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Molière
La scuola delle mogli
A MADAME
Madame
Se devo dedicare un libromi trovo nel più grave imbarazzo; mi sento cosìpoco avvezzo allo stile delle
epistole dedicatorieche non so proprio in che modo riuscirò a sbrigarmela.Un altro autore che fosse al mio posto
troverebbe subito cento bellissime cose da dire di Vostra Altezza Realesultema della Scuola delle moglie saprebbe
come presentarvela degnamente. Per quel che mi riguardaMadameconfesso lamia inadeguatezza. Non conosco l'arte
di trovare una relazione fra cose tanto sproporzionate; e nonostante i lumiche mi vengono offerti quotidianamente dai
miei colleghi autori intorno a tale argomentonon vedo proprio che cosaabbia a che fare Vostra Altezza Reale con la
commedia che io le presento. Dovendo fare le vostre lodinon si incontranocerto difficoltà. Gli argomenti saltano agli
occhi fin troppo: e da qualsiasi parte vi si guardisi trovan fattigloriosie pregi che si aggiungono ad altri pregi. Voi ne
aveteMadameper rango e per nascitache vi procurano la stima di tutto ilmondo. Ne avete per natural graziae dello
spirito e del portamentoche vi fanno ammirare da tutti coloro che vivedono. Ne avete per ciò che appartiene all'anima
che vi fannose posso esprimermi con tanta audaciaamare dalle persone chehanno l'onore di avvicinarvi: intendo
quella dolcezza incantevole con cui degnate temperare l'altisonanza deivostri grandi titoli; quella bontà condiscendente
quella generosa affabilità che dovunque dimostrate. Ed è a queste ultimeche io mi volgoe sento bene che di esse non
potrò tacere un giorno. Ma ancora una voltaMadamenon conosco sotterfugiche mi consentano di dire qui verità tanto
evidenti: son cosea mio giudiziodi troppo vasta estensione e di troppoelevato merito perché si possano racchiudere in
una epistolae confonderle con le bazzecole. Tutto consideratoMadamenonvedo che cosa io possa fare se non
dedicarvi semplicemente la mia commediae assicurarvicon tutto il rispettoche mi è datoche sono
Signora
Di Vostra Altezza Reale
L'umilissimoubbidientissimo
e obbligatissimo servitore
J.-B. MOLIÉRE
PREFAZIONE
Nei primi tempi questa commedia è stata criticata da molti; ma coloro cheamano divertirsi le sono stati
favorevolie tutto il male che è stato detto sul suo conto non ne haimpedito il successodel quale mi contento.
So che nel darla alle stampe si attende da me una prefazione che risponda aicensori e renda ragione della mia
opera; io sono senz'altro riconoscente a tutti coloro che l'hanno approvata esento l'obbligo di difendere il loro giudizio
contro quello degli altri; ma accade che tutto ciò che dovrei diresull'argomento si trovi in buona parte in una
dissertazione che ho scritto in dialogoe di cui non so ancora che cosafare. L'idea di questo dialogoo se si vuole di
questa commediolami venne dopo le prime due o tre rappresentazioni dellamia opera. La manifestaiquesta ideain
una casa in cui venni a trovarmi una serae subito una persona d'importanzadi cui tutti apprezzano lo spirito e che mi
fa l'onore di volermi beneapprovò la mia intenzione e non solo mi indussea mettervi mano ma disse che avrebbe
potuto realizzarla lui stesso; e fu per me una sorpresa quando due giornidopo egli mi mostrò il compitoeseguito in
verità in maniera assai più elegante e spiritosa di quanto non possa fareio; ma in esso trovai cose troppo lusinghiere per
mee mi prese il timore che se io producessi quell'opera sopra il nostroteatropotrei essere accusato di aver mendicato
le lodi che mi vengono rivolte. Determinate considerazioni mi impedironougualmente di portare a termine il lavoro
iniziato. Ma ora molti premono perché lo facciaed io non so che cosaaccadrà: la mia incertezza è cagione che io non
metta in questa prefazione quel che si vedrà nella Criticanel casoin cui mi decidessi di farla conoscere. Se questo
avverràlo dico di nuovosarà soltanto per vendicare il pubblicodell'ombrosa sensibilità di certuni; poichéper quanto
mi riguardaio mi ritengo abbastanza vendicato dall'esito della miacommedia; e mi auguro che tutte quelle che potrò
fare in seguito siano trattate da costoro come questapurché accada lastessa cosa del resto.
PERSONAGGI
ARNOLFOossia il signor de La Souche
AGNESEfanciulla innocenteeducata da Arnolfo
ORAZIOinnamorato di Agnese
ALAINuomo del contadoservitore di Arnolfo
GIORGETTAdonna del contadocameriera di ArnolfoCRISALDOamicodi Arnolfo
ENRICOcognato di Crisaldo
ORONTEpadre di Orazio e grande amico di Arnolfo
La scena è in una piazza della città.
ATTO I
Scena I
CrisaldoArnolfo
CRISALDO
Dunque avete intenzionemi ditedi sposarla.
ARNOLFO
Certoe sarà concluso l'impegno entro domani.
CRISALDO
Siam soli qui; e possiamocredosenza timore
Che qualcuno ci ascoltidiscorrere fra noi.
Volete che il mio cuore vi apra in amicizia?
Mi fa il disegno vostro tremare di paura;
E in qualunque maniera possiate coltivarlo
Per voi prendere moglie è impresa temeraria.
ARNOLFO
Capiscoamico caro. In casa vostra forse
Voi trovate motivi per temer della mia;
La vostra frontecredovuol che del matrimonio
Le corna siano sempre l'infallibile frutto.
CRISALDO
Sono eventi del caso di cui non s'è mai certi
Ed è scioccomi sembradarsi troppo pensiero.
Ma ciò che per voi temo son le canzonature
Di cui tanti mariti han patito il furore;
Poiché sapete bene: nessunobello o brutto
Dalle critiche vostre si è potuto salvare;
Dovunque vi troviateè vostro gran sollazzo
Fare mille clamori sugli intrighi segreti...
ARNOLFO
Ma certo: esiste forse città di questo mondo
Ch'abbia come la nostra mariti più pazienti?
Non ne vediamo forse d'ogni specie e natura
Che in casa loro accettanoclementiogni raggiro?
L'uno accumula soldi che la moglie divide
Con chi si prende cura di fornirlo di corna;
L'altro un po' più felicema non già meno infame
Vede che alla sua donna fan regali ogni giorno
Ma non è combattuto da gelosi sospetti
Poiché sonolei dicefatti alla sua virtù.
Chi dà in escandescenze che non servono a nulla
E chi in tutta dolcezza lascia che il mondo vada
E vedendo arrivare in casa il damerino
Con correttezza estrema prende guanti e cappello.
Questa dell'amorosoda femmina avveduta
Dà novella bugiarda allo sposo fedeleChe così abbindolato dorme sonnitranquilli
E commisera l'altro dei vezzi che non perde;
Quest'altra in contrizione dell'ostentato lusso
Dice che vince al gioco il denaro che spende
E il marito citrulloche non sa di qual gioco
Di tutti quei guadagni al Cielo rende grazie.
Infinele ragioni di satira son molte
E riderne non posso anch'io da spettatore?
Non posso dei traditi...?
CRISALDO
Sì; ma chi d'altri ride
Deve temer che a gara si rida anche di lui.
Sento parlar la gente; e v'è chi si compiace
Di spifferarti addosso tutto quel che succede;
Ma dovunque mi troviqualunque cosa io senta
Nessuno mi ha mai visto gioir di maldicenze.
Voglio esser discreto; e benché all'occorrenza
Io possa condannare l'eccessiva indulgenza
E non abbia intenzione alcuna di subire
Quel che certi mariti subiscono in lietezza
Di ciò non ho parlato mai con ostentazione;
La satira che faispesso ritorna indietro
Ed in certi frangenti giurare non si deve
Su quello che si possa o non si possa fare.
Così se la fortunache ogni cosa decide
Ornarmi vorrà il capo di un'umana sventura
Sono quasi sicuro che in grazia dei miei modi
Chi riderà di me lo farà di nascosto
E forse mi vien dato questo vantaggio ancora
Che qualche buon cristiano dirà: ma che peccato!
Di voicaro comparesarà tutt'altra cosa
E ve lo torno a dire: rischiate della grossa.
Poiché ai mariti in colpa di aver molto «sofferto»
La vostra lingua ha sempre tagliato i panni addosso
Tanto che come un diavolo v'han visto scatenato
Dovete rigar dritto per non aver le beffe;
Appena si trovasse un appiglio qualunque
È fattanei cantoni vi si darà la baia
E...
ARNOLFO
Amicosanto Iddioperché vi tormentate?
Dev'essere un gran furbo chi può prendermi in fallo.
Io conosco i raggiri e le sottili trame
Che per infinocchiarci le donne sanno usare
E come siam zimbello della loro accortezza.
Contro questi incidenti ho preso le misure;
E la donna che sposo ha quel tale candore
Che preserva la fronte dagli influssi maligni.
CRISALDO
E voi pretendereste che un'oca vi assicuri...
ARNOLFO
Sposare un'oca serve per non essere un capro.
Credo da buon cristiano che vostra moglie è saggia;
Ma una donna ingegnosa è un cattivo presagio
E so quello che costa a certa buona gente
L'aver preso una moglie dotata di talento.
Ed io mi tiro in casa una intellettuale
Che pensa solo a visite ed a ricevimentiChe in versi e in prosa scrivebigliettini galanti
Che riceve marchesi e giovani alla moda
Mentre sarei per tutti «il marito di Lei»
Simile a certi santi che mai nessuno invoca?
Nononon voglio affatto un ingegno per moglie;
Donna che sappia scrivere ne sa più che non debba.
Pretendo che la mianon sublime per lumi
Non sappia addirittura che cosa sia un sonetto;
E se mai capitasse di giocare alle rime
Quando le viene chiesto: «Che metti nel cestino?»
Voglio che lei risponda: «Una torta alla crema».
Insomma lei dev'essere d'una ignoranza estrema
E deve limitarsise devo dirla tutta
A filarecucireamarmi e dir preghiere.
CRISALDO
Una donna cretina è dunque il vostro sogno?
ARNOLFO
Meglio una donna brutta e stupida abbastanza
Che una donna assai bella ma molto intelligente.
CRISALDO
Bellezza e intelligenza...
ARNOLFO
Mi basta l'onestà.
CRISALDO
Come pensar potete che una ragazza stolta
Sappia cosa vuol dire vivere onestamente?
E tralasciando il fatto che dev'esser noioso
Tenersi una cretina per tutta l'esistenza
Siete proprio convinto che il principio sia buono
E possa con certezza proteggervi la fronte?
La donna intelligente può mancare al dovere
Ma deve avere almeno la forza di volerlo
Mentre può la scipita tradire ad ogni passo
Senza averne la voglia né saper che si faccia.
ARNOLFO
A questo bel discorsoa un pensier sì profondo
Quel che Pantagruele a Panurgo risponde:
Spronatemi a sposare una donna non sciocca
Pregateperoratefino alla Pentecoste;
A cose terminate non crederete a tanto:
Non mi avrete per nientema per niente convinto.
CRISALDO
Non dico più parola.
ARNOLFO
Ciascuno ha il suo sistema.
Con le donne e col resto io faccio a modo mio.
Sono ricco abbastanzaio credoper potere
Scegliere una metà che mi deva ogni cosa
E di cui la completa e piena dipendenza
Non venga a ricordarmi nascita e patrimonio.
Quattr'anni avevae il viso di lei dolce e compunto
In mezzo all'altre bimbe mi suscitò l'amore.
Sua madre si trovava in gravi ristrettezze
E di chiederla in moglie mi venne la pensata;La buona contadinadi frontealla richiesta
Accettò di buon grado di levarsi un tal peso.
In un conventolungi da mondano commercio
Io la feci educare secondo i miei princìpi
Vale a dire ordinando d'usar qualsiasi mezzo
Per farla diventare idiota il più possibile.
La Dio mercéil successo coronato ha l'attesa:
L'ho vista oracresciutaa tal punto innocente
Che ho ringraziato il Cielo di avermi accontentato
Col darmi una mogliera fatta a misura mia.
L'ho dunque ritirata; ma poiché la mia casa
È aperta tutto il giorno a ogni sorta di gente
L'ho collocata altrovecome vuole prudenza
In un quartiere dove non ricevo nessuno.
E per non rovinare la sua indole buona
Le ho messo accanto gente semplice come lei.
Mi chiederete adesso: Perché questo racconto?
Ma per rendervi edotto della cautela mia.
E il risultato è questo: come fedele amico
Io v'invito stasera a cenare con lei;
Voglio che voi possiate un poco esaminarla
E dirmi se davvero io son da condannare.
CRISALDO
Acconsento.
ARNOLFO
Potrete nella conversazione
Giudicare la donna e l'innocenza sua.
CRISALDO
Sopra questo argomento quel che m'avete detto
Non può...
ARNOLFO
La verità va più in là del racconto.
Nei candidi suoi modi ogni giorno l'ammiro
Lei ne dice di quelle che mi fan sbellicare.
Sentite: l'altro giorno (voi non lo credereste)
Era preoccupatae venne a domandarmi
Con quella sua innocenza a nessun'altra uguale
Se per fare i bambini si adopera l'orecchio.
CRISALDO
Molto me ne rallegrosignor Arnolfo...
ARNOLFO
Bene!
Ma voi volete ancora chiamarmi in questo modo?
CRISALDO
Perdonatemiamicoma mi viene alla bocca
Non penso mai che siete il signor de la Souche.
Chi diavolo vi ha spinto a quarant'anni e passa
A cambiare cognomee con l'antico tronco
Un tantino consunto dei fondi a mezzadria
Farvi agli occhi del mondo il nome di Signore?
ARNOLFO
A parte che in tal modo rendo noto il casato
All'orecchio La Souche suona meglio che Arnolfo.CRISALDO
Che abuso è il vero nome rinnegare dei padri
Per assumerne un altro fondato su chimere!
È questoai nostri tempiil prurito di molti;
Non voglio farvi entrare nella comparazione
Ma so di un possidente chiamato Pietro il Grosso
Che padrone soltanto di un podere da nulla
Lo fece circondare da un fangoso fossato
E di signor dell'Isola prese il nome pomposo.
ARNOLFO
Potreste fare a meno di esempi come questo
E infine de la Souche è il nome che io porto:
Mi par giustificatomi sembra affascinante
E chiamarmi con l'altro è usarmi scortesia.
CRISALDO
E tuttavia parecchi non son convinti ancora
E all'indirizzo vostronella corrispondenza...
ARNOLFO
Lo tollero soltanto da chi non è informato;
Ma voi...
CRISALDO
Siamo d'accordo: più nessuna contesa.
E sarà mia premura d'abituar la bocca
A chiamarvi soltanto Signore della Souche.
ARNOLFO
Vi saluto. Ora busso qui per dare il buongiorno
E per dire soltanto che sono ritornato.
CRISALDO (andandosene)
In fede mia quest'uomo è pazzo in tutti i modi.
ARNOLFO
Per certe cose parmi toccato nel cervello.
È curioso vedere con quanta mai passione
S'investano certuni delle loro opinioni!
Olà!
Scena II
AlainGiorgettaArnolfo
ALAIN
Chi bussa?
ARNOLFO
Aprite. Forse siete contenti
Di rivedermi dopo dieci giorni di assenza.
ALAIN
Chi è?
ARNOLFO
Son io.
ALAIN
Giorgetta!GIORGETTA
Che c'è?
ALAIN
Vai giù ad aprire.
GIORGETTA
Vacci tu.
ALAIN
Vacci tu.
GIORGETTA
Io no che non ci vado.
ALAIN
Nemmeno io ci vado.
ARNOLFO
O quante cerimonie
Per lasciarmi qui fuori! Olàsentiteprego.
GIORGETTA
Chi bussa?
ARNOLFO
Olàil padrone.
GIORGETTA
Alain!
ALAIN
Son qui.
GIORGETTA
È il Signore.
Prestoapri.
ALAIN
Non apro.
GIORGETTA
Sto soffiando sul fuoco.
ALAIN
Temo che il canarino fuggae c'è il gatto in giro.
ARNOLFO
Chiunque di voi due non aprirà la porta
Non avrà da mangiare per quattro giorni almeno.
Ah!
GIORGETTA
Per quale ragione correre? Son qua io.
ALAIN
E perché proprio tu? Che sciocco stradagemma!
GIORGETTA
Forzatìrati via.ALAIN
Ma noscòstati tu!
GIORGETTA
Devo aprire la porta.
ALAIN
La voglio aprire io.
GIORGETTA
Non l'apriraiti dico.
ALAIN
Tu nemmeno.
GIORGETTA
E tu manco.
ARNOLFO
Bisogna proprio avere una grande pazienza!
ALAIN
Son ioson ioSignore.
GIORGETTA
Son iola cameriera
Son io.
ALAIN
E se non fosse presente il mio Signore
Ti...
ARNOLFO (nel prendere un colpo da Alain)
Al diavolo!
ALAIN
Scusate.
ARNOLFO
Ma guarda un po' che tanghero.
ALAIN
La colpa è suaSignore...
ARNOLFO
Fate silenzio tutti.
Rispondetepiuttosto. E lasciamo le bubbole.
AlloraAlain: in casa come vanno le cose?
ALAIN
NoinoiSignorenoi... Signoregrazie al Cielo
Noinoi...
Arnolfo toglie per tre volte il cappello dalla testa di Alain
ARNOLFO
Chi vi ha insegnatobecero impertinente
A parlare al padrone con il cappello in testa?
ALAIN
È veroho torto.ARNOLFO (ad Alain)
Forzafate scendere Agnese.
A Georgette
Si rattristò la bimba quando sono partito?
GIORGETTA
Per niente.
ARNOLFO
No?
GIORGETTA
Ma certo.
ARNOLFO
Perché dunque...?
GIORGETTA
Vi giuro
Credeva ad ogni istante di vedervi tornare
E non s'udì passare di qui cavallo o mulo
O somaro che lei non scambiasse per voi.
Scena III
AgneseAlainGiorgettaArnolfo
ARNOLFO
Al suo lavoro intenta! Buon segno veramente.
EbbeneAgnese caratorno adesso dal viaggio:
Siete dunque contenta?
AGNESE
Signorsìgrazie al Cielo
ARNOLFO
Ed io di rivedervi son contento del pari.
Sietema lo si vedesempre stata in salute?
AGNESE
Le pulci solamente m'han di notte crucciato.
ARNOLFO
Ah! fra poco qualcuno darà loro la caccia.
AGNESE
Mi farete piacere.
ARNOLFO
Ho ragion di pensarlo.
Ma che state facendo?
AGNESE
Le cuffiette da suora;
Papaline e camicie da notte son già pronte.
ARNOLFO
Questa è una buona cosa. Ora tornate sopra
E non v'infastidite; io tornerò ben prestoPoiché devo parlarvi di faccendeimportanti.
Essendo usciti tutti gli altri
Eroine del tempomie donne di cultura
Giullari del sublimedei sentimenti rari
Io sfido i vostri versile letterei romanzi
I biglietti galantitutta la vostra scienza
A valere una casta e leale ignoranza.
Scena IV
OrazioArnolfo
ARNOLFO
Non è già la ricchezza che ci deve abbagliare
Purché l'onore sia... Chi vedo? Forse?... È lui.
M'inganno. No. Ma certo. Noinveceè proprio lui.
Or...
ORAZIO
Signor Ar...
ARNOLFO
Orazio!
ORAZIO
Arnolfo.
ARNOLFO
Ohgioia estrema!
E da quando?
ORAZIO
Da nove giorni son qui.
ARNOLFO
Davvero?
ORAZIO
Sono già stato a casa vostrama inutilmente.
ARNOLFO
Mi trovavo in campagna.
ORAZIO
Sìvenni l'altro giorno.
ARNOLFO
Ah! come fanno presto a crescere i bambini!
È strano ch'io lo trovi grande come lo vedo
Quando l'ultima volta era tanto piccino.
ORAZIO
È così.
ARNOLFO
Ma di graziaOronte vostro padre
Quel caro e buon amicoche riverisco e stimo
Cosa fa? cosa dice? è sempre un uomo in gamba?
Lui sa che prendo parte a tutti i fatti suoi:Sono quattr'anni ormai che piùnon ci vediamo.
ORAZIO
E non vi siete scritti; e questo è peggiocredo.
Caro signor Arnolfoè allegro più di noi.
Una lettera avevo per voi da parte sua
Ed ora con un'altra mi fa saper che arriva
Epperò la ragione non la conosco ancora.
Sapete voi di un certo vostro concittadino
Che torna in questi luoghi con copiose sostanze
Dopo quattordic'anni trascorsi nelle Americhe?
ARNOLFO
No. V'hanno detto il suo nome?
ORAZIO
Si chiama Enrico.
ARNOLFO
No.
ORAZIO
Me ne parla il babboe dice ch'è tornato
Come se io dovessi conoscerlo senz'altro;
Scrive che si uniranno in società fra loro
Per un affare serioche però non precisa.
ARNOLFO
Io sarò senza dubbio felice di vederlo
E farò quanto posso per aiutarlo in tutto.
Dopo aver letto la lettera
Si scrivono agli amici cose meno formali
Non è davvero il caso di fare complimenti.
Non s'è preso la briga di farmene qui cenno
Ma potete disporre di me liberamente.
ORAZIO
Son fatto in modo tale che vi prendo in parola
Mi sono necessarie oggi cento pistole.
ARNOLFO
Trattandomi in tal modo voi mi fate un favore
E sono ben felice di averle qui con me.
Tenete anche la borsa.
ORAZIO
Vi farò...
ARNOLFO
Quante storie.
Dunquedi questa nostra città che ne pensate?
ORAZIO
Sempre piena di gentegrandiosa di palazzi;
Saran meravigliosipensoi divertimenti.
ARNOLFO
Ognuno può trovare piaceri a propria guisa;
Ma chicome si dicevuol fare il cascamorto
Da queste parti trova da soddisfarsi appienoPoiché le donne sono disposte acivettare:
E siano bionde o brune sono d'umor corrivo
E i mariti del pari di grande compiacenza;
È una vita da papa; e con quello che vedo
Spesso faccio commedie che recito a me stesso.
Non escludo che abbiate di già trafitto un cuore.
Ancor non vi è accaduta una tale occasione?
Un giovane par vostro convince più dei soldi
Sembrate fatto apposta per far cornuto un uomo.
ORAZIO
Non volendo occultarvi la pura verità
Ho avuto già una certa avventura amorosa
E l'amicizia impone che ve ne faccia parte.
ARNOLFO
Benissimo! di nuovo un racconto piccante
Giusto di che arricchire la collezione mia.
ORAZIO
Ma di graziavi prego: sia segreta la cosa.
ARNOLFO
Oh!
ORAZIO
Voi non ignorate che in codeste occasioni
Un segreto svelato rende vano il disegno.
Ordunque vi confesso in totale franchezza
Che quaggiù una bellezza mi ha conquistato il cuore.
Le mie prime premure hanno avuto successo
M'hanno aperto la strada per arrivare a lei;
E senza farmi bello né farle oltraggio alcuno
Posso dir che gli affari mi stanno andando bene.
ARNOLFO (ridendo)
Chi è?
ORAZIO (mostrandogli la casa di Agnese)
Una giovinetta che alloggia in quella casa
Che potete vedere laggiù coi muri rossi;
Invero semplicettaper il marchiano errore
Di un tale che la priva dei contatti col mondo
Ma che nell'ignoranza in cui viene asservita
Fa brillare attrattive che sanno affascinare;
Un'aria che conquistaun non so che di tenero
Da cui non c'è nessuno che sappia premunirsi.
Ma non può darsicredoche non abbiate visto
Questa stella d'amore dotata di bei doni:
Si chiama Agnese.
ARNOLFO (a parte)
Ah! muoio!
ORAZIO
Mentre il nome di lui
Mi pare de la Zousseo forse de la Source;
Non ho badato troppo a come suona il nome;
Riccoa quanto si dicema non dei più sensati;
M'han detto che si tratta di un uomo un po' ridicolo.
Forse lo conoscete.ARNOLFO (a parte)
Ohla pillola amara!
ORAZIO
Non dite nulla?
ARNOLFO
Ahsì! Certo che lo conosco.
ORAZIO
È un pazzonon è vero?
ARNOLFO
Eh...
ORAZIO
Voi cosa ne dite?
Come? dite di sì? Geloso da far ridere?
Becco? Sarà di certo quel che ho sentito dire.
Dunque la bella Agnese ha saputo sedurmi.
È un grazioso gioiellonon lo posso negare
E sarebbe un peccato che bellezza sì rara
Fosse lasciata in mano ad un tale mattocchio.
Mi adoprerò con atti e con dolci preghiere
Di farla mia a dispetto marcio del gelosone;
Il denaro che ho preso da voi con noncuranza
Mi serve per raggiungere la sacrosanta meta.
Meglio di me sapete che ad onta d'ogni azione
Il denaro è la chiave delle più grandi imprese
E che il dolce metallo che tante menti esalta
In amor come in guerra precede le conquiste.
Mi sembrate turbato: non sarà che per caso
Voi non approvereste il progetto che ho in mente?
ARNOLFO
Noio stavo pensando...
ORAZIO
Capiscovi ho stancato.
A presto. Tornerò da voi per dirvi grazie.
ARNOLFO
Pure!...
ORAZIO (tornando)
Ancora una voltavogliate esser discreto
Non svelate a nessunodi graziail mio segreto.
ARNOLFO
Mi sento in fondo all'anima...
ORAZIO (tornando)
Soprattutto a mio padre
Che forse ne farebbe un motivo di collera.
ARNOLFO (pensando che Orazio ritorni un'altra volta)
Oh!... Quanto ho mai sofferto nel sentirlo parlare!
Non c'è angoscia che possa confrontarsi alla mia.
E con quanta imprudenza e precipitazione
È venuto a narrare proprio a me l'avventura!
L'altro mio nomeè verolo ha tenuto in errore
Ma come può un distratto aver tanta protervia?Nella mia pena atrocedovevocontenermi
Perché mi rivelasse che cosa ho da temere
E spingendo all'estremo l'indiscreto ardimento
Farmi così avvertito della segreta tresca.
Cerchiamo di raggiungerlo; non è lontanopenso.
Voglio avere del fatto l'intera confidenza.
Tremo per la disgrazia che mi può capitare
Spesso taluno cerca più che trovar non voglia.
ATTO II
Scena I
Arnolfo
Mi parese ci pensopiù conveniente affatto
Ch'io l'abbia invan seguito e perduto di vista;
Perché infine l'immenso turbamento del cuore
Non avrebbe potuto sfuggire agli occhi suoi:
Avrebbe rivelato l'ansia che mi divora
Né vorrei che sapesse quello che adesso ignora.
Ma io non sono il tipo da mandare giù il rospo
E lasciar campo libero al damerino in caccia:
Voglio spezzar la trama e subito appurare
A che punto è arrivata la lor dimestichezza.
L'onore mio mi preme in misura non lieve:
Vedo lei come donna nei suoi termini esatti;
Non può cadere in fallo senza mia gran vergogna
Poiché quello che ha fatto sul mio capo ricade.
Lontananza fatale! Sventurato mio viaggio!
Bussando alla porta
Scena II
AlainGiorgettaArnolfo
ALAIN
Signorequesta volta...
ARNOLFO
Zittie venite entrambi.
Sìsìfatevi avanti. Venite quavi dico.
GIORGETTA
Ah! mi fate paurami raggelate il sangue.
ARNOLFO
Cosìdunquein mia assenza voi mi avete ubbidito?
E di comune accordo mi avete raggirato?
GIORGETTA
Ora non divoratemiSignorevi scongiuro.
ALAIN (a parte)
Garantitolo ha morso qualche cane rabbioso.
ARNOLFOOh! non posso parlaretanto son prevenuto.
Mi par di soffocarevorrei mettermi nudo.
Avete consentitocanaglia maladetta
Che un uomo entrasse in casa... Ahte ne vuoi fuggire!
Dovete senza indugio... Se ti muovi...! Io voglio
Che mi diciate... Certo! Voglio che tutti e due...
Se qualcuno si muovevi giuro che l'accoppo!
Come ha fatto quell'uomo a introdursi qui dentro?
Sbrigateviparlatesusveltifate presto
Senza pensare. Dite!
ALAIN e GIORGETTA
Ahah!
GIORGETTA
Mi manca il cuore.
ALAIN
Muoio.
ARNOLFO
Son tutto madido: tiriamo un poco il fiato.
Io devo farmi vento; bisogna che passeggi.
Chi avrebbe mai pensatoquando l'ho visto in fasce
Che sarebbe cresciuto per questo? Ohcome soffro!
Io penso che sia meglio ch'io tragga dolcemente
Dalla sua viva voce il racconto del fatto.
Tenta di moderare il tuo risentimento.
Sta calmocuore miosupazienzapazienza.
Alzatevi e salitefate scendere Agnese.
Aspettate. Sarebbe minore la sorpresa:
Le farebbero noto il cruccio che mi turba.
Voglio andare io stesso a pregarla che scenda.
Aspettatemi qui.
Scena III
AlainGiorgetta
GIORGETTA
Mio Dio! com'è terribile!
M'impaura il suo sguardo d'una paura orribile!
Io non ho visto mai un cristiano più arcigno.
ALAIN
Quel giovane lo ha offeso: te lo dicevo appunto.
GIORGETTA
Ma come mai quell'uomo con tanto accanimento
Tiene serrata in casa la nostra padroncina?
Com'è che a tutti vuole che si tenga nascosta
E a nessuno consente che possa avvicinarla?
ALAIN
Perché il fatto ridesta in lui la gelosia.
GIORGETTA
Ma donde gli proviene una tal fantasia?
ALAIN
Proviene... eccoproviene dall'essere geloso.GIORGETTA
Sìma perché lo è? perché tanto corruccio?
ALAIN
Perché la gelosiaGiorgettaintendi bene
È una cosa... una cosa... eccoche rende inquieti...
E scaccia dai dintorni di una casa la gente.
Io ti voglio appiccare una comparazione
Perché tu possa meglio comprendere la cosa.
Dimmiquando prepari qualche buona minestra
Se qualcuno che ha fame venisse per papparsela
Non andresti tu in furia? Non vorresti scacciarlo?
GIORGETTA
Sìquesto lo capisco.
ALAIN
Eccoè la stessa cosa.
La donna è veramente la minestra dell'uomo
E quando un uomo vede altri uomini attorno
Che nella zuppa vogliono intingere il ditino
Egli mostra all'istante un'iracondia estrema.
GIORGETTA
Sìma perché ciascuno non fa la stessa cosa
E vediamo persone che sembrano felici
Quando le loro donne stanno coi cascamorti?
ALAIN
Non tutti hanno di queste golose simpatie
Che per sé voglion tutto.
GIORGETTA
Se non ho le traveggole
Eccolo di ritorno.
ALAIN
Ci vedi beneè lui.
GIORGETTA
Guarda che umore nero.
ALAIN
Qualcosa lo sconvolge.
Scena IV
ArnolfoAgneseAlainGiorgetta
ARNOLFO
Diceva un certo Greco a Cesare Augusto
A mo' d'insegnamento utile e giusto a un tempo
Che se un evento desta in noi l'ira e il dispetto
Dobbiamo innanzi tutto ripeter l'alfabeto
Affinché nel frattempo si temperi la bile
E non si faccia nulla che non si debba fare.
Ho seguito l'esempio per quel che tocca Agnese
Ed a ragion veduta quaggiù l'ho fatta scendere
Col pretesto di fare una passeggiatina
E in modo che i sospetti del mio cuore malatoPossano scaltramente condurla inargomento
E sondando il suo corecon dolcezza far luce.
VeniteAgnese. Usciamo.
Scena V
ArnolfoAgnese
ARNOLFO
È bello passeggiare.
AGNESE
È bello.
ARNOLFO
E che bel tempo!
AGNESE
Molto bello.
ARNOLFO
Notizie?
AGNESE
Il mio gattino è morto.
ARNOLFO
Poverino; ma insomma
Siamo tutti mortalie ciascun si dà pace.
Quando stavo in contadoha piovuto talvolta?
AGNESE
No.
ARNOLFO
Vi siete annoiata?
AGNESE
Io non m'annoio mai.
ARNOLFO
Che avete fatto ancora in questi dieci giorni?
AGNESE
Sei camiciemi pareed anche sei cuffiette.
ARNOLFO (dopo aver pensato un po')
Il mondocara Agneseè davvero cattivo.
Prendete i maldicentile ciance che si fanno:
Un vicino mi ha detto che un certo giovanotto
Durante la mia assenza è penetrato in casa
E ne avete sofferto la vista e il chiacchierare;
Ma non ho dato fede alle cattive lingue
E ho voluto scommettere che non è vero affatto...
AGNESE
Mio Dionon scommetteteperdereste senz'altro.
ARNOLFO
Come? è vero che un uomo...?AGNESE
Ma certonon c'è dubbio.
Quasi non s'è mai mosso da casa nostragiuro.
ARNOLFO (a parte)
L'impulso suo sincero con cui confessa il fatto
Mi dice se non altro che candido è il suo cuore.
Ma se la mia memoria è buonaAgnesecredo
Di avervi proibito di parlar con la gente.
AGNESE
Sìma perché l'ho visto ancora non sapete;
Voi pure vi sareste comportato del pari.
ARNOLFO
Forse. Ma raccontatemi infine questa storia.
AGNESE
È assai meravigliosae incredibile quasi.
Io stavo sul balconeal frescoa lavorare
Quando ho visto passare fra gli alberi qui accanto
Un bel giovane aitante che incrociando il mio sguardo
Subito mi saluta con un umile inchino:
Per non venire meno alle buone maniere
Gli fo la riverenza alla mia volta anch'io;
Lui molto premuroso mi rinnova l'inchino
Ed io faccio lo stesso con somma diligenza.
Ed ecco mi risponde lui per la terza volta
E per la terza volta rispondo anch'io all'istante.
Passavieneripassae sempre ad ogni volta
Con maggiore insistenza mi ripete gli inchini
Ed io che interessata andavo rimirando
Questo andare e veniregli inchini gli ripeto
Tanto che se la notte non fosse infine giunta
Sempre allo stesso modo mi sarei comportata:
Cedere non volevoe ricever l'affronto
Che mi stimasse infine di lui men costumata.
ARNOLFO
Bene.
AGNESE
Ed il giorno dopostandomi sulla porta
Mi s'accosta una vecchiaparlando in questo modo:
«Bella bambina miache Dio ti benedica
E vi conservi a lungo la bellezza che avete!
Non vi ha fatto di certo splendida di fattezze
Perché andiate sprecando i doni ricevuti.
Voi dovete sapere che avete lacerato
Un cuorech'è costrettooraa dolersi tanto».
ARNOLFO (a parte)
Ah! tizzone d'inferno! anima maledetta!
AGNESE
«Ho lacerato un cuore? chiesi meravigliata.
- Sìdisselaceratolacerato davvero
Ed è l'uomo che ieri vedeste dal balcone.
- Ohimè! dissima quale può esserne la causa?
Ho forse sul suo capo fatto cader qualcosa?
- Nodissegli occhi vostri han tratto il fatal colpo
Soltanto i vostri sguardi hanno causato il male.- Cielo! la mia sorpresadissinon ha l'eguale:
C'è nei miei occhi il malese agli altri lo diffondo?
- Sìdissegli occhi vostri possono far morire
Con un velenocarache voi non conoscete.
Insommaa farla breveil poveretto langue
E se la vostraaggiunse la vecchietta pietosa
Crudeltà giunge al punto da negargli il soccorso
Finirà il poverino sotto terra in due giorni.
- Dio miodissine avrei un immenso dolore;
Ma per recargli aiutoa me che cosa chiede?
- Figliolami risposelui non vuole ottenere
Che il bene di vedervi e conversare insieme:
Possono gli occhi vostri impedir sua rovina
E del male che han fatto esser la medicina.
- Oh! volentieridissi; se così stan le cose
Può venirmi a trovare ogni volta che vuole».
ARNOLFO (a parte)
Ah! maledetta stregad'anime corruttrice
Possa punir l'inferno le pietose tue trame!
AGNESE
Non appena mi vide guarì improvvisamente.
Voi stessoa vostro avvisonon ho avuto ragione?
E con quale coscienzainfineavrei potuto
Lasciare che morisse senza alcuna assistenza
Io che tanto patisco per la gente che soffre
E che mi metto a piangere quando sgozzano un pollo?
ARNOLFO (sottovoce)
Causa di tutto questo è un'anima innocente;
Devo solo accusare la mia imprudente assenza
Che senza guida un tale fior di costumatezza
Abbandonò agli agguati di vili seduttori.
Temo che il delinquentenelle sue audaci voglie
L'impresa abbia condotto di là dal giocherello.
AGNESE
Che avete? un pocolino mi par che bofonchiate.
Ditemiè forse male ciò che v'ho raccontato?
ARNOLFO
No. Ma in simile guisa raccontatemi il seguito
E come il giovanotto si è comportato in visita.
AGNESE
Ohsì. Se voi sapeste com'era in visibilio
Come tornò in salute non appena mi vide
E il dono che mi fece di un magnifico scrigno
E i soldi che Giorgetta con Alain si divise
Lo amereste senz'altroe come noi direste...
ARNOLFO
Sìma cosa faceva quando eravate soli?
AGNESE
Mi giurava d'amarmi di sconfinato amore
Le più dolci diceva paroline del mondo
Cose meravigliose che nulla può uguagliare
E che tutte le volte che lo sento parlare
M'accarezzano in fondoe muovono qualcosa
Che non so definire e tanto mi emoziona.ARNOLFO (a parte)
O indagine tremenda d'un mistero fatale
In cui solo chi indaga ne sopporta la pena!
Ad Agnese
Oltre a questi discorsia queste cortesie
Non vi ha fatto per caso anche qualche carezza?
AGNESE
Oh molte! Mi prendeva le manie poi le braccia
E non era mai stancomai stanco di baciarle.
ARNOLFO
E non vi ha presoAgneseun'altra cosa ancora?
Vedendola interdetta
No?
AGNESE
Sì...
ARNOLFO
Come?
AGNESE
Mi ha preso...
ARNOLFO
Eh?
AGNESE
La...
ARNOLFO
Parla!
AGNESE
Non oso.
Temo molto che andrete in collera con me.
ARNOLFO
No.
AGNESE
Invece sì.
ARNOLFO
Mio Dioma no!
AGNESE
Giurate allora.
ARNOLFO
Vi assicuro.
AGNESE
Mi ha preso... Adesso andate in furia.
ARNOLFONo.
AGNESE
Sì .
ARNOLFO
Nononono. Perché tanti misteri?
Cosa dunque vi ha preso?
AGNESE
La...
ARNOLFO (a parte)
Dioche sofferenza!
AGNESE
Mi ha preso quella sciarpa che mi avete donato.
Non sono stata invero capace di impedirlo.
ARNOLFO (riprendendo fiato)
Pazienza per la sciarpa. Ma volevo sapere
Se non ha fatto altro che baciarvi le braccia.
AGNESE
Come? si posson fare altre cose?
ARNOLFO
Nocerto.
Ma per guarir del male chedicelo tormenta
Non ha da voi preteso qualche altro rimedio?
AGNESE
No. Voi capite bene che se l'avesse chiesto
Per poterlo aiutare gli avrei concesso tutto.
ARNOLFO
Grazie al Cielone sono uscito a buon mercato.
Dovessi ricascarcipossa pagarla cara.
Zitto. Questo è l'effetto della vostra innocenza.
Non aggiungo parola. Quello che è fatto è fatto.
Io so che lusingandovidesidera il galante
Abusare di voiper ridersene quindi.
AGNESE
Oh! no. Me l'ha giurato almeno venti volte.
ARNOLFO
Ah! voi non conoscete che cos'è una promessa.
Ma dovete imparare che accettare i regali
E dei bei damerini ascoltare le fiabe
Che lasciarsi da loroper forza di languore
Baciar così le mani e vezzeggiare il cuore
È per certo un peccato mortale dei più gravi.
AGNESE
Un peccatovoi dite? E per quale ragione?
ARNOLFO
La ragione? Ma è questa: il decreto ben noto
Che da simili azioni il Cielo viene offeso.
AGNESEOffeso! Non capisco perché il Cielo si offenda.
Si tratta di una cosa tanto dolce e gradita!
Apprezzo l'esultanza che si prova in quel punto.
Non conoscevo ancora cose di questa fatta.
ARNOLFO
Sì. Fanno un gran piacere questi gesti affettuosi
Le parolette dolci e le lievi carezze
Ma bisogna goderle in occasione onesta
Quando col matrimonio se ne cancella il male.
AGNESE
Quando ci si maritaciò non è più peccato?
ARNOLFO
No.
AGNESE
Datemi un marito subitove ne prego.
ARNOLFO
Se lo desideratelo desidero anch'io
Ed è per maritarvi che voi qui mi vedete.
AGNESE
È possibile?
ARNOLFO
Certo.
AGNESE
Quanto piacer mi fate.
ARNOLFO
Sìnon dubito affatto che l'imeneo vi piaccia.
AGNESE
Volete che noi due...
ARNOLFO
Niente di più sicuro.
AGNESE
Se questo si facessequante carezze avrete!
ARNOLFO
Ed io da parte mia farò certo altrettanto.
AGNESE
Non riesco a capire se voi state scherzando.
Dite dunque davvero?
ARNOLFO
Lo vedrete voi stessa.
AGNESE
E saremo sposati?
ARNOLFO
Sì .
AGNESEMa quando?
ARNOLFO
Stasera.
AGNESE (ridendo)
Stasera?
ARNOLFO
Sìstasera. Perché dunque ridete?
AGNESE
Rido.
ARNOLFO
Quello che voglio è vedervi contenta.
AGNESE
Oh! quanto sarà grande la mia riconoscenza
E quanti mai piaceri mi prenderò con lui.
ARNOLFO
Con lui chi?
AGNESE
Ma... con lui.
ARNOLFO
Lui non è quel che dico
Siete un po' troppo lesta nel scegliere un marito
È un altroa farla breveche per voi tengo in serbo
E quanto a quel signorepretendonon vi spiaccia
Dovesse sotterrarlo il mal con cui vi tenta
Che con lui non abbiate più alcuna relazione
E che quando tornasse per farvi i complimenti
Gli chiudiate la porta onestamente in faccia
E gli gettiate in testa dalla finestra un sasso
Semmaiche lo convinca a non più ritornare.
Agnesemi capite? In un cantonascosto
Io sarò testimone della vostra condotta.
AGNESE
Peccato! è un pezzo d'uomo!...
ARNOLFO
Ma che linguaggio è questo?
AGNESE
Io non avrò il coraggio...
ARNOLFO
Basta con le parole.
Tornate in casae zitta.
AGNESE
Volete forse...?
ARNOLFO
Basta.
Sono il padrone. Ho detto. Animoorsùobbedite.
ATTO IIIScena I
ArnolfoAgneseAlainGiorgetta
ARNOLFO
La faccenda è conclusa. Sono felice appieno:
A meraviglia avete eseguito i miei ordini
E umiliato alla grande il giovin seduttore;
A questo serve un saggio direttor di coscienze
Ché la vostra innocenza era stata irretita.
Vedete quale rischioignaraavete corso?
Priva del mio consiglioavevate imboccato
La strada dell'inferno e della perdizione.
Di questi zerbinotti conosciamo il costume:
Hanno abiti ornatie tanti nastri e piume
Grandi chiome e bei dentie discorsi affettati;
Ma come vi ho già dettonascondono l'artiglio
Hanno dentro il demonioche con fauci affamate
Brama di fare preda dell'onor femminile.
Un'altra volta ancoracol mio vigile zelo
Ne siete uscita bene e con l'onore intatto.
Il piglio con il quale gettaste quel granito
Che dei suoi desideri distrusse la speranza
Mi fa determinato a più non differire
Le nozze che vi ho detto voi dovete affrontare.
Ma prima di ogni cosa conviene che vi faccia
Un discorsetto breve ma molto salutare.
Una sedia qui al fresco. Se mai vi capitasse...
GIORGETTA
Dei vostri insegnamenti noi faremo tesoro.
Quel tizio ci voleva menare per il naso
Ma...
ALAIN
Dovesse tornarevorrei morir di sete.
Fra l'altro è un gran somaro: l'altra volta ci ha dato
Due scudi d'oro affatto insufficienti in peso.
ARNOLFO
Per la cena apprestate tutto ciò che desidero;
E come già vi ho dettoin merito al contratto
Al mio ritorno fatel'uno o l'altrovenire
Il notaio che alloggia all'incrocio qui accanto.
Scena II
ArnolfoAgnese
ARNOLFO (seduto)
Tralasciate il lavoroAgneseed ascoltate.
Alzate un po' la testavolgete il viso in qua;
Cosìguardate in faccia a me che sto parlando
E ricordate bene le cose che vi dico.
Voglio sposarviAgnese; e cento volte al giorno
Dovete benedire la vostra buona sorte
Pensare alla penuria in cui voi siete nataEd apprezzare a un tempo la bontàdel mio cuore
Che dallo stato vile di donna di campagna
Vi fa salire al rango d'onorata borghese
E gioire del talamo e degli abbracciamenti
D'un uomo che ha fuggito ogni impegno d'amore
E di venti partiti del tutto lusinghieri
L'onore ha rifiutato per concederlo a voi.
Dovete avere sempre davanti agli occhi il poco
Che voi sareste senza questo glorioso vincolo
Affinché questo stesso oggetto vi convinca
Di meritar lo stato al quale vi ho elevata
Di averne la coscienza e far sì che per sempre
Io mi debba lodare dell'atto che ho commesso.
Il matrimonioAgnesenon è un divertimento:
Ad austeri doveri una donna è chiamata
E non avrete il grillolo esigodi volere
La vostra libertà e di darvi buon tempo.
Il vostro sesso esiste perché da noi dipenda
E chi porta la barba può fare quel che vuole.
La società è divisaè veroin due metà
Ma fra le due metà non c'è uguaglianza alcuna:
È l'una la suprema e l'altra subalterna
E questa è sottomessa a quella che governa;
E quella che il soldatoconscio del suo dovere
Obbedienza dimostra al proprio capitano
Ed il servo al padroneil figliolo a suo padre
L'umile fraticelloin conventoal priore
Non è nulla in confronto con la docilità
La totale obbedienzae la grande umiltà
E il profondo rispetto che deve una mogliera
Al marito suo ducesuo signore e padrone.
Se questi a lei rivolge uno sguardo compunto
Suo immediato dovere è d'abbassare gli occhi
E di non azzardarsi mai di guardarlo in faccia
Se non quando benigno le concede licenza.
È ciò che non capiscono le donne d'oggigiorno;
Non dovete abbassarvi a seguirne l'esempio
Non dovete imitare quelle odiose fraschette
Di cui la città intera racconta le avventure
E sopportare inerte gli assalti del maligno
Vale a dire ascoltare i vani zerbinotti.
Badate: diventando la metà di me stesso
Agneseè l'onor mio che avete nelle mani
Un onore assai fraleche un nonnulla ferisce:
Nosu questo argomento non bisogna scherzare
Esistono all'inferno bollenti calderoni
In cui vengono immerse le donne peccatrici.
Le cose che vi dico non sono cantafavole
E pascervi dovreste di questi insegnamenti.
Se voi li seguiretesenza far la civetta
Rimarrete per sempre candida come un giglio
Ma se in tema d'onore farete un passo falso
Nera l'anima vostra sarà come il carbone
E sarete per tutti motivo di ribrezzo
E laggiù all'infernaccioeredità del diavolo
Vi troverete un giorno a bruciare in eterno.
Da questo vi protegga la carità celeste!
Fate la riverenza. Siccome una novizia
In convento conosce il suo uffizio a memoria
Così nel matrimonio deve fare una moglie.
Guardate quel che ho in tasca: è uno scritto importanteSi alza
Che vi deve insegnare qual è il vostro dovere.
Non conosco l'autorema è un'anima devota.
Voglio che questo sia l'unico uffizio vostro.
Teneteed or vediamo se lo leggete bene.
AGNESE (legge)
LE MASSIME DEL MATRIMONIO
OVVERO I DOVERI DELLA DONNA MARITATA
CON IL SUO RIPASSO QUOTIDIANO
I MASSIMA
Colei che un onesto legame
Conduce in un letto straniero
Si ficchi nel capo il pensiero
Malgrado l'andazzo che c'è
Che l'uomo che la prendela prende sol per sé.
ARNOLFO
Vi spiegherò più tardi che vuol dir tutto questo.
Per il momentointantovi basti la lettura.
AGNESE (continua)
II MASSIMA
Si deve la moglie agghindare
Così come vuole ed impone
Il marito ch'è suo padrone:
Del suo leggiadro aspetto egli cura si prenda
Di poi non ha alcuna importanza
Se gli altri la vedono orrenda.
III MASSIMA
Stian lungi gli sguardi assassini
Le fialei bellettigli unguenti
Gli ingredienti che il viso fan di rose fiorito:
Tuttodì per l'onore son veleni potenti.
Se una donna si fa bella
Non è già per il marito.
IV MASSIMA
Uscendo con la cuffiacome l'onore esige
Dovrà degli occhi spegnere il fascino importuno.
Se vuole piacere allo sposo
Non deve piacere a nessuno.
V MASSIMA
Tranne colui che in visita viene per il marito
Fa divieto la buona norma
Di ricevere un uomo in casa.
Colui che con galante umore
Ha da fare con la Signora
Non è bene accetto al Signore.
VI MASSIMA
Dei regali d'ogni uomo
Lei diffidi immantinente
Che negli anni in cui viviamo
Non si dà niente per niente.
VII MASSIMA
Tra i personali oggettine soffra poco o tanto
Non ci metta scrittoioné carta o penna o inchiostro
Perché nelle buone famiglie
Chi scrive è il marito soltanto.VIII MASSIMA
I licenziosi assembramenti
Chiamati «buona compagnia»
Tuttodì delle mogli corrompono la mente
E sarebbe prudente fossero proibiti
Perché è là che si cospira
Contro i poveri mariti.
IX MASSIMA
Una moglie che brami consacrarsi all'onore
Deve astenersi dal gioco
Come da cosa funesta
Perché dal gioco delusa
Una donna è spinta non poco
A giocarsi quel che le resta.
X MASSIMA
Le passeggiate alla moda
Ovver colazioni all'aperto
Non deve saper cosa sono
Perchédice l'uomo istruito
In queste munifiche imprese
Chi paga le spese è il marito.
XI MASSIMA...
ARNOLFO
Andrete avanti in seguitoed io di volta in volta
Vi chiarirò per filo e per segno le cose.
Mi ricordo che debbo sbrigare un affaruccio:
Una parola in frettanon tarderò a tornare.
Orain casa; ed abbiate questo libro assai caro.
Se venisse il notaroche m'aspetti un momento.
Scena III
Arnolfo
Cosa miglior non posso fare che di sposarla.
Potrò plasmarne l'anima così come mi aggrada
Docile come cera ell'è fra le mie mani
Le posso conferire la forma che mi piace.
Poco mancò che stando lontano io da casa
Per sua troppa innocenza io fossi accalappiato:
Comunqueè molto megliose devo dire il vero
Che la propria mogliera pecchi da questo lato.
In errori siffatti è facile il rimedio
Ogni persona candida accetta le lezioni;
Se dal retto sentiero l'hanno fatta deviare
Vi si può rimediare con due parole acconce.
Ma una femmina scaltra è ben altro animale
Solo dal suo cervello dipendono gli eventi;
Dai suoi convincimenti non la smuove nessuno
Ed i nostri consigli nemmeno la scalfiscono.
Schernisce col suo spirito i nostri ammonimenti
E fa molto sovente virtù dei suoi peccati;
Trovaper arrivare all'infame sua meta
Il raggiro che inganna la mente più sottile.
Per parare la bottainvan ci s'affatica
La donna intelligente nell'intrigo è un demonio
E quando il suo capriccio con astuto disegno
Attenta al nostro onorela partita è perduta:
Molta gente per bene potrebbe dirne tante;
Ma il mio balordointantonon riderà davveroE per il suo ciarlare avràquel che gli spetta.
È questo dei Francesi il difetto di sempre:
Allorché fra le mani tengono una fortuna
Mantenere il segreto è ciò che li importuna;
La sciocca vanità li domina a tal punto
Che vogliono impiccarsi piuttosto che star zitti.
Oh! quanto son le donne dal diavolo tentate
Quando vanno a cercarsi questi scavezzacolli!
Ma chi vedo?... Vien qua. Manteniamo l'incognito
E vediam di scoprire che assillo ha per la testa.
Scena IV
OrazioArnolfo
ORAZIO
Vengo da casa vostradove gli dei malvagi
Non consentono ancora che vi possa incontrare;
Ma ci andrò tante volteche il momento verrà...
ARNOLFO
Mio Dio! non indugiamo in complimenti vani
Niente più m'indispone di queste cerimonie:
Se mi dessero ascolto sarebbero bandite
Sono barbare usanze in cui stupidamente
Dilapida la gente due terzi del suo tempo.
Dunquebando alle forme. E allorai vostri amori?
Possosignor Oraziosapere come vanno?
Ero distrattoallorada certe fantasie
Ma in seguito ho pensato alla vostra avventura:
Vi ammiro per i primirapidi risultati
E m'interessa molto l'evento per se stesso.
ORAZIO
Purtroppo dal momento in cui vi ho aperto il cuore
È toccata al mio amore una sorte infelice.
ARNOLFO
Oh! oh! com'è accaduto?
ORAZIO
Il destino crudele
Volle che dal contado tornasse quel tiranno.
ARNOLFO
Che disgrazia!
ORAZIO
Ed inoltrecon mio gran disappunto
Ha saputo del nostro segreto sodalizio.
ARNOLFO
Come diavolo ha fatto a scoprire la cosa?
ORAZIO
Non lo so; ma è sicuro ch'è informato di tutto.
Me ne andavo per fare alla solita ora
Una visita breve alle grazie sue fresche
Quando mutando affatto di tono e d'espressione
Fantesca e servitore non m'han lasciato entrare
E dicendo «Filateche ci date fastidio»M'han molto brutalmente chiuso laporta in faccia.
ARNOLFO
La porta in faccia!
ORAZIO
In faccia.
ARNOLFO
La cosa è molto grave.
ORAZIO
Ho voluto parlare attraverso la porta
E la loro risposta ai miei detti fu questa:
«Non entrerete affattoil Signore non vuole».
ARNOLFO
Dunque non hanno aperto?
ORAZIO
No; poi dalla finestra
Agnese ha confermato che il tiranno era in casa
Scacciandomi con tono pieno d'indignazione
E gettandomi addosso di sua mano un quadrello.
ARNOLFO
Un quadrello?
ORAZIO
Un quadrello di non piccola mole
Dono delle sue mani per la visita fatta.
ARNOLFO
Perbacco! tutto questo non è un invito a nozze!
Mi par davvero ingrata la vostra situazione.
ORAZIO
È veromi danneggia quel ritorno funesto.
ARNOLFO
Certoe vi posso dire che mi dispiace molto.
ORAZIO
Ostacola i miei piani.
ARNOLFO
Ma in fondo non è nulla
E troverete il modo per cavarvi d'impiccio.
ORAZIO
Mi toccherà tentare con complici alleanze
Di vincer del geloso l'arcigna vigilanza.
ARNOLFO
Non vi sarà difficile. La ragazza al postutto
Vi ama.
ORAZIO
Certamente.
ARNOLFO
E ne verrete a capo.ORAZIO
Lo spero.
ARNOLFO
Vi ha costretto quel granito alla fuga
Ma questo non vi deve meravigliare.
ORAZIO
Certo
Ed ho capito subito che l'uomo era presente
E restando nascosto dirigeva le azioni.
Ma quel che m'ha sorpreso e vi sorprenderà
È un altro avvenimento di cui voglio parlarvi
Una trovata audace della bella fanciulla
Che non ci aspetteremmo da lei ch'è semplicetta.
Dobbiamo confessarlol'amore è un gran maestro
Ci insegna a diventare quel che non fummo mai;
Sovente il suo consiglio in un solo momento
Opera il mutamento della nostra condotta;
In noi della natura forza le costrizioni
E i suoi rapidi effetti sembran miracolosi:
Un avaro trasforma in prodigo all'istante
Il vile in coraggiosoil rozzo in costumato
Rende sottile e pronta l'anima più pesante
Alla più sprovveduta dona l'intelligenza.
Quest'ultimo prodigio in Agnese risplende
Poiché nello scacciarmi in questi esatti termini:
«Andate vianon voglio che veniate a trovarmi;
Conosco il ritornelloe la risposta è questa»
Quel granito o quadrello che tanto vi stupisce
È caduto ai miei piedi con una letterina
Ed è meraviglioso che la lettera accordi
Il senso dello scritto con quello della pietra.
Di un'azione siffatta non siete voi sorpreso?
Non sa l'artel'amoredi aguzzare l'ingegno?
E potete negare che il suo potente fuoco
Sappia cose mirabili suscitare nel cuore?
Che dite del bel tiro e di queste due righe?
Eh? Voi non ammirate questo tratto geniale?
Non vi pare spassoso vedere quale parte
È toccata al geloso in questa canzonella?
Dite.
ARNOLFO
Spassosocerto.
ORAZIO
Ridete dunque un poco.
Arnolfo ride di un riso forzato
Quest'uomo che infuriato contro la mia passione
In casa si trincerapara il colpo a quadrelli
Come se io volessi scalare la sua casa
Che per mandarmi vianel suo buffo spavento
Arringa dall'interno contro di me i famigli
E viene buscheratocol suo tranello stesso
Da colei che intendeva tener nell'ignoranza!
Quanto a mevi confessoancor che il suo ritorno
Metta in grave imbarazzo per ora l'amor mio
Il fatto mi diverte non saprei dirvi quantoNon ci posso pensare senza riderdi cuore.
Voi solo non ridetea mio avvisoabbastanza.
ARNOLFO (con un riso forzato)
Dovete perdonarmiio rido come posso.
ORAZIO
Ma vi devo mostrarecome amicola lettera.
Ciò che il suo cuore sentela sua mano ha tracciato
Ma in parole toccantiricolme di bontà
E d'una tenerezza ingenua ed innocente
Nella maniera in cui la sincera natura
Esprime dell'amore la prima scalfittura.
ARNOLFO (sottovoce)
Ed ecco a che ti servebugiardala scrittura
Che ti hanno insegnato contro i miei desideri.
ORAZIO (leggendo)
«Desidero scrivervie sono in angustia perché non so se ne sono capace.Vorrei che conosceste i miei pensieri; ma non
so come comunicarvelie non mi fido delle mie parole. Comincio a capire chesono stata tenuta nell'ignoranzaho paura
di fare cosa non buona e di dire più che non dovrei. In veritànon so direche cosa mi avete fatto; ma sento che sono
terribilmente infastidita per ciò che mi hanno costretta a fare contro divoiche soffrirò infinitamente di non potervi più
vederee che sarei felice se potessi essere vostra. Forse è male direqueste cose; ma infine non riesco a farne a menoe
vorrei che si potessero dire senza che lo sia. Mi si dice in tutti i modi chei giovani sono infidiche non bisogna
ascoltarli e che tutto ciò che mi dite non ha altro scopo che diapprofittare di me; ma vi assicuro che non ho potuto
finora immaginare questo di voie sono così commossa dalle vostre paroleche non potrei mai pensare che siano
menzognere. Ditemi sinceramente come stanno le cose; poiché insomma io nonsono maliziosa e voi fareste molto male
se mi ingannastee io penso che ne morrei di dolore».
ARNOLFO
Sciagurata!
ORAZIO
Che avete?
ARNOLFO
Ma nienteun po' di tosse.
ORAZIO
Avete mai sentito espressioni più dolci?
Malgrado il peso orrendo di un ingiusto potere
Può mai manifestarsi un'indole migliore?
E non è colpa gravedegna di punizione
Deturpare di un'anima la splendida natura
Voler nell'ignoranza e nella stolidezza
Soffocar crudelmente lo spirito che sboccia?
L'amore ha cominciato a lacerare il velo
E se grazie al favore di qualche buona stella
Io possocome speroa questo gran bestione
Traditoretirannozoticovillanzone...
ARNOLFO
Addio.
ORAZIO
Ma ve ne andate di già?
ARNOLFO
Mi viene in mente
Proprio in questo momento che ho un affare in sospeso.ORAZIO
Ma non sapresteadesso che la guardano a vista
Chi dunque in quella casa potrebbe avere accesso?
Mi muovo senza scrupolie non è cosa strana
Che noi si possainsiemerender pan per focaccia.
Là dentro ho solamente gente che mi sorveglia
E cameriera e servoche ho ritrovati or ora
Non hanno maiper quante maniere abbia tentato
Temprato l'ispidezza col volermi ascoltare.
Avevo a questo scopo fra le mani una vecchia
Dal genio a dire il vero senz'altro sovrumano;
Dapprima mi ha servito nel migliore dei modi
Ma dopo quattro giorni la poveretta è morta.
Non avreste per caso da suggerirmi un mezzo?
ARNOLFO
Nomi spiace; del resto ne troverete assai.
ORAZIO
Addio. Vedete quanta fiducia in voi ripongo!
Scena V
Arnolfo
Quanto davanti a lui devo mortificarmi!
Mi è penoso occultare il mio dolor cocente!
E per una innocente che spirito vivace!
Ha finto d'esser talel'impostoraai miei occhi
O il diavolo le ha messo questo raggiro in mente;
Ed eccomi ha distrutto questo scritto funesto.
Vedo che il traditore l'anima le ha rapito
E s'abbarbica ad essa per togliermi di mezzo.
O mia disperazioneo mortale mio strazio!
Io soffro doppiamente del furto del suo cuore
Che distrugge l'amore e l'onore ad un tempo;
Mi esaspera trovare il mio posto usurpato
E vedere ingannata la mia circospezione.
Lo soper castigare il suo libero amore
Basta ch'io l'abbandoni al suo destino infausto
E vendetta otterrei dalla sua stessa mano;
Ma è molto doloroso perdere ciò che amiamo.
Cielo! per una scelta che ho tanto meditato
Devo per le sue grazie ora perdere il senno!
Lei non ha genitoriné appogginé ricchezze;
Tradisce l'amor miola pietàle premure:
E dopo il vile ingannoio l'amo tuttavia
Poiché di questo amore non posso fare a meno.
Stoltonon hai vergogna? Ah! scoppiodò in ismanie
E vorrei schiaffeggiarmi e cento e cento volte.
E adesso torno a casa; ma solo per vedere
Qual è la sua condotta dopo sì atroce inganno.
Cielofa che il mio capo sia privo di disgrazia;
Oppure se sta scritto che mi debba toccare
Mi sia concessa almenoin simili incidenti
La grande forza d'animo che alligna in tanta gente.
ATTO IVScena I
Arnolfo
Faticolo confessoa far da spettatore
E da mille fastidi mi sento imbarazzato
Nel disporre le cosee di dentro e di fuori
Che di quel bellimbusto distruggano gli sforzi.
Con che sguardo l'infida sostenne la mia vista!
Non si dà dei suoi atti il minimo pensiero
E benché mi riduca sull'orlo della tomba
Si direbbea vederlach'ella non sappia nulla.
Tanto più la scrutavo e la vedevo in pace
Tanto più mi sentivo la bile riscaldarsi
E i bollori iracondi che infiammavano il cuore
Parevan raddoppiare la bramosia d'amore.
Ero inaspritotorvoe pieno di rancore
E tuttavia non mai tanto bella m'apparve
Non mai gli occhi suoi belli vidi sì penetranti
Non mai sentii per essi sì vivo desiderio;
E se la triste sorte vuole la mia sventura
Io sento che il mio cuore finirà per scoppiare.
Ma come? Ho provveduto che venisse educata
Con tanta tenerezza e con tanta prudenza
L'ho fatta dall'infanzia crescere in casa mia
Per essa ho accarezzato le più dolci speranze
Sul suo fascino in boccio ho elevato castelli
E l'ho tenuta in serbo durante tredici anni
Perché un giovane folle del quale s'incapriccia
Me la venga a soffiare così di sotto il naso
Quando già la ragazza è per metà mia moglie?
No davveroperbacco! Sei grulloamico mio
Gira fin che ti pare: o sprecherò il mio tempo
O renderòlo giurovane le tue speranze;
Tu di medi sicuroridere non potrai.
Scena II
Il notaioArnolfo
NOTAIO
Ah! siete qui. Buongiorno. Eccomi dunque pronto
A vergare il contratto che voi volete fare.
ARNOLFO (che non lo vede)
Come fare?
NOTAIO
Direinelle forme consuete.
ARNOLFO (che non lo vede)
È bene che si prendano le giuste precauzioni.
NOTAIO
Non voglio fare nulla contro i vostri interessi.
ARNOLFO (che non lo vede)
Bisogna garantirsi da tutte le sorprese.
NOTAIOBasterà che in mia mano mettiate i vostri affari.
A scanso d'ogni ingannonon vi bisogna affatto
Quietanzare il contratto prima di aver la dote.
ARNOLFO (che non lo vede)
Non vorreise lasciamo che qualcosa trapeli
Che di questa faccenda corra in città la voce.
NOTAIO
Ebbene! è molto facile impedire le ciarle;
Basta fare il contratto in tutta segretezza.
ARNOLFO (che non lo vede)
Come potrò di fatto uscirne a testa alta?
NOTAIO
Ai beni della moglie si regola il doario.
ARNOLFO (che non lo vede)
Io l'amo e questo amore mi mette in gran pensiero.
NOTAIO
La moglie in questo caso la si può favorire.
ARNOLFO
Data la congiunturacome devo trattarla?
NOTAIO
Di norma il fidanzato dota la sua promessa
Di un terzo della dote di lei ma non è un vincolo.
Quando lo si desideri si va molto più in là.
ARNOLFO (che non lo vede)
Se...
NOTAIO (che viene notato da Arnolfo)
Quanto alla precipuali riguarda ambedue.
Dico che il fidanzato nel dotar la promessa
Può far quel che gli pare.
ARNOLFO (che lo ha visto)
Eh?
NOTAIO
Può privilegiarla
Se le vuol molto bene e vuol farle un favore
Attraverso il doario detto prestabilito
Che in morte della donna è perso per gli eredi
O quel senza ritorno che passa ai suoi parenti
O il doario comunesecondo i desideri
O ancor per donazione nel contratto formale
Che si fa puro e semplice o a reciproco impegno.
Perché alzate le spalle? Sto parlando da idiota
Da persona che ignora le forme di un contratto?
Chi me le può insegnare? Nessunoche io sappia.
Non so forse che i coniugiper la norma dell'Uso
Hanno in comune i mobiligli immobili e gli acquisti
Tranne che con un atto vi rinuncino a posta?
Non so forse che il terzo dei beni della sposa
Entra in comune ai fini...
ARNOLFOMa sìquesto è sicuro
Conoscete il mestierema chi ve lo contesta?
NOTAIO
Voiche vi compiacete farmi passar per fesso
Facendomi spallucce e il viso disgustato.
ARNOLFO
Maledetto sia l'uomo e il suo stupido muso.
Addio. Non c'è altro mezzo per chiudervi la bocca.
NOTAIO
Non mi avete chiamato per stendere un contratto?
ARNOLFO
Sìvi ho fatto chiamare; ma tutto è rimandato.
Vi manderò a chiamare quando sarà il momento.
Ma che diavolo d'uomocon tutti i suoi discorsi!
NOTAIO
Io penso che sia toccoe so che non mi sbaglio.
Scena III
Il notaioAlainGiorgettaArnolfo
NOTAIO
Non mi avete cercato per conto del padrone?
ALAIN
Certo.
NOTAIO
Ignoro il giudizio che voi date di lui
Ma andate a riferirgli da parte miae di corsa
Che è pazzo da legare.
GIORGETTA
Sarà nostra premura.
Scena IV
AlainGiorgettaArnolfo
ALAIN
Signore...
ARNOLFO
Suvenite: voi siete i miei fedeli
E buoni e veri amicime n'è giunta notizia.
ALAIN
Il notaio...
ARNOLFO
Tralasciaci penseremo dopo.
Si vuole all'onor mio giocare un brutto tiro
E che affrontoragazzisarebbe anche per voi
Quando al vostro signore l'onore fosse tolto!
Più da nessuna parte osereste apparireE ciascuno vedendovi vi mostrerebbe adito.
Poiché dunque la cosa vi riguarda altrettanto
Dovete vigilareda parte vostraal punto
Che il nostro vagheggino non possa in alcun modo...
GIORGETTA
Ci avete appena detto quel che dobbiamo fare.
ARNOLFO
Ma dai suoi bei discorsi vi dovete guardare.
ALAIN
Oh! sicuro.
GIORGETTA
Sappiamo come tenerlo a bada.
ARNOLFO
Se venisse con grazia: «Alainmio cuoricino
Aiutami un pochinoconforta il mio languore».
ALAIN
Siete un povero scemo.
ARNOLFO (a Giorgetta)
Bene. «Giorgetta cara
Mi sembri tanto dolcetanto buona ragazza».
GIORGETTA
Siete un babbione.
ARNOLFO (ad Alain)
Bene. «Ma cosa c'è di male
In una virtuosa ed onesta intenzione?»
ALAIN
Voi siete un mascalzone.
ARNOLFO (a Giorgetta)
Benissimo. «Ma muoio
Se pietà non ti prende delle pene che soffro».
GIORGETTA
Siete uno spudoratoun allocco.
ARNOLFO
Sìbene.
«Io non sono di quelli che prendono e non danno;
Dei servigi goduti io conservo il ricordo;
E pertanto fin d'oraAlainbeviti questo;
E questomia Giorgettaper comprarti una gonna:
Entrambi tendono la mano e prendono il denaro
E queste son le briciole dei benefici miei.
Tutta la cortesia che sollecito a voi
È di poter vedere la bella padroncina».
GIORGETTA (respingendolo)
Storie!
ARNOLFOBene!
ALAIN (respingendolo)
Va via!
ARNOLFO
Benebene!
GIORGETTA(respingendolo)
Ed in fretta!
ARNOLFO
Sta bene! adesso basta.
GIORGETTA
Ho fatto il mio dovere?
ALAIN
Ci siamo comportati come intendete voi?
ARNOLFO
Sìma non dovevate arraffare il denaro.
GIORGETTA
Di tal particolare ci siam dimenticati.
ALAIN
Possiam ricominciarese lo volete.
ARNOLFO
Basta
Ora al lavoro entrambi!
ALAIN
Parlatee sarà fatto.
ARNOLFO
Novi dicoal lavoro. Ora è questo che voglio.
I soldi ve li lascio. Andate: vi raggiungo.
Fate attenzione a tutto; secondate il mio intento.
Scena V
Arnolfo
Voglioper sentinella che sia d'acuta vista
Prendere il ciabattino che sta in fondo alla strada.
Sempre rinchiusa in casa io la voglio tenere
E farvi buona guardiae massime bandirvi
Venditrici di nastridi guanti e fazzoletti
Parrucchieremerciaiepettinatrici e simili
Gente che ad ogni passo subdolamente agisce
Per mandare a buon fine gli amorosi misteri.
Conosco infine il mondone so le sottigliezze.
Più d'una volpe astuto esser dovrà il galante
Se messaggio o biglietto vorrà far pervenire.
Scena VI
OrazioArnolfoORAZIO
Felice è l'occasione che ho avuto d'incontrarvi.
Vi posso assicurare che l'ho scampata bella.
Appena vi ho lasciatonon m'aspettavo certo
Di rivedere Agnese comparir sul balcone
Che si prendeva il fresco degli alberi vicini.
Dopo un piccolo cennoella fece in maniera
Scesa che fu al giardinodi schiudermi la porta;
Ma non appena entrambi fummo in camera sua
Lei sentì sui gradini agitarsi il geloso
E quel che poté fare in simile frangente
Fu solo di rinchiudermi in un capace armadio.
Egli entrò di repente: ed io non lo vedevo
Ma lo sentivo muoversia gran passiin silenzio
Ed emettere a tratti lamentosi sospiri.
Talvolta egli picchiava i pugni sulla tavola
Colpiva un cagnolino che si stava agitando
Gettava sottosopra i panni che trovava.
Ha persino distrutto con mano inviperita
I vasi che la bella teneva sul camino
E mi sembra evidente che quel becco cornuto
Sa qualcosa del tiro che gli è stato giocato;
Finché dopo infiniti passiavendo potuto
Scaricare la rabbia su chi non c'entra niente
L'inquieto gelosonecon quale umor non dico
È uscito dalla stanza ed io dal nascondiglio.
Non abbiamo volutoper timor dell'omaccio
Correre il grave rischio di stare insieme ancora
Era troppo l'azzardo; ma devo questa notte
Un po' sul tardi in camera introdurmi in silenzio.
Con tre colpi di tosse mi farò riconoscere
E si dovràal segnaledischiuder la finestra
Di cui con una scalada Agnese secondato
Tenterà l'amor mio di raggiunger l'accesso.
Siete il mio solo amicoe voglio lo sappiate
L'allegrezza del cuore cresce se la diffondi;
Possiamo cento volte esser felici appieno
Ma non siamo contenti se non lo sa nessuno.
Voi prenderete partesperoalla mia fortuna.
Addio. Vo a procurarmi le cose necessarie.
Scena VII
Arnolfo
La perniciosa stella che insiste a tormentarmi
Nemmeno il tempodunquemi dà di respirare?
Un colpo dopo l'altro vedrò la loro intesa
Sconfigger la prudenza del mio vigile zelo?
E sarò lo zimbellonei miei anni maturi
D'un giovane sventato e d'una ragazzina?
M'han visto per vent'annida filosofo saggio
Contemplar dei mariti l'infelice destino
E studiare con cura tutte le circostanze
Che fan nella sventura cadere i più prudenti;
Ho messo dunque a frutto le disgrazie degli altri
E i mezzi ho ricercatodovendo prender moglie
Per poter garantire la fronte da ogni affronto
E farla differente da tutte l'altre fronti.
Nel nobile progetto ho sempre messo in attoQuello che sa inventare l'umanaperspicacia
E come se la sorte avesse decretato
Che quaggiù nessun uomo riesce a farla franca
Dopo tante esperienze e i necessari lumi
Che ho potuto acquisire in simile argomento
Dopo aver meditato per un ventennio e oltre
Per poter comportarmi con ogni avvedutezza
Di tant'altri mariti avrei tradito l'orme
Per ritrovarmi poi nei medesimi guai?
Ah! destino crudeleio ti voglio smentire.
Dell'oggetto agognato sono ancora in possesso;
Se il tristo moscardino m'ha rubato il suo cuore
Posso almeno impedire che arraffi quel che resta.
E questa notteeletta per la galante impresa
Non passerà di certo liscia come si spera.
In mezzo alle tristezzeho la soddisfazione
Di venire informato del laccio che m'han teso
E che quello sventato che vuol la mia rovina
Faccia del suo rivale il proprio confidente.
Scena VIII
CrisaldoArnolfo
CRISALDO
E allorasi va a cena prima di andare a spasso?
ARNOLFO
Questa sera digiuno.
CRISALDO
Ma che capriccio è questo?
ARNOLFO
Vogliatemi scusaredi grazia! ho qualche noia.
CRISALDO
Il vostro matrimoniodunquenon s'ha da fare?
ARNOLFO
V'inquietate un po' troppo per gli affari degli altri.
CRISALDO
Ohoh! perché tant'agro? Quali fastidi avete?
Forsecompare mioqualche tribolazione
È venuta a turbare il vostro ardente amore?
Ah! se vi guardo in facciasarei pronto a giurarlo.
ARNOLFO
Qualunque cosa accadaho almeno il privilegio
Di non assomigliare a chi placidamente
Sopporta la presenza di tanti bellimbusti.
CRISALDO
Cosa strana è che un uomo come voi tanto edotto
Non faccia che crucciarsi per un solo argomento
Che in esso si compiaccia di porre il sommo bene
E che non concepisca altro onore che quello.
Esser brutaleavaroladrocattivo e vile
Di fronte a questa macchia è un nonnulla per voi
E in qualunque maniera possa avere vissutoL'uomo è uomo d'onore quando nonè cornuto.
Ma pensiamoci beneperché volete credere
Che da un caso fortuito dipenda il nostro nome
E che un uomo dabbene debba rimproverarsi
L'iniquità di un male che non si può evitare?
Perché voletedicoche ammogliandosi un uomo
Sia degnoper ciò stessodi biasimo o di lode
E che scorgere debba un mostro spaventoso
Nell'offesa che viene dalla fede tradita?
Mettetevi nel capo che si può delle corna
Aver da uomo saggio un più mite concetto
Che se i colpi del caso ci trovano indifesi
L'infortunio in se stesso è affatto indifferente.
Insommatutto il malechecché ne dica il mondo
Sta soltanto nel modo di accettare l'evento
E per ben comportarsi in tali circostanze
Bisogna come sempre tenere il giusto mezzo:
Non imitar coloroun po' troppo indulgenti
Che di questi frangenti giungono a menar vanto
Che delle donne loro citano i cascamorti
E ne fanno l'elogione decantan le doti
Testimoniano ad essi profonda simpatia
Ne accettano i regalison sempre di brigata
E fanno che la gente si stupisca a ragione
Vedendo con che audacia ci mettono la faccia.
Se questo atteggiamento è da rimproverare
Non meno condannabile è però l'altro estremo.
Non approvo gli amici di quelli zerbinotti
Ma nemmeno mi schiero con certi turbolenti
Dal corruccio imprudenteche fanno fuoco e fiamme
Attirano col chiasso l'attenzione di tutti
E con queste scenate sembrano non volere
Che si possa ignorare ciò che possono avere.
Fra questi due partiti ce n'è un altro più onesto
A cui nell'occasione l'uomo saggio si attiene;
E quando lo si assume non c'è da vergognarsi
Se in modo riprovevole la donna si conduce;
Le corna in tutti i casi si posson facilmente
Veder sotto un aspetto meno terrificante
E come vi ho già dettol'abilità consiste
Nel volgere la cosa verso il lato migliore.
ARNOLFO
Dopo un tale discorso tutta la confraternita
Deve un ringraziamento a Vostra Signoria
E chiunque avrà voglia di sentirvi parlare
Tosto non vedrà l'ora di far parte del branco.
CRISALDO
Non dico questo; e infatti è questo ciò che biasimo;
Ma poiché la mogliera ci vien data dal caso
Io dico che si faccia come al gioco dei dadi
Nel quale se non esce il numero voluto
Devi giocar d'astuzia e con animo mite
Modificar la sorte facendovi buon viso.
ARNOLFO
Ossia mangiare bene e dormire tranquilli
E aver la convinzione che l'esser becchi è nulla.
CRISALDO
Volete motteggiare; ma per dirvela tuttaCi sono tante cose al mondo piùtemibili
Ch'io considero invero ben maggiore sventura
Del fortuito incidente che tanto v'impaura.
E se dovessi scegliere fra due mali obbligati
Preferirei senz'altro essere quel che dite
Che il sapermi marito di quelle irreprensibili
Il cui cattivo umore fa il processo a ogni cosa
Streghe di virtù pienediavoli senza vizi
Che si fan forti d'ogni loro onesta bravata
Che per un picciol torto che si astengon dal fare
Si arrogano il diritto di agir con tracotanza
E voglion con la scusa che ci sono fedeli
Che si debba da loro sopportare ogni insulto.
Un'altra cosaamico: sappiate che in effetti
Le corna son soltanto quel che vogliam che siano
Che in certe contingenze son persin benvenute
E in esse c'è del buono come in tutte le cose.
ARNOLFO
Se l'animo a voi basta per esserne contento
A me non basta quello di volere provare;
Piuttosto che subire una tale evenienza...
CRISALDO
Non giuratemio Dio! per non fare spergiuro.
Se la sorte ha decisoogni prudenza è vana
E non vi sarà chiesto qual è il vostro parere.
ARNOLFO
Sarò dunque cornuto?
CRISALDO
Gran disgrazia davvero!
Ce ne sono millantasia detto senza offesa
Che d'aspettodi mentedi beni e di casato
In nessun modo possono paragonarsi a voi.
ARNOLFO
Del pari non vorrei paragonarmi a loro;
Ma la vostra irrisionein brevem'importuna.
Smettiamolavi prego.
CRISALDO
Ed eccovi adirate.
Ne sapremo la causa. Buon giorno. E ricordate
Qualunque cosa in merito l'onor vi suggerisca
Che si è già per metà... quello che noi sappiamo
Quando si vuol giurare che non lo si sarà.
ARNOLFO
Ed io lo giuro ancora e vado immantinente
A trovare un rimedio contro questo incidente.
Scena IX
AlainGiorgettaArnolfo
ARNOLFO
Venite in puntoamiciimploro il vostro aiuto;
Di tanto attaccamento io sono edificato
Ma è d'uopo che si mostri in questa circostanza:Se voi mi servirete com'ènelle speranze
Avrete certamente la vostra ricompensa.
L'uomo che voi sapete (non ditelo a nessuno)
Vuolecome ho saputostanotte buscherarmi
E scalando arrivare nella stanza di Agnese;
Tutti insieme dobbiamo tendergli un'imboscata:
Desidero che entrambi prendiate un bel bastone
E quando sarà giunto all'ultimo scalino
(Io nel momento buono aprirò la finestra)
Carichiatea piaceredi botte il traditore
Ma in modo che la schiena ne conservi il ricordo
E insegnare gli possa che non deve tornare:
Senza fare il mio nomeperaltroin nessun modo
E senza far capire che son lì dietro a voi.
Siete voi ben disposti a servir la mia collera?
ALAIN
Se si tratta di busseperbaccoil mondo è nostro.
Vedrete quando picchio se son di man leggera.
GIORGETTA
La miaquantunque sembri a vederla men forte
Fa pure la sua partequando deve strigliare.
ARNOLFO
Andate; e soprattutto non state a chiacchierare.
Ecco per il futuro un'utile lezione;
E se tutti i mariti della nostra città
Così delle lor donne accogliessero il ganzo
Il numero dei becchi sarebbe assai minore.
ATTO V
Scena I
AlainGiorgettaArnolfo
ARNOLFO
Pazziche avete fatto? perché tanta violenza?
ALAIN
Noi abbiamo ubbiditosignoreai vostri ordini.
ARNOLFO
Vi nascondete invano dietro a una magra scusa.
Vi ho detto di colpirenon certo d'ammazzarlo;
E solo sulla schienae non già sulla testa
Doveva scatenarsi tutta la grandinata.
Cielo! in quale frangente mi mette qui la sorte!
Come posso pensare che quell'uomo sia morto?
Tornate in casa e nulla lasciatevi scappare
Sull'ordine innocente che ho voluto impartirvi.
Il giorno sta spuntandovado a chieder consiglio
Sul modo di condurmi in questo infausto evento.
Misero! che sarà di me? che dirò al padre
Quando gli giungerà l'inattesa notizia?
Scena IIOrazioArnolfo
ORAZIO
Devo andare a vedere un po' chi sarà mai.
ARNOLFO
Chi l'avrebbe mai detto... Scusatevoi chi siete?
ORAZIO
Signor Arnolfovoi?
ARNOLFO
Sìma voi?...
ORAZIO
Sono Orazio.
Venivo a casa vostra per chiedervi una grazia.
Ma come uscite presto!
ARNOLFO (sottovoce)
Dio mioche confusione!
È forse un incantesimo? è forse un'illusione?
ORAZIO
Se devo dire il veromi trovavo in gran pena
E benedico il Cielo della bontà sovrana
Che nel momento giusto fa che possa incontrarvi.
Vengo per riferire che tutto è andato bene
O addirittura meglio di quanto avrei sperato
Grazie a ciò che doveva far fallire l'impresa.
Non so in quale maniera ha potuto scoprire
L'accordo che avevamo fra di noi concordato
Ma nel momento in cui giungevo alla finestra
Io vidi a malincuore apparire qualcuno
Che alzò improvvisamente il braccio su di me:
Io misi il piede in fallosì che precipitai
E il fatto di caderea parte qualche livido
Mi evitò l'esperienza di venti bastonate.
Quegli uominifra i quali c'erapensoil geloso
Imputaron l'evento all'effetto dei colpi
E poiché lungo tempoa causa del dolore
Immobile rimasi là dove mi trovavo
Si convinsero tutti d'avermi assassinato
Sì che subitamente si misero in allarme.
Nel profondo silenzio ne sentivo i clamori
S'accusavan l'un l'altro della violenza fatta:
Così senza alcun lumemaledicendo il fato
Vennero a branciconi a veder s'ero morto.
Io vi lascio pensare se nella notte oscura
Seppi finger l'aspetto di un vero trapassato.
Ritornarono indietro tutti terrorizzati
E mentre meditavo di svignarmela anch'io
Da questa finta morte tutta commossaAgnese
A me con svelto passo se n' venne premurosa;
Poiché quel che si dissero fra di loro quei tali
Era subito giunto all'orecchio di lei
Che in tutto quel trambustoessendo men guardata
Poté tranquillamente uscirsene da casa;
Ma trovandomi sano proruppe in tale gioia
Che davvero è difficile poter immaginare.
Che posso dirvi? Infinel'amabile ragazzaSeguì il suggerimento che il suoamore le dava
Non volle più pensare di ritornare a casa
E tutto il suo destino mise nelle mie mani.
Considerate dunque dal candido suo fare
A che cosa la espone l'insolenza del folle
Ed a quanti pericoli potrebbe andare incontro
Se fossi un uomo tale che l'avessi men cara;
Ma di un amore puro ho l'anima pervasa;
Preferirei morire che abusare di lei;
Vedo in essa bellezze degne di un'altra sorte
E da lei solo morte potrebbe separarmi.
Già posso prevedere l'ostilità di un padre
Ma avremo tutto il tempo per calmarne il furore.
Da un amor così dolce mi lascio affascinare
E nella vitainfinebisogna accontentarsi.
Quel che da voi desideroin tutta segretezza
È ch'io possa affidare a voi la mia fanciulla
E nella vostra casain nome del mio amore
Almeno qualche giorno la possiate ospitare.
Si deve innanzi tutto occultar la sua fuga
E aspettarsi che presto la cercheranno ovunque
Poi si sa che una giovaneanche della sua specie
Assieme a un giovanotto dà luogo a brutte voci
E come a voi soltantodi cui so la prudenza
Ho fatto del mio amore la piena confidenza
A voi soltantocome amico generoso
Posso affidare questo amoroso fardello.
ARNOLFO
Sono al vostro servizionon abbiate timore.
ORAZIO
Voi volete accettare questa cara incombenza?
ARNOLFO
Volentierivi dicoe sono ben felice
Di avere l'occasione di rendervi un servigio.
Io rendo grazie al Cielo di avermela fornita
Non ho mai fatto nulla con gioia pari a questa.
ORAZIO
Alle vostre bontà quanto son debitore!
Temevo che ci fossero difficoltàma voi
Siete un uomo di mondonella vostra saggezza
Sapete perdonare i giovanili ardori.
Le fa la guardia un servo nella contrada accanto.
ARNOLFO
Ma come si può fare? Si sta facendo giorno.
Se l'accompagno adessoforse mi si vedrà
E se voi comparite con essa in casa mia
I servi parleranno. Per esser più sicuri
La dovete condurre in un luogo appartato:
L'aspetterò all'ingresso secondario di casa.
ORAZIO
Son precauzioniquesteche bisogna osservare.
Quanto a mela rimetto subito in mano vostra
E in tutta segretezza me ne ritorno via.
ARNOLFO (solo)
Ah! sortequesto evento propizio mi ripagaDel male che mi ha fatto finora iltuo capriccio.
Scena III
AgneseOrazioArnolfo
ORAZIO
Non datevi pensiero del posto in cui vi porto:
È un rifugio sicuro che ho potuto trovare.
Restare in casa mia sarebbe la rovina:
Entrate in quella portavi aspetta una persona.
Arnolfo le prende la mano e lei non lo riconosce
AGNESE
Ma perché mi lasciate?
ORAZIO
Bisognacara Agnese.
AGNESE
Vi pregonon mancate di tornare al più presto.
ORAZIO
Mi darà l'ali al piede il mio ardore amoroso.
AGNESE
Se non posso vederviio non sono felice.
ORAZIO
Quando voi non ci sieteson molto triste anch'io.
AGNESE
Ahimèse questo è veroperché mi abbandonate?
ORAZIO
Come! Potreste dunque dubitar del mio amore!
AGNESE
Vedo che non mi amate quanto vi amo io.
Arnolfo la trascina
Ma perché mi trascina?
ORAZIO
È assai pericoloso
Che ci vedano insieme da queste partiAgnese
Ed il perfetto amico che vi prende per mano
Ubbidisce al prudente zelo che tanto importa.
AGNESE
Ma io non lo conosco...
ORAZIO
Non abbiate paura:
Nelle sue manicaravi troverete bene.
AGNESE
Avrei molto più care le mani del mio Orazio.
Ed avrei...Ad Arnolfo che di nuovo la trascina
Aspettate.
ORAZIO
Mi scaccia il giorno. Addio.
AGNESE
Quando potrò vedervi?
ORAZIO
Prestonon dubitate.
AGNESE
Quanto dovrò annoiarmi aspettando il momento!
ORAZIO
Or non ha più rivali la mia felicità
E possograzie al Cielodormir sonni tranquilli.
Scena IV
ArnolfoAgnese
ARNOLFO (nascondendo il viso sotto il mantello)
Venitenon è qui che vi voglio ospitare
Altrove il vostro alloggio ho fatto predisporre:
Desidero che in luogo sicuro soggiorniate.
Mi conoscete?
AGNESE (riconoscendolo)
Ohmisera!
ARNOLFO
Scelleratail mio viso
In questa circostanza vi sconvolge la mente
E certo mi vedete ora di contraggenio.
Turbo nei suoi progetti l'amor che vi possiede.
Agnese guarda se può scorgere Orazio
Non chiamate con gli occhi l'amante in vostro aiuto:
È già troppo lontano per portarvi soccorso.
Ah! ah! giovane ancora fate di queste trame!
Nel vostro ingenuo modo che sembra impareggiabile
Chiedete se i bambini si fanno con le orecchie
E poi sapete dare notturni appuntamenti
E per seguire un uomo fuggirvene in silenzio!
Affè! come la vostra lingua lo sa blandire!
Si direbbe che abbiate frequentato una scuola.
Chi diamine ha potuto tanto bene istruirvi?
Dunque più non temete di avere iniziative?
Di notte il cascamorto vi ha reso tanto audace?
Ah! scostumataavere con me tanta perfidia!
Rispondere in tal modo al bene che vi ho fatto!
Minuscolo serpente che ho custodito in seno
E che appena ha potuto con l'animo più ingrato
Tenta di far del male a chi la tiene cara!
AGNESEPerché mi strapazzate?
ARNOLFO
Certosono in errore!
AGNESE
In tutto quel che ho fatto non c'è niente di male.
ARNOLFO
Scappare con un uomo non è un'azione infame?
AGNESE
È un uomo che mi dice di volermi sposare;
Seguo l'insegnamento vostro: voi predicate
Che con il matrimonio si cancella il peccato.
ARNOLFO
Certo. Ma sono io che volevo sposarvi;
E se non vado erratove l'ho fatto capire.
AGNESE
Sì; ma lui francamentesia detto fra di noi
Sotto questo rispetto mi piace più di voi.
Il nostro matrimonio sarebbe fastidioso
Nei discorsi ne date un'immagine orrenda
Mentre per luiperbacco! è pieno di piaceri
E ti mette la voglia di prendere marito.
ARNOLFO
Ah! quanto devi amarloscellerata!
AGNESE
Sìl'amo.
ARNOLFO
Ed avete il coraggio di venirmelo a dire!
AGNESE
Perché non dovrei dirlodal momento che è vero?
ARNOLFO
Nessuno vi ha costrettospudorata!
AGNESE
Ohmeschina!
Io che ci posso fare? Lui soltanto è la causa;
Quando la cosa accadde non ci pensavo affatto.
ARNOLFO
Bisognava scacciare quell'impulso amoroso.
AGNESE
Come si può scacciare quel che tanto ci piace?
ARNOLFO
Ma voi non sapevate che ciò mi dispiaceva?
AGNESE
Io? Niente affatto. A voi che male può causare?
ARNOLFO
È veroho ben ragione di rallegrarmi tutto.Voi non m'amatedunque?
AGNESE
Chi? voi?
ARNOLFO
Ma certamente.
AGNESE
Ahimèno!
ARNOLFO
Come no?
AGNESE
Volete che mentisca?
ARNOLFO
Ma perché non mi amateSignora svergognata?
AGNESE
Non è me che dovete biasimaremio Dio:
Ma perché non vi siete fatto amare anche voi?
Non ve l'ho certamente impeditoch'io sappia.
ARNOLFO
Con tutte le mie forze ho tentato di farlo;
Ma tutte le premure son finite nel nulla.
AGNESE
Dunque a questo proposito lui ne sa più di voi
Visto che a farsi amare non ha fatto fatica.
ARNOLFO
Vedi come ragiona e bercia la villana!
Che peste! una preziosa non parlerebbe peggio.
L'ho conosciuta male; oppure in fede mia
Ne sa di più una sciocca che il più esperto di noi.
Visto che nella logica siete così ferrata
Graziosa saputellavi avrei dunque nutrita
Per tutto questo tempo a mie spese per lui?
AGNESE
No. Vuole indennizzarvi fino all'ultimo soldo.
ARNOLFO
Certe parole aumentano il mio risentimento.
Con tutto il suo poterecome può indennizzarmi
Degli obblighi che avetesciaguratacon me?
AGNESE
Non mi pare di averne con voi di così grandi.
ARNOLFO
Non è nulla l'avervi cresciuta da bambina?
AGNESE
Vi siete comportato davvero ottimamente
E mi avete impartito una bella istruzione!
Credete che m'illudache non abbia capito
Da me che son rimasta un povero somaro?
Me ne vergogno anch'io; e nell'età in cui sonoNon voglio più passaresepossoper cretina.
ARNOLFO
Fuggite l'ignoranza e volete a ogni costo
Apprendere nozioni dal vostro bello?
AGNESE
Certo.
Se qualcosa conosco l'ho saputa da lui:
Gli devo moltoe certo molto di più che a voi.
ARNOLFO
Non so chi mi trattenga dal prenderla a ceffoni
E di queste parole punisca l'insolenza.
Il suo gelo tagliente mi fa perder le staffe
E quattro pugni in faccia mi darebbero gioia.
AGNESE
Ahimèpotete farlose così piace a voi.
ARNOLFO
I suoi occhie il parlaremi fan sbollire l'ira
Mi sento ritornare in cuor la tenerezza
Che della sua condotta cancella il raccapriccio.
Strana cosa è l'amoree che per donne indegne
L'uomo si lasci prendere da tanta debolezza!
Conosciuta è da tutti la loro imperfezione:
Si sa che è improntitudinesi sa che è insensatezza;
Han l'animo cattivoe lo spirito fragile;
Niente c'è di più deboleniente di più imbecille
Niente di più infedele: e ciò malgradoal mondo
Quante cose si fanno per queste bestioline.
Sìfacciamo la pace. Vapiccola carogna
Ti perdono e ti rendo l'affetto che tu sai.
Considera da questo il bene che ti voglio
E sapendomi buono concedimi il tuo amore.
AGNESE
Ah! con tutto il mio cuore io vorrei compiacervi:
E che mi costerebbese lo potessi fare?
ARNOLFO
Mio musetto adoratolo puoi benese vuoi.
Sospira
Devi solo ascoltare il mio cuor che sospira;
Guardami un pocovedi il mio sguardo morente
E lascia quel moccioso e l'amore che t'offre.
Egli certo ha gettato sopra di te il malocchio
Tu sarai cento volte più felice con me.
Hai l'ambizione d'essere baldanzosa e proterva:
Lo puoi essere sempreio qui te lo prometto;
E sempregiorno e notteio vorrò carezzarti
E baciartie mangiartifarti mille graziette;
Ti potrai comportare come ti piacerà:
Non chiedo spiegazionie questo è dire tutto.
A parte
Ecco fino a che punto può giunger la passione!
Nodavveroal mio amore nulla si può uguagliare:E quale prova ancora ioposso dartiingrata?
Vuoi tu vedermi piangere? Vuoi che mi batta in campo?
Vuoi tu che ad uno ad uno io mi strappi i capelli?
Vuoi che m'uccida? Sìdimmelo se lo vuoi:
Farò tuttocrudeleper provarti il mio amore.
AGNESE
Tutto il vostro discorso mi lascia indifferente:
Due parole di Orazio farebbero di più.
ARNOLFO
Ah! così tu mi sfidi? Così accendi il mio sdegno?
So quel che devo farebestia senza ritegno
Voi farete fagotto dalla città all'istante.
Non sentite ragionivolete esasperarmi
Ma un oscuro convento sarà la mia vendetta.
Scena V
AlainArnolfo
ALAIN
Non so com'è successoSignorema mi sembra
Che Agnese e il corpo morto sono fuggiti insieme.
ARNOLFO
È qui. Nella mia stanza fatela sistemare:
Non sarà lì di certo che la verrà a cercare;
Ci rimarrà del resto per non più di mezz'ora.
Devoper procurarle più stabile dimora
Trovare una carrozza. Serratela con cura
Soprattutto evitate di perderla di vista.
Trovandosi perdutapuò darsi che nel cuore
Senta di questo amore svanire l'illusione.
Scena VI
ArnolfoOrazio
ORAZIO
Ah! ritorno da voi distrutto dall'angoscia.
Signor Arnolfoil Cielo vuole la mia rovina;
Un evento fatale e sommamente iniquo
Viene a strapparmi via la bellezza che adoro.
Viaggiando nella nottemio padre è qui arrivato
L'ho visto qui nei pressi mettere piede a terra;
E in breve la cagione di questa sua venuta
Che come già dicevo ignoravo del tutto
È che senza informarmi mi ha trovato la sposa
E viene in questi luoghi a celebrar le nozze.
Dite voiche prendete parte al tormento mio
Se qualcosa di peggio poteva capitarmi.
Quell'Enrico del quale con voi parlavo ieri
È causa di quel male che mi prende di mira;
Con mio padre è venuto a completare l'opra
E all'unica sua figlia io sono destinato.
Alle prime parole creduto ho di morire
E subitoevitando di ascoltare più oltre
Sapendo che mio padre vuol venire a trovarvi
Con il cuore in tumulto l'ho preceduto in fretta.Di graziafate in modo chenon venga a sapere
Dell'impegno che ho preso e che lo può irritare;
E come in voi ripone tanta fiduciaagite
Perché non voglia impormi questo nuovo legame.
ARNOLFO
D'accordo.
ORAZIO
Suggeritegli che differisca un poco;
Fate questo amichevole servizio all'amor mio.
ARNOLFO
Non mancherò.
ORAZIO
Soltanto in voi posso sperare.
ARNOLFO
Bene.
ORAZIO
Io vedo in voi il mio autentico padre:
Ditegli che l'età... Ma lo vedo arrivare:
Ricordate i motivi che vi ho testé fornito.
Rimangono in un angolo del palcoscenico
Scena VII
EnricoOronteCrisaldoOrazioArnolfo
ENRICO (a Crisaldo)
Appena siete apparsoCrisaldoagli occhi miei
Senza saper chi siete vi avrei riconosciuto.
Vedo in voi le fattezze della cara sorella
Che le nozze d'un tempo avevan fatta mia;
Quanto sarei felice se la crudele Parca
Non m'avesse rapito la sposa mia fedele:
Potrebbe ora gioire della consolazione
Di vedere i suoi cari dopo tante disgrazie.
Ma poiché del destino il potere fatale
Ci ha privati per sempre della cara presenza
Dobbiamo rassegnarcie accontentarci infine
Del frutto dell'amore che solo mi è rimasto.
Vi tocca da vicino; senza il vostro consenso
Non potrei senza torto assumer questo impegno.
La scelta del figliolo di Oronte è in sé perfetta;
Ma dovete approvarla come l'approvo io.
CRISALDO
Vuol dir del mio giudizio aver cattiva stima
Dubitare che approvi scelta tanto legittima.
ARNOLFO (a Orazio)
Certovi servirò nel migliore dei modi.
ORAZIO
Ancora una parola...
ARNOLFONon abbiate paura.
ORONTE (ad Arnolfo)
Ah! come questo abbraccio ci dice il nostro affetto!
ARNOLFO
E quanta è l'allegrezza che provo nel vedervi!
ORONTE
Sono venuto al fine...
ARNOLFO
Senza che mi diciate
So quel che qui vi porta.
ORONTE
Ahve l'hanno già detto?
ARNOLFO
Sì .
ORONTE
Tanto meglio.
ARNOLFO
Orazio rifiuta questa unione;
Prevenutonon vede in essa che tristezze:
M'ha persino pregato che ve ne dissuada.
Ma quanto a meil consiglio che mi permetto darvi
È di non consentire che il nodo si rimandi
E di far prevalere l'autorità paterna.
Bisogna con vigore sottomettere i figli
E l'essere indulgenti è fare il loro male.
ORAZIO
Ah! traditore!
CRISALDO
Quando ci sia dell'avversione
Ritengo non si debba fare alcuna violenza.
Credo che mio fratello sarà del mio parere.
ARNOLFO
Come? Deve lasciarsi governare dal figlio?
Volete voi che un padre sia tanto rammollito
Da non sapere imporre l'ubbidienza ai figlioli?
Sarebbe bello adesso che prendesse ingiunzioni
Da chi invece dovrebbe riceverle da lui!
Niente affatto: è un amicoed il suo onore è il mio:
Ha dato la parola e deve mantenerla.
Ora deve mostrare fermo convincimento
E piegare del figlio ogni predilezione.
ORONTE
Così parlar si deveed in questo connubio
Son io che vi rispondo dell'obbedienza sua.
CRISALDO (ad Arnolfo)
Quanto a me son sorpreso di tutta la premura
Che state dimostrando per questo matrimonio
E non so indovinare quale motivo abbiate...ARNOLFO
So quel che faccio e dico quel che bisogna dire.
ORONTE
Sìsìsignor Arnolfo...
CRISALDO
Non gli garba quel nome;
Si chiamacome ho dettoSignore de la Souche.
ARNOLFO
Non importa.
ORAZIO
Che sento?
ARNOLFO (girandosi verso Orazio)
Sta qui tutto il mistero
Potete ora capire quel che dovevo fare.
ORAZIO
Che disastro...
Scena VIII
GiorgettaEnricoOronteCrisaldoOrazioArnolfo
GIORGETTA
Signorese non intervenite
Non so come faremo a trattenere Agnese;
Ad ogni piè sospinto vuole scapparee forse
Si potrebbe persino gettar dalla finestra.
ARNOLFO
Fatela qui venire; e così senza indugio
Non ve ne abbiate a maleio me la porto via.
Troppa felicità rende l'uomo altezzoso;
C'è chi scende e chi salecome dice il proverbio.
ORAZIO
Quali sventureo Cielosono uguali alle mie?
S'è mai visto nessuno nell'abisso in cui sono?
ARNOLFO (a Oronte)
Fissate in tutta fretta il giorno delle nozze:
Voglio prendervi parteci tengo tanto anch'io.
ORONTE
È quello che faremo.
Scena IX
AgneseAlainGiorgettaOronteEnricoArnolfoOrazioCrisaldo
ARNOLFO
Venitesu venite
Mia bella ammutinata che vuol prendere il volo
Il vostro spasimante è qui: per ricompensa
Fategli come sempre un mite e dolce inchino.
Addio. L'avvenimento tradisce un po' le attese;Ma non sempre gli amori siconcludono in gloria.
AGNESE
Voi permetteteOrazioche mi si porti via?
ORAZIO
Non so quel che succedetanta è la sofferenza.
ARNOLFO
Andiamomia loquace.
AGNESE
Io qui voglio restare.
ORONTE
Ci volete spiegare cos'è questo mistero?
Noi ci guardiamo in faccia senza capire nulla.
ARNOLFO
Quando ne avremo l'agio vi metterò al corrente.
Arrivederci.
ORONTE
Dove pensate voi di andare?
Non avete parlato come parlar si deve.
ARNOLFO
Vi avevo consigliatomalgrado i brontolii
Di affrettare le nozze.
ORONTE
Certoma per concluderle
Se tutto sapevatecome non sapevate
Che avete in casa vostra la persona in questione
La figlia che a suo tempo dalla graziosa Angelica
Sua segreta consorteebbe il signor Enrico?
Dunque il vostro discorso che fondamento aveva?
CRISALDO
Il suo modo di fare ha stupito anche me.
ARNOLFO
Ah!...
CRISALDO
Ebbe mia sorella una figlia in segreto
Che a tutta la famiglia fu tenuta nascosta.
ORONTE
E sotto finto nomeper non scoprire il fatto
Fu data dallo sposo a balia nel contado.
CRISALDO
Nel frattempo il destinodiventatogli ostile
Lo costrinse a lasciare la sua terra natale.
ORONTE
E a sopportare mille pericoli diversi
In luoghi separati da noi dal vasto mare.
CRISALDO
Dove con il lavoro ottenne ciò che in patriaGli avevano rapito l'invidia el'impostura.
ORONTE
E di ritorno in Franciaandò subito in cerca
Della donna che aveva accudito sua figlia.
CRISALDO
E quella contadina gli ha detto con franchezza
Di avervi consegnato la bimba a quattro anni.
ORONTE
E che lo aveva spinta la vostra carità
E il tormentoso assillo di un'estrema indigenza.
CRISALDO
Lui pieno d'entusiasmo e d'allegrezza il cuore
Ha fatto in questi luoghi condurre quella donna.
ORONTE
Che fra poco vedrete far qui la sua comparsa
Per chiarire il mistero agli occhi di noi tutti.
CRISALDO
Io credo di capire qual è il vostro tormento;
Ma il destino in tal caso è stato a voi propizio.
Se il non esser cornuto vi sembra una gran cosa
Il non prendere moglie è il mezzo più sicuro.
ARNOLFO (andandosene alteratosenza poter parlare)
Oh!
ORONTE
Perché se ne fugge senza dir nulla?
ORAZIO
Padre
Svelerò fino in fondo questo strano mistero.
Nell'occasioneil caso ha portato ad effetto
Quel che aveva previsto la vostra assennatezza:
Con il dolce legame d'un reciproco amore
Avevo a questa donna fatto la mia promessa;
Ed è lei la ragazza che venite a cercare;
Per lei feci il rifiuto che tanto vi ha ferito.
ENRICO
Appena l'ho intravista non ho avuto più dubbi
Non ha cessato il cuore di sentirsi commosso.
Ah! figlianon mi oppongo al tuo dolce entusiasmo.
CRISALDO
Ed io farò altrettantofratellodi buon grado;
Ma queste non son cose da decidere in piazza.
Torniamo dunque in casa per sciogliere il mistero
Pagare al nostro amico le spese sostenute
E ringraziare il Cielo che sempre vuole il bene.