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Il giornalino di Gian Burrasca

di Luigi Bertelli (Vamba)

Era tanto che mi struggevo di avere un giornalino mio, dove scriverci le mie memorie, come quello che hanno le mie sorelle Ada, Luisa e Virginia che tutte le sere prima d'andare a letto, coi capelli sulle spalle e mezzo spogliate, stanno a scrivere delle ore intere.
Non so davvero dove trovino tante cose da scrivere quelle ragazze! Io invece non so più che cosa dire, e allora come farò a riempire tutte le tue pagine bianche, mio caro giornalino? Mi aiuterò con la mia facilità di disegnare e farò qui in fondo alla pagina il mio ritratto come sono ora all'età di nove anni finiti. Però in un giornalino bello come questo bisognerebbe metterci dei pensieri, delle riflessioni...
Mi viene un'idea! Se ricopiassi qui un po' del giornalino di Ada che giusto è fuori insieme alla mamma a far delle visite?
Ecco qui, sono andato su in camera di Ada, ho aperto la cassetta della sua scrivania, le ho preso il suo giornale di memorie e ora posso copiare in pace.
"Oh, se quel vecchiaccio del Capitani non tornasse più! Ed invece, è venuto anche stasera. E' impossibile! Non mi piace! Non mi piace, e non mi piacerà mai, mai, mai... La mamma ha detto che è molto ricco; e che se mi chiedesse in moglie, dovrei sposarlo. Non è una crudeltà questa? Povero cuore mio! Perché ti mettono a tali torture?! Egli ha certe mani grandi e rosse, e col babbo non sa parlare d'altro che di vino e di olio, di campi, di contadini e di bestie; e se lo avessiveduto, almeno una volta vestito a modo... Oh, se questa storia finisse; se non venisse più: mi metterei l'anima in pace... Iersera, mentre l'accompagnavo all'uscio, ed eravamo soli nella stanza d'ingresso, voleva baciarmi la mano; ma io fui pronta a scappare, e rimase con un palmo di naso... Almeno se fosse come il mio caro Alberto De Renzis. Che peccato che Alberto non sia altro che un misero impiegatuccio... Mi fa continuamente delle scenate, e io non ne posso più! Che delusione! Che delusione è la vita... Mi sento proprio infelice!!!..."E ora basta, perché ho empito due pagine.

Ti riapro prima d'andare a letto, giornalino mio, perché stasera m'è successo un affare serio.
Verso le 8, come al solito, è venuto il signor Adolfo Capitani. E' un coso vecchio, brutto, grosso grosso e rosso... Le mie sorelle hanno proprio ragione di canzonarlo!
Dunque io ero in salotto col mio giornalino in mano quando ad un tratto lui mi dice con quella sua vociaccia di gatto scorticato: Cosa legge di bello il nostro Giannino? Io naturalmente gli ho dato subito il mio libro di memorie ed egli si è messo a leggerlo forte davanti a tutti.
Da principio la mamma e le mie sorelle ridevano come matte. Ma appena ha incominciato a leggere il pezzo che ho copiato dal giornalino di Ada questa si è messa a urlare e faceva di tutto per strapparglielo di mano, ma lui duro; ha voluto arrivar fino in fondo e poi serio serio mi ha detto:

- Perché hai scritto tutte queste sciocchezze?

Io gli ho risposto che non potevano essere sciocchezze perché le aveva scritte nel suo libro di memorie Ada che è la mia sorella maggiore e perciò ha più giudizio di me e sa quello che dice.
Appena detto questo il signor Capitani si è alzato serio serio, ha preso il cappello e se n'è andato via senza salutare nessuno.
Bella educazione!
E allora la Mamma invece di pigliarsela con lui se l'è presa con me, gridando e minacciando, e quella stupida di Ada si è messa a piangere come una fontana!
Andate a far del bene alle sorelle maggiori!