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Leon Battista Alberti

ECATONFILEA

 

 

 

LEO BAPTISTA ALBERTUS

NEROZZIO ALBERTO

SALUTEM DICIT PLURIMAM

 

A questi dì in villa perraffermarmi fiacco da quelle febbriin quali alquanti dìprima era giaciutome essercitava saettandoove tuNerozzo miodolcissimofra gli altri quali io amomi venisti a menteericorda'mi quanto cavalcando e in ogni virile destrezza teco me soleagiovenetto molto essercitare. Desiderava per qualche pochi dìpoterti storre da questi tuoi amori quali tecredotengono purcerto occupato. So io che ogni animo gentile amando tanto ama quantoe' può. Ma poi ch'io mi ravidi ogni cosa potere l'amante salvoche durare sanza spesso rivedere chi egli amadiliberai persatisfare a' piaceri miei non volerti essere grave. Ma per potere inaltro tempo qui e altrove goder l'amicizia nostra tutta lieta eliberapresi questo ozio a descriverti donde sieno in amare tuttiquali vi si truovano dolori e maliacciò che tu e chi forsetu ami leggendo sappiate e schifiate quello che possa nuocervi. Nonche io dubitassi in te non sia ingegno e intelletto a ogni prudenzaattissimoma parsemi che chi quanto tu amaoccupato da varipensieri amorosipossa non raro erraree interviene che chi suda amezzo il polverìo nel campo non bene scorge el sole. Tuadunque con ozio e attenzione udirai la nostra Ecatonfilea non menoeloquente che pratica maestra delle cose amatoriela quale tuttoreciterà. Piacerammi Francesco mioquale quanto me stessoamoteco insieme la emendiche sapete di queste simili cose io sontroppo negligente scrittoree pure emendata meno dispiacerà achi la legga. Vale.

 

 

Parmi officio di pietà e diumanitàove io in una e un'altra di voibellissime fanciulleveggo piùsegni d'animo oppresso da gravissime cureamatorieivi con quanto in me siaarte e ingegno renderle a voi facili eleggere. E testé vedendoparte di voifigliuole mie dolcissimesostenersi lafronte con mano e le tempiepartecompriemersi le braccia al pettopartesospirando aggiugnersi le palme alvisoparte qui e quivi per tutto questoteatro avere gli occhi solliciticome a riconoscere fra la moltitudine quellouno amato quale voi aspettate emolto desiderate vederequi non posso io nonavere pietate di chi cosìconosco essere in quelle pene in quale io tempo fumen dotta ad amare languendovivea. E benché in voi sia ottimo ingegno esingulare prudenza a ben reggersiamandonon però dubitategiovinetteornatissime meno di me in questoesperteche da me udirete cose quali vi saràgratissimo e utilissimo avermiascoltato. Niuno si truova ottimo medico quantocolui il quale si ricorda giacerein quella infermità quale ora vuole levaread altri. Io per insino a qui trai miei e altrui amori già mi truovo averesenza pentimento alcuno saziato ildesiderio mio con uno più che cento amantitale che a ogni autunno poss'ioannoverare due amori. Onde per questo e'litterati uominiquali sopra glialtri sempre a me piacquonome fra' loroprivati e amorosi ragionamentiappellano Ecatonfilea. Dicono vuole dire centoquali io con mie compagne abbiamogoduti amori. E ora in me aspetto sopracento il secondo triunfo neisolazzi e dolcezza dello amore. Pertantoanimemievezzi mieimentre che imimmi e personaggi soprastanno a venire qui inteatroascoltatequanto fatecon diligenza e molta attenzione me in questaarte ottima maestra e cupida direndervi molto eruditee imparerete finire ivostri amori con infinito piaceree lietissimo contentamentosenza timore odolervi di sinistro alcuno casoquale nello amare possa seguirvi.

In tutti i miei amori propiiquali sino a qui sono stati non più che treein quelli ove io inframisi miaopra e industriamai se non del primo ebbi permia imprudenza troppo da dolermi oda pentirmi di cosa alcuna. Fu il primoamore mio in quella etàgiovinettaquando io troppo stimava ogni miabellezzae più pregiavavincere mie garuzze e prove che aggiugnere a quellauna cosaper quale sola me ioadornava e molto studiava mostrarmi bella edilicata. Ma di questo sempre poimolto rendetti grazia a te Venerea teCupidoche in quello primo amoremioin que' miei giovenili errori desti ame amante prudentemodestovertuosopietososofferentee in ogni laudeornatissimodal quale io imparaiquello che troppo giovaamare copertissimoe sanza alteriziadi dì indì emendando e' miei errori e sempre piùconoscendo cose ad amareperfettissime certo e necessariepersino a recitareprolisse istorie con gli occhisolo e cogli sguardi. Felice amata qualunqueche così si truovafortunata d'uno simile fedelissimo e amantissimo amico.

Dolce amoredolce spassodolcequel primo ardoreel quale porga a chi amapiacere insieme e dottrina a moltocontentarsi. Mai cade dell'animo uno primovero e bene apreso amore. Nési può dire quanta suavità e quanto gaudio sia dainfinite parte in qualunque veroamore. Ma certo nel primo troppo sonosmisurate le dolcezze e letizienostrese giàquanto spesso intervienenonle perturba che noi feminequaleera io leggera e giovinettatroppo siamosdegnosee troppo stimiamo ogniminima nostra gara. Stolte noi! Quantevoluttà maraviglioseperdiamo in pruovae quanto dipoi sole e in palesepiangiamo la nostra durezza! Néprimanostro difettoin noi mancano i nostricontinui dolori se non quando connostre molte lagrime rendiamo maturo etrattabile el duro animo nostro eacerbo. Giova adunque sapere senza alterigiae sdegno amare. Ma raro accadepotere senza acerbità continuare i principiatiamorise con prudenza prima noneleggiamo a noi atto e condegno amatore.

Ascoltate adunquefanciullevezzosissimee imparate da me vivere lieteamando con pace e glorioso riposo.

Io qui prima v'insegneròeleggere ottimo amante. Poi vi farò maestre in chemodicon che arti possiateprenderli e nutrirli di molta grazia ebenivolenza. Ultimo udirete quantofacile e sicuro vi mostrerò lungo tempotriunfare in vostre amoroseespettazioni. E quale poiquale per questo a merenderete fra voi grazia? Diobuono! Quale grazia renderete a mefanciulleamorosequando proverete quanto imiei precetti a voi prestino grandissimautilità? Ma da voi nullaaltro aspettonulla chieggo se non cheuditi conmolta attenzione i miei ditti eprecettimolto amiate quell'uno da chi voimolto vi sentite amate. E certoaffermo questo: qual di voi amando non osservamiei ricordi e ammonimenticosteinon aspetti mai satisfarsi sanzagrandissime perturbazioninémai stimi poter vivere amando non molto carca eoppressa d'infinito merore edoglia. State adunque attente ad imparare quantovi gioverà sapereovetroppo vi nuoce non sapere amare.

Abbiamo qui prima a dire qualisieno da eleggere amanti. Principiov'ammoniscocarissime figliuoleeleggete amante né vecchio d'età né troppogiovinetto. Niuna età piùsi truova a felice amare attaquanto quella de' giàfermi e robusti uomini. Sono e'vecchi omai sazi e inetti a' dolci spassid'amoree stimate voi quanto siatormento amare chi voi non molto ami. Veroquesti giovinetti sul primofiorire della loro virilità sono dolcissimid'aspetto e alle lunghe vigilieforse meno che gli altri deboli. Ma per Diopregoviponete qui animo meco ariconoscere quanti incommodi questi secoapportino. Non sono espertieogni piccola cosa loro all'animo fa grandeombra. Sono frettolosi e perquesto male sofferentiaventatiprecipitosieperché poco conosconoimprudenti; d'ogni cosa sospettosisubito si sdegnano.

E vedereteli mai sanza suo qualcheseguace amico con chi e' recita ogni suaamatoria istoriae piacelifingendo con quello che sia vero aggiugnere evantarsi del falsoonde chi odereferisce agli altriné mai si può dire dinoi femine cosa sì falsache non sia da qualche buono creduta. E così primasiamo per questi giovinetti invoce e favole della plebe che noi sappiamo ilnome di chi ci ama. E intervienequando bene ogni sinistra fama di noitacessecome si dice che laleonza fanciulletta seguendo il cervo treppa escherza con luinon il piglia. Equanto iocosì accadendopiù a mepiacerebbe accettare uno vecchioamante che uno così giovane. Sarà el vecchiosaputodesto e presto a conosceree adoperare i tempiluoghie ognioccasione. El giovinetto nébene conoscerà queste quanto sieno utilieconoscendole saprà néardire né fruttarsele. Vedrai il vecchio amante tacitosofferentecopertomodestoguardingoquando il giovinetto tutto il dìs'avolgerà intornoall'uscio tuoquale come solo cerchi fare qualunque passitestimone del vostro amore. Nése non per grandissima cagione il vecchioamante lascerà la impresa:amerà te una solae restando amarti non peròt'inimicherànésarà verso di te in parole o in fatti duro o molesto. Elgiovinettoil quale come chinuovo viene al pubblico mercatoin ogni luogobadad'ogni cosa si maravigliaciò che vede vorrebbeogni piccolo sguardoil volge altrove. E niuna sitruova miseria a chi vero ami maggioreche amarechi non abbi seco dedicato il suopetto e animo insieme a servire tutto a unosolo amore. Poi ancora questimedesimi giovinetti per qual sia minima cagionelasciano d'amaree par lorovirilità e gagliardia ancora e dovuto aversi anoi quasi come a capitali inimici.

Misere noise così amando giovinetti lieviper etàsuperbi d'ingegnovani di consiglioviviamo in continua paura edolore! In una cera tenera e mollefacile s'impronta e facile si spegnequalunque forma: così inquella prima virilità tenera e delicata molto piùcredete a mesi spegne prestol'amore che non si accende. E a chi pure ivipiacessi straccarsi sotto unoquello amoroso sollazzorammentisi quanto nonsia meno la rugiada che cade inuna intera astateche la gragnuola qual sì inuno e un altro dì ruina.

Sono adunquequanto vedetefanciulle gentilissimei vecchi ad amare non intutto attissimie sono igiovinetti pericolosi molto e da fuggirli. Ma quelliche fioriscono in età fermae maturapossono quello a che i vecchi sonodebolie sanno quello in che sonoi giovinetti imperiti e rozzi. Un pomematuro e sodo più saràodorifero e soave che quando era acerboma questotroppo maturo sarà vacuovincido e frollo. Così l'amore de' giovinetti stapieno d'acerbità easprezza. Aggiugni che in amare sono altre infinite nonminori dolcezze troppomaravigliose più molto che sedersi soli due in su unasponda. Ecci il motteggiarefestivo; ecci scoprire suoi dolori raccontandol'antiche passate molestie; ecciil palesare ogni sospettoemendando e condolci accuse riprendendo l'unol'altroe così godere susurrando più oreparte ridendoparte dolcelacrimando. Niuna cosa si trova tanto soave a chivero amiquanto sulle gote sue ein sul petto suo sentire unite le lacrimetue con quelle di chi t'ami. Equale mele d'Ibleaqual cinnamo d'Arabiaqualnettar apparecchiato alli Diifigliuole mie leggiadrissimequal si puòimaginare cosa tanto soave quantouna sola lagrimetta di chi tu ami? Cosainestimabile! Dolcezzamaravigliosa! Nulla tanto si truova in amarepreziosissimo e da molto stimarlo.

Non tutte le gemme appresso degli Indinontutto l'oro in fra' Persinontutti gl'imperi de' Latini tanto sonopreziosissimio figliuole mieornatissimequanto una sola lagrimetta di chitu ami. O felice fanciullaofortunata amatao beato amore quale in quegliocchi tanto da te amati vederaiinsieme amorefedepietate e dolore! E cosìa simili e molti altri divinipiaceri e dilettiquali per più rispetti e perbrevità qui non raccontosono accomodatissimi non e' garzonetti né in tuttoanche i vecchima solo i giàfermi e maturi petti.

Sino a qui avete di che etàsiano gli ottimi amanti. Restano altre coseutilissime circa a eleggereamantiquali reciterò brevissime.

Mai a me parse atto ad amare uomotroppo riccoperò che questi pecuniosicomperano gli amorinon cambianola benivolenzae possendo da moltesadisfarsi non servano fede a unovero amore. E parmi durissima cosa amareuomo troppo belloperò cheda molte chiestoda noi troppo amatomaipossiamo di lui vivere sanzagrandissimo sospetto. E parmi pericoloso amareuomo supremo di stato e moltafortunaperò che non possono darsi ad amaresanza più domestici estrani testimoni. Escono mai sanza moltitudine di suoiservi e amicie sempre da tuttipiù che gli altri notati e tenuti a mente. Esono questi medesimi d'animosuperbo e mente altierae spesso più cosevogliono per forza che per amore.

E parmi poca prudenza amare questi oziosi einertie' quali per disagio difaccende fanno l'amore suo quasi essercizio eartee con sue perucchinefrastagliricamuzzi e livreesegni della loroleggerezzavagoli e frascheggiosiper tutto discorrono. Fuggiteli questifigliuole miefuggiteliperòche questi non amanoma così logoranopasseggiando il dì nonseguendo voi ma fuggendo tedio. E quello che dicono atesimile dicono a quantel'incontrano. E quello che dell'altre dicono a tenon dubitaresimile dicono di teo vero o falso che sia. E parmi biasimoqual forse fanno alcunedarsi acontadinivetturali o serviperò che questecosì fanno sé servedi persone vili e villane. Estimano questi infimi emercenari uomini ivi nobilitarsiove pubblico divulghino sé essere accetti aqualche gentile e magnificamadonna. E sotto ombra di religione amare chi pe'pulpiti palese abbaiando sgridi ebiasmi quello di che in occulto te prieghia me pare non biasmo solo mainfortunio. Questi adunque quali raccontaitroppo ricchitroppo bellitroppo fortunatitroppo adornatio troppo vilisono a bello e bene amare nonutili.

Ora investigheremo quali sianoutilissimi amatori. Non dubitatefanciullemolto leggiadrissimeche unoamante non povero né sozzo né disorrevole névile sarà ottimo a cuifidiamo il nostro amore. Questo vero quando in lui siaprudenzamodestiasofferenza evirtù. E fu natura e volontà mia semprecupida ad amare persona quale ioudissi studiosa di buone artilitterata eornata di molte virtùsimile a quel mio primo signoreda me più che mestessa troppo amato; lui dipersona e d'aspetto bellogentilesignoriledelicato e pieno di maravigliosaumanità; lui d'ingegno sopra tutti i mortaliquasi divino; lui copiosissimod'ogni virtù a qualsisia supremo principedignissima; destrorobusto dellapersonaanimosoarditomansueto eriposato; tacitomodestomotteggioso e giocoso quanto e dove bisognava; luieloquentedotto e liberaleamorevolepietoso e vergognosoastutopraticoe sopra tutto fidelissimo; lui inogni gentilezza prestantissimoschermirecavalcarelanciaresaettaree aqual vuoi simile cosa attissimo edestrissimo; lui in musicainletterein pitturain sculturae in ognibuona e nobile arte peritissimoein queste anche e in molte altre lode aquale si sia primo era nonsecondo. Non potre' qui raccontarvi la metà dellesue maravigliose virtùperle quali il signor mio fra tutte le genti erafamosissimoamatissimocelebratissimo. Né mi pare disonore appellare eriputar signore quello dolcissimounico fedele amicoper cui niuna sarebbe sìdifficile e laboriosa cosa qualeio pronta non apprendessi per piacergli eubbidirlo; e sarebbemi in luogo dicarissimo dono diredare e fare qualunquecosa e' mi comandasse. E chiquanto e' voleda me può essere ubbiditocertom'è signore. O signor mio!O fortunata me! ove così la mia fortuna mi die' teamantea cui mai si truovi népari né simile virtuoso. Ma poiinfortunatameche così mi truovo nonavere potuto in que' lunghi paesi ove tusignormiodimoricon teco uno solovivere in perpetuo e felicissimo amore. Ma emmiconforto poi che ancora dura lafede in me con la memoria di teche ancoraserbo e sempre serberò ognituo dono e ricordo della nostra dolcissimabenivolenza. Similefigliuole mieamatissimesimile amantese alcuno maipiù si troveràviconsiglio eleggiate e molto amiate. Sempre ad amarepreponete i litterativirtuosi emodesti. Questi sono da cui ricevereteamando infinito premio dellavostra benivolenza e fedee da cui arete mai adubitare sinistro alcuno. Questisono quelli quali fanno il nostro nomeappresso de' nipoti nostri essereimmortale. Questi fanno le nostre bellezzesplendidissime e divine. Ancoravive LesbiaCorinnaCinziae l'altre giàmille anni passati amate da quellidotti e litterati. Amatefanciulleadunquei litterati virtuosi emodestie viverete lieteonorate in dolce eperpetuo amore.

Detto quali sieno da eleggereamantiseguita mostrarvi prenderli e nutrirliamando.

E prima v'ammuniscofigliuole miesuavissimeche cosa niuna si truova prestae facile a voi fanciulleformosissimequanto allettare chi vi perseguitirimirando. Uno solo dolce sguardoun presentarvi lieteuno vezzo amorosoincende qualunque si sia freddo epigro animo a desiderarvi. E per questo nonraro vidi alcune vane fanciullemolto errarestimandosi amate da qualunquepiù che una volta leguardie a tutti fermano gli occhi e godono essereaccerchiate da molti badeggiatorie credono tanto essere belle quanto damolti sieno molestate. Non èlodo di bellezzanofigliuole mieavere grandeessercito di chi v'assedimasapereornata non meno di umanità e facilitàche d'oro e di purpurafarviamare e riverire. Un solo lume fa vera e interaombraquale più lumiattorno la guastano. Così non da moltima da un solofermo e fedele amante segue interoe dolce amore. E interviene che 'l polloquale continuo razzoli in tutte lepolveruzzepoi la notte dorme mal satollo.

Giovi adunque a chi ama spenderesua opera solo dove truovi da nutrire il suoamore. E quale poco prudente nonconsidera quanti incommodi e danni stia alsuo amore avere l'animo piùche a uno solo affezionatissimo? Sappiatefanciulleel perfetto amoreessere cosa immortale né potersi dividereché sene facessi parte ad altriquelche mancassi el renderebbe imperfetto e maleintero; e chi così ne fapiù partirompe l'amornon ama; e chi non conservaamoremerita non essere amata; efelice quella fanciullaquale amando unosolomai arà suo pettovacuo d'amoroso pensiero. Continuo amorecontinuosollazzo a chi sa amare. E quandoogni altra ragione qui fusse vana e falsapensi ora qui ciascuna di voi intanta moltitudine di seguaci quanto mai possaperseverare amandonon dico tuttio piùma pure un solo. Se tu presti occhie fronte a tuttiquesta opera t'èquasi infinita faccenda e servitùove setu manchi più a uno che aun altrosubito fra loro nascono invidieodi enimistà; sentonsi dipoiattorno l'uscio tuo per te fatti strepitirissezuffe; senne in biasimo del vulgomal grata a tuttie disonorata. Poiappresso non manca chio per daremolestia al suo avversarioo per gloriarsidi tequasi vendicandosi che menol'accetti che a lui non pare da temeritarefalso afferma averericevuti tuoi doni e lettere e altre ancora piùsecrete amatorie cose. Credonsidiconsiodine richiamivivine con sdegno etristezza; e cosìdell'altrui inimicizie ogni vendetta torna pure in tuodanno. E quando ancora questifossono modestissimi amantie da loro nullaalla tua fama e quieto viverenocesseancora troverai a continuare amorequesta moltitudine esserti troppodannosa. Stanno or l'uno or l'altro comenimici spioniné puoi a tefare utile tempo o luogo alcuno. Così ti sentiassediata da continuivigilantissimi testimonie disturbata in ogni tuaamorosa impresa. Pertanto viconforto e ammunisco eleggiate di tutta lamoltitudine non più che unoqual dissi amantea cui vi porgerete ornate nonmeno d'amore che di gentilezzenémeno di gentilezze che d'abito oportamenti. Poi agli altri tuttisarete con vostri sguardi avare e rattenutee così tutti in pochi dìvedendosi non accettivi lasceranno godere qualeben nutrirete uno solo dolceamore. Niuno ama lunghi dì se non spera essereaccetto. Se mostrerete non l'avereaccettocerto lascerà l'impresa. Népiaccia a voi l'oppinione diquelle vane giovinettequali persuadono a sestessi ogni grazia e forza a farsiamare averla in loro ornamenti e apparati.

Affermovifigliuole mieche négemmené auroné nostre chiome o frontemai gentilissimi costumilaumanitàla facilitàla pietàsono l'arme conchenoi trionfiamo d'amore. Molte piùvidi sozzegrateliete e modeste essereamate che bellealtiere esuperbe. Ingegno altiero può mai dolce amare. E quipensate fra voio giovinettequal cosa prima incese voi ad amare. Credo iofu non purpuragemme o qual siaornamento della fortunama bene il costumela virtùla modestia eciviltà di chi vi serve. Simile quale a voicosìinterviene a chi v'ama. Adunqueporgetevi a uno solo virtuoso e modestononcome alcune avventate e arditemacon dolce presenzacon dolce costumeconintera umanitàconsemplice facilitàlietefestivegiocondee a quelmodoquanto vorreteacquisteretegraziabenivolenzae pronto servire dachi voi desiderate.

Così vedesti come conviensieleggere uno solo amante quanto di sopra dissivirtuoso e modestodi matura etàe interi costumiquale uno voglio vidisponiate tanto amare quanto dalui desiderate essere amate. Rammentami aquesto proposito in quel mio primoamore più volte piangendo in grembo dellamia carissima madre dolermiove ame non parea che il mio signorequellounoparte dell'anima miaquellouno solo a cui io aveva tutta donata mestessifussi verso di me grato aricambiare quanto da lui desiderava molto eapertissimo amore. E cosìtroppo incesa d'amoroso desideriosolo un confortotrovava al mio martirequandopotea con la mia madre piangendo raccontare imiei doloriaccusare quanto miparea durezza del mio amatissimo signore. Secosì poco a me giovava conlacrime e sospiri mieisvelti persino entro dalmio corepiù voltepregarlo none sdegnassi né fuggissi me da cui vedessemanifesto sé essere amatodipoi raccontavo le maturissimequanto ora leconoscoma in quella etàacerbissime risposte quale a me facea il miopietosissimo signorecon moltaprudenza correggendo i miei errori. Iochegiovinetta e di troppeardentissime fiamme incesatuttoqual fa chi amacontra a me volgea sempre inpiggiore partepiangeva; e me stessi tutta orastimolando ad amare piùincendeadolendomi amare e non essere amata. Qualeuna cocentissima cura fece cheappresso di tutte le maghe e incantatricirimase non erbanon versinonuntinon cose alcune atte a immettere neglianimi amorosi pensieriquale ionon raccogliessi per vincere ad amarmi quellouno per cui io periva amando. Madi questo prima colla mia sapientissima madrecon molte lagrime discoprendomi econsigliandomimolto mi biasimò in similiparole: "Figliuola miagliocchifigliuola miagli occhi sono guida delloamore. Niuna erbaniuno incantonon quella Circesnon quel Merinquali séo altri corpi umani convertivanoin vari mostritanto potrebbono a farsiamare con loro versi e incantiquanto solo con mostrar d'amare. E chi vuoleparere amanteamiamifigliuolamiaami chi vuole parere amante. Niunoparrà musico se non suona ocanta. Così niuno può parere vero amatore ove nonami. Vuolsi mostrare d'amarequanto più puoie ancora viepiù amare che tu nonmostri; e così amando certosarai amata. Mai fu amato che non amassi".

Aggiugneva ella qui piùmolte cagionima questa troppo a me sempre piacque.

Disse: "Pruova in tefigliuolache di niuno sarà a te riferito che tibiasimi o portiti odioa cui tusubito non reponga pari entro a te animoinimico e odioso. Nédubitare che da natura più ciascuno s'inclina ad amareche a inimicareperò chel'amore in se tiene dolcezzaove l'odio sta pienod'acerbità. Pertantoquanto dissiniuno sentirà da te amatosia cui subitonon stia necessità pari adamarti. E lascia (disse la mia madre)lasciaqueste male arti a chi mal viveechi così vivendo merita odio non amore. Amatue sarai amata. Porgiti lietagiocondaamorevole e tale che tu meritiessere amatainsieme e molto amacosì certo subito sentirai accese le fiammeamorose in chi tu ami. E reputa inbuona partese chi tu desideri segue lentoa discoprirsi amantee giudicachi viene riposato ad amarecostui tardo inamare si stracca; e mai fu tardoamore non molto perpetuo ed eterno. Raropercuote o casca chi correrattenutoe qualunque arbore tardo crescetardiperisce".

O perfettissimi ammonimenti qualiio provai poi essere verissimi! Quantisdegniquanti fastidi piùa me che a lui dannosiquante ingiurienon se nonper mio poco sapere amaresofferse da me il mio signore. Mai però restò dimolto amarmimai cominciòessermi in alcuna cosa molesto. E in lui provaiquello a me diceva l'avola miadonna in altre cose e in prima in amareespertissimache uomo sofferentesempre fu taciturno e copertissimo. Mai ilsignor miobenché per mieingiurie adoloratomai però con altri scoperse ilsuo dolore o mio alcuno errore.

Adunquefanciullesianvi a mente questiquali sino a qui raccontai ottimiprecetti. Durate servendo e amandocosìsarete amate. Via brevissima afarsi male volere sempre fu mostrare di malvolere: molto piùbrevissima ad acquistare amore sarà questa una solaamare.

Amate adunque e acquistereteamore.

Udisti sino a quifanciulledelicatissimequali sieno da eleggere amantivirtuosi e modesticome siprendano co' buoni costumi e molto mostrareamarli. Resta quella ultima partein che modo si possa nutrire benivolenza emolto durare nei dolci spassid'amorequal cosa voglio non dubitiate esseremolto necessaria. Dicesi faticanon minore serbare l'acquistato che di nuovoacquistarlo. Acquistandoa noispesso giova la fortuna e caso; a conservarloquasi solo la prudenzadiligenzae industria. E certo in amore sono i nostribeni non rarissimo turbati parteda' tempi e corso delle coseparte dallaingiuria e iniquità de'maligni e invidiosiparte da molte altre cagioni eimpeti della fortunaparte pernon sapere ben reggerci e guidarci amando. Itempifanciullee la fortunaconviensi ubidirli e sofferirlae come chiaspetta di passare il fiumetantoivi soprastare che sia men torbidocosìne' turbolenti impeti de' ventinon gittarsi a mezzo il pericolomasoprasedereperò chedomane poi si potrà quello che forse oggi non sipotrebbee via per lunga che siapur si capita a chi non esce. Non uscite delcorso d'amore; seguite amandoecosì a' mali passi soprastandoe arriveretein tempo a quanto desiderate. Poil'invidia de' maligni si fugge amandoocculto e copertoperò cheda ogni parte sta forte di infinite ottime scuseel coperto e occulto amore. Ma intutti e' casi avversi a noi amantiquantoper pruova in me e in molti altrimi rammenta aver provatoconosco principioa' nostri mali venire non altrondeche da noiove con nostra poca costanzacon nostra troppa alterizia esdegnosiamo a noi e a chi ci ama infeste edure. E credete a mecosa niunatanto nuoce a dolce nutrire amore quanto elnostroquale da natura abbiamod'ogni cosa prendere e seguire lunghissime edeterne gare. Solo la nostraineziafanciullesolo el nostro ostinatogareggiare fa noi così poistare quanto di voi alcuna veggo trista e pentuta.

E nasce questo vizio non tanto daimprudenzama in prima da superbia ealterizia. Però sempre meudiste dirvi che donna superba può mai felice amare.

Mai fu amore sanza sospetto. Surgesospetto da non conoscere le cose e da pocofidarsie al sospetto seguitasdegno. Così sdegnate ingiuriamo chi ci amafuggianlo crucciose e schifianlo;ondese rendono pari a noi quali in noitruovano frontefemmine mai cisentiamo sazie vincerli di soperchia ira eontee quinci seguita tra noidiscordia e grave odio. Cosa iniquissima chedel suo amore alcuno in premioriceva inimicizia. Ma qui la sdegnosa e superbalungo persevera sempre crescendocon ingiuria e nimico animo. Quellaveroche sarà d'ingegno nobile eumanod'animo dolce e mansuetodi costumegentile e vezzosaper ogni umilepreghiera e per ogni scusa o ragione siraffreneràe declinerassia farsi amarelascerà lo sdegnotornerà alloamoreuscirà di dogliariverrà a' dolci amorosi spassi.

Pertantofigliuole mie carissimee voi così siate non superbe e altiereamandoma facilissime eperdonatrici. E quale di voi amando non donassi a chiella ama qual sia sua carissimacosa? Molto più dovete donarli e cederli unaminima vostra oppinione e presagara. E fate quale il mio pietosissimo signorenel mio primo amore a me insegnòcosì schifassi e diponessi tanta avversità.

Piacemifanciulle leggiadrissimein qualunque cosa io possalodarvi quellouno soloquale io conosco in ognivirtù e buona arte e in questa una in primaessere unico e prestantissimomaestro; né a voi stimo sia fastidiose iolodando quel mio primo signorequale io tanto amai e sempre ameròvi seguoscoprendo miei antichi erroriinquali voi forse o sete cadute perimprudenzao potreste poco dotteamando cadervi. Iofigliuole mievezzosissimeperchétroppoanzi troppo noné si può tropponoamare chiv'amama amavagiovinettasempliceinespertaaltieraper questotrista ameper ogni minima cosasospettava e mi sdegnava. Era il mio signorebellissimoeloquentissimovirtuosissimoda molte spesso chiesto e chiamatolodatoamato. Ohimèqualierano per questo i miei dolori! Ove io stimavaqualunque lo mirasse subito se lorapissemai era secura né di animo nonpieno d'infinito sospetto se nonquanto in mia presenza il vedea. E ivi ancoradesiderava qualunque altra femminapiù d'una volta il rimirassiquella subitoaccecassi. Io mai me saziava moltofra me lodarlofiso tenendo sempre in luimiei occhi fermi e mente. Quandoe' rivenia a salutarminiuna più di meessere potea lieta; quando sengiva salutatominiuna più di me stare poteamesta e dolente. Né so comela mia troppa verso di lui fede me a me stessafacea essere sfidata. Seguìil nostro amore più tempobenché da vano sospettospesso molestatopurvoluttuosissimo e dolcissimoonde me per questoreputavaquanto io certo erafral'altre felicissimagodevae quantopotevaa me prendeva sollazzo egiuoco. Secondoronmi così più giorni purlietissimi e pieni di maravigliosogaudiopersino chenostro infortuniononso quale io vidinon peròindegna d'essere amataporgersi al mio signoretroppocome allora giudicaifamiliare e con parole amica. Subitooioitrista a mecome da mortale colpopercossacaddi in tanto pallore nel visomio e in tanta tristezza nel miofrontee nel mio animo in tanto doloreche'l signor mio presentequasivinto da pietà- savio che ben conosceva dovequesta piaga al nostro amore fussipericolosa e mortale- lacrimò e partissiaddolorato. Io rimasi dolendomiedove fu luogopiangendo appresso della miacarissima madrela quale permostrarsi molto astuta e a' miei amori quantoera desta e operosasubito miconfermò di tutto essersi avvedutaemaravigliarsi moltomostrandomeco prendere ad ingiuria que' tutti detti emotteggico' quali il miosignorepiù per piacere a me che per sollazzarealtruiivi a tutte sé aveaporto grato e festivo. Stimai io questo adingiuria troppo grandissimae inme ne presi odio occulto e maravigliososdegnodisponendomi al tuttonulla mai più voler amareaccusando me stessiche tanto fussi stata ad altriaffettissima. E così me cominciai rinchiuderein solitudine con proposito di piùmai mirare fronte a uomo. Erami in fastidioamorein odio chi amavaetedioso chi com'io non fussi addolorata e trista.

Eh Iddiosciocche noi amantisciocche femmine! E che non fec'io per durarein questo proposito? Diedimi aconsumare ciascuno dì più e più ore appresso isacerdotiadorando e soprastandone' tempirinovando ogni ora più voti aciascun santoche mi tollessedell'animo quell'uno per cui io e dormendo evegghiando sempre me stessisollecitava. E per non ragionar co' vividura eostinatami bisbigliava con ledipinture. E volli dove fussi amoreiviimporre a me religionequasi comemi fussi licito superchiare e vincerequello che me avea già etenea vinta e sommessa. Amorefigliuole mieamoremi vietava sentire o ben servarealcuna durezza di religione. Così premuta dauna molestiaaggiunsi sopra lasecondacredendo con quella levarmi la prima.

Nondimeno in me amavaanzi ardeaamandoe pure molto desiderava deponere lo'ncarco amoroso. Né peròvolea perdere l'assiduo servire di chi mi piaceaspesso rivederloma tacevami esimulava o nulla dolere o essere a' mieidolori altra cagione. Fuggia insolitudinerichiudevami in oscuro etenebrosopiangea e me stessitormentava. All'ultimocombattuta e da mieleggerezze vintauscivaedesiderava il mio signore sempre non altroveessere che in quelli usati luoghiov'io solea con tanto contentamento maisaziarmi di molto riguardarlo. Equando io certo sapea ivi lui fussipoco ildegnavae godevaper darli penas'avedessi io il fuggivaove poi per vederpur lui io più volte e inpiù luoghi andava e ritornava. E se scontrandolo e'mi salutavaio poco mostravapregiarlo. Se non mi si porgea quanto l'usatolieto e giocondoio miserellaadoloravae così vivea a me stessa vie moltopiù che a lui grave emolesta. Né so onde tanta perturbazione me a me stessitenea così orrida eaustera. Mai il vedea che ogni mio spirito e sangue non sicambiasse e perturbassi. Spesso mitremavano tutti e' nerviimpalidivaecadeva in palese dolore etristezzatale che il signor mio pietosissimopiùvolte vedendomi cosìcambiata nel viso e mestasentendo sé verso di me incosa niuna avere erratocon moltelagrime mi pregavase in cosa alcuna me dalui sentissi offesaglielepalesassi. Questo per non seguirmi dispiacendoeper emendare ogni suo errore. E severso d'altri era qui il mio crucciointesopregava non adoperassi inlui quelle armi quali io con mia ira cosìarrotava per vendicarmi. Eaggiugneva essere merito d'amorosa fede discopriregli animi nostri a chi ci amaesser licito comandare a chi te amie dovutoubidire a chi amadoversi in fragli amanti niuno amoroso pensiero essereocculto. E così con moltealtre persuasioni lungo me pregava gli perdonassi.

Iocom'è nostraconsuetudinefemmineche mai ci sentiamo sazie d'ingiuriarenon meno e di vendicarcipartegodeva a me il signor mio si sottomettessiparte mi dolea a torto darlidoloreparte mi dilettava così per me vederlo indolore e affanno. Arei volutoindovinassi il mio sospetto. E se ragionando vis'abattevacon molta fronte egiuri gliele negavadiceva di nulla secoessermi crucciataaltronde esserein me gravi i miei pensieri. Poi puremostrava non lo degnarenon liaccederenon amarlo. E quasi non avrei volutofra noi mancassi questa o altrasimile gara per bene straziarlo e soprastarlotanto era lietabench'io ardessicon ostinato sdegno vincere sue lacrime epreghiere. E così di fuoricol fronte e viso alteradentro vero in me vinta esuggetta ad amorevampavanémeno me che lui tormentava. Esso però mai atante da me ricevute ingiurieverso di me si porgea se non pazientissimo efedelissimo. Dolevami non poterlocon miei oltraggi e sdegni provocarlo adira. Arei voluto vincerlocrucciatoe per più renderlo calamitosoio partesimulaiparte m'indussi ad amareuno e uno altro giovinettoe in presenzadel signore mio godeva mostrarmi aquesti nuovi amanti tale che mi stimassialienata da lui e trasferitami adamare altri. Qui el signore mioquale niunaprima ingiuria avea potuto moverea non molto servirmi e gradirmioioimèqui cominciò a meno amarmie con poco presentarmisi mostrarmi quanto la miaalterizia gli fussi discara.

Questo mi fu l'ultima morte. Questo mi fuinestimabile dolore. Nulla maidissinulla fecinulla tentainulla pensaiper dispiacerli di che ora insiemetroppo non mi pentissi. E quello che più meadolorava era ch'io giudicavaquesto testé pentirmi nulla mai potermi giovare;aspettava infinite vendettetanteerano le mie verso di chi me amava a tortofatte ingiurie. Mille volte il dìbramava e chiamava la morte. Così durò ilmio e suo infinito doloremiacagionepiù e più tempo. Infelicissima me! Népotrei dirvi quante lacrime etormenti così vivendo fussino i miei. Erano lemie notti lunghe troppo estraccate da mille volgimenti e pentimenti e variedolorose memorie. Era il giorno ame oscuropieno di tenebre e solitudine.

Era il petto mio al continuo carcodi gravissime cure. Era l'animola mentemia tuttora agitata e compremutaora da doloreora da pentirmiora dasdegnoora da amoreora da pietàdi me stessie di chi me amava: volevanon volevaaccusavapiangevaemai fra me restava di recitare più miepassate istorie: dolevami averperduti i dolci tempidolevami vivere inpiantidolevami averemiacagioneperduto ogni speranza a più mairecuperarlispasimavanése non bene spesso me gittava in sul lettosospirandopiangendoabbracciando e baciando chi meco non era. Oh miseriamia! Oh vita infelicissima! Ohingegno mio duro e stranissimo! Che io di tantacalamità mia mi fussicagionepotessi con brieve rimedio finirlae pureostinata per soprastare di sdegnome stessa e chi mi amava consumassi. Eranole nostre gote in altro tempofreschepiene e vivide; allora per troppocontinuo dolore pallidestenuatee smortetale che chi noi vedea potea in séaver pietate e molto muoversi acompassione. Né solo tanto a me fu nocivaquesta certo stolta mia impresafanciullequanto che dipoi sarebbe lungorecitare come molte volte mi siacon infinito dispiacere e pentimento dolutoavere così per mia ingiuriaperduto quel tempo quale a noi poteva essere statopieno di maraviglioso piacere ecertissimo contentamentoe iostoltailfeci essere quanto udisti pieno dilamentisospiri e lacrime. Pur poi piacquealla mia sino allora iniquissimafortuna ch'io certo intesi la nostra durezzaessere al tutto ingiusta e la miasuspizione essere falsa. Pertanto io subitome rendetti al mio pazientissimosignore facile e quanto dovea subietta. Luicome vero era d'animo gentileegentilezza mai serba sdegnosubito mi siporsequanto solealieto epietosissimo. Scopersigli il mio passato erroree manifesto gli confessai cosìdoversi amandoquanto lui spesso m'avearicordatoche subito nascendo ilsospettogiova apalesarloperò che comeoprudentissimo signor miotu a medicevil'animo e cuore di chi ama statenerissimoma poi entroviinchiuso sospetto o sdegnofa come l'uovoquantopiù lo scaldipiùindurisce; così l'amante sospettosoquanto più lo'incendicon amoroso serviretanto piùdentro a se raddura. E provai io questo in mequanto più il mio signoremi si dava umile e subiettotanto più a me parevaavere di mio sdegno ragione; ondeintervenne che perseverando in isdegnoquando io potevanon vollisodisfare alle mie amorose espettazioni; poiquando io e voleva e desideravanon mi fu licito satisfarmiperò che 'l miosignoreingiuria de' tempisetrasferì a vivere lungi da me in istranipaesi. E così certointervienefigliuole mie; ove possiamonon vogliamoesempre vogliamo quello che ci èdifficile potere. E segueci questo solo perprendere in noi sospettoperòche dal sospetto nasce lo sdegnoper li sdegniil vendicarsiper vendicarsi leingiurieper le ingiurie il perdere i dolcispassi e sollazzi d'amore. Ondepoi ci stanno all'animo infiniti dolori a noie a chi noi amiamoe il nostrodolce amore si converte in dolore e calamitàe i nostri risi in piantienostri motteggi in bestemmie; cose odiosissime eda molto fuggirlequali certofuggiremose fuggiremo ogni sospetto.

Adunque vuolsi non fare comemoltele quali sempre sollicite cercano quelloche poi elle si dolgono averetrovatoe da tutti investigano ogni atto epasso che facci chi elle amano.

Dicovifanciullecredete a meamorosopiacere quale abbia chi voi amialtrovepuò no a voi nuocere se non lorisapete: fuggite saperlo e non vinocerà. E a chi non mancherà con voi darsidilettocostuicredete a menoncercherà altronde saziarsi. E ramentivi cheuno ago sanza refe non cuce. Cosìqual sia spasso amoroso sanza amore nongiova. E benché forse a unoago siano due o più crune e seco tiri più filinon però farà se nonun foroma ben lega più forte il cucito. Così un animoda molte accesopiù fermosé stesso lega d'amore a chi sappia farselo suo; ebeata colei qual sapràessere prima a godersi quell'uno quale molte altredesiderano. E chi così saessere primacostei facile potrà sempre in quelloamore essere sola e fortunata.

Amatefanciulleamate chi voi amae statecontente del vostro amorenécurate sapere quello che poi vi nuoce saperlo.

Fuggite ogni sospettoogni sdegnoe ogni altiero costumee fidatevi di chiv'ama e di voi stessie stimatequanto ameretetanto sarete amatee quantoserberete fedetanto a voi saràserbata intera benivolenza e servizio. Nédubitate l'animo dell'uomo moltopiù che il nostro essere amando fermo ecostante. Sono gli uominisìmeno che noi sospettosiperché più prudenti econoscenti; sono più chenoi amando perseverantiperché meno gareggiosi; nonprendono quanto noi ogni cosa adingiuria perché di più virile e rilevatoanimo; non servano perpetuosdegnoperché di più magnifico e generoso pettonon restano per ogni intopposeguire sua amorosa impresaperché di piùcostante e intera fermezza. Noifemminetimided'ogni cosellina sospettiamo;sospettose d'ogni minimo altruierroreci sdegniamo e riputiamoloincomportabile; sdegnose per ognipiccola offesa ci vendichiamoevendicandoci mai sappiamo finire oporre modo alle nimicizie e ingiurienostree viviamo con chi noi amaquasi come con uno capitale inimico. Ahimèfigliuole mie! Per Diofuggitequesti sospettiquali quanto udite e quantoin alcuna di voi scorgo a me pareproviate; sono dannosi e pestiferi a chiama. E se pure sospetto alcuno vis'offeriscenon però subito vi sdegnatenon v'indurate susonon lo teneteocculto; anzi prestissimo il discoprite achi v'ama. Sempre fu il sospettoveneno dell'amicizia. Ecome diceva ilsignor miopruovasi il sospettoessere non dissimile alla talpaquale unoanimale sotto terrain oscuro eprofondoin ogni parte per tutto penetrandocommuove e attrita qual sia duro edenso terrenopoi subito uscito in la luceperde ogni sua forza e nervo. Cosìil sospettoin oscuro e ascoso dentro alpettomai resta di commuoverel'animo in ogni perturbazione; subito verofatto paleseperisce. Einterviene che esponendo tuoi sospettichi te amacon ragione e scuse purga i suoiquali tu stimi errori; e per questa fedeverso di te gli cresce amore moltoardentissimoperò che sente quantofidandoti di luia te ilmantenere vostro amore sia a cuore; dipoi fugge inogni simile cosa piùesserti grave. E cosìdiscoperto il sospettone vivetein dolce e continua amicizia. Ondecontrariotenendo il sospetto occultoinsieme e mantenendo sdegni egarevi fo certe quanto vi seguiràche chi voiama più e più volteoffeso e per molte ingiurie da più parte percossoper unaquale a voi forse pareràminimaall'ultimo si romperà ad irae fastidiravvie trasporrà il suo amorealtrove. Voi ivi soledesertepiangerete edesidererete indarno quello cheora nonquanto dovetedegnate. Seguiravviancora che chi sapea i vostriamorivi riputerà ingrata e villanabiasimeravvi ove arete per vostradurezza escluso chi tanto vi serviva; equelli ai quali erano e' vostriamori prima non conosciutiora moltomaravigliandosi non quanto primaspesso vedere l'amante vostro in quelle ore eluoghi ove soleva salutarvi eonorarviqui stimerà o che sazio s'abandoni ilcontento amoreo che in voi sianatura troppo stranissima da non poterlacomportare. Seguiravvi ancora chel'amante vostroaddolorato per vostreoffesedolendosi di vostreingiurieforse con qualche vostra infamia sivendicherà. Né siachi stimi che chi per altrui durezza e impietà già siacondotto agli ultimi dolori equasi presso alla morteora di lei o di suoonore abbia più che lei dilui compassione o riguardo. Così superbeingiusteingrateperderete famaamante eamoroso sollazzoriceverete infamiameroree tristezzatroveretevi soleabbandonatesanza amantesanza chi vi servi olodiviverete con dolorilacrimee sospiri. E dove prima il vostro sospettoera che il signore vostro amassialtri insieme con voiora certissime che piùnon ami voimai sarete senzagravissima e certa paurasempre temendo che chipuònon si vendichi. Ogniferma pazienzafigliuole miespesso offesadiventa furore. E se voi d'ogniminima ingiuria tanto v'indegnatestimate chechi da voi più volte siacon grande ingiuria offesocostui quando che sia siromperà a cruccio furioso ead irané sarà più amore in chi voi spessoareteoffesoma furore; e uno amantefurioso più sarà da temere che qualsiasirabbiosa fera o mostro. Eaggiugnete a queste dette cose altri ancora da nonpoco stimarli incomodiquali avoi seguitano de' vostri sdegniche vedereteque' luoghiove prima in questo equell'altro dì solevi ridere e sollazzarviora per vostra caparbitàesserli solitari e senza quello uno che sì voi facevacon sua presenza e festivitàessere liete e contente. Ahimè meschinepiangereteverrete a que' tempîin quali prima era vostro uso darvi agliamorosi diletti e dolci giuochi egraziosissimi ragionamentiora non vitrovando chi per voi tanto primavi si presentavasollicito e pronto a farviliete Ahimè! Ahimè!cattivellestarete solestrignendovi di tristizia edolore; calamitose piangerete eviverete in infima miseria e ultimainfelicitàabbandonateschifateodiate da chi tanto v'amava.

Pertantofigliuole miegentilissimesiate non altierenon superbenonostinatenon sospettosenongareggiose per vincere d'onta. Né si chiamavittoria ingiuriando perdere unfidelissimo amante. Vuolsi vincere esoperchiare d'amore e fede chi tuaminon di sdegno. E sarà signoria amandofarsi amaremolto più chestraziando chi te amie tormentando se stessifarsi male volere a chi te unasola con ogni fede e diligenza serve. E in cosaniuna tanto si conosce uno animosignorile e nobile quanto nella umanitàfacilità e pietà.

Sdegno sempre sente di villania. Solo il villano animo serbasdegnoperché non sa névendicarsi né perdonare. E serbare sdegno deriva dainumanità; perseverare inisdegno contra chi te amisarà impietàcrudelità.

Adunque voiper non cadere intanto infortunio e biasimoper non vivere insì pessimo malecosìfate quanto di sopra dissidandovi ad amare: eleggetequal dissi amantemodesto evirtuoso; prendetelo ad amarvi con moltamansuetudine e vezzoso costumetanto amando quanto più potete. Così seguitenutrendo il dolce amore di pace equiete; e ricordatevi che sempre tra voisarà tranquillissimo riposoe pacese subito cominciando i sospetti nonpersevererete stando gravi a voi ea chi v'amima subitoprima che sdegnosusseguadiscoprirete le vostreall'animo prese ombre; e così amando coninterissima fedeprontissimoservire e graziosissimo accettare labenivolenzia di chi v'amaseguitei vostri sollazzi amorosie fuggite caderein tanta calamità quantamanifesto vedete seco queste gare apportino; nédubitate ogni gara essere ultimosterminio dello amore. Amatee sarete amate;servate in voi fedee saràmai vero amante che a voi rompa fede: ogni sdegnosoffera chi amaogni oltraggioogni ingiuriaogni dispetto; solo uno il farompere ad irainimistà evendettaquesto certo quando e' conosce in chiegli ama non essere fede. Vuolsiadunque solo amare uno quanto puoie a luifare palese sempre ogni tuoamoroso pensiero. E così amando viverai lietafelice e contentissima.

Vorreiove qui il tempo bastassiinsegnarvi più e più altre cose utilissimead amarema veggo già lospettacolo preparatoe qui cominciano intrare e'travestiti e personati. Altroadunque tempo e luogo sarà da farvi in amoroseastuzie più dotte. Voiintantofigliuole mie soavissimeporgetevi liete avostri amantiné siate conquesta tristezza a voi gravi e a chi v'ama; marattenete gli sguardi vostri intanta moltitudine di testimoni; altrove in piùatto solitario luogo cambieretefra voi risi e dolci amorosi gesti e sguardi.

Ora disponetevi tanto amare quantodesiderate essere amate. Niuno incantoniuna erbaniuna malìa piùsi truova possente a farvi amare quanto moltoamare. Amate adunquee fidatevidi chi v'amae chi voi amate serberà a voipari fede e amore. Deponetesospettisdegni e garee così vivereteamandofelicissime e contentissime.