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Sir Arthur Conan Doyle
La valle della paura
Sir Arthur Conan Doyle La valle della paura
2
Parte I
L’avvertimento
- Sarei portato a pensare... - dissi.
- Anch’io – ribattè Sherlock Holmes con impazienza.
Credo di essere uno dei piú tolleranti fra i mortalima devo ammettere chefui seccato da quell'interruzione
sardonica.
- DavveroHolmes – feci con tono duro - a voltelei mette le persone adura prova.
Egli era troppo assorto nei suoi pensieri per dare una risposta immediataalla mia rimostranza . Si appoggiò su una
manocon la colazione intatta dinanzi a sée cominciò a esaminare unfoglietto di carta estratto al momento da una
busta. Poi riprese la bu
Sir Arthur Conan Doyle Lavalle della paura3
- È la scrittura di Porlock - disse impensierito. - Sono sicurissimo che èla scrittura di Porlockanche se l’ho vista
solo un paio di volte. La e grecacon quello svolazzo tipico in cimaècaratteristica. Ma se è di Porlockdeve trattarsi di
un messaggio della massima importanza.
Piú che a me parlava a se stessoma il mio dispetto scomparvecancellatodall'interesse che le sue parole
avevano risvegliato nel mio animo.
- Chi è questo Porlock? - domandai.
- PorlockWatsonè un nom-de-plumeun semplice contrassegnoidentificativoma dietro di esso si nasconde
una personalità mobile e inafferrabile. In una precedente missiva miinformava molto chiaramente che quello non era il
suo vero nomee mi sfidava a rintracciarlo tra i prolifici milioni diabitatori di questa immensa città. Porlock non è
importante per séma per il grande uomo col quale si trova in contatto.S'immagini il pesce pilota con lo squalolo
sciacallo col leone... tutto ciò insomma che è insignificante accompagnatoa tutto ciò che è importante. E non solo
importanteWatsonma sinistro... sinistro al massimo grado. Ecco come egliha a che fare con l'ambito della mia
attività. Lei mi ha certamente inteso parlare del professor Moriarty?
- I1 celebre criminale scientificofamoso tra i delinquenti quanto...
- Sono basitoWatson - mormorò Holmes in tono di deprecazione.
- Stavo per dire " …quanto sconosciuto al pubblico".
- Centrato... centrato in pieno! - esclamò Holmes. - Lei sta sviluppando unainsospettata vena di umorismomio
caro Watsonda cui devo imparare a guardarmi. Nel definire Moriarty uncriminalelei si macchia del reato di calunnia
agli occhi della leggee in questo consiste appunto la grandiosità e lameraviglia della cosa. Il piú grande imbroglione di
tutti i tempil'organizzatore di ogni ribalderiail cervello che controllaun intero mondo sotterraneoun cervello che
potrebbe foggiare o distruggere il destino di nazioni interequesto èl'uomo! Ma egli è talmente superiore a ogni
sospetto del pubblico; è talmente immune da ogni critica; sa cosímeravigliosamente destreggiarsi e nascondersiche per
quelle sole parole che da lei dette poco fapotrebbe trascinarla in untribunale e uscirne con la pensione di un anno
come risarcimento per i danni morali. Non è forse il celebrato autore de ‘Ladinamica di un asteroide’libro chesi dice
non trovò in tutta la stampa scientifica qualcuno con competenze sufficientiper la recensione? È questo un uomo da
diffamare? Lei sarebbe etichettato come un medico calunniatore e lui sarebbecompianto come professore denigrato: tali
sarebbero i vostri rispettivi ruoli. Questo è genioWatson. Ma se io saròrisparmiato da uomini minoriverrà
sicuramente il nostro giorno.
- Quanto spero di esserci anch'io! - esclamai infervorato. - Ma lei mi stavaparlando di questo Porlock.
- Ahgià... I1 cosiddetto Porlock è un anello della catenaabbastanzavicino al suo illustre aggancio. Detto tra
noiPorlock non è poi un anello cosí solidoe per quanto mi è statopossibile constatarloè anzi il solo difetto di quella
catena.
- Ma nessuna catena è piú forte del suo anello piú debole.
- Esattomio caro Watson! Ecco il perché della grande importanza di Porlock.Spinto da rudimentali aspirazioni
al benee incoraggiato dal saggio stimolo di una banconota da dieci sterlinemandatagli di tanto in tanto per vie
traverseegli mi ha in un paio d'occasioni anticipato informazionirivelatesi poi preziose: del pregio che ha una notizia
quando riesce a prevedere e a prevenire anziché vendicare un crimine. Sonocerto che se ne avessimo la chiaveci
accorgeremmo che questa comunicazione è di questo tipo.
Cosi dicendoHolmes tornò a stendere il foglio sul suo piatto pulito. Mialzai e chinandomi su di lui fissai stupito
la curiosa scritta che qui riproduco:
534 C2 13 127 36 31 4 17 21 41
DOUGLAS 109 293 5 37 BIRLSTONE
26 BlRLSTONE 9 47 171
stala avvicinò alla luceene esaminò molto accuratamente la parte esterna e risvoltoSirArthur Conan Doyle La valle della paura4
- Che significaHolmes?
- Evidentementesi tratta di un tentativo inviare informazioni segrete.
- Ma perché usa un messaggio cifrato senza la chiave?
- In questo casonon serve affatto.
- Perché dice "in questo caso"?
- Perché vi sono molti cifrari che io saprei leggere con la stessa facilitàcon cui leggo le frasi convenzionali negli
annunci dei quotidianiriservati alle ricerche di persone scomparsee cosívia. Sono astuzie infantili che divertono
l'intelligenzasenza affaticarlo Ma questo è diverso. Èchiaramenteunrimando alle parole in una pagina di qualche
libro. Fino a che non saprò di quale pagina e di quale libro si trattinonpotrò fare nulla.
- Ma perché "Douglas" e "Birlstone"?
- Evidentementeperché si tratta di parole non contenute nella pagina inquestione.
- Ma perché non ha indicato il libroallora?
- La sua astuzia istintivamio caro Watsonquella innata furberia checostituisce la gioia dei suoi amicile
impedirebbero di sicuro di racchiudere chiave e messaggio nella stessa busta.Se la lettera dovesse andare persasarebbe
rovinato. Ma in questo modo bisogna che tutti e due vadano persi perchépossa crearsi qualche danno. La nostra
seconda distribuzione di posta dovrebbe essere già stata fattae misorprenderebbe se non ci portasse o un'ulteriore
lettera esplicativa oil che è assai piú probabileaddirittura il volumecui queste cifre si riferiscono.
I calcoli di Holmes si avverarono nell’arco di pochissimi minuti con l’apparizionedi Billyil fattorinocon la
lettera che stavamo aspettando.
- La stessa scrittura - notò Holmesaprendo la busta - e questa volta èfirmata - aggiunse con voce esultante
mentre spiegava il foglio. - VengaWatsonstiamo facendo progressi.
E tuttavianon appena ebbe data un'occhiata al contenuto della lettera sioscurò.
- Accidentiquesto sí che è seccante! Ho una gran pauraWatsonche tuttele nostre aspettative si ridurranno in
briciole. Il nostro uomo non ci servirà a nulla.
"Egregio signor Holmes" dice "non voglio continuare con questastoria. È troppo
pericoloso. Lui mi sospetta. Posso percepirlo che mi sospetta. Mi si è fattovicino
all'improvviso dopo che avevo già indirizzata questa busta con l'intenzionedi mandarle la
chiave del cifrario. Ho fatto appena in tempo a nasconderla. Se l'avessevedutaavrei
passato grossi guai. Ma leggo il sospetto nei suoi occhi. La prego dibruciare il messaggio
cifrato che non può esserle di alcuna utilità.”
“FRED PORLOCK.".
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Holmes rimase qualche tempo sedutotorcendo la lettera tra le ditalafronte aggrottatagli occhi fissi sul fuoco.
- Dopotutto - disse infine - può darsi che nulla ci sia nella lettera. Forseè solo la sua coscienza sporca. Sapendo
di essere un traditoreavrà forse letto l'accusa negli occhi dell'altro.
- L’"altro" è il professor Moriartyimmagino!
- In persona. Quando qualcuno della banda parla di un "lui"sabene a chi intende alludere. Per tutta quella gente
non esiste che un solo e unico "lui"!
- Ma cosa può fare?
- Uhm! Questa è una domanda molto vaga. Quando si ha contro di sé uno deipiú forti cervelli d'Europa e alle
spalle tutte le potenze della tenebrale possibilità sono infinite.Comunque l’amico Porlock doveva evidentemente
essere molto impaurito. La prego di paragonare la calligrafia del bigliettocon quella della busta che fu vergatacome
egli ci diceprima di quell'infausta visita. La prima è chiara e ferma;l'altra si legge a fatica.
- Ma perché ha scritto? Perché non ha semplicemente lasciato cadere lacosa?
- Perché avrà temuto che in tal caso io avrei approfondito la cosaprocurandogli magari dei guai.
- Senza dubbi - dissi. - Naturalmente. - Avevo raccolto il primo messaggiocifrato e mi ci stavo rovinando sopra
gli occhi... - C'è da impazzirese si pensa cheforsein questo fogliettodi carta si nasconde un segreto importantema
che è al di là di ogni potere umano decifrarlo.
Sherlock Holmes aveva spinto da un canto la sua colazione intatta e si eraaccesa la pipacompagna delle sue
meditazioni piú profonde. - Chi sa! - sbottò appoggiandosi all'indietro efissando il soffitto. - Forse vi sono punti che
sono sfuggiti al suo machiavellico intelletto. Proviamo a studiare ilproblema alla luce della ragione pura. Qui l'uomo si
riferiva certamente a un libro: questo è il nostro punto di partenza.
- Qualcosa di molto vago!
- Vediamo tuttavia se riusciamo a delimitarlo. A mano a mano che lo metto afuoco dinanzi alla mia mente mi
sembra che divenga sempre meno impenetrabile. Quali indicazioni abbiamo diquesto libro?
- Nessuna.
- Pianopianole cose non sono poi cosí brutte come lei immagina. Ilmessaggio cifrato incomincia con un
grande 534vero? Stabiliamo dunque come ipotesi di lavoro che 534 significhila particolare pagina cui lo scritta cifrata
si riferisce. In questo modo il nostro libro è già diventato un grosso libroil che è sicuramente qualcosa di guadagnato.
Quali altri indizi abbiamo sulla natura di questo grosso libro? Il segnosuccessivo è C2. Che cosa significa secondo lei
Watson?
- Capitolo secondosenza dubbio.
- Non credo. Sono certo che lei ammetterà con me che se è data la pagina ilnumero del capitolo diventa inutile.
Inoltre se la pagina 534 si trova solo al secondo capitolola lunghezza delprimo deve essere intollerabile.
- Colonna! - esclamai.
- BravoWatson! Lei è formidabile stamane. Se non è colonnaallora iosbaglio di grosso. Ecco dunquevede
che già noi incominciamo a supporre un grosso librostampato in duplieecolonnaciascuna di notevole lunghezzadal
momento che una delle parole è numerata nel documento come laduccentonovantatreesima. Abbiamo raggiunto i limiti
di quanto la ragione ci può fornire?
- Credo di sì.
- Mi credalei si sottovaluta. Ancora una scintillamio caro Watson! Ancoraun'altra onda cerebrale! Se si fosse
trattato di un libro non comunecerto me l'avrebbe mandato. Invece era suaintenzioneprima che i suoi piani venissero
scompigliatidi mandarmi la chiave in questa busta. Cosí mi dice nelbiglietto. Ciò sembrerebbe indicare trattarsi di un
libro ehe egli riteneva io non avrei avuto difficoltà a trovare da solo. Loaveva luie immaginava che lo avessi anch'io.
A farla breveWatson si tratta di un libro comunissimo.
- Certoquanto lei mi dice mi sembra plausibile.
- Cosínoi abbiamo ristretto il campo delle nostre ricerehe a un librogrossostampato su due colonnee molto
diffuso.
- La Bibbia! - gridai trionfante.
- BeneWatsonbravo! Ma non bravo abbastanza. se mi consente di dirglielo.Anche se potessi accettare il
complimento per menon potrei citare un libro meno adatto della Bibbiaposato presso il capezzale di un complice di
Moriarty. D'altronde le edizioni della Sacra Scrittura sono tanto numerose danon poter essere certi che due copie
abbiano la stessa impaginazione. Qui si tratta evidentemente di unlibro-tipo. Doveva esser certo che la sua pagina 534
corrispondeva esattamente alla mia pagina 534.
- Ma questo può succedere con pochissimi libri.
- Appunto! E in ciò sta la nostra salvezza! La nostra ricerca si restringe alibri-tipo che chiunque può possedere.
- L'orario ferroviario!
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- Non è probabileWatson. Il suo frasario è conciso e scattantemalimitato. La sua scelta di vocaboli
difficilmente si presterebbe all'invio di messaggi generici. Elimineremodunque l'orario ferroviarioed elimineremoper
analoghe ragioniil dizionario. Che cosa ci rimane dunque?
- Un almanacco.
- EccellenteWatson! Credo proprio che questa volta lei abbia colpitogiusto. Un almanacco! Vediamo un poco i
requisiti dell'almanacco Whitaker. È di uso comune. Ha il numero di paginerichiesto. É stampato su due colonne.
Sebbene all'inizio conciso nella gamma di parolediventa verso la fineseben rammentoassai prolisso. - Raccolse
dalla sua scrivania il volume in parola. -Ecco la pagina 534colonna dueunbel fitto di stampavedosul commercio e
le risorse dell'India Britannica. Si scriva le paroleWatson. Il numero 13è "Mahratta". Non mi sembra un inizio molto
favorevole. Il numero 127 è "Governo"il che almeno ha sensoperquanto non ne veda il nesso tra noi e il professor
Moriarty. Proviamo ad andare avanti. Che cosa fa il Governo di Mahratta!Ahimè! La parola successiva è "setole di
porco". Siamo bloccatimio caro Watson! È un vicolo cieco.
Aveva parlato in tono scherzosoma il tremore delle sue folte sopraccigliarivelava disappunto e irritazione. Io
mi ero messo a fissare il fuoco. scontento e smarrito. Il nostro lungosilenzio fu a un tratto interrotto da un'esclamazione
di Holmes: si precipitò verso un armadio e ne emerse con un secondo volumedalla copertina gialla.
- Paghiamomio caro Watsonper essere troppo aggiornati -esclamò. -Precorriamo la nostra epocaed è giusto
che paghiamo in consueto pegno. Essendo al sette di gennaioabbiamo guardatol'almanacco nuovoma è piú che
probabile che Porlock abbia estratto il proprio messaggio da quello vecchio.Certo ce lo avrebbe detto se avesse potuto
scrivere la sua lettera esplicativa. Vediamo adesso che cosa ci riserba lapagina 534. Il numero 13 è Cil che è molto piú
promettente. Il numero 127 è è"c'è". - Gli occhi di Holmes orascintillavanoe le sue dita sottili e nervose fremevano
mentre egli contava le parole. - Pericolo. Ahah! Fantastico! ScrivaWatson. "C'è-pericolo-può-venire-molto-presto-un."
A questo punto abbiamo il nome Donglas:"ricco-campagna-ora-a-Birlstone-House-Birlstone-sicurezza-è-
urgente". DunqueWatson! Che cosa ne dice della ragion pura e dei suoifrutti? Se l'erbivendolo vendesse corone di
alloro manderei subito Billy a comprarne una.
Io fissavo sbalordito lo strano messaggio che avevo scarabocchiatoa mano amano che Holmes veniva
decifrandolosu un foglio di carta che tenevo appoggiato al ginocchio.
- Che modo di esprimersi bizzarro e incoerente! - osservai.
- Al contrariosi è espresso con notevole chiarezza - replicò Holmes. -Quando si cercanoentro una colonna
unicaparole con le quali esprimere ciò che si vuol direè difficiletrovare tutti i vocaboli occorrenti. Si è sempre
costretti a lasciare qualcosa all'intuizione del proprio corrispondente. Mail tenore di questo messaggio è chiarissimo. Si
sta tramando qualche diavoleria contro un certo Douglaschiunque egli possaessereil quale risiedecom'è dettoa
Birlstone Houseed è un ricco gentiluomo di campagna. Egli è sicuro: -"sicurezza" è la parola piú vicina a sicuro" - che
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l'autore del messaggio abbia potuto trovare... che è urgente. Questo è ilnostro risultatoed è stato veramente un abile
lavoretto di analisi.
Holmes mostrava la gioia impersonale dell'artista veroquando gli venivaofferto un campo di ricerche superiore
anche se talvolta si lamentava amaramente che la sua opera scadesse al disotto dall'alto livello al quale egli aspirava. Si
stava beando ancora soddisfatto del suo successoquando Billy aprì la portae l'ispettore MacDonald di Scotland Yard
apparve sulla soglia della nostra stanza.
Erano allora i primi giorni del 1889quando Alec MacDonald era ben lontanodall'aver raggiunto quella fama
nazionale che attualmente detiene. Era un giovane ma capace funzionario delleforze di poliziae aveva già avuto modo
di distinguersi in parecchi casi che erano stati affidati alla suacompetenza. La sua figura alta e ossuta faceva intuire in
lui una fòrza fisica eccezionalementre il grande cranio e gli occhiluminosi e pronfondamente infossati parlavano con
altrettanta chiarezza dell'acuta intelligenzaammiccante da sotto le foltesopracciglia. Era un uomo silenziosopreciso
di temperamento duro e con uno spiccato accento scozzese. Già due voltenella sua carriera Holmes lo aveva aiutato a
raggiungere il successoaccontentandosi come unica ricompensa dellasoddisfazione intellettuale di aver risolto un
problema difficile. Per questo motivo lo scozzese nutriva verso il collegaaffetto e rispetto profondiche erano
dimostrati dalla franchezza con cui consultava Holmes in ogni difficoltà: lamediocrità non conosce nulla di piú alto di
se stessama il talento intuisce immediatamente il genio e MacDonald avevatalento sufficiente per capire che non vi
era umiliazione nel cercare l'aiuto di chi già superava chiunque altro inEuropasia per doti mentali che per esperienza.
Holmes non era incline all'amiciziama nutriva una certa simpatia per illungo scozzesee non appena lo vide sorrise.
- Che tipo mattiniero è leiMac! - disse. - Le auguro una caccia fortunatadi vermiciattoli! Temoperòche questa
sua visita mattutina non lasci presagire alcunchè di buono.
- Se lei avesse detto "spero" invece di "temo"sarebbestato assai piú prossimo alla veritàcredosignor Holmes -
rispose l'ispettore con un sorriso d'intesa. - Benepuò darsi che unacamminata tenga lontano il freddo gelido del
mattino. Nonon voglio fumaregrazie. Bisogna che mi muovapoiché leprime ore sono sempre le piú preziose
quando occorre tener dietro a un caso e nessuno sa questo meglio di lei.Ma... ma...
L'ispettore si era interrotto bruscamente e fissava con un'espressione diindescrivibile sbalordimento il foglietto
posato sul tavolosu cui era stato scarabocchiato l'enigmatico messaggio.
- Douglas! - balbettò. - Birlstone! Ma che è questosignor Holmes?Perbacco! Ma questa è stregoneria! Come
diamine ha fatto ad avere quelle indicazioni?
- È un messaggio cifratoche il dottor Watson e io abbiamo avuto decrifratoin modo fortunoso. Ma perché? Che
cosa c'è di strano in quei nomi?
L'ispettoresempre piú esterrefattoguardò prima Holmes poi me.
- Semplicemente questo - disse infine. - Il signor Douglas del Castello diBirlstone è stato assassinato stamattina
in circostanze spaventose.
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Sherlock Holmes si spiega
Era uno di quei momenti intensamente drammaticiper i quali Sherlock Holmesavrebbe dato qualsiasi cosa.
Sarebbe eccessivo dire che quella straordinaria dichiarazione lo avesseemozionato o anche soltanto scosso. Egli non
aveva neppure un'ombra di crudeltà nel proprio temperamentoma le suemolteplici avventure lo avevano un po'
indurito. Tuttaviase le sue emozioni erano attutitele sue facoltàintellettive rimanevano però straordinariamente acute.
Non mostrò quindi alcuna traccia dell'orrore che provai invece io nell'udirequella secca dichiarazionema il suo volto
espresse piuttosto la tranquilla e interessata calma del chimico che vede icristalli depositarsi secondo la formula voluta
da una soluzione iper-satura.
- Interessante – disse – Interessante!
- Non sembra avere l'aria sorpresa!
- La notizia m'interessaMacma non mi sorprende affatto. Perché dovreiessere sorpreso? Ricevo una
comunicazione anonima da una fonte cui riconosco importanzagrazie allaquale mi si avverte che una certa persona è
gravemente minacciata. In capo a un'ora apprendo che questo pericolo si èconcretatoe che la persona è morta. Sono
perciò interessatomacome lei vedenon certo sorpreso.
In poche e brevi frasi spiegò all'ispettore i fatti relativi alla lettera eal cifrario. MacDonald lo stette ad ascoltare
col mento appoggiato sulle manile folte sopracciglia color sabbia corrugatein un groviglio di peli gialli.
- Stavo per recarmi a Birlstone questa mattina stessa - disse. - Ero venutoper chiederle se voleva
accompagnarmi... insieme al suo amico. Ma da quanto lei mi dice forse faremmo meglio a restare a Londra.
- Non credo - obiettò Holmes.
- Corpo di mille bombesignor Holmes! - sbottò l'ispettore. - Tra un paiodi giorni i giornali saranno pieni del
mistero di Birlstone; ma dov'è il misterose c'è un uomo a Londra che haprevis to il delitto prima ancora che avvenisse?
Non abbiamo che da mettere le mani su quest'uomo e il resto verrà da sé.
- Senza dubbioMac. Ma quale mezzo mi suggerisce per poter mettere le manisul cosiddetto Porlock?
MacDonald rigirò la lettera che Holmes gli aveva porta.
- É stata impostata a Camberwell... questo non ci aiuta gran che. Secondoquanto lei mi dice il nome è falso.
Anche qui poco da fare. Non mi ha detto di avergli mandato del denaro?
- Due volte.
- In che modo?
- In biglietti di banca presso l'ufficio postale di Camberwell.
- E lei non si è mai curato di scoprire chi andava a ritirarli?
- No.
L' ispettore parve sorpreso e un po’ attonito.
- E come mai?
- Perché io mantengo sempre fede alle promessee gli avevo assicuratoquando mi scrisse la prima voltache
non avrei tentato di individuarlo.
- Lei crede che ci sia qualcuno dietro a quest'uomo?
- Non solo lo credoma ne sono sicuro.
- Quel famoso professore di cui le ho già inteso parlare?
- Esatto.
L'ispettore MacDonald sorrise e ammiccò con le palpebre mentre mi lanciavaun'occhiata d'intesa.
- Non cercherò di nasconderlecaro signor Holmesche noi della Centrale dipolizia siamo convinti che leia
proposito di questo professoreabbia una specie di fissazione. Io mi sonodato la briga di svolgere sul suo conto
un'inchiesta personaleed è risultato essere uomo assai rispettabiledottoe geniale.
- Sono lieto che lei abbia saputo riconoscere il suo talento.
- Ma non si può non riconoscerglielo! Dopo aver sentito il suo pareresignor Holmesmi sono imposto di andarlo
a trovare. Ho avuto una conversazione con lui sulle eclissi... come il nostrodiscorso sia andato a finire su
quest'argomento proprio non saprei dire... ma aveva vicino a sé una lanternaa riflettore e un globo e mi ha spiegato tutta
la faccenda in quattro e quattr’otto. Mi ha anche prestato un libroma nonmi vergogno di dire che era troppo al di là
della mia portataanche se mi avevano data una buona infarinatura adAberdeen. Avrebbe potuto diventare un grande
ministrocon quella faccia asciutta e quei capelli grigi e con quel suo modosolenne di parlare. Quando mi mise una
mano sulla spallanel salutarmiera come un padre che benedicesse ilproprio figlio prima di lasciarlo partire nel
crudele mondo cattivo.
Holmes ridacchiò e si fregò le mani.
- Magnifico! - disse - fantastico! Mi dicaamico MacDonald; questo gradevolee commovente colloquio
avvenneimmaginonello studio del professore ?
- Precisamente.
- Bella stanzavero?
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- Bellissimaveramente bellissima!
- Lei si è seduto di fronte alla scrivania?
- Infatti!
- Il sole le batteva negli occhi e la faccia del professore era nell'ombra?
- Eccoera serama mi rammento che la lampada era girata verso di me.
- Me lo immaginavo. Le è capitato di osservare il quadro appeso sopra latesta del professore?
- É difficile che mi sfugga qualcosasignor Holmes. Forse ho preso questoda lei. Sího notato il quadrouna
giovane donna con la testa appoggiata sulle maniche ti guarda di sbieco.
- Quel dip into è opera di Jean-Baptiste Greuze.
L'ispettore si sforzò di assumere un'espressione interessata.
- Jean-Baptiste Greuze - riprese Holmes congiungendo insierne le punte delledita e appoggiandosi meglio sullo
schienale della sua seggiola - era un artista francese che fiorí tra il 1750e 1'800: io alludo naturalmente al periodo della
sua attività. La critica moderna ha ampiamente confermato l'altissimaopinione che i suoi contemporanei si erano
formata di lui.
Gli occhi dell'ispettore si fecero distratti.
- Non sarebbe meglio... - incominciò.
- É appunto quello che stiamo facendo - lo interruppe Holmes. - Quanto dicoha un rapporto diretto e vitale con
ciò che lei ha chiamato il mistero di Birlstone. Anzi in un certo sensopotrebbe esserne definito il nodo centrale.
MacDonald ebbe un debole sorriso e rivolse verso di me un'occhiatasupplichevole.
- La sua mente si muove un po' troppo in fretta per le mie possibilitàsignor Holmes. Lei salta sempre un anello o
duee io non riesco mai a colmare i vuoti. Che razza di rapporto può maiesserci tra questo imbrattatele morto e la
faccenda di Birlstone?
- Un poliziotto non deve mai ignorare nulla - osservò Holmes - neppure lafutile notizia che nell'anno 1865 un
quadro di Greuzeintitolato La Jeane Fille à l'Agneaufu pagato labellezza di quattromila sterlinealla vendita Portalis:
questa notizia potrebbe invitarla a riflettere.
Le parole di Holmes produssero certamente il loro effetto. L'interessedell'ispettore si risvegliò d'un tratto.
- Vorrei anche ricordarle - proseguí Holmes - che lo stipendio delprofessore può essere accertato facilmente:
esso ammonta a settecento sterline l'anno.
- Allora come mai ha potuto comperare...
- Appunto. Come mai?
- Ohiquesto è interessante - fece l'ispettore con aria pensierosa. -Continuisignor Holmes. Mi piace ascoltarla!
Holmes sorrise: la sincera ammirazione lo emozionava semprecosa che glidava un tocco innato da artista.
- E Birlstone? - domandò.
- Abbiamo ancora tempo - protestò l'ispettore dando un'occhiata al suoorologio. - Ho una vettura che mi aspetta
alla portae saremo alla stazione in meno di venti minuti. Ma ritornando alquadro... mi pareva che lei una volta mi
avesse dettosignor Holmesdi non aver mai incontrato il professorMoriarty.
- Infattiè cosí.
- E allora come fa a conoscere il suo appartamento?
- Ahquesta è un'altra faccenda. Sono stato da lui tre voltedue volte adaspettarlo sotto pretesti vari e
andandomene prima che venisse. Una volta... be'non credo di poter parlaredi questa visita a un funzionario della
Polizia ufficiale. Fu appunto in quest'ultima circostanza che mi presi lalibertà di frugare nelle sue cartecon i risultati
piú inaspettati.
- Ha scoperto qualcosa di compromettente?
- Assolutamente nulla. Questo appunto è ciò che mi ha stupefatto. Lei perònon ha ancora capito perché mi
dilungo sul particolare del quadro. Esso ci dice che è un uomo molto ricco.Come lo è diventato? È scapolo: suo fratello
minore è capostazione nell'Ovest dell'Inghilterra. La sua cattedra gli rendesettecento sterline l'annoe tuttavia possiede
un Greuze.
- Ebbene?
- Mi sembra che se ne possa trarre solo un'unica conclusione logica!
- Lei pensa che abbia grossi introiti e che li raccolga con mezzi illegali?
- Precisamente. Naturalmente ho anche altri motivi per aver questa idea...almeno una dozzina di tenui fili che mi
conducono vagamente verso il centro della ragnatela in cui si annida questavelenosa immobile creatura. Mi sono
limitato a citare il Greuzesemplicemente perché la cosa rientra nel campodelle sue osservazioni personali.
- Benesignor Holmesriconosco che quanto lei mi ha detto è interessante;anzipiú che interessanteè
addirittura fantastico. Ma vorrei che lei si esprimesse un po' piúchiaramentese possibile. Di che cosa si tratta
precisamente: di contraffazionidi furti con scassoo di fabbricazione dimonete false? Da dove gli viene quel denaro?
- Ha mai inteso parlare di Jonathan Wild?
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- Eccoper la verità questo nome non mi è nuovodeve essere ilpersonaggio di un romanzo! A me i racconti
polizieschi non interessano molto... ci sono sempre dei tizi che operanosenza mai lasciarti capire come agiscono. Ma
questa è fantasianon realtà.
- Jonathan Wild non era un poliziottoe non è un personaggio da romanzo.Era un criminale consumatoe visse
nel secolo scorsointorno al 1750 o giú di lí.
- Allora a me non serve. Io sono un uomo pratico.
- Caro Macla cosa piú pratica che lei potrebbe fare in vita sua sarebbe dirinchiudersi in casa sua per tre mesi e
di leggere per dodici ore al giorno gli annali del delitto. Tutto ritorna aciclipersino il professor Moriarty. Jonathan
Wild era la forza nascosta dei criminali londinesiai quali vendeva ilproprio cervello e la propria organizzazione dietro
compenso del quindici per cento. L'antica ruota gira e il medesimo raggioricompare a turno. È sempre successo cosí e
sempre succederà. Le racconterò un paio di cose intorno a Moriarty cheforse potrebbero interessarla.
- Lei m'interessa giàe come!
- Mi è stata data la combinazione di sapere chi è il primo anello della suacatenauna catena che ha da un capo
questo Napoleone fallito e un centinaio di disperati pronti a tuttodall'altro: borsaioliricattatoribarie ogni altra specie
di malviventi. Il suo capo di stato maggiore è il colonnello Moranunindividuo circospettosolitario e ai limiti della
legge non meno di lui. Quanto crede che il professore lo paghi?
- Non saprei.
- Seimila sterline l'anno. Questo si chiama pagare il cervellomi capisce?È il principio americano degli affari. Io
ho appreso questo particolare per puro caso. É molto piú di quanto guadagnail Primo Ministro. Questo le dà un'idea dei
profitti di Moriarty e della scala su cui egli opera. Ancora un altro punto.Mi son preso la brigarecentementedi
controllare qualche assegno di Moriartyohsolo piccoli assegni innocenticon cui egli paga i suoi conti di casa. Erano
stati emessi su sei banche diverse. Questo non le dice nulla?
- Certoè strano: ma lei che cosa ne deduce?
- Che non vuole si chiacchieri intorno alla sua ricchezza. Nessuno devesapere quanto possiede. Sono sicuro che
ha almeno venti conti bancari... e il grosso della sua sostanza all'esterooalla Deutsche Bank o al Crédit Lyonnais. Un
giornoquando avrà tempole raccomando in modo particolare lo studio delprofessor Moriarty.
A mano a mano che la conversazione procedeval'interesse dell'ispettoreMacDonald era andato sempre
crescendo. Si era letteralmente perso nel suo interessamentoma ecco che lasua pratica intelligenza scozzese lo riportò
velocemente alla questione del momento.
- Per ora però può aspettare - disse. - Leisignor Holmescon i suoianeddoti interessantici ha portato fuori
strada. La sola cosa che conta realmente è la sua osservazione che possaesserci un legame tra il professore e il delitto di
Birlstone. Questolei lo deduce dall'avvertimento inviatole dal cosiddettoPorlock. Ci è possibile per i nostri fini pratici
attuali utilizzare questo presunto legame?
- Possiamo formarci un certo concetto circa il movente del delitto. Se ho bencompreso da quanto lei mi ha detto
si tratta di un delitto inspiegabileo per lo meno oscuro. Orapresumendoche all'origine del delitto ci sia chi
sospettiamopotrebbero darsi due diversi moventi. Prima di tutto possoassicurarle che Moriarty guida la sua gente con
mano di ferro. La sua disciplina è inesorabile: il suo codice ammetteun'unica punizionela morte. Supponiamo ora che
quest'uomo assassinatoquesto Douglasil cui destino imminente era noto auno dei subalterni dell'ultra-criminale
avesse tradito il boss in un modo o nell'altro. Ne è seguito il castigo chedoveva essere a conoscenza di tuttise non altro
per spargere agli altri il terrore della morte.
- Behquesta potrebbe essere un'ipotesi plausibilesignor Holmes.
- Oppure Moriarty ha premeditato il delitto a scopo di lucrocome tantialtri che rientrano nella sua ordinaria
amministrazione. C'è stato furto?
- Non mi pare.
- Se ciò fosseil fatto andrebbe naturalmente contro la prima ipotesi e afavore della seconda. Moriarty potrebbe
essere stato stipendiato per montare il colpo con la promessa di una partedel bottinooppure potrebbero averlo pagato
una certa cifra per architettare tutto quanto. Sia l'una che l'altra ipotesisono possibili. Ma comunque siano andate le
coseo se vi è magari una terza ipotesiè a Birlstone che noi dobbiamocercare la soluzione del problema. Conosco
troppo bene il nostro uomo per pensare che egli possa aver lasciato quiqualche indizio che ci permetta di rintracciarlo.
- E allora andiamo a Birlstone! - esclamò MacDonald balzando in piedi dallasedia. - Parola d'onore! É piú tardi
di quel che credessi. Cari signoriposso concedere solo cinque minuti aivostri preparativi.
- Per noi sono piú che sufficienti - disse Holmes alzandosi di scatto eaffrettandosi a sfilare la veste da camera e a
mettersi la giacca. - Strada facendoMacla pregherò di avere la cortesiadi spiegarmi tutti i particolari del caso.
"Tutti i particolari del caso" si dimostrarono purtroppo assaiscarsie tuttavia ce n'era abbastanza per farci
comprendere che il problema che ci veniva proposto poteva benissimo esseredegno di tutta l'attenzione di Holmes.
Mentre ascoltava questi scarnima interessanti particolarividi il miosocio illuminarsi in volto e fregarsi l'una contro
l'altra le mani sottili. Ci eravamo lasciati alle spalle una lunga serie disettimane fiaccheed ecco che si presentava
finalmente uno scopo degno delle sue facoltà non comunichecome tutti idoni insoliti della naturadiventano
Sir Arthur ConanDoyle La valle della paura11
fastidiose per chi le possiede quando non riesce ad usarle. Quel rasoioaffilatissimo che era il suo cervellosi smussava
e arrugginiva nella quiete eccessiva.
Gli occhi di Sherlock Holmes ora scintillavanole sue guance pallide eranoscurite da un'ombra arrossitae tutto
il suo viso intento risplendeva di una luce interiorecome sempre quando sisentiva chiamato all’azione. Sporto innanzi
nella vetturaascoltava avidamente il breve riassunto del casola cuisoluzione ci attendeva nel Sussex e che
MacDonald spiegava via via. L'ispettore stesso era stato informatocome cispiegòda una breve nota scarabocchiata in
fretta e che gli era stata consegnata nelle prime ore del mattino col trenodel latte. White Masonil funzionario del
luogoera un suo amico personalee questo era il motivo per il qualeMacDonald era stato avvertito molto piú in fretta
di quanto accadesse di solito a quelli di Scotland Yard quando gli agenti diprovincia hanno bisogno dell'assistenza della
polizia centrale. E il vento che l'esperto cittadino è chiamato a affrontareè sempre gelido.
La lettera che egli ci lesse diceva:
Caro ispettore MacDonald la richiesta ufficiale delle sue competenze si trovain
busta separata. Questa nota è privataper lei. Mi telegrafi con quale trenodel mattino può
arrivare a Birlstonee io verrò a incontrarlaoppure la manderò aprendere se sarò troppo
occupato. Questo caso è un grosso guaio. Non perda un momento e vengasubito. Se può
portare con sé il signor Holmesnon esiti a farlopoiché egli troveràcertamente qui
qualcosa di interessante. Si potrebbe pensare che tutta la faccenda sia statamontata per
ottenere un effetto teatralese non ci fosse un morto di mezzo. Parolad'onorele assicuro
che è proprio un bel guaio.
- I1 suo amico non mi sembra un imbecille - osservò Holmes. - Tutt'altro;White Mason è un uomo molto in
gambase io sono buon giudice.
- Benec'è dell'altro?
- No: spero ch'egli potrà fornirci maggiori particolari non appena gliparleremo.
- Come ha fatto allora a sapere che si tratta di questo Douglas e che èstato assassinato in modo orribile?
- Perché l'ho letto nell’allegato ufficiale. Ma non si parlava di"grosso guaio". Questo non è un termine ufficiale
ammesso. Il rapporto dava semplicemente il nome di John Douglase siaccennava al fatto che era stato colpito al capo
da una scarica di fucile. Era anche fatta menzione dell'ora del delittochedovette essere perpetrato intorno alla
mezzanotte di ieri. Il rapporto aggiungeva che doveva trattarsi indubbiamentedi delittoma che non era stato effettuato
alcun arrestoe che il caso era tale da presentare alcuni aspettisconcertanti e inconsueti. Questo è tutto quello che
sappiamo per il momentosignor Holmes.
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura12
- Allora se non le dispiace non ne discuteremo oltre. La tentazione diformulare teorie premature su dati
insufficienti è la maledizione del nostro mestiere. Per ora io non riesco avedere che due cose certe: e cioè un grande
cervello a Londra e un uomo morto nel Sussex. Ciò che noi dovremo ritrovareè il legame tra questi due punti
Sir Arthur Conan DoyleLa valle della paura13
La tragedia di Birlstone
Ed ora chiederò per un momento licenza di mandare in secondo piano la miainsignificante. persona e di narrare
gli avvenimenti occorsi prima che noi arrivassimo sulla scena del delittoalla luce delle notizie che ci pervennero in
seguito. Solo cosí potrò far conoscere al lettore le persone interessatenella vicenda e la strana cornice in cui si svolse il
loro destino.
Il villaggio di Birlstone è un piccolo e vecchissimo agglomerato di casetteper metà in legnoche sorge al
confine settentrionale della contea del Sussex. Per secoli è rimastoidenticoma in questi ultimi anni il suo aspetto
pittoresco e la sua posizione hanno attratto parecchie persone agiatele cuiville spuntano da boschi circostanti. Si
ritiene localmente che questi boschi rappresentino il limite estremo dellagrande foresta del Wealdche va gradatamente
assottigliandosi sino a raggiungere i bassopiani di gesso del Nord. Persopperire ai bisogni dell'accresciuta popolazione
sono spuntati parecchi negozietticosicché si prevede che Birlstone finiràben presto col trasformarsi da antico villaggio
in moderna cittadina. É al centro di un vasto tratto di territoriopoichéTunbridge Wellsil capoluogo piú importante e
piú vicinosi trova a dieci o dodici miglia in direzione estoltre iconfini del Kent.
A circa mezzo miglio dall'abitatoin un vetusto parco famoso per i suoifaggi enormisorge l'antico castello di
Birlstone. Una parte di questo austero edificio risale all'epoca della primacrociata allorché Hugo de Capus costruí un
fortilizio nel centro della tenuta che gli era stata donata dal Re Rosso.Quest'ala venne distrutta da un incendio nel 1543
e parecchie delle sue pietre angolariannerite dal fumovennero usatequando ai tempi di Giacomo I sorsesulle rovine
del castello feudaleuna casa di campagna in mattoni. I1 castellocon isuoi molti frontoni triangolari e le sue minuscole
finestre romboidaliera rimasto pressoché uguale a come lo aveva lasciatoil suo costruttore nei primi anni del secolo
XVII. Dei due fossati che avevano protetto il suo piú bellicosopredecessorequello esterno era stato lasciato
prosciugareed era adibito alla funzione di umile orto. Quello internoesisteva ancora e si stendeva per una larghezza di
dodici metribenché ormai con pochissimi piedi di profonditàlungo tuttala casa. Lo alimentava un minuscolo torrente
che proseguiva oltredi modo che la distesa d'acquaper quanto torbidanonera mai melmosa o stagnante. Le finestre
del pianterreno sovrastavano soltanto di un piede il pelo dell'acqua. Siaccedeva alla costruzione solo tramite un ponte
levatoiole cui catene e il cui verricello da molto tempo si erano rotti earrugginiti. Gli ultimi occupantilo avevano
tuttavia rimesso in efficienzae attualmente non solo il ponte levatoiopoteva venire alzatoma veniva effettivamente
alzato la sera e abbassato la mattina. Con questo ritorno alle usanze degliantichi tempi feudaliil castello veniva
tramutato in un'isola alla notteparticolare che aveva un rapporto assaidiretto col mistero che ben presto avrebbe
richiamato l'attenzione di tutta l'Inghilterra.
La casa era rimasta sfitta per innumerevoli annie minacciava ormai disbriciolarsi in una pittoresca rovinafino
a che i Douglas erano venuti a occuparla. Questa famiglia era formata da duesole personecioè John Douglas e sua
moglie. Douglas era stato un uomo notevole sia di fisico che di carattere;doveva avere cinquant'annila faccia cotta dal
solela mascella fortei baffi brizzolatiocchi grigi particolarmentesagacie una figura secca e vigorosa che non aveva
perso niente del vigore e dell'elasticità della gioventú. Si era sempremostrato cordiale e allegro con tuttima forse
anche un po' troppo alla manocreando intorno a sé la sensazione di esserevissuto in ambienti sociali alquanto inferiori
a quelli che formavano la società provinciale del Sussex. Nondimenobenchéfosse stato considerato con una certa
curiosità e riserbo dai suoi vicini piú altolocatiaveva ben prestoacquistato grande popolarità tra la gente del paese
sottoscrivendo generosamente a tutte le collette localie presenziando atutti i concerti in cui era permesso fumare e ad
altri intrattenimenti durante i qualiavendo avuto una eccellente vocetenorileera sempre stato pronto a compiacere con
qualche aria le richieste degli intervenuti. Aveva dato l'impressione diessere ricchissimoe si diceva avesse fatto
fortuna nei campi auriferi della California: d'altrondeappariva chiaro daisuoi discorsi e da quelli di sua moglie che egli
aveva trascorso in America buona parte della sua esistenza. L'impressionefavorevole prodotta dalla sua generosità e dai
suoi modi democratici era ben presto aumentata grazie alla sua reputazione diassoluta indifferenza al pericolo. Per
quanto pessimo cavaliereera sempre stato presente a tutti i raduni ippicie aveva sopportato le piú incredibili cadute
nella sua ostinazione nel voler tener testa ai migliori cavalieri. Quando lacanonica prese fuocoegli si distinse pure per
il coraggio con cui entrò nell'edificio per mettere in salvo gli oggettipiú preziosidopo che i pompieri del luogo
avevano rinunciato all'impresa come impossibile. Cosí era accaduto che JohnDouglas si era conquistato in meno di
cinque anni a Birlstone un’ottima reputazione.
Sua moglie si era fatta poi voler bene da quelli che l'avevano conosciutasebbenecol tradizionalismo abituale
degli inglesinon erano stati molti coloro che fossero andati a visitarladato che in fondo si trattava di una straniera
stabilitasi nella contea senza presentazioni. Ciò però le importava pocopoiché era una donna di abitudini molto ritirate
e completamente deditacosí almeno sembravaal proprio marito e allefaccende domestiche. Si sapeva che era una
signora inglese che aveva incontrato Douglas a Londraquando a quel tempoera vedovo. Era una donna bellissima
altabrunasnellapiú giovane del marito di circa vent'annibenchéquesta disuguaglianza d'età non sembrasse affatto
turbare il buon andamento della loro vita familiare. Era però stato notatoa volteda coloro che li conoscevano meglio
che l'intimità tra i due non appariva completapoiché la moglie era omolto taciturna circa il passato del maritooppure
come sembrava piú probabilene era a conoscenza in modo solo superficiale.Era stato anche rilevato e commentato da.
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura14
pochi altripiú attenti osservatoriche a volte la signora Douglas davasegni di una certa tensione nervosae che soleva
mostrare una vivissima inquietudine se il marito tardava a rincasare piùtardi del solito. In un tranquillo paesino di
campagnadove anche il piú piccolo pettegolezzo è accolto come unapiacevole distrazionequesta debolezza della
signora del castello non era passata inosservatae si affacciò conparticolare insistenza alla memoria della gente quando
accaddero gli avvenimenti che diedero a quel particolare un significatopeculiare .
Vi era poi un altro individuo la cui dimora sotto quel tetto era a dire ilvero soltanto sporadicama la cui presenza
al momento degli strani avvenimenti che ora narrerò ne portò il nome sullelabbra di tutti. Costui era Cecil James
Barkerdi Hales LodgeHampstead. La figura alta e dinoccolata di CecilBarker era familiare sulla strada principale del
villaggio di Birlstonepoiché egli era ospite assiduo e bene accolto alcastello. Era tanto piú notato in quanto era il solo
amico della vita passata e ignota di Douglas che si facesse mai vedere nellasua nuova residenza inglese. Barker era
inglesema dai suoi discorsi appariva chiaro che aveva conosciuto Douglas inAmericae che laggiú aveva vissuto con
lui in termini di amicizia. Sembrava un uomo considerevolmente riccoe tuttilo ritenevano scapolo. Appariva piú
giovane di Douglas: non doveva avere piú di quarantacinque anni; era unindividuo altodirittodal torace massiccio
con una faccia da lottatore accuratamente sbarbatadue folte e neresopraccigliae un paio di scuri occhi autoritari che
anche senza l'aiuto delle manid'altronde massiccegli sarebbero stati piúche sufficienti per farsi strada in mezzo a una
folla ostile. Non era né cavallerizzo né cacciatorema passava le suegiornate a vagabondare per il villaggio con la pipa
in boccaoppure a scarrozzare in compagnia del suo anfitrioneo in assenzadi questi con la signora Douglasattraverso
la bellissima campagna. "Un signore cordialealla mano" avevadetto Ames il maggiordomo; "main fede mianon
vorrei essere io l'uomo che lo fa andare in collera." Con Douglas eraaffettuoso e intimoe anche con sua moglie i
rapporti sembravano non meno amichevoli: anzi questa amicizia era sembratapiú di una volta provocare nel marito una
certa irritazionetanto che persino i domestici si erano accorti di questomalumore occasionale del loro padrone.
Dunque questa era la terza persona che faceva parte della famiglia allorchéavvenne la disgrazia. In quanto agli
abitanti del vecchio edificiobasterà citaredi una lunga fila didomesticiil compuntorispettabileefficiente Ames e la
signora Allenuna donna allegra e spumeggiante che aiutava la padrona inmolte cure domestiche. Gli altri sei
domestici della casa non hanno alcun rapporto con gli avvenimenti occorsi lanotte del 6 gennaio. Perciò non li
nomineremo neppure.
Le prime notizie allarmanti raggiunsero la piccola stazione di polizia delluogodiretta dal sergente Wilsonalle
undici e quarantacinque. Il signor Cecil Barkeragitatissimosi eraprecipitato all'uscio e aveva scosso furiosamente il
cordone del campanello. Una terribile tragedia era accaduta al castelloilsignor John Douglas era stato assassinato.
Questein brevi e sconnesse parolele prime notizie sommarie. Barker erapoi ritornato in tutta fretta alla casaseguito
di lí a poo dal sergente di poliziache era giunto sulla scena del delittopoco dopo la mezzanottedopo avere avvertito
prontamente le autorità della contea che un fatto grave era avvenuto.
Giunto al castelloil sergente aveva trovato abbassato il ponte levatoiolefinestre illuminatee tutte le persone
della casa in uno stato di confusione e di allarme indescrivibili. Idomesticisbiancati in voltoerano ammassati nel
vestibolomentre il maggiordomosgomentosi torceva le mani nell'androne.Soltanto Cecil Barker sembrava
padroneggiare la propria emozione. Aveva aperto l'uscio che si trovava piúvicino all'ingressoe fatto cenno al sergente
di seguirlo. In quel momento era sopraggiunto il dottor Woodun energico eabile medico generico del villaggio. I tre
uomini erano entrati insieme nella stanza del delittoseguiti dappresso dalmaggiordomo terrorizzatoche tuttavia aveva
avuto cura di chiudersi l'uscio alle spalle per risparmiare alle cameriere lavista dello spaventoso s pettacolo.
Sir Arthur ConanDoyle La valle della paura15
I1 morto era steso sul dorsoa braccia spante e gambe larghenel centrodella stanza. Era avvolto in una veste da
camera rosa che copriva gli indomenti notturni. I piedi nudi indossavanosemplici babbucce. I1 dottore si inginocchiò al
suo fiancoe accostò la lampadina portatile posata sul tavolo. Gli bastòun'occhiata per comprendere che la vittima non
aveva piú bisogno delle sue cure. L'uomo era stato orribilmente sfigurato.Posata di traverso sul petto aveva un'arma
curiosaun fucile da caccia con la canna segata di circa trenta centimetriappena dopo i grilletti. Era evidente che gli era
stato sparato da distanza ravvicinatae che l'uomo aveva ricevuto la scaricain pieno visopoiché aveva il capo
pressoché spappolato. I grilletti erano stati legati insieme con un filo diferroper rendere piú distruttiva la duplice
scarica.
I1 poliziotto di campagnadi fronte alla tremenda responsabilità che improvvisamente gli era caduta addossosi
mostrò sconcertato e spaventato.
- Non toccheremo nulla sino all'arrivo dei miei superiori -mormorò con vocesoffocatafissando inorridito quella
testa orribilmente sfracellata.
- Sino a questo momento non è stato toccato nulla - disse a sua volta CecilBarker. - Di questo rispondo io. Ho
lasciato tutto esattamente com’era.
- Quando è successo? - domandò il sergenteche intanto aveva estratto untaccuino dalle tasche.
- Erano esattamente le undici e mezzo. Io non avevo ancora incominciato aspogliarmi e me ne stavo seduto
accanto al fuocoin camera miaquando ho sentito lo sparo. Non era peròmolto fortesembrava attutito. Mi sono
precipitato giú. Non credo fossero passati trenta secondiquando sonoentrato nella stanza.
- La porta era aperta?
- Síera aperta. Il povero Douglas era disteso cosí come lo vede. Sultavolo ardeva una candela. Sono stato io ad
accendere la lampadapochi minuti dopo.
- Non ha visto nessuno?
- No. Ho sentito la signora Douglas scendere dalle scale dietro di mee misono precipitato fuori per impedirle di
vedere questo spettacolo orribile . La signora Allenla governante di casaè venuta e l'ha trascinata via. Intanto era
sopraggiunto Amese insieme siamo rientrati di nuovo nella stanza.
- Ma io ho sentito dire che il ponte levatoio rimane alzato tutta notte.
- Infatti: sono stato io ad abbassarlo.
- Alloracom'è possibile che l'assassino si sia allontanato? É assurdosoltanto pensarlo. I1 signor Douglas deve
essersi certamente suicidato.
- Cosí abbiamo pensato anche noia tutta prima. Ma guardate. - Barkerscostò la tendina e mostrò come la lunga
finestra a invetriate romboidali fosse aperta in tutta la sua larghezza. -Eguardi questo! - Abbassò la lampada e illuminò
una chiazza di sanguesimile all'impronta di una suola di scarpanitidamente rilevata sul davanzale di legno. -
Qualcuno ha sostato quiprima di uscire.
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura16
- E lei crede che questo qualcuno abbia guadato il fosso?
- Precisamente.
- Perciòse lei è entrato nella stanza me zzo minuto dopo il delittol'assassino in quel preciso istante doveva
trovarsi nell'acqua!
- A questo proposito non ho il minimo dubbio. Mi mordo le mani al pensiero dinon essere corso subito alla
finestra. Macome lei vedela tendina la nascondevae cosí non mi vennein mente di guardare. Poi intesi il passo della
signora Douglase non era possibile che la lasciassi entrare. Sarebbe statoun colpo troppo forte per lei.
- Forte davvero! - disse il dottore fissando la testa irriconoscibile e isegni orrendi di cui era costellata. - Non ho
piú veduto ferite simili dallo scontro ferroviario di Birlstone.
- Madico - insistette il sergente di poliziail cui tardo buonsensoagreste ancora ronzava intorno alla finestra
aperta. - Sarà bene come lei dice che l'uomo è fuggito guadando il fossatoma quello che io le domando è: come ha
fatto a entrare in casa se il ponte era alzato?
- Ahquesto è il problema! - rispose Barker.
- A che ora è stato alzato?
- Alle sei circa - interloquí Amesil maggiordomo.
- Ho sentito dire - insistette il sergente - che di solito veniva alzato altramonto: questodata la stagionesarebbe
piú verso le quattro e mezzo che verso le sei.
- La signora Douglas aveva avuto visite per il tè - spiegò Ames. - Nonpotevo alzarlo finché non se n'erano
andate. Poi l'ho tirato su io stesso.
- Allora le cose sono andate cosí - disse il sergente: - se qualcuno èvenuto dal di fuoriammesso che sia venuto
dal di fuorideve avere attraversato il ponte prima delle sei e deve essersinascosto sino al momento in cui il signor
Douglas è entrato nella sua stanzadopo le undici.
- Deve essere cosí. Il signor Douglas faceva ogni sera il giro della casaprima di ritirarsiper accertarsi che tutte
le luci fossero spente. Poi è entrato qui dentro. L'uomo lo aspettava e loha colpito. Quindi è fuggito attraverso la
finestra dimenticando l'arma. Cosí almeno io interpreto la situazionepoiché non saprei come spiegarla altrimenti.
Il sergente raccolse un cartoncino che giaceva sul pavimento accanto al morto. Sopra vi erano scarabocchiate
sommariamente a inchiostro le iniziali V.V.esottoil numero 341.
- Che cosa significa questo? - domandò tendendo il cartoncino.
Barker lo guardò con curiosità.
- Non lo avevo notato - rispose. - Deve averlo dimenticato l'assassino.
- V.V. 341. Non ne capisco nulla.
Il sergente seguitò a rigirare tra le sue grosse dita il pezzetto di carta.
- Che cos'è questo V.V.? Saranno le iniziali di qualcunoimmagino. Checos'è quella faccendadottor Wood? -
Accennava a un martello di dimensioni notevoli che era rimasto abbandonatosul tappeto di fronte al caminettoun
grosso martello edile . Cecil Barker indicò una scatola di chiodi dallacapocchia di ottone che stava sulla mensola del
camino.
- Il signor Donglas ieri si era occupato di cambiare la disposizione deiquadri - spiegò. - L'ho vis to io stesso in
piedi su quella sediamentre appendeva quel grande paesaggio. Ciò spiega lapresenza del martello.
- Sarà meglio che lo rimettiamo sul tappeto dove lo abbiamo trovato -concluse il sergente grattandosi la fronte
con aria perplessa. - Ci vorranno i migliori cervelli del corpo di poliziaper arrivare in fondo a questa faccenda. È un
caso che se lo sbroglieranno quelli di Londra. - Sollevò la lampadaportatile e fece lentamente il giro della stanza. -
Perbacco! - esclamò a un trattoeccitatotirando da una parte i tendaggidella finestra. - A che ora sono stati chiusi
questi tendaggi?
- Appena accese le lampade - rispose il maggiordomo. - Credo poco dopo lequattro.
- Qui dietro si è nascosto sicuramente qualcuno.
Abbassò la lucee in un angolo apparvero ben visibili delle impronte distivali imbrattati di fango. - Credo che
questo confermi la sua ipotesisignor Barker. A quanto pare l'uomo èentrato in casa dopo le quattroquando i tendaggi
sono stati chiusie prima delle sei quando il ponte è stato alzato. Si èinfilato in questa stanza perché deve essere stata la
prima che ha trovato. Non essendovi altro luogo in cui potesse nascondersisi è infilato qua dietro. Finora tutto sembra
abbastanza chiaro. É probabile che il suo primo fine fosse semplicementequello di derubare la casama quando gli è
parso di venire scoperto dal signor Douglasprima lo ha uccisopoi èfuggito.
- Anche a me pare che le cose debbano essere andate cosí – disse Barker. -Madiconon stiamo perdendo tempo
prezioso? Non sarebbe meglio che uscissimo a battere la campagna prima chequesto delinquente tagli irrimediabilmnte
la corda?
I1 sergente rifletté per un momento.
- Non ci sono treni sino a domattina alle seiperciò non può scappare intreno. Se si mette sulla strada tutto
gocciolante sarebbe davvero impossibile passare inosservato. Comunqueio nonposso andarmene finché non vengono
a darmi il cambio; ma non credo che neppure voi possiate allontanarvi fino ache le cose non saranno chiarite bene.
Sir Arthur ConanDoyle La valle della paura17
I1 dottore aveva ripreso in mano la lampada esaminare attentamente ilcadavere.
- Che cos'è questo segno? - chiese. - Potrebbe avere qualche nesso coldelitto?
Il braccio del morto sporgeva dalla veste da camera ed appariva nudo sino algomito. Circa a metà
dell'avambraccio vi era un curioso disegno marroneun triangolo dentro uncerchioche risaltava vividamente sulla
pelle chiara.
- Non è un tatuaggio - decise il dottore aguzzando gli occhi dietro lelenti. - Non ho mai visto niente di simile.
Quest'uomo deve essere stato un tempo marchiato a fuocoproprio come ilbestiame. Cosa significa questo?
- Non lo so - rispose Cecil Barker. - Ma posso assicurare di aver visto quelsegno su Douglas non so quante volte
in questi ultimi dieci anni.
- L'ho veduto pure io - confermò il maggiordomo; - ogni volta che il miopadrone si rimboccava le maniche ho
notato quel segnoe spesso mi sono chiesto cosa potesse essere.
- In questo caso non ha niente a che fare con il delitto - sentenziò ilsergente. - Però è una faccenda strana. Tutto
in questo caso è strano. Behche c'è adesso?
I1 maggiordomo aveva lanciato un'esclamazione di stuporee col dito indicavala mano allargata del morto.
- Gli hanno tolto l'anello nuziale! - balbettò.
- Cosa?
- Proprio cosí! Il padrone portava sempre la sua fede d'oro al mignolo dellamano sinistra. Quell'anello con sopra
la pepita grezza stava soprae l'anello ritorto a serpente sul medio. C'èl'anello con la pepita e c'è quello a serpentema
la fede è scomparsa.
- Ha ragione - confermò Barker.
- Lei mi dice - domandò il sergente - che l'anello nuziale era sottol'altro?
- Certo!
- Dunque l'assassinoo chi si siaprima ha levato questo anello che leichiama l'anello della pepitapoi l'anello
nuzialee ha quindi rimesso a posto l'anello con la pepita.
- Non può essere stato che cosí.
I1 degno poliziotto di campagna scosse la testa.
- Ho l'impressione che quanto prima arriveranno i rinforzi da Londra tantomeglio sarà - concluse. - White Mason
è un uomo in gamba. É uno che non ha paura di nientee tra poco sarà quiad aiutarci: ma io credo che bisognerà che
vengano proprio quelli di Londra se vorremo risolvere questo guaio. In quantoa menon mi vergogno di dire che è una
faccenda un po' troppo comp licata.
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Tenebre
Alle tre del mattinoil capo della polizia del Sussexdando seguito almessaggio urgente del sergente Wilson di
Birlstonegiunse dalla Centralein un baroccino trainato da un trottatoreche arrivò stremato dal gran correre. Col treno
delle cinque e quaranta del mattinoaveva inviato a Scotland Yard il suorapportoe a mezzogiorno si trovava alla
stazione di Birlstone ad aspettarci. White Mason era un uomo dall'aspettotranquillo e riposante; vestiva un abito
sportivo tagliato alla buonaaveva la faccia rubiconda e accuratamentesbarbatail corpo massiccioe due possenti
gambe arcuate ornate da ghette che lo facevano assomigliare a un piccoloagricoltorea un guardacaccia a riposoa tutto
insomma fuorché a un campione particolarmente dotato dell'ufficio diinvestigazione criminale della provincia.
- Una bella storiasignor MacDonald – andava ripetendo. - Non appena losapranno i giornalistivoleranno qui
come mosche. Spero che riusciremo a fare il nostro lavoro prima che vengano aficcare il naso nelle nostre faccende e a
impasticciare tutte le eventuali tracce. Che io ricordi non è mai avvenutoun fatto simile. Ci sono degli elementi che
sembrano fatti su misura per leisignor Holmesse non sbaglio. E anche perleidottor Watsonperché prima che tutto
sia finito anche i medici avranno da dire la loro. Vi ho fissato una stanzaal Westville Arms. Non c'è altro albergoma
mi dicono che sia pulito e ben tenuto. Quest'uomo vi porterà le valigie. Daquesta partesignoriprego.
Era una persona molto servizievole e cordialequesto poliziotto del Sussex.In dieci minuti eravamo tutti
sistemati. In capo ad altri dieci stavamo seduti nel salottino dell'albergodove ci veniva tracciato un rapido quadro degli
avvenimenti di cui ho già dato notizia nel capitolo precedente. MacDonaldprendeva ogni tanto un appuntomentre
Holmes appariva assorto e aveva nel viso l'espressione di stupore reverente esorpreso con cui il botanico osserva un
fiore raro e prezioso.
- Fantastico! - esclamò quando il racconto ebbe termine. -Veramentestraordinario! Credo mi sia difficile
rammentare un altro caso che presenti caratteristiche tanto peculiari.
- Ero sicuro che l’avrebbe pensata in questo modosignor Holmes - esclamòWhite Mason visibilmente
soddisfatto. - Qui nel Sussex andiamo al passo coi tempi! Adesso vi ho dettocome stavano le cose sino al momento in
cui sono andato a rilevare il sergente Wilson fra le tre e le quattro distamane. Parola d'onorel'ho fatta marciarela mia
vecchia cavalla! Ma dopotutto non c'era bisogno che mi affrettassi cosìtantovisto che non sono venuto a capo di nulla.
Il sergente Wilson aveva già raccolto tutti i dati: io li ho controllati eli ho studiati apportando miei perfezionamenti.
- E quali sarebbero? - domandò Holmes con interesse.
- Ecco: prima di tutto ho fatto esaminare il martello. C'era anche il dottorWood ad aiutarmima non vi abbiamo
trovato nessuna traccia di violenza. Io speravo chese Douglas si era difesocol martelloavesse lasciato la sua impronta
sull'assassinoprima di lasciar ricadere il martello sulla stuoiama essonon presentava la minima macchia.
- Questo naturalmente non prova nulla - osservò l'ispettore MacDonald. -Quanti delitti sono stati compiuti con
un martello senza che questousato come armapresentasse alcuna traccia!
- È vero: infatti non dimostra che non sia stato usatoma potevano essercidelle macchiee questo particolare ci
avrebbe aiutati. Ma nel nostro caso non ne abbiamo trovata nessuna. Poi ho ispezionato il fucile. Erano cartucce a
pallettonie come mi ha fatto notare il sergente Wils on i grilletti eranolegati insieme con un filo di ferroin modo che
premendo su quello posteriore le due canne potevano essere scaricate insieme.Chiunque sia stato a predisporre questo
truccoera ben deciso di non correre il rischio di lasciare scampo allavittima. L'arma segata non aveva piú di sessanta
centimetri di lunghezza; era facile trasportarla nascondendola sotto lagiacca. Il nome del fabbricante non era completo
ma queste lettere stampate "PEN' si trovavano sulla scanalatura tra lecannementre il resto del nome era stato tagliato
via con la sega.
- Una grossa P con uno svolazzo sopra... poi una E e una N piú piccole? -domandò Holmes.
- Precisamente.
- Pennsylvania Small Arm Company... Una famosa fabbrica d'armi americana -spiegò Holmes.
White Mason lo fissò come un modesto medico di campagna guarderebbe lospecialista di Harley Street il quale
con una parolariuscisse a risolvere le difficoltà che lo turbano.
- Questa è una informazione preziosissimasignor Holmes. Non c'è dubbio:ha ragione. Fantastico... fantastico!
Ma lei tiene a memoria i nomi di tutti gli armaioli di questo mondo?
Holmes tagliò corto con un lieve cenno della mano.
- Comunque è certo che si tratta di un fucile americano - proseguí WhiteMason. - Mi pare di aver letto che il
fucile a canne mozze è un'arma molto in uso in alcune regioni d'America.Lasciando da parte il particolare del nome
sulla cannaera venuto questo dubbio anche a me. Ciò tenderebbe dunque adimostrare che chi è entrato nella casa e ne
ha ammazzato il proprietario sia amencano.
MacDonald scosse il capo. - Mio carolei va un po' troppo in fretta -obiettò. – Per quanto ne sonon esistono
prove che in quella casa sia mai entrato un estraneo.
- La finestra apertail sangue sul davanzalequello strano biglietto davisitale impronte degli stivali nell'angolo
il fucile...
Sir Arthur Conan Doyle La valle dellapaura19
- Tutte cose che potevano benissimo essere state artefatte. Douglas eraamericanoo per lo meno aveva vissuto a
lungo in America. Cosí pure Barker. Non occorre importare un americano dall’esteroper spiegare azioni all'americana!
- Ames il maggiordomo...
- Giusto lui! È un tipo affidabile?
- É rimasto dieci anni con Sir Charles Chandos... É solido come una roccia.Poi è sempre stato con Douglas da
quando fu acquistato il castello cinque anni fa. È sicuro di non aver maivisto in casa un'arma del genere.
- Ma era stata preparata in modo da poter essere nascosta; per questo appuntole canne sono segate: avrebbe
potuto benissimo entrare in qualsiasi scatola. Come può giurare che nonesistesse nella casa un fucile simile?
- Be'Ames comunque afferma di non averlo mai vis to.
MacDonald scosse la sua ostinata testa di scozzese. - Io non sono ancoraconvinto che non ce ne fosse uno in
casa - insisté. - La prego di riflettere - a mano a mano che la discussionesi faceva appassionanteil suo accento
diventava sempre piú aberdinese; - la prego di riflettere che cosa comportala supposizione che quest'arma sia stata
portata dentro casa e che tutte queste strane azioni siano state compiute dauna persona proveniente dal di fuori. Ma
caro mioquesto è assolutamente inconcepibile! È contro ogni buon senso!Io mi rimetto a leisignor Holmes
giudicando la situazione da quello che abbiamo udito.
- Benesentiamo la sua opinioneMac - disse Holmes col suo piú austerotono di giudice imparziale.
- Qui non si tratta di un ladroammesso che ne sia mai esistito uno. Lafaccenda dell'anello e il particolare del
biglietto indicano un delitto premeditato per motivi privati. Va bene: citroviamo così di fronte a un uomo che s'infila di
nascosto in una casa con preciso intento omicida. Saammesso che sappiaqualcosache avrà una certa difficoltà a
batterselaperché la casa è circondata dall'acqua. Quale arma sceglierà?Ovviamentela piú silenziosa del mondo.
Potrebbe cosí sperareuna volta compiuto il misfattodi svignarsela nonvisto dalla finestraguadare il fossato e
allontanarsi con calma. Questo è comprensibile. Ma è comprensibile che sidia la briga di portare con sé il fucile piú
rumoroso della terrasapendo perfettamente che richiamerà immediatamentesul posto tutta la gente della casa e che
sarà quasi impossibile che nessuno lo veda prima che egli riesca a passareil fosso? É credibile questosignor Holmes?
- Certolei spiega il caso molto sbrigativamente - replicò in tonopensieroso il mio amico. - Occorrono
naturalmente parecchie pezze d'appoggio. Posso chiederlesignor White Masonse ha esaminato subito il lato opposto
del fossatoper vedere se c’era traccia di un uomo arrampicato nell'usciredalI'acqua ?
- Non abbiamo trovato nientesignor Holmes; ma c'è l'orlo di pietraesarebbe impossibile trovarvi sopra delle
tracce.
- Nessuna traccianessuna impronta?
- Nulla .
- Ah! Le dispiacesignor Masonse andiamo subito alla casa? Potremmo forsetrovare qualche altro particolare
indicatore.
- Stavo per proporglielosignor Holmesma ho ritenuto opportuno metterviprima al corrente di tutti i fatti.
Credose qualcosa dovesse colpirla... - White Mason guardò il dilettantecon aria curiosa.
- Ho già lavorato col signor Holmes - disse l'ispettore MacDonald: - conoscele regole del gioco.
- Comunquealla mia idea personale del gioco - rettificò Holmes con unsorriso. - Io accetto di studiare un
problema per aiutare gli scopi della giustizia e l'opera della polizia. Seavoltemi sono staccato dall'autorità ufficialeè
perché essa si è allontanata per prima da me. Ma non ho nessun desiderio digareggiare con la polizia. Al tempo stesso
peròsignor White Masonrivendico il diritto di lavorare a modo mio e difornire i risultati quando lo ritengo
opportunoe completianziché per stadi successivi.
- D'accordo: noi siamo onorati della sua collaborazione e desideriamo solometterla al corrente di tutto ciò che
sappiamo – ribattè cordiale White Mason. - Andiamodottor Watsonequando sarà il momentosperiamo di trovare
tutti quanti un posticino nel suo prossimo libro.
Ci avviammo per la strada del villaggio sui cui lati si allineava una doppiafila di olmi. Poco piú in là sorgevano
due vecchi pilastri di pietramacchiati dalle intemperie e tappezzati dimuschiorecanti sulle cime qualcosa di informe
che un tempo era stato il leone rampante di Capus di Birlstone. Una brevepasseggiata lungo un viale sinuosocon zolle
erbose costellato da querce come se ne vedono solo nell'Inghilterra rurale;poi una svolta improvvisae la lunga bassa
casa dell'epoca di Giacomo Iuna costruzione di mattoni di un colorverde-giallastro scuro e fumososi erse davanti a
noicircondata su ciascun lato da un antico giardino di tassi tagliati.Nell'avvicinarci potemmo notare il ponte levatoio
di legno e il fossatolargo e belloimmobile e scintillante come ilmercurio sotto il freddo sole invernale. Tre secoli
erano trascorsi sull'antico castellosecoli di nascite e di ritornididanze campestri e di raduni di caccia alla volpe.
Com'era strano che ora nella sua vetustà le venerabili mura dovessero essereoffuscate dalla oscura ombra di questa
lugubre vicenda! E tuttavia quei curiosi tetti appuntitiquegli antiquatifrontoni triangolari si adattavano perfettamente
come cornice di un mistero cosí lugubre e spaventosa. Mentre osservavo lefinestre profondamente incassate e la lunga
curva della facciata slavatalambita dall'acquasentivo che nessunoscenario potesse adattarsi più di quello ad una tale
tragedia.
Sir Arthur Conan Doyle La valle della paura20
- Questa è la finestra - spiegò White Mason - immediatarnente a destra delponte levatoio. É aperta proprio come
venne trovata ieri sera.
- Sembra un po' troppo stretta perché ci possa passare un uomo.
- Certonon doveva essere un pancione: non abbiamo bisogno delle suededuzionisignor Holmesper capire
questo! Ma anche lei o iostringendoci un po’potremmo passarci.
Holmes andò sino all'estremità del fossato e guardò dall'altra parte.Esaminò quindi lo spalto di pietra e il bordo
di erba che si stendeva al di là di esso.
- L’ho già osservato perbene iosignor Holmes - fece White Mason. - Nonc'è assolutamente niente! Nessun
segno che ne indichi un passaggio. Ma perché poi doveva lasciare traccia?
- É esatto. Perché? L'acqua è sempre cosí torbida?
- Di solito sí: il torrente trasporta molta argilla.
- Che profondità ha?
- Circa sessanta centimetri sui due lati e novanta in mezzo.
- Dobbiamo dunque rinunciare all'ipotesi che il nostro uomo sia annegatoattraversandolo.
- Nonon vi annegherebbe neanche un bambino.
Attraversammo il ponte levatoio e fummo introdotti da un individuoall'anticanodoso e smunto: il maggiordomo
Ames. Il povero vecchio era ancora pallido e tremante per l'emozione. Wilsonun uomo altocerimoniosomalinconico
era ancora di guardia nella stanza della tragedia. Il dottore se n'eraandato.
- Nulla di nuovosergente Wilson? - domandò White Mason.
- Nosignore.
- Allora puoi andare. Hai fatto anche troppo. Ti manderemo a chiamarequandoci sarà bisogno di te. Il
maggiordomo sarà meglio che aspetti fuori. Digli di avvertire il signorBarkerla signora Douglas e la governante che
abbiamo bisogno di parlare subito con loro. E adessosignorispero che mipermetterete di dirvi le impressioni che mi
sono prefigurato alla prima impressionee in seguito voi potrete giungerealle conclusioni che riterrete piú opportune.
Mi faceva una buona impressionequello specialista di provincia. Aveva unasua maniera solida di cogliere i fatti
e un cervello chiarofreddosegaceche certamente gli avrebbe permesso difar carriera . Holmes lo ascoltava attento
senza mostrare traccia dell'impazienza che troppo spesso gli esponenti dellapolizia ufficiale suscitavano in lui.
- Ci troviamo di fronte a un suicidio o di fronte a un delitto: questa deveessere la nostra prima domandasignori
non vi pare? Se si tratta di suicidio dobbiamo dunque pensare che quest'uomoha incominciato col togliersi la fede
nuzialenascondendola; è poi sceso quinel suo spogliatoioha portato conil piede del fango nell'angolo dietro la
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura21
tendina per creare l'impressione che qualcuno vi si fosse nascosto inagguatoha aperto la finestraha messo del sangue
sul...
- Possiamo senz'altro scartare questa ipotesi - lo interruppe MacDonald.
- É quel che penso anch'io. La tesi del suicidio è fuori di discussione.Perciò è stato commesso un delitto. Quel
che dobbiamo accertare è se è stato commesso da un estraneo o da uno dicasa.
- Benesentiamo che cos'ha da dire in proposito.
- Le difficoltà sono notevoli sia in un caso che nell'altro; eppure o ilprimo o il secondo caso devono essere esatti.
Ammettiamo dunque come prima ipotesi che uno o piú individui della casaabbiano commesso il delitto. Hanno
trascinato la loro vittima qui dentro in un momento in cui la casa eraimmersa silenzioma quando nessuno dormiva.
Hanno poi compiuto il delitto con l'arma piú strana e piú rumorosa delrnondoquasi volessero far sapere a tutti quel che
era accaduto... con un'arma che non era mai stata vista in casa prima diallora. Questo non mi sembra un inizio molto
promettentenon vi pare?
- No.
- Beneprocediamo: tutti sono d'accordo che da quando fu dato l'allarmetrascorse soltanto un minuto al massimo
e già i famiglinon solo il signor Cecil Barker (per quanto egli sostengadi essere stato il primo ) ma Ames e tutti gli
altrisi trovavano sul posto. E voi volete farmi credere che in quelbrevissimo lasso di tempo il colpevole sia riuscito a
segnare quelle impronte nell'angoload aprire la finestraa imbrattare disangue il davanzalea togliere dalla mano del
morto l'anello nuziale e tutto il resto? È impossibile!
- Lei si è spiegato con molta chiarezza - dichiarò Holmes - io sono dell’ideadi condividere la sua opinione.
- Bene: ci vediamo quindi costretti a ritornare all'ipotesi che il delittosia stato compiuto da qualcuno proveniente
dall'esterno. Ci troviamo ancora di fronte a difficoltà enormiche hannocessato di essere però impossibili. L'uomo è
penetrato in casa tra le quattro e mezzo e le seivale a dire tra l'ora delcrepuscolo e il momento in cui il ponte levatoio è
stato alzato. Vi erano stati degli ospiti e la porta era apertacosa che nongli ha impedito libero accesso. Può essere un
volgare ladrooppure qualcuno che covava qualche rancore personale controDouglas. Dal momento che Douglas ha
trascorsa la maggior parte della propria esistenza in Americae dal momentoche questo fucile sembra essere un'arma di
provenienza americanasembrerebbe che la teoria di un rancore privato sia lapiú probabile. L'uomo si è infilato in
questa stanza perché era la prima di fronte alla quale si trovavae si ènascosto dietro la tendina. Là è rimasto fin dopo
le undici di sera. In quel momento Douglas è entrato nella stanza. Loscambio di battute deve essere stato brevese
scambio c’è statopoiché la signora Douglas dichiara che suo maritol'aveva lasciata da soli pochi minuti quando ha
sentito lo sparo.
- La candela ce lo dimostra - disse Holmes.
- Esattamente. La candelache era completamente nuovaè bruciata per nonpiú di mezzo pollice. Deve averla
posata sul tavolo prima di essere assalitoaltrimentinaturalmentesarebbecaduta con lui. Questo indica che non è stato
assalito nel momento stesso in cui è entrato nella stanza. Quando il signorBarker è sopraggiunto la lampada era accesa
e la candela spenta.
- Tutto ciò è abbastanza chiaro.
- E adesso possiamo ricostruire i fatti su questi dati. Douglas entra nellastanza. Spegne la candela. Un uomo
appare da dietro il tendaggio. Ha in mano il fucile. Rivendica l'anellonuziale: Dio solo sa perchéma deve essere stato
cosí. Douglas glielo consegna. Poiforse a sangue freddoforse nel corsodi una lottaDouglas deve avere afferrato il
martello che è stato ritrovato sulla stuoiae l'uomo ha colpito Douglas inquesta maniera spaventosa. Poi ha lasciato
cadere l'armae anchesembrerebbequesto strano biglietto "V. V.341"chi sa diavolo cosa vorrà direè scappato
attraverso la finestra ed ha guadato il fossato proprio nel momento in cuiCecil Barker scopriva il delitto. Che cosa ne
pensa di questa ipotesisignor Holmes?
- È molto interessantema non del tutto convincente.
- Caro miosarebbe un completo arzigogolo se non dovessimo ammettere chequalunque altra ipotesi è anche
peggio - ribattè MacDonald. - Qualcuno ha ammazzato Douglasechiunquesiapotrei chiaramente dimostrarvi che
deve aver compiuto il delitto in qualche altro modo. Che interesse aveva neltagliarsi la ritirata in questo modo? Che
intenzioni aveva nelI'usare un fucile a canna corta quando il silenzio era lasua sola possibilità di fuga? Andiamosignor
Holmestocca ora a lei darci una spiegazionedal momento che afferma che lateoria di White Mason non è
convincente.
Durante questa lunga discussione Holmes era rimasto seduto attentissimosenza perdere una sola parola di
quanto veniva dettomentre i suoi occhi penetranti dardeggiavano a dritta ea mancae l'intensità della riflessione gli
corrugava la fronte di piccole rughe.
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura22
- Vorrei ancora qualche fatto prima di azzardare un'opinioneMac - disseinginocchiandosi accanto al cadavere. -
Dio mio! Queste ferite sono veramente spaventose! Possiamo chiamare unmomento il maggiordomo?... Amesmi è
stato detto che lei ha veduto spesso questo segno assai insolitountriangolo dentro un cerchioimpresso a fuoco
sull'avambraccio del signor Douglas: è esatto?
- Sísignore.
- Non ha mai inteso parlare di che cosa poteva essere?
- Nosignore.
- Deve aver prodotto un dolore violento quando venne inflitto. Si trattaindubbiamente di una bruciatura. Osservi
oraAmescome all'angolo della mascella del signore Douglas vi sia unpezzetto di cerotto. Lo ha notato quando viveva
ancora?
- Sísignoresi è tagliato ieri mattina nel radersi la barba.
- Aveva mai osservato che si tagliasse altre volte quando si radeva la barba?
- Non gli capitava da un pezzosignore.
- Interessante! - commentò Holmes. - Può essere naturalmente una semplicecoincidenzao forse potrebbe
indicare un certo nervosismo che farebbe supporre come egli avesse motivo ditemere un pericolo. Aveva notato nulla
di speciale nel suo modo di comportarsi di ieri seraAmes?
- Avevo osservato che era un po' inquieto ed eccitatosignore.
- Ah! Forse dunque l'attacco non è giunto del tutto inatteso. A quanto parestiamo facendo qualche progresso
non vi sembra? Forse preferisce continuare lei l'interrogatorioMac?
- No signor Holmes; lei sa fare meglio di me.
- Va bene: passiamo dunque ora a questo biglietto. "V. V. 341". Èun cartoncino grezzo; ne avete in casa come
questi?
- Non credo.
Holmes si accostò alla scrivania e versò un poco d'inchiostro da ciascuncalamaio su un foglio di carta
assorbente. - Non è stato compilato in questa stanza - disse; - questo èinchiostro neromentre quello che venne usato è
rossiccio. É stato vergato con una grossa pennamentre queste sono fini.Noè stato scritto altrovesecondo me. Lei
riesce a capire qualcosa di questa scrittaAmes?
- Nosignore.
- E lei che ne pensaMac?
- A me dà l'imp ressione che si tratti di qualche società segretaforse lastessa che gli ha impresso quel segno
sull'avambraccio.
- É quel che penso anch'io - disse White Mason.
- Va benepossiamo adottarla come ipotesi di lavoroper vedere sino a qualpunto riusciamo a diradare gli
ostacoli che si frappongono alla nostra soluzione. Un agente di questasocietà X riesce a intrufolarsi nella casaspia
Douglaslo decapita o quasi con quest'armae si mette in salvo guadando ilfossato dopo aver lasciato presso il morto
un documento che possaquando sia menzionato sui giornaliavvertire glialtri affiliati che la vendetta è stata compiuta.
È un'ipotesi che può andare: ma perché proprio quest'armafra tutte?
- Appunto.
- E perché manca l'anello?
Sir Arthur Conan Doyle Lavalle della paura23
- Già.
- E perché non è ancora stato eseguito nessun fermo? Sono ormai le duepassate. Sono sicuro che dall'alba non c'è
agente nel raggio di quaranta miglia che non sia andato in cerca di unosconosciuto zuppo d'acqua.
- È proprio cosísignor Holmes.
- Dunquea meno che non abbia una tana qui vicinoo un cambio d'abitibell'e prontonon è possibile che scappi.
Eppure sino a questo momento è sfuggito. - Holmes si era avvicinato allafinestra e si era messo a esaminare con la sua
lente la macchia di sangue sul davanzale. - Si tratta evidentementedell'impronta di una scarpa. É di proporzioni
rispettabili; io direi che si tratta di un piede piattocon la piantarivolta all'esterno. É stranoperché da quel che è
possibile capire dalle impronte lasciate in quest'angolo sporco di fangosidirebbe che quelle sono impronte di un piede
meglio disegnato. Certo che sono orme molto indistinte. Che cosa c'è sottoquel tavolino?
- I manubri del signor Douglas - rispose Ames.
- Manubri?... Ma ce n'è uno solo! Dov'è l'altro?
- Non lo sosignor Holmes. Forse ce n'è sempre stato uno solo. Erano mesiche non li vedevo.
- Un manubrio solo!... - mormorò Holmes in tono pensoso. Ma le sueosservazioni furono interrotte da un colpo
secco alla porta. Entrò un uomo altorobustoaccuratamente sbarbatosicuro di séche ci fissò con aria decisa. Io non
ebbi alcuna difficoltà a immaginare che dovesse essere Cecil Barkerilpersonaggio di cui avevo sentito parlare tanto. I
suoi occhi dominatori interrogarono sui nostri volti con un rapido sguardovivace.
- Mi spiace interrompere le vostre consultazioni - disse - ma devo informarvidelle ultime notizie.
- É stato arrestato?
- Non abbiamo ancora avuto questa fortunama hanno trovato la suabicicletta. L'uomo l'ha dimenticata o
abbandonata. Venite a dare un'occhiata. É a poco meno di cento metridall'ingresso.
Trovammo alcuni garzoni di scuderia e qualche sfaccendato; in piedi nel vialestavano osservando una bicicletta
che era stata recuperata da un cespuglio di sempreverdi dove era nascosta.Era una Rudge-Whitworthmolto male in
arnesetutta sporca come se fosse stata usata per un lungo percorso. Eradotata di zaino contenente una chiave inglese e
un oliatorema ciò non offriva alcun indizio circa il suo proprietario.
- Sarebbe un grande aiuto per la polizia - osservò l'ispettore - se questiaggeggi fossero numerati e catalogati. Ma
comunquedobbiamo accontentarci di quel che abbiamo. Se non riusciamo ascoprire dove è andatosaremo almeno in
gradoforsedi capire da dove sia venuto. Ma perchéin nome di tutti isanti del paradisonon ha portato con sé la
bicicletta? E come diamine ha fatto ad allontanarsi senza? Mi pare chebrancoliamo sempre di piú nel buiosignor
Holmes!
- Davvero? - rispose il mio amico con aria assorta. - Chi sa!
SirArthur Conan Doyle La valle della paura24
I personaggi del dramma
- Avete visto tutto quello che volevate vedere nello studio? - domandò WhiteMason mentre tornavamo nella
casa.
- Per ora sí - rispose l'ispettoree Holmes annuí.
- Vorrete forse allora ascoltare le testimonianze di qualcuno della casa.Potremmo servirci della sala da pranzo
Ames? Venga dunque prima leiper favoree ci dica quello che sa.
La deposizione del maggiordomo fu molto chiara e linearee diede unaconvincente impressione di sincerità. Era
stato assunto cinque anni primacon la prima venuta del signor Douglas aBirlstone. Gli era stato detto che Douglas era
un ricco signore che aveva trovato fortuna in America. Era stato verso di luiun padrone cortese e pieno di riguardinon
proprio come quelli ai quali Ames era stato abituatoforsema a questomondo non si può avere tutto. Non aveva mai
notato nel signor Douglas alcun sintomo di ansia: al contrarioera l'uomopiú indomito che avesse mai conosciuto.
Voleva che il ponte levatoio fosse alzato ogni sera perché questo era anticocostumee a lui piaceva conservare le
vecchie tradizioni. Il signor Douglas raramente andava a Londra e raramentelasciava il villaggioma il giorno prima
del delitto era stato a fare acquisti a Tunbridge Wells. LuiAmesavevanotato una certa irrequietezza e una certa
agitazione nel signor Douglasquel giornopoiché gli era apparsoirritabile e impazientecosa insolita per lui. Quella
sera non era andato a lettoma si trovava nella dispensasul retro dellacasaintento a riporre l'argenteriaquando aveva
sentito un violento squillo di campanello. Non aveva sentito alcuno sparomaera ben difficile che potesse udirlo
poiché sia la dispensa che le cucine si trovavano proprio sul retro dellacasa e tra queste e il resto dell'abitazione si
frapponevano parecchie porte chiuse e un lungo corridoio. La governante erauscita dalla sua camerarichiamata dal
violento squillo del campanelloe insieme si erano portati verso l'ingressodella casa. Giunti in fondo alle scale avevano
visto la signora Douglas scendere verso l’ingresso. Nonon scendeva infrettanon gli era parso che fosse
particolarmente agitata. Proprio mentre arrivava in fondo alla scalailsignor Barker era corso fuori dello studio. Aveva
fermato la signora Douglas e l'aveva implorata di tornare indietro.
- Per amor del cielorientri nella sua stanza! - aveva esclamato. - Ilpovero Jack è morto. Lei non può fare nulla.
Per amor del cielovada via.
Occorse un po’ di intenzionema infine la signora Douglas ritornò suisuoi passi. Non aveva gridatoné fatto
scenate. La signora Allenla governantel'aveva riportata di sopra ed erarimasta con lei nella camera da letto. Quindi
Ames e il signor Barker erano ritornati nello studiodove avevano trovatoogni cosa esattamente come l'aveva vista la
polizia. In quel momento non era accesa la candelama la sola lampada.Avevano guardato fuori dalla finestrama la
notte era molto buia e non era stato possibile vedere o udire nulla. Poierano corsi fuori nel vestibolodove Ames aveva
SirArthur Conan Doyle La valle della paura25
azionato il verricello che serviva a calare il ponte levatoio. Infine ilsignor Barker si era precipitato fuori ad avvertire la
polizia. Questa fua grandi lineela deposizione del maggiordomo.
La testimonianza della signora Allenla governanteconvalidò quella delsuo collega. La camera di lei si trovava
un po' piú vicina alla parte anteriore della casa rispetto alla dispensa incui era occupato in quel momento Ames. Si
stava preparando per andare a letto quando il violento squillo del campanelloaveva attratto la sua attenzione. Era un po'
dura d'orecchi. Forse per questo non aveva inteso il rumore dello sparomain ogni caso lo studio era parecchio lontano.
Si rammentava di aver udito un rumore che le era sembrato d'una portasbattuta con violenza. Questo era accaduto un
bel po' primaalmeno mezz'ora prima che il campanello squillasse. QuandoAmes era accorsolo aveva seguito. Aveva
vis to uscire dallo studio il signor Barker pallidissimo e molto emozionato.Questi aveva fermato la signora Douglas che
stava scendendo le scale. L'aveva supplicata a tornare indietro e lei gliaveva rispostoma che cosa avesse detto non era
dato sapere.
- La porti con sérimanga con lei! - aveva ordinato alla signora Allen.
Aveva quindi condotto la signora nella camera da letto e si era data da fareper calmarla. La signora era
violentemente emo zionatatremava tuttama non tentò piú di scendere. Erarimasta seduta in vestaglia accanto al
camino con la testa fra le mani. La signora Allen aveva trascorso con lei lamaggior parte della notte. In quanto agli altri
domesticierano tutti a letto ormaie l'allarme non li svegliò se non almomento dell'arrivo della polizia. Dormivano
nell'ala estrema della casae non potevano sentire niente.
Questo per quel che riguardava la governantela quale non seppe aggiungerenulla alle varie interrogazioni
ricevutese non lamenti ed esclamazioni di sbbigottimento.
Il testimone successivo fu Cecil Barker. Circa i fatti occorsi durante lanotte precedente aveva ben poco da
aggiungere a quanto già detto alla polizia. Personalmente era convinto chel'assassino fosse fuggito attraverso la
finestra. A parer suo la macchia di sangue era indicativa per quel cheriguardava questo dubbio. D'altrondepoiché il
ponte levatoio era alzatol'uomo non aveva avuto altra possibile via difuga. Non sapeva spiegare che cosa potesse
essere accaduto del criminalené perché egli non avesse portato con sé lapropria biciclettaammesso che fosse
veramente la sua. Era impossibile che si fosse annegato nel fossatomaisuperiore di tre piedi in profondità.
Egli aveva in cuor suo un'opinione intorno al delitto molto chiara. Douglasera sempre stato un individuo molto
taciturnoe vi erano alcune parti del suo passato di cui non faceva maicenno; era emigrato in America dall'Irlanda
quando era ancora giovanissimo. Laggiú aveva fatto fortunae Barker loaveva conosciuto in Californiadove erano
divenuti soci in una concessione mineraria molto redditiziain un luogochiamato Benito Canyon. Erano riusciti ad
accumulare una sostanza considerevolema improvvisamente Douglas avevasvenduto tutto ed era partito per
l'Inghilterra. A quel tempo era vedovo. In seguito Barker aveva a sua voltaliquidato le proprie attività laggiú ed era
venuto a stabilirsi a Londra. Avevano in tal modo riannodato la vecchiaamicizia. Donglas gli aveva dato l'imp ressione
che qualche pericolo lo angustiasseed egli aveva sempre pensato che la suapartenza improvvisa dalla California
nonché il fatto che si fosse ritirato in un angolo d'Inghilterra cosítranquillo e remotofossero connessi con questo
oscuro pericolo. Pensava che qualche società segretaqualche organizzazioneimplacabile fosse sulle orme di Douglas e
non gli avrebbe dato pace finché non lo avesse ucciso. Erano state alcuneosservazioni espresse dall'amico a suggerirgli
quest'ideabenché Douglas non gli avesse mai detto di che società sitrattassené come o perché egli si fosse fatto tali
nemici. Poteva solo supporre che la leggenda sul cartiglio avesse un qualcherifelimento a questa ipotetica società
segreta.
- Quanto tempo è rimasto lei con Douglas in California? - domandòl'ispettore MacDonald.
- Cinque anni in tutto.
- Era scapolonon è vero
- Era vedovo.
- Ha mai saputo chi fosse la sua prima moglie?
- No; mi rammento di avergli inteso dire che era di origine svedesee ho visto il suo ritratto. Deve essere stata
una donna bellissima: è morta di febbre tifoidea l'anno prima che ioincontrassi Douglas.
- Non sa se il suo passato avesse qualche rapporto con qualche regioneparticolare dell'America?
- Rammento di averlo udito parlare di Chicago. Douglas conosceva bene quellacittà dove aveva lavorato. A
volte gli ho sentito parlare delle zone carbonifere e delle ferriere dilaggiú. Deve aver viaggiato parecchioai suoi tempi.
- Si occupava di politica? Crede che questa società segreta possa averequalche fine politico?
- No. Douglas non si interessava affatto di politica.
- Lei non ha motivo di ritenere che Douglas potesse essere un criminale?
- Tutt'altro: non ho mai incontrato in vita mia un uomo piú probo.
- La sua vita in California non presentava qualche aspetto fuori dal comune?
- A lui dispiaceva soprattutto soggiornare e lavorare nella nostraconcessione sulle montagne. Se appena gli era
possibilecercava di non andare mai dove c'erano altri uomini. Ecco perchécominciai a pensare che qualcuno gli stesse
dando la caccia. Poiquando partí cosi all'improvviso per l'Europail miosospetto si tramutò in certezza. Io credo che
SirArthur Conan Doyle La valle della paura26
abbia ricevuto qualche avvertimento. Infatti una settimana dopo la suapartenzauna mezza dozzina d'uomini vennero a
cercarlo.
- Chi erano questi uomini?
- Mah! Tipi poco rassicuranti. Salirono su alla concessione e vollero saperedov'era. Io risposi loro che era partito
per l'Europa e che non sapevo dove avrebbero potuto trovarlo. Certo nonnutrivano nei suoi riguardi intenzioni
benevole... questo era facile da capire.
- Questi uomini erano americani... della California?
- Behio non so se fossero della California o meno; so che erano senz'altroamericanima certo non minatori.
Non so chi fosseroe fui molto contento quando li vidi andarsene.
- Questo accadeva sei anni fa?
- Quasi sette.
- Dunque voi siete rimasti insieme per cinque anni in Californiadi modo chequesta faccenda risale a non meno
di undici anni fa?
- Precisamente.
- Doveva trattarsi di un rancore veramente insanabile se fu covato con tantaenergia per così tano tempo. E quel
che lo fece nascere non doveva essere cosa da poco!
- Io credo che questo incubo adombrò tutta la sua esistenzae non lolasciò mai.
- Ma se un uomo sa che sul suo capo grava un pericoloe sa di che pericolosi trattaperché non dovrebbe
rivolgersi alla polizia in cerca di protezione?
- Forse era un pericolo contro il quale nessuno era in grado di proteggerlo.C'è una cosa che dovete sapere.
Girava sempre armato: aveva costantemente la rivoltella in tasca; mapercolmo di sfortunaieri sera era in vestaglia e
aveva lasciato la sua pistola in camera da letto. Io credo che una volta cheil ponte levatoio era alzato egli pensava di
essere al sicuro.
- Vorrei fare un po' piú di luce su tutte queste date - disse MacDonald. -Sono passati quasi sei anni da quando
Douglas lasciò la California. Lei lo ha seguito l'anno dopose ho bencapito!
- Precisamente.
- E Douglas era sposato da cinque anni. Lei dunque deve essere ritornatopressappoco al tempo del suo
matrimonio.
- Circa un mese prima. Gli ho fatto io da testimone.
- Lei conosceva la signora Douglas prima del matrimonio?
- No: rimasi assente dall'Inghilterra per circa dieci anni.
- Ma in seguito l'ha vis ta spesso?
Barker fissò sul poliziotto due pupille adirate.
- Dopo ho veduto spesso lui - rispose. - Se ho veduto la signora è perchénon è possibile far visita a un uomo
senza conoscerne la moglie. Se lei pensa che vi sia qualche rapporto...
- Io non penso nullasignor Barker. Io sono tenuto semplicemente acompletare l'inchiesta senza tralasciare
nessun particolare che possa far luce sul caso; ma non avevo alcunaintenzione di offenderla.
- Vi sono certe domande che sono sempre offensive - ribatté Barker irritato.
- Noi vogliamo semplicemente i fatti. Ora è nel suo interesse enell'interesse di tutti che questi fatti siano chiariti.
Il signor Douglas approvava incondizionatamente la sua amicizia verso lapropria moglie?
Barker impallidí e le sue grandi e forti mani si serrarono in una strettaconvulsa.
- Lei non ha diritto di rivolgermi simili domande! - esclamò. - Che cos'ha avedere questo col delitto di cui ci
stiamo occupando?
- Temo proprio di dover ripetere la domanda.
- E io mi rifiuto di rispondere.
- Lei può rifiutarsi di risponderema deve comprendere che il suo rifiutoè di per se stesso una rispostapoiché lei
non si rifiuterebbe di parlare se non avesse qualcosa da nascondere.
Il volto di Barker si contrasse per un attimo in una smorfia feroce e le suefolte sopracciglia nere si corrugarono
sotto l'impulso di un pensiero violentoma subito i suoi lineamenti siricomposero e si spianarono in un sorriso.
- Va benedopotutto voisignorinon fate che il vostro doveree io non hoalcun diritto di ostacolarvi. Vorrei
soltanto pregarvi di non tormentare la signora Douglas con questo argomentopoiché sta già soffrendo abbastanza. Vi
dirò dunque che il povero Douglas aveva un unico difetto al mondoe questodifetto era la gelosia. Mi voleva molto
bene... nessun uomo avrebbe potuto volere piú bene a un amico di quanto eglime ne voleva. Ed era anche molto
affezionato a sua moglie. Era contento ch'io venissi qui e mi mandava semprea chiamare. E tuttavia se io e sua moglie
discorrevamo insieme o sernbrava che tra noi ci fosse anche la piú innocentesimpatiasubito un'onda di gelosia lo
travolgeva; perdeva immediatamente il controllo dei nervi e vomitava untorrente di insolenze senza capo né coda.
Proprio per questo avevo giurato piú di una volta di non farmi piú vivomapoi Douglas mi scriveva lettere cosí pentite
e imploranti che finivo col ritornare sempre sulla mia decisione. Ma possodarvi la mia parola d'onoresignorie vorrei
SirArthur Conan Doyle La valle della paura27
morire subito se cosí non fosseche nessun uomo ebbe mai una moglie piúinnamorata e piú fedele... eposso
aggiungeremai un amico piú leale di me.
Ciò fu detto con grande fervore e convinzionema l'ispettore MacDonald nonpoté scartare l'increscioso
argomento.
- Lei sa certamente - disse - che al morto fu tolto dal dito la fede nuziale!
- L’ho sentito - disse Barker.
- Perché dice: "l’ho sentito"? Lei sa benissimo che questo è unfatto.
L'uomo apparve confuso e indeciso.
- Dicendo "l’ho sentito" intendevo dire che forse fu Donglasstesso a togliersi dal dito l'anello.
- I1 semplice fatto che l'anello manchinon importa chi sia stato atoglierlosuggerirebbe alla mente di chiunque
non le pareche esista un legame tra il matrimonio e la tragedia !
Barker scrollò le larghe spalle.
- Io non saprei dire che cosa ciò possa suggerire - rispose - ma se leiintende insinuare che questo possa riflettersi
in alcun modo sull'onore della signora... - i suoi occhi lanciarono unbagliorema subitopur con sforzo evidenteegli
riprese il controllo di sé - behsiete sulla pista sbagliataecco tutto.
- Non credo di avere altro da domandarleper il momento - disse freddamenteMacDonald.
- Vorrei io una piccola delucidazione - interloquí a questo punto SherlockHolmes. - Quando lei è entrato nella
stanzasul tavolo era accesa soltanto una candelavero?
- Precisamente.
- E lei alla luce di questa candela ha capito che doveva essere successoqualche fatto terribile?
- Proprio cosí.
- Allora ha suonato subito in cerca di aiuto?
- Sí.
- E questo aiuto è arrivato assai prontamente?
- In capo a un minuto o due.
- Eppure quando gli altri sono sopraggiunti hanno visto che la candela eraspenta e che la lampada era stata
accesa. Ciò mi sembra assai degno di nota.
Di nuovo Barker mostrò evidenti segni di indecisione.
- Io non vi trovo nulla di notevolesignor Holmes - rispose dopo una pausa.- La candela spandeva una luce
pessimae perciò il mio primo pensiero è stato di vederci meglio. Lalampada era sul tavolo e cosí l'ho accesa.
- E ha spento la candela?
- Esattamente.
Holmes non aggiunse altre domandee Barkerdopo aver lanciato a ciascuno dinoi un'occhiata che a me parve
racchiudere un pizzico di sfidagirò sui tacchi e lasciò la stanza.
L'ispettore MacDonald aveva mandato a dire alla signora Douglas che sarebbesalitoma lei aveva risposto che
preferiva scendere da noi in sala da pranzo. Era una donna bella e altasuitrent'anniassai riservata e sicura di sében
diversa dalla figura tragica e disperata che mi ero immaginato. Era vero cheil suo volto era pallido e tesocome di chi
ha sopportato un grave colpoma i suoi modi erano calmie la mano finementedisegnata che si posò sull'orlo del tavolo
era ferma e salda come la mia. I suoi occhi tristisupplichevolivagaronodall'uno all'altro di noi con un'espressione
stranamente indagatrice. Quella occhiata interrogativa si trasformò a untratto in una brusca richiesta.
Sir Arthur Conan DoyleLa valle della paura28
- Non avete ancora trovato nulla?
Fu solo uno scherzo della mia immaginazione a farmi avvertire in questadomanda una sfumatura piú di timore
che di speranza?
- Noi non abbiamo lasciato nulla di intentatosignora - rispose l'ispettore.- E può star certa che non trascureremo
alcun particolare.
- Non lesinate sulle spese - supplico la donna con voce smortauniforme. -Desidero che si facciano tutti gli
sforzi possibili per giungere a una rapida conclusione.
- Lei saprà forse dirci qualcosa che ci servirà a far luce sulla vicenda.
- Temo di noma tutto quello che so è a vostra disposizione.
- Abbiamo appreso dal signor Cecil Barker che lei non ha visto... che non èentrata nella stanza in cui si è svolta
la tragedia.
- No. Egli mi ha risospinto subito verso le scaleconvincendomi a rientrarein camera mia.
- Infatti. Lei aveva inteso lo sparo ed era subito scesa da basso.
- Mi ero infilata la veste da camera e ero accorsa immediatamente.
- Quanto tempo è passato dal momento in cui ha inteso lo sparo a quello incui è stata fermata sulle scale dal
signor Barker?
- Forse un paio di minuti. É talmente difficile calcolare il tempo in certimomenti! Egli m'ha implorato di non
proseguire e mi ha assicurato che non potevo fare nulla. Quindi la signoraAllenla governantemi ha portata di sopra.
Mi pareva di vivere come in un incubo.
- Saprebbe dirci da quanto tempo suo marito era al piano di sotto prima chelei udisse lo sparo?
- Nonon saprei dire. Era uscito dal suo spogliatoio e io non lo avevo uditouscire. Compiva ogni sera il giro
della casa poiché aveva molta paura di un possibile incendio. Era la solacosa di cui avesse veramente paura.
- Questo è precisamente il punto al quale desidero veniresignora Douglas.Lei conosceva suo marito solo da
quando egli ritornò per vivere in Inghilterra?
- Si. Eravamo sposati da cinque anni.
- Lo aveva mai sentito parlare di qualcosa che era successo in America e cheforse avrebbe potuto costituire per
lui un pericolo?
La signora Douglas parve riflettere profondamenteprima di rispondere.
- Sí - rispose infine. - Io ho sempre avuto la netta sensazione che unpericolo lo minacciasse. Tuttavia egli
rifiutava sempre di discutere con me della cosa. Non era per mancanza difiducia nei miei confronti... tra noi sono
regnati sempre affetto e fiducia assolutima perché voleva evitarmi ognipreoccupazione. Pensava che forsese avessi
saputociò mi avrebbe dato angoscia. Tacque sempre.
- Come faceva lei a sapereallora?
Il volto della signora si illuminò di un rapido sorriso.
- È possibile che un marito nasconda un segreto per tutta la propria vita eche sua mogliese lo amanon ne abbia
alcun sospetto? Intuii la cosa in molti modi. La intuii in seguito ai suoiripetuti rifiuti di discorrere di alcuni episodi
relativi alla sua vita in America. Compresi che nascondeva un segreto dacerte precauzioni che prendeva sempre. Me ne
accorsi per certe parole che si lasciò sfuggire. Lo compresi dal modo comeguardava la gente che non conosceva e con
la quale si imbatteva all'improvviso. Ero sicurissima che dovesse averequalche nemico potentee che era certo che
qualcuno lo braccavae sentivo che era sempre in guardia contro questoeventuale nemico. Ero talmente sicura di
questo che per annise soltanto tardava qualche minuto a rincasareeroassalita da un terrore indicibile.
- Potrei chiederle - disse Holmes - quali furono le parole che attrassero lasua attenzione?
- La "Valle della Paura" - rispose la signora. - Questa eraun'espressione che egli usava sempre quando io lo
interrogavo. "Sono stato nella Valle della Paurae non ne sono ancorauscito." "Ma non usciremo mai dalla Valle della
Paura?" gli chiesi una voltavedendolo piú preoccupato del solito."A volte penso di no" mi rispose.
- Certolei gli avrà chiesto che cosa intendesse con questa "Valledella Paura"...
- Certamentema ogni volta che glielo chiedevo il suo volto si faceva scuroe egli scuoteva il capo. "É già
abbastanza terribile che uno di noi debba essere entrato nella suaombra" mi rispondeva. "Voglia Dio che tu non debba
mai conoscerla." Certo doveva essere qualche valle reale in cui egli eravissuto e in cui qualcosa di spaventoso doveva
essergli accadutodi questo sono sicurama altro non saprei dirvi.
- E non ha mai fatto alcun nome?
- Sí; una volta che delirava nella febbrequando ebbe un incidente dicaccia tre anni fa. Ricordo che allora un
nome gli veniva continuamente alle labbra. Lo pronunciava con collera e conuna specie di orrore. Questo nome era
McGinty. Gran Maestro McGinty. Quando si ristabilígli domandai chi fossequesto gran maestro McGinty e di che
cosa fosse maestro. "Certo non è mai stato mio maestrograzie alcielo!" mi rispose ridendoe questo fu tutto quello che
mi fu dato sapere. Ma certo doveva esserci un rapporto tra il Gran MaestroMcGinty e la Valle della Paura.
Sir Arthur Conan DoyleLa valle della paura29
- Ancora un chiarimento - disse l'ispettore MacDonald. - Lei ha conosciuto ilsignor Douglas in una pensione
londineseno? E laggiú si è fidanzata con lui. Non vi è stato nulla diromanticodi segreto e di misterioso nel vostro
matrimonio?
- Certo che ci fu del romantico: c'è sempre qualcosa di romantico in unmatrimonioma assolutamente nulla di
misterioso.
- Non aveva rivali?
- Noio ero liberissima.
- Lei avrà saputo senza dubbio che gli è stato sottratto l'anello nuziale.Questo particolare non le suggerisce
nulla? Ammesso che qualche nemico di vecchia data lo abbia rintracciato euccisoquale possibile motivo poteva avere
per togliergli l'anello nuziale?
Per un attimo avrei potuto giurare che un'ombra appena percettibile d'ironiaaleggiasse sulle labbra della donna.
- Non saprei proprio che cosa dire - ris pose. - Certoè un fatto veramentestraordinario.
- Benenon la tratterremo piú a lungoe siamo spiacenti di averladisturbata in un'ora simile - si scusò l'ispettore.
- Dovremo ancora chiarire altri puntisenza dubbioma glieli sottoporremoman mano che si presenteranno.
La signora si alzò e di nuovo ebbi la sensazione che lo sguardo rapidointerrogativocol quale ci scrutòvolesse
chiederci: "Quale impressione ha fatto su di voi la miatestimonianza?". Se l'avesse espressa con parole quella tacita
domanda non avrebbe potuto essere piú evidente. Poicon un inchinouscídalla stanza.
- É una bella donna... una donna bellissima - disse MacDonald in tonopensierosodopo che la signora si fu
chiusa la porta alle spalle. - Certoquesto Barker ha gironzolato parecchioqui attorno. É un uomo che può fare molta
impressione su una donna. Egli ha ammesso che il morto era gelosoe forse sameglio di chiunque altro quali motivi lo
spingessero alla gelosia. C'è poi la faccenda della fede. É una faccendache non riesco a digerire. Un uomo che strappa
di mano a un morto la fede nuziale... Lei che cosa ne pensa di questa storiasignor Holmes?
Durante tutto questo tempo il mio amico era rimasto sedutocon la testaappoggiata alle manicn fare
meditabondo. Improvvisamente si alzò e suonò il campanello.
- Ames - domandò non appena vide entrare il maggiordomo - dove si trova ilsignor Cecil Barker in questo
momento?
- Vado a vederesignore.
Ritornò di lí a poco dicendo che il signor Barker era in giardino.
- Saprebbe dirmiAmesche cosa calzava il signor Barker ieri sera quandolei lo ha raggiunto nello studio?
- Certosignor Holmes: un paio di pantofole. Gli ho portato io le scarpequando è uscito per avvertire la polizia.
- Dove sono adesso queste pantofole?
- Sono ancora sotto una seggiola del vestibolo.
- BenissimoAmes. Naturalmente è molto importante per noi sapere qualipossono essere le impronte del signor
Barker e quali quelle che provengono dall'esterno.
- Certosignore. Devo dire che ho notato che le sue pantofole eranomacchiate di sangue... come del resto lo
erano le mie.
- Il che è abbastanza naturaledate le condizioni della stanza. BenissimoAmes. Se avremo bisogno la
chiameremo ancora.
Pochi minuti dopo eravamo nello studio. Holmes aveva portato con sé lepantofole trovate nel vestibolo. Come
Ames aveva osservatole suole di entrambe erano lorde di sangue.
- Strano! - mormorò Holmes sostando nella luce della finestra edesaminandole con minuta attenzione. - Molto
strano davvero!
Sir Arthur Conan Doyle La valle dellapaura30
Chinandosi con uno dei suoi caratteristici balzi feliniposò la pantofolasull'impronta insanguinata del davanzale.
Impronta e suola combaciavano esattamente. Holmes lanciò verso i suoicolleghi un sorriso silenzioso.
Un'improvvisa emozione aveva trasfigurato l'ispettore. I1 suo accento natiosi mise a tamburellare come un
bastoncino su una ringhiera di ferro.
- Perbacco! - esclamò - ma non ci può essere dubbio! É stato Barkerlasciare quell’impronta. É un'impronta molto
piú larga di un'impronta di scarpa. Ricordo che lei ha parlato di un piedepiatto con la pianta rivolta all'esternoed ecco
che adesso abbiamo la spiegazione. Ma a che gioco giochiamosignor Holmes...Che cosa c'èsotto a tutta questa
storia?
- Giàche cosa c'è sotto? - ripeté pensoso il mio amico.
White Mason ridacchiò e si sfregò l'una contro l'altra le manigrassottellein un gesto di soddisfazione
professionale.
- Lo avevo detto io che era un imbroglio! - esclamò. - E che razzad'imbroglio!
Sir Arthur Conan Doyle La valle della paura31
Uno spiraglio di luce
I tre poliziotti volevano chiarire molti aspetti secondariperciò tornai dasolo alle nostre modeste stanze della
locanda del villaggio; prima però volli fare una passeggiatina nel bizzarrogiardino all'antica che correva a fianco della
casa. Lo cingevano file di tassi vecchissimiritagliati in fogge bizzarre.Nell'interno si stendeva un bel tratto di prato
con una vecchia meridiana nel mezzo; tutta l'atmosfera del luogo era cosíplacida e riposante che fece sui miei nervi
scossi quasi l'effetto di un balsamo. In quell'ambiente pieno di una solennepace era possibile dimenticare o ricordare
soltanto come un incubo inverosimile lo studio pieno d'ombre sul cuipavimento giaceva riversa una forma umana
coperta di sangue. Eppurementre mi aggiravo per quel dolce giardinotentando di calmare il mio spirito al soffio dei
suoi tiepidi aromicapitò un incidente curioso che rni riportò di colpo alpensiero della tragedia e lasciò nel mio animo
un'imp ressione sinistra.
Ho detto che il giardino era circondato da file di alberi di tasso. Nel puntopiú lontano della casa questi si
infittivano in una siepe continua. Sul lato opposto di questa siepenascostoagli occhi di chi vi si avvicinava in direzione
della casavi era un sedile di pietra. Mentre mi accostavo a questo puntomi giunse un suono di voci: una voce
maschile esprimeva in tono profondo alcune osservazionicui rispose un brevegorgheggio di risa femminili.
Un attimo dopo ero giunto al limite della siepee i miei occhi si posaronosulla signora Douglas e su Barker
prima che i due si accorgessero di me. L'aspetto della donna mi sconcertò.Nella sala da pranzo si era mostrata riservata
e composta nel dolorema ora ogni finzione di tristezza era scomparsa inlei. I suoi occhi scintillavano della gioia di
vivereil suo volto vibrava ancora d'allegrezza alle osservazioni fatte dalsuo compagno. Costui sedeva chino in avanti
le mani intrecciatei gomiti puntati sulle ginocchiacon un sorriso dirisposta sulla bella e baldanzosa faccia. Un attimo
dopoma fu un attimo troppo tardiessi ripresero le loro maschere solenni amano a mano che la mia figura si faceva
piú vicina. Si scambiarono tra loro qualche parola affrettatapoi Barker sialzò e mi venne incontro.
- Mi scusi - disse - ma ho l'onore di parlare col dottor Watson?
M'inchinai con una freddezza che rivelava molto apertamente quale impressionesgradevole avessi riportato dal
loro comportamento.
- Pensavamo appunto che dovesse essere leidata la sua ben nota amicizia colsignor Sherlock Holmes. Le
spiacerebbe parlare per un attimo con la signora Douglas?
Lo seguii a muso duro. Vedevo anche troppo nitidamentecon l'occhio dellamentequel corpo maciullato disteso
sul pavimentoed ecco chea cosí poche ore dalla tragediala mogliedell'assassinato e il suo migliore amico stavano
ridendo insieme dietro un cespuglionel giardino che era stato il suo.Salutai la signora molto freddamente. Avevo preso
parte al suo dolore quando ci eravamo trovati nella sala da pranzoma oraricambiai con occhi spenti lo sguardo
supplichevole che mi rivolgeva.
- Magarilei mi giudica insensibile e arida di cuore? - disse lei.
Io mi strinsi nelle spalle. - Non sono fatti miei - risposi.
- Forseun giorno mi renderà giustizia. Se soltanto lei potesse rendersiconto...
- Non occorre affatto che il dottor Watson si addentri in particolari didubbia importanza - la interruppe
prontamente Barker. - Come le ha detto lui stessonon sono fatti suoi.
- É proprio cosí - dissi - e perciò chiedo il permesso di proseguire nellamia passeggiata.
- Un momentodottor Watson - gridò la donna con voce implorante. - C'è unadomanda alla quale lei può
rispondere con maggiore sicurezza di chiunque altro al mondoe per me questopuò avere un'importanza enorme. Lei
conosce il signor Holmes e i suoi rapporti con la polizia meglio di chiunquealtro. Se egli fosse informato di qualcosain
via confidenzialesarebbe assolutamente necessario che questa eventualeinformazione venisse trasmessa alla polizia
ufficiale?
- Giàappunto - esclamò ansiosamente Barker. - Lavora per conto propriooppure opera unicamente per incarico
delle autorità ufficiali?
- Francamentenon credo di avere il diritto di esprimermi su questo punto.
- La prego... la supplico di aiutarcidottor Watson! Lei ci sarà divalidissimo appoggio se ci illuminerà in
proposito.
C'era un tale accento di sincerità nella voce della donnache ioper unattimodimenticai completamente la sua
leggerezza e mi sentii sospinto unicamente ad obbedire alla sua volontà.
- Holmes è un investigatore indipendente - spiegai. - Egli è padrone di sestessoe agisce solo come lo guida il
suo giudizio personale. Nello stesso tempoperònon può non sentirsilegato da vincoli di lealtà verso i funzionari che
investigano con luie certo non nasconderebbe loro nulla che potesseaiutarli nell'assicurare alla giustizia un criminale.
Non posso dir di piúe vi consiglio di rivolgervi a Holmes in personasedesiderate maggiori chiarimenti.
Cosí dicendomi levai il cappello e proseguii per la mia stradalasciandoi due seduti accanto la loro siepe
protettrice. Mi volsi indietro mentre giravo l'angolo di questae vidi chestavano ancora discutendo molto
animatamente; e poiché il loro sguardo mi accompagnavaera evidente chedovevano parlare del colloquio avuto con
me.
Sir Arthur Conan Doyle La valle della paura32
- Non desidero ricevere le loro confidenze - mi disse Holmes quando gliriferii ciò che era accaduto. Aveva
trascorso tutto il pomeriggio al castello in consultazione con gli altri suoicolleghied era rientrato verso le cinque con
una fame da lupopronto a spolverare da cima a fondo la tavola imbandita conun tè abbondante che io avevo fatto
preparare appositamente per lui.
- Niente confidenzeWatsonperché se si viene a un arresto per delittopremeditato potrebbero essere molto
imbarazzanti.
- Lei crede che si arivi a ciò?
Holmes era in uno dei suoi stati d'animo piú allegri e cordiali.
- Mio caro Watsonnon appena avrò finito di sterminare questo quarto uovosarò lieto d'illuminarla su tutta la
situazione. Non dico che siamo giunti al fondo della faccendatutt'altromaquando avremo ritrovato il manubrio
mancante...
- I1 manubrio?
- Santo cieloWatsonè mai possibile che lei non abbia ancora capito cometutto il caso s'impernia su questo
manubrio scomparso? Benebenenon assuma quell'aria imbronciata perchédetto tra noinon credo che né l'ispettore
Mac né quell'altro ottimo funzionario locale abbiano afferrato lastraordinaria importanza di questo particolare. Un solo
manubrioWatson! Pensi un po' come possa esistere un atleta che si serva diun unico manubrio. Si raffiguri lo sviluppo
unilateraleil pericolo imminente di una deformazione ossea! Cosa orribile eassurdaWatsonnon le sembra?
Aveva la bocca piena di pane tostato col burro e gli occhi scintillavano dimalizia; si divertiva un mondo della
mia confusione. Bastava osservare il suo eccellente appetito per averegaranzia di successopoiché io mi rammentavo
assai bene di giorni e notti in cui il pensiero del cibo non lo sfioravaneppurein cui la sua mente smarrita per vie
traverse si era scontrata contro qualche problema insolubilementre i suoitrattigià cosí asciutti e scarnisi
assottigliavano ancor piú nell'ascetismo di una completa concentrazionementale. Infine accese la pipa e seduto
nell'angolo del camino dell'antico alberghetto di provincia prese a parlarmilentamente e a casaccio della vicendapiú
come uno che pensi ad alta voce che come chi esprima un giudizio già benformato.
- Una bugiaWatsonuna bugia enormetotalepotentissimaecco che cosa civiene incontro sin dall’ingresso di
casa. Questo è il nostro punto di partenza. Tutto il racconto fattoci daBarker è una bugia. Ma il racconto è convalidato
dalle parole della signora Douglas: perciò mente anche lei. Entrambi mentonoe di comune accordo. Ed eccoci ora di
fronte a un problema preciso: perché mentonoe qual’è la verità cheentrambi tentano disperatamente di nascondere?
Vediamo un po'Watsonse riusciamolei e ioa smascherare questa bugia ea far luce sulla verità.
"Come faccio a sapere che mentono? Semplicemente perché si tratta diuna maldestra invenzione che non può
essere vera. Rifletta! Secondo la versione che ci è stata raccontatal'assassino ebbe meno di un minutodopo aver
perpetrato il delittoper prendere quell'anello che si trovava sotto unaltro anellodal dito del morto; per rimettere a
posto l'altro anello - cosa che certamente non aveva motivo di fare - e permettere quel misterioso cartoncino accanto
alla sua vittima. Io sostengo che tutto ciò è impossibile. LeiWatsonpotrà obiettarmima ho troppo rispetto per il suo
buon senso per credere che possa far ciòche l'anello forse fu tolto primache l'uomo venisse ucciso. I1 fatto che la
candela era accesa soltanto da poco tempo dimostra che non poté esservi uncolloquio prolungato. Le sembrada quanto
abbiamo saputo circa il suo carattere intrepidoche Douglas fosse un uomoche avrebbe ceduto il proprio anello nuziale
con tanta facilitào meglio possiamo immaginare che lo avrebbe cedutoaffatto? NonoWatsonl'assassino rimase solo
col mortoe con la lampada accesaper un periodo di tempo certamente piúlungo. Su questo punto non ho il minimo
dubbio. E la fucilata dovette essere sparata prima di quanto ci è statodetto. Non può esserci errore intorno a un punto
come questo. Ci troviamo pertanto in presenza di una complicità deliberatada parte delle due persone che hanno sentito
la fucilatacioè di Barker e della Douglas. Se poia coronamento di tuttociòio sono in grado di dimostrare che
l'impronta insanguinata sul davanzale vi fu deliberatamente lasciata daBarker al fine di mettere la polizia su una falsa
pistalei deve ammettere che gli indizi pesano gravemente a carico diquest'uomo.
"E ora dobbiamo domandarci a che ora fu effettivamente commesso ildelitto. Sino alle dieci e mezzo i domestici
giravano per la casaperciò non avvenne certamente prima di quell'ora. Alleundici meno un quarto tutta la servitú si era
ritirata nelle proprie stanzecon la sola eccezione di Amesche si trovavanella dispensa. Io ho compiuto alcuni
esperimenti dopo che lei ci ha lasciatiquesto pomeriggioe ho scoperto chenessun rumore fatto da MacDonald nello
studio poteva giungere a me nella dispensa se tutte le porte erano chiuse. Lacosa è però diversa dalla stanza della
governante. Non è tanto lontana lungo il corridoioe da essa potevovagamente afferrare una voce se il tono di questa
era molto alto. Il rumore di uno sparo è in un certo senso attutito se lascarica avviene a distanza ravvicinatacome
dovette essere indubbiamente nel caso nostro. Non poté essere molto forteenondimenodato il silenzio della notte
deve avere facilmente raggiunto la stanza della signora Allen. Costei è sícome ci ha dettoun po' sorda; eppure ha
asserito nella sua deposizione di avere inteso qualcosa come lo sbattere diuna porta mezz'ora prima che venisse dato
l'allarme. Mezz'ora prima dell'allarme significa un quarto alle undici. Sonocerto che ciò che la signora Allen sentì fu lo
sparo di un'armae che questo è stato il vero momento del delitto. Se ciòè esattodobbiamo accertareammesso che
non siano essi i veri assassiniche cosa possono aver fatto il signor Barkere la signora Douglas dalle undici meno un
quartoe cioè dal momento in cui l'eco della fucilata li fece scenderesino alle undici e un quartoquando suonarono il
SirArthur Conan Doyle La valle della paura33
campanello e radunarono i domestici. Che cosa facevanoe perché non diederosubito l'allarme? Questo è il problema
che dobbiamo risolveree quando lo avremo chiarito avremo fatto un bel po'di strada in avanti verso la soluzione
finale.»
- Personalmente sono convinto anch'io - dissi - che tra quei due deveesistere un'intesa. Deve essere una donna
senza cuore per ridere di chi sa quale idiozia a sole poche oredall'assassinio del proprio marito!
- Appunto; e non brilla neppure come un campione di moglienella suadeposizione circa gli avvenimenti
occorsi. Io non sono un ammiratore incondizionato del gentil sessocome leiben saWatsonma la mia esperienza di
vita mi ha insegnato che ben poche donneprovviste di un po’ diconsiderazione per i propri maritisi lascerebbero
distoglieredopo aver ascoltato quattro parole di consolazione del primovenutodall'accorrere presso il cadavere del
consorte. Dovessi mai sposarmiWatsonvoglio sperar di riuscire a ispirarea mia moglie sentimenti taliche le
impedirebbero di lasciarsi portar via docilmente da una governantenel casoche il mio cadavere giacesse a pochi metri
da lei. La storiella è stata molto mal combinataperché anche il piúimbecille degli investigatori rimane colpito davanti
a una cosí totale mancanza della consueta commozione femminile. É bastatoquesto solo particolareper tacere di altri
puntia farmi sospettare una congiura preordinata.
- Lei ritiene dunque con sicurezza che Barker e la Douglas siano colpevoli diomicidio?
- Il suo modo di rivolgere domandecaro Watsonè davvero sconcertante -replicò Holmesminacciandomi
scherzosamente con la pipa. - Me le butta addosso a mitraglia. Se lei midomanda se la signora Douglas e Barker sanno
la verità intorno al delitto e tentano di nasconderlaallora io posso darleuna risposta sicura: certamente sí! Ma la sua
piú drastica supposizione non è altrettanto chiara. Riflettiamo per unattimo alle difficoltà che si frappongono alla
formulazione di una simile ipotesi .
"Ammettiamo che questa coppia sia unita dai legami di un amoreclandestino e che i due abbiano deciso di
sbarazzarsi delI'uomo che ostacola il raggiungimento dei loro fini. Èun'ipotesi improbabilepoiché un'inchiesta discreta
tra i domestici e altre persone non è assolutamente valsa a convalidarla. Alcontrariotutte le testimonianze sembrano
concordi nell'asserire che i Douglas costituivano una coppia molto unita."
- Sono sicuro che questo non può essere vero - dissirammentando il belvolto sorridente nel giardino.
- Be'comunque davano quest'impressione. Ammettiamo tuttavia che i dueindiziati siano straordinariamente
abilie che riuscissero a ingannare tutti quanti su questo punto etramassero di assassinare il marito. Costui è un uomo
sul cui capo sembra incombere un pericolo...
- Ma a questo proposito abbiamo solo la loro parola!
Holmes assunse un aspetto pensieroso.
- CapiscoWatson. Lei ha costruito una teoria secondo la quale ogni parolapronunciata da quei due è falsa
dall’inizio alla fine. Secondo questa sua opinione non vi fu mai nessunaminaccia nascostanessuna società segreta
nessuna Valle della Pauranessun maestro McVattelapescao roba del genere.Ma questo significa generalizzare un po'
troppo. Vediamo a che cosa ci conduce la sua ipotesi. Costoro inventano tuttodi sana pianta per spiegare il delitto. Poi
per avvalorare la loro versione lasciano una bicicletta nel parco come provadell'esistenza di qualcuno venuto dal di
fuori. La macchia sul davanzale tende a rafforzare questa ipotesi. E allostesso scopo serve il cartoncino lasciato presso
il corpo della vittimache può benissimo essere stato preparato nella casa.Tutto ciò rientra nel quadro della sua tesi
Watson. Ma ora veniamo a quei particolari non a incastroinsolubili che nonpossono assolutamente essere messi a
posto. Perché maifra tante armiun fucile a canna cortae di marcaamericana per giunta? Come potevano essere tanto
sicuri che il rumore dello sparo non li avrebbe fatti sorprendere inflagrante? E un puro casoper esempioche la signora
Allen non sia uscita ad accertarsi del perché quella porta era statasbattuta. Per quale motivo la coppia colpevole
avrebbe fatto tutto questoWatson?
- Confesso che non so trovare una spiegazione.
- E poiancora: se una donna e il proprio amante tramano di assassinare ilmaritocome oserebbero giungere a
mettere in piazza la loro colpa sottraendo ostentatamente l'anello nuziale diquest'ultimo dopo averlo ucciso? Le sembra
che ciò sia verosimileWatson?
- Nonon mi pare.
- E ancora: se le fosse venuto in mente di lasciare una bicicletta nascostafuorile sarebbe sembrato un gesto
logico e utilequando anche il piú sciocco dei poliziotti comprenderebbeche si tratta di uno stratagemma stupido
poiché la bicicletta è la prima cosa di cui il fuggiasco avrebbe avutobisogno per mettersi in salvo?
- Non riesco a darmi una spiegazione plausibile di ciò.
- Eppure non dovrebbe esservi nessuna combinazione di eventi a cui l'ingegnodi un uomo non sappia
immaginare una spiegazione. Lasci che le indichi una ipotetica linea dipensierocome semplice esercizio mentale
senza affatto affermare che possa essere esatta. Si trattalo ammettodipura immaginazionema ben sappiamo quanto
spesso l'immaginazione sia la madre della verità!
"Supponiamo dunque che nella vita di questo Douglas esistesse veramenteun segretoun mistero vergognoso.
Ciò conduce alla sua uccisione a opera di qualcuno che èsupponiamolounvendicatore... qualcuno venuto dal di fuori.
Questo vendicatoreper un motivo di cuilo confessoancora non so trovareuna spiegazioneha sottratto la vera del
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura34
morto. Presumibilmente la vendetta potrebbe risalire nel suo concepimento alprimo matrimonio di Douglas e l'anello
forse fu sottratto in relazione a questo movente. Prima che questovendicatore si allontanasseBarker e la moglie
entrarono nella stanza. L'assassino dovette convincerli che un qualsiasitentativo di arrestarlo non avrebbe servito ad
altro che a divulgare uno scandalo odioso. I dueinfluenzati da questotimorepreferirono lasciare che si allontanasse
impunito. Forse a questo scopo abbassarono il ponte levatoioil che puòessere fatto senza il minimo rumoree quindi lo
rialzarono di nuovo. L'uomo si trasse in salvoe per un motivo che ci sfuggepensò che gli sarebbe stato piú facile trovar
scampo a piedi che non in bicicletta. Lasciò dunque la macchina dove nessunol'avrebbe scoperta finché egli non si
fosse posto al sicuro. Sin qua siamo entro i limiti del verosimilenon lepare?"
- Certola cosa è possibilesenza dubbio! - dissinon senza qualcheriserva.
- Dobbiamo tener presenteWatsonchecomunque siano andate le cosenoi citroviamo di fronte a un fatto
assolutamente straordinario; maper continuare nella nostra ipoteticadescrizione del casola coppianon
necessariamente colpevolecapisce dopo la partenza dell'assassino di essersiposta in una situazione in cui può risultare
difficile ad entrambi provare non solo di non aver commesso il delittomapersino di non esservi stati conniventi. Allora
rapidamente e alquanto grossolanamente affrontano la situazione. Barker segnail davanzale con l'impronta della propria
pantofola sporca di sangue per far credere che il fuggiasco abbia preso illargo da quella parte. Furono essi certamente i
due che avevano sentito il rumore dello sparoperciò diedero l'allarmeesattamente come dovevano farema una buona
mezz'ora dopo il fatto.
- E lei come ritiene di dimostrare tutto questo?
- Eccose si trattava di qualcuno venuto dal di fuori poteva essererintracciato e preso. Questa sarebbe stata la piú
efficace di tutte le provema se ciò non è... be'le risorse dellascienza sono lungi dall'essere esaurite. Io credo che una
sera solo in quello studio mi sarebbe di grandissimo aiuto.
- Una sera solo?
- Ho intenzione di recarrni laggiú e subito. Mi sono messo d'accordo con ilprezioso Amesil quale tra parentesi
non è affatto molto tenero verso Barker. Starò seduto in quella stanza evedrò se la sua atmosfera potrà portarmi qualche
ispirazione. Io sono un fervido credente del genius loci. RidapurecaroWatson. Riderà bene chi riderà per ultimo. A
propositolei ha con sé il suo grosso ombrellovero?
- L'ho qui con me.
- Benela pregherò di prestarmelose non le dispiace.
- Certamente... ma che razza di arma! Se ci dovesse essere pericolo...
- Ohnon abbia pauramio caro Watson; in tal caso chiederei senz'altro ilsuo soccorso. Ma mi basterà il suo
parapioggia. Per il momento aspetto soltanto il ritorno dei nostri colleghida Tunbridge W ellsdove si trovano
attualmente a cercare il fantomatico proprietario della bicicletta.
Era quasi notte quando l'ispettore MacDonald e White Mason rientrarono dallaloro spedizione. E giunsero
esultantiapportando un grande progresso alla nostra inchiesta.
- Perbaccoammetto che avevo i miei dubbi circa l'esistenza di qualcuno daldi fuori - esclamò MacDonald - ma
ormai sono completamente superati. Abbiamo identificata la biciclettaeabbiamo una descrizione del nostro uomo;
perciò si è fatto un bel passo avanti.
- Per me questo suona come l’inizio della fine - disse Holmes - e viassicuro che mi congratulo di cuore con tutti
e due.
- Eccoio son partito dal fatto che il signor Douglas era apparso turbatosin dal giorno innanzida quando cioè si
era recato a Tunbridge Wells. Fu dunque a Tunbridge Wells che egli ebbe lasensazione di un possibile pericolo. Era
perciò evidente che se qualcuno era venuto con una bicicletta non poteva cheessere venuto da Tunbridge Wells.
Abbiamo portato la bicicletta con noi e l'abbiamo mostrata ai varialbergatori. Essa fu subito identificata dal direttore
dell'Eagle Commercial come appartenente a un certo signor Hargrave che avevafissato una stanza di quell'albergo due
giorni prima. Questa bicicletta e una piccola valigia costituivano tutto ilsuo bagaglio. Si era iscritto come proveniente
da Londrama non aveva dato indirizzo. La valigia è di fabbricazionelondinese e gli oggetti in essa contenuti sono di
marca britannicama certo l'uomo non poteva che essere americano.
- Benebene - fece Holmes gongolante - avete proprio compiuto un buonlavoromentre io me ne sono stato qui
ad arzigogolare col mio amico. Questa è una lezione che m'insegna a esserpraticocaro Mac.
- Eh síè cosísignor Holmes - disse l'ispettore tutto soddisfatto.
- Eppurequesto può benissimo rientrare nelle sue ipotesi - osservai io.
- Forse sí e forse no: ma sentiamo la fineMac. Non avete trovato nulla chepotesse identificare quest'uomo?
- Abbiamo trovato cosí poco che evidentemente egli deve avere cercato dieliminare ogni possibile indizio atto a
farlo riconoscere. Non abbiamo trovato né documenti né lettere nécontrassegni sugli indumenti. Sul tavolino da notte
era posata una carta turistica della contea. Ha lasciato l'albergo ierimattina dopo colazionein biciclettae nessuno ha
saputo piú nulla di lui sino al momento in cui abbiamo iniziato le nostreindagini.
- Questo è ciò che mi rende perplessosignor Holmes - interloquí WhiteMason. - Se questo tizio non voleva
creare pubblicità intorno a sésarebbe logico pensare che se ne fossetornato all'albergo e vi fosse rimasto come un
SirArthur Conan Doyle La valle della paura35
qualsiasi turista anonimo. Inveceagendo come ha agitodoveva immaginareche il direttore dell'albergo lo avrebbe
segnalato alla poliziae che la sua scomparsa sarebbe stata messa inrelazione col delitto.
- Cosí sarebbe da immaginare. Tuttaviaalmeno sino a questo momentola suasaggezza appare giustificatadal
momento che non è stato preso. Ma sentiamo la descrizione... che tipo è?
MacDonald consultò il suo taccuino.
- Ecco i dati che abbiamo potuto raccogliere. A quanto sembra non hannoprestato un'attenzione particolare alla
sua persona: tuttavia il portierelo scrivano e la cameriera sono tuttid'accordo nel dire che si tratta di un uomo alto circa
un metro e ottantasui cinquant'annidai capelli leggermente brizzolatibaffi grigiastrinaso aquilinoe una faccia che
tutti sono concordi nel descrivere accigliata e scostante.
- Benea parte l'espressionepotrebbe quasi sembrare la descrizione diDouglas - osservò Holmes. - Appunto sui
cinquantabaffi e capelli brizzolati e press'a poco la medesima statura. Nonavete trovato altro?
- Ci hanno detto che era vestito di un completo grigio pesantee cheindossava un corto soprabito giallo e in testa
un berrettino floscio.
- E il fucile?
- È lungo meno di sessanta centimetri. Avrebbe potuto entrare benissimonella valigiaoppure avrebbe potuto
trasportarlo sotto il cappotto senza difficoltà.
- E secondo lei che importanza avrà tutto ciò sulla soluzione del caso ingenerale?
- Eccosignor Holmes - rispose MacDonald - quando avremo preso il nostrouomoe può star certo che ho
telegrafato a tutte le sezioni di polizia del paese la sua descrizione cinqueminuti dopo che mi era stata fornitasaremo
meglio in grado di giudicare. Ma anche cosí abbiamo già fatto molta strada.Sappiamo che un americano che si faceva
chiamare Hargrave è arrivato a Tunbridge Wells due giorni or sono conbicicletta e valigia. In quest'ultima era nascosto
un fucile a canna cortaperciò egli venne col deliberato proposito diuccidere. Ieri mattina si diresse qui sulla sua
biciclettacon l'arma nascosta nell'interno del cappotto. Nessuno lo videarrivareper quanto ci è stato dato di sapere
ma non gli occorreva attraversare il villaggio per giungere ai cancelli delparcoe sulla strada ci sono molti ciclisti.
Probabilmente dovette nascondere per prima cosa la bicicletta tra i cespuglidi alloro dove fu ritrovatae si recò sin qui
a pieditenendo d'occhio la casain attesa che Douglas uscisse. I1 fucile acanna corta è un'arma strana da usare
all'interno di una casama certo era stata sua intenzione servirsene fuoripoiché in questo caso offre vantaggi
indiscutibilinon essendo possibile con esso fallire il colpo; e d'altrondele sparatorie sono talmente comuni in queste
zone di cacciache nessuno vi avrebbe prestato particolare attenzione.
- Tutto ciò mi sembra chiarissimo! - disse Holmes.
- Il signor Donglasinvecenon comparve. Che cosa feceallorail nostrouomo? Abbandonò la bicicletta e si
avvicinò alla casa col favore del crepuscolo. Trovò il ponte levatoioabbassato e nessuno in giro. Colse l'occasione che
gli si presentavaavendo senza dubbio già pronta una scusanel caso che sifosse imbattuto in qualcuno. Ma non
incontrò nessuno. Sgattaiolò nella prima stanza che gli capitò a tiro e sinascose dietro la tendina. Dal suo nascondiglio
poté vedere che veniva alzato il ponte levatoio e comprese cosí che la suasola via di fuga gli sarebbe stata offerta dal
fossato. Attese sino alle undici e un quartoallorché il signor Douglasnel suo consueto giro notturnoentrò nella
stanza. Gli sparò addosso e si diede alla fuga come aveva pensato. Sapevache la bicicletta sarebbe stata descritta da
quelli dell'albergo e avrebbe costituito un indizio a suo favoreperciòl'abbandonò e con qualche altro mezzo si recò a
Londra o in qualche nascondiglio sicuro che già doveva aver predisposto inprecedenza... Lei che ne pensa di questa
tesisignor Holmes?
- Mahcaro Macva benissimo fin che va. Qui finisce la sua storia. La miaconclusione invece è che il delitto fu
commesso mezz'ora prima di quanto fu testimoniato; che la signora Douglas eil signor Barker sono d'accordo nel
nascondere qualcosa; che essi hano aiutato l'assassino a fuggireo checomunque sono entrati nella stanza prima che
questi fuggissee che sono stati loro a inventare con false prove la suafuga attraverso la finestramentre con tutta
probabilità sono stati`proprio loro a farlo uscire calando il pontelevatoio. Questa è la mia interpretazione della prima
parte della storia.
I due poliziotti scossero il capo.
- Benesignor Holmesse questo è vero non facciamo che districarci da unmistero per capitombolare in un altro
- osservò l'ispettore londinese.
- E magari questo secondo mistero è peggiore del primo -soggiunse WhiteMason. - La signora non è mai stata in
America in vita sua. Quale relazione potrebbe avere con un assassinoamericanotanto da sentirsi costretta a
proteggerlo?
- Ammetto che la mia teoria offre parecchie lacune - confermò Holmes. - Hointenzione di compiere stanotte una
piccola inchiesta personalee può darsi che la mia opera possa contribuirein qualche modo alla causa comune.
- Possiamo esserle di aiutosignor Holmes?
- Nono! Le mie esigenze sono molto semplici: mi servono soltanto le tenebree l’ombrello del dottor Watson. E
Amesil fedele Amesmi darà una manone sono sicuro. Tutto il corso deimiei pensieri mi riconduce invariabilmente
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura36
sempre alla medesima domanda base... Com'è possibile che un uomo atleticoeserciti la propria forza su un unico
manubrio?
Era notte alta quando Holmes rientrò dalla sua escursione solitaria. Avevamopreso una camera a due lettila
migliore che l'alberghetto di campagna potesse offrire. Io già dormivoquando fui svegliato dal suo ingresso.
- DunqueHolmes - mo rmorai assonnato - ha scoperto niente?
Si fermò accanto a me in silenziocon la candela in manopoi la sua alta emagra figura si chinò su di me.
- SentaWatson - mi sussurrò - avrebbe paura di dormire nella stessa stanzacon un pazzocon un uomo che
soffre di rammollimento cerebralecon un idiota la cui mente ha perso ognienergia?
- Nemmeno per sogno - risposi sbalordito.
- Ahmeno male! - fecee per quella notte non fu possibile cavarseli dibocca altro.
Sir Arthur Conan Doyle La valle della paura37
La soluzione
I1 mattino seguente dopo colazione trovammo l'ispettore MacDonald e WhiteMason seduti in conversazione
animata nel salottino del sergente della locale polizia. Sul tavolo in frontea loro erano ammucchiati numerosi
telegrammi e lettere che essi stavano attentamente scegliendo e catalogando.Tre erano stati messi da parte.
- Sempre sulle tracce dell’introvabile ciclista? - domandò
Holmes in tono cordiale. - Quali sono le ultime notizie intorno a questofarabutto?
MacDonald indicò con un gesto malinconico il fascio di corrispondenza.
- In questo momento è stato segnalato da LeicesterNottinghamSouthamptonDerbyEast HamRichmond
nonché da quattordici altre località; in tre di questeEast HamLeicestere Liverpoolle prove contro di lui sono
schiacciantie anzi è stato arrestato. Sembra che il paese sia pieno difuggiaschi in cappotto giallo.
- Ohsanto cielo! - esclamò Holmes in tono preoccupato - E adesso a leicaro Mace anche a leicaro Mason
vorrei dare con serietà un consiglio. Quando ho accettato di investigarequesto caso insieme a voiho dichiaratocome
senza dubbio ricordereteche non intendevo presentarmi con teoriezoppicantima che avrei elaborato le mie ipotesi
personali fino alla completa certezza . Perciò non intendo dirvi per ilmomento quel che penso. D'altro canto avevo
anche promesso che avrei giocato lealmente al vostro fiancoe non ritengosia onesto da parte mia lasciarvi sprecare le
vostre energie sia pure per poco in un'impresa senza profitto. Perciò sonoqui per consigliarvistamanee il mio
consiglio si riassume in tre parole: abbandonate queste ricerche.
MacDonald e White Mason fissarono sbalorditi il loro celebre collega.
- Perché? Le considera tempo perso? - esclamò l'ispettore.
- Io considero tempo perso le vostre ricerche. Ma spero di giungere allaverità.
- Ma questo ciclista non è un'invenzione! Abbiamo la sua descrizionela suavaligiala sua biciclettabisogna
che questo tizio si trovi pure in qualche posto! Perché non dovremmoprenderlo?
- Certocerto; non c’è dubbio che si trovi da qualche partee non vi èdubbio che lo prenderetema non vorrei
vedervi disperdere le vostre energie in East Ham o magari a Liverpool. Sonosicuro che riusciremo a trovare una
scorciatoia per giungere al risultato prefisso.
- Lei ci sta nascondendo qualcosa. Non è molto corretto questo da parte suacaro Holmes. - L'ispettore aveva
ormai un'aria seccata.
- Lei sa come lavoroMac. Ma non mancherò di informarla più a lungo.Desidero soltanto controllare i miei dati
in un certo determinato sensocosa che farò prestodopo di che vipresenterò i miei omaggi e rientrerò a Londra
lasciando completamente a vostra disposizione i miei risultati. Vi sonotroppo obbligato per fare diversamentepoiché
in tutta la mia carriera non ricordo un caso piú singolare e interessante diquesto.
- Io non ci capisco piú nientesignor Holmes. Noi l'abbiamo vista ieriseraal nostro ritorno da Tunbrigde Wells
e in sostanza era d'accordo con noi circa i risultati che avevamo ottenuti.Che cosa è accaduto da quel momento che ha
gettato nuova luce sul problema?
- Eccodal momento che me lo chiedestanottecome già vi ho detto cheavrei fattoho trascorso alcune ore al
castello.
- Ebbene?
- Ah! Per il momento posso darvi solo una risposta molto generica. Apropositoho letto una descrizione breve
ma assai chiara e interessantedel vecchio fabbricatodescrizione che sipuò acquistare per la modesta somma di un
penny dal tabaccaio locale. - E cosí dicendo Holmes trasse di tasca unlibrettoabbellito di una rozza incisione
rappresentante l'antico castello. - Un'inchiesta acquista gusto nuovomiocaro Macquando ci mettiamo in contatto
spirituale con l'atmosfera storica dell'edificio in cui dobbiamo svolgerla.Non assuma quell'aria spazientitaperché le
garantisco che anche una descrizione nuda come questa riesce a destarenell'animo del lettore una certa immagine vivida
del passato. Mi consenta di leggerle un passo: "Costruito nel quintoanno del regno di Giacomo I sull'area di un edificio
assai piú anticoil Maniero di Birls tone offre uno dei migliori esempituttora superstiti di residenza fortificata dell'epoca
di Giacomo I..."
- Ma lei ci prende in girosignor Holmes!
- CalmacalmaMac! É il primo segno di impazienza finora dimostrato dalei. Benebenenon continuo a
leggeredal momento che la disturba tanto. Ma quando le avrò detto che c'èuna descrizione della conquista del luogo
da parte di un colonnello del Parlamentonel 1644di come Carlo VI sinascose per diversi giorni durante la guerra
civilee infine di una visita fattavi da Giorgio IIdovrà ammettere che inquesta antica casa sono avvenuti diversi fatti
degni di nota.
- Non ne dubitosignor Holmes; ma questi fatti non interessanonel casonostro.
- Davvero? Crede? Bisogna essere di vedute larghemio caro Macse si vuoleriuscire nella nostra professione.
Lo scambio delle idee e un insieme di nozioni molteplici e incrociate offronosempre un interesse straordinario. Vorrete
scusare queste osservazioni da parte di uno chepur essendo un semplicedilettanteè forse un po' piú vecchio e
possiede un po' di esperienza in più di voi.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura38
- Sono il primo ad ammetterlo - esclamò il poliziotto accalorato. - Leicoglie sempre nel segnolo riconosco. Ma
ha un modo cosí maledettamente contorto di girarci intorno!
- Benebenelasciamo andare la storia antica e veniamo ai fatti attuali.Come già ho dettoieri sera mi sono
recato al maniero. Non ho visto né il signor Barker né la signora Douglas.Mi è sembrato inutile disturbarlima sono
stato lieto di apprendere che la signora non appariva visibilmente addoloratae che anzi aveva gustato un pranzo
eccellente. La mia visita era concordata con precisione con il buon Ames. Conlui ho scambiato alcune battutee ho
ottenuto il suo permesso di sedermi da solo nello studio per un po’ainsaputa degli altri.
- Cosa! Con quel... - esclamai.
- Nono; ormai tutto è in ordine in quella stanza. È stato lei aconsentire alla rimozione del cadavereMac; cosí
almeno mi hanno detto. Dunque la stanza in questione è ritornata al suostato normalee in essa io ho trascorso un
quarto d'ora istruttivo.
- Ma che cosa ha combinato là dentro?
- Non voglio fare un mistero di una faccenda cosí semplice. Mi sono limitatoa cercare il manubrio scomparso.
Questo particolare ha sempre avuto per me un grande peso nella valutazionedel casoe ho finito per trovarlo.
- Dove?
- Ah! Qui veniamo al limite dell'inesplorato. Permettetemi di procedere unpoco oltreahsolo di pocoe vi
prometto che saprete tutto ciò che so io.
- E va benesiamo costretti ad accettare le condizioni che lei ci impone -disse l'ispettore - ma quando arriva a
dirci di abbandonare le ricerche... perbaccoin nome di tutti i diavoliperché dovremmo abbandonarle?
- Per il semplice motivomio caroche lei non ha la minima idea di che cosastia cercando.
- Ma se stiamo cercando l'assassino del signor John Douglasdel maniero diBirlstone!
- Giàgiàinfatti. Ma non state a preoccuparvi di rintracciare ilmisterioso individuo in bicicletta. Vi garantisco
che è una ricerca inutile .
- E allora che cosa ci suggerisce di fare?
- Vi dirò esattamente quello che dovrete farepurché voi mi promettiate didarmi retta.
- Va benedevo ammettere che nonostante tutti suoi strani modiio ho semprevisto che lei finisce con l'aver
ragione. Farò come mi consiglia lei.
- E leisignor White Mason?
Il poliziotto di campagna si guardò intorno con aria perplessa. Holmes e isuoi sistemi erano nuovi per lui.
- Mahse l'ispettore è d'accordolo sono anch'io - brontolò infine.
- Ottimo! - concluse Holmes. - E adesso consiglierei a tutt'e due una bellapasseggiatina in campagna. Mi dicono
che il panorama che si gode dalla Punta di Birlstone sul Weald sia notevole.Naturalmente potreste fare una simpatica
colazione in qualche bed & breakfast campestreper quanto la mia scarsaconoscenza della contrada m'impedisca di
raccomandarvene uno in modo particolare. Questa serastanchi masoddisfatti...
- Maamico miolei passa la misura! - esclamò Mac Donaldalzandosi dallasedia con fare impaziente.
- E va benetrascorrete la giornata come piú vi pare e piace -replicòHolmes battendogli allegramente una mano
sulla spalla. -Fate quello che volete e andate dove vi parema ritrovateviqui prima di sera...
- Questo si chiama parlare con buonsenso!
- Io vi avevo dato semplicemente un ottimo consiglioma non insistopurchésiate qui per quando avrò bisogno
di voi. Ora peròprima che ce n'andiamodesidero che scriviate unbiglietto al signor Barker.
- Beh...
- Ve lo detterò iose non vi dispiace. Siete pronti? "Egregio signoreho pensato sia nostro dovere prosciugare il
fossatonella speranza che si possa trovare qualche..."
- Ma è impossibile - protestò l'ispettore - io ho già fatto i rilievi econtrolli del caso.
- Calmacalmaamico mio! Scriva quello che le sto dettandola prego.
- E va benevada avanti.
- ... "nella speranza che si possa trovare qualcosa di utile alla nostrainchiesta. Ho già predisposto tutto e gli
operai saranno all'opera domattina per tempo al fine di deviare iltorrente..."
- Impossibile!
- ..."al fine di deviare il torrenteperciò ho ritenuto piú opportunoavvertirla in tempo utile". E adesso firmi e lo
mandi a mano verso le quattro. A quell'ora ci ritroveremo qui in questastanza. Sino a quel momento possiamo fare
quello che piú ci piacepoiché vi assicuro che questa inchiesta è ormaigiunta a una svolta importante.
Le tenebre stavano calando lentamente quando ci ritrovammo. Holmes apparivamolto serioio ero incuriositoe
i due poliziotti avevano un'aria palesemente scettica e seccata.
- Dunquesignori - disse il mio amico con aria grave - io vi chiedo ora dimettere ogni cosa in discussione
insieme a mee giudicherete voi stessi se le osservazioni raccoltegiustificano le mie conclusioni. È una sera piuttosto
freddae non so sino a che ora potrà durare la nostra spedizioneperciòvi raccomando di indossare i vostri cappotti piú
SirArthur Conan Doyle La valle della paura39
pesanti. È di capitale importanza che noi si sia ai nostri posti prima chefaccia buio; col vostro permessoci metteremo
in cammino subito.
Passammo lungo i limiti esterni del parco del castello sino a che giungemmoin un punto in cui vi era un varco
nello steccato che lo cingeva. Ci infilammo attraverso questo varco eseguimmo quindi Holmes nelle tenebre
incombentifinché giungemmo a un boschetto di bassi alberi che si stendequasi contro la porta centrale e il ponte
levatoio. Quest'ultimo non era stato ancora alzato. Holmes si accovacciòdietro lo schermo dei laurie tutti e tre
seguimmo il suo esempio.
- Benee adesso che cosa facciamo? - chiese MacDonald seccato.
- Imponetevi di pazientare e fate quanto meno rumore possibile - fu larisposta di Holmes.
- Ma si può sapere perché siamo qui? Francamente io trovo che lei possaessere un po’ più chiaro.
Holmes rise.
- Watson sostiene che io sono il drammaturgo della vita reale - confessò. -Una certa inclinazione artistica vibra
sempre dentro di me e si ostina a pretendere una rappresentazione con unasapiente regìa. Certocaro Macla nostra
professione sarebbe squallida se a volte non disponessimo la scena in modo daesaltare e dar lustro ai nostri risultati.
Un’accusa rozzaun colpo brutale sulle spalle; come può essere giudicatoun simile evento? Ma la balenante intuizione
l'agguato sagacela visione acuta del futurola prova trionfante di audaciteorienon sono tutti orgoglio e
giustificazione della nostra vita di lavoro? In questo momento lei si tendecon emozione e ansia tipiche di chi va a
caccia. Dove sarebbe questa emozione se io avessi il profilo basso dell’orarioferroviario? Le chiedo semplicemente un
po' di pazienzacaro Mace tutto fra poco le apparirà chiarissimo.
- Benespero che l'orgoglio e la giustificazione e il resto arrivino primache si muoia di freddo tutti e quattro -
borbottò con comica rassegnazione il poliziotto londinese.
Avevamo infatti tutti e quattro buon motivo per unirci al suo desideriomala nostra attesa fu lunga e amara. A
poco a poco le tenebre si accumularono sulla lunga e cupa facciata dellavecchia casa. Un soffio freddo e umido
proveniente dal fossato ci intirizzí sino alle ossa e ci fece battere identi. Un'unica lampada risplendeva sopra l'ingresso
e un globo di luce immota rischiarava lo studio fatale. Tutto il resto eraoscurità e silenzio.
- Fino a quando durerà questa storia? - chiese ad un tratto l'ispettore. - Eche caspita aspettiamo?
- Io non so certo piú di quanto sappia lei sino a quando durerà - replicòHolmes spigoloso. - Se i criminali
avvertissero sempre dei loro movimenti come le ferrovie delle partenze deitrenisarebbe comodo per tutti. In quanto a
quello che noi... Eccoecco quello che siamo venuti a osservare.
Mentre parlavala brillante luce gialla dello studio fu oscurata da qualcunoche vi passava davanti. I1 ciuffo di
lauri in mezzo ai quali ci eravamo nascosti stava proprio in fronte allafinestra e a non piú di trenta metri da essa. Ed
ecco che i suoi battenti furono aperti con un cigolio di cardinie ci fupossibile intravedere la scura sagoma di una testa
e di due spalle maschili che si affacciarono fuori nelle tenebre. Per alcuniminuti l'uomo stette a scrutareproteso in
avantiin atteggiamento furtivocome chi voglia assicurarsi di non esserespiato. Quindi si protese ancora piú innanzie
nel silenzio teso della notte avvertimmo un sordo sciacquio di acqua agitata.Pareva che stesse sommovendo il fossato
con qualcosa che brandiva. Poi improvvisamente ritrasse qualcosacome unpescatore potrebbe trarre a riva un pesce
un oggetto grossorotondoche oscurò la luce mentre veniva tirato suattraverso la finestra aperta.
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- Ora! - gridò Holmes. - Ora!
Balzammo tutti e quattro in piedi tenendogli dietro con le nostre membrairrigiditementre eglicon uno di quegli
scoppi improvvisi di energia nervosa che potevano renderlo all'occasionel'uomo piú attivo e forte che io abbia mai
conosciutosi era messo a correre velocemente attraverso il ponte e suonarela campana con vivacità. Si sentì dall'altra
parte un raspare di spranghe ferratee un attimo dopo apparve sulla soglialo stupefatto Ames. Holmes lo sospinse da un
lato senza una parola e seguito da tutti noi si precipitò nella stanzaoccupata dall'uomo che avevamo spiato.
I1 chiarore che avevamo notato dall'esterno era rappresentato da una lampadaa olio posata sul tavolo. L'oggetto
si trovava nelle mani di Cecil Barkeril quale lo teneva rivolto verso dinoi nel mo mento in cui entravamo. La luce della
lampada si rifletteva sul suo volto forterisolutoaccuratamente sbarbatoe sui suoi occhi minacciosi.
- Cosa diavolo significa tutto ciò? - gridò. - E che cosa cercate?
Holmes volse intorno una rapida occhiata e immediatamente balzò su unfagotto fradicio d'acqua e legato
insieme da una corda che giaceva dove era stato cacciatocioè sotto loscrittoio.
- Ecco quel che cerchiamosignor Barker. Questo fagottoappesantito con unmanubrioche lei ha appena
ripescato dal fondo del fosso.
Barker fissò Holmes con un'espressione di intenso sbalordimento dipinto sulviso.
- Ma come diavolo è riuscito a sapere di questa faccenda? - domandò.
- Semplicemente perché sono stato io a mettere li quel fagotto.
- Lei lo ha messo li? Lei!
- Forse avrei dovuto dire a "rimetterlo" - aggiunse Holmes. - Leiricorderàispettore MacDonaldche la
mancanza di un manubrio mi aveva particolarmente colpito. Io attirai la suaattenzione su questo particolarema
l'incalzare di altri avvenimenti non le diedero il tempo di dare a questofatto la considerazione dovuta. Quando c'è
dell'acqua vicina e manca un pesonon è un'ipotesi troppo arrischiatapensare che qualcosa è stato affondato nella
suddetta acqua. Comunquevaleva la pena di provare l'ipotesiperciò conl'aiuto di Amesche mi permise di entrar nella
stanzae dell'impugnatura ricurva del parapioggia del dottor Watsonmi fupossibile ieri sera ripescare ed esaminare
questo fagotto. Era però della massima importanza riuscire a dimostrare chilo avesse messo. Ricorremmo pertanto al
semplice stratagemma di annunciare che il fossato sarebbe stato prosciugatonella mattinata di domaniil che ebbe come
effetto naturale la reazione da parte di chi nascose il fagotto di ritirarlocol favore dell’oscurità. Siamo in quattro
testimoni ad aver v isto chi ha agito nell’oscuritàe perciòsignorBarkerritengo che ora la parola spetti a lei.
Sherlock Holmes pose sul tavolo accanto alla lampada il fagotto zuppo d'acquae disfece la corda che lo legava.
Trasse fuori un manubrio che buttò accanto al suo compagno abbandonato in unangolo. Comparvero poi un paio di
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scarpe. - Americanecome vedete - osservòindicandone le punte. Quindiposò sul tavolo un lungo coltello micidiale
racchiuso entro un fodero. Districò infine un fascio di indumenticomprendenti un cambio completo di biancheriaun
paio di calziniun vestito sportivo grigio e un corto cappotto giallo.
- I vestiti sono comuni - osservò ancora Holmes - a eccezione del solocappotto che è ricco di indizi interessanti. -
Lo accostò con gesto sicuro alla gentementre le sue lunghe dita sottiligiocherellavano su di esso. - Quicome noterete
c'è la tasca interna prolungata sin dentro la foderain modo da consentireampio spazio per riporvi la doppietta mozza.
L'etichetta del sarto è cucita sul collo"NealeConfezioniVermissaU.S.A.". Ho trascorso un istruttivo pomeriggio
nella biblioteca parrocchialee ho aumentato le mie cognizioni aggiungendoviil particolare che Vermissa è una ridente
cittadina situata all'imbocco di una delle piú note vallate carbonifere eferrifere degli Stati Uniti. Mi pare di ricordare
vagamentesignor Barkerche lei ha associato le zone carbonifere con lapersonalità della prima moglie di Douglase a
me non sembra induzione troppo arrischiata supporre che il V. V. vergato sulcartoncino ritrovato accanto al cadavere
possa ritenersi l'iniziale di Valle Vermissae che questa vallechespedisce emissari assassinipossa essere quella Valle
della Paura di cui abbiamo inteso parlare. Sin qui le cose sono abbastanzachiare. E adessosignor Barkernon vorrei
impedirle di offrirci la sua spiegazione.
Era stato un vero spettacolo osservare il volto espressivo di Cecil Barkerdurante l'esposizione del celebre
poliziotto. Collerastuporecosternazioneincertezzatravagliarono aturno quel volto inquieto. L'uomo si rifugiò infine
in un’ironia corrosiva.
- Lei la sa talmente lungasignor Holmesche forse farebbe meglio a dirciancora qualche altra cosa - ribatté
sogghignando.
- Senza dubbio saprei dirle ancora parecchie altre cosesignor Barkermasarebbero dette con grazia maggiore se
provenissero da lei.
- Ohlei la pensa cosídunque? Be'tutto ciò che posso dirle è che sein questa faccenda esiste un segretonon è
certo un segreto mioe io non sono uomo da spiattellare i fatti altrui.
- Certo che se la prende su questo tonosignor Barker - intervennetranquillamente l'ispettore - dovremo tenerla a
nostra disposizione sino a quando avremo un mandato di arresto contro di lei.
- Potete fare tutto quello che vi pare - replicò Barker in tono di sfida.
La situazione sembrava essersi definitivamente cristallizzata per quantoriguardava quell'uomopoiché bastava
osservare la sua faccia granitica per comprendere che nessuna peine forteet dure sarebbe mai valsa a piegarlo contro la
sua volontà. Ma il punto morto fu superato inaspettatamente da una vocefemminile. La signora Douglas era rimasta in
ascolto presso la porta socchiusaed ora era entrata nello studio.
- Lei ha fatto anche troppo per noiCecil - disse. - Qualsiasi cosa avvengain futurolei ha già fatto anche troppo.
- Ha perfettamente ragionesignora - osservò gravemente Sherlock Holmes. -Io comprendo perfettamente i suoi
sentimenti e la prego di tutto cuore di avere fiducia nell'assennatezza dellenostre leggi e di mettersi completamente
nelle mani della polizia. Forse ho anch'io una certa colpa per non avereaccolto l'offerta da lei fattami per mezzo del mio
amico dottor Watson. Ma in quel momento avevo ogni ragione di ritenere chelei fosse direttamente coinvolta nel
delitto. Ora sono certo che così non è. Vi è tuttavia molto ancora diinspiegatoe pertanto la prego vivamente a esortare
il Signor Douglas di esporci la sua personale versione dei fatti.
Alle parole di Holmesla signora lanciò un grido di stuporeal qualefacemmo eco io e i poliziottiein quel
momentoci accorgemmoa un trattodella presenza di un uomo che parevaessere uscito letteralmente dalla parete e
che si avvicinava ora a noi dalI'angolo semibuio dal quale era sbucato. Lasignora si volse ein un attimole sue braccia
lo avevano circondato. Barker strinse la mano che l'uomo gli tendeva.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura42
- É meglio cosíJohn - gli andava ripetendo sua moglie. - Sono sicura cheè meglio cosí.
- Anch'iosignor Douglassono sicuro che questa sia la soluzione migliore -confermò Sherlock Holmes.
L'uomo rimase per qualche istante a fissarcisocchiudendo gli occhi con losguardo abbacinato di chi esce
all'improvviso dalle tenebre alla luce. Aveva un aspetto notevole: occhigrigi baldanzosibaffi corti e brizzolatimento
squadratovolitivo e bocca ironica. Ci squadrò a lungopoicon miostuporesi avanzò verso di me e mi porse un fascio
di fogli.
- Ho inteso parlare di lei - disse con una pronuncia che non era né deltutto inglese né del tutto americanama nel
complesso piacevole. - Lei è lo storico di questa eletta congrega. Ebbenedottor Watsonè la prima voltacredoche un
racconto del genere le passa per le mani; sarei pronto a scommettere inproposito il mio ultimo dollaro. Lei l'aggiusti a
modo suoma i fatti sono questie vedrà che al pubblico piaceranno. Sonostato rintanato per due giornie ho speso le
ore diurnese si può parlare di ore diurne in quella trappola da topiascrivere le mie avventure. Le piaceranno:
piaceranno a lei e anche al suo pubblico. Questo è il racconto della Valledella Paura.
- Ma quella è storia passatasignor Douglas - osservò Sherlock Holmes conla sua voce quieta. - Ciò che noi
desideriamo ora conoscere è la sua storia attuale.
- Sono ai suoi ordini - rispose Douglas. - Posso fumarementre parlo? Ohgraziesignor Holmes; è fumatore
anche leise ben ricordoe può immaginare che cosa significa per unpoveraccio starsene seduto per due giorni col
tabacco in tascasenza fumareper paura che l'odore del fumo lo possatradire. - Si appoggiò contro la mensola del
camino e aspirò avidamente il sigaro che Holmes g]i aveva offerto. - Avevointeso parlare di leisignor Holmesma non
avevo mai immaginato che l'avrei incontrata un giorno. Quando però avràfinito di leggere quelli - e accennò ai fogli
che io tenevo in mano - riconoscerà che le ho offerto qualcosa di veramenteinedito.
Nel frattempo l'ispettore MacDonald aveva seguitato a fissare il nuovo venutocon espressione di indicibile
meraviglia.
- Ma io non ci capisco piú niente! - gridò infine. - Se lei è il signorJohn Douglasdel castello di Birlstoneallora
intorno alla morte di chi stiamo investigando da due giornie da dovediamine è saltato fuori lei? Ho avuto
l'impressione che sia schizzato su dal pavimento come un giocattolo a molla.
- Ahcaro Mac - disse Holmesscotendo all'indirizzo del povero ispettore unindice carico di scherzosa minaccia.
- Lei non ha voluto leggere quell'ottima guida locale in cui era racchiusa ladescrizione del nascondiglio di re Carlo. A
quei tempi la gente non si nascondeva se non in rifugi sicurie unnascondiglio che fu usato in passato può servire anche
attualmente. Io mi ero convinto che avremmo ritrovato il signor Douglas sottoquesto tetto.
- E da quanto tempo ci sta prendendo in girosignor Holmes? - gridòl'ispettore furibondo. - Da quanto tempo ci
sta menando per il naso permettendo che noi si prosegua in un'inchiesta chelei sapeva benissimo essere inconsistente?
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura43
- Ma io non vi ho fatto sciupare neppure un minutomio caro Mac! Ho potutoassodare l'esattezza delle mie
ipotesi soltanto ieri serae poiché non potevo averne la prova prima distanotteho esortato lei e il suo collega a
prendersi una giornata di vacanza. Ora io le chiedoche cosa potevo fare dipiú? Quando ho ritrovato nel fossato quegli
indumentiho compreso immediatamente che il corpo che noi avevamo trovatodoveva essere quello del ciclista
proveniente da Tunbridge Wells. Non vi era altra conclusione possibile.Dovevo però accertare dove si fosse cacciato il
signor John Douglase dal calcolo delle probabilità mi parve che con laconnivenza della propria moglie e dell'amico
dovesse essersi nascosto in una casa che offrisse tutte le comodità delcasoin attesa di tempi miglioriquando gli fosse
riuscito di mettersi in salvo definitivamente.
- Perbaccole sue ipotesi sono pressoché perfette - confermò Douglas intono d'approvazione. - Avevo pensato di
scansare le vostre leggi inglesiperché non ero sicuro di come me la sareicavata con voima soprattutto vidi in questo
stratagemma la possibilità di far perdere definitivamente le mie tracce aquei maledetti mastini. Badate benenon ho
fatto nulla dal principio alla fine di cui debba vergognarmie niente chenon sarei pronto a rifare; ma giudicherete voi
stessi quando vi avrò raccontato la mia storia. Non si disturbi adavvertirmiispettore; sono pronto ad alzare la mano e a
giurare tutte le verità che vuole.
"Non starò a ricominciare dal principio. É tutto scritto lí..."e indicò il fascio di carte che mi aveva consegnato; "e
vedrete che razza di strano racconto sarà! In breve si riassume in questepoche parole: vi sono alcuni uomini che hanno
buone ragioni per odiarmi e darebbero l'ultimo dollaro per essere sicuri difarmi la pelle. Fino a quando io sarò vivo e
loro saranno vivi non ci sarà sicurezza per me in questo mondo. Mi hannoinseguito da Chicago in California; poi mi
hanno costretto a fuggire dall'Americama quando mi sposai e venni astabilirmi in questo posticino tranquillo avevo
sperato che i miei ultimi anni potessero essere pacifici. Non ho spiegato maia mia moglie come stavano realmente le
cose. Perché avrei dovuto immischiarla in questi guai? Non avrebbe avutopiú un momento di serenitàma si sarebbe
sempre immaginata chi sa che problemi. Certodoveva avere presagitoqualcosada qualche parola che
inavvertitamente mi sono lasciato sfuggire: ma sino a ieridopo che voisignoril'avete vedutaaveva sempre ignorato
come stessero esattamente le cose. Vi riferí tutto quello che sapevaealtrettanto fece Barkerperché la notte del
fattaccio vi fu ben poco tempo per spiegarci. Adesso però è al corrente dituttoe forse avrei agito piú saggiamente se
l'avessi informata prima. Ma si trattava di una questione delicatacara" per un attimo prese la mano di lei tra le sue "e io
ho creduto di agire per il meglio.
"Dunquesignoriil giorno prima della tragedia mi ero recato aTunbridge Wells dove vidi casualmente una
figura d'uomo per la strada. Non fu che una visione fugacema io ho l'occhiopronto per queste cosee non ebbi il
minimo dubbio di chi potesse essere. Era il peggior nemico che avessi traquella genteun tale che mi aveva tenuto
dietro in tutti questi anni come fa un lupo affamato con un povero caribú.Capii che potevano giungermi guai. Perciò
rientrai a casa mia e mi preparai ad affrontare il peggio. Decisi di lottarefino in fondo con le mie sole forze. Ci fu un
tempo in cui la mia buona stella era conosciuta in tutti gli Stati Unitienon dubitai che mi avrebbe assistito anche
questa volta.
"Stetti bene in guardia per tutto il giorno seguente e non uscii mai nelparco. Fu una fortunaperché mi avrebbe
colpito con quella sua dannata doppietta prima ancora che avessi potuto avereil tempo di dire "bah". Quando il ponte
levatoio fu alzato (mi sentivo sempre piú tranquillo quando alzavano ilponte la sera) ogni preoccupazione mi passò
dalla mente. Non avrei certo immaginato che riuscisse a intrufolarsi in casamia e a tendermi un agguato tra le mie
stesse mura. Ma quando incominciai il mio solito giroin veste da cameraemisi piede nello studio fiutai subito il
pericolo. Quando un uomo ha avuto una vita avventurosae ai miei tempi ne hoviste di tutti i colorisi sviluppa in lui
come un sesto senso che lo avverte come un lampione rosso. Sentii quasisubito puzza di guaisenza tuttavia saper dire
il perché. Un attimo doposcorsi una scarpa che sporgeva da sotto iltendaggio della finestra e afferrai di colpo la
situazionein tutta la sua gravità.
"Io avevo un'unica candelaquella appunto che tenevo in manoma dallalampada del vestiboloattraverso la
porta apertagiungeva un po' di luce. Posai la candela e balzai ad afferrareun martello che avevo dimenticato sulla
mensola del camino. Contemporaneamentel'uomo mi fu addosso. Vidi illuccichio di un pugnale e mi buttai
sull'intrusocol martello. Lo colpii subito in pienoeinfattiil pugnalecadde tintinnando sul pavimento. Ma l'uomo
strisciò intorno al tavolo con l'agilità di un'anguillae un attimo dopotolse da sotto il mantello quel suo maledetto
fucile. Lo vidi miraremacon un balzogli fui quasi addossoafferrandol'arma per la cannaprima che potesse sparare.
Per un minuto e piú lottammo disperatamente: il primo che mollava la presaera destinato a morire.
Sir Arthur Conan Doyle La valledella paura44
"L'uomo non abbandonò mai la sua strettama tenne il calcio del fucilerivolto all'ingiú forse per un attimo di
troppo. Può anche darsi sia stato io a premere il grilletto. Forseanchelo facemmo scattare insieme. Comunquefu lui a
ricevere in piena faccia la doppia scaricamentre a me non restò checontemplare ciò che rimaneva di Ted Baldwin. Lo
avevo riconosciuto in città e anche oraquando mi era saltato addossomanemmeno sua madre lo avrebbe riconosciuto
ormainello stato in cui era ridotto. Io sono abituato a certe cosema lospettacolo di quella testa maciullataper poco
non mi fece dar di stomaco.
"Me ne stavo cosí inerte di fianco alla tavolaquando fui raggiunto daBarker che era sceso precipitosamente dal
piano superiore. Contemporaneamenteintesi il passo di mia moglie; alloracorsi alla porta e la fermai. Non era uno
spettacolo per donne. Le assicurai che l'avrei raggiunta di lí a poco.Scambiai con Barker qualche parola; lui afferrò
tutto a una semplice occhiataeinsiemeaspettammo che venissero glialtri. Ma nessuno comparve. Capimmoallora
che non avevano potuto udire nullae che quanto era accaduto era notounicamente a noi tre.
"Fu allora che mi balenò l'ideae mi parve cosí luminosache nerimasi abbagliato. La manica del morto era
scivolata all'insúe io avevo riconosciuto sul suo avambraccio il ma rchiodella Loggia. Guardi qui.”
L'uomo che noi conoscevamo come Douglas si rimboccò la manica a sua volta eci mostrò un triangolo bruno
contornato da un cerchioin tutto e per tutto identico a quello che avevamonotato sul braccio del morto.
- Fu quel segno a mettere in moto tutta la macchina. Ebbi l'impressione cheogni cosadi colpomi fosse chiara.
La staturai capellila corporatura erano pressappoco i miei. In quantoalla facciapoverettochi avrebbe saputo
riconoscerlo? Lo svestiiein capo a un quarto d'oraio e Barker gliavevamo messo addosso la mia veste da camera.
Poilo lasciammo lí come voi lo avete trovato. Legammo tutti suoi stracciin un fagottovi unimmo il solo peso che mi
fu possibile trovare e gettammo il tutto dalla finestra. Il cartoncino cheegli intendeva lasciare accanto al mio cadavere
giaceva ora presso il suo. Gli mettemmo al dito i miei anellima quando fula volta della fede... - e cosí dicendo tese
verso di noi la mano muscolosa - potete vedere da voi stessi che non sareimai riuscito a togliermela. Non me la sono
piú levata dal giorno del mio matrimonioe ci sarebbe voluta una lima persegarla via. Sinceramentenon so se avrei
avuto il coraggio di separarmenema anche se avessi voluto non avrei potuto.Perciòdovemmo affidare questo
particolare alle mani della Provvidenza. Pensai invece di prendere un pezzodi cerotto e di applicarlo nel punto in cui ne
ho una striscia io stessoin questo momento. Con tutta la sua astuziasignor Holmesquesto punto lei se lo è lasciato
scappareperché se avesse pensato a togliere quella strisciolina di cerottosi sarebbe accorto chesottonon c'era nessun
taglio.
"Eccoquesta era dunque la situazione. Se potevo scomparire per un po'di tempo per poi rifugiarmi in un luogo
sicuro dove mia moglie mi avrebbe raggiunto in seguitoavremmo avuto lasperanza di vivere finalmente in pace la
nostra vita. Quei maledetti non mi avrebbero dato tregua fin che fossi statosu questa terrama se avessero letto sui
giornali che Baldwin aveva acciuffato il suo uomoi miei guai sarebberofiniti. Non avevo molto tempo per spiegare
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura45
con precisione tutto il mio pensiero a Barker e a mia mogliema essiafferrarono in modo abbastanza pronto le mie
intenzioni per aiutarmi. Io sapevo perfettamente dell'esistenza di questonascondigliocome pure Amesma non gli
venne mai in testa di metterlo in relazione con i fatti accaduti. Mi ritiraidunque là dentroe lasciai a Barker di condurre
a termine il resto.
"Credo immaginerete da voi quello che egli fece. Aprí la finestra eappose l'impronta del suo piede sul davanzale
per suggerire l'idea che l'assassino fosse fuggito di lí. Certo agí moltoazzardatamentema il ponte levatoio era alzato e
non vi era altro mezzo. Poiquando ogni cosa fu prontasuonò il campanellocon tutte le sue forze. Quello che accadde
in seguito vi è noto... Perciòsignoripotete fare quello che voletemaio vi ho detto la verità e nient'altro che la veritàe
che Dio mi aiuti! Quello che ora vi chiedo è semplicemente questo: di cosasono colpevole per la legge inglese?"
Seguì un silenzio che Sherlock Holmes finalmente ruppe:
- La legislazione britannica è nel complesso giusta. Non sarà certamentetrattato con maggiore crudeltà di quanta
ne merita il suo caso; ma io vorrei chiederle come ha fatto quest'uomo asapere dove lei vivevae soprattutto a entrare in
casa sua e a nascondersi in modo da colpirla senza via di scampo?
- Non saprei davvero come risponderle.
Il viso di Sherlock Holmes si fece molto pallido e grave.
- La storia non è ancora finitatemo - disse. - Lei potrà incontrarepericoli peggiori della legge inglesee nemici
forse ancora piú temibili di quei suoi nemici americani. Io prevedo per leiguai serisignor Douglas. Segua il mio
consiglio: stia bene in guardia.
E adessomiei pazienti lettoridebbo chiedervi di venir via con me perqualche tempolontani dall'antico castello
di Birlstone nel Sussexe lontani pure dall'anno di grazia in cui noi sicompì il nostro avventuroso viaggio che si
concluse con lo strano racconto dell'uomo a tutti noto come John Douglas.Desidero che voi risaliate con me a vent'anni
faviaggiando nello spazio verso Occidente per alcune migliaia di migliaperché io possa esporvi una storia terribile e
singolare: cosí terribile e singolare che forse farete fatica a credere chesia vera. Non pensiate che io inizi un racconto
prima di terminarne un altro. A mano a mano che proseguirete nella lettura viaccorgerete che non è cosí. E quando vi
avrò narrato quei lontani avvenimenti in modo circostanziato e avrò risoltoper voi questo mistero del passatoci
ritroveremo ancora una volta in quelle stanzette di Baker Street dove anchequesta storiacome tante altre meravigliose
avventuretroverà la sua conclusione.
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura46
Parte II
L'uomo
Era il quattro febbraio del 1885: un inverno durissimo. La neve si accumulavaancora alta nelle gole delle
montagne di Gilmerton. Lo spazzaneve era però riuscito a tener liberi ibinarie il treno della sera che congiunge la
lunga fila di villaggi di minatori delle zone carbonifere e ferrifere stavafacendosi strada lentamentegemendo e
sbuffandosu per i ripidi dislivelli che conducono da Stagville lungo lapianura sino a Vermissala cittadina principale
che sorge all'imbocco della Valle Vermissa. Da questo punto la linea svoltain basso verso Barton's Crossing Helmdale
e la provincia esclusivamente agricola di Merton. Era una ferrovia a binariounicoma su ogni binario mortoe ve
n'erano moltilunghe file di vagoncini ricolmi di carbone e di ferro grezzorivelavano la celata ricchezza che aveva
attirato una popolazione rudecreando un incredibile fermento di vitainquell'angolo particolarmente desolato degli
Stati Uniti d'America.
E desolato lo era davvero. Difficilmenteil primo pioniere che l'avevaattraversato poteva aver intuíto che le piú
fertili praterie e i piú grassi pascoli di tante altre regioni erano prividi valorea paragone con quella tetra contrada di
nere rocce e di alberi aggrovigliati. Soprai cupi e spesso quasiimpenetrabili boschile cime alte e nude delle
montagnetutte neve bianca e roccia dentellata torreggiavano su ciascunlatolasciando nel mezzo una valle lunga
tortuosaserpeggiante. Era su per questa valle che il trenino si stavafaticosamente inerpicando.
Le lampade a petrolio erano state appena accese nella vettura passeggeri ditestaun lungo carrozzone nudo in cui
erano sedute venti o trenta persone. La maggioranza era composta dalavoratori che ritornavano dalla loro fatica
quotidiana nella parte inferiore della valle. Almeno una dozzina di questidai volti coperti di sudiciume e dalle lanterne
di sicurezza che tenevano in manorivelavano chiaramente la propriaprofessione. Sedevano in gruppo fumando e
conversavano a voce bassalanciando ogni tanto un'occhiata a due uomini chesi trovavano sul lato opposto della
vetturae che le uniformi e i distintivi rivelavano come poliziotti. Alcunedonne del popolo e un paio di viaggiatori
probabilmente piccoli bottegai del luogoformavano il resto della compagniaa eccezione di un unico giovanotto che
sedeva in un angolo tutto solo. É di quest'uomo che ci stiamo occupando.Guardatelo bene perché ne vale la pena.
É un giovane dalla carnagione frescadi media staturanon lontano dallatrentinasi direbbe. Ha occhi grandi
grigiastutiironiciche ammiccano curiosamente di quando in quando mentreegli fissa attraverso gli occhiali la gente
che lo circonda. È facile capire che deve essere di carattere socievole eprobabilmente semplicedesideroso di farsi
amico di tutti. Comunicativo di naturasembra avere lo spirito pronto e ilsorriso facile. E tuttaviachi lo studiasse piú
attentamente potrebbe notare in lui una certa durezza della mascella e unaostinata fermezza delle labbra che lo
metterebbero in guardia contro oscure insondate profondità: si direbbe chequel gradevole giovanotto irlandese dai
capelli bruni possa facilmente lasciare la sua impronta su chiunque gli siavvicini nel bene e nel male . Dopo aver tentato
un paio di volte di intavolare una conversazione con il minatore piú vicinoe avendone ricevuto in cambio solo brevi
risposte radentiil viaggiatore si rassegnò suo malgrado al silenzioeprese a fissare malinconicamente fuori del
finestrino l'indistinto paesaggio. Non era certo una visione allegra.Attraverso le tenebre spiccava il rosso bagliore delle
fornaci disseminate sui fianchi delle colline. Grossi cumuli di scorie emucchi di residuati di carbone torreggiavano su
entrambi i latidominati dagli alti pozzi delle miniere. Gruppi irregolaridi catapecchie di legnole cui finestre
incominciavano ad allinearsi luminoseerano sparsi qua e là lungo la lineae le numerose stazioni erano affollate dei
loro neri abitanti. Le valli ferrifere e carbonifere della zona di Vermissanon erano certo luoghi di ritrovo per
sfaccendati o intellettuali. Ovunque apparivano inesorabili i segni dellapiú cruda battaglia per la vitadi un lavoro rude
fatto da rudi e forti lavoratori.
Il giovane viaggiatore contemplava quel paesaggio sconsolato con un volto incui si mescolavano ripugnanza e
interesserivelando cosí che quello scenario era nuovo per lui. Ogni tantoprendeva dalla tasca una lettera voluminosa
sui cui margini scriveva appunti. A un certo momento tolse dalla tascaposteriore qualcosa che difficilmente ci si
sarebbe aspettati di vedere in possesso di un uomo da]l'apparenza cosí mite:una rivoltella da marinaio d i grosso calibro.
Mentre la rivolgeva di sbieco alla luceil luccichio sui cerchi dei bossolidi rame entro il tamburo rivelò che l'arma era
carica. Egli però rimise rapidamente il revolver nella sua tasca segretanon senza però che un lavoratore che si trovava
seduto sul banco vicino avesse notato il suo gesto.
- Ehiamico! - disse. - Mi sembri male intenzionato.
I1 giovane sorrise con aria imbarazzata.
- Mah - replicò; - a volte ne abbiamo bisognonel posto da dove vengo.
- E da dove vieni?
- Mi trovavo ultimamente a Chicago.
- Sei forestiero di queste parti?
- Sí.
- Può darsi che ti possa servire anche qui - fece l'operaio.
- Ah! Davvero? - Il giovanotto parve interessato.
- Non hai sentito quello che succede da queste parti?
SirArthur Conan Doyle La valle della paura47
- Noniente di strano.
- Ma comecredevo che tutto il paese ne parlasse... T'informeranno presto.Ma che cosa ti ha spinto a venire qui?
- Mi è stato detto che da queste parti c'è sempre del lavoro per un uomovolenteroso.
- Appartieni all'Unione dei Lavoratori?
- Certamente.
- E allora troverai subito da occuparticredo. Hai amici?
- Non ancorama ho la possibilità di farmene.
- Come mai?
- Appartengo all'Antico Ordine degli Uomini Liberi. Non esiste una cittàsenza una Loggiae dovunque esiste
una Loggiatrovo subito qualche amico.
Quell'osservazione ebbe un effetto singolare sul suo compagno il qualelanciò intornoagli altri seduti nello
scompartimentouna occhiata sospettosa. I minatori stavano ancoraconfabulando tra loro a bassa voce. I due gendarmi
sonnecchiavano. L'uomo si avvicinòsi sedette accanto al giovaneviaggiatore e gli porse la destra.
I due si scambiarono una forte stretta di mano.
- Vedo che dici la veritàma è sempre meglio assicurarsi.
Alzò la destra al sopracciglio destro. Immediatamenteil viaggiatore alzòla sinistra al sopracciglio sinistro.
- Le notti buie sono sgradevoli - osservò l'operaio.
- Sísoprattutto se si viaggia da forestieri - rispose 1'altro.
- Basta cosí. Io sono Fratello Scanlandella Lòggia 341Valle Vermissa.Lieto di vederti da queste parti.
- Grazie. E io sono Fratello Jack McMurdodella Loggia 29Chicago. GranMaestro J. H. Scott; ma sono
davvero fortunato d'imbattermi subito in un fratello.
- Ohsiamo in tantida queste parti. Ti accorgerai che l'Ordine è moltopiú fiorentequi nella Valle Vermissache
in qualunque altra parte degli Stati Uniti. Ma abbiamo bisogno di giovanotticome te. Non riesco a capire come mai un
ragazzo del tuo stampoappartenente all'Unione dei Lavoratorinon siariuscito a trovar lavoro a Chicago.
- Ohper quellodi lavoro ne avevo trovato d'avanzo - rispose McMurdo.
- E alloraperché sei partito?
McMurdo indicò con un cenno del capo i poliziotti e sorrise.
- Credo che quei tipi là sarebbero contenti di saperlo.
Scanlan emise un brontolio di comprensione.
- Guai? - domandò in un soffio.
- Altro che!
- Roba da galera?
- E il resto.
- Qualche omicidioforse?
- É ancora troppo presto per parlare di certe cose - rispose McMurdo conl'aria di chi capisce troppo tardi di aver
detto piú di quanto intendeva dire. - Avevo le mie buone ragioni quando hodeciso di lasciare Chicagoe per il momento
basta cosí. Chi seituper farmi tante domande?
I suoi occhi grigida dietro le lentifiammeggiarono a un tratto di unlampo pericoloso di collera.
- E va beneamico. Non intendevo offenderti. I fratelli non ti giudicherannoseveramentequalunque cosa tu
possa aver fatto. Dove sei diretto adesso?
- A Vermissa.
- È la terza fermata lungo la linea. Dove alloggerai?
McMurdo trasse di tasca una busta e l'accostò alla lampada a olio.
- Ecco l'indirizzoJacob ShafterSheridan Street. È una pensione che mi èstata raccomandata da uno che
conoscevo a Chicago.
- Be'non lo soma Vermissa non è sulla mia strada. Io abito a Hobson'sPatched è lí che stiamo arrivando. Ma
senti un po'desidero darti un consiglio prima che ci separiamo. Se aVermissa ti trovi nei guaiva' subito alla Casa
dell'Unione e cerca del mastro McGinty. È lui il gran maestro della Loggiadi Vermissae non succede nulla da queste
parti se Jack il Nero McGinty non lo ordina. Arrivederciamico. Può darsiche c'incontriamo alla Loggiauna di queste
sere. Ma ricordati le mie parole; se ti trovi nei guai corri da mastroMcGinty.
Scanlan scesee McMurdo rimase nuovamente solo coi suoi pensieri. Frattantoera caduta la nottee le fiamme
delle numerose fornaci stridevano e guizzavano nelle tenebre. Sul loro lividofondoscure ombre erano chinetendendo
torcendorivoltandonel moto dell'argano o del verricelloal ritmo di unrumoredi un fragore eterni.
- Io credo che l'inferno deve essere pressappoco cosí - disse una voce.
McMurdo si volse e vide che uno dei poliziotti si era mosso dal suo posto estava fissando fuori del finestrino la
fiammeggiante desolazione.
Sir Arthur Conan Doyle Lavalle della paura48
- In quanto a questo - disse l'altro poliziotto - credo anch'io che l'infernodeve essere qualcosa del genere. Se poi
all'altro mondo ci sono diavoli peggiori di certi che noi potremmo nominarequesto non saprei dirlo... Immagino che sei
nuovo di queste partigiovanotto!
- Ebbeneche importa se lo sono? - rispose McMurdo con voce imbronciata.
- Ohniente! Soltanto volevo avvertirti di essere attento nella scelta deituoi amici. Io per esempio se fossi in te
non incomincerei proprio con Mike Scanlan e con la sua banda.
- E a voi che importain nome del diavolochi sono i miei amici? - urlòMcMurdocon una voce tale che tutte le
teste si volsero verso il punto dello scompartimento da cui provenival'alterco. Vi ho forse chiesto il vostro parere
oppure mi giudicate talmente imbecille da non riuscire a muovere un passosenza essere consigliato? Parlate quando vi
si rivolge la parolae per Dio dovete aspettare un bel pezzo se si tratta dime!
Spinse avanti la faccia e sogghignò all'indirizzo degli uomini di pattugliacome un cane ringhioso.
I due poliziottidue bravi ragazzi un po' tontirimasero letteralmentearnmutoliti di fronte a quell'inverosimile
scatto di violenza che le loro amichevoli proposte avevano suscitato.
- Non volevamo mica offendertiforestiero - disse uno dei due. - Noi tiavvertiamo per il tuo beneavendo capito
dal tuo stesso modo di fare che eri nuovo del posto.
- Sono nuovo del postoma conosco bene le vostre menate e la vostra razza -gridò McMurdo in un accesso di
fredda collera. - Credo che siate tutti ugualidovunque si vadasemprepronti a offrir consigli a chi non ve li chiede.
- Chi sa che uno di questi giorni non si abbia anche da fare con te - disseuna delle guardie sogghignando. - Devi
essere un bel tipinocosí a occhio e croce.
- Lo penso anch'io - osservò l'altro. - Credo che ci rivedremo presto.
- Non ho paura di voiioe non crediate che voglia nascondermi - gridòMcMurdo. - Mi chiamo Jack McMurdo...
Va bene cosí? Se avete bisogno di me mi troverete da Jacob ShafterSheridanStreetVermissa; dunquevedete che non
mi nascondo! Sia di notte che di giorno non ho mai paura di guardare infaccia gentaglia come voi. Su questo punto non
fatevi illusioni.
Tra i minatori corse un mormorio di simpatia e di ammirazione per il fierocomportamento del nuovo venuto
mentre i due poliziotti si stringevano nelle spalle e riannodavano laconversazione che avevano interrotta. Pochi minuti
dopo il treno entrava nella stazione male illuminata e vi fu una discesageneralepoiché Vermissa era di gran lunga la
cittadina piú importante della linea. McMurdo agguantò il suo zaino dicuoio e stava per allontanarsi nelle tenebre
quando un minatore gli si accostò.
- Diamineamicotu sai come parlare agli sbirri - esclamò con vocetimorosa. - Che soddisfazione sentirti!
Lascia che ti porti lo zaino e che ti mostri la strada. Ci passo davantiioa Shafterper andare alla mia capanna.
Da parte degli altri minatori giunse un coro di amichevoli"buonanotte". Prima ancora di avervi messo piede
McMurdo il turbolento era diventato una personalità di Vermissa.
Se tutta la contrada dava l'impressione di un luogo di squallorelacittadinaa modo suoera forse ancor piú
deprimente. Lungo la stretta valle vi era almeno una certa cupa grandezza cheemanava dagli immensi fuochi e dalle
nuvole chiomate di fumomentre la forza e l'industriosità dell'uomotrovavano degni monumenti nelle colline di cui egli
con i suoi mostruosi scavi aveva squarciati i fianchi. Ma la cittadinarivelava una morta uniformità di meschina
bruttezza e di sciatteria. La strada principale era stata ridotta daltraffico a un impasto di neve e di fango. I marciapiedi
erano stretti e ineguali. I numerosi fanali a gas servivano soltanto amettere in maggior evidenza una lunga fila di case
di legnoognuna con una veranda maltenuta e sporca affacciata sulla strada.Man mano che ci si avvicinava al centro
della cittàla scena era ravvivata da un susseguirsi di botteghe beneilluminatee soprattutto da un pullulare di rivendite
di liquori e di bischein cui i minatori spendevano le cospicue pagheduramente guadagnate.
- Questa è la casa dell'Unione - disse la guidaindicando uno spaccio chesi elevava quasi alla dignità di albergo.
- Jack McGinty è lí.
- Che razza di uomo è? - domandò McMurdo.
- Cosa? Non hai mai sentito parlare del Padrone?
- E come posso averne sentito parlare? Sai benissimo che io sono nuovo diqueste parti.
- Ma credevo che il suo nome fosse conosciuto in tutto il paese. E stato suigiornali un sacco di volte.
- E perché?
- Ecco... - il minatore abbassò la voce - per quelle storie.
- Quali storie?
- Santo Dioamicolo sai che sei un bel tipopermettimi di dirtelo senzaintenzioni offensive. Qui da noinon si
parla che d'una cosa solae cioè delle imprese dei Vendicatori.
- Giàmi pare di aver letto dei Vendicatoria Chicago. Sono una banda diassassininon è vero?
Sir Arthur Conan Doyle La valledella paura49
- Zittose ti è cara la pelle! - esclamò il minatorefermandosi tuttoturbatoe guardando sbalordito il suo
compagno. - Figliuoloti faranno la pelle prestoda queste partise parlia questa manieraper la strada. Piú d'uno ci ha
rimesso la vita per molto meno.
- Be'io non so niente di queste faccende. Ne so quel poco che ho letto.
- Non voglio negare che tu abbia detto la verità. - L'uomo volse intornoun'occhiata nervosascrutando le tenebre
quasi temesse di scorgervi un pericolo in agguato.
- Se uccidere è delittoallora Dio sa che qui di delitti ce n'è d'avanzo.Ma non arrischiarti a pronunciare il nome
di Jack McGinty in relazione a queste faccendeforestieroperché gliriferiscono anche i bisbiglie lui non è tipo da
lasciar passar lisce le offese. Ecco la casa che cerchi: quella liun po'scostata dalla strada. Ti accorgerai che il vecchio
Jacob Shafter che gestisce la pensione è uno degli uomini piú onesti cheabitano in questa cittadina.
- Ti ringrazio - disse McMurdo; strinse la mano al nuovo conoscente e siavviò faticosamentecol suo zainosu
per il sentiero che conduceva all'abitazionee alla cui porta bussò confare sicuro. Gli fu aperto da una persona assai
diversa da quella che si aspettava.
Era una donnagiovane e straordinariamente bella. Era di tipo svedesebionda di capellicui facevano piacevole
contrasto due splendidi occhi scuricon i quali ella squadrò sorpresa ilforestieromostrando un simpatico imbarazzo
che inondò di una vampata di rossore il suo pallido viso. Incorniciata nellavivida luce della soglia spalancataparve a
McMurdo di non aver mai veduto un'immagine tanto graziosaresa ancora piúattraente dal contrasto con lo squallore
che la circondava. Una dolce viola che crescesse su uno di quei neri mucchidi scorie delle miniere non avrebbe
provocato in lui una meraviglia maggiore. Ne fu cosi rapito che rimase senzaparolae fu la donna a rompere quello
strano silenzio.
- Pensavo che fosse papà - disse con una gradevole lieve punta di accentosvedese. - E venuto per vedere lui? Per
il momento è in cittàma lo aspetto da un minuto all'altro.
McMurdo seguitava a fissarla senza tentar di nascondere la sua ammirazionetanto che gli occhi della fanciulla si
abbassarono confusi di fronte a quell'ospite autoritario.
- Nosignorina - rispose infine - non ho nessuna fretta di vedere suo padrema la sua casa mi è stata
raccomandata come pensione. Pensavo che mi ci sarei trovato benema adessone sono sicuro.
- Fa presto lei a prendere le sue decisioni - rispose la ragazza con unsorriso.
- Chiunque non fosse cieco farebbe altrettanto - replicò l'altro.
La ragazza rise del complimento.
- Entridunque - disse. - Io sono Ettie Shafterla figlia del signorShafter. Mia mamma è morta e dirigo io la
casa. Può sedersi vicino alla stufa nella stanza principale sino al momentoin cui rientrerà mio padre. Ahma eccolo
cosí potrà accordarsi direttamente con lui.
Un uomo anzianomassiccioavanzava lentamente su per il sentiero. In pocheparole McMurdo gli disse che
desiderava alloggiare da lui. Un certo Murphy gli aveva dato quell'indirizzoa Chicago. Costui lo aveva avuto a sua
volta da un altro. I1 vecchio Shafter acconsentí subito. Lo straniero nonstette a discutere sulle condizioniaderí ai
termini che gli venivano impostitanto piú chealmeno apparentementesembrava pieno di denaro. Per dodici dollari la
settimanapagati in anticipoavrebbe avuto vitto e alloggio. Fu cosí cheMcMurdoautoconfessatosi fuggiasco della
giustiziaprese dimora sotto il tetto degli Shaftercompiendo il primopasso che doveva condurlo per una lunga e
tenebrosa serie di vicende che si sarebbero concluse in un lontano paese.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura50
Il Gran Maestro
McMurdo era un uomo che si faceva notare subito. Dovunque si trovassesubitoera al centro dell’attenzione. In
capo a una settimana era diventato il personaggio piú importante di casaShafter. Alla pensione alloggiavano una
dozzina di personetutti onesti capi operai o sbiaditi commessi di negoziogente insomma di un calibro ben diverso dal
giovane irlandese. La seraquando si radunavano insiemei suoi motti dispirito erano sempre i piú prontila sua
conversazione più brillantecantava meglio di chiunque. Era un compagnonenatocon uno spirito che suscitava il
buonumore in tutti coloro che lo attorniavano. E tuttavia si ripeté il casoin piú d'una occasioneche egli dimostrasse
come già era capitato nello scompartimento ferroviariouna facilità ascattare in impeti di collera improvvisi che
imponevano il rispetto per non dire la paura a coloro che lo frequentavano.Anche per la leggee per tutto ciò che con
questa aveva relazioneegli dimostrava un amaro disprezzo che mandava invisibilio alcuni e spaventava altri tra i suoi
compagni di pensione.
Fece capire con chiarezzacon la sua aperta ammirazioneche la ragazzadella casa aveva conquistato il suo
cuore sino dal primo momento in cui egli aveva posto gli occhi addosso allasua bellezza e alla sua grazia. Non era un
pretendente che andasse per le lunghe. Sin dal secondo giorno le dichiaròche era innamorato di lei e da quel momento
non fece che ripeterle la stessa storia con il piú assoluto disprezzo pertutto ciò che lei potesse dire per scoraggiarlo.
- Un altro! - soleva esclamare. - Benetanto peggio per ques to altro. Chebadi ai fatti suoidevo forse perdere la
fortuna della mia vita e il desiderio del mio cuore per via di un altro? Puoidire "no" finché vuoiEttiema verrà il
giorno in cui mi dirai "sí"e io sono abbastanza giovane da poteraspettare.
Era un pretendente pericolosocon il suo chiacchiera irlandese e le suemaniere gentili e insinuanti. Emanava da
lui quell'alone di esperienza e di mistero che attira sempre dapprimal'interesse di una donna e infine il suo amore.
Sapeva parlare delle dolci valli della Contea di Monaghan da cui provenivadella bella isola lontanadelle digradanti
colline e dei verdi prati che apparivano tanto piú belli visti con gli occhidell'immaginazione in quel luogo di neve
sudicia e fangosa. Egli era poi esperto dei dettagli sul vivere città delNorda Detroite nei campi di legname del
Michigana Buffaloa Chicagoinfinedove aveva lavorato in una segheria.Veniva poi la nota romanzescala
sensazione che strane cose gli fossero accadute in quella grande cittàstrane e tanto segrete che non era possibile
parlarne. Accennava con tono di malinconia a una partenza improvvisaallarottura di vecchi legamia una fuga in un
mondo misterioso conclusasi in quella tetra valleed Ettie ascoltavamentrei suoi occhi scuri scintillavano di pietà e di
simpatia: due stati d'animo che possono rapidamente e naturalmente tramutarsiin amore.
McMurdo aveva ottenuto un impiego temporaneo come contabilepoiché era ungiovanotto istruito. Le sue
occupazioni lo tenevano lontano la maggior parte della giornatae non avevaancora avuto occasione di presentarsi al
capo della Loggia delI'Antico Ordine degli Uomini Liberi. Gli fu tuttaviarammentata questa sua omissione da una
visita fattagli una sera da Mike Scanlanil confratello che aveva incontratonel treno. Scanlanun uomo piccolodal
viso aguzzonervoso e dagli occhi nerisi mostrò lieto di rivederlo. Dopoaver tracannato un paio di bicchieri di whisky
si decise a esporre il motivo della sua visita.
- SentiMcMurdo - disse - ho ricordato il tuo indirizzo e perciò mi sonoarrischiato a venire. Sono sorpreso che
non ti sia ancora presentato al gran maestro. Come va che non hai ancoraveduto mastro McGinty?
- Mahdovevo cercar lavoro e ho avuto da fare.
- Devi trovar tempo per lui anche se non ne hai per il resto. Per Diofigliuolosei pazzo di non essere ancora
stato giú alla Casa dell'Unione a mettere la tua firma sin dalla primamattina in cui sei arrivato. Se gli giri storto...
meglio non stuzzicarlo... ecco tutto!
McMurdo mostrò una lieve sorpresa.
- Sono affiliato alla Loggia da oltre due anniScanlanma non ho mai saputoche i nostri doveri siano pressanti
sino a questo punto.
- Forse non a Chicago!
- Perbaccoma se è la stessa società di qui!
- Lo credi davvero? - Scanlan gli lanciò un'occhiata lunga e intensa. Vi eranel suo sguardo qualcosa di sinistro.
- Ma come? Non è cosí?
- Me lo saprai dire tra un mese. Ho saputo che hai avuto uno scambio divedute coi poliziottidopo che io sono
sceso dal treno.
- Come fai a saperlo?
- Ohsi sa tutto qui... il buono e il cattivo!
- Ma certo! Ho detto a quei cani quel che pensavo di loro.
- Perdincitu sei proprio l'uomo che fa per McGinty!
- Perché... anche lui odia la polizia?
Scanlan scoppiò in una sonora risata.
- Vai a trovarloti ripetofigliuolo - disse alzandosi e prendendo congedo.- Altrimenti non sarà la poliziama te
che odierà se non ci vai! Susegui il consiglio di un amico e vacci subito.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura51
Avvenne che proprio quella stessa sera McMurdo avesse un altro appuntamentourgente che lo portò nella stessa
direzione. Forse le sue attenzioni nei confronti di Ettie erano state piúevidenti del consuetoo forse la mente tarda del
suo buon ospite svedese le aveva finalmente capite; comunque fosseilproprietario della pensione chiamò il giovanotto
nella sua stanza e intavolò l'argomento senza alcun preambolo.
- Mi sembra - disse - che lei si interessi alla mia Ettie. È cosí osbaglio? - disse.
- Síè cosí - rispose il giovane.
- Beneallora voglio dirle subito che se la levi di testa. Qualcuno si èfatto avanti prima di lei.
- É quel che mi ha detto anche Ettie.
- E posso confermare che ha detto la verità! Ma le ha spiegato di chi sitratta?
- No; gliel'ho domandatoma non ha voluto rispondermi.
- Si capisce che non ha volutoè una furbacchiona! Forse ha fatto per nonspaventarla.
- Spaventare me! - McMurdo si accese di colpo come uno fiammifero.
- Ehsíamico mio! Lei non ha nulla da vergognarsi di essere spaventato daun uomo simile! Si tratta di Teddy
Baldwin.
- E chi diavolo è?
- È un capoccia dei Vendicatori.
- Questi Vendicatori mi hanno seccato Vendicatori di quiVendicatori di làe sempre si parla o si bisbiglia di
loro! Ma si può sapere perché avete tutti paura di loro? Chi sono questiVendicatori?
Il proprietario della pensione abbassò istintivamente la voce come facevachiunque altro quando si parlava di
quella terribile associazione.
- I Vendicatori - disse - sono l'Antico Ordine degli Uomini Liberi.
Il giovane trasalí.
- Ma comese sono anch'io affiliato di quest'Ordine?
- Lei! Non l'avrei mai fatta entrare in casa mia se lo avessi saputo...neanche se m'avesse offerto cento dollari la
settimana
- Ma che cosa c'è di male con quest'Ordine? Noi ci dedichia mo alla caritàe alla fratellanza fra gli uomini: questo
ci comandano le nostre regole.
- Forse in altri luoghi; ma non qui!
- Si può sapere di che cosa si occupa qui?
- É un'associazione a delinquere; ecco che cos'è.
McMurdo ebbe un riso incredulo.
- E che prove ha per dimostrarmelo? - domandò.
- Prove! Non bastano cinquanta delitti a testimoniarlo? Che cosa è successodi Milman e di Van Shortdella
famiglia Nicholsondel vecchio signor Hyamdel piccolo Billy Jamese deglialtri? Prove! C'è forse un uomo o una
donna in questa valle che non lo sappia?
- Senta un po' - disse serio McMurdo. - Io voglio che lei ritiri quanto hadetto o me lo dimostri. Bisogna che lo
faccia assolutamente prima che io lasci questa stanza. Si metta al mio posto.Io mi trovo qui forestiero in questa città.
Appartengo a una società che ritengo sia di galantuomini. Ha diramazioni intutti gli Stati Unitima i suoi fini sono
dappertutto onesti. E adessoproprio mentre io ho intenzione di ricollegarmicon la Loggia localelei mi dice che si
tratta di una associazione a delinquere che si fregia del titolo di"Vendicatori". Io ritengo che lei mi debba o una scusa o
una spiegazionesignor Shalter.
- Io non posso che dirle quello che tutti sannocaro signore. I capidell'una sono i capi dell'altra. Se lei offende un
capoè l'altro che la colpirà. Abbiamo sperimentato questo anche troppevolte.
- Queste non sono che parole. Io voglio delle prove! - esclamò McMurdo.
- Se lei resterà qui ancora un po' di tempo avrà tutte le prove che vuole.Ma dimenticavo che è anche lei uno della
compagnia. Ben presto finirà male come gli altri. Bisogna perciò che sitrovi un altro alloggio: non posso permetterle di
restare qui. Non è già una disgrazia che uno di quella razza venga a far lacorte alla mia Ettiee che io non osi cacciarlo
fuoriperché adesso me ne debba tener un altro sotto questo tetto?
McMurdo si trovò cosí a un tratto messo alla porta da quella comodapensione e allontanato dalla ragazza che
amava. La ritrovò sola nel salottino quella sera stessae riversò nel suoanimo i suoi affanni.
- Lo sai che tuo padre mi ha dato lo sfratto? - le disse. - Pocom'importerebbe se si trattasse soltanto della mia
stanza ma francamenteEttieper quanto io ti conosca da appena unasettimanatu sei già diventata per me il respiro
stesso dell'esistenzae non saprei vivere lontano da te.
- Ohla pregonon mi parli a questo modo! - replicò la ragazza. - Le hogià detto che è arrivato tardi. Ce n'è già
un altroe se non gli ho promesso di sposarlo subitocomunque non possopromettere questo a nessun altro.
- Ammettiamo che io sia stato il primoEttieavrei potuto sperare di essereaccolto?
La ragazza si nascose il volto tra le mani.
- Avrei voluto che lei fosse stato il primoveramente! - singhiozzò.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura52
McMurdo fu in ginocchio accanto a lei.
- Per l'amor di DioEttiebasta cosí! - esclamò. - Vorresti rovinare latua vita e la mia per una sciocca promessa?
Segui la voce del tuo cuoretesoro! É una guida piú sicura che nonqualsiasi promessa formulata senza che tu sapessi
ciò che stavi dicendo.
Aveva afferrato la bianca mano di Ettie tra le sue mani forti e abbronzate.
- Dimmi che sarai mia e che faremo fronte alla situazione.
- Ma non qui!
- Sìqui.
- NonoJack! - Le braccia di lui intanto l'avevano circondata. - Quisarebbe impossibile. Non puoi portarmi via
con te?
Sul volto di McMurdo passò per un attimo l'ombra di un con flitto interiorema fu un attimo: subito si irrigidí
come un masso di granito.
- Noqui - disse. - Io ti difenderò contro il mondo intero Ettieproprioqui dove siamo !
- Ma perché?
- Non avrei mai piú coraggio di camminare a testa alta se avessil'impressione di essere stato scacciato da un
posto. D'altro cantoperché dovremmo aver paura? Non siamo gente libera inun paese libero? Se io ti amo e tu mi ami
chi può osare di frapporsi fra noi?
- Tu non saiJack. Sei qui da poco tempo. Non conosci Baldwinnon conosciMcGinty e i suoi Vendicatori.
- Nonon li conoscoe non li temoe non credo in loro' -protestò McMurdo.- Ho sempre vissuto tra uomini duri
mia carae invece di temerli è sempre successo che sono stati loro chehanno finito col temere me. SempreEttie. Ma è
pazzesco. Se questa gentecome afferma tuo padreha commesso un delittodopo l'altro in questa valle e se tutti ne
conoscono il nomecom'è possibile che nessuno sia stato denunciato allagiustizia?
- Perché nessun testimone osa deporre contro di loro. Non vivrebbe un mesese lo facesse. Anche perché hanno
sempre uomini pronti a giurare che 1'accusato aveva un alibi. Ma èimpossibileJackche tu non abbia letto tutto
questo. Io credevo che tutti i giornali degli Stati Uniti ne avesseroparlato!
- A dir la verità in proposito avevo letto qualcosama pensavo fosserofandonie. Può darsi che questa gente abbia
qualche giustificato motivo per agire come agisce. Può darsi che sia statocommesso qualche torto nei loro confronti e
che non abbiano altro mezzo per difendersi.
- OhJacknon voglio che tu parli cosí! Cosí parla... l'altro!
- Ahdavveroanche Baldwin dice questo?
- Ed è per questo che lo odio tanto. OhJackadesso posso dirti laverità. Lo detesto con tutte le mie forze; ma ne
ho anche paura. Lo temo per mema soprattutto lo temo per mio padre. So checi capiterebbe qualche terribile disgrazia
se osassi dire quello che realmente sento. Ecco perché l'ho sempre tenuto abada con mezze promesse. In realtà questa
era la nostra unica speranza di salvezza; ma se tu vorrai fuggire con meJackpotremo portare papà con noi e vivere
finalmente fuori della portata di questi malvagi.
Una nuova lotta si disegnò sul viso di McMurdoma subito i suoi trattis'indurirono ancora.
- Non avrai da temereEttie... né tu né tuo padre. In quanto a questagentepuò darsi che tu ti accorga che io so
essere anche peggio di loroal momento opportuno.
- NonoJack! Non voglio che tu parli cosí!
McMurdo ebbe un riso amaro.
- Gran Diocome mi conosci poco! La tua anima innocenteamore mionon puòneppure immaginare che cosa si
sta agitando nella mia... Ma perbaccochi è là?
La porta si era aperta di colpo lasciando entrare un giovanotto che avanzòcon aria baldanzosa e con
atteggiamento da padrone. Era un giovane aitante pressappoco della stessaetà e statura di McMurdo. Sotto il suo
cappello di feltro nero a larghe falde; ch'egli non si era neppur dato lapena di togliersiun viso bellissimo dagli occhi
feroci e dominatori e dal naso ricurvoaquilinofissò selvaggiamente lacoppia seduta presso la stufa.
Ettie era balzata in piedipiena di confusione e di spavento. - Felice divederlasignor Baldwin - dis se. - È
arrivato prima del solito. Venga a sedersi.
Baldwin si era fermato con le mani sui fianchi e squadrava McMurdo.
- Chi è quello? - domandò brusco.
- É un mio amico... un nuovo pensionante. Signor McMurdomi permetto dipresentarle il signor Baldwin!
I due uomini si salutarono con un cenno del capoma col viso torvo.
- Spero che la signorina Ettie le avrà detto come stanno le cose tra noi! -disse Baldwin.
- Non sapevo che tra voi due ci fosse del tenero.
- Ahdavvero? Beneadesso lo sa. L'avverto fin da questo momento che questaragazza è mia e che la serata è
particolarmente adatta per andare a spasso.
- Graziema non ho nessuna voglia di passeggiare.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura53
- Ah sí? - gli occhi feroci del giovane fiammeggiavano ora di collera. - Haforse voglia di fare a cazzottisignor
Pensionante?
- É proprio cosí - esclamò McMurdo balzando in piedi. -Questa è la primaparola intelligente che lei ha
pronunciato finora.
- Per l'amor di DioJack! - gridò Ettie fuori di sé. - OhJackJack ! Tifarà male!
- Ohsiamo già al "Jack"? - esclamò Baldwin con una bestemmia. -Siete arrivati a questo punto?
- OhTedsii ragionevoleper favore! Per amor mioTedse mi vuoi benemostrati generoso e dimentica.
- Io pensoEttieche se tu ci lasciassi soli potremmo sistemare meglioquesta faccenda - intervenne McMurdo
con voce tranquilla. - O forse sarà meglio che venga a fare un giretto inistrada con mesignor Baldwin. È una bella
seratacome lei ha dettoe oltre il prossimo blocco di case c'è unmagnifico spiazzo.
- Ti sistemerò senza bisogno di sporcarmi le mani - grugní il suoavversario - ti augurerai di non aver mai messo
piede in questa casa prima ancora che io ti abbia sistemato.
- Nessun momento è piú opportuno di questo - gridò McMurdo con voce roca.
- Il momento opportuno me lo scelgo ioamico. Lascia fare a me. Guarda qui!- Con un gesto brusco si rimboccò
la manica e mostrò sul suo avambraccio un segno caratteristico che sembravaesservi impresso a fuoco. Era un cerchio
entro il quale era racchiuso un triangolo. - Lo sai che cosa significaquesto?
- Non lo so e non voglio saperlo!
- Ma lo saprai. Te lo prometto e non avrai molto da aspettare per impararlo atue spese. Forse la signorina Ettie
potrà dirti qualcosa in proposito. E in quanto a teEttieritornerai da mein ginocchio. Mi sentiragazza? In ginocchio!
E poi ti dirò quale sarà la tua punizione. Hai seminato... e per Dioprovvederò io al tuo raccolto! - Li squadrò entrambi
furibondoquindi girò sui tacchi e un attimo dopo la porta si richiuse allesue spalle con un colpo secco.
McMurdo e la ragazza rimasero qualche attimo in silenziopoi questa gligettò le braccia al collo.
- OhJacksei stato coraggioso ma non servedevi scappare! Stanotte...Jack... stanotte! È la tua sola speranza. Ti
ucciderà. Gliel'ho letto in quei suoi occhi spaventosi. Che probabilitàpuoi avere contro una dozzina di persone come
quellacon mastro McGinty e tutte le forze della Loggia addosso a te?
McMurdo si sciolse dal suo abbracciola baciò e la mise dolcemente asedere.
- Sentitesoroascoltami ! Non agitarti e non temere per me. Sono anch'ioun Uomo Libero. Lo sono dal
momento in cui ho parlato di questo con tuo padre. Può darsi che io non siamigliore degli altri! Perciò non fare di me
un santo. Forse odierai anche meadessodopo quello che ti ho detto.
- OdiartiJack! Finché avrò vita non ti odierò mai. So che non vi ènulla di male a essere un Uomo Libero altrove
fuorché qui; perciòperché dovrei pensare male di te per questo? Ma sesei veramente un Uomo LiberoTackperché
non vai da patron McGinty e non ti fai amico con lui? Ohfa' prestoJackfa' prestoaltrimenti quei cani ti si
sguinzaglieranno contro.
- Stavo pensando anch'io la stessa cosa - disse McMurdo. - Ci vado subito.Puoi dire a tuo padre che dormirò qui
e che domattina mi cercherò un altro alloggio.
I1 bar dello spaccio di McGinty era affollato come al solitoera il ritrovofavorito di tutti i peggiori elementi
della città. L'uomo era popolareperché mostrava un carattere rozzamentegioviale che costituiva la maschera con la
quale copriva tutte le sue pecche segrete. Maindipendentemente da questapopolarità che lo circondavala paura con la
quale era considerato in tutta la cittào per meglio dire in tutte letrenta miglia della valle e sin nelle montagneera piú
che sufficiente per far riempire il suo barpoiché nessuno potevaconcedersi il lusso di fare a meno della sua
benevolenza.
Sir Arthur Conan Doyle La valle dellapaura54
Oltre a quei poteri segreti che tutti universalmente credevano che egliesercitasse in maniera tanto spietataera
anche un alto funzionario pubblicoin quanto ricopriva la carica diconsigliere municipale nonché quella di
commissario stradaleessendo stato innalzato a tali uffici grazie ai votidei farabutti che a loro volta speravano di
ricevere favori da lui. Le tasse e i tributi erano enormile opere pubblichenotoriamente trascuratei bilanci falsificati da
revisori compratie l'onesto cittadino era costretto dal terrore a pagare ilpubblico ricattoe a star zitto per paura che
potesse accadergli il peggio. Per questo di anno in anno le spille didiamanti di patron McGinty diventavano sempre piú
appariscenticatene d'oro sempre piú massicce ornavano il suo petto supanciotti sempre piú sgargiantie lo spaccio
s'ingrandiva sempre piú sino a minacciare di assorbire tutto il lato dellapiazza del Mercato.
McMurdo aprí con uno spintone la porta girevole dello spaccio e si fecelargo tra la folla degli uomini che lo
gremivanoin mezzo a un'atmosfera satura di tabacco e impregnata dell'odoredi liquori. Il luogo era brillantemente
illuminatoe gli enormi specchi pesantemente dorati appesi su ciascunaparete riflettevano e moltiplicavano la chiassosa
illuminazione. Parecchi baristi in maniche di camicia lavoravano a servire dabere agli sfaccendati che si assiepavano
dinanzi al vasto banco ricoperto di metallo. Al lato estremoil corpoappoggiato contro il baril sigaro ficcato tra le
labbrastava un uomo altofortemassiccioche altri non poteva essere senon il celebre McGinty in persona. Era una
specie di gigante dalla chioma nerabarbuto sino agli zigomicon una massadi capelli corvini che gli ricadeva sul collo.
Aveva una carnagione scura da italianoe i suoi occhiper il loro stranocolore nero smorto unito ad un impercettibile
strabismoavevano uno sguardo particolarmente sinistro. Per il resto lenobili proporzionii tratti delicatiil portamento
franco corrispondevano al tono gioviale e bonaccione che egli affettava. Chinon lo conosceva bene avrebbe potuto
giurare di trovarsi di fronte a un tipo onestoalla buonadal cuoresinceroper quanto rudi potessero sembrare le sue
parole pronunciate senza ritegno. Soltanto quando gli scuri occhi smortiprofondispietatisi volgevano su qualcuno
costui si sentiva costretto a rabbrividire suo malgradointuendo di trovarsia faccia a faccia con una potenzialità infinita
di perfidia latentecon una forzaun coraggio e un'astuzia accuratamentecelate che lo rendevano mille volte piú
pericoloso.
Dopo aver soppesato accuratamente il suo uomoMcMurdo si fece strada agomitate con la solita sfacciata
audaciae si spinse sin nel piccolo gruppo di cortigiani che pendevano dallelabbra del potente Maestro ridendo a
crepapelle anche delle piú insignificanti battute. Gli audaci occhi grigidel giovane straniero risposero indomiti
attraverso le lenti allo sguardo mortalmente cupo che gli occhi dell'altrovolsero bruscamente su di lui.
- Giovanottonon riesco a ricordarrni la tua faccia.
- Sono nuovo di quisignor McGinty.
- Non dovresti essere però tanto nuovo da non poter dare a un gentiluomo iltitolo che gli si conviene.
- Questo è il Consigliere McGintygiovanotto - disse una voce dal gruppo.
- Mi scusiConsigliereio non conosco le abitudini della piazzama mi èstato suggerito di venirla a trovare.
Sir Arthur ConanDoyle La valle della paura55
- Be'eccomi qui. Ci sono tutto intero. Che ne pensi di me?
- Mahè difficile esprimersi cosí al primo impatto. Ma se il cuore ègrande come il corpoe l'anima bella come la
facciaallora non posso chiedere di meglio - ribatté McMurdo.
- Perbaccohai proprio una lingua irlandese - esclamò il proprietario delbarindeciso se dar corda a quell'audace
visitatore o tenersi sulle sue. - Dunque hai la bontà di approvare il mioaspetto?
- Certo - disse McMurdo.
- E ti hanno detto di venirmi a trovare?
- Precisamente.
- E chi te l'ha detto?
- Fratello Scanlan della Loggia 341Vermissa. Bevo alla sua saluteConsiglieree a una nostra migliore
conoscenza. - Cosi dicendo alzò alle labbra il bicchiere che gli avevanoriempito e mentre beveva sollevò il dito
mignolo.
McGintyche era rimasto a scrutarlo attentamenteinarcò le foltesopracciglia nere.
- Ahè così dunque? - disse. - Bisognerà che studi meglio questafaccendasignor...
- McMurdo.
- Che la studi megliosignor McMurdoperché noi non ci fidiamo dellagenteda queste partiné crediamo a
tutto quello che ci dicono. Venga qui un momento dietro il bar.
Entrarono in una stanzetta letteralmente tappezzata di botti. McGinty chiuseaccuratamente l'uscioe si sedette su
un barile masticando pensierosamente il sigaro e squadrando il suo compagnocon quei suoi occhi inquietanti. Per un
paio di minuti stette in assoluto silenzio.
McMurdo sopportò di buon animo questo esamecon una mano nella tasca dellagiaccamentre con l'altra si
arricciava i baffi bruni. A un tratto McGinty si chinò e mostrò una pistoladalI'aspetto poco rassicurante.
- Senti un po' amico - disse - se io pensassi che tu hai intenzione digiocarci un tironon avresti neppure il tempo
di tirare il fiato due volte.
- E uno strano benvenutoda parte del Gran Maestro di una Loggia di UominiLiberi verso un fratello
sconosciuto - replicò McMurdo con una certa dignità.
- Giàma è proprio quello che tu mi devi dimostrare; se seicioèunvero fratello - replicò McGinty - e che Dio ti
aiuti se non ci riesci. Dove ti hanno iniziato?
- Alla Loggia 29a Chicago.
- Quando?
- I1 24 giugno 1872.
- Chi è il Gran Maestro là?
- James H. Scott.
- Chi è il tuo comandante di zona?
- Bartolomeo Wilson.
- Uhm! Mi sembra che tu abbia la lingua abbastanza sciolta nelle risposte!Che cosa sei venuto a fare qui?
- A lavorarecome leima in un impiego meno remunerativo.
- Hai proprio la risposta pronta!...
- Sisono stato sempre svelto di parola.
- E sei anche svelto nell'azione?
- Mi ero fatto questa fama tra quelli che mi conoscevano bene.
- Be'può darsi che ti mettiamo alla prova prima di quanto tu non creda.Hai saputo nulla delle regole che
governano la Loggia di queste parti?
- Ho inteso dire che accoglie un uomo che dimostri di essere un fratello.
- Questo è vero per leisignor McMurdo. Perché ha lasciato Chicago?
- Preferirei lasciarrni impiccare piuttosto che dirlo.
McGinty sgranò tanto d'occhi. Non era abituato a sentirsi rispondere a quelmodo; e ciò lo divertí.
- Perché non me lo vuol dire?
- Perché nessun fratello può dire una bugia a un altro fratello
- Allora è una verità cosí brutta che non la si può dire?
- La pensi cosí se le fa piacere.
- Senti un po'amiconon potrai mica pretendere che io nella mia qualitàdi Gran Maestro dell'Ordine ammetta
alla Loggia un uomo del cui passato non posso rispondere!
McMurdo si mostrò perplesso. Infine tolse da una tasca interna un ritagliodi giornale tutto gualcito.
- Lei non tradirebbe un confratellovero? - chiese.
- Ti schiaccio la faccia con queste mani se osi dirmi ancora una cosa simile!- esclamò McGinty furibondo.
- Ha ragioneConsigliere - disse McMurdo mortificato. - Mi scusi. Ho parlatosenza riflettere. Sílo so che in
mano sua posso essere sicuro. Dia un'occhiata a questo ritaglio.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura56
McGinty vi lesse il resoconto dell'uccisione di un certo Jonas Pinto avvenutaal Lake Saloon Market Streeta
Chicagodurante la prima settimana dell'anno.
- È opera tua? - domandò restituendogli il foglietto.
McMurdo annuí.
- Perché lo hai accoppato?
- Aiutavo lo zio Sam a far dollari. Può darsi che i miei non fossero di orosonante come i suoima si
assomigliavano come due gocce d'acqua ed erano piú a buon mercato dafabbricare. Questo Pinto mi aiutava a darli in
giro.
- A far che cosa?
- Sísignifica in gergo mettere i dollari in circolazione. Poi mi disse chemi avrebbe denunciato. Può anche darsi
che lo abbia fattocerto non son stato ad aspettare i risultati. L'ho toltodi mezzo e ho tagliato la corda verso la zona
carbonifera.
- Perché proprio la zona carbonifera?
- Perché avevo letto nei giornali che non erano troppo schizzinosi da questeparti.
McGinty rise.
- Prima hai fatto il falsarioe poi sei diventato assassino e infine seivenuto da queste parti perché pensavi che qui
saresti stato accolto bene: non è cosí?
- Pressappoco - risDose McMurdo.
- Beh'credo che andrai lontano. Dimmi un po'sai ancora fabbricar dollari?
McMurdo trasse di tasca una mezza dozzina di monete. - Queste non sono maipassate dalla zecca di Washington
- rispose.
- Nonon dirmelo! - McGinty le prese nella sua mano enormevillosa comequella di un gorillae le espose alla
luce. - Ma non ci vedo nessuna differenza! Perbaccocredo che sarai unfratello utilissimo. Abbiamo bisogno di un paio
di persone attive tra noiamico McMurdoperché ci sono momenti in cuianche noi dobbiamo difenderci. Ci
metterebbero ben presto al muro se non ci vendicassimo di quelli che ciattaccano.
- Le dico che saprò fare la mia parte di vendetta assieme agli altriragazzi.
- Ho l'impressione che tu abbia i nervi molto solidi. Non hai nemmeno battutociglio quando ti ho puntato
addosso la pistola.
- Non ero io in pericolo.
- E chidunque?
- LeiConsigliere. - McMurdo cacciò una pistola col cane alzato dalla tascalaterale della sua giacca di panno
ruvido. -Ho seguito tutte le sue mossee credo che la mia pallottola sarebbestata rapida quanto la sua.
McGinty a tutta prima arrossí di collerama quasi subito scoppiò in unafragorosa risata.
- Corpo di una bomba! - esclamò. - Ehiè un pezzo che non si vede daqueste parti un diavolaccio del tuo
stampo! Credo che la Loggia imparerà ad andare orgogliosa di te. Behchecavolo vuoi? E non posso stare a parlare da
solo con un gentiluomo per cinque minuti che tu debba venire a ficcare ilnaso nei fatti nostri?
Il baristache era entrato allorasi fermò confuso.
- Mi scusiConsiglierema c'è il signor Ted Baldwin. Dice che ha bisognodi vederla subito.
Questo messaggio era superfluoperché subito la faccia dura e crudele diBaldwin in persona spuntò sopra le
spalle del cameriere. Egli spinse via il baris ta e chiuse l'uscio dietro disé.
- Ah. cosí! - disse lanciando a McMurdo un'occhiata furibonda - dunque seiarrivato prima tu? Devo dirle una
parola su quest'uomoConsigliere.
- E dilla dunque subitoin faccia mia - gridò McMurdo.
- La dirò quando mi convienee come mi pare e piace.
- Calmacalma! - disse McGinty scendendo dal barile. - Cosí non va. Abbiamotra noi un nuovo confratello
Baldwine non è cortese da parte nostra accoglierlo in questa maniera. Quala zampaBaldwine fate subito la pace.
- Mai! - gridò Baldwin fuori di sé.
- Gli ho offerto di combattere con lui se ritiene che io lo abbia offeso -disse McMurdo. – Tirerò di boxe con lui
o se questo non gli bastacombatteremo come lui vuole. E adesso lascio aleiConsiglieredi giudicare tra noi come
deve fare un gran maestro.
- Di che cosa si trattadunque?
- Di una donna. Credo sia libera di scegliere da sola.
- Davvero? - fece Baldwin.
- Come si conviene tra due fratelli di Loggiaio direi di sí -disse ilMaestro.
- Ohquesta è dunque la sua regola?
- Síè la mia regolaTed Baldwin - ribatté McGinty con uno sguardocattivo. - E tu la vuoi discutere?
- E lei butterebbe a mare uno che è stato con lei per cinque anni perfavorire un uomo che non ha mai veduto in
vita sua? Lei non è Gran Maestro a vitaJack McGintye per Dio la primavolta che si voterà...
Sir Arthur Conan Doyle La valledella paura57
Il Consigliere gli balzò addosso come una tigre. La sua mano si chiuse sulcollo dell'altro e scagliò il disgraziato
contro una botte. Era talmente inferocito che lo avrebbe accoppato se McMurdonon fosse intervenuto.
- PianoConsigliere! Faccia piano! - gridò traendolo indietro.
McGinty mollò la presae Baldwin spaventato e scossoansimante e tremantein ogni membrocome chi è stato
sulla soglia stessa della mortesedette sulla botte contro la quale erastato scagliato.
- E un pezzo che l'andavi cercandoTed Baldwin. E adesso ti sei preso ilfatto tuo - gridò McGinty mentre il suo
petto poderoso si alzava e abbassava tumultuosamente. - Forse tu credevi chese mi avessero tolta la carica di Gran
Maestro tu ti saresti infilato nelle mie scarpe. Ma tocca alla Loggiadecidere in propositoe fino a quando sarò io il
caponon permetterò che nessuno alzi la voce contro di me o contro i mieiordini.
- Io non ho nulla contro di lei - borbottò Baldwin massaggiandosi la gola.
- Dunque - esclamò l'altro riprendendo immediatamente il suo tono di rozzagiovialità - torniamo buoni amicie
mettiamo punto alla faccenda.
Tolse dallo scaffale una bottiglia di champagne e la stappò con fragore.
- Beviamo un brindisi contro i litigi della Loggia. Dopotuttocome bensapetenon può scorrere sangue tra noi. E
adesso con la mano sinistra sul mio pomo d'Adamoti chiedoTed Baldwinqual è l'offesasignore?
- Le nubi sono pesanti - rispose Baldwin.
- Ma si diraderanno per sempre.
- E questo io giuro.
I tre uomini bevvero e la stessa cerimonia si ripeté tra Baldwin e McMurdo.
- E cosí - sbottò McGinty fregandosi le mani - abbiamo evitato unospargimento di sangue. Se la cosa si ripeterà
sarai messo sotto inchiesta dalla Loggiae la Loggia ha la mano pesantedalle nostre particome sa Fratello Baldwine
come tu apprenderai ben prestoFratello McMurdose andrai in cerca di guai.
- Perbacconon sarò certo io ad attaccar briga - disse McMurdoe tese lamano a Baldwin. – Mi accendo con
facilità ma mi spengo anche in un soffio. É tutta colpa del mio caldosangue irlandesemi dicono. Ma per me è finitae
io non serbo rancore.
Baldwin dovette accettare la mano che gli veniva tesapoiché l'occhio delterribile Maestro era fisso su di lui. Ma
la sua faccia imbronciata faceva capire quanto poco le parole dell'altro loavessero toccato.
McGinty batté entrambi sulle spalle.
- Ahqueste donnequeste donne! - esclamò. - Pensare che proprio le stessesottane dovevano venirsi a mettere
tra due dei miei ragazzi. Il diavolo deve averci infilata la sua coda. Behè la ragazza che ci sta dentro che deve
arrangiare la faccendapoiché queste cose non sono di competenza di un GranMaestro e il Signore ne sia lodato.
Abbiamo già abbastanza da faresenza accollarci anche le donne. Tu dovraiaffiliarti alla Loggia 341Fratello
McMurdo. Noi usiamo mezzi e sistemi nostridiversi da quelli di Chicago. Lanostra prossima riunione avrà luogo
sabato sera e se verrai noi ti proclameremo per sempre Libero nella ValleVermissa.
Sir Arthur Conan Doyle La valle della paura58
Loggia 341Vermissa
La sera del giorno successivo a quello in cui si erano svolti tutti questiavvenimentiMcMurdo traslocò dalla
pensione del vecchio Jacob Shafter e prese alloggio in quella della vedovaMacNamaraall'estrema periferia della città.
Scanlanil suo primo conoscente del trenoebbe occasione poco dopo disistemarsi a Vermissae i due presero ad
abitare insieme. Non vi erano altri pensionantie la padrona era una vecchiairlandese che non andava troppo per il
sottile e li lasciava a se stessidi modo che essi avevano la libertà diparola e di azione tanto gradita agli uomini che
possiedono segreti comuni. Shafter si era ammansito sino a permettere cheMcMurdo venisse a mangiare da lui quando
gli faceva comododi modo che i suoi rapporti con Ettie non subironointerruzione; anzi si fecero piú affettuosi e piú
intimi a mano a mano che le settimane passavano. Nella stanza da letto dellasua nuova abitazioneMcMurdo sentí che
poteva essere sicuro di servirsi della sua zeccae dopo ripetute e solennipromesse di segretezza un certo numero di
fratelli della Loggia ebbe il permesso di venire a vederlae ciascuno siportava con sé in tasca qualche esemplare di
moneta falsa cosí sapientemente coniatache nessuno di loro ebbe mai laminima difficoltà o pericolo nello spacciarla.
Perchécon un'arte cosí meravigliosa a sua disposizioneMcMurdo sisacrificasse a lavorarerimase per i suoi
compagni un assoluto misteroper quanto egli spiegasse a tutti coloro cheglielo chiedevano che se fosse vissuto senza
apparenti mezzi di sostentamentoben presto la polizia avrebbe fiutatoqualcosa di losco.
In realtà un poliziotto l’aveva già preso di mirama la cosa si erarivelata un vantaggio piuttosto che un danno.
Dopo la prima presentazionepoche erano le sere in cui egli non facesse unacapatina nello spaccio di McGintyper
stringervi piú intima conoscenza con "i ragazzi"col qual titologioviale gli affiliati alla pericolosa banda che infestava
il paese si chiamavano reciprocamente. I suoi modi audaci e la sua libertàdi parola lo resero ben presto un favorito di
quella gentementre la maniera rapida e scientifica con cui si spolveravad'addosso un avversario in una rissa da osteria
gli guadagnarono il rispetto di quella rude comunità. Un altro incidenteserio quanto imprevistolo elevò ancor piú
nella stima generale.
Proprio nell'ora di puntauna serala porta si aprì lasciando entrare unuomo che indossava la discreta uniforme
turchina e il berretto a visiera della polizia mineraria. Era uno specialecorpo di vigilanza sovvenzionato dai proprietari
delle ferrovie e delle miniere di carbone per coadiuvare gli sforzi dellapolizia ordinariache era del tutto impotente di
fronte al banditismo organizzato che terrorizzava il paese. Al suo ingressosi fece il silenzioe piú di un'occhiata curiosa
si posò su di luima negli Stati Uniti i rapporti tra poliziotti ecriminali sono caratteristicie lo stesso McGintyin piedi
dietro il banconon mostrò alcuna sorpresa quando l'ispettore si uní aisuoi clienti.
- Un buon whisky perché la notte è freddissima - disse il funzionario dipolizia. - Non credo che ci siamo già
incontrativeroConsigliere?
- É lei il nuovo capitano? - domandò McGinty.
- Precisamente. Contiamo su di leiConsigliere e sugli altri cittadini piúinfluenti perché ci aiutiate a mantenere
l'ordine e la legge in questa città. Mi chiamo Marvin... della polizia.
- Noi lavoreremmo meglio senza di leicapitano Marvin -replicò freddamenteMcGinty. - Infatti abbiamo la
nostra polizia privataqui in cittàe la merce d'importazione non ciserve. Cosa è lei se non lo strumento pagato dai
capitalistiassoldato per bastonare o accoppare i cittadini piú poveri?
- Be'lasciamo queste discussioni - replicò in tono conciliante ilfunzionario di polizia. - Io credo che tutti quanti
facciamo il nostro dovere a seconda del nostro particolare punto di vista:peccato che tutti i punti di vista non siano gli
stessi. - Aveva già tracannato il suo bicchiere e si preparava ad andarsenequando i suoi occhi caddero sulla faccia di
Jack McMurdo il quale era venuto a trovarsi proprio a gomito a gomito conlui. - Oh! - esclamò squadrandolo - ma
questa è una vecchia conoscenza.
McMurdo si ritrasse.
- Non sono mai stato amico tuo né amico di nessun gendarme in vita mia! -ribatté.
- Non è detto che un conoscente sia sempre un amico - osservò il poliziottoridacchiando. - Tu sei Jack McMurdo
di Chicagone sono sicuroed è inutile che tu lo neghi.
McMurdo si strinse nelle spalle.
- Non lo nego affatto - ribattè. - Credi forse che mi vergogni del mio nome?
- Eppure ne avresti motivo!
- Che diavolo intendi dire? - ruggí McMurdo stringendo i pugni.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura59
- NonoJack; non ti serve fare il gradasso con me. Sono stato in servizioa Chicago prima di venire in questa
carbonaia puzzo lentee so riconoscere un delinquente di Chicago se me lotrovo davanti.
Le arie di McMurdo caddero.
- Non mi dirà che lei è Marvin della Centrale di polizia di Chicago ! -esclamò.
- Proprio il vecchio Teddy Marvin in persona: a tua disposizione. Non cisiamo dimenticati laggiú dell'assassinio
di Jonas Pinto.
- Non sono stato io a sparargli.
- Ne sei proprio sicuro? Certola tua è una deposizione proprio imparzialevero? Be'comunque la sua morte è
arrivata per te proprio a fagioloaltrimenti ti avrebbero pescato perspaccio di monete false. Mahlasciamo perdere il
passato perchérimanga tra te e mee forse io vado oltre a quanto il miodovere mi imporrebbenon hanno potuto
ottenere prove sicure a tuo caricoe a Chicago puoi tornarci anche domanise vuoi.
- Sto benissimo dove sono.
- Ma io ti ho offerto un'informazione preziosae sei un cane rabbioso se nonmi ringrazi.
- Be'credo che le tue intenzioni siano buonee ti ringrazio -disse McMurdoin tono tutt'altro che gentile.
- Per me va benissimo fintantoché ti vedrò rigar diritto - disse ilcapitano. - Maper Giovese non fili come dico
io dopo quanto ti ho dettoallora la musica cambia. Behbuona notte... ebuona notte anche a leiConsigliere.
Cosi dicendo uscí dallo spaccio non senza però aver creato nell'ambiente uneroe. Delle imprese di McMurdo
nella lontana Chicagogià si era sussurrato in precedenza. Egli avevarisposto a tutte le domande che gli erano state
rivolte in proposito con un sorriso che faceva capire come non desiderasse diapparire un grand'uomo a tutti i costi. Ma
ecco che la cosa era adesso ufficialmente confermata. Gli oziosi del bar glisi affollarono attorno e gli strinsero
cordialmente la mano. Da quel momento egli poté fare nella comunità ciòche meglio gli pareva e piaceva. McMurdo
sapeva bere forte senza quasi recar traccia di ubriachezzama quella sera seil suo amico Scanlan non gli fosse stato
vicino per riportarlo a casal'eroe del giorno avrebbe certamente trascorsola notte sotto il bancone del bar.
La sera del sabato venne ammesso alla Loggia. Egli aveva creduto di poterentrare senza cerimoniale essendo già
stato iniziato a Chicago; ma a Vermissa esistevano riti particolaridi cuiquegli adepti andavano orgogliosie a questi
riti bisognava che ogni aspirante si sottomettesse. L'assemblea si riuní inuna vasta sala riservata per questi scopi nella
Casa dell'Unione. Circa sessanta membri si trovavano a Vermissama questonumero non rappresentava affatto la piena
forza dell'organizzazionepoichédisseminate per la vallevi eranodiverse altre Loggee altre ancora erano sparse sulle
montagne: queste si scambiavano i loro adepti quando si preparava qualcosa digrossocosicché un delitto poteva essere
commesso da individui completamente estranei alla località. Nel complessodisseminati lungo tutta la zona carbonifera
c’erano più di cinquecento affiliati.
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura60
Nella nuda stanza di ritrovo gli uomini erano raccolti intorno alla lungatavola. A fianco di questa ne era disposta
una seconda coperta di bottiglie e di bicchieriverso cui già alcuni membridella compagnia volgevano gli occhi.
McGinty sedeva a capotavola con un berretto di velluto nero morbido sullamassa scompigliata dei neri capellimentre
una stola purpurea gli cingeva il collodandogli cosí l'aspetto di unsacerdote officiante a chi sa quale diabolico rito.
Alla sua destra e alla sua sinistra sedevano gli adepti piú elevati in gradodella Loggiae tra quei volti spiccava il volto
bello e spietato di Ted Baldwin. Ognuno di costoro portava come emblema delproprio ufficio una sciarpa e un
medaglione. Erano per la maggior parte uomini di età maturama il restodella compagnia era formato di giovanotti tra i
diciotto e i venticinque annied erano essi gli emissari pronti e capaci cheeseguivano i comandi degli anziani. Tra
costoro ve n'erano molti i cui tratti rivelavano l'animo spietato condisprezzo della legge; ma guardando tra i gregari era
difficile poter pensare che quei giovani dai volti aperti e coraggiosicostituissero in realtà una pericolosa banda di
assassininelle cui menti si era insinuata una cosí totale perversionemorale da farli inorgoglire disgustosamente della
loro competenza nel malee da farli considerare con il piú profondorispetto l'uomo che godeva la riputazione di saper
fare ciò ch'essi chiamavano "piazza pulita". Secondo loro era ungesto cavalleresco e audace offrirsi volontariamente
per togliere di mezzo persone che mai li avevano offesi e che in molti casinon avevano mai vedute in vita loro. Una
volta commesso il criminedisputavano vantando ciascuno di essere stato ilprimo a vibrare il colpo fatale e si
divertivano a vicenda e tenevano allegra tutta la compagnia descrivendo legrida e l’agonia dell'assassinato. Da
principio avevano usato una certa segretezza nei loro colpima al tempo dicui si parla in questo racconto operavano
ormai con una sfacciataggine incredibileperché i ripetuti insuccessi dellalegge avevano dimostrato non soltanto che
nessuno avrebbe mai osato testimoniare contro di loroma altresí chepotevano disporre di un numero illimitato di
"testimoni" fidati ai quali avrebbero potuto rivolgersinonché diuna cassa assai ben fornita alla quale potevano sempre
attingere i fondi necessari per pagare in loro difesa il miglior avvocatodello Stato. In dieci ininterrotti anni di violenze
non vi era mai stato un solo arrestoe l'unico pericolo che potesseminacciare i Vendicatori consisteva proprio nelle
vittime stesse le qualibenché inferiori di numero e colte di sorpresapotevanocosa che infatti accadeva ogni tanto
lasciare il loro segno sugli assalitori.
McMurdo era stato avvertito che una prova lo aspettavama nessuno avevavoluto dirgli in che cosa questa prova
consistesse. Egli venne ora condotto in una stanza esterna da due fratellidall'aspetto solenne. Attraverso la tramezza di
legno gli giungeva il mormorio delle molte voci dell'assemblea. Un paio divolte intese pronunciare il suo nome e
comprese che stavano discutendo la sua candidatura. Entrò poi una guardiainternache aveva attraverso il petto una
sciarpa verde e oro.
- Il Gran Maestro ordina che sia legatobendatoe fatto entrare - disse. Itre quindi gli tolsero la giaccagli
rimboccarono la manica sul braccio destro e gli passarono infine una corda aldi sopra dei gomitiannodandovela
stretta. Gli posero quindi in testa un cappuccio nero che gli coprí anche laparte superiore della faccia in modo che non
potesse vedere nulla. Venne quindi condotto nella sala dell'assemblea.
Tutto attorno a lui era buio pesto ed egli sotto il cappuccio si sentivasoffocare. Udí un trambusto e un brusio di
gente accanto a séquindi la voce di McGinty risonò alle sue orecchiecosí coperteattutita e lontana.
- Jack McMurdo - disse la voce - fai già parte dell'Antico Ordine degliUomini Liberi?
Il giovane s'inchinò in segno d'assenso.
- La tua Loggia è la numero 29 di Chicago?
Egli s'inchinò nuovamente.
- Le notti buie sono sgradevoli - disse la voce.
- Síper gli stranieri in viaggio - rispose.
- Le nubi sono pesanti.
- Síuna tempesta si avvicina.
- I confratelli sono soddisfatti? - chiese il Gran Maestro.
Si levò un mormorio generale di assenso.
- Comprendiamofratellodalle tue risposte esatte alle nostre paroled'ordineche tu sei veramente uno dei nostri
- disse McGinty. - Vorremmo però che tu sapessi come in questa provinciaein altre province vicinenoi abbiamo certi
ritinonché certe incombenze particolari che richiedono uomini valorosi.Sei tu pronto alla prova?
- Sí.
- Sei di cuore saldo?
- Lo sono.
- Muovi un passo in avanti per dimostrarcelo.
Mentre queste parole venivano pronunciatesentí sui suoi occhi due punteagozze che premevano cosí forte da
dargli l'impressione che non avrebbe potuto muovere un solo passo innanzisenza correre il pericolo di perdere la vista.
Nondimeno egli si sforzò ad avanzare e in quello stesso momento la pressionecedette e scomparve. Vi fu un sommesso
mormorio di applauso.
Sir Arthur Conan Doyle La valledella paura61
- É di cuore saldo - disse la voce. - Sai reggere al dolore? Non seppe maicome riuscí a trattenersi dall'urlare
fortepoiché un dolore lacerante lo penetrò tutto attraverso l'avambraccioscoperto. Per poco non svenne a quel colpo
improvvisoma si morsicò le labbra e strinse i pugni per nascondere ilproprio tormento.
- So sopportare ben altro che questo - disse.
Questa volta gli applausi scoppiarono irrefrenabili. Nessuno sinora si eramai comportato alla Loggia con tanto
stoico coraggio. Molte mani gli batterono la schienae il cappuccio gli futolto dal capo. Egli si trovò circondato da una
turba di fratelli che si congratulavano con luie ai quali risposeammiccando con gli occhi tuttora velati dalle tenebre di
poco prima e sorridendo.
- Ancora un'ultima parolaFratello McMurdo - disse McGinty. - Tu hai giàpronunciato il giuramento di
segretezza e di lealtàe sai pertanto che la punizione per una infrazionequalsiasi consiste in una morte istantanea ed
inevitabile!
- Lo so - rispose McMurdo.
- E tu accetti la regola del Gran Maestro per qualsiasi circostanza equalsiasi momento?
- L'accetto.
- Allorain nome della Loggia 341Vermissaio ti ammetto ai suoi privilegie ai suoi dibattiti. Puoi portare il
liquore sulla tavolaFratello Scanlane tutti berremo al nostro degnofratello.
Frattanto gli avevano ridata la giaccama prima di indossarla nuovamenteMcMurdo si osservò il braccio destro
che gli bruciava ancora acutamente. Proprio sulla carne viva dell'avambraccioera impresso un nitido cerchio contenente
un triangoloun marchio rosso e profondo lasciatovi dal ferro incandescente.Qualcuno degli adepti piú vicini a lui si
rimboccò la manica e gli mostrò il proprio contrassegno di Loggia.
- Tutti lo abbiamo ricevuto - disse un affiliato - ma nessuno di noi si ècomportato col coraggio che hai
dimostrato tu.
- E stata una sciocchezza - rispose McMurdoma il segno gli bruciava dandoforte dolore.
Quando il brindisi che seguiva ogni cerimonia d'iniziazione ebbe finelaLoggia procedette a discutere
dell’ordine del giorno. McMurdoabituato alle prosaiche riunioni diChicagoascoltava tutt'orecchie assai piú sorpreso
di quanto si arrischiasse a dimostrareda quel che si andava svolgendo.
- La prima questione all'ordine del giorno - cominciò McGinty - consisterànella lettura di questa lettera da parte
del Maestro di Divisione Windledi Merton CountyLoggia 249. Eccone iltesto:
Egregio signorec'è un lavoro da fare per conto di Andrea Raedella Rae&
Sturmashproprietari di miniere di questa zona. Lei ricorderà che la suaLoggia ci è
debitriceavendo usufruito dei servizi di due confratelli nella faccenda delpoliziotto di
pattuglial'autunno scorso. Se lei vorrà mandarci due uomini in gambasaranno presi in
cura dal Tesoriere Higgins di questa Loggiail cui indirizzo le è noto.Egli indicherà loro
quando e dove agire. Suo nella libertà.
J. W. WINDLE M.D.A.O.U.L.
Windle non ci ha mai detto di no quando ci è capitato di chiedergli inprestito un paio d'uominie non tocca ora a
noi tirarci indietro. - McGinty fece una pausa e girò attorno alla stanza isuoi maligni occhi opachi. - Chi si offre
volontario per questo lavoro?
Sir Arthur Conan DoyleLa valle della paura62
Diversi giovanotti alzarono le mani. Il gran maestro li squadrò con unsorriso di approvazione.
- Tu vai benissimoTigre Cormac. Se te la caverai bene come l'ultima voltatutto andrà a puntino. E anche tu
Wilson.
- Io non ho pistola - disse il volontarioun ragazzino non ancora ventenne.
- É la tua prima impresavero? Bravobisogna pure che anche tu abbia iltuo battesimo di sangue. Sarà un gran
passo avanti. In quanto alla pistolane troverai certamente una che tiaspettane sono sicuro. Se sarete pronti per lunedí
sarà piú che sufficiente. Troverete solenni accoglienze quando rientrerete.
- Niente ricompensa stavolta? - volle sapere Cormacun giovanottocorpacciuto dal viso scuro e dallo sguardo
brutalela cui ferocia gli aveva guadagnato il soprannome di"Tigre".
- Non pensare alla ricompensa. Voi agite per l'onore dell'impresa. Ma chi sache quando vi sarete sbrigati non
troviate qualche dollaro in fondo alla scatola.
- Che cosa ha fatto quell'uomo? - domandò il giovanottino Wilson.
- Non tocca certo ai tipi come te domandare che cosa abbia fatto. É statogiudicato da quelli di laggiú e non sono
affari nostri. A noi non resta che portare a termine l'impresa per contoloroallo stesso modo che loro farebbero per noi.
Anzivisto che siamo in argomentodue confratelli della Loggia di Mertonverranno da noi la settimana prossima a
sbrigare una certa faccenda in questa zona. Francamente è molto meglio chenessuno faccia domande. Se non saprete
nulla non potrete testimoniare nullae cosí nessuno correrà pericolo. Masono tipi che sanno fare piazza pulita quando
ve ne sia bisogno.
- E sarebbe ora! - esclamò Ted Baldwin. - La gente ci sta scappando di manoda queste parti. Non piú tardi della
settimana scorsatre dei nostri sono stati buttati fuori dal caposquadraBlaker. Gli spetta da molto tempo e l'avrà
proprio come si deve.
- Gli spetta che cosa? - bisbigliò McMurdo nell'orecchio del suo vicino.
- Una pallottola ben piazzata! - esclamò l'uorno ridendo. - Che ne pensi deinostri sistemifratello?
L'anima criminale di McMurdo sembrava aver già assorbito lo spirito dellasciagurata associazione di cui era
ormai membro.
- Mi piacciono - replicò. - È il posto che ci vuole per uno che sappia farandare le mani.
Alcuni di coloro che sedevano attorno intesero le sue parole e leapplaudirono.
- Che c'è? - gridò l’oscuro Gran Maestro dall'altro capo della tavola.
- É il nostro nuovo fratellosignoreche trova i nostri sistemi di suogusto.
In un attimo McMurdo si levò in piedi.
- Vorrei direVenerabile Maestroche se ci fosse bisogno di un uomoconsidererei un onore essere scelto per
aiutare la Loggia.
A questa dichiarazione seguí un applauso fragoroso. Tutti avevano lasensazione che un nuovo sole stesse
spuntando all'orizzonte. Qualcuno fra gli anziani ebbe anzi l'impressione cheil progresso fosse un po' troppo rapido.
- Io vorrei suggerire - disse il segretarioun certo Harrawayun vecchiodalla barba grigia e dalla faccia di
avvoltoioche sedeva vicino al presidente - che Fratello McMurdo rimanessein attesa sino a quando piaccia alla Loggia
di servirsi di lui.
- Ma certoè quello che io intendevo dire: sono nelle vostre mani - risposeMcMurdo.
- Verrà anche il tuo momentofratello - dichiarò il presidente. - Noi giàabbiamo capito che sei un uomo di
volontà e siamo certi che sbrigherai del buon lavoro da queste parti. Mac'è una cosuccia da fare stanotte in cui potrai
dare una manose ti fa piacere.
- Preferisco aspettare per quando ci sarà qualche impresa piú importante.
- Ma puoi venire lo stessostanotte. E questo ti aiuterà a conoscere qualè la nostra imp ortanza in questa
comunità. Farò la dichiarazione in proposito piú tardi. Frattanto... -diede un'occhiata al suo promemoria... - ho ancora
un paio di problemi da sottoporre all'assemblea. Devo chiedere prima di tuttoinformazioni al tesoriere sulla nostra
situazione bancaria. Bisogna pensare alla pensione della vedova di JimCarnaway. É stato abbattuto mentre operava al
servizio della Loggia; e noi dobbiamo provvedere a che sua moglie non rimanganei guai.
- Jim è stato ammazzato il mese scorso mentre cercava di far la pelle aChester Wilcoxdi Marley Creek - spiegò
a McMurdo un vicino.
- I fondi sono buoni in questo momento - disse il tesoriere consultando unlibretto di banca che aveva davanti a
sé. - Le ditte sono state generose in questi ultimi tempi. La Max Linder& Soci ha pagato cinquecento dollari per esser
lasciata in pace. La Walker Brothers ne ha mandati centoma io mi sonoimpegnato a restituirli e a chiederne
cinquecento. Se non ricevo niente per mercoledí i loro impianti avrannostrani incidenti: siamo stati costretti a bruciare
il loro frangitore meccanicol'anno scorsoprima di ridurli alla ragione.Inoltre la West Section Coaling Company ha
pagato il suo contributo annuale. Abbiamo abbastanza in mano da poter farfronte a qualsiasi impegno.
- Che fine ha fatto Archie Swindon? - domandò un fratello.
- Ha svenduto tutto e abbandonato la zona. Il farabutto ha poi lasciato unmessaggio per noi in cui diceva che
preferiva fare lo spazzino libero a New York piuttosto che essereproprietario di una grossa miniera sotto la minaccia di
SirArthur Conan Doyle La valle della paura63
una banda di ricattatori. Perdianaè stata una fortuna per lui poterselasquagliare prima che quel biglietto ci fosse
recapitato! Non credo che avrà piú il coraggio di mostrar la sua faccia inquesta valle.
Un uomo anzianoaccuratamente sbarbatodall'aspetto benevolo e cordialesialzò dall'altro capo del tavolo
dirimpetto al seggio del presidente.
- Signor tesoriere - fece - posso chiedere chi ha acquistata la proprietà diquest'uomo che noi abbiamo scacciato
dalla zona?
- SíFratello Morris. È stata acquistata dalla State & Merton CountyRailroad Company.
- E chi ha rilevato le miniere di Todman e di Lee che sono state messe sulmercato l'anno scorso nella medesima
maniera?
- La medesima societàFratello Morris.
- E chi ha comprato le ferriere di Manson e di Shuman e di Van Deher e diAtwoodche sono state tutte cedute di
recente?
- Sono state tutte acquistate dalla West Gilmerton General Mining Company.
- Io non vedoFratello Morris - obiettò il presidente - quanto a noi possaimportare chi le compera o no dal
momento che nessuno può trasportarle fuori di questa zona.
- Con tutto il rispetto del casoVenerabile Maestroio credo invece che lacosa ci può importare moltissimo.
Questo sistema si sta protraendo da ormai dieci anni. Noi stiamo gradatamentescalzando dal loro commercio tutti i
piccoli proprietarie qual è il risultato? Che ritroviamo al loro postogrosse compagnie come la Railroad o la General
Ironle quali hanno i loro direttori a New York o a Filadelfiaed è genteche non fa nessun caso delle nostre minacce.
Possiamo forse aver ragione dei loro capi localima ciò significa soltantoche altri saranno mandati al loro posto. E la
situazione si sta facendo pericolosa per noi. I piccoli non potevano darcifastidio: non avevano né il denaro né la
potenza per farlo. Fino a quando non li prosciugavamo troppotiravano avantisotto il nostro potere. Ma se queste
grosse compagnie si accorgono che noi ci frapponiamo tra loro e i loroprofitti non risparmieranno né fatiche né spese
per scoprirci e portarci in tribunale.
A queste parole tutt'altro che rassicuranti seguí uno zittioe tutti ivolti si oscurarono mentre venivano scambiate
occhiate di traverso. Erano stati cosí onnipotenti e cosí impuniti sino aquel momento che il solo pensiero che una
possibile vendetta potesse attenderli non riusciva neppure a penetrare leloro menti. E tuttavia quel quadro di un
avvenire carico di minacce mise un brivido di paura anche nel piú intrepidodi loro.
- Io son del parere - proseguí l'oratore - che si usi una mano meno pesantesui piccoli proprietari. Il giorno che
costoro saranno tutti cacciati di quiil potere della nostra associazionesarà annullato.
Le verità spiacevoli non sono mai popolari. Mentre l'oratore si rimetteva asedere si levarono dovunque grida
colleriche di protesta. McGinty si alzò torvo in viso.
- Fratello Morris - ribatté - tu sei sempre stato un gufo maledetto. Sino aquando gli affiliati di questa Loggia
resteranno uniti non vi sarà forza in questo paese che potrà toccarli. Nonabbiamo forse dimostrato questo anche troppe
volte nei riguardi dei tribunali? Io ritengo che le grosse compagnie siaccorgeranno che è piú facile pagare che lottare
proprio come fanno le piccole. E orafratelli... - E cosí dicendo McGintysi tolse il berretto di velluto nero e la stola... -
la Loggia ha terminato i suoi lavori per questa seraeccezion fatta per unapiccola questione di cui parleremo al
momento di separarci. Intanto prendiamo qualcosa da bere e facciamo un po' dimusica in fraterna amicizia.
La natura umana è strana davvero. Ecco degli uomini per cui il delitto erafamiliareche tante volte avevano
ucciso dei capi famigliaaltri uomini contro i quali non nutrivano alcunrancore personalesenza la piú lontana ombra di
rimorso o di compassione verso le mogli e i figli in lutto... e la dolcezza ela pateticità della musica poteva commuoverli
fino a farli piangere. McMurdo aveva un bella voce di tenoree se già nonsi fosse guadagnato altrimenti la benevolenza
della Loggianessuno avrebbe piú saputo resistergli dopo averlo intesomodulare le arie di "Io son seduto sulla
staccionataMary" e "Sulle rive del fiume Allan". Sin daquella prima sera la nuova recluta si era resa popolarissima tra
i confratellie già si era segnalata per una prossima promozione.Occorrevano però altre qualitàoltre a quelle di
compagnoneper proclamare degno un Uomo Liberoe di queste gli fu dato unesempio prima che la serata terminasse.
La bottiglia del whisky aveva già fatto molti girie gli uomini eranopaonazzi e maturi per un'azione delinquente
quando il loro Gran Maestro si levò di nuovo e cosí li imbonì:
- Ragazzi - disse - c'è un uomo in questa città che ha bisogno di una buonalezione e tocca a voi provvedere che
riceva il dovuto. Voglio alludere a James Stanger dell'Herald. Avete vistocome si è messo a berciare di nuovo contro di
noi? - Un mormorio di assenso percorse la salae s'intese piú di unabestemmia soffocata. McGinty tolse dalla tasca del
panciotto un ritaglio di giornale.
"GIUSTIZIA E ORDINE".
Ecco come incomincia i suoi articoli.
"IL REGNO DEL TERRORE NEL DISTRETTO DEL CARBONE E FERRO.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura64
Dodici anni sono ormai trascorsi dai primi assassinii i quali testimoniavano
dell'esistenza di un'associazione a delinquere. Da quel giorno le violenzenon hanno avuto
piú treguasino a che hanno ormai raggiunto un tal punto da fare di noil'obbrobrio del
mondo civile. É per ottenere risultati come questo che la nostra grandenazione accoglie
fra le sue braccia gli stranieri che fuggono dai dispotismi europei? Èaffinché divengano
essi stessi tiranni di quei medesimi uomini che hanno dato loro rifugio eperché si instauri
una condizione di terrore e di illegalità all'ombra stessa delle sacrepieghe della bandiera
stellata della libertàcondizione che farebbe inorridire i nostri animi seleggessimo che
simili malefatte sono compiute sotto la piú marcia monarchia dell'Est? Gliuomini sono ben
conosciuti. L'organizzazione è pubblica. Sino a quando sopporteremo ciò?Dovremo
dunque vivere costantemente..."
- Ma basta con queste scemenze ! - gridò il presidente scaraventando ilritaglio di giornale sul tavolo. - Questo è
quanto dice di noi. Ora io chiedo: in che modo dobbiamo reagire?
- Uccidiamolo! - gridarono molte voci furibonde.
- Protesto contro questa decisione - si alzò a dire il Fratello Morrisl'uomo dai lineamenti miti e dal volto
sbarbato. - Io vi dicofratelliche la nostra mano si sta facendo troppopesante in questa valle e che verrà il momento in
cui tutti si uniranno per schiacciarci pur di salvare se stessi. JamesStanger è un vecchioè rispettato in città e in tutta la
zona. Il suo giornale è considerato con molta attenzione nella valle. Sequest'uomo sarà messo a morteci sarà un tale
fermentoin questo Statoche la cosa potrà concludersi soltanto con lanostra distruzione.
- E come potrebbero provocare la nostra distruzionesignor disfattista? -gridò McGinty. - Con l'aiuto della
poliziaforse? Ma se la metà dei poliziotti è sul nostro libro pagael'altra metà ha paura di noi! O ci riuscirannoforse
con l'aiuto dei tribunali e dei giudici? Abbiamo già esperimentato questoeche pericolo ce n'è venuto?
- Potrebbe esserci un giudice Lynch a giudicare il caso - obiettò FratelloMorris.
A quest'osservazione fece eco un coro generale di proteste indignate.
- Non ho che da alzare un dito - gridò McGinty - e duecento uominispazzerebbero da cima a fondo questa città. -
Poialzando improvvisamente la voce e inarcando le enormi sopracciglia nerein un cipiglio terribilesoggiunse: - Senti
un po'Fratello Morrisè parecchio che ti tengo d'occhio. Siccome non haicoraggio tu stessocerchi di toglierlo agli
altri. Sarà un gran brutto giorno per teFratello Morrisquando il tuonome verrà sul nostro foglio d'ordinie io credo
che avrei già dovuto mettercelo da un pezzo.
Morris si era fatto mortalmente pallido e le ginocchia parvero cedergli sottomentre egli si accasciava sulla
seggiola. Alzò il bicchiere con la mano che gli tremava e bevve prima diessere in grado di rispondere.
- Mi scuso con leiVenerabile Maestroe con tutti gli altri fratelli diquesta Loggiase ho detto piú di quanto
avrei dovuto dire. Io sono un socio lealetutti voi lo sapeteed èsoltanto il timore che male possa incogliere alla Loggia
che mi fa parlare con parole ansiose. Ma ripongo assai piú fiducia nel suogiudizio che non nel mioVenerabile
Maestroe prometto solennemente di non offendere mai piú i sentimenti deimiei fratelli.
Il cipiglio del gran maestro si spianò a quelle umili parole.
- BenebeneFratello Morris. Mi dispiacerebbe molto se si rendesseronecessari gravi provvedimenti a tuo
carico. Ma fin quando io sederò in questa scrannosaremo una Loggia unitanelle parole e nell'azione. E adessoragazzi
- proseguí volgendo gli occhi su tutti gli intervenuti - io dirò soltantoquestoche se Stanger ricevesse sino in fondo
quello che si merita ci sarebbero piú guai di quanto ne abbiamo bisogno.Questi giornalisti si difendono a denti stretti gli
uni con gli altrie tutti i giornali degli Stati Uniti si metterebbero ainvocare il soccorso della polizia e della truppa; ma
io credo che possiamo dargli una lezioncina come si deve. Ci pensi tufratello Baldwin?
- Certo! - rispose pronto il giovane.
- Di quanta gente hai bisogno?
- Di una mezza dozzina di personee di due per far da guardia alla porta.Verrai tuGowere tuMansele tu
Scanlane i due Willaby.
- Ho promesso al nuovo fratello che sarebbe venuto anche lui - disse ilpresidente.
Ted Baldwin guardò McMurdo con due occhi che dimostravano chiaramente comeegli non avesse né
dimenticato né perdonato.
- Be'può venire se vuole - borbottò di mala grazia. - Ma ora basta. Primacominciamomeglio è.
La compagnia si sciolse tra grida e urla e squarci di canzoni da ubriaconi.Il bar era ancora affollato di nottambuli
e molti confratelli vi sostarono. La piccola banda che era stata scelta perl'impresa si avviò per la stradaprocedendo a
gruppetti di due o tre lungo il marciapiede per non richiamare l'attenzione.Era una notte gelidae la falce della luna
scintillava luminosa in un cielo di ghiaccio spruzzato di stelle. Gli uominisi fermarono e si raccolsero in un cortile
dirimpetto a un alto edificio. Frammezzo alle finestre brillantementeilluminate erano stampate a caratteri d'oro le parole
VERMISSA HERALD. Dall'interno veniva il fragore delle macchine da stampa.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura65
- Ehitu - disse Baldwin a McMurdo - tu puoi fermarti giú all'ingresso ebadare che la strada sia tenuta sgombra
per noi. Arthur Willaby rimarrà con te. Gli altri mi seguano. Non abbiatepauraragazzipoiché abbiamo dodici
testimoni che noi in questo momento preciso ci troviamo al bar dell'Unione.
Era quasi mezzanottee la strada era deserta tranne che per un paio diritardatari che si dirigevano verso casa. Il
gruppo attraversò la stradaespalancando l'uscio dell'ufficio diredazioneBaldwin e i suoi uomini irruppero
nell'interno e salirono la scala. McMurdo e l'altro rimasero al basso. Dallastanza sovrastante giunse un urlo
un'invocazione di aiutoe poi un rumore di piedi strascicati e di seggiolecadute. Un attimo dopo un uomo grigio di
capelli corse fuori sul pianerottolo; ma fu afferrato prima che potesseandare lontano e i suoi occhiali caddero
tintinnando ai piedi di McMurdo. Vi fu un colpo e un gemito. L'uomo siabbatté sulla faccia e una mezza dozzina di
bastoni gli piombarono contemporaneamente sulla schiena. L'uomo si contorsee le sue membra lunghe e magre
fremettero sotto i colpi. Gli altri finalmente cessaronoma Baldwincon unsorriso infernale sulla faccia crudele
continuò a infierire sulla testa del disgraziatoche questi tentava invanodi difendere con le braccia. I suoi bianchi
capelli erano intrisi di grumi di sangue. Baldwin era ancora chino sulla suavittimae intento a colpire ogni qualvolta
scorgeva una parte indifesaquando McMurdo con un balzo fu sulla scala e lospinse indietro con uno strattone. -
Finirai per ucciderlo - disse. - Smettila!
Baldwin lo fissò esterrefatto.
- Maledetto! - esclamò. - Chi sei tu per intrometterti... tu che sei nuovodella Loggia? Sta’ indietro! - Fece per
alzare il suo bastonema con una mossa fulminea McMurdo aveva già tolto lapistola di tasca.
- Fatti indietro tu! - gridò. - Ti faccio saltar la faccia se osi toccarmi.In quanto alla Loggianon era ordine del
Gran Maestro uccidere quest'uomomentre tu cerchi di ucciderlo?
- Dice la verità - osservò uno degli uomini.
- Ragazzisbrigatevi! - gridò dal basso quello che faceva da palo. - Lefinestre si stanno illuminando e in meno di
cinque minuti avrete tutta la città addosso.
Nella strada risonava infatti un rumore di gridae un gruppetto dicompositori si stava radunando nel vestibolo
sottostante preparandosi all'azione. Lasciato il corpo immobile del redattorein cima alle scalei criminali discesero
precipitosamente e corsero nella strada. All’altezza della Casadell'Unionealcuni si mescolarono con la folla nello
spaccio di McGintybisbigliando nelle orecchie del capo che l'impresa erastata condotta a termine con successo. Altri
e tra questi McMurdosi sparpagliarono in stradette lateraliraggiungendocosí per vie traverse i propri alloggi.
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura66
La Valle della Paura
Nello svegliarsi il mattino seguente McMurdo ebbe buon motivo per rammentarela propria iniziazione alla
Loggia. La testa gli doleva per l'effetto delle eccessive bevute e il bracciomarchiato a fuoco era gonfio e scottava.
Grazie ai suoi speciali introiti privati poteva permettersi di recarsi allavoro irregolarmente; perciò quella mattina fece
colazione tardi e rimase in casaoccupando il tempo a scrivere una lungalettera a un amico. In seguito si mise a
scorrere il Daily Herald. In una colonna specialeaggiunta all'ultimomomentolesse:
"Violenze nell'ufficio delI'Herald. Il redattore capo gravementeferito".
Era un breve resoconto dei fatti di cui egli era assai meglio al corrente chenon il compilatore dell'articolo.
Questo terminava con la seguente chiusura:
La cosa è adesso nelle mani della poliziama non vi è molto da sperare chei suoi
sforzi siano coronati da successi migliori che in passato. Qualcuno degliassalitori è stato
riconosciutoe si spera di poter giungere a prove concrete. Promotricedell'attacco è stata
non occorre neppure dirlol'odiosa associazione che tiene ormai da tempo insuo potere
questa comunitàe contro la quale l'Herald si era erettocoraggiosamente ad accusatore
implacabile. I molti amici del signor Stanger si rallegrerannonelI'apprendere cheper
quanto selvaggiamente percosso e ripetutamente colpito alla testaegli noncorre pericolo
immediato di vita.
In una postilla era poi detto che a difesa dell'ufficio era stato messo unmanipolo di agenti del corpo di polizia del
ferro e carbonearmati di fucili Winchester.
McMurdo aveva appena posato il giornale e si preparava ad accendere la pipacon una mano ancora tremante per
le libagioni della sera innanziquando qualcuno bussò alla pora della suacamera e subito dopo entrò la padrona di casa
con un biglietto che le era stato consegnato in quel momento da un ragazzo.Il messaggio non era firmato e diceva:
Vorrei parlartima preferirei non in casa tua. Mi troverai accanto all'astadella
bandierasulla Collina del Mugnaio. Se mi raggiungerai subito ho qualcosache importerà
a te di ascoltare e a me di dire.
McMurdo rilesse un paio di volte quel messaggioin preda alla massimasorpresapoiché non aveva la piú
pallida idea di chi potesse esserne l'autore. Se il biglietto fosse statovergato da scrittura femminileavrebbe potuto
pensare che si trattasse di una delle tante avventure galanti di cui erastato spesso protagonista in passato; ma quella era
una scrittura d'uomoe di uomo istruito per giunta. Dopo aver esitatoalquanto si decise infine a veder chiaro nella cosa.
La Collina del Mugnaio è un parco pubblico mal tenuto che si stende proprionel centro della città. D'estate è
parecchio frequentatoma d'inverno è del tutto deserto. Dalla cima di essoè possibile abbracciare il panorama non
soltanto della città con le sue case fuligginosesparse e irregolarimaanche di tutta quanta la sinuosa valle sottostante
con le miniere e le fabbriche sparpagliate che anneriscono la neve che nericopre i latinonché delle montagne boscose e
ammantate di bianco che la fiancheggiano. McMurdo percorse a lunghi passi ilsentiero chiuso tra due siepi di
sempreverdi sinché giunse al ristorante deserto che d'estate costituisce ilcentro di ogni allegro convegno. Accanto ad
esso s'innalzava un'asta nuda di bandierasotto cui stava un uomoilcappello calato sugli occhi e il bavero del cappotto
rialzato sin oltre il mento. Quando si volseMcMurdo si trovò dinanziFratello Morriscolui cioè che la notte
precedente era incorso nelle ire del Gran Maestro. Nel salutarsi siscambiarono il segno della Loggia.
- Volevo dirti qualcosaMcMurdo - cominciò l'uomo piú anzianoparlandocon esitazione che rivelava come egli
stesse tastando un terreno delicato. - Ti sono grato per essere venuto.
- Perché non hai firmato il biglietto?
- Perché la prudenza non è mai troppaamico! Non si sa maiin tempi comequestidi chi ci si può fidare e di chi
no.
- Ma credo che tra fratelli di una Loggia la fiducia reciproca debba essereillimitata!
- Nono: non sempre! - esclamò Morris con veomenza. - A quanto pare tuttociò che diciamoanzitutto ciò che
pensiamo viene riferito a McGinty.
- Senti un po' - fece brusco McMurdo - proprio ieri seracome sai benissimoio ho giurato solenne fedeltà al
Gran Maestro. Vorresti ora chiedermi di infrangere il mio giuramento?
- Se la prendi su questo tono - fece tristemente Morris - non mi resta chefarti le mie scuse per averti disturbato
inutilmente. Le cose stanno davvero molto male se due liberi cittadini nonpossono piú scambiarsi apertamente i loro
rispettivi punti di vista.
Sir Arthur Conan Doyle Lavalle della paura67
McMurdoche aveva scrutato nel frattempo con grande attenzione il suointerlocutoresi ammansí un poco.
- Certoio parlavo unicamente per me - disse. - Sono arrivato da poco tempocome ben saie per me è tutto
nuovo. Non sarò certo io ad aprir boccaMorrise se ritieni opportunocomunicarmi qualcosa sono qui per ascoltarti.
- Per riferire subito tutto quanto a McGinty - osservò con amarezza Morris.
- In questo mi fai davvero torto - protestò McMurdo. - Personalmente sonofedele alla Loggiae questo te lo dico
chiaro e tondo; ma sarei proprio un uomo da poco se andassi a ripetere achicchessia quello che tu vuoi dirmi in
confidenza. Il tuo segreto resterà con mebenchéti avvertocon tuttaprobabilità non otterrai da me né comprensione
né aiuto.
- Ho rinunciato da temp o ad essere aiutato e compreso - replicò Morris. - Equasi certo che con quello che ti dirò
io affiderò la mia vita nelle tue manima per malvagio che tu possa esseree mi è parso ieri sera che tu già ti stia
impegnando a diventare il peggiore dei peggiorisei ancora nuovo ai metodidi quie forse la tua coscienza non è ancora
del tutto incallita come quella degli altri. Per questo appunto ho pensato diparlarti.
- Behche hai da dirmi?
- Se mi tradirai che tu sia maledetto!
- Ma se ti ho dato la mia parola che non aprirò bocca!
- Vorrei dunque chiederti sequando ti sei affiliato alla Società degliUomini Liberi di Chicagoe hai prestato
giuramento di fedeltà e caritàti è mai passato per la mente che questoun giorno ti avrebbe potuto condurre al delitto?
- Se lo chiami delitto!... - fu la risposta di McMurdo.
- Se lo chiami delitto?... - Ora la voce di Morris vibrava di passione. - Haivisto ancora ben poco per poter parlare
a questo modo! Era o non era un delitto quello che è stato commesso ieriseraquando un uomo abbastanza vecchio per
poter essere tuo padre è stato picchiato sino a che il sangue ha intriso isuoi capelli bianchi? Come lo definisci tu
questo?
- Alcuni direbbero che è guerra - rispose McMurdo: - la lotta di due classisino agli estremisenza esclusione di
colpi.
- E tu pensavi che queste cose fossero possibili quando ti sei iscritto allaAssociazione degli Uomini Liberi di
Chicago?
- Nofrancamente devo dire che le ignoravo totalmente.
- Anche io le ignoravo quando mi affiliai a Filadelfia. Laggiú non era cheun circoloun luogo di raduno. Poi
intesi parlare di questo posto... sia maledetto il momento in cui il suo nomemi giunse agli orecchi... e venni qui per
migliorare la mia posizione. Dio mioaltro che migliorare... Eroaccompagnato da mia moglie e da tre figlioli. Avviai
sulla Piazza del Mercato un negozio di granaglie e feci affari. Intanto eracorsa intorno la voce che io ero un Uomo
Liberoe fui costretto ad aggregarmi alla Loggia localeallo stesso modoche è toccato a te ieri sera. Anch'io porto sul
braccio il marchio d'infamiae qualcosa di peggio è impresso nel mio cuore.Mi accorsi di essere caduto sotto la sferza
di un mascalzone brutalee mi trovai impigliato in una rete fitta didelitti. Che potevo fare? Ogni parola che tentavo di
pronunciare per cercar di mitigare le loro crudeltà era considerata untradimentoesattamente come è avvenuto ieri sera.
Non posso andarmene di qui perché tutto quello che posseggo al mondo èinvestito nel mio magazzino. Se mi dimetto
dall'associazioneso perfettamente che questo significa morte per mee Diosolo sa che cosa per mia moglie e i miei
figli. Ahragazzo mioè semplicemente spaventoso...
McMurdo si strinse nelle spalle.
- Non eri tagliato per un lavoro come questo - disse. - Sei troppo tenero.
- Avevo una coscienza e una fedema mi hanno reso un criminale. Fui sceltoper un'impresa. Se mi fossi rifiutato
sapevo benissimo che cosa mi aspettava. Probabilmente sono un vigliacco;forse è stato soltanto il pensiero delle mie
creature. Comunque siaandai. Ma credo che l'incubo di quella volta miossessionerà per tutto il resto della mia vita.
Era una casa isolataa venti miglia di quidalla parte opposta dellamontagna. A me fu dato l'incarico di far da palo
all'uscioproprio come ordinarono a te ieri sera. Non si fidavano di me persbrigare l'impresa sino in fondo. Gli altri
entrarono. Quando uscirono erano tutti sporchi di sangue. Mentre ciallontanavamo un bambino si mise a urlare
dall'interno della casa. Era una creatura di cinque anni che aveva assistitoall'assassinio del proprio padre. Quasi svenni
per l'orroreeppure dovevo fingeresorridere e assumere una faccia da duroperché sapevo benissimo che se non avessi
simulatoalla prossima occasione sarebbero usciti dalla mia casa con le manilorde di sanguee sarebbe stato il mio
piccolo Fred a invocare il proprio papà. Ma intanto ero diventato uncriminale anch'iomi ero fatto complice di un
omicidioero perduto per sempre in questo mondo e certamente anchenell'altro. Sono un buon cattolicoma il
sacerdote non volle saperne di me quando seppe che ero un Vendicatoree sonostato scomunicato. Ecco come sono
andato a finireio. E adesso vedo te avviarti per la stessa stradae midomando: che destino lo attende? Sei pronto a
diventare anche tu un assassino a sangue freddoo non possiamo fare davveroniente per fermare questa vergogna?
- E che cosa vorresti fare? - chiese brusco McMurdo. - Tradirefare la spia?
- Per l'amor del cielo! - protestò Morris. - Soltanto il pensiero di tradireci costerebbe la vita!
- Meno male! - ribatté McMurdo. - Sai che cosa penso? Che sei un deboleeche ingigantisci i problemi.
Sir Arthur Conan Doyle Lavalle della paura68
- Ingigantisco? Aspetta di aver vissuto qui un po' piú a lungo e te neaccorgerai. Guardá giú nella valle. Vedi il
fumo di centinaia di ciminiere che l'offusca? Ebbeneio ti dico che il fumodel delitto l'ottenebra in modo più lugubre e
fosco di quello delle fabbriche. Questa è la Valle della Paura... la Valledella Morte. I1 terrore regna nel cuore di questa
gente dal tramonto all'alba. Aspetta giovanottoe te ne accorgerai a tuespese.
- Sentiti farò sapere quel che ne penso quando ne saprò di più - risposeMcMurdo in tono scanzonato. - Quel che
è chiaro è che tu non sei adatto per questo postoe che quanto primasvenderaise riuscirai a raccogliere dieci cents per
un dollaro della tua robatanto meglio sarà per te. Per quel che miriguarda fa’ conto di non esserci mai incontrati. Ma
se per caso tu fossi una spia...
- Nono - gridò Morris in tono lamentoso.
- Va benechiudiamola qui. Mi ricorderò comunque delle tue parolee chi sache un giorno non ci ripensi. Io
credo che tu fossi animato di buone intenzioni quando hai deciso di parlarmicosì. Ma adesso è ora che me ne torni a
casa.
- Ancora una parola prima di salutarci - disse Morris. - Può darsi che ciabbiano visti insiemee in questo caso
vorranno sapere di che cosa abbiamo parlato.
- Giàhai ragione.
- Io ti ho offerto un impiego nel mio negozio.
- E io l'ho rifiutato: d'accordo. BeharrivederciFratello Morrisesperiamo che per l'avvenire le cose vadano
meglio per te.
Quello stesso pomeriggiomentre McMurdo sedeva fumandoimmerso nei propripensieriaccanto alla stufa del
suo salottinola porta si spalancò e entrò l'enorme sagoma di patronMcGinty. Dopo aver scambiato il segno
convenzionale della Loggia con McMurdosi sedette di fronte al giovanesquadrandolo attentamente per un certo
tempocon uno sguardo che gli fu ricambiato da pari a parisenza batterciglioda parte di McMurdo.
- Io non faccio molte visiteFratello McMurdo - disse infine il GranMaestro. - Credo di essere troppo occupato
con la gente che viene a trovare mema ho creduto opportuno di fareun'eccezione e di venire a fare un giro a casa tua.
- Lieto di vederlaConsigliere - rispose cordialmente McMurdo andando aprendere dalla credenza una bottiglia
di whisky; - è un onore che non mi sarei mai aspettato.
- Come va il braccio? - domandò il capo.
McMurdo fece una faccia lunga.
- Mahnon me lo sono ancora dimenticato - disse. - Però ne valeva la pena.
- Síne vale la pena - rispose l'altro - per coloro che sono leali etengono fede alla loro parolae aiutano la
Loggia. Di che cosa stavi parlando stamane con Fratello Morrissulla Collinadel Mugnaio? La domanda giunse così a
bruciapelo che McMurdo fu lieto di avere la risposta pronta. Scoppiò in unasonora risata.
- Morris non sapeva che io ero in grado di guadagnarmi da vivere standomene acasa mia. Ed è meglio che non lo
sappia perché ha troppa coscienzaper un tipo come me. Però è un buondiavolo. Credeva che io mi trovassi in
difficoltàe pensava di rendermi un servigio offrendomi un impiego nel suonegozio di granaglie.
- E cosí?
- Síè cosí.
- E tu hai rifiutato?
- Certo. Non guadagno forse dieci volte tanto con sole quattro ore di lavoroe standomene in camera mia?
- E giustoma io non mi farei vedere troppo in giro con Morris.
- Perché no?
- Credo sia meglio che non te lo dica. Per la gente di queste parti quel chedico io è sufficiente.
- Sarà sufficiente per gli altrima non per meConsigliere - disseaudacemente McMurdo. - Se lei è un buon
giudice degli uomini lo capirà da sé.
Il gigante dai capelli scuri gli lanciò un'occhiataccia minacciosae la suazampa irta di peli si chiuse per un
istante attorno al bicchiere quasi volesse scagliarlo contro l’interlocutore;ma quasi subito ruppe in una di quelle sue
false risate fragorose.
- Lo sai che sei un bel tipo? - fece. - Behse vuoi una spiegazione te ladarò. Morris non ti ha detto nulla contro la
Loggia?
- No.
- Neppure contro di me?
- No.
- Mahsarà perché non osa fidarsi di tema in fondo al cuore non è unfratello leale. Noi lo sappiamo benee per
questo lo sorvegliamoe aspettiamo il momento opportuno per dargli una buonalezione. Ora credo che questo tempo
sia ormai vicino. Non c'è posto nel nostro ovile per le pecore rognose; mase tu te la fai con un uomo slealepotremmo
credere che sia sleale anche tunon ti sembra?
- Non c'è probabilità che io me la faccia con luiperché quelI'uomo nonmi piace - rispose McMurdo. - E in
quanto a slealtàse avesse parlato male di lei non avrebbe aperto bocca unaseconda volta.
Sir Arthur Conan Doyle La valle dellapaura69
- Benebasta cosí - concluse McGinty prosciugando il bicchiere. - Sonovenuto per darti un consiglio in tempoe
adesso te l'ho dato.
- Sarei curioso di sapere come le sia venuto all'orecchio del mio incontrocon Morris - disse McMurdo.
McGinty rise.
- É mio compito sapere tutto quello che succede in questa cittadina -rispose. - Ti consiglio di riferirmi sempre
ogni cosa. Ma è ora che me ne vadae voglio dire solamente...
Ma il suo commiato fu bruscamente interrotto in modo del tutto inatteso. Conuno schianto improvviso la porta si
spalancò e tre facce corrucciate e severe li squadrarono da sotto a treberretti a visiera della polizia. McMurdo balzò in
piedi e fece per estrarre il proprio revolverma il suo braccio si fermò amezzo quando egli vide due Winchester
spianati al livello della sua fronte. Un uomo in uniforme avanzò nel mezzodella stanza con una pistola a sei colpi in
mano. Era il capitano Marvinaddetto una volta all'ufficio di Chicagoedistaccato attualmente al Commissariato del
Ferro e Carbone. Costui scosse il capo lanciando a McMurdo un mezzo sorriso.
- Lo sapevo che ti saresti cacciato nei guaisignor Imbroglione di Chicago -disse. - Non sei riuscito a startene
alla largavero? Prendi il cappello e vieni con noi.
- Credo che questa la pagherà caracapitano Marvin - disse McGinty. - Chiè leivorrei sapereper irrompere in
una casa a questa manierae molestare uomini onesti e osservanti dellaLegge?
- Lei si impicci dei fatti suoiConsigliere McGinty - rispose il capitano dipolizia; - non vogliamo leima
quest'uomo. A lei tocca esser d’aiutonon intralciare l'opera dellagiustizia.
- Ma McMurdo è amico mioe io rispondo della sua condotta - obiettò ilcapo.
- In ogni modosignor McGintypuò darsi che a lei tocchiun giorno diquestirispondere della propria condotta
personale! - ribatté il capitano. - Questo McMurdo faceva il falsario ancoraprima di venire qui e continua a farlo. Sta'
attentosergentementre io lo disarmo.
- Ecco la mia pistola - disse freddamente McMurdo. - Credo peròcapitanoMarvinche se io e lei ci trovassimo a
tu per tu da soli lei non mi prenderebbe con tanta facilità.
- Ma dov'è il vostro mandato di cattura? - chiese McGinty. - Diavolo! Sembradi essere in Papuasianon a
Vermissase gente come voi può avere in mano il servizio di polizia. Questoè un soprusoe non passerà liscioglielo
garantisco.
- Lei faccia il suo dovere come crede meglioConsigliere: noi badiamo a fareil nostro.
- Di che cosa sono accusato? - domandò McMurdo.
- Di complicità nell'aggressione al redattore-capo Stanger negli ufficidell'Herald. Non è merito tuo se non è stato
assassinato.
Sir Arthur Conan Doyle La valle dellapaura70
- Ma se è per questo che lo volete metter dentro - gridò McGinty con unarisata - potete risparmiarvi un sacco di
noie lasciandolo libero subito. Quest'uomo è rimasto a giocare a poker finoa mezzanotte nel mio spaccioe ho una
dozzina di testimoni che possono dimostrarlo.
- Questo è affar suoe credo che potrà servirsene domani in tribunale.FrattantotuMcMurdovieni con noie
senza tante storiese non vuoi una botta di fucile in testa. E lei se nestia da partesignor McGintyperché l'avverto che
non mi piacciono gli intralciquando sono in servizio.
L'atteggiamento del capitano era cosí deciso che sia McMurdo che il suo capofurono costretti ad accettare la
situazione. McGinty fece però in modo di scambiare qualche parola sottovocecol prigioniero prima di separarsi da lui.
- A proposito... - e fece col pollice un gesto in alto a indicare la piccolazecca clandestina.
- Tutto a posto - bisbigliò McMurdo che aveva già provveduto a unnascondiglio sicuro sotto il pavimento.
- Arrivederci dunque - disse il capo stringendogli la mano. - Andrò atrovare l'avvocato Rellye mi assumerò io
le spese della difesa. Sta' pur certo che ti lasceranno andare subito.
- Io non scommetterei su questo punto. Sorvegliate il prigionierovoi dueesparategli addosso se tenta di
scappare. Io intanto perquisirò la casa.
Marvin fece come aveva dettoma senza trovar traccia della zeccaclandestina. Poiegli e i suoi uomini
scortarono McMurdo alla Centrale di polizia. Intanto erano scese le tenebre einfuriava un nevischio violentocosicché
le strade erano quasi deserte; ma alcuni perditempo presero a seguire ilgruppoe imbaldanziti dall'oscurità si misero a
lanciare imprecazioni contro il prigioniero.
- Linciateloquel maledetto Vendicatore! - gridavano. - Linciatelo! - erisero e lo schernirono mentre egli veniva
sospinto entro l'ufficio di polizia.
Dopo una veloce inspezione da parte dell'ispettore in serviziovenne chiusonella cella comune. Qui trovò
Baldwin e tre altri criminali della notte precedentetutti arrestati nellostesso pomeriggioin attesa di essere processati il
mattino seguente.
Ma la lunga mano degli Uomini Liberi sapeva stendersi sin dentro laroccaforte stessa della legge. A notte alta
venne un carceriere con un fascio di paglia che doveva servire apparentementeperché vi riposassero soprama dal quale
estrasse due bottiglie di whiskyalcun bicchieri e un mazzo di carte. Iprigionieri trascorsero una notte allegra senza il
minimo patema per il giudizio dell'indomani.
E avevano ragione di non preoccuparsicome i fatti avrebbero dimostrato. Ilmagistrato non fu in gradosulla
semplice prova testimonialedi emettere una sentenza che avrebbe portato lacosa davanti a un tribunale di secondo
grado. D'altro cantoi compositori e i tipografi del giornale furonocostretti ad ammettere che la luce era incertache
personalmente erano tutti molto turbatie che era difficile per loro giurarecon assoluta certezza sull'identità degli
assalitorianche se potevano individuare i responsabili tra gli imputati.Interrogati dall'abile avvocato assunto da
McGintycaddero in contraddizioni e incertezze sempre piú marcate. Inquanto al feritogià aveva deposto che era stato
colto talmente di sorpresa che non era in grado di dichiarare nulla oltre ilfatto che il primo uomo che lo aveva colpito
aveva i baffi. Aveva inoltre aggiunto che egli sapeva che si trattava deiVendicatoridal momento che nessun altro nella
comunità poteva nutrire motivi di inimicizia contro di luie che da tempoera minacciato a causa dei suoi articoli
coraggiosi. Del resto fu chiaramente dimostrato dalla testimonianza concordee incrollabile di sei cittadinitra i quali era
compreso l'alto funzionario municipale McGintyche gli accusati eranorimasti a giocare a carte nella Casa dell'Unione
fino a un tempo successivo al crimine. È inutile dire che furono assolti conparole che quasi quasi suonavano scusa da
parte della giuria per il torto cui erano stati sottopostiunitamente aun'implicita censura all'azione del capitano Marvin
e della poliziaper eccesso di potere.
Il verdetto fu salutato con scroscianti applausi da un pubblico in cuiMcMurdo riconobbe molte facce familiari.
Molti confratelli della Loggia sorridevano e agitavano le manima vi eranoaltri che sedevano a labbra strette e occhi
chini mentre gli scarcerati uscivano dalla gabbia. Uno tra costoroun omettorisolutodalla barba scuraespresse in
parole il pensiero suo e dei compagni mentre gli ex prigionieri gli passavanodavanti.
- Maledetti assassini! - borbottò. Finiremo bene col farvi la pelle.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura71
L'ora piú buia
Se Jack McMurdo avesse avuto bisogno di una spinta per acquistare popolaritàtra i suoi compagnisarebbero
bastati ad assicurarla l'arresto primapoi il proscioglimento. Era veramenteun primato nuovo negli annali
dell'associazione che un uomo la stessa sera della sua affiliazione allaLoggiaavesse fatto qualcosa che doveva portarlo
davanti al magistrato. Già egli si era guadagnato la reputazione dicompagonesempre pronto a far bisbocciae per di
piú di uomo di grande carattereche non avrebbe accettato un insultoneppure dall'onnipotente capo. Ma oltre a questo
egli aveva fatto impressione sui suoi compagnii quali si erano fatta l'ideache fra tutti loro nessuno avesse piú di lui un
cervello abile e capace di architettare piani sanguinariné mano piúrapida ed esperta per metterli in esecuzione. “É il
tipo che ci vuole per un lavoro ben fatto” dicevano tra loro gli anzianieaspettavano il momento opportuno per metterlo
alla prova. McGinty aveva già molti strumenti a sua disposizionema dovetteammettere che quello era il piú efficace.
Gli pareva di essere come un uomo che tiene al guinzaglio un mastino feroce.I botoli potevano essere incaricati delle
imprese minorima sarebbe venuto un giorno in cui avrebbe lanciato quellabestia sulla sua preda. Alcuni affiliati della
Loggiae Ted Baldwin tra questierano indispettiti del rapido sorgere diquest'astro forestieroe l'odiavano appunto per
questo; ma gli stavano alla largapoiché McMurdocom'era pronto a ridereera pronto anche a far andar le mani.
Ma se si era guadagnato il favore dei compagni vi era un altro ambienteperlui ben piú importantein cui aveva
invece perso punti. Il padre di Ettie Shafter non volle aver piú nulla a chefare con luie gli proibí persino l'accesso in
casa. Ma Ettie era troppo innamorata per lasciarloe tuttavia il suobuonsenso l'avvertiva che un matrimonio con un
presunto assassino non era per lei positivo. Un mattinodopo una notteinsonnedecise di vederloforse per l'ultima
voltae di fare un supremo tentativo per strapparlo alle cattive compagnie.Si recò a casa di luicome tante volte egli
l'aveva supplicata di faree si diresse nella stanza che gli serviva dasalottino. McMurdo era seduto con la schiena
rivolta a leie una lettera davanti a sé. Un improvviso capriccio infantilela colse... dopotutto non aveva che diciannove
anni. Egli non l'aveva intesa entrarequando aveva aperto l'uscio. Ora Ettieavanzò in punta di piedie posò lievemente
una mano sulle sue spalle chine.
Se aveva pensato di sorprenderlocertamente vi era riuscitama per essere asua volta stupefatta. Con un balzo
felino McMurdo si vols e e già con la mano destra l'aveva afferrata per lagola. Nel medesimo istante con l'altra mano
gualcí il foglio che aveva davanti a sé. Per un attimo la guardòbiecamentema subito stupore e gioia si sostituirono alla
ferocia che gli aveva sconvolto i trattiuna ferocia che l'aveva fattarabbrividire d'orrore e ritrarrequasi avesse veduto
qualcosa di spaventoso che non si era mai neppure affacciato comeimmaginabile al suo mite e giovane spirito.
- Ohsei tu... - disse McMurdo asciugandosi la fronte madida. - E pensareche sei venuta da merischiando che ti
strangolassi. Ma sucara - aggiunse tendendole le braccia. - Lascia che miscusi con te.
Ma Ettie non si era ancora rimessa dal balenìo di colpevole paura letta sulvolto amato. L'istinto femminile
l'avvertì che non si trattava soltanto del semplice timore di un uomo coltodi sorpresa. Era un senso di colpevolezza
colpevolezza e paura.
- Ma che cosa ti ha presoJack? - esclamò. - Perché hai avuto tanta pauradi me? OhJackse tu avessi la
coscienza tranquilla non mi avresti guardata così!
- Ma certostavo pensando ad altre cosee quando sei venuta cosi leggeravolando su quei tuoi piedini di fata...
- Nono; non era soltanto questoJack. - Poi un improvviso sospetto siimpadroní di lei. - Fammi vedere la lettera
che stavi scrivendo.
- NoEttienon posso!
I suoi sospetti divennero certezza.
- Tu stavi scrivendo a un'altra donna! - esclamò. - Lo so. Altrimentiperché non me la mostreresti? Stavi
scrivendo a tua moglie! Come posso sapere che tu non sei sposato; tuunforestierouno che nessuno conosce?
- Io non sono sposatoEttie. Te lo giuro. Tu sei la sola donna sulla terraper me. Te lo giuro sulla croce di Cristo!
La sua passione aveva un accento cosí sincero che la fanciulla non poté noncredergli.
- E allora - insisté - perché non vuoi mostrarmi quella lettera?
- Te lo diròtesoro. Ho promesso sotto giuramento di non mostrarlaecosícome non oserei infrangere la mia
parola con teallo stesso modo mi vedo costretto a mantenere il segreto neiconfronti di coloro cui ho dato la mia
promessa. Sono affari che riguardano la Loggiae debbono rimanere ignoratianche da te. E se mi sono spaventato
quando ho sentito una mano posarsi sulle mie spallecapisci bene che haavuto paura fosse la mano di un poliziotto!
La fanciulla comprese che egli diceva la verità. McMurdo la strinse tra lebraccia cancellando a furia di baci i
suoi timori e i suoi dubbi.
- Siediti dunque accanto a me. É misero trono per la regina che seima èquanto di meglio il tuo povero
innamorato possa offrirti. Credo però che saprò fare di piú per teunodei prossimi giorni... Ma adesso sei tranquilla
vero?
- Come posso essere tranquillaJackquando so che tu sei un criminale tra icriminaliquando da un momento
all'altro può venire il giorno in cui saprò che sei chiuso nella gabbiadegli assassini? McMurdo il Vendicatoreecco
come ti ha chiamato ieri uno dei nostri pensionanti. Mi sono sentita colpireal cuore come da una coltellata.
Sir Arthur Conan DoyleLa valle della paura72
- Síma le parole dure non rompono le ossa.
- Erano però parole vere.
- Ma carail diavolo non è poi cosí brutto come lo si dipinge. Noi siamopovera gente che cerca con sistemi
propri di ottenere il riconoscimento dei propri diritti.
Ettie gettò le braccia al collo del suo innamorato.
- LíberatiJackper amor mio... per amor di Diolíberati da questacatena! É per chiederti questo che sono venuta
oggi. OhJackguardaio te ne prego in ginocchio. M i inginocchio davantia tee ti imploro di andartene.
Egli la rialzò e la consolò stringendosi al petto il capo di lei.
- Ma tu non sai quello che mi chiedi. Come potrei andarmenequando questosignificherebbe infrangere il mio
giuramento e abbandonare i miei compagni? Se tu sapessi in che posizione mitrovo non mi chiederesti una cosa simile.
D'altrondeanche se lo volessicome potrei farlo? Non crederai mica che laLoggia lasci libero un uomo di andarsene
portandosi con sé tutti i suoi segreti?
- Io ho pensato a questoJack. Ho predisposto tutto. Papà ha un po' disoldi da parte ed è stanco di questo luogo
in cui la paura di questa gente intristisce le nostre vite. E pronto apartire. Potremmo fuggire insieme a Filadelfia o a
New Yorkdove non avremmo piú nulla da temere.
McMurdo rise.
- La Loggia ha la mano lunga. Credi che non saprebbe stenderla fino aFiladelfia o New York?
- Andiamo nell'Ovestalloraoppure in Inghilterrao in Sveziada doveviene mio padre. Andiamocene in
qualsiasi postopur di abbandonare questa Valle della Paura.
McMurdo pensò al vecchio Fratello Morris.
- Perbaccoè la seconda volta che sento chiamare cosí questa valle -osservò. - Deve essere un'ombra pesante
quella che si stende su di voi!
- Quest'ombra oscura le nostre esistenze ogni minuto. Credi forse che TedBaldwin ci abbia perdonati? Se non
fosse perché ha paura di techi sa che fine avremmo già fatto! Se tuvedessi con che occhi cupi e rabbiosi mi guarda
quando gli capita d'incontrarmi!
- Perdinci! Se lo sorprendo gli insegnerò io a comportarsi come si deve. Maascoltabambina mia. Non posso
andarmene di qui. Non posso. Sappilo una volta per sempre. Ma se tu milascerai fare a modo miocercherò di trovare
una scusa onorevole per trarmi da quest'impaccio.
- Non si può parlare di onore in certe cose!
- Síma tutto dipende da come le si guarda. Se mi darai sei mesi farò inmodo di andarmene senza essere
costretto a vergognarmi guardando gli altri in faccia.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura73
La ragazza rise di gioia.
- Sei mesi! - gridò. – Posso esser sicura della tua promessa?
- Mahpotranno anche essere sette o ottoma in capo anno al massimo cen'andremo di qui.
Fu quanto Ettie poté ottenerema era già qualcosa. Essa aveva ora almenoun esile filo di luce a illuminare le
tenebre delI'immediato futuro. Rientrò nella casa paterna con cuore piúleggeroe lieta come non era mai stata dal
momento in cui Jack McMurdo era entrato nella sua vita.
Egli pensava che come afffiliato gli sarebbero stati noti tutti i movimentidell'associazionema doveva ben presto
scoprire che l'organizzazione era assai piú vasta e piú complessa dellasemplice Loggia. Persino patron McGinty era
all'oscuro di molte cosepoiché esisteva un funzionario - chiamato ildelegato della conteae che viveva a Hobson's
Patchmolto piú giúlungo la linea ferroviaria - che esercitava ilproprio potere su parecchie Loggee di cui si serviva
in modo personale e arbitrario. McMurdo non lo vide che una sola volta; eraun ometto dai capelli grigi e dall'aspetto di
topocon un'andatura viscida e uno sguardo in tralice carico di cattiveria.Si chiamava Evans Pott e persino il grande
Capo di Vermissa provava verso di lui qualcosa della repulsione o del timoreche l'enorme Danton doveva aver provato
nei confronti del debole ma pericoloso Robespierre.
Un giorno Scanlanil compagno di pensione di McMurdoricevette un messaggiodi McGinty cui era unito un
biglietto di Evans Pottcon cui lo informava che questi avrebbe mandato duetipettiLawler e Andrewsche avevano
istruzioni di agire nella zonaanche se in gran segreto. Si pregava il GranMaestro di procurare loro alloggio e ogni
agevolazione sino a che giungesse il momento dell'azione. McGinty aggiungevadi suo pugno che era impossibile tenere
qualcuno nascosto nella Casa dell'Unionee che pertanto pregava McMurdo eScanlan di alloggiare i due forestieri per
pochi giorni nella loro pensione.
I due uomini arrivarono la sera stessaciascuno portando il proprio zaino.Lawler era un uomo anzianoastuto
silenziosoriservatovestito di una vecchia giacca nera a coda di rondineche insieme al cappello di feltro floscio e a
una barba brizzolata gli dava nel complesso l'aspetto di un predicatoreambulante. Il suo compagnoAndrewsera poco
piú di un ragazzo: aveva una faccia allegra e francae i modi giocondi dichi si trovi fuori di casa in vacanzae abbia i
mezzi per spassarsela in lungo e in largo. Entrambi erano totalmente astemie si comportavano per tutto il resto come
membri esemplari della società: erano assassiniin piú di un'occasionestrumenti efficacissimi di quell'associazione a
delinquere. Lawler aveva già portato a compimento ben quattordicicommissioni del generee Andrewstre.
McMurdo si accorse quasi subito che erano prontissimi a discorrere delle lorogesta passatee le narravano con
quell'orgoglio misto a ritrosia proprio di chi abbia compiuto per lacomunità servizi disinteressati e generosi. Erano
invece estremamente reticenti per quel che riguardava l’incarico delmomento.
- Ci hanno scelti perché né io né il ragazzo beviamo - spiegò Lawler. -Sanno benissimo di poter contare su noi
per il nostro silenzio. Non dovete averne a malema noi obbediamo agliordini del delegato della contea.
- Certoma siamo tutti nella stessa barca - osservò Scanlanl'amico diMcMurdomentre i quattro erano seduti
insieme a cena.
- É veroe potremmo raccontarvi fino alla noia di come abbiamo accoppatoCharlie Williamsoppure Simone
Birdo di qualsiasi altra nostra impresa del passato. Ma finché il nostrolavoro non è sbrigato teniamo la bocca chiusa.
- C'è n'è una mezza dozzina qui dalle nostre parti cui vorrei dire io unaparola - disse McMurdo con una
bestemmia. - Non sarà per caso Jack Knoxdella Collina del Ferroche statecercando? Perché in questo caso farei un
bel pezzo di strada per vederlo ricevere quello che si merita.
- Nonon è lui.
- Nemmeno Herman Strauss?
- Nonemmeno.
- Behse non volete dircelo non possiamo obbligarviperò mi piacerebbesaperlo.
Nonostante la reticenza degli ospitiScanlan e McMurdo erano ben decisi aessere presenti a ciò che essi
chiamavano la "festa". Quando perciò un mattino per tempo McMurdoli intese scendere piano le scalesvegliò Scanlan
e i due si infilarono in fretta i loro vestiti. Quando furono pronti siaccorsero che gli altri erano già sgattaiolati fuori
lasciando dietro di sé la porta aperta. Non albeggiava ancora e alla lucedei fanali poterono scorgere i due a qualche
distanza da lorolungo la strada. Presero a seguirli cautamenteaffondandosenza rumore nella neve.
La pensione era quasi al limite della cittadinae ben presto si trovarono aun incrociooltre i confini di questa.
Qui erano in attesa due uomini con i quali Lawler e Andrews scambiarono unabrevema animata conversazione. Si
mossero quindi insieme. Si trattava evidentemente di qualche impresarilevante in cui il numero dei partecipanti aveva
una grande importanza. In quel punto si dipartono varie piste che conducono adiverse miniere. I forestieri presero
quella che portava alla Collina del Corvoun complesso enorme che eradiretto da mani fortile quali erano state capaci
grazie all'energico e noto amministratore della Nuova InghilterraJosiah H.Dunndi mantenere un certo ordine e una
certa disciplina durante quel lungo regno del terrore.
I1 giorno stava ormai spuntandoe una fila di lavoratori si avviava giàlentamenteisolatamente o a gruppi lungo
il sentiero annerito.
Sir Arthur Conan Doyle La valledella paura74
McMurdo e Scanlan si unirono agli altrisenza perdere di vista gli uominiche stavano seguendo. Una nebbia fitta
li avvolgevae dal cuore di questa giunse all'improvviso l'urlo lacerante diun fischio a vapore. Era il segnaledella
durata di dieci minutiprima che le gabbie scendessero e si iniziasse illavoro della giornata.
Quando .giunsero allo spiazzo aperto attorno al pozzo della minieravitrovarono un centinaio di minatori in
attesache battevano i piedi e si soffiavano sulle ditapoiché faceva unfreddo intenso. I forestieri si raccolsero in
gruppetto all'ombra della casa delle macchine. Scanlan e McMurdo si arrampicarono su un mucchio di detriti da cui si
poteva dominare tutta quanta la scena. Videro l'ingegnere minerarioungrande scozzese barbuto di nome Menzies
uscire dalla casa delle macchine e suonare il fischietto per dare il via alladiscesa delle gabbie. Nel medesimo istante un
giovanotto altodinoccolatodal viso intelligente e accuratamente sbarbatoavanzò prontamente verso l'imboccatura del
pozzo. Mentre avanzava i suoi occhi si posarono sul grupposilenzioso eimmobileraccolto presso la casa delle
macchine. Gli uomini avevano abbassato il cappello sugli occhi e rialzato ilbavero delle giacche per nascondersi il
volto. Per un attimo un presentimento di morte posò la sua mano di ghiacciosul cuore del direttorema immediatamente
egli si riprese e non vide altro che il proprio dovere nel confronto diestranei invadenti.
- Chi siete? - domandò movendo un passo avanti. - Che cosa fate lí?
Non vi fu rispostama il giovane Andrews avanzò fulmineo e gli sparò allostomaco. I cento minatori in attesa
rimasero immobili e smarriti come se fossero stati paralizzati. I1 direttoresi portò le mani alla ferita e si curvò su se
stesso. Tentò quindi di allontanarsi barcollandoma un altro assassino glisparò addossoed egli si abbatté di lato
scalciando ed annaspando con le mani contro un mucchio di detriti. A quellavista Menzieslo scozzeselanciò un
ruggito di collerae si lanciò contro gli assalitori con una sbarra diferroma fu accolto da due pallottole in fronte che lo
stesero morto stecchito. Tra i minatori fu come se un'onda li avesse travoltie trasportati sulla sua crestae dalla loro
massa uscí un grido inarticolatodi pietà e di collera; ma due degliassassini scaricarono le loro pistole a sei colpi sopra
la follache si divise e si disperse e molti presero a correre all'impazzataverso le proprie case di Vermissa. Quando
alcuni fra i piú coraggiosi si furono ripresie incominciarono a ritornarealla minierala banda omicida era ormai
svanita nelle nebbie del mattinosenza che un solo testimone potesse giurarecon sicurezza sull'identità di quegli uomini
che dinanzi a piú di cento spettatori avevano perpetrato quel dupliceassassinio.
Scanlan e McMurdo ripresero la via del ritorno. Scanlan piuttosto abbacchiatoperché era il primo crimine cui
assisteva coi propri occhie gli sembrava una cosa molto meno divertente diquanto si era immaginato. Le grida
disperate della moglie del direttore ucciso li perseguitarono mentrerientravano frettolosamente in città. McMurdo era
assorto e silenziosoma non mostrò alcuna comprensione per la debolezza delcompagno.
- Caro mioè come alla guerra - seguitava a ripetere. - Che cos'è se nonuna guerra tra noi e loro? E noi ci
vendichiamo come meglio possiamo!
Quella sera nella sala della Loggiaalla Casa dell'Unionevi fu una grandebaldoria non solo per l'assassinio del
direttore e dell'ingegnere della miniera della Collina del Corvounassassinio che avrebbe ridotto quell'organizzazione
alla stessa stregua delle altre società ricattate e terrorizzate della zonama anche per un lontano trionfo procacciato a
opera della Loggia stessa. A quanto sembravaallorché il delegato dellacontea aveva inviato cinque uomini in gamba a
vibrare un colpo in Vermissaaveva chiesto che in cambio tre uomini diVermissa venissero scelti segretamente e
spediti ad ammazzare William Hales di Stake Royaluno dei migliori e piúpopolari proprietari di miniere della zona di
Gilmertonun uomo che era ritenuto da tutti senza un solo nemico al mondopoiché era sotto ogni punto di vista un
datore di lavoro modello. Egli esigeva piena attitudine al lavoroe avevapertanto liquidato alcuni impiegati oziosi e
sempre ubriachi che facevano parte dell'onnipotente associazione. Affissimortuari appesi fuori della sua porta non
l’avevano fatto tornare sui suoi passidi modo che in un libero e civilepaese egli si trovava condannato a morte.
L'esecuzione era stata condotta egregiamente a termine. Ted Baldwinche orase ne stava allungato con sussiego
al posto d'onore di fianco al Gran Maestroera stato il capo dellaspedizione. La sua faccia arrossata e i suoi occhi vitrei
iniettati di sanguerivelavano lunghe ore di insonnia e di sbornia. Lui e isuoi due compagni avevano trascorsa la notte
precedente in mezzo alle montagne. Avevano gli abiti in disordine e fradicidi pioggia. Ma un eroe che ritornasse da
un'impresa disperata non avrebbe potuto avere un'accoglienza piú calda daipropri commilitoni. La descrizione del
misfatto fu ripetutamente narrata tra grida di giubilo e risate altis onanti.Avevano aspettato che il loro uomo ritornasse a
casa al cader della nottee si erano appostati in cima ad una ripidacollinadove il suo cavallo sarebbe stato costretto ad
andare al passo. Era talmente imbacuccato per proteggersi dal freddo che nonaveva potuto nemmeno mettere la mano
alla pistola. Lo avevano disarcionato e colpito ripetutamente.
Nessuno di loro conosceva quell'uomoma nell'uccidere vi è un'emozioneeternae poi avevano fatto vedere ai
Vendicatori di Gilmerton che quelli di Vermissa non erano da meno di loro.C'era stato però un contrattempopoiché un
uomo e una donna erano passati di lí in carrozza mentre ancora stavanoscaricando le loro rivoltelle sul corpo immoto.
Qualcuno aveva consigliato di far fuori anche quei duema si trattava digente innocua che non aveva nulla a che fare
con le miniereperciò fu loro raccomandato severamente di tirare innanzi edi tenere la bocca chiusase non volevano
che gli toccasse qualcosa di peggio. E cosí il corpo esanime coperto disangue era stato lasciato insepolto nel punto
stesso in cui lo avevano colpitocome monito a tutti i datori di lavorosenza pietàe i tre nobili Vendicatori si erano
SirArthur Conan Doyle La valle della paura75
affrettati a ritornare tra le montagnedove l'impassibile Natura giunge sinoal limite stesso delle fornaci e dei mucchi di
detriti.
Era stato un gran giorno per i Vendicatori. L'ombra si era allungata ancorapiú cupa sulla valle. Ma come
l'accorto generale sceglie il momento della vittoria per raddoppiare i proprisforziin modo che i nemici non abbiano il
tempo di riprendersi dopo la sconfittacosí mastro McGintyosservando ilteatro delle proprie operazioni con quei suoi
occhi maligni sempre socchiusiaveva escogitato un nuovo attacco contro ipropri oppositori. Quella notte stessa
mentre la compagnia semiubriaca si scioglievaprese McMurdo per un braccio elo condusse in quella stanza interna in
cui si era svolto il loro primo colloquio. - Senti un po'ragazzo mio - glidisse - ho un lavoro che finalmente è degno di
te. Ti sarà affidato in modo esclusivo.
- Onoratissimo - replicò McMurdo.
- Puoi prendere con te due uominiBanders e Reilly. Sono già statiavvertiti di tenersi a disposizione. Non
saremo mai tranquilli in questa zona finché non avremo messo a posto ChesterWilcoxe avrai i ringraziamenti di tutte
le Logge dei distretti carboniferise riuscirai ad abbatterlo.
- Farò del mio meglio. Chi è costuie dove lo trovo?
McGinty si tolse dall'angolo della bocca il suo eterno sigaro mezzomasticatomezzo fumatoe prese a tracciare
un diagramma approssimativo su una pagina strappata dal suo taccuino.
- E il primo caposquadra della Iron Dyke Company. È un cittadino intemeratoun vecchio sergente portabandiera
della guerratutto cicatrici e capelli grigi. Abbiamo tentato di farlo fuoridue voltema senza fortunae Jim Carnaway ci
ha rimesso la pelle. Adesso tocca a te sistemarlo. Questa è la casaisolataal crocicchio della Iron Dykeproprio come la
vedi qui nel disegnosenza nessun'altra abitazione a tiro d'orecchio. Nonfidarti di giorno. E armatoe spara subito e
sicurosenza far domande. Ma di notte... behdi notte è solocon moglietre bambini e una donna di servizio. Non farti
venire dubbi. Devi far fuori tutti o nessuno. Se tu potessi mettere unsacchetto di esplosivo davanti all'uscio di ingresso
con una miccia lenta...
- Che cosa ha fatto quest'uomo?
- Non ti ho detto che ha ammazzato Jim Carnaway?
- E perché lo ha ammazzato?
- E a te che diavolo interessa? Carnaway girava attorno a casa sua di nottee lui gli ha sparato. Questo deve
bastare per te e per me. Noi dobbiamo rendergli pan per focaccia.
- Ma ci sono di mezzo due donne e dei bambini. Bisogna far fuori anche loro?
- Certamentealtrimenti come facciamo a prendere lui?
- Non mi sembra giustoperché quelli sono innocenti e non hanno fatto nulladi male.
- Che discorsi sono questi? Ti vuoi tirare indietro?
- CalmaConsiglierecalma. Che cosa ho mai detto o fatto per farle pensareche io voglia sottrarmi a un ordine
del Gran Maestro della mia Loggia? Se sia poi giusto o sbagliato tocca a leia decidere.
- Allora accettidunque?
- Certo che accetto.
- E quando?
- Mahdovrebbe lasciarmi un paio di sere perché io possa vedere la casa eavere un po' di tempo per preparare i
miei piani. Poi...
- Benissimo - disse McGinty stringendogli la mano. - Lascio fare a te. Saràun gran giorno quello in cui ci
porterai la notizia. Sarà il colpo finale che li metterà in ginocchio.
McMurdo rifletté a lungo e approfonitamente sull'impresa che gli era stataaffidata. La casa isolata in cui Chester
Wilcox viveva si trovava a circa cinque migliain una valle collaterale.Quella sera stessa partí tutto solo per
predisporre l’incursione. Quando ritornò dal suo viaggio di ricognizioneebbe un colloquio con i suoi scagnozzi
Banders e Reillydue teppistelliche si dimostrarono soddisfattidell'impresa come se si trattasse di andare alla caccia al
cervo. Due sere piú tardi s'incontrarono fuori della cittàtutti e trearmatie uno di loro con un sacco riempito
dell'esplosivo da cava.
Quando giunsero alla casa solitaria erano le due del mattino. La notte eraventosae nubi irregolari passavano
velocemente sulla faccia della luna al suo terzo quarto. Erano statiavvertiti di stare in guardia da eventuali mastini
perciò si mossero cautamente in avantile pistole puntate in manoma nonsi udiva alcun rumore all'infuori dell'ululato
del ventoe nulla si moveva se non i rami ondeggianti sul loro capo. McMurdostette in ascolto presso la porta
d’ingresso della casa solitariama dentro sembrava che regnasse ilsilenzio. Allora egli vi appoggiò contro il sacco
pieno di polverevi fece un buco nel mezzo col suo coltelloe vi attaccòla miccia. Quando questa fu bene accesaegli e
i suoi due compagni se la dettero a gambee già erano parecchio lontanicomodi e al sicuro in un fosso protettore
quando intesero il boato assordante delI'esplosioneseguito dal fragoreprolungato e cupo dall'edificio a pezziche li
avvertiva della riuscita dell’attentato. Negli annali intrisi di sanguedella società mai fu condotta a termine impresa piú
brillante.
Sir Arthur Conan Doyle La valle dellapaura76
Quel lavoro tanto organizzato e cosí audacemente concepito era peròdestinato al nulla. Avvertito dalla sorte di
numerose altre vittimee sapendo di essere egli stesso designato almassacroChester Wilcox si era trasferito con la sua
famiglia proprio il giorno prima in un'abitazione piú sicura e meno notadove un drappello di poliziotti era stato messo
di guardia. Era una casa vuota che la polvere da sparo aveva dilaniatoe ilsevero sergente portabandiera continuava
ancora a insegnare la disciplina ai minatori dell'Iron Dyke.
- Lasciatelo a me - dichiarò McMurdo. - È mioe lo beccherò di sicuroanche se dovessi dargli la caccia per un
anno intero.
Una mozione di ringraziamento e di fiducia fu approvata alI'unanimità dallaLoggia e cosí per il momento la cosa
finí lí. Quandoqualche settimana dopofu annunciato nei giornali cheWilcox era stato ucciso in un'imboscatanon fu
un segreto per nessuno che McMurdo si era rimesso all'opera per condurre atermine la sua impresa.
Questi erano i metodi della Società degli Uomini Liberi e queste erano legesta dei Vendicatoricon cui essi
imposero il proprio governo di terrore sulla grande e ricca zona che dovevaper tanto tempo essere ossessionata dalla
loro spaventosa presenza. Ma perché macchiare queste pagine con altridelitti? Non ho già detto abbastanza per
descrivere questi uomini e i loro sistemi? I loro misfatti sono scritti nellastoriae in piú di un libro essi sono
minutamente ricordati. Vi si può apprendere come furono uccisi i poliziottiHunt e Evans perché si erano avventurati ad
arrestare due membri della società; fu un doppio omicidio ideato nellaLoggia di Vermissae perpetrato a sangue freddo
nella persona di due uomini inermi. Vi si può anche leggere dell'uccisionedella signora Larbey mentre curava il proprio
marito che era stato percosso quasi a morte per ordine di mastro McGinty.L'assassinio del vecchio Jenkinsseguito a
breve distanza da quello di suo fratellola mutilazione di James Murdochladistruzione degli Staphousefatti saltare in
aria in casa propriae lo sterrninio degli Stendhaluccisi tutti abrevissima distanza gli uni dagli altri nello stesso
spaventoso inverno. Un’ombra cupa velava funerea la Valle della Paura. Laprimavera era venuta con cantar di ruscelli
e stormir di fronde. Tutta la naturacosí a lungo chiusa in una morsa diferroparlava di speranza. Ma non vi era
speranza alcuna per gli uomini e le donne che vivevano laggiú sotto il pesodel terrore. Mai la nube su di loro era stata
cosí minacciosa e cosí disperata come in quell'inizio d'estate.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura77
Pericolo
Il regno del terrore era al su apogeo. McMurdoche era stato già nominatodiacono internocon ogni probabilità
di succedere un giorno a McGinty nella carica di Gran Maestroera diventatoormai cosí importante nelle riunioni dei
suoi confratelli che nulla veniva fatto senza il suo aiuto o il suoconsiglio. Ma quanto piú la sua popolarità cresceva nei
confronti degli Uomini Liberitanto piú torve erano le occhiate che losquadravano quando passava per le strade di
Vermissa. Nonostante il serio pericolo i cittadini stavano prendendo coraggioe pensavano di associarsi contro i loro
oppressori. Già la Loggia era stata informata di riunioni segrete negliuffici dell'Herald e di distribuzioni di armi da
fuoco tra le persone per bene. McGinty e i suoi uomini non si lasciavanoturbare da queste notizie. Erano numerosi
risoluti e bene armati. I loro avversari invece erano sparpagliati e senzaforze. Tutto si sarebbe risoltocome già era
accaduto in passatocon chiacchiere inutili etutt'al piúcon qualchearresto. Cosí dicevano McGintyMcMurdo e tutti
gli affiliati piú audaci.
Era una sera di sabatodurante il mese di maggio. I1 sabato era sempreserata di riunione per la Loggiae
McMurdo stava uscendo di casa per presenziarviquando venne a trovarloMorrisil codardo dell'Ordine. La sua fronte
era solcata dalle preoccupazioni e il suo volto gentile era teso e smarrito.
- Posso parlarti liberamenteMcMurdo?
- Certo.
- Non posso dimenticare che io ti dissi un giorno quello che pensavoe chetu te lo sei tenuto per teanche
quando il capo in persona è venuto a chiederti informazioni sul nostrocolloquio.
- E come potevo comportarmi diversamente dal momento che tu avevi ripostofiducia in me? Questo non ha
voluto dire che io andassi d'accordo col tuo modo di pensare.
- Lo so benissimo. Ma con te posso parlare e sentirmi sicuro. Ho un segretoqui dentro... - e cosí dicendo si portò
la mano al petto - ed è un segreto che mi divora. Vorrei che chiunque altrolo avesse saputo all'infuori di me. Se lo
riveloquesto significherà certamente mortema se me lo tengo per mepotrà essere la fine di tutti noi. Che Dio mi aiuti
ma ho i nervi sconvolti a furia di pensare a questa cosa !
McMurdointeressatofissò l'uomo. Morris tremava come una verga. Gliversò un po' di whisky nel bicchiere e
glielo diede.
- Questa è la medicina che ci vuole per i tipi come te - disse. - E adessosentiamo un po'.
Morris bevve e un'ombra di colore soffuse la sua faccia esangue.
- Te lo dirò con una sola frase - si spiegò. – Si è infiltrato fra noiun poliziotto.
Sir Arthur Conan Doyle La valle dellapaura78
McMurdo lo guardò stupefatto.
- Ma sei impazzito! - esclamò. - Forse il paese non è pieno di poliziotti edi agenti? e che danno ci hanno fatto
finora?
- Nono; non si tratta di un poliziotto della zona. Come dici tunoi liconosciamo e possono farci ben poco. Ma
hai mai inteso parlare degli uomini di Pinkerton?
- Mahho letto qualcosa del genere.
- Beneti posso assicurare che non te ne accorgi quando ti stanno allecalcagna. Non è un corpo governativoma
un corpo speciale per i problemi più graviche arriva ai propri fini nonbadando ai mezzi. Se un uomo di Pinkerton si
mette a fare sul serio siamo rovinati.
- Dobbiamo farlo fuori.
- Ahè il primo pensiero che ti viene in mente! Cosí la Loggia lo saprà.Non te lo avevo detto che sarebbe finita
con un delitto?
- E allorache cos'è un delitto? Non ce ne sono anche troppi da questeparti?
- É veroma non sarò certo io a indicare l'uomo che deve essereassassinato. Non potrei mai piú avere pace.
Eppure la nostra testa è in gioco. Che debbo fare?
Era talmente amareggiato dall'indecis ione che ondeggiava letteralmente comeuna pianta sbattuta dal vento. Ma
le sue parole avevano profondamente scosso McMurdo. Era facile comprenderecome egli condividesse l'opinione
dell'altro per quel che riguardava il pericolo e come capisse la necessitàdi affrontarlo. Afferrò Morris per una spalla e lo
scosse energicamente.
- Senti un po' - disse quasi sibilando le parole - non ci guadagnerai nulla astartene qui a mugolare come una
vecchia comare a una veglia funebre: sentiamo i fatti. Chi è questo tizio?Dove si trova? Come hai saputo di lui? Perché
sei venuto da me?
- Sono venuto da te perché sei l'unico che possa consigliarmi. Ti ho dettoche avevo un negozio nell'Estprima di
venire qui? Laggiú ho lasciato buoni amici e uno di costoro si trova nelservizio telegrafico. Ecco una lettera che ho
ricevuto da lui ieri. Leggi questo periodoqui in cima alla pagina.
Ecco quel che lesse McMurdo:
Come stanno i Vendicatori dalle tue parti? Non si fa che leggere di loro neigiornali.
Sia detto tra me e teprevedo che tra breve avrò tue notizie. Cinque grossesocietà e le due
compagnie ferroviarie hanno preso misure molto serie. É loro intenzione diandare fino in
fondoe puoi scommettere che ci riusciranno. Hanno assoldato Pinkertone ilsuo uomo
miglioreBirdy Edwarsè già in campo. La cosa deve essere discussaimmediatamente.
- E adesso leggi il poscritto.
Naturalmente quanto ti dico l'ho saputo tra la gente di affariperciò ti dola notizia
cosí come l'ho avuta.
McMurdo rimase in silenziostringendo la lettera tra le mani inquiete. Lanebbia si era diradataed egli vedeva
finalmente il baratro sotto di sé.
- Ci sono altri al corrente di questo? - chiese.
- Io non ne ho parlato con nessuno.
- Ma quest'uomoquesto tuo amiconon ha qualcun altro al quale potrebbeessere disposto a scrivere?
- Mahpuò darsi che conosca ancora qualcun altro.
- Della Loggia?
- É probabile.
- Te lo domandavo perché forse qualcuno può aver descritto questo tizioquesto Birdy Edwardse in questo caso
ci sarebbe facile identificarlo.
- Mahè possibile. Però non credo che lo conosca. Lui si è limitato ariferirmi notizie raccolte da qualche uomo
d'affari. Come potrebbe conoscere questo agente di Pinkerton?
McMurdo ebbe un violento sobbalzo.
- Perdio ! - gridò. – Ho capito chi è!. Che imbecille sono stato a noncapirlo. Ma siamo fortunatidiavolo! Lo
sistemeremo prima che possa danneggiarci. Senti un po'Morris; vuoi lasciarequesta faccenda in mano mia?
- Certopurché tu mi liberi da ogni responsabilità.
- A questo penso io. Tu tirati pure in disparte e lascia fare a me. Non avròneppure bisogno di menzionare il tuo
nome. Agirò come se la lettera fosse stata indirizzata a me. D'accordo?
- È proprio quello che ti volevo chiedere.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura79
- Allora fídati di me e tieni la bocca chiusa. Adesso mi recherò subitoalla Loggia e vedrai che quell'agente di
Pinkerton si pentirà presto di esser venuto a ficcare il naso.
- Lo ucciderai?
- Meno sapraiamico Morrise meglio sarà per la tua coscienza etranquillità. Non far domande e lascia che le
cose si aggiustino da sole. Ora va.
Nell'andarsene Morris scosse il capo triste.
- Ho l'impressione che questo sangue ricadrà su di me - gemette.
- La legittima difesa non è delitto! - disse McMurdo sorridendo biecamente.- O lui o noi. Sono sicuro che
quest'uomo ci annienterebbe tutti se lo lasciassimo scorrazzare ancora per unpo' in questa valle. PerbaccoFratello
Morrisdovremo finire col nominarti Gran Maestrovisto che si potrà direche hai salvato la Loggia.
E tuttavia appariva chiaro dal suo modo di agire che la preoccupazione diquesto nuovo pericolo lo assillava assai
piú seriamente di quanto dimostrassero le sue parole. Era forse la suacoscienza sporcaforse la fama
dell'organizzazione Pinke rtonforse anche il fatto di sapere cheorganizzazioni forti e ricche si erano assunte il compito
di spazzar via i Vendicatori; qualunque fosse la ragione che lo spingevaisuoi atti divennero quelli di un uomo che si
prepara al peggio. Prima di lasciare la casa distrusse ogni carta che potessecomprometterlo. Dopo di che emise un
lungo sospiro di soddisfazionesperando di essere al sicuro; e tuttavia ilpericolo doveva incalzarlopoiché mentre era
per strada verso la Loggia si fermò dal vecchio Shafter. Non poteva piùentrare in casama quando bussò alla finestra
Ettie scese subito a incontrarlo. La spensierata gaiezza irlandese erascomparsa totalmente dagli occhi del suo
innamorato. La fanciulla lesse il pericolo nella sua faccia severa.
- É successo qualcosa? OhJacktu sei in pericolo!
- Non ti preoccuparetesoro. Sarà però opportuno che ce ne andiamo primadella tempesta.
- Che intendi dire?
- Ti promisi una volta che un giorno me ne sarei andato di qua. Credo chequel momento sia arrivato. Ho ricevuto
una notizia questa serauna brutta notiziae sento odor di guai.
- La polizia?
- Sì! Un agente di Pinkerton. Ma tu non sai neppure che cosa questosignifichitesoroné che portata possa avere
una sua azione contro persone come me. Io sono ormai troppo incastrato inquesta faccendae può darsi che debba
uscirne in fretta. Tu mi hai detto che mi avresti seguito se me ne fossiandato.
- OhJackma questo significherebbe la tua salvezza.
- In certe cose io sono un uomo onestoEttie. Non torcerei un capello dellatua deliziosa testolina per tutto l'oro
del mondoné ti abbasserei di un solo pollice dal trono dorato sopra lenubi dove io ti vedo sempre. Vuoi avere fiducia
in me?
Senza dire parola la giovane donna mise la mano nella sua.
- Bene; ascolta dunque quello che ti dico e segui i miei ordinipoichéquesta è la nostra sola via di salvezza. Qui
in questa valle sta per succedere qualcosa di grosso: me lo sento nel sangue.Saremo in molti a doveci preoccupare. Io
comunque sono tra questi. Se me ne vadosia di notte che di giornotu devivenire con me.
- Ti seguirò immediatamenteJack.
- Nono; tu devi venire con me. Se non potrò tornare più nella vallecometi potrò lasciare quicostretto come
saròmagaria nascondermi dalla polizia senza la possibilità di inviartimessaggi? Devi venire con me. Conosco una
brava donnanel posto da cui provengoed è con lei che tu resterai finchépotremo sposarci. Verrai?
- SíJackverrò.
- Che Iddio ti benedica per la fiducia che hai in me. Sarei l'ultimo deimascalzoni se ne abusassi. E adesso
ascoltami beneEttie. Può darsi che ti mandi a dire una parola solamaquando essa ti giungerà abbandona ogni cosa e
vai subito nella sala d'aspetto della stazione e restaci finché verrò io acercarti.
- Di giorno o di notteverrò a un tuo cennoJack.
Alquanto tranquillizzatoora che aveva predisposto i preparativi di fugaMcMurdo si recò alla Loggia. Questa si
era già riunitae gli fu possibile superare la guardia esterna e internache la proteggevaarmata sino ai dentisolo grazie
a complicatissimi segni e contrassegni convenzionali. Il suo ingresso fusalutato da un brusio cordiale di benvenuto. La
lunga stanza era affollata e attraverso la nebbia di fumo di tabacco potéscorgere l'arruffata criniera del Gran Maestroi
tratti crudeli e scostanti di Baldwinla faccia d'avvoltoio di Harrawayilsegretarioe di una dozzina d'altritutti i capi
della Loggia. Si rallegrò che fossero tutti presenti a ricevere e adiscutere la notizia che egli stava per dar loro.
- Siamo veramente lieti di vedertifratello! - esclamò il presidente. -Dobbiamo sbrigare una faccenda per cui
occorre un giudizio da Salomone.
- Si tratta di Lander ed Egan- gli spiegò il suo vicino mentre egli sisedeva. - Reclamano entrambi la ricompensa
stanziata dalla Loggia per l'uccisione del vecchio Crabbe di Stylestownechi può dire quale dei due ha sparato per
primo?
McMurdo si levò dal proprio posto e alzò la mano. L'espressione del suovolto raggelò l'uditorio. Un sommesso
mormorio di attesa pervase la sala.
Sir Arthur ConanDoyle La valle della paura80
- Venerabile Maestro - disse con voce solenne - invoco urgenza.
- Il Fratello McMurdo invoca urgenza - disse McGinty. – È una richiestachesecondo le regole di questa Loggia
ha la precedenza su tutte le altre. Orafratelloa te la parola.
McMurdo trasse di tasca la lettera.
- Venerabile Maestro e cari fratelli - incominciò - oggi sono latore dicattive notiziema è meglio che siano note e
discusse subito prima che si abbatta su di noi un colpo senza preavviso checi distruggerebbe tutti. Sono stato informato
che le piú potenti e piú ricche organizzazioni di questo Stato si sonoriunite per annientarcie che in questo preciso
momento c'è un poliziotto di Pinkertonun certo Birdy Edwardsche staoperando in questa valle per raccogliere le
prove che potrebbero mettere una corda al collo a molti di noie spedire ingalera tutti i presenti. Ecco la situazione che
desidero discutere e per cui ho invocato una petizione di urgenza.
Un profondo silenzio si fece nella stanza. Fu rotto dalla voce delpresidente.
- Che prove hai di ciòFratello McMurdo? - domandò McGinty.
- Sono in questa lettera che mi è pervenuta - rispose McMurdoe lesse ilbrano a voce alta. - È per me una
questione di onore non potervi fornire ulteriori particolari circa questaletterané mi è consentito rimetterla in mani
vostrema vi assicuro che essa non contiene nulla che possa nuocere agliinteressi della Loggia. Vi sottopongo il caso
cosí come mi è stato riferito.
- Mi permetto di diresignor presidente - interloquí uno dei confratellipiú anziani - ch'io ho già inteso parlare di
Birdy Edwardse che ha fama di essere l'uomo migliore dell'organizzazionePinkerton.
- C'è qualcuno di voi che lo conosce di vista? - domandò McGinty.
- Sí - rispose McMurdo - io.
Un mormorio di stupore echeggiò nella sala.
- Credo che lo teniamo nelle nostre mani - proseguímentre un sorriso diesultanza gli illuminava il volto. - Se
agiremo con prontezza e prudenza riusciremo a tagliare il male alla radice.Se avrò la vostra fiducia e il vostro aiuto non
dovremo temere di nulla.
- E perché dovremmo temere? Che cosa ne sa quell'uomo dei fatti nostri?
- Avrebbe ragione di dire cosí se tutti fossero solidi come leiConsigliere. Ma quest'individuo ha dietro di sé i
milioni dei capitalisti. Non crede che vi potrebbe essere qualche fratello dicarattere non troppo fermo tra tutte le nostre
Logge che si lascerebbe comprare? Egli può giungere al fondo dei nostrisegreti. Forse sono già in suo possesso. Non vi
è che un unico rimedio sicuro.
- Che non esca mai da questa valle - interruppe Baldwin.
McMurdo annuí.
- Hai perfettamente ragioneFratello Baldwin - disse. - Tu ed io siamo statia volte di parere diversoma questa
sera hai proprio detto la parola giusta.
- Dov'è dunque? Come potremo fare per riconoscerlo?
- Venerabile Maestro - disse McMurdo con voce seria- vorrei mi fosseconsentito di farle osservare che questa è
una questione troppo vitale per tutti noi per discuterne in Loggia aperta.Non voglio alimentare neppure l’ombra del
dubbio su chiunque dei presentima se anche una sola parola giungesse alleorecchie di quest'uomo perderemmo
qualsiasi speranza di raggiungerlo. Vorrei che la Loggia scegliesse uncomitato di sua fiducialeipresidentese mi è
consentito un consiglioil Fratello Baldwine cinque altri. Discorrereiquindi liberamente di quello che so e di quello
che vorrei consigliare fosse fatto.
La proposta venne accolta immediatamente e il comitato fu eletto. Oltre alpresidente e a Baldwin esso era
costituito da Harrawayil segretario dalla faccia di avvoltoio; da TigerCormacil giovane assassino brutale; da Carter
il tesorieree dai fratelli Willabydue disperati senza paura che nullaavrebbe potuto fermare.
Il solito trattenimento della Loggia fu breve e in tono minorepoiché unanube incombeva sugli animi di tutti. Gli
orrori imposti agli altri avevano fatto talmente parte delle loro comodeesistenze che il pensiero di una possibile
punizione era divenuto per essi assurdoe tanto piú li colpiva ora che ilpericolo era divenuto imp rovvisa me nte tanto
vi ci no . Si separarono per tempo lasciando i capi alle loro decisioni.
- E adessoMcMurdo - disse McGinty quando furono soli - a te. - I setteuomini sedevano ciascuno ai propri
posti come impalati.
- Ho detto poco fa di conoscere Birdy Edwards - spiegò McMurdo. - Ma nonoccorre vi dica che non si trova qui
sotto questo nome. È un uomo coraggiosone sono certoma non un imbecille.Si fa passare come Steve Wilson e abita
a Hobson's Patch.
- Come lo sai?
- Perché mi è capitato di attaccar discorso con lui. Sul momento non hodato importanza alla cosané vi avrei
fatto piú caso se non fosse stato per questa letterama adesso sono sicuroche è lui. L'ho incontrato in treno quando sono
andato giú mercoledí: una vera combinazione. Mi ha detto che eragiornalista. Lí per lí gli ho creduto. Voleva sapere
ogni sorta di notizie sui Vendicatori e quello che egli chiamava "leloro violenze" per farne un articolo per il New York
Press. Mi ha rivolto un mucchio di domandema come facilmente capirete mison guardato bene dallo sbottonarmi.
Sir Arthur ConanDoyle La valle della paura81
"Pagherei e pagherei bene" mi disse "se riuscissi a pescarequalche notizia che mi farebbe fare bella figura col mio
direttore." Io gli dissi quel che pensavo potesse fargli piaceree incambio delle mie informazioni mi tese un biglietto da
venti dollari. "Ci saranno altri dieci biglietti come questi perlei" soggiunse poi "se riuscirà a scovarmi tutto quello che
ho bisogno di sapere."
- E tu che cosa gli hai detto?
- Un sacco di balle.
- Come sai che non era giornalista?
- Ve lo dirò: è sceso a Hobson's Patche lí sono sceso anch'io. Sonoentrato all'ufficio del telegrafo proprio
quando usciva lui.
""Ma guarda un po' " mi disse l'impiegato quando quello fuuscito "io dico che bisognerebbe far pagar doppio per
telegrammi come questo." "Credo proprio che abbia ragione"dissi io. Aveva riempito il modulo con un gergo che
avrebbe benissimo potuto essere cinese per quello che noi ne capivamo."Spara via un modulo come questo tutti i
giorni" continuò il telegrafista. "Già" dissi io. "Sononotizie speciali per il suo giornalee ha paura che gli altri gliele
intercettino." Questo è quel che pensava il telegrafista allora e quelche ho creduto anch'io sul momentoma adesso la
penso ben diversamente. "
- Perbaccocredo tu abbia ragione! - disse McGinty. - Ma come ritieni chenoi si debba agire?
- Piú presto lo facciamo fuori tanto meglio sarà.
- Perché non andiamo subito a Hobson's Patch a farlo fuori? - suggerìqualcuno.
- Partirei in questo preciso istante se sapessi dove trovarlo - disseMcMurdo. - So che sta al Patchma non
conosco la casa. Ho però in mente un pianoe se volete che ve lo dica...
- Sudunquedi che cosa si tratta?
- Mi recherò al Patch domattina. Lo ritroverò per mezzo del telegrafista:io spero che lui sappia individuarlo. Poi
gli dirò che sono un "Uomo Libero". Gli proporrò di vendergli abuon prezzo i segreti della Loggia. Sono sicuro che
abboccherà. Gli dirò che i documenti sono a casa miae che certamente neandrebbe di mezzo la mia pelle se lo
lasciassi venire durante il giorno. Capirà che gli parlo con buon senso:facciamolo dunque venire alle dieci di seracosí
potrà vedere tutto quello che vuole. Sono sicuro che verrà.
- E poi?
- Il resto potete immaginarvelo da voi. La casa della vedova McNamara è inuna località molto isolata. In quanto
alla donna è fidata come l'acciaio e sorda come una campana. In casa non cisiamo che io e Scanlan. Se riuscirò a
ottenere che vengae vedrete che ci riusciròvi farò venire tutti e setteda me per le nove. Lo lasceremo entrare e se
uscirà vivo... behpotrà parlare della fortuna di Birdy Edwards per ilresto dei suoi giorni.
- Sbaglieròma presto tra le file di Pinkerton ci sarà un posto vuoto -disse McGinty. - Per questa sera basta cosí
McMurdo. Domani alle nove saremo tutti da te. Basta che tu gli chiuda l'uscioalle spalle: per il resto lascia fare a noi.
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura82
Birdy Edwards in trappola
Come McMurdo aveva dettola casa in cui abitava era molto isolata eparticolarmente adatta al delitto. Sorgeva
al limite estremo della cittàe si trovava di parecchio spostata dallastrada. In un caso diversoi cospiratori si sarebbero
limitati a isolare il loro uomocome tante altre volte avevano fattoe ascaricargli addosso le pistole; ma adesso era di
capitale importanza sapere fino a che punto egli era informatoe quali eranoi suoi rapporti con coloro che lo avevano
assunto alle proprie dipendenze. Poteva anche darsi che fossero giunti troppotardi e che l'opera di Pinkerton fosse
compiutanel qual caso si sarebbero per lo meno vendicati sull'uomo che liaveva scoperti. Ma gli assassini speravano
che il poliziotto non avesse ancora potuto apprendere gran chealtrimenticosí pensavanonon si sarebbe dato la pena
di annotare e spedire le innocue informazioni che McMurdo affermava averglifornite. Comunque avrebbero ben presto
saputo tutto direttamente dalle sue labbra. Una volta che lo avessero avutoin loro potere avrebbero ben saputo come
farlo cantare. Non era certo la prima volta che si trovavano a tu per tu conuno scomodo testimone.
McMurdo si recò a Hobson's Patch come da accordi. Pareva che quel mattino lapolizia avesse per lui un
interesse particolaree il capitano Marvinche aveva vantato una suavecchia conoscenza con lui a Chicagogli rivolse
addirittura la parola mentre aspettava in stazione. McMurdo però gli voltòle spalle e si rifiutò di rispondergli. Fu di
ritorno dalla sua missione nel pomeriggio e andò subito a trovare McGintyalla Casa delI'Unione.
- Viene - disse.
- Bene! - rispose McGinty. Il gigante era in maniche di camicia: catene eciondoli scintillavano sul suo ampio
petto e un brillante luccicava tra le frange della sua barba irsuta. L'alcoole la politica avevano fatto del capo un uomo
ricchissimooltre che onnipotente. Tanto piú terribile gli apparivapertanto quella visione di galera e forse di morte che
per la prima volta gli era apparsa la notte innanzi.
- Credi sappia molte cose? - domandò ansiosamente.
McMurdo scosse il capo con aria preoccupata.
- É qui da un certo tempo... da almeno sei settimane. Non credo sia venutoda queste parti per ammirare il
paesaggio. Se ha lavorato in mezzo a noi tutto questo tempofinanziato coifondi di quelli delle ferrovietemo abbia
raccolto informazioni vitalie che li abbia passati a chi di competenza.
- Non c'è nessun traditore nella nostra Loggia - protestò McGinty - tutti inostri uomini sono sicuri. Però c'è quel
vigliacco di Morris. Lui sí che avrebbe potuto tradirci. Ho intenzione dimandare un paio di ragazzi da lui prima di sera
per dargli una buona lezione e per vedere se riescono a cavargli qualcosa dibocca.
- Behio non ci vedrei niente di male - rispose McMurdo. - Non nego di avereuna certa simpatia per Morris e mi
dispiacerebbe sapere che deve passare dei guai. Ho discusso un paio di voltecon lui su questioni di Loggiae per quanto
non sia un tipo come lei o come menon credo sia uno che canti. Certo peròche non sta a me decidere.
- Sistemerò io quel vecchio imbecille - mugolò McGinty con una bestemmia. -È un anno che gli tengo gli occhi
addosso.
- Lei la sa piú lunga di me su queste cose - rispose McMurdo. - Qualsiasiazione però deve essere rimandata a
domanipoiché dobbiamo starcene tranquilli sino a quando non avremosistemata la faccenda Pinkerton. Non possiamo
mettere in subbuglio la polizia proprio quest'oggi.
- Hai ragione - convenne McGinty. - E poi sapremo direttamente da BirdyEdwards dove ha scovato tutte le sue
informazionia costo di dovergli strappare il cuore prima di accopparlo.Credi che abbia fiutato un trabocchetto?
McMurdo scoppiò in una risata.
- Penso di aver sfondato una porta aperta - rispose. – Sbava per avernotizie sui Vendicatori e farebbe qualsiasi
cosa pur di seguire una buona pista che glieli faccia scoprire. Ho preso isuoi soldi - e cosí dicendo McMurdo rise e
mostrò il portafogli gonfio di dollari - e me ne ha promessi altrettantiquando avrà visto tutti i miei documenti.
- Quali documenti?
- Si capisce che non ce ne sono di documenti! Ma io gli ho riempito la testadi costituzioni e di libridi regole e di
schede di associazione. È sicuro di giungere in fondo a tutta quanta lafaccendaprima di andarsene.
- In fondo ci arriverà proprio - osservò McGinty fosco in volto. - Non tiha chiesto come mai non hai portato tu le
carte?
- Giàe io dovrei portarmi indosso documenti di quella fattasospetto comesonoe proprio oggi che il capitano
Marvin mi ha rivolto la parola in stazione!
- Infattime l'avevano detto - disse McGinty. - Ho paura che il brutto diquesta faccenda ricadrà su di te. Potremo
metterlo in un vecchio pozzo quando lo avremo fatto fuorima comunque vadanole cosecome faremo ad aggiustare il
fatto che lui abitava a Hobson's Patch e tu sei stato lí proprio quest'oggi?
McMurdo ebbe un'alzata di spalle.
- Se sapremo far le cose per bene non riusciranno mai a provare chi lo haammazzato - rispose. - Nessuno potrà
vederlo entrare in casa mia di nottee posso giurare che nessuno lo vedràuscire. Adesso sentaConsiglierele mostrerò
il mio pianoe la pregherò di metterne al corrente gli altri. Sono sicuroche verrete tutti puntuali. Benissimo. Lui
arriverà alle dieci. Siamo d'accordo che deve bussare tre voltee che ioandrò ad aprire la porta. Dopo di che mi metterò
dietro di lui e chiuderò l'uscio. Da quel momento sarà in nostro potere.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura83
- Mi sembra un piano molto liscio.
- Síma ogni nostra successiva mossa deve essere studiata con la massimaattenzione. È un tipo deciso ed è
armato sino ai denti. Io l'ho imbrogliato come meglio mi è riuscitoma puòdarsi che sia diffidente. Ammesso che lo
facessi entrare in una stanza occupata da sette uomini quando invece lui siaspetta di trovarne uno solopotrebbe
cominciare a sparare e qualcuno potrebbe lasciarci la pelle.
- Questo è vero.
- E il frastuono potrebbe attirare su di noi l'attenzione di tutti ipoliziotti della città.
- Credo che tu abbia ragione.
- Io agirei cosí. Voi vi raccogliete tutti nella stanza grandequella chelei ha veduto quando venne quella volta a
parlarmi. Io andrò ad aprirgli la portalo farò entrare nel salottinoaccanto all'uscioe lo lascerò lí con la scusa di andare
a prendere i documenti. Questo mi darà l'occasione di spiegarvi come vannole cose. Poi tornerò da lui con delle carte
qualsiasi. Mentre starà per leggerle io gli salterò addosso e loimmobilizzerò. Poi mi metterò a gridare e voi accorrerete.
Cercate di far presto perché è un uomo forte quanto mee forse mi saràdifficile tenerlo fermoma credo che ci riuscirò
sino a quando sopraggiungerete.
- L'idea è buona - disse McGinty. - La Loggia ti sarà debitrice per questo.Credo che quando lascerò la mia carica
saprò dare un nome all'uomo che verrà dopo di me!
- La ringrazioConsiglierema io sono poco piú che una recluta - disseMcMurdotuttavia l'espressione del suo
volto rivelava chiaramente quanto la lode del grand'uomo lo avesse lusingato.
Di ritorno a casa iniziò i preparativi per la lugubre sera che lo attendeva.Prima di tutto ripulíoliò e caricò il suo
revolver Smith & Wesson. Quindi ispezionò la camera nella quale ilpoliziotto doveva essere intrappolato. Era un vasto
localecon una lunga tavola di legno grezzo al centro e una grande stufa inun angolo. Su ciascuno degli altri lati si
aprivano delle finestre. Queste non avevano persianema erano copertesoltanto da leggere tendine. McMurdo le
esaminò attentamente. Senza dubbio dovette colpirlo il fatto che la stanzaera molto esposta per una faccenda cosí
segreta: non di meno la sua lontananza dalla strada rendeva questoparticolare d'importanza secondaria. Discusse infine
la cosa con il suo compagno di pensione. Per quanto affiliato ai VendicatoriScanlan era un ometto inoffensivo e troppo
debole per ergersi contro l'opinione dei suoi compagni; ma nelI'intimo delsuo cuore era inorridito dai fatti di sangue ai
quali era stato costretto talvolta ad assistere. McMurdo gli espose in brevequel che si stava preparando.
- Visto come sei fattoMike Scanlanio ti consiglierei di passar la nottefuori e di startene alla larga. Scorrerà
parecchio sangue prima di domattina.
- BehfrancamenteMac - rispose Scanlan - non è la volontàma ilcoraggio che mi manca. Quando ho visto la
fine che ha fatto il direttore Dunnlaggiúalla minieraè stato proprioun po' troppo per le mie forze. Io non sono fatto
per queste cosenon ho la tempra tua o di McGinty. Se la Loggia non penseràmale di meseguirò il tuo consiglio e vi
lascerò soli per questa notte.
Gli uomini arrivarono puntualmente all'ora fissata. Esteriormente apparivanodei cittadini rispettabili: erano ben
vestiti e in ordinema un esperto di fisionomie avrebbe letto ben pocapossibilità di salvezza per Birdy Edwards in
quelle bocche crudeli e in quegli occhi spietati. Non vi era un solo uomo inquella stanza le cui mani non fossero state
arrossate di sangue almeno una dozzina di volte. Erano incalliti di fronteall'assassinio di un uomo come può esserlo un
macellaio abituato ad ammazzar pecore. Superava gli altrinaturalmentesianell'aspetto come nel crimineil
formidabile capo. Harrawayil segretarioera un uomo magrobeffardoconun lungo collo rinsecchito e membra
nervosescattantiun uomo di un'onestà intemerata per quel che riguardavale finanze dell'Ordinema il cui concetto di
giustizia o di lealtà non andava oltre a queste. Il tesoriereCartereraun individuo di mezza età dalla faccia impassibile
sempre un poco imbronciatae una carnagione gialla come pergamena. Era unorganizzatore capacee i particolari di
quasi tutti i delitti erano stati architettati dal suo fertile cervello. Idue Willaby erano uomini d'azionedue giovani alti
snellidalle facce decisementre il loro compagnoTiger Cormacbrunomassiccioera temuto persino dai propri
camerati per la sua ferocia d’animo. Questi gli uomini riunitisi in casa diMcMurdo per effettuare l'assassinio del
poliziotto di Pin kerton.
Il loro ospite aveva posato sulla tavola una bottiglia di whiskye tutti siaffrettarono a servirsene per temprarsi
all'impresa che li attendeva. Baldwin e Cormac furono ben presto mezzobrillie l'alcool non fece che invelenire la loro
ferocia congenita. Cormac aveva sfiorato per un attimo con le mani la stufache era accesapoiché quelle notti di
primavera erano ancora fredde.
- Questa andrà benone - disse con una bestemmia.
- Ohsí - fece Baldwinafferrando a volo quanto l'altro aveva sottinteso.- Se lo leghiamo là riusciremo senz'altro
a tirargli fuori la verità !
- Vedrete che lo faremo cantarenon abbiate paura- osservò McMurdo. Avevanervi d'acciaioquell'uomo
poiché sebbene tutto il peso e la responsabilità della situazionegravassero sulle sue spallei suoi modi tuttavia erano
calmi e disinvolti come al solito. Gli altri lo notarono e si rallegrarono.
- Tu sei proprio quello che ci vuole per tenerlo a bada - disse il capo intono di approvazione. - Non si accorgerà
di nulla finché non avrà la tua mano alla gola. Peccato che le tue finestrenon abbiano imposte.
Sir Arthur Conan Doyle La valledella paura84
McMurdo si avvicinò alle vetrate e accostò meglio le tendine.
- Ohma non c'è pericolo che qualcuno ci osservia quest'ora. Ormai deveessere qui a minuti.
- Magari non verrà: forse avrà odorato puzza di guai -obiettò ilsegretario.
- Verràverràstate tranquilli - replicò McMurdo. - É impaziente disapere quanto siete impazienti voi di vederlo.
Ma sentite!
Stettero tutti seduti immobili come figure di ceraalcuni con il bicchierefermo a mezz'aria. Tre colpi vigorosi
erano risonati all uscio.
- Zitti!
McMurdo alzò una mano come a imporre il silenzio. Uno sguardo di indicibilesoddisfazione si dipinse sui volti
di tutti gli astanti e le mani di ciascuno si posarono su armi nascoste.
- Non una parola se avete cara la vita! - sussurrò McMurdoprima di usciredalla stanzaquindi si mosseuscíe
chiuse accuratamente la porta alle sue spalle.
Gli assassini atteseroaguzzando le orecchie. Contarono i passi del lorocompagno lungo il corridoio. Quindi lo
intesero aprire l'uscio di strada. Udirono uno scambio di parolecome disalutopoi colsero il rumore di un passo
estraneo e il tono di una voce sconosciuta. Un istante dopo intesero sbattereil portone e il rumore di un chiavistello che
si chiudeva. La preda era caduta in trappolafinalmente! Tiger Cormacscoppiò in una risata orrendama patron
McGinty con un enorme manrovescio gli tappò la bocca.
- Zittoimbocille! - sibilò. - Vuoi rovinarci tutti quanti?
Dalla stanza attigua giunse un mormorio di voci che conversavano. Parve loroche quel colloquio non dovesse
avere piú finema a un tratto la porta si aperse e apparve McMurdo che feceloro cenno di tacere portandosi un dito alle
labbra.
Si mise all'estremità della tavola e li fissò tutti a uno a uno.
Un mutamento sottile era avvenuto in lui. Aveva assunto l'aspetto di chi hadinanzi a sé una grande impresa da
compiere. I1 suo volto si era fatto granitico. Gli occhida dietro gliocchialibrillavano di una luce strana. Egli era
divenuto visibilmente un capo di uomini. I suoi compagni lo fissarono conansioso interessema senza osare di proferir
parola. Sempre scrutandoli con quello sguardo singolare egli si volsedall'uno all'altro.
- Be' - gridò infine patron McGinty - è arrivato? Dov'è questo BirdyEdwards?
McMurdo replicò lentamente: - Birdy Edwards è qui: Birdy Edwards sono io.
Passarono dieci secondidopo queste brevi paroledurante i quali la stanzaavrebbe potuto essere vuotatanto
profondo fu il silenzio che la riempí. Il sibilo di una teiera poggiatasulla stufa si levò acutostridentelacerante agli
orecchi. Sette volti sbiancatitutti rivolti verso l'uomo che li dominavaerano irrigiditi in una smorfia d'incontenibile
terrore. Poicon un improvviso rumore di vetri infrantiil luccichio dinumerose canne di fucile balenò attraverso
ciascuna finestramentre le tendine venivano strappate dai loro sostegni. Aquella vista patron McGinty cacciò un
muggito d'orso ferito e si lanciò verso la porta rimasta socchiusama vi fufermato di botto da una rivoltella spianata
dietro la quale apparvero in un azzurro bagliore i freddi occhi del capitanoMarvin del corpo di polizia delle Miniere del
ferro e carbone. Il capo si arrestò e si lasciò cadere nella propriaseggiola.
- Le conviene restare dove si trovaConsigliere - disse l'uomo ch'essiavevano conosciuto come McMurdo. - E tu
Baldwinse non togli la mano dal calcio di quella pistoladeluderai anchequesta volta il boia. Mettila giúo altrimenti
per il Dio che mi ha fatto... Eccocosí va meglio. Ci sono quaranta uominiarmatiattorno a questa casae potete
calcolare da voi stessi quante probabilità avete di cavarvela. Li disarmiMarvin!
Non era possibile opporre resistenzasotto la minaccia di tutti quei fucili.Furono disarmati. Stupefatti
disorientaticome inebetitierano ancora tutti seduti attorno al tavolo.
- Vorrei dirvi una parolaprima che ci separiamo – dichiarò l'uomo che liaveva cosí brillantemente smascherati.
- Credo che ci rivedremo soltanto quando io salirò sul banco dei testimoniin tribunale. Vi dirò qualcosa su cui potrete
riflettere in questo frattempo. Adesso mi conoscete per quello che sono.Finalmente posso mettere le mie carte in tavola.
Sono io Birdy Edwardsdell'organizza zione Pinkerton. Io sono stato sceltoper distruggere la vostra banda. Dovevo
giocare un gioco difficile e pericoloso. Nessunonon anima vivaneppure lepersone che mi erano piú care erano a
conoscenza del mio segretoall'infuori del capitano Marvine dei mieisuperiori. Ma finalmente questa sera è finita
grazie al cieloe ho vinto io!
Le sette facce pallideammutolitelo fissavano. Un odio spaventoso rilucevain tutti quegli occhi di assassinied
egli ne comprese l'implacabile minaccia.
- Forse voi pensate che il gioco non sia ancora finito. Behaccetto ilrischio. Comunquequalcuno tra voi sarà tra
poco in condizione di non nuocere mai piúe ce ne sono altri sessantaoltre a voialtriche questa notte finiranno in
galera. Io vi posso dire una cosacioè che quando accettai questo incariconon avrei mai creduto che potesse esistere
un'associazione come la vostra. Io ero sicuro che fossero tutte chiacchieredi giornalied ero certo di poterlo dimostrare.
Mi dissero che avrei avuto a che fare con gli Uomini Liberiperciò mi recaia Chicago e mi affiliai a quella Loggia.
Naturalmente divenni piú certo che mai che fossero tutte frottole digiornalistiperché vidi che in quella società non si
faceva nulla di malema anzi del gran bene. Dovevo però portare avanti ilmio lavoroe per questo me ne venni quiin
Sir ArthurConan Doyle La valle della paura85
queste valli minerarie. Ma quando fui quicompresi che avevo avuto tortoeche non si trattava di un romanzo
d'appendicedopotutto! Perciò rimasi per vedere come funzionasse in realtàil vostro ingranaggio. Non ho mai
ammazzato nessunoa Chicago. Non ho mai coniato un dollaro falso in vitamia. Quelli che vi ho dato erano
buonissimima non ho mai speso meglio il danaro. Sapevo come dovevocomportarmi per guadagnarmi la vostra
fiduciaperciò vi diedi a intendere di avere i poliziotti alle miecalcagna. Tutto andò come avevo previsto
“Mi affiliai dunque alla vostra infernale Loggia e presi parte alle vostremaledette riunioni. Forse la gente dirà
che sono della vostra razza. Ma dicano quello che vogliono: per mel'importante era incastrarvi. Ma qual è la verità? La
sera in cui mi sono unito a voivoi avete percosso il povero vecchioStanger. Non feci in tempo ad avvertirloma ti
trattenni la manoBaldwinmentre tu lo avresti senz'altro fatto fuori. Ognivolta che vi suggerivo qualche spedizione
punitivaper poter conservare il mio posto in mezzo a voifacevo sempre inmodo di poter prevenire la vostra azione e
stornarla. Non mi fu possibile salvare Dunn e Menziesperché sapevo ancorapocoma farò in modo che i loro assassini
siano impiccati. Sono stato io ad avvertire Chester Wilcoxcosicché quandofeci saltare in aria la sua casalui e i suoi si
erano già posti in salvo. Purtroppo vi furono molti delitti che non miriuscí d'impedirema se ci ripensate e riflettete
quante volte il vostro uomo è tornato a casa per un'altra stradaoppure sitrovava in città quando voi siete andati a
cercarloo se ne è stato tappato tra quattro mura mentre voi credevatefosse uscitovi accorgerete che ogni volta questo
fu opera mia.
- Maledetto traditore! - sibilò McGinty a denti stretti.
- SíJack McGintychiamami pure come vuoi se questo può calmare la tuarabbia. Tu e i tuoi siete diventati i
nemici di Dio e degli uomini in questi paraggi! Ci voleva un uomo che sifrapponesse fra te e quei poveri disgraziati di
uomini e di donne che tu tenevi tra le tue grinfie. Non c'era che una solamaniera per riusciree io l'ho tentata. Tu mi
chiami "traditore"ma sono certo piú di un migliaio le personeche mi chiameranno "liberatore" per essere disceso sino
all'inferno pur di salvarle. Ci ho messo tre mesima non passerei altri tremesi come questinemmeno se mi mettessero
a disposizione tutto il tesoro di Washington. Son dovuto restare finché nonvi ho avuti in mano tutti quantivoi e le
vostre trame oscuree avrei atteso ancora qualche tempo se non fossi venutoa scoprire che il mio segreto si stava
divulgando: era pervenuta in città una lettera che ben presto vi avrebbeaperto gli occhi sulla mia vera identità. Perciò
dovevo agiree agire in fretta. Non ho altro da dirvise non questo: chequando giungerà la mia ora morirò piú
tranquillopensando a quello che ho fatto in questa vallata. E adessoMarvinnon voglio trattenerla oltre. Li raduni tutti
quanti e facciamola finita con questa feccia.
Non rimane gran che da aggiungere. A Scanlan era stata rimessa una bustasigillata con l'incarico di consegnarla
all'indirizzo di Ettie Shafterincarico che aveva accettato con unastrizzatina d'occhi e un risolino d'intesa. Durante le
prime ore del mattino una bellissima donna e un uomo tutto intabarrato eranosaliti a bordo di un treno speciale che era
stato messo a loro disposizione dalla compagrna ferroviariae con un rapidoviaggio erano usciti ben presto dalla zona
del pericolo. Era quella l'ultima volta che Ettie e il suo innamoratodovevano metter piede nella Valle della Paura. Dieci
giorni piú tardi si sposavano a Chicagoe il vecchio Jacob Shafter fu lorotestimone di nozze.
Il processo ai Vendicatori fu tenuto lontano dal luogo in cui i loro aderentiavrebbero potuto intimidire con
minacce e violenze i tutori della legge. Invano essi lottarono e sidibatterono disperatamente. Invano il danaro della
Loggia - danaro spremuto a forza di ricatti attraverso tutta la contrada - fuspeso e sperperato come acqua nel tentativo
di salvarli. La freddachiaraimpassibile testimonianza di chi conoscevaogni particolare delle loro esistenzela loro
organizzazionei loro delitti non fu scossa neppure di una virgolanonostante tutte le astuzie e tutti gli stratagemmi dei
difensori. Finalmentedopo tanti annierano sconfitti. Il velo di terrorefu sollevato per sempre dalla valle. McGinty finí
sul patibolodivincolandosi e invocando pietà quando giunse la sua ultimaora. Otto tra i suoi principali seguaci fecero
la stessa fine. Altri cinquanta furono condannati a pene varie. L'opera diBirdy Edwards era compiuta.
Eppurecome egli aveva temuto e previstoil gioco non era del tuttoterminato. Gli sarebbe toccato di giocare
ancora una manoe poi un'altrae un'altra ancora. Ted Baldwinper esempioera sfuggito al capestro; e cosí pure i
Willabye diversi altri fra i piú feroci affiliati alla banda. Per diecianni rimasero fuori del mondoma quando ritornò
per costoro il giorno della libertàquel giorno segnò per Edwardsche benconosceva i suoi uominila fine della sua
pace. Si erano reciprocamente giurati di non aver riposo finché non avesserovendicato col suo sangue la morte dei loro
compagnie non lasciarono certo nulla di intentato pur di adempiere al loropatto.
Fu costretto a scappare da Chicagodopo due attentati alla sua vita cosíprecisi da dargli la certezza che il terzo
sarebbe andato a segno. Da Chicago passò sotto falso nome in California e fulaggiú che per un certo tempo la luce della
vita si spense nel suo animo per la morte di Ettie. Ancora una volta fu sulpunto di essere ammazzatoe ancora una
voltasotto il nome di Douglaslavorò in un cañon abbandonato doveinsocietà con un inglese di nome Barker
ammassò una grossa fortuna. Infine gli giunse sentore che i mastini erano dinuovo sulle sue tracce e riparòper il rotto
della cuffiain Inghilterra. E in questo Paese si trapiantò quel JohnDouglas che per una seconda volta si uní a una
compagna e visse per cinque anni nel Sussex da gentiluomo terrieroconducendovi una esistenza che si concluse con gli
strani avvenimenti intorno ai quali già abbiamo dato nota al Lettore.
SirArthur Conan Doyle La valle della paura86
Epilogo
Dopo gli accertamenti della poliziail caso di John Douglas fu deferito auna Corte superioree di qui alle Assise
dove venne assolto per legittima difesa. "Lo porti a ogni costo viadall'Inghilterra" scrisse però Holmes alla moglie.
"Perché in questo paese operano forze ancora piú pericolose di quellecui è sfuggito: non vi è sicurezza per suo marito
qui in Inghilterra."
Due mesi erano cosí trascorsi e ci eravamo quasi scordati dell'affaire JohnDouglas. Ma un mattino trovammo
nella nostra cassetta delle lettere un enigmatico messaggio. "Dio miosignor Holmes! Dio mio!" diceva questo
singolare biglietto. Non vi era né intestazione né firma. Io risimaHolmes mostrò invece una serietà insolita.
- E una macchinazione demoniacaWatson! - osservòrimanendo seduto perlungo tempoimmerso in accigliata
meditazione.
Tardi in serata la signora Hudsonla nostra padrona di casavenne adavvertirci che un signore desiderava vedere
Holmese che si trattava di una questione di importanza capitale. Subitodopo comparve Cecil Barkeril nostro amico
del castello fortificato. I1 suo volto era smarrito e sconvolto.
- Ho avuto una notizia... una notizia terribilesignor Holmesdisse.
- É quello che temevo - mormorò il mio amico.
- Ha ricevuto un cablogrammaper caso?
- Ho ricevuto un biglietto da qualcuno che era stato avvertito percablogramma.
- Si tratta del povero Douglas. Mi dicono che il suo vero nome è Edwardsmaper me sarà sempre Jack Douglas
di Benito Canyon. Le avevo detto che erano partiti insieme per l'Africa delSud sul Palmyratre settimane favero?
- Infatti.
- La nave è arrivata a Città del Capo ieri sera. E stamane ho ricevutoquesto cablogramma dalla signora: "Jack
caduto in mare durante tempesta largo Sant'Elena. Nessuno sa come disgraziasia successa. Ivy Douglas".
- Ahè accaduto cosídunque? - fece Holmes pensierosamente. - Macertoè stato architettato con molta abilità.
- Perciò secondo lei non si tratterebbe di una disgrazia?
- Nemmeno per sogno.
- É stato dunque assassinato?
- Certamente!
- É quello che ho supposto subito anch'io. Quei maledetti Vendicatori...quel covo di criminali sanguinari...
- Nonoegregio amico - lo interruppe Holmes. - Questo è il colpo di unamano maestra. Non è il caso di parlare
qui di moschetti a canna corta o di pistole a sei colpi che fanno chiasso. Sicapisce un artista dalla sua pennellata. Io ho
SirArthur Conan Doyle La valle della paura87
immediatamente intuito che qui c'è sotto la mano di Moriarty. Questo delittoè stato macchinato a Londranon in
America!
- Ma per quale scopo?
- Perché esso è stato compiuto da un uomo che non può permettersi difallire... poiché quest'uomo deve la sua
posizione assolutamente unica al fatto che tutto ciò ch'egli intraprenderiesce. Un grande cervello e un'organizzazione
mostruosamente potente si sono rivolti alla distruzione di un individuo solo.Naturalmente è come schiacciare una noce
col martello... uno sperpero assurdo di energie... ma intanto la povera nocefinisce con l'essere schiacciata !...
- Ma come ha potuto quest'uomo essere implicato in una simile infamia?
- Posso dirle soltanto che il primo avvertimento mi giunse da uno dei suoiluogotenenti. Questi americani sono
stati molto astuti. Poiché dovevano sbrigare la loro vendetta inInghilterrahanno pensato di mettere al corrente dei loro
loschi disegnicome farebbe qualsiasi criminale stranieroquesto massimoconsulente nazionale del delitto. Da quel
momento il loro uomo era segnato. Dapprima si limitò a mettere in moto lasua macchina per rintracciare la vittima
quindi dovette certamente indicare agli altri come dovevano condurre la cosa.Infinequando lesse nei giornali
dell'insuccesso del sicarioassunse personalmente la direzione dell'omicidioe lo eseguí con la sua mano di maestro.
Rammenta come io avvertii il suo amico che il prossimo pericolo sarebbe statoassai piú grave del primo? Non ho avuto
ragione?
Barkerin un impeto di collera impotentesi percosse la fronte coi pugnichiusi.
- E lei dice che noi dobbiamo restarcene qui tranquilli senza tentare nulla?É mai possibile che non si riesca ad
averne ragionedi questo assurdo demonio?
- Nonon dico ciò - concluse Holmese i suoi occhi parvero fissare unavvenire lontano. - Non dico che non si
possa batterlo. Ma bisogna che lei mi dia del tempo... molto tempo!...
Restammo cosí in silenzio per minuti interminabilimentre quegli occhicarichi di destino sembravano lacerare il
velo col fuoco delle loro pupille.