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Yoga Roma Parioli Pony Express Raccomandate Roma
Charles Darwin
L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso

CHARLES DARWIN






L'ORIGINE DELL'UOMO
E LA SCELTA IN
RAPPORTO COL SESSO




Traduzione di Michele Lessona



















A. BARION - Editore
Sesto San Giovanni - Milano
MCMXXVI


Un gentiluomo napoletanodicesiebbe quattordici duelli per sostenere la preminenza del Tasso sull'Ariosto. Al quattordicesimo duelloferito a morteesclamò: - E dire che non ho mai letto nè l'Ariosto nè il Tasso! -
Questa è un po' la storia degli italiani rispetto a Darwin: molti che ne dicono maleed anche taluni che ne dicono benenon lo hanno mai letto.
Ed è certo cheove lo leggesseroi suoi lodatori lo loderebbero più nobilmenteed i detrattoria quello amore purissimo del vero che spira in ogni parola del sommo filosofoforse si darebbero al meditare in luogo dell'inveireciò che sarebbe un gran bene.
In questa traduzione ho tutto sacrificato alla fedeltàstudiandomi soprattutto di dire chiaramente quello che l'autore ha detto. Darwin esprime limpidamente i suoi concetti: ma questi sovente sono alti e nuovie bisogna meditare.
Io ringrazio qui l'autore del consenso suo per questa traduzionee mi auguro pel bene della mia patria che essa sia per avere molti ed attenti lettori.


Michele Lessona
INTRODUZIONE

Gioverà a far meglio comprendere l'indole del presente libro un breve ragguaglio intorno al modo nel quale esso fu scritto. - Io venni raccogliendo per molti anni appunti intorno all'origine o provenienza dell'uomosenza avere affatto l'intenzione di scrivere su questo argomentoanzi piuttosto col proposito di non scrivere nulla perchè credevo che non avrei fatto altro se non che afforzare i pregiudizi contro il mio modo di vedere. Mi sembrava sufficiente indicare nella prima edizione della mia Origine delle specieche quel libro avrebbe sparso luce intorno all'origine dell'uomo ed alla sua storiavenendo così a dire che l'uomo vuol essere compreso insieme cogli altri esseri organici in ogni conclusione generale riguardo al modo del suo apparire su questa terra. Ora la cosa è ben diversa. Quando un naturalista come Carlo Vogt si è spinto a dire nel suo discorso quale Presidente dell'Istituto nazionale di Ginevra (1869): Personneen Europe au moinsn'ose plus soutenir la creation indépendante et de toutes pièces des espècesegli è ben chiaro che un gran numero per lo meno di naturalisti deve ammettere che le specie sono discendenti modificati di altre specie e questo concetto piglia campo principalmente fra i giovani e crescenti naturalisti. Il maggior numero accetta l'azione della scelta naturale sebbene alcuni asseriscano istantementecon quanta ragione deciderà l'avvenireche io ne ho grandemente esagerata l'importanza. Molti fra i più anziani e venerati maestri nelle scienze naturalidisavventuratamentesi oppongono ancora all'evoluzione in qualsiasi forma.
Orapel modo di vedere adottato da molti naturalistie che alla perfinesiccome sempre segueavrà per sè il pubblicoio mi sono indotto a mettere insieme i miei appuntiaffine di vedere fin dove quelle conclusioni generalicui io son giunto nelle mie opere precedentisiano applicabili all'uomo. Tanto più appare ciò desiderabileche io non ho mai applicato di proposito questi concetti ad una specie presa isolatamente. Quando noi confiniamo la nostra attenzione intorno ad una sola forma qualsiasirestiamo privi degli argomenti poderosi i quali derivano dalla natura delle affinità che collegano insieme tutti gli scompartimenti degli organismidalla loro distribuzione geografica nei tempi passati e nei presentie dalla loro successione geologica. Consideriamo in tal caso la struttura omologicalo sviluppo embriogenicoe gli organi rudimentali di una speciesia pure quella dell'uomo o di qualsiasi altro animale; ma siccome a me sembraqueste grandi classi di fatti danno un'ampia e concludente evidenza in favore del principio dell'evoluzione graduale. Ci starà tuttavia sempre davanti alla mente il grande appoggio che danno gli altri argomenti.
Scopo unico di quest'opera è il considerare primieramente se l'uomocome tutte le altre speciesia disceso da qualche forma preesistente; secondariamenteil modo del suo sviluppo; ed in terzo luogo il valore delle differenze fra le cosidette razze umane. Limitandomi a questi puntinon avrò bisogno di descrivere particolareggiatamente le differenze fra le varie razzeargomento estesissimoche è stato pienamente trattato in molte autorevoli opere. L'altissima antichità dell'uomo è stata recentemente posta in evidenza dai lavori di una schiera d'uomini insigniincominciando dal signor Boucher de Perthes e questa è la base necessaria per comprenderne l'origine. Io accoglierò quindi questa conclusione siccome ammessae rimanderò i miei lettori alle ammirabili opere di Carlo LyellJohn Lubbocked altri. Nè avrò altro da fare se non che accennare al complesso delle differenze fra l'uomo e le scimmie antropomorfe; perchèsecondo il parere dei giudici più autorevoliil prof. Huxley ha dimostrato concludentemente che in ciascuno dei caratteri visibili l'uomo differisce meno dalle scimmie più elevate di quello che queste differiscano dalle specie più basse dello stesso ordine dei primati.
Quest'opera contiene pochi fatti originali rispetto all'uomo masiccome le conclusioni alle quali io sono arrivato dopo di avere abbozzato il mio piano mi sembrano interessantiio credo che riesciranno pure interessanti agli altri. Si è spesso e fidentemente asserito che l'origine dell'uomo non può essere conosciuta: ma l'ignoranza più frequentemente ingenera fiducia che non il sapere: son quelli che sanno pocoe non quelli che sanno moltoi quali affermano positivamente che questo o quel problema non sarà mai risolto dalla scienza. Non è nuova per nulla la conclusione che l'uomoinsieme con altre speciediscenda da qualche forma antica inferioreed oggi estinta. Da molto tempo Lamarck è venuto in questa conclusionela quale ultimamente fu sostenuta da parecchi eminenti naturalisti e filosoficome WallaceHuxleyLyellVogtLubbockBüchnerRolleetc.; e specialmente Häckel: oltre alla sua grande opera Generelle Morphologie (1866)egli ha recentemente (1868con una 2ª edizione nel 1870) pubblicato l'opera sua Naturliche Schöpfungsgeschichtein cui discute a fondo la genealogia dell'uomo. Se quest'opera fosse venuta in luce prima che il mio lavoro fosse stato scrittoprobabilmente io non l'avrei portato a compimento. Questo naturalista conferma quasi tutte le conclusioni alle quali io sono venutoe le sue cognizioni per molti rispetti sono più estese delle mie. Ogniqualvolta io ho aggiunto un qualche fatto od un qualche concetto preso dagli scritti del prof. Häckelne riferisco l'autorità nel testo; altre affermazioni lascio come stanno originalmente nel mio manoscritto.
Per molti anni ho creduto cosa probabilissima che la scelta sessuale abbia avuto una parte importante nel produrre le differenze fra le razze umane; ma nella mia Origine delle specie (1ª edizione inglesep. 199) mi sono tenuto pago di una semplice allusione a questa mia credenza. Quando venni ad applicare questo concetto all'uomoho trovato necessario di trattare l'intero argomento pienamente in ogni suo particolare. Quindi la seconda parte del presente libroche tratta della scelta sessualeè venuta ad una sproporzionata lunghezza rispetto alla prima parte; ma ciò non si poteva scansare.
Io avevo in animo di aggiungere a questa mia opera uno studio intorno al modo di esprimere le varie emozioni dell'uomo e degli animali ad esso inferiori. La mia attenzione fu chiamata su ciò parecchi anni or sono dall'ammirabile lavoro di Carlo Bell. Questo illustre anatomico sostiene che l'uomo è fornito di certi muscoli col solo scopo di esprimere le sue emozioni. Siccome questo modo di vedere contrasta palesemente alla credenza che l'uomo discenda da qualche altra forma inferioreio lo dovevo necessariamente considerare. Così pure io desideravo di mettere in chiaro fin a qual punto le emozioni siano espresse nello stesso modo dalle varie razze umane. Ma ponendo mente alla lunghezza del presente volumeio ho giudicato meglio di tenere in serbo il mio studioche in parte è compiutoper una separata pubblicazione.

PARTE PRIMA
ORIGINE DELL'UOMO


CAPITOLO I.

EVIDENZA DELLA ORIGINE DELL'UOMO
DA QUALCHE FORMA INFERIORE.

Natura dell'evidenza rispetto all'origine dell'uomo - Strutture omologhe nell'uomo e negli animali più bassi - Punti misti di corrispondenza - Sviluppo - Strutture rudimentalimuscoliorgani dei sensipeliossaorgani riproduttoriecc. - Rapporti di queste tre grandi classi di fatti coll'origine dell'uomo.

Chi desidera riconoscere se l'uomo sia un discendente modificato di qualche forma preesistentedovrà probabilmente ricercare dapprima se l'uomo variianche in legger gradonella struttura del corpo e nella facoltà della mente; e quando ciò siadeve ricercare se queste variazioni si trasmettano alla progeniesecondo le leggi che governano gli animali all'uomo inferiorie secondo la legge della trasmissione dei caratteri alla stessa età od al sesso. E poiqueste variazioni sono esseper quanto la nostra ignoranza ci permette di giudicarel'effetto delle stesse cause generalie sono esse governate dalle stesse leggi generali come negli altri organismi; per esempiodalla correlazionedagli effetti dipendentidall'esercizio o dal difetto di questoecc.? È forse l'uomo soggetto agli stessi vizi di conformazionerisultanti da un arresto di sviluppoo da un raddoppiamento di partiecc.e dimostra egli in ognuna di queste anomalie un ritorno ad un qualche primiero antico tipo di struttura? Si può naturalmente ricercare anchese l'uomoalla maniera di tanti altri animaliabbia dato origine a varietà e sotto-razzeappena leggermente diversificanti l'una dall'altraoppure a razze abbastanza diverse per poter essere considerate siccome specie dubbiose: in qual modo queste razze siano distribuite sulla terra ed in qual modoquando si sono incrociateabbiano esse agito l'una sull'altratanto nelle prime come nelle susseguenti generazioni. E così per molti altri argomenti.
Lo studioso verrà quindi a questo importante quesitose l'uomo tenda a moltiplicarsi così rapidamente che ne debbano nascere gravi lotte per la vitain conseguenza delle quali i mutamenti benefici tanto nel corpo quanto nella mente sarebbero conservati e quelli nocevoli sarebbero eliminati. Le specie e le razze umane (si può adoperare l'uno o l'altro vocabolo) si. invaderanno esse e si sostituiranno l'una all'altra per modo che alla perfine alcune si vengano ad estinguere? Noi vedremo che tutte queste questionisiccome per alcune di esse la cosa è evidentissimasi possono risolvere affermativamentecome pei sottostanti animali.
Ma le varie considerazioni qui riferite possono per ora senza inconvenienteessere lasciate in disparte; e prima di tutto noi dobbiamo vedere fino a qual punto la struttura del corpo umano lasci vedere traccepiù o meno evidentidella sua provenienza da qualche forma inferiore. Nei due capitoli seguenti considereremo le potenze mentali dell'uomo in comparazione con quelle dei sottostanti animali.

Struttura corporea dell'uomo. - È cosa nota che l'uomo è foggiato sullo stesso stampo o tipo generale degli altri mammiferi. Tutte le ossa del suo scheletro possono essere comparate con ossa corrispondenti in una scimmiaun pipistrellood una focaLa stessa cosa è pei suoi muscolii suoi nervii vasi sanguigni e gli interni visceri. Il cervelloil più importante di tutti gli organisegue la stessa leggesiccome fu dimostrato da Huxley e da altri anatomici. Bischoffche è un'autorità contrariaammette che ogni solco ed ogni ripiegatura del cervello umano hanno il loro analogo in quello dell'urango; ma egli aggiunge che in nessun periodo di sviluppo i due cervelli s'accordano perfettamente; ma non bisognava aspettarsi a questoperchè altrimenti le loro potenze mentali sarebbero state le stesse. Vulpian nota: Les différences réelles qui existent entre l'encéphale de l'homme et celui des singes supérieurssont bien minimes. Il ne faut pas se faire d'illusions à cet égard. L'homme est bien plus près des singes anthropomorphes par les caractères anatomiques de son cerveau que ceux-ci ne le sont non seulement des autres mammifèresmais mêmes de certains quadrumanesdes guénons et des macaques. Ma sarebbe superfluo aggiungere qui altri particolari intorno alla corrispondenza fra l'uomo e i mammiferi più elevati nella struttura del cervello e di tutte le altre parti del corpo.
Può tuttavia valer la spesa di specificare alcuni pochi puntinon direttamente o vistosamente collegati colla strutturaper mezzo dei quali si dimostra questa corrispondenza o questo rapporto.
L'uomo può ricevere dai sottostanti animali e comunicare loro certe malattiecome l'idrofobiail vaiolola morvaecc.; questo fatto prova l'affinità dei tessuti loro e del sangue tanto nella minuta struttura come nella composizioneassai meglio che non faccia la comparazione di essi col miglior microscopiood il sussidio dell'analisi chimica più accurata. Le scimmie vanno soggette a molte malattie non contagiosecome quelle che affliggono noi; così Renggeril quale ha osservato accuratamente per lungo tempo il Cebus Azarae nel suo paese nativotrovò che esso è soggetto al. catarro polmonare coi suoi sintomi consuetie chequando si ripete soventemena alla consunzione. Queste scimmie soffrono anche l'apoplessial'infiammazione intestinalee la cataratta nell'occhio. Alcuni giovani muoiono spesso di febbre nello spuntare i denti del latte. I medicamenti producono in esse gli stessi effetti come in noi. Molte specie di scimmie hanno un grande gusto pel thèpel caffèe pei liquori spiritosi; mostrano puresiccome io stesso ho vedutogusto a fumare tabacco. Brehm asserisce che gl'indigeni del nord-est dell'Africa s'impadroniscono dei babbuini selvatici esponendo fuori recipienti con birra fortedella quale i babbuini si ubriacano. Egli ha veduto ubriachi alcuni di questi animali che teneva in schiavitùe ci dà un lepido ragguaglio del loro fare in tale statoe delle strane loro smorfie. Il mattino dopo essi erano molto di mal umore e ingrugnati; sostenevano il capo addolentato con ambe le mani e con piglio miserevole torcevano la faccia con disgusto se si offriva loro birra o vinoma si mostravano avidi del sugo dei limoni. Una scimmia americanaun Ateleubriacatasi con acquavitenon volle mai più gustarnemostrando in ciò maggior saviezza di molti uomini. Questi fatterelli dimostrano quanta somiglianza ci sia fra i nervi del gusto dell'uomo e quelli della scimmiae come somigliantemente sia impressionato tutto il loro sistema nervoso.
L'uomo è infestato da parassiti interniche qualche volta portano conseguenze letalied è tormentato da parassiti esterniche tutti appartengono agli stessi generi od alle stesse famiglie di quelli che infestano gli altri animali. L'uomo è soggettocome gli altri mammiferigli uccelli ed anche gl'insettia quella legge misteriosa la quale fa che certi processi normalicome le gestazioni e così pure lo sviluppo e la durata di varie malattieseguano i periodi lunari. Le sue ferite si rimarginano collo stesso processo di cicatrizzazione; e i monconi che rimangono dopo l'amputazione delle sue membra hanno taloraspecialmente durante un primiero periodo embriogenicoqualche potenza di rigenerazionecome negli animali più bassi.
L'intero processo di quella importantissima funzione che è la riproduzione della specieè evidentemente lo stesso in tutti i mammiferidal primo corteggiamento del maschio al nascimento ed all'allevamento del piccolo. Le scimmie nascono quasi nella stessa condizione d'impotenza dei nostri bambini; ed in alcuni generi i piccoli differiscono tanto nel loro aspetto dagli adultiquanto i nostri bambini dai loro genitori. Alcuni scrittori hanno insistitosiccome sopra una distinzione importantesu ciòche nell'uomo i piccoli non acquistano il loro pieno sviluppo se non che in un'età molto più inoltrata che non in qualsiasi altro animale: ma se noi poniam mente a quelle razze umane che vivono nelle regioni tropicalila differenza non riesce più grandeperchè l'urangosecondochè si credenon diventa adulto fino all'età di dieci o quindici anni. L'uomo differisce dalla donna in molevigore corporeopelositàecc.come pure nella mentenella stessa maniera in cui la cosa segue fra i due sessi in molti mammiferi. Insommaè appena possibile dire troppo intorno alla piena corrispondenza nella struttura generalenella minuta struttura dei tessutinella composizione chimica e nella costituzionefra l'uomo e gli animali più elevatispecialmente le scimmie antropomorfe.

Sviluppo embrionale. - L'uomo si sviluppa da un ovulo il quale ha circa la 125ª parte di un pollice in diametro (il poll. vale 25 mill.)e non differisce punto dagli ovuli degli altri animali. Lo stesso embrionenel suo periodo affatto inizialemalagevolmente si può distinguere da quello di altre specie dello scompartimento dei vertebrati. In questo periodo le arterie scorrono in rami a mo' di arcocome se fossero per portare il sangue alle branchie che non si trovano nei vertebrati superioriquantunque rimangono ancora le fessure ai lati del collo ad indicare la loro primiera posizione. In un periodo alquanto più inoltratoquando le estremità sono sviluppatei piedi delle lucertole e dei mammiferi (siccome nota l'illustre Von Baer) le ali ed i piedi degli uccelli, non meno che le mani ed i piedi dell'uomo, derivano tutti dalla stessa forma fondamentale. Èdice il professore Huxleyal tutto negli ultimi stadi dello sviluppo che il giovane essere umano presenta evidenti differenze dalla giovane scimmiamentre quest'ultima si distacca nei suoi sviluppi dal cane quanto l'uomo. Per quanto straordinaria possa parere quest'ultima asserzionesi può dimostrare vera.
Dopo le asserzioni di così eminenti autoritàio farei cosa superflua se riferissi ancora altri particolari dimostranti che l'embrione umano somiglia strettamente a quello degli altri mammiferi. Si può aggiungere tuttavia che parimente l'embrione umano rassomiglia per molti tratti della sua struttura a certe forme inferiori adulte. Per esempioil cuore esiste dapprima come un semplice vaso pulsantegli escrementi sono evacuati in un condotto a mo' di cloacae l'osso coccige sporge come una vera coda "protendendosi considerevolmente oltre i piedi rudimentali". Negli embrioni di tutti i vertebrati respiranti l'aria atmosfericacerte ghiandolechiamate corpi di Wolffcorrispondono ed operano come i reni dei pesci adulti. Anche fino all'estremo periodo embrionale si possono osservare talune vistose rassomiglianze fra l'uomo e i sottostanti animali. Bischoff dice che le circonvoluzioni del cervello nel feto umano alla fine del settimo mese sono a un dipresso allo stesso punto in cui è lo sviluppo del babbuino adulto. Il pollice del piedesiccome nota il professore Owen "che forma il fulcro nella stazione eretta e nel camminareè forse il tratto più caratteristico della struttura umana"; ma in un embrione di circa un pollice (25 mill.) di lunghezza il prof. Wyman ha trovato " che il pollice del piede era più corto degli altrie invece di essere parallelo con quellifaceva un angolo sul lato del piedecorrispondendo così a quella condizione che è permanente in questa parte nei quadrumani". Io voglio conchiudere con una citazione di Huxleyil qualefatta la domanda se l'uomo si origini in un modo differente da un caneun uccellouna rana od un pescedicela risposta non è oggi dubbiosa; incontestabilmente il modo di origine e gli stadi primieri dello sviluppo dell'uomo son identici con quelli degli animali che gli stanno immediatamente sotto nella scala; incontestabilmente per questi riguardi egli è assai più vicino alle scimmie che non siano le scimmie al cane.

Rudimenti. - Questo argomentosebbene intrinsecamente non più importante dei due precedentivuol essere qui trattato con maggior ampiezza. Non si trova neppur uno fra gli animali superioriil quale non abbia qualche sua parte in istato rudimentale; e l'uomo non fa eccezione a questa regola. Gli organi rudimentali debbono esser distinti da quelli che sono nascentisebbene in qualche caso questa distinzione non torni agevole. I. primio sono assolutamente senza usocome le mammelle nei maschi dei mammiferi od i denti incisivi dei ruminanti che non forano mai la gengivaoppure rendono un così scarso servizio ai loro possessori attualiche non possiamo supporre che essi si siano sviluppati nelle attuali condizioni. Gli organi in quest'ultimo stato non sono strettamente rudimentalima tendono a quello. D'altra parte gli organi nascentisebbene non pienamente sviluppatiservono grandemente ai loro possessorie sono suscettivi di ulteriore sviluppo. Gli organi rudimentali sono eminentemente variabili; e ciò s'intende in parteperchè sono senza uso o quasi senza usoe quindi non ulteriormente soggetti alla scelta naturale. Spesso si sopprimono totalmente. Quando ciò seguenon sono più soggetti a ricomparire talora per ritornoo regressoo reversione; e questa è cosa degnissima di attenzione.
Il difetto d'esercizio in quel periodo della vitain cui un organo è principalmente adoperatociò che segue generalmente nello stato adulto; insieme colla eredità ad un corrispondente periodo della vitasembrano essere stati gli agenti principali che hanno fatto sì che certi organi siano rimasti rudimentali. L'espressione difetto d'esercizio non si deve riferire solamente ad una diminuita azione dei muscolima comprende una diminuzione dell'afflusso del sangue ad una parte o ad un organoper essere soggetto a minori alternative di pressioneo per essere divenuto per qualsiasi via meno abitualmente attivo. Possono trovarsi in uno dei due sessi rudimenti di parti che sono sviluppate normalmente nell'altro sesso; e questi rudimentisiccome noi vedremo più tardispesso si originano in una maniera distinta. In alcuni casi certi organi sono stati ridotti per mezzo della scelta naturaleperchè divenuti nocevoli alla speciemutate le condizioni della vita. Il processo di riduzione è probabilmente agevolato spesso dai due principi di compensazione e di economia dell'accrescimento; ma sono difficili da comprendere gli ultimi stadi del riducimentodopochè il difetto di esercizio ha fatto tutto quello che gli si può attribuiree quando la conservazione da compiere per mezzo dell'economia dell'accrescimento è molto scarsa. La compiuta e finale soppressione di una parte già fuori di esercizio è molto ridotta in volumenel qual caso non possono operare nè compensazione nè economiasi può forse intendere colla ipotesi della pangenesiesecondochè apparein nessun altro modo. Ma siccome l'intero argomento degli organi rudimentali è stato pienamente discusso ed illustrato nelle mie opere precedentiio non dirò nulla di più qui in proposito.
Si sono osservati rudimenti di vari muscoliche si trovano in molte parti del corpo umano e non pochi muscoliche si trovano regolarmente negli animali sottostantisi possono scoprire accidentalmente nell'uomo in condizioni di sommo riducimento. Ognuno può avere osservato come molti animalispecialmente i cavallipossono muovere e raggrinzare la pelle; ciò si compie per mezzo del pannicolo carnoso. In varie parti del nostro corpo si trovano residui di questi muscoli operanti; per esempio nella fronteservendo essi a sollevare le sopracciglia. Il platysma myodesche è molto sviluppato nel colloappartiene a questo sistema. Il professore Turnerdi Edimburgoha per avventura scopertosecondo il ragguaglio che me ne dàfascetti muscolari in cinque luoghi differentisegnatamente nelle ascellepresso le scapoleecc.ognuno dei quali si può riferire al sistema del pannicolo. Egli ha pure dimostrato che il musculus sternaliso sternalis brutorumche non è un prolungamento del rectus abdominalisma è in stretto rapporto col pannicolos'incontrò nella proporzione di circa il tre per cento in più di 600 corpi: egli aggiunge che questo muscolo arreca "una eccellente illustrazione del fatto che quelle partile quali si trovano in istato rudimentale ed accidentalmentesono in special modo soggette a variare nella loro disposizione". Son pochi quelli che possono contrarre i muscoli superficiali della pelle del capo; e questi muscoli sono in condizione variabile e parzialmente rudimentale. Il signor A. De Candolle mi comunicò un caso ben curioso di lunga e continuata persistenza o eredità di questa facoltàcome pure del suo insolito sviluppo. Egli conosce una famigliaun membro della qualeora capo di casapotevaquando era giovanefar cadere parecchi grossi libri dal capopel solo movimento della pelle del capo stesso; e vinse in tal modo parecchie scommesse. Suo padresuo ziosuo nonno e i suoi tre figliuoli posseggono tutti la medesima facoltà nello stesso insolito grado. Otto generazioni or sonoquella famiglia si divise in due ramiper cui il capo del ramo summenzionato è cugino in settimo grado del capo dell'altro ramo. Questo lontano cugino dimora in un'altra parte della Franciaed essendogli stato domandato se egli pure fosse fornito di quella facoltàne fece subito mostra. Questo caso ci offre un esempio evidente della grande persistenza con cui può venir trasmessa una facoltà al tutto inutile.
I muscoli esteriori che servono a far muovere tutto l'orecchio esternoed i muscoli interni che ne muovono le varie partii quali appartengono tutti al sistema del pannicolosono nell'uomo in condizione rudimentale; variano pure nello sviluppood almeno nel funzionare. Ho veduto un uomo che poteva far venire avanti le sue orecchieed un altro che le faceva andare indietro; e da quello che mi disse uno di essiè probabile che molti di noi toccandoci spesso le orecchie e ponendovi studiopotremmo con ripetuti tentativi riacquistare una certa facoltà di movimento. La facoltà di drizzare le orecchie e di dirigerle per ogni verso è indubbiamente giovevolissima a molti animaliperchè possano così riconoscere da qual parte venga il pericolo; ma non ho mai inteso che un uomo possegga la menoma facoltà di drizzare le orecchieunico movimento che potrebbe essergli di qualche servizio. Tutta la esterna conca o padiglione dell'orecchio può essere considerata come rudimentaleinsieme colle varie ripiegature e sporgenze (elice ed antelicetrago ed antitragoecc.) che negli animali sottostanti sostengono e rinforzano l'orecchio mentre è drizzatosenza accrescerne molto il peso. Tuttaviaalcuni autori suppongono che la cartilagine del padiglione serva a trasmettere le vibrazioni al nervo acustico; ma il signor Toynbee dopo aver raccolto tutti i fatti conosciuti in propositoconchiude che il padiglione esterno non ha un uffizio distinto. Le orecchie dello scimpanzè e dell'urango rassomigliano straordinariamente a quelle dell'uomoed i guardiani del Giardino zoologico di Londra mi hanno assicurato che questi animali non le muovono nè le drizzano mai; per cui sono in una condizione puramente rudimentalealmeno per questa funzionecome nell'uomo. Non possiamo dire perchè questi animalicome i progenitori dell'uomoabbiano perduto la facoltà di drizzare le loro orecchie. Può esseresebbene questo modo di vedere non mi soddisfiche mercè la loro vita arboreale e la loro grande forzanon fossero molto esposti a pericolie quindi per un lunghissimo periodo di tempo movessero poco le orecchiee così siamo andati man mano perdendo la facoltà di muoverle. Questo sarebbe un fatto analogo a quello di quei grossi e pesanti uccelli che abitando le isole oceaniche non sono stati esposti alle aggressioni degli animali da predae quindi hanno perduto la facoltà di adoperare le ali pel volo.
Il signor Woolnercelebre scultoremi ha partecipato una sua osservazione intorno ad una lieve particolarità dell'orecchio esternoche egli ha notato spesso tanto negli uomini che nelle donnee di cui comprese tutto il significato. La sua attenzione intorno a ciò venne per la prima volta svegliata mentre stava lavorando la sua statua di Pucka cui aveva dato orecchie a punta. In tal modo s'indusse ad esaminare le orecchie di molte scimmiee susseguentemente con maggior diligenza anche quelle dell'uomo. La particolarità consiste in un punticino ottusoche sporge dal margine ripiegato internamenteod elice. Il signor Woolner fece un modello preciso di una cosiffatta disposizione. Questi punti sporgono non solo in dentroma spesso anche un po' in fuoriper cui sono visibili quando il capo si guarda direttamente di prospetto o di dietro. Variano di mole e talora di posizionestando qualche volta un po' più in su o un po' più in basso; e alle volte presentandosi in un orecchio e non nell'altro. Ora il significato di queste prominenze non mi sembra dubbio; ma si può dire che esse presentano un carattere tanto insignificante da non essere degno di menzione. Tuttavia ciò sarebbe tanto falso quanto appar naturale. Ogni carattereper quanto leggero siadeve essere l'effetto di qualche causa definita; e se si presenta in molti individui merita d'esser preso in considerazione. Evidentemente l'elice si compone del margine estremo dell'orecchio ripiegato in dentro: e questa ripiegatura sembra avere in certo modo relazione col fatto che l'orecchio esterno viene permanentemente spinto indietro. In molte scimmie collocate non tanto in alto nell'ordinecome i babbuini ed alcune specie di macachila parte superiore dell'orecchio è lievemente puntutaed il margine non è punto ripiegato in dentro; ma se questo margine fosse ripiegato in tal modosi vedrebbe senza dubbio sporgere in dentro o forse un po' in fuori un leggero punto. Questo si può vedere attualmente sopra un esemplare dell'Atele Belzebù nel Giardino Zoologico di Londra; e possiamo trarne la sicura conseguenza che questa è una struttura similarevestigio di orecchie primieramente puntuteche ricompare accidentalmente nell'uomo.
La membrana nictitante o terza palpebracoi suoi muscoli accessori e le altre partiè particolarmente bene sviluppata negli uccellied ha in essi una importantissima funzioneperchè può essere rapidamente distesa sopra tutto il globo dell'occhio. S'incontra in alcuni rettili ed anfibied in certi pescicome gli squali. È sviluppata benissimo nelle due divisioni più in basso dei mammifericioè nei monotremie nei marsupialied anche in qualche mammifero più elevatocome nei trichechi. Ma nell'uomonei quadrumani. ed in molti altri mammiferi quella membrana esistecome è riconosciuto da tutti gli anatomiciallo stato di semplice rudimentoe vien detta piega semilunare.
Nella maggior parte degli animali il senso dell'odorato è della più alta importanza: ad alcunicome i ruminantiserve a farli accorti del pericolo; ad altricome i carnivoria far loro trovare la preda; ad altricome i cinghialipei due scopi insieme. Ma il senso dell'odorato rende all'uomo solo lievissimo servigiose pure ne rendeanche ai selvaggi nei quali è molto più sviluppato che non nelle razze incivilite. Non li avverte del pericolonè li guida a trovarsi il nutrimento; nè impedisce agli Esquimali di dormire nell'aria più fetidanè a molti selvaggi di mangiare carni semiputrefatte. Coloro i quali credono nel principio di una graduale evoluzionenon ammetteranno facilmente che questo senso nel suo stato presente sia stato in origine acquistato dall'uomo come esiste ora. Non v'ha dubbio che egli abbia ereditato questa facoltà in uno stato così indebolito e rudimentale da qualche antico progenitorea cui questo senso era grandemente utile e che l'adoperava di continuo. In tal modo noi possiamo forse comprendere questo fatto checome ha notato con molta verità il D.re Maudsleyil senso dell'odorato nell'uomo "ha la singolare particolarità di presentar vive nella mente le idee e le immagini di scene e di luoghi dimenticati"; perchè vediamo in quegli animaliche hanno questo senso molto sviluppatocome i cani ed i cavalliche le antiche rimembranze delle persone e dei luoghi si associano fortemente al loro odore.
L'uomo differisce moltissimo da tutti gli altri Primati per essere quasi nudo. Ma alcuni peli corti e rari si trovano sulla più gran parte del corpo nel sesso mascolinoed una fina peluria nel sesso femminile. Negli individui appartenenti alla medesima razza questi peli variano grandementenon solo nella copiama anche nella posizione; così le spalle di alcuni europei sono al tutto nudementre in altri sono coperte di. fitti ciuffi dì peli. Non vi può essere il menomo dubbio che questi pelisparsi qua e là sul corponon siano i rudimenti dell'integumento uniformemente peloso degli animali sottostanti. Ciò divien tanto più probabileda che si sa che i peli fini corti e di colore sbiadito che stanno sulle membra e sopra altre parti del corpo accidentalmente si sviluppano in peli "fittilunghi e piuttosto grossi e scuri" quando vengono anormalmente nudriti vicino a superfici lungamente infiammate.
Il signor Paget mi ha detto che persone appartenenti ad una stessa famiglia hanno sovente alcuni peli delle sopracciglia molto più lunghi degli altri; cosicchè questa lieve particolarità pare essere ereditata. Questi peli rappresentano apparentemente le vibrisseche vengono adoperate come organi del tatto da molti degli animali sottostanti. Ho osservato in un giovane scimpanzè alcuni peli drittipiuttosto lunghiche gli sporgevano sugli occhial posto delle vere sopraccigliaqualora queste ci fossero state.
Il pelo sottilissimo e lanosoo la così detta lanuggineche ricopre fittamente il feto umano nel sesto meseoffre un esempio ancora più curioso. Si comincia a sviluppare nel quinto mesesulle sopracciglia e sul visoe soprattutto intorno alla boccaove è molto più lungo che non sul capo. Eschricht osservò questa sorta di mustacchi in un feto femmina; ma ciò non deve recare tanta sorpresa come si potrebbe credere in sulle primeperchè in generale i due sessi hanno tra loro molta rassomiglianza di tutti i caratteri esterni durante un primiero periodo di accrescimento. La direzione e la disposizione dei peli in tutte le parti del corpo del feto sono le stesse come nell'adultoma vanno soggette a molto variare. Tutta la superficiecompreso la fronte e le orecchieè in tal modo fittamente ricoperta; ma è un fatto significante quello che le palme delle mani e le piante dei piedi siano al tutto nudecome la superficie di tutte le quattro estremità nella maggior parte degli animali sottostanti. Siccome questa non può guari essere una coincidenza accidentalenoi dobbiamo considerare l'invoglio villoso del feto come il rappresentante rudimentale del primitivo pelame permanente che si vede in quei mammiferi che sono nati pelosi. Questa rappresentanza è più compiutasecondo la legge consueta dello sviluppo embriogenicoche non quella che presentano i peli sparsi qua e là sul corpo dell'adulto.
Sembra che i denti molari posteriorio denti del giudizio abbiano una tendenza a divenire rudimentali nelle razze umane più incivilite. Questi denti sono alquanto più piccoli degli altri molaricome pure è il caso nello scimpanzè e nell'urango: ed hanno due sole radici separate. Non spuntano fin verso il diciassettesimo annoe mi è stato assicurato che si guastano e cadono molto prima degli altri denti ma questo asserto vien negato da alcuni dentisti. Sono anche soggetti a variare nella struttura e nel periodo dello sviluppo più che non gli altri denti. Inoltre nelle razze Melaniche i denti del giudizio sono per solito forniti di tre radici separatee sono in generale forti e sani; ed anche differiscono meno nella mole dagli altri molari che non nelle razze Caucasiche. Il prof. Schaaffhausen attribuisce questa differenza tra le due razze a ciòche "la porzione dentale posteriore della mascella è sempre più corta" in quelle che sono incivilitee questo raccorciamento puòio credovenire francamente attribuito a ciò che gli uomini inciviliti vogliono abitualmente nutrirsi di cibo molle e cottoe adoperano meno le loro mascelle. Il signor Brace mi ha informato essere divenuta comune negli Stati Uniti la pratica di svellere ai bambini alcuni denti molariperchè la mascella non cresce abbastanza pel compiuto sviluppo del numero normale dei denti.
Per quello che riguarda il canale alimentare ho incontrato soltanto un unico caso di rudimentocioè l'appendice vermiforme del cieco. Il cieco è una diramazione o diverticolo dell'intestinoche termina in fondo ciecoed è lunghissimo in molti dei più bassi mammiferi erbivori. Nel koalamarsupialeè attualmente lungo tre volte quanto il corpo. Talora si protende in un punto lungo e gradualmente conicoe talora parzialmente ristretto. Sembra chein conseguenza del mutamento di cibo o di costumiil cieco siasi in vari animali molto raccorciatoe l'appendice vermiforme è rimasta come un rudimento della parte rimpicciolita.
Che questa appendice sia un rudimento lo possiamo dedurre dalla sua piccola mole e dal fattoche il professore Canestrini ha raccoltodel suo variare nell'uomo. Alle volte manca al tuttooppure è molto sviluppata. Talora il passaggio è interamente chiuso per la metà o i due terzi della sua lunghezzae la parte terminale non è che una espansione piatta e solida. Nell'urango questa appendice è lunga e avvolta; nell'uomo sporge dalla terminazione del corto ciecoed è per solito lunga quattro o cinque pollici (da 10 centimetri a 10 centimetri e 25 millim.)1e non ha che un diametro di un terzo di pollice (8 millimetri). Non solo è inutilema talvolta è causa di morte; e di questo intesi ultimamente due casiin cui la morte fu prodotta da ciò che alcuni piccoli corpi duricome sarebbero semientrati nel canalecagionarono l'infiammazione.
In alcuni quadrumaninei lumerie specialmente nei carnivorihavvi un foro accanto al capo inferiore dell'omerodetto foro sopra-condiloideopel quale passa il grande nervo del membro anterioree sovente anche la grande arteria. Ora nell'omero dell'uomocome hanno dimostrato il dottor Struthers ed altriin generale si scorge traccia di questo passaggioe talora è benissimo sviluppatoessendo fatto da un processo dell'osso a mo' di uncinoterminato da una striscia legamentosa. Quando questo processo esisteil grande nervo vi passa invariabilmente in mezzoe ciò dimostra con molta evidenza che è l'omologo e il rudimento del forame sopra-condiloideo degli animali sottostanti. Il professore Turner calcolacome mi ha assicuratoche questo fatto si presenta una volta per cento negli scheletri recenti. Ma questo caso non ha in sè grande importanzadacchè il forame non è regolarmente presente nei quadrumani superiori. Non è quindi certocome mi ha fatto osservare il signor Buskche la sua presenza accidentale nell'uomo sia l'effetto di un residuo o di un regresso ad una primitiva struttura.
Vi è nell'omero un altro forameche può venir chiamato intercondiloideo. Questo si presenta in varie scimmie antropoidi ed altrema anche in molti animali più bassie per accidente nell'uomo. È notevole il fatto che questo forame sembra essere stato molto più frequente nei tempi antichi che non nei presenti. Il signor Busk ha raccolto le seguenti prove intorno a questo argomento: il prof. Broca "osservò questo forame in quattro e mezzo per cento delle ossa delle braccia raccolte nel cimitero del suda Parigi; e nella grotta di Orrony di cui il contenuto è attribuito al periodo del bronzoerano perforati fino otto omeri sopra trentadue; ma questa straordinaria proporzionesiccome egli credepuò essere attribuita a ciò che la caverna era stata una sorta di tomba di famiglia. Parimente il signor Dupont trovò il 30 per cento di ossa perforate nelle caverne della valle della Lesseappartenenti al periodo della renna; mentre il signor Leguayin una sorta di dolmen ad Argenteuilosservò che il venticinque per cento delle ossa erano forate; e Pruner-bey ne trovò il ventisei per cento nella stessa condizione nelle ossa prese da Vauréal. E non si può lasciare senza menzione il fatto che Pruner-bey afferma che questa condizione è comune negli scheletri dei Guanchi". È interessante il fatto che le razze antichein questo ed in molti altri casipresentano più frequentemente strutture che somigliano più a quelle degli animali sottostantiche non le razze moderne. Sembra che la ragione principale di ciò sia che le razze antiche erano in certo modo più vicine che non le moderne nella lunga linea genealogica ai loro remoti progenitori simili agli animali.
Nell'uomo l'osso coccigesebbene non faccia ufficio di codarappresenta evidentemente questa parte degli altri animali vertebrati. In un primitivo periodo embriogenico è liberoecome abbiamo vedutosporge oltre le estremità inferiori. È stato riconosciutosecondo Isidoro Geoffroy Saint-Hilaire ed altriche incerti rari casi di anomalia esso forma un piccolo rudimento esternood una coda. L'osso coccige è brevee contiene per solito solo quattro vertebre; e queste si trovano in condizione rudimentaleperchè son fattetranne quelladella basedel solo centro. Son provviste di alcuni piccoli muscoli; uno dl questicome ml disse il prof. Turnerè stato appositamente descritto da Theile come una rudimentale ripetizione dell'estensore della codache è tanto grandemente sviluppato in molti animali.
Il midollo spinale scende nell'uomo soltanto fino all'ultima vertebra dorsale o alla prima lombare; ma un'appendice filiforme (il filum terminale) scende lungo l'asse della parte sacrale del canale spinaleed anche lungo la parte posteriore delle ossa coccigee. La parte superiore di questo filamentocome mi ha detto il prof. Turnerè senza dubbio omologa col midollo spinale; ma la parte inferiore sembra essere composta solo della pia madreo membrana vascolare avvolgente. Anche in questo caso si può dire che l'osso coccige possiede una traccia di quell'importante parte che è il midollo spinale; sebbene non sia più racchiusa in un canale osseo. Il fatto seguentedel quale vado pure debitore al prof. Turnerdimostra quanta stretta analogia siavi fra l'osso coccige e la coda negli animali sottostanti. Luschka ha testè scoperto all'estremità delle ossa coccigee un corpo circonvoluto particolarissimoche è continuo coll'arteria mediana sacrale; e questa scoperta indusse Krause e Meyer ad esaminare la coda di una scimmia (Macacus) e di un gattoin ognuno dei quali trovaronosebbene non all'estremitàun corpo similmente circonvoluto.
Il sistema riproduttore offre varie parti rudimentali; ma queste differiscono dai casi precedenti per un importante rispetto. Qui non si tratta di un vestigio di una parte che non appartiene alla specie in uno stato efficiente; ma di una parte che è sempre presente ed efficiente in un sessomentre nell'altro è rappresentata da un semplice rudimento. Nondimeno la presenza di questi rudimenti è tanto difficile da spiegare colla teoria della creazione separata di ogni speciequanto nei casi sopra riferiti. Avrò in seguito da ritornare su questi rudimentie mostrerò che la loro presenza in generale dipende soltanto dall'eredità; vale a diredi parti acquistate da un sesso e che sono state parzialmente trasmesse all'altro. Darò qui solo pochi esempi di così fatti rudimenti. È cosa ben nota che nei maschi di tutti i mammiferil'uomo compresoesistono mammelle rudimentali. In parecchi casi queste mammelle si sono sviluppateed hanno prodotto copia di latte. La loro essenziale identità nel due sessi è pure dimostrata dacchè accidentalmente si accrescono in entrambi sotto l'azione della rosolia. La vescicula prostaticache è stata osservata in molti mammiferi maschiè ora riconosciuta essere omologa all'utero femminileunitamente coll'annesso canale. Non è possibile leggere la bella descrizione che Leuckart fa di questo organoe il suo ragionamentosenza ammettere la giustezza della sua conclusione. Questo fatto è soprattutto evidente nel caso di quei mammiferi in cui l'utero genuino femminile si biforcaperchè nei maschi di quelli la vescicula si biforca del pari. Si potrebbero qui menzionare altre parti rudimentali che appartengono al sistema riproduttore.
Non è possibile non comprendere l'importanza delle tre grandi classi di fatti ora riferite. Ma sarebbe qui al tutto superfluo ricapitolare la serie di argomenti arrecati particolareggiatamente nella mia Origine delle specie. La struttura omologica dell'intera forma nei membri della stessa classe si comprendese noi ammettiamo la loro discendenza da un progenitore comunee i loro susseguenti adattamenti alle mutate condizioni. Con un altro modo di vedere non si può affatto spiegare la similarità di forma tra la mano dell'uomo o della scimmia col piede del cavallola pinna di una focal'ala di un pipistrelloecc. Non è una spiegazione scientifica il dire che sono state tutte formate secondo uno stesso stampo ideale. Rispetto allo sviluppopossiamo comprendere chiaramentesecondo il principio delle variazioni che sopravvengono in un ulteriore e più tardo periodo embriogenicoe colla eredità in un corrispondente periodocome vada che embrioni di forme tanto straordinariamente differenti ritengano ancorapiù o meno perfettamentela struttura del loro comune progenitore. Non si è mai data altra spiegazione del fatto meraviglioso che l'embrione dell'uomodel canedella focadel pipistrellodel rettileecc.non si possano dapprincipio quasi distinguere fra loro. Onde comprendere la presenza di organi rudimentaliabbiamo solo da supporre che un primiero progenitore possedesse le parti in questione in stato perfettoe che mercè il mutamento nel modo di vivere queste parti siano venute molto riducendosisia pel solo difetto di eserciziooppure per la scelta naturale di quegli individuii quali erano meno provvisti di una parte superfluaconcorrendo gli altri mezzi indicati precedentemente.
Così noi possiamo comprendere come sia avvenuto che l'uomo e tutti gli altri animali vertebrati siano stati costrutti sopra un solo modelloperchè passino per alcuni primieri stadi di sviluppoe perchè conservino certi rudimenti in comune. In conseguenza noi dobbiamo francamente riconoscere la loro comune origine; pensando diversamentebisognerebbe ammettere che la nostra propria struttura e quella di tutti gli animali che ci circondano non sia altro che un tranello per ingannare il nostro giudizio. Questa conclusione acquista molta forzase guardiamo i membri di tutte le serie animalie consideriamo l'evidenza che deriva dalle loro affinità o classificazionidalla loro distribuzione geografica e dalla loro successione geologica. È solo un nostro pregiudizio naturalee quella superbia dei nostri antenati che li fece dichiararsi discendenti da semideiche c'induce a dubitare di questa conclusione. Ma non è lontano il giorno in cui parrà strano che naturalisti buoni conoscitori della struttura comparata e dello sviluppo dell'uomo e degli altri mammiferiabbiano potuto credere che ognuno di essi fosse l'opera di un atto separato di creazione.


CAPITOLO II

COMPARAZIONE FRA LA POTENZA MENTALE DELL'UOMO
E QUELLA DEGLI ANIMALI SOTTOSTANTI.

La differenza fra le facoltà inferiori della scimmia più elevata e del selvaggio più digradato è immensa - Alcuni istinti sono comuni - Emozioni - Curiosità - Imitazione - Attenzione - Memoria - Immaginazione - Ragione - Miglioramento progressivo - Utensili ed armi adoperati dagli animali - Linguaggio - Consapevolezza di sè - Senso del bello - Credenza in Dioin agenti spiritualisuperstizioni.

Nel precedente capitolo abbiamo veduto che nella struttura del suo corpo l'uomo porta tracce evidenti della sua origine da qualche forma più bassa; ma si potrebbe soggiungere tuttavia che siccome l'uomo differisce tanto grandemente nella sua potenza mentale da tutti gli altri animalipossa essere erronea questa conclusione. Senza dubbio la differenza per questo riguardo è enormeanche se compariamo l'intelligenza del selvaggio più digradatoquello che non ha vocaboli per esprimere un numero superiore a quattronon adopera termini astratti per indicare gli oggetti o gli affetti più comuni con quello della scimmia più elevata nella sua organizzazione. Certo la differenza sarebbe ancora immensa qualora si trattasse di una scimmia migliorata e incivilita quanto lo è il cane rispetto al suo antenato il lupo o lo sciacallo. Gli abitatori della Terra del fuoco sono collocati fra i selvaggi più bassi; ma fu per me sempre una continua meraviglia vedere come i tre indigeni di quel paeseportati a bordo della nave inglese Beagledopo aver vissuto alcuni anni in Inghilterraove avevano imparato a parlare un po' d'ingleserassomigliassero a noi nelle attitudini e in molte delle nostre facoltà mentali. Se nessun essere organicotranne l'uomofosse stato dotato di potenza mentaleoppure se questa potenza dell'uomo fosse di natura al tutto diversa da quella degli animali sottostantinoi non avremmo mai potuto convincerci che le nostre alte facoltà siano andate man mano sviluppandosi. Ma si può dimostrare con molta evidenza che non v'ha nessuna fondamentale differenza di questa sorta. Dobbiamo pure ammettere che vi è una distanza molto maggiore fra la potenza mentale di uno degli infimi pescicome una lampreda od un Amphioxus lanceolatused una delle scimmie più perfetteche non fra una scimmia e l'uomo; tuttavia questo immenso intervallo è colmato mercè innumerevoli gradazioni.
Non è lieve neppure la differenza nelle disposizioni morali fra un barbarocome quello descritto dall'antico navigante Byronil quale schiacciò contro gli scogli un suo figliuolo perchè aveva lasciato cadere un panierino di ricci di mareed un Howard od un Clarkson; e nell'intellettofra un selvaggio che non fa uso di vocaboli astrattie Newton e Shakespeare. Questa sorta di differenze fra gli uomini superiori delle razze più elevate ed i selvaggi più degradati si rannodano con lievissime gradazioni. Quindi è possibile che possano scomparire e svilupparsi le une nelle altre.
Mi propongo in questo capitolo di dimostrare soltanto che non v'ha differenza fondamentale fra l'uomo ed i mammiferi più elevati per ciò che riguarda le loro facoltà mentali. Ogni divisione di questo argomento può venire svolta in un lavoro separatoma qui deve essere trattato brevemente. Siccome non è stata accettata universalmente nessuna classificazione delle potenze mentaliio disporrò le mie osservazioni nell'ordine più conveniente al mio scopo; e sceglierò quei fatti che mi hanno maggiormente colpitosperando che possano produrre lo stesso effetto sul lettore.
Per ciò che riguarda gli animali che stanno molto in basso nella scalaavrò da aggiungere alcuni fatti addizionali nel capitolo della Scelta sessualeper dimostrare che le loro potenze mentali sono assai più elevate di quello che si sarebbe potuto supporre. La variabilità di queste facoltà fra individui della medesima specie è per noi un punto importantissimoe ne darò qui alcuni esempi. Ma sarebbe superfluo entrare in troppi particolari su questo argomentomentre io mi sono assicuratodopo aver preso molte informazioniche tutti quelli che hanno avuto che fare per lungo tempo con animali di molte sortacompresi gli uccellisono unanimemente di opinione che esiste fra i vari individui una grande diversità in ogni caratteristica mentale. In qual modo siansi sviluppate dapprima le potenze della mente negli organismi inferioriè una ricerca senza speranzaal par di quella intorno al modo in cui siasi sviluppata la vita. Questi sono problemi serbati per un lontano avvenirese pure l'uomo riuscirà mai a scioglierli.
Siccome l'uomo è fornito degli stessi sensi come gli animali sottostantile sue intuizioni fondamentali debbono essere le stesse. L'uomo ha pure comuni con essi alcuni istinticome quello della propria conservazionel'amore sessualequello della madre pel suo natola facoltà di quest'ultimo di popparee così via dicendo.
Ma l'uomoforseha un minor numero d'istinti di quello che abbiano gli animali che lo seguono immediatamente nella serie degli esseri. L'urango delle isole orientalie lo scimpanzè dell'Africasi costruiscono piattaforme per dormire; e siccome queste due specie hanno lo stesso costumesi potrebbe asserire che ciò è prodotto dall'istinto: ma non possiamo essere ben certi che questo fatto non sia invece l'effetto di una somiglianza di bisogni e di potenza di ragionamento pari in entrambi questi animali. Per quanto possiamo riconoscerequeste scimmie sanno distinguere e scansare molti frutti velenosi dei tropicie l'uomo non possiede questa cognizione; ma siccome i nostri animali domestici quando vengono portati in paesi forestieri e condotti al pascolo in primavera mangiano spesso erbe velenoseche in seguito imparano a scansarecosì noi non possiamo esser certi che le scimmie non abbiano imparato per l'esperienza propria o quella dei loro genitori a scegliere i frutti. È tuttavia cosa certacome vedremo orache le scimmie hanno un terrore istintivo dei serpentie probabilmente anche di altri animali pericolosi.
È notevole il piccolo numero e la comparativa semplicità degli istinti negli animali superiori in riscontro a quelli degli animali inferiori. Cuvier asseriva che l'istinto e l'intelligenza stanno in ragione inversa l'uno dell'altra; ed alcuni hanno creduto che le facoltà intellettuali degli animali superiori siansi gradatamente sviluppate dai loro istinti. Ma Pouchetin un interessante lavoro ha dimostrato che non esiste in realtà una cosiffatta ragione inversa. Quegli insetti i quali sono dotati di più meravigliosi istinti sono certamente i più intelligenti. Nella serie dei vertebratii meno intelligenti come i pesci e gli anfibinon sono forniti di istinti complessi; e fra i mammiferi l'animale più notevole pei suoi istinticioè il castoro è intelligentissimocome potranno persuadersene coloro che abbiano letto l'eccellente lavoro del signor Morgan intorno a questo animale.
Quantunque i primi barlumi dell'intelligenzasecondo il signor Herbert Spencersiansi sviluppati mercè il moltiplicarsi e il coordinarsi delle azioni riflessee quantunque molti fra i più semplici istinti siansi gradatamente mutati in azioni di questa sortae possano appena distinguersenecome nel caso del poppare dei giovani animalinondimeno gli istinti più complessi sembrano essere stati originati indipendentemente dalla intelligenza. Tuttavia sono ben lontano dal voler negare che le azioni istintive possano perdere il loro carattere costante ed indelebileed essere sostituite da altre compiute mercè l'aiuto della libera volontà. D'altra parte alcune azioni intelligenticome quando gli uccelli delle isole oceaniche imparano a sfuggire l'uomo per la prima voltacompiute per lo spazio di molte generazionisi convertono in istinti e divengono ereditarie: allora si possono considerare come scadute di carattereperchè non si compiono più per opera della ragione o dell'esperienza. Ma il maggior numero degli istinti più complessi sembra essere venuto in un modo al tutto diversocioè per mezzo della scelta naturale delle variazioni di più semplici azioni istintive. Cosiffatte variazioni sembrano essere originate dalle stesse cause ignote che agiscono sulla organizzazione del cervelloche inducono lievi variazioni o differenze individuali in altre parti del corpo; e queste variazionia cagione della nostra ignoranzavengono sovente dette originate spontaneamente. Credo che non possiamo giungere ad altra conclusione per ciò che riguarda l'origine degli istinti più complessise pensiamo al meraviglioso istinto delle operaie sterili delle formiche e delle apiche non lasciano prole cui trasmettere colla eredità gli effetti della esperienza e della modificazione nei costumi.
Quantunque un grado elevato di intelligenza sia certamente compatibile colla esistenza di istinti complessicome vediamo negli insetti testè menzionati e nel castoronon è improbabile che possano fino a un certo punto incepparsi reciprocamente nel loro sviluppo. Poco si sa intorno alle funzioni del cervelloma possiamo scorgere che quanto più le forze della intelligenza sono sviluppatetanto più le varie parti del cervello debbono essere collegate fra loro per via dell'intreccio dei più intricati canali e in conseguenza ogni parte separata avrà forse una tendenza a divenire meno acconcia a rispondere in un modo definito ed uniformecioè istintivoalle particolari sensazioni o associazioni.
Ho creduto utile fare questa digressioneperchè possiamo agevolmente tenere in minor conto le forze mentali degli animali superiorie specialmente dell'uomoquando compariamo le loro azioni fondate sulla memoria di passati avvenimentisulla previdenzasulla ragione e sull'immaginazionecon azioni esattamente simili compiute per istinto dagli animali inferiori; essendo in quest'ultimo caso la attitudine a compiere cosiffatte azioni stata acquistata passo a passo per mezzo della variabilità degli organi della mente e della scelta naturalesenza nessuna intelligenza consapevole per parte dell'animale durante ogni successiva generazione. Non v'ha dubbio checome ha dimostrato il signor Wallaceuna gran parte delle opere intelligenti fatte dall'uomo son dovute all'imitazione e non al ragionamento: ma vi è questa grande differenza fra le sue azioni e quelle degli animali più bassiche l'uomo può nella sua prima prova fare una accetta di pietra o uno schifo colla sua facoltà imitatrice. Egli deve imparare colla pratica a compiere la sua opera; invece un castoro può fare la sua diga o il suo canaleed un uccello il suo nidotanto o quasi tanto bene la prima volta che lo imprendequanto se fosse vecchio e pieno di esperienza.
Ma torniamo al nostro principale argomento: gli animali sottostanti sentono evidentemente come l'uomo il piacere e il dolorela felicità e la infelicità. La felicità è molto chiaramente espressa dai giovani animalicome i cagnolinii gattinigli agnelliecc.quando si trastullano fra loro come i nostri propri bambini. Anche gli insetti si divertono insiemecome ha descritto quell'eccellente osservatore che è P. Huberche vide le formiche corrersi dietro cercando di mordersi per giuoco come fanno i cagnolini.
Il fatto che gli animali a noi sottostanti risentano le medesime emozioni che risentiamo noi stessi è tanto evidentemente fermatoche non è necessario tediare il lettore riferendo molti particolari. Il terrore ha la stessa azione sopra di essi come sopra di noifacendone tremare i muscolibattere il cuorerilasciare gli sfinterie drizzar i peli. Il sospettogenerato dal timoreè eminentemente caratteristico della maggior parte degli animali selvatici. Il coraggio e la timidezza sono facoltà che variano sommamente negli individui della medesima speciecome si vede chiaramente nei nostri cani. Certi cani e certi cavalli hanno indole cattiva e s'imbronciano facilmente; altri posseggono un buon carattere; e queste facoltà sono certamente ereditarie. Ognuno sa quanto siano gli animali inclinati alla collera furiosa e quanto chiaramente la dimostrino. Si sono pubblicati molti aneddotiprobabilmente veriintorno alla lungamente celata ed artificiosa vendetta di vari animali. I diligenti osservatori Rengger e Brehm affermano che le scimmie americane ed africane che avevano in domesticitàcertamente si vendicavano. È noto l'amore del cane pel suo padrone; e tutti sanno che nell'agonia della morte egli accarezza il padrone; e ognuno può aver sentito dire che il cane che soffre mentre viene sottoposto a qualche vivisezione lecca la mano dell'operatore; quest'uomoa meno di avere un cuore di sassodeve provare rimorso fino all'ultima ora della sua vita. Come ha osservato WhewelColui il quale legge gli esempi commoventi dell'amor materno, riferiti tanto spesso, delle donne di ogni nazione e delle femmine di tutti gli animali, può egli mettere in dubbio che il principio dell'azione non sia lo stesso in ambi i casi?.
Noi vediamo l'amore materno dimostrato fino nei più minuti particolari; così Rengger osservò una scimmia americana (un cebo) che stava scacciando diligentemente le mosche che tormentavano il suo piccolo; e Duvaucel vide un ilobate che lavava il viso del suo piccolo ad un ruscello. Il dolore della perdita dei loro nati è così potente nelle scimmie femmineche fu causa certa della morte di alcune specie tenute prigioniere da Brehm nel nord dell'Africa. Le scimmie orfane venivano sempre adottate e custodite con gran cura da altre scimmietanto maschi che femmine. Un babbuino femmina era di tanto cuore che non solo adottava le giovani scimmie di altre speciema rubava cagnolini e gattiniche si portavano continuamente in giro. Tuttavia la sua amorevolezza non giungeva al punto di dare alla famigliuola adottiva una parte del suo cibociò che sorprendeva Brehmperchè le sue scimmie dividevano ogni cosa di buon grado coi loro propri piccini. Un gattino adottato in tal modo graffiò un giorno il suddetto amorevole babbuinoil quale certo era dotato di molto ingegnoperchè rimase al tutto attonito vedendosi graffiatoed osservò subito le zampe del gattinoe senza esitare gli strappò via coi denti le unghie. Ho inteso dire da un custode del Giardino zoologico di Londra che un vecchio babbuino (C. chacma) aveva adottato una scimmia Rhesus; ma quando vennero messi nella sua gabbia un giovane drillo e un mandrilloegli sembrò accorgersi che quelle scimmiesebbene fossero specie distintegli erano parenti più prossimiperchè respinse il Rhesus e adottò gli altri due. Il giovane Rhesuscome potei vederefu molto indispettito di quell'abbandonoecome un ragazzo stizzosocercava di annoiare e stuzzicare il giovane drillo ed il mandrilloogniqualvolta poteva farlo senza pericolo: questa condotta eccitava molto risentimento nel vecchio babbuino. Le scimmie puresecondo Brehmsanno difendere il padrone quando venga aggredito da qualchedunoquanto possono farlo i cani affezionati contro le aggressioni di altri cani. Ma qui siamo entrati nel terreno della simpatiaove ritorneremo poi. Alcune delle scimmie di Brehm si dilettavano a tormentare un certo vecchio cane che era loro antipaticocome pure altri animali.
Una gran parte delle emozioni più complesse sono comuni agli animali più elevati ed a noi. Ognuno può aver veduto quanta gelosia dimostri il cane se il padrone prodiga il suo affetto ad un'altra creaturaed io ho osservato lo stesso fatto nelle scimmie. Ciò dimostra che non solo gli animali amanoma sentono il desiderio di essere amati. È chiaro che gli animali sono sensibili alla emulazione. Amano l'approvazione e la lode; ed un cane che porta in bocca il panierino del padrone mostra in sommo grado la sua soddisfazione o il suo orgoglio. Credo che non si possa mettere in dubbio che il cane senta la vergogna ben diversa dal timoree un non so che come di modestia quando troppo spesso viene a chiedere il cibo. Un cane grosso non bada punto ai deboli latrati di un cane piccolo; ciò può essere considerato come magnanimità. Parecchi osservatori hanno affermato come cosa sicura che le scimmie si offendono quando vengono burlatee talora credono ad offese immaginarie. Io vidi nel Giardino zoologico di Londra un babbuino andare su tutte le furie quando il suo custode traeva di tasca una lettera od un libro e glie lo leggeva ad alta voce e la sua rabbia era così grandeche una volta lo vidi mordersi una gamba fino a farla sanguinare.
Noi ora ci rivolgeremo alle emozioni e facoltà più intellettualiche sono importantissime perchè formano la base dello sviluppo delle forze mentali più elevate. Gli animali godono evidentemente nell'eccitamento e soffrono la noiacome si può vedere nel canie secondo Renggernelle scimmie. Tutti gli animali sentono la meravigliae molti mostrano curiosità. Talvolta quest'ultima facoltà reca loro dannocome quando il cacciatore si atteggia buffamente e li attira in tal modo; io ho osservato questo coi cervie segue lo stesso con vari camosci e con alcune specie di anatre selvatiche. Brehm riferisce alcuni curiosi ragguagli intorno al terrore istintivo che dimostravano le scimmie pei serpenti; ma la loro curiosità era così grande che non potevano a meno di soddisfarequando ne avevano il destroil loro orrore in un modo quasi umanoalzando il coperchio della scatola ove stavano racchiusi i serpenti. Rimasi tanto sorpreso da questo ragguaglioche presi un serpente impagliato e lo portai nella gabbia delle scimmie del Giardino zoologico di Londrae l'eccitamento che quella vista cagionò là dentro fu uno degli spettacoli più curiosi cui io abbia mai assistito. Fra i più spaventati v'erano tre specie di cercopiteci: essi balzavano qua e là per la gabbia mandando gridi particolari di allarmeche erano compresi dalle altre scimmie. Solo alcune giovani scimmie ed un vecchio babbuino Anubis non badarono al serpente. Allora posi il mio esemplare impagliato sul pavimento di uno degli scompartimenti più larghi. Dopo un certo tempo tutte le scimmie si raccolsero intorno formando un largo cerchioe cogli sguardi intenti presentavano un aspetto sommamente ridicolo. Divennero tutte molto eccitate; cosicchè quando una palla di legno che serviva loro giornalmente di trastullo venne per caso mossa nella paglia ov'era quasi nascostafuggirono via all'istante tutte sgomente. Queste scimmie si comportavano diversamente quando nelle loro gabbie si metteva un pesce mortoun topoo qualche altro insolito oggetto; perchè sebbene a prima vista fossero spaventatesi accostavano in breve e li prendevano in mano per esaminarli. Posi allora un serpente vivo in un sacco di cartacolla bocca ben chiusain uno dei più vasti scompartimenti. Una scimmia si accostò subitoaperse con precauzione un tantino il sacchettovi guardò dentro e subito fuggì via. Allora fui testimonio di ciò che ha descritto Brehm; cioè le scimmieuna dopo l'altracol capo sollevato e rivolto da un latonon poterono resistere alla curiosità che le spingeva a dare un'occhiatina nel sacco per vedere lo spaventoso oggetto che se ne stava tranquillamente al fondo. Sembrerebbe anche che le scimmie abbiano una certa nozione delle affinità zoologicheperchè quelle tenute da Brehm mostrano uno stranosebbene erroneoistintivo terrore delle innocue lucertole e delle rane. Si è veduto anche un urango rimanere spaventato al vedere per la prima volta una testuggine.
Il principio dell'Imitazione è forte nell'uomoe specialmente nell'uomo in stato di barbarie. Desor ha notato che nessun animale imita volontariamente un'azione compiuta dall'uomo finchè risalendo nella scala animale non si giunga alle scimmiechecome tutti sannosono ridicole imitatrici. Tuttaviagli animali imitano talora le loro reciproche azioni; così due specie di lupi che erano stati allevati da cani impararono ad abbaiarecome fa qualche volta lo sciacallo: ma se ciò possa venir detto imitazione volontariaè altra questione. Da una relazione che ho lettavi è ogni ragione per credere che i cagnolini nutriti dai gatti imparano talvolta a leccarsi i piedi e pulirsi in tal modo il muso: è almeno cosa certache ho udita da persona degna di fedeche alcuni cani si comportano in tal modo. Gli uccelli imitano il gorgheggio dei loro genitorie spesso quello di altri uccelli e i pappagalli sono noti per la facoltà che hanno d'imitare ogni suono che sentono.
Non v'ha forse facoltà più importante pel progresso intellettuale dell'uomo quanto la potenza dell'Attenzione. Gli animali dimostrano chiaramente di essere dotati di questa facoltàe ciò si osserva quando un gatto sta attento spiando da un buco per esser pronto a balzare sulla preda. Gli animali selvatici sono talvolta tanto assorti in quella aspettazioneche si lasciano accostare agevolmente. Il sig. Bartlett mi ha fornito una prova curiosa del come sia variabile questa facoltà nelle scimmie. Un uomo che ammaestrava scimmie per farle operaresoleva comprare dal Giardino zoologico di Londra le specie più comuni pagandole circa 125 franchi l'una; egli però offerse di raddoppiare il prezzo se glie ne avessero lasciate tre o quattro per pochi giorni onde scegliersene una. Essendogli stato domandato come poteva sapere in un tempo così breve se una data scimmia sarebbe riuscita una buona attriceegli rispose che tutto ciò dipendeva dalla loro potenza di attenzione. Se mentre egli parlava e spiegava ogni cosa ad una scimmiaquesta invece di stare attenta si distraeva facilmente per una mosca che volasse sul muroo per qualche altro oggettoil caso era disperato. Se coi castighi cercava di far agire una scimmia disattentadiveniva dispettosa e cattiva. Invece una scimmia che stesse bene attenta a luipoteva venire benissimo ammaestrata. È quasi superfluo dire che gli animali hanno una eccellente Memoria delle persone e dei luoghi. Mi è stato detto da sir Andrea Smith che un babbuino al Capo di Buona Speranza lo riconobbe e si mostrò allegro rivedendolo dopo un'assenza di nove mesi. Io aveva un cane che era rustico e scontroso con tutti gli estraneie volli appunto far prova della sua memoria dopo un'assenza di cinque anni e due giorni. Mi accostai alla scuderia ove soleva rimanerelo chiamai nel mio modo antico; non mostrò gioiama mi venne dietro sul momentoobbedendomi proprio come se lo avessi lasciato solo una mezz'ora prima. Una serie di vecchie rimembranzeche per cinque anni erano rimaste sopitesi svegliarono così repentinamente nella sua mente. Anche le formichecome ha dimostrato con tanta evidenza P. Huberriconobbero le loro compagne che appartenevano allo stesso formicaio dopo una separazione di quattro mesi. Gli animali possono certamente in qualche modo giudicare degli intervalli di tempo passato fra gli avvenimenti seguiti.
L'Immaginazione è una delle più elevate prerogative dell'uomo. Egli con questa facoltà unisceindipendentemente dalla volontàantiche immagini ed ideee crea così brillanti e nuovi effetti. "Un poetasiccome osserva Giovan Paolo Richteril quale deve riflettere se farà dire di sì o di no ad un suo personaggioil diavolo se lo portinon è che salma inerte". I sogni ci dànno la miglior nozione di questa nostra potenza; come dice lo stesso Giovan Paolo: "Il sogno è un'arte poetica involontaria". Naturalmente il valore dei prodotti della nostra immaginazione dipende dal numerodalla accuratezza e dalla chiarezza delle nostre impressioni; dal nostro giudizio e dal gusto nello scegliere e respingere le involontarie combinazionie fino a un certo punto dalla nostra potenza a combinarle volontariamente. Siccome i canii gattii cavalli e probabilmente tutti gli animali superiori ed anche gli uccellicome è affermato da buone testimonianzehanno sogni vivacie ciò dimostrano coi movimenti e colla vocedobbiamo ammettere che posseggano una certa potenza d'immaginazione.
Fra tutte le facoltàdella mente umanasi riconosceràcredoche la Ragione è la più elevata. Sono pochi quelli che vorranno negare che gli animali non siano forniti di un certo potere di ragionare. Si possono vedere costantemente animali che si fermanodeliberano e risolvono. È un fatto significante che quanto più un naturalista studia i costumi di un dato animaletanto più fa larga la parte alla ragione e minore al semplice istinto. Nei capitoli seguenti vedremo che alcuni animali affatto al basso della scala danno apparenti prove di un certo grado di ragione. Senza dubbio spesso è difficile distinguere fra la potenza della ragione e quella dell'istinto. Così il dottor Hayes nella sua opera The Open Polar Seaosservò ripetutamente che i suoi cani invece di continuare a tirare le slitte riuniti in una massa compatta si discostavano e si sparpagliavano quando giungevano sul ghiaccio più sottileonde il loro peso fosse più equamente distribuito. Sovente questo era il primo avvertimento che ricevevano i viaggiatori dello assottigliarsi del ghiaccio e del suo diventare pericoloso. Ora quei cani agivano essi per l'esperienza di ciaschedun individuoo per l'esempio di cani più vecchi e più espertio per costumanza ereditariavale a dire per istinto? È possibile che questo istinto sia derivato da tempi molto antichiquando i cani vennero primamente adoperati dagli indigeni a tirare le slitte; ovvero i lupi articiprimo stipite del cane esquimalepossono avere acquistato quell'istintoche li conduceva a non aggredire la preda in brigate compatte quando erano sopra uno strato sottile di ghiaccio. Questa sorta di questioni sono molte ardue da sciogliere.
Sono stati riferiti tanti fatti in varie opere per dimostrare che gli animali sono forniti di un certo grado di ragioneche non farò qui menzione se non di due o tre esempiaccertati da Renggere ove trattasi di scimmie americane che sono le più basse del loro ordine. Egli afferma che la prima volta che diede uova alle sue scimmieesse le schiacciaronoe in tal modo perdettero buona parte del contenuto; ma poi ruppero con grazia contro qualche corpo duro un poco del guscioe colle dita tolsero i pezzetti di esso. Quando si erano ferite una volta con qualche oggetto tagliente non lo toccavano piùovvero lo prendevano in mano con ogni sorta di precauzioni. Sovente venivano loro dati pezzetti di zucchero ravvolti nella cartae talvolta Rengger poneva una vespa viva dentro la cartacosicchè quando aprivano in fretta l'involtino esse venivano punte; ma dopo che ciò fu fatto una volta esse sempre accostavano l'involtino all'orecchio prima di svolgerloper assicurarsi che non v'era dentro nulla che si movesse. Chiunque non rimanga convinto da fatti di questa sortae da ciò che possiamo osservare nei nostri caniche gli animali possono ragionarenon se ne convincerà checchè possa io aggiungere. Nondimeno voglio citare ancora un fatto che riguarda i caniperchè è appoggiato da due distinti osservatorie può essere attribuito alla modificazione di un qualche istinto.
Il signor Colquhoun colpì due anatre selvatiche che caddero sulla riva opposta del fiume: il suo cane cercò di portarle entrambe insiemema non gli fu possibile; allorasebbene sino a quel punto non avesse mai strappato una penna ad un uccellodeliberò di ucciderne unaportò la primapoi tornò indietro a prendere la morta. Il colonnello Hutchinson racconta che avendo egli colpito una volta due pernici ad un tempouna rimase uccisa e l'altra ferita; questa corse via e venne raggiunta e presa dal caneil quale tornando si imbattè nell'uccello morto: si fermòevidentemente molto imbarazzatoe dopo uno o due tentativivedendo che non poteva abboccarlo senza lasciar sfuggire l'uccello feritodopo averci riflettuto un momentouccise questo deliberatamente dandogli una forte stretta coi dentipoi li portò tutti e due insieme. Quella fu l'unica volta in cui il cane abbia fatto volontariamente male ad un capo di selvaggina. Qui dunque v'ha raziociniosebbene non al tutto perfettoperchè il cane avrebbe potuto portare prima l'uccello ferito e andare poi a prendere quello mortocome nel caso delle anatre selvatiche.
I mulattieri del sud America dicono: "Non vi darò la mula che ha il passo più dolcema la mas racionalquella che ragiona meglio"; e Humboldt aggiunge "questa espressione popolaredettata da una lunga esperienzacombatte il sistema di macchine animatemeglio forse che non tutti gli argomenti della filosofia speculativa".
Abbiamocredodimostrato ora che l'uomo e gli animali superiorispecialmente i primatihanno in comune alcuni pochi istinti. Tutti hanno gli stessi sensile stesse intuizioni e sensazioni- passioniaffetti ed emozioni similianche le più complesse; sentono la meraviglia e la curiosità; posseggono le stesse facoltà di imitazioneattenzionememoriaimmaginazione e raziociniosebbene in gradi molto differenti. Nondimeno molti autori hanno asserito con insistenza che l'uomo per le sue facoltà mentali è separato da tutti quanti gli animali più bassi da una insuperabile barriera. Molto tempo fa io avevo raccolto un buon numero di cosiffatti aforismima non valgon la pena di essere riferitiperchè la loro grande differenza ed il loro numero dimostrano la difficoltàse non l'impossibilitàdel tentativo. È stato asserito che l'uomo solo è capace di progressivo miglioramentoche egli solo adopera strumenti o fa fuocoaddomestica gli altri animalipossiede proprietàfa uso di un linguaggio; che nessun altro animale ha la coscienza di se stessosi conosceha la forza di astrazione o possiede idee generali; che l'uomo solo ha il senso del belloè soggetto a capricciha sensi di gratitudinedi misteroecc.; crede in Dioo è fornito di una coscienza. Mi arrischierò a fare alcune osservazioni intorno ai punti più importanti ed interessanti fra questi.
L'arcivescovo Sumner asseriva già che l'uomo solo è capace di un progressivo miglioramento. Per ciò che riguarda gli animaliosservando solo l'individuoognuno che abbia avuto qualche pratica del tendere trappole sa che gli animali giovani si prendono con maggiore facilità dei vecchi; e si lasciano avvicinare dal nemico molto agevolmente. In quanto agli animali vecchiè impossibile prenderne molti nello stesso luogo e collo stesso agguatoo distruggerli colla stessa qualità di veleno; tuttavia non è probabile che tutti abbiano assaggiato il velenoed è impossibile che tutti siano stati colti al laccio. Essi debbono imparare ad esser cauti vedendo i loro compagni presi o avvelenati. Nell'America del nordove gli animali dalle pellicce sono stati lungamente perseguitatiessi mostrano secondo le asserzioni unanimi di tutti gli osservatoriuna dose quasi incredibile di sagaciadi cautela e di malizia: ma gli agguati sono stati adoperati tanto lungamente che è possibile che l'eredità sia venuta in giuoco.
Se osserviamo le successive generazionio la razzanon v'ha dubbio che gli uccelli ed altri animali vadano acquistando e perdendo gradatamente la cautela in rapporto coll'uomo o cogli altri loro nemici; e questa cautela è in gran parte dovuta all'eredità od istintoma in parte è frutto di esperienza individuale. Un buon osservatoreLeroyasserisce in quelle parti ove si dà molto la caccia alle volpii giovani quando cominciano a lasciare le loro tane sono incontestabilmente molto più guardinghi che non i vecchi in quelle parti ove non sono molto disturbati.
I nostri cani domestici discendono dai lupi e dagli sciacalli e sebbene non abbiano progredito in maliziae possano aver perduto un certo grado di diffidenza e di sospettotuttavia han progredito in certe qualità moralicome in amorevolezzaconfidenzacaratteree probabilmente nella intelligenza in generale. Il topo delle chiavicheo surmulottoha conquistato e vinto parecchie altre specie di topi in tutta Europain alcune parti dell'America del nordnella Nuova Zelandae recentemente in Formosacome pure nel continente della Cina. Il signor Swinhoeche descrive questi ultimi fattiattribuisce la vittoria del topo comune sul grosso Mus coninga alla sua maggiore maliziae quest'ultima qualità può essere attribuita all'esercizio abituale di tutte le sue facoltà per sfuggire alla distruzione che ne fa l'uomotanto che quasi tutti i topi meno maliziosi o meno intelligenti sono stati successivamente distrutti da lui. Lo asseriresenza nessuna prova diretta che nessun animale nel corso dei secoli abbia progredito nell'intelligenza o in altre facoltà mentaliè chiamare in campo la questione della evoluzione della specie. Vedremo in seguito chesecondo Lartet certi mammiferi viventi che appartengono a parecchi ordini hanno il cervello più grande di quello dei loro antichi prototipi dell'epoca terziaria.
Si è detto molto sovente che nessun animale adopera utensili di sorta; ma lo scimpanzè in stato di natura schiaccia un frutto indigenouna sorte di nocecon un sasso. Rengger insegnò molto facilmente ad una scimmia americana a spaccare così le noci di coccoed in seguito l'animale adoperò quel sistema a rompere ogni sorta di nocicome pure le scatole. Essa toglieva parimenti la pellicola del fruttoche ha sgradevole sapore. Un'altra scimmia aveva imparato a sollevare il coperchio di una scatola con un bastoncinoe poi adoperava il bastoncino come leva a muovere corpi pesanti; ed io medesimo ho veduto un giovane urango mettere una verghetta in una fessurafar scorrere la mano dal capo opposto e adoperarla appunto come una leva. Nei casi testè menzionati i sassi e i bastoncini erano usati come utensili: ma sono pure adoperati come armi. Brehm asserisce sull'autorità del notissimo viaggiatore Schimperche in Abissinia quando i babbuini che appartengono ad una specie (C. gelada) scendono in schiere dai monti per saccheggiare i campiincontrano spesso schiere di un'altra specie (C. hamadryas)e allora segue un combattimento. I gelada fanno rotolare giù grosse pietreche le amadriadi cercano di scansaree le due schieremandando altissime gridasi slanciano furiosamente l'una contro l'altra. Brehmquando accompagnava il duca di Coburgo Gothaprese parte ad una battaglia con armi da fuoco contro un esercito di babbuini nel passo di Mensa in Abissinia. I babbuini per difendersi rotolarono giù dai monti un numero cosiffatto di sassialcuni dei quali grossi come il capo di un uomoche gli aggressori dovettero in fretta battere in ritirata; e il passaggio fu allora per un certo tempo impedito alla carovana. Merita menzione il fatto che quei babbuini operavano di comune concerto. Il signor Wallace vide in tre occasioni le femmine degli uranghiaccompagnate dai loro piccolirompere i rami e staccare grossi frutti spinosi dall'albero Durien, con segni evidenti di collera, e scagliarli per modo da fare una pioggia di proiettili tale da impedir loro di avvicinarsi troppo all'albero.
Nel Giardino zoologico di Londra una scimmia che aveva i denti deboli soleva rompere le noci con un sasso, e i custodi mi hanno assicurato che dopo averlo adoperato lo nascondeva nella paglia, e non lo lasciava toccare da nessun'altra scimmia. Così noi vediamo qui l'idea della proprietà, cosa del resto comunissima in ogni cane che ha un osso, e in moltissimi, se non in tutti, gli uccelli pel loro nido.
Il duca di Argyll osserva che il fabbricare un ordegno per un uso speciale è opera al tutto particolare all'uomo; e considera che ciò formi un insuperabile abisso fra esso ed i bruti. Senza dubbio questa è una distinzione importante; ma secondo me vi è maggior verità nella asserzione del signor Lubbock, che quando l'uomo primitivo incominciò ad adoperare le selci per qualche suo uso particolare, le avrà spezzate per caso, o si sarà servito dei frammenti più taglienti. Da questo primo passo la strada è breve per giungere a romperle di proposito, e non è troppo lunga per giungere a foggiarle grossolanamente. Tuttavia questo ultimo progresso, deve aver preso molti secoli, se giudichiamo dall'immenso intervallo di tempo che è passato prima che gli, uomini dell'epoca neolitica cominciassero ad arrotare e levigare i loro utensili di pietra. Spaccando le selci, osserva pure J. Lubbock, saranno uscite scintille, e arrotandole si sarà svolto calore: così possono essere stati originati i due più comuni metodi per ottenere il fuoco". La. natura del fuoco doveva essere stata nota nelle tante regioni vulcaniche ove alle volte la lava scorre in mezzo alle foreste. Le scimmie antropomorfeguidate probabilmente dall'istintosi costruiscono temporanee piattaforme; ma siccome molti istinti sono grandemente controllati dalla ragionei più semplicicome quello di costruirsi una piattaformasi possono agevolmente convertire in un atto volontario e consapevole. Si sa che l'urango si copre di notte colle foglie del pandano; e Brehm asserisce che uno dei suoi babbuini soleva ripararsi dal calore del sole ponendosi una stuoia sul capo. In queste ultime abitudini vediamo forse i primi passi verso alcuna fra le più semplici arti; cioè la grossolana architettura ed il vestiariocome ebbero origine presso i primi progenitori dell'uomo.

Linguaggio. - Questa facoltà è stata con molta ragione considerata come una delle principali distinzioni fra l'uomo e gli animali ad esso inferiori. Ma l'uomocome osserva un giudice molto competentel'arcivescovo Whatelynon è il solo animale che possa far uso del linguaggio per esprimere quello che gli passa per la mente, e comprendere, più o meno, ciò che viene in tal modo espresso da un altro. Nel Paraguay il Cebus azarae quando è eccitato manda almeno sei suoni distintiche destano una somigliante emozione in altre scimmie. Noi comprendiamo i movimenti della fisonomia ed i gesti delle scimmiecome esse in parte comprendono i nostrisecondochè asseriscono Rengger ed altri. È anche un fatto notevole che il cane dacchè è divenuto domesticoha imparato ad abbaiare almeno in tre o quattro modi diversi. Sebbene l'abbaiare sia un'arte nuovasenza dubbio le specie selvatichegli antenati del caneesprimevano i loro sentimenti con varie sorta di gridi. Nel cane addomesticato noi abbiamo il latrato smaniosocome nella caccia; quello della collera; il grido o l'ululo della disperazionequando viene chiuso; quello della gioia quando si avvia a passeggio col padrone; e quello ben distinto di domanda supplichevole quando desidera che gli si apra una porta o una finestra.
Tuttavia il linguaggio articolato è particolare all'uomo; ma questo adopera in comune cogli animali a lui inferiori grida inarticolate per esprimere il suo desiderio aiutandosi coi gesti e coi movimenti dei muscoli del volto. Ciò specialmente segue pei sentimenti più semplici e vivaciche hanno scarso rapporto colla nostra più alta intelligenza. Le nostre grida di doloredi timoredi sorpresadi rabbiaunitamente alle azioni appropriatee il mormorio di una madre al suo diletto bambinoson più espressivi che qualunque parola. Non è il solo potere di articolare che distingue l'uomo dagli altri animaliperchè come tutti sannoi pappagalli riescono a parlare; ma è la sua grande facoltà di poter riunire suoni definiti con definite idee; e questo ovviamente dipende dallo sviluppo delle facoltà mentali.
Come osserva Horne Tookeuno dei fondatori di quella nobile scienza che è la filologiail linguaggio è un'arte come fare il pane o far la birra; ma lo scrivere sarebbe stato un paragone molto più acconcio. Non è certamente un vero istinto perchè ogni lingua deve essere imparata. Tuttavia differisce moltissimo da tutte le arti ordinarieperchè l'uomo ha una tendenza istintiva a parlarecome vediamo nel balbettare dei nostri bambini; mentre nessun bimbo ha mai una tendenza istintiva a fare il panela birra o scrivere. Inoltreoggi nessun filologo suppone che ogni linguaggio sia stato inventato a bella posta; ognuno si è svolto lentamente e inconsciamente mercè molti passi. I suoni prodotti dagli uccelli offrono in parecchi casi la più stretta analogia col linguaggioperchè tutti i membri della stessa specie mandano gli stessi istintivi gridi che esprimono le loro emozionie tutte le specie dotate del dono del canto esercitano questa facoltà istintivamente: ma il canto attualee anche le note di richiamo sono imparate dai genitori o da altri parenti. Questi suonicome ha dimostrato Daines Barrington "non sono più innati di quello che sia il linguaggio nell'uomo. I primi tentativi a cantare si possono paragonare al tentativo imperfetto di un bambino che balbetta". I giovani maschi continuano a far praticaocome dicono gli uccellatoria ricordarsiper dieci o undici mesi. I loro primi tentativi dimostrano appena un rudimento del canto futuro; ma a misura che vanno avanti nell'età possiamo accorgerci che vi riesconoed alfine si dice che "compiono la loro canzone". I nidiacei che hanno imparato il canto di una specie distintacome quello dei canarini allevati in Tiroloinsegnano e trasmettono il nuovo canto alla loro prole. Le lievi differenze naturali del canto nella medesima specie che abiti diversi distretti possono essere comparateappunto come osserva Barringtonai dialetti delle varie provinciee i canti di specie affini ma distinte possono essere paragonati alle lingue delle diverse razze umane. Ho dato questi particolari per dimostrare che l'istintiva tendenza ad imparare un'arte non è una facoltà esclusiva all'uomo.
Per ciò che riguarda poi l'origine del linguaggio articolatodopo aver letto per una parte le interessantissime opere del signor Hensleigh Wedgwooddel rev. F. Farrare del prof. Schleichere dall'altra le celebri letture del professore Max Müllernon posso mettere in dubbio che il linguaggio deve la sua origine alla imitazione e modificazione aiutata dai segni e dai gesti dei vari suoni naturalidelle voci degli altri animalie delle grida istintive dell'uomo. Quando parleremo della scelta sessuale vedremo che l'uomo primitivoo meglio alcuni dei primi progenitori di essoadoperavano grandemente la loro voce come fanno oggi le scimmie ilobatiproducendo cadenze musicalicioè cantando: potremo quindi conchiudere da una estesa analogiache questa attitudine si sarà esercitata particolarmente durante gli amori dei sessiservendo ad esprimere varie emozionicome l'amorela gelosiail trionfoe venendo anche adoperata per sfidare i rivali.
L'imitazione di grida musicali fatta con suoni articolati deve avere dato origine a vocaboli esprimenti svariate e complesse emozioni. Quanto poi all'argomento dell'imitazioneesiste una grande tendenza nelle nostre prossime affinile scimmienegli idioti microcefali e nelle razze umane barbare ad imitare tutto ciò di cui l'orecchio dà loro contezza. Siccome le scimmie intendono certamente molta parte di ciò che l'uomo dice loroe siccome nello stato di natura mandano grida di allarme per avvertire le compagnenon sembra al tutto incredibile che qualche animale come la scimmia insolitamente dotato di ingegno superiore abbia cercato d'imitare il ruggito di una belva tanto per indicare alle scimmie sue compagne la qualità del pericolo che le minacciava. E questo sarebbe stato il primo passo nella formazione di un linguaggio.
Mentre la voce si andava sempre più adoperandogli organi vocali debbono essersi man mano rinforzati e perfezionati pel principio degli effetti ereditari dell'esercizioe ciò può avere reagito sulla facoltà di parlare. Ma la relazione tra l'uso continuato del linguaggio e lo sviluppo del cervello deve essere stata indubbiamente molto più importante. Le potenze mentali di alcuni fra i primi progenitori dell'uomo debbono essere state molto più sviluppate di quello che siano in nessuna scimmia esistente oggi; prima anche che fosse adoperata qualunqueper quanto imperfetta forma di linguaggio; ma possiamo credere con piena fede che l'uso continuato e il progresso di questa potenza deve aver reagito sulla mente rendendola atta sempre meglio a formare una lunga catena di pensieri. Una lunga e complessa serie di pensieri non può formarsi senza l'aiuto delle parolesiano esse pronunciateo taciute come non si può fare un lungo calcolo senza adoperare le figure dell'algebra. Sembra anche che qualunque ordinaria serie di pensieri abbia bisogno di qualche forma di linguaggioperchè una fanciulla sordamuta e ciecaper nome Laura Bridgman fu veduta muovere le dita mentre sognava. Nondimeno una lunga successione di idee vivaci e ben coordinate può passare per la mente senza l'aiuto di nessuna forma di linguaggiocome vediamo nei sogni prolungati dei cani. Abbiamo anche veduto che i cani da caccia possono fino a un certo punto ragionare: e ciò fanno evidentemente senza l'aiuto di un linguaggio. L'intimo legame che esiste fra il cervello come è oggi sviluppato in noi e la facoltà di parlare è benissimo dimostrato in quelle curiose malattie del cervello nelle quali vien lesa particolarmente la parolacome per esempio quando si perde la memoria dei sostantivimentre le altre parole si pronunciano correttamente. Non vi è maggior improbabilità a ciò che gli effetti dell'uso continuo degli organi della voce e della mente siano ereditatidi quello che lo sia la scritturache dipende in parte dalla conformazione della manoe in parte dalla disposizione della mente; ed è certo che la facoltà calligrafica si eredita.
Non è difficile vedere la ragione per cui gli organi ora adoperati per parlare si siano in origine perfezionati all'uopoa preferenza di qualunque altro organo: le formiche hanno nelle loro antenne mezzi notevolissimi per comunicarsi le loro idee; ciò è dimostrato da Huberil quale ha speso un intero capitolo intorno al loro linguaggio. Noi avremmo potuto adoperare le dita come strumenti efficaciperchè una persona che sia pratica può riferire ad un sordo ogni parola di un discorso rapidamente pronunziato in una pubblica riunione; ma la perdita dell'uso delle nostre mani mentre fossero occupate in quell'eserciziosarebbe stato un grande inconveniente. Siccome tutti i mammiferi più elevati sono forniti di organi costrutti secondo lo stesso stampo generale dei nostrie sono adoperati come mezzi di comunicazioneera molto probabile chese la facoltà di comunicazione doveva venir migliorataquegli stessi organi dovessero sempre più svilupparsi; e ciò si è compiuto coll'aiuto di nuove e ben acconce particioè la lingua e le labbra.
Il fatto che le scimmie più elevate non adoperano i loro organi vocali per parlare dipende senza dubbio dacchè la loro intelligenza non ha sufficientemente progredito. Il possesso per parte loro di organi che con una lunga e continua pratica avrebbero potuto acconciarsi all'uso della parolasebbene non mai adoperati a questo scopopuò esser messo a paro col fatto di tanti uccelli che posseggono gli organi propri del cantoeppure non cantano mai. Così l'usignuolo ed il corvo hanno organi vocali somigliantemente costruttiil primo li adopera in varie fogge di gorgheggie l'altro solo a gracchiare.
La formazione di linguaggi differenti e di specie distintee le prove che gli uni e le altre si sono andati sviluppando con un graduato processo sono in singolar modo le stesse. Ma possiamo segnare l'origine di molti vocaboli molto più indietro di quello che non sia pel caso delle specieperchè possiamo vedere come siano veramente derivati dall'imitazione di certi suoni. Noi trovammo in linguaggi distinti notevoli omologie dovute alla comunanza di origineed analogie dovute ad un somigliante processo di formazione. Il modo in cui certe lettere o suoni mutano quando altri mutano è veramente come un accrescimento correlativo. In ambi i casi noi abbiamo il raddoppiamento di partigli effetti di una lunga e continua abitudinee così avanti. La frequente presenza di rudimentitanto nelle lingue quanto nelle specieè ancor più notevole. Nella lingua inglese la lettera m nel vocabolo am significa Io; cosicchè nell'espressione I am (io sono) si è conservato un rudimento superfluo e inutile. Parimente nel sillabare le parole sovente rimangono certe lettere come rudimenti di antiche forme di pronunzia. Le linguecome gli esseri organicipossono venire classificate in gruppi e sotto gruppi; e si possono anche classificare naturalmente secondo l'origine ed artificialmente per altri caratteri. Le lingue e i dialetti dominanti si sparsero largamente e furono causa della graduata estensione di altre lingue. Una linguacome una specieosserva sir C. Lyelluna volta estinta non ricompare più.
La stessa lingua non ha due patrie. Linguaggi distinti possono incrociarsi e confondersi insieme. Noi osserviamo che ogni lingua varia sempree nuovi vocaboli si formano continuamente; ma siccome vi è un limite alla potenza della memoriacerti vocaboli isolaticome certi linguaggi interivanno gradatamente estinguendosi. Come osserva con molta ragione Max Muller: "Ferve una continua lotta per la vita fra i vocaboli di tutte le lingue. Le forme migliori più brevipiù faciliacquistano sempre maggior creditoe vanno debitrici del loro successo alla loro propria inerente virtù". A queste cause più importanti della prevalenza di certi vocaboli si potrebbe anche aggiungere la novità; perchè nella mente dell'uomo v'ha un amore potente per mutare tutte le cose. Il sopravvivere o il conservarsi di certi vocaboli fortunati nella lotta per l'esistenza è scelta naturale.
La costruzione perfettamente regolare e meravigliosamente complessa delle lingue di molte nazioni barbare è stata sovente addotta come provao dell'origine divina di quelle lingueo dell'arte elevata e della primitiva civiltà dei loro fondatori. Così F. di Schlegel scrive: "In quelle lingue che sembrano essere nell'infimo grado di coltura intellettualenoi osserviamo frequentemente un altissimo ed elaborato grado di arte nella loro struttura grammaticale. Questo è specialmente il caso coi Baschi ed i Lapponie molti dei linguaggi americani". Ma è certamente un errore considerare qualunque linguaggio come un'arte nel senso che sia stato elaborato e metodicamente formato. Ora i filologi ammettono che le coniugazionile declinazioniecc. esistevano in origine come distinti vocabolie che poi furono riunite assieme; e siccome cosiffatti vocaboli esprimevano le più ovvie relazioni fra gli oggetti e le personenon dobbiamo meravigliarci che siano stati adoperati dagli uomini di moltissime razze durante i primi secoli. Riguardo poi alla perfezioneil seguente esempio servirà a dimostrare quanto facilmente possiamo errare: un crinoide talvolta è fatto di non meno di 150.000 pezzi di conchigliatutti disposti con perfetta simmetria in linee raggiate; ma un naturalista non considera come più perfetto questo animale di uno bilaterale fornito di un numero comparativamente minore di partie neppure se ne manca affatto tranne che sui lati opposti del corpo. Egli considera giustamente il differenziarsi e lo specializzarsi degli organi come una prova di perfezione. Così è pei linguaggi; i più simmetrici e i più complessi non debbono essere messi al di sopra di quelli irregolariabbreviati ed imbastarditiche hanno preso ad imprestito vocaboli espressivi ed utili forme di costruzione dalle varie razze conquistatricio conquistateod immigranti.
Da queste poche ed imperfette osservazioni concludo che la costruzione regolare e sommamente complessa di molte lingue barbare non è una prova che esse siano state originate da un atto speciale di creazione. Neppurecome abbiamo vedutola facoltà di articolare la parola non offre in se stessa una obiezione insuperabile alla credenza che l'uomo siasi sviluppato da qualche forma inferiore.

Coscienza di sèindividualitàastrazioneidee generaliecc. - Sarebbe inutile tentare di discutere queste altissime facoltàle qualisecondo parecchi recenti scrittoricostituiscono la sola e compiuta differenza tra l'uomo e i brutiperchè appena due soli scrittori sono d'accordo nelle loro definizioni. Cosiffatte facoltà non possono essere pienamente sviluppate nell'uomo se non quando le sue potenze mentali abbiano raggiunto un livello molto elevatoe ciò implica l'uso di un perfetto linguaggio. Nessuno può supporre che un animale sottostante all'uomo mentre va e viene faccia riflessioni intorno alla vita e alla morte e simili. Ma possiamo noi essere certi che un vecchio canedotato di eccellente memoria e di qualche potenza d'immaginazionecome lo dimostra nei suoi sogninon rifletta mai alle antiche cacce ed ai piaceri che gli hanno procurato? E questa sarebbe una forma di coscienza di se stesso. Inoltrecome osserva Büchnerla moglie di un selvaggio dell'Australia degradata e dedita a opere manualiche non adopera quasi vocaboli astratti e non sa contare oltre quattronon può esercitare molto queste facoltào riflettere intorno al problema della propria esistenza.
È fuor di questione che gli animali ritengono la loro mentale individualità. Quando la mia voce svegliava una serie di antiche associazioni nella mente del cane sopra menzionatoegli doveva aver conservata la sua individualità mentalesebbene ogni atomo del suo cervello abbia sopportato probabilmente più di un mutamento nell'intervallo di cinque anni. Questo cane può avere afforzato l'argomento addotto ultimamente per schiacciare tutti gli evoluzionistied essersi detto: "Io rimango in mezzo a tutte le modificazioni mentali ed i mutamenti materiali.... La teoria che gli atomi lasciano le loro impressionicome un legato agli atomi che prendono il posto lasciato vacante dai primiè contraria alla manifestazione della consapevolezza di sèe quindi è falsa; ma è la teoria necessaria all'evoluzionismoin conseguenza l'ipotesi è falsa".
Sentimento del bello. - Questo sentimento è stato dichiarato particolare all'uomo. Ma quando noi vediamo i maschi degli uccelli sfoggiare pomposamente le loro piume e gli splendidi colori agli occhi delle femminementre altri uccelli meno bene adorni non la sfoggiano cosìnon è possibile mettere in dubbio che le femmine non ammirino la bellezza dei maschi loro compagni. Siccome in ogni paese le donne sogliono adornarsi con quelle piumenon può esser negata la bellezza di cosiffatti ornamenti. Le clamidereadornando con ottimo gusto con oggetti colorati i luoghi ove sogliono trastullarsicome pure certi uccelli mosca i loro nidimostrano con piena evidenza che posseggono il sentimento del bello. Così pureper ciò che riguarda il canto degli uccelliè certo che i dolci gorgheggi modulati dai maschi durante la stagione degli amori sono ammirati dalle femmine; e di questo fatto daremo in seguito alcune prove. Se le femmine degli uccelli fossero state incapaci di apprezzare la bellezza dei coloridegli ornamenti e della voce dei loro compagni maschitutte le fatiche e le cure di cui questi danno prova nel far pompa delle loro grazie agli occhi delle femmine sarebbero state spese invanoe questo non si può assolutamente ammettere. Io credo che non si possa spiegare perchè certi colori brillanti e certi suoni facciano piacerequando sono armoniosipiù di quello che si spieghi la ragione per cui certi sapori ed odori sono gradevoli; ma è positivo che gli stessi colori e gli stessi suoni sono ammirati da noi e da molti altri animali sottostanti.
Il gusto del belloalmeno per ciò che riguarda la bellezza femminilenon ènella mente umanadi una natura speciale; perchè differisce notevolmente nelle diverse razze di uominicome vedremo in seguitoe non è al tutto lo stesso nelle differenti nazioni di una medesima razza. Giudicando dagli orridi ornamenti e dalla orrida musica che si ammirano da moltissimi selvaggipotremmo dire che le loro facoltà estetiche non sono tanto sviluppate come in certi animaliper esempio negli uccelli. Certamente nessun animale può esser capace di ammirare certe scenecome il cielola notteun bel paesaggio od una musica lavorata; ma questi gusti elevatiche dipendono solo dalla coltura e da associazioni complessenon sono assaporati dalle persone barbare od ineducate.
Molte delle facoltà che sono state d'inestimabile aiuto all'uomo pel suo progressivo avanzamentocome le potenze dell'immaginazionedella meravigliadella curiositàun senso indefinito del bellouna tendenza all'imitazionee l'amore dell'eccitamento o della novitànon possono a meno di aver prodotto i più capricciosi mutamenti di costumi e di mode. Ho voluto far cenno di questoperchè uno scrittore recente ha stranamente insistito sul capricciocome una delle più notevoli differenze tipiche fra i selvaggi e i bruti. Ma non solo noi scorgiamo che l'uomo è capricciosoma chesiccome vedremo poianche gli animali sottostanti sono capricciosi nelle loro affezioninelle avversioni e nel senso del bello. Vi sono anche buone ragioni per sospettare che amino la novità per se stessa.

Credenza in Dio - Religione. - Non vi è nessuna prova che l'uomo in origine sia stato fornito del nobile sentimento dell'esistenza di un Dio onnipotente. Al contrario vi è ampia evidenzaderivata non da viaggiatori di passaggio ma da uomini che hanno vissuto lungamente presso i selvaggiche hanno esistito e che esistono ancora numerose razze di uomini che non hanno idea di una o di più divinitàe non hanno nella loro lingua vocaboli per esprimere quest'idea. Naturalmente la questione è al tutto distinta da quella più altase esista un Creatore e Regolatore dell'universo; ed a ciò e stato risposto affermativamente dai più alti intelletti che siano mai vissuti.
Setuttavianoi comprendiamo col vocabolo religione la fede in agenti invisibili e spiritualiil caso è al tutto diversoperchè questa credenza sembra essere quasi universale nelle razze meno incivilite. E non vi è grande difficoltà a comprendere d'onde tal fede abbia avuto origine. Appena si furono sviluppate in parte le importanti facoltà dell'immaginazionedella meraviglia e della curiositàinsieme colla potenzal'uomo naturalmente avrà anelato a comprendere ciò che seguiva intorno a sèed avrà indefinitamente speculato sulla propria esistenza. Come ha osservato il signor M'Lennan: "L'uomo deve essersi inventata qualche spiegazione dei fenomeni della vita; e giudicando dall'universalità di essasembra che la più semplice ipotesi e la prima che siasi presentata all'uomo sia stata questache fenomeni naturali si debbano riferire alla presenza negli animalinelle piantenelle cosee in tutte le forze della natura di certi spiriti pronti ad agirecome l'uomo sente di avere in sè" È probabile checome ha dimostrato con molta chiarezza il signor Tylori sogni abbiano dato primamente origine all'idea di spiriti; perchè i selvaggi non distinguono prontamente fra le impressioni soggettive e le obbiettive. Quando un selvaggio sognacrede che le figure che gli appaiono alla mente siano venute da lontano per fermarglisi dinanzi; "ovvero l'anima del sognatore va in giroe torna a casa colla rimembranza di ciò che ha veduto". Ma finchè le summenzionate facoltà dell'immaginazionecuriositàragioneecc.non si sono bene sviluppate nella mente dell'uomoi suoi sogni non possono averlo indotto a credere negli spiritipiù di quello che sia pel cane.
La tendenza che hanno i selvaggi ad immaginare che gli oggetti e gli agenti naturali siano animati da essenze spirituali o vitaliha forse un esempio in un fatterello che potei osservare una volta: il mio caneanimale bene sviluppato e molto sensitivostava sdraiato sul terreno durante una calda e tranquilla giornata; ma poco lungi da esso una brezzolina faceva muovere un ombrello apertoal quale il cane non avrebbe certo badatose qualcuno fosse stato vicino a quell'ombrello. Intanto ogni volta questo lentamente si muovevail cane brontolava ed abbaiava fieramente. Egli dovevacredoaver fatto il ragionamento fra sè in modo rapido e inconsapevoleche il movimento senza nessuna causa apparente indicava la presenza di qualche estraneo agente vivoe che nessun estraneo aveva il diritto di stare sul suo territorio.
La credenza in agenti spirituali fa passaggio agevolmente alla credenza nell'esistenza di uno o più Dei: perchè i selvaggi attribuiranno naturalmente agli spiriti le stesse loro passionilo stesso amore della vendetta o la più semplice forma di giustiziae le stesse affezioni che provano essi medesimi. Gli indigeni della Terra del fuoco sembrano essere per questo riguardo in una condizione intermediaperchè quando il chirurgo della nave Beagle sparò il fucile ed uccise alcune giovani anatre per servirsene come esemplariYork Minster gli disse con piglio solenne: "Oh! signor Bynoemolta pioggiamolta nevemolto vento"; e ciò era evidentemente una punizione per lo sciupare che egli faceva il nutrimento dell'uomo. Così di nuovo egli narròche quando suo fratello uccise un uomo selvaggiovennero terribili uragani e cadde molta pioggia e molta neve. Tuttavia non abbiamo mai potuto accorgerci che gli indigeni della Terra del fuoco credano in ciò che noi chiamiamo Dioo pratichino riti religiosi e Jemmy Buttoncon giusto orgoglioasseriva baldanzoso che nel suo paese non vi era nessun demonio. Quest'ultima asserzione è la più notevoleperchè è più comune nei selvaggi la credenza negli spiriti cattivi che non nei buoni.
Il sentimento di divozione religiosa è sommamente complesso perchè consta di amoredi compiuta sommissione ad un essere superiore elevato e misteriosodi un forte sentimento di dipendenzadi timoredi riverenzadi gratitudinedi speranza nell'avveniree forse di altri elementi. Nessuna creatura potrebbe provare un'emozione tanto complessasenza che le sue facoltà morali e intellettuali abbiano raggiunto un certo grado di elevatezza. Nondimeno noi vediamo qualche lontano barlume di questo stato della mente nel profondo amore del cane pel suo padroneunito ad una piena sommissioneun po' di timore e forse altri sentimenti. Il contegno di un cane quando ritorna al suo padrone dopo un'assenzaeposso anche aggiungerequello di una scimmia verso il suo diletto custodeè molto differente da quello che mostrano al loro simile. In quest'ultimo caso le dimostrazioni di gioia sono meno intenseed ogni azione dimostra il sentimento della uguaglianza. Il professore Braubach giunge al punto di asserire che il cane considera il suo padrone come un dio.
Le medesime alte facoltà mentali che hanno primamente indotto l'uomo a credere ad agenti spirituali invisibilipoi al feticismoal politeismo ed infine al monoteismodovevano infallibilmente condurlofinchè la sua potenza del ragionare era ancor poco sviluppataa varie strane superstizioni e strani costumi. Molti di questi fanno orrore a pensarvi - il sacrifizio di esseri umani ad un dio assetato di sangue; le prove col veleno o col fuoco su persone innocentiper stregonerieecc. - tuttavia è utile riflettere talora a queste superstizioniperchè ci dimostrano quale immenso debito di gratitudine noi dobbiamo avere pel miglioramento della nostra ragione alla scienza ed allo accumulamento delle nostre cognizioni. Come ha osservato molto bene sir J. Lubbocknon si può abbastanza deplorare l'orribile terrore d'ignoti mali che come una fitta nube gravano la mente del selvaggio, e gli amareggiano ogni godimento. Queste miserabili ed indirette conseguenze delle nostre facoltà più elevate possono essere comparate cogli errori incidentali ed occasionali degli istinti degli animali sottostanti.


CAPITOLO III.

PARAGONE FRA LE FACOLTÀ MENTALI DELL'UOMO
E QUELLE DEI SOTTOSTANTI ANIMALI.

Senso morale - Proposizione fondamentale - Qualità degli animali sociali - Origine della socievolezza - Lotta fra istinti opposti - L'uomo animale sociale - Gli istinti sociali più tenaci vincono quelli meno persistenti - Virtù sociali unicamente apprezzate dai selvaggi - Virtù particolari acquistate in un ulteriore periodo di sviluppo - Importanza del giudizio dei membri della stessa comunità sulla condotta - Trasmissione delle tendenze morali - Riassunto.

Io mi unisco pienamente al giudizio di quegli scrittori i quali asseriscono che di tutte le differenze che esistono fra l'uomo e gli animali inferiorila più importante è il senso morale o la coscienza. Questo sensocome dice Mackintoshha una giusta supremazia sopra ogni altro principio di azione umana; e si riassume in quel breve ma imperioso vocabolo doveretanto pieno di alto significato. È il più nobile di tutti gli attributi dell'uomoquello che lo spinge senza esitare un momento a porre in pericolo la sua vita per salvare quella del suo simile; oppuredopo debita deliberazionea sacrificarla a qualche grande causaspinto solamente da quel profondo sentimento del giusto o del dovere. Emmanuele Kant esclama: "Dovere! Meraviglioso pensieroche non operi nè per amorevole insinuazionenè per lusinganè per minacciama solo per mantenere alta nell'anima la tua leggeacquistandoti così ognora il rispettose non sempre l'obbedienza; innanzi a te tutti gli appetiti rimangono mutisebbene segretamente ribelli; d'onde la tua origine?".
Questa grande questione è stata discussa da molti scrittori di provata abilità; e la mia unica scusa nel parlarne è l'impossibilità di lasciarla in dispartee il fatto cheper quanto mi sappianessuno l'ha toccata esclusivamente dal lato della storia naturale. Inoltre questa investigazione ha in sè qualche interesse indipendente; è un tentativo per vedere fin dove lo studio dei sottostanti animali possa spander luce sopra una delle più alte facoltà dell'uomo.
A me sembra un fatto probabilissimo questo assertoche ogni animale fornito d'istinti sociali molto spiccati debba inevitabilmente acquistare un senso morale o coscienzaappena le sue facoltà intellettuali siansi sviluppate tanto o almeno approssimativamente quanto nell'uomo. Perchè in primo luogogli istinti sociali fanno sì che un animale prova piacere nella compagnia del suo similesente un certo grado di simpatia per essoe fa per lui qualche servizio. Questi servizi possono essere di una natura definita ed evidentemente istintiva; o vi può essere solo un desiderio e una premuracome nella maggior parte degli animali superioriad aiutare i propri compagni in certi modi generali. Ma questi sentimenti e questi servigi non si estendono menomamente a tutti gli individui della medesima speciema solo a quelli della stessa associazione. In secondo luogoappena le facoltà mentali si saranno molto sviluppatele immagini di tutte le azioni e i movimenti passati attraverseranno incessantemente il cervello di ogni individuo: e quel sentimento di scontento che risulta invariabilmentecome vedremo in seguitoda ogni istinto insoddisfattoverrà in campo ogniqualvolta apparirà che l'istinto sociale persistente e sempre presente abbia voluto cedere il posto a qualche altro istintoattualmente più fortema non tenace nella sua naturae non tale da lasciare dietro a sè nessuna impressione molto vivace. È bene evidente che molti desiderî istintivicome la famesono per loro stessi di breve durata; edopo essere stati soddisfattinon lasciano vive e pronte rimembranze. In terzo luogodopo che è stata acquistata la facoltà del linguaggio ed i membri di una stessa società hanno potuto comunicarsi distintamente i loro desiderîdeve essersi naturalmente estesa l'opinione che ogni membro doveva avere per scopo delle sue azioni il pubblico bene. Ma gli istinti sociali saranno ancora per dare l'impulso all'operare pel bene della comunitàquando questo impulso venga rinforzatodirettoe talora anche deviato dalla pubblica opinionela forza della quale riposacome vedremo orasulla istintiva simpatia. Infinel'abitudine nell'individuo avrà in ultimo luogo una parte importantissima nella condotta di ogni membro; perchè gli istinti e gli impulsi socialicome ogni altro istintoacquisteranno grande forza dall'abitudinecome sarebbe l'obbedienza ai desiderî ed ai giudizi della comunità. Ora dobbiamo discutere intorno a queste varie proposizioni subordinatee intorno ad alcune anche con una certa estensione.
Prima di tutto sarà bene premettere che non voglio asserire che qualunque animale puramente socialequalora le sue facoltà morali fossero per divenire attive ed elevate quanto quelle dell'uomopotrebbe acquistare esattamente lo stesso senso morale che possediamo noi. Nello stesso modo che vari animali hanno un certo sentimento della bellezzasebbene ammirino in complesso oggetti differenticosì possono avere un sentimento del bene e del malesebbene li conduca poi a seguire una linea di condotta grandemente diversa. Seper esempioper prendere un caso estremogli uomini fossero allevati precisamente nelle stesse condizioni di un alveare di apinon c'è guari dubbio che le nostre femmine nubili crederebbero essere loro sacro doverecome le api operaiequello di uccidere i loro fratellie le madri tenterebbero di trucidare le loro figliuole feconde; e nessuno penserebbe ad opporvisi. Nondimeno l'apeo qualunque altro animale sociale acquisterebbea me parenel nostro supposto casoun certo senso del bene e del maleossia una coscienza. Perchè ogni individuo avrebbe un senso intimo di possedere certi istinti più forti o più tenacied altri meno forti o meno tenaci; cosicchè vi sarebbe sempre una lotta cui terrebbe dietro l'impulso; e si proverebbe soddisfazione o scontentoquando le impressioni del passato fossero messe in confronto durante il loro continuo passaggio attraverso la mente. In questo caso un interno ammonimento direbbe all'animale che sarebbe stato meglio seguire quell'impulso invece di quell'altro. Una linea di condotta doveva venire seguita; l'una sarebbe stata la buonal'altra la cattiva: ma avrò da tornare su questo.

Socievolezza. - Molte sorta di animali sono sociali; troviamo anzi specie diverse che vivono insiemecome per esempio alcune scimmie americane con branchi di cornacchiedi gracchidi storni. Anche l'uomo mostra lo stesso sentimento nel forte amore che nutre pel caneamore che il cane gli rende con usura. Ognuno può aver notato quanto sono dolenti i cavallii canile pecoreecc.allorchè vengono separati dai loro compagni; e quanto affettoalmeno i due primi generidimostrino quando sono nuovamente insieme. È curioso meditare intorno ai sentimenti di un caneil quale per lunghe ore rimane tranquillo in una stanza col suo padrone o con qualcuno della famigliasenza che nessuno ci badi; ma che quando vien poi lasciato solo per breve tempo si mette ad abbaiare od urlare desolatamente. Ci limiteremo ad osservare gli animali sociali più elevatilasciando in disparte gli insettisebbene questi si aiutino scambievolmente in molti e importanti modi. Il servizio più comune che gli animali superiori si rendono fra loro è quello di avvertirsi scambievolmente del pericolo mercè i sensi riuniti di tutti. Tutti i cacciatori sannocome osserva il dott. Jaegerquanto sia difficile l'accostarsi agli animali che stanno in branchi o in strupi. Non credo che i cavalli o il bestiame selvatico faccian segnali di pericolima l'atteggiamento di un individuo qualunque del branco che scopre pel primo un nemicoavverte gli altri. I conigli battono fortemente colle zampe posteriori la terraa mo' di segnale: le pecore ed i camosci fanno lo stessoma coi piedi anteriorie mandano contemporaneamente un fischio. Molti uccelli e parecchi mammiferi postano sentinellele quali nelle foche si dice siano femmine. Il duce di un branco di scimmie fa ufficio di sentinella e manda gridi che esprimono il pericolo o la sicurezza. Gli animali sociali si rendono fra loro scambievoli servigi: i cavalli si morsecchianoe le vacche si leccano le une le altre in ogni punto ove sentono prurito o pizzicore: le scimmie si liberano scambievolmente dagli esterni parassiti; e Brehm asserisce che dopo che uno strupo di Cercopithecus griseoviridis era sbucato fuori da una macchia piena di spineogni scimmia si stendeva sopra un ramomentre un'altra scimmia sedutaglisi accanto le esaminava coscienziosamente il pelo e le toglieva via ogni spina ed ogni stecco.
Gli animali si rendono anche fra loro servigi più importanti: così i lupi ed altre fiere fanno la caccia riuniti in branchie si aiutano a vicenda nell'aggredire le loro vittime. I pellicani pescano d'accordoi babbuini rovesciano i sassi per cercare insettiecc.; e quando trovano un sasso molto grossoper cui ci si possano mettere molti intornolo rovesciano insieme e si spartono la preda. Gli animali sociali si difendono l'un l'altro. I maschi di alcuni ruminanti vanno ad allogarsi in fronte della mandra quando vi è pericolo e la difendono colle loro corna. In un altro capitolo narrerò pure i casi di due giovani buoi selvatici che ne aggredivano di concerto uno vecchioe di due stalloni che insieme cercavano di cacciar via da una mandra di cavalle un terzo stallone. Brehm incontrò in Abissinia un grande strupo di babbuini che stavano attraversando una valle: alcuni erano già saliti sul monte oppostoed alcuni erano ancora nella valle: questi ultimi furono aggrediti dai canima i vecchi maschi scesero immediatamente in tutta furia dalle roccee colla bocca spalancata mandavano urli così spaventosiche i cani fecero una precipitosa ritirata. Questi furono nuovamente incoraggiati a ripetere l'attacco; ma in quel frattempo tutti i babbuini erano risaliti sulle alturetranne un piccino di circa sei mesiil qualechiamando aiuto ad alta voceera salito sopra una prominenza rocciosaove venne in breve circondato. Allora uno dei maschi più robustiun vero eroediscese di nuovo dal monteandò lentamente verso il giovinelo accarezzòe lo portò via seco in trionfoessendo i cani rimasti tanto meravigliati che non pensarono di rinnovare l'aggressione. Non posso resistere al desiderio di riferire un'altra scena di cui fu testimonio lo stesso naturalista; un'aquila aveva abbrancato un giovane cercopitecoil quale tenendosi stretto ad un ramo non potè esser portato via subito; intanto egli colle grida pareva chiamasse aiutoed infatti altri membri del branco corsero con gran rumore alla riscossacircondarono l'aquila e le strapparono tante penne che non pensò più alla predama solo a mettersi in salvo. Quell'aquiladice Brehmnon avrà certo mai più aggredito una scimmia in un branco.
È certo che gli animali che vivono in società hanno un sentimento di scambievole amore che non provano gli animali non socievoli. È molto dubbio il grado fino al quale possa in molti casi spingersi la simpatia degli animali pei dolori l'uno dell'altroe pei piaceri; segnatamente ciò riguardo a questi ultimi. Il signor Buxtontuttaviail quale aveva eccellenti mezzi per osservareasserisce che certi suoi grossi pappagalli del genere Arai quali vivevano liberi in Norfolks'erano presi d'uno "strano interessamento" per una coppia di essi col nidoed ogni volta che la femmina lasciava questo era circondata da un branco che "mandava strillanti acclamazioni in suo onore". È spesso difficile giudicare se gli animali sentono dolore per le sofferenze dei loro compagni. Chi può dire che cosa pensano le vacche quando stanno intorno guardando fissamente una morta o morente compagna? È certo che talora gli animali son ben lontani dal provare simpatia di sorta; perchè mandan via dal loro branco un animale feritoo lo tormentano tanto che finiscono per farlo morire. Questo fatto è quasi il più brutto che esista nella storia naturalea meno che sia vera la spiegazione che ne fu datacioèche il loro istinto o la loro ragione non li induca ad espellere un compagno ferito onde gli animali rapacicompreso l'uomonon siano tentati a seguire il branco. In tal caso il loro modo di agire non è peggiore di quello degli Indiani del nord d'Americache lasciano morire i loro compagni deboli nelle pianure; o degli indigeni della Terra del Fuocoi qualiquando i loro genitori divengono vecchi o si ammalanoli seppelliscono vivi.
Tuttavia è cosa certa che molti animali sentono simpatia pel pericolo o pel male del loro simile. Questo fatto si osserva anche negli uccelli; il capitano Stansbury trovò in un lago salato dell'Utah un pellicano vecchio e al tutto ciecoil quale era grassissimoper cui doveva essere stato lungamente e abbondantemente nutrito dai suoi compagni. Il signor Blyth mi disse di aver veduto corvi indiani dar da mangiare a due o tre dei loro compagni ciechi; ed io ho udito parlare di un caso analogo in un gallo domestico. Possiamose così ci piacedire che queste azioni sono istintive; ma fatti di questa sorta sono troppo rari per aver sviluppato un istinto speciale qualunque. Io stesso ho veduto un caneil quale non passava mai innanzi a un gatto suo intimo amico che giaceva ammalato in un cestino senza lambirlo colla linguasegno certissimo della benevolenza di un cane.
Deve chiamarsi simpatia quella che spinge un cane coraggioso ad avventarsi contro chi colpisce il suo padroneperchè è certo un atto della sua volontà. Io vidi una persona che faceva le viste di percuotere una signora che aveva in grembo un cagnolino timidissimoe quella prova non era mai stata tentata. Il piccolo animale balzò sul momento in piedie quando le finte percosse furono terminateera commovente vedere con quanta perseveranza egli leccava il volto della sua padrona come se volesse confortarla. Brehm asserisce che quando un babbuino in schiavitù veniva inseguito per essere punitogli altri cercavano di proteggerlo. Nei casi narrati più sopradoveva essere la simpatia quella che spingeva i babbuini ed i cercopiteci a difendere i loro giovani compagni dai cani e dall'aquila. Riferirò solo un altro esempio della condotta eroica e piena di simpatia di una piccola scimmia americana. Parecchi anni or sono uno dei custodi del Giardino zoologico di Londra mi mostrò alcune ferite profonde e appena cicatrizzate che aveva sul collofattegli da un terribile babbuino mentre stava inginocchiato sul pavimento. La piccola scimmia americanache amava molto il suo custodeviveva nello stesso vasto scompartimentoed aveva un grande terrore di quel grosso babbuino. Nondimenoappena vide in pericolo il custode suo amicosi slanciò alla riscossae a furia di urli e di morsicature distolse per un momento il babbuinoper cui l'uomo potè sfuggiredopo aver corso grave pericolo della vitacome gli disse il chirurgo che lo ha curato.
Oltre l'amore e la simpatiagli animali danno prova di altre qualità che in noi si chiamerebbero morali; ed io sono d'accordo con Agassiz che i cani posseggono qualche cosa che rassomiglia molto alla coscienza. Certamente son forniti di una certa padronanza di se stessi che non può essere tutta attribuita al timore. Come osserva Braubachun cane si asterrà dal rubare il cibo mentre il padrone è assente. In ogni tempo i cani sono stati considerati come il tipo della fedeltà e dell'obbedienza. Tutti gli animali che vivono in comuneche si difendono scambievolmente ed aggrediscono insieme il loro nemicodebbono esserefino ad un certo puntofedeli l'uno all'altro; e quelli che seguono un capo debbono avere un certo grado di obbedienza. Quando in Abissinia i babbuini vanno a saccheggiare un giardinoessi tengon dietro in silenzio al loro ducee se un imprudente giovane fa un po' di rumoregli altri gli danno uno scappellotto per insegnargli il silenzio e l'obbedienza; ma appena hanno certezza che non v'ha pericolo di sortatutti mostrano clamorosamente la loro gioia.
Riguardo poi all'impulso che conduce certi animali ad associarsi insiemee prestarsi in vario modo vicendevole aiutopossiamo supporre che in moltissimi casi sono a ciò spinti dallo stesso senso di soddisfazione o di piacere che provano quando compiono altre azioni istintive; oppure dallo stesso senso di scontentezza che provano in altri casi di atti istintivi impediti. Noi vediamo questo in un numero sterminato di esempied è dimostrato in modo evidentissimo dagli istinti acquistati dai nostri animali domestici; così un giovane cane da pastore si compiace nel correre intorno ad una greggia di pecore per tenerla raccoltama senza tormentarla; un cane da volpe ama dar la caccia alla volpementre ho veduto alcune altre specie di cani non badare affatto alle volpi. Deve essere un sentimento ben forte di intima soddisfazione quello che induce un uccelloper solito tanto attivoa rimanere immobile per tanti giorni sulle sue uova. Gli uccelli migratori sono dolentissimi quando s'impedisce loro di migraree forse godono il piacere di viaggiare nel lungo loro volo. Sono pochi gli istinti determinati solamente da sentimenti penosicome dal timoreil quale conduce alla propria conservazioneod è specialmente diretto contro certi nemici. Non credo che nessuno possa analizzare le sensazioni del piacere o del dolore. Tuttavia in molti casi è probabile che gli istinti provengano persistentemente dal semplice potere della ereditàsenza lo stimolo del piacere o del dolore. Un pointer giovanequando fiuta per la prima volta la selvagginapare che non possa trattenersi dal puntare. Non si può dire che uno scoiattolo chiuso in una gabbiaquando rompe le noci che non può mangiare come se volesse nasconderle sotterrafaccia così per piacere o per timore. Quindi l'asserzione comune che l'uomo in ogni sua azione sia spinto dal piacere o dal dolorepotrebbe essere erronea. Sebbene si possa seguire un'abitudine ciecamente ed implicitamentesenza che in quel momento si provi un senso di piacere o di doloretuttavia quando venga interrotta per forza e repentinamentesi prova in generale un senso indefinito di scontento; e ciò è particolarmente vero nel caso di persone dotate di debole intelletto.
Si è sovente asserito che gli animali furono in principio fatti per vivere in società e che in conseguenza di ciò si sentono scontenti quando vengon separatie contenti se sono insieme; ma è molto più probabile che queste sensazioni siansi primieramente sviluppate acciocchè quegli animali cui sarebbe stato vantaggioso vivere in societàs'inducessero a vivere insieme: nel modo stesso in cui il senso della fame ed il piacere di mangiare vennerocertamenteacquistati per i primi onde indurre gli animali a mangiare. Il sentimento del piacere derivante dalla società è probabilmente una estensione dell'affetto paterno e filiale; e questa estensione può venire attribuita in gran parte alla scelta naturalema forse in parte alla semplice abitudine. Perchè in quegli animali che godevano del benefizio nella vita socialegli individui che in società provavano maggior piacere potevano sfuggire meglio ai vari pericoli; mentre quelli che non si curavano gran fatto dei loro compagni e vivevano solitari doveano perire in numero maggiore. Riguardo poi all'origine dell'affetto paterno e filialeche per quanto pare sta alla base degli affetti socialinon vi è speranza di rintracciarla; ma possiamo dedurre che provennero in gran parte dalla scelta naturale. Siccome quasi fuori d'ogni dubbio è avvenuto per ciò che riguarda il sentimento insolito ed opposto di odio fra i più prossimi parenticome nel caso delle api operaie che uccidono i maschi loro fratellie delle regine delle api che uccidono le loro figlie reginequi il desiderio di distruggere invece di amare i loro più stretti parenti è stato pel bene della comunità.
L'importantissima emozione della simpatia è distinta da quella dell'amore. Una madre ama con passione il suo passivo ed inerte bambinoma allora non si può dire che senta simpatia per esso. L'amore dell'uomo pel suo cane è distinto dalla simpatiae tale pure è quello del cane pel suo padrone. Adamo Smith asseriva anticamenteed oggi ciò conferma il sig. Bainche la base della simpatia sta nella nostra forte rimembranza di precedenti stati di dolore o di piacere. Quindi "la vista di un'altra persona che soffre la fameil freddola stanchezzarisveglia in noi qualche ricordo di quei momentiche sono dolorosi anche in idea". In tal modo noi siamo indotti ad alleviare le pene altrui onde mitigare contemporaneamente anche i nostri dolorosi sentimenti. Nello stesso modo noi partecipiamo ai piaceri degli altri. Ma non mi riesce di comprendere come questo modo di vedere possa spiegare il fattoche la simpatia è in grado immensamente più forte eccitata da una persona amata che non da una indifferente. La sola vista del soffrireindipendentemente dall'amorebasterebbe a svegliare in noi vivaci rimembranze e associazioni. È possibile che la simpatia sia stata primamente originata nel modo sopra esposto; ma sembra essere ora divenuta un istintoche si svolge in modo speciale verso gli oggetti amaticome il timore si dirige particolarmente contro certi nemici. Siccome la simpatia riceve così una direzionel'amore scambievole dei membri della stessa comunità estenderà i suoi confini. Senza dubbio una tigre o un leone avranno simpatia per le sofferenze dei loro piccolima questo sentimento non si estenderà agli altri animali. Come tutti sappiamoquesto sentimento negli animali strettamente sociali si deve estendere più o meno a tutti i membri della società. Nel genere umano è probabile che l'egoismol'esperienza e l'imitazione accrescano forzacome ha dimostrato il sig. Bainalla simpatia; perchè la speranza di ricevere un ricambio di buoni uffici ci induce a compiere verso gli altri atti di simpatia e di benevolenza; e non v'ha ombra di dubbio che questo sentimento di simpatia acquista molta forza dall'abitudine. Ma qualunque sia stata l'origine complessa di questo sentimentosiccome esso è della più alta importanza per tutti quegli animali che si prestano vicendevole aiuto e difesadeve essere stato accresciuto mercè la scelta naturale; perchè quelle società ove il numero dei membri stretti da scambievole simpatia sarà stato maggiore avranno meglio prosperatoed avranno allevato un numero più grande di prole.
È cosa impossibilein alcuni casidecidere se certi istinti sociali siano stati acquistati per via della scelta naturaleoppure siano l'indiretto risultamento di altri istinti e di altre facoltàcome la simpatiala ragionel'esperienza e la tendenza all'imitazioneo anchese non sono altro che il frutto di una lunga e continua abitudine. Non si può quasi credere che un istinto tanto notevole quanto quello di porre sentinelle onde avvertire la comunità di un pericolo sia il risultamento indiretto di qualunque altra facoltà; quindi deve essere stato acquistato direttamente. Inoltrel'uso che hanno molti maschi di certi animali sociali di difendere la comunità e di aggredire il nemico o la preda tutti insiemepuò essere statoforseoriginato da reciproca simpatia; ma il coraggioe in molti casi la forzadebbono essere venuti precedentementeforse mercè la scelta naturale.
Fra i vari istinti e le varie abitudinialcuni sono molto più forti degli altricioèalcuni procurano maggior piacere nel loro compimento o maggior dolore per la loro privazione che non altri; oppureciò che probabilmente è in pari modo importanteessi sonoper via dell'ereditàseguiti con maggiore persistenza senza che sveglino un sentimento particolare di piacere o di dolore. Noi stessi sappiamo che vi sono alcune abitudini più difficili da correggere o da mutare che non altre. Quindi spesso si può osservare in un animale la lotta che segue fra i differenti istintio fra un istinto ed una abitudine; come per esempio quando un cane si slancia dietro una lepreviene sgridatosi fermaesitapoi ricomincia ad inseguire l'animale o torna tutto vergognoso al suo padrone; ovvero fra l'amore di una cagna pei suoi piccoli e pel suo padroneperchè si vede spesso che se la svigna per andare a trovare i primicome se provasse vergogna di non accompagnare il padrone. Ma il fatto più curioso che io mi conosca di un istinto che la vince sull'altroè l'istinto migratore che supera l'istinto materno. Il primo è prodigiosamente potente; un uccello chiuso in gabbia nella stagione opportuna al migrare batte col petto nei ferri della sua gabbiafinchè divien spelato e sanguinolento. Questo istinto fa che i giovani salmoni saltano fuori dell'acqua dolceove potrebbero continuare a viveresuicidandosi così senza volerlo. Tutti sanno quanto forte sia l'istinto materno che induce timidi uccelli ad affrontare un gran pericolosebbene con esitazione e contro l'istinto della propria conservazione. Nondimeno l'istinto migratore è così potente che nel tardo autunno le rondini e i balestrucci abbandonano spesso i loro piccolilasciandoli perire miseramente nei loro nidi.
Possiamo bene scorgere che un impulso istintivoqualora sia più benefico ad una specie che non qualche altro od opposto istintodiverrà più potente mercè la scelta naturale; perchè quegl'individui in cui esso sarà più ampiamente sviluppato sopravviveranno in maggior numero. Si può mettere in dubbio se questo sia il caso per ciò che riguarda l'istinto migratore in confronto di quello materno. La grande persistenza o l'azione piena di fermezza del primo in certe date stagioni dell'anno durante tutto il giornopuò dargli temporaneamente una forza insuperabile.

L'uomo animale sociale. - La maggior parte delle persone ammettono che l'uomo è un essere sociale. Noi vediamo ciò nella sua ripugnanza per la solitudine e nel desiderio che ha della società al di fuori della sua stessa famiglia. La carcere solitaria è una delle più terribili punizioni che si possano applicare. Suppongono alcuni autori che l'uomo in principio abbia vissuto in famiglie isolate; ma oggisebbene famiglie isolateo riunione di due o tre insiemescorrano le solitudini di certe contrade selvaggeesse sono sempreper quanto mi sappiain relazione amichevole con altre famiglie che vivono nello stesso distretto. Quelle famiglie si raccolgono occasionalmente in consiglioe si uniscono per la difesa comune. Non è ragionevole dire che l'uomo selvaggio non è un animale socialeperchè le tribù che abitano località adiacenti son quasi sempre in guerra fra loro; perchè gl'istinti sociali non si estendono mai a tutti gl'individui di una medesima specie. Giudicando dall'analogia che ci presentano il maggior numero dei quadrumaniè molto probabile che gli antichissimi antenati dell'uomo somiglianti alle scimmie fossero pur essi sociali; ma ciò non ha per noi grande importanza. Quantunque l'uomo come è al presenteabbia pochi istinti specialiavendo perduto quelli che potevano avere i suoi primi progenitorinon è una ragione perchè non abbia potuto conservare da un periodo sommamente remoto un certo grado di amore istintivo e di simpatia pel suo simile. Invero siamo tutti ben consci di possedere cosiffatti sensi di simpatia; ma non siamo consapevoli se siano istintivied abbiano avuto origine molto tempo addietro nel modo stesso in cui si sono originati negli animali a noi inferiorio se ognuno di noi li ha acquistati durante i nostri primi anni. Siccome l'uomo è un animale sociale è anche probabile che egli abbia ereditato la tendenza ad essere fedele a' suoi compagniperchè questa qualità è comune alla maggior parte degli animali sociali. In tal modo egli potrebbe avere una qualche facoltà di padroneggiarsie forse di obbedienza al capo della comunità. Mercè una tendenza ereditariaegli sarebbe sempre volonteroso a difendereunitamente agli altrii suoi confratellie li aiuterebbe in ogni modo che non compromettesse troppo il proprio buon essere o i suoi più forti desiderii.
Istinti speciali guidano quasi esclusivamente gli animali socialiche stanno in fondo alla scalaad aiutare i membri della stessa comunitàmentre gli animali collocati più in alto sono ancora da quegli istinti largamente guidati; ma essi sono pure in parte spinti a ciò fare dall'amore reciproco e dalla simpatiaaiutati apparentemente da una certa dose di ragione. Sebbene l'uomocome abbiamo testè notatonon abbia istinti speciali che gli indichino il modo di aiutare il suo simileegli ha tuttavia l'impulsoe colle sue qualità intellettuali più perfette sarà naturalmente guidatoper questo riguardodalla ragione e dall'esperienza. Parimente la simpatia istintiva gli farà tenere in gran pregio l'approvazione de' suoi confratelli; perchècome spiega chiaramente il signor Bainl'amore della lode, e il forte sentimento della gloria, e l'orrore ancor più forte del disprezzo e dell'infamia, sono opera della simpatia. Quindi nell'uomo i desideriil'approvazioneil biasimo de' suoi confratellidimostrati coi gesti o colle paroleavranno sopra di esso una potente azione. Così gl'istinti socialiche debbono essere stati acquistati dall'uomo quando era in uno stato molto rozzoo forse anche da' suoi primi progenitori simili alle scimmielo spingono a compiere le sue migliori azioni; ma le sue azioni sono grandemente determinate dai desideri e dai giudizi espressi da' suoi similie disgraziatamente anche più spesso dai suoi forti ed egoistici desiderî. Ma siccome l'abitudine rinvigorisce i sensi d'amore e di simpatia e il potere di padroneggiarsie siccome la forza della ragione diviene più chiara per modo che l'uomo può apprezzare quanto giusti siano i giudizi de' suoi confratelliegli sarà indotto a seguire una data linea di condotta indipendentemente da ogni piacere o dolore che potrebbe provare in quel momento. Egli allora può dire: sono il giudice supremo della mia condottae colle parole di Kant: io non voglio violare nella mia persona la dignità del genere umano.
Gl'istinti sociali più durevoli vincono i meno persistenti. - Abbiamo tuttavia da considerare ancora il punto principale che è il pernio sul quale riposa tutta la questione del senso morale. Perchè un uomo si sente spinto ad obbedire ad un desiderio istintivo piuttosto che ad un altro? Perchè sente egli un amaro rincrescimento per aver ceduto al forte senso della propria conservazioneinvece di arrischiare la vita per salvare quella di un suo simileo perchè gli rincresce di aver rubato qualche alimento spinto da una fame crudele?
In primo luogo è evidente che gl'impulsi istintivi hanno nel genere umano differenti gradi di forza; una giovane e timida madrespinta dall'istinto maternosi getterà senza la menoma esitazioneincontro al maggior pericolo per amore del suo natoma non per salvare un suo simile. Molte volte un uomood anche un ragazzoche non si erano mai esposti a perdere la vita per altrima nei quali erano bene sviluppati il coraggio e la simpatiasi sono slanciaticontro l'istinto della propria conservazionedi colpo in un torrenteper salvare un loro simile prossimo a perire annegato. In questo caso l'uomo è spinto dallo stesso istintivo movente che fece sì che quella eroica scimmietta americanadi cui abbiamo parlato sopraaggredisse il temuto babbuino per salvare il suo custode. Azioni come quelle da noi menzionate sembrano essere il semplice effetto della maggior potenza degli istinti sociali e materno sopra qualunque altro istinto o movente; perchè vengono compiute troppo istantaneamente per essere opera della riflessioneo della sensazione di piacere o di pena; sebbenequalora non fossero state compiutesarebbero causa di dolore.
So benissimo che alcuni affermano che quelle azioni che si compiono per impulsocome nei casi sopra menzionatinon cadono sotto il dominio del senso moralee non si possono dire morali. Essi limitano questo nome alle azioni fatte deliberatamente dopo una vittoria sopra opposti desiderio alle azioni suggerite da qualche movente elevato. Ma sembra difficilissimo segnare una linea ben distinta in questo generesebbene possa la distinzione esser vera. Per ciò che riguarda i moventi elevatisi sono riferiti esempi di barbariprivi di qualunque sentimento di amore per l'umanitàe non diretti da nessun movente religiosoi qualiprigionierihanno deliberatamente sacrificata la propria vita anzichè tradire i loro compagni; e certo la loro condotta deve essere considerata come morale. Per quello che riguarda poi la deliberazione e la vittoria sopra opposti moventipossiamo vedere negli animali una certa esitazione fra gli istinti oppostimentre stanno per correre a salvare la loro prole o i loro compagni; tuttavia le loro azioniquantunque operate pel bene altruinon sono chiamate morali. Inoltre un'azione compiuta da noi ripetutamente finirà per esser fatta senza deliberazione o esitanzaed allora si distinguerà appena da un istinto; tuttavia nessuno certamente pretenderà che un'azione compiuta per quel modo abbia cessato d'esser morale. Anzi noi tutti crediamo che un'azione non possa esser considerata come perfetta o fatta nel più nobile modo quando non si compia per impulsosenza deliberazione o sforzonello stesso modo come da un uomo in cui le qualità richieste sono innate. Tuttavia colui che deve vincere il suo timore o la mancanza di simpatia prima di agire merita in certo modo maggior lode dell'uomo di cui l'innata disposizione lo induce ad una buona azione senza il menomo sforzo.
Siccome noi non possiamo distinguere fra i moventiabbiamo dato il nome di morali a tutte le azioni di una certa classequando siano compiute da un essere morale. Un essere morale è quello che può comparare le sue azioni o i suoi moventi passati e futurie approvarli o disapprovarli. Non abbiamo nessuna ragione di supporre che qualche animale sottostante all'uomo abbia questa capacità; quindi allorchè una scimmia affronta un pericolo per soccorrere un compagnoo adotta una scimmia orfananoi non diciamo che quella condotta è morale. Ma nel caso dell'uomoche solo può essere con sicurezza considerato come un essere moraleuna certa classe di azioni vengono chiamate moralisia che si compiano con proposito deliberato dopo una lotta fra opposti sentimentio derivino dall'effetto di un'abitudine acquistata lentamenteoppure impulsivamente per opera dell'istinto.
Ma. torniamo al nostro preciso argomento; quantunque alcuni istinti siano più preponderanti di altriproducendo così azioni corrispondentipure non si può sostenere che gli istinti sociali siano per solito più forti nell'uomoo siano divenuti più forti mercè una lunga e continua abitudineche non gli istintiper esempiodella propria conservazionedella famedella concupiscenzadella vendettaecc. Perchè dunque l'uomo sente egli rincrescimentoanche se cerca di bandire ogni cosiffatto rincrescimentoper aver seguito un dato impulso naturaleanzichè un altro; e perchè sente ancora che deve provare rincrescimento per la sua condotta? Per questo riguardo l'uomo differisce grandemente dai sottostanti animali. Nondimeno noi possiamocredoscorgere con una certa chiarezza la ragione di questa differenza.
Per l'attività delle sue facoltà mentali l'uomo non può a meno di riflettere: le impressioni e le immagini del passato attraversano di continuo e distintamente la sua mente. Ora in quegli animali che vivono sempre in società gli istinti sociali sono sempre presenti e durevoli. Questi animali son pronti ognora a dare il segnale del pericoloa difendere la comunitàe ad aiutare i loro compagni secondo i loro costumi; provano in ogni temposenza essere a ciò spinti da una passione o da un desiderio specialeun certo grado di amore o di simpatia per essi; sono infelici di essere da loro separatie sempre lieti della loro compagnia. Ciò segue anche in noi. Un uomo che fosse privo di cosiffatti sentimenti sarebbe un mostro snaturato. Inoltreil desiderio dì saziare la fame o qualche altra passionecome sarebbe la vendettaè per sua natura temporaneoe per un certo tempo può essere al tutto soddisfatto. E non è neppure cosa agevoleper non dire impossibilesvegliare in sè un sentimento vivacecome sarebbe quello della fame; e invero nemmenocome è stato spesso notatodi nessun'altra sofferenza. L'istinto della propria conservazione non si prova che in faccia al pericolo; e più di un codardo si è creduto pieno di coraggio finchè non si è trovato al cospetto dell'inimico. Il desiderio di possedere la roba d'altri è forse uno fra i desiderî più persistenti che si possono menzionare; ma anche in questo caso la soddisfazione della possessione attuale è in generale un sentimento più debole che non il desiderio; molti ladriquando non siano già rotti al mestieredopo il successosi meravigliano e non sanno darsi ragione dell'aver rubato quell'oggetto.
Cosìmentre l'uomo non può impedire che le antiche impressioni gli attraversino di continuo la mentesarà spinto a comparare le impressioni affievoliteper esempiodella fame passatao della vendetta soddisfattao del pericolo sfuggito alle spese di altri uominicoll'istinto della simpatia e della benevolenza pel suo simileche è sempre presente e semprefino a un certo puntoattivo nella sua mente. Allora egli sentirà nella sua immaginazione che un istinto più forte ha ceduto ad un altro che sembra ora comparativamente debole; e quindi proverà inevitabilmente quel senso di scontento di cui l'uomo è fornitocome ogni altro animaleacciò possa essere obbedito ogni suo istinto. Il caso menzionato sopra della rondine ci dà un esempiosebbene di natura contrariadi un istinto temporaneoquantunque in un dato tempo molto persistenteche vince un altro istinto che per solito domina tutti gli altri. Nella stagione opportuna questi uccelli sembrano essere tutto il giorno in preda al desiderio di migrare; il loro modo di vivere cambia; divengono inquietirumorosie si uniscono in stormi. Mentre la femmina sta sul suo nido cibando o covando i suoi piccolil'istinto materno è forse più potente di quello della migrazione; ma vince l'istinto più persistenteed alla finenel momento che non vede più i suoi natiprende il volo e li abbandona. Giunto che sia al termine del suo lungo viaggioe cessata l'azione dell'istinto migratorequale angoscioso rimorso sentirà ogni uccelloseessendo come è dotato di grande attività mentalenon potrà impedire che l'immagine dei suoi piccolimorenti dal freddo e dalla fame nel pallido Settentrionenon gli attraversi la mente!
L'uomonel momento dell'azionesarà certamente spinto a seguire l'impulso più forte; e sebbene questo possa occasionalmente suggerirgli nobili gestatuttavia lo condurrà più comunemente a soddisfare i suoi propri desideri alle spese di altri uomini. Ma dopo averli soddisfattiquando le impressioni passate ed affievolite saranno in contrasto cogli istinti sociali sempre persistentiverrà certamente un ritorno su se stesso. Allora l'uomo si sentirà scontento di see prenderà la risoluzione di operare in avvenire in modo differente. Questa è la coscienza; perchè la coscienza guarda alle azioni passate e le giudicaproducendo quella sorta di scontentoal quale se è debole diamo il nome di rammaricoe se è più fortedi rimorso.
Queste sensazioni sonoindubbiamentedifferenti da quelle che si provano allorchè altri istinti o altri desiderî rimangono insoddisfatti; ma ogni istinto insoddisfatto ha la sua propria sensazionecome vediamo colla lamela seteecc. L'uomo così ammonito acquisterà da una lunga abitudine la piena padronanza di sèper cui i suoi desiderî e le sue passioni finiranno per cedere sul momento alle sue simpatie socialie allora non vi sarà più lotta fra loro. L'uomo ancora affamatoo ancora vendicativonon penserà più a rubare il suo nutrimento o a compiere la sua vendetta. È possibileo anchecome vedremo in seguitoprobabileche l'abito del padroneggiar se stesso possacome altre abitudiniessere ereditato. Così alla fine l'uomo viene a sentiremercè l'abitudine acquistata o forse ereditatache il suo meglio è di obbedire ai suoi istinti più persistenti. L'imperiosa parola dovere sembra puramente rinchiudere in sè l'interna consapevolezza della esistenza di un istinto persistentesia esso innato o acquisito in parteche gli serve di guidaquantunque possa essere disobbedito. Noi usiamo appena il vocabolo dovere in un senso metaforicodicendo che il cane da fermo postail pointer punta e il cercatore cerca la selvaggina. Se mancano in ciòmancano al loro dovere ed agiscono male.
Se un desiderio o un istinto qualunqueche mena ad un'azione contraria al bene altruisi affaccia tuttavia all'uomoed egli lo tiene nella sua menteo tanto forteo più forte del suo istinto socialeegli non sentirà un acuto rammarico di averlo seguito; ma sa benissimo che qualora la sua condotta fosse conosciuta dai suoi confratellisarebbe da essi disapprovata; e son pochi coloro tanto privi di simpatia da non sentire sconforto quando ciò segue. Se egli non sente questa simpatiae se i suoi desiderî che lo inducono a commettere cattive azioni sono nel tempo stesso potentie quando richiamati alla mente non sono soggiogati dal persistente istinto socialeallora quell'uomo è essenzialmente cattivo; e l'unico motivo che lo trattiene è il timore del castigo e la convinzione che a lungo andare sarà più vantaggioso ai suoi egoistici interessi considerare il bene degli altri anzichè il proprio.
È chiaro che chiunque non abbia difficile la coscienza può soddisfare i propri desiderîse non si mettono di mezzo coi suoi istinti socialicioè col bene degli altri; ma per poter essere al tutto esente dalla propria disapprovazioneo almeno da inquietudineè quasi necessario che egli eviti ogni disapprovazioneragionevole o node' suoi confratelli. Nè deve egli rompere colle abitudini più forti della sua vitaspecialmente se sono sostenute dalla ragione; perchè ciò facendo sentirà certo scontento. Deve inoltre evitare la disapprovazione di un Dio o degli Deinei quali secondo la sua fede o la sua superstizione egli possa credere; ma in questo caso il timore addizionale della punizione divina si aggiunge sovente.

Le virtù strettamente sociali primitivamente sole considerate. - Le considerazioni suddette intorno alla prima origine e natura del senso moraleche ci dice ciò che dobbiamo faree la coscienza che ci rimprovera quando disobbediamo ad essoconcordano bene con quello che vediamo nella primiera e non ancora sviluppata condizione di questa facoltà del genere umano. Le virtù che debbono essere praticatealmeno in generaledagli uomini rozziacciò possano formare una corporazionesono quelle che vengono sempre considerate come le più importanti. Ma esse sono praticate quasi esclusivamente in relazione agli uomini della stessa tribù; e i loro opposti non sono considerati come delitti in rapporto agli uomini di altre tribù. Nessuna tribù può star riunita se vi sono comuni l'assassinioil furtoil tradimentoecc. In conseguenza entro i limiti di ogni tribù questi delitti sono coperti di eterna infamiama fuori di quei limiti non svegliano cosiffatti sentimenti. Un indigeno del nord America è contento di sèed è onorato dagli altriquando strappa la pelle del capo ad un uomo di un'altra tribùed un Dyak mozza il capo di una persona innocua e lo fa seccare per tenerselo come trofeo. L'uccisione dei bambini è stata praticata in grande in tutto il mondosenza svegliare rimprovero; ma l'infanticidiospecialmente di femmineè stato considerato come vantaggioso per una tribùo almeno non certo dannoso. Nei tempi antichi il suicidio non era in generale tenuto in conto di delittoma anzi come un atto onorevole pel coraggio che dimostrava; e presso certe nazioni semi-civili è ancora grandemente praticato senza svegliare rimproveroperchè non si sente in una nazione la perdita di un individuo; qualunque sia la spiegazione che se ne possa dareil suicidio è raro presso i barbari; tuttavia i neri della costa occidentale dell'Africa offronocome ho udito dire dal signor Readeuna eccezione per questo riguardo. È stato riferito che un Thug indiano sentiva un coscienzioso rammarico di non aver strangolato e derubato tanti viaggiatori come aveva fatto suo padre. In uno stato di rozza civiltà derubare i forestieri èinveroconsiderato generalmente come cosa onorevole.
II grande delitto della schiavitù è stato quasi universalee gli schiavi sono spesso stati trattati in modo infame. Siccome i barbari non tengon conto dell'opinione delle loro donnecosì le mogli sono comunemente trattate come schiave. La maggior parte dei selvaggi vedono con indifferenza i patimenti degli stranierio anche ne provano piacere. È cosa nota come le donne e i bimbi degli indigeni del nord-America aiutassero a torturare i loro nemici. Alcuni selvaggi si prendono il barbaro piacere d'incrudelire contro gli animalie in essi l'umanità è una virtù ignota. Nondimeno sono comuni i sentimenti di simpatia e di benevolenzaspecialmente nel caso di malattiafra i membri di una stessa tribùe talora si estendono anche oltre i confini di essa. È generalmente noto il commovente racconto che fa Mungo Park della benevolenza dimostratagli dalle donne nere dell'interno dell'Africa. Vi sono molti esempi della nobile fedeltà dei selvaggi fra loro stessima non verso gli estranei; la più comune esperienza mostra la giustezza di quella massima degli spagnuoli: "Non ti fidar mai di un Indiano". Non vi può esser fedeltà senza la verità; e questa virtù fondamentale non è rara fra i membri di una medesima tribù: così Mungo Park ha sentito le donne nere insegnare ai loro bambini ad amare la verità. Inoltrequesta è una di quelle virtù che mette così profonde radici nella menteche talora viene messa in pratica dai selvaggi anche con proprio danno verso gli stranieri; ma il mentire al vostro inimico è stato raramente considerato come un malecome del resto dimostra troppo chiaramente la moderna diplomazia. Appena una tribù ha riconosciuto un capola disobbedienza diviene un delittoed anche la più abbietta sommissione è considerata come una virtù sacra. Siccome nei tempi più rozzi nessun uomo può rendersi utile ed esser fedele alla propria tribùse manca di coraggiocosì questa qualità è stata universalmente messa al più alto posto; e quantunque nei paesi civili un uomo buonoma timidopossa rendere maggiori servigi alla comunità che non un valorosonon possiamo a meno di onorare istintivamente quest'ultimo più di quello senza coraggioper quanto sia buono. Inoltrela prudenzala quale non ha che fare colla prosperità degli altriper quanto sia una virtù utilenon è mai stata molto apprezzata. Siccome nessun uomo puòsenza sagrifiziopadronanza di sè e forza nel sopportaremettere in pratica le virtù necessarie al bene della sua tribùqueste qualità sono state in ogni tempo tenute molto giustamente in altissimo concetto. Il selvaggio Americano si sottomette senza un lamento alle più orribili torture per dimostrare ed afforzare la sua fortezza ed il suo coraggio; e noi non possiamo a meno di ammirarlocome anche un Fakiro indianoil quale per un assurdo principio religioso si dondola sospeso ad un gancio infilzato nelle sue carni.
Le altre virtù riguardanti gl'individui che non hanno un effetto evidente sebbene possano talora avere un effetto reale sulla prosperità di una tribùnon furono mai tenute in gran conto dai selvaggiquantunque ora presso le nazioni civili siano altamente apprezzate. Presso i selvaggila più grande intemperanza non è cosa riprovevole. La loro sfrenata dissolutezzaper non parlare dei delitti snaturatiè qualche cosa che fa trasecolare. Tuttaviaappena il matrimonio diventa comunesia esso poligamo o monogamola gelosia trarrà con sè l'inculcare la virtù femminile; e questa virtù essendo onoratatenderà ad estendersi in tutte le donne nubili. Quando lentamente questa virtù vada estendendosi nel sesso maschile vediamo ai nostri giorni. La castità richiede in sommo grado il dominio di sè; perciò è stata onorata fino dal più antico periodo della storia morale dell'uomo civile. In conseguenza di ciò la sragionevole pratica del celibato e stata considerata fino da tempi antichissimi come una virtù. L'odio per l'indecenzail quale ci sembra tanto naturale da considerarsi come cosa innatae che è un così valido sostegno della castitàè una virtù modernache appartiene esclusivamentecome osserva sir G. Stauntonalla vita civile. Ciò è dimostrato dagli antichi riti religiosi delle varie nazioni che si osservano nei dipinti di Pompeie dalle pratiche di molti selvaggi.
Abbiamo ora veduto che i selvaggi tengono per buone o cattivee questo probabilmente era il modo di vedere dell'uomo primitivosoltanto quelle azioni che non sono nocevoli ostensibilmente al buonessere delle tribù - non quello della speciee neppure quello dell'uomo come membro individuale della tribù. Questa conclusione concorda bene colla prudenza che il così detto senso morale deriva originariamente dagli istinti socialiperchè entrambi si riferiscono dapprima esclusivamente alla comunità. Dal nostro punto di vistale principali cagioni della poca moralità dei selvaggi sono principalmente la simpatia limitata alla stessa tribù. In secondo luogo la insufficiente potenza di ragionamentoper cui non si può riconoscere la parte che hanno molte virtùspecialmente le virtù riguardanti l'individuoal buonessere della tribù. Per esempio i selvaggi non sanno comprendere i molti mali che derivano dalla mancanza di temperanzadi castitàecc. Ein terzo luogola scarsa potenza del padroneggiarsi; perchè questa potenza non si è accresciuta per lunga e continua e forse ereditata abitudineper l'istruzione e per la religione.
Mi sono esteso un tantino intorno alla immoralità dei selvaggiperchè certi autori si son fatti recentemente un alto concetto della loro natura moraleo hanno attribuito la maggior parte dei loro delitti ad una mal compresa benevolenza. Questi autori sembrano appoggiare la loro conclusione a ciò che i selvaggi posseggonocosa del resto certissimae spesso in alto gradoquelle virtù che sono vantaggioseo anche necessarie per l'esistenza di una comunità.

Osservazioni conclusive. - I filosofi della scuola derivativa di morale sostenevano dapprima che la base della moralità consiste in una forma di egoismo; ma più recentemente nel gran principio della massima felicità. Secondo il modo di vedere summenzionatoil senso morale è fondamentalmente identico agli istinti sociali; e per ciò che riguarda gli animali sottostanti sarebbe assurdo considerare questi istinti come derivanti da egoismoo dalla felicità della colonia. Tuttaviasono certamente stati sviluppati dal bene generale della comunità. Questo modo di direbene generalepuò venire definito siccome il mezzo per cui il maggior numero possibile di individui possono essere venuti su sani e vigorosicon tutte le loro facoltà bene sviluppate nelle condizioni in cui si trovano. Siccome gli istinti sociali tanto dell'uomo come degli animali a lui inferiori sono stati senza dubbio sviluppati colla stessa gradazionesarebbe convenevolese fosse praticabileadoperare in ambi i casi la stessa definizionee prendere per prova di moralità il bene e la prosperità della comunitàpiuttostochè la generale felicità; ma questa definizione richiederebbe forse qualche restrizione a cagione della morale politica.
Quando un uomo mette a repentaglio la propria vita per salvare quella di un suo similesembra più giusto dire che opera pel bene o per la prosperità generalepiuttostochè per la felicità generale di tutto il genere umano. Non v'ha dubbio che la prosperità e la felicità individuale consuetamente si collegano; ed una tribù contenta e felice sarà più prospera che non quella che è scontenta ed infelice. Abbiamo veduto che nei primi periodi della storia dell'uomoi desideri evidenti della comunità hanno dovuto avere naturalmente molta azione sulla condotta di ogni membro; e siccome tutti desiderano la felicitàil principio della più grande felicità doveva divenire una importantissima secondaria guida e scopo; gl'istinti socialiincludendo simpatiafanno sempre opera di principali impulsi e di guida. Così vien tolto il rimprovero di dar fondamento alla più nobile parte della nostra natura sul basso principio dell'egoismo; a meno cheinverosi possano chiamare egoismo la soddisfazione che ogni animale sente nel seguire i propri istintie lo scontento che prova quando non sono soddisfatti.
L'espressione dei desiderî e quello dei giudizi dei membri della medesima comunitàdapprima col linguaggio orale e poi collo scrittoservecome fu giustamente osservatodi importantissima secondaria guida di condotta in appoggio degli istinti socialima talora si oppone ad essi. Quest'ultimo fatto vien bene dimostrato dalla Legge dell'Onoreche è la legge dell'opinione dei nostri ugualie non quella di tutti i nostri compatriotti. La violazione di questa leggeanche quando è riconosciuto che questa violazione non intacca per nulla la vera moralitàha cagionato a molti uomini maggiori angosce che non un vero delitto. Noi riconosciamo la stessa azione nel vivo senso di vergogna che la maggior parte di noi abbiamo risentito anche dopo un intervallo di parecchi anniquando ci si presentava alla mente alcuna accidentale violazione di qualche futile ma salda regola di etichetta. Il giudizio della comunitàin generaleavrà per guida qualche rozza esperienza di ciò che a lungo andare è il meglio per tutti i membri; ma questo giudizio non di rado sbaglierà per l'ignoranza e per la poca forza di ragionamento. Quindigli usi più strani e le superstizioni più singolariche sono al tutto opposte alla vera prosperità e felicità del genere umanosono divenuti onnipotenti per tutto il mondo. Ciò noi vediamo nell'orrore che prova l'Indiano che viola le leggi della sua castanella vergogna della donna musulmana che mostra scoperto il suo voltoed un numero infinito di altri ceti. Sarebbe difficile fare la distinzione fra il rimorso che prova un Indiano che ha mangiato cibo immondoda quello che sente dopo aver rubato; ma è probabile che il primo sia più forte.
Non sappiamo quale origine abbiano avute certe assurde regole di condottae certe sciocche credenze religiose; nè in qual modo abbiano postoin tutte le parti del mondo sì salde radici nella mente degli uomini; ma è cosa degna di nota che una credenza inculcata costantemente durante i primi anni della vitaquando il cervello è più impressionabilesembra acquistare quasi la natura di un istinto; e la vera essenza di un istinto è che vien seguito indipendentemente dalla ragione. E neppure possiamo dare la ragione del fatto che alcune mirabili virtùcome l'amor della verità siano apprezzate molto di più da certe tribù selvagge che non da altre; e neppure perchè così fatte differenze prevalgano anche presso nazioni civili. Sapendo noi quanto inveterate siano divenute molte strane leggi e superstizioninoi dobbiamo sorprenderci che le virtù particolari ci debbano ora sembrare così naturalimentre sono rette dalla ragionetanto da sembrare innatequantunque l'uomo nella sua primiera condizione non ne tenesse conto.
L'uomomalgrado molte cause di dubbiopuò in generale e prontamente fare la distinzione fra le più elevate e le più basse regole morali. Le più alte si appoggiano agli istinti socialied hanno relazione colla prosperità degli altri. Sono sostenute dalla approvazione del nostro simile e dalla ragione. Le più bassesebbene alcune di esseesigendo il sacrificio personalenon possano più meritare quel nome di bassesi riferiscono principalmente all'individuoe debbono la loro origine alla opinione pubblicaquando sia divenuta matura per la esperienza e per l'educazione; perchè esse non sono praticate da tribù rozze.
Man mano che l'uomo progredisce nello incivilimentoe le tribù poco numerose si uniscono per formare comunità più grandila più semplice ragione insegnerà ad ogni individuo che egli deve estendere i suoi istinti sociali e le sue simpatie a tutti i membri della medesima nazionesebbene non li conosca personalmente. Giunto una volta a questo puntonon vi è più che un ostacolo artificiale a ciò che le sue simpatie non si estendano agli uomini di tutte te nazioni e di tutte le razze. Inverose siamo separati da questi uomini da grandi differenze nell'aspetto e nei costumil'esperienza dimostra sfortunatamente quanto tempo ci vuole perchè possiamo venire a considerarli come nostri simili. La simpatiaoltre i confini umaniche vuol dire l'umanità verso le bestiesembra essere fra gli acquisti morali più tardivi. Non sembra che i selvaggi la provino tranne che per quegli animali che prediligono. Le orribili lotte di gladiatori ci dimostrano quanto poco gli antichi Romani conoscessero questa facoltà morale. L'idea stessa dell'umanitàper quanto ho potuto osservareera nuova per la maggior parte del Gauchos delle Pampas. Questa virtùuna delle più nobili di cui l'uomo sia fornitosembra derivare per incidente da ciò che le nostre simpatie facendosi più tenere e più espansive e diffusevengono a riversarsi su tutti gli esseri senzienti. Appena questa virtù viene onorata e praticata da alcuni uominisi diffonde mercè l'istruzione e l'esempio ai giovanied eventualmente tende a radicarsi nella pubblica opinione.
Il punto più alto cui possiamo giungere nella coltura moraleè quello di poter riconoscere che dobbiamo dominare i nostri pensierie "non ripensare neppure nel più interno della mente ai peccati che ci resero piacevole il passato". Chiunque rende familiare il suo pensiero con una cattiva azionene agevola di molto il compimento. Siccome disse anticamente Marco Aurelio: "come sono i tuoi abituali pensiericosì sarà l'indole della tua mente; perchè l'anima prende le impressioni del pensiero".
Il nostro grande filosofoErberto Spencerha recentemente espresso il suo modo di vedere intorno al senso morale. Egli dice: "Io credo che gli esperimenti di utilità organizzati e consolidati lungo le passate generazioni della razza umana siano andati producendo corrispondenti modificazionile quali venendo di continuo trasmesse ed accumulatesono divenute in noi certe facoltà di intuizione moralecerte emozioni corrispondenti alla retta ed alla cattiva condottache non hanno base apparente nelle individuali esperienze di utilità". A me non pare che possa esservi la minima improbabilità inerenteacciocchè le tendenze virtuose siano più o meno fortemente ereditate; perchè senza parlare delle varie disposizioni ed abitudini che si vanno trasmettendo in molti dei nostri animali domesticiho sentito dire dei casi in cui la voglia di rubare e la tendenza al mentire sembravano trasmettersi in certe famiglie agiatissime; e siccome il rubare è un delitto rarissimo nelle classi ricchenoi non possiamo guari attribuire a mero caso tendenze che si manifestano in due o tre membri della stessa famiglia. Se si possono trasmettere le cattive tendenzeè possibile che anche le buone siano trasmessibili. Togliendo il principio della trasmissione delle tendenze morali non possiamo darci ragione delle differenze che esistono per questo riguardo fra le varie razze del genere umano. Tuttavia fino ad oggi non abbiamo guari sufficienti prove in proposito.
Anche la trasmissione parziale delle tendenze virtuose deve essere di un immenso aiuto ai principali impulsi che derivano direttamente dagli istinti socialie indirettamente dalla approvazione del nostro simile. Ammettiamo pel momento che si ereditino le tendenze virtuosesembra probabilealmeno nei casi come della castitàdella temperanzadella umanità verso gli animaliecc.che vengano impresse nella mente mercè l'abitudinel'istruzione e l'esempiocontinuate per parecchie generazioni nella stessa famigliae in un grado molto subordinatoo nulloda individui forniti di quelle virtùche sono meglio riusciti nella lotta per la vita. La principale sorgente di dubbio che io abbia intorno ad ogni cosiffatto retaggio viene da quegli usi insensatida quelle superstizioni e da quei gusticome sarebbe l'orrore dell'Indo pel cibo immondodovuto allo stesso principio della trasmissione. Quantunque ciò per se stesso forse non sia meno probabile che non quello che alcuni animali ereditino un gusto particolare per certe sorta di ciboo il timore per certi nemicinon ho mai incontrato nessun esempio per sostenere la trasmissione di usi superstiziosi o di sciocche abitudini.
Infinegli istinti socialii quali certamente furono acquistati dall'uomo e dagli animali sottostanti pel bene della comunitàdebbono avergli dato dal principio un certo desiderio di imitare i suoi compagnie un certo senso di simpatia. Cotali impulsi saranno stati per luiin un periodo molto primitivocome una rozza guida per discernere il giusto dall'ingiusto. Ma mentre l'uomo andava progredendo man mano in potenza intellettuale e poteva riconoscere le più remote conseguenze delle sue azioni; mentre acquistava sufficienti cognizioni per respingere da sè le superstizioni e gli usi nocevoli; mentre considerava e cercava sempre più non solo la prosperità ma la felicità del suo simile; mentre le sue simpatiemercè l'abitudinela benefica esperienzal'istruzione e l'esempiosi facevano sempre maggiori e più diffusetanto da estendersi agli uomini di tutte le razzeagli idiotiagli storpi ed agli altri membri inutili della societàe finalmente agli animali sottostantiin tal modo si andava sempre più e più elevando il livello della sua moralità. E tutti i moralisti della scuola derivativa ed alcuni intuizionisti ammettono che il livello della moralità è andato crescendo da un antichissimo periodo della storia dell'uomo.
Siccome possiamo talvolta osservare la lotta che in alcuni animali a noi inferiori segue fra i loro vari istinticosì non vi sarebbe da far le meraviglie che vi fosse pure una lotta nell'uomo fra i suoi istinti socialile virtù che da quelli derivanoe i suoi più bassi sebbene momentaneamente più potenti impulsi o desiderî. Ciòcome osserva il signor Galtonè tanto meno sorprendentein quanto che l'uomo è uscito da uno stato di barbarie da un tempo comparativamente recente. Dopo aver ceduto a qualche tentazione noi sentiamo un certo senso di scontentoanalogo a quello che fanno provare gli istinti insoddisfattie allora si chiama coscienza; perchè non possiamo impedire alle immagini ed impressioni del passato di attraversare continuamente la nostra mentee noi la compariamoaffievolite come sonocogli istinti sociali sempre presentio colle abitudini che abbiamo contratto nella prima giovinezza e che son divenute più forti col progredire degli annie forse anche per via dell'ereditàper cui si son fatte alla fine quasi tanto potenti quanto gli istinti. Pensando alle future generazioninon v'è ragione per temere che gl'istinti sociali si vadan facendo più debolie possiamo prevedere che gli abiti virtuosi si faranno più fortie mercè l'eredità forse diverranno stabili. In questo caso la lotta fra i nostri migliori impulsi contro i cattivi sarà meno forte e la virtù finirà per trionfare.

Sommario dei due ultimi capitoli. - Non vi può essere ombra di dubbio che fra l'intelligenza dell'uomo più basso e quella dell'animale più perfetto siavi una immensa differenza. Se una scimmia antropomorfa potesse dare un giudizio spassionato del suo proprio casodovrebbe riconoscere chequantunque possa fare un progetto artifizioso per depredare un giardinosebbene possa adoperare i sassi per difendersi o per rompere le nocituttavia il pensiero dl foggiare un sasso per modo da farne un utensile è al tutto superiore ai suoi mezzi. E tanto meno poicome dovrebbe pure riconoscerepotrebbe tener dietro ad un ragionamento metafisicoo risolvere un problema di matematica o riflettere sulla esistenza di Dioo ammirare una scena naturale. Tuttavia alcune scimmie probabilmente dichiarerebbero di esser sensibili alla bellezza della pelle colorita e della pelliccia dei loro sposi. Riconoscerebbero che sebbene possano far comprendere coi loro gridi ad altre scimmie alcune delle loro percezionio anche dei loro più semplici bisognila nozione dell'esprimere idee definite con suoni definiti non è mai passata loro per la mente. Potrebbero insistere sul loro essere sempre pronte a correre ad aiutare in vari modi le scimmie loro compagne della stessa schieraa porre a repentaglio la propria vita per essea prender cura degli orfani; ma dovrebbero per forza riconoscere che l'amore disinteressato per tutte le creature viventiche è il più bell'attributo dell'uomoè loro affatto incomprensibile.
Nondimenoper quanto grande sia la differenza che passa fra la mente dell'uomo e quella degli animali più elevatiè differenza solo di grado e non di qualità. Abbiamo veduto che i sensi e le intuizionile varie emozioni e facoltàcome l'amorela memorial'attenzionela curiositàl'imitazionela ragioneecc.di cui l'uomo va alterosi possono trovare in una condizione incipienteo talora anche bene sviluppata negli animali sottostanti. Inoltre essi sono anche soggetti ad un miglioramento ereditariocome vediamo nel caso del cane domestico comparato col lupo o collo sciacallo. Se si può affermare che certe potenzecome la consapevolezza di sèl'astrazioneecc.sono particolari all'uomopuò benissimo essere che questi non siano altro che effetti incidentali di altre facoltà intellettuali molto inoltrate; e queste di nuovo non siano altro che l'effetto dell'uso continuo di un linguaggio altamente sviluppato. In quale età il bambino comincia a possedere la potenza di astrazione o divenire conscio di sè e riflettere sulla propria esistenza? Non possiamo risponderenè possiamo neppure rispondere per ciò che riguarda la scala organica ascendente. La semi-arte ed il semi-istinto del linguaggio conservano ancora l'impronta della loro graduata evoluzione. Il nobile sentimento della fede in Dio non è universale nell'uomo; e la credenza negli agenti spirituali attivi viene naturalmente dalle altre sue potenze mentali. Il senso morale forse fornisce la migliore e la più grande distinzione fra l'uomo e gli animali sottostanti; ma non fa d'uopo dire altro su questo particolareavendo io più sopra cercato di dimostrare che gl'istinti socialiprincipio primo della costituzione morale dell'uomoaiutati dalle forze attive intellettuali e dagli effetti dell'abitudineconducono naturalmente a quella legge aurea: Fa agli altri quello che tu vorresti fatto a te; e questo sta alla base della morale.
In un capitolo avvenire farò poche osservazioni intorno al probabile andamento ed ai mezzi per cui parecchie facoltà mentali e morali dell'uomo sono venute grandemente svolgendosi. Che questo almeno sia possibile non deve essere negatoquando noi ne vediamo giornalmente lo sviluppo in ogni bambino; e quando possiamo segnare una perfetta graduazione tra la mente di un uomo al tutto idiotapiù basso dell'animale più bassoe la mente di Newton.


CAPITOLO IV.

DEL MODO DI SVILUPPO DELL'UOMO
DA QUALCHE FORMA INFERIORE.

Variabilità del corpo e della mente nell'uomo - Eredità - Cause della variabilità - Leggi di variazione uguali nell'uomo come negli animali sottostanti - Azione diretta delle condizioni della vita - Effetti del maggiore esercizio o del difetto di esercizio delle parti - Arresto di sviluppo - Reversione o regresso - Variazione correlativa - Proporzione dell'accrescimento - Freno all'accrescimento - Scelta naturale - L'uomol'animale più dominatore del mondo - Importanza della sua struttura corporea - Cagioni che hanno prodotto il suo portamento eretto - Mutamenti di struttura che ne sono derivati - Diminuzione nella mole dei denti canini - Forma e mole del cranio accresciuta ed alterata - Nudità - Mancanza di coda - Condizione inerme dell'uomo.

Nel primo capitolo abbiamo veduto che la struttura omologica dell'uomoil suo sviluppo embriologico ed i rudimenti che conserva ancoratutto dimostra colla maggiore evidenza che egli ebbe origine da qualche forma inferiore. A questa conclusionel'essere egli fornito di alte facoltà mentali non è obiezione insuperabile. Onde un essere somigliante alle scimmie potesse venir trasformato in uomoè necessario che questa primitiva formacome pure molte successive forme intermedieabbiano tutte sopportato mutamenti nella mente e nel corpo. È impossibile avere prove evidenti intorno a questo particolare; ma se si può dimostrare che l'uomo varia oggiche i suoi mutamenti sono indotti dalle stesse cause generalied obbedisce alle stesse leggi generali come nel caso degli animali sottostantinon vi è guari dubbio che gli anelli intermedi precedenti non abbiano sopportato consimili mutamenti. Le variazioni debbono essere state parimentein ogni successivo stadio di provenienzain qualche modo accumulate e determinate.
I fatti e le conclusioni che esporremo in questo capitolo si riferiscono quasi interamente ai mezzi probabili coi quali si è compiuta la trasformazione dell'uomoalmeno per ciò che riguarda la struttura del suo corpo. Il capitolo seguente sarà consacrato allo sviluppo delle sue facoltà intellettuali e morali. Ma la discussione presente si riferisce pure all'origine delle varie razze o specie del genere umanoqualunque possa essere il vocabolo che si preferisce.
Evidentemente è cosa manifesta che oggi l'uomo è soggetto a molto variare. Non si trovano due individui della medesima razza che siano perfettamente uguali. Possiamo prendere milioni di facce e compararle fra loroed ognuna sarà distinta. Parimente vi è una grandissima diversità nelle proporzioni e nelle dimensioni delle varie parti del corpo; la lunghezza delle gambe è uno dei punti più variabili. Sebbene in certe parti del mondo predomini il cranio allungato e in altre parti prevalga il cranio cortopure havvi una gran diversità di forma anche entro i confini di una stessa razzacome negli indigeni dell'America e dell'Australia del Sudquest'ultima razza essendo "probabilmente tanto pura ed omogenea nella genealogianei costumi e nel linguaggioquanto qualunque altra che esista"; ed anche come negli abitanti delle isole Sandwich che hanno un'area tanto limitata. Un distinto dentista mi ha assicurato che vi è quasi tanta diversità nei denti quanta ve n'è nelle fattezze. Le arterie principali scorrono così spesso anormalmenteche è stato giudicato utile per la chirurgia calcolare sopra 12000 corpi quanto sovente s'incontri una data disposizione. I muscoli variano eminentemente: per esempionel caso dei muscoli del piedeil professore Turner ha trovato che sopra cinquanta corpi non ve ne erano due ove quei muscoli fossero perfettamente uguali; ed in alcuni le deviazioni erano notevoli. Il professor Turner aggiunge che la facoltà di compiere gli acconci movimenti deve essersi modificata in rapporto con parecchie deviazioni. Il signor J. Wood ha riferito il caso di 295 variazioni muscolari sopra trentasei soggettie in una serie dello stesso numero non meno di 558 variazionicalcolando i due lati del corpo come uno. Nell'ultima serie non un corpo dei trentasei "che non si dipartisse al tutto dalle regole descritte del sistema muscolare che si trovano in tutti i trattati di anatomia". Un solo corpo presentava lo straordinario numero di venticinque distinte anomalie. Talora lo stesso muscolo varia in molti modi: così il professore Macalister descrive non meno di venti distinte variazioni nel palmaris accessorius.
Wolfffamoso e antico anatomicoafferma che i visceri interni sono più variabili che non le parti esterne: Nulla particula est quaæ non aliter et aliter in aliis se habeat hominibus. Egli ha inoltre scritto un trattato sulla scelta degli esemplari tipici dei visceri per dimostrazione. Suona stranamente al nostro orecchio una discussione intorno alla bellezza ideale del fegatodei polmonidei reniecc.come della faccia divina dell'uomo.
La variabilità o la diversità delle facoltà mentali fra gli uomini della stessa razzaper non parlare delle maggiori differenze che esistono fra gli uomini di razze distinteè tanto nota che non vale la pena spenderci intorno ulteriori parole. Ciò segue pure negli animali sottostanticome è stato dimostrato con alcuni esempi nel precedente capitolo. Tutti quelli che hanno avuto cura di animali racchiusi nei serragli ammettono questo fattoe noi lo vediamo evidentemente nei nostri cani ed in altri animali domestici. Brehm in particolare afferma che ogni individuo delle scimmie che egli teneva in schiavitù in Africa aveva una propria particolare tempra e disposizione: egli fa menzione di un babbuino dotato di grande intelligenza; ed i custodi del Giardino zoologico di Londra mi mostrarono una scimmia appartenente alla divisione di quelle del continente nuovopure notevolissima per la sua intelligenza. Anche Rengger insiste sulla diversità dei vari caratteri della mente delle scimmie della medesima specie che egli teneva presso di sè al Paraguay; e questa diversitàaggiunge egliè in parte innatain parte l'effetto del modo con cui sono state trattate o educate.
Ho già pienamente discusso altrove l'argomento della ereditàper cui non credo di aggiungere qui altri particolari. Sono stati raccolti un numero maggiore di fatti intorno alla trasmissione tanto dei lievi come dei più importanti caratteri dell'uomo che non in qualsiasi degli animali sottostanti; sebbene intorno a questi ultimi i fatti siano pure numerosi. Così nei nostri caninei nostri cavalli ed altri animali domesticila trasmissione per ciò che riguarda le facoltà mentali è evidente. Inoltre certi particolari gusti e costumil'intelligenza generaleil coraggiol'indole buona o cattivaecc.si trasmettono certamente. Codesti simili fatti noi vediamo nell'uomo in quasi tutte le famiglie; ed oggi dai bellissimi lavori del signor Galton sappiamo che il genioche richiede un così meraviglioso complesso di alte facoltàtende ad essere ereditato; einoltreè pur troppo certo che la pazzia ed il deterioramento delle facoltà mentali si trasmettono parimente nelle stesse famiglie.
Intorno alle cagioni della variabilità noi siamo in tutti i casi affatto all'oscuro; ma possiamo vedere che tanto nell'uomo quanto negli animali sottostanti sono in relazione colle condizioni a cui ogni specie è stata sottoposta pel corso di parecchie generazioni. Gli animali domestici variano più di quelli che sono allo stato di natura; e ciò sembra dover essere attribuito al fatto che il complesso delle loro condizioni è stato modificato o mutato. Le varie razze umane somiglianoper questo riguardoagli animali domesticie così pure segue negli individui di una stessa razza che vivono in una vastissima areacome sarebbe l'America. Questa azione delle condizioni diversificate la vediamo nelle nazioni più civilii membri delle quali appartenendo a differenti classi socialiseguono occupazioni diversee presentano quindi maggiori varietà di caratteri che non i membri delle nazioni barbare. Ma l'uniformità dei selvaggi è stata sovente esagerataed in alcuni casi si può dire appena che esista. Nondimeno è un errore parlare dell'uomoanche guardandolo solo alle condizioni a cui è stato assoggettatocome di un essere "molto più addomesticato" che non qualunque altro animale. Alcune razze selvaggecome gli indigeni dell'Australianon sono più esposti a condizioni diverse che non molte altre specie che hanno cerchie molto spaziose. Inoltre l'uomoper un altro e importantissimo riguardodifferisce grandemente da qualunque animale strettamente addomesticato; perchè il suo allevamento non è stato governato da una scelta metodica od inconsapevole. Nessuna razza o corporazione di uomini è mai stata tanto compiutamente soggiogata da altri uominiche certi individui siano stati conservati e in tal modo scelti senza volereda essere poi per qualche verso utili ai loro padroni. E neppure sono stati scelti ed accoppiati a bella posta certi maschi e certe femminetranne il caso ben noto dei granatieri prussiani; e in questo caso l'uomo ha obbeditocome si poteva bene aspettarseloalla legge della scelta metodica; perchè si asserisce che molti uomini di alta statura erano stati allevati nei villaggi abitati dai granatieri e dalle loro alte mogli.
Se consideriamo tutte le razze umane come formanti una sola speciela cerchia di questa è enorme; ma alcune razze umane separatecome gli Americani e quelli della Polinesiahanno una cerchia molto vasta. È una legge bene riconosciuta questa che le specie che hanno una vasta cerchia sono molto più variabili che non le specie che l'hanno più ristretta; e la variabilità dell'uomo può venirecon molta maggior veritàcomparata con quella delle specie che hanno una vasta cerchiache non con quella degli animali addomesticati.
Non solo la variabilità sembra prodursi nell'uomo e nei sottostanti animali mercè le stesse cause generalima negli altri si vedono modificati gli stessi caratteri in un modo strettamente analogo. Godron e Quatrefages hanno dimostrato questo con grande evidenzaper cui non ho bisogno qui che di riferirmi alle loro opere. Certe mostruosità che vanno gradatamente mutandosi in leggere variazioni sono parimente tanto simili nell'uomo e negli animali sottostantiche si adoperano nei due casi la stessa classificazione e gli stessi nomicome si può vedere nel grande lavoro di Isidoro Geoffroy St-Hilaire. Questa è una conseguenza necessaria di ciò che le stesse leggi di mutamento prevalgono per tutto il regno animale. Nella mia opera intorno alla variabilità degli animali domestici ho cercato disporre alla meglio le leggi di variazioni nei seguenti modi: - L'azione diretta e definita del mutamento di condizionicome è dimostrato da tutti o quasi tutti gli individui delle medesime specie che variano nello stesso modonelle stesse circostanze. Gli effetti del lungo e continuo esercizio di certe partio del difetto di esercizio di queste. La coesione di parti omologhe. La variabilità di parti multiple. Compenso di accrescimento; ma di questa legge non ha trovato esempi efficaci nel caso dell'uomo. Gli effetti della pressione meccanica di una parte sull'altra; come della pelvi sul cranio del feto nell'utero. Arresto di sviluppoproducente il rimpicciolimento o la soppressione delle parti. Il ritorno di caratteri da lungo tempo scomparsi mercè un regresso o reversione. E finalmente la variazione correlativa. - Tutte queste così dette leggi si applicano ugualmente all'uomo ed agli animali sottostanti; e la maggior parte di esse anche alle piante. Sarebbe superfluo discuterle qui tutte; ma parecchie hanno per noi tanta importanzache debbono essere trattate alquanto distesamente.

Azione diretta e definita delle mutate condizioni. - Questo è un argomento molto incerto. Non si può negare che il mutamento di condizioni non produca qualche effettoe certe volte anche un effetto notevole sopra ogni sorta di organismi; e a prima vista pare probabile chedato un tempo sufficientequesto effetto non possa a meno di seguire. Ma non ho potuto ottenere fatti abbastanza evidenti in favore di questa conclusione; e si possono trovare buone ragioni d'altra partealmeno per quel che riguarda innumerevoli strutturele quali sono adattate a fini speciali. Tuttavianon vi può essere dubbio che il mutamento di condizioni non induca una somma quasi indefinita di variabilità fluttuanteper cui tutto il complesso dell'organizzazione diviene in certo modo plastico.
Negli Stati Uniti oltre 1000000 di soldati che servivano nell'ultima guerra vennero misurati e si notarono gli Stati ove erano nati e cresciuti. Quella sterminata raccolta di osservazioni dimostra che certe sorta di azioni locali operano direttamente sulla struttura; e sappiamo inoltre che "lo Stato ove si è compiuto più ampiamente l'accrescimento fisicoe lo Stato dove si ebbe il nascimentoche indica gli antenatisembrano avere una evidente azione sulla statura". Per esempio è riconosciuto "che la residenza negli Stati dell'ovest durante gli anni dell'accrescimento tende a produrre un aumento di statura". D'altra parte è certo che nel caso dei navigantiil loro modo di vivere ritarda l'accrescimentocome è dimostrato "dalla grande differenza fra la statura dei soldati e dei marinai all'età di 17 e 18 anni". Il signor B. A. Gould ha cercato di riconoscere la natura delle azioni che operano in tal modo sulla statura; ma non ha potuto ottenere che risultati negativicioè che non hanno relazione nè col climanè coll'altezza dal livello del marenè col suoloe neppure "in un grado riconoscibile"coll'abbondanza o colla mancanza dei comodi della vita. Quest'ultima conclusione è al tutto opposta a quella ottenuta da Villermè colle statistiche della statura dei coscritti nelle differenti parti della Francia. Se poi paragoniamo le differenze della statura tra i capi della Polinesia e gli ordini inferiori del popolo delle stesse isole; le differenze fra gli abitanti delle isole fertilivulcanichee quelli delle nude e basse isole coralline dello stesso Oceano; oppure anche le differenze fra gli abitatori della Terra del Fuoco; delle spiagge orientali ed occidentali dello stesso paeseove i mezzi di sussistenza sono molto differentinon si può non riconoscereche il miglior nutrimento ed i maggiori comodi hanno azione sulla statura. Ma i fatti fermati sopra dimostrano quanto sia difficile giungere ad un preciso risultato. Il dottor Beddoe ha ultimamente dimostrato che per gli abitanti dell'Inghilterrala residenza nelle città e certe occupazioni hanno un'azione deteriorante sulla statura; e ne deduce che quest'effetto è fino a un certo punto ereditatocome è pure nel caso degli Stati Uniti. Il dottor Beddoe crede inoltre che ogni luogo ove una "razza raggiunge il massimo del suo sviluppo fisicoaumenta di molto in energia e vigore morale".
Non si conosce se le condizioni esterne producano qualche altro effetto diretto sull'uomo. Si sarebbe potuto credere che le differenze di clima fossero per avere un'azione ben distintaperchè i polmoni ed i reni sono resi molto più attivi da una bassa temperaturae il fegato e la pelle da una temperatura elevata. Si credeva dapprima che il colore2 della pelle ed il carattere dei capelli fosse determinato dalla luce e dal calore; e quantunque non si possa guari negare che un certo effetto venga da ciò prodottonondimeno quasi tutti gli osservatori sono d'accordo ora per dire che quest'effetto è stato ben piccolo anche da molti secoli. Ma discuteremo più ampiamente quest'argomento quando parleremo delle differenti razze umane. Per quello che riguarda i nostri animali domesticivi è ogni ragione per credere che il freddo e l'umidità operino direttamente sull'accrescimento dei peli; ma non ho mai trovato intorno a ciò nessuna prova per quello che concerne l'uomo.

Effetti dell'aumentato esercizio delle partio del difetto di esercizio di esse. - È cosa notissima che l'esercizio accresce nell'individuo la robustezza dei muscolie l'assoluto difetto di esercizioo la distruzione del nervo propriofa l'effetto opposto. Quando l'occhio è distrutto il nervo ottico si atrofizza. Quando un'arteria è tagliatai vasi laterali crescono non solo in diametroma in spessezza e robustezza di pareti. Quando un rene cessa di funzionare per malattial'altro cresce di mole e fa doppio ufficio. Col portare grandi pesi le ossa crescono non solo in spessezzama anche in lunghezza. Le varie occupazioni abitualmente proseguite producono un mutamento nelle proporzioni delle differenti parti del corpo. Così venne riconosciuto con certezza dalla Commissione degli Stati Uniti che le gambe dei marinai che hanno servito nell'ultima guerraerano più lunghe della 0217 parte di un pollice (25 millimetri formano un pollice)che non quelle dei soldatisebbene i marinai fossero misurati e trovati di statura più bassa; mentre le loro braccia erano più corte di 109 di un pollice e quindi sproporzionatamente più corte in confronto della loro minore statura. Questa maggior cortezza delle braccia deriva apparentemente dal maggior esercizio di esseed è un effetto impreveduto; ma i marinai adoperarono principalmente le braccia per spingere e non per portar pesi. La circonferenza del collo e l'altezza del collo del piede sono maggiorimentre la circonferenza del pettodella cinturae delle anche è minore nei marinai che non nei soldati.
Non sappiamo se le varie modificazioni sopraindicate diverrebbero ereditarie qualora lo stesso genere di vita fosse continuato per molte generazionima ciò è probabile. Rengger attribuisce la sottigliezza delle gambe e la grossezza delle braccia degli Indiani Payaguas a ciò che successive generazioni hanno passato tutta la loro vita entro barchetenendo quasi immobili le estremità inferiori. Altri scrittori sono venuti alla stessa conclusione in altri casi analoghi. Secondo Cranzche ha vissuto molto presso gli Esquimaligli indigeni credono che l'ingegno e la destrezza necessari per impadronirsi delle foche (loro più grande arte e valore) siano ereditari; in ciò havvi realmente alcunchè di vero, perchè il figlio di un celebre pescatore di foche era divenuto abilissimo, sebbene avesse perduto il padre mentre era ancora bambino. Ma in questo caso sembra essere l'attitudine mentaletanto quanto la struttura corporalequella che viene ereditata. Si asserisce che i contadini inglesi hannonascendole mani più grosse di quelle dei signori. Per la relazione che esistealmeno in alcuni casifra lo sviluppo delle estremità e quello delle mascelleè passibile che in quelle classi che non lavorano molto colle mani nè coi piedi la mole delle mascelle sia minore per questo motivo. È certo che in generale sono più piccole negli uomini più raffinati e civili che non negli uomini rotti al lavoro o selvaggi. Ma per ciò che riguarda i selvaggicome ha fatto notare il signor Erberto Spenceril maggior esercizio delle mascelle nel masticare cibo grossolano e crudo dovrebbe operare in modo diretto sui muscoli masticatori e sulle ossa alle quali essi s'inseriscono. Nei bambini prima di nascere la pelle della pianta del piede è più spessa che non in qualunque altra parte del corpo; e non si può dubitare che ciò non derivi dagli effetti ereditati della pressione per una lunga serie di generazioni.
È cosa familiare a tutti il fatto che gli orologiai e gli incisori sono soggetti ad aver la vista cortamentre gli uomini che vivono molto all'apertoe specialmente i selvaggisono in generale forniti di acutissima vista. Certamente la vista corta e la vista lunga tendono ad ereditarsi. L'inferiorità degli europeiin confronto dei selvagginella vista ed in altri sensiè senza dubbio l'effetto del minore esercizio accumulato e trasmesso per lo spazio di molte generazioni; perchè Rengger asserisce di aver ripetutamente osservato alcuni europei che erano cresciuti ed avevano passata tutta la loro vita fra gli indiani selvaggiessere nondimeno inferiori a questi nella finezza dei sensi. Osserva lo stesso naturalista che quelle cavità nel cranio le quali accolgono parecchi organi dei sensi sono più larghe negl'indigeni d'America che non negli europei: e senza dubbio questo indica una corrispondente differenza nelle dimensioni degli organi stessi.
Blumenbach ha pure osservato la grande dimensione delle cavità nasali nei cranii degl'indigeni Americanie fa coincidere questo fatto colla notevolissima acutezza del loro odorato. I Mongoli della pianura dell'Asia settentrionale hannosecondo Pallassensi meravigliosamente perfetti; e Prichard crede che la maggior larghezza che si osserva nei loro crani fra gli zigomi provenga dallo straordinario sviluppo degli organi dei sensi.
Gli indiani Guechua abitano gli altipiani elevati del Perùe Alcide d'Orbigny asserisce che per cagione della necessità di respirare un'atmosfera rarefattissima essi hanno acquistato petto e polmoni di straordinarie dimensioni. Anche le cellule dei polmoni sono più larghe e più numerose che non negli europei. Si sono messe in dubbio queste osservazioni; ma il dottor D. Forbes ha accuratamente misurato molti Aymarirazza affineche vive all'altezza di dieci a quindici mila piedi (da 3000 a 4500 metri) sul livello del mare; ed egli mi ha detto che essi differiscono grandemente nella circonferenza e nella lunghezza del loro corpo dagli uomini di tutte le razze da lui vedute. Nella sua tavola delle misure la statura di ogni uomo è presa a 1000 e le altre misure sono ridotte a questo termine. Da esse si vede che le braccia distese degli Aymari sono più corte di quelle degli europeie molto più corte di quelle dei neri. Anche le gambe sono più corte e presentano qualche notevole particolarità che in ogni Aymara misurato il femore è attualmente più corto della tibia. A calcolo fatto la lunghezza del femore sta alla tibia come 211 a 252; mentre in due europei misurati nello stesso tempo i femori stavano alle tibie come 244 a 230; e in tre neri come 258 a 241. Anche l'omero è relativamente più corto dell'antibraccio. Questo scorciarsi della parte dell'estremità che è più vicina al corpo mi sembra di compenso in relazione alla lunghezza tanto accresciuta del tronco. Gli Aymari presentano alcune altre particolari singolarità di strutturaper es.la piccolissima sporgenza del calcagno.
Quegli uomini si sono tanto bene acclimati alla loro fredda ed alta dimorache quando vennero dapprima portati dagli Spagnuoli nelle basse pianure orientalie quando poi vi tornarono spontaneamente attirati dai forti salari pei lavori della produzione dell'oroebbero da soffrire una mortalità ben grave. Nondimeno il signor Forbes ne trovò alcune poche famiglie che sole erano sopravvissute per due generazioni; ed egli osservò che conservavano ancora ereditariamente i loro particolari caratteri. Ma era ben evidenteanche senza misurareche quei caratteri erano tutti andati scemando; e quando li ebbe misurati egli trovò che il loro corpo non era più tanto allungato quanto quello degli uomini dell'alto altipiano; mentre i femori erano divenuti in certo modo più lunghi come anche le tibiema in un grado minore. Si possono consultare nella memoria del signor Forbes le attuali misure. Dopo queste notevoli osservazioni non vi può essere più dubbiocredo che la dimora per lo spazio di molte generazioni a grandi altezze tende tanto direttamente che indirettamente a produrre modificazioni ereditarie nelle proporzioni del corpo.
Sebbene l'uomo possa non essersi modificato molto nell'ultimo periodo della sua esistenza mercè il maggiore esercizio o il difetto di esercizio delle partii fatti più sopra riferiti mostrano che per questo riguardo non ha perduto la sua suscettività; e sappiamo con certezza che la medesima legge vige ancora per gli animali sottostanti. In conseguenza possiamo da ciò dedurreche quando in un'epoca remota i progenitori dell'uomo si trovavano in uno stato di transizionee stavano mutandosi di quadrupedi in bipediè probabile che la scelta naturale sia stata grandemente aiutata dagli effetti trasmessi per l'eredità del maggiore esercizio o del difetto di esso nelle varie parti del corpo.

Arresti di sviluppo. - L'arresto dello sviluppo è cosa diversa dallo arrestarsi dell'accrescimentoperchè le parti nel primo caso continuano a crescere mentre conservano ancora la loro primiera condizione. Varie mostruosità si presentano per questo casoe si sa che alcune di esse provengono da uno casuale ereditàcome il palato fesso. Pel nostro argomento basterà riferire l'arresto di sviluppo del cervello negli idioti microcefalicome è descritto nella grande memoria di Vogt. Il loro cranio è più piccoloe le circonvoluzioni del cervello sono meno complesse che non nell'uomo normale. La sinuosità frontaleo la sporgenza sopra le cigliaè molto sviluppatae le mascelle sono prognate in un grado effrayant; cosicchè questi idioti rassomigliano in certo modo ai tipi più bassi dell'umanità. La loro intelligenza e le loro facoltà mentali sono debolissime. Non possono acquistare la facoltà di parlare e sono al tutto inetti ad una prolungata attenzionema sono più propensi allo imitare. Sono forti e notevolmente attivisaltano e sgambettano di continuo tutto intorno facendo smorfie. Salgono spesso le scale a quattro gambeed hanno un gusto particolare per arrampicarsi sui mobili o sugli alberi. Questo ci fa tornare alla mente il piacere che quasi tutti i fanciulli mostrano dello arrampicarsi sugli alberi; e ciò di nuovo ci ricorda quanto piacere provano gli agnelli ed i caprettiin origine animali alpinia salterellare sopra ogni eminenza per piccola che sia.

Reversione o Regresso. - Molti dei casi che stiamo ora per riferire avrebbero potuto esser messi nell'ultima intestazione. Ogniqualvolta una struttura viene arrestata nel suo sviluppoma continua a crescere finchè rassomiglia ad una corrispondente struttura di qualche membro più basso ed adulto dello stesso gruppopossiamo considerare questo fatto in un certo senso come un caso di reversione o regresso. I membri più bassi di un gruppo ci danno una qualche idea del modo in cui era probabilmente costrutto il progenitore comune del gruppo stesso; e non si può quasi supporre che una parte arrestata in una primitiva fase di sviluppo embrionale avrebbe potuto continuare a crescere tanto da compiere in fine la sua propria funzionea meno di avere acquistato questo potere di continuo accrescimento durante un qualche primiero stato di esistenzaquando la struttura attualmente eccezionale od arrestata era normale. Il cervello semplice di un idiota microcefaloper ciò che rassomiglia a quello di una scimmiapuò esserein questo sensochiamato un caso di regresso. Sonovi altri casi che molto più strettamente possono considerarsi come casi di regresso. Certe struttureche compaiono regolarmente nei membri più bassi dello scompartimento cui l'uomo appartienesi mostrano occasionalmente in luisebbene non si trovino nell'embrione umano normale; oppure se appaiono nell'embrione umano normale si sviluppano in modo anormalequantunque questo modo di sviluppo sia proprio ai membri più bassi dello stesso gruppo. Queste osservazioni si comprenderanno più chiaramente coi seguenti esempi.
In vari mammiferi l'utero va gradatamente trasformandosi da un organo doppio munito di due distinti orifizi e due passaggicome nei marsupialiin un organo unicoche non dà segno di essere doppio tranne che per una lieve ripiegatura interna come nel caso delle scimmie più elevate e dell'uomo. I rosicanti presentano una serie perfetta di graduazioni fra questi due stati estremi. In tutti i mammiferi l'utero è sviluppato da due semplici tubi primitivile parti inferiori dei quali formano le corna; e per ripetere le parole del dott. Farresi è per la coalescenza delle due corna nelle loro estremità inferiori che si forma nell'uomo il corpo dell'utero, mentre in quegli animali ove non esiste la parte mezzana o corpo, le corna rimangono disunite. Mentre procede lo sviluppo dell'utero, le due corna vanno divenendo gradatamente più corte; finchè alla fine si perdono, o, per così dire, vengono assorbite nel corpo dell'utero. Gli angoli dell'utero si allungano ancora in corna in animali elevati nella serie, come sono le scimmie più basse ed i loro affini i lemuri.
Ora non sono tanto rari nelle donne casi di anomalie, nelle quali l'utero perfettamente sviluppato è fornito di corna, oppure è parzialmente diviso in due organi; e cosiffatti casi, secondo Owen, ripetono un grado di sviluppo concentrativo, raggiunto da certi rosicanti. Forse qui abbiamo un caso di semplice arresto di sviluppo embrionale con susseguente accrescimento e sviluppo perfetto funzionale, perchè ogni lato dell'utero parzialmente doppio è atto a compiere il proprio ufficio di gestazione. In altri casi pii, rari si formano due cavità uterine distinte, ognuna delle quali ha il suo proprio orificio e passaggio. Durante lo sviluppo ordinario dell'embrione non si attraversa mai un cosiffatto stadio, ed è difficile, sebbene forse non impossibile supporre, che i due tubi primitivi, semplici, minuti, possano sapere in qual modo (se si può adoperare questa maniera di dire) crescere in due distinti uteri, ognuno del quali fornito di un orifizio e passaggio bene costrutto di numerosi muscoli, di nervi, di ghiandole e di vene, se non avessero primieramente attraversato un simile corso di sviluppo, come nel caso dei marsupiali che esistono oggi. Nessuno pretenderà che una struttura tanto perfetta come l'utero doppio anormale della donna sia l'effetto del semplice caso. Ma il principio di regresso, mercè il quale strutture da lungo tempo sopite sono richiamate a nuova vita, può servir di guida pel pieno sviluppo dell'organo, anche dopo un grandissimo intervallo di tempo.
Il professore Canestrini, dopo aver discorso il caso su riferito ed altri analoghi, viene alla stessa conclusione data qui sopra. Come altro esempio, egli cita l'osso malare, il quale in alcuni quadrumani ed altri mammiferi normalmente è fatto di due parti. Questa è la sua condizione nel feto umano di due mesi di età; e talora rimane anche così per arresto di sviluppo nell'uomo adulto, e più particolarmente nelle razze propugnate più basse. Quindi Canestrini deduce da ciò che qualche antico progenitore dell'uomo deve avere avuto normalmente quest'osso diviso in due parti, che in seguito si fusero insieme. L'osso frontale è nell'uomo fatto di un pezzo solo, ma nell'embrione e nel bambino, e in quasi tutti i mammiferi inferiori, è fatto di due pezzi, separati da una distinta sutura. Questa sutura persiste accidentalmente più o meno distinta anche nell'uomo adulto, e più frequentemente nei crani antichi che non nei recenti, in particolare, come ha osservato Canestrini, in quelli scavati nella terramara di Gorzano e che appartengono al tipo brachicefalo. Egli qui trae la stessa conseguenza come nel caso analogo delle ossa malari. In questo come in altri esempi dati testè, sembra che la cagione per cui le razze antiche si avvicinano più di frequente agli animali sottostanti che non le razze moderne venga da che queste ultime sono a qualche maggior distanza mercè una lunga serie di generazioni dai loro primieri semi-umani progenitori.
Varie altre anomalie nell'uomo, più o meno analoghe alle precedenti, sono state riferite da differenti autori, come casi di regresso; ma questi non presentano ombra di dubbio, perchè dobbiamo scendere molto basso nella serie dei mammiferi prima di trovare cosiffatte strutture normalmente presenti.
I denti canini sono nell'uomo strumenti perfettamente efficaci per la masticazione. Ma il loro vero carattere canino, come osserva Owen è indicato dalla forma conica della coronache terminando in una punta ottusa è convessa di fuori e piatta e semi-concava internamenteed alla base della quale v'ha una lieve sporgenza. La forma conica è più evidente nelle razze melanichesoprattutto le australiane. I canini sono più profondamente piantati ed hanno una radice più forte che non gli incisivi". Nondimeno questo dente non serve più all'uomo come arma speciale per dilaniare i nemici o la predaquindi può essereper ciò che riguarda la sua propria funzioneconsiderato come rudimentale. In ogni ricca collezione di crani umani se ne possono trovare alcunicome osserva Häckelcoi denti canini che sporgono notevolmente oltre gli altri nel modo stessoma in minor gradodi quelli che vediamo nelle scimmie antropomorfe. In questi casi si osservano spazi vuoti fra i denti di una mascella per ricevere i denti canini della mascella opposta. Uno spazio di questa sortain un cranio di Kaffir disegnato da Wagnerè sorprendentemente largo. Considerando quanto pochi siano i crani antichi esaminati in confronto dei crani recentiè un fatto interessante che almeno in tre casi i denti canini sporgono grandemente; e nella mascella di Naulette si dice che siano enormi.
I maschi soli delle scimmie antropomorfe hanno i denti canini molto sviluppati; ma nella femmina del gorillaed in grado minore in quella dell'urangoquesti denti sporgono notevolmente oltre gli altri; perciò il fatto che certe donne hanno taloracome mi fu assicuratoi denti canini molto sporgentinon è una grave obiezione alla opinione che l'occasionale loro grande sviluppo nell'uomo sia un caso di regresso verso un progenitore semi-scimmia. Colui che respinge con disprezzo l'opinione che la forma dei suoi denti caninie l'accidentale loro grande sviluppo in altri uominiprovenga dacchè i nostri primi progenitori siano stati forniti di quelle armi formidabilisvelerà forse con quel suo sogghigno la linea d'onde scende. Perchè sebbene egli non abbia più la volontà nè il potere di adoperare quei denti come armisenza saperlo "farà contrarre i suoi muscoli ringhianti" (così chiamati da sir C. Bell) mostrandoli pronti all'azionecome un cane che si prepara per la battaglia.
Molti muscoli sono sviluppati accidentalmente nell'uomoche sono propri dei quadrumani o di altri mammiferi. Il professore Vlacovich esaminò quaranta soggetti maschie trovò in diciannove un muscolochiamato da lui ischiopubico; in altri tre quel muscolo era rappresentato da un legamento; e negli altri diciotto non ve n'era traccia. Sopra trenta soggetti femminesoltanto in due quel muscolo era sviluppato d'ambo i latima in altri tre il legamento rudimentale era presente. Quindi sembra che questo muscolo sia molto più comune nel sesso maschile che non nel femminile; e col principio dell'origine dell'uomo da qualche forma inferiore si può comprendere la sua presenza; perchè è stato ritrovato in parecchi animali inferioried in tutti questi serve esclusivamente ad aiutare il maschio nell'atto della riproduzione.
Il signor J. Woodnella pregevole serie dei suoi scrittiha descritto minutamente un gran numero di variazioni muscolari nell'uomo che rassomigliano alle strutture normali degli animali sottostanti: guardando solo ai muscoli che rassomigliano strettamente a quelli che sono regolarmente presentinegli animali a noi più affinii quadrumaniesse sono troppo numerose per essere anche soltanto specificate. In un solo individuo maschiofornito di forte impalcatura corporea e di un cranio ben conformatosi osservarono non meno di sette variazioni muscolarile quali tutte rappresentavano chiaramente muscoli propri a varie specie di scimmie. Per esempioquell'uomo aveva ai due lati del collo un forte e vero levator claviculaecome s'incontra in ogni sorta di scimmiee che vien detto incontrarsi in ogni sessanta soggetti umani. Inoltre quell'uomo aveva un adduttore speciale dell'osso metatarseo del quinto ditougualecome hanno dimostrato il professor Huxley ed il signor Flowera quello che esiste uniformemente nelle scimmie più elevate e nelle più basse. Le mani e le braccia dell'uomo hanno conformazione eminentemente caratteristicama i loro muscoli van soggetti a moltissime variazionitanto da rassomigliare ai muscoli corrispondenti dei sottostanti animali. Cosiffatte rassomiglianze sono talora compiute e perfetteoppure imperfette; tuttavia in quest'ultimo caso sono evidentemente di natura transitoria. Certe variazioni son più comuni nell'uomoe certe altre nella donnasenza che se ne possa dare la ragione. Il signor Wooddopo aver descritto un gran numero di casifa la seguente grave osservazione: "Alcune notevoli deviazioni dal tipo ordinario delle strutture muscolari corrono per certi solchi o direzioni che possono essere considerate come indicanti un qualche ignoto fattore di molta importanza per un comprensivo conoscimento dell'anatomia generale e scientifica".
Si può ammettere come probabilissimo che questo ignoto fattore sia il ritorno o regresso ad un primiero stato di esistenza. È al tutto incredibile che un uomo pel fatto del semplice caso possa rassomigliare in non meno di sette muscoli a certe scimmiese non vi fosse stata qualche connessione genetica fra loro. D'altra parte se l'uomo è disceso da qualche creatura somigliante alle scimmienon vi può essere nessuna buona ragione perchè certi muscoli non ricompaiano ad un tratto dopo un intervallo di molte migliaia di generazioninello stesso modo come si veggono nei cavallinegli asini e nei muli ricomparire ad un tratto le strisce di colore oscuro sulle gambe e sulle spalledopo un intervallo di centinaia o più probabilmente migliaia di generazioni.
Questi vari casi di regresso hanno tanta relazione con quelli degli organi rudimentali riferiti nel primo capitoloche molti di essi avrebbero potuto essere stati introdotti indifferentemente in quello od in questo. Così un utero umano fornito di corna si può dire che rappresentiin istato rudimentalelo stesso organo nel suo stato normale in certi mammiferi. Alcune parti che sono nell'uomo rudimentalicome l'osso coccige in ambo i sessi e le mammelle nel sesso mascolinosono sempre presenti; mentre altrecome il forame sopracondiloideoappaiono solo occasionalmentee perciò possono essere messe sul conto del regresso. Queste varie strutture di regressocome pure quelle puramente rudimentalidimostrano in modo indiscutibile essere l'uomo originato da una qualche forma inferiore.

Variazione correlativa. - Molte strutture hannonell'uomo come negli animali sottostantitanto intima correlazioneche quando varia una parte così segue nell'altrasenza che noi possiamoin molti casidarne una ragione. Non possiam dire se una parte governi l'altrao se entrambe siano governate da qualche parte primitivamente sviluppata. Varie mostruositàcome asserisce ripetutamente J. Geoffroysono per tal modo intimamente connesse. Le strutture analoghe van soggette particolarmente a mutare insiemecome vediamo nei lati opposti del corpoe nelle estremità superiori ed inferiori. Da molto tempo Mekel faceva notare che quando i muscoli del braccio si discostano dal loro proprio tipoquasi sempre imitano quelli della gambae così all'incontro segue nei muscoli delle gambe. Gli organi della vista e dell'uditoi denti e i capelliil colore della pelle e dei capelliil colorito e la costituzionehanno più o meno relazione fra loro. Il professor Schaaffausen fermò pel primo l'attenzione sulla relazione che apparentemente esiste fra una forma muscolare e le prominenze sopraorbitali fortemente pronunciateche sono caratteristiche delle razze umane inferiori.
Oltre alle variazioni che possono venire collocate con maggiore o minore probabilità nelle intestazioni precedentivi è una grandissima classe di variazioni che provvisoriamente possono essere chiamate spontaneeperchè appaionoper colpa della nostra ignoranzavenire senza una qualche cagione. Tuttavia si può dimostrare che tali variazionisia che consistano soltanto di lievi differenze individualio di repentine e fortemente spiccate deviazioni di strutturadipendono molto più dalla costituzione dell'organismo che non dalla natura delle condizioni cui è stato sottoposto.

Proporzione dell'accrescimento. - È stato riconosciuto che i popoli civili quando sono in condizioni favorevolicome negli Stati Unitiraddoppiano il loro numero in venticinque anni; e secondo un calcolo di Euler questo può seguire anche in poco più di dodici anni. Col primo calcolo la popolazione presente degli Stati Uniticioè trenta milioniin 657 anni coprirebbe tutto il globo terracqueo così fittamente che sopra ogni metro quadrato dovrebbero stare ritti quattro uomini. L'ostacolo principale o fondamentale del continuo aumento dell'uomo è la difficoltà di guadagnarsi la sussistenza e di vivere un po' comodamente. Che questa ne sia la ragione lo possiamo dedurre da ciò che vediamoper esempionegli Stati Unitiove la sussistenza è facile e lo spazio è grande. Se in Inghilterra questi mezzi fossero raddoppiatiil numero degli abitanti raddoppierebbe in poco tempo. Presso i popoli civili l'impedimento principale sopra menzionato opera soprattutto diminuendo i matrimoni. Il numero più grande dei bambini che muoiono nelle classi povere è pure importantissimo; come anche il maggior numero delle morti ad ogni etàe per varie malattienegli abitatori di case ristrette e miserabili. Gli effetti delle gravi epidemie e delle guerre sononelle nazioni in favorevole condizioniben presto compensati e più che compensati. Anche l'emigrazione produce un temporaneo arrestoma nelle classi poverissime questo arresto non è mai molto importante.
Vi è qualche ragione per supporrecome hai osservato Malthusche la facoltà riproduttrice è ora minore nelle classi barbare che non nelle incivilite. Intorno a ciò non sappiamo nulla di bene esattoperchè non è mai stato fatto un censimento dei selvaggi; ma dalla testimonianza concorde dei missionari e di altri che hanno dimorato lungamente presso quei popolisembra che le loro famiglie siano poco numerosee rare quelle che hanno molti figli. Questo fatto può essere in parte attribuito a ciò che le donne allattano i loro piccoli per lungo tempo; ma è anche molto probabile che i selvaggii quali spesso menano una vita dura e non si nutrono tanto bene quanto gli uomini incivilitisiano ora meno prolifici. In un precedente lavoro ho dimostrato che tutti i nostri quadrupedi ed uccelli domesticie tutte le nostre piante coltivatesuperano in fecondità le specie corrispondenti allo stato di natura. Non è una valida obiezione contro questo asserto quella che gli animali che sono stati ad un tratto troppo copiosamente nutriti o si sono molto impinguatie la maggior parte delle piante che vengono repentinamente trapiantate da un terreno magro in uno ben concimatodivengono più o meno sterili. Perciò possiamo aspettarci che gli uomini civiliche in un senso sono grandemente addomesticatisaranno più prolifici degli uomini selvaggi. È anche probabile che la maggior fecondità delle nazioni civili sia divenutacome nel caso dei nostri animali domesticiun carattere ereditario: almeno si sa che havvi in certe famiglie umane una tendenza a produrre gemelli.
Tuttaviamalgrado che i selvaggi sembrino essere meno prolifici dei popoli incivilitiessi crescerebbero senza dubbio rapidamente se non fossero in qualche modo tenuti strettamente indietro. I Santalitribù dei paesi montuosi dell'Indiahanno recentemente dato un buon esempio di questo fatto; perchècome dimostra il signor Hunteril loro numero si è straordinariamente accresciuto dacchè è stato introdotto il vaccinodacchè si sono mitigate altre pestilenzee la guerra è stata repressa. Tuttavia questo accrescimento non sarebbe stato possibile se quel popolo rozzo non si fosse esteso nel paese vicino e non avesse lavorato per mercede. I selvaggi si sposano quasi sempre; tuttavia havvi a ciò un certo limite prudenzialeperchècomunementenon si sposano mai molto presto. Sovente i giovani debbono dimostrare che possono mantenere una mogliee per lo più hanno da guadagnarsi prima il prezzo che ci vuole per comperare la sposa dai suoi genitori. La difficoltà che hanno i selvaggi di procurarsi la sussistenza pone accidentalmente un argine al loro accrescimento maggiore di quello che può accadere nei popoli civiliperchè tutte le tribù vanno periodicamente soggette a grandi carestie. Allora i selvaggi sono obbligati a nutrirsi malee ciò non può a meno di cagionar danno alla loro salute. Sono stati pubblicati molti ragguagli intorno allo sporgere del loro stomaco ed alla emaciazione delle loro membra dopo e durante le carestie. Inoltre sono anche obbligati ad andare molto vagando qua e làe un gran numero dei loro bambinicome mi fu assicurato in Australiaperiscono in quei casi. Siccome le carestie sono periodicheperchè dipendono principalmente dalle stagioni estremetutte quelle tribù devono oscillare nel loro numero. Non possono crescere continuamente e con regolaritànon essendovi aumento artificiale nella provvista del nutrimento. Quando i selvaggi sono un po' allo stretto invadono reciprocamente i loro territorie allora ne viene la guerra; ma invero essi sono quasi sempre in guerra coi loro vicini. Van soggetti a vari accidenti in terra e sull'acqua quando sono in cerca di cibo; ed in alcuni paesi soffrono molto dalle maggiori belve. Anche nell'Indiaintere contrade sono state spopolate dalle tigri.
Malthus ha discusso queste varie cause di arresto nell'aumento delle popolazionima non ha dato molta importanza a quella che è forse la più grave di tuttel'infanticidiospecialmente delle femminee l'uso di procurare gli aborti. Queste pratiche vengono seguite oggi in molte parti del mondoe il signor M'Lennan ha dimostrato che vi è ogni ragione di credere che l'infanticidio sia stato nei tempi passati praticato anche più estesamente. Sembra che l'origine di queste pratiche sia derivata nei selvaggi dalla difficoltào meglio l'impossibilitàche trovavano nel mantenere tutti i bambini che nascevano. Alle sopraddette cause di arresto si può anche aggiungere la licenziosità; ma questa non è dovuta per la mancanza dei mezzi di sussistenza; sebbene vi sia ragione per credere che in alcuni casi (come al Giappone) sia stata incoraggiata a bella posta come un mezzo per frenare l'aumento della popolazione. Se guardiamo indietro ad un'epoca remotissimaprima che l'uomo avesse acquistata la dignità umanaegli deve essere stato guidato molto più dall'istinto e molto meno dalla ragione che non i selvaggi dei nostri tempi. I nostri primieri progenitori semiumani non avranno praticato l'infanticidioperchè gl'istinti degli animali sottostanti non sono mai tanto pervertiti da indurli a distruggere regolarmente la loro prole. Non vi sarà stato freno prudenziale al matrimonioe i sessi si saranno liberamente uniti in età giovanile. Quindi i progenitori dell'uomo avranno avuto molta tendenza a moltiplicarsi rapidamentema ostacoli di qualche sorta o periodici o costanti debbono averne limitato il numero anche molto di più che non sia per gli attuali selvaggi. Non possiamo dire quale sia stata la precisa natura di questi ostacolinon più di quello che possiamo fare per molti altri animali. Sappiamo che i cavalli e le bovineche non sono animali soverchiamente prolificiquando furono dapprima lasciati liberi nel Sud Americasi moltiplicarono enormemente. Il produttore più lento di tutti gli animali conosciutil'elefantepotrebbe in poche migliaia d'anni ricoprire tutta la terra. La moltiplicazione soverchia di ogni specie di scimmie deve essere impedita da qualche ostacoloma non giàcome osserva Brehmdalle aggressioni degli animali da preda. Nessuno vorrà affermare che l'attuale potenza riproduttiva dei cavalli selvatici e delle bovine selvatiche dell'America fosse dapprima maggiore in grado sensibile; o chequando ogni distretto fu al tutto popolatoquella stessa potenza sia diminuita. Senza dubbioin questo e in tutti gli altri casi concorrono molte cause di arrestoe differenti cause secondo le differenti circostanze; è molto probabile che la scarsità periodica di nutrimentoper causa delle stagioni sfavorevolisia la più importante di tutte. Così sarà stato anche per ciò che riguarda i primieri progenitori dell'uomo.

Scelta naturale. - Abbiamo testè veduto che l'uomo è variabile tanto nel corpo come nella mente; e che le sue variazioni sono prodottedirettamente o indirettamentedalle stesse leggi generalicome degli animali sottostanti. L'uomo si è sparso ampiamente sulla faccia della terrae durante le sue continue migrazionideve essere stato esposto alle condizioni più svariate. Gli abitanti della Terra del Fuocodel Capo di Buona Speranza e della Tasmania in un emisferoe quelli delle regioni Artiche nell'altrodebbono avere attraversato molti climi e mutato molte volte il loro genere di vitaprima di giungere alla loro presente dimora. I primi progenitori dell'uomo debbonocome tutti gli altri animaliavere avuto una forte tendenza a moltiplicarsi molto al di là dei loro mezzi di sussistenzaperciò debbono essere stati occasionalmente esposti alla lotta per l'esistenzae quindi a seguire la rigida legge della scelta naturale. In tal guisa si devono essere conservate le variazioni benefiche di tutte le sortasia abitualmente come occasionalmentee devono essere state eliminate quelle nocevoli. Non voglio parlare delle grandi e spiccate deviazioni di formache seguono solo a lunghi intervalli di tempoma di semplici differenze individuali. Sappiamoper esempioche i muscoli delle nostre mani e dei nostri piedi che promuovono i nostri movimentivan soggetticome quelli degli animali sottostantiad incessanti variazioni. Quindi se i progenitori dell'uomo somiglianti alle scimmie che abitavano una data contradae specialmente una che portasse qualche mutamento nelle loro condizionisi fossero divisi in due parti ugualiuna delle quali avesse racchiuso in sè tutti gl'individui meglio acconciper le loro facoltà di movimentoa guadagnarsi la sussistenza e a meglio difendersiquella parte a conti fatti avrebbe conservato maggior numero d'individui e avrebbe procreato maggior prole che non l'altra parte meno bene dotata.
L'uomo anche allo stato più rozzo in cui si trovi presentemente è l'animale più dominatore che sia mai comparso sulla terra. Egli si è sparso molto più estesamente di qualunque altra forma di elevata struttura; etutti gli altri hanno dovuto cedergli il campo. Evidentementeegli va debitore di questa immensa superiorità alle sue facoltà intellettualiai suoi costumi socievoli che lo inducono ad aiutare e difendere i suoi compagnied alla struttura del suo corpo. L'importanza suprema di questi caratteri è stata dimostrata dall'arbitrato finale della lotta per la esistenza. Mercè le potenze del suo intellettosi è sviluppato il linguaggio articolatoed è stata soprattutto questa la causa principale del suo meraviglioso progresso. Egli ha inventato e sa adoperare varie armiordignitrappoleecc.con cui si difendeuccide e s'impadronisce della predao si procura altrimenti il nutrimento. Egli ha costrutto zattere o barchette sulle quali pesca o attraversa bracci di acqua per andare sopra le fertili isole vicine. Ha scoperto l'arte di far accendere il fuocoper cui le dure e fibrose radici possono divenire digeribilie le erbe e le radici velenose sono rese innocue. Quest'ultimo trovatoforse il più grandedopo la parolache l'uomo abbia mai fattodata fino dal primo albore della storia. Queste varie invenzioniper cui l'uomo nello stato più rozzo è divenuto così eminentesono il diretto risultato dello sviluppo delle sue facoltà di osservazionedi memoriadi curiositàdi immaginazione e di ragione. Io non posso quindi comprendere come vada che il signor Wallace asseriscache "la scelta naturale non avrebbe dato al selvaggio che un cervello poco superiore a quello di una scimmia".
Quantunque le facoltà intellettuali ed i costumi socievoli abbiano per l'uomo una suprema importanzanon dobbiamo diminuire la importanza della sua struttura corporeaa cui dedicheremo il resto del presente capitolo. Nel seguente capitolo discuteremo lo sviluppo delle sue facoltà intellettualisociali e morali.
Non è agevole cosa adoperare a dovere anche solo il martelloe ciò riconoscerà chiunque abbia provato ad imparar l'arte del legnaiuolo. Scagliare un sasso con precisione come può fare un abitante della Terra del Fuoco per difendersi od uccidere un uccellorichiede la più consumata perfezione nell'azione concorde dei muscoli della manodel braccio e della spallasenza parlare di un finissimo senso del tatto. Un uomoquando scaglia un sasso o scocca una frecciao compie molte altre azionideve essere ben saldo in piedie ciò richiede pure un perfetto accordo fra i numerosi muscoli. Foggiare una selce a mo' di rozzo utensileo fare con un osso una freccia dentata o un ganciorichiede l'uso di una mano perfetta; perchècome osserva il signor Schoolcraftgiudice competentissimoi frammenti di pietra che hanno forma di coltellidi lameo di punte di freccemostrano "una abilità straordinaria ed una lunga pratica". Abbiamo la prova di questo fatto in ciò che gli uomini primitivi solevano praticare la divisione del lavoro; ogni uomo non si fabbricava i propri utensili di selce o le proprie rozze stoviglie; ma sembra che certi individui siansi applicati a cosiffatti lavoriricevendo senza dubbio in ricambio il prodotto della caccia. Gli archeologi sono convinti che deve essere passato un enorme intervallo di tempo prima che i nostri antenati abbiano pensato a foggiare utensili levigati colle schegge delle selci. Un animale somigliante all'uomofornito di una mano e di un braccio tanto perfetti da permettergli di scagliare un sasso con precisione o di foggiare con una selce un grossolano utensilepotrebbe faresenza dubbiocon una pratica sufficientequasi ogni cosaper quello che riguarda la abilità meccanica che può fare un uomo incivilito. La struttura della mano può essere per questo riguardo comparata a quella degli organi vocaliche nelle scimmie sono adoperati per mandar fuori varie grida di segnaliein una speciecadenze musicali; ma nell'uomo organi vocali strettamente simili sono divenuti atti per via degli effetti dell'uso ereditario a3 far udire un linguaggio articolato.
Venendo ora ai più prossimi affini dell'uomoe quindi ai migliori rappresentanti dei nostri primieri progenitoritroviamo che le mani dei quadrumani sono costrutte sullo stesso stampo generale come le nostrema sono molto meno perfettamente acconce pei vari uffici. Le loro mani non servono tanto bene come i piedi del cane per la locomozione; come si può vedere in quelle scimmie che camminano sui margini esterni della palmao sulla parte inferiore delle loro dita ripiegatecome lo scimpanzè e l'urango. Tuttavia le loro mani sono meravigliosamente costrutte per arrampicarsi sugli alberi. Le scimmie afferrano rami sottili o cordecol pollice da un lato e le dita e la palma dall'altro latonel modo stesso come facciamo noi. Possono anche portarsi alla bocca oggetti più grossicome il collo di una bottiglia. I babbuini rivoltano le pietree sradicano le radici colle mani. S'impadroniscono di nociinsettio di altri piccoli oggetti col pollice opposto alle altre ditae senza dubbio estraggono dai nidi uova ed uccellini. Le scimmie americane battono gli aranci selvatici sopra i rami affinchè la scorza si spacchipoi li sbucciano colle dita delle due mani. Colle dita si tolgono via le spine e gli stecchie si liberano reciprocamente dei parassiti. In stato di natura spaccano colle pietre le frutta molto dure. Fanno rotolare sassi sui propri nemici per difendersi; nondimenocompiono tutte queste varie azioni goffamentee sono al tutto incapacicome ho veduto io stessodi scagliare con precisione un sasso.
Mi sembra molto lungi dal vero quella obiezione che poichè le scimmie "afferrano goffamente gli oggettiun organo di preensione molto meno speciale di quello che hanno ora avrebbe fatto ad esse lo stesso ufficio come le loro mani attuali". Al contrarionon veggo ragione per dubitare che una mano più perfettamente costrutta sarebbe stata loro molto vantaggiosapurchèe ciò è molto importante da notarele loro mani non fossero per divenire così meno atte all'arrampicarsi sugli alberi. Possiamo benissimo supporre che una mano od un piede perfetti sarebbero stati meno adatti all'arrampicare; perchè le scimmie più arboree del mondogli ateli dell'America e gli ilobati dell'Asiahanno talora il pollice molto rimpicciolito ed anche rudimentalee talora le dita parzialmente saldatecosicchè le loro mani non sono più che ganci buoni per abbrancare.
Quando qualche antico membro della grande serie dei primati venne indottopel mutamento nel modo di procurarsi la sussistenzao per le mutate condizioni del suo paese natioa vivere un po' meno sugli alberi e un po' più sul terrenodeve essersi modificato il suo modo di camminare; e in questo caso deve esser divenuto molto più particolarmente quadrupede o bipede. I babbuini frequentano i luoghi montuosi e rocciosie solo per necessità si arrampicano sugli alberi ed essi hanno ora acquistato l'andatura quasi di un cane. L'uomo solo è divenuto bipede; e noi possiamocredoriconoscere in parte come sia giunto ad acquistare il suo portamento erettoche è una delle più cospicue differenze che lo distinguono dai suoi più stretti affini. L'uomo non avrebbe mai potuto acquistare la sua attuale posizione di dominatore del mondo senza l'uso delle sue mani che sono così meravigliosamente acconce ad operare obbedendo alla sua volontà. Come asserisce con insistenza sir C. Bellla mano supplisce tutti gli strumenti, e colla sua corrispondenza, coll'intelletto gli dà il dominio universale. Ma le mani e le braccia non possono guari essere divenute tanto perfette da costrurre armio da scagliare sassi e giavellotti ad una data mirafinchè furono adoperate abitualmente per uso di locomozione e per sopportare tutto il peso del corpoo finchè erano specialmente acconcecome abbiamo osservato primaall'arrampicarsi sugli alberi. Un modo di vivere così rozzo avrebbe anche spento il senso del tattodal quale dipende principalmente il loro uso delicato. Per queste sole ragioni doveva essere un vantaggio per l'uomo divenire bipede; ma per molte azioni è quasi necessario che le braccia e tutta la parte superiore del corpo siano liberi; e perciò egli deve star ritto sui piedi. Ad ottenere questo grande vantaggioi piedi sono divenuti piattie il dito pollice si è particolarmente modificatosebbene ciò abbia avuto per conseguenza la perdita della facoltà di preensione. Ciò concorda col principio della divisione del lavoro fisiologicoprevalente in tutto il regno animaleche mentre le mani divengono perfette per la presai piedi si perfezionano e divengono più acconci per sostenere il corpo e per camminare. Tuttaviain certi selvaggi il piede non ha al tutto perduto la facoltà di preensionecome dimostrano il modo in cui si arrampicano sugli alberi e lo adoperano in altri vari usi.
Se lo stare saldamente ritto sui piedi ed avere le mani e le braccia libere è un vantaggio per l'uomocosa di cui non si può affatto dubitare vedendo la sua splendida vittoria nella battaglia per la vitanon veggo ragione perchè non sarebbe stato utile pei progenitori dell'uomo di venire sempre più ad acquistare un portamento erettoo divenire bipedi. In tal modo avrebbero potuto meglio riuscire a difendersi con sassi o claveo ad aggredire la predain altre parole a procurarsi il nutrimento. Se il gorilla ed alcune poche forme affini si fossero spentesi sarebbe potuto sostenere con molti buoni argomenti e con una certa apparenza di verità che un animale non poteva convertirsi gradatamente da quadrupede in bipede; perchè tutti gli individui posti in condizione intermedia sarebbero stati molto poveramente fatti per l'incesso. Ma sappiamo (e ciò merita grandemente di essere notato) che parecchie sorta di scimmie si trovano ora in questa condizione intermedia; e nessuno mette in dubbio che non siano nel complesso bene adattate alle loro condizioni di vita. Così il gorilla va con andatura obliqua e goffama per lo più cammina appoggiandosi sulle mani ripiegate. Le scimmie dalle lunghe braccia sogliono comunemente adoperar queste a mo' di gruccemovendo il corpo in mezzo di essee certe specie di ilobatisenza che ciò sia stato loro mai insegnatopossono camminare e correre ritte con sufficiente sveltezza; tuttavia hanno un'andatura sgarbatae molto meno sicura che non l'uomo. Infinenoi vediamo nelle scimmie oggi esistenti certe gradazioni fra un modo di incesso simili al tutto a quello di un quadrupede e a quello di un bipede od uomo.
Mentre i progenitori dell'uomo andavano man mano acquistando una posizione sempre più erettae le mani e le braccia loro si modificavano per modo da divenire acconci allo afferrare e ad altri usie i piedi e le gambe sopportavano nello stesso tempo i mutamenti necessari per essere più forti sostegni e migliori mezzi per l'incessosi facevano necessari un numero infinito di altri mutamenti di forma. La pelvi doveva divenire più largala spina incurvarsi in special modoed il capo mettersi in altra posizionee tutti questi mutamenti l'uomo li ha raggiunti. Il professore Schaaffhausen asserisce chei forti processi mastoidei del cranio umano sono l'effetto della posizione eretta; e questi processi mancano nell'urangonello scimpanzèecc.e nel gorilla sono più piccoli che non nell'uomo. Si potrebbero qui citare parecchie altre strutture che sembrano aver relazione colla posizione eretta dell'uomo. È difficilissimo decidere fino a qual punto queste relative modificazioni siano l'effetto della scelta naturaleoppure degli effetti ereditati pel maggiore esercizio di certe partio dell'azione di una parte sopra un'altra. Senza dubbio questi mezzi di mutamento agiscono e reagiscono fra loroquindi quando certi muscolio le prominenze ossee cui s'inserisconodivengono più grandi per ragione dell'esercizio usualeciò dimostra che certe azioni si compiono abitualmente e debbono essere utili. In conseguenza quegli individui che le compievano meglio dovevano essere in migliori condizioni e dovevano sopravvivere in numero maggiore.
L'uso libero delle mani e delle bracciacausa ed effetto della posizione eretta dell'uomosembrano aver dovuto produrreindirettamentealtre modificazioni di struttura. È molto probabile che i primi progenitori maschi dell'uomo fossero forniticome abbiamo detto più sopradi grandi denti canini; ma per l'abito gradatamente acquistato di adoperare sassiclave o altre armi per combattere i loro nemiciessi debbono aver sempre meno adoperato le mascelle ed i denti. In tal caso le mascelle e i denti si saranno diminuiti di volumecome ce ne danno certezza molti altri casi analoghi. Vedremo in un altro capitolo un caso strettamente consimile nella riduzione o assoluta scomparsa dei denti canini nei maschi dei ruminanti apparentemente in relazione collo sviluppo delle cornae nei cavalli in relazione coll'uso che hanno di combattere coi denti incisivi e colle zampe.
Nei maschi adulti delle scimmie antropomorfecome Rütimeyer ed altri asserisconoè precisamente l'effetto che è stato prodotto sul cranio dall'enorme sviluppo dei muscoli mascellariil quale è la causa che questo cranio differisce tanto per molti riguardi da quello dell'uomoe dà loro "una fisonomia invero spaventevole". Perciò mentre le mascelle e i denti dei progenitori dell'uomo sono andati man mano riducendosi in volumeil cranio dell'adulto deve avere presentato quasi gli stessi caratteri che offre quello delle scimmie antropomorfe giovanie quindi esser venuto a rassomigliare sempre più a quello dell'uomo attuale. Una grande riduzione nella mole dei denti canini deve quasi certamente avere alteratocome vedremo in seguitoper via della ereditàanche i denti delle femmine.
Mentre le varie facoltà intellettuali si sono andate sviluppando a gradi a gradiè quasi certo che il cervello deve esser divenuto più grande. Non credo che nessuno possa dubitare che la grande mole del cervello dell'uomorelativamente al suo corpoin confronto di quello del gorilla o dell'urangonon abbia una intima relazione colle sue più elevate potenze mentali. Noi vediamo fatti strettamente analoghi negli insettinei quali i gangli cerebrali sono di dimensioni straordinarie nelle formiche; questi gangli sono in tutti gli imenotteri parecchie volte più grandi che non negli ordini meno intelligenticome gli scarafaggi. D'altra parte nessuno può supporre che l'intelletto di due dati animali o di due dati uomini possa venire misurato accuratamente dal contenuto cubico del loro cranio. È certo che può esservi una straordinaria attività mentale unita ad una piccolissima massa assoluta di materia nervosa: cosìsono notissimi gl'istinti meravigliosamente varile potenze mentaligli affetti delle formichee tuttavia i loro gangli cerebrali non sono grossi quanto il quarto della capocchia di una piccola spilla. Da questo punto di vistail cervello della formica è uno fra i più meravigliosi atomi di materia del mondoforse ancor più meraviglioso del cervello dell'uomo.
La credenza che esista nell'uomo una intima relazione fra il volume del cervello e lo sviluppo delle facoltà intellettuali si appoggia sul paragone dei crani delle razze selvagge e delle incivilite dei popoli antichi e dei moderni e sulla analogia di tutta la serie dei vertebrati. Il dottor J. Bernardo Davis ha dimostratodopo molte accurate misureche la capacità interna media del cranio è negli Europei di 923 pollici cubi (22 centimetri 90 millimetri e 6 decimillimetri)4; negli Americani di 875 (21 cent. e 81 mill.)5; negli Asiatici di 871 (21 cent.75 mill. e 2 decimill.)6; e negli Australiani di 819 pollici (20 cent.26 mill. e 8 demill.)7. Il professor Broca ha trovato che i crani presi dalle sepolture di Parigi del secolo decimonono erano più grandi che non quelli presi nei sepolcri del secolo decimosecondonella proporzione dl 1484 a 1426; e Prichard è persuaso che gli abitanti presenti dell'Inghilterra hanno "la scatola del cranio molto più spaziosa" che non gli antichi abitanti. Nondimeno dobbiamo riconoscere che alcuni crani di remotissima antichitàcome quello famoso di Neanderthalsono ben sviluppati e spaziosi. Per ciò che riguarda gli animali sottostantiil signor Lartet avendo comparato i crani dei mammiferi terziari coi recenti appartenenti agli stessi gruppiè giunto a questa notevole conclusioneche il cervello è in generale molto più grandee con circonvoluzioni più complicate in quelli di forma recente. D'altra parte io ho dimostrato che il cervello dei conigli domestici è diminuito notevolmente di volume in confronto di quello del coniglio selvatico e della lepre; e questo fatto può essere attribuito a ciò che essendo stati tenuti racchiusi per molte generazionihanno esercitato poco l'intellettogli istintii sensi ed i movimenti volontari.
L'accrescimento graduato di peso del cervello e del cranio dell'uomo deve avere avuto una azione nello sviluppo della colonna vertebrale che gli serve di sostegnoe più specialmente mentre stava divenendo eretta. Mentre seguiva questo mutamento di posizionela pressione interna del cervello avrà avuto anche una certa azione nella forma del cranio; perchè molti fatti dimostrano quanto agevolmente il cranio possa venire in tal modo modificato. Gli etnologi credono che esso si modifichi anche per la qualità della culla ove dormono i bambini. Certi spasmi abituali dei muscoli e una cicatrice venuta da una grave scottatura hanno modificato permanentemente le ossa facciali. In quelle persone giovani nelle quali il capoin seguito ad una qualche malattiaè rimasto piegato lateralmente o all'indietrouno degli occhi ha mutato posizionee le ossa del cranio si sono modificatee questo è derivato apparentemente da ciò che il cervello ha fatto pressione in una nuova direzione. Io ho dimostrato che nei conigli dalle lunghe orecchie basta una lieve cagionecome il taglio in avanti di un orecchioper far sporgere da quel lato quasi tutte le ossa del cranio; per cui le ossa del lato opposto non corrispondono più per l'appunto. Infinese un animale qualunque cresce o diminuisce molto nella mole generale senza che avvenga qualche mutamento nelle sue potenze mentalio se le potenze mentali crescono o diminuiscono molto senza qualche grande mutamento nel volume del corpoè quasi certo che la forma del cranio sarà alterata. Io deduco questo dalle mie osservazioni sui conigli domesticialcune sorta dei quali sono venuti molto più grandi che non i selvaticimentre altre sono rimaste a un dipresso della stessa grossezzama nei due casi il cervello si è molto rimpicciolito rispetto alla mole del corpo. Ora mi recò dapprima molta sorpresa vedere che in tutti questi conigli il cranio era divenuto più lungoo dolicocefalo: per esempiodi due crani di quasi pari larghezzauno di un coniglio selvatico e l'altro di una grossa specie domesticail primo era lungo solo 315 pollici (78 millimetri)8; ed il secondo 43 pollici (1 cent. e 6 decimill.)9. Uno dei caratteri più spiccati che distinguono le varie razze umane è quello che in alcune il cranio è allungatoe in altre rotondo; e qui la spiegazione suggerita dal caso dei conigli può in parte essere applicataperchè Welcher trova che gli uomini piccoli inclinano più a divenire brachicefalie gli uomini alti a divenire dolicocefali; quindi gli uomini alti si possono comparare al conigli dal corpo più grande e più lungoi quali tutti hanno il cranio allungatoe sono dolicocefali.
Da tutti questi fatti noi possiamo fino a un certo punto comprendere i modi mercè i quali l'uomo ha acquistato la maggior mole del suo cranio e la sua forma più o meno allungata; e questi sono caratteri che lo distinguono eminentemente in comparazione dei sottostanti animali.
Un'altra molto spiccata differenza fra l'uomo e gli animali sottostanti è la nudità della pelle. Le balene e i delfini (Cetacea)i dugunghi (Sirenia) e l'ippopotamo sono nudi; e ciò può essere loro utile per guizzare nell'acqua; nè potrebbero per questo soffrire per la perdita del caloreperchè le specieche abitano le regioni più fredde sono protette da un fitto strato di adipeche serve allo stesso uso come il pelo delle foche e delle lontre. Gli elefanti ed i rinoceronti sono quasi senza pelo; e siccome certe specie estinte che vivevano anticamente in un clima artico erano coperte di lunga lana o pelosembrerebbe quasi che le specie dei due generi che esistono oggi abbiano perduto la loro pelle villosa per essere esposte al caldo. Questo sembra tanto più probabile dacchè gli elefanti dell'India che vivono nei paesi freschi ed elevati sono più pelosi che non quelli che vivono nelle pianure. Dobbiamo noi dedurreda ciòche l'uomo siasi spogliato dei peli per avere dimorato in origine in qualche terra tropicale? Il fatto che il sesso mascolino ha conservato principalmente sul petto e sul volto il peloed ambo i sessi lo hanno conservato nel punto di giunzione dei quattro membri col troncoappoggia questa deduzioneaggiungendosi che l'uomo perdette il suo pelo prima che avesse acquistato una posizione eretta perchè le parti che conservano ora la maggior copia di pelo erano allora molto protette contro il calore del sole. Tuttavia la parte superiore del corpo offre una curiosa eccezioneperchè in ogni tempo deve essere stata una delle parti più espostee ciononostante è fittamente ricoperta di capelli. Per questo rispetto l'uomo somiglia alla maggior parte dei quadrupediche in generale hanno la loro superficie superiore ed esposta molto più ricoperta che non la inferiore. Nondimenoil fatto che altri membri dell'ordine dei Primatia cui l'uomo appartienequantunque abitino varie regioni caldesono bene rivestiti di peliin generale più fitti alla superficie superioresi oppone fortemente alla supposizione che l'uomo sia divenuto nudo merce l'azione del sole. Sono inclinato a crederecome vedremo nella scelta sessualeche l'uomoo meglio la donna primitivasia divenuta priva di pelo per motivo di ornamento; e secondo questa credenza non è sorprendente che l'uomo differisca tanto in fatto di pelosità da tutti i suoi più bassi congiuntiperchè spesso i caratteri acquistati mercè la scelta sessuale differiscono in un grado straordinario in forme intimamente congiunte.
Secondo il sentimento popolarela mancanza di coda è un carattere eminentemente distintivo dell'uomo; ma siccome quelle scimmie che sono più affini all'uomo mancano di quest'organola sua assenza non ci concerne in modo speciale. Nondimeno può tornar utile riconoscere cheper quanto io sappianon è stata data nessuna spiegazione intorno alla perdita della coda di certe scimmie e dell'uomo. Tuttavia questa perdita non sorprendeperchè talvolta in specie dello stesso genere la coda differisce notevolmente nella lunghezza: così in alcune specie di macachi la coda è più lunga di tutto il corpoconsiste di ventiquattro vertebre; in altre è un moncone appena visibilefatto soltanto di tre o quattro vertebre. In alcune specie di babbuini ve ne sono venticinquementre nel mandrillo vi sono dieci piccolissime vertebre caudalimolto ridotteosecondo Cuviertalvolta solo cinque. Questa grande diversità nella lunghezza e nella struttura della coda in animali che appartengono agli stessi generied hanno quasi lo stesso modo di viverefa pensare che probabilmente la coda non è per essi di molta importanza; e se ciò èpotevamo aspettarci che sarebbe divenuta talora più o meno rudimentaleconcordemente a ciò che vediamo di continuo in altre strutture. La coda quasi sempre termina in punta all'apicesia essa lunga o corta; esecondo mequesto dipende dalla atrofia chepel difetto di eserciziosegue nei muscoli terminali e nelle loro arterie e nei nerviche producono poi l'atrofia delle ossa terminali. Per ciò che riguarda l'osso coccigeche nell'uomo e nelle scimmie più elevate evidentemente è fatto dei pochi e appuntati segmenti basali di una coda ordinariaho inteso domandare come abbiano potuto quelle ossa al tutto incastrarsi nel corpo; ma in ciò non v'ha alcuna difficoltàperchè in molte scimmie i segmenti basali della vera coda sono per tal modo incorporati. Peresempioil signor Murie mi ha informato che nello scheletro di un Macacus inornatus non pienamente adulto egli ha contato da nove a dieci vertebre caudaliche tutte insieme erano lunghe solo 18 pollice (26 mill.)10. Di questele tre che formavano la basesembravano essere state solamente incorporate; il resto formava la parte libera della codache era lunga soltanto un pollice (25 mill.)ed aveva il diametrodi un mezzo pollice (12 mill. e mezzo). In questo caso dunque le tre vertebre caudali incorporate corrispondono chiaramente alle quattro vertebre saldate dell'osso coccige dell'uomo.

Io ho finora cercato di dimostrare come alcuno dei caratteri più spiccati dell'uomo siano stati secondo ogni probabilità acquistatisia direttamente o più comunemente in via indirettamercè la scelta naturale. Noi dobbiamo porci in mente che le modificazioni della struttura o della costituzioneche non sono di nessuna utilità ad un organismo per renderlo adatto al suo modo di vivereal nutrimento che consumao passivamente alle condizioni circostantinon possono essere state in tal modo acquistate. Tuttavianoi non dobbiamo con troppa sicurezza decidere quali modificazioni siano di maggior utilità ad ogni individuo; dobbiamo rammentarci quanto poco sappiamo intorno all'uso di molte partio quali mutamenti nel sangue o nei tessuti possono servire a rendere atto un organismo ad un nuovo clima o a qualche nuova sorta di cibo. Nè dobbiamo noi dimenticare il principio di correlazionecol qualecome ha dimostrato Isidoro Geoffroy nel caso dell'uomomolte strane deviazioni di strutture sono collegate insieme. Indipendentemente dalla correlazioneun mutamento che segue in una parte produce per via dell'aumentato o scemato esercizio di altre parti altri mutamenti di natura al tutto inaspettata. Giova anche riflettere a quei tali fatticome la meravigliosa crescenza delle galle sulle piantecagionate dal veleno di un insettoe sui notevoli mutamenti di colore che hanno luogo nelle piume dei pappagalli quando mangiano certi pescie loro s'inocula il veleno dei rospiperchè possiamo da ciò scorgere che i fluidi del sistemase vengono alterati per qualche speciale propositopossono indurre altri strani mutamenti. Noi dobbiamo particolarmente metterci in capo essere cosa molto probabile che le modificazioni acquistate e continuamente adoperate durante i secoli trascorsi per qualche utile proposito siano divenute fermamente permanentie possano essere alla lunga ereditate.
Così si può con una certa sicurezza dare una grandissima quantunque indefinita estensione ai risultati diretti ed indiretti della scelta naturale; ma ora riconoscodopo aver letto il saggio di Nägeli sulle piante e le osservazioni di vari autori rispetto agli animalie più specialmente quelle fatte di fresco dal prof. Brocachenelle prime edizioni della mia Origine delle specieho forse attribuita una troppo larga azione alla scelta naturale o alla sopravvivenza dei meglio provveduti. Ho corretto la quinta edizione dell'Originelimitando le mie osservazioni ai mutamenti nella disposizione della struttura. Io non avevo dapprima considerato sufficientemente l'esistenza di molte strutture che non sembrano essereper quanto possiamo giudicarenè benefiche nè dannose; e questo io credo sia uno dei più grandi errori che io abbia finora trovato in quel mio lavoro. Mi sia permesso di addurre come scusa che io aveva due distinti oggetti in vista: primodimostrare che le specie non erano state create separatamente; secondo che la scelta naturale è stata il principale agente di mutamentosebbene sia stata efficacemente aiutata dagli effetti ereditati dell'abitudinee lievemente dall'azione diretta delle condizioni circostanti. Nondimeno non mi riuscì di abbattere l'azione della mia primiera credenzaallora molto prevalenteche ogni specie fosse stata creata a bella posta; e questo mi condusse tacitamente a ciòche ogni particolarità della strutturatranne i rudimentifosse di qualche speciale sebbene non riconosciuta utilità. Chiunque abbia ciò nella mente deve naturalmente estendere troppo l'azione della scelta naturalesia nei tempi passati come nei presenti. Alcuni di quelli che ammettono il principio dell'evoluzionema respingono la scelta naturalesembrano dimenticarequando criticano il mio libroche io avevo in vista i due oggetti sopra menzionati: quindi se ho sbagliato dando alla scelta naturale una soverchia importanzache ora son lontano dall'ammettereo se ne ho esagerata la potenzaciò che è in se stesso probabilealmeno ho resosperoun buon serviziocercando di rovesciare il dogma delle creazioni separate.
È probabileper quanto oggi io posso scorgereche si osservino in tutti gli esseri organicicompreso l'uomomolte modificazioni nella struttura che non sono loro presentemente e non sono state in passato di qualche utilità. Noi non sappiamo che cosa sia quello che produce le innumerevoli piccole differenze tra individui della stessa specieperchè il regresso non fa che portare il problema qualche passo indietro; ma ogni particolarità deve avere avuto la sua propria causa efficiente. Se queste causequalunque possano esserevenissero ad operare con maggiore uniformità ed energia durante un lungo periodo (e non si può dare una ragione perchè ciò non possa talvolta accadere)l'effetto non sarebbe probabilmente di semplici differenze individualima di modificazioni costanti e bene evidenti. Quelle modificazioni che non sono per nulla benefiche non possono essere state mantenute uniformi dalla scelta naturalesebbene tutte quelle che erano nocevoli debbano essere state così eliminate. Tuttavia dalla assunta uniformità delle cause eccitanti avrebbe dovuto venire naturalmente l'uniformità di caratterie ciò anche pel libero incrociamento di molti individui. Lo stesso organismo poteva in tal mododurante i successivi periodiacquistare successive modificazionie queste sarebbero state trasmesse in uno stato quasi uniformefinchè le cause eccitanti fossero rimaste le stesse e vi fosse stato libero incrociamento. Per quello che riguarda le cause eccitanti possiamo solo direcome quando si parla delle cosidette variazioni spontaneeche hanno una più stretta relazione colla costituzione dell'organismo varianteche non colla natura delle condizioni a cui esso è stato soggetto.

Conclusione. - Abbiamo in questo capitolo veduto che siccome l'uomo oggi è soggettocome ogni altro animalea moltiformi differenze individuali o leggere variazionicosì senza dubbio erano i primieri progenitori dell'uomo; essendo quelle variazioni allora come oggi prodotte dalle stesse cause generalie governate dalle medesime leggi generali e complesse. Siccome tutti gli animali hanno una tendenza a moltiplicarsi al di là dei loro mezzi di sussistenzacosì deve essere seguìto nel caso dei progenitori dell'uomo; e questo avrà inevitabilmente condotto ad una lotta per l'esistenza ed alla scelta naturale. Quest'ultima sarà stata grandemente aiutata dagli effetti ereditati del maggiore esercizio delle parti; mentre questi due processi reagiscono incessantemente l'uno sull'altro. Sembra anchecome vedremo in seguitoche diversi caratteri poco importanti siano stati acquistati dall'uomo mercè la scelta sessuale. Bisogna lasciare un residuo di mutamento inesplicatoe forse anche grandeall'assunta uniforme azione di quegli ignoti agenti che accidentalmente producono spiccate e repentine deviazioni di struttura nei nostri prodotti domestici.
Se giudichiamo dai costumi dei selvaggi e del maggior numero dei quadrupedil'uomo primitivoed anche i progenitori dell'uomo somiglianti alle scimmiedovevano vivere in società. Negli animali strettamente socievoli la scelta naturale opera talora indirettamente sull'individuomercè la conservazione delle variazioni che sono benefiche soltanto alla comunità. Una comunità che racchiude un gran numero d'individui bene dotati cresce di numeroe vince le altre comunità meno bene dotate; quantunque ogni membro separato non possa vantaggiarsi sugli altri membri della stessa comunità. Negli insetti socievoli molte notevoli struttureche sono poco o nulla utili all'individuo o alla sua prolecome l'apparato per raccogliere il polline e l'aculeo dell'ape operaiae le grandi mascelle delle formiche soldatisono state in quella guisa acquistate. Non mi sono mai accorto che negli animali socievoli più elevati siasi modificata una qualche struttura pel bene solo della comunitàsebbene alcune abbiano una qualche secondaria importanza per essa. Per esempiosembra che le corna dei ruminanti e i grossi denti canini dei babbuini siano stati acquistati dai maschi come armi per la lotta sessualema vengono adoperati per la difesa del branco o dello strupo. Il casotuttaviaè al tutto differente per ciò che riguarda certe facoltà mentali come vedremo nel seguente capitolo; perchè queste facoltà sono state principalmenteo anche esclusivamenteacquistate pel benefizio della comunità; mentre gli individui che la componevano venivano a trarne nel tempo stesso un indiretto benefizio.
Spesso si è mossa al modo di vedere sopra esposto questa obiezioneche l'uomo è una delle creature di questo mondo più inermi e senza difesa; che durante la sua primiera e meno sviluppata condizione egli doveva essere stato ancora più inerme. Per esempioil duca di Argyll insiste su ciò che "la forma umana ha deviato dalla struttura dei bruti nella direzione di una maggiore fisica inettezza e debolezza. Vale a direè una divergenza che fra tutte le altre è quella che meno si possa attribuire alla pura scelta naturale". Egli adduce lo stato del corpo nudo e senza protezionela mancanza di grossi denti od artigli per difendersila poca forza dell'uomola poca sua abilità a correrela scarsa facoltà dell'odorato onde scoprire il cibo o scansare il pericolo. A queste mancanze si potrebbe anche aggiungere la perdita molto più importante della facoltà di arrampicarsi speditamente sugli alberitanto da sfuggire ai nemici. Quando si scorge che gli indigeni nudi della Terra del Fuoco possono vivere in quel clima così crudonon sembra che la perdita del pelo debba essere stata molto dannosa per l'uomo primitivose abitava un paese caldo. Quando noi compariamo l'uomo inerme colle scimmiemolte delle quali son provvedute di formidabili denti caninidobbiamo ricordarci che i soli maschi li posseggono così pienamente sviluppatie vengono principalmente adoperati da essi per battersi coi rivali; tuttavia le femmine che non ne sono fornite possono campare.
Per ciò che riguarda la mole o la forza corporeanon sappiamo se l'uomo discenda da qualche specie comparativamente piccolacome lo scimpanzèo da una vigorosa come il gorilla; e perciò non possiamo dire se l'uomo sia divenuto più grande e più forteo più piccolo e più debole in confronto dei suoi progenitori. Dobbiamo tuttavia tener presente alla mente che un animale dotato di grande moleforza e ferociae checome il gorillaavesse potuto difendersi da tutti i suoi nemiciprobabilmentese non necessariamentenon sarebbe divenuto socievole; e questo sarebbe stato un grande impedimento per l'acquisto per parte dell'uomo delle sue più elevate qualità mentalicome la simpatia e l'amore dei suoi simili. Quindi potrebbe essere stato un immenso vantaggio per l'uomo l'avere origine da qualche essere comparativamente debole.
La scarsa forza corporale dell'uomola sua poca speditezzala mancanza in lui di armi naturaliecc.sono più che compensateprimo dalle sue potenze intellettualimercè le qualimentre ancora si trovava in istato di barbarieegli si fabbricava armiutensiliecc.secondodalle sue qualità socievoli che lo hanno indotto a prestare aiuto ai suoi simili ed a riceverne il ricambio. Nessun paese al mondo ha tanta copia di animali pericolosi come l'Africa meridionale; nessunpaese presenta più spaventose condizioni di clima delle regioni Artiche; tuttavia una delle più piccole razzecioè i Bushmensi mantengono nell'Africa meridionalecome gli Esquimaliuomini quasi nanistanno nelle regioni Artiche. I primieri progenitori dell'uomo eranonon v'ha dubbioinferiori nell'intellettoe probabilmente nella disposizione socialeai selvaggi più bassi dei nostri giorni; ma si comprende benissimo che essi abbiano potuto esistereo anche prosperaresementre andavano gradatamente perdendo le loro potenze brutalicome l'arrampicarsi sugli alberiecc.essi nel tempo stesso progredivano in intelligenza. Madato che i progenitori dell'uomo fossero ancora più inermi e privi di difesa che qualunque altro selvaggio esistentese essi avessero abitato qualche continente caldo o qualche grande isolacome l'Australia o la Nuova Guineao Borneo (quest'ultima isola è ora abitata dall'urango)essi non sarebbero stati esposti a nessun pericolo speciale. In una area grande come una di quelle isolele gare fra tribù e tribù avrebbero dovuto bastarein condizioni favorevolia portar su l'uomomercè il sopravvivere dei più acconcicombinato cogli effetti ereditati dall'abitudinealla sua presente elevata posizione nella scala organica.


CAPITOLO V.

DELLO SVILUPPO DELLE FACOLTÀ INTELLETTUALI
E MORALI DURANTE I TEMPI PRIMITIVI ED I TEMPI INCIVILITI.

Progresso delle potenze intellettuali mercè la scelta naturale - Importanza della imitazione - Facoltà sociali e morali - Loro sviluppo entro la cerchia della stessa tribù - Scelta naturale come operante sulle nazioni incivilite - Prova che le nazioni incivilite erano un tempo barbare.

Gli argomenti che debbono essere discussi in questo capitolo sono del più alto interessamentoma sono trattati da me in un modo molto imperfetto e a frammenti. Il sig. Wallacein uno scritto ammirabile che ho già citato sopra arguisce che l'uomo dopo aver parzialmente acquistato quelle facoltà morali ed intellettuali che lo distinguono dagli animali sottostantisarebbe stato soltanto poco soggetto ad avere modificata la sua struttura corporea mercè la scelta naturale o qualunque altro mezzo. Perchè l'uomo a cagione delle sue facoltà mentali può "mantenere un corpo immutabile in armonia col mutevole universo". Egli ha grande potenza di adattare i suoi costumi alle nuove condizioni di vita. Egli inventa armiutensilie vari stratagemmi coi quali si procura il nutrimento e si difende. Quando migra in paesi più freddi adopera vesti e copertesi fabbrica riparie fa fuoco; e mercè il fuoco si cucina cibo che altrimenti non sarebbe digeribile. Aiuta in vari modi il suo similesi anticipa futuri eventi. Anche in un periodo remoto egli praticava una certa suddivisione di lavoro.
Gli animali sottostantid'altra partedebbono aver modificata la loro struttura corporea onde sopravvivere in condizioni grandemente mutate. Debbono esser resi più fortio acquistare denti o artigli più robustionde difendersi dai loro nemici; o debbono scemare di mole per non venir scoperti o fuggire al pericolo. Quando migrano in regioni più fredde debbono venir ricoperti da un pelame più fittood aver alterata la costituzione: se non vengono modificati cosiffattamentecessano di esistere.
Tuttavia il caso è grandemente diversocome insiste a dire molto giustamente il signor Wallaceriguardo alle facoltà intellettuali e morali dell'uomo. Queste facoltà sono variabili; e noi abbiamo ogni ragione per credere che le variazioni tendono ad essere ereditate. Perciòse primieramente esse erano di grande importanza per l'uomo primitivo o pei suoi progenitori simili alle scimmiedovevano venir perfezionate mercè la scelta naturale. Non vi può esser dubbio intorno alla grande importanza delle facoltà intellettuali dell'uomoperchè egli deve principalmente ad esse la eminente posizione che occupa nel mondo. Noi vediamo chenello stato di società più rozzoquegli individuii quali erano più abiliche inventavano e facevano uso di armi e di trappole migliorie sapevano meglio difendersiallevavano un maggior numero di figli. Le tribù che contenevano un numero più grande di uomini cosiffattamente dotati dovevano crescere in numero e soppiantare le altre tribù. Il numero dipende in primo luogo dai mezzi di sussistenzae questa dipende in parte dalla natura fisica del paesema molto più dalle11 arti che vi sono praticate. Mentre una tribù cresce ed è vittoriosasovente si accresce ancora dall'assorbimento che fa di altre tribù. La statura e la forza degli uomini di una tribù sono parimente di grande importanza per la buona riuscita di essee queste dipendono in parte dalla qualità e dalla quantità del cibo che si può ottenere. In Europa gli uomini del periodo del bronzo furono sostituiti da una razza più potentee per quello che si può giudicare dall'impugnatura delle loro spadefornita di mani più grandi; ma è probabile che il loro successo fosse dovuto in grado molto maggiore alla loro superiorità nelle arti.
Tutto ciò che sappiamo intorno ai selvaggio possiamo dedurre dalle loro tradizioni e da antichi monumentila storia dei quali è del tutto dimenticata dai presenti abitantidimostra che fino dai tempi più remoti certe tribù più fortunate hanno soppiantato altre tribù. Si sono scoperti nelle regioni più civili della terranelle selvagge pianure dell'Americanelle isole solitarie dell'Oceano Pacificoavanzi di tribù estinte e dimenticate. Oggi le nazioni incivilite stanno ovunque sostituendosi alle nazioni barbaretranne nei luoghi ove nei climi è un ostacolo mortale; e riescono principalmentesebbene non esclusivamenteper le arti loroche sono il prodotto del loro ingegno. È perciò probabilissimo che le facoltà intellettuali siano andatenel genere umanoperfezionandosi gradatamente mercè la scelta naturale; e questa conclusione basta pel nostro intento. Non v'ha dubbio che sarebbe stato molto interessante segnare lo sviluppo di ogni separata facoltà dallo stato in cui si trova negli animali sottostanti a quello in cui esiste ora nell'uomo; ma non mi permettono di ciò tentare nè il mio saperenè le mie cognizioni.
Merita d'esser notato che appena i progenitori dell'uomo divennero socievoli (e ciò probabilmente è seguito in un periodo antichissimo)il progresso delle facoltà intellettuali deve essere stato aiutato e modificato in modo importantedi cui non vediamo che le tracce degli animali sottostanticioè dal principio della imitazioneunito alla ragione ed alla esperienza. Le scimmie sono molto inclinate alla imitazionecome sono pure i selvaggi più bassi; ed il semplice fatto riferito precedentementeche dopo una volta non si può più prendere nessun animale nello stesso luogo e colla medesima sorta di trappoladimostra che gli animali imparano dalla esperienzaed imitano vicendevolmente le cautele l'uno dell'altro. Orase un qualche uomo di una tribùpiù ingegnoso degli altriinventava un nuovo tranello od una nuova armao altri mezzi di aggressione o di difesail più semplice interesse propriosenza l'aiuto di molta potenza di ragionamentodoveva spingere gli altri ad imitarlo; e in tal modo tutti ne traevano profitto. La pratica consueta di ogni nuova arte deve parimente in qualche leggero grado rinvigorire l'intelletto. Se la nuova invenzione era importantela tribù doveva crescere di numeroallargarsi e soppiantare altre tribù. In una tribù divenuta in tal modo più numerosa doveva essere sempre più probabile la nascita di altri membri superiori ed inventivi. Se uomini di tal sorta lasciavano figli per ereditare la loro superiorità mentalela probabilità che nascessero altri membri ancor più ingegnosi doveva farsi in certo modo maggioree in una tribù piccolissima la cosa doveva seguire ancor meglio. Se anche quei membri non avessero lasciato figlinelle tribù esistevano sempre i loro consanguinei; ed è stato riconosciuto da persone studiose di agricolturache conservando ed allevando individui appartenenti alla famiglia di un animale che dopo essere stato ammazzato era stato riconosciuto di valoresi otteneva il carattere desiderato.

Veniamo ora alle facoltà sociali e morali. Onde gli uomini primitivio i progenitori dell'uomo somiglianti alle scimmiesiano divenuti socievoliessi dovevano avere acquistato i medesimi sentimenti istintivi di socievolezza che spingono altri animali a vivere in comunee senza dubbio essi dimostravano la stessa disposizione generale. Dovevano sentirsi scontenti quando venivano separati dai loro compagnipei quali dovevano provare una certa amorevolezza; si saranno avvertiti reciprocamente nel pericoloe si saranno prestati scambievole aiuto nella aggressione o nella difesa. Tutto ciò richiede un certo grado di simpatiadi fedeltà e di coraggio. Cosiffatte qualità socialidi cui nessuno contrasta la suprema importanza per gli animali sottostantisono state senza dubbio acquistate dai progenitori dell'uomo nello stesso modo di essicioècolla scelta naturalerinvigorita dall'abito ereditato. Quando due tribù di uomini primitiviviventi nella stessa regionevenivano in lottase una tribù conteneva (dato che le altre circostanze fossero uguali) un numero maggiore di membri coraggiosidotati di simpatia e di fedeltàsempre pronti a proteggersi scambievolmente contro il pericoload aiutarsia difendersi a vicendaquesta tribùnon v'ha dubbiodoveva riescir vittoriosa e conquistare l'altra. Bisogna tenere a mente quanto in quelle continue guerre di selvaggi dovessero essere importantissimi il coraggio e la fedeltà. La supremazia che hanno i soldati disciplinati sopra le bande indisciplinate deriva principalmente dacchè ogni uomo ha fiducia nei suoi compagni. L'obbedienzacome ha molto bene dimostrato il signor Bagehotè del più gran valoreperchè è meglio qualunque forma di governo che non nessun governo. Le genti egoiste e litigiose non si unisconoe senza unione non si può compiere nulla. Una tribù fornita in alto grado delle qualità suddette doveva spargersi e divenir vittoriosa di altre tribù; ma coll'andar del temposecondo quello che possiamo giudicare da tutte le storie del passatodoveva venire a sua volta sopraffatta da qualche altra tribù ancor meglio altamente dotata. Così le qualità sociali e morali tendevano a progredire lentamente e a diffondersi pel mondo.
Ma si potrebbe domandare come seguisse che dentro la cerchia di una stessa tribù un gran numero d'individui potesse acquistare quelle qualità morali e socialie come andasse sollevandosi il livello del valore? È sommamente dubbio se i figli dei genitori meglio forniti di simpatia e di benevolenzao di quelli che erano più fedeli ai loro compagnivenissero facendosi più numerosi dei figli di genitori egoisti e malvagi della stessa tribù. Quegli che era pronto a sacrificare la propria vitacome molti selvaggi hanno fattopiuttosto che tradire i suoi compagnisovente non lasciava prole che ereditasse la sua nobile natura. Gli uomini più coraggiosiquelli pronti sempre a porsi in prima fila in guerraa calcolo fatto dovevano morire in maggior numero che non gli altri uomini. Perciò non sembra quasi possibile (badiamo che qui non ragioniamo di una tribù vincitrice sull'altra) che il numero degli uomini dotati di quelle virtùo che il livello della loro bontàpotesse venire accresciuto mercè la scelta naturalela quale è la sopravvivenza dei migliori.
Quantunque le circostanze che producevano un aumento nel numero degli uomini cosiffattamente dotati nella cerchia di una medesima tribù siano troppo complesse perchè sì possa loro tener dietro con evidenzapossiamo segnarne alcuni dei più probabili stadi. In primo luogomentre si venivano migliorando le potenze del ragionare e del prevedere negli individuiogni uomo avrebbe dovuto imparare dall'esperienza che se egli prestava il suo aiuto ai suoi compagnine avrebbe ricevuto comunemente un ricambio di assistenza. Da questo basso movente egli poteva acquistare l'abito di soccorrere il suo simile; e l'abito di compiere opere di benevolenza rinvigorisce certamente quel senso di simpatiache dà il primo impulso alle azioni benevoli. Gli abitiinoltreseguiti per molte generazionitendonoprobabilmentead essere ereditati.
Ma havvi un altro e molto più potente incitamento allo sviluppo delle virtù socialied è la lode ed il biasimo dei nostri confratelli. L'amore della approvazione e il timore dell'infamiacome pure il dar lode o biasimosono dovuti primieramentecome abbiamo veduto nel capitolo terzoall'istinto della simpatia; e questo istinto venne senza dubbio acquistato in originecome tutti gli altri istintimercè la scelta naturale. Ben intesonon possiamo dire in quale antichissimo periodo i progenitori dell'uomo nel corso del loro sviluppo siano divenuti capaci di sentire e di essere incitati dalla lode o dal biasimo dei loro simili. Ma sembra che anche i cani apprezzino l'incoraggiamentola lode ed il biasimo. I selvaggi più rozzi sentono il sentimento della gloriacome lo dimostrano evidentemente i trofei che conservano delle loro prodezzel'abito che hanno di tanto vantarsied anche la somma cura che si prendono del loro aspetto e dei loro ornamenti; queste abitudiniqualora essi non tenessero conto dell'opinione dei loro compagninon avrebbero senso.
Certamente provano vergogna quando infrangono una delle minori loro regole; ma fino a che punto sentano il rimorsoquesto è molto dubbio. Io dapprima mi meravigliavo di non poter ricordare qualche esempio di questo sentimento nei selvaggi; e sir J. Lubbock asserisce che non ne conosce alcuno. Ma se noi ci togliamo dalla mente tutti i casi riferiti nei romanzi e nelle commedie di confessioni fatte ai preti al letto di mortedubito che molti di noi abbiano veduto espresso il rimorso; sebbene abbiamo spesso veduto vergogna e contrizione per offese più piccole. Il rimorso è un sentimento profondamente nascosto. È incredibile che un selvaggioil quale sacrifica la propria vita anzichè tradire la sua tribùo quello che si lascia far prigioniero piuttosto che mancar di parolanon senta nel fondo dell'anima il rimorsosebbene possa celarloquando abbia mancato a un dovere che considera sacro.
Noi perciò possiamo conchiudere che per l'uomo primitivoin un periodo remotissimola lode o il biasimo dei suoi compagni debbano avere avuto importanza. Evidentemente i membri di una medesima tribù avrebbero approvata quella condotta che pareva loro fosse utile al buonessere generale e disapprovata quella che paresse dannosa. Fare il bene agli altri - fate agli altri ciò che vorreste fatto a voi - è la pietra fondamentale della moralità. Non è quindi possibile esagerare l'importanza che ebberodurante i tempi più rozzil'amore della lode ed il timore del biasimo. Quell'uomo il quale non veniva spinto da nessun profondo ed istintivo sentimento a sacrificare la sua vita pel bene del prossimoveniva tuttavia indotto a compiere cosiffatte azioni da un senso di gloriaed il suo esempio doveva svegliare in altri uomini lo stesso desiderio di gloriae mercè l'esercizio veniva così rinvigorito il nobile sentimento dell'ammirazione. Egli in tal modo recava un bene molto maggiore alla sua tribù che non generando figli dotati di una tendenza ad ereditare il suo nobile carattere.
L'uomo acquistando maggiore esperienza e ragione può scorgere le più remote conseguenze delle sue azionie le virtù riguardanti la personacome la temperanzala castitàecc.le quali durante i periodi primitivi sono statecome abbiamo già vedutotenute in poco contovengono ad essere grandemente stimate ed anche considerate come sacre. Perciò non ho bisogno di ripetere quello che ho detto intorno a questo argomento nel terzo capitolo. In ultimo ne deriva un sentimento molto complessoche ha la sua prima origine negli istinti socialiè grandemente guidato dalla approvazione dei nostri confratelliregolato dalla ragionedall'interesse proprioe in tempi ulteriori da sentimenti religiosiviene confermato dall'istruzione e dall'abitudinee tutte queste cose riunite costituiscono il nostro senso morale o coscienza.
Non bisogna dimenticare chesebbene un alto livello di moralità procuri solo poco od anche nessun vantaggio ad ogni individuo e ai suoi figli sugli altri membri della stessa tribùtuttavia un progresso nel livello della moralità ed un maggior numero di uomini bene dotati darà certamente una immensa superiorità ad una tribù sopra un'altra. Non può esservi dubbio che una tribù che racchiude in sè molti membri i qualipossedendo in alto grado lo spirito di patriottismola fedeltàl'obbedienzail coraggio e la simpatiafossero sempre pronti ad aiutarsi scambievolmente e sagrificarsi pel bene comunesarebbe vincitrice di molte altre tribù; e questa sarebbe la scelta naturale. In ogni tempo nel mondo certe tribù ne hanno soppiantate altre; e siccome la moralità è un elemento di riuscitail livello della moralità e il numero degli uomini nobilmente dotati tenderà così ovunque ad innalzarsi e ad estendersi.
Tuttavia è difficilissimo farsi un retto giudizio del perchè una particolare tribù e non un'altra sia stata vittoriosae siasi elevata nella scala dell'incivilimento. Molti selvaggi sono ora nelle stesse condizioni in cui erano parecchi secoli addietro quando furono scoperti. Come ha notato il sig. Bagehotnoi siamo inclinati a considerare il progresso come la regola normale dell'umana società; ma la storia ciò confuta. Gli antichi non avevano quest'ideae neppure oggi le nazioni orientali l'hanno. Secondo un'altra somma autoritàil signor Mainela maggior parte del genere umano non ha mai dimostrato il benchè minimo desiderio che le sue istituzioni civili venissero migliorate. Il progresso sembra derivare dal concorso di molte condizioni favorevolitroppo complesse perchè si possa tener loro dietro. Ma è stato sovente notato che un clima freddocreando il bisogno dell'industria e di varie artiè stato per quel fine grandemente favorevolee anche indispensabile. Gli Esquimalispinti dalla dura necessitàsono riusciti in molte ingegnose invenzionima il loro clima è stato troppo crudo per un continuo progresso. I costumi nomadisia nelle vaste pianureo in mezzo alle fitte foreste dei tropicio lungo le spiagge del maresono in ogni caso grandemente dannosi. Mentre io osservavo i barbari abitatori della Terra del Fuocorimasi colpito dal pensiero che il possesso di qualche proprietàdi una dimora fissae l'unione di molte famiglie sotto di un capofossero i requisiti indispensabili per l'incivilimento. Cosiffatti costumi richiedono quasi necessariamente la coltivazione del suolo; ed è probabile che i primi passi nella coltivazione siano stati l'effettocome ho dimostrato altrovedi un incidente qualunquecome la caduta di alcuni semi di alberi fruttiferi sopra un mucchio di avanzie la nascitain conseguenza di ciòdi qualche insolitamente bella varietà. Tuttavia il problema del primo progredire dei selvaggi verso l'incivilimento è oggi difficilissimo da sciogliere.
La scelta naturale operante nelle nazioni incivilite. - Nell'ultimo capitolo e in questo ho considerato il progresso compiuto dall'uomo da una primitiva condizione semiumana al suo stato presente di barbarie. Ma giova qui aggiungere alcune osservazioni intorno all'azione della scelta naturale sulle nazioni incivilite. Questo argomento è stato discusso dal signor N. R. Grege precedentemente dal signor Wallace e dal signor Galton. La maggior parte delle mie osservazioni sono prese da questi tre autori. Nei selvaggi i deboli di corpo o di mente sono in breve eliminati; e quelli che sopravvivono presentano comunemente una fiorente e robusta salute. D'altra parte noiuomini inciviliticerchiamo ogni mezzo onde porre ostacoli al processo di eliminazione; fabbrichiamo ricoveri per gli idiotigli storpi ed i malati; facciamo leggi pei poveri; e i nostri medici si stillano il cervello per salvare la vita di ognuno fino all'ultimo momento. Vi è ragione per credere che il vaccino ha preservato migliaia di viteche con una debole costituzione sarebbero prima morte di vaiolo. Così i membri deboli delle società incivilite si riproducono. Chiunque abbia avuto che fare coll'allevamento degli animali domestici non leverà un dubbio che questo fatto non sia altamente dannoso alla razza umana. Fa meraviglia come la mancanza di curee le cure male dirette conducano alla degenerazione di una razza domestica; maeccettuato il caso dell'uomo stessoforse nessuno può essere tanto ignorante da far generare i suoi peggiori animali.
Il sentimento che ci spinge a soccorrere gl'impotenti è principalmente un effetto incidentale dell'istinto di simpatiache fu in origine acquistato come una parte degli istinti socialima che divenne in seguito nel modo precedentemente indicato più tenero e più largamente diffuso. E noi non possiamo frenare la nostra simpatia contro i suggerimenti della dura ragionesenza deteriorare la parte nobile della nostra natura. Il chirurgo può cercare di indurirsi mentre compie un'operazioneperchè sa che opera pel bene del suo malato; ma se noi volontariamente trascuriamo i deboli e gl'impotentipuò derivarne soltanto un casuale beneficiocon un male grande e presente. Quindi dobbiamo sopportare senza lagnarci i sicuri cattivi effetti del sopravvivere dei deboli e del loro propagarsi; ma sembra che vi sia almeno un impedimento che opera efficacemente; cioè che i membri più deboli ed inferiori della società non si sposano così facilmente come i più sanie questo ostacolo può essere indefinitamente accresciutosebbene sia forse solo una speranza più che non una certezza che i deboli di corpo o di mente siano per astenersi dal matrimonio.
In tutti i paesi civili l'uomo accumula proprietàe le lascia ai suoi figli.
Cosicchè questi figli in uno stesso paese non possono per nessun modo spingersi molto avanti nella corsa per la riuscita. Ma questo non è tutto un male; perchè senza l'accumulamento del capitale le arti non progredirebbero: ed è principalmente per opera loro che le razze incivilite hanno estesa e vanno tuttora sempre estendendo la loro cerchiaper modo da prendere il posto delle razze inferiori. E neppure l'accumulamento moderato delle ricchezze non impedisce il processo della scelta. Quando un uomo povero divien riccoi suoi figli imprendono traffici e professioninelle quali v'ha sufficiente lottacosicchè i più abili di corpo e di mente riescono meglio. La presenza di una corporazione di uomini bene istruitii quali non hanno bisogno di lavorare pel pane quotidianoè di tanta importanza che non si può troppo valutare perchè tutto il lavoro intellettuale più alto è compiuto da essie da quel lavoro dipende principalmente ogni sorta di progresso materialesenza far menzione di altri e più elevati vantaggi. Senza dubbio la ricchezza soverchia tende a convertire gli uomini in inutili infingardima il loro numero non è mai grande; e segue in quel caso un certo grado di eliminazionecome vediamo ogni giorno negli uomini ricchii quali alle volte sono pazzi e prodighi tanto da sciupare tutte le loro ricchezze.
La primogenitura colla sostituzione dei beni immobili è un male più direttosebbene possa essere stata in principio di grande vantaggio creando così una razza dominante; e qualunque governo è migliore dell'anarchia. I figli primogeniti sebbene potessero essere deboli di corpo o di mentein generale si ammogliavanomentre i figli minorianche se per questo rispetto superiorigeneralmente non si ammogliavano. Nè potevano mercè la sostituzione degli immobili i primogeniti inetti sciupare le loro ricchezze. Ma in questo come in tanti altri casile relazioni della vita civile sono tanto complesse che interviene qualche ostacolo compensatore. Gli uomini che mercè la primogenitura sono ricchi possono scegliere di generazione in generazione le donne più belle e più graziosee questein generaledebbono essere sane di corpo e attive di mente. Le cattive conseguenzequalunque esse possano esseredella continua conservazione della stessa linea di discendenzasenza alcuna sceltavengono impedite da quegli uomini alto locati che desiderano di aumentare sempre più le loro dovizie e la loro potenza; e ciò fanno sposando ricche fanciulle uniche eredi. Ma le figlie di genitori che hanno prodotto figli unici van soggette esse medesime come ha dimostrato il signor Galtonad essere sterili; e così nelle famiglie nobili la linea diretta si spegne continuamentee le loro ricchezze scorrono in qualche canale laterale; ma per sfortuna questo canale non vien formato da nessuna sorta di superiorità.
Sebbene l'incivilimento arresti in molti modi l'opera della scelta naturaleesso favorisce apparentementemercè il miglior nutrimentoe il potersi liberare da fatiche incidentaliun più grande sviluppo del corpo. Questo si può dedurre da ciò che gli uomini civili sono sempre stati trovatiquando vennero comparatifisicamente più forti che non i selvaggi. Sembrano pure avere uguale forza di resistenzacome è stato dimostrato in molte avventurose spedizioni. Anche il gran lusso del ricco non può essere gran che dannoso; perchè la longevità della nostra aristocraziain tutte le età e nei due sessiè molto poco inferiore a quella dei ricchi inglesi nelle classi meno elevate.
Esamineremo ora soltanto le facoltà intellettuali. Se in ogni livello della società si dividessero i membri in due schiere ugualidi cui una contenesse quelli che sono superiori intellettualmente e l'altra quelli che sono inferiorinon vi può essere guari dubbio che i primi riuscirebbero meglio in ogni occupazione ed alleverebbero un maggior numero di figli. Anche nelle vie più umili della vita l'ingegno e la capacità debbono recare un certo vantaggiosebbene in molte occupazioniper la grande divisione del lavoroquesto vantaggio debba essere di pochissimo momento. Quindi nelle nazioni incivilite vi sarà una certa tendenza ad un aumento tanto nel numero come nel livello della capacità intellettuale. Ma non voglio asserire che questa tendenza non possa essere più che controbilanciata in altro modocome per la moltiplicazione degli irrequieti ed imprevidenti; ma anche a questi l'abilità deve essere vantaggiosa.
È stata fatta sovente questa obiezione alle vedute sopra esposteche gli uomini più eminenti che abbiano vissuta non hanno lasciato figli che ereditassero del loro grande ingegno. Il Galton dice: "Mi rincresce non saper sciogliere questa semplice questione see fino a che puntogli uomini e le donne dotati di prodigioso ingegno siano sterili. Tuttavia ho dimostrato che uomini eminenti non sono sterili per nulla". I grandi legislatorii fondatori di religioni benefichei grandi filosofi e scopritori nella scienzaagevolano il progresso dell'umanità in un grado molto più alto colle loro opere che non lasciando numerosa prole. Nel caso delle strutture corporee si è la scelta degli individui lievemente meglio dotati e non la conservazione di bene spiccate e vere anomalieche produce il progresso della specie. Così seguirà pure le facoltà intellettuali; cioègli uomini dotati in un certo modo un po' meglio degli altri riusciranno piuttosto che non quelli meno bene dotatie quindi cresceranno di numerose non segue nessun altro impedimento. Quando in una nazione il livello dell'intelletto si è elevato ed il numero degli uomini intelligenti è cresciutopossiamo aspettarci secondo la legge di deviazionein mediacome dimostra il signor Galtonche i prodigi di ingegno compariranno in qualche modo più frequentemente di prima.
Per ciò che riguarda le qualità moraliuna certa eliminazione delle peggiori disposizioni va sempre progredendo anche nelle nazioni più incivilite. I malfattori sono giustiziatio tenuti lungamente prigioniericosicchè non possono trasmettere liberamente le loro cattive qualità. Gl'ipocondriaci e gli alienati sono racchiusi o si suicidano. I violenti e i litigiosi spesso fanno una fine sanguinosa. Gli uomini irrequieti che non sanno occuparsi regolarmente - e questo avanzo di barbarie è un grande ostacolo allo incivilimento -emigrano in paesi di fresco costituitidove divengono utili coloni. L'intemperanza è tanto nocevole alla saluteche la probabilità della vita di un intemperantegiunto per esempio all'età di trenta anniè solo di 138 anni; mentre pei contadini dell'Inghilterra a quell'età è di 4059 anni. Le donne dissolute hanno pochi figlie gli uomini dissoluti di rado si ammogliano; entrambi van soggetti a malattie. Nell'allevamento degli animali domesticil'eliminare quegli individuisebbene anche in piccol numeroche sono ben evidentemente inferiorinon è per nulla un elemento di poca importanza pel buon successo. Questo giova specialmente per quei caratteri dannosi che tendono a ricomparire pel regressocome sarebbe il colore nero nelle pecore; e per ciò che riguarda il genere umanoalcune di quelle cattive disposizioni che incidentalmente ricompariscono nelle famiglie senza nessuna causa apparentepossono essere forse regressi verso uno stato selvaggiodal quale non siamo separati da molle generazioni. Questa opinione sembra anche riconosciuta dalla espressione comune che uomini di tal fatta sono le pecore nere della famiglia.
Nelle nazioni inciviliteper ciò che riguarda un livello elevato di moralitàed un maggior numero di uomini molto bene dotatila scelta naturale pare essere molto piccola; sebbene gli istinti sociali fondamentali fossero in origine acquistati per opera sua. Ma ho già parlato abbastanza a lungo di ciò mentre trattavo delle razze più bassedelle cause che hanno prodotto un aumento di moralitàcioèl'approvazione dei nostri confratelli - il rinvigorimento delle nostre simpatie mercè l'abitudine - l'esempio e l'imitazione - la ragione - l'esperienza ed anche il proprio interesse - l'istruzione durante la giovinezzae i sentimenti religiosi.
Un ostacolo molto più importante nei paesi civili all'accrescimento del numero degli uomini di una classe superiore è stato grandemente dimostrato dai signori Grey e Galtoned è il fatto che gli uomini molto poveri ed irrequietiche spesso sono degradati dal vizioquasi invariabilmente si sposano di buon'oramentre i cauti ed i frugaliche in generale sono ben più virtuosisi sposano tardionde poter mantenere agiatamente se stessi e la loro famiglia. Quelli che si sposano giovani producono in un dato periodo non solo un numero maggiore di generazionimacome ha dimostrato il dottor Duncananche molto più figli. I bambiniinoltreche sono nati da madri nel fiore degli anni sono più grassi e più grandi e quindi probabilmente più robusti di quelli nati in altri periodi. Così quei membri della società che sono irrequietidegradatie sovente viziositendono ad aumentarsi molto più presto che non i membri previdenti e generalmente virtuosi. Ecco come si esprime il signor Grey: "L'Irlandese incurantesquallidomeschinosi moltiplica come i conigli; lo Scozzese frugaleprevidentedignitosoambiziososevero nella sua moralitàspirituale nella sua fedesagace e disciplinato nella sua intelligenzapassa i suoi più begli anni nella lotta e nel celibatosi sposa tardi e non lascia molta prole. Data una terra popolata dapprima di mille Sassoni e di mille Celtidopo una dozzina di generazioni i cinque sesti della popolazione saranno Celtima i cinque sesti della proprietàdella potenzadell'intelletto saranno di quel sesto di Sassoni che rimangono. Nella eterna lotta per la vita sarebbe stata la razza inferiore e meno favorita che avrebbe prevalsoe avrebbe prevalso non in virtù delle sue buone qualitàma pei suoi difetti".
Vi sono tuttavia alcuni ostacoli a questa tendenza al peggioramento. Abbiamo veduto che gli intemperanti vanno soggetti ad una grande mortalitàe i dissolutissimi lasciano poca prole. Le classi più povere si ammucchiano nelle cittàed il dottor Stark ha dimostratosecondo le statistiche di dieci anni in Scoziache in tutte le età il numero delle morti è maggiore nelle città che non nei distretti rurali "e durante i primi cinque anni di vita nelle città il numero delle morti è quasi precisamente il doppio di quello delle campagne". Siccome in questi calcoli entrano tanto i ricchi che i poverinon v'ha dubbio che più del doppio del numero delle nascite avrebbero servito a tener alto il numero dei poverissimi abitanti delle cittàrelativamente a quelli della campagna. Per le donneil matrimonio in età troppo giovanile è dannoso; perchè è stato osservato in Francia che "muoiono nell'anno un numero doppio di donne maritate sotto i venti annidi quello che ne muoia di nubili". Parimenti la mortalità degli uomini ammogliati al di sotto di venti anni è "sommamente elevata"ma non se ne conosce bene la ragione. Infinese gli uominii quali aspettano prudentemente finchè abbiano tanto da mantenere comodamente le loro famigliescegliesserocome fanno soventela moglie nel fiore degli annila statistica dell'accrescimento delle razze migliori sarebbe solo lievemente diminuita.
Da una sterminata raccolta di statistiche prese durante il 1853era stato riconosciuto che gli uomini scapoli in Franciafra i venti e gli ottant'annimorivano in maggior proporzione che non gli ammogliati; per esempiosopra 1000 uomini scapoli dell'età da venti a trent'anni113 morivano annualmentementre degli ammogliati ne morivano solo 65. Una legge cosiffatta venne osservata prevalere anche in Scozia negli anni 1863 e 1864 in tutta la popolazione verso l'età di venti anni; per esempiodi mille scapolifra i venti e i trent'anni1497 morivano annualmentementre degli ammogliati ne moriva solo 724vale a dire meno della metà. Il dottor Stark osserva a questo riguardo che "il celibato raccorcia la vita più di qualunque mestiere malsano o di qualunque dimora in una casa malsana o in un distretto dove non siasi mai tentato il benchè minimo risanamento". Egli considera che la mortalità diminuita è l'effetto diretto del "matrimonioe delle più regolari abitudini domestiche che derivano da quello". Egli riconosce tuttavia che gli intemperantii dissoluti e i delinquenti di cui la vita è breveper solito non si maritano: e bisogna pure ammettere che gli uomini di gracile costituzionedi cattiva saluteo afflitti da qualche grande infermità di corpo o di mentesovente non vogliono ammogliarsi o non sono accettati. Sembra che il dottor Stark finisca per conchiudere che il matrimonio sia per se stesso una causa principale di lunga vitaavendo trovato che anche i vecchi ammogliati hannoper questo riguardoun notevole vantaggio sugli scapoli della stessa età avanzata; ma ognuno deve avere conosciuto casi di uomini i quali non godevano buona salute in gioventùe non si sono sposati e tuttavia sono giunti alla vecchiezzasebbene gracili e con poca probabilità di vita. Vi è pure un'altra circostanza notevole che viene in appoggio alla conclusione del dott. Stark cioèche in Francia i vedovi e le vedove hanno una mortalità maggiore in riscontro a quella dei coniugati; ma il dottor Farr attribuisce questo fatto alla povertà ed alle cattive abitudini in seguito alla rottura della famigliaed al dolore. In complesso possiamo conchiudere col dottor Farr che la minore mortalità degli uomini ammogliati in confronto di quelli scapoliche sembra essere una legge generalesi deve principalmente alla costante eliminazione dei tipi imperfetti ed alla abile scelta degli individui più belli di ogni successiva generazione; la scelta potendo solo farsi nello stato matrimonialeed operando tanto sulle qualità corporeequanto sulle intellettuali e morali. Possiamo quindi dedurre che gli uomini sani e buoni che per prudenza rimangono per un certo tempo scapoli non hanno in media maggiore mortalità.
Se i vari ostacoli specificati nei due ultimi paragrafie forse altri ancora ignotinon impediscono i membri irrequietiviziosi od altrimenti inferiori della società dal crescere in maggior numero che non le classi migliori degli uominila nazione andrà indietrocome è accaduto troppo spesso nella storia del mondo. Dobbiamo ricordarci che il progresso non è una regola invariabile. È difficile dire perchè una nazione civile si innalzadivien più potente che non un'altra; o perchè la stessa nazione progredisce più in un tempo che non in un altro. Noi possiamo solo dire che ciò dipende dall'aumento nel numero attuale della popolazione del numero di uomini forniti di alte facoltà morali ed intellettualicome pure dal livello della loro bontà. Sembra che la struttura corporeatranne in ciò che la robustezza del corpo produce vigore di menteabbia solo una piccola azione.
Parecchi autori hanno detto chequalora la potenza elevata intellettuale fosse utile ad una nazionegli antichi Grecii quali erano superiori di qualche grado nell'intelletto a qualunque razza che abbia mai esistitoavrebbe dovuto elevarsise fosse vera la potenza della scelta naturalesempre più nella scalacrescer di numeroe popolare tutta l'Europa. Qui noi abbiamo la tacita asserzione così sovente addotta rispetto alle strutture corporeeche vi è una certa innata tendenza al continuo sviluppo della mente e del corpo. Ma ogni sorta di sviluppo dipende dal concorso di molte circostanze favorevoli. La sceltanaturale opera soltanto come un tentativo. Gli individui e le razze possono aver acquistato certi vantaggi incontrastabilie tuttavia esser periti per la mancanza di altri caratteri. I Greci possono essere retroceduti per mancanza di coesione fra i piccoli Stati per la piccola estensione del loro paeseper la pratica della schiavitùo per una estrema sensualità: perchè non soccombettero se non quando furono "snervati e corrotti fino in fondo all'anima". Le nazioni occidentali di Europache ora superano smisuratamente i loro primieri progenitori selvaggi e stanno alla cima dello incivilimentonon debbono che poco o forse nulla della loro superiorità alla diretta eredità degli antichi Greci; sebbene vadan debitori di molto alle opere scritte di quel popolo meraviglioso.
Chi può dire con certezza perchè la nazione Spagnuolacosì dominante un temposia rimasta tanto indietro? Lo svegliarsi delle nazioni d'Europa dai secoli tenebrosi è ancora un problema molto incerto. In quel periodo primierocome osserva il signor Galtonquasi tutti gli uomini dotati di natura gentilequelli che si dedicavano alla meditazione o alla coltura della mentenon avevano altro rifugio che la Chiesa che richiedeva il celibato; e questo non può a meno di aver avuto un'azione deteriorante sopra ogni successiva generazione. Durante quello stesso periodo la Santa Inquisizione sceglieva annualmente gli uomini più liberi e più coraggiosi per bruciarli od imprigionarli. Nella sola Spagna alcuni degli uomini migliori - quelli che dubitavanoinvestigavanoe senza il dubbio non v'ha progresso - furono eliminati per tre secoli in ragione di mille all'anno. Il male che la Chiesa Cattolica ha fatto cosìsebbene controbilanciato senza dubbio in una certa e forse grande estensione in altri modiè incalcolabile; nondimeno l'Europa ha progredito incomparabilmente.
Il fatto che gl'Inglesi sonocome colonizzatoritanto superiori alle altre nazioni europeeciò che è bene dimostrato dal confronto fra i Canadesi di razza inglese e quelli di razza franceseè stato attribuito alla loro "ardimentosa e persistente energia"; ma chi può dire il modo in cui gli Inglesi abbiano acquistata la loro energia? Vi è maggiore apparenza di verità nel credere che il progresso meraviglioso degli Stati Uniticome pure il carattere del popolosiano l'effetto della scelta naturale; mentre gli uomini più energicipiù irrequieti e più coraggiosida tutte le parti d'Europa hanno emigrato durante le ultime dieci o dodici generazioni verso quel grande paesee si sono colà bene propagati. Guardando nel lontano avvenirenon credo che l'idea del rev. sig. Zincke sia esagerata quando dice: "Ogni altra serie di avvenimenti - come quelli che seguirono nella coltura della mente in Greciae che risultarono nell'impero di Roma - sembrano avere scopo e valore quando sono osservate in rapporto cono piuttosto come sussidiarie a... la grande corrente dell'emigrazione Anglo-Sassone verso l'Occidente". Per quanto sia oscuro il problema del progresso dello incivilimentopossiamo almeno vedere che quella nazione la quale durante un lungo periodo produce un numero maggiore d'uomini intelligentissimienergicicoraggiosipatriottici e benevoliavrà generalmente la prevalenza sopra le nazioni meno bene favorite.
La scelta naturale segue dalla lotta per la vita; e questa da un rapido grado di accrescimento. Non si può a meno di rimpiangere amaramentema se ciò sia giusto è un'altra questioneil grado in cui l'uomo tende ad aumentare di numero; perchè questo nelle nazioni barbare mena all'infanticidio e a molti altri malie nelle nazioni civili alla povertà abbiettaal celibatoed ai matrimoni tardivi dei prudenti. Ma siccome l'uomo soffre gli stessi mali fisici degli animali sottostantiegli non ha il diritto di credersi esente dai danni che vengono in conseguenza della lotta per la vita. Se non fosse stato soggetto alla scelta naturalecertamente non sarebbe mai giunto al posto che occupa ora di uomo. Quando vediamo in molte parti del mondo immense aree della terra più fertile appena popolate da pochi erranti selvaggima che potrebbero bastare al mantenimento di numerose famiglie felicisi può supporre che la lotta per la vita non è stata sufficientemente seria per forzare l'uomo ad elevarsi ad un livello ancor più alto. Giudicando da tutto quello che si sa intorno all'uomo ed agli animali sottostantivi è stata sempre una sufficiente variabilità nelle facoltà intellettuali e moraliperchè progredissero di continuo mercè la scelta naturale. Senza dubbio questo progresso richiede il concorso di molte circostanze favorevoli; ma si può ben dubitare se le più favorevoli avrebbero bastatoqualora il grado dell'accrescimento di numero non fosse stato così rapidoe la lotta per la vita che ne derivava non fosse stata in sommo grado dura.

Intorno all'evidenza del fatto che tutte le nazioni civili furono un tempo barbare. - Siccome abbiamo avuto da considerare gli stadi pei quali una qualche creatura semiumana è andata gradatamente sollevandosi fino a divenire uomo nel suo perfetto statonon si può passar sotto silenzio il presente argomento. Ma esso è stato trattato tanto pienamente e così bene da sir J. Lubbockdal sig. Tylordal sig. M'Lennane da altriche non ho d'uopo qui che di dare un breve sunto dei loro risultati. Gli argomenti prodotti di recente dal duca d'Argylle più anticamente dall'arcivescovo Whatelyin favore della credenza che l'uomo sia venuto al mondo come un essere incivilito e che tutti i selvaggi siano andati d'allora in poi degradandosimi sembrano deboli in confronto con quelli addotti dall'altra parte. Senza dubbio molte nazioni hanno indietreggiato nell'incivilimentoed alcune possono essere cadute in una piena barbariesebbene io non abbia mai incontrato prove di quest'ultimo fatto. Gli indigeni della Terra del Fuoco furono probabilmente obbligati da altre orde conquistatrici a porre dimora nel loro inospite paeseed essi in conseguenza possono essersi andati in certo modo degradando; ma sarebbe molto difficile dimostrare che essi sono decaduti più basso dei Botocudos che abitano le più belle parti del Brasile.
La prova che tutte le nazioni civili discendono da barbari si ha per una parte in ciò che esistono nei costumi ancora attualinelle credenzenelle linguetracce evidenti della loro inferiore condizione; d'altra parteda ciò che i selvaggi sono indipendentemente soggetti ad elevarsi di qualche passo nella scala dello incivilimentoe si sono attualmente in tal modo elevati. Sul primo fatto l'evidenza è strettamente curiosama non può esser qui riferita; farò solo menzione di alcuni casicome quelloper esempiodell'arte della numerazionechecome dimostra chiaramente il sig. Tylorcolle parole adoperate ancora in molti luoghi ebbe origine contando sulle ditaprima sopra una manopoi su tutte e duec finalmente sulle dita dei piedi. Abbiamo tracce di ciò nel nostro stesso sistema decimalee nei numeri romaniche dopo di esser giunti al numero Vsi mutano in VIecc.quando l'altra mano venne senza dubbio adoperata. Così purequando parliamo di sessanta e dieci, contiamo col sistema ventesimale, mentre ogni ventina fatta così idealmente, sta come 20 - per un uomo"come metterebbe un Messicano o un Caribeo". Secondo una scuola numerosa e sempre crescente di filologiogni linguaggio porta segni della sua lenta e graduata evoluzione. Così segue nell'arte dello scriveresiccome le lettere sono rudimenti di dimostrazioni dipinte. È difficileleggendo l'opera del signor M'Lennannon ammettere che in quasi tutte le nazioni civili rimangono alcune tracce di qualche rozzo costumecome la forzata prigionia delle mogli. Di quale antica nazione chiede lo stesso autoresi può dire che fosse in origine monogama? La primitiva idea di giustiziacome lo dimostra la legge della battaglia ed altri costumi di cui rimangono ancora alcune tracceera parimente molto rozza. Molte superstizioni che esistono ancorasono gli avanzi di antiche false credenze religiose. La forma più alta di religione - la grande idea di Dio che odia il delitto ed ama la rettitudine - era nei tempi primitivi ignota.
Veniamo ora ad un'altra sorta di evidenza. Sir J. Lubbock ha dimostrato che alcuni selvaggi recentemente hanno un tantino migliorato le loro semplici arti. Dalla curiosissima relazione che egli dà delle armidegli utensili e delle arti adoperate o praticate dai selvaggi in varie parti del mondonon si può mettere in dubbio che queste siano state quasi tutte scoperte indipendentitranne forse l'arte di far fuoco. Il boomerang (sorta di balestra) australiano è una buona prova di cosiffatte scoperte indipendenti. Gli abitanti di Tahiti quando vennero visitati per la prima volta erano per molti rispetti più avanti che non gli abitanti della maggior parte delle isole della Polinesia. Non vi sono buoni motivi per credere che l'elevata cultura degli indigeni del Perù e del Messico fosse venuta dal di fuori: molte piante del paese erano colà coltivateed alcuni pochi animali indigeni addomesticati. Dobbiamo tener presente nella nostra mente che se fosse sbarcata sulle spiagge d'America una comitiva errante di qualche paese semicivilenon avrebbese giudichiamo dalla piccola influenza della maggior parte dei missionariprodotto nessun effetto ben evidente sugli indigenia meno che fossero già divenuti in certo modo avanzati. Guardando ad un periodo remotissimo della storia del mondotroviamoper adoperare i vocaboli ben noti di sir J. Lubbockun periodo paleolitico e neolitico; e nessuno pretenderà che l'arte di lavorare le rozze selci fosse un'Arte presa ad imprestito. In tutte le parti d'Europa fino alla Grecianella Palestinanell'Indianel Giapponenella Nuova Zelanda e nell'Africacompreso l'Egittosi sono trovati abbondantissimi gli strumenti di selci; e gli abitanti che esistono oggi non hanno nessuna tradizione intorno al loro uso. Vi è pure una indiretta evidenza del loro uso primiero dai Cinesi e dagli antichi Ebrei. Quindi non vi può essere dubbio che gli abitanti di tutti quei paesiche comprendono quasi tutto il mondo civilenon siansi trovati un tempo in uno stato di barbarie. Credere che l'uomo fosse aboriginariamente incivilito e che in tante parti sia stato soggetto ad un così pieno degradamentoè avere una opinione ben meschina dell'umana natura. Sembra che sia un'idea molto più vera e più confortante quella di credere che il progresso sia stato molto più generale che non il regresso; che l'uomo da una bassa condizione siasi elevatoinvero con passi lenti ed interrottial più alto livello finora da esso raggiuntoin saperecognizionimorale e religione.


CAPITOLO VI.

DELLE AFFINITÀ E DELLA GENEALOGIA DELL'UOMO

Posizione dell'uomo nella serie animale - Sistema naturale genealogico - Caratteri di adattamento di lieve importanza - Vari piccoli punti di rassomiglianza fra l'uomo ed i quadrumani - Posto dell'uomo nel sistema naturale - Luogo di nascita ed antichità dell'uomo - Mancanza di anelli di congiunzione fossili - Stadi più bassi nella genealogia dell'uomo quali si deducono primieramente dalle sue affinità e secondariamente dalla sua struttura - Primitiva condizione androgina dei Vertebrati - Conclusione.

Qualora si voglia anche ammettere che la differenza fra l'uomo e i suoi più stretti affini è tanto grande nella struttura corporea quanto alcuni naturalisti sostengonoe quantunque dobbiamo riconoscere che la differenza che passa fra essi è nella potenza mentale immensatuttavia i fatti addotti nei capitoli precedenti dimostranosiccome a me sembranel modo più evidenteche l'uomo discende da qualche forma inferioremalgrado che gli anelli di congiunzione non siano stati ancora scoperti.
L'uomo è soggetto a moltissimeleggeree diverse variazioniche sono indotte dalle stesse cause generalie sono governate e trasmesse mercè le stesse leggi generali come negli animali sottostanti. L'uomo tende a moltiplicarsi così rapidamente che la sua figliuolanza è necessariamente esposta alla lotta per la esistenzae in conseguenza alla scelta naturale. Egli ha originato molte razzealcune delle quali sono così differenti che sovente sono state classificate dai naturalisti come specie distinte. Il suo corpo è costrutto sullo stesso disegno omologico degli altri mammiferiindipendentemente dagli usi a cui le varie parti possono essere destinate. Egli passa per le stesse fasi di sviluppo embriologico. Egli conserva molte strutture rudimentali ed inutili che senza dubbio avevano un tempo un qualche ufficio. Ricompaiono in lui accidentalmente certi caratteriche abbiamo ogni ragione di credere fossero posseduti dai suoi primieri progenitori. Se l'origine dell'uomo fosse interamente stata diversa da quella di tutti gli altri animaliqueste varie apparenze sarebbero solo vuote illusioni; ma una cotale ragione non è ammissibile. D'altra partequeste apparenze si comprendonoalmeno per una larga estensionese l'uomo12 discendecontemporaneamente agli altri mammiferida qualche forma ignota ed inferiore.
Alcuni naturalisticolpiti profondamente dalle potenze mentali e spirituali dell'uomohanno diviso tutto il mondo organico in tre regnil'Umanol'Animale e il Vegetaledando in tal modo all'uomo un regno separato. Il naturalista non può comparare o classificare le forze spirituali; ma può cercare di dimostrarecome ho fatto ioche le facoltà mentali dell'uomo non differiscono sostanzialmente da quelle degli animali sottostantiquantunque differiscano immensamente in grado. Una differenza di gradoper quanto grande sianon ci giustifica di collocare l'uomo in un regno distintociò che sarà meglio dimostrato forse comparando le forze mentali di due insetticioè un coccus o gallinsetto ed una formicache senza dubbio appartengono alla stessa classe. Qui la differenza è maggioresebbene in certo modo di un'altra sortache non fra l'uomo ed i mammiferi più elevati. La femmina del gallinsettoancora giovanesi attacca colla proboscide ad una pianta; sugge la linfa ma non si muove più; divien fecondata e depone le uova; e questa è tutta la sua storia. D'altra parte la descrizione dei costumi e delle forze mentali della formica femmina esigerebbecome ha dimostrato Pietro Huberun grosso volume: tuttavia posso brevemente riferire alcuni punti. Le formiche si danno reciprocamente informazioni e si uniscono parecchie insieme per far lo stesso lavoroo per trastullarsi. Riconoscono le formiche loro compagne dopo una assenza di mesi. Si fabbricano grandi edifizili tengono pulitichiudono la sera le portee collocano le sentinelle. Fanno stradee talora anche gallerie sotto i fiumi. Raccolgono il nutrimento per la comunitàe quando un oggetto che portano nel nido è troppo grandeallargano la porta e poi tornano a ricostruirla. Vanno alla battaglia in eserciti regolarie sacrificano volonterose la loro vita pel bene comune. Emigrano concordi con un progetto prestabilito. Fanno schiavi. Tengono gli Afidi come vacche pel latte. Portano le uova dei loro afidi come le proprie e i propri bozzolini nelle parti calde del nidoonde si schiudano più presto; e compiono un numero senza fine di fatti consimili che potremmo citare. In complessola differenza fra la potenza mentale di una formica e quella di un gallinsetto è immensa; tuttavia nessuno ha mai sognato di collocarli in classi distintee molto meno in regni distinti. Senza dubbio questo intervallo è riempito dalle forze mentali intermedie di molti altri insetti; e questo non è il caso fra l'uomo e le scimmie più elevate. Ma abbiamo ogni ragione per credere che le lacune nelle serie non sono altro che l'effetto della estinzione di molte forme.
Il professore Owen appoggiandosi principalmente alla struttura del cervelloha diviso la serie dei mammiferi in quattro sotto-classi. Una di queste è dedicata all'uomo; in un'altra mette i marsupiali e i monotremi; cosicchè egli considera l'uomo siccome distinto da tutti gli altri mammiferi nel modo in cui questi due ultimi gruppi sono riuniti. Questo modo di vedere non è stato accettatoper quanto mi sappiada nessun naturalista capace di formare un giudizio indipendentee quindi non giova che esso sia qui ulteriormente considerato.
Possiamo comprendere perchè una classificazione che si fonda sopra un singolo carattere od organoanche quando sia un organo tanto meravigliosamente complesso ed importante quanto il cervelloo sull'alto13 sviluppo delle facoltà mentali non può quasi certamente riuscire soddisfacente. Questo principio è stato invero provato cogli insetti imenotteri; ma quando vennero classificati in tal modo pei loro costumi od istintisi trovò che la disposizione era al tutto artificiale. Naturalmente le classificazioni possono venire fondate sopra un carattere qualunquecome sulla molesul coloreo sull'elemento di dimora; ma i naturalisti da lungo tempo hanno sentito un profondo convincimento che vi è un sistema naturale. Questo sistema deve esserecome ora generalmente si ammetteper quanto sia possibile disposto genealogicamentevale a direi condiscendenti della stessa forma debbono essere tenuti insieme in uno stesso scompartimentoseparati dai condiscendenti di ogni altra forma; ma se i progenitori erano parenticosì pure saranno i loro discendentie i due scompartimenti riuniti formeranno uno scompartimento più grande. Il complesso della differenza fra i vari scompartimentivale a dire il complesso della modificazione che ognuno ha sopportatosarà espresso da vocaboli come generifamiglieordini e classi. Siccome non abbiamo ricordi di linee di originequeste linee non possono essere scoperte se non che osservando i gradi di rassomiglianza che esistono fra gli esseri che stanno per venir classificati. Perciò sono di maggiore importanza i numerosi punti di rassomiglianza che non il complesso della similarità o dissimilarità di alcune poche parti. Se si trovasse che due linguaggi si rassomigliassero fra loro in un gran numero di vocaboli e in alcuni modi di costruzionesi riconoscerebbero universalmente come originati da una sorgente comunenonostante che differissero grandemente in alcuni pochi vocaboli o modi dì costruzione. Ma negli esseri organici i punti di rassomiglianza non consistono nello adattamento a somiglianti modi di vita: per esempiodue animali possono aver modificata tutta la loro forma pel vivere nell'acquae tuttavia non saranno per questo più vicini fra loro nel sistema naturale. Quindi possiamo vedere come vada che certe rassomiglianze di strutture poco importantidi organi rudimentali ed inutilie di parti non ancora pienamente sviluppate o funzionalmente attivesiano molto più utili per la classificazione; perchè non possono essere attribuite all'adattamento seguito in un tardo periodo; e così rivelano le antiche linee di origine o di vera affinità.
Possiamo inoltre vedere perchè un gran complesso di modificazioni in qualche carattere non debba indurci a separare largamente due dati organismi. Una parte che differisce già molto dalla stessa parte in altre forme affini ha giàsecondo la teoria della evoluzionemolto variato; per conseguenza (finchè l'organismo è rimasto esposto alle stesse condizioni di eccitamento) ha dovuto essere soggetto ad ulteriori variazioni della stessa sorta; e questequalora fossero benefichesi sarebbero conservatee così continuamente accresciute. In molti casi lo sviluppo continuo di una parteper esempiodel becco di un uccelloo dei denti di un mammiferonon sarebbe vantaggioso alle specie per guadagnarsi il ciboo per qualunque altro oggetto; ma nell'uomo non vediamo limite definitoper ciò che riguarda il vantaggioal continuo sviluppo del cervello e delle facoltà mentali. Perciò volendo fermare il posto dell'uomo nel sistema naturale o genealogicolo sviluppo estremo del suo cervellonon deve controbilanciare una moltitudine di rassomiglianze in altri punti meno importanti o non importanti affatto.
La maggior parte dei naturalisti che hanno preso in considerazione l'intera struttura dell'uomocomprese le sue qualità mentalihanno seguito Blumenbach e Cuviered hanno collocato l'uomo in un ordine separatocol nome di bimanie quindi in equipollenza cogli ordini dei quadrumanicarnivoriecc. Recentemente molti fra i nostri migliori naturalisti sono ritornati alla prima idea di Linneotanto mirabile per la sua sagaciaed hanno allogato l'uomo nello stesso ordine dei quadrumanicol titolo di primati. La giustezza di questa conclusione sarà ammessa sein primo luogoteniamo a mente le osservazioni fatte testè sulla poca importanza comparativamente per la classificazione del grande sviluppo del cervello dell'uomoed anche che le spiccatissime differenze fra i crani dell'uomo e dei quadrumani (su cui ultimamente hanno insistito RischoffAeby ed altri) derivano apparentemente da ciò che il loro cervello è differentemente sviluppato. In secondo luogodobbiamo tener a mente che quasi tutte le altre e più importanti differenze fra l'uomo e i quadrumani sono evidentemente per adattamentoe si riferiscono soprattutto alla stazione eretta dell'uomo; come sarebbe la struttura della sua manodel piede e della pelvil'incurvatura della spina dorsale e la posizione del capo. La famiglia delle foche offre un buon esempio della poca importanza di caratteri di adattamento per la classificazione. Questi animali differiscono da tutti gli altri carnivori nella forma del corpo e nella struttura delle membra molto più che non le scimmie più elevate differiscono dall'uomo; tuttavia in ogni sistemada quello di Cuvier al più recente del signor Flowerle foche sono collocate come una semplice famiglia dell'ordine dei carnivori. Se l'uomo non fosse stato il proprio classificatorenon avrebbe mai pensato a trovare un ordine separato per collocarvisi.
Oltrepasserei i limiti del mio lavoroe quelli del mio sapereanche solo menzionando gli innumerevoli punti di struttura nei quali l'uomo concorda cogli altri primati. Il nostro grande anatomico e filosofo prof. Huxley ha pienamente discusso questo argomentoed è venuto a concludere che l'uomo in tutte le parti della sua organizzazione differisce meno dalle scimmie più elevateche non queste dai membri inferiori dello stesso scompartimento. In conseguenza non è per nulla giustificabile il collocare l'uomo in un ordine distinto.
Sul principio di questo volume ho riferito vari fatti che dimostrano quanto intimamente l'uomo concordi nella costituzione coi mammiferi più elevati; e questo fattosenza dubbiodipende dalla nostra intima similarità nelle minute strutture e nella composizione chimica. Come esempio dava l'essere noi soggetti alle stesse malattieed alle aggressioni di parassiti affini; i nostri gusti in comune pei medesimi stimolantie gli effetti simili che questi e vari medicamenti produconoed altri fatti consimili.
Siccome piccoli e poco importanti punti di rassomiglianza fra l'uomo e le scimmie più elevate non sono comunemente notati nelle opere sistematichee siccome quando sono numerosi svelano chiaramente la nostra parentelaio specificherò alcuni di questi punti. La posizione relativa delle fattezze evidentemente è la stessa nell'uomo e nei quadrumani; e le varie emozioni sono manifestate con movimenti dei muscoli della pelle quasi similispecialmente sopra le sopracciglia e intorno alla bocca. Infattialcune poche espressioni sono quasi le stessecome il pianto di certe specie di scimmiee il rumore che fanno ridendo certe altredurante il quale gli angoli della bocca son tratti indietroe le palpebre inferiori s'increspano. L'orecchio esterno è curiosamente simile. Nell'uomo il naso è molto più prominente che non in molte scimmie; ma possiamo segnare il principio di una incurvatura aquilina nel naso dell'Ilobate Hoolock; e questo nel Semnopithecus nasica è portato a un punto ridicolo.
Le facce di molte scimmie sono adorne di barba e di baffi. In alcune specie di semnopiteci i peli del capo vengono assai lunghi; e nella scimmia dal berretto (Macacus radiatus) raggiano da un punto del vertice con una spartizione in mezzo come nell'uomo. Si dice comunemente che la fronte dà all'uomo il suo aspetto nobile ed intelligente; ma i fitti peli sul capo della scimmia dal berretto terminano repentinamente all'indietroe son seguiti da capelli corti e fini o lanuggineper cui a poca distanza la frontetranne le sopraccigliasembra al tutto nuda. È stato a torto asserito che le sopracciglia non si trovano in nessuna scimmia. Nelle specie testè nominate il grado di nudità nella fronte differisce nei vari individui; ed Eschricht asserisce che nei nostri bambini il limite fra il capillizio e la fronte non è talvolta bene definito; cosicchè qui sembriamo avere un leggero caso di regresso verso un progenitore nel quale la fronte non era ancora divenuta al tutto nuda.
Tutti sanno che i peli delle nostre braccia tendono a convergere dal di sopra e dal di sotto ad un punto medesimo al gomito. Questa curiosa disposizionecosì diversa da quella della maggior parte dei mammiferi sottostantiè comune al gorillaallo scimpanzèall'urangoad alcune specie di ilobatied anche ad alcune poche scimmie americane. Ma nell'Hylobates agilis i peli dell'antibraccio sono diretti all'ingiù o verso il pugno nel modo ordinario; nell'H. lar sono quasi diritticon qualche lieve inclinazione all'ingiù; cosicchè in quest'ultima specie la direzione del pelo segna una transizione. Non si può guari mettere in dubbio che in molti mammiferi la spessezza del pelo e la sua direzione sul dorso è bene acconcia a lasciar scorrere la pioggia; anche i peli trasversali delle zampe anteriori del cane possono servire a questo scopo quando si accovaccia per dormire. Il signor Wallace osserva che la convergenza dei peli verso il gomito nelle braccia dell'urango (di cui egli ha tanto minutamente studiato i costumi) serve a lasciar scorrere la pioggiaquandocome è il solito di questo animalele braccia sono ripiegatecolle mani abbracciate intorno a un ramo o sopra il suo capo. Tuttavia noi dobbiamo tenere a mente che l'attitudine di un animale può forse derivare in parte dalla direzione del pelo; e non la direzione del pelo dall'attitudine. Se la spiegazione sovraesposta è giusta nel caso dell'urangoi peli del nostro antibraccio presentano un curioso ricordo del nostro primiero stato; perchè nessuno suppone che ora siano di qualche utilità nel lasciar scorrere la pioggiae nella nostra attuale condizione eretta non sono per nulla diretti in modo da ottenere un tale effetto.
Tuttavia sarebbe ardimento soverchio dar troppa fede al principio dell'adattamento rispetto alla direzione dei peli nell'uomo o nei suoi primitivi progenitoriperchè è impossibile studiare i disegni dati da Eschricht della disposizione dei peli del feto umano (questa è uguale come nell'adulto) e non essere dell'opinione di questo eccellente osservatoreche altre e più complesse cause sono intervenute. I punti di convergenza sembrano essere in qualche relazione con quei punti nell'embrione che sono gli ultimi a riunirsi durante lo sviluppo. Sembra anche esistere una qualche relazione fra la disposizione dei peli sopra le estremità e il corso delle arterie midollari.
Non bisogna supporre che le rassomiglianze fra l'uomo e certe scimmie nei punti sopramenzionati e in molti altricome l'avere la fronte nudai capelli lunghi sul capoecc.siano tutte necessariamente l'effetto di una non interrotta eredità da un progenitore comune così caratterizzatoo di un susseguente regresso. È più probabile che molte di queste rassomiglianze siano dovute ad una analoga variazione che derivacome ho già cercato di dimostrareda organismi condiscendentiforniti di una simile costituzionee che hanno sopportato l'azione di consimili cause inducenti la variabilità. Per ciò che riguarda la direzione somigliante dei peli dell'antibraccio dell'uomoe di certe scimmiesiccome questo carattere è comune a quasi tutte le scimmie antropomorfepuò essere probabilmente attribuito all'eredità; ma non è certamente cosìperchè alcune scimmie americane molto distinte sono per tal modo caratterizzate. La stessa osservazione può essere applicata al fatto della mancanza di coda nell'uomo; perchè la coda manca in tutte le scimmie antropomorfe. Nondimeno questo carattere non può essere con certezza attribuito all'eredità perchè la codasebbene non assenteè rudimentale in parecchie altre specie dell'antico continente ed in alcune del nuovoed è pure al tutto mancante in parecchie specie che appartengono al gruppo affine dei lemuri.
Quantunque l'uomocome abbiamo testè vedutonon abbia nessun giusto diritto di formare un ordine separato per sèegli può forse reclamare un distinto sotto-ordine od una famiglia. Il prof. Huxley nella sua ultima opera divide i Primati in tre sotto-ordinicioè gli Antropidi col solo uomoi Scimmiadi contenenti le scimmie di tutte le sortaed i Lemuridi coi vari generi di lemuri. Per tutto ciò che ha rapporto colle differenze di certi punti importanti di struttural'uomo può senza dubbio a buon diritto reclamare un sotto ordine; e se consideriamo principalmente le sue facoltà mentaliquesto è troppo poco. Nondimenoda un punto di vista genealogicosembra che questo posto sia troppo altoe che l'uomo dovrebbe solo formare una famigliao possibilmente anche soltanto una sotto-famiglia. Se noi ci figuriamo tre linee genealogiche che procedano da una sorgente comunesi comprende benissimo che due di esse possono esseredopo il corso dei secolitanto poco mutate da rimanere ancora come specie dello stesso generementre la terza linea può essersi così grandemente modificata da meritare di essere collocata in una distinta sotto-famiglia od una famigliaod anche un ordine. Ma in questo caso è quasi certo che la terza linea conserveràmercè l'ereditàmoltissimi piccoli punti di rassomiglianza colle altre due linee. Qui allora si presenterebbe la difficoltàoggi insolubiledi sapere quanto peso dovremmo dare nelle nostre classificazioni alle differenze fortemente spiccate in alcuni punticioè alla somma delle modificazioni sopportate; e quanto all'intima rassomiglianza in numerosi punti poco importanticome indicanti le linee di provenienza o la genealogia. La prima alternativa è la più ovviae forse la più giustasebbene l'ultima sembri la più esattasiccome fornisce una classificazione veramente naturale.
Per formarci su ciò un giudizionoi dobbiamoper quello che riguarda l'uomodare un'occhiata alla classificazione dei Scimmiadi. Questa famiglia vien divisa da quasi tutti i naturalisti nello scompartimento delle Catarrineo scimmie del continente anticole quali tutte sono caratterizzate (come lo indica il loro nome) dalla particolare struttura delle loro narici e dall'avere quattro premolari in ogni mascella; e nello scompartimento delle Platirrineo scimmie del nuovo continente (che comprendono due distintissimi sotto-scompartimenti)le quali son tutte caratterizzate dalle narici differentemente costruttee per avere sei premolari ad ogni mascella. Ora l'uomo appartiene indubbiamentepel suo sistema dentaleper le sue naricie per alcuni altri riguardialla divisione delle Catarrine o scimmie del continente antico; nè egli rassomiglia alle Platirrine più strettamente di quel che loro rassomiglino le Catarrine in nessun caratteretranne in alcuni di poca o non molta importanza ed apparentemente di adattamento. Perciò sarebbe contro ogni probabilità supporre che qualche antica specie del nuovo continente abbia variatoed abbia così prodotto una creatura simile all'uomo con tutti i caratteri propri alla divisione dell'antico continenteperdendo nello stesso tempo tutti i suoi propri caratteri distintivi. Non vi può essere quindi dubbio che l'uomo è un germoglio dello stipite delle scimmie del continente antico: e che dal punto di vista genealogico deve essere collocato nella divisione delle Catarrine.
Le scimmie antropomorfecioè il gorillalo scimpanzèl'urango egli ilobativengono separati in un distinto sotto-gruppo dalle altre scimmie del continente antico dalla maggior parte dei naturalisti. So che Gratioletappoggiandosi alla struttura del cervellonon ammette l'esistenza di questo sotto-gruppoe senza dubbio è una interruzione; così l'urangocome osserva il sig. St. G. Mivartè una delle forme più particolari ed aberranti che s'incontrino nell'ordine. Il resto delle scimmie non antropomorfe del continente antico viene nuovamente diviso da alcuni naturalisti in due o tre minori sotto-gruppi; il genere Semnopithecus col suo stomaco particolare a sacchetti è il tipo di un cosiffatto sotto-gruppo. Ma dalle notevoli scoperte del signor Gaudry nell'Attica sembra che durante il periodo miocenico esistesse colà una forma che riuniva i semnopiteci e i macachi: e questo dimostra probabilmente il modo in cui gli altri gruppi più elevati erano una volta mescolati insieme.
Se si ammette che le scimmie antropomorfe formano un sotto-gruppo naturaleallora l'uomo va d'accordo con esse non solo in tutti quei caratteri che egli possiede in comune con tutto lo scompartimento Catarrinoma in altri caratteri particolaricome la mancanza di coda e di callosità e nell'aspetto generalee noi possiamo da ciò dedurre che qualche antico membro del sotto-gruppo antropomorfo abbia dato nascimento all'uomo. Non è probabile che un membro di uno degli altri sotto-gruppi inferioriper la legge di analoghe variazioniabbia dato origine ad una creatura simile all'uomorassomigliante per tanti riguardi alle scimmie antropomorfe più elevate. Non v'ha dubbio che l'uomoin confronto della maggior parte dei suoi affiniha sopportato un complesso straordinario di modificazioniprincipalmente in conseguenza del grande sviluppo del suo cervello e della stazione eretta; nondimeno dobbiamo porci in mente che egli "non è che una delle varie forme eccezionali dei Primati".
Ogni naturalista che crede nel principio della evoluzione riconoscerà che le due principali divisioni dei Scimmiadicioè le scimmie Catarrine e le Platirrine coi loro sotto-gruppisono venute tutte da un qualche antichissimo progenitore. I discendenti primieri di questo progenitoreprima di essersi allontanati gli uni dagli altri per una qualche notevole estensionehanno dovuto formare ancora un solo gruppo naturale; ma alcune delle specie o generi incipienti hanno dovuto aver già cominciato ad indicare coi loro caratteri divergenti i futuri segni distintivi delle divisioni Catarrina e Platirrina. Quindi i membri di questo supposto antico gruppo non devono essere stati tanto uniformi nel loro sistema dentale o nella struttura delle loro narici come lo sono da una parte le scimmie Catarrine esistenti e da un'altra parte le Platirrine; ma hanno dovuto rassomigliare per questo riguardo agli affini Lemuridi che differiscono grandemente fra loro nella forma del loro musoe in un grado straordinario nel sistema dentale.
Le scimmie Catarrine e Platirrine s'accordano in un gran numero di carattericome è dimostrato dal loro appartenere indubitatamente ad un solo e medesimo ordine. È difficile che i numerosi caratteri che posseggono in comune siano stati acquistati indipendentemente da tante specie distinte; cosicchè questi caratteri debbono essere stati ereditati. Se un naturalista avesse veduto una forma antica fornita dei numerosi caratteri comuni alle scimmie Catarrine ed alle Platirrine ed altre in condizione intermediaed alcune poche forse distinte da quelle che s'incontrano oggi nei due gruppiegli le avrebbe senza dubbio collocate tra le scimmie. E siccome l'uomodal punto di vista genealogicoappartiene allo scompartimento dello stipite Catarrino o del continente anticodobbiamo concludereper quanto questa conclusione possa offendere il nostro orgoglioche i nostri primieri progenitori sarebbero stati così appunto classificati. Ma non dobbiamo cadere nell'errore di credere che il primiero progenitore di tutto lo stipite delle scimmiecompreso l'uomofosse identicoo anche rassomigliasse moltoa qualunque scimmia che esista oggi.

Del luogo di nascimento e dell'antichità dell'uomo. - Naturalmente siamo condotti a investigare quale fosse il luogo di nascimento dell'uomo in quel periodo genealogico in cui i nostri progenitori hanno deviato dallo stipite Catarrino. Il fatto che essi appartenevano a questo stipite dimostra chiaramente che abitavano l'antico continente; ma non l'Australia nè nessuna isola oceanicasiccome possiamo dedurre dalle leggi della distribuzione geografica. In ogni grande regione del mondo i mammiferi esistenti sono intimamente affini alle specie estinte della stessa regione. È quindi probabile che l'Africa fosse abitata primieramente da scimmie estinte strettamente affini al gorilla ed allo scimpanzè; e siccome queste due specie sono ora i più prossimi affini dell'uomoè in certo modo più probabile che i nostri primi progenitori vivessero nel continente africano che non altrove. Ma è inutile speculare intorno a ciòperchè una scimmia grossa quasi quanto un uomocioè il Dryopithecus di Lartetche era strettamente affine agli Ilobati antropomorfiesisteva in Europa durante il periodo miocenico superiore; e da quel remotissimo periodo la terra è stata certamente soggetta a molti grandi rivolgimentie vi è stato un lungo spazio dì tempo per compiere amplissimamente le migrazioni.
In qualunque periodo e in qualunque luogoquando e dove ciò possa essere seguìtoè probabile che l'uomoallorchè cominciò a perdere la sua veste di peliabitasse un paese caldo; e ciò doveva essere stato favorevole ad un regime frugivorodel qualegiudicando dall'analogiaegli deve aver vissuto. Siamo ben lungi dal conoscere quanto tempo sia trascorso dacchè l'uomo cominciò a divergere dallo scompartimento delle scimmie Catarrine; ma questo può essere seguito in un'epoca tanto remota quanto il periodo eocenicoperchè le scimmie più elevate si sono staccate dalle scimmie più basse fino dal periodo miocenico superiorecome è dimostrato dall'esistenza del Dryopithecus. Non sappiamo neppure affatto con quanta rapidità gli organismi alti o elevati nella scala possanoin circostanze favorevolivenire modificati: tuttavia sappiamo che alcuni conservano la stessa forma durante un enorme tratto di tempo. Da quello che vediamo seguire nell'addomesticamento impariamo che nello stesso periodo alcuni dei condiscendenti delle stesse specie possono non essere per nulla mutatialtri alquantoaltri molto più. Così può essere seguìto anche per l'uomoche è andato soggetto a grandissime modificazioni in certi caratteri in confronto delle scimmie più elevate.
La grande spezzatura o lacuna nella catena organica fra l'uomo e i suoi più prossimi affinila quale non può essere riempita da nessuna specie vivente od estintaè stata spesso invocata come una grave obiezione alla credenza che l'uomo sia disceso da qualche forma inferiore; ma questa obiezione non sembra di molto peso a coloro i qualiconvinti da ragioni generalicredono nel principio generale della evoluzione. Si osservano ad ogni passo lacune in tutte le parti delle seriealcune ampienette e precisealtre in vario grado minori; come tra l'urango e i suoi più prossimi affinitra il tarsio e gli altri lemuridifra l'elefantee in modo molto più spiccato fra l'ornitorinco e l'echidnae gli altri mammiferi. Ma tutte queste lacune dipendono puramente dal numero di forme affini che si sono estinte. Fra qualche tempo avvenirenon molto lontano se misurando per secoliè quasi certo che le razze umane incivilite stermineranno e si sostituiranno in tutto il mondo alle razze selvagge. Nello stesso tempo le scimmie antropomorfecome ha notato il prof. Schaaffhausensaranno senza dubbio sterminate. Allora la lacuna sarà ancora più largaperchè starà tra l'uomo in uno stato ancor più civilesperiamoche non il caucusicoe qualche scimmia inferiorecome il babbuinoinvece di quella che esiste ora fra un nero od un australiano ed il gorilla.
Per ciò che riguarda la mancanza di avanzi fossili che possano servire a riunire l'uomo ai suoi progenitori simili alle scimmienessuno darà grande peso a questo fatto dopo aver letto la discussione di sir C. Lyellnella quale egli dimostra che in tutte le classi dei vertebrati la scoperta di avanzi fossili è stato un processo sommamente lento e fortuito. E non bisogna neppure dimenticare che quelle regioni le quali più probabilmente possono somministrare avanzi che riuniscano l'uomo a qualche estinta creatura simile alla scimmia non sono state esplorate dai geologi.

Stadi più bassi della genealogia dell'uomo. - Abbiamo veduto che l'uomo sembra aver deviato dalla divisione delle scimmie catarrine dell'antico continente. Cercheremo ora di tener dietro alle più remote tracce della sua genealogiaaffidandoci in primo luogo alle mutue affinità fra le varie classi e gli ordinied aiutandoci alquanto mercè i periodiper quanto sono stati riconosciuti veridella loro successiva comparsa sulla terra. I lemuridi stanno sotto e vicino ai simiadie costituiscono la ben distinta famiglia dei primatio secondo Häckel un ordine distinto. Questo gruppo è diversificato ed interrotto in sommo gradoe comprende molte forme aberranti. Perciò è probabile che abbia sofferto molte estinzioni. La maggior parte dei rimanenti sopravvivono nelle isolecioè nel Madagascar e nelle isole dell'arcipelago Maleseove non sono stati esposti a quelle aspre lotte che avrebbero incontrato nei continenti meglio popolati. Questo scompartimento presenta pure molte graduazioniche conduconocome osserva Huxleyinsensibilmente dalla corona e dal vertice della creazione animale a creature dalle quali vi è solo un passo, siccome appare, al più basso, e più piccolo e meno intelligente dei mammiferi placentati. È probabilesecondo queste varie considerazioniche i simiadi fossero in origine sviluppati dai progenitori dei presenti lemuridie questi alla loro volta da forme collocate molto più in basso nella serie dei mammiferi.
I marsupiali sono per molti caratteri importanti inferiori ai mammiferi placentati. Essi sono apparsi in un periodo geologico anterioree in principio la loro cerchia era molto più estesa che non ora. Quindi si suppone generalmente che i placentali siano derivati dagli aplacentali o marsupiali; tuttavia non da forme somigliantissime ai marsupiali che esistono oggima dai loro primieri progenitori. I monotremi sono evidentemente affini ai marsupiali; e formano. una terza e ancor più bassa divisione della grande serie dei mammiferi. Sono oggi rappresentati soltanto dall'ornitorinco e dall'echidna; e queste due forme possono essere giustamente considerate come gli avanzi di un gruppo molto più grande che si è conservato in Australia per qualche concorso di circostanze favorevoli. I monotremi sono interessantissimiperchè in molti punti importanti di struttura conducono alla classe dei rettili.
Tentando di segnare la genealogia dei mammiferie quindi dell'uomoscendendo sempre in giù nella serieci troviamo circondati da una oscurità ognora più grande. Chi desideri vedere ciò che possono compiere il sapere e l'ingegnoconsulti le opere del prof. Häckel. Io mi limiterò a poche osservazioni generali. Ogni evoluzionista ammetterà che le cinque grandi classi di vertebraticioèmammiferiuccellirettilianfibi e pescidiscendono tutte da un qualche prototipo; perchè hanno molte cose in comunespecialmente durante il loro stato embrionale. Siccome la classe dei pesci ha una organizzazione molto più bassa ed è comparsa prima delle altrepossiamo concludere che tutti i membri del regno dei vertebrati sono derivati da qualche animale simile al pescemeno altamente organizzato che non qualunque altro che sia ancora stato trovato nelle più basse formazioni finora conosciute. La credenza che animali così distinti come una scimmia od un elefante ed un uccello moscaun serpenteuna ranaun pesceecc.possano tutti essere venuti dagli stessi genitori sembrerà mostruosa a coloro che non hanno tenuto dietro ai recenti progressi della storia naturale. Perchè questa credenza trae con sè la esistenza preliminare di anelli che strettamente colleghino tutte queste formeora tanto straordinariamente dissomiglianti.
Nondimeno è certo che hanno esistitood esistono ancorascompartimenti di animali che servono a congiungere più o meno intimamente le diverse grandi classi dei vertebrati. Abbiamo veduto che l'ornitorinco scende gradatamente verso i rettili; e il prof. Huxley ha fatto la notevole scopertaconfermata dal sig. Cope ed altriche gli antichi dinosauri stanno in mezzo per molti importanti rispetti fra certi rettili e certi uccellie questi ultimi spettanti alle tribù degli struzzi (la quale essa stessa è evidentemente un avanzo largamente diffuso di un gruppo più grande) e dell'archeopterigequello strano uccello secondario che ha una lunga roda come quella della lucertola. Parimentesecondo il prof. Owengli ittiosaurigrandi lucertole marine fornite di natatoiepresentano molte affinità coi pescio piuttostosecondo Huxleycogli anfibi. Quest'ultima classe (che comprende nella sua più elevata divisione le rane e i rospi) evidentemente è affine ai pesci ganoidi. Questi ultimi pesci brulicavano durante i primi periodi geologicied erano fatti secondo quello che si suol chiamare un tipo elevato e generalecioè presentavano affinità diversificate con altri gruppi di organismi. Gli anfibi ed i pesci sono pure tanto intimamente collegati dai lepidosireniche i naturalisti hanno lungamente discusso in quale delle due classi dovessero questi essere collocati. I lepidosireni ed alcuni pochi pesci ganoidi sono sfuggiti ad una compiuta distruzione abitando i nostri fiumiche sono porte di rifugioe che hanno la stessa relazione colle vaste acque dell'oceano come le isole coi continenti. Infineun solo membro della immensa e varia classe dei pescicioè l'Amphioxus lanceolatusè tanto differente da tutti gli altri pesciche Häckel afferma che deve formare una classe distinta nel regno dei vertebrati. Questo pesce è notevole per i suoi caratteri negativi; appena si può dire che abbia un cervellouna colonna vertebraleo un cuoreecc.; per cui era stato messo dagli antichi naturalisti fra i vermi. Moltianni or sono il prof. Goodsir si accorse che questo animale presenta qualche affinità colle ascidieche sono esseri marini invertebratiermafroditiattaccati permanentemente ad un sostegno. Non sembrano quasi animalie son fatti di un sacco semplicespesso e compattocon due piccoli orifizi sporgenti. Appartengono ai molluscoidi di Huxleyuna divisione inferiore del grande regno dei molluschi; ma recentemente sono stati messi da alcuni naturalisti fra i vermi. Le loro larve rassomigliano in certo modo nella forma ai girini delle ranee possono andar guizzando tutto intorno. Alcune osservazioni fatte ultimamente dal signor Kowalevskidi poi confermate dal prof. Kuppferformeranno una scoperta di sommo interessequalora vengano ancora estesecome ho sentito dire essere stato testè compiuto dal signor Kowalevski in Napoli. La scoperta è che le larve delle ascidie sono in rapporto coi vertebratipel loro modo di sviluppoper la relativa posizione del sistema nervosoe per avere una struttura che rassomiglia grandemente alla chorda dorsalis degli animali vertebrati. Da ciò apparese possiamo dar retta alla embriologiache si è sempre dimostrata essere la guida più sicura per la classificazioneche abbiamo finalmente un barlume della sorgente d'onde sono derivati i vertebrati. Sarebbe così giustificata la nostra credenza che in un periodo sommamente remoto esistesse un gruppo di animaliper molti riguardi rassomiglianti alle larve delle nostre presenti ascidiei quali abbiano divaricato in due grandi ramil'uno il quale retrocedendo nel suo sviluppo ha prodotto la classe presente delle ascidiel'altro che elevandosi all'apice del regno animale ha dato origine ai vertebrati.
Abbiamo finora cercato di abbozzare la genealogia dei vertebrati aiutandoci colle loro mutue affinità. Osserveremo ora l'uomo quale esiste; e potremocredoricostruire parzialmente durante i successivi periodima non nell'ordine di tempo dovutola struttura dei nostri primitivi progenitori. Questo può compiersi mercè i rudimenti che l'uomo conserva ancora; i caratteri che incidentalmente ricompaiono in lui per un regressoe mercè i principii della morfologia e della embriologia. I vari fatti ai quali mi riferirò qui sono stati dati nei precedenti capitoli. I primi progenitori dell'uomo erano senza dubbio coperti di peloi due sessi avevano la barba; le loro orecchie erano aguzze e mobilie il corpo era fornito da coda avente muscoli propri. Le membra e il corpo loro erano mossi da molti muscoli che ora ricompaiono per incidentema che sono normalmente presenti nei quadrumani. La grande arteria ed il nervo dell'omero scorrevano in un foro sopra-condiloideo. In quel periodo o in un altro ancora più antico l'intestino dava origine a un intestino cieco molto più grande di quello che esiste orail piedegiudicando dalla condizione del dito grosso nel fetoera allora prensile; ed i nostri progenitori erano senza dubbio di costumi erboreied abitavano qualche terra calda e coperta di foreste. I maschi erano forniti di grossi denti caniniche facevano ufficio di armi formidabili. In un periodo molto più antico l'utero era doppio; gli escrementi si versavano in una cloaca; e l'occhio era protetto da una terza palpebra o membrana nittitante. In un periodo ancor più remoto i progenitori dell'uomo dovevano avere costumi acquatici; perchè la morfologia ci dimostra chiaramente che i nostri polmoni sono fatti di una vescica natatoria modificatache serviva un tempo come organo idrostatico. Le fessure nel collo in embrione umano dimostrano ove stavano le branchie. Verso questo periodo i veri reni erano sostituiti dai corpi di Wolf. Il cuore non era altro che un semplice vaso pulsante; e la corda dorsale teneva il posto della colonna vertebrale. Questi antichissimi predecessori dell'uomoveduti così negli oscuri recessi del tempodebbono aver avuto una organizzazione bassa quanto l'Amphioxus lanceolatusod anche più bassa.
Vi è un altro punto che merita di essere menzionato. È molto tempo che si sa che nel regno vertebrato un sesso porta rudimenti di varie parti accessorie appartenenti al sistema della riproduzioneche propriamente appartengono all'altro sesso; ed è stato ora riconosciuto con certezza che in un periodo embriogenico molto primitivo i due sessi hanno vere ghiandole maschili e femminili. Quindi pare che qualche remotissimo progenitore di tutto il regno vertebrato sia stato ermafrodito od androgino. Ma qui incontriamo una singolare difficoltà. Nella classe dei mammiferi i maschi posseggono nelle loro vescicole prostatiche rudimenti di un utero col condotto adiacente; portano anche rudimenti di mammelleed alcuni maschi dei marsupiali hanno rudimenti di un sacco marsupiale. Si possono citare altri fatti analoghi. Dobbiamo noi dunque supporre che qualche antichissimo mammifero possedesse ancora organi propri ai due sessivale a dire continuasse ad essere androgino dopo di avere acquistato le principali distinzioni della propria classee quindi dopo di aver deviato dalle classi inferiori del regno vertebrato? Ciò sembra improbabilissimoperchè se ciò fosse seguìto avremmo dovuto aspettarci di vedere alcuni pochi membri delle due classicioè i pesci e gli anfibirimanere androgini. Al contrario dobbiamo credere che quando le cinque classi dei vertebrati hanno deviato dal loro comune progenitorei sessi erano già divenuti separati. Tuttaviaper spiegarci il fatto che i maschi dei mammiferi posseggono rudimenti di organi accessori femminili non abbiamo bisogno di supporre che i loro primieri progenitori fossero ancora androgini dopo aver assunto i principali caratteri di mammiferi. È possibilissimo che mentre un sesso andava man mano acquistando gli organi accessori suoi proprialcuni stadi successivi o alcune modificazioni fossero trasmesse al sesso opposto. Quando parleremo della scelta sessuale incontreremo un numero infinito di casi di questa sorta di trasmissionecome nel caso degli spronidelle piumee dei colori brillanti acquistati dagli uccelli maschi per battersi o per adornarsie trasmessi alle femmine in condizione imperfetta o rudimentale.
Il possedere i maschi dei mammiferi mammelle funzionalmente imperfette è un fattoper alcuni riguardisommamente curioso. I monotremi hanno ghiandole proprie per la secrezione del latte coi loro orifizima non capezzoli; e siccome questi animali stanno alla vera base della serie dei mammiferiè probabile che i progenitori della classe possedessero similmente le ghiandole per la secrezione del lattema non capezzoli. Questa conclusione è sostenuta da quello che si conosce intorno al modo del loro sviluppoperchè il prof. Turner mi informasecondo l'autorità di Kölliker e di Langerche nell'embrione le ghiandole delle mammelle possono essere distintamente segnate prima che i capezzoli siano ancora per nulla visibili; e bisogna tenere a mente che lo sviluppo delle successive parti nell'individuo generalmente sembra rappresentare ed accordarsi collo sviluppo dei successivi esseri nella stessa linea di discendenza. I marsupiali differiscono dai monotremi perchè hanno capezzoli; cosicchè questi organi furono probabilmente acquistati dapprima dai marsupiali dopo che ebbero deviato e si furono innalzati sopra i monotremie sono stati poi trasmessi ai mammiferi placentali. Nessuno supporrà che dopo che i marsupiali ebbero acquistato a un dipresso la loro presente strutturae quindi in un periodo piuttosto ulteriore di sviluppo della serie dei mammiferitaluno dei suoi membri rimanesse ancora androgino. Sembriamo dunque indotti a tornare alla unione sovraespostae concludere che i capezzoli si svilupparono dapprima nelle femmine di qualche forma primitiva di marsupialee vennero poiin grazia della legge comune di ereditàtrasmessi in una condizione funzionalmente imperfetta ai maschi.
Nondimeno mi è passato certe volte per la mente il sospetto che molto tempo dopo che i progenitori della classe dei mammiferi ebbero perduto il loro stato androginoi due sessi abbiano prodotto latte e nudrito così i loro piccoli; e nel caso dei marsupialiche i due sessi possano aver portato i loro piccoli entro la borsa ventrale. Ciò non sembrerà al tutto incredibile se riflettiamo che i maschi dei pesci aghi (Syngnatus) ricevono le uova delle femmine nelle loro borsette addominalile fanno schiuderee poicome credono alcuninutrono i loro piccoli; che certi altri pesci maschi fanno schiudere le uova entro la loro bocca o nelle cavità bronchiali; che certi rospi maschi prendono dalle femmine i rosari di uova e se li avvolgono alle loro coscetenendoli colà finchè i girini siano nati; che certi uccelli maschi si assumono tutte le cure dell'incubazionee che i piccioni maschitanto come le femminedanno da mangiare ai loro nidacei con una secrezione delle loro ingluvie. Ma il sospetto di cui ho parlato mi venne in mente dapprima da ciò che le ghiandole delle mammelle sono nei mammiferi maschi molto più perfettamente sviluppate che non i rudimenti di quelle altre parti accessorie riproduttive che si trovano in un sesso sebbene siano proprie dell'altro. Le ghiandole e i capezzoli delle mammellecome sono nei maschi dei mammiferinon possono guari esser chiamati rudimentali; sono soltanto non pienamente sviluppati e non funzionalmente attivi. Si alterano simpaticamente per l'azione di certe malattiecome gli stessi organi nelle femmine. Alla nascita secernono sovente gocce di latte; e si sa che per incidente nell'uomo e in altri mammiferi si sono bene sviluppati ed hanno somministrato buona copia di latte. Ora se supponiamo che durante un primitivo e lungo periodo i maschi dei mammiferi aiutassero le femmine nell'allevare la loro prolee che in seguito per qualche causacome per essere scemata la produzione dei piccolii maschi abbiano cessato di prestar questo aiutoil difetto di esercizio degli organi durante la maturità doveva farli divenire inattivi; e da due ben noti principii di eredità questo stato d'inerzia doveva probabilmente venire trasmesso ai maschi nella corrispondente età matura. Ma in tutte le prime età questi organi dovevano rimanere non alteraticosicchè dovevano parimente essere bene sviluppati nei giovani dei due sessi.

Conclusione. - La migliore definizione dell'avanzamento o progresso nella scala organica che sia mai stata è quella di Von Baere questa riposa sopra la somma del differenziarsi e dello specializzarsi delle varie parti dello stesso esserequando è giuntocredo bene di aggiungereall'età adulta. Orasiccome gli organismi sono andati lentamente adattandosi mercè la scelta naturale alle varie sorta di vitale loro parti saranno divenutepel vantaggio ottenuto dalla divisione del lavoro fisiologicosempre più diverse e speciali per le varie funzioni. La stessa parte sembra sovente essere stata dapprima modificata per uno scopoe poi dopo molto tempo per qualche altro scopo al tutto distinto; e così tutte le parti sono andate facendosi sempre più complesse. Ma ogni organismo deve ancora aver conservato il tipo generale di struttura del progenitore dal quale è derivato in origine. Secondo questo modo di vederesembrase ci atteniamo all'evidenza genealogicache l'organizzazione sia in complesso andata progredendo nel mondo con lenti ed interrotti passi. Nel grande regno dei vertebrati si è spinta all'apice nell'uomo. Non bisogna supporre tuttavia che gli scompartimenti degli esseri organici siano sempre soppiantati da altri e scompaiano appena hanno dato origine ad altri gruppi più perfetti. Questi ultimisebbene vincitori dei loro predecessoripossono non esser divenuti meglio acconci per tutti i luoghi nell'economia della natura. Sembra che alcune antiche forme abbiano sopravvissuto per aver abitato certi luoghi riparatiove non sono state esposte a lotte troppo serie; e queste sovente ci sono di aiuto per ricostruire le nostre genealogiedandoci un'idea ben chiara di antiche e perdute popolazioni. Ma non dobbiamo cadere nell'errore di considerare i membri esistenti in ogni gruppo di bassa organizzazione come perfetti rappresentanti dei loro antichi predecessori.
I più antichi progenitori nel regno dei vertebratidai quali possiamo ottenere un lieve barlumeapparentemente consistevano di un gruppo di animali marinirassomiglianti alle larve delle attuali Ascidie. Probabilmente questi animali hanno dato origine a un gruppo di pesci di bassa organizzazionecome l'Amphioxus lanceolatus; e da questi debbono essersi sviluppati i Ganoidi e gli altri pesci simili ai Lepidosireni. Da questi pesci un piccolo passo ci conduce agli anfibi. Abbiamo veduto che gli uccelli ed i rettili furono un tempo strettamente affini; e i Monotremi ora riuniscono in lieve grado i mammiferi ai rettili. Ma oggi nessuno può dire per quale linea di provenienza le tre classi più elevate e più affinicioè i mammiferigli uccelli ed i rettilisiano derivati da una delle due classi dei vertebrati più bassecioè dagli anfibi e dai pesci. Nella classe dei mammiferi non sono difficili da comprendere gli stadi che conducono dagli antichi Monotremi agli antichi Marsupiali; e da questi ai primi progenitori dei mammiferi placentali. Possiamo risalire in tal modo fino ai Lemuridi; e fra questi e i Simiadi l'intervallo non è grande. I Simiadi allora si sono divisi in due grandi ramile scimmie del nuovo e quelle dell'antico continente; e da queste ultimein un antichissimo periodoè derivato l'uomomeraviglia e gloria dell'universo.
Così abbiamo dato all'uomo una genealogia di prodigiosa lunghezzama non si può dire di grande nobiltà. Il mondocome è stato sovente osservatosembra essere andato preparandosi da lungo tempo alla venuta dell'uomo; e ciò in un senso è strettamente veroperchè deve la sua origine a una lunga fila di progenitori. Se un solo anello di questa catena non avesse mai esistitol'uomo non sarebbe stato esattamente quello che è ora. A meno di voler proprio chiudere gli occhinoi possiamomercè le nostre attuali cognizioniriconoscere approssimativamente il nostro parentado; e non dobbiamo arrossirne. Il più umile organismo è qualche cosa di molto più elevato che non la polvere inorganica che ci sta sotto i piedi; e nessuno fornito di mente imparziale può studiare una qualche creatura vivente per quanto umile essa siasenza rimanere preso da entusiasmo per la sua meravigliosa struttura e le sue proprietà.


CAPITOLO VII.

DELLE RAZZE UMANE.

Natura e valore dei caratteri specifici - Applicazione alle razze umane - Argomenti in favore e contrari per considerare le così dette razze umane come specie distinte - Sottospecie - Monogenisti e poligenisti - Convergenza di carattere - Numerosi punti di rassomiglianza nel corpo e nella mente fra le razze umane più distinte - Stato dell'uomo quando cominciò ad estendersi sulla terra - Ogni razza non discende da una sola coppia - Estinzione di razze - Formazione di razze - Effetti dell'incrociamento - Scarsa influenza dell'azione diretta delle condizioni della vita - Scarsa e nessuna influenza della scelta naturale - Scelta sessuale.

Non è mia intenzione descrivere qui le varie razze umane; ma bensì ricercare quale sia il valore delle differenze che passano fra loro dal punto di vista della loro classificazionee come abbiano avuto origine. I naturalistiper affermare se due o molte forme affini debbano essere considerate come specie o varietàsi regolano praticamente secondo le seguenti considerazioni: cioèla somma delle differenze fra loroe se queste si riferiscano a pochi o molti punti di struttura; e se abbiano importanza fisiologica; ma più specialmente se siano costanti. La costanza del carattere è ciò che agli occhi del naturalista ha maggior valore e si ricerca maggiormente. Ogniqualvolta si possa dimostrareo sia reso probabileche le forme in questione siano rimaste per un lungo periodo distintequesto diviene un argomento di molto peso per poterle considerare come specie. Anche un lieve grado di sterilità fra due forme quando si vennero dapprima incrociandoo nella loro proleviene generalmente considerato come una testimonianza decisiva della loro speciale distinzione; e la loro continuata persistenza nel non mescolarsi nella stessa area viene per solito accettata come una sufficiente evidenzasia di un certo grado di mutua sterilitàonel caso di animalicome una certa ripugnanza ad un mutuo accoppiamento.
Indipendentemente dal mescolarsi per via dell'incrociamentol'assoluta mancanzain una regione bene esploratadi varietà che colleghino assieme due date forme molto affiniè probabilmente il più importante criterio della loro specifica distinzione; e questa è una considerazione in certo modo differente dalla semplice costanza di carattereperchè due forme possono essere variabilissime e tuttavia non presentare varietà intermedie. Spesso la distribuzione geografica vien portata inconsapevolmente e talora consapevolmente in causa; cosicchè certe forme che vivono in due aree lontanissime fra loronelle quali la maggior parte degli altri abitanti sono specificamente distintisono esse stesse usualmente considerate come distinte; mainveroquesto non aiuta a distinguere le razze geografiche dalle cosidette buone o vere specie.
Ora applichiamo questi principi generalmente ammessi alle razze umanee consideriamole collo stesso spirito come un naturalista considera qualunque altro animale. Rispetto alla somma delle differenze fra le razzedobbiamo fare qualche concessione ai nostri delicati mezzi di distinzione acquistati col lungo abito di osservar noi stessi. Nell'Indiacome osserva Elphinstonesebbene un europeo giunto di fresco non possa dapprima distinguere le varie razze indigenepure esse gli appaiono a bella prima sommamente dissimili; e l'Indù non può scorgere subito nessuna differenza fra le varie nazioni europee. Anche le razze umane più distinteeccettuate certe tribù neresono molto più rassomiglianti fra loro nella forma di quello che si crederebbe a tutta prima. Ciò è bene dimostrato dalle fotografie francesi nella Collection Anthropologique du Musèum degli uomini appartenenti a varie razzeil maggior numero dei qualicome hanno osservato molte persone a cui le ho mostratepotrebbero essere creduti europei. Nondimenose quegli uomini fossero veduti viviapparirebbero senza alcun dubbio distintissimicosicchè noi evidentemente ci lasciamo molto guidare nel nostro giudizio dal semplice colore della pelle e dei capellida piccole differenze nelle fattezze e dall'espressione.
Tuttavia non v'ha dubbio che le varie razzequando siano accuratamente comparate e misuratedifferiscono molto fra loro - nella tessitura dei loro capellinelle relative proporzioni di tutte le parti del corponella capacità dei polmoninella forma e nella capacità del cranioed anche nelle circonvoluzioni del cervello. Ma sarebbe un còmpito sterminato quello di specificare i numerosi punti di differenza nella struttura. Le razze differiscono pure nella costituzionenella facoltà di acclimarsi e nella facilità a contrarre certe malattie. Anche i caratteri speciali della mente sono molto distinti; principalmentecome sembrerebbenelle loro facoltà di emozionema in parte nelle loro facoltà intellettuali. Chiunque abbia avuto l'opportunità di far comparazionideve essere rimasto colpitodal contrasto che passa fra l'indigeno del sud America taciturno e anche stizzosocol negro giocondo e ciarliero. Lo stesso contrasto s'incontra fra i Malesi e i Papuaniche vivono nelle stesse condizioni fisichee non sono separati gli uni dagli altri se non da uno stretto tratto di mare.
Cominceremo a considerare gli argomenti che possono essere prodotti in favore della classificazione delle razze umane come specie distintee poi quelli opposti. Se un naturalista che non avesse mai veduto prima cosiffatte creature avesse da comparare un Neroun Ottentotoun Australiano o un Mongolovedrebbe subito che differiscono in moltissimi caratterialcuni di pocaaltri di molta importanza. Colla investigazione troverebbe che furono adattati per vivere in climi al tutto differentie che essi differiscono in certo modo nella struttura corporea e nelle disposizioni mentali. Se allora gli venisse detto che centinaia di cosiffatti esemplari potrebbero essere portati dagli stessi paesiegli certo dichiarerebbe che essi sono vere specie come qualunque altra cui è solito assegnare nomi specifici. Questa conclusione acquisterebbe una forza molto più grande quando fosse certo che quelle forme hanno tutte conservato lo stesso carattere per lo spazio di molti secoli; e che altri neriapparentemente identici ai neri attualihanno vissuto almeno 4000 anni or sono. Egli sentirebbe pure da un eccellente osservatoreil dottor Lundche i crani umani trovati nelle caverne del Brasilesepolti con molti mammiferi estintiappartenevano allo stesso tipo che ora prevale in tutto il Continente americano.
Il nostro naturalista allora si volgerebbe forse alla distribuzione geograficae probabilmente dichiarerebbe che le forme le quali differiscono non solo nell'apparenzama che sono acconce pei paesi caldissimi ed umidissimi o asciuttissimicome pure per le regioni artichedebbono essere specie distinte. Egli potrebbe appoggiarsi al fatto che nessuna specie del gruppo affine all'uomocioè dei quadrumanipuò resistere ad una bassa temperatura e a nessun notevole mutamento di clima; e che quelle specie che vengono più prossime all'uomo non sono mai state allevate fino ad essere adulteanche nel clima temperato di Europa. Egli sarebbe profondamente colpito dal fattonotato dapprima da Agassizche le differenti razze umane sono distribuite nel mondo nelle stesse provincie zoologichecome quelle che sono abitate da specie e generi di mammiferi certamente distinti. È evidente che questo è il caso per le razze umaneAustralianeMongole e Nere; in un modo meno evidente per gli Ottentotima chiaramente pei Papuani ed i Malesiche sono separaticome ha dimostrato il sig. Wallaceda quasi la stessa linea che divide le grandi provincie zoologiche malesi ed australiane. Gli indigeni di America si distribuiscono in tutto il Continente; e ciò a prima vista sembra contrario alla regola sopra dettaperchè la maggior parte delle produzioni della metà settentrionale differiscono grandemente; tuttavia alcune poche forme viventicome l'Opossumsi distribuiscono dall'una all'altraciò che seguiva anticamente di alcuni giganteschi Sdentati. Gli Esquimalicome gli altri animali articisi estendono intorno a tutte le regioni polari. Giova notare che le forme di mammiferi che abitano parecchie provincie zoologiche non differiscono fra loro nello stesso grado; cosicchè si può appena considerare come una anomalia il fatto che il Nero differisca piùe l'Americano molto menodalle altre razze umaneche non i mammiferi degli stessi Continenti da quelli delle altre provincie. Si può tuttavia soggiungere che l'uomo non sembra avere in origine abitato nessuna isola oceanica; e per questo riguardo rassomiglia agli altri membri dello sua classe.
Volendo affermare se le varietà della stessa specie di animale domestico possano essere collocate in un posto specificamente distintovale a direse ognuna di esse discenda da qualche specie selvatica distintaogni naturalista darà molta importanza al fattoqualora venga riconosciutodell'essere i loro parassiti esterni specificamente distinti. Si dovrebbe dare a questo fatto la maggiore importanza possibilesiccome sarebbe un fatto eccezionaleperchè il signor Denny mi disse che le razze di canidi pollame e di piccioni più differentisonoin Inghilterrainfestate dalla stessa specie di pediculi o pidocchi. Ora il signor A. Murray ha accuratamente esaminato i pediculi raccolti nei vari paesi da uomini di razze differenti ed egli ha trovato che differiscono non solo nel colorema anche nella struttura dei loro uncini e delle membra. Ogniqualvolta si ottenevano molti esemplarile differenze erano pure costanti. Il chirurgo di un bastimento baleniero del Pacifico mi assicurò che quando i pediculi che brulicavano addosso ad alcuni indigeni delle isole Sandwich che erano a bordo andarono sul corpo dei marinai inglesiquei parassiti in capo a tre o quattro giorni morirono tutti. Quei pediculi erano di colore più oscuro e sembravano differenti da quelli propri agli indigeni di Chiloe nel Sud Americadi cui mi diede alcuni esemplari. Questi pure sembravano più grossi e più molli dei pidocchi europei. Il signor Murray si procurò quattro specie di essi dall'Africacioè dai neri delle coste occidentali ed orientalidagli Ottentoti e dai Cafri; due specie dagli indigeni dell'Australia; due dall'America settentrionalee due dalla meridionale. In questi ultimi casi è presumibile che i pediculi venissero da indigeni che abitavano distretti differenti. Negli insetti le leggere differenze di strutturaquando sono costantisono generalmente stimate di valore specifico; e il fatto che le razze umane sono infestate da parassiti che sembrano essere specificamente distintipuò bene essere portato come un argomento che le razze stesse debbano essere classificate come specie distinte.
Il nostro supposto naturalista essendosi così inoltrato nelle sue investigazionicercherà di sapere poi se le razze umanequando s'incrociaronofurono in qualche grado sterili. Egli potrebbe consultare il libro di un accurato filosofo osservatoreil prof. Broca: ed in quello egli troverebbe buone testimonianze che alcune razze erano fra loro al tutto feconde; ma troverebbe pure altre testimonianze di natura opposta riguardo ad altre razze. Casi è stato asserito che le donne indigene dell'Australia e della Tasmania di rado producono figli agli uomini europei; tuttavia l'esempio di questo fatto è stato ora dimostrato non aver quasi alcun valore. I meticci sono uccisi dai neri puri; ed è stata ultimamente pubblicata una relazione di undici giovani meticci uccisi e bruciati nello stesso tempogli avanzi dei quali furono trovati dalla polizia. Parimente è stato detto sovente che quando i mulatti si sposano fra loroproducono pochi figli; d'altra parte il dott. Buchman di Charlestown asserisce positamente che egli ha conosciuto famiglie di mulatti che per parecchie generazioni si sono coniugati fra loroed hanno continuato ad essere tanto fecondi quanto gli schietti bianchi e gli schietti neri. Le ricerche che furono fatte antecedentemente da sir C. Lyell intorno a questo oggetto lo hanno condottomi dissealla stessa conclusione. Negli Stati Uniti il censimento dell'anno 1854 comprendevasecondo il dott. Buchman405.571 mulattie questo numeroconsiderando tutte le circostanze del fattosembra piccoloma può essere in parte attribuito alla condizione degradata ed anomala della classeed alla dissolutezza delle donne. Un certo grado di assorbimento dei mulatti per parte dei neri deve essere in via; e questo produce una apparente diminuzione nel numero di essi. In un libro degno di fede si parla della minore vitalità dei mulatti come di un fenomeno conosciutissimo; ma questa considerazione è molto diversa da quella della loro minore fecondità; e non può quasi essere addotta come una prova della specifica distinzione delle razze dei genitori. Senza dubbio gli ibriditanto animali che vegetaliquando sono prodotti da specie sommamente distintevan soggette ad una morte prematura; ma i genitori dei mulatti non possono essere considerati come specie sommamente distinte. Il mulo comunetanto noto per la sua lunga vita e pel suo vigoree tuttavia steriledimostra quanta poca relazione siavi negli ibridi fra la minore fecondità e la vitalità: si potrebbero aggiungere altri casi analoghi.
Anche se fosse in seguito provato che tutte le razze umane sono fra loro perfettamente fecondequello che fosse propenso per altre ragioni a considerarle come specie distinte potrebbe giustamente asserire che la fecondità e la sterilità non sono sani criteri di specifica distinzione. Sappiamo che queste facoltà possono venire alterate facilmente dalle mutate condizioni della vita o da una stretta parentelae che sono rette da leggi grandemente complesseper esempio quella della disuguale fecondità dei reciprochi incrociamenti fra le due specie medesime. Nelle forme che si debbono collocare fra le specie non dubbie esiste una serie perfetta da quelle che sono assolutamente sterili quando sono incrociatea quelle che sono quasi o al tutto feconde. Il grado di sterilità non coincide strettamente col grado di differenza nella struttura esterna o nel modo di vivere. Per molti riguardi l'uomo può essere comparato con quegli animali che sono da lunga pezza addomesticatie si può produrre un gran numero di prove in favore della dottrina di Pallasche l'addomesticamento tende ad eliminare la sterilitàche è un effetto tanto generale dell'incrociamento delle specie allo stato di natura. Da queste varie considerazioni si può giustamente dedurre che la perfetta fecondità delle razze umane incrociatequalora sia ben riconosciutanon ci deve assolutamente impedire di collocarle come specie distinte.
Indipendentemente dalla feconditàil carattere del prodotto di un incrociamento è stato talora creduto somministrare la prova se i genitori debbono essere considerati come specie o varietà; ma dopo avere studiato accuratamente questa provasono venuto a conchiudere che non si può prestar fede a nessuna regola generale di questa sorta. Così nel genere umano la figliuolanza di razze distinte rassomiglia per tutti i riguardi alla prole delle vere specie e delle varietà. Questo è dimostratoper esempiodal modo in cui i caratteri dei due genitori sono mescolatie da ciò che una forma assorbe un'altra mercè ripetuti incrociamenti. In quest'ultimo caso la progenie delle due specie e varietà incrociate conserva per lungo tempo una tendenza a retrocedere verso i suoi antenatispecialmente verso quello che è più potente nella trasmissione. Quando qualche carattere è comparso ad un tratto in una razza o specie come effetto di un semplice atto di variazionecome si vede generalmente nelle mostruositàe questa razza viene incrociata con un'altra non cosiffattamente caratterizzatai caratteri in questione non appaiono comunemente in una condizione mista nei giovanima vengono loro trasmessi sia al tutto o per nulla sviluppati. Siccome raramenteo quasi mais'incontrano casi di questa sorta nelle razze umane incrociateciò potrebbe essere portato come un argomento contro le idee suggerite da alcuni etnologicioè che certi caratteriper esempioil colore del nerosia comparso dapprima come una varietà subitanea o gioco. Se questo fosse stato il casoè probabile che i mulatti sarebbero nati o al tutto neri o al tutto bianchi.
Abbiamo ora veduto che un naturalista può sentirsi pienamente giustificato nel considerare le razze umane come specie distinte; perchè egli ha trovato che si distinguono per molte differenze di struttura e di costituzionealcune delle quali di una certa importanza. Queste differenze sono rimaste del pari quasi costanti per lunghissimi periodi di tempo. Egli sarà stato in un certo modo indotto a ciò fare per l'enorme cerchia abbracciata dall'uomoche è una grande anomalia nella classe dei mammiferiqualora l'uomo fosse per essere considerato come una specie sola. Sarà stato colpito dal modo in cui si distribuiscono le varie così dette razzein rapporto con altre specie di mammiferi che sono indubbiamente distinte. Finalmente potrà dedurre che la mutua fecondità di tutte le razze non è stata ancora pienamente dimostrataed anche dimostrata non sarebbe una prova assoluta della loro specifica identità.

Guardando la questione dall'altro latose il nostro supposto naturalista volesse vedere se le forme dell'uomo siansi mantenute distinte come specie ordinariequando si sono mescolate in gran numero in uno stesso paeseegli scorgerebbe immediatamente che questo non è stato per nulla il caso. Vedrebbe nel Brasile una immensa popolazione incrociata di Neri e di Portoghesi; al Chilì ed in altre parti dell'America meridionale troverebbe che tutta la popolazione è composta di Indiani e Spagnuoli incrociati in vari gradi. In molte parti dello stesso Continente incontrerebbe gl'incrociamenti più complessi fra Neri Indianied Europei; e questi triplici incrociamenti somministrano le prove più convincentise vogliamo giudicare dal regno vegetaledella mutua fecondità dei progenitori. In un'isola del Pacifico troverebbe una piccola popolazione di sangue inglese misto con quello della Polinesia; e nell'Arcipelago Viti una popolazione di Polinesi e di Neri incrociati in tutti i gradi. Si potrebbero aggiungere a questi molti altri casiper esempionell'America meridionale. Quindi le razze umane non sono sufficientemente distinte per coesistere senza fusione; e questo è ciò che14 in tutti i casi ordinari somministra la prova consueta alla distintività specifica.
Il nostro naturalista sarebbe pure molto contrariato scorgendo che i caratteri distintivi di ogni razza umana sono grandemente variabili. Questo colpisce ognuno che osservi per la prima volta gli schiavi neri del Brasilei quali sono stati colà portati da tutte le parti dell'Africa. La stessa osservazione serve pei Polinesi e per molte altre razze. Si può dubitare se un qualsiasi carattere possa essere menzionatoil quale sia distintivo di una razza e ad essa costante. I selvaggianche nei limiti della stessa tribùnon sono tanto uniformi nei caratteri quanto si è sovente asserito. Le donne ottentote presentano alcune particolarità molto più fortemente spiccate che non quelle che presenta qualunque altra razzama si sa che queste particolarità non sono costanti. In varie tribù americane il colore e la capigliatura differiscono notevolmente; ciò si osserva pure sino a un certo punto nel coloree molto spiccatamente nella forma delle fattezze dei Neri dell'Africa. La forma del cranio varia molto in alcune razze; e ciò segue pure di ogni altro carattere. Ora tutti i naturalisti hanno imparatomercè una esperienza caramente acquistataquanto sia cosa temeraria definire la specie appoggiandosi a caratteri incostanti.
Ma l'argomento che ha maggior peso contro l'idea di considerare le razze umane come specie distinte è questoche si graduano l'una sull'altraindipendentemente in molti casialmeno da quanto possiamo giudicaredall'essersi incrociate. L'uomo è stato studiato con maggior cura che non qualunque altro essere organicoe tuttavia v'ha la più grande diversità possibile fra i vari giudici competenti nell'opinione se egli debba essere considerato come una specie o razza unicao come due (Virey)come tre (Jacquinot)come quattro (Kant)cinque (Blumenbach)sei (Buffon)sette (Hunter)otto (Agassiz)undici (Pickering)quindici (Bory St-Vincent)sedici (Desmoulins)ventidue (Morton)sessanta (Crawfurd)o sessantatre secondo Burke. Questa diversità di giudizio non prova che le razze non debbano essere classificate come speciema dimostra che si graduano l'una nell'altrae che non è quasi possibile discernere i caratteri chiaramente distinti che le separano.
Qualunque naturalista che abbia avuto la disgrazia di imprendere la descrizione dì un gruppo di organismi grandemente mutevoliha incontrato certi casi (parlo per esperienza) precisamente simili a quelli dell'uomoe se egli è inclinato ad andar con cautelafinirà per riunire tutte le forme che si graduano l'una nell'altra in una sola specie; perchè egli dirà a se stesso che non ha il diritto di dare nomi ad oggetti che non può definire. Questa sorta di casi si presentano nell'ordine che comprende l'uomocioè in certi generi di scimmie; mentre in altri genericome nel Cercopitecola maggior parte delle specie possono essere determinate con certezza. Nel genere americano Cebus le varie forme sono considerate da alcuni naturalisti come speciee da altri come razze puramente geografiche. Ora se si raccogliessero i numerosi esemplari di Cebi da ogni parte dell'America meridionalee si trovasse che quelle forme che ora sembrano essere specificamente distinte vanno gradatamente fondendosi le une nelle altre con passi viciniverrebbero classificate dalla maggior parte dei naturalisti come semplici varietà o razze; e ciò hanno fatto la maggior parte dei naturalisti rispetto alle razze umane. Nondimeno bisogna confessare che vi sono formealmeno nel regno vegetaleche non possiamo a meno di chiamare speciema che sono collegate assiemeindipendentemente dall'incrociamentoper via di innumerevoli gradazioni.
Alcuni naturalisti hanno recentemente adoperato il nome di sotto-specie per indicare forme che posseggono molti dei caratteri delle vere speciema che non meritano un posto così elevato. Orase consideriamo i gravi argomenti addotti per elevare le razze umane alla dignità di speciee le difficoltà insuperabili dall'altro lato per definirleil vocabolo sotto-specie può qui essere adoperato molto propriamente. Ma per la lunga abitudine il vocabolo razza sarà forse sempre adoperato. La scelta dei vocaboli è importante per ciò solo che sarebbe grandemente da desiderare che si facesse usoper quanto fosse possibiledegli stessi termini per ogni grado di differenza. Per disgrazia ciò è raramente possibile; perchè dentro la stessa famiglia i generi più grandi comprendono consuetamente forme intimamente affiniche non si possono distinguere se non con grande difficoltàmentre i generi più piccoli comprendono forme che sono perfettamente distinte; ciononostante debbono essere tutte classificate come specie. Parimente le specie di un solo grande genere non si rassomigliano fra loro per nulla nello stesso grado; al contrarioin molti casi alcune di esse possono essere disposte in piccoli scompartimenti intorno ad altra speciecome i satelliti intorno ai pianeti.

La questione se il genere umano si componga di una o di parecchie specie è stata in questi ultimi anni molto discussa dagli antropologii quali si dividono in due scuolemonogenisti e poligenisti. Coloro i quali non ammettono il principio della evoluzionedebbono considerare le specie o come creazioni separateo in certo modo come entità distinte; e debbono decidere quali forme abbiano da classificare come specie per la loro analogia con altri esseri organiciche vengono comunemente così ricevuti. Ma non c'è speranza di decidere questo argomento con buone ragioni finchè una qualche definizione del vocabolo specie non sia generalmente accettata; e la definizione non deve inchiudere un elemento che non possa essere possibilmente bene accertatocomeper esempioun atto di creazione. Sarebbe del pari difficile volere decidere senza una qualche definizione se un certo numero di case possa essere chiamato villaggiopaese o città. Abbiamo un esempio pratico di questa difficoltà negli eterni dubbi per sapere se molti mammiferiuccelliinsetti e piantetutti strettamente affiniche si rappresentano fra loro nell'America settentrionale ed in Europapossano essere classificati come specie o come razze geografiche; e ciò segue pure per le produzioni di molte isole collocate a qualche piccola distanza dal Continente più vicino.
D'altra parte quei naturalisti che ammettono il principio della evoluzionee questo è ora ammesso dal maggior numero dei nuovi naturalistinon avranno alcun dubbio a credere che tutte le razze umane derivino da uno stipite primitivo unico; siano o no inclinati a considerarle come specie distinteonde poter così esprimere le loro varie differenze. Nel caso dei nostri animali domestici in questione è differente se le varie razze provengano da una o più specie. Quantunque tutte queste razzecome pure tutte le specie naturali di uno stesso genereabbiano avuto senza dubbio origine da uno stesso stipite primierotuttavia è da discutere seper esempiotutte le razze domestiche del cane abbiano acquistato le loro attuali differenze dacchè una qualche specie venne primamente addomesticata ed allevata dall'uomo; o se vadan debitori dei loro caratteri all'eredità da qualche specie distintastata già modificata nello stato di natura. Una così fatta questione non può venire pel genere umanoperchè non si può dire che esso sia stato addomesticato in nessun periodo particolare.
Quando le razze umane ebberoin un'epoca sommamente remotadeviato dal loro comune progenitorenon saravvi stata fra loro grande differenzae saranno state poco numerose; in conseguenza allora non avranno avutoalmeno per ciò che riguarda i caratteri distintivimaggiore diritto ad essere classificate come specie distinteche non le esistenti sottorazze. Nondimeno quelle razze primitive sarebbero forse state classificate da alcuni naturalisti come specie distinteper quanto arbitrario sia il nomese le loro differenzequantunque lievissimefossero state più costanti che non ora e non si fossero andate confondendo gradatamente le une nelle altre.
È nondimeno possibilesebbene sia tutt'altro che probabileche i primi progenitori dell'uomo abbiano potuto dapprima deviare molto nel caratterefino a divenire più differenti gli uni dagli altri che non lo siano nessuna delle razze esistenti; ma in seguitocome osserva Vogtsi siano riavvicinati nel carattere. Quando l'uomo sceglie per lo stesso scopo la prole di due specie distinteegli talvolta ne deduceper quello che riguarda l'apparenza generaleun notevole complesso di convergenze. Questo avviene nel casocome dimostra Von Nathusiusdelle razze migliorate di maiali che sono derivate da due specie distinteed in un modo non tanto evidente per le razze migliorate del bestiame. Un grande anatomicoGratioletafferma che le scimmie antropomorfe non formano un sotto-gruppo naturale; ma che l'urango è un ilobate od un semnopiteco molto sviluppato; lo scimpanzè un macaco grandemente sviluppato; ed il gorilla un mandrillo pure grandemente sviluppato. Se questa conclusioneche si appoggia quasi esclusivamente sui caratteri del cervellofosse ammessaavremmo un caso di convergenza almeno nei caratteri esterniperchè le scimmie antropomorfe si rassomigliano certamente in molti punti fra loro più di quello che rassomiglino alle altre scimmie. Tutte le rassomiglianze analogichecome quella di una balena con un pescepossono invero venir dette casi di convergenza; ma questo vocabolo non è mai stato applicato a rassomiglianze superficiali e di adattamento. Sarebbe in moltissimi casi sommamente temerario attribuire alla convergenza la stretta similarità in molti punti di struttura in esseri che un tempo sono stati grandemente diversi. La forma di un cristallo è determinata puramente dalle forze molecolarie non v'ha da far le meraviglie che certe sostanze dissimili assumano talora la stessa forma; ma per ciò che riguarda gli esseri organici dovremmo tenere a mente che la forma di ognuno dipende da una infinità di relazioni complessecioè dalle variazioni che sono dovute a cause troppo intricate per potersi indagare - dalla natura delle variazioni che si sono conservatee queste dipendono dalle condizioni fisiche circostantied in un grado ancor più elevato dagli organismi circostanti coi quali ognuno è venuto in lotta- ed infine dall'eredità (la quale è in se stessa un elemento mobile) di innumerevoli progenitorii quali tutti hanno avuto le loro forme determinate per via di relazioni parimente complesse. Sembra al tutto incredibile che due organismiqualora siano fra loro molto differentipossano poi convergere tanto intimamente da accostarsi quasi all'identità in tutta la loro organizzazione. Nel caso delle razze convergenti di maialidi cui ho parlato soprarimane ancora evidentemente conservatasecondo Von Nathusiusla prova della loro origine da due stipiti primitiviin certe ossa del loro cranio. Se le razze umane fossero derivatesecondo che credono alcuni naturalistida due o più specie distinteche si sarebbero tanto discostate fra loroo quasi altrettantoquanto l'urango differisce dal gorillanon si può quasi porre indubbio che si sarebbero osservate spiccate differenze nella struttura di certe ossa anche nell'uomo attuale.

Quantunque le razze umane attuali differiscano fra loro per molti rispetticome nel coloritonei capellinella forma del cranionelle proporzioni del corpoecc.tuttavia se tutta la loro organizzazione fosse presa in considerazionesi troverebbe che si rassomigliano fra loro strettamente in moltissimi punti. Molti di questi punti hanno così poca importanzao sono di una natura tanto singolareche è sommamente improbabile che essi siano stati acquistati indipendentemente da specie o razze in origine ben distinte. La stessa osservazione può essere mantenuta con pari o maggiore ragione riguardo ai numerosi punti dì rassomiglianze mentali fra le razze umane più distinte. Gli aborigeni Americanii Neri e gli Europei differiscono fra loro nelle facoltà mentali come qualunque delle altre tre razze che possano venire citate; tuttavia io ero continuamente colpitomentre vivevo cogli indigeni della Terra del Fuoco a bordo della Beagleda molti piccoli tratti di carattereche dimostravano quanto le loro menti siano simili alle nostre; e ciò seguivo pure con un nero puro sanguecol quale ebbi l'occasione di essere in intimità.
Chi voglia leggere attentamente le opere interessanti dei signori Tylor e J. Lubbocknon potrà a meno di essere colpito profondamente dalla stretta rassomiglianza che esiste fra gli uomini di tutte le razzenei gustinelle disposizioni e nelle abitudini. Ciò dimostra il piacere che tutti provano nel ballonella rozza musicanel recitarenel dipingersinell'imprimersi segni sul voltoe in altri modi per abbellirsi - nel comprendersi a vicenda col linguaggio dei gesti - ecome potrò dimostrare in un successivo lavoroper la stessa espressione delle fattezze del voltoe per certi gridi inarticolatiquando sono eccitati da varie emozioni. Questa somiglianzao meglio identitàcolpisce quando si confronta colle diverse espressioni che si possono osservare nelle scimmie di specie distinte. Vi sono prove evidenti che l'arte di scoccare l'arco e le frecce non è stata trasmessa da nessun progenitore comune del genere umanotuttavia le punte di frecce di selce raccolte in tutte le parti più lontane del mondo e fatte nei periodi più remotisonosiccome ha dimostrato Nilssonquasi identiche; e questo fatto non può essere attribuito se non che all'essere le varie razze dotate delle stesse forze inventive o mentali. La stessa osservazione è stata fatta dagli archeologi riguardo a certi ornamenti molto prevalenticome i ghirigoriecc.e riguardo a varie semplici credenze e vari costumicome bruciare i morti sotto costruzioni megalitiche. Mi ricordo di aver osservato nell'America meridionale che colàcome in molte altre parti del mondol'uomo ha generalmente scelto le cime di alte colline onde ammucchiarvi sopra cumuli di sassisia per ricordare qualche evento notevolesia per seppellirvi i suoi morti.
Ora quando certi naturalisti osservano un'intima concordanza in un gran numero di piccoli particolari di abitudinigusti e disposizioni fra due o più razze domesticheo fra forme naturali intimamente affinisogliono considerare questo fatto come un argomento che tutti discendono da un comune progenitore che era cosiffattamente dotato; e in conseguenza che tutti debbano essere classificati nelle medesime specie. Lo stesso argomento può essere applicato con maggior forza alle razze umane.
Siccome è improbabile che i numerosi e poco importanti punti di rassomiglianza che esistono fra le varie razze umane nella struttura corporea e nelle facoltà mentali (non parlo qui di costumi somiglianti) possano essere stati acquistati indipendentementeessi debbono essere stati ereditati da progenitori i quali erano cosiffattamente caratterizzati. Noi otteniamo così una certa luce intorno allo stato primiero dell'uomoprima che sia andato man mano spargendosi sulla faccia della terra. Lo estendersi dell'uomo in regioni grandemente separate dal mare ha preceduto senza dubbio ogni notevole somma di divergenze di carattere nelle varie razzeperchè altrimenti noi incontreremmo alle volte la stessa razza in continenti distinti; e questo non è mai il caso. Sir J. Lubbockdopo aver comparato le arti che si praticano ora dai selvaggi in tutte le parti del mondospecifica quelle che l'uomo non può avere conosciuto quando dapprima si allontanò dal luogo della sua nascita; perchè una volta che fossero state imparate non le avrebbero più dimenticate. Egli dimostra così che "la lanciache non è altro che lo sviluppo di una punta di coltelloe la clavache è solo un lungo martellosono le uniche cose che rimangono". Egli tuttavia ammette che l'arte di far fuoco è stata probabilmente già scopertaperchè è comune a tutte le razze che esistono oggied era nota agli antichi abitanti delle caverne di Europa. Forse l'arte di costruire rozze barche o zattere era nota del pari; ma siccome l'uomo ha esistito in un'epoca remotaquando la terra in molti punti era di un livello molto differenteegli può essere riuscito ad espandersi grandemente senza l'aiuto di barche. Sir J. Lubbock osserva inoltre quanto sia improbabile che i nostri primieri antenati abbiano potuto "contare fino a diecimentre tante razze che esistono ora non possono andare più in là di quattro". Nondimenoin quell'antichissimo periodo le facoltà intellettuali e sociali dell'uomo non possono essere state di molto inferiori a quelle che posseggono oggi i selvaggi più degradati; altrimenti l'uomo primitivo non avrebbe potuto rimanere cosiffattamente vincitore nella lotta per l'esistenza come lo dimostra la sua antica e grande diffusione.
Dalle differenze fondamentali che esistono fra certi linguaggi alcuni filologi hanno tratto la conseguenza che quando l'uomo andò per la prima volta diffondendosi largamenteegli non aveva la facoltà di parlare; ma si può supporre che qualche linguamolto più imperfetta di qualunque che si parli oraaiutata dai gestipotesse venire adoperatae che non abbia poi lasciato alcuna traccia di sè nelle lingue susseguenti e meglio sviluppate. Senza l'uso di qualche linguaggioper quanto imperfetto fossesembra difficile che l'intelletto umano avrebbe potuto elevarsi fino al livello voluto dalla sua posizione dominatrice in un periodo primitivo.
Se l'uomo primitivoquando non possedeva che poche e rozze artie la sua facoltà di parlare era sommamente imperfettameritasse l'appellativo uomociò deve dipendere dalla definizione che noi adoperiamo. In una serie di forme che si graduano insensibilmente da qualche creatura simile alle scimmie fino all'uomo come ora esistesarebbe impossibile fermare un qualche punto definitivo in cui si dovrebbe adoperare il vocabolo uomo. Ma questo non ha grande importanza. Così pure non merita gran peso se le così dette razze umane siano indicate cosìo siano classificate come specie o sottospecie; ma l'ultimo nome sembra dover essere il meglio appropriato. Finalmente possiamo conchiudere che quando i principii di evoluzione siano generalmente accettaticome certamente saranno fra non molto tempola discussione fra i monogenisti ed i poligenisti morirà di una morte tacita ed inosservata.

V'ha un'altra questione che non si deve lasciar senza menzioneed è quellasecome venne asserito talvoltaogni sottospecie o razza umana sia derivata da un unico paio di progenitori. Nei nostri animali domestici una nuova razza può venire prontamente formata da una coppia unica munita di qualche nuovo carattereo quando anche un solo individuo è così caratterizzatoaccoppiando con gran cura i figli che variano; ma la maggior parte delle nostre razze sono state formate non a bella posta da una coppia sceltama inconsciamente conservando alcuni individui che hanno ottenuto qualche lieveutile e desiderata variazione. Se in un paese si preferiscono meglio abitualmente cavalli forti e pesantied in un altro cavalli leggeri e di rapido corsopossiamo essere certi che in un dato tempo si produrranno due distinte sottorazzesenza che nessuna particolare coppia e nessun individuo siano stati separati e allevati in uno dei due paesi. Molte razze sono state in tal modo formateed il loro modo di formazione è intimamente analogo con quello delle specie naturali. Sappiamo pure che i cavallii quali sono stati portati alle isole Falklandsono divenuti durante le successive generazioni più piccoli e più debolimentre quelli che si sono rinselvatichiti nelle Pampas hanno acquistato una testa più grossa e tozza; e questi mutamenti sono derivati evidentemente non già da una coppia unica qualunquema da ciò che tutti gli individui sono stati soggetti alle stesse condizioniaiutati forse dal principio di regresso. In nessuno di questi casi le nuove sottorazze sono venute da una coppia unicabensì da molti individui che hanno variato in gradi differentima nello stesso modo generale; e possiamo concludere che le razze umane si sono prodotte similarmentee che le loro modificazioni sono o l'effetto diretto dell'azione15 di condizioni differentio l'effetto indiretto di una qualche sorta di scelta. Ma su questo ultimo particolare ritorneremo fra breve.

Della estinzione delle razze umane. - La estinzione parziale e totale di molte razze e sottorazze umane sono avvenimenti storicamente conosciuti. Humboldt vide nell'America meridionale un pappagallo che era l'unico superstite che parlasse ancora la lingua di una tribù estinta. Monumenti antichi ed utensili di pietra trovati in tutte le parti del mondointorno ai quali non si è conservata alcuna tradizione degli abitanti attualiindicano molte estinzioni. Alcune piccole e spezzate tribùavanzi di razze primieresopravvivono ancora in regioni isolate e per lo più montuose. In Europasecondo Schauffausenle antiche razze erano tutte "più basse nella scala che non i più rozzi selvaggi dei nostri giorni"; quindi debbono aver differitofino a un certo puntoda ogni razza esistente. Gli avanzi descritti dal prof. Brownpresi da Les Eyzicssebbene non sembrino sfortunatamente avere appartenuto ad una famigliaindicano una sola razza fornita di una singolarissima combinazione di caratteri bassi o scimmieschied altri elevatied "al tutto differente da qualunque altra razzaantica o modernadi cui abbiamo inteso parlare". Perciò essa differiva dalla razza quadernaria delle caverne del Belgio.
Le condizioni fisiche sfavorevoli non sembrano avere avuto un grande effetto sulla estinzione delle razze. L'uomo è vissuto lungamente nelle regioni estreme del Nordsenza legno con cui fare le sue barche od altri ordignie col solo grasso per bruciare e per scaldarsima più specialmente per far sciogliere la neve. Nella punta meridionale dell'America gli abitanti della Terra del Fuoco vivono senza vestimentie senza essere protetti da un qualche abituro degno di tal nome. Nell'Africa meridionale gl'indigeni vanno erranti per le più aride pianuredove abbondano gli animali più pericolosi. L'uomo può sopportare la mortifera azione del Terai ai piedi dell'Imalaya e le spiagge pestilenziali dell'Africa dei tropici.
Lo estinguersi di una razza viene principalmente dalla lotta di una tribù coll'altrae di una razza con un'altra. Sonovi sempre in azione vari ostacolicome abbiamo spiegato in un precedente capitoloche concorrono a tenere limitato il numero degli individui di ogni tribù selvaggia - come le carestie periodicheil girovagare dei genitori e quindi la mortalità dei bimbil'allattamento prolungatoil rapimento delle donnele guerregli accidentile malattieil libertinaggiospecialmente l'infanticidioe forse la fecondità scemata per via del cibo meno nutrientee per le molte fatiche. Se per una ragione qualunque uno di questi ostacoli viene diminuitoanche lievementela tribù in tal modo favorita tenderà a crescere; e quando una delle due tribù accresciute diviene più numerosa e più forte dell'altrala contesa è subito terminata colla guerral'eccidioil cannibalismola schiavitù e l'assorbimento. Anche quando una tribù più debole non viene distrutta così repentinamentetuttavia una volta che incomincia a scemare va in generale diminuendo man mano finchè si estingue al tutto.
Quando le nazioni civili vengono in contatto coi barbari la lotta è brevetranne ove un clima mortale venga in aiuto della razza indigena. Fra le cause che fanno vittoriose le nazioni civili alcune sono evidentialtre oscurissime. Possiamo vedere che il coltivare la terra diviene fatale in vario modo ai selvaggi perchè non possono o non vogliono mutare le loro abitudini. Nuove malattie e i vizi nuovi sono causa di grande distruzione; e sembra che in ogni nazione una nuova malattia produce molta mortalitàfinchè quelli che sono16 più suscettivi alla sua mortale azione non siano stati gradatamente portati via; e questo può anche seguire pei cattivi effetti dei liquori spiritosicome pure per l'invincibile gusto per essi che dimostrano tanti selvaggi. Sembra inoltre per quanto questo fatto sia misteriosoche il primo incontro di popoli distinti e separati genera malattie. Il sig. Sproatche nell'isola Vancouver si è occupato con molta cura dell'estinzione delle razzecrede che il mutamento nelle abitudini della vitache segue sempre la venuta degli europeiproduca molte malattie. Egli dà anche importanza ad una causa piuttosto frivolaquella cioè che i nativi rimangono "sbalorditi e stupidi per la nuova vita che li circonda; perdono il movente per operaree non producono altri al loro posto".
Il grado di incivilimento sembra essere un importantissimo elemento di riuscita delle nazioni che vengono in contesa. Pochi secoli fa l'Europa temeva le incursioni dei barbari orientali; ora questo timore sarebbe ridicolo. È un fatto ben curioso quello che i selvaggi non furono anticamente tanto rovinaticome fa osservare il sig. Bagehotdalle nazioni classichequanto lo sono ora dalle nazioni civili moderne; se ciò avesse avuto luogogli antichi scrittori avrebbero meditato sopra un tale avvenimento; ma in nessun scrittore di quel periodo s'incontra un lamento sulla distruzione dei barbari.
Quantunque la graduata diminuzione e la finale distruzione delle razze umane sia un problema oscuropossiamo tuttavia vedere che dipende da molte causeche differiscono nei vari luoghi e nei vari tempi. È lo stesso difficilissimo problema della estinzione di uno degli animali più elevati - del cavallo fossileper esempioche scomparve dall'America meridionale subito dopo che fu sostituito nelle stesse regioni dagli innumerevoli branchi di cavalli spagnuoli. Il Nuovo Zelandese sembra essere conscio di questo parallelismoperchè compara la sua sorte futura con quella del topo indigenoche è quasi distrutto dal topo europeo. La difficoltàper quanto paia grande alla nostra immaginazioneed è realmente grande se vogliamo riconoscere le cause precisenon deve essere tale per la nostra ragionefinchè terremo fisso nella mente il fatto che l'aumento di ogni specie e di ogni razza è sempre frenato da vari ostacoli; per cui se qualche nuova causa di arrestoo di distruzionesia pure essa lievissimaviene ad aggiungersi agli altrila razza scemerà certamente in numero; e siccome è stato osservato ovunque che i selvaggi sono molto restii ad ogni mutamento di abitudinemercè i quali si potrebbero controbilanciare gli ostacoli dannosiil diminuire del numero condurrà presto o tardi alla estinzione; in molti casi questa fine viene prontamente determinata dalle incursioni delle tribù in aumento e conquistatrici.

Della formazione delle razze umane. - Si può premettere che quando troviamo la stessa razzasebbene divisa in tribù lontanedisposte sopra una grande areacome l'Americapossiamo attribuire la loro generale rassomiglianza all'esser derivate tutte da uno stipite comune. In certi casi l'incrociamento delle razze già distinte ha prodotto la formazione di razze nuove. Il fatto singolare che gli Europei e gli Indiani i quali appartengono al medesimo stipite Ariano e parlano una lingua fondamentalmente uguale siano d'aspetto tanto diverso mentre gli Europei differiscono tanto poco dagli Ebrei che appartengono allo stipite Semitico e parlano un linguaggio al tutto differenteè stato attribuito dal Broca a ciò che i rami della razza Ariana si sono grandemente incrociati durante la loro immensa diffusione con varie tribù indigene. Quando due razze che vivono al contatto s'incrocianoil loro primo risultato è un miscuglio eterogeneo; così il sig. Hunter descrivendo i Santali o tribù montanine dell'Indiadice che si potrebbero tracciare centinaia di impercettibili gradazioni "dalle tribù nere e basse dei monti agli alti e olivastri Braminicolla loro fronte intelligentecogli occhi sereni e l'alta ma stretta testa"; cosicchè nei tribunali è necessario chiedere ai testimoni se sono Santali o Indù. Non si conosce per nessuna prova evidente se un popolo eterogeneocome quello degli abitanti di qualche isola della Polinesiaformato dall'incrociamento di due razze distintecon pochi o nessuni individui purisarebbe per divenire mai omogeneo. Ma siccome nei nostri animali domestici una razza incrociata può sicuramentenel corso di poche generazionifarsi colla debita scelta stabile ed uniforme possiamo dedurre che il libero incrociamento durante molte generazioni di un miscuglio eterogeneo terrà luogo nella sceltae vincerà qualunque tendenza ad un regressocosicchè una razza incrociata finirà per divenire omogeneasebbene possa non partecipare in uno stesso grado dei caratteri dei due primi progenitori di razze diverse.
Fra tutte le differenze che esistono fra le razze umaneil colore della pelle è la più cospicua ed una delle meglio spiccate. Si è dapprima creduto che questa sorta di differenza potesse venire attribuita alla lunga esposizione dei vari climi; ma Pallas dimostrò pel primo che questa opinione non ha alcun fondamentoed egli è stato seguìto da quasi tutti gli antropologi. Quella opinione fu respinta principalmente perchè la distribuzione delle razze variamente coloratemolte delle quali debbono avere da un pezzo abitato i paesi ove stanno attualmentenon coincide colle corrispondenti differenze di clima. Si deve anche dare molto peso a certi casi come quello delle famiglie olandesichesecondo ciò che abbiamo sentito da un testimonio autorevolissimonon hanno mutato per nulla coloredopo di aver dimorato per tre secoli nell'Africa meridionale. L'aspetto uniforme nelle varie parti del mondo degli zingari e degli Ebreisebbene l'uniformità di questi ultimi sia stata molto esagerataè pure un argomento in appoggio. Si è creduto che un'atmosfera umidissima o asciuttissima possa avere maggiore azione per modificare il colore della pelle che non il semplice caldo; ma siccome D'Orbigny nell'America meridionale e Livingstone in Africa hanno dedotto conclusioni diametralmente opposte riguardo all'umidità o all'asciuttosi deve considerare come dubbia qualunque conclusione intorno a questo argomento.
Vari fattiche ho già citato altrovedimostrano che il colore della pelle e dei capelli ha talvolta una sorprendente correlazione colla compiuta immunità dalla azione di certi veleni vegetali e dalle aggressioni di certi parassiti. Quindi mi sembra possibile che i neri e altre razze brune possano avere acquistato il loro bruno colorito pel fatto che certi individui più scuri hannonel corso di una lunga serie di generazionipotuto resistere alla azione mortale dei miasmi del loro paese nativo.
Ho veduto in seguito che la stessa mia idea si era presentata molto tempo prima al dottor Wellsche i neried anche i mulattivadano quasi al tutto esenti dalla febbre giallache fa tante stragi nell'America tropicaleè cosa nota da lungo tempo. La maggior parte di essi non soffrono neppure quelle fatali febbri intermittenti che dominano in una estensione di almeno 2600 miglia sulle coste dell'Africae che ogni anno sono causa che un quinto dei residenti bianchi muoionoe un altro quinto tornano in patria ammalati. Questa immunità dei neri sembra essere in parte inerentee dovuta a qualche ignota particolarità di costituzioneed in parte effetto dell'acclimamento. Pouchet asserisce che i reggimenti di neridati dal vicerè d'Egitto per la guerra del Messicoche erano stati reclutati vicino al Sudanandarono immuni dalla febbre gialla quasi al paro dei neri portati in origine dalle varie parti dell'Africae avvezzi già al clima delle Indie occidentali. Che l'acclimamento abbia una certa parte in ciò è dimostrato dai molti casi in cui i neridopo aver dimorato per un certo tempo in un clima più freddovanno soggetti fino a un certo punto alle febbri tropicali. Anche la natura del clima nel quale le razze bianche hanno dimorato lungamente ha qualche azione sopra dì esse; perchè durante la terribile epidemia di febbre gialla in Demerara nell'anno 1837il dottor Blair trovò che la media delle morti negli emigranti era in proporzione colla latitudine del paese d'onde erano venuti. Riguardo ai neri l'immunitàper quanto possa essere l'effetto dell'acclimamentoimplica l'esposizione per un tempo prodigiosamente lungo; perchè gl'indigeni dell'America tropicaleche hanno dimorato colà da tempo immemorabilenon sono esenti dalla febbre gialla; ed il rev. B. Tristram afferma che vi sono certe regioni nell'Africa settentrionale cui ogni anno gli abitanti indigeni sono obbligati a lasciarementre i neri possono rimanervi senza danno.
Che l'immunità del nero abbia in un grado qualunque relazione col colore della pelleè soltanto una supposizione: può aver relazione con qualche differenza nel sanguenel sistema nervoso od altri tessuti. Nondimeno dai fatti sopramenzionatie da qualche connessione che sembra esistere fra il colorito e una tendenza alla consunzione non mi è sembrata improbabile questa congettura. Perciò ho cercatoma con poca buona riuscitadi accertarmi fin dove poteva essere giusta. Il defunto dottor Danniellche aveva dimorato lungo tempo sulla costa occidentale dell'Africami disse che egli non credeva ad una cosiffatta relazione. Egli era straordinariamente biondo e biancoed aveva sopportato in modo meraviglioso quel clima. Quando da bambino era giunto colàun vecchio capo nero pieno di esperienza gli aveva predettovedendoloche non avrebbe sofferto nulla. Il dottor Nicholsondi Antiguadopo di essersi occupato di questo argomentomi scrisse che egli non credeva che gli Europei dalla pelle bruna sfuggissero meglio alla febbre gialla di quelli che erano di carnagione chiara. Anche il sig. J. M. Harris nega che gli Europei dai capelli neri sopportino un clima caldo meglio degli altri uomini; al contrariol'esperienza gli ha insegnato che dovendo fare una scelta di uomini pel servizio delle coste d'Africaconvien scegliere quelli dai capelli rossi. Tuttaviaper quanto questi lievi indizi possano servirenon sembra esservi nessun fondamento per la ipotesiche è stata accettata da parecchi scrittoriche il colore delle razze nere possa essere venuto da ciò che gli individui sempre più oscuri siano sopravvissuti in maggior numero durante il tempo in cui erano esposti alle febbri miasmatiche della loro patria.
Quantunque colle nostre attuali cognizioni non possiamo tener conto delle differenze di colore molto spiccate fra le razze umanesia per ciò che riguarda la loro relazione colle particolarità costituzionalio per l'azione diretta del clima; pure non dobbiamo al tutto ignorare quest'ultimo agenteperchè vi sono buone ragioni per credere che venga in tal modo prodotto qualche effetto ereditato.
Nel nostro terzo capitolo abbiamo veduto che le condizioni della vitacome il cibo abbondante e le comodità generali hanno un'azione diretta sullo sviluppo della forma del corpoe che ne vengono trasmessi gli effetti. In conseguenza dell'azione combinata del clima e del mutamento nelle abitudini della vitai residenti Europei negli Stati Uniti hanno sopportatocome si ammette generalmenteun lieve ma straordinariamente rapido mutamento di aspetto. Vi sono pure moltissime prove che dimostrano che negli Stati meridionali gli schiavi casalinghi della terza generazione presentano un aspetto molto diverso dagli schiavi dei campi.
Se tuttavia noi osserviamo le razze umane come sono distribuite sulla terradobbiamo dedurre che le loro differenze caratteristiche non possono essere attribuite all'azione diretta delle differenti condizioni di vitaanche dopo averle sopportate per un tratto di tempo enormemente lungo. Gli esquimali vivono esclusivamente di cibo animalesi vestono d'una pelliccia fittae sono soggetti ad un freddo intenso e ad una lunga oscurità; tuttavia non differiscono grandemente dagli abitanti della Cina meridionaleche vivono al tutto di cibo vegetalee sono esposti quasi nudi ad un clima caldo ed aridissimo. Gli indigeni della Terra del Fuoco non si nutrono che dei prodotti marini che somministrano le loro inospite spiagge; i Botocudi del Brasile vanno girovagando per le calde foreste dell'internoe vivono principalmente di prodotti vegetali; tuttavia queste tribù si rassomigliano tanto fra loro che gli indigeni della Terra del Fuoco a bordo del BEAGLE erano scambiati da qualche Brasiliano per Botocudi. Parimente i Botocudicome gli altri abitanti dell'America tropicalesono al tutto differenti dai Neri che abitano le sponde opposte dell'Atlanticoche sono esposti ad un clima a un dipresso simile al loroe conducono quasi lo stesso genere di vita.
E neppure si possono attribuire le differenze che esistono fra le razze umanetranne in un grado insignificantissimoagli effetti ereditati del maggior esercizio delle parti o al difetto di esercizio di esse. Gli uomini che sogliono vivere nelle barche possono avere le gambe un po' più corte; quelli che abitano regioni elevate hanno il petto più ampioe quelli che adoperano costantemente certi organi dei sensi hanno la cavità in cui questi stanno di volume più grandee quindi ne deriva una modificazione nelle loro fattezze. Nelle nazioni civililo scemare della mole delle mascelle pel minore esercizioil movimento consueto di differenti muscoli che servono ad esprimere le varie emozionie l'aumento nel volume del cervello per la maggiore attività della mentehanno tutti insieme prodotto un notevole effetto sull'aspetto generale di esse in confronto dei selvaggi. È anche possibile che la statura corporea più grandesenza l'aumento corrispondente nel volume del cervellopossa aver dato ad alcune razze (giudicando dei casi menzionati precedentemente nei conigli) un cranio allungato del tipo dolicocefalo.
Infineil principio di correlazione poco compreso sarà certamente venuto in giuococome nel caso del grande sviluppo muscolare e della forte sporgenza delle prominenze sopraorbitali. Non è improbabile che la tessitura dei capelliche differisce molto nelle varie razzepossa avere una qualche relazione colla struttura della pelle; perchè il colore dei capelli e della pelle hanno certamente una relazione fra lorocome è nel colore e nella tessitura dei Mandani. Il colore della pelle e l'odore che manda sono pure in relazione l'un coll'altro. Nel caso delle razze di pecoreil numero dei peli dentro un dato spazio e il numero dei pori escretori hanno fra loro una certa relazione. Se possiamo giudicare dall'analogia dei nostri animali domesticimolte modificazioni della struttura dell'uomo sono probabilmente sottoposte a questo principio di accrescimento correlativo.
Abbiamo veduto ora che le differenze caratteristiche fra le razze umane non possono essere attribuite in un grado soddisfacente all'azione diretta delle condizioni della vitanè agli effetti dell'esercizio continuato delle partinè al principio di correlazione. Siamo quindi indotti a cercare se qualche lieve differenza individualea cui l'uomo è sommamente soggettonon possa essere stata conservata ed aumentata durante una lunga serie di generazioni per via della scelta naturale. Ma qui diamo contro all'obiezione che in questo caso non si possono conservare se non che le variazioni benefiche; e per quello che ci è dato giudicare (quantunque sempre soggetti ad errare su questo argomento)nessuna delle differenze esterne fra le razze umane è di qualche diretto o speciale servigio per l'uomo. Le facoltà intellettuali e moralio socialidebbono naturalmente essere in questa osservazione lasciate in disparte; ma le differenze in queste facoltà non possono aver avuta azioneo almeno piccolissimasui caratteri esterni. La variabilità di tutte le differenze caratteristiche fra le razzecui abbiamo citato sopradimostra del pari che queste differenze non possono essere di molta importanza; perchè qualora fossero state importantisarebbero da un pezzo conservate e divenute stabili o sarebbero state eliminate. Per questo riguardo l'uomo rassomiglia a quelle forme che i naturalisti chiamano proteiche o polimorfeche sono rimaste variabilissimedovendoper quanto parealle loro variazioni l'essere di una natura indifferentee in conseguenza aver potuto sottrarsi all'azione della scelta naturale.
Siamo in tal modo stati delusi in tutti i nostri tentativi per quello che riguarda le differenze fra le razze umane; ma rimane ancora un potente agentecioè la scelta in rapporto col sessoche sembra aver operato tanto poderosamente sull'uomocome sopra molti altri animali. Non intendo asserire che la scelta sessuale sia per dare ragione delle differenze che esistono fra le razze. Rimarrà ancora un residuo che non si spiegaintorno al qualenella nostra ignoranzapossiamo solo dire che siccome certi individui nascono continuamenteper esempiocon il capo un po' più rotondo o più strettoe col naso un po' più lungo o più cortoqueste lievi differenze possono divenire stabili ed uniformise gli agenti ignoti che le inducono dovessero operare in un modo più costanteaiutato da un lungo e continuo incrociamento. Cosiffatte modificazioni si collocano in quello scompartimento provvisorio di cui abbiamo parlato nel nostro quarto capitoloche per mancanza di una frase più esatta sono state dette variazioni spontanee. Nè voglio io pretendere che gli effetti della scelta sessuale possano essere indicati con precisione scientifica; ma può essere dimostrato che sarebbe un fatto inesplicabile qualora l'uomo non fosse stato modificato da questo agenteche ha operato tanto potentemente su innumerevoli animalitanto alti che bassi nella scala. Si può inoltre dimostrare che le differenze che passano fra le razze umanecome nel colorenella capigliaturanelle fattezzeecc.sono della natura che si doveva aspettare quando ci avesse operato sopra la scelta sessuale. Ma onde trattare questo argomento in un modo acconcio ho creduto necessario passare in rassegna tutto il regno animalequindi ho dedicato a questo scopo la seconda parte del mio libro. Nella chiusa tornerò all'uomoe dopo aver tentato di dimostrare fin dove egli possa essere stato modificato della scelta sessualedarò un breve sunto dei capitoli di questa prima parte.

PARTE SECONDA
SCELTA SESSUALE


CAPITOLO VIII.

PRINCIPII DELLA SCELTA SESSUALE.

Caratteri sessuali secondari - Scelta sessuale - Modo di azione - Eccesso di maschi - Poligamia - Il maschio solo viene generalmente modificato mercè la scelta sessuale - Ardore del maschio - Variabilità del maschio - Scelta operata dalla femmina - Scelta sessuale comparata colla scelta naturale - Eredità in periodi corrispondenti di vitain corrispondenti stagioni dell'annoe come venga limitata dal sesso - Relazioni fra le varie forme di eredità - Cause per cui un sesso e i piccoli non sono modificati dalla scelta sessuale - Supplemento intorno ai numeri proporzionali dei due sessi per tutto il regno animale - Della limitazione del numero dei due sessi mercè la scelta naturale.

Negli animali che hanno sessi separati i maschi differiscono necessariamente dalle femmine nei loro organi di riproduzionee questi somministrano i principali caratteri sessuali. Ma spesso i sessi differiscono in ciò che Hunter ha chiamato caratteri sessuali secondariche non hanno una diretta connessione coll'atto della riproduzione; per esempionell'aver un maschio certi organi dei sensi o di locomozione di cui la femmina è al tutto sprovvedutao nell'averli molto più sviluppationde poter meglio trovarla o raggiungerla; oppure anche nell'avere il maschio organi speciali di preensione onde tener ben ferma la femmina. Questi ultimi organi sono di infinitamente diverse sorta e gradazionie in alcuni casi possono appena venir distinti da quelli che si sogliono comunemente collocare fra i primaricome le appendici complesse dell'apice dell'addome degli insetti maschi. Infattise non vogliamo limitare il nome di primari alle ghiandole riproduttivenon è quasi possibile decidereper quello almeno che riguarda gli organi di preensionequali debbano essere chiamati primari e quali secondari.
Spesso la femmina differisce dal maschio per aver organi per nutrire e proteggere i suoi piccolicome le ghiandole delle mammelle dei mammiferie la borsa ventrale dei marsupiali. Inoltre il maschio in alcuni pochi casi differisce dalla femmina per possedere organi analoghicome i ricettacoli per le uova che i maschi di certi pesci posseggonoe quelli che si sviluppano temporaneamente in certi ranocchi maschi. Le api femmine hanno un apparato speciale per raccogliere e trasportare il pollineed il loro ovopositore è modificato in un pungiglione per la difesa delle loro larve e della comunità. Nelle femmine di molti insetti l'ovopositore si modifica nel modo più complesso pel collocamento sicuro delle uova. Si possono citare moltissimi casima essi ora qui non hanno che fare. Vi sono tuttavia altre differenze sessuali al tutto disgiunte dagli organi primari coi quali abbiamo specialmente che farecome la mole maggiorela forza e l'indole bellicosa del maschiole sue armi offensive o difensive contro i rivalii suoi colori vivaci e i vari ornamentila facoltà del canto ed altri consimili caratteri.
Oltre le suddette differenze sessuali primarie e secondarietalvolta il maschio e la femmina differiscono nelle strutture in rapporto colle varie abitudini della vitae che non hannoo hanno solo indirettamenterelazione colle funzioni riproduttive. Così le femmine di certe mosche (Culicidae e Tabanidae) succiano il sanguementre i maschi vivono sui fiori e la loro bocca manca di mandibole. I maschi soli di certe farfalle notturne e di alcuni crostacei (e. g. Tanais) hanno la bocca imperfettachiusae non possono nutrirsi. I maschi complementari di certi cirripedi vivono come piante epifitiche o in forma femminea od ermafroditae mancano di bocca e di membra prensili. In questi casi è il maschio il quale si è modificato ed ha perduto certi organi importantiche posseggono le femmine e gli altri membri dello stesso gruppo. In altri casi è la femmina che ha perduto quelle parti; per esempiola femmina della lucciola manca d'alicome molte femmine di farfalle notturnealcune delle quali non lasciano mai i loro bozzoli. Molte femmine di crostacei parassiti hanno perduto le loro zampe natatorie. In alcuni punteruoli (Curculionidae) vi è una grande differenza fra il maschio e la femmina nella lunghezza del rostro o del becco; ma non si comprende la ragione di queste e di molte analoghe differenze. In generale le diversità di struttura fra i due sessi in relazione al differente modo di vivere si limitano agli animali più bassi; ma in certi pochi uccelli il becco del maschio differisce da quello della femmina. Senza dubbio in moltima non sembra in tutti i casile differenze sono indirettamente collegate colla propagazione della specie; così una femmina che ha da nutrire un gran numero d'uova abbisognerà di maggior nutrimento che non il maschioed in conseguenza richiederà mezzi speciali per procurarselo. Un animale maschio che vive per un tempo brevissimo può perdere pel difetto d'eserciziosenza soffrirne dannogli organi per procurarsi il nutrimento; ma conserverà gli organi della locomozione in uno stato perfettocosicchè potrà raggiungere la femmina. D'altra parte la femmina può perdere senza danno gli organi per volareper nuotareper camminarese gradatamente essa abbia acquistato abitudini che rendano così fatte facoltà inutili.
Tuttavia noi qui abbiamo solo da fare con quella sorta di scelta che ho chiamata scelta sessuale. Questa dipende dal vantaggio che certi individui hanno sopra certi altri dello stesso sesso e della stessa specie in relazione esclusiva colla riproduzione. Quando i due sessi differiscono nella struttura in rapporto coi differenti modi di vitacome nei casi sopra menzionatiessi sono stati senza dubbio modificati dalla scelta naturaleaccompagnata dall'eredità limitata ad uno e medesimo sesso. Così pure gli organi sessuali primarie quelli per nutrire e proteggere i piccolivengono nella stessa categoria; perchè quegli individui che generavano e nutrivano meglio la loro prole dovevano lasciarecaeteris paribusun numero maggiore ad ereditare la loro superiorità; mentre quelli che generavano o nutrivano male la loro prole dovevano lasciare soltanto pochi individui eredi delle loro deboli facoltà. Siccome il maschio deve cercar la femminaegli ha d'uopo per questi uffici di organidi sensi e di locomozione; ma se questi organi sono necessari agli altri bisogni della vitacome è generalmente il casoessi si saranno sviluppati per opera della scelta naturale. Quando il maschio ha trovato la femminaegli talora ha bisogno assolutamente di organi prensili per trattenerla; così il dott. Wallace mi ha detto che i maschi di certe farfalle notturne non possono accoppiarsi alle femmine se i loro tarsi o piedi sono rotti. I maschi di molti crostacei oceanici hanno le zampe e le antenne straordinariamente modificate per la preensione della femmina; quindi possiamo supporre che siccome questi animali sono trascinati qua e là dalle onde dell'alto marehanno un assoluto bisogno di questi organi per la propagazione della speciee quindi il loro sviluppo sarebbe stato l'effetto della scelta ordinaria e naturale.
Quando i due sessi conducono esattamente lo stesso genere di vitae il maschio ha gli organi dei sensi o della locomozione molto più sviluppati che non la femminapuò essere che questi nel loro stato perfetto siano indispensabili al maschio per rintracciare la femmina; ma nel maggior numero dei casi servono solo a dare a un maschio un vantaggio sopra un altro; perchè se fosse conceduto un certo tempo ai maschi meno bene dotatiriuscirebbero ad accoppiarsi colle femmine; e per ogni altro riguardogiudicando dalla struttura della femminasarebbero ugualmente bene acconci per gli usi comuni della vita. In questo caso la scelta sessuale sarebbe venuta in giuocoperchè i maschi hanno acquistato la loro attuale strutturanon già per essere meglio acconci per sopravvivere nella lotta per l'esistenzama per aver acquistato un vantaggio sopra altri maschie per averlo trasmesso soltanto ai loro figli maschi. È stata l'importanza di questa distinzione che mi ha indotto a dare questa foggia di scelta il nome di scelta sessuale. Così purese il servizio principale che rendono al maschio i suoi organi di preensione è quello d'impedire che la femmina sfugga prima dell'arrivo di altri maschio quando sono aggrediti da essiquesti organi si saranno perfezionati per la scelta sessualevale a dire pel vantaggio acquistato da certi maschi sopra i loro rivali. Ma in molti casi non è quasi possibile distinguere fra gli effetti della scelta naturale e quelli della scelta sessuale. Si potrebbero scrivere interi capitoli coi particolari delle differenze che esistono fra i sessi nei loro organi di sensività di locomozione e di presa. Tuttaviasiccome queste strutture non sono più interessanti di altre acconce per gli usi ordinari della vitaio non mi ci fermerò soprae darò solo pochi esempi per ogni classe.
Vi sono molte altre strutture e molti istinti che debbono essersi sviluppati per opera della scelta sessuale - come le armi offensive e i mezzi di difesa posseduti dai maschi per combattere e respingere i rivali - il coraggio e l'indole bellicosa - molte sorta di ornamenti - gli organi per produrre musica vocale e strumentale - e le ghiandole per emettere odori; molte di queste ultime strutture hanno per solo scopo di attirare od eccitare la femmina. È evidente che questi caratteri sono l'effetto della scelta sessuale e non della ordinariaperchè i maschi senza armisenza ornamenti o senza attrattive avrebbero potuto sostenere benissimo la lotta per la vita e lasciare una numerosa prolequalora non vi fossero stati altri maschi meglio dotati di loro. Possiamo credere che questo sarebbe stato il casodacchè le femmine che mancano di armi e di ornamenti possono sopravvivere e perpetuare la loro specie. I caratteri sessuali secondari della specie menzionati testè verranno pienamente discussi nei capitoli seguentisiccome sono per molti riguardi interessantima più specialmente siccome dipendono dalla volontàdalla scelta e dalla rivalità degli individui dei due sessi. Quando vediamo due maschi che si battono pel possesso di una femminao parecchi uccelli maschi che fanno pompa del loro brillante piumaggioed assumono i più strani atteggiamenti in faccia ad una radunanza di femminenon possiamo dubitare che sappianosebbene solo istintivamenteciò che stanno facendo ed esercitano consapevolmente le loro forze mentali e corporee.
Nello stesso modo in cui l'uomo può migliorare la razza dei suoi galli da combattimento scegliendo quegli individui che riescono vincitori nella tenzonecosì sembra che i maschi più forti e più vigorosio quelli sprovvisti17 delle armi minoriabbiano prevalso in naturaed abbiano prodotto il miglioramento delle razze naturali o specie. Mercè le contese mortali ripetuteun lieve grado di variabilitàse doveva produrre qualche vantaggioper quanto fosse lieveavrebbe dovuto bastare per l'azione della scelta sessuale; ed è certo che quei caratteri sessuali secondari sono eminentemente variabili. Nello stesso modo in cui l'uomo può dare la bellezzasecondo il livello del suo gustoal suo pollame maschio - può dare al gallo Bantam di Sebright un nuovo ed elegante piumaggioun portamento più diritto e particolare - così pare che nello stato di natura le femmine degli uccelliavendo per lungo tempo scelti i maschi più attraentihanno accresciuta la loro bellezza. Senza dubbio questo implica certe facoltà di scelta e di gusto per parte della femmina che a prima vista possono parere sommamente improbabili; ma io spero poter dimostrare più tardi che non è così la cosa.
Per l'ignoranza in cui siamo intorno a vari puntiil modo preciso in cui opera la scelta sessuale è per una certa estensione incerto. Nondimeno se quei naturalisti i quali credono già alla mutabilità della specie leggeranno i capitoli seguentisarannosperod'accordo con me che la scelta sessuale ha avuto una parte importante nella storia del mondo organico. È certo che in quasi tutti gli animali v'ha lotta fra i maschi pel possesso della femmina. Questo fatto è così notorio che sarebbe superfluo citarne degli esempi. Quindi le femminesupponendo che la loro capacità mentale fosse sufficiente per fare una sceltapotevano scegliere uno fra i vari maschi. Ma in molti casi appare come se fosse stato specialmente disposto che vi dovesse essere una lotta fra molti maschi. Quindi negli uccelli migratori i maschi in generale arrivano prima delle femmine al luogo della covacosicchè molti maschi son pronti a contendersi ogni femmina. Gli uccellatori asseriscono che ciò segue invariabilmente nel caso dell'usignuolo e nella capineracome mi ha detto il sig. Jenner Weiril quale conferma il fatto per ciò che riguarda queste ultime specie.
Il signor Swaysland di Brightonil quale ha avuto l'usoin questi ultimi quarant'annidi far prendere i nostri uccelli migratori appena arrivanomi scrive che non ha mai veduto le femmine di nessuna specie arrivare prima dei loro maschi. Durante una primavera egli uccise trentanove maschi di Cutrettole di Ray (Budytes Raii) prima di aver preso una sola femmina. Il signor Gould si è assicurato mercè la dissezionecome mi ha informatoche i beccaccini maschi arrivano in questo paese prima delle femmine; ma questo non ci riguarda moltomentre il beccaccino non cova da noi. Nel caso del pescedurante il tempo in cui il salmone risale i nostri fiumii numerosissimi maschi sono già pronti per la riproduzione prima delle femmine. Così sembra essere il caso per le rane e pei rospi. In tutta la grande classe degli insetti i maschi quasi sempre escono dalle crisalidi prima dell'altro sessocosicchè in generale brulicano per un tempo prima che si veggano le femmine. La cagione di questa differenza nel tempo dell'arrivo e della maturità fra i maschi e le femmine è abbastanza ovvia. Quei maschi che ogni anno emigrano per primi in un dato paese od in primavera erano i primi ad essere pronti per la riproduzioneod erano i più premurosihanno dovuto lasciar maggior numero di prole; e questa ha dovuto tendere ad ereditare istinti e costituzione somigliante. In complesso non vi può esser dubbio che in quasi tutti gli animali in cui i sessi sono separati vi è una lotta costantemente rinnovata fra i maschi pel possesso delle femmine.
La difficoltà per noi per ciò che riguarda la scelta sessuale sta nel comprendere come vada che i maschi i quali vincono altri maschio quelli che hanno maggiori attrattive per le femminelascino un maggior numero di figli che ereditano le loro qualità superioriche non i maschi vinti o meno attraenti. Se questo effetto non seguisse i caratteri che danno a certi maschi un vantaggio sopra altri non potrebbero venire perfezionandosi ed aumentandosi mercè la scelta sessuale. Quando i sessi esistono in numero al tutto egualei maschi peggio dotati troveranno finalmente femmine (tranne ove prevale la poligamia) e lasceranno un numero uguale di figliparimente acconci per gli usi generali della vitacome i maschi meglio dotati. Da vari fatti e da varie considerazioni io ne dedussi dapprima che in molti animaliin cui i caratteri sessuali secondari sono bene sviluppatii maschi siano grandemente superiori in numero alle femmine; e questo è giusto per alcuni pochi casi. Se i maschi fossero alle femmine come due ad unoe come tre a duee anche in proporzione ancora minorela cosa sarebbe semplicissimaperchè i maschi meglio armati o più attraenti lascerebbero un numero più grande di figlima dopo avere studiatoper quanto è possibilele proporzioni numeriche dei sessi non credo che esista comunemente nessuna grande disuguaglianza di numero. In molti casi la scelta sessuale sembra. avere operato nel modo seguente.
Prendiamo una specie qualunqueper esempio un uccelloe dividiamo le femmine che abitano un distretto in due branchi uguali; uno composto degli individui più vigorosi e meglio nutritie l'altro dei meno robusti e meno sani. Gli individui del primo brancosenza dubbiosaranno pronti per la riproduzione prima degli altri; e questa è l'opinione del signor Jenner Weiril quale ha per molti anni tenuto dietro accuratamente ai costumi degli uccelli. Non vi può essere neppure gran dubbio che le femmine più vigorosepiù sane e meglio nutrite sarebbero per riescire a calcolo fatto meglio nell'allevare il maggior numero di figli. I maschicome abbiamo vedutosono generalmente pronti per la riproduzione prima delle femmine; i maschi più forti ed in alcune specie i meglio armati discacciano i maschi più debolie i primi si accoppieranno poi colle femmine più robuste e meglio nutritesiccome queste sono le prime ad esser pronte per la riproduzione. Queste coppie vigorose alleveranno certo un numero maggiore di figli che non le femmine più ritardatarieche saranno obbligatesupponendo i sessi numericamente ugualiad accoppiarsi coi maschi vinti e meno robusti; e questo è tutto ciò che ci vuole per accrescerenel corso di successive generazionila molela forza ed il coraggio dei maschio per migliorarne le armi.
Ma in moltissimi casi i maschi che conquistano altri maschi non ottengono il possesso delle femmine indipendentemente dalla scelta per parte dì queste ultime. Il corteggiare degli animali non è una cosa tanto semplice e breve quanto si potrebbe credere. Le femmine rimangono più eccitatee preferiscono accoppiarsi coi maschi più adornio con quelli che son più abili cantorio che fanno atti più buffi; ma è probabilissimocome si è osservato in alcuni casiche nello stesso tempo preferiscano i maschi più vivaci e più vigorosi. Quindi le femmine più robusteche sono quelle che sono prima delle altre pronte alla riproduzioneavranno la scelta fra molti maschi; e sebbene non sempre possano scegliere i più forti e i meglio armatisceglieranno quelli più robusti e bene armatie per altri riguardi più attraenti. Queste coppie primaticce avranno lo stesso vantaggio nell'allevare la prole dal lato della femminacome abbiamo detto soprae quasi lo stesso vantaggio per parte del maschio. E sembra che questo abbia bastato durante un lungo corso di generazioni ad aggiungere non solo forza e facoltà bellicose ai maschima anche ad accrescere i loro vari ornamenti od altre loro attrattive.
Nel caso opposto e molto più raro di maschi che scelgono femmine particolariè chiaro che quelli che erano più robusti ed avevano vinti gli altri dovevano avere la scelta liberissima ed è quasi certo che dovevano scegliere le femmine più robuste e le più belle. Cosiffatte coppie dovevano avere il vantaggio nell'allevamento della prolee più specialmente se il maschio aveva la forza di difendere la femmina durante la stagione della covacome segue in molti animali elevatio nell'aiutarla a provvedere il cibo pei piccoli. Gli stessi principii si possono applicare se i due sessi preferivano vicendevolmente e sceglievano certi individui del sesso opposto; supponendo che scegliessero non solo gli individui più attraentima anche i più vigorosi.

Proporzione numerica dei due sessi. - Ho notato che la scelta sessuale sarebbe una cosa semplicissima se il numero dei maschi fosse di molto superiore a quello delle femmine. Quindi fui condotto a ricercareper quanto mi fu datole proporzioni fra i due sessi del maggior numero di animali che mi fu possibile; ma i materiali sono scarsi. Darò qui solo un breve sunto dei risultaticonservando i particolari per una discussione supplementaretanto da non interrompere il filo del mio argomento. Gli animali domestici soli somministrano i mezzi per accertare il numero proporzionale delle nascite; ma non sono stati tenuti registri a questo effetto. Tuttavia ho raccolto indirettamente un buon numero di dati statisticidai quali sembra che nella maggior parte dei nostri animali domestici la nascita degli individui dei due sessi è quasi uguale. Così nei cavalli da corsa sono state registrate 25560 nascite nello spazio di ventun'annie i maschi nati stavano alle femmine in ragione di 997 a 100. Nei veltri la differenza è maggiore che non negli altri animaliperchè durante dodici anni sopra 6878 nascite i maschi nati erano come 1101 a 100 femmine nate. Tuttavia si può fino a un certo punto dubitare se sia giusto dedurre da ciò che le stesse proporzioni numeriche potrebbero valere nello stato naturale come nell'addomesticamento; perchè certe lievi e ignote differenze nelle condizioni alterano fino a un dato punto la proporzione dei sessi. Così nel genere umano le nascite di maschi sono in Inghilterra come 1045in Russia come 1089e fra gli Ebrei della Livonia come 120 per 100 femmine. La proporzione è anche misteriosamente alterata dalla circostanza dell'essere le nascite legittime o illegittime.
Ma il nostro scopo presente non riguarda la proporzione nei sessi alla nascitama allo stato adultoe questo aggiunge un altro elemento di dubbio; perchè è un fatto bene certo che nell'uomo i maschi muoiono in una proporzione molto maggiore delle femmine prima o durante la nascita e durante i primi anni dell'infanzia. Così pure è quasi certo nel caso degli agnellie questo può essere pure il caso pei maschi di altri animali. I maschi di alcuni animali si uccidono fra loro combattendo; e lottano fra loro finchè rimangano grandemente emaciati Debbono inoltrementre girano intorno in cerca delle femmineessere sovente esposti a vari pericoli. In molte specie di pesci i maschi sono molto più piccoli che non le femminee si crede che spesso vengano divorati da queste o da altri pesci. In alcuni uccelli le femmine sembrano morire in più gran proporzione che non i maschi; sono pure soggette ad essere distrutte nei nidimentre covano i loro piccoli. Negli insetti le larve femmine sono spesso più grosse di quelle dei maschied in conseguenza hanno maggior probabilità di essere divorate; in alcuni casi le femmine adulte sono meno attive e meno rapide nei movimenti che non i maschie non sono tanto bene acconce a fuggire il pericolo. Quindi negli animali allo stato di naturaonde giudicare delle proporzioni dei sessi in stato adultodobbiamo rimetterci ad una semplice stima; e questatranne forse quando la disuguaglianza è fortemente spiccatamerita poca fede. Nondimenoper quanto si possa formare un giudiziopossiamo conchiudere dai fatti dati nel supplemento che i maschi di alcuni pochi mammiferidi molti uccellie di alcuni pesci ed insetti eccedono notevolmente in numero le femmine.
La proporzione fra i sessi variava leggermente durante gli anni susseguenti: così nei cavalli da corsa per ogni cento femmine che nascevanoi maschi variavano da 1071 in un anno a 926 in un altro annoe nei veltri da 1163 a 953. Ma se si facesse questa statistica sopra un'area molto più vasta che non l'Inghilterraqueste variazioni forse scomparirebbero; e tali come sono non basterebbero guari a lasciar riconoscere nello stato di natura l'azione effettiva della scelta sessuale. Nondimeno nel caso di alcuni pochi animali selvatici sembra che le proporzionicome vien dimostrato nel supplementooscillino sia durante le differenti stagioni o nelle differenti località in un grado sufficiente da produrre una cosiffatta azione. Perchè si potrebbe osservare che qualche vantaggio acquistato durante certi anni o in certe località da quei maschi che poterono vincere altri maschio avevano per le femmine maggiori attrattivesi sarebbe probabilmente trasmesso alla prole e non sarebbe stato susseguentemente eliminato. Durante le stagioni susseguentiquando per l'eguaglianza dei sessi ogni maschio poteva in qualche modo procurarsi una femminai maschi più forti e più belli prodotti precedentemente avrebbero avuto almeno altrettanta probabilità di lasciare prole quanto i meno forti e i meno belli.

Poligamia. - La pratica della poligamia produce gli stessi effetti come l'attuale disuguaglianza nel numero dei sessi; perchè se ogni maschio s'impadronisce di due o più femminemolti maschi non potranno accoppiarsi; e gli ultimi certamente saranno gl'individui più deboli o meno attraenti. Molti mammiferi ed alcuni pochi uccelli sono poligamima non ho trovato negli animali che appartengono a classi inferiori nessuna prova di questo fatto. Le forze intellettuali di questi animali non sonoforsesufficienti a condurli a raccogliere e custodire un harem di femmine. Sembra quasi certo che esiste una qualche relazione fra la poligamia e lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari; e questo è in appoggio all'opinione che una preponderanza numerica di maschi sarebbe sommamente favorevole all'azione della scelta sessuale. Nondimeno molti animalispecialmente uccelli che sono strettamente monogamimostrano caratteri sessuali secondari spiccatissimi; mentre alcuni pochi animali che sono poligami non sono così caratterizzati.
Passeremo una breve rassegna della classe dei mammiferi e ci volgeremo poi agli uccelli. Sembra che il Gorilla sia poligamoe il maschio differisce molto dalla femmina; questo è pure il caso coi cinocefali che vivono in strupi formati da un numero di femmine adulte due volte maggiore di quello dei maschi. Nell'America meridionale il Mycetes caraya presenta differenze sessuali ben distinte nel colorenella barba e negli organi vocalie il maschio vive in generale con due o tre femmine. Il maschio del Cebus capucinus differisce in certo modo dalla femminae sembra essere poligamo. Non si conosce per questo riguardo gran che intorno a moltissime altre scimmiema alcune specie sono strettamente monogame. I ruminanti sono poligami in grado eminentee sono in essi più frequenti le differenze sessuali che non in quasi ogni altro scompartimento di mammiferispecialmente nelle armima anche in altri caratteri. La maggior parte dei cervidelle bovine e degli ovini sono poligami; come pure la maggior parte delle antilopisebbene alcune di queste siano monogame. Sir Andrea Smith parlando delle antilopi dell'Africa meridionale dice che nei branchi di circa una dozzina d'individui di rado s'incontrava oltre a un maschio adulto. L'asiatica Antilope saiga sembra essere la specie più disordinatamente poligama del mondo; perchè Pallas asserisce che il maschio scaccia tutti i rivali e raccoglie una mandra di circa un centinaiocomposta di femmine e di piccoli; la femmina non ha cornaed ha il pelo più morbidoma non differisce per altro molto dal maschio. Il cavallo è poligamoma tranne nella mole che è maggiore e nelle proporzioni del corponon differisce gran che dalla femmina. Il cinghiale per alcuni caratteri e per le sue grosse zanne presenta caratteri sessuali ben distinti; in Europa e nell'India esso conduce vita solitariatranne durante la stagione degli amori; ma in questa stagione si unisce a parecchie femminecome crede sir W. Elliotil quale è peritissimo nell'osservazione di questo animale; se questo sia il caso anche in Europa è dubbioma alcune prove l'appoggiano. L'elefante maschio adulto nelle Indie passacome il cinghialegran parte del tempo solitario; ma quando si associa con altri "di rado s'incontradice il dottor Campbellpiù di un maschio in mezzo ad un branco di femmine". I maschi più grossi scacciano od uccidono i più piccoli ed i più deboli. Il maschio differisce dalla femmina nelle sue grossissime zanne e nella molenella forza e nella resistenza; la differenza è tanto notevole per quest'ultimo riguardoche quando i maschi vengono presi valgono venti per cento più delle femmine. Negli altri animali pachidermi la differenza fra i sessi è di lieve momento o nullae non sonoper quanto si sappiapoligami. Appena una sola specie fra i Chirotteri e gli Sdentatio nei grandi ordini dei Rosicanti e degl'Insettivoripresenta differenze sessuali secondarie bene sviluppate; e non ho potuto trovare alcuna prova dell'essere essi poligamitranneforse nel topo comunedi cui i maschisecondo che affermano alcuni cacciatori di topivivono con parecchie femmine.
Nell'Africa meridionale il leone vive talorasecondo ciò che ho udito da sir Andrea Smithcon una femmina solama in generale con più di unaed in un caso fu trovato assieme a cinque femminecosicchè è poligamo. Egli èper quello che ho potuto sapereil solo animale poligamo in tutto il gruppo dei carnivori terrestried esso solo presenta caratteri sessuali molto distinti. Se ci volgiamo però ai Carnivori mariniil caso è al tutto differente; perchè molte specie di Foche presentanocome vedremo in seguitodifferenze sessuali straordinariee sono eminentemente poligame. Così l'elefante marino maschio dell'Oceano meridionale possiede sempresecondo Péronvarie femmine e si dice che il Leone marino di Forster sia circondato da venti o trenta femmine. Nel Nord l'orso marino maschio di Steller è accompagnato da un numero ancor maggiore di femmine.
Riguardo agli uccellimolte speciei sessi delle quali differiscono molto l'uno dall'altrosono certamente monogami. In Inghilterra vediamo differenze sessuali ben distinteper esempiofra l'anatra selvatica che si accoppia ad una sola femminae il merlo comune e il ciuffolotto che si dicono appaiarsi per tutta la vita. Così seguecome mi ha informato il signor Wallacecolle Ampelie dell'America meridionalee moltissimi altri uccelli. In diversi scompartimenti non sono stato capace di scoprire se le specie siano poligame o monogame. Lesson dice che gli uccelli di paradisotanto notevoli per le loro differenze sessualisono poligamima il signor Wallace dubita che egli non abbia avuto di ciò prove sufficienti. Il signor Salvin mi ha detto che è stato indotto a credere che gli uccelli mosca siano poligami. Il maschio della Vedovatanto notevole per le sue penne caudalisembra certo essere poligamo. Il signor Jenner Weis ed altri mi hanno assicurato che non di rado si veggono tre stornelli frequentare lo stesso nido; ma non è stato riconosciuto se questo sia un caso di poligamia o di poliandria.
I Gallinacei presentano differenze sessuali quasi tanto distinte quanto gli uccelli di paradiso o gli uccelli moscae molte delle loro specie sonocome è notopoligame; altre sono invece strettamente monogame. Quale contrasto presentano i sessi del pavone o fagiano poligami e la gallina di Guinea o pernice che sono monogame! Si potrebbero citare molti casi similicome nella famiglia dei Tetraoni in cui i maschi del gallo cedrone e del fagiano di montepoligamidifferiscono moltissimo dalle femmine; mentre i sessi della pernice di monte scozzese e della pernice di montagna comune differiscono pochissimo. Fra i Cursori uno scarso numero di specie presenta differenze sessuali molto spiccatetranne il tacchino selvaticola Starda. (Otis tarda)che si dice siano poligami. Nelle gralle pochissime specie differiscono nei sessima il Combattente (Machetes pugnax) presenta una grande eccezionee Montagu crede che questa specie sia poligama. Quindi sembra che negli uccelli esista spesso una stretta relazione fra la poligamia e lo sviluppo delle differenze sessuali molto spiccate. Avendo domandato al signor Bartlettnel Giardino zoologico di Londrail quale ha una lunga pratica degli uccellise il tragopan maschio (uno del Gallinacei) sia poligamorimasi colpito dalla sua risposta: "Non lo somi dissema lo suppongo dai suoi splendidi colori".
Merita di esser notato che l'istinto di appaiarsi ad una sola femmina si perde agevolmente collo addomesticamento. L'anatra selvatica è strettamente monogamala domestica è al tutto poligama. Il rev. W. D. Fox mi ha informato che per ciò che riguarda le anatre selvatiche semi-addomesticatetenute in una grande vascavicina alla sua dimoravennero uccisi tanti maschi dai cacciatori che ne rimase uno solo per ogni sette od otto femmine; tuttavia venne allevato un numero incredibile di piccoli. La gallina di Faraone è strettamente monogama; ma il signor Fox ha trovato che i suoi piccoli riescono meglio quando tiene un maschio e due o tre femmine. In istato di natura i canarini vivono in coppiema in Inghilterra gli allevatori riescono meglio mettendo un maschio con quattro o cinque femmine; nondimeno la prima femminasiccome è stata asserito al signor Foxvien considerata come moglieperchè egli nutre essa e i suoi piccoli; le altre son trattate come concubine. Io ho notato questi casi perchè essi rendono in certo modo probabile che le specie monogame in istato di naturapossano prontamente divenire sia temporaneamente o permanentemente poligame.
Rispetto ai rettili ed ai pescisi conosce troppo poco dei loro costumi perchè possiamo dire alcun che intorno alle loro nozze. Tuttavia lo Spinarello (Gasterosteus) dicesi sia poligamo; e il maschio durante la stagione degli amori differisce moltissimo dalla femmina.
Riassumiamo i mezzi coi qualiper quanto possiamo giudicarela scelta sessuale ha prodotto lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari. È stato dimostrato che il maggior numero di figli robusti sarà allevato dall'accoppiamento dei maschi più forti e meglio armatiche hanno soggiogato altri maschicolle femmine più robuste o meglio nutriteche in primavera sono le prime ad esser pronte per la riproduzione. Se queste femmine scelgono i maschi più belli e nello stesso tempo più robustialleveranno maggior numero di figli che non le femmine più ritardatarieche debbono accoppiarsi coi maschi meno robusti e meno attraenti. Così sarà il caso se i maschi più robusti sceglieranno le femmine più belle e nello stesso tempo più sane e vigorose; e questo sarà ancora più certo se il maschio difende la femminae l'aiuta a provvedere il cibo pei piccoli. Il vantaggio che ottengono così le coppie più vigorose nell'allevare un numero più grande di figli è statoda quanto paresufficiente a rendere efficace la scelta sessuale. Ma una preponderanza più grande nel numero dei maschi sulle femmine sarebbe ancora più efficace; se la preponderanza fosse solamente occasionale e localeo permanente; se fosse occorsa alla nascitao susseguentemente alla più grande distruzione delle femmine; o se viene seguita indirettamente dalla pratica della poligamia.

Il maschio in generale è più modificato che non le femmine. - In tutto il regno animalequando i sessi differiscono fra loro nell'aspetto esternosi è il maschio il qualemeno alcune rare eccezioniè stato principalmente modificato; perchè la femmina rimane ancora più somigliante ai giovani della sua speciee più somigliante agli altri membri dello stesso gruppo. Sembra che la causa di ciò dipenda dacchè i maschi di quasi tutti gli animali hanno passioni più forti che non le femmine. Quindi segue che i maschi si battono fra loro e fanno assiduamente pompa della loro bellezza innanzi alle femmine; e quelli che sono vittoriosi trasmettono la loro superiorità ai loro figli maschi. Considereremo in seguito la ragione per cui i maschi non trasmettono i loro caratteri ai due sessi indistintamente. È cosa notissima che i maschi di tutti i mammiferi inseguono attivamente le femmine. Così pure segue per gli uccelli; ma molti uccelli maschi non inseguono tanto la femminaquanto fanno pompa del loro piumaggioe in sua presenza fanno strani atteggiamentie fanno udire il loro canto. Nei pochi pesci che si sono potuti osservaresembra che il maschio sia molto più attivo che non la femmina; e così pure negli Alligatorie a quanto pare nei Batraci. In tutta la enorme classe degli insetticome osserva Kirbyla legge è che il maschio vada in traccia della femmina. Nei ragni e nei crostaceicome ho inteso da due persone autorevolissimeil signor Blackwall e il signor C. Spence Batei maschi hanno abiti più attivie più girovaghi che non le femmine. Negli insetti e nei crostaceiquando gli organi dei sensi o la locomozione sono presenti in un sesso e mancanti in un altroo quandocome segue di frequentesono molto meglio sviluppati in uno che non nell'altroè quasi invariabilmente il maschioper quanto io mi sappiache conserva quegli organio che li ha più sviluppati; e ciò dimostra che il maschio è il più attivo membro dei due sessi nel corteggiare.
D'altra parte la femminasalvo rarissime eccezioniè meno attiva del maschio. Come osservò lungo tempo fa l'illustre Hunteressa in generale ha bisogno di essere corteggiata; è riservatae spesso si vede cercare di sfuggire al maschio per un tempo assai lungo. Chiunque abbia osservato i costumi degli animali potrà ricordare molti esempi di questa sorta. Giudicando da molti fatti che citeremo in seguitoe dagli effetti che possono venire con ragione attribuiti alla scelta sessualela femminasebbene sia comparativamente passivaesercita in generale una qualche scelta ed accetta un maschio di preferenza agli altri. Ovvero può accettarecome ci fanno credere talvolta le apparenzenon il maschio che ha per lei maggiori attrattivema quello che e meno sgradevole. L'azione di una qualche scelta per parte della femmina sembra quasi una legge tanto generale quanto quella dell'ardore del maschio.
Noi veniamo naturalmente tratti a cercare perchè il maschio in tante e così distinte classi sia divenuto molto più ardente della femminaper cui egli la cerca e fa la parte più attiva nel corteggiare. Se i due sessi si cercassero a vicenda non vi sarebbe nessun vantaggio e vi sarebbe una certa perdita di forza; ma perchè deve essere quasi sempre il maschio il cercatore? Nelle piante gli ovulidopo la fecondazionedebbono essere nutriti per un certo tempo; quindi il polline viene necessariamente portato agli organi femminili i quali sono posti nello stimmamercè l'opera degli insetti o del ventoo dai movimenti spontanei degli stami; e nelle algheecc.dall'azione locomotrice degli anterozoidi. Negli animali di organizzazione molto bassa e attaccati permanentemente allo stesso luogo e provvisti di sesso distintol'elemento maschio vien portato invariabilmente alla femmina; e possiamo vederne la ragione; perchè l'ovoanche se vien distaccato prima d'esser fecondato e senza aver bisogno di una susseguente nutrizione e protezionesarebbeper la sua mole relativamente più grandemeno facile da trasportare che non l'elemento maschio. Quindi le piante e molti animali inferiori sonoper questo rispettoanaloghi. I maschi degli animali immobiliavendo dovuto per ciò emettere l'elemento fecondatoreè naturale che qualcuno dei loro discendentisollevandosi nella scala e divenendo mobileabbia conservato la stessa consuetudinee siasi accostato maggiormente alla femminaonde l'elemento fecondatore non corresse pericoli lungo il tragitto in mezzo alle acque del mare. In alcuni pochi animali inferiori le femmine sole sono prive di locomozionee con queste i maschi debbono essere cercatori. Rispetto a quelle forme di cui i progenitori erano in origine liberiè difficile comprendere perchè i maschi abbiano acquistato invariabilmente l'abito di accostarsi alle femmineinvece di essere accostati da esse. Ma in tutti i casionde i maschi potessero riuscire efficaci cercatori era necessario che fossero forniti di forti passioni; e l'acquisto di cosiffatte passioni doveva naturalmente derivare da ciò che i maschi più ardenti dovevano lasciare un numero più grande di figli che non quelli meno ardenti.
Il grande ardore del maschio ha prodotto in tal modo indirettamente in esso il maggiore e più frequente sviluppo dei caratteri sessuali secondari che non nella femmina. Ma lo sviluppo di cosiffatti caratteri sarà stato molto aiutatose la conclusione che ho dedotto dopo aver studiato gli animali domestici è giustada ciò che il maschio è più soggetto a variare che non la femmina. So molto bene che è difficilissimo verificare una così fatta conclusione. Tuttaviauna qualche lieve evidenza si può ottenere comparando i due sessi nel genere umanosiccome l'uomo è stato molto più accuratamente studiato che non qualunque altro animale. Durante il viaggio della Novara vennero fatte moltissime misure delle varie parti del corpo nelle differenti razzee si trovò che in quasi ogni caso gli uomini presentavano un grado di variazione maggiore che non le donne; ma in un altro capitolo tornerò su questo argomento.
Il signor J. Woodil quale ha accuratamente tenuto dietro alla variazione dei muscoli nell'uomoconclude appunto che "il maggior numero delle anormalità in ogni oggetto si trova nei maschi". Egli aveva osservato precedentemente che "in 102 soggetti si trovò che le varietà in eccesso erano al tutto la metà di più che non nelle femminefacendo grande contrasto colla deficienza che s'incontrava più di frequente nelle femmine sopra descritte". Anche il professore Macalister osserva che le variazioni nei muscoli "sono probabilmente più comuni nei maschi che non nelle femmine". Certi muscoli che non sono normalmente presenti nel genere umano s'incontrano più spesso maggiormente sviluppati nel sesso maschile che non nel femminilequantunque dicasi che vi siano eccezioni a questa regola. Il dottore Burt Wilder ha registrato i casi di 152 individui con dita soprannumerariedi cui 86 erano maschi e 39ossia meno della metàfemmine; gli altri 27 erano di sesso ignoto. Tuttavia non bisogna dimenticare che le donne cercano di nascondere più che non gli uomini questa sorta di deformità. Non pretendo trarre la conseguenza che il numero proporzionale maggiore nelle morti dei figli maschi dell'uomoe da quanto pare anche delle pecorenel nascere o poco dopo la nascita (Vedi Supplemento) abbia una qualche relazione colla maggior tendenza negli organi del maschio a variare e divenire per tal modo anormali nella struttura e nelle funzioni.
S'incontrano in varie classi di animali alcuni pochi casi eccezionalinei quali la femmina ha acquistato invece del maschio caratteri sessuali secondari bene pronunciaticomeper esempiocolori più vivacimole più grandeforza o indole bellicosa. Negli uccellicome vedremo in seguitovi è stata talora una compiuta trasportazione dei caratteri ordinari propri ad ogni sesso; le femmine sono divenute più ardenti nel corteggiarei maschi sono rimasti comparativamente passivima scegliendoa quanto parele femmine più belle. Certi uccelli femmine hanno per tal modo acquistati colori più vaghio altre sorta di ornamentie sono divenute più forti e più bellicose che non i maschi; e questi caratteri sono stati trasmessi soltanto alla prole femmina.
Si può anche dire che in alcuni casi è venuto in campo un doppio processo di scelta; i maschi hanno scelto le femmine più bellee queste i maschi più attraenti. Tuttavia questo processosebbene abbia potuto produrre la modificazione dei due sessinon può aver fatto che un sesso differisca dall'altroa meno che il gusto del bello fosse in essi differente; ma questa supposizione è troppo improbabile nel caso di qualunque animaletranne l'uomoper essere degna di venir presa in considerazione. Vi sono tuttavia molti animali in cui i sessi si rassomigliano fra loroessendo forniti entrambi degli stessi ornamentil'analogia dei quali ci condurrebbe ad attribuirli all'azione della scelta sessuale. In questi casi può venir arguito molto plausibilmente che siavi stato un doppio o vicendevole processo di scelta sessuale; le femmine più precoci e più robuste avranno scelto i maschi più belli e più fortie questi ultimi avranno respinto tutte le femmine non belle. Ma da quello che sappiamo intorno ai costumi degli animaliquesto modo di vedere non sembra guari probabileessendo il maschio in generale molto desideroso di accoppiarsi con qualche femmina. È molto più probabile che gli ornamenti comuni ai due sessi siano stati acquistati da un sessogeneralmente dal maschioe poi siano stati trasmessi alla prole dei due sessi. Infattise durante un lunghissimo periodo i maschi di qualunque specie erano molto eccedenti in numero alle femminee poi durante un altro lunghissimo periodo in condizioni differenti sia stato il caso contrariopuò essersi agevolmente prodotto un doppioma non simultaneoprocesso di scelta sessualepel quale i due sessi possono essere divenuti grandemente differenti.
Vedremo in seguito che esistono molti animali ove nessuno dei sessi ha colori brillanti o alcun speciale ornamentoe tuttavia i membri dei due sessi o anche di uno solo sono stati probabilmente modificati dalla scelta sessuale. La mancanza di colori splendidi o di altri ornamenti può essere l'effetto del non essere mai occorse variazioni veracio di ciò che gli animali stessi preferivano colori semplici come il nero o il bianco. I colori oscuri sono stati spesso acquistati per la scelta naturale onde servire di protezionee l'acquisto di colori brillanti mercè la scelta sessuale può essere stato impedito dal pericolo cui andavano incontro. Ma in altri casi i maschi hanno probabilmente lottato fra loro per lunghi secolicolla forza brutale o colla pompa della loro bellezzao con entrambi i mezzi riunitie tuttavia non si sarà prodotto altro effetto se non quello che i maschi vincitori avranno lasciato un maggior numero di figli per ereditare le loro qualità superiori che non i maschi meno fortunati; e ciòcome abbiamo dimostrato precedentementedipende da varie complesse contingenze.
La scelta sessuale opera in un modo meno rigoroso che non la scelta naturale. Quest'ultima produce i suoi effetti colla vita o colla morte in tutte le età degli individui più o meno vincitori. Infattinon di rado la morte è una conseguenza delle lotte fra i maschi rivali. Ma in generale i maschi meno fortunati rimangono privi di femminaod ottengono soltanto una femmina meno robustae ciò in stagione avanzataose sono poligamiottengono minor numero di femminecosì lasciano minor proleo meno robustao nessuna. Rispetto alle strutture acquistate mercè la scelta ordinaria o naturalevi ha nel maggior numero dei casifinchè le condizioni della vita rimangono le stesseun limite alla somma delle modificazioni benefiche in relazione a certi fini speciali; ma per ciò che riguarda quelle strutture adattate a fare un maschio vittorioso di un altrosia combattendo o allettando la femminanon v'ha un limite definito alla somma delle modificazioni vantaggioseper cui finchè le acconce variazioni avranno luogol'opera della scelta sessuale procederà sempre. Questa circostanza può spiegare in parte il numero straordinario e frequente di variabilità che presentano i caratteri sessuali secondari. Nondimeno la scelta naturale farà in modo che i maschi vincitori non possano acquistare quella sorta di caratteriqualora potessero cagionar loro grave dannocome nel soverchio consumo delle forze vitalio nell'esporli ad altro grande pericolo. Lo sviluppo però di certe strutture - come le cornaper esempiodi certi cervi - è stato portato a un grado straordinarioed in qualche caso anche estremoil quale fin dove le condizioni generali della vita non sono in giuoco deve essere di poco danno al maschio. Da questo fatto noi impariamo che i vantaggi che i maschi più fortunati hanno ottenuto colla vittoria sopra altri maschi in battaglia o nel corteggiaree così lasciando una numerosa prolesono stati col lungo andar del tempo maggiori che non quelli derivati da un alquanto più perfetto adattamento alle condizioni esterne della vita. Vedremo in seguitoe questo non può esser mai stato provvedutoche la facoltà di piacere alla femmina è stata in alcuni pochi casi più importante che non la facoltà di vincere altri maschi in battaglia.

LEGGI DI EREDITA'.

Onde comprendere come la scelta sessuale abbia operatoe nel corso dei secoli abbia prodotto effetti notevoli in molti animali di molte classiè necessario tenere a mente le leggi di ereditàper quanto si conoscono. Nel vocabolo eredità si comprendono due distinti elementicioè la trasmissione e lo sviluppo dei caratteri; ma siccome questi generalmente vanno di conservala distinzione viene sovente trascurata. Vediamo questa distinzione in quei caratteri che sono trasmessi negli anni primieri della vitama che si sviluppano solo nella età adulta o durante la vecchiezza. Vediamo pure la stessa distinzione più chiaramente nei caratteri sessuali secondariperchè questi sono trasmessi per i due sessisebbene vengano sviluppati in uno solo. Che siano presenti nei due sessiè evidente quando due specie fornite di caratteri sessuali molto spiccati vengono incrociateperchè ognuna trasmette i caratteri propri del suo proprio sesso maschile o femminile alla prole ibrida dei due sessi. Lo stesso fatto è parimente manifesto quando certi caratteri propri del maschio vengono a svilupparsi occasionalmente nella femmina quando invecchia o si ammala; e così segue all'incontro nel caso del maschio. Parimente compaiono per incidente certi caratteri trasmessi pure dal maschio alla femminaquando in certe razze di polli si veggono gli sproni venire alle femmine giovani e sane; ma invero sono semplicemente sviluppati nella femminaperchè in ogni razza ogni particolarità della struttura dello sprone è trasmessa dalla femmina alla sua prole maschile. In tutti i casi di regresso certi caratteri vengono trasmessi in duetre o più generazionie vengono sviluppati in certe favorevoli condizioni che noi ignoriamo. Questa importante distinzione fra la trasmissione e lo sviluppo si terrà più facilmente a mente aiutandola colla ipotesi della pangenesisia o no tenuta in conto di vera. Secondo questa ipotesi ogni unità o cellula del corpo getta fuori gemmule o atomi non sviluppatiche vengono trasmessi alla prole dei due sessie si moltiplicano dividendosi spontaneamente. Possono rimanere non sviluppati durante i primi anni della vita o durante susseguenti generazioni; perchè il loro sviluppo in unità o cellecome quelle da cui sono derivatepuò dipendere dalla loro affinitào dalla loro unione con altre unità o cellule precedentemente sviluppate nel dovuto ordine di accrescimento.

Eredità in periodi corrispondenti della vita. - Questa tendenza è bene fermata. Se in gioventù appare un nuovo carattere in un animalesia che si conservi tutta la vita o duri per un solo tratto di tempoin regola generale quel carattere ricomparirà alla stessa età e nello stesso modo nella sua prole. D'altra parte se un nuovo carattere compare solo nell'età adultao anche durante la vecchiezzatende a ricomparire nella prole nella stessa età avanzata. Quando seguono deviazioni da questa regolai caratteri trasmessi più sovente ricompaiono piuttosto prima che non dopo l'età corrispondente. Siccome ho trattato quest'argomento piuttosto lungamente in un altro lavorodarò qui solo due o tre esempionde chiarire alla mente del lettore questo argomento. In varie razze di polli mentre i pulcini sono coperti di caluginei giovani uccelli nel loro primo vero piumaggio e nel loro abito da adulti differiscono molto fra lorocome pure dal loro progenitore comuneil Gallo bankiva; e questi caratteri vengono fedelmente trasmessi da ogni razza alla propria prole in un corrispondente periodo di vita. Per esempio i pulcini degli Hamburgh macchiettati quando sono coperti di piumino hanno alcune macchie oscure sul capo e sul gropponema non sono rigati longitudinalmentecome in molte altre razze; nel loro primo vero piumaggio "essi sono vagamente dipinti"cioè ogni penna è segnata trasversalmente di numerose righe scure; ma nel loro secondo piumaggio le penne sono tutte divenute macchiettate o punteggiate di macchie rotonde oscure. Quindi in questa razza le variazioni hanno avuto luogo e sono state trasmesse in tre distinti periodi di vita. Il piccione presenta un caso più notevoleperchè la specie primiera da cui deriva non sopporta col progredire dell'età nessun mutamento nel piumaggiotranne che nell'età adulta il petto diviene più iridescente; tuttavia vi sono alcune razze che non acquistano i loro colori caratteristici finchè non abbiano mutato duetre o quattro volte le piumee queste modificazioni nel piumaggio vengono regolarmente trasmesse.

Eredità in certe corrispondenti stagioni dell'anno. - Negli animali allo stato di natura si osservano numerosissimi esempi di caratteri che compaiono periodicamente nelle differenti stagioni. Vediamo questo nelle corna del cervoe nelle pellicce di animali artici che d'inverno divengono più folte e bianche. Moltissimi uccelli nella stagione delle nozze acquistano colori brillanti ed altri ornamenti. Dai fatti osservati nell'addomesticamento non posso spargere molta luce su questa sola forma di eredità. Pallas asserisce che in Siberia il bestiame domestico ed i cavalli acquistano periodicamente durante l'inverno un colore più chiaro; ed io ho osservato in Inghilterra un somigliante e distinto mutamento di colore in alcuni poney. Quantunque io non mi sappia che questa tendenza ad assumere un abito differentemente colorato durante varie stagioni dell'anno possa venire trasmessatuttavia è probabile che la cosa stia in questi terminiperchè tutte le tinte del colore sono dal cavallo grandemente ereditate. E questa forma di ereditàlimitata dalla stagionenon è più notevole della eredità che è limitata dall'età o dal sesso.

Eredità limitata dal sesso. - La uguale trasmissione di caratteri d'ambo i sessi è la forma più comune di ereditàalmeno in quegli animali che non presentano differenze sessuali fortemente spiccatee in vero in molti di questi. Ma non di rado certi caratteri vengono esclusivamente trasmessi a quel sesso nel quale comparvero dapprima. Nella mia opera sulla variazione per opera dello addomesticamento ho riferito prove ben evidenti intorno a ciò; ma qui posso citarne alcune. Vi sono razze di pecore e di capre nelle quali le corna del maschio differiscono grandemente nella forma da quelle della femmina; e queste differenze acquistate mercè l'addomesticamentosono regolarmente trasmesse al medesimo sesso. Nei gatti color tartaruga le femmine solein regola generalesono così coloratei maschi sono rosso-ruggine. In moltissime razze di polli i caratteri propri ad ogni sesso sono trasmessi soltanto al medesimo sesso. Questa forma di trasmissione è così generaleche è un caso anormale quando vediamo in certe razze variazioni trasmesse ugualmente in ambo i sessi. Vi sono pure certe sotto-razze di polli in cui i maschi si possono appena distinguere l'uno dall'altromentre le femmine differiscono grandemente nel colore. Nei piccioni i sessi delle specie originarie non differiscono in nessun carattere esterno; nondimeno in certe razze addomesticate il maschio è differentemente colorito dalla femmina. Nel piccione inglese viaggiatore le caruncolee l'ingluvie nel Poutersono molto più sviluppate nel maschio che non nella femmina; e quantunque questi caratteri siano stati acquistati mercè una lunga e continua scelta operata dall'uomola differenza fra i due sessi è al tutto dovuta alla forma ereditaria che ha prevalso; perchè ha avuto luogonon per la volontà dell'allevatorema piuttosto in opposizione ai suoi desiderî.
Moltissime delle nostre razze domestiche sono state fatte dalla somma di molte leggere variazioni; e siccome alcuni dei successivi anelli di congiunzione sono stati trasmessi solo ad un sessoed alcuni ai due sessinoi troviamo nelle diverse razze delle medesime specie tutte le gradazioni fra la maggiore dissomiglianza sessuale e la più compiuta somiglianza. Abbiamo già citato esempi di tal sorta nelle razze di polli e di piccioni; e in natura s'incontrano sovente analoghi casi. Negli animali soggetti all'addomesticamentoma se ciò possa seguire anche in natura non mi arrischio a direun sesso può perdere certi caratteri suoi proprie così può venire a rassomigliare fino a un certo punto all'altro sesso; per esempio i maschi di alcune razze di polli hanno perduto le loro piume e le loro setole mascoline. D'altra parte le differenze fra i sessi possono crescere coll'addomesticamentocome nelle pecore merinosnelle quali le femmine hanno perduto le corna. Parimente certi caratteri propri di un sesso possono ad un tratto comparire nell'altro sesso; come in quelle sotto-razze di polli in cui le galline anche giovani mettono gli speroni; o come in certe sotto-razze Polishdi cui le femmine avevanocome v'ha ogni ragione di crederein origine una crestache fu in seguito trasmessa ai maschi. Tutti questi casi divengono intelligibili colla ipotesi della pangenesiperchè dipendono dalle gemmule di certe unità del corpole qualiquantunque presenti nei due sessirimangono per l'azione dell'addomesticamento latenti in un sesso; o se dormono naturalmentesi fanno sviluppate.
Havvi una difficile questione che sarà conveniente differire ad un altro capitolocioèse un carattere sviluppatosi dapprima nei due sessi possa venir limitatomercè la sceltanel suo sviluppo ad un solo sesso. Seper esempioun allevatore osservasse che alcuni fra i suoi piccioni (nella quale specie i caratteri vengono per solito trasmessi ugualmente ai due sessi) variassero in un turchino pallidopotrebbe egli per una lunga e continua scelta fare una razzain cui i maschi soltanto avrebbero quella tintamentre le femmine si conserverebbero come erano prima? Dirò solo qui che questo sarebbe sommamente difficilesebbene forse non impossibileperchè l'effetto naturale del fare una razza coi maschi turchino-chiaro sarebbe un fare acquistare allo stipite interoinclusi i due sessiquella tinta. Tuttavia se si vedessero comparire variazioni colla tinta desiderata che dapprima fossero limitate solo nel loro sviluppo al sesso maschilenon vi sarebbe la più piccola difficoltà nel fare una razza caratterizzata da ciò che i due sessi fossero di colore differentecome invero è stato fatto nelle razze del Belgioin cui i maschi soli sono rigati di nero. Nello stesso modo se qualche variazione comparisse in un piccione femminache fosse dapprima limitata sessualmente nel suo svilupposarebbe agevole cosa fare una razza in cui le femmine sole fossero così caratterizzate; ma se la variazione non fosse in origine così limitatail processo sarebbe difficilissimose non impossibile.

Intorno alla relazione fra il periodo di sviluppo di un carattere e la sua trasmissione ad un sesso o ad entrambi. - In moltissimi casi non si conosce affatto la ragione per cui certi caratteri sarebbero ereditati dai due sessi e altri caratteri da un sesso solocioè da quel sesso in cui compariva primieramente il carattere. Non possiamo neppure comprendere perchè in certe sotto-razze di piccioni le strisce neresebbene trasmesse dalla femminasi sviluppino solo nel maschiomentre ogni altro carattere è trasmesso egualmente ai due sessi. Parimente perchè nei gatti il colore tartaruga debba svilupparsitranne alcune rare eccezioninella femmina sola. I caratteri molto ugualicome la mancanza o la eccedenza delle dital'oscurità del coloreecc.possono essere nel genere umano ereditati in una famiglia dai soli maschi e in un'altra famiglia dalle sole femminesebbene nei due casi sia trasmessa dal sesso opposto come dal medesimo. Per quanto grande sia la nostra ignoranza per questo riguardopure due regole sono sempre giustecioèche quelle variazioni le quali appaiono dapprima nell'uno o nell'altro dei due sessi in un periodo più avanzato della vita tendono a svilupparsi solamente nello stesso sesso; mentre quelle variazioni che cominciano a mostrarsi di buon'ora nella vita nell'uno o nell'altro dei due sessihanno una tendenza a svilupparsi in entrambi. Con tutto ciò mi guardo bene dall'asserire che questa sia la sola causa determinante. Siccome non ho discusso in nessun altro lavoro questo argomentoed esso è importantissimo per la scelta sessualedebbo qui entrare in lunghi ed intricati particolari.
È intrinsecamente probabile che ogni carattere che fa la sua comparsa nella prima età debba avere tendenza a propagarsi per via dell'eredità ugualmente ai due sessiperchè i sessi non differiscono molto fra loro nella costituzioneprima che abbiano acquistato la facoltà di riprodursi. D'altra partedopo che questa facoltà è stata acquistata ed i sessi sono venuti a differire nella costituzionele gemmule (se mi è lecito adoperare nuovamente il linguaggio della pangenesi) che sono emesse da ogni parte variante in un sessosarebbero molto più acconce a possedere le affinità proprie per riunirsi ai tessuti del medesimo sessoe venire per tal modo sviluppateche non con quelle del sesso opposto.
Venni indotto a credere alla esistenza di una relazione di tal sorta dal fatto che ogniqualvolta ed in qualunque modo avviene che il maschio adulto differisce dalla femmina adultaesso differisce nello stesso modo dai giovani dei due sessi. La generalità di questo fatto è al tutto notevole: si mantiene in quasi tutti i mammiferigli uccelligli anfibi ed i pesci; ed anche in molti crostaceiragni ed alcuni pochi insettispecialmente in certi ortotteri e libellule. In tutti questi casi le variazioni che accumulandosi hanno dato al maschio i suoi speciali caratteri maschilidebbono aver avuto luogo in un periodo di vita piuttosto avanzato; altrimenti i giovani maschi sarebbero stati similmente caratterizzati; econformemente alla nostra regolasi sono trasmessi e sviluppati soltanto nei maschi adulti. D'altra partequando il maschio adulto rassomiglia strettamente ai giovani dei due sessi (e questitranne qualche rara eccezionesono simili)esso rassomiglia generalmente alla femmina adulta; e nel maggior numero di questi casi le variazioni mercè le quali i giovani ed i vecchi hanno acquistato i loro attuali caratteri hannoprobabilmenteavuto luogo in conformità colla nostra regola durante la gioventù. Ma v'ha qui motivo di dubbioperchè certi caratteri vengono talora trasmessi alla prole molto prima del tempo in cui sono comparsi nei genitoricosicchè questi possono aver variato quando erano già adultied aver poi trasmesso i loro caratteri alla prole mentre era ancor giovane. Vi sonotuttaviamolti animalinei quali i due sessi si rassomigliano moltissimoe nondimeno differiscono entrambi dai loro piccoli; in questo caso i caratteri degli adulti debbono essere stati acquistati in un periodo di vita più avanzato; con tutto ciò questi caratteri contrariamente alla nostra regolasono trasmessi ai due sessi. Non dobbiamo tuttavia trascurare la possibilità o anche la probabilità che successive variazioni della stessa natura possano talora aver luogoin condizioni di vita somigliantisimultaneamente nei due sessi in un periodo piuttosto avanzato di vitae in questo caso le variazioni sarebbero trasmesse esclusivamente al sesso in cui comparvero per la prima volta. Quest'ultima regola sembra avere in generale maggior valore che non la secondacioè quella che le variazioni che hanno luogo in ogni sesso nel primi periodi della vita tendono ad essere trasmesse ai due sessi. Siccome evidentemente era impossibile anche solo valutare in quale grande numero di casi nell'intero regno animale queste due proporzioni si verifichinoebbi da studiare certi casi notevoli o incrociantied appoggiarmi a quel risultato.
La famiglia dei cervi presenta un eccellente campo per questa investigazione. In tutte le specieuna eccettuatale corna si sviluppano nel maschiosebbene vengano certamente trasmesse per mezzo della femminae possano in certi casi svilupparsi anormalmente in essa. D'altra parte nella renna la femmina è munita di corna; cosicchè in questa specie le corna dovrebberosecondo la nostra regolafar la loro comparsa di buon'ora nella vitamolto prima che i due sessi siano adultie siano divenuti molto differenti nella costituzione. In tutte le altre specie di cervi le corna dovrebbero comparire più tardi nella vitasviluppandosi solo in quel sesso in cui comparvero per la prima volta nel progenitore di tutta la famiglia. Ora in sette specieche appartengono a distinte divisioni della famiglia ed abitano regioni differentie nelle quali i maschi soli portano cornaho trovato che le corna del capriolo cominciano a mostrarsi in periodi varianti dai nove mesi dopo la nascita nel caprioloe a dieci o dodici mesi o anche più nei cervi maschi delle altre sei maggiori specie. Ma nella renna il caso è molto diversoperchè ho inteso dal professore Nilssonche ebbe la bontà di fare per me studi speciali in Lapponiache le corna appaiono nei giovani animali dopo quattro o cinque settimane di etàe si sviluppano nello stesso tempo nei due sessi. Quindinoi abbiamo qui una struttura sviluppata in un periodo di età insolitamente giovanile in una specie della famigliae comune ai due sessi in questa unica specie.
In parecchie sorta di antilopi i maschi soli hanno cornamentre nel maggior numero i due sessi sono forniti di corna. Rispetto al periodo di sviluppoil signor Blyth mi ha informato che nel giardino zoologico di Londra vivevano contemporaneamente un giovane Koodoo (Ant. Strepsciceros)nella cui specie i maschi soli hanno cornae un giovane di una specie affinissimacioè l'Ant. Orcasin cui i due sessi sono forniti di corna. Ora nella stretta conformità della nostra regolanel giovane maschio Koodoo le cornasebbene fosse in età di dieci mesierano piccolissime in confronto della mole cui dovevano venire; mentre nel giovane maschio dell'Antilope Orcas le cornaquantunque non avesse che soli tre mesi di etàerano già molto più grandi che non quelle del Koodoo. Giova notare inoltre che nella Antilocapra Americananella cui specie le cornasebbene presenti nei due sessisono quasi rudimentali nella femminanon compaiono fino verso l'età di cinque o sei mesi. Nelle pecorenelle capre e nelle bovineove le corna sono ben sviluppate nei due sessi sebbene non al tutto di uguale molesi possono sentireo anche vedere appena nati o poco dopo. Tuttavia la nostra regola sbaglia per ciò che riguarda alcune razze di pecoreper esempio i merinosin cui l'ariete solo ha corna; perchè non ho potuto trovare colle mie ricerche se in questa razza le corna si sviluppino più tardi che non in quelle pecore comuni in cui i due sessi son forniti di corna. Ma nelle pecore domestiche la presenza o la mancanza delle corna non è sempre un carattere costante; una certa proporzione di merinos femmine portano piccole cornaed alcuni arieti ne sono sprovvisti; mentre nelle pecore comuni le pecore senza corna si veggono solo incidentalmente.
In moltissime specie della bellissima famiglia dei fagiani i maschi differiscono notevolmente dalle femmineed acquistano i loro ornamenti in un periodo di vita piuttosto avanzato. Il fagiano orecchiuto (Crossoptilon auritum) tuttaviaoffre una notevole eccezioneperchè i due sessi posseggono le belle piume caudalii grandi ciuffi alle orecchie e il capo rosso cremisino; e dalle informazioni ottenute nel Giardino zoologico di Londra ho trovato che tutti questi caratterisecondo la nostra regolacompaiono molto di buon'ora. Tuttavia il maschio adulto può distinguersi dalla femmina adulta per un caratterecioè per la presenza degli sproni; econforme alla nostra regolaquesti non cominciano a svilupparsisecondo ciò che mi fu assicurato dal signor Bartlettprima di sei mesi di etàed anche allora si possono appena distinguere nei due sessi. Il maschio e la femmina del Pavone differiscono grandemente fra loro in ogni parte del piumaggiotranne nell'elegante ciuffo del capoil quale è comune ai due sessi; e questo si sviluppa molto di buon'oramolto prima che non gli altri ornamenti appartenenti al solo maschio. Un caso analogo lo vediamo nell'anatra selvaticaperchè le belle macchie verdi brillanti delle ali sono comuni ai due sessisebbene siano meno lucenti e talora più piccole nella femminae quelle macchie si sviluppano di buon'oramentre le penne arricciate della coda e altri ornamenti particolari al maschio si sviluppano più tardi. Fra certi casi estremi di intima rassomiglianza e grande disparitàcome quella del fagiano orecchiutoe del pavonese ne possono osservare molti intermedinei quali i caratteri seguono nel loro ordine di sviluppo le nostre due regole.
Siccome il maggior numero degl'insetti escono in condizione adulta dello stato di crisalideè dubbio se il periodo di sviluppo determini la trasmissione dei loro caratteri ad un sesso od a tutti e due. Ma non sappiamo se le squame coloriteper esempioin due specie di farfallein una delle quali i sessi differiscono nel colorementre nell'altra sono similisiano sviluppate nella crisalide nello stesso relativo periodo di età. E non sappiamo nemmeno se tutte le scaglie vengano sviluppate simultaneamente sulle ali delle stesse specie di farfallenelle quali certe macchie colorite sono speciali ad un sessomentre altre macchie sono comuni ai due sessi. Una differenza di questa sorta nel periodo dello sviluppo non è tanto improbabile come può parere a prima vista; perchè negli Ortotteri che assumono lo stato perfetto non con una sola metamorfosima con successive mutei maschi giovani di alcune specie rassomigliano dapprima alle femminee acquistano i loro caratteri mascolini speciali solo durante l'ultima muta. Casi sommamente analoghi hanno luogo nelle successive mute dei maschi di alcuni crostacei.
Abbiamo finora considerato solo la trasmissione dei caratterirelativamente al loro periodo di svilupponelle specie allo stato naturale; vedremo ora gli animali domesticioccupandoci dapprima delle mostruosità e delle malattie. La presenza di dita eccedentie la mancanza di certe falangideve essere riconosciuta in un periodo embriogenico primitivo - la tendenza ai colori sanguigni è almeno congenitacome lo è probabilmente anche quella ai colori oscuri - tuttavia queste particolaritàed altre similisono spesso limitate nella loro trasmissione ad un sesso; cosicchè la regola per cui i caratteri che si sviluppano in un periodo molto primiero tendono a trasmettersi ai due sessiqui sbaglia interamente. Ma questa regolacome abbiamo osservato sopranon sembra essere tanto generalmente vera come la regola oppostacioèche i caratteri i quali compaiono tardi nella vita in un sesso sono trasmessi esclusivamente allo stesso sesso. Noi possiamo dedurre dal fatto che le suddette particolarità anormali divengono proprietà di un sessomolto prima che le funzioni sessuali siano attiveche deve esservi una qualche differenza fra i sessi in una età sommamente precoce. Rispetto alle malattie limitate ad un sessoconosciamo troppo poco il periodo in cui furono originate per trarne qualche conclusione. Tuttaviasembra che la gotta possa venir compresa in questa regola; perchè in generale è cagionata dall'intemperanza dopo la prima giovinezzae viene trasmessa dal padre ai suoi figli in un modo molto più evidente che non alle figlie.
Nelle varie razze domestiche di pecoredi capre e di bovinei maschi differiscono dalle loro femmine rispettive nella forma e nello sviluppo delle cornadella frontenella crinieranella giogaianella coda e nelle prominenze delle spallee queste particolaritàin armonia colla nostra regolanon sono pienamente sviluppate se non piuttosto tardi. Nei cani i sessi non differisconotranne in certe razze; specialmente nei cani scozzesi per la caccia dei cervi il maschio è molto più grosso e più massiccio che non la femmina; ecome vedremo in un prossimo capitoloil maschio va crescendo di mole in un periodo insolitamente avanzato nella vitachesecondo la nostra regoladarebbe ragione del fatto che trasmette alla sola prole maschile la sua più grande mole. D'altra parteil colore tartaruga del pelo che appartiene alle gatte soltanto si distingue benissimo fin dalla nascitae questo caso è contro la nostra regola. Vi sono delle razze di piccioni in cui i maschi soli hanno strisce neree quelle strisce si cominciano a vedere anche nei nidiaceima in ogni susseguente muta divengono più evidenticosicchè questo caso in parte è contrario alla regola e in parte la sostiene. Nel piccione viaggiatore inglese e nel Pouter il pieno sviluppo della caruncola e del gozzo si osservano piuttosto tardie questi caratterisecondo la nostra regolasono trasmessi nella loro piena perfezione ai soli maschi. I casi seguenti forse appartengono alla classe di cui abbiamo parlato precedentementenella quale i due sessi hanno variato nello stesso modo in un periodo di vita piuttosto avanzatoed hanno in conseguenza trasmesso i loro nuovi caratteri ai due sessi in un periodo corrispondentemente avanzato; e se ciò èquesti casi non sono contrari alla nostra regola. Così vi sono sotto-razze del piccionedescritte da Neumeisterdi cui i due sessi cambiano colore dopo due o tre mutecome pure è il caso nell'Almond Tumbler; non dimeno questi mutamentisebbene abbiano luogo piuttosto tardisono comuni ai due sessi. Una varietà dl Canarinicioè il London Prizepresenta un caso quasi analogo.
Nelle razze di polli la eredità dei vari caratteri derivati da un sesso o da entrambi sembra in generale determinata dal periodo in cui quei così fatti caratteri vengono sviluppati. Così in tutte quelle numerose razze in cui il maschio adulto è molto differente nel colore dalla femmina e dal maschio adulto della specie originariaesso differisce dal maschio giovanecosicchè i caratteri nuovamente acquistati debbono essere comparsi in un periodo di vita piuttosto avanzato. D'altra parte in moltissime razze in cui i sessi si rassomiglianoi giovani hanno quasi lo stesso colore dei genitorie per questa ragione è probabile che i colori di questi siano comparsi nell'età primiera. Abbiamo esempi di questo fatto in tutte le razze nere e bianchenelle quali i piccoli e gli adulti dei due sessi sono uguali; e neppure si può asserire che in un piumaggio bianco o nero siavi alcunchè di particolare che produca la sua trasmissione ai due sessi; perchè i maschi soli di molte specie naturali sono neri o bianchimentre le femmine sono diversamente colorite. Nei cosidetti Cuckoosotto-razza del pollo nei quali le piume sono dipinte trasversalmente di strisce oscurei due sessi ed i pulcini sono coloriti quasi nello stesso modo. Il piumaggio listato del gallo Bantam di Sebright è lo stesso dei due sessied i pulcini hanno le piume punteggiate di neroche si riaccostano un po' alle strisce. Tuttavia i Spangled Hamburghs presentano una eccezione parzialeperchè i due sessisebbene non al tutto similisi rassomigliano molto più intimamente che non i due sessi della specie originariatuttavia assumono tardi il loro caratteristico piumaggioperchè i pulcini sono distintamente disegnati. Veniamo ora ad altri caratteri oltre il colore: i maschi soli delle specie originarie e di moltissime razze domestiche posseggono una cresta pienamente sviluppatama nei piccoli dei polli spagnuoli si sviluppa grandemente molto di buon'orae a quanto pare si è questa la ragione del suo insolito sviluppo nelle femmine adulte. Nei galli da combattimento l'indole battagliera si rivela meravigliosamente presto; e di ciò si possono citare curiosi esempi; e questo carattere viene trasmesso ai due sessicosicchè le galline per la loro indole battagliera vengono generalmente mostrate entro stie separate. Nelle razze dal ciuffo la protuberanza del cranio che sostiene il ciuffo è in parte sviluppata anche prima che i pulcini siano sgusciati dall'uovoe lo stesso ciuffo comincia a crescere sebbene dapprima piuttosto adagio; e in questa razza gli adulti dei due sessi sono caratterizzati da una grande protuberanza ossea e da una straordinaria cresta.

Infineda quello che abbiamo ora veduto intorno alla relazione che esiste in molte specie naturali e in molte razze domestiche fra il periodo di sviluppo dei loro caratteri e il modo di loro trasmissione - per esempio il fatto notevole della comparsa delle corna della renna nella prima etàa petto della loro venuta piuttosto tarda nelle altre specie in cui il maschio solo porta corna - noi possiamo conchiudere che una causasebbene non la solaper cui i caratteri divengono retaggio esclusivo di un sessoè il loro svilupparsi in un periodo di vita avanzata. E in secondo luogoquella causasebbene apparentemente meno efficacefa sì che i caratteri che sono ereditati dai due sessi si sviluppano di buon'oramentre i sessi differiscono pochissimo nella costituzione. Sembra tuttavia che debba esistere una qualche differenza tra i due sessi anche durante un primitivo periodo embriogenicoperchè i caratteri sviluppati in questa etànon di rado divengono propri di un sesso.

Osservazioni sommarie e concludenti. - Dalla precedente discussione sulle varie leggi di eredità noi impariamo che certi caratteri spesso o anche generalmente tendono a svilupparsi nel medesimo sessonella medesima etàe periodicamente nella medesima stagione dell'annoin cui comparvero dapprima nei genitori. Ma queste leggiper cause ignotevan soggette a mutare. Quindi i successivi stadi nella modificazione di una specie possono venire prontamente trasmessi in vari modi; alcuni di questi stadi possono venire trasmessi ad un sessoed alcuni ad entrambialcuni alla prole in una etàed alcuni a tutte le età. Non solamente sono le leggi di eredità moltissimo complessema tali sono pure le cause che inducono e governano la variabilità. Le variazioni cagionate per tal modo sono conservate e accumulate mercè la scelta sessualela quale è in se stessa una faccenda estremamente complessaperchè dipendecome è doveredall'ardore nell'amoredal coraggio e dalla rivalità dei maschie dalla intelligenzadal gusto e dalla volontà della femmina. La scelta sessuale sarà pure dominata dalla scelta naturale per la prosperità generale della specie. Quindi il modo in cui gl'individui di un sesso o dei due sessi vengono modificati mercè la scelta sessuale non può a meno di divenire in altissimo grado complesso.
Quando certe variazioni hanno luogo in un sesso ad un periodo piuttosto avanzato e sono trasmesse allo stesso sesso nella medesima etàl'altro sesso e i giovani rimangono necessariamente senza modificazione. Quando seguono tardi nella vitama sono trasmesse ai due sessi alla stessa etài giovani soltanto rimangono senza modificazioni. Tuttavia possono aver luogo certe variazioni in qualunque periodo della vita in un sesso o in entrambied essere trasmesse ai due sessi in ogni etàe allora tutti gli individui della specie saranno similmente modificati. Nei capitoli seguenti vedremo che tutti questi casi seguono frequentemente in natura.
La scelta sessuale non può mai operare sopra nessun animale prima che sia giunta l'età della riproduzione. Mercè il grande ardore del maschio essa ha operato in generale sopra questo sesso e non sulle femmine. I maschi hanno acquistato in tal modo armi per combattere i loro rivaliod organi per scoprire e tener ferma la femminao per eccitarla e piacerle. Quando i sessi differiscono per questi rispettiè purecome abbiamo vedutouna legge sommamente generale che il maschio adulto differisca più o meno dal maschio giovane; e da questo fatto possiamo concludere che le successive variazionimercè le quali il maschio adulto si è modificatonon hanno avuto luogo generalmente molto prima dell'età della produzione. Ogniqualvolta alcuna o parecchie di queste variazioni seguono nella prima etài maschi. giovani parteciperanno in un grado minore o maggiore dei caratteri dei maschi adulti. Si possono osservare differenze di questa sorta fra i maschi vecchi e i giovani in molti animaliper esempio negli uccelli.
È probabile che i maschi giovani negli animali abbiano spesso avuto una tendenza a variare in un modo che non solo sarebbe stato inutile per essi nella prima etàma che sarebbe stato loro veramente nocevole - come l'acquisto di colori brillanti che li avrebbero resi molto appariscentie perciò sarebbero stati più esposti ai loro nemicio quello di strutture come grosse cornache avrebbero richiesto un consumo di forza vitale per svilupparsi. Se questa sorta di variazione fosse seguita nei maschi giovaniè quasi certo che sarebbero state eliminate per opera della scelta naturale. D'altra parte nei maschi adulti ed espertiil vantaggio che deriva dall'acquisto di cosiffatti caratterinella loro rivalità con altri maschiavrebbe più che controbilanciato ogni grado di pericolo che essi avrebbero potuto produrre.
Siccome variazioni analoghe a quelle che dànno al maschio una superiorità sopra altri maschi nella lottanella ricercanel tener ferma e nel piacere alla femminanon sarebbero state a questa di nessun beneficio qualora le avesse avutequindi non si sono conservate in questo sesso per opera della scelta sessuale. Abbiamo buoni esempi che dimostrano che negli animali domestici ogni sorta di variazioni si perdono agevolmente per l'incrociamento e per le morti incidentaliqualora non si operi una scelta accurata. In conseguenzale variazioni del genere suddetto quando per caso seguissero nella femminaandrebbero molto soggette a venire perdutee le femmine non rimarrebbero modificate in tutto ciò che riguarda quei caratteri eccettuato quelli ricevuti dai maschi per opera della trasmissione. Senza dubbiose le femmine avessero variato e avessero trasmesso i caratteri acquistati di fresco alla prole dei due sessii maschi avrebbero conservatomercè la scelta sessualequei caratteri che sarebbero stati loro utiliquantunque non avessero nessuna utilità per le femmine. In questo caso i due sessi si sarebbero modificati nello stesso modo. Ma avrò da tornare in seguito su queste intricatissime contingenze.
Le variazioni che seguono in un periodo di vita più avanzatoe che sono trasmesse ad un sesso solosono andate acquistando incessantemente un vantaggio e si sono accumulate mercè la scelta sessuale in rapporto alla riproduzione delle specie; sembra quindia prima vistaun fatto inesplicabile che variazioni similari non siano state frequentemente accumulate per la scelta naturalein relazione agli usi consueti della vita. Se questo avesse avuto luogoi due sessi si sarebbero differentemente modificatiallo scopoper esempiodi impadronirsi della preda o per sfuggire al pericolo. Noi abbiamo già veduto e vedremo in seguito altri esempi di questa sorta di differenze fra i due sessispecialmente negli animali più bassima sono rarissime nelle classi più elevate. Dobbiamotuttaviatenere a mente che i sessi nelle classi più elevate conducono generalmente lo stesso modo di vita; e supponendo che i maschi soli siano per variare in un modo da favorire le loro forze per ottenere il ciboecc.e siano per trasmettere cosiffatte variazioni alla loro prole mascolina soloquesto acquisterebbe una organizzazione superiore a quella delle femminema è probabile che le femmineavendo la stessa costituzione generale ed essendo esposte alle stesse condizionivarierebbero presto o tardi nello stesso modo; ed appena questo fosse seguitole variazioni sarebbero state conservate parimente nei due sessi per opera della scelta naturaleed infine diverrebbero simili fra loro. Nel caso delle variazioni che sono andate accumulandosi mercè la scelta sessuale la cosa è molto differenteperchè i costumi dei due sessiin relazione colle funzioni riproduttive non sono gli stessie le modificazioni benefiche trasmesse sessualmente ad un sesso sarebbero state in esso conservatementre modificazioni somiglianti sarebbero state al tutto inutili all'altro sessoed in conseguenza in questo si sarebbero presto perdute.

Nei capitoli seguenti parlerò dei caratteri sessuali secondari negli animali di tutte le classie in ogni caso cercherò di applicare i principii spiegati nel presente capitolo. Le classi più basse non ci occuperanno che per un brevissimo tempoma gli animali superiorispecialmente gli uccellidebbono essere trattati con una certa estensione. Bisogna tener a mente cheper le ragioni già menzionateio ho in animo di dare soltanto qualche esempio delle innumerevoli strutture mercè le quali il maschio trova la femminaoquando l'ha trovatala trattiene. D'altra partediscuteremo ampiamente tutte le strutture e tutti gli istinti coi quali il maschio riesce a vincere altri maschie coi quali alletta o eccita la femminasiccome sono per molti riguardi i più interessanti.

Supplemento intorno alla proporzione numerica dei due sessi negli animali che appartengono alle varie classi.

Siccome nessunoper quanto io mi sappiaha fatto attenzione ai numeri relativi dei due sessi nel regno animaledarò qui tutti i materiali che ho potuto raccoglierequantunque siano sommamente imperfetti. Consistono solo in alcuni pochi esempi di attuale enumerazionee i numeri non sono molti. Siccome nel caso dell'uomosolo le proporzioni si conoscono sopra una grande scalacomincerò da questecome misura di confronto.

Uomo. - In Inghilterra nello spazio di dieci anni (dal 1857 al 1866) sono nati vivi 707120 bambinisecondo il calcolo annualenella proporzione di 1045 maschi a 100 femmine. Ma nel 1857 i bambini maschi in Inghilterra erano nella proporzione di 1052 e nel 1865 come 1040 a 100. Guardando i distretti separatinella provincia di Buckingham (dove sono nati ogni anno a calcolo fatto 5000 bambini) la proporzione media delle nascite dei maschi e delle femminedurante tutto il periodo dei suddetti dieci annifu di 1028 a 100; mentre nella provincia di Galles del Nord (dove si calcola che le nascite ogni anno ascendono a 12873) la proporzione dei maschi saliva fino a 1062 a 100. Prendendo una provincia ancor più piccolacioè quella di Rutland (dove il ragguaglio delle nascite non va oltre i 739)nel 1864 i maschi nati erano 1146 a 100e nel 1862970 a 100; ma anche in questo piccolo distretto il calcolo delle 7385 nascite durante tutti i dieci anni era di 1045 a 100vale a dire nella stessa proporzione come in tutta l'Inghilterra. Talora queste proporzioni vengono alterate da cause ignote; così il prof. Faye asserisce "che in alcuni distretti della Norvegia vi è stata per lo spazio di un decennio una costante deficienza di maschimentre in altri vi è stata la condizione opposta". Durante quarantaquattro anni in Francia le nascite dei maschi e delle femmine sono state di 1062 a 100. È un fatto singolare che negli ebrei la proporzione delle nascite dei maschi è decisamente più grande che non nei cristiani; così in Russia questa proporzione è di 113a Breslavia di 114e nella Livonia di 120 a 100; le nascite dei cristiani in quei paesi sono come il solitoper esempio in Livonia di 104 a 100. È un fatto ancor più singolare che nelle differenti nazioni in condizioni e in climi differentiin Napoliin Prussiain Vestfaliain Francia ed Inghilterral'eccedenza nelle nascite dei maschi sopra le femmine è minore quando sono illegittimi che non legittimi.
In varie parti d'Europasecondo il prof. Faye ed altri autori "s'incontrerebbe una ancor più grande preponderanza di maschise la morte colpisse in proporzione uguale i due sessi tanto prima come dopo la nascita. Ma il fatto è che per ogni 100 femmine nate morteabbiamo in parecchi paesi da 1346 a 1449 maschi nati morti". Inoltre nei primi quattro o cinque anni di vita muoiono molti più maschi che non femmine; "per esempio in Inghilterradurante il primo annoper ogni 100 femmine muoiono 126 maschi - proporzione che in Francia è ancor più sfavorevole". In conseguenza di questa maggior proporzione di bambini maschi mortie pei vari pericoli cui vanno incontro gli uomini adultie per la loro tendenza ad emigrarele femmine in tutti i paesi costituiti dalla lungadove si sono tenute tavole di statisticasi sono trovate in numero notevolmente preponderante su quello dei maschi.
Si è supposto sovente che l'età relativa dei genitori possa determinare il sesso della prole; e il prof. Leuckart ha asseritoconsiderando la cosa come sufficientemente provata rispetto all'uomo ed a certi animali domesticiche questo è veramente un importante fattore nel risultato. Così pure il periodo del concepimento è stato creduto essere causa efficace; ma recenti osservazioni contrastano questa credenza. Parimente nel genere umano si è supposto che la poligamia produca la nascita di un maggior numero di femmine; ma il dottor J. Campbell ha studiato accuratamente quest'argomento negli harem di Siamed egli conchiude che la stessa proporzione nelle nascite dei maschi e delle femmine è la stessa come nelle unioni monogame. Pochissimi animali sono divenuti tanto poligami come i nostri cavalli da corsa inglesie vedremo tosto che la loro prole maschile e femminile è in numero quasi eguale.

Cavalli. - Il signor Tegetmeier ha avuto la bontà di registrare per me dal Racing Calendar nascite dei cavalli da corsa durante un periodo di ventun annocioè dal 1846 al 1867; omesso il 1849 non essendo stato in quell'anno pubblicato alcun rapporto in proposito. Le nascite totali sono state 25660consistenti in 12763 maschi e 12797 femmineo meglio nella proporzione di 997 maschi a 100 femmine. Siccome questi numeri sono piuttosto grandie siccome sono tratti da ogni parte d'Inghilterranel corso di sette annipossiamo con ogni fiducia conchiudere che nei cavalli domesticio almeno in quelli da corsai due sessi sono prodotti in numero quasi uguale. Le lievi variazioni che si osservano nelle proporzioni durante gli anni susseguenti sono molti simili a quelle che seguono nella razza umanaquando si voglia considerare un'area ristretta ma molto popolata: così nel 1856 i cavalli maschi erano come 1071 e nel 1867 soltanto come 926 per ogni 100 femmine. Nelle relazioni registrate le proporzioni variano nei cicliperchè i maschi eccedono le femmine per lo spazio di sei anni successivi; e le femmine eccedono i maschi durante due periodi di quattro anni ognuno: questo può essere tuttavia un fatto incidentale: almeno per quel che riguarda l'uomo non ho mai trovato nulla di consimile nella tavola decennale della Relazione del 1886. Posso aggiungere che certi cavallie questo vale anche per certe vacche e per certe donnehanno una tendenza a produrre piuttosto un sesso che non un altro; il signor Wright di Yedersley House mi ha detto che le sue cavalle Arabequantunque accoppiate a sette cavalli diversiprodussero sette femmine.

Cani. - Nel periodo di undici annidal 1837 al 1848le nascite in tutta l'Inghilterra di moltissimi veltri furono registrate nel giornale Field; e vado debitore al signor Tegetmeier dei ragguagli esatti di quei registri. Le nascite inscritte furono 6878consistenti in 3605 maschi e 3273 femminecioè nella proporzione di 1101 maschi per 100 femmine. Le maggiori variazioni ebbero luogo nel 1864in cui la proporzione dei maschi fu di 953e nel 1867in cui i maschi furono 1163 per ogni 100 femmine. Il calcolo di proporzione fatto sopra 1101 a 100 è probabile sia quasi esatto nel caso dei veltriè un po' dubbio se possa valere per altre razze domestiche. Il signor Cupples ha fatto alcune ricerche presso grandi allevatori di canied ha trovato che tutti senza alcuna eccezione credono che le femmine siano prodotte in maggior numero; egli suppone che questa credenza sia venuta dacchè le femmine hanno minor valoree quindi il dispetto al nascere di queste possa aver fatto impressione maggiore sul loro animo.

Pecore. - Gli agricoltori non riconoscono con certezza il sesso delle pecore se non vari mesi dopo la nascitaquando i maschi debbono essere castrati; cosicchè i registri seguenti non danno le proporzioni delle nascite. Tuttavia ho osservato che parecchi grandi allevatori scozzesiche ogni anno producono qualche migliaio di pecoresono pienamente convinti che una maggior proporzione di maschi che non di femmine muore durante i primi due anni; quindi la proporzione dei maschi sarebbe alla nascita in certo modo più grande che non all'età in cui sono castrati. Questo coincide notevolmente con ciò che ha luogo nell'uomosiccome abbiamo vedutoe questi due fatti hanno probabilmente una stessa causa comune. Ho ricevuto ragguagli da quattro signori inglesi che hanno allevato pecore di pianuraprincipalmente le razze Leicesternel corso degli ultimi dieci o sedici annie il numero delle nascite è stato di 8965cioè 4407 maschi e 4558 femmine; vale a dire nella proporzione di 967 maschi ogni 100 femmine. Per quello che riguarda le pecore di razza Cheviot e quelle dal muso nero di Scoziaho ricevuto i rapporti di sei allevatoridue dei quali operavano in grandeprincipalmente negli anni 1867-1869; ma alcuni di quei rapporti risalivano al 1862. Il numero totale registrato somma a 50685di cui 25071 maschi e 25614 femmineo nella proporzione di 979 maschi per ogni 100 femmine. Se noi prendiamo i rapporti inglesi e scozzesi insiemeil numero totale giungerà a 59650di cui 29478 maschi e 30172 femmineo di 977a 100. Cosicchè nelle pecore all'età di essere castrate le femmine sono certamente in eccesso sui maschi; ma se questo possa valere nella nascita è più dubbiocalcolando che i maschi van molto più soggetti a morire nella prima età che non le femmine.
Intorno alle Bovine ho ricevuto da nove signori ragguagli di 982 nascite e troppo poche per formare una regola; esse consistevano di 477 vitelli e 505 vitelle; cioè in proporzione di 944 maschi per ogni 100 femmine. Il Rev. W. D. Fox mi ha informato che nel 1867 di 34 vitelli nati in un podere del Derbyshire uno solo era maschio. Il signor Harrison Weir mi scrive che egli ha preso informazioni presso vari allevatori di Maialie la maggior parte di quegli allevatori calcola che le nascite di maschi e di femmine sono circa come 7 a 6. Quello stesso signore ha allevato per molti anni Coniglied ha notato che si producono molto più maschi che non femmine.
Intorno ai mammiferi allo stato di natura non ho potuto sapere gran cosa su questo particolare.
Per quello che riguarda il topo comune non ho ricevuto che ragguagli contradittoriIl signor R. Elliot di Laighwood mi informa che un cacciatore di topi gli ha assicurato di aver sempre trovato un grande eccesso di maschianche nei piccoli da nido. In conseguenza di ciòil signor Elliot stesso esaminò dopo qualche centinaia di adultie trovò che quella asserzione era vera. Il signor F. Buckland ha allevato moltissimi topi bianchied egli crede pure che i maschi superino moltissimo in numero le femmine. Riguardo alle Talpesi dice che i maschi sono molto più numerosi delle femmine; e siccome la caccia di questi animali è una occupazione specialequesto asserto può forse meritare fede. Sir A. Smith descrivendo una antilope dell'Africa meridionale (Kobus ellipsiprymnus)osserva che nelle mandre di questa e di altre specie i maschi sono pochi a petto delle femmine; gli indigeni credono che nascono in quella proporzione; altri credono che i maschi giovani siano espulsi dalle mandree sir A. Smith dice che quantunque non abbia mai veduto mandre composte di maschi giovani solialtri asseriscono che questo fatto ha luogo. Sembra probabile che i giovani maschi che sono scacciati dalla mandra rimangono preda delle tante belve di quel paese.

UCCELLI.

Rispetto al Pollamenon ho ricevuto che una sola relazionecioèche sopra 1001 pulcini della razza della Cocincina allevata per otto anni dal signor Stretch487 erano maschi e 514 femminecioè 947 a 100. Nei piccioni domestici vi sono prove sicure che i maschi nascono in eccessoo che vivono più a lungoperchè questi uccelli si appaiano invariabilmente e i maschi isolatisiccome mi ha detto il signor Tegetmeiersi possono sempre comprare a miglior mercato che non le femmine. Per solito i due uccelli che nascono dalle uova deposte nello stesso nido sono maschio e femmina; ma il signor Harrison Weirche è stato un allevatore tanto in grandedice che sovente ha avuto due maschi dalla stessa covata e di rado due femmine; inoltre la femmina è in generale più debole dei duee quindi più soggetta a perire.
Rispetto agli uccelli allo stato di naturail signor Gould ed altri sono convinti che in generale i maschi sono più numerosi: e siccome i giovani di molte specie rassomigliano alle femminequeste ultime debbono naturalmente parere più numerose. Il signor Baker di Leadenhall ha allevato moltissimi fagiani da uova di fagiani selvaticied ha detto al signor Jenner Weir che si producono quattro o cinque maschi che non femmine18; e che nel Dal-ripa (sorta di pernice di montagna) il numero dei maschi che frequentano i leks o luoghi di amoreggiamento è superiore a quello delle femmine; ma alcuni osservatori attribuiscono questo fatto a ciò che un gran numero di femmine vengono uccise dai parassiti. Da vari fatti riferiti da White di Selborne sembra evidente che i maschi delle pernici debbono essere in notevole eccesso nel mezzodì dell'Inghilterra; e mi fu assicurato che questo è il caso anche per la Scozia. Dalle informazioni prese dal signor Weir presso i mercanti che ricevono in certe stagioni molti Combattenti (Machetes pugnax)venne a sapere che i maschi erano in maggior numero. Questo medesimo naturalista prese per me molte informazioni presso gli uccellatoriche s'impadroniscono ogni anno di un numero straordinario di varie piccole specie vive pel mercato di Londrae gli fu invariabilmente risposto da un vecchio e sicuro uccellatoreche nei fringuelli i maschi sono in eccesso; egli calcolava perfino 2 maschi per ogni femminao almeno 5 su 3. I maschi del merlo furono pure riconosciuti essere più numerosi che non le femminesia presi con le reti o con tranelli. A quanto pare si può prestar fede a questi fatti perchè lo stesso uomo disse che nella lodolanella Linaria montanae nel cardellino i sessi sono a un dipresso in uguale proporzione. D'altra parte esso è certo che nel fanelìo comune le femmine sono grandemente in eccessoma durante i differenti anni piuttosto disugualmente; in alcuni anni trovò che le femmine erano ai maschi come quattro a uno. Bisogna tuttavia tener presente alla mente che la stagione principale in cui gli uccelli vengono presi non comincia che in settembrecosicchè in alcune specie possono essere incominciate parziali migrazionie in quel periodo i branchi non contengono più che le sole femmine. Il signor Salvin osservò con molta cura i sessi degli uccelli mosca nell'America centraleed è persuaso che nella maggior parte della specie i maschi sono in eccesso; così un anno egli si procurò 204 esemplari appartenenti a dieci speciee questi consistevano in 166 maschi e 38 femmine. In due altre specie le femmine erano in eccesso; ma sembra che le proporzioni differiscano talora nelle differenti stagionitalora nelle diverse località; perchè in una occasione i maschi del Campylopterus hemileucurus stavano alle femmine come cinque a dueed in un'altra occasione in proporzione al tutto contraria. In appoggio di quest'ultimo punto posso aggiungere che il signor Powys trovò a Curfù e nell'Epiro i sessi del fringuello viventi separatamentee "le femmine erano molto più numerose"mentre in Palestina il signor Tristram trovò che "i branchi di maschi sembrano eccedere di gran lunga le femmine in numero". Parimenti il signor Taylor dice del Quiscalus majorche nella Florida vi sono "pochissime femmine in proporzione dei maschi"mentre nell'Honduras la proporzione era diversae le specie colà avevano il carattere della poligamia.

PESCI.

Nei pesci la proporzione del numero dei sessi non si può riconoscere se non impadronendosi di essi quando sono allo stato adulto o molto vicino a quello e vi sono molte difficoltà per giungere a qualche cosa di esatto. Si possono agevolmente scambiare le femmine infeconde per maschisiccome mi ha fatto notare il dott. Günther per la trota. Si crede che in alcune specie i maschi muoiano subito dopo aver fecondato le uova. In molte specie i maschi sono molto più piccoli che non le femmineper cui moltissimi maschi possono sfuggire dalla rete medesima colla quale si prendono le femmine. Il signor Carbonnieril quale ha studiato particolarmente la storia naturale del luccio (Esox lucius)afferma che molti maschiper la loro più piccola molevengono divorati dalle grosse femmine; ed egli crede che i maschi di quasi tutti i pesci sono esposti per la medesima causa ad un maggior pericolo che non le femmine. Nondimeno nei pochi casi in cui i numeri proporzionali sono stati attualmente osservati sembra che i maschi siano in grandissimo eccesso. Così il sig. R. Buistsopraintendente degli sperimenti del Stormonfielddice che nel 1815sopra 70 salmoni presi dapprima onde ricavarne le uovaoltre 60 erano maschi. Nel 1867 nuovamente egli rimase "colpito dalla grande sproporzione dei maschi colle femmine. Noi avevamo sul principio almeno dieci maschi per ogni femmina". In seguito poterono ottenere un numero sufficiente di femmine per avere le uova. Egli aggiungeper la grande abbondanza di maschi questi erano sempre in lotta, e si dilaniavano fra foro nei luoghi ove si radunano per deporre le uova e fecondarle. Senza dubbio questa proporzione può essere attribuita in partee dubito molto al tuttoa ciò che i maschi risalgono i fiumi prima delle femmine. Il sig. F. Buckland osservaper quello che riguarda la trotache "è un fatto curioso che i maschi siano tanto superiori in numero alle femmine. Segue invariabilmente che nella prima retata di pesce si rinvengano almeno sette od otto maschi per ogni femmina. Non posso darmi ragione di ciò; o i maschi sono più numerosi delle femmineo queste cercano salvamento nel nascondersi anzichè nella fuga". Egli allora aggiungeche cercando accuratamente nei branchi di pescis'incontrano sufficienti femmine per avere uova. Il sig. Lee mi ha informato che sopra 212 trotepescate per questo scopo nel serbatoio di lord Portsmouth150 erano maschi e 62 femmine.
Anche nei ciprini pare che i maschi siano in eccesso; ma parecchi membri di questa famigliacioè la carpala tincal'abramide ed il fregarolosembrano seguire regolarmente la praticarara nel regno animaledella poliandria; perchè la femmina quando depone le uova è sempre accompagnata da due maschiuno per partee nel caso della abramide da tre o quattro maschi. Questo fatto è tanto bene notoche si raccomanda sempre quando si ripopola uno stagno di mettere due tinche maschi per ogni femminao almeno tre maschi per due femmine. Riguardo al fregaroloun accurato osservatore asserisce che nei luoghi ove si radunano per deporre le uova e fecondarlei maschi sono dieci volte più numerosi che non le femmine; quando una femmina viene in mezzo ai maschi "essa viene immediatamente stretta da ogni parte da un maschio; e quando sono stati in questa posizione per un certo tempo vengono sostituiti da altri due maschi".

INSETTI.

In questa classei soli lepidotteri presentano mezzi per giudicare della proporzione numerica dei sessi; perchè sono stati raccolti con cura speciale da molti buoni osservatorie sono stati allevati in grande dallo stato di uovo o di bruco. Io avevo sperato che alcuni allevatori di filugelli avrebbero potuto tenere un esatto registroma dopo avere scritto in Francia ed in Italiaed avere consultato vari trattati non mi è stato dato conoscere se questo abbia avuto luogo. L'opinione generale sembra essere che i sessi siano quasi ugualima in Italiada quanto ho inteso dal prof. Canestrinimolti allevatori sono convinti che le femmine siano in eccesso. Tuttavia lo stesso naturalista mi ha informato che nell'allevamento di due anni del filugello dell'Ailanto (Bombyx cynthia)i maschi erano molto più abbondanti delle femmine nel primo annomentre nel secondo i due sessi erano quasi ugualio forse abbondavano le femmine.
Rispetto alle farfalle diurne in istato di natura parecchi osservatori sono stati molto colpiti dall'apparente enorme preponderanza dei maschi. Così il signor Batesparlando delle speciedice che in non meno di cento specieche abitano l'Amazzone superiorei maschi sono molto più numerosi che non le femmineanche in proporzione di cento ad uno. Nell'America settentrionaleEdwardspersona in ciò molto espertastima che nel genere papilio i maschi stanno alle femmine come quattro ad uno; ed il sig. Walshche mi riferì questo fattodice che nel P. turnus la cosa è certamente in questo modo. Nell'Africa meridionaleil sig. R. Trimen trovò che i maschi in 19 specie erano in eccesso; e in una di queste che vive nei luoghi apertiegli calcola il numero dei maschi come cinquanta per ogni femmina. In un'altra speciedi cui i maschi erano numerosi in certe localitàin sette anni non raccolse che cinque femmine. Nell'isola di Bourbonil sig. Maillard asserisce che i maschi di una specie di papilio sono venti volte più numerosi che non le femmine. Il sig. Trimen mi ha detto che da tutto quello che ha potuto vedereo che gli è stato riferito da altriegli crede che di rado le femmine di qualunque farfalla diurna superino in numero i maschi; ma forse questo segue nelle tre specie dell'Africa meridionale. Il sig. Wallace afferma che le femmine dell'Ornithoptera craesusnell'arcipelago Malesesono molto più comuni e si prendono molto più facilmente dei maschi; ma questa è una farfalla rara. Posso qui aggiungere che nella Hyperythragenere delle farfalle notturneGuenée dice che per ogni quattro o cinque femmine che si vedono nelle collezioni spedite dall'Indie vi è un maschio.
Quando venne portato questo argomento del numero proporzionale dei sessi innanzi alla Società Entomologicavenne ammesso generalmente che i maschi di moltissimi lepidotteri si prendono allo stato adulto e di ninfa in numero molto maggiore di quello delle femmine; ma questo fatto venne attribuito da vari osservatori all'essere le femmine di costumi più nascostie al solere i maschi uscire più presto dalla crisalide. Si sa molto bene che quest'ultimo fatto segue sovente in moltissimi lepidottericome in molti altri insetti. Per cuisiccome osserva il sig. Personnati maschi del domestico Bombyx yamamai si prendono in principio della stagionee le femmine alla fine per mancanza di compagni. Tuttavia non posso persuadermi che queste cause bastino a spiegare il grande eccesso dei maschi nei casi sopra riferitidi farfalle che sono comunissime nei loro paesi nativi. Il sig. Staintonil quale ha fatto accurate osservazioni per molti anni sulle piccole farfalle notturnemi ha detto che i maschi erano dieci volte più numerosi che non le femminema che da quando cominciò ad allevarle in grande dallo stato di brucoegli si convinse che le femmine erano molto più numerose. Parecchi entomologi sono dello stesso parere. Il signor Doubleday peròed alcuni altrihanno un'altra ideae sono convinti di avere allevato dalle uova e dai bruchi un numero maggiore di maschi che non di femmine.
Oltre ai costumi più attivi dei maschial loro sbucciare più presto dalla crisalideed il frequentare che fannoin molti casilocalità più apertesi possono assegnare altre cause alla differenza reale od apparente nel numero proporzionale dei sessi dei lepidotteriquando vengono presi allo stato di crisalidee quando vengono allevati dalle uova o allo stato di bruco. Molti allevatori in Italia credonocome ho inteso dal prof. Canestriniche il bruco femmina del filugello soffre più del bruco maschio della recente malattia; ed il dott. Staudinger mi ha detto che nell'allevamento dei lepidotteri muoiono nel bozzolo molte più femmine che non maschi. In molte specie il bruco femmina è più grosso che non il maschioed un raccoglitore deve scegliere naturalmente gli esemplari più bellie così senza volere raccoglie un maggior numero di femmine. Tre collezionisti mi hanno detto che ciò essi praticavano; ma il dott. Wallace è certo che moltissimi raccoglitori prendono gli esemplari che possono trovare dei generi più rari che valgono la pena di essere allevati. Quando gli uccelli hanno d'intorno molti bruchi divorano probabilmente i più grossi; ed ho saputo dal professor Canestrini che in Italia alcuni allevatori del baco da seta dell'Ailanto credonosebbene senza averne sufficienti proveche nel primo allevamento di questo filugello le vespe distruggono un numero maggiore di bruchi femmineche non di bruchi maschi. Inoltre il dott. Wallace osserva che i bruchi femmineessendo più grossi dei maschirichieggono maggior tempo per svilupparsi e consumano molto più nutrimento e muffa; e così debbono rimanere esposti più lungamente al pericolo degli icneumonidegli uccelliecc.e nei tempi di carestia perire in maggior numero. Quindi sembra al tutto possibile che allo stato di natura un minor numero di lepidotteri femmine può giungere allo stato adulto che non di maschi; e pel nostro speciale argomento si tratta del numero degli adultiquando i sessi possono propagare le specie.
Il modo in cui i maschi di certe farfalle notturne si raccolgono in numero straordinario intorno ad una sola femmina sembra indicare un grande eccesso nel numero dei maschisebbene questo fatto possa probabilmente venire attribuito a ciò che i maschi escono prima dal loro invoglio. Ho saputo dal signor Stainton che spesso si raccolgono intorno ad una femmina della Elachista rufocinerea da dodici a venti maschi. È noto comunemente che se una femmina vergine della Lasiocampa quercus o della Saturnia carpini viene esposta in una gabbiaun gran numero di maschi le si raccolgono intornoe se vien chiusa in una stanza essi scendono giù dalla cappa del camino per ritrovarla. Il sig. Doubleday crede di aver veduto da cinquanta a cento maschi delle due suddette specie attirati nel corso di un solo giorno da una femmina tenuta rinchiusa. Il sig. Trimen ha esposto nell'isola di Wigt una scatola nella quale una femmina della Lasiocampa era stata tenuta chiusa il giorno precedentee cinque maschi cercarono subito di penetrarvi. Il sig. Verreuxin Australiaavendo posto la femmina di un piccolo bombice in una scatola e messa questa in tascavenne seguito da una folla di maschiper modo che circa 10019 di essi entrarono in casa con lui.
Il sig. Doubleday ha fermato la mia attenzione sulla lista dei lepidotteri del dottor Staudingerche dà il prezzo dei maschi e delle femmine di 300 specie o varietà ben spiccate di farfalle (Rhopalocera).20 Il prezzo dei due sessi di specie comunissime è naturalmente lo stesso; ma differiscono in 114 delle specie più rare; i maschi sono in tutti i casi tranne unoi più a buon mercato. Dalla stima dei prezzi delle 113 specieil prezzo del maschio sta a quello della femmina come 100 a 149e questo sembra indicare che all'incontro i maschi eccedono in numero le femmine nella stessa proporzione. Circa 2000 specie o varietà di farfalle notturne (Heterocera) sono notateescluse quelle in cui le femmine non hanno ali per la differenza di costume nei due sessi: di queste 2000 specie141 differiscono nel prezzo secondo il sessoi maschi essendo 130 volte più a buon mercato21e i maschi di 11 sole specie essendo più cari che non le femmine. La proporzione fra il prezzo dei maschi di 130 specie con quello delle femmine è come 100 a 143. Rispetto alle farfalle in questo catalogo dei prezziil signor Doubleday crede (e nessuno in Inghilterra ha maggiore esperienza) che non v'ha nulla nei costumi delle specie che possa dar ragione della differenza dei prezzi nei due sessie che si può attribuire soltanto all'eccesso nel numero dei maschi. Ma sono obbligato di aggiungere che ho saputo dallo stesso dottor Staudinger che egli è di una diversa opinione. Egli crede che i costumi meno attivi delle femmine e l'uscire i maschi più presto dalla crisalide basti a spiegare la ragione per cui i raccoglitori prendono un maggior numero di maschi che non di femmineed in conseguenza il miglior mercato dei primi. Riguardo alle specie allevate dallo stato di brucoil dottor Staudinger credesiccome si è fermato precedentementeche un maggior numero di femmine che non di maschi muoiono quando stanno ancora nelle crisalidi. Egli aggiunge che in certe specie un sesso sembra essere in certi anni preponderante sull'altro.
In ogni modoio ne deduco che in moltissime specie di lepidotteri i maschi allo stato di crisalide eccedono in generale il numero delle femminequalunque possa essere la loro proporzione nel primo sbocciare dall'uovo.
Riguardo agli altri ordini d'insettinon ho potuto raccogliere che qualche ragguaglio poco sicuro. Nel cervo volante (Lucanus cervus) "sembra che i maschi siano molto più numerosi delle femmine": ma quandosiccome osservò Cornelius nel 1867un numero insolito di questi coleotteri comparve in una parte della Germaniale femmine parevano superiori in numero ai maschi nella proporzione di sei ad uno. Dicesi che in uno degli elateridi i maschi siano molto più numerosi che non le femminee "si trovano due o tre uniti ad una femmina": cosicchè sembra che in questo caso la poliandria prevalga. Nel Siagonium (Staphylinidae)in cui i maschi sono muniti di cornale femmine sono molto più numerose che non il sesso opposto. Il sig. Janson asseriva alla Società Entomologica che le femmine del Tomicus villosus sono tanto comuni da divenire un flagellomentre i maschi sono così rari che appena si conoscono. In altri ordiniper ragioni ignotema in alcuni casi dipendentida quanto paredalla partenogenesii maschi di certe specie non sono mai stati scoperti o sono rarissimicome è il caso per certe Cynipidae. In tutti i gallinsetti (Cynipidae) noti al sig. Walshle femmine sono quattro o cinque volte più numerose dei maschi; e questo seguecome mi ha dettonella Cecidomia (Diptera). In alcune specie comuni di tentredini (Tenthredinae) il signor F. Smith ha allevato centinaia di esemplari da larve di ogni molema non ha mai allevato un solo maschio: d'altra parte dice Curtis che in certe specie (Athalia) che egli allevòi maschi stavano alle femmine nella proporzione di sei ad una; mentre seguiva precisamente il contrario negli insetti adulti delle stesse specie prese nei campi. Nei neurotteri il signor Walsh asserisce che in moltema non già in tuttele specie del gruppo degli Odonatus (Ephemerina) vi è un grande eccesso di maschi; parimenti nel genere Hetaerina i maschi sono generalmente quattro volte più numerosi delle femmine.
In certe specie del genere Gomphus i maschi sono numerosi nello stesso modomentre in due altre specie le femmine sono due o tre volte più numerose che non i maschi. In alcune specie europee di Psocus si possono raccogliere migliaia di femmine senza incontrare un solo maschiomentre in altre specie dello stesso genere i due sessi sono comuni. In Inghilterra il signor Mac-Lachlan ha preso centinaia di femmine dell'Apatania muliebrisma non ha mai veduto il maschio; e del Boreus hyemalis ha potuto vedere soltanto quattro o cinque maschi. In moltissime di queste specie (trannea quanto intesinelle Tenthredinae) non v'ha ragione per supporre che le femmine vadano soggette alla partenogenesi; e così ci accorgiamo quanto siamo ignoranti sulle cause della apparente diversità che esiste nei numeri proporzionali dei due sessi.
Nelle altre classi degli articolati non ho potuto raccogliere neppure tante osservazioni. Nei ragni il signor Blackwallche ha studiato accuratamente per molti anni questa classemi ha scritto che i maschi pel loro modo di vivere più girovago si veggono comunemente molto di più e quindi appaiono più numerosi. Questo è attualmente il caso per poche specie; ma egli fa menzione di parecchie specie di sei generinelle quali le femmine sembrano essere molto più numerose che non i maschi. La piccola mole dei maschi in confronto delle femmineche è talvolta spinta ad un grado estremoed il loro aspetto grandemente diversopuò spiegare in alcuni casi la loro rarità nelle collezioni.
Alcuni dei crostacei più bassi possono propagare la loro specie agamicamentee questo spiega la estrema scarsità di maschi. In alcune altre forme (come le Tanais e le Cypris) vi è ragione per crederecome mi ha detto Federico Müllerche il maschio ha vita molto più breve che non la femminaciò chesupponendo che i due sessi siano dapprima in numero ugualespiegherà la scarsità dei maschi. D'altra partequesto medesimo naturalista ha preso invariabilmente sulle spiagge del Brasile molti più maschi che non femmine delle Diastylidae e di Cypridina; così in una specie di quest'ultimo genere in 63 esemplari presi nello stesso giorno v'erano 57 maschi; ma egli osserva che questa preponderanza può venire attribuita a qualche ignota differenza nei costumi del due sessi. In uno dei più elevati granchi del Brasilecioè un GelasimusFederico Müller ha trovato che i maschi sono più numerosi che non le femmine. Il caso opposto sembra esseresecondo l'espertissimo sig. C. Spence Bateriguardo a sei granchi comuni inglesidi cui non mi disse il nome.

Del potere della scelta naturale nel regolare il numero proporzionale dei sessie della Fecondità in generale. - In alcuni casi particolari un successo nel numero di un sesso sull'altro può essere di grande vantaggio ad una speciecome nel caso delle femmine sterili degli insetti socievolio di quegli animali in cui sono necessari parecchi maschi per fecondare la femminacome in certi cerripedi e forse in certi pesci. Una disuguaglianza fra i sessi in questi casi può essere stata acquistata mercè la scelta naturalema ora non è il caso di considerare ciò più oltre a cagione della sua rarità. In tutte le circostanze ordinarie una disuguaglianza non sarebbe nè più vantaggiosa nè più dannosa a certi individui che non ad altri; e quindi non potrebbe quasi essere l'effetto della scelta naturale. Dobbiamo attribuire la disuguaglianza all'azione diretta di quelle ignote condizioni che nel genere umano fanno sì che i maschi nascono in un tal quale maggiore eccesso in certi paesi più che non in altrio che cagionano quella lieve differenza di proporzione nei due sessi fra le nascite legittime e le illegittime.
Prendiamo ora il caso di una specie che producaper le cause ignote di cui abbiamo sopra fatto menzioneun eccesso in un sesso - diremo di maschi - questi essendo così superflui ed inutilio quasi inutili. Potranno i sessi agguagliarsi per opera della scelta naturale? Possiamo certamente dedurredall'essere tutti i caratteri variabiliche certe coppie produrranno un eccesso alquanto minore di maschi sulle femmine che non altre coppie. Le primesupponendo che il numero attuale della prole rimanga costanteprodurrebbero necessariamente un maggior numero di femminequindi sarebbero più produttive. Secondo la teoria delle probabilitàun maggior numero dei figli delle coppie più produttive dovrebbe sopravvivere; e questi erediterebbero una tendenza a procreare meno maschi che non femmine. Così potrebbe venire una tendenza all'agguagliamento dei sessi. Ma le nostre supposte specie sarebbero divenute con questo processocome testè fu osservatopiù produttive; e in molte questo sarebbe tutt'altro che un vantaggioperchè ogniqualvolta il limite dei numeri che esistono dipendenon dalla distruzione che ne fanno i nemicima dalla quantità del nutrimentoun aumento nella fecondità deve produrre una lotta più formidabilee la maggior parte dei sopravviventi verrà malamente nutrita. In questo casose i sessi fossero resi uguali per un aumento nel numero delle femmineuna simultanea diminuzione nel numero totale della prole sarebbe un benefizio; e questocredosarebbe operato dalla scelta naturale nel modo che descriverò in seguito. Lo stesso ragionamento può venire applicato tanto nel caso suddetto quanto nel seguentese noi diciamo che le femmine vengono prodotte in eccesso invece dei maschiperchè quelle femmine non accoppiandosi ai maschi divengono superflue ed inutili. Questo sarebbe il caso colle specie poligamequalora l'eccesso delle femmine fosse disordinatamente grande.
L'eccesso in qualsiasi sessoprendiamo di nuovo nei maschipotrebbeapparentementevenire eliminato dalla scelta naturale in un altro modo indirettocioè con una attuale diminuzione dei maschisenza nessun aumento delle femmineed in conseguenza senza nessuna maggiore produttività delle specie. Dalla variabilità di tutti i caratteri possiamo essere certi che alcune coppiedimoranti in una data localitàprodurrebbero un eccesso piuttosto minore di maschi superfluima non un numero eguale di femmine produttrici. Quando la prole di genitori più o meno fecondi di maschi fosse tutta mescolata assiemenessuno avrebbe un grande vantaggio diretto sugli altri; ma quelli che produrrebbero meno maschi superflui dovrebbero avere un grande vantaggio indirettocioè che le loro uova o i loro embrioni dovrebbero essere probabilmente più grossi e più bellio i loro piccoli meglio nutriti nell'ovaio e in seguito. Noi vediamo l'esempio di questo principio nelle piante; siccome quelle che portano un numero maggiore di semi producono piante piccolementre quelle che comparativamente producono pochi semi sovente producono grossissime piante bene adatte a fornire il nutrimento ai loro semi. Quindi la prole di genitori che hanno perduto minor forza nel produrre maschi superflui dovrebbe avere maggior probabilità di sopravviveree dovrebbe ereditare la stessa tendenza a non produrre maschi superfluimentre conserverebbe tutta la piena fecondità nella produzione delle femmine. Questo seguirebbe pure nel caso inverso del sesso femminile. Tuttavia sarebbe difficile porre ostacolo in questo modo indiretto ad ogni più lieve eccesso di uno dei due sessi. E infatti non è stata sempre impedita una notevole disuguaglianza nel numero dei sessisiccome abbiamo veduto nei vari casi citati nel precedente discorso. In quei casi le cagioni ignote che determinano il sesso dell'embrionee che mercè certe condizioni hanno per effetto la produzione di un sesso in eccesso sull'altronon sono state vinte dalla sopravvivenza di quelle varietà che furono soggette al minore consumo di materia organizzata e di forza per la produzione d'individui superflui di questo o di quel sesso. Nondimeno possiamo conchiudere che la scelta naturale tenderà sempresebbene talora non sufficientementead agguagliare i numeri relativi dei due sessi.
Avendo parlato così lungamente dell'agguagliamento dei sessisi può aggiungere ancora alcune poche osservazioni intorno alla regolarizzazione mercè la scelta naturale della ordinaria fecondità delle specie. Il sig. Herbert Spencer ha dimostrato in una dotta discussione che in tutti gli organismi esiste una proporzione fra ciò che egli chiama individuazione e genesi; quindi ne viene che esseri i quali consumano molta materia o forza nel loro accrescimentonella complicata struttura o nell'attivitàe che producono uova ed embrioni di grande volumeo che spendono molta energia nel nutrire i loro piccolinon possono essere tanto produttivi quanto altri di opposta natura. Il sig. Spencer dimostra inoltre che certe minori differenze di fecondità saranno regolate dalla scelta naturale. Così la fecondità di ogni specie tenderà ad aumentare dal fatto che le coppie più feconde produrranno maggior quantità di prolee questa pel solo suo numero avrà una più grande probabilità di sopravviveree trasmetterà la sua tendenza ad una sempre più grande fecondità. L'unico ostacolo ad un continuo aumento di fecondità in ogni organismo sembra essere o il consumo di maggior forza e i maggiori pericoli cui vanno incontro i genitori che producono una figliuolanza più numerosao il fatto di moltissime ova o di moltissimi piccoli che nascono di minor mole o meno robustio in conseguenza non tanto bene nutriti. Mettere in giusto bilancio in ogni caso gli svantaggi che derivano dalla produzione di una numerosa progenie ed i vantaggi (come lo sfuggire di qualche individuo almeno a vari pericoli)oltrepassa al tutto la nostra potenza di giudicare.
Quando un organismo è stato reso sommamente fecondonon è tanto chiaro il modo in cui la sua fecondità può esser ridotta mercè la scelta naturalequanto quello per cui questa facoltà venne primieramente acquistata. Tuttavia è ovvio che se individui di una specieper via della diminuzione dei loro nemici naturali venissero allevati in maggior numero di quello che si potrebbero nutriretutti i membri ne soffrirebbero. Nondimeno i figli di genitori meno fecondi non avrebbero un vantaggio diretto sui figli di genitori più fecondiquando tutti fossero mescolati assieme in un medesimo distretto. Tutti gli individui avrebbero una comune tendenza ad affamarsi a vicenda. Invero i figli dei genitori meno fecondi soggiacerebbero ad un grande svantaggioperchè pel semplice fatto di esser meno numerosi andrebbero più soggetti ad essere sterminati. Tuttavia parteciperebbero indirettamente ad un grande vantaggioperchè supponendo una condizione di fiera lottaquando tutti fossero spinti dal bisogno del cibo è probabilissimo che quegli individui che per qualche mutamento della loro costituzione avevano prodotto un numero minore di uova o di piccoliavrebbero prodotto quelle più grosse e questi più vigorosi; e gli adulti cresciuti da quelle uova o da quei piccoli avrebbero evidentemente maggior probabilità di sopravvivereed erediterebbero una tendenza ad una minore fecondità. Inoltre i genitori che avevano da allevare e nutrire un numero minore di figli non sarebbero tanto esposti alla fiera lotta per l'esistenzae avrebbero maggior probabilità di sopravvivere. Con questi stadie per quanto a me parenon con altrila scelta naturale nelle suddette condizioni di fiera lotta pel nutrimento condurrebbe alla formazione di una razza meno fecondama meglio acconcia al sopravvivereche non la razza primitiva.


CAPITOLO IX.

CARATTERI SESSUALI SECONDARI NELLE CLASSI INFERIORI DEL REGNO ANIMALE.

Mancanza di questi caratteri nelle classi più basse - Colori brillanti - Molluschi - Anellidi - Crostaceicaratteri sessuali secondari fortemente sviluppati; dimorfismo; colore; caratteri non acquistati prima dello stato adulto - Ragniloro colori sessuali; stridulazione dei maschi - Miriapodi.

Nelle classi più basse non di rado accade che i due sessi sono uniti nello stesso individuo e perciò i caratteri sessuali secondari non possono venire sviluppati. In molti casi in cui i due sessi sono separatientrambi stanno permanentemente attaccati allo stesso sostegnoe l'uno non ha d'uopo di cercare l'altro o di lottare per esso. Inoltre è quasi certo che questi animali hanno sensi troppo imperfetti e forze mentali troppo basse per sentire una mutua rivalitàod apprezzare vicendevolmente la bellezza o altre attrattive.
Quindi in quelle classi o sotto-regnicome i protozoii celenteratigli echinodermigli scolecidinon si trovano veri caratteri sessuali secondari; e questo fatto concorda colla credenza che cosiffatti caratteri sono stati acquistati nelle classi più elevate mercè la scelta sessuale che dipende dalla volontàdai desiderie dalla scelta dei due sessi. Tuttavia si osservano alcune poche apparenti eccezioni; cosìcome ho udito dal Dr. Bairdi maschi di certi entozoio vermi parassiti internidifferiscono lievemente nel colore dalle femmine; ma non abbiamo ragione per credere che queste differenze siano state aumentate dalla scelta sessuale.
Molti fra gli animali inferiorisia ermafroditi o con sesso separatosono ornati delle tinte più splendideo sono ombreggiati e screziati in modo elegantissimo. Questo è il caso per molti coralli ed anemoni marine (attinie)in alcune meduse (meduseporpiteecc.)in certe planarieascidiein moltissime stelle di mareechiniecc.; ma noi possiamo conchiudereper le ragioni sopra espostecioè l'unione dei due sessi in alcuni di questi animaliil difetto di locomozione di altrie le scarse forze mentali di tuttiche cosiffatti colori non servono loro di attrattiva sessualee non sono stati acquistati per opera della scelta sessuale. Negli animali più elevati il caso è molto differente; perchè in essi quando un sesso è più brillantemente o vistosamente colorito che non l'altro e non v'ha differenza nel modo dì vivere dei due sessi che possa spiegare questa diversitàabbiamo ragioni per credere all'azione della scelta sessualee questa credenza è fortemente confermata quando gli individui più adorniche sono quasi sempre i maschifanno pompa delle loro attrattive innanzi all'altro sesso. Possiamo pure estendere questa conclusione ai due sessi quando sono ugualmente coloritise i loro colori sono semplicemente analoghi a quelli di un sesso solo in certe altre specie dello stesso gruppo.
In qual mododunquespiegheremo noi i belli e talora splendidi colori di molti animali delle classi più basse? Sembra molto dubbio che quei colori servan loro solitamente a proteggerli; ma andiam molto soggetti a sbagliare per quello che riguarda tutte le sorta di caratteri in correlazione colla protezionecome riconosceranno tutti quelli che abbiano letto l'eccellente lavoro del sig. Wallace intorno a questo argomento. Per esempioa nessuno potrebbe venire in mente che la perfetta trasparenza delle meduse possa servir loro di protezione; ma quando Fläckel ci fa osservare che non solo le meduse ma molti molluschi galleggianticrostaceied anche pesciolini oceanici hanno la stessa struttura vitreanon possiamo guari mettere in dubbio che essi così riescono a sfuggire agli uccelli pelasgici e ad altri nemici.
Malgrado la nostra ignoranza intorno al limite cui può giungere la protezione operata in molti casi dal colorela ragione più probabile da assegnare alle splendide tinte di molti fra gli animali più bassi sembra essere che quei loro colori sono l'effetto diretto o della natura chimica o della minuta struttura dei loro tessutiindipendentemente da qualunque benefizio che così ne derivi. Pochissimi colori son più belli di quelli del sangue arterioso; ma non v'ha ragione per supporre che il colore del sangue sia in se stesso un vantaggio; e sebbene dia maggior bellezza alla guancia di una fanciullanessuno pretenderà che sia stato acquistato per questo scopo. Parimentein molti animalispecialmente nei più bassila bile è riccamente colorita; così la somma bellezza delle eolidie è dovuta principalmentecome ho imparato dal sig. Hancockalle ghiandole biliari che si scorgono attraverso gli integumenti translucidi; e questa bellezza non è probabilmente di nessun utile a questi animali. Le tinte delle foglie appassite delle foreste americane sono descritte da tutti siccome splendide; tuttavia nessuno può supporre che quei colori siano di alcun vantaggio per gli alberi. Ripensando alle tante sostanze intimamente analoghe ai composti organici naturali che sono state recentemente composte dai chimicie che spiegano i più splendidi colorisarebbe stato un fatto ben stranose certe sostanze colorite nello stesso modo non fossero state spesso originateindipendentemente dall'essere acquistate per un qualunque scopo beneficonel complicato laboratorio degli organismi viventi.

Sotto-regno dei molluschi. - In tutta questa grande divisione (presa nel suo più ampio significato) del regno animalenon si presentano maiper quanto io abbia potuto vederecaratteri sessuali secondari come quelli che stiamo qui considerando. E neppure si può sperar d'incontrarli nelle tre classi più bassecioè nelle ascidienei polizoi e nei brachiopodi (che costituiscono i molluscoidi di Huxley)perchè la più parte di questi animali sono attaccati permanentemente ad un sostegno oppure hanno i due sessi riuniti sopra un medesimo individuo. Nei lamellibranchiatio conchiglie bivalvinon è raro l'ermafrodismo. Nella vicina classe più elevata dei gasteropodie conchiglie univalvii sessi sono talora unititalora separati. Ma in questo ultimo caso i maschi non posseggono mai organi speciali per trovaretener fermeo allettare le femmineo per combattere con altri maschi. La sola differenza esterna fra i sessi consistesiccome ho saputo dal sig. Gwyn Jeffreysnell'essere la conchiglia talora di forma un po' differente; per esempiola conchiglia del maschio della littorina litterea è più stretta ed ha una spira più allungata che non quella della femmina. Ma cosiffatte differenzecome si può comprenderesono direttamente connesse coll'atto della riproduzione o collo sviluppo delle uova.
I gasteropodisebbene dotati di locomozione e forniti di occhi imperfettinon sembrano dotati di sufficienti forze mentali perchè i membri del medesimo sesso combattano fra loro per rivalitàe così acquistino caratteri sessuali secondari. Nondimeno nei gasteropodi polmonatio chiocciole e limacce terrestril'accoppiamento è preceduto dal corteggiamento; perchè questi animalisebbene ermafroditisono obbligati per la loro struttura ad accoppiarsi insieme. Agassiz osserva: "Quiconque a eu l'occasion d'observer les amours des limaçonsne saurait mettre en doute la sèduction déployée dans les mouvements et les allures qui préparent et accomplissent le double embrassement des ces hermaphrodites". Questi animali sembrano pure suscettivi di qualche grado di permanente affetto; un accurato osservatoreil sig. Lonsdalemi ha informato che egli pose un paio di chiocciole (Helix pomatia)una delle quali era debolein un piccolo e mal fornito giardino. Dopo un po' di tempo l'individuo robusto e sano scomparvee fu osservato che le tracce della sua viscosità si dirigevano verso il muro di un vicino giardino molto ben fornito. Il sig. Lonsdale concluse che egli aveva abbandonato il suo malato compagno; ma in capo a ventiquattro ore ritornòe sembra comunicasse a quello l'esito della sua esplorazioneperchè entrambi si avviarono lungo la stessa traccia e scomparvero sul muro.
Anche nelle classi di molluschi più elevatecioè i cefalopodiin cui i sessi sono separatinon si osservano i caratteri sessuali secondari della sorta di quelli che stiamo considerandoalmeno per quanto io abbia potuto scoprire. Questa è una circostanza straordinariaperchè questi animali posseggono organi dei sensi sviluppatissimi ed hanno notevoli facoltà mentalisiccome si potrà riconoscere da chiunque abbia osservato l'astuzia che adoperano per cercar di fuggire ai loro nemici. Tuttavia certi cefalopodi sono caratterizzati da uno straordinario carattere sessualecioèche l'elemento maschile sta dentro uno del bracci o tentacoliche viene poi staccato e si attacca per le sue ventose alla femminae vive per un certo tempo di vita indipendente. Questo braccio staccato rassomiglia tanto ad un animale separatoche fu descritto da Cuvier come un verme parassita col nome di ectocotile. Ma questa meravigliosa struttura può venir meglio classificata come un carattere sessuale primario che non secondario.
Quantunque non appaia che nei molluschi sia venuta in giuoco la scelta sessualetuttavia molte conchiglie univalvi e bivalvicome le volutei conii pettiniecc.hanno belle forme e sono vagamente colorite. Nella maggior parte dei casi non sembra che i colori servano di protezione; sono probabilmente l'effetto direttocome nelle classi più bassedella natura dei loro tessuti; la forma delle conchiglie e il modo in cui sono scolpite deve dipendere dal modo del loro accrescimento. Sembra anche che la maggiore o minore luce abbia fino ad un certo punto una tal quale azione; perchè quantunquecome afferma ripetutamente il sig. Gwyn Jeffreysle conchiglie di alcune specie che vivono in grande profondità siano brillantemente coloritetuttavia vediamo generalmente le superfici più basse e le parti coperte dal mantello meno bene colorite che non le superfici superiori e più esposte. In alcuni casicome per le conchiglie che vivono fra i coralli o le alghe brillantemente coloritei colori vivaci possono servire come protezione. Ma molti fra i molluschi nudibranchiati hanno colori tanto vivaci quanto le conchigliecome si può vedere nella stupenda opera dei signori Alder ed Hancock; e secondo le informazioni cortesemente comunicatemi dal sig. Hancockè molto dubbio se questi colori servano usualmente come una protezione. Questo può essere il caso per alcune speciecome per una che vive fra le verdi foglie delle algheed è essa medesima di un bel verde. Ma molte specie brillantemente coloritebianche o altrimenti vistosenon cercano di nascondersi; mentre pure certe specie ugualmente vistosecome pure altre di colori oscurivivono sotto le pietre e in luoghi bui. Quindi da quanto pare il colore di questi molluschi nudibranchiati non ha relazione alcuna colla natura del luoghi nei quali dimorano.
Questi nudibrandichiati sono ermafroditituttavia si accoppiano assiemecome le chiocciole terrestrimolte delle quali hanno conchiglie sommamente piccole. Si comprende che due ermafroditiattratti vicendevolmente dalla maggior bellezza l'uno dell'altropotrebbero unirsi e lasciare figli che ereditassero la più grande bellezza dei genitori. Ma in queste creature di così bassa organizzazione ciò è sommamente improbabile. Non è neppure per nulla ovvio come i figli delle coppie più belle di ermafroditi possano avere un qualche vantaggiotanto da crescere in numerorispetto a prole meno bellase non coincidono generalmente la bellezza ed il vigore. Non abbiamo qui un numero dl maschi che divengono adulti prima delle femminele più vigorose delle quali scelgono i più belli. Se inveroi colori brillanti fossero utili ad un animale ermafrodito in relazione cogli usi generali della vitagli individui dotati dei colori più brillanti riuscirebbero meglio e crescerebbero di numero; ma questo sarebbe un caso di scelta naturale e non già di scelta sessuale.

Sotto-regno dei vermi: classeAnellidi. - In questa classequantunque i sessi (quando sono separati) differiscano talora l'uno dall'altro per caratteri tanto importanti che sono stati collocati in generi distinti od anche in distinte famiglietuttavia le differenze non sembrano di tal sorta da potersi con certezza attribuire alla scelta sessuale. Questi animalicome quelli delle classi precedentistannoda quanto parein un posto troppo basso della scala perchè gli individui dei due sessi possano esercitare una qualche scelta nel cercarsi un compagnoo perchè gli individui del medesimo sesso possano per rivalità battersi fra loro.

Sotto-regno degli artropodi: classeCrostacei. - In questa grande classe cominciamo ad incontrare caratteri sessuali secondari non dubbisovente sviluppati in un modo notevole. Per sfortuna i costumi dei crostacei sono troppo imperfettamente conosciutie noi non possiamo spiegare gli usi di molte strutture particolari ad un sesso. Nelle specie parassite più basse i maschi hanno piccola molee soli sono forniti di zampe natantidi antennee di organi dei sensi perfetti; mancano alle femmine questi organie il loro corpo sovente non è altro che una semplice e malfatta massa. Ma queste straordinarie differenze fra i due sessi hanno senza dubbio relazione col modo di vivere molto differentee quindi non ci riguardano. In vari crostaceiappartenenti a famiglie distintele antenne anteriori sono fornite di corpi particolari filiformiche si credono fare ufficio di organi olfattorie questi sono molto più numerosi nei maschi che non nelle femmine. Siccome i maschisenza un qualche insolito sviluppo dei loro organi olfattoriavrebbero potutosenza dubbioun po' più presto o un po' più tarditrovare le femminequei fili olfattori fu maggior numero sono stati probabilmente acquistati mercè la scelta sessualeper ciò che i maschi meglio forniti sono riusciti meglio ad accoppiarsi ed hanno lasciato un numero maggiore di prole. Federico Müller ha descritto una notevole specie dimorfa di tanaisnella quale il maschio è rappresentato da due forme distinteche non si graduano mai l'una nell'altra. In una forma il maschio è fornito di moltissimi fili olfattorie nell'altra forma di chele o pinze più forti e più lunghe che servono per tener ferma la femmina. Federico Müller dice che queste differenze fra due forme maschili della stessa specie devono essere state originate in certi individui che hanno variato nel numero dei fili olfattorimentre altri individui variavano nella forma e nella mole delle loro chele; cosicchè nei primi quelli che erano più acconci per trovare la femminae nei secondi quelli che sapevano meglio tenerla quando l'avevano incontratahanno lasciato un maggior numero di figli per ereditare i loro rispettivi vantaggi.
In alcuni fra i crostacei più bassi l'antenna anteriore destra del maschio differisce grandemente nella struttura dalla sinistramentre quest'ultima rassomiglia nelle semplici aguzze giunture alle antenne della femmina. Nel maschio l'antenna modificata è talora rigonfia nel mezzo o piegata ad angoloo convertita in un organo prensile elegante e talvolta meravigliosamente complesso. Esso serveda quanto ho udito da sir J. Lubbockper tener ferma la femminae per questo scopo uno dei bracci posteriori dello stesso lato del corpo viene convertito in un forcipe. In un'altra famiglia le antenne inferiori o posteriori sono curiosamente a ghirigoronei soli maschi.
Nei crostacei più elevati le zampe anteriori formano un paio di chele o pinzeche in generale sono più grandi nel maschio che non nella. femmina. In molte specie le chele dei lati opposti del corpo non sono di grandezza ugualela destra ècome fui informato dal signor C. Spence Bategeneralmentesebbene non invariabilmentela più grande. Questa disuguaglianza è sovente molto più grande nel maschio che non nella femmina. Parimente le due chele differiscono sovente nella struttura e le più piccole rassomigliano a quelle della femmina. Non si conosce quale sia il vantaggio ottenuto per questa disuguaglianza nella mole di questi membri dei due lati opposti del corpoe quale pel fatto che questa disuguaglianza è molto maggiore nel maschio che non nella femmina; nè perchèquando sono di eguale molespesso entrambi sono molto più grandi che non nella femmina. Talvolta le chele sono tanto lunghe che non è possibile che possano servirecome ho sentito dal signor Spence Bateper portare il cibo alla bocca. Nei maschi di certi gamberelli d'acqua dolce (Palaemon) la zampa destra è attualmente più lunga di tutto il corpo. È probabile che il grande volume di una zampa colle sue chele possa agevolare il maschio nel combattere i suoi rivalima questo servizio non spiegherebbe la loro disuguaglianza nella femmina sui lati opposti del corpo. Nel Gelasimussecondo un esempio citato da Milne-Edwardsil maschio e la femmina vivono nello stesso bucocosa degna di essere notata perchè dimostra che vivono appaiatied il maschio chiude l'ingresso del buco con una delle sue cheleche è enormemente sviluppata; cosicchè in questo caso serve come mezzo di difesa. Tuttavia il loro uso principale è probabilmente quello di afferrare e mantenere stretta la femminae ciò in alcuni casicome nel Gammarusè conosciuto essere così per l'appunto. Nondimeno i sessi del granchio comune (Carcinus maenas)siccome mi ha riferito il signor Spence Batesi uniscono subito che la femmina ha deposto il suo duro invoglioe quando è tanto tenera che sarebbe ferita qualora fosse afferrata colle forti pinze del maschio; ma siccome è presa e portata in giro dal maschio prima che abbia fatto la mutaallora può essere afferrata impunemente.
Federico Müller asserisce che certe specie di Melita si distinguono da tutti gli altri anfipodi perchè le femmine hanno "le lamelle coxali del penultimo paio di piedi terminate con un processo unciniformedi cui i maschi si impadroniscono colle braccia del primo paio". È probabile che lo sviluppo di questi processi unciniformi derivi da ciò che queste femmineche nell'atto della riproduzione erano tenute più fermehanno lasciato un maggior numero di prole. Un altro anfipodo Brasilano (Orchestia Darwinii)è descritto da Federico Müller come rappresentante un caso di dimorfismocome quello della Tanais; perchè là vi sono due forme maschiliche differiscono nella struttura delle loro chele. Siccome le chele dell'una e dell'altra forma avrebbero bastato a tener ferma la femminaperchè entrambe sono ora adoperate a questo scopole due forme maschili vennero probabilmente originate da ciò che alcune variarono in un modo ed alcune in un altro; le due forme avendo prodotto certi speciali ma quasi uguali vantaggi dai loro organi diversamente costrutti.
Non si sa che i crostacei maschi combattano fra loro pel possesso delle femminema questo è probabile; perchè in molti animali quando il maschio è più grande che non la femmina sembra che egli abbia ottenuto la sua maggior mole per avere durante molte generazioni sconfitto altri maschi. Ora il signor Spence Bate m'informa che nella maggior parte degli ordini dei crostaceispecialmente nei più elevati o brachiuriil maschio è più grosso della femmina; tuttavia i generi parassitiin cui i sessi conducono un differente modo di viveree moltissimi Entomostracivanno eccettuati. Le chele di molti crostacei sono armi molto acconce per combattere. Così il Portunus puber fu veduto da un figlio del signor Bate combattere con Carcinus maenase quest'ultimo fu rovesciato in un istantecolle membra strappate dal corpo. Quando parecchi maschi di un Gelasimus Brasilianospecie fornita d'immense pinzefurono collocati insieme da Federico Müller in un vaso di vetroessi si mutilarono e si uccisero fra loro. Il signor Bate mise un grosso Carcinus maenas maschio in una terrina d'acquaove stava una femmina appaiata con un maschio più piccolo; quest'ultimo fu in breve privato della sua proprietàmacome soggiunse il signor Batese vi fu combattimento la vittoria è stata incruenta, perchè non vidi ferite di sorta. Questo medesimo naturalista separò un maschio del gammaro detto Pulce di mare (tanto comune sulle nostre spiagge marine)Gammarus marinusdalla sua femminae i due furono racchiusi in vasi con molti individui della stessa specie. La femmina divorziata in tal modo si unì ai suoi compagni. Dopo un certo tempo il maschio venne nuovamente messo nello stesso vasoed egli alloradopo aver nuotato un tantino qua e làpenetrò nel fitto della comitivae senza nessun combattimento riprese sua moglie. Questo fatto dimostra che negli anfipodiordine basso della scalai maschi e le femmine si riconoscono scambievolmenteed hanno l'uno per l'altro una certa affezione.
Le forze mentali dei crostacei sono probabilmente più elevate di quello che si potrebbe credere. Chiunque ha cercato di prendere uno dei granchi tanto numerosi su molte coste tropicalisi sarà accorto quanto cauti e svelti essi siano. Vi ha un grosso gambero (Birgus latro)che si trova nelle isole di coralloe si fa in fondo ad un buco profondo un fitto letto colle fibre della noce di cocco sminuzzate. Si ciba col frutto caduto di quest'alberotogliendo via la scorza fibra per fibra; e comincia sempre dal lato dove stanno le tre depressioni a mo' di occhi. Egli allora lo rompe in uno di questi occhi battendolo colle sue forti pinze frontalie facendolo girare ne estrae l'interno albuminoso colle sue pinze posteriori che sono più strette. Ma probabilmente queste azioni sono istintivecosicchè esse potrebbero essere compiute tanto da un animale giovane quanto da un vecchio. Tuttavia il caso seguente può appena in tal modo venire considerato; un naturalista degno di fedeil signor Gardnermentre osservava un gelasimo (Gelasimus) che stava facendo il suo bucolo vide gettare in quella direzione alcune conchiglie. Una di queste rotolò nel bucoe le altre tre rimasero a poca distanza dalla sua apertura. In poco meno di cinque minuti il granchio tirò fuori la conchiglia che era caduta dentroe la portò via alla distanza di trenta centimetri; vide allora le tre altre conchiglie là vicinepensando evidentemente che avrebbero potuto cadere nel bucole portò nel luogo ove aveva messa la prima. Credo che sarebbe stato difficile distinguere questo fatto da uno compiuto dall'uomo col sussidio della ragione.
Rispetto al coloreche differisce così spesso nei due sessi degli animali che appartengono a classi più elevateil signor Spence Bate non conosce nessun esempio bene spiccato nei crostacei dell'Inghilterra. Tuttavia in alcuni casi il maschio ha una tinta un po' diversa da quella della femmina; ma il signor Bate crede che questo si possa semplicemente riferire al loro differente modo di vivereperchè il maschio è più girovago e quindi rimane più esposto alla luce. In un curioso granchio di Borneoche abita nelle spugneil signor Bate potè sempre distinguere i sessi da ciò che il maschio non aveva la sua epidermide tanto liscia. Il dottor Power cercò di distinguere i sessi della specie che abitano le isole Maurizie dal loro colorema sbagliò sempretranne in una specie di squillaprobabilmente la S. stiliferail maschio della quale è descritto come colorito di "un bell'azzurro verdiccio"con alcune appendici rosso-ciliegiamentre la femmina è ombreggiata di bruno e di grigio "colla tinta rossa che l'adorna molto meno vivace che non nel maschio". In questo caso possiamo sospettare l'opera della scelta sessuale. Nella Saphirina (genere oceanico di Entomostraceie quindi basso nella scala) i maschi sono forniti di minuti scudetti o corpi celliformiche mostrano bellissimi colori cangianti; mentre questi mancano nelle femminee nel caso di una specie nei due sessi. Sarebbe tuttavia una ben grande temerità conchiudere che questi curiosi organi servano puramente come mezzo per attirare le femmine. Nella femmina della specie brasiliana di Gelasimustutto il corposiccome ho imparato da Federico Müllerè di un grigio-bruno quasi uniforme. Nel maschio la parte posteriore del cefalotorace è di un bianco purocolla parte anteriore di un bel verdeche sfuma in bruno-scuro; ed è notevole che questi colori vanno soggetti a mutare nel corso di pochi minutiil bianco diviene un grigio sucido o anche neroil verde "perde molto del suo splendore". Apparentemente i maschi sono molto più numerosi che non le femmine. Merita singolare notizia il fatto che essi non acquistano i loro bei colori se non quando hanno raggiunto lo stato adulto. Differiscono pure dalle femmine nella mole più grande delle loro chele. In alcune specie del genereforse in tuttii sessi vivono in coppie o dimorano nello stesso buco. Sono puresiccome abbiamo vedutoanimali intelligentissimi. Da queste varie considerazioni sembra molto probabile che il maschio in queste specie abbia acquistato i suoi begli ornamenti allo scopo di attrarre o eccitare la femmina.
È stato recentemente affermato che il maschio del Gelasimus non acquista i suoi bei colori finchè non è adulto e quasi prossimo a riprodursi. Sembra che questa sia la regola generale in tutta la classe quando vi sono notevoli differenze di struttura fra i due sessi. Vedremo in seguito la stessa legge prevalere in tutto il grande sottoregno dei vertebratie in tutti i casi è eminentemente distintiva dei caratteri che sono stati acquistati mercè la scelta sessuale. Federico Müller riferisce alcuni esempi notevoli di questa. legge; così l'Orchestia maschio (Orchestia) non acquista i suoi grandi unciniche sono fatti in modo molto diverso da quelli della femminafinchè non sia quasi adulto; mentre da giovane i suoi uncini rassomigliano a quelli della femmina. Così pureil Brachyscelus maschio possiedecome tutti gli altri anfipodiun paio di antenne posteriori; la femminae questa è una circostanza straordinarissimane è priva e così pure segue nel maschio finchè non è adulto.

ClasseAracnida (Ragni). - Sovente i maschi sono più scurima talora sono più chiari delle femminecome si può vedere nel bellissimo lavoro del signor Blackwall. In alcune specie i sessi differiscono grandemente fra loro nel colore; così la femmina dello Sparassus smaragdulus è verde sbiaditomentre il maschio adulto ha l'addome di un bel giallocon tre strisce longitudinali di un rosso vivace. In alcune specie di Thomisus i due sessi si rassomigliano moltissimo; in altre differiscono grandemente; così nel T. citreus le zampe ed il corpo della femmina sono di un giallo-pallido o verdementre quelli del maschio sono rosso-bruno; nel T. floricolensle zampe della femmina sono verde pallidoquelle del maschio sono rigate ad anella in un modo vistoso e con varie tinte. Si potrebbero citare numerosi casi analoghi nei generi EpeiraNephilaPhilodromusTheridlonLinyphiaecc. Sovente è difficile dire quale dei due sessi si allontani più dal colorito ordinario del genere a cui appartiene la specie; ma il signor Blackwall crede chein regola generalesia il maschio. Finchè i due sessi sono giovanicome ho imparato dallo stesso autoreper solito si rassomigliano; ed entrambi sovente van soggetti a grandi mutamenti di colore durante le successive mute prima di giungere allo stato adulto. In altri casi il maschio solo sembra mutar colore. Così il maschio del suddetto Sparassus tanto brillantemente colorito rassomiglia dapprima alla femmina ed acquista le sue vaghe tinte soltanto quando è vicino ad essere adulto. I ragni sono forniti di sensi acutie mostrano grande intelligenza. Le femmine dimostrano soventecome tutti sannoil più grande amore per le loro uovache portano ravvolte in un morbido tessuto. Nel complesso sembra probabile che le differenze bene spiccate nel colore che esistono fra i due sessi sieno derivate in generale dalla scelta sessualesia nel maschio come nella femmina. Ma si possono avere ancora molti dubbi su questo particolare per la somma variabilità nel colore di alcune specieper esempio del Theridion lineatumi sessi del quale differiscono quando sono adulti; questa grande variabilità indica che i loro colori non sono andati soggetti a nessuna sorta di scelta.
Il signor Blackwall non ricorda di aver mai veduto i maschi di nessuna specie battersi fra loro pel possesso della femmina. Nè questose giudichiamo dall'analogiapuò esser probabile; perchè in generale i maschi son molto più piccoli che non le femminee sovente in un grado straordinario. Se i maschi avessero avuto costume di combattere fra loroavrebbero gradatamente acquistato maggior mole e maggior forza. Il signor Blackwall ha talora veduto nella stessa ragnatela due o più maschi con una sola femmina; ma il loro corteggiamento è cosa troppo lunga e noiosa per potervi tener dietro agevolmente. Il maschio è molto cauto nel fare i primi passiperchè la femmina spinge la ritrosia fino a un punto molto pericoloso. De Geer vide un maschio che "nel mezzo delle sue carezze preparatorie fu afferrato dall'oggetto delle sue cureravvolto da lei in una ragnatela e poi divoratovista chesoggiunge eglilo riempì di orrore e di sdegno".
Westring fece la scoperta interessante che i maschi di parecchie specie di Theridion hanno la facoltà di produrre un suono stridulante (come quello di molti coleotteri ed altri insetti ma più deboli)mentre le femmine sono al tutto mute. L'apparato consiste in una sporgenza dentata alla base dell'addomecontro la quale batte la parte dura inferiore del torace; e non si rinviene traccia di questa struttura nelle femmine. Dalla analogia degli ortotteri e degli omotteriche descriveremo nel prossimo capitolopossiamo dedurre quasi certamente che la stridulazione deve servirecome osserva Westringper chiamare od eccitare la femmina; e questo è il primo caso nella scala ascendente del regno animaleche io mi conoscadi suoni emessi per questo scopo.

ClasseMyriapoda. - In nessuno dei due ordini di questa classeche comprende i millepiedi e i centopiediho potuto trovare qualche caso ben spiccato di differenze sessualidella sorta di cui ci occupiamo particolarmente. Tuttavia nella Glomeris limbatae forse in alcune altre poche speciei maschi differiscono lievemente nel colore delle femmine; ma questa Glomeris è una specie variabilissima. Nei maschi dei Diplopodi le zampe di uno dei segmenti anteriori del corpo o del segmento posteriore sono modificati in uncini prensiliche servono loro per assicurarsi della femmina. In alcune specie di Julus i tarsi del maschio son forniti di ventose membranose per lo stesso uso. È una circostanza molto più insolitacome vedremo parlando degli insettiche nel Lithobius è la femmina la quale è fornita di appendici prensili all'estremità del corpo per tener fermo il maschio.


CAPITOLO X.

CARATTERI SESSUALI SECONDARI DEGLI INSETTI.

Strutture differenti possedute dai maschi per afferrare le femmine - Differenze fra i sessidi cui non si comprende il motivo - Differenze nel volume fra i sessi - Tisanuri - Ditteri - Emitteri - Omotterifacoltà musicali possedute dai soli maschi - Ortotteristrumenti musicali dei maschimolto differenti nella struttura; umor bellicoso; colori - Neurotteridifferenze sessuali nel colore - Imenotteriumor bellicoso e colori - Coleottericolori; munite di grosse cornache servonoda quanto parecome ornamento; battaglie; organi stridulanti comuni generalmente ai due sessi.

Nell'immensa classe degli insetti i sessi si differiscono talora negli organi locomotorie sovente negli organi dei sensicome nelle antenne pettinate e vagamente piumate dei maschi di molte specie. In una delle Effemerecioè il Chloëonil maschio ha grandi occhi pedunculatidi cui la femmina manca affatto. Nelle femmine di certi altri insetti mancano gli ocellicome nelle Mutillidaeche sono pure prive di ali. Ma quello che ci riguarda principalmente sono le strutture colle quali un maschio può vincere l'altrosia nella lotta o nel corteggiamentomercè la sua forzal'umor battaglierogli ornamentio la musica. Gli innumerevoli modi tuttavia coi quali il maschio riesce ad impadronirsi della femmina possono essere brevemente menzionati. Oltre le strutture complesse all'apice dell'addomeche debbono forse venire considerate come organi primariè meraviglioso, come osserva il signor B. D. Walsh, quanti organi differenti ha costrutto la natura per lo scopo, in apparenza insignificante, di mettere il maschio in grado di tener ben ferma la femmina. Talora vengono adoperate all'uopo le mandibole o le mascelle; così il maschio del Corydalis cornutus (insetto neurottero in certo grado affine alle Libellule)ha enormi mascelle ricurvemolte volte più lunghe di quelle della femmina; e sono lisce invece di essere dentatee in tal modo egli può afferrarla senza farle male. Uno dei cervi volanti dell'America del nord (Lucanus elaphus) adopera le sue mascelleche sono molto più grandi di quelle della femminaper lo stesso finema probabilmente anche per combattere. In una Ammophila le mascelle sono nei due sessi perfettamente ugualima vengono adoperate per fini molto differenti; i maschiosserva il prof. Westwoodsono ardentissimi, e afferrano le loro compagne intorno al collo colle loro mascelle falciformi; mentre le femmine adoperano questi organi per scavare la sabbia e fare i loro nidi.
I tarsi delle zampe anteriori in molti maschi di coleotteri sono dilatatio sono muniti di grossi cuscinetti di peli; e in molti generi di coleotteri acquatici sono muniti di una piatta ventosacolla quale il maschio può aderire al corpo lubrico della femmina. È un fatto molto meno comune che le femmine di certi coleotteri acquatici (Dytiscus) hanno le loro elitre profondamente scanalatee nell'Acilius sulcatus fittamente coperte di peliper servir di aiuto al maschio. Le femmine di altri coleotteri acquatici (Hydroporus) hanno le loro elitre punteggiate per lo stesso ufficio. Nel maschio del Crabro cribrarius è la tibia la quale si dilata in una larga piastra corneacon punti membranosi minutiche gli danno la singolare apparenza di un cribro. Nel maschio del Penthe (genere di coleotteri) un po' delle giunture mediane delle antenne è dilatato e fornito sulla superficie inferiore di cuscinetti di peliprecisamente come quelli dei tarsi del carabicied è evidente che servono allo stesso scopo. Nelle Libellule maschi "le appendici dell'apice della coda sono modificate in un numero quasi infinito di varie e curiose fogge per renderli atti ad abbracciare il collo della femmina". Infine nei maschi di molti insetti le zampe sono talora fornite di spine particolari e di spronio tutta la zampa è incurvata o ingrossatama questo non è per nulla un carattere sessuale invariabile; talora un paio o tutte e tre le paia sono alle volte allungate in modo stravagante.
In tutti gli ordini i sessi di molte specie presentano differenze di cui non si intende lo scopo. Un caso curioso è quello di un coleottero il maschio del quale ha la mandibola sinistra molto allungatacosicchè la bocca viene a contorcersi grandemente. In un altro coleottero carabicol'Eurygnathusabbiamo l'unico casoper quello che ne sa il sig. Wollaston22dell'avere la femmina il capo molto più largo e più grandesebbene in grado variabileche non quello del maschio. Non si potrebbe riferire nessun caso di questa sorta. Essi abbondano nei Lepidotteri: uno dei più straordinari è quello di certi maschi di farfalle che hanno le zampe anteriori più o meno atrofizzate colle tibie ed i tarsi rimpiccioliti in semplici rigonfiature rudimentali. Parimente le ali nei due sessi sovente differiscono nella nervaturae talora notevolmente nel contornocome nell'Aricoris epitusche mi fu mostrato nel Museo Britannico dal signor A. Butler. I maschi di certe farfalle dell'America meridionale hanno ciuffi di peli sui margini delle alied escrescenze cornee sul disco del paio posteriore. In parecchie farfalle inglesi i maschi solicome dimostra il signor Wonforsono in parte rivestiti di scaglie particolari.
Lo scopo della luminosità della lucciola femmina non si comprende neppure; perchè è molto dubbio se l'uso primiero della luce sia quello di guidare il maschio verso la femmina. Non è una seria obiezione a quest'ultima opinionequella che i maschi mandano poca luce; perchè i caratteri secondari sessuali propri ad un sesso sovente sono sviluppati in un lieve grado nell'altro sesso. È una obiezione molto più valida quella che le larve splendonoe in alcune specie brillantemente; Federico Müller m'informa che l'insetto più luminoso che egli abbia veduto nel Brasile era la larva di qualche coleottero. I due sessi di certe specie luminose di Elater emettono luce. Kirby e Spence sospettano che la fosforescenza serva a spaventare e far fuggire i nemici.

Differenza nella mole fra i sessi. - Negli insetti di tutte le specie i maschi sono comunemente più piccoli che non le femmine; e questa differenza può sovente essere osservata anche allo stato di larva. Nel baco da seta (Bombyx mori) la differenza è tanto notevole fra il bozzolo maschio e il bozzolo femminache in Francia si conoscono e si separano pel loro diverso peso. Nelle classi inferiori del regno animale la maggior mole delle femmine sembra dipendere generalmente dal loro sviluppare un numero enorme d'uova; e questo può anche essere il caso per gl'insetti. Ma il dottor Wallace ha dato una spiegazione molto più probabile. Egli trovadopo aver tenuto attentamente dietro allo sviluppo dei bruchi del Bombyx cynthia e yamamaie specialmente di piccoli bruchi nani allevati in una seconda covata con cibi artificialiche in proporzione della bellezza dell'individuo ci vuol più tempo per compiere la sua metamorfosi; e per questa ragione la femmina che è un insetto più grande e più pesante, perchè ha da portare molte uova, sarà preceduta dal maschio, che è più piccolo ed ha bisogno di minor tempo per divenire adulto. Orasiccome molti insetti hanno vita breve e sono esposti a molti pericolideve essere evidentemente molto utile che la femmina sia fecondata il più presto possibile. Questo scopo può essere ottenuto da ciò che i maschi sono in gran numero adulti prima dell'arrivo delle femmine; e questo deve pure essere stato compiuto naturalmentecome ha osservato il signor R. V. Wallaceper via della scelta naturale; perchè i maschi più piccoli maturando prima avrebbero procreato maggior numero di figli che ereditavano poi la mole rimpicciolita dei loro padri mentre i maschi più grossi maturando più tardi dovevano lasciar minor prole.
Vi sono tuttavia eccezioni alla regola che il maschio negli insetti è più piccolo della femmina ed alcune di queste eccezioni si comprendono. Mole e forza debbono essere un vantaggio pei maschi che combattono pel possesso della femmina; e in questi casi i maschicome nel cervo volante (Lucanus)sono più grossi che non le femmine. S'incontrano però altri coleotteri che non si sa se combattono fra lorodi cui i maschi hanno mole più grande che non quella delle femmine; e si conosce il fine di questo fatto; ma in alcuni di questi casicome col grosso Dynastes e col Megasomanoi possiamo almeno vedere che non vi sarebbe necessità pei maschi di essere più piccoli che non le femmine per essere adulti prima di esseperchè questi insetti non hanno vita brevee vi sarebbe tutto il tempo per l'accoppiamento dei sessi. Così pure i maschi delle Libellule (Libellulidae) sono talora sensibilmente più grandie non mai più piccoli delle femmine; esecondo crede il signor Mac Lachlannon si accoppiano generalmente colle femmine se non dopo che sia trascorsa una settimana o quindici giornie finchè abbiano assunto i loro propri colori maschili. Ma il caso più curiosoche dimostra da quali relazioni complesse e facilmente sfuggevoli un carattere tanto frivolo come una differenza di mole fra i sessi possa dipendereè quello degli imenotteri dotati di aculeo; perchè il signor F. Smith mi ha informato che in quasi tutto questo grande gruppo i maschiin regola generalesono più piccoli delle femmine e appaiono una settimana circa prima di queste; ma nelle apii maschi dell'Apis mellifìcadello Anthidium manicatum e dell'Anthophora acervorume fra gli scavatori i maschi della Methoca ichneumonides sono più grossi delle femmine. La spiegazione di questa anomalia è che le nozze si debbono compiere necessariamente nell'aria in queste speciee quindi i maschi abbisognano di una grande forza e mole onde portare la femmina nell'aria. Qui la maggior mole è stata acquistata in opposizione alla solita relazione fra la mole ed il periodo di sviluppoperchè i maschisebbene più grossivengono alla luce prima delle femmine più piccole.
Passeremo ora in rassegna i vari Ordiniscegliendo quei fatti che più particolarmente ci riguardano. I lepidotteri (farfalle diurne e notturne) saranno trattati in un capitolo separato.

OrdineThysanura. - I membri di quest'ordine sono bassamente organizzati per la loro classe. Sono insetti minutisenza alidi colore sbiaditocol corpo ed il capo mal fatto e brutti. I sessi non differisconoma offrono un fatto interessantedimostrando che i maschi fanno una corte assidua alle loro femmineper quanto bassi essi siano nella scala animale. Sir J. Lubbock descrivendo lo Smynthurus luteus dice: "è cosa molto dilettevole vedere quelle creaturine vezzeggiarsi tra loro. Il maschioche è molto più piccolo della femminale corre intornoe si urtano poi fra loro stando faccia a faccia e movendosi indietro e avanti come due giocondi agnelli. Poi la femmina fa le viste di fuggire e il maschio le corre dietro con un ridicolo fare burberoe va a postarsele di fronte di nuovo; allora essa tutta ritrosa si volge indietroma egli più svelto e più attivo le corre qua e là intornoe sembra sferzarla colle sue antenne; poi per un momento stanno in faccia l'uno dell'altrotrastullandosi colle loro antennee sembrano essere compenetrati l'uno dell'altra".

OrdineDiptera. - I sessi differiscono poco nel colore. La differenza più grandea conoscenza del signor F. Waltersi incontra nel genere Bibioin cui i maschi sono nerastri o al tutto nerie le femmine di un cupo bruno-arancio. Il genere Elaphomyia scoperto dal signor Wallace nella Nuova Guineaè notevolissimoperchè i maschi son muniti di corna di cui le femmine sono al tutto mancanti. Le corna spuntano sotto gli occhi e rassomigliano curiosamente a quelle dei cerviessendo talora ramosetalora palmate. In una delle specie sono lunghe quanto tutto il corpo. Si potrebbe credere che il loro scopo fosse quello di servire come armi offensivema siccome sono di un bel colore carnicino colla punta nera e con una striscia centrale pallidaed inoltre questi insetti hanno al tutto un aspetto elegantissimoè forse più probabile che le corna servano loro di ornamento. È cosa certa che i maschi di certi Ditteri combattono fra loroperchè il prof. Westwood ha osservato parecchie volte questo fatto in alcune specie di Tipula. Molti osservatori credono che quando le zanzare (Culicidae) eseguiscono le loro danze nell'aria riunite in grandi sciami salendo o scendendo alternativamentei maschi stiano corteggiando le femmine. Le facoltà mentali dei Ditteri sono probabilmente molto bene sviluppateperchè il loro sistema nervoso è molto più sviluppato che non nella maggior parte degli altri insetti.

OrdineHemiptera. - Il signor J. W. Douglasche ha studiato specialmente le specie inglesiha avuto la compiacenza di darmi ragguagli intorno alle loro differenze sessuali. I maschi di alcune specie sono forniti di alimentre le femmine ne mancano; i sessi differiscono nella forma del corpo e delle elitrenella seconda articolazione delle antenne e nei tarsi; ma siccome il significato di queste differenze è al tutto ignotopossono qui passare senza menzione. Generalmente le femmine sono più grosse e più robuste che non i maschi. Nelle specie inglesieper quello che ne sa il signor Douglasnelle specie esotichei sessi non differiscono per solito molto nel colore; ma in circa sei specie inglesi il maschio è notevolmente più scuro della femminae in circa quattro altre specie è la femmina che è più scura del maschio. I due sessi di alcune specie sono vagamente segnati di vermiglio e di nero. Non è ben certo se questi colori servano come una protezione. Se in nessuna specie i maschi avessero differito dalle femmine in un modo analogoavremmo potuto con tutta ragione attribuire quegli splendidi colori alla scelta sessuale colla trasmissione ai due sessi.
Alcune specie di Reduvidae fanno un rumore stridente; e nel caso del Pirates stridulus si dice che venga questo rumore prodotto da un movimento del collo dentro la cavità del protorace. Secondo Westring il Reduvius personatus è parimente stridulante. Ma non mi è stato fatto di imparare nessun particolare intorno a questi insettinè ho alcuna ragione per supporre che differiscano sessualmente per questo rispetto.

OrdineHomoptera. - Chiunque abbia girato in una foresta vergine tropicale deve essere rimasto meravigliato dal frastuono che fanno i maschi delle cicale. Le femmine sono mute; come dice il poeta greco XenarchusÈ felice la vita delle cicale, poichè le loro mogli non hanno voce. Il rumore che producevano si poteva udire benissimo dal bordo del Beaglequando era ancorata ad un quarto di miglio dalla spiaggia del Brasile; ed il capitano Hancock dice che poteva essere udito alla distanza di un miglio. Anticamente i Greci tenevanocome fanno oggi i Cinesiquesti insetti entro gabbiette pel loro cantocosicchè agli orecchi di certi uomini esso deve essere gradevole. Le cicale sogliono cantare tutto il giornomentre le folgore sembrano essere cantori notturni. Il suonosecondo Landoische ha studiato recentemente questo argomentoè prodotto dalla vibrazione delle labbra delle stimmeche sono poste in moto da una corrente d'aria emessa dalle trachee. È accresciuto da un apparato sonoro meravigliosamente complessofatto da due cavità coperte di scaglie. Quindi quel suono si può invero chiamar voce. Nella femmina l'apparato musicale si trovama molto meno sviluppato che non nel maschioe non vien mai adoperato per produrre suoni.
Rispetto poi allo scopo di questa musicail dottor Hartman parlando della Cicada septemdecim degli Stati Uniti dice: "si sentono ora (6 e 7 giugno 1851) i tamburi in ogni direzione. Credo che questi suoni siano gli inviti di nozze per parte dei maschi. Stando io ritto in mezzo ai fitti castagneti alti quanto medove centinaia di questi insetti mi attorniavanoosservai le femmine accorrere intorno ai maschi suonatori". Egli aggiunge: "in questa stagione (agosto 1868) un pero nano del mio giardino produsse una cinquantina circa di larve della Cic. pruinosa; ed osservai parecchie volte le femmine posare accanto al maschio mentre faceva risuonare le sue acute note". Federico Müller mi scrive dal Brasile meridionale che ha sovente udito una lotta musicale fra due o tre maschi di cicale dotati di una voce singolarmente forte e posati ad una notevole distanza l'uno dall'altro. Appena il primo aveva terminato il suo cantoil secondo cominciava immediatamente il suo; e dopo di esso toccava a un altroe così avanti. Siccome v'ha molta rivalità fra i maschiè probabile che le femmine non solo li scoprissero pei suoni che emettevanoma checome le femmine degli uccellifossero eccitate o lusingate dal maschio dotato di una voce più simpatica.
Non ho trovato nessun caso bene spiccato di differenze ornamentali fra i sessi degli omotteri. Il signor Douglas mi dice che vi sono tre specie inglesi nelle quali il maschio è nero o segnato di strisce nerementre le femmine hanno colori pallidi od oscuri.

OrdineOrthoptera. - I maschi delle tre famiglie di saltatori che appartengono a quest'ordine sono notevoli per le loro facoltà musicali; cioè gli Achetidae o Grillii Locustidae o Locuste e gli Acrididae o Cavallette. La stridulazione prodotta da certe locuste è tanto più forte che si può sentire di notte alla distanza di un miglio; e quella fatta da qualche specie non manca di una certa armonia anche all'orecchio dell'uomoper cui gli Indiani delle Amazzoni sogliono tenerle in gabbiette di vimini. Tutti gli osservatori sono concordi nel credere che quei suoni hanno per scopo di attirare od eccitare le femmine mute. Ma è stato osservato che il maschio della cavalletta migratrice di Russia (una degli Acrididae) mentre è accoppiato colla femmina stride per rabbia o per gelosia se un altro maschio gli si avvicina. Il grillo casalingo quando è sorpreso di notte fa udire la sua voce per avvertire i suoi compagni. Nell'America settentrionale il Katy-did (Platyphyllum concavumuno dei Locustidae)secondo vien riferitosuole sul far della sera salire sugli alti rami di un albero e dar principio al "suo rumoroso cicalio mentre note rivali sorgono dagli alberi vicini ed i boschetti risuonano del richiamo di katydid-shedid per tutta la notte". Il signor Bateparlando del grillo campestre europeo (uno degli Achetidae) dice: "è stato osservato che il maschio si colloca a sera sul margine del suo buco e stride finchè s'avvicina una femmina: allora alle note più forti succedono altre in tono più bassomentre il fortunato musicante accarezza colle sue antenne il premio che ha guadagnato". Il dott. Scudder riuscì ad eccitare uno di questi insetti tanto da farsi risponderesfregando un filo con una cannuccia. Von Siebold ha scoperto nei due sessi un notevole apparato dell'udito che sta nelle zampe anteriori.
I suoni nelle tre famiglie sono prodotti in modo differente. Nei maschi degli Achetidae le due elitre hanno la stessa struttura; e questa nel grillo campestre (Gryllus campestris) consistesecondo la descrizione di Landoisdi 131 o 138 rialzi o denti trasversaliacutisotto il lato inferiore di una delle nervature dell'elitra. Questa nervatura dentata vien rapidamente sfregata attraverso ad una nervatura duraliscia e sporgente sulla superficie superiore dell'ala opposta. Dapprima un'ala sfrega sull'altra e poi si fa il movimento contrario. Le due ali vengono un tantino sollevate nello stesso tempotanto da accrescere la sonorità. In alcune specie le elitre dei maschi sono munite alla base di una piastra simile al talco.
Nei Locustidae le opposte elitre differiscono nella strutturae non possono come in quest'ultima famiglia essere adoperate indifferentemente in un modo contrario. L'ala sinistrache fa da arco del violinosta sull'ala destrache fa appunto da violino. Una delle nervature sulla superficie inferiore della prima è finalmente seghettataed è sfregata attraverso alle nervature sporgenti della superficie superiore dell'ala opposta o destra. Nella nostra inglese Phasgonura viridissima mi è sembrato che la nervatura seghettata venga sfregata contro l'angolo arrotondato sinistro dell'ala oppostal'orlo del quale è fittodi color brunoe molto tagliente. Nell'ala destrama non nella sinistravi è una piastrella trasparente quanto il talcocircondata da nervaturechiamata lo specchio. Nell'Ephippiger vitiumun membro della stessa famigliaabbiamo una curiosa modificazione subordinata; perchè le elitre sono molto rimpicciolitema "la parte posteriore del protorace s'innalza in una sorta di cupola sulle elitreche ha probabilmente lo scopo di accrescere il suono".
Vediamo quindi che l'apparato musicale è più vario o più specificato nei Locustidae che comprendonocredoi più potenti suonatori dell'ordineche non negli Achetidae in cui le due elitre hanno la stessa struttura e la stessa funzione. Tuttavia Landois ha scoperto in uno dei Locustidaecioè nel Decticusun breve e stretto arco di dentinisemplici rudimenti sulla superficie inferiore dell'elitra destra che sostiene l'altra e non vien mai adoperato come arco. Io ho osservato la stessa struttura rudimentale sul lato posteriore dell'elitra destra nella Phasgonura viridissima. Quindi possiamo con piena fiducia dedurre che i Locustidae discendono da una formanella qualecome negli Achetidae attualile due elitre avevano nervature seghettate sulle superfici inferiori e che potevano venire adoperate indifferentemente come un arcoma che nei Locustidae le due elitre andarono graduatamente modificandosi e perfezionandosi mercè il principio della divisione del lavorol'una operando esclusivamente come arco e l'altra come violino. Non sappiamo con quale progresso abbia avuto origine l'apparato più semplice degli Achetidaema è probabile che le parti basali delle elitre si ravvolsero dapprima come stanno orae lo sfregamento delle nervature produsse un suono asprocome mi sembra essere ora il caso per le elitre delle femmine. Un suono aspro prodotto così incidentalmente e per caso dei maschise era loro di una qualche piccola utilità nel richiamo amorosopoteva in breve farsi molto più intenso mercè la scelta sessualefacendo sì che le variazioni operatesi nelle sporgenze delle nervature fossero continuamente conservate.
Nell'ultima e terza famigliacioè negli Arcididae o cavallettela stridulazione si compie in un modo affatto differentee non è così acutasecondo il dottor Scuddercome nelle famiglie precedenti. La superficie interna del femore è fornita di un arco longitudinale fatto di denti minutielegantia lancettaelasticiin numero da 85 a 93; e questi raschiano attraverso le nervature sporgenti delle elitre che così vibrano e risuonano. Harris dice che quando un maschio si mette a suonare comincia "a piegare lo stinco della gamba posteriore sotto la cosciadove si alloga in un solco acconcio per riceverlo e allora tira su e giù la gamba vigorosamente. Egli non suona i due violini contemporaneamentema alterna il suono prima dell'uno poi dell'altro". In molte specie la base dell'addome è solcata da una grande cavità che credesi fare ufficio di tavola armonica. Nella Pneumoragenere dell'Africa meridionale che appartiene a questa famigliaincontriamo una nuova notevole modificazione: nei maschi un piccolo rilievo intaccato sporge obliquamente dai due lati dell'addomecontro il quale sfrega il femore posteriore. Siccome il maschio è munito d'ali e la femmina ne è mancanteè curioso che le gambe non siano sfregate nel modo solito contro le elitre; ma questo può essere attribuito alla straordinaria piccolezza delle zampe posteriori. Non mi venne fatto di poter esaminare la superficie interna delle tibiechese giudichiamo dall'analogiadovrebbe essere finamente seghettata. Le specie di Pneumora sono state più profondamente modificate per la stridulazione che non qualunque altro insetto ortotteroperchè nel maschio tutto il corpo è stato convertito in un istrumento musicaleessendo rigonfio di aria come una grande vescica pellucida tanto da aumentare la sonorità. Il sig. Trimen mi informa che al Capo di Buona Speranza questi insetti fanno di notte un rumore straordinario.
Vi è una eccezione alla regola che le femmine di queste tre famiglie sono mancanti di un efficace apparato musicale; perchè i due sessi dell'Ephippiger (Locustidae) dicesi siano cosiffattamente provvisti. Questo caso può essere comparato a quello della rennasola specie in cui i due sessi hanno corna. Quantunque le femmine degli ortotteri siano quasi sempre mutetuttavia Landois ha rinvenuto rudimenti di organi stridulanti nel femore delle femmine degli Acrididaee cosiffatti rudimenti sulla superficie interna delle elitre della femmina degli Achetidae: ma non trovò nessun rudimento nelle femmine del Decticusuno dei Locustidae. Negli omotteri le femmine mute delle cicale hanno il proprio apparato musicale in uno stato poco sviluppato; e incontreremo in seguito in altre divisioni del regno animale innumerevoli esempi di strutture proprie del maschio che s'incontrano nella femmina in condizione rudimentale. Cosiffatti casi sembrano a prima vista indicare che i due sessi erano primieramente costrutti allo stesso modoma che certi organi vennero in seguito perduti dalle femmine. Tuttavia è molto più probabile crederecome ho già detto soprache gli organi in questione siano stati acquistati dai maschi e poi trasmessi parzialmente alle femmine.
Landois ha osservato un altro fatto interessantecioè che nelle femmine degli Acrididae i denti stridulanti del femore rimangono per tutta la vita nella stessa condizione in cui comparvero dapprima nei due sessi durante lo stato di larva: d'altra parte nei maschi raggiungono il loro pieno sviluppo ed acquistano la loro perfetta struttura nell'ultima muta quando l'insetto è adulto e pronto alla riproduzione.
Dai fatti testè citati vediamo che i mezzi coi quali i maschi producono i loro suoni sono molto diversi negli ortotterie sono al tutto differenti da quelli adoperati dagli omotteri. Ma in tutto il regno animale noi troviamo incessantemente lo stesso scopo ottenuto in modi molto diversi; e ciò si deve a che tutta la organizzazione sopporta nel corso dei secoli molteplici mutamenti; e siccome variano una parte dopo l'altradifferenti variazioni vanno pigliando campo per lo stesso fine generale. La differenza dei mezzi per produrre suoni nelle tre famiglie degli ortotteri e degli omotteri imprime nella mente l'alta importanza di queste strutture pei maschi per richiamare o allettare le femmine. Non vi è da far le meraviglie della grande quantità di modificazioni sopportate dagli ortotteri per questo rispettodacchècome sappiamo dalle notevoli scoperte del dottor Scuddervi fu tutto il tempo necessario per compierle. Questo naturalista ha trovato recentemente un insetto fossile nella formazione Devoniana della Nuova Brunswickil quale è fornito del "notissimo timpano o apparato stridulante del maschio dei Locustidae". Questo insettosebbene per molti riguardi affine ai neurotterisembra collegarsicome segue spesso nelle antichissime formeai due ordini di neurotteri e di ortotteri che sono in generale considerati come al tutto distinti.
Ho pochissimo da dire intorno agli ortotteri. Alcune delle specie sono bellicosissime: quando due grilli maschi (Gryllus campestris) sono tenuti chiusi insiemesi battono finchè uno dei due rimanga ucciso; e si dice che le specie del genere Mantis manovrino colle zampe anteriori foggiate a sciabolacome gli usseri colle loro sciabole. I Cinesi tengono questi insetti in gabbiette di bambù e li fanno battere come i galli. Rispetto al colore alcune cavallette esotiche sono benissimo ornatele ali posteriori essendo macchiate di rosso turchino e nero; ma siccome in tutto l'ordine i due sessi differiscono di rado molto nel coloreè dubbio se una di queste brillanti tinte derivi dalla scelta sessuale. I colori splendidi possono servire a questi insetti come di protezionesecondo che spiegheremo nel prossimo capitolodando avviso ai loro nemici che essi non sono mangiabili. Così è stato notato che una cavalletta indiana brillantemente colorita era invariabilmente respinta quando veniva offerta ad uccelli od a lucertole. Tuttavia si conoscono alcuni casi di differenze sessuali nel colore in quest'ordine. Il maschio di un grillo americano vien descritto siccome bianco come l'avoriomentre la femmina varia dal bianco sudicio al giallo verdiccio o bruno. Il signor Walsh mi informa che il maschio adulto dello Spectrum femoratum (uno dei Phasmidae) è di "un colore bruno-giallo splendidomentre la femmina adulta è di un bruno cinerino opaco e sbiadito; i giovani dei due sessi sono verdi". Infine posso far menzione del fatto che il maschio di una sorta curiosa di grillo "è munito di una lunga appendice membranosa che gli cade nella faccia a mo' di velo": ma non si sa se questo gli serva di ornamento.

OrdineNeuroptera. - Poco v'ha qui da parlare se si eccettui il colore. Nelle Ephemeridae i sessi differiscono lievemente nelle loro tinte oscure; ma non è probabile che i maschi abbiano per questa ragione maggiori attrattive per le femmine. Le Libellulideo libellulesono ornate di bellissime tinte metallicheverdiazzurregialleo vermiglie; e sovente i sessi differiscono. Così i maschi di alcuni degli Agrionidaecome osserva il prof. Westwoodsono di un turchino carico con ali nere, mentre le femmine sono di un bel verde con ali scolorite. Ma nell'Agrion Ramburii questi colori sono precisamente rovesciati nei due sessi. Nell'esteso genere degli Hetaerina dell'America settentrionalei maschi soli hanno una bella macchia rossa alla base di ciascun'ala. Nell'Anax junius la parte basale dell'addome è nel maschio di un turchino-mare molto vivacee nella femmina è color verde erba. D'altra parte nel genere affine Gomphus ed in alcuni altri generi i sessi differiscono soltanto poco nel colore. S'incontrano frequentemente in tutto il regno animale simili casi di sessi di forme intimamente affini che talora differiscono moltissimotalora pochissimo o niente affatto. Quantunque in molti Libellulidae siavi fra i sessi sovente una differenza tanto grande nel coloreè spesso difficile dire quale è dei due il più brillantemente colorito; e la colorazione solita dei due sessi è esattamente in senso contrariocome abbiamo vedutoin una specie di agrione. Non è probabile che in nessun caso i loro colori siano stati acquistati per servir loro di protezione. Da quello che mi scrisse il sig. Mac-Lachlanil quale ha studiato accuratamente questa famigliale libelluletiranni del mondo degli insettisono meno soggette di qualunque altro insetto ad essere aggredite dagli uccelli o da altri nemici. Egli crede che i loro vivaci colori servano come di attrattive sessuali. Merita d'essere notatosiccome riguardante questo argomentoche certe libellule sembrano essere attirate da certi colori speciali. Il signor Patterson ha osservato che le specie degli agrionidaedi cui i maschi sono turchinisi posavano in gran numero sul galleggiante tinto in azzurro di un amo per pescare; mentre altre specie erano attirate dai colori candidi.
Un fatto interessanteche fu per la prima volta osservato da Schelverè questoche i maschi di parecchi generi appartenenti a due sotto-famiglieappena escono dalla crisalide hanno colori esattamente simili a quelli delle femmine; ma il loro corpo in breve prende una bellissima tinta bianco-azzurrognolaproveniente dalla trasudazione di una sorta d'oliosolubile nell'etere e nell'alcool. Il sig. Mac. Lachlan crede che nel maschio della Libellula depressa questo mutamento di colore non segua se non che due settimane circa dopo la metamorfosiallorchè i sessi sono pronti per la riproduzione.
Certe specie di Neurothemis presentanosecondo Brauerun caso curioso di dimorfismomentre alcune fra le femmine hanno le loro ali reticolate nel modo solitoaltre femmine le hanno "riccamente reticolate come quelle dei maschi della stessa specie". Brauer "spiega il fenomeno col principio Darwiniano supponendo che la stretta rete delle vene è un carattere sessuale secondario dei maschi". Quest'ultimo carattere è generalmente sviluppato nel maschio soloma essendocome altri caratteri mascolinilatente nella femminaper incidente si sviluppa in essa. Abbiamo qui un esempio del modo in cui i due sessi di molti animali sono venuti probabilmente a rassomigliarsiper mezzo delle variazioni apparse dapprima nei maschie da questi conservate e poi trasmesse e sviluppate nelle femmine: ma in questo genere particolare una compiuta trasmissione si è incidentalmente e repentinamente compiuta. Il signor MacLachlan mi ha parlato di un altro caso di dimorfismo che si presenta in parecchie specie di agrioninelle quali un certo numero di individui sono di color arancioe questi sono invariabilmente femmine. È questo probabilmente un caso di regressoperchè nelle vere libellule quando i sessi differiscono nel colore le femmine sono sempre color arancio o giallocosicchè supponendo che l'agrione discenda da qualche forma primitiva fornita dei colori sessuali caratteristici delle tipiche libellulenon sarebbe da far meraviglia che una tendenza a variare in questo modo sia per presentarsi solo nelle femmine.
Quantunque molte libellule siano insetti tanto grossiforti e ferocinon è mai stato osservato dal signor MacLachlan che combattano insiemetrannecome egli credenel caso di qualche specie più piccola di agrione. In un altro distintissimo gruppo di questo ordinecioè nelle termiti o formiche bianchei due sessi nel tempo dello sciamare si possono vedere correre tutto intornoil maschio dietro la femmina, talora due maschi inseguire una sola femmina, e contendere con gran calore pel premio desiderato.

OrdineHymenoptera. - Quell'inimitabile osservatore che è il sig. Fabredescrivendo i costumi delle Cercerisinsetto vespiformeosserva che sovente hanno luogo combattimenti tra i maschi pel possesso di qualche femmina particolare che rimane spettatriceda quanto pareindifferente della lotta pel primatoe quando è decisa la vittoria vola via tranquillamente in compagnia del vincitore. Westwood dice che i maschi di una tentredine (Tenthredinae) sono stati trovati nel momento della lotta colle mandibole impigliate assieme. Siccome il sig. Fabre parla dei maschi della cerceris che si battono per ottenere una femmina particolaresarà bene tenersi a mente che gl'insetti che appartengono a quest'ordine hanno la facoltà di riconoscersi dopo un lungo intervallo di tempoe sono molto affezionati l'un l'altro. Per esempioPietro Huberdi cui non si può mettere in dubbio l'accuratezzaseparò alcune formichee quando queste dopo un intervallo di pochi mesi incontrarono altre che avevano appartenuto alla stessa comunitàsi riconobbero a vicenda e si accarezzarono colle loro antenne. Se non si fossero conosciute avrebbero battagliato. Parimentequando due comunità imprendono una lottale formiche appartenenti alla stessa squadra talora nella confusione si aggredisconoma si accorgono subito dell'erroree una formica cerca di pacificare l'altra.
Sono comuni in quest'ordine lievi differenze nel colore secondo il sessoma le grandi differenze sono raretranne nella famiglia delle api; tuttavia i due sessi di certi gruppi hanno colori così brillantiper esempionella Chrysisin cui prevalgono il color vermiglio e i verdi metalliciche siamo tentati di attribuirli all'effetto della scelta sessuale. Negli Ichnaeumonidaesecondo il signor Walshi maschi sono quasi sempre meno coloriti che non le femmine. D'altra partenei Tenthredinidae i maschi sono in generale più scuri che non le femmine. Nei Siricidae i sessi sovente differiscono; così il maschio Sirex juvencus è rigato di aranciomentre la femmina è color porpora scuro; ma è difficile dire quale dei due sessi sia il più bello. Nel Tremex columbae la femmina ha colori molto più vivaci che non il maschio. Nelle formichecome ho imparato dal signor F. Smithi maschi di parecchie specie sono neri e le femmine sono color tartaruga. Nella famiglia delle apispecialmente nelle specie solitariecome ho sentito dire da un distinto entomologoi sessi sovente differiscono nel colore. In generalei maschi sono più splendidie nel Bombus come nell'Apathus sono molto più variabili nel colore che non le femmine. Nella Anthophora retusa il maschio è di un bel fulvo-brunomentre la femmina è al tutto nera; così sono le femmine di parecchie specie di Xylocopai maschi essendo di un bel giallo. In un'ape d'Australia (Lestis bombylans)la femmina è di un brillantissimo turchino-acciaiotalvolta tinto di un verde vivace; il maschio è color rame brillante ricoperto di una ricca pubescenza fulva. Siccome in questo gruppo le femmine sono fornite di eccellenti armi difensive nelle loro tibienon è probabile che sieno venute ad avere un colore diverso da quello dei maschi per scopo di protezione.

La Mutilla europea emette un rumore stridulantee secondo Goureaui due sessi posseggono questa facoltà. Egli attribuisce il suono allo sfregamento del terzo e del precedente segmento addominale; ed io ho trovato che queste superfici sono segnate di finissimi solchi concentricima così è pure il collare toracico sporgentesul quale si articola il capo; e questo collarequando vien sfregato colla punta di una spilla emette il suono proprio all'insetto. È assai curioso che i due sessi abbiano la facoltà di emettere il suonomentre il maschio ha le ali e la femmina ne è priva. È cosa nota che le api esprimono col suono del loro ronzio certe emozionicome la collerae ciò fanno pure alcuni insetti ditteri; ma non ho riferito questi suoni perchè non sembra che abbiano alcuna relazione coll'atto del corteggiare.

OrdineColeoptera. - Molti coleotteri sono coloriti per modo da somigliare alla superficie che per solito frequentano. Altre specie sono ornate di bellissime tinte metallicheper esempio molti carabici che vivono sul terreno e possono difendersi mercè una secrezione intensamente acida; i bellissimi Eutimi che son protetti dal loro durissimo invoglio; molte specie di crisomelecome la C. cerealisgrossa specie vagamente sfasciata di colori svariatiche in Inghilterra è limitata alla nuda cima del Snowdoned una schiera di altre specie. Questi splendidi coloriche spesso sono disposti in fascein macchiein croci ed altri eleganti disegninon possono considerarsi molto utilicome protezionetranne nel caso di alcune specie che si nutrono di fiori; e non possiamo credere che non abbiano affatto uno scopo. Quindi nasce il sospetto che possano servire di attrattiva sessuale; ma non abbiamo nessuna prova di ciò; perchè di raro i sessi differiscono nel colore. Da quanto ho inteso dal signor Waterhouse il giovanei coleotteri ciechiche naturalmente non possono vedere la loro reciproca bellezzanon presentano mai colori brillantisebbene abbiano sovente un invoglio liscio; ma la spiegazione del loro colore oscuro può ottenersi dal fatto che quegli insetti ciechi abitano le caverne od altri luoghi bui.
Tuttavia alcuni longicornispecialmente certi Prionidaeoffrono un'eccezione alla regola comuneche i sessi dei coleotteri non differiscono nel colore. Molti di questi insetti sono grandi e splendidamente coloritii maschi del genere Pyrodessiccome ho veduto nella collezione del signor Batessono generalmente più rossima meno brillanti che non le femminele quali sono più o meno colorite di un verde-dorato splendido. D'altra parte in una specie il maschio è verde-doratoe la femmina è colorita magnificamente di rosso e porpora. Nel genere Esmeralda i sessi differiscono tanto nel colore che sono stati classificati come specie distinte: in una specie i due sessi sono di un bel verde lucentema il maschio ha il torace rosso. Nel complessoper quanto posso giudicarele femmine di questi prionidaein cui i sessi differisconosono colorite più riccamente che non i maschi; e ciò non concorda colla regola comune riguardo al colore quando è acquistato mercè l'opera della scelta sessuale.
Una differenza molto notevole fra i sessi di molti coleotteri è quella che presentano le grandi corna che sorgono dal capodal torace o clypeus dei maschi; ed in alcuni pochi casi dalla superficie inferiore del corpo. Queste corna nella grande famiglia dei lamellicorni rassomigliano a quelli di vari quadrupedicomeper esempioi cervii rinocerontiecc.e sono meravigliose tanto per la mole quanto per la varietà delle forme. In generale le femmine presentano rudimenti di corna in forma di sporgenze o rialzima alcune mancano anche di rudimenti. D'altra parte le corna sono sviluppate tanto nella femmina quanto nel maschio del Phanaeus lancifer e nelle femmine di alcune altre specie della stesso genere e del Copris sono soltanto un po' meno sviluppate. In parecchie suddivisioni delle famiglie le differenze nella struttura delle corna non procedono parallelecome mi ha comunicato il sig. Batescolle loro più importanti caratteristiche differenze; così nella stessa sezione naturale del genere Onthophagus vi sono specie che hanno talora un sol corno cefalicotalora due corna distinte.
In quasi tutti i casi le corna sono notevoli per la loro eccessiva variabilità; cosicchè si può formare una graduata serie di maschi più altamente sviluppati; ad altri tanto degeneri che appena si possono distinguere dalle femmine. Il signor Walsh ha trovato che nel Phanaeus carnifex le corna erano tre volte tanto lunghe in alcuni maschi che non in altri. Il signor Batesdopo aver esaminato oltre a cento maschi dell'Onthophagus rangifercredette di aver finalmente scoperto una specie di cui le corna non variavano; ma ulteriori ricerche hanno dimostrato il contrario.
La mole straordinaria delle corna e la loro grande diversità di struttura in forme intimamente affini indicano che sono state fatte per qualche fine importante; ma la loro eccessiva variabilità nei maschi della stessa specie induce a credere che questo fine non possa essere di una natura definita. Le corna non mostrano segni di sfregamento come se fossero adoperate in qualche lavoro ordinario. Alcuni autori suppongono che siccome i maschi vanno molto più in giro che non le femminehanno bisogno delle corna come difesa contro i loro nemici; ma in molti casi le corna non sembrano gran che acconce per la difesanon essendo taglienti. La congettura più ovvia è quellache vengano adoperate dai maschi per combattere fra loro; ma non sono mai stati veduti battersi; ed il signor Batesdopo accurato esame di numerose specienon ha potuto trovare nessuna prova sufficientequando le ha trovate rotte o mutilateche fossero state adoperate in tal modo. Se i maschi fossero stati abitualmente guerrieri sarebbero probabilmente cresciuti di mole mercè la scelta sessualetanto da eccedere quella della femmina; ma il signor Batesdopo aver comparato i due sessi in oltre cento specie di Copridaenon trova nessuna ben distinta differenza per questo rispetto in individui bene sviluppati. Vi è tuttavia un coleottero appartenente alla stessa grande divisione dei lamellicorniil Lethrusdi cui si sa che i maschi combattono fra loroma non hanno cornasebbene le loro mandibole siano più grandi che non quelle della femmina.
La conclusione che concorda meglio col fatto dell'essere state le corna tanto ampiamente sebbene non fissamente sviluppatecome è dimostrato dalla loro somma variabilità nella stessa specie e per la loro estrema diversità nelle specie intimamente affiniè quella che siano state acquistate come ornamento. Questo modo di vedere sembrerà a prima vista sommamente improbabile; ma troveremo in seguito in molti animali che stanno più alti nella scalacioè i pescigli anfibii rettili e gli uccelliche varie sorta di creste di protuberanzedi corna e di pettini sono statia quanto paresviluppati per questo unico fine.
I maschi dell'Onitis furcifer sono forniti di singolari sporgenze nel femore anteriore e di una grande forca o paio di corna sulla superficie inferiore del torace. Sembra che questa posizione sia molto male acconcia per far mostra di queste appendiciche quindi possano essere di qualche reale utilità; ma per ora non si può assegnar loro alcun ufficio. È notevolissimo il fattoche quantunque i maschi non mostrino neppur traccia di corna della superficie superiore del corposia però visibile chiaramente nella femmina un rudimento di un solo corno sul capo e di una cresta sul torace. È chiaro che la lieve cresta toracica della femmina è un rudimento di una sporgenza propria del maschiosebbene al tutto assente nel maschio di questa specie particolare: perchè la femmina del Bubas bison (una forma che vien dopo l'Onitis) ha una somigliante cresta sul toracee il maschio ha nello stesso luogo una grande sporgenza. Parimente non v'ha dubbio che il piccolo punto sul capo dell'Onitis furcifer femminacome pure delle femmine di due o tre specie affiniè un rappresentante rudimentale del corno cefalico che è comune ai maschi di tanti coleotteri lamellicornicome nel Phaneaus. Infatti i maschi di alcuni coleotteri indeterminati del Museo Britannicoche si credono attualmente appartenere al genere Onitis sono muniti di un cosiffatto corno. L'importanza di questo caso sarà meglio compresa con un esempio: i quadrupedi ruminanti procedono parallelamente coi coleotteri lamellicorni in ciò che alcune femmine posseggono corna grosse come quelle del maschioed altre le hanno molto più piccole o allo stato di semplici rudimenti (sebbene questo sia tanto raro nei ruminanti quanto è comune nei lamellicorni)o non ne hanno affatto. Ora se si venisse a scoprire una nuova specie di cervo o di pecora in cui le femmine fossero munite di distinti rudimenti di cornamentre il capo del maschio fosse al tutto liscioavremmo un caso simile a quello dell'Onitis furcifer.
In questo caso l'antica credenza che i rudimenti siano stati creati per compiere il disegno della natura è tanto lungi dal vero che tutte le regole ordinarie sono compiutamente violate. La congettura che sembra essere la più probabile è questache alcuni primieri progenitori dell'Onitis abbiano acquistatocome altri lamellicornile corna del capo e del toracee le abbiano poi trasmesse in condizione rudimentalecome in tante specie esistentialla femminadalla quale sono state d'allora in poi conservate. La susseguente perdita delle corna del maschio può essere stata l'effetto del principio di compensazione dallo sviluppo delle sporgenze della superficie inferiorementre la femmina non venne in tal modo alterata perchè non possedeva quelle sporgenzeed in conseguenza ha conservato i rudimenti delle corna sulla superficie superiore. Quantunque questo modo di vedere sia sostenuto dal caso del Bledius che daremo in brevetuttavia le sporgenze sulla superficie inferiore differiscono moltissimo nella struttura e nello sviluppo nei maschi di varie specie di Onitise sono anche in alcune rudimentali; nondimeno la superficie superiore è in tutte queste specie al tutto mancante di corna. Siccome i caratteri sessuali secondari sono tanto eminentemente variabiliè possibile che le sporgenze sulla superficie inferiore possano essere state acquistate dapprima da qualche progenitore dell'Onitis ed abbiano prodotto il loro effetto mercè la compensazioneed allora siano state in certi casi quasi al tutto perdute.
Tutti i casi fin qui menzionati si riferiscono ai lamellicorni; ma i maschi di alcuni pochi altri coleotteri che appartengono a due gruppi molto distinticioè i Curculionidae e gli Staphylinidae sono forniti di cornanei primi sulla superficie del corponei secondi sulla superficie superiore del capo e del torace. Negli Staphylinidae le corna dei maschi nelle stesse specie sono sommamente variabili precisamente come abbiamo veduto nei lamellicorni. Nel Siagonium abbiamo un caso di dimorfismo perchè i maschi possono essere divisi in due sezioniche differiscono grandemente nella mole del corpo e nello sviluppo delle corna senza nessuna graduazione intermedia. In una specie di Blediusche appartiene essa pure agli Staphylinidaesi possono trovare esemplari maschi nella stessa localitàsiccome afferma il professore Westwoodnei quali il corno centrale del torace è grandissimo, ma le corna del capo sono al tutto rudimentali; ed altri, nei quali il corno del torace è brevissimo mentre le protuberanze del capo sono lunghe. Da quanto pare abbiamo qui dunque un esempio di compensazione nell'accrescimentoche getta luce sul caso curioso citato testè della perdita delle corna superiori dei maschi dell'Onitis furcifer.
Legge di battaglia. - Alcuni coleotteri maschi che sembrano male acconci per battersi impegnano nondimeno lotte pel possesso della femmina. Il signor Wallace vide due maschi del Leptorhynchus angustatuscoleottero lineare munito di un allungatissimo rostroche si battevano per una femmina la quale stava accanto al suo buco tutta in faccende. Essi si spingevano a vicenda col loro rostro, si abbrancavano e si percuotevano mostrando grandissima rabbia. Il maschio più piccolo però "in breve fuggì riconoscendosi vinto". In alcuni pochi casi i maschi sono bene acconci per battersi poichè sono forniti di mandibole dentate molto più grandi che non quelle delle femmine. Questo è il caso del cervo volante comune (Lucanus cervus)i maschi del quale escono dallo stato di ninfa una settimana circa prima dell'altro sessocosicchè se ne possono vedere parecchi inseguire la stessa femmina. In questo periodo impegnano terribili lotte. Avendo il signor A. H. Davis chiuso due maschi in una scatola con una femminail maschio più grosso pizzicò il più piccolo finchè questo abbandonò le sue pretese. Un amico mi ha detto che quando era bimbo soleva mettere insieme due maschi per vederli combattereed egli osservava che essi erano molto più arditi e coraggiosi che non le femminecome tutti sanno essere il caso negli animali superiori. I maschi gli stringevano il dito stretto se loro lo porgevama non seguiva così colle femmine. In molti Lucanidaecome pure nel summenzionato Leptorhynchusi maschi sono insetti più grossi e più forti che non le femmine. I due sessi del Lethrus cephalotes (uno dei lamellicorni) abitano lo stesso bucoed il maschio ha mandibole più grandi che non la femmina. Se durante la stagione degli amori un maschio straniero tenta di entrare nel buco egli è aggredito; la femmina non rimane passivama chiude l'ingresso del buco ed anima il suo compagno spingendolo continuamente di dietro. L'azione non cessa finchè l'intruso non sia ucciso o fuggito. I due sessi di un altro coleottero lamellicornel'Atheuchus cicatricosus vivono appaiati e sembrano avere molto affetto l'uno per l'altro; il maschio eccita la femmina a far pallottole di letame nelle quali si depositano le uova; e se essa viene tolta viaegli diviene molto inquieto. Se si toglie il maschiola femmina cessa ogni lavoroed il signor Brulerie crede che rimane sul luogo finchè muore.
Le grosse mandibole dei Lucanidae maschi sono sommamente variabili tanto nella mole quanto nella strutturae per questo rispetto rassomigliano alle corna del capo e del torace di molti maschi dei lamellicorni e degli Staphylinidae. Si può formare una serie perfetta dai meglio ai peggio provvisti o maschi degeneri. Sebbene le mandibole del cervo volante comunee probabilmente di molte altre speciesiano adoperate come armi efficaci per combattereè dubbio se il loro grande volume possa essere a ciò attribuito. Abbiamo veduto che nel Lucanus elaphus dell'America settentrionale esse sono adoperate per afferrare la femmina. Siccome sono così appariscenti e così elegantemente ramificatemi è talvolta balenato per la mente il sospetto che potessero essere un ornamento dei maschinello stesso modo delle corna del capo e del torace delle varie specie sopra descritte. Il maschio del Chiasognathus grantii del Chilì meridionalebellissimo coleottero appartenente alla stessa famigliaha mandibole enormemente sviluppate; è ardito e bellicoso; quando è minacciato da ogni parte si volge aprendo le sue grandi mandiboleed allo stesso tempo stridula fortemente; ma le sue mandibole non erano abbastanza forti per pizzicare il mio dito tanto da farmi vera- mente male.
La scelta sessualeche implica il possesso di notevoli forze di percezione e di forti passionisembra essere stata più efficace nei lamellicorni che non in qualunque altra famiglia di coleotteri. In alcune specie i maschi sono forniti di armi per combattere; alcune vivono appaiate e mostrano sentire scambievolmente affetto; molti quando sono eccitati hanno la facoltà di stridere; molti sono muniti di armi straordinarissimeche servonoda quanto paredi ornamento; alcuni che sono diurni hanno colori vivacissimi; ed infine parecchi del coleotteri più grossi del mondo appartengono a questa famigliache Linneo e Fabricio hanno collocata in capo all'ordine dei coleotteri.

Organi stridulanti. - Coleotteri appartenenti a molte e grandemente distinte famiglie posseggono questi organi. Talvolta il suono si può udire alla distanza di parecchi metrima non si può comparare con quello prodotto dagli Ortotteri. La parte che può chiamarsi la raspa in generale consiste di una superficie stretta e lievemente rialzataattraversata da coste parallele finissimetalvolta molto belle pei loro colori iridescentie che hanno sotto il microscopio un aspetto elegantissimo. In alcuni casiper esempionel Thyphoeussi può vedere chiaramente che certe prominenze minutissimescabrea foggia di squameche coprono tutta la circostante superficie in linee approssimativamente parallele producono i rialzi della raspa divenendo confluenti e dirittee nel tempo stesso più prominenti e lisce. Un rialzo duro in ogni giuntura del corpoche in alcuni casi è specialmente modificato all'uoposerve di raschiatoio alla raspa. Il raschiatoio è mosso rapidamente su e giù sulla raspaod al contrario è la raspa che va giù e su sul raschiatoio.
Questi organi sono situati in posizioni molto differenti. Nei becchini (Necrophorus) due raspe parallele stanno sulla superficie dorsale del quinto segmento addominaleed ogni raspa è attraversatacome descrive Landoisda 126 a 140 fine coste. Queste coste sono sfregate dai margini posteriori delle elitreuna piccola porzione delle quali sporge oltre il profilo generale. In molti Crioceridae e nella Clythra 4-punctata (Crisomelidae) ed in alcuni Tenebrionidaeecc.la raspa è collocata sull'apice dorsale dell'addome sul pigidio o pro-pigidioe viene sfregata come sopra dalle elitre. Nell'Heterocerusche appartiene ad un'altra famigliale raspe stanno sui lati del primo segmento addominale e sono sfregate dalle rilevature che si trovano nel femore. In certi Curculionidae e Carabidaele parti hanno posizioni al tutto rovesciatele raspe sono situate sulla superficie inferiore delle elitre presso i loro apici o lungo i loro margini esternie gli angoli dei segmenti addominali servono di raspe. Nel Pelobius hermanni (uno dei Ditiscidae o coleotteri acquatici) una sporgenza corre parallela e vicina al margine suturale delle elitre ed è attraversata da costegrosse nella parte medianama che vanno divenendo gradatamente più fine ai due capispecialmente nel capo superiore; quando si tiene quest'insetto sott'acqua o nell'aria esso produce un rumore stridulante sfregando il margine estremo corneo dell'addome contro la raspa. In moltissimi coleotteri longicorni gli organi sono situati al tutto diversamentementre la raspa è collocata sul mesotoraceche sfrega contro il protorace; Landois ha contato da 238 finissime coste nel Cerambyx heros.
Molti lamellicorni hanno la facoltà di stridularee gli organi differiscono molto nella posizione. Alcune specie stridulano rumorosamentecosicchè quando il signor Francesco Smith prese un Trox sabulossusun guardacaccia che stava lì vicino credette che egli avesse preso un topo; ma non mi venne fatto di scoprire gli organi propri in questo coleottero. Nel Geotrupes e nel Typhaeus uno stretto rialzo scorre obliquamente sopra la coscia delle due zampe posteriorie questo rialzo ha nel G. stercorarius 84 costeche vengono sfregate da una parte specialmente sporgente di uno dei segmenti dell'addome. Nel Copris Lunarisquasi affineuna raspa stretta ed eccessivamente sottile corre lungo il margine suturale delle elitrecon un'altra breve raspa sotto il margine basale esterno; ma in alcuni altri Coprini la raspa è situatasecondo Lecontesulla superficie dorsale dell'addome. Nell'Oryctes è posta sul pro-pigidioed in alcuni altri Dynastinisecondo lo stesso entomologosulla superficie inferiore delle elitre. Infine Westring asserisce che nell'Omaloplia brunnea la raspa è collocata sul prosternoe lo sfregatoio sul metasternole parti occupano così la superficie inferiore del corpo invece della superficie superiorecome nei Longicorni.
Vediamo così che gli organi stridulanti variano nelle differenti famiglie di coleotterimeravigliosamente nella posizionema non molto nella struttura. Nella stessa famiglia alcune specie sono provviste di questi organied alcune ne sono prive. Si comprende questa diversitàse supponiamo che in origine varie specie facessero un rumore sibilante e confuso sfregando assieme le parti dure e scabre del loro corpo che erano al contatto; e che essendo questo rumore in certo modo utilele superfici scabre si sviluppassero gradatamente in organi stridulanti regolari. Alcuni coleotteri movendosi producono oggivolontariamente o involontariamenteun rumore confusosenza avere nessun organo adatto all'uopo. Il signor Wallace mi informa che l'Euchyrus longimanus (lamellicorne che ha le zampe anteriori allungatissime nel maschio) "famentre si muoveun fioco suono sibilante sporgendo e contraendo l'addome; e quando vien preso produce un suono di grattamento sfregando le sue zampe posteriori contro i margini delle elitre". Il suono sibilante è dovuto evidentemente ad una stretta raspa che scorre lungo il margine suturale di ogni elitraed io potrei del pari produrre quel suono di grattamento sfregando la superficie rugosa del femore contro il margine granuloso dell'elitra corrispondente; ma non posso qui rintracciare nessuna vera raspa; nè è probabile che io abbia potuto non vederla in un insetto tanto grosso. Dopo avere esaminato il Cychrus e aver letto ciò che Westring ha scritto nelle sue due memorie intorno a questo coleotterosembra molto dubbio che egli possegga una vera raspasebbene abbia la facoltà di emettere un suono.
Per l'analogia fra gli Ortotteri e gli Omotteriio mi aspettavo di trovare che gli organi stridulanti differissero nei coleotteri secondo il sesso; ma Landoisil quale ha accuratamente esaminato varie specienon osservò una cosiffatta differenza; e neppure ciò vide Westringnè il signor G. R. Crotch mentre preparava numerosi esemplari che ebbe la bontà di spedirmi per esaminarli. Tuttavia sarebbe molto difficile scoprire ogni lieve differenza sessualeper la grande variabilità di questi organi. Così nel primo paio del Necrophorus humator e del Pelobius che io esaminavola raspa era notevolmente più grande nel maschio che non nella femmina; ma non così nei susseguenti esemplari. Nel Geotrupes stercorarius la raspa mi sembrava più fittapiù opaca e più prominente nei tre maschi che non nello stesso numero di femmine; in conseguenza mio figlioil signor F. Darwinonde scoprire se i sessi differivano nella loro facoltà di stridulareraccolse 57 esemplari viviche egli separava in due partisecondochè producevanomentre eran tenuti nello stesso modopiù o meno rumore. Allora esaminò i due sessima trovò che i maschi erano a un dipresso nella stessa proporzione delle femmine nei due scompartimenti. Il signor F. Smith ha tenuto vivi moltissimi esemplari del Mononichus pseudacori (Curculionidae) ed è persuaso che i due sessi stridulanoe da quanto pare nello stesso grado.
Nondimeno la facoltà di stridulare è certamente un carattere sessuale di alcuni pochi coleotteri. Il signor Crotch23 ha scoperto che i maschi soli di due specie di Keliopathes (Tenebrionidae) hanno organi stridulanti. Io ho esaminato cinque maschi dell'H. gibbused in tutti questi vi era una raspa bene sviluppataparzialmente divisa in duesulla superficie dorsale del segmento addominale terminale; mentre nello stesso numero di femmine non v'era neppure un rudimento di raspapoichè la membrana di questo segmento è trasparente e molto più sottile che non nel maschio. Nell'H. cribratostriatus il maschio ha una raspa consimiletranne che non è divisa parzialmente in due porzionie la femmina è al tutto sfornita di quest'organo; ma inoltre il maschio ha sui margini dell'apice dell'elitreda ogni lato della suturatre o quattro rialzi longitudinaliche sono attraversati da finissime coste parallelee che rassomigliano a quelle della raspa addominale; non posso dire se questi rialzi facciano ufficio di una raspa indipendente o facciano da sfregatoio della raspa addominale; la femmina non ha traccia di quest'ultima struttura.
Parimente nelle tre specie di lamellicorni del genere Oryctes abbiamo un caso quasi parallelo. Nelle femmine dell'O. gryphus e nasicornis le costole della raspa del pro-pigidio sono meno continue e meno distinte che non nei maschi; ma la differenza principale è che tutta la superficie superiore di questo segmentoquando si tiene ad una acconcia lucesi vede coperta di peliche sono assenti o sono rappresentati nei maschi da una finissima calugine. Bisognerà notare che in tutti i coleotteri la parte efficace della raspa è sfornita di peli. Nell'O. Senegalensis la differenza fra i sessi è più fortemente segnatae questo si vede meglio quando il vero segmento è ripulito e osservato al trasparente. Nella femmina tutta la superficie è coperta di piccole creste separatecoperte di spine; mentre nel maschio queste creste divengonoandando verso l'apicesempre più confluentiregolari e nude; cosicchè i tre quarti del segmento sono coperti di finissime coste paralleleche mancano affatto nella femmina. Tuttavia nelle femmine di tutte le tre specie di Oryctesquando l'addome di un esemplare ripulito è spinto su e giùsi può produrre un lieve suono stridulante.
Nel caso degli Heliopates e degli Oryctes non vi può essere quasi dubbio che i maschi stridulano per chiamare od eccitare le femmine; ma in moltissimi coleotteri la stridulazione servea quanto pareai due sessi come di un mutuo richiamo. Questa opinione non diviene improbabile pel fatto che i coleotteri stridulano quando sono in preda a varie emozioni; sappiamo che gli uccelli adoperano la loro voce per molti scopi oltre a quello di cantare per la propria compagna. Il grosso Chiasognathus stridula per rabbia e per diffidenza; molte specie fanno lo stesso per sgomento o timorequando son tenute per modo che non possano fuggire; i signori Wollaston e Crotch riuscironobattendo i cavi rami degli alberi delle isole Canariea scoprire la presenza dei coleotteri appartenenti al genere Acalles dalla loro stridulazione. Infinel'Ateuchus maschio stridula per animare la femmina nel suo lavoroe dal dolore quando gli è rapita. Alcuni naturalisti credono che i coleotteri fanno questo rumore per spaventare i loro nemici; ma non credo che quadrupedi ed uccelli che possono divorare i coleotteri più grossi coperti del loro durissimo invoglio siano spaventati da un così lieve suono di grattamento. La credenza che la stridulazione serva come un richiamo sessuale è sostenuta dal fatto che si sa benissimo come gli oriuoli della morte (Anobium tessellatum) si rispondono col loro battitoocome ho osservato io stessocon un rumore di percossa fatto artificialmente; ed il signor Doubleday mi apprende che egli ha osservato due o tre volte una femmina che battevae nel corso di un'ora o due l'ha trovata unita al maschioe in una occasione circondata da vari maschi. Finalmente sembra probabile che i due sessi di molte specie di coleotteri potessero dapprima trovarsi mercè il lieve e confuso suono prodotto dallo sfregamento delle vicine parti dei loro duri corpi; e che siccome i maschi o le femmine che facevano un suono più forte riuscirono meglio a trovarsi compagnile rugosità delle varie parti del corpo siano andate man mano sviluppandosi mercè la scelta sessuale in veri organi stridulanti.


CAPITOLO XI.

INSETTIcontinuazione. - ORDINE LEPIDOPTERA.

Il corteggiare delle farfalle - Battaglie - Rumore di battito - Colori comuni ai due sessio più brillanti nei maschi - Esempi - Non sono dovuti all'azione diretta delle condizioni della vita - Colori acconci per servire di protezione - Colori delle farfalle notturne - Mostra - Poteri percettivi dei lepidotteri - Variabilità - Cause della differenza di colore fra i maschi e le femmine - Mimica; farfalle femmine fornite di colori più vivaci che non i maschi - Colori brillanti dei bruchi - Riassunto e conclusione delle osservazioni intorno ai caratteri sessuali secondari degli insetti - Comparazione fra gli uccelli e gli insetti.

In questo grande ordine il punto più importante per noi è la differenza di colore fra i sessi della stessa speciee fra le specie distinte del medesimo genere. Quasi tutto questo capitolo sarà dedicato a questo argomento; ma farò prima alcune poche osservazioni intorno ad uno o due altri punti. Parecchi maschi si veggono sovente inseguire ed affollarsi intorno alla stessa femmina. Il loro corteggiamento sembra essere una faccenda assai lungaperchè ho frequentemente osservato uno o due maschi saltellanti intorno ad una femmina finchè io mi sentii stancosenza aver veduto la fine del corteggiamento. Quantunque le farfalle siano creature tanto fragili e delicatepure sono battagliereed una Apatura è stata presa colla punta delle ali rotte per un conflitto con un altro maschio. Il signor Collingwood parlando delle frequenti battaglie fra le farfalle di Borneo dice: "Esse girano turbinando attorno rapidissimamentee sembrano mosse da una grandissima ferocia". Si conosce il caso di una farfallala Ageronia feroniache fa un rumore simile a quello prodotto da una ruota dentata che passa sotto una mollae che si può udire alla distanza di qualche metro. A Rio Janeiro io avvertii questo suono solo quando due di esse si inseguivano tra loro in una corsa irregolarecosì è prodotto probabilmente durante il corteggiare dei sessi; ma trascurai di badare a questo fatto.
Ognuno ha ammirato la somma bellezza di molte farfalle diverse è di alcune notturne; e siamo indotti a domandarci: Come hanno acquistato la loro bellezza? Sono forse i loro colori e le loro varie fogge l'effetto unico dell'azione diretta delle condizioni fisiche a cui questi insetti sono stati espostisenza che nessun utile sia loro da ciò derivato? Oppure il successivo accumulamento di queste variazioni ha prodotto sia una protezione o qualche ignoto effettoo il fatto che un sesso potesse divenire più attraente all'altro? Eparimentequale è il motivo per cui i colori sono tanto differenti nei maschi e nelle femmine di certe speciee sono simili nei due sessi delle altre specie? Prima di tentar di rispondere a queste domande fa d'uopo esporre un certo numero di fatti.
In molte delle nostre farfalle inglesitanto quelle che sono belle come la Vanesse (Vanessae)e quelle che hanno colori poco brillanticome le Ipparchie (Hipparchiae)i sessi sono uguali. Questo è pure il caso colle bellissime Heliconidae e Danaidae dei tropici. Ma in certi altri gruppi tropicali ed in alcune delle nostre farfalle inglesicome la Apatura iris e l'Anthocharis cardaminesi sessi differiscono moltissimo o lievemente nel colore. Nessuna parola può descrivere lo splendore dei maschi di alcune specie tropicali. Anche nello stesso genere sovente troviamo specie che presentano una straordinaria differenza fra i sessimentre altre hanno i sessi al tutto simili. Così nel genere Epicalia dell'America meridionaleil signor Batesal quale vado debitore della maggior parte dei fatti seguenti e dell'aver riveduto tutto questo ragionamentomi informa che egli conosce dodici specie di cui i due sessi frequentano gli stessi luoghi (e questo non è sempre il caso nelle farfalle)e quindi non possono aver sopportato differenze per l'azione delle condizioni esterne. In nove di queste specie i maschi sono considerati come le più brillanti fra tutte le farfallee differiscono tanto dalle comparativamente sbiadite loro femmine che dapprima furono allogati in generi distinti. Le femmine di queste nove specie si rassomigliano nel tipo generale del coloritoe parimente rassomigliano ai due sessi di parecchi generi affini che si trovano nelle varie parti del mondo. Quindi secondo la teoria dell'origine possiamo dedurre che queste nove speciee probabilmente tutte le altre del generesono discese da un antenato che era colorito a un dipresso nello stesso modo. Nella decima specie la femmina conserva ancora lo stesso colorito generalema il maschio le rassomigliacosicchè esso è colorito meno brillantemente e in modo più vario che non i maschi delle specie precedenti. Nella specie undicesima e dodicesima le femmine si allontanano dal tipo del colorito che è solito al loro sesso in questo genereperchè sono più brillantemente decorate quasi nella stessa maniera dei maschima in grado alquanto minore. Quindi in queste due specie i colori vivaci dei maschi sembrano essere stati trasferiti alle femminementre il maschio della decima specie ha conservato o riacquistato i colori sbiaditi della femmina e del primo fondatore del genere; rimanendo così i due sessi nei due casisebbene in modo diversoquasi uguali. Nel genere affine Eubagis i due sessi di alcune specie hanno colori comuni e quasi similimentre nel maggior numero i maschi sono ornati di belle tinte metalliche in vario modo e differiscono molto dalle loro femmine. In tutto il genere le femmine conservano lo stesso stile generale di coloramentocosicchè per solito si rassomigliano molto più di quello che rassomiglino ai loro propri maschi.
Nel genere Papilio tutte le specie del gruppo Æneas sono notevoli pei loro splendidi e molto contrastati colorie danno una prova della frequente tendenza alla graduazione nel complesso delle differenze fra i sessi. In alcune specieper esempionel P. ascaniusi maschi e le femmine sono uguali; in altre i maschi sono un tantino o moltissimo meglio colorati che non le femmine. Il genere Junonia affine alle nostre Vanesse offre un caso quasi consimileperchè quantunque i sessi della maggior parte delle specie si rassomiglino fra loro e manchino di splendidi colorituttavia in certe speciecome nel J. aenoneil maschio è piuttosto meglio colorito che non la femminaed in pochi casi (per esempio nella J. andremiaja) il maschio differisce tanto dalla femmina che può essere preso in sbaglio come specie al tutto distinta.
Un altro caso notevole che mi fu fatto osservare nel Museo Britannico dal signor A. Butler è quello delle Theclae dell'America tropicalein cui i due sessi sono quasi uguali e sono meravigliosamente splendidi; in un'altra il maschio ha colori parimente brillantimentre tutta la superficie superiore della femmina è di un bruno smorto uniforme. La nostra farfallina inglese azzurra del genere Lycaena dimostra le varie differenze di colore fra i sessiquasi tantosebbene meno notevolmentequanto il genere esotico sopra citato. Nella Lycaena agestis i due sessi hanno ali di un colore bruno orlate di macchiettine ocellate color arancioe sono quindi simili. Nella L. oegon le ali del maschio sono di un bell'azzurromarginate di nero; mentre le ali della femmina sono brunecon un'orlatura similee rassomigliano strettamente a quelle della L. agestis. Infine nella L. arion i due sessi sono di un color azzurro quasi similesebbene nella femmina l'apice delle ali sia piuttosto più oscurocolle macchie nere più sbiadite; ed in una bellissima specie azzurra indiana i due sessi sono ancor più intimamente somiglianti.
Ho citato i casi precedenti con qualche particolare onde dimostrare prima di tutto che quando i sessi delle farfalle differisconoin regola generale il maschio è il più belloe si discosta maggiormente dal tipo consueto di coloramento del gruppo a cui appartiene la specie. Quindi in moltissimi scompartimenti le femmine delle varie specie si rassomigliano molto più fra loro di quello che facciano i maschi. Tuttavia in alcuni casi eccezionalidi cui parlerò in seguitole femmine hanno colori più splendidi che non i maschi. In secondo luogo questi casi sono stati menzionati per mettere con evidenza innanzi alla mente che nello stesso genere i due sessi sovente presentano ogni graduazione dalla nessuna differenza di colore ad una cosiffatta differenza che ci volle molto tempo prima che gli entomologi collocassero i due sessi nello stesso genere. In terzo luogo abbiamo veduto che quando i sessi quasi si rassomiglianociò puòda quanto parevenire attribuito sia a questoche il maschio ha trasmesso i suoi colori alla femminao a ciòche il maschio ha conservato o forse riacquistato i primitivi colori del genere al quale appartiene la specie. Merita anche di essere notato che in questi gruppi in cui i sessi presentano qualche differenza di colore le femmine sogliono rassomigliare ai maschi fino ad un certo puntocosicchè quando i maschi sono straordinariamente belli le femmine quasi sempre presentano una certa bellezza. Dai numerosi casi di gradazione nel complesso della differenza fra i sessie dalla prevalenza dello stesso tipo generale di colorazione in tutto lo stesso gruppopossiamo conchiudere che le causequalunque esse possano essereche hanno prodotto i colori brillanti del maschio solo di alcune speciee dei due sessi in un grado più o meno uguale in altre speciesono state in generale le stesse.
Siccome tante belle farfalle abitano i tropiciè stato creduto che esse debbano i loro colori al gran calore ed alla umidità di queste zone; ma il signor Bates ha dimostratocomparando i vari gruppi d'insetti strettamente affini delle regioni temperate e tropicaliche questo modo di vedere non può essere considerato come vero; e l'evidenza diviene concludente quando si veggono i maschi coperti di brillanti colori e le femmine con colori smorti delle stesse specie che abitano il medesimo distrettovivono dello stesso ciboe conducono esattamente il medesimo genere di vita. Anche quando i sessi si rassomiglianonoi non possiamo quasi credere che i loro splendidi e così ben disposti colori siano l'effetto senza scopo della natura dei loro tessuti e dell'azione delle circostanti condizioni.
Con ogni sorta di animaliogniqualvolta il colore è stato modificato per qualche fine specialeciò è seguitoalmeno per quello che ci è dato giudicareper servire o di protezione o di attrattiva fra i sessi. In molte specie di farfalle le superfici superiori nelle ali hanno colori oscuri e questosecondo ogni probabilitàdà loro la facoltà di poter sfuggire all'osservazione ed al pericolo. Ma quando le farfalle si posanoallora andrebbero soggette ad essere aggredite dai loro nemici; e quasi tutte le specie quando si riposano rialzano le loro ali verticalmente sul dorsocosicchè le parti più basse sole sono esposte alla vista. Quindi è questa parte che in molti casi è evidentemente colorita per modo da imitare le superfici sulle quali questi insetti sogliono posare. Il dottor Rösslercredonotò pel primo la rassomiglianza delle ali chiuse di certe Vanesse e di altre farfalle colla corteccia degli alberi. Si possono citare all'uopo molti fatti analoghi e notevoli. Il più interessante è quello riferito dal signor Wallace di una farfalla comune indiana e di Sumatra (Kallima)che scompare come per incanto appena si posa sopra un cespuglio; perchè nasconde il capo e le antenne sotto le ali chiusee queste non possono nè per la formanè pel colorenè per le venatureessere distinte da una foglia secca munita del suo picciuolo. In alcuni altri casi la superficie inferiore delle ali è brillantemente coloritae tuttavia questi colori servono di protezione; così nella Thecla rubi le ali quando son chiuse hanno un colore verde-smeraldo e rassomigliano alle giovani foglie del rovosul quale questa farfalla suole posarsi sovente in primavera.
Quantunque le oscure tinte della superficie superiore ed inferiore di molte farfalle servano senza dubbio a nasconderletuttavia non possiamo già estendere questo modo di vedere ai colori brillanti e appariscenti di molte speciecome per esempio nelle nostre Vanessenelle farfalle bianche Cavolaie (Pieris)o nel grande Papilio che gira sopra gli aperti terreni paludosiperchè queste farfalle divengono così visibili ad ogni creatura vivente. In queste specie i due sessi sono simili; ma nella farfalla comune Gonepteris rhamni il maschio è di un giallo intensomentre la femmina è assai più pallidae nell'Anthocharis cardamines i maschi soli hanno l'apice delle ali tinte d'un bell'arancio. In questo caso al pari dei maschi le femmine sono pure bellissimee non si può credere che la loro differenza di colore abbia una qualche relazione colla ordinaria protezione. Nondimeno è possibile che i colori vivaci di molte specie possano essere indirettamente beneficicome spiegheremo più innanzifacendo notare ai loro nemici che non sono buoni da mangiare. Anche in questo caso non si può certamente dedurre che i loro vivaci colori e le loro belle fogge siano acquistate per questo scopo speciale. In alcuni altri casi notevoli la bellezza può venire acquistata per scopo di protezione mercè l'imitazione delle altre belle specie che abitano le stesse regioni e vanno immuni dalle aggressioni essendo in certo modo offensive ai loro nemici.
La femmina della nostra farfalla Anthocaris cardamines dall'apice aranciato sopra menzionata e quella di una specie americana (Anth. genutia) ci dimostrano probabilmentecome il signor Walsh mi ha fatto osservarei colori primitivi delle specie originarie del genereperchè i due sessi di quattro o cinque specie ampiamente diffuse sono coloriti quasi nello stesso modo. Noi qui possiamo dedurrecome in vari altri casi precedentiche è il maschio dell'Anth. cardamines e quello della genutia che si sono scostati dal tipo comune di coloramento del loro genere. Nella Anth. sara della California l'apice delle ali color arancio si è parzialmente sviluppato nella femminaperchè le sue ali sono sull'apice color arancio rossiccioma più pallido che non nel maschioe lievemente differenti per alcuni altri rispetti. In una forma affinel'Iphias glaucippei colori aranciati dell'apice delle ali sono pienamente sviluppati nei due sessi. In questa Iphias la superficie inferiore delle ali rassomiglia meravigliosamentecome mi ha fatto osservare il signor A. Butlerad una foglia di color pallido; e nella nostra farfalla aranciata ingleseAnthocaris cardaminesla superficie inferiore rassomiglia al fiore del prezzemolo selvatico sul quale va a riposarsi la notte. La stessa ragione che ci spinge a credere che le superfici inferiori siano state in questo caso colorite per servire di protezioneci fa negare che le ali siano state tinte all'apice di arancio brillantespecialmente quando questo carattere è particolare ai soli maschi per questo medesimo scopo.

Veniamo ora alle farfalle notturne: la maggior parte di queste rimangono immobili colle ali depresse quasi tutto il giorno o la massima parte di esso; e la superficie superiore delle loro ali è sovente ombreggiata e colorita in modo meravigliososiccome osserva il signor Wallaceonde scansare d'essere scoperte. In moltissimi Bombycidae e Noctuidaequando si posanole ali anteriori oltrepassano e nascondono le ali posteriori; cosicchè queste ultime possono essere brillantemente colorite senza molto pericolo; e in molte specie di queste due famiglie sono cosiffattamente colorite. Nel volo le farfalle notturne potrebbero benissimo sfuggire ai loro nemici; nondimeno siccome allora le ali posteriori sono molto esposte all'occhioil loro brillante colorito deve essere stato generalmente acquistato malgrado qualche piccolo rischio. Ma il fatto seguente ci mostra quanto dobbiamo essere cauti prima di trarre conclusioni intorno a questo argomento. Le comuni farfalle del genere Triphaena svolazzano sovente qua e là durante il giorno o in prima serae sono allora vistose pel colore delle ali posteriori. Si potrebbe naturalmente pensare che ciò possa essere causa di pericolo; ma il signor J. Jenner Weir crede che attualmente serve loro come mezzo di scampoperchè gli uccelli colpiscono quelle fragili e brillanti superfici invece di battere il corpo. Per esempioil signor Weir fece entrare nella sua uccelleria un grosso esemplare della Triphaena pronubache venne sul momento inseguita da un passero; ma l'attenzione dell'uccello essendo attirata dalle ali coloritela farfalla non venne fatta prigioniera se non dopo quasi una cinquantina di tentativie piccole porzioni delle ali vennero ripetutamente rotte. Egli ripetè lo stesso esperimento all'aria aperta colla T. fimbria e la rondine; ma la grande mole di questa farfalla le impedì probabilmente di esser presa. Questo ci rammenta un caso riferito dal signor Wallacecioè che nelle foreste del Brasile e nelle Isole Malesi molte farfalle comuni e benissimo dipinte hanno debole volosebbene siano fornite di ali bene espanse; e vengono "sovente fatte prigioniere colle ali forate e rotte come se fossero state prese dagli uccelli dai quali erano sfuggite; se le ali fossero state molto più piccole in proporzione del corposembra probabile che l'insetto sarebbe stato più spesso colpito o trapassato in una qualche parte vitalee così l'accresciuta espansione delle ali può essere stata indirettamente benefica".

Mostra. - I colori vivaci delle farfalle diurne e di alcune notturne sono disposti specialmente per essere messi in vistaabbiano o non abbiano parte nel servir addizionalmente di protezione. I colori brillanti non sarebbero visibili di notte; e senza dubbio le farfalle notturne prese in complesso sono molto meno bene colorite che non le altre farfalle le quali sono tutte diurne. Ma le notturne di certe famigliecome le Zygaenidaevarie SphingidaeUranidaealcune Archidae e Saturnidaevolano durante il giorno o in prima serae molte di queste sono bellissimeessendo molto più splendidamente dipinte che non le specie strettamente notturne. Tuttavia si ricordano alcuni pochi casi eccezionali di specie notturne fornite di brillanti colori.
Vi è un'altra sorta d'esempio per ciò che riguarda la mostra. Le farfallecome abbiamo osservato sopraalzano le ali mentre riposanoe quando si scaldano al solele alzanole abbassano alternativamenteesponendo così agli occhi le due superfici; e sebbene la superficie inferiore sia sovente colorita in un modo oscuro come se dovesse servire di protezionetuttavia in molte specie è tanto bene dipinta quanto la superficie superiore e talora in modo molto differente. In alcune specie tropicali la superficie inferiore è anche più splendidamente dipinta che non la superiore.
In una farfalla inglesel'Argynnis aglaiala superficie inferiore sola è ornata di dischi brillanti argentini. Nondimenocome regola generalela superficie superioreche è probabilmente la meglio espostaè dipinta molto più brillantemente e in un modo più svariato che non la inferiore. Quindi la superficie inferiore in generale presenta agli entomologi i caratteri più utili per scoprire le affinità delle varie specie.
Ora se ci volgiamo all'enorme scompartimento delle farfalle notturneche non sogliono esporre alla vista la superficie inferiore delle loro aliquesto lato è rarissimamentesiccome ho udito dal signor Staintondipinto di colori più brillanti che non il lato superiore o anche di uguale splendore. Si debbono notare alcune eccezioni a questa regolareali o apparenticome quella dell'Hypopyraspecificata dal signor Wormald. Il signor R. Trimen m'informò che nella grande opera di Guenée sono figurate tre farfalle notturne nelle quali la superficie inferiore è molto più brillante. Per esempionella Gastrophora australiana la superficie superiore delle ali anteriori è di un colore ocra-grigio-pallidomentre la superficie inferiore è magnificamente ornata di un ocello di azzurro cobaltocollocato nel mezzo di una macchia neracircondato di giallo arancioe questo di bianco-turchiniccio. Ma i costumi di queste tre farfalle notturne sono ignoti; cosicchè non si può dare nessuna spiegazione del loro insolito colorimento. Il signor Trimen pure m'informa che la superficie inferiore delle ali di certe altre Geometrae e Noctuae quadrifide è o più variegata o più brillantemente colorita che non la superficie superiore; ma alcune di queste specie hanno il costume di "tenere le ali al tutto alzate sul loro dorsomantenendole in questa posizione per un certo tempo"e così espongono in vista la superficie inferiore. Altre specie quando si posano sul terreno o sull'erba sogliono di quando in quando alzare repentinamente un tantino le ali. Quindi la superficie inferiore delle ali essendo più brillantemente colorita che non la superficie superiore in certe farfalle notturnenon è una circostanza così anomala come pare a bella prima. Le Saturnidae comprendono alcune delle più belle farfalle notturneessendo le loro ali ben dipinte come nella nostra farfalla notturna inglese la Saturniacon fini ocellie il signor T. W. Wood osserva che rassomigliano alle farfalle diurne per alcuni loro movimenti: "per esempionel dolce movimento alternante delle alicome per metterle in mostrache è più caratteristico dei lepidotteri diurni che non dei notturni".
È un fatto singolare che nessuna farfalla notturna inglesenèper quanto io abbia potuto accorgermiquasi nessuna specie forestierache sia brillantemente coloritadifferisce molto nel colore secondo il sesso; sebbene ciò segua in molte brillanti farfalle diurne. Tuttaviail maschio di una farfalla notturna americanala Saturnia Ioè descritto siccome avente le ali anteriori di un giallo oscurocuriosamente segnate di macchie rosso-porpora; mentre le ali della femmina sono color bruno-porporasegnate di linee grige. Le farfalle notturne inglesi che differiscono sessualmente nel colore sono tutte bruneo di varie tinte di giallo-smortoo quasi bianco. In parecchie specie i maschi sono molto più scuri che non le femmine e queste appartengono ai gruppi che volano generalmente al pomeriggio. D'altra partein molti generisiccome mi disse il signor Staintoni maschi hanno le ali posteriori più bianche che non quelle della femminae di questo fatto l'Agrotis exclamationis presenta un buon esempio. I maschi divengono così più appariscenti che non le femminementre volano nell'oscurità. Nello Hepialus humuli la differenza è ancor più fortemente segnata; essendo i maschi bianchi e le femmine gialle con macchie più scure. È difficile concepire quale sia lo scopo di queste differenze fra i sessi nelle sfumature di chiaro e scuro; ma non possiamo quasi supporre che siano l'effetto di semplice variabilità con eredità sessualmente limitataindipendentemente da qualunque utilità che ne potesse derivare.
Dai fatti riferiti sopra è impossibile ammettere che i colori brillanti delle farfalle diurne e di alcune poche notturne siano stati ottenuti comunemente pel fine di servir di protezione. Quindi sono indotto a supporre che in generale le femmine preferiscanoo siano più eccitate dai maschi più brillanti; perchè supponendo altrimenti i maschi sarebbero così bene ornatiper quanto ci è dato vederesenza uno scopo. Sappiamo che le formiche e certi coleotteri lamellicorni possono sentire affetto reciprocoe che le formiche riconoscono le loro compagne dopo un intervallo di parecchi mesi. Quindi non v'ha nessuna improbabilità astratta in ciò che i lepidotterii quali stanno probabilmente accanto o allo stesso punto della scala con quegli insettiabbiano sufficiente capacità mentale per ammirare i colori brillanti. Essi certo scoprono i fiori pel loro coloreesiccome ho già dimostratole piante che sono esclusivamente fecondate mercè il vento non hanno mai la corolla vagamente colorita. La Sfinge uccello-mosca si vede sovente piombare da una certa distanza sopra un cespo fiorito in mezzo al fogliame verde; ed un amico mi ha assicurato che queste farfalle notturne visitavano ripetutamente i fiori dipinti sopra le pareti d'una stanza nel mezzogiorno della Francia. La farfalla comune biancacome ho udito dal signor Doubledaysovente volando si posa sopra un pezzetto di carta sul terrenoscambiandolo senza dubbio per uno della sua propria specie. Il signor Collingwood parlando della difficoltà di raccogliere certe farfalle dell'Arcipelago maleseasserisce che "un esemplare morto infilzato sopra una verghetta appariscente fermava sovente un insetto della stessa specie nel suo lungo voloportandolo a tiro della rete; specialmente se del sesso opposto".
Il corteggiare delle farfalle è una faccenda lunga. Talora i maschi combattono per rivalità; e si veggono molti inseguire od affollarsi intorno alla stessa femmina. Se allora le femmine non preferiscono un maschio od un altrol'accoppiamento deve rimanere in balia del casoe questo non mi pare un evento probabile. D'altra partese le femmine solitamente o anche eventualmente preferiscono i maschi più bellii colori degli ultimi saranno divenuti man mano più brillantie saranno stati trasmessi ai due sessi o ad un sessosecondo che prevalse la legge di eredità. Il processo della scelta sessuale sarà stato molto agevolatose le conclusioni cui siamo venuti dalle varie sorta di prove riferite nel Supplemento del Capitolo IX sono accettabilicioè che i maschi di molti Lepidotterialmeno allo stato di insetto perfettoeccedono molto in numero le femmine.
Tuttavia certi fatti si oppongono alla credenza che le farfalle femmine preferiscano i maschi più belli; cosìsiccome sono stato assicurato da parecchi osservatorisi veggono sovente femmine giovani accoppiarsi con maschi indebolitiscoloriti e impolverati; ma questa è una circostanza che non può quasi mancare di seguire pel fatto che i maschi escono dal bozzolo prima delle femmine. Nelle farfalle notturne della famiglia di Bombycidae i sessi si accoppiano immediatamente dopo di aver preso lo stato di insetto perfetto; perchè non possono mangiareper la condizione rudimentale della loro bocca. Le femminecome mi fecero osservare molti entomologigiacciono in uno stato di torporee non sembrano per nulla mostrare la minima scelta rispetto ai loro compagni. Ciò segue nel filugello comune (B. mori)come mi fu detto da alcuni allevatori inglesi e continentali. Il dott. Wallaceil quale ha avuto una così immensa esperienza nell'allevamento del Bombyx cynthiaè convinto che le femmine non mostrano nessuna scelta nè preferenza. Egli ha tenuto circa 300 di queste farfalle notturne vive insiemeed ha trovato spesso che le femmine più vigorose si uniscono con maschi infiacchiti. Sembra che di rado l'opposto abbia luogo; perchèsiccome egli credei maschi più robusti lasciano in disparte le femmine debolimentre sono attratti da quelle dotate di maggiore vitalità.
Quantunque siamo stati indirettamente indotti a credere che le femmine di molte specie preferiscono i maschi più bellinon ho ragione per supporre che i maschi sia delle farfalle notturne come delle diurne siano attirati dalla bellezza delle femmine. Se le femmine più belle fossero state preferite continuamenteè quasi certopel fatto che i colori delle farfalle sono così spesso trasmessi ad un sesso soloche le femmine sarebbero divenute più belle che non i loro compagni maschi. Ma questo non segue tranne in pochi casi; e ciò non può essere spiegatocome vedremo in brevecol principio della imitazione e della protezione.

Siccome la scelta sessuale dipende prima di tutto dalla variabilitàsi potrà aggiungere qualche parola intorno a questo argomento. Riguardo al colore non v'ha difficoltàperchè si possono menzionare un numero qualunque di Lepidotteri molto variabili. Basterà un esempio bene evidente. Il signor Bates mi mostra tutta una serie di esemplari del Papilio sesostris e childrenae; nell'ultimo i maschi variavano molto nella estensione delle macchie verdi vagamente smaltate delle ali posteriori; cosicchè eravi un gran contrasto fra i maschi più o meno bene dipinti. Il maschio del Papilio sesostrissebbene sia un bell'insettoè molto meno bello che non il P. childrenae. Varia parimente un tantino nella mole della macchia verde delle ali anteriorie nella eventuale apparenza di una piccola striscia cremisina sulle ali posterioripresada quanto paredalla propria femmina; perchè le femmine di queste e di molte altre specie del gruppo degli Aenaes posseggono questa striscia cremisina. Quindi fra gli esemplari più brillanti del P. sesostris ed i meno brillanti del P. childrenae vi era solo un piccolo intervallo; ed era evidente cheper quello che riguarda la sola variabilitànon vi doveva essere difficoltà nell'accrescer permanentemente mercè la scelta la bellezza dell'una e dell'altra specie. In questo caso la variabilità è quasi limitata al sesso mascolino; ma il signor Wallace ed il signor Bates hanno dimostrato che le femmine di alcune altre specie sono sommamente variabilimentre i maschi sono a un dipresso costanti. Siccome ho menzionato lo Hepialus humuli come uno dei migliori esempi in Inghilterra di una differenza di colore fra i sessi delle farfalle notturnesi può con ragione soggiungere che nelle isole Shetland si trovano frequentemente maschi che rassomigliano molto alle femmine. In un prossimo capitolo avrò occasione di mostrare che le belle macchie ocellatetanto comuni sulle ali di molti Lepidotterisono sommamente variabili.
In ogni modoquantunque si possano addurre molte serie obiezionisembra probabile che la maggior parte delle specie di Lepidotteri brillantemente coloriti vadano debitori dei loro colori alla scelta sessualetranne in certi casiche menzioneremo oranei quali i colori appariscenti servono di protezione. In tutto il regno animale l'ardore del maschio lo spingein generalead accettare qualunque femmina; quindi è la femmina che suole esercitare una scelta. Perciò se la scelta sessuale è stata in azioneil maschioquando i sessi differisconodeve essere dei due il meglio colorito; e senza dubbio questa è la regola ordinaria. Quando i sessi sono brillantemente coloriti e si rassomiglianoi caratteri acquistati dai maschi sembrano essere stati trasmessi ai due sessi. Ma basterà questa spiegazione della somiglianza e dissomiglianza dei colori fra i sessi?
Si sa che i maschi e le femmine delle stesse specie di farfalle abitano in molti casi in luoghi differentii primi comunemente stanno scaldandosi al solee le ultime vanno in giro nelle cupe foreste. È quindi possibile che le varie condizioni di vita possano avere esercitato un'azione diretta sopra i due sessi; ma questo non è probabileperchè allo stato adulto sono esposti per un brevissimo tempo a condizioni differenti; e le larve dei due sessi vivono nelle medesime condizioni. Il sig. Wallace crede che i colori meno appariscenti della femmina siano stati specialmente acquistati in tutti o in quasi tutti i casi per servir di protezione. Invece a me pare più probabile che i maschi solinel più gran numero dei casiabbiano acquistato i loro vivaci colori mercè la scelta sessualee le femmine siano rimaste senza grandi modificazioni. In conseguenza le femmine di specie distinte ma affini debbono rassomigliarsi molto più intimamente che non i maschi delle stesse specie; e questa è la regola generale. In tal modo le femmine ci fanno conoscere approssimativamente il primitivo coloramento delle specie originarie del gruppo cui appartengono. Tuttavia esse sono state quasi sempre modificate fino a un certo punto da qualche successivo stadio di variazionee mercè l'accumulamento e la trasmissione di essa i maschi sono divenuti più belli. I maschi e le femmine di specie affini ma distinte saranno stati generalmente esposti durante il loro lungo stato di larva a condizioni differentie possono quindi aver sopportato qualche indiretta alterazione; sebbene nei maschi ogni più lieve mutamento di colore cagionato in tal modo sarà stato compiutamente velato dalle tinte brillanti ottenute per opera della scelta sessuale. Quando parleremo degli uccelli avrò da ragionare intorno a tutta la questione se le differenze nel colore fra i maschi e le femmine siano state in parte specialmente ottenute da queste ultime per servire a proteggerle; cosicchè qui non darò che alcuni inevitabili particolari.24
In tutti i casi in cui avesse prevalso la forma più comune di uguale eredità nei due sessila scelta dei maschi dai vivaci colori avrebbe avuto una tendenza a produrre femmine vivacemente colorite; e la scelta delle femmine dai colori smorti avrebbe prodotto maschi di colore smorto.25 Se i due processi avessero progredito simultaneamenteessi avrebbero avuto una tendenza a neutralizzarsi a vicenda. Per quanto io posso vederesarebbe sommamente difficile mutare mercè la scelta una forma di eredità nell'altra. Ma per la scelta e le successive variazioniche erano dapprima limitate sessualmente nella loro trasmissionenon avrebbe dovuto esservi la benchè minima difficoltà nel dare colori brillanti ai soli maschie contemporaneamente o susseguentemente colori smorti alle sole femmine. In quest'ultimo modo le femmine delle farfalle diurne o notturne possonociò che ammetto pienamenteessere divenute meno appariscenti per lo scopo della protezionee molto differenti dai loro maschi.
Il sig. Wallace ha ragionato molto fortemente in favore dell'opinione che quando i sessi differisconola femmina è stata specialmente modificata allo scopo di protezione; e che ciò siasi operato con una forma di ereditàcioè la trasmissione dei caratteri ai due sessiessendo poi stata mutata per l'azione della scelta naturale nell'altra formacioè la trasmissione ad un sesso solo. Io fui dapprima molto propenso ad accettare questa opinione; ma quanto più sono andato studiando le varie classi di tutto il regno animaletanto meno mi parve probabile. Il sig. Wallace dice che i due sessi delle Heliconidaedelle Danaidaedelle Acraeidae sono parimente brillantiperchè entrambi sono protetti dalle aggressioni degli uccelli e di altri nemici dal loro odore ributtante; ma che in altri gruppiche non posseggono questa immunitàle femmine sono divenute poco appariscenti perchè hanno maggior bisogno di essere protette che non i maschi. Questa supposta differenza nel "bisogno di protezione dei due sessi" è piuttosto illusoria e richiede qualche discussione. È evidente che gli individui brillantemente coloritisia maschi o femminedebbono attirare ugualmente l'attenzione dei loro nemicicome gli individui dai colori smorti debbono ugualmente sfuggir loro. Ma noi ci occupiamo degli effetti della distruzione o conservazione di certi individui di ogni sesso sul carattere della razza. Negli insettidopo che il maschio ha fecondato la femminae dopo che questa ha deposto le uovala maggiore o minore immunità dal pericolo in ambo i sessi non può avere nessun effetto sulla prole. Prima che i sessi abbiano compiuto le loro proprie funzionise vivono in numero uguale e se sono strettamente appaiati (tutte le altre circostanze essendo le stesse)la conservazione dei maschi e delle femmine sarà ugualmente importante per l'esistenza delle specie e pel carattere della prole. Ma in moltissimi animalicome si sa essere il caso nel filugello domesticoil maschio può fecondare due o tre femmine; cosicchè la distinzione dei maschi non sarebbe tanto nocevole alla specie quanto quella delle femmine. D'altra parte il dottor Wallace crede che nelle farfalle notturne la prole di una seconda e terza fecondazione possa essere più debolee quindi non abbia probabilità di vivere. Quando i maschi sono in molto maggior numero che non le femminesenza dubbio molti maschi possono essere distrutti senza danno della specie; ma non comprendo come gli effetti della scelta ordinariaper lo scopo della protezionepossano sentire l'azione del fatto che i sessi siano in numero disuguale; perchè la stessa proporzione degli individui più appariscentisiano maschi o femminesarebbe probabilmente distrutta. Se invero i maschi presentassero una maggiore cerchia di variazione nel colorel'effetto sarebbe differente; ma qui non è il caso di tener dietro a questi complessi particolari. In ogni modo non posso scorgere che la disuguaglianza nel numero dei due sessi possa influire in qualche grado un po' spiccato sugli effetti della scelta ordinaria sul carattere della prole.
Le femmine dei lepidotteri richiedonocome afferma il dottor Wallacealcuni giorni per deporre le loro uova fecondate e cercare un luogo acconcio; durante questo periodo (mentre la vita del maschio non ha importanza) le femmine dai colori vivaci sono esposte a molti rischi e van soggette ad essere distrutte. D'altra parte le femmine dai colori smorti sopravviverebberoe così si può credere che avrebbero un'azione assai spiccata sul carattere delle specie - sia nei due sessi od in un solosecondo la forma di eredità prevalente. Ma non bisogna dimenticare che i maschi escono dalla crisalide alcuni giorni prima che non le femminee durante questo tempomentre le femmine non nate ancora sono al sicuroi maschi dai colori vivaci sarebbero esposti al pericoloe la eliminazione dei colori appariscenti non avrebbe maggior effetto per un sesso che non per l'altro.
È una considerazione più importante quella che le femmine dei lepidotterisiccome osserva il signor Wallacee che ogni raccoglitore conoscevolano in generale più lentamente che non i maschi. In conseguenza questi ultimise pei loro vivaci colori corrono maggior pericolopossono bensì sfuggire meglio ai loro nemicimentre le femmine colorite come essi verrebbero distrutte; e così le femmine avrebbero maggiore azione nel modificare i colori della loro prole.
Vi è pure un'altra considerazione: i colori brillantiper ciò che riguarda la scelta sessualenon sono comunemente di nessuna utilità alle femmine; cosicchè se le ultime variarono in splendidezzae le variazioni furono limitate sessualmente nella loro trasmissioneha dovuto dipendere dal semplice caso se le femmine sono state più brillantemente colorite; e ciò avrebbe condotto a diminuire in tutto l'ordine il numero delle specie colle femmine vivacemente colorite in confronto delle specie che hanno maschi dai colori vivaci. D'altra partesiccome si suppone che i colori brillanti siano molto utili ai maschi nelle loro lotte amorosei maschi più belli (come vedremo nel capitolo degli uccelli)quantunque esposti ad un maggiore pericoloa calcolo fatto avrebbero prodotto un numero maggiore di figli che non le specie dai colori smorti. In questo casose le variazioni si limitavano nella loro trasmissione al sesso maschilei maschi soli sarebbero divenuti più brillantemente coloriti; ma se le variazioni non fossero state così limitatela conservazione e l'aumento di cosiffatte variazioni sarebbero venuti da ciò che maggior danno ne sarebbe potuto derivare alle specie dalle femmine divenute più appariscentiche non bene ai maschi dal fatto che certi individui fossero più fortunati dei loro rivali.
Siccome non si può quasi dubitare che i due sessi di molte farfalle diurne e notturne abbiano acquistato colori smorti a fine di esser protetticosì può essere seguìto per le femmine sole di alcune specie nelle quali le successive variazioni verso il colore smorto comparvero prima nel sesso femminile e vennero dapprima limitate nella loro trasmissione allo stesso sesso. Senza questa limitazione i due sessi sarebbero divenuti entrambi di color smorto. Vedremo fra brevetrattando della imitazioneche le femmine sole di certe farfalle diurne sono divenute sommamente belle per lo scopo della protezionesenza che nessuna delle successive variazioni protettrici sia stata trasmessa al maschioal quale non è possibile che fossero state per nulla dannosee quindi non sarebbero state eliminate mercè l'opera della scelta naturale. Solo quando conosceremo la storia della vita di ogni specie potremo decidere definitivamente se in ogni specie particolarein cui i sessi differiscono nel coloresia la femmina che abbia sopportato speciali modificazioni per un fine di protezioneo se sia il maschio il quale sia stato specialmente modificato per lo scopo della attrattiva sessualementre la femmina conserva il suo primitivo colorito solo leggermente mutato per le azioni sopra menzionate; o se pure i due sessi siano stati modificatila femmina per essere protetta e il maschio per divenire più attraente.
Senza una prova ben evidentenon sono disposto ad ammettere che un doppio processo di scelta sia andato procedendo per un pezzo in molte specie - i maschi divenendo sempre più brillanti vincendo i loro rivalie le femmine acquistando colori sempre più smorti per aver potuto sfuggire ai nemici. Prenderemo come esempio la farfalla comune Gonepteryxche compare solo in primavera innanzi a qualunque altra specie. Il maschio di questa specie è di un giallo molto più intenso che non la femminasebbene essa sia quasi altrettanto bella; ed in questo caso non sembra probabile che abbia specialmente acquistato la sua tinta pallida come protezionesebbene sia probabile che il maschio abbia acquistato i suoi colori vivaci come attrattiva sessuale. La femmina della Anthocharis cardamines non ha le punte delle ali così riccamente tinte di arancio come il maschioin conseguenza rassomiglia moltissimo alle farfalle bianche (Pieris) tanto comuni nei nostri giardini; ma non abbiamo nessuna prova che questa rassomiglianza le sia di qualche utilità. Al contrariosiccome essa rassomiglia ai due sessi delle varie specie dello stesso genere che abitano le diverse parti del mondoè più probabile che essa abbia semplicemente conservato molto i suoi colori primitivi.
Vari sono i fatti in appoggio della conclusione che nel maggior numero dei lepidotteri dai colori vivaci sia il maschio il quale è stato modificato; i due sessi essendo divenuti differenti o rassomiglianti fra loro secondo che abbia prevalso una data forma di eredità. L'eredità è retta da tante leggi o condizioni ignoteche a noi paiono capricciose nella loro azione; e siam lungi dal comprendere come segua che in ispecie affinissime i sessi di alcune differiscono in un grado meravigliosomentre i sessi delle altre sono identici nel colore. Siccome i successivi stadi nel processo della variazione sono necessariamente tutti trasmessi dalla femminapossono svilupparsi prontamente in essa un numero più o meno grande di cosiffatti stadi; e così noi comprendiamo le frequenti graduazioni da una grande a nessuna differenza fra i sessi delle specie comprese nel medesimo scompartimento. Questi casi di graduazione sono troppo comuni per favorire la supposizione che noi ora vediamo le femmine sottoposte attualmente al processo di transizione perdere la loro bellezza pel fine di essere protette; perchè abbiamo ogni ragione per conchiudere che in qualunque tempo il maggior numero di specie sono in una condizione fissa. Rispetto alle differenze fra le femmine delle specie appartenenti allo stesso genere o alla stessa famiglianoi possiamo vedere che dipendonoalmeno in parteda ciò che le femmine partecipano dei colori dei rispettivi maschi. Ciò è bene dimostrato in quegli scompartimenti in cui i maschi sono straordinariamente adorniperchè le femmine partecipano in generale in quei gruppi fino ad un certo punto della bellezza dei loro compagni maschi. Infine noi troviamo di continuocome abbiamo già osservatoche le femmine di quasi tutte le specie dello stesso genereo anche della stessa famigliasi rassomigliano fra loro molto più intimamente nel colore che non i maschi; e questo indica che i maschi hanno sopportato una somma di modificazioni maggiore che non le femmine.

Imitazioni. - Questo principio venne per la prima volta dimostrato con somma evidenza dal signor Bates in uno stupendo lavoroche sparse un'onda di luce sopra molti oscuri problemi. Era stato osservato precedentemente che certe farfalle dell'America meridionaleappartenenti a famiglie al tutto distinterassomigliano alle Heliconidae tanto intimamente in ogni disegno ed in ogni sfumatura di coloreche non potevano essere distinte se non da un entomologo esperto. Siccome le Heliconidae sono colorite nel modo loro consuetomentre le altre si scostano dal solito coloramento dei gruppi cui appartengonoè chiaro che le ultime sono le imitatricie le Heliconidae le imitate. Il signor Bates osservava inoltre che le specie imitanti sono comparativamente rarementre le imitate brulicano numerose; le due sorta di farfalle vivono mescolate assieme. Dal fatto che le Heliconidaele quali sono insetti belli ed appariscentie tuttavia s'incontrano in tanto numero gl'individui e le specieegli concluse che dovevano essere protette dalle aggressioni degli uccelli da qualche secrezione o da qualche odore; e questa ipotesi è ora stata confermata da un notevole numero di curiose prove. Da queste considerazioni il sig. Bates deduce che le farfalle le quali imitano le specie protette hanno acquistato il loro aspetto attuale meravigliosamente ingannevole mercè la variazione e la scelta naturaleonde essere scambiate pei generi protetti e sfuggire quindi al pericolo di essere divorate. Qui non si tenta di dare alcuna spiegazione intorno ai colori brillanti delle farfalle imitatema solo si tratta delle imitatrici. Dobbiamo considerare i colori delle prime nel medesimo modo generalecome nei casi precedentemente discussi in questo capitolo. Dopo la pubblicazione dello scritto del sig. Batesfatti simili e parimente notevoli sono stati osservati dal signor Wallace nelle regioni Malesie dal sig. Trimen nell'Africa meridionale.
Siccome alcuni scrittori hanno trovato molto difficile comprendere come possano essere stati compiuti i primi stadi nel processo della imitazione mercè la scelta naturalesarà bene osservare che il processo probabilmente non è mai cominciato in forme grandemente dissimili nel colore. Ma in due specie moderatamente simili fra loro la più intima rassomiglianza può venire in breve compiuta qualora sia di qualche beneficio; e se la forma imitata si andava in seguito graduatamente modificando per opera della scelta sessuale o per qualche altro motivola forma imitante avrebbe tenuto dietro alla stessa tracciae si sarebbe in tal modo modificata in un grado quasi ugualecosicchè avrebbe potuto infine assumere un aspetto od un coloramento al tutto dissimile da quello degli altri membri dello scompartimento a cui apparteneva. Siccome le leggere variazioni nel colore non avrebbero bastato in molti casi a rendere una specie tanto somigliante ad un'altra specie protetta da produrre la conservazionesarebbe bene ricordare che molte specie di lepidotteri vanno soggette a notevoli e repentine variazioni di colore. Alcuni pochi esempi abbiamo dato in questo capitolo; ma su questo particolare della imitazione si potrebbero consultare lo scritto originale del sig. Bates e gli scritti del sig. Wallace.
Nei casi sopramenzionati i due sessi delle specie imitanti rassomigliano alle specie imitate; ma alle volte la femmina sola imita una specie brillantemente colorita e protetta che abita lo stesso distretto. In conseguenza la femmina differisce nel colore dal suo proprio maschioed è quella dei duecircostanza rara ed anomalapiù brillantemente colorita.
In tutte quelle poche specie di Pieridae in cui la femmina ha colori più belli del maschioessa imitacome ricavo dal sig. Wallacealcune specie protette che abitano la medesima regione. La femmina del Diadema anomala è di un bel colore bruno-porpora ed ha quasi tutta la superficie ricoperta di turchino lucidoed imita intimamente la Euploaea midamusuna delle farfalle comunissime dell'Oriente; mentre il maschio è color bronzo o bruno-olivastrocon una sola lieve tinta azzurra sulle parti esterne delle ali. I due sessi di questo diadema e del D. bolina hanno lo stesso modo di viverecosicchè le differenze nel colore dei due sessi non possono venire attribuite al fatto di essere esposte a condizioni differentianche se questa spiegazione fosse ammissibile in altri casi.
I casi sopra citati delle farfalle femmine che sono più vivacemente colorite che non i maschi ci mostranoprima di tuttoche hanno avuto luogo certe variazioni allo stato di natura nel sesso femminilee sono state esclusivamente o quasi esclusivamente trasmesse allo stesso sesso; e in secondo luogoche questa forma di eredità non è stata determinata dalla scelta naturale. Perchè se noi asseriamo che le femmineprima di acquistare colori brillanti per la imitazione di qualche genere protettoerano esposte durante ogni stagione per un periodo più lungo che non i maschi al pericolo; o se noi asseriamo che non potevano sfuggire tanto velocemente ai loro nemicipossiamo comprendere come esse sole potevano avere acquistato originariamentemercè la scelta naturale e la eredità limitata dal sessoi loro attuali colori protettori. Ma eccettuato il principio per cui queste variazioni sono state trasmesse esclusivamente alla prole femminilenoi non possiamo comprendere la ragione per cui i maschi hanno conservato i loro colori smorti; perchè non sarebbe stato per nulla nocevole ad ogni individuo maschio di aver partecipato ai colori benefici della femmina per mezzo della ereditàe così aver avuto maggiore probabilità di sfuggire alla distruzione. In uno scompartimento nel quale i colori vivaci sono tanto comuni come nelle farfallenon si può supporre che i maschi abbiano conservato i colori smorti per la scelta sessuale fatta dalle femminele quali avrebbero respinto gli individui divenuti belli quanto esse medesime. Perciò possiamo conchiudere che in questi casi l'eredità in un sesso non è dovuta alla modificazione operata dalla scelta naturale di una tendenza ad uguale eredità nei due sessi.
Sarà bene dare qui un caso analogo in un altro Ordinedi caratteri acquistati soltanto dalla femminasebbene per nulla nocevoli per quanto possiamo giudicareal maschio. Fra le Phasmidaeo insetti spettriil sig. Wallace afferma che "sovente sono le femmine sole che rassomigliano tanto a fogliementre i maschi hanno solo con quelle una grossolana rassomiglianza". Oraqualunque possano essere i costumi di questi insettiè improbabilissimo che possa essere svantaggioso ai maschi sfuggire alla protezione rassomigliando alle foglie. Quindi noi possiamo conchiudere che le femmine sole in questi come nei casi precedenti hanno variato in origine in certi caratteri; questi caratteri si sono poi conservati ed accresciuti mercè la scelta ordinaria onde servir di protezionee vennero fino dal principio trasmessi alla sola prole femminile.

Colori brillanti dei bruchi. - Mentre io riflettevo intorno alla bellezza di molte farfallepensai che alcuni bruchi sono splendidamente coloritie siccome la scelta sessuale non era possibile che in tal caso avesse potuto operaresembrava un po' temerario attribuire la bellezza dell'insetto adulto a quest'azionea meno di poter in qualche modo spiegare i colori vivaci della sua larva. Prima di tutto si può osservare che i colori dei bruchi non hanno nessuna intima relazione con quelli dell'insetto adulto. Secondariamente i loro colori brillanti non servono in nessun modo consueto di protezione. Come esempio di ciò il signor Bates mi informa che il bruco più appariscente che egli abbia mai veduto (quello di una sfinge) viveva sulle grandi foglie verdi di un albero delle aperte pianure dell'America meridionale; era lungo circa dieci centimetririgato trasversalmente di nero e giallocol capole zampe e la coda di un rosso splendido. Quindi attirava lo sguardo di chiunque passasse alla distanza di qualche metroe senza dubbio di ogni uccello che passasse.
Allora mi rivolsi al signor Wallace che ha un genio innato per sciogliere le difficoltà. Dopo qualche considerazione mi rispose: "Moltissimi bruchi hanno bisogno di essere protetticome possiamo vedere da ciò che certi generi sono forniti di spine e di peli irritantio per essere di color verde come le foglie di cui si nutronoo coloriti curiosamente come i rami degli alberi sui quali sogliono vivere". Posso aggiungerecome altro esempio di protezioneche vi è il bruco di una farfalla notturnacome mi ha informato il sig. J. Mansel Wealeche vive sulle mimose dell'Africa meridionalee si fabbrica per sè un ricoveroche non si distingue affatto dalle spine circostanti. Per queste considerazioni il sig. Wallace credeva probabile che i bruchi dotati di colori appariscenti fossero protetti pel loro sapore nauseante; ma siccome la loro pelle è sottilissimae i loro intestini escono subito da una ferita qualunquela più leggera beccata fatta da un uccello sarebbe tanto fatale per loro quanto l'essere divorati. Quindisiccome il sig. Wallace osservail cattivo sapore non sarebbe sufficiente a proteggere un bruco, a meno di qualche segno esterno che indicasse al suo futuro distruttore che quella preda è un boccone disgustoso. In queste circostanze sarebbe vantaggiosissimo ad un bruco di essere istantaneamente e certamente riconosciuto immangiabile da tutti gli uccelli e da altri animali. In tal modo i colori molto più vivaci sarebbero utilie potrebbero essere stati acquistati dalla variazione e dalla sopravvivenza degli individui più facili da riconoscere.
A prima vista questa ipotesi sembra ardita; ma quando fu portata alla società Entomologica fu sostenuta da vari esempi; ed il sig. J. Jenner Weirche tiene un gran numero di uccelli in una uccellieraha fattosiccome mi dissemolte esperienzee non ha trovato eccezione alla regola che tutti i bruchi delle farfalle notturne e di costumi ritirati colla pelle lisciatutti di un color verdee che tutti imitano i ramisono divorati volentieri dagli uccelli. I generi pelosi e spinosi sono invariabilmente respinticome per esempio quattro specie dai colori appariscenti. Quando gli uccelli respingono un brucomostrano chiaramentescuotendo il capo e ripulendosi il beccoche sono nauseati dal suo sapore. Tre belle specie di bruchi di farfalle notturne furono date dal sig. A. Butler a qualche lucertola e a qualche ranae furono respinti; sebbene altre specie venissero mangiate con gusto. Così si conferma la probabile verità dell'opinione del sig. Wallacecioè che certi bruchi sono divenuti appariscenti pel loro proprio vantaggiodivenendo così facilmente riconoscibili dai loro nemiciquasi per lo stesso principio per cui certi veleni sono stati tinti dai droghieri pel bene dell'uomo. È probabile che questo modo di vedere venga poi esteso a molti animali che sono dotati di colori appariscenti.

Osservazioni sommarie e concludenti intorno agli insetti. - Tornando a dare un'occhiata retrospettiva ai vari Ordininoi vediamo che i sessi differiscono in vari caratteridi cui non si comprende lo scopo. Parimente i sessi differiscono spesso nei loro organi dei sensi e di locomozionecosicchè i maschi possono agevolmente scoprire o raggiungere le femminee ancor più spesso in ciò che i maschi hanno vari modi per trattenere le femmine quando le hanno trovate. Ma qui non abbiamo gran che da fare con questa sorta di differenze sessuali.
In quasi tutti gli Ordini si sa che i maschi di qualche specieanche di generi deboli e delicati sono molto battaglieri; ed alcuni pochi sono muniti di armi speciali per combattere i loro rivali. Ma la legge della lotta non prevale tanto negli insetti quanto negli animali più elevati. Quindi è probabile che questo sia il motivo per cui i maschi non son divenuti più grossi e più forti delle femmine. Anzi sono per solito più piccolionde possono svilupparsi in un tempo più breveper esser in gran numero pronti pei bisogni delle femmine.
In due famiglie di Homoptera i maschi soli posseggonoin uno stato efficaceorgani che si possono chiamare vocali; e in tre famiglie degli Orthoptera i maschi soli posseggono organi stridulanti. Nei due casi questi organi sono incessantemente adoperati durante la stagione degli amorinon solo per chiamare le femminema per allettarle ed eccitarle in rivalità con altri maschi. Nessuno tra quelli che ammettono l'azione della scelta naturale negherà che questi strumenti musicali siano stati acquistati per opera della scelta sessuale. In quanto altri Ordini i membri di un sessoo più comunemente dei due sessisono forniti di organi per produrre vari suoniche servonoda quanto pare semplicemente di richiamo. Anche quando i due sessi posseggono questi strumenti gli individui che possono fare il suono più sonoro e più continuato riescono prima a trovare da accompagnarsi che non quelli che sono meno rumorosicosicchè i loro organi sono stati probabilmente acquistati mercè la scelta sessuale. È istruttivo riflettere alla meravigliosa diversità di mezzi per produrre il suono che i maschi soli o i due sessi posseggono in non meno di sei Ordinie che erano posseduti da almeno un insetto in un'epoca geologica sommamente remota. Noi così impariamo quanto efficace sia stata la scelta sessuale nel produrre modificazioni di strutturache taloracome per gli Homopterasono importanti.
Per le ragioni addotte nell'ultimo capitolo è probabile che le grosse corna dei maschi di molti lamellicornie di alcuni altri coleotterisiano state acquistate per servire di ornamento. Ciò forse può essere pure per certe altre particolarità limitate al sesso mascolino. Per la piccola mole degli insetti noi non ne valutiamo l'aspetto. Se ci fosse possibile immaginare un Chalcosoma maschio colla sua liscia armatura color bronzoe le sue grandi e complesse cornaingrandito tanto da acquistare la mole di un cavallo o anche solo di un caneesso sarebbe uno degli animali più imponenti del mondo.
Il coloramento degli insetti è un argomento complesso ed oscuro. Quando il maschio differisce lievemente dalla femmina e nessuno dei due ha colori brillantiè probabile che i due sessi abbiano variato in un modo un tantino diversocolle variazioni trasmesse allo stesso sessosenza che nessun utile nè alcun male ne sia venuto. Quando il maschio ha colori brillanti e differisce molto dalla femminacome in certe libellule ed in molte farfalleè probabile che egli solo sia stato modificatoe che debba i suoi colori alla scelta sessuale; mentre la femmina ha conservato un tipo primitivo ed antichissimo di coloramentolievemente modificato dalle azioni spiegate primae perciò non è divenuto oscuroalmeno in molti casiper essere protetto. Ma talora è la femmina sola che è stata brillantemente colorita tanto da imitare altre specie protette che abitano lo stesso distretto. Quando i sessi si rassomigliano ed entrambi hanno colori oscurinon v'ha dubbio che siano stati in moltissimi casi coloriti per scopo di protezione. Ciò segue in alcuni casi quando entrambi hanno colori appariscentiper cui rassomigliano agli oggetti circostanticome i fiorio ad altre specie protetteo indirettamente indicando ai loro nemici che sono immangiabili. In molti altri casi in cui i sessi si rassomigliano ed hanno colori splendidispecialmente quando i colori sono disposti per essere messi in mostranoi possiamo conchiudere che sono stati acquistati dal sesso mascolino per attirare le femminee sono stati trasmessi ai due sessi. Noi trarremo più facilmente questa conclusione ogniqualvolta lo stesso tipo di coloramento prevale in tutto il gruppoe troviamo che i maschi di alcune specie differiscono molto nel colore dalle femminementre i due sessi delle altre specie sono al tutto similicon graduazioni intermedie che rannodano questi stati estremi.
Nello stesso modo in cui i colori brillanti sono stati sovente trasmessi in parte dai maschi alle femminecosì è seguito per le corna straordinarie di molti lamellicorni e di alcuni altri coleotteri. Così pure gli organi vocali e strumentali propri dei maschi degli Homoptera e degli Orthoptera sono stati in generale trasmessi alle femmine in una condizione rudimentale o anche quasi perfetta; tuttavia non tanto perfetta da essere adoperati per produrre suono. È pur un fatto interessanteche riguarda la scelta sessualeche gli organi stridulanti di certi Orthoptera maschi non sono pienamente sviluppati fino all'ultima muta; ed i colori di certe libellule maschi non si sviluppano pienamente se non dopo un certo tempo che sono uscite dallo stato di crisalidee quando stanno per riprodursi.
La scelta sessuale implica il fatto che negli individui più attraenti sono preferiti dal sesso oppostoe siccome negli insettiquando i sessi differisconoè il maschio il qualemeno alcune rare eccezioniè il più ornato e si scosta di più dal tipo a cui appartiene la specie; e siccome il maschio è quello che cerca con più ardore la femminadobbiamo supporre che per solito o per incidente le femmine preferiscono i maschi più bellie che questi hanno in tal modo acquistato la loro bellezza. Il fatto che i maschi sono forniti di strutture singolaricome grandi mandibolecuscini aderentispinezampe lungheecc.per impadronirsi della femminarende probabile che questa avrebbe la facoltà di respingere qualunque maschio particolare; perchè queste strutture dimostrano che v'ha una certa difficoltà nell'atto. Nel caso di unioni fra specie distintedi cui sono stati menzionati tanti esempila femmina deve aver avuto una parte di consenso. Giudicando da quello che sappiamo dei poteri di percezione e dell'affetto di vari insettinon v'ha nessuna antecedente probabilità che la scelta sessuale non sia venuta grandemente in giuoco; ma non abbiamo ancora nessuna prova diretta intorno a ciòed alcuni fatti si oppongono a questa credenza. Nondimeno quando vediamo molti maschi che inseguono la stessa femminanon possiamo guari credere che l'accoppiamento sia lasciato al puro caso - che la femmina non operi scelta di sortae non sia attirata dai colori vivaci o da altri ornamenti di cui il maschio solo è fornito.
Se noi ammettiamo che le femmine degli Homoptera e degli Orthoptera apprezzino le note musicali emesse dai loro compagni maschie che i vari strumenti all'uopo sono stati perfezionati mercè la scelta sessualenon è molto improbabile che le femmine di altri insetti possano apprezzare la bellezza della forma e del coloreed in conseguenza di quei tali caratteri che sono stati così acquistati dai maschi. Ma dalla circostanza che il colore è così variabilee dall'essere stato così spesso modificato per scopo di protezioneè sommamente difficile decidere in quale grande proporzione di casi la scelta sessuale sia venuta in giuoco. Ciò è più particolarmente difficile in quegli Ordinicome gli Orthopteragli Hymenoptera ed i Coleopteranei quali i due sessi di rado differiscono molto nel colore; perchè restiamo così privi della nostra migliore prova di una qualche relazione fra la riproduzione delle specie ed il colore. Tuttavia nei Coleopteracome ho osservato sopraegli è nel grande scompartimento dei lamellicornicollocato da alcuni autori in capo all'Ordinee nel quale noi talora vediamo un reciproco affetto fra i sessiche s'incontrano maschi di alcune specie muniti di armi per la lotta sessualealtri forniti di corna meravigliosemolti di organi stridulantied altri ornati di splendide tinte metalliche. Quindi sembra probabile che tutti questi caratteri siano stati acquistati col medesimo mezzovale a dire per opera della scelta sessuale.
Quando parleremo degli uccelli vedremo che presentano nei loro caratteri sessuali secondari la più stretta analogia cogli insetti. Così molti uccelli maschi sono moltissimo battaglieried alcuni sono forniti di armi speciali per combattere coi loro rivali. Posseggono organi che sono adoperati durante la stagione degli amori per produrre musica vocale e strumentale. Sono frequentemente ornati di crestedi cornadi bargigli e di piume di svariatissime foggee sono ornati dei più vaghi colorie tutto ciò evidentemente per farne pompa. Troveremo checome negli insettii due sessiin certi gruppisono del pari bellie sono parimente provvisti di ornamenti che per il solito sono limitati al sesso mascolino. In altri scompartimenti i due sessi sono parimente di colori smorti e privi di ornamento. In ultimoin pochi casi anomali le femmine sono più belle che non i maschi. Troveremo soventenello stesso scompartimento di uccelliogni graduazionedalla nessuna differenza fra i sessi ad una differenza estrema. Nell'ultimo caso vedremo che le femminecome le femmine degli insettisovente posseggono più o meno tracce evidenti dei caratteri che appartengono propriamente ai maschi. L'analogiainveroin tutti questi riguardifra uccelli ed insettiè curiosamente intima. Ogni spiegazione che si può applicare ad una classe si applica probabilmente all'altra; e questa spiegazionecome cercheremo di dimostrare in seguitoè quasi certamente la scelta sessuale.


CAPITOLO XII.

CARATTERI SESSUALI SECONDARI DEI PESCI
DEGLI ANFIBIE DEI RETTILI.

PESCI: Corteggiamento e battaglie dei maschi - Mole più grande delle femmine - Maschicolori brillanti e appendici ornamentali; altri strani caratteri - Colori ed appendici che acquista il maschio soltanto nella stagione delle nozze - Pesci dei due sessi brillantemente coloriti - Colori per servir di protezione - I colori meno appariscenti della femmina non possono essere attribuiti al principio della protezione - Pesci maschi che fabbricano nidie che accudiscono le uova ed i piccoli - ANFIBI: Differenze nella struttura e nel colore fra i sessi - Organi vocali. - RETTILI: Cheloni. - Coccodrilli - Serpenticolori che in certi casi servono di protezione - Lucertole e loro battaglie - Appendici ornamentali - Strane differenze nella conformazione fra i sessi - Colori - Differenze sessuali quasi tanto grandi come negli uccelli.

Siamo ora giunti al grande sottoregno dei Vertebratie cominceremo colla classe più bassaquella dei Pesci. I maschi dei pesci Plagiostomi (pesci canirazze) e dei pesci Chimeroidi sono forniti di appendici che servono a trattenere la femminacome le varie strutture che posseggono tanti animali più bassi. Oltre a queste appendici i maschi di molte razze hanno ciuffi di acute spine sul capoe parecchie file di queste lungo "la superficie superiore esterna delle loro pinne pettorali". Queste s'incontrano nei maschi di alcune specie che hanno le altre parti del corpo lisce. Si sviluppano temporaneamente durante la stagione degli amori; e il dottor Günther suppone che siano adoperati come organi di prensione col ripiegarsi all'indietro e allo ingiù dei due lati del corpo. È un fatto degno d'esser noto questo che le femmine e non i maschi di certe speciecome la Raia clavatahanno il dorso ornato di grosse spine uncinate.
Per via dell'elemento ove vivono i pesci poco si conosce intorno al loro corteggiamentoe non gran cosa intorno alte loro lotte. Il maschio dello Spinarello (Gasterosteus leiurus) è stato descritto come "pazzo di gioia" allorchè la femmina esce dal suo ripostiglio e viene a sorvegliare il nido che ha fatto per essa. "Egli le gira velocemente attorno per ogni versopoi accumula i materiali pel nidopoi torna un momento indietro e siccome essa non si avanzaegli cerca di spingerla col musoe tenta di trascinarla per la coda o la spina del dorso fino nel nido". Si dice che i maschi siano poligami; sono straordinariamente arditi e battaglierimentre "le femmine sono al tutto pacifiche". Alle volte le loro battaglie sono disperateperchè i piccoli combattenti si cacciano strettamente gli uni sugli altri, pestandosi a vicenda finchè le loro forze sembrino al tutto esaurite. Nel Gasterosteus trachurus i maschi mentre si battono guizzano tutto intornomordendo e cercando di ferirsi a vicenda colle loro spine laterali sollevate. Lo stesso scrittore soggiunge: "il morso di quei furibondi è terribilissimo. Adoperano pure le loro spine laterali per questo effetto fataleperchè ne vidi uno durante una lotta al tutto aperto dalle spine del suo antagonistacadere al fondo e morire". Quando un pesce è vinto il suo umore belligero lo abbandona; i suoi colori scompaiono; egli va a celare la sua sventura fra i suoi pacifici compagni; ma per qualche tempo è l'oggetto costante delle persecuzioni del suo vincitore".
Il salmone maschio è tanto battagliero quanto il piccolo Spinarello; e così pure è il maschio della trotacome ho udito dal dottor Günther. Il Signor Shaw vide una lotta violenta fra due salmoni maschi che durò tutto il giorno; ed il signor R. Buistsopraintendente delle peschem'informa che egli ha spesso osservato dal ponte di Perth i maschi trascinar via i loro rivali mentre le femmine deponevano le uova. I maschi "si battono costantemente e si dilaniano fra loro nel luogo ove si depongono le uovae si feriscono per modo che muoiono in gran numeroe molti si veggono guizzare presso le sponde del fiume in uno stato di esaurimentoed apparentemente moribondi". Il custode delle lagune per l'allevamento del pesce di Stormontfield visitòsiccome m'informa il sig. Buistnel giugno del 1868 la Tyne settentrionalee trovò circa 300 salmoni mortie quasi tuttimeno unoerano maschi; ed egli era convinto che erano periti combattendo.
Il fatto più curioso intorno al salmone maschio è che durante la stagione degli amorioltre a un lieve mutamento di colorela mascella inferiore si allunga, ed una sporgenza cartilaginosa si volge in su dal punto in cui quando le mascelle sono chiuse, occupa una profonda cavità fra le ossa intermascellari della mascella superiore. Nel nostro salmone questo mutamento di struttura dura solo quanto la stagione degli amori; ma nel Salmo lycaodon del Nord-Ovest dell'America questo mutamentosiccome crede il signor J. K. Lordè permanente e più spiccato nei maschi più vecchi che hanno risalito precedentemente i fiumi. In questi vecchi maschi le mascelle si sono sviluppate in enormi sporgenze unciniformie i denti sono cresciuti per modo da divenire vere zannelunghe spesso più di tredici millimetri. Secondo il sig. Lloydnel salmone europeo la temporanea struttura unciniforme serve a dar forza e a proteggere le mascellequando un maschio aggredisce l'altro con grande impeto; ma i denti sviluppatissimi del maschio nel salmone americano si possono comparare alle zanne di molti mammiferi maschie indicano uno scopo piuttosto offensivo che non di protezione.
Il salmone non è il solo pesce in cui i denti differiscono nei due sessi. Questo è il caso di molte razze. Nella Razza chiodata (Raia clavata) il maschio adulto ha i denti aguzzidiretti all'indentromentre quelli della femmina sono larghi e piattie formano un pavimento; cosicchè questi denti differiscono nei due sessi della medesima specie più di quello che segue solitamente nei generi distinti della stessa famiglia. I denti del maschio divengono acuti solo quando è adulto: quando è giovane sono larghi e appiattiti come quelli della femmina. I due sessi di alcune specie di Razzecome segue frequentemente nei caratteri sessuali secondariposseggonocome per esempiola R. batisquando sono adultidenti aguzzi e taglientie qui un carattere proprio al maschioe primieramente acquistato da essosembra essere stato trasmesso alla prole dei due sessi. I denti sono pure aguzzi nei due sessi della R. maculatama soltanto quando sono al tutto adulti; i maschi li acquistano più presto che non le femmine. Incontreremo in seguito casi analoghi in certi uccelliin cui il maschio acquista il piumaggio comune ai due sessi quando sono adulti un po' di tempo prima della femmina. I maschi di altre specie di Razze anche quando sono adulti non hanno denti acutiin conseguenza i due sessi allo stato adulto hanno denti larghiappiattiti come quelli dei piccoli e delle femmine adulte delle specie sopra menzionate. Siccome le Razze sono pesci fortiarditi e voracipossiamo supporre che il maschio abbia bisogno dei suoi denti acuti per combattere coi suoi rivali; ma siccome posseggono molte parti modificate ed adatte a tener ferma la femminaè possibile che i loro denti possano venire adoperati a quello scopo.
Rispetto alla moleil signor Carbonnier afferma che in quasi tutti i pesci la femmina è più grossa del maschio; ed il dott. Günther non conosce neppure un caso in cui il maschio sia attualmente più grosso della femmina. In alcuni Ciprinodonti il maschio non è grosso quanto la metà della femmina. Siccome in molti generi di pesci i maschi sogliono combattere insiemeè sorprendente come non sian divenuti generalmente più grossi e più forti che non le femmine mercè l'opera della scelta sessuale. I maschi soffrono per la loro piccola moleperchèsecondo il signor Carbonniervan soggetti ad essere divorati dalle femmine della loro propria specie quando sono carnivorie senza dubbio dalle altre specie. La mole più grande deve essere in certo modo più importante per le femmine che non siano la forza e la mole dei maschi per lottare con altri maschi; e questo forse agevola la produzione di un gran numero di uova.
In molte specie il maschio solo è ornato di colori brillanti; o questi sono molto più belli nel maschio che non nella femmina. Il maschio pure è talora fornito di appendici che non sembrano essere di maggiore utilità negli scopi ordinari della vita che non siano le penne della coda del pavone. Sono debitore alla somma cortesia del dottor Günther della maggior parte dei seguenti fatti. Vi è ragione per supporre che molti pesci dei tropici differiscano sessualmente nel colore e nella struttura; e vi sono certi casi ben notevoli di ciò nei nostri pesci inglesi. Il maschio del Callionymus lyra è stato detto in inglese Dragoncello gemmatopei suoi splendidi colori. Appena tratto fuori dal mare il suo corpo è tinto di varie sfumature di giallo con righe e macchie di turchino-acceso sul capo; le pinne dorsali sono color bruno-pallido con strisce longitudinali scure; le pinne ventralecaudale ed anale sono di color nero-azzurrognolo. La femminao Dragoncello scoloritofu considerata da Linneo e da molti altri naturalisti come una specie distinta; essa è di un color bruno-rossicciocolla pinna dorsale bruna e le altre pinne bianche. I sessi differiscono pure nella mole proporzionale del capo e della boccae nella posizione degli occhi; ma la differenza più notevole è lo straordinario allungamento nel maschio della pinna dorsale. I maschi giovani rassomigliano nella struttura e nel colore alle femmine adulte. In tutto il genere Callionymus il maschio è generalmente più vagamente screziato che non la femminaed in parecchie specie non solo la pinna dorsale ma anche la pinna anale del maschio è molto allungata.
Il maschio del Cottus scorpius è molto più sottile e più piccolo della femmina. Vi è pure una grande differenza di colore fra essi. È difficilecome osserva il signor Lloyda chi non abbia mai veduto questo pesce nella stagione della fregola, quando i suoi colori sono più brillanti, concepire un'idea della miscela di splendidi colori di cui esso, che per tanti riguardi è così mal dotato dalla natura, si adorna in quel tempo. I due sessi del Labrus mixtusquantunque molto diversi nel coloresono belli; il maschio è color arancio con fasce di un bell'azzurroe la femmina è color rosso-acceso con qualche macchia nera sul dorso.
Nella distintissima famiglia dei Ciprinodontiche dimorano nelle acque dolci dei paesi forestierii sessi differiscono talora in vari caratteri. Nel maschio della Mollienesia petenensis la pinna dorsale è molto sviluppataed è segnata da una striscia di macchie di colore splendidograndirotondeocellate; mentre nella femmina la stessa pinna è più piccoladi forma differentee segnata solo di macchie brune irregolarmente curve. Nel maschio il margine basale della pinna anale si mostra pure un po' sporgente ed è di colore oscuro. Nel maschio di una forma affineil Xiphophorus Helleriiil margine inferiore della pinna anale è sviluppato in un lungo filamentoil quale è rigatoseconde ciò che ho udito dal dottor Güntherdi colori brillanti. Questo filamento non contiene alcun muscoloed a quanto pare non può avere nessuna utilità diretta pel pesce. I maschicome avviene nel Callionymusquando son giovani rassomigliano nella struttura e nel colore alle femmine adulte. Differenze sessuali di questa fatta possono essere comparate a quelle che si osservano così spesso negli uccelli gallinacei.
In un pesce siluroide che vive nelle acque dolci dell'America meridionalecioè nel Plecostomus barbatusil maschio ha la bocca e l'interopercolo guarnito di una barba di peli duridei quali non si rinviene nella femmina se non una lieve traccia. Questi sono peli della natura delle squame. In un'altra specie dello stesso genere alcuni tentacoli molli e flessibili sporgono dalla parte frontale del capo del maschioche mancano nella femmina. Questi tentacoli sono prolungamenti della vera pellee perciò non sono omologhi coi peli duri della specie precedente; ma non si può mettere in dubbio che abbiano lo stesso scopo. Quale possa essere questo scopo è difficile congetturare; non sembra qui probabile l'ornamentoma non possiamo guari supporre che i peli duri ed i filamenti flessibili possano essere di qualche utilità negli usi ordinari della vita ai soli maschi. Il Monacanthus scopasche mi venne mostrato nel Museo Britannico dal dott. Güntherpresenta un caso quasi analogo. Il maschio ha sui lati della coda un ciuffo di spine duredrittesimili a quelle di un pettine; e queste in un esemplare lungo quindici centimetri avevano una lunghezza di quasi quattro centimetrila femmina ha sullo stesso punto un ciuffo di setole che si possono comparare a quelle di uno spazzolino da denti. In un'altra specieil M. peroniiil maschio ha una spazzola simile a quella della femmina dell'ultima speciementre i lati della coda della femmina sono lisci. In alcune altre specie si osserva che la stessa parte della coda è nel maschio un tantino scabramentre nella femmina è al tutto liscia; ed infine in altre i due sessi hanno quelle parti lisce. In quello strano mostro che è la Chimaera monstruosail maschio ha un osso unciniforme sull'apice del capodiretto allo innanzicolla punta arrotondata e coperta di acute spine; nella femmina "manca al tutto questa corona": ma non si conosce affatto a quale uso possa servire.
Le strutture finora descritte sono permanenti nel maschio quando è divenuto adulto; ma in alcuni Blenni ed in altri generi affini si sviluppa sul capo del maschio una cresta durante solo la stagione degli amoried il loro corpo assume nel tempo stesso colori più vivaci. Non vi può essere guari dubbio che questa cresta non serva di ornamento sessuale temporaneoperchè non se ne rinviene traccia nella femmina. In altre specie dello stesso genere i due sessi hanno una crestaed almeno in una specie nessuno dei due sessi ne è fornito. In questo caso e in quello del Monacanthus abbiamo buoni esempi della grandissima variabilità dei caratteri sessuali in forme strettamente affini. In molti Chromidaeper esempio nel Geophagus e specialmente nel Cichlai maschisecondo quello che ho udito dal professore Agassizhanno sulla fronte una protuberanza vistosache manca al tutto nelle femmine e nei maschi giovani. Il professore Agassiz soggiunge: "Io ho osservato sovente questi pesci nel tempo della fregola quando la protuberanza è più grossaed in altre stagioni quando manca affattoed i due sessi non presentano alcuna differenza nel profilo del capo. Io non ho potuto mai riconoscere se avesse una funzione specialee gl'indigeni dell'Amazzone non conoscevano nulla intorno al loro uso". Queste protuberanze per la loro periodica comparsa rassomigliano alle appendici carnose che stanno sul capo di certi uccelli; ma finora rimane molto dubbio se servano come ornamento.
I maschi di quei pesci che differiscono permanentemente nel colore dalle femmine divengono spesso più brillanticome ho udito dal Prof. Agassiz e dal dottore Güntherdurante la stagione degli amori. Questo è parimente il caso in moltissimi pesci di cui i sessi in tutte le altre stagioni dell'anno sono identici nel colore. La tincala lasca e la perca possono servire come esempi. Il salmone maschio è in quella stagione "segnato sulle guance di fasce color arancioche gli danno l'aspetto di un Labruse il corpo partecipa di una tinta arancio dorata. Le femmine sono di color scuroe vengono comunemente dette pesce nero". Un mutamento analogo ed ancor più grande ha luogo nel Salmo eriox; i maschi del Salmo umbla sono pure in questa stagione un po' più chiari delle femmine. I colori del luccio (Esox reticulatus) degli Stati Unitispecialmente del maschionella stagione degli amori divengono eccessivamente intensisplendidi ed iridescenti. Un altro notevole esempio preso da molti altri è dato dal maschio dello spinarello (Gasterosteus leiurus)che vien detto dal signor Warington "essere tanto bello da non potersi descrivere". Il dorso e gli occhi della femmina sono semplicemente brunie l'umbellico bianco. D'altra parte gli occhi del maschio sono "di un verde splendidoed hanno un lustro metallico come le piume verdi di alcuni uccelli mosca. La gola e l'umbellico sono di un color cremisino brillanteil dorso di un verde-ceneree tutto il pesce appare come in certo modo traslucido ed illuminato da qualche incandescenza interna". Dopo la stagione degli amori questi colori mutano tuttila gola e l'umbellico divengono di un rosso più pallidoil dorso più verdee scompaiono le tinte infiammate.
Possiamo vedere con evidenza che nei pesci esiste qualche intima relazione fra i loro colori e le loro funzioni sessuali; - prima di tutto da ciò che i maschi adulti di certe specie sono coloriti in modo diverso delle femminee sovente molto più brillantemente; - in secondo luogo da ciò che questi stessi maschiquando non sono peranco adultirassomigliano alle femmine adulte- ed infine da ciò che i maschianche di quelle specie che sono in tutte le altre stagioni dell'anno identici nel colore colle femmineacquistano spesso tinte brillanti durante la stagione degli amori. Sappiamo che i maschi sono ardenti nel corteggiare e talora combattono assieme disperatamente. Se noi possiamo dimostrare che le femmine hanno la facoltà di fare una scelta e scegliere i maschi più adornitutti i fatti menzionati sopra divengono intelligibili col principio della scelta sessuale. D'altra parte se le femmine sogliono deporre e lasciare le loro uova per essere poi fecondate dal primo maschio che per caso si trova sul sitoquesto fatto sarebbe fatale alla efficacia della scelta sessualeperchè non vi potrebbe essere la scelta di un compagno. Maper quanto si sala femmina non depone volontariamente le uova se non si trova vicinissima ad un maschioed il maschio non feconda mai le uova tranne quando la femmina gli è vicina. Evidentemente è difficile ottenere una prova diretta rispetto alla scelta che può fare il pesce femmina pel suo compagno. Un eccellente osservatoreche tenne dietro con cura ai fregaroli (Cyprinus phoxinus) quando facevan le uovadice che siccome i maschii quali erano dieci volte più numerosi delle femminesi affollavano strettamente intorno a questeegli non può "parlare con certezza delle loro operazioni. Quando una femmina veniva in mezzo a molti maschiquesti immediatamente la inseguivano; se essa non era vicina a far le uovasi ritirava precipitosamente; ma se era prontasi avanzava con baldanza in mezzo ad essie veniva all'istante stretta ai lati da due maschi; e quando questi erano rimasti un po' di tempo in quella posizione venivano sostituiti da altri dueche s'introducevano fra i questi e la femminala quale sembrava trattare tutti i suoi amanti colla stessa bontà". Nonostante quest'ultima asserzionenon possoper le varie precedenti considerazioni abbandonare la credenza che i maschi i quali hanno maggiori attrattive per la femminamercè i loro colori più brillanti o per altri ornamentinon siano comunemente i preferiti; e che i maschi siano divenuti più belli per questa ragione nel corso dei secoli.
Dobbiamo poi indagare se questo modo di vedere possa venire estesomercè la legge di equa trasmissione di caratteri ai due sessia quei gruppi nei quali i maschi e le femmine sono vistosi nello stesso grado e modo. In un genere come il Labrusche comprende alcuni fra i pesci più belli del mondoper esempio il Labrus pavoche fu descrittocon perdonabile esagerazionecome fatto di scaglie levigate d'oro ove s'incastrano lapislazzulirubinizaffirismeraldi ed ametistenoi possiamocon molta probabilità accettare questa credenza; perchè abbiamo veduto che i sessiin una specie almenodifferiscono moltissimo nel colore. In alcuni pescicome in molti animali inferiorii colori splendidi possono essere l'effetto diretto della natura dei loro tessuti e delle condizioni circostantisenza l'opera della scelta. Il pesce dorato (Cyprinus auratus) è forsegiudicando dalla analogia della varietà dorata della carpa comuneun caso in propositosiccome va debitore dei suoi splendidi colori ad una sola repentina variazionedovuta alle condizioni cui è stato sottoposto questo pesce tenuto in cattività. È tuttavia più probabile che questi colori siano divenuti più intensi per la scelta artificialementre questa specie è stata accuratamente allevata nella Cina fino da un tempo antichissimo. Non sembra probabile chein condizioni naturaliesseri tanto altamente organizzati come sono i pescie che vivono in relazioni cosiffattamente complesseavrebbero potuto acquistate colori così brillanti senza soffrire alcun danno o ricevere qualche benefizio da un mutamento così grande ed in conseguenza senza l'intervento della scelta naturale.
Che cosa dunque dobbiamo noi concludere rispetto ai tanti pesci nei quali i due sessi posseggono colori splendidi? Il signor Wallace crede che le specie che frequentano gli scogli ove abbondano i coralli ed altri organismi dai colori brillantisiano così vistosamente colorite onde sfuggire ai loro nemici; ma secondo la mia ricordanza essi divenivano così molto più vistosi. Nelle acque dolci dei Tropici non vi sono coralli brillantemente coloriti o altri organismi ai quali i pesci possono rassomigliaretuttavia molte specie del fiume delle Amazzoni hanno colori brillantie molti fra i Ciprinidi carnivori dell'Indiasono ornati di "linee longitudinali brillanti di varie tinte". Il signor M'Clelland descrivendo questi pesci va tanto oltre da supporre che la particolare vistosità dei loro colori "serve come un miglior segno pei martin pescatorile sterne ed altri uccelliche sono destinati a tenere entro un giusto limite il numero di questi pesci"; ma ai nostri giorni pochi naturalisti ammetteranno che un animale qualunque sia stato reso vistoso onde agevolare la propria distruzione. È possibile che certi pesci possano essere stati resi belli onde avvertire gli uccelli e gli animali rapaci (come è stato spiegato rispetto ai bruchi) che non sono mangiabili; ma non si sacredoche nessun pescealmeno di acqua dolcesia respinto come disgustoso dagli animali che divorano i pesci. In complessoil modo di vedere più probabile rispetto ai pesci i due sessi dei quali hanno colori brillantiè quello che i loro colori sono stati acquistati come ornamentoe sono stati trasmessi in un grado uguale o quasi uguale all'altro sesso.
Abbiamo ora da considerare sequando il maschio differisce in un modo distinto dalla femmina nel colore o negli altri ornamentiegli solo sia stato modificatocolle variazioni ereditate solo dalla sua prole maschile o se la femmina sia stata modificata specialmente e resa più bella per lo scopo di protezionee tali modificazioni ereditate soltanto dalle femmine. È impossibile mettere in dubbio che il colore è stato acquistato da molti pesci come una protezione; nessuno può vedere la superficie chiazzata di un Pleuronectes flesuse non accorgersi della rassomiglianza che ha col letto sabbioso del mare in cui vive. Uno dei più spiccati esempi finora ricordati di un animale che vien protetto dal suo colore (per quanto si può giudicare in esemplari conservati) e dalla sua formaè quello dato dal dottor Günther di un Syngnathusil quale coi suoi filamenti rossiccigalleggiantisi distingue appena dalla alga alla quale si attacca colla sua coda prensile. Ma la questione che ora stiamo considerando èse le femmine sole siano state modificate per questo oggetto. I pesci offrono per questo particolare un esempio notevole. Possiamo vedere che un sesso non si sarà modificato per opera della scelta naturale per scopo di protezione più dell'altro sessosupponendo che i due variinoa meno che un sesso sia esposto per un più lungo periodo al pericoloo abbia minor forza per sfuggire a quel pericolo che non l'altro sesso; e non pare che nei pesci i sessi differiscano per questo riguardo. Quando v'ha una qualche differenzaè che i maschiessendo in generale di più piccola moleed essendo più girovaghisono esposti a più grandi pericoli delle femmine; e tuttaviaquando i sessi differisconoi maschi sono quasi sempre più vistosamente coloriti. Le uova vengon fecondate immediatamente dopo essere state depostee quando questo processo dura parecchi giornicome è il caso nel salmonela femmina durante tutto quel tempo è accompagnata dal maschio. Dopo che le uova sono state fecondaterimangononella maggior parte dei casiabbandonate dai genitori; cosicchè maschi e femmineper quello che riguarda la deposizione delle uovasono esposti ugualmente al pericoloed entrambi hanno uguale importanza per la produzione di uova fecondate; in conseguenza gli individui più o meno cospicuamente coloriti dei due sessi andrebbero ugualmente soggetti ad essere distrutti o conservatied entrambi avrebbero una azione eguale sui colori della loro prole o della loro razza.
Certi pesciche appartengono a parecchie famigliefanno il nido; ed alcuni di questi pesci hanno cura dei piccoli appena sbocciati. I due sessi del Crenilabrus massa e del Melops brillantemente coloriti lavorano assieme per fabbricare i loro nidi con algheconchiglieecc. Ma i maschi di certi pesci fanno tutto il lavoroed in seguito hanno la cura esclusiva dei piccoli. Questo è il caso coi Gobius dai colori smortinel quali non si sa che i sessi abbiano colori differenti; e parimente cogli spinarelli (Gasterosteus)in cui i maschi assumono colori brillanti nella stagione delle nozze. Il maschio del Gasterosteus leiurus compie per lungo tempo l'ufficio di nutrice con cura e vigilanza esemplaried è continuamente occupato a far tornare con bel garbo i piccoli al nido quando se ne allontanano troppo. Egli respinge arditamente tutti i nemicicomprese le femmine della sua propria specie. Davvero non sarebbe un piccolo sollievo pel maschio se la femmina dopo aver deposto le uova venisse subito divorata da qualche nemicoperchè egli è continuamente obbligato a respingerla lungi dal nido.
I maschi di certi altri pesci che abitano l'America meridionale e Ceylane che appartengono a due ordini distintihanno lo straordinario costume di far schiudere le uova deposte dalle femmine nella loro bocca o nelle cavità branchiali. Nelle specie delle Amazzoni che hanno lo stesso abitoi maschisiccome mi ha informato cortesemente il prof. Agassiznon solo sono in generale più vistosamente coloriti delle femmine, ma la differenza è maggiore durante la stagione degli amori che non in qualunque altro tempo. Le specie di Geophagus operano nello stesso modo; e in questo genere si sviluppa una vistosa protuberanza sulla fronte dei maschi nella stagione degli amori. Nelle varie specie di Cromidicome mi ha pure informato il prof. Agassizsi possono vedere differenze sessuali di colore "se depongono le uova nell'acqua fra le piante acquaticheo le depongono nei buchilasciandole venire senza ulteriori cureo fabbricano nidi a mo' di quelli delle rondini nel fango del fiumesopra i quali si allogano come fanno i nostri Promotis. Giova anche osservare che questi covatori sono fra le specie più brillanti delle loro rispettive famiglie; per esempio l'Hygrogonus è verde brillantecon grandi ocelli neri cerchiati di un rosso brillantissimo". Non si sa se in tutte le specie di Cromidi sia il maschio solo che si alloghi sulle uova. È tuttavia evidente chesiano state o no le uova protetteciò non ha avuto azione sulle differenze di colori fra i sessi. È anche più chiaro in tutti i casi in cui i maschi prendono cura esclusiva dei nidi e dei piccoliche la distruzione dei maschi più vistosamente coloriti avrà una azione molto più potente sul carattere della razza che non la distruzione delle femmine meglio colorite; perchè la morte del maschio durante il periodo dell'incubazione o dell'allevamento avrebbe prodotto la morte dei piccoliper cui questi non avrebbero potuto ereditare le sue speciali facoltà; tuttavia in molti di questi medesimi casi i maschi sono più vistosamente coloriti che non le femmine.
In moltissimi Lofobranchi (SyngnathusHippocampus) i maschi hanno sacchi marsupiali o depressioni emisferiche sull'addomenelle quali le uova deposte dalla femmina sono schiuse. I maschi dimostrano pure grande affetto pei loro piccoli. I sessi non differiscono comunemente molto nel colore; ma il dottor Günther crede che gli Ippocampi maschi siano alquanto più belli delle femmine. Il genere Solenostomatuttaviapresenta un curiosissimo caso eccezionaleperchè la femmina è molto più vivacemente colorita e macchiata che non il maschioed essa sola ha un sacco marsupiale e fa schiudere le uova; cosicchè la femmina del Solenostoma differisce da tutti gli altri Lofobranchi per quest'ultimo rispettoe da quasi tutti gli altri pesci per essere più brillantemente colorita che non il maschio. Non è probabile che questa notevole doppia inversione di carattere nella femmina possa essere una coincidenza accidentale. Siccome i maschi di parecchi pesci che si prendono esclusiva cura delle uova e dei piccoli sono molto più splendidamente coloriti delle femminee siccome qui il Solenostoma femmina assume lo stesso incarico ed è più splendida del maschiosi può affermare che i colori vistosi del sesso che è più importante dei due per la prosperità della prole devon servirein qualche mododi protezione. Ma dalla grande quantità di pesci i maschi dei quali sono permanentemente o periodicamente più brillanti delle femminema di cui la vita non è per nulla più importante di quella della femmina per la prosperità della speciequesto modo di vedere non può guari essere sostenuto. Quando parleremo degli uccelli incontreremo casi analoghiin cui v'ha una compiuta inversione degli attributi consueti dei due sessie diremo allora quello che ci sembra essere la spiegazione probabilecioè che i maschi hanno scelto le femmine più seducentiinvece che queste ultimesecondo la regola consueta in tutto il regno animaleabbiano scelto i maschi più belli.
Infine possiamo conchiudere che nella maggior parte dei pesci in cui i sessi differiscono nel colore o in altri caratteri di ornamento i maschi in origine hanno variatoed hanno trasmesso le loro variazioni al medesimo sessoed hanno accumulato queste variazioni mercè la scelta sessuale attraendo od eccitando le femmine. Tuttavia in molti casi cosiffatti caratteri sono stati trasmessiparzialmente o compiutamentealle femmine. Parimente in altri casi i due sessi sono stati coloriti nello stesso modo allo scopo di protezione; ma in nessun caso sembra che la femmina sola abbia avuto i suoi colori od altri caratteri specialmente modificati per questo fine.
L'ultimo punto che merita d'esser notato èche in molte parti del mondo si conoscono pesci che fanno un particolare rumoreche in alcuni casi vien descritto come musicale. Pochissimo è stato riconosciuto riguardo al modo in cui son prodotti questi suonied anche meno intorno al loro scopo. Il rullo a mo' di tamburo che fanno le Umbrine nei mari d'Europa dicesi si possa sentire dalla profondità di trenta metri. I pescatori della Rochelle asseriscono "che i maschi soli fanno quel rumore durante la stagione degli amori; e che è possibileimitandoloprenderli senza esca". Se questo fatto è degno di fedeabbiamo un caso in questa classeche è la più bassa dei Vertebratidi ciò che troveremo prevalere in tutte le altre classi di vertebratie che prevalecome abbiamo già vedutonegli insetti e nei ragnicioè che i suoni vocali e strumentali servono comunemente come un richiamo d'amoreo incanto amorosoe che la facoltà di produrli venne probabilmente dapprima sviluppata in relazione colla propagazione delle specie.

ANFIBI.

Urodeli. - Prima diciamo degli anfibi forniti di coda. I sessi delle salamandree dei tritoni o salamandre acquaioledifferiscono sovente moltotanto nel colore quanto nella struttura. In alcune specie si sviluppano sulle zampe anteriori del maschio nella stagione degli amori organi prensilied in questa stagione i piedi posteriori del Triton palmipes sono forniti di una membrana natatoriache è quasi al tutto assorbita nell'invernocosicchè i loro piedi rassomigliano allora a quelli della femmina. Questa struttura aiuta certamente il maschio nella sua attiva ricerca e nel suo inseguire la femmina. Nelle nostre salamandre acquaiole comuni (Triton punctatus e cristatus) si sviluppa lungo il dorso e la coda del maschio durante la stagione degli amori una cresta spessa e molto frastagliatache viene essa pure assorbita nell'inverno. Questa cresta non èsiccome m'informa il signor St. George Mivartfornita di muscolie quindi non può servire per locomozione. Siccome nella stagione del corteggiamento diviene marginata di colori brillantiserve senza dubbiodi ornamento maschile. In molte specie il corpo presenta tinte fortemente contrastanti sebbene luride; e queste divengono più vivaci nella stagione delle nozze. Per esempio il maschio della nostra piccola Salamandra acquaiola (Triton punctatus) è "color bruno-grigio soprasfumante sotto in giallastroche in primavera prende una tinta arancio caricosegnata ovunque di macchie scure rotonde". Il margine della cresta è allora orlato di un rosso brillante o di violetto. Per solito la femmina è di un bruno giallastro sparsa di punti bruni; e la superficie inferiore è sovente al tutto uniforme. I piccoli hanno tinte oscure. Le uova sono fecondate all'atto della deposizione e non sono poi accudite da nessuno dei genitori. Possiamo dunque conchiudere che i maschi acquistano i loro colori fortemente spiccati e le loro appendici ornative mercè la scelta sessuale; e questi sono stati trasmessi sia alla prole maschile sola od ai due sessi.

Anuri o Batraci. - In molte rane e in molti rospi i colori servono evidentemente di protezionecome le tinte verdi brillanti della raganella e le sfumature screziate di molte specie terrestri. Il rospo più vistosamente colorito che io abbia mai vedutocioè il Phriniscus nigricansha tutta la superficie superiore del corpo nera come l'inchiostrocolle piante dei piedi e parti dell'addome macchiate di un vermiglio brillantissimo. Si strascinava sulle nude sabbie o nelle aperte pianure erbose della Plata sotto la sferza di un sole ardentee non poteva a meno di fermare l'occhio di ogni creatura che passasse da quelle parti. Questi colori possono essere utili facendo avvertito ogni uccello di rapina che questo rospo è un boccone nauseante; perchè ognuno sa benissimo che questi animali emettono una secrezione velenosache fa venire la spuma alla bocca del cane come se fosse preso da idrofobia. Rimasi tanto più colpito dalla vista dei bellissimi colori di quel rospodacchè accanto ad esso trovai una lucertola (Proctotretus multimaculatus) la quale quando è presa dallo spavento appiattisce il corpochiude gli occhied allora si riconoscerebbe appena dalla sabbia circostante per le sue tinte screziate.
Rispetto alle differenze sessuali del coloreil dottor Günther non conosce nelle rane o nei rospi alcun esempio molto notevole; tuttavia egli può spesso distinguere il maschio dalla femminaperchè le tinte del primo sono un po' più intense. E neppure conosce il dottor Günther nessuna notevole differenza nella struttura esterna dei due sessieccettuate le prominenze che si sviluppano durante la stagione degli amori sulle zampe anteriori del maschioper cui può tener ferma la femmina. La Megalophrys montana offre il miglior caso di una certa somma di differenze nella struttura fra i sessi perchè nel maschio la punta del naso e le palpebre sono prodotte entro ripiegature triangolari della pellee v'ha un piccolo turbercolo nero dietro - caratteri che mancano o sono appena sviluppati nelle femmine. Meraviglia vedere che le rane ed i rospi non abbiano acquistato differenze sessuali più marcate; perchèsebbene siano animali a sangue freddohanno forti passioni. Il dottor Günther m'informa che egli ha trovato parecchie volte un disgraziato rospo femmina morta e soffocata per essere stata strettamente abbracciata da tre o quattro maschi.
Questi animali tuttavia offrono una differenza sessuale interessantecioè nelle facoltà musicali particolari ai maschi; ma parlare di musica quando si tratta del suono sgradevole e discorde emesso dai maschi della Rana pipiens e di altre specie sembra al nostro gusto una espressione singolarmente impropria. Nondimeno certe rane cantano in un modo decisamente piacevole. Presso Rio Janeiro io solevo spesso sedermi a sera per ascoltare un certo numero di piccole Hylaeche sui ciuffi d'erba presso l'acqua mandavano dolci note piene di armonia. I vari suoni sono principalmente emessi dai maschi durante la stagione degli amoricome nel caso del gracchiare della nostra rana comune. In relazione con questo fatto gli organi vocali dei maschi sono molto meglio sviluppati di quelli delle femmine. In alcuni generi i maschi soli sono forniti di sacchi che si aprono nella laringe. Per esempionella rana comune (Rana esculenta) "i sacchi sono particolari ai maschie divengonoquando si riempiono di aria nell'atto del gracidaregrosse vesciche globosecollocate ai due lati del capopresso gli angoli della bocca". Il gracidare del maschio diviene così fortissimomentre nella femmina non è che un lieve suono lamentoso. Gli organi vocali differiscono notevolmente nella struttura di parecchi generi della famigliae il loro sviluppo in tutti i casi può essere attribuito alla scelta sessuale.

RETTILI.

Cheloni. - Le testuggini e le tartarughe non presentano differenze sessuali bene spiccate. In alcune specie la coda del maschio è più lunga di quella della femmina. In alcune lo scudo o superficie inferiore della scaglia del maschio è lievemente concavo rispetto al dorso della femmina. Il maschio della Chrysemys picta degli Stati Uniti ha unghioni nelle zampe anteriori due volte più lunghi di quelli della femmina; e questi sono adoperati nell'accoppiamento dei sessi. Nella tozza testuggine delle Isole Galapagos (Testudo nigra) si dice che i maschi hanno mole più grande di quella della femmina; durante la stagione degli amorie in nessun altro tempoil maschio emette un suono aspro come di muggitoche si può sentire alla distanza di un centinaio di metri; la femminad'altra parte non adopera mai la sua voce.

Coccodrilli. - Sembra che qui i sessi non differiscano nel colore; e non so che i maschi si facciano guerrasebbene ciò sia probabileperchè alcuni generi fanno molta mostra innanzi alle femmine. Bartram dice che il maschio dell'alligatore si sforza di conquistare la femmina ruggendo e dimenandosi nella laguna "gonfio quasi da scoppiarecol capo e colla coda sollevatiegli gira mulinando sulla superficie dell'acquacome un capo Indiano che racconta le sue gesta guerresche". Durante la stagione degli amori le ghiandole sottomascellari del coccodrillo emettono un odore di muschio che penetra nel suo covo.

Ofìdi. - Non ho gran cosa da dire intorno ai serpenti. Il dottor Günther m'informa che i maschi sono sempre più piccoli delle femmineed in generale hanno la coda più lunga e più sottile. Rispetto al coloreil dottor Günther può quasi sempre distinguere il maschio dalla femmina per le sue tinte più fortemente pronunziate: così la striscia a ghirigori neri sul dorso del maschio della vipera inglese è più distintamente definita che non quella della femmina. La differenza è più chiara nei serpenti a sonagli dell'America settentrionaledi cui il maschiocome mi fece osservare il custode del Giardino Zoologico di Londrasi può distinguere a prima vista dalla femmina per essere il suo corpo più coperto di un lurido giallo. Nell'Africa meridionale il Bucephalus capensis presenta una differenza analogaperchè la femmina "non è mai così pienamente variegata di giallo sui lati come il maschio". Il maschio del Dipsas cynodon indiano èd'altra partebruno-nerocoll'umbellico in parte neromentre la femmina è rossiccia od olivo-giallastra coll'umbellico color gialliccio uniforme o marmoreggiato di nero. Nel Tragops dispar dello stesso paese il maschio è color verde brillantee la femmina di color bronzo. Senza dubbio i colori di alcuni serpenti servono di protezionecome le tinte verdi dei serpenti che vivono sugli alberie le tinte variamente screziate delle specie che vivono in luoghi sabbiosi; ma è dubbio se i colori di moltiper esempio del serpente o vipera comune d'Inghilterraservano a nasconderli; e ciò è ancor più dubbio in molte altre specie forestiere che sono colorite con somma eleganza.
Durante la stagione degli amori le loro ghiandole anali odorose sono in piena funzionee così pure è il caso nelle lucertolee come abbiamo veduto per le ghiandole sottomascellari dei coccodrilli. Siccome i maschi della maggior parte degli animali cercano le femminequeste ghiandole odorifere servono probabilmente ad eccitare od allettare la femminapiuttosto che condurla al luogo dove si trova il maschio. I serpenti maschisebbene sembrino così sgarbatisono amorosi; perchè molti sono stati veduti affollarsi intorno alla stessa femminaed anche intorno al corpo morto di una femmina. Non si sa se combattano fra loro per rivalità. Le loro forze intellettuali sono più elevate di quello che si possa supporre. Un eccellente osservatoreil sig. E. Layardin Ceylan vide un Cobra introdurre il capo entro uno stretto buco ed ingoiare un rospo. "Con questo volume non poteva retrocedere; allora vedendo questoegli a malincuore rigettò il prezioso bocconeche cominciò ad andarsene; ma questo era troppo dura cosa perchè la filosofia del serpente la potesse sopportaree il rospo venne nuovamente abboccatoe di nuovo il serpente dopo violenti sforzi per uscire dal buco fu obbligato ad abbandonare la preda. Tuttavia questa volta la lezione aveva servitoe il rospo venne afferrato per una zampatirato fuorie poi ingoiato trionfalmente".
Non è una ragione però che i serpentiperchè hanno qualche potenza di raziocinio e forti passionisiano dotati parimente di gusto sufficiente per ammirare i colori brillanti dei loro compagnitanto da produrre l'ornamento delle specie mercè la scelta sessuale. Nondimeno è difficile spiegare in un altro modo la somma bellezza di certe specieper esempio del serpente corallo dell'America meridionaleche è di un bel rosso con fasce trasversali nere e gialle. Mi ricordo bene quanto mi meravigliò la bellezza dei primi serpenti coralli che vidi splendere in mezzo ad un sentiero nel Brasile. I serpenti coloriti in questo modo particolarecome afferma il signor Wallace sull'autorità del dottor Günthernon si trovano in nessuna parte del mondo tranne nell'America meridionaleove se ne incontrano non meno di quattro generi. Uno di questil'Elapsè velenoso; un secondo genere moltissimo distinto è dubbio se sia velenosoe due altri sono al tutto innocui. Le specie che appartengono a questi generi distinti abitano gli stessi distrettie sono tanto somiglianti tra loroche nessunotranne un naturalista, potrebbe distinguere i velenosi dagli innocui. Quindisiccome crede il signor Wallacei generi innocui hanno probabilmente acquistato i loro colori come una protezionesecondo il principio dell'imitazioneperchè essi sarebbero stati creduti pericolosi dai loro nemici. Tuttavia la causa dei colori brillanti dell'Elaps velenoso rimane da spiegarsie questa può forse essere la scelta sessuale.

Lucertole. - I maschi di alcuniprobabilmente di moltigeneri di lucertole combattono fra loro per rivalità. Così l'Anolis cristatellus arboreo dell'America meridionale è sommamente battagliero. "Durante la primavera e la prima parte dell'estate due maschi adulti di rado s'incontrano senza battagliare. Appena si scorgono chinano tre o quattro volte il capoe nello stesso tempo espandono la borsa che hanno sotto la gola; i loro occhi brillano di collerae dopo aver scosso la coda da una parte e dall'altra per alcuni secondicome se volessero prender forzasi scagliano furiosamente l'uno su l'altrorotolando sempre più e tenendosi fortemente coi denti. Il conflitto termina generalmente colla perdita della coda per parte di uno dei combattentiche spesso è divorata dal vincitore". Il maschio di questa specie è notevolmente più grosso della femmina; e questoper quanto ha potuto riconoscere il dottor Güntherè la regola generale con ogni sorta di lucertole.
Sovente i sessi differiscono grandemente in vari caratteri esterni. Il maschio del sopramenzionato Anolis è fornito di una cresta che scorre lungo il dorso e la codae può rialzarsi a piacimento; ma di questa cresta la femmina non presenta traccia. Nella Cophotis ceylanica delle Indie la femmina è munita di una cresta dorsalesebbene molto meno sviluppata di quella del maschio; e così pure è il casosecondo che m'informa il dottor Günthernelle femmine di molte iguanecamaleontied altre lucertole. Tuttavia in alcune specie la cresta è sviluppata nello stesso modo nei due sessicome nell'Iguana tuberculata. Nel genere Sitana i maschi soli sono muniti di un sacco alla gola che può spiegarsi come un ventaglioed è colorito di turchinodi nero e di rosso; ma questi splendidi colori sono esposti solo durante la stagione degli amori. La femmina non ha neppure un rudimento di questa appendice. Nell'Anolis cristatellussecondo il signor Austenil sacco della golache è di un rosso brillantemarmoreggiato di gialloè presentesebbene in condizione rudimentalenella femmina. Parimentein certe altre lucertole i due sessi sono del pari provvisti di sacchi alla gola. Quicome in molti casi precedentivediamo in specie che appartengono allo stesso scompartimento il medesimo carattere limitato ai maschio più sviluppato nei maschi che non nelle femmineo sviluppato ugualmente nei due sessi. Le piccole lucertole del genere Dracoche sorvolano nell'aria sui loro paracadute sorretti dalle costolee di cui la bellezza dei colori supera qualunque descrizionesono munite di appendici cutanee alla golacome i bargigli degli uccelli gallinacei. Queste divengono erette quando l'animale è eccitato. Si presentano nei due sessima sono meglio sviluppate nel maschio adultoalla quale età l'appendice di mezzo è talora lunga due volte il capo. La maggior parte delle specie ha pure una breve cresta che scorre lungo il collo; e questa è molto più sviluppata nei maschi adulti che non nelle femmine o nei maschi giovani.
Vi sono altre e ancor più spiccate differenze fra i sessi di certe lucertole. Il maschio della Ceratophora aspera porta all'apice del muso un'appendice lunga quanto la metà del capo. È cilindricacoperta di scaglieflessibilee da quanto pare suscettiva di erezione: nella femmina è al tutto rudimentale. In una seconda specie dello stesso genere una scaglia terminale forma un piccolo corno sulla cima dell'appendice flessibile; ed in una terza specie (C. Stoddartii)tutta l'appendice è convertita in un cornoche consuetamente è biancoma che prende una tinta porporina allorchè l'animale è eccitato. Nel maschio adulto di quest'ultima specie il corno è lungo tredici millimetrima è al tutto minutissimo nella femmina e nei maschi giovani. Queste appendicisecondo ciò che mi fece osservare il dottor Güntherpossono paragonarsi alle creste degli uccelli gallinaceie a quanto pare servono di ornamento.
Nel genere Chamaeleon giungiamo all'apice della differenza fra i sessi. La parte superiore del cranio del maschio C. bifurcusche abita il Madagascarè fatto di due grandisalde sporgenze osseecoperte di scaglie come il resto del capo; e la femmina non presenta che un solo rudimento di questa meravigliosa modificazione di struttura. Parimentenel Chamaeleon Owenii della costa occidentale dell'Africail maschio porta sul muso e sulla fronte tre curiose cornadi cui non si rinviene traccia nella femmina. Queste corna consistono in una escrescenza dell'osso coperta di una liscia guainache forma parte dell'integumento generale del corpocosicchè sono identiche nella struttura con quelle di un buedi una capra o di qualsiasi altro ruminante dalle corna ricoperte di guaina. Quantunque le tre corna differiscano tanto nell'aspetto dai due grandi prolungamenti del cranio del C. bifurcusnon possiamo guari porre in dubbio che non abbiano lo stesso scopo generale nell'economia di questi due animali. La prima congettura che si presenterà a chiunque è quella che siano adoperate dai maschi per combattere insieme; ma il dottor Güntheral quale vado debitore dei precedenti ragguaglinon crede che creature così pacifiche possano mai divenire battagliere. Quindi siamo indotti a supporre che queste deviazioni di struttura quasi mostruose servano come ornamenti maschili.
In molte sorta di lucertole i sessi differiscono lievemente nel colorementre le tinte e le fasce sono nei maschi più brillanti e più distintamente definite che non nelle femmine. Questoper esempioè il caso nel Cophotis precedentemente menzionatoe nell'Acanthodactylus capensis dell'Africa meridionale. In un Cordylus di quest'ultimo paese il maschio è molto più rosso o molto più verde della femmina. Nel Calotes nigrilabris indiano vi è una maggior differenza nel colore fra i sessi; parimente le labbra del maschio sono nerementre quelle della femmina sono verdi. Nella nostra lucertolina vivipara comune (Zootoca vivipara) "la parte inferiore del corpo e la base della coda sono nel maschio d'un colore arancio brillante con macchie nere; nella femmina queste parti sono d'un verde grigiastro pallido senza macchie". Abbiamo veduto che il maschio solo della sitana è fornito di un sacco gulare; e questo è splendidamente tinto in azzurronero e rosso. Nel Proctotretus tenuis del Chilì il maschio solo è macchiato di turchinodi verde e di rosso rame. Io raccolsi nell'America meridionale quattordici specie di questo genere; esebbene abbia trascurato di osservare i sessitrovai che certi individui soli erano segnati di macchie verde-smeraldomentre altri avevano la gola color arancio; e queste nei due casi erano senza dubbio maschi.
Nelle specie precedenti i maschi sono più brillantemente coloriti delle femminema in molte lucertole i due sessi sono coloriti nello stesso modo elegante od anche magnifico; e non v'ha ragione per supporre che quei colori vistosi siano per scopo di protezione. Tuttavia in alcune lucertole le tinte verdi servono senza dubbio per sottrarre all'occhioed un esempio è già stato dato per incidente di una specie di Proctotretus che rassomiglia strettamente alla sabbia in cui vive. In complesso possiamo asserire con una tal quale certezza che i bei colori di molte lucertolecome pure le varie appendici e le strane modificazioni nella strutturasono stati acquistati dai maschi mercè la scelta sessuale per scopo di ornamentoe sono stati trasmessi sia alla prole maschile sola o ai due sessi. Invero la scelta sessuale sembra aver avuto una parte quasi tanto importante nei rettili quanto negli uccelli. Ma i colori meno vistosi delle femmine in paragone di quelli dei maschi non possono essere attribuiticome suppone il signor Wallace essere il caso per gli uccellial trovarsi le femmine esposte al pericolo durante l'incubazione.


CAPITOLO XIII.

CARATTERI SESSUALI SECONDARI DEGLI UCCELLI.

Differenze sessuali - Legge di combattimento - Armi speciali - Organi vocali - Musica strumentale - Atteggiamenti e balli amorosi - Ornamenti permanenti e di stagione - Mute annuali doppie o semplici - Mostra degli ornamenti nei maschi.

Negli uccelli i caratteri sessuali secondari sono molto svariati e vistosisebbene forse non arrecanti mutamenti di struttura più ragguardevoli che non in qualunque altra classe di animali. Talvolta i maschi degli uccelliquantunque di raroson forniti di armi speciali per combattere fra loro. Allettano le loro femmine con musica vocale o strumentale di ogni più svariata sorta. Sono ornati di ogni maniera di crestedi bargiglidi protuberanzedi cornadi sacchi da aria espansidi ciuffidi aculeidi piume e penne allungate che sporgono graziosamente da tutte le parti del corpo. Il becco e la pelle nuda intorno al capoe le pennesono spesso splendidamente coloriti. Talvolta i maschi compiono il loro corteggiamento con balli o atteggiamenti fantasticisia in terra od in aria. In un casoalmenoil maschio emette un odore di muschio che noi supponiamo debba servire ad allettare od eccitare la femminaperchè un eccellente osservatoreil signor Ramsaydice dell'Anatra muschiata d'Australia (Biziura lobata) che "l'odore emesso dal maschio nei mesi estivi è limitato a quel sessoed in alcuni individui dura tutto l'anno; io non ho mai ucciso una femmina durante la stagione degli amori che avesse odor di muschio". Quell'odore è tanto potente nella stagione della riproduzioneche si scopre molto prima di poter vedere l'uccello. In complesso gli uccelli sembrano essere gli animali più estetici che vi sianotranne naturalmente l'uomoed hanno quasi lo stesso gusto del bello quanto abbiamo noi. Questo viene dimostrato dal diletto che proviamo pel canto degli uccellie dal fatto che le nostre donne civili e selvagge si ornano il capo colle piume prese da quellie dall'uso delle gemme che sono appena più brillantemente colorite della pelle nuda o dei bargigli di certi uccelli.
Prima di trattare dei caratteri di cui ci occupiamo particolarmente quiposso appunto alludere a certe differenze fra i sessi che dipendonoda quanto paredalle differenze nel loro modo di vivere; perchè cosiffatti casisebbene comuni nelle classi più bassesono rari nelle più elevate. Due uccelli mosca che appartengono al genere Eustephanusche abita l'isola di Juan Fernandezfurono per lungo tempo creduti specificatamente distinti; ma oggi si sacome m'informa il signor Gouldche sono i sessi della stessa speciee differiscono lievemente nella forma del becco. In un altro genere di uccelli mosca (Grypus) il becco del maschio è seghettato lungo il margine ed uncinato all'apicee così differisce molto da quello della femmina. Nella curiosa Neomorpha della Nuova Zelanda vi è una differenza ancor più grande nella forma del becco; ed è stato riferito al signor Gould che il maschio col suo "becco robusto e diritto" toglie via la corteccia degli alberionde la femmina possa cibarsi delle larve scoperte in tal guisa col suo becco più debole e più ricurvo. Si può osservare qualche cosa di simile nel nostro cardellino (Carduelis elegans)perchè mi fu assicurato dal signor J. Jenner Weir che gli uccellatori possono distinguere i maschi pel loro becco un tantino più allungato. I branchi di maschicome asseriva un vecchio e veridico uccellatoresi vedono comunemente cibarsi dei semi del Dipsacus che possono prendere col loro becco allungatomentre le femmine si cibano più solitamente di semi della scrofolaria. Con una così lieve differenza per fondamento possiamo vedere come il becco nei due sessi possa essere venuto a differire grandemente per opera della scelta naturale. Tuttaviain tutti questi casispecialmente in quello dei rissosi uccelli moscaè possibile che le differenze del becco possano essere state dapprima acquistate dai maschi in rapporto colle loro lottee in seguito pel modo di vita lievemente mutato.

Legge di combattimento. - Quasi tutti gli uccelli maschi sono sommamente battaglierie adoperano il beccole ali e le zampe per combattere fra loro. Vediamo questo ogni primavera nei nostri pettirossi e nei nostri passeri. Il più piccolo degli uccellicioè l'uccello moscaè uno dei più battaglieri. Il sig. Gosse descrive un combattimento in cui due uccelli mosca si presero pel beccoe cominciarono a girare attornofinchè caddero quasi ai suolo; ed il signor Montes de Ocaparlando di un altro generedice che di rado due maschi s'incontrano senza che una terribile lotta nell'aria abbia luogo: quando sono tenuti in gabbia "la loro lotta termina per lo più col fendersi della lingua di uno dei dueche allora muore certamente non potendo più mangiare". Secondo Waders i maschi della sciabica comune (Gallinula chloropus) "quando si accoppianocombattono violentemente per le femmine: stanno quasi ritti nell'acqua e si battono coi piedi". Furon veduti due cosiffattamente impegnati per lo spazio di mezz'orafinchè uno s'impadronì del capo dell'altroche sarebbe stato ucciso se l'osservatore non fosse intervenuto; la femmina per tutto quel tempo stava guardando come un tranquillo spettatore. I maschi di un uccello affine (Gallicrex cristatus)siccome m'informa il signor Blythsono un terzo più grandi delle femminee sono così battaglieri durante la stagione degli amoriche sono tenuti dagli indigeni del Bengal Orientale per lo scopo di farli combattere. Vari altri uccelli sono tenuti nell'India per lo stesso fineper esempio i Bulbuls (Pycnonotus haemorrhous) che si "battono con molta vivacità".
Il poligamo Combattente (Machetes pugnax) è noto pel suo grande umor battagliero; ed in primavera i maschiche sono molto più grossi delle femminesi riuniscono ogni giorno in un luogo particolareove le femmine hanno l'intenzione di deporre le uova. Gli uccellatori scoprono questi luoghi pel terreno tanto calpestato che è quasi divenuto nudo. Colà essi combattono molto come galli da combattimentoafferrandosi fra loro col becco e battendosi colle ali. Il grande collare di piume che hanno intorno al collo si sollevae secondo il Col. Montagu "scende fino a terra come uno scudo per difendere le parti più tenere"; e questo è il solo esempio che io conoscanel caso degli uccellid'una struttura qualunque che serva di scudo. Il collare di piumetuttaviapei suoi ricchi e svariati coloriserve probabilmente in gran parte come ornamento. Come la maggior parte degli uccelli battaglieriessi sembrano sempre pronti a combatteree quando sono rinchiusi strettamente spesso si uccidono fra loro; ma Montagu osserva che la loro indole battagliera cresce molto durante la primaveraquando le lunghe penne del loro collo sono pienamente sviluppate; ed in questo periodo il minimo movimento di un uccello provoca una battaglia generale. Basteranno due esempi a dimostrare l'indole battagliera dei palmipedi: nella Guiana "seguono nella stagione degli amori lotte sanguinose fra i maschi dell'Anatra muschiata selvatica (Cairina moschata); e dove seguono queste battaglie il fiume rimane coperto per un certo tratto di piume". Gli uccelli che non sembrano bene acconci per la lotta impegnano seri conflitti; così nel Pellicano i maschi più robusti mandan via i più deboliafferrandoli col loro grosso beccoe menando forti colpi colle ali. I Beccaccini maschi combattono insiemeurtandosi e prendendosi pel becco, nel modo più curioso che si possa immaginare. Si crede che alcune poche specie non combattono mai; questo è il casosecondo Audubonper uno dei Picchi degli Stati Uniti (Picus auratus)quantunque "le femmine siano accompagnate da una mezza dozzina dei loro allegri adoratori".
I maschi di molti uccelli sono più grossi delle femminee questo è senza dubbio un vantaggio per essi nelle loro battaglie coi rivalied è stato acquistato per opera della scelta sessuale. La differenza della mole fra i due sessi è spinta ad un punto estremo in parecchie specie di Australia; così il maschio dell'Anitra selvatica (Biziura) e il maschio del Cincloramphus cruralis (affine alle nostre Pispole) sono ora grossi due volte quanto le loro rispettive femmine. In molti altri uccelli le femmine sono più grosse dei muschi; e come abbiamo osservato precedentementela spiegazione che vien data soventecioè che le femmine hanno maggior lavoro per nutrire i piccolinon può bastare. In alcuni pochi casicome vedremo in seguitole femmine hanno acquistatoda quanto parela loro mole e la loro maggior forza onde conquistare altre femmine ed ottenere il possesso dei maschi.
I maschi di molti uccelli gallinaceispecialmente dei generi poligamisono forniti di armi speciali per combattere i loro rivalicioè sproniche possono essere di un effetto terribile. È stato riferito da uno scrittore degno di fede che nel Derbyshire un nibbio era piombato sopra una chioccia accompagnata dai suoi pulciniquando il gallo si slanciò in suo soccorso e piantò il suo sprone direttamente nell'occhio e nel cranio dell'aggressore. Ci volle una certa difficoltà ad estrarre lo sprone dal cranioe siccome il nibbio sebbene morto teneva sempre fermoi due uccelli erano strettamente uniti insieme; ma il gallo quando venne liberato non aveva sofferto molto danno. Il coraggio invincibile del gallo da combattimento è noto; un signore che molto tempo fa fu testimonio della scena brutale seguentemi disse che un uccello aveva avuto le sue due zampe rotte per qualche incidente nell'arena dei gallied il suo proprietario propose la scommessa che se le gambe fossero state aggiustate per modo che l'uccello avesse potuto reggersi in piediavrebbe continuato a combattere. Ciò fu eseguito sul luogoe l'uccello combattè con indomito coraggio finchè ricevette il colpo mortale. A Ceylan una specie affinissima e selvaticail Gallus Stanleyiè conosciuto come un furioso combattenteper difendere il suo serragliocosicchè frequentemente si trova morto uno dei combattenti. Una Pernice indiana (Ortygornis gularis)il maschio della quale è fornito di forti ed acuti sproniè tanto rissosache le cicatrici di lotte anteriori sfigurano il petto di quasi ogni uccello che viene ucciso.
I maschi di quasi tutti gli uccelli gallinacei, anche di quelli che non hanno sproni, impegnano nella stagione degli amori serie lotte. Il Gallo cedrone ed il Fagiano di monte (Tetrao urogallus e T. tetrix), entrambi poligami, hanno luoghi particolari di convegno, ove durante molte settimane si raccolgono numerosi per combattere assieme e far bella mostra della loro avvenenza in faccia alle femmine. Il signor W. Kowalevsky m'informa che in Russia egli ha veduto la neve tutta cosparsa di sangue sulle arene ove il gallo cedrone aveva combattuto; ed i fagiani di monte fanno volar via per ogni verso le loro piume" quando in parecchi "impegnano un grande combattimento". Brehm padre ci dà un curioso ragguaglio intorno al Balzcome viene detto in Germania il ballo e il canto d'amore del fagiano di monte. L'uccello fa sentire quasi di continuo i rumori più strani; "egli solleva la coda e la espande a ventaglioalza il capo ed il collo sollevandone tutte le pennee fa sporgere le ali fuori del corpo. Allora comincia a fare qualche salto in varie direzionitalora in circoloe sfrega la parte inferiore del becco tanto fortemente sul suoloche le piume del mento vengono tolte via. Mentre fa questi movimenti batte le ali e gira tutto intorno. Quanto più ardente diviene tanto più allegro si mostrafinchè l'uccello termina col parer matto". In quel tempo i fagiani di monte sono tanto preoccupati che divengono quasi ciechi e sordima meno tuttavia dei galli cedroni: quindi si può sparare sopra due uccelli l'uno dopo l'altro nel medesimo luogo o anche prenderli colla mano. Dopo aver fatto tutti questi giuochi i maschi cominciano la lotta: e lo stesso fagiano di monteonde far pompa della propria forza con parecchi antagonistivisiterà nel corso di una sola mattina vari luoghi di Balzche rimangono gli stessi per diversi anni successivi.
Il Pavone col suo lungo strascico par piuttosto un damerino che non un guerrieroma pure egli talora impegna serie lotte. Il rev. W. Darwin Fox mi informa che due pavoni si riscaldarono per modo mentre combattevano a poca distanza da Chesterche volarono sopra tutta la cittàcombattendo semprefinchè si posarono sulla cima della torre di San Giovanni.
Lo spronein quei gallinacei che ne sono fornitiè in generale semplicema il Polyplectron ne ha due o anche più in ogni zampa; ed uno dei fagiani sanguigni (Ithaginis cruentus) è stato veduto perfino con cinque sproni. In generale il maschio solo è fornito di sproniche sono rappresentati nella femmina da semplici sporgenze o rudimenti; ma le femmine del pavone di Giava (Pavo muticus) ecome apprendo dal signor Blythdel piccolo fagiano chiamato sistematicamente Euplocamus erythropthalmus hanno sproni. Nei Galloperdix i maschi hanno per solito due sproni ad ogni zampa e le femmine ne hanno soltanto uno per zampa. Quindi gli sproni possono venire con certezza considerati come un carattere mascolinosebbene trasmesso in un grado maggiore o minore alle femmine. Come molti altri caratteri sessuali secondarigli sproni sono variabilissimi tanto nel numero quanto nello sviluppo nelle stesse specie.
Vari uccelli hanno sproni alle ali. Ma l'Oca d'Egitto (Chenalopex aegyptiacus) ha soltanto "rialzi ottusi nudi"; e questi ci dimostrano probabilmente i primi stadi per cui sono andati sviluppandosi i veri sproni degli altri uccelli affini. Nell'Oca delle ali speronate (Plectropterus gambensis) i maschi hanno sproni molto più grandi che non le femmine; e li adoperanocome ho saputo dal signor Bartlettper combattere fra loro: in questo caso gli sproni delle ali fanno da armi sessuali; masecondo Livingstonesono adoperati principalmente per difendere i piccoli. La Palamedea è armata di un paio di sproni sopra ogni ala; e queste sono armi formidabili che con un solo colpo fanno retrocedere con molti guaiti un cane. Ma non sembra che in questo casoo in quello di certi ralli dalle ali speronategli sproni siano più grossi nel maschio che non nella femmina. Tuttavia in certi pivieri gli sproni delle ali debbono essere considerati come un carattere sessuale. Così nel maschio della nostra Pavoncella (Vanellus cristatus) il tubercolo dell'ala alla spalla diviene più sporgente durante la stagione degli amorie si sa che i maschi combattono assieme. In alcune specie di Lobivanellus un tubercolo consimile si sviluppa durante la stagione delle nozze "in un breve sprone corneo". Nel L. Lobatus di Australia i due sessi hanno spronima questi sono molto più grossi nei maschi che non nelle femmine. In un uccello affinel'Hoplopterus armatusgli sproni non crescono in mole durante la stagione degli amori; ma questi uccelli sono stati veduti in Egitto combattere assiemenel modo stesso dei nostri pivierigirando repentinamente nell'ariae battendosi i fianchi a vicendatalora con esito fatale. In tal modo pure respingono i loro nemici.
La stagione degli amori è quella della lotta; ma i maschi di alcuni uccellicome il gallo da combattimento ed il combattenteed anche i maschi giovani dei tacchini selvatici e dei tetraonisono pronti a combattere ovunque s'incontrano. La presenza della femmina è la teterrima belli causa. I Baboos del Bengala fanno combattere fra loro i graziosi piccoli maschi della Estrelda amandavaponendo tre gabbiette in circolocon una femmina nel mezzo; dopo un po' di tempo lasciano liberi i due maschie subito s'impegna una lotta disperata. Quando molti maschi si riuniscono nello stesso luogo per combattere assiemecome nel caso dei tetraoni e di vari altri uccelliessi sono generalmente accompagnati dalle femmineche si accoppiano poi coi combattenti vittoriosi. Ma in alcuni casi l'accoppiamento precede invece di seguire il combattimento: cosìsecondo Audubonparecchi maschi del succiacapre della Virginia (Caprimulgus Virginianus) "corteggianoin un modo divertentela femmina; ed appena ha essa fatto la sua sceltail prescelto scaccia tutti gli intrusie li manda via dai suoi domini". In generale i maschi cercano in ogni modo di respingere od uccidere i loro rivali prima di accoppiarsi. Non sembra tuttavia che le femmine preferiscano invariabilmente i maschi vittoriosi. Infatti sono stato assicurato dal signor W. Kowalevsky che la femmina del gallo cedrone talvolta fugge via con un giovane maschio che non ha osato entrare in campo con altri maschi più vecchi; nello stesso modo come segue talora pel cervo in Scozia. Quando due maschi si battono in presenza di una femmina solail vincitoresenza dubbioottiene in generale il suo scopo; ma alcune di queste battaglie sono prodotte dacchè certi maschi vaganti cercano di disturbare la pace di una coppia già unita.
Anche colle specie più battagliere è probabile che l'accoppiamento non dipenda esclusivamente dalla sola forza e dal coraggio del maschioperchè questi maschi sono in generale ben forniti di vari ornamentiche spesso divengono più brillanti durante la stagione degli amorie di cui fanno astutamente pompa in presenza delle femmine. Parimente i maschi cercano di allettare o eccitare le loro compagne con note amorosecanti ed atteggiamentie in molti casi il corteggiare è una faccenda assai lunga. Quindi non è probabile che le femmine siano indifferenti alla bellezza dell'altro sessoo che siano spinte a cedere invariabilmente ai maschi vincitori. È più probabile che le femmine siano eccitateprima o dopo la lottada certi maschie così inconsciamente li preferiscano. Nel caso del Tetrao umbellusun buon osservatore va tanto in là da credere che le battaglie dei maschi "siano tutte una finzionefatta per mostrarsi nell'aspetto più favorevole agli occhi delle femmine che lor stanno attorno ammirandoli; perchè non mi fu mai dato di trovare un eroe feritoe non ho guari trovato più di qualche penna rotta". Avrò da tornare su questo argomentoma posso qui aggiungere che nel Tetrao cupido degli Stati Uniti una diecina circa di maschi si raccolgono in un luogo particolaree girando gravemente attorno fanno risuonare l'aria del loro straordinario rumore. Alla prima risposta di una femmina i maschi cominciano a combattere furiosamentee i più deboli abbandonano il campo; ma allorasecondo Audubontanto i vincitori che i vinti si mettono a cercare le femmineper cui queste debbono fare una sceltaaltrimenti la battaglia deve ricominciare. Così pure è il caso nella Sturnella ludoviciana degli Stati Uniti: i maschi impegnano serie lotte "ma alla vista di una femmina le corrono tutti dietro come se fossero pazzi".

Musica vocale e strumentale. - Negli uccelli la voce serve ad esprimere varie emozionicome lo sgomentoil timorela collerail trionfoo solo la felicità. Talora da quanto pare è adoperata per promuovere il terrorecome il rumore sibilante fatto da qualche uccello da nido. Audubon riferisce che una Nitticora (Ardea nicticoraxLinn.)che egli teneva addomesticatasoleva nascondersi quando si accostava un gattoe allora "saltava fuori repentinamente emettendo le grida più spaventosedivertendosida quanto parenel vedere il gatto fuggire impaurito". Il gallo domestico comune chioccia per chiamare la gallinae la gallina per chiamare i suoi pulciniquando trovano un buon boccone. La gallinaquando depone un uovo "ripete la stessa nota molto spessoe finisce colla settima altache tiene per un tempo più lungo"; e così esprime la sua contentezza. Alcuni uccelli sociali si chiedonoda quanto pareaiuto colla voce; e siccome saltellano da un albero all'altrotutto il branco sta insieme pel pigolio che risponde al pigolio. Durante le emigrazioni notturne delle anatre e di altri uccelli d'acqua si possono sentire acuti suoni che manda l'antiguardia nel buio della nottecui rispondono altre grida della retroguardia. Certe grida servono come segnale di pericolochesiccome il cacciatore conosce a sue spesesono bene comprese dalle stesse specie e da altre. Il gallo domestico cantae l'uccello mosca pigolaquando trionfano di uno sconfitto rivale. Tuttavia il vero canto di molti uccelli e varie strane grida sono emesse principalmente durante la stagione degli amorie servono come allettamentoo anche solo come un richiamo per l'altro sesso.
I naturalisti non sono per nulla concordi intorno allo scopo del canto degli uccelli. Non vi fu guari mai osservatore più accurato di Montagued egli asserisce che i "maschi degli uccelli cantatori e di molti altri non cercano in generale la femminama al contrario in primavera la loro occupazione è quella di appollaiarsi in qualche luogo vistosomandando fuori pienamente le loro note amoroseche la femmina conosce per istintoed essa si reca sul luogo per scegliersi un compagno". Imparo dal signor Jenner Weir che questo è certamente il caso per l'usignuolo. Bechsteinche tenne durante tutta la sua vita uccelliasserisce "che la femmina del canarino sceglie sempre il miglior cantatoree che in istato di natura le femmine dei fringuelli scelgono quel maschioin mezzo a cento altridi cui amano meglio il canto". Non si può porre in dubbio che gli uccelli stanno attenti al loro vicendevole canto. Il signor Weir mi ha narrato il caso di un ciuffolotto al quale era stato insegnato a zufolare un walzer tedescoe che era divenuto un artista tanto buono che costava 250 franchi26; quando quest'uccello venne posto nella stanza ove vi erano altri uccelli e cominciò a cantaretutti gli altriche erano una ventina di canarini e di fanellisi allogarono nel luogo più vicino delle loro gabbie ed ascoltarono colla più grande attenzione il nuovo artista. Molti naturalisti credono che il canto degli uccelli sia quasi esclusivamente "per scopo di rivalità e di emulazione"e non per quello di allettare le loro compagne. Questa era l'opinione di Daines Barrington e di White di Selbornei quali si occuparono specialmente di questo argomento. Tuttavia Barrington ammette che "la superiorità nel canto dà agli uccelli un ascendente meraviglioso sugli altricome sanno benissimo gli uccellatori".
È certo che v'ha un grado intenso di rivalità fra i maschi pel loro canto. I dilettanti di uccelli fanno scommesse per vedere quale dei loro uccelli canterà più a lungo; e mi fu detto dal signor Yarrell che un uccello molto distinto canterà talora finchè cade quasi mortoosecondo Bechsteininteramente morto per la rottura di una vena dei polmoni. Qualunque possa esserne la causagli uccelli maschicome ho udito dal signor Weirmuoiono spesso repentinamente durante la stagione del canto. È evidente che l'abito del canto è talvolta al tutto indipendente dall'amoreperchè si dice che un canarino ibrido sterile cantasse mentre si vedeva nello specchioe allora si scagliava contro la propria immagine; parimente aggrediva con furia un canarino femmina quando veniva messo nella stessa gabbia. Gli uccellatori traggon partito dalla gelosia eccitata dall'atto del cantare; si nasconde un maschio buon cantatoree si mette in vista un uccello impagliato cui stanno intorno molte bacchette coperte di vischio. In tal modo un uomosecondo quello che mi ha detto il signor Weirha preso nel corso di un sol giorno cinquantaed in un casofino a settanta fringuelli maschi. Il potere e la disposizione al canto differiscono tanto negli uccelliche quantunque il prezzo di un fringuello maschio comune sia di soli quarantacinque centesimi27il signor Weir vide un uccellatore che chiedeva settantacinque franchi28 di un uccello; la prova della vera bontà di un cantatore è quella che egli continui a cantare mentre la gabbia è dondolata sul capo del suo padrone.
Non è per nulla incompatibile che gli uccelli cantino per emulazione come per la voglia di allettare la femmina; e invero questi due fini possono andar d'accordo insiemecome gli ornamenti e l'umor battagliero. Tuttavia alcuni autori asseriscono che il canto del maschio non può servire a dilettare la femmina; perchè le femmine di alcune poche speciecome il canarinoil pettirossol'allodolaed il ciuffolotto specialmentecome osserva Bechsteinquando sono in stato di vedovanzaemettono note melodiose. In alcuni di questi casi l'abito del cantare può essere in parte attribuito a ciò che le femmine sono state molto ben nutrite e tenute racchiuseperchè ciò disturba tutte le funzioni usuali che hanno rapporto colla riproduzione della specie. Sono già riferiti molti casi della trasmissione parziale dei caratteri mascolini secondari alla femminacosicchè non v'ha nulla di straordinario che le femmine di alcune specie sian fornite della facoltà del canto. È stato anche asserito che il canto del maschio non può servire ad allettareperchè i maschi di certe specieper esempio il pettirossocantano durante l'autunno. Ma non v'ha nulla di più comune del fatto di animali che prendono piacere a praticare un istinto qualunque che seguono in altri tempi per qualche bene reale. Quanto spesso non vediamo noi uccelli che volano agevolmentelibrarsi e veleggiare per l'aria evidentemente per divertirsi? Il gatto si trastulla col topolino prigionieroed il marangone col pesce che ha preso. Il Ploceo (Ploceus) quando è chiuso in gabbia si trastulla intrecciando con bel garbo fili d'erba fra i ferri della sua gabbia. Gli uccelli che sogliono combattere durante la stagione degli amori sono generalmente pronti a combattere in ogni tempo; ed i maschi del gallo cedrone talvolta tengono i loro balli in autunno nel luogo solito ove si riuniscono. Quindi non v'ha nulla da meravigliarsi che gli uccelli maschi continuino a cantare per proprio divertimento dopo che la stagione del corteggiare è trascorsa.
Il canto è fino a un certo puntocome abbiamo dimostrato in un capitolo precedenteun'artee la pratica lo migliora di molto. Si possono insegnare agli uccelli molte arieed anche il passero poco melodioso ha imparato a cantare come un fringuello. Imparano a cantare dai loro allevatori e talora anche dai loro vicini. Tutti i cantatori comuni appartengono all'ordine degli Insessoresed i loro organi vocali sono molto più complessi che non quelli della maggior parte degli uccelli; tuttavia è un fatto singolare che alcuni fra gli Insessorescome i corvile cornacchiele gazze posseggono l'apparato proprio sebbene non cantino mai e non modulino naturalmente in modo molto esteso la loro voce. Hunter asserisce che nei veri cantatori i muscoli della laringe sono più forti nei maschi che non nelle femmine; matranne questa lieve eccezionenon v'ha differenza negli organi vocali dei due sessiquantunque i maschi di molte specie cantino tanto meglio e tanto più lungamente delle femmine.
È notevole che soltanto gli uccelli piccoli cantano propriamente. Tuttavia il genere Menura d'Australia deve essere eccettuatoperchè la Menura Albertiche ha circa la mole di un tacchino a metà cresciutonon solo imita altri uccellima "il suo proprio zufolìo è sommamente piacevole e svariato". I maschi si raccolgono a congrega e formano "piazze fortificate"ove cantanosollevando ed espandendo le loro code come pavonied abbassando le ali. È pure notevole che gli uccelli che cantano sono di raro ornati di colori brillanti o altri ornamenti. Dei nostri uccelli inglesieccettuato il ciuffolotto ed il cardellinoi migliori cantatori hanno colori semplici. Il gruccioneil martin pescatorela gazza marinal'upupai picchiecc.mandano aspre grida; ed i brillanti uccelli dei tropici appena si possono chiamare cantatori. Quindi i bei colori e la facoltà del canto sembrano sostituirsi a vicenda. Possiamo vedere che se il piumaggio non avesse variato nello splendoreo se i colori brillanti fossero nocevoli alla speciesarebbero stati adoperati altri mezzi per allettare le femmine; e il farsi melodiosa la voce avrebbe offerto uno di questi mezzi.
In alcuni uccelli gli organi vocali differiscono grandemente nei due sessi. Nel Tetrao cupido il maschio ha due sacchi nudi di color arancio ai due lati del collo; e questi si gonfiano molto quando il maschionella stagione delle nozzeemette uno strano suono profondo che si può sentire da una grande distanza. Audubon ha dimostrato che il suono aveva una intima relazione con questo apparatoche ci ricorda i sacchi ad aria da ogni lato della bocca di certe rane maschiperchè egli trovava che il suono era molto diminuito quando un uccello addomesticato si pungeva uno dei sacchie quando si pungevano tutti e due i sacchi allora il suono cessava al tutto. La femmina ha "qualche cosa di similesebbene più piccoloin uno spazio nudo della pelle del collo; ma questo non può enfiarsi". Il maschio di un'altra specie di Tetraone (Tetrao urophasianus)mentre corteggia la femminafa gonfiare il suo "esofago giallo nudo in modo prodigiosocosicchè diviene grosso quanto la metà del suo corpo"; ed egli allora manda vari suoni cupiprofondi e gracidanti. Colle piume del collo sollevatecolle ali basse e strascicanti sul suoloe la coda allungata espansa a ventaglioegli fa mostra di svariati e grotteschi atteggiamenti. L'esofago della femmina non ha nulla di notevole.
Sembra ora provato che il grande sacco gulare del maschio della Starda europea (Otis tarda)e di almeno altre quattro specienon servecome si supponeva una voltaper contenere acquama abbia relazione col grido particolare che rassomiglia alla parola ockche emette nella stagione delle nozze. Mentre l'uccello emette questo suono prende i più strani atteggiamenti. È un fatto singolare che nei maschi della stessa specie il sacco non si sviluppa in tutti gli individui. Un uccello somigliante ad un corvo che vive nell'America meridionale (Cephalopterus ornatus)vien detto uccello ombrelloper un immenso ciuffofatto di nudi filamenti bianchi cui stanno sopra piume turchine scureche possono innalzarsi in una grande cupola del diametro non minore di tredici centimetriche copre tutto il capo. Quest'uccello ha al collo una appendice lungasottilecilindricacarnosache è fittamente rivestita di piume turchine somiglianti a scaglie. Serve in parte come ornamentoma del pari come apparato sonoro perchè il signor Bates trovava che ha relazione con "un insolito sviluppo della trachea e degli organi vocali". Si dilata quando l'uccello manda fuori la sua nota di flauto singolarmente profondaforte e sostenuta. La cresta del capo e l'appendice del collo sono rudimentali nella femmina.
Gli organi vocali di vari uccelli palmipedi e trampolieri sono straordinariamente complicatie differiscono in un certo grado nei sessi. In alcuni casi la trachea è rigiratacome un corno franceseed è profondamente infossata nello sterno. Nel Cigno selvatico (Cygnus ferus) è infossata più profondamente nel maschio adulto che non nella femmina o nei maschi giovani. Nel Merganser maschio la parte più larga della trachea è munita di un paio addizionale di muscoli. Ma lo scopo di queste differenze fra i sessi di molte Anatidae non si comprende affattoperchè il maschio non è sempre il più clamoroso; così nell'anatra comune il maschio fischiamentre la femmina emette un forte clamore. Nei due sessi di una gruela Damigella di Numidia (Grus virgo)la trachea penetra nello sternoma presenta "certe modificazioni sessuali". Nel maschio della cicogna nera vi è pure una differenza sessuale bene distinta nella lunghezza e nella incurvatura dei bronchi. Cosicchè strutture importantissime sono state in questi casi modificate secondo il sesso.
È spesso difficile congetturare se tanti strani gridi e strane noteemesse dagli uccelli maschi durante la stagione degli amoriservano per allettare o puramente per chiamare la femmina. Si può supporre che il dolce tubare della tortora e di molti piccioni piaccia alla femmina. Quando la femmina del tacchino selvatico emette il suo richiamo al mattinoil maschio risponde con una nota differente dal rumore gorgogliante che manda quandocolle penne rialzatecolle ali strascicanti e coi bargigli distesicammina tutto tronfio e sbuffante intorno a lei. Il balbettare del fagiano di monte serve certo di richiamo alla femminaperchè si sa che si fanno venire da una certa distanza quattro o cinque femmine verso un maschio tenuto in prigionema siccome il fagiano di monte continua il suo balbettare per molte ore durante i giorni seguentie nel caso del gallo cedrone "con un'angoscia appassionata"siamo indotti a supporre che le femmine le quali sono già presenti provino per questo un certo piacere. Si sa che la voce del corvo nero comune cambia durante la stagione degli amoried è quindi in certo modo sessuale. Ma che diremo intorno agli aspri clamoriper esempiodi certe specie dì pappagalli del genere Macrocercus! Hanno questi uccelli un così cattivo gusto in fatto di suoni musicali come l'hannoda quanto parepei colorise giudichiamo dal disarmonico contrasto del loro piumaggio giallo acceso e turchino? È invero possibile che la voce forte di molti uccelli maschi possa essere il risultatosenza che ne ricavino alcun vantaggiodegli effetti ereditati dall'uso continuo dei loro organi vocaliquando sono eccitati dalle forti passioni dell'amoredella gelosia e della rabbia; ma intorno a ciò avremo da parlare trattando dei quadrupedi.

Finora non abbiamo parlato se non della voce; ma i maschi di vari uccelli praticanodurante il loro corteggiamentociò che si può chiamare musica strumentale. I pavoni e gli uccelli di paradiso muovono con strepito le loro penne insiemee da quanto pare quel movimento vibratorio serve solo a far rumoreperchè non può guari accrescere la bellezza del loro piumaggio. I tacchini maschi strascinano le ali contro il suoloe alcune specie di tetraoni producono così un suono ronzante. Un altro tetraone dell'America settentrionaleil Tetrao umbellusquando sta colla coda sollevatacol collare espansofacendo pompa della sua bellezza innanzi alle femmine che stanno nascoste nel contornoproduce un suono quasi di tamburo battendo insieme rapidamente le ali sul suo dorsosecondo il signor R. Haymonde noncome credeva Audubonbattendole contro i fianchi. Il suono prodotto in tal guisa è stato paragonato da alcuni al rombo del tuono lontanoe da altri al rullo affrettato di un tamburo. La femmina non produce mai questo suonoma vola direttamente verso il luogo ove il maschio sta facendolo. Nell'Imalaia il maschio del fagiano Kalij "sovente fa colle ali un singolare suono come di rullo di tamburoche rassomiglia a quello che fa una pezza di panno quando è sbattuta". Sulla costa occidentale dell'Africa i piccoli plocei neri (Ploceus?) si riuniscono in pochi sopra i cespugli intorno ad un piccolo spazioe cantano e volano nell'aria sbattendo le aliciò che produce un rapido suono strepitante come di un sonaglio. Un uccello dopo l'altro fa questo armeggio per varie orema solo nella stagione del corteggiamento. In questa stessa stagione i maschi di certi succiacapre (Caprimulgus) fanno colle ali uno stranissimo suono. Le varie specie di picchi battono col becco un ramo sonorocon un movimento vibratorio tanto rapidoche "il capo sembra essere in due luoghi ad un tempo". Questo suono si può udire ad una notevole distanzama non si può descrivere e son certo che chi lo abbia sentito per la prima volta non è riuscito a comprendere donde derivasse. Siccome questo suono discordante vien prodotto principalmente durante la stagione degli amoriè stato considerato come un canto d'amore; ma forse è più particolarmente un richiamo amoroso. È stato osservato che la femminaquando è scacciata dal suo nidochiama in tal guisa il maschioche risponde nello stesso modo e presto compare. Infine l'Upupa maschio (Upupa epops) riunisce la musica vocale alla strumentale; perchè durante la stagione degli amori questo uccellocome ha veduto il signor Swinhoealza prima in aria la punta del beccoche batte poi perpendicolarmente contro un sasso o il tronco d'un alberoe allora il fiato venendo respinto in giù nel becco tubulare produce un vero suono. Quando il maschio emette il suo grido senza battere il beccoil suono è al tutto diverso.
Nei casi precedenti i suoni sono prodotti mercè strutture già presenti ed in altro modo necessarie; ma nei casi seguenti certe penne sono state modificate per lo scopo definito di produrre il suono. Il rumore come rullo di tamburodi belaredi nitrito o di tuonocome sono espressi dai differenti osservatoriche è prodotto dal beccaccino comune (Scolopax gallinago)deve aver sorpreso chiunque lo abbia udito. Quest'uccellodurante la stagione degli amorivola "all'altezza di circa trecento metri"e dopo di essere andato volando a ghirigori per un certo tempo scende in linea curvacolla coda espansa e le ali sbattenticon meravigliosa velocità sulla terra. Il suono è emesso solo durante la sua rapida discesa. Nessuno poteva spiegarne la causafinchè il signor Meves ebbe osservato che da ogni lato della coda le penne esterne hanno una forma particolareavendo un fusto foggiato a sciabolacolle barbe oblique di inconsueta lunghezza col tessuto esterno più fortemente compatto. Egli trovò che soffiando sopra quelle penneo legandole ad una lunga e sottile verghetta e battendo rapidamente l'aria con quelleegli poteva produrre il rumore rullante esattamente come l'uccello vivo. I due sessi sono forniti di queste pennema esse sono in generale più grandi nel maschio che non nella femminaed emettono una nota più profonda. In alcune speciecome nello S. frenataquattro pennee nello S. javensisnon meno di otto per ogni lato della coda sono grandemente modificate. Differenti note vengono emesse dalle differenti specie quando sono mosse nell'aria; e lo Scolopax Wilsonii degli Stati Uniti fa un rumore quando scende a terra rapidamentecome di una verghetta quando batte un oggetto qualunque.
Nel maschio del Chamaepetes unicolor (un grosso uccello gallinaceo d'America) la prima remigante primaria è arcuata verso l'apice ed è molto più sottile che non nella femmina. In un uccello affinela Penelope nigrail signor Salvin osservò un maschio chementre volava in giù "colle ali espanseproduceva una sorta di rumore scricchiolantemormorante"come lo stormire di un albero. Il maschio solo di una otarda indiana (Sypheotides auritus) ha le sue penne principali molto acuminate e si sa che il maschio di una specie affine fa un rumore ronzante quando corteggia la femmina. In un gruppo di uccelli grandemente differentecioè negli uccelli moscai maschi soli di certi generi hanno talora gli steli delle remiganti primarie largamente dilatatio il tessuto tagliato netto verso l'estremità. Per esempioil maschio del Selasphorus platycercusquando è adultoha la prima remigante primaria tagliata in tal modo. Mentre vola da un fiore all'altro egli fa "un rumore trillantequasi sibilante"ma al signor Salvin non parve che quel rumore fosse fatto a bella posta.
In ultimoin parecchie specie del sotto-genere Pipra o Manakin i maschi hanno le remiganti secondarie modificatecome le descrive il signor Sclaterin un modo ancor più notevole. Nella P. deliciosa dai colori brillantissimi le prime tre remiganti secondarie hanno il fusto spesso e ricurvo verso il corpo; nella quarta e quinta il mutamento è ancor più grande; e nella sesta e settima il cannello "è straordinariamente ingrossatoe forma una gobba solida e cornea". Le barbe sono del pari grandemente mutate nella formaa petto delle penne corrispondenti della femmina. Anche le ossa dell'ala che sostengono queste singolari penne nel maschiosiccome dice il signor Frasersono molto ingrossate. Questi uccellini fanno un rumore straordinariola prima "nota acuta non essendo dissimile dallo scoppiettìo di una frusta".
La diversità dei suonitanto vocali che strumentaliprodotti dai maschi di molte specie durante la stagione degli amorie la diversità dei mezzi per produrre cosiffatti suoniè notevolissima. Noi acquistiamo in tal modo un'alta idea della loro importanza per lo scopo sessualee ci tornano in mente le medesime conclusioni che riguardano gli insetti. Non è difficile immaginare gli stadi per cui le note di un uccello che primieramente non servivano che come richiamo o per qualche altro finepossono essere state migliorate in un melodioso canto d'amore. Questo è in certo modo più difficile nel caso delle penne modificateper cui si producono suoni di rulli di tamburodi sibilo o di ruggito. Ma abbiamo veduto come alcuni uccelli durante il corteggiamento muovonosbattono o sfregano assieme le loro penne non modificate; e se le femmine fossero indotte a scegliere i migliori compagnii maschi possessori della penne più grosse o più fortio più modificateposte in una parte qualunque del corposarebbero i più fortunati; e così con lenti passi le penne potrebbero venire modificate in un grado quasi infinito. Naturalmente le femmine non potrebbero notare ogni leggera successiva alterazione di formama soltanto i suoni prodotti in tal modo. È un fatto curioso che nella stessa classe di animali suoni tanto differenti quanto il rullo della coda del beccaccino e il battito del becco del picchiol'aspro grido strombettante di certi uccelli acquaticiil tubare della tortora ed il canto dell'usignuolosiano tutti piacevoli alle femmine nelle varie specie. Ma non dobbiamo giudicare i gusti di specie distinte con una sola misura; nè dobbiamo noi giudicarli dalla misura del gusto dell'uomo. Anche nell'uomo dobbiamo ricordarci che i rumori discordiil battere del tam-tam e le note strillanti delle canne piacciono alle orecchie dei selvaggi. Sir S. Baker osserva che "siccome lo stomaco dell'Arabo preferisce la carne cruda ed il fegato fumante preso caldo dall'animale così preferisce la musica aspra e discordante ad ogni altra".

Atteggiamenti amorosi e balli. - Abbiamo già notato incidentalmente gli strani atteggiamenti amorosi di vari uccellispecialmente dei gallinacei; per cui non v'ha qui molto da aggiungere. Nell'America settentrionale numerosi branchi di un tetraoneil Tetrao phasianelluss'incontrano ogni giorno durante la stagione degli amori sopra un luogo prescelto bene spianatoe là si mettono a correre intorno intorno in un circolo del diametro di quattro a sei metricosicchè il terreno diviene al tutto nudocome l'anello di una fata. Nei balli delle pernicicome vengono detti dai cacciatoriquesti uccelli assumono le più strane attitudinie corrono intornoalcuni a sinistra altri a destra. Audubon descrive i maschi di un airone (Ardea herodias) che passeggiano intorno sulle loro lunghe zampe con gran sussiego innanzi le femminesfidando i loro rivali. In uno dei disgustosi avoltoi delle carogne (Cathartes jota) lo stesso naturalista asserisce che "le gesticolazioni e la bella mostra che fanno i maschi sul principio della stagione degli amori sono sommamente ridicoli". Certi uccelli compiono i loro atteggiamenti amorosi volandocome abbiamo veduto nel ploceo nero d'Africainvece che non sul terreno. In primavera la nostra Sterpazzola (Sylvia cinerea) si alza sovente a pochi metri nell'aria sopra un qualche cespuglioe "si libra con un moto curioso e fantasticocantando semprefinchè ripiomba sul suo ramo". La grande Starda inglese si atteggia in modi indicibilmente strani mentre corteggia la femminacome è stata disegnata da Wolf. Una starda indiana affine (Otis bengalensis) in quel tempo "si solleva perpendicolarmente nell'aria battendo con velocità le ali alzando la cresta e facendo sollevare le penne del collo o del pettopoi piomba sul terreno"; ripete questo maneggio varie volte di filamentre fa un particolare suono ronzante. Quelle femmine che si trovano colà presso "obbediscono a quegli ordini saltellanti"e quando esse si avvicinano il maschio trascina le ali per terra ed espande la coda come un tacchino.
Ma il caso più curioso è quello che presentano tre generi affini di uccelli d'Australiale famose clamidere: senza dubbio sono i condiscendenti di qualche specie antica che acquistò primieramente lo strano istinto di costrurre pergolati per compiere i giuochi amorosi. I pergolatichecome vedremo in seguitosono benissimo ornati di pennedi conchigliedi ossa e di fogliesono costrutti sul terreno pel solo scopo del corteggiamentoperchè i loro nidi son fatti sugli alberi. I due sessi si occupano della costruzione di questa sorta di boschetti fatti ad arcoma il maschio è il costruttore principale. Questo istinto è tanto potente che viene praticato anche in reclusioneed il signor Strange ha descritto i costumi di alcune clamidere che tiene nella sua uccelliera nella Nuova Galles del Sud. "Alle volte il maschio insegue la femmina per tutta l'uccellierapoi va nel pergolatoprende col becco una bella piuma o una grande fogliamanda una certa nota singolaresolleva tutte le piumecorre intorno all'arcoe diviene così eccitato che gli occhi sembrano volergli uscire dal capo; continua spiegando prima un'alapoi l'altramandando una nota bassasibilantesimile a quella del gallo domesticofa le viste di prender col becco qualche cosa dal terrenofinchè la femmina gli si avvia adagino incontro". Il capitano Stokes ha descritto i costumi e i "luoghi di sollazzo" di un'altra speciela clamidera maggioreche fu veduta "trastullarsi volando avanti e indietroprendendo una conchiglia alternativamente da ogni latoe portandola in bocca attraverso l'arco". Queste curiose costruzionifatte coll'unico scopo di sale di riunioneove i due sessi si divertono e si corteggianodevono costare agli uccelli molto lavoro. Per esempioil pergolato della Chlamydera cerviniventris è quasi lungo un metro e venti centimetri ed è alto quarantasei centimetried è collocato sopra una fitta piattaforma di verghette.

Ornamenti. - Comincerò a parlare dei casi in cui i maschi sono ornati esclusivamente o in maggior grado delle femmine; ed in un susseguente capitolo di quelli in cui i due sessi sono ugualmente ornatie finalmente di quei rari casi in cui la femmina è in certo modo più brillantemente colorita del maschio. Come negli ornamenti artificiali usati dagli uomini selvaggi ed inciviliticosì pure negli ornamenti naturali degli uccelli la testa è la sede principale degli ornamenti. Questi ornamenticome sono menzionati nel principio di questo capitolosono di natura meravigliosamente varia. Il piumaggio sulla fronte o dietro il capo è fatto di piume svariatamente foggiateche talvolta possono sollevarsi od espandersiper cui i loro bellissimi colori sono al tutto messi in vista. Alle volte si osservano sulle orecchie ciuffi eleganti. Il capo è talora coperto d'una calugine vellutata come quella del fagianoo è nudo e vivacemente coloritoo sostiene appendici carnosefilamenti e protuberanze sode. Anche la gola è talvolta ornata di una barbao di bargigli o caruncole. In generale questa sorta di appendici hanno colori brillantie servono senza dubbio di ornamentosebbene non sempre abbiano ai nostri occhi questa apparenza; perchè mentre il maschio è nell'atto di corteggiare la femmina sovente si gonfiano ed assumono tinte più vivacicome nel caso del tacchino maschio. In quel tempo le appendici carnose che ornano il capo del maschio del Fagiano Tragopan (Cerionis temminckii) si gonfiano e divengono sulla gola come una grossa barbae dai due lati dello splendido ciuffo come due cornetti; e questi sono coloriti del turchino più intenso che io mi abbia mai veduto. Il Bucorx abyssinicus gonfia il suo bargiglio scarlatto a mo' di vescica che ha sul colloe colle ali cascanti e la coda spiegata "fa bellissima mostra di sè". Anche l'iride dell'occhio è alle volte più brillantemente colorita nel maschio che non nella femmina; e questo è frequentemente il caso pel beccoper esempiodel nostro merlo comune. Nel Buceros corrugatus tutto il becco e l'immenso elmo sono vistosamente più coloriti nel maschio che non nella femmina; e "le scanalature oblique che stanno sui lati della mandibola inferiore sono particolari al sesso mascolino".
Sovente i maschi sono ornati di penne e piume allungate che scaturiscono da ogni parte del corpo. Le piume del collo e del petto si sviluppano talora in graziosi collari e gorgiere. Le piume della coda sono frequentemente più lunghecome vediamo nelle copritrici della coda del pavonee nella coda del fagiano Argo. Il corpo di questo uccello non è più grosso di un pollo; tuttavia la sua lunghezza dall'apice del becco alla estremità della coda non è minore di un metro e sessanta centimetri. Le penne delle ali non sono tanto sovente allungate come quelle della codaperchè il loro allungamento impedirebbe l'atto del volare. Tuttavia le belle penne secondarie ocellate delle ali del fagiano Argo maschio sono lunghe quasi cinquanta centimetri29; ed in un piccolo succiacapre di Africa (Cosmetornis vexillarius) una delle penne primarie delle ali durante la stagione degli amori vien lunga fino a un metro e mezzo30mentre l'uccello stesso non ha che ventisei31 centimetri di lunghezza. In un altro genere affinissimo ai succiacapre gli steli delle penne delle ali allungate sono nuditranne all'apicedove v'è un disco. Parimente in un altro genere di succiacapre le penne della coda sono pure prodigiosamente più sviluppate; cosicchè vediamo la stessa sorta di ornamento acquistato dai maschi di uccelli intimamente affini mercè lo sviluppo di piume grandemente diverse.
È un fatto singolare che le piume di uccelli che appartengono a gruppi distinti sono state modificate quasi esattamente nello stesso modo particolare. Così le penne delle ali di uno dei sopramenzionati succiacapre sono lungo il cannello nude e terminano in un disco; o sonocome vengono talora dettefoggiate a cucchiaio o a racchetta. Queste sorta di penne si presentano sulla coda di un Motmot (Eumomota superciliaris)di un martin pescatoredi una fringilladi un uccello moscadi un pappagallodi parecchi Dicrurus ed Edolius dell'India (in uno dei quali il disco sta verticalmente)e nella coda di certi uccelli di paradiso. In questi ultimi uccelli queste pennevagamente ocellateornano il capocome pure è il caso per certi uccelli gallinacei. In una starda indiana (Sypheotides auritus) le piume che formano i ciuffi delle orecchiee che sono lunghe circa dieci centimetriterminano pure a disco. Le barbe delle penne di vari uccelli molto distinti sono filamentose o piumosecome in alcuni AironiIbisUccelli di Paradiso e Gallinacei. In altri casi le barbe scompaionolasciando nudi gli steli; e questi della coda della Pararlisea apoda giungono alla lunghezza di novanta centimetri. Le penne più corte quando sono così denudate sembrano setolecome si vedono sul petto del tacchino. Come ogni foggia passeggera di vestiario viene ammirata dall'uomocosì negli uccelli ogni mutamento della struttura o nel colorito delle piume nel maschio sembrano essere state ammirate dalla femmina. Il fatto che le piume di gruppi al tutto distinti sono state modificate in un modo analogo dipende senza dubbio primariamente da ciò che tutte le piume avendo quasi la stessa struttura e lo stesso modo di sviluppohanno conseguentemente tendenza a variare nello stesso modo. Vediamo sovente una tendenza ad una analoga variabilità nel piumaggio delle nostre razze domestiche che appartengono a specie distinte. Così i ciuffi sono comparsi in parecchie specie. In una varietà estinta di tacchini il ciuffo consisteva di piume nude sovrastate da piume caluginoseper cui rassomigliavanofino a un certo puntoalle penne a foggia di racchette sovra descritte. In certe razze di piccioni e di polli le penne sono piumose con qualche tendenza ad avere lo stelo nudo. Nell'oca di Sebastopoli le piume scapolari sono allungatissimearricciateo anche rivoltea spiracol margine piumoso.
Rispetto al colore non vi è guari da dire ora gran cosaperchè ognuno sa quanto splendide siano le tinte degli uccellie con quanta armonia siano combinate. Sovente i colori sono metallici ed iridescenti. Talora le macchie circolari sono circondate da una o da più zone ombreggiate differentementee così vengono convertite in ocelli. E neppure è necessario dir molto intorno alla meravigliosa differenza fra essio della somma bellezza dei maschi di alcuni uccelli. Il pavone comune ci presenta un esempio notevolissimo. Le femmine degli uccelli di paradiso sono di colori oscuri e prive di ogni sorta di ornamenti; mentre i maschi sono forse fra gli uccelli meglio ornatie in tante foggeche bisogna vederli per apprezzarli. Le piume allungate color d'oro aranciato che sortono di sotto le ali della Paradisea apodaquando sono rialzate verticalmente e fatte vibrareson descritte come formanti una sorta di aureolanel centro della quale il capo "appare come un piccolo sole di smeraldo con raggi formati dalle due piume". In un'altra specie molto più bella il capo è calvoe di un bell'azzurro cobalto, attraversato da parecchie linee di piume vellutate nere.
I maschi degli uccelli mosca gareggiano quasi in bellezza cogli uccelli di paradisocome ammetterà chiunque abbia veduto gli splendidi volumi del signor Gould o la sua ricca collezione. È cosa notevolissima osservare in quante fogge svariate sono ornati questi uccelli. Quasi ogni parte del piumaggio è stata migliorata o modificatae le modificazioni sono state spintecome mi ha mostrato il signor Gouldad un punto prodigioso in alcune specie che appartengono a quasi ogni sotto-gruppo. Questi casi sono curiosamente simili a quelli che noi vediamo nelle nostre razze bizzarreallevate dall'uomo per servire di ornamento: in origine certi individui variano in un carattereed altri individui appartenenti alle stesse specie in altri caratterie di queste variazioni ha tratto partito l'uomo aumentandole estremamentecome la coda del piccione pavoninoil cappuccio del giacobinoil becco ed i bargigli del messaggeree così avanti. L'unica differenza che passa fra questi casi è che in uno l'effetto è dovuto alla scelta operata dall'uomomentre nell'altrocome negli uccelli moscanegli uccelli di paradisoecc.è dovuto alla scelta sessualeche è la scelta operata dalle femmine dei maschi più belli.
Menzionerò solo un altro uccellonotevole pel grande contrasto che esiste fra i colori dei due sessicioè il famoso Chasmorhynchus niveus dell'America meridionaledi cui si può distinguere la nota alla distanza di circa tre migliae che fa le meraviglie a chi per la prima volta lo sente. Il maschio è di un bianco puromentre la femmina è verde scuro; ed il primo colore nelle specie terrestri di mole moderata e di abiti innocui è rarissimo. Parimente il maschiocome è stato descritto da Watertonha un tubo spirale lungo quasi sette centimetri che sorge alla base del becco. È di un nero lucidopunteggiato sopra di minutissime piume caluginose. Questo tubo può essere gonfiato d'aria mercè una comunicazione col palato; e quando non è gonfio pende giù da un lato. Il genere consiste di quattro speciei maschi delle quali sono molto distintimentre le femminecome le descrive il signor Sclater in un lavoro interessantissimosi rassomigliano intimamenteoffrendo così un eccellente esempio della legge comuneche nello stesso gruppo i maschi differiscono molto più fra loro che non le femmine. In una seconda specie (C. nudicollis) il maschio è pure bianco di neveeccettuato un grande spazio di pelle nuda sulla gola e intorno agli occhiche durante la stagione delle nozze è di un bel colore verde. In una terza specie (C. tricarunculatus) il capo ed il collo soltanto del maschio sono bianchiil rimanente del collo è bruno-castagnoe il maschio di questa specie è fornito di tre sporgenze filamentose lunghe quanto la metà del corpo - una che scaturisce dalla base del becco e le due altre dagli angoli della bocca.
Il piumaggio colorito e certi altri ornamenti dei maschi adulti sono talora conservati per tutta la vita o si rinnovano periodicamente in estate e nella stagione delle nozze. In questa stagione il becco e la pelle nuda intorno al capo cambiano sovente colorecome segue in alcuni aironiibisgabbianiuno dei Chasmorhynchus menzionati poco faecc. Negli ibis bianchile gotela pelle che si gonfia dalla golae la porzione basale del becco divengono cremisini. In uno dei ralliGallicrex cristatussi sviluppa una grande caruncola rossa durante questo stesso periodo sul capo del maschio. Così pure è il caso per una sottile cresta cornea sul becco di un pellicanoP. erythrorhynchus; perchè dopo la stagione delle nozze queste creste cornee cadonocome le corna dei cervie la spiaggia d'un'isola in un lago della Nevada venne trovata coperta di queste curiose spoglie.
I mutamenti di colore del piumaggio secondo la stagione dipendono prima di tutto da una doppia muta annuasecondariamente da un attuale mutamento di colore delle penne medesimee in terzo luogo da ciò che i loro margini coloriti di scuro sono periodicamente perdutioppure da questi tre processi più o meno combinati. La perdita dei margini decidui può essere paragonata al mutare che fanno i giovani uccelli il loro piumino; perchè il piumino nella maggior parte dei casi deriva dall'apice delle prime vere piume.
Rispetto agli uccelli che annualmente van soggetti ad una doppia mutaessi sonoin primo luogocerti generiper esempio i beccaccinile pernici di mare (Glareolae) ed i chiurlinei quali i due sessi si rassomigliano e non mutano colore in nessuna stagione. Non so se il piumaggio invernale sia più fitto e tenga più caldo di quello estivoche sembraquando non v'ha mutamento dl colorela causa più probabile di una doppia muta. In secondo luogovi sono uccelliper esempio certe specie di Totanus ed altre grallei sessi dei quali si rassomigliano fra loroma hanno un piumaggio invernale ed estivo un tantino differente. Tuttavia in questi casi la diversità nel colore è così leggera che può appena essere per essi un vantaggio; e può forse essere attribuita all'azione diretta delle differenti condizioni a cui gli uccelli sono esposti durante le due stagioni. In terzo luogo vi sono molti altri uccelli di cui i sessi sono similima che sono grandemente differenti nel loro piumaggio estivo ed invernale. In quarto luogovi sono uccelli i sessi dei quali differiscono fra loro nel colore; ma le femminesebbene facciano due muteconservano gli stessi colori durante tutto l'annomentre i maschi sopportano un mutamento e talora come in certe stardeun grande mutamento di colore. In quinto ed ultimo luogovi sono uccelli di cui i sessi differiscono fra loro tanto nel piumaggio invernale come nell'estivoma il maschio sopporta un mutamento maggiore in ogni stagione ricorrente che non la femmina - e di questo il Combattente (Machetes pugnax) offre una buona prova.
Rispetto alla causa od allo scopo della differenza di colore fra il piumaggio estivo e quello invernalequesto può in alcuni casicome nella pernice di montagnaservire nelle due stagioni di protezione. Quando la differenza fra i due piumaggi è lievepuò forse essere attribuitacome è stato osservatoalla azione diretta delle condizioni della vita. Ma in molti uccelli non vi può essere guari dubbio che il piumaggio estivo è di ornamentoanche quando i due sessi sono simili. Possiamo conchiudere che questo è il caso in molti aironiperchè acquistano le loro belle piume solo durante la stagione degli amori. Inoltre quelle piumequei ciuffiecc.sebbene siano posseduti dai due sessisono alle volte molto più sviluppati nel maschio che non nella femminae rassomigliano alle piume ed agli ornamenti che in altri uccelli posseggono solo i maschi. È pure noto che la reclusionealterando il sistema riproduttore degli uccelli maschiarresta di frequente lo sviluppo dei loro caratteri sessuali secondari; ed io sono informato dal signor Bartlett che otto o nove esemplari di piovanello maggiore (Tringa canutus) conservavano nel Giardino Zoologico di Londra il loro piumaggio invernale disadorno durante tutto l'anno; e da questo fatto possiamo dedurre che il piumaggio estivosebbene comune ai due sessipartecipa della natura del piumaggio esclusivamente mascolino di molti altri uccelli.
Dai sopramenzionati fattie più specialmente da ciò che nessun sesso di certi uccelli cambia colore durante una qualche muta annuao cambia così lievemente che il mutamento non può recargli grande utilee da ciò che le femmine di altre specie mutano due volte conservando tutto l'anno gli stessi coloripossiamo conchiudere che l'abito del mutare due volte nell'anno non è stato acquistato onde il maschio assuma durante la stagione delle nozze un carattere ornamentale; ma che la doppia muta essendo stata originariamente acquistata per qualche scopo distintoè venuto in seguito utile in certi casi per l'acquisto del piumaggio nuziale.
A prima vista sembra una circostanza sorprendente che in uccelli strettamente affini alcune specie sopportino regolarmente una doppia muta annuaed altre solamente una sola. Per esempiola pernice di montagna muta le penne due volte o anche tre volte all'annoed il fagiano di monte soltanto una; alcune delle splendidissime Nectariniae dell'India ed alcuni sottogeneri di pispole dai colori oscuri (Anthus) hanno doppia muta; mentre altri hanno soltanto una muta annua. Ma le graduazioni nel modo di mutare le penneche si conoscono seguire in vari uccellici dimostrano come le specieo gruppi interi di speciepossano avere acquistato originariamente la loro doppia muta annuao avendone una volta acquistato l'abitudinel'hanno poi nuovamente perduta. In certe starde ed in certi pivieri la muta invernale è lungi dall'essere compiutaalcune penne sono rinnovateed alcune mutano colore. Vi è pure ragione per credere che in certe starde ed in certi rallidiche sopportano propriamente una doppia mutaalcuni dei maschi più vecchi conservano il loro piumaggio nuziale lungo tutto l'anno. Alcune poche penne molto modificate possono soltanto venire aggiunte al piumaggio in primaveracome segue nelle penne della coda a disco di certe specie del genere Bhringa nell'Indiae nelle penne allungate del dorsodel collo o del ciuffo di certi aironi. Con cosiffatti stadi la muta invernale può divenir compiutafinchè una doppia e perfetta muta sia acquistata. Sì può anche dimostrare l'esistenza di una graduazione nella lunghezza del tempo durante il quale ogni piumaggio annuale è conservato; cosicchè uno può venir conservato per tutto l'annoe l'altro al tutto perduto. Così il Machetes pugnax conserva il suo collare per soli due mesi in primavera. Il maschio della Vedova (Chera progne) acquista in Natal il suo bel piumaggio e le lunghe piume nel dicembre o gennaioe le perde in marzo; cosicchè non le conserva che tre mesi. La maggior parte delle specie che sostengono una doppia muta conservano le loro piume d'ornamento per lo spazio di quasi sei mesi. Tuttavia il maschio del Gallus bankiva selvatico conserva le piume sfilacciate del collo per nove o dieci mesi; e quando cadonosi veggono pienamente le piume nere sottostanti. Ma nel discendente domestico di questa specie i filamenti del collo del maschio sono sostituiti immediatamente da altri nuovicosicchè noi vediamo quirispetto ad una parte nel piumaggiouna doppia mutache per l'addomesticamento è divenuta una muta unica.
Si sa benissimo come l'Anatra comune (Anas boschas) perdedopo la stagione degli amoriil suo piumaggio maschile per un periodo di tre mesidurante il quale assume quello della femmina. Il maschio del Codone (Anas acuta) perde il suo piumaggio nel brevissimo periodo di sei settimane o due mesi; e Montagu osserva che "questa doppia muta entro un così breve tempo è una straordinarissima circostanzache fa diffidare di ogni umano ragionamento". Ma colui che crede nella graduata modificazione delle specie non troverà nulla di che meravigliare scorgendo ogni sorta di graduazione. Se il codone maschio fosse per acquistare il suo nuovo piumaggio in un periodo ancor più brevele nuove piume maschili si sarebbero necessariamente mescolate colle vecchieed entrambe con alcune proprie della femmina; e questo èa quanto pareil caso nel maschio di un uccello assai affinecioè Merganser serratorperchè si dice che i maschi "sopportano un mutamento di piumaggioche li rende similifino a un certo puntoalla femmina". Mercè un acceleramento ulteriore nel processola doppia muta verrebbe al tutto perduta.
Alcuni uccelli maschicome abbiamo detto sopraacquistano in primavera colori molto più brillantinon per una muta invernalema talora per un cambiamento attuale di colore nelle penneo per la perdita dei loro margini decidui coloriti oscuramente. I mutamenti di colore compiuti in tal modo possono durare per un tempo più o meno lungo. Nel Pelecanus onocrotalus una bella tinta roseacon macchie color limone sul pettoricopre tutto il piumaggio in primaverama queste tintesiccome asserisce il signor Sclaternon durano un pezzo, scomparendo generalmente in circa sei settimane o due mesi dopo che sono state acquistate. Certe fringille perdono i margini delle penne in primaverae allora acquistano un colore più vivacementre altre fringille non van soggette a nessun mutamento. Così la Fringilla tristis degli Stati Uniti (come pure molte altre specie americane) mostrano i loro brillanti colori soltanto quando l'inverno è passatomentre il nostro cardellinoche rappresenta esattamente quest'uccello pei costumie il nostro lucarino che lo rappresenta ancor più strettamente nella strutturanon sopportano nessun mutamento annuale. Ma una differenza di questa sorta nel piumaggio di specie affini non è sorprendenteperchè nel fanello comuneche appartiene alla stessa famigliale macchie rosse della fronte e del petto non si veggono che durante la primavera in Inghilterramentre in Madera questi colori sono conservati per tutto l'anno.

Mostra che fanno gli uccelli maschi del loro piumaggio. - Ogni sorta di ornamentiacquistati sia permanentemente sia temporaneamentevengono messi in mostra con avvedutezza dai maschie servonoda quanto pareper eccitare o attirareo allettare le femmine. Ma talora i maschi fanno pompa dei loro ornamenti anche quando non sono in presenza delle femminecome segue occasionalmente nei tetraoni nei loro luoghi di riunionee come si può osservare nel pavone; tuttavia quest'ultimo uccello evidentemente desidera uno spettatore qualunquee fa bella mostra della sua bellezzacome ho veduto soventeinnanzi al pollamee anche innanzi ai maiali. Tutti i naturalisti che hanno studiato attentamente i costumi degli uccellisia allo stato di natura o in reclusionesono unanimi nel credere che i maschi si compiacciono nel far pompa della loro bellezza. Audubon parla frequentemente del maschio come occupato a cercare ogni mezzo per piacere alla femmina. Il signor Goulddopo aver descritto alcune particolari bellezze di un maschio di uccello moscadice che non dubita affatto che egli non abbia il potere di mostrarle il meglio possibile innanzi alla femmina. Il dottore Jerdon insiste su ciò che il bel piumaggio del maschio serve "ad affascinare ed attirare la femmina". Il signor Bartlettnel Giardino Zoologico di Londrami esprimeva nei termini più forti la sua opinione in questo senso.
Deve essere uno spettacolo meravigliosonelle foreste dell'Indiatrovarsi ad un tratto in mezzo a venti o trenta pavoni, mentre i maschi fanno mostra del loro splendido strascico e girano in tutta la pompa del loro orgoglio innanzi alle femmine soddisfatte. Il tacchino selvaggio rialza il suo lucido piumaggioespande la sua coda finamente zonata e le sue ali colle piume a fasceed assume al tuttocoi suoi bargigli rossi e turchiniun aspetto superbosebbene ai nostri occhi sia grottesco. Simili fatti sono stati già riferiti per ciò che riguarda varie sorta di tetraoni. Veniamo ora ad un altro Ordine. La Rupicola crocea maschio è uno dei più splendidi uccelli del mondoessendo di un colore arancio brillante con alcune penne curiosamente troncate e piumose. La femmina è verde-bruniccioombreggiata di rossoed ha una cresta molto più piccola. Sir R. Schomburgk ha descritto il loro corteggiamento; egli trovò un loro luogo di riunione dove v'erano dieci maschi e due femmine. Lo spazio aveva il diametro di un metro e venti centimetri a un metro e mezzoe sembrava esser stato ripulito da ogni filo d'erba e spianato come dalla mano dell'uomo. Un maschio "stava facendo capriole con evidente soddisfazione di parecchi altri. Ora spiegava le ali sporgendo in su il capoora apriva la coda come un ventaglioora camminava fieramente con passo saltellante finchè era stanco; allora emetteva una certa notae veniva sostituito da un altro. In tal modo tre di essi successivamente entrarono in campoe allora tutti contenti si ritirarono per riposare". Gli Indianionde impadronirsi delle loro pelliaspettano in uno dei luoghi di riunione finchè gli uccelli sono impegnati seriamente nei loro giuochie allora possono ucciderecolle loro frecce avvelenatequattro o cinque maschi uno dopo l'altro. Negli uccelli di paradiso una dozzina o più di maschi in pieno piumaggio si riuniscono sopra un albero per compiere le loro danzecome vengono dette dagli indigeni; e là volando in giroalzando le ali e sollevando le loro stupende piumee facendole vibrarefanno sìcome dice il signor Wallaceche tutto l'albero sembra pieno di piume ondeggianti. Quando sono cosiffattamente impegnati divengono tanta assorti che un abile arciere può uccidere tutto il branco. Si dice che questi uccelliquando sono tenuti in reclusione nell'Arcipelago Malesehanno cura di tenersi pulite le piumesollevandole spessoesaminandolee togliendo via ogni macchia di sudiciume. Un osservatore che ne tenne vivo qualche paionon dubita che la mostra che faceva il maschio non fosse collo scopo di piacere alla femmina.
Il fagiano dorato (Thaumalea picta) durante il corteggiamento non solo espande e rialza il suo merletto di piumema lo giracome ho veduto io stessoobliquamente verso la femmina da qualunque lato questa si trovievidentemente acciò che una larga superficie possa essere messa in mostra innanzi a lei. Il signor Bartlett ha osservato un Polyplectron maschio nell'atto del corteggiaree mi ha mostrato un individuo impagliato nell'atteggiamento che aveva preso. La coda e le penne delle ali di questo uccello sono ornate di begli ocellisimili a quelli della coda del pavone. Oraquando il pavone fa bella mostra di sèallarga e rialza la coda trasversalmente al corpoperchè sta in faccia alla femminae deve mostrarlenello stesso tempola gola ed il petto riccamente coloriti di turchino. Ma il petto del Polyplectron ha colori oscurie gli ocelli non si limitano alle piume della coda. In conseguenza il Polyplectron non si mette in faccia alla femminama rialza ed espande le piume della coda un po' obliquamentepiegando l'ala allargata dallo stesso lato e rialzando quella del lato opposto. In questa attitudine gli ocelli sono esposti sopra tutto il corpo innanzi agli occhi della femmina che sta ammirandoli molto estesamente. Da qualunque parte essa possa girarele ali allargate e la coda obliquamente rialzata vengono rivolte verso di lei. Il maschio del fagiano Tragopan opera quasi nello stesso modoperchè rialza le piume del corposebbene non l'ala medesimadal lato che è opposto alla femminae che sarebbe altrimenti nascostocosicchè quasi tutte le sue piume vagamente macchiate sono messe in mostra nel medesimo tempo.
Il caso del fagiano Argo è ancor più notevole. Le remiganti secondarie immensamente sviluppateche sono proprie del maschiosono ornate di una fila di venti a ventitrè ocelliognuno dei quali ha il diametro di ventisei millimetri. Le piume sono pure elegantemente segnate di fasce oblique oscure e file di macchiecome quelle combinate della tigre e del leopardo. Gli ocelli sono tanto vagamente ombreggiati chesiccome osserva il duca d'Argyllsembrano simili ad un occhio che sta dentro la sua orbita. Ma quando guardai l'esemplare del Museo Britannicoche è preparato colle ali espanse e strascicantirimasi molto disingannatoperchè gli ocelli parevano piatti o anche concavi. Tuttavia il signor Gould mi spiegò subito il fattoperchè egli aveva disegnato un maschio mentre stava pavoneggiandosi. Allora le lunghe penne secondarie delle due ali vengono rialzate ed espanse verticalmente; e questeinsieme colle penne della coda enormemente allungateformano un grande e diritto ventaglio semicircolare. Oraappena le copritrici delle ali sono tenute in questa posizionee la luce brilla al disopra di essespicca l'effetto pieno delle ombreed ogni ocello rassomiglia repentinamente ad un occhio dentro l'orbita. Queste penne son state mostrate a parecchi artistie tutti hanno espresso la loro ammirazione per quel perfetto ombreggiamento. Si può ora domandare se quegli ornamenti così artisticamente dipinti siano prodotti dalla scelta sessuale. Ma sarà meglio differire a rispondere a ciò finchè non tratteremo nel prossimo capitolo del principio di graduazione.
Le remiganti primarieche in molti uccelli gallinacei sono uniformemente coloritesono nel fagiano Argo oggetti non meno meravigliosi che non le remiganti secondarie. Sono esse di una dolce tinta bruna con moltissime macchie oscureognuna delle quali è fatta di due o tre gocce nere circondate da una zona oscura. Ma l'ornamento principale è uno spazio parallelo allo stelo turchino-scuroche forma nel disegno una perfetta seconda piuma posata dentro la vera penna. Questa parte interna è colorita di un color castagno-chiaroed è finamente goccettata di minuti punti bianchi. Ho mostrato questa penna a parecchie personee molti l'hanno trovata ancor più bella delle penne ad occhio ed hanno asserito che pareva piuttosto opera dell'arte che non della natura. Ora queste piume sono al tutto nascoste in ogni occasione ordinaria della vitama vengono mostrate allorchè le penne secondarie si rialzanosebbene in modo molto differente; perchè sono allargate di faccia come due piccoli ventagli o scudiuno per ogni lato del petto presso il terreno.
Il caso del fagiano maschio Argo è sommamente interessante perchè somministra una buona prova che la più raffinata bellezza può solo servire per allettare la femmina e non per alcun altro scopo. Dobbiamo conchiudere che questo è il casoperchè le remiganti primarie non sono mai messe in vistae gli ornamenti fatti ad occhi non sono mostrati nella loro più grande perfezione tranne quando il maschio assume l'atto del corteggiare. Il fagiano Argo non ha colori brillanticosicchè la sua buona riuscita nel corteggiare sembra essere stato l'effetto della grande mole delle sue piumee della elaborazione dei più eleganti modelli. Molti dichiareranno che è al tutto impossibile che la femmina di un uccello possa apprezzare le belle tinte e le forme squisite. Senza dubbioè un fatto meraviglioso che essa possegga questo gusto in un grado quasi umanosebbene forse ammiri piuttosto l'effetto generale anzichè ogni particolare separato. Colui che crede di potere con sicurezza misurare la scelta ed il gusto degli animali inferioripuò negare che la femmina del fagiano Argo sappia apprezzare una cosiffattamente raffinata bellezza; ma sarà obbligato ad ammettere che gli strani atteggiamenti presi dal maschio durante l'atto del corteggiamentoper cui la meravigliosa bellezza del suo piumaggio viene a spiegarsi pienamentenon hanno scopo alcuno; e questa è una conclusione che io non ammetterò mai.
Quantunque tanti fagiani e tanti uccelli gallinacei affini facciano mostra del loro bel piumaggio innanzi alle femmineè notevolecome m'informa il signor Bartlettche questo non è il caso pel fagiano orecchiuto ed il fagiano di Wallich dai colori oscuri (Crossoptilon auritum e Phasianus Wallichii); cosicchè questi uccelli sembrano conoscere che hanno poca bellezza da mettere in mostra. Il signor Bartlett non ha mai veduto i maschi di nessuna di queste due specie combattere assiemesebbene non abbia avuto tanta opportunità di studiare il fagiano di Wallich come il fagiano orecchiuto. Parimente il signor Jenner Weir ha trovato che tutti gli uccelli maschi forniti di splendido e bene caratterizzato piumaggio sono più battaglieri che non le specie che hanno colori sbiaditi e che appartengono ai medesimi gruppi. Per esempio il cardellino è molto più battagliero del fanelloed il merlo più del tordo. Quegli uccelli che van soggetti ad un mutamento di piumaggio stagionale divengono pure più battaglieri in quel periodo in cui sono più vivacemente adorni. Senza dubbio i maschi di alcuni uccelli dai colori oscuri combattono disperatamente insiemema sembra che quando la scelta sessuale ha avuta una potente azionee ha dato colori brillanti ai maschi di qualsiasi specieha pure spesso dato loro una forte tendenza a divenir battaglieri. Incontreremotrattando dei mammifericasi a un dipresso analoghi. D'altra parte negli uccelli la facoltà del canto e i colori brillanti sono stati raramente acquistati insieme dai maschi della specie; ma in questo caso il vantaggio acquistato sarebbe stato identicamente il medesimocioè la riuscita nel piacere alla femmina. Nondimeno bisogna confessare che i maschi di parecchi uccelli dagli splendidi colori hanno avuto le loro piume specialmente modificate per lo scopo di produrre musica strumentalesebbene la bellezza di questa non possa essere paragonataalmeno secondo il nostro gustocon quella della musica vocale di molti cantatori.
Veniamo ora ai maschi di quegli uccelli che non hanno ornamenti di sortama che tuttavia spieganodurante il corteggiamentotutte le attrattive che possono possedere. Questi casi sono per certi rispetti più curiosi dei precedentie sono poco notati. Sono debitore dei seguenti fatti scelti fra una buona raccolta di pregevoli note mandatemi dai signor Jenner Weirche ha tenuto lungamente molte sorta di uccelli che comprendevano tutte le Fringillidae ed Emberizidae dell'Inghilterra. Il ciuffolotto si avanza in faccia alla femminapoi spinge avanti il pettoper cui sono esposte all'occhio in tal modo molte più penne rosse che non sarebbe il caso altrimenti. Nel tempo stesso volge e piega la sua nera coda da una parte e dall'altra nel modo più ridicolo. Il fringuello maschio parimente si mette di fronte alla femmina mostrando così il suo petto rosso e il capo cilestro; nello stesso tempo le ali sono un tantino allargateper cui le fasce di un bianco puro che stanno nelle spalle fanno così maggior figura. Il fanello comune distende così il suo rosso pettoespande un tantino le sue brune ali e la sua codacercando di farle comparire il meglio possibile mettendo in mostra i loro bianchi margini. Tuttavia dobbiamo andar guardinghi nell'asserire che le ali siano allargate pel solo scopo di metterle in mostraperchè alcuni uccelli che non hanno belle ali le espongono nello stesso modo. Questo è il caso pel gallo domestico: ma è sempre l'ala del lato opposto alla femmina che viene allargatae contemporaneamente trascinata sul terreno. Il cardellino maschio si comporta differentemente da tutte le altre fringille: le sue ali sono bellementre le spalle sono nerecolle remiganti dai margini scuri con macchie bianche orlate di giallo-oro. Quando fa la corte alla femmina egli fa manovrare il suo corpo da una parte e dall'altrae volge in fretta le sue ali lievemente allargate prima da un lato poi dall'altrocon un effetto abbagliante di luce dorata. Nessun'altra fringilla inglesecome mi informa il signor Weirsi volge durante il corteggiamento da un lato e dall'altro in simil modo; neppure il lucarino maschio strettamente affineperchè facendo così non aumenterebbe per nulla la propria bellezza.
La maggior parte degli zigoli d'Inghilterra sono uccelli dai colori semplici; ma in primavera le penne del capo del migliarino di padule maschio (Emberiza schoeniculus) acquistano un bel colore nero per l'abrasione delle punte brune; e queste nell'atto dei corteggiamenti vengono rialzate. Il signor Weir ha tenuto due specie di Amadina di Australia: l'A. castanotis è una piccolissima fringilla dai casti coloricolla coda brunail groppone bianco e le cuopritrici superiori della coda di un bel nero; ognuna delle quali è segnata di tre grandi e vistose macchie ovali bianche. Questa specie quando è nell'atto del corteggiare la femmina allarga lievemente e fa vibrare queste cuopritrici della coda parzialmente colorite in modo singolarissimo. Il maschio dell'Amadina Lathami si comporta molto diversamentemettendo in mostra innanzi alla femmina il suo petto brillantemente macchiettato ed il groppone scarlatto e le cuopritrici superiori pure rosso-scarlatto. Posso qui aggiungere dal dottor Jerdonche il Bulbul indiano (Pycnonotus haemorrhous) ha le cuopritrici inferiori della coda cremisinee si potrebbe credere che la bellezza di queste penne non possa mai essere veduta; ma quest'uccello "quando è eccitato spesso le spande lateralmenteperciò si possono vedere anche di sopra". Il piccione comune ha sul petto piume iridescentie tutti possono aver veduto in qual modo il maschio gonfia il petto mentre corteggia la femminafacendo figurare il più possibile quelle piume. Uno dei bei piccioni di Australia dalle ali bronzate (Ocyphaps lophotes) si comportada quello che mi ha detto il signor Weirin modo molto diverso; il maschio mentre sta innanzi alla femmina piega il capo quasi fino a terraallarga e rialza perpendicolarmente la coda ed espande a metà le sue ali. Egli allora lentamente ed alternativamente rialza ed abbassa il corpocosicchè le penne metalliche iridescenti vengono ad un tempo messe in mostra e brillano al sole.
Sono stati ora riferiti fatti sufficienti per mostrare con quanta cura gli uccelli maschi fan pompa delle loro varie bellezzee questo fanno con abilità sorprendente. Mentre ravviano le loro piume hanno frequenti occasioni di ammirarsi e di studiare il modo di far meglio risaltare la loro bellezza. Ma siccome i maschi della stessa specie fanno pompa di loro stessi precisamente nel medesimo modosembra che certe azionidapprima forse intenzionalisiano divenute istintive. Se ciò è veronon dobbiamo accusare gli uccelli di essere consapevolmente vanitosi; tuttavia quando vediamo il pavone andar attorno tutto tronfiocolle penne della coda allargate e vibrantici sembra il vero emblema dell'orgoglio e della vanità.
I vari ornamenti che posseggono i maschi sono certo importantissimi per essiperchè sono stati acquistati in alcuni casi alle spese della facoltà del volo e della corsache sono divenute in tal modo molto impacciate. Il succiacapre africano (Cosmetornis)il quale durante la stagione degli amori ha una delle remiganti primarie delle ali sviluppata in una lunghissima banderuolariman così molto impacciato nel suo voloquantunque in altri tempi sia notevole per la sua sveltezza. La "grande mole" delle remiganti secondarie del fagiano Argo maschio dicesi "che impedisca quasi al tutto all'uccello di volare". Le belle piume dei maschi degli uccelli di paradiso li impacciano quando soffia forte il vento. Le copritrici della coda estremamente lunghe del maschio della vedova (Vidua) dell'Africa meridionale rendono "il loro volo pesante"; ma appena le ha perdute vola bene quanto la femmina. Siccome gli uccelli si propagano quando il cibo è abbondanteè probabile che i maschi non soffrono molto disturbo nella ricerca del cibo per questo impaccio nella facoltà di muoversi; ma non vi può essere guari dubbio che debbano essere molto più in pericolo di venir presi dagli uccelli di rapina. Come pure non possiamo dubitare che il lungo strascico del pavone e la lunga coda e le lunghe penne delle ali del fagiano Argo debbano renderli una preda molto più facile per ogni belvacome il gatto tigredi quello che sarebbe il caso. Anche i colori brillanti di molti uccelli maschi non possono a meno di metterli più in vista di ogni sorta di nemico. Quindi è probabilecome ha notato il signor Gouldche cosiffatti uccelli sono in generale timidicome se fossero consapevoli che la loro bellezza è per essi sorgente di pericoloe sono più difficili da scoprire e da avvicinare che non le femmine colorite di scuro e meno diffidenti al paragoneo che non i maschi giovani ancora disadorni.
È un fatto ancor più curioso che i maschi di alcuni uccelli che sono forniti di armi speciali per combatteree che allo stato di natura sono così battaglieri che sovente si uccidono a vicendasoffrono per avere certi ornamenti. Quelli che fanno combattere i galli tolgon via le piume del petto e tagliano la cresta e i bargigli dei loro galli; allora si dice che l'uccello è armato in guerra. Un uccello non armatosiccome asserisce il signor Tegetmeierha molto svantaggio; la cresta ed i bargigli offrono una facile presa al becco del suo avversario, e siccome un gallo colpisce sempre quello che tiene, quando una volta ha ghermito il nemico, egli lo ha al tutto in suo potere. Supponendo anche che l'uccello non venga ucciso, la perdita del sangue sofferta da un uccello non armato è molto maggiore di quella che sopporta uno che sia stato preparato. I galli d'India giovani quando combattono si afferrano sempre pei bargiglied io suppongo che i maschi vecchi si battono nello stesso modo. Si potrà forse dire che la cresta ed i bargigli non sono ornamenti e non possono servire a questo fine agli uccelli; ma anche ai nostri occhi la bellezza del gallo nero-lucido spagnuolo risalta molto per la sua bianca faccia e la cresta rossa; e chiunque abbia veduto gli splendidi bargigli turchini del fagiano Tragopanquando li distende nell'atto del corteggiamentonon potrà mettere in dubbio per un momento che la bellezza non sia lo scopo ottenuto. Dai fatti precedenti noi vediamo chiaramente che le piume e gli altri ornamenti del maschio debbono essere per esso di grandissima importanza; e vedremo in seguito che la bellezza è in alcuni casi ancor più importante che non la vittoria ottenuta in battaglia.


CAPITOLO XIV.

UCCELLIcontinuazione.

Scelta operata dalla femmina - Durata del corteggiamento - Uccelli disappaiati - Qualità mentali e gusto del bello - Preferenza o antipatia mostrata dalla femmina per certi maschi - Variabilità degli uccelli - Variazioni talora repentine - Leggi di variazione - Formazione degli ocelli - Graduazioni di carattere - Caso del Pavonedel fagiano Argo e dell'Urosticte.

Allorchè i sessi differiscono nella bellezzanella potenza del cantoo nel produrre ciò che ho chiamato musica strumentaleè quasi invariabilmente il maschio quello che supera la femmina. Queste qualitàcome abbiamo veduto testèsono evidentemente di grande importanza pel maschio. Quando le acquista solo per una parte dell'annoè sempre un po' prima della stagione delle nozze. Il maschio soltanto mette con studio in evidenza le sue varie attrattivee sovente assume strani atteggiamenti sul terreno o nell'ariain presenza della femmina. Ogni maschio scaccia ose puòuccide i suoi rivali. Quindi possiamo conchiudere che lo scopo del maschio è quello d'indurre la femmina ad accoppiarsi secoluie perciò tenta di eccitarla od allettarla in vari modi; e questa è l'opinione di tutti coloro che hanno attentamente studiati i costumi degli uccelli viventi. Ma vi rimane una questione che ha un importantissimo rapporto colla scelta sessualecioèogni maschio della stessa specie può eccitare ed allettare egualmente la femmina? Oppure esercita questa una sceltae preferisce certi maschi? Si può rispondere affermativamente a questa domandaadducendo prove dirette ed indirette. È molto più malagevole definire quali sono le qualità che determinano la scelta delle femmine; ma anche per questo abbiamo alcune prove dirette ed indirette le quali confermano che sono in gran parte le attrattive esterne del maschiosebbene vengano pure in giuoco il vigoreil coraggioed altre qualità mentali. Cominceremo colla prova indiretta.
Durata del corteggiamento. - Il lungo periodo durante il quale i due sessi di certi uccelli s'incontrano alcuni giorni di seguito in un luogo particolaredipende probabilmente in parte da ciò che il corteggiamento è un affare lungoed in parte dal ripetere che fanno l'atto dell'accoppiamento. Così in Germania ed in Scandinavia i balzen o leks dei fagiani di monte durano dalla metà di marzotutto aprilee fino al maggio. Un quaranta o cinquanta e più uccelli si raccolgono insieme nei lekse sovente lo stesso luogo è frequentato per vari anni susseguenti. Il lek del gallo cedrone dura dalla fine di marzo fino alla metà od anche alla fine di maggio. Nell'America settentrionale i "balli delle pernici" del Tetrao phasianellus "durano oltre un mese". Altre sorta di tetraoni tanto dell'America settentrionale come della Siberia orientale hanno quasi gli stessi costumi. Gli uccellatori scoprono i monticelli ove i combattenti si raccolgono pel terreno denudato di ogni erbettae questo dimostra che lo stesso luogo è frequentato lungamente. Gl'indigeni della Guiana conoscono bene quelle arene spianate dove sanno di trovare le belle Rupicoleed i nativi della Nuova Guinea conoscono gli alberi ove da dieci a venti Uccelli di Paradiso maschicol loro ben fornito piumaggiostanno raccolti. In quest'ultimo caso non è espressamente fermato che le femmine s'incontrano sugli stessi alberima i cacciatorise non vengono richiesti a bella posta di ciònon fanno probabilmente menzione della presenza delle femmineperchè le loro pelli non hanno valore. Piccoli branchi di un Passero Africano (Ploceus) si riunisconodurante la stagione delle nozzee compiono durante varie ore le loro graziose evoluzioni. Grandi stormi di Croccoloni (Scolopax major) si riuniscono a sera in un paduleed il medesimo luogo viene frequentato per vari anni; colà si veggono correre per ogni lato "come tanti grossi topi"rabbuffando le pennebattendo le alie mandando le più strane grida.
Alcuni fra gli uccelli sopra menzionaticioè il fagiano di monteil gallo cedroneil fagiano tetraoneil combattenteil croccolonee forse alcuni altrisonoper quanto si credepoligami. Per questi uccelli può essere creduto che i maschi più forti avrebbero scacciato i più debolie quindi si sarebbero impadroniti del maggior numero di femmine possibile; ma se è indispensabile pel maschio eccitare o piacere alla femminapossiamo comprendere la lunghezza del corteggiamento e la riunione di tanti individui dei due sessi nel medesimo luogo. Certe specieche sono strettamente monogametengono parimente riunioni nuziali; questo sembra essere il caso nella Scandinavia per una pernice di montagnae i loro giuochi durano dalla metà di marzo alla metà di maggio. In Australia l'Uccello lira o Menura superba forma "monticelli rotondi"e la M. Alberti si scava buchi profondio come vengono detti dagli indigeni luoghi fortificatidove si crede che si riuniscano ambo i sessi. Le riunioni della M. Superba sono talvolta numerosissime; ed un viaggiatore ha pubblicato ultimamente di aver udito in una valle sotto di luifittamente ricoperta di boscagliauno strepito che gli fece molta meraviglia; essendosi trascinato verso quel luogoegli vide con suo gran stupore cento e cinquanta circa di questi magnifici uccelli lira maschidisposti in ordine di battagliache combattevano con indicibile accanimento. I pergolati delle Clamidere sono frequentati dai due sessi durante la stagione delle nozze; e "colà i maschi s'incontrano e si contendono fra loro i favori delle femminee queste si riuniscono e stanno civettando coi maschi". In due specie del genere lo stesso pergolato è frequentato durante molti anni.
La Gazzera comune (Corvus picaLinn.) come mi ha riferito il Reverendo W. Darwin Foxsoleva venire da tutte le parti della foresta Delamereonde celebrare "le grandi nozze gazzerine". Alcuni anni or sono questi uccelli erano in numero straordinariocosicchè un cacciatore uccise un mattino diciannove maschi e un altro con un solo colpo di fucile prese sette uccelli sullo stesso posatoio. Quando erano tanto numerosisolevano raccogliersi in principio di primavera in certi luoghi particolariove si potevano vedere in branchicinguettandotalora combattendosaltellando e volando fra gli alberi. Tutta quella faccenda era considerata dagli uccelli come importantissima. Poco dopo le adunanze si separavano tuttie il signor Fox ed altri osservarono che si erano appaiati per tutta la stagione. In una regione ove una specie non è molto numerosanon possononaturalmenteaver luogo queste adunanzee la stessa specie può avere costumi diversi nelle differenti contrade. Per esempionon ho mai incontrato in Scozia nessuna di quelle regolari assemblee dei fagiani di monte; tuttavia queste adunanze sono tanto note in Germania e nella Scandinaviache hanno un nome speciale.

Uccelli disappaiati. - Dai fatti esposti testè noi possiamo conchiudere che negli uccelli che appartengono a gruppi molto differenti il corteggio è sovente una faccenda lungadelicata e piena di noie. Vi è anche ragione per supporreper quanto ciò a prima vista sembri improbabileche alcuni maschi e alcune femmine della stessa specieche abitano la medesima regionenon sempre si piacciono a vicendaed in conseguenza non si accoppiino. Sono state pubblicate molte relazioni intorno al fatto di un maschio o di una femmina stati uccisie che sono subito stati rimpiazzati da altri. Ciò si è osservato più spesso nella gazzera che non in nessun altro uccelloe ciò si deve forse all'aspetto vistoso del loro nido. L'illustre Jenner asserisce che in Wiltshire uno degli individui del paio veniva ucciso almeno sette volte successivamente "ma senza effettoperchè la gazzera che rimaneva trovava subito un altro compagno"; e l'ultimo paio allevò i piccoli. Generalmente il giorno dopo si trova un nuovo compagno; ma il signor Thompson cita il caso di uno che fu sostituito la sera del medesimo giorno. Anche dopo che le uova sono schiusese uno degli uccelli vecchi viene uccisose ne trova in breve un altro; questo ebbe luogo dopo un intervallo di due giorniin un caso recentemente osservato da uno dei guardacaccia di sir J. Lubbock.
La prima e più ovvia congettura è quella che i maschi delle gazzere sono molto più numerosi che non le femmine; e che nei casi sopra riferiticome in molti altri che si potrebbero citarei maschi soli sono stati uccisi. Questoda quanto paresi avvera in alcuni casiperchè i guardacaccia della Foresta di Delamere assicuravano al signor Foxche le gazzere e le cornacchie nere che essi dapprima avevano ucciso successivamente in gran numero intorno ai nidierano tutti maschi; e riferivano questo fatto a ciò che i maschi vengono uccisi più agevolmente mentre portano il nutrimento alle femmine che covano. Macgillivray tuttavia riferiscesull'autorità di un eccellente osservatoreun caso di tre gazzere che vennero uccise successivamente sullo stesso nidoe che erano tutte femmine; e un altro caso di sei gazzere uccise successivamente mentre erano sulle uovaciò che rende probabile che la maggior parte fossero femminesebbene il maschio covi le uovasiccome ho udito dal signor Foxquando la femmina è uccisa.
Il guardacaccia di sir J. Lubbock ha ripetutamente uccisonon può dire quante volteun individuo di un paio di ghiandaie (Garrulus glandarius)e non ha mai mancato di trovare in breve il superstite rimaritato. Il Rev. W. D. Foxil signor F. Bonded altri hanno ucciso un individuo di un paio di cornacchie nere (Corcus corone)ma il nido venne di nuovo abitato da una coppia. Questi uccelli sono piuttosto comuni; ma il falcone (Falco peregrinus) è raroe tuttavia il signor Thompson asserisce che in Irlanda "se un maschio od una femmina adulti vengono uccisi nella stagione delle nozze (circostanza non insolita)in pochissimi giorni si trova un altro compagnocosicchè i rapacimalgrado questi accidentison certi di compiere l'allevamento dei piccoli". Il signor Jenner Weir ha saputo che segue lo stesso pei falconi a Beachy Head. Lo stesso osservatore m'informa che tre gheppi tutti maschi (Falco tinnunculus) furono uccisi l'uno dopo l'altro mentre accudivano il medesimo nido; due di questi avevano il piumaggio degli adultiil terzo aveva quello dell'anno precedente. Anche per l'aquila realepiuttosto rara (Aquila chrysaëtos)il signor Birkbeck venne assicurato da un guardacaccia scozzese degno di fedeche se uno viene uccisose ne trova subito un altro. Così col Barbagianni (Strix flammea)è stato osservato che "il superstite trovò prontamente un compagnoed il fallo ebbe compimento".
White di Selborneche riferì il caso del barbagianniaggiunge che egli conosce un uomo il qualeavendo creduto che le pernici dopo l'appaiamento vengono disturbate dai maschi combattentisoleva tirare sempre a questie sebbene egli avesse reso vedova la stessa femminaessa sempre si provvedeva di un nuovo compagno. Questo stesso naturalista ordinava che i passeri i quali toglievano i loro nidi ai balestrucci fossero uccisi; ma quello che rimaneva "fosse maschio o femminasi procurava un compagnoe così varie volte di seguito". Potrei aggiungere casi analoghi intorno al fringuelloall'usignuolo ed al codirosso. Rispetto a quest'ultimo uccello (Phoenicura ruticilla) lo scrittore osserva che non era per nulla comune nel contornoed egli si meraviglia come mai potesse la femmina covante dar così presto avviso della sua vedovanza. Il signor Jenner Weir mi ha riferito un caso quasi consimile; a Blackheath egli non vede nè sente mai la nota del ciuffolotto selvaticotuttaviaquando uno dei maschi che tiene in gabbia veniva a morireuno selvatico nel corso di pochi giorni non mancava generalmente di arrivare e di appollaiarsi accanto alla femmina vedovadi cui la nota di richiamo è lungi dall'essere sonora. Darò solo un altro fattosull'autorità dello stesso osservatore; un individuo di un paio di storni (Sturnus vulgaris) venne ucciso al mattino; a mezzogiorno si rinvenne un nuovo compagno; questo venne pure uccisoma prima della notte il paio fu compiuto; cosicchè la vedova sconsolata o il vedovo si consolò tre volte nello stesso giorno. Il signor Engleheart mi informa pure che egli soleva durante parecchi anni uccidere un individuo di un paio di storni che facevano il nido in una buca di una casa a Blackheart; ma la perdita veniva immediatamente riparata. Durante una stagione egli tenne conto e trovò che aveva ucciso trentacinque uccelli dello stesso nido; questi erano in parte maschi e in parte femminema non può dire in quale proporzione; nondimenomalgrado questa distruzioneuna nidiata venne allevata.
Certo questi fatti sono notevoli. Come mai segue che tanti uccelli sono pronti per rimpiazzare un compagno? Gazzeghiandaiecorvipernici ed alcuni altri uccellinon si vedono mai in primavera solie questi offrono a prima vista i casi più dubbiosi. Ma uccelli dello stesso sessoquantunquecome è naturalenon veramente appaiatitalvolta vivono in coppie o in branchetticome si sa essere il caso pei piccioni e le pernici. Talora anche gli uccelli vivono tre insiemecome è stato osservato fra stornellicorvipassere e pernici. Nelle pernici si sa che due femmine vivono con un maschioe due maschi con una femmina. In tutti questi casi è probabile che l'unione potrebbe venire agevolmente rotta. Si sono uditi certi maschi emettere occasionalmente il loro canto amoroso molto dopo il tempo solitomostrando che hanno perduto la compagna o non hanno mai potuto conquistarne una. La morte per accidente o per malattia di un individuo della coppia deve lasciare l'altro uccello libero e solo; e vi è ragione per credere che gli uccelli femmine durante la stagione degli amori vanno specialmente soggette ad una morte prematura. Parimente gli uccelli cui è stato distrutto il nidoo coppie infecondeo individui ritardataridebbono indursi con facilità ad abbandonare i compagnie debbono probabilmente esser lieti di partecipare il più possibile alle gioie ed ai doveri dell'allevamento dei piccolianche quando questi non sono loro propri. Questa sorte di contingenze spiegano probabilmente la maggior parte dei casi sopramenzionati. Nondimeno è un fatto strano che nella stessa regionein piena stagione degli amorivi siano tanti maschi o femmine sempre pronti a riparare le perdite di un uccello appaiato. Perchè quegli uccelli che fanno da riserva non si appaiano insieme immediatamente? Non abbiamo noi qualche ragione per supporree questo sospetto è venuto al signor Jenner Weirche siccome l'atto del corteggiamento sembra essere per molti uccelli una faccenda noiosa e lungacosì segua occasionalmente che certi maschi e certe femmine non riescanodurante la stagione adattaad ispirarsi amore vicendevoleed in conseguenza a non appaiarsi? Questo sospetto sembrerà meno improbabile allorchè avremo veduto quali forti antipatie e preferenze provano talvolta le femmine degli uccelli verso certi maschi.

Qualità mentali degli uccellie loro gusto del bello. - Prima d'inoltrarci ancora a discutere se le femmine scelgano i maschi più attraenti o accettino i primi che incontranosarà utile considerare brevemente le facoltà mentali degli uccelli. Generalmentee forse giustamentela loro ragione è considerata siccome ad un livello piuttosto basso; tuttavia alcuni fatti si potrebbero addurre che fanno conchiudere in modo opposto. Tuttavia gli scarsi poteri di ragionamento sono compatibilisiccome vediamo nel genere umanocon forti affezionicon acuta percezioneed un gusto pel bello; ed è di queste ultime facoltà che noi ci occupiamo. È stato sovente asserito che i pappagalli si affezionano talmente l'uno all'altroche quando uno muorel'altro rimane lungamente accorato; ma il signor Jenner Weir crede che in molti uccelli la forza del loro affetto è stata molto esagerata. Nondimeno quando un individuo di un paio allo stato di natura è stato uccisosi è udito il superstite mandare per molti giorni un grido lamentoso di richiamo; ed il signor Saint-John riferisce vari fatti che dimostrano l'affetto di uccelli appaiati. Tuttaviastornicome abbiamo vedutopossono consolarsi tre volte in un giorno della perdita dei loro compagni. Nel Giardino zoologico di Londra certi pappagalli hanno riconosciuto evidentemente i loro antichi padroni dopo un intervallo di alcuni mesi. I piccioni hanno una tale buona memoria delle localitàche si sa benissimo che sono ritornati alle loro antiche dimore dopo un intervallo di nove mesi: tuttaviasiccome ho udito dal signor Harrison Weirse gl'individui di un paio che naturalmente dovrebbero rimanere uniti per tutta la vita vengono tenuti separati per poche settimane durante l'inverno ed appaiati con altri uccellii due quando sono dl nuovo rimessi insiemedi radoo forse non maisi riconoscono.
Talvolta gli uccelli mostrano sentimenti di benevolenza; essi nutriranno i piccoli abbandonati anche di specie distintema forse questo deve essere considerato come uno sbaglio d'istinto. Essi daranno da mangiarecome abbiamo dimostrato in una parte precedente di questo lavoroad uccelli adulti della loro propria specie divenuti ciechi. Il signor Buxton dà una curiosa relazione di un pappagallo che prese cura di un uccello di una specie distinta intirizzito dal gelone ripulì le piume e lo difese dalle aggressioni di altri pappagalli che giravano intorno al suo giardino. È un fatto ancor più curioso quello che questi uccelli provanoda quanto pareuna certa simpatia pei piaceri dei loro compagni. Quando una coppia di cacatue faceva il nido in un albero di acacia "era ridicolo vedere lo strano interesse che prendevano alla costruzione gli altri della stessa specie".
Gli uccelli posseggono acute facoltà dl osservazione. Ogni uccello accoppiatonaturalmentericonosce il suo compagno. Audubon asserisce che nei Mimi poliglotti degli Stati Uniti (Mimus polyglottus) un certo numero rimane tutto l'anno nella Louisianamentre gli altri emigrano negli Stati Orientali; questi ultimiquando ritornanosono riconosciuti all'istantee sempre aggreditidai loro parenti meridionali. Gli uccelli rinchiusi distinguono differenti personecome è dimostrato dalla forte e permanente antipatia o affetto che dimostrano senza causa apparente verso certi individui. Ho udito parlare di molti di questi casi di ghiandaiedi pernicidi canarinie specialmente di ciuffolotti. Il signor Hussey ha descritto il modo straordinario con cui una pernice addomesticata riconosceva ogni persona; ed i suoi amori ed i suoi odii erano fortissimi. Quest'uccello si dimostrava amante dei colori vivacie ogni nuovo vestito o cappellino non poteva essere messo senza attirare l'attenzione dell'uccello. Il signor Hewitt ha descritto accuratamente i costumi di alcune anatre (venute di fresco da individui selvatici)le qualiquando si accostava un cane o un gatto estraneosi slanciavano a capofitto nell'acquae si affaticavano in tentativi di fuga; ma conoscevano così bene i cani ed i gatti del signor Hewittche questi stavano sdraiati al sole accanto a quelle. Si allontanavano sempre da ogni uomo estraneoe facevano lo stesso colla signora che le accudiva quando faceva qualche grande mutamento nella sua foggia di vestire. Audubon racconta che egli aveva allevato e addomesticato un tacchino selvatico il quale correva sempre via quando veniva un cane estraneo; quest'uccello fuggì nei boschi; ed alcuni giorni dopo Audubon videcome credevaun tacchino selvatico e gli fece dar caccia dal suo cane; ma con sua meraviglia l'uccello non volò viae quando egli si avvicinò vide il cane che non aggrediva l'uccelloperchè si erano riconosciuti a vicenda come vecchi amici.
Il signor Jenner Weir è convinto che gli uccelli fanno una particolare attenzione ai colori degli altri uccellitalora per gelosiae talora come segno di parentela. Così egli mise nella sua uccelliera un Migliarino di palude (Emberiza schoeniculus)che aveva acquistato il capo neroed il nuovo venuto non fu osservato da nessun uccellotranne da un ciuffolottoche ha pur esso la testa nera. Questo ciuffolotto era un uccello molto pacificoe non aveva mai fino allora attaccato briga coi suoi compagnicompreso un migliarino di paludeche non aveva il capo nero: ma il migliarino di palude colla testa nera venne trattato con tanta severità che si dovette torlo via. Il signor Weir fu obbligato a levare dall'uccelliera un pettirossoperchè aggrediva fieramente tutti gli uccelli che avevano un po' di rosso nel piumaggioma nessun altro; uccise al tutto un becc'in croce dal petto rossoe quasi ammazzò un cardellino. D'altra parte il signor Weir ha osservato che alcuni uccelliquando sono introdotti per la prima volta nella sua uccellieravolano verso le specie che rassomigliano loro di più nel coloree si mettono al loro fianco.
Siccome gli uccelli maschi fanno mostra con tanta cura del loro bel piumaggio e di altri ornamenti in presenza delle femmineè probabilissimo che queste apprezzino la bellezza dei loro adoratori. Tuttavia è difficile ottenere diretta prova della loro capacità ad apprezzare la bellezza. Quando gli uccelli si guardano in uno specchio (e si ricordano di ciò molti esempi) noi non possiamo essere certi che non sia per gelosia di un supposto rivalesebbene questa non sia la conclusione di alcuni osservatori. In altri casi è difficile distinguere fra la semplice curiosità e l'ammirazione. È forse il primo sentimento chesiccome ha affermato lord Lilfordattrae il combattente fortemente verso ogni oggetto brillantecosicchè nelle isole Jonie "esso si precipita sopra un fazzoletto di colori vivacisenza badare alle ripetute scariche". Si fa scendere dall'alto del firmamento l'allodola comunee se ne prende un gran numerofacendo brillare al sole uno specchietto. Chi sa se è l'ammirazione o la curiosità che induce la gazzail corvo e qualche altro uccello a nascondere gli oggetti brillanti come gioielli od oggetti d'argento.
Il signor Gould afferma che certi uccelli mosca ornano l'esterno dei loro nidi "con gusto finissimo; essi istintivamente attaccano a quello qualche pezzo appiattito di un bel lichenei più grossi in mezzo e i più piccoli sulla parte appesa al ramo. Qua e là una bella piuma è intrecciata o attaccata ai lati esternie lo stelo è sempre messo in modo che la piuma sporga fuori della superficie". Tuttavia la miglior prova del gusto del bello è somministrata da tre generi di Clamidere d'Australia già menzionate. I loro pergolatiove i sessi s'incontrano e compiono i loro strani giuochisono costrutti differentementema quello che più ci riguarda si è che sono ornati in un modo differente dalle varie specie. La clamidera sericea raccoglie oggetti dai colori vivacicome le piume turchine della coda dei parrocchettiossa e conchiglie imbiancate al soleche appiccica fra le verghette o dispone all'ingresso. Il signor Gould trovò in uno di questi pergolati una pietra da tomahawk bene lavorata ed un pezzetto di cotone turchinoche era stato evidentemente preso in un accampamento indigeno. Questi oggetti sono di continuo nuovamente allogati e portati in giro dagli uccelli durante i loro giuochi. Il pergolato della clamidera macchiata "è vagamente rigato di grossi fili d'erbadisposti in modo che i capi quasi s'incontranoe gli ornamenti sono messi a profusione". Sogliono mettere sassi rotondi onde tenere i fili d'erba al loro postoe fare sentieri divergenti che conducono al pergolato. I sassi e le conchiglie sono portati sovente da una gran distanza. La clamidera reggentecome descritta dal signor Ramsayorna il suo breve pergolato con conchiglie terrestri imbiancate che appartengono a cinque o sei speciee con "bacche di vari coloriturchinerosse e nereche fanno quando sono fresche una bellissima figura. Oltre tutto ciò v'erano foglioline e gemme appena sbocciate di un color vermiglioe l'insieme dimostrava un ben distinto gusto del bello". Molto ragionevolmentedice il signor Gouldqueste sale di riunione tanto bene ornate debbono essere considerate come i più meravigliosi esempi della architettura degli uccelli che siano stati finora scoperti; e il gustocome vediamodifferisce certamente nelle varie specie.

Preferenza mostrata dalle femmine per certi maschi particolari. - Avendo fatto le suddette osservazioni preliminari intorno al discernimento ed al gusto degli uccelliriferirò tutti i fatti da me conosciuti che trattano della preferenza dimostrata dalla femmina per certi maschi particolari. È cosa certa che specie distinte di uccelli si accoppiano talvolta allo stato di natura e producono ibridi. Si possono citare all'uopo molti esempi: così Macgillivray riferisce come un merlo e la femmina di un tordo "s'innamorarono l'uno dell'altro"e produssero prole. Parecchi anni or sonofurono registrati diciotto casi in Inghilterra di ibridi fra il fagiano di monte ed il fagiano; ma la maggior parte di questi casi può essere attribuita al fatto che gli uccelli solitari non trovano compagni nella propria specie onde potersi accoppiare. In altri uccellicome crede molto ragionevolmente il signor Jenner Weirgli ibridi sono talvolta l'effetto di casuale commercio di uccelli che fabbricano nidi molto vicini. Ma queste osservazioni non si applicano ai numerosi esempi riferiti di uccelli addomesticati o domesticiappartenenti a specie distinteche si sono presi di vicendevole amorequantunque vivessero colle proprie specie. Così Waterton asserisce che in un branco di ventitrè oche del Canadà una femmina si unì con un maschio solitario dell'oca colombaccioquantunque fosse molto differente nella mole e nell'aspetto; e produssero prole ibrida. Fu veduto un Fischione maschio (Mareca penelope)che viveva con femmine della stessa specieaccoppiarsi con una femmina di Codone (Querquedula acuta). Lloyd descrive il notevole affetto fra una Volpoca (Tadorna vulpanser) ed un'anitra comune. Molti esempi ancora si potrebbero aggiungere; e il rev. E. S. Dixon osserva che "coloro i quali hanno tenuto molte specie differenti di oche insieme conoscono molto bene quanto sovente esse contraggono amori che non si spieganoe che possono al tutto accoppiarsi e generare prole con individui di una razza (specie) in apparenza molto diversa dalla lorocome colla propria razza".
Il rev. W. D. Fox m'informa che egli possedeva nello stesso tempo un paio d'oche della Cina (Anser cygnoides) ed un maschio di oca comune con tre oche. Le due compagnie vivevano al tutto separatefinchè un'oca maschio della Cina indusse una delle oche comuni a vivere con lui. Perciòfra i giovani sbocciati dalle uova dell'oca comunesolo quattro erano purigli altri diciotto erano ibridi; cosicchè il maschio cinese sembra aver avuto maggiori attrattive del maschio di razza comune. Darò solo un altro caso; il signor Hewitt asserisce che un'anatra selvaticaallevata in prigioniadopo aver prodotto prole per due stagioni col proprio maschio, lo scacciò ad un tratto allorchè misi nell'acqua un maschio di Codone. Evidentemente quello fu un caso di amore repentino, perchè andò nuotando facendo mille vezzi verso il nuovo arrivato, sebbene egli sembrasse evidentemente impaurito e contrario alle sue offerte amorose. Da quel momento essa dimenticò il suo antico compagno. Passato l'inverno, nella primavera seguente sembra che il Codone siasi lasciato vincere dalle carezze di lei, perchè fecero il nido e produssero da sette ad otto piccoli.
Non possiamo neppure congetturare quale sorta di attrattiva, tranne la novità, possa essere stata in azione in questi casi. Tuttavia il colore talora viene in giuoco, perchè onde meglio allevare ibridi fra il lucarino (Frangilla spinus) ed il canarino, è molto meglio, secondo Bechstein, collocare insieme gli uccelli della stessa tinta. Il signor Jenner Weir mise una canarina nella sua uccelliera, dove erano maschi di sizerini, cardellini, lucarini, verdoni, fringuelli ed altri uccelli, onde vedere quale avrebbe scelto; ma non vi fu mai da dubitare, ed il verdone vinse il premio. Si accoppiarono e produssero prole ibrida.
Coi membri della stessa specie il fatto della femmina che preferisce di accoppiarsi con un maschio piuttosto che non con un altro non è tale da muovere attenzione, siccome quando ciò avviene fra specie distinte. Questi fatti si possono osservare meglio con uccelli addomesticati o rinchiusi; ma questi sono spesso trattati delicatamente con cibo sostanzioso, e talora hanno i loro istinti viziati in sommo grado. Potrei dare prove sufficienti di quest'ultimo fatto nei piccioni, e specialmente nei polli, ma non si possono qui riferire. Si potrebbe anche dar colpa agli istinti viziati delle unioni ibride sopra menzionate; ma in molti di questi casi gli uccelli potevano vivere liberamente sopra grandi stagni, e non vi è ragione per supporre che fossero oltre natura stimolati da cibo sostanzioso.
Rispetto agli uccelli allo stato di natura, la prima e più ovvia opposizione che verrà in mente ad ognuno è che la femmina nella stagione acconcia accetta il primo maschio che possa incontrare; ma ha almeno l'opportunità di fare una scelta, siccome è quasi invariabilmente corteggiata da molti maschi. Audubon - e dobbiamo ricordare che egli passò una lunga vita vagando nelle foreste degli Stati Uniti osservando gli uccelli - non pone in dubbio che la femmina si sceglie deliberatamente il suo compagno; così, parlando di un picchio, dice che la femmina è seguita da una mezza dozzina di allegri adoratori, che continuano a fare strani giuochi affinchè essa mostri una spiccata preferenza per uno di essi". La femmina dello storno dalle ali rosse (Agelaeus phoeniceus) è pure inseguita da parecchi maschifinchè stanca, si posa, riceve i loro corteggiamenti, e in breve fa la sua scelta. Egli descrive pure come parecchi succiacapre maschi si immergono nell'aria con meravigliosa velocitàvolgendosi repentinamentee facendo così un particolare rumore; "ma appena la femmina ha fatto la sua sceltagli altri maschi sono scacciati". In un avoltoio (Cathartes aura) degli Stati Unitibranchi di otto o dieci o più maschi e femmine si riuniscono sopra travi cadutemostrando il più gran desiderio di piacersi a vicendae dopo molte carezzeogni maschio conduce via la sua compagna volando. Audubon pure osservò attentamente i branchi selvatici dell'oca del Canadà (Anser Canadensis)e dà una grafica descrizione dei loro giuochi amorosi; egli dice che gli uccelli i quali erano stati precedentemente appaiati "rinnovavano il loro corteggiamento fino dal mese di gennaiomentre gli altri stavano battagliando o civettando per lunghe ore ogni giornofinchè tutti parvero soddisfatti della scelta che avevano fattadopo la qual cosaquantunque rimanessero insiemesi vedeva agevolmente che si tenevano accuratamente in coppie. Io ho pure osservato che quanto più vecchi erano gli uccellialtrettanto più brevi erano i preliminari del loro corteggiamento. Gli scapoli e le nubili vecchiesia per dispiacere o per non essere disturbati dal rumoresi allontanavano e si posavano a qualche distanza per riposare". Molti fatti simili intorno ad altri uccelli si potrebbero riferire da questo stesso osservatore.
Venendo ora agli uccelli addomesticati o reclusicomincerò citando quel poco che ho imparato relativo al corteggiare del pollame. Ho ricevuto lunghe lettere intorno a ciò dai signori Hewitt e Tegetmeiere quasi una relazione dal defunto signor Brent. Ognuno ammetterà che questi signoritanto noti per le loro opere già pubblicatesono osservatori esperti ed accurati. Essi non credono che le femmine preferiscano certi maschi per la bellezza delle loro piume; ma bisogna concedere qualche cosa allo stato artificiale in cui sono state da lungo tempo tenute. Il signor Tegetmeier è convinto che un gallo da combattimentosebbene sfigurato per essere stato privo delle sue belle piume del pettoviene accettato prontamente come un maschio che abbia conservato tutti i suoi naturali ornamenti. Il signor Brent tuttavia ammette che la bellezza del maschio agevoli probabilmente eccitando la femmina; e la sua adesione è necessaria. Il signor Hewitt è convinto che l'unione non è per nulla lasciata al solo casoper la femmina quasi sempre preferisce il maschio più robustopiù baldanzoso e più vivace; quindi è quasi inutileosserva eglitentare vero allevamento se un gallo da combattimento in buona salute e buone condizioni gira per la località, perchè quasi tutte le galline quando lasciano il posatoio andranno verso il gallo da combattimento, anche se quell'uccello non abbia scacciato il maschio della stessa varietà della gallina. In circostanze ordinarie i maschi e le femmine del pollame sembrano comprendersi mercè certi gestiche mi descrisse il signor Brent. Ma le galline sovente scansano le officiose attenzioni dei maschi giovani. Le galline vecchie e le galline di indole battaglieracome mi informa lo stesso autoredisprezzano i maschi stranierie non cedono finchè non vengono costrette a beccate. Ferguson però descrive come una gallina battagliera fu vinta dal gentile corteggiamento di un gallo di Shanghai.
Vi è ragione di credere che i piccioni dei due sessi preferiscano di appaiarsi con uccelli della stessa razza; ed i piccioni di colombaio disprezzano tutte le razze molto modificate. Il signor Harrison Weir ha ultimamente udito da un osservatore degno di fedeche tiene piccioni azzurriche questi conducon seco loro ogni sorta di altre varietà coloratecome biancherosse e gialle; e da un altro osservatoreche una femmina di un piccione messaggero bruno potè essere accoppiatadopo ripetuti tentativicon un maschio neroma immediatamente si accoppiò con un bruno. Generalmente il colore solo non sembra avere grande influenza sull'accoppiamento dei piccioni. Il signor Tegetmeiertinsea mia richiestaalcuni dei suoi uccelli con color magentama non pare che gli altri vi facessero attenzione.
Nei piccioni le femmine provano alle volte una potente antipatia per certi maschisenza che vi sia una causa evidente. Così i signori Boitard e Corbièdi cui l'esperienza ebbe una durata di quarantacinque anniaffermano che: "Quand une femelle éprouve de l'antipathie pour un mâle avec lequel on veut l'accouplermalgré tous les feux de l'amourmalgré l'alpiste et le chènevis dont on la nourrit pour augmenter son ardeurmalgré un emprisonnement de six mois et mème d'un anelle refuse constamment ses caresses; les avances empressèesles agaceriesles tournoiementsles tendres roucoulemensrien ne peut lui plaire ni l'emouvoir; gontlèeboudeuseblottie dans un coin de sa prisonelle n'en sort que pour boire et mangerou pour repousser avec une espèce de rage des caresses devenues trop pressants". D'altra parteil signor Harrison Weir ha osservato egli stessoed ha sentito dire da vari allevatoriche un piccione femmina talvolta s'incapriccia fortemente di un maschio particolareed abbandona per esso il suo proprio compagno. Secondo un altro esperto osservatoreRiedelalcune femmine hanno indole dissolutae preferiscono quasi tutti gli estranei al loro compagno. Alcuni maschi d'indole amorosache i dilettanti inglesi sogliono chiamare uccelli allegririescono così bene nelle loro galanteriechecome m'informa il signor H. Weirdebbono essere tenuti chiusipel danno che producono.
I tacchini selvatici degli Stati Unitisecondo Audubonfanno talvolta la corte alle femmine domestiche, le quali, generalmente, li ricevono con gran piacere. Cosicchè queste femmine preferisconoa quanto parei maschi selvatici ai loro propri.
Qui si presenta un caso più curioso. Sir R. Heron tenne per molti anni registrati i costumi dei pavoni che allevava in gran numero. Egli afferma che "le femmine hanno frequentemente una grande preferenza per un pavone particolare. Esse erano così tenere di un vecchio maschio macchiato di biancoche un annoquando fu tenuto rinchiuso in un luogo ove lo potevano vedereesse rimasero costantemente riunite accanto ai graticci della sua prigionee non vollero essere toccate da un pavone dalle ali scure. Essendo stato messo fuori nell'autunnola più vecchia delle femmine cominciò subito a fargli la cortee riuscì ad ottenerne le grazie. L'anno dopo venne chiuso in una stallae allora le femmine corteggiarono tutte il rivale". Questo rivale era un pavone dalle ali oscurechesecondo noiè uccello più bello che la specie comune.
Lichtensteinche era un buon osservatoree che ebbe eccellente campo di osservazioni al Capo di Buona Speranzaasseriva a Rudolphi che la femmina della Vedova (Chera progne) disconosce il maschio quando è privo delle lunghe penne della coda che lo adornano durante la stagione delle nozze. M'immagino che questa osservazione deve essere fatta sopra uccelli tenuti in reclusione. Ecco ora un caso notevole: il Dr. Jaegerdirettore del Giardino Zoologico di Viennaasserisce che un fagiano argentino maschioche aveva trionfato di altri maschied era amante fortunato delle femminevenne privo del suo bellissimo piumaggio. Allora fu immediatamente sostituito da un rivaleche prese il primo postoe di poi fu la guida di tutto il branco.
Non solo la femmina opera una sceltama in certi casi corteggia il maschioo anche combatte per possederlo. Sir R. Heron asserisce che nei pavoni i primi passi son fatti dalla femmina; qualche cosa di consimile seguesecondo Audubonper le femmine più vecchie del tacchino selvatico. Nel gallo cedrone le femmine girano attorno al maschio mentre egli sta pavoneggiandosi in uno dei luoghi di riunionee ne sollecitano l'attenzione. Abbiamo veduto che un'anatra selvatica addomesticata sedussedopo un lungo corteggiamentoun maschio di Codone. il signor Bartlet crede che il Lophophoruscome molti altri uccelli gallinaceiè naturalmente poligamoma non si possono mettere due femmine nella stessa gabbia con un maschioperchè si combattono troppo assieme. Il caso di rivalità seguente è più sorprendente perchè riguarda ciuffolottiche per solito si accoppiano per tutta la vita. Il signor Jenner Weir mise nella sua uccelliera una femmina brutta con colori scuried essa immediatamente aggredì un'altra femminaaccoppiata con tanta violenza che quest'ultima dovette esser tolta via. La nuova venuta fece tutte le sue moinee finì per riuscireperchè si accoppiò col maschio; ma dopo un certo tempo ebbe il castigo giustamente meritatoperchè non essendo più battaglierail signor Weir tornò a mettere la femmina antica nell'uccellieraed il maschio lasciò il nuovo amore per ritornare all'antico.
In tutti i casi ordinari il maschio è tanto ardente che accetta qualsiasi femminae non preferisceda quanto possiamo giudicareuna femmina all'altrama vi sonoda quanto parecome vedremo in seguitoeccezioni a questa regola in alcuni pochi gruppi. Negli uccelli addomesticati ho udito parlare di un solo caso in cui i maschi mostravano una qualche preferenza per certe femmine particolaricioè quello del gallo domesticoil qualesecondo l'alta autorità del signor Hewittpreferisce le galline giovani alle vecchie. D'altra parteavendo fatto unioni ibride fra il fagiano maschio e le galline comuniil signor Hewitt è convinto che il fagiano preferisce invariabilmente le femmine più vecchie. Non sembra che il colore abbia alcuna azione sopra di essoma "è capricciosissimo nei suoi amori". Per qualche ragione che non si spiegaegli mostra la più spiccata avversione per certe femmineche tutte le cure per parte dell'allevamento non possono vincere. Alcune femminecome m'informa il signor Hewittnon hanno attrattive alcune pei maschi della medesima speciecosicchè possono venir tenute con vari galli per lo spazio di una intera stagionee neppure un uovo di quaranta o cinquanta riesce fecondo. D'altra parte "è stato osservato nella Moretta pezzata (Harelda Glacialis)" dice il signor Ekström "che certe femmine sono molto più corteggiate che non le altre. Infattisi vede frequentemente un individuo circondato da sei od otto maschi innamorati". Non so se questa asserzione sia credibile; ma gl'indigeni uccidono queste femmine onde impagliarle e servirsene come di richiamo.
Rispetto agli uccelli femmine che hanno una preferenza per certi maschi particolaridobbiamo tenere in mente che non possiamo giudicare dalla scelta fatta se non che mettendoci coll'immaginazione nella stessa loro posizione. Se l'abitante di un altro pianeta potesse vedere in una fiera parecchi giovani contadini che fanno la corte ad una bella fanciulla e si abbaruffano per essacome gli uccelli in uno del loro luoghi di riunioneegli potrebbe dedurre che la giovane ha la facoltà di scegliereosservando solo la premura degli adoratori per piacerlee per far pompa delle loro attrattive. Ora negli uccellil'evidenza sta in questi termini: essi hanno fine facoltà di osservazionee sembrano avere un certo gusto del bello tanto pel colore come pel suono. È certo che le femmine mostrano occasionalmenteper cause ignotele più forti antipatie e preferenze pei maschi particolari. Quando i sessi differiscono nel colore o in altri ornamentii maschimeno rare eccezioni sono molto meglio adornisia permanentementesia temporaneamente durante la stagione delle nozze. Essi spiegano astutamente i loro vari ornamentiesercitano la loro voce e fanno strane danze in presenza delle femmine. Anche i maschi bene armatii qualicome si sarebbe potuto pensareavrebbero dovuto andar debitori di tutto il toro successo alla legge di battagliasono in molti casi molto bene adorni: ed i loro ornamenti sono stati acquistati alle spese di un po' di forza. In altri casi gli ornamenti sono stati ottenuti coll'accrescimento del pericolo per via dei rapaci e delle belve. In varie specie molti individui dei due sessi si riuniscono nel medesimo luogoed il loro corteggiamento è una faccenda lunga. Vi è anche ragione per credere che i maschi e le femmine di una medesima regione non sempre riescano a piacersi a vicenda e ad accoppiarsi.
Che cosa dobbiamo dunque conchiudere da questi fatti e da queste considerazioni? Il maschio fa egli pompa delle sue attrattive con tanto sfarzo e rivalità senza uno scopo? Non abbiamo noi buono in mano per credere che la femmina opera una sceltae che riceve gli amoreggiamenti del maschio che le è più simpatico? Non è probabile che deliberi consapevolmente; ma è molto più eccitata ed attirata dal maschio più belloo più melodiosoo più valoroso. Neppure dobbiamo noi supporre che la femmina studia ogni striscia od ogni macchia colorita; cheper esempiola pavonessa ammiri ogni particolare dello splendido strascico del pavone; è probabile che l'effetto generale solo la colpisca. Tuttavia dopo aver udito con quanta cura il fagiano Argo maschio spiega le sue eleganti copritrici primarie delle ali e rialza le piume ocellate in posizione eretta onde farle meglio risaltareoppure come il cardellino maschio spiega alternativamente le sue ali spruzzate d'oronon dobbiamo crederci sicuri che la femmina non badi ad ogni particolare della bellezza. Noi possiamo giudicaresiccome ho già osservatodella scelta che vien fattasoltanto dalla analogia delle nostre proprie menti; e le forze mentali degli uccelli se si esclude il ragionamentonon differiscono fondamentalmente dalle nostre. Da queste varie considerazioni possiamo conchiudere che l'accoppiamento degli uccelli non è lasciato in balia del caso; ma che quei maschi i quali son meglio capaci per le loro varie attrattive di piacere ad una femmina o di eccitarlasono in circostanze ordinarie accettati. Se questo fosse ammessonon vi è molta difficoltà per comprendere come gli uccelli maschi abbiano graduatamente acquistato i loro caratteri ornamentali. Tutti gli animali presentano differenze individualie siccome l'uomo può modificare i suoi uccelli domestici scegliendo gl'individui che gli sembrano più bellicosì il preferire che fa la femmina i maschi più attraenti deve certamente condurre alla loro modificazione; e queste modificazioni possono nel corso del tempo essere aumentate quasi all'infinitocompatibilmente colla esistenza delle specie.

Variabilità degli uccelli e specialmente dei loro caratteri sessuali secondari. - La variabilità e l'eredità sono i fondamenti dell'opera della scelta. È certo che gli uccelli addomesticati hanno variato grandementeessendo state ereditate le loro variazioni. Ognuno ammette che gli uccelli allo stato di natura presentano differenze individuali; ed è pure generalmente ammesso che talora sono stati modificati in razze distinte.
Le variazioni sono di due sortache insensibilmente si graduano l'una nell'altracioè lievi differenze fra tutti i membri della stessa speciee deviazioni più fortemente spiccate che seguono solo occasionalmente. Queste ultime sono rare negli uccelli allo stato di naturaed è dubbiosissimo se siano state spesso conservate per opera della sceltae poi trasmesse alle generazioni susseguenti. Nondimenopuò essere utile riferire i pochi casi che hanno soprattutto relazione col colore (esclusi il semplice albinismo ed il melanismo) che mi è stato dato di raccogliere.
Il signor Gould è ben conosciuto per non volere ammettere che raramente l'esistenza delle varietàperchè egli considera ogni lievissima differenza come specifica; ora egli afferma che presso Bogota certi uccelli mosca appartenenti al genere Cynanthus sono divisi in due o tre razze o varietàche differiscono fra loro nel colore della coda - "avendo alcune tutte le piume azzurrementre altre hanno quelle centrali marginate di un bel verde". Non sembra che siano state osservate graduazioni intermedie in questo e nei seguenti casi. Nei maschi soli di un parrocchetto di Australia "le cosce in alcuni sono scarlattein altri verde erba". In un altro parrocchetto dello stesso paese "certi individui hanno la fascia che attraversa le cuopritrici delle ali di un giallo brillantementre in altri la stessa parte è tinta di rosso". Negli Stati Uniti alcuni pochi fra i maschi della Tanagra rossa (Tanagra rubra) hanno "una bella striscia trasversale di splendido rosso sulle cuopritrici minori delle ali"; ma questa variazione sembra in certo modo raracosicchè la sua conservazionemercè la scelta sessualeseguirebbe solo in circostanze insolitamente favorevoli. Nel Bengal la Pernix cristata ha talora una piccola cresta rudimentale sul capoo non ne ha affatto; ma così lieve differenza non avrebbe meritato però di essere osservatase questa stessa specie nell'India meridionale non avesse "una cresta occipitale bene spiccata fatta di parecchie piume graduate".
Il caso seguente è per certi rispetti più interessante. Una varietà screziata di corvo imperialecol capoil pettol'addome e parti delle piume delle ali e della coda biancheè limitata alle isole Feroe. Colà non è rarissimaperchè Graba ne vide durante la sua visita da otto a dieci esemplari vivi. Quantunque i caratteri di questa varietà non siano al tutto costantituttavia è stata nominata da vari distinti ornitologi come una specie distinta. Il fatto che gli uccelli screziati erano inseguiti e perseguitati con molto clamore dagli altri corvi dell'isola fu la causa principale che indusse Brünnich a conchiudere che erano specificamente distinti; ma questo si sa ora essere un errore.
In varie parti dei mari settentrionali si trova una notevole varietà della Uria comune (Uria troile); ed in Feroesecondo il calcolo di Grabasopra cinque uccelli uno è di questa varietà. È caratterizzata da un anello di un bianco puro intorno all'occhiocon una stretta linea curva biancalunga circa tre centimetriche si estende dall'anello all'indietro. Questo spiccato carattere ha fatto sì che questo uccello sia stato classificato da parecchi ornitologi come una specie distinta col nome di U. lacrymansma ora si sa non essere se non una varietà. Sovente si accoppia colla specie comunetuttavia non si sono mai vedute graduazioni intermedie; nè questo deve far meravigliaperchè le variazioni che appaiono repentinamente sono soventecome ho già mostrato altrovetrasmesse modificate o non modificate. Noi vediamo così che due forme distinte della stessa specie possono coesistere nello stesso distrettoe non possiamo mettere in dubbio che se una avesse posseduto un qualche grande vantaggio sull'altrasi sarebbe subito moltiplicata coll'esclusione dell'ultima. Seper esempioi corvi imperiali screziati maschiinvece di essere perseguitati e scacciati dai loro compagni fossero stati molto attraenticome il pavone macchiato di bianco di cui abbiamo parlato sopraper le femmine nere comuniil loro numero si sarebbe rapidamente aumentato. E questo sarebbe stato un caso di scelta sessuale.
Rispetto alle piccole differenze individualiche sono comuniin un grado maggiore o minorea tutti i membri della stessa specieabbiamo ogni ragione per credere che siano importantissime nell'opera della scelta. I caratteri sessuali secondari sono eminentemente soggetti a variaretanto negli animali allo stato di naturacome allo stato di addomesticamento. V'è pure ragione per crederecome abbiamo veduto nel capitolo ottavoche le variazioni seguono meglio nel sesso maschile che non nel femminile. Tutte queste contingenze sono favorevolissime alla scelta sessuale. Se i caratteri acquistati in tal modo vengono poi trasmessi a un sesso o ai due sessiciò dipende esclusivamentenella maggior parte dei casicome spero dimostrare nel capitolo seguentedalla forma di eredità che prevale nei gruppi in questione.
È talora difficile formarsi una opinione qualunque intorno a ciòse certe lievi differenze fra i sessi degli uccelli siano semplicemente l'effetto della variabilità con eredità limitata al sessosenza l'aiuto della scelta sessualeo se siano state accresciute mercè quest'ultimo processo. Non mi riferisco qui agli innumerevoli casi in cui il maschio spiega colori splendidi od altri ornamenti di cui la femmina partecipa solo in un grado leggero; perchè questi casi sono quasi certamente dovuti ai caratteri primieramente acquistati dal maschioe sono poi stati trasmessi alla femmina. Ma che cosa dobbiamo conchiudere rispetto a certi uccellinei qualiper esempiogli occhi differiscono lievemente in colore nei due sessi? In alcuni casi gli occhi differiscono grandemente; così nelle cicogne del genere Xenorhynchus quelli del maschio sono nero nocciuolamentre quelli della femmine sono giallo gomma-gotta; in molti Buceri (Buceros)siccome ho udito dal signor Blythi maschi hanno gli occhi cremisino intensoe le femmine bianchi. Nel Buceros bicornisil margine posteriore dell'elmo ed una striscia sulla cresta del becco sono neri nel maschioma non così nella femmina. Dobbiamo noi supporre che quelle macchie nere ed il colore cremisino degli occhi sieno stati conservati ed accresciuti nei maschi per opera della scelta sessuale? Questo è molto dubbioperchè il signor Bartlett mi fece vedere nel Giardino Zoologico di Londra che nel maschio di questo Bucero l'interno della bocca è nero e nella femmina è di color carne; e il loro aspetto esterno o la loro bellezza non viene così alterata. Io ho osservato al Chilì che l'iride del condoroquando è in età di circa un annoè brunoscurama divenuto adultosi cambia in gialliccio bruno nel maschioe in rosso brillante nella femmina. In molti uccelli gallinacei la cresta è un grande ornamentoed assume nell'atto del corteggiamento colori vivaci; ma che cosa dobbiamo noi pensare della cresta di colore smorto del condoroche ai nostri occhi non pare essere per nulla un ornamento? La stessa domanda si può fare rispetto ai vari altri carattericome la escrescenza sulla base del becco dell'oca Cinese (Anser cygnoides)che è molto più grossa nel maschio che non nella femmina. Non si può dare a queste domande una risposta certa; ma dobbiamo andar cauti nell'asserire che le protuberanze e varie appendici carnose non possano avere attrattive per la femminaquando penso che nelle razze umane selvagge certe orride deformità - come profonde cicatrici sul volto che fanno che la carne rimane rialzata in protuberanzeil setto del naso forato con bastoncini od ossale orecchie e le labbra forate di larghe aperture - si ammirano senz'altro come ornamenti.
Importanti o nole differenze fra i sessicome quelle che abbiamo testè menzionatesono state conservate per opera della scelta sessuale; queste differenzecome pure tutte le altredebbono primieramente dipendere dalle leggi di variazione. Per principio dello sviluppo di correlazioneil piumaggio sovente varia nelle differenti parti del corpoo in tutto il corponello stesso modo. Noi vediamo questo bene dimostrato in certe razze di polli. In tutte le razze le piume del collo e dei fianchi dei maschi sono allungatee si chiamano setole; ora quando i due sessi acquistano un ciuffoche è un carattere nuovo del generele penne sul capo del maschio pigliano la forma setolosaevidentemente pel principio di correlazione; mentre quelle del capo della femmina hanno la forma ordinaria. Il colore pure delle setole che formano il ciuffo è spesso in correlazione colle piume setolose del collo e del gropponecome si può vedere comparando queste penne nelle razze dorate ed argentate dal ciuffonelle razze Houdane nella sotto-razza Crève-coeurIn alcune specie naturali possiamo osservare esattamente la stessa correlazione nei colori di queste stesse pennesiccome nei maschi degli splendidi fagiani dorato e di Amherst.
La struttura di ogni penna individuale generalmente fa sì che ogni mutamento nella sua colorazione è simmetricovediamo questo nelle varie razze rigatescreziate e punteggiate del pollame; e per principio di correlazione le penne di tutto il corpo sono spesso modificate nello stesso modo. Noi possiamo così senza molta pena allevare razze colle penne segnate e colorate quasi tanto simmetricamente come nella specie naturale. Nei polli rigati e screziati i margini colorati delle piume sono nettamente definiti; ma in una gallina meticcia che ebbi da un gallo spagnuolo macchiato di verde ed una gallina bianca di razza di combattimentotutte le penne erano nero-verdicceeccetto verso le estremità dove erano bianco-gialliccema fra le estremità bianche e la base nera vi era in ogni penna una zona ricurvasimmetricadi color bruno scuro. In alcuni casi lo stelo della penna determina la distribuzione delle tinte; così nelle penne del corpo di una meticcia derivata dallo stesso gallo spagnuolo nero e da una gallina argentata polaccalo stelounitamente ad uno stretto spazio da ogni latoerano nero-verdiccie questo era circondato da una zona regolare di bruno-scuromarginata di bianco-bruniccio. In questi casi noi vediamo penne che divengono simmetricamente ombreggiatecome quelle che danno tanta eleganza al piumaggio di molte specie naturali. Io ho pure notato una varietà del piccione comune colle remiganti simmetricamente zonate con tre ombre brillantiinvece di essere semplicemente nere sopra un fondo turchino lavagnacome nelle specie originarie.
In molti grandi gruppi di uccelli si può osservare che il piumaggio è differentemente colorato in ogni specie: tuttavia certe macchiesegni o striscesebbene diversamente coloritesono conservate da tutte le specie. Seguono casi analoghi delle razze del piccioneche per solito conservano le due remiganti colorite di rossodi giallodi biancodi nero o di turchinomentre il rimanente del piumaggio è di qualche tinta al tutto differente. Qui v'ha un caso più curiosonel quale certi segni sono conservatisebbene coloriti in modo quasi esattamente contrario a quello naturale; il piccione originario ha una coda turchinacolle metà terminali delle parti esterne delle due penne della coda esterne biancheora v'ha una sotto-varietà che ha la coda bianca invece di essere neracon quella piccola parte nera precisamente che è bianca nelle specie originarie.

Formazione e variabilità degli ocelli o macchie ad occhio del piumaggio degli uccelli. - Siccome non v'ha ornamento tanto bello quanto gli ocelli che si vedono sulle penne di vari uccellisulla pelle villosa di alcuni mammiferisulle squame dei rettili e dei pescisulla pelle degli anfibisulle ali di molti lepidotteri e di altri insettiessi meritano di essere specialmente osservati. Un ocello è fatto di una macchia dentro un anello di un altro coloresimile alle concentriche addizionali. Gli ocelli sulle copritrici della coda del fagiano offrono un esempio familiare come quelli delle ali della farfalla Vanessa. Il signor Trimen mi ha dato una descrizione di una farfalla notturna dell'Africa meridionale (Gynanisa Isis)affine alla nostra farfalla notturna Saturianella quale un magnifico ocello occupa quasi tutta la superficie di ogni ala posteriore; consiste di un centro neroche comprende una macchia semitrasparente crescentecircondata da successive zone giallo ocranerogiallo ocra carnicinobiancocarnicinobruno e bianchiccio. Quantunque non conosciamo gli stadi pei quali questi meravigliosamente belli e complessi ornamenti si sono sviluppatiil processo almeno negli insetti è stato probabilmente semplicissimo; perchèsiccome mi scrive il signor Trimennessun carattere semplicemente di segni e di colori è tanto instabile nei Lepidotteri come gli ocelli, tanto nel numero come nella grandezza. Il signor Wallace che pel primo fermò la mia attenzione su questo argomentomi fece vedere una serie di esemplari della nostra farfalla comune la Hipparchia Janira che mostrano numerose graduazioni da una semplice macchia nera minuta ad un ocello elegantemente ombreggiato. In una farfalla dell'Africa meridionale (Cyllo LedaLinn.) che appartiene alla stessa famigliagli ocelli sono anche più variabili. In alcuni esemplari larghi spazi sulla superficie superiore delle ali sono di color neroe comprendono macchie irregolari bianche; e da questo stato si può segnare una compiuta graduazione delle macchie irregolari di colore. In un'altra serie di esemplari si può tener dietro ad una graduazione da minutissime gocce bianchecircondate da una linea neraappena visibilea grandi ocelli perfettamente simmetrici. In simili casi lo sviluppo di un ocello perfetto non richiede un lungo corso di variazioni e di scelta.
Negli uccelli ed in molti altri animali sembradalla comparazione di specie affiniche le macchie circolari siano sovente generate dallo spezzarsi e dal contrarsi delle strisce. Nel fagiano Tragopan le deboli linee bianche della femmina rappresentano le belle macchie bianche del maschio; e si può osservare qualche cosa di consimile nei due sessi del fagiano Argo. Comunque siale apparenze appoggiano fortemente la credenza cheda una parteuna macchia scura è sovente formata da ciò che la materia colorante viene portata da un punto centrale ad una zona circondante che viene resa così più chiara. Ed'altra parteche spesso una macchia bianca si forma da ciò che il colore vien tolto via da un punto centralecosicchè si accumula in una zona circondante più scura. Nei due casi l'effetto è un ocello. La materia colorante sembra essere in una quantità quasi costantema è nuovamente distribuita sia in maniera centripetasia in modo centrifugo. Le penne della gallina di Guinea comune presentano un buon esempio di macchie bianche circondate da zone più scure; e ovunque le macchie bianche sono grandi e stanno vicine le une alle altrele zone circondanti scure divengono confluenti. Nella stessa copritrice delle ali del fagiano Argo si possono vedere macchie scure circondate da una zona pallidae macchie bianche da una zona scura. Così la formazione di un ocello nel suo stato più semplice sembra essere una cosa semplice. Ma non pretendiamo di dire con quanti successivi stadi gli ocelli più complessi che sono circondati da molte zone successive di colore siano stati generati. Ma pensando alle penne zonate dei meticci derivanti da polli differentemente coloritie alla straordinaria variabilità degli ocelli di molti Lepidotterila formazione di questi begli ornamenti non può essere un processo molto complicatoe probabilmente dipende solo da qualche lieve e graduato mutamento della natura dei tessuti.

Graduazione dei caratteri sessuali secondari. - I casi di graduazione sono importanti per noipoichè dimostrano che è almeno possibile il fatto che ornamenti molto complessi possano venire acquistati con piccoli stadi successivi. Onde scoprire gli stadi attuali per cui il maschio di qualsiasi uccello vivente ha acquistato i suoi stupendi colori od altri ornamentidovremmo riosservare la lunga linea dei suoi antichi ed estinti progenitori; ma evidentemente questo è impossibile. Possiamo tuttavia ottenere un barlume di luce comparando tutte le specie di un gruppose è molto esteso; perchè alcune fra esse conserveranno probabilmentealmeno in modo parzialetracce dei loro primieri caratteri. Invece di entrare in noiosi particolari rispetto a vari gruppiin cui si possono dare notevoli esempi di graduazionesembra miglior partito prendere alcuni pochi casi fortemente caratterizzatiper esempio quello del pavoneonde scoprire se qualche luce possa venire in tal modo sparsa sopra gli stadi pei quali questo uccello è divenuto così splendidamente adorno. Il pavone è notevolissimo per la straordinaria lunghezza delle copritrici della codala coda in se stessa non essendo molto lunga. Le barbe quasi per tutta la lunghezza di queste pezze stanno separate o sono scomposte; ma questo è il caso per le piume di molte specieed in alcune varietà del pollame e del piccione domestico. Le barbe si riuniscono verso l'estremità dello stelo per formare il disco ovale od ocelloche è certamente una delle più belle cose del mondo. Questo consiste di un centro dentato iridescenteintensamente turchinocircondato da una zona di un bel verdee questa da una larga zona bruno ramee questa pure da cinque altre strette zone di tinte iridescenti lievemente diverse. Merita forse d'esser notato un carattere insignificante del disco: le barbe per uno spazio lungo una delle zone concentriche mancanoin un grado più o meno grande delle loro barbolinecosicchè una parte del disco è circondata da una zona quasi trasparente che gli dà un aspetto molto finito. Ma ho descritto altrove una variazione esattamente analoga nelle piume setolose di una sotto-varietà del gallo da combattimentoin cui le punte avendo un lucido metallico "sono separate dalla parte più bassa della penna da una zona trasparente di forma simmetricacomposta delle parti nude delle barbe". Il margine inferiore o la base del centro turchino dell'ocello è profondamente dentato nella linea dello stelo. Le zone circondanti pure mostrano traccesiccome si può vedere nel disegno di frastaglio meglio di fessure. Questi frastagli sono comuni ai pavoni Indiani e di Giava (Pavo cristatus e P. muticus) e mi sembrano meritare una particolare attenzioneperchè hanno probabilmente relazione collo sviluppo dell'ocello; ma per molto tempo io non potevo comprenderne il significato.
Ammettendo il principio di graduata evoluzionedebbono avere esistiti anticamente molte specie che hanno presentato uno stadio successivo fra le copritrici della coda meravigliosamente allungate del pavone e le brevi copritrici della coda degli uccelli comuni; e di nuovo fra i magnifici ocelli del primo e gli ocelli più semplici o macchie solamente colorite degli altri uccellie così per tutti gli altri caratteri del pavone. Osserviamo ora nei gallinacei affini per rinvenire le graduazioni tuttora esistenti. Le specie e sotto-specie del Polyplectron abitano paesi adiacenti alla patria del pavone; e rassomigliano tanto a questo uccelloche sono stati detti talora fagiani pavoni. Il signor Bartlett mi ha pure detto che rassomigliano al pavone nella voceed in qualcheduno dei loro costumi. In primavera i maschisiccome abbiamo detto primapasseggiano vanitosamente innanzi alle femmine di colori comparativamente smortipiegando e rialzando la coda e le penne delle ali che sono adorne di numerosi ocelli. Nel P. Napoleonis gli ocelli si limitano alla codae il dorso è di un bell'azzurro metallicoe per questo rispetto questa specie si accosta al pavone di Giava. Il P. Hardwickii possiede un ciuffo particolarein certo modo simile a quello di questa stessa specie di pavone. Gli ocelli sulle ali e sulla coda di queste varie specie di Polyplectron sono i circolari od ovalie consistono di un bel disco iridescentedi colore verdiccio turchino o verdiccio porporacon un margine nero. Questo margine nel P. chinquis sfuma nel bruno che è marginato di color cremasiccome gli ocelli sono qui circondati da zone concentriche differentementesebbene non brillantementesfumate. L'insolita lunghezza delle copritrici della coda è un altro notevolissimo carattere del Polyplectron; perchè in alcune delle specie sono lunghe quanto la metàe in altre due terzi della lunghezza delle vere penne della coda. Le copritrici della coda sono ocellate come nel pavone. Così le varie specie di Polyplectron si accostano evidentemente in modo graduato al pavone nella lunghezza delle loro copritrici della codanella zonatura degli ocellied in alcuni altri caratteri.
Malgrado questo avvicinamentola prima specie di Polyplectron che mi fu dato di esaminare quasi quasi mi fece smettere dall'imprenderne la ricerca; perchè non solo trovai che le vere piume della codache nel pavone sono al tutto semplicierano adorne di ocellima che gli ocelli sopra tutte le penne differivano fondamentalmente da quelli del pavoneessendovene due sulla stessa pennauno da ogni lato dello stelo. Quindi io conclusi che i primieri progenitori del pavone non potevano aver rassomigliato per nulla al Polyplectron. Ma continuando le mie ricercheosservai che in alcune delle specie i due ocelli stavano vicinissimi l'uno all'altro; che nelle penne della coda del P. Hardwickii essi si toccavano; e finalmente che nelle copritrici della coda di questa stessa speciecome pure dei P. malaccenseesse erano attualmente confluenti. Siccome la parte centrale sola è confluenterimane una indentatura ai due capi superiore ed inferiore; e le zone colorite circolari sono pure frastagliate. Viene in tal modo formato un semplice ocello sopra ogni copritrice della codasebbene tradisca ancora chiaramente la sua prima origine. Questi ocelli confluenti differiscono dagli ocelli unici del pavone in ciò che hanno una frastagliatura ai due capiinvece di averla al solo capo inferiore o basale. Tuttaviala spiegazione di questa differenza non è difficile; in alcune specie di Polyplectron i due ocelli ovali sulla medesima penna stanno paralleli l'uno all'altro; in altre specie (come nel P. chinquis) convergono verso un capo; ora la confluenza parziale dei due ocelli convergenti lascerebbe evidentemente una indentatura molto più profonda al capo divergente che non al capo convergente. È anche chiaro che se la convergenza fosse fortemente pronunziata e la confluenza compiutal'indentatura del capo convergente tenderebbe ad essere al tutto cancellata.
Le penne della coda nelle due specie di pavone sono al tutto mancanti di ocellie ciò apparentemente ha relazione coll'essere coperte e nascoste dalle copritrici della coda. Per questo rispetto differiscono notevolmente dalle penne della coda del Polyplectronche nella maggior parte delle specie sono adorne di ocelli più grandi che non quelli delle copritrici della coda. Quindi fui indotto ad esaminare attentamente le penne della coda di varie specie di Polyplectrononde scoprire se gli ocelli di alcune di esse mostrassero una tendenza a scompariree con mia grande soddisfazione ci riuscii. Le copritrici centrali della coda del P. Napoleonishanno i due ocelli di ogni lato dello stelo perfettamente sviluppati; ma l'ocello interno diviene sempre meno vistoso sopra le penne della coda più esternefinchè una sola ombra o vestigio rudimentale è lasciato sulla parete interna delle penne estreme. Parimente nel P. malaccensegli ocelli delle penne della coda sonocome abbiamo vedutoconfluenti; e queste penne sono d'insolita lunghezzaessendo due terzi della lunghezza delle penne della codacosicchè nei due rispetti rassomigliano alle copritrici della coda del pavone. Orain questa speciele due penne centrali della coda soltanto sono adorneognuna con due ocelli brillantemente coloritiessendo al tutto scomparsi gli ocelli dai lati interni di tutte le altre piume della coda. In conseguenza le copritrici e le penne della coda in questa specie di Polyplectron si accostano intimamente nella struttura e nell'ornamentazione alle penne corrispondenti del pavone.
Pertantofin là dove vail principio della graduazione getta luce sugli stadi coi quali lo stupendo strascico del pavone è stato acquistatoe non vi ha gran cosa da desiderare. Possiamo immaginarci un progenitore del pavone in una condizione quasi esattamente intermedia fra il pavone esistentecolle copritrici della coda enormemente allungateornate di ocelli unicied un uccello gallinaceo comune con copritrici della coda brevimacchiate soltanto di qualche colore; e noi allora vedremo coll'occhio della mente un uccello munito di copritrici della coda che si possono rialzare ed espandereornate di due ocelli parzialmente confluentie lunghi tanto da nascondere quasi le penne della codale ultime avendo già parzialmente perduto i loro ocelli; in breve vedremo un Polyplectron. L'indentatura del disco centrale e le zone circondanti dell'ocello nelle due specie di pavone mi sembrano parlare chiaramente in favore di questo modo di vedere; e questa struttura non si spiega altrimenti. I maschi del Polyplectron sono senza dubbio bellissimi uccellima la loro bellezzaquando si vede a piccola distanzanon può essere comparatacome aveva prima veduto nel Giardino Zoologico di Londracon quella del pavone. Molti progenitori femmine del pavone debbonodurante una lunga serie di generazioniavere apprezzato questa superiorità; perchè hanno inconsciamentemercè la continua preferenza pei maschi molto più bellireso il pavone il più splendido degli uccelli viventi.

Fagiano Argo. - Un altro caso eccellente per la investigazione è offerto dagli ocelli delle penne delle ali del Fagiano Argoche sono così meravigliosamente dipinte da rassomigliare a tanti occhi nella loro orbitae che quindi differiscono dagli ocelli ordinari. Io non credo che alcuno voglia attribuire il dipintoche ha destata l'ammirazione di molti valenti artistial casoal fortuito concorso degli atomi della materia colorante. Che questi ornamenti siano stati formati mercè la scelta di molte successive variazioninessuna delle quali fosse in origine destinata a produrre l'effetto dell'occhio nell'orbitasembra quasi incredibilecome che una delle Madonne del Raffaello sia stata formata dalla scelta di scarabocchi dipinti presi a caso fatti da una successione di giovani artistinessuno dei quali intendesse dapprima di delineare il sembiante umano. Onde scoprire il modo in cui gli ocelli si sono sviluppati noi non possiamo guardare ad una lunga linea di progenitorinè alle varie forme strettamente affiniperchè queste ora non esistono. Ma fortunatamente le varie penne dell'ala bastano a darci un barlume di luce intorno al problemae provano molto chiaramente che è almeno possibile una graduazione da una semplice macchia ad un ocello od occhio ben finito.
Le penne delle aliche portano gli ocellisono coperte di strisce oscure o di file di macchie oscureed ogni striscia od ogni fila corre obliquamente lungo il lato esterno dello stelo fino ad un ocello. In generale le macchie si allungano in una linea trasversa alla fila in cui stanno. Sovente divengono confluentisia in una linea o in una fila - e allora formano una striscia longitudinale - o traversalmentecioè colle macchie in file che si riunisconoe allora formano strisce trasversali. Talora una macchia si divide in macchiette che stanno sempre al loro proprio luogo.
Sarà prima conveniente descrivere un ocello dall'occhio perfetto. Esso consiste in un anello circolare intensamente neroche circonda uno spazio ombreggiato tanto esattamente da rassomigliare ad un occhio. L'anello è quasi sempre lievemente spezzato o interrotto in un punto della metà superioreun po' a dritta e sopra la ombreggiatura bianca sul globo rinchiuso; è pure talvolta spezzato verso la base alla destra. Queste piccole interruzioni hanno un significato importante. L'anello è sempre molto più fittocogli orli mali definiti verso l'angolo superioreessendo la penna tenuta dritta. Sotto questa parte più fitta vi è sulla superficie del globo una macchia obliqua quasi bianco puroche sfuma all'ingiù in una tinta lavagna-pallidae questa in tante tinte giallicce e bruneche vanno insensibilmente facendosi più scure verso la parte inferiore dell'occhio. Si è questa sfumatura che produce quel meraviglioso effetto di luce che splende sopra una superficie convessa. Se si esamina uno degli occhisi vedrà che la parte inferiore è di una tinta più bruna ed è indistintamente separata da una linea obliqua incurvata dalla parte superioreche è più gialla e più piombina; questa linea obliqua corre ad angolo retto all'asse più lungo della macchia bianca di lucee infatti di tutta l'ombreggiatura; ma questa diversità nelle tinte che naturalmente non si può dimostrare in una incisionenon ha che fare per nulla col perfetto ombreggiamento dell'occhio. Bisognerebbe osservare particolarmente che ogni ocello sta in evidente connessione con una striscia oscurae una fila di macchie oscureperchè le due si presentano indifferentemente sulla stessa penna.
Descriverò poi l'altro estremo della seriecioè la prima traccia di un ocello. La breve penna dell'ala secondaria più vicina al corpo è segnatacome le altre pennedi file di macchie obliquelongitudinalie piuttosto irregolari. La macchia più bassao quella più vicina allo stelonelle cinque file più basse (escludendo la fila basale)è un po' più grande che non le altre macchie nella medesima filaed un po' più allungata in una direzione trasversale. Differisce pure dalle altre macchie per essere marginata sul lato superiore con qualche ombreggiatura fulva sbiadita. Ma questa macchia non è per nulla più notevole che non quelle che si vedono sul piumaggio di molti uccellie può agevolmente passare inosservata. La prossima macchia più alta in ogni fila non differisce per nulla dalle più alte della stessa filaquantunque nella serie seguente divengasiccome vedremograndemente modificata. Le macchie più grandi occupano esattamente la stessa posizione relativa sopra questa penna come quelle occupate dagli ocelli perfetti sopra le penne delle ali più lunghe.
Guardando alle prossime due o tre susseguenti penne secondarie delle alisi può segnare una gradazione al tutto insensibile da una delle sopra descritte macchie più basse ad un curioso ornamentoche non può essere detto un ocelloe che chiameròper mancanza di un miglior vocabolo "ornamento elittico". Noi vediamo parecchie file oblique di macchie oscuredel carattere solito. Ogni fila di macchie si dirige in giù e si connette ad uno degli ornamenti elitticinello stesso modo con cui ogni striscia corre in giù verso uno degli ocelli ad occhio e si congiunge a quello. Guardando ad ogni fila la macchia o il segno più basso è più spesso e notevolmente più lungo che non le macchie superioried ha la sua estremità sinistra appuntata e ricurva all'insù. Questo segno nero è repentinamente marginato sul suo lato superiore da uno spazio piuttosto largo di tinte riccamente sfumateche cominciano con una stretta zona brunache sfuma nell'arancioe questa in una tinta piombo-pallidocol capo verso lo stelo molto più pallido. Questo segno corrisponde per ogni rispetto colla macchia ombreggiata più grandema è più altamente sviluppata e più brillantemente colorita. Alla destra e sopra questa macchiacolla sua brillante sfumaturavi è una macchia lunga stretta e neraappartenente alla stessa filae che è incurvata un tantino all'ingiù tanto da stare di prospetto. È pure munita di uno stretto marginesul lato più bassodi una tinta fulva. Alla sinistra e sopranella stessa direzione obliquama sempre più o meno distinta da essav'è un'altra macchia nera. Questa macchia è generalmente sub-triangolare e di forma irregolareè insolitamente strettaallungata e regolare. Si compone da quanto pare di un prolungamento laterale ed interrotto dalla macchiacome deduco dalle tracce di cosiffatti prolungamenti delle susseguenti macchie superiorima non ne son ben sicuro. Queste tre macchie colle ombreggiature brillanti intervenientiformano riunite il cosidetto ornamento elittico. Questi ornamenti stanno in una linea parallela collo steloe manifestamente corrispondono nella posizione cogli ocelli od occhi.
Tra uno degli ornamenti elittici ad un ocello perfetto a occhio la graduazione è così fatta che non è guari possibile decidere quando si possa adoperare quest'ultimo vocabolo. Mi rincresce di non aver dato un disegno addizionaleche sta circa a mezza via della serie fra una delle macchie semplici ed un ocello perfetto. Il passaggio dall'ornamento elittico ad un ocello si compie per l'allungamento e la maggiore incurvatura in direzione opposta della macchia nera inferioree più specialmente di quella superiore unitamente alla contrazione della macchia irregolare sub- triangolare o più strettacosicchè alla fine queste tre macchie si fanno confluentiformando un anello irregolare elittico. Questo anello va graduatamente divenendo sempre; più circolare e regolarementre va crescendo in diametro. Si possono ancora osservare tracce del congiungimento di tutte le tre macchie allungatespecialmente delle due superioriin molti degli ocelli più perfetti. La macchia irregolare sub-triangolare o più stretta forma evidentementecolla sua contrazione ed ugualizzazionela parte più fitta dell'anello sul lato sinistro superiore dell'ocello ad occhio perfetto. La parte più bassa dell'anello è invariabilmente un po' più fitta delle altre partie questo deriva da che la macchia nera inferiore dell'ornamento elittico era in origine più fitta che non la macchia superiore. Si può tener dietro ad ogni passo nel processo di confluenza e di modificazione; e l'anello nero che circonda il globo dell'ocello è fatto certamente dall'unione e dalla modificazione delle tre macchie nere dell'ornamento elittico. Le macchie irregolari nere a ghirigori fra i successivi ocelli son dovute evidentemente allo spezzarsi delle macchie in certo modo più regolari ma somiglianti fra gli ornamenti elittici.
Gli stadi successivi dell'ombreggiamento degli ocelli ad occhio si possono seguitare con pari evidenza. Le strette zone brunearancio e piombo-pallidoche orlano la macchia nera inferiore dell'ornamento elitticosi possono vedere divenire man mano più dolci e sfumanti l'una nell'altrae la parte superiore più chiara verso l'angolo sinistro farsi sempre più chiaratanto da divenire quasi bianca. Ma anche negli ocelli ad occhio più perfetto si può scorgere una lieve differenza nelle tintesebbene non nell'ombreggiamentofra le parti superiori ed inferiori dell'occhio (come abbiamo spiegato sopra)essendo la linea di separazione obliqua nella stessa direzione colle tinte dai colori brillanti degli ornamenti elittici. Così si può dimostrare che quasi ogni più minuto particolare nella forma e nel coloramento degli ocelli ad occhio segue da graduati mutamenti negli ornamenti elittici; e lo sviluppo degli ultimi può essere segnato per stadi egualmente piccoli dall'unione di due macchie quasi semplicil'inferiore delle quali è munita sul lato superiore di una certa ombreggiatura fulva.
Le estremità delle penne secondarie più lunghe che portano gli ocelli ad occhio perfetti sono particolarmente adorne. Le fasce oblique longitudinali cessano ad un tratto all'insù e divengono confusee sopra questo limite tutto l'apice superiore della penna è coperto di gocce bianchecircondate da anellini neriche stanno sopra un fondo scuro. Anche la fascia obliqua che appartiene all'ocello superiore è rappresentata solo da una brevissima macchia irregolare neracolla consueta base incurvata trasversale. Siccome questa fascia è tagliata sopra così repentinamentenoi possiamo comprendereda quello che abbiamo detto primacome vada che la parte superiore più fitta dell'anello manca nell'ocello superiore; perchècome abbiamo fermato primaquesta parte più spessa èa quanto pareformata da un interrotto prolungamento della vicina macchia più alta della medesima fila. Per la mancanza della parte più spessa dell'anellol'ocello superioresebbene perfetto in tutti gli altri rispettisembra come se il suo apice fosse stato obliquamente esportato. Io penso che chiunque crede che il piumaggio del fagiano Argo è stato creato come lo vediamo orasarebbe assai imbarazzato a spiegare la condizione imperfetta degli ultimi ocelli. Aggiungerò che nelle penne secondarie delle ali più lontane dal corpo tutti gli ocelli sono più piccoli e meno perfetti che non nelle altre pennecolle parti superiori degli anelli neri esterni deficienti; come nel caso testè menzionato. Qui l'imperfezione sembra avere relazione col fatto che le macchie in questa penna mostrano minor tendenza del solito a divenire confluenti in strisceal contrario sono spesso spezzate in tante macchie più piccolecosicchè due o tre file scorrono da ogni ocello.
Abbiamo ora veduto che si può tener dietro ad una serie perfettada due macchie quasi semplicidapprima al tutto distinte fra lorofino ad uno dei meravigliosi ornamenti ad occhi. Il sig. Gouldche ebbe la compiacenza di darmi alcuna di queste penneè pienamente d'accordo con me intorno alla compiuta graduazione. È chiaro che gli stadi di sviluppo che presentano le penne sullo stesso uccello non ci mostrano necessariamente gli stadi percorsi dagli estinti progenitori della specie; ma probabilmente ci danno un po' di luce sugli stadi attualied almeno provano colla dimostrazione che una graduazione è possibile. Se pensiamo alla grande cura colla quale il fagiano Argo maschio mette in mostra le sue penne agli occhi della femminacome pure ai tanti fatti che rendono probabile che le femmine degli uccelli preferiscono i maschi più attraentinessuno che ammetta l'azione della scelta vorrà negare che una semplice macchia oscura con alcune sfumature fulve non possa essere convertitamercè l'approssimazione e la modificazione delle macchie vicineinsieme a qualche lieve aumento di colorein uno dei cosidetti ornamenti elittici. Questi ultimi ornamenti sono stati mostrati a molte personee tutte hanno riconosciuto che sono sommamente bellied alcune li considerano ancor più belli che non gli ocelli ad occhi. Mentre le penne secondarie divenivano più lunghe mercè la scelta sessualee mentre gli ornamenti elittici crescevano di diametroi loro colori divenivanoda quanto paremeno brillanti; e allora l'ornamentazione delle piume doveva ottenersi mercè un miglioramento nel disegno e nell'ombreggiamento; e questo processo è stato continuato fino a che siansi finalmente sviluppati i meravigliosi ocelli ad occhio. Così noi possiamo comprendere - e secondo me non altrimenti - la condizione presente e l'origine degli ornamenti delle penne delle ali del fagiano Argo.

Dalla luce che ci dà il principio dì graduazioneda quello che conosciamo delle leggi di variazionedai mutamenti seguiti in molti dei nostri uccelli domesticied infine dal carattere (come vedremo più chiaramente in seguito) del piumaggio non perfetto dei giovani uccelli - noi possiamo talora indicare con una certa fiducia gli stadi probabili coi quali i maschi hanno acquistato il loro brillante piumaggio ed i vari ornamenti: tuttavia in molti casi siamo circondati dal buio. Parecchi anni or sono il signor Gould mi fece osservare un uccello moscal'Urosticte benjamininotevole per le curiose differenze che presentano i due sessi. Il maschiooltre ad una splendida gorgieraha le penne della coda verde-nerodi cui le quattro centrali hanno le punte bianche; nella femminacome nella maggior parte delle specie affinile tre penne della coda esterne da ogni lato hanno la punta biancacosicchè il maschio ha le quattro centralimentre la femmina ha le sei penne esterne ornate di punte bianche. Ciò che rende singolare questo caso si è chequantunque il coloramento della coda differisca notevolmente nei due sessi di molte specie di uccelli moscail signor Gould non conosce una sola specieoltre l'Urostictenella quale il maschio abbia le quattro penne centrali colla punta bianca.
Il duca di Argyllcommentando questo casonon tiene conto della scelta sessuale e fa questa domanda: "Quale spiegazione darà la legge della scelta naturale di varietà specifiche come questa?" Egli risponde "nessuna affatto" ed io son d'accordo con lui. Ma si potrebbe dir ciò con tanta franchezza della scelta sessuale? Vedendo in quanti vari modi le penne della coda degli uccelli mosca differisconoperchè non avrebbero variato le quattro penne centrali in questa specie solatanto da avere acquistato l'apice bianco? Le variazioni possono essere state graduateo in certo modo repentinecome nel caso riferito recentemente degli uccelli mosca presso Bogotanei quali certi individui soli hanno le "penne della coda centrale colla punta di un bel verde". Nella femmina dell'Urosticte io ho notato punte bianche sommamente minute o rudimentali alle due penne esterne delle quattro penne centrali nere della coda; cosicchè qui abbiamo un segno di una qualche sorta di mutamento nel piumaggio di questa specie. Se noi ammettiamo la possibilità che le penne centrali della coda del maschio possano variare in bianco non v'ha nulla di strano che queste variazioni siano state sessualmente scelte. Le punte bianche ed i ciuffettini bianchi sulle orecchie accrescono certamentecome ammette il duca d'Argyllla bellezza del maschio; ed il color bianco èda quanto pareapprezzato dagli altri uccellisiccome si può dedurre da certi casicome il maschio bianco di neve della Procnias carunculata. Non bisogna dimenticare l'osservazione fatta da sir R. Heroncioè che le sue pavonessequando furono separate dal pavone macchiato di bianconon vollero unirsi a nessun altro maschioe per quella stagione non produssero prole. Non è per nulla strano che le variazioni seguite nelle penne della coda dell'Urosticte siano state specialmente scelte per scopo di ornamentoperchè il prossimo genere susseguente nella famiglia prende il nome di Metallura dallo splendore di quelle penne. Il signor Goulddopo aver descritto il piumaggio particolare dell'Urostictesoggiunge: "che siano loro unico scopo l'ornamento e la varietàio non ho guari dubbio". Se questo fosse ammessonoi possiamo vedere che i maschi che erano adorni nel più elegante e più nuovo modo avevano ottenuto un vantaggionon nella solita lotta per la vitama nella rivalità con altri maschied in conseguenza hanno dovuto lasciare maggior numero di prole per ereditare la loro bellezza novellamente acquistata.


CAPITOLO XV.

UCCELLIcontinuazione.
Discussione intorno alla causa per cui i maschi soli di alcune speciee i due sessi di altre speciesono brillantemente coloriti - Intorno alla eredità sessualmente limitatacome applicata a varie strutture ed al piumaggio splendidamente colorito - Nidificazione in relazione col colore - Perdita del piumaggio nuziale durante l'inverno.

Dobbiamo in questo capitolo considerare perchè in molte specie di uccelli la femmina non abbia ricevuto gli stessi ornamenti del maschio; e perchè in molti altri i due sessi siano ugualmenteo quasi ugualmenteadorni. Nel capitolo seguente considereremo perchè in alcuni pochi casi la femmina sia più vistosamente colorita che non il maschio.
Nella mia Origine delle specieio accennavo brevemente a ciò che la lunga coda del pavone sarebbe incomodaed il colore vistoso nero del gallo cedrone maschio pericoloso alla femminadurante il periodo dell'incubazione: ed in conseguenza che la trasmissione di questi caratteri dal maschio alla prole femmina sarebbe stata impedita dall'opera della scelta naturale. Io credo ancora che questo sarebbe seguito in alcuni pochi casi; ma dopo ponderata riflessione sopra tutti i fatti che mi è stato dato di raccoglieresono ora pro- penso a credere che quando i sessi differisconole successive variazioni sono state in generale limitate dapprima nella loro trasmissione allo stesso sesso nel quale fecero la loro prima comparsa. Dacchè le mie osservazioni furono pubblicatel'argomento della colorazione sessuale è stato discusso in alcuni interessantissimi scritti del signor Wallaceil quale crede che in quasi tutti i casi le variazioni successive tendevano dapprima ad essere trasmesse ugualmente ai due sessi; ma che la femmina fu impedita per opera della scelta naturale di acquistare i colori vistosi del maschio pel pericolo cui sarebbe andata incontro nella incubazione.
Questo modo di vedere richiede una noiosa discussione intorno ad un punto difficilecioè se la trasmissione di un carattereche è stato dapprima ereditato dai due sessipossa in seguito limitarsi nella sua trasmissionemercè la sceltaad un sesso solo. Dobbiamo tener in mentecome abbiamo dimostrato nel capitolo preliminare intorno alla scelta sessualeche i caratterii quali sono limitati nel loro sviluppo ad un sessosono sempre latenti nell'altro. Un esempio immaginario ci aiuterà meglio a dimostrare la difficoltà del caso; noi possiamo supporre che un dilettante desideri fare una razza di piccioni nella quale i maschi soli siano per essere coloriti di turchino pallidomentre le femmine siano per conservare la loro primiera tinta cenerina. Siccome nei piccioni ogni sorta di caratteri vengono per solito trasmessi ugualmente ai due sessiil dilettante avrebbe da cercare di mutare questa ultima forma di eredità in una trasmissione sessualmente limitataTutto ciò che egli potrebbe fare sarebbe di perseverare nella scelta di ogni piccione maschio che fosse in un grado anche minimo di un turchino più pallido; e l'effetto naturale di questo processoquando fosse seguito con persistenza per un lungo spazio di tempoe se le variazioni pallide fossero fortemente ereditate o anche spesso frequenti riuscirebbe a fare tutta la sua razza di un turchino più chiaroMa il nostro dilettante sarebbe obbligato ad accoppiare di generazione in generazione i suoi maschi turchini colle femmine cenerineperchè egli vorrebbe conservare a queste ultime il loro coloreIl risultato sarebbe in generale la produzione sia di una razza incrociata pezzatao più probabilmente la perdita spedita e compiuta del colore turchino pallidoperchè la tinta cenerina primitiva verrebbe trasmessa con maggior preponderanza. Supponendo tuttavia che alcuni maschi turchino pallido e femmine cenerine fossero prodotti durante ogni successiva generazionee venissero sempre incrociati assieme; allora le femmine cenerine avrebberose pure mi è lecito esprimermi casimaggiore copia di sangue azzurro nelle veneperchè i loro padrii loro avieccsarebbero stati uccelli azzurriIn queste circostanze si comprende (sebbene io non conosca fatti distinti che rendano ciò probabile) che le femmine cenerine possano acquistare una così forte latente tendenza al colore turchino pallidoche questo colore non sarebbe distrutto nella loro prole maschilementre la prole femminile erediterebbe tuttavia la tinta cenerina. Se ciò fosselo scopo desiderato di fare una razza coi due sessi permanentemente di colore differente potrebbe essere conseguito.
La somma importanzao meglio la necessità del carattere desiderato nel caso sopra dettocioèil colore turchino pallidoessendo presentesebbene allo stato latentenella femminacosicchè la prole maschile non fosse per essere deterioratasarà meglio apprezzata nel modo seguente; il fagiano di Soemmering maschio ha una coda lunga 1 metro e 20 centimetri; la coda del fagiano comune maschio è lunga circa 52 centimetrie quella della femmina 30 centimetri. Ora se la femmina del fagiano Soemmering dalla coda breve fosse incrociata col fagiano comune maschionon vi può essere dubbio che il maschio della prole ibrida avrebbe una coda molto più lunga che non quella della prole pura del fagiano comuneD'altra partese la femmina del fagiano comunecolla sua coda quasi due volte lunga quante quella della femmina del fagiano Soemmeringfosse incrociata col maschio di quest'ultimoil maschio della prole ibrida avrebbe una coda molto più corta che non quella della razza pura del fagiano di Soemmering.
Il nostro dilettanteonde fare la sua nuova razza con maschi di una tinta decisamente turchino pallidoe le femmine conservandosi immutateavrebbe da continuare a scegliere i maschi durante molte generazionied ogni stadio di pallidezza dovrebbe essere fissato nei maschi e reso latente nelle femmine. Il compito sarebbe difficilissimo e non è mai stato tentatoma potrebbe possibilmente riuscire. L'ostacolo principale sarebbe la primiera e compiuta perdita della tinta turchino-pallida per la necessità di fare reiterati incrociamenti colla femmina cenerinanon avendo questa dapprima nessuna tendenza latente a produrre prole turchino-pallida.
D'altra parte se uno o due maschi fossero per variare anche lievissimamente nella tintae le variazioni si limitassero dapprima nella loro trasmissione al sesso maschileil compito di fare una nuova razza della specie desiderata sarebbe agevoleperchè non vi sarebbe da fare altro che scegliere quei maschi ed unirli alle femmine comuni. Un caso analogo ha attualmente avuto luogoperchè vi sono razze del piccione del Belgio in cui i maschi soli sono striati di nero. Nel caso del pollame seguono abitualmente variazioni di colore limitate nella loro trasmissione al sesso maschile. Anche quando questa forma di eredità prevalepuò bene accadere che qualche successivo stadio nel processo di variazione possa venire trasmesso alla femminala quale allora rassomiglierebbe in un lieve grado al maschiocome segue in certe razze di polli. Oparimenteil numero maggiorema non tutti dei successivi stadi potrebbero venire trasmessi ai due sessie la femmina verrebbe allora a rassomigliare intimamente al maschio. Non vi può essere guari dubbio che questa è causa per cui il maschio del piccione Pouter ha un gozzo un po' più grossoed il piccione Messaggero maschio ha in certo modo bargigli più grandi che non le loro rispettive femmine; perchè i dilettanti non hanno scelto un sesso piuttosto che un altro e non hanno desiderato che questi caratteri fossero più pienamente sviluppati nel maschio che non nella femminatuttavia questo è il caso nelle due razze.
Lo stesso processo sarebbe seguìtoe le stesse difficoltà si sarebbero incontratequalora si fosse desiderato fare una razza in cui le femmine sole avessero un qualche nuovo colore.
Infineil nostro dilettante potrebbe desiderare di fare una razza in cui i due sessi differissero fra loro ed entrambi dalle specie originarie. Qui la difficoltà sarebbe sommaa meno che le successive variazioni fossero state dapprima sessualmente limitate dal due latie allora non vi sarebbe difficoltà alcuna. Vediamo questo nel pollame; così i due sessi delle galline macchiettate di Amburgo differiscono grandemente fra loroe dai due sessi dell'originario Gallus bankiva; ed entrambi sono ora tenute costanti al loro alto livello di bontà mercè una continua sceltache sarebbe stata impossibilea meno che i caratteri distintivi di entrambi fossero limitati nella loro trasmissione. I polli di Spagna presentano un caso ancor più curioso; il maschio ha una cresta immensama alcune delle variazioni successiveper l'accumulamento delle quali venne acquistatasembrano essere state trasmesse alla femminaperchè essa ha una cresta molte volte più grande che non quella delle femmine delle specie originarie. Ma la cresta della femmina differisce da quella del maschio per un riguardoperchè può essere suscettiva di troncarsied in un periodo recente è divenuto di moda che questo sia sempre il casoe la riuscita ha tenuto dietro immediatamente al desiderio. Ora il troncarsi della cresta deve essere limitato sessualmente alla sua trasmissionealtrimenti impedirebbe alla cresta del maschio di essere perfettamente dirittaciò che sarebbe orribile per ogni dilettante. D'altra parte la dirittezza della cresta del maschio deve essere parimente un carattere limitato sessualmentealtrimenti porrebbe ostacolo a ciò che la cresta della femmina fosse troncata.
Dai fatti sopra menzionati vediamo che anche un tempo quasi illimitato disponibilesarebbe un processo sommamente difficile e complessosebbene forse non impossibiledi mutaremercè la sceltauna forma di trasmissione nell'altraPerciò senza una distinta evidenza in ogni casoio non posso ammettere che questo sia stato sovente compiuto nelle specie naturali. D'altra parte mercè successive variazioniche furono dapprima assolutamente limitate nella loro trasmissionenon vi sarebbe la benchè minima difficoltà a rendere un uccello maschio grandemente differente nel colore o in qualunque altro carattere della femmina; l'ultima rimanendo senza alterazioni o lievemente alteratao specialmente modificata per scopo di protezione.
Siccome i colori brillanti sono utili ai maschi nella loro rivalità con altri maschitali colori sarebbero sceltifossero o no trasmessi esclusivamente allo stesso sesso. In conseguenza si può aspettare di vedere le femmine partecipare sovente della splendidezza dei maschi in un grado più o meno grande; e questo segue con un gran numerodi specie. Se tutte le successive variazioni fossero trasmesse egualmente ai due sessinon si distinguerebbero dai maschi; e questo parimente segue in molti uccelli. Tuttavia se i colori smorti durante l'incubazione fossero di grande importanza per la salvezza della femminacome in molti uccelli terragnolile femmine che avessero variato in splendidezzao che avessero ricevutomercè l'eredità dei maschi qualche accrescimento distinto di vistositàsi sarebbero presto o tardi distrutte. Ma la tendenza nei maschi a continuare a trasmettere per un periodo indefinito alla loro prole femminina la propria bellezza di colori sarebbe stata eliminata da un mutamento nella forma di eredità; e questacome abbiamo dimostrato con precedenti illustrazionisarebbe stata sommamente difficile. Il risultato più probabile della distruzione lungamente continuata delle femmine dai colori più brillantisupponendo che prevalesse la forma eguale di trasmissionesarebbe stata la perdita o la distruzione dei colori brillanti dei maschiin conseguenza del loro continuo incrociamento con femmine dai colori smorti. Sarebbe poco dilettevole tener dietro a tutti gli altri possibili risultati; ma io posso ricordare al lettore ciò che è dimostrato nell'ottavo capitoloche se le variazioni nel colore sessualmente limitate avessero avuto luogo nelle femmineanche se non fossero state per nulla nocevoli ad esse ed in conseguenza non fossero state eliminatetuttavia non sarebbero state favorite o scelteperchè il maschio accetta usualmente qualunque femminae non sceglie gli individui più attraenti; quindi queste variazioni andrebbero soggette a perdersi ed avrebbero poca azione sul carattere della razza; e questo aiuterà a spiegare perchè le femmine siano comunemente meno brillantemente coloriteche non i maschi.
Nel capitolo a cui mi sono riferito testèsono stati dati esempi e se ne potrebbero aggiungere in numero infinitodi variazioni occorrenti in età differentied ereditate alla stessa età. Si dimostrava pure che le variazioni le quali seguono tardi nella vita sono comunemente trasmesse allo stesso sesso in cui sono dapprima comparse; mentre le variazioni seguite di buon'ora nella vita sono atte a venire trasmesse ai due sessi; non già che tutti i casi di trasmissione sessualmente limitata possano venire in tal modo spiegati. Fu inoltre dimostrato che se un uccello maschio avesse variato col divenire più brillante mentre era giovanecosiffatte variazioni non sarebbero state di nessun utile fino all'età della riproduzionee quando fosse intervenuta rivalità fra i maschi. Ma nel caso di uccelli che vivono sul terreno e che comunemente traggono protezione dai colori smortile tinte brillanti sarebbero state molto più pericolose ai giovani ed inesperti che non ai maschi adulti. In conseguenza i maschi che variavano in brillantezza mentre erano giovani dovevano andar molto soggetti alla distruzione ed essere eliminati per opera della scelta naturale; d'altra parte i maschi che variavano in questo modo quando erano quasi adultimalgrado che fossero esposti a qualche maggiore pericolopotevano sopravviveree per essere favoriti mercè la scelta sessualeavrebbero procreato la loro specie. Il fatto che i maschi giovani brillantemente coloriti erano distrutti e gli adulti erano fortunati nel loro corteggiamentopuò riferirsi al principio di una relazione esistente fra il periodo di variazione e la forma di trasmissioneavendo i maschi soli di molti uccelli acquistato e trasmesso colori brillanti alla loro prole maschile soltanto. Ma non asserisco per nulla che l'azione dell'età nella forma di trasmissione sia indirettamente l'unica causa della grande differenza nella brillantezza fra i sessi di molti uccelli.
Siccome in tutti gli uccelli in cui i sessi differiscono nel colore è una questione interessante sapere se i maschi soli sono stati modificati mercè la scelta sessualerimanendo le femmineper tutto ciò che riguarda quest'azioneimmutate o solo parzialmente mutate; o se le femmine siano state modificate specialmente mercè la scelta naturale per lo scopo di protezioneio tratterò questo argomento con una certa estensioneanche maggiore di quello che non meriti la sua intrinseca importanzaperchè vari curiosi punti collaterali possono così venire convenientemente considerati.
Prima di entrare nell'argomento del colorepiù specialmente in rapporto alle conclusioni del signor Wallacepuò essere utile trattare da un simile punto di vista alcune altre differenze fra i sessi. Una razza di polli esisteva anticamente in Germania nella quale le galline erano fornite di sproni; covavano benissimoma disturbavano cosiffattamente i nidi coi loro sproni che non si lasciarono più covare le loro uova. Quindi mi parve probabile a prima vista che nelle femmine dei Gallinacei selvatici lo sviluppo degli sproni sia stato arrestato per opera della scelta naturale pel danno che cagionavano ai nidi. Ciò pareva tanto più probabile in quanto che gli sproni delle aliche non sembrano portar danno durante la nidificazionesono sovente tanto bene sviluppati nella femmina quanto nel maschio; sebbene in non pochi casi siano alquanto più grandi nel maschio. Quando il maschio presenta sproni alle gambeanche nella femmina si osservano rudimenti di essi; talvolta il rudimento non è che una semplice scagliacome nelle specie del Gallus. Perciò si può arguire che le femmine erano originariamente fornite di sproni bene sviluppatima che questi erano andati in seguito perdendosi sia per la mancanza di esercizio o per scelta naturale. Ma se questo modo di vedere fosse ammessosi sarebbe esteso ad un numero grandissimo di altri casi; e ciò implicherebbe che i progenitori femminili delle specie esistenti fornite di sproni fossero un tempo impacciati con un'appendice nocevole.
In alcuni pochi generi e poche speciecome nel Galloperdixnell'Acomus e nel Pavone di Giava (Pavo muticus)le femminecome pure i maschiposseggono sproni bene sviluppati. Dobbiamo noi da questo fatto dedurre che essi costruiscano una sorta di nido che non possa venir danneggiato dai loro spronidiverso da quello fatto dai loro più prossimi affinicosicchè non vi sia stato bisogno di distruggere i loro sproni? Oppure dobbiamo noi supporre che queste femmine richiedano specialmente sproni per difendersi? È una conclusione più probabile quella che tanto la presenza quanto l'assenza degli sproni nelle femmine derivi dalle differenti leggi di eredità che ebbero prevalenzaindipendentemente dalla scelta naturale. Nelle tante femmine in cui gli sproni appaiono come rudimentinoi possiamo concludere che alcune poche delle successive variazionimercè le quali essi si svilupparono nei maschiebbero luogo di buon'ora nella vitae vennero di conseguenza trasmesse alle femmine. Negli altri casimolto più rariin cui le femmine posseggono sproni pienamente sviluppatipossiamo concludere che tutte le successive variazioni furono loro trasmesse: e che esse gradatamente acquistarono l'abito ereditario di non disturbare i loro nidi.
Gli organi vocali e le penne variamente modificate onde produrre suonocome pure gli istinti acconci per farne usodifferiscono sovente nei due sessima sono talora gli stessi in entrambi. Queste differenze possono esse venire attribuite a ciò che i maschi hanno acquistato questi organi e questi istintimentre le femmine sono state impedite dall'acquistarliin ragione del pericolo a cui sarebbero state esposte attirando l'attenzione degli uccelli rapaci e delle fiere? Questo non mi sembra probabilequando penso alla moltitudine di uccelli che rallegrano impunemente il paese coi loro canti in primavera. È una conclusione più ragionevole quella chesiccome gli organi vocali e strumentali sono di speciale servigio solo ai maschi durante il corteggiamentoquesti organi siansi sviluppati mercè la scelta sessuale e pel continuato esercizio in questo sesso solo - e le successive variazioni e gli effetti dell'esercizio siano state fino dal principio limitate nella loro trasmissione in un grado maggiore o minore alla prole maschile.
Si possono riferire molti casi analoghi; per esempio le penne del capoche sono generalmente più lunghe nel maschio che non nella femminatalora di eguale lunghezza nei due sessied occasionalmente assenti nella femmina- questi differenti casi talora presentandosi nello stesso scompartimento di uccelli. Sarebbe difficile spiegare una differenza di questa sorta fra i sessi col principio che la femmina avendo avuto il beneficio di possedere una cresta lievemente più breve del maschioe la sua susseguente diminuzione o compiuta soppressione per opera della scelta naturale. Ma prenderò un caso più favorevolecioè la lunghezza della coda. Il lungo strascico del pavone sarebbe stato non solo un inconveniente ma anche un pericolo per la pavonessa durante il periodo della incubazione e quando allevava i piccoli. Quindi non v'ha la menoma improbabilità a priori a ciò che lo sviluppo della sua coda sia stato impedito dall'opera della scelta naturale. Ma le femmine di vari fagianiche da quanto pare sono esposte nei loro nidi aperti agli stessi pericoli della pavonessasono munite di code di lunghezza notevole. Le femmine come i maschi della Menura superba hanno lunghi strascichie fabbricano un nido a cupolache per un uccello così grande è una anomalia. I naturalisti hanno pensato molto al modo in cui può tenere la coda la femmina della Menura durante l'incubazione; ma ora si sa che "entra col capo primae poi gira intorno alla coda talvolta ripiegata sul dorsoma più spesso piegata intorno al suo fianco. Così col tempo la coda diviene tutta stortae dà una regola abbastanza giusta intorno al tempo in cui l'uccello è stato covando". I due sessi di un Martin pescatore di Australia (Tanysiptera sylvia) hanno le penne di mezzo della coda grandemente allungate; e siccome la femmina fa il suo nido in un bucoqueste penne divengonocome m'informa il signor R. B. Sharpemolto rattratte durante la nidificazione.
In questi due casi la grande lunghezza delle penne della coda deve essere in qualche grado incomoda per la femmina; e siccome nelle due specie le penne della coda della femmina sono in certo modo più corte di quelle del maschiosi può arguire che il loro pieno sviluppo sia stato impedito per opera della scelta naturale. Giudicando da questi casise nella pavonessa lo sviluppo della coda è stato impedito solo quando è divenuto sconvenientemente o pericolosamente lungaessa avrebbe acquistato una coda molto più lunga che non quella che possiede attualmente; perchè la sua coda non è quasi tanto lungarelativamente alla mole del corpoquanto quella di molte femmine di fagianinè più lunga che non quella della femmina del tacchino. Bisogna anche tenere bene in mente chesecondo questo modo di vedereappena la coda della pavonessa divenne pericolosamente lungaed il suo sviluppo fu in conseguenza arrestatoessa avrebbe continuamente reagito sulla sua prole maschilee così avrebbe messo ostacolo a ciò che il pavone acquistasse il suo magnifico strascico attuale. Noi possiamo quindi dedurre che la lunghezza della coda nel pavone e la sua brevità nella pavonessa sono l'effetto delle variazioni requisite nel maschio che sono state dapprima trasmesse alla prole maschile sola.
Veniamo ad una conclusione quasi somigliante rispetto alla lunghezza della coda di varie specie di fagiani. Nel fagiano orecchiuto (Crossoptilon auritum) la coda è di uguale lunghezza nei due sessicioè misura da quarantuno a quarantaquattro centimetri; nel fagiano comune è lunga nel maschio quasi cinquantadue centimetrie trentun centimetri nella femmina; e finalmente nel fagiano di Reeve è talora effettivamente lunga un metro e ottantasette centimetri nel maschio e quarantuno nella femmina. Così nelle varie specie la coda della femmina differisce molto nella lunghezzasenza corrispondenza con quella del maschio; e questo può essere attribuitosecondo il mio parerecon molta probabilitàalle leggi di eredità- vale a dire a ciò che le successive variazioni sono state dapprima più o meno limitate intimamente nella loro trasmissione al sesso maschile- che non all'azione della scelta naturalein seguito a ciò che la lunghezza della coda era nocevole in un grado più o meno grande alle femmine delle varie specie.
Noi possiamo ora considerare gli argomenti del sig. Wallace rispetto alla colorazione sessuale degli uccelli. Egli crede che le tinte brillanti originariamente acquistate. mercè la scelta sessualedai maschi sarebbero state trasmesse in tutti o in quasi tutti i casi alle femminea meno che la scelta naturale non ne avesse arrestato la trasmissione. Posso qui ricordare al lettore che vari fatti in appoggio di questa opinione sono stati già riferiti rispetto ai rettiliagli anfibiai pesci ed ai lepidotteri. Il signor Wallace fonda la sua credenza principalmentema non esclusivamentecome vedremo in seguito nel prossimo capitolosul seguente fattoche quando i due sessi sono coloriti in modo molto vistoso il nido è di una natura tale da nascondere l'uccello covantema quando vi è uno spiccato contrasto di colore fra i sessiil maschio è di colore vivace e la femmina di colore smortoil nido è palese ed espone l'uccello covante in vista. Questa coincidenzafin dove giungesostiene certamente la credenza che le femmine che covano in nidi aperti sono state modificate specialmente per scopo di protezione. Il signor Wallace ammette che vi sonocome si poteva aspettare alcune eccezioni a queste regolema non si può dire se le eccezioni non siano tanto numerose da infirmarle seriamente.
Vi è in primo luogo molta verità nella osservazione del duca d'Argyll che un grande nido a vôlta è più in vista dei nemicispecialmente di tutti gli animali carnivori che frequentano gli alberiche non un nido aperto più piccolo. Nè dobbiamo noi dimenticare che in molti uccelli che fabbricano nidi aperti i maschi stanno sulle uova ed aiutano a cibare i giovani come le femmine; questo è il casoper esempionella Pyranga aestivauno dei più splendidi uccelli degli Stati Unitiil maschio della quale è vermiglio e la femmina verde-bruniccio-chiaro. Ora se i colori brillanti sono stati sommamente pericolosi per gli uccelli quando stavano covando nei loro nidi apertii maschi in questi casi debbono avere molto sofferto. Può tuttavia essere di tale importanza pel maschio avere colori vistosionde vincere i suoi rivaliche questo dovrebbe essere un compenso a qualunque nuovo pericolo.
Il signor Wallace ammette che nei Dicruri (Dicrurus)nei Rigogoli e nelle Pittide le femmine hanno colori appariscentie tuttavia costruiscono nidi aperti: ma insiste su ciò che gli uccelli del primo gruppo sono sommamente battaglieri e si possono difendere; che quelli del secondo gruppo mettono ogni cura per nascondere i loro nidi apertima questo non è invariabilmente il caso; e che negli uccelli di terzo scompartimento le femmine sono fornite di colori brillanti soprattutto nella superficie inferioreOltre a questi casi tutta la grande famiglia dei piccioniche sono talora brillantemente e quasi sempre vistosamente coloritie che sono notoriamente soggetti alle aggressioni degli uccelli di rapinaoffre una seria eccezione alla regolaperchè i piccioni quasi sempre fabbricano nidi aperti ed esposti. In un'altra grande famigliaquella degli uccelli moscatutte le specie costruiscono nidi apertituttavia in alcune delle specie più belle i sessi sono uguali; e nel maggior numero dei casi le femminesebbene siano meno brillanti dei maschisono colorite molto vistosamente. Nè si può asserire che tutte le femmine degli uccelli moscache sono vivacemente coloritesfuggono alla vista perchè le loro tinte sono verdiperchè alcune hanno le parti superiori colorite di rossodi turchino e di altri colori.
Rispetto agli uccelli che fabbricano nidi nei buchi o li costruiscono a cupolaessi hanno altri vantaggicome osserva il signor Wallaceoltre a quello di potersi nascondereessere riparati dalla pioggiaavere maggior caloree nei paesi molto caldi venir protetti contro i raggi del sole; cosicchè non è una valida obiezione al suo modo di vedere che molti uccelliin cui i due sessi sono di colori oscurifabbrichino nidi nascosti. Le femmine dei Buceros per esempiodelle Indie e dell'Africa sono protettedurante la nidificazionecon straordinaria curada ciò che il maschio mura il buco nel quale la femmina sta covando le uovae lascia solo un piccolo orifizio dal quale le porge il cibo; essa rimane così strettamente prigioniera per tutto il periodo dell'incubazione; tuttavia le femmine dei Buceros non sono più brillantemente colorite di quello che non siano molti altri uccelli di eguale mole che fabbricano nidi scoperti. Una obiezione più seria all'opinione del signor Wallacecome l'ammette egliè quella che in alcuni pochi gruppi i maschi sono brillantemente coloriti e le femmine sono brunee tuttavia queste ultime depongono le uova in nidi a cupola. Questo è il caso nelle Grallinae d'Australiale Maluride dello stesso paesele Netturinie e in parecchie Mellifagide d'Australia.
Se osserviamo gli uccelli d'Inghilterra vedremo che non v'ha stretta o generale relazione fra i colori della femmina e la natura del nido che costruisce. Circa quaranta dei nostri uccelli inglesi (eccettuato quelli di grossa mole che possono difendersi da loro stessi) costruiscono nei buchi delle ripedelle rocceo degli alberio fabbricano nidi a cupola. Se prendiamo i colori delle femmine del cardellinodel ciuffolotto o del merlocome misura del grado di vistositàche non è grandemente pericoloso per le femmine covantiallora di questi quaranta uccelli solo le femmine di dodici di essi possono essere considerate come vistose in un grado pericolosomentre le altre ventotto non sono appariscenti. Non v'ha neppure qui nessuna intima relazione fra una bene distinta differenza di colore e la natura del nido costrutto. Così il maschio della passera comune (Passer domesticus) differisce molto dalla femminail maschio della passera mattugia (P. montanus) ne differisce appenae tuttavia entrambi costruiscono nidi nascosti. I due sessi del Boccalepre (Muscicapa grisola) si possono appena distinguerementre i sessi della Balia nera (M. luctuosa) differiscono notevolmenteed entrambi fabbricano nelle buche. La femmina del merlo (Tardus merula) differisce molto; la femmina del merlo col petto bianco (T. torquatus) differisce menoe la femmina del tordo bottaccio (T. musicus) appena al tutto dal rispettivo maschio; tuttavia fabbricano tutte nidi scoperti. D'altra parte il merlo acquaiolo (Cinclus aquaticus)abbastanza loro affinefabbrica un nido a cupolae i sessi differiscono quasi tanto quanto nel caso del merlo dal petto bianco. Il fagiano di monte(Tetrao tetrix) ed il T. Scoticus fabbricano nidi scopertiin luoghi parimente bene nascosti; ma in una delle specie i sessi differiscono grandementee nell'altra pochissimo.
Malgrado le precedenti obiezioniio non posso dubitaredopo aver letto lo scritto eccellente del signor Wallaceche osservando gli uccelli del mondosi vede che una grande maggioranza di specie in cui le femmine hanno colori brillanti (e in questo caso i maschimeno alcune rare eccezionisono del pari vistosi) fabbricano nidi nascosti per lo scopo di protezione. Il signor Wallace enumera una lunga serie di gruppi in cui questa regola prevale; ma basterà qui addurre come esempi i gruppi più familiari dei martin pescatoridei tucanidei troconidei capitonididelle musofaghedei picchi e dei pappagalli. Il signor Wallace crede che in questi scompartimentisiccome i maschi hanno acquistato graduatamente i loro colori brillanti per opera della scelta sessualequesti colori furono trasmessi alle femmine e non furono eliminati dalla scelta naturaleperchè godevano già della protezione dovuta al loro modo di nidificazione. Secondo questo concettoil loro modo presente di nidificare fu acquistato prima dei loro presenti colori. Ma sembra a me molto più probabile che nella maggior parte dei casisiccome le femmine vennero graduatamente facendosi sempre più brillanti partecipando dei colori del maschioesse vennero pure graduatamente mutando i loro istinti (supponendo che dapprima avessero costrutto nidi scoperti)e onde cercar protezione fabbricarono nidi nascosti o a cupola. Chiunque studiper esempiola relazione di Audubon intorno alle differenze fra i nidi della stessa specie nel nord e nel sud degli Stati Unitinon avrà grande difficoltà ad ammettere che gli uccellisia per un mutamento (nel senso più stretto del vocabolo) nei loro costumio mercè la scelta naturale delle cosidette variazioni spontanee dell'istintoabbia potuto essere prontamente indotto a modificare il suo modo di nidificazione.
Questo modo di considerare la relazionefin dove può essere sostenutofra i colori brillanti delle femmine degli uccelli e il loro modo di nidificarericeve un certo appoggio da alcuni casi analoghi che seguono nel deserto di Sahara. Colàcome in moltissimi altri desertivari uccellie molti altri animalihanno avuto i loro colori armonizzati meravigliosamente colle tinte della superficie circostante. Nondimeno vi sonocome m'informa il rev. sig. Tristramalcune curiose eccezioni a questa regola; così il maschio della Monticola cyanea è vistoso pel suo colore azzurro-brillantee la femmina è quasi parimente vistosa pel suo piumaggio bruno screziato di bianco; i due sessi delle due specie di Dromolaea sono di un nero lucidocosichè questi tre uccelli non ricevono per nulla protezione dai loro colorituttavia essi possono scampareavendo acquistato l'abitoquando sono in pericolodi rifugiarsi nelle buche o nei crepacci delle rocce.
Rispetto ai gruppi di uccelli specificati soprain cui le femmine sono colorite vistosamente e fabbricano nidi nascostinon è necessario supporre che ogni specie separate abbia avuto i suoi istinti nidificatori specialmente modificatima solo che i progenitori primieri d'ogni gruppo siano stati indotti graduatamente a fabbricare nidi nascosti o a cupola; ed in seguito abbiano trasmesso questo istintounitamente ai loro brillanti coloriai loro discendenti modificati. Questa conclusioneper quanto possa esser degna di fedeè interessantecioèche la scelta sessualeunitamente ad una egualeo quasi uguale eredità nei due sessiabbia indirettamente fermato il modo di nidificazione di interi gruppi di uccelli.
Anche nei gruppi in cuisecondo il signor Wallacele femmine essendo protette durante la nidificazione non hanno avuto eliminati i loro brillanti colori per opera della scelta naturalei maschi sovente differiscono in un lieve ed occasionalmente in un grado notevole dalle femmine. È questo un fatto significanteperchè cosiffatte differenze nel colore devono essere attribuite al principio che nei maschi alcune variazioni sono state dapprima limitate al medesimo sesso; come non si può guari asserire che queste differenzespecialmente quando sono lievissimeservano come una protezione per le femmine. Così tutte le specie dello splendido gruppo dei trogoni costruiscono in buche; ed il signor Gould dà figure dei due sessi di venticinque speciedi cui tuttemeno un'eccezione parzialehanno i sessi differenti talora poco talora moltissimo nel coloree mentre i maschi sono sempre più belli che non le femminesebbene queste ultime siano pure belle. Tutte le specie di martin pescatori nidificano in buchee nella maggior parte delle specie i due sessi sono parimenti splendidi; e fin qui la regola del signor Wallace ha ragione; ma in alcune specie di Australia i colori delle femmine sono piuttosto meno vivaci che non quelli dei maschi; ed in una specie splendidamente coloritai sessi differiscono tanto che furono dapprima creduti specificamente distinti. Il signor R. B. Sharpeche ha specialmente studiato questo gruppomi ha mostrato alcune specie americane (Ceryle) in cui il petto del maschio è cinto di nero. Di nuovonel Carcineutesla differenza fra i sessi è cospicua; nel maschio la superficie superiore è turchino-scuro rigata di nerola superficie inferiore è in parte colorita di fulvocon molto rosso intorno al capo; nella femmina la superficie superiore è rosso-bruna rigata di neroe la superficie inferiore è bianca con macchie nere. È un fatto interessanteperchè dimostra come lo stesso stile particolare di coloramento sessuale caratterizzi sovente forme affiniperchè in tre specie di Dacelo il maschio differisce dalla femmina solo in ciò che la coda è azzurro-scuro con strisce nerementre la femmina è bruna con fasce nericce; cosicchè qui la coda differisce nel colore nei due sessi precisamente nello stesso modo come tutta la superficie superiore dei sessi del Carcineutes.
Nei pappagalliche fabbricano parimente entro buchetroviamo casi analoghi; nella maggior parte delle specie i due sessi hanno colori brillanti e non si possono distinguerema in un numero non piccolo di specie i maschi hanno colori più vivaci che non le femmineo anche sono coloriti molto diversamente da esse. Cosìoltre a certe differenze fortemente spiccatetutta la superficie interiore dello Aprosmictus scapulatus maschio è scarlattamentre la gola ed il petto della femmina sono verdi tinte di rosso; nella Euphema Splendida vi è una differenza consimilela faccia e le cuopritrici sono inoltre di un turchino più pallido che non nel maschio. Nella famiglia delle Cincie (Parinae) che fabbricano nidi nascostila femmina della nostra cinciarella (Parus caerulus) è "molto meno brillantemente colorita" che non il maschio; e nella magnifica cincia Sultano giallo dell'India la differenza è ancora maggiore.
Parimente nel grande gruppo dei picchi i sessi sono generalmente quasi consimilima nel Megapicus validus tutte quelle parti del capodel collo e del pettoche sono cremisine nel maschiosono bruno-pallide nella femmina. Siccome in parecchi picchi il capo del maschio è cremisino-brillantementre quello della femmina è smortomi venne in mente che questo colore avrebbe potuto forse rendere la femmina pericolosamente vistosaogniqualvolta avesse sporto il capo dal buco ove stava il suo nidoe che in conseguenzasecondo il modo di vedere del signor Wallacequesto colore fosse stato eliminato riguardo allo Indopicus carlottacioè che le femmine giovanicome i giovani maschihanno un po' di cremisino sul capoma che questo colore scompare nella femmina adultamentre divien più intenso nel maschio adulto. Nondimeno le considerazioni seguenti rendono questo modo di vedere dubbiosissimo; il maschio prende molta parte alla incubazionee quindi sarebbe quasi ugualmente esposto al pericolo; in molte specie ambo i sessi hanno il capo di un colore cremisino egualmente brillante; in altre specie la differenza tra i sessi nella somma del colore scarlatto è così lieve che non potrebbe fare una differenza apprezzabile del caso di pericolo; ed infine il coloramento del capo nei due sessi sovente differisce lievemente per altri riguardi.
I casi finora riferiti di lievi e graduate differenze nel colore tra i maschi e le femmine nei gruppi in cuicome una regola generalei sessi si rassomigliano fra lorohanno tutti relazione a specie che fabbricano nidi a cupola o nascosti. Ma consimili graduazioni possono parimente essere osservate nei gruppi in cui i sessi si rassomigliano come regola generalema che costruiscono nidi scoperti. Siccome ho dato sopra come esempio i pappagalli d'Australiacosì posso qui dare come esempiosenza riferire alcun particolarei piccioni di Australia. Merita speciale menzione ciò che in tutti questi casi le lievi differenze nel piumaggio fra i sessi sono della stessa natura generale come le maggiori differenze che hanno luogo occasionalmente. Una buona illustrazione di questo fatto è già stata prodotta da quei martin pescatori in cui la coda sola o tutta la superficie superiore del piumaggio differiscono nei due sessi allo stesso modo. Fatti consimili si possono osservare nei pappagalli e nei piccioni. Le differenze nel colore tra i sessi della stessa specie sono pure della medesima natura generalecome le differenze nel colore tra le specie distinte dello stesso gruppo. Perchè quando in un gruppo in cui i sessi sono per solito simili il maschio differisce notevolmente dalla femminaegli non è colorito in uno stile al tutto nuovo. Quindi possiamo dedurre che nello stesso gruppo i colori speciali dei due sessi quando sono similied i colori del maschio quando differiscono lievemente o anche notevolmente dalla femminasono stati in molti casi determinati dalla stessa causa generale; e questa è la scelta sessuale.
Non è probabilecome abbiamo già osservatoche le differenze nel colore fra i sessiquando sono lievissimepossano essere in alcun modo utili alla femmina come protezione. Ammettendo tuttavia che abbiano un qualche vantaggiosi può supporre che siano casi di transizione; ma non abbiamo ragione per credere che molte specie stiano in un tempo qualunque operando un mutamento. Perciò non possiamo guari ammettere che le numerose femminele quali differiscono lievissimamente nel colore dai maschi stiano tutte ora cominciando a divenire oscure per lo scopo di protezione. Anche se noi consideriamo alcune differenze sessuali in certo modo più spiccateè egli probabileper esempioche la testa della femmina del fringuelloil color cremisino del petto della femmina del ciuffolottoil verde della femmina del verdonela cresta della femmina del fiorrancinosieno tutte divenute un po' meno brillanti mercè un lento processo di scelta per scopo di protezione? Io non posso crederlo; e meno ancora per le lievi differenze fra i sessi di quegli uccelli che costruiscono nidi nascosti. D'altra parte le differenze nel colore fra i sessisiano esse grandi o piccolepossono venire ampiamente spiegate col principio delle successive variazioniacquistate dai maschi mercè la scelta sessualeche sono state dapprima più o meno limitate nella loro trasmissione alle femmine. Non sorprenderà alcuno il quale abbia studiato le leggi di eredità che il grado di limitazione differisca nelle differenti specie dello stesso gruppoperchè quelle leggi sono così complesse che ci appaiono nella loro ignoranza siccome capricciose nella loro azione.
Per quanto io abbia potuto vederevi sono pochissimi gruppi di uccelli contenenti un numero notevole di speciein cui tutti abbiano i due sessi brillantemente coloriti e somigliantemente; ma questo sembra essere il casocome ho udito dal sig. Selaterper le Musophagae. E non credo neppure che esista nessun grande gruppo in cui i sessi di tutte le specie siano molto dissimili nel colore. Il sig. Wallace m'informa che le Cotinghe del Sud America (Cotingidae) offrono uno dei migliori esempi; ma in alcuna delle specie in cui il maschio ha il petto di colore rosso splendidola femmina mostra sul petto un po' di rosso; e le femmine delle altre specie hanno tracce di verde e di altri colori che appartengono ai maschi. Nondimeno abbiamo una certa approssimazione ad una intima rassomiglianza o dissomiglianza sessuale in parecchi gruppi; e questosecondo quello che abbiamo testè detto della natura incerta dell'ereditàè una circostanza in certo modo sorprendente. Ma che le stesse leggi prevalgano ampiamente con animali affini non deve recar sorpresa. Il pollame domestico ha prodotto un gran numero di razze e sottorazzeed in queste i sessi generalmente differiscono nel piumaggio; cosicchè è stato considerato come una circostanza notevole il fatto che certe sottorazze si rassomigliano fra loro. D'altra parte il piccione domestico ha parimente prodotto un vasto numero di razze distinte e di sottorazzeed in questemeno qualche rara eccezionei due sessi sono identicamente simili. Perciò se si addomesticassero e si variassero altre specie di galli e di colombinon sarebbe ardimento il predire che le stesse regole generali di rassomiglianza e dissomiglianza sessualedipendenti dalla forma di trasmissioneavrebberonei due casisempre effetto. In un modo consimile la medesima forma di trasmissione ha prevalso in generale per tutti gli stessi gruppi naturali; quantunque possano osservarsi distinte eccezioni a questa regola. Nella stessa famiglia o anche nello stesso generei sessi possono essere identicamente simili o anche molto differenti nel colore. Sono già stati dati esempi che hanno relazione collo stesso generecome nei passerinei pigliamoschenei tordi e nei tetraoni. Nella famiglia dei fagiani i maschi e le femmine di quasi tutte le specie sono sommamente dissimilima sono al tutto simili nel fagiano orecchiuto o Crossoptilon auritum. Nelle due specie di Chloephagagenere di ochei maschi non si possono distinguere dalle femminetranne per la mole; mentre in due altre i sessi sono tanto dissimiliche si possono facilmente prendere in isbaglio come specie distinte.
Le leggi di eredità possono solo dar ragione dei seguenti casiin cui le femmine acquistando in un tardo periodo di vita certi caratteri propri al maschiovengono infine a rassomigliare ad esso in un modo più o meno compiuto. Qui la protezione non può guari essere venuta in giuoco. Il signor Blyth m'informa che le femmine dell'Oriolus melanoncephalus ed alcune altre specie affiniquando sono abbastanza adulte per riprodursidifferiscono notevolmente nel piumaggio dai maschi adulti; ma dopo la seconda o la terza muta differiscono solo in ciò che hanno il becco con una lieve tinta verdiccia. Nelle Ardette (Ardetta)secondo la medesima autoritàil maschio acquista la sua ultima livrea alla prima muta, e la femmina non prima della terza o quarta muta: intanto essa presenta un abito intermedio, che si cambia poi alla fine colla stessa livrea come quella del maschio. Così pure la femmina del Falco peregrinus acquista il suo piumaggio turchino più lentamente che non il maschio. Il signor Swinboe asserisce che in un Drongo (Dicrurus macrocercus) il maschio quando sta covando muta il suo morbido piumaggio bruno e diviene di una uniforme tinta lucida-verde-nera: ma la femmina conserva per un tempo lungo le strie bianche e le macchie sulle ascellari: e non assume compiutamente il colore nero uniforme del maschio pei primi tre anni. Lo stesso eccellente osservatore nota che nella primavera del secondo anno la femmina della Spatola (Platalea) della Cina rassomiglia al maschio del primo annoe che da quanto pare non è se non nella terza primavera che acquista lo stesso piumaggio adulto come quello posseduto dal maschio in un'età più fresca. La femmina della Bombycilla carolinensis differisce pochissimo dal maschioma le appendici che come tante perle di ceralacca adornano le penne delle ali non si sviluppano in essa tanto presto quanto nel maschio. La mandibola superiore nel maschio di un parrocchetto Indiano (Palaeornis Javanicus) è rosso-corallo fino dalla prima etàma nella femminacome ha osservato il signor Blyth in uccelli in gabbia e liberiè dapprima nerain cui i sessi si rassomigliano fra loro per tutti i rispetti. I due sessi del tacchino selvatico sono infine muniti di un ciuffo di piume setolose sul pettoma in uccelli di due anni di età il ciuffo è lungo quasi dieci centimetri nel maschioe nella femmina è appena apparente; quando però quest'ultima ha raggiunto il quarto anno di età il suo ciuffo è lungo da 10 a 13 centimetri.
In questi casi le femmine seguono un corso normale di sviluppo divenendo infine simili ai maschi; e questi casi non si debbono confondere con quelli in cui femmine malate o vecchie assumono caratteri mascolinio con quelli in cui femmine perfettamente fecondequando sono giovani acquistano per opera della variazione o per qualche causa ignota i caratteri del maschio. Ma tutti questi casi hanno tanto di comuneche dipendonosecondo l'ipotesi della pangenesida ciò che le gemmule derivate da ogni parte del maschio sono presentisebbene latentinella femmina; il loro sviluppo avendo luogo in qualche lieve mutamento nelle affinità elettive dei loro tessuti costituenti.
Fa d'uopo aggiungere alcune parole intorno ai mutamenti di piumaggio in rapporto colla stagione dell'anno. Per le ragioni sopra assegnate non vi può essere gran dubbio che le piume elegantile penne lunghe pendentile cresteecc. delle sgarzedegli aironi e di molti altri uccelliche sono sviluppate e conservate solo durante l'estateservono esclusivamente per scopo di ornamento e per le nozzesebbene comuni nei due sessi. La femmina diviene così più vistosa durante il periodo d'incubazione che non dell'inverno; ma uccelli come gli aironi e le sgarze possono difendersi da se stessi. Siccome però le piume potrebbero essere incomode e certamente di nessuna utilità durante l'invernoè possibile che l'abito di mutare le penne due volte all'anno possa essere stato graduatamente acquistato mercè l'opera della scelta naturale per deporre gli ornamenti incomodi durante l'inverno. Ma questo modo di vedere non può venire esteso ai tanti uccelli di passo in cui il piumaggio d'estate e d'inverno differisce pochissimo nel colore. Nelle specie senza difesain cui i due sessi o i maschi soli divengono sommamente vistosi durante la stagione delle nozze- o quando i maschi acquistano in questa stagione così lunghe penne delle ali e della coda da impacciar loro il volocome nel Cosmetornis e nella Vidua- sembra certamente dapprima probabilissimo che la seconda muta sia stata acquistata per lo scopo speciale di spogliarsi di questi ornamenti. Dobbiamo però ricordare che molti uccellicome gli uccelli di paradisoil fagiano Argo ed il pavonenon lasciano le piume durante l'inverno; e non si può guari asserire che siavi qualche cosa nella costituzione di questi uccellialmeno dei Gallinaceiche renda impossibile una doppia mutaperchè la pernice di montagna muta tre volte nell'anno. Quindi dobbiamo considerare siccome cosa dubbia se le tante specie che mutano le loro piume d'ornamento o perdono i loro colori vivaci nell'inverno abbiano acquistato questo costume in ragione dell'impaccio o del pericolo che sarebbe loro altrimenti derivato.
Io conchiudo per tanto che l'abito di mutare le penne due volte l'anno fu nella maggior parte od in tutti i casi acquistato dapprima per qualche scopo distintoforse per acquistare un vestito d'inverno più caldo; e che le variazioni nel piumaggio che hanno luogo in estate furono accumulate per opera della scelta sessualee trasmesse alla prole nella stessa stagione dell'anno. Cosiffatte variazioni vengono ereditate sia dai due sessi o dai maschi solisecondo la forma di eredità prevalente. Ciò sembra più probabile che non che queste specie abbiano in tutti i casi avuto originalmente una tendenza a conservare il loro piumaggio ornamentale durante l'invernoma che furono salvate da ciò mercè la scelta naturaleonde ovviare all'incomodo o al pericolo che ne poteva derivare.
Io ho cercato di dimostrare in questo capitolo che non vi è da prestar fede agli argomenti in favore dell'opinione che le armii colori brillanti ed i vari ornamentisiano ora limitati ai maschi per causa della conversioneper opera della scelta naturaledi una tendenza della uguale trasmissione dei caratteri ai due sessi in una trasmissione al solo sesso mascolino. È parimente dubbio che i colori di molti uccelli femmine siano dovuti alla conservazioneper scopo di protezionedelle variazioni che furono dapprima limitate nella loro trasmissione al sesso femminile. Ma sarà conveniente tralasciare qualunque ulteriore discussione intorno a questo argomento finchè io parlinel seguente capitolodelle differenze nel piumaggio fra i giovani ed i vecchi.


CAPITOLO XVI.

UCCELLIconclusione.

Piumaggio degli uccelli non adulti in rapporto col carattere del piumaggio d'ambo i sessi adulti - Sei classi di casi - Differenze sessuali fra i maschi di specie strettamente affini o rappresentanti - La femmina che assume i caratteri del maschio - Piumaggio dei giovani in relazione col piumaggio estivo o invernale degli adulti - Intorno all'aumento di bellezza negli Uccelli del Mondo - Colori protettori - Uccelli vistosamente coloriti - Novità apprezzata - Sommario dei quattro capitoli intorno agli Uccelli.

Noi dobbiamo ora considerare la trasmissione dei caratteri come è limitata dall'età in rapporto colla scelta sessuale. Non fa d'uopo qui di discutere la verità e l'importanza del principio di eredità nelle età corrispondentisiccome molto è già stato detto intorno a questo argomento. Prima di riferire le varie regole o classi di casi piuttosto complessein cui si possono comprendere tutte le differenze nel piumaggio fra i giovani e gli adultialmeno per quello che mi è notosarà bene fare alcune poche osservazioni preliminari.
In ogni sorta di animaliallorchè i giovani differiscono nel colore dagli adulti ed i colori dei primi non sonoper quanto possiamo vederedi nessun utile specialeessi possono essere in generale attribuiticome varie strutture embriologicheall'avere i giovani conservato il carattere di un primiero progenitore. Ma questo modo di vedere può essere tenuto in conto di vero solo quando i giovani di parecchie specie si rassomigliano intimamente fra loroe rassomigliano del pari alle altre specie adulte che appartengono allo stesso gruppo; perchè le ultime sono le prove viventi che un cosiffatto stato di cose era anticamente probabile. I giovani leoni ed i giovani puma sono segnati di lievi strisce o file di macchiee siccome in molte specie affini tanto i giovani che i vecchi sono segnati allo stesso modonessun naturalista il quale creda nella graduata evoluzione delle specie dubiterà che il progenitore del leone e del puma fosse un animale a striscecome i gattini dei gatti neriche quando son cresciuti non hanno strisce affatto. Molte specie di daini che quando sono adulti non hanno macchiementre son giovani son coperti di macchie bianchecome sono pure alcune poche specieallo stato adulto. Così pure ì giovani nell'intera famiglia dei suini (Suidae)ed in certi animali piuttosto lontanamente affinicome il tapirosono segnati di lunghe fasce longitudinali scure; ma qui abbiamo un carattere derivante da quanto pare da un progenitore estintoed ora conservato dal solo giovane. In tutti questi casi gli adulti mutano i loro colori coll'andar del tempo mentre i giovani sono rimasti poco mutatie questo è stato operato mercè il principio di eredità nelle età corrispondenti.
Questo medesimo principio si applica a molti uccelli che appartengono ai vari scompartimenti in cui i giovani si rassomigliano intimamente fra loro e differiscono molto dai loro rispettivi genitori adulti. I piccoli di quasi tutti i gallinaceie di alcuni uccelli distintamente affinicome gli struzzihanno strisce longitudinali allorchè sono coperti di calugine; ma questo carattere retrocede ad uno stato di cose tanto remoto che appena ce ne dobbiamo qui occupare. I giovani del Becco in croce (Loxia) hanno dapprima il becco diritto come quello di altre fringillee nel loro piumaggio striato non ancora adulto rassomigliano alla femmina adulta del Luì verde e del Lucarinocome pure i piccoli del cardellinodel verdonee di altre specie affini. I giovani di molte sorta di zigoli (Emberiza) si rassomigliano fra loroe rassomigliano parimente allo strillozzo (E. miliaria) nello stato adulto. In quasi tutto il grande scompartimento dei tordi giovani hanno il petto macchiettato - carattere che è conservato da molte specie per tutta la vitama è al tutto perduto da altrecome dal Turdus migratorius. Così pure in molti tordi le penne del dorso sono goccettate precedentemente alla prima mutae questo carattere è conservato per tutta la vita nelle specie orientali. I giovani di molte specie di averle (Lanius)di alcuni dicchie di un piccione indiano (Chalcophaps Indicus) sono fasciati trasversalmente sulla superficie inferioree certe specie affinio generiquando sono adulti sono similmente segnati. In alcuni splendidi cuculi indiani intimamente affini (Chrysococcyx)le specie quando sono adulte differiscono notevolmente fra loro nel colorema i giovani. non si possono distinguere. I giovani di un'oca indiana (Sarkidiornis melanonotus) rassomigliano moltissimo nel piumaggio ad un genere affineil genere Dendrocygnaquando è adulto. Riferiremo in seguito fatti consimili rispetto a certi aironi. I giovani del fagiano di monte (Tetrao tetrix) rassomigliano ai giovani come agli adulti di certe altre specieper esempio Teatro scoticus. Infinecome ha bene notato il signor Blythil quale ha studiato ben addentro questo argomentole affinità naturali di molte specie son meglio dimostrate nel loro piumaggio giovanilee siccome le vere affinità di tutti gli esseri organici dipendono dall'essere essi discesi da un progenitore comunequesta osservazione conferma grandemente la credenza che il piumaggio giovanile ci dimostra approssimativamente la primiera e antichissima condizione della specie.
Quantunque molti uccelli giovani che appartengono a vari ordini ci diano così un barlume del piumaggio dei loro remoti progenitorituttavia vi sono molti altri uccellitanto di colori smorti come di colori brillantiin cui i giovani rassomigliano ai loro genitori. In cosiffatte specie i giovani delle differenti specie non possono rassomigliarsi fra loro più intimamente di quello che non somigliano fra loro i genitorie neppure possono presentare notevoli rassomiglianze con forme affini nel loro stato adulto. Essi ci danno poca notizia del piumaggio dei loro progenitoritranne in ciò che quando i giovani ed i vecchi sono coloriti nello stesso modo generale in tutto un intero gruppo di specieè probabile che i loro progenitori fossero coloriti similmente.
Possiamo ora considerare le classi di casi o regole in cui le differenze e le rassomiglianze fra il piumaggio dei giovani e degli adulti dei due sessi o di un sesso solo possono venire raccolte. Cuvier fu il primo ad enunziare questa sorta di regole; ma col progresso del sapere esse richiedono qualche modificazione ed amplificazione. Io ho tentato di far ciòper quanto mi fu concesso dalla somma complessità dell'argomentoda informazioni ottenute da varie sorgenti; ma sarebbe molto necessario che un ornitologo competente facesse un compiuto lavoro intorno a questo soggetto. Onde riconoscere fino a qual punto questa regola prevalgaio ho registrato i fatti riferiti in quattro grandi operecioè quella di Macgillivray intorno agli uccelli dell'Inghilterradi Audubon intorno a quelli dell'America settentrionaledi Jerdon intorno a quelli delle Indieè di Gould intorno a quelli di Australia. Io premetterò prima di tutto quiche i vari casi o le regole vanno guardandosi l'una nell'altra; ed in secondo luogo che quando si dice che i giovani rassomigliano ai loro genitorinon si vuol dire che siano identicamente similiperchè i loro colori sono quasi sempre alquanto meno vivacie le penne sono più morbide e sovente hanno una forma diversa.

REGOLE O CLASSI DI CASI.

I. Quando il maschio adulto è più bello o più vistoso che non la femmina adultai piccoli dei due sessi nel loro primo piumaggio rassomigliano strettamente alla femmina adultacome nel pollame comune e nel pavone; oppuresiccome segue occasionalmenteessi rassomigliano a questa ultima molto più che non al maschio adulto.
II. Quando la femmina adulta è più vistosa che non il maschio adultocome segue talvoltasebbene di radoi giovani dei due sessi nel loro primo piumaggio rassomigliano al maschio adulto.
III. Quando il maschio adulto rassomiglia alla femmina adultai giovani dei due sessi hanno un primo piumaggio loro particolarecome nel pettirosso.
IV. Quando il maschio adulto rassomiglia alla femmina adultai piccoli dei due sessi nel loro primo piumaggio rassomigliano agli adulticome nel martin pescatorein molti pappagallicorvi e forapaglie.
V. Quando gli adulti dei due sessi hanno un piumaggio estivo ed invernale distintisia o no il maschio differente dalla femminai giovani rassomigliano agli adulti dei due sessi in abito invernaleo molto più raramente nel loro abito estivoo rassomigliano alla femmina sola; o i giovani possono avere un carattere intermedio; o parimenti possono differire grandemente dagli adulti nei loro due piumaggi stagionali.
VI. In alcuni pochi casi i giovani nel loro primo piumaggio differiscono fra loro secondo il sesso; i giovani maschi rassomigliano più o meno strettamente ai maschi adultie le femmine giovani più o meno strettamente alle femmine adulte.

CLASSE I - In questa classe i giovani dei due sessi rassomigliano più o meno strettamente alla femmina adultamentre il maschio adulto sovente differisce nel modo più cospicuo dalla femmina adulta. Si potrebbero riferire innumerevoli esempi in tutti gli ordini; basterà richiamare alla mente il fagiano comunel'anatrae la passera domestica. I casi in questa classe vanno graduandosi negli altri. Così i due sessi quando sono adulti possono differire tanto lievementee i giovani tanto poco dagli adultiche è dubbio se questi casi possano essere registrati nella classe presenteovvero nella terza o quarta classe. Così pure i giovani dei due sessiinvece di essere al tutto similipossono differire in un lieve grado l'uno dall'altrocome nella nostra classe sesta. Tuttavia questi casi di transizione sono poco numerosio almeno non sono fortemente pronunziatiin paragone di quelli che sono esclusivamente compresi nella presente classe.
La forza di questa legge è bene evidente in quei gruppi nei qualicome regola generalei due sessi ed i giovani sono tutti uguali; perchè quando il maschio in questi gruppi differisce dalla femminacome in certi pappagalli; martin-pescatoripiccioniecc.i piccoli dei due sessi rassomigliano alla femmina adulta. Vediamo lo stesso fatto dimostrato anche con maggiore evidenza in certi casi anomali; così il maschio della Heliothrix auriculata (uno degli uccelli mosca) differisce notevolmente dalla femmina per avere una splendida gorgiera e bei ciuffi alle orecchiema la femmina si fa notare per avere una coda più lunga del maschio; ora i piccoli dei due sessi rassomigliano (eccettuato il petto che è macchiato di bronzo) alla femmina adulta in tutti i rispetticompresa la lunghezza della codacosicchè la coda del maschio attualmente diviene più breve quando raggiunge lo stato adultoe questa è una circostanza molto insolita. Di nuovo il piumaggio dello Smergo maggiore maschio (Mergus menganser) è di colori più vistosicolle penne scapolari e secondarie delle ali molto più lunghe che non nella femminama in modo diverso da ciò che segueper quanto io mi sappiain nessun altro uccellola cresta del maschio adultosebbene più larga che non. quella della femminaè notevolmente più cortaessendo soltanto lunga un po' più di ventisei millimetri; la cresta della femmina è lunga sessantacinque millimetri. Ora i giovani dei due sessi rassomigliano per ogni riguardo alla femmina adultacosicchè le loro creste sono attualmente di maggiore lunghezzasebbene siano più strette che non nel maschio adulto.
Quando i giovani e le femmine si rassomigliano strettamente fra loro ed entrambi differiscono dal maschiola conclusione più ovvia è questa che il maschio solo è stato modificato. Anche nei casi anomali dell'Heliothrix e del Mergusè probabile che in origine i due sessi adulti fossero munitialcune specie di una coda molto allungatae le altre di una cresta molto lungae questi caratteri siano stati parzialmente perduti dai maschi adulti per qualche causa che non si spiega e trasmessi nel loro stato diminuito alla prole maschile solaquando questa è arrivata alla età corrispondente adulta. La credenza che nella classe presente il maschio solo sia stato modificatoper quello che riguarda le differenze fra il maschio e la femmina coi suoi piccoliha un grande appoggio in alcuni notevoli fatti riferiti dal signor Blythrispetto a specie intimamente affini che si rappresentano le une e le altre in paesi distinti. Perchè in parecchie di queste specie rappresentantisii maschi adulti hanno sopportato una certa somma di mutamenti e si possono distinguere; mentre le femmine ed i piccoli non si distinguono e perciò sono al tutto immutati. Questo è il caso in certe Tamnobie Indiane (Tamnobia)in certe Nettarinie (Nectarinia)Averle (Tephrodornis)in certi martin-pescatori (Tanysiptera)fagiani Kally (Gallophasis) e pernici arboree (Arboricola).
In alcuni casi analoghicioè negli uccelli che hanno un piumaggio invernale ed estivo distintima nei due sessi quasi similicerte specie strettamente affini possono essere agevolmente distinte nel loro piumaggio invernale o nuziale; tuttavia non si distinguono tanto bene nel loro piumaggio invernale o non ancora adulto. Ciò segue con alcune specie indiane affinissime alle Motacille. Il signor Swinhoe m'informa che tre specie di Ardeolagenere di aironiche si rappresentano a vicenda in continenti separatisono "sommamente differenti" quando sono adorne delle loro piume estivema sono appena o non affatto distinguibili durante l'inverno. Anche i giovani di queste tre specie nel loro piumaggio giovanile rassomigliano strettamente agli adulti nel loro abito invernale. Questo caso è tanto più interessante perchè in due altre specie di Ardeola i due sessi conservanodurante l'inverno e l'estatequasi lo stesso piumaggio che hanno le tre prime specie durante l'inverno o quando non sono ancora adulti; e questo piumaggioche è comune a parecchie specie distinte nelle differenti età e stagioni; ci dimostra probabilmente in qual modo fosse colorito il progenitore del genere. In tutti questi casi il piumaggio nuziale che noi possiamo supporre fosse stato acquistato in origine dai maschi adulti durante la stagione delle nozzee trasmesso poi agli adulti dei due sessi nella stagione corrispondenteè stato modificatomentre il piumaggio invernale e quello giovanile sono rimasti immutati.
Naturalmente nasce la questione come vada che in questi ultimi casi il piumaggio invernale dei due sessie nei primi casi il piumaggio delle femmine adultecome pure il piumaggio giovanile nei giovaninon siano stati per nulla alterati? Le specie che si rappresentano a vicenda in paesi distinti saranno state quasi. sempre esposte a condizioni in certo modo differentima noi non possiamo guari attribuire la modificazione del piumaggio nei maschi soli a questa azionevedendo che le femmine ed i giovanisebbene esposti nello stesso modonon sono stati alterati. Non v'ha guari in natura nessun fatto che ci dimostri con maggiore evidenza quanta poca importanza abbia l'azione diretta delle condizioni della vitain paragone coll'accumulamento mercè la scelta di variazioni indefinitedi quello che si scorge nella sorprendente differenza tra i sessi di molti uccelli; perchè i due sessi debbono aver consumato lo stesso cibo e sono stati esposti allo stesso clima. Nondimeno nulla c'impedisce di credere che nel corso del tempo le nuove condizioni possono produrre lo stesso effetto diretto; noi vediamo solo che ciò è subordinato in importanza agli effetti accumulati della scelta. Quando però una specie migra in un nuovo paesee questo deve precedere la formazione delle specie rappresentantisile nuove condizioni a cui esse saranno state quasi sempre esposte produrranno in lorose giudichiamo da analogie molto esteseuna certa somma di variabilità fluttuante. In questo caso la scelta sessualeche dipende da un elemento eminentemente soggetto a mutare - cioè il gusto o l'ammirazione della femmina - avrà nuove sfumature di colore o altre differenze da fare operare ed accumulare; e siccome la scelta sessuale è sempre in attivitàsarebbe (giudicando da quello che conosciamo dei risultati ottenuti dalla scelta inconsapevole dell'uomo sugli animali domestici)un fatto sorprendente se gli animali che abitano in regioni separatee non si possono incrociare e così mescolare i nuovi caratteri nuovamente acquistatinon fosserodopo uno spazio di tempo sufficientemodificati in modi differenti. Queste operazioni si applicano parimente al piumaggio nuziale od estivotanto se venga limitato ai maschi o sia comune ai due sessi.
Quantunque le femmine delle specie affinissime sopra menzionate unitamente ai loro giovanidifferiscano appena fra lorotanto che i soli maschi si possono distingueretuttavia nella maggior parte dei casi le femmine delle specie nello stesso genere differiscono evidentemente fra loro. Nondimeno le differenze sono di rado tanto grandi come fra i maschi. Noi vediamo questo chiaramente in tutta la famiglia dei Gallinacei: per esempiole femmine del fagiano comune e del fagiano Giapponesee specialmente del fagiano dorato di Amherstdel fagiano argentino e del pollame selvaticosi rassomigliano fra loro strettamente nel colorementre i maschi differiscono in un grado molto straordinario. Così segue nelle femmine della maggior parte delle Cotingidae e delle Fringillidaee di molte altre famiglie. Non vi può invero esser dubbio checome regola generalele femmine sieno state molto meno modificate dei maschi. Tuttavia alcuni pochi uccelli offrono una singolare ed inesplicabile eccezione; così le femmine della Paradisea apoda e della Paradisea pupuana differiscono fra loro molto più che non i loro rispettivi maschi; la femmina di questa ultima specie ha la superficie inferiore bianco-puromentre la femmina della Paradisea apoda ha quella parte bruno-scura. Così purecome ho udito dal professor Newtoni maschi di due specie di Oxynotus (Averle)che si rappresentano nelle isole Maurizio e Borbonedifferiscono poco fra loro nel colorementre le femmine differiscono molto. Nelle specie di Borbone la femmina sembra avere conservato parzialmente una condizione giovanile di piumaggioperchè a prima vista "potrebbe essere scambiata pel giovane della specie di Maurizio". Queste differenze possono essere comparate con quelle che seguonoindipendentemente dalla scelta operata dall'uomoe che non possiamo spiegarein certe sotto-razze del pollame da combattimentoin cui le femmine sono molto differentimentre i maschi si possono appena distinguere.
Siccome io do una parte così grande alla scelta sessuale per spiegare le differenze fra i maschi di specie affiniin qual modo si potranno spiegare le differenze fra le femmine in tutti i casi ordinari? Noi non abbiamo qui bisogno di considerare le specie che appartengono a generi distintiperchè in queste l'adattamento ai differenti generi di vitaed altre azionipossono essere venuti in giuoco. Rispetto alle differenze fra le femminedello stesso generemi pare quasi certodopo avere osservato vari grandi gruppiche l'agente principale sia stato la trasmissione in maggiore o minor grado alla femmina dei caratteri acquistati dai maschi mercè la scelta sessuale. In parecchie Fringille inglesi i due sessi differiscono sia lievemente o notevolmente; e se noi compariamo le femmine del verdonedel fringuellodel cardellinodel ciuffolottodel becc'in crocedella passera ecc.vedremo che differiscono fra loro principalmente nei punti in cui rassomigliano parzialmente ai loro rispettivi maschi; ed i colori dei maschi possono sicuramente essere attribuiti alla scelta sessuale. In molte specie di gallinacei i sessi differiscono in sommo gradocome nel pavonenel fagianoe nel pollame mentre in altre specie vi è stata una parziale o anche totale trasmissione di carattere dal maschio alla femmina. Le femmine di parecchie specie di Polyplectron mostrano in una condizione oscurae principalmente sulla codagli splendidi ocelli dei loro maschi. La pernice femmina non differisce dal maschio se non perchè la macchia rossa che ha sul petto è più piccola; e la femmina del tacchino perchè i suoi colori sono molto più smorti. Nella gallina di Guinea i due sessi non si possono distinguere. Non è improbabile che il piumaggio smortosebbene macchiettatodi quest'ultimo uccello sia stato acquistato mercè la scelta sessuale dei maschie poi sia venuto trasmettendosi ai due sessi: perchè non è essenzialmente differente dal piumaggiomolto meno macchiettatocaratteristico dei maschi soli del fagiano di Tragopan.
Si potrà osservare chein alcuni casila trasmissione dei caratteri dal maschio alla femmina è statada quanto parecompiuta in un periodo remoto avendo in seguito il maschio sopportato grandi mutamentisenza aver trasmesso alla femmina nessuno dei caratteri ultimi acquistati. Per esempio la femmina e i giovani del fagiano di monte (Tetrao tetrix) rassomigliano molto strettamente ai due sessi ed ai giovani del Tetrao scoticus; e possiamo in conseguenza dedurre da ciò che il fagiano di monte discende da qualche specie anticanella quale i due sessi erano coloriti a un dipresso nello stesso modo come il Tetrao scoticus. Siccome i due sessi di questa ultima specie sono striati in un modo più semplice durante la stagione delle nozze che non in qualunque altro tempoe siccome il maschio differisce lievemente dalla femmina nelle sue tinte rosse e brune più intensamente pronunciatenoi possiamo conchiudere che il suo piumaggio è statoalmeno fino ad una certa estensionesotto l'azione della scelta sessuale. Se così ènoi possiamo inoltre dedurre che il piumaggio quasi simile della femmina del fagiano di monte venne prodotto similmente in qualche periodo primiero. Ma fino da quel periodo il maschio del fagiano di monte ha acquistato il suo bel piumaggio nerocolle sue penne della coda forcute e rivolte all'infuori; ma la trasmissione di questi caratteri è stata nella femmina quasi nullatranne in ciò che mostra nella sua coda una traccia di incurvatura a forca.
Noi possiamo quindi conchiudere che le femmine di specie distinte sebbene affini hanno spesso avuto il loro piumaggio più o meno modificato mercè vari gradi di trasmissione dei caratteri acquistatitanto in tempi antichi come recentidai maschimercè la scelta sessuale. Ma merita speciale attenzione che i colori brillanti sono stati trasmessi molto più di rado che non le altre tinte. Per esempioil maschio del pett'azzurro (Cyanecula suecica) ha il petto di un color azzurro vivacecon una macchia sub-triangolare rossa nel mezzo; ora sono state trasmesse alle femmine macchie di una forma approssimativamente similema lo spazio centrale è fulvo invece di essere rossoed è circondato di penne macchiettate invece di essere azzurre. I gallinacei presentano molti casi analoghi; perchè nessuna delle speciecome le pernicile quagliele galline di Guineaecc.nelle quali colori del piumaggio sono stati grandemente trasmessi dal maschio alla femminasono brillantemente colorite. Questo è bene dimostrato dai fagianiin cui il maschio è in generale tanto più brillante che non la femmina; ma nel fagiano orecchiuto e nel fagiano di Wallich (Crossoptilon auritum e Phasianus Wallichii) i due sessi si rassomigliano strettamente fra loro e i loro colori sono smorti. Noi possiamo giungere fino a credere che se qualunque parte del piumaggio dei maschi di questi fagiani fosse stata brillantemente coloritaquesta non sarebbe stata trasmessa alle femmine. Questi fatti danno un forte appoggio alla teoria del signor Wallaceche negli uccelli che sono esposti a molti pericoli durante la nidificazionela trasmissione dei colori brillanti dal maschio alla femmina sia stata arrestata per opera della scelta naturale. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che è possibile un'altra spiegazione riferita sopra; cioè che i maschi che variano e divennero brillanti mentre erano giovani ed inesperti hanno dovuto essere esposti ad un pericolo maggiore ed hanno dovuto essere generalmente distrutti; d'altra partei maschi più vecchi e più cautise variavano nello stesso modoavrebbero potuto non solo sopravviverema sarebbero stati favoriti nella loro rivalità con altri maschi. Ora le variazioni che seguono nella vita tendono ad essere esclusivamente trasmesse allo stesso sessocosicchè in questo caso le tinte sommamente brillanti non sarebbero state trasmesse alle femmine. D'altra parte gli ornamenti meno vistosicome quelli che posseggono il fagiano orecchiuto ed il fagiano di Wallichnon hanno dovuto essere pericolosie se avessero fatto la loro comparsa nella prima gioventùsarebbero stati trasmessi ai due sessi.
Unitamente agli effetti della parziale trasmissione dei caratteri dai maschi alle femminealcune delle differenze fra le femmine di specie strettamente affini possono venire attribuite all'azione diretta o definita delle condizioni della vita. Nei maschi qualunque altra azione sarebbe stata generalmente mascherata dai brillanti colori acquistati mercè la scelta sessuale; ma non così nelle femmine. Ognuna delle infinite diversità del piumaggioche noi vediamo nei nostri uccelli addomesticatiè naturalmente l'effetto di qualche causa definita; ed in condizioni naturali e più uniformiuna qualche tintadi cui l'acquisto non sarebbe stato dannosoavrebbe certo un po' dopo finito per prevalere. Il libero incrociamento dei tanti individui appartenenti alla stessa specie avrebbe avuto in fine una tendenza a produrre un qualche mutamento di colorecosì ottenutouniforme nel carattere.
Nessuno pone in dubbio che i due sessi di molti uccelli hanno avuto i loro colori adattati per scopo di protezione: ed è possibile che le femmine sole di alcune specie possano essere state in tal modo modificate. Quantunque sarebbe stato un processo difficile e forse impossibilecome abbiamo dimostrato nell'ultimo capitoloquello di mutareper opera della sceltauna forma di trasmissione in un'altranon vi sarebbe stato la benchè minima difficoltà nell'adattare i colori della femminaindipendentemente da quelli del maschioagli oggetti circostantimercè l'accumulamento delle variazioni che erano dapprima limitate nella loro trasmissione al sesso femminile. Se le variazioni non fossero limitate cosiffattamentele tinte brillanti del maschio sarebbero state deteriorate o distrutte. È ora molto dubbio se le femmine sole di molte specie siano state in tal modo specialmente modificate. Vorrei poter essere pienamente del parere del signor Wallace; perchè ammettendo la sua teoria si toglierebbero alcune difficoltà. Qualunque variazione che non fosse di nessun utile alla femmina come una protezione sarebbe ad un tempo obliteratainvece di essere perduta semplicemente per non essere stata sceltao pel libero incrociamentoo per essere eliminata quando fosse venuta trasmessa al maschio ed in qualche modo ad esso dannosa. Così il piumaggio della femmina sarebbe rimasto costante nel carattere. Sarebbe stato pure molto comodo poter ammettere che le tinte oscure dei due sessi di molti uccelli sono state acquistate e conservate per scopo di protezioneper esempiodella passera scopaiola o dello sgricciolo (Accentor modularis e Troglodytes vulgaris)rispetto ai quali non abbiamo sufficienti prove dell'azione della scelta sessuale. Dobbiamo tuttavia essere cauti nel conchiudere che i colori che ci sembrano così smorti non abbiano attrattive per le femmine di certe specie; dobbiamo tenere a mente certi casicome quelli della passera domesticain cui il maschio differisce molto dalla femminama non ha colori brillanti. Nessuno probabilmente vorrà negare che molti uccelli gallinacei che vivono all'aperto non abbiano acquistato i loro colori attualialmeno in parteper scopo di protezione. Noi sappiamo ora bene come si sanno nascondere; sappiamo che le pernici di montagnamentre mutano il loro piumaggio invernale in quello estivoi quali entrambi servono loro a proteggerlihanno molto da soffrire dagli uccelli di rapina. Ma possiamo noi credere che lievissime differenze nelle tinte e nelle macchieper esempiofra la femmina del fagiano di monte e quella del Tetrao scoticusservono per scopo di protezione? Sono forse le pernicicol loro colore attualemeglio protette che non le quaglie che loro rassomigliano? Servono forse di protezione le lievi differenze fra le femmine del fagiano comune e quelle del fagiano dorato e del fagiano del Giapponeoppure i loro piumaggi possono essi essere stati scambiati impunemente? Da ciò che ha osservato il signor Wallace dei costumi di certi uccelli gallinacei di Orienteegli crede che cosiffatte lievi differenze siano utili. In quanto a me dirò solo che non sono convinto di questo.
Quando una volta io ero propenso a dare molta importanza al principio di protezioneil quale mi spiegava i colori meno brillanti delle femmine degli uccellimi veniva in mente che era possibile che i due sessi ed i giovani potessero essere stati in origine dotati di colori brillanti allo stesso grado; ma che in seguito le femminepel pericolo cui andavano incontro nell'incubazioneed i giovani per non avere ancora esperienzafossero resi smorti per lo scopo di protezione. Ma questo modo di vedere non è sostenuto da nessuna provae non è probabile; perchè noi così ci immaginiamo che le femmine ed i giovani nei tempi trascorsi fossero esposti al pericolodal quale sarebbe stato necessario in seguito riparare i loro discendenti modificati. Abbiamo pure da ridurremercè un graduato processo di sceltale femmine ed i giovani a tinte ed a macchie quasi esattamente ugualie trasmettere queste al sesso ed al periodo di vita corrispondente. È pure un fatto in certo modo stranosupponendo che le femmine ed i giovani abbiano partecipato durante ogni stadio del processo di modificazione di una tendenza ad essere tanto brillantemente coloriti quanto i maschiche le femmine non siano mai state rese più smortesenza che i giovani partecipassero allo stesso mutamento; perchè non vi sono esempiper quanto io abbia potuto scopriredi specie in cui le femmine abbiano colori smorti e i giovani colori vivaci. Tuttavia i giovani di certi picchi presentano una parziale eccezioneperchè hanno "la parte superiore del capo tinta di rosso"che in seguito va diminuendo in una semplice linea circolare rossa negli adulti dei due sessio scompare affatto nelle femmine adulte.
Finalmenteper quello che riguarda la nostra classe presente di casiil modo di vedere più probabile sembra essere che le successive variazioni in brillantezza o in altri caratteri ornamentali che seguono nei maschi in un periodo piuttosto tardo di vita siano stati conservati; e che la maggior parte o tutte queste variazioni per cagione del periodo tardivo a cui sono comparsesiano state fino dal principio trasmesse alla prole maschile adulta soltanto. Qualunque variazione nella brillantezza che avesse avuto luogo nelle femmine o nei giovani non sarebbe stata loro di nessuna utilitàe non sarebbe stata scelta; di piùse fosse stata pericolosasarebbe stata eliminata. Così le femmine ed i giovani o sarebbero rimasti senza modificazionioppuree questo è stato più comunemente il casosarebbero stati parzialmente modificati ricevendomercè la trasmissione dai maschialcune delle successive variazioni. Forse le condizioni della vita a cui furono lungamente esposti i due sessi ebbero un'azione diretta sovra di essi; ma le femmine non essendo altrimenti molto modificate mostreranno meglio qualsiasi di cosiffatti effetti. Questi mutamenti e tutti gli altri sarebbero stati tenuti uniformi pel libero incrociamento di molti individui. In alcuni casispecialmente degli uccelli terragnolile femmine ed i giovani possono forse essere stati modificati indipendentemente dai maschiper scopo di protezionetanto da avere acquistato il medesimo piumaggio di colori smorti.

CLASSE II. Quando la femmina adulta è più vistosa che non il maschio adultoi giovani dei due sessi nel loro primo piumaggio somigliano al maschio adulto. - Questa classe è esattamente il rovescio dell'ultimaperchè le femmine sono qui più brillantemente colorite o più vistose che non i maschi; ed i giovaniper quanto si sarassomigliano ai maschi adulti invece che non alle femmine adulte. Ma la differenza fra i sessi non è quasi mai tanto grande come segue in molti uccelli della prima classeed i casi sono comparativamente rari. Il signor Wallaceil quale fu il primo a richiamare l'attenzione sulla singolare relazione che esiste fra i colori meno brillanti dei maschi e il compiere che fanno i doveri dell'incubazionedà una grande importanza a questo puntocome una prova evidente che i colori oscuri sono stati acquistati per scopo di protezione pel periodo del nidificare. Un modo di vedere differente sembra a me probabile. Siccome i casi sono curiosi e non numerosi io riferirò qui brevemente tutto quello che mi è stato possibile di trovare.
In una sezione del genere Turnixuccelli che rassomigliano alle quagliela femmina è invariabilmente più grande del maschio (essendo quasi due volte tanto grande in una delle specie di Australia)e questa è una circostanza insolita nei gallinacei. Nella maggior parte delle specie la femmina è più distintamente colorita e più brillante che non il maschioma in alcune poche specie i sessi sono uguali. Nella Turnix taigoor dell'India il maschio "manca del color nero sulla gola e sul colloe tutta la tinta del piumaggio è più chiara e meno pronunciata che non nella femmina". Sembra che la femmina sia munita di maggior voce e sia più battagliera del maschio; cosicchè le femmine e non i maschi sono sovente tenute dagli indigeni per combattere come galli da combattimento. Nello stesso modo in cui gli uccelli maschi vengono esposti dagli uccellatori inglesi come richiamo vicino ad un tranello onde prendere altri maschi eccitando la loro rivalitàcosì vengono nelle Indie adoperate le femmine di questa Turnix. Quando sono esposte in tal modo le femmine cominciano subito il loro "alto e mormorante richiamoche può essere udito molto da lontanoed ogni femmina che è in caso di udirlo corre rapidamente sul luogo e comincia a lottare coll'uccello in gabbia". In tale modo si possono prendere nel corso di un solo giorno da dieci a venti uccellitutte femmine adulte. Gli indigeni asseriscono che allorchè le femmine hanno deposto le uova si riuniscono in branchie lasciano i maschi covare le uova. Non v'ha ragione per dubitare della verità di questa asserzioneche è sostenuta da qualche osservazione fatta alla Cina: dal signor Swinhoe. Il signor Blyth crede che i giovani dei due sessi somigliano al maschio adulto.
Le femmine di tre specie di beccaccini dipinti (Rhynchaea) "non sono soltanto più grandima sono molto più vivacemente colorite che non i maschi". In tutti gli altri uccelli in cui la trachea differisce nella struttura nei due sessi è più sviluppata e complessa nel maschio che non nella femmina; ma nella Rhynchaea australis è semplice nel maschiomentre nella femmina fa quattro distinti giri prima di entrare nei polmoni. Quindi la femmina di questa specie ha acquistato un carattere eminentemente maschile. Il signor Blyth asserivadopo aver esaminato molti esemplari che la trachea non ha circonvoluzioni in nessuno dei sessi della R. bengalensisspecie che rassomiglia strettamente alla R. australis tanto che non si può quasi distingueretranne in ciò che ha le dita più corte. Questo fatto è un'altra prova evidente della legge che i caratteri sessuali secondari sono spesso grandemente differenti in forme affinissime; sebbene sia una circostanza ben rara quando queste differenze riguardano il sesso femminile. Dicesi che i giovani dei due sessi della R. bengalensis nel loro primo piumaggio rassomiglino al maschio adulto. Vi è pure ragione per credere che il maschio compia i doveri dell'incubazioneperchè il signor Swinhoe trovò le femmine prima del finir dell'estate riunite in branchicome segue per le femmine della Turnix.
Le femmine del Phalaropus fulicarius e del P. hyperboreus sono più grandie nel loro piumaggio estivo "più vivacemente vestite che non i maschi". Ma la differenza di colore fra i sessi è tutt'altro che grande. Il maschio solo del P. fulicarius imprendesecondo il professore Steenstrupil compito dell'incubazionecome pure è dimostrato dallo stato delle sue penne del petto durante la stagione delle nozze. La femmina dell'Eudromias morinellus è più grande del maschioed ha le tinte rosse e nere della superficie inferiorela mezzaluna bianca del petto e le fasce sopra gli occhi più fortemente pronunciate. Il maschio pure ha una parte almeno nel far schiudere le uovama la femmina pure accudisce i giovani. Io non sono stato capace di scoprire se queste specie di giovani rassomigliano ai maschi adulti più strettamente che non alle femmine adulte; perchè il paragone è in certo modo difficile da fare a motivo della doppia muta.
Veniamo ora all'ordine degli Struzzi: il maschio del Casoaro comune (Casuarius galeatus) sarebbe scambiato da ognuno per una femminaperchè la sua mole è più piccola e le appendici e la pelle nuda intorno al capo sono molto meno brillantemente coloriteed io sono stato informato dal signor Bartlett che nel Giardino Zoologico di Londra è certamente il maschio solo quello che cova le uova e prende cura dei piccoli. Il signor T. W. Wood dice che la femmina mostradurante la stagione delle nozzeuna disposizione battaglieraed i suoi bargigli allora divengono più grandi e più brillantemente coloriti. Così pure la femmina di un Emu (Dromoeus irroratus) è notevolmente più grande che non il maschioed è munita di un piccolo ciuffoma del resto non si distingue da esso pel piumaggio. Tuttavia sembra avere una più grande facoltà di rialzarequando è in collera o diversamente eccitatacome il tacchinole piume del collo e del petto. Per solito è più coraggiosa e più battagliera. Essa manda un suono profondo gutturalespecialmente la notteche risuona come un piccolo gong. Il maschio ha una impalcatura più sottile ed è più docilesenza altra voce tranne un fischiosoppressoo un sommesso gracidio". Egli compie non solo tutto il dovere dell'incubazionema deve difendere i giovani contro la loro madre; "perchè appena vede i suoi figlidiviene agitatissimae malgrado la resistenza del padre cerca ogni mezzo per distruggerli. Per molti mesi dopo è pericoloso mettere insieme i genitoriperchè ne risulterebbero serie lotte in cui la femmina è generalmente vincitrice". Cosicchè noi abbiamo in questo Emu una compiuta inversione non solo degli istinti materni e di nidificazionema anche delle qualità morali consuete nei due sessi; le femmine sono selvaggelitigiose e rumorosei maschi sono miti e buoni. Il caso è differentissimo nello struzzo africanoperchè il maschio è un po' più grande della femmina ed ha le piume più belle e colorite in modo più contrastante; nondimeno egli compie tutti i doveri dell'incubazione.
Specificherò gli altri pochi casi che sono a mia cognizionein cui la femmina è più cospicuamente colorita del maschioquantunque non si sappia nulla intorno al loro modo d'incubazione. Nel Milvago leucurus delle isole Falkland fui sorpreso di trovare colla dissecazione che gli individui i quali avevano tutte le loro tinte fortemente pronunziatecolla cera e le gambe color arancioerano femmine adultementre quelli muniti di piumaggio più smorto e colle gambe grige erano maschi o giovani. In un rampicante australiano (Climacteris erythrops) la femmina differisce dal maschio "per essere più adorna di belle macchie rosse a raggi sulla golamentre il maschio ha questa parte al tutto uniforme". Infine in un succiacapre di Australia "la femmina supera sempre il maschio in mole e nella vivacità delle tinte; d'altra parte i maschi hanno due macchie bianche sulle remiganti primarie più vistose che non quelle della femmina".
Noi vediamo così che i casi in cui le femmine degli uccelli hanno colori più vivaci dei maschied i giovani nel piumaggio primiero rassomigliano ai maschi adulti invece che non alle femmine adulte come nella classe precedentenon sono numerosiquantunque siano distribuiti in vari ordini. Parimente la somma della differenza fra i sessi è incomparabilmente minore che non quella che segue frequentemente nell'ultima classe; cosicchè la causa della differenzaqualunque possa essereha agito sulle femmine della classe presente con minor energia o minor persistenza che non i maschi dell'ultima classe. Il signor Wallace crede che nei maschi i colori siano stati resi meno vistosi per lo scopo di protezione durante il periodo dell'incubazione; ma la differenza fra i sessi in appena qualcheduno dei casi precedenti appare sufficientemente grande perchè questo modo di vedere possa essere accettato con fiducia. In alcuni casi le tinte più vivaci delle femmine sono quasi limitate alla superficieed i maschise fossero stati coloriti cosìnon sarebbero stati esposti al pericolo mentre stavano covando le uova. Bisogna anche tenere a mente che i maschi sono non soltanto più vivacemente coloriti delle femminema sono più piccoli ed hanno minor forza. Essi hanno di più acquistato l'istinto materno dell'incubazionema sono meno battaglieri e vociferi che non le femmineed in un caso hanno organi vocali più semplici. Così si è compiuta fra i due sessi una quasi totale trasposizione degli istintidei costumidella disposizionedel coloredel volumeed in alcuni punti anche della struttura.
Ora se noi possiamo asserire che i maschi della presente classe hanno perduto una parte di quell'ardore che è proprio al loro sessotanto che non cercano più le femmine col calore consueto; ovvero se noi possiamo asserire che le femmine sono divenute molto più numerose che non i maschi - e nel caso di una Turnix indiana dicesi che le femmine "s'incontrano molto più comunemente che non i maschi" - allora non è improbabile che le femmine siano state indotte a corteggiare i maschiinvece di essere da loro corteggiate. Questo è invero il caso fino a un certo puntoin alcuni uccellicome abbiam veduto nella pavonessanella tacchinaed in certi generi di tetraoni. Prendendo per norma i costumi della maggior parte degli uccelli maschila mole più grande e la forza maggiore e l'indole straordinariamente battagliera delle femmine della Turnix e dell'Emudevono significare che cercano di scacciare le femmine rivalionde vincere nel possedere il maschio; e con questo modo di vedere tutti i fatti divengono chiari; perchè i maschi sarebbero stati probabilmente molto più allettati od eccitati dalle femmine che erano più belle di loro pei colori più brillantio altri ornamentio potenze vocali. La scelta sessuale avrebbe in breve compiuta la sua operaaggiungendo continuamente alle attrattive delle femmine; i maschi e i giovani rimanendo poco o nulla modificati.

CLASSE III. Quando il maschio adulto somiglia alla femmina adultai giovani d'ambo i sessi hanno un piumaggio primitivo particolare loro proprio. - In questa classe tutti e due i sessi quando sono adulti si rassomigliano fra loro e differiscono dai giovani. Ciò avviene in molti uccelli di varie sorta. Il pettirosso maschio si può malagevolmente distinguere dalla femminama i giovani sono grandemente differenti col loro piumaggio macchiettato olivastro-fosco e bruno. Il maschio e la femmina dello splendido Ibis rosso sono similimentre i giovani sono brunied il colore scarlattosebbene comune ad ambo i sessièda quanto pareun carattere sessualeperchè non si sviluppa bene negli uccelli in reclusionenel modo stesso in cui spesso accade pei maschi di uccelli brillantemente coloriti. In molte specie di Aironi i giovani differiscono molto dagli adultied il loro piumaggio di estatesebbene comune ai due sessiha evidentemente un carattere nuziale. I giovani cigni hanno color lavagnamentre gli adulti sono d'un bianco puro; ma sarebbe cosa superflua aggiungere altri esempi. Questa differenza fra il giovane ed il vecchio dipende apparentementecome nelle due ultime classidall'avere il giovane conservata la primiera od antica condizione di piumaggioche è stata mutata per un nuovo piumaggio dai vecchi d'ambo i sessi. Quando gli adulti sono vivacemente coloritipossiamo conchiuderesecondo quello che abbiamo testè avvertito riguardo all'ibis rosso ed a molti aironie secondo l'analogia delle specie nella prima classeche questi colori sono stati acquistali mercè la scelta sessuale dai maschi quasi adulti; ma che contro quello che accade nelle due prime classila trasmissionesebbene limitata alla stessa etànon è stata limitata al medesimo sesso. Conseguentemente i due sessi quando sono adulti si rassomigliano fra loro e differiscono dai giovani.

CLASSE IV. Quando il maschio adulto somiglia alla femmina adultai giovani d'ambo i sessi nel loro primiero piumaggio somigliano agli adulti. - In questa classe i giovani e gli adulti dei due sessiabbiano essi colori brillanti od oscurisi rassomigliano fra loro. Questi casi sonocredopiù comuni che non quelli dell'ultima classe. Abbiamo in Inghilterra esempi di martin pescatoridi alcuni picchidi ghiandaiedi gazzedi cornacchie e di molti uccelli piccoli dai colori smorticome la passera scopaiola. o lo scricciolo. Ma la somiglianza del piumaggio tra i giovani e gli adulti non è mai al tutto compiutae va gradatamente mutandosi in dissomiglianza. Così i piccoli di alcuni membri della famiglia dei martin pescatori non sono coloriti meno vivacemente degli adultima molte delle piume della superficie inferiore sono marginate di bruno - traccia probabile di una primiera condizione di piumaggio. Frequentemente nello stesso gruppo di uccellianche nello stesso genereper esempio in un genere di parrocchetti di Australia (Platycercus)i giovani di alcune specie si rassomigliano strettamentementre i giovani di altre specie differiscono notevolmente dai loro genitori dei due sessiche sono simili. I due sessi ed i giovani della ghiandaia comune sono intimamente simili; ma nella ghiandaia del Canadà (Perisoreus canadensis) i giovani differiscono tanto dai loro genitori che furono primieramente descritti come specie distinta.
Prima di procedere oltreposso osservare che nella classe di casi presenti e nelle due seguenti i fatti sono così complessie le conclusioni così dubbieche ognuno il quale non senta uno speciale interesse per questo argomento può passare oltre senz'altro.
I colori brillanti e cospicui che caratterizzano molti uccelli nella classe presente di rado o quasi mai possono servir loro di protezione; cosicchè sono stati probabilmente acquistati dai maschi per opera della scelta sessuale; e poi trasmessi alle femmine ed ai giovani. È tuttavia possibile che i maschi possano aver scelto le femmine più attraenti; e se queste avessero trasmesso i loro caratteri alla prole dei due sessii medesimi risultati sarebbero seguiti nello stesso modo come dalla scelta dei maschi più attraenti fatta dalle femmine. Ma v'ha qualche prova che questa contingenza è stata raramentese pur maicompiuta in nessuno di quei gruppi di uccelli in cui i sessi sono generalmente simili; perchè se anche alcune poche delle successive variazioni avessero mancato di essere trasmesse ai due sessile femmine avrebbero superato lievemente i maschi in bellezzaSegue esattamente il rovescio in natura; perchè in quasi ogni grande gruppo in cui i sessi si rassomigliano generalmente fra loroi maschi di alcune poche specie sono in lieve grado più vistosamente coloriti che non le femmine. È pure possibile che le femmine possano aver scelto i maschi più bellie questi maschi a loro volta abbiano scelte le femmine più bellema è dubbio se questo doppio processo di scelta possa aver avuto luogoa motivo del grande ardore di un sesso per l'altroe se sarebbe stato più efficace che non la scelta operata da un lato solo. Perciò il modo di vedere più probabile è chenella presente classela scelta sessuale abbia operato; per ciò che riguarda i caratteri di ornamentoconcordemente colla regola generale in tutto il regno animalecioè sopra i maschi; e che questi abbiano trasmesso i loro colori acquistati gradatamentesia ugualmente o quasi ugualmentealla loro prole nei due sessi.
V'ha un altro punto più dubbiovale a dire se le variazioni successive siano comparse prima nei maschi dopo che erano divenuti quasi adultio mentre erano giovani. In ognuno dei due casi la scelta sessuale deve aver agito nel maschio allorchè doveva combattere coi rivali pel possesso della femmina; e nei due casi i caratteri acquistati così sono stati trasmessi ai due sessi in tutte le età. Ma questi caratterise furono acquistati dai maschi allorchè erano adultipossono essere stati dapprima trasmessi agli adulti solied in qualche susseguente periodo trasmessi ai giovani. Perchè si sa che quando la legge di eredità manca nelle età corrispondentila prole spesso eredita i caratteri in una età più fresca che non quella in cui dapprima comparve nei loro genitori. Sono stati osservati casi da quanto pare di questa sorta; di uccelli allo stato di natura. Per esempio il signor Blyth ha veduto esemplari del Lanius rufus e del Colymbus glacialis che avevano assunto mentre erano giovaniin modo al tutto anomaloil piumaggio adulto dei loro genitori. Parimente i giovani del cigno reale (Cygnus olor) non abbandonano le loro piume scure e non divengono bianchi finchè non abbiano diciotto mesi o due anni; ma il dottor T. Forel ha descritto il caso di tre giovani uccelli molto robusti di una nidiata di quattro che erano nati al tutto bianchi. Questi giovani uccelli non erano albinisiccome mostravano il colore del petto e delle gambeche rassomigliavano quasi alle stesse parti negli adulti.
Meritano dimostrazione i tre modi sopraddetti mercè i quali nella classe presente i due sessi ed i giovani possono venire a rassomigliarsi fra lorocol caso curioso del genere Passer. Nella passera domestica (P. domesticus) il maschio differisce molto più dalla femmina e dai giovani. Questi si rassomigliano fra loroe parimente in grado piuttosto grande i due sessi ed i giovani della passera di Palestina (P. brachydactylus)come pure è il caso in alcune specie affini. Noi possiamo perciò asserire che la femmina ed i piccoli della passera domestica ci fanno conoscere approssimativamente il piumaggio del progenitore del genere. Ora nella passera mattugia (P. montanus) i due sessi ed i piccoli rassomigliano strettamente al maschio della passera domestica; cosicchè sono stati tutti modificati nello stesso modo e tutti vengono dal coloramento tipico del loro primiero progenitore. Questo può essere stato operato da ciò che un antenato maschio della passera mattugia avendo variato dapprima quando era quasi adultoabbia trasmesso il suo piumaggio ai due sessi adulti eper la mancanza della legge di eredità alle età corrispondentiai piccoli in qualche periodo successivo.
È impossibile decidere quale di questi tre modi abbia generalmente prevalso in tutta la presente classe di esempi. La credenza che i maschi variassero mentre erano giovani e trasmettessero le loro variazioni alla loro prole dei due sessiè forse la più probabile. Io posso qui aggiungere che ho cercatocon poco buon esitoconsultando varie operedi decidere fin dove il periodo di variazione abbianegli uccelligeneralmente determinato la trasmissione dei caratteri ad un sesso o ad entrambi. Le due regole cui abbiamo spesso menzionato (cioè che le variazioni seguite tardi nella vita sono trasmesse ad uno e medesimo sessomentre quelle che seguono di buon'ora nella vita sono trasmesse ai due sessi) sono vere da quanto pare nella primaseconda e terza classe di casima non hanno effetto in un numero egualecioè nella terza e sovente nella quinta e nella sesta piccola classe. Tuttaviada quanto ho potuto giudicaresi verificano in una notevole maggioranza di specie di uccelli. Sia questo vero o nonoi possiamo conchiudere dai fatti riferiti nell'ottavo capitolo che il periodo di variazione è stato un elemento importante per determinare la forma di trasmissione.
Negli uccelli è difficile decidere con quale misura dobbiamo giudicare se il periodo di variazione è primitivo o tardivose segue per l'età in rapporto colla durata della vitao col potere riproduttivo o col numero delle mute per cui passa la specie. Il mutare degli uccellianche nella stessa famigliadifferisce molto talora senza che si possa assegnare nessuna causa. Alcuni uccelli mutano le penne così presto che quasi tutte le piume del corpo cadono prima che le prime penne delle ali siano pienamente cresciutee noi non possiamo credere che primieramente lo stato delle cose procedesse in tal guisa. Quando il periodo della muta è stato acceleratol'età in cui i colori del piumaggio adulto furono dapprima sviluppati ci può sembrare falsamente esser venuta molto più di buon'ora di quello che realmente sia stato. Questo si può dimostrare colla pratica seguita da alcuni allevatori di uccelli che strappano alcune penne dal petto dei nidiacei dei ciuffolottie dal capo o dal collo dei giovani del fagiano doratoonde riconoscere il sesso; perchè nei maschi queste penne sono immediatamente sostituite da altre colorite. La durata attuale della vita non si conosce che in pochi uccellicosicchè non possiamo guari giudicare con questa norma. E riguardo al periodo in cui le facoltà di riproduzione sono ottenuteè un fatto notevole che vari uccelli occasionalmente fanno razza mentre hanno ancora il loro piumaggio giovanile.
Il fatto di uccelli che si riproducono nel loro piumaggio giovanile sembra opposto alla credenza che la scelta sessuale abbia avuto una parte tanto importante quanto si crederebbe nel dare coloripiume ecc.adornanti ai maschi e per mezzo della eguale trasmissione alle femmine di molte specie. L'obiezione sarebbe valida qualora i maschi più giovani e meno ornati riuscissero a conquistare le femmine e a propagare la loro speciecome i maschi più belli e più vecchi. Ma non abbiamo ragione per credere che questo sia il caso. Audubon parla della riproduzione dei maschi non adulti dell'Ibis tantalus come di un caso rarocome dice pure il signor Swinhoe rispetto ai maschi non adulti dell'Oriolus. Se i giovani di qualche specie nel loro piumaggio giovanile riuscissero meglio nel conquistarsi le compagne che non gli adultiil piumaggio adulto si perderebbe probabilmente in brevesiccome i maschi che avrebbero conservato per un periodo più lungo il piumaggio giovanile avrebbero prevalsoe così il carattere della specie sarebbe in fine modificato. D'altra partese i giovani non riuscissero mai ad ottenere una femminal'abito di riprodursi di buon'ora verrebbe presto o tardi al tutto eliminatoessendo esso superfluo e traendo seco uno sciupìo di forze.
Il piumaggio di certi uccelli va crescendo in bellezza per molti anni dopo che sono al tutto adulti; questo è il caso per la coda del pavonee per la cresta e per le piume di certi aironiper esempio l'Ardea Ludovicana; ma è molto dubbio se il continuo sviluppo di cosiffatte penne sia l'effetto della scelta di successive variazioni beneficheo solamente di un continuo accrescimento. Moltissimi pesci continuano a crescere di mole finchè sono in buona salute ed hanno buona copia di cibo; ed una legge in certo modo simile può prevalere per le piume degli uccelli.

CLASSE V. Quando gli adulti dei due sessi hanno piumaggio invernale ed estivo distintidifferisca il maschio o no dalla femminai giovani rassomigliano agli adulti dei due sessi nel loro abito invernaleo molto più di rado nel loro abito estivoo rassomigliano alle femmine sole; od i giovani possono avere un carattere intermedio oppure possono differire grandemente dagli adulti nei loro due piumaggi stagionali. - I casi di questa classe sono singolarmente complessi; nè questo deve recar sorpresasiccome dipendono dalla ereditàlimitata in un grado più o meno grande in tre modi differenticioè dal sessodall'etàe dalla stagione dell'anno. In certi casi gli individui della stessa specie attraversano cinque stadi distinti di piumaggio. Nelle specie in cui il maschio differisce dalla femmina durante la stagione estiva solaociò che è più rarodurante le due stagionii giovani in generale rassomigliano alle femmine - come segue nel cosidetto cardellino del Nord-Americae da quanto pare nello splendido Maluri di Australia. Nelle specie in cui i sessi sono simili durante l'estate e l'inverno i giovani possono rassomigliare agli adultiprimamentenell'abito invernale; secondariamenteciò che segue molto più di radonell'abito estivo; terzopossono avere uno stato intermedio fra questi due stadi; e quartopossono differire grandemente dagli adulti in tutte le stagioni. Abbiamo un esempio del primo di questi quattro casi in una sgarza dell'India (Buphus coromandus)in cui i giovani e gli adulti dei due sessi sono bianchi durante l'invernoe gli adulti divengono color cuoio dorato durante l'estate. Nell'Anastomus oscitans dell'India abbiamo un caso similema i colori sono invertiti; perchè i giovani e gli adulti dei due sessi sono grigio e nero durante l'invernoe gli adulti divengono bianchi durante l'estate. Come esempio del secondo caso sono i giovani della Gazza marina (Alca tordaLinn.) che nel loro piumaggio primiero sono coloriti come gli adulti durante l'estate; ed i giovani della Fringilla leucophrys dell'America settentrionale appena sono coperti di piume hanno eleganti fasce bianche sul capoche vengon perdute dai giovani e dai vecchi durante l'inverno. Rispetto al terzo casocioèin cui i giovani hanno un carattere intermedio fra il piumaggio adulto invernale ed estivoVarrell asserisce che ciò segue in molti trampolieri. Infinerispetto ai giovani che differiscono ampiamente dai due sessi nel loro piumaggio invernale ed estivoquesto segue in molti aironi e sgarze dell'America settentrionale e delle Indie- i giovani soli sono bianchi.
Farò solamente alcune osservazioni intorno a questi casi complicati. Quando i giovani rassomigliano alla femmina nel suo abito estivood agli adulti dei due sessi nel loro abito invernalei casi differiscono da quelli riferiti nelle Classi I e III soltanto nei caratteri originariamente acquistati dai maschi durante la stagione delle nozzeessendone stata limitata la trasmissione alla stagione corrispondente. Quando gli adulti hanno un piumaggio distinto invernale ed estivoed i giovani differiscono da entrambiil caso è più difficile da comprendere. Noi possiamo ammettere come probabile che i giovani abbiano conservato un antico stato di piumaggio; possiamo riferire alla scelta sessuale piumaggio estivo o nuziale degli adultima a che cosa possiamo attribuire il loro distinto piumaggio invernale? Se noi potessimo ammettere che questo piumaggio serve in tutti i casi di protezioneil suo acquisto sarebbe una faccenda semplice; ma non sembra che siavi nessuna buona ragione per ammettere una tal cosa. Si può mettere avanti che le condizioni di vita tanto ampiamente differenti durante l'inverno e l'estate hanno avuto una azione diretta sul piumaggio; questo può avere avuto qualche effettoma non ho fede che una differenza così grande fra due piumaggicome vediamo talvoltasia stata operata in tal modo. Una spiegazione più probabile è che una antica forma di piumaggio parzialmente modificata mercè la trasmissione di qualche carattere del piumaggio estivo sia stata conservata dagli adulti durante l'inverno. Finalmente tutti i casi della nostra classe presente dipendono da quanto pare dai caratteri acquistati da ciò che i maschi adulti sono stati variamente limitati nella loro trasmissione secondo l'etàla stagione ed il sesso; ma non merita la pena di tener dietro a queste complesse relazioni.

CLASSE VI. I giovani nel loro primo piumaggio differiscono fra loro secondo il sesso; i maschi giovani rassomigliano più o meno strettamente ai maschi adultie le femmine giovani più o meno strettamente alle femmine adulte. - I casi in questa classesebbene si presentino in vari gruppinon sono numerosi; tuttavia se l'esperienza non ci ha insegnato il contrariosembrerebbe la cosa più naturale che i giovani dapprima somigliassero sempre fino ad un certo punto agli adulti dello stesso sessodivenendo poi man mano più simili a loro. Il maschio adulto della capinera (Sylvia atricapilla) ha il capo nero; quello della femmina è rossiccio-bruno; ed il signor Blyth mi ha informato che i giovani dei due sessi si possono distinguere per questi caratteri anche quando sono nidiaci. Nella famiglia dei tordi in buon numero questi casi sono stati notati; il merlo maschio (Turdus merula) si può distinguere dalla femmina quando è nel nidosiccome le remiganti delle ali conservano una tinta bruniccia fino alla seconda muta totale. I due sessi del tordo poliglotto (Turdus polyglottusLinn) differiscono pochissimo fra lorotuttavia si possono agevolmente distinguere i maschi dalle femmine in età molto giovanile perchè mostrano maggior copia di bianco puro. I maschi della Orocetes erythrogastra e della Petrocincla cyanea hanno molta parte del loro piumaggio color azzurro vivace mentrele femmine sono brune; ed i nidiacei maschi delle due specie hanno le remiganti delle ali e le penne della coda marginate di azzurromentre quelle della femmina sono marginate di bruno. Cosicchè le medesime penne che nel merlo giovane assumono i loro caratteri adulti e divengono nere dopo le altrein queste due specie assumono questo carattere e divengono azzurre prima delle altre. Il modo di vedere più probabile rispetto a questi casi è che i maschidifferentemente da ciò che segue nella classe Iabbiano trasmesso i loro colori alla prole maschile in una età più fresca che non quella in cui essi stessi li acquistarono dapprima; perchè se avessero variato mentre erano al tutto giovaniessi avrebbero probabilmente trasmesso tutti i loro caratteri alla loro prole dei due sessi.
Nell'Aithurus polytimus (un uccello mosca) il maschio è splendidamente colorito di nero e di verdee due delle penne della coda sono sommamente lunghe; la femmina ha una coda comune a colori smorti; ora i maschi giovani invece di rassomigliare alla femmina adultasecondo la regola ordinariacominciano fino dal principio ad assumere i colori propri al loro sessoe le loro penne della coda divengono in breve molto lunghe. Io ho avuto questa informazione dal signor Gouldil quale mi ha riferito il caso seguente più spiccato e tuttavia ancora non pubblicato. Due uccelli mosca che appartengono al genere Eustephanusentrambi benissimo coloritiabitano l'isoletta dl Juan Fernandeze sono sempre stati considerati come specificamente distinti. Ma è stato ultimamente riconosciuto che uno dei dueche è color castagno-bruno-brillante col capo rosso-doratoè il maschiomentre l'altroil quale è elegantemente varieggiato di verde e bianco col capo verde metallicoè la femmina. Ora i giovani rassomigliano dapprima fino ad un certo punto agli adulti del sesso corrispondentee la rassomiglianza va facendosi man mano più compiuta.
Considerando quest'ultimo casose come prima prendiamo il piumaggio dei giovani per guidaapparirà che i due sessi sono stati resi indipendentemente belli; e non che un sesso abbia parzialmente trasmesso la sua bellezza all'altro. Da quanto pare il maschio ha acquistato i suoi colori brillanti per opera della scelta sessuale nello stesso modoper esempiodel pavone o del fagiano nella nostra prima classe di casi; e la femmina nel modo medesimo come la femmina della Rhynchaea o della Turnix nella nostra seconda classe di casi. Ma è molto difficile comprendere come questo possa avere avuto luogo contemporaneamente nei due sessi della stessa specie Il signor Salvin affermacome abbiamo veduto nel capitolo ottavo che in certi uccelli mosca i maschi eccedono sommariamente in numero le femminementre nelle altre specie che abitano la stessa regione le femmine superano di gran lunga i maschi. Se dunque possiamo riconoscere che durante un qualche primiero e lungo periodo i maschi della specie di Juan Fernandez abbiano ecceduto sommamente il numero delle femminee che durante un altro lungo periodo le femmine siano state in molto maggior numero dei maschinoi potremo comprendere come i maschi in un dato tempo e le femmine in un altro possano essere divenuti belli mercè la scelta degli individui più vivacemente coloriti di ogni sesso; mentre i due sessi trasmettevano i loro caratteri ai giovani in un periodo di età piuttosto precoce del solito. Io non pretendo dire che questa sia la vera spiegazione; ma il caso è troppo notevole per passare inosservato.

Noi abbiamo ora veduto nei numerosi casi di tutte queste sei classiche esiste una intima relazione fra il piumaggio dei giovani e quello degli adultisia di un sesso o dei due sessi. Queste relazioni vengono chiaramente spiegate col principio che un sesso - e nella maggioranza dei casi è il maschile - acquista prima mercè la variazione e la scelta sessuale colori brillanti od ornamentie li trasmette in vari modisecondo le leggi riconosciute di eredità. Non sappiamo perchè siano seguite variazioni in differenti periodi della vitaanche talvolta nelle specie dello stesso gruppo; ma rispetto alla forma di trasmissionesembra che l'età in cui le variazioni comparvero per la prima volta sia stata una causa determinante di una certa importanza.
Dal principio di eredità alle età corrispondentie da ciò che ogni variazione nel colore che seguiva nei maschi in una età giovanile non veniva scelta; anzi sovente era eliminata perchè pericolosamentre consimili variazioni che seguivano durante o vicino al periodo della riproduzione furono conservatene segue che il piumaggio del giovane sarà rimasto sovente senza modificazioneo sarà stato poco modificato. Noi così abbiamo un barlume del colorito dei progenitori delle nostre specie esistenti. In gran numero di speciedi cui cinque prese dalle nostre sei classi di casigli adulti di un sesso o di entrambi sono coloriti vivacemente almeno durante la stagione delle nozzementre i giovani sono invariabilmente meno brillantemente coloriti che non gli adultio hanno al tutto colori smorti; perchè non v'ha esempioper quanta mi sappiadei giovani di specie dei colori smorti che spieghino colori brillantio di giovani di specie vivacemente colorite che abbiano colori più vivaci dei loro genitori. Tuttavia nella quarta classein cui i giovani e gli adulti si rassomigliano fra lorovi sono molte specie (sebbene non tutte) di colori brillantie siccome queste formano gruppi interipossiamo dedurre che i loro primieri progenitori erano parimente brillantemente coloriti. Tranne questa eccezionese osserviamo gli uccelli di tutto il mondosembra che la loro bellezza sia stata ampiamente accresciuta fino da quel periodo di cui abbiamo una memoria parziale nel loro piumaggio giovanile.

Intorno al colore del piumaggio in rapporto colla protezione. - Si sarà osservato che io non posso seguire la credenza del signor Wallace che i colori smorti quando sono limitati alle femmine siano stati nella maggiorparte dei casi specialmente acquistati per scopo di protezione. Non v'ha tuttavia alcun dubbiocome fu osservato precedentementeche i due sessi di molti uccelli hanno avuto i loro colori modificati per questo scopotanto da poter sfuggire all'occhio dei loro nemici: oin certi casitanto da accostarsi non veduti alla loro predanello stesso modo in cui nei gufi il piumaggio si è fatto morbidotanto che il loro volo non viene udito. Il signor Wallace osserva chesolamente nei tropicifra le foreste che non perdon mai il loro fogliamenoi troviamo gruppi interi di uccellidi cui il colore principale è il verde". Ognuno il quale ne abbia fatto l'esperimento ammetterà quanto sia difficile distinguere i pappagalli sugli alberi coperti di foglie. Nondimeno noi dobbiamo ricordare che molti pappagalli sono ornati di tinte cremisineazzurre ed arancioche non possono guari servir di protezione. I picchi sono eminentemente arboreima oltre le specie verdi ve ne sono molto neree nere bianche - e tutte le specie sono da quanto pare esposte a quasi i medesimi pericoli. È per ciò probabile che i colori fortemente pronunziati siano stati acquistati da uccelli arborei mercé la scelta naturale sopra altri colori per lo scopo di protezione.
Riguardo agli uccelli che vivono sulla terraognuno ammette che sono stati coloriti per modo da imitare le superfici che li circondano. È molto difficile vedere una perniceun beccaccinouna beccacciacerti pivierile allodole ed i succiacapre quando stanno accovacciati sul terreno. Gli animali che abitano nei deserti offrono gli esempi più notevoliperchè la superficie nuda non presenta nascondiglie tutti i quadrupedii rettili e gli uccelli più piccoli van debitori della loro salvezza ai loro colori. Come ha osservato il sig. Tristramrispetto agli abitanti del Saharatutti sono protetti pel loro colore "isabella o color di sabbia". Richiamando alla mia mente gli uccelli del deserto che avevo veduto nell'America meridionalecome pure la maggior parte degli uccelli terragnoli dell'Inghilterrami sembrava che i due sessi in quel caso fossero generalmente coloriti quasi ad un modo. In conseguenza mi rivolsi al signor Tristram per ciò che riguarda gli uccelli del Saharaed egli mi diede cortesemente i seguenti ragguagli. Vi sono ventisei specie che appartengono a quindici generiche evidentemente hanno avuto il loro piumaggio colorito per scopo di protezione; e questo coloramento è tanto più notevolein quanto che nella maggior parte di questi uccelli è differente da quello dei loro congeneri. I due sessi di tredici di queste specie sono coloriti nello stesso modoma queste appartengono a generi in cui prevale comunemente questa regolacosicchè esse non ci dicono nulla intorno ai colori protettori che sono gli stessi nei due sessi degli uccelli del deserto. Delle altre tredici specietre appartengono a generi in cui i sessi sogliono differire fra lorotuttavia hanno i sessi simili. Nelle rimanenti dieci specie il maschio differisce dalla femmina; ma la differenza è limitata principalmente alla superficie inferiore del piumaggioche è nascosta quando l'uccello si accovaccia sul terreno; il capo ed il dorso hanno nei due sessi la stessa tinta color di sabbia. Cosicchè in queste dieci specie le superfici superiori dei due sessi hanno sopportata un'azione e sono divenute similimercè la scelta naturaleper scopo di protezione; mentre le superfici inferiori dei maschi soli sono state mutate dalla scelta sessuale per scopo dì ornamento. Quisiccome i due sessi sono nello stesso modo bene protettinoi vediamo con evidenza che le femmine non sono state impedite dalla scelta naturale di ereditare i colori dei loro genitori maschi; noi dobbiamo tener conto della legge di trasmissione sessualmente limitatacome abbiamo spiegato prima.
In tutte le parti del mondo i due sessi di molti uccelli dal becco gentilespecialmente quelli che frequentano le canne ed i giunchihanno colori scuri. Senza dubbio se i loro colori fossero stati brillantisarebbero stati molto più esposti alla vista dei loro nemici; ma è piuttosto dubbio che le loro tinte oscure siano state specialmente acquistate per scopo di protezionealmeno da quanto posso giudicare. È ancor dubbio che tinte cosiffattamente smorte possano essere state acquistate per servir di ornamento. Dobbiamo tuttavia tener presente alla mente che gli uccelli maschisebbene di colori smortisovente differiscono molto dalle loro femminecome segue nella passera comunee ciò induce a credere che quei colori sono stati acquistati per opera della scelta sessualeessendo essi attraenti. Molti uccelli dal becco gentile sono cantori; e non va dimenticato un ragionamento di un capitolo precedentein cui è dimostrato che i migliori cantori hanno di rado molti ornamenti o tinte vivaci. Sembrerebbe che le femmine degli uccelliin regola generaleabbiano scelto i loro compagni sia pel dolce loro cantosia per la bellezza dei colorima non per queste due prerogative riunite. Alcune specie che sono evidentemente colorite per scopo di protezionecome il frullinola beccaccia ed il succiacapresono del pari macchiate ed ombreggiatesecondo il nostro gustoin modo elegantissimo. In questi casi possiamo conchiudere che tanto la scelta naturale che la sessuale hanno operato di concerto per la protezione e l'ornamento. Si può mettere in dubbio che esista un uccello il quale non abbia qualche speciale attrattiva per piacere all'altro sesso. Quando i due sessi sono coloriti tanto oscuramente che sarebbe arditezza riconoscere l'azione della scelta sessualee quando non si può avere una prova diretta che dimostri che questi colori servono loro di protezioneè miglior partito confessare la piena ignoranza della cagioneociò che viene quasi lo stessoattribuire l'effetto all'azione diretta delle condizioni di vita.
Vi sono molti uccelli di cui i due sessi sono cospicuamentesebbene non brillantementecoloriticome le numerose specie nerebianche e pezzate; e questi colori sono probabilmente il risultato della scelta sessuale. Nel merlo comunenel gallo cedronenel fagiano di montenella oidemia mezzanaed anche in uno degli uccelli di paradiso (Lophorina atra)i maschi soli sono nerimentre le femmine sono brune o macchiettate; e non vi può essere guari dubbio che il color nero in questi casi non sia stato un carattere scelto sessualmente. Quindi è in un certo grado probabile che il colore nero compiuto o parziale dei due sessi in uccelli come i corvicerte cacatuele cicogne ed i cignie molti altri uccelli marinisia parimente l'effetto della scelta sessualeaccompagnata dall'eguale trasmissione ai due sessi; perchè il colore nero non può guari servire in nessun caso di protezione. In parecchi uccelliin cui il maschio solo è neroed in altri in cui i due sessi sono neriil becco o la pelle intorno al capo è di colore vivaceed il contrasto così acquistato accresce grandemente la loro bellezza; noi vediamo questo nel becco del merlo maschio che è color giallo brillantenella pelle cremisina che sta sopra gli occhi del fagiano di monte e del gallo cedrone; nel becco brillantemente colorito della oidemianel becco rosso del gracchio alpigino (Corvus graculusLinn.); del cigno nero e della cicogna nera. Questo m'indusse ad osservare che non è al tutto incredibile che i tucani vadano debitori dell'enorme mole del loro becco alla scelta sessualea fine di far pompa delle varie e vivaci fasce di colore di cui questi organi vanno adorni. La pelle nuda alla base del becco e intorno agli occhi è pure sovente di colore brillante; ed il signor Gould parlando di una speciedice che i colori del becco sono certamentedurante il tempo dell'accoppiamentonel loro stato più bello e più brillante". Non è molto improbabile che i tucani siano impacciati dal loro immenso beccosebbene sia reso il più leggero possibile dalla sua strutturaperchè noi a torto non diamo importanza ad una particolaritàcioè la mostra dei bei colorinello stesso modo in cui il fagiano Argo maschio e qualche altro uccello sono impacciati con piume tanto lunghe da impedire il loro volo.
Nella stessa maniera in cui i maschi soli di varie specie sono nerimentre le femmine hanno colori scuri così in alcuni pochi casi i maschi soli sono al tuttoo parzialmente bianchicome in vari Casmorinchi dell'America meridionale (Chasmorhynchus) la Bernicla antarticail fagiano argentatoecc.mentre le femmine sono brune o macchiettate di scuro. Quindiper lo stesso principio come sopraè probabile che i due sessi di molti uccellicome il cacatua biancovarie sgarze colle loro belle piumecerti ibisgabbianirondini di mareecc.hanno acquistato il loro piumaggio più o meno compiutamente bianco per opera della scelta sessuale. Le specie che abitano le regioni nevose naturalmente appartengono a un ordine differente. Il piumaggio bianco di alcuni dei sopra menzionati uccelli appare nei due sessi solo quando sono adulti. Questo è pure il caso in certe sulein uccelli dei tropiciecc.e nell'oca delle nevi (Anser hyperboreus). Siccome quest'ultima cova sul "terreno nudo"quando è coperto di nevee siccome emigra verso il sud durante l'invernonon vi è ragione per supporre che il suo piumaggio bianco niveo le serva di protezione. Nel caso dell'Anastomus oscitansdi cui abbiamo parlato precedentementeabbiamo una prova anche migliore che il piumaggio. bianco è un carattere nuzialeperchè si sviluppa solo durante l'estate; mentre i giovani in tale loro statoe gli adulti nel loro abito invernalesono grigi o neri. In molte specie di gabbiani (Larus) il capo ed il collo divengono bianco puro in estateessendo grigi o macchiettati durante l'inverno e nello stato giovanile. D'altra parte nei gabbiani più piccoli (Gavia)ed in alcune rondini di mare (Sterna)segue esattamente il contrario; perchè la testa degli uccelli giovani durante il primo annoe quella degli adulti durante l'invernosono bianco puroe sono più pallidamente colorite che non durante la stagione delle nozze. Questi ultimi casi offrono un altro esempio del modo capriccioso in cui la scelta sessuale sembra avere operato.
La cagione per cui gli uccelli acquatici hanno acquistato un piumaggio bianco tanto più frequentemente che non gli uccelli terragnoli dipende probabilmente dalla loro grande mole e dalla forza del volocosicchè essi possono difendersi agevolmente o sfuggire agli uccelli di rapinaai quali inoltre non sono molto esposti. In conseguenza la scelta sessuale non è intervenuta o non è stata guidata per lo scopo della protezione. Senza dubbionegli uccelli che volano sul largo oceanoi maschi e le femmine si possono incontrare molto più agevolmente quando siano vistosiperfettamente bianchio intensamente neri; cosicchè questi colori possono forse servire allo stesso scopo come le note di richiamo di molti uccelli terragnoli. Un uccello bianco o neroquando scorge da lungi o piomba addosso ad un carcame che galleggia sul mare o sta giacente sulla spiaggiasi vedrà da una grande distanzae guiderà altri uccelli della stessa e di altre distinte specie alla preda; ma siccome questo sarebbe uno svantaggio pei primi trovatorigli individui che erano i più bianchi o i più neri non si sarebbero così procurato maggior copia di cibo che non gli individui meno fortemente coloriti. Quindi i colori vistosi non possono essere stati graduatamente acquistati per questo scopo mercè la scelta.
Siccome la scelta sessuale dipende da un elemento così instabile come il gustonoi possiamo comprendere come vada che nello stesso gruppo di uccelliche hanno un modo di vedere quasi ugualeesistano specie bianche o quasi bianchecome pure nere o quasi nere- per esempio cacatue bianche e nerecicogneibiscignirondini di mare e procellarie. S'incontrano pure nei medesimi gruppi uccelli pezzatiper esempio il cigno dal collo nerocerte rondini di maree la gazzera comune. Guardando una ricca. collezione di esemplariod una serie di disegni coloritipossiamo conchiudere che piace agli uccelli un forte contrasto nel coloreperchè i sessi differiscono spesso fra loro in ciò che il maschio ha le parti pallide di un bianco puroe le parti variamente colorite di scuro con tinte ancor più scure che non quelle della femmina.
Si vedrà anche che la semplice novitào il mutamento per amor di mutareha talora agito come un'attrattiva sulle femmine degli uccellinello stesso modo come fra noi il mutar della moda. Il duca d'Argyll dice - e sono contento di avere il piacere insolito di tener dietro anche da lontano ai suoi passi - "Io sono sempre più che convinto che la varietàcome semplice varietàdev'essere ammessa come un oggetto ed un fine della Natura". Desidererei che il duca avesse spiegato che cosa intende per Natura. Intende forse che il Creatore dell'universo abbia ordinato effetti diversi per sua propria soddisfazioneo per quella dell'uomo? Mi sembra che la prima nozione manchi molto della dovuta riverenzacome l'ultima di probabilità. Mutabilità di gusto negli uccelli stessi mi sembra una spiegazione più probabile. Per esempio i maschi di alcuni pappagalli non si possono guari dire più bellialmeno secondo il nostro gustodelle femminema differiscono da esse in certi punticome per avere il maschio un collare rosa invece di averecome la femminauno stretto e brillante collare verde smeraldo; oppure di avere il maschio un collare nero invece di un "mezzo collare giallo di fronte"col capo color pallido invece di essere azzurro. Siccome molti uccelli hanno per loro principale ornamento lunghe penne della coda o lunghe crestela coda corta descritta sopra del maschio di un uccello mosca e la cresta rimpicciolita dello smergo maggiore maschio sembrano quasi essere uno dei tanti opposti mutamenti di modo che ammiriamo nelle nostre proprie vestimenta.
Alcuni membri della famiglia degli aironi presentano un caso ancora più curioso di novità in ciò che il coloramento sia stato da quanto pare apprezzato per scopo dì novità. I giovani dell'Ardea asha sono bianchimentre gli adulti sono color lavagna; e non solo i giovanima gli adulti dell'affine Buphus coromandus nel loro piumaggio invernale sono bianchie questo colore si mutanella stagione delle nozzein un colore cuoio dorato. È incredibile che i giovani di queste due specie come pure di alcuni altri membri della stessa famigliasiano stati specialmente resi bianco puro e così siano divenuti vistosi ai loro nemici; o che gli adulti di una di queste due specie siano stati specialmente resi bianchi durante l'inverno in un paese che non è mai coperto di neve. D'altra parte abbiamo ragione di credere che la bianchezza sia stata da molti uccelli acquistata come un ornamento sessuale. Noi possiamo quindi conchiudere che un progenitore primiero dell'Ardea asha e del Buphus acquistò un piumaggio bianco per scopo di nozze; e trasmise questo colore ai suoi piccoli; cosicchè i piccoli ed i vecchi divennero bianchi come certe sgarze attuali; avendo poi in seguito i giovani conservato il colore biancomentre gli adulti lo mutavano in tinte più fortemente pronunciate. Ma se ci fosse dato osservare in un periodo ancora più remoto i progenitori più antichi di queste due specienoi vedremo probabilmente gli adulti coloriti di scuro. Suppongo che questo sarebbe il casodalla analogia di molti altri uccellii quali da giovani sono scuri e da adulti sono bianchi; e più specialmente dal caso dell'Ardea gularisdi cui i colori sono il rovescio di quelli dell'A. ashaperchè i giovani hanno colori scuri e gli adulti sono bianchiavendo i giovani conservato lo stato primiero di piumaggio. Sembra dunque che i progenitori nella loro condizione adulta dell'Ardea ashadel Buphus e di alcuni affiniabbiano sopportatodurante una lunga linea di discendenzai seguenti mutamenti di colore: primamente una tinta oscurasecondo il bianco puroe terzoin seguito ad un altro mutamento di moda (se posso esprimermi così)le loro tinte attuali lavagnarossiccia o cuoio dorato. Questi successivi mutamenti riescono intelligibili con questo solo che il principio di novità sia stato ammirato dagli uccelli per gusto di mutamento.

Sommario dei quattro Capitoli intorno agli Uccelli. - Moltissimi uccelli maschi sono sommamente battaglieri durante la stagione delle nozzeed alcuni hanno armi specialmente adattate per combattere i loro rivali. Ma i maschi più battaglieri ed i meglio armatidi rado o non maifanno consistere il loro successo solamente nella facoltà di scacciare o di uccidere i loro rivalima hanno mezzi speciali per piacere alla femmina. In alcuni è la potenza del cantoo quella di emettere strani gridio di produrre musica strumentale; ed i maschi in conseguenza differiscono dalle femmine nei loro organi vocali o nella struttura di certe penne. Dai mezzi curiosamente svariati affine di produrre suoni diversinoi otteniamo un'alta idea dell'importanza di questi mezzi di corteggiamento. Molti uccelli cercano di allettare le femmine con danze e pantomime amorosecompiute sul terreno o nell'ariae talora in luoghi acconci. Ma i mezzi più comuni sono gli ornamenti di molte sortacome le tinte più vivacicreste e bargiglibelle piumepenne allungateciuffi e simili. In alcuni casi la semplice novità sembra avere operato come allettamento. Gli ornamenti dei maschi debbono essere per loro di grandissima importanzaperchè in non pochi casi sono stati acquistati al prezzo di un maggior pericolo dai loro nemicied anche con qualche perdita di forza per combattere i loro rivali. I maschi di moltissime specie non assumono il loro abito di ornamento se non quando sono giunti all'età adulta o lo assumono solo durante la stagione delle nozzeo le tinte allora divengono più vivaci. Certe appendici colorite divengono più larghepiù turgide e più brillantemente colorite durante lo stesso atto del corteggiamento. I maschi spiegano le loro bellezze con somma cura per farle meglio valere; e questo vien compiuto in presenza delle femmine. Il corteggiamento è talora una faccenda lungae molti maschi e femmine si raccolgono a congrega in apposito luogo. Supporre che le femmine non apprezzino la bellezza dei maschi è un asserire che i loro splendidi ornamentitutta la loro pompa e tutta la mostra che fanno siano inutili; e questo è incredibile. Gli uccelli hanno fine potenze di discernimentoed in alcuni pochi casi si può dimostrare che hanno il gusto del bello. Si sa che le femmine oltre di ciò mostrano talora una spiccata preferenza o antipatia per certi individui maschi.
Se viene ammesso che le femmine preferiscono o sono scientemente eccitate dai maschi più belliallora i maschi avrebbero dovuto divenire lentamentema sicuramentesempre più attraentimercè la scelta sessuale. Noi possiamo supporre che fu questo sesso il quale venne principalmente modificato dal fatto che in quasi ogni genere in cui i sessi differisconoi maschi differiscono molto più fra loro che non le femmine; questo è bene dimostrato in certe specie rappresentantisi intimamente affini in cui le femmine si possono appena distinguerementre i maschi sono al tutto distinti. Gli uccelli in natura presentano differenze individuali che basterebbero ampiamente all'opera della scelta sessualema abbiamo veduto che presentano occasionalmente variazioni più fortemente spiccate che seguono tanto di frequente che sarebbero immediatamente fissatese avessero servito ad allettare la femmina. Le leggi di variazione avranno determinato la natura dei mutamenti inizialied avranno ampiamente agito sul risultato finale. Le graduazioni che possono essere osservate fra i maschi di specie affini indicano la natura degli stadi che hanno attraversatoe spiegano nel modo più interessante certi caratteri come gli ocelli dentati delle penne della coda del pavone e gli ocelli meravigliosamente ombreggiati delle penne delle ali del fagiano Argo. È evidente che i colori brillantii ciuffile belle piumeecc.di molti uccelli maschi non possono essere stati acquistati per scopo di protezione; invero alle volte accrescono il pericolo. Possiamo essere certi che non son dovuti all'azione diretta e definita delle condizioni della vitaperchè le femmine sono state esposte alle stesse condizionie tuttavia spesso differiscono dai maschi in sommo grado. Quantunque sia probabile che il mutamento di condizioneoperando per un periodo molto lungoabbia prodotto qualche effetto definitivo sopra i due sessiil risultato più importante sarà stato l'accrescimento di una maggior tendenza ad una variabilità instabileoppure a maggiori differenze individuali; e queste differenze avranno offerto un campo eccellente all'azione della scelta sessuale.
Le leggi di eredità al di fuori della sceltasembrano avere determinato se i caratteri acquistati dai maschi per scopo di ornamentoper produrre vari suoni e per combatteresono stati trasmessi ai maschi soli o ai due sessisia permanentementeo periodicamente durante certe stagioni dell'anno. La ragione per cui i veri caratteri sono stati trasmessi talvolta in un modo e talora in un altro non ènel maggior numero dei casiconosciuta; ma il periodo di variabilità sembra sovente essere stata la causa determinante. Quando i due sessi hanno ereditato tutti i caratteri in comuneessi necessariamente si rassomigliano fra loro; ma siccome le successive variazioni possono essere differentemente trasmessesi può rinvenire ogni possibile graduazioneanche nello stesso generedalla più stretta rassomiglianza alla più ampia dissomiglianza fra i sessi. In molte specie intimamente affiniche hanno quasi gli stessi costumi di vitai maschi son venuti a differire fra loro principalmente mercè l'azione della scelta sessuale; mentre le femmine sono venute a differire principalmente per avere partecipato in un grado più o meno grande ai caratteri acquistati in tal modo dai maschi. Inoltre gli effetti dell'azione definitiva delle condizioni della vita non saranno stati mascherati nelle femminecome nel caso dei maschiper l'accumulamento mercè la scelta sessuale dei colori fortemente pronunziati e di altri ornamenti. Gli individui dei due sessiper quanto alteratisaranno stati tenuti in ogni successivo periodo quasi uniforme pel libero incrociamento di molti individui.
Nelle specie in cui i sessi differiscono nel colore è possibile che esistesse dapprima una tendenza a trasmettere le successive variazioni ugualmente ai due sessie che le femmine fossero state impedite di acquistare i colori brillanti dei maschi per ragione del pericolo cui sarebbero andate incontro durante l'incubazione. Ma sarebbealmeno per quanto posso vedereun processo sommamente difficile quello di convertiremercè la scelta sessualeuna forma di trasmissione nell'altra. D'altra parte non vi sarebbe stata la benchè minima difficoltà a rendere una femmina di colori smorticonservando al maschio i suoi colori brillantimercè la scelta di successive variazioniche fossero state fin dal principio limitate nella loro trasmissione allo stesso sesso. Se le femmine di molte specie siano state attualmente così modificatedeve fino ad ora rimanere dubbio. Quandoper opera della legge di eguale trasmissione di caratteri ai due sessile femmine sono divenute tanto vivacemente colorite quanto i maschii loro istinti sono stati spesso modificatie sono state indotte a costrurre nidi nascosti o a cupola.
In una piccola e curiosa classe di casi i caratteri ed i costumi dei due sessi sono stati al tutto spostatiperchè le femmine sono più grandipiù fortipiù vocifere e più brillantemente colorite che non i loro maschi. Sono pure divenute così litigiose che sovente battagliavano fra loro come i maschi delle specie più bellicose. Secome sembra probabilesogliono scacciare le femmine loro rivaliefacendo pompa dei loro splendidi colori o altre attrattivecercar di piacere ai maschinoi possiamo comprendere come vada che siano divenute graduatamentemercè la scelta sessuale e la trasmissione sessualmente limitatapiù belle che non i maschiessendo questi ultimi poco o nulla modificati.
Ogni qualvolta prevale la legge di eredità nelle età corrispondentima non quella della trasmissione sessualmente limitataallorase i genitori variano tardi nella vita - e sappiamo che questo segue costantemente nel nostro pollameed occasionalmente in altri uccelli - i giovani resteranno senza alterazionementre gli adulti dei due sessi saranno modificati. Se entrambe queste leggi di eredità prevalgono ed uno dei due sessi varia tardi nella vitaquel sesso sarà modificatol'altro sesso ed i giovani rimanendo inalterati. Quando le variazioni in brillantezza od in altri caratteri cospicui seguono nella vita di buon'oracome segue senza dubbio soventeessi non avranno un'azione mercè la scelta sessuale finchè non giunga il periodo della riproduzione; in conseguenza saranno eliminati dalla scelta naturalequalora fossero pericolosi ai giovani. Così possiamo comprendere come vada che le variazioni che seguono tardi nella vita siano state tanto spesso conservate per l'ornamento dei maschi; rimanendo le femmine ed i giovani quasi senza modificazionie perciò simili fra loro. Nelle specie che hanno un piumaggio distinto per l'inverno e per l'estatei maschi delle quali rassomigliano o differiscono dalle femmine durante le due stagioni o durante solo l'estatei gradi e le maniere di rassomiglianza fra i giovani ed i vecchi sono sommamente complessi; e questa complessità dipendeda quanto pareda ciò che i caratteri; acquistati prima dai maschisono stati trasmessi in vari modi e gradicome limitati dall'etàdal sesso e dalla stagione.
Siccome i giovani di tante specie sono stati modificati nel colore ed in altri ornamenti solo pocopossiamo formare un qualche giudizio intorno al piumaggio dei loro primieri progenitori; e possiamo dedurre che la bellezza delle nostre specie attualise guardiamo l'intera classeè stata ampiamente accresciuta fino da quel periodo del quale il piumaggio giovanile ci dà un ricordo indiretto. Molti uccelli specialmente quelli che vivono sul terrenosono stati senza dubbio coloriti per scopo di protezione. In alcuni casi la superficie superiore esposta del piumaggio è stata colorita in tal modo nei due sessimentre la superficie inferiore nei maschi soli è stata variamente ornata mercè la scelta sessuale. Finalmentedai fatti riferiti in questi quattro capitoli noi possiamo conchiudere che le armi per la battagliagli organi per produrre suonogli ornamenti di molte sortai colori. vivaci e vistosisono stati generalmente acquistati dai maschi mercè la variazione e la scelta sessualee sono stati trasmessi in vari modi secondo le diverse leggi di eredità- rimanendo le femmine ed i giovani al paragone poco modificati.


CAPITOLO XVII.

CARATTERI SESSUALI SECONDARI DEI MAMMIFERI.

Legge di battaglia - Armi speciali limitate ai maschi - Cagione del difetto di armi nella femmina - Armi comuni ai due sessisebbene acquistate primieramente dal maschio - Altri usi di cosiffatte armi - Loro grande importanza - Mole più grande del maschio - Mezzi di difesa - Intorno alla preferenza dimostrata in ambo i sessi nell'accoppiarsi dei quadrupedi.

Nei mammiferi il maschio sembra conquistare la femmina molto più per la legge di battagliache non mercè la mostra delle sue attrattive. Gli animali più timidinon provvisti di nessun'arme speciale per combattereimpegnano disperate lotte durante la stagione degli amori. Si sono veduti due lepri maschi combattere insieme finchè uno rimase ucciso; spesso le talpe combattonoe talora con esito fatale; gli scoiattoli maschi "impegnano frequenti lottee spesso si feriscono molto gravemente"come fanno i castori maschicosicchè "di rado s'incontra una pelle senza cicatrici". Io osservai lo stesso fatto nei guanacos della Patagonia; ed in una occasione parecchi di essi erano tanto assorti nel combattere che mi sbucarono vicino senza timore. Livingstone parla dei maschi di molti animali nell'Africa meridionaleche quasi invariabilmente mostrano le cicatrici di ferite ricevute in antiche lotte.
La legge di battaglia prevale nei mammiferi acquatici come nei terragnoli. È noto con quale violenza combattono fra loro le foche maschitanto coi denti quanto colle zannedurante la stagione delle loro nozzee le loro pelli sono spesso coperte di cicatrici. I capidogli maschi sono gelosissimi in questa stagionee nelle loro battaglie "intrecciano fra loro le mascellee si rovesciano sul fianco e girano attorno"; per cui alcuni naturalisti credono che lo stato sovente deforme delle loro mascelle inferiori dipenda da queste lotte.
Si sa che tutti i maschi degli animali che sono muniti di armi speciali per combattere impegnano fiere lotte. Sono stati sovente descritti il coraggio e le disperate battaglie dei cervisi sono trovati i loro scheletri in varie parti del mondo colle corna intricatamente annodate insiemeche dimostravano quanto miserevolmente il vincitore ed il vinto fossero periti. Nessun animale al mondo è tanto pericoloso quanto l'elefante allorchè è in calore. Lord Tankerville mi diede una descrizione grafica delle battaglie che seguono fra i buoi selvatici del Parco di Chillinghamdiscendenti degeneri in mole ma non in coraggiodel gigantesco Bos primigenius. Nel 1861 parecchi si contendevano pel primato; e fu osservato che due fra i più giovani buoi aggredirono concordi il vecchio duce della mandralo rovesciarono e lo resero inerteper modo che i guardiani credettero che fosse mortalmente ferito in un bosco vicino. Ma alcuni giorni dopo uno dei giovani buoi si accostò solo a quel bosco; e allora il "monarca della caccia"il quale era stato covando la propria vendettasbucò fuoried in breve tratto di tempo uccise il suo antagonista. Egli allora raggiunse tranquillamente il brancoe per lungo tempo conservò senza contrasto il dominio. L'ammiraglio B. J. Sulivan m'informa che quando dimorava nelle isole Falkland egli portò colà un giovane stallone ingleseil qualecon otto giumentefrequentava le colline presso Porto William. Su quelle colline v'erano due stalloni selvaggiognuno con un piccolo branco di cavalle; "ed è certo che questi stalloni non s'incontrano mai senza combattere. Ognuno di essi aveva cercato di battere da solo il cavallo inglese e scacciare le sue giumentema nessuno dei due era riuscito nell'intento. Un giorno vennero insieme e lo aggredirono. Questo fatto fu veduto dal capitano incaricato dei cavalliche cavalcando verso quel luogo trovò uno dei due stalloni impegnato in lotta col cavallo inglesementre l'altro stava scacciando le cavalle e ne aveva già separate quattro dal resto. Il capitano aggiustò la faccenda conducendo seco tutto il branco nel recintoperchè gli stalloni selvatici non vollero lasciare le cavalle".
Gli animali già fornitiper gli usi ordinari della vitadi denti efficaci per tagliare o lacerarecome nei carnivoriinsettivori e rosicantisono di rado muniti di armi specialmente acconce per combattere i loro rivali. Il caso è molto differente nei maschi di molti altri animali. Noi vediamo questo nelle corna dei cervi e di certe specie di antilopi in cui le femmine non hanno corna. In molti animali i denti canini della mascella superiore o inferioreo di entrambesono molto più grossi nei maschi che non nelle femmine; o mancano in queste ultimeeccettuato talora un rudimento nascosto. Certe antilopiil moscoil camelloil cavalloil cinghialevarie scimmiele foche ed il trichecopresentano esempi di questi vari casi. Nelle femmine del tricheco le zanne sono talora totalmente mancanti. Nell'elefante maschio dell'India e nel dugongo maschio gli incisivi superiori formano armi difensive. Nel narvalo maschio uno solo dei denti superiori è sviluppato nel ben noto così detto corno ravvolto a spirache talora è lungo da due metri e settanta centimetria tre metri. Si crede che i maschi adoperino questi corni per combattere fra loro; perchè "di rado se ne. incontra uno che non sia rottoe talora se ne trova uno colla punta di un altro incastrata nel luogo della rottura". Il dente sul lato opposto del capo del maschio è fatto di un rudimento lungo circa ventisei centimetriche è incorporato nella mascella. Tuttavia non è rarissimo trovare narvali maschi con due corna nei quali i due denti sono bene sviluppati. Nelle femmine i due denti sono rudimentali. Il capodoglio maschio ha un capo più largo che non quello della femminae senza dubbio esso aiuta questi animali nelle loro lotte acquatiche. Infine il maschio adulto dell'ornitorinco è munito di un notevole apparatocioèuno sprone alle zampe posterioriche rassomiglia strettamente al dente velenifero di un serpente velenoso; non se ne conosce l'usoma possiamo sospettare che serva come arma di offesanella femmina è rappresentato da un semplice rudimento.
Quando i maschi son forniti di armi che mancano nelle femminenon vi può essere guari dubbio che non siano adoperate per combattere con altri maschie che non siano state acquistate per opera della scelta sessuale. Non è probabilealmeno nel maggior numero dei casiche le femmine siano state attualmente impedite dallo acquistare quelle armi perchè sarebbero state inutili e superflueo in certo modo dannose. Al contrarlosiccome sovente sono adoperate dai maschi di molti animali per vari scopie più specialmente come una difesa contro i loro nemiciè un fatto sorprendente che siano così poco sviluppate o al tutto mancanti delle femmine. Senza dubbio nella femmina del cervo lo sviluppo ad ogni stagione di grandi corna ramosee nella femmina dell'elefante lo sviluppo delle immense difesesarebbe stato un grande sciupìo di forza vitaleammettendo che nella femmina non servisse a nulla. In conseguenza le variazioni nella mole di questi organifino a produrre la soppressionesarebbero venute sotto l'azione della scelta naturalee se fossero state limitate nella loro trasmissione alla prole femmina non avrebbero impedito il loro sviluppo nei maschi per opera della scelta sessuale. Ma con questo modo di vederecome possiamo noi spiegare la presenza delle corna nelle femmine di certe antilopie le zampe nelle femmine di molti animaliche sono soltanto un po' più piccole di quelle dei maschi? Io credo che in quasi tutti i casi la spiegazione vada cercata nelle leggi di trasmissione.
Siccome la renna è l'unica specie di tutta la famiglia dei cervi in cui la femmina è munita di cornasebbene siano un tantino più piccolepiù sottilie meno ramose che non quelle del maschiosi potrebbe naturalmente pensare che debbono avere un uso speciale per la femmina. Tuttavia v'ha qualche prova contraria a questo modo di vedere. La femmina conserva le sue corna dal tempo in cui si sono sviluppate pienamentecioè in settembreper tutto l'invernofino a maggio quando partorisce il piccolo; mentre il maschio depone le sue corna più prestoverso la fine di novembre. Siccome i due sessi hanno le stesse esigenze e seguono il medesimo modo di vitae siccome il maschio depone le sue corna durante l'inverno è molto improbabile che possano avere una qualche utilità speciale per la femmina in questa stagioneche comprende la maggior parte del tempo in cui essa porta corna. E non è neppure probabile che possa avere ereditato le corna da qualche antico progenitore di tutta la famiglia dei cervi; perchèdal fatto che i maschi soli di tante specie in tutte le parti del globo posseggono cornanoi possiamo conchiudere che questo fu il carattere primordiale del gruppo. Quindi sembra che le corna debbano essere state trasmesse dal maschio alla femmina in un periodo susseguente alla divergenza delle varie specie da uno stipite comune; ma questo non ebbe luogo per darle un qualche speciale vantaggio.
Sappiamo che le corna nella renna si sviluppano in una età insolitamente giovanile; ma non si conosce quale possa essere stata la causa di questo. Tuttavia l'effetto è stato da quanto pare la trasmissione delle corna ai due sessi. Colla ipotesi della pangenesi riesce intelligibileche un lievissimo mutamento nella costituzione del maschiosia nei tessuti della fronte o nelle gemmule delle cornapossa condurre al loro sviluppo giovanile; e siccome i giovani dei due sessi hanno quasi la stessa costituzione prima del periodo della riproduzionele cornase si sviluppano nel maschio di buon'oratenderanno a svilupparsi nello stesso modo nei due sessi. In appoggio a questa vistanoi dobbiamo tenere a mente che le corna sono sempre trasmesse per mezzo della femminae che essa ha una capacità latente pel loro sviluppocome vediamo in femmine vecchie o ammalate. Inoltre le femmine di alcune altre specie di cervisia normalmente od occasionalmentemostrano rudimenti di corna; così la femmina del Cervolus moschatus ha "ciuffi setolosiche finiscono in un rigonfiamentoinvece che non in un corno"e " nella maggior parte degli esemplari del Wapiti (Cervus canadensis) vi è una protuberanza acuta ossea invece del corno". Da queste varie considerazioni noi possiamo concludere che l'avere la femmina della renna corna benissimo sviluppate è dovuto a ciò che i maschi le acquistarono dapprima come armi per combattere altri maschi; e secondariamente al loro essersi sviluppateper qualche ignota cagionein una età insolitamente giovanile nei maschie la loro conseguente trasmissione ai due sessi.
Veniamo ora ai ruminanti cavicorni: nelle antilopi si può trovare una serie graduatache comincia colle specie in cui le femmine mancano al tutto di corna - passando a quelle che hanno corna tanto piccole che sono quasi rudimentalicome nell'Antilocapra Americana - a quelle che hanno corna benissimo sviluppatema evidentemente più piccole e più sottili che non nel maschioe talora di una forma differente e che termina con quelle in cui i due sessi hanno corna di pari mole. Come nella rennacosì nelle antilopi esiste una relazione fra il periodo dello sviluppo delle corna e la loro trasmissione ad un sesso o ad entrambi; è quindi probabile che la loro presenza o la loro mancanza nelle femmine di alcune speciee la loro condizione più o meno perfetta nelle femmine di altre speciedipendono non dall'essere esse di uno qualche uso specialema semplicemente dalla forma di eredità che ha prevalso. Concorda con questo modo dl vedere il fatto che anche nello stesso ristretto genere i due sessi di alcune specieed i maschi soli di altre speciesono stati in tal modo forniti. È un fatto notevole chequantunque le femmine dell'Antilope bezoartica siano normalmente mancanti di cornail signor Blyth ha veduto non meno di tre femmine così fornite; e non v'ha ragione per credere che fossero vecchie o ammalate. I maschi di questa specie hanno lunghe corna a spiraquasi parallele fra loroe che si dirigono all'indietro. Quelle della femminaquando ci sonohanno una forma molto differenteperchè non sono a spirae si stendono largamente piegandosi in rotondocosicchè le loro punte si dirigono allo innanzi. È un fatto ancor più notevole che nel maschio castratocome mi ha comunicato il signor Blythle corna hanno la stessa forma particolare che la femminama sono più lunghe e più spesse. In tutti i casi le differenze fra le corna dei maschi e quelle delle femminee dei maschi castrati ed interidipendono probabilmente da varie cause - dalla maggiore o minore compiuta trasmissione dei caratteri maschili alle femmine- dallo stato primiero dei progenitori della specie- ed in parte forse da ciò che le corna essendo differentemente nudritequasi nello stesso modo come gli sproni del gallo domestico quando sono inseriti nella cresta o in altra parti del corpoassumono varie forme anormali per essere differentemente nutrite.
In tutte le specie selvatiche di capre e di pecore le corna sono più grandi nel maschio che non nella femmina e talora mancano in quest'ultima. In parecchie razze domestiche di pecore e di caprei maschi soltanto hanno corna; ed è un fatto importante che in una razza domestica di pecore della costadi Guinea le corna non si sviluppanocome mi ha riferito il signor Widwood Readenel maschio castrato; di modo che per questo rispetto segue qui come nelle corna dei cervi. In alcune razzecome in quella della Galles del nordnella quale i due sessi sono propriamente cornutile femmine van molto soggette a non aver corna. In questa medesima pecorasiccome mi ha riferito una persona degna di fede che aveva ispezionato apposta una gregge durante il tempo del figliarealla nascita le corna sono generalmente molto più sviluppate nel maschio che non nella femmina. Nel bue muschiato adulto (Ovibos moschatus) le corna del maschio sono più grandi che non quelle della femminae in quest'ultima le basi non si toccano. Rispetto al bestiame comune il signor Blyth osserva: "Nella maggior parte degli animali bovini selvatici le corna sono più lunghe e più spesse nel toro che non nella vaccae nella vacca Banteng (Bos sondaicus) le corna sono notevolmente piccole e inclinate molto all'indietro. Nelle razze del bestiame domesticotanto i tipi colla gobba come quelli senzale corna sono piccole e grosse nel torosono più lunghe e più sottili nella vacca e nel bue; e nel bufalo indiano sono più corte e più spesse nel maschiopiù lunghe e più sottili nella femmina. Nel selvatico B. gaurus le corna sono grandemente più lunghe e più sottili nel maschio che non nella femmina". Quindi nella maggior parte dei ruminanti cavicorni le corna del maschio sono o più lunghe o più forti che non quelle della femmina. Nel Rhinoceros simussiccome io posso aggiungere quile corna della femmina sono in generale più lunghe ma meno forti che non quelle del maschio; e si dice che in alcune altre specie di rinoceronti siano più corte nella femmina. Da questi vari fatti noi possiamo conchiudere che le corna di ogni sortaanche quando sono egualmente sviluppate nei due sessifurono primieramente acquistate dai maschi onde vincere altri maschie sono state trasmesse più o meno compiutamente alla femminain relazione colla forza della eguale forma di eredità.
Le difese dell'elefantenelle differenti specie o razzedifferiscono secondo il sessoquasi nello stesso modo come le corna dei ruminanti. Nelle Indie ed a Malacca i maschi soli sono muniti di difese bene sviluppate. L'elefante di Ceylan è considerato dalla maggior parte dei naturalisti come una razza distintama da alcuni come una specie distintae qui "non se ne trova uno su cento con le difesei pochi che le posseggono sono esclusivamente maschi". L'elefante africano è senza dubbio distintoe la femmina ha difese grandi e bene sviluppatesebbene non tanto grandi come quelle del maschio. Queste differenze nelle difese delle varie razze e specie di elefanti - la grande variabilità delle corna del cervospecialmente delle renne selvatiche - la presenza occasionale delle corna nella Antilope bezoartica femmina - la presenza di due zanne in alcuni pochi narvali maschi - l'assoluta mancanza delle zanne in alcune femmine dei trichechi - sono tutti esempi della somma variabilità dei caratteri sessuali secondarie della loro somma facilità a differire in forme strettamente affini.
Quantunque le zanne e le corna sembrino in tutti i casi essere state primamente sviluppate come armi sessualiesse sovente servono per altri usi. L'elefante adopera le sue difese per aggredire la tigre; secondo Bruceesso intacca i tronchi degli alberi finchè possano essere agevolmente gettati giùed estrae pure in tal modo l'interno farinaceo delle palme; nell'Africa esso adopera sovente una difesae questa è sempre la stessaper tastare il terreno ed assicurarsi così se può sopportare il suo peso. Il toro comune difende la mandra colle corna; esecondo Loydsi sa che l'alce in Svezia stende morto un lupo con un solo colpo delle sue grandi corna. Si potrebbero riferire molti fatti consimili. Uno degli usi secondari più curiosi cui compiono talvolta le corna di qualunque animaleè quello osservato dal capitano Hutton nella capra selvatica (Capra ægagrus) dell'Imalaiaecome si dicenello stambeccoche cioè quando il maschio cade per accidente da un'altura egli piega in giù il capoecadendo sulle sue corna massiccesmorza l'urto della caduta. La femmina non può adoperare in tal modo le sue cornache sono più piccolema per la sua indole più tranquilla non ha molto bisogno di questo strano genere di scudo.
Ogni animale maschio adopera le sue armi nel suo modo particolare. L'ariete comune investe e colpisce con tal forza colla base delle sue cornache ho veduto un uomo robusto rovesciato colla stessa facilità come se fosse stato un fanciullo. Le capre e certe specie di pecoreper esempio l'Ovis cycloceros dell'Afganistansi alza sulle zampe posteriorie allora non solo colpisconoma feriscono colla parte angolosa delle loro corna a mo' di scimitarracome con una sciabola. Quando l'O. cycloceros aggrediva un grosso ariete domesticoche era un famoso lottatorelo vinceva per la semplice novità del suo modo di combatterestringendosi sempre ad un tratto al suo avversarioe dandogli un colpo sulla faccia e sul naso colla sua acuta testae poi scostandosi prima che il colpo fosse reso. Nel maschio della capra del Pembrokeshiresi sa che il duce di una gregge che durante varie generazioni è divenuta selvatica ha ucciso parecchi altri maschi in duello; questa capra possiede corna enormiche misurano un metro in una linea retta da un capo all'altro. Come tutti sannoil toro comune ferisce e rovescia il suo avversario; ma si dice che il bufalo italiano non adopera mai le sue cornadà un tremendo colpo colla sua fronte convessae allora si mette sotto le ginocchia il nemico caduto - istinto che il bue comune non possiede. Quindi un cane che addenta un bufalo al naso è immediatamente stritolato. Noi dobbiamo tuttavia ricordare che il bufalo italiano è stato da un pezzo addomesticatoe non è per nulla certo che la forma del genitore selvatico avesse corna in tal modo foggiate. Il signor Bartlett m'informa che quando una femmina del Bufalo del Capo (Bubalus caffer) venne chiusa in un. recinto con un maschio della stessa specieessa lo aggredìed egli in ricambio la respinse fuori con grande violenza. Ma il signor Bartlett rimase persuaso che se il maschio non avesse mostrato una dignitosa tolleranzaegli avrebbe potuto agevolmente ucciderla con un solo colpo delle sue immense corna. La giraffa adopera le sue brevi corna coperte di peli che sono alquanto più lunghe nel maschio che non nella femminain un modo curioso perchè col suo lungo collo dondola il capo per ogni verso quasi dall'insù all'ingiùcon tal forzache ho veduto una dura tavola profondamente intaccata da un semplice colpo.
Nelle antilopi è talvolta difficile immaginare come possano adoperare Le loro corna curiosamente foggiate; così l'Antilope euchore ha corni piuttosto corti e diritticon. punte acute rivolte all'indietro quasi ad angolo rettotanto che stanno di faccia l'uno all'altro; il signor Bartlett non sa in qual modo se ne servama suppone che debbano fare una grave ferita da ogni lato della faccia di un avversario. Le corna lievemente incurvate dell'Oryx leucoryx si dirigono all'indietroe sono tanto lunghe che le loro punte vanno oltre la metà del dorsosul quale stanno in una linea quasi parallela. Così foggiate sembrano essere singolarmente male acconce per combatterema il signor Bartlett m'informa che quando due di questi animali si preparano alla lottas'inginocchianocol corpo fra le gambe anteriorie in questa attitudine le corna stanno quasi parallele e vicine al terrenocolle punte dirette allo innanzi e un tantino all'insù. I combattenti allora si accostano gradatamente l'uno all'altro e cercano di introdurre le punte rivoltate sotto il corpo l'uno dell'altro; se l'animale riesce nel far questosi alza repentinamenterialzando il capo allo stesso tempoe può così ferire e forse anche trafiggere il suo avversario. I due animali s'inginocchiano sempre per ripararsi quanto è possibile contro questo maneggio. È stato ricordato che uno di questi antilopi ha adoperato con buon esito le sue corna contro un leone; tuttaviaessendo obbligata di porre il suo corpo fra le zampe anteriori onde portare le punte delle corna allo innanziessa avrebbe in generale un grande svantaggio quando fosse aggredita da qualunque altro animale. Non è tuttavia probabile che le corna siano state modificate nella loro grande lunghezza attuale e particolare posizionecome una protezione contro gli animali da preda. Noi possiamo però vedere che appena un qualche antico progenitore maschio dell'Oryx ebbe acquistato corna moderatamente lunghedirette un tantino all'indietroegli dovette essere obbligato nelle sue lotte coi suoi rivali maschi a piegare il capo un po' più in giù come fanno ora certi cervi; e non è improbabile che egli possa aver acquistato l'abito dapprima occasionalmente e poi regolarmente di inginocchiarsi. In questo caso è quasi certo che i maschi i quali possedevano le corna più lunghe avrebbero dovuto avere un grande vantaggio sopra gli altri con corna più corte; e allora le corna sarebbero divenute sempre più lunghemercè la scelta sessualefinchè avrebbero acquistato la loro straordinaria lunghezza e posizione attuale.
Nei cervi di molte sortail ramificarsi delle corna offre un caso curioso di difficoltàperchè certamente una sola punta acuta diritta avrebbe fatto una ferita molto più grave che non parecchie punte divergenti. Nel museo di sir Filippo Egerton vi è un corno di cervo (Cervus elaphus) lungo settantotto centimetri "con non meno di quindici rami" e a Moritzburg si conserva ancora un paio di corni di un cervo ucciso nel 1699 da Federico Iognuno dei quali porta il numero prodigioso di trentatre rami. Richardson ha disegnato un paio di corna della renna selvatica con ventinove punte. Dal modo in cui le corna si diramanoe più specialmente da ciò che si sa che i cervi combattono occasionalmente fra loro tirando calci colle gambe anterioriil signor Bailly venne ora a conchiudere che le corna loro siano più nocevoli che non utili! Ma questo autore dimentica le battaglie campali fra i maschi rivali. Siccome io ero molto incerto intorno all'uso od all'utilità dei ramimi rivolsi al signor Mc. Neill di Colinsayil quale ha osservato lungamente e con molta cura i costumi del cervoed egli mi informò che non ha mai veduto nessuno dei rami venir messo in operama che le corna della frontepiegandosi in giùsono una grande difesa per la frontee le loro punte sono del pari adoperate per aggredire. Sir Filippo Egertonmi ha pure riferitoper quello che riguarda il cervo comune ed il dainoche quando combattono essi repentinamente si avventano insiemee piantando le corna contro il corpo dell'avversario ne segue una lotta disperata. Quando uno è finalmente obbligato a cedereil vincitore cerca di immergere le sue corna frontali nel vinto nemico. Da ciò sembra che i rami superiori sono principalmente od esclusivamente adoperati per urtare e per schermirsi. Nondimeno in alcune specie i rami superiori sono adoperati come armi offensive; quando un uomo venne aggredito da un Wapiti nel parco del giudice Caton nell'Ottawae parecchi uomini cercarono di liberarloil cervo non alzò mai il suo capo dal terreno; infatti tenne il suo muso quasi posato sulla terra col naso fra le zampe anterioritranne quando volse il capo da un lato onde prendere una nuova via per prepararsi a ferire. "In questa posizione le sue corna erano dirette contro i suoi avversari. Volgendo il capo dovette necessariamente sollevarlo un tantinoperchè le sue diramazioni erano tanto lunghe che non poteva volgere il capo senza alzarle da un latomentre dall'altro toccavano il terreno". Il cervo con questo maneggio a poco a poco fece retrocedere la comitiva di salvatori alla distanza di 50 o 60 metri e l'uomo aggredito fu ucciso.
Quantunque le corna dei cervi siano armi efficacinon vi può esserecredoalcun dubbioche una semplice punta sarebbe stata molto più pericolosa che non un corno ramificatoed il Giudice Catonil quale ha molta esperienza di questi animaliè pienamente di questa opinione. Parimentele corna ramificatesebbene di grandissima importanza come mezzi di difesa contro i cervi rivalinon sembrano essere bene acconce per questo scoposiccome vanno soggette ad avviticchiarsi. Perciò mi è passato per la mente il sospetto che potessero servire in parte come ornamento. Nessuno può negare che le corna ramose dei cervi come pure le eleganti corna a lira di certi antilopi colla loro doppia curva così graziosa non siano ornamenti ai nostri occhi. Se dunque le cornacome gli splendidi abbigliamenti degli antichi cavalieriaccrescono bellezza al nobile aspetto dei cervi e delle antilopipossono essere state in parte modificate per questo scoposebbene lo siano state principalmente pel servizio attuale in battaglia; ma non ho nessuna prova in favore di questa credenza.
Un caso interessante è stato ultimamente pubblicatodal quale appare che le corna di un cervo in una provincia degli Stati Uniti vanno ora modificandosi per opera della scelta sessuale e della scelta naturale. Uno scrittore di un eccellente giornale americano dice che ha cacciato per questi ultimi ventun'anni nell'Adirondacksove abbonda il Cervus Virginianus. Circa quindici anni fa udì per la prima volta parlare di maschi dalle corna a punta. Di anno in anno questi divennero sempre più comuni; cinque anni or sono egli ne uccise unoe poi un altroed ora se ne uccidono frequentemente altri. "Il corno a punta differisce molto dalle corna comuni del C. Virginianus. È fatto di un'unica puntapiù sottile che non le punte delle corna comunied è lungo appena la metà di quelle che sporgono all'infuori della frontee terminano in una punta acutissima. Questo corno dà un notevole vantaggio al suo possessore sul cervo comune. Inoltre rendendolo più acconcio a correre rapidamente in mezzo ai fitti boschi e alle boscaglie (ogni cacciatore sa che le femmine ed i maschi minori di un anno corrono molto più rapidamente dei grossi maschi armati delle loro corna che li impacciano) il corno a punta è un'arma più efficace che non le corna comuni. Con questo vantaggio i cervi dalle corna a punta vanno guadagnando terreno sui cervi comunie possono col tempo sostituirli interamente nell'Adirondacks. Senza dubbio il primo cervo dalle corna a punta non fu che un capriccio accidentale della natura. Ma le sue corna a punta gli davano un vantaggioe lo resero atto a propagare quella sua particolarità. I suoi discendentiavendo un vantaggio similehanno propagato quella particolarità in un grado costantemente maggiorefinchè essi vanno ora facendosi più numerosi e ricacciano fuori dalla regione che abitano i cervi dalle corna ramose".
I maschi dei quadrupedi che sono forniti di zanne le adoperano in vari modi come nel caso delle corna. Il cinghiale colpisce lateralmente ed all'insùil mosco colpisce all'ingiù con grave effetto. Il trichecosebbene abbia un collo così corto ed un corpo così tozzo "può colpire tanto all'insùquanto all'ingiù o lateralmente con eguale destrezza". L'elefante indiano combatte; come mi disse il defunto dottor Falconerin un modo differente secondo la posizione e l'incurvatura delle sue difese. Quando queste son rivolte all'innanzi ed all'insù egli può sbalzare una tigre a grande distanza - si dice anche a nove metri; quando sono corte e rivolte all'ingiù cerca di infilzare repentinamente la tigre sul terrenoe quindi è pericoloso per quello che gli sta soprache in tal modo può essere sbalzato dalla hoodah.
Pochissimi quadrupedi maschi posseggono due sorta distinte di armi specialmente acconce per combattere coi maschi rivali. Il cervo muntiac maschio (Cervulus) tuttavia presenta una eccezionesiccome fornito di corna e di denti canini sporgenti. Ma una forma di arma è stata spesso sostituita nel corso dei secoli ad un'altra formacome possiamo dedurre da ciò che segue. Nei ruminanti lo sviluppo delle corna sta in generale in rapporto inverso con quello dei denti canini anche moderatamente bene sviluppati. Così i camellii guanacosi cervuli ed i moschi sono senza cornaed hanno validi denti canini; questi denti hanno sempre mole più piccola nelle femmine che non nei maschi. I Camelidi hanno nella mascella superioreoltre ai veri caniniun paio di incisivi caniniformi. Il cervo e l'antilope maschiod'altra parteposseggono cornae di rado hanno denti canini; e questi quando sono presenti hanno sempre piccola molecosicchè è dubbio se sian loro utili nei combattimenti. Nell'Antilope montana esistono solo come rudimenti nel maschio giovanescompaiono quando diventa vecchio; e mancano nella femmina in tutte le età; ma si sa che le femmine di certe altre antilopi e cervi presentano occasionalmente rudimenti di questi denti. Gli stalloni hanno piccoli denti caniniche nella cavalla mancano affatto o sono rudimentali: ma non pare che vengano adoperati per combattereperchè gli stalloni mordono cogli incisivie non spalancano la bocca come fanno i camelli ed i guanacos. Ogniqualvolta il maschio adulto ha denti canini ora in uno stato inefficacementre la femmina non ne ha alcuno od ha semplici rudimenti; noi possiamo conchiudere che il primitivo progenitore maschio della specie era provvisto di denti canini efficaciche vennero poi parzialmente trasmessi alle femmine. Il rimpicciolimento di questi denti nei maschi sembra aver avuto luogo per qualche mutamento nel loro modo di combattere cagionato sovente (ma non nel caso del cavallo) dallo sviluppo di nuove armi.
Le zampe e le corna sono evidentemente di grandissima importanza per quelli che le posseggonoperchè il loro sviluppo consuma molta materia organizzata. Si sa che una semplice difesa dell'elefante asiatico - una delle specie lanose estinte - e dell'elefante africanopesavano rispettivamente 7076 e 86 chilogrammi; ed alcuni scrittori hanno riferito pesi anche maggiori. Nel cervo in cui le corna si rinnovano periodicamenteil consumo nella costituzione deve essere maggiorele corna per esempio di alcune alci pesano da ventiquattro a ventotto chilogrammie quelle dell'alce irlandese estinta da trenta a trentaquattro chilogrammimentre il cranio di quest'ultima pesa soltanto due chilogrammi circa. Nelle pecorequantunque le corna non si rinnovino periodicamentetuttavia il loro svilupposecondo l'opinione di molti agricoltoritrae con sè una perdita sensibile per gli allevatori. I cerviinoltreper sfuggire alle belve sono carichi di un maggior peso per correree sono molto ritardati per passare attraverso un paese boscoso. L'alceper esempiocolle corna che si scostano 1 metro e 66 centimetri da una punta all'altraper quanto abbia tanta destrezza nell'adoperarle che non tocca o non rompe un ramoscello secco quando cammina tranquillamentenon può liberarsi con tanta facilità da un branco di lupi. "Mentre procede avanti tiene il muso altotanto da tenere le corna orizzontali al dorso; ed in questa attitudine non può vedere il terreno distintamente". Le punte delle corna della grande alce irlandese erano discosti attualmente due metri e quaranta centimetri! Mentre le corna sono coperte del cosidetto vellutoche dura nel cervo circa dodici settimaneesse sono sommamente sensibili ad un urto; cosicchè in Germania i cervi in questo tempo mutano i loro costumi fino ad un certo puntoed evitano le foreste fittefrequentando i boschi giovani e i bassi cespugli. Questi fatti ci ricordano che gli uccelli maschi hanno acquistato piume adornanti al costo di avere un ritardo nel voloe altri ornamenti alle spese di una certa perdita di forza nelle loro battaglie coi maschi rivali.
Quando nei quadrupedicome è sovente il casoi sessi differiscono nella molei maschi sonocredosempre più grandi e più forti. Questa regola si mantienecome mi ha informato il signor Gouldmolto notevolmente nei marsupiali di Australiai maschi dei quali sembra che continuino a crescere fino ad una età insolitamente tarda. Ma il caso più straordinario è quello di una foca (Callorhinus ursinus)in cui una femmina adulta pesa meno di un sesto di un maschio adulto. La maggior forza del maschio è invariabilmente spiegatacome osservò lungo tempo fa Hunterin quelle parti del corpo che hanno parte nella lotta contro i maschi rivali- per esempionel collo massiccio del maschio. I maschi dei quadrupedi sono pure molto più coraggiosi e battaglieri che non le femmine. Non vi può esser dubbio che questi caratteri sono stati acquistati in parte per opera della scelta sessualein seguito ad una lunga serie di vittorie dei maschi più forti e più coraggiosi sopra i più debolied in parte per gli effetti ereditati dell'esercizio. È probabile che le successive variazioniin forzamole e coraggiotanto se dovute alla cosidetta variabilità spontanea quanto agli effetti dell'esercizioper l'accumulamento del quale i quadrupedi maschi hanno acquistato queste qualità caratteristicheseguirono piuttosto tardi nella vitae furono in conseguenza limitate in un grado esteso nella loro trasmissione al medesimo sesso.
Da questo punto di vista io ero ansioso di ottenere qualche informazione rispetto al cane da cervi scozzesei sessi del quale differiscono più nella mole che non quelli di qualunque altra razza (sebbene i cani sanguinari differiscono notevolmente)o che non in qualunque specie canina selvatica che io conosca. In conseguenzami rivolsi al signor Cupplesallevatore conosciutissimo di questi caniche aveva pesato e misurato molti dei suoi propri canie checon grande bontàraccolse per me da varie sorgenti i seguenti fatti. Cani maschi distintimisurati alla spallavanno da settantadue centimetriche è il menoa ottantacinque o anche ottantasette centimetri di altezza; e nel peso da trentotto chilogrammiche è il menoa 58o anche più. Le femmine sono in altezza da cinquantanove fino a settanta centimetri; ed in peso da venticinque a trentacinque od anche a quaranta chilogrammi. Il signor Cupples conchiude che da quarantasei a quarantotto chilogrammi pel maschioe trentaquattro per la femminasarebbe la media giusta; ma vi è ragione per credere che anticamente i due sessi venissero ad un peso più grande. Il signor Cupples ha pesato cagnolini quando avevano due settimane di età; nei nati di un parto il peso medio dei quattro maschi superava quello di due femmine di 162 gramminei nati di un altro parto il peso verificato di quattro maschi superava quello di una femmina di meno di venticinque grammi: gli stessi maschiquando ebbero tre settimane di etàsuperavano in peso la femmina di 187 grammied all'età di sei settimane in quasi 350 grammi. Il signor Wright di Yeldersley Housein una lettera al signor Cupples dice: "Ho preso nota della mole e del peso di cagnolini di molti partie per quanto la mia esperienza mi ha dimostratoi cagnolini maschi differiscono pochissimo in regola generale dalle femmine finchè non siano giunti all'età di cinque o sei mesi; ed allora i cani cominciano a crescere acquistando vantaggio sulle femmine tanto nella mole quanto nel peso. Alla nascitae per qualche settimana dopouna cagnolina sarà talora per avventura più grossa di ogni altro cagnolinoma più tardi sarà invariabilmente superata da questi". Il signor Mc. Neill di Colinsayconchiude che i maschi non giungono al loro compiuto accrescimento fino passati i due annisebbene le femmine vi giungano più presto". Secondo l'esperienza del signor Cupplesi cani maschi vanno crescendo in statura fino all'età di dodici a diciotto mesied in peso fino all'età di diciotto a ventiquattro mesi; mentre le femmine cessano di crescere in statura all'età di nove a quattordici o quindici mesied in peso dall'età di dodici a quindici mesi. Da questi vari esempi è chiaro che la piena differenza nella mole fra il cane da cervi scozzese maschio e la femmina non si ottiene fino ad un periodo piuttosto tardo nella vita. I maschi sono quasi esclusivamente adoperati per la corsaperchèda quanto mi ha detto il signor Mc. Neillle femmine non hanno forze e peso sufficienti per abbattere un cervo adulto. Dai nomi adoperati nelle antiche leggende appareda quanto ho udito dal signor Cupplesche in un periodo antichissimo i maschi erano più rinomatile femmine venivano menzionate soltanto come madri di cani famosi. Quindi durante molte generazioni si fu il maschio il quale è stato riconosciuto principalmente avere forzamolesveltezza e coraggioed il migliore sarà stato tenuto per far razza. Siccome però i maschi non giungono ad ottenere le piene loro dimensioni se non in un periodo di vita piuttosto tardoavranno avuto una tendenzaper quella legge sovente menzionataa trasmettere i loro caratteri alla prole maschile sola; e in tal modo si può probabilmentespiegare la grande disuguaglianza nella mole fra i sessi del cane da cervi scozzese.
I maschi di alcuni pochi quadrupedi posseggono organi o parti sviluppate soltanto come mezzi di difesa contro le aggressioni di altri maschi. Alcune specie di cervi adoperanocome abbiamo vedutoi rami superiori delle loro corna principalmente od esclusivamente per difendersi; e l'antilope Oryxcome mi ha informato il signor Bartlettsi schermisce molto destramente colle sue corna lunghe e dolcemente incurvate; ma queste pure sono adoperate come organi offensivi. I rinoceronticome avverte lo stesso osservatoresi parano a vicenda i colpi colle loro cornache si urtano rumorosamente fra lorocome segue per le zanne dei cinghiali. Quantunque i cinghiali selvatici combattano disperatamente fra lorodi radosecondo Brehmricevono colpi fataliperchè questi ricadono sempre sulle zanne di entrambio sullo strato di pelle dura che loro copre la spallache i cacciatori tedeschi chiamano scudo; e qui abbiamo una parte specialmente modificata per la difesa. Nei Cinghiali di prima gioventù le zanne della mascella inferiore sono adoperate per combatterema invecchiando divengonocome afferma Brehmtanto ricurve all'indentro ed all'insùsopra il grugnoche non possono più essere adoperate a quello scopo. Tuttavia possono ancora continuare a servireed anche in un modo più efficacecome mezzi di difesa. In compenso della perdita delle zanne inferiori come armi offensivequelle della mascella superioreche sporgono sempreun po' lateralmentecrescono tanto in lunghezza durante l'età adultae s'incurvano tanto all'insùche possono venire adoperate come mezzi di aggressione. Nondimeno un vecchio cinghiale non è tanto pericoloso per l'uomo quanto un cinghiale in età di sei o sette anni.
Nel maschio adulto del babirussa delle Celebile zanne inferiori sono armi formidabilicome quelle del cinghiale europeo giovanementre le zanne superiori sono tanto lunghe ed hanno le loro punte così incurvate all'indentroe talvolta anche toccanti la fronteche come armi offensive sono al tutto inutili. Rassomigliano quasi più a corna che non a dentie sono chiaramente inutilicome denti che dapprima si suppone che l'animale riposasse il suo capo agganciandole ad un ramo. Tuttavia la loro superficie convessa servirebbequalora il capo fosse tenuto un po' lateralmentecome una eccellente difesa; quindi è forse per questo che nei vecchi animali sono rottecome per combattimento". Dunque noi abbiamo qui un caso curioso delle zanne superiori del babirussa che assumono regolarmente nella prima età una struttura che da quanto pare le rende atte solo alla difesa; mentre nel cinghiale europeo le zanne inferioried opposte assumono in un grado minore e solo nella vecchiezza quasi la stessa formaed allora servono parimente soltanto come armi difensive.
Nel facocero (Phacochoerus ætiopicus)le zanne della mascella superiore del maschio s'incurvano all'insù durante la prima etàed essendo a punta servono come armi formidabili. Le zanne della mascella inferiore sono più taglienti che non quelle della superiorema per essere tanto corte non par guari possibile che possano venire adoperate come armi aggressive. Tuttavia debbono accrescer forza a quelle della mascella superioreperchè sono appoggiate in tal modo da aggiustarsi proprio vicino alla loro base. Non sembra che nè le zanne superiori nè le inferiori siano mal state modificate per servir di difesasebbene senza dubbio vengano adoperate fino a un certo punto per questo scopo. Ma il facocero non manca di altri speciali mezzi di protezioneperchè da ogni lato della faccia sotto gli occhipossiede un cuscinetto oblungopiuttosto durosebbene flessibilecartilaginosoche sporge in fuori circa sette centimetrie parve al signor Bartlett ed a mequando osservavano quell'animale vivoche questi cuscinetti quando venivano colpiti di sotto dalle zanne di un avversario avrebbero dovuto ripiegarsi in sue così avrebbero potuto proteggere in modo meraviglioso occhi alquanto sporgenti. Questi cinghialicome posso soggiungere citando l'autorità del signor Bartlettquando combattono fra lorostanno direttamente faccia contro faccia.
Infine il potamochero d'Africa (Potamochærus penicillatus) ha una prominenza dura cartilaginosa da ogni lato della faccia sotto gli occhiche risponde al cuscinetto flessibile del facocero; ha pure due prominenze ossee sulla mascella superiore sopra le narici. Un cinghiale di questa specie nel Giardino Zoologico di. Londra irruppe recentemente nella gabbia del facocero. Essi combatterono per tutta la nottee l'indomani mattina furono trovati molto esausti di forzema senza gravi ferite. È un fatto significanteperchè dimostra lo scopo delle prominenze ed escrescenze sopra descritte; che queste erano coperte di sangueed erano ferite e graffiate in un modo straordinario.
La criniera del leone è una buona difesa contro l'unico pericolo cui egli può andare incontrocioè le aggressioni di leoni rivali; perchè i maschisecondo quello che mi disse sir A. Smidtimpegnano lotte terribilied un giovane leone non osa accostarsi ad un vecchio leone. Nel 1857 una tigre a Bramwich irruppe nella gabbia di un leone; e ne seguì una scena spaventosa; "la criniera del leone gli salvò il collo ed il capo da gravi feritema la tigre riuscì a lacerargli l'umbellicoed in pochi minuti lo rese morto". Il largo collare che contorna la gola ed il mento della lince del Canadà (Felis Canadensis) è molto più lungo nel maschio che non nella femmina; ma non so se serva o no di difesa. È noto che i maschi delle foche combattono disperatamente insiemeed i maschi di certe specie (Otaria jubata) hanno grandi crinierementre le femmine le hanno piccole o non ne hanno affatto. Il babbuino maschio del Capo di Buona Speranza (Cynocephalus porcarius) ha una criniera molto più lungae denti canini più grossi che non quelli della femmina; e la criniera serve probabilmente di protezioneperchè avendo chiesto ai guardiani del Giardino Zoologicosenza far loro capire il mio scopose qualche scimmia ne aggredisca altra pel pelo del collomi fu risposto che ciò non seguiva maitranne nel caso del suddetto babbuino. Nell'Amadriade Ehrenberg compara la criniera del maschio adulto a quella di un giovane leonementre nei giovani dei due sessi e nella femmina la criniera è quasi mancante.
Mi è parso probabile che l'immensa criniera lanosa del maschio del bisonte americanoche tocca quasi il terrenoed è molto più sviluppata nei maschi che non nelle femmineserva a proteggerli nelle loro fiere battaglie; ma un esperto cacciatore disse al Giudice Caton che non aveva mai osservato nulla che desse ragione a questa credenza.
Lo stallone ha una criniera più fitta e più copiosa della cavallaed io feci particolari ricerche presso due grandi allevatoried educatori che avevano avuto che fare con molti cavalli interie mi assicurarono che essi "invariabilmente cercavano di afferrarsi a vicenda pel collo". Non si può tuttavia dedurre dai sopraddetti fatti che quando il pelo del collo serve come difesa sia stato in origine sviluppato per questo finesebbene ciò sia in alcuni casi probabilecome per esempio in quello del leone. Il sig. Mc. Neill mi ha riferito che i lunghi peli che sono sulla gola del cervo (Cervus elaphus) gli servono di grande protezione quando è cacciatoperchè in generale i cani cercano di afferrarlo alla golama non è probabile che questi peli si siano specialmente sviluppati per questo scopo; altrimenti possiamo esser certi che i giovani e le femmine sarebbero stati ugualmente protetti.

Della preferenza o scelta nell'accoppiamento come viene dimostrata da ambo i sessi nei quadrupedi. - Prima di descrivere nel prossimo capitolo le differenze fra i sessi nella vocenell'odore emessoe negli ornamentisarà conveniente considerare qui se i sessi esercitano una qualche scelta nelle loro unioni. Preferisce la femmina un qualche maschio particolare prima o dopo che i maschi abbian combattuto fra loro per ottenere la supremazia; oppure il maschioquando non è poligamosceglie una qualche femmina particolare? L'impressione generale fra gli allevatori sembra essere che il maschio accetta una femmina qualunque; e questoin ragione del suo ardoreè probabilmente così nel maggior numero dei casi. È molto più dubbio che la femmina in regola generale accetti indifferentemente qualunque maschio. Nel capitolo decimoquartoparlando degli uccellivenne riferito un gran numero di prove dirette ed indirette che dimostravano come la femmina si scelga il suo compagno; e sarebbe una strana anomalia se le femmine dei quadrupediche sono più elevate di quelli nella scala dell'organizzazione ed hanno poteri mentali più altinon esercitasserose non generalmentealmeno spessouna qualche scelta. La femmina può nella maggior parte dei casi sfuggireallorchè è cercata da un maschio che non le piace o non la eccita; e quando è inseguitacome accade continuamenteda parecchi maschiessa può avere sovente l'opportunità mentre combattono assiemedi sfuggir loroo almeno di accoppiarsi temporaneamente con un qualche maschio. Quest'ultima. circostanza è stata spesso osservata in Scozia nella femmina del cervo come fui informato da sir Filippo Egerton.
Non è guari possibile che si possa conoscere gran cosa se le femmine dei quadrupedi allo stato di natura facciano una scelta nelle loro nozze. I seguenti curiosissimi particolari intorno al corteggiamento di una otaria (Callorhinus ursinus) sono riferiti secondo l'autorità del cap. Bryantche ebbe ampie opportunità per osservare. Egli dice: "Molte femmine al loro arrivo nell'isola ove devono dar opera alla riproduzione sembrano desiderose di tornare verso un qualche maschio particolaree frequentemente si arrampicano sulle rocce circostanti per osservare il contorno chiamando ed ascoltando qualche voce familiare. Poi andando da un luogo all'altro ripetono lo stesso maneggio... Appena una femmina giunge sulla riva il maschio più vicino le si muove incontrofacendo intanto un rumore simile al chiocciare della gallina ai suoi pulcini. Egli le fa inchini e l'accarezza finchè venga a collocarsi fra l'acqua e la nuova venutacosicchè questa non possa sfuggirgli. Allora muta stilee con un fiero grugnito la conduce in un luogo del suo harem. Questo maneggio continua finchè la fila inferiore del suo harem sia quasi compiuta. Allora i maschi che stanno più in su scelgono il momento in cui i loro più fortunati vicini non fanno la guardia per rubare loro le mogli. Questo fanno prendendole colla bocca e facendole passare sul capo delle altre femminee collocandole con gran cura nel loro proprio haremportandole in bocca come fa la gatta dei gattini. Quelli che stanno ancor più in su seguono lo stesso metodo finchè tutto lo spazio sia occupato. Spesso segue una lotta fra due maschi pel possesso di una medesima femminaed entrambi afferrandola ad un tempo la dividono in due o la dilaniano terribilmente coi denti. Quando lo spazio è tutto pieno il maschio vecchio passeggia intorno con compiacenza passando in rassegna la sua famigliadando un rabbuffo a quelli che si affollano o disturbano gli altrie respingendo fieramente tutti gli intrusi. Questa sorveglianza lo tiene sempre attivamente occupato".
Siccome si conosce tanto poco intorno al corteggiamento degli animali allo stato di naturaho cercato di scoprire fino a che punto i nostri quadrupedi domestici operino una scelta nelle loro unioni. I cani presentano il miglior campo per osservaresiccome sono quelli cui si bada con maggior cura e che si comprendono meglio. Molti allevatori hanno espresso una energica opinione su questo particolare. Così il signor Mayhew osserva: "Le femmine possono donare il loro affetto; e le tenere ricordanze amorose hanno tanta forza sopra di essecome si sa seguire in altri casiquando si tratta degli animali più elevati. Le cagne non sono sempre prudenti nei loro amorima sono sempre pronte ad abbandonarsi ai cani di basso grado. Se sono allevate con un compagno dall'aspetto volgaresorge sovente fra il paio un affetto che nessun tratto di tempo può in avvenire distruggere. La passioneperchè tale è infattidiviene di una persistenza più che romantica". Il signor Mayhew che accudiva specialmente le razze pìù piccoleè convinto che le femmine sono. fortunatamente attirate dai maschi di grande mole. Il notissimo veterinario Blaine afferma che una cagna pug si affezionò per modo ad un cane spagnoloed una femmina di un setter ad un cane degeneratoche in nessun caso vollero accoppiarsi con un cane della loro propria razza finchè non furono trascorse varie settimane. Due fattie degni di fedemi sono stati riferiti rispetto alla femmina di un retriever e di uno spagnolole quali si sono innamorate di cani terrier.
Il signor Cupples m'informa che può garantire personalmente la verità del seguente notevole caso in cui una femmina di terrierdi prezzo e di meravigliosa intelligenzaamò un retrieverche apparteneva ad un vicinoper modo che dovette essere portata via colla forza da quello. Dopo la loro permanente separazionequantunque mostrasse ripetutamente latte nelle sue mammellenon volle accettare il corteggiamento di nessun altro caneecon dispiacere del suo padronenon fece mai cagnolini. Il signor Cupples afferma pure che la femmina di un cane da cervi partorì allora (1868) nel suo canile per tre volteed in ogni occasione mostrò una distinta preferenza per uno dei più grossi e più bellima non dei più vivacidei quattro cani da cervi che vivevano con essatutti giovanissimi. Il signor Cupples ha osservato che la femmina generalmente accorda i suoi favori ad un cane col quale abbia confidenza e che conosce; la sua ritrosia e la sua timidezza la rendono dapprima contraria ad un cane estraneo. Il maschioinvecesembra piuttosto propenso alle femmine estranee. Sembra raro che il maschio rifiuti una qualche femmina particolarema il signor Wright di Yeldersley Housegrande allevatore di canimi ha riferito che egli conosce alcuni esempi di ciò; egli cita il caso di uno dei suoi cani da cerviche non volle badare ad una certa femmina di mastinoper cui dovette adoperare un altro cane da cervi. Sarebbe superfluo riferire altri casi ed aggiungerò solo che il signor Barril quale ha allevato con molta cura molti cani sanguinariassicura che in quasi ogni caso certi particolari individui dell'altro sesso mostrano una decisa preferenza l'uno per l'altro. Finalmente il signor Cupplesdopo aver tenuto dietro a questo argomento per un altro annomi ha scritto recentemente. "Ebbi una piena conferma della mia: prima osservazioneche i cani nella riproduzione sentono dichiarate preferenze gli uni per gli altrie spesso sono a ciò guidati dalla moledal bel colore e dal carattere individualecome pure dal grado della precedente familiarità".
Rispetto ai cavalliil signor Blenkironil più grande allevatore di cavalli da corsa del mondomi ha comunicato che gli stalloni sono tanto spesso capricciosi nella loro sceltarespingendo una cavalla e senza nessuna ragione apparente accettandone un'altrache bisogna adoperare per solito vari artifizi. Per esempioil famoso monarcanon volle maisapendoloaccostarsi alla madre di gladiateure si dovette ricorrere ad un sotterfugio. Noi possiamo in parte vedere la ragione per cui stalloni da corsa di grande prezzoche sono tanto ricercatisono tanto singolari nella loro scelta. Il signor Blenkiron non ha mai conosciuto una giumenta che abbia respinto un cavallo; ma questo ebbe luogo nella scuderia del signor Wrightcosicchè la giumenta dovette essere ingannata. Prospero Lucas cita vari esempi presi da autorità francesied osserva: "On voit des étalons qui s'èprennent d'une jumentet nègligent toutes les autres". Egli riferiscesull'autorità di Baëlenfatti consimili intorno ai tori. Hoffbergdescrivendo la renna addomesticata della Lapponiadice: "Foeminae majores et fortiores mares prae caeteris admittuntad eos confugiunta jumeribus agitataequi hos in fugam conjiciunt". Un ecclesiasticoil quale ha allevato molti maialimi assicura che le scrofe respingono sovente un maschio e ne accettano immediatamente un altro.
Secondo questi fatti non vi può essere alcun dubbio che nella maggior parte dei nostri quadrupedi domestici si osservano frequentemente forti antipatie e preferenze individualie molto più comunemente per parte della femmina che non del maschio. Essendo questo il casonon è probabile che le unioni dei quadrupedi in stato di natura siano lasciate solamente al caso. È molto più probabile che le femmine siano attirate o eccitate da certi maschi particolarii quali posseggono certi caratteri in un grado più elevato che non altri maschi; ma quali siano questi caratterinon possiamo se non che raramente o non mai scoprire con certezza.


CAPITOLO XVIII.

CARATTERI SESSUALI SECONDARI DEI MAMMIFERI
continuazione.

Voce - Particolarità sessuali notevoli nelle foche - Odore - Sviluppo del pelo - Colore del pelo e della pelle - Casi anomali di femmine più adorne dei maschi -Colori ed ornamenti dovuti alla scelta sessuale - Colori acquistati per scopo di protezione - Coloresebbene comune ai due sessisovente dovuto alla scelta sessuale - Intorno alla scomparsa di macchie e fasce nei quadrupedi adulti - Dei colori e degli ornamenti dei quadrumani - Sommario.

I quadrupedi fanno uso della voce per vari scopicome segnale di pericolocome richiamo di un individuo di un branco ad un altroo dalla madre in cerca della prole perdutao di quest'ultima per invocare protezione dalla madre; ma non è necessario considerare qui cosiffatti usi. Noi non abbiamo da occuparci che della differenza fra le voci dei due sessiper esempio quella del leone e della leonessao del toro e della vacca. Quasi tutti i maschi degli animali fanno maggior uso della loro voce durante il tempo degli amori che non in qualunque altro tempoed alcunicome la giraffa e il porcospinodicesi siano al tutto muti fuori di quella sola stagione. Siccome la gola (cioè la laringe ed i corpi tiroidei) dei cervi si allargano periodicamente al principio della stagione delle nozzesi può credere che la potente voce debba essere in allora in qualche modo importantissima per essituttavia questo è molto dubbio. Dai ragguagli che mi vennero dati da due esperti osservatoriil signor Mc. Neill e sir P. Egertonsembra che i cervi giovani minori di tre anni non mugghiano nè gridano; e che i vecchi cominciano a muggire sul principio del tempo della riproduzionedapprima solo qualche volta e moderatamentementre vanno in giro tutti ansiosi in traccia delle femmine. Le loro battaglie sono annunziate da un forte e prolungato muggitoma durante il conflitto sono muti. Tutte le sorta di animali che adoperano consuetamente la loro voce fanno vari rumori quando sono spinti da qualche emozionecome quando sono in collera e stanno preparandosi alla lotta; ma questo può essere semplicemente l'effetto del loro eccitamento nervoso che produce la contrazione spasmodica di quasi tutti i muscoli del corpocome quando un uomo digrigna i denti e si torce le mani per rabbia od angoscia. Senza dubbio i cervi si sfidano a mortale tenzone con un muggito; ma non è verosimile che questo uso possa aver condotto mercè la scelta sessualecioè pel fatto che i maschi forniti di voce più forte siano stati più vittoriosi nelle loro lotteal periodico ingrandimento dei loro organi vocali; perchè i cervi dalla voce più potentequalora non fossero stati nello stesso tempo i più fortii meglio armatied i più coraggiosinon avrebbero avuto nessun vantaggio sui loro rivali dotati di voce più debole. Inoltrei cervi che avevano voce più debolesebbene non così acconci a sfidare altri cervisarebbero stati condotti sul luogo del combattimento tanto sicuramente quanto quelli dotati di voce più forte.
È possibile che il ruggito del leone possa essere di qualche servizio attuale incutendo terrore al suo avversario; perchè quando è in collera egli solleva parimente la sua criniera e così istintivamente cerca di farsi quanto più può terribile. Ma non si può guari supporre che il muggito del cervoanche se gli sia di qualche utilità per questo riguardopossa essere stato abbastanza importante da produrre il periodico allargamento della sua gola. Alcuni scrittori asseriscono che il muggito gli serve come un richiamo per la femmina; ma gli esperti osservatori sopra menzionati mi hanno detto che la cerva non cerca il maschiosebbene i maschi cerchino attivamente le femminecome invero si può aspettare da ciò che sappiamo dei costumi degli altri quadrupedi maschi. D'altra partela voce della femmina fa accorrere in fretta uno o più cervicome sanno benissimo i cacciatori i quali nei paesi selvatici imitano il grido di essa. Se noi potessimo credere che il maschio avesse il potere di eccitare od allettare la femmina colla sua vocel'allargamento periodico dei suoi organi vocali si comprenderebbe col principio della scelta sessualeunitamente all'eredità limitata allo stesso sesso ed alla stessa stagione dell'anno; ma non abbiamo nessuna prova in favore di questo modo di vedere. Come sta ora il casola voce forte del cervo durante la stagione delle nozze non sembra essere di nessun servizio speciale per essonè durante il corteggiamento o le battaglienè per altro verso. Ma non possiamo noi credere che l'uso della vocesotto il forte eccitamento dell'amoredella gelosia e della colleracontinuato durante molte generazionipossa alla fine aver prodotto un effetto ereditato negli organi vocali del cervocome pure su quelli di altri animali maschi? A noi sembra che questoal punto in cui sono le nostre cognizioni possa essere il modo di vedere più probabile.
Il gorilla maschio ha una voce tremendae quando è adulto è fornito di un sacco laringeocome lo ha pure il maschio adulto dell'urango. Gli Ilobati stanno fra le scimmie più rumorosee la specie dl Sumatra (Hylobates syndactylus) è pure fornita di un sacco laringeo; ma il signor Blythche ebbe ogni opportunità di osservazionenon crede che il maschio sia più rumoroso della femmina. Quindiqueste ultime scimmie adoperano probabilmente la loro voce come un vicendevole richiamo; e questo è certamente il caso per certi quadrupediper esempio il castoro. Un altro Ilobate; H. agilisè degnissimo di nota per avere la facoltà di emettere una ottava compiuta e corretta di note musicalile quali possiamo con ragione supporre servano di allettamento sessuale. Gli organi musicali del Micetes caraya americano sono un terzo più larghi nel maschio che non nella femminae sono meravigliosamente potenti. Queste scimmiequando il tempo è caldofanno risuonare le foreste il mattino e la sera della loro insopportabile voce. I maschi cominciano il tremendo concertoal quale le femmineche hanno voce più deboletalvolta si unisconoe che dura sovente per molte ore. Un osservatore eccellenteRenggernon potè avvedersi che fossero spinti a cominciar il loro concerto da una qualche causa particolare; egli crede checome molti uccelliprovino diletto nella loro propria musicae cerchino di superarsi fra loro. Io non pretendo dire se la maggior parte delle sopraddette scimmie abbiano acquistato la loro voce potente onde vincere i loro rivali allettando le femmine - o se gli organi vocali si siano ingranditi e rinforzati mercè gli effetti ereditati pel lungo e continuo eserciziosenza che un qualche utile particolare ne sia derivato; ma il primo modo di vederealmeno nel caso dell'Hylobates agilissembra il più probabile.
Io posso far menzione qui di due curiosissime particolarità sessuali che s'incontrano nelle focheperchè certi scrittori hanno supposto che alterino la loro voce. Il naso dell'elefante marino maschio(Macrorhinus proboscideus)quando è in età di circa tre annisi allunga moltissimo durante la stagione delle nozzee può allora sollevarsi. In questo stato è lungo talora trentun centimetri. In nessun periodo della vita la femmina è così fornitae la sua voce è differente. Quella del maschio è un rumore asprodurogorgoglianteche si sente molto da lontanoe si crede che la proboscide lo renda più forte. Lesson compara il sollevarsi della proboscide al rigonfiarsi dei bargigli dei maschi degli uccelli gallinaceimentre fanno la corte alle femmine. In un'altra specie affine di fochecioè nella Cistofora crestata(Cystophora cristata)il capo è coperto di un grande cappuccio o vescica. Questo è interamente sostenuto dal setto del nasoche è prodotto molto all'indietro e si alza in una cresta alta diciotto centimetri. Il cappuccio è rivestito di pelo cortoed è muscoloso; può enfiarsi tanto da superare in mole tutta la testa! I maschi quando vanno in amore combattono furiosamente fra loro sul ghiaccioed il suo ruggito "dicesi che talvolta sia così forte che si può udirlo alla distanza di quattro miglia". Quando sono aggrediti dall'uomo essi ruggiscono o muggono del pari; ed ogni qualvolta sono in collera la vescica si gonfia. Alcuni naturalisti credono che la voce si rinforzi in tal modoma vari altri usi sono stati attribuiti a questa singolare struttura. Il signor R. Brown crede che serva di protezione contro ogni sorta di pericoli. Questo modo di vedere non è probabilese è vero ciò che i naviganti hanno asserito da un pezzocioè che il cappuccioo la vescicaè pochissimo sviluppato nelle femmine e nei maschi finchè sono giovani.

Odore. - In alcuni animalicome nella notissima moffetta di Americal'odore opprimente che emettono sembra servire esclusivamente come mezzo di difesa. Nel toporagno (Sorex) i due sessi posseggono ghiandole addominali odorosee non vi può essere gran dubbio dal modo in cui i loro corpi sono respinti dagli uccelli e dalle fiereche il loro odore sia per essi una protezione; nondimeno le ghiandole divengono più grosse nei maschi durante la stagione delle nozze. In molti quadrupedi le ghiandole hanno la stessa mole nei due sessi; ma non se ne conosce l'uso. In altre specie le ghiandole sono limitate ai maschio sono più sviluppate in essi che non nelle femmine; e quasi sempre divengono più attive nel tempo degli amori. A questo periodo le ghiandole dai due lati della faccia dell'elefante maschio divengono più grosseed emettono una secrezione che ha un forte odore di muschio.
È ben noto l'odore rancido che manda il caprone; e quello di certi cervi maschi è meravigliosamente forte e persistente. Sulle rive del Plata io ho sentito tutta l'aria impregnata dell'odore del Cervus campestrisalla distanza di mezzo miglio sotto vento di una mandraed un fazzoletto di seta nel quale portai a casa una pellesebbene fosse stato adoperato ripetutamente e lavatoconservavaquando lo spiegava la prima voltatracce di odoreper lo spazio di un anno e sette mesi. Quest'animale non emette il suo forte odore finchè non abbia un anno di etàe se vien castrato da giovane non emette mai odore. Oltre all'odore generale che sembra impregnare tutto il corpo di certi animali durante la stagione delle nozzemolti cerviantilopipecore e capre hanno ghiandole odorifere in varie situazionipiù specialmente sulla loro faccia. I cosidetti lacrimatoio fosse suborbitalivengon compresi in questa categoria. Queste ghiandole secernono una materia fetida semi-fluidala quale è talora così copiosa da macchiare tutta la facciacome ho veduto nel caso di una antilope. Esse sono "solitamente più grandi nel maschio che non nella femminaed il loro sviluppo è arrestato dalla castrazione". Secondo Desmarest mancano al tutto nella femmina dell'Antilope subgutturosa. Quindi non vi può essere dubbio che stiano in qualche stretta relazione colle funzioni riproduttive. Sono pure talvolta presenti e talora assenti in forme intimamente affini. Nel maschio adulto del mosco (Muschus moschiferus) uno spazio nudo intorno alla coda è umettato di un fluido odoriferomentre nella femmina adulta e nel maschiofino all'età di due anniquesto è coperto di peli e non è odoroso. La borsa del maschio per la sua posizione è necessariamente limitata al maschioe forma un organo addizionale odorifero. È un fatto singolare che la materia secreta da questa ultima ghiandola non mutasecondo Pallasdi consistenza nè cresce in quantità durante la stagione delle nozze: nondimeno questo naturalista ammette che la sua presenza ha in certo modo una relazione coll'atto della riproduzione. Tuttavia egli non dà che una spiegazione congetturale e non soddisfacente del suo uso.
Nella maggior parte dei casiquando durante la stagione delle nozze il maschio solo emette un odore fortequesto serve probabilmente ad eccitare od allettare la femmina. Intorno a ciò non dobbiamo giudicare dal nostro gustoperchè si sa bene che i topi sono allettati da certi olii essenzialied i gatti dalla valerianasostanze che a noi sono tutt'altro che piacevoli; e che i canisebbene non mangino le carognele fiutano e vi si rotolano sopra. Per le ragioni addotte quando parlavamo della voce del cervonoi possiamo respingere l'idea che l'odore serva a far venire le femmine verso i maschi ad una certa distanza. L'esercizio attivo e continuato lungamente non può qui essere venuto in giuococome nel caso degli organi vocali. L'odore emesso deve essere di una notevole importanza pel maschiodacchè sono state in certi casi sviluppate ghiandole grandi e complesse fornite di muscoli per svotare il sacco e per chiudere ed aprire l'orifizio. Lo sviluppo di questi organi si comprende colla scelta sessualese i maschi più odorosi riescono meglio a conquistare le femmine ed a lasciare prole per ereditare le loro ghiandole ed odori graduatamente perfetti.

Sviluppo dei peli. - Abbiamo veduto che i quadrupedi maschi sovente hanno sul collo e sulle spalle peli molto più sviluppati che non le femmine; e sono stati riferiti molti esempi addizionali. Questi talora servono di difesa al maschio durante le sue battaglie; ma è molto dubbio se nella maggior parte dei casi i peli siano stati specialmente sviluppati a quest'uopo. Noi possiamo essere quasi certi che questo non è il caso allorchè una sottile e stretta liscia di peli corre lungo tutto il dorso; perchè una cresta di peli di questa sorta non servirebbe guari di protezionee la linea dorsale non è un luogo che possa presentare pericolo di essere danneggiato; nondimeno cosiffatte creste sono talora limitate ai maschio sono molto più sviluppate in essi che non nelle femmine. Due antilopiIl Tragelaphus scriptu e la Portax pictapossono esser citati come esempio. Le creste di peli di alcuni cervi e del caprone selvatico stanno rialzate quando questi animali sono in collera o spaventati; ma non si può guari supporre che siano state acquistate per incutere terrore ai loro nemici. Una delle antilopi sopra menzionatela Portax pictaha un grande e ben distinto ciuffo di peli neri sul colloe questo è molto più grande nel maschio che non nella femmina. Nell'Ammotragus tragelaphus dell'Africa del Nordspecie della famiglia delle pecorele zampe anteriori sono quasi nascoste da una straordinaria crescenza di peliche vengono dal collo e dalla metà superiore delle zampe; ma il signor Bartlett non crede che questo mantello sia di alcun uso pel maschionel quale è molto più sviluppato che non nella femmina.
Molte sorta di quadrupedi maschi differiscono dalle femmine per avere maggior copia di pelio peli di un carattere differentesopra certe parti della loro faccia. Il toro soltanto ha peli arricciati sulla fronte. In tre sotto-generi strettamente affini alla famiglia delle capre i maschi soli hanno barbatalora di grande mole; in due altri sotto-generi ambo i sessi hanno barbama questa scompare in certe razze domestiche della capra comune; e nessun sesso dell'Hemitragus ha barba. Nello stambecco la barba non si sviluppa durante l'estateed è così piccola in altre stagioni che si può considerare come rudimentale. In alcune scimmie la barba è propria soltanto del maschiocome nell'urangood è molto più grande nel maschio che non nella femminacome nel Mycetes caraya e nella Pithecia satanas. Così segue colle fedine di alcune specie di Macachi ecome abbiamo vedutoper le criniere di certe specie di babbuini. Ma nella maggior parte delle specie di scimmie i vari ciuffi di peli che hanno intorno alla faccia od al capo sono simili nei due sessi.
I maschi dei vari membri della famiglia del Bue (Bovidae)e di certe antilopi sono forniti di una giogaiao grande ripiegatura della pelle sul colloche nella femmina è molto sviluppata.
Orache cosa possiamo noi conchiudere rispetto a differenze sessuali come queste? Nessuno pretenderà che la barba di certi capronio la giogaia del bueo le creste di peli lungo il dorso di certe antilopi maschisiano di una qualche utilità diretta od ordinaria per essi. È possibile che l'immensa barba della pitecia maschioe la barba copiosa dell'urango maschiopossano essere una protezione per la loro gola quando combattono; perchè i custodi dei Giardini zoologici mi dissero che molte scimmie si aggredivano prendendosi alla gola; ma non è probabile che la barba sia stata sviluppata per uno scopo distinto da quello al quale servono le fedinei baffi ed altri ciuffi di pelo che stanno sulla facciae nessuno supporrà che questi servano di protezione. Dobbiamo noi attribuire ad una semplice inutile variabilità nel maschio tutte queste appendici dei peli o della pelle? Non si può negare che questo sia possibile; perchè in molti quadrupedi addomesticati certi caratterida quanto pare non derivati mercè un regresso da un qualche progenitore selvaticosono comparsi e si sono limitati ai maschio sono più grandemente sviluppati in essi che non nelle femmine - per esempio la gobba del maschio del zebù dell'Indiala coda dei montoni dalla coda grossail profilo arcuato della fronte nei maschi di parecchie razze di pecorela criniera nell'ariete di una pecora africanaed infine la crinierai lunghi peli nelle zampe posteriorie la giogaia nel maschio solo della capra Berbura. La criniera che si vede negli arieti soli della pecora africana sopra menzionata è un vero carattere sessuale secondarioperchè non si sviluppacome ho udito dal signor Windwood Readese gli animali sono castrati. Quantunque dobbiamo andare con somma cautelacome ho dimostrato nella mia opera sulla Variation under Domesticationconcludendo che qualunque carattereanche in animali tenuti da genti semi-civilinon è stato soggetto alla scelta dall'uomo e così non si è aumentatotuttavianei casi testè specificati questo è improbabiletanto più specialmente siccome i caratteri sono limitati ai maschi o sono più fortemente sviluppati in essi che non nelle femmine. Se fosse positivamente noto che l'ariete africano munito di criniera fosse venuto dallo stesso stipite primitivo di altre razze di pecoreod il caprone di Berbura colla sua crinieragiogaiaecc.dallo stesso stipite di altre capre; e se la scelta non fosse stata applicata a questi caratteriallora debbono venire dalla semplice variabilitàunitamente alla eredità sessualmente limitata.
In questo caso sembrerebbe ragionevole estendere lo stesso modo di vedere a molti caratteri analoghi che si presentano in animali allo stato di natura. Nondimeno non posso persuadermi che questo modo di vedere sia applicabile in molti casicome in quello dello straordinario sviluppo del pelo sulla gola e sulle zampe anteriori del maschio dell'Ammotraguso della immensa barba della Pitecia maschio. In quelle antilopi in cui il maschio quando è adulto ha colori più forti che non la femminaed in quelle scimmie in cui ciò segue parimente e nelle quali il pelo sulla faccia è di colore differente del resto del capoessendo disposto nel modo più svariato ed elegantesembra probabile che le creste ed i ciuffi di peli siano stati acquistati come ornamenti; e so che questa è l'opinione di alcuni naturalisti. Se questo modo di vedere è giustonon vi può essere gran dubbio che siano stati acquistati o almeno modificati mercè la scelta sessuale.

Colore dei peli e della pelle nuda. - Comincerò prima di tutto dal riferire brevemente tutti i casi che conosco di maschi che differiscono dalle femmine nel colore. Nei Marsupialisiccome mi ha detto il sig. Gouldi sessi di rado differiscono per questo rispetto; ma il grande kanguro rosso presenta una notevole eccezione "mentre una tinta delicata azzurra prevale nella femmina in quelle parti che nel maschio sono rosse". Nel Didelphis Opossum di Caienna dicesi che la femmina sia un tantino più rossa che non il maschio. Nei rosicanti osserva il dottor Gray che "gli scoiattoli d'Africaspecialmente quelli che si incontrano nelle regioni tropicalihanno il pelo molto più lucido e più vivace in certe stagioni dell'anno che non in altree la pelliccia del maschio è in generale più brillante che non quella della femmina". Il dottor Gray mi dice che egli distinse specificamente gli scoiattoli d'Africaperchè pei loro colori insolitamente brillanti essi mostrano meglio questa differenza. La femmina del Mus minutus di Russia è di una tinta più pallida e più sbiadita del maschio. In alcuni pochi pipistrelli la pelliccia del maschio è più chiara e più brillante di quella della femmina.
I carnivori e gli insettivori terrestri raramente presentano differenze sessuali di qualche sorta ed i loro colori sono quasi sempre esattamente gli stessi nei due sessi. Il gatto panterino (Felis pardalis) tuttavia offre una eccezioneperchè i colori della femmina paragonati a quelli del maschio sono " moins apparentesla fauve étant plus ternele blanc moins purles raies ayant moins de largeur et les taches moins de diamètre". Differiscono pure i sessi dell'affine Felis mitisma in un grado ancor minorementre le tinte generali della femmina sono piuttosto più pallide che non quelle del maschio colle macchie meno nere. D'altra parte i carnivori marini o foche differiscono talora notevolmente nel coloree presentanocome già abbiamo vedutoaltre differenze sessuali bene spiccate. Così il maschio dell'Otaria nigrescens dell'emisfero meridionale è superiormente di una bella tinta brunamentre la femmina che acquista i suoi colori adulti più presto che non il maschio è superiormente grigio-scuroed i giovani dei due sessi sono di un colar cioccolata cupo. Il maschio della nordica Phoca groenlandica è grigio bronzato con una curiosa macchia scura sul dorso a mo' di sella; la femmina è molto più piccolaed ha un aspetto molto differenteessendo di colore "bianco sporco o paglierino con una tinta bronzata sul dorso; i piccoli dapprima sono di un bianco puroe si possono appena distinguere tra i massi di ghiaccio e la nevee così il colore serve loro di protezione".
Nei Ruminanti le differenze sessuali di colore si presentano più comunemente che non in qualsiasi altro ordine. Una differenza di questa sorta è generale nelle antilopi Strepsicerene; così il nilghau maschio (Portax picta) è grigio turchiniccio e molto più scuro che non la femminacolla macchia bianca quadrata sulla golale macchie bianche sulle barbettee le macchie nere sulle orecchietutte più distinte. Abbiamo veduto che in questa specie le creste ed i ciuffi di pelo sono pure più sviluppati nel maschio che non nella femmina priva di corna. Il maschiocome mi ha riferito il signor Blythsenza perdere il pelodiviene periodicamente più scuro durante la stagione degli amori. I maschigiovani non si possono distinguere dalle femmine giovani finchè non abbiano circa dodici mesi di età; e se il maschio prima di quell'età viene castratosecondo la stessa autoritànon muta mai di colore. L'importanza di quest'ultimo fattosiccome prova del coloramento sessualediviene evidente quando sappiamo che nè la pelliccia rossa estiva del cervo della Virginianè la pelliccia turchina d'invernovengono per nulla alterate dalla castrazione. Nella maggior parte o in tutte le specie molto ornate di Tragelaphus i maschi sono più scuri che non le femmine senza corna e le loro creste di peli sono più pienamente sviluppate. Nel maschio della stupenda antilope di Derby (Derbyan Eland) il corpo è più rossotutto il collo più neroe la fascia bianca che separa questi colori più larga che non nella femmina. Nella grande antilope del Capo pure il maschio è lievemente più scuro che non la femmina.
Nell'antilope bezoartica indiana (A. bezoartica) che appartiene ad un'altra tribù di antilopiil maschio è molto scuroquasi nero; mentre la femmina senza corna è color fulvo. Noi vediamo in questa speciecome mi informa il signor Blytbuna serie esattamente simile di fatticome nella Portax pictacioè nel periodico mutamento di colore durante la stagione degli amorinegli effetti della castrazione sopra questo mutamentoe in ciò che i giovani dei due sessi non si distinguono fra loro. Nell'Antilope niger il maschio è nerola femmina ed i giovani sono bruni; nell'A. sing-sing il maschio è molto più brillantemente colorito che non la femmina senza cornaed il petto e l'umbelico sono più neri; nel maschio dell'A. caamale macchie e le linee che si presentano sopra varie parti del corpo sono nerementre nella femmina sono brune; nel gnu tigrato (A. gorgon) "i colori del maschio sono quasi gli stessi come quelli della femminasoltanto sono di una tinta più profonda e più vivace". Si potrebbero riferire altri casi analoghi.
Il bue Banteng (Bos sondaicus) dell'arcipelago Malese è quasi nerocolle zampe e le cosce bianchela femmina è di un bruno brillantecome sono i maschi giovani fino all'età di circa tre annitempo in cui mutano rapidamente di colore. Il maschio castrato ritorna al colore della femmina. La femmina della capra Kemas è più pallidae la femmina della Capra aegagrus dicesi sia più uniformemente colorita che non i rispettivi maschi. I cervi presentano raramente qualche differenza sessuale di colore. Tuttavia il Giudice Caton m'informa che nei maschi del cervo Wapiti (Cervus Canadensis) il collol'umbellico e le zampe sono molto più scure che non siano le stesse parti nella femmina; ma durante l'inverno le tinte più scure vanno gradatamente facendosi più pallide finchè scompaiono affatto. Dirò qui che il Giudice Caton ha nel suo parco tre razze del cervo di Virginia che differiscono lievemente nel colorema le differenze sono quasi esclusivamente limitate all'abito invernale o delle nozze; cosicchè questo caso può venire comparato con quelli dati in un precedente capitolo di specie strettamente affini o rappresentantisi di uccelli che differiscono fra loro soltanto nel piumaggio nuziale. Le femmine del Cervus paludosus del S. Americacome pure i giovani dei due sessinon hanno strisce nere sul dorsonè la linea bruno-nericcia del petto che caratterizza i maschi adulti. Infine il maschio adulto del cervo Axis tanto elegantemente colorito e macchiettato è notevolmente più scurocome mi ha informato il signor Blythche non la femmina; ed il maschio castrato non acquista mai quella tinta.
L'ultimo Ordine che noi abbiamo da considerare - perchè non so che differenze sessuali nel colore s'incontrino in altri gruppi di mammiferi - è quello dei primati. Il maschio del Lemur macaco è nero carbonementre la femmina è giallo-rossicciama molto variabile nel colore. Fra i Quadrumani del Nuovo Mondole femmine ed i giovani del Mycetes caraya sono grigio-gialliccio e simili; nel secondo anno il maschio giovane diviene bruno-rossiccionel terzo anno nerotranne lo stomaco che tuttavia divieneal tutto nero nel quarto o nel quinto anno. Vi è pure una differenza fortemente spiccata nel colore fra i sessi del Mycetes seniculus e nel Cebus capucinusi giovani della prima e credo di quest'ultima specie rassomigliano alle femmine. Nella Pithecia leucocephala i giovani rassomigliano pure alle femmine che sono bruno-nero sopra e rosso-rugginoso chiaro sottoi maschi adulti sono neri. Il collare di peli intorno alla faccia dell'Ateles marginatus è tinto di giallo nel maschio e bianco nella femmina. Venendo al Continente anticoi maschi dell'Hylobates hoolock sono sempre neritranne una fascia bianca sopra le sopracciglia; le femmine variano dal bianco-bruno ad una tinta oscura mista di neroma non sono mai al tutto nere. Nel bello Cercopithecus diana il capo del maschio adulto è di un nero intensomentre quello della femmina è grigio-scuro; nel primo la pelliccia tra le cosce è di un elegante colore fulvonella seconda è più pallido. Nella parimente bella e curiosa scimmia dai baffi (Cercopithecus cephus) l'unica differenza fra i sessi è quella della coda del maschio che è color castagno e quello della femmina grigio; ma il signor Bartlett m'informa che tutte le tinte divengono più fortemente pronunziate nel maschio quando è adultomentre nella femmina rimangono come quelle che erano nella giovinezza. Secondo le figure colorite date da Salomone Mülleril maschio del Semnopithecus chrysomelas è quasi neroe la femmina è bruno-pallido. Nei Cercopithecus cynosurus e griseo viridis una parte del corpo che è limitata al sesso mascolino è del più brillante colore azzurro o verdee contrasta fortemente colla pelle nuda sulla parte posteriore del corpoche è di un rosso vivace.
Infine nella famiglia dei Babbuini il maschio adulto del Cynocephalus hamadryas differisce dalla femmina non solo per la sua immensa crinierama lievemente nel colore del pelo e delle callosità nude. Nel drillo (Cynocephalus leucophaeus) le femmine ed i piccoli sono coloriti più pallidamentecon meno verdeche non i maschi adulti. Nessun altro membro di tutta la classe dei mammiferi è colorito in modo così straordinario come il maschio adulto del mandrillo (Cynocephalus mormon). La faccia a quest'età diviene di un bell'azzurrocol rialzo e la punta del naso del rosso più brillante. Secondo alcuni autori la faccia è parimente segnata di righe bianchicceed in alcune parti ombreggiata di neroma i colori sembrano essere variabili. Sulla fronte vi è una cresta di pelie sul mento una barba gialla. "Toutes les parties supérieures de leur cuisses et le grand espace nu de leur fesses sont également colorées du rouge le plus vifavec un mélange de bleu qui ne manque réellement pas d'elégance". Quando l'animale è eccitato tutte le parti nude divengono di una tinta molto più vivace. Parecchi autori hanno descritto questi splendidi colori con fortissime espressionicomparandoli a quelli degli uccelli più brillanti. Un'altra particolarità ancor più notevole è quella che quando i grossi denti canini sono pienamente sviluppatisi formano in ogni guancia immense protuberanze osseeche sono profondamente solcate longitudinalmentee la pelle nuda sopra di esse è brillantemente coloritacome abbiamo testè descritto. Nelle femmine adulte e nei giovani dei due sessi queste protuberanze si scorgono appena; e le parti nude hanno colori meno brillantila faccia è quasi neratinta di azzurro. Tuttavia nella femmina adulta il naso a certi intervalli regolari di tempo diviene tinto di rosso.

In tutti i casi finora riferiti il maschio è più fortemente o brillantemente colorito che non la femminae differisce in grado maggiore dai piccoli dei due sessi. Ma siccome uno stile di coloramento opposto è caratteristico ai due sessi di alcuni pochi uccellicosì nella scimmia Rhesus (Macacus rhesus) la femmina ha una grande superficie di pelle nuda intorno alla codadi un rosso carmino brillanteche diviene periodicamentecome mi fu assicurato dai custodi dei Giardini zoologicianche più vivacee la sua faccia è pure rosso-pallido. D'altra parte nel maschio adulto e nei giovani dei due sessicome vidi nel Giardinonè la pelle nuda alla parte posteriore del corponè la facciamostrano traccia di rosso. Sembra peròda alcune relazioni pubblicateche il maschio mostri occasionalmenteo durante certe stagionialcune tracce di rosso. Quantunque sia così meno adorno della femminatuttavia nella mole maggiore del corponei denti canini più grandinelle fedine più sviluppatenegli archi sopraccigliari più sporgentiesso segue la regola comune del maschio che è superiore alla femmina.

Ho riferito ora tutti i casi da me conosciuti di una differenza di colore fra i sessi dei mammiferi. I colori della femmina o non differiscono in un grado sufficiente da quelli del maschioo non sono di una natura conveniente per proteggerlae per ciò non si possono spiegare con questo principio. In alcunie forse in molti casile differenze possono essere l'effetto di variazioni limitate ad un sesso e trasmesse al medesimo sesso senza che nessun utile ne sia stato in tal modo ottenutoe perciò senza l'aiuto della scelta. Abbiamo esempi di questa sorta nei nostri animali addomesticaticome nei maschi di certi gatti che sono color ruggine mentre le femmine sono color tartaruga. Casi analoghi seguono allo stato di natura; il signor Bartlett ha veduto molte varietà nere del giaguarodel leopardodella falangista volpina e del vombatoed egli è sicuro che tuttio quasi tuttierano maschi. D'altra partei due sessi dei lupidelle volpie da quanto paredegli scoiattoli d'Americanascono occasionalmente neri. Quindi è al tutto probabile che in alcuni mammiferi il color nero dei maschispecialmente quando questo colore è congenitopuò semplicemente risultaresenza l'aiuto della sceltadall'essere seguite una o più variazioniche dapprima erano sessualmente limitate nella loro trasmissione. Nondimeno non si può guari ammettere che i colori svariativivaci e contrastati di certi quadrupedi per esempio delle scimmie e delle antilopi sopra menzionatepossano essere attribuiti a quelle. Dobbiamo tenere a mente che quei colori non appaiono nel maschio quando nascecome è il caso nella maggior parte delle variazioni ordinariema solo quando è adulto o quasi adulto; e che al contrario delle variazioni ordinariese il maschio viene castratoesse non compaiono mai o scompaiono in seguito. Infine è una conclusione molto più probabile questache i colori fortemente spiccati ed altri caratteri adornanti dei quadrupedi maschi siano loro utili nella loro rivalità con altri maschie siano stati in conseguenza acquistati mercè la scelta sessuale. La probabilità di questo modo di vedere acquista maggior forza da ciò che le differenze nel colore fra i sessi seguono quasi esclusivamentecome si può osservare rivedendo i precedenti particolariin quei gruppi e sotto gruppi di mammiferi che presentano altri e distinti caratteri sessuali secondari; essendo questi del pari dovuti all'azione della scelta sessuale.
Evidentemente i quadrupedi badano al colore. Sir Baker osservò ripetutamente che l'elefante africano ed il rinoceronte aggredivano con furia speciale i cavalli bianchi o grigi. Io ho dimostrato altrove che i cavalli semi selvatici sembravano preferire di accoppiarsi con quelli dello stesso coloree che i branchi di daini di un colore differentesebbene vivessero assiemesono rimasti per un lungo tempo distinti. È un fatto più significante quello di una zebra femmina che non volle il corteggiamento di un asino maschio finchè non fu dipinto per modo da rassomigliare ad una zebraed alloracome fa notare Giovanni Hunter "lo accolse prontissimamente. In questo curioso fattonoi abbiamo l'istinto eccitato dal solo coloreche ebbe un effetto tanto forte da prevalere sopra ogni altra cosa. Ma il maschio non richiese questaessendo la femmina un animale in certo modo simile a lui stessoe perciò sufficiente ad eccitarlo".
In un capitolo antecedente abbiamo veduto che le forze mentali degli animali più elevati non differiscono nella qualitàsebbene moltissimo nel grado dalle forze corrispondenti nell'uomospecialmente delle razze più basse e più barbare; e sembra che anche il loro gusto pel bello non sia grandemente differente da quello dei Quadrumani. Come il nero dell'Africa si solleva la carne della faccia in rialzi paralleli "o cicatrici al disopra della superficie naturalele quali sgradevoli deformità sono considerate come grandi attrattive personali" - come i nerial pari dei selvaggi in molte parti del mondosi dipingono il volto con righe rosseturchinebianche o nere - così il mandrillo maschio di Africa sembra avere acquistato la sua faccia fittamente pelosa e colorita vivacemente perchè era così più attraente per la femmina. Senza dubbio è per noi una circostanza molto grottesca che la parte posteriore del corpo sia stata colorita per scopo di ornamento anche più brillantemente della faccia; ma questo non è invero più strano che non la coda di molti uccelli sia stata specialmente adorna.
Non abbiamo adesso nessuna prova che nei mammiferi i maschi si diano pensiero di far mostra innanzi alla femmina delle loro attrattive; ed il modo complicato in cui ciò si compie dai maschi degli uccelliè l'argomento più forte in favore della credenza che le femmine ammirino o siano eccitate dagli ornamenti e dai colori che si spiegano innanzi ad esse. Tuttavia v'ha uno spiccato parallelismo fra i mammiferi e gli uccelli in tutti i loro caratteri sessuali secondaricioè nelle armi per combattere coi maschi rivalinelle loro appendici adornanti e nei loro colori. Nelle due classiquando il maschio differisce dalla femmina i giovani dei due sessi quasi sempre si rassomigliano fra loroed in una grande maggioranza di casi rassomigliano alla femmina adulta. Nelle due classi il maschio assume i caratteri propri al suo sesso poco prima dell'età della riproduzione; se castrato non acquista mai quei caratteri o li perde in seguito. Nelle due classi il mutamento di colore è talvolta stagionalee le tinte delle parti nude divengono talora più vivaci durante l'atto del corteggiamento. Nelle due classi il maschio è quasi sempre colorito più vivacemente e più fortemente che non la femminaed è adorno di creste più grandidi peli o di penneo altre appendici. In pochi casi eccezionali la femmina nelle due classi è più grandemente adorna che non il maschio. In molti mammiferied almeno in un caso negli uccelliil maschio manda maggior odore che non la femmina. Nelle due classi la voce del maschio è più potente che non quella della femmina. Considerando questo parallelismo non vi può essere guari dubbio e la stessa causaqualunque essa possa essereha operato sopra i mammiferi e sopra gli uccelli; ed il risultato per quello che riguarda i caratteri ornamentali può essere attribuito con certezzaper quanto a me parealla lunga e continua preferenza degli individui di un sesso per certi individui del sesso oppostocombinata col loro successo nel lasciare un numero più grande di prole per ereditare le loro più grandi attrattive.

Eguale trasmissione dei caratteri adornanti ai due sessi. - In molti uccelligli ornamentiche siccome l'analogia ci induce a credere furono primieramente acquistati dai maschisono stati trasmessi ugualmente o quasi ugualmente ai due sessi; e noi possiamo ora indagare fin dove questo modo di vedere possa essere esteso ai mammiferi. In un notevole numero di specieparticolarmente nei generi più piccolii due sessi sono stati coloriti indipendentemente dalla scelta sessualeper scopo di protezione; ma nonper quanto posso giudicarein un gran numero di casinè in un modo tanto spiccato come nella maggior parte delle classi più basse. Audubon osserva che egli spesso scambiò il Fiber zibethicus mentre stava sulle rive di un ruscello fangoso per un mucchio di terratanto compiuta era la rassomiglianza. La lepre per la sua forma è un esempio familiare di nascondimento pel colore; tuttavia questo principio in parte non regge per una specie intimamente affinecioè il coniglioperchè mentre questo animale corre alla sua tana diviene visibile al cacciatore e senza dubbio a tutti gli animali da predaper la sua coda bianca rivolta all'insù. Nessuno ha mai messo in dubbio che i quadrupedi che abitano le regioni coperte di neve siano divenuti bianchi per essere protetti contro i loro nemicio per favorire il loro avvicinarsi alla preda. Nelle regioni ove la neve non ricopre a lungo il terreno una pelliccia bianca sarebbe dannosa; in conseguenza le specie così colorite sono sommamente rare nelle parti più calde del mondo. Merita d'esser notato che molti quadrupedi che abitano regioni moderatamente freddequantunque non assumono un abito invernale biancodiventano più pallidi durante questa stagione; e questo è da quanto pare l'effetto diretto delle condizioni cui essi sono stati lungamente esposti. Pallas asserisce che in Siberia un mutamento di questa natura segue nel lupoin due specie di mustelenel cavallo domesticonell'Equus hemionusnella vacca domesticain due specie di antilopinel mosconel roenell'alce e nella renna. Per esempio il roe ha un abito stivo rosso ed uno invernale grigio-bianco; e l'ultimo può forse servire come una protezione all'animale mentre va in giro nei boschetti senza fogliespruzzati di neve e di ghiaccio. Se gli animali sopra menzionati andassero graduatamente estendendo la loro area di dimora in regioni perpetuamente coperte di neveil loro pallido abito invernale diverrebbeprobabilmente mercè la scelta naturalesempre man mano più bianco finchè diverrebbe bianco come la neve.
Quantunque dobbiamo ammettere che molti quadrupedi hanno ricevuto le loro tinte attuali per scopo di protezionetuttavia in un grandissimo numero di specie i colori sono troppo vistosi e troppo singolarmente disposti per lasciarci supporre che servano per questo scopo. Possiamo prendere come esempio certe antilopi; quando vediamo che la macchia bianca quadrata della golale macchie bianche delle cosce e le macchie rotonde sulle orecchiesono tutte più distinte nel maschio della Portax picta che non nella femmina; - quando vediamo che i colori sono più vivaciche le strette linee che stanno sul fianco e la larga fascia bianca della spalla sono più distinte nel maschio dell'Oreas derbyanus che non nella femmina; - quando vediamo una simile differenza fra i sessi del Tragelaphus scriptus curiosamente adorno - possiamo conchiudere che questi colori e le varie macchie sono almeno divenuti più intensi per opera della scelta sessuale. Non si può comprendere che questi colori e queste macchie possano essere di un qualche utile diretto od ordinario a questi animali; e siccome è quasi certo che sono divenuti più intensi per opera della scelta sessualeè probabile che essi siano stati in origine acquistati mercè questo stesso processoe quindi parzialmente trasmessi alle femmine. Se questo modo di vedere fosse accettatonon vi può essere guari dubbio che i colori e le macchie particolarmente singolari di molte altre antilopisebbene comuni ai due sessisiano stati acquistati e trasmessi in modo consimile. Per esempio i due sessi del Koodoo (Strepsiceros Kudu)hanno strisce bianche verticali posteriormente sui fianchied una elegante macchia bianca angolare sulla fronte. I due sessi del genere Damalis sono coloriti in un modo molto originale; nel D. pygàrga il dorso ed il collo sono rosso porporinosfumanti in nero sui fianchie si separano nettamente dall'umbellico bianco e da un grande spazio bianco sulle natiche; il capo è ancor più curiosamente colorito; una grande macchia bianca di forma oblunga con stretti orli nericopre la faccia fino agli occhi; nella fronte vi sono tre strie bianchee le orecchie sono pure segnate di bianco. I giovani di questa specie sono uniformemente coloriti di gialliccio-bruno pallido. Nella Damalis albifrons il coloramento del capo differisce da quello dell'ultima specie per un'unica striscia bianca che tien luogo delle tre fascee per le orecchie che sono quasi al tutto bianche. Dopo di aver studiato quanto meglio mi fu possibile le differenze sessuali degli animali che appartengono a tutte le classinon posso evitare la conclusione che i colori tanto curiosamente disposti di molte antilopisebbene comuni ai due sessisiano l'effetto della scelta sessuale primieramente applicata al maschio.
La medesima conclusione può forse essere estesa alla tigreuno degli animali più belli del mondoi sessi della quale non si possono distinguere pel colore neppure dai mercanti di fiere. Il signor Wallace crede che l'abito a strisce della tigre "si assimila talmente agli steli verticali del bambùche le agevola grandemente il nascondersi quando si accosta alla preda". Ma questo modo di vedere non mi soddisfa. Abbiamo una qualche lieve prova che la sua bellezza possa essere dovuta alla scelta sessualeperchè in due specie di Felis le macchie ed i colori analoghi sono alquanto più vivaci nel maschio che non nella femmina. La zebra ha strisce di colori vivacie quelle fasce nelle aperte pianure dell'Africa meridionale non possono proteggerla per nulla. Burchell descrivendo un branco di essedice "le loro lucide costole brillavano al solee la vivacità e regolarità delle loro pelli a strisce presentavano un quadro di straordinaria bellezzanella quale non sono probabilmente superate da nessun altro quadrupede. Qui non abbiamo prova di scelta sessualeperchè in tutto il gruppo degli Equini i sessi sono identici nel colore. Nondimeno chi attribuisce le strisce verticali bianche o brune che stanno sui fianchi di varie antilopi alla scelta sessualeestenderà probabilmente lo stesso modo di vedere alla Tigre reale ed alla bella Zebra.
In un precedente capitolo abbiamo veduto che quando giovani animali appartenenti ad una classe qualsiasi seguono quasi la stessa via dei loro genitorie sono tuttavia coloriti in modo differentesi può da ciò dedurre che hanno conservato il coloramento di qualche antico ed estinto progenitore. Nella famiglia dei maialie nel genere Tapiroi giovani sono segnati di strisce longitudinali e così differiscono da ogni specie adulta in questi due gruppi. In molte specie di cervo i giovani sono segnati di eleganti macchie bianchedi cui non si vede traccia nei loro genitori. Si può tener dietro ad una serie graduata del cervo Axisdi cui i due sessi in tutte le età e durante tutte le stagioni sono vagamente macchiettati (il maschio è alquanto più intensamente colorito che non la femmina) - alle specie in cui non sono macchiati nè gli adulti nè i giovani. Specificherò alcuni stadi di questa serie. Il cervo della Manciuria (Cervus Mantchuricus) è macchiato durante tutto l'annoma le macchie sono molto più sbiaditecome ho veduto nei Giardini zoologicidurante l'estatequando il colore generale dell'abito è più chiaroche non durante l'invernotempo in cui il colore generale è più cupo e le corna più pienamente sviluppate. Nel cervo porcino (Elaphus porcinus) le macchie sono estremamente cospicue durante l'estate quando l'abito è bruno-rossiccioma scompaiono al tutto durante l'inverno quando l'abito è bruno. In due di queste specie i giovani sono macchiati. Nel cervo di Virginia i giovani sono macchiati del parie circa il cinque per certo degli animali adulti del parco del Giudice Catoncome m'informò egli stessomostrano temporaneamente in quel periodo quando l'abito estivo fulvo viene sostituito dall'abito invernale turchiniccio una fila di macchie sopra ogni fiancoche hanno sempre lo stesso numerosebbene variabilissime nella vistosità. Da questa condizione non vi è che un piccolissimo stadio alla assoluta mancanza di macchie in tutte le stagioni negli adultied infine la loro mancanza in ogni etàcome segue in certe specie. Dalla esistenza di questa perfetta seriee più specialmente da ciò che i giovani di tante specie sono macchiatinoi possiamo conchiudere che i membri ora viventi della famiglia dei cervi sono i discendenti di qualche antica specie la qualecome il cervo Axisera macchiata in tutte le età e in tutte le stagioni. Un progenitore ancor più antico rassomigliava probabilmente fino ad un certo punto all'Hyomoschus aquaticus - perchè questo animale è macchiatoed i maschi senza corna hanno grandi denti canini sporgentidi cui alcuni pochi veri cervi conservano ancora i rudimenti. Tuttavia presenta uno dei casi più interessanti di una forma che serve di anello di congiunzione a due gruppisiccome sta in mezzo per certi caratteri osteologici fra i pachidermi ed i ruminanti. che erano anticamente creduti al tutto distinti.
Qui sorge una curiosa difficoltà. Se noi ammettiamo che le macchie e le strie colorate siano state acquistate per ornamentocome va che esistono tanti cervidiscendenti di un animale in origine macchiettatoe tutte le specie di maiali e di tapiridiscendenti di un animale in origine con strisceche hanno perduto in stato adulto i loro primieri ornamenti? Non posso rispondere soddisfacentemente a questa questione. Possiamo essere quasi certi che le macchie e le strisce scomparvero nei progenitori delle nostre specie attuali allo stato adulto o vicino a quellotanto che furono conservate dai giovani esecondo la legge di eredità alle età corrispondentidai giovani di tutte le susseguenti generazioni. Può essere stato un gran vantaggio pel leone e pel puma che abitano comunemente località aperte aver perduto le loro strisce ed essere divenuti così meno vistosi alla loro preda; e se le successive variazionimercè le quali si otteneva questo intentoseguivano piuttosto tardi nella vitai giovani avrebbero conservato le loro striscecome sappiamo essere il caso. Rispetto al cervoai maiali ed ai tapiriFederico Müller mi ha fatto notare che questi animali perdendo per opera della scelta sessuale le loro macchie e le loro strisce sarebbero divenuti meno appariscenti pei loro nemici; ed avrebbero avuto specialmente bisogno di questa protezioneperchè i carnivori crescevano in mole ed in numero durante i periodi terziari. Questa può essere la vera spiegazionema è piuttosto strano che i giovani non abbian goduto della stessa protezioneed è ancora più strano che in alcune specie di adulti abbiano conservato le loro macchiesia parzialmente o compiutamente durante una parte dell'anno. Quantunque non ci sia dato spiegare la causasappiamo che quando l'asino domestico varia e diviene rossiccio-brunogrigio o nerole strisce sulle spalle ed anche sulla spina spesso scompaiono. Pochissimi cavallitranne le specie di colori oscuripresentano strisce sopra ogni parte del corpo; tuttavia abbiamo buona ragione per credere che il cavallo originario fosse striato sulle zampe e sulla spinae probabilmente sulle spalle. Quindi la scomparsa delle macchie e delle strisce nel nostro cervo attuale adultonei maiali e nei tapiripuò essere dovuta ad un mutamento nel colore generale dei loro abiti; ma non è possibile decidere se questo mutamento venisse effettuato mercè la scelta sessuale o la naturaleo sia stato l'effetto dell'azione diretta delle condizioni della vitao di qualche altra causa ignota. Una osservazione fatta dal signor Sclater dimostra bene la nostra ignoranza delle leggi che regolano la comparsa e la scomparsa delle strisce; le specie dell'Asino che abitano il continente asiatico mancano di striscenon avendo neppure la striscia in croce sulle spallementre quelle che abitano l'Africa hanno strisce vistosetranne l'eccezione parziale dell'A. toeniopus che ha soltanto la striscia a croce sulle spalle e generalmente qualche fascia sbiadita sulle zampe; e questa specie abita la regione quasi intermedia del superiore Egitto e dell'Abissinia.

Quadrumani. - Prima di conchiudere sarà bene aggiungere alcune poche osservazioni a quelle già riferite intorno ai caratteri adornanti delle scimmie. Nella maggior parte delle specie i sessi si rassomigliano fra loro nel colorema in alcunesiccome abbiamo vedutoi maschi differiscono dalle femminespecialmente nel colore delle parti nude della pellenello sviluppo della barbadelle fedine e della criniera. Molte specie sono colorite in modo così straordinario o belloe sono fornite di creste di peli cosiffattamente curiose ed elegantiche noi non possiamo a meno di credere che questi caratteri non siano stati acquistati per scopo di ornamento. Non si comprende quasi che queste creste di peli ed i colori fortemente spiccati della pelliccia e della pelle possano essere l'effetto della semplice variabilità senza l'aiuto della scelta; e non si può comprendere che possano essere di un qualche uso ordinario per questi animali. Se ciò èessi sono stati probabilmente acquistati per opera della scelta sessualesebbene fossero trasmessi ugualmenteo quasi ugualmenteai due sessi. In molti quadrumani abbiamo altre prove addizionali dell'azione dellascelta sessuale nella mole maggiore e nella forza più grande dei maschie nel maggiore sviluppo dei loro denti canini in paragone di quelli delle femmine.
Rispetto allo strano modo in cui i due sessi di molte specie sono coloritied alla bellezza di altrebasterà citare alcuni pochi esempi. La faccia del Cercopithecus petaurista è nerale fedine e la barba sono bianchecon una macchia definita rotondabiancasul nasocoperta di breve pelo bianco che dà all'animale un aspetto piuttosto ridicolo. Parimente il Semnopithecus frontatus ha una faccia nericcia con una lunga barba neraed una grande macchia nuda sulla fronte di un colore bianco-azzurrognolo. La faccia del Macacus lasiotus è di un color carne sucidocon una macchia definita rossa sopra ogni guancia. L'aspetto del Cercocebus aethiops è grottescocolla faccia nerale fedine ed un collare bianchiil capo castagnoed una grande macchia nuda bianca sopra le palpebre. In moltissime specie la barbale fedine e le creste pelose intorno alla faccia sono di un color differente da quello del resto del capoe quando sono differenti sono sempre di una tinta più chiaraessendo di frequente bianco purotalora giallo brillanteo rossiccio. Tutta la faccia del Brachyurus calvus dell'America meridionale ha una "tinta brillante scarlatta"ma questo colore non appare finchè l'animale non è quasi adulto. La pelle nuda della faccia differisce in modo meraviglioso nel colore delle varie specie. Sovente è bruna o color di carnecon parti perfettamente bianchee spesso nera come quella del nero più fuligginoso. Nel Brachyurus la tinta scarlatta è più brillante che non quella delle signore circasse più rosee. Talvolta ha una tinta più distintamente aranciata che non qualsiasi Mongoloed in parecchie specie è azzurravolgente al violetto ed al grigio. In tutte le specie conosciute dal signor Bartlettin cui gli adulti dei due sessi hanno facce vivacemente coloritei colori nella prima giovinezza sono sbiaditi o mancanti. Questa regola prevale parimente nel Mandrillo e nel Rhesusnei quali la faccia e le parti posteriori del corpo sono brillantemente colorite in un sesso solo. In questi ultimi casi abbiamo ogni ragione per credere che i colori furono acquistati mercè la scelta sessuale; e siamo naturalmente indotti ad estendere lo stesso modo di vedere alle precedenti speciesebbene i due sessi quando sono adulti abbiano la faccia colorita nello stesso modo.
Quantunquesecondo il nostro gustomolte sorta di scimmie siano ben lungi dall'essere bellealtre specie sono universalmente ammirate pel loro aspetto elegante e pei loro brillanti colori. Il Semnopithecus nemaeussebbene colorito particolarmenteè descritto come sommamente grazioso; la faccia tinta di arancio è circondata da lunghe fedine di bianchezza abbagliantecon una striscia color rosso-castagno sopra le sopracciglia; la pelliccia sul dorso è grigio delicato con una macchia quadra sui lombila coda e le braccia anteriori bianco-candido; una gorgiera color castagno sovrasta il petto; le cosce posteriori sono nere colle zampe color castagno. Non farò più menzione che di due altre scimmie per la loro bellezza; ed ho scelto queste perchè presentano lievi differenze sessuali nel coloreche rendono fino a un certo punto probabile che i due sessi debbano il loro aspetto elegante alla scelta sessuale. Nella scimmia dai baffi (Cercopithecus cephus) il colore generale della pelliccia è verdiccio macchiettato colla gola bianca; nel maschio l'apice della coda è castagno; ma la faccia è la parte più ornataessendo la pelle principalmente turchino-grigiasfumante in una tinta nericcia sotto gli occhi col labbro superiore di un azzurro delicato rivestito sull'orlo inferiore di un baffo sottile nero; le fedine sono color aranciocolla parte superiore nera che forma una fascia che si estende all'indietro fino alle orecchieche sono ricoperte di peli bianchicci. Nel giardino della Società Zoologica io ho spesso udito i visitatori ammirare la bellezza di un'altra scimmiameritamente chiamata Cercopithecus Diana; il colore generale della pelliccia è grigio; bianco il petto e la superficie interna delle zampe anteriori; un grande spazio triangolare definito sulla parte posteriore del dorso è color castagno vivace; nel maschio i lati interni delle cosce e dell'addome sono color fulvo delicatoe l'apice del capo è nero; la faccia e le orecchie sono intensamente nere; vagamente in contrasto con una lunga barba bianca a puntadi cui la parte basale è nera.
In queste ed in molte altre scimmie la bellezza e la singolare disposizione dei coloried ancor più il modo diverso ed elegante con cui sono disposti i ciuffi e le creste di pelo del loro capomi imprimono nella mente la convinzione che questi caratteri siano stati acquistati mercè la scelta sessuale esclusivamente per servir di ornamento.

Sommario. - La legge di battaglia pel possesso della femmina sembra prevalere in tutta la grande classe dei mammiferi. La maggior parte dei naturalisti ammetterà che la mole più grandela forzail coraggio e l'indole battagliera del maschiole sue armi speciali offensivecome pure i suoi mezzi speciali di difesasono stati tutti acquistati o modificati per opera di quella forma di scelta che ho chiamato scelta sessuale. Questo non dipende da nessuna superiorità nella lotta generale per la vitama da ciò che certi individui di un sessogeneralmente del sesso maschilesono stati vittoriosi di altri maschie da ciò che hanno lasciato un maggior numero di figli per ereditare la loro superioritàche non i maschi meno vincitori.
Vi ha un'altra sorta di lotta più pacificanella quale i maschi cercano di eccitare o di allettare le femmine mercè varie attrattive. Questa può aver luogo mercè i forti odori emessi dai maschi durante la stagione delle nozze; perchè le ghiandole odorifere sono state acquistate mercè la scelta sessuale. È dubbio che si possa estendere lo stesso modo di vedere alla voceperchè gli organi vocali dei maschi possono essere stati rinforzati dall'esercizio durante lo stato adultopei forti eccitamenti dell'amoredella gelosiao della collerae possono essere stati trasmessi allo stesso sesso. Varie cresteciuffie mantelli di peloche sono o limitati al maschioo sono stati più sviluppati in questo sesso che non nelle femminesembrano nella maggior parte dei casi essere puramente adornantisebbene talora servano di difesa contro i maschi rivali. Vi è anche ragione per supporre che le corna ramose dei cervie le corna eleganti di certe antilopisebbene servano propriamente come armi offensive e difensivesiano state in parte modificate per scopo di ornamento.
Quando il maschio differisce dalla femmina nel colorepresenta generalmente tinte più scure e più fortemente contrastate. In questa classe non s'incontrano gli splendidi colori rossoazzurrogiallo e verdetanto comuni nei maschi degli uccelli e di molti altri animali. Tuttavia le parti nude di certi quadrumani vogliono essere eccettuateperchè queste particollocate spesso in luoghi singolarisono in certe specie colorite nel modo più brillante. I colori del maschio possono in altri casi esser dovuti alla semplice variazionesenza l'aiuto della scelta. Ma quando i colori sono svariati e fortemente pronunziatiquando non si sviluppano fino quasi allo stato adultoe quando si perdono in seguito alla castrazionenon possiamo a meno di conchiudere che sono stati acquistati per opera della scelta sessuale per scopo di ornamentoe sono stati trasmessi esclusivamente o quasi esclusivamente allo stesso sesso. Quando i due sessi sono coloriti nello stesso modoed i colori sono vistosio curiosamente dispostisenza avere apparentemente nessuna utilità come protezionee specialmente quando sono associati con varie altre appendici adornantisiamo dalla analogia condotti alla stessa conclusionecioèche essi sono stati acquistati per opera della scelta sessualequantunque siano stati trasmessi ai due sessi. Se torniamo a ripassare i vari casi riferiti in questo e nell'ultimo capitolotroveremo che i colori vistosi e svariatisiano essi limitati ai maschi o comuni ai due sessisono in regola generale associati agli stessi gruppi e sotto gruppi con altri caratteri sessuali secondariche servono per la battaglia o per ornamento.
La legge di eguale trasmissione dei caratteri ai due sessiper ciò che riguarda i colori od altri ornamentiha prevalso in modo molto più esteso nei mammiferi che non negli uccelli; ma rispetto alle armicome corna e zannequeste sono state spesso trasmesse sia esclusivamenteo in un grado molto più altoai maschi che non alle femmine. Questa è una circostanza sorprendenteperchè siccome i maschi generalmente adoperano le loro armi come difesa contro ogni sorta di nemiciqueste armi sarebbero state utili alla femmina. La loro mancanza in questo caso può essere spiegataalmeno per quanto possiamo vederesoltanto dalla forma di eredità che ha prevalso. Finalmente nei quadrupedi la lotta fra individui del medesimo sessopacifica o sanguinosaè stata limitatatranne rarissime eccezioniai maschi; cosicchè questi sono stati modificati mercè la scelta sessualesia per combattere fra loro o per allettare l'altro sessomolto più generalmente che non nelle femmine.


CAPITOLO XIX.

CARATTERI SESSUALI SECONDARI DELL'UOMO

Differenze fra l'uomo e la donna - Cause di queste differenze e di certi caratteri comuni ai due sessi - Legge di battaglia - Differenze nelle potenze mentali - e nella voce - Intorno all'azione della bellezza nel produrre i matrimoni del genere umano - Attenzione dei selvaggi agli ornamenti - Loro idee intorno alla bellezza della donna - Tendenza ad esagerare ogni particolarità naturale.

Nel genere umano le differenze fra i sessi sono più grandi che non nella maggior parte della specie dei Quadrumanima non tanto grandi come in alcuneper esempio nel mandrillo. In media l'uomo è notevolmente più altopiù pesante e più forte che non la donnaha le spalle più quadrate ed i muscoli più pronunziati. In seguito al rapporto che esiste fra lo sviluppo dei muscoli e la sporgenza delle sopraccigliala sporgenza sopraccigliare è in generale più fortemente marcata nell'uomo che non nella donna. Il suo corpoe specialmente il voltoè più pelosoe la voce ha un tono differente e più forte. Dicesi che in certe tribù le donnema non so se questo sia verodifferiscono un tantino nella tinta dagli uomini; e negli Europei le donne sono forse più vivacemente coloritecome si può osservare allorchè i due sessi sono stati egualmente esposti all'azione dell'atmosfera.
L'uomo è più coraggiosopiù bellicoso e più energico che non la donnaed ha maggiore genio inventivo. Il suo cervello è assolutamente più grandema non è statoio credopienamente riconosciuto che ciò sia relativamente alla mole del corpo in paragone con quello della donna. La donna ha il volto più rotondo; le mascelle e la base del cranio più piccole; i contorni del corpo sono in essa più rotondiin certe parti più prominenti; e la pelvi è nella donna più larga che non nell'uomo: ma quest'ultimo carattere può forse essere considerato come un carattere primario anzichè secondario. Ha il suo pieno sviluppo in età più giovanile che non l'uomo.
Come in ogni classe di animalicosì nell'uomoi caratteri distintivi del sesso maschile non sono pienamente sviluppati finchè non è prossimo alla età adulta; e se è evirato non compaiono mai. Per esempiola barba è un carattere sessuale secondarioed i bambini non hanno barbasebbene nella prima età abbiano moltissimi capelli. Probabilmente la comparsa in una età piuttosto tarda delle successive variazionimercè le quali l'uomo acquista i suoi caratteri mascoliniè la ragione per cui non sono trasmessi che al sesso mascolino solo. I bambini dei due sessi si rassomigliano moltissimocome i giovani di tanti altri animali nei quali gli adulti dei due sessi differiscono; parimente rassomigliano molto più strettamente alla donna adulta che non all'uomo adulto. Tuttavia la donna finisce per assumere certi caratteri distintivie dicesi che nella formazione del cranio stia in mezzo fra il bambino e l'uomo. Parimentesiccome i giovani di specie intimamente affini ma distinte non differiscono tanto fra loro quanto gli adulticosì è pure il caso nei bambini delle differenti razze umane. Alcuni hanno anzi asserito che le differenze di razza non si possono scoprire nel cranio di un bambino. Rispetto al colore il neonato del nero è color rossiccio-bruno-noceche in breve diviene grigio-lavagna; il color nero non si sviluppa pienamente al Sudan che entro l'anno; ma in Egitto ci vogliono tre anni. Gli occhi del nero sono dapprima azzurried i capelli castano-chiaro piuttosto che non nerie sono arricciati solo alle punte. I bambini degli Australiani appena nati sono color gialliccio-brunoe divengono scuri in età più avanzata. Quelli dei Guarany del Paraguay sono bianco-gialliccioma nel corso di qualche settimana acquistano la tinta giallo-bruna dei loro genitori. Consimili osservazioni sono state fatte in altre parti d'America.
Ho specificato le sopra menzionate differenze familiari fra il maschio e la femmina del genere umano; perchè sono curiosamente le stesse come nei Quadrumani. In questi animali la femmina è adulta in una età più fresca che non il maschio; almeno questo è certamente il caso nel Cebus Azarae. Nella maggior parte delle speciei maschi sono più grandipiù fortiche non le femmine; e di questo fatto il gorilla presenta una prova notissima. Anche in un carattere di poca importanza come la più grande prominenza dell'arco sopraccigliarei maschi di certe scimmie differiscono dalle femminee per questo rispetto concordano col genere umano. Nel gorilla ed in certe altre scimmie il cranio del maschio adulto presenta una cresta sagittale pronunziatissimache manca nella femmina; ed Ecker trovò una traccia di una differenza consimile tra i due sessi negli Australiani. Nelle scimmie quando vi ha differenza nella vocequella del maschio è più forte. Abbiamo veduto che i maschi di certe scimmie hanno barba bene sviluppatache nella femmina manca al tutto od è meno sviluppata. Non si conosce esempio che nella femmina di una scimmia la barbale fedine ed i baffi siano più grandi che non nel maschio. Anche nel colore della barba vi ha un curioso parallelismo fra l'uomo e i quadrumaniperchè quando nell'uomo la barba differisce nel colore dai capellicome spesso è il casoessa è invariabilmentecredodi una tinta più chiaraessendo spesso rossiccia. Osservai questo fatto in Inghilterraed il dottor Hookeril quale si occupò di questa piccola particolarità per conto mio in Russianon ha trovata eccezione a questa regola. A Calcutta il signor J. Scottdel Giardino Botanicoebbe la bontà di osservare con cura le molte razze di uomini che potè vedere colàcome pure in altre parti dell'Indiacioèdue razze di Sikhimi Bhoteosgli Indùi Burmesi ed i Cinesi. Quantunque la maggior parte di queste razze abbiano pochissimo pelo sul voltotuttavia trovò che quando v'era una differenza nel colore fra i capelli e la barbaquest'ultima era invariabilmente di una tinta più chiara. Ora nelle scimmiecome abbiamo già affermatola barba differisce frequentemente in un modo spiccato nel colore dai peli del capoed in questi casiè invariabilmente di una tinta più chiaraessendo spesso più purotalora giallo o rossiccio.
Per ciò che riguarda la generale pelosità del corpole donne di tutte le razze sono meno pelose degli uominied in alcuni pochi Quadrumani la parte posteriore del corpo della femmina è meno pelosa che non quella del maschio. Infine i maschi delle scimmiecome gli uominisono più ardimentosi e più fieri che non le femmine. Conducono il brancoe in caso di pericolo vengono all'avanguardia. Noi in questo vediamo quanto intimo sia il parallelismo fra le differenze sessuali dell'uomo e dei quadrumani. In alcune poche speciecome in certi babbuininel gorilla e nell'urango vi è una differenza notevolmente più grande fra i sessinella mole dei denti canininello sviluppo e nel colore del peloe specialmente nel colore delle parti nude della pelleche non nel caso del genere umano.
I caratteri sessuali secondari dell'uomo sono tutti variabilissimianche nei limiti della stessa razza o sotto specie; e differiscono molto nelle varie razze. Queste due regole generalmente prevalgono in tutto il regno animale. Nelle eccellenti osservazioni fatte a bordo della Novarasi trovò che gli Australesi uomini eccedevano le femmine in altezza di soli 65 millimetrimentre nei Giapponesi la media dell'eccesso era di 218 millimetricosicchè in quest'ultima razza la differenza nell'altezza fra i sessi è più di tre volte tanto grande quanto negli Australesi. Le numerose misure delle varie altre razzerispetto alla staturala circonferenza del collo ed il pettoe la lunghezza della spina dorsale e delle bracciache furono fatte con curaquasi tutte mostravano che i maschi differivano molto più fra loro che non le femmine. Questo fatto dimostra cheper quello che riguarda questi caratteriè il maschio il quale è stato principalmente modificato dacchè le razze presero a divergere dalla loro primiera e comune sorgente.
Lo sviluppo della barba e la pelosità del corpo differiscono notevolmente negli uomini che appartengono a razze distinteed anche a differenti famiglie della stessa razza. Noi Europei vediamo questo in noi medesimi. Nell'isola di S. Kildasecondo Martingli uomini non hanno barbache è molto radafino all'età di trenta e più anni. Nel continente Europeo Asiatico la barba prevale finchè andiamo oltre le Indiesebbene nei nativi di Ceylan manchi frequentementecome fu notato in tempi antichi da Diodoro. Al di là dell'India la barba scomparecome nei Siamesinei Malesinei Calmucchinei Cinesi e nei Giapponesi; nondimeno gli Ainosche abitano isole più settentrionali dell'arcipelago Giapponesesono gli uomini più pelosi del mondo. Nei neri la barba è scarsa o mancantee non hanno fedine; nei due sessi il corpo è in generale quasi mancante di caluggine. D'altra parte i Papuani dell'Arcipelago maleseche sono quasi tanto neri quanto i neriposseggono barba bene sviluppata. Nell'Oceano Pacifico gli abitanti dell'arcipelago Fiji hanno grandi barbe ispidementre quelli degli arcipelaghi non molto distanti di Tonga e di Samoa sono senza barba; ma questi uomini appartengono a razze distinte. Nel gruppo delle Ellici tutti gli abitanti appartengono alla medesima razza; tuttavia in una sola isolacioè a Nullemaga "gli uomini hanno bellissime barbe"; mentre nelle altre isole "hanno di regola una dozzina di rari peli per barba".
In tutto il grande continente americano si dice che gli uomini sono senza barba; ma in quasi tutte le tribù alcuni pochi peli corti sogliono apparire sulla facciaspecialmente durante la vecchiezza. Nelle tribù dell'America settentrionaleCatlin calcola che diciotto uomini su venti sono per natura al tutto mancanti di barba; ma talora si può vedere un uomoche ha trascurato di strapparsi i peli alla pubertàcon una morbida barba; lunga due o quattro centimetri. I Guarany del Paraguay differiscono da tutte le circostanti tribù per avere la barba cortaed anche per avere un po' di pelo sul corpoma non fedine. Venni assicurato dal dottor Forbesche particolarmente si occupava di questo argomentoche gli Aymaras ed i Quichuas delle Cordigliere sono notevolmente senza peli; tuttavia nella vecchiezza si veggono loro talvolta sul mento alcuni rari peli. Gli uomini di queste due tribù hanno pochissimi peli sulle varie parti del corpo ove il pelo cresce abbondantemente negli europeie le donne non ne hanno affatto nelle parti corrispondenti. Tuttavia i capelli divengono di una straordinaria lunghezza nei due sessigiungendo fino a terra; e questo è pure il caso in alcune tribù del Nord America. Nella quantità dei capellie nella forma generale del corpoi sessi degli indigeni americani non differiscono tanto fra loro quanto nella maggior parte delle altre razze umane. Questo fatto è analogo a quello che si osserva in certe scimmie affini; così i sessi dello scimpanzè non differiscono tanto quanto quelli del gorilla o dell'urango.
Nei capitoli precedenti abbiamo veduto che nei mammiferinegli uccellinei pescinegli insettiecc.molti caratteriche v'ha ogni ragione per credere furono primieramente acquistati per opera della scelta sessuale da un sesso solosono stati trasmessi ai due sessi. Siccome questa medesima forma di trasmissione hada quanto pareprevalso grandemente nell'umanitàrisparmieremo molte inutili ripetizioni considerando i caratteri particolari al sesso maschile unitamente con certi altri caratteri comuni ai due sessi.

Legge di battaglia. - Nelle nazioni barbareper esempio fra gli Australianile donne sono causa costante di guerra tanto fra gli individui della stessa tribùquanto tra tribù distinte. Così senza dubbio seguiva nei tempi antichi; "nam fuit ante Helenam mulier teterrima belli causa". Fra gli Indiani del Nord Americala lotta è ridotta a sistema. Hearneeccellente osservatore dice: - "È stato sempre costume presso questo popolo che gli uomini lottassero per ogni donna di cui fossero innamoratie naturalmente la parte più forte vinceva il premio. Un uomo debolea meno di essere un buon cacciatoree molto amatoraramente ottiene il permesso di prendere una moglie che un uomo più forte consideri degna della sua attenzione. Questo uso prevale in tutte le tribùe produce un grande spirito di emulazione fra i giovanii quali in tutte le occasionifino dall'infanziafanno prova della loro forza e della loro abilità nella lotta". Azara asserisce che pei Guanas dell'America meridionale raramente gli uomini si ammogliano prima di avere venti anni di etàperchè prima non possono vincere i loro rivali.
Altri fatti consimili si potrebbero riferire; ma anche se noi non abbiamo nessuna prova intorno a ciòpossiamo essere quasi certidalla analogia dei Quadrumani più elevatiche la legge di battaglia abbia prevalso nell'uomo durante i primi stadi del suo sviluppo. La comparsa occasionale al giorno d'oggi di denti canini che sporgono dagli altrimostranti tracce di un diastema o spazio aperto per ricevere gli opposti caniniè probabilissimamente un caso di ritorno ad uno stato primieroquando i progenitori dell'uomo erano forniti di quelle armicome tanti maschi di quadrumani attuali. In un precedente capitolo abbiamo osservato che mentre l'uomo andava divenendo dirittoo adoperava di continuo le mani e le braccia per combattere con bastoni e con pietrecome per ogni altro uso della vitaegli andava adoperando sempre meno le mascelle ed i denti. Le mascelle coi loro muscoli andavano allora diminuendo pel minore eserciziocome segue nei denti pei principii di correlazione e di economia di accrescimento non ancora bene compresi; perchè vediamo ognora che le parti che non servono; diminuiscono di mole. Con questi stadi la disuguaglianza originaria fra le mascelle ed i denti nei due sessi del genere umano doveva alla fine scomparire al tutto. Il caso è quasi parallelo con quello di molti maschi di ruminantinei quali i denti canini non sono più che allo stato di rudimentio sono scomparsida quanto parein conseguenza dello sviluppo delle corna. Siccome la prodigiosa differenza fra il cranio dei due sessi nel gorilla e nell'urango sta in rapporto intimo collo sviluppo degli enormi denti canini nei maschipossiamo dedurre che la diminuzione delle mascelle e dei denti nei primieri progenitori maschi dell'uomo produssero un mutamento notevole e favorevole al suo aspetto.
Non vi può essere guari dubbio che la mole e la forza più grande dell'uomo in paragone di quella della donnacome pure le spalle più larghei muscoli più sviluppatiil profilo del corpo più ruvidoil maggior coraggio e l'indole più bellicosasiano tutti per la maggior parte dovuti all'eredità di qualche primiero progenitore maschioil qualecome le scimmie antropoidi attualiera cosiffattamente caratterizzato. Tuttavia questi caratteri sono stati conservati o anche accresciuti durante lunghe età mentre l'uomo era ancora in una condizione barbarada ciò che gli uomini più forti e più arditi sono riusciti nella lotta generale per la vita come pure nell'impadronirsi delle moglilasciando così maggior numero di prole. Non è probabile che la maggior forza dell'uomo fosse primariamente acquistata mercè gli effetti ereditati dal lavoro più duro che non quello della donna per la propria sussistenza e quella della sua famigliaperchè nelle nazioni barbare le donne sono costrette ad un lavoro tanto duro quanto quello dell'uomo. Nelle nazioni incivilite l'arbitrato della battaglia pel possesso delle donne è cessato da lungo tempo; d'altra partegli uominiin regola generalehanno un lavoro più duro che non quello delle donne pel loro vicendevole sostenimento; e così la loro forza più grande sarà stata conservata.

Differenza nei poteri mentali dei due sessi. - Rispetto alle differenze di questa sorta fra l'uomo e la donnaè probabile che la scelta sessuale abbia avuto una parte importantissima. Mi sono accorto che alcuni scrittori mettono in dubbio che vi sia una qualche inerente differenza; ma questo è almeno probabile dall'analogia degli animali inferiori che presentano altri caratteri sessuali secondari. Nessuno negherà che il toro differisca nella disposizione dalla vaccail cinghiale dalla sua femminalo stallone dalla giumentaecome conoscono bene i custodi delle collezioni di animali vivii maschi delle scimmie più grandi dalle loro femmine. La donna sembra differire dall'uomo nella disposizione mentaleprincipalmente per la maggiore tenerezza d'indole e minore egoismo; e questo avviene anche nei selvaggicome si vede da un notissimo brano dei viaggi di Mungo Parke dai rapporti di molti altri viaggiatori. La donnapei suoi istinti maternispiega in grado eminente queste qualità verso i suoi figli; perciò è verosimile che le estenda sovente ai suoi simili. L'uomo è rivale di altri uomini; è lieto della lotta; e questa conduce all'ambizione che si muta troppo agevolmente in egoismo. Queste ultime qualità sembrano essere il suo naturale ed infelice retaggio. Si ammette generalmente che nella donna le forze d'intuizionedi rapida comprensionee forse d'imitazionesono più fortemente spiccate che non nell'uomo; ma alcune almeno di queste facoltà sono caratteristicamente delle razze più bassee perciò di uno stato inferiore e remoto di incivilimento.
La principale distinzione nelle forze intellettuali fra i due sessi è dimostrata in ciò che l'uomo giunge ad una più alta eminenzaqualunque cosa egli imprendacui non può giungere la donna - sia che richiegga profondo pensieroragioneod immaginazioneo semplicemente l'uso dei sensi e delle mani. Se si facessero due liste degli uomini e delle donne più eminenti in poesiapitturasculturamusica - compreso la composizione e l'azionela storiala scienza e la filosofiacon una mezza dozzina di nomi per ogni argomentole liste non avrebbero paragone. Noi possiamo pure dedurredalla legge di deviazione nei calcolitanto ben dimostrata dal signor Galton nella sua opera intorno allo Hereditary Geniusche se gli uomini sono evidentemente superiori alle donne per molti riguardiil livello medio della potenza mentale dell'uomo deve essere superiore a quello della donna.
I progenitori maschi semi-umani dell'uomoe gli uomini allo stato selvaggiohanno combattuto fra loro durante molte generazioni pel possesso delle donne. Ma la semplice forza del corpo e la mole non avrebbero avuto gran parte nella vittoriaa meno che non vi fossero associati il coraggiola perseveranza e la determinata energia. Negli animali sociali i maschi giovani hanno da attraversare molte lotte prima di ottenere una femminaed i maschi più vecchi hanno da conservare le loro femmine mercè ripetute battaglie. Hanno purenel caso dell'uomoda difendere le loro femmine ed i loro giovani da ogni sorta di nemicie cacciare pel loro sostenimento. Ma per scansare nemiciod aggredirli con successo per far prigionieri animali selvaticied inventare e foggiare armici vuole l'aiuto di facoltà mentali più altecioè osservazioneragioneinvenzione o immaginazione. Queste varie facoltà sono state così continuamente messe in prova e scelte durante la virilità; inoltre sono state rese più forti dall'esercizio durante questo stesso periodo di vita. In conseguenzasecondo il principio che abbiamo sovente citatopossiamo aspettarci a ciò che siano state trasmesse principalmente alla prole maschile al periodo corrispondente della virilità.
Oraquando due uomini sono messi in lottao un uomo con una donnache hanno ogni qualità mentale nella stessa perfezionetranne che uno abbia maggior energiaperseveranza e coraggioquesto diverrà in generale più eminentequalunque possa essere lo scopoed otterrà la vittoria. Si può dire che quello che possiede il genio - perchè il genio è stato dichiarato da una grande autorità essere la pazienza; e la pazienzain questo sensovuol dire inflessibileindomabile perseveranza. Ma questo modo di considerare il genio è forse deficiente; perchè senza le potenze più elevate dell'immaginazione e della ragionenon si può ottenere nessun eminente successo in molte cose. Quest'ultime come le precedenti qualità saranno state sviluppate nell'uomo in parte per opera della scelta sessuale- cioè per la lotta fra i maschi rivali; ed in parte per opera della scelta naturale- vale a dire dalla riuscita nella lotta generale per la vita; e siccome nei due casi la lotta deve aver avuto luogo durante lo stato adultoi caratteri acquistati così saranno stati trasmessi più compiutamente alla prole maschile che non alla femminile. Questo è concorde coll'opinione che alcuna delle nostre facoltà mentali sono statemodificate e rinforzate mercè la scelta sessualecheprima di tuttoesse sopportanocome è ammesso generalmenteun notevole mutamento alla pubertàed in secondo luogoche gli eunuchi rimangono per tutta la vita inferiori in queste stesse qualità. Così l'uomo è infine divenuto superiore alla donna. È stata invero una fortuna che la legge di eguale trasmissione dei caratteri ai due sessi abbia comunemente prevalso fu tutta la classe dei mammiferi; altrimenti è probabile che l'uomo sarebbe divenuto in doti mentali tanto superiore alla donnaquanto è superiore il pavone nell'ornamento del piumaggio alla pavonessa.
Bisogna tener a mente che la tendenza dei caratteri acquistati in un periodo tardo della vita da ogni sesso ad essere trasmessi allo stesso sesso alla medesima etàe dei caratteri acquistati in un'età giovanile ad essere trasmessi ai due sessisono regole chesebbene generalinon sempre prevalgono. Se esse prevalessero semprenon potremmo conchiudere (ma qui vado oltrepassando i miei limiti) che gli effetti ereditati della primiera educazione dei fanciulli e delle fanciulle sarebbero trasmessi ugualmente ai due sessi; cosicchè l'attuale disuguaglianza della forza mentale fra i due sessi non potrebbe essere distrutta da un consimile andamento di educazione giornaliera; nè potrebbe essere cagionata dalla loro dissimile educazione. Onde la donna potesse giungere allo stesso livello dell'uomo; dovrebbequando è adultaessere educata all'energia e alla perseveranzaed esercitare la sua ragione e la sua immaginazione al più alto puntoed allora probabilmente trasmetterebbe queste qualità alle sue figlie adulte. Tuttavia non si potrebbero allevare in tal modo tutte le donnea meno che durante molte generazioni le donne che fossero eminenti nelle suddette virtù si maritasseroe producessero un numero maggiore di figli che non le altre donne. Quantunque gli uominicome abbiamo osservato per la forza del corponon combattano ora pel possesso delle moglie che questa forma di scelta sia scomparsatuttavia essi generalmente sono sottoposti durante la virilità ad una grave lotta onde mantenersi e mantenere la propria famiglia; e questo tenderà a mantenere ed anche ad accrescere le loro forze mentaliecome conseguenza l'attuale disuguaglianza fra i sessi.

Voce e poteri musicali. - In alcune specie di quadrumani v'ha una grande differenza fra i sessi adulti nella potenza della voce e nello sviluppo degli organi vocali; e l'uomo sembra aver ereditato questa differenza dai suoi primieri progenitori. Le sue corde vocali sono circa un terzo più lunghe che non quelle della donna o dei fanciullie la evirazione produce in esso lo stesso effetto come sopra gli animali più bassiperchè "arresta quel prominente accrescimento della tiroideecc.che accompagna l'allungamento delle corde". Rispetto alla causa di questa differenza fra i sessi non ho nulla da aggiungere alle osservazioni fatte nell'ultimo Capitolo sugli effetti probabili del lungo e continuato esercizio degli organi vocali del maschio per l'eccitamento dell'amoredella collera e della gelosia. Secondo Sir Duncan Gibbla voce differisce nelle varie razze umanee negli indigeni della Tartariadella Cinaecc.la voce del maschio dicesi non differisce tanto da quella della femmina come nella maggior parte delle altre razze.
L'attitudine e l'amore pel canto o per la musicasebbene non sia un carattere sessuale dell'uomonon deve passare inosservato. Quantunque i suoni emessi dagli animali di tutte le sorta servano per molti scopisi può ricavare un notevole casoche gli organi vocali furono primariamente adoperati e perfezionati in rapporto alla propagazione delle specie. Gli insetti ed alcuni pochi ragni sono gli animali più bassi che volontariamente producano un qualche suono; e questo è generalmente compiuto mercè l'aiuto di organi stridulanti bene costruttiche spesso vengono limitati ai soli maschi. I suoni prodotti in tal modo consistonocredo in tutti i casidella medesima notaripetuta ritmicamente; e ciò talvolta diletta anche l'orecchio dell'uomo. Il loro uso principaleed in alcuni casi esclusivosembra essere quello di chiamare o di allettare l'altro sesso.
I suoni prodotti dai pesci dicesi siano mandati in alcuni casi solo dai maschi durante la stagione delle nozze. Tutti i vertebrati che respirano aria posseggono necessariamente un apparato per aspirare ed espellere l'ariacon un tubo capace di essere chiuso da un capo. Quindi allorchè i membri primieri di questa classe erano fortemente eccitati ed i loro muscoli venivano violentemente contrattiè quasi certo che si saranno prodotti suoni senza scopo; e questiqualora fossero sembrati in qualche modo utilipotevano prontamente venire modificati o farsi più intensi dalla conservazione delle variazioni propriamente adatte. Gli anfibi sono i vertebrati più bassi che respirano aria; e molti di questi ammalicioè le rane ed i rospiposseggono organi vocaliche adoperano incessantemente nella stagione delle nozzee che sono sovente molto più sviluppati nel maschio che non nella femmina. Il maschio solo della tartaruga emette un suonoe questo dura soltanto nella stagione degli amori. Gli alligatori maschi gracchiano o muggono durante la suddetta stagione. Ognuno sa quanto gli uccelli facciano uso della loro voce come mezzo di corteggiamento; ed alcune specie pure compiono ciò che si può chiamare musica strumentale.
Nella classe dei mammiferidi cui ci occupiamo ora più specialmentei maschi di quasi tutte le specie adoperano le loro voci durante la stagione degli amori molto più che non in qualsiasi altro tempo; ed alcuni sono al tutto mutitranne in quella stagione. I due sessi di altre specieo le femmine soleadoperano la loro voce come richiamo amoroso. Considerando questi fattie che gli organi vocali di alcuni quadrupedi sono molto più grandemente sviluppati nel maschio che non nella femminasia permanentementesia temporaneamente durante la stagione delle nozze; e considerando che nella maggior parte delle classi più basse i suoni prodotti dai maschi servono non solo dì richiamoma per eccitare o allettare la femminaè un fatto sorprendente che finora non abbiamo nessuna buona prova che questi organi siano adoperati dai maschi dei mammiferi per allettare le femmine. Il Mycetes caraya d'America forma forse un'eccezione come pure è probabile sia un'eccezione una di quelle scimmie più prossime all'uomocioè l'Hylobates agilis. Questo ilobate ha una voce estremamente fortema musicale. Il signor Waterhouse dice: " Mi sembra che salendo e scendendo la scala musicale gli intervalli siano esattamente come i mezzi tuoni; e sono sicuro che la nota più alta era l'ottava esatta della nota più bassa. La qualità delle note è molto musicale; e non dubito che un buon violinista potrebbe dare un'idea giusta della composizione dell'ilobatetranne per quello che riguarda la sua forza". Il signor Waterhouse riferisce poi le note. Il professore Owenil quale conosce del pari la musicaconferma il sopramenzionato fattoed osserva che questo ilobate "è solo fra gli animali mammiferi che si possa dire che canti". Sembra che sia molto eccitato dopo il suo canto. Per sfortuna i suoi costumi allo stato di natura non sono mai stati studiati da vicinoma per l'analogia di quasi tutti gli altri animaliè molto probabile che emetta le sue note musicali specialmente durante la stagione del corteggiamento.
La percezionese non il gustodelle cadenze musicali e del ritmo è probabilmente comune a tutti gli animalie senza dubbio dipende dalla natura fisiologica comune dei loro sistemi nervosi. Anche i crostaceiche non possono produrre nessun suono volontarioposseggono certi peli uditiviche sono stati veduti vibrare allorchè si colpivano certe note particolari di musica. Si sa benissimo che alcuni cani abbaiano quando sentono note particolari. Le foche apprezzano da quanto pare la musicae questo loro gusto era "notissimo agli antichie spesso i cacciatori dei nostritempi ne traggon partito". In tutti questi animalicioè negli insettinegli anfibi e negli uccellidi cui i maschi producono incessantementedurante tutta la stagione del corteggiamentonote musicali o suoni puramente ritmicidobbiamo credere che le femmine possano apprezzarli e venire da quelli eccitate o allettate; altrimenti gli sforzi incessanti dei maschi e le strutture complesse di cui spesso sono esclusivamente forniti sarebbero inutili.
È in generale ammesso che nell'uomo il canto sia la base e l'origine della musica strumentale. Siccome nè il piacere nè l'attitudine a produrre note musicali non sono facoltà che abbiano il menomo utile diretto per l'uomo per ciò che riguarda gli abiti ordinari della vitaesse debbono essere collocate fra le più misteriose di cui l'uomo vada dotato. Sono presentisebbene in una condizione molto rozza e come sembra quasi latentenegli uominidi tutte le razzeanche le più selvagge; ma il gusto è così differente nelle differenti razzeche la nostra musica non procura alcun piacere ai selvaggie la loro è per noi orribile e incomprensibile. Il dottor Seemannin alcune interessanti osservazioni a questo riguardodubita se anche fra le nazioni dell'Europa occidentale, per quanto intimamente connesse esse siano e sia frequente il loro commercio, la musica dell'una venga interpretata nello stesso senso dall'altra. Viaggiando verso Oriente troviamo che la musica ha certamente un linguaggio differente. I canti di gioia ed i ballabili non son più, come presso di noi, in tono maggiore, ma sempre in minore. Sia che i progenitori semiumani dell'uomo possedessero o nocome il sopramenzionato ilobatela facoltà di produrree senza dubbio di apprezzare le note musicaliabbiamo ogni ragione di credere che l'uomo ubbia posseduto queste facoltà in un periodo remotissimoperchè il canto e il suono sono arti estremamente antiche. La poesiache si puòconsiderare come la figlia del cantoè parimente tanto antica che molte persone provano meraviglia pensando che abbia avuto origine durante le epoche più antiche di cui abbiamo memorie.
Le facoltà musicaliche non sono al tutto mancanti in nessuna razza possono acquistare un pronto ed elevato svilupposiccome vediamo negli Ottentoti e nei Neriche divengono in breve eccellenti suonatoriquantunque nei loro paesi nativi non sogliono far nulla che a noi sembri musica. Ma non v'ha nulla di anomalo in questa circostanza: alcune specie di uccelli che naturalmente non cantano mai; possonosenza molta difficoltàimparare a cantare; così la passera comune ha imparato il canto di un fanello. Siccome queste due specie sono strettamente affinied appartengono all'ordine degli Insessoresche comprende quasi tutte le specie di cantatori del mondoè al tutto possibile o almeno probabile che un progenitore della passera possa esser stato un cantatore. È un fatto molto più notevole che i pappagallii quali appartengono ad un gruppo distinto dagli Insessoresed hanno quindi gli organi vocali costrutti a modo differentepossano impararenon solo a parlarema a zufolare e cantarellare canzoni inventate dall'uomocosicchè debbono avere qualche facoltà musicale. Nondimeno sarebbe soverchia arditezza asserire che i pappagalli discendono da qualche antico progenitore che fosse un cantatore. Si potrebbero riferire molti casi analoghi di organi e di istinti adatti in origine per uno scopoche sono stati adoperati per qualche altro scopo al tutto distinto. Quindi la facoltà di uno sviluppo musicale elevatoche posseggono le razze umane selvaggepuò essere dovuta o a ciò che i nostri progenitori semi-umani avevano praticata una qualche barbara forma di musicao semplicemente a ciò che essi ebbero acquistato per qualche fine distinto i loro organi vocali. Ma in quest'ultimo caso dobbiamo asserire che essi già possedesserocome nel caso sopra menzionato dei pappagallie come si osserva in molti animaliun qualche senso di melodia.
La musica agisce sopra ogni emozionema per se stessa non eccita in noi le più terribili emozioni di orroredi rabbiaecc. Sveglia i più gentili sensi di amorevolezza e di amoreche prontamente passano al sacrifizio. Sprona pure in noi il senso del trionfo e dell'ardore di gloria e di guerra. Questi sensi potenti e misti possono bene dar nascimento al senso del sublime. Noi possiamo concentrarecome osserva il dottor Seemannuna grande intensità di sentimento in una nota musicale che non in pagine di scritto. Quasi le stesse emozionima molto più deboli e meno complessesono probabilmente provate dagli uccelli quando il maschio espande tutto il suo cantoper rivalità con altri maschionde cattivare la femmina. L'amore è pure il tema più comune dei nostri canti. La musicacome osserva Herbert Spencersveglia sensi assopiti cui non credevamo possibile, e di cui non conosciamo il significato; oppure, come dice Richter, ci narra cose che non abbiamo veduto e non vedremo. Reciprocamentequando vive emozioni sono provate ed espresse dall'oratore o anche nel discorso comunesi adoperano istintivamente cadenzee ritmi musicali. Anche le scimmie esprimono forti sentimenti in differenti toni - la collera e l'impazienza con note basseil timore ed il dolore con note alte. Le sensazioni e le idee che sveglia in noi la musicao le cadenze di un appassionato oratoresembrano essere per loro indole indefinitasebbene profondacome ritorni della mente alle emozioni ed ai pensieri di un'epoca da lungo tempo trascorsa.
Tutti questi fatti rispetto alla musica divengono fino ad un certo punto intelligibili se passiamo asserire che i suoni musicali ed il ritmo fossero adoperati dai progenitori semi-umani dell'uomodurante la stagione del corteggiamentoquando gli animali di ogni sorta sono eccitati dalle più forti passioni. In questo casosecondo principio potentissimo delle associazioni ereditatei suoni musicali ecciterebbero parimente in noi; in un modo incerto e indefinitole forti emozioni di un'epoca da lungo tempo passata. Tenendo a mente che i maschi di alcuni animali quadrumani hanno gli organi vocali molto più sviluppati che non le femminee che una specie antropomorfa emette un'intera ottava di note musicali e può dirsi che cantanon sembra improbabile il sospetto che i progenitori dell'uomosiano maschi o femmineo dei due sessiprima che avessero acquistato la facoltà di esprimere il loro vicendevole amore col linguaggio articolatocercassero di allettarsi l'un l'altro con note o ritmo musicale. Le nostre cognizioni intorno all'uso della voce dei quadrumani durante la stagione delle nozze sono così limitateche non abbiamo guari alcun mezzo per giudicare se l'abito del canto venisse acquistato primamente dal progenitore maschio o dal progenitore femmina del genere umano. In generale si crede che le donne abbiano voce più dolce di quella degli uominie per quanto ciò possa servirci di guida possiamo dedurre che esse acquistarono primamente le facoltà sessuali per attrarre l'altro sesso. Ma se questo fu il casociò deve essere seguito in un tempo ben remotoprima che i progenitori dell'uomo fossero divenuti abbastanza umani per trattare e stimare le donne come semplici schiaveL'oratore appassionatoil bardoo il musicantequando colle loro note e le loro svariate cadenze eccitano le più forti emozioni nei loro uditorinon sospettano invero che adoperano gli stessi mezzi coi qualiin periodo sommamente remotoi loro antenati semi-umani svegliavano reciprocamente le loro ardenti passionidurante il loro mutuo corteggiamento e la loro rivalità.

Dell'azione della bellezza nel produrre i matrimoni del genere umano. - Nella vita civile l'uomo è grandemente propensosebbene non affatto in modo esclusivoa lasciarsi guidare nella scelta di una moglie dall'aspetto esterno; ma noi ci occupiamo principalmente dei tempi primitivie il nostro solo mezzo per formarci un giudizio intorno a ciò è quello di studiare gli abiti delle nazioni selvagge e semi-incivilite attuali. Se si può dimostrare che gli uomini delle differenti razze preferiscono le donne che hanno certi caratterio reciprocamente che le donne preferiscono certi uominiavremo allora da ricercare se questa sceltacontinuata per molte generazioniavrebbe prodotto un qualche sensibile effetto sulla razzasia sopra un sesso o sopra i due sessi; quest'ultima circostanza dipenderà dalla forma di eredità che avrà prevalso.
Sarà bene prima di tutto dimostrare con qualche particolare che i selvaggi pongono la più grande attenzione al loro aspetto personale. È noto a tutti che hanno una passione per gli ornamenti; ed un filosofo inglese va tanto in là da asserire che i vestiti furono fatti primamente per scopo di ornamento e non per tener caldo. Come osserva il professore Waitzper quanto povero e miserabile sia l'uomo, egli trova piacere ad adornare la sua persona. La stravaganza degli Indiani nudi del Sud America nell'adornarsi è dimostrata da ciò che "un uomo di grande statura guadagna con difficoltàcol lavoro di due settimane quello che ci vuole per procurarsi in cambio la chica necessaria per dipingersi di rosso". Gli antichi popoli barbari di Europadurante il periodo della Rennaportavano nelle loro caverne ogni sorta di oggetti brillanti o singolari che venisse loro fatto di trovare. I selvaggi dei nostri giorni si adornano per ogni verso di piumedi collanedi smanigliedi orecchiniecc. Si dipingono il corpo nelle più svariate fogge. "Se le nazioni dipintecome osserva Humboldtfossero state studiate tanto attentamente quanto le nazioni coperte di vestiti si sarebbe veduto che la più fertile immaginazione ed il più mutevole capriccio hanno creato tanto le mode di pittura quanto quelle di vestiario".
In una parte dell'Africa le ciglia sono tinte di nero; in un'altra le unghie sono colorite di giallo o di porpora. In molti luoghi si tingono i capelli con varie tinte. Nei differenti paesi i denti vengono macchiati di nerodi rossodi azzurroecc.e nell'arcipelago Malese è una vergogna avere i denti bianchi come quelli di un cane. Non si può menzionare un grande paesedalle regioni polari a settentrione fino alla Nuova Zelanda a mezzogiornoin cui gli indigeni non sogliono screziarsi la pelle col cosidetto tatuaggio. Questa pratica era seguìta dagli Ebrei dell'antichità e dagli antichi Brettoni. In Africa alcuni fra gli indigeni si fanno il tatuaggioma è molto più comune farsi protuberanze sfregando con sale le incisioni fatte nelle varie parti del corpo; e queste sono considerate dagli abitanti del Cordofan e del Darfur "come grandi attrattive personali". Nei paesi arabi non vi ha bellezza perfetta a meno che le guance "o le tempia non siano state tagliate". Nell'America meridionalecome osserva Humboldtuna madre sarebbe accusata di colpevole indifferenza verso i suoi figli, se non adoperasse mezzi artificiali per foggiare il polpaccio della gamba secondo la moda del paese. Nel vecchio e nel nuovo continente la forma del cranio veniva anticamente modificata durante l'infanzia nel modo più straordinariocome è ancora il caso in molti luoghie cosiffatte deformità sono considerate come adornanti. Per esempioi selvaggi della Colombia considerano una testa molto piatta "come un punto principale di bellezza".
I capelli sono accuditi specialmente in vari paesi; sono lasciati crescere nella piena lunghezzatanto da giungere al terrenoo sono pettinati ed acconciati in "una compatta e crespa spazzola che è la gloria e l'orgoglio dei Papuani". Nell'Africa settentrionale "un uomo richiede un periodo di otto o dieci anni onde perfezionare la sua acconciatura". In altre nazioni il capo è rasoe nelle parti dell'America meridionale e nell'Africa anche le ciglia vengono sradicate. Gli indigeni del Nilo superiore si strappano i quattro denti incisividicendo che non vogliono rassomigliare ai bruti. Più verso il mezzogiornoi Batokas si strappano i due incisivi superioriciò checome osserva Livingstonedà alla faccia un aspetto schifoso per l'accrescimento della mascella inferiorema quelle genti trovano che la presenza degli incisivi è molto sgradevolee quando vedono gli Europei esclamano: "Guarda che grossi denti!". Il grande capo Sebituani cercò invano di modificare quella moda. In varie parti dell'Africa e nell'arcipelago Malese gli indigeni tagliano i denti incisivi in punte come quelle di una segao li forano con buchinei quali fanno entrare fuscellini.
Siccome in noi il volto è principalmente ammirato per la sua bellezzacosì nei selvaggi è la sede principale della mutilazione. In tutte le parti del mondoil settoe più raramente le ali del naso sono foratecon anelliverghettepenne ed altri ornamenti inseriti nei fori. In ogni luogo le orecchie sono forate e similmente adornee fra i Botucudos ed i Lenguas dell'America meridionale il foro viene graduatamente molto allargato che l'orlo inferiore tocca la spalla. Nell'America settentrionale e meridionale e nell'Africa il labbro superiore e l'inferiore sono forati; e fra i Botucudos il foro del labbro inferiore è tanto largo che un disco di legno del diametro di dieci centimetri vi si può inserire dentro. Mantegazza riferisce un curioso ragguaglio della vergogna che provò un indigeno dell'America del Sude delle beffe che gli vennero fatte quando vendette la sua tembeta - il grosso pezzo di legno colorito che attraversa il foro. Nell'Africa centrale le donne si forano il labbro inferiore e vi infilano un pezzo di cristallo il quale col muoversi della linguaha "un movimento rotatorio sommamente ridicolo durante la conversazione". La moglie del capo di Latooka disse a sir S. Baker che "sua moglie sarebbe stata molto meglio se si fosse strappati i quattro denti davanti della mascella inferioree avesse portata la lunga verghetta lucida di cristallo nel suo labbro inferiore". Sempre più verso mezzogiornonei Makaloloil labbro superiore è perforatoed un grande anello di metallo e bambùchiamato peleléè infilato nel buco. Questo fa sì che il labbro in un caso sporge cinque centimetri oltre la punta del naso; e quando una signora sorride la contrazione dei muscoli lo alza fino agli occhi.
Perchè le donne portano quelle cose? venne domandato al venerabile capo Chinsurdi. Evidentemente sorpreso a quella sciocca domandarispose: "Per farsi belle! Sono le sole cose che hanno di bello le donne; gli uomini hanno la barba; le donne non l'hanno. Che sorta di figura farebbe una donna senza il pelelé? Non sarebbe affatto una donna con una bocca come quella dell'uomoma senza barba".
Non v'ha quasi nessuna parte del corpo che sia rifuggita ad una non naturale modificazione. La somma di dolore cagionata in tal modo deve essere meravigliosamente grandeperchè molte di quelle operazioni richiedono parecchi anni per essere compiutecosicchè l'idea della loro necessità deve essere ben imperiosa. I motivi sono vari; gli uomini si dipingono il corpo per sembrar terribili in battaglia; certe mutilazioni hanno relazione con riti religiosi; oppure segnano l'età adultao la condizione sociale dell'uomoo servono a distinguere le tribù. Siccome presso i selvaggi le stesse mode prevalgono per lunghi periodile mutilazioniqualunque ne fosse la prima causavennero in breve stimate come segni distintivi. Ma l'ornamento della personala vanità e l'ammirazione degli altri sembrano essere le cause più predominanti. Rispetto all'uso di farsi il tatuaggiomi fu detto dai missionari della Nuova Zelanda che quando tentavano di persuadere qualche fanciulla ad abbandonare quell'usoesse rispondevano: "Dobbiamo farci qualche linea sulle labbraaltrimenti quando diverremo vecchie saremo troppo brutte". Negli uomini della Nuova Zelanda un giudice molto competente dice "avere il volto finamente screziato col tatuaggio era la grande ambizione dei giovanitanto per rendersi accetti alle signorequanto per sembrar vistosi in guerra". Una stella di tal sorta stampata sulla fronte ed una macchia sul mento sono considerate dalle donne di una parte dell'Africa come attrattive irresistibili. Nella maggior partema non in tutto il mondogli uomini sono molto più adorni che non le donnee spesso in modo differente; talorasebbene di radole donne non sono affatto adorne. Siccome le donne presso i selvaggi sono obbligate a compiere la maggior parte del lavoroe non si danno loro le migliori sorta di cibocosì concorda col caratteristico egoismo dell'uomoche esse non abbianonè possano far usodegli ornamenti più belli. Infine è un fatto notevolecome abbiamo dimostrato nelle precedenti citazioniche le medesime mode nel modificare la forma del caponell'ornarsi i capellinel dipingersinel farsi il tatuaggionel forarsi il nasole labbra o le orecchienello strapparsi o riempirsi i dentiecc.prevalgono ora ed hanno da lungo tempo prevalso nelle più lontane parti del mondo. È sommamente improbabile che queste pratiche che sono seguite da tante nazioni distinte siano dovute alla tradizione da qualche sorgente comune. Indicano piuttosto la somiglianza intima della mente dell'uomoa qualunque razza appartenganello stesso modo come gli usi quasi universali del ballaredel travestimento e del fare rozze pitture.

Dopo avere esposto queste osservazioni preliminari intorno all'ammirazione provata dai selvaggi per vari ornamentie per le deformità che ai nostri occhi sono orribilivediamo fino a qual punto gli uomini siano attirati dall'aspetto delle loro donnee quali siano le loro idee in. torno alla bellezza. Siccome ho udito asserire che i selvaggi sono al tutto indifferenti alla bellezza delle loro donneconsiderandole unicamente come schiavesarà bene osservare che questa conclusione non concorda affatto colla cura che le donne si prendono per ornarsio colla loro vanità. Burchell riferisce un divertente fatto di una donna Bushche soleva adoperare tanto grassoocra rossae polvere risplendente "che avrebbe mandato in rovina il marito più ricco". Faceva pompa del pari di "molta vanità ed una evidente consapevolezza della sua superiorità" Il signor Winwood Reade m'informa che i neri della costa occidentale discutono sovente la bellezza delle loro donne. Alcuni osservatori competenti hanno attribuito la pratica orribile sebbene comune dell'infanticidio in parte al desiderio che provano le donne di conservare il loro bell'aspetto. In parecchie regioni le donne portano amuleti e filtri amorosi per acquistare l'affetto degli uomini; e il signor Brown annovera quattro piante adoperate per questo scopo dalle donne dell'America nord-ovest.
Hearneche visse molti anni fra gli indiani di Americae che era un eccellente osservatorediceparlando delle donne: "Domandate ad un indiano del Nord che cosa sia la bellezzaed egli risponderàuna faccia largapiattaocchi piccolizigomi sporgentitre o quattro larghe linee nere sopra ogni guanciafronte bassamento largoquadronaso grosso ad uncinocolorito affumicatoe le mammelle che pendono fino alla cintura". Pallasil quale visitò le parti settentrionali dell'impero Cinesedice: "sono colà preferite quelle donne che hanno aspetto di Mandschuvale a dire il volto largogli zigomi sporgentiil naso larghissimoe le orecchie enormi"; e Vogt osserva che l'ubiquità dell'occhioche è propria dei Cinesi e dei Giapponesiviene esagerata a bella posta nei loro dipinticome "per mostraresembrala loro bellezzache fa contrasto cogli occhi dei barbari dai capelli rossi". È. una cosa notissimacome osserva ripetutamente Hueche i Cinesi dell'interno considerano gli Europei orribili per la loro pelle bianca ed il naso prominente. Secondo il nostro modo di vedereil naso è tutt'altro che prominente negli indigeni di Ceylan; tuttavia "i Cinesi nel settimo secoloavvezzi alle fattezze piatte delle razze Mogulfurono sorpresi alla vista dei nasi prominenti dei Cingalesi; e Thsang li descrive siccome forniti di un becco d'uccello col corpo di un uomo".
Finlaysondopo aver minutamente descritto il popolo della Cocincinadice che le loro teste e le loro facce rotonde sono i loro principali caratteried aggiungela rotondità di tutto il loro aspetto appare più spiccata nelle donne, le quali sono considerate tanto più belle quanto più presentano questa forma di faccia. I Siamesi hanno piccolo naso con narici divergentiuna bocca larga con labbra alquanto grosseil volto notevolmente largocogli zigomi sporgenti e grossi. Non v'ha quindi da stupirsi che "la bellezzasecondo il nostro modo di vederesia loro ignota. Tuttavia essi considerano le loro donne molto più belle che non quelle d'Europa".
Tutti sanno che in molte donne Ottentote la parte posteriore del corpo sporge in modo singolare; esse sono steatopigie; e sir Andrea Smith è certo che questa particolarità è molto ammirata dagli uomini. Egli vide una volta una donna la quale era tenuta in conto di bellissimache aveva la parte posteriore talmente sviluppatache quando era seduta per terra non poteva alzarsie doveva trascinarsi finchè trovasse sul terreno qualche rialzo. Alcune donne nelle varie tribù nere sono caratterizzate nello stesso modo; e secondo Burtongli uomini Somal "scelgonoda quanto dicesile loro mogli mettendole in fila e prendendo quella che sporge di più a tergo. Non v'ha nulla che dispiaccia più ad un nero quanto la forma opposta".
Rispetto al colorei neri si burlavano di Mungo Park per la bianchezza della sua pelle e pel suo naso sporgenteche consideravano entrambi come "conformazioni spiacevoli all'occhio e non naturali". Egli in cambio lodava il nero lucente della loro pelle e la delicata depressione del loro naso; così egli eracome dicevano essi "una bocca di miele"intanto gli davano da mangiare. Anche i Mauri Africani "facevano il cipiglio e parevano rabbrividire" per la bianchezza della sua pelle. Sulla costa orientalei fanciulli quando videro Burtonsclamarono: "Guarda l'uomo bianconon rassomiglia egli ad una scimmia bianca?". Sulla costa occidentalecome mi comunica il signor Windwoad Readei neri ammirano una pelle nerissima molto più che non una tinta più chiara. Ma il loro orrore per la bianchezza può essere in parte attribuitosecondo lo stesso viaggiatorealla credenza della maggior parte dei neri che i demoni e gli spiriti siano bianchi.
I Banyai della parte più meridionale del continente sono nerima moltissimi sono di una tinta chiara caffè e latte, ed invero questo colore è considerato bello in tutto il continentecosì noi abbiamo qui un'altra sorta di gusto. Nei Cafiriche differiscono molto dai nerila pelle, tranne nelle tribù presso il golfo Delagoa, non è per solito nera, mentre il colore dominante è un misto di nero e di rosso, ed il più comune è il color cioccolata. Il colorito oscuro essendo il più comune è naturalmente tenuto in maggior conto. Dire ad un Cafiro che ha la pelle chiara o simile ad un bianco, sarebbe fargli un ben meschino complimento. Ho udito parlare di un pover'uomo il quale era tanto chiaro di colore che nessuna fanciulla voleva sposarlo. Uno dei titoli del re Zulu è "Tu che sei nero". Il signor Galtonparlando dei nativi del Sud Africaosservava che la loro idea intorno alla bellezza sembra differire molto dalla nostra; perchè in una tribùdue sorellesottili e graziose fanciullenon erano ammirate dagli indigeni.
Veniamo ora alle altre parti del mondo; a Giavauna fanciulla gialla e non bianca è consideratasecondo la signora Pfeiffercome una bellezza. Un uomo della Cocincina "parlava con disprezzo della moglie dell'ambasciatore inglese perchè aveva i denti bianchi come quelli di un canee la tinta rosea come quella del fiore della patata". Abbiamo veduto che i Cinesi non amano la nostra pelle biancae che gli Americani del Nord ammirano "una tinta affumicata". Nel Sud Americagli Yuracarasche abitano i pendii boscheggianti ed umidi delle Cordigliere orientalihanno un colore sommamente pallidocome esprime il loro nome nella loro lingua; nondimeno considerano le donne europee come molto inferiori alle loro proprie.
In varie tribù dell'America settentrionale i capelli divengono prodigiosamente lunghie Catlin riferisce una prova curiosadel come sia ciò stimatoperchè il capo dei Crows fu eletto a quest'ufficio per avere i più lunghi capelli di qualunque uomo della tribùcioè tre metri e quindici centimetri. Gli Aymaras ed i Quichaus del sud Americahanno pure capelli lunghissimie ciòsecondo quello che ho imparato dal signor Dottor Forbesè tanto considerato come una grande bellezzache tagliarli sarebbe il più gran castigo che si potrebbe infligger loro. Nelle due metà del continente gli indigeni talora aumentano l'apparente lunghezza dei loro capelli intrecciandoli con sostanze fibrose. Quantunque i capelli siano così apprezzatii peli del volto sono considerati dagli Indiani del Nord America "come molto volgari" ed ogni pelo è strappato con cura. Questa pratica domina in tutto il continente americano dall'isola di Vancouver a settentrione fino alla terra del Fuoco al mezzogiorno. Quando York Minsterun indigeno della Terra del Fuoco che era a bordo della Beagle venne riportato al suo paesegl'indigeni gli dissero che doveva sradicarsi i pochi e brevi peli della sua faccia. Essi minacciarono pure un giovane missionarioche era stato lasciato per un certo tempo con essidi metterlo nudo per strappargli tutto il pelo dal volto e dal corposebbene non fosse per nulla un uomo molto peloso. Questa moda è spinta tanto in là che gli Indiani del Paraguay sradicarono le loro ciglia e le sopraccigliadicendo che non vogliono rassomigliare a cavalli.
È cosa notevole che in tutto il mondo le razze le quali sono quasi al tutto sprovviste di barba non amano i peli del volto e del corpoed hanno cura di sradicarli. I Calmucchi sono senza barbae si sa molto benechecome gli Americanisi sradicano tutti i peli; e così fanno pure i Polinesialcuni Malesi ed i Siamesi. Il signor Veitch afferma che le signore Giapponesi "criticavano tutte le nostre fedineconsiderandole come cosa molto bruttae ci consigliavano di tagliarleonde rassomigliare ai Giapponesi". Gli abitanti della Nuova Zelanda sono senza barba; si sradicano con gran cura i peli del voltoed hanno un motto che dice: "Non v'ha donna per uomo peloso".
D'altra partele razze barbute ammirano e stimano grandemente le loro barbe; fra gli Anglo-Sassoniogni parte del corposecondo le loro leggiaveva un valore riconosciutola perdita della barba era stimata a venti scellini, mentre la rottura di una coscia era calcolata solo dodici. In Oriente gli uomini giurano solennemente per la loro barba. Abbiamo veduto che Chinsurdiil capo dei Makaloli in Africaconsiderava evidentemente la barba come un grande ornamento. Nei Figiani del Pacificola barba è abbondante ed ispidaed è il loro maggior orgoglio; mentre gli abitanti degli arcipelaghi adiacenti di Tonga e di Samoa sono "senza barbae detestano un mento ruvido". In una sola isola del gruppo delle Ellici "gli uomini hanno molta barbae non ne vanno poco alteri".
Noi vediamo quindi in quanti modi diversi le razze umane differiscano nel loro gusto del bello. In ogni nazione sufficientemente avanzata da avere fatto effige dei loro Dei o dei loro dominatori deificatinon v'ha dubbio che gli scultori hanno cercato di esprimere il loro più alto ideale di beltà e di grandezza. Con questo modo di vedere è bene paragonare nelle nostre: menti le statue greche di Giove e di Apollo colle Egizie e le Assire; e queste cogli orridi bassorilievi delle costruzioni diroccate dell'America centrale.
Io ho incontrato pochissimi fatti che diano una smentita alla suddetta conclusione. Il signor Winwood Readetuttaviache ha avuto ampie opportunità per fare osservazioninon solo coi neri della costa occidentaledell'Africama con quelli dell'interno che non hanno mai avuto che fare con Europeiè convinto che le loro idee intorno alla bellezza sono in complesso simili alle nostre. Egli ha osservato ripetutamente che le sue concordavano con quelle dei neri intorno alla estimazione della bellezza delle fanciulle indigene; e che il loro apprezzamento della bellezza delle donne europee corrispondeva al nostro. Essi ammirano i capelli lunghied adoperano mezzi artificiali per farli comparire abbondanti; ammirano anche la barbasebbene essi ne siano scarsamente forniti. Il signor Reade non è ben certo qual sorta di naso essi apprezzino: egli ha udito una fanciulla dire: "Non voglio sposarlo perchè non ha naso"; e questo dimostra che un naso molto piatto non è oggetto di ammirazione. Tuttaviadobbiamo tenere a mente che il naso molto depresso e le mascelle molto sporgenti dei neri della costa occidentale sono tipi eccezionali negli abitanti dell'Africa. Malgrado i sovra citati fattiil signor Reade non crede probabile che i neri preferirebbero mai le donne più belle di Europaper ciò che riguarda semplicemente l'ammirazione fisicaad una avvenente nera.
La verità del principiosul quale insisteva molto tempo fa Humboldtche l'uomo ammira e sovente cerca di esagerare qualsiasi carattere che la natura possa avergli datoè dimostrata in vari modi. La pratica delle razze senza barbache estirpano ogni traccia di barbae generalmente tutti i peli del corpone offre un esempio. Il cranio è stato molto modificato durante i tempi antichi e moderni da molte nazioni; e non vi può essere guari dubbio che questo sia stato praticatospecialmente nell'America settentrionale e meridionaleonde esagerare qualche particolarità naturale ed ammirata. Si sa che molti Indiani Americani ammirano una testa appiattita ad un grado così estremo tanto da parere a noi simile a quella di un idiota. Gli indigeni della costa nord-ovest si comprimono il capo in un cono aguzzoed è la loro pratica costante di raccogliersi i capelli in un ciuffo sull'apice del capoallo scopocome osserva il D. Wilsondi accrescere l'apparente altezza della loro forma prediletta a cono. Gli abitanti di Arakhan "ammirano una fronte largalisciaed onde produrlalegano una piastra di piombo sul capo dei loro bambini appena nati". D'altra parteun occipite largo, bene arrotondato viene considerato come una grande bellezzadagli indigeni delle isole Fiji.
Come pel craniocosì pel naso; gli antichi Unni durante il secolo di Attila solevano appiattire il naso dei loro bambini con fasciatureaffine di esagerare una conformazione naturale. Negli abitanti di Taitiessere chiamato naso lungo viene considerato come un insultoed essi comprimono il naso e la fronte dei loro bambini per farli più belli. Così segue pure fra i Malesi di SumatraOttentoticerti Nerie gl'indigeni del Brasile. I Cinesi hanno naturalmente piedi piccolissimi; e tutti sanno che le donne delle classi superiori si deformano i piedi per farli sempre più piccoli. InfineHumboldt crede che gl'indigeni Americani preferiscono di colorire il loro corpo di rosso onde esagerare la loro tinta naturale; e fino a poco tempo fa le donne europee accrescevano il loro vivace colorito naturale con liscio bianco e rosso; ma dubito che molte nazioni barbare abbiano avuto una intenzione particolare nel dipingere il loro corpo.
Nelle mode dei nostri vestiti vediamo esattamente lo stesso principio e lo stesso desiderio di spingere ogni particolare all'estremo; noi mostriamo pure lo stesso spirito di emulazione. Ma le mode dei selvaggi sono molto più permanenti che non le nostre; ed ogniqualvolta i loro corpi sono modificati artificialmente questo è di necessità il caso. Le donne arabe del Nilo superiore impiegano circa tre giorni per acconciarsi i capelli; esse non imitano mai altre tribùma semplicemente si contendono a vicenda la supremazia della loro propria foggia. Il dottor Wilsonparlando dei cranii compressi di varie razze Americaneaggiungequesti usi sono fra i meno facili da sradicare, e sopravvivono lungamente all'urto dei rivolgimenti che mutano le dinastie, e cancellano particolarità nazionali più importanti.
Lo stesso principio viene largamente in giuoco nell'arte della scelta; e noi possiamo comprendere in tal modo, come ho già spiegato altrove, il meraviglioso sviluppo di tutte le razze di animali e di piante che si tengono soltanto per scopo di ornamento. I dilettanti desiderano sempre che un dato carattere venga in certo modo accresciuto; non ammirano un livello mezzano; certamente non vogliono nessun grande e repentino mutamento nel carattere delle loro razze; ammirano solo ciò che sono avvezzi a vedere, ma desiderano ardentemente di vedere ogni lineamento caratteristico un po' più sviluppato.
Senza dubbio le forze di percezione dell'uomo e degli animali più bassi sono costituite per modo che i colori brillanti e certe forme, come pure i suoni armoniosi e ritmici, producono piacere e sono detti belli; ma la cagione di ciò non la conosciamo più di quello che conosciamo la cagione per cui certe sensazioni del corpo sono spiacevoli ed altre sono sgradevoli. Non è certo vero che siavi nella mente dell'uomo un qualche modello universale di bellezza rispetto al corpo umano. Tuttavia, è possibile che certi gusti possano nel corso del tempo divenire ereditari, sebbene io non abbia prove in favore di questa credenza; e se questo fosse vero, ogni razza avrebbe il suo innato modello ideale, della bellezza. È stato asserito che la bruttezza consiste nell'approssimarsi alla struttura di qualche animale più basso, e senza dubbio questo è vero per le nazioni più incivilite, nelle quali l'intelletto è più altamente apprezzato; ma un naso due volte più prominente, e gli occhi due volte più grandi del consueto, non si accosterebbero per nulla alla struttura di nessun animale più basso, e tuttavia sarebbero al tutto brutti ed orridi. Gli uomini di ogni razza preferiscono ciò che son soliti a vedere; non possono sopportare nessun grande mutamento; ma piace loro la varietà, ed ammirano ogni punto caratteristico portato ad un estremo moderato. Gli uomini avvezzi ad un volto quasi ovale, a fattezze diritte e regolari, ed a colori brillanti, ammirano, come sappiamo noi europei, questi particolari quando sono più fortemente sviluppati. D'altra parte gli uomini avvezzi ad una faccia larga, a zigomi sporgenti, a un naso depresso, ad una pelle nera, ammirano questi particolari allorchè sono fortemente sviluppati. Senza dubbio caratteri di ogni sorta possono agevolmente essere troppo sviluppati per essere belli. Quindi una bellezza perfetta, che comprende molti caratteri modificati in un modo particolare, sarà in ogni razza un prodigio. Come disse molto tempo fa il grande anatomico Bichat, se ognuno fosse stato sullo stesso modello, non vi sarebbe più la bellezza. Se tutte le nostre donne divenissero tanto belle quanto la Venere dei Medici, per un certo tempo questo ci piacerebbe, ma in breve desidereremmo variare; ed appena avremmo ottenuto la varietà, desidereremmo vedere certi caratteri nelle nostre donne un poco esagerati oltre il modello comune allora esistente.


CAPITOLO XX.

CARATTERI SESSUALI SECONDARI DELL'UOMO, cont.

Intorno agli effetti della continua scelta delle donne secondo un differente modello di bellezza in ogni razza - Delle cause che intralciano la scelta sessuale nelle nazioni incivilite e selvagge - Condizioni favorevoli alla scelta sessuale durante i tempi primitivi - Del modo di azione della scelta sessuale nell'umanità - Delle donne, le quali nelle tribù selvagge hanno qualche facoltà di scegliersi il marito - Mancanza di peli sul corpo e sviluppo della barba - Colore delle pelle - Sommario.

Nell'ultimo capitolo abbiamo veduto che in tutte le razze barbare, gli ornamenti, le vesti, e l'aspetto esterno sono molto apprezzati, e che gli uomini considerano la bellezza delle loro donne secondo un molto vario concetto. Dobbiamo ora ricercare se questa preferenza e la conseguente scelta durante molte generazioni di quelle donne, che appaiono agli uomini di ogni razza le più avvenenti, abbia alterato il carattere delle femmine sole o dei due sessi. Nei mammiferi la regola generale sembra essere che ogni sorta di carattere acquistato mercè la scelta sessuale delle femmine venga comunemente trasmessa alla prole dei due sessi. Se un qualche mutamento fosse stato in tal modo operato, è quasi certo che le differenti razze sarebbero state differentemente modificate, siccome ognuna ha un concetto suo particolare intorno alla bellezza.
Nel genere umano, specialmente nei selvaggi, molte cause intralciano l'azione della scelta sessuale, per quello almeno che concerne la struttura del corpo. Gli uomini inciviliti sono molto più attratti dalle grazie della mente nelle donne, dalla loro ricchezza e specialmente dalla loro posizione sociale; perchè di rado gli uomini prendono una moglie in un livello sociale molto inferiore al loro. Gli uomini che riescono ad ottenere le donne più belle, non avranno per ciò maggiore probabilità di lasciare una più lunga fila di discendenti che non gli altri uomini che hanno la moglie meno bella, eccettuato quei pochi che legano la loro fortuna secondo la legge di primogenitura. Rispetto all'altra sorta di scelta, cioè quella operata delle donne per gli uomini più seducenti, sebbene nelle nazioni incivilite le donne abbiano libera o quasi libera la scelta, ciò che non è il caso nelle razze barbare, tuttavia la loro scelta è sommamente sottoposta alla ricchezza ed alla posizione sociale degli uomini; e la riuscita degli ultimi nella vita dipende grandemente dalle loro forze intellettuali e dalla loro energia, o dai frutti di queste medesime forze nei loro antenati.
V'ha tuttavia ragione per credere che la scelta sessuale abbia avuto qualche effetto nelle nazioni semi-incivilite. Molte persone sono convinte, come sembrami giustamente, che i membri della nostra aristocrazia, comprendendo in tal nome tutte le famiglie ricche nelle quali ha prevalso da lungo tempo la primogenitura, per aver scelto per mogli durante molte generazioni da tutte le classi le donne più belle, sono divenuti più belli, secondo il concetto europeo della bellezza, che non le classi medie; tuttavia le classi medie sono collocate in condizioni di vita ugualmente favorevoli pel perfetto sviluppo del corpo. Cook avverte che la superiorità nell'aspetto della persona che si osserva nei nobili di tutte le altre isole (del Pacifico) si incontra nelle isole Sandwich"; ma questo può essere dovuto principalmente al loro miglior nutrimento e al loro modo di vita.
L'antico viaggiatore Chardindescrivendo i Persianidice "che il loro sangue ora è divenuto molto più fino per gl'incrociamenti frequenti colle Giorgiane e colle Circassedue nazioni che superano tutte le altre nella bellezza della persona. Non vi è guari un uomo di alto rango in Persia che non sia nato da una madre Giorgiana o da una Circassa". Ed aggiungeche ereditano della loro bellezzanon dai loro antenati, perchè senza il suddetto miscuglio, gli uomini di condizione in Persia, che sono discendenti dai Tartari, sarebbero sommamente brutti. Qui si presenta un caso curioso; le sacerdotesse che custodivano il tempio di Venere Ercinia a San Giuliano in Siciliaerano scelte per la loro bellezza in tutta la Grecia; non erano vergini vestalie Quatrefragesche fece questa osservazionedice che le donne di San Giuliano sono anche oggi rinomate per essere le più belle dell'isolae sono ricercate per modelle dagli artisti. Ma è evidente che la prova nei suddetti casi è assai dubbia.
Il caso seguentesebbene riguardi i selvaggiè degno per la sua singolarità di essere riferito. Il signor Winwood Reade mi comunica che i Giollofitribù nera della costa occidentale dell'Africasono notevoli per la uniformità della loro bella apparenza". Un suo amico richiese ad uno di quegli uomini: "Come va che ognuno che incontro è così bellonon solo dei vostri uominima anche delle vostre donne?" Il Giollofo rispose: "È facile da spiegare: abbiamo sempre avuto l'uso di scegliere le nostre schiave più brutte e venderle". Non vi è bisogno di aggiungere che fra tutti i selvaggi le schiave servono come concubine. Che questo nero attribuissea ragione o a tortola bella apparenza della sua tribù alla lunga e continua diminuzione delle donne bruttenon deve sorprendere quanto parrebbe; perchè ho dimostrato altrove che i neri comprendono pienamente l'importanza della scelta nelle razze dei loro animali domestici potrei riferire intorno a ciò prove del signor Reade.

Delle cause che impediscono od arrestano l'azione della scelta sessuale nei selvaggi. - Le cause principali sono: primoi così detti matrimoni comunali o di commercio promiscuo; secondol'infanticidiospecialmente delle bambine; terzoi matrimoni troppo precoci; ed infinela bassa stima in cui sono tenute le donnecome vere schiave. Questi quattro punti vanno studiati un po' particolarmente.
È cosa evidente che fintanto che l'appaiamento dell'uomoo di qualunque altro animaleè lasciato al casosenza che nessuna scelta venga operata da uno dei due sessinon vi può essere scelta sessuale; e non verrà prodotto nessun effetto sulla prole da quei certi individui che avessero avuto un vantaggio sugli altri nel loro corteggiamento. Ora è riconosciuto che ai nostri tempi esistono tribù che praticano ciò che Sir J. Lubbock chiama per cortesia matrimoni comunali; vale a diretutti gli uomini e tutte le donne di una tribù sono mariti e mogli di tutti. La dissolutezza di molti selvaggi è senza dubbiomeravigliosamente grandema sembrami che sia necessaria qualche altra prova prima di ammettere pienamente che il loro esistente commercio sia assolutamente promiscuo. Nondimeno tutti quelli che hanno studiato da vicino l'argomento e di cui il giudizio val molto più del miocredono che il matrimonio comunale fosse la forma originaria e universale che prevalesse in tutto il mondocomprese anche le unioni fra fratello e sorella. La prova indiretta a favore di questa credenza è sommamente fortee si fonda principalmente sui termini di parentela che sono adoperati fra i membri della stessa tribùche implicano una relazione colla tribù solae non con uno dei due genitori. Ma l'argomento è troppo grande e complesso perchè se ne possa riferire qui anche solo un estrattoe mi limiterò a poche osservazioni. È cosa evidente che nel caso di matrimonio comunaleo anche di unioni molto rilasciateche la parentela del bambino con suo padre non può essere conosciuta. Ma sembra quasi incredibile che la parentela del bimbo colla madrepossa essere stata al tutto ignoratamassimamente che le donne nella maggior parte delle tribù selvagge allattano i loro bambini per un tempo assai lungo. Quindi in molti casi la linea di discendenza viene tracciata dalla madre solaescludendone il padre. Ma in molti altri casi i termini adoperati esprimono una relazione colla tribù solaescludendone anche la madre. Sembra possibile che l'intimità fra i membri parenti della medesima tribù barbaraesposta ad ogni sorta di pericolipotesse essere tanto più importantea cagione del bisogno di aiuto e di vicendevole protezioneche non fra madre e figliotanto da produrre il solo uso di nomi esprimenti la primiera parentela; ma il signor Morgan è convinto che questo modo di vedere non è per nulla sufficiente.
I termini di parentela adoperati nelle differenti parti del mondo possono essere divisisecondo l'autore testè citatoin due grandi classila classificatoria e la descrittival'ultima viene adoperata da noi. Si è il sistema classificatorio che induce a credere che la forma di matrimonio comunale o altre forme sommamente rilasciate fossero in origine universali. Ma per quanto io posso vederenon v'ha alcuna necessità per questo di credere ad un commercio assolutamente promiscuo; e son lieto di vedere che questa è l'opinione di sir J. Lubbock. Gli uomini e le donnecome molti fra gli animali sottostantipossono dapprima aver formato unioni intime sebbene temporanee per ogni nascitae in tal caso può esserne derivata altrettanta confusione nei termini di parentela quanto nel caso del commercio promiscuo. Per quello che ha rapporto colla scelta sessualetutto quello che si richiede è che la scelta si compia prima dell'unione dei genitorie non importa se le unioni durano per tutta la vita o soltanto per una stagione.
Oltre le prove ottenute dai termini di parentelaaltri dati ci indicano la primiera grande prevalenza del matrimonio comunale. Sir J. Lubbock molto ingegnosamente attribuisce la strana ed estesa costumanza della exogamia- vale a direche gli uomini di una tribù prendono sempre le mogli di una tribù distinta- a ciò che il comunismo fu la forma originaria di matrimonio; cosicchè un uomo non si guadagnava mai una moglie per se stesso a meno che non l'avesse rapita da una tribù vicina e nemicae allora essa sarebbe divenuta naturalmente sua assoluta proprietà. Così può aver avuto origine la pratica di impadronirsi delle mogli; e per l'onore che si otteneva in tal modo è possibile che abbia finito per divenire un abito universale. Possiamo anche comprenderesecondo sir J. Lubbockla necessità di espiazione pel matrimonio come una infrazione ai riti della tribù, dacchè secondo le antiche idee, un uomo non aveva diritto di appropriarsi quello che apparteneva a tutta la tribù. Sir J. Lubbock riferisce inoltre un curiosissimo complesso di fatti che dimostrano che nei tempi antichi erano molto onorate quelle donne che erano al tutto licenziose; e ciòcome egli spiegasi comprendese ammettiamo che il commercio promiscuo esistesse originalmente e fosse un uso molto onorato nella tribù.
Sebbene il modo in cui si è sviluppato il legame nuziale sia un argomento oscurocome possiamo dedurre dalle opinioni divergentiintorno a parecchi puntidei tre autori che l'hanno studiato più attentamentecioèil signor Morganil signor M. Lennan e sir J. Lubbocktuttavia dalle precedenti e da altre varie sorgenti di prove sembra certo che l'uso del matrimonio sia andato sviluppandosi graduatamentee che il commercio quasi promiscuo fosse una volta molto comune in tutto il mondo. Tuttavia dall'analogia degli animali più bassie più particolarmente di quelli che sono più vicini all'uomo nella serienon posso credere che il commercio assolutamente promiscuo prevalesse anticamentequando l'uomo era appena giunto al suo attuale posto nella scala zoologica. L'uomocome ho cercato dimostrareha avuto origine certamente da qualche natura scimmiforme. Nei quadrumani attualiper quello che sappiamo intorno ai loro costumii maschi di alcune specie sono monogamima vivono durante solo una parte dell'anno colle femminecome sembra essere il caso negli oranghi. Parecchie speciecome alcune delle scimmie indiane ed americanesono strettamente monogamee stanno insieme alle loro mogli per tutto l'anno. Altre sono poligamecome il gorilla e parecchie specie americaneed ogni famiglia vive separata. Anche quando questo ha luogole famiglie che abitano lo stesso distretto sono probabilmente fino a un certo punto socialiper esempio lo scimpanzès'incontra alle volte in grandi branchi. Parimentealtre specie sono poligamema vari maschiognuno colle proprie femminevivono associati in massacome in parecchie specie di babbuini. Noi possiamo infine conchiudere da tutto ciò che vediamo della gelosia di tutti i quadrupedi maschiarmaticome sono molticon armi speciali per battere i loro rivaliche il commercio promiscuo in uno stato di natura è sommamente improbabile. L'unione non può durare per tutta la vitama solo per ogni nascita; tuttavia se i maschi. che sono i più forti o i meglio acconci per difendere o altrimenti assistere le loro femmine e i loro piccolifossero per scegliere le femmine più attraentiquesto basterebbe per l'opera della scelta sessuale.
Perciòse noi risaliamo col pensiero nel corso del tempoè sommamente improbabile che gli uomini primitivi vivessero promiscuamente assieme alle donne. Giudicando dagli abiti sociali dell'uomo come esiste attualmentee da ciò che la maggior parte dei selvaggi sono poligamiil modo di vedere più probabile è che l'uomo primitivo vivesse in origine in piccole comunitàognuno con quante mogli egli potesse mantenere ed ottenerele quali egli avrà custodito gelosamente contro tutti gli altri uomini. Oppure avrà vissuto solo con parecchie moglicome il gorilla; perchè tutti gli indigeni sono d'accordo per dire "che un maschio adulto si vede in un branco; quando il maschio giovane crescenasce una contestazione per avere la supremaziaed il più forteuccidendo o scacciando gli altrisi pone alla testa della comunità". I maschi più giovaniessendo così espulsied obbligati ad andar vagantiquando alla fine riescono a trovarsi una compagna impediscono le relazioni troppo intime nei limiti della stessa famiglia.
Quantunque i selvaggi siano ora sommamente licenziosie sebbene i matrimoni comunali possano aver avuto anticamente una grande prevalenzatuttavia molte tribù praticano una qualche forma di matrimonioma di natura molto più rilasciata che non quella delle nazioni incivilite. La poligamiacome abbiamo detto poc'anziè quasi universalmente praticata dai duci di ogni tribù. Tuttaviavi sono certe tribù collocate quasi al fondo della scala socialeche sono strettamente monogame. Questo è il caso dei Veddah di Ceylan; che hanno per proverbiosecondo ciò che dice sir J. Lubbockche la morte sola può separare il marito dalla moglie. Un capo Kandyan assai intelligentepoligamo naturalmenteera al tutto scandalizzato della barbara usanza di vivere con una moglie sola, senza mai separarsene tranne per la morte. Eradicevalo stesso come nelle scimmie Wanderoo. Io non pretenderò congetturare se i selvaggi i quali ora seguono una qualche forma di matrimoniosia poligamo o monogamoabbiano conservato questo abito dai tempi primitivioppure se siano ritornati a qualche forma di matrimoniodopo aver passato per uno stadio di commercio promiscuo.

Infanticidio. - Questa pratica è ora comunissima in tutto il mondoe v'ha ragione per credere che abbia prevalso molto più estesamente durante i tempi primitivi. I Barbari trovano difficile mantenere loro e i loro figlied è più semplice ucciderli. Nell'America meridionale in alcune tribùcome afferma Azaraanticamente si distruggevano tanti bambini dei due sessiche corsero rischio di estinguersi. Nelle isole della Polinesia si sa che le donne uccidono da quattro o cinque ed anche dieci dei loro figli; ed Ellis non potè trovare una sola donna che non ne avesse ucciso almeno uno. In ogni luogo in cui prevale l'infanticidio la lotta per l'esistenza sarà molto meno durae tutti i membri della tribù avranno quasi la stessa probabilità di allevare i figli che loro rimangono. Nella maggior parte dei casi si distruggono un numero maggiore di bambine chè non di maschiperchè è evidente che questi ultimi sono di un valore molto più grande per la tribùsiccome essiquando siano cresciutiaiuteranno a difenderlae possono mantenersi. Ma la fatica che provano le donne nell'allevare i figlila conseguente perdita della bellezzail maggior valore che ne deriva per esse e la loro sorte più felicequando sono in numero ristrettosono i motivi che le donne medesimee con esse vari osservatoriadducono per l'infanticidio. In Australiaove l'infanticidio è ancora comunesir G. Grey valuta la proporzione delle donne indigene: agli uomini come una a tre; ma altri dicono come una a due. In un viaggio sulle frontiere orientali dell'Indiail colonnello Mac Culloch non trovò una sola bambina.
Allorchèin conseguenza dell'infanticidio femmininole donne di una tribù divengono poco numerosel'abito di rubare le mogli dalle tribù vicinedeve necessariamente avere origine. Tuttaviasir Lubbock attribuisce quella praticacome abbiamo vedutoprincipalmente ad una primieraesistenza di matrimonio comunaleed a ciò che gli uomini hanno quindi involato le donne alle altre tribù per tenerle poi come loro esclusiva proprietà. Si potrebbero anche addurre altre causeper esempioche essendo piccolissime le comunitàle donne da marito in quel caso sono spesso deficienti. Che l'abito d'impadronirsi delle mogli fosse praticato molto estesamente durante i tempi primitivianche presso gli antenati delle nazioni civiliè chiaramente dimostrato da ciò che molte curiose usanze e cerimonie sono tuttora conservatedelle quali il signor M'Lennan ha dato una interessantissima relazione. Nei nostri matrimoni il comparesembra essere stato il principale istigatore dello sposo nell'atto del rapimento. Ora finchè gli uomini si sono procurate le mogli colla violenza e coll'astuzianon è probabile che abbiano scelto le donne più avvenenti; dovevano essere troppo lieti di aver potuto conquistare una donna qualunque. Ma appena la pratica di ottenere le mogli da una tribù distinta venne effettuata mercè lo scambiocome segue ora in molti luoghile donne più belle devono generalmente essere state comprate. Tuttavia l'incessante incrociamentofra tribù e tribù che segue necessariamente da qualsiasi forma di questo comunedeve aver avuto una certa tendenza a mantenere tutte le genti che abitavano lo stesso paese di carattere quasi uniforme; e ciò deve aver messo grande ostacolo alle forze della scelta sessuale nel rendere le tribù differenti.
La scarsità delle donne in conseguenza dell'infanticidio femmininoconduce pure ad un'altra praticala poliandriache è tuttora comune in varie parti del mondoe che anticamentesiccome crede il signor M'Lennanprevaleva quasi universalmente; ma quest'ultima conclusione è messa in dubbio dal signor Morgan e da sir J. Lubbock. Ogni qualvolta due uomini o più sono obbligati a sposare una donnaè certo che tutte le donne delle tribù saranno maritatee gli uomini non potranno scegliere le donne più attraenti. Ma in queste circostanze certamente le donne potranno operare una sceltae preferiranno gli uomini più attraenti. Per esempioAzaradescrive con quanta cura una donna Guana fa il patto per avere ogni sorta di privilegiprima di accettare uno o parecchi mariti; e gli uomini in conseguenza prendono insolita cura della loro persona. Gli uomini bruttissimi forse non riusciranno ad ottenere una moglieo ne avranno una in età più avanzatama gli uomini più belliquantunque più felici nell'ottenere moglienon lascerannoper quanto posso prevedereun maggior numero di figli per ereditare la loro bellezza che non i mariti meno belli delle stesse mogli

Matrimoni precoci e schiavitù della donna. - Presso molti selvaggi v'ha l'uso di maritare le figlie mentre sono al tutto bambine; e questo effettivamente impedisce che si possa esercitare la preferenza dalle due parti secondo l'aspetto della persona. Ma ciò non può impedire che le donne più avvenenti non vengano rapite in seguito o prese per forza ai loro mariti da uomini più potenti; e questo spesso ha luogo in Australiain Americaed in altre parti del mondo. Le stesse conseguenze rispetto alla scelta sessuale seguirebbero fino ad un certo punto quando le donne fossero considerate quasi esclusivamente come schiave o bestie da somacome è il caso per molti selvaggi. Tuttaviagli uominiin tutti i tempipreferiranno le schiave più belle secondo il loro concetto della bellezza.
Noi vediamo così che prevalgono parecchi usi nei selvaggi che debbono intralciare o al tutto arrestarel'azione della scelta sessuale. D'altra partele condizioni della vita a cui sono esposti i selvaggied alcuni del loro costumisono favorevoli alla scelta naturale; e questa sempre viene in giuoco unitamente colla scelta sessuale. Si sache i selvaggi soffrono duramente di carestie ricorrenti; non aumentano il loro nutrimento con mezzi artificiali; di rado stanno senza maritarsie generalmente si sposano giovani. In conseguenza debbono andar soggetti occasionalmente a dure lotte per l'esistenzae gli individui più privilegiati soli debbono sopravvivere.
Venendo ai tempi primitivi quando gli uomini avevano appena raggiunto il livello umanoessi avranno vissuto probabilmentecome e già riconosciutosia come poligami o temporaneamente come monogami. Il loro commerciogiudicando dalla analogianon sarebbe stato promiscuo. Essisenza dubbiodebbono aver difeso le loro femmine il meglio possibile da ogni sorta di nemicie debbono probabilmente avere cacciato per provvedere al loro mantenimentocome per quello dei loro figli. I maschi più forti e più destri saranno riusciti meglionella lotta per la vita e nell'ottenere femmine più attraenti. In quel primitivo periodo i progenitori dell'uomonon avendo ancora che deboli forze di ragionamento non avranno potuto prevedere lontane contingenze. Essi debbono essere stati governati più dai loro istinti ed anche meno dalla loro ragione di quello che siano i selvaggi dei nostri giorni. Essi non avranno in quel periodo parzialmente perduto uno dei più forti fra tutti gli istinticomune a tutti gli animali più bassicioè l'amore pei figli giovani: ed in conseguenza non avranno praticato l'infanticidio. Non vi sarà stata nessuna scarsità artificiale di donnee quindi non avrà avuto luogo la poliandria; non vi saranno state unioni troppo precoci; le donne non saranno state considerate come semplici schiave; i due sessise le femmine al pari dei maschi avranno potuto esercitare una sceltaavranno scelto i loro compagninon per le doti della mente o per le proprietào per la posizione socialema quasi solo per l'aspetto esterno. Tutti gli adulti saranno stati maritati o appaiatie tutti i figliper quanto sarà stato possibilesaranno stati allevati; cosicchè la lotta per l'esistenza sarà stata periodicamente in sommo grado dura. Così durante quei tempi primitivi tutte le condizioni per la scelta sessuale saranno state molto più favorevoli che non in un periodo più recentequando l'uomoaveva progredito nelle sue forze intellettualima aveva retroceduto nei suoi istinti. Perciòqualunque azione possa avere avuto la scelta sessuale nel produrre le differenze fra le razze umanee fra l'uomo ed i quadrumani più elevatiquesta azione deve essere stata più potente in un periodo di tempo remotissimo che non ai nostri giorni.

Del modo di azione della scelta sessuale nel genere umano. - Negli uomini primitivi nelle condizioni favorevoli testè addottee in quei selvaggi che attualmente praticano un qualche vincolo matrimoniale (ma che viene sottoposto ad un maggiore o minore intralciamento secondo che l'infanticidio femmininoi matrimoni precociecc.sono più o meno praticati)la scelta sessuale avrà probabilmente avuto l'azione seguente. Gli uomini più forti e più robusti - quelli che potevano difender meglio le loro famiglie e procurar loro il nutrimento mercè la cacciaed in seguito poi divenivano capi o duci - quelli che erano forniti delle armi migliori e che possedevano maggior ricchezza; come un numero più grande di cani o di altri animalisaranno riusciti ad allevare un numero maggiore di figliche non i membri più debolipiù poveri e più bassi della stessa tribù. Non vi può essere dubbio che questi uomini dovevano generalmente essere in grado di scegliere le donne più belle. Ai nostri tempi i capi di quasi ogni tribù in tutto il mondo riescono ad ottenere più di una moglie. Fino a poco tempo facome ho udito dal signor Mantellquasi ogni fanciulla della Nuova Zelandache era bellao prometteva di essere bellaera tapu di qualche capo. Nei Cafiricome asserisce il signor C. Hamilton "i capi sogliono generalmente scegliere le donne in un tratto di parecchie migliae sono molto tenaci nel fermare e confermare il loro privilegio". Abbiamo veduto che ogni razza ha il suo proprio modello di bellezzae sappiamo che è naturale all'uomo di ammirare ogni punto caratteristico nei suoi animali domesticiabitoornamentied aspetto personalequando siano un po' al di là del livello comune. Se dunque noi ammettiamo le suddette proposizionied a me non sembra possibile metterle in dubbiosarebbe una circostanza inesplicabilese la scelta delle donne più avvenenti operata dagli uomini più potenti di ogni tribùi quali potessero allevare in media un numero maggiore di figlinon avesse modificatodopo il corso di molte generazionifino ad un certo punto il carattere della tribù.
Nei nostri animali domesticiquando una razza forestiera è introdotta in un nuovo paeseo anche una razza indigena è accudita con attenzione e a lungosia per uso o per ornamentodopo passate parecchie generazioniovunque esistono mezzi di paragonesi trova una somma di mutamenti più o meno grande. Questo segue dalla scelta inconsapevole durante una lunga serie di generazioni - vale a direla conservazione degli individui più migliorati - senza che vi sia stato nessun desiderio od aspettazione di un cosiffatto risultato per parte dell'allevatore. Così purese due accurati allevatori riescono ad allevare per lo spazio di molti anni animali della stessa famigliae non li comparano fra loro o secondo il livello comunegli animali dopo un certo tempo si troveranno essere divenuticon meraviglia nei loro proprietariun po' differenti. Ogni allevatore ha espressocome lo esprime bene Von Nathusiusil carattere della sua propria mente- il suo proprio gusto e giudizio - nei suoi animali. Come si spiega allora il fattoche questi effetti non hanno luogo in seguito ad una scelta lungamente continuata delle donne più ammirate operata da quegli uomini di ogni tribùche possono allevare fino allo stato adulto un maggior numero di figli? Questa sarebbe scelta inconsapevoleperchè verrebbe prodotto un effettoindipendentemente da qualsiasi desiderio o aspettazione per parte degli uomini che preferivano certe donne a certe altre.

Supponiamo che i membri di una tribùnella quale fosse praticata una qualche forma di matrimoniosi spandessero sopra un continente disoccupato; essi in breve si dividerebbero in orde distinteche sarebbero separati fra loro da vari ostacoliresi ognora più efficaci dalle continue guerre che seguono in tutte le nazioni barbare. Le orde sarebbero così esposte a condizioni ed abiti di vita lievemente differentie più presto o più tardi verrebbero a differire in qualche lieve grado. Appena questo avrà avuto luogoogni tribù isolata si sarà formata da se stessa un differente concetto intorno alla bellezza; e allora la scelta inconsapevole sarà venuta in azione pel fatto che i selvaggi più forti e più dominatori avranno preferito certe donne a certe altre. Così le differenze fra le tribùdapprima lievissimeandrebbero gradatamente ed inevitabilmente crescendo in un grado sempre maggiore.

Negli animali allo stato di naturamolti caratteri propri ai maschicome la molela forzale armi specialiil coraggio e l'indole bellicosa sono state acquistate mercè la legge di battaglia. I progenitori semi-umani dell'uomocome i quadrumani loro affinisaranno stati quasi certamente così modificati; e siccome i selvaggi combattono ancora del possesso delle loro donneè probabile che un consimile processo di scelta abbia prevalso più o meno fino ai nostri giorni. Altri caratteri propri dei maschi degli animali più bassicome i colori brillanti e vari ornamentisono stati acquistati da ciò che i maschi più attraenti sono stati preferiti dalle femmine. Vi sonotuttaviacasi eccezionali in cui i maschiinvece di essere stati sceltihanno operato una scelta. Noi riconosciamo questi casi dal fatto che le femmine sono divenute molto più adorne che non i maschi - e i loro caratteri ornamentali sono stati trasmessi esclusivamente o in gran parte alla prole femminile. Un caso di questa fatta è stato descritto nell'ordine cui appartiene l'uomocioè nella scimmia Rhesus.
L'uomo è più potente nel corpo e nella mente che non la donnae nello stato selvaggio egli la tiene in uno stato di schiavitù molto più abbietto che non faccia il maschio di qualsiasi altro animale; perciò non deve far meraviglia che egli possa avere acquistato la facoltà della scelta. In ogni luogo le donne conoscono il prezzo della loro bellezza; e quando ne hanno i mezzi provano maggior piacere ad adornarsi con ogni sorta di ornamento che non facciano gli uomini. Prendono le penne degli uccelli maschicolle quali la natura ornò questo sesso perchè piaccia alle femmine. Siccome le donne sono state lungamente scelte per la loro bellezzanon fa meraviglia che alcune delle successive variazioni siano state trasmesse in un modo limitato; ed in conseguenza che le donne abbiano trasmesso la loro bellezza in un grado alquanto maggiore alla loro prole femminina che non alla mascolina. Quindi le donne sono divenute più bellecome ammetteranno taluniche non gli uomini. Tuttavia le donne trasmettono certamente la maggior parte dei loro carattericompresa la bellezzaalla loro prole dei due sessi; cosicchè la preferenza continuata dagli uomini di tutte le razze per le donne più avvenentisecondo il modello del loro gustodeve tendere a modificare nel medesimo modo tutti gli individui dei due sessi che appartengono alla razza.
Rispetto all'altra forma di scelta sessuale (la quale negli animali più bassi è la più comune)cioè quando sono le femmine che scelgonoed accettano solo quei maschi che le eccitano o le allettano di piùabbiamo ragione per credere che primieramente fosse in azione sopra i progenitori dell'uomo. È probabilissimo che l'uomo debba la sua barbaed alcuni altri suoi caratterialla eredità di qualche antico progenitore che acquistò in tal modo i suoi ornamenti. Ma questa forma di scelta può avere avuto occasionalmente azione durante gli ultimi tempi; perchè nelle tribù al tutto barbare le donne hanno maggior potere di scegliererespingere e tentare i loro amantio di mutare in seguito i loro maritidi quello che si potrebbe credere. Siccome questo punto ha una certa importanzariferirò particolarmente quelle prove che mi fu dato raccogliere.
Hearne descrive il modo in cui una donna di una tribù dell'America artica fuggì via ripetutamente dal marito per riunirsi ad un uomo che amava; e presso i Charruas del sud Americacome afferma Azarail divorzio è perfettamente libero. Negli Abiponiquando un uomo sceglie una moglie ne patteggia il prezzo coi genitori. Ma "frequentemente accade che la fanciulla non acconsente al contratto fatto fra i genitori e lo sposorespingendo con ostinazione qualunque trattativa di quella unione". Spesso fuggesi nascondee così scansa lo sposo. Nelle Isole Fiji l'uomo s'impadronisce della donna che vuole sposare con finta o vera violenza; ma "giunta alla casa del suo rapitorese non approva l'unionefugge presso alcuno che possa proteggerla; se però è soddisfatta la faccenda si aggiusta subito". Nella Terra del Fuoco un giovane comincia ad ottenere il consenso dei genitori facendo loro qualche servizioe poi cerca di rapire la fanciulla; "ma se questa non vuolesi nasconde nei boschi finchè il suo ammiratore sia al tutto stanco di cercarlae smetta l'idea di inseguirla; ma ciò di rado accade". Presso i Calmucchi v'ha una vera corsa fra la sposa e lo sposola prima avendo un po' di vantaggio; e Clarke "venne assicurato che non v'ha mai esempio di una fanciulla che sia presaa meno che non abbia una certa parzialità per quello che la insegue". Così pure nelle tribù selvagge dell'arcipelago Malese v'ha una consimile corsa pel matrimonio; e dalla relazione del signor Bourien sembra secondo ciò che osserva sir J. Lubbockche "il premionon è pel più velocenè la battaglia pel più fortema pel giovane che ha la buona fortuna di piacere alla sua richiesta sposa".
Veniamo all'Africa: i Cafiri comprano le loro moglie le fanciulle sono battute duramente dai loro padri se non vogliono accettare uno sposo prescelto; tuttavia riesce evidente dai molti fatti riferiti del rev. signor Shooterche esse hanno una notevole facoltà di scelta. Così si sa che uomini bruttissimisebbene ricchi non riuscirono a prender moglie. Le fanciulleprima di acconsentire ad essere sposateobbligano gli uomini a mostrarsiprima di faccia poi di dietroespongono i loro passi. Se ne sono vedute alcune proposte ad un uomofuggire non di rado con un amante preferito. Presso le degradate donne Bush dell'Africa meridionalequando una fanciulla è sviluppata senza essere sposata, ciò che tuttavia non accade sovente, l'amante deve ottenere il suo consenso, tanto quanto quello dei genitori. Il signor Winwood Reade fece ricerche per conto mio intorno ai neri dell'Africa occidentaleed egli mi comunica che "le donne almeno fra le più intelligenti delle tribù paganenon hanno difficoltà ad ottenere i mariti che possono desideraresebbene sia considerato sconveniente per una donna chiedere ad un uomo di sposarla. Sono al tutto capaci di innamorarsi e di provare un teneroappassionato e fedele affetto".
Noi vediamo che pei selvaggi le donne non sono al tutto in uno stato tanto abbietto relativamente al matrimonio quanto spesso è stato supposto. Esse possono tentare gli uomini che preferisconoe possono rifiutare quelli che loro non aggradanosia prima sia dopo il matrimonio. La preferenza per parte delle donne operando costantemente in una direzione qualsiasideve finire per alterare il carattere della tribù; perchè le donne non sceglieranno generalmente solo gli uomini più bellisecondo il loro gustoma quelli che sono nello stesso tempo meglio acconci a difenderle ed a mantenerle. Queste coppie bene dotate debbono allevare un numero più grande di figli che non quelle meno dotate. Lo stesso risultato seguirebbe evidentemente in un modo ancor più spiccato se la scelta fosse stata dalle due parti; vale a direse gli uomini più belli e nello stesso tempo più forti avessero preferito o fossero stati preferiti dalle donne più avvenenti. E sembra che queste due forme di scelta abbiano attualmente avuto luogosia o no simultaneamente nel genere umanospecialmente durante i più remoti periodi della nostra lunga storia.
Noi considereremo ora un po' più particolarmenterispetto alla scelta sessuale alcuni dei caratteri che distinguono le varie razze umane fra loro e dagli animali sottostanticioè la più o meno compiuta mancanza di peli sul corpo ed il colore della pelle. Non abbiamo bisogno di dire nulla intorno alla grande diversità delle fattezze e del cranio fra le diverse razzeavendo veduto nell'ultimo capitolo quanto sia differente il modello di bellezza per questo rispetto. Questi caratteri avranno quindi probabilmente avuto un'azione mercè la scelta sessuale; ma non abbiamo mezzi per giudicarealmeno per quanto mi parese abbiano operato principalmente dal lato del maschio o da quello della femmina. Le facoltà musicali dell'uomo sono state già parimente discusse.

Mancanza di pelo sul corpoe suo sviluppo sulla faccia e sul capo. - Dalla presenza del pelo lanoso o lanuggine sul feto umanoe dai peli rudimentali sparsi sul corpo nella virilitàpossiamo dedurre che l'uomo è disceso da qualche animale che era nato peloso ed era rimasto così per tutta la vita. La perdita del pelo è un inconveniente e probabilmente un danno per l'uomo anche in clima caldoperchè egli rimane così esposto a repentini raffreddamentispecialmente durante il tempo umido. Come osserva il signor Wallacegli indigeni di tutti i paesi sono lieti di proteggere le loro spalle nude e il loro dorso con qualche leggera coperta. Nessuno può supporre che la nudità della pelle abbia un qualche vantaggio diretto per l'uomoper cui il suo corpo non può essere stato spogliato del suo pelo per opera della scelta naturale. E non abbiamo neppure motivo per crederecome ho dimostrato in un precedente capitoloche ciò possa essere dovuto all'azione diretta delle condizioni a cui l'uomo è stato lungamente espostoo che sia l'effetto dello sviluppo correlativo.
La mancanza di pelo sul corpo èfino a un certo puntoun carattere sessuale secondario; perchè in tutte le parti del mondo le donne sono meno pelose che non gli uomini. Perciò noi possiamo ragionevolmente supporre che questo sia un carattere acquistato mercè la scelta sessuale. Sappiamo che la faccia di parecchie specie di scimmiee grandi superfici sulla parte posteriore del corpo di altre speciesono state sfornite di pelo; e non possiamo attribuire questo fatto con certezza alla scelta sessualeperchè queste superfici non solo sono vivacemente coloritema taloracome nel mandrillo maschio e nella femmina del Rhesuscon maggiore vivacità in un sesso che non nell'altro. Man mano che questi animali si accostano allo sviluppole superfici nudesecondo ciò che mi ha comunicato il signor Bartlettdivengono più grandi: relativamente alla mole del loro corpo. Tuttavia il pelo in questi casi sembra essere stato tolto via non tanto per far la pelle nudama acciò che il color della pelle potesse venire meglio appariscente. Così pure in molti uccelli il capo ed il collo sono stati privi delle loro piume mercè la scelta sessualeaffine di far bella mostra della pelle brillantemente colorita.
Siccome la donna ha il corpo meno peloso dell'uomoe siccome questo carattere è comune a tutte le razzepossiamo conchiudere che le nostre progenitrici semi-umane furono dapprima probabilmente privatein parte del pelo; e che questo seguì in un periodo sommamente remoto prima che le varie razze avessero divaricato da uno stipite comune. Siccome le nostre progenitrici acquistarono graduatamente questo nuovo carattere di nuditàesse debbono averlo trasmesso in un grado quasi uguale alla loro giovane prole dei due sessi; cosicchè questa trasmissionecome nel caso di molti ornamenti dei mammiferi e degli uccellinon è stata limitata nè all'etànè al sesso. Non v'ha nulla di sorprendente che una perdita parziale del pelo sia stata considerata come un ornamento dai progenitori dell'uomo scimmiformeperchè abbiamo veduto che in animali di ogni sorta un gran numero di strani caratteri sono stati in tal modo acquistatiperchè sappiamo che questo è il caso per le piume di alcuni uccelli e per le corna di alcuni cervi.
Le femmine di certe scimmie antropodicome è affermato in un capitolo precedentesono in certo modo meno pelose sulla superficie inferiore che non siano i maschi; e qui abbiamo ciò che può avere somministrato un cominciamento pel processo di denudazione. Rispetto al compimento del processo mercè la scelta sessualeè bene tenere a mente il proverbio della Nuova Zelandanon v'ha donna per l'uomo peloso. Tutti quelli che hanno veduto le fotografie della famiglia pelosa Siamese ammetteranno quanto ridicolmente orrido sia l'estremo opposto di eccessiva pelosità. Quindi il re di Siam dovette pagare un uomo onde sposarlo alla prima donna pelosa della famigliache trasmise questo carattere alla sua giovane prole dei due sessi.
Alcune razze sono molto più pelose che non le altrespecialmente dal lato dei maschi; ma non bisogna supporre che le razze più peloseper esempio gli Europeiabbiano conservato una condizione primitiva più completamente che non le razze più pelosecome i Calmucchi e gli Americani. È forse più probabile che la pelosità dei primi sia dovuta ad un parziale ritornoperchè i caratteri che sono stati lungamente ereditati sono sempre soggetti a ricomparire. È stato ricordato un caso curioso da Pineldi un idiotadecaduto fino al livello del brutodi cui il dorsoi lombi e le spalle erano coperti di pelolungo circa cinque centimetri. Alcuni altri casi analoghi sono del pari conosciuti. Non sembra che un clima freddo abbia avuto influenza nel produrre questa sorta di regresso; tranne forse pei neriche sono stati allevati durante varie generazioniagli Stati Unitie possibilmente per gli Ainos che abitano le isole settentrionali dell'arcipelago del Giappone. Ma le leggi di eredità sono così complesse che raramente ne possiamo comprendere l'azione. Se la maggiore pelosità di certe razze fosse l'effetto del regressonon arrestato da nessuna forma di sceltala somma variabilità di questo carattereanche nei limiti della medesima razzacessadi essere notevole.
Rispetto alla barbase noi ci volgiamo alla nostra miglior guidacioè ai quadrumanitroviamo che la barba è ugualmente bene sviluppata nei due sessi di molte speciema in altre che è limitata ai maschi solio più sviluppata in essi che non nelle femmine. Da questo fattoe dalla curiosa disposizionecome pure dai colori brillanti dei peli che stanno intorno al capo di molte scimmieè probabilissimocome ho spiegato primache i maschi abbiano acquistato prima la loro barba come ornamento mercè la scelta sessualetrasmettendola nella maggior parte dei casiin un grado uguale o quasi ugualealla loro prole dei due sessi. Sappiamo da Eschricht che nel genere umanoil feto tanto femmina quanto maschio è fornito di molto pelo sulla facciaspecialmente intorno alla bocca; e questo indica che noi siamo discesi da un progenitoredi cui i due sessi avevano la barba. Appare quindi a prima vista probabile che l'uomo abbia conservato la sua barba da un periodo di tempo remotissimomentre la donna ha perduto la sua barba nello stesso tempo quando il suo corpo fu divenuto quasi al tutto spoglio di pelo. Anche il colore della barba sembra essere stato ereditato nel genere umano da qualche progenitore somigliante alle scimmie; perciò quando v'ha qualche differenza nella tinta fra i capelli e la barbaquest'ultima è un tantino più chiara in tutte le scimmie e nell'uomo. Vi ha meno improbabilità a ciò che gli uomini delle razze barbute abbiano conservato la loro barba da tempi primitiviche non nel caso del pelo sul corpo; perchè in quei quadrumaninei quali il maschio ha una barba più grande che non la femminaè pienamente sviluppata solo allo stato adultoe gli ultimi stadi di sviluppo possono essere stati esclusivamente trasmessi al genere umano. Noi quindi vediamo ciò che attualmente è il casocioèì nostri bambini maschiprima di giungere alla maturità mancanti di barba come le bambine. D'altra partela grande variabilità della barba entro i limiti della stessa razza e delle differenti razze indicano che il regresso è venuto in campo. Comunque sianoi non dobbiamo lasciare senza nota la parte che la scelta sessuale può avere avuto durante tempi più recenti; perchè sappiamo che nei selvaggigli uomini delle razze senza barba hanno molta cura di sradicarsi ogni pelo dal voltocome qualche cosa di orridomentre gli uomini delle razze barbute provano il più grande orgoglio della loro barba. Senza dubbiole donne partecipano questi sentimentie se questo è il casola scelta sessuale non può a meno di aver operato qualche cosa in questi ultimi tempi.
È piuttosto difficile giudicare in qual modo si siano sviluppati i nostri capelli. Eschricht afferma che nel feto umano il pelo della faccia durante il quinto mese è più lungo che non sul capo; e questo indica che i nostri progenitori semi-umani non erano forniti di lunghe trecceciò che in conseguenza deve essere stato un acquisto recente. Ci dà pure un indizio di questo la straordinaria differenza nella lunghezza dei capelli fra le varie razze; nel nero i capelli formano soltanto un crespo cuscino; in noi vengono molto lunghie presso gli indigeni Americani non di rado toccano terra. Alcune specie di Semnopiteci hanno il capo coperto di pelo moderatamente lungoe questo probabilmente serve di ornamento e fu acquistato per opera della scelta sessuale. Lo stesso modo di vedere può venire esteso al genere umanoperchè sappiamo che le lunghe trecce sono adesso e furono in passato molto ammiratecome si può vedere dalle opere di quasi ogni poeta; San Paolo dice: "se una donna ha lunghi capelliè questa una gloria per lei"; ed abbiamo veduto che nell'America settentrionale un capo venne scelto solamente per la lunghezza dei suoi capelli.

Colore della pelle. - Manca la miglior prova che il colore della pelle sia stato modificato dalla scelta sessuale nel caso del genere umano; perchè i sessi non differiscono per questo rispettoo solo lievemente e dubbiosamente. D'altra parte sappiamo da molti fatti già riferiti che il colore della pelle è considerato dagli uomini di tutte le razze come un importantissimo elemento nella loro bellezzacosicchè è un carattere che deve essere parimente modificato dalla sceltacome è seguito in moltissimi casi negli animali sottostanti. A prima vista sembra una supposizione mostruosa che la tinta nerissima del nero sia stata acquistata mercè la scelta sessuale; ma questo modo di vedere è sostenuto da varie analogiee sappiamo che i neri ammirano il color nero della loro pelle. Nei mammiferiquando i sessi differiscono nel coloreil maschio è sovente nero o più oscuro che non la femmina; e ciò dipende solamente dalla forma di eredità per cui questa o una qualche altra tinta sarà trasmessa o ai due sessi ovvero ad uno solo. La somiglianza della Pithecia satanas colla sua pelle nerail bianco degli occhi così mobileed i capelli divisi sulla testaad un nero in miniaturaè quasi ridicola.
Il colore della faccia differisce molto grandemente nelle varie specie di scimmie di quello che non differisca nelle razze umane; ed abbiamo buona ragione per credere che le tinte rossaazzurraarancioe quasi bianche e nere della loro pelleanche quando sono comuni ai due sessied i colori vivaci della loro pellicciacome pure i ciuffi ornamentali di peli intorno al caposono stati acquistati mercè la scelta sessuale. Siccome i neonati delle razze più distinte non differiscono quasi tanto nel colore quanto gli adultiquantunque il loro corpo sia al tutto sprovvisto di peloabbiamo qualche lieve indizio che le tinte delle varie razze furono acquistate in seguito alla perdita del peloil qualecome fu affermato primadeve avere avuto luogo in un periodo remotissimo.

Sommario. - Possiamo conchiudere che la mole più grandela forzail coraggiol'indole battaglieraed anche l'energia dell'uomoin paragone delle stesse qualità nella donnasono state acquistate durante i tempi primitivie sono state accresciute in seguitoprincipalmente mercè le contestazioni dei maschi rivali pel possesso delle femmine. Il vigore intellettuale e la forza d'invenzione più grandi nell'uomo sono dovuti probabilmente alla scelta naturale combinata cogli effetti ereditati dall'abitudineperchè gli uomini più abili saranno riusciti meglio a difendere e provvedere loro stessile loro mogli e la loro prole. Per quanto la somma intricatezza dell'argomento ci permette di giudicaresembra che i nostri progenitori maschi scimmiformi acquistassero la loro barba come ornamento per piacere od eccitare l'altro sessoe la trasmettessero all'uomo come ora esisteDa quanto pare le femmine furono dapprima spogliate dei peli nello stesso modo come un ornamento sessuale; ma esse trasmettono questo carattere quasi nello stesso modo ai due sessi. Non è improbabile che le femmine venissero modificate per altri rispetti per lo stesso scopo o mercè i medesimi mezzi; per cui le donne hanno acquistato la loro voce più dolce e sono divenute più belle che non gli uomini.
Merita particolare attenzione che nel genere umano le condizioni della scelta sessuale furono molto più favorevolidurante un periodo molto primitivoquando l'uomo aveva assunto allora il posto di uomoche non in tempi posteriori. Perchè egli alloracome possiamo conchiudere con certezzasarà stato guidato molto più dalle sue passioni istintivee meno dalla previdenza o dalla ragione. Egli allora non sarà stato tanto interamente licenzioso quanto sono molti selvaggi ora; ed ogni maschio avrà custodito gelosamente la sua o le sue mogli. Egli allora non avrà praticato l'infanticidio; non avrà considerato le sue mogli solo come utili schiave; nè le avrà sposate durante l'infanzia. Quindi possiamo dedurre che le razze umane furono rese differentiper quanto riguarda la scelta sessualein gran parte durante un'epoca remotissima; e questa conclusione getta luce sul fatto notevole che nel periodo più antico di cui abbiamo finora potuto avere memoriale razze umane erano già divenute quasi tanto differenti quanto lo sono attualmente.
Le opinioni qui espostesulla parte che la scelta sessuale ha avuto nella storia dell'uomohanno bisogno di precisione scientifica. Colui che non ammette questa azione nel caso degli animali sottostantinon ammetterà tutto quello che ho scritto negli ultimi capitoli intorno all'uomo. Non possiamo dire positivamente che questo carattere e non quello sia stato in tal guisa modificato; tuttavia è stato dimostrato che le razze umane differiscono fra loro e dai loro più prossimi affini fra gli animali più bassiin certi caratteri che non sono loro di alcun servizio negli usi ordinari della vitae che è probabilissimo che siano stati modificati per opera della scelta sessuale. Abbiamo veduto che fra i più bassi selvaggi le genti di ogni tribù ammirano le qualità caratteristiche loro proprie- la forma del capo e del voltola quadratezza degli zigomila prominenza o la depressione del nasoil colore della pellela lunghezza dei capellila mancanza di peli sul volto e sul corpooppure la presenza di una grande barbae così avanti. Quindi questi ed altri cosiffatti punti non possono a meno di essere andati lentamente e graduatamente esagerandosi dagli uomini più forti e più abili di ogni tribù; i quali hanno dovuto riuscire ad allevare un numero di figli maggioreavendo preso per mogliedurante il corso di molte generazionile donne più fortemente caratterizzatee quindi le più attraenti. In quanto a me conchiudo che fra tutte le cause che hanno prodotto le differenze nell'aspetto esterno delle razze umanee fino a un certo punto fra l'uomo e gli animali più bassila scelta sessuale è stata di gran lunga la più efficace.


CAPITOLO XXI.

SOMMARIO GENERALE E CONCLUSIONE.

Conclusione fondamentale che l'uomo discende da qualche forma inferiore - Modo di sviluppo - Genealogia dell'uomo - Facoltà intellettuali e morali - Scelta sessuale - Osservazioni conclusive.

Basterà qui un breve riassunto per richiamare alla mente del lettore i punti più eminenti di quest'opera. Molte delle opinioni che sono state esposte sono grandemente speculativee senza dubbio alcune si mostreranno erroneema in ogni caso ho riferito le ragioni che mi hanno indotto a pensare in un modo anzichè in un altro. Sembrava meritasse la pena investigare fin dove il principio di evoluzione fosse per illuminare alcuni dei problemi più complessi della storia naturale dell'uomo. I fatti falsi sono dannosissimi al progresso della scienzaperchè sovente si tollerano a lungoma il modo di vedere falso se non è sostenuto da qualche provareca poco dannoperchè ognuno si prende un salutare piacere di dimostrarne la falsità; e quando ciò viene fattosi chiude un sentiero che conduce all'errore e la strada del vero viene sovente nel tempo stesso dischiusa.
La conclusione principale ottenuta in questa operaed ora sostenuta da molti naturalisti benissimo competenti a formare un solido giudiziosi è che l'uomo sia disceso da qualche forma meno altamente organizzata. I fondamenti su cui riposa questa conclusione non saranno mai scossiperchè l'intima somiglianza fra l'uomo e gli animali sottostanti nello sviluppo embriogenicocome pure in numerosissimi punti di struttura e di costituzionetanto di grande quanto di lieve importanza- i rudimenti che conservae gli anormali ritorni a cui è talvolta soggetto- sono fatti che non si possono contrastare. Essi sono stati conosciuti da lungo tempoma fino a poco fa non ci davano nessuna spiegazione intorno all'origine dell'uomo. Osservati ora col lume delle nostre cognizioni intorno al mondo organicoil loro significato non può essere disconosciuto. Il grande principio di evoluzione sta evidente e fermoquando questi gruppi di fatti sono considerati in rapporto con altricome le mutue affinità dei membri dello stesso gruppola loro distribuzione geografica nei tempi passati e presentie la loro geologica successione. Non si può credere che tutti questi fatti abbiano un significato falso. Colui il quale non si contenta di crederecome un selvaggioche i fenomeni della naturanon abbiano un legame fra loronon può credere per nulla che l'uomo sia l'opera di un atto separato dalla creazione. Egli dovrà per forza ammettere che l'intima somiglianza dell'embrione umano con quelloper esempiodi un cane - la costruzione del suo craniodelle sue membra e di tutta la sua impalcatura- indipendentemente dagli usi a cui possono essere destinate le varie partisecondo lo stesso disegno di tutti gli altri mammiferi - la ricomparsa eventuale di varie struttureper esempio di parecchi muscoli distintiche l'uomo non possiede normalmentema che sono comuni ai quadrumani- ed una folla di fatti analoghi - tutto conduce nel modo più piano a conchiudere che l'uomo è il condiscendente con altri mammiferi da un progenitore comune.
Abbiamo veduto che l'uomo presenta incessantemente differenze individuali in tutte le parti del suo corpo e nelle sue facoltà mentali. Queste differenze o variazioni sembrano essere indotte dalle medesime cause generalied obbedire alle stesse leggi come negli animali sottostanti. Nei due casi prevalgono leggi consimili di eredità. L'uomo tende a moltiplicarsi molto al di là di quello che permettano i suoi mezzi di sussistenza; in conseguenza egli va soggetto eventualmente a una dura lotta per l'esistenzae la scelta naturale avrà operato tutto ciò che sta nella sua cerchia. Perciò non è per nulla necessaria una successione di variazioni fortemente spiccate di consimile natura; lievi differenze oscillanti nell'individuo basteranno per l'opera della scelta naturale. Possiamo essere certi che gli effetti ereditati dall'esercizio lungamente continuatoo dalla mancanza di esercizio delle parti avranno operato per lo stesso scopo colla scelta naturale. Modificazioni primieramente importantisebbene non più di nessun uso specialesaranno lungamente ereditate. Quando una parte viene modificataaltre parti muteranno pel principio di correlazionedel quale abbiamo esempi in molti casi curiosi di mostruosità correlative. Si può attribuire qualche cosa all'azione diretta e definita delle condizioni circostanti della vitacome abbondanza di nutrimentocaldood umidità; ed infinemolti caratteri di poca importanza fisiologicaalcuni invero molto importantisono stati ottenuti mercè la scelta sessuale.
Senza dubbiol'uomocome pure qualunque altro animalepresenta strutture che da quanto possiamo giudicare colle nostre poche cognizioninon sono ora di nessuna utilità per essonè gli sono state utili durante nessun periodo primiero della sua esistenzasia in relazione colle sue condizioni generali di vitao di un sesso verso l'altro. Cosiffatte strutture non possono essere attribuite a nessuna forma di sceltaod agli effetti ereditati dall'esercizio o dalla mancanza di esso nelle parti. Sappiamo tuttavia che molte strutture particolaristranee fortemente spiccate appaiono eventualmente nei nostri prodotti domesticie se le ignote cause che le hanno prodotte fossero state per agire con maggior uniformitàesse sarebbero divenute comuni a tutti gli individui della specie. Possiamo inoltre sperare di comprendere alcunchè intorno alle cause di queste eventuali modificazionispecialmente allo studio delle mostruosità: quindi i lavori degli sperimentatori come quelli del signor Camillo Darestesono pieni di promesse per l'avvenire. Nel maggior numero dei casi possiamo dire soltanto che la causa di ogni lieve variazione e di ogni mostruosità sta molto più nella natura della costituzione dell'organismo che non nella natura delle condizioni circostanti; sebbene le nuove e mutate condizioni abbiano certamente una parte importante nel promuovere ogni sorta di mutamenti organici.
Mercè i mezzi testè specificatie l'aiuto forse di altri non ancora scopertil'uomo si è elevato al suo stato presente. Ma dacchè egli ebbe raggiunto il posto di uomoegli si è diviso in razze distinteche molto più probabilmente si potrebbero chiamare sotto specie. Alcune di questeper esempio il nero e l'europeosono tanto distinte chese ad un naturalista fossero stati presentati alcuni esemplari senza nessuna informazione precedenteegli le avrebbe senza dubbio considerate come vere e buone specie. Contuttociò tutte le razze concordano in tanti particolari poco importanti di struttura ed in tante particolarità mentaliche queste possono venire attribuite soltanto alle eredità da un progenitore comune; ed un progenitore così caratterizzato avrà molto probabilmente meritato il posto di uomo.
Non bisogna supporre che la divergenza di ogni razza dalle altre razzeo di tutte le razze da uno stipite comunepossa essere rintracciata fino ad ogni coppia di progenitori. Al contrarioin ogni stadio del processo di modificazionetutti gli individui che erano in qualche modo meglio adatti per le loro condizioni di vitasebbene in gradi differentiavranno sopravvissuto in numero maggiore che non i meno acconci. Il processo sarà stato simile a quello che l'uomo seguequando egli non sceglie con intenzione certi individui particolarima fa allevamenti con tutti gli individui superiori eliminando gl'individui inferiori. Egli in tal guisa modifica lentamente ma sicuramente la sua razzae senza saperlo forma una nuova schiatta. Quindi per ciò che riguarda le modificazioniacquistate indipendentemente dalla sceltae dovute a variazioni derivanti dalla natura dell'organismo e dall'azione delle condizioni circostantio dal mutamento negli usi della vitanessuna singola coppia sarà stata modificata in un grado molto maggiore che non le altre coppie che abitavano lo stesso paeseperchè saranno state continuamente mescolate mercè il libero incrociamento.
Considerando la struttura embriologica dell'uomo - le omologie che presenta cogli animali sottostanti - i rudimenti che conservaed i ritorni a cui va soggettopossiamo in parte richiamarci alla mente la primiera condizione dei nostri primi progenitori; e possiamo approssimativamente collocarli nella loro propria posizione nella serie zoologica. Noi impariamo così che l'uomo è disceso da un quadrupede pelosofornito di coda e di orecchie aguzzeprobabilmente di abiti arboreie che abitava l'antico continente. Questa creaturaquando un naturalista ne avesse esaminata tutta la strutturasarebbe stata collocata fra i quadrumanicolla stessa certezza quanto il comune è ancora più antico progenitore delle scimmie del vecchio e del nuovo continente. I quadrumani e tutti i mammiferi più elevati derivano probabilmente da qualche antico animale marsupialee questo per una lunga trafila di forme diversificantida qualche creatura rettiliforme od amfibiformee questa del pari da qualche animale pesciforme. Noi possiamo scorgerenella fosca oscurità del passatoche il progenitore primiero di tutti i vertebrati deve essere stato un animale acquaticofornito di branchiecoi due sessi riuniti nello stesso individuoe cogli organi più importanti del corpo (come il cervello ed il cuore)imperfettamente sviluppati. Questo animale sembra essere stato più simile alla larva della nostra esistente Ascidia di mare che non a qualunque altra forma conosciuta.
La più grande difficoltà che si presentaquando siamo tratti alla sovra esposta conclusione intorno all'origine dell'uomoè il livello elevato di potenza intellettuale e di disposizione morale cui egli è giunto. Ma chiunque ammette il principio generale di evoluzionedeve vedere che le potenze mentali degli uomini più altiche sono dello stesso genere di quelle dell'uomosebbene tanto differenti nel gradosono suscettive di progresso. Così l'intervallo fra le potenze mentali di una delle scimmie più elevate e quelle di un pesceo tra quelle di una formica e quelle di un acaro è immenso. Lo sviluppo di queste forze negli animali non presenta nessuna difficoltà speciale; perchè nei nostri animali domesticile facoltà mentali sono certamente variabilie le variazioni sono ereditate. Nessuno pone in dubbio che queste facoltà siano di una estrema importanza per gli animali allo stato di natura. Perciò le condizioni sono favorevoli pel loro sviluppo mercè la scelta naturale. La stessa conclusione può venire estesa all'uomo; l'intelletto deve essere stato importantissimo per essoanche in un periodo remotodandogli la facoltà di adoperare il linguaggiodi inventare e fare armiordegnitrappoleecc.; e con questi mezziuniti ai costumi socialiegli da lungo tempo è divenuto la più dominatrice di tutte le creature viventi.
Un grande progresso nello sviluppo dell'intelletto sarà seguitoappena mercè un naturale avanzamento precedentela semi-arte ed il semi istinto del linguaggio saranno venuti in uso; perchè l'uso continuato del linguaggio avrà prodotto un effetto ereditato; e questo a sua volta avrà reagito sul miglioramento del linguaggio. La grande mole del cervello dell'uomoin paragone di quello degli animali sottostantirelativamente alla mole del loro corpopuò essere per la maggior parte attribuitacome ha bene osservato il signor Chauncey Wrightall'uso primiero di qualche semplice forma di linguaggio - quel meraviglioso congegno che applica segni ad ogni sorta di oggetti e di qualitàe promuove il legame del pensiero che non potrebbe mai nascere dalla sola impressione dei sensie se nascesse non potrebbe essere continuato. Le forze intellettuali più alte dell'uomocome il raziociniol'astrazionela consapevolezzaecc.avranno avuto origine dal continuo miglioramento di altre facoltà mentali; ma senza una notevole coltura della mentetanto nella razza quanto nell'individuoè dubbio se queste alte potenze avrebbero potuto esercitarsie così pienamente svilupparsi.
Lo sviluppo delle qualità morali è un problema interessantissimo e difficile. Queste facoltà si fondano sugli istinti socialiche comprendono i legami della famiglia. Questi istinti sono di natura sommamente complessae nel caso degli animali sottostanti producono tendenze speciali verso certe azioni definite; ma gli elementi più importanti per noi sono l'amore e la distinta emozione della simpatia. Gli animali dotati di istinti sociali si compiacciono della compagnia del loro similesi difendono a vicenda dal pericolosi aiutano fra loro in molti modi. Questi istinti non si estendono a tutti gli individui della speciema solo a quelli della medesima comunità. Siccome essi sono sommamente benefici alla speciesono stati molto probabilmente acquistati per opera della scelta naturale.
Un essere morale è quello che può riflettere sulle sue azioni passate e sui motivi di essedi approvarne alcune e disapprovarne altreed il fatto che l'uomo è quella tal creatura che certamente può essere in cosiffatto modo indicata è la più grande di tutte le distinzioni fra lui e gli animali sottostanti. Ma nel nostro terzo capitolo ho cercato dimostrare che il senso morale derivaprimadalla natura persistente e sempre presente degli istinti socialinel qual rispetto l'uomo concorda cogli animali sottostanti; secondodal poter egli apprezzare l'approvazione e la disapprovazione dei suoi similie terzo da ciò che le sue facoltà mentali sono sommamente attive e le sue impressioni dei passati avvenimenti vivacissimenel qual rispetto egli differisce dagli animali sottostanti. A cagione di questa condizione di mentel'uomo non può evitare di guardare dietro e innanzi a sèe comparare le sue passate impressioni. Quindi dopo che qualche temporaneo desiderio o qualche passione hanno vinto i suoi istinti socialiegli rifletterà e comparerà la impressione ora indebolita di quei passati impulsicogli istinti sociali sempre presenti; e sentirà allora quel senso di scontento che tutti gli istinti insoddisfatti lasciano dietro. In conseguenza egli si determina ad agire differentemente in avvenire - e questa è la coscienza. Qualunque istinto che è permanentemente più forte o più persistente che non un altroorigina un sentimento che noi esprimiamo dicendo che deve essere obbedito. Un cane pointer se fosse capace di riflettere alla sua passata condottadirebbe a se stessoio avrei dovuto (come invero diciamo di lui) postare quella lepre e non aver ceduto alla fuggitiva tentazione di saltar su e darle caccia.
Gli animali sociali sono spinti in parte da un desiderio di porgere aiuto ai membri della medesima comunità in un modo generalema più comunemente a compiere certe azioni definite. L'uomo è spinto dallo stesso desiderio generale di assistere i suoi similima ha pochi o non ha affatto istinti specialiDifferisce pure dagli animali sottostanti per la facoltà che ha di esprimere i suoi desideri colle paroleche così divengono la guida dell'aiuto richiesto ed accordato. Il motivo di dare aiuto è parimente molto modificato nell'uomo; esso non consiste più soltanto in un cieco impulso istintivoma è grandemente spinto dalla lode o dal biasimo dei suoi simili. Tanto l'apprezzare quanto l'accordare la lode ed il biasimo riposano sulla simpatia; e questo sentimentocome abbiamo vedutoè uno degli elementi più importanti degli istinti sociali. La simpatiasebbene acquistata come istintoè pure resa più forte dall'esercizio o dall'abitudine. Siccome tutti gli uomini desiderano la propria felicitàsi dà lode o biasimo a quelle azioni ed a quei motivi secondo che conducano a quello scopo; e siccome la felicità è una parte essenziale del bene generaleil principio della più grande felicità serve indirettamente come un livello quasi sicuro del bene e del male. Man mano che le potenze del ragionamento progrediscono e si acquista esperienzasi scorgono gli effetti più remoti di certe linee di condotta intorno al carattere dell'individuoed al bene generale; e allora le virtù personali venendo entro la cerchia della pubblica opinionericevono lodee le opposte vengono biasimate. Ma nelle nazioni meno civili la ragione sovente errae molti cattivi costumi e basse superstizioni vengono nella stessa cerchia; ed in conseguenza sono stimate come alte virtùe la loro infrazione come enormi delitti.
Le facoltà morali sono in generale stimatee giustamentecome molto superiori alle potenze intellettuali. Ma dobbiamo sempre aver presente che l'attività della mente nel richiamare con vivacità le passate impressioni è una delle basi fondamentali sebbene secondarie della coscienza. Questo fatto somministra l'argomento più forte per educare e stimolare con ogni possibile mezzo le facoltà intellettuali di ogni creatura umana. Senza dubbio un uomo di mente torpidaqualora le sue affezioni e simpatie sociali siano bene sviluppatesarà indotto a compiere buone azionie può avere una coscienza pienamente sensitiva. Ma qualunque cosa che renda l'immaginazione degli uomini più viva e rinforzi l'abito del ricordare e del comparare le passate impressionirenderà la coscienza più sensitivae può anche compensare fino a un certo punto gli affetti e le simpatie sociali più deboli.
La natura morale dell'uomo è giunta al più alto livello ottenutoin parte per progresso delle forze del ragionamento ed in conseguenza di una giusta opinione pubblicama specialmente per ciò che le simpatie sono divenute più dolci e più estesamente diffuse per gli effetti dell'abitudinedell'esempiodell'istruzione e della riflessione. Non è improbabile che le tendenze virtuosemercè una lunga praticapossono essere ereditate. Nelle razze più inciviliteil convincimento dell'esistenza di una Divinità onniveggente ha avuto un'azione potente sul progresso della moralità. Infine l'uomo non accetta più la lode o il biasimo del suo simile come guida principalesebbene pochi sfuggano a questa azionema le sue convinzioni abituali governate dalla ragione gli somministrano la regola più sicura. Allora la sua coscienza diviene il suo giudice o mentore supremo. Nondimeno il primo fondamento o la prima origine del senso morale si basa sugli istinti socialicompresa la simpatia; e questi istinti senza dubbio vennero primieramente acquistati; come nel caso degli animali sottostantiper opera della scelta naturale.
La credenza in Dio è stata sovente posta come non solo la più grande ma anche la più compiuta di tutte le distinzioni fra l'uomo e gli animali sottostanti. È tuttavia impossibilecome abbiamo vedutoasserire che questa credenza sia innata od istintiva nell'uomo. D'altra parte una credenza in agenti spirituali onnipotenti sembra essere universale; e da quanto pare deriva da un notevole progresso nelle potenze di ragionamento dell'uomoe da un ancor più grande progresso delle sue facoltà immaginativela curiosità e la meraviglia. So che l'asserita credenza istintiva in Dio è stata addotta da molte persone come un argomento per la sua esistenza. Ma questo è un argomento arditoperchè saremmo così obbligati a credere nell'esistenza di molti spiriti crudeli e maligniche posseggono appena un po' più di potere dell'uomo; perchè la credenza in essi è molto più generale che non quella in una Divinità benefica. L'idea di un benefico ed universale Creatore dell'universo non sembra nascere nella mente dell'uomofinchè questa non siasi elevata per una lunga e continua coltura.
Colui il quale crede che l'uomo proceda da qualche forma bassamente organizzatachiederà naturalmente come questo possa stare colla credenza nell'immortalità dell'anima. Le razze barbare dell'uomocome ha dimostrato sir J. Lubbocknon hanno una chiara credenza di tal sortama gli argomenti derivati dalle primitive credenze dei selvaggi non hannocome abbiamo veduto testèche poco o nessun valore. Poche persone provano qualche ansietà per l'impossibilità di determinare in quale preciso periodo nello sviluppo dell'individuodalla prima traccia della minuta vescicola germinale al bambino prima o dopo la nascital'uomo divenga una creatura immortale; e non vi può essere nessuna più grande causa di ansietàperchè non è possibile determinare il periodo nella scala organica graduatamente ascendente.
Sono persuaso che le conclusioni a cui sono giunto in questo lavoro saranno da tal uno segnalate come grandemente irreligiose; ma colui che le segnalerà è obbligato di dimostrare perchè sia più irreligioso spiegare l'origine dell'uomo come una specie distinta che discenda da qualche forma più bassamercè le leggi di variazione e la scelta naturaleche spiegare la nascita dell'individuo mercè le leggi della riproduzione ordinaria. La nascita tanto della specie come dell'individuo sono parimente parti di quella grande fila di avvenimenti che le nostre menti rifiutano di accettare come l'effetto cieco del caso. L'intelletto si rivolta ad una tale conclusionesia che possiamo o no credere che ogni lieve variazione di struttura- l'unione di ogni coppia in matrimonio- la disseminazione d'ogni seme- ed altri cosiffatti eventisiano stati tutti ordinati per qualche scopo speciale.
La scelta sessuale è stata estesamente trattata in questo volumeperchèsiccome ho cercato di dimostrareessa ha avuto una parte importante nella storia del mondo organico. Siccome in ogni capitolo si è fatto un riassuntosarebbe qui superfluo aggiungere un particolareggiato sommario. So bene che molte cose rimangono ancora dubbiema ho cercato di dare una buona veduta di tutto il complesso. Nelle divisioni più basse del regno animale la scelta sessuale sembra non aver operato nulla; certi animali sono spesso attaccati per tutta la vita allo stesso luogood hanno i due sessi riuniti nello stesso individuoo ciò che è ancor più importantele loro facoltà percettive ed intellettuali non sono sufficientemente avanzate da permettere sensi di amore e di gelosiao l'esercizio di una scelta. Tuttavia quando veniamo agli artropodi ed ai vertebratianche delle classi più basse di questi due grandi sottoregnila scelta sessuale ha avuto gran partee merita di essere notato che qui noi troviamo le facoltà intellettuali sviluppate ma in due linee distintissimeal più alto livellocioè negli imenotteri (formicheapiecc.)fra gli artropodi e nel mammifericompreso l'uomofra i vertebrati.
Nelle classi più distinte del regno animalenei mammiferinegli uccellinei rettilinei pescinegli insettied anche nei crostaceile differenze fra i sessi seguono quasi esattamente le medesime regole. I maschi sono quasi sempre gli amanti conquistatoried essi soli sono forniti di armi speciali per combattere coi loro rivali. In generale sono più forti e più grandi che non le femminee son forniti delle qualità richieste di coraggio e d'indole bellicosa. Sono munitisia esclusivamente o in grado molto più alto che non le femminedi organi che producono musica vocale o strumentalee ghiandole odorifere. Sono ornati di appendici infinitamente svariatee dei più vivaci e brillanti colorispesso disposti in fogge elegantimentre le femmine rimangono disadorne. Quando i sessi differiscono in strutture più importantisi è il maschio quello che è fornito di organi speciali dei sensi per rintracciare la femminadi organi locomotori per raggiungerla e sovente di organi di prensione per tenerla ferma. Queste varie strutture per assicurarsi della femmina o per allettarla sovente si sviluppano nel maschio durante una parte sola dell'anno; vale a dire nella stagione delle nozze. In molti casi sono stati trasmessi in un grado più o meno grande alle femminee in quest'ultimo caso appaiono in esse come semplici rudimenti. Vengono perduti dai maschi in seguito alla castrazione. In generale non si sviluppano nel maschio durante la prima gioventùma appaiono un po' prima dell'età della riproduzione. Quindi nella maggior parte dei casi i giovani dei due sessi si somigliano; e la femmina somiglia per tutta la vita alla sua prole giovane. In quasi ogni grande classe si presentano alcuni pochi casi anomali nei quali vi è stata una trasposizione quasi compiuta dei caratteri propri ai due sessi; assumendo le femmine caratteri che appartengono propriamente ai maschi. Questa sorprendente uniformità nelle leggi che regolano le differenze fra i sessi in tante e tante separate classisi comprende se ammettiamo l'azione in tutte le più alte divisioni del regno animale di una causa comunecioè la scelta sessuale.
La scelta sessuale dipende dalla riuscita d'individui rispetto ad altri dello stesso sesso in relazione colla propagazione delle specie; mentre la scelta naturale dipende dalla riuscita dei due sessiin tutte le etàin relazione colle condizioni generali della vita. La lotta sessuale è di due sorta; una è la lotta fra individui dello stesso sessogeneralmente del sesso maschileonde scacciare od uccidere i rivalile femmine rimanendo passive; mentre nell'altrala lotta è pure fra individui dello stesso sesso onde allettare od eccitare quelli del sesso oppostoin generale le femmine che sono più passivema scelgono i compagni più piacevoli. Quest'ultima sorta di scelta è intimamente analoga a quella che l'uomo compie inconsapevolmentesebbene efficacementenei suoi prodotti domesticiquando per un tempo lungo continua a scegliere gli individui più belli e più utilisenza nessun desiderio di modificare la razza.
Le leggi di eredità determinano se i caratteri acquistati mercè la scelta sessuale di ogni sesso saranno trasmessi allo stesso sessoovvero ai due sessi; come pure all'età in cui saranno sviluppati. Sembra che le variazioni le quali vengono tardi nella vita sono comunemente trasmesse ad un solo e medesimo sesso. La variabilità è la base necessaria dell'azione della sceltaed è al tutto indipendente da quella. Quindi segue da ciò che le variazioni della medesima natura generale si sono vantaggiate e si sono accumulate mercè la scelta sessuale in relazione colla propagazione della speciee mercè la scelta naturale in relazione cogli scopi generali della vita. Quindi i caratteri sessuali secondariquando vengono ugualmente trasmessi a due sessipossono essere distinti dai caratteri specifici ordinari solo col lume dell'analogia. Le modificazioni acquistate mercè la scelta sessuale sono spesso così fortemente pronunciateche i due sessi sono stati di frequente classificati come specie distinteo anche come generi distinti. Cosiffatte differenze fortemente spiccate debbono in qualche modo essere importantissime; e sappiamo che in certi casi sono state acquistate non solo a prezzo di qualche inconvenientema col rischio di attuale pericolo.
La credenza nel potere della scelta sessuale riposa principalmente sulle seguenti considerazioni. I caratteri che abbiamo ogni miglior ragione per supporre siano stati acquistati in tal modo sono limitati ad un sesso; e questo solo rende probabile che in certo modo abbiano relazione coll'atto della riproduzione. Questi caratteri in un numero infinito di casi si sviluppano pienamente solo all'età adulta: e sovente solo durante una parte dell'annoche è sempre la stagione delle nozze. I maschi (lasciando in disparte alcuni pochi casi eccezionali) sono più attivi nel corteggiamento; sono i meglio armatie sono resi in vari modi i più attraenti. Giova osservare specialmente che i maschi spiegano le loro attrattive con gran cura in presenza delle femmine; e che raramente e mai ne fanno pompatranne nella stagione degli amori. Non si può credere che tutta questa mostra possa non avere uno scopo. Infine abbiamo prove distinte in alcuni quadrupedi ed uccelli che gli individui di un sesso possono provare una forte antipatia o preferenza per certi individui del sesso opposto.
Tenendo presenti alla mente questi fatti e non dimenticando i risultati spiccati della scelta inconsapevole operata dall'uomomi parequasi certo che se gli individui di un sesso durante una lunga serie di generazioni preferissero di unirsi con certi individui dell'altro sessocaratterizzati in qualche modo particolarela prole andrebbe lentamente ma sicuramente modificandosi nello stesso modo. Non ho cercato di nascondere chetranne quando i maschi sono più numerosi che non le femmineo quando prevale la poligamiaè dubbio il modo in cui i maschi più attraenti riescono a lasciare un maggior numero di figli per ereditare la loro superiorità negli ornamenti o in altre attrattive che non i maschi meno belli; ma ho dimostrato che ciò viene operato probabilmente dalle femmine - specialmente da quelle femmine più robuste che sono pronte per la riproduzione prima delle altree che preferiscono i maschi non solo più attraentima anche i più robusti e vittoriosi.
Sebbene abbiamo una qualche certa prova: che gli uccelli apprezzano gli oggetti belli e brillanticome le Clamidere dell'Australiae quantunque apprezzino certamente la potenza del cantotuttavia confesso pienamente che è un fatto meraviglioso questo che le femmine di molti uccelli e di alcuni mammiferi siano forniti di sufficiente gusto per ciò cheda quanto pareè stato effettuato dalla scelta sessuale; e questo è anche più sorprendente nel caso dei rettilidei pesci e degli insetti. Ma noi in realtà non conosciamo che pochissimo intorno all'intelligenza degli animali sottostanti. Non si può supporre che i maschi degli uccelli di paradiso o dei pavoniper esempioavrebbero tanta cura di sollevareallargare e far vibrare le loro belle piume agli occhi delle femmine senza uno scopo speciale. Possiamo ricordare il fatto riferito da una eccellente autorità in uno dei primi capitolicioèche varie pavonessequando furono separate da un maschio loro preferitorimasero vedove per una intera stagione piuttosto che accoppiarsi con un altro maschio.
Nondimeno non conosco nella storia naturale un fatto più meraviglioso di quello che la femmina dell'Argo possa apprezzare la squisita sfumatura degli ornamenti ad occhio e l'elegante modello delle penne delle ali del maschio. Colui il quale crede che il maschio sia stato creato come esiste oggideve riconoscere che le grandi piumeche impediscono alle ali di volaree checome le penne primariesono spiegate in un modo al tutto particolare a questa sola specie durante l'atto del corteggiamentoed in nessun altro tempogli furono state date per servir di ornamento. Se questo è il caso egli deve pure ammettere che la femmina venne creata e fornita della facoltà di apprezzare cosiffatti ornamenti. Io differisco solo in ciò che credo che il maschio del fagiano Argo acquistò graduatamente la sua bellezzaper ciò che le femmine ebbero preferito per lo spazio di molte generazioni i maschi meglio ornati; la facoltà estetica delle femmine avendo progredito per l'esercizio e l'abitudine nello stesso modo come il nostro proprio gusto è andato graduatamente migliorando. Nel maschio fortunatamente pel fatto che alcune poche penne non sono state modificatepossiamo vedere distintamente in qual modo certe semplici macchie con una lieve ombreggiatura fulva da un lato possano essersi sviluppate per piccoli e graduati stadi in meravigliosi ornamenti ad occhio; ed è probabile che vennero attualmente in tal modo sviluppate.
Chiunque ammetta il principio di evoluzionee tuttavia senta grande difficoltà ad ammettere che le femmine dei mammiferidegli uccellidei rettili e dei pesci possano avere acquistato l'alto livello di gusto che si può dedurre dalla bellezza dei maschie che coincide in generale col nostro proprio gustorifletterà che in ogni membro delle serie dei vertebrati le cellule nervose del cervello sono i germogli diretti di quelle possedute dal progenitore comune di tutto il gruppo. In tal modo diviene intelligibile che il cervello e le facoltà mentali possano essere in condizioni consimili di un corso quasi uguale di sviluppoed in conseguenza di compiere quasi le medesime funzioni.
Il lettore che si è dato la pena di scorrere i vari capitoli dedicati alla scelta sessualepotrà giudicare fino a qual punto le conclusioni cui sono giunto siano sostenute da sufficienti prove. Se accetta queste conclusioniegli puòcredoestenderle con certezza al genere umano; ma sarebbe qui superfluo ripetere ciò che ho detto infine sul modo in cui la scelta sessuale hada quanto pareoperato tanto dal lato del maschio quanto da quello della femminafacendo in guisa che i due sessi differiscano nell'uomo tanto nel corpo quanto nella mentee le varie razze differiscano fra loro nei vari carattericome dai loro antichi e bassamente organizzati progenitori.
Colui il quale ammette il principio della scelta sessualesarà indotto alla notevole conclusione che il sistema cerebrale non solo regola la maggior parte delle funzioni esistenti del corpoma ha un'azione indiretta sul progressivo sviluppo di varie strutture corporali e di certe qualità mentali. Il coraggiol'indole bellicosala perseveranzala forza e la mole del corpole armi di ogni sortagli organi musicalitanto vocali quanto strumentalii colori vivacile strisce e le macchiele appendici adornantisono state indirettamente acquistate da un sesso o dall'altrodall'azione dell'amore e della gelosiamercè l'apprezzamento del bello nel suononel colore o nella formae mercè l'esercizio di una scelta; e queste potenze della mente dipendono evidentemente dallo sviluppo del sistema cerebrale.
L'uomo investiga scrupolosamente il carattere e la genealogia dei suoi cavallidel suo bestiamee dei suoi cani prima di accoppiarli; ma quando si tratta del suo proprio matrimonioraramente o non mai si prende tutta questa cura. Egli è spinto quasi dagli stessi motivi come gli animali sottostanti quando son lasciati liberi nella sceltasebbene egli sia stato superiore a quelli da apprezzare moltissimo le virtù e le grazie della mente. D'altra parte la ricchezza e il grado soltanto lo attirano grandemente. Tuttavia egli potrebbe colla scelta fare alcunchè non solo per la costituzione corporale dei suoi figlima anche per le loro facoltà intellettuali e morali. I due sessi dovrebbero star lontani dal matrimonio qualora fossero in qualsiasi evidente grado deboli di corpo o di mente; ma queste speranze sono utopie e non si compiranno mai neppure in parte finchè le leggi di eredità non siano pienamente note. Chiunque coopererà a questo intento renderà un buon servigio. Quando i principii della razza e dell'eredità fossero meglio compresinon udremo certi membri ignoranti della nostra legislatura respingere disdegnosamente un progetto per accertarsi con mezzi agevoli se i matrimoni fra consanguinei siano o no di danno per l'uomo.
Il progresso della prosperità del genere umano è un intricatissimo problema; tutti quelli che non possono evitare una grande povertà pei loro figli dovrebbero astenersi dal matrimonioperchè la povertà non è soltanto un gran malema tende ad aumentarsi producendo la negligenza nel matrimonio. D'altra partecome ha notato il sig. Galtonse i prudenti si astengono dal matrimoniomentre i negligenti si sposanoi membri inferiori delle società tenderanno a soppiantare i membri migliori. L'uomocome qualunque altro animaleha senza dubbio progredito fino alla sua condizione attuale mercè una lotta per l'esistenzafrutto del suo rapido moltiplicarsi; e se egli deve progredire ed elevarsi ancora di piùdeve andar soggetto ad una dura lotta. Altrimenti egli in breve cadrebbe nell'indolenzae gli uomini altamente dotati non riuscirebbero meglio nella battaglia della vita che non i meno bene dotati. Quindi la nostra media naturale di accrescimentosebbene produca molti mali evidentinon deve essere per nessun mezzo molto diminuita. Vi deve essere aperto pieno contrasto per tutti gli uomini; e le leggi e i costumi non debbono impedire i più abili dal riuscire meglio e dall'allevare un numero più grande di figli. Per quanto importante la lotta per l'esistenza sia stata e sia ancora tuttavia per quello che concerne la parte più elevata dell'umana naturavi hanno altri agenti più importanti. Perchè le qualità morali hanno progreditosia direttamente od indirettamentemolto più per opera degli effetti dell'usodelle potenze del ragionamentodell'istruzionedella religioneecc.che non per opera della scelta naturale; sebbene si possano con certezza attribuire a quest'ultimo agente gl'istinti socialiche somministrano la base nello sviluppo del senso morale.
Mi fa rincrescimento pensare che la principale conclusione a cui sono giunto in quest'operacioè che l'uomo sia disceso da qualche forma bassamente organizzatariescirà sgradevolissima a molte persone. Ma non vi può essere guari dubbio che noi discendiamo dai barbari. Non dimenticherò mai la meraviglia che provai nel vedere la prima volta un gruppo di indigeni della Terra del Fuoco raccolti sopra una selvaggia e scoscesa spiaggia; ma mi venne subito alla mente che tali furono i nostri antenati. Quegli uomini erano al tutto nudie imbrattati di pitturei loro lunghi capelli erano tutti intricatila loro bocca era contorta dall'eccitamentoed il loro aspetto era selvaggiosgomentato e sgradevole. Non avevano quasi nessuna artee come gli animali selvatici vivevano di quello di cui potevano impadronirsi; non avevano alcun governoed erano senza misericordia per chiunque non fosse stato della loro piccola tribù. Chi abbia veduto un selvaggio nella sua terra nativa non sentirà molta vergognase sarà obbligato a riconoscere che il sangue di qualche creatura più umile gli scorre nelle vene. In quanto a me vorrei tanto essere disceso da quella eroica scimmietta che affrontò il suo terribile nemico onde salvare la vita al suo custode; o da quel vecchio babbuinoil quale sceso dal montestrappò trionfante il suo giovane compagno da una folla attonita di cani - quanto da un selvaggio che si compiace nel torturare i suoi nemicioffre sacrifizi di sanguepratica l'infanticidio senza rimorsotratta le sue mogli come schiavenon conosce che cosa sia la decenzaed è invaso da grossolane superstizioni.
L'uomo va scusato di sentire un certo orgoglio per essersi elevatosebbene non per propria spintaall'apice della scala organica; ed il fatto di essere in tal modo salitoinvece di esservi stato collocato in originepuò dargli speranza per un destino ancora più elevato in un lontano avvenire. Ma non si tratta qui nè di speranzenè di timorima solo del verofin dove la nostra ragione ci permette di scoprirlo. Ho fatto del mio meglio per addurre prove; e dobbiamo riconoscereper quanto mi sembrache l'uomo con tutte le sue nobili prerogativecolla simpatia che sente per gli esseri più degradaticolla benevolenza che estende non solo agli altri uominima anche verso la più umile delle creature viventicol suo intelletto quasi divino che ha penetrato nei movimenti e nella costituzione del sistema solare - con tutte queste alte forze - l'Uomo conserva ancora nella sua corporale impalcatura lo stampo indelebile della sua bassa origine.

FINE
INDICE

INTRODUZIONE

PARTE PRIMA
ORIGINE DELL'UOMO

CAPITOLO I.

Evidenza della origine dell'uomo da qualche forma inferiore.

Natura dell'evidenza rispetto all'origine dell'uomo - Strutture omologhe nell'uomo e negli animali più bassi - Punti misti di corrispondenza - Sviluppo - Strutture rudimentalimuscoliorgani dei sensipeliossaorgani riproduttoriecc.- Rapporti di queste tre grandi classi di fatti coll'origine dell'uomo.

CAPITOLO II

Comparazione fra la potenza mentale dell'uomo e quella degli animali sottostanti.

La differenza fra le facoltà inferiori della scimmia più elevata e del selvaggio più digradato è immensa - Alcuni istinti sono comuni - Emozioni - Curiosità - Imitazione - Attenzione - Memoria - Immaginazione - Ragione - Miglioramento progressivo - Utensili ed armi adoperati dagli animali - Linguaggio - Consapevolezza di sè - Senso del bello - Credenza in Dioin agenti spiritualisuperstizioni.

CAPITOLO III.

Paragone fra le facoltà mentali dell'uomo e quelle dei sottostanti animali.

Senso morale - Proposizione fondamentale - Qualità degli animali sociali - Origine della socievolezza - Lotta fra istinti opposti - L'uomo animale sociale - Gli istinti sociali più tenaci vincono quelli meno persistenti - Virtù sociali unicamente apprezzate dai selvaggi - Virtù particolari acquistate in un ulteriore periodo di sviluppo - Importanza del giudizio dei membri della stessa comunità sulla condotta - Trasmissione delle tendenze morali - Riassunto.

CAPITOLO IV.

Del modo di sviluppo dell'uomo da qualche forma inferiore.

Variabilità del corpo e della mente nell'uomo - Eredità - Cause della variabilità - Leggi di variazione uguali nell'uomo come negli animali sottostanti - Azione diretta delle condizioni della vita - Effetti del maggiore esercizio o del difetto di esercizio delle parti - Arresto di sviluppo -Reversione o regresso - Variazione correlativa - Proporzione dell'accrescimento - Freno all'accrescimento - Scelta naturale - L'uomol'animale più dominatore del mondo - Importanza della sua struttura corporea - Cagioni che hanno prodotto il suo portamento eretto - Mutamenti di struttura che ne sono derivati -Diminuzione nella mole dei denti canini - Forma e mole del cranio accresciuta ed alterata - Nudità -Mancanza di coda - Condizione inerme dell'uomo.

CAPITOLO V.

Dello sviluppo delle facoltà intellettuali e morali durante i tempi primitivi ed i tempi inciviliti.

Progresso delle potenze intellettuali mercè la scelta naturale - Importanza della imitazione -Facoltà sociali e morali - Loro sviluppo entro la cerchia della stessa tribù - Scelta naturale come operante sulle nazioni incivilite - Prova che le nazioni incivilite erano un tempo barbare.

CAPITOLO VI.

Delle affinità e della genealogia dell'uomo.

Posizione dell'uomo nella serie animale - Sistema naturale genealogico - Caratteri di adattamento di lieve importanza - Vari piccoli punti di rassomiglianza fra l'uomo ed i quadrumani - Posto dell'uomo nel sistema naturale - Luogo di nascita ed antichità dell'uomo - Mancanza di anelli di congiunzione fossili - Stadi più bassi nella genealogia dell'uomo quali si deducono primieramente dalle sue affinità e secondariamente dalla sua struttura - Primitiva condizione androgina dei Vertebrati - Conclusione.

CAPITOLO VII.

Delle razze umane.

Natura e valore dei caratteri specifici - Applicazione alle razze umane - Argomenti in favore e contrari per considerare le così dette razze umane come specie distinte - Sottospecie - Monogenisti e poligenisti - Convergenza di carattere - Numerosi punti di rassomiglianza nel corpo e nella mente fra le razze umane più distinte - Stato dell'uomo quando cominciò ad estendersi sulla terra -Ogni razza non discende da una sola coppia - Estinzione di razze - Formazione di razze - Effetti dell'incrociamento - Scarsa influenza dell'azione diretta delle condizioni della vita - Scarsa e nessuna influenza della scelta naturale - Scelta sessuale.

PARTE SECONDA
SCELTA SESSUALE

CAPITOLO VIII.

Principii della scelta sessuale.

Caratteri sessuali secondari - Scelta sessuale - Modo di azione - Eccesso di maschi - Poligamia - Il maschio solo viene generalmente modificato mercè la scelta sessuale - Ardore del maschio - Variabilità del maschio - Scelta operata dalla femmina - Scelta sessuale comparata colla scelta naturale - Eredità in periodi corrispondenti di vitain corrispondenti stagioni dell'annoe come venga limitata dal sesso - Relazioni fra le varie forme di eredità - Cause per cui un sesso e i piccoli non sono modificati dalla scelta sessuale - Supplemento intorno ai numeri proporzionali dei due sessi per tutto il regno animale - Della limitazione del numero dei due sessi mercè la scelta naturale.

CAPITOLO IX.

Caratteri sessuali secondari nelle classi inferiori del Regno animale.

Mancanza di questi caratteri nelle classi più basse - Colori brillanti - Molluschi - Anellidi - Crostaceicaratteri sessuali secondari fortemente sviluppati; dimorfismo; colore; caratteri non acquistati prima dello stato adulto - Ragniloro colori sessuali; stridulazione dei maschi - Miriapodi.

CAPITOLO X.

Caratteri sessuali secondari degli insetti.

Strutture differenti possedute dai maschi per afferrare le femmine - Differenze fra i sessidi cui non si comprende il motivo - Differenze nel volume fra i sessi - Tisanuri - Ditteri - Emitteri - Omotterifacoltà musicali possedute dai soli maschi - Ortotteristrumenti musicali dei maschimolto differenti nella struttura; umor bellicoso; colori - Neurotteridifferenze sessuali nel colore - Imenotteriumor bellicoso e colori - Coleottericolori; munite di grosse cornache servonoda quanto parecome ornamento; battaglie; organi stridulanti comuni generalmente ai due sessi.

CAPITOLO XI.

Insetti(continuazione). - Ordine Lepidoptera.

Il corteggiare delle farfalle - Battaglie - Rumore di battito - Colori comuni ai due sessio più brillanti nei maschi - Esempi - Non sono dovuti all'azione diretta delle condizioni della vita - Colori acconci per servire di protezione - Colori delle farfalle notturne - Mostra - Poteri percettivi dei lepidotteri - Variabilità - Cause della differenza di colore fra i maschi e le femmine - Mimica; farfalle femmine fornite di colori più vivaci che non i maschi - Colori brillanti dei bruchi - Riassunto e conclusione delle osservazioni intorno ai caratteri sessuali secondari degli insetti - Comparazione fra gli uccelli o gli insetti.

CAPITOLO XII.

Caratteri sessuali secondari dei Pescidegli Anfibie dei Rettili.

PESCI: Corteggiamento e battaglie dei maschi - Mole più grande delle femmine - Maschicolori brillanti e appendici ornamentali; altri strani caratteri - Colori ed appendici che acquista il maschio soltanto nella stagione delle nozze - Pesci dei due sessi brillantemente coloriti - Colori per servir di protezione - I colori meno appariscenti della femmina non possono essere attribuiti al principio della protezione - Pesci maschi che fabbricano nidie che accudiscono le uova ed i piccoli - ANFIBI: Differenze nella struttura e nel colore fra i sessi - Organi vocali. - RETTILI: Cheloni. - Coccodrilli - Serpenticolori che in certi casi servono di protezione - Lucertole e loro battaglie - Appendici ornamentali - Strane differenze nella conformazione fra i sessi - Colori - Differenze sessuali quasi tanto grandi come negli uccelli.

CAPITOLO XIII.

Caratteri sessuali secondari degli uccelli.

Differenze sessuali - Legge di combattimento - Armi speciali - Organi vocali - Musica strumentale -Atteggiamenti e balli amorosi - Ornamenti permanenti e di stagione - Mute annuali doppie o semplici - Mostra degli ornamenti nei maschi.

CAPITOLO XIV.

Uccelli(continuazione).

Scelta operata dalla femmina - Durata del corteggiamento - Uccelli disappaiati - Qualità mentali e gusto del bello - Preferenza o antipatia mostrata dalla femmina per certi maschi - Variabilità degli uccelli -Variazioni talora repentine - Leggi di variazione - Formazione degli ocelli - Graduazioni di carattere - Caso del Pavonedel fagiano Argo e dell'Urosticte.

CAPITOLO XV.

Uccelli(continuazione).

Discussione intorno alla causa per cui i maschi soli di alcune speciee i due sessi di altre speciesono brillantemente coloriti - Intorno alla eredità sessualmente limitatacome applicata a varie strutture ed al piumaggio splendidamente colorito - Nidificazione in relazione col colore - Perdita del piumaggio nuziale durante l'inverno.

CAPITOLO XVI.

Uccelli(conclusione).

Piumaggio degli uccelli non adulti in rapporto col carattere del piumaggio d'ambo i sessi adulti - Sei classi di casi - Differenze sessuali fra i maschi di specie strettamente affini o rappresentanti - La femmina che assume i caratteri del maschio - Piumaggio dei giovani in relazione col piumaggio estivo o invernale degli adulti - Intorno all'aumento di bellezza negli Uccelli del Mondo - Colori protettori - Uccelli vistosamente coloriti - Novità apprezzata - Sommario dei quattro capitoli intorno agli Uccelli.

CAPITOLO XVII.

Caratteri sessuali secondari dei Mammiferi.

Legge di battaglia - Armi speciali limitate ai maschi - Cagione del difetto di armi nella femmina - Armi comuni ai due sessisebbene acquistate primieramente dal maschio - Altri usi di cosiffatte armi - Loro grande importanza - Mole più grande del maschio - Mezzi di difesa - Intorno alla preferenza dimostrata in ambo i sessi nell'accoppiarsi dei quadrupedi.

CAPITOLO XVIII.

Caratteri sessuali secondari dei Mammiferi(continuazione).

Voce - Particolarità sessuali notevoli nelle foche - Odore - Sviluppo del pelo - Colore del pelo e della pelle - Casi anomali di femmine più adorne dei maschi -Colori ed ornamenti dovuti alla scelta sessuale - Colori acquistati per scopo di protezione - Coloresebbene comune ai due sessisovente dovuto alla scelta sessuale - Intorno alla scomparsa di macchie e fasce nei quadrupedi adulti - Dei colori e degli ornamenti dei quadrumani - Sommario.

CAPITOLO XIX.

Caratteri sessuali secondari dell'Uomo.

Differenze fra l'uomo e la donna - Cause di queste differenze e di certi caratteri comuni ai due sessi - Legge di battaglia - Differenze nelle potenze mentali - e nella voce - Intorno all'azione della bellezza nel produrre i matrimoni del genere umano - Attenzione dei selvaggi agli ornamenti - Loro idee intorno alla bellezza della donna - Tendenza ad esagerare ogni particolarità naturale.

CAPITOLO XX.

Caratteri sessuali secondari dell'Uomo(continuazione).

Intorno agli effetti della continua scelta delle donne secondo un differente modello di bellezza in ogni razza - Delle cause che intralciano la scelta sessuale nelle nazioni incivilite e selvagge - Condizioni favorevoli alla scelta sessuale durante i tempi primitivi - Del modo di azione della scelta sessuale nell'umanità - Delle donnele quali nelle tribù selvagge hanno qualche facoltà di scegliersi il marito - Mancanza di peli sul corpo e sviluppo della barba - Colore delle pelle - Sommario.

CAPITOLO XXI.

Sommario generale e conclusione.

Conclusione fondamentale che l'uomo discende da qualche forma inferiore - Modo di sviluppo - Genealogia dell'uomo - Facoltà intellettuali e morali - Scelta sessuale - Osservazioni conclusive.
1 1 centimetro nel testo [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
2 Lessona traduce erroneamente 'calore della pelle'. Si è preferito la corretta traduzione 'colore della pelle' [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
3 '..e far udire..' nel testo originale. [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
4 Nota per la versione del Manuzio sulle unità di misura usate in questo testo
Nella versione originale dell'opera di Darwin The descent of man and selection in relation to sex. [first published London, John Murray, 1871]. le unità di misura usate per indicare le varie grandezze sono quelle inglesi del tempo. Il traduttore le ha convertite nelle corrispondenti unità del sistema metrico decimale.
A questo proposito si devono tenere presenti due cose:
- Le unità di misura inglesi che portano lo stesso nome sono in ogni caso svariate e hanno un valore fra loro molto vicino ma non necessariamente identico. Non sappiamo a quali valori di corrispondenza il nostro traduttore abbia fatto capo. Comunque i valori adottati attualmente come standard nel mondo anglosassone per la corrispondenza con le unità decimali non coincidono con i suoi.
- I valori presenti nel testo sono in vari casi incoerenti: si tratta probabilmente di sviste della stampa.
Convienese si si vuol capire l'aspetto numerico del discorsorisalire ad una delle versioni online dell'opera originale presenti sulla rete. Per esempio qui
http://www.gutenberg.org/etext/2300
La misura riportata correttamente è 151253 cm3
5 La misura riportata correttamente è 143387 cm3 [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
6 La misura riportata correttamente è 142731 cm3 [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
7 La misura riportata correttamente è 134210 cm3 [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
8 La misura riportata correttamente è 80 mm [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
9 La misura riportata correttamente è 109.2 mm [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
10 La misura riportata correttamente è 457 mm. Per le misure riportate nei righi sotto si preferisce non fare correzioni data la modesta differenza. [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
11 'delle' nel testo. [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
12 ' se l'uomodiscendecontemporaneamente ' nel testo originale [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
13 'altro' nel testo originale [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
14 'ciò in che tutti i casi' nel testo [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
15 'dall'azione' nel testo [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
16 'non sono' nel testo [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
17 La traduzione corretta è 'quelli provvisti delle armi migliori' [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
18 nell'originale: "four or five males to one female" [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
19 net testo Gutenberg '200' [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
20 corretto "di (Rhopalocera) farfalle." in "di farfalle (Rhopalocera)." [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
21 La traduzione corretta è: "i maschi di 130 specie essendo più a buon mercato" [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
22 'sig.' manca nell'edizione Barionma è preferibile in quanto traduzione di 'Mr. Wollaston'. [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
23 Croht nel testo. Ma si tratta dello stesso G. R. Crotch di cui sopra [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
24 La frase qui inserita è ricavata dall'edizione UTET del 1914in quanto la frase corrispondente dell'edizione BARION risulta errata: (Quando parleremo degli uccelli avrò da ragionare intorno a tutta la questione se le differenze nel colore fra i maschi e le femmine vivacemente colorite; e la scelta delle femmine dai ultime per servire a proteggerle; cosicchè qui non darò che alcuni inevitabili particolari.) [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
25 Come sopra. BARION: (In tutti i casi in cui avesse prevalso la forma più comune di uguale eredità nei due sessila scelta dei maschi dai vivaci colori avrebbe avuto una tendenza a produrre femmine siano state in parte specialmente ottenute da queste colori smorti avrebbe prodotto maschi di colore smorto.). Nell'edizione BARION c'è un'inversione fra le righe 25 e 31. [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
26 Nell'originale: 'dieci ghinee' [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
27 Nell'originale: 'sei pence (o pennies)' [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
28 Nell'originale: 'tre sterline'. Si ricordi che nel vecchio sistema valutario ingleseprima dell'introduzione del metodo decimaleuna sterlina valeva 240 pennies. [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
29 Nel testo originale 'three feet' cioè circa 90 cm [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
30 Nel testo originale 'twenty-six inches' cioè circa 66 cm [nota per l'edizione elettronica Manuzio]
31 Nel testo originale 'ten inches' cioè circa 25 cm [nota per l'edizione elettronica Manuzio]


L'origine dell'uomo
Charles Darwin






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