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- SIMON E L'AMULETO DEL NEGROMANTE -

Le prime luci dell'alba accompagnate da ancor timidi raggi di sole che preannunciavano una stupenda giornatasvegliarono Simon invogliandolo ad alzarsi subito da letto ed ad uscire di casa per ammirare lo spettacolo naturale di quello stupendo albeggiare: il cielo stava perdendo rapidamente il tipico grigiore della prima albai raggi di sole fino a poco prima timorosiora esplodevano squarciando l'atmosfera ed illuminando di luce sempre più vivida e calda il villaggio e tutte le terre circostanti e anche l'aria andava intiepidendosi.

Simon era il primo di sette fratelli figli di una coppia di contadini che nulla potevano offrire a questi figli se non un duro lavoro nelle terre avare del conte padrone del villaggioricavandone peròanche a causa dell'ingordigia di quel nobilesolo quanto bastava per sfamare a malapena due personee fu così che il giovaneprobabilmente ispirato dalla bellissima giornata che stava nascendoprese una decisione sulla quale da molto stava riflettendo: partire alla volta dell'ignoto per far fortuna.

Informata la famiglia di ciòSimon non indugiò oltreanche perchè il commiato dai suoi cari stava diventando troppo tristee si incamminò per uscire dal villaggio.

Nulla potène volleportare con sèneanche un tozzo di pane per non privare di ciò la sua poverissima famiglia.

Solamente su tre cose poteva contare: la sua intelligenzail suo coraggio e il suo bell'aspetto.

Dopo qualche ora di cammino il suo paesino era già lontano ed egli giunse sulla riva del grande e turbinoso fiume che avrebbe dovuto guadare per raggiungere la foresta oltre l'altra spondaforesta dopo la quale vi erano le vallate dove egli voleva arrivaredifatti a questo punto si diresse ad est per giungere all'unico ponte che c'era.

Avrebbe dovuto percorrere più di cinquanta migliama dopo molto meno egli cominciò a scorgere uno stretto ponticello dove non vi era mai stato nulla di simile.

Simon pensò che era veramente strano trovare quel ponte in quel tratto del fiumema certamente questa cosaseppure insolitagli avrebbe risparmiato un sacco di strada e si diresse deciso verso quella costruzionegiunto a pochi metri dalla qualeall'ombra di un alberovide una vecchia donna curva sotto il peso degli anniavvolta in misere vestiche si sorreggeva con l'aiuto di un bastone.

Come il giovane fu vicino a leiella gli disse: << salveragazzoiose fossi in tenon mi avventurerei lungo questo ponte traballante! >> e alla richiesta del perchè da parte di Simonquesta continuò: << questo ponte non l'ha mai costruito nessunoè quì per chissà quale magiase tu lo vuoi attraversare puoi farloma a metà del percorso ti apparirà un negromante che ti porrà un difficile indovinello; se tu risponderai esattamente arriverai all'altra sponda del fiume indennealtrimenti il ponte si dissolverà e tu morirai nelle vorticose acque sottostanti >>.

Simon non potè fare a meno di assumere un'espressione alquanto incredula in merito a ciò che aveva raccontato la vecchiapoi rispose: << l'altro ponte è troppo distante ed io sono già molto stanco; passando di quà risparmierei tanta stradavorrà dire che rischieròe se giungerà la mia orache sia così! >>.

La vecchiaprendendo atto del coraggio del giovanegli augurò buona fortuna e questi posò il piede sulla prima malferma asse del ponticello il quale prese ad ondeggiare sinistramenteaccompagnato dal crepitio che si generava dalle tavole di legno sotto il suo pesoe a metà di questo traballante ponte comparve veramente la figura del negromante.

A questo punto Simon pensò che la vecchia aveva detto il vero; d'istinto volse il capo alle sue spalle per vedere se quella strana donna era ancorà lama l'unica cosa che vide era che il ponte terminava subito dietro i suoi piedi e si reggeva a mezz'ariaperfettamente orizzontalesenza più l'appoggio della riva che aveva appena abbandonatoe mentre egli si chiedeva come ciò fosse possibilerealizzò che l'unico modo per salvarsi la vita era quello di rispondere esattamente alla domanda che gli avrebbe fatto il negromantedato che non aveva più neanche la possibilità di tornare indietroproprio perchècome aveva detto la vecchiadue sole erano le possibilitàuna volta imboccato il ponte: rispondere esattamenteo morire ed evidentemente non vi era la possibilità di ripensarcicome testimoniava il fatto che il ponte non si estendeva più fino alla riva dove aveva iniziato ad attraversarlo.

Il negromante era avvolto in una nera tonaca legata in vita da una grezza cinturail grande cappuccio alzato sulla testa non permetteva di scorgere granchè del suo volto e tutt'attorno alla sua figura aveva come un strano alone di leggera ed impalpabile nebbiae quando Simon rivolse la testa verso di luiquesti gli domandò senza alcun preambolo: << in alto nel cielo arde luminoso il solevi dovrebbe essere la chiara e calda luce del giornoma la notte avvolge tutto nel suo nero mantellocosa succede? >>.

La voce di quello strano essere era profondissima ma inconsistente ed incerta nello stesso momentosembrava provenire da lontanissimo.

Dopo pochi istanti di esitazione Simon rispose sicuro: << sta avvenendo un'eclissinegromantenon hai nulla di più difficile da domandarmi? >>; colui che gli aveva appena fatto quella domanda rispose: << bravohai risposto esattamentein quanto alla difficoltà di quanto ti ho appena chiestodevi sapere che la sua apparente semplicità ha tratto in inganno tanti prima di teche hanno escluso questa facilissima rispostaproprio temendo che in realtà fosse ben altra quella da darmima tu non ti sei lasciato ingannaree per questo continuerai a vivere; anzi ora ti farò dono di questo amuleto che dovrai conservare gelosamente perchè ti salverà la vita in più di una occasione! >> e così facendo diede al giovane una specie di moneta di legno sulla cui superficie vi erano strani simboli legata ad un laccio di cuoio ed aggiunse: << come vedi quest'amuleto non è ne d'orod'argento o di altri materiali preziosima mi raccomandoconservaloper il tuo bene e quello di tutti! >>; dopodichèmisteriosamente come era apparsocosi svanì.

Simon finì di attraversare il ponte e come mise piede sulla nuova sponda la costruzione che gli aveva permesso di attraversare il fiume si dissolse come nebbia al sole ed egli si avviò con passo spedito dentro alla foresta dinnanzi a lui borbottando tra se e se: << che razza di storiase la raccontassi nessuno ci crederebbee poi questo pezzo di legno dovrebbe salvarmi la vita? Da cosa? Inoltre cosa avranno voluto significare quelle parole "per il tuo bene e quello di tutti"? Mah...questa storia è assurda...comunque mi metterò al collo quest'amuletonon si sa mai >>.

Da ore Simon camminava spedito nella fitta foresta e le prime oscurità della sera presero a calare sull'intricata vegetazione.

Secondo i calcoli del giovane a quell'ora egli si sarebbe già dovuto trovare nella vallata che voleva raggiungere e nella qualepresso qualche capanna di contadiniavrebbe trovato sicuramente ristoroma evidentemente quella parte del boscoinesplorataera più vasta del previstodi conseguenzarassegnato a trascorrere la notte all'addiacciocercò una radura ove soffermarsi ed accendere un fuocoquando alla sua sinistra scorse una luce tremula tra gli alberi.

<< Ci dev'essere sicuramente un'abitazione >> pensò Simon sollevato e si diresse correndo in quella direzione.

Quando il giovane spinse la portaquesta si aprì con un sinistro scricchiolio ed egliilluminando l'interno della baracca con la lanterna che ne aveva segnalato la presenza e chestranamentequalcuno aveva dimenticato accesaconstatò che era abbandonata da chissà quanto tempo: la polvere regnava sovrananel camino non vi era più neanche l'ombra di un pò di cenerenon vi erano ne sedie ne tavolo ed invano cercò un pò di cibo.

Poispossatosi addormentò sdraiandosi su di un pò di fienocercando di dimenticare i morsi della famema a notte inoltrata si svegliò battendo i denti per il freddo: l'aria si era fatta letteralmente gelata; fuorilampi e saetteun terribile vento ed una forte pioggiaavevano scatenato una tormenta e quando aprì la porta per sincerarsi di cosa accadessevenne investito da una folata di vento ghiacciato e scivolò sulla spessa lastra di ghiaccio che aveva ricoperto il terreno circostante.

Gli alberi ricoperti di brina creavano un paesaggio degno delle più fredde terre del nord ea malapenaSimonsferzato dalla pioggia e semicongelatoriuscì a rientrare nella capanna richiudendo la porta di schiantopoi si accovacciò in un angolo pensando ad alta voce: << questa inspiegabile tormenta sarà la mia finesono già quasi assideratose solo potessi riscaldarmi e sfamarmi! >> e quasi instintivamente passò la mano sull'amuleto del negromante.

D'improvviso nel camino prese ad ardere un vigoroso e scoppiettante fuocola misera e consunta camicia del ragazzo lasciò il posto ad una bella casacca nuova e sopra a questaad un pesante giaccone di morbida e calda pelle di daino; i pantaloni vecchi e strappati si trasformarono in un paio di ghette da gran signore e lucidi stivali di cuoio cancellarono il ricordo di vecchie scarpe bucate.

Poi un tavolo imbandito con una gran varietà di cibi e di prelibati vini occupò il centro della stanza.

Dopo essersi saziatoe ben riscaldato dal fuoco e dalle sue nuove vestiSimon riprese a dormire ringraziando in cuor suo il buon negromante per quel dono prodigioso che gli aveva fatto.

Un dispettoso raggio di solefacendo capolino tra le fessure delle travi in legno della capannasvegliò il ragazzo di buon mattinoil qualerifocillatoben riposato e vestito da vero signoreriprese la traversata della foresta che non conservava più neanche l'ombra della tormenta che quasi gli costò la vita nella nottequand'ecco che un sopraggiungere di cavalli al galoppo attirò la sua attenzione e in breve fu raggiunto da un manipolo di soldati a cavallo il cui capitano lo apostrofò: << signorenon sapete che questa foresta è proprietà di lord Richard e che ne è proibito il transito a chiunque? Sono costretto a chiedervi di seguirci al castello! >>.

Simona cui fu risparmiata la vita solo grazie al fatto che i suoi nuovi vestiti lo facevano passare per un nobiledecise di stare al gioco e salito su di un destriero che era senza cavalierevenne condotto alla reggia di quel fantomatico lordreggia che si ergeva subito al termine della foresta.

...............venne condotto alla reggia di quel fantomatico lordreggia che si ergeva subito al termine della foresta.................................

Tutte le abitazioni dei contadini e dei villeggianti erano desertei campi incolti e la cosa incuriosì molto Simon che era certo di trovare fertili terreni coltivati ed operosa gente al lavoro.

Il trombettiere diede fiato alla trombail ponte levatoio si abbassò ed il gruppo di uomini a cavallo entrò nella fortezza accompagnato dal forte cigolio del ponte che richiudeva l'entratapoi Simon venne chiuso in una stanza del castellofin quandodopo orefu condotto al cospetto di lord Richard.

<< Chi sietesignoreche vagate nelle mie proprietà quando io ho proibito a tutti i forestieri di entrarvi? >>domandò il signore del castello al giovane: << non ricordo il mio nomerammento solo una brutta caduta da cavallo e poi sono stato condotto da voi >> rispose Simon astutamentefingendo di essere un nobile che a causa di quell'incidente aveva perso la memoriapoi aggiunse: << non sapevo di questo divietoo se ne ero al correntesicuramente l'ho dimenticato assieme al mio nome! >>. << A giudicare dalle vostre vesti dovete essere di sangue nobileper questo per adesso non vi uccideròdevo indagare su di voi!>> rispose lord Richard e contemporaneamente diede ordine alle guardie di rinchiudere il ragazzo in una segreta del castellopoi pensò: << quel ragazzo ha il potere con sedevo capire da dove gli deriva e come ha fatto a sopravvivere alla tormenta della notte >>

Le guardie aprirono la pesante porta in ferro di una cella nelle immense fondamenta del castello e vi gettarono Simon: la stanza era angusta e maleodoranterischiarata appena da una torcia posta nel corridoio antistantepoiridendo di luila richiusero a chiave e se ne andarono.

Il giovane si sedette sulla branda lercia della sua prigione edopo pocogli giunsero i lamenti di una persona provenienti dalla cella accanto alla suaallora cominciò ad esplorare il muro che li divideva individuando alcuni mattoni marci a causa dell'umidità di quegli ambienti malsani e prese a scalzarlicon l'intento di aprire un varco per poter raggiungere quel poverettoriuscendoci in breve tempo.

Lo sconosciuto osservò con un certo timore Simon che fuoriusciva dal passaggio che aveva creato ed entrava nella sua cellapoiuna volta rassicurato dal giovane ed esortato da questi a raccontagli chi era e come mai si trovasse prigioniero di lord Richardraccontò: << ragazzocolui che tu credi lord Richard è solo un impostoreo meglio è uno stregone che si spaccia per il lordma non lo èdato che lord Richard sono io...>>poi aggiusedopo un breve silenzio: << quel malvagio è giunto nelle mie terreall'improvvisocirca due anni fàdicendo che a poche miglia dal mio castello vi era una miniera di diamanti di cui nessuno sospettava l'esistenza. Io non gli credetti e lui pretese di dimostrarmi quanto sosteneva chiedendo che degli uomini del villaggio scavassero dove egli avrebbe indicato ed io accettai. Aveva ragionema una volta trovato ciò che volevadimostrò la forza dei suoi insospettati poteristerminando senza motivo la gente del paese e quasi tutti i miei soldatiassogettando al suo volere quelli che erano sopravissuti. Poi vide mia figlia ed infatuatosi di lei pretese di sposarla immediatamente. Di fronte alla sua disperata negazione la rinchiuse nella torre centrale del castello e risparmiò la vita a meper usarla come vile arma di ricatto nei suoi confronti. Da uno dei miei più forti soldati che in seguito riuscì a sottrarsi al controllo dello stregone e che per questo poi venne uccisotempo dopo venni a sapere che tutte le sere quel vile si recasempre alla stessa oranella minierascortato dalle guardie che però rimangono fuori mentre lui entra soloimpedendo a chiunque di seguirlodopodichèquando esceritorna al castello senza neanche un diamante con se. Cosa vada a farelà dentrorimane un mistero! >>

<< Non per molto! >>aggiunse a questo punto Simon che si sbottonò il collo della casacca e sfiorando l'amuleto disse: << come vorrei vedere cosa fatutte le serelo stregone nella miniera...>>.

Nell'oscurità della cella prese a formarsi come una specie di piccolo quadrato estremamente luminoso al cui interno cominciarono a delinearsi delle immagini ben definite: si poteva scorgere chiaramente lo stregone che si accingevadato che era giunta nel frattempo l'oraad uscire dal castello scortato dalle guardie.

Il vero lord Richard guardò Simon con aria stupita ed anche un pò spaventatama questi lo rassicurò nuovamenteraccontandogli sinteticamente tutto quello che gli era successo da quando aveva lasciato la sua famigliapoi i due ripresero ad osservare quanto accadeva nei pressi della minieradentro a quello schermo magicoavendo modo di scoprire cosa faveva lo stregone una volta entrato là dentro: impugnato un coltello estraeva dalla terra uno dei tanti diamanti che rilucevano al buio colpiti dalla luce delle fiaccolepoi lo immergeva dentro ad un recipiente di vetro trasparente contenente una strana pozione verdastra che aveva l'incredibile potere di sciogliereribollendola pietra preziosadando origine ad un liquido fumante che avidamente poi beveva. Dopodichèvisivamente rinvigoritoriusciva dalla miniera e accompagnato dalle guardie faceva ritorno al castello.

I due prigionieri si scrutarono gli occhi a vicenda aspettando entrambi che l'altro trovasse una spiegazione in merito a ciò che avevano appena vistoma invanopoi Simon chiese all'amuleto di far dissolvere lo schermo magico e disse: << c'è una persona che forse ci può aiutare >> e sfiorando di nuovo il magico medaglione continuò: << come vorrei che apparisse il negromante! >>.

Cosi fù: nel buio della cella cominciò a delinearsi la figura di colui che aveva donato l'amuleto a Simonma non era un corpo in carne ed ossabensì una specie di proiezione olografica e questo contribuiva a rendere ancor più innaturale quell'evento.

<< Sapevo che mi avresti chiamato >> disse immediatamente il negromante a Simon e continuòrivolgendosi anche a lord Richard: << sia io che lo stregonecome lo chiamate voinon siamo esseri di questo mondoma proveniamo da una di quelle stelle che vedete brillare nel cielo e precisamente da una stella molto distante dalla vostra terra chiamata akronosma per voi esseri umani è troppo presto per comprendere certe cosecomunque ascoltate: sul nostro mondo due grandi parti lottano dalla luce dei tempi per affermare la propria supremazia sull'altra: la casta degli yorkvotata al benealla quale io appartengo e quella degli xantrasdedita alla malvagità alla quale appartiene lo stregone. Fortunatamente è la mia casta che detiene il potere più forte e sul nostro pianeta gli xantras nulla possonoma circa tre anni fàtre dei vostri anniuno xantras particolarmente potente e pericoloso che stava seriamente minacciando la stabilità del nostro mondovenne condannato dal supremo consiglio alla prigionia a vita in una cella lanciata nello spazio profondo e protetta da un campo di forza. Purtroppo accadde una cosa che non avevamo previsto: uno sciame di meteore diretto sulla vostra terrarisucchiò nella propria orbita questa cella che piombòassieme a quelle pietrenel vostro mondo. Sia noi york che gli xantras siamo esseri dotati di forti poteri telepatici e disponiamo di grandi quantità di energia cosmica e anche se al di fuori del nostro pianetaperdiamo gran parte del nostro potereabbiamo un potenziale vitale inimmaginabile per voi terrestri. Ciò permise allo stregonecome ora lo chiamate voidi sopravvivere al terribile impattoritrovandosi libero e dotato ancora di una parte del suo potere per ventiquattro oredopodiche sarebbe morto. Purtroppo però la vostra terra è ricca di una pietra preziosail diamantedal quale gli xantras possono trarre una grandissima potenza cosmicaanche se molto limitata nel tempose assimilano una bevanda composta dalle molecole di questa pietra preziosa atomicamente fuse tramite una pozione creabile con sostanze che si trovano nel vostro mondo >>.

Vedendo che i volti di Simon e di lord Richard stavano assumendo espressioni e tonalità sempre più sbigottite e sconcertateil negromante proseguì dicendo: << Ma ascoltatemi beneperchè la parte più incredibile deve ancora arrivare! >>indi continuò: << dovete sapere che il diamanteche non esiste su akronos e che anche se vi fosse importato non aumenterebbe il potere di nessuna delle due castequì sulla terraregala questa terribile forza solo agli xantras e non a noi yorkdifattinel vostro mondonessuno di noi potrebbe affrontare uno di loro che abbia assimilato da meno di ventiquattr'ore quella bevanda di cui vi ho parlato. In ogni casodopo la prima assimilazionegli xantras non sono più soggetti alla morte al termine delle fatidiche ventiquattro ore e anche dopo il loro scaderemantengono sempre un potenziale cosmico superiore a qualsiasi york. In definitivaquìsulla terranessuno york può affrontare ed uccidere uno xantras; solo un terrestre che sia stato designato dall'antica profezia e a cui sia stato concesso il potere dell'amuleto del benevi può riuscireper la salvezza dei nostri due mondima solamente un'ora prima che lo xantras beva la pozionedopo bisogna attendere la volta successiva. E badate bene che ho detto per la salvezza dei nostri due mondiperchè quì in questo pianeta potrebbe inoltre accadere un'evento ancor più drammatico: se una terrestre acconsentisse di sua volontàper qualsiasi motivoad unirsi con uno xantrasgenerando un figlioquest'essere che vedrebbe la lucediventerebbe immediatamente immortale e non vi sarebbe più modo di ucciderlofinchègiunto all'età di vent'anni erediterebbe automaticamente una quantità di potenza cosmica superiore a qualsiasi york anche su akronospotendo completamente piegare al suo volere sia il nostro che il vostro pianeta >>.




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