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Tortura

di Luigi Capuana

Ed ecco di nuovo quel cieco terrore di cui le pareva d'essersi sbarazzata lassù, nella penombra e nel silenzio della chiesa, dietro la grata del confessionale. Sì, avrebbe taciuto... Sì, avrebbe mentito... Ma se suo marito tardava ancora?
Accelerando sempre più il passo di mano in mano che quel terrore riprendeva intero possesso di lei, era arrivata a piè della scala, ansante, con le ginocchia fiacche, peggio che se avesse fatto una gran corsa; e dovette reggersi al ferro della ringhiera per montar gli scalini, e poi fermarsi un momento dietro l'uscio per riaversi e ricomporsi prima di suonare il campanello. La bambina le era venuta incontro saltellante, agitando il telegramma del babbo. Teresa lo aveva mezzo strappato per aprirlo; e lettolo, si era lasciata cascare sulla seggiola, trattenendo a stento le lagrime, coprendo di baci la testina bionda che le domandava:

E' del babbo? Verrà domani?

Sì, sì, domani!...

La gioia della bambina le dilaniava il cuore. Domani!
Forte della sua innocenza, durante l'interminabile nottata ella si era ripetuta una dietro l'altra, per fissarsele meglio nel cuore, tutte le confortanti parole del vecchio sacerdote; e aveva invocato dal cielo il coraggio di risparmiare al marito l'immeritato strazio di quell'onta. Neppure la sua bambina doveva un giorno arrossire, quantunque a torto, della povera mamma! Dio certamente avrebbe impedito che quest'altra creatura, per la quale ella non avrebbe potuto mai avere viscere di madre lo sentiva, mai! mai! venisse viva alla luce.
Le ore scorrevano con tormentosa lentezza sul quadrante dell'orologio che ella osservava a intervalli; le pareva intanto che le sue preghiere, nella vasta calma della notte, dovevan più facilmente arrivare lassù. E già si sentiva ascoltata, già si sentiva consolata di nuovo.
Perché doveva repugnarle mentire? Non era per buon fine? Come facevano dunque quelle altre che mentivano a fronte alta, a cuor leggiero, tradendo? Infine... se non le fosse riuscito, se quegli per caso si fosse accorto... Ebbene, che poteva farci? Avrebbe parlato, avrebbe confessato... sì, sì! Era forse meglio... Soltanto le otto e mezzo? Altre otto ore di agonia!
Si voltava e si rivoltava nel letto, tastandosi spesso la fronte che le bruciava, tentando invano di distrarsi, di non pensare; e brancicava furiosamente le lenzuola quando l'immagine di quell'altro, scacciata via o tenuta lontana un pezzo, tornava ad assalirla come un invasamento, parlando dal profondo delle viscere di lei; irridendola quasi col mandarle a traverso lo spazio, dall'oceano che egli forse in quel momento traversava, le infami parole: Ti amavo! Da due anni! Non avrebbe taciuto mai?
Era rimasta a letto fino a tardi, incapace di fare lo sforzo di levarsi; quasi, restando immobile, potesse anche ritardare la corsa del treno con cui suo marito tornava; poi s'era alzata tutt'a un tratto, irrigidendosi contro ogni impressione capace di infiacchirle l'animo, improvvisamente risoluta di affrontare faccia a faccia il pericolo. Con la cipria rosea e colorandosi lievemente le labbra sbiadite, aveva scancellato dal volto qualunque traccia di pallore; e provava, come una attrice la parte da recitare, quel che avrebbe dovuto fare e quel che avrebbe dovuto dire all'arrivo di lui...
Sarebbe stato un attimo, ma le tardava che già non fosse passato!