Fides et ratio
Ioannes Paulus PP. II
1998 09 14
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Strutture locali di dialogo

 

31. L'impegno per il dialogo ecumenico, così come esso si è palesato sin dai tempi del Concilio, lungi dall'essere prerogativa della Sede Apostolica, incombe anche alle singole Chiese locali o particolari. Speciali commissioni per la promozione dello spirito e dell'azione ecumenica sono state istituite dalle Conferenze Episcopali e dai Sinodi delle Chiese orientali cattoliche. Analoghe ed opportune strutture operano a livello delle singole diocesi. Tali iniziative attestano il coinvolgimento concreto e generale della Chiesa cattolica nell'applicare gli orientamenti conciliari sull'ecumenismo: è questo un aspetto essenziale del movimento ecumenico55. Il dialogo non soltanto è stato intrapreso; esso è diventato una necessità dichiarata, una delle priorità della Chiesa; si è di conseguenza affinata la "tecnica" per dialogare, favorendo nel contempo la crescita dello spirito di dialogo. In questo contesto ci si vuole prima di tutto riferire al dialogo tra i cristiani delle diverse Chiese o Comunità, "avviato tra esponenti debitamente preparati, nel quale ognuno espone più a fondo la dottrina della propria comunità, e ne presenta con chiarezza le caratteristiche"56. Tuttavia giova ad ogni fedele conoscere il metodo che permette il dialogo.

 

32. Come afferma la Dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa, "la verità va cercata in modo rispondente alla dignità della persona umana e alla sua natura sociale, cioè con una ricerca libera, con l'aiuto del Magistero o dell'insegnamento, della comunicazione e del dialogo, con cui, allo scopo di aiutarsi vicendevolmente nella ricerca della verità, gli uni espongono agli altri la verità che hanno scoperta o che ritengono di avere scoperta; e alla verità conosciuta si deve aderire fermamente con assenso personale"57.

Il dialogo ecumenico ha una importanza essenziale. "Infatti con questo dialogo tutti acquistano una conoscenza più vera e una più giusta stima della dottrina e della vita di entrambe le Comunioni, e inoltre quelle Comunioni conseguono una più ampia collaborazione in qualsiasi dovere richiesto da ogni coscienza cristiana per il bene comune e, nel modo come è permesso, si radunino per pregare insieme. Infine, tutti esaminano la loro fedeltà alla volontà di Cristo circa la Chiesa e, com'è dovere, intraprendono con vigore l'opera di rinnovamento e di riforma"58.

 




55 Cfr. Codice di Diritto Canonico, can. 755; Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, can. 902-904.



56 Conc. Ecum. Vat. II, Decr. sull'ecumenismo Unitatis redintegratio, 4.



57 Conc. Ecum. Vat. II, Dich. sulla libertà religiosa Dignitatis humanæ, 3.



58 Conc. Ecum. Vat. II, Decr. sull'ecumenismo Unitatis redintegratio, 4






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