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Il tesoro di Golconda

di Anton Giulio Barrilli

Un'occhiata della biondina venne a mutargli immediatamente il corso delle idee. Sentiva una certa compiacenza vedendo quella giovine signora che aiutava la sua damigella di compagnia a discendere dal palanchino; ma l'interna allegrezza gli si cangiò in un sentimento di vergogna, o meglio, se la vergogna vi par troppo nel caso presente, di confusione. La giovine signora aveva rivolti gli occhi alla carretta; peggio ancora, si era fermata tre minuti secondi a guardarla; quindi, volgendosi all'ingresso della casa, aveva scorto il giovinotto, ne' suoi abiti di viaggiatore, mentre egli poneva il piede sul primo scalino. Quel ravvicinamento di due cose, che in verità non erano distanti sei metri l'una dall'altra, e ben dimostravano in quel luogo la loro affinità, fece pentire il Sahib di essersi presentato alla residenza di Secanderabad con un veicolo così poco decente. Rincresce sempre di sfigurare in presenza di una bella signora, anche quando non si è conosciuti da lei e si crede molto ragionevolmente di non averla a incontrare una seconda volta sulla faccia del globo. Il saluto che egli fece da buon cavaliere, nel passarle daccanto, riuscì molto impacciato; cosa strana, per un uomo che meritava il titolo di Vostra Grazia, dall'usciere della Residenza britannica. Ma quella carretta tirata da una coppia di buoi, quegli abiti sciatti e polverosi, e chi sa, probabilmente anche la faccia, nera di qualche diavoleria, come a dire di una combinazione naturalissima di sudore e di polvere, non erano fatti per concedergli molta padronanza di sè. Davanti ad una bella donnina succede sempre così. Si è in un deserto, e si vorrebbe apparire azzimati, come se allora allora si uscisse dalla bottega del parrucchiere, sul noto marciapiede, nella città del domicilio legale. Togliete la presenza della donna, e a quelle inezie non ci si pensa più. A che si perderebbe il tempo in certe caricature? Non pure la compagnia dei proprii simili, ma neanche la solitudine più certa e più cara, meriterebbe un sacrificio di quella fatta. Non c'è notizia nei sacri libri, che Adamo, avanti la creazione della donna, usasse, magari Dio, lavarsi la faccia. La signora guardò il viaggiatore, ma non saprei dirvi se vedesse tutte le brutte cose che egli pensava di avere sulla persona; indi, risposto al suo saluto con un mezzo inchino, andò verso la scalinata. Quando sua Grazia il Sahib giunse alla sua misera carretta di viaggio e si volse per dare una sbirciata alla biondina, essa era già nel vestibolo, e il viaggiatore non ebbe altra consolazione che quella di vedere per l'ultimo lembo la veste grigia (grigia come il suo tutto vestito) della damigella di compagnia.