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François-Marie Arouet de Voltaire


LEORECCHIE DEL CONTE DI CHESTERFIELD
EIL CAPPELLANO GOUDMAN


 

 

 

CAPITOLOPRIMO


Ah!la fatalità governa irrimediabilmente tutte le cose del mondo.


Cosìgiudicocome di giustodalla mia avventura.


MilordChesterfieldche mi voleva molto benemi aveva promesso diaiutarmi. Era vacante un buon "preferment" [1]e la nominadipendeva da lui. Dal fondo della mia provincia mi precipito aLondra; mi presento a milord; gli ricordo le sue promesse. Lui mistringe la mano e mi dice che infatti ho una brutta cera. Glirispondo che il mio male maggiore è la povertà. Luireplica dicendo che vuole la mia guarigione e subito mi dà unalettera per il signor Sidracvicino a Guildhall.


Nonmi passa nemmeno per il capo che il signor Sidrac non sia colui chemi deve trasmettere le lettere che mi conferiscono il beneficio.


Voloda lui. Il signor Sidracche era il chirurgo di milordsi senteimmediatamente in dovere di sondarmi e mi garantisce chese soffrodi calcolimi opererà felicissimamente.


Bisognasapere che milord aveva capito che soffrivo di un gran male allavescica; e chesecondo la sua solita generositàaveva volutofarmi operare a sue spese. Era sordocosì come il suo signorfratelloe io non lo sapevo ancora.


Neltempo che perdetti difendendo la mia vescica contro il signor Sidracche mi voleva sondare a ogni costouno dei cinquantadue concorrentia quello stesso beneficio si presenta a milordgli domanda quellacura e l'ottiene.


Ioero innamorato di miss Fidlerche avrei dovuto sposare appena fossistato curato; il mio rivale mi portò via posto e fidanzata.


Ilcontesaputo del disastro e del suo erroremi promise che avrebbeposto rimedio a tutto. Ma due giorni dopo morì.


Ilsignor Sidrac mi dimostròchiaro come il soleche il miobuon protettore non poteva campare un minuto di piùvista lacostituzione attuale dei suoi organi; e mi provò che la suasordità derivava soltanto dalla estrema secchezza della cordae del tamburo dell'orecchio. Mi propose persino di indurirmi leorecchie con spirito di vinocosì da rendermi piùsordo di qualsiasi pari del regno.


Capiiche il signor Sidrac era un uomo assai sapiente. Mi trasmise unacerta curiosità per la scienza della natura. D'altronde vedevoche era uomo caritatevoleche al caso m'avrebbe operatogratuitamentee confortato in tutti gli accidenti che mi potevanooccorrere circa il collo della vescica.


Dunquemi misi a studiar la natura sotto la sua direzioneper consolarmidella perdita della cura e della fidanzata.




NOTE


  1. "Preferment"significa «beneficio» in inglese.




CAPITOLOSECONDO


Dopovarie osservazioni sulla naturafatte coi miei cinque sensiconcannocchiali e microscopiun giorno dissi al signor Sidrac:

"Sifanno beffe di noi; non esiste la naturatutto è arte. Graziea un'arte mirabile tutti i pianeti danzano regolarmente intorno alsoleintanto che il sole fa la ruota su se stesso. Bisogna chequalcuno che la sa lunga quanto la Società reale di Londraabbia combinato le cose in modo che il quadrato delle rivoluzioni diogni pianeta sia sempre proporzionale alla radice del cubo delladistanza dal centro; e bisogna esser stregoni per indovinarlo.


"Ilflusso e il riflusso del Tamigi mi sembra l'effetto costante diun'arte non meno profonda e non meno difficile da conoscere.


"Animalivegetalimineraliogni cosa mi sembra disposta con pesomisuranumero e movimento. Ogni cosa è mollalevacarrucolamacchina idraulicalaboratorio di chimicadall'erba fino allaquerciadalla pulce fino all'uomodal granello di sabbia allenuvole.


"Nonesiste certamente altro che artee la natura è una chimera".


"Aveteragione" mi rispose il signor Sidrac"ma non siete statovoi a scoprirlolo ha già detto un sognatore d'oltre Manicama non ci hanno fatto caso." "La cosa che più mistupisce e mi incanta è chegrazie a questa incomprensibileartedue macchine ne producono sempre una terza; e mi dispiace moltodi non averne fatta una con miss Fidler. Ma ormai vedo che da tuttal'eternità era stabilito che miss Fidler avrebbe adoperatoun'altra macchinae non la mia." "Quello che dite" mireplicò il signor Sidrac"è pure stato dettoeassai meglio; ma avete ragione. Davveroè cosa piacevolissimache due esseri ne producano un terzoma non è vero per tuttigli esseri. Due rose non producono una terza rosa baciandosi. Dueciottolidue metallinon ne producono un terzoe tuttavia unmetallouna pietra sono cose che tutta l'industria umana nonsaprebbe produrre. Il grande e bello e perpetuo miracolo è cheun giovanotto e una ragazza facciano insieme un bambinoche unusignuolo faccia un usignuolino con la sua usignuolae non unacapinera. Sarebbe bene trascorrere metà della vita facendocome loroe l'altra metà a benedire colui che ha inventatoquesto metodo. Nella generazione ci sono mille segreti curiosissimi.Newton dice che la natura si somiglia dappertutto:

"Naturaest ubique sibi consona". Non è vero in amore: i pesciirettiligli uccelli non fanno l'amore come lo facciamo noi: èuna varietà infinita. La fabbrica degli esseri che sentono eagiscono mi incanta. Anche i vegetali hanno il loro pregio. Mistupisco sempre che un granello di frumento gettato in terra neproduca molti altri." "Ah!" gli dissida quellosciocco che ero ancora"è perché il grano devemorire per nascerecome è stato detto nella Scuola". Ilsignor Sidrac mi riprese con molto garboridendo.


"Quellaera una verità ai tempi della scuola" disse "maoggi ogni agricoltore sa che è cosa assurda." "Ah!signor Sidracvi chiedo scusa; ma sono stato teologoe non ci sipuò disfare di colpo delle abitudini."




CAPITOLOTERZO


Unpo' dopo questi colloqui del povero prete Goudman con l'eccellenteanatomista Sidracil chirurgo incontrò il prete nel parco diSaint Jamestutto soprappensieromeditabondoe con un'aria piùdelusa di un matematico che ha fatto un calcolo sbagliato.


"Checosa avete?" gli disse Sidrac. "E' forse la vescica o ilcolon che vi tormenta?" "No" disse Goudman"èla vescichetta del fiele. Ho appena visto passare in una bellacarrozza il vescovo di Glocesterche è un pedantechiacchierone e insolente. Io ero a piedie la cosa mi ha irritato.M'è venuto fatto di pensare chevolessi diventare vescovo inquesto regnoci sarebbe da scommettere diecimila contro uno chefarei cileccavisto che in Inghilterra ci sono diecimila preti. Dopola morte di milord Chesterfield che era sordosono rimasto senzaprotettori. Mettiamo che i diecimila preti anglicani abbiano dueprotettori ciascuno: in tal caso ci sarebbe da scommettere ventimilacontro uno che non arriverei al vescovato. E' cosa che fa rabbiaseci si pensa.


"Misono ricordato che una volta mi avevano proposto di andare nelleIndie occidentali come mozzo; mi garantivano che ci avrei fattogrande fortunama non mi sentivo tagliato per diventare un giornoammiraglio. Dopo d'aver esaminato tutte le professionison rimastoprete e non son buono a nulla." "Smettete di fare ilprete" gli disse Sidrac"e fatevi filosofo. E' unmestiere che non domanda né dà ricchezze. Che renditaavete?" "Non ho che trenta ghinee di rendita; una voltamorta la mia vecchia zia ne avrò cinquanta." "E viacaro Goudmanè quanto basta per vivere libero e per pensare.


Trentaghinee fanno seicentotrenta scellini: son quasi due scellini algiorno. Philips non ne chiedeva che uno solo. Si puòconquesta rendita garantitadire tutto quello che si pensa dellaCompagnia delle Indiedel parlamentodelle nostre coloniedel redell'essere in generaledell'uomo e di Dioil che è grandivertimento. Venite a pranzo da mesarà un risparmio;chiacchiereremoe la vostra facoltà pensante avrà ilpiacere di comunicare con la mia per mezzo della parolail che ècosa meravigliosache gli uomini non ammirano abbastanza."




CAPITOLOQUARTO


CONVERSAZIONEDEL DOTTOR GOUDMAN E DELL'ANATOMISTA SIDRAC SULL'ANIMA E QUALCHEALTRA COSA.


GOUDMAN:Ma perché maicaro il mio Sidracdite sempre "la miafacoltà pensante"? Perché non dite semplicemente"la mia anima"? Sarebbe più spiccia e vi capireialtrettanto bene.


SIDRAC:Ma non mi capirei io. Sento bene e so bene che Dio mi ha dato lafacoltà di pensare e di parlarema non sento e non so se miha dato un essere che si chiama anima.


GOUDMAN:Veramentequando ci pensovedo che non ne so nulla nemmeno ioeche per un pezzo sono stato abbastanza ardito da credere di saperlo.Ho notato che i popoli orientali chiamavano l'anima con un nome chesignificava vita. Sull'esempio di quellii latini dapprima inteseroper "anima" la vita dell'animale. I Greci dicevano: ilrespiro è l'anima. Quel respiro è un soffio. I latinitradussero la parola "soffio" con "spiritus":donde la parola che corrisponde a spirito presso quasi tutte lenazioni moderne. Siccome nessuno ha mai visto quel soffioquellospiritose ne è fatto un essere che nessuno può vederené toccare. E' stato detto che abitava il nostro corpo senzaoccupar postoche commoveva i nostri organi senza toccarli. Che cosanon hanno detto? Mi pare che tutti i nostri discorsi sono statifondati su equivoci. Mi avvedo che il savio Locke ha sentito bene inche caos questi equivoci di tutte le lingue avevano precipitato laragione umana. Non ha consacrato nessun capitolo all'anima nel sololibro di metafisica sensata che mai sia stato scritto. E se per casogli vien fatto di pronunciare questa parola in qualche postoper luinon significa altro che la nostra intelligenza.


Infattitutti sentono che hanno una intelligenzache accolgono ideeche leriunisconoche le decompongono; ma nessuno sente di avere in séun altro essere che gli comunica movimentosensazioni e pensieri.


Infondoè ridicolo pronunciar parole che non si capiscono eammettere esseri di cui non si può avere la benchéminima conoscenza.


SIDRAC:Ecco che siamo dunque d'accordo su una cosa che ha formato argomentodi dispute durante tanti secoli.


GOUDMAN:E mi stupisco che siamo d'accordo.


SIDRAC:Non è cosa stupefacentedal momento che cerchiamo il vero inbuona fede. Fossimo sui banchi della Scuolaargomenteremmo come ipersonaggi di Rabelais. Vivessimo nei secoli di tenebre spaventoseche a lungo avvolsero l'Inghilterraforse uno di noi due farebbebruciar l'altro. Ma siamo in un secolo di ragione; troviamofacilmente quello che ci sembra essere la veritàe abbiamo ilcoraggio di dirlo.


GOUDMAN:Sìma ho paura che questa verità sia ben poca cosa. Inmatematica abbiamo compiuto dei miracoli che stupirebbero Apollonio eArchimedee farebbero di loro i nostri scolari; ma in fatto dimetafisicache cosa abbiamo scoperto? La nostra ignoranza.


SIDRAC:Ed è forse poco? Ammettete che il grande Essere vi ha datofacoltà di sentire e di pensarecome ha dato ai vostri piedila facoltà di camminarealle mani la capacità di faremille cosealle vostre viscere il potere di digerireal cuorequello di spingere il sangue nelle arterie. Ogni cosa ci viene dalui; non ci siamo dati nulla da noie non sapremo mai in che modo ilPadrone dell'universo ci conduce. Quanto a megli rendo grazied'avermi insegnato che non conosco nulla dei primi principi.


Siè sempre ricercato in che modo l'anima agisce sul corpo. Maprima occorreva sapere se ne abbiamo una. O Dio ci ha fatto questoregalooppure ci ha comunicato qualche cosa che gli equivale.Comunque abbia agitosiamo sotto la sua mano. E' nostro padroneecco tutto quanto so.


GOUDMAN:Ma ditemi almeno quello che supponete. Avete sezionato cervelliavete visto embrioni e feti; ci avete scorto qualche apparenzad'anima?


SIDRAC:Neppure laminima apparenza; e non ho mai potuto capire come un essereimmaterialeimmortalepoteva abitare per nove mesi inutilmentenascosto entro una membrana puzzolentetra l'orina e gli escrementi.


M'èsembrato difficile concepire che questa supposta anima sempliceesistesse prima del suo corpoa che mai avrebbe servito durantetanti secoli senza essere anima umana? E poicome immaginare unessere semplice? un essere metafisico che aspetta per un'eternitàil momento di animare un po' di materia per alcuni minuti? E che cosadiventa questo essere sconosciuto se il feto che dovrebbe animaremuore nel ventre della madre?

Miè sembrato ancora più ridicolo che Dio creasse unaanima nel momento in cui un uomo va a letto con una donna. M'èsembrato bestemmia che Dio aspettasse il momento di un adulteriodiun incestoper premiare queste turpitudini creando anime in lorofavore.


Peggioancora quando mi si dice che Dio cava dal nulla delle anime immortaliper eternamente farle soffrire con tormenti inenarrabili. E che!bruciare degli esseri semplicidegli esseri che non hanno niente dibruciabile! Come potremmo mai fare per bruciare un suono di voceunvento che passa? E sì che quel suonoquel vento eranomateriali nell'attimo del loro passaggio; ma uno spirito purounpensieroun dubbio? Mi ci smarrisco. Da qualsiasi parte mi girinonincontro che oscuritàcontraddizioneimpossibilitàridicolosogniimpertinenzachimereassurditàstupidaggine eciarlataneria.


Mami trovo bene quando mi dico: Dio è il padrone. Colui che fagravitare innumerevoli astri gli uni verso gli altricolui che creòla luceè certamente abbastanza potente da darci sentimenti eideesenza che si abbia bisogno di un piccolo atomo estraneoinvisibiledetto anima.


Dioha certamente dato sentimentomemoria e industria a tutti glianimali. Gli ha dato la vitaed è altrettanto bello regalarela vita che regalare un'anima. E' cosa ammessa che gli animalivivono; è dimostrato che hanno sentimentopoiché hannogli organi del sentimento. Dunquese hanno tutte queste cosesenz'animaperché noi vogliamo averne una a tutti i costi?


GOUDMAN:Forse perché siamo vanitosi. Sono persuaso chese un pavonepotesse parlaresi vanterebbe di avere una animae direbbe chel'anima gli sta nella coda. Mi sento assai propenso a sospettare convoi che Iddio ci ha fatti capaci di mangiaredi beredi camminaredi dormiredi sentiredi pensaree pieni di passionid'orgoglio edi miseriasenza dirci niente del suo segreto. Sappiamosu questoargomentoquello che ne sanno i pavoni di cui ho parlato. E coluiche disse che noi nasciamoviviamo e moriamo senza sapere comehadetto una grande verità.


Coluiche ci chiama le marionette della Provvidenza mi sembra che ci abbiadefiniti bene. Perchéinsommaper vivere occorre un'infinitàdi movimenti. Oranon siamo noi che abbiamo fatto il movimento; nonsiamo stati noi a stabilirne le leggi. C'è qualcuno il qualedopo d'aver fatto la lucela fa muovere dal sole ai nostri occhiela fa giungere in sette minuti. Soltanto grazie al movimento i mieicinque sensi sono commossi; soltanto grazie a questi cinque sensi hodelle idee: quindi è all'autore del movimento che devo le mieidee. E quando mi dirà in che modo me le dàglirenderò umilissime azioni di ringraziamento. Già glienerendo parecchie per avermi concesso di contemplare durante alcunianni lo spettacolo magnifico di questo mondocome diceva Epitteto.E' vero che poteva farmi più felicee concedermi un buonbeneficio e la mia bella Fidler; ma insommacosì come sonocoi miei seicentotrenta scellini di renditagli sono giàabbastanza grato.


SIDRAC:Dite che Dio vi poteva dare un buon beneficioe che poteva farvi piùfelice di quello che siete. C'è gente che non vi lascerebbepassare questa proposizione. Eh! non vi ricordate che voi stesso visiete lagnato della fatalità? Non è lecito a un uomoche voleva diventar curato di contraddirsi. Non vedete chese avesteavuto la cura e la donna che domandavatesareste stato voi a fare unbambino con miss Fidlere non il vostro rivale? Il bambino da leipartorito avrebbe potuto esser mozzo diventare ammiragliovincereuna battaglia navale alla foce del Gange e detronizzare il GranMogol. Sarebbe bastato tanto a mutare la costituzione dell'universo.Sarebbe occorso un mondo affatto diverso dal nostro perché ilvostro concorrente non ottenesse la curaperché non sposassemiss Fidlerperché voi non foste ridotto a seicentotrentascellini in attesa che muoia vostra zia. Tutto è concatenatoe Dio non starà a rompere la catena eterna per il mio amicoGoudman.


GOUDMAN:Non m'aspettavo un ragionamento così quando parlavo dellafatalità; ma insommase è cosìDio èschiavo come me?


SIDRAC:E' schiavo della sua volontàdella sua sapienzadelle leggida lui fattedella sua natura necessaria. Non le puòtrasgredireperché non può essere deboleincostantemutevole come noie perché l'Essere necessariamente eternonon può essere una banderuola.


GOUDMAN:Signor Sidracquesto potrebbe portarci difilato all'irreligione.


Perchése Dio non può cambiare nulla nelle cose del mondoa cheserve cantar le sue lodia che serve rivolgergli preghiere?


SIDRAC:Eh! chi vi dice di pregar Dio e di lodarlo? Davvero non saprebbe chefarsenedelle vostre lodi e delle vostre domande! Si loda un uomoperché lo si reputa vano; lo si prega quando lo si crededebolee si spera di fargli mutar pensiero. Facciamo il nostrodovere verso Dioadoriamolosiamo giusti; ecco le nostre vere lodie le nostre vere preghiere.


GOUDMAN:Signor Sidracabbiamo messo molta carne al fuoco; perchésenza contare miss Fidlerstiamo esaminando se abbiamo un'animaseDio esistese può mutarese siamo destinati a due esistenzese... Sono degli studi profondie forse non ci avrei mai pensatofossi stato curato. Bisogna che approfondisca queste cose necessariee sublimigiacché non ho niente da fare.


SIDRAC:Va bene! domani il dottor Grou viene a pranzo da me; è unmedico assai colto; ha fatto il giro del mondo con i signori Banks eSolander; deve certamente conoscere Dio e l'animail vero e ilfalsoil giusto e l'ingiusto assai meglio di quelli che non hannomai lasciato Covent- Garden. Inoltre il dottor Grou ha visto quasitutta l'Europa da giovane; è stato testimonio di cinque o seirivoluzioni in Russia; ha frequentato il pascià conte diBonnevalche come si sa era diventato un perfetto musulmano aCostantinopoli. E' stato amico del prete papista Mac-Carthyirlandeseche si fece recidere il prepuzio in onore di Maomettoedel nostro presbiteriano scozzese Ramsayche fece la stessa cosa epoi servì in Russia e fu ucciso in una battaglia contro gliSvedesi in Finlandia. Infineha conversato con il reverendo padreMalagridache poi fu bruciato a Lisbonaperché la Madonnagli aveva rivelato quello che aveva fatto quando stava nel seno disant'Anna. Capite che un uomo come il dottor Grouche ha vedutotante cosedev'essere il più gran metafisico del mondo.Dunque a domania pranzo da me.


GOUDMAN:E posdomani puremio caro Sidracpoiché occorre piùdi un pranzo per istruirsi.




CAPITOLOQUINTO


Ilgiorno dopo i tre pensatori pranzarono insieme; e facendosi unpochino più allegri verso la fine del pastocome ècostume dei filosofi che pranzanosi divertirono a parlare di tuttele miseriedi tutte le sciocchezzedi tutti gli orrori cheaffliggono il genere animaledalle terre australi su su fin quasi alpolo articoe da Lima fino a Meaco. Questa varietà diabominazioni non va senza un certo divertimento. E' un piacere ignotoai borghesi casalinghi e ai vicari di parrocchiache non conosconoaltro che il loro campanile e credono che il resto dell'universo siafatto come Exchange-alley a Londrao come la via della Huchette aParigi.


"Osservo"disse il dottor Grou"chenonostante l'infinita varietàsparsa su questo globotutti gli uomini che ho vedutosiano nerilanosi o neri capellutisiano abbronzati o rossisiano bigi che sichiaman bianchihanno tuttavia allo stesso modo due gambedue occhie una testa sulle spalle; checché ne dica sant'Agostino ilqualenella sua trentasettesima predicagarantisce di aver vistodegli acefalicioè degli uomini senza testadei monocoliche hanno un occhio soloe dei monopodiche hanno una sola gamba.Quanto agli antropofagiammetto che ce n'è d'avanzoe che ilmondo intero è stato tale.


"Mihanno spesso domandato se i popoli di quell'immenso paese che sichiama Nuova Zelandae che sono oggi barbari più di tutti ibarbarisono battezzati. Ho risposto di non saperne nullae che lacosa era possibile; gli Ebreiche erano più barbari di lorohanno avuto due battesimi invece d'uno solo: il battesimo digiustizia e il battesimo di domicilio." "In verità"disse il signor Goudman"li conoscoho avuto sull'argomentograndi discussioni con quelli che credono il battesimo inventato danoi. Nossignorinon abbiamo inventato nullaci siamo limitati arabberciare. Masignor Grouvi pregoditemi un poco:

delleottanta o cento religioni che avete visto strada facendoquale vi èsembrata la più gradevole? quella degli Zelandesi o quelladegli Ottentotti?"


ILSIGNOR GROU.


E'quella dell'isola di Otaitisenza paragone. Ho percorso i dueemisferinon ho mai visto nulla come Otaiti e la sua religiosaregina. La natura abita a Otaiti. Altrove non ho visto che dellemaschere; non ho visto altro che birboni i quali ingannano deglisciocchiciarlatani che fanno giuochi di prestigio col denaro delprossimo per acquistare autoritàe che fanno giuochi diprestigio con l'autorità per acquistare impunemente denaro;che vi vendono ragnatele per mangiarvi le vostre pernici; che vipromettono ricchezze e piaceri per quando non ci sarà piùnessunoe così vi fan girare lo spiedo intanto che loro cisono.


Perbacco!non vanno così le cose nell'isola di Aiti o di Otaiti. E'un'isola assai più civilizzata della Zelanda o del paese deiCafrianzi direi addirittura della nostra Inghilterraperchéla natura l'ha favorita con un più fertile suolo: le ha datol'albero del paneregalo non meno mirabile che utileconcessosoltanto ad alcune isole dei mari del Sud. Del resto Otaiti possiedericco pollamelegumi e frutti. In un paese così non si habisogno di mangiare il proprio simile; ma c'è un bisogno piùnaturalepiù dolcepiù universaleche la religionedi Otaiti comanda di soddisfare pubblicamente. E' certamente la piùrispettabile di tutte le cerimonie religiose; ne fui testimoniocomedel resto tutto l'equipaggio della nostra nave. E queste non sonofavole di missionaricome a volte se ne trovano nelle "Lettereedificanti e curiose" dei reverendi padri gesuiti. Il dottorGiovanni Hakervorth sta terminando la stampa delle nostre scopertenell'emisfero meridionale. Ho sempre accompagnato il signor Banksquel giovane tanto degno di stimache ha consacrato il suo tempo eil suo denaro a osservare la natura vicino al polo antarticointantoche i signori Dakins e Wood tornavano dalle rovine di Palmira e diBalbek dove avevano scavato i più antichi monumenti artisticie che il signor Hamilton insegnava ai Napoletani stupefatti la storianaturale del loro Vesuvio. Insommaho veduto con i signori BanksSolanderCook e cento altri quanto sto per narrarvi.


Laprincipessa Obeiraregina dell'isola di Otaiti...


Inquel mentre portarono il caffè; quando l'ebbero bevutoilsignor Grou ripigliò il suo racconto.




NOTE

1)Città del Giappone.


2)Strada di Londra.


3)Anche altrove ("Dio e gli uomini"1796) Voltaire citadalle "Antichità giudaiche" di Giuseppe Flavio(VentesimoSecondo) questa distinzione dei due battesimi degliEbrei"dei proseliti e di giustizia".


4)Taiti.


6)"Lettere edificanti e curiose scritte dalle missioni straniereda alcuni missionari della Compagnia di Gesù"Parigi1703.


6)John Hawkesworth"Racconto dei viaggi intrapresi per ordine diSua Maestà per fare scoperte nell'emisfero sud" (1773).


7)Dakins e Wood"Le ruine di Palmira (1753); "Le ruine diBalbek"(1757).


8)William Hamilton "Osservazioni sul Vesuviol'Etna e altrivulcani"(1722-1724).




CAPITOLOSESTO


"Laprincipessa Obeiradicodopo averci colmati di regali con unacortesia degna d'una regina d'Inghilterraebbe la curiositàdi assistere una mattina al nostro culto anglicano. Lo celebrammo conla maggior pompa possibile. Il pomeriggio essa ci invitò alsuo: era il 14 maggio del 1769. La trovammo circondata da circa millepersone dei due sessidisposte a semicerchioin un silenzio pienodi rispetto.


Unagiovinettaassai graziosa vestita quanto mai succintamenteeracoricata su un palco che faceva da altare. La regina Obeira comandòa un bel giovanotto d'una ventina d'anni che andasse a sacrificare.Egli pronunciò una specie di preghiera e salìsull'altare. I due sacrificatori erano seminudi. La reginacon tonomaestosoinsegnava alla giovane vittima il modo più decentedi consumare il sacrificio.


Tuttigli indigeni erano così attenti e rispettosi che non uno deinostri marinai ardì turbare la cerimonia con un risoindecente. Ecco che cosa ho vistovi dicoecco quanto il nostroequipaggio ha potuto vedere. A voi di cavarne le conseguenze".


"Questafesta sacra non mi stupisce" disse il dottor Goudman. "Sonopersuaso che è la prima festa che mai sia stata celebratadagli uomini; e non vedo perché non si dovrebbe pregar Dioquando si sta per creare un essere a sua immaginecome lo si pregaprima dei pasti che servono a sostentare il corpo. Dar opera allanascita di un essere ragionevole è la più nobile esanta azione. Così pensavano i primi Indiani che veneravano ilLingamsimbolo della generazione; gli antichi Egizianicheportavano processionalmente il Falloi Greci che eressero templi aPriapo. Se è lecito citare la misera nazioncina ebreagrossolana imitatrice di tutti i vicinisi legge nei suoi libri chequesto popolo adorò Priapoe che la regina madre del regiudeo Afa fu la sua gran sacerdotessa [1].


"Comunquesiaè più che verosimile che mai nessun popolo abbiastabilito o potuto innalzare il libertinaggio a culto. A volteinprocesso di tempoci si insinua la licenziosità; ma laistituzione in sé è sempre innocente e pura. Le nostreagapi primitivenella quali giovani e ragazze si baciavanomodestamente sulla boccasoltanto sul tardi degenerarono in convegnidi scostumatezza; e così volesse Iddio che mi fosse lecitosacrificare con miss Fidler davanti alla regina Obeirain perfettalealtà e onore. Sarebbe certamente il più bel giorno ela più bell'azione della mia vita." Il signor Sidracchefino allora era stato zittosiccome i signori Goudman e Grou avevanosempre parlatouscì infine dal suo silenzio e disse:

"Sonorapito in ammirazione da quanto ho sentito. La regina Obeira misembra la prima regina dell'emisfero meridionalenon ardisco diredei due emisferi. Tuttaviain tanta gloria e felicitàc'èun articolo che mi fa fremeree sul quale il signor Goudman ha dettouna parola che avete lasciato senza risposta. E' verosignor Grouche il capitano Wallisil quale gettò l'ancora prima di voiin quell'isola fortunataci recò i due più orrendiflagelli del mondoi due vaiuoli?" "Ahimè!"riprese il signor Grou"i Francesi ce ne accusanoe noiaccusiamo i Francesi. Dice il signor Bougainville che son stati queimaledetti Inglesi a contagiare la regina Obeira; e il signor Cookpretende che invece la regina deve il contagio allo stesso signorBougainville. Comunque siaquesta peste somiglia alle belle arti:non si sa chi ne sia stato l'inventore; ma a lungo andare fanno ilgiro dell'Europadell'Asiadell'Africa e dell'America." "E'un pezzo che esercito la chirurgia" disse Sidrac"econfesso che vado debitore a questa peste della massima parte dellamia fortuna; non che per questo la detesti meno. La signora Sidrac mela trasmise subito la prima notte di matrimonio; e siccome èdonna quanto mai delicata circa quanto può minimamenteintaccare il suo onorepubblicò in tutti i pubblici fogli diLondra che infatti era affetta dall'immondo malema che se l'eraportato dal ventre della signora sua madree che si trattava d'unavecchia abitudine di famiglia.


"Acosa diavolo poteva mai pensare quello che si chiama 'natura' quandoinquinò con questo veleno le sorgenti della vita? S'èdettoe lo ripetoche è la più enorme e detestabiledi tutte le contraddizioni. E che! L'uomo è stato fattodiconoa immagine di Dio'finxit in effigiem moderantum cunctadeorum'e nei vasi spermatici di questa immagine hanno messo ildolorel'infezione e la morte! Che cosa sarà di questo belverso di milord Rochester: 'L'amore farebbe adorar Dio in un paese diatei'?" "Ahimè!" disse allora il buon Goudman"forse devo ringraziar la Provvidenza di non aver sposato la miacara miss Fidlerperché chissà che cosa sarebbecapitato. Non si è mai sicuri di nullain questo mondo.Comunquesignor Sidracm'avete promesso la vostra assistenza intutto quanto riguarda la mia vescica." "Sono ai vostriordini" rispose Sidrac; "ma è meglio scacciarequesti cattivi pensieri." Così dicendo Goudman parevaprevedesse il suo destino.




NOTE

1)Terzo libro del "Re"Tredicesimo; e "Paralipomeni"Quindicesimo.




CAPITOLOSETTIMO


Ilgiorno dopo i tre filosofi agitarono il grande problema: qual èil primo mobile di tutte le azioni umane? Goudmanche aveva semprein mente la perdita del beneficio e della fidanzatadisse cheprincipio di ogni cosa sono l'amore e l'ambizione. Grouche avevavisto il mondodisse che è il denaro; e il grande anatomicoSidrac garantì che era la seggetta. I due commensali rimaserodi stucco; ed ecco come il savio Sidrac dimostrò la sua tesi:

"Hosempre notato che tutte le cose del mondo dipendono dall'opinione edalla volontà di un personaggio principalesia il resia ilprimo ministrosia il primo commesso. Oraquesta opinione e questavolontà sono l'effetto immediato del modo in cui gli spiritianimali si infiltrano nel cervellettoe di lì nel midolloallungato; questi spiriti animali dipendono dalla circolazione delsangue; il sangue dipende dalla formazione del chilo; il chilo sielabora nelle membrane del mesenterio; il mesenterio èattaccato agli intestini per mezzo di delicatissime reti; e gliintestinimi è lecito dirlosono pieni di merda. Oranonostante le tre robuste tuniche di cui è rivestitoogniintestino è tutto bucato come un crivello: perché tuttoè traforato nella naturae non c'è impercettibilegranello di sabbia che non abbia più di cinquecento pori. Sipotrebbero far passare mille aghi attraverso una palla da cannonesefosse possibile trovarne di abbastanza sottili e robusti. Cosa capitadunque a un uomo costipato?

Glielementi più tenui e più delicati della sua merda simescolano al chilo nelle vene di Aselliovanno alla vena porta e nelserbatoio di Pecquet; passano nella vena succlavia; entrano nel cuoredell'uomo più delicatodella più civettuola delledonne. E' una rugiada di escrementi disseccati che gli corre in tuttoil corpo. Se questa rugiada inonda i parenchimii vasi e leghiandole di un atrabiliareil suo malumore diventa ferocia; ilbianco degli occhi gli si fa d'un cupo ardore; le labbra gli siincollano l'uno sull'altro; l'incarnato del volto gli si fa tetro eannebbiato. Si direbbe che ti minaccia; non gli andar vicino; e se èministro di statobada bene di non presentargli una petizione. Egliconsidera qualsiasi pezzo di carta unicamente come un soccorso di cuisi varrebbe tanto volentierisecondo l'antico e deprecabile costumedelle genti d'Europa. Cercate di sapere astutamente dal cameriere difiducia se monsignore è stato sulla seggetta la mattina.


"E'cosa ben più importante di quanto non si pensi. Lacostipazione è stata a volte causa delle più cruentescene. Mio nonnoche morì centenarioera speziale diCromwell; spesso mi disse che Cromwell non era andato di corpo da benotto giorni quando fece tagliar la testa al re.


"Chiunqueè un po' informato degli affari del continente sa che spessoil duca di Guisa detto lo Sfregiato fu avvertito di non farincollerire Enrico Terzo d'invernoquando tirava vento di nord-est.


Inquelle congiunture questo monarca non andava di corpo che con estremadifficoltà.. Gli escrementi gli salivano alla testa; e alloraera capace di qualsiasi violenza. Il duca di Guisa non seguìcosì savio consiglio: che cosa gli capitò? Lui e suofratello furono assassinati.


"CarloNonosuo predecessoreera l'uomo più costipato del regno.


Avevail colon e il retto così intasati che alla fine il sangue gliuscì dai pori. Si sa anche troppo che questo temperamentoadusto fu una delle cause più considerevoli dell'eccidio diSan Bartolomeo.


"Percontro le persone bene in carneche hanno visceri vellutatilacistifellea scorrevolei moti peristaltici facili e regolari cheogni mattinaappena fatto colazionesi sgravano facilmentecomebere un bicchier d'acqua: le persone così favorite dallafortuna sono dolciaffabiligraziosepremurosedi cuor tenero eservizievoli. Un 'no' in bocca loro ha più garbo che un 'sì'nella bocca d'un costipato.


"Ilcomodo ha tale un impero che un flusso di ventre spesso fapusillanime l'uomo. La dissenteria toglie coraggio. Non proponete aun uomo stremato dall'insonniada una febbre lentao da cinquantadeiezioni putrided'andare all'assalto d'una mezzaluna in pienogiorno. Ecco perché non posso credere che il nostro esercitoavesse la dissenteria ad Azincourtcome si va dicendoe che abbiavinto con le brache allentate. Alcuni soldati avranno sofferto dicoliche per essersi rimpinzati di uva cattiva per strada; e glistorici avranno detto che l'esercito indisposto combatté aculo scopertoe che per non farlo vedere ai damerini francesilisconfisse in piena regolasecondo l'espressione del gesuita Daniel.


Cosìappunto si scrive la storia.


"Aquesto modo i Francesi hanno sempre ripetutogli uni dopo gli altriche il nostro grande Edoardo Terzo si fece consegnare sei borghesi diCalaiscon la corda al colloper impiccarliperché avevanoavuto il coraggio di sostenere animosamente l'assedioe che lamoglie con le sue lagrime ne ottenne il perdono. Ma questi romanzierinon sanno che in quei tempi barbari era consuetudine che i borghesisi presentassero con la corda al collo dinanzi al vincitorequandol'avevano fermato troppo a lungo davanti a una bicocca. Ma certamenteil generoso Edoardo non aveva nessuna voglia di stringere il collo aquei sei ostaggiche colmò di regali e onori. Sono stufo ditutte le scempiaggini di cui tanti sedicenti storici hanno infarcitole loro cronachee di tutte le battaglie che hanno descritto cosìmale. Preferisco credere che Gedeone ottenne una segnalata vittoriacon trecento pignatte. Grazie a Dionon leggo altro che la storianaturalea patto che un Burnetun Whistonun Woodward non venganopiù ad annoiarmi coi loro maledetti sistemi; che un Mailletnon mi venga più a dire che il mare d'Irlanda ha generato ilmonte Caucasoe che il nostro globo è di vetro; a patto chenon mi si faccian passare i piccoli giunchi acquatici per animalivoracie i coralli per insetti; a patto che i ciarlatani non mispaccino insolentemente le loro fantasticherie per verità. Miimporta molto di più un buon regime che mi mantenga gli umoriin equilibrioche mi procuri una lodevole digestionee un sonnosodo. Bevete caldo quando gelabevete fresco nella canicola; nientedi troppo o di troppo pocoin ogni cosa; digeritedormite pigliatepiaceree infischiatevene del resto".




CAPITOLOOTTAVO


Ilsignor Sidrac stava pronunciando tali savie parole quando vennero adavvertire il signor Goudman che l'intendente del conte diChesterfield stava alla porta in carrozza e chiedeva di potergliparlare per un affare assai urgente. Goudman corre per ricever gliordini dal signor intendenteil qualepregatolo di salire incarrozzagli dice:

"Signorecertamente sapete che cosa è capitato al signor Sidrac e allasua signora la prima notte di matrimonio".


"Sissignoreme lo raccontava lui stesso un momento fa." "Ebbeneècapitata la stessa cosa alla bella signorina Fidler e al signorcurato suo marito. L'indomani si son picchiatidue giorni dopo sison separati; hanno tolto al signor curato il beneficio. Voglio benealla Fidlere so che vi ama; e me non mi odia. Sono superiore allapiccola sventura che è stata causa del suo divorzio. Sonoinnamorato e intrepido. Cedetemi miss Fidlere vi faccio ottenere lacurache comporta una rendita di centocinquanta ghinee. Non viaccordo che dieci minuti per rifletterci." "Signoreèuna proposta delicatavado a consultarmi con i filosofi Sidrac eGrou; vado e torno." Torna volando dai due consiglieri.


"Miavvedo" dice"che non soltanto la digestione decide lecose di questo mondoe che l'amorel'ambizione e il denaro vi hannola loro brava parte." Gli espone il caso e li prega di deciderloimmediatamente. Conclusero tutt'e due che con centocinquanta ghineepoteva avere tutte le ragazze della parrocchiae miss Fidler persoprammercato.


Goudmansentì la saggezza di quella decisione; ebbe la cura ed ebbe insegreto miss Fidleril che era assai più dolce che averla permoglie.


Ilsignor Sidrac gli prodigò le sue buone cure nell'occasione. E'diventato uno dei più terribili preti d'Inghilterra; ed èpiù che mai persuaso che la fatalità governa tutte lecose di questo mondo.