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FrancescoGuicciardini



CONSOLATORIA




Fattadi settembre 1527 a Finocchieto

temporepestis.


Ionon mi maraviglioFrancescobenché io ti cognosca di animofermo e virileche tu ti truovi ripieno di grandissimo dispiacereperché sono concorsi in uno tempo medesimo troppi accidenti aperturbarti; nè è solo la roba in che tu patiscima dipiù la grandezzala degnitàe quello che io credo cheti pesi sopra tutte le cosel'onore. Hai per la ruina del ponteficeperduto la presidenzia di Romagnaluogo che ti dava grandissimautilità e tanta riputazioneche ogni uomo grande e nato inmaggiore grado che privatose ne sarebbe onorato; hai perduto unopontefice che t'aveva singulare affezionema molto maggioreconfidenziae che voleva che ordinariamente tu stessi apresso a luie consigliassi e trattassi tutte le faccende importante e segretedello statoe ne' tempi della guerra t'aveva proposto a eserciti contanta autorità che maggiore non aveva riservata a sè.Donde oltre a consumare el tempo in cose onorevoli e che dilettano lanatura tuaeri venuto e ti saresti conservato in notizia eriputazione apresso a tutti e' principi cristianie per tutta Italiacognosciuto e stimato tantoche tanto non credo che tu avessi nondico mai sperato ma neanche ardito di desiderare. E da questagrandezza e riputazione ti venivano in mano grossissime facultàlecitamenteonoratamente e sanza offesa o dispiacere di persona; equello io so che tu stimavi assaivedervi aperta la via di collocarenella tua patria le tue figliuole con migliori e più onoratipartiti che vi fussino. Le quali perditein sè grandissimefa ancora maggiore la causa per la quale tu l'hai perdute; perchénon morte naturale del papanon impedimento sopravenuto alla personatuanon caso ordinario o che prima si fussi potuto pensaret'hatolto tanto gradoma uno accidente atroce e miserabilesendo quellopovero e misero principe così infelicemente diventato prigionedegli spagnuoli. In che bisogna che non solo ti offenda el danno tuoma forse non manco quello di Italia e di tutto el mondo; non solo lointeresse tuoma la compassione di quello infelice signore col qualehai grandissima obligazionee per gli utili e per gli onorigrandissimi che t'ha fattoma molto più per la fede eccessivache ha avuto in teper la quale t'ha tante volte posto in mano tuttolo stato suonon ostante che tu non gli fussi nè parentenène' tempi infelici di casa sua gli avessi serviti ed obligatili incosa alcuna.

Edin questo oltre al dispiacere che tu senti di tanta sua miseriacredo ti molesti non poco el ricordarti che la deliberazione delpigliare la guerra dalla quale sono nati tutti e' suoi malifuancora consigliata e riscaldata da te: in modo che non meno ti debbamuovere el parerti che anche tu n'abbia dato qualche causachefaccia lo effetto stesso di tanta ruina; e se pure tu non avessiperduto altro che questi accidenti dependenti dal papatocredo chepure li tollereresti assai commodamenteconsiderando che erano coseavventizie e non naturali tue. Ma quando io veggo che tu sei percossosi può dire nel tuo proprioed in quello che depende dallapatria tuanon posso credere che el dispiacere tuo non sia infinito;perché io veggo che con grandissima iniquità ti èstata posta una gravezza di qualità che le facultà tuenon la possono portare; e se si metterà in uso qualche voltabisogna o che pagandola tu impoveriscao che non la volendo pagaretu perda per modo di parlare la civilità e forse la patriadonde oltre alli altri incommodi ti si difficulta mirabilmente elmaritare delle figliuolecosa tanto stimata da teed in modo chequelli medesimi che altra volta l'hanno dimandateofferendole ora tulorole rifiuteranno.

Veggoche per li umori che ora possono nella città tu ti truoviescluso da tutto el governoe con poca speranza che questi romoricausati da errore o da malignitàs'abbino a purgare prestocome molti credono; in modo che da uno estremo eccessivo di onoridiriputazionedi faccende grandissime e di notizia universale in chetu eriti truovi precipitato subito in uno altro estremo di unovivere oziosoabiettoprivatissimosanza degnitàsanzafaccendeinferiore nella tua città a ogni piccolo cittadinoe di sorte che non che altrocredo ti vergogni quando passano perquesta forestieri che t'hanno visto in tanta grandezzaed oraintendono che tu sia ridotto in grado sì basso e sìinfelice. Nè è di poco momento li inimiciche pervolere fare el debito e per volere servire fedelmente al tuo padronee satisfare all'onore tuotu ti hai fatti in molti luoghi di Italiagrandi e di qualità da poterti nuocere in molte occasionemassime se la necessità ti constrìgnessi a andarefuoradove non puoi andare più con guardie e con armati comehai fatto per el passato; in modo che della grandezza ed autoritàche hai avutoti è restato el pericoloe ti è restatoquasi per necessità uno modo di vivere di più spesa chenon conviene al grado presente ed alle facultà che tu hai.

Maoltre a tutti e' dispiaceri detti di soprache certo sono grandiperché io so quanto conto tu hai sempre tenuto dell'onoreequanto per questo ti sei sempre conservato integro ed astinente dellaroba di altrie procurate con tutte le opere ed azioni tue averebuono nome; perché io so quanto sempre hai amato la patriaequanto capitale hai sempre fatto di avervi drento buona grazia ebuona famae per questa cagione le grandezze e maneggi tuoi non mait'hanno potuto spiccare da pensieri e dimostrazione di cittadino;sono certissimo che quello che ti duole insino al cuorequello cheti cava l'animaè el vedere che sanza alcuno fondamento diveritàsanza alcuna cagionefu sparsa voce sìuniversale che tu abbi in questa guerra rubato e' danari publicichetu abbia per avarizia o per malignità permesso che e' soldatifaccino tanti danni in questo contadoche tu sia di animo tirannicoed inimico della libertà della città. La quale opinionenon solo si è dimostrata con le parolema molto piùcon le operepoi che in questa distribuzione della gravezzae nelleelezione de' venti che avessino a prestaresei stato messo alparagone o di persone vili e di nessuno rispettoo di uominicorruttibiliusurpatori e di pessima fama. E così in luogo diquello buono nome e quella fama e benevolenzia singulare diintegritàdi modestia e di amatore de' populiche tu contante fatiche e pericoli hai acquistato nelle provincie forestiereora nella patria tua alla quale sempre hai avuto la mirati truoviin concetto di animo non integronon bene compostonèmoderatonè amatore de' commodi publichi.

Quandoio mi ricordo di queste cose e considero quanto torto ti sia fattoequanto male siano ricognosciute le tue buone operecosì miaiuti Dio come per lo amore che io ti portoio ho dolorenon vogliodire equale al tuoma certo come sentirei di cose proprie che mipesassino assai; e lo mostrerrei con l'effetto sebenché conmia grandissima incommoditàio potessi fare opera alcuna chein qualche parte ti alleggerissi la causa di tanti dispiaceri. Ma poiche io non posso fare questomi sforzerò almanco con leparole darti quella medicina o quello lenitivo che io saprò;non perché io non intenda non potere nè sapere direcosa che tu meglio di me non cognoscama per fare lo officiodell'amico almeno con la buona volontà. se non potrò onon saprò con gli effetti.

E'dispiaceri che tu hai sono sanza dubbio grandissimie potentissimele ragione che ti fanno risentire; ma non sonose tu bene considerialla fine minore quelle donde ha a nascere el conforto e laconsolazione tua; dico ancora quelle che sono facilmente capace alsenso degli uomininè aliene dal vivere nostro commune equotidiano el quale è delicato e non patisce rimedi o medicinetroppo potentile quali chi potessi comportareed udire in questoluogo e' teologi o e' filosofisi curerebbe facilissimamente moltomaggiore infermità che non è la tua. Perché cometu proponessi la memoria dell'altra vitaa comparazione della qualequesta è uno puntoe che Dio manda spesso le tribulazioneagli uomini non per gastigargli ma per purgarlie che chi per amoresuo le tollera pazientemente ha da reputare felicità lo esserevisitato da lui di qua con questi modiperché mirabilmenteapprofittano di là: chi dicosi riducessi a memoria questecosesarebbe ne' tuoi dispiaceri con maggiore piacere che non avestimai tu nelle tue felicità. Cosìchi procedendofilosoficamente si ricordassi che questi beni della fortuna sono dinessuno momentoe da essere stimati da' savi come cosa vilissìmae' quali chi perdeperde più presto una soma inutile etravagliosache cosa di alcuno valoree che la felicità edel sommo bene consiste solo nella virtù e ne' beni delloanimo: chi dicosi ricordasse di questoavendo perso quello che haiperduto tunon gli parrebbe avere perduto nientema essere piùleggiere e più scarico a seguitare el resto del cammino suo.

Sonoqueste cose verissimee che se noi avessimo purgato gli animicomeragionevolmente doverremo averemedicherebbono tutte le nostreinfermitàe ci terrebbono sempre in questo mondo contenti efelici; ed io non solo giudico degni di laudema ammirabili e beatiquelli che si truovono disposti in modo che con queste contemplazionisi spicchino tanto dalle cose del mondo che non sentìno e noncurino gli accidenti suoi. Ma ho anche per scusato chi dallafragilità umana è impedito a levarsi tanto altoe chiin ogni avversità che gli sopravenga si ricorda e senta diessere uomo; e come io desidero che tu sia in questa perfezionecosìconfesso io di esserne alieno: e però non volendo imitarecerti medici che spesso danno allo infermo quelle medicine che per sènon piglierebbonoparlerò teco più bassamente e piùsecondo la natura degli uomini e del mondo.

Mipersuado che l'avere perduto le grandezze che tu avevi con la Chiesacosì per conto dell'uficio di Romagnacome di essere pressoal papati abbino dato poca molestiae che per conto loro tibisogni poca consolazione: non perché non fussino di quellaimportanza e degnità che io ho detto di soprama perchéio non ti cognosco sì imprudente nè sì pococonsideratore delle cose del mondoche tu medesimo non le tenessicome cose alienee come cose che a ogni ora ti potessino esseretolte o caderti. Una mutazione della volontà del papachebenché tu paressi bene appiccatopoteva pure nascere pervarietà della natura suaper le mutazione di corteper moltialtri accidentiti poteva ogni ora t¶rre tutto quello luogo; alpiù lungo la morte sua te ne privavala quale tu sapevi chepoteva nascere a ogni momento. Avevi provata la morte di Leone nelmaggiore corso delle prosperità e vittorie sue. tempo che tupensavi sentire qualche frutto de' molti travagli che avevi duratiper lui quella state; e se quella fu improvisa ed immaturasapevipotere accadere el medesimo a questo altro. Però se bene tudesideravi che la vita sua ed el buono essere che tu avevi seco siallungassi el più che fussi possibilenondimeno poi che tusapevi non avere a perpetuarsi e potere perdere questo gradofacilmente ed a ogni orae non venire però a perdere le cosetue proprie e naturali ma accidentali e molto estrinsechesonocertissimo non essere questo quello che ti cruccia e ti affliggeeche se tu non avessi perduto altroche in pochissimi dì anziin pochissime ore aresti dimenticato tutto questo danno.

Maè bene degno di laude e molto pietoso el dispiacere che tusenti che le cose del papa abbino avuto fine sì miserabileeche come tu m'hai detto molte voltenon ti truovi mai in sìallegro ragionamento e pensieroche rappresentandotisi la memoriadella sua prigionenon si interrompa e si converta in sommamestizianon per la considerazione de' danni tuoima della sua sìlacrimosa infelicità. Nondimanco questo solo non ti terrebbein quello grande e continuo dispiacere che tu hainè arebbebisogno della consolazione mia nè di altri; perché nontoccando principalmente tepiglierebbe alla fine presto luogoe colcorso di poche settimane invecchierebbe questo dolore; perchédove el dispiacere nasce solo dalla compassione o dalla affezione dichi si duolenè ha fondamento di interesse o di cagione cheogni dì ti gravi o si faccia risentiresi viene facilmentescancellando da se medesimo. E però dico di nuovo che da altronasce el punto del tuo doloreche da essere privato di quelle cosele quali sapevi che erano alienenon potevano essere perpetueed eltempo del perderle poteva nascere a ogni ora.

Consisteadunche el fondamento del dispiacere tuo dalla infamia ed odio che tipare avere contratto apresso a' tuoi cittadinie da essere ridottoin grado inferiore di gran lunganon dico a quello che agli annipassati avevi avutoma a quello che hanno e' pari tuoi nella patriatua; perché ti senti percosso in quello tesoro che stimaviquanto la vitain quelle cose che ti pareva che fussino proprie tuee dovessino essere perpetue. Dove el fondamento della consolazionemia consisterà in questoche quello che sia che queste che tuchiami calamità abbino a durare lungamente o noti debbeessere assai e bastarti el sapere tu e cognoscere che quelle colpe epeccati che ti sono imputati sono falsie ne sei innocentissimoedhai la conscienzia purgatissima. Perché ed in questa guerra edin tutti e' maneggi che tu hai avutila verità è chesei stato integerrimo de' danari publici e privatie che di te sipuò dire gagliardamente quello che scrisse Tucidide diPericleche e' fu sanza dubio incorrotto dalla pecuniaanzi non fumai uomo che con maggiore diligenziacon maggiore parsimonia e conmaggiore ardore si affaticassi perché non si spendessinoinutilmente; e quello che in questa parte ti raddoppia la laude èche non solo e' maneggi tuoi sono stati lunghi e grandissimimav'hai avuto la briglia larghissimaperché sono statitotalmente commessi alla fede tuanè mai te ne è statoriveduto contoin modo che più che a altri ti si convengonoquelle parole ch Paulo: qui potuit facere et non fecitqui potuittransgredi et non est transgressus.

Mancosi accosta alla verità che tu abbi permesso e' danni fatti nelnostro dominione' quali non hai colpa nè di voluntànè di negligenziaanzi per el contrario ti sei affaticato egridato quanto hai potuto per evitargli e sì veementemente chen'hai avuto inimicizie per le quali sei stato in pericolo quasicertissimo di essere amazzato. Sia adunche el fondamento ed una basesolidissima della consolazione tua el sentirti la conscienzia mondael sentirti innocentissimo da tutte le calunnie che ti sono dateelpotere con allegro animo dire teco medesimo: io non ho mai toltodanaro di altri; io non ho mai permessoanzi quanto è statoin me ho sanza rispetto sempre ovviato che non solo e' cittadini esudditi della mia patriama nè anche gli stranigli alienisiano stati mai ingiuriati o soprafatti da alcuno nè nellapersona nè nella roba. Di che essendo conscioti possono edebbono poco perturbare le imputazione e romori falsi; perchéè certo vana e ridicula la querela di coloro che aggravano e'lamenti loro per dire di essere imputati a torto ed essere innocenticome se più si debba dolere chi patisce a torto che chipatisce con ragione.

Confessoche in uno certo modo manco debbe lamentarsi della pena chi cognoscemeritarlae chi non può dire essergli fatto ingiustiziaeche ricognoscendo se medesimo e la conscienzia sua ènecessitato a dire: io merito questo e peggio; ma quanto alla causadella pena colui che è innocente non può sentire doloreo dispiacere alcunoe da altro canto chi è in delitto hasanza comparazione maggiore tormentomaggiore cruciato da semedesimo e dalla sua conscienzia che non è lo alleggerimentoche gli dà el cognoscere che non si può lamentare dellapena; perché quelle sono le punturequegli sono gli aculeiquello è el vermine che rode le viscerequella è lafiamma che non lascia riposareche nasce da se medesimoche locostrigne a confessare che da sè procededalle azioni edopere suetutto el male che lui sente. Questa è quella ruotadi Sisifo che non si fermanon si riposa mai; questa bene incontinua afflizionein continuo fuoco chi ha solo el peccato sanzaessere punito; quanto più chi ha l'uno e l'altro; anzi la penaestrinseca ed accidentale è piccola a comparazione di quellache continuamente dà el sentirsi sempre vessato e tormentatodalla conscienzia sua: non si può mandarla fuora sanzavergogna e sanza dispiaceree quanto più si tiene occulta epiù drentotanto pà tribolapiù rodepiùarde.

Adunquepoi che tu sei innocente e sanza colpa delle imputazione che ti sonodatetu manchi della principale e maggiore parteanzi per diremegliodella sustanzia del dispiacere che tu potresti avere; tumanchi di quello che difficilmente riceve consolazionee restaquello che se tu ti vuoi racorre e considerare bene le cosenon haquasi bisogno di consolazione. è come se in tempo di unapioggia grande ti trovassi in una campagnama provisto in modo dicappellodi stivali e di panni che l'acqua non può passareesanza toccartene una sola gocciolanon che le carne ma nèanche le veste vicine a quellearrivato a casa non truovi alla finebagnato altro che quegli abiti estrinsechie' quali levandoti dadossoe la persona e l'altre veste tue restano in quello medesimomodo che sarebbono se mai non fussi piovuto. Non è se tuconsideri bene percosso di te per queste false vociferazionealtroche cose estrinseche: tu resti quello medesimo così buonocosì integrocosì virtuosoeri prima; t'ha percossouna calamità che non a te solo ma tante volte èaccaduta a' tempi antichi e moderni a uomini di virtùdiprudenziadi bontà e di moderazione singulare; anzi èproprio degli uomini rari ed eccellenti essere lacerati da questiventi che alla fine hanno poca altra origine che da invidia. Gliesempii sono infiniti e tanto noti che è superfluo nominarealcunoe di quelli massime che essendo sempre vivuti santamenteavendo fatto innumerabili benefici alla patrianon solo sono statilacerati da questo romore e calunniose parolema a alcuni tolta larobamandati in esilio e qualche volta dalli ingrati popoli e patrieprivati della vita.

Cheadunche ti lamentiti duoli se hai una spezie di infelicitàche non a te primo nè solo ma a infiniti uomini grandi e buoniè accadutae questa insìno a ora leggerissimamente?Perchénon tolte facultànè mandato in esilionon fattati alcuna grave nota o penanè è in effettoaltro che romore: perché le cose della gravezza ingiusta edello essere stato astretto a prestaresono più presto segnidello odio e della mala opinione che hanno generato negli uominiqueste calunnieche effetti. Che adunche ti duoli se t'ha tocco unacalamità non nuovanon inauditama usitata a venire ainfinitied a molti in questa spezie medesima con molto maggiorepercossa che a tea chia dire el veronon ha bagnato si puòdire altro che el cappellogli stivali e la cappa? Non ti ricordi tudi essere nato uomosottoposto alle cose del mondoa' morsi dellafortuna come gli altri uomini?

Lafelicità grande e perpetua che tu hai avuto insìno aquesta età non solo [non] ti doveva fare dimenticare di esseresottoposto a' casi umanima più presto riducertelo inmemoriae farti temere più di avere qualche colpo che quelliche hanno avuto la vita loro travagliata. Sanno pure insino a'fanciulliinsino a quelli che non hanno elementi di lettereche leprosperità non duranoche la fortuna si muta; e tu che nonsei però alieno dagli studiche hai veduto tante cosemaneggiato tante faccendeti maraviglipigli per nuovoti risentinon puoi sopportare se in spazio di tanti annise doppo tanti di chehai sentito allegri ed onorevoliti è venuta una piccolainfelicità? La chiamo piccola a comparazione di quelle chesogliono accadere; perché ìnsino a ora non èaltro che un romore di volgo e di ignorantide' quali gli uominisavi sempre tennono pochissimo conto: e tu che sempre hai aspirato aquesto nome ed a questa professionevuoi nell'esperienzia avere elgiudicio ed el senso diverso da loro?

Nonpuoi già dire di non avere previsto o questo o simileaccidenteperché io mi ricordo pure averti molte volte nelletue prosperità udito temere di tanta fortunae discorrerequanto la è solita a mutarsie quanto la non soglia essereperpetua a alcuno. E quando non ti avessi mai uditonon ti cognoscosì ignorante delle cose del mondoche io non pensassi che tunon avessi sempre innanzi agli occhie massime che è propriodi chi ha fatto e fa assai faccende grande percuotere in questomedesimo perché come non succedono beneche sempre nonpossono succederesi scuoprono e' frutti della invidiae viene lorodietro el romore e la infamia populare. Però che puoilamentarti se avendo desiderato di maneggiare faccende grande edonorevoli è bisognato che vi entri con la medesima condizionee sorte che sono entrati tutti gli altri? Anzi ti debbi piùpresto lodare che el corso delle faccende tue ha avuto maggiore e piùlunga prosperità che non soglia avere communementeperchérari o forse nessuno sono stati quelli che abbino avuto la felicitàperpetuapochissimi che l'abbino avuta più lunga di teinfiniti che o nel principio de' travagli loro o in pochi... nonabbino sentito qualche intoppo della fortuna. A te insino a questo dìsono andate le cose felicissimenè avevi insino a ora avutomaiio non dico uno colpoma nè anche sentito ne' maneggituoi cosa che ti potessi dispiacere; ed ora quella avversitàche ti è venutaa comparazione di quelle che dà elmondodi quelle che accaggiono tuttodì agli altrièdi qualità che hai più presto da ringraziare Dio chenon te l'abbia data maggioreche a lamentartida pregarlo che la sifermi qui e non ti venga maggiore colpo che da parerti questo troppograve o troppo acerbo.

Considerase si vinceva questa impresaalla quale andasti con tanto ardoreese l'aveva quella prosperità che da principio si credettequanto era più quello che tu acquistavi di grandezzadiriputazione e di onoreche non è quello che tu hai perduto; equanto è la diversità dall'uno all'altrotanto ti paiache la fortuna t'abbia avuto di rispetto. E se el caso ha dato che laimpresa sia perdutail che potere accadere credo che considerassi daprincipioe che con questo presupposito vi entrassied el perdersinon poteva essere sanza tuo dannohai più presto a restareobligato alla fortuna che abbia voluto el danno tuo essere piccoloche a reputare per tua infelicità che si sia perduta quellaimpresa che non era tuama di tanti prìncipie dove tu nonintervenivi per principale ma per instrumentoin modo che elvincersi o perdersi non aveva a dependere dalla buona o mala fortunatuama dalla fortuna di papidi imperadoridi ree per diremegliodel mondonel concorso e aggiramento della quale non èin considerazione la fortuna privata e di pari tuoi. Così nonpuoi dolerti di quello che è stato causa del male tuoanzidebbi più presto ricognoscere che in tanta ruinala quale nonè nata per mala fortuna tua ma per infelicità di altritu abbia patito molto manco di quello che facilmente aresti potutopatire.

Consideraquanto abbino sentito gli altri e quanto sia stato miserabile el casodi coloro che erano nel medesimo grado che tu apresso al medesimoprincipee che in questa faccenda ed impresa hanno avuto la medesimaparte che tu; e di qui confessa che a comparazione loro el caso tuo èleggierepoi che hai la persona salvahai la libertàhai lefacultà integre e la conscienzia inlesae dell'onore non èin verità ed in sustanzia diminuito nientese bene paremaculato qualche cosa nella opinione del volgo e degli ignorantiedè stato data occasione alla invidia di scoprire teco della suamalignità.

Nèti turbi quello che io dicevo in principioche el ricordarti tu diessere stato uno di quegli che confortorono la guerradalla qualesono nate tutte le ruinenon può fare che non ti diadispiacere e che non ti morda la conscienziaperché non seisanza colpache è quello fondamento in che consisteva elverbo principale della consolazione tua. Perché oltre che ladeliberazione di fare la guerrapoi che si intese el re di Francianon volere osservare la capitulazione fatta con lo imperadore aMadrilebbe poca anzi nessuna consulta; quando bene questo sipotessi attribuire a te e te soloed el consiglio non fussi statobuonote ne doverresti cruciare la conscienzia se l'avessiconsigliato per ambizione o per malignità; ma essendo statoerrore di giudicioel quale in simili cose tanto incerte edimportanti accade spesso ed a più savi e più esperti ditenon ti debbe nè può questo ragionevolmente cruciareo affliggereperché in quelle cose s'ha a rimordere laconscienzia dove cognosce colpa di voluntà.

Benchéda questo affanno e te [e] gli altri che avessino avuto quelloparerelibera abondantemente la natura del caso: perchéognuno che considererà particularmente le ragione che sono inquesta materiasarà constretto a confessare che atteso e'mali termini che erano usati al papael cammino della monarchia diItalia a che si vedeva andare Cesarela opportunità grandeche pareva che avessi el papa per avere seco el re di Francia e'vinizianie la inclinazione a questa parte del re di Inghilterra; ladebolezza che si mostrava negli imperiali per avere in Italia pocagenteessere sanza danari e co' populi dello stato di Milanoinimicissimie che le arme non si pigliorono nè per ambizionenè per altro fine che per liberarsi da questo pericolo; chiconsidereràdicoqueste ragionesarà sforzato aconfessare che rare volte fu per alcuno principe presa impresa nèsi giusta nè si necessarianè con maggiore speranzadella vittoria. Nè si gridava allora altro per ognuno e nonmanco per e' saviche contro alla timidità ed irresoluzionedel papa che pareva che andassi più lentamente che non sidoveva a questa deliberazione; nella quale se lo evento èstato diverso dal giudicionon per questo si debbe dare colpa a chiavessi consigliato la guerra. poi che le ragione erano tale che lopersuadevano a ogni savio: altrimenti a troppo dura condizionesarebbono sottoposti e' consiglieri de' principise fussono obligatia portare in consiglio non solo discorsi e considerazione umanemaancora o giudicii di astrologio pronostici di spiritio profeziedi frati.

Nonsei adunche in colpa se al consiglio che tu avessi dato della guerranon ha corrisposto lo evento; anzi meriti laude e non piccolaperchécome sa chi è stato vicino alle azioni tuehai quanto ti èstato possibile aiutato che lo effetto non sia stato diverso dallaragione; e tanto che se gli altri che hanno avuto carico nella guerraavessino fatto nel grado loro quanto hai fatto tu nel tuoo se elpapa poi che era entrato nel mare avessi nel navigare seguitato e'ricordi tuoiforse che le cose arebbono avuto altro fine di quelloche hanno avuto. Non ci è adunche colpa tua nè nelconsiglio poi che l'hai dato ragionevolenè nello evento poiche di quello che era in potestà tua non gli sei mancato; eperò ritrovandoti da ogni parte innocente e sanza erroretidebbi anche ragionevolmente trovare sanza dispiacere. Sanza chetupuoi essere certo che quella mala fama che è divulgata di tecirca la integrità e danni de' soldatiin breve tempo sipurgherà e ne sarà cognosciuta la veritàed ate interverrà come a tutti gli altri che hanno avuto a tortosimili carichiche el tempo per se medesimo sanza altro aiuto gli haconsumati e portati via; massime che in te non hanno avuto nècolorenè fondamentonè verisimile alcuno.

Soglionoqualche volta e' carichi essere falsima avere seco qualche indizioqualche riscontroqualche apparenzia che sono credutiragionevolmente anche da' savi; e questi a purgarsi hanno bisogno diqualche giustificazione e di più tempoma ne' tuoi non èniente simili: sono semplicinudi e sanza colore: perché chinon sa quanto poco sia verisimile che tu abbia consentito che elpaese nostro sia danneggiatoe voluto sanza utile tuo acquistarequesto odio e questa infamia? E quanto a' danari spesi in questaguerraapparisce ne' libri e si sa per infinite vie che non sonopassati per tua mano; e se bene da te sia stato commesso lospenderglis'ha a intendere da altri se siano spesi o no; le personeche gli hanno maneggiati sono in esseresono stati deputati dalpapaed el conto che n'hanno a rendere ha a essere sanza alcunainfamia o laude tua.

Vediquanto poco colore ha questo carico; e dubiti che per se medesimos'abbia presto a purgare? Sanza chenon è spenta perònegli uomini la antica memoria della integrità tua; la qualese bene si è avuta a cognoscere ne' paesi forestieri ed inquelli è stata singularmente celebratapure ne è ancherisonata la fama in questa cittàche ora a questo rumore èalquanto suffocata; ma quanto el carico andrà diminuendotanto quella ritornerà allo essere suoe la veritàaiutata da lei farà tanto più spegnere el carico chenon ha appoggio o colore alcuno. Ed e' quali io sono certissimochepiù sono stati quelli che l'hanno dettoche quelli chel'hanno credutoma el dispiacere fresco de' danni ricevuti dagliuomini nostri che non sono usi a sentirnefu causa che molti per lapassione dissono quello che venne loro alla bocca; altri che nonavevano questo dolore lo fomentorono per invidiae nella moltitudinefu creduto facilmentema con la medesima facilità sispegnerà. Gli uomini prudenti e non passionati non locredettonoed è intervenuto come interverrebbe di quellomantello che io dissi di soprache essendo bagnato si darebbe acredere facilmente a chi fussi discosto che fussi macchiato da altroche da acquachi è vicino cognoscerebbe la verità; maasciutto che sia in spazio di qualche dìe chi èdiscosto e chi è presso vede che non vi è restatamacchia alcuna e che la fu acqua. Così la moltitudine checonsidera le cose da...avendo sentito dire che è olio e nonacqual'ha creduto; e' savi che considerano da presso non vi hannodato fedee come el caso non sarà frescocognosceràognuno che è stata acquae che el mantello resterànetto e purgato come fussi mai. Mi sono disteso volentieri inpersuaderti che questa infamia passeràperché se benetrovandoti la conscienzia nettatu non doverresti stimarlapure soche a chi è tenero dell'onoremalvolentieri comporta elsentirlo maculato etiam nella opinione degli ignoranti.

Nonvoglio già durare la fatica medesima in persuaderti che elsospetto che ha el popolo di te per reputarti amico de' Medicipasseràe che verrà tempoforse più presto chetu non crediche tu sarai in buono concetto ed opinione; perchéquesto modo di consolarti quando bene fussi vero mi pare troppoeffemminato; e mi pare ragionevolese tu hai quella grandezza dianimo e quella virilità ed altre parte che io credoche senon t'ha a essere fatto maggiore male che di non essere mai adoperatoper la cagione predettache tu lo debba comportare sanza una minimamolestia. Credo beneanzi tengo per certoche se la cittàarà vita e non affoghi in questa tempesta grande che ora simostrache non passerà molto tempo che non solo non sarairifiutatoma che agli uomini parrà forse avere fatto perditadi non si essere valuto in tempi tanto strani della virtù edesperienzia tua la quale è impossibile che in tanta carestiadi uomini non sia cognosciuta; ed anche credo che el modo del viveretuo sarà tale che congiunto con la memoria de' tempi passatifarà facilmente credere agli uomini che tu non abbia lo animoalieno da uno vivere liberoe che t'abbino sempre a piacere piùquelli governi che siano più a beneficio ed utile della città;o almanco che tu non sia mai in tempo alcuno per favorire o fomentarechi cercassi mutazione. Credo questoma lo voglio porre da parte enon ci fare fondamento; perchécome ho dettomi pareragionevole che anche sanza questo ti debbi contentaree che tantìlibri che tu hai lettitante ìstorie che tu hai scorsetantefaccende che tu hai maneggiatet'abbino in modo ammaestrato e fattolo animo sedato e pacificoche la vita tua e' fini tuoi siano perpigliare pìù presto legge e regola dalla veritàe ragione delle cose che dalle vane opinione degli uomini.

Ioconfesso essere molti che lodono lo ozio e la tranquillitàese gli mostrano con le parole affezionatissimima che in fattopochissimi sono quelli che quando hanno occasione dì farefaccende con onore o con utilenon le abbraccino piùvolentìeri che el riposo; anzi si vede tuttodì cheancora quelli che si sono ridotti a vita appartata e quietaquasitutti malcontenti d'avere lasciate le faccende e la ambizionesubitoche si rappresenti loro qualche spìraglio di grandezzavi sigettano sanza vergogna alcuna di abbandonare la tanto lodata quiete.Donde è necessario concludere che questi tali si siano vòltialla quiete non per amore di Dionon per stanchezza delle cose delmondo e della fortunanon per vera o ferma elezionema o pernecessità o per sdegno o per pazzia; e nondìmanco io lodico di nuovo che a me pare che tu debba contentarti in questa vitae se non piacerti più che l'altraalmanco non dispiacertitanto che el trovarti escluso da quella t'abbìa a parereinfelicità o calamità. Perché el giudicio mio èche si debba non biasimare ma più presto favorire la ambizionedi coloro che non avendo mai fatto faccendedesiderano di farne peravere occasione di mostrare lo ingegnole virtù sua e le doteche gli ha dato la natura o che s'ha acquistato accidentalmenteparendo loro che se una volta non fanno questoavere a passare lavita come persone inutili nè nate per beneficio di altri chesuo medesimo.

Nonpuò cadere in te questo desiderioperché hai avutograndissima facultàe l'hai fatto con ottimo successodidimostrare in maneggi grandissimi el tuo valoreed in maggiore e piùveduto campo che non pareva potessi accadere a uno che non fussi natoin altro grado di teo che non avessi fatto altra professione chequella che hai fatta tu. Però se desideravi che si cognoscessiche tu eri incorruttibilee che non danarinon amicizienonprieghinon rispetti di potenti bastavano a piegarti dalla via rettae debitan'hai fatto tanti e sì publichi paragoni che io noncredo che in questa parte tu possa desiderare più. Se avevicaro essere cognosciuto per uomo virile e coraggioso e di animopresente ne' travaglì e' pericoli grandi in che ti seitrovatoe' campile ossìdione delle città dove tueril'hanno fatto cognoscere e credere pure troppo chiaramente.Dimanda tutti e' luoghi dove sei statoe' popoli che hai governatogli eserciti dove hai avuto tanta autorità; confesseranno chetu sei uomo di ingegnodi giudicio resoluto nelle deliberazioneabondante di partiti ed espeditissimo nelle azione. E se benesapranno anche dare conto quali siano e' difetti tuoiperchénessuno nacque mai perfettopure ti celebreranno nelle coseprincipali e più sustanziali; e se bene tutto è statofuora della patrianondimeno e per el grido di molti e per averepure le faccende della Chiesa avuto sempre o uno interesse medesimoo qualche connessità con la cittàquella opinione cheè stata fuora di te è pervenuta ancora piena edabondante insino a noi. Non hai dunche causa giusta di desiderare piùle faccende per questo contoanzi più tosto d'aborrirle percavare dell'onde e della tempesta e conducere in porto ed assicurarela nave tuacarico di buono concetto e di laude rare degli uomini.

Perun'altra ragione è laudabilissimo el desiderio di travagliarequando l'uomo cognoscendo le sue buone qualitàsi persuade oper la condizione de' tempi che corrono o per altro rispettopotereessere utile alla patria o agli altrie mosso da bontà dinatura desidera farlo; e questo non credo che ti cruciperchéquando bene tu presummessi di te più che degli altrinon èel vivere di Firenze di sorte che uno cittadino solo possi essere dimomento grande alle cose; e pure quando questo fussiassai haisatisfatto allo instinto che ti muove con lo essere disposto e paratoa farlo quando n'abbia occasione o quando la patria ti ricerchi; nèti può dare dispiacere alcuno o molto leggiere o moltocommunese el non gli fare tu questo bene manca da lei o da quelliche sarebbono beneficatiche o non lo credono o non lo vogliono.

Puòmuovere chi desidera faccende un'altra ragionela quale non èlaudabile come le superioripure non è anche dannabileequesto è lo appetito degli onorinon dico della buona famadella buona opinione e della gloria di che è detto di soprama di non avere passato la vita sanza magistrati grandi; nèpuò cadere in te questoperché n'hai avuti tanti e ditanta qualità ed in età giovaneche si può direche sono forse centinaia di anni che della patria nostra non uscìcittadino più onorato di te. Desiderano altri faccende perappetito di guadagnaree questo oltre a essere fine bassonon credoti dia affannoperché se Dio ti conserva le facoltàche haisono al grado tuo tante che bastano; ed io mi ricordo avertimolte volte udito dire che ci fine delle fatiche e travagli tuoi nonera le ricchezzeperché sapevi non avere a guadagnarne maitante che sempre a Firenze non fussino molti cittadini che sanzavirtùsanza qualità rare ne avessino molto piùdi te; e però che tu eri più vòlto al finedell'onorenel quale potevi sperare manco compagni. e che avessino aaggiugnervi con più virtù.

Sonouomini di un'altra sorte che desiderano le faccende non tanto per glieffetti che seguitano da essequanto perché pigliano piaceree si nutriscono del travagliaree da questi non sei forse alieno tuperché mi è parso sempre comprendere che el fine per sestesso ti piaccia e che la natura t'abbi inclinato a questo; nèè forse maraviglia nè anche da lamentarsi se la dàagli uomini inclinazione di quelle cose a che gli ha creati attianzi sarebbe quasi ingiuria che l'avessi fatto uno inabile a una cosae tamen desideroso di quella. Ed in questo mi occorre dirti che lefaccende di quella sorte che noi ragioniamocioè di stati edi governihanno seco tante fatichetanti dispiaceri e tantipericoliche chi non v'ha drento altro fine nè vìconsidera altro frutto drento che del satìsfare a questa suainclinazionevi truovi sanza comparazione maggiore fastidio checontentoo almanco non vi è tanta differenziachetrovandosene escluso dalla fortuna abbia causa di averne moltaansietà. Considera bene questo passo e vedrai che èverissimoche chi nelle faccende non tiene conto di alcuno deglialtri fini per li quali le sogliono desiderarsitroverràquesto solo del dilettarsi di farletanto semplicetanto asciuttotanto digiuno che poco affanno gli darà el mancarne.

Restal'ultimo fine che può più che tutti gli altri apressoagli animi generosiagli ingegni nobili; e questo è propriola ambizionecioè el desiderio di essere stimato ed onoratodagli uominidi mantenere fresca la sua riputazioneed essere quasimostrato a dito; come si dice di Demostene che si rallegrava quandopassando per la via sentiva la vecchierella che tornava dalla fonteper la acquadire con la voce bassa alle vicine: quello èDemostene. In effetto el maneggiare faccende di stato ed averegrandezza ti fa in uno certo modo adorare dagli altri. e peròforse è escusabile questo appetito; perché lo essere inriverenzia appresso agli altri uomini non si può dìreche non sia cosa bella e beatanè in altro pare che cipossiamo assimigliare a Dio; nondimeno non mi pare anche giusto chequesto ti domìnìperché se tu consideri quantefatichetravaglisospetti e pericoli sono in questa vitae daaltro canto quanta facilitàquanto riposoquanta sicurezza econtento di animo sia nella vita ociosa e tranquillati parràche di gran lunga sia da proponere questa all'altrao almanco chenon vi sia tale differenzia che allegramente non debbi vivere inquella che la sorte ti apresenta. Piglino e' finì vani e lesuperficie delle cose quegli che sanza lettere o sanza esperienzianon hanno occhio che penetri drentoe però si lascianoabbagliare da quello splendore che porta seco lo stato di quellagrandezza; ma [tu] che hai provato per tanti versi che cosa èmondoche hai da tante cose che haì lette e che hai vedutopotuto cognoscere quanta sia la varietà della fortunache haitocco con mano che tutto el bene che è nelle grandezze èquello che apparisce di fuorama che sotto quella coperta èpieno di pericolidi sdegnidi affanni e di inquietudine di animonon ti debbi muovere da quelle cose vane che muovono gli altrimasolo dalle ragione veresolide e fondate delle cose.

Ricordomipure averti udito dire molte volte ne' tempi che tu chìamavifeliciche tu avevi desiderato come tutti gli altri uomini l'onore el'utilee che per grazia di Dio e buona sorte ti era molte voltesucceduto sopra el disegno; e nondimeno non vi avevi trovato drentoalcuna di quelle satisfazione che da principio avevi immaginato;ragioneche come tu usassi direchi la considerassi benedoverrebbe bastare a estinguere assai della sete degli uomini; peròse ìn quella vita non sono come è verissimo queglicontenti che gli ìgnoranti credonoche ha ella però insè che tanto si debba desiderare? è belloio voglioammetterlopoi che così è el commune gusto degliuominilo essere reputato e risguardato dagli altriche delleparole e pareri tuoi si faccia conto e lo essere de' principali cheabbino autorità nella patria sua; ma chi consìderabenenon è manco bello vivere libero dalle cupiditàdependere da se medesimo e non dalle opinione degli uomini; partireed usare el tempo a suo modoriposare a arbitrio tuovivere sanzaoffendere o fare male a personanon essere sottoposto o almeno moltomanco che gli altri alle mutazione della fortunanon pigliaredispiacere degli augumenti degli altriusare a tua posta la cittàa tua posta la villasentirsi lo animo quieto e contento; cose chetutte mancano a chi si maneggia nella vita ambiziosa. Dove se quelloonoreo per parlare cosìquella adorazione ha similitudinecon Dionon gli è manco simile chi ha uno stato di qualitàche possa vivere sicuro e pieno di quietee contento di quellatranquillità essere disprezzatore di molte leggerezzedimolti vani affanni e perturbazione degli uomini.

Ecerto tu potresti discrepareda questa opinione e parole miese ioti figurassi in uno grado abietto e privatissimoe come persona lecondizione e qualità di chi fussino incognite: perchése bene questo sia grado che quando con la conscienzia retta vi èla tranquillità della mente dovessi bastare a uno animopurgatissimoio non sento in me questa perfezione nè laricerco in te; ma dico che el caso tuo è molto diversoperchéle faccende grande che tu hai travagliato pel passatoe lariputazione che hai acquistata con essee la opinione delle tuebuone qualitàquale io non voglio raccontare per non parereadulatorefanno che ancora che tu viva appartato dalle faccendenonviverai sanza qualche estimazione e riputazioneed essendo oltre aquesto cinto di parentie parenti onoraticome seisarai semprenella memoria degli uominie di te sarà tenuto qualche conto;in modo che ed el maritare delle figliuole e le altre faccende chenoi consideravamo di sopranon sarà con tante difficultàed el tuo non si chiamerà semplicemente ociomaconsideratoquestole lettere e notizia delle cose che tu haie che saprai benedispensare ed accommodare el tempo tuosi chiamerà piùpresto ocio con degnità: vita che a giudicio degli antichiscrittori è così desiderabile come el vivere nellefaccende sanza pericoloma di gran lunga anteposta alle faccende conpericoloche è la vita nella quale tu insino a ora seivivuto.

Saraiadunche ocioso ma con degnità: la quale ti recherà lamemoria delle cose passatela riputazione che hai acquistata collungo e pericoloso travagliarela opinione che sarà di teedin ultimo el consumare el tempo ora alla cittàora allavillaora in solitudineora in conversazione di uominie semprecon pensieriopere e memoria degne di te e della passata tua vita; oio mi ingannoo sarà uno stato el tuo desiderabileperchésarà quietosicuro ed onorevole. Nè sarà minorelaude l'accommodarsi bene in questoche sia stato quella dellefaccende; anzi mi pare che alla riputazione tua si appartengapoiche hai dato conto di te nel travagliare ed acquistato riputazione inquella vitaavere occasione di potere dare conto nello ocioemostrare che tu sia atto e sappia così bene ordinarti nel nonfare come nel fare.

Diconoalcuni savi che la vita nostra è simile a una commedianellaquale a dare laude a coloro che vi recitanonon si attende tanto chepersona ciascuno sostengaquanto se porta bene la persona che ha:perché a ognuno tocca a fare la persona che gli èassegnatae quello che è proprio suo è el modo delfarla. Così la persona che sostegnamo nel mondo èquella che ci è data dalla fortunama quello che èlaudato in noi è el modo con che noi viviamo nel grado o nellasorte nostra; e so nelle commedie è degno di laude chirapresenta bene una personaquanto sarà più lodato chine rapresenterà bene duamassime di spezie diversa! Cosìse tu consideri benenon ti toglie la riputazione lo essere passatodalle faccende allo ocioanzi te la raddoppia se tu saprai usarlabene; e se in quella persona che tu hai insino a ora rappresentata èstata la tua rara laudesarà rarissima a chi considereràche n'abbia usato egregiamente dua.

Nonhai tu letto di Scipione Africano che ridottosi in esilio per nonvedere el conspetto della ingrata patriafu in tanta esistimazioneapresso a ognuno che insino a' ladroni andorono a vederlo e farglireverenzia? Perché lo ocio non spegne la memoria delle virtùe delle cose passatenon oscura le laude che gli uomini hannoacquistate. Non sai tu che Diocleziano deposto lo imperio trovòtanto contento in quello suo orto ed in quella sua agriculturacherichiamato allo imperio non vi volse tornarecome vita misera edinfelice a comparazione della quiete in che si godeva? Sono pieni e'libri delle laude della tranquillità e dello ocio onestonèio chiamo in questa parte ocio el non fare nientema el non essereobligato per ambizione o faccenda alcuna; attendere quando vuole alleletterequando alla agriculturaconversare e ragionarevirtuosamente con gli amicinè si alienare al tutto dallavita civilema esservi drento liberosicuro e con degnità:vita certo da preporre a quella de' renè io mi distendo alaudarla con quelle parole magnifiche di che sono piene le scrittureperché se gli effetti non te la faranno piacerese non l'haiin queste poche settimane cominciata a gustareinvano ti siimprimerebbe colle parole.

Maa giudicio mio o tu debbi reputare felicità che ti sia venutaoccasione di vivere cosìo se non hai lo animo sìpurgatoalmeno non ti debbe parere tanto migliore quella che questache però ti truovi malcontento: perché le cose delmondo hanno questa condizione che le non sono perfette da ogni partenè si truova vita alcuna che non gli manchi qualche cosa diimportanzama migliore dell'altra è quella alla quale manconomeno cose e meno importanti. E la tua se tu consideri è diquesteperché da quello splendore in fuora che è piùpresto vano che altronon veggo cosa alcuna che importiche manchia questa tua vitama vedevo bene mancartene molte ne' negociilequali non apparivano ma erano; e pel contrario a questa pare piùpresto che manchiche in verità sia così. Considerapiù oltre in che grado tu nascesti e se aresti avuto pergrandissima felicità conseguire la metà di quello chehai conseguito; ed essendoti succeduto molto più di quello chemai sperastivedi se ti puoi chiamare infeliceo se a lamentartenemeriteresti nome di ingrato. Considera che se gli onori tanti che tuhai avuti non fussino concorsi in dieci o dodici annicome sonomat'avessino accompagnato per tutta la vitache non si potrebbe direche tu non fussi vivuto molto onorato e felicee poi fai el conto sel'avergli avuto più prestoed essersi accumulato l'uno sopral'altroè stata infelicità o felicità. Diraicertonè potrai dire altrimentiche è stata sommafelicitànè potersi dire che siano finiti prestomache siano venuti presto quegli che ti sarebbe parso assai se fussinovenuti tardi: sarebbe come se uno operaio che ha in tutto uno dìa fare una operasi lamentassi d'averla finita a mezzodìeche gli avanzassi vacuo el resto del dìcome uno mercatanteche desiderassi guadagnare in trenta anni verbigrazia trentamiladucatie la buona sorte gli dessi che gli guadagnassi in dieci.

Peròa me pare che nè le infamie avute a torto ti debbino cruciareperché trovandoti innocentissimo manca quella cagione che erala principale a arrecarti doloree perché secondo la naturadelle cose tu hai a tenere per certo che la si purgheràprestoe resterai in quello concetto di integrità e virtùche meritano le opere ed azioni tue. Manco ti debbe dare affannol'avere consigliato la guerra che ha avuto cattivo successoperchéoltre che per la liberazione del re la era deliberata sanza elconsiglio tuose fussi stato errore sarebbe stato di giudicio e nondi voluntà: ma el consiglio secondo la occorrenzia delle cosefu buononè el consultare è obligato agli effetti; emassime che anche in questi tu hai per la parte tua fatto tantochese gli altri avessino fatto el similenon sarebbono le cose dovesono. Nè ti tormenti d'avere perduto quello che ottenevi dellaChiesaperché erano cose aliene e che tu sapevi potereperdersi ogni dì; anzi t'hai da contentare e reputare guadagnoche sono durate molto più e maggiore che ragionevolmente nonsperasti da principio. Nè ti paia essere infelice se ancora inFirenze sei alienato dalle faccende e dal governoperchéquando bene anche questo durassi continuamenteil che non ècredibiletu che sei vivuto in esse lungamenteed a chi sonoaccadute molte cose prosperesai che non vi è drento quelcontento e satisfazione di animo che molti credono. N'hai cavatofacultà tali che se Dio te le conservapotrai vivereonestamente secondo el costume della tua patriaed in esse haiguadagnato quello che era da stimare più di tuttobuono nomebuona fama e di integrità e di virtùe memoriagloriosa di te.

Nèquesta ambizione di essere stimato ed onoratoe di essere tenuto diquelli che governanoè da stimare tantosendo piena difatichedi dispiaceri e di pericoliche non sia da tenere molto piùconto di quello riposodi quello contento e sicurtà di animoche è nella tranquillità ed onesto ocio; massime che eltuo essendo accompagnato da lettereda notizie di cosedariputazione causata dalla buona opinione di te e dalla memoria dellecose fattesarà proprio ocio con degnità. E per questoe per parentied altre buone qualità che hai nella patrianon sarà la vita tua abietta ed incognitanè al tuttosepulta o negletta; ma se non in azionealmanco in lucein notiziaed in memoria degli uomininon aliena da ogni conversazione civilema non obligata a faccende; la quale se ti dispiaceràsaràa mio giudicio come di uno che liberato di servitù suspirialla vita passatail che non gli farà fare la ragionemal'abito che ha preso di servire.

Lequali ragione perché mi pare che siano abastanzae perchésono più secondo el gusto della nostra fragilitàionon ti riduco in memoria la autorità de' filosofi che nontennono mai conto alcuno di questi beni della fortunaper esserealieni e troppo sottoposti a ogni mutazionee perché quandobene durassino non vi si truova drento quiete e tranquillitàdi animoche è el frutto principale delle felicità;non la memoria della legge cristiana la quale ci ricorda che abbiamoa morireche questa vita a comparazione della altra è unopuntoche la felicità ed infelicità nostra s'ha aconsiderare dalla condizione che per le opere nostre areno di làche le tribulazione nel mondo sono spesso desiderabile perchésono visitazione di Dio a chi le riceve con forte animoe mezzo aconseguire quella eterna felicità. E così se tuconsideri questa misura e come cristiano e come filosofo ed uomo delmondotroverrai o che questa vita è più desiderabile oalmanco non tanto peggiore che meriti querelaed oltre che ècosì debita e convenienteconsiste ancora in questo l'onore eriputazione tuache tu ti ci disponghi ed accommodiin modo che nonpaia uomo che nascessi ieri nè che non abbi provato nientedelle cose del mondoma che abbia a essere cognosciuto da ognunopersona piena di notizia di letterepiena di virtùefinalmente piena di animo e di esperienzia.