nellavera lucecome di un martire della furfanteria degli altri e di unavittima del mio carattere generoso e troppo fiducioso)scoprìil primo progetto che stavano cercando di attuare; e di cuicome alsolitoquegli astuti e maliziosi Tiptoff erano i principalipromotori. Mia madrea dire il verobenché il suo caratterefosse violento ed i suoi modi un po' originaliera per me unapersona di valore inestimabile in casa miache sarebbe andata inrovina e in sfacelo molto tempo primase non fosse stato per il suospirito d'ordine e per la sua ottima economia nel governo della miafamiglia. Quanto a Lady Lyndon essapovera creatura! era una signoratroppo fine per occuparsi di ciò che riguardava le faccende dicasa - e passava le sue giornate col dottoreo con i suoi libri dipietàe non compariva mai tra noisalvo che in seguito a mieinsistenze; e allora mia madre e lei avevano immancabilmente qualchediscussione.


Lasignora Barryall'oppostoaveva un vero talento perl'amministrazione in tutti i campi. Faceva lavorare le domesticheeteneva i domestici al loro posto; sorvegliava il vino nella cantinae il fieno e l'avena nella stalla; sorvegliava la salaturalapreparazione delle conservele patate e il pollamela macellazionedei maiali e la loro conservazionee tutte le diecimila minuzie diun menage molto in grande. Se tutte le massaie irlandesi fossero comeleivi garantisco che splenderebbero molti focolari làdoveoggi ci sono soltanto ragnatelee ci sarebbero molti parchi pieni dipecore e di bestiame là dove oggi i principali occupanti sonoi cardi e le spine. Se qualche cosa avesse potuto salvarmi dalleconseguenze della scelleratezza altrui e (lo confessoperchénon ho mai rifiutato di riconoscere i miei difetti) del mio caratteretroppo facilonegeneroso e trascuratosarebbe stata l'ammirevoleprevidenza di quella degna creatura. Ella non andava mai a lettofinché tutta la casa non era tranquilla e tutte le candelespente; e potete immaginare che era cosa di una certa difficoltàcon un uomo delle mie abitudiniche aveva regolarmente una dozzinadi allegri compagni (e la maggior parte erano abili furfanti e falsiamici!) a bere con sé tutte le sere; e raramenteda partemiaandavo a letto senza essere ubbriaco. Molte e molte sere quandoio non mi accorgevo neppure della sua assistenzaquella buonacreatura mi ha tolto gli stivalied ha sorvegliato i domestici chemi mettevano a lettoed ha portato via lei stessa la candelaed èanche stata la primaal mattinoa portarmi il mio bicchiere dibirra dolce (36). I miei non erano davvero tempi di pappe mollivelo assicuro io. Un gentiluomo non pensava che fosse vergogna scolarsila sua mezza dozzina di bottiglie; e quanto ai vostri caffè edaltri tipi d'acqua sporcali lasciavamo a Lady Lyndonal suodottore e alle altre vecchie. Era l'orgoglio di mia madre che iobevessi più di qualsiasi altro uomo del paese: quanto bevevaprima di me mio padrediceva lei.


CheLady Lyndon la detestasseera abbastanza naturale. Non èdavvero lei la prima donna del genere umano che abbia odiato suasuocera. Io avevo incaricato mia madre di esercitare una strettasorveglianza sui capricci di Sua Signoria; e questapotete essernecerti era una delle ragioni per cui mia moglie non la potevasoffrire. A me di questo non importava nullaperò.


L'assistenzae la sorveglianza della signora Barry avevano per me un valoreinestimabilee se avessi pagato venti spie per sorvegliare Miladynon avrei potuto essere servito neppure la metà cosìbene come lo ero dalla cura e dalla vigilanza della mia eccellentemadre. Essa dormiva con le chiavi di casa sotto il cuscinoed aveval'occhio a tutto. Seguiva tutti i movimenti della Contessa comeun'ombra: faceva in modo di saperedalla mattina alla seratuttociò che faceva Milady. Se passeggiava nel giardinoellateneva un occhio vigile sul cancello; e se decideva di uscire incarrozzala accompagnavae un paio di domestici nella mia livreacavalcavano ai lati della carrozza per vedere che non le succedessenulla. Benché ella si opponessee si trattenesse in camerasua in imbronciato silenzioio mi facevo un punto d'onore dicomparire insieme a lei in chiesa nel nostro tiro a sei tutte ledomeniche. Volevo che partecipasse ai balli in occasione delle corsein mia compagniatutte le volte che la via era libera da queifurfanti di ufficiali giudiziari che mi perseguitavano: questo persmentire tutti quei maligni che dicevano che io intendevo tenerprigioniera mia moglie. Il fatto è checonoscendo la sualeggerezzae vedendo l'insana avversione per me che aveva cominciatoora a sostituire quella che forse era stata una passione ugualmenteinsanaero costretto a stare in guardia perché ella non misfuggisse. Se mi avesse lasciatoio sarei stato rovinato il giornodopo. Questo (e mia madre lo sapeva) ci costringeva a tenerla sottouna stretta sorveglianza; ma quanto ad imprigionarlarespingo condisprezzo quest'accusa.


Ogniuomo imprigiona fino ad un certo punto sua moglie; il mondo sarebbein un bello statose alle donne fosse permesso di lasciare la lorocasa e di ritornarvi tutte le volte che ne hanno voglia! Nelsorvegliare mia moglieio non facevo altro che esercitare lalegittima autorità che esige che ogni marito debba essereonorato e obbedito.


Talie tanti sono tuttavia gli artifici femminili chenonostante tutta lamia cura nel sorvegliarlaè probabile che Milady mi sarebbesfuggitase io non avessi avuto una persona furba quanto lei asorvegliarla come mia alleata: perchécome il proverbio diceche "il miglior modo di catturare un ladro è di mettergliappresso un altro ladro"così il miglior modo per averela meglio su una donna è di incaricare un'altra dello stessoastuto sesso di sorvegliarla. Si sarebbe potuto pensare cheseguitacom'eracon tutte le lettere aperte e tutte le sue relazionistrettamente sorvegliate da mevivendo in una remota partedell'Irlandalontana dalla sua famigliaLady Lyndon non avessenessuna possibilità di comunicare con i suoi alleatio direndere pubblici quelli che le piaceva chiamare i torti che levenivano fatti; eppureper un certo tempo ella intrattenne unacorrispondenza proprio sotto il mio nasoe organizzòastutamente una cospirazione per sfuggirmicome si diràadesso.


Ellaaveva sempre avuto un'insana passione per gli abitiedato che nonveniva mai ostacolata in nessun capriccio del genere che le passasseper la mente (perché io non risparmiavo denaro per farlacontentae tra i miei debiti ci sono conti di modiste perl'ammontare di parecchie migliaia di sterline)di solito viaggiavanocontinuamente scatoloni da e per Dublinocon ogni sorta di abitimantelli falpalà e guarnizionicome il suo capriccio lirichiedeva. Con esse arrivavano lettere della modistain risposta anumerose missive del genere inviate da Milady; e passarono tutte perle mie manisenza il minimo sospettoper qualche tempo. Eppureproprio in quelle carte col semplice mezzo dell'inchiostro simpaticoera contenuta tutta la corrispondenza di Sua Signoria e sa il cielo(perché ci volle qualche tempocome ho dettoprima chescoprissi il giochetto) quali accuse contro di me.


L'abilesignora Barry scoprì che la mia signora moglie prima dimettersi a scrivere lettere alla sua modista aveva sempre bisogno dilimoni per farsi una bibitacosì almeno diceva leiquestofatto mi fu riportato e mi fece riflettere; sicché provai amettere una di quelle lettere davanti al fuocoe venne in luce tuttoil piano di quella birbonata. Darò qui un esempio delleorribili e astute lettere di quella disgraziata. Con una calligrafialarga e altaa grandi spazierano scritte le indicazioni alla suasartain cui venivano elencati tutti gli articoli di vestiario dicui Milady aveva bisognole loro particolarità di tagliolestoffe che sceglievaecc. Faceva in questo modo lunghe listescrivendo ogni voce in una riga separatain modo da avere piùspazio per narrare in dettaglio tutte le mie crudeltà ed iterribili torti che le facevo. Tra quelle righe teneva il diariodella sua prigionia: che avrebbe fatto la fortuna di uno scrittore diromanzi a quei tempisolo a tenerne copiae a pubblicarlo sotto iltitolo di "L'adorabile Prigionierao il Feroce Marito"ocon qualche altro titolo altrettanto avvincente e assurdo. Il diariosi presentava pressappoco così:

"Lunedì- ieri fui costretta ad andare in chiesa. Quell'odiosomostruosovolgare dragone femmina di mia suocerain seta gialla e nastri rossiaveva il posto d'onore nella carrozza; e il signor Lyndon cavalcavaal suo fiancosul cavallo che non ha mai pagato al CapitanoHurdleston. Quel malvagio ipocrita mi condusse al mio bancocolcappello in mano e l'aria sorridentee mi baciò la manomentre risalivo in carrozza dopo il servizio divinocarezzando ilmio levriero italiano: tutto questo perché le poche personeraccolte lì intorno potessero vedere. La sera mi fece scenderea preparare il tè alla sua compagnia; tre quarti della qualelui compresoerano come al solito ubriachi. Tinsero di nero lafaccia del parrocoquando Sua Reverenza era arrivata alla settimabottiglia ed era nel solito stato di insensibilità e lolegarono sulla cavalla grigia con la faccia rivolta verso la coda.


Ildragone lesse per tutta la sera i "Doveri dell'Uomo" finoall'ora di andare a letto; quando vide che ero rientrata nei mieiappartamentimi chiuse dentroe si accinse ad occuparsi del suoabominevole figlio: che ella adora per la sua malvagitàcredo"come Sicorace adorava Calibano".


Avrestedovuto vedere la furia di mia madrequando le lessi questo brano! Adire la veritàho sempre avuto un certo gusto per gli scherzi(quello che fu fatto al parrocoe che è descritto piùsopraèlo confessoun ottimo esempio)e sceglievo congran curaper farli sentire alla signora Barrytutti i complimentiche le rivolgeva Lady Lyndon. Dragone era il nome con cui venivaindicata in quella raffinata corrispondenza: ma era anche indicataavoltecol titolo "La Strega Irlandese" quanto a meerodesignato come "il mio carceriere""il mio tiranno""il cupo spirito che ha ottenuto il dominio del mio essere"e così via; in termini che erano sempre un complimento per ilmio potereper quanto fossero poco lusinghieri per la mia amabilità.Ecco un altro estratto dal suo "Diario di Prigionia"dalquale si vedrà che Miladybenché pretendesse di essereindifferente ai miei trascorsiaveva un acuto occhio femminileepoteva essere gelosa quanto un'altra:

"Mercoledì- Oggi si compiono due anni dal giorno in cui la mia ultima speranzae gioia nella vita mi fu strappatae il mio caro piccino fu chiamatoin cielo. Ha egli raggiunto lassù quel suo tanto trascuratofratelloche io permisi crescesse al mio fianco non curato eneglettoe che la tirannia del mostro a cui sono unita spinseall'esilio e forse alla morte? O il ragazzo è vivocome ilmio cuore di madre a volte crede? Charles Bullingdon!

vieniin aiuto di una madre indegna e sventuratache ora riconosce le suecolpela sua freddezza verso di tee sconta amaramente il suoerrore! Ma nonon può essere vivo! Io sono pazza! La mia solasperanza è in voicugino mioin voiche una volta avevopensato di salutare con un titolo anche più affettuosomiocaro George Poynings! Ohsiate il mio cavaliere e il mio protettoreil vero essere cavalleresco che siete sempre statoe riscattatemidalla tirannia del fellone miserabile che mi tiene prigioniera;riscattatemi da luie da Sicoracela vile strega irlandesesuamadre!"


(Seguonoqui alcuni versiche Sua Signoria aveva l'abitudine di comporre acentinaiaed in cui paragonava se stessa a Sabranei "SetteCampioni"e incitava il suo George a liberarla dal dragoneintendendo la signora Barry. Ometto i versie proseguo):

"Ancheal mio povero bimboche perì immaturamente in questo tristeanniversarioil tiranno che mi governa aveva insegnato adisprezzarmi e a non amarmi. FU disobbedendo ai miei ordini e allemie preghiereche egli uscì per quella fatale gita. Qualisofferenzequali umiliazioni ho dovuto sopportare da quel giorno iopoi! Sono prigioniera nella mia stessa casa. Dovrei temere il velenose non fosse che so che quel furfante ha un suo sordido interesse nelmantenermi in vitae che la mia morte sarebbe il segnale della suarovina. Ma non oso muovermi senza la mia odiosaspregevolevolgarecarcerieraquell'orribile Irlandeseche segue ogni mio passo. Lasera vengo chiusa a chiave nella mia cameracome una criminalee miviene permesso di lasciarla solo quando mi viene ordinato di recarmialla presenza di milord (a me ordinare!) per essere presente alle sueorge con i suoi allegri cameratie per udire la sua odiosaconversazione quando scivola nella disgustosa folliadell'ubriachezza! Egli ha abbandonato persino l'apparenza dellafedeltà: luiche aveva giurato che io sola potevo attrarlo oaffascinarlo! E adesso mi porta fin sotto gli occhi le sue volgariamantie avrebbe preteso che io riconoscessicome erede della miaproprietàil figlio che ha avuto da un'altra!

"Noa questo non mi sottometterò mai! Tue soltanto tumioGeorge mio amico d'un temposarai l'erede delle proprietà deiLyndon! Perché il Fato non mi ha unito a teinvece cheall'odioso uomo che mi tiene sotto la sua odiosa influenzae non haresa felice la povera Calista?"


Cosìle lettere continuavanoun foglio dopo l'altronella calligrafiapiù minuta e contorta; ed io lascio al lettore senzapreconcetti di dire se colei che scriveva questi documenti non dovevaessere la creatura più sciocca e più vana che sia maiesistitae se non c'era bisogno di sorvegliarla? Io potrei copiarechilometri di rapsodie dirette a Lord George Poyningsla sua anticafiammain cui ella si rivolgeva a lui coi nomi piùaffettuosie lo implorava di trovarle un rifugio contro i suoioppressori; ma il lettore si stancherebbe a leggerli quanto io acopiarli.


Ilfatto è che quella disgraziata aveva l'abilità discrivere molto più di quello che intendeva dire. Stava semprea leggere romanzi e robaccia del genere; impersonava se stessa inprotagonisti immaginari e si sdilinguiva in eroismi esentimentalismi. Aveva meno cuore di quanto ne avesse qualsiasi donnache io abbia mai conosciuta; eppure mostrava la più violentadisposizione ad essere innamorata. Scriveva sempre come se fosseavvolta dalla fiamma della passione. Io conservo un'elegia sul suocagnolinoil pezzo più tenero e patetico ch'ella abbia maiscritto; e i più teneri biglietti di rimostranze a Bettylasua cameriera favorita; alla sua governanteper bisticciarsi con leia una mezza dozzina di conoscenzea ciascuna delle quali sirivolgeva come se fosse stata la più cara amica del mondoperdimenticarla nel momento stesso in cui prendeva un altro dirizzone.


Quantoal suo amore per i suoi figlii passaggi riportati sopra servirannoa dimostrare quanto fosse capace di reali sentimenti materni: lafrase stessa con cui riporta la morte di uno dei figli serve atradire il suo egoismoe a sfogare il suo fiele contro di me; emostra desiderio di richiamarne un altro dal sepolcro unicamenteperché egli possa arrecarle qualche vantaggio personale. Se ioho trattato severamente questa donnatenendola lontana dai suoiadulatorii quali avrebbero seminato discordia fra noie tenendolachiusa al sicuro dai raggirichi potrà dire che avessi torto?Se c'è una donna che avrebbe meritato la camicia di forzaquella era Lady Lyndon; e ai miei tempi io ho conosciuto gente tenutasulla paglia con le mani legate e la testa rasata senza aver commessoneppure la metà delle pazzie che faceva quella creaturascioccavana e infatuata.


Miamadre era così infuriata per le accuse contro di me e controdi lei che contenevano quelle lettereche solo con grande difficoltàpotei trattenerla dal rivelare a Lady Lyndon che ne eravamo aconoscenza; mentre il mio scopo eranaturalmentedi tenerlaall'oscuro del fatto che noi eravamo a giorno dei suoi disegni perchéero ansioso di sapere fino a qual punto arrivasseroe in qual pozzodi raggiri sarebbe sprofondata. Le lettere (come dicono nei romanzi)aumentavano di interesse a mano a mano che seguitavano. Venivanofatti dei miei maltrattamenti quadri tali che vi avrebbero fattobalzare il cuore in petto. Non so di quali mostruosità non miaccusasseed a quali miserie non dichiarasse di essere sottopostacompreso il tentativo di affamarlatutto questo mentre vivevaanchetroppo grassa e soddisfattaalmeno all'apparenzanella nostra casadi Castle Lyndon. La lettura di romanzi e la vanità le avevanovoltato il cervello. Io non potevo rivolgerle una parola un po' rude(e se ne sarebbe meritata a migliaia ogni giornove lo dico io)senza che dichiarasse che la mettevo alla tortura; e mia madre nonpoteva farle una rimostranza senza che lei si facesse venire unattacco istericodi cui dichiarava che la degna dama era stata lacausa.


Allafine cominciò a minacciare di uccidersi; e benché ionon levassi affatto di mezzo i coltellinon le lesinassi legacci egiarrettieree lasciassi completamente a sua disposizione tutta labottega del farmacistaconoscendo benissimo il suo carattereesapendo che in tutta la Cristianità non c'era donna da cuifosse meno probabile aspettarsi che attentasse alla sua preziosavita; pure quelle minacce ebberoevidentementeun certo effettonel luogo a cui erano rivolte; perché ora i pacchetti dellamodista cominciarono ad arrivare con maggior frequenzae i bigliettiche le venivano mandati contenevano l'assicurazione che l'aiuto stavaper arrivare. Il cavalleresco Lord George Poynings si accingeva avenire a liberare sua cuginae mi faceva il complimento di dire chesperava di affrancare la sua cara cugina dagli artigli del piùatroce furfante che mai avesse afflitto l'umanità e chequando lei fosse stata liberasarebbero stati presi deiprovvedimenti per il divorziosulla base della crudeltà e diogni sorta di maltrattamenti da parte mia.


Ioconservavo accuratamente copia di tutti questi preziosi documentispediti dall'una e dall'altra partecopie fatte dal giànominato mio parentenipote e segretarioRedmond Quinche eraattualmente il degno amministratore delle proprietà di CastleLyndon. Era un figlio della mia antica fiammaNorache avevo presocon me in un accesso di generositàpromettendole di occuparmidella sua istruzione al "Trinity College" e di provvedere alui per tutta la vita. Ma dopo che il ragazzo fu rimasto per un annoall'Universitài professori decisero di non ammetterlo alleriunioni universitarie o alle conferenze fino a che i suoi conti dicollegio non fossero stati pagati; e offeso da questo insolente mododi richiedere la vile somma dovutaio ritirai a quella scuola la miaprotezionee ordinai che il giovane venisse a Castle Lyndon: dove misi rese utile in cento modi. Fino a che fu vivo il mio caro figliologli fece da insegnante per quanto poteva; ma vi assicuro che ilpovero caro Bryan si dava sempre assai poco da fare con i libri. Poitenne i conti della signora Barry; copiava la mia interminabilecorrispondenza personale con i miei avvocati e con gli amministratoridi tutte le mie svariate proprietà; la sera faceva un giro dipicchetto o di sbaraglino con me e con mia madre; oppureessendo unragazzo abbastanza intelligente (benché di spirito meschino erustico come ci si poteva aspettare dal figlio di un simile padre)accompagnava la spinetta di Lady Lyndon col suo zufoloe leggeva infrancese e in italiano con lei. Di tutte e due queste lingue SuaSignoria era una buona conoscitriceed anche lui imparò aconversare perfettamente in entrambe. Era una cosa che facevainquietare moltissimo la mia vecchia e sospettosa madresentirliconversare in quelle lingue; perchénon comprendendo unaparola né dell'una né dell'altrala signora Barry erafuriosa quando le parlavano gli altrie diceva sempre che se neservivano per qualche piano che stavano macchinando. Era quello ilmodo abituale di Lady Lyndon per far indispettire la vecchia signoraquando quei tre si trovavano soli insieme rivolgersi a Quin nell'unoo nell'altro di quegli idiomi.


Ioero perfettamente sicuro della fedeltà del ragazzoperchélo avevo allevato e coperto di benefici; ed inoltre avevo avutodiverse prove della sua fidatezza. Era lui che mi aveva portato tredelle lettere di Lord Georgein risposta ad alcune delle lamenteledi Milady; lettere che erano nascoste in mezzo alla rilegatura di unlibro mandato in lettura a Sua Signoria dalla biblioteca circolante.Anche lui e Milady avevano frequenti dispute. Lei nei suoi momenti dibuon umore gli faceva il verso; e quando aveva una passata disuperbiadiceva che non voleva sedere a tavola col nipote di unsarto. - Mandami chiunque altroper compagniama non quell'odiosoQuin - dicevaquando le proponevo di mandarglielo perché ladivertisse con i suoi libri e il suo zufolo; perchéperquanto attaccabrighe fossimonon si deve credere che litigassimo dicontinuo: di tanto in tanto io le rivolgevo anche delle attenzioni.


Avolte restavamo in buona amicizia anche per un mese; poi ci tenevamoil broncio per quindici giorni; poi lei restava chiusa nelle suestanze per un mese: e tutti questi avvenimenti domestici venivanoannotatinel modo che era particolare a Sua Signorianel suo diariodi prigioniacome lo chiamava lei: e vi assicuro che era proprio ungrazioso documento. A volte essa scriveva: "Il mio mostro èstato quasi gentileoggi!"o "Il mio furfante si èdegnato di sorridere"; poi esplodeva in espressioni di odioselvaggio. Ma per la mia povera madre era sempre odio. Era "Ildragone è ammalatooggi; volesse il Cielo che morisse!"oppure "Quell'odiosa vecchia zanaiola irlandese mi ha minacciatocon il suo linguaggio da pescivendolaoggi"e così via:tutte queste espressionilette alla signora Barryo tradottedall'italiano o dal francesein cui molte di esse erano scrittenonmancavano di mantenere la vecchia signora perpetuamente infuriatacontro la persona affidatale; e così io avevo il mio cane daguardiacome la chiamavosempre all'erta. Nel tradurmi quellelingueil giovane Quin mi era di grande utilità; perchéio avevo un'infarinatura di francese e naturalmentequand'eronell'esercitoconoscevo bene l'olandesema di italiano non nesapevo neppure una parolaed ero contento dei servigi di uninterprete così fedele e a buon mercato.


Maquesto interprete fedele e a buon mercatoquesto nipote e parentesul quale e sulla famiglia del quale avevo profuso tanti beneficiinrealtà stava cercando di tradirmi; e per diversi mesi almenofu in lega col nemico contro di me. Credo che la ragione per cui essinon si mossero prima fu la mancanza del più grande propulsoredi tutti i tradimenti: il denaro; di cuiin tutte le parti dellanostra amministrazionec'era una maledetta scarsità; ma anchedi questo essi fecero in modo da avere un rifornimentoattraversoquel furfante di mio nipoteche poteva andare e venire senza destareassolutamente sospetti: tutto il piano fu preparato proprio sotto ilnostro nasoe la carrozza di posta era stata ordinatae tutti imezzi per la fuga erano prontimentre io non sospettavo neppure iloro disegni.


Fuun semplice incidente a farmi venire a conoscenza dei loro progetti.Uno dei miei operai aveva una graziosa figliola; e quella bellaragazzotta aveva per "promesso"come lo chiamano inIrlandaun ragazzo che portava il sacco della posta a Castle Lyndon(e c'erano un bel po' di solleciti di pagamento in quel sacco per meDio ne è testimone!): e questo ragazzo della posta disse allasua bella che portava un sacchetto di denaro dalla città perMaster Quin; e che Timil garzone della posta dei cavalligli avevadetto che doveva portare una carrozza giù presso il fiume aduna cert'ora. Miss Rooneyche non aveva segreti per metiròfuori tutta la storia; e mi chiese che cosa stavo progettandoequale povera disgraziata ragazza stavo per portar via con la carrozzache avevo ordinatoe ingannare col denaro che mi ero fatto veniredalla città.


Allorami si svelò in un baleno tutto il segretoche colui che m'eroallevato in seno stava per tradirmi. Pensai tutto in una volta dicogliere la coppia nell'atto di fuggiredi annegarli nel battelloche dovevano prendere per raggiungere la carrozzao di sparare sulgiovane traditore davanti agli occhi di Lady Lyndon; ma poiripensandociera assolutamente chiaro che la notizia della fugaavrebbe fatto rumore in paese ed eccitato contro di me le confuseidee di giustizia della gente del postoe non sarebbe finita beneper me. Così fui costretto a soffocare la mia legittimaindignazionee a contentarmi di mandare a monte quella pazzacospirazioneproprio nel momento in cui stava per compiersi.


Andaia casae in mezz'oracon qualche guardatacciaebbi Lady Lyndon inginocchio che mi pregava di perdonarlaconfessando tutto per filo eper segno; pronta a giurare e a spergiurare che non avrebbe ripetutomai più un simile tentativo; e dichiarò anzi che erastata cinquanta volte sul punto di svelarmi ogni cosama che temevail mio sdegno contro il povero ragazzo suo complice:

cheera in realtà l'autore e l'ideatore di tutto il raggiro.


Benchésapessi che tale dichiarazione era assolutamente falsa mi mostrai dibuon grado disposto a crederlo! sicché la pregai di scrivere asuo cugino Lord Georgeche le aveva fornito il denarocome ellaammise subitoe con cui era stato preparato il progettodichiarandobrevemente che aveva cambiato parere circa il viaggio in cittàgià progettato; e chesiccome il suo caro marito non stavatroppo bene in salutepreferiva restare a casa a curarlo.


Ioaggiunsi un secco poscrittoin cui dichiaravo che sarei statolietissimo se Sua Signoria fosse venuto a trovarci a Castle Lyndon; eche desideravo rinnovare una conoscenza che in passato mi aveva datotante soddisfazioni. Aggiungevo che avrei fatto ricerca di lui nonappena per caso mi fossi trovato nelle sue vicinanzee che miimmaginavo anticipatamente il piacere di un incontro con lui. Credoche egli comprendesse perfettamente che cosa intendevo con questeparole; e cioè che lo avrei infilzato alla prima occasioneseavessi potuto mettergli le mani addosso.


Poiebbi una scenata con quel perfido furfante di mio nipote; e in essail giovane reprobo mostrò un'audacia ed uno spirito a cui ioero assolutamente impreparato. Quando lo accusai di ingratitudine:

-Ma che cosa vi debbo? - disse lui. - Ho lavorato per voi quantonessun altroed ho fatto di tutto senza un soldo di stipendio.


Sietestato voi stesso che mi avete messo contro di voiaffidandomi uncompito contro cui l'anima mia si rivoltavafacendo di me una spiaai danni della vostra disgraziata mogliela cui debolezza èda compatire quanto le sue disgrazieper i furfanteschimaltrattamenti che le infliggete. La mia carne e il mio sangue nonpotevano sopportare di vedere il modo in cui la trattavate. Hocercato di aiutarla a sfuggirvi; e lo rifarei di nuovose me se neoffrisse ancora l'opportunitàe ve lo dico in faccia!

Quandodissi che mi proponevo di fargli saltare le cervella per la suainsolenza: - Puah! - disse lui - uccidere l'uomo che una volta salvòla vita del vostro povero figlioloe che stava tentando di trarlodalla rovina e dalla perdizione a cui lo stava conducendo un padremalvagioquando un Potere Divino si interposee lo tolse da questacasa di peccato? Vi avrei lasciato già da qualche mesemasperavo che ci fosse qualche possibilità di liberarequell'infelice signora. Giurai che l'avrei tentatoil giorno in cuivi vidi batterla. Uccidere mevoitiranno e tormentatore di donne!Lo farestese osaste; ma non ne avete il coraggio. Persino i vostridomestici vogliono più bene a me che a voi. Toccatemieinsorgerannoe vi manderanno nella galera che meritate!

Iointerruppi questo chiaro discorso tirando in testa a quel giovanegentiluomo una bottiglia e mandandolo a finire disteso per terra; poiandai a meditare su ciò che mi aveva detto. Era vero checostui aveva salvato la vita al povero piccolo Bryane il ragazzogli era rimasto teneramente affezionato fino al giorno della suamorte.


"Siibuono con Redmondpapà"erano state quasi le ultimeparole che aveva detto; ed io avevo promesso al povero bimbosul suoletto di morteche avrei fatto ciò che mi chiedeva. Era anchevero che se l'avessi trattato rudemente questo sarebbe piaciuto pocoalla mia servitùdi cui egli aveva fatto in modo di diventareil favorito; mentre non so comebenché io mi ubriacassispesso con quei furfanti e concedessi loro molta piùfamiliarità di quanta non ne dia di solito un uomo del miorangopure sapevo che non mi erano affatto affezionati; e che queimascalzoni borbottavano continuamente contro di me.


Maavrei potuto risparmiarmi il disturbo di discutere con me stessoquale sarebbe stata la sua sorteperché quel giovanegentiluomo mi tolse di mano la possibilità di disporne nelmodo più semplice del mondo: cioè lavandosi efasciandosi la testa appena ritornò in sé ritirandodalla stalla il suo cavallo; esiccome era assolutamente libero diandare e venire dentro e fuori della casa e del parco a suopiacimentodisparve senza il minimo indugio od ostacolo; elasciandosi dietro il cavallo quando si imbarcò sul battellose ne andò nella stessa carrozza di posta che stava aspettandoLady Lyndon. Io non lo vidi più e non sentii piùparlare di lui per parecchio tempo; e adesso che era fuori di casamianon lo considerai più un nemico molto preoccupante.


Mail sottile artificio della donna è tale che a lungo andare iocredo non ci sia uomofosse egli Machiavelli in personache possasfuggirgli; e benché io avessi ampie prove della cospirazionenarrata qui sopra (ed in cui i perfidi disegni di mia moglie furonoresi vani dalla mia previdenza) enella sua propria scritturadelladoppiezza del suo carattere e del suo odio per mepure ella inrealtà fece in modo da ingannarmiad onta di tutte le mieprecauzioni e della vigilanza di mia madre in mio favore. Se ioavessi seguito i consigli di quella buona damache fiutava ilpericolo da lungi quando ce n'eranon sarei mai caduto nellatrappola preparata per mee che fu organizzata in modo che ebbesuccesso proprio in ragione della sua semplicità.


Irapporti di Lady Lyndon con me erano di un genere piuttostosingolare. La sua vita trascorreva in una specie di cervelloticaalternativa tra amore e odio per me. Se io ero ben disposto verso dilei (come accadeva qualche volta)non c'era nulla che non avrebbefatto per propiziarmisi maggiormente; ed era tanto assurda nelle sueespressioni di affetto quantoin altri momentilo era nelle suedimostrazioni di odio. Non sono davvero i mariti deboli eaccondiscendenti i più amati al mondosecondo la miaesperienza in proposito. Credo che alle donne piaccia una certaviolenza di caratteree che non siano particolarmente mal disposteverso un marito che eserciti la propria autorità in modoenergico. Io avevo portato Milady ad un tale stato di terrore versodi meche quando le sorridevo si apriva addirittura un'era difelicità per lei; e quando le facevo un cennoveniva a me conogni sorta di moine come un cagnolino.


Ricordobenissimo comenei pochi giorni che andai a scuolai miei vili ecodardi compagni ridessero se per il caso il nostro severo maestrodiceva qualche scherzo. Lo stesso accadeva al reggimento: ogni voltache un tirannico sergente era disposto a mostrarsi facetonon unarecluta osava fare il viso scuro.


Ebbeneun marito saggio e deciso metterà sua moglie in queste stessecondizioni di disciplina; ed io avevo portato la mia nobile moglie abaciarmi la manoa sfilarmi gli stivalia compiere per me i piùumili servigial pari di una domesticaed a farsi sempre una festaanchedel fatto che io fossi di buon umore.


Confidavoforse troppo nella durata di questa disciplinata obbedienzaedimenticavo che proprio l'ipocrisia che ne fa parte (tutte le personetimide sono bugiarde in cuor loro) può essere adoperata peringannarvi in un modo che vi riuscirà alla fine tutt'altro chegradevole.


Dopol'insuccesso della sua ultima avventurache mi fornì infiniteoccasioni di farmi beffe di leisi potrebbe pensare che io stessi inguardia sulle sue effettive intenzioni; ma essa faceva in modo dafuorviarmi con un'arte della dissimulazione assolutamente ammirevolee mi cullava in una fatale sicurezza circa le sue intenzioni; tantoche un giorno in cui stavo scherzando con leie chiedendole quandosi sarebbe imbarcata un altra voltase aveva trovato un altrocorteggiatoree così viaella scoppiò improvvisamentein lacrimee afferrando la mia mano gridò appassionatamente:

-AhBarrytu sai benissimo che io non ho mai amato altri che te!Sono io mai stata così avvilita che una parola gentile daparte tua non mi abbia reso felice? E mai così adiratache laminima offerta di pace da parte tua non mi abbia portato al tuofianco? Non ti ho dato una prova sufficiente del mio affetto per teaffidandoti uno dei primi patrimoni d'Inghilterra? Ii ho mai afflittoo rimproverato per il modo in cui lo hai dissipato? Noti amavotroppo e troppo teneramente: ti ho sempre amato. Sin dal primomomento che ti ho vistomi sono sentita irresistibilmente attrattaverso di te. Ho visto le tue cattive qualità ed ho tremato perla tua violenza; ma non ho potuto fare a meno di amarti. Ti hosposatobenché sapessi che suggellavo il mio destino nelfarlo; e a dispetto della ragione e del dovere. Che sacrificiodesideri tu da me? Sono pronta a farli tuttipurché tu miami; ose questo non è possibileperché almeno mitratti gentilmente.


Quelgiorno ero particolarmente di buon umoree così ci fu tra noiuna specie di riconciliazione: benché mia madrequando udìquesto discorsoe mi vide intenerirmi verso Sua Signoriamimettesse solennemente in guardia dicendo: - Sta' pur sicuro chequell'abile briccona ha in mente qualche altro progettoadesso. - Lavecchia signora aveva ragione; ed io mandai giù l'esca che SuaSignoria aveva preparato per intrappolarmi con la stessa semplicitàcon cui un pesciolino abbocca all'amo.


Avevocercato di negoziare con un tale per una certa somma di denaro di cuiavevo urgente necessitàma dopo la nostra lite circa lafaccenda della successioneMilady aveva rifiutato risolutamente difirmare qualsiasi documento in mio favore: e senza il suo nomemirincresce di dirloil mio aveva poco valore sul mercatoed io nonpotevo ottenere neppure una sterlina da un qualsiasi agente di cambioe prestatore di denaro di Londra o di Dublino. E neppure potevoottenere che quei furfanti di quest'ultima città venissero atrovarmi a Castle Lyndon: in seguito a quel disgraziato affare cheavevo avuto con l'avvocato Sharpquando lo avevo indotto a prestarmiil denaro che aveva ritiratoe con il vecchio ebreo Salmonche erastato derubato dell'obbligazioneche gli avevo firmatosubito dopoaver lasciato casa mia (37)la gente non si fidava più avenire da me.


Aquell'epoca anche le nostre rendite erano nelle mani dei curatoriedera molto se riuscivo ad ottenere denaro sufficiente da queimascalzoni per pagare i miei fornitori di vino. Le nostre proprietàinglesicome ho già dettoerano egualmente vincolate; etutte le volte che mi rivolgevo ai miei legali e ai mieiamministratori per denaroarrivava una risposta che chiedeva denaroa meper debiti e pretesi diritti che quei rapaci furfanti dicevanodi avere.


Conun certo senso di piacere dunque ricevetti una lettera dal mio uomodi fiducia in Gray's InnLondrail quale diceva (in risposta ad unamia novantanovesima richiesta) che pensava di potermi procurare deldenaro; e conteneva una lettera di una rispettabile ditta della Citydi Londrache si interessava di affari mineraried offriva diriscattare e di concludere un lungo affitto per una nostra proprietàche era ancora abbastanza libera da impegnicon la firma dellacontessa; e purché fosse loro garantito che essa aveva firmatodi sua libera e spontanea volontà. Dicevano che avevanosentito dire che essa viveva nel terrore di essere uccisa da meeche meditava una separazione nel qual caso avrebbe potuto rifiutarsidi riconoscere qualsiasi contratto da lei firmato durante la suaprigionia e costringerliad ogni modoad una controversia dubbia edispendiosa; chiedevanopertanto di essere garantiti della perfettalibertà di volere di Sua Signoria nell'affareprima di pagareun solo scellino di capitale.


Leloro condizioni erano così dureche pensai che la loroofferta doveva essere sinceraedato che Milady era di buon umorenon ebbi difficoltà a persuaderla a scrivere una lettera disuo pugnoin cui dichiarava che i resoconti dei nostri malintesierano assolutamente calunniosi; che noi vivevamo in perfetta unionee che lei era prontissima a firmare qualsiasi documento legale chesuo marito desiderasse farle firmare.


Questaproposta era quanto mai tempestivae mi riempì di grandisperanze. Non ho voluto annoiare i miei lettori con troppi resocontidei miei debiti e delle mie traversie legaliche a quell'epoca eranotanto vasti e complicati che neppure io stesso li conoscevo perinteroed ero diventato mezzo pazzo per il loro incalzare. Bastidire che tutto il mio denaro se n'era andato e che non avevo piùalcun credito. Vivevo a Castle Lyndon del mio manzo e del miomontonedel panedelle verdure e delle patate delle mie proprietà:e dovevo far la guardia a Lady Lyndon all'internoe agli ufficialigiudiziari all'esterno. Da due annidopo l'ultima volta che eroandato a Dublino a riscuotere denaro (che disgraziatamente avevoperduto al giuoco sul postocon grande disappunto dei mieicreditori)non mi avventuravo più a mostrarmi in quellacittà; e potevo permettermi di fare qualche apparizione nelcapoluogo stesso della nostra contea a rari intervalli solo perchéconoscevo gli sceriffi: e giuravo palesemente che li avrei ammazzatise mi fosse capitato qualche guaio. La probabilità di un buonprestitodunqueera per me la più ben accetta di tutte leprospettive possibilied io la salutai con tutto l'entusiasmo che sipuò immaginare.


Inriscontro alla lettera di Lady Lyndon vennea giro di postaunarisposta di quei dannati mercanti di Londradichiarante che se SuaSignoria avesse confermato a viva vocenei loro uffici di BirchinLane a Londraquanto diceva nella sua letteraessiavendo tutelatoi propri interessiavrebbero concluso senz'altro l'affare; ma cherifiutavano di correre il rischio di una visita a Castle Lyndon pertrattareessendo a conoscenza del modo in cui vi erano statetrattate altre rispettabili personecome i signori Sharp e Salmon diDublino. Questo fu un vero colpo per me ma ci sono situazioni in cuiuno non può dettare le proprie condizioni:

ein fede miaio avevo in quel momento un così urgente bisognodi denaroche avrei firmato un prestito col diavolo in personasefosse venuto da me provvisto di una somma un po' rotondetta.


Decisidunque di andare a Londra portando con me la contessa.


Invanomia madre mi pregò e mi scongiurò di non farlo. - Stapur certo - mi disse - che c'è sotto qualche tranello. Unavolta che tu sia andato in quella dannata cittànon tisalverai più. Qui puoi vivere per anni ed anni nel lusso enello splendoresia pure senza chiaretto e con tutte le finestrerotte; ma appena riusciranno ad averti a Londraavranno la megliosul mio povero e fiducioso ragazzo; e la prima cosa che sentiròdire di tesarà che sei nei pasticci.


-Perché andareRedmond? - mi disse mia moglie. - Io sonofelice quifinché tu sei gentile con me come lo sei adesso. ALondra noi non possiamo fare quella figura che dovremmo; il pocodenaro che otterraisarà speso subitocome lo è statotutto il resto.


Ridiventiamopastore e pastorellaguardiamo le nostre greggi e stiamocenecontenti. - Mi prese la mano e la baciòmentre mia madredisse soltanto: - Hum! io credo proprio che in fondo a questo affareci sia leiquesta dannata impostora!

Iodissi a mia moglie che era una pazza; pregai la signora Barry di nonessere inopportunae mi mostrai impaziente di andare; non avreiascoltato opposizioni né dall'una né dall'altra. Laquestione più importante eracome mi sarei procurato ildenaro per andare; ma questo particolare fu risolto dalla mia buonamammache era sempre pronta ad aiutarmi nel bisognoe che tiròfuori da una calza sessanta sterline. Questo era tutto il patrimonioin contanti di cui Barry Lyndondi Castle Lyndone sposato ad unpatrimonio di quarantamila sterline all'annopoteva disporre: taleera stata la rovina prodotta in quel magnifico patrimonio dalle miestravaganze (debbo confessarlo)ma soprattutto dalla mia fiducia malriposta e dalla furfanteria altrui.


Nonpartimmo in gran pompapotete starne certi. Non facemmo sapere anessuno in paese che stavamo per andarcene e non ci scambiammo nébiglietti né visite d'addio con i nostri vicini. Il famosoBarry Lyndon e la sua nobile consorte viaggiarono in carrozza da noloa due cavalli fino a Waterfordsotto il nome di signore e signoraJones. Di lì c'imbarcammo per Bristoldove arrivammo senzanessun incidente. Quando uno sta andando in maloracome èfacile e piacevole il viaggio! Il pensiero del denaro mi teneva diottimo umoree mia mogliecon la testa appoggiata sulla mia spallanella carrozza di posta che ci conduceva a Londradisse che era ilviaggio più felice che avesse fatto da quando ci eravamosposati.


Lasera ci fermammo a Readingdi dove io spedii un biglietto al mioagente di Gray's Inndicendo che sarei stato da lui in giornataepregandolo di procurarmi un alloggioe di affrettare i preparatividel prestito. Milady ed io convenimmo insieme che ce ne saremmoandati in Franciae che ci saremmo fermati lì in attesa ditempi migliori; e quella sera a cena facemmo un mucchio di progettidi divertimenti e di economie. Si sarebbe potuto pensare che fossimoFilomene e Bauci a cena insieme.


Odonne! donne! quando ricordo i sorrisi e le carezze di Lady Lyndon -come sembrava felice quella sera! che aria di fiducia innocente c'eranel suo contegnoe con quali affettuosi nomi mi chiamava! - restoaddirittura stupefatto dalla profondità della sua ipocrisia.Chi si meraviglierà dunque che una persona incapace disospetti come me abbia potuto restar vittima di un'ingannatrice cosìconsumata?!

Alletre del pomeriggio eravamo a Londrae mezz'ora prima dell'orafissata la nostra carrozza si diresse in Gray's Inn. Io trovaifacilmente le stanze del signor Tapewell: che cupa spelonca eraquellae in quale disgraziato momento vi entrai! Mentre salivamo perle sudicie scaletteilluminate da una fioca lampada e dal cupo cielodi un buio pomeriggio londinesemia moglie mi apparve debole eagitata.


-Redmond - dissementre ci fermavamo davanti alla porta - nonentrare: sono sicura che c'è qualche pericolo. Siamo ancora intempo: torniamo indietroin Irlandadovunque! - E si mise davantialla portain una delle sue pose teatraliprendendomi la mano.


Maio la tirai da parte. - Lady Lyndon - dissi - voi siete una vecchiapazza!

-Vecchia pazza! - ripeté lei; e si precipitò a tirare ilcampanelloa cui rispose rapidamente un signore dall'aria ammuffitacon una parrucca senza cipriaal quale ella gridò: - Dite cheLady Lyndon è qui; - e si avviò maestosamente per ilcorridoioborbottando: - Vecchia pazza. - Era stato vecchial'epiteto che l'aveva colpita. Avrei dovuto chiamarla in qualsiasialtro modo fuorché in quello.


Ilsignor Tapewell era nella sua stanzache sapeva di rinchiusocircondato da scartoffie e da scrigni. Si fece avanti e si inchinò;pregò Sua Signoria di sedersi; a me indicò unaseggiolache io presipiuttosto meravigliato della sua insolenza;poi si ritiròuscendo da una porta laterale e dicendo chesarebbe tornato in un attimo.


Ein un attimo ritornòportando con sé... chi credete?Un altro leguleiosei ufficiali giudiziari in giubba rossaconbastoni piombati e pistoleLord George Poynings e sua ziaLady JanePeckover.


OuandoLady Lyndon vide la sua antica fiammavolò tra le sue bracciain un isterico accesso di passione. Lo chiamò suo salvatoresuo difensoresuo galante cavaliere; poi voltandosi verso di me misefuori un torrente di ingiurie che mi lasciò assolutamentestupefatto.


-Benché sia una vecchia pazza - disse - ho messo nel sacco ilpiù abile e infido mostro che ci sia sotto il sole. Sìsono stata una pazza quando ti ho sposatoed ho rinunciato ad altrie ben più nobili cuori per amor tuo; sìsono stata unapazza quando ho dimenticato il mio nome e il mio lignaggio per unirmiad un avventuriero di bassa nascitauna pazza a sopportaresenzalamentarmila più mostruosa tirannia che mai donna abbiasofferto; a permettere che il mio patrimonio venisse dilapidato; avedere donnebasse e volgari quanto te stesso...


-Per amor del cielocalmatevi! - gridò l'avvocato; e poi sirifugiò dietro gli ufficiali giudiziarivedendo nei mieiocchi uno sguardo minaccioso che non piacque a quel mascalzone.


Effettivamentelo avrei fatto a pezzise mi fosse venuto vicino.


Nelfrattempo Milady continuava in un impeto di furia incoerentegridando contro di me e contro mia madreall'indirizzo della qualelanciava insultidegni proprio di Billinsgatecominciando eterminando sempre le frasi con la parola "pazza".


-Voi non dite tuttoMilady - dissi ioamaramente; - io ho dettovecchia pazza.


-Non ho alcun dubbio che voi abbiate detto e fatto tutto quello che unvolgare mascalzone può dire e faresignore - si intromise ilpiccolo Poynings. - Questa signora è adesso sana e salva sottola protezione dei suoi parenti e della leggee non deve temere piùa lungo le vostre infami persecuzioni.


-Ma voi non siete sano e salvo - ruggii io; - e quanto è veroche io sono un uomo d'onore: ho già assaggiato il vostrosangue una voltalo avrò fino all'ultima gocciaadesso.


-Prendete nota delle sue parolesignori; testimonierete davanti algiudice contro di lui! - strillò il piccolo avvocatodidietro gli ufficiali dello sceriffo.


-Non insozzerò la mia spada col sangue di un simile birbante -strillò Milordrifugiandosi sotto la stessa nobileprotezione. - Se questo furfante rimane a Londra solo un altrogiornosarà arrestato come un comune truffatore. - E per laverità questa minaccia mi fece trasalire; perché sapevoche in città c'erano diecine di mandati esecutivi contro dimee che una volta in prigione il mio caso sarebbe stato senzasperanza.


-E dov'è l'uomo che mi arresterà? - gridai impugnando laspada e appoggiando la schiena alla porta. - Venga pure questo tizio.Voivoivile spaccamontagne venite per primose avete l'anima diun uomo!

-Ma noi non intendiamo arrestarvi! - disse l'avvocato; e Sua Signoriala zia e tutta la divisione di ufficiali dello sceriffo siallontanarono mentre parlava. - Caro signorenoi non abbiamo nessunaintenzione di arrestarvi: vi daremo invece una bella somma selascerete il paese; purché lasciate in pace Sua Signoria!

-Così il paese sarà finalmente liberato di un insignecriminale!

-esclamò Milordindietreggiando anche luiniente affattospiacente di uscirmi di portata: e quel furfante di avvocato loseguìlasciandomi padrone dell'appartamentoe in compagniadi quei bravacci della poliziache erano tutti armati fino ai denti.


Ionon ero più ormai quello che ero a vent'anni quando avreicaricato quei mascalzoni spada alla manoe avrei dato il fatto suoad almeno uno di loro. Avevo lo spirito disfatto; ero completamentepreso nella ragnatela: completamente sconfitto e battuto da quelladonna. Era forse sul punto di rinunciare al suo pianoquando sullaporta si era fermata e mi aveva pregato di tornare indietro? Provavaforse ancora un residuo d'amore per me?

Cominciaia riflettere chealmenola sua condotta lo dimostrava.


Quellaera ormai la sola possibilità che mi rimanesse al mondosicché deposi la mia spada sul tavolo dell'avvocato.


-Signori- dissi - non ricorrerò alla violenza; potete dire alsignor Tapewell che sono pronto a parlare con lui quando avràtempo! - e mi misi a sedereincrociando le braccia abbastanzapacificamente. Che cambiamento dal Barry Lyndon dei vecchi tempi!

Macome ho letto in un vecchio libro su Annibaleil generalecartaginesequando egli invase il territorio di Romale sue truppeche erano le più prodi del mondo e spazzavano tutto davanti alorosi accantonarono in una città dove si saziarono cosìcompletamente degli agi e dei piaceri della vitache nellasuccessiva campagna furono facilmente battute. Così era per meadesso. Le mie forze di mente e di corpo non erano più quelledel coraggioso giovane che aveva colpito il suo primo avversario aquindici annie aveva combattuto una dozzina di battaglie nei seianni seguenti.


Ogginella prigione della Fleet dove scrivo queste paginec'è unometto che mi deride sempre e si fa sempre gioco di me; mi chiede dicombattere con luied io non ho il coraggio di toccarlo... Ma nonvoglio anticipare i cupi e disgraziati avvenimenti della mia storiadi pene e di umiliazionie sarà meglio che proceda conordine.


Presialloggio in un caffè vicino a Gray's Inned ebbi cura diinformare il signor Tapewell del luogo in cui mi trovavo: e lìaspettai ansiosamente una sua visita. Egli vennee mi portòle condizioni che proponevano gli amici di Lady Lyndon: unamiserabile somma annua di 3.000 sterlineda pagarsi a condizione cheio restassi all'esterofuori dai tre regnie da sospendereimmediatamente in caso di un mio ritorno. Mi dissecosa che iosapevo benissimoche se mi fossi trattenuto a Londra sarei finitoimmancabilmente in galera; che c'erano innumerevoli mandati esecutivicontro di me tanto lì che nell'ovest dell'Inghilterra; che ilmio credito era così scaduto che non potevo sperare di trovareneppure uno scellino in prestito; e mi lasciò una notte perriflettere sulle sue propostedicendo che se le avessi rifiutatelafamiglia avrebbe proceduto legalmente contro di me:

seaccettavomi sarebbe stato pagato un trimestre della mia annualitàin qualsiasi porto estero avessi preferito.


Checosa doveva fare un pover'uomo abbandonatocol cuore infranto? Iopresi la sommae fui dichiarato fuori legge nella settimanasuccessiva. Alla fine trovai che era stato quel furfante di Quin lacausa della mia rovina. Era stato lui che aveva architettato il pianoper farmi venire a Londrasuggellando la lettera dell'avvocato conun sigillo che era stato convenuto in precedenza tra lui e lacontessa: anzi era sempre stato del parere di provare questo piano elo aveva proposto sin da principioma Sua Signoriacol suoeccessivo amore per le cose romanzescheaveva preferito il progettodi fuga.


Tuttoquesto me lo scrisse poi mia madre nel mio solitario esiliooffrendosi nello stesso tempo di venire a dividerlo con me; propostache io rifiutai. Essa lasciò Castle Lyndon pochissimo tempodopo che lo avevo lasciato io; e tutto fu silenzio in quel castelloche quando ne ero io il padroneaveva sfoggiato tanta ospitalitàe tanto splendore.


Miamadre credette che non mi avrebbe mai più rivisto e mirimproverò amaramente di trascurarla; ma sbagliava in questoe nel giudizio che dava di me. Ora è molto vecchiae proprioin questo istante è seduta qui al mio fianco a lavorare: hauna stanza per dormire in Fleet Marketdall'altra parte dellastrada; e con la sua rendita di cinquanta sterline all'annoche hamesso da parte con saggia prudenzariuscimmo a tirare avanti in unamiserabile esistenzaassolutamente indegna del famoso e tantoelegante Barry Lyndon.


Ilracconto personale di Barry Lyndon finisce qui perché la manodella morte interruppe ben presto l'ingegnoso autore dopo il periodoin cui le Memorie furono compilate. Aveva vissuto per diciannove anniospite della prigione della Fleet i cui registri affermano che morìdi delirium tremens.


Suamadre raggiunse un'età prodigiosamente avanzata e coloro cheabitavano in quel luogo ai suoi tempi ricordano chiaramente igiornalieri litigi che avevano luogo fra madre e figlio; fino a chequest'ultimo a causa della sua abitudine di ubriacarsi cadde in unostato di rimbambimento quasi completo e fu curato da sua madre purcosì vecchia. Era come un bambino in fasce e piangeva se eraprivato del bicchiere di brandy che gli era ormai necessario.


Lasua vita sul Continente non abbiamo avuto modo di seguirla indettaglio; sembra che riprendesse la sua antica professione digiocatore senza avere però il successo d'un tempo.


Dopoqualche tempo egli tornò segretamente in Inghilterra e fece uninfruttuoso tentativo di estorcere del denaro a Lord George Poyningscon la minaccia di pubblicare la corrispondenza di lui con LadyLyndon; e di impedire così il matrimonio di Sua Signoria conla signorina Driver una grande ereditiera di principi rigidissimiproprietaria di un immenso numero di schiavi nelle Indie Occidentali.Barry sfuggì per un pelo alla cattura da parte degli ufficialidello sceriffo che gli furono sguinzagliati dietro da Sua Signoriache avrebbe anche voluto sospendergli la pensione; ma sua moglie nonacconsentì mai a quest'atto di giustizia e anzi ruppedefinitivamente i suoi rapporti con lui nel momento stesso in cui ilLord sposò la ricca signora delle Indie Occidentali.


Stadi fatto che la vecchia contessa credeva che il suo fascino fosseintramontabile e forse non aveva cessato mai di essere innamorata disuo marito. Si era stabilita a Bath; ed il suo patrimonio venivaamministrato con grande cura dai suoi nobili parenti Tiptoff chedovevano succederle in mancanza di eredi diretti: e tali eranol'abilità di Barry e il dominio che aveva ancora su quelladonna che ad un certo punto era quasi riuscito a persuaderla atornare a vivere con lui; quando i loro piani furono interrotti dallacomparsa di una persona che era stata ritenuta morta per parecchianni.


Questaaltri non era che il Visconte Bullingdon che si ripresentò congrande sorpresa di tutti; e specialmente dei suoi parenti dellacasata dei Tiptoff. Il giovane nobile fece la sua comparsa a Bath conla lettera di Barry a Lord George in mano; lettera in cui il primominacciava di rendere pubblica la relazione del Lord con Lady Lyndon- relazione che non abbiamo bisogno di affermarlo non disonorava inalcun modo nessuna delle due parti in causa e dimostrava soltanto chequella signora aveva l'abitudine di scrivere lettere molto sciocchecosa che molti signori e signore hanno fatto prima e dopo di lei. Peraver messo in dubbio l'onorabilità di sua madre LordBullingdon assalì il suo padrigno (che viveva a Bath sotto ilnome di signor Jones) e gli inflisse una tremenda punizione nellaSala dei Bagni.


Lastoria del giovane Bullingdon dopo la sua partenza era stata moltoromanzesca ma non ci sentiamo di raccontarla qui. Era stato feritonella Guerra d'America dato per morto rimasto prigioniero e fuggito.Le rimesse in denaro che gli erano state promesse non furono maiinviate; il pensiero di essere così trascurato spezzòquasi il cuore di quel selvaggio e romantico giovane ed egli decisedi rimanere morto per il mondo e per quella madre che lo avevarinnegato.


Neiboschi del Canada tre anni dopo che il fatto si era verificato eglivide la morte del suo fratellastro riportata nel Gentleman'sMagazinesotto il titolo di "Fatale incidente al Lord Viscontedi Castle Lyndon"; sicché decise di ritornare inInghilterra: dove benché cercasse di farsi riconoscere fu solocon grande difficoltà che persuase Lord Tiptoffdell'autenticità dei suoi diritti.


Siera recato a Bath a far visita a Milady sua madre quando riconobbe ilben noto viso di Barry Lyndon ad onta del modesto travestimento chequesto signore indossava e si vendicò sulla sua persona degliinsulti dei tempi trascorsi.


LadyLyndon s'infuriò quando sentì della baruffa; rifiutòdi vedere suo figlioed era sul punto di precipitarsi immediatamentenelle braccia del suo adorato Barry; ma nel frattempo questogentiluomo era stato portato viadi prigione in prigionefino a chenon fu affidato alle mani del signor Bendigo di Chancery Laneassistente dello sceriffo del Middlesex; e dalla casa di costui passònella prigione della Fleet. Lo sceriffo e il suo assistenteilprigioniero e la prigione stessa non sono ormai più di questomondo.


Finoa che visse Lady LyndonBarry godette del suo assegno e fu forsefelice in prigione come lo era stato in qualsiasi altro periodo dellasua esistenza; ma quando Sua Signoria morìil suo successoresospese immediatamente l'assegno devolvendo la somma in opere dimisericordia: dicendo che così ne sarebbe stato fatto un usoben più nobile che non potesse farne quel briccone che neaveva goduto fino allora. Alla morte di Bullingdon nella campagna diSpagna dell'anno 1811il suo patrimonio fu ereditato dalla famigliadei Tiptoff e il suo titolo si spense assorbito dal loroche erasuperiore. Non risulta che il Marchese di Tiptoff (Lord Georgesuccesse nel titolo alla morte di suo fratello) abbia seguitato aversare né l'assegno di Barry né la somma assegnata daldefunto Lord alle opere di misericordia. La proprietà miglioròconsiderevolmente sotto l'attenta amministrazione di Sua Signoria.


Glialberi di Hackton Park hanno tutti circa quarant'anni ormai e leproprietà d'Irlanda sono tutte affittate sotto forma diappezzamenti molto piccoli ai contadini del luogo che ancoraintrattengono i forestieri coi loro racconti sull'audacialediavoleriela cattiveria e la caduta finale di Barry Lyndon.




NOTE


  1. Nonsiamo mai stati in grado di trovare le prove del matrimonio del mioantenato Phaudrig con sua moglie. Non ho dubbi che sia stato Lyndona distruggere il contrattoe ad uccidere il prete ed i testimonidel matrimonio. (Nota dell'Autore).

2)Esquire (letteralmente: scudiero) è il titolo che si aggiungeal nome di colui chepur senza essere investito di un titolonobiliareviene considerato per nascita educazione o posizionesociale come gentiluomo. J. P. abbreviazione di "Justice ofPeace": giudice di pace. (Nota del Traduttore).

  1. OssiaHarry Lyndon si convertì al protestantesimo e divenne cosìerede del patrimonio familiareperché la legge inglesefavoriva gli anglicani a danno dei cattolici. (Nota del Traduttore).

4)In un altro punto delle sue Memorie il signor Barry descrive la casacome uno dei più splendidi palazzi d'Europa; ma questa èun'abitudine non insolita tra gli appartenenti alla sua nazione; econ tutto il rispetto alla sincerità irlandeseda lui tantoproclamataè noto che il nonno del signor Barry era avvocatoe che era stato l'autore della propria fortuna. (Nota dell'Autore).

5)Il famoso letterato e grammaticoautorefra l'altrodi unvocabolario molto usato al tempo del Thackeray. (Nota dell'Autore).

6)Cioè sei bottiglie di vino di Porto. (Nota dell'Autore).

7)E' il famoso Jonathan Swiftl'autore dei Viaggi di Gulliversommoumorista e uno degli autori prediletti da Thackeray. (Nota delTraduttore).

8)Gioco di paroleintraducibile in italianotra "gooseberry"(ribes) e "goose" (oca). (Nota del Traduttore).

9)Sirrah: corruzione dialettale di SirSignore. (Nota del Traduttore).

10)Sposare la bruna Bess è un espressione militarescacorrispondente al nostro "essere sotto la naia". (Nota delTraduttore).

11)Parroco.

12)I servizi di cui il signor Barry parla quisonolo sospettiamostati descritti da lui a bella posta in termini inesatti. E' moltoprobabile che sia stato impiegato a servire a tavola gli stranieri diBerlino e a riferire al Ministro di Polizia qualsiasi notizia che liriguardasse e che potesse avere interesse per il Governo. Il grandeFederico non riceveva mai un ospite senza prendere queste amichevoliprecauzioni. Per quanto concerne i duelli che il signor Barrysostenneci può essere permesso di esprimere qualche dubbiosul gran numero di questi combattimenti? Si osserveràinqualche punto delle sue Memorieche quando si trova in un passodifficileo fa cose che il mondo non considera di solitorispettabiline segue inevitabilmente un duelloin cui èvittorioso; ed egli ne deduce d'essere un uomo di onore indiscusso.(Nota dell'Editore.).

13)Anarcarsi Clootzdetto "l'amico del genere umano"grandee fanatico rivoluzionarioghigliottinato durante il Terrore. (Notadel Traduttore).

14)Come si vedeW. Thackerayoriginale in tante cosenon puòesimersi dall'andazzo di inventare un personaggio italiano comeprototipo del traditore. (Nota del Traduttore).

15)Gioco di carte francese che si gioca in tre persone. (Nota delTraduttore).

16)Tipico rappresentante dell'aristocrazia mondana e corrotta del tempodi Luigi Quindicesimo. Da non confondere col Cardinale di Richelieu.(Nota del Traduttore).

17)Heyduc soldati ungheresi appartenenti ad un corpo di nobiliuno deitanti corpi mercenari di quell'epoca. (Nota del Traduttore).

18)Questo manoscritto deve essere stato scritto all'epoca in cui MisterBrummel era l'arbitro della moda a Londra. (Nota dell'Editore).

19)Libro della nobiltàspecie di Almanacco di Gotha inglese.

(Notadel Traduttore).

20)Membri di un'Associazione agraria segreta irlandese del Diciottesimosecolo. (Nota del Traduttore).

21)Liquore alcoolico grossolano.

22)Gli Inglesi accusano gli Irlandesi di essere spacconi e mentitoricome nelle altre parti della Francia sono ritenuti i Guasconi. (Notadel Traduttore).

23)Sheridancelebre oratorecommediografo e uomo politico; Burke(1729-1798)scrittore e uomo politicocapo del partito radicale aiComunientrambi irlandesi. (Nota del Traduttore).

24)Allusione alle tipiche infedeltà della matrona d'Efeso dellaquale parla Luciano in una novella celebre in tutta l'antichità.

(Notadel Traduttore).

25)Antonio era evidentemente il nomignolo di lord George in Arcadia.(Nota del Traduttore).

26)Orazio Walpole (1717-1797)figlio del celebre uomo di stato RobertoWalpoleeditore e grande amatore d'arte. Aveva costruito a Twickenamun castello falso gotico per disporvi le sue collezioni. (Nota delTraduttore).

27)Roundhead (Testa Rotonda) era il nome dato ai puritaniairepubblicani durante la guerra civile del 1642. (Nota deltraduttore).

28)Il famoso gioielliere che fu truffato nella complicata vicenda della"collana della Regina". (Nota dell'Autore).

29)Su questa proprietàgarantendo sul suo onore che non eraipotecataBarry Lyndon prese in prestito 17.000 sterline nell'anno1786dal giovane Capitano Pigeonfiglio di un mercante della Cityche era appena entrato in possesso della propria eredità.Quanto alle proprietà e miniere Polwellan"causa di litiinterminabili"bisogna riconoscere che il nostro eroe lecomperò; ma non pagò mai più nulla oltre leprime 5.000 sterline del prezzo d acquisto. Di qui la lite di cuiegli si lamentae il famoso processo alla Cancelleria di "Trecothickcontro Lyndon "in cui il signor John Scott si distinsegrandemente. (Nota dell'Editore).

30)Da queste strane confessioni risulta evidente che il signor Lyndonmaltrattava sua moglie in tutti i modi possibili; che rifiutava lasua compagnia; che la trattava tirannicamente alienando le sueproprietàspendendo il denaro di lei al gioco e nelletavernee che le era apertamente infedele; e chequando lei silamentavaminacciava di toglierle il bambino. Néin veritàegli è il solo marito che abbia agito in un modo similee siapassato per non essere "nemico di nessuno fuorché di sestesso": cioè un compagnone gioviale ed allegro. Il mondopresenta queste simpatiche personee in verità proprio perchéad esse non è stata ancora fatta giustizia abbiamo pubblicatoquesta autobiografia. Se fosse stata quella di un puro e sempliceeroe da romanzo - uno di quegli eroici giovani che figurano neiromanzi di Scott e di James - non ci sarebbe stato bisogno dipresentare al lettore un personaggio già così spesso ecosì ben raffigurato.


BarryLyndon non èripetiamoun eroe di modello comune; ma che illettore si guardi attorno e si chieda: Non è forse vero chemolti bricconi hanno nella vita tanto successo quanto gli uominionesti? E gli sciocchi più che gli uomini di talento? E non èforse giusto che la vita di questa classe di individui vengadescritta dallo studioso dell'umana natura al pari delle azioni diquei principi delle favoledi quegli eroi perfetti e impossibiliche i nostri scrittori amano descrivere? C'è qualche cosa diingenuo e di semplice nello stile dei romanzi in voga ogginei qualiil Principe Graziosoal termine delle sue avventureentra inpossesso di tutte le ricchezze di questo mondocome in precedenza èstato dotato di tutte le qualità morali e fisiche. Ilromanziere pensa di non poter fare di più per il suo beneamatoeroe che farlo diventare Lord. Non è questa una ben miseramisura del "summum bonum"? Il maggior bene nella vita non èdi essere lord: e forse neppure di essere felice. Povertàinfermitàpersino una gobbapossono essere ricompense econdizioni di bene tanto quanto quella prosperità fisica chetutti noi inconsciamente siamo portati ad adorare. Ma questo sarebbesoggetto per un saggio e non per una nota ed è megliopermettere al signor Lyndon di riprendere la candida e ingegnosanarrazione delle sue virtù e dei suoi difetti. (Notadell'Editore).

31)Sembra che queste memorie siano state scritte verso l'anno 1814nelritiro che la fortuna aveva scelto per l'autore al termine della suavita. (Nota dell'Editore).

32)Pitt "junior"diventato conte di Chatham e capo delpartito progressista alla Camera dei Comuni.

33)Il già citato Pittconte di Chatham. (Nota del traduttore).

34)Famoso oratore e deputato radicale alla Camera dei Comuni.

(Notadel Traduttore).

35)Così scherzosamente gli inglesi chiamano la forca. (Nota delTraduttore).

36)La birra leggera era adoperata come rimedio per i mali di stomaco ele indigestioni. (Nota del traduttore).

37)Queste imprese del signor Lyndon non sono riportate nella narrazione.Probabilmentenei casi a cui si allude qui sopraegli sbrigòle sue faccende da sésenza l'ausilio della legge.

(Notadell'Editore)




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