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NiccolòMachiavelli
DECENNALI
NicolausMaclavellus
AlamannoSalviato
viropraestantissimo salutem.
LegeAlamannepostquam id efflagitastransacti decennii laboresItalicosnostrum quindecim dierum opus. Fortasse nostri aeque acItaliae vicem dolebisdum quibus ipsa fuerit periculis obnoxiaperspexeriset nos tanta infra tam breves terminos perstrinxisse.Forsitan et ambos excusabis: illam necessitudine faticuius visrefringi non potestet nos angustia temporisquod in huiusmodi ocionobis adsignatur. Verum obsecro te ut nobis non desissicut illi aclabanti patriae tuae non defuistisi cupis carmina haec nostraquaetuo invitatu edimusnon contemnenda. Vale.
VIdus Novembris MDIIII
NicolausMaclavellus
ediem
LeggeteAlamannopoi che voi lo desideratele fatiche di Italia di diecianni e la mia di quindici dì. So che c'increscerà dilei e di meveggendo da quali infortunii quella sia suta oppressaeme aver voluto tante gran cose infra sì brevi terminirestringere. So ancora escuserete l'uno e l'altro: lei collanecessità del fatoe me colla brevità del tempo che miè in simil ozio concessoE perché voicol mantenerela libertà di un de' suoi primi membriavete suvvenuto a leison certo suvverrete ancora a me delle sue fatiche recitatore; esarete contento mettere di questi mia versi tanto spiritoche delloro gravissimo subietto e della audienzia vostra diventino degni.Valete
DieVII Novembris MDIIII
Decennaleprimo
Iocanterò l'italiche fatiche
seguìtegià ne' duo passati lustri
sottole stelle al suo bene inimiche.
Quantialpestri sentierquanti palustri
narreròiodi sangue e morti pieni
pe'l variar de' regni e stati illustri!
OMusaquesta mia cetra sostieni
etuApolloper darmi soccorso
dale tue suore accompagnato vieni.
Aveva'l sol veloce sopra 'l dorso
delnostro mondo ben termini mille
equattrocen novanta quattro corso
daltempo che Iesù le nostre ville
vicitòprima ecol sangue che perse
estinsele diaboliche faville
quandoin sé discordanteItalia aperse
lavia a' Gallie quando esser calpesta
dale genti barbariche sofferse.
Eperché a sequitarle non fu presta
vostracittàchi ne tenea la briglia
assaggiòe' colpi de la lor tempesta.
Cosìtutta Toscana si scompiglia
cosìperdesti Pisa e quelli stati
chedette lor la Medica famiglia.
Népossesti gioirsendo cavati
comedovevidi sott'a quel basto
chesessant'anni v'aveva gravati;
perchévedesti el vostro stato guasto:
vedestila cittate in gran periglio
ede' Franzesi la superbia e 'l fasto.
Némestier fuper uscir de lo artiglio
d'untanto re e non esser vassalli
dimostrar poco cuor o men consiglio.
Lostrepito de l'armi e de' cavalli
nonpossé far che non fussi sentita
lavoce d'un cappon fra cento galli;
tantoche 'l re superbo fe' partita
posciache la cittate esser intese
permantener sua libertateunita.
Ecom'e' fu passato nel sanese
nonprezzando Alessandro la vergogna
sivolse tutto contr'al Ragonese.
Ma'l Galloche passar securo agogna
vollecon seco del papa 'l figliuolo
noncredendo a la fé di Catalogna.
Cosìcol suo vittorioso stuolo
passònel Regno qual falcon che cale
ouccel ch'abbi più veloce volo.
Poiche d'una vittoria tanta e tale
sifu la fama ne li orecchi offerta
aquel primo motor del vostro male
conobbeben la sua stultizia certa;
edubitando cader ne la fossa
checon tanto sudor s'aveva aperta
néli bastando sua natural possa
fecequel ducaper salvar el tutto
colpapaImperio e Marco testa grossa.
Nonfu per questoperòsalvo al tutto
perch'Orliensin Novara salito
lidiè de' semi suoi el primo frutto.
Ilche poi che da Carlo fu sentito
delduca assai e del papa si dolse
edel suo figlio che s'era fuggito;
néquasi in Puglia più dimorar volse;
lasciato'n guardia assai gente nel Regno
versoToscana col resto si volse.
Inquesto mezzovoiripien di sdegno
nelpaese pisan gente mandasti
controa quel popol di tanto odio pregno;
edopo qualche disparertrovasti
nuoviordini al governo: e furon tanti
che'l vostro stato popular fondasti.
Masendo de' Francesi lassi alquanti
perli lor modi e termin disonesti
epe' lor pesi che vi avéno infranti
poiche di Carlo il ritorno intendesti
desiderosifuggir tanta piena
lacittà d'arme e gente provvedesti.
Eperò giunto con sue genti a Siena
sendocacciato da più caso urgente
n'andòper quella via ch'a Pisa il mena;
dovegià di Gonzaga il furor sente
ecome ad incontrarlo sopra 'l Taro
aveacondotto la Marchesca gente.
Maquei robusti e furiosi urtaro
contal virtù l'italico drappello
chesopra 'l ventre suo oltre passaro.
Disangue il fiume pareva a vedello
ripiend'uomini e d'arme e di cavagli
cadutisotto al gallico coltello.
Cosìgl'Italian lasciorno andagli;
elorsanza temer gente avversara
giunsonin Asti e sanz'altri travagli.
Quivila triegua si concluse a gara
nonestimando d'Orliens el grido
népensando a la fame di Novara.
Eritornando e' Franzesi al lor lido
avendovoi a nuovi accordi tratti
saltòFerrando nel suo dolce nido;
dondeco' Vinizian sequirno e' patti
peraiutarsie più che mezza Puglia
concesselore signor ne gli ha fatti.
Quila Lega di nuovo s'incavuglia
perobsistere al Galloe voi sol soli
rimanestiin Italia per aguglia;
eper esser di Francia buon figliuoli
nonvi curastiin seguitar sua stella
sostenermille affanni e mille duoli.
Ementre che nel Regno si martella
fraMarco e Francia con evento incerto
finch'e'Franzesi affamorno in Atella
voivi posavi qui col becco aperto
perattender di Francia un che venisse
aportarvi la manna nel deserto
eche le rocche vi restituisse
diPisaPietrasanta e l'altra villa
sìcome 'l re più volte vi promisse.
Vennealfin Lanciaimpugno e quel di Lilla
Vitellie altri assaiche v'ingannorno
conqualche cosa che non è ben dilla.
SolBeumonte vi rendé Livorno
mali altritraditori al ciel rebelli
ditutte l'altre terre vi privorno;
eal vostro Leon trassor de' velli
laLupa con San Giorgio e la Pantera;
tantopar che fortuna vi martelli!
Dapoi ch'Italia la francesca stiera
scacciòda sée sanza tempo molto
confortuna e saper libera s'era
volseverso di voi e 'l petto e 'l volto
insiemetuttae dicea la cagione
essersol per avervi a Francia tolto.
Voifavoriti sol da la ragione
controlo 'ngegno e forza lor un pezzo
tenestiritto 'l vostro gonfalone;
perchésapevi ben che per disprezzo
eragrata a' vicin vostra bassezza
egli altri vi volevon sanza prezzo.
Chiunquetemea la vostra grandezza
vivenia contrae quelli altri eran sordi;
ch'ogniuomo esser signor di Pisa apprezza.
Macome volse il cielfra quest'ingordi
sursel'ambizione Marco e 'l Moro
aquel guadagno non furon concordi.
Questavenir al vostro tenitoro
fecel'Imperioe partir sanza effetto
ladiffidenza che nacque fra loro
tantoch'alfin la Bisciaper dispetto
viconfortò a non aver paura
distar a Marco ed a sue forze a petto.
Equel condusse in su le vostre mura
elvostro gran rebel; onde ne nacque
dicinque cittadin la sepultura.
Maquel ch'a molti molto più non piacque;
evi fe' disunirfu quella scuola
sotto'l cui segno vostra città iacque:
i'dico di quel gran Savonerola
elqualafflato da virtù divina
vitenne involti con la sua parola;
maperché molti temen la ruina
vederde la lor patria a poco a poco
sottola sua profetica dottrina
nonsi trovava a riunirvi loco
senon cresceva o se non era spento
elsuo lume divin con maggior foco.
Néfu in quel tempo di minor momento
lamorte del re Carlola qual fe'
delregno 'l duca d'Orliens contento.
Eperché 'l papa non possea per sé
medesmofar alcuna cosa magna
sirivolse a favor del nuovo re;
fece'l divorzio e diegli la Brettagna:
ea l'incontroil re la signoria
lipromisse e li stati di Romagna.
Edavendo Alessandro carestia
dichi tenessi la sua insegna eretta
perla morte e la rotta di Candia
sivolse al figlioche seguia la setta
de'gran chercutie da quei lo rimosse
cambiandoliel cappello a la berretta.
Intanto 'l Viniziancon quelle posse
dela gente che in Pisa avea ridotta
versodi voi la sua bandiera mosse;
talchesuccessa del Conte la rotta
aSanto Regolvoi costretti fusti
darla mazza al Vitel e la condotta.
Eparendovi fierforti e robusti
pervirtù di queste armi esser venuti
movesti'l campo contro a quelli ingiusti;
névi mancando li sforzeschi aiuti
volevicon la insegna vitellesca
sopra'l muro di Pisa esser veduti.
Maperché quel disegno non riesca
Marradiprimae di po' il Casentino
feritofu da la gente Marchesca.
Voivoltasti il Vitello a quel cammino
inmodo talche rimase disfatto
sottole insegne suel'Orso e Urbino.
Eancor peggio si sare' lor fatto
sefra voi disparer non fussi suto
perla discordia fra 'l Vitello e 'l Gatto.
Dapoi che Marco fu così battuto
fecel'accordo con Luigi in Francia
pervendicar el colpo ricevuto.
Eperché 'l Turco arrestava la lancia
controdi lortanto timor li vinse
dinon far cigolar la lor bilancia
ch'afar con voi la pace li sospinse
euscirsi di Pisa al tutto sparsi;
e'l Moro a consentirla voi costrinse
perveder se possea riguadagnarsi
conquesto benifizio el Viniziano
lialtri remedi iudicando scarsi.
Maquesto suo disegno ancor fu vano
perchégli avien la Lombardia divisa
secretamentecol gran re cristiano.
Cosìrestò l'astuzia sua derisa
evoisanza temer di cosa alcuna
ponesti'l campo vostro intorno a Pisa;
doveposasti 'l corso d'una luna
senz'alcunfruttoch'a' principii forti
s'opposecrudelmente la fortuna.
Lungosarebbe narrar tutti e' torti
tuttil'inganni corsi in quello assedio
etutti e' cittadin per febbre morti.
Enon veggendo a l'acquisto remedio
levasti'l campoper fuggir l'affanno
diquella impresa e del Vitello el tedio.
Pocodi poidel ricevuto inganno
vivendicasti assaidando la morte
aquel che fu cagion di tanto danno.
ElMoro ancor non corse miglior sorte
inquesto tempoperché la corona
diFrancia li era già sopra le porte;
ondefuggìper salvar la persona:
eMarcosanz'alcun ostaculmesse
le'nsegne in Ghiaradadda ed in Cremona.
Eper servar el Gallo le promesse
alpapafu bisogno consentigli
che'l Valentin de le sue genti avesse;
elqualsotto la insegna de' tre gigli
d'Imolae di Furlì si fe' signore
ecavonne una donna co' suo' figli.
Evoi vi ritrovavi in gran timore
peresser suti un po' troppo infingardi
asequitar el Gallo vincitore.
Purdopo la vittoria co' Lombardi
contentofu d'accettarvinon sanza
faticae costo pe 'l vostro esser tardi.
Néfu appena ritornato in Franza
cheMilan richiamava Lodovico;
permantener la popular usanza;
ma'l Gallopiù veloce ch'io non dico
inmen tempo che voi non diresti ecco
sifece forte contr'al suo nimico.
Volsonoe' Galli di Romagna el becco
versoMilanper soccorrer e' suoi
lasciandoil Papa e 'l Valentino in secco.
Eperché 'l Gallo ne portassi poi
comeportòla palma con l'ulivo
nonmancasti anche a darli aiuto voi;
ondeche 'l Moro d'ogni aiuto privo
vennea Mortara co' Galli alle mani
eginne in Francia misero e cattivo.
Ascaniosuo frateldi bocca a' cani
sendoscampatoper maggior oltraggio
lalealtà provò de' Viniziani.
Volsonoe' Gallidi poifar passaggio
ne'terren vostrisol per isforzare
eridurre e' Pisani a darvi omaggio.
Cosìvennon avanti enel passare
chefece con sue gentiBeumonte
trassea la Sega più d'un mascellare.
Ecome furno co' Pisani a fronte
piendi confusiondi timor cinti
nondimostrorno già lor forze pronte
madipartirsi quasi rottie tinti
digran vergogna; e conobbesi 'l vero
comee' Franzesi possono esser vinti.
Néfu caso a passarlo di leggero
perchése fece voi vili e abietti
fua' Franzesi il primo vitupero;
névoi di colpa rimanesti netti
peròche 'l Gallo ricoprir volea
lasua vergogna con gli altrui defetti
néanche 'l vostro stato ben sapea
deliberarsi;e mentre che 'nfra dua
delre non ben contenti si vivea
elduca Valentin le vele sua
ridettea' venti e verso 'l mar di sopra
dela sua nave rivoltò la prua;
econ sua gente fe' mirabil opra
espugnandoFaenza in tempo curto
emandando Romagna sottosopra.
Sendodi poisopra Bologna surto
congran fatica la Sega sostenne
laviolenza di sue genti e l'urto.
Partitoquindiin Toscana ne venne
sérivestendo de le vostre spoglie
mentreche 'l campo sopra 'l vostro tenne;
ondeche voi per fuggir tante doglie
comecolor che altro far non ponno
cedestiin qualche parte a le sue voglie.
Ecosì le sue genti oltre passonno
manel passarpiacque a chi Siena regge
rinnovellarPiombin di nuovo donno.
Acostor retro venne nuova gregge
chesopra 'l vostro stato pose 'l piede
nonmoderata da freno o da legge.
Mandavaquesti el re contr'a l'erede
diFerrandin eperché si fuggissi
lametà di quel Regno a Spagna diede;
tantoche Federigo dipartissi
vistade' suoi la capuana pruova
ene le man di Francia a metter gissi.
Eperché 'n questo tempo si ritruova
Roanoin Lombardiavoi praticavi
farcol reper suo mezzolega nuova.
Erisanz'armi e 'n gran timore stavi
pe'l corno ch'al Vitello era rimaso
ede l'Orso e del papa dubitavi.
Eparendovi pur viver a caso
edubitando non esser difesi
sevi avveniva qualche avverso caso
dopo'l voltar di molti giorni e mesi
nonsanza grande spendiofusti ancora
insua protezion da Francia presi;
sotto'l cui caldo vi pensasti allora
possertòr a' Pisan le biade in erba
ele vostre bandiere mandar fuora.
MaVitellozzo e sua gente superba
sendocontra di voi di sdegno pieno
perla ferita del fratello acerba
alCavallo sfrenato ruppe 'l freno
pertradimentoe Valdichiana tutta
vitolsee l'altre terrein un baleno.
Laguerrache Firenze avea distrutta
ela confusion de' cittadini
vife' questa ferita tanto brutta;
eda cotante iniurie de' vicini
perliberarvie da sì crudo assalto
chiamastie' Galli ne' vostri confini.
Eperché 'l Valentino avea fatto alto
consue genti a Nocerae quindi preso
elducato d'Urbin sol con un salto
stavicol cuor e con l'almo sospeso
checol Vitello e' non si raccozzassi
econ quel fussi a' vostri danni sceso;
quandoa l'un comando che si fermassi
pe'vostri prieghiel re di San Dionigi;
al'altro furno e' suo' disegni cassi.
Trasse'l Vitel d'Arezzo e' suo' vestigi;
ilduca in Asti si fu presentato
periustificar sé col re Luigi.
Nésare' tanto aiuto a tempo stato;
senon fussi la 'ndustria di colui
cheallora governava 'l vostro stato
forseche venavate 'n forza altrui;
perchéquattro mortal ferite avevi
chetre ne fur sanate da costui:
Pistoiain parte rebellar vedevi
edi confusion Firenze pregna
ePisa e Valdichiana non tenevi.
Costuila scala a la suprema insegna
posesu per la qual condotta fusse
s'animac'era di salirvi degna;
costuiPistoia in gran pace ridusse;
costuiArezzo e tutta Valdichiana
sottol'antico iugo ricondusse.
Laquarta piaga non possé far sana
diquesto corpoperché nel guarillo
s'oppose'l tempo a sì felice mana.
Venutodunqueel giorno sì tranquillo
nelqual el popol vostrofatto audace
elportator creò del suo vessillo
néfur d'un cerbio due corna capace
acciòche sopra la lor soda petra
potessiedificar la vostra pace.
Es'alcun da tal ordine s'arretra
peralcuna cagionesser potrebbe
diquesto mondo non buon geométra.
Posciache 'l Valentin purgato s'ebbe
eritornato in Romagnala impresa
controa messer Giovanni far vorrebbe;
macome fu questa novella intesa
parche l'Orso e 'l Vitel non si contenti
divoler esser seco a tale offesa.
Erivolti fra lorquesti serpenti
divelen pien cominciar a ghermirsi
econ gli unghioni a stracciarsi e co' denti;
emal possendo el Valentin fuggirsi
libisognòper ischifar el rischio
conlo scudo di Francia ricoprirsi;
eper pigliar e' suoi nemici al vischio
fischiòsuavementee per ridurli
nela sua tanaquesto bavalischio.
Némolto tempo perse nel condurli
che'l traditor di Fermo e Vitellozzo
equelli Orsinche sì nimici furli
nele sue insidie presto dier di cozzo;
dovel'Orso lasciò più d'una zampa
eal Vitel fu l'altro corno mozzo.
SentìPerugia e Siena ancor la vampa
del'idrae ciaschedun di que' tiranni
fuggendoinnanzi a la sua furia scampa.
Né'l cardinal Orsin possé li affanni
dela sua casa misera fuggire
marestò morto sotto mille inganni.
Inquesti tempi e' Galli pien d'ardire
controgl'Ispani voltorno le punte
volendoel Regno a lor modo partire;
ele genti inimiche arien consunte
edel Reame occupato ogni cosa
nonessendo altre forze sopraggiunte;
madivenuta forte e poderosa
laparte ispanafe' del sangue avverso
laPuglia e la Calavria sanguinosa.
Ondeche 'l Gallo si rivoltò verso
Italiairatocome quel che brama
diriaver lo stato e l'onor perso.
Elsir de la Tremogliauom di gran fama
pervendicarloin queste parti corse
asoccorrer Gaeta che lo chiama;
némolto innanzi le sue genti porse
perchéValenza e 'l suo padre mascagno
disequitarlo li metteno in forse.
Cercavonquesti di nuovo compagno
chedessi lor degli altri stati in preda
nonveggendo col Gallo più guadagno.
Voiper non esser del Valentin preda
comeeravate stati ciascun dì
eche non fussi di Marzocco ereda
condottoavevi di Can el baglì
concento lance e altra gente molta
credendopiù securi star così;
conla qual gentela seconda volta
facestiPisa di speranza priva
dipotersi goder la sua ricolta.
Mentreche la Tremoglia ne veniva
eche fra 'l Papa e Francia umor ascoso
ecollera maligna ribolliva
malòValenza eper aver riposo
portatofu tra l'anime beate
lospirto d'Alessandro glorioso;
delqual sequirno le sante pedate
tresue familiari e care ancelle
lussuriasimonia e crudeltate.
Macome furno in Francia le novelle
AscanioSforzaquella volpe astuta
conparole suaviornate e belle
aRoan persuase la venuta
d'Italiapromettendogli l'ammanto
chesalir a' cristiani in cielo aiuta.
E'Galli a Roma s'eron fermi intanto
népassar volson l'onorato rio
mentreche vòto stette 'l seggio santo.
Ecosì fu creato papa Pio;
mapochi giorni stiè sott'a quel pondo
chegli avie posto in su le spalle Iddio.
Congran concordiapoiIulio secondo
fufatto portinar di Paradiso
perristorar de' suo' disagi 'l mondo.
Poich'Alessandro fu dal ciel ucciso
lostato del suo duca di Valenza
inmolte parte fu rotto e diviso.
BaglionVitelliOrsin e la semenza
diMontefeltro in casa lor ne girno
eMarco prese Rimini e Faenza.
Insinoin Roma il Valentin sequirno
e'Baglion e gli Orsinper darli guai
ede le spoglie sue si rivestirno.
Iulio sol lo nutrì di speme assai;
equel duca in altrui trovar credette
quellapietà che non conobbe mai.
Mapoi ch'ad Ostia qualche giorno stette
perdipartirsiel papa fe' tornallo
inRomae a sue genti a guardia 'l dette.
Intantoe' capitan del fiero Gallo
soprala riva del Gariglian giunti
facevanogni forza per passallo;
eavendo in quel luogo invan consunti
congran disagio molti giorni e notti
dalfreddo afflitti e da vergogna punti
enon essendo insieme mai redotti
pervari luoghi e 'n più parti dispersi
daltempo e da' nimici furon rotti.
Ondeavendo l'onor e' danar persi
aSalsaa Roma e quivitutto mesto
sidolfe 'l Gallo de' suo' casi avversi.
Eparendo a l'Ispano aver in questo
conflittoavuto le vittorie sue
névolendo giucar co' Galli el resto
forsesperando ne la pace piue
fecefermar el bellico tumulto
ede la triegua ben contento fue.
Névoi tenesti 'l valor vostro occulto
mad'arme più gagliarde vi vestisti
perposser meglio opporvi a ogni insulto.
Néda le offese de' Pisan partisti
anzitogliesti lor le terze biade
eper mare e per terra li assalisti.
Eperché non temén le vostre spade
voivi sforzasti con varii disegni
rivolgerArno per diverse strade.
Orper disacerbar li animi pregni
avetea ciaschedun le braccia aperte
ch'adomandar perdon venir si degni.
Intanto'l papadopo molte offerte
fe'di Furlì e de la rocca acquisto
eBorgia si fuggì per vie coperte;
ebenché fussi da Consalvo visto
conlieto voltoli pose la soma
chemeritava un rebellante a Cristo.
Eper far ben tanta superbia doma
inIspagna mandò legato e vinto
chigià fe' tremar voi e pianger Roma.
Havolto el sol duo volte l'anno quinto
sopraquesti accidenti crudi e fieri
edi sangue ha veduto il mondo tinto;
eor raddoppia l'orzo a' suo' corsieri
acciòche presto presto si risenta
cosache queste vi pain leggieri.
Nonè ben la fortuna ancor contenta
néposto ha fine a l'italiche lite
néla cagion di tanti mali è spenta;
nonson e' regni e le potenzie unite
néposson esserperché 'l papa vuole
guarirla Chiesa de le sue ferite.
L'imperadorcon l'unica sua prole
vuolpresentarsi al successor di Petro;
alGallo el colpo ricevuto duole;
eSpagnache di Puglia tien lo scetro
vatendendo a' vicin laccioli e rete
pernon tornar con le sue imprese a retro;
Marcopien di paura e pien di sete
frala pace e la guerra tutto pende;
evoi di Pisa troppa voglia avete.
Pertanto facilmente si comprende
che'nfin al cielo aggiugnerà la fiamma
senuovo fuoco fra costor s'accende.
Ondel'animo mio tutto s'infiamma
ordi speranzaor di timor si carca
tantoche si consuma a dramma a
dramma;perché saper vorrebbe dovecarca
ditanti incarchidebbeo in qual porto
conquesti ventiandar la vostra barca.
Pursi confida nel nocchier accorto
ne'remine le vele e ne le sarte;
masarebbe il cammin facil e corto
sevoi el tempio riaprissi a Marte.
Decennalesecondo
Glialti accidenti e fatti furiosi
chein dieci anni seguenti sono stati
poichetacendola penna riposi
lemutazion di regniimperi e Stati
successepur per l'italico sito
dalconsiglio divin predestinati
canteròio; e di cantare ardito
saròfra molto piantobenché quasi
siape 'l dolor divenuto smarrito.
Musase mai di te mi persuasi
prestamigraziache 'l mio verso arrivi
ala grandezza de' seguiti casi;
edal tuo fonte tal grazia derivi
dicotanta virtùche 'l nostro canto
contentialmanco quei che son or vivi.
Erasospeso il mondo tutto quanto;
ognunteneva le redine in mano
delsuo destrier affaticato tanto
quandoBartolomeo detto d'Alviano
conla sua compagniapartì del Regno
nonben contento del gran Capitano;
eper dar loco al bellicoso ingegno
oper qualunque altra cagion si fosse
d'entrarin Pisa avea fatto disegno.
Ebenché seco avesse poche posse
purnon di manco del futuro gioco
fula prima pedona che si mosse.
Mavoivolendo spegner questo foco
vipreparaste bene e prestamente;
talche 'l disegno suo non ebbe loco;
chegiunto da la Torre a San Vincente
perla virtù del vostro Giacomino
fuprosternata e rotta la sua gente.
Elqualper sua virtùpe 'l suo destino
intanta gloria e tanta fama venne
quant'altromai privato cittadino.
Questoper la sua patria assai sostenne
edi vostra milizia il suo decoro
congran iustizia gran tempo mantenne;
avarode lo onorlargo de l'oro
edi tanta virtù visse capace
chemerita assai più ch'io non lo onoro.
Eor negletto e vilipeso iace
nele sue casepovervecchio e cieco:
tantoa fortuna chi ben fa dispiace!
Dipoise a mente ben tutto mi reco
gisticontr'ai Pisancon quella speme
chequella rotta avea recata seco;
maperché Pisa poco o nulla teme
nonmolto tempo il campo vi tenesti
ch'eifu principio d'assai tristo seme.
Ese i danar ed onor vi perdesti
seguitandoil parer universale
alvoler popular satisfacesti.
Ascaniointantomort'eracol quale
s'eranlevati gran principi a gara
perrenderlo al suo stato naturale.
Mort'eraErcule duca di Ferrara
mort'eraFedericoe di Castiglia
Elisabettaregina preclara.
Ondeche 'l Gallo per partito piglia
farpace con Ferrando e li concesse
persua consorte di Fois la figlia;
ela sua parte di Napoli cesse
perdote di costeie 'l re di Spagna
lifece molte larghe l'impromesse.
Inquestol'arciduca di Brettagna
s'erapartito che con seco avea
condottamolta gente de la Magna
perchépigliar il governo volea
delregno di Castigliaquale a lui
enon al suocer suos'appartenea.
Ecome in alto mar giunse costui
fudai venti l'armata combattuta
tantoche si ridusse in forza altrui;
chéla sua navedai venti sbattuta
applicòin Inghilterrala quale fue
pe'l duca di Soffolch male veduta.
Indipartito con le genti sue
inCastiglia arrivò la sua persona
doveFerrando non istette piue;
maridotto nel regno d'Aragona
perir di Puglia il suo stato a vedere
partìcon le galee da Barzalona.
Inquestopapa Iulio più tenere
nonpossendo il feroce animo in freno
alvento dette le sacre bandiere
ed'ira natural e furor pieno
contr'allioccupator d'ogni sua terra
isparseprima il suo primo veleno.
Eper gittarne ogni tiranno in terra
abbandonandola sua santa soglia
aPerugia e Bologna ei mosse guerra.
Macedendo e' Baglion a la sua voglia
restornoin casae sol del Bolognese
cacciòl'antica casa Bentivoglia.
Inquestopoimaggior fuoco s'accese
percerto greve disparer che nacque
fragli ottimati e 'l popul genovese.
Perfrenar questoal re di Francia piacque
passari monti e favorir la parte
cheper suo amor prostrata e vinta giacque;
econ ingegno e con forza e con arte
lostato genovese ebbe ridutto
sottole sue bandiere in ogni parte.
Poiper levar ogni sospetto in tutto
apapa Iulioche non l'assalisse
sifu in Savona subito condutto;
ov'aspettòche Ferrando venisse
ch'agovernar Castiglia ritornava
làdove poco inante dipartisse;
perchéquel regno già tumultuava
sendomorto Filippoe nel tornare
parlòcon Franciadove l'aspettava.
L'Imperiointantovolendo passare
secondoch'è la lor antica usanza
aRomaper volersi incoronare
unadieta avea fatto in Gostanza
ditutt'e' suoi barondove del Gallo
mostròl'iniurie e de' baron di Franza;
eordinò che ognun fusse a cavallo
conla sua gente d'arme e fanteria
perogni modo il giorno di san Gallo.
MaFranza e 'l Marco che questo sentìa
unironla lor gente esotto Trento
uniti'nsieme li chiuser la via.
NéMarco a le difese stiè contento;
ferìlloin casae a l'Imperio tolse
Goriziacon Trieste in un momento.
OndeMassimian far triegua volse
veggendocontr'ai suoi tanto contrasto
ele due terre d'accordo si tolse;
lequal di poi si furono quel pasto
quelrio bocconquel venenoso cibo
chedi San Marco ha lo stomaco guasto.
Perchél'Imperiosì come io vi scribo
sut'eraoffesoe al buon re de' Galli
parvede' Vinizian esser corribo.
Cosìperché il disegno a Marco falli
elpapa e Spagna insieme tutt'a dua
s'unironcon l'imperio e i gigli gialli.
Nésteron punto de' patti infra dua
masubito convennonin Cambrai
ch'ognuns'andassi per le cose sua.
Inquesto voi provvedimenti assai
avevirattiperché verso Pisa
tenevivolti gli occhi sempre mai
nonpossendo posar in nulla guisa
senon l'avevi; e Ferrando e Luigi
v'aviend'averla la via intercisa.
Eli vostri vicini e' lor vestigi
seguénfaccendo lor larga l'offerta
movendoviogni dì mille litigi;
talchevolendo far l'impresa certa
bisognòa ciascuno empier la gola
equella bocca che teneva aperta.
Dunquesendo rimasta Pisa sola
subitamentequella circundasti
nonvi lasciando entrar se non chi vola:
equattro mesi intorno ivi posasti
congran disagi e con assai fatica
econ assai dispendio l'affamasti.
Ebenché fussi ostinata inimica
purda necessità costretta e vinta
tornòpiangendo a la catena antica.
Nonera in Francia ancor la voglia estinta
dimuover guerrae per l'accordo fatto
unagran gente ha in Lombardia sospinta.
Epapa Iulio ancor ne venne ratto
conle genti in Romagnae Berzighella
assaltòe Faenza inanti tratto.
Mapoi che a Trevi e cert'altre castella
fraFranza e 'l Marco alcun leggier assalto
fuor con trista or con buona novella
alfinMarco rimase in su lo smalto:
posciache a Vailà misero salse
cascòdel grado suo ch'era tant'alto.
Chefia degli altrise questo arse ed alse
inpochi giorni? e se a cotanto impero
iustiziae forza ed union non valse?
Giteo superbiomai col viso altero
voiche li scettri e le corone avete
edel futuro non sapete un vero!
Tantov'accieca la presente sete
chegrosso tienvi sopra gli occhi un velo
chele cose discosto non vedete.
Diquinci nasce che 'l voltar del cielo
daquesto a quello i vostri stati volta
piùspesso che non muta e 'l caldo e 'l gelo;
chese vostra prudenzia fusse volta
acognoscer il mal e rimediarve
tantapotenza al ciel sarebbe tolta.
I'non potrei sì presto raccontarve
quantosì presto poi de' Viniziani
dopola rottaquello stato sparve.
LaLombardia el gran re de' cristiani
occupòmezzaequel resto che tiene
colnome solo il seggio de' Romani;
ela Romagna al gran Pastor perviene
sanzacontrasto; e 'l re de' Ragonesi
anch'eiper le sue terre in Puglia viene.
Manon sendo il Tedesco in que' paesi
ancorvenutoda San Marco presto
ePadova e Trevigi fur ripresi.
OndeMassimiansentendo questo
congrande assembramento venne poi
perpigliar quello e non perdere il resto.
Ebenché fuss'adiutato da voi
eda Francia e da Spagnanon di manco
fe'questo come li altri fatti suoi:
chesendo stato con l'animo franco
aPadova alcun giornotutt'afflitto
levòle gentiaffaticato e stanco;
eda la Lega sendo derelitto
diritornarsi ne la Magna vago
perdéVicenza per maggior despitto...