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Giordano Bruno

 

De l'infinitouniverso e mondi

 

 

Epistola proemiale

1 PROEMIALE EPISTOLASCRITTAALL'ILLUSTRISSIMO SIGNOR MICHEL DI CASTELNOVO.

 

Signor di MauvissieroConcressalto e di IonvillaCavallierde l'ordine del Re CristianissimoConseglier del suo privato ConseglioCapitano di 50 uomini d'arme ed Ambasciator alla Serenissima Reginad'Inghilterra.
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Se ioillustrissimo Cavallierocontrattassel'aratropascesse un greggecoltivasse un ortorassettasse un vestimentonessuno mi guardarebbepochi m'osservarebonoda rari sarei ripreso efacilmente potrei piacere a tutti. Ma per essere delineatore del campo de lanaturasollecito circa la pastura de l'almavago de la coltura de l'ingegno ededalo circa gli abiti de l'intellettoecco che chi adocchiato me minacciachiosservato m'assalechi giunto mi mordechi compreso mi vora; non è unononson pochison moltison quasi tutti. Se volete intendere onde sia questovidico che la caggione è l'universitade che mi dispiaceil volgo ch'odiolamoltitudine che non mi contentauna che m'innamora: quella per cui son liberoin suggezionecontento in penaricco ne la necessitade e vivo ne la morte;quella per cui non invidio a quei che son servi nella libertàhan pena neipiacerison poveri ne le ricchezze e morti ne la vitaperché nel corpo han lacatena che le stringenel spirto l'inferno che le deprimene l'alma l'erroreche le ammalane la mente il letargo che le uccide; non essendo magnanimitàche le deliberenon longanimità che le inalzenon splendor che le illustrenon scienza che le avvive. Indi accade che non ritraocome lassoil piede dal'arduo camino; nécome desidiosodismetto le braccia da l'opra che sipresenta; néqual disperatovolgo le spalli al nemico che mi contrasta; nécome abbagliatodiverto gli occhi dal divino oggetto; mentreper il piùmisento riputato sofistapiù studioso d'apparir sottile che di esser verace;ambiziosoche più studia di suscitar nova e falsa setta che di confirmarl'antica e vera; ucellatoreche va procacciando splendor di gloria con porreavanti le tenebre d'errori; spirto inquietoche subverte gli edificii de buonediscipline e si fa fondator di machine di perversitade. CossìSignorglisanti numi disperdano da me que' tutti che ingiustamente m'odianocossì mi siapropicio sempre il mio Diocossì favorevoli mi sieno tutti governatori delnostro mondocossì gli astri mi faccian tale il seme al campo ed il campo alseme ch'appaia al mondo utile e glorioso frutto del mio lavoro con risvegliar ilspirto ed aprir il sentimento a quei che son privi di lume: come iocertissimamente non fingo ese erronon credo veramente errare eparlando escrivendonon disputo per amor de la vittoria per se stessa (perché ogniriputazione e vittoria stimo nemica a Diovilissima e senza punto di onoredove non è la verità)ma per amor della vera sapienza e studio della veracontemplazione m'affaticomi cruciomi tormento. Questo manifestaranno gliargumenti demostrativiche pendeno da vivaci raggioniche derivano da regolatosensoche viene informato da non false specie checome veraci ambasciatricisi spiccano da gli suggetti de la naturafacendosi presenti a quei che lecercanoaperte a quei che le rimiranochiare a chi le apprendecerte a chi lecomprende. Or eccovi porgo la mia contemplazione circa l'infinitouniverso emondi innumerabili.
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Argomento del primo dialogo. Avetedunque nel primo dialogo primache l'inconstanza del senso mostra che quellonon è principio di certezza e non fa quella se non per certa comparazione econferenza d'un sensibile a l'altro ed un senso a l'altro; e s'inferisce come laverità sia in diversi soggetti.
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Secondosi comincia a dimostrar l'infinitudinede l'universoe si porta il primo argumento tolto da quelche non si sa finireil mondo da quei che con l'opra de la fantasia vogliono fabricargli le muraglia.Terzoda che è inconveniente dire che il mondo sia finito e che sia in sestessoperché questo conviene al solo immensosi prende il secondo argumento.Appresso si prende il terzo argumento dall'inconveniente ed impossibileimaginazione del mondo come sia in nessun locoperché ad ogni modoseguitarrebe che non abbia essereatteso che ogni cosao corporale oincorporal che siao corporale- o incorporalmenteè il loco. Il quartoargumento si toglie da una demostrazione o questione molto urgente che fanno gliepicurei:
Nimirum si iam finitum constituatur
omne quod est spaciumsi quis procurrat ad oras
Ultimus extremas iaciatque volatile telum
Invalidis utrum contortum viribus ire
Quo fuerit missum mavis longeque volare
An prohibere aliquid censes obstareque posse?
Nam sive est aliquid quod prohibeat officiatque
Quominu' quo missum est veniat finique locet se
Sive foras ferturnon est ea fini profecto.

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Quintoda che la definizion del loco cheponeva Aristotele non conviene al primomassimo e comunissimo locoe che nonval prendere la superficie prossima ed immediata al contenutoed altre levitadiche fanno il loco cosa matematica e non fisica; lascio che tra la superficie delcontinente e contenuto che si muove entro quellasempre è necessario spaciotramezante a cui conviene più tosto esser loco; e se vogliamo del spacioprendere la sola superficiebisogna che si vada cercando in infinito un locofinito. Sestoda che non si può fuggir il vacuo ponendo il mondo finitosevacuo è quello nel quale è niente.
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Settimoda chesicome questo spacio nelquale è questo mondose questo mondo non vi si trovassese intenderebbevacuo; cossì dove non è questo mondose v'intende vacuo. Citra il mondodunqueè indifferente questo spacio da quello: dunquel'attitudine ch'haquestoha quello; dunqueha l'attoperché nessuna attitudine è eternasenz'atto; e però eviternamente ha l'atto gionto; anzi essalei è attoperchénell'eterno non è differente l'essere e posser essere.
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Ottavoda quel che nessun senso negal'infinitoatteso che non lo possiamo negare per questoche non locomprendiamo col senso; ma da quelche il senso viene compreso da quello e laraggione viene a confirmarlo lo doviamo ponere. Anzi se oltre ben consideriamoil senso lo pone infinito; perché sempre veggiamo cosa compresa da cosae maisentiamoné con esterno né con interno sensocosa non compresa da altra osimile.
Ante oculos etenim rem res finire videtur:
Aer dissepit colleis atque aera montes
Terra mare et contra mare terras terminat omneis:
Omne quidem vero nihil est quod finiat extra.
Usque adeo passim patet ingens copia rebus
Finibus exemptisin cunctas undique parteis.

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Per quel dunqueche veggiamopiù tostodoviamo argumentar infinitoperché non ne occorre cosa che non sia terminataad altro e nessuna esperimentiamo che sia terminata da se stessa. Nonoda chenon si può negare il spacio infinito se non con la vocecome fanno glipertinaciavendo considerato che il resto del spaciodove non è mondo e chesi chiama vacuo o si finge etiam nientenon si può intendere senzaattitudine a contenere non minor di questa che contiene. Decimoda quel chesicome è bene che sia questo mondonon è men bene che sia ciascuno deinfiniti altri. Undecimoda che la bontà di questo mondo non è comunicabilead altro mondo che esser possacome il mio essere non è comunicabile al diquesto e quello. Duodecimoda che non è raggione né senso checome si poneun infinito individuosemplicissimo e complicantenon permetta che sia uninfinito corporeo ed esplicato. Terzodecimoda che questo spacio del mondo chea noi par tanto grandenon è parte e non è tutto a riguardo dell'infinitoenon può esser suggetto de infinita operazioneed a quella è un non entequello che dalla nostra imbecillità si può comprenderee si risponde a certainstanzache noi non ponemo l'infinito per la dignità del spacioma per ladignità de le nature; perché per la raggioneda la quale è questodeveessere ogni altro che può esserela cui potenza non è attuata per l'essere diquestocome la potenza de l'essere di Elpino non è attuata per l'attodell'essere di Fracastorio. Quartodecimo da chese la potenza infinita attivaattua l'esser corporale e dimensionalequesto deve necessariamente essereinfinito; altrimente si deroga alla natura e dignitade di chi può fare e di chipuò essere fatto. Quintodecimoda quelche questo universo conceputovolgarmente non si può dir che comprende la perfezion di tutte cose altrimenteche come io comprendo la perfezione di tutti gli miei membri e ciascun globotutto quello che è in esso: come è direognuno è ricco a cui non manca nulladi quel ch'ha. Sestodecimoda quelche in ogni modo l'efficiente infinitosarrebe deficiente senza l'effetto e non possiamo capir che tale effetto solosia lui medesimo. Al che si aggiunge che per questose fusse o se èniente sitoglie di quel che deve essere in quello che è veramente effettodove gliteologi nominano azione ad extra e transeunteoltre la immanente;perché cossì conviene che sia infinita l'una come l'altra.
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Decimo settimoda quelchedicendo ilmondo interminatonel modo nostro séguita quiete nell'intellettoe dalcontrario sempre innumerabilmente difficultadi ed inconvenienti. Oltresireplica quel ch'è detto nel secondo e terzo. Decimo ottavoda quel chese ilmondo è sfericoè figuratoè terminatoe quel termine che è oltre questoterminato e figurato (ancor che ti piaccia chiamarlo niente)è anco figuratodi sorte che il suo concavo è gionto al di costui convesso; perché ondecomincia quel tuo niente è una concavità indifferente almeno dallaconvessitudinale superficie di questo mondo. Decimo nonos'aggiunge a quel cheè stato detto nel secondo. Ventesimosi replica quello che è stato detto neldecimo.
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Nella seconda parte di questo dialogoquello ch'è dimostrato per la potenza passiva de l'universosi mostra perl'attiva potenza de l'efficientecon più raggioni: de le quali la prima sitoglie da quelche la divina efficacia non deve essere ociosa; e tanto piùponendo effetto extra la propria sustanza (se pur cosa gli può esser extra)eche non meno è ociosa ed invidiosa producendo effetto finito che producendonulla. La seconda da la pratticaperché per il contrario si toglie la raggionedella bontade e grandezza divinae da questo non séguita inconveniente alcunocontra qualsivoglia legge e sustanza di teologia. La terza è conversiva con laduodecima de la prima parte; e si apporta la differenza tra il tutto infinito etotalmente infinito. La quartada che non meno per non volere che per nonpossere la omnipotenza vien biasimata d'aver fatto il mondo finito e di essereagente infinito circa suggetto finito. La quinta induce chese non fa il mondoinfinitonon lo può fare; e se non ha potenza di farlo infinitonon può avervigore di conservarlo in infinito; e chese lui secondo una raggione è finitoviene ad essere finito secondo tutte le raggioniperché in lui ogni modo ècosae ogni cosa e modo è uno e medesimo con l'altra e l'altro. La sesta èconversiva de la decima de la prima parte. E s'apporta la causa per la quale gliteologi defendeno il contrario non senza espediente raggionee de l'amiciziatra questi dotti e gli dotti filosofi.
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La settimadal proponere la raggione chedistingue la potenza attiva da l'azioni diversee sciorre tale argumento.Oltresi mostra la potenza infinita intensiva-ed estensivamente più altamenteche la comunità di teologi abbia giamai fatto. La ottavada onde si mostra cheil moto di mondi infiniti non è da motore estrinseco ma da la propria animaecome con tutto ciò sia un motore infinito. La nonada che si mostra come ilmoto infinito intensivamente si verifica in ciascun de' mondi. Al che si deveaggiongere che da quelche un mobile insieme insieme si muove ed è mossoséguita che si possa vedere in ogni punto del circolo che fa col propriocentro; ed altre volte.sciorremo questa obiezionequando sarà lecitod'apportar la dottrina più diffusa.
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Argomento del secondo dialogo. Séguitala medesima conclusione il secondo dialogo. Oveprimoapporta quattro raggionide quali la prima si prende da quelche tutti gli attributi de la divinitàsono come ciascuno. La secondada che la nostra imaginazione non deve posserstendersi più che la divina azione. La terzada l'indifferenza de l'intellettoed azion divinae da che non meno intende infinito che finito. La quartadachese la qualità corporale ha potenza infinita attivala qualitàdicosensibile a noior che sarà di tutta che è in tutta la potenza attiva epassiva absoluta? Secondomostra da che cosa corporea non può esser finita dacosa incorporeama o da vacuo o da pieno; ed in ogni modo estra il mondo èspacioil quale al fine non è altro che materia e l'istessa potenza passivadove la non invida ed ociosa potenza attiva deve farsi in atto. E si mostra lavanità dell'argomento d'Aristotele dalla incompossibilità delle dimensioni.Terzose insegna la differenza che è tra il mondo e l'universoperché chidice l'universo infinito unonecessariamente distingue tra questi dui nomi.Quartosi apportano le raggioni contrarieper le quali si stima l'universofinito: dove Elpino referisce le sentenze tutte di Aristotelee Filoteo le vaessaminando. Quelle sono tolte altre dalla natura di corpi semplicialtre da lanatura di corpi composti; e si mostra la vanità di sei argumenti presi dalladefinizione de gli moti che non possono essere in infinitoe da altre similiproposizionile quali son senza proposito e suppositocome si vede per lenostre raggioni. Le quali più naturalmente faran vedere la raggione de ledifferenze e termino di motoeper quanto comporta l'occasione e locomostrano la più reale cognizione dell'appulso grave e lieve; perché per essemostramo come il corpo infinito non è grave né lievee come il corpo finitoriceve differenze talie come non. Ed indi si fa aperta la vanità de gliargomenti di Aristoteleil qualeargumentando contra quei che poneno il mondoinfinitosuppone il mezzo e la circonferenzae vuole che nel finito o infinitola terra ottegna il centro. In conclusionenon è proposito grande o piccioloche abbia amenato questo filosofo per destruggere l'infinità del mondotantodal primo libro Del cielo e mondo quanto dal terzo De la fisicaascoltazionecirca il quale non si discorra assai più che a bastanza.
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Argomento del terzo dialogo. Nelterzo dialogo primieramente si niega quella vil fantasia della figurade lesfere e diversità di cieli; e s'affirma uno essere il cieloche è uno spaciogenerale ch'abbraccia gl'infiniti mondi; benché non neghiamo piùanziinfiniti cieliprendendo questa voce secondo altra significazione; per ciò checome questa terra ha il suo cieloche è la sua regione nella quale si muove eper la quale discorrecossì ciascuna di tutte l'altre innumerabili. Simanifesta onde sia accaduta la imaginazione di tali e tanti mobili deferenti etalmente figurati che abbiano due superficie esterne ed una cava interna; edaltre ricette e medicine che dànno nausea ed orrore agli medesimi che leordinano e le esequisconoe a que' miseri che se le inghiottiscono.
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Secondosi avertisce che il moto generale equello de gli detti eccentrici e quanti possono riferirse al detto firmamentotutti sono fantastici: che realmente pendeno da un moto che fa la terra con ilsuo centro per l'ecliptica e quattro altre differenze di moto che fa circa ilcentro de la propria mole. Onde restache il moto proprio di ciascuna stella siprende da la differenza che si può verificare suggettivamente in essa comemobile da per sé per il campo spacioso. La qual considerazione ne fa intendereche tutte le raggioni del mobile e moto infinito son vane e fondate sul'ignoranza del moto di questo nostro globo. Terzosi propone come non èstella che non si muova come questa ed altre cheper essere a noi vicinenefanno conoscere sensibilmente le differenze locali di moti loro; ma chealtrimente se muoveno gli soli che son corpi dove predomina il focoaltrimentele terre ne le quali l'acqua è predominante; e quindi si manifesta onde procedail lume che diffondeno le stellede quali altre luceno da per sé altre peraltro.
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Quartoin qual maniera corpi distantissimidal sole possano equalmente come gli più vicini partecipar il caldo; e siriprova la sentenza attribuita ad Epicurocome che vuole un sole esser bastanteall'infinito universo; e s'apporta la vera differenza tra quei astri chescintillano e quei che non. Quinto s'essamina la sentenza del Cusano circa lamateria ed abitabilità di mondi e circa la raggion del lume. Sestocome dicorpibenché altri sieno per sé lucidi e caldinon per questo il sole luceal sole e la terra luce alla medesima terra ed acqua alla medesima acqua; masempre il lume procede dall'apposito astrocome sensibilmente veggiamo tutto ilmar lucente da luoghi eminenticome da monti; ed essendo noi nel maree quandosiamo ne l'istesso camponon veggiamo risplendere se non quanto a certa pocadimensione il lume del sole e della luna ne si oppone. Settimosi discorrecirca la vanità delle quinte essenze: e si dechiara che tutti corpi sensibilinon sono altri e non costano d'altri prossimi e primi principii che questichenon sono altrimente mobili tanto per retto quanto per circulare. Dove tutto sitratta con raggioni più accomodate al senso communementre Fracastorios'accomoda all'ingegno di Burchio; e si manifesta apertamente che non èaccidente che si trova qua che non si presuppona làcome non è cosa che sivede di là da quala qualese ben consideriamonon si veda di qua da là; econseguentementeche quel bell'ordine e scala di natura è un gentil sogno eduna baia da vecchie ribambite. Ottavochequantunque sia vera la distinzionede gli elementinon è in nessun modo sensibile o intelligibile tal ordine dielementi quale volgarmente si pone; e secondo il medesimo Aristotelegliquattro elementi sono equalmente parti o membri di questo globose non vogliamodire che l'acqua eccede; onde degnamente gli astri son chiamati or acqua orfuoco tanto da veri naturali filosofi quanto da profeti divini e poeti; liqualiquanto a questonon favoleggiano né metaforicheggianoma lascianofavoleggiare ed impuerire quest'altri sofossi. Cossì li mondi se intendenoessere questi corpi eterogeneiquesti animaliquesti grandi globidove non èla terra grave più che gli altri elementie le particelle tutte si muoveno ecangiano di loco e disposizione non altrimente che il sangue ed altri umori espiriti e parte minimeche fluisconorefluisconoinfluiscono ed effluisconoin noi ed altri piccioli animali. A questo proposito s'amena la comparazioneper la quale si trova che la terraper l'appulso al centro de la sua molenonsi trova più grave che altro corpo semplice che a tal composizion concorre; eche la terra da per sé non è grave né ascende né discende; e che l'acqua èquella che fa l'unionedensitàspessitudine e gravità.
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Nonoda che è visto il famoso ordine degli elementi vanos'inferisce la raggione di questi corpi sensibili compostichecome tanti animali e mondisono nel spacioso campo che è l'aria o cielo ovacuo. Ove son tutti que' mondi che non meno contegnono animali ed abitatori chequesto contener possaatteso che non hanno minor virtù né altra natura.Decimodopo che è veduto come sogliano disputar gli pertinacemente additti edignoranti di prava disposizionesi fa oltre manifesto in che modo per il piùdelle volte sogliono conchiudere le disputazioni; benché altri sieno tantocirconspetti chesenza guastarsi puntocon un ghignocon un risettoconcerta modesta malignitàquel che non vagliono aver provato con raggioni nélor medesimi possono donarsi ad intenderecon queste artecciuole di cortesidispreggila ignoranza in ogni altro modo aperta vogliono non solo cuopriremarigettarla al dorso dell'antigonista; perché non vegnono a disputar per trovareo cercar la veritàma per la vittoria e parer più dotti e strenui defensoridel contrario. E simili denno essere fuggiti da chi non ha buona corazza dipazienza.
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Argumento del quarto dialogo. Nelseguente dialogo prima si replica quel ch'altre volte è dettocome sonoinfiniti gli mondicome ciascun di quelli si muova e come sia formato. Secondonel modo con cuinel secondo dialogosi sciolsero le raggioni contral'infinita mole o grandezza de l'universodopo che nel primo con molte raggionifu determinato l'inmenso effetto dell'inmenso vigore e potenza; al presentedopo che nel terzo dialogo è determinata l'infinita moltitudine de mondisiscioglieno le molte raggioni d'Aristotele contro quellabenché altrosignificato abbia questa voce mondo appresso Aristotelealtro appressoDemocritoEpicuro ed altri.
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Quello dal moto naturale e violentoeraggioni de l'uno e l'altro che son formate da luivuole che l'una terra siderrebe muovere a l'altra; e con risolvere queste persuasioni primasi ponenofondamenti di non poca importanza per veder gli veri principii della naturalfilosofia. Secondosi dechiara chequantunque la superficie d'una terra fussecontigua a l'altranon averrebe che le parti de l'una si potessero muovere al'altraintendendo de le parti eterogenee o dissimilarinon de gli atomi ecorpi semplici; onde si prende lezione di meglio considerare circa la natura delgrave e lieve. Terzoper qual caggione questi gran corpi sieno stati dispostida la natura a tanta distanzae non sieno più vicini gli uni e gli altridisorte che da l'uno si potesse far progresso a l'altro; e quindida chiprofondamente vedesi prende raggione per cui non debbano esser mondi comenella circonferenza dell'etereo vicini al vacuo tale in cui non sia potenzavirtù ed operazione; perché da un lato non potrebono prender vita e lume.Quartocome la distanza locale muta la natura del corpoe come non; ed ondesia cheposta una pietra equidistante da due terreo si starebbe fermaodeterminarebbe di moversi più tosto a l'una che a l'altra. Quintoquantos'inganni Aristotele per quel che in corpiquantunque distantiintende appulsodi gravità o levità de l'uno all'altro; ed onde proceda l'appetito diconservarsi nell'esser presentequantunque ignobilene le cose: il qualeappetito è causa della fuga e persecuzione. Sestoche il moto retto nonconviene né può esser naturale a la terra o altri corpi principalima a leparti di questi corpi che a essi da ogni differenza di locose non son moltodiscostesi muoveno. Settimoda le comete si prende argomento che non è veroche il gravequantunque lontanoabbia appulso o moto al suo continente. Laqual raggione corre non per gli veri fisici principiima dalle supposizionidella filosofia d'Aristoteleche le forma e compone da le parti che sono vaporied exalazioni de la terra. Ottavoa proposito d'un altro argomentosi mostracome gli corpi sempliciche sono di medesima specie in altri mondiinnumerabilimedesimamente si muovano; e qualmente la diversità numerale ponediversità de luoghie ciascuna parte abbia il suo mezzo e si referisca almezzo commune del tutto; il quale mezzo non deve essere cercato nell'universo.Nonosi determina che gli corpi e parti di quelli non hanno determinato su egiùse non in quanto che il luogo della conversazione è qua o là. Decimocome il moto sia infinitoe qual mobile tenda in infinito ed a composizioniinnumerabilie che non perciò séguita gravità o levità con velocitàinfinita; e che il moto de le parti prossimein quanto che serbino il loroesserenon può essere infinito; e che l'appulso de parti al suo continente nonpuò essere se non infra la regione di quello.
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Argomento del quinto dialogo. Nelprincipio del quinto dialogo si presenta un dotato di più felice ingegno; ilqualquantunque nodrito in contraria dottrinaper aver potenza di giudicarsopra quello ch'ave udito e vistopuò far differenza tra una ed un'altradisciplinae facilmente si rimette e corregge. Si dice chi sieno quei a' qualiAristotele pare un miracolo di naturaatteso che coloro che malamente l'intendenoe hanno l'ingegno bassomagnificamente senteno di lui. Perché doviamocompatire a similie fuggir la lor disputazioneper ciò che con essi non viè altro che da perdere.
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Qua Albertinonuovo interlocutoreapportadodici argumentine li quali consiste tutta la persuasione contraria allapluralità e moltitudine di mondi. Il primo si prende da quelche estra ilmondo non s'intende loco né tempo né vacuo né corpo semplicené composto.Il secondoda l'unità del motore. Il terzoda luoghi de corpi mobili. Ilquartodalla distanza de gli orizonti dal mezzo. Il quintodalla contiguitàde più mondi orbiculari. Il sestoda spacii triangulari che causano con il suocontatto. Il settimodall'infinito in attoche non èe da un determinatonumeroche non è più raggionevole che l'altro. Da la qual raggione noipossiamo non solo equalmentema e di gran vantaggio inferireche per ciò ilnumero non deve essere determinatoma infinito. L'ottavodalla determinazionedi cose naturali e dalla potenza passiva de le cosela quale alla divinaefficacia ed attiva potenza non risponde. Ma qua è da considerare che è cosainconvenientissimache il primo ed altissimo sia simile ad uno ch'ha virtù dicitarizare eper difetto ci citaranon citareggia; e sia uno che può faremanon faperché quella cosa che può farenon può esser fatta da lui. Il chepone una più che aperta contradizionela quale non può essere non conosciutaeccetto che da quei che conoscono niente. Il nono dalla bontà civile checonsiste nella conversazione. Il decimoda quelche per la contiguità d'unmondo con l'altro séguitache il moto de l'uno impedisca il moto de l'altro.L'undecimoda quelchese questo mondo è compìto e perfettonon è doveroche altro o altri se gli aggiunga o aggiungano.
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Questi son que' dubii e motivinellasoluzion delli quali consiste tanta dottrinaquanta sola basta a scuoprirgl'intimi e radicali errori de la filosofia volgare ed il pondo e momento de lanostra. Ecco qua la raggioneper cui non doviam temere che cosa alcunadiffluiscache particolar veruno o si disperda o veramente inanisca o sidiffonda in vacuo che lo dismembre in adni[c]hilazione. Ecco la raggion dellamutazion vicissitudinale del tuttoper cui cosa non è di male da cui nons'escacosa non è di buono a cui non s'incorramentre per l'infinito campoper la perpetua mutazionetutta la sustanza persevera medesima ed una. Dallaqual contemplazionese vi sarremo attentiavverrà che nullo strano accidentene dismetta per doglia o timoree nessuna fortuna per piacere o speranza neestoglia: onde aremo la via vera alla vera moralitàsaremo magnanimispreggiatori di quel che fanciulleschi pensieri stimano; e verremo certamentepiù grandi che que' dei che il cieco volgo adoraperché dovenerremo vericontemplatori dell'istoria de la naturala quale è scritta in noi medesimieregolati executori delle divine leggiche nel centro del nostro core soninscolpite. Conosceremo che non è altro volare da qua al cielo che dal cieloquanon altro ascendere da qua là che da là quané è altro descendere dal'uno a l'altro termine. Noi non siamo più circonferenziali a essi che essi anoi; loro non sono più centro a noi che noi a loro; non altrimente calcamo lastella e siamo compresi noi dal cieloche essi loro.
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Ecconedunquefuor d'invidia; ecconeliberi da vana ansia e stolta cura di bramar lontano quel tanto bene chepossedemo vicino e gionto. Eccone più liberi dal maggior timore che lorocaschino sopra di noiche messi in speranza che noi caschiamo sopra di loro;perché cossì infinito aria sustiene questo globo come quellicossì questoanimale libero per il suo spacio discorre ed ottiene la sua reggione comeciascuno di quegli altri per il suo. Il che considerato e compreso che arremooh a quanto più considerare e comprendere ne diportaremo! Onde per mezzo diquesta scienza otteneremo certo quel beneche per l'altre vanamente si cerca.
23
Questa è quella filosofia che apre glisensicontenta il spirtomagnifica l'intelletto e riduce l'uomo alla verabeatitudine che può aver come uomoe consistente in questa e talecomposizione; perché lo libera dalla sollecita cura di piaceri e ciecosentimento di dolorilo fa godere dell'esser presentee non più temere chesperare del futuro; perché la providenza o fato o sorteche dispone dellavicissitudine del nostro essere particolarenon vuole né permette che piùsappiamo dell'uno che ignoriamo dell'altroalla prima vista e primo rancontrorendendoci dubii e perplessi. Ma mentre consideramo più profondamente l'esseree sustanza di quello in cui siamo inmutabilitrovaremo non esser mortenonsolo per noima né per veruna sustanza; mentre nulla sustanzialmente sisminuiscema tuttoper infinito spacio discorrendocangia il volto. E perchétutti soggiacemo ad ottimo efficientenon doviamo crederestimare e sperarealtroeccetto che come tutto è da buono; cossì tutto è buonoper buono ed abuono; da beneper benea bene. Del che il contrario non appare se non a chinon apprende altro che l'esser presentecome la beltade dell'edificio non èmanifesta a chi scorge una minima parte di quellocome un sassoun cementoaffissoun mezzo parete; ma massime a colui che può vedere l'intiero e che hafacultà di far conferenza di parti a parti. Non temiamo che quello che èaccumulato in questo mondoper la veemenza di qualche spirito errante o per ilsdegno di qualche fulmineo Giovesi disperga fuor di questa tomba o cupola delcieloo si scuota ed emuisca come in polvere fuor di questo manto stellifero; ela natura de le cose non altrimente possa venire ad inanirsi in sustanzachealla apparenza di nostri occhi quell'aria ch'era compreso entro la concavitadedi una bollava in casso; perché ne è noto un mondoin cui sempre cosasuccede a cosa senza che sia ultimo profondoda ondecome da la mano del fabroirreparabilmente emuiscano in nulla. Non sono finiterminimarginimuragliache ne defrodino e suttragano la infinita copia de le cose. Indi feconda è laterra ed il suo mare; indi perpetuo è il vampo del solesumministrandosieternamente esca a gli voraci fuochi ed umori a gli attenuati mari; perchédall'infinito sempre nova copia di materia sottonasce. Di maniera chemegliormente intese Democrito ed Epicuro che vogliono tutto per infinitorinovarsi e restituirsiche chi si forza di salvare eterno la costanza del'universoperché medesimo numero a medesimo numero sempre succeda e medesimeparti di materia con le medesime sempre si convertano. Or provedetesignoriastrologicon li vostri pedissequi fisiciper que' vostri cerchi che vidiscriveno le fantasiate nove sfere mobili; con le quali venete adimpriggionarvi il cervello di sorte che me vi presentate non altrimente che cometanti papagalli in gabbiamentre raminghi vi veggio ir saltellandoversando egirando entro quelli. Conoscemo che sì grande imperatore non ha sedia sìangustasì misero soliosì arto tribunalesì poco numerosa cortesìpicciolo ed imbecille simulacroche un fantasma parturiscaun sogno fracasseuna mania ripareuna chimera disperdauna sciagura sminuiscaun misfatto netogliaun pensiero ne restituisca; che con un soffio si colme e con un sorso sisvode; ma è un grandissimo ritrattomirabile imaginefigura eccelsavestigioaltissimoinfinito ripresentante di ripresentato infinitoe spettacoloconveniente all'eccellenza ed eminenza di chi non può esser capitocompresoappreso. Cossì si magnifica l'eccellenza de Diosi manifesta la grandezza del'imperio suo: non si glorifica in unoma in soli innumerabili: non in unaterraun mondoma in diececento miladico in infiniti. Di sorte che non èvana questa potenza d'intellettoche sempre vuole e puote aggiungere spacio aspaciomole a moleunitade ad unitadenumero a numeroper quella scienza chene discioglie da le catene di uno angustissimoe ne promove alla libertà d'unaugustissimo imperioche ne toglie dall'opinata povertà ed angustia alleinnumerevoli ricchezze di tanto spaciodi sì dignissimo campodi tanticoltissimi mondi; e non fa che circolo d'orizontementito da l'occhio in terrae finto da la fantasia nell'etere spaciosone possa impriggionare il spirtosotto la custodia d'un Plutone e la mercé d'un Giove. Siamo exempti da la curad'un tanto ricco possessore e poi tanto parcosordido ed avaro elargitoreedalla nutritura di sì feconda e tuttipregnante e poi sì meschina e miseraparturiscente natura.
24
Altri molti sono i degni ed onorati fruttiche da questi arbori si raccoglienoaltre le messe preciose e desiderabili cheda questo seme sparso riportar si possono. Le qualiper non più importunamentesollecitar la cieca invidia de gli nostri adversariinon ameniamo a mentemalasciamo comprendere dal giudizio di quei che possono comprendere e giudicare.Li qualida per se medesimipotranno facilmente a questi posti fondamentisopraedificar l'intiero edificio de la nostra filosofia; gii cui membrisecossì piacerà a chi ne governa e muovee se l'incominciata impresa non neverrà interrottaridurremo alla tanto bramata perfezionea fine che quelloche è seminato ne gli dialogi De la causaprincipio ed unoper altrigermoglieper altri crescaper altri si matureper altrimediante una raramietiturane addite eper quanto è possibilene contente; mentre (avendolosgombrato de le vecciede gli lolii e de le raccolte zizanie) di frumentomeglior che possa produr terreno de la nostra colturaverremo ad colmar ilmagazzino de studiosi ingegni.
25
Tra tantobenché son certo che non èbisogno de lo raccomandarvinon lasciarò pureper far parte del debito miodi procurar che vi sia veramente raccomandato quello che non intrattenete travostri familiari come uomo di cui avete bisognoma come persona che ha bisognodi voi per tante e tante caggioni che vedete; considerando cheper averappresso di voi tanti che vi servenonon siete differente da plebeiborsieri emercanti; maper aver alcunamente degno che da voi sia promossodifeso edaggiutatosètecome sempre vi siete mostrato e fusteconforme a' principimagnanimieroi e Deili quali hanno ordinati pari vostri per la difesa de gliloro amici. E vi ricordo quel che so che non bisogna ricordarvi: che non potreteal fine esser tanto stimato dal mondo e gratificato da Dioper essere amato erispettato da principi quantosivoglia grandi de la terraquanto per amaredifendere e conservare un di simili. Perché non è cosa che quelli che con lafortuna vi son superioripossono fare a voi che molti di lor superate con lavirtudeche possa durare più che gli vostri pareti e tapezzarie; ma tal cosavoi possete fare ad altriche facilmente vegna scritta nel libro dell'eternitadeo sia quello che si vede in terra o sia quell'altro che si crede in cielo:atteso che quanto che ricevete da altriè testimonio de l'altrui virtutemail tanto che fate ad altroè segno ed indizio espresso de la vostra. Vale.

Sonetto 1

1 Mio passar solitarioa quelle parti
2
A quai drizzaste già l'alto pensiero
3
Poggia infinitopoi che fia mestiero
4
A l'oggetto agguagliar l'industrie e l'arti.
5
Rinasci là; là su vogli' allevarti
6
Gli tuoi vaghi pulciniomai ch'il fiero
7
Destin av'ispedito il corso intiero
8
Contra l'impresaonde solea ritrarti.
9
Vanne da meche più nobil ricetto
10
Bramo ti godi; e arrai per guida un dio
11
Che da chi nulla vede è cieco detto.
12
Il ciel ti scampie ti sia sempre pio
13
Ogni nume di questo ampio architetto;
14
E non tornar a mese non sei mio.

Sonetto 2

1 Uscito de priggione angusta e nera
2
Ove tant'anni error stretto m'avinse
3
Qua lascio la catenache mi cinse
4
La man di mia nemica invid'e fera.
5
Presentarmi a la notte fosca sera
6
Oltre non mi potràperché chi vinse
7
Il gran Pitone del suo sangue tinse
8
L'acqui del marha spinta mia Megera.
9
A te mi volgo e assorgoalma mia voce:
10
Ti ringraziomio solmia diva luce;
11
Ti consacro il mio coreccelsa mano
12
Che m'avocaste da quel graffio atroce
13
Ch'a meglior stanze a me ti festi duce
14
Ch'il cor attrito mi rendeste sano.

Sonetto 3

1 E chi mi impennae chi mi scalda il core?
2
Chi non mi fa temer fortuna o morte?
3
Chi le catene ruppe e quelle porte
4
Onde rari son sciolti ed escon fore?
5
L'etadigli annii mesii giorni e l'ore
6
Figlie ed armi del tempoe quella corte
7
A cui né ferroné diamante è forte
8
Assicurato m'han dal suo furore.
9
Quindi l'ali sicure a l'aria porgo;
10
Né temo intoppo di cristallo o vetro
11
Ma fendo i cieli e a l'infinito m'ergo.
12
E mentre dal mio globo a gli altri sorgo
13
E per l'eterio campo oltre penetro:
14
Quel ch'altri lungi vedelascio al tergo.

Dialogo 1

Interlocutori: ElpinoFiloteoFracastorioBurchio.

 

1 \ ELP.\ Come è possibileche l'universo sia infinito?
2
\ FIL.\ Come è possibile che l'universo siafinito?
3
\ ELP.\ Volete voi che si possa dimostrarquesta infinitudine?
4
\ FIL.\ Volete voi che si possa dimostrarquesta finitudine?
5
\ ELP.\ Che dilatazione è questa?
6
\ FIL.\ Che margine è questa?
7
\ FRAC.\ Ad remad remsi iuvat;troppo a lungo ne avete tenuto suspesi.
8
\ BUR.\ Venite presto a qualche raggioneFiloteoperché io mi prenderò spasso de ascoltar questa favola o fantasia.
9
\ FRAC.\ ModestiusBurchio: chediraise la verità ti convincesse al fine?
10
\ BUR.\ Questo ancor che sia veroio non lovoglio credere; perché questo infinito non è possibile che possa esser capitodal mio caponé digerito dal mio stomaco; benchéper dirlapure vorrei chefusse cossì come dice Filoteoperché seper mala sorteavenesse che iocascasse da questo mondosempre trovarei di paese.
11
\ ELP.\ Certoo Filoteose noi vogliamofar il senso giudice o pur donargli quella prima che gli conviene per quel cheogni notizia prende origine da luitrovaremo forse che non è facile di trovarmezzo per conchiudere quel che tu dicipiù tosto che il contrario. Orpiacendovicominciate a farmi intendere.
12
\ FIL.\ Non è senso che vegga l'infinitonon è senso da cui si richieda questa conchiusione; perché l'infinito non puòessere oggetto del senso; e però chi dimanda di conoscere questo per via disensoè simile a colui che volesse veder con gli occhi la sustanza el'essenza; e chi negasse per questo la cosaperché non è sensibile ovisibileverebe a negar la propria sustanza ed essere. Però deve esser modocirca il dimandar testimonio del senso; a cui non doniamo luogo in altro che incose sensibilianco non senza suspizionese non entra in giudizio gionto allaraggione. A l'intelletto conviene giudicare e render raggione de le cose absentie divise per distanza di tempo ed intervallo di luoghi. Ed in questo assai nebasta ed assai sufficiente testimonio abbiamo dal senso per quelche non èpotente a contradirne e che oltre fa evidente e confessa la sua imbecillità edinsufficienza per l'apparenza de la finitudine che caggiona per il suo orizontein formar della quale ancora si vede quanto sia incostante. Orcome abbiamo peresperienzache ne inganna nella superficie di questo globo in cui neritroviamomolto maggiormente doviamo averlo suspetto quanto a quel termine chenella stellifera concavità ne fa comprendere.
13
\ ELP.\ A che dunque ne serveno gli sensi?Dite.
14
\ FIL.\ Ad eccitar la raggione solamenteadaccusaread indicare e testificare in partenon a testificare in tuttonémeno a giudicarené a condannare. Perché giamaiquantunque perfettisonsenza qualche perturbazione. Onde la veritàcome da un debile principioè dagli sensi in picciola partema non è nelli sensi.
15
\ ELP.\ Dove dunque?
16
\ FIL.\ Ne l'oggetto sensibile come in unspecchionella raggione per modo di argumentazione e discorsonell'intellettoper modo di principio o di conclusionenella mente in propria e viva forma.
17
\ ELP.\ Su dunquefate vostre raggioni.
18
\ FIL.\ Cossì farò. Se il mondo è finitoed estra il mondo è nullavi dimando: ove è il mondo? ove è l'universo?Risponde Aristotele: è in se stesso. Il convesso del primo cielo è locouniversale; e quellocome primo continentenon è in altro continenteperchéil loco non è altro che superficie ed estremità di corpo continente; onde chinon ha corpo continentenon ha loco. - Or che vuoi dir tuAristoteleperquestoche "il luogo è in se stesso?"che mi conchiuderai per"cosa estra il mondo?". Se tu dici che non v'è nulla; il cieloilmondocertonon sarà in parte alcuna;
-19
\ FRAC.\ Nullibi ergo erit mundis. Omneerit in nihilo.
20
\ FIL.\ - il mondo sarà qualcosa che non sitrova. Se dici (come certo mi par che vogli dir qualche cosaper fuggir ilvacuo ed il niente) che estra il mondo è uno ente intellettuale e divinodisorte che Dio venga ad esser luogo di tutte le cosetu medesimo sarai moltoimpacciato per farne intendere come una cosa incorporeaintelligibile e senzadimensione possa esser luogo di cosa dimensionata. Che se dici quellocomprendere come una forma ed al modo con cui l'anima comprende il corpononrispondi alla questione dell'estra ed alla dimanda di ciò che si trova oltre efuor de l'universo. E se tu vuoi escusare con direche dove è nulla e dove nonè cosa alcunanon è anco luogonon è oltrené extraper questo non micontentarai; perché queste sono paroli ed iscuse che non possono entrare inpensiero. Perché è a fatto impossibile che con qualche senso o fantasia (ancose si ritrovassero altri sensi ed altre fantasie) possi farmi affirmareconvera intenzioneche si trove tal superficietal marginetal estremitàextrala quale non sia o corpo o vacuo: anco essendovi Dioperché la divinità nonè per impire il vacuoe per conseguenza non è in raggione di quellain modoalcunodi terminare il corpo; perché tutto lo che se dice terminareo èforma esterioreo è corpo continente. Ed in tutti i modi che lo volessi diresareste stimato pregiudicatore alla dignità della natura divina ed universale.
21
\ BUR.\ Certocredo che bisognarebe dire acostui chese uno stendesse la mano oltre quel convessoche quella non verrebeessere in locoe non sarebe in parte alcunae per consequenza non arebel'essere.
22
\ FIL.\ Giongo a questo qualmente non èingegno che non concepa questo dire peripatetico come una implicatacontradizione. Aristotele ha definito il loconon come corpo continentenoncome certo spacioma come una superficie di continente corpo; e poi il primo eprincipal e massimo luogo è quello a cui meno ed a fatto niente conviene taldiffinizione. Quello è la superficie convessa del primo cielola quale èsuperficie di corpo; e di tal corpoil quale contiene solamentee non ècontenuto. Or a far che quella superficie sia luogonon si richieda che sia dicorpo contenutoma che sia di corpo continente. Se è superficie di corpocontinentee non è gionta e continuata a corpo contenutoè un luogo senzalocato; atteso che al primo cielo non conviene esser luogose non per la suasu[per]ficie concavala qual tocca la convessa del secondo. Eccodunquecomequella definizione è vana e confusa ed interemptiva di se stessa. Alla qualconfusione si viene per aver quell'inconvenienteche vuol che estra il cielosia posto nulla.
23
\ ELP.\ Diranno i peripatetici che il primocielo è corpo continente per la superficie concavae non per la convessa; esecondo quellaè luogo.
24
\ FRAC.\ Ed io soggiongo che dunque si trovasuperficie di corpo continente la quale non è loco.
25
\ FIL.\ In sommaper venir direttamente alpropositomi par cosa ridicola il dire che estra il cielo sia nullae che ilcielo sia in se stessoe locato per accidentee loco per accidenteidest perle sue parti. Ed intendasi quel che si voglia per il suo per accidente; che nonpuò fuggir che non faccia de uno doi; perché sempre è altro ed altro quel cheè continente e quel che è contenuto; e talmente altro ed altro chesecondolui medesimoil continente è incorporeo ed il contenuto è corpo; ilcontinente è inmobileil contenuto è mobile; il continente matematicoilcontenuto fisico. Or sia che si voglia di quella superficieconstantementedimandarò: che cosa è oltre quella? Se si risponde che è nullaquesto diròio esser vacuoessere inane; e tal vacuo e tal inane che non ha modonétermine alcuno olteriore; terminato però citeriormente. E questo è piùdifficile ad imaginareche il pensar l'universo essere infinito ed immenso.Perché non possiamo fuggire il vacuose vogliamo ponere l'universo finito.Veggiamo adessose conviene che sia tal spacio in cui sia nulla. In questospacio infinito si trova questo universo (o sia per caso o per necessità o perprovidenzaper ora non me ne impaccio). Dimando se questo spacio che contieneil mondoha maggiore aptitudine di contenere un mondoche altro spacio che siaoltre.
26
\ FRAC.\ Certo mi par che non; perché doveè nullanon è differenza alcuna; dove non è differenzanon è altra edaltra aptitudine: e forse manco è attitudine alcuna dove non è cosa alcuna.
27
\ ELP.\ Né tampoco inepzia alcuna. E delledue più tosto quella che questa.
28
\ FIL.\ Voi dite bene. Cossì dico io checome il vacuo ed inane (che si pone necessariamente con questo peripateticodire) non ha aptitudine alcuna a ricevereassai meno la deve avere a ributtareil mondo. Ma di queste due attitudini noi ne veggiamo una in attoe l'altra nonla possiamo vedere a fattose non con l'occhio della raggione. Come dunque inquesto spacioequale alla grandezza del mondo (il quale da platonici è dettomateria)è questo mondocossì un altro può essere in quel spacio ed ininnumerabili spacii oltre questo equali a questo.
29
\ FRAC.\ Certopiù sicuramente possiamogiudicar in similitudine di quel che veggiamo e conoscemoche in modo contrariodi quel che veggiamo e conoscemo. Ondeperché per il nostro vedere edesperimentare l'universo non si finiscené termina a vacuo ed inane e diquello non è nuova alcunaraggionevolmente doviamo conchiuder cossì; perchéquando tutte l'altre raggioni fussero equalinoi veggiamo che l'esperimento ècontrario al vacuo e non al pieno. Con dir questosaremo sempre iscusati; macon dir altrimentenon facilmente fugiremo mille accusazioni ed inconvenienti.SeguitateFiloteo.
30
\ FIL.\ Dunquedal canto del spacioinfinitoconosciamo certo che è attitudine alla recepzione di corpoe nonsappiamo altrimente. Tutta volta mi bastarà avere che non ripugna a quella;almeno per questa caggioneche dove è nullanulla oltraggia. Resta ora vederese è cosa conveniente che tutto il spacio sia pienoo non. E quase noiconsideriamo tanto in quello che può essere quanto in quello che può faretrovaremo sempre non sol raggionevolema ancora necessarioche sia. Questoacciò sia manifestovi dimando se è bene che questo mondo sia.
31
\ ELP.\ Molto bene.
32
\ FIL.\ Dunque è bene che questo spacioche è equale alla dimension del mondo (il quale voglio chiamar vacuosimile edindifferente al spacioche tu direste esser niente oltre la convessitudine delprimo cielo)sia talmente ripieno. \ &R ELP.\ Cossì è.
33
\ FIL.\ Oltrete dimando: credi tu chesicome in questo spacio si trova questa machinadetta mondoche la medesimaarebe possuto o potrebe essere in altro spacio di questo inane?
34
\ ELP.\ Dirò de sìbenché non veggiocome nel niente e vacuo possiamo dire differenza di altro ed altro.
35
\ FRAC.\ Io son certo che vedima nonardisci di affirmareperché ti accorgi dove ti vuol menare.
36
\ ELP.\ Affirmatelo pur sicuramente; perchéè necessario dire ed intendere che questo mondo è in un spacio; il qualeseil mondo non fussesarebe indifferente da quello che è oltre il primo vostromobile.
37
\ FRAC.\ Seguitate.
38
\ FIL.\ Dunquesicome può ed ha possuto edè necessariamente perfetto questo spacio per la continenza di questo corpouniversalecome dici; niente meno può ed ha possuto esser perfetto tuttol'altro spacio.
39
\ ELP.\ Il concedo; che per questo? Puòesserepuò avere: dunque è? dunque ha?
40
\ FIL.\ Io farò chese vuoi ingenuamenteconfessareche tu dica che può essere e che deve essere e che è. Perché comesarebe male che questo spacio non fusse pienocioè che questo mondo non fusse;non menoper la indifferenzaè male che tutto il spacio non sia pieno; e perconsequenza l'universo sarà di dimensione infinita e gli mondi sarannoinnumerabili.
41
\ ELP.\ La causa perché denno essere tantie non basta uno?
42
\ FIL.\ Perchése è male che questo mondonon sia o che questo pieno non si ritroveè al riguardo di questo spacio o dialtro spacio equale a questo?
43
\ ELP.\ Io dico che è male al riguardo diquel che è in questo spacioche indifferentemente si potrebe ritrovare inaltro spacio equale a questo.
44
\ FIL.\ Questose ben considerivienetutto ad uno; perché la bontà di questo essere corporeo che è in questospacio o potrebe essere in altro equale a questorende raggione e riguarda aquella bontà conveniente e perfezione che può essere in tale e tanto spacioquanto è questoo altro equale a questoe non ad quella che può essere ininnumerabili altri spaciisimili a questo. Tanto più chese è raggione chesia un buono finitoun perfetto terminato; improporzionalmente è raggione chesia un buono infinito; perchédove il finito bene è per convenienza eraggionel'infinito è per absoluta necessità.
45
\ ELP.\ L'infinito buono certamente èmaè incorporeo.
46
\ FIL.\ In questo siamo concordantiquantoa l'infinito incorporeo. Ma che cosa fa che non sia convenientissimo il buonoentecorporeo infinito? O che repugna che l'infinitoimplicato nelsimplicissimo ed individuo primo principionon venga esplicato più tosto inquesto suo simulacro infinito ed interminatocapacissimo de innumerabili mondiche venga esplicato in sì anguste marginidi sorte che par vituperio il nonpensare che questo corpoche a noi par vasto e grandissimoal riguardo delladivina presenza non sia che un puntoanzi un nulla?
47
\ ELP.\ Come la grandezza de Dio nonconsiste nella dimensione corporale in modo alcuno (lascio che non li aggiongenulla il mondo)cossì la grandezza del suo simulacro non doviamo pensare checonsista nella maggiore e minore mole di dimensioni.
48
\ FIL.\ Assai bene ditema non rispondeteal nervo della raggione; perché io non richiedo il spacio infinitoe la naturanon ha spacio infinitoper la dignità della dimensione o della mole corporeama per la dignità delle nature e specie corporee; perché incomparabilmentemeglio in innumerabili individui si presenta l'eccellenza infinitache inquelli che sono numerabili e finiti. Peròbisogna che di un inaccesso voltodivino sia un infinito simulacronel qualecome infiniti membripoi sitrovino mondi innumerabiliquali sono gli altri. Peròper la raggione deinnumerabili gradi di perfezioneche denno esplicare la eccellenza divinaincorporea per modo corporeodenno essere innumerabili individuiche sonquesti grandi animali (de quali uno è questa terradiva madre che ne haparturiti ed alimenta e che oltre non ne riprenderà)per la continenza diquesti innumerabili si richiede un spacio infinito. Nientemeno dunque è beneche sianocome possono essereinnumerabili mondi simili a questocome hapossuto e può essere ed è bene che sia questo.
49
\ ELP.\ Diremo che questo mondo finitoconquesti finiti astricomprende la perfezione de tutte cose.
50
\ FIL.\ Possete dirloma non già provarlo;perché il mondo che è in questo spacio finitocomprende la perfezione ditutte quelle cose finite che son in questo spacio; ma non già dell'infinite chepossono essere in altri spacii innumerabili.
51
\ FRAC.\ Di graziafermiamocie nonfacciamo come i sofisti li quali disputano per venceree mentre rimirano allalor palmaimpediscono che essi ed altri non comprendano il vero. Or io credoche non sia perfidioso tanto pertinaceche voglia oltre calunniareche per laraggion del spacio che può infinitamente comprenderee per la raggione dellabontà individuale e numerale de infiniti mondi che possono essere compresiniente meno che questo uno che noi conosciamohanno ciascuno di essi raggionedi convenientemente essere. Perché infinito spacio ha infinita attitudineedin quella infinita attitudine si loda infinito atto di existenza; per cuil'efficiente infinito non è stimato deficientee per cui l'attitudine non èvana. Contentati dunqueElpinodi ascoltar altre raggionise altre occorrenoa Filoteo.
52
\ ELP.\ Io veggio benea dire il verochedire il mondocome dite voi l'universointerminato non porta secoinconveniente alcunoe ne viene a liberar da innumerabili angustie nelle qualisiamo avilupati dal contrario dire. Conosco particolarmente che ne bisogna con iperipatetici tal volta dir cosa che nella nostra intenzione non tiene fondamentoalcuno: comedopo aver negato il vacuotanto fuori quanto dentro l'universovogliamo pur rispondere alla questione che cerca dove sia l'universo; e direquello essere ne le sue partiper tema di dire che lo non sia in loco alcuno;come è dire nullibinusquam. Ma non si può togliere che in quelmodo è bisogno di dire le parti ritrovarsi in qualche locoe l'universo nonessere in loco alcuno né in spacio; il qual direcome ognun vedenon puòessere fondato sopra intenzione alcunama significa espressamente una pertinacefugaper non confessar la verità con ponere il mondo ed universo infinitoocon ponere il spacio infinito; da le quali ambe posizioni séguita geminaconfusione a chi le tiene. Affermo dunque chese il tutto è un corpoe corposfericoe per consequenza figurato e terminatobisogna che sia terminato inspacio infinito; nel qualese vogliamo dire che sia nullaè necessarioconcedere che sia il vero vacuo: il qualese ènon ha minor raggione in tuttoche in questa parte che qua veggiamo capace di questo mondo; se non èdeveessere il pienoe consequentemente l'universo infinito. E non menoinsipidamente siegue il mondo essere alicubiavendo detto che estraquello è nullae che vi è nelle sue partiche se uno dicesse Elpino essere alicubiperché la sua mano è nel suo bracciol'occhio nel suo voltoil piè nellagambail capo nel suo busto. Maper venire alla conclusione e per non portarmida sofista fissando il piè su l'apparente difficoltadie spendere il tempo inciancieaffermo quel che non posso negare: cioèche nel spacio infinito opotrebono essere infiniti mondi simili a questoo che questo universo stendessela sua capacità e comprensione di molti corpicome son questinomati astri;ed ancora che (o simili o dissimili che sieno questi mondi) non con minorraggione sarebe bene a l'uno l'essere che a l'altro; perché l'essere de l'altronon ha minor raggione che l'essere de l'unoe l'essere di molti non minor chede l'uno e l'altroe l'essere de infiniti che di molti. Là ondecome sarebemale la abolizione ed il non essere di questo mondocossì non sarebe buono ilnon essere de innumerabili altri.
53
\ FRAC.\ Vi esplicate molto benee mostratedi comprender bene le raggioni e non esser sofistaperché accettate quel chenon si può negare.
54
\ ELP.\ Pure vorei udire quel che resta diraggione del principio e causa efficiente eterna: se a quella convegna questoeffetto di tal sorte infinitoe se per tanto in fatto tale effetto sia.
55
\ FIL.\ Questo è quel che io dovevoaggiongere. Perchédopo aver detto l'universo dover essere infinito per lacapacità ed attitudine del spacio infinitoe per la possibilità e convenienzadell'essere di innumerabili mondicome questo; resta ora provarlo e dallecircostanze dell'efficiente che deve averlo produtto taleoper parlar meglioprodurlo sempre talee dalla condizione del modo nostro de intendere. Possiamopiù facilmente argumentare che infinito spacio sia simile a questo che veggiamoche argumentare che sia tale quale non lo veggiamo né per essempio né persimilitudine né per proporzione né anco per imaginazione alcuna la quale alfine non destrugga se medesima. Oraper cominciarla: perché vogliamo opossiamo noi pensare che la divina efficacia sia ociosa? perché vogliamo che ladivina bontà la quale si può communicare alle cose infinite e si puòinfinitamente diffonderevoglia essere scarsa ed astrengersi in nienteattesoche ogni cosa finita al riguardo de l'infinito è niente? perché volete quelcentro della divinitàche può infinitamente in una sfera (se cossì sipotesse dire) infinita amplificarsecome invidiosorimaner più tosto sterileche farsi comunicabilepadre fecondoornato e bello? voler più tostocomunicarsi diminutamente eper dir meglionon comunicarsiche secondo laraggione della gloriosa potenza ed esser suo? perché deve esser frustrata lacapacità infinitadefraudata la possibilità de infiniti mondi che possonoesserepregiudicata la eccellenza della divina imagine che deverebe piùrisplendere in uno specchio incontratto e secondo il suo modo di essereinfinitoimmenso? perché doviamo affirmar questo chepostomena seco tantiinconvenienti esenza faurir leggireligionifede o moralità in modo alcunodestrugge tanti principii di filosofia? Come vuoi tu che Dioe quanto allapotenza e quanto a l'operazione e quanto a l'effetto (che in lui son medesimacosa)sia determinatoe come termino della convessitudine di una sferapiùtosto checome dir si puòtermino interminato di cosa interminata? Terminodicosenza termineper esser differente la infinità dell'uno da l'infinitàdell'altro: perché lui è tutto l'infinito complicatamente e totalmentemal'universo è tutto in tutto (se pur in modo alcuno si può dir totalitàdovenon è parte né fine) explicatamentee non totalmente; per il che l'uno haraggion di terminel'altro ha raggion di terminatonon per differenza difinito ed infinitoma perché l'uno è infinito e l'altro è finiente secondola raggione del totale e totalmente essere in tutto quello chebenché siatutto infinitonon è però totalmente infinito; perché questo ripugna allainfinità dimensionale.
56
\ ELP.\ Io vorrei meglio intender questo.Però mi farete piacere di esplicarvi alquanto per quel che dite essere tutto intutto totalmentee tutto in tutto l'infinito e totalmente infinito.
57
\ FIL.\ Io dico l'universo tutto infinitoperché non ha margineterminoné superficie; dico l'universo non esseretotalmente infinitoperché ciascuna parte che di quello possiamo prendereèfinitae de mondi innumerabili che contieneciascuno è finito. Io dico Diotutto infinitoperché da sé esclude ogni termine ed ogni suo attributo è unoed infinito; e dico Dio totalmente infinitoperché tutto lui è in tutto ilmondoed in ciascuna sua parte infinitamente e totalmente: al contrariodell'infinità de l'universola quale è totalmente in tuttoe non in questeparti (se purreferendosi all'infinitopossono esser chiamate parti) che noipossiamo comprendere in quello.
58
\ ELP.\ Io intendo. Or seguite il vostroproposito.
59
\ FIL.\ Per tutte le raggionidunqueperle quali se dice esser convenientebuononecessario questo mondo compreso comefinitodeve dirse esserno convenienti e buoni tutti gli altri innumerabili; ali qualiper medesima raggionel'omnipotenza non invidia l'essere; e senza liquali quellao per non volere o per non possereverrebe ad esser biasimata perlasciar un vacuo ose non vuoi dir vacuoun spacio infinito; per cui nonsolamente verrebe suttratta infinita perfezione dello entema anco infinitamaestà attuale allo efficiente nelle cose fatte se son fatteo dependenti sesono eterne. Qual raggione vuole che vogliamo credereche l'agente che puòfare un buono infinitolo fa finito? E se lo fa finitoperché doviamo noicredere che possa farlo infinitoessendo in lui il possere ed il fare tuttouno? Perché è inmutabilenon ha contingenzia nella operazionené nellaefficaciama da determinata e certa efficacia depende determinato e certoeffetto inmutabilmente; onde non può essere altro che quello che è; non puòesser tale quale non è; non può posser altro che quel che può; non può voleraltro che quel che vuole; e necessariamente non può far altro che quel che fa;atteso che l'aver potenza distinta da l'atto conviene solamente a cose mutabili.
60
\ FRAC.\ Certonon è soggetto dipossibilità o di potenza quello che giamai funon è e giamai sarà; everamentese il primo efficiente non può voler altro che quel che vuolenonpuò far altro che quel che fa. E non veggo come alcuni intendano quel chedicono della potenza attiva infinitaa cui non corrisponda potenza passivainfinitae che quello faccia uno e finito che può far innumerabili nel'infinito ed inmensoessendo l'azion sua necessariaperché procede da talvolontà qualeper essere inmutabilissimaanzi la immutabilità istessaèancora la istessa necessità; onde sono a fatto medesima cosa libertàvolontànecessitàed oltre il fare col volerepossere ed essere.
61
\ FIL.\ Voi consentitee dite molto bene.Adunquebisogna dir una de due: o che l'efficientepossendo dependere da luil'effetto infinitosia riconosciuto come causa e principio d'uno inmensouniverso che contiene mondi innumerabili; e da questo non siegue inconvenientealcunoanzi tutti convenientie secondo la scienza e secondo le leggi e fede;o chedependendo da lui un finito universocon questi mondi (che son gliastri) di numero determinatosia conosciuto di potenza attiva finita edeterminatacome l'atto è finito e determinato; perché quale è l'attotaleè la volontàtale è la potenza.
62
\ FRAC.\ Io completto ed ordino un paio disillogismi in questa maniera. Il primo efficientese volesse far altro che quelche vuol farepotrebe far altro che quel che fa; ma non può voler far altroche quel che vuol fare; dunque non può far altro che quel che fa. Dunquechidice l'effetto finitopone l'operazione e la potenza finita. Oltre (che vieneal medesimo): il primo efficiente non può far se non quel che vuol fare; nonvuol fare se non quel che fa; dunquenon può fare se non quel che fa. Dunquechi nega l'effetto infinitonega la potenza infinita.
63
\ FIL.\ Questise non son semplicisonodemostrativi sillogismi. Tutta volta lodo che alcuni degni teologi non leadmettano; perchéprovidamente considerandosanno che gli rozzi popoli edignoranti con questa necessità vegnono a non posser concipere come possa starla elezione e dignità e meriti di giusticia; ondeconfidati o desperati sottocerto fatosono necessariamente sceleratissimi. Come talvolta certi corrottoridi leggifede e religionevolendo parer saviihanno infettato tanti popolifacendoli dovenir più barbari e scelerati che non eran primadispreggiatoridel ben fare ed assicuratissimi ad ogni vizio e ribaldariaper le conclusioniche tirano da simili premisse. Però non tanto il contrario dire appresso glisapienti è scandaloso e detrae alla grandezza ed eccellenza divinaquanto quelche è veroè pernicioso alla civile conversazione e contrario al fine dellelegginon per esser veroma per esser male intesotanto per quei chemalignamente il trattanoquanto per quei che non son capaci de intenderlo senzaiattura di costumi.
64
\ FRAC.\ Vero. Non si è trovato giamaifilosofodotto ed uomo da bene chesotto specie o pretesto alcunoda talproposizione avesse voluto tirar la necessità delli effetti umani e destruggerel'elezione. Cometra gli altriPlatone ed Aristotelecon ponere la necessitàed immutabilità in Dionon poneno meno la libertà morale e facultà dellanostra elezione; perché sanno bene e possono capirecome siano compossibiliquesta necessità e questa libertà. Però alcuni di veri padri e pastori dipopoli toglieno forse questo dire ed altro simile per non donare comoditàascelerati e seduttori nemici della civilità e profitto generaledi tirar lenoiose conclusioni abusando della semplicità ed ignoranza di quei chedifficilmente possono capire il vero e prontissimamente sono inclinati al male.E facilmente condonaranno a noi di usar le vere proposizionidalle quali nonvogliamo inferir altro che la verità della natura e dell'eccellenza de l'autordi quella; e le quali non son proposte da noi al volgoma a sapienti soli chepossono aver accesso all'intelligenza di nostri discorsi. Da questo principiodepende che gli non men dotti che religiosi teologi giamai han pregiudicato allalibertà de filosofi; e gli vericivili e bene accostumati filosofi semprehanno faurito le religioni; perché gli uni e gli altri sanno che la fede sirichiede per l'instituzione di rozzi popoli che denno esser governatie lademostrazione per gli contemplativi che sanno governar sé ed altri.
65
\ ELP.\ Quanto a questa protestazione èdetto assai. Ritornate ora al proposito.
66
\ FIL.\ Per venirdunquead inferir quelche vogliamodico chese nel primo efficiente è potenza infinitaè ancoraoperazion da la quale depende l'universo di grandezza infinita e mondi di numeroinfinito.
67
\ ELP.\ Quel che ditecontiene in sé granpersuasionese non contiene la verità. Ma questo che mi par molto verisimileio lo affermarò per verose mi potrete risolvere di uno importantissimoargomento per il quale è stato ridutto Aristotele a negar la divina potenzainfinita intensivamentebenché la concedesse estensivamente. Dove la raggionedella negazione sua era cheessendo in Dio cosa medesima potenza e attopossendo cossì movere infinitamentemoverebbe infinitamente con vigoreinfinito; il che se fusse veroverrebe il cielo mosso in istante; perchéseil motor più forte muove più velocementeil fortissimo muovevelocissimamentel'infinitamente forte muove istantaneamente. La raggione dellaaffirmazione erache lui eternamente e regolatamente muove il primo mobilesecondo quella raggione e misura con la quale il muove. Vedi dunque per cheraggione li attribuisce infinità estensiva - ma non infinità absoluta - edintensivamente ancora. Per il che voglio conchiudere chesicome la sua potenzamotiva infinita è contratta all'atto di moto secondo velocità finitacossìla medesima potenza di far l'inmenso ed innumerabili è limitata dalla suavoluntà al finito e numerabili. Quasi il medesimo vogliono alcuni teologiiqualioltre che concedeno la infinità estensiva con la quale successivamenteperpetua il moto dell'universorichiedeno ancora la infinità intensiva con laquale può far mondi innumerabilimuovere mondi innumerabilie ciascuno diquelli e tutti quelli insieme muovere in uno istante: tutta voltacossì hatemprato con la sua voluntà la quantità della moltitudine di mondiinnumerabilicome la qualità del moto intensissimo. Dovecome questo motoche procede pure da potenza infinitanulla obstanteè conosciuto finitocossì facilmente il numero di corpi mondani potrà esser creduto determinato.
68
\ FIL.\ L'argumento in vero è di maggiorpersuasione ed apparenza che altro possa essere; circa il quale è detto già abastanza per quelche si vuole che la volontà divina sia regolatricemodificatrice e terminatrice della divina potenza. Onde seguitano innumerabiliinconvenientisecondo la filosofia al meno; lascio i principii teologaliiquali con tutto ciò non admetteranno che la divina potenza sia più che ladivina volontà o bontàe generalmente che uno attributo secondo maggiorraggione convegna alla divinità che un altro.
69
\ ELP.\ Or perché dunque hanno quel modo didirese non hanno questo modo di intendere?
70
\ FIL.\ Per penuria di termini ed efficaciresoluzioni.
71
\ ELP.\ Or dunque voiche avete particularprincipiicon gli quali affermate l'unocioè che la potenza divina èinfinita intensiva ed estensivamente; e che l'atto non è distinto dallapotenzae che per questo l'universo è infinito e gli mondi sono innumerabili;e non negate l'altroche in fatto ciascuno de li astri o orbicome ti piacedirevien mosso in tempo e non in instante; mostrate con quai termini e con cherisoluzione venete a salvar la vostrao togliere l'altrui persuasioniper lequali giudicanoin conclusioneil contrario di quel che giudicate voi.
72
\ FIL.\ Per la risoluzion di quel checercatedovete avertire prima cheessendo l'universo infinito ed immobilenonbisogna cercare il motor di quello. Secondo cheessendo infiniti gli mondicontenuti in quelloquali sono le terreli fuochi ed altre specie di corpichiamati astritutti se muoveno dal principio internoche è la propria animacome in altro loco abbiamo provato; e però è vano andar investigando il lormotore estrinseco. Terzo che questi corpi mondani si muoveno nella eterearegione non affissi o inchiodati in corpo alcuno più che questa terrache èun di quelliè affissa; la qual però proviamo che dall'interno animaleinstinto circuisce il proprio centroin più manieree il sole. Preposticotali avertimenti secondo gli nostri principiinon siamo forzati a dimostrarmoto attivo né passivo di vertù infinita intensivamente; perché il mobile edil motore è infinitoe l'anima movente ed il corpo moto concorreno in unfinito soggetto; in ciascunodicodi detti mondani astri. Tantoche il primoprincipio non è quello che muove; maquieto ed immobiledà il possermuoversi a infiniti ed innumerabili mondigrandi e piccoli animali postinell'amplissima reggione de l'universode quali ciascunosecondo la condizionedella propria virtùha la raggione di mobilitàmotività ed altri accidenti.
73
\ ELP.\ Voi siete fortificato moltoma nongià per questo gittate la machina delle contrarie opinioni. Le quali tuttehanno per famoso e come presuppostoche l'Optimo Massimo muove il tutto. Tudici che dona il muoversi al tutto che si muove; e però il moto accade secondola virtù del prossimo motore. Certomi pare più tosto raggionevole divantaggio che meno conveniente questo tuo dire che il comune determinare; tuttavolta- per quel che solete dire circa l'anima del mondo e circa l'essenzadivinache è tutta in tuttoempie tutto ed è più intrinseca alle cose chela essenzia propria de quelleperché è la essenzia de le essenzievita de leviteanima de le anime- però non meno mi par che possiamo dire lui movere iltuttoche dare al tutto il muoversi. Onde il dubio già fatto par che anco stiasu li suoi piedi.
74
\ FIL.\ Ed in questo facilmente possosatisfarvi. Dicodunqueche nelle cose è da contemplarese cossì volete doiprincipii attivi di moto: l'uno finito secondo la raggione del finito soggettoe questo muove in tempo; l'altro infinito secondo la raggione dell'anima delmondoovero della divinitàche è come anima de l'animala quale è tutta intutto e fa esser l'anima tutta in tutto; e questo muove in istante. La terradunque ha dui moti. Cossì tutti gli corpi che si muovenohanno dui principiidi moto; de quali il principio infinito è quello che insieme insieme muove edha mosso; ondesecondo quella raggioneil corpo mobile non meno èstabilissimo che mobilissimo. Come appare nella presente figurache vogliosignifiche la terra; che è mossa in instante in quanto che ha motore di virtùinfinita. Quellamovendosi con il centro da A in Ee tornando da E in Aequesto essendo in uno instanteinsieme insieme e in A ed in E ed in tutti gliluoghi tramezzanti; e però insieme insieme è partita e ritornata; e questoessendo sempre cossìaviene che sempre sia stabilissima. Similmentequanto alsuo moto circa il centrodove è il suo oriente Iil mezzo giorno Vl'occidente Kil merinozio O; ciascuno di questi punti circuisce per virtù dipolso infinito; e però ciascuno di quelli insieme insieme è partito ed èritornato; per consequenza è fisso sempreed è dove era. Tanto cheinconclusionequesti corpi essere mossi da virtù infinita è medesimo che nonesser mossi; perché movere in instante e non movere è tutto medesimo ed uno.Rimanedunquel'altro principio attivo del motoil quale è dalla virtùintrinsecae per conseguenza è in tempo e certa successione; e questo moto èdistinto dalla quiete. Eccodunquecome possiamo dire Dio muovere il tutto; ecome doviamo intendereche dà il muoversi al tutto che si muove.
75
\ ELP.\ Or che tanto alta ed efficacementemi hai tolta e risoluta questa difficoltàio cedo a fatto al vostro giudizioe spero oltre sempre da voi ricevere simili resoluzioni; perchébenché inpoco sin ora io v'abbia pratticato e tentatoho pur ricevuto e conceputo assai;e spero di gran vantaggio più; perchébenché a pieno non vegga l'animovostrodal raggio che diffonde scorgo che dentro si rinchiude o un sole oppureun luminar maggiore. E da oggi in poinon con speranza di superar la vostrasufficienzama con dissegno di porgere occasione a vostre elucidazioniritornarò a proporvise vi dignarete di farvi ritrovar per tanti giorni allamedesima ora in questo locoquanti bastaranno ad udir ed intender tanto che miquiete a fatto la mente.
76
\ FIL.\ Cossì farò.
77
\ FRAC.\ Sarai gratissimoe vi saremoattentissimi auditori.
78
\ BUR.\ Ed ioquantunque poco intendentese non intenderò li sentimentiascoltarò le paroli; se non ascoltarò leparoliudirò la voce. Adio!

Dialogo 2

 

1 \ FIL.\ Perché il primoprincipio è simplicissimoperòse secondo uno attributo fusse finitosarebefinito secondo tutti gli attributi; o puresecondo certa raggione intrinsecaessendo finito e secondo certa infinitonecessariamente in lui si intenderebeessere composizione. Sedunquelui è operatore de l'universocerto èoperatore infinito e riguarda effetto infinito; effetto dicoin quanto chetutto ha dependenza da lui. Oltresicome la nostra imaginazione è potente diprocedere in infinitoimaginando sempre grandezza dimensionale oltra grandezzae numero oltra numerosecondo certa successione ecome se dicein potenziacossì si deve intendere che Dio attualmente intende infinita dimensione edinfinito numero. E da questo intendere séguita la possibilità con laconvenienza ed opportunitàche ponemo essere: dovecome la potenza attiva èinfinitacossìper necessaria conseguenzail soggetto di tal potenza èinfinito; perchécome altre volte abiamo dimostratoil posser fare pone ilposser esser fattoil dimensionativo pone il dimensionabileil dimensionantepone il dimensionato. Giongi a questo checome realmente si trovano corpidimensionati finiticossì l'intelletto primo intende corpo e dimensione. Se lointendenon meno lo intende infinito; se lo intende infinito ed il corpo èinteso infinitonecessariamente tal specie intelligibile è; e per esserprodutta da tale intellettoquale è il divinoè realissima; e talmenterealeche ha più necessario essere che quello che attualmente è avanti glinostri occhi sensitivi. Quandose ben consideriaviene checome veramente èuno individuo infinito simplicissimocossì sia uno amplissimo dimensionaleinfinitoil quale sia in quelloe nel quale sia quelloal modo con cui lui ènel tuttoed il tutto è in lui. Appressose per la qualità corporaleveggiamo che un corpo ha potenza di aumentarsi in infinito; come si vede nelfuocoil qualecome ognun concedesi amplificarebe in infinitose si gliavicinasse materia ed esca; qual raggion vuoleche il fuocoche può essereinfinito e può esser per conseguenza fatto infinitonon possa attualmentetrovarsi infinito? Certo non socome possiamo fengere nella materia esserequalche cosa in potenza passiva che non sia in potenza attiva nell'efficienteeper conseguenza in attoanzi l'istesso atto. Certoil dire che lo infinito èin potenza ed in certa successione e non in atto necessariamente apporta secoche la potenza attiva possa ponere questo in atto successivo e non in attocompito; perché l'infinito non può esser compito. Onde seguitarebe ancora chela prima causa non ha potenza attiva sempliceabsoluta ed una; ma una potenzaattiva a cui risponde la possibilità infinita successivaed un'altra a cuiresponde la possibilità indistinta da l'atto. Lascio cheessendo terminato ilmondoe non essendo modo di imaginare come una cosa corporea vengacirconferenzialmente a finirsi ad una cosa incorporeasarebe questo mondo inpotenza e facultà di svanirsi ed annullarsi: perchéper quanto comprendemotutt'i corpi sono dissolubili. Lasciodicoche non sarebe raggion che tolgache tal volta l'inane infinitobenché non si possa capire di potenza attivadebba assorbire questo mondo come un nulla. Lascio che il luogospacio ed inaneha similitudine con la materiase pur non è la materia istessa; come forse nonsenza caggione tal volta par che voglia Platone e tutti quelli che definisconoil luogo come certo spacio. Orase la materia ha il suo appetitoil quale nondeve essere in vanoperché tale appetito è della natura e procede da l'ordinedella prima naturabisogna che il locoil spaciol'inane abbiano cotaleappetito. Lascio checome è stato di sopra accennatonessun di questi chedice il mondo terminatodopo aver affirmato il terminesa in modo alcunofingere come quello sia; ed insieme insieme alcun di questinegando il vacuo edinane con le proposte e parolicon l'esecuzione poi ed effetto viene a ponerlonecessariamente. Se è vacuo ed inaneè certo capace di ricevere; e questo nonsi può in modo alcuno negareatteso che - per tal raggione medesimaper laquale è stimato impossibile che nel spacio dove è questo mondoinsiemeinsieme si trove contenuto un altro mondo - deve esser detto possibile che nelspacio fuor di questo mondoo in quel nientese cossì dir vuole Aristotelequello che non vuol dir vacuopossa essere contenuto. La raggioneper la qualelui dice dui corpi non possere essere insiemeè l'incompossibilità delledimensioni di uno ed un altro corpo: restadunqueper quanto richiede talraggioneche dove non sono le dimensioni de l'unopossono essere le dimensionide l'altro. Se questa potenza vi èdunque il spacio in certo modo è materia;se è materiaha l'aptitudine; se ha l'aptitudineper qual raggione doviamonegargli l'atto?
2
\ ELP.\ Molto bene. Ma di graziaprocediatein altro; fatemi intendere come differenza fate tra il mondo e l'universo.
3
\ FIL.\ La differenza è molto divolgata fuordella scola peripatetica. Gli stoici fanno differenza tra il mondo e l'universoperché il mondo è tutto quello che è pieno e costa di corpo solido;l'universo è non solamente il mondoma oltre il vacuoinane e spacio extra diquello: e però dicono il mondo essere finitoma l'universo infinito. Epicurosimilmente il tutto ed universo chiama una mescuglia di corpi ed inane; ed inquesto dice consistere la natura del mondoil quale è infinito: e nellacapacità dell'inane e vacuo eoltrenella moltitudine di corpi che sono inquello. Noi non diciamo vacuo alcunocome quello che sia semplicemente nulla;ma secondo quella raggionecon la quale ciò che non è corpo che resistasensibilmentetutto suole esser chiamatose ha dimensionevacuo: atteso checomunmente non apprendeno l'esser corpose non con la proprietà di resistenza;onde dicono chesicome non è carne quello che non è vulnerabilecossì nonè corpo quello che non resiste. In questo modo diciamo esser un infinitocioèuna eterea regione inmensanella quale sono innumerabili ed infiniti corpicome la terrala luna ed il sole; li quali da noi son chiamati mondi compostidi pieno e vacuo: perché questo spiritoquesto ariaquesto etere nonsolamente è circa questi corpima ancora penetra dentro tuttie viene insitoin ogni cosa. Diciamo ancora vacuo secondo quella raggioneper la qualerispondemo alla questione che dimandasse dove è l'etere infinito e gli mondi; enoi rispondessimo: in un spacio infinitoin un certo seno nel quale ed è es'intende il tuttoed il quale non si può intendere né essere in altro.
4
Or qua Aristoteleconfusamente prendendo ilvacuo secondo queste due significazioni ed un'altra terzache lui fenge e luimedesimo non sa nominare né diffiniresi va dibattendo per togliere il vacuo:e pensa con il medesimo modo di argumentare destruggere a fatto tutte leopinioni del vacuo. Le quali però non toccapiù che seper aver tolto ilnome di qualche cosaalcuno pensasse di aver tolta la cosa; perché destruggese pur destruggeil vacuo secondo quella raggione la quale forse non è statapresa da alcuno: atteso che gli antichi e noi prendiamo il vacuo per quello incui può esser corpo e che può contener qualche cosa ed in cui sono gli atomi egli corpi; e lui solo diffinisce il vacuo per quello che è nullain cui ènulla e non può esser nulla. Laondeprendendo il vacuo per nome ed intenzionesecondo la quale nessuno lo intesevien a far castelli in aria e destruggere ilsuo vacuo e non quello di tutti gli altri che han parlato di vacuo e si sonserviti di questo nome vacuo. Non altrimenti fa questo sofista in tutti glialtri propositicome del motoinfinitomateriaformademostrazioneente;dove sempre edifica sopra la fede della sua definizion propria e nome presosecondo nova significazione. Onde ciascun che non è a fatto privo di giudiziopuò facilmente accorgersi quanto quest'uomo sia superficiale circa laconsiderazion della natura de le cosee quanto sia attaccato alle sue nonconcedutené degne d'esserno concedutesupposizionipiù vane nella suanatural filosofia che giamai si possano fingere nella matematica. E vedete chedi questa vanità tanto si gloriò e si compiacque chein proposito dellaconsiderazion di cose naturaliambisce tanto di esser stimato raziocinale ocome vogliam dire logicocheper modo d'improperioquelli che son stati piùsolleciti della naturarealità e veritàle chiama fisici. Orper venire anoiatteso che nel suo libro Del vacuo né diretta né indirettamentedice cosa che possa degnamente militare contra la nostra intenzionelo lasciamostar cossìrimettendolo forse a più ociosa occasione. Dunquese ti piaceElpinoforma ed ordina quelle raggioniper le quali l'infinito corpo non vieneadmesso da gli nostri adversariied appresso quelleper le quali non possonocomprendere essere mondi innumerabili.
5
\ ELP.\ Cossì farò. Io referirò lesentenze d'Aristotele per ordinee voi direte circa quelle ciò che vi occorre."È da considerare"dice egli"se si trova corpo infinitocomealcuni antichi filosofi diconoo pur questo sia una cosa impossibile; edappresso è da vedere se sia uno over più mondi. La risoluzion de le qualiquestioni è importantissima: perché l'una e l'altra parte della contradizioneson di tanto momentoche son principio di due sorte di filosofare molto diversoe contrario: comeper essempioveggiamoche da quel primo error di coloro chehanno poste le parti individuehanno chiuso il camino di tal sorteche vegnonoad errare in gran parte della matematica. Snodaremo dunque proposito di granmomento per le passatepresenti e future difficultadi; perchéquantunque pocodi trasgressione che si fa nel principioviene per diecemila volte a farsimaggiore nel progresso; comeper similitudinenell'errore che si fa nelprincipio di qualche caminoil quale tanto più si va aumentando e crescendoquanto maggior progresso si fa allontanandosi dal principiodi sorte che alfine si viene ad giongere a termine contrario a quello che era proposto. E laraggion di questo èche gli principii son piccioli in grandezza e grandissimiin efficacia. Questa è la raggione della determinazione di questo dubio".
6
\ FIL.\ Tutto lo che dice è necessarissimoe non meno degno di esser detto da gli altri che da lui; perchésicome luicredeche da questo principio mal inteso gli aversarii sono trascorsi in grandierroricossìa l'appositonoi credemo e veggiamo apertoche dal contrariodi questo principio lui ha pervertita tutta la considerazion naturale.
7
\ ELP.\ Soggionge: "Bisogna dunquecheveggiamose è possibileche sia corpo semplice di grandezza infinita; il cheprimeramente deve esser mostrato impossibile in quel primo corpoche si muovecircularmente; appressonegli altri corpi; perchéessendo ogni corpo osemplice o compostoquestoche è compostosiegue la disposizion di quelloche è semplice. Sedunquegli corpi semplici non sono infiniti né di numeroné di grandezzanecessariamente non potrà esser tale corpo composto".
8
\ FIL.\ Promette molto bene; perchése luiprovaràche il corpo il quale è chiamato continente e primosia continenteprimo e finitosarà anco soverchio e vano di provarlo appresso di corpicontenuti.
9
\ ELP.\ Or prova che il corpo rotondo non èinfinito. "Se il corpo rotondo è infinitole lineeche si partono dalmezzosaranno infinitee la distanza d'un semidiametro da l'altro (gli qualiquanto più si discostano dal centrotanto maggior distanza acquistano) saràinfinita; perché dalla addizione delle linee secondo la longitudine ènecessario che siegua maggior distanza; e peròse le linee sono infiniteladistanza ancora sarà infinita. Or è cosa impossibileche il mobile possatrascorrere distanza infinita: e nel moto circolare è bisognoche una lineasemidiametrale del mobile venga al luogo dell'altro ed altro semidiametro".
10
\ FIL.\ Questa raggione è buonama non èa proposito contra l'intenzione de gli aversarii. Perché giamai s'è ritrovatosì rozzo e d'ingegno sì grossoche abbia posto il mondo.infinito emagnitudine infinitae quella mobile. E mostra lui medesimo essersidismenticato di quel che riferisce nella sua Fisica: che quei che hannoposto uno ente ed uno principio infinitohanno posto similmente inmobile; e nélui ancorané altro per luipotrà nominar mai alcun filosofo o pur uomoordinario che abbia detto magnitudine infinita mobile. Ma costuicome sofistaprende una parte della sua argumentazione dalla conclusione dell'aversariosupponendo il proprio principioche l'universo è mobileanzi che si muoveeche è di figura sferica. Or vedetese de quante raggioni produce questomendicose ne ritrove pur una che argumente contra l'intenzione di queichedicono uno infinitoinmobileinfiguratospaciosissimo continente deinnumerabili mobiliche son gli mondiche son chiamati astri da altrie daaltri sfere; vedete un poco in questa ed altre raggionise mena presuppositiconceduti da alcuno.
11
\ ELP.\ Certotutte le sei raggioni sonofondate sopra quel presuppositocioè che l'aversario dicache l'universo siainfinitoe che gli admettache quello infinito sia mobile: il che certo è unasciocchezzaanzi una irrazionalitàse pur per sorte non vogliamo farconcorrere in uno l'infinito moto e l'infinita quietecome mi verificaste ieriin proposito di mondi particolari.
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\ FIL.\ Questo non voglio dire in propositode l'universoal qualeper raggion verunagli deve essere attribuito il moto;perché questo non puòné deve convenirené richiedersi a l'infinito; egiamaicome è dettosi trovò chi lo imaginasse. Ma questo filosofocomequello che avea caristia di terrenoedifica tai castelli in aria.
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\ ELP.\ Certodesiderarei un argumentocheimpugnasse questo che dite; perché cinque altre raggioniche apporta questofilosofotutte fanno il medesimo caminoe vanno con gli medesimi piedi. Peròmi par cosa soverchia di apportarle. Ordopo che ebbe prodotte questecheversano circa il moto mondano e circolareprocede a proponer quelleche sonfondate sopra il moto retto; e dice parimente "essere impossibilechequalche cosa sia mobile di infinito moto verso il mezzoo al bassooltre versoad alto dal mezzo"; ed il prova prima dal canto di moti proprii di taicorpie questo sì quanto a gli corpi estremisì quanto agli tramezzanti."Il moto ad alto"dice egli"ed il moto al basso son contrarii:ed il luogo de l'un moto è contrario al luogo de l'altro moto. De gli contrariiancorase l'uno è determinatobisogna che sia determinato ancor l'altro; edil tramezzanteche è partecipe de l'uno e l'altro determinatoconvien che siatale ancor lui; perché non da qualsivogliama da certa parte bisogna che siparta quello che deve passar oltre il mezzoperché è un certo termineondecomincianoed è un altro termineove si finisceno i limiti del mezzo. Essendodunque determinato il mezzobisogna che sieno determinati gli estremi; e se gliestremi son determinatibisogna che sia determinato il mezzo; e se gli luoghison determinatibisogna che gli corpi collocati sieno tali ancoraperchéaltrimente il moto sarà infinito. Oltrequanto alla gravità e levitàilcorpoche va verso altopuò devenire a questoche sia in tal luogo: perchénessuna inclinazion naturale è in vano. Dunquenon essendo spacio del mondoinfinitonon è luogoné corpo infinito. Quanto al peso ancoranon è gravee leve infinito; dunquenon è corpo infinito: come è necessariochese ilcorpo grave è infinitola sua gravità sia infinita. E questo non si puòfuggire; perchése tu volessi direche il corpo infinito ha gravitàinfinitaseguitarebono tre inconvenienti. Primoche medesima sarebe lagravità o levità di corpo finito ed infinito; perché al corpo finito graveper quanto è sopraavanzato dal corpo infinitoio farrò addizione esuttrazione di altro ed altro tantofin che possa aggiungere a quella medesimaquantità di gravità e levità. Secondoche la gravità della grandezza finitapotrebe esser maggiore che quella de l'infinita; perché con tal raggioneperla quale gli può essere equalegli può ancora essere superioreconaggiungere quanto ti piace più di corpo graveo suttrarre di questoo puraggiongere di corpo lieve. Terzoche la gravità della grandezza finita edinfinita sarebbe equale; e perché quella proporzioneche ha la gravità allagravitàla medesima ha la velocità alla velocitàseguitarebe similmenteche la medesima velocità e tardità si potrebero trovare in corpo finito edinfinito. Quartoche la velocità del corpo finito potrebe esser maggiore diquella de l'infinito. Quintoche potrebe essere equale; o pursicome il graveeccede il gravecossì la velocità excede la velocità: trovandosi gravitàinfinitasarà necessario che si muova per alcun spacio in manco tempoche lagravità finita; o vero non si muovaperché la velocità e tardità séguitala grandezza del corpo. Ondenon essendo proporzione tra il finito ed infinitobisognarà al fineche il grave infinito non si muova; perchés'egli simuovenon si muove tanto velocementeche non si trove gravità finitache nelmedesimo tempoper il medesimo spaciofaccia il medesimo progresso".
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\ FIL.\ È impossibile di trovare un altrochesotto titolo di filosofofengesse più vane supposizioni e si fabricassesì stolte posizioni al contrarioper dar luogo a tanta levità quanta si vedenelle raggioni di costui. Orper quanto appartiene a quel che dice de' luoghiproprii di corpi e del determinato altobasso ed infravorei sapere contraqual posizione argumente costui. Perché tutti quelli che poneno corpo egrandezza infinitanon poneno mezzo né estremo in quella. Perché chi dicel'inaneil vacuol'etere infinitonon gli attribuisce gravitàné levitàné motoné regione superiorené inferiorené mezzana; e ponendo poiquelli in cotal spacio infiniti corpicome è questa terraquella equell'altra terraquesto solequello e quell'altro soletutti fanno gli lorcircuiti dentro questo spacio infinito per spacii finiti e determinati o purcirca gli proprii centri. Cossì noi che siamo in terradiciamo la terra essereal mezzoe tutti gli filosofi moderni ed antichisieno di qualsivoglia settadiranno questa essere in mezzo senza pregiudicare a' suoi principii; come noidiciamo al riguardo dell'orizonte magiore di questa eterea regione che ne sta incircaterminata da quello equidistante circoloal riguardo di cui noi siamocome al centro. Come niente manco coloro che sono nella lunas'intendeno avercirca questa terrail sole ed altre ed altre stelleche sono circa il mezzo edil termine de gli proprii semidiametri del proprio orizonte; cossì non è piùcentro la terra che qualsivoglia altro corpo mondanoe non son più certideterminati poli alla terra che la terra sia un certo e determinato polo aqualch'altro punto dell'etere e spacio mondano; e similmente de tutti gli altricorpi; li quali medesimiper diversi riguarditutti sono e centri e punti dicircunferenza e poli e zenithi ed altre differenze. La terradunquenon èabsolutamente in mezzo de l'universoma al riguardo di questa nostra reggione.
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Procededunquequesto disputante conpetizione di principio e presupposizione di quello che deve provare. Prendedicoper principio l'equivalente all'opposito della contraria posizione;presupponendo mezzo ed estremo contra quelli chedicendo il mondo infinitoinsieme insieme negano questo estremo e mezzo necessariamente e per consequenzail moto ad alto e supremo luogoed al basso ed infimo. Vederno dunque gliantichie veggiamo ancor noiche qualche cosa viene alla terra ove siamoequalche cosa par che si parta della terra o pur dal luogo dove siamo. Dovesediciamo e vogliam dir che il moto di tal cose è ad alto ed al bassose intendein certa regionein certi rispetti; di sorte chese qualche cosaallontanandosi da noiprocede verso la lunacome noi diciamo che quellaascendecolor che sono nella luna nostri anticefidiranno che descende. Que'motidunqueche sono nell'universonon hanno differenza alcuna di sudigiùdi quadi là al rispetto dell'infinito universoma di finiti mondi chesono in quelloo presi secondo le amplitudini di innumerabili orizonti mondanio secondo il numero di innumerabili astri; dove ancora la medesima cosasecondoil medesimo motoal riguardo de diversisi dice andar da alto e da basso.Determinati corpidunquenon hanno moto infinitoma finito e determinatocirca gli proprii termini. Ma de l'indeterminato ed infinito non è finito néinfinito motoe non è differenza di loco né di tempo.
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Quanto poi all'argomento che fa dallagravità e levitàdiciamo che questo è un de' più bei frutti che potesseprodurre l'arbore della stolida ignoranza. Perché gravitàcome dimostraremonel luogo di questa considerazionenon si trova in corpo alcuno intiero enaturalmente disposto e collocato; e però non sono differenze che dennodistinguere la natura di luoghi e raggion di moto. Oltre che mostraremochegrave e lieve viene ad esser detta medesima cosa secondo il medesimo appulso emoto al riguardo di diversi mezzi; come anco al rispetto di diversimedesimacosa se dice essere alta e bassamuoversi su e giù. E questo dico quanto a glicorpi particulari e mondi particulari; de quali nessuno è grave o lieve: e negli quali le partiallontanandosi e diffondendosi da quellisi chiamano lievi;e ritornando a gli medesimisi chiamano gravi; come le particole de la terra odi cose terrestri verso la circonferenza de l'etere se dicono saliree verso ilsuo tutto se dicono descendere. Ma quanto all'universo e corpo infinitochi siritrovò giamai che dicesse grave o lieve? o pur chi puose tai principii edelirò talmente che per conseguenza possa inferirse dal suo direchel'infinito sia grave o lieve? debbia ascenderemontare o poggiare? Noimostraremo come de infiniti corpi che sononessuno è gravené lieve. Perchéqueste qualitadi accadeno alle parti per quanto tendeno al suo tutto e luogodella sua conservazionee però non hanno riguardo all'universoma agliproprii mondi continenti ed intieri; come ne la terravolendo le parti delfuoco liberarsi e poggiar verso il solemenano sempre seco qualche porzione del'arida e de l'acqua a cui son congionte; le qualiessendono moltiplicate soprao in altocossì con proprio e naturalissimo appulso ritornano al suo luogo.Oltre e per conseguenza rinforzateche gli gran corpi sieno gravi o lievi nonè possibileessendo l'universo infinito; e per tanto non hanno raggione dilontananza o propinquità dalla o alla circonferenza o centro; indi non è piùgrave la terra nel suo luogoche il sole nel suoSaturno nel suolatramontana nel suo. Potremo però dire checome sono le parti della terra cheritornano alla terra per la loro gravità- ché cossì vogliamo dire l'appulsode le parti al tuttoe del peregrino al proprio loco- cossì sono le parti deli altri corpicome possono esser infinite altre terre o di simile condizioneinfiniti altri soli o fuochi o di simile natura. Tutti si moveno dalli luoghicirconferenziali al proprio continentecome al mezzo: onde seguitarebe chesieno infiniti corpi gravi secondo il numero. Non però verrà ad esseregravità infinitacome in un soggetto ed intensivamentema come ininnumerabili soggetti ed estensivamente. E questo è quello che séguita daldire di tutti gli antichi e nostro; e contra questo non ebbe argumento alcunoquesto disputante. Queldunqueche lui dice dell'impossibilità dell'infinitograveè tanto vero ed aperto che è vergogna a farne menzione; ed in modoalcuno non appartiene a destruggere l'altrui e confirmar la propria filosofia;ma son propositi tutti e paroli gittati al vento.
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\ ELP.\ La vanità di costui nelle predetteraggioni è più che manifestadi sorte che non bastarebbe tutta l'artepersuasiva di escusarla. Or udite le raggioni che soggionge per conchiudereuniversalmente che non sia corpo infinito. "Or"dice lui"essendo manifesto a quelli che rimirano alle cose particolariche non ècorpo infinitoresta di vedere al generalese sia questo possibile. Perchépotrebe alcuno dire chesicome il mondo è cossì disposto circa di noicossìnon sia impossibile che sieno altri più cieli. Maprima che vengamo a questoraggioniamo generalmente dell'infinito. È dunque necessarioche ogni corpo osia infinito; e questo o sia tutto di parte similario di parte dissimilari; equeste o costano di specie finiteo pur di specie infinite. Non è possibileche coste de infinite speciese vogliamo presupponere quel ch'abbiamo dettocioè che sieno più mondi simili a questo; perchésicome è disposto questomondo circa noicossì sia disposto circa altrie sieno altri cieli. Perchése son determinati gli primi motiche sono circa il mezzobisogna che sienodeterminati li moti secondi; e per tantocome già distinguemo cinque sorte dicorpide quali dui son semplicemente gravi o lievie dui mediocremente gravi olievied uno né gravené lievema agile circa il centrocossì deve esserene gli altri mondi. Non è dunque possibileche coste d'infinite specie. Non èancora possibile che coste di specie finite". E primieramente provachenon costa di specie finite dissimilariper quattro raggionide quali la primaèche "ciascuna di queste parti infinite sarà acqua o fuocoe perconsequenza cosa grave o lieve. E questo è stato dimostrato impossibilequandosi è vistoche non è gravitàné levità infinita".
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\ FIL.\ Noi abbiamo assai dettoquandorispondevamo a quello.
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\ ELP.\ Io lo so. Soggionge la secondaraggionedicendoche "bisogna che di queste specie ciascuna sia infinitae per consequenza il luoco di ciascuna deve essere infinito: onde seguitarà cheil moto di ciascuna sia infinito; il che è impossibile. Perché non puòessereche un corpo che va giùcorra per infinito al basso; il che èmanifesto da quel che si trova in tutt'i moti e trasmutazioni. Come nellagenerazione non si cerca di fare quel che non può esser fattocossì nel motolocale non si cerca il luogoove non si possa giunger mai; e quello che non èpossibile che sia in Egittoè impossibile che si muova in verso Egitto;perché la natura nessuna cosa opra in vano. Impossibile èdunqueche cosa simuova verso là dove non può pervenire".
20
\ FIL.\ A questo si è risposto assai; ediciamo che son terre infiniteson soli infinitiè etere infinito; o secondoil dir di Democrito ed Epicuroè pieno e vacuo infinito; l'uno insito nel'altro. E son diverse specie finitele une comprese da le altree le uneordinate a le altre. Le quali specie diverse tutte se hanno come concorrenti afare un intiero universo infinitoe come ancora infinite parti de l'infinitoin quanto che da infinite terre simili a questa proviene in atto terra infinitanon come un solo continuoma come un compreso dalla innumerabile moltitudine diquelle. Similmente se intende de le altre specie di corpisieno quattro o sienodue o sieno tre o quante si voglia (non determino al presente); le qualicomeche sono parte (in modo che si possono dir parte) de l'infinitobisogna chesieno infinitesecondo la mole che resulta da tal moltitudine. Or qui nonbisogna che il grave vada in infinito al basso. Ma come questo grave va al suoprossimo e connatural corpocossì quello al suoquell'altro al suo. Ha questaterra le parti che appartengono a lei; ha quella terra le parti sue appartenentia sé. Cossì ha quel sole le sue parti che si diffondeno da lui e cercano diritornare a lui; ed altri corpi similmente riaccoglieno naturalmente le sueparti. Ondesì come le margini e le distanze de gli uni corpi a gli altricorpi son finitecossì gli moti son finiti; e sicome nessuno si parte daGrecia per andare in infinitoma per andar in Italia o in Egittocossìquando parte di terra o di sole si movenon si propone infinitoma finito etermine. Tutta voltaessendo l'universo infinito e gli corpi suoi tuttitrasmutabilitutti per conseguenza diffondeno sempre da sé e sempre in séaccoglienomandano del proprio fuora e accogliono dentro del peregrino. Nonstimo che sia cosa assorda ed inconvenienteanzi convenientissima e naturaleche sieno transmutazion finite possibili ad accadere ad un soggetto; e però departicole de la terra vagar l'eterea regione e occorrere per l'inmenso spacioora ad un corpo ora ad un altronon meno che veggiamo le medesime particolecangiarsi di luogodi disposizione e di formaessendono ancora appresso dinoi. Onde questa terrase è eterna ed è perpetuanon è tale per laconsistenza di sue medesime parti e di medesimi suoi individuima per lavicissitudine de altri che diffondeed altri che gli succedeno in luogo diquelli; in modo chedi medesima anima ed intelligenzail corpo sempre si va aparte a parte cangiando e rinovando. Come appare anco ne gli animalili qualinon si continuano altrimente se non con gli nutrimenti che ricevenoedescrementi che sempre mandano; onde chi ben considera saprà che giovani nonabbiamo la medesima carne che avevamo fanciullie vecchi non abbiamo quellamedesima che quando eravamo giovani; perché siamo in continua trasmutazionelaqual porta seco che in noi continuamente influiscano nuovi atomi e da noi sedipartano li già altre volte accolti. Come circa il spermagiongendosi atomiad atomi per la virtù dell'intelletto generale ed anima (mediante la fabrica incuicome materiaconcorreno)se viene a formare e crescere il corpoquandol'influsso de gli atomi è maggior che l'efflussoe poi il medesimo corpo è incerta consistenza quando l'efflusso è equale a l'influssoed al fine va indeclinazioneessendo l'efflusso maggior che l'influsso. Non dico l'efflusso edinflusso assolutamentema l'efflusso del conveniente e natio e l'influsso delperegrino e sconveniente; il quale non può esser vinto dal debilitato principioper l'efflusso; il quale è pur continuo del vitale come del non vitale. Pervenirdunqueal puntodico che per cotal vicissitudine non è inconvenientema raggionevolissimo direche le parti ed atomi abbiano corso e moto infinitoper le infinite vicissitudini e transmutazioni tanto di forme quanto di luoghi.Inconveniente sarebbe secome a prosimo termine prescritto di transmutazionlocaleover di alterazionesi trovasse cosa che tendesse in infinito. Il chenon può essereatteso chenon sì tosto una cosa è mossa da uno che si trovein un altro luogoè spogliata di una che non sia investita di un'altradisposizionee lasciato uno che non abbia preso un altro essere; il qualenecessariamente séguita dalla alterazione; la quale necessariamente séguitadalla mutazion locale. Tanto che il soggetto prossimo e formato non puòmuoversi se non finitamenteperché facilmente accoglie un'altra forma se mutaloco. Il soggetto primo e formabile se muove infinitamentee secondo il spacioe secondo il numero delle figurazioni; mentre le parti della materia s'intrudenoed extrudeno da questo in quello e in quell'altro locoparte e tutto.
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\ ELP.\ Io intendo molto bene. Soggionge perterza raggioneche"se si dicesse l'infinito discreto e disgiontoondedebbano essere individui e particolari fuochi infinitie ciascun di quelli poiessere finitonientemanco accaderàche quel fuocoche resulta da tuttigl'individuidebba essere infinito".
22
\ FIL.\ Questo ho già conceduto; e persapersi questolui non dovea forzarsi contra di ciò da che non séguitainconveniente alcuno. Perchése il corpo vien disgiunto o diviso in partelocalmente distintede le quali l'una pondere centol'altra millel'altradieceseguitarà che il tutto pondere mille cento e diece. Ma ciò saràsecondo più pesi discretie non secondo un peso continuo. Or noi e gli antichinon abbiamo per inconveniente che in parti discrete se ritrove peso infinito;perché da quelle resulta un peso logicamenteo pur aritmetrica ogeometricamenteche vera e naturalmente non fanno un pesocome non fanno unamole infinitama fanno infinite mole e pesi finiti. Il che direimaginare edesserenon è il medesimoma molto diverso. Perché da questo non séguita chesia un corpo infinito di una speciema una specie di corpo in infiniti finiti;né è però un pondo infinitoinfiniti pondi finitiatteso che questainfinitudine non è come di continuoma come di discreti; li quali sono in uncontinuo infinitoche è il spacioil loco e dimensione capace di quellitutti. Non è dunque inconveniente che sieno infiniti discreti graviquali nonfanno un grave; come infinite acqui le quali non fanno un'acqua infinitainfinite parti di terra che non fanno una terra infinita: di sorte che sonoinfiniti corpi in moltitudineli quali fisicamente non componeno un corpoinfinito di grandezza. E questo fa grandissima differenza; comeproporzionalmente si vede nel tratto della navela quale viene tratta da dieceunitie non sarà mai tirata da migliaia de migliaia disuniti e per ciascuno.
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\ ELP.\ Con questo ed altro dire mille volteavete risoluto lo che pone per quarta ragione; la qual dice che"ses'intende corpo infinitoè necessario che sia inteso infinito secondo tutte ledimensioni; onde da nessuna parte può essere qualche cosa extra di quello:dunque non è possibile che in corpo infinito sieno più dissimilide qualiciascuno sia infinito".
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\ FIL.\ Tutto questo è vero e noncontradice a noiche abbiamo tante volte detto che sono più dissimili finitiin uno infinitoed abbiamo considerato come questo sia. Forseproporzionalmentecome se alcun dicesse esser più continui insiemecome peressempio e similitudine in un liquido lutodove sempre ed in ogni parte l'acquaè continuata a l'acquae la terra a la terra; doveper la insensibilità delconcorso de le minime parti di terra e minime parti d'acquanon si dirannodiscreti né più continuima uno continuoil quale non è acquanon èterrama è luta. Dove indifferentemente ad un altro può piacere di direchenon propriamente l'acqua è continuata a l'acquae la terra a la terramal'acqua a la terrae la terra a l'acqua; e può similmente venire un terzochenegando l'uno e l'altro modo di diredica il luto esser continuato al luto.E secondo queste raggioni può esser preso l'universo infinito come un continuonel quale non faccia più discrezione l'etere interposto tra sì gran corpichefar possa nella luta quello aria che è traposto ed interposto tra le parti del'acqua e de l'aridaessendo differenza solo per la pocagine de le partieminorità ed insensibilità che è nella lutae la grandezzamaggiorità esensibilità delle parti che sono nell'universo: sì che gli contrarii e glidiversi mobili concorreno nella constituzione di uno continuo immobilenelquale gli contrarii concorreno alla constituzion d'unoed appartengono ad unoordinee finalmente sono uno. Inconveniente certo ed impossibile sarrebe poneredui infiniti distinti l'uno da l'altro; atteso non sarebe modo de imaginarecomedove finisce l'unocominci l'altroonde ambi doi venessero ad avertermine l'uno per l'altro. Ed è oltre difficilissimo trovar dui corpi finiti inuno estremoed infiniti ne l'altro.
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\ ELP.\ Pone due altre raggioniper provarche non sia infinito di simili parte. "La prima èperché bisognarebeche a quello convenesse una di queste specie di moto locale; e però o sarebeuna gravitào levità infinitaovero una circulazione infinita; il che tuttoquanto sia impossibileabbiamo demostrato".
26
\ FIL.\ E noi ancora abbiamo chiarito quantoquesti discorsi e raggioni sieno vani; e che l'infinito in tutto non si muoveeche non è grave né lievetanto esso quanto ogni altro corpo nel suo luogonaturale: né pure le parti separatequando saranno allontanate oltre certigradi dal proprio loco. Il corpo dunque infinitosecondo noinon è mobilené in potenza né in atto; e non è grave né lieve in potenza né in atto;tanto manca ch'aver possa gravità o levità infinita secondo gli principiinostri e di altri contra gli quali costui edifica sì belle castella.
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\ ELP.\ La seconda raggione per questo èsimilmente vana; perché vanamente dimanda"se si muove l'infinitonaturale o violentemente"a chi mai disse che lo si movatanto inpotenzia quanto in atto. Appresso prova che non sia corpo infinito per leraggioni tolte dal moto in generale; dopo che ha proceduto per raggion tolta dalmoto in comune. Dice dunqueche il corpo infinito non può aver azione nelcorpo finitoné tampoco patir da quello; ed apporta tre proposizioni. Primache "l'infinito non patisce dal finito"; perché ogni motoe perconseguenza ogni passioneè in tempo; e se è cossìpotrà avenire che uncorpo di minor grandezza potrà aver proporzionale passione a quella; peròsicome è proporzione del paziente finito all'agente finitoverrà ad essersimile del paziente finito allo agente infinito. Questo si vedesi poniamo percorpo infinito Aper corpo finito B; e perché ogni moto è in temposia iltempo Gnel qual tempo A o muove o è mosso. Prendiamo appresso un corpo diminor grandezzail quale è B; e sia la linea D agente circa un altro corpo (ilqual corpo sia H) compitamentenel medesimo tempo G. Da questo veramente sivedràche sarà proporzione di D agente minore a B agente maggioresicome èproporzione del paziente finito H alla parte finita Ala qual parte sia AZ. Orquando muteremo la proporzione del primo agente al terzo pazientecome èproporzione del secondo agente al quarto pazientecioè sarà proporzione di Dad Hcome è la proporzione di B ad AZ; B veramentenel medesimo tempo Gsarà agente perfetto in cosa finita e cosa infinitacioè in AZ parte del'infinito ed A infinito. Questo è impossibile; dunque il corpo infinito nonpuò essere agente né pazienteperché doi pazienti equali patisconoequalmente nel medesimo tempo dal medesimo agenteed il paziente minore patiscedal medesimo agente in tempo minoreil maggiore paziente in maggior tempo.Oltrequando sono agenti diversi in tempo equale e si complisce la lor azioneverrà ad essere proporzione dell'agente all'agentecome è proporzione delpaziente al paziente. Oltreogni agente opra nel paziente in tempo finito(parlo di quello agenteche viene a fine della sua azionenon di quellodicui il moto è continuocome può esser solo il moto della translazione)perché è impossibile che sia azione finita in tempo infinito. Ecco dunqueprimieramente manifestocome il finito non può aver azion compitanell'infinito. [...]
28
Secondosi mostra medesimamenteche"l'infinito non può essere agente in cosa finita". Sia l'agenteinfinito Aed il paziente finito Be ponemoche A infinito è agente in Bfinitoin tempo G. Appresso sia il corpo finito D agente nella parte di Bcioè BZin medesimo tempo G. Certamente sarà proporzione del paziente BZ atutto B pazientecome è proporzione di D agente all'altro agente finito H; edessendo mutata proporzionedi D agente a BZ pazientesicome la proporzione diH agente a tutto B. Per conseguenza B sarà mosso da H in medesimo tempoin cuiBZ vien mosso da Dcioè in tempo Gnel qual tempo B è mosso da l'infinitoagente A; il che è impossibile. La quale impossibilità séguita da quelch'abbiamo detto: cioè chesi cosa infinita opra in tempo finitobisogna chel'azione non sia in tempoperché tra il finito e l'infinito non èproporzione. Dunqueponendo noi doi agenti diversili quali abbiano medesimaazione in medesimo pazientenecessariamente l'azion di quello sarà in doitempi diversie sarà proporzion di tempo a tempo: come di agente ad agente.Mase ponemo doi agentide quali l'uno è infinitol'altro finito avermedesima azione in un medesimo pazientesarà necessario dire l'un di doioche l'azion de l'infinito sia in uno istanteover che l'azione dell'agentefinito sia in tempo infinito. L'uno e l'altro è impossibile. [...]
29
Terzosi fa manifestocome il "corpoinfinito non può oprare in corpo infinito". Perchécome è stato dettonella.Fisica ascoltazioneè impossibile che l'azione o passione siasenza compimento. Essendo dunque dimostratoche mai può esser compita l'aziondell'infinito in uno infinitosi potrà conchiudere che tra essi non puòessere azione. Poniamo dunque doi infinitide quali l'uno sia Bil quale siapaziente da A in tempo finito Gperché l'azion finita necessariamente è intempo finito. Poniamo appresso che la parte del paziente BD patisce da A; certosarà manifesto che la passion di questo viene ad essere in tempo minore che iltempo G; e sia questa parte significata per Z. Sarà dunque proporzione deltempo Z al tempo Gsicome è proporzione di BDparte del paziente infinitoalla parte maggiore dell'infinitocioè a B; e questa parte sia significata perBDHla quale è paziente da A nel tempo infinito G; e nel medesimo tempo giàda quello è stato paziente tutto l'infinito B; il che è falsoperché èimpossibile che sieno doi pazientide quali l'uno sia infinito e l'altrofinitoche patiscano da medesimo agenteper medesima azionenel medesimotempo sia pur finitoocome abbiamo postoinfinito l'efficiente. [...]
30
\ FIL.\ Tutto quel che dice Aristotelevoglio che sia ben detto quando sarà bene applicato e quando concluderà aproposito; macome abbiamo dettonon è filosofo ch'abbia parlato del'infinitodal cui modo di ponere ne possano seguitare cotali inconvenienti.Tuttavianon per rispondere a quel che diceperché non è contrario a noimasolo per contemplare l'importanza de le sue sentenzeessaminiamo il suo modo diraggionare. Primadunquenel suo supponereprocede per non naturalifondamentivolendo prendere questa e quella parte de l'infinito; essendo chel'infinito non può aver parte; se non vogliamo dir pure che quella parte èinfinitaessendo che implica contradizioneche ne l'infinito sia partemaggiore e parte minore e parte che abbia maggiore e minore proporzione aquello; essendo che all'infinito non più ti avicini per il centinaio che per ilternarioperché non meno de infiniti ternarii che d'infiniti centenarii costail numero infinito. La dimensione infinita non è meno de infiniti piedi che deinfinite miglia: peròquando vogliamo dir le parti dell'infinita dimensionenon diciamo cento migliamille parasanghe; perché queste nientemanco possonesser dette parti del finitoe veramente son parti del finito solamente al cuitutto hanno proporzionee non possono esseree non denno esser stimate partide quello a cui non hanno proporzione. Cossì mille anni non sono partedell'eternitàperché non hanno proporzione al tutto; ma sì bene son parti diqualche misura di tempocome di diece mille annidi cento mila secoli.
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\ ELP.\ Ordunquefatemi intendere: qualidirete che son le parti dell'infinita durazione?
32
\ FIL.\ Le parti proporzionali delladurazionele quali hanno proporzione nella durazione e tempoma non giàl'infinita durazione e tempo infinito; perché in quello il tempo massimocioèla grandissima parte proporzionale della durazioneviene ad essere equivalentealla minimaatteso che non son più gl'infiniti secoli che le infinite ore:dico che ne l'infinita durazioneche è l'eternitànon sono più le ore chegli secoli; di sorte che ogni cosa che si dice parte de l'infinitoin quantoche è parte de l'infinitoè infinita cossì nell'infinita durazione come nel'infinita mole. Da questa dottrina possete considerare quanto sia circonspettoAristotele nelle sue supposizioniquando prende le parti finite de lo infinito;e quanta sia la forza delle raggioni di alcuni teologiquando dalla eternitàdel tempo vogliono inferir lo inconveniente di tanti infiniti maggiori l'uno del'altroquante possono esser specie di numeri. Da questa dottrinadicoavetemodo di estricarvi da innumerabili labirinti.
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\ ELP.\ Particolarmente di quelloche fa alproposito nostro de gl'infiniti passi ed infinite migliache verrebono a fareun infinito minore ed un altro infinito maggiore nell'inmensitudine del'universo. Or seguitate.
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\ FIL.\ Secondonel suo inferire nonprocede demostrativamente Aristotele. Perché da quelche l'universo èinfinito e che in esso (non dico di essoperché altro è dir partinell'infinitoaltro dell'infinito) sieno infinite partiche hanno tutte azionee passionee per conseguenza trasmutazione intra de lorovuole inferire o chel'infinito abbia azione o passione nel finito o dal finitoover che l'infinitoabbia azione ne l'infinitoe questo patisca e sia trasmutato da quello. Questaillazione diciamo noi che non vale fisicamentebenché logicamente sia vera:atteso che quantunquecomputando con la raggioneritroviamo infinite parti chesono attiveed infinite che sono passivee queste sieno prese come uncontrario e quelle come un altro contrario; nella natura poi- per essernoqueste parti disgionte e separatee con particulari termini divisecomeveggiamo- non ne forzano né inclinano a direche l'infinito sia agente opazientema che nell'infinito parte finite innumerabili hanno azione epassione. Concedesi dunquenon che l'infinito sia mobile ed alterabilema chein esso sieno infiniti mobili ed alterabili; non che il finito patisca dainfinitosecondo fisica e naturale infinitàma secondo quella che procede diuna logica e razionale aggregazione che tutti gravi computa in un gravebenchétutti gravi non sieno un grave. Stante dunque l'infinito e tutto inmobileinalterabileincorrottibilein quello possono esseree vi son moti edalterazioni innumerabili e infinitiperfetti e compiti. Giongi a quel ch'èdetto chedato che sieno doi corpi infiniti da un latoche da l'altro latovegnano a terminarsi l'un l'altronon seguitarà da questo quel che Aristotelepensa che necessariamente séguitacioèche l'azione e passione sarebonoinfinite; atteso chese di questi doi corpi l'uno è agente in l'altrononsarà agente secondo tutta la sua dimensione e grandezza: perché non è vicinoprossimogionto e continuato a l'altro secondo tutta quellae secondo tutte leparti di quella. Perché poniamo casoche sieno doi infiniti corpi A e Bgliquali sono continuati o congionti insieme nella linea o superficie FG. Certonon verranno ad oprar l'uno contra l'altro secondo tutta la virtù; perché nonsono propinqui l'uno a l'altro secondo tutte le partiessendo che lacontinuazione non possa essere se non in qualche termine finito. E dico divantaggio chebenché supponiamo quella superficie o linea essere infinitanonseguitarà per questo che gli corpicontinuati in quellacaggionino azione epassione infinita; perché non sono intensema estensecome le parti sonoestense. Onde aviene che in nessuna parte l'infinito opra secondo tutta la suavirtùma estensivamente secondo parte e partediscreta e separatamente. [...]
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Come per essempiole parti di doi corpicontrariiche possono alterarsisono le vicinecome A ed 1B e 2C e 3D e4; e cossì discorrendo in infinito. Dove mai potrai verificare azioneintensivamente infinitaperché di que' doi corpi le parti non si possonoalterare oltre certa e determinata distanza; e però M e 10N e 20O e 30P e40 non hanno attitudine ad alterarsi. Ecco dunque comeposti doi corpiinfinitinon seguitarebe azione infinita. Dico ancora di vantaggio chequantunque si suppona e conceda che questi doi corpi infiniti potessero averazione l'un contra l'altro intensivamentee secondo tutta la loro virtùriferirse l'uno a l'altroper questo non seguitarebe affetto d'azione népassione alcuna; perché non meno l'uno è valente ripugnando e risistendochel'altro possa essere impugnando ed insistendoe però non seguitarrebealterazione alcuna. Ecco dunquecome da doi infiniti contraposti o séguitaalterazione finita o séguita nulla a fatto.
36
\ ELP.\ Or che direte al supposito de l'uncorpo contrario finito e l'altro infinitocome se la terra fusse un corpofreddo ed il cielo fusse il fuocoe tutti gli astri fuochi ed il cielo inmensoe gli astri innumerabili? Volete che per questo séguite quel che induceAristoteleche il finito sarebbe assorbito da l'infinito?
37
\ FIL.\ Certo noncome si può rapportar daquel ch'abbiamo detto. Perchéessendo la virtù corporale distesa perdimensione di corpo infinitonon verrebe ad essere efficiente contra il finitocon vigore e virtù infinitama con quello che può diffondere dalle partifinite e secondo certa distanza rimosse; atteso che è impossibile che opresecondo tutte le partima secondo le prossime solamente. Come si vede nellaprecedente demostrazione: dove presupponiamo A e B doi corpi infiniti; li qualinon sono atti a transmutar l'un l'altrose non per le partiche sono delladistanza tra 10203040ed MNOP; e per tanto nulla importa per farmaggior e più vigorosa azionequantunque il corpo B corra e cresca ininfinitoed il corpo A rimagna finito. Ecco dunque come da doi contrariicontraposti sempre séguita azione finita ed alterazione finitanon menosupponendo di ambidoi infinito l'uno e l'altro finitoche supponendo infinitol'uno e l'altro.
38
\ ELP.\ Mi avete molto satisfattodi sorteche mi par cosa soverchia d'apportar quell'altre raggioni salvaticine con lequali vuol dimostrar che estra il cielo non sia corpo infinitocome quella chedice: "ogni corpo che è in locoè sensibile: ma estra il cielo non ècorpo sensibile; dunque non vi è loco". O pur cossì: "ogni corposensibile è in loco; extra il cielo non è loco; dunquenon vi è corpo. Anzimanco vi è extraperché extra significa differenza di loco e di locosensibilee non spirituale ed intelligibile corpocome alcuno potrebe dire: seè sensibileè finito".
39
\ FIL.\ Io credo ed intendo che oltre edoltre quella margine imaginata del cielo sempre sia eterea regionee corpimondaniastriterresoli; e tutti sensibili absolutamente secondo sé ed aquelli che vi sono o dentro o da pressobenché non sieno sensibili a noi perla lor lontananza e distanza. Ed in questo mentre considerate qual fondamentoprende costuiche da quelche non abbiamo corpo sensibile oltre l'imaginatacirconferenzavuole che non sia corpo alcuno: e però luisi fermò a noncredere altro corpoche l'ottava sferaoltre la quale gli astrologi di suoitempi non aveano compreso altro cielo. E per ciò che la vertigine apparente delmondo circa la terra referirno sempre ad un primo mobile sopra tutti gli altripuosero fondamenti taliche senza fine sempre oltre sono andati giongendo sferaa sferaed hanno trovate l'altre senza stellee per consequenza senza corpisensibili. In tanto che le astrologice supposizioni e fantasie condannano questasentenzaviene assai più condannata da quei che meglio intendenoqualmentegli corpi che si dicono appartenere all'ottavo cielonon meno hanno distinziontra essi di maggiore e minor distanza dalla superficie della terrache glialtri setteperché la raggione della loro equidistanza depende solo dalfalsissimo supposito della fission de la terra; contra il quale crida tutta lanaturae proclama ogni raggionee sentenzia ogni regolato e ben informatointelletto al fine. Pursia come si vuoleè dettocontra ogni raggionecheivi finisca e si termine l'universodove l'attatto del nostro senso siconchiude; perché la sensibilità è causa da far inferir che gli corpi sonoma la negazion di quellala quale può esser per difetto della potenzasensitiva e non dell'ogetto sensibilenon è sufficiente né per lievesuspizione che gli corpi non sieno. Perchése la verità dependesse da similsensibilitàsarebbono tali gli corpi che appaiono tanto propinqui ed aderentil'uno all'altro. Ma noi giudichiamo che tal stella par minore nel firmamentoedè detta della quarta e quinta grandezzache sarà molto maggiore di quella cheè detta della seconda e prima; nel giudizio della quale se inganna il sensoche non è potente a conoscere la raggione della distanza maggiore; e noi daquestoche abbiamo conosciuto il moto della terrasappiamo che quei mondi nonhanno tale equidistanza da questoe che non sono come in uno deferente.
40
\ ELP.\ Volete direche non sono comeimpiastrati in una medesima cupola: cosa indegna che gli fanciulli la possonoimaginareche forse crederebono chese non fussero attaccati alla tribuna elamina celeste con buona collaover inchiodati con tenacissimi chiodicaderebono sopra di noi non altrimente che gli grandini dell'aria vicino. Voletedire che quelle altre tante terre ed altri tanti spaciosissimi corpi tegnono leloro regioni e sue distanze nell'etereo camponon altrimente che questa terrache con la sua rivoluzione fa apparir che tutti insiemecome concatenatisisvolgano circa lei. Volete dire che non bisogna accettare corpo spirituale extral'ottava o nona sferama che questo medesimo aerecome è circa la terralalunail solecontinente di quellicossì si va amplificando in infinito allacontinenza di altri infiniti astri e grandi animali; e questo aere viene adessere loco comune ed universale; e che tiene infinito spacioso senononaltrimente continente in tutto l'universo infinito che in questo spaciosensibile a noi per tante e sì numerose lampe. Volete che non sia l'aria equesto corpo continente che si muova circularmenteo che rapisca gli astricome la terra e la luna ed altri; ma che quelli si muovano dalla propria animaper gli suoi spaciiavendono tutti que' proprii motiche sono oltre quelmondanoche per il moto della terra appareed oltre altriche appaiono comunia tutti gli astricome attaccati ad un mobil corpoi quali tutti hannoapparenza per le diverse differenze di moto di questo astro in cui siamoe dicui il moto è insensibile a noi. Volete per consequenzache l'aria e le partiche si prendeno nell'eterea regionenon hanno moto se non di restrizione edamplificazioneil quale bisogna che sia per il progresso di questi solidi corpiper quello; mentre gli uni s'aggirano circa gli altrie mentre fa di mestieroche questo spiritual corpo empia il tutto.
41
\ FIL.\ Vero. Oltre dicoche questoinfinito ed inmenso è uno animalebenché non abia determinata figura e sensoche si referisca a cose esteriori: perché lui ha tutta l'anima in sée tuttolo animato comprendeed è tutto quello. Oltre dico non seguitar inconvenientealcunocome di doi infiniti; perchéil mondo essendo animato corpoin essoè infinita virtù motrice ed infinito soggetto di mobilitànel modo cheabbiamo dettodiscretamente: perché il tutto continuo è immobiletanto dimoto circulareil quale è circa il mezzoquanto di moto rettoche è dalmezzo o al mezzo; essendo che non abbia mezzo né estremo. Diciamo oltrechemoto di grave e leve non solo è conveniente a l'infinito corpo; ma né manco acorpo intiero e perfetto che sia in quelloné a parte di alcun di questi laquale è nel suo loco e gode la sua natural disposizione. E ritorno a dire chenulla è grave o lieve assoluta ma rispettivamente: dico al riguardo del locoverso al quale le parti diffuse e disperse si ritirano e congregano. E questobaste aver considerato oggiquanto a l'infinita mole de l'universo; e domani viaspettarò per quel che volete intendere quanto a gl'infiniti mondi che sono inquello.
42
\ ELP.\ Iobenché per questa dottrina micreda esser fatto capace di quell'altratutta voltaper la speranza di udiraltre cose particolari e degneritornarò.
43
\ FRAC.\ Ed io verrò ad esser auditoresolamente.
44
\ BUR.\ Ed io; che comea poco a pocopiùe più mi vo accostando all'intendervicossì a mano a mano vegno a stimarverisimilee forse veroquel che dite.

Dialogo 3

 

1 \ FIL.\ Uno dunque è ilcieloil spacio immensoil senoil continente universalel'eterea regioneper la quale il tutto discorre e si muove. Ivi innumerabili stelleastriglobisoli e terre sensibilmente si veggonoed infiniti raggionevolmente siargumentano. L'universo immenso ed infinito è il composto che resulta da talspacio e tanti compresi corpi.
2
\ ELP.\ Tanto che non son sfere di superficieconcava e convessanon sono gli orbi deferenti; ma tutto è un campotutto èun ricetto generale.
3
\ FIL.\ Cossì è.
4
\ ELP.\ Quello dunque che ha fatto imaginardiversi cielison stati gli diversi moti astralicon questoche si vedeva uncielo colmo di stelle svoltarsi circa la terrasenza che di que' lumi in modoalcuno si vedesse l'uno allontanarsi da l'altromaserbando sempre la medesimadistanza e relazioneinsieme con certo ordinesi versavano circa la terra nonaltrimente che una ruotain cui sono inchiodati specchi innumerabilisirivolge circa il proprio asse. Là onde è stimato evidentissimocome al sensode gli occhiche a que' luminosi corpi non si conviene moto propriocome essidiscorrer possanoqual ucelli per l'aria; ma per la revoluzion de gli orbine'quali sono affissifatta dal divino polso di qualche intelligenza.
5
\ FIL.\ Così comunmente si crede; ma questaimaginazione -compreso che sarà il moto di questo astro mondano in cui siamochesenza essere affisso ad orbe alcunoper il generale e spacioso campoessagitato dall'intrinseco principiopropria anima e naturadiscorre circa ilsole e si versa circa il proprio centro - averrà che sia tolta: e s'aprirà laporta de l'intelligenza de gli principii veri di cose naturali ed a gran passipotremo discorrere per il camino della verità. La qualeascosa sotto il velamedi tante sordide e bestiale imaginazionisino al presente è stata occolta perl'ingiuria del tempo e vicissitudine de le cose dopo che al giorno de gliantichi sapienti succese la caliginosa notte di temerari sofisti.
Non stasi svolge e gira
Quanto nel ciel e sott'il ciel si mira.
Ogni cosa discorreor alto or basso
Benché sie 'n lungo o 'n breve
O sia grave o sia leve;
E forse tutto va al medesmo passo
Ed al medesmo punto.
Tanto il tutto discorre sin ch'è giunto.
Tanto gira sozzopra l'acqua il buglio
Ch'una medesma parte
Or di su in giù or di giù in su si parte
Ed il medesmo garbuglio
Medesme tutte sorti a tutti imparte.

6
\ ELP.\ Certo non è dubio alcuno che quellafantasia de gli stelliferifiammiferide gli asside gli deferenti.delserviggio de gli epicicli e di altre chimere assainon è caggionata da altroprincipio che da l'imaginarsicome apparequesta terra essere nel mezzo ecentro de l'universo e cheessendo lei sola inmobile e fissail tutto vegna asvoltargliesi circa.
7
\ FIL.\ Questo medesimo appare a queichesono ne la luna e ne gli altri astri che sono in questo medesimo spaciochesono o terre o soli.
8
\ ELP.\ Supposto dunque per orache la terracon il suo moto caggiona questa apparenza del moto diurno e mondanoe con lediverse differenze di cotal moto caggiona que' tutti che si veggono medesimiconvenire a stelle innumerabilinoi rimarremo a dire che la luna (che èun'altra terra) si muova da per lei per l'aria circa il sole. MedesimamenteVenereMercurio e gli altriche son pure altre terrefanno i lor discorsicirca il medesimo padre de vita.
9
\ FIL.\ Cossì è.
10
\ ELP.\ Moti proprii di ciascuno son queiche si veggonooltre questo moto detto mondanoe proprii de le chiamate fisse(de quali l'uno e l'altro si denno referire alla terra); e cotai moti sono dipiù che di tante differenzeche quanti son corpi; di sorte che mai si vedrannodoi astri convenire in uno e medesimo ordine e misura di motose si vedrà motoin quelli tuttiquali non mostrano variazione alcuna per la gran distanza chehanno da noi. Quelli quantunque facciano lor giri circa il fuoco solare e circai proprii centri si convertano per la participazione del vital caloreledifferenze de loro approssimarsi e lontanarsi non possono essere da noicomprese.
11
\ FIL.\ Cossì è.
12
\ ELP.\ Sono dunque soli innumerabilisonoterre infiniteche similmente circuiscono quei soli; come veggiamo questi settecircuire questo sole a noi vicino
13
\ FIL.\ Cossì è.
14
\ ELP.\ Come dunque circa altri lumichesieno gli solinon veggiamo discorrere altri lumiche sieno le terrema oltrequesti non possiamo comprendere moto alcunoe tutti gli altri mondani corpi(eccetto ancor quei che son detti comete) si veggono sempre in medesimadisposizione e distanza?
15
\ FIL.\ La raggione èperché noi veggiamogli soliche son gli più grandianzi grandissimi corpima non veggiamo leterrele qualiper esserno corpi molto minorisono invisibili; come non ècontra raggioneche sieno di altre terre ancora che versano circa questo solee non sono a noi manifeste o per lontananza maggiore o per quantità minoreoper non aver molta superficie d'acquao pur per non aver detta superficierivolta a noi ed opposta al soleper la qualecome un cristallino spechioconcependo i luminosi raggisi rende visibile. Là onde non è maraviglianécosa contro naturache molte volte udiamo il sole essere alcunamente eclissatosenza che tra lui e la nostra vista si venesse ad interporre la luna. Oltre divisibili possono essere anco innumerabili acquosi lumi (cioè terrede le qualile acqui son parte) che circuiscano il sole; ma la differenza del loro circuitoè insensibile per la distanza grande; onde in quel tardissimo motoche sicomprende in quelli che sono visibili sopra o oltre Saturnonon si vededifferenza del moto de gli uni e moto de gli altriné tampoco regola nel motodi tutti circa il mezzoo poniamo mezzo la terrao si pona mezzo il sole.
16
\ ELP.\ Come volevi dunqueche tuttiquantunque distantissimi dal mezzocioè dal solepotessero raggionevolmenteparticipare il vital calore da quello?
17
\ FIL.\ Da questoche quanto più sonolontanifanno tanto maggior circolo; quanto più gran circolo fannotanto piùtardi si muoveno circa il sole; quanto più si muoveno tarditanto piùresisteno a gli caldi ed infocati raggi di quello.
18
\ ELP.\ Volevate dunque che que' corpibenché fussero tanto discosti dal solepossono però participar tanto calorche baste; perchévoltandosi più velocemente circa il proprio centro e piùtardi circa il solepossono non solamente participar altre tanto caloremaancor di vantaggiose bisognasse; atteso cheper il moto più veloce circa ilproprio centrola medesima parte del convesso de la terra che non fu tantoscaldatapiù presto torni a ristorarsi; per il moto più tardo circa il mezzofocoso e star più saldo all'impression di quellovegna a ricevere piùvigorosi gli fiammiferi raggi?
19
\ FIL.\ Cossì è.
20
\ ELP.\ Dunque volete chese gli astri chesono oltre Saturnocome appaionosono veramente immobiliverranno ad esseregli innumerabili soli o fuochi più e meno a noi sensibilicirca gli qualidiscorreno le propinque terre a noi insensibili? .
21
\ FIL.\ Cossì bisognarebbe direatteso chetutte le terre son degne di aver la medesima raggione e tutti gli soli lamedesima.
22
\ ELP.\ Volete per questo che tutti quellisieno soli?
23
\ FIL.\ Nonperché non so se tutti o lamaggior parte sieno inmobilio se di quelli alcuni si gireno circa gli altriperché non è chi l'abbia osservatoed oltre non è facile ad osservare; comenon facilmente si vede il moto e progresso di una cosa lontanala quale a grantratto non facilmente si vede cangiata di locosicome accade nel veder le naviposte in alto mare. Masia come si vuoleessendo l'universo infinitobisognaal fine che sieno più soli; perché è impossibile che il calore e lume di unoparticolare possa diffondersi per l'immensocome poté imaginarsi Epicuroseè vero quel che altri riferiscono. Per tanto si richiede ancoche sieno soliinnumerabili ancorade quali molti sono a noi visibili in specie di picciolcorpo; ma tale parrà minor astro che sarà molto maggior di quello che ne paremassimo.
24
\ ELP.\ Tutto questo deve almeno essergiudicato possibile e conveniente.
25
\ FIL.\ Circa quelli possono versarsi terredi più grande e più picciola mole che questa.
26
\ ELP.\ Come conoscerò la differenza? comedicodistinguerò gli fuochi da le terre?.
27
\ FIL.\ Da quelche gli fuochi sono fissi ele terre mobilida che gli fuochi scintillano e le terre non; de quali segni ilsecondo è più sensibile che il primo.
28
\ ELP.\ Dicono che l'apparenza delscintillare procede dalla distanza da noi.
29
\ FIL.\ Se ciò fusseil sole nonscintillarebbe più di tuttie gli astri minori che son più lontaniscintillarebono più che gli maggiori che son più vicini.
30
\ ELP.\ Volete che gli mondi ignei sienocossì abitati come gli aquei?
31
\ FIL.\ Niente peggio e niente manco.
32
\ ELP.\ Ma che animali possono vivere nelfuoco?
33
\ FIL.\ Non vogliate credereche quellisieno corpi de parti similariperché non sarebono mondima masse vacuevanee sterili. Però è conveniente e naturale ch'abbiano la diversità de le particome questa ed altre terre hanno la diversità di proprii membri; benché questisieno sensibili come acqui illustratee quelli come luminose fiamme.
34
\ ELP.\ Credete chequanto alla consistenzae soliditàla materia prossima del sole sia pur quella che è materia prossimade la terra? (Perché soche non dubitate essere una la materia primiera deltutto).
35
\ FIL.\ Cossì è certo. Lo intese il Timeolo confermò Platonetutti veri filosofi l'han conosciutopochi l'hannoesplicatonessuno a' tempi nostri s'è ritrovato che l'abbia intesoanzi molticon mille modi vanno turbando l'intelligenza; il che è avenuto per la corrozionde l'abito e difetto di principii.
36
\ ELP.\ A questo modo d'intendere se non èpervenutapur pare che s'accoste la Dotta ignoranza del Cusanoquandoparlando de le condizioni de la terradice questa sentenza: "Non dovetestimare che da la oscurità e negro colore possiamo argumentare che il corpoterreno sia vile e più de gli altri ignobile; perchése noi fussimo abitatoridel solenon vedremmo cotal chiarezza che in quello veggiamo da questa regionecircumferenziale a lui. Oltre ch'al presentese noi ben bene fissaremo l'occhioin quelloscuopriremo ch'ha verso il suo mezzo quasi una terrao pur come unumido ed uno nuvoloso corpo checome da un cerchio circumferenzialediffondeil chiaro e radiante lume. Onde non meno egli che la terra viene ad essercomposto di proprii elementi".
37
\ FIL.\ Sin qua dice divinamente; maseguitate apportando quel che soggionge.
38
\ ELP.\ Per quel che soggiongesi può darad intendere che questa terra sia un altro solee che tutti gli astri sienomedesimamente soli. Dice cossì: "S'alcuno fusse oltre la region del fuocoverrebe questa terra ad apparire una lucida stella nella circumferenza della suaregione per mezzo del fuoco; non altrimente che a noi che siamo nellacircumferenza della region del soleappare lucidissimo il sole; e la luna nonappare similmente lucidaperché forse circa la circumferenza di quella noisiamo verso le parti più mezzaneocome dice luicentralicioè nellaregion umida ed acquosa di quella; e per tantobenché abbia il proprio lumenulla di meno non appare; e solo veggiamo quello che nella superficie aquea viencaggionato dalla reflession del lume solare".
39
\ FIL.\ Ha molto conosciuto e visto questogalantuomo ed è veramente uno de particularissimi ingegni ch'abbiano spiratosotto questo aria; maquanto a l'apprension de la veritàha fatto qualnuotatore da tempestosi flutti ormesso alto or basso; perché non vedea il lumecontinuoaperto e chiaroe non nuotava come in piano e tranquillo mainterrottamente e con certi intervalli. La raggion di questo è che lui non aveaevacuati tutti gli falsi principii de quali era imbibito dalla commune dottrinaonde era partito; di sorte cheforse per industriagli vien molto a propositola intitulazion fatta al suo libro Della dotta ignoranzao Dellaignorante dottrina.
40
\ ELP.\ Quale è quel principio che lui nonha evacuatoe dovea evacuarsi?
41
\ FIL.\ Che l'elemento del foco sia comel'aria attrito dal moto del cielo e che il foco sia un corpo sottilissimocontra quella realità e verità che ne si fa manifesta per quel che ad altripropositi e ne gli discorsi proprii consideramo: dove si conchiude essernecessario che sia cossì un principio materialesolido e consistente del caldocome del freddo corpo; e che l'eterea regione non può esser di fuoco né fuocoma infocata ed accesa dal vicino solido e spesso corpoquale è il sole. Tantochedove naturalmente possiamo parlarenon è mestiero di far ricorso allematematiche fantasie. Veggiamo la terra aver le parti tuttele quali da per sénon sono lucide; veggiamo che alcune possono lucere per altrocome la suaacquail suo aria vaporosoche accoglieno il calore e lume del sole e possonotrasfondere l'uno e l'altro alle circostante regioni. Per tanto è necessarioche sia un primo corpo al quale convegna insieme essere per sé lucido e per sécaldo; e tale non può esserese non è constantespesso e denso; perché ilcorpo raro e tenue non può essere suggetto di lume né di calorecome altrevolte si dimostra da noi al suo proposito. Bisogna dunque al fine che li doifondamenti de le due contrarie prime qualitadi attive sieno similmenteconstantie che il solesecondo quelle parti che in lui son lucide e caldesia come una pietra o un solidissimo infocato metallo; non dirò metalloliquabilequale il piomboil bronzol'orol'argento; ma qual metalloilliquabilenon già ferro che è infocatoma qual ferro che è foco istesso;e checome questo astro in cui siamoper sé è freddo ed oscuronientepartecipe di calore e lumese non quanto è scaldato dal solecossì quello èda per sé caldo e luminosoniente partecipe di freddezza ed opacitàse nonquanto è rinfrescato da circonstanti corpi ed ha in sé parti d'acquacome laterra ha parti di foco. E peròcome in questo corpo freddissimoe primofreddo ed opacosono animali che vivono per il caldo e lume del solecossì inquello caldissimo e lucente son quei che vegetano per la refrigirazione dicircostanti freddi: e sicome questo corpo è per certa participazione caldonelle sue parti dissimilaritalmente quello è secondo certa participazionefreddo nelle sue.
42
\ ELP.\ Or che dite del lume?
43
\ FIL.\ Dico che il sole non luce al solela terra non luce a la terranessuno corpo luce in séma ogni luminoso lucenel spacio circa lui. Peròquantunque la terra sia un corpo luminoso per gliraggi del sole nella superficie cristallinail suo lume non è sensibile a noiné a color che si trovano in tal superficiema a quei che sono all'opposito diquella. Come oltredato che tutta la superficie del mare la notte siaillustrata dal splendor de la lunaa quelli però che vanno per il marenonappare se non in quanto a certo spacio che è a l'opposito verso la luna; aiquali se fusse dato di alzarsi più e più verso l'ariasopra il maresemprepiù e più gli verrebe a crescere la dimension del lume e vedere più spacio diluminoso campo. Quindi facilissimamente si può tirare qualmente quei che sonone gli astri luminosi o pure illuminatinon hanno sensibile il lume del suoastroma quello de circostanti; come nel medesimo loco comune un locoparticulare prende lume dal differente loco particulare.
44
\ ELP.\ Dunquevolete dire ch'a glianimanti solari non fa giorno il solema altra circostante stella?
45
\ FIL.\ Cossì è. Non lo capite?
46
\ ELP.\ Chi non lo capirebbe? Anzi perquesto considerare vegno a capir altre cose assaiper conseguenza. Son dunquedue sorte di corpi luminosi: igneie questi son luminosi primariamente; edacquei over cristallinie questi sono secondariamente lucidi.
47
\ FIL.\ Cossì è.
48
\ ELP.\ Dunquela raggione del lume non sideve referire ad altro principio?
49
\ FIL.\ Come può essere altrimentenonconoscendosi da noi altro fondamento di lume? Perché vogliamo appoggiarci avane fantasiedove la esperienza istessa ne ammaestra?
50
\ ELP.\ È vero che non doviamo pensare que'corpi aver lume per certo inconstante accidentecome le putredini di legnilescaglie e viscose grume di pescio qual fragilissimo dorso di nitedole e moschenottiluchede la raggione del cui lume altre volte ne raggionaremo.
51
\ FIL.\ Come vi parrà.
52
\ ELP.\ Cossì dunque non altrimentes'ingannano quelli che dicono gli circostanti luminosi corpi essere certe quinteessenzecerte divine corporee sustanze di natura al contrario di queste chesono appresso di noied appresso le quali noi siamo; che quei che dicessero ilmedesimo di una candela o di un cristallo lucente visto da lontano.
53
\ FIL.\ Certo.
54
\ FRAC.\ In vero questo è conforme ad ognisensoraggione ed intelletto.
55
\ BUR.\ Non già al mioche giudicafacilmente questo vostro parere una dolce sofisticaria.
56
\ FIL.\ Rispondi a costui tuFracastorioperché io ed Elpinoche abbiamo discorso moltovi staremo ad udire.
57
\ FRAC.\ Dolce mio Burchioio per me tipono in luogo.d'Aristoteleed io voglio essere in luogo di uno idiota e rusticoche confessa saper nullapresuppone di aver inteso nientee di quello che diceed intende il Filoteoe di quello che intende Aristotele e tutto il mondoancora. Credo alla moltitudinecredo al nome della fama e maestà del'autorità peripateticaadmiro insieme con una innumerabile moltitudine ladivinità di questo demonio de la natura; ma per ciò ne vegno a te per essereinformato de la veritàe liberarmi dalla persuasione di questo che tu chiamisofista. Or vi dimando per qual caggione voi dite essere grandissima o purgrandeo pur quanto e qualsivoglia differenza tra que' corpi celesti e questiche sono appresso di noi?
58
\ BUR.\ Quelli son diviniquesti sonomaterialacci.
59
\ FRAC.\ Come mi farrete vedere e credereche quelli sieno più divini?
60
\ BUR.\ Perché quelli sono impassibiliinalterabiliincorrottibili ed eternie questi al contrario; quelli mobili dimoto circulare e perfettissimoquesti di moto retto.
61
\ FRAC.\ Vorrei sapere sedopo ch'arreteben consideratogiurareste questo corpo unico (che tu intendi come tre oquattro corpie non capisci come membri di medesimo composto) non esser mobilecossì come gli altri astri mobiliposto che il moto di quelli non è sensibileperché ne siamo oltre certa distanza rimossie questose ènon ne puòesser sensibileperchécome han notato gli antichi e moderni vericontemplatori della natura e come per esperienza ne fa manifesto in millemaniere il sensonon possiamo apprendere il moto se non per certa comparazionee relazione a qualche cosa fissa: perchétolto uno che non sappia che l'acquacorre e che non vegga le ripetrovandosi in mezzo l'acqui entro una correntenavenon arrebe senso del moto di quella. Da questo potrei entrare in dubio edessere ambiguo di questa quiete e fissione; e posso stimare ches'io fusse nelsolenella luna ed altre stellesempre mi parrebe essere nel centro del mondoimmobilecirca il quale tutto il circostante vegna a svolgersisvolgendosiperò qual corpo continente in cui mi trovocirca il proprio centro. Ecco comenon son certo della differenza di mobile e stabile.
62
Quanto a quel che dici del moto rettocertocossì non veggiamo questo corpo muoversi per linea rettacome anco nonveggiamo gli altri. La terrase ella si muovesi muove circularmentecome glialtri astriqualmente EgesiaPlatone e tutti savi diconoe conceder deveAristotele ed ogni altro. E della terra quello che noi veggiamo montare edescenderenon è tutto il globoma certe particelle di quello; le quali nonsi allontanano oltre quella regione che è computata tra le parti e membri diquesto globo: nel qualecome in uno animaleè lo efflusso ed influsso departi e certa vicissitudine e certa commutazione e rinovazione. Il che tuttosemedesimamente è ne gli altri astrinon si richiede che sia medesimamentesensibile a noi; perché queste elevazioni di vapori ed exalazionisuccessi diventipioggenevituonitruisterilitadifertilitadiinundazioninasceremorirese sono ne gli altri astrinon possono similmente essere a noisensibili. Ma solamente quelli sono a noi sensibili per il splendor continuo chedalla superficie di focoo di acquao nuvolosa mandano per il spacio grande.Come parimente questo astro è sensibile a quei che sono ne gli altri per ilsplendor che diffonde dalla faccia di mari (e talvolta dal volto affetto dinuvolosi corpiper il che nella luna per medesima raggione le parti opachepaiono meno opache)la qual faccia non vien cangiata se non per grandissimointervallo di etadi e secoliper il corso de quali gli mari si cangiano incontinenti e gli continenti in mari. Questo dunque e quei corpi son sensibiliper il lume che diffondeno. Il lume che di questa terra si diffonde a gli altriastriè né più né meno perpetuo ed inalterabileche quello di astrisimili: e cossì come il moto retto ed alterazione di quelle particelle èinsensibile a noia loro è insensibile ogni altro moto ed alterazione cheritrovar si possa in questo corpo. E sì come della luna da questa terrach'èun'altra lunaappaiono diverse parti altre più altre men luminosecossìdella terra da quella lunach'è un'altra terraappaiono diverse parti per lavarietà e differenza de spacii di sua superficie. E comese la luna fusse piùlontanail diametro de le parti opache mancandoandarebono le parti lucide adunirse e strengersi in una sensibilità di corpo più picciolo e tutto quantolucido; similmente apparirebe la terrase fusse più lontana dalla luna. Ondepossiamo stimare che de stelle innumerabili sono altre tante lunealtre tantiglobi terrestrialtre tanti mondi simili a questo; circa gli quali par chequesta terra si voltecome quelli appaiono rivolgersi ed aggirarsi circa questaterra. Perchédunquevogliamo affirmar essere differenza tra questo e que'corpise veggiamo ogni convenienza? perché vogliamo negare esser convenienzase non è raggione né senso che ne induca a dubitar di quella?
63
\ BUR.\ Cossìdunqueavete per provatoche quei corpi non differiscano da questo?
64
\ FRAC.\ Assai beneperché ciò che diquesto può vedersi da làdi quelli può vedersi da qua; ciò che di quellipuò vedersi da quadi questo si vede da làcome direcorpo picciolo questoe quelliluminoso in parte da distanza minore questo e quelliluminoso intutto da distanza maggioree più piccioloquesto e quelli.
65
\ BUR.\ Ove è dunque quel bell'ordinequella bella scala della naturaper cui si ascende dal corpo più denso ecrassoquale è la terraal men crassoquale è l'acquaal suttilequale èil vaporeal più suttilequale è l'aria puroal suttilissimoquale è ilfuocoal divinoquale è il corpo celeste? dall'oscuro al men oscuroalchiaroal più chiaroal chiarissimo? dal tenebroso al lucidissimodall'alterabile e corrottibile al libero d'ogni alterazione e corrozione? dalgravissimo al graveda questo al lievedal lieve al levissimoindi a quel chenon è né grave né lieve? dal mobile al mezzoal mobile dal mezzoindi almobile circa il mezzo? ..
66
\ FRAC.\ Volete saper ove sia questo ordine?Ove son gli sognile fantasiele chimerele pazzie. Perchéquanto al mototutto quello che naturalmente si muoveha delazion circulare o circa il proprioo circa l'altrui mezzo; dico circolarenon semplice e geometricamenteconsiderando il circolo e circulazionema secondo quella regola che veggiamofisicamente mutarsi di loco gli corpi naturali. Moto retto non è proprio nénaturale a corpo alcuno principale; perché non si vede se non nelle parti chesono quasi escrementi che hanno efflusso da corpi mondanio puraltrondehanno influsso alle congenee sfere e continenti. Qualmente veggiamo de l'acquichein forma di vapore assottigliate dal caldomontano in alto; ed in propriaforma inspessate dal freddoritornano al basso; nel modo che diremo nel propriolocoquando consideraremo del moto. Quanto alla disposizione di quattro corpiche dicono terraacquaariafocovorei sapere qual naturaqual'artequalsenso la fala verificala dimostra.
67
\ BUR.\ Dunquenegate la famosa distinzionede gli elementi?
68
\ FRAC.\ Non nego la distinzioneperchélascio ognuno distinguere come gli piace ne le cose naturali; ma niego questoordinequesta disposizione: cioè che la terra sia circondata e contenuta dal'acqual'acqua da l'arial'aria dal focoil foco dal cielo. Perché dico unoessere il continente e comprensor di tutti corpi e machine grandi che veggiamocome disseminate e sparse in questo amplissimo campo: ove ciascuno di cotaicorpiastrimondieterni lumi è composto di ciò che si chiama terraacquaariafuoco. Ed in essise ne la sustanza della composizione predomina ilfuocovien denominato il corpo che si chiama sole e lucido per sé; se vipredomina l'acquavien denominato il corpo che si chiama tellurelunao disimil condizioneche risplende per altrocome è stato detto. In questidunqueastri o mondicome le vogliam direnon altrimente si intendenoordinate queste parti dissimilari secondo varie e diverse complessioni dipietrestagnifiumifontimariarenemetallicavernemontipiani edaltre simili specie di corpi compostide siti e figureche ne gli animali sonle parti dette eterogeneesecondo diverse e varie complessioni di ossadiintestinidi venedi arteriedi carnedi nervidi pulmonedi membri di unae di un'altra figurapresentando gli suoi montile sue valligli suoirecessile sue acquigli suoi spiritigli suoi fuochicon accidentiproporzionali a tutte meteoriche impressioni; quai sono gli catarrileerisipilegli calculile vertiginile febri ed altre innumerabilidisposizioni ed abiti che rispondeno alle nebbiepioggenevicaumiaccensionialle saettetuoniterremoti e ventia fervide ed algose tempeste.Sedunquealtrimente la terra ed altri monti sono animali che questicomunmente stimatison certo animali con maggior e più eccellente raggione.Peròcome Aristotele o altro potrà provare l'aria essere più circa la terrache entro la terrase di questa non è parte alcuna nella quale quello nonabbia luogo e penetrazionesecondo il modo che forse volser dir gli antichi ilvacuo per tutto comprendere di fuora e penetrare entro il pieno? Ove possete voiimaginare la terra aver spessitudinedensità e consistenza senza l'acquach'accopie ed unisca le parti? Come possete intendere verso il mezzo la terraesser più gravesenza che crediateche ivi le sue parti non son più spesse edensela cui spessitudine è impossibile senza l'acqua che sola è potente adagglutinare parte a parte? Chi non vede che da per tutto della terra esconoisole e monti sopra l'acqua; e non solo sopra l'acquama oltre sopra l'ariavaporoso e tempestosorinchiuso tra gli alti montie computato tra' membri dela terraa far un corpo perfettamente sferico; onde è aperto che l'acqui nonmeno son dentro le viscere di quella che gli umori e sangue entro le nostre? .Chi non sache nelle profonde caverne e concavitadi de la terra son lecongregazioni principali de l'acqua? E se dici che la è tumida sopra i lidirispondoche questi non son le parti superiori de la terraperché tutto ch'èintra gli altissimi montis'intende nella sua concavità. Oltreche il similesi vede nelle goccie impolveratependenti e consistenti sopra il piano: perchél'intima animache comprende ed è in tutte le coseper la prima fa questaoperazione: chesecondo la capacità del suggettounisce quanto può le parti.E non èperché l'acqua sia o possa essere naturalmente sopra o circa laterrapiù che l'umido di nostra sustanza sia sopra o circa il nostro corpo.Lascio che le congregazioni de l'acqui nel mezzo essere più eminenti si vede datutti canti de lidi e da tutti luoghi ove si trovano tali congregazioni. Ecertose le parti de l'arida cossì potessero da per sé unirsifarrebono ilsimilecome apertamente vegnono inglobate in sferico quando sono per beneficiode l'acqua agglutinate insieme: perché tutta la unione e spessitudine di partiche si trova nell'ariaprocede da l'acqua. Essendono dunque l'acqui entro leviscere de la terrae non essendo parte alcuna di quellache ha unione diparti e spessitudineche non comprenda più parti de l'acqua che de l'arida(perché dove è il spessissimoivi massime è composizione e domìno di cotalsoggettoch'ha virtù de le parti coerenti)chi sarà che per questo nonvoglia affirmar più tosto che l'acqua è base de la terrache la terra del'acqua? che sopra questa è fondata quellanon quella sopra questa? Lascio chel'altitudine de l'acqua sopra la faccia de la terra che noi abitiamodetta ilmarenon può essere e non è tantache sia degna di compararsi alla mole diquesta sfera; e non è veramente circacome gl'insensati credenoma dentroquella. Comeforzato dalla verità o pure dalla consuetudine del dire diantichi filosoficonfessò Aristotele nel primo della sua Meteoraquando confessò che le due regioni infime de l'aria turbulento ed inquieto sonointercette e comprese da gli alti montie sono come parti e membri di quella;la quale vien circondata e compresa da aria sempre tranquillosereno e chiaro al'aspetto de le stelle; ondeabbassando gli occhisi vede l'università diventinubinebbie e tempesteflussi e reflussi che procedeno dalla vita espiramento di questo grande animale e numeche chiamiamo Terranomorno Cererefigurorno per Isideintitulorno Proserpina e Dianala quale è la medesimachiamata Lucina in cielo; intendendo questa non esser di natura differente daquella. Ecco quanto si mancache questo buon Omeroquando non dormedical'acqua aver natural seggio sopra o circa la terradove né venti né pioggené caliginose impressioni si ritrovano. E se maggiormente avesse considerato edattesoarrebe visto che anco nel mezzo di questo corpo (se ivi è il centrodella gravità) è più luogo di acqua che di arida: perché le parti dellaterra non son gravisenza che molta acqua vegna in composizion con quelle; esenza l'acqua non hanno attitudine da l'appulso e proprio pondo per descender dal'aria a ritrovar la sfera del proprio continente. Dunquequal regolato sensoqual verità di natura distingue ed ordina queste parti di maniera talequaledal cieco e sordido volgo è conceputaapprovata da quei che parlano senzaconsiderarepredicata da chi molto dice e poco pensa? Chi crederà oltre nonesser proposito di veritade (ma s'è prodotta da uomo senza autoritàcosa dariso; s'è riferita da persona stimata e divolgata illustrecosa da esserreferita a misterio o parabola ed interpretata per metafora; s'è apportata dauomoch'ha più senso ed intelletto che autoritànumerata tra gli occoltiparadossi) la sentenza di Platone appresa dal Timeoda Pitagora ed altrichedechiara noi abitare nel concavo ed oscuro de la terraed aver quella raggionea gli animaliche son sopra la terrache hanno gli pesci a noi; perchécomequesti viveno in un umido più spesso e crasso del nostrocossì noi viviamo inun più vaporoso aria che color che son in più pura e più tranquilla regione;e sì come l'Oceano a l'aria impuro è acquacossì il caliginoso nostro ètale a quell'altro veramente puro? da tal senso e direlo che voglio inferireè questo: che il marei fontii fiumii montile pietre e l'aria in essicontenutoe compreso in essi sin alla mezzana regionecome la dicononon sonoaltro che parti e membri dissimilari d'un medesimo corpod'una massa medesimamolto proporzionali alle parti e membri che noi volgarmente conoscemo percomposti animali: di cui il termineconvessitudine ed ultima superficie èterminata da gli estremi margini de monti ed aria tempestoso; di sorte chel'Oceano e gli fiumi rimagnono nel profondo de la terra non meno che l'epatestimato fonte del sanguee le ramificate vene son contenute e distese per lipiù particulari.
69
\ BUR.\ Dunquela terra non è corpogravissimoe però nel mezzoappresso la quale più grave e più vicina èl'acquache la circondala quale è più grave che l'aria?
70
\ FRAC.\ Se tu giudichi il grave dallamaggior attitudine di penetrar le parti e farsi al mezzo ed al centrodiròl'aria essere gravissimo e l'aria esser levissimo tra tutti questi chiamatielementi. Perchésicome ogni parte della terrase si gli dà spaciodescendesino al mezzocossì le parti de l'aria più subito correranno al mezzo cheparte d'altro qualsivoglia corpo; perché a l'aria tocca essere il primo asuccedere al spacioproibire il vacuo ed empire. Non cossì subito succedeno alloco le parti de la terrale quali per ordinario non si muoveno se nonpenetrando l'aria; perché a far che l'aria penetrenon si richiede terra néacqua né fuoco; né alcuni di questi lo prevegnononé vinconoper esser piùprontiatti ed ispediti ad impir gli angoli del corpo continente. Oltrese laterrache è corpo solidosi partel'aria sarà quello che occuparà il suoloco: non cossì è atta la terra ad occupar il loco de l'aria che si parte.Dunqueessendo proprio a l'aria il muoversi a penetrar ogni sito e recessononè corpo più lieve de l'arianon è corpo più greve che l'aria.
71
\ BUR.\ Or che dirai de l'acqua?
72
\ FRAC.\ De l'acqua ho dettoe torno adireche quella è più grave che la terraperché più potentemente veggiamol'umor descendere e penetrar l'arida sino al mezzoche l'arida penetrarl'acqua: ed oltrel'aridapresa a fatto senza composizion d'acquaverrà asopranatare a l'acqua ed essere senza attitudine di penetrarvi dentro; e nondescendese prima non è imbibita d'acqua e condensata in una massa e spessocorpoper mezzo della quale spessitudine e densità acquista potenza di farsidentro e sotto l'acqua. La quale acquaper l'oppositonon descenderà mai permerito della terrama perché si aggregacondensa e radoppia il numero de leparti sue per farsi imbibire ed ammassar l'arida: perché veggiamo che piùacqua assai capisce un vase pieno di cenere veramente seccache un altro vaseuguale in cui sia nulla. L'arida dunquecome aridasoprasiede e sopranata al'acqua.
73
\ BUR.\ Dechiaratevi meglio.
74
\ FRAC.\ Torno a dire chese dalla terra sirimovesse tutta l'acquadi sorte che la rimanesse pura aridabisognarebenecessariamente che il rimanente fusse un corpo inconstanterarodissoluto efacile ad esser disperso per l'ariaanzi in forma di corpi innumerabilidiscontinuati; perché quel che fa uno continuoè l'aria; quello che fa per lacoerenzia uno continuoè l'acquasia che si voglia del continuatocoerente esolidoche ora è l'unoora è l'altroora è il composto de l'uno e l'altro.Ovese la gravità non procede da altro che dalla coerenza e spessitudine de lepartie quelle della terra non hanno coerenza insieme se non per l'acqua- dicui le particome quelle de l'ariaper sé si uniscono e la quale ha piùvirtù che altrose non ha virtù singularea far che le parti de altri corpis'uniscano insieme- averrà che l'acquaal riguardo d'altri corpi che peressa dovegnon grevie per cui altri acquista l'esser ponderosoèprimieramente grave. Però non doveano esser stimati pazzima molto più saviicolor che dissero la terra esser fondata sopra l'acqui.
75
\ BUR.\ Noi diciamo che nel mezzo si devesempre intendere la terracome han conchiuso tanti dottissimi personaggi.
76
\ FRAC.\ E confirmano gli pazzi.
77
\ BUR.\ Che dite de pazzi?.
78
\ FRAC.\ Dico questo dire non esserconfirmato da senso né da raggione.
79
\ BUR.\ Non veggiamo gli mari aver flusso ereflusso e gli fiumi far il suo corso sopra la faccia de la terra?
80
\ FRAC.\ Non veggiamo gli fontiche sonprincipio de' fiumiche fan gli stagni e marisortir da le viscere de laterrae non uscir fuor de le viscere de la terrase pur avete compreso quelche poco fa ho più volte detto?
81
\ BUR.\ Veggiamo l'acqui prima descender dal'aria che per l'acqui vegnano formati i fonti.
82
\ FRAC.\ Sappiamo che l'acqua - se purdescende da altro aria che quello ch'è parte ed appartenente a' membri de laterra - prima originaleprincipalee totalmente è nella terra; che appressoderivativasecondaria e particolarmente sia ne l'aria.
83
\ BUR.\ So che stai sopra questoche lavera extima superficie del convesso della terra non si prende dalla faccia delmarema dell'aria uguale a gli altissimi monti.
84
\ FRAC.\ Cossì ave affirmato e confirmatoancora il vostro principe Aristotele.
85
\ BUR.\ Questo nostro prencipe è senzacomparazione più celebrato e degno e seguitato che il vostroil quale ancoranon è conosciuto né visto. Però piaccia quantosivoglia a voi il vostroa menon dispiace il mio.
86
\ FRAC.\ Benché vi lasce morir di fame efreddovi pasca di vento e mande discalzo ed ignudo.
87
\ FIL.\ Di grazianon vi fermiate su questipropositi disutili e vani.
88
\ FRAC.\ Cossì farremo. Che dite dunqueoBurchioa questo ch'avete udito?
89
\ BUR.\ Dico chesia che si vuoleall'ultimo bisogna veder quello ch'è in mezzo di questa moledi questo tuoastrodi questo tuo animale. Perchése vi è la terra purail modo con cuicostoro hanno ordinati gli elementinon è vano.
90
\ FRAC.\ Ho detto e dimostratoche piùraggionevolmente vi è l'aria o l'acquache l'arida: la qual pure non vi saràsenza esser composta con più parti d'acquache al fine vegnano ad esserglifondamento; perché veggiamo più potentemente le particelle de l'acqua penetrarla terrache le particole di questa penetrar quella. E piùdunqueverisimileanzi necessarioche nelle viscere della terra sia l'acquachenelle viscere de l'acqua sia la terra.
91
\ BUR.\ Che dici de l'acqua che sopranata ediscorre sopra la terra?
92
\ FRAC.\ Non è chi non possa vedere chequesto è per beneficio ed opra dell'acqua medesima: la qualeavendo inspessatae fissata la terraconstipando le parti di quellafa che l'acqua oltre nonvegna assorbita; la quale altrimente penetrarebe sin al profondo de l'aridasustanzacome veggiamo per isperienza universale. Bisognadunqueche in mezzode la terra sia l'acquaa fin che quel mezzo abbia fermezzala qual non deverapportarsi alla terra primama a l'acqua: perché questa fa unite e congiontele parti di quellae per consequenza questa più tosto opra la densità nellaterrache per il contrario la terra sia caggione della coerenza delle parti del'acqua e faccia dense quelle. Sedunquenel mezzo non vuoi che sia compostodi terra ed acquaè più verisimile e conforme ad ogni raggione ed esperienzache vi sia più tosto l'acqua che la terra. E se vi è corpo spessoè maggioreraggione che in esso predomine l'acqua che l'aridaperché l'acqua è quelloche fa la spessitudine nelle parti de la terra; la quale per il caldo sidissolve (non cossì dico della spessitudine ch'è nel foco primola quale èdissolubile dal suo contrario): chequanto è più spessa e greveconoscetanto più partecipazion d'acqua. Onde le cose che sono appresso noispessissimenon solamente son stimate aver più partecipazion d'acquama oltresi trovano esser acqua istessa in sustanzacome appare nella resoluzion di piùgrevi e spessi corpi che sono gli liquabili metalli. Ed in vero in ogni corposolidoche ha parti coerentise v'intende l'acqua la qual gionge e copula leparticominciando da minimi della natura; di sorte che l'aridaa fattodisciolta da l'acquanon è altro che vaghi e dispersi atomi. Però son piùconsistenti le parti de l'acqua senza la terraperché le parti de l'aridanullamente consisteno senza l'acqua. Sedunqueil mezzano loco è destinato achi con maggiore appulso e più velocità vi correprima conviene a l'aria ilquale empie il tuttosecondo a l'acquaterzo a la terra. Se si destina alprimo graveal più denso e spessoprima conviene a l'acquasecondo a l'ariaterzo a l'arida. Se prenderemo l'arida gionto all'acquaprima conviene a laterrasecondo a l'acquaterzo a l'aria. Tanto chesecondo più raggioni ediverseconviene a diversi primieramente il mezzo; secondo la verità e natural'uno elemento non è senza altro e non è membro de la terradico di questogrande animaleove non sieno tutti quattro o almeno tre di essi.
93
\ BUR.\ Or venite presto alla conclusione.
94
\ FRAC.\ Quello che voglio conchiudere èquesto: che il famoso e volgare ordine de gli elementi e corpi mondani è unsogno ed una vanissima fantasiaperché né per natura si verificané perraggione si prova ed argumentané per convenienza devené per potenza puoteesser di tal maniera. Restadunqueda sapere ch'è un infinito campo e spaciocontinenteil qual comprende e penetra il tutto. In quello sono infiniti corpisimili a questode quali l'uno non è più in mezzo de l'universo che l'altroperché questo è infinitoe però senza centro e senza margine; benché questecose convegnano a ciascuno di questi mondiche sono in esso con quel modoch'altre volte ho dettoe particolarmente quando abbiamo dimostrato esserecertideterminati e definiti mezziquai sono i solii fuochicirca gli qualidiscorreno tutti gli pianetile terrele acquiqualmente veggiamo circaquesto a noi vicino marciar questi sette erranti; e come quando abbiamoparimente dimostrato che ciascuno di questi astri o questi mondivoltandosicirca il proprio centrocaggiona apparenza di un solido e continuo mondo cherapisce tanti quanti si veggono ed essere possono astrie verse circa luicomecentro dell'universo. Di maniera che non è un sol mondouna sola terraunsolo sole; ma tanti son mondiquante veggiamo circa di noi lampade luminoselequali non sono più né meno in un cielo ed un loco ed un comprendentechequesto mondoin cui siamo noiè in un comprendenteluogo e cielo. Sì che ilcielol'aria infinitoimmensobenché sia parte de l'universo infinitononè però mondoné parte di mondi; ma senoricetto e campo in cui quelli sonosi muovenovivenovegetano e poneno in effetto gli atti de le lorovicissitudiniproduconopasconoripascono e mantieneno gli loro abitatori edanimalie con certe disposizioni ed ordini amministrano alla natura superiorecangiando il volto di uno ente in innumerabili suggetti. Sì che ciascuno diquesti mondi è un mezzoverso il quale ciascuna de le sue parti concorre e ovesi puosa ogni cosa congenea; come le parti di questo astroda certa distanza eda ogni lato e circonstante regionesi rapportano al suo continente. Ondenonavendo parteche talmente effluisca dal gran corpo che non refluisca di nuovoin quelloaviene che sia eternobenché sia dissolubile: quantunque lanecessità di tale eternità certo sia dall'estrinseco mantenitore e providentenon da l'intrinseca e propria sufficienzase non m'inganno. Ma di questo conpiù particular raggione altre volte vi farò intendere.
95
\ BUR.\ Cossì dunque gli altri mondi sonoabitati come questo?
96
\ FRAC.\ Se non cossì e se non meglioriniente meno e niente peggio: perché è impossibile ch'un razionale ed alquantosvegliato ingegno possa imaginarsiche sieno privi di simili e meglioriabitanti mondi innumerabiliche si mostrano o cossì o più magnifici diquesto; i quali o son solio a' quali il sole non meno diffonde gli divinissimie fecondi raggi che non meno argumentano felice il proprio soggetto e fontecherendeno fortunati i circostanti partecipi di tal virtù diffusa. Son quenqueinfiniti gl'innumerabili e principali membri de l'universodi medesimo voltofacciaprorogativavirtù ed effetto.
97
\ BUR.\ Non volete che tra altri ed altri visia differenza alcuna?
98
\ FRAC.\ Avete più volte udito che quellison per sé lucidi e caldinella composizion di quali predomina il fuoco; glialtri risplendeno per altrui participazioneche son per sé freddi ed oscuri;nella composizion de quali l'acqua predomina. Dalla qual diversità econtrarietà depende l'ordinela simmetriala complessionela pacelaconcordiala composizionela vita. Di sorte che gli mondi son composti dicontrarii; e gli uni contrariicome le terreacquivivono e vegetano per glialtri contrariicome gli soli e fuochi. Il checredointese quel sapiente chedisse Dio far pace ne gli contrarii sublimie quell'altro che intese il tuttoessere consistente per lite di concordi ed amor di litiganti.
99
\ BUR.\ Con questo vostro dire volete poneresotto sopra il mondo.
100
\ FRAC.\ Ti par che farrebe male un chevolesse mettere.sotto sopra il mondo rinversato?
101
\ BUR.\ Volete far vane tante fatichestudiisudori di fisici auditide cieli e mondiove s'han lambiccato ilcervello tanti gran commentatoriparafrastiglosatoricompendiariisummistiscoliatoritraslatatoriquestionariiteoremisti? ove han poste le sue basi egittati i suoi fondamenti i dottori profondisuttiliauratimagniinespugnabiliirrefragabiliangeliciseraficicherubici e divini?
102
\ FRAC.\ Adde gli frangipetrisassifragigli cornupeti e calcipotentiAdde gli profundivedipalladiiolimpicifirmamenticicelesti empiricialtitonanti.
103
\ BUR.\ Le deveremo tutti a vostra instanzamandarle in un cesso? Certosarà ben governato il mondose saranno tolte viae dispreggiate le speculazioni di tanti e sì degni filosofi!
104
\ FRAC.\ Non è cosa giusta che togliamo agli asini le sue lattuchee voler che il gusto di questi sia simile al nostro.La varietà d'ingegni ed intelletti non è minor che di spirti e stomachi.
105
\ BUR.\ Volete che Platone sia unoignoranteAristotele sia un asinoe quei che l'hanno seguitatisienoinsensatistupidi e fanatici?
106
\ FRAC.\ Figlol mionon dicoche questisieno gli pulledri e quelli gli asiniquesti le monine e quelli i scimionicome voi volete ch'io dica; macome vi dissi da principiole stimo eroi de laterra; ma che non voglio credergli senza causané admettergli quelleproposizionide le quali le contradittoriecome possete aver compresose nonsiete a fatto cieco e sordosono tanto espressamente vere.
107
\ BUR.\ Or chi ne sarà giudice?
108
\ FRAC.\ Ogni regolato senso e svegliatogiudizioogni persona discreta e men pertinacequando si conoscerà convittoed impotente a defendere le raggioni di quelli e resistere a le nostre.
109
\ BUR.\ Quando io non le saprò defenderesarà per difetto della mia insufficienzanon della lor dottrina; quando voiimpugnandolesaprete conchiuderenon sarà per la verità della dottrinamaper le vostre sofistiche importunitadi.
110
\ FRAC.\ Iose mi conoscesse ignorante dele causemi astenerei da donar de le sentenze. S'io fusse talmente affetto comevoimi stimarei dotto per fede e non per scienza.
111
\ BUR.\ Se tu fussi meglio affettoconoscereste che sei un asino presuntuososofistaperturbator delle buoneletterecarnefice de gl'ingegniamator delle novitadinemico de la veritàsuspetto d'eresia.
112
\ FIL.\ Sin ora costui ha mostrato d'averpoca dottrinaora ne vuol far conoscere che ha poca discrezione e non è dotatodi civilità.
113
\ ELP.\ Ha buona vocee disputa piùgargliardamente che se fusse un frate di zoccoli. Burchio mio caroio lodomolto la constanza della tua fede. Da principio dicesti cheancor che questofusse veronon lo volevi credere.
114
\ BUR.\ Sìpiù tosto voglio ignorar conmolti illustri e.dottiche saper con pochi sofistiquali stimo sieno questiamici.
115
\ FRAC.\ Malamente saprai far differenzatra dotti e sofistise vogliamo credere a quel che dici. Non sono illustri edotti quei che ignorano; quei che sannonon sono sofisti.
116
\ BUR.\ Io so che intendete quel che vogliodire.
117
\ ELP.\ Assai sarrebe se noi potessimointendere quel che diteperché voi medesimo arrete gran fatica per intenderquel che volete dire.
118
\ BUR.\ Andateandatepiù dottich'Aristotele; viaviapiù divini che Platonepiù profondi ch'Averroepiùgiudiciosi de sì gran numero de filosofi e teologi di tante etadi e tantenazioniche l'hanno commentatiadmirati e messi in cielo. Andate voiche nonso chi siete e d'onde uscitee volete presumere di opporvi al torrente di tantigran dottori!
119
\ FRAC.\ Questa sarrebe la meglior diquante n'avete fattese fusse una raggione.
120
\ BUR.\ Tu sareste più dottoch'Aristotelese non fussi una bestiaun poveracciomendicomiserabilenodrito di pane di migliomorto di famegenerato da un sartonato d'unalavandarianipote a Cecco ciabattinofigol di Momopostiglion de le puttanefratel di Lazaro che fa le scarpe a gli asini. Rimanete con cento diavoli ancorvoiche non siete molto megliori che lui!
121
\ ELP.\ Di graziamagnifico signorenonvi prendiate più fastidio di venire a ritrovarnee aspettate che noi vengamo avoi.
122
\ FRAC.\ Voler con più raggioni mostrar laveritade a similiè come se con più sorte di sapone e di lescìa più voltese lavasse il capo a l'asino; ove non se profitta più lavando cento che unavoltain mille che in un modoove è tutto uno l'aver lavato e non l'avere.
123
\ FIL.\ Anziquel capo sempre saràstimato più sordido in fine del lavare che nel principio ed avanti: perché conaggiongervi più e più d'acqua e di profumisi vegnono più e più a commoverei fumi di quel capoe viene a sentirsi quel puzzo che non si sentevaaltrimente; il quale sarà tanto più fastidiosoquanto da liquori piùaromatichi vien risvegliato. - Noi abbiamo molto detto oggi; mi rallegro moltodella capacità di Fracastorio e del maturo vostro giudizioElpino. Orpoich'avemo discorso circa l'essereil numero e qualità de gl'infiniti mondièbene che domani veggiamose vi son raggioni contrariee quali sieno quelle.
124
\ ELP.\ Cossì sia.
125
\ FRAC.\ Adio.

Dialogo 4

 

1 \ FIL.\ Non son dunqueinfiniti gli mondi di sorte con cui è imaginato il composto di questa terracircondato da tante sferede quali altre contegnano un astroaltre astriinnumerabili: atteso che il spacio è tale per quale possano discorrere tantiastri; ciascuno di questi è taleche può da per se stesso e da principiointrinseco muoversi alla comunicazion di cose convenienti; ognuno di essi ètanto ch'è sufficientecapace e degno d'esser stimato un mondo; non è di lorochi non abbia efficace principio e modo di continuar e serbar la perpetuagenerazione e vita d'innumerabili ed eccellenti individui. Conosciuto che saràche l'apparenza del moto mondano è caggionata dal vero moto diurno della terra(il quale similmente si trova in astri simili) non sarà raggione che necostringa a stimar l'equidistanza de le stelleche il volgo intende in unaottava sfera come inchiodate e fisse; e non sarà persuasione che ne impediscadi manierache non conosciamo che de la distanza di quelle innumerabili sienodifferenze innumerabili di lunghezza di semidiametro. Comprenderemoche non sondisposti gli orbi e sfere nell'universocome vegnano a comprendersi l'unl'altrosempre oltre ed oltre essendo contenuto il minore dal maggioreperesempiogli squogli in ciascuna cipolla; ma che per l'etereo campo il caldo edil freddodiffuso da' corpi principalmente talivegnano talmente acontemperarsi secondo diversi gradi insiemeche si fanno prossimo principio ditante forme e specie di ente.
2
\ ELP.\ Sudi graziavengasi presto allarisoluzion delle raggioni di contrariie massime d'Aristotelele quali sonpiù celebrate e più famosestimate della sciocca moltitudine con le perfettedemostrazioni. Ed a fin che non paia che si lasce cosa a dietroio referiròtutte le raggioni e sentenze di questo povero sofistae voi una per una leconsiderarete.
3
\ FIL.\ Cossì si faccia.
4
\ ELP.\ È da vederedice egli nel primolibro del suo Cielo e mondose estra questo mondo sia un altro.
5
\ FIL.\ Circa cotal questione sapetechedifferentemente prende egli il nome del mondo e noi; perché noi giongemo mondoa mondocome astro ad astro in questo spaciosissimo etereo senocome ècondecente anco ch'abbiano inteso tutti quelli sapienti ch'hanno stimati mondiinnumerabili ed infiniti. Lui prende il nome del mondo per un aggregato diquesti disposti elementi e fantastici orbi sino al convesso del primo mobilechedi perfetta rotonda figura formatocon rapidissimo tratto tutto rivolgerivolgendosi eglicirca il centroverso il qual noi siamo. Però sarà un vanoe fanciullesco trattenimentose vogliamo raggion per raggione aver riguardo acotal fantasia; ma sarà bene ed espediente de resolvere le sue raggioni perquanto possono esser contrarie al nostro sensoe non aver riguardo a ciò chenon ne fa guerra..
6
\ FRAC.\ Che diremo a color che nerimproperasseno che noi disputiamo su l'equivoco?
7
\ FIL.\ Diremo due cose: e che il difetto diciò è da colui ch'ha preso il mondo secondo impropria significazioneformandosi un fantastico universo corporeo; e che le nostre risposte non menoson valide supponendo il significato del mondo secondo la imaginazione de gliaversarii che secondo la verità. Perchédove s'intendeno gli punti dellacircumferenza ultima di questo mondodi cui il mezzo è questa terrasipossono intendere gli punti di altre terre innumerabili che sono oltre quellaimaginata circumferenza; essendo che vi sieno realmentebenché non secondo lacondizione imaginata da costoro; la qualsia come si vuolenon gionge o togliepunto a quel che fa al proposito della quantità de l'universo e numero demondi.
8
\ FRAC.\ Voi dite bene; séguitaElpino.
9
\ ELP.\ "Ogni corpo"dice"osi muove o si sta: e questo moto e stato o è naturaleo è violento. Oltreogni corpodove non sta per violenzama naturalmentelà non si muove perviolenzama per natura; e dove non si muove violentementeivi naturalmenterisiede: di sorte che tutto ciò che violentemente è mosso verso sopranaturalmente si muove verso al bassoe per contra. Da questo s'inferiscechenon son più mondiquando consideraremo chese la terrala quale è fuor diquesto mondosi muove al mezzo di questo mondo violentementela terralaquale è in questo mondosi moverà al mezzo di quello naturalmente; e se ilsuo moto dal mezzo di questo mondo al mezzo di quello è violentoil suo motodal mezzo di quel mondo a questo sarà naturale. La causa di ciò è chese sonpiù terrebisogna direche la potenza de l'una sia simile alla potenza del'altra; come oltrela potenza di quel fuoco sarà simile alla potenza diquesto. Altrimente le parti di que' mondi saran simili alle parti di questo innome soloe non in essere; eper consequenzaquel mondo non saràma sichiamarà mondocome questo. Oltretutti gli corpi che son d'una natura ed unaspeciehanno un moto; perché ogni corpo naturalmente si muove in qualchemaniera. Sedunqueivi son terrecome è questae sono di medesima speciecon questaarranno certo medesimo moto; comeper contrase è medesimo motosono medesimi elementi. Essendo cossìnecessariamente la terra di quel mondosi moverrà alla terra di questoil fuoco di quello al fuoco di questo. Ondeséguite oltreche la terra non meno naturalmente si muove ad alto che albassoed il fuoco non meno al basso ch'a l'alto. Oressendono tale coseimpossibilideve essere una terraun centroun mezzoun orizonteunmondo".
10
\ FIL.\ Contra questo diciamoche in quelmodo con cui in questo universal spacio infinito la nostra terra versa circaquesta regione ed occupa questa partenel medesimo gli altri astri occupano lesue parti e versano circa le sue regioni ne l'immenso campo. Ovecome questaterra costa di suoi membriha le sue alterazioni ed ha flusso e reflusso nellesue parti (come accader veggiamo ne gli animaliumori e partile quali sono incontinua alterazione e moto)cossì gli altri astri costano di suoi similmenteaffetti membri. E sicome questonaturalmente si movendo secondo tutta lamachinanon ha moto se non simile al circularecon cui se svolge circa ilproprio centro e discorre intorno al sole; cossì necessariamente quelli altricorpi che sono di medesima natura. E non altrimente le parti sole di quellicheper alcuni accidenti sono allontanate dal suo loco (le quali però non dennoesser stimate parti principali o membri)naturalmente con proprio appulso viritornanoche parti de l'arida ed acquache per azion del sole e de la terras'erano in forma d'exalazione e vapore allontanate verso membri e regionisuperiori di questo corpoavendono riacquistata la propria formavi ritornano.E cossì quelle parti oltre certo termine non si discostano dal suo continentecome queste; come sarà manifesto quando vedremo la materia de le comete nonappartenere a questo globo. Cossì dunquecome le parti di un animalebenchésieno di medesima specie con le parti di un altro animalenulla di menoperché appartengono a diversi individuigiamai quelle di questi (parlo de leprincipali e lontane) hanno inclinazione al loco di quelle de gli altri: comenon sarà mai la mia mano conveniente al tuo bracciola tua testa al mio busto.Posti cotai fondamentidiciamo veramente essere similitudine tra tutti gliastritra tutti gli mondie medesima raggione aver questa e le altre terre.Però non séguita che dove è questo mondo debbano essere tutti gli altridoveè situata questa debbano essere situate l'altre; ma si può bene inferire chesicome questa consiste nel suo luogotutte l'altre consistano nel suo: come nonè bene che questa si muova al luogo dell'altrenon è bene che l'altre simuovano al luogo di questa: come questa è differente in materia ed altrecircostanze individuali da quellequelle sieno differenti da questa. Cossì leparti di questo fuoco si muovono a questo fuoco come le parti di quello aquello; cossì le parti di questa terra a questa tuttacome le parti di quellaterra a quella tutta. Cossì le parti di quella terra che chiamiamo lunacon lesue acquicontra natura e violentemente si moverebono a questacome simoverebono le parti di questa a quella. Quella naturalmente versa nel suo locoed ottiene la sua regione che è ivi; questa è naturalmente nella sua regionequivi; e cossì se riferiscono le parti sue a quella terracome le sue aquesta; cossì intendi de le parti di quelle acqui e di que' fochi. Il giù eloco inferiore di questa terra non è alcun punto della regione eterea fuori edextra di lei (come accade alle parti fatte fuori della propria sferase questoaviene)ma è nel centro de la sua mole o rotundità o gravità. Cossì il giùdi quella terra non è alcun luogo extra di quellama è il suo proprio mezzoil proprio suo centro. Il su di questa terra è tutto quel ch'è nella suacircumferenza ed estra la sua circumferenza; però cossì violentemente le partidi quella si muoveno extra la sua circumferenza e naturalmente s'accoglienoverso il suo centrocome le parti di questa violentemente si diparteno enaturalmente tornano verso il proprio mezzo. Ecco come si prende la verasimilitudine tra.queste e quell'altre terre.
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\ ELP.\ Molto ben dite chesicome è cosainconveniente ed impossibile che l'uno di questi animali si muova e dimore doveè l'altroe non abbia la propria sussistenza individuale con il proprio loco ecircostanze; cossì è inconvenientissimo che le parti di questo abbianoinclinazione e moto attuale al luogo de le parti di quello.
12
\ FIL.\ Intendete bene de le parti che sonveramente parti. Perchéquanto appartiene alli primi corpi indivisibilidequali originalmente è composto il tuttoè da credere che per l'immenso spaciohanno certa vicissitudinecon cui altrove influiscano ed affluiscano altronde.E questise pur per providenza divinasecondo l'attonon costituiscano nuovicorpi e dissolvano gli antichialmeno hanno tal facultà. Perché veramente glicorpi mondani sono dissolubili; ma può essere che o da virtù intrinseca oestrinseca sieno eternamente persistenti medesimiper aver tale tanto influssoquale e quanto hanno efflusso di atomi; e cossì perseverino medesimi in numerocome noiche nella sustanza corporale similmentegiorno per giornoora peroramomento per momentone rinuoviamo per l'attrazione e digestione chefacciamo da tutte le parti del corpo.
13
\ ELP.\ Di questo ne parlaremo altre volte.Quanto al presentemi satisfate molto ancora per quel ch'avete notatochecossì ogni altra terra s'intenderebe violentemente montare a questase simovesse a questo lococome questa violentemente montarebbe se a qualsivoglia diquelle si movesse. Perchécome da ogni parte di questa terra verso lacirconferenza o ultima superficiee verso l'orizonte emisferico dell'etereandandosi procede come in alto; cossì da ogni parte della superfice de altreterre verso questa se intende ascenso: atteso che cossì questa terra ècirconferenziale a quelle come quelle a questa. Approvo chebenché quelleterre sieno di medesima natura con questanon per ciò séguite che sireferiscano al medesimo centro a fatto; perché cossì il centro d'un'altraterra non è centro di questa e la circonferenza sua non è circonferenza dicosteicome l'anima mia non è vostra; la gravità mia e di mie parti non ècorpo e gravità vostra; benché tutti cotai corpigravitadi ed animeunivocamente si dicanoe sieno di medesima specie.
14
\ FIL.\ Bene. Ma non per questo vorrei chev'imaginaste chese le parti di quella terra appropinquassero a questa terranon sarebbe possibile che medesimamente avessero appulso a questo continentecome se le parti di questa s'avicinassero a quella; benché ordinariamente ilsimile non veggiamo accadere ne gli animali e diversi individui de le specie diquesti corpise non quanto l'uno si nutrisce ed aumenta per l'altro e l'uno sitrasmuta ne l'altro.
15
\ ELP.\ Sta bene. Ma che dirraise tuttaquella sfera fusse tanto vicina a questa quanto accade che da lei s'allontaninole sue parti che hanno attitudine di rivenire al suo continente?
16
\ FIL.\ Posto che le parti notabili de laterra si facciano fuori de la circonferenza de la terracirca la quale è.dettoesser l'aria puro e tersofacilmente concedo che da quel loco possano rivenircotai parti come naturalmente al suo loco; ma non già venir tutta un'altrasferané naturalmente descendere le parti di quellama più tostoviolentemente ascendere; come le parti di questa non naturalmente descenderebonoa quellama per violenza ascenderebono. Perché a tutti gli mondi l'estrinsecodella sua circonferenza è il sue l'intrinseco centro è il giùe laraggione del mezzo a cui le loro parti naturalmente tendenonon si toglie dafuorima da dentro di quelli; come hanno ignorato coloroche fingendo certamargine e vanamente definendo l'universohanno stimato medesimo il mezzo ecentro del mondo e di questa terra. Del che il contrario è conchiusofamoso econcesso appresso gli matematici di nostri tempi; che hanno trovato chedall'imaginata circonferenza del mondo non è equidistante il centro de laterra. Lascio gli altri più savicheavendo capito il moto de la terrahannotrovatonon solamente per raggioni proprie alla lor artema etiam perqualche raggion naturaleche del mondo ed universo che col senso de gli occhipossiamo comprenderepiù raggionevolmentee senza incorrere inconvenientiecon formar teoria più accomodata e giustaapplicabile al moto più regolare degli detti erroni circa il mezzodoviamo intendere la terra essere tanto lontanadal mezzo quanto il sole. Onde facilmente con gli loro principii medesimi hanmodo di scuoprir a poco a poco la vanità di quel che si dice della gravità diquesto corpoe differenza di questo loco da gli altridell'equidistanza dimondi innumerabiliche veggiamo da questo oltre gli detti pianetidelrapidissimo moto più tosto di tutti quei circa quest'unoche della versione diquest'uno a l'aspetto di que' tutti; e potranno dovenir suspetti almeno sopraaltri sollennissimi inconvenienti che son suppositi nella volgar filosofia. Orper venire al proposito onde siamo partititorno a dire che né tutto l'uno néparte de l'uno sarrebe atto a muoversi verso il mezzo de l'altroquantunque unaltro astro fusse vicinissimo a questodi sorte che il spacio o punto dellacirconferenza di quello si toccasse col punto o spacio della circonferenza diquesto.
17
\ ELP.\ Di questo il contrario ha dispostola provida naturaperchése ciò fusseun corpo contrario destruggerebel'altro; il freddo e umido s'ucciderebono col caldo e secco: de qualiperò acerta e conveniente distanza dispostil'uno vive e vegeta per l'altro. Oltreun corpo simile impedirebe l'altro dalla comunicazione e partecipazione delconveniente che dona al dissimile e dal dissimile riceve; come ne dechiarano talvolta non mediocri danni ch'alla fragilità nostra apportano le interposizionidi un'altra terrache chiamiamo lunatra questa e il sole. Or che sarrebe sela fusse più vicina alla terrae più notabilmente a lungo ne privasse di quelcaldo e vital lume?
18
\ FIL.\ Dite bene. Seguitate ora ilproposito d'Aristotele.
19
\ ELP.\ Apporta appresso una finta risposta;la quale diceche per questa raggione un corpo non si muove a l'altro.perchéquanto è rimosso da l'altro per distanza localetanto viene ad essere dinatura diverso. E contra questo dice luiche la distanza maggiore e minore nonè potente a far che la natura sia altra ed altra.
20
\ FIL.\ Questointeso come si deveintendereè verissimo. Ma noi abbiamo altro modo di rispondereed apportiamoaltra raggioneper cui una terra non si muova a l'altrao vicina o lontana chela sia.
21
\ ELP.\ La ho intesa. Ma pur mi par oltrevero quello che è da credere che volesser dir gli antichiche un corpo permaggior lontananza acquista minor attitudine (che loro chiamorno proprietà enatura per il lor frequente modo di parlare); perché le partialle quali èsoggetto molto ariason meno potenti a dividere il mezzo e venire al basso.
22
\ FIL.\ È certo ed assai esperimentatonelle parti de la terracheda certo termine del loro recesso e lontananzaritornar sogliono al suo continente; a cui tanto più s'affrettano quanto piùs'avicinano. Ma noi parliamo ora delle parti d'un'altra terra.
23
\ ELP.\ Oressendo simile terra a terraparte a parteche credise fussero vicine? non sarrebe ugual potenza tantoalle parti de l'altra di andar a l'una e l'altra terrae per consequenzaascendere e descendere?
24
\ FIL.\ Posto uno inconveniente (se èinconveniente)che impedisce che se ne pona un altro consequente? Malasciandoquestodico che le partiessendo in equal raggione e distanza di diverseterreo rimagnonoo se determinano un loco a cui vadanoa rispetto di quellosi diranno descendereed ascendere a rispetto de l'altro da cui s'allontanano.
25
\ ELP.\ Pure chi sa che le parti di un corpoprincipale si muovano ad un altro corpo principalebenché simile in specie?Perché appare che le parti e membri di un uomo non possono quadrare e conveniread un altr'uomo.
26
\ FIL.\ È vero principale e primariamente;ma accessoria e secondariamente accade il contrario. Perché abbiamo visto peresperienza che della carne d'un altro s'attacca al loco ove era un naso dicostui; e ne confidiamo di far succedere l'orecchio d'un altro ove eral'orecchio di costuifacilissimamente.
27
\ ELP.\ Questa chirugia non dev'esservolgare.
28
\ FIL.\ Non sia.
29
\ ELP.\ Torno al punto di voler sapere: seaccadesse che una pietra fusse in mezzo a l'aria in punto equidistante da dueterrein che modo doviamo credere che rimanesse fissa? ed in che modo sideterminarebbe ad andar più presto all'uno ch'all'altro continente?
30
\ FIL.\ Dico che la pietraper la suafiguranon riguardando più l'uno che l'altroe l'uno e l'altro avendo equalrelazione alla pietraed essendo a punto medesimamente affetti a quelladaldubio della resoluzione ed equal raggione a doi termini oppositi accaderebe chesi rimagnanon potendosi risolvere d'andar più tosto a l'uno ch'a l'altrodequali questo non rapisce più che quelloed essa non ha maggior appulso aquesto che a quello. Mase l'uno gli è più congeneo e connaturalee gli èpiù o simile o atto a conservarlase determinarà per il più corto caminorettamente di rapportarsi a quello. Perché lo principal principio motivo non èla propria sfera e proprio continentema l'appetito di conservarsi: comeveggiamo la fiamma serpere per terraed inchinarsie ramenarsi al basso perandare al più vicino loco in cui inescare e nodrirsi possa; e lasciarà d'andarverso il soleal qualesenza discrime d'intiepidirse per il caminonon seinària.
31
\ ELP.\ Che dici di quel che soggiongeAristoteleche le parti e congenei corpiquantunque distanti sienosi muovenopure al suo tutto e suo consimile?
32
\ FIL.\ Chi non vedech'è contra ogniraggione e sensoconsiderato quel ch'abbiamo poco fa detto? Certole partifuor del proprio globo si muoveranno al propinquo simileancor che quello nonsia il suo primario e principal continente; e talvolta a altroche lo conservee nodriscabenché non simile in specie; perché il principio intrinsecoimpulsivo non procede dalla relazione ch'abbia a loco determinatocerto punto epropria sferama da l'appulso naturale di cercar ove meglio e più prontamenteha da mantenersi e conservarsi nell'esser presente; il qualequantunque ignobilsiatutte le cose naturalmente desiderano. Come massime desiderano viverequegli uominie massime temeno il morire coloro che non han lume di filosofiaverae non apprendeno altro essere ch'il presentee pensano che non possasuccedere altro che appartenga a essi. Perché non son pervenuti ad intendereche il principio vitale non consiste ne gli accidenti che resultano dallacomposizionema in individua ed indissolubile sustanzanella qualese non èperturbazionenon conviene desiderio di conservarsiné timore di sperdersi;ma questo è conveniente a gli composticioè secondo raggione simmetricacomplessionaleaccidentale. Perché né la spiritual sustanzache s'intendeunirené la materialeche s'intende unitapossono esser suggette adalterazione alcuna o passionee per consequenza non cercano di conservarsieperò a tai sustanze non convien moto alcunoma a le composte. Tal dottrinasarà compresaquando si saprà ch'esser grave o lieve non conviene a' mondiné a parte di quelli; perché queste differenze non sono naturalmentemapositiva e rispettivamente. Oltreda quel ch'abbiamo altre volte consideratocioè che l'universo non ha marginenon ha estremoma è inmenso ed infinitoaviene che a gli corpi principali a riguardo di qualche mezzo o estremononpossono determinarsi a moversi rettamenteperché da tutt'i canti fuor dellasua circumferenza hanno ugual e medesimo rispetto: però non hanno altro motoretto che di proprie partinon a riguardo d'altro mezzo e centro che delproprio intierocontinente e perfetto. Ma di questo considerarò al suoproposito e loco. Venendo dunque al puntodico: chesecondo gli suoi medesimiprincipiinon potrà verificar questo filosofo che corpoquantunque lontanoabbia attitudine di rivenire al suo continente o similese lui intende lecomete di materia terrestre; e tal materiaquale in forma di exalazione èmontata in alto all'incentiva region del foco; le quali parti sono inetti adescendere al basso; marapite dal vigor del primo mobilecircuiscono laterrae pure non sono di quinta essenzama corpi terrestri gravissimispessie densi. Come chiaro si argumenta da l'apparenza in sì lungo intervallo e lungaesistenza che fanno al grave e vigoroso incendio del foco: che tal voltaperseverano oltre un mese a bruggiarecome per quarantacinque giorni continuia' tempi nostri n'è vista una. Orse per la distanza non si destrugge laraggion de la gravitàper che caggione tal corpo non solo non viene al bassoné si sta fermoma oltre circuisce la terra? Se dice che non circuisce perséma per essere rapito; insisterò oltreche cossì anco ciascuno di suoicieli ed astri (li quali non vuol che sieno graviné lieviné di similmateria) son rapiti. Lascio che il moto di questi corpi par proprio a essiperché non è mai conforme al diurnoné a quei d'altri astri.
33
La raggione è ottima per convencer costoroda suoi medesimi principii. Perché della verità della natura di comete neparleremofacendo propria considerazione di quelledove mostraremo e che taliaccensioni non son dalla sfera del focoperché verrebono da ogni parti acceseatteso che secondo tutta la circunferenza o superficie de la sua mole sonocontenute nell'aria attrito dal caldocome essi diconoo pur sfera del fuoco:ma sempre vedemo l'accensione essere da una parte; conchiuderemo le dette cometeesser specie di astrocome bene dissero ed intesero gli antichi; ed essere taleastro checol proprio moto avicinandosi ed allontanandosi verso e da questoastro per raggione di accesso e recessoprima par che crescacome siaccendessee poi mancacome s'estinguesse: e non si muove circa la terra; mail suo moto proprio è quelloche è oltre il diurno proprio alla terralaqualerivolgendosi con il proprio dorsoviene a fare orienti ed occidentitutti que' lumi che sono fuor della sua circonferenza. E non è possibile chequel corpo terrestre e sì grande possa da sì liquido aere e sottil corpo chenon resiste al tuttoesser rapitoe mantenutocontra sua naturasospeso; ilcui motose fusse verosarrebe solamente conforme a quel del primo mobiledalquale è rapitoe non imitarebe il moto di pianeti; onde ora è giudicato dinatura di Mercurioora della lunaora di Saturnoor de gli altri. Mae diquesto altre voltea suo propositosi parlarà. Basta ora averne detto sintanto che baste per argumento contra costuiche dalla propinquità e lontananzanon vuole che s'inferisca maggior e minor facultà del motoche lui chiamaproprio e naturalecontra la verità. La quale non permette possa dirse proprioe naturale ad un suggetto in tal disposizionenella quale mai gli puòconvenire; e peròse le parti da oltre certa distanza mai se muoveno alcontinentenon si deve dire che tal moto sia naturale a quelle.
34
\ ELP.\ Ben conosce chi ben considera checostui avea principii tutti contrarii alli principii veri della natura. Replicaappresso che"se il moto di corpi semplice è naturale a essiaverrà chegli corpi sempliciche sono in molti mondie sono di medesima speciesimuovano o al medesimo mezzo o al medesimo estremo".
35
\ FIL.\ Questo è quello che lui non potràgiamai provarecioè che si debbano muovere al medesimo loro particulare edindividuale. Perché da quelche gli corpi son di medesima species'inferisceche a quelli si convegna luogo di medesima specie e mezzo de medesima speciech'è il centro proprio; e non si deve né può inferire che richiedano locomedesimo di numero.
36
\ ELP.\ È stato lui alcunamente presago diquesta risposta; e però da tutto il suo vano sforzo caccia questoche vuolprovare la differenza numerale non esser causa della diversità de luoghi.
37
\ FIL.\ Generalmente veggiamo tutto ilcontrario. Pur ditecome il prova?
38
\ ELP.\ Dice chese la diversità numeraledi corpi dovesse esser caggione della diversità di luoghibisognarebbe chedelle parti di questa terra diverse in numero e gravità ciascuna nel medesimomondo avesse il proprio mezzo. Il che è impossibile ed inconvenienteattesoche secondo il numero de gl'individui de parti de la terra sarrebe il numero demezzi.
39
\ FIL.\ Or considerateche mendicapersuasione è questa. Consideratese per tanto vi potrete mover punto dallaopinion contrariao più tosto confirmarvi in quella. Chi dubita che non siainconveniente dire uno essere il mezzo di tutta la molee del corpo ed animaleintieroa cui e verso cui si referisconoaccoglienoe per cui si uniscano edhanno base tutte le parti; e posserno essere positivamente innumerabili mezzisecondo che della innumerabile moltitudine de le partiin ciascuna possiamocercare o prendere o supponere il mezzo? Nell'uomo uno è semplicemente ilmezzoche si dice il core; e poi molti sono altri mezzisecondo la moltitudinede le partide quali il core ha il suo mezzoil pulmone il suol'epate ilsuoil capoil bracciola manoil piedequesto ossoquesta venaquestoarticolo e queste particelle che constituiscono cotai membri ed hanno particulare determinato sitotanto nel primo e generalech'è tutto individuoquantonel prossimo e particularch'è tutto questo o quell'altro membro del'individuo.
40
\ ELP.\ Considerate che lui si puòintendereche non voglie dir semplicementeperché ciascuna parte abbia ilmezzo; ma che abbia il mezzo a cui si muova.
41
\ FIL.\ Al fine tutto va ad uno: perchénell'animale non si richiede che tutte le parti vadano al mezzo e centro;perché questo è impossibile ed inconvenientema che si referiscano a quelloper la unione de le parti e constituzion del tutto. Perché la vita econsistenza delle cose dividue non si vede in altro che nella debita unione dele partile quali sempre s'intendeno aver quel termine che medesimo si prendeper mezzo e centro. Peròper la constituzion del tutto intierole parti siriferiscono ad un sol mezzo; per la constituzion di ciascun membrole particoledi ciascuno si referiscono al mezzo particular di ciascunoa fin che l'epateconsista per l'union de le sue parti: cossì il pulmoneil capol'orecchiol'occhio ed altri. Eccodunquecome non solamente non è inconvenientemanaturalissimoe che sieno molti mezzi secondo la raggione di molte parti eparticole de le partise gli piace; perché di questi d'uno è constituitosussistente e consistente per la consistenzasussistenza e constituzione del'altri. Certosi sdegna l'intelletto su le considerazioni sopra frascarietaliquali apporta questo filosofo.
42
\ ELP.\ Questo si deve patire per lariputazionech'ha guadagnato costuipiù per non esser inteso che per altro.Ma purdi graziaconsiderate un poco quanto questo galantuomo si compiacque inquesto argumentaccio. Vedete chequasi trionfandosoggionge queste paroli:"Sedunqueil contradicente non potrà contradire a questi sermoni eraggioninecessariamente è uno mezzo ed uno orizonte".
43
\ FIL.\ Dice molto bene. Seguitate.
44
\ ELP.\ Appresso provache gli motisemplici son finiti e determinati; perché quel che disseche il mondo è uno egli moti semplici hanno proprio locoera fondato sopra di questo. Dice dunquecossì: "Ogni mobile si muove da un certo termine ad un certo termine: esempre è differenza specifica tra il termino ondeed il termino oveessendoogni mutazion finita; tali sono morbo e sanitàpicciolezza grandezzaquallà; perché quel che si sananon tende ove si vogliama alla sanità. Nonson dunque il moto della terra e del foco in infinitoma a certi terminidiversi da que' luoghida quai si muoveno; perché il moto ad alto non è motoal basso: e questi doi luoghi son gli orizonti de moti. Eccocome èdeterminato il moto retto. Non meno determinato è il moto circulare; perché dacerto a certo termineda contrario a contrarioè ancor quellose vogliamoconsiderar la diversità del motola quale è nel diametro del circolo; perchéil moto di tutto il circolo a fatto non ha contrario (perché non si termina adaltro punto che a quello da cui cominciò)ma nelle parti della revoluzionequando questa è presa da uno estremo del diametro all'altro opposito".
45
\ FIL.\ Questoche il moto è determinato efinito secondo tali raggioninon è chi lo neghi o ne dubiti; ma è falso chesia semplicemente determinato alto e determinato bassocome altre volte abbiamodetto e provato. Perchéindifferentementeogni cosa si muove o qua o làovunque sia il luogo della sua conservazione. E diciamo (ancor supponendo gliprincipii d'Aristotele ed altri simili) chese infra la terra fusse altrocorpole parti della terra violentemente vi rimarrebonoed indi naturalmentemontarebono. E non negarà Aristotelechese le parti del fuoco fussero soprala sua sfera (comeper esempioove intendeno il cielo o cupola di Mercurio)descenderebono naturalmente. Vedete dunquequanto bene naturalmente determininosu e giùgrave e lievedopo ch'arrete considerato che tutti corpiovunquesieno e dovunque si muovanoritegnono e cercano al possibile il loco dellaconservazione. Tuttaviaquantunque sia vero che ogni cosa si muove per gli suoimezzida' suoi ed a' suoi terminied ogni motoo circulare o rettoèdeterminato da opposito in opposito; da questo non séguita che l'universo siafinito di grandezzané che il mondo sia uno; e non si distrugge che siainfinito il moto semplicemente di qualsivoglia atto particolareper cui quelspirtocome vogliam direche fa ed incorre a questa composizioneunione evivificazionepuò essere e sarà sempre in altre ed altre infinite. Puòdunque stareche ogni moto sia finito (parlando del moto presentenon absolutae semplicemente di ciascun particulareed in tutto) e che infiniti mondi sieno:atteso checome ciascuno de gl'infiniti mondi è finito ed ha regione finitacossì a ciascuno di quei convegnono prescritti termini del moto suo e de sueparti.
46
\ ELP.\ Voi dite bene; e con questosenzache séguite inconveniente alcuno contra di noiné cosa che sia in favor diquelle che lui vuol provareè apportato quel "segno"che luisoggionge a mostrar"che il moto non sia in infinitoperché la terra edil fuoco quanto più s'accostano alla sua sferatanto più velocemente simuoveno; e peròse il moto fusse in infinitola velocitàlevità e gravitàverrebe ad essere in infinito".
47
\ FIL.\ Buon pro gli faccia.
48
\ FRAC.\ Sì. Ma questo mi par il gioco dele bagattelle; perchése gli atomi hanno moto infinito per la successionlocale che a tempi a tempi fannoor avendo efflusso da questoor influsso inquelloor giungendosi a questaor a quella composizioneor concorrendo inquestaor in quella figurazione per il spacio inmenso dell'universo; verrannoper certo ad avere infinito moto localediscorrere per infinito spacio econcorrere ad infinite alternazioni. Per questo non séguita ch'abbiano infinitagravitàlevità o velocità.
49
\ FIL.\ Lasciamo da parte il moto delleprime parti ed elementie consideriamo solamente de le parti prossime edeterminate a certa specie di entecioè di sustanza: come de le parti de laterrache son pur terra. Di queste veramente si diceche in quei mondi chesonoed in quelle regioni dove versanoin quella forma che ottegnononon simuoveno se non da certo a certo termine. E da questo non più séguita questaconclusione: dunque l'universo è finito ed il mondo è uno- che quest'altra:dunque le scimie nascono senza codadunque i gufi veggono la notte senzaocchialidunque i pipistrelli fanno lana. Oltredi queste parti intendendogiamai si potrà far tale illazione: l'universo è infinitoson terre infinite;dunque puotrà una parte di terra continuamente muoversi in infinitoe deveaver ad una terra infinitamente distante appulso infinito e gravità infinita. Equesto per due caggioni: de quali l'una èche non si può dar questo transitoperchéconstando l'universo di corpi e principii contrarii non potrebbe talparte molto discorrere per l'eterea regioneche non venesse ad esser vinta dalcontrario e dovenir a tale che non più si muova quella terra; perché quellasustanza non è più terraavendoper vittoria del contrariocangiatocomplessione e volto. L'altrache generalmente veggiamo che tanto mancachemai da distanza infinita possa esser impeto di gravità o levitàcome diconoche tal appulso de parti non può essere se non infra la regione del propriocontinente; le qualise fussero estra quellanon più vi si muoverebonochegli fluidi umori (quali ne l'animale si muoveno da parti esterne all'internesuperiori ed inferiorisecondo tutte differenzemontando e bassandorimovendosi da questa a quella e da quella a questa parte)messi fuori delproprio continente ancor contigui a quelloperdeno tal forza ed appulsonaturale. Vale dunque per tanto spacio tal relazionequanto vien misurato peril semediametro dal centro di tal particular regione alla sua circonferenzadove circa questa è la minima gravitàe circa quello la massima; e nel mezzosecondo gli gradi della propinquità circa l'uno o l'altrala viene ad essermaggior e minore; come appare nella presente demostrazionein cui A significail centro de la regionedoveparlando comunmentela pietra non è grave nélieve; B significa la circonferenza della regionedove parimente non saràgrave né lievee rimarrà quieta (onde appare ancora la coincidenza delmassimo e minimoquale è dimostrata in fine del libro De principiocausaed uno); 123456789significano le differenze di spacitramezanti:
B 9 né gravené lieve.
8 minimo gravelevissimo.
7 assai men graveassai più lieve.
6 meno gravepiù lieve.
5 gravelieve.
4 più gravemen lieve.
3 assai più graveassai men lieve.
2 gravissimominimo lieve.
A 1 né gravené lieve.

50
Or vedete oltre quanto manca ch'una terradebba muoversi a l'altrache anco le parti di ciascunamesse fuor dellapropria circonferenzanon hanno tale appulso.
51
\ ELP.\ Volete che sia determinata questacirconferenza?
52
\ FIL.\ Sìquanto alla massima gravitàche potesse esser nella massima parte; o se pur ti piace (perché tutto il globonon è grave né lieve)in tutta la terra. Ma quanto alle differenze mezzane degravi e lieviche dico si denno prendere tanto diverse differenzequantodiversi possono essere gli pondi di diverse parti che son comprese tra ilmassimo e minimo grave.
53
\ ELP.\ Discretamentedunquesi deveintendere questa scala.
54
\ FIL.\ Ogniuno ch'ha ingegnopotrà da persé intendere il come. Or quanto alle referite raggioni d'Aristoteleassai èdetto. Veggiamo adessose oltre nelle seguenti apporta qualche cosa.
55
\ ELP.\ Di grazia contentatevi che di questone parliamo nel seguente giorno; perché sono aspettato dall'Albertinoche èdisposto di venir qua a ritrovarvi domani. Dal qual credoche potrete udirtutte le più gagliarde raggioni che per l'opinion contraria possono apportarsiper esser egli assai prattico nella commune filosofia.
56
\ FIL.\ Sia con vostra commodità.

Dialogo 5

Albertinonuovo interlocutore.

 

1 \ ALB.\ Vorrei sapere chefantasmache inaudito mostroche uomo eteroclitoche cervello estraordinarioè questo; quai novelle costui di nuovo porta al mondo; o pur che cose absoletee vecchie vegnono a rinuovarsiche amputate radici vegnono a repullular inquesta nostra etade.
2
\ ELP.\ Sono amputate radici che germoglianoson cose antique che rivegnonoson veritadi occolte che si scuoprono: è unnuovo lume chedopo lunga nottespunta all'orizonte ed emisfero della nostracognizione ed a poco a poco s'avicina al meridiano della nostra intelligenza.
3
\ ALB.\ S'io non conoscesse Elpinoso chedirei.
4
\ ELP.\ Dite pur quel che vi piace; chésevoi avete ingegnocome io credo averlogli consentirete come io gli consento;se l'avete meglioregli consentirete più tosto e megliocome credo che sarà.Atteso che quelli a' quali è difficile la volgar filosofia ed ordinariascienzae sono ancor discepoli e mal versati in quella (ancor che non sistimino taliper quel che sovente esser suole)non sarà facile che siconvertano al nostro parere; perché in cotali può più la fede universaleedin essi massime la fama de gli autori che gli son stati messi per le manitrionfa; per il che admirano la riputazion di espositori e commentatori diquelli. Ma gli altri a' quali la detta filosofia è aperta e che son gionti aquel termineonde non son più occupati a spendere il rimanente della lor vitaad intendere quel ch'altri dicama hanno proprio lume ed occhi de l'intellettovero agentepenetrano ogni ricettoe qual'Argicon gli occhi de diversecognizionila possono contemplar per mille porte ignuda; potrannofacendosipiù appressodistinguere tra quel che si crede e s'ha per concesso e veropermirar da lontano per forza di consuetudine e senso generalee quel cheveramente èe deve aversi per certocome constante nella verità e sustanzade le cose. Malamentedicopotranno approvar questa filosofia color che o nonhanno buona felicità d'ingegno naturaleo pur non sono espertialmenomediocrementein diverse facultadie non son potenti sì fattamente nell'attoreflesso de l'intelletto che sappiano far differenza da quello ch'è fondato sula fedea ciò che è stabilito su l'evidenza di veri principii; perché talcosa comunmente s'ha per principio cheben consideratasi trovarà conclusioneimpossibile e contra natura. Lascio quelli sordidi e mercenarii ingegni chepoco e niente solleciti circa la veritàsi contentano saper secondo checomunmente è stimato il sapere; amici poco di vera sapienzabramosi di fama eriputazion di quella; vaghi d'apparirepoco curiosi d'essere. Malamentedicopotrà eligere tra diverse opinioni e talvolta contradittorie sentenze chi nonha sodo e retto giudizio circa quelle. Difficilmente varrà giudicare chi non èpotente a far comparazione tra queste e quellel'una e l'altra. A gran penapotrà comparar le diverse insieme chi non capisce la differenza che ledistingue. Assai malagevole è comprendere in che differiscano e come sianoaltre queste da quelleessendo occolta la sustanza di ciascuna e l'essere.Questo non potrà giamai essere evidentese non è aperto per le sue cause eprincipii ne gli quali ha fondamento. Dopodunqueche arrete mirato conl'occhio de l'intelletto e considerato col regolato senso gli fondamentiprincipii e causedove son piantate queste diverse e contrarie filosofieveduto qual sia la naturasustanza e proprietà di ciascunacontrapesato conla lance intellettuale e visto qual differenza sia tra l'une e l'altrefattacomparazion tra queste e quelle e rettamente giudicatosenza esitar puntofarete elezion di consentire al vero.
5
\ ALB.\ Contra le opinioni vane e stolteesser sollecito è cosa da vano e stoltodice il principe Aristotele.
6
\ ELP.\ Assai ben detto. Mase ben guardatequesta sentenza e conseglio verrà a pratticarsi contra le sue opinionimedesimequando saranno apertamente stolte e vane. Chi vuol perfettamentegiudicarecome ho dettodeve saper spogliarsi dalla consuetudine di credere;deve l'una e l'altra contradittoria esistimare equalmente possibileedismettere a fatto quella affezione di cui è imbibito da natività: tantoquella che ne presenta alla conversazion generalequanto l'altra per cuimediante la filosofia rinascemomorendo al volgotra gli studiosi stimatisapienti dalla moltitudine ed in un tempo. Voglio direquando accadecontroversia tra questi ed altri stimati savii da altre moltitudini ed altritempise vogliamo rettamente giudicaredoviamo richiamare a mente quel chedice il medesimo Aristotelecheper aver riguardo a poche cosetalvoltafacilmente gittamo sentenze; ed oltreche l'opinione talvolta per forza diconsuetudine sì fattamente s'impadronisce del nostro consentimento che tal cosane par necessariach'è impossibile; tal cosa scorgemo ed apprendiamo perimpossibilech'è verissima e necessaria. E se questo accade nelle cose per sémanifesteche deve essere in quelle che son dubie ed hanno dependenza da benposti principii e saldati fondamenti?
7
\ ALB.\ È opinione del commentatore Averroeed altri moltiche non si può sapere quel tanto ch'ha ignorato Aristotele.
8
\ ELP.\ Questo con tal moltitudine erasituato con l'ingegno sì al bassoed erano in sì spesse tenebreche il piùalto e più chiaro che vedevanogli era Aristotele. Però se costui ed altriquando si lascian cascar simil sentenzavolessero più castigatamente parlaredirebono Aristotele esser un Diosecondo il lor parere; onde non tanto vegnanoa magnificar Aristotelequanto ad esplicar la propria dapoccagine; perché nonaltrimente questo è secondo il lor parerechesecondo il parer della scimiale più belle creature del mondo son gli sui figli ed il più vago maschio de laterra è il suo scimione.
9
\ ALB.\ Parturient montes...
10
\ ELP.\ Vedrete che non è sorgio quel chenasce.
11
\ ALB.\ Molti hanno balestrato e machinatocontra.Aristotele; ma son cascati i casteglison spuntate le frecce e gli sonrotti gli archi.
12
\ ELP.\ Che fiase una vanità guerreggiacontra l'altra? L'una è potente contra tutte; non per questo perde l'esservanità; ed al fine non potrà esser discoperta e vinta dal vero?
13
\ ALB.\ Dico che è impossibile di contradirdemostrativamente ad Aristotele.
14
\ ELP.\ Questo è un troppo precipitosodire.
15
\ ALB.\ Io non lo dicose non dopo averveduto bene ed assai meglio considerato quanto dice Aristotele. Ed in quellotanto manca ch'io vi trove errore alcunoche niente vi scorgo che non sappia dedivinità; e credo che altro non si possa accorgere di quel ch'io non ho possutoaccorgermi.
16
\ ELP.\ Dunque misurate il stomaco ecervello altrui secondo il vostroe credette non esser possibile ad altri quelch'è impossibile a voi. Sono al mondo alcuni tanto infortunati ed infelici cheoltre che son privi d'ogni benehanno per decreto del fato per compagna eternatale Erinni ed infernal furiache li fa volontariamente con l'atro velo dicorrosiva invidia appannarsi gli occhi per non veder la sua nuditàpovertà emiseriae l'altrui ornamentiricchezze e felicitadi: voglion più tosto insporca e superba penuria intisichiree sotto il lettame di pertinace ignoranzastar sepoltich'esser veduti conversi a nuova disciplinaparendogli diconfessar d'esser stato sin allora ignorante ed aver un tal per guida.
17
\ ALB.\ Volete dunqueverbi gratiache mi faccia discepolo di costui? io che son dottore approvato da milleacademiee che ho essercitata publica profession de filosofie nelle primeacademie del mondovegna ora a rinegar Aristotele e mi faccia insegnarfilosofia da simili?
18
\ ELP.\ Io per menon come dottorema comeindottovorrei essere insegnato; non come quello che dovrei esserema comequello che non sonovorrei imparare; accettarei per maestro non sol costuimaqualsivogli' altro che gli dei hanno ordinato che mi siaperché gli fannointendere quel ch'io non intendo.
19
\ ALB.\ Dunque mi volete far ripuerascere?
20
\ ELP.\ Anzi dispuerascere.
21
\ ALB.\ Gran mercé alla vostra cortesiapoi che pretendete d'avanzarmi e pormi in exaltazione con farmi auditore diquesto travagliatoch'ogniun sa quanto sia odiato nell'academie quando èaversario delle dottrine comunilodato da pochiapprovato da nessunoperseguitato da tutti.
22
\ ELP.\ Da tutti sìma tali e quali; dapochi sìma ottimi ed eroi. Aversario de dottrine comuninon per esserdottrine o per esser comunima perché false. Dall'academie odiatoperchédov'è dissimilitudinenon è amore; travagliatoperché la moltitudine ècontraria a chi si fa fuor di quella; e chi si pone in altosi fa versaglio amolti. E per descrivervi l'animo suoquanto al fatto del trattar cosespeculativevi dico che non è tanto curioso d'insegnarequanto d'intendere; eche lui udirà meglior nova e prenderà maggior piacerequando sentirà chevogliate insegnarlo (pur ch'abbia speranza de l'effetto)che se gli diceste chevolete essere insegnato da lui; perché il suo desio consiste più in imparareche in insegnaree si stima più atto a quello ch'a questo. Maeccolo a puntoinsieme con Fracastorio.
23
\ ALB.\ Siate il molto ben venutoFiloteo.
24
\ FIL.\ E voi il ben trovato.
25
\ ALB.\
S'a la foresta fieno e paglia rumino
Col buemontonbeccoasino e cavallo
Orper far meglior vitasenza fallo
Qua me ne vegno a farmi catecumino.

26
\ FRAC.\ Siate il ben venuto.
27
\ ALB.\ Tanto sin al presente ho fatta stimade le vostre posizioniche le ho credute indegne di essere uditenon che dirisposta.
28
\ FIL.\ Similmente giudicavo ne' miei primianniquando ero occupato in Aristotelesino a certo termine. Oradopo ch'hopiù visto e considerato e con più maturo discorso debbo posser far giudizio dele cosepotrà essere ch'io abbia desimparato e perso il cervello. Orperchéquesta è una infirmità la quale nessun meno la sente che l'amalato istessoiopiù tosto mosso da una suspizionepromosso dalla dottrina all'ignoranzamoltoson contento d'essere incorso in un medico taleil qual è stimato sufficienteda tutti di liberarmi da tal mania.
29
\ ALB.\
Nol può far la naturaio far nol posso
S'il male è penetrato in sin a l'osso.

30
\ FRAC.\ Di graziasignortoccategli primail polso e vedete l'urina; perché appressose non possiamo effettuar la curastaremo sul giudizio.
31
\ ALB.\ La forma di toccar il polso è diveder come potrete risolvere ed estricar da alcuni argomentich'or ora vi faròudirequali necessariamente conchiudeno la impossibilità di più mondi; tantomancache gli mondi sieno infiniti.
32
\ FIL.\ Non vi sarò poco ubligato quandom'arrete insegnato questo; e quantunque il vostro intento non riescavi saròpur debitore per quelche mi verrete a confirmar nel mio parere. Perchécertovi stimo tale che per voi mi potrò accorgere di tutta la forza delcontrario; e come quello che siete espertissimo nelle ordinarie scienzefacilmente vi potrete avedere del vigor de' fondamenti ed edificii di quelleper la differenza ch'hanno da nostri principii. Or perché non accadainterrozione di raggionamentie ciascuno a bel agio possa esplicarsi tuttopiacciavi di apportar tutte quelle raggioni che stimate più salde e principalie che vi paiono demostrativamente conchiudere.
33
\ ALB.\ Cossì farò. Primadunquedaquelche estra questo mondo non s'intende essere loco né tempoperché sedice un primo cielo e primo corpoil quale è distantissimo da noi e primomobile; onde abbiamo per consuetudine di chiamar cielo quello che è sommoorizonte del mondodove sono tutte le cose immobilifisse e quieteche son leintelligenze motrici de gli orbi. Ancoradividendo il mondo in corpo celeste edelementaresi pone questo terminato e contenutoquello terminante econtinente: ed è tal ordine de l'universo chemontando da corpo più crasso apiù sottile quello che è sopra il convesso del fuocoin cui sono affissi ilsolela luna ed altre stelleè una quinta essenza; a cui conviene e che nonvada in infinitoperché sarrebe impossibile di giongere al primo mobile; e chenon si repliche l'occorso d'altri elementisì perché questi verrebono adessere circonferenzialisì anco perché il corpo incorrottibile e divinoverrebe contenuto e compreso da gli corrottibili. Il che è inconveniente:perché a quello ch'è divinoconviene la raggion di forma ed attoe perconseguenza di comprendentefiguranteterminante; non modo di terminatacompresa e figurata materia. Appressoargomento cossì con Aristotele: "sefuor di questo cielo è corpo alcunoo sarà corpo sempliceo sarà corpocomposto"; ed in qualsivoglia modo che tu dicadimando oltreo vi è comein loco naturaleo come in loco accidentale e violento. Mostramo che ivi non ècorpo semplice; perché non è possibile che corpo sferico si cange di loco;perchécome è impossibile che muti il centrocossì non è possibile checange il sito: atteso che non può esser se non per violenza estra il propriosito; e violenza non può essere in luitanto attiva- quanto passivamente.Similmente non è possibile che fuor del cielo sia corpo semplice mobile di motoretto: o sia grave o sia lievenon vi potrà essere naturalmenteatteso chegli luoghi di questi corpi semplici sono altri dai luoghiche si dicono fuordel mondo. Né potrete dir che vi sia per accidente; perché averrebeche altricorpi vi sieno per natura. Oressendo provatoche non sono corpi semplicioltre quei che vegnano alla composizion di questo mondoche son mobili secondotre specie di moto localeè consequente che fuor del mondo non sia altro corposemplice. Se cossì èè anco impossibileche vi sia composto alcuno; perchéquesto di quelli si fa ed in quelli si risolve. Cossì è cosa manifesta che nonson molti mondiperché il cielo è unicoperfetto e compitoa cui non èné può essere altro simile. Indi s'inferisceche fuor di questo corpo nonpuò essere loco né pieno né vacuoné tempo. Non vi è loco; perchésequesto sarà pienocontenerà corpo o semplice o composto: e noi abbiamo dettoche fuor del cielo non v'è corpo né semplice né composto. Se sarà vacuoallorasecondo la raggion del vacuo (che si definisce spacioin cui può essercorpo)vi potrà essere; e noi abbiamo mostrato che fuor del cielo non puòesser corpo. Non vi è tempo; perché il tempo è numero di moto; il moto non èse non di corpo; però dove non è corponon è motonon v'è numeronémisura di moto; dove non è questanon è tempo. Poi abbiam provatoche fuordel mondo non è corpoe per consequenza per noi è dimostrato non esservimotoné tempo. Se cossì ènon vi è temporeo né mobile: e per consequenzail mondo è uno.
34
Secondoprincipalmente dall'unità delmotore s'inferisce l'unità del mondo. È cosa concessache il moto circulareè veramente unouniformesenza principio e fine. S'è unoè uno effettoilquale non può essere da altro che da una causa. Sedunqueè uno il cieloprimosotto il quale son tutti gl'inferioriche conspirano tutti in un ordinebisogna che sia unico il governante e motore. Questo essendo inmaterialenon èmoltiplicabile di numero per la materia. Se il motore è unoe da un motore nonè se non un motoed un moto (o sia complesso o incomplesso) non è se non inun mobileo semplice o compostorimane che l'universo mobile è uno. Dunquenon son più mondi.
35
Terzoprincipalmente da luoghi de corpimobili si conchiude ch'il mondo è uno. Tre sono le specie di corpi mobili:grave in generalelieve in generale e neutro; cioè terra ed acquaaria efuocoe cielo. Cossì gli luoghi de mobili son tre: infimo e mezzodove va ilcorpo gravissimo; supremo massime discosto da quello; e mezzano tra l'infimo eil supremo. Il primo è graveil secondo è né grave né lieveil terzo èlieve. Il primo appartiene al centroil secondo alla circonferenzail terzo alspacio ch'è tra questa e quello. Èdunqueun luogo inferiore a cui simuoveno tutti gli gravisieno in qualsivoglia mondo; è un superiore a cui sireferiscono tutti i lievi da qualsivoglia mondo; dunqueè un luogo in cui siverse il cielodi qualunque mondo il sia. Or se è un locoè un mondononson più mondi.
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Quartodico che sieno più mezzi ai qualisi muovano gli gravi de diversi mondisieno più orizonti a gli quali si muovail lieve; e questi luoghi de diversi mondi non differiscano in speciemasolamente di numero. Averrà allora che il mezzo dal mezzo sarà più distantech'il mezzo da l'orizonte; ma il mezzo e mezzo convegnono in specie; il mezzo edorizonte son contrarii. Dunquesarà più distanza locale tra quei checonvegnono in specie che tra gli contrarii. Questo è contra la natura di talioppositi; perché quando si dice che gli contrarii primi son massimamentediscostiquesto massime s'intende per distanza localela qual deve essere negli contrarii sensibili. Vedetedunqueche séguita supponendosiche sienopiù mondi. Per tanto tale ipotesi non è solamente falsama ancoraimpossibile.
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Quintose son più mondi simili in speciedeveranno essere o equali o pur (ché tutto viene ad unoper quanto appartieneal proposito) proporzionali in quantità; se cossì ènon potranno più chesei mondi essere contigui a questo: perchésenza penetrazion di corpicossìnon più che sei sfere possono essere contigue a unacome non più che seicircoli equalisenza intersezione de lineepossono toccare un altro. Essendocossìaccaderà che più orizonti in tanti punti (ne li quali sei mondiesteriori toccano questo nostro mondo o altro) saranno circa un sol mezzo. Maessendo che la virtù de doi primi contrarii deve essere uguale e da questo mododi ponere ne séguite inequalitàverrete a far gli elementi superiori piùpotenti che gl'inferiorifarrete quelli vittoriosi sopra questi e verrete adissolvere questa mole..
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Sestoessendo che gli circoli de mondi nonsi toccano se non in puntobisogna necessariamente che rimagna spacio tra ilconvesso del circolo di una sfera e l'altra; nel qual spacio o vi è qualcosache empiao niente. Se vi è qualche cosacerto non può essere di naturad'elemento distante dal convesso de la circonferenzaperchécome si vedecotal spacio è triangulareterminato da tre linee arcuali che son parti dellacirconferenza di tre mondi; e però il mezzo viene ad esser più lontano dalleparti più vicine a gli angolie lontanissimo da quellicome apertissimo sivede. Bisognadunquefingere novi elementi e novo mondoper empir quelspaciodiversi dalla natura di questi elementi e mondo. Over è necessario diponere il vacuoil quale supponemo impossibile.
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Settimose son più mondio son finiti oson infiniti. Se sono infinitidunque si trova l'infinito in atto: il che conmolte raggioni è stimato impossibile. Se sono finitibisogna che sieno inqualche determinato numero: e sopra di questo andaremo investigando perché sontantie non son più né meno; perché non ve n'è ancor un altroche vi faquesto o quell'altro di più; se son pari o impari; perché più tosto de l'unache de l'altra differenza; o pur perché tutta quella materia che è divisa inpiù mondinon s'è agglobata in un mondoessendo che la unità è meglior chemoltitudinetrovandosi l'altre cose pari; perché la materia è divisa inquattro o sei o diece terrenon è più tosto globo grandeperfetto esingulare. Comedunquede il possibile ed impossibile si trova il numerofinito più presto che infinitocossì tra il conveniente e disconvenienteèpiù raggionevole e secondo la natura l'unità che la moltitudine o pluralità.
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Settimoin tutte le cose veggiamo la naturafermarsi in compendio; perchécome non è difettuosa in cose necessariecossì non abonda in cose soverchie. Possendo dunque essa ponere in effetto iltutto per quell'opre che son in questo mondonon è raggione ancor che sivoglia fengere che sieno altri.
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Ottavose fussero mondi infiniti o più cheunomassime sarebbono per questoche Dio può farle o pur da Dio possonodependere. Ma quantunque questo sia verissimo per tanto non séguita che sieno:perchéoltre la potenza attiva di Diose richiede la potenza passiva de lecose. Perché dalla absoluta potenza divina non dipende quel tanto che puòesser fatto nella natura; atteso che non ogni potenza attiva si converte inpassivama quella sola la quale ha paziente proporzionatocioè soggetto taleche possa ricevere tutto l'atto dell'efficiente. Ed in cotal modo non hacorrispondenza cosa alcuna causata alla prima causa. Per quantodunqueappartiene alla natura del mondonon possono essere più che unobenché Dione possa far più che uno.
42
Nonoè cosa fuor di raggione la pluralitàdi mondiperché in quelli non sarrebe bontà civilela quale consiste nellacivile conversazione; e non arrebono fatto bene gli dei creatori de diversimondi di non far che gli cittadini di.quelli avessero reciproco commercio.
43
Decimocon la pluralità di mondi viene acaggionarsi impedimento nel lavoro di ciascun motore o dio; perché essendonecessario che le sfere si toccano in puntoaverrà che l'uno non si potràmuovere contra de l'altroe sarà cosa difficile che il mondo sia governato dagli dei per il moto.
44
Undecimoda uno non può provenirepluralità d'individui se non per tal atto per cui la natura si moltiplica perdivision della materia; e questo non è altro atto che di generazione. Questodice Aristotele con tutt'i peripatetici. Non si fa moltitudine d'individui sottouna speciese non per l'atto della generazione. Ma quelli che dicono più mondidi medesima materia e forma in specienon dicono che l'uno si convertenell'altro né si genere dell'altro.
45
Duodecimoal perfetto non si fa addizione.Se dunque questo mondo è perfettocertamente non richiede ch'altro se gliaggionga. Il mondo è perfetto prima come specie di continuo che non si terminaad altra specie di continuo; perché il punto indivisibile matematicamente correin lineache è una specie di continuo; la linea in superficieche è laseconda specie di continuo; la superficie in corpoche è la terza specie dicontinuo. Il corpo non migra o discorre in altra specie di continuo; mase èparte dell'universosi termina ad altro corpo; se è universoè perfetto enon si termina se non da se medesimo. Dunqueil mondo ed universo è unosedeve essere perfetto. - Queste sono le dodici raggionile quali voglio per oraaver prodotte. Se voi mi satisfarrete in questevoglio tenermi satisfatto intutte.
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\ FIL.\ BisognaAlbertin mioche uno chesi propone a defendere una conclusioneprimase non è al tutto pazzoabbiaessaminate le contrarie raggioni; come sciocco sarrebe un soldato che prendesseassunto de difendere una roccasenza aver considerato le circonstanze e luoghionde quella può essere assalita. Le raggioni che voi apportate (se pur sonraggioni)sono assai communi e repetite più volte da molti. Alle quali tuttesarà efficacissimamente rispostosolo con aver considerato il fondamento diquelle da un cantoe dall'altro il modo della nostra asserzione. L'uno el'altro vi sarà chiaro per l'ordine che terrò nel rispondere; il qualeconsisterà in breve paroliperchése altro bisognarà dire ed esplicareiovi lasciarò al pensiero di Elpinoil quale vi replicarà quello che ha uditoda me.
47
\ ALB.\ Fate prima che io mi accorga checiò possa essere con qualche frutto e non senza satisfazione d'un che desiderasapere; ché certo non mi rincrescerà d'udir prima voie poi lui.
48
\ FIL.\ A gli uomini savii e giudiciositra' quali vi connumerobasta sol mostrare il loco della considerazione;perché da per essi medesimi poi profondano sul giudicio de gli mezzi per qualisi discende all'una e l'altra contradittoria o contraria posizione. Quanto alprimo dubiodunquediciamoche tutta quella machina va per terraposto chenon sono quelle distinzioni di orbi e cielie che gli astri in questo spacioinmenso etereo si muoveno da principio intrinseco e circa il proprio centro ecirca qualch'altro mezzo. Non è primo mobile che rapisca realmente tanti corpicirca questo mezzo; ma più presto questo uno globo causa l'apparenza di cotalrapto. E le raggioni di questo ve le dirà Elpino.
49
\ ALB.\ Le udirò volentiera.
50
\ FIL.\ Quando udirete e concepirete chequel dire è contra naturae questo è secondo ogni raggionesenso e naturalverificazionenon direte oltre essere una margineuno ultimo del corpo e motodell'universo; e che non è che una vana fantasia l'esistimare che sia tal primomobiletal cielo supremo e continentepiù tosto che un seno generalein cuinon altrimente subsidano gli altri mondi che questo globo terrestre in questospaciodove vien circondato da questo ariasenza che sia inchiodato ed affissoin qualch'altro corpo ed abbia altra base ch'il proprio centro. E se si vedràche questo non si può provare d'altra condizione e naturaper non mostraraltri accidenti da quei che mostrano gli astri circonstantinon deve esserstimato più tosto lui in mezzo dell'universo che ciascuno di quellie lui piùtosto apparir esser circuito da quelli che quelli da lui; onde al fineconchiudendosi tale indifferenza di naturasi conchiuda la vanità de gli orbideferentila virtù dell'anima motrice e natura interna essagitatrice di questiglobila indifferenza de l'ampio spacio dell'universola irrazionalità dellamargine e figura esterna di quello.
51
\ ALB.\ Cose in vero che non repugnano allanaturapossono aver maggior convenienza; ma son de difficilissima prova erichiedeno grandissimo ingegno per estricarse dal contrario senso e raggioni.
52
\ FIL.\ Trovato che sarà il capofacilissimamente si sbrogliarà tutto l'intrico. Perché la difficultà procededa un modo e da uno inconveniente supposto: e questo è la gravità della terrala immobilità di quellala posizione del primo mobile con altri setteotto onove o piùnelli quali sono piantatiingravatiinpiastratiinchiodatiannodatiincollatisculpiti o depinti gli astri; e non residenti in unomedesimo spacio con questo astro che è la terra nominata da noila qualeudirete non essere di regionedi figuradi natura più né meno elementare chetutti gli altrimeno mobile da principio intrinseco che ciascuno di queglialtri animanti divini.
53
\ ALB.\ Certoentrato che mi sarà nel capoquesto pensierofacilmente succederanno gli altri tutti che voi mi proponete:arrete insieme insieme tolte le radici d'una e piantate quelle d'una altrafilosofia.
54
\ FIL.\ Cossì dispreggiarete per raggioneoltre prendere quel senso comunecon cui volgarmente si dice un sommo orizontealtissimo e nobilissimoconfine alle sustanze divine inmobili e motrici diquesti finti orbi; ma confessarete almeno essere equalmente credibilechecossì come questa terra è un animale mobile e convertibile da principiointrinsecosieno quelli altri tutti medesimamentee non mobili secondo il motoe delazione d'un corpoche non ha tenacità né resistenza alcunapiù raro epiù sottile che esser possa questo aria in cui spiriamo. Considerarete questodire consistere in pura fantasia e non potersi demostrare al senso; ed il nostroessere secondo ogni regolato senso e ben fondata raggione. Affirmarete nonessere più verisimile che le sfere imaginate di concava e convessa superficiesieno mosse e seco amenino le stelleche vero e conforme al nostro intelletto econvenienza naturale chesenza temere di cascare infinito al basso o montare adalto (atteso che nell'immenso spacio non è differenza di altobassodestrosinistroavanti ed addietro)gli uni circa e verso gli altri facciano gli lorcircoliper la raggione della lor vita e consistenza nel modo che udirete nelsuo loco. Vedrete come estra questa imaginata circonferenza di cielo possaessere corpo semplice o compostomobile di moto retto; perchécome di motoretto si muoveno le parti di questo globocossì possono muoversi le parti degli altri e niente meno; perché non è fatto e composto d'altro questo che glialtri circa questo e circa gli altri; non appare meno questo aggirarsi circa glialtri che gli altri circa questo.
55
\ ALB.\ Ora più che mai mi accorgo chepicciolissimo errore nel principio causa massima differenza e discrime de errorein fine; uno e semplice inconveniente a poco a poco se moltiplica ramificandosiin infiniti altricome da picciola radice machine grandi e rami innumerabili.Per mia vitaFiloteoio son molto bramoso che questo che mi proponida te mivegna provatoe da quel che lo stimo degno e verisimilemi sia aperto comevero.
56
\ FIL.\ Farrò quanto mi permetteràl'occasion del temporimettendo molte cose al vostro giudiziole quali sin oranon per incapacitàma per inadvertenza vi sono state occolte.
57
\ ALB.\ Dite pur per modo d'articolo e diconclusione il tuttoperché so che prima che voi entraste in questo parereavete possuto molto bene essaminare le forze del contrario; essendo che soncertoche non meno a voi che a me sono aperti gli secreti della filosofiacommune. Seguitate.
58
\ FIL.\ Non bisogna dunque cercarese estrail cielo sia locovacuo o tempo; perché uno è il loco generaleuno il spacioinmenso che chiamar possiamo liberamente vacuo; in cui sono innumerabili edinfiniti globicome vi è questo in cui vivemo e vegetamo noi. Cotal spacio lodiciamo infinitoperché non è raggioneconvenienzapossibilitàsenso onatura che debba finirlo: in esso sono infiniti mondi simili a questoe nondifferenti in geno da questo; perché non è raggione né difetto di facultànaturaledico tanto potenza passiva quanto attivaper la qualecome in questospacio circa noi ne sonomedesimamente non ne sieno in tutto l'altro spacio chedi natura non è differente ed altro da questo.
59
\ ALB.\ Se quel ch'avete prima dettoèvero (come sin ora non è men verisimile che 'l suo contradittorio)questo ènecessario.
60
\ FIL.\ Estradunquel'imaginatacirconferenza e convesso del mondo è tempoperché vi è la misura e raggionedi motoperché vi sono de simili corpi mobili. E questo sia parte suppostoparte proposto circa quello ch'avete detto come per prima raggione dell'unitàdel mondo.
61
Quanto a quello che secondariamentedicevatevi dico che veramente è un primo e prencipe motorema non talmenteprimo e prencipe cheper certa scalaper il secondoterzo ed altri da quellosi possa discenderenumerandoal mezzano ed ultimo: atteso che tali motori nonsononé possono essere; perché dove è numero infinitoivi non è grado néordine numeralebenché sia in grado ed ordine secondo la raggione e dignità ode diverse specie e genio de diverse gradi in medesimo geno e medesima specie.Sono dunqueinfiniti motoricossì come sono anime infinite di queste infinitesferele qualiperché sono forme ed atti intrinseciin rispetto de qualitutti è un prencipe da cui tutti dipendonoè un primo il quale dona la virtùdella motività a gli spirtianimedeinumimotorie dona la mobilità allamateriaal corpoall'animatoalla natura inferioreal mobile. Sondunqueinfiniti mobili e motorili quali tutti se riducono a un principio passivo edun principio attivocome ogni numero se reduce all'unità; e l'infinito numeroe l'unità coincidenoed il summo agente e potente fare il tutto con ilpossibile esser fatto il tutto coincideno in unocome è mostrato nel fine dellibro Della causaprincipio ed uno. In numero dunque e moltitudine èinfinito mobile ed infinito movente; ma nell'unità e singularità è infinitoimmobile motoreinfinito immobile universo; e questo infinito numero emagnitudine e quella infinita unità e semplicità coincideno in unosemplicissimo ed individuo principioveroente. Cossì non è un primo mobileal quale con certo ordine succeda il secondoin sino l'ultimoo pur ininfinito; ma tutti gli mobili sono equalmente prossimi e lontani al primo e dalprimo ed universal motore. Comelogicamente parlandotutte le specie hannoequal raggione al medesimo genotutti gli individui alla medesima specie;cossì da un motore universale infinitoin un spacio infinitoè un motouniversale infinito da cui dependono infiniti mobili e infiniti motoride qualiciascuno è finito di mole ed efficacia.
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Quanto al terzo argumentodico chenell'etereo campo non è qualche determinato puntoa cuicome al mezzosimuovano le cose gravie da cuicome verso la circonferenzase discostano lecose lievi; perché nell'universo non è mezzo né circonferenzamase vuoiin tutto è mezzo ed in ogni punto si può prendere parte di qualchecirconferenza a rispetto di qualche altro mezzo o centro. Or quanto a noirespettivamente si dice grave quello che dalla circonferenza di questo globo simuove verso il mezzo; lieve quello che secondo il contrario modo verso ilcontrario sito; e vedremo che niente è graveche medesimo non sia lieve;perché tutte le parti de la terra successivamente si cangiano di sitoluogo etemperamentomentre per longo corso di secoli non è parte centrale che non sifaccia circonferenzialené parte circonferenziale che non si faccia del centroo verso quello. Vedremo che gravità e levità non è altro che appulso de leparti de corpi al proprio continente e conservanteovunque il sia; però nonsono differenze situali che tirano a sé tali partiné che le mandano da séma è il desio di conservarsiil quale spenge ogni cosa come principiointrinsecoese non gli obsta impedimento alcunola perduce ove meglio fuggail contrario e s'aggionga al conveniente. Cossìdunquenon meno dallacirconferenza della luna ed altri mondisimili a questo in specie o in genoverso il mezzo del globo vanno ad unirsi le parti come per forza di gravità; everso la circonferenza se diportano le parti assottigliate come per forza dilevità. E non è perché fuggano la circonferenza o si appiglino allacirconferenza; perchése questo fussequanto più a quella s'avicinanopiùvelocemente e rapidamente vi correrebono; e quanto più da quella s'allontananopiù fortemente si aventarebono al contrario sito. Del che il contrarioveggiamoatteso chese mosse saranno oltre la region terrestrerimarrannolibrate ne l'aria e non montaranno in alto né descenderanno al basso sin tantoche o acquistano per apposizion di parti o per inspessazione dal freddo gravitàmaggioreper cui dividendo l'aria sottoposto rivegnano al suo continenteoverdissolute dal caldo e attenuatesi dispergano in atomi.
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\ ALB.\ O quanto mi sederà nell'animoquestoquando più pianamente m'arrete fatto vedere la indifferenza de gliastri da questo globo terrestre!
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\ FIL.\ Questo facilmente vi potràreplicare Elpino nel modo con cui l'ha possuto udire da me. E lui vi farà piùdistintamente udire come grave e lieve non è corpo alcuno a rispetto dellaregion dell'universoma delle parti a rispetto del suo tuttopropriocontinente o conservante. Perché quelliper desiderio di conservarsinell'esser presentesi moveno ad ogni differenza localesi astrengeno insiemecome fanno i mari e goccee se disgreganocome fanno tutt'i liquori dellafaccia del sole o altri fuochi. Perché ogni moto naturaleche è da principioinstrinseconon è se non per fuggir il disconveniente e contrario e seguitarel'amico e conveniente. Però niente si muove dal suo locose non discacciatodal contrario; niente nel suo loco è grave né lieve; ma la terrasullevataall'ariamentre si forza al suo locoè grave e si sente grave. Cossìl'acquasuspesa a l'ariaè grave; non è grave nel proprio loco. Però a glisommersi tutta l'acqua non è gravee picciolo vase pieno d'acqua sopra l'ariafuor della superficie dell'aridaaggrava. Il capo al proprio busto non ègravema il capo d'un altro sarà gravese ne sarà sopraposto; la raggion delche è il non essere nel suo loco naturale. Sedunquegravità e levità èappulso al loco conservante e fuga dal contrarionientenaturalmenteconstituitoè lieve: e niente ha gravità o levità molto discosto dal proprioconservantee molto rimosso dal contrariosin che non senta l'utile dell'uno ela noia dell'altro; ma sesentendo la noia dell'unodespera ed è perplesso edirresoluto del contrarioa quello viene ad esser vinto.
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\ ALB.\ Prometteteed in gran parte ponetein effettogran cose.
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\ FIL.\ Per non recitar due volte ilmedesimocommetto ad Elpinoche vi dica il restante.
67
\ ALB.\ Mi par intender tuttoperché undubio eccita l'altrouna verità dimostra l'altra: ed io comincio ad intenderepiù che non posso esplicare; e sin ora molte cose avevo per certeche comincioa tenerle per dubie. Onde mi sento a poco a poco facile a potervi consentire.
68
\ FIL.\ Quando m'arrete pienamente intesopienamente mi consentirete. Maper oraritenete questo; o almeno non siaterisolutocome vi mostravatenel contrario parerecome eravate prima che vi siponesse in controversia. Perché a poco a poco e per diverse occasioni verremoad esplicar pienamente tutto che può fare al proposito; il qual depende da piùprincipii e causeperchécome un errore s'aggionge a l'altrocossì a unadiscoperta verità succede l'altra.
69
Circa il quarto argumentodiceamo chequantunque sieno tanti mezziquanti sono individuidi globidi sferedimondinon per questo séguita che le parti di ciascuno si referiscano ad altromezzo che al proprioné s'allontanino verso altra circonferenza che dellapropria regione. Cossì le parti di questa terra non remirano altro centro névanno ad unirsi ad altro globo che questocome li umori e parti de gli animalihanno flusso e reflusso nel proprio suppositoe non hanno appartenenza ad altrodistinto di numero.
70
Quanto a quello che apportate perinconvenientecioè che il mezzo che conviene in specie con l'altro mezzoverrà ad essere più distante da quello che il mezzo e la circonferenzachesono contrarii naturalmentee però sono e denno essere massime discosti; virispondoprimache li contrarii non denno essere massime discostima tantoche l'uno possa aver azione nell'altro e possa esser paziente dall'altro: comeveggiamo esser disposto il sole a noi prossimo in rispetto de le sue terre cheson circa quello; atteso che l'ordine della natura apporta questoche l'unocontrario sussistaviva e si nutrisca per l'altromentre l'uno viene affettoalteratovinto e si converte nell'altro.
71
Oltrepoco fa abbiamo discorso con Elpinodella disposizione di quattro elementili quali tutti concorreno allacomposizione di ciascun globocome parti de quali l'una è insita dentrol'altra e l'una è mista con l'altra; e non sono distinti e diversicomecontenuto e continenteperchéovunque è l'aridavi è l'acqual'aria ed ilfuocoo aperto o latente; e che la distinzioneche facciamo di globide qualialtri sono fuochicome il solealtri sono acquicome la luna e terraprocedenon da questoche costano di semplice elementoma da quelchequello.predomina in tale composizione.
72
Oltre è falsissimoche li contrariimassime sieno discosti; perché in tutte le cose questi vegnono naturalmentecongionti ed uniti; e l'universotanto secondo le parti principaliquantosecondo le altre conseguentinon consiste se non per tal congionzione edunione; atteso che non è parte di terra che non abbia in sé unitissimal'acquasenza la quale non ha densitàunione d'atomi e solidità. Oltrequalcorpo terrestre è tanto spesso che non abbia gli suoi insensibili poriliqualise non vi fusseronon sarrebono tai corpi divisibili e penetrabili dalfoco o dal calor di quelloche pur è cosa sensibile che si parte da talsustanza? Ovedunqueè parte di questo tuo corpo freddo e seccoche nonabbia gionto di quest'altro tuo corpo umido e caldo? Non è dunque naturalemalogica questa distinzione d'elementi; e se il sole è nella sua regione lontanodalla regione della terranon è però da lui più lontano l'arial'arida edacquache da questo corpo: perché cossì quello è corpo compostocomequestobenché di quattro detti elementi altro predomine in quelloaltro inquesto. Oltrese vogliamo che la natura sia conforme a questa logica che vuolela massima distanza deverse a gli contrariibisognarà che tra il tuo fococheè lievee la terrache è gravesia interposto il tuo cieloil quale non ègrave né lieve. Ose pur ti vuoi strengerecon dir che intendi questo ordinenelli chiamati elementisarà de bisogno pure che altrimente le venghi adordinare. Voglio dire che tocca a l'acqua di essere nel centro e luogo delgravissimose il foco è nella circonferenza e luogo del levissimo nellaregione elementare; perché l'acquache è fredda ed umidacontraria al focosecondo ambedue le qualitadideve essere massime lontana dal freddo e seccoelemento; e l'ariache dite caldo ed umidodevrebbe essere lontanissimo dallafredda e secca terra. Vedetedunquequanto è inconstante questa peripateticaproposizioneo la essaminate secondo la verità della naturao la misuratesecondo gli proprii principii e fondamenti?
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\ ALB.\ Lo vedoe molto apertamente.
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\ FIL.\ Vedete ancorache non è contraraggione la nostra filosofiache reduce ad un principio e referisce ad un finee fa concidere insieme gli contrariidi sorte che è un soggetto primo dell'unoe l'altro; dalla qual coincidenza stimiamo ch'al fine è divinamente detto econsiderato che li contrarii son ne gli contrariionde non sia difficile dipervenire a tanto che si sappia come ogni cosa è di ogni cosa: quel che nonpoté capire Aristotele ed altri sofisti.
75
\ ALB.\ Volentieri vi ascolto. So che tantecose e sì diverse conclusioni non si possono insieme e con una occasioneprovare; ma da quelche mi scuoprite inconvenienti le cose che io stimavanecessariein tutte l'altreche con medesima e simil raggione stimonecessariedovegno suspetto. Però con silenzio ed attenzion mi apparecchio adascoltar i fondamentiprincipii e discorsi vostri.
76
\ ELP.\ Vedrete che non è secol d'oroquello ch'ha apportato.Aristotele alla filosofia. Per oraespediscansi glidubii da voi proposti.
77
\ ALB.\ Io non sono molto curioso circaquelli altriperché bramo d'intendere quella dottrina di principii da qualiquesti ed altri dubii iuxta la filosofia vostra si risolveno.
78
\ FIL.\ Di quelli ne raggionaremo poi.Quanto al quinto argomentodovete avvertire chese noi imaginiamo gli molti edinfiniti mondisecondo quella raggione di composizione che solete voiimaginarequasi che - oltre un composto di quattro elementisecondo l'ordinevolgarmente riferito; ed ottonove o diece altri cielifatti d'un'altramateria e di diversa naturache le contegnanoe con rapido moto circulare segli raggireno intorno; ed oltre cotal mondo cossì ordinato e sferico - neintendiamo altri ed altri similmente sferici e parimente mobili; allora noideremmo donar raggione e fengere in qual modo l'uno verrebe continuato ocontiguo all'altro; allora andremmo fantasticando in quanti punticirconferenziali possa esser tocco dalla circonferenza di circonstanti mondi;allora vedreste chequantunque fussero più orizonti circa un mondononsarebono però d'un mondoma arrebe quella relazione quest'uno a questo mezzoch'ha ciascuno al suo; perché là hanno la influenzadove e circa dove siraggirano e versano. Comese più animali fussero ristretti insieme e contiguil'uno a l'altronon per questo seguitarebe che gli membri de l'uno potesseroappartenere a gli membri dell'altrodi sorte che ad uno ed a ciascun d'essipotessero appartener più capi o busti. Ma noiper la grazia de deisiamoliberi da questo impaccio di mendicare tale iscusazione; perchéil loco ditanti cieli e di tanti mobili rapidi e renitentiretti ed obliquiorientali edoccidentalisu d'asse del mondo ed asse del zodiacoin tanta e quantainmolta e poca declinazioneabbiamo un sol cieloun sol spacioper il quale equesto astro in cui siamoe tutti gli altri fanno gli proprii giri e discorsi.Questi sono gl'infiniti mondicioè gli astri innumerabili; quello èl'infinito spaciocioè il cielo continente e pervagato da quelli. Tolta è lafantasia della general conversion di tutti circa questo mezzo da quelcheconoscemo aperto la conversion di questo cheversandosi circa il propriocentros'espedisce alla vista de lumi circonstanti in ore vinti e quattro. Ondeviene a fatto tolta quella continenza de gli orbi deferenti gli lor astriaffissi circa la nostra regione; ma rimane attribuito a ciascuno sol quelproprio motoche chiamiamo epiciclicocon le sue differenze da gli altrimobili astri; mentre non da altro motore che dalla propria anima essagitaticossì come questo circa il proprio centro e circa l'elemento del fuocoalunghi secoli se non eternamentediscorreno.
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Eccodunquequali son gli mondie qualeè il cielo. Il cielo è quale lo veggiamo circa questo globoil quale non menoche gli altri è astro luminoso ed eccellente. Gli mondi son quali con lucida erisplendente faccia ne si mostrano distintied a certi intervalli seposti gliuni da gli altri; dove in nessuna parte l'uno è più vicino a l'altro che esserpossa la luna a questa terraqueste terre a questo sole: a fin che l'uncontrario non destrugga ma alimente l'altroed un simile non impedisca ma donispacio a l'altro. Cossìa raggione a raggionea misura a misuraa tempi atempiquesto freddissimo globoor da questo or da quel versoora con questaora con quella faccia si scalda al sole; e con certa vicissitudine or cedeorsi fa cedere alla vicina terrache chiamiamo lunafacendosi or l'una orl'altra o più lontana dal soleo più vicina a quello: per il che antictonaterra è chiamata dal Timeo ed altri pitagorici. Or questi sono gli mondiabitati e colti tutti da gli animali suoioltre che essi son gliprincipalissimi e più divini animali dell'universo; e ciascun d'essi non èmeno composto di quattro elementi che questo in cui ne ritroviamo; benché inaltri predomine una qualità attivain altri altra; onde altri son sensibiliper l'acquialtri son sensibili per il foco. Oltre gli quai quattro elementiche vegnono in composizion di questiè una eterea regionecome abbiam dettoimmensanella qual si muovevive e vegeta il tutto. Questo è l'etere checontiene e penetra ogni cosa; il qualein quanto che si trova dentro lacomposizione (in quantodicosi fa parte del composto)è comunmente nomatoariaquale è questo vaporoso circa l'acqui ed entro il terrestre continenterinchiuso tra gli altissimi monticapace di spesse nubi e tempestosi Austri edAquiloni. In quanto poi che è puroe non si fa parte di compostoma luogo econtinente per cui quello si muove e discorresi noma propriamente eterechedal corso prende denominazione. Questo benché in sustanza sia medesimo conquello che viene essagitato entro le viscere de la terraporta nulla di menoaltra appellazione; come oltresi chiama aria quello circostante a noi; macome in certo modo fia parte di noi o pur concorrente nella nostra composizioneritrovato nel pulmonenelle arterie ed altre cavitadi e porisi chiama spirto.Il medesimo circa il freddo corpo si fa concreto in vaporee circa ilcaldissimo astro viene attenuatocome in fiamma; la qual non è sensibilesenon gionta a corpo spessoche vegna acceso dall'ardor intenso di quella. Disorte che l'eterequanto a sé e propria naturanon conosce determinataqualitàma tutte porgiute da vicini corpi ricevee le medesime col suo motoalla lunghezza dell'orizonte dell'efficacia di tai principii attivi transporta.Or eccovi mostrato quali son gli mondi e quale è il cielo; onde non solo potraiessere risoluto quanto al presente dubioma e quanto ad altri innumerabili; edaver però principio a molte vere fisiche conclusioni. E se sin ora parràqualche proposizione supposta e non provataquella per il presente lascio allavostra discrezione; la qualese è senza perturbazioneprima che vegna adiscuoprirla verissimala stimarà molto più probabile che la contraria.
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\ ALB.\ DimmiTeofiloch'io ti ascolto.
81
\ FIL.\ Cossì abbiamo risoluto ancora ilsesto argumentoil qualeper il contatto di mondi in puntodimanda che cosaritrovarsi possa in que' spacii triangulariche non sia di natura di cielo nédi elementi. Perché noi abbiamo un cielonel quale hanno gli lor spaciiregioni e distanze competenti gli mondi; e che si diffonde per tuttopenetra iltutto ed è continentecontiguo e continuo al tuttoe che non lascia vacuoalcuno; eccetto se quello medesimocome in sito e luogo in cui tutto si muovee spacio in cui tutto discorreti piacesse chiamar vacuocome molti chiamorno;o pur primo suggettoche s'intenda in esso vacuoper non gli far aver in partealcuna locose ti piacesse privativa- e logicamente porlo come cosa distintaper raggionee non per natura e sussistenzada lo ente e corpo. Di sorte cheniente se intende essere che non sia in loco o finito o infinitoo corporea- oincorporeamenteo secondo tutto o secondo le parti; il qual loco infine non siaaltro che spacio; il qual spacio non sia altro che vacuoil qualese vogliamointendere come una cosa persistentediciamo essere l'etereo campo che contienegli mondi; se vogliamo concipere come cosa consistentediciamo essere il spacioin cui è l'etereo campo e mondie che non si può intendere essere in altro.Ecco come non abbiamo necessità di fengere nuovi elementi e mondi al contrariodi coloro che per levissima occasione cominciorno a nominare orbi deferentimaterie divineparti più rare e dense di natura celestequinte essenze edaltre fantasie e nomi privi d'ogni suggetto e veritade.
82
Al settimo argomento diciamo uno esserel'universo infinitocome un continuo e composto di eteree regioni e mondi;infiniti essere gli mondiche in diverse regioni di quello per medesimaraggione si denno intendere ed essere che questo in cui abitiamo noiquestospacio e regione intende ed è: come ne gli prossimi giorni ho raggionato conElpinoapprovando e confirmando quello che disse DemocritoEpicuro ed altrimoltiche con gli occhi più aperti han contemplata la naturae non si sonopresentati sordi alle importune voci di quella.
Desine quapropternovitate exterritus ipsa
Expuere ex animo rationem: sed magis acri
Iudicio perpendeet si tibi vera videtur
Dede manus; aut si falsa estaccingere contra.
Quaerit enim rationem animuscum summa loci sit
Infinita foris haec extra moenia mundi;
Quid sit ibi porroquo prospicere usque velit mens
Atque animi tractus liber quo pervolet ipse.
Principio nobis in cunctas undique partes
Et latere ex utroqueinfra supraque per omne
Nulla est finisuti docuires ipsaque per se
Vociferaturet elucet natura profundi.

83
Crida contro l'ottavo argumentoche vuolela natura fermarsi in un compendio; perchébenché esperimentiamo in ciascunone' mondi grandi e picciolinon si vede però in tutti; perché l'occhio delnostro sensosenza veder fineè vinto dal spacio inmenso che si presenta; eviene confuso e superato dal numero de le stelle che sempre oltre ed oltre si vamoltiplicando; di sorte che lascia indeterminato il senso e costrenge laraggione di sempre giongere spacio a spacioregione a regionemondo a mondo.
Nullo iam pacto verisimile esse putandumst
Undique cum vorsum spacium vacet infinitum
Seminaque innumero numerosummaque profunda
Multimodis volitent aeterno percita motu
Hunc unum terrarum orbemcaelumque creatum.
Quare etiam atque etiam tales fateare necesse est
Esse alios alibi congressus materiei:
Qualis hic est avido complexu quem tenet aether.

84
Mormora contro il nono argumentochesuppone e non prova che alla potenza infinita attiva non risponda infinitapotenza passiva e non possa esser soggetto infinita materia e farsi campo spacioinfinito; e per consequenza non possa proporzionarsi l'atto e l'azione al'agentee l'agente possa comunicar tutto l'attosenza che esser possa tuttol'atto comunicato (che non può imaginarsi più aperta contradizione di questa).È dunque assai ben detto:
Praeterea cum materies est multa parata
Cum locus est praestonec res nec causa moratur
Ullageri debent nimirum et confieri res.
Nunc ex seminibus si tanta est copia quantam
Enumerare aetas animantum non queat omnis
Visque eadem et natura manetquae semina rerum
Coniicere in loca quaeque queatsimili ratione
Atque huc sunt coniecta: necesse est confiteare
Esse alios aliis terrarum in partibus orbes
Et varias hominum genteiset secla ferarum.

85
Diciamo a l'altro argumentoche non bisognaquesto buonocivile e tal conmercio de diversi mondipiù che tutti gli uominisieno un uomotutti gli animali sieno un animale. Lascio che per esperienzaveggiamo essere per il meglio de gli animanti di questo mondoche la natura permari e monti abbia distinte le generazioni; a le quali essendo per umanoartificio accaduto il commercionon gli è per tanto aggionta cosa di buonopiù tosto che toltaatteso che per la communicazione più tosto si radoppianoi vizii che prender possano aumento le virtudi. Però ben lamenta il Tragico:
Bene dissepti foedera mundi
Traxit in unum Thessala pinus
Iussitque pati verbera pontum
Partemque metus fieri nostri
Mare sepostum.

86
Al decimo si risponde come al quinto;perché cossì ciascuno de mondi nell'etereo campo ottiene il suo spaciochel'uno non si tocca o urta con l'altro; ma discorreno e son situati con distanzatale per cui l'un contrario non si destruggama si fomente per l'altro.
87
All'undecimoche vuole la naturamoltiplicata per decisione e division della materia non ponersi in tale atto senon per via di generazionementre l'uno individuo come parente produce l'altrocome figlio; diciamo che questo non è universalmente veroperché da una massaper opra del sole efficiente si producono molti e diversi vasi di varie forme.efigure innumerabili. Lascio chese fia l'interito e rinovazion di qualchemondola produzione de gli animalitanto perfetti quanto imperfettisenzaatto di generazione nel principio viene effettuata dalla forza e virtù dellanatura.
88
Al duodecimo ed ultimoche da quelchequesto o un altro mondo è perfettovuol che non si richiedano altri mondidico che certo non si richiedeno per la perfezione e sussistenza di quel mondo;ma per la propria sussistenza e perfezion dell'universo è necessario che sienoinfiniti. Dalla perfezion dunque di questo o quelli non séguitache quelli oquesto sieno manco perfetti: perché cossì questo come quellie quelli comequestoconstano de le sue partie sonoper gli suoi membriintieri.
89
\ ALB.\ Non sarào Filoteovoce di plebeindignazion di volgarimurmurazion di sciocchidispreggio di tai satrapistoltizia d'insensatisciocchezza di scìoliinformazion di mentitoriquereledi maligni e detrazion d'invidiosiche mi defraudino la tua nobil vista e miritardino dalla tua divina conversazione. Perseveramio Filoteopersevera; nondismetter l'animo e non ti far addietro per quelche con molte machine edartificii il grande e grave senato della stolta ignoranza minaccia e tentadistruggere la tua divina impresa ed alto lavoro. Ed assicurati ch'al fine tuttivedranno quel ch'io veggo; e conosceranno che cossì ad ognuno è facile dilodarticome a tutti è difficile l'insegnarti. Tuttise non sono perversi afattocossì da buona conscienza riportaranno favorevole sentenza di tecomedal domestico magistero dell'animo ciascuno al fine viene instrutto; perché glibeni de la mente non altronde che dall'istessa mente nostra riportiamo. Eperché ne gli l'animi di tutti è una certa natural santità cheassisanell'alto tribunal de l'intellettoessercita il giudicio del bene e malede laluce e tenebreavverrà che da le proprie cogitazioni di ciascuno sieno in tuacausa suscitati fidelissimi ed intieri testimoni e defensori. Talmentese nonte si faranno amicima vorranno neghittosamente in defensione de la turbidaignoranza ed approvati sofisti perseverar ostinati adversarii tuoisentirannoin se stessi il boia e manigoldo tuo vendicatore; chequanto piùl'occoltaranno entro il profondo pensierotanto più le tormente. Cossì ilverme infernaletolto da la rigida chioma de le Eumenidiveggendo casso ilproprio dissegno contra di tesdegnoso si converterà alla mano o al petto delsuo iniquo attore e gli darà tal mortequal può chi sparge il stigio velenoove di tal angue gli aguzzati denti han morso.
90
Séguita a farne conoscere che cosa siaveramente il cieloche sieno veramente gli pianeti ed astri tutti; come sonodistinti gli uni da gli altri gl'infiniti mondi; come non è impossibilemanecessarioun infinito spacio; come convegna tal infinito effetto all'infinitacausa; qual sia la vera sustanzamateriaatto ed efficiente del tutto;qualmente de medesimi principii ed elementi ogni cosa sensibile e composta vienformata. Convinci la cognizion dell'universo infinito. Straccia le superficieconcave e convesseche terminano entro e fuori tanti elementi e cieli. Fanneridicoli gli orbi deferenti e stelle fisse. Rompi e gitta per terra col bombo eturbine de vivaci raggioni queste stimate dal cieco volgo le adamantine muragliadi primo mobile ed ultimo convesso. Struggasi l'esser unico e propriamentecentro a questa terra. Togli via di quella quinta essenza l'ignobil fede. Donanela scienza di pare composizione di questo astro nostro e mondo con quella diquanti altri astri e mondi possiamo vedere. Pasca e ripasca parimente con le suesuccessioni ed ordini ciascuno de gl'infiniti grandi e spaciosi mondi altriinfiniti minori. Cassa gli estrinseci motori insieme con le margini di questicieli. Aprine la porta per la qual veggiamo l'indifferenza di questo astro dagli altri. Mostra la consistenza de gli altri mondi nell'eteretal quale è diquesto. Fa' chiaro il moto di tutti provenir dall'anima interiorea fine checon il lume di tal contemplazione con più sicuri passi procediamo allacognizion della natura.
91
\ FIL.\ Che vuol direo Elpinoche ildottor Burchio né sì tostoné mai ha possuto consentirne?
92
\ ELP.\ È proprio di non addormentatoingegno da poco vedere ed udire posser considerare e comprender molto.
93
\ ALB.\ Benché sin ora non mi sia dato diveder tutto il corpo del lucido pianetaposso pur scorgere pe' raggi chediffonde per gli stretti forami de chiuse fenestre dell'intelletto miochequesto non è splendor d'artificiosa e sofistica lucernanon di luna o di altrastella minore. Però a maggior apprension per l'avenire m'apparecchio.
94
\ FIL.\ Gratissima sarà la vostrafamiliarità.
95
\ ELP.\ Or andiamo a cena.

 




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