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Musino il Leprotto

Nella cavità di un vecchio tronco di castagno abitava Musinoun grazioso leprotto dal pelo soffice color mielele lunghissime orecchie a sventolaveloce e furbo come pochi animalima tanto egoista.Un bel giomo d'autunnoun giomo come tanti altriqualcosa mutò nella sua vita.State a sentire quello che accadde!Era mezzogiornoe Musino cominciava a sgranare la sua pannocchia di granoturcosenza accorgersi dell'uccellio Frizziche lo osservava dal fogliame con l'acquolina in bocca.Per le prime volte il leprotto non s'accorse di nullama quando vide sfrecciare sotto il suo naso Frizziche nel frattempo s'era fatto arditocon un paio di chicchi nel beccoaccadde il finimondo!- Al ladro! Al ladro! - urlò Musino cercando di acciuffarlo con un rapido balzoma logicamente non gli riuscì e cominciò ad inseguirlo per tutto il bosco. L'uccellinocon brevi e rapidi voliraggiunse la cima di una folta querciariunendosi ai suoi simpatici quanto affmati fratellini.Musinodopo tanto rifletterecapi che un leprottose vuole catturare un uccellodeve possedere una cosa sola: le ali!Behnon ci credetema il suo desiderio in parte si esaudì! Laggiùtra i folti cespugli di morec'era infatti un grmdissimo pallone rossocome quelli che si vendono nelle fiere per pochi soldi.In un battibaleno Musino corse a districarlo dai rovi. Vi legò un robusto bastoncinovi si accomodò etenendosi ben saldosi diede una forte spinta verso l'alto. Così si librò leggero leggerosu per il cielomentre il cuore gli batteva forte forte nell'avvicinarsi al rifugio di Frizzi.Immaginate la meraviglia degli abitanti del bosco nel vedere uno spericolato leprotto levarsi con tanta disinvoltura nell'aria!Ma i furbi uccellininon appena lo videro salire verso la cima della querciacalarono in picchiata verso il pallone chesotto i colpi dei loro minuscoli becchifinì con lo scoppiare. Figwatevi la paura di Musinoche cominciò a precipitare vorticosamente verso il basso e... patapunfete! andò a finire nel bel mezzo delle acque gelide dello stagnotra le girida di tutti gli animali che avevano seguito l'impresa.Per fortuna si precipitarono a soccorrerlo alcuni piccoli anatroccoli che passavano la giornala in acqua a nuotare. Lo liberarono dalle alghelo adagiarono con cura su una foglia di ninfea e infine lo spinsero a riva.Il povero Musinoinfreddolito e tremantesi trascinò verso casa e si infilò subito sotto le coperte!Mentredesolatomeditava sui tristi avvenimenti di quel giornovenne a trovarlo il signor Ricciofamoso in tutto il bosco per le ottime medicine che sapeva preparare.- Hai gli occhi stralunati e la febbre alta! - sentenziò in tono preoccupato. - Per fortuna ho portato con me un infuso di aglioformiche e pepeprodigioso in casi come il tuo!A sentir parlare di aglioformiche e pepeMusino per poco non morì dallo spavento. Ma si fece coraggio e raccogliendo quel poco di voce che gli restava in golareplicò:- Tienlo per teil tuo intruglio! Preferirei morire piuttosto di berlo!Sorpresa da questa sgarbata rispostail signor Riccio non osò aggiungere più nulla. Deluso ed amareggiatoandò a sedersi sull'uscio di casa.- Ohse fosse qui nano Pancotto! - cominciò a ripetere ad alta voce. - Le sue medicine sono cosi dolci ed efficaci che Musino guarirebbe in un batter d'occhio se solo ne assaggiasse una cucchiaiata!Sapreste indovinarecari bambinichi udì queste lamentele? Le sentirono Frizzi ed i suoi fratellini chepentiti del guaio combinatoerano corsi al vecchio tronco di Musino. Il piccolo siformo partì immediatamenteverso il lontanissimo fungo rossodimora del saggio nano.Vola e volafinalmente arrivarono.Col cuore che batteva molto fortegli uccellini scongiurarono Pancotto di preparare al più presto una delle sue miracolose medicine. Il nano acconsentì sorridendo e si mise subito al lavoro nel suo grande laboratorio.E quandodopo ore ed ore di attesail saggio medico finalmente arrivòfece trangugiare in un sol fiato il decotto al povero Musino che si sentì subito meglio. Anziper dimostrare a tutti com'era guaritoimprovvisò una serie di salti mortalitra le risate e la soddisfazione degli abitanti del bosco chedimenticando le sgarberie subitesi erano precipitati a casa sua per rendersi utili.Fu allora che Pancotto ebbe l'idea di festeggiare la guarigione con un gigantesco dolce che tutti gli animaliseduti in cerchiomangiarono all'ombra dell'altissima quercia del bosco. In mezzo a tanti amiciil nostro piccolo leprotto era senza parole. Si sentiva felicetanto e tanto felice come non lo era stato mai.Volete sapere il perchè?Quel giorno aveva capito che aiutarsi reciprocamente e sentirsi fratelli è la cosa più bella e preziosa del mondo!




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