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TommasoCampanella
Lacittàdelsole
Tommaso Campanella La Città del Sole
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Gen. Anzi grandissima: perché è bello a vedereche tra loro non possonodonarsi cosa alcunaperché tutto hanno del
communee molto guardano gli offizialiche nullo abbia più che merita.Però quanto è bisogno tutti l'hanno. E l'amico si
conosce tra loro nelle guerrenell'infirmitànelle scienzedove s'aiutanoe s'insegnano l'un l'altro. E tutti li gioveni
s'appellan frati e quei che son quindici anni più di loropadrie quindicimeno figli. E poi vi stanno l'offiziali a tutte cose
attentiche nullo possa all'altro far torto nella fratellanza.
Osp. E come?
Gen. Di quante virtù noi abbiamoessi hanno l'offiziale: ci è un che sichiama Liberalitàun Magnanimitàun Castitàun
Fortezzaun Giustiziacriminale e civileun Solerziaun VeritàBeneficienzaGratitudineMisericordiaecc.; e a
ciascuno di questi si elegge quelloche da fanciullo nelle scole si conosceinclinato a tal virtù. E perònon sendo tra loro
latrocininé assassiniiné stupri ed incestiadultèridelli quali noici accusamoessi si accusano d'ingratitudinedi
malignitàquando un non vuol far piacere onestodi bugiache abborrisconopiù che la peste; e di questi rei per pena
son privati della mensa communeo del commerzio delle donnee d'alcunionorifinché pare al giudiceper
ammendarli.
Osp. Or dimmicome fan gli offiziali?
Gen. Questo non si può direse non sai la vita loro. Prima è da sapere chegli uomini e le donne vestono d'un modo atto
a guerreggiarebenché le donne hanno la sopravveste fin sotto al ginocchioe l'uomini sopra.
E s'allevan tutti in tutte l'arti. Dopo gli tre anni li fanciulli imparano lalingua e l'alfabeto nelle muracaminando in
quattro schiere; e quattro vecchi li guidano e insegnanoe poi li fangiocare e correreper rinforzarlie sempre scalzi e
scapiglifin alli sette annie li conducono nell'officine dell'articosidoripittorioreficiecc.; e mirano l'inclinazione.
Dopo li sette anni vanno alle lezioni delle scienze naturalitutti; ché sonquattro lettori della medesima lezionee in
quattro ore tutte quattro le squadre si spediscono; perchémentre gli altrisi esercitano col corpoo fan gli pubblici
servizigli altri stanno alla lezione. Poi tutti si mettono allematematichemedicine ed altre scienzee ci è continua
disputa tra di loro e concorrenza; e quelli poi diventano offiziali di quellascienzadove miglior profitto fannoo di
quell'arte meccanicaperché ognuna ha il suo capo. Ed in campagnaneilavori e nella pastura delle bestie pur vanno a
imparare; e quello è tenuto di più gran nobiltàche più arti imparaemeglio le fa. Onde si ridono di noiche gli artefici
appellamo ignobilie diciamo nobili quelliche null'arte imparano e stannooziosi e tengon in ozio e lascivia tanti
servitori con roina della republica.
Gli offiziali poi s'eleggono da quelli quattro capie dalli mastri diquell'arteli quali molto bene sanno chi è più atto a
quell'arte o virtùin cui ha da reggeree propongono in Consiglioeognuno oppone quel che sa di loro. Però non può
essere Sole se non quello che sa tutte l'istorie delle genti e riti esacrifizi e republiche ed inventori di leggi ed arti. Poi
bisogna che sappia tutte l'arti meccanicheperché ogni due giorni sen'impara unama l'uso qui le fa saper tuttee la
pittura. E tutte le scienze ha da saperematematichefisicheastrologiche.Delle lingue non si curaperché ha l'interpreti
che son i grammatici loro. Ma più di tutti bisogna che sia Metafisico eTeologoche sappia ben la radice e prova d'ogni
arte e scienzae le similitudini e differenze delle cosela NecessitàilFatoe l'Armonia del mondola Possanza
Sapienza e Amor divino e d'ogni cosae li gradi degli enti e corrispondenzeloro con le cose celestiterrestri e marinee
studia molto bene nei Profeti ed astrologia. Dunque si sa chi ha da esserSolee se non passa trentacinque anninon
arriva a tal grado; e questo offizio è perpetuomentre non si trova chisappia più di lui e sia più atto al governo.
Osp. E chi può saper tanto? Anzi non può saper governare chi attende allescienze.
Gen. Io dissi a loro questoe mi risposero: "Più certi semo noicheun tanto letterato sa governareche voi che sublimate
l'ignorantipensando che siano atti perché son nati signorio eletti dafazione potente. Ma il nostro Sole sia pur tristo in
governonon sarà mai crudelené sceleratoné tiranno un chi tanto sa.Ma sappiate che questo è argomento che può tra
voidove pensate che sia dotto chi sa più grammatica e logica d'Aristotileo di questo o quello autore; al che ci vol sol
memoria servileonde l'uomo si fa inerteperché non contempla le cose mali librie s'avvilisce l'anima in quelle cose
morte; né sa come Dio regga le cosee gli usi della natura e delle nazioni.Il che non può avvenire al nostro Soleperché
non può arrivare a tante scienze chi non è scaltro d'ingegno ad ogni cosaonde è sempre attivissimo al governo. Noi pur
sappiamo che chi sa una scienza solanon sa quella né l'altre bene; e checolui che è atto a una solastudiata in libroè
inerte e grosso. Ma non così avviene alli pronti d'ingegno e facili ad ogniconoscenzacome è bisogno che sia il Sole. E
nella città nostra s'imparano le scienze con facilità talecome tu vediche più in un anno qui si sache in diece o
quindici tra voie mira in questi fanciulli."
Nel che io restai confuso per le ragioni sue e la prova di quelli fanciulliche intendevano la mia lingua; perché d'ogni
lingua sempre han d'esser tre che la sappiano. E tra loro non ci è ozionullose non quello che li fa dotti; che però vanno
in campagna a correrea tirar dardosparar archibugiseguitar fierelavorareconoscer l'erbemo una schieramo l'altra
di loro.
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Li tre offiziali primi non bisogna che sappiano se non quell'arti che all'offizioloro partengono. Onde sanno l'arti
communi a tuttiistoricamente imparandolee poi le propriedove più sidà uno che un altro: così il Potestà saperà l'arte
cavalierescafabricar ogni sorte d'armicose di guerramachineartemilitareecc. Ma tutti questi offiziali han d'essere
filosofie piùed istoricinaturalisti ed umanisti.
Osp. Vorrei che dicessi l'offizi tuttie li distinguessi; e s'è bisogno l'educazioncommune.
Gen. Sono prima le stanze communidormitoriletti e bisogni; ma ogni seimesi si distinguono dalli mastrichi ha da
dormire in questo girone o in quell'altroe nella stanza prima o secondanotate per alfabeto.
Poi son l'arti communi agli uomini e donnele speculative e meccaniche; conquesta distinzioneche quelle dove ci va
fatica grande e viaggiole fan gli uominicome arareseminarecogliere ifruttipascer le pecoreoperar nell'aianella
vendemmia. Ma nel formar il cascio e mungere si soleno le donne mandareenell'orti vicini alla città per erbe e servizi
facili. Universalmentele arti che si fanno sedendo e standoper lo piùson delle donnecome tesserecusciretagliar i
capelli e le barbela speziariafare tutte le sorti di vestimenti; altroche l'arte del ferraro e delle armi. Pur chi è atta a
pingerenon se le vieta. La musica è solo delle donneperché piùdilettanoe de' fanciullima non di trombe e tamburi.
Fanno anche le vivande; apparecchiano le mense; ma il servire a tavola èproprio delli giovenimaschi e feminefinché
sono di vint'anni.
Hanno in ogni girone le publiche cucine e le dispense della robba. E ad ogniofficio soprastante è un vecchio ed una
vecchiache comandano ed han potestà di battere o far battere da altri linegligenti e disobedientie notano ognuno ed
ognuna in che esercizio meglio riesce. Tutta la gioventù serve alli vecchiche passano quarant'anni; ma il mastro o
maestra han cura la seraquando vanno a dormiree la mattina di mandar alliservizi di quelli a chi toccauno o due ad
ogni stanzaed essi gioveni si servono tra loroe chi ricusaguai a lui!Vi son prime e seconde mense; d'una parte
mangiano le donnedall'altra gli uominie stanno come in refettori difrati. Si fa senza strepitoed un sempre legge a
tavolacantandoe spesso l'offiziale parla sopra qualche passo dellalezione. una dolce cosa vedersi servire di tanta
bella gioventùin abito succintocosì a tempoe vedersi a canto tantiamicifratifigli e madri vivere con tanto rispetto
ed amore.
Si dona a ciascunosecondo il suo eserciziopiatto di pitanza e menestrafrutticascio; e li medici hanno cura di dire alli
cochi in quel giornoqual sorte di vivanda convienee quale alli vecchi equale alli giovani e quale all'ammalati. Gli
offiziali hanno la miglior parte; questi mandano spesso della loro a tavola achi più si ha fatto onore la mattina nelle
lezioni e dispute di scienze ed armie questo si stima per grande onore efavore. E nelle feste fanno cantar una musica
pur in tavola; e perché tutti metteno mano alli servizimai non si trovache manchi cosa alcunaSon vecchi savi
soprastanti a chi cucina ed alli refettorie stimano assai la nettezza nellestradenelle stanze e nelli vasi e nelle
vestimenta e nella persona.
Vesteno dentro camisa bianca di linopoi un vestitoch'è giubbone e calzainsiemesenza pieghe e spaccato per mezzo
dal lato e di sottoe poi imbottonato. Ed arriva la calza sin al talloneacui si pone un pedale grande come un
bolzacchinoe la scarpa sopra. E son ben attillateche quando si spoglianola sopravvestesi scerneno tutte le fattezze
della persona. Si mutano le vesti quattro volte variequando il Sole entrain Cancro e CapricornoAriete e Libra. E
secondo la complessione e la proceritàsta al Medico di distribuirle colVestiario di ciascun girone. Ed è cosa mirabile
che in un punto hanno quante vesti voglionogrossesottilisecondo iltempo. Veston tutti di biancoed ogni mese si
lavan le vesti col saponeo bucato quelle di tela.
Tutte le stanze sottanesono officinecucinegranariguardarobbedispenserefettorilavatori; ma si lavano nelle pile
delli chiostri. L'acqua si getta per le latrine o per canaliche vanno aquelle. Hanno in tutte le piazze delli gironi le lor
fontaneche tirano l'acque dal fondo solo con muover un legnoonde essespicciano per li canali. Vi è acqua sorgentee
molta nelle conserve a cui vanno le piogge per li canali delle casepassandoper arenosi acquedotti. Si lavano le persone
loro spessosecondo il maestro e 'l medico ordina. L'arti si fanno tutte neichiostri di sottoe le speculative di sopra
dove sono le pitturee nel tempio si leggono.
Negli atri di fuora son orologi di sole e di squille per tutti i gironiebanderuole per saper i venti.
Osp. Or dimmi della generazione.
Gen. Nulla femina si sottopone al maschiose non arriva a dicinov'anni némaschio si mette alla generazione inanti alli
vintiunoe più si è di complessione bianco. Nel tempo inanti è ad alcunolecito il coito con le donne sterili o pregneper
non far in vaso indebito; e le maestre matrone con gli seniori dellagenerazione han cura di provederlisecondo a loro è
detto in secreto da quelli più molestati da Venere. Li provedonoma non lofanno senza far parola al maestro maggiore
che è un gran medicoe sottostà ad AmorePrencipe offiziale. Se sitrovano in sodomiasono vituperatie li fan portare
due giorni legata al collo una scarpasignificando che pervertiro l'ordine eposero li piedi in testae la seconda volta
crescen la pena finché diventa capitale. Ma chi si astiene fin a ventun annod'ogni coito è celebrato con alcuni onori e
canzoni.
Perché quando si esercitano alla lottacome i Greci antichison nudi tuttimaschi e femineli mastri conoscono chi è
impotente o no al coitoe quali membra con quali si confanno. E cosìsendoben lavatisi donano al coito ogni tre sere;
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e non accoppiano se non le femine grandi e belle alli grandi e virtuosie legrasse a' macrie le macre alli grassiper far
temperie. La sera vanno i fanciulli e si conciano i lettie poi vanno adormiresecondo ordina il mastro e la maestra. Né
si pongono al coito se non quando hanno digeritoe prima fanno orazioneedhanno belle statue di uomini illustridove
le donne mirano. Poi escono alla fenestrae pregono Dio del Cieloche lidoni prole buona. E dormeno in due celle
sparti fin a quell'ora che si han da congiungereed allora va la maestraedapre l'uscio dell'una e l'altra cella. Questa ora
è determinata dall'Astrologo e Medico; e si forzan sempre di pigliar tempoche Mercurio e Venere siano orientali dal
Sole in casa benigna e che sian mirati da Giove di buono aspetto e da Saturnoe Marte. E così il Sole come la Lunache
spesso sono afete. E per lo più vogliono Vergine in ascendente; ma assai siguardano che Saturno e Marte non stiano in
angoloperché tutti quattro angoli con opposizioni e quadrati infettanoeda essi angoli è la radice della virtù vitale e
della sortedependente dall'armonia del tutto con le parti. Non si curanodel satellizioma solo degli aspetti buoni. Ma il
satellizio solo nella fondazione della città e della legge ricercanocheperò non abbia prencipe Marte o Saturnose non
con buone disposizioni. Ed han per peccato li generatori non trovarsi monditre giorni avanti di coito e d'azioni pravee
di non esser devoti al Creatore. Gli altriche per delizia o per servirealla necessità si donano al coito con sterili o
pregne o con donne di poco valorenon osservan queste sottigliezze. E glioffizialiche son tutti sacerdotie li sapienti
non si fanno generatorise non osservano molti giorni più condizioni;perché essiper la molta speculazionehan debole
lo spirito animalee non transfondeno il valor della testaperché pensanosempre a qualche cosa; onde trista razza
fanno. Talché si guarda benee si donano questi a donne vivegagliarde ebelle; e gli uomini fantastichi e capricciosi a
donne grassetemperatedi costumi blandi. E dicono che la purità dellacomplessioneonde le virtù fruttanonon si può
acquistare con artee che difficilmente senza disposizion naturale può lavirtù morale allignaree che gli uomini di mala
natura per timor della legge fanno beneequella cessantestruggon larepublica con manifesti o segreti modi. Però tutto
lo studio principale deve essere nella generazionee mirar gli metodinaturalie non la dote e la fallace nobiltà-Se
alcune di queste donne non concipeno con unole mettono con altri; se poi sitrova sterilesi può accomunarema
non ha l'onor delle matrone in Consiglio della generazione e nella mensa enel tempio; e questo lo fanno perché essa non
procuri la sterilità per lussuriare. Quelle che hanno conceputoperquindici giorni non si esercitano; poi fanno leggeri
esercizi per rinforzar la proleed aprir li meati del nutrimento a quella.Partorito che hannoesse stesse allevano i figli in
luoghi communiper due anni lattando e piùsecondo pare al Fisico. Dopo sismamma la prolee si dona in guardia
delle mastrese son femineo delli maestri. E con gli altri fanciulli quisi esercitano all'alfabetoa caminarecorrere
lottareed alle figure istoriate; ed han vesti di color vario e bello. Allisette anni si donano alle scienze naturalie poi
all'altresecondo pare alli offizialie poi si mettono in meccanica. Ma lifigli di poco valore si mandano alle ville e
quando riesconopoi si riducono alla città. Ma per lo piùsendo generatinella medesima costellazioneli contemporanei
son di virtù consimili e di fattezze e di costumi. E questa è concordiastabile nella republicae s'amano grandemente ed
aiutano l'un l'altro.
Li nomi loro non si mettono a casoma dal Metafisicosecondo la proprietàcome usavan li Romani: onde altri si
chiamano il Belloaltri il Nasutoaltri il Pedutoaltri BiecoaltriCrassoecc.; ma quando poi diventano valenti nell'arte
loro o fanno qualche prova in guerras'aggiunge il cognome dall'artecomePittor MagnoAureoEccellenteGagliardo
dicendo Crasso Aureoecc.; o pur dall'atto dicendo: Crasso ForteAstutoVincitoreMagno Massimoecc.e dal
nemico vintocome AfricanoAsianoToscoecc.; ManfrediTorteliodall'aver superato Manfredi o Tortelio o simili
altri. e questi cognomi s'aggiungono dall'offiziali grandie si donanoconveniente all'atto o arte suacon applauso e
musica. E si vanno a perdere per questi applausiperché oro e argento nonsi stimase non come materia di vasi o di
guarnimenti communi a tutti.
Osp. Non ci è gelosia tra loro o dolore a chi non sia fatto generatore oquel che ambisce?
Gen. Signor noperché a nullo manca il necessario loro quanto al gusto; ela generazione è osservata religiosamente per
ben pubbliconon privatoed è bisogno stare al detto dell'offiziali.Platone disse che si dovean gabbare li pretendenti a
belle donne immeritatamentecon far uscir la sorte destramente secondo ilmerito; il che qui non bisogna far con
inganno di ballotte per contentarsi delle brutte i bruttiperché tra loronon ci è bruttezza; chéesercitandosi esse donne
diventano di color vivo e di membra forti e grandie nella gagliardia evivezza e grandezza consiste la beltà appresso a
loro. Però è pena di vita imbellettarsi la facciao portar pianelleovesti con le code per coprir i piedi di legnoma non
averiano commodità manco di far questoperché chi ci li daria? E diconoche questo abuso in noi viene dall'ozio delle
donneche le fa scolorite e fiacche e piccole; e però han bisogno di coloried alte pianellee di farsi belle per tenerezza
e così guastano la propria complessione e della prole. Di piùs'unos'innamora di qualche donnaè lecito tra loro parlare
far versischerziimprese di fiori e di piante. Ma se si guasta lagenerazionein nullo modo si dispensa tra loro il coito
se non quando ella è pregna o sterile. Però non si conosce tra loro se nonamor d'amicizia per lo piùnon di
concupiscenza ardente.
La robba non si stimaperché ognuno ha quanto li bisognasalvo per segnod'onore. Onde agli eroi ed eroisse la
republica fa certi doniin tavola o in feste publichedi ghirlande o divestimenta belle fregiate; benché tutti di bianco il
giorno e nella cittàma di notte e fuor della città vestono a rossoo diseta o di lana. Aborreno il color nerocome feccia
delle cosee però odiano i Giapponesiamici di quello. La superbia ètenuta per gran peccatoe si punisce un atto di
superbia in quel modo che l'ha commesso. Onde nullo reputa viltà lo servirein mensain cucina o altrovema lo
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chiamano imparare; e dicono che così è onore al piede caminarecome alloocchio guardare; onde chi è deputato a
qualche offiziolo fa come cosa onoratissimae non tengono schiaviperchéessi bastano a se stessianzi soverchiano.
Ma noi non cosìperché in Napoli son da trecento mila animee nonfaticano cinquanta milia; e questi patiscono fatica
assai e si struggono; e l'oziosi si perdono anche per l'ozioavarizialascivia ed usurae molta gente guastano tenendoli
in servitù e povertào fandoli partecipi di lor vizitalché manca ilservizio publicoe non si può il campola milizia e
l'arti farese non male e con stento. Ma tra loropartendosi l'offizi atutti e le arti e fatichenon tocca faticar quattro ore
il giorno per uno; sì ben tutto il resto è imparare giocandodisputandoleggendoinsegnandocaminandoe sempre con
gaudio. E non s'usa gioco che si faccia sedendoné scacchiné dadinécarte o similima ben la pallapallonerollo
lottatirar palodardoarchibugio.
Dicono ancora che la povertà grande fa gli uomini viliastutiladriinsidiosifuorascitibugiarditestimoni falsi; e le
ricchezze insolentisuperbiignorantitraditoridisamoratipresumitoridi quel che non sanno. Però la communità tutti li
fa ricchi e poveri: ricchich'ogni cosa hanno e possedono; poveriperchénon s'attaccano a servire alle cosema ogni
cosa serve a loro. E molto laudano in questo le religioni della cristianitàe la vita dell'Apostoli.
Osp. bella cosa questa e santa; ma quella delle donne communi pare dura eardua. S. Clemente Romano dice che le
donne pur sian communima la glosa intende quanto all'ossequionon allettoe Tertulliano consente alla glosa; ché i
Cristiani antichi tutto ebbero communealtro che le moglima queste purfuro communi nell'ossequio.
Gen. Io non so di questo; e ben so che essi han l'ossequio commune delledonne e 'l lettoma non semprese non per
generare. E credo che si possano ingannare ancora; ma essi si difendono conSocrateCatonePlatone ed altri. Potria
stare che lasciassero quest'uso un giornoperché nelle città soggette aloro non accomunano se non le robbee le donne
quanto all'ossequio ed all'artima non al letto; e questo l'ascrivonoall'imperfezione di quelli che non ha filosofato. Però
vanno spiando di tutte nazioni l'usanzee sempre migliorano; e quandosapranno le ragioni vive del cristianesimo
provate con miracoliconsentirannoperché son dolcissimi. Ma fin motrattano naturalmente senza fede rivelata; né
ponno a più sormontare.
Di più questo è belloche fra loro non ci è difetto che faccia l'uomooziosose non l'età decrepitaquando serve solo per
consiglio. Ma chi è zoppo serve alle sentinelle con gli occhi; chi non haocchi serve a carminar la lana e levar il pelo dal
nervo delle penne per li matarazzichi non ha maniad altro esercizio; e seun membro solo hacon quello serve nelle
villee son governati benee son spie che avvisano alla republica ognicosa.
Osp. Di' mo della guerra; ché poi dell'arti e vitto mi diraipoi dellescienzee al fine della religione.
Gen. Il Potestà tiene sotto di sé un offiziale dell'armiun altro dell'artellariaun delli cavalieriun delli ingegneri; ed
ognuno di questi ha sotto di sé molti capi mastri di quell'arte. Ma di piùci sono gli atletiche a tutti insegnano l'esercizio
della guerra. Questi sono attempatiprudenti capitaniche esercitano ligioveni e di dodici anni in suso all'arme; benché
prima nella lotta e correre e tirar pietre erano avvezzi da mastri inferiori.Or questi insegnano a ferirea guadagnar
l'inimico con artea giocar di spadadi lanciaa saettarea cavalcareaseguirea fuggirea star nell'ordine militare. E le
donne pure imparano queste arti sotto maestre e mastri loroper quando fussebisogno aiutar gli uomini nelle guerre
vicine alla città; ese venisse assaltodifendono le mura. Onde ben sannosparar l'archibugiofar ballegittar pietre
andar incontro. E si sforzano tôr da loro ogni timoreed hanno gran penequei che mostran codardia. Non temono la
morteperché tutti credono l'immortalità dell'animae chemorendos'accompagnino con li spiriti buoni e reisecondo li
meriti. Benché essi siano stati Bragmani Pitagoricinon credonotrasmigrazione d'animase non per qualche giudizio di
Dio. Né s'astengono di ferir il nemico ribello della ragioneche non meritaesser uomo.
Fanno la mostra ogni dui mesied ogni giorno ci è l'esercizio dell'armeoin campagnacavalcandoo dentroed una
lezione d'arte militaree fanno sempre leggere l'istorie di Cesared'Alessandrodi Scipione e d'Annibalee poi donano il
giudizio loro quasi tuttidicendo: "Qui fecero benequi male"; epoi risponde il mastro e determina.
Osp. Con chi fan le guerre? e per che causase son tanto felici?
Gen. Se mai non avessero guerrapure s'esercitano all'arte di guerra ed allacaccia per non impoltronire e per quel che
potria succedere. Di piùvi son quattro regni nell'isolali quali hangrande invidia della felicità loroperché li popoli
desiderariano vivere come questi Solarie vorriano star più soggetti adessiche non a' propri regi. Onde spesso loro è
mossa guerrasotto color d'usurpar confini e di viver empiamenteperchénon sequeno le superstizioni di Gentiliné
dell'altri Bragmani; e spesso li fan guerracome ribelli che prima eranosoggetti. E con tutto questo perdono sempre. Or
essi Solarisubito che patiscono predainsulto o altro disonoreo sontravagliati l'amici loroo pure son chiamati
d'alcune città tiranneggiate come liberatoriessi si mettono a consiglioeprima s'inginocchiano a Dio e pregano che li
faccia ben consigliarsipoi s'esamina il merito del negozioe così sibandisce la guerra. Mandano un sacerdote detto il
Forense: costui dimanda a' nemici che rendano il tolto o lascino la tirannia;e se quelli neganoli bandiscono la guerra.
chiamando Dio delle vendette a testimonio contra di chi ha il torto; e siquelli prolungano il negozionon li danno
temposi è repiù d'un orasi è republicatre ore a deliberar larispostaper non esser burlati; e così si piglia la guerra
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se quelli son contumaci alla ragione. Ma dopo ch'è pigliataogni cosaesequisce il locotenente del Potestà; ed esso
comanda senza consiglio d'altri; ma si è cosa di momentodomanda il Amor e'l Sapienza e 'l Sole. Si propone in
Consiglio grandedove entra tutto il popolo di venti anni in sue le donneancorae si dichiara la giustizia dell'impresa
dal Predicatoree mettono in ordine ogni cosa.
Devesi sapere ch'essi hanno tutte le sorti d'arme apparecchiate nell'armarie spesso si provano quelle in guerre finte.
Han per tutti li gironinell'esteriore murol'artellerie e l'artiglieripreparati e molti altri cannoni di campagna che portano
in guerrae n'han pur di legnononché di metallo; e così sopra le carrali conduconol'altre munizioni nelle mulee
bagaglie. E se sono in campo apertoserrano le bagaglie in mezzo e l'artelleriee combattono gran pezzoe poi fan
ritirata. E 'l nemicocredendo che cedanos'inganna; perché essi fannoalapigliano fiato e lasciano l'artiglierie sparare
e poi tornano alla zuffa contra nemici scompigliati. Usano far i padiglionialla romana con steccati e fosse intorno con
gran prestezza. Ci son li mastri di bagaglied'artellerie e dell'opere.Tutti soldati san maneggiar la zappa e la secure. Vi
son cinqueotto o diece capitani di consiglio di guerra e di stratagemmeche comandano alle squadre loro secondo
prima insieme si consigliarono. Soleno portar seco una squadra di fanciulli acavallo per imparar la guerraed incarnarsi
come lupicini al sangue; e nei pericoli si ritiranoe molte donne efanciulli fanno carezze alli guerrierili medicano
servanoabbracciano e confortano; e quelliper mostrarsi valenti alle donnee figli lorofanno gran prove. Nell'assalti
chi prima saglie il muro ha dopo in onore una corona di gramigna con applausomilitare delle donne e fanciulli. Chi
aiuta il compagno ha la corona civica di quercia; chi uccide il tirannolespoglie opimeche porta al tempioe si dona al
Sole il cognome dell'impresa.
Usano i cavalieri una lanciadue pistole avanti cavallodi mirabil temprastrette in boccache per questo passano ogni
armaturaed hanno anco lo scocco. Altri portano la mazzae questi son gliuomini d'armeperchénon potendo
un'armatura ferrea penetrare con spada o con pistolasempre assaltano ilnemico con la mazzacome Achille contra
Cignoe lo sconquassano e gittano. Ha due catene la mazza in puntaa cuipendeno due pallechemenandocircondano
il collo del nemicolo cingenotirano e gettano; eper poterla maneggiarenon tengono briglia con manoma con li
piediincrocchiata nella sellaed avvinchiata nell'estremo alle staffenonalli piediper non impedirsi; e le staffe han di
fuori la sfera e dentro il triangoloonde il piè torcendo ne' latile fangirareché stan affibbiate alli staffilie così tirano a
sé o allungano il freno con mirabil prestezzae con la destra torceno asinistra ed ~a contrario~. Questo secreto manco i
Tartari hanno intesoché stirare e torcere non usano con le staffe. Licavalli leggeri cominciano con li schioppie poi
entrano l'aste e le fromboledelle quali tengono gran conto. E usanocombattere per fila intessuteandando altried altri
ritirandosi a vicenda; e le spade sono l'ultima prova.
Ci son poi li trionfi militari ad uso di Romanie più bellie lesupplicazioni ringraziatorie. E si presenta al tempio il
capitanoe si narrano li gesti dal poeta o istorico ch'andò con lui. E 'lPrincipe lo coronaed a tutti soldati fa qualche
regalo ed onoree per molti dì sono esenti dalle fatiche publiche. Ma essil'hanno a maleperché non sanno stare oziosi
ed aiutano gli altri. E all'incontro quei che per loro colpa han perdutosiricevono con vituperioe chi fu il primo a
fuggire non può scampar la mortese non quando tutto l'esercito domanda ingrazia la sua vitaed ognuno piglia parte
della pena. Ma poco s'ammette tal indulgenzasi non quando ci è granragione. Chi non aiutò l'amico o fe' atto vileè
frustato; chi fu disobedientesi mette a morire dentro a un palco di bestiecon un bastone in manoe se vince i leoni e
l'orsiche è quasi impossibiletorna in grazia.
Le città superate o date a loro subito mettono ogni avere in communeericeveno gli offiziali solari e la guardiae si van
sempre acconciando all'uso della Città del Solemaestra loro; e mandano lifigli ad imparare in quellasenza contribuire
a spese.
Saria lungo a dirti del mastro delle spie e sentinelledegli ordini lorodentro e fuore la cittàche te li puoi pensareché
son eletti da bambini secondo l'inclinazione e costellazione vista nellagenitura loro. Onde ognunooprando secondo la
proprietà sua naturalefa bene quell'esercizio e con piacere per esserlinaturale; così dico delle stratagemme ed altri. La
città di notte e di giorno ha le guardie nelle quattro porte e nelle muraestremesu li torrioni e valguardi: e lo girone il dì
le feminela notte li maschi guardano; e questo lo fanno per nonimpoltronire e per li casi fortuiti. Han le vegliecome i
nostri soldatidivise di tre in tre ore; la sera entrano in guardia.
Usano le cacce per imagini di guerrae li giochi in piazza a cavallo e apiede ogni festae poi segue la musica.
Perdonano volentieri a' nemici e dopo la vittoria li fanno bene. Se gettanomura o vogliono occider i capi o altro danno
a' vintitutto fanno in un giornoe poi li fanno benee dicono che non sideve far guerra se non per far gli uomini buoni
non per estinguerli. Se tra loro ci è qualche gara d'ingiuria o d'altroperché essi non contendono se non di onoreil
Principe ed i suoi offiziali puniscono il reo secretamentes'incorse adingiuria di fatto dopo le prime ire; se di parole
aspettano in guerra a diffinirledicendo che l'ira si deve sfogare contra l'inimici.E chi fa poi in guerra più atti eroici
quello è tenuto c'abbia raggione nell'onoranzae l'altro cede. Ma nellecose del giusto ci son le pene; però in duello di
mano non ponno veniree chi vuol mostrarsi megliorefaccilo in guerrapublica.
Osp. Bella cosa per non fomentar fazioni a roina della patria e schifar leguerre civilionde nasce il tirannocome fu in
Roma e Atene. Narra orti pregodell'artifici loro.
Gen. Devi avere inteso come commune a tutti è l'arte militarel'agricolturala pastorale; ch'ognuno è obbligato a saperle
e queste son le più nobili tra loro; ma chi più arti sapiù nobile èenell'esercitarla quello è postoche è più atto. L'arti
Tommaso Campanella La Città del Sole
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fatigoseed utili son di più laudecome il ferraroil fabricatore; e nonsi schifa nullo a pigliarletanto più che nella
natività loro si vede l'inclinazionee tra loroper lo compartimento dellefatichenullo viene a participar fatica
destruttiva dell'individuoma solo conservativa. L'arti che sono di mancofatica son delle femine. Le speculative son di
tuttie chi più è eccellente si fa lettore; e questo è più onorato chenelle meccanichee si fa sacerdote. Saper natare è a
tutti necessarioe ci sono a posta le piscine fuor delle fosse della cittàe dentro vi son le fontane.
La mercatura a loro poco servema però conoscono il valor delle moneteebattono moneta per l'ambasciatori loro
acciocché possano commutare con le pecunia il vitto che non ponno portareefanno venire d'ogni parte del mondo
mercanti a loro per smaltir le cose soverchiee non vogliono danarise nonmerci di quelle cose che essi non hanno. E si
ridono quando vedeno i fanciulliche quelli donano tanta robba per pocoargentoma non li vecchi. Non vogliono che
schiavi o forastieri infettino la città di mali costumi; però vendonoquelli che pigliano in guerrao li mettono a cavar
fosse o far esercizi faticosi fuor della cittàdove sempre vanno quattrosquadre di soldati a guardare il territorio e quelli
che lavoranouscendo dalle quattro portele quali hanno le strade dimattoni fin al mare per condotta delle robbe e
facilità delli forastieri. Alli quali fanno gran carezzeli donano damangiare per tre giornili lavano li piedili fan veder
la città e l'ordine loroentrare a Consiglio ed a mensa. E ci son uominideputati a guardarlie se voglion farsi cittadinili
provano un mese nelle ville ed uno nella cittàe così poi risolvenoe liricevono con certe cerimonie e giuramenti.
L'agricoltura è in gran stima: non ci è palmo di terra che non frutti.Osservano li venti e le stelle propizieed escono tutti
in campo armati ad arareseminarezapparemetereraccoglierevindemmiarecon musichetrombe e stendardi; ed
ogni cosa fanno tra pochissime ore. Hanno le carra a velache caminano conil ventoe quando non ci è ventouna
bestia tira un gran carrobella cosaed han li guardiani del territorioarmatiche per li campi sempre van girando. Poco
usano letame all'orti ed a' campidicendo che li semi diventano putridi efan vita brevecome le donne imbellettate e non
belle per esercizio fanno prole fiacca. Onde né pur la terra imbellettanoma ben l'esercitanoed hanno gran secreti di far
nascer presto e multiplicaree non perder seme. E tengon un libro a posta dital esercizioche si chiama la ~Georgica~.
Una parte del territorioquanto bastasi ara; l'altra serve per pascolodelle bestie. Or questa nobil arte di far cavalli
bovipecorecani ed ogni sorte d'animali domestici è in sommo pregioappresso lorocome fu in tempo antico
d'Abramo; e con modi magici li fanno venire al coitoche possan bengenerareinanzi a cavalli pinti o bovi o pecore; e
non lasciano andar in campagna li stalloni con le giumentema li donano atempo opportuno inanzi alle stalle di
campagna. Osservano Sagittario in ascendentecon buono aspetto di Marte eGiove: per li boviTauroper le pecore
Arietesecondo l'arte. Hanno poi mandre di galline sotto le Pleiadi e paparee anatreguidate a pascere dalle donne con
gusto loro presso alla città e li luochidove la sera son serrate a far ilcascio e latticinibutiri e simili. Molto attendono a'
caponi ed a' castrati ed al fruttoe ci è un libro di quest'arte detto la~Bucolica~. Ed abbondano d'ogni cosaperché
ognuno desidera esser primo alla fatica per la docilità delli costumi e peresser poca e fruttuosa; ed ognun di loroche è
capo di questo esercizios'appella Redicendo che questo è nome loroproprioe di chi non sa. Gran cosache le donne
ed uomini sempre vanno in squadroniné mai solie sempre all'obedienza delcapo si trovano senza nullo disgusto; e ciò
perché l'hanno come padre o frate maggiore.
Han poi le montagne e le cacce d'animalie spesso s'esercitano.
La marineria è di molta reputazionee tengono alcuni vascelliche senzavento e senza remi caminanoed altri con
vento e remi. Intendono assai le stellee flussi e reflussi del mareenavigano per conoscer genti e paesi. A nullo fan
torto; senza esser stimolati non combattono. Dicono che il mondo averà dariducersi a vivere come essi fannoperò
cercano sempre sapere se altri vivono meglio di loro. Hanno confederazionecon gli Chinesie con più popoli isolani e
del continentedi Siam di Cancacina e di Calicutsolo per spiare.
Hanno anche gran secreti di fuochi artifiziali per le guerre marine eterrestrie stratagemmeche mai non restan di
vincere.
Osp. Che e come mangiano? e quanto è lunga la vita loro?
Gen. Essi dicono che prima bisogna mirar la vita del tutto e poi delle parti;onde quando edificaro la cittàposero i segni
fissi nelli quattro angoli del mondo. Il Sole in ascendente in Leonee Giovein Leone orientale dal Solee Mercurio e
Venere in Cancroma viciniche facean satellizio; Marte nella nona inArieteche mirava di sua casa con felice aspetto
l'ascendente e l'afeta. e la Luna in Tauroche mirava di buono aspettoMercurio e Veneree non facea aspetto quadrato
al Sole. Stava Saturno entrando nella quartasenza far malo aspetto a Marteed al Sole. La Fortuna con il capo di
Medusa in decima quasi eraonde essi s'augurano signoriafermezza egrandezza. E Mercuriosendo in buono aspetto
di Vergine e nella triplicità dell'asside suoilluminato dalla Lunanonpuò esser tristo; masendo giovialela scienza
loro non mendica; poco curando d'aspettarlo in Vergine e la congiunzione.
Or essi mangiano carnebutirimelecasciodattilierbe diversee primanon volean uccidere gli animaliparendo
crudeltà; ma poi vedendo che era crudeltà ammazzar l'erbeche han sensoonde bisognava morireconsideraro che le
cose ignobili son fatte per le nobilie magnano ogni cosa. Non peròuccidono volentieri l'animali fruttuosicome bovi e
cavalli. Hanno però distinto li cibi utili dalli disutilie secondo lamedicina si serveno; una fiata mangiano carneuna
pesce ed una erbee poi tornano alla carne per circoloper non gravare néestenuare la natura. Li vecchi han cibi più
digestibilie mangiano tre volte il giorno e pocoli fanciulli quattrolacommunità due. Vivono almeno cento annial
più centosettantao duecento al rarissimo. E son molto temperati nel bevere:vino non si dona a' fanciulli sino alli
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diciannove anni senza necessità grandissimae bevono con acqua poie cosìle donne; li vecchi di cinquanta anni in su
beveno senz'acqua. Mangianosecondo la stagione dell'annoquel che è piùutile e propriosecondo provisto viene dal
capo medicoche ha cura. Usano assai l'odori: la mattinaquando si levanosi pettinano e lavano con acqua fresca tutti;
poi masticano maiorana e petroselino o mentae se la frecano nelle manieli vecchi usano incenso; e fanno l'orazione
brevissima a levante come il ~Pater Noster~; ed escono e vanno chi a servirei vecchichi in corochi ad apparecchiare
le cose del commune; e poi escono all'eserciziopoi riposano pocosedendoe vanno a magnare.
Tra loro non ci è podagrené chiragrené catarriné sciatichenédoglie colichené flatiperché questi nascono dalla
distillazione ed inflazioneed essi per l'esercizio purgano ogni flato edumore. Onde è tenuto a vergogna che uno si
vegga sputaredicendo che questo nasce da poco esercizioda poltroneria oda mangiar ingordo. Patiscono più tosto
d'infiammazioni e spasmi secchi alli quali con la copia del buon cibo e bagnisovvengono; ed all'etica con bagni dolci e
latticinie star in campagne amene in bello esercizio. Morbo venereo nonpuò allignareperché si lavano spesso li corpi
con vino ed ogli aromatici; e il sudore anche leva quell'infetto vaporecheputrefà il sangue e le midolle. Né tisici si
fannoper non essere distillazione che cali al pettoe molto meno asmapoiché umor grosso ci vuole a farla. Curano le
febri ardenti con acqua frescae l'efimere solo con odori e brodi grassi ocon dormire o con suoni ed allegrie; le terzane
con levar sangue e con reubarbaro o simili attrattivie con bevere acque diradici d'erbe purganti ed acetose. Di rado
vengono a medicina purgante. Le quartane son facili a sanare per pauresùbiteper erbe simili all'umore od opposite; e
mi mostraro certi secreti mirabili di quelle. Delle continue tengono contoassaie fanno osservanza di stelle e d'erbee
preghiere a Dio per sanarle. Quintaneottanesettane poche si trovanodovenon ci sono umori grossi. Usano li bagni e
l'olei all'usanza anticae ci trovaro molti più secreti per star nettosanogagliardo. Si sforzano con questi ed altri modi
aiutarsi contra il morbo sacro che ne pateno spesso.
Osp. Segno d'ingegno grandeonde ErcoleSocrateMacomettoScoto eCallimaco ne patiro.
Gen. E s'aiutano con preghiere al cielo e con odori e confortanti della testae cose acide ed allegrezze e brodi grassi
sparsi di fiori di farina. Nel condir le vivande non han pari: pongono macismelebutiro e con aromati assaiche ti
confortano gradevolmente. Non beveno annevatocome i Napolitanineanchecaldocome li Chinesiperché non han
bisogno d'aiutarsi contra l'umori grossi in favor del natio calorema loconfortano con aglio pesto ed acetoserpillo
mentabasilicol'estate e nella stanchezza; né contra il soverchio calordell'aromati aumentatoperché non escono di
regola. Hanno pur un secreto di rinovar la vita ogni sette annisenzaafflizionecon bell'arte.
Osp. Non hai ancora detto delle scienze e degli offiziali.
Gen. Sìma poiché sei tanto curiosoti dirò più. Ogni nove luna ed ogniopposizione sua fanno Consiglio dopo il
sacrifizio; e qui entrano tutti di venti anni in susoe si dimanda ad ognunoche cosa manca alla cittàe chi offiziale è
buono e chi è tristo. Dopo ogn'otto dìsi congregano tutti gli offizialiche con il SolePonSirMor; ed ognun di questi
ha tre offiziali sotto di séche son tredicied ognun di questi tre altriche son tutti quaranta; e quelli han l'offizi dell'arti
convenienti a loroil Potestà della miliziail Sapienza delle scienzeilAmore del vittogenerazione e vestito ed
educazione; e li mastri d'ogni squadracioè caporionidecurionicenturioni sì delle donne come degli uomini. E si
ragiona di quel che bisogna al publicoe si eleggon gli offizialiprianominati in Consiglio grande. Dopo ogni dì fa
consiglio Sole e li tre Principi delle cose occorrentie confirmano econciano quel che si è trattato nell'elezione e gli altri
bisogni. Non usano sortise non quando son dubbi in modo che non sanno aqual parte pendere. Questi offiziali si
mutano secondo la volontà del popolo inchinama li quattro primi nose nonquando essi stessiper consiglio fatto tra
lorocedono a chi veggono saper più di loroed aver più purgato ingegno;e son tanto docili e buoniche volentieri
cedeno a chi più sa ed imparano da quelli; ma questo è di rado assai.
Li capi principali delle scienze son soggetti al Sapienzaaltri che ilMetafisico che è esso Soleche a tutte le scienze
comandacome architettoed ha vergogna ignorare cosa alcuna al mondo umano.Sotto a lui sta il Grammaticoil
Logicoil Fisicoil Medicoil Politicol'Economicoil Moralel'Astronomol'Astrologoil Geometrail Cosmografoil
Musicoil Prospettivol'Aritmeticoil Poetal'Oratoreil PittoreilScultore. Sotto Amoresta il Genitariol'Educatore
il Vestiariol'Agricolal'Armentarioil Pastoreil Cicurarioil GranCoquinario. Sotto Podestà il Stratagemmarioil
Ferrariol'Armariol'Argentarioil Monetariol'IngegneroMastro spiaMastro cavallerizzoil Gladiatorel'Artegliero
il Frombolarioil Giustiziero. E tutti questi han li particolari arteficisoggetti.
Or qui hai da sapere che ognun è giudicato da quello dell'arte sua; talchéogni capo dell'arte è giudicee punisce d'esilio
di frustadi vituperiodi non mangiar in mensa communedi non andar inchiesanon parlar alle donne. Ma quando
occorre caso ingiuriosol'omicidio si punisce con morteed occhio perocchionaso per naso si paga la pena della
parigliaquando è caso pensato. Quando è rissa subitaneasi mitiga lasentenzama non dal giudiceperché condanna
subito secondo la leggema dalli tre Principi. E s'appella pure alMetafisico per grazianon per giustiziae quello può
far la grazia. Non tengono carcerise non per qualche ribello nemico untorrione. Non si scrive processoma in presenza
del giudice e del Potestà si dice il pro e il contra; e subito si condannadal giudice; e poi dal Potestàse s'appellail
sequente dì si condanna; e poi dal Sole il terzo dì si condannaos'aggrazia dopo molti dì con consenso del popolo. E
nessuno può morirese tutto il popolo a man comune non l'uccide; ché boianon hannoma tutti lo lapidano o brugiano
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facendo che esso s'elegga la polvere per morir subito. E tutti piangono epregano Dioche plachi l'ira suadolendosi che
sian venuti a resecare un membro infetto dal corpo della republica; e fannodi modo che esso stesso accetti la sentenzae
disputano con lui fin tanto che essoconvintodica che la merita; ma quandoè cosa contra la libertà o contra Dioo
contra gli offiziali maggiorisenza misericordia si esequisce. Questi solisi puniscono con morte; e quel che more ha da
dire tutte le cause perché non deve moriree li peccati degli altri e dell'offizialidicendo quelli meritano peggio; e se
vincelo mandano in esilio e purgano la città con preghiere e sacrifizi edammende; ma non però travagliano li nominati.
Li falli di fragilità e d'ignoranza si puniscono solo con vituperie confarlo imparare a contenersie quell'arte in cui
peccòo altrae si trattano in modoche paiono l'un membro dell'altro.
Qui è da sapereche se un peccatoresenza aspettare accusava da sé all'offizialiaccusandosi e dimandando ammenda
lo liberano dalla pena dell'occulto peccato e la commutano mentre non fuaccusato.
Si guardano assai dalla calunnia per non patir la medesima pena. E perchésempre stanno accompagnati quasici vuole
cinque testimoni a convincerese non si libera col giuramento il reo. Ma sedue altre volte è accusato da dui o tre
testimonial doppio paga le pena.
Le leggi son pochissimetutte scritte in una tavola di rame alla porta deltempiocioè nelle colonnenelle quali ci son
scritte tutte le quiddità delle cose in breve: che cosa è Dioche cosa èangeloche cosa è mondostellauomoecc.con
gran salee d'ogni virtù la diffinizione. E li giudici d'ogni virtù hannola sedia in quel locoquando giudicanoe dicono:
"Eccotu peccasti contra questa diffinizione: leggi"; e così poilo condanna o d'ingratitudine o di pigrizia o d'ignoranza;
e le condanne son certe vere medicinepiù che penee di soavità grande.
Osp. Or dire ti bisogna delli sacerdoti e sacrifizi e credenza loro.
Gen. Sommo sacerdote è il Sole; e tutti gli offiziali son sacerdotiparlando delli capied offizio loro è purgar le
conscienze. Talché tutti si confessano a quellied essi imparano che sortidi peccati regnano. E si confessano alli tre
maggiori tanto li peccati propriquanto gli strani in generesenza nominaregli peccatorie li tre poi si confessano al
Sole. Il quale conosce che sorti di errori corrono e sovviene alli bisognidella città e fa a Dio sacrifizio ed orazionia cui
esso confessa li peccati suoi e di tutto il popolo publicamente in sul'altareogni volta che sia necessario per amendarli
senza nominar alcuno. E così assolve il popoloammonendo che si guardi inquelli errorie confessa i suoi in publico e
poi fa sacrifizio a Dioche voglia assolvere tutta la città ed ammaestrarlae difenderla. Il sacrifizio è questoche
dimanda al popolo chi si vol sacrificare per gli suoi membrie così un diquelli più buoni si sacrifica. E 'l sacerdote lo
pone sopra una tavolache è tenuta da quattro funiche stanno a quattrogirelle della cupolaefatta l'orazione a Dio che
riceva quel sacrifizio nobile e voluntario umano (non di bestie involuntariecome fanno i Gentili)fa tirar le funi; e
questo saglie in alto alla cupoletta e qui si mette in orazione; e li si dàda magnare parcamentesino a tanto che la città è
espiata. Ed esso con orazioni e digiuni prega Dioche riceva il prontosacrifizio suo; e cosìdopo venti o trenta giorni
placata l'ira di Diotorna a basso per le parti di fuore o si fa sacerdote;e questo è sempre onorato e ben volutoperché
esso si dà per mortoma Dio non vuol che mora.
Di più vi stanno vintiquattro sacerdoti sopra il tempioli quali amezzanottea mezzodìla mattina e la sera cantano
alcuni salmi a Dio; e l'offizio loro è di guardar le stelle e notare conastrolabi tutti li movimenti loro e gli effetti che
produconoonde sanno in che paese che mutazione è stata e ha da essere. Equesti dicono l'ora della generazione e li
giorni del seminare e raccoglieree serveno come mezzani tra Dio e gliuomini; e di essi per lo più si fanno li Soli e
scriveno gran cose ed investigano scienze. Non vengono a bassose non permangiare; con donne non si impaccianose
non qualche volta per medicina del corpo. Va ogni dì Sole in alto e parlacon loro di quel che hanno investigato sopra il
benefizio della città e di tutte le nazioni del mondo. In tempio a bassosempre ha da esser uno che faccia orazione a Dio
ed ogni ora si mutacome noi facciamo le quarant'oree questo si dicecontinuo sacrifizio.
Dopo mangiare si rendon grazie a Dio con musicae poi si cantano gesti dieroi cristianiebreigentilidi tutte nazioni
per spasso e per godere. Si cantano inni d'amore e di sapienza e virtù. Sipiglia ognuno quella che più amae fanno
alcuni balli sotto li chiostribellissimi. Le donne portano li capellilunghiinghirlandati ed uniti in un groppo in mezzo la
testa con una treccia. Gli uomini solo un cerroun velo e berrettino. Usanocappelli in campagnain casa berrette
bianche o rosse o variesecondo l'offizio ed arte che fannoe gli officialipiù grandi e pompose.
Tutte le cose loro son quattro principalicioè quando entra il sole inArietein Cancroin Librail Capricorno; e fanno
gran rappresentazioni belle e dotte; ed in ogni congiunzione ed opposizionedi luna fanno certe feste. E nelli giorni che
fondaro la città e quando ebbero vittoriafanno il medesimo con musica divoci feminine e con trombe e tamburi ed
artiglierie; e li poeti cantano le laudi delli più virtuosi. Ma chi dicebugia in laude è punito; non si può dir poeta chi finge
menzogna tra loro; e questa licenza dicono che è ruina del mondoche toglieil premio alle virtù e lo dona altrui per
paura o adulazione.
Non si fa statua a nullose non dopo che more; mavivendosi scrive nellibro delli eroi chi ha trovato arti nove o
secreti d'importanzao fatto gran benefizio in guerra o pace al publico.
Non si atterrano li corpi mortima si bruggiano per levar la peste e perconvertirsi in fuococosa tanto nobile e vivache
vien dal sole ed a lui tornae per non restar sospetto d'idolatria. Restanopitture solo o statue di grand'uominie quelle
che mirano le donne formoseche s'applicano all'uso della razza.
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L'orazioni si fan alli quattro angoli del mondo orizzontalie la mattinaprima a levantepoi a ponentepoi ad austropoi
a settentrione; la sera al riversoprima a ponentepoi a levantepoi asettentrionepoi ad austro. E replicano solo un
versoche dimanda corpo sano e mente sana al loro ed a tutte le genteebeatitudinee conclude: "come par meglio a
Dio." Ma l'orazione attentamente e lunga si fa in cielo; però l'altareè tondo e in croce spartitoper dove entra Sole dopo
le quattro repetizionie prega mirando in suso. Questo lo fan per granmisterio. Le vesti pontificali son stupende di
bellezza e di significato a guisa di quelle d'Aron.
Distinguono li tempi secondo l'anno tropiconon sidereoma sempre notanoquanto anticipa questo di tempo. Credono
che il sole cali a bassoe però facendo più stretti circoli arriva allitropici ed equinozi che l'anno passato; o vero pare
arrivareché l'occhiovedendolo più basso in obliquolo vede primagiungere ed obliquare. Misurano li mesi con la luna
e l'anno con il sole; e però non accordano questa con quello fino allidiciannove anniquando pur il capo del Drago
finisce il suo corso; del che han fatto nova astronomia. Laudano Tolomeo edammirano Copernicobenché Aristarco e
Filolao prima di lui; ma dicono che l'uno fa il conto con le pietrel'altrocon le favema nullo con le stesse cose contate
e pagano il mondo con li scudi di contonon d'oro. Però essi cercano assaisottilmente questo negozioperché importa a
saper la fabbrica del mondoe se perirà e quandoe la sostanza dellestelle e chi ci sta dentro a loro. E credono esser
vero quel che disse Cristo delli segni delle stellesole e lunali qualialli stolti non pareno verima li veniràcome ladro
di notteil fin delle cose. Onde aspettano la renovazione del secoloeforsi il fine. Dicono che è gran dubbio sapere se 'l
mondo fu fatto di nulla o delle rovine d'altri mondi o del caos; ma parverosimile che sia fattoanzi certo. Son nemici
d'Aristotilel'appellano pedante.
Onorano il sole e le stelle come cose viventi e statue di Dio e tempicelesti; ma non l'adoranoe più onorano il sole.
Nulla creatura adorano di latriaaltro che Dioe però a lui serveno solosotto l'insegna del solech'è insegna e volto di
Dioda cui viene la luce e 'l calore ed ogni altra cosa. Però l'altare ècome un sole fattoe li sacerdoti pregano Dio nel
sole e nelle stellecom'in altarie nel cielocome tempio; e chiamano gliangeli buoni per intercessoriche stanno nelle
stellevive case loroe che le bellezze sue Dio più le mostrò in cielo enel solecome suo trofeo e statua.
Negano gli eccentrici ed epicicli di Tolomeo e di Copernico; affermano chesia un solo cieloe che li pianeti da sé si
movano ed alzinoquando al sole si congiungeno per la luce maggiore chericeveno; e abbassino nelle quadrature e
nell'opposizioni per avvicinarsi a lui. E la luna in congiunzione edopposizione s'alza per stare sotto il sole e ricever la
luce in questi siti assai che la sublima. E per questo le stellebenchévadano sempre di levante in ponentenell'alzare
paion gir a dietro; e così si veggonoperché il stellato cielo correvelocemente in ventiquattr'oreed esse ogni dì
camminando menorestano più a dietro; talchésendo passate dal cielopaion tornare. E quando son nell'opposito del
solepiglian breve circolo per la bassezzaché si inchinano a pigliar luceda luie però caminano inante assai; e quando
vanno a par delle stelle fissesi dicon stazionari; quando più velociretrogradisecondo li volgari astrologi; e quando
menodiretti. Ma la lunatardissima e in congiunzione ed opposizionenonpar tornarema solo avanzare inanti poco
perché il primo cielo non è tanto più di lei veloce allora c'ha lume assaio di sopra o di sottoonde non par retrograda
ma solo tarda indietro e veloce inanti. E così si vede che né epiciclinéeccentrici ci voleno a farli alzare e retrocedere.
Vero è ch'in alcune parti del mondo han consenso con le cose sopracelestiesi fermanoe però diconsi alzar in
eccentrico.
Del sole poi rendono la causa fisicache nel settentrione s'alza percontrastar la terradove essa prese forzamentre esso
scorse nel meriggequando fu il principio del mondo. Talché in settembrebisogna dire che sia stato fatto il mondo
come gli Ebrei e Caldei antiquinon li moderniescogitaro: e cosìalzandoper rifar il suosta più giorni in settentrione
che in austroe par salire in eccentrico.
Tengono dui princìpi fisici: il sole padre e la terra madre; e l'aere esserecielo impuroe 'l fuoco venir dal solee 'l mar
essere sudore della terra liquefatta dal sole e unir l'aere con la terracome il sangue lo spirito col corpo umano; e 'l
mondo essere animal grandee noi star intra luicome i vermi nel nostrocorpo; e però noi appartenemo alla providenza
di Dioe non del mondo e delle stelleperché rispetto a loro siamocasuali; ma rispetto a Diodi cui essi son stromenti
siamo antevisti e provisti; però a Dio solo avemo l'obligo di signoredipadre e di tutto.
Tengono per cosa certa l'immortalità dell'animae che s'accompagnimorendocon spiriti buoni o reisecondo il merito.
Ma li luoghi delle pene e premi non l'han tanto per certi; ma assairagionevole pare che sia il cielo e i luochi sotterranei.
Stanno anche molto curiosi di sapere se queste sono eterne o no. Di più soncerti che vi siano angeli buoni e tristicome
avviene tra gli uominima quel che sarà di loro aspettano avviso dal cielo.Stanno in dubbio se ci siano altri mondi fuori
di questoma stimano pazzia dir che non ci sia nienteperché il niente nédentro né fuori del mondo èe Dioinfinito
entenon comporta il niente seco.
Fanno metafisici princìpi delle cose l'entech'è Dioe 'l nientech'èil mancamento dell'esserecome condizione senza
cui nulla si fa: perché non se faria si fossedunque non era quel che sifa. Dal correre al niente nasce il male e 'l peccato;
però il peccatore si dice annichilarsi e il peccato ha causa deficientenonefficiente. La deficienza è il medesimo che
mancanzacioè o di potere o di sapere o di voleree in questo ultimometteno il peccato. Perché chi può e sa ben fare
deve volereperché la volontà nasce da loroma non ~e contra~. Qui tistupisci ch'adorano Dio in Trinitatedicendo ch'è
somma Possanzada cui procede somma Sapienzae d'essi entrambisommoAmore. Ma non conosceno le persone
distinte e nominate al modo nostroperché non ebbero revelazionema sannoch'in Dio ci è processione e relazione di sé
a sé; e così tutte cose compongono di possanzasapienza ed amoreinquanto han l'essere; d'impotenzainsipienza e
disamorein quanto pendeno dal non essere. E per quelle meritanoper questepeccanoo di peccato di natura nelli
Tommaso Campanella La Città del Sole
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primio d'arte in tutti tre. E così la natura particolare pecca nel farmostri per impotenza o ignoranza. Ma tutte queste
cose son intese da Dio potentissimosapientissimo ed ottimoonde in luinullo ente pecca e fuor di lui sì; ma non si va
fuor di luise non per noinon per luiperché in noi la deficienza èinlui l'efficienza. Onde il peccare è atto di Dioin
quanto ha essere ed efficienza; ma in quanto ha non essere e deficienzanelche consiste la quidità d'esso peccare è in
noich'al non essere e disordine decliniamo.
Osp. Ohcome sono arguti!
Gen. S'io avesse tenuto a mentee non avesse pressa e pauraio tisfondacaria gran cose; ma perdo la navese non mi
parto.
Osp. Per tua fédimmi questo solo: che dicono del peccato d'Adamo?
Gen. Essi confessano che nel mondo ci sia gran corruttelae che gli uominisi reggono follemente e non con ragione; e
che i buoni pateno e i tristi reggono; benché chiamano infelicità quellaloroperché è annichilirsi il mostrarsi quel che
non seicioè d'esser red'essere buonod'esser savioe non esser inverità. Dal che argomentano che ci sia stato gran
scompiglio nelle cose umanee stavano per dire con Platoneche li cieliprima giravano dall'occasolà dove mo è il
levantee poi variano. Dissero anco che può essere che governi qualcheinferior Virtùe la prima lo permettama questo
pur stimano pazzia. Più pazzia è dire che prima resse Saturno benee poiGiovee poi gli altri pianeti; ma confessano
che l'età del mondo succedono secondo l'ordine di pianetie credeno che lamutanza degli assidi ogni mille anni o mille
seicento variano il mondo. E questa nostra età par che sia di Mercuriosibene le congiunzioni magne l'intravarianoe
l'anomalie han gran forza fatale.
Finalmente dicono ch'è felice il cristianoche si contenta di credere chesia avvenuto per il peccato d'Adamo tanto
scompiglioe credono che dai padri a' figli corre il male più della penache della colpa. Ma dai figli al padre torna la
colpaperché trascuraro la generazionela fecero fuor di tempo e luocoinpeccato e senza scelta di genitorie
trascuraro l'educazioneché mal l'indottrinaro. Però essi attendeno assaia questi due puntigenerazione ed educazione; e
dicono che la pena e la colpa redonda alla cittàtanto de' figliquantode' padri; però non si vedeno bene e par che il
mondo si regga a caso. Ma chi mira la costruzione del mondol'anatomiadell'uomo (come essi fan de' condannati a
morte; anatomizzandoli) e delle bestie e delle piantee gli usi delle partie particelle loroè forzato a confessare la
providenza di Dio ad alta voce. Però si deve l'uomo molto dedicare alla verareligioneed onorar l'autor suo; e questo
non può ben fare chi non investiga l'opere sue e non attende a benfilosofaree chi non osserva le sue leggi sante: "Quel
che non vuoi per te non far ad altrie quel che vuoi per te fa' tu ilmedesimo." Dal che ne segueche si dai figli e dalle
genti noi onor cercamoalli quali poco damoassai più dovemo noi a Diodacui tutto ricevemoin tutto siamo e per
tutto. Sia sempre lodato.
Osp. Se questiche seguon solo la legge della naturasono tanto vicini alcristianesimoche nulla cosa aggiunge alla
legge naturale si non i sacramentiio cavo argumento di questa relazione chela vera legge è la cristianae chetolti gli
abusisarà signora del mondo. E che però gli Spagnuoli trovaro il restodel mondobenché il primo trovatore fu il
Colombo vostro genoveseper unirlo tutto ad una legge; e questi filosofisaran testimoni della veritàeletti da Dio. E
vedo che noi non sappiamo quel che facemoma siamo instromenti di Dio.Quelli vanno per avarizia di danari cercando
nuovi paesima Dio intende più alto fine. Il sole cerca strugger la terranon far piante ed uomini; ma Dio si serve di loro
in questo. Sia laudato.
Gen. Ohse sapessi che cosa dicono per astrologia e per l'istessi profetinostri ed ebrei e d'altre genti di questo secolo
nostroc'ha più storia in cento anni che non ebbe il mondo in quattro mila;e più libri si fecero in questi cento che in
cinque mila: e dell'invenzioni stupende della calamita e stampe ed archibugigran segni dell'union del mondo; e come
stando nella triplicità quarta l'asside di Mercurio a tempo che lecongiunzioni magne si faceano in Cancrofece queste
cose inventare per la Luna e Marteche in quel segno valeno al navigar novonovi regni e nove armi. Ma entrando
l'asside di Saturno in Capricornoe di Mercurio in Sagittarioe di Marte inVerginee le congiunzioni magne tornando
alla triplicità prima dopo l'apparizion della stella nova in Cassiopeasarà grande monarchia novae di leggi riforma e
d'artie profeti e rinovazione. E dicono che a' cristiani questo apporteràgrand'utile; ma prima si svelle e mondapoi
s'edifica e pianta.
Abbi pazienzache ho da fare.
Questo sappic'han trovato l'arte del volareche sola manca al mondoedaspettano un occhiale di veder le stelle occulte
ed un oricchiale d'udir l'armonia delli moti di pianeti.
Osp. Oh! oh! oh! mi piace. Ma Cancro è segno feminile di Venere e di Lunaeche può far di bene?
Gen. Essi dicono che la femina apporta fecondità di cose in cieloe virtùmanco gagliarda rispetto a noi aver dominio.
Onde si vede che in questo secolo regnaro le donnecome l'Amazoni tra laNubbia e 'l Monopotapae tra gli Europei la
Tommaso Campanella La Città del Sole
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Rossa in Turchiala Bona in PoloniaMaria in OngheriaElisabetta inInghilterraCatarina in FranciaMargherita in
Fiandrala Bianca in ToscanaMaria in ScoziaCamilla in Roma ed Isabellain Spagnainventrice del mondo novo. E 'l
poeta di questo secolo incominciò dalle donne dicendo: "Le donneicavalierl'armi e l'amori." E tutti son maledici li
poeti d'ogge per Marte; e per Venere e per la Luna parlano di bardascismo eputtanesmo. E gli uomini si effemminano e
si chiamano "Vossignoria"; ed in Africadove regna Cancrooltrel'Amazonici sono in Fez e Marocco li bordelli degli
effeminati publicie mille sporchezze.
Non però restòper esser tropico segno Cancro ed esaltazion di Giove edapogìo del Sole e di Marte trigonosì come
per la Luna e Marte e Venere ha fatto la nova invenzion del mondo e lastupenda maniera di girar tutta la terra e
l'imperio donnescoe per Mercurio e Marte e Giove le stampe ed archibugidinon far anche de leggi gran mutamento.
Ché del mondo nono e in tutte le marine d'Africa e Asia australi è entratoil cristianesimo per Giove e Soleed in Africa
la legge del Seriffo per la Lunae per Marte in Persia quella d'Allerenovata dal Sofìcon mutarsi imperio in tutte quelle
parti ed in Tartaria. Ma in GermaniaFrancia ed Inghilterra entrò l'eresiaper esser esse a Marte ed alla Luna inchinate; e
Spagna per Giove ed Italia per il Solea cui sottostannoper Sagittario eLeonesegni lororestaro nella bellezza della
legge cristiana pura. E quante cose saran più di mo inanzie quanto imparaida questi savi circa la mutazion dell'assidi
de' pianeti e dell'eccentricità e solstizi ed equinozi ed obliquitatiepoli variati e confuse figure nello spazio immenso; e
del simbolo c'hanno le cose nostrali con quelle di fuori del mondo; e quantoseque di mutamento dopo la congiunzion
magna e l'eclissiche sequeno dopo la congiunzion magna in Ariete e Librasegni equinozialicon la renovazione
dell'anomaliefaran cose stupende in confirmar il decreto della congiunzionmagna e mutar tutto il mondo e rinovarlo!
Ma per tua fénon mi trattener piùc'ho da fare. Sai come sto di pressa.Un'altra volta.
Questo si sappiche essi tengon la libertà dell'arbitrio. E dicono chesein quaranta ore di tormento un uomo non si
lascia dire quel che si risolve taceremanco le stelleche inchinano conmodi lontaniponno sforzare. Ma perché nel
senso soavemente fan mutanzachi segue più il senso che la ragione èsoggetto a loro. Onde la costellazione che da
Lutero cadavero cavò vapori infettida' Gesuini nostri che furo al suotempo cavò odorose esalazioni di virtùe da
Fernando Cortese che promulgò il cristianesimo in Messico nel medesimotempo.
Ma di quanto è per sequire presto nel mondo io te 'l dirò un'altra fiata.
L'eresia è opera sensualecome dice S. Paoloe le stelle nelli sensualiinchinano a quellanelli razionali alla vera legge
santa della prima Raggionesempre laudanda. Amen.
Osp. Aspettaaspetta.
Gen. Non possonon posso.
FINE
NOTA
Tommaso Campanella (1568-1639). Frate domenicano e filosofo. Autore dinumerosi trattati teologicifilosofici e
politici. Contemporaneo di Giordano Bruno e Galileo Galileifu anch'egliperseguitato e incarcerato dall'Inquisizione.