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Il Manifesto del PartitoComunista

Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del comunismo. Tutte lepotenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghecontro questo spettro: il papa e lo zarMetternich e Guizotradicali francesie poliziotti tedeschi.

Dov'è il partito di opposizione che non sia stato bollato di comunismo daisuoi avversari al governodove il partito di opposizione che non abbia ritortol'infamante accusa di comunismo sia contro gli esponenti più progressistidell'opposizione che contro i suoi avversari reazionari?

Di qui due conseguenze.

Il comunismo viene ormai riconosciuto da tutte le potenze europee come unapotenza.

È gran tempo che i comunisti espongano apertamente a tutto il mondo la loroprospettivai loro scopile loro tendenzee oppongano alla favola dellospettro del comunismo un manifesto del partito.

A questo scopo si sono radunati a Londra comunisti delle più diversenazionalità e hanno redatto il seguente manifestoche viene pubblicato inlingua inglesefrancesetedescaitalianafiamminga e danese.


I

BORGHESI E PROLETARI01

La storia di ogni società02 èstata finora la storia di lotte di classe.

Uomo libero e schiavopatrizio e plebeobarone e servo della glebamembrodi una corporazione e artigianoin breve oppressore e oppresso si sono semprereciprocamente contrappostihanno combattuto una battaglia ininterrottaapertao nascostauna battaglia che si è ogni volta conclusa con una trasformazionerivoluzionaria dell'intera società o con il comune tramonto delle classi inconflitto.

Nelle precedenti epoche storiche noi troviamo dovunque una suddivisionecompleta della società in diversi ceti e una multiforme strutturazione delleposizioni sociali. Nell'antica Roma abbiamo patrizicavalieriplebeischiavi;nel Medioevofeudatarivassallimembri delle corporazioniartigianiservidella glebae ancorain ciascuna di queste classiulteriori specificheclassificazioni.

La moderna società borghesesorta dal tramonto della società feudalenonha superato le contrapposizioni di classe. Ha solo creato nuove classi al postodelle vecchieha prodotto nuove condizioni dello sfruttamentonuove formedella lotta fra le classi.

La nostra epocal'epoca della borghesiasi caratterizza però per lasemplificazione delle contrapposizioni di classe. L'intera società si dividesempre più in due grandi campi nemiciin due grandi classi che si fronteggianodirettamente: borghesia e proletariato.

Dai servi della gleba del Medioevo sorse il popolo minuto delle primecittà; da questo popolo minuto si svilupparono i primi elementi dellaborghesia.

La scoperta dell'Americail periplo dell'Africa crearono un nuovo terrenoper la borghesia rampante. Il mercato delle Indie orientali e quello cineselacolonizzazione dell'Americail commercio con le coloniela moltiplicazione deimezzi di scambio e delle stesse merci diedero un impulso fino ad allorasconosciuto al commercioalla navigazioneall'industriae quindi favorironoun rapido sviluppo dell'elemento rivoluzionario nella decadente societàfeudale.

L'attività industriale fino ad allora vincolata a moduli feudali ocorporativi non poteva più fronteggiare le crescenti aspettative prodotte dainuovi mercati. Al suo posto comparve la manifattura. I maestri artigiani vennerosoppiantati dal ceto medio industriale; la divisione del lavoro tra le variecorporazioni scomparve di fronte alla divisione del lavoro nella stessa singolaofficina.

Ma i mercati continuavano a crescere e con essi le aspettative. Anche lamanifattura non bastava più. Il vapore e le macchine rivoluzionavano laproduzione industriale. Al posto della manifattura si affermò la grandeindustria modernaal posto del ceto medio industriale apparvero gli industrialimilionarii comandanti di intere armate industrialii moderni borghesi.

La grande industria ha creato il mercato mondialeil cui avvento era statopreparato dalla scoperta dell'America. Il mercato mondiale ha dato uno smisuratoimpulso allo sviluppo del commerciodella navigazionedelle comunicazioniterrestri. Tale sviluppo ha a sua volta retroagito sulla crescitadell'industria. E nella stessa misura in cui crescevano industriacommercionavigazioneferrovie si sviluppava anche la borghesia. Ed essa accresceva isuoi capitali e metteva in ombra tutte le classi di origine medievale.

Noi vediamo dunque come la stessa borghesia moderna sia il prodotto di unlungo processo di sviluppodi una serie di trasformazioni nel modo diproduzione e di scambio.

Ciascuno di questi stadi di sviluppo della borghesia era accompagnato da uncorrispondente progresso politico03.Ceto oppresso sotto il dominio dei signori feudaliassociazioni04armate e autonome nell'età dei Comuni05qui repubblica cittadina indipendente06là terzo stato tributario della monarchia07poi al tempo della manifattura contrappeso alla nobiltà nella monarchia cetualeo in quella assoluta e ancora pilastro fondamentale delle grandi monarchielaborghesia si conquistò infine l'assoluto dominio politico dopo la nascita dellagrande industria e del mercato mondiale nel moderno Stato rappresentativo. Ilpotere statale moderno è solo un comitato che amministra gli affari comunidell'intera classe borghese.

La borghesia ha giocato nella storia un ruolo altamente rivoluzionario.

La borghesia ha distrutto i rapporti feudalipatriarcaliidillici dovunqueabbia preso il potere. Essa ha spietatamente stracciato i variopinti laccifeudali che legavano la persona al suo superiore naturalee non ha salvatonessun altro legame fra le singole persone che non sia il nudo interesseilcrudo "puro rendiconto". Essa ha affogato nelle gelide acque delcalcolo egoistico i sacri fremiti della pia infatuazionedell'entusiasmocavallerescodella malinconia filistea. Essa ha dissolto la dignità personalenel valore di scambioe al posto delle innumerevoli libertà patentate e benmeritate ha affermato l'unica libertàquella di commerciareuna libertàsenza scrupoli. In una parolaal posto dello sfruttamento celato dalleillusioni religiose e politiche ha instaurato lo sfruttamento apertosenzavergognadirettosecco.

La borghesia ha spogliato delle loro sacre apparenze tutte le attività finoad allora onorevoli e considerate con pia umiltà. Essa ha trasformato ilmedicoil giuristail preteil poetal'uomo di scienza in suoi salariati.

La borghesia ha strappato alle relazioni familiari il loro toccante velosentimentale per ricondurle a una pura questione di denaro.

La borghesia ha rivelato come la brutale esibizione di forzaquellacaratteristica del Medioevo che tanto piace alla reazioneabbia trovato il suocongruo complemento nella più inerte pigrizia. Solo la borghesia ha dimostratoche cosa l'attività umana può produrre. Essa ha realizzato meraviglie bendiverse dalle piramidi egiziedagli acquedotti romani e dalle cattedraligotichesi è lanciata in ben altre avventure che non le migrazioni dei popolie le crociate.

La borghesia non può esistere senza rivoluzionare continuamente glistrumenti di produzionedunque i rapporti di produzionedunque tutti irapporti sociali. La prima condizione di esistenza di tutte le precedenti classiindustriali era invece la conservazione immutata del vecchio modo di produzione.L'ininterrotta trasformazione della produzioneil continuo sconvolgimento ditutte le istituzioni socialil'eterna incertezza e l'eterno movimentodistinguono l'epoca della borghesia da tutte le epoche precedenti08.Vengono quindi travolti tutti i rapporti consolidatiarrugginiticon il lorocodazzo di rappresentazioni e opinioni da tempo in onore. E tutti i nuovirapporti invecchiano prima di potersi strutturare. Tutto ciò che è istituitotutto ciò che sta in piedi evaporatutto ciò che è sacro viene sconsacratoe gli uomini sono finalmente costretti a considerare con sobrietà il loro postonella vitai loro rapporti reciproci.

La necessità di uno sbocco sempre più vasto per i suoi prodotti lancia laborghesia alla conquista dell'intera sfera terrestre. Bisogna annidarsidappertuttodovunque occorre consolidarsi e stabilire collegamenti.

La borghesia ha strutturato in modo cosmopolitico la produzione e il consumodi tutti i paesi grazie allo09sfruttamento del mercato mondiale. Con grande dispiacere dei reazionari essa hasottratto all'industria il suo fondamento nazionale. Antichissime industrienazionali sono state distrutte e continuano a esserlo ogni giorno. Nuoveindustrie le soppiantanoindustrie la cui nascita diventa una questione vitaleper tutte le nazioni civiliindustrie che non lavorano più le materie prime dicasa ma quelle provenienti dalle regioni più lontanee i cui prodotti nonvengono utilizzati solo nel paese stesso mainsiemein tutte le parti delmondo. Al posto dei vecchi bisognisoddisfatti dai prodotti nazionalise neaffermano di nuoviche per essere soddisfatti esigono i prodotti delle terre edei climi più lontani. Al posto dell'antica autosufficienza e delimitazionelocale e nazionale si sviluppano traffici in tutte le direzionisi stringe unareciproca interdipendenza universale fra le nazioni. E ciò sia nella produzionemateriale che in quella spirituale. Le conquiste spirituali delle singolenazioni divengono bene comune. L'unilateralità e la delimitazione nazionalediventano sempre meno possibili e dalle varie letterature nazionali e locali sicostruisce una letteratura mondiale.

La borghesia trascina verso la civiltà persino le nazioni più barbarichegrazie al rapido miglioramento di tutti gli strumenti di produzionegrazie alcontinuo progresso delle comunicazioni. I prezzi ben calibrati delle sue mercisono l'artiglieria pesante con cui essa atterra qualsiasi muraglia cineseconcui essa costringe alla capitolazione financo la più ostinata xenofobia deibarbari. La borghesia costringe tutte le nazioni a far proprio il modo diproduzione borghesese non vogliono affondare; la borghesia le costringe aintrodurre esse stesse la cosiddetta civiltàcioè a diventare borghesi. Inuna parolala borghesia si costruisce un mondo a sua immagine e somiglianza.

La borghesia ha sottomesso la campagna al dominio della città. Essa hacreato enormi cittàha notevolmente aumentato la popolazione urbana rispetto aquella delle campagnestrappando così all'idiotismo della vita di campagna unaparte importante della popolazione. Come ha reso dipendente la campagna dallacittàcosì ha reso dipendenti i paesi barbarici o semibarbarici da quellicivilizzatii popoli contadini da quelli borghesil'Oriente dall'Occidente.

La borghesia tende sempre più a superare la frammentazione dei mezzi diproduzionedella proprietà e della popolazione. Essa ha agglomerato lapopolazionecentralizzato i mezzi di produzione e concentrato la proprietà inpoche mani. La conseguenza necessaria era la centralizzazione politica. Provinceindipendentiquasi solo alleatecon interessileggigoverni e doganedifferentisono state riunite in un'unica nazioneun unicogovernoun'unica leggeun unico interesse di classe nazionaleun'unica barriera doganale.

La borghesia ha prodottonel corso del suo nemmeno centenario dominio diclasseforze produttive più massicce e colossali di tutte le altre generazionimesse insieme. Controllo delle forze della naturamacchineimpiego dellachimica nell'industria e nell'agricolturanavigazione a vaporeferrovietelegrafi elettricidissodamento di interi continentinavigabilità dei fiumipopolazioni intere fatte nascere dal nulla: quale secolo passato sospettava chetali forze produttive giacessero nel grembo del lavoro sociale?

Noi però10 abbiamo visto chei mezzi di produzione e di scambio sul cui fondamento si è sviluppata laborghesia furono creati nella società feudale. A un certo stadio dello sviluppodi questi mezzi di produzione e di scambioi rapporti entro cui la societàfeudale produceva e scambiaval'organizzazione feudale dell'agricoltura e dellamanifatturain una parola i rapporti feudali di proprietànon rappresentavanopiù lo sviluppo raggiunto dalle forze produttive. Più che stimolare laproduzionetali rapporti la ostacolavano. Tanto da trasformarsi in altrettantecatene. Dovevano essere spezzati e furono spezzati.

Al loro posto subentrò la libera concorrenza con la costituzione sociale epolitica che le è propriacon il dominio economico e politico della classeborghese.

Simile è lo sviluppo che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. I rapportiborghesi di produzione e di scambioi rapporti borghesi di proprietàinsommala moderna società borgheseche ha come per incantesimo prodotto mezzi diproduzione e di scambio tanto potentiè come l'apprendista stregone incapacedi controllare le potenze sotterranee da lui stesso evocate. La storiadell'industria e del commercio è ormai da decenni solo la storia dellasollevazione delle moderne forze produttive contro i moderni mezzi diproduzionecontro i rapporti di proprietà che esprimono le condizioni diesistenza e di dominio della borghesia. Basta citare le crisi commercialichenel loro minaccioso ricorrere ciclico mettono sempre più in questionel'esistenza dell'intera società borghese. Nelle crisi commerciali vieneregolarmente distrutta una grande parte non solo dei prodotti ma persino delleforze produttive già costituite. Nelle crisi scoppia un'epidemia sociale che intutte le altre epoche sarebbe stata considerata un controsenso: l'epidemia dellasovrapproduzione. La società si trova improvvisamente ricacciata in uno statodi momentanea barbarie; una carestiauna guerra di annientamento11totale sembrano sottrarle ogni mezzo di sussistenza; l'industriail commercioappaiono distruttie perché? Perché la società ha incorporato troppa civiltàtroppi mezzi di sussistenzatroppa industriatroppo commercio. Le forzeproduttive di cui essa dispone non servono più allo sviluppo della civiltàborghese e12 dei rapporti borghesi diproprietà; al contrarioesse sono diventate troppo potenti per quei rapportine sono frenatee non appena superano questo ostacolo gettano nel caos l'interasocietà borghesemettono in pericolo l'esistenza della proprietà borghese. Irapporti borghesi sono diventati troppo angusti per contenere la ricchezza cheessi stessi hanno prodotto. Come supera le crisi la borghesia? Da una parte conl'annientamento coatto di una massa di forze produttive; dall'altra conquistandonuovi mercati e sfruttando più a fondo quelli vecchi. In che modoinsomma?Provocando crisi più generalizzate e più violente e riducendo i mezzinecessari a prevenirle.

Le armi con cui la borghesia ha annientato il feudalesimo si rivoltano oracontro la borghesia stessa.

Ma la borghesia non ha solo forgiato le armi che la uccidono; ha ancheprodotto gli uomini che imbracceranno queste armi: i lavoratori modernii proletari.

Nella stessa misura in cui si sviluppa la borghesiacioè il capitalesisviluppa anche il proletariatola moderna classe dei lavoratorii quali vivonosolo fin quando trovano lavoro e trovano lavoro solo in quanto il loro lavoroaccresce il capitale. Questi lavoratoriche devono vendersi un poco alla voltasono una merce come qualsiasi altro articolo in commercio e sono perciòugualmente esposti a tutte le alterne vicende della concorrenzaa tutte leoscillazioni del mercato.

Il lavoro dei proletari ha perso ogni tratto di autonomia e quindi ognistimolo per il lavoratore a causa dell'espansione delle macchine e delladivisione del lavoro. Il lavoratore diventa un mero accessorio della macchina.Da lui si pretende solamente il più facileil più monotonoil piùelementare movimento. Il suo costo è limitato quasi esclusivamente ai mezzi disostentamento di cui egli necessita per sopravvivere e per garantire il futurodella sua razza. Il prezzo di una mercedunque anche del lavoro13è però pari ai suoi costi di produzione. Più il lavoro è ripugnantepiùdiminuisce per conseguenza il salario. Meglio: più si sviluppano le macchine ela divisione del lavoropiù cresce il volume14del lavorosia per l'aumento dell'orario di lavorosia per l'aumento dellavoro richiesto in un dato periodo di tempoper la cresciuta velocità dellemacchineecc.

L'industria moderna ha trasformato il piccolo laboratorio del maestropatriarcale nella grande fabbrica del capitalista industriale. Le masse deilavoratori compresse nella fabbrica vengono organizzate militarmente. Comesoldati semplici dell'industria esse vengono sottoposte alla vigilanza di unagerarchia completa di sottufficiali e ufficiali. I lavoratori non sono soloschiavi della classe borghesedello Stato borgheseogni giorno e ogni ora essisono asserviti dalla macchinadal sorvegliante e soprattutto dallo stessosingolo fabbricante borghese. Tale dispotismo è tanto più grettoodiosoamaroquanto più apertamente erige il profitto a suo ultimo15scopo.

Quanto meno il lavoro manuale richiede abilità e forzacioè quanto più sisviluppa l'industria modernatanto più il lavoro degli uomini viene sostituitoda quello delle donne e dei bambini16.Per la classe operaia le differenze di sesso e di età non hanno più alcunarilevanza sociale. Non esistono ormai che strumenti di lavorodistinti per ildiverso costo relativo all'età e al sesso.

Se lo sfruttamento del lavoratore da parte del proprietario della fabbricacessa nel momento in cui egli riceve il suo compenso in contantiecco che su dilui si gettano le altre parti della borghesiail proprietario della casailbottegaiolo strozzinoecc.

I piccoli ceti medii piccoli industrialicommercianti e detentori direnditagli artigiani e i contadinitutte queste classi sprofondano nelproletariato in parte perché il loro esiguo capitale non basta per mandareavanti una grande industria e quindi soggiace alla concorrenza dei grandicapitalistiin parte perché il loro talento è svalutato da nuovi modi diproduzione. Sicché il proletariato è reclutato in tutte le classi dellapopolazione.

Il proletariato passa attraverso diverse fasi di sviluppo. La sua lottacontro la borghesia comincia dalla nascita.

All'inizio a lottare sono i singoli lavoratoripoi i lavoratori di unafabbricapoi quelli di un ramo produttivo in un luogo specifico contro ilsingolo borghese che li sfrutta direttamente. Essi contestano non solo irapporti di produzione borghesi ma gli stessi strumenti di produzione;distruggono le merci concorrenti che provengono dall'esterofanno a pezzi lemacchineincendiano le fabbrichecercano di riconquistarsi17la vecchia posizione di cui come lavoratori godevano nel Medioevo.

In questo stadio i lavoratori costituiscono una classe dispersa in tutto ilpaese e divisa dalla concorrenza. Una loro resistenza più massiccia ancora nonderiva dalla capacità di unirsi in autonomiama dall'unità della borghesiala quale per raggiungere i propri obiettivi politici deve - e ancora può -mettere in movimento l'intero proletariato. In questo stadio dunque i proletarinon combattono i loro nemicima i nemici dei propri nemicii residui dellamonarchia assolutai proprietari terrierii borghesi non industrialiipiccoli borghesi. L'intero movimento storico è in tal modo concentrato nellemani della borghesia; ogni vittoria così ottenuta è una vittoria dellaborghesia.

Ma con lo sviluppo dell'industria il proletariato non solo cresce di numero;esso si coagula in grandi massediventa più forte e più consapevole della suaforza. Gli interessile condizioni di vita dei proletari diventano sempre piùsimilipoiché le macchine annientano le differenze nel lavoro e precipitano ilsalario quasi dappertutto verso una stessa modesta soglia. La crescenteconcorrenza tra borghesi e le crisi commerciali che ne derivano rendono ilsalario dei lavoratori sempre più labile; l'evoluzione delle macchineincontinuo sempre più rapido sviluppone rende l'esistenza sempre più insicura;gli scontri tra il singolo lavoratore e il singolo borghese acquistano sempre piùil carattere di scontro fra due classi. I lavoratori cominciano a formarecoalizioni18 contro il borghese; siuniscono per difendere il salario. Fino a costituire associazioni permanentiinmodo da prepararsi per queste periodiche battaglie. In qualche caso la lotta simuta in rivolta.

Qualche volta i lavoratori riescono a vincerema solo provvisoriamente. Ilvero risultato delle loro lotte non è il successo immediatoma ilrafforzamento dell'unità dei lavoratori. Essa è facilitata dallo sviluppo deimezzi di comunicazione prodotti dalla grande industriache mettono in contattolavoratori delle più varie località. C'è bisogno di questo collegamento perdare la stessa impronta alle molte battaglie locali che esplodono un po'dappertuttoper centralizzarle in una lotta nazionalein una lotta di classe.Ma ogni lotta di classe è una lotta politica. E i moderni proletari realizzanoin pochi anni grazie alle ferrovie quell'unità che gli uomini medievalicrearono nei secoli con le loro strade vicinali.

Questa organizzazione dei proletari in classee quindi in partito politicoviene ad ogni istante nuovamente distrutta dalla concorrenza fra gli stessilavoratori. Ma essa rinasce sempre di nuovopiù fortepiù solidapiùpotente. Essa impone il riconoscimento per legge di singoli interessi deilavoratorisfruttando le divisioni nella borghesia. È il caso della leggedelle dieci ore in Inghilterra.

Gli scontri nel corpo della vecchia società favoriscono in vario modo lacrescita del proletariato. La borghesia è sempre in lotta: dapprima control'aristocrazia; più tardi contro quelle sue stesse parti i cui interessi sirivelano di ostacolo allo sviluppo dell'industria; e perennemente contro laborghesia di tutti i paesi stranieri. In tutte queste lotte essa si sentecostretta a fare appello al proletariatoa prendere in considerazione il suoaiuto e a immetterlo così nel circuito politico. La borghesia forgia così glistrumenti19 dello sviluppo delproletariatoproduce cioè le armi con cui sarà combattuta.

Inoltrecome abbiamo vistolo sviluppo dell'industria getta partifondamentali della classe dominante nella condizione proletariao quanto menone minaccia il livello di vita. Anche queste parti di borghesia declassataoffrono al proletariato una quantità di fattori di sviluppo20.

In tempi in cui la lotta di classe si avvicina infine allo scontro decisivoil processo di dissolvimento della classe dominantedell'intera vecchia societàassume un carattere così veementecosì acutoche una piccola parte dellavecchia società se ne emancipa per unirsi alla classe rivoluzionariaallaclasse cui appartiene il futuro. Come una volta parte della nobiltà passò conla borghesiacosì oggi parte della borghesia va con il proletariatoesegnatamente una parte degli ideologi borghesiche si sono innalzati allacomprensione teorica dell'intero movimento storico.

Tra tutte le classi che oggi si contrappongono alla borghesiasolo ilproletariato è una vera classe rivoluzionaria. Le altre classi vanno in rovinae tramontano con la grande industria; il proletariato ne è il prodotto piùproprio.

I ceti medii piccoli industrialiil piccolo commerciantel'artigianoilcontadino: tutti costoro combattono la borghesia per assicurarsi l'esistenzacome ceti medi. Essi non sono quindi rivoluzionarima conservatori. Di piùessi sono reazionarigiacché tentano di riportare indietro la ruota dellastoria. Se sono rivoluzionarilo sono in rapporto al loro prossimo passaggio alproletariato. In tal sensoessi non difendono i loro interessi attuali maquelli futurie quindi abbandonano la posizione loro propria per incardinarsiin quella del proletariato.

Il sottoproletariato21questamarcescenza passiva dei ceti infimi della vecchia societàviene in qualchecaso trascinato da una rivoluzione proletariama per tutta la sua esistenza saràpiù incline a vendersi ai reazionari intriganti.

Le condizioni di vita della vecchia società sono già distrutte nellecondizioni di vita del proletariato. Il proletario è senza proprietà; il suorapporto con la moglie e i figli non ha più niente in comune con la famigliaborghese; il lavoro industriale modernoil moderno assoggettamento al capitaleidentico in Inghilterra e in Franciain America e in Germaniagli ha sottrattoogni carattere nazionale. Le leggila moralela religione sono per luialtrettanti pregiudizi borghesidietro i quali si nascondono altrettantiinteressi borghesi.

Una volta conquistato il poteretutte le classi precedenti cercarono digarantirsi le condizioni di vita appena ottenute sottomettendo l'intera societàalle regole della loro conquista. I proletari possono impossessarsi delle forzeproduttive sociali solo eliminando il loro stesso modo di acquisizione dellaricchezza e quindi l'intero modo di acquisizione della ricchezza finora vigente.I proletari non hanno nulla di proprio da difenderedevono distruggere ogniforma di sicurezza privata e di assicurazione privata esistente.

Tutti i movimenti sono stati finora movimenti di minoranze o nell'interessedi minoranze. Il movimento proletario è il movimento autonomo della stragrandemaggioranza nell'interesse della stragrande maggioranza. Il proletariatocetoinfimo dell'attuale societànon si può sollevarenon può elevarsisenzafar saltare in aria l'intera costruzione dei ceti che formano la societàufficiale.

Non nel contenutoma nella formala lotta del proletariato contro laborghesia è dapprima nazionale. Per prima cosa il proletariato di ogni paesedeve naturalmente far fuori la sua borghesia.

Descrivendo le fasi più generali dello sviluppo del proletariatoabbiamoosservato la più o meno nascosta guerra civile all'interno dell'attuale societàfino al punto in cui scoppia un'aperta rivoluzione e il proletariato afferma ilsuo dominio grazie alla liquidazione violenta della borghesia.

Ogni società si è finora fondatacome abbiamo vistosullacontrapposizione fra classi di oppressori e di oppressi. Ma per opprimere unaclasseoccorre assicurarle condizioni tali da permetterle almeno disopravvivere in schiavitù. Il servo della gleba si è elevato a membro delComune continuando a lavorare come servo della glebacosì come il piccoloborghese si è fatto borghese sotto il giogo dell'assolutismo feudale. Alcontrarioil lavoratore modernoinvece di elevarsi con il progressodell'industriatende a impoverirsi rispetto alle condizioni di vita della suaclasse. Il lavoratore diventa poveroe la povertà si sviluppa più rapidamentedella popolazione e della ricchezza. Emerge così chiaramente che la borghesianon è in grado di restare ancora a lungo la classe dominante nella società edi dettarvi legge alle sue condizioni. La borghesia è incapace di governareperché non è in grado di garantire l'esistenza ai suoi schiavi all'interno delsuo stesso schiavismoperché è costretta a lasciarli sprofondare in unacondizione che la costringe a nutrirlianziché esserne nutrita. La societànon può più vivere sotto la borghesiainsomma l'esistenza della borghesia nonè più compatibile con quella della società.

La condizione essenziale per l'esistenza e per il dominio della borghesia èl'accumulazione della ricchezza nelle mani di privatila formazione e lamoltiplicazione del capitale. La condizione necessaria a creare il capitale èil lavoro salariato. Il lavoro salariato riposa esclusivamente sulla concorrenzafra i lavoratori. Il progresso dell'industriadi cui la borghesia è portatriceinvolontaria e passivaproduceinvece dell'isolamento dei lavoratori prodottodalla concorrenzala loro unificazione rivoluzionaria sotto forma diassociazione. Con lo sviluppo della grande industria viene dunque sottrattasotto i piedi della borghesia la base stessa su cui essa produce e si appropriadei prodotti. Essa produce soprattutto i suoi propri becchini. Il suo tramonto ela vittoria del proletariato sono ugualmente inevitabili.

continua...


Note

01 (torna) Con"borghesia" si intende la classe dei capitalisti modernicheposseggono i mezzi di produzione sociale e impiegano il lavoro salariato; con"proletariato" la classe dei moderni lavoratori salariati chenonpossedendo nessun mezzo di produzioneper vivere sono ridotti a vendere la loroforza-lavoro.

[Nota di Engels nell'edizione inglese del 1888].

02 (torna) Vale a diretutta la storia scritta. Nel 1847la preistoria della società -l'organizzazione sociale esistente prima della storia tramandata per iscritto -era poco meno che sconosciuta. Da alloraHaxthausen scoprì la proprietàcomune della terra in RussiaMaurer dimostrò che essa era la base sociale dacui presero avvio tutte le razze teutoniche nella storiae presto ci si reseconto che le comunità paesane eranoo erano statedappertutto la formaprimitiva della societàdall'India all'Irlanda. L'organizzazione interna ditali società comunistiche primitive venne svelatanella sua forma tipicadalla grande scoperta di Morgan della vera natura della gens e della suarelazione con la tribù. Con il dissolvimento di queste comunitàprimordiali la società iniziò a differenziarsi in classi separate esuccessivamenteantagoniste. Ho cercato di ripercorrere questo processo didissolvimento in Der Ursprung der Familiedes Privateigenthums und desStaatsStuttgart 1886seconda edizione.

[Nota di Engels nell'edizione inglese del 1888].

03 (torna) Nell'edizioneinglese del 1888 viene qui aggiunto: "di questa classe".

04 (torna) Nelle edizionitedesche del 1883 e 1890e in quella inglese del 1888questo termine è alsingolare.

05 (torna)"Comune" era il nome che preseroin Franciale nascenti città ancheprima di conquistare dai loro signori e padroni feudali autogoverno e dirittipolitici come "terzo stato". Detto in generaleper quanto riguarda losviluppo economico della borghesiacome nazione tipica viene qui consideratal'Inghilterra; per quanto riguarda lo sviluppo politicola Francia.

[Nota di Engels nell'edizione inglese del 1888].

Era questo il nome conferito alle comunità urbane dai cittadini di Italia eFranciadopo che ebbero acquistato o estorto i loro iniziali diritti diautogoverno dai loro signori feudali.

[Nota di Engels nell'edizione tedesca del 1890].

06 (torna) Aggiuntonell'edizione inglese del 1888: "(come in Italia e in Germania)".

07 (torna) Aggiuntonell'edizione inglese del 1888: "(come in Francia)".

08 (torna) Nell'edizionetedesca del 1890 compare invece: "altre".

09 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 compare invece: "al suo".

10 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 compare invece: "dunque".

11 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 compare invece: "distruzione".

12 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 scompaiono le parole: "della civiltàborghese e".

13 (torna) Al posto deiconcetti di "valore del lavoro" e "prezzo del lavoro" Marxed Engels si servirono in opere posteriori dei concettitecnicamente piùelaboratidi "valore della forza-lavoro" e "prezzo dellaforza-lavoro". Secondo la prospettiva teorica dei due autoriinfattil'operaio non vende il suo lavorobensì la sua forza-lavoro. Come inparticolare Marx avrà modo di approfondire a partire dalla seconda metàdell'Ottocentoil valore di una qualsiasi merce è stabilito dal tempo dilavoro socialmente necessario per produrla; di conseguenzail valore di quellamerce peculiare che è la forza-lavoro dell'operaio è stabilito da quantooccorre per il sostentamento suo e della sua famiglia. Si noti che la peculiaritàdella merce rappresentata dalla forza-lavoro è all'origine del concettomarxiano di plusvalore. La forza-lavoro produce infatti più valore diquanto sia necessario per comprarlamettendo la differenza (che può variare inmisura direttamente proporzionale allo sfruttamento della forza-lavoro)direttamente nelle mani del suo compratore. Seponiamoè sufficiente un terzodella giornata lavorativa di un operaio affinché questi produca un valore parial prezzo pagato dal capitalista per il suo acquistoil valore prodotto neirimanenti due terzi della giornata lavorativa costituiscono un valore aggiuntochecol suo reimpiego nel processo produttivodetermina l'accumulazione delcapitale.

14 (torna) Nell'edizioneinglese del 1888 compare invece: "il peso".

15 (torna) Nell'edizionetedesca del 1890 scompare: "ultimo".

16 (torna) Nelle edizionisuccessive al 1848 scompaiono le parole: "e dei bambini".

17 (torna) Nelle edizionisuccessive al 1848: "riconquistare".

18 (torna) Nell'edizioneinglese del 1888dopo "coalizioni" compare "(Trades' Unions)".

19 (torna) Nell'edizioneinglese del 1888 viene qui aggiunto: "politici e generali".

20 (torna) Nell'edizioneinglese del 1888invece di "sviluppo" compare "chiarimento eprogresso".

21 (torna) Con LumpenproletariatMarx ed Engels intendono il settore degli strati sociali più bassi prossimoineffettialla delinquenza e composto di fannulloni abitualivagabondiladri dipoco valoreimbroglioniecc

Il Manifesto del PartitoComunista

II

PROLETARI E COMUNISTI

Qual è il rapporto tra comunisti e proletari?

I comunisti non sono un partito a sé fra gli altri partiti dei lavoratori.

Essi non hanno interessi separati da quelli dell'intero proletariato.

Essi non propongono particolari22princìpi su come modellare il movimento proletario.

I comunisti si distinguono dai restanti partiti proletari solo perchéd'unlatonelle diverse lotte nazionali dei proletari essi pongono in evidenza eaffermano gli interessi comuni di tutto il proletariatoindipendentemente dallanazionalità; dall'altroperché essi esprimono sempre l'interesse complessivodel movimento nelle diverse fasi in cui si sviluppa la lotta fra proletariato eborghesia.

I comunisti sono pertanto nella pratica la parte più decisa e più avanzatadei partiti operai di ogni paesee dal punto di vista teorico essi sonoanticipatamente consapevoli delle condizionidel corso e dei risultaticomplessivi del movimento proletario.

Il primo compito dei comunisti è identico a quello di tutti gli altripartiti proletari: costituzione del proletariato in classeannientamento deldominio della borghesiaconquista del potere politico da parte delproletariato.

Le formulazioni teoriche dei comunisti non riposano affatto su ideesu princìpiscoperti da questo o quel riformatore del mondo.

Essi sono solo l'espressione generale di rapporti effettivi di una lotta diclasse che esistedi un movimento storico che si svolge sotto i nostri occhi.L'eliminazione di rapporti di proprietà finora vigenti non è qualcosa dispecificamente comunista.

Tutti i rapporti di proprietà sono stati soggetti nel corso della storia aun cambiamento continuo.

Ad esempiola Rivoluzione francese abolì la proprietà feudale a vantaggiodi quella borghese.

Ciò che distingue il comunismo non è l'eliminazione della proprietà inquanto talebensì l'abolizione della proprietà borghese.

Ma la moderna proprietà privata borghese è l'ultima e più compiutaespressione della creazione e dell'appropriazione dei prodotti fondata sucontrapposizioni di classesullo sfruttamento degli uni da parte degli altri23.

In tal senso i comunisti possono riassumere la loro teoria in questa singolaespressione: abolizione della proprietà privata.

Si è rimproverato a noi comunisti di voler abolire la proprietà personaleottenuta con il proprio lavoro; la proprietà che costituirebbe la base di ognilibertàattività e indipendenza personale.

Proprietà guadagnata con il proprio lavoro! Parlate della proprietàpiccolo-borghesepiccolo-contadinache ha preceduto la proprietà borghese?Non abbiamo bisogno di abolirlaè lo sviluppo dell'industria che l'ha abolitae l'abolisce giorno per giorno.

Oppure parlate della moderna proprietà privata borghese?

Ma il lavoro salariatoil suo lavorodà al proletario una proprietà?Niente affatto. Esso crea il capitalecioè la proprietà che sfrutta il lavorosalariatoche può accrescersi solo a condizione di produrre nuovo lavorosalariatoper sfruttarlo di nuovo. Nella sua forma attualela proprietàderiva dalla contrapposizione di capitale e lavoro salariato. Osserviamo i duelati di questa opposizione.

Essere capitalista significa assumere nella produzione una posizione non solopuramente personalema sociale. Il capitale è un prodotto collettivo e puòessere messo in moto solo grazie a una comune attività di moltianzi in ultimaistanza di tutti i membri della società.

Il capitale non è quindi un potere solo personaleè un potere sociale.

Se allora il capitale viene trasformato in proprietà collettivacheappartiene a tutti i membri della societàin tal modo non si muta una proprietàprivata in una proprietà collettiva. Cambia solo il carattere sociale dellaproprietà. Essa perde il suo carattere di classe.

Veniamo al lavoro salariato.

Il prezzo medio del lavoro salariato è il minimo del compenso lavorativocioè la somma dei mezzi di sussistenza necessari a mantenere in vita illavoratore in quanto lavoratore. Ciò di cui dunque il lavoratore si appropriaattraverso la sua attivitàbasta appena per ricreare le condizioni minime persopravvivere. Noi non vogliamo affatto abolire questa appropriazione personaledei prodotti del lavoro necessari a ricostituire le condizioni minime disopravvivenzaun'appropriazione da cui non deriva alcun ricavo che potrebbeconferire potere sul lavoro altrui. Noi vogliamo solo eliminare il caratteremiserevole di tale appropriazionein cui il lavoratore vive solo per accrescereil capitalee continua a vivere solo in quanto lo esige l'interesse dellaclasse dominante.

Nella società borghese il lavoro vivo è solo un mezzo per accrescere illavoro accumulato. Nella società comunista il lavoro accumulato è solo unmezzo per ampliarearricchire e migliorare la vita dei lavoratori.

Nella società borghese è dunque il passato che domina sul presenteinquella comunista è il presente che domina sul passato. Nella società borgheseil capitale è indipendente e personalementre l'individuo attivo è dipendentee impersonale.

E l'abolizione di questo rapporto la borghesia la chiama abolizione dellapersonalità e della libertà! E a ragione. Si tratta però dell'abolizionedella personalitàindipendenza e libertà borghesi.

Con "libertà" si intende nell'ambito degli attuali rapportiborghesi di produzione il libero commerciola libertà di acquistare e divendere.

Ma se scompare il trafficoallora scompare anche il libero traffico. Glistereotipi a proposito del libero trafficocome tutte le ulteriori bravateliberali del nostro borghesehanno un senso solo nei confronti del trafficovincolatonei confronti del cittadino medievale asservitoma non nei confrontidell'abolizione comunista del trafficodei rapporti borghesi di produzione edella stessa borghesia.

Voi inorridite perché noi vogliamo eliminare la proprietà privata. Ma nellavostra società esistente la proprietà privata è abolita per i nove decimi deisuoi membri; anziessa esiste proprio in quanto non esiste per quei novedecimi. Voi ci accusate dunque di voler abolire una proprietà che vertenecessariamente sulla mancanza di proprietà della stragrande maggioranza dellapopolazione.

In una parolavoi ci accusate di voler abolire la vostra proprietà. Èproprio quello che vogliamo.

Dal momento in cui il lavoro non può più essere trasformato in capitaledenarorendita fondiaria - in brevein un potere sociale monopolizzabile -cioè dal momento in cui la proprietà personale non può tramutarsi in proprietàborgheseda quel momento voi dichiarate che ad essere abolita è la persona.

Voi ammettete così di considerare come persona nient'altro che il borgheseil proprietario borghese. Epperò questa persona deve essere abolita.

Il comunismo non impedisce a nessuno di appropriarsi dei prodotti dellasocietàimpedisce solo di sottomettere il lavoro altrui per mezzo di taleappropriazione.

Si è obiettato che con l'abolizione della proprietà privata ogni attivitàcesserebbe e si affermerebbe una pigrizia generalizzata.

Secondo una simile interpretazione la società borghese dovrebbe essere giàda tempo scomparsa per colpa dell'indolenzagiacché coloro che vi lavorano nonguadagnanoe coloro che vi guadagnano non lavorano. Tutta questa riflessioneporta alla tautologia per cui il lavoro salariato cessa di esistere nel momentoin cui non esiste più il capitale.

Tutte le obiezioni rivolte contro il modo comunista di appropriazione e diproduzione dei prodotti materiali sono state sviluppate allo stesso titolo neiconfronti dell'appropriazione e della produzione dei prodotti spirituali. Comeper il borghese la fine della proprietà di classe significa la fine dellaproduzione stessacosì per lui la fine della cultura di classe è identicaalla fine della cultura in quanto tale.

La cultura di cui egli lamenta la perdita è per l'enorme maggioranza lapreparazione a diventare una macchina.

Ma non dibattete con noi misurando la liquidazione della proprietà borghesein base alle vostre concezioni borghesi della libertàdella culturadeldiritto e così via. Le vostre idee stesse derivano dai rapporti di produzione edi proprietà borghesicosì come il vostro diritto non è altro che lacodificazione della volontà della vostra classevolontà il cui contenuto èdato dalle condizioni materiali di esistenza della vostra classe.

Voi condividete con tutte le classi dominanti tramontate la concezioneinteressata grazie alla quale affermate come leggi eterne della natura e dellaragione i vostri rapporti di produzione e di proprietàfrutto di rapportistoricirapporti che evolvono nel corso della produzione. Ciò che voiintendete come proprietà anticaciò che voi intendete come proprietàfeudalenon lo potete più intendere come proprietà borghese.

Abolizione della famiglia! Persino i più radicali si indignano per questoscandaloso intento dei comunisti.

Su che cosa poggia la famiglia attualela famiglia borghese? Sul capitalesul reddito privato. In senso pieno essa esiste solo per la borghesia; ma essatrova il suo completamento nell'imposizione ai proletari di non avere unafamiglia e nella prostituzione pubblica.

La famiglia del borghese decade naturalmente con l'eliminazione di questo suoproprio completamento ed entrambi scompaiono con la scomparsa del capitale.

Voi ci rimproverate di voler abolire lo sfruttamento dei bambini da parte deiloro genitori? Confessiamo questo crimine.

Ma voi dite che noi aboliamo i rapporti più cari sostituendo conl'educazione sociale quella impartita a domicilio.

E forse che la vostra stessa educazione non è determinata dalla società?Dai rapporti sociali nel cui ambito voi educatedall'interferenza più o menodiretta o indiretta della società per mezzo della scuola e così via? Non sonoi comunisti a inventare l'intervento della società nell'educazione; ne cambianosolo il caratteresottraggono l'educazione all'influsso di una classedominante.

Gli stereotipi borghesi sulla famiglia e sull'educazionesull'affettuosorapporto fra genitori e figlidiventano tanto più nauseanti quanto più per iproletari vengono spezzati tutti i vincoli familiari e i figli sono trasformatiin semplici articoli di commercio e strumenti di lavoro.

"Ma voi comunisti volete introdurre la comunanza delle donne!"strepita in coro contro di noi l'intera borghesia.

Il borghese vede in sua moglie un puro strumento di produzione. Egli sentedire che gli strumenti di produzione devono essere sfruttati in comune e non puònaturalmente fare a meno di pensare che il destino della comunanza toccheràanche alle donne.

Non gli viene in mente che si tratta proprio di abolire la posizione delledonne come puri strumenti di produzione.

D'altronde non c'è nulla di più ridicolo del moralissimo orrore del nostroborghese per la pretesa comunanza ufficiale delle donne fra i comunisti. Icomunisti non hanno bisogno di introdurre la comunanza delle donnegiacchéessa è quasi sempre esistita.

Non contento del fatto che le mogli e le figlie dei suoi proletari siano asua disposizione - per tacere della prostituzione ufficiale - i nostri borghesitrovano sommo piacere nel sedurre reciprocamente le rispettive mogli.

In realtàil matrimonio borghese è la comunanza delle mogli. Al massimosi potrebbe rimproverare ai comunisti di voler sostituire una comunanza dellemogli ufficialeapertaa una comunanza ipocritamente nascosta. Eppoi va da séche con l'abolizione dei rapporti di produzione vigenti sparisce per conseguenzaanche la comunanza delle donne che ne derivacioè la prostituzione ufficiale eufficiosa.

Si è inoltre rimproverato ai comunisti di voler liquidare la patrialanazionalità.

I lavoratori non hanno patria. Non si può togliere loro ciò che non hanno.Dovendo anzitutto conquistare il potere politicoelevarsi a classe nazionale24costituirsi in nazioneil proletariato resta ancora nazionalema per nullaaffatto nel senso in cui lo è la borghesia.

Le divisioni e gli antagonismi nazionali fra i popoli tendono sempre più ascomparire già con lo sviluppo della borghesiacon la libertà del commerciocon il mercato mondialecon l'uniformità della produzione industriale e dellecondizioni di vita che ne derivano.

Il potere proletario li farà scomparire ancora di più. L'azione comunealmeno dei paesi più civilizzati è una delle prime condizioni della sualiberazione.

In tanto in quanto viene eliminato lo sfruttamento del singolo individuo daparte di un altrosvanisce anche lo sfruttamento di una nazione da parte diun'altra.

Con l'antagonismo delle classi all'interno delle nazioni cade la reciprocaostilità fra le nazioni.

Alle accuse contro il comunismo rivolte in genere sulla base di punti divista religiosifilosofici e ideologici non serve opporre più dettagliatarisposta.

È necessario un profondo sforzo intellettuale per capire che anche leconcezionile opinioni e i concetti - in una parolala coscienza - di ciascunocambiano insieme alle sue condizioni di vitaalle sue relazioni socialiallasua collocazione nella società?

La storia delle idee dimostra che la produzione spirituale si conforma allaproduzione materiale. In ogni epoca hanno sempre dominato le idee della classedominante.

Si parla di idee che rivoluzionano un'intera società; così non si fa cheesprimere il fatto che all'interno della vecchia società si sono formati glielementi di una società nuovache la dissoluzione dei vecchi modi di vita vadi pari passo con la dissoluzione delle vecchie idee.

Quando il mondo antico fu per tramontarele religioni dell'antichità furonovinte dal cristianesimo. Quandonel XVIII secolole idee cristianesoccombettero alle idee dell'illuminismola società feudale ingaggiò la sualotta con l'allora rivoluzionaria borghesia. Le idee di libertà di coscienza edi religione non esprimevano altro che il dominio della libera concorrenza nelcampo coscienziale25.

Si opporrà che le idee religiosemoralifilosofichepolitichegiuridicheecc.si sono modificate lungo il corso della storia. Eppure inquesti cambiamenti la religionela moralela filosofiala politicaildiritto si sono conservati.

Ci sono poi verità eterne come la libertàla giustiziaecc.comuni atutte le condizioni sociali. Ma il comunismo liquida le verità eterneliquidala religionela moraleinvece di dar loro nuova forma - esso dunquecontraddice il corso della storia così come si è finora sviluppato.

A che cosa si riduce questa accusa? L'intera storia della società si èsviluppata finora attraverso le contrapposizioni di classediverse a secondadelle diverse epoche.

Ma qualunque forma assumesselo sfruttamento di una parte della società daparte dell'altra è un fatto comune a tutti i secoli passati. Nessuna sorpresadunque che la coscienza sociale di qualsiasi secolomalgrado ogni varietà ediversificazionesi muova in determinate forme comuni - forme di coscienza -che si estinguono completamente solo a seguito della totale scomparsa dellacontrapposizione di classe.

La rivoluzione comunista è la rottura più radicale con i rapportitradizionali di proprietà. Non meraviglia dunque che nel suo sviluppo essarompa nel modo più radicale con le idee tradizionali.

Ma lasciamo stare le obiezioni della borghesia contro il comunismo.

Abbiamo già visto sopra che il primo passo nella rivoluzione dei lavoratoriè l'elevazione del proletariato a classe dominantela conquista dellademocrazia.

Il proletariato userà il suo potere politico per strappare progressivamentealla borghesia tutti i suoi capitaliper centralizzare tutti gli strumenti diproduzione nelle mani dello Statodunque del proletariato organizzato in classedominantee per moltiplicare il più rapidamente possibile la massa delle forzeproduttive.

In un primo momento ciò può accadere solo per mezzo di interventi dispoticisul diritto di proprietà e sui rapporti di produzione borghesiinsommaattraverso misure che appaiono economicamente insufficienti e inconsistentimache nel corso del movimento si spingono oltre i propri limiti e sono inevitabilistrumenti di trasformazione dell'intero modo di produzione.

Queste misure saranno naturalmente differenti da paese a paese.

Per i paesi più sviluppati potranno comunque essere molto generalmente presele misure seguenti:

Espropriazione della proprietà fondiaria e impiego della proprietàfondiaria per le spese dello Stato.

Forte imposta progressiva.

Abolizione del diritto di successione.

Confisca della proprietà di tutti gli emigrati e ribelli.

Centralizzazione del credito nelle mani dello Stato attraverso una bancanazionale dotata di capitale di Stato e monopolio assoluto.

Centralizzazione di ogni mezzo di trasporto nelle mani dello Stato.

Moltiplicazione delle fabbriche nazionalidegli strumenti di produzionedissodamento e miglioramento dei terreni secondo un piano sociale.

Uguale obbligo di lavoro per tutticostituzione di eserciti industrialispecialmente per l'agricoltura.

Unificazione dell'esercizio dell'agricoltura e dell'industriamisure voltead abolire gradualmente la contrapposizione26di città e campagna.

Educazione pubblica e gratuita di tutti i bambini. Abolizione del lavorodei bambini nelle fabbriche nella sua forma attuale. Fusione di educazione eproduzione materialeecc.ecc.

Una volta sparitenel corso di questa evoluzionele differenze di classeeuna volta concentrata tutta la produzione nelle mani degli individui associatiil potere pubblico perderà il suo carattere politico. Il potere pubblico insenso proprio è il potere organizzato di una classe per soggiogarne un'altra.Quando il proletariato inevitabilmente si unifica nella lotta contro laborghesiaerigendosi a classe egemone in seguito a una rivoluzionee abolendocon la violenzain quanto classe egemonei vecchi rapporti di produzioneinsieme a quei rapporti di produzione esso abolisce anche le condizioni diesistenza della contrapposizione di classedelle27classi in generee così anche il suo proprio dominio in quanto classe.

Al posto della vecchia società borghese con le sue classi e le suecontrapposizioni di classesubentra un'associazione in cui il libero sviluppodi ciascuno è condizione del libero sviluppo di tutti.

continua...


Note

22 (torna) Nell'edizioneinglese del 1888 compare invece "settari".

23 (torna) Nell'edizioneinglese del 1888 compare invece "della maggioranza da parte dellaminoranza".

24 (torna) Nell'edizioneinglese del 1888 compare invece "a classe dirigente della nazione".

25 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 compare invece: "nel campo dellaconoscenza".

26 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 compare invece: "la differenza".

27 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 compare invece: "le".

Il Manifesto del PartitoComunista

III

LETTERATURA SOCIALISTA E COMUNISTA

1. Il socialismo reazionario

a) Il socialismo feudale

L'aristocrazia francese e inglese era spinta dalla sua posizione storica aprodurre dei pamphlet contro la moderna società borghese. Nella rivoluzionefrancese del luglio 1830 e nel movimento riformatore inglese l'aristocrazia erastata ancora una volta sconfitta dall'aborrito nuovo venuto. Non restava piùtraccia di un serio conflitto politico. Restava solo il conflitto letterario. Masul terreno letterario i vecchi stereotipi della restaurazione28erano diventati obsoleti. Per conquistarsi delle simpatiel'aristocrazia dovevafar finta di perdere di vista i propri interessi per formulare il proprio attodi accusa contro la borghesia nell'interesse esclusivo dei lavoratori. Sipreparava così la soddisfazione di poter intonare invettive contro il suo nuovosignoree di soffiargli nell'orecchio profezie più o meno disastrose.

Nacque così il socialismo feudalemetà lamentazionemetà libello; metàeco del passatometà incombere del futuro; colpiva la borghesia al cuore congiudizi amari e spiritosamente lacerantima con un effetto curiosoderivantedalla totale incapacità di capire il corso della storia moderna.

Questi aristocratici sventolavano la proletaria bisaccia da mendicante comefosse la loro bandieracercando di radunare il popolo dietro le loro paroled'ordine. Ma ogni volta che seguiva il richiamo degli aristocraticiil popoloscopriva sui loro posteriori le vecchie insegne feudali e li abbandonava fraacuti e irrispettosi sghignazzi.

Una parte dei legittimisti francesi29e la Giovane Inghilterra30 hannoespresso le punte più alte di questa messinscena.

Quando i feudatari dimostrano che il loro sistema di sfruttamento erastrutturato in modo diverso da quello borghesedimenticano però che lorosfruttavano in condizioni completamente diverse e ormai superate. Quandodimostrano che sotto il loro dominio non esisteva il moderno proletariatodimenticano però che proprio la borghesia moderna è un erede necessario delloro ordine sociale.

D'altronde essi celano così poco il carattere reazionario della loro criticache la loro accusa principale contro la borghesia è che sotto il suo regime sisviluppa una classe che farà saltare in aria tutto il vecchio ordine sociale.

Di piùessi accusano la borghesia di produrre un proletariatorivoluzionarionon un proletariato tout court.

Nella prassi politica gli aristocratici partecipano dunque a tutte le misuredi forza contro la classe lavoratricee nella vita quotidianamalgrado i lorotorniti stereotipisi adattano a cogliere le mele d'oro31e a scambiare fedeltàamoreonore col commercio della lana di pecoradellabarbabietola e della grappa32.

Come il sacerdote è sempre andato d'accordo con il feudatariocosì ilsocialismo pretesco si accompagna a quello feudale.

Non c'è nulla di più facile che dare all'ascetismo cristiano un toccosocialistico. Forse che il cristianesimo non si è mobilitato anch'esso controla proprietà privatacontro il matrimoniocontro lo Stato? Non ha forsepredicatoal loro postola beneficenzala caritàil celibato e lamortificazione della carnela vita monacale e la Chiesa? Il socialismo sacro33è solo l'acquasanta con cui il sacerdote benedice l'ira degli aristocratici.


b) Il socialismo piccolo-borghese

L'aristocrazia feudale non è l'unica classe ad essere stata rovesciata dallaborghesia e le cui condizioni di vita siano deperite e poi estinte nella modernasocietà borghese. La piccola borghesia medievale e i piccoli contadini sonostati i precursori della moderna borghesia. Nei paesi meno sviluppatiindustrialmente e commercialmente questa classe continua a vegetare accanto allaborghesia in ascesa.

Nei paesi in cui si è sviluppata la civiltà modernasi è formata unanuova piccola borghesia che oscilla fra il proletariato e la borghesia e che siricostituisce sempre di nuovo come complemento della società borghese. Ma ipiccoli borghesi vengono regolarmente risospinti dalla concorrenza verso ilproletariatoanzicon lo sviluppo della grande industria essi si avvicinano alpunto in cui spariranno del tutto come elemento autonomo della società modernae verranno rimpiazzati - nel commercionella manifattura e nell'agricoltura -da sorveglianti di fabbrica e da servitori.

In paesi come la Franciadove i contadini sono assai più della metà dellapopolazioneera ovvio che gli intellettuali schieratisi per il proletariatocontro la borghesia usassero il metro del piccolo borghese e del piccolocontadino e prendessero partito per i lavoratori dal punto di vistapiccolo-borghese. Così si formò il socialismo piccolo-borghese. Il più altoesponente di questa letteratura è Sismondi34non solo in Francia ma anche in Inghilterra.

Questo socialismo ha scandagliato con somma acribia le contraddizioni deirapporti di produzione moderni. Ha smascherato gli ipocriti abbellimenti deglieconomisti. Ha dimostrato irrefutabilmente gli effetti distruttivi dellemacchine e della divisione del lavorola concentrazione dei capitali e dellaproprietà fondiariala sovrapproduzionele crisiil necessario tramonto deipiccoli borghesi e dei piccoli contadinila miseria del proletariatol'anarchia della produzionele stridenti sproporzioni nella distribuzione dellaricchezzala guerra industriale di sterminio tra le nazionila liquidazionedei vecchi costumidei vecchi rapporti familiaridelle vecchie nazionalità.

In termini positivi questo socialismo vuole però o ricostituire gli antichimezzi di produzione e di scambio e con essi gli antichi rapporti di proprietà ela vecchia societào rinserrare nuovamentedi forzaentro i vincoli deivecchi rapporti di proprietài moderni mezzi di produzione e di scambio cheliquidano e non potevano non liquidare proprio quei vecchi rapporti. In entrambii casi questo socialismo è reazionario e utopistico.

Corporazioni nella manifattura ed economia patriarcale nelle campagne: questesono le sue ultime parole.

Nel suo ulteriore sviluppo questa correntedopo tanta eccitazionesi èspenta in una vile atonia35.


c) Il socialismo tedescoovverosia il "vero"socialismo

La letteratura socialista e comunista francesesorta sotto la pressionedella borghesia egemonee che è l'espressione letteraria della lotta controquesta egemoniafu importata in Germania proprio quando la borghesia cominciavala sua lotta contro l'assolutismo feudale.

Filosofi tedeschimezzi filosofi e anime belle si impadronirono avidamentedi quella letteraturasolo dimenticando che le condizioni di vita francesi nonerano immigrate in Germania insieme a quegli scritti. Nell'impatto con lasituazione tedesca la letteratura francese perse ogni significato praticoimmediato e assunse un aspetto puramente letterariofino a dover apparire comeoziosa speculazione sulla società vera36sulla realizzazione dell'essere umano. Allo stesso modo le rivendicazioni dellaprima rivoluzione francese avevano avuto per il filosofo tedesco del XVIIIsecolo solo il senso di rivendicazioni generali della "ragionpratica"e l'espressione della volontà della borghesia rivoluzionariafrancese aveva per loro il senso di leggi della pura volontàdella volontàcome deve esseredella volontà veramente umana.

Il lavoro dei letterati tedeschi si risolse nell'accordare le nuove ideefrancesi con la loro vecchia coscienza filosoficao anzi nell'appropriarsidelle idee francesi dal loro punto di vista filosofico.

Tale appropriazione avvenne nel modo in cui ci si impadronisce di una linguastranieracon la traduzione.

È noto come i monaci annotassero con insipide storie cattoliche di santi imanoscritti che recavano i classici dell'antico mondo pagano. I letteratitedeschi fecero l'opposto con la letteratura francese profana. Scrissero le lorosciocchezze dietro l'originale francese. Per esempio dietro la critica francesedei rapporti patrimoniali essi scrissero "alienazione dell'essereumano"dietro la critica francese dello Stato borghese scrissero"abolizione del dominio dell'universale astratto"e così via.

Essi battezzarono questa insinuazione delle loro espressioni filosofiche nelcontesto francese come "filosofia dell'azione""verosocialismo""scienza tedesca del socialismo""fondazionefilosofica del socialismo"ecc.

La letteratura francese socialista e comunista fu così perfettamenteevirata. E poiché in mano tedesca essa cessava di esprimere la lotta di unaclasse contro l'altrail tedesco era conscio di aver superato la"unilateralità francese"d'essersi fatto interprete non dei bisogniverima del bisogno della veritànon degli interessi proletarima di quellidel genere umanodell'uomo in assolutodell'uomo che non appartiene ad alcunaclassemeno che mai alla realtàma solo al nebuloso cielo della fantasiafilosofica.

Questo socialismo tedescoche tanto seriamente aveva preso le sue goffeesercitazioni scolastiche e tanto sguaiatamente le strombazzavaperdettetuttaviaa poco a pocola sua pedante innocenza.

La lotta della borghesia tedescain particolare di quella prussianacontroi feudatari e contro l'assolutismo regio - in una parola: il movimento liberale- divenne più seria.

Venne così offerta al "vero" socialismo l'auspicata possibilitàdi opporre le rivendicazioni socialiste al movimento politicodi scagliare itradizionali anatemi contro il liberalismocontro lo Stato rappresentativocontro la concorrenza borghesecontro la libertà di stampa borgheseildiritto borghesela libertà e l'uguaglianza borghesee di predicare allamassa del popolo che essa non aveva nulla da guadagnare ma tutto daperdere da questo movimento borghese. Il socialismo tedesco dimenticò per tempoche la critica francesedi cui esso rappresentava l'ottusa ecopresuppone lasocietà moderna borghese con le sue proprie condizioni materiali di esistenza ela corrispondente costituzione politicatutti presupposti per la cui conquistain Germania la lotta era appena cominciata.

Il "vero" socialismo servì ai governi assoluti tedeschi con illoro codazzo di pretonzolimaestrucolinobilastri e burocrati come graditospauracchio contro la borghesia minacciosamente in marcia.

Esso rappresentò il complemento dolciastro delle aspre scudisciate e delleschioppettate con cui quegli stessi governi trattavano le sollevazioni deilavoratori tedeschi.

Il "vero" socialismo diventava così un'arma nelle mani dei governicontro la borghesia tedescae allo stesso tempo difendeva anche direttamente uninteresse reazionariol'interesse della piccola borghesia tedesca37.In Germania la piccola borghesia rappresenta l'effettivo bastione sociale dellasocietà attualeuna piccola borghesia costituitasi nel XVI secolo e da allorasempre riaffiorante in forme diverse.

La sua conservazione è la conservazione dell'attuale società tedesca. Essateme di essere ineluttabilmente distrutta dall'egemonia industriale e politicadella borghesiasia per effetto della concentrazione del capitale che per ilsorgere di un proletariato rivoluzionario. Le parve che il "vero"socialismo le prendesse due piccioni con una fava. Esso si diffondeva comeun'epidemia.

La veste tessuta di ragnatela speculativaornata di fiori retorici da animebelleimbevuta di rugiada sentimentale ebbra d'amorequesta veste diesaltazione nella quale i socialisti tedeschi avvolgevano un paio discheletriche "verità eterne" non fece che moltiplicare lo spacciodella loro merce presso quel pubblico.

Da parte sua il socialismo tedesco riconobbe sempre più la sua vocazione dialtezzoso rappresentante di questa piccola borghesia.

Esso ha proclamato la nazione tedesca nazione normaleil borghesuccio38tedesco uomo normale. Esso ha conferito a ogni abiezione di costui un nascostoalto senso socialisticosicché l'abiezione significava l'opposto di se stessa.Fino a trarre le estreme conseguenzeinsorgendo direttamente contro la"rozza tendenza distruttiva" del comunismo e affermando la suaimparziale superiorità rispetto a tutte le lotte di classe. Con pochissimeeccezioniquanto circola in Germania di pretesi scritti socialisti e comunistiappartiene all'ambito di questa sporca indisponente letteratura39.


2. Il socialismo conservatoreovverosia borghese

Una parte della borghesia conta di rimediare alle ingiustizie socialiper garantire l'esistenza della società borghese.

È il caso di economistifilantropiumanitarimiglioratori dellacondizione delle classi lavoratricibenefattoriprotettori degli animalipromotori di associazioni di temperanzariformatori di ogni risma e colore. Equesto socialismo borghese è stato elaborato in interi sistemi.

Come esempio prendiamo la Philosophie de la misère di Proudhon40.

I socialisti borghesi vogliono le condizioni di esistenza della societàmoderna ma senza le lotte e i pericoli che pure ne sono necessaria conseguenza.Vogliono la società attuale ma senza gli elementi intesi a rivoluzionarla edeliminarla. Vogliono la borghesia senza il proletariato. La borghesia sirappresenta il mondo in cui domina come il migliore dei mondi possibili. Ilsocialismo borghese elabora questa rappresentazione consolatoria sotto forma diun mezzo o di un intero sistema. Quando esorta il proletariato a realizzare isuoi sistemi per41 irrompere nellanuova Gerusalemmein fondo non fa che pretendere dal proletariato di restareconfitto nella società attuale rinunciando però alle odiose idee che se ne èfatto.

Una seconda forma di questo socialismomeno sistematica e più praticacercava di togliere alla classe lavoratrice ogni tentazione rivoluzionariasostenendo che a giovarle avrebbe potuto essere non un qualsiasi mutamentopoliticoma solo un mutamento delle condizioni materiali di esistenzadunquedei rapporti economici. Per mutamento delle condizioni materiali di esistenzaquesto tipo di socialismo non intende però in alcun modo l'abolizione deirapporti borghesi di produzionepossibile solo con la rivoluzionemamiglioramenti amministrativi che restino sul terreno di questi rapporti diproduzione; che dunque non tocchino affatto il rapporto tra capitale e lavorosalariatoma che semmai nel migliore dei casi alleggeriscano alla borghesia icosti del suo dominio e semplifichino il bilancio del suo Stato.

Il socialismo borghese corrisponde al suo proprio carattere solo quandodiventa pura figura retorica.

"Libero commercio!" nell'interesse della classe lavoratrice;"dazi protettivi!" nell'interesse della classe lavoratrice;"carcere cellulare!" nell'interesse della classe operaia: questa èl'ultima parolal'unica detta sul seriodel socialismo borghese.

Il loro socialismo42 consisteappunto nella tesi che i borghesi sono borghesi nell'interesse della classeoperaia.


3. Il socialismo e comunismo critico-utopistici

Non parliamo qui della letteratura che in tutte le grandi rivoluzioni moderneha espresso le rivendicazioni del proletariato (scritti di Babeuf43e così via).

I primi tentativi del proletariato di imporre il suo proprio interesse diclasse in un'epoca di sommovimento generalenel periodo della liquidazione deldominio feudalefallirono necessariamente a causa della forma immatura delproletariato stessoe anche perché mancavano le condizioni materiali per lasua emancipazioneappunto prodotte solo nell'età borghese. La letteraturarivoluzionaria che accompagnò queste prime apparizioni del movimento proletarioè per il suo contenuto inevitabilmente reazionaria. Essa postula un ascetismogenerale e un rozzo egualitarismo.

I sistemi propriamente socialisti e comunistii sistemi di Saint-Simon44di Fourier45di Owen46ecc.emergono nella prima e non sviluppata fase della lotta fra proletariato eborghesiadi cui abbiamo trattato sopra (si veda "Borghesi eproletari").

I fondatori di quei sistemi colgono certo la contrapposizione fra le classicome pure l'efficacia degli elementi dissolventi in seno alla stessa classeegemone. Ma non colgono affatto l'autonomo ruolo storico del proletariatononcolgono alcun movimento politico proprio del proletariato.

Poiché lo sviluppo della contrapposizione fra le classi procede di paripasso con lo sviluppo dell'industriaessi non trovano neppure le condizionimateriali per l'emancipazione del proletariato e si lanciano allora alla ricercadi una scienza socialedi leggi sociali utili a creare tali condizioni.

Al posto dell'attività sociale deve subentrare la loro propria inventivapersonaleal posto delle condizioni storiche dell'emancipazione delproletariato devono subentrare condizioni immaginarieal posto della gradualeorganizzazione del proletariato in classe deve subentrare un'organizzazionedella società da loro stessi escogitata. Per costoro la storia universale avenire si dissolve nella propaganda e nella realizzazione pratica dei loroprogetti sociali.

Non che essi non siano consapevoli di sostenere nei loro progetti anzituttol'interesse della classe lavoratrice in quanto classe che soffre. Ilproletariato esiste per loro solo sotto questo aspetto di classe che soffre.

Essi sono però spinti dalla forma non sviluppata della lotta di classe comepure dalla loro stessa condizione esistenziale a considerarsi molto superiori aquella contrapposizione di classe. Essi vogliono migliorare le condizioni divita di tutti i membri della societàanche dei più agiati. Fanno perciòcontinuamente appello alla società interasenza distinzionianziprevalentemente alla classe dominante. Basta solo capire il loro sistema perriconoscervi il miglior progetto possibile per la migliore delle societàpossibili.

Sicché essi rifiutano ogni azione politicain particolare ogni azionerivoluzionaria. Puntano a raggiungere il loro obiettivo per via pacifica etentano di aprire la strada al nuovo vangelo sociale con il potere dell'esempioattraverso piccoli esperimenti che naturalmente sono destinati a fallire.

Questa rappresentazione fantastica della società futura - in un'epoca in cuiil proletariato è ancora pochissimo sviluppato e dunque si rappresenta lapropria posizione in modo fantasioso - rispecchia il47primo impulso del proletariato che presagisce una trasformazione complessivadella società.

Gli scritti socialisti e comunisti contengono però anche elementi critici.Essi attaccano tutte le fondamenta della società esistente. Hanno perciòofferto materiali molto apprezzabili per la maturazione dei lavoratori. Le loroaffermazioni positive sulla società futuracioè l'abolizione dellacontrapposizione di48 città ecampagnadella famigliadel guadagno privatodel lavoro salariatol'annunciodell'armonia socialela trasformazione dello Stato in pura amministrazionedella produzionetutte queste loro affermazioni esprimono semplicemente lascomparsa della contrapposizione fra le classi che proprio allora comincia asvilupparsi e che essi conoscono solo nella sua prima informe indeterminatezza.Sicché queste affermazioni hanno un senso puramente utopistico.

L'importanza del socialismo e comunismo critico-utopistici è inversamenteproporzionale allo sviluppo storico. Nella stessa misura in cui la lotta diclasse si sviluppa e prende formaquel fantasticato elevarsi al di sopra diessaquella immaginaria lotta contro di essa perde ogni valore pratico e ognigiustificazione teorica. Se anche i fondatori di quei sistemi erano dunque sottodiversi aspetti dei rivoluzionarii loro allievi non fanno che formare ognivolta delle sette reazionarie. Si aggrappano alle vecchie tesi dei maestricontro il progressivo sviluppo storico del proletariato. Epperciò cercano dismussare di nuovo la lotta di classe e di mediare fra gli estremi. Continuanopur sempre a sognare la realizzazione sperimentale delle loro utopie socialil'istituzione di singoli falansterila fondazione di colonie in patrialacreazione di una piccola Icaria49 -la copia in dodicesimo della nuova Gerusalemme -e per l'edificazione di tuttiquesti castelli spagnoli debbono appellarsi alla filantropia dei cuori e deiportafogli borghesi. A poco a poco cadono nella categoria dei summenzionatisocialisti reazionari o conservatoridifferendo da questi solo per una piùsistematica pedanteriaper la fede fanatica e superstiziosa nei meravigliosieffetti della loro scienza sociale.

Essi dunque si oppongono aspramente a ogni movimento politico dei lavoratoriche non potrebbe non derivare che da cieca miscredenza nel nuovo vangelo.

Gli owenisti in Inghilterrai fourieristi in Franciareagiscono lì controi cartistiqui contro i riformisti50.

continua...


Note

28 (torna) Non larestaurazione inglese (1660-89)bensì quella francese (1814-30).

[Nota di Engels nell'edizione inglese del 1888].

29 (torna) Il 2 agosto del1830 Carlo xerede legittimo di Luigi XVI e ultimo sovrano della Restaurazionepostnapoleonica nella discendenza del casato borbonicosi vide costretto adabdicare. La Camera dei Deputati optò per l'offerta del trono di Francia aLuigi Filippo d'Orleánsil "re borghese"monarca costituzionale ilcui padre aveva abbracciato esplicitamente la causa della Rivoluzione francesecosa che agli occhi di un gruppo di fautori della monarchia tradizionale didiritto divino lo privava di ogni legittimità. Di conseguenza questi monarchici"legittimisti" difeseroe continuarono a difendere lungo il XIXsecoloil diritto al trono del pretendente meglio situato nella linea disuccessione diretta di Luigi XVIdefinito come "legittimo". LuigiFilippo d'Orleánsmembro di un ramo laterale dei Borbonivenne destituitod'altro cantonel 1848. I legittimisti francesirappresentanti della grandeproprietà ereditaria della terra e dei suoi interessiadottarono spesso unaretorica populista combattiva.

30 (torna) Gruppo (YoungEngland) di politici e letterati appartenente al partito tory.Formatosi al principio del quarto decennio del secolo XIXebbe tra i suoi piùillustri riferimenti intellettuali Benjamin Disraeli e Thomas Carlyle. I suoimembriportavoci del malcontento della vecchia aristocrazia davanti allacrescente egemonia economica e politica della borghesia industriale efinanziariacercarono di ottenere un certo credito in ambienti operai alloscopo di rafforzare la propria politica antiborghese.

31 (torna) Nell'edizioneinglese del 1888 viene qui aggiunto: "che sono cadute dall'alberodell'industria".

32 (torna) Ciò valeprincipalmente per la Germaniadove ampie parti dei possedimentidell'aristocrazia fondiaria e della grande proprietà terriera vengono fattecoltivare da fattori; tali possedimenti producono inoltre su vasta scalabarbabietola da zucchero e grappa ottenuta da patate. L'aristocrazia britannicapiù agiata non è finora caduta così in basso; tuttavia anch'essa sa comecompensare la rendita in calo prestando il proprio nome a promotori di societàanonime più o meno equivoche.

[Nota di Engels nell'edizione inglese del 1888].

33 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 compare invece: "cristiano".

34 (torna) Jean-Charles-LéonardSimonde de Sismondi (1773-1842)storico ed economistanacque a Ginevra. Nel1800 pubblicò Tableau de l'agriculture toscanedopo aver soggiornato inInghilterra - paese nel quale la sua famiglia cercò rifugio in seguito aglieventi scatenati in buona parte dell'Europa continentale dalla Rivoluzionefrancese - e in Toscana - dove ebbe modo di studiare i problemi economici dellaregione. Nel 1803 pubblicò De la richesse commercialeopera che glivalse l'offerta (che peraltro non accettò) della cattedra di economia politicaall'Università di Vilna (l'odierna Vilnius). Accompagnò Madame de Staël nelsuo viaggio in Italiainsieme a August Wilhelm von Schlegel e altre celebritàdell'epoca. Durante i Cento giorni giunse a incontrare Napoleonedi cui difesesempre il programma costituzionale. Autore di vari studi storici di rilievolasua opera più importanteNouveaux principes d'économie politiquevidela luce nel 1819. In questa portò a termine una critica del libero scambio aoltranza preconizzato da SayRicardo e Malthusesercitando grande influenza indiversi ambientitra cui alcuni di filiazione socialista.

35 (torna) Nell'edizione inglesedel 1888 al posto di questa frase compare: "Alla fin dei contiallorché ipersistenti fatti storici ebbero scacciato ogni entusiasmo derivato dall'autoingannoquesta forma di socialismo degenerò in una meschina atonia".

36 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 le parole "sulla società vera"scompaiono.

37 (torna) Nell'edizioneinglese del 1888 compare invece: "dei filistei tedeschi".

38 (torna) Nell'edizioneinglese del 1888 compare invece: "il piccolo filisteo".

39 (torna) La buferarivoluzionaria del 1848 spazzò via tutta questa gretta tendenza e guarì i suoiprotagonisti del desiderio di dilettarsi ancora di socialismo. Il maggiorerappresentante e il modello classico di tale tendenza è Karl Grün.

[Nota di Engels nell'edizione tedesca del 1890].

40 (torna) Pierre-JosephProudhon (1809-1865)socialista anarchico francesenacque nella città diBesançon in una famiglia di artigianipiccoli proprietari e commercianti.Intervenuto nella rivoluzione del 1848nello stesso anno divenne deputatoenel marzo 1849 fu condannato a tre anni di carcere per ingiurie al Capo delloStato. Da posizioni anarchiche Proudhon attaccò in numerose pubblicazioni einterventi pubblicinei quali fece sfoggio di una formidabile oratorial'intera classe di governo e persino l'esistenza stessa dello Statoproclamandosi nel contempo a favore del federalismo econ notevole capacitàpremonitricedei sindacati. Marx polemizzò veementemente con la tesiproudhoniana esposta in Philosophie de la misére (1846). Come mottoProudhon scelse destruam et aedificabo: la distruzione sarebbel'anarchiamentre la ricostruzione sarebbe il mutualismo e il federalismo.

41 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 compare invece: "e".

42 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 compare invece: "Il socialismo dellaborghesia".

43 (torna) François-NoëlBabeuf (1760-1797)rivoluzionario e comunista francesenacque in Piccardia.Svolse un'incessante attività di agitazione politicagiungendo a dirigere ilgiornale Le défenseur de la liberté de la pressedove firmava i propriarticoli sotto lo pseudonimo di Gracchusin memoria dei famosi fratelliromani. Sostenendoin nome degli interessi del proletariatola teoriagiacobina di RobespierreBabeufin collaborazione con Buonarroti e altricompagnitracciò le linee maestre di una "cospirazione degli Eguali"volta a instaurare un sistema "giusto"comunistasecondo unaconcezione esplicitamente non utopica. Il governo riuscì a sventare il pianoinsurrezionale - precursorestando ad alcuni storicidella teoria leninistadella rivoluzione diretta da un'élite rivoluzionaria -e una trentina diEgualitra i quali Gracco Babeufvennero condannati alla pena capitale. LouisBlanc e Louis-Auguste Blanqui furono suoi discepoli.

44 (torna) Claude-Henri deRouvroyconte di Saint-Simon (1760-1825)aristocratico francese di presuntastirpe carolingiaveterano della guerra di indipendenza degli Stati Unitid'Americaattivista politico e autore di una vasta opera che si trasformò benpresto in un oggetto di culto per i suoi seguaciè uno dei massimiresponsabili della diffusione di idee protosocialiste nell'Europa dell'epoca.Convinto che l'intera società riposi sull'industria e che questa sia l'unicadecisiva fonte di ricchezzaSaint-Simon divenne l'apostolo della "classeindustriale"il settore laborioso e creativo della società chiamato aoccupare la prima fila di un ordine ricostruito in chiave sociale egualitaria edi economia pianificata. Saint-Simon fu il maestro principale di Auguste Comtecosa che - con l'aver proposto nel 1813 la creazione di una scienza positivadella moraledella politica e dell'umanità in generale - lo fa apparire unodei "padri fondatori" della sociologia scientifica. Ad ogni modolasua scuola diventò una vera e propria "chiesa"centrata sulla suaultima operaNouveau christianisme (1825)nella quale si difende laconvenienza morale del dedicare tutte le energie sociali alla "classe piùnumerosa e più povera". In seguito alla disgregazione della Chiesasansimonianadi inequivocabile significato socialistaalcuni suoi discepoliscelsero di trasformarsi in intraprendenti ealla finericchi uomini d'affariin "capitani" d'industria.

45 (torna) François-Marie-CharlesFourier (1772-1837)nato a Besançonè passato alla storia come un"socialista utopistico" di profonda e duratura influenza. Allo stessomodo di Adam SmithFourier si accorse subito degli aspetti disumani del nuovolavoro industriale; tuttaviadiversamente da luinon li consideròinevitabilima superabili mediante una migliore organizzazione del luogo dilavoro e del lavoro stesso. Immaginò così delle unità di lavoroo"falangi"intese a svolgere la loro attività in speciali luoghi diproduzione che battezzò col nome di "falansteri". Come RousseauFourier fece sua la credenza nella bontà naturale dell'uomo e nel poterecorruttore della società modernaanche sediversamente da luinon proposecome rimedio ai mali dell'epoca il ritorno allo stato di naturabensìl'accettazione delle conquiste tecnologiche dell'industrialismoadeguatamenteriorganizzate per quanto riguarda la loro cornice sociale di sviluppo. Aproposito della riorganizzazione sociale da lui propostarisalta l'idea dellapossibilità - per lui effettiva - dell'armoniadell'eliminazione della feroceconcorrenza industrialecreatrice di operai schiavi del capitalismo. Fourierpropugnò il garantismo - il sistema di servizi pubblici volti a sostenerel'operaio in caso di necessità -il diritto al lavoro e il cooperativismo. InMessico e negli Stati Uniti venne fondato un discreto numero di falansterie lasua opera del 1829 Nouveau monde industriel et sociétaire fu moltoletta.

46 (torna) Robert Owen(1771-1858) nacque a NewtownMontgomeryshireGalles. Figlio di un fabbroautodidattaben presto divenne operaio capo in una fabbrica di filati aManchesterdi cui fu poi comproprietario. Nel 1800 acquistò a New LanarckinScoziauna filanda di cotone che ebbe una certa notorietà: la sua aziendadiventò infatti un modello di efficienza e produttivitànell'ambito di unospazio urbano riumanizzato da Owen stessoil quale costruì alloggi igieniciper gli operaiorganizzò asili d'infanzia e scuole per i loro figli e inperiodi di crisi continuava a pagare i salari per intero. Tale impegnoeccezionale in quell'epocasuscitò grande ammirazione in persone tantodissimili come Benthamche lo aiutò economicamenteo lo zar Nicola di Russia.In questa tappa della sua vita Owen propugnòin opere quali A New View ofSociety (1813)entro una generale cornice riformistala trasformazione delcarattere umano per mezzo di una riorganizzazione del suo ambientel'estensionee l'approfondimento dell'educazioneil cooperativismo e il pieno impiego. Coltempo Owen radicalizzò le sue posizioniaccentuando la criticaall'individualismo degli economisti liberali e sottolineando le conseguenzenegative della libera concorrenza. Allo scopo di corroborare il proprioinsegnamento con la forza dell'esempio concretonel 1826 si trasferì nellostato nordamericano dell'Indianadove fondò una colonia"Nuovaarmonia"che tuttavia fallì. Al suo rientro in Inghilterra Owen si pose acapo del movimento operaio sindacalista e cooperativistaarrivando a presiederela Grand National Consolidated Trade Unionda lui stesso formata e germedelle Trade Unions britanniche. Le sue idee cooperativiste ebbero al suotempo grande influenzasebbene venissero occasionalmente relegate in secondopiano dal cartismoe i suoi sforzi volti a organizzare la classe operaia stannoalla radice del sindacalismo socialista britannico.

47 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 compare invece: "scaturisce dal".

48 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 compare invece: "fra".

49 (torna) Phalanstèreserano le colonie socialiste del progetto di Charles Fourier; Icaria erail nome che Cabet conferì alla sua utopia ein seguitoalla sua coloniacomunista in America.

[Nota di Engels nell'edizione inglese del 1888].

Owen chiamava home colonies le sue società modello di stampocomunista. Phalanstères era il nome dei palazzi pubblici progettati daFourier. Icaria era il nome dato all'utopistico paese di fantasia le cuiistituzioni comuniste vennero descritte da Cabet.

[Nota di Engels nell'edizione tedesca del 1890].

50 (torna) Seguaci delquotidiano parigino "La Réforme"che si pronunciavano a favore dellaRepubblica e dell'avviamento di riforme politiche di carattere democratico eparimentidi riforme sociali.

Il Manifesto del PartitoComunista

IV

POSIZIONE DEI COMUNISTI NEI CONFRONTI DEI DIVERSI PARTITIDI OPPOSIZIONE

In base a quanto affermato nel secondo capitoloil rapporto dei comunistiverso i partiti dei lavoratori che si sono appena costituiticioè verso icartisti in Inghilterra e verso i riformatori agrari nell'America del Nordappare evidente.

Essi lottano per raggiungere gli scopi e per servire gli interessi piùimmediati della classe lavoratricema nel movimento attuale rappresentano ancheil futuro del movimento. In Francia i comunisti si uniscono al partitosocialista democratico51 contro laborghesia conservatrice e radicalesenza perciò rinunciare al diritto diatteggiarsi criticamente verso gli stereotipi e le illusioni tramandate dallatradizione rivoluzionaria.

In Svizzera essi sostengono i radicalisenza dimenticare che questo partitosi compone di elementi contraddittoriin parte di socialisti democratici insenso francesein parte di borghesi radicali.

Tra i polacchi i comunisti sostengono il partito che fa della rivoluzioneagraria la condizione della liberazione nazionale; lo stesso partito che chiamòall'insurrezione di Cracovia nel 184652.

In Germania il partito comunista lotta insieme alla borghesia - in tanto inquanto la borghesia si presenta come rivoluzionaria - contro la monarchiaassolutala proprietà fondiaria feudale e il piccolo borghesume.

Ma esso non trascura nemmeno per un istante di promuovere nei lavoratori unacoscienza - la più chiara possibile - della contrapposizione mortale di53borghesia e proletariatoin modo che i lavoratori tedeschi possano subitorivoltarecome altrettante armi contro la borghesiale condizioni sociali epolitiche che la borghesia deve affermare insieme alla propria egemoniae inmodo che immediatamente dopo il crollo delle classi reazionarie in Germaniapossa subito cominciare la lotta contro la stessa borghesia.

I comunisti concentrano il massimo di attenzione sulla Germaniaperché laGermania è alla vigilia di una rivoluzione borghesee perché essa porta acompimento questo rivolgimento nel contesto di una civiltà europea piùprogredita e con un proletariato molto più evoluto che non l'Inghilterra nelXVII e la Francia nel XVIII secolo. La rivoluzione borghese tedesca può dunqueessere solo l'immediato preludio di una rivoluzione proletaria.

In una parolai comunisti sostengono dovunque ogni movimento rivoluzionariodiretto contro le condizioni sociali e politiche esistenti.

In tutti questi movimenti i comunisti mettono in rilievo la questione dellaproprietà - qualsiasi formapiù o meno sviluppataessa abbia preso - comequestione centrale del movimento.

Infinei comunisti lavorano dovunque al collegamento e al rafforzamento deipartiti democratici di tutti i paesi.

I comunisti sprezzano l'idea di nascondere le proprie opinioni e intenzioni.Essi dichiarano apertamente di poter raggiungere i loro obiettivi solo con ilrovesciamento violento di ogni ordinamento sociale finora esistente. Che leclassi dominanti tremino al pensiero di una rivoluzione comunista. I proletarinon hanno da perdervi altro che le proprie catene. Da guadagnare hanno un mondo.

Proletari di tutti i paesiunitevi!


Note

51 (torna) Si tratta delpartito all'epoca rappresentato in Parlamento da Ledru-Rollinnella letteraturada Louis Blancnella stampa quotidiana dal "Reforme". Il nome"socialdemocrazia" stava a significaresecondo i suoi inventoriunasezione del partito democratico o repubblicano più o meno permeata disocialismo.

[Nota di Engels nell'edizione inglese del 1888].

Il partito che in quel tempo in Francia si chiamava "socialistademocratico" era rappresentato nella vita politica da Ledru-Rollin e nellaletteratura da Louis Blanc; pertantoesso era incommensurabilmente differentedall'attuale socialdemocrazia tedesca.

[Nota di Engels nell'edizione tedesca del 1890].

52 (torna) Un gruppo didemocratici rivoluzionari polacchi organizzò in Polonianel febbraio 1846unasollevazione per l'indipendenza del paese. Il tradimento di alcuni elementidella piccola nobiltà e l'arresto dei capi del movimento da parte della poliziaprussiana impedì un'insurrezione generaleanche se si verificarono disturbiisolati di una certa importanza. Solo nella città libera di Cracoviasottomessa dal 1815 (Congresso di Vienna) al controllo congiunto di AustriaRussia e Prussiala sollevazione riuscìil 22 febbraioa trionfarecon laconseguente formazione di un governo nazionale la cui prima misura fu ladiffusione di un proclama antifeudale. Nel contempo in Galizia insorsero gruppidi contadini ucraini. Dopo una serie di scontri fra truppe della piccola nobiltàe contadini (scontri fomentati dalle autorità austriacheche riuscirono asfruttare il conflitto di classe tra piccola nobiltà e contadini)al principiodi marzo la sommossa di Cracovia venne soffocatacosì comesubito dopolarivolta contadina in Galizia. Dopo le conferenze di Berlino e di Viennail 15aprile 1846 Cracovia fu annessa all'Austria.

53 (torna) Nelle edizionitedesche del 18721883 e 1890 compare invece: "fra".




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