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EMILEZOLA



J'ACCUSE

 

 

Ilcaso Dreyfus




PERGLI EBREI


Pubblicatosu "Le Figaro" del 16 maggio 1896 e raccolto in "NouvelleCampagne".


Daqualche annoseguo la campagna che si tenta di montare in Franciacontro gli ebrei con un senso crescente di sorpresa e di disgusto. Miha tutta l'aria di una mostruositàvoglio dire di una cosacompletamente al di là del buon sensodella verità edella giustiziadi una cosa stupida e cieca che potrebbe farciarretrare di secolidi una cosainsommache potrebbe sfociare nelpeggiore degli abominiuna persecuzione religiosacheinsanguinerebbe tutte le patrie.


Elo voglio dire.


Percominciarequale processo viene istruito contro gli ebreiche cosagli si rimprovera?

Certuniperfino tra i miei amicidicono di non poterli soffriredi nonpoter dar loro la mano senza provare un brivido di ripugnanza. E'l'orrore fisicola repulsione tra razza e razzadel bianco per ilgiallodel rosso per il nero. Non mi chiedo sein questaripugnanzanon entri l'antica collera del cristiano verso il giudeoche ha crocefisso il suo Diotutto un atavismo secolare di disprezzoe di vendetta. Insommal'orrore fisico è una buona ragioneanzi la solagiacché non si sa che cosa rispondere a chi tidice: "Li esecro perché li esecroperché allasola vista del loro naso vado fuori di meperché la mia carnesi ribellanel sentirli diversi e contrari".


Main veritàquesta ostilità tra razza e razza non èuna ragione sufficiente. Ritorniamo alle cavernealloraricominciamo la barbara guerra tra specie e speciedivoriamociperil solo fatto di non lanciare lo stesso richiamo o di essere di pelodiverso. Lo sforzo delle civiltà è proprio quello dicancellare questo bisogno selvaggio di gettarsi sul proprio similequando non è del tutto simile. Nel corso dei secolila storiadei popoli non è altro che una lezione di tolleranzareciprocatant'è vero che il sogno finale sarà diricondurli tutti alla fratellanza universaledi sommergerli di unacomune tenerezzaperché tuttiper quanto è possibilesiano salvi dal comune dolore. Eai nostri giorniodiarsi eazzannarsisolo perché qualcuno non ha il cranio costruitoproprio nello stesso modorischia di essere la più mostruosadelle follie.


Vengoal processo serioche è soprattutto d'ordine sociale. E neriassumo la requisitoriala indico a grandi linee. Gli ebrei sonoaccusati di essere una nazione nella nazionedi condurre in disparteuna vita di casta religiosa e di essere dunqueal di sopra dellefrontiereuna sorta di setta internazionalesenza una vera patriacapace un giornoqualora trionfassedi mettere le mani sul mondo.Gli ebrei si sposano tra loroconservano strettissimi legami difamiglia; in mezzo alla moderna rilassatezzasi sostengono e siincoraggiano; mostranonel loro isolamentouna straordinaria forzadi resistenza e di lenta conquista. Masoprattuttosono pratici eavveduti per naturasi portano nel sangue un bisogno di lucrounamore per il denaroun così prodigioso senso degli affarichein meno di cento annihanno accumulato nelle loro mani fortuneenormie che sembrano assicurare loro la regalitàinun'epoca in cui il denaro è re.


Edè veroverissimo. Peròuna volta constatato il fattooccorre spiegarlo. Ciò che bisognerebbe aggiungere èche gli ebreicosì come sono oggisono opera nostral'operadei nostri milleottocento anni di imbecille persecuzione. Li abbiamorinchiusi entro quartieri infamicome lebbrosie ci meravigliamoche abbiano vissuto appartaticonservando tutte le loro tradizionistringendo i legami familiarivivendo da vinti in casa deivincitori. Li abbiamo schiaffeggiatiingiuriaticolmati diingiustizie e di violenze; niente di strano perciò se in fondoal cuoremagari inconsapevolmentehanno conservato la speranza diuna lontana rivincitala volontà di resisteredi tirareavanti e di vincere. Soprattuttoabbiamo sdegnosamente lasciatonelle loro mani il dominio del denaroche noi disprezzavamofacendone socialmente dei trafficanti e degli usuraie dunque perchémeravigliarsi sequando il regime della forza bruta ha lasciato ilposto a quello dell'intelligenza e del lavoroli abbiamo trovatipadroni di capitalila mente agileesercitata da secoli diereditarietàpronti per l'impero?

Edecco che oggiatterriti davanti a questa opera di accecamentospaventati nel constatare ciò che la fede settaria delmedioevo ha saputo fare degli ebreinon sappiamo immaginare nientedi meglio che tornare all'anno milleriprendere le persecuzioniricominciare a predicare la guerra santa affinché gli ebreisiano braccatispogliatirisospinti nel ghettocon la rabbianell'animatrattati da vinti in mezzo ai vincitori.


Davverointelligentiparola mia! E che bella concezione sociale!

Mavia! Siamo più di duecento milioni di cattolicigli ebrei sìe no sono cinque milionieppure tremiamochiamiamo le guardiecimettiamo a schiamazzare di terrore come se orde di predoni si fosseroabbattute sul paese. Coraggiosimolto coraggiosi!

Eppurele condizioni della lotta sembrano accettabili. Non potremmonelcampo degli affaricercare di essere altrettanto accorti ealtrettanto forti? Durante il mese in cui ho frequentato la Borsa pertentare di capirci qualcosaun banchiere cattolico mi dicevariguardo agli ebrei: "Ehcaro signoresono più forti dinoiavranno sempre partita vinta". Se fosse verosarebbeveramente umiliante. Ma perché dovrebbe essere vero? Avrannopredisposizioned'accordoma pure se fosse? Il lavoro el'intelligenza possono tutto. Ne conoscodi cristianiche sonoebrei della più bell'acqua. Il campo è liberoe se gliebrei hanno avuto secoli a disposizione per imparare ad amare e aguadagnare il denaroa noi non resta che seguirli su questa viavedere di acquisire le loro qualitàdi batterli con le lorostesse armi. Ma sìmio Dio! smetterla di ingiuriarliinutilmentee conquistare la superiorità per vincerli. Non cè niente di più semplice ein fondoè la leggedella vita.


Pensatealla loro soddisfazione orgogliosadi fronte al nostro grido disconforto! Non essere che un'infima minoranza e scatenare un similespiegamento di guerra! Ogni mattina gli scagliate i vostri fulminisuonate disperatamente l'adunata come se la città corresse ilpericolo di venire presa d'assalto! A sentirvibisognerebberistabilire il ghettoavremmo di nuovo la via degli ebreidasbarrare ogni sera con le catene. Sarebbe veramente piacevole questaquarantenanelle nostre città libere e aperte.


Ionon mi meraviglio che non si commuovano e che continuino a trionfaresui nostri mercati finanziaripoiché l'ingiuria è lafreccia leggendaria che torna indietro per trafiggere l'occhio delcattivo arciere. Continuatecontinuate a perseguitarlise voleteche continuino a vincere!

Lapersecuzione: ma davvero siamo ancora a questo? Ci crogioliamo ancorain questa bella fantasiache perseguitando qualcuno lo si sopprima?Viaè proprio il contrariose una causa s'èingrandita è perché è stata arrossata dal sanguedei martiri. Se ci sono ancora degli ebreila colpa è nostra.Sarebbero scomparsisi sarebbero fusise non li avessimo costrettia difendersia raggrupparsia intestardirsi nella loro razza. Eancora oggila loro potenza più reale viene da noicheesagerandola la rendiamo importante. Si finisce per crearlounpericologridando ogni mattina che esiste. A forza di mostrare alpopolo uno spauracchiosi crea il mostro reale. Non parliamone più.Il giorno in cui l'ebreo sarà un uomo come noisarànostro fratello.


Quantoalla tattica indicataè assolutamente opposta. Spalancare lebracciarealizzare socialmente l'uguaglianza riconosciuta dalcodice. Abbracciare gli ebreiper assorbirli e confonderli con noi.Arricchirci delle loro qualitàpoiché ne hanno. Farcessare la guerra delle razze mescolando le razze. Incoraggiare imatrimoniaffidare ai figli la cura di riconciliare i padri. Solocosì si fa opera d'unitàopera umana e liberatrice.


L'antisemitismonei paesi dove ha un'importanza realenon è altro che l'armadi un partito politico o il risultato di una grave situazioneeconomica.


Main Franciadove non è verocome si vorrebbe farci credereche gli ebrei siano i padroni assoluti del potere e del denarol'antisemitismo resta una cosa campata in ariasenza radice alcunanel popolo. Per creare una parvenza di movimentoche in fondo èsoltanto uno schiamazzoc'è voluto il fanatismo di alcunicervelli fumosiin cui si agita un losco cattolicesimo settario cheper un abuso di letteraturaperseguita perfino nei Rothschild idiscendenti di quel Giuda che ha tradito e crocefisso il suo Dio. Eaggiungo che il bisogno di fare chiassola smania di farsi leggere edi conquistare una notorietà clamorosasicuramente non sonostati estranei a questa accensione e a questo pubblico discorrere diroghile cui fiamme sono per fortuna soltanto decorative.


Eche smacco penoso! Mesi e mesi di ingiuriedi delazioniebreidenunciati ogni giorno come ladri e assassinicristiani stessitacciati di essere ebrei al fine di poterli colpirel'intero mondoebraico braccatoinsultatocondannato! Eal costruttonull'altroche baccanoparole grossesfoggio di basse passionima non unattonon un assembramentonon una testa rotta né un vetrofracassato! Il nostro popolo francese dev'essere proprio un popolobuono saggioonestoper non ascoltare questi appelli quotidianialla guerra civileper conservare la ragione in mezzo a questeistigazioni abominevolia questa quotidiana richiesta del sangue diun ebreo! Non è più con un prete che il giornale facolazione ogni mattinama con un ebreoil più grassoil piùflorido che si possa trovare. Un pasto mediocre quanto l'altroe perlo meno altrettanto sciocco. E che cosa resta di tutto ciò?

Soltantola bassezza dello sforzo compiutoil più folle e il piùesecrabile che si possa compiere. Anche il più inutilea Diopiacendopoiché i passanti non si voltano neppureper lastradatrattando gli energumeni alla stregua di cani in chiesaeper di più rognosi.


Lacosa straordinaria è che costoro ostentano la pretesa di fareopera indispensabile e giusta. Quanto li compiangopoveri diavolise sono in buona fede! E' un documento spaventosoquello chelasceranno di se stessi: un cumulo di erroridi menzognedi invidiafuribondadi follia senza limitiche essi ammassano giorno pergiorno. Quando un critico vorrà calarsi in questo pantanoindietreggerà inorridito nel constatare che alla base c'èsolo fanatismo religioso e squilibrio dell'intelletto. E verrannomessi alla berlina della storia come altrettanti malfattori socialii cui crimini sono abortiti proprio in grazia dello stato diottenebramento in cui sono stati commessi.


Perchéla cosa che non finisce mai di stupirmi è che un simileritorno di fanatismoun tale tentativo di guerra religiosa si siapotuto produrre nella nostra epocanella nostra grande Parigitrail nostro bravo popolo. E per di più in questi nostri tempi didemocraziadi tolleranza universalementre si manifesta ovunque unimmenso movimento verso l'uguaglianzala fraternità e lagiustizia! C'èin noila tendenza a distruggere lefrontierea sognare le comunità dei popolia riunire lereligioni a congresso perché i sacerdoti di tutti i culti siabbraccinoa sentirci fratelli nel dolorea volerci salvare tuttidalla miseria di vivere con l'elevare un unico altare alla pietàumana! E c'è un pugno di pazzidi imbecillio di furbicheogni mattina ci gridano: "Uccidiamo gli ebreidivoriamo gliebreimassacriamosterminiamoritorniamo ai roghiallepersecuzioni care ai dragoni di Luigi Quattordicesimo!".Veramente ben sceltoil momento! Non potrebbe esserci nulla di piùidiotase non ci fosse niente di più abominevole.


Checi siatra le mani di qualche ebreoun doloroso accaparramentodella ricchezzaè un fatto innegabile. Ma lo stessoaccaparramento esiste presso alcuni cattolici e alcuni protestanti.Sfruttare le rivolte popolari col metterle al servizio di unfanatismo religiosogettare soprattutto l'ebreo in pasto allerivendicazioni dei diseredaticon il pretesto di gettarci ilricconeè un socialismo ipocrita e menzogneroche bisognadenunciaremarchiare d'infamia. Se un giorno la legge del lavoroverrà formulata in nome della verità e della felicitàpotrà ricreare l'umanità intera; e poco importeràche uno sia ebreo o cristianopoiché i conti da renderesaranno gli stessie gli stessi saranno i nuovi diritti e i nuovidoveri.


Ah!questa unità umanaalla quale dobbiamo tutti insiemesforzarci di crederese vogliamo avere il coraggio di vivere e senella lottavogliamo conservare qualche speranza! E un grido ancoraincertoma che a poco a poco si liberasi gonfiasale da tutti ipopoli affamati di veritàdi giustizia e di pace.


Disarmiamoi nostri odiamiamoci nelle nostre cittàamiamoci al disopra delle frontierelavoriamo a fondere le razze in un'unicafamigliafinalmente felice! Ammettiamo pure che occorrano imillennima confidiamo almeno nella realizzazione finale dell'amoreper cominciare se non altro ad amarcioggiquel tanto che lamiseria dei tempi attuali ce lo permetterà. E lasciamo ipazzilasciamo i cattivi tornare alla barbarie e alle cavernequelli che credono di poter fare giustizia a coltellate.


CheGesù dica ai suoi fedeli esasperati che egli ha perdonato agliebreie che gli ebrei sono uomini!




SCHEURER-KESTNER


Articolopubblicato su "Le Figaro" il 25 novembre 1897.


Qualedramma straziantee quali splendidi personaggi! Di fronte adocumenti di una bellezza così tragica che la vita ci mettedavantiil mio cuore di romanziere freme di appassionataammirazione. Non so intravedere una psicologia più nobile.


Nonè mia intenzione parlare del caso. Se talune circostanze mihanno permesso di studiarlo e di farmene un'opinione formalenondimentico che un'inchiesta è in corsoche la giustizia se nesta occupando e che per onestà è giusto attenderesenza contribuire all'ammasso di pettegolezzi volti a ostruire uncaso così chiaro e così semplice.


Mai personaggida questo momentoappartengono a meche sono soltantoun passante con gli occhi aperti sulla vita. E se il condannato ditre anni or sonose l'accusato d'oggi per me rimangono sacri fino ache la giustizia non avrà completato la sua operail terzogrande personaggio del drammal'accusatorenon avrà certo asoffrire se parlerò di lui con onestà e con coraggio.


Eccoche cosa ho visto di Scheurer-Kestnerecco che cosa penso e che cosaaffermo.


Forseun giornose le circostanze lo permetterannoparlerò deglialtri due.


Unavita cristallinala più nitidala più diritta. Nonuna taramai la più piccola debolezza. Una medesima opinionecostantemente seguitasenza ambizione militantesfociata inun'altra posizione politica dovuta unicamente alla simpatiarispettosa dei suoi pari.


Enon un sognatorené un utopista. Un industrialeche havissuto chiuso nel suo laboratoriodedito a ricerche particolarisenza contare la preoccupazione quotidiana di una grande dittacommerciale da mandare avanti.


Eaggiungouna situazione patrimoniale invidiabile. Tutte lericchezzetutti gli onoritutte le gioieil coronamento di unabella vita interamente dedicata al lavoro e alla lealtà. Piùun solo desiderio da esprimereossia quello di finire in modo degnoin questa felicità e nella stima generale.


Eccolol'uomo. Lo conoscono tuttinon vedo chi mi potrebbe smentire. Ed èproprio l'uomo attorno al quale si sta per svolgere uno dei drammipiù tragici e più appassionati. Un giornoun dubbio siaffaccia nel suo spiritopoiché è un dubbio che ènell'aria e che ha già rubato varie coscienze. Un tribunalemilitare ha condannatoper alto tradimentoun capitano chechissàforse è innocente. Il castigo è stato tremendoladegradazione pubblical'internamento in un luogo lontanol'esecrazione di tutto un popolo che si accanisceinfierendosull'infelice già a terra. Equalora fosse innocentegranDio!

chebrivido di pietàche orrore agghiacciante! al pensiero chenon ci sarebbe riparazione possibile.


Nellospirito del signor Scheurer-Kestnerè nato il dubbio. Da quelmomentocome ha spiegato lui stessoinizia il tormentorinascel'ossessione man mano che le cose gli giungono all'orecchio. E'un'intelligenza solida e logica quella chea poco a pocofinisceper essere conquistata dal bisogno insaziabile della verità.Non c'è nulla di più altodi più nobile e iltravaglio che quest'uomo ha vissuto è uno spettacolostraordinario ed entusiasmanteper meportato come sono dal miomestiere a scrutare nelle coscienze. Il dibattito sulla veritàe in nome della giustizianon esiste lotta più eroica.


Inbrevealla fine Scheurer-Kestner giunge alla certezza. La veritàla conosceora deve fare giustizia. E' un momento pauroso e possoimmaginare cosa debba essere stato per lui quel momento d'angoscia.Non gli erano certo ignote le tempeste che stava per sollevarema laverità e la giustizia sono sovranepoiché essesoltanto assicurano la grandezza delle nazioni. Può accadereche interessi politici le oscurino per qualche istantema un popoloche non basi su di esse la sua unica ragione d'essere sarebbeoggiun popolo condannato.


Fareluce sulla veritàcerto; ma potremmo avere l'ambizione difarcene un vanto. Alcuni la vendonoaltri vogliono almeno trarrevantaggio dall'averla detta.


Ilprogetto di Scheurer-Kestner era di restare nell'ombrapur compiendola sua opera. Aveva deciso di dire al governo: "Le cose stannocosì. Interveniteabbiate voi stessi il merito d'esseregiustiriparando a un errore. Chi fa giustiziatrionfa sempre".


Circostanzedelle quali non voglio parlare fecero sì che non venisseascoltato.


Daquel momento in poiebbe inizio la sua ascesa al calvarioun'ascesache dura da settimane. Si era sparsa la voce che egli fosse inpossesso della veritàe chi detiene la veritàsenzagridarla ai quattro ventiche altro può essere se non unnemico pubblico? Stoicamenteper quindici giorni interminabilieglirimase fedele alla parola data di taceresempre nella speranza dinon doversi ridurre a prendere il posto di quelli che avrebberodovuto agire. E sappiamo bene quale marea d'invettive e di minacce sisia abbattuta su di lui durante questi quindici giorni; un verotorrente di accuse immondedi fronte al quale è rimastoimpassibilea testa alta. Perché taceva? Perché nonmostrava il suo incartamento a chiunque lo volesse vedere? Perchénon faceva come gli altri che riempivano i giornali delle loroconfidenze?

Quantoahquanto è stato grande e saggio! Tacevaperfino al di làdella promessa fattaproprio perché si sentiva responsabilenei confronti della verità. Questa povera veritànudae tremebondaschernita da tutti e che tutti sembravano avereinteresse a soffocarelui pensava soltanto a proteggerla control'ira e le passioni altrui. Aveva giurato a se stesso che nonl'avrebbero fatta sparire e intendeva scegliere il momento e i mezziadatti per assicurarle il trionfo. Che può mai esserci di piùnaturaledi più lodevole? Per me non esiste niente di piùsovranamente bello del silenzio di Scheurer-Kestnerdopo tresettimane di ingiurie e di sospetti da parte di un intero popolofuori di sé. Ispiratevi a luiromanzieri! In lui sìavreste un eroe!

Ipiù benevoli hanno avanzato dubbi sul suo stato di salutementale. Non era per caso un vegliardo indebolitocadutonell'infantilismo senileuno di quegli spiriti che il rimbambimentoincipiente rende inclini alla credulità? Gli altrii pazzi ei delinquentil'hanno accusato senza tante cerimonie d'essersilasciato "comprare". Semplicissimo: gli ebrei hannosborsato un milione per acquistare tanta incoscienza. E non si èlevata una risata immensacome risposta a tanta stupidità!

Scheurer-Kestnerè làcon la sua vita cristallina. Fate un confrontotra lui e gli altriquelli che lo accusano e lo insultanoegiudicate. Bisogna scegliere tra questo e quelli.


Trovatelala ragione che lo farebbe agireal di fuori del suo bisogno cosìnobile di verità e di giustizia. Coperto d'ingiuriel'animolaceratosentendo vacillare il suo prestigio sotto di sémapronto a sacrificare tutto pur di portare a buon esito il suo eroicocompitoegli taceaspetta. Fino a che punto si può esseregrandi!

L'hodettodel caso in sé non mi voglio occupare. Tuttaviaèbene che io lo ripeta: è il più sempliceil piùtrasparente del mondoper chi voglia prenderlo per quello che è.


Unerrore giudiziarioeventualità deplorevolesìmasempre possibile. Sbagliano i magistratipossono sbagliare imilitari.


Cosaha a che farequestocon l'onore dell'esercito? L'unico bel gestoqualora sia stato commesso un erroreè di porvi riparo: e lacolpa nascerebbe nel momento in cui qualcuno si intestardisse a nonvoler ammettere di essersi sbagliatonemmeno di fronte a provedecisive. Non ci sono altre difficoltàin fondo. Andràtutto benepurché si sia decisi a riconoscere di aver potutocommettere un errore e di avere esitatoin seguitoa convenirneperché era imbarazzante. Quelli che sannomi capiranno.


Quantoal temere complicazioni diplomaticheè uno spauracchio pergli allocchi. Nessuna delle potenze vicine ha niente a che spartirecon il caso e converrà dirlo forte. Ci troviamo soltanto difronte a un'opinione pubblica esasperatasovraffaticata da unacampagna che è tra le più odiose. La stampa èuna forza necessaria; sono convinto che nel complesso faccia piùbene che male. Ma certi giornaliquelli che gettano lo scompiglioquelli che seminano il panicoche vivono di scandali per triplicarele venditenon sono certo meno colpevoli. L'antisemitismo idiota hagettato il seme di questa demenza. La delazione è dappertuttonemmeno i più puri e più coraggiosi osano fare il lorodovere per il timore di venire infangati.


Ecosìeccoci in questo orribile caosnel quale tutti isentimenti sono falsatiin cui non è possibile volere lagiustizia senza venire trattati da rimbambiti o da venduti. Lemenzogne mettono radicile storie più assurde vengonoriportate con sussiego dai giornali seril'intera nazione sembra inpreda alla folliaquando un po' di buon senso rimetterebbe subito aposto le cose. Ohcome sarà semplicetorno a dirloilgiorno in cui quelli che sono alla guida oserannononostante lafolla aizzatacomportarsi da galantuomini!

Immaginoche nel silenzio altero di Scheurer-Kestnerci sia anche ildesiderio di aspettare che ciascuno faccia il suo esame di coscienzaprima di agire. Quando ha parlato del suo dovere cheperfino sullerovine del suo prestigiodella sua felicità e dei suoi benigli ordinavadopo averla conosciutadi servire la veritàquest'uomo ha detto una frase ammirevole: "Non avrei potutovivere". Ebbeneecco che cosa devono dirsi tutte le personeoneste immischiate in questa storia: che non potranno piùviverese non faranno giustizia.


Equalora ragioni politiche volessero che la giustizia venisseritardatasi tratterebbe di una notizia falsa che servirebbesoltanto a rinviare l'epilogo inevitabileaggravandolo ulteriormente.


Laverità è in cammino e niente la potrà fermare.




ILSINDACATO


ArticoloPubblicato su "Le Figaro" il primo dicembre 1897.


Contavodi scrivere per questo giornale tutta una serie di articoli sul casoDreyfusun'intera campagnavia via che gli avvenimenti si fosserosvolti. Per casodurante una passeggiatane avevo incontrato ildirettoreFernand de Rodays. Ci eravamo messi a discorrereaccalorandociproprio in mezzo ai passantie da lì era natabruscamente la mia decisione di offrirgli degli articoliavendolosentito d'accordo con me. Mi trovavo così impegnatoquasisenza volerlo. Aggiungotuttaviache prima o poi ne avrei parlatopoiché tacere mi era impossibile. Non dimentichiamo con qualevigore "Le Figaro" cominciò e soprattutto finìper sposare la causa.


Ilconcetto è noto. Ed è di una bassezza e di unastupidità semplicisticadegne di quelli che l'hannoimmaginato.


Ilcapitano Dreyfus viene condannato da un tribunale militare per altotradimento. Da quel momentodiventa il traditorenon più unuomo ma un'astrazionecolui che incarna l'idea della patriasgozzatavenduta al nemico vincitore. Non è soltanto iltradimento presente e futurorappresenta pure il tradimento passatopoiché a lui si ascrive l'antica sconfittanell'ostinataconvinzione che solo il tradimento abbia potuto far sì chefossimo battuti.


Eccol'anima nerail personaggio abominevolela vergogna dell'esercitoil bandito che vende i fratelli proprio come Giuda ha venduto il suoDio. Etrattandosi di un ebreoè semplicissimo: gli ebreiche sono ricchi e potenti e senza patriadel restolavorerannosott'acquacon i loro milioniper toglierlo dai guai; comprerannole coscienze e tesseranno attorno alla Francia un complottoesecrabile pur di ottenere la riabilitazione del colpevolepronti asostituirgli un innocente.


Lafamiglia del condannatoanch'essa ebreanaturalmenteentranell'affare. Affare sìpoiché è a peso d'oroche si tenterà di disonorare la giustiziadi imporre lamenzognadi sporcare un popolo con la più impudente dellecampagne. Il tutto per salvare un ebreo dall'infamia e sostituirlocon un cristiano.


Insommasi crea quasi un consorzio finanziario. Vale a dire che alcunibanchieri si riunisconomettono dei fondi in comunesfruttano lacredulità pubblica. Da qualche partec'è una cassa chepaga per tutto il fango smosso. C'è una vasta impresatenebrosauomini mascheratiforti somme consegnate di nottesottoi pontia degli sconosciutici sono grandi personaggi dacorromperepagandone a prezzi folli l'antica onestà.


Ea poco a poco questo sindacato si allargafinisce per essereun'organizzazione potentenell'ombratutta una spudoratacospirazione per glorificare il traditore e per annegare la Franciasotto una marea d'ignominia.


Esaminiamoloquesto sindacato.


Gliebrei si sono arricchitie sono loro a pagare l'onore dei compliciprofumatamente. Mio Diochissà quanto avranno giàspeso! Mase sono arrivati appena a una decina di milionicapiscobenissimo che li abbiamo sacrificati. Siamo di fronte a cittadinifrancesinostri uguali e nostri fratelliche l'antisemitismoimbecille trascina quotidianamente nel fango. Si è tentato dischiacciarli per mezzo del capitano Dreyfus; del crimine di uno dilorosi è cercato di fare il crimine di un'intera razza.Tutti traditoritutti vendutitutti da condannare. E volete chequesti non protestino furiosamentenon cerchino di discolparsidirestituire colpo su colpo in questa guerra di sterminio della qualesono oggetto? Va da sénaturalmenteche si augurino contutto il cuore di vedere risplendere l'innocenza del lorocorreligionario; e se la riabilitazione appare loro possibilechissàcon quanto ardore si staranno impegnando per ottenerla.


Ciòche mi lascia perplesso è chese esiste uno sportello dove siva a riscuoterenon ci sia nel sindacato qualche autentico briccone.Vediamo un po'voi li conoscete bene: come si spiega che il taleoil tal altroo il tal altro ancoranon lo siano?

E'incredibilema tutta la gente che si dice gli ebrei abbiano compratogode di una solida reputazione di probità. C'è forse unfondo di civetteria? Forsegli ebrei vogliono soltanto merce raraessendo disposti a pagarla? Ioperòdubito molto di questosportelloanche se sarei prontissimo a giustificare gli ebreiqualoraportati all'esasperazionesi difendessero con i loromilioni. In un massacroognuno si serve di quello che ha. E parlo diloro con la massima tranquillità perché non li amo enon li odio. Non ho amici ebrei particolarmente vicini al mio cuore.Per me sono uominie tanto basta.


Maper la famiglia del capitano Dreyfusè ben diversoe qui sequalcuno non comprendessenon s'inchinassesarebbe un cuore davveroarido. Sia ben chiaro! tutto il suo orotutto il suo sanguelafamiglia ha il diritto e il dovere di offrirlose crede innocente ilsuo rampollo. Quella è una soglia sacra che nessuno ha ildiritto di insozzare. In quella casa che piangedove c'è unamogliedei fratellidei genitori in luttoè d'obbligoentrare con il cappello in mano; e soltanto gli zotici si permettonodi parlare ad alta voce e mostrarsi insolenti. Il fratello deltraditore! è l'insulto che si getta in faccia a quel fratello.Sotto quale moralesotto quale Dio viviamomi chiedoperchéciò sia possibileperché la colpa di uno deicomponenti venga rimproverata a tutta la famiglia? Non c'èniente di più viledi più indegno della nostra culturae della nostra generosità. I giornali che ingiuriano ilfratello del capitano Dreyfussolo perché ha fatto il suodoveresono un'onta per la stampa francese.


Echi mai doveva parlarese non lui? E' compito suo. Quando la suavoce si è levata a chiedere giustizianessuno piùaveva il diritto di interveniresi sono fatti tutti da parte. Luisolo aveva la veste per sollevare la spinosa questione di unpossibile errore giudiziariodella verità su cui far luceuna verità lampante. Hanno un bell'accumulare ingiurienessuno potrà oscurare il concetto che la difesa dell'assentel'hanno in mano quelli del suo sangueche hanno conservato lasperanza e la fede.


Ela prova morale più forte in favore dell'innocenza delcondannato è proprio la convinzione incrollabile di un'interae onorata famigliadi una probità e di un patriottismo senzamacchia.


Poidopo gli ebrei fondatoridopo la famiglia che ne è a capovengono i semplici membri del sindacatoquelli che si sono fatticomprare. Due tra i più anziani sono Bernard Lazare e ilcomandante Forzinetti. In seguitosono venuti Scheurer-Kestner eMonod. Ultimamentesi è scoperto il colonnello Picquartsenza contare Leblois. E spero benedopo il mio primo articolodifar parte pure io della banda. Del restoappartiene al sindacatoviene tacciato d'essere un malfattore e d'essere stato pagatochiunqueossessionato dall'agghiacciante brivido di un possibileerrore giudiziariosi permetta di volere che sia fatta la veritàin nome della giustizia.


Masiete stati voi a volerloa crearloquesto sindacato. Voi tutti checontribuite a questo spaventoso caosvoi falsi patriotiantisemitisbraitantisemplici sfruttatori della pubblica sconfitta.


Laprova non è forse completadi una luminosità solare?Se ci fosse stato un sindacatoci sarebbe stata un'intesa; e dov'èl'intesa? E' semplicemente nato in alcune coscienzeall'indomanidella condannaun senso di malessereun dubbiodi fronteall'infelice che grida a tutti la sua innocenza. La crisi terribilela pubblica follia alla quale assistiamoè sicuramentepartita da lìdal lieve brivido rimasto negli animi. Ed èil comandante Forzinetti l'uomo di quel brivido che tanti altri hannoprovatoquello che ce ne ha fatto un racconto così cocente.


Poic'è Bernard Lazare. Preso dal dubbioegli lavora a far luce.


Lasua inchiesta solitaria si svolge però in mezzo a tenebre chegli è impossibile diradare. Pubblica un opuscolone fa uscireun secondo alla vigilia delle sue rivelazioni di oggi; e la prova cheegli lavorava da soloche non era in relazione con nessun altromembro del sindacatoè che non ha saputonon ha potuto direniente della verità vera. Un sindacato proprio stranoi cuimembri si ignorano!

C'èpoi Scheurer-Kestnera sua volta torturato dal bisogno di veritàe di giustiziae che cercatenta di arrivare a una certezzasenzasapere niente dell'inchiesta ufficiale ufficialedico - checontemporaneamente veniva svolta dal colonnello Picquartmesso sullabuona strada dalle sue stesse funzioni presso il ministero dellaGuerra. C'è voluto un casoun incontrocome si sapràin seguitoperché i due uomini che non si conoscevanochelavoravano ognuno per conto proprio alla stessa operafinisseroall'ultimo momento per raggiungersi e procedere fianco a fianco.


Lastoria del sindacato è tutta qui: uomini di buona volontàdi verità e di equitàpartiti dai quattro punticardinalisenza conoscersi e lavorando a leghe di distanzamaincamminati tutti verso uno stesso fineprocedendo in silenzioesplorando il terreno e convergendo tutti un bel mattino verso lostesso punto d'arrivo. Com'era inevitabilesi sono trovati tutti epresi per mano a quel crocevia della veritàa quel fataleappuntamento della giustizia.


Comevedete siete voi cheorali riuniteli costringete a serrare iranghi per dedicarsi a un medesimo sforzo sano e onestoquestiuomini che voi coprite d'insultiche accusate del più nerocomplottoquando miravano unicamente a un'opera di supremariparazione.


Dieciventi giornaliai quali si mescolano le passioni e gli interessi piùdiversiuna stampa ignobile che non posso leggere senza che mi sispezzi il cuore per lo sdegnonon ha cessatocome dicevodiconvincere il pubblico che un sindacato di ebrei fosse impegnato nelpiù esecrabile dei complottiacquistando le coscienze a pesod'oro. Lo scopo era in un primo momento quello di salvare iltraditore e sostituirlo con un innocente; poiquello di disonorarel'esercitodi vendere la Francia come nel 1870.


Sorvolosui romanzeschi particolari della tenebrosa macchinazione.


Equesta opinionelo riconoscoè diventata quella della grandemaggioranza del pubblico. Quante persone ingenue mi hanno avvicinatoin questi otto giorniper dirmi con aria stupefatta:

"Come!Dite che Scheurer-Kestner non è un bandito? e vi mettete purevoi con quella gentaglia? Ma non lo sapete che hanno venduto laFrancia?". Il cuore mi si stringe per l'angosciaperchéso bene che una simile perversione dell'opinione pubblica rende moltofacile imbrogliare le carte. E il peggio è che i coraggiosisono rariquando c'è da andare controcorrente. Quanti timormorano all'orecchio di essere convinti dell'innocenza del capitanoDreyfusma che non se la sentono di assumere un atteggiamentopericolosonella mischia!

Dietrol'opinione pubblicasulla quale contano naturalmente di potersiappoggiareci sono gli uffici del ministero della Guerra.


Nonvoglio parlarneoggiperché ancora spero che giustizia saràfatta. Ma chi non si rende conto che siamo di fronte alla cattivavolontà più cocciuta? Non si vuole riconoscere di avercommesso degli errori evorrei diredelle colpe. Ci si ostina acoprire i personaggi compromessi e si è pronti a tuttopur dievitare il tremendo repulisti. E la cosa è talmente gravechequegli stessi che hanno in mano la veritàdai quali si esigefuriosamente che la dicanoesitano ancoraaspettano a gridarlapubblicamentenella speranza che essa si imponga da sé e chevenga loro risparmiato il dolore di doverla dire.


Maè pur sempre una verità quella cheda oggiio vorreidiffondere in tutta la Francia. Ossia che si è sul punto difarle commetterea lei che è la giustala generosaunautentico crimine. Non è più la Franciadunqueperchési possa ingannarla a tal puntoaizzarla contro un infelice chedatre anniespiain condizioni atrociun crimine che non hacommesso? Sìesiste laggiùin un'isola sperdutasotto un sole spietatoun essere che è stato separato daisuoi simili. E non solo il mare lo isolama undici guardiani locircondano notte e giorno come una muraglia vivente. Undici uominisono stati immobilizzati per sorvegliarne uno solo. Mai assassinomai pazzo furioso è stato murato in modo così totale. El'eterno silenzio e la lenta agonia sotto l'esecrazione di unanazione intera! Osereste direorache quest'uomo non ècolpevole?

Ebbeneè proprio quello che affermiamonoialtrigli appartenenti alsindacato. E lo diciamo alla Francia e ci auguriamo che prima o poici ascolti poiché sempre essa si infervora per le cause giustee belle. Le diciamo che noi vogliamo l'onore dell'esercitolagrandezza della nazione. E' stato commesso un errore giudiziario efinché non sarà riparatola Francia soffriràmalaticciacome per un cancro segreto che corrode a poco a poco learmi. E seper farla ritornare sanaè necessario ricorrereal bisturisi faccia!

Unsindacato per agire sull'opinione pubblicaper guarirla dallademenza in cui l'ha gettata certa stampa ignobileper riportarlaalla sua fierezzaalla sua secolare generosità. Un sindacatoper ripetere ogni mattina che le nostre relazioni diplomatiche nonsono in giocoche l'onore dell'esercito non è affatto incausache solo alcune individualità possono esserecompromesse. Un sindacato per dimostrare che qualsiasi erroregiudiziario è riparabilee che perseverare in un errore delgenerecon il pretesto che un consiglio di guerra non puòsbagliarsiè la più mostruosa delle ostinazionilapiù spaventosa delle infallibilità. Un sindacato percondurre una campagna fino a che verità sia dettafino a chegiustizia sia resaal di là di tutti gli ostacoliquand'anche occorressero ancora anni di lotta.


Diquesto sindacatosì! faccio parte anch'io e spero tanto chevoglia farne parte tutta la brava gente di Francia!




PROCESSOVERBALE


Articolopubblicato su "Le Figaro" il 5 dicembre 1897.


E'il terzo e ultimo articolo che mi fu permesso di dare a "LeFigaro". Ebbi perfino qualche difficoltà a farlo passareecome si vedràritenni saggio congedarmi in esso dalpubblicointuendo che mi sarei trovato nell'impossibilità dicontinuare la mia campagnache tanto turbava i lettori abituali delgiornale.


Riconoscoperfettamentea un giornalela necessità di fare i conti conle abitudini e le passioni della sua clientela. Perciòognivolta che ho subito questo genere di battuta d'arrestome la sonopresa soltanto con me stessoper essermi sbagliato sul terreno esulle condizioni di lotta. Le Figaro si è dimostrato ciònondimeno coraggioso nell'accettare questi tre articolie io loringrazio.


Ah!quale spettacolodopo tre settimanee quali tragiciindimenticabili giorni abbiamo attraversato! Non ne ricordo altri cheabbiano suscitato in me tanta umanitàtanta angoscia e tantagenerosa collera. Esasperatoho vissuto nell'odio della stupiditàe della malafedea tal punto assetato di verità e digiustizia da riuscire a comprendere i grandi moti dell'anima chepossono portare un placido borghese al martirio.


Inveritàsi è trattato di uno spettacolo inauditocheper brutalitàper sfrontatezzaper ammissioni ignobiliandava al di là di tutto quello che di più istintivo edi più vile abbia mai confessato la bestia umana. Un simileesempio di follia e di perversione da parte di una folla èraro ed è sicuramente per questo cheoltre a ribellarmi comeuomomi sono tanto appassionato come romanzierecome drammaturgosconvolto dall'entusiasmo di fronte a un caso di così tremendabellezza.


Oggieccola storia entra nella fase regolare e logicaquella cheabbiamo desideratoche abbiamo incessantemente chiesto. Un tribunalemilitare è all'operail nuovo processo ha come scopo laveritàe noi ne siamo convinti. Non abbiamo mai voluto altro.Non restaorache tacere e aspettareperché non siamo noi adoverla direla veritàè il Consiglio di guerra chela deve accertarerenderla lampante. E non ci sarà un nostronuovo interventoa meno che essa non ne esca incompleta ed èun'ipotesi del tutto inammissibile.


Maessendo terminata la prima fasevero caos in piena tenebraveroscandalo in cui tante coscienze sporche si sono messe a nudodev'esserne redatto il processo verbalebisogna trarne leconclusioni. Perchénella profonda tristezza delleconstatazioni che s'impongonoc'è l'ammaestramento virileilferro rovente con cui si cauterizzano le piaghe. Riflettiamoci:l'orrendo spettacolo che abbiamo appena dato a noi stessi deveguarirci.


Percominciarela stampa.


Abbiamovisto la stampa scadente in fregolaintenta a battere moneta con lecuriosità malsanea guastare la folla per vendere ledenigrazioni dei suoi scribacchiniche non trovano piùcompratori da quando la nazione è calmasana e forte. Sonosoprattutto i facinorosi della serai giornali di tolleranza cheadescano i passanti con i loro titoli a caratteri cubitalipromettendo dissolutezza. Facevano il loro commercio abitualema conun'impudenza significativa.


Abbiamovistoun gradino più sui giornali popolarii giornali daun soldoquelli che si rivolgono alla massa e che formano l'opinionedei piùrinfocolare passioni atrocicondurre furiosamenteuna campagna di settariuccidendo nel nostro caro popolo di Franciaogni generositàogni desiderio di verità e digiustizia. Voglio credere alla loro buona fede. Ma quale tristezzaquesti cervelli di polemisti invecchiatidi agitatori dementidipatrioti meschini chediventati conduttori di uominicommettono ilpiù nero dei criminiquello di ottenebrarne la coscienzapubblica e di fuorviare un intero popolo! Quest'impresa ètanto più esecrabile quando è condottacome in certigiornalicon una bassezza di mezziun'abitudine alla menzognaalladiffamazione e alla delazione che rimarranno l'onta più grandedella nostra epoca.


Infineabbiamo visto la grande stampala stampa detta seria e onestaassistere a tutto questo con un'impassibilitàdirei quasi unaserenità stupefacente. Questi giornali onesti si sonoaccontentati di registrare tutto con cura scrupolosala veritàcome l'errore. Hanno lasciato che il fiume avvelenato scorressesenza omettere un solo abominio. Sìcertoquesta èimparzialità.


Peròa stento qua e là una timida valutazionee non una sola vocealta e nobilenon unacapite? che si sia alzata da questa stampaonestaper schierarsi dalla parte dell'umanitàdell'equitàoltraggiata!

Eabbiamo visto soprattutto - poiché in mezzo a tanti orrori èsufficiente scegliere il più ripugnante - abbiamo visto lastampaquella ignobilecontinuare a difendere un ufficiale franceseche aveva insultato l'esercito e sputato sulla nazione. Non basta!

Abbiamovisto giornali che lo scusavanoaltri che gli infliggevano il lorobiasimosìma con qualche riserva. Ma come!

nonc'è stato un grido unanime di rivolta e di esecrazione! Checos'è mai accaduto perché un crimine che in un altromomento avrebbe sollevato la coscienza pubblica in un bisogno furentedi immediata repressioneabbia potuto trovare delle circostanzeattenuanti in quegli stessi giornali tanto suscettibili in tema difellonia e di tradimento?

L'abbiamovistoripeto. E ignoro cosa abbia prodotto un sintomo come questosugli altri spettatorivisto che nessuno parlanessuno s'indigna.So cheper quanto mi riguardami ha fatto rabbrividirepoichérivela con inaspettata violenza la malattia di cui soffriamo. Lastampa ignobile ha divorato la nazione e un accesso di quellaperversionedi quella corruzione in cui essa l'ha gettataha finitoper mettere l'ulcera completamente a nudo.


L'antisemitismoora.


E'il vero colpevole. Ho già detto come questa campagna barbarache ci riporta indietro di secolioffenda il mio bisogno difraternitàla mia passione per la tolleranza el'emancipazione umana. Ritornare alle guerre di religionericominciare le persecuzioni religiosevolere lo sterminio tra lerazzesono cose di un'assurdità talenel nostro secolo diaffrancamentoche un simile tentativo mi sembra soprattuttoimbecille. Non poteva nascere che da un cervello fumoso e squilibratodi credenteche da una grande vanità di scrittore rimasto alungo sconosciuto e desideroso di recitare una parte a tutti i costisia pure odiosa.


Enon voglio ancora credere che un movimento del genere possa davveroprendere un'importanza decisiva in Franciain questo paese di liberoesamedi bontà fraterna e di limpida ragione.


Eppureassistiamo a misfatti terribilidevo confessare che il male ègravissimo. Il veleno è nel popoloanche se il popolo non ètutto avvelenato. Dobbiamo all'antisemitismo la pericolosa virulenzache gli scandali di Panama hanno preso qui da noi. E questo penosocaso Dreyfus è tutta opera sua: esso soltanto ha resopossibile l'errore giudiziarioesso soltanto sconvolge oggi lafollaimpedisce che quell'errore venga tranquillamente e nobilmentericonosciutoper la nostra integrità e il nostro buon nome.Non c'era niente di più semplice e di più naturale delfare luce sulla veritàappena sorti i primi seri dubbi; comesi può non capire cheperché si sia arrivati allapazzia furiosa in cui ci troviamoè giocoforza che ci sia unveleno nascosto che ci fa delirare tutti?

Questoveleno è l'odio feroce contro gli ebrei che ogni mattinadaanniviene versato al popolo. Sono una bandaquelli che fannoquesto mestiere di avvelenatorie il bello è che lo fanno innome della moralein nome di Cristoatteggiandosi a vendicatori e agiustizieri. E chi ci dice che sul Consiglio di guerra non abbiaagito l'ambiente stesso in cui esso deliberava?

Unebreo traditore che vende il suo paesela cosa va da sé. E seanche non si trova alcuna ragione umana che spieghi il crimineseanche l'imputato è riccosaviolavoratoresenza passioni econ una vita impeccabilenon basta forse il fatto che sia ebreo?

Oggida quando cioè chiediamo che si faccia lucel'atteggiamentodell'antisemitismo è ancora più violentopiùtracotante. E' il suo processoquello che si sta per istruiree cheschiaffo sarebbe per gli antisemiti qualora l'innocenza di un ebreotrionfasse! Un ebreo innocente. Possibile? Crolla tuttaun'impalcatura di bugiesubentra l'aria purala buona fedel'equitàed è la rovina per una setta che agisce sullafolla degli ingenui solamente in forza dei suoi eccessi ingiuriosi edell'impudenza delle sue calunnie.


Edecco cos'altro abbiamo visto: il furore di questi malfattori pubblicial solo pensiero che si possa fare un po' di luce. E inoltreahimèabbiamo visto lo smarrimento della folla che costoro hannopervertitoe tutta questa opinione pubblica sconvoltatutto questocaro popolo di umili e di sempliciche oggi si scaglia contro gliebrei e che domani farebbe una rivoluzione per liberare il capitanoDreyfusse qualche onest'uomo lo infiammasse del fuoco sacro dellagiustizia.


Infinegli spettatorigli attorivoi e ionoi tutti.


Qualeconfusionequale pantano accresciuto di continuo! Abbiamo vistoinfervorarsi di giorno in giorno la mischia delle passioni e degliinteressie poi storie insulsepettegolezzi vergognosismentite diinaudita impudenzail semplice buon senso venire preso a schiaffiogni mattinail vizio acclamatola virtù zittitainsommal'agonia di tutto quello che costituisce l'onore e la gioia divivere. Si è finito per odiarlotutto questocerto! Ma chiaveva voluto questo stato di cosechi lo trascinava per le lunghe? Inostri capiquelli cheavvertiti da più di un annononosavano far niente. Inutile supplicarliinutile preconizzare lorofase per fasela tremenda tempesta che si stava addensando.L'inchiesta l'avevano fatta; l'incartamento l'avevano tra le mani. Mafino all'ultima oranonostante le supplichesi sono intestarditinella loro inerziapiuttosto che prendere in mano la situazioneperlimitarlaa rischio di sacrificare subito le individualitàcompromesse. Il fiume di fango è straripatocom'era statoloro predettoed è colpa loro.


Abbiamovisto energumeni trionfare con l'esigere la verità da quelliche dicevano di saperlaquando questi non potevano dirla finchéc'era in corso un'inchiesta. La verità è stata detta algenerale incaricato dell'inchiestae a lui soltanto èaffidata la missione di farla conoscere. La verità saràinoltre detta al giudice istruttoree lui soltanto ha la veste perascoltarla e per basare su di essa il suo atto di giustizia. Laverità! che concezione ne avetein un'avventura come questache scuote tutta un'organizzazione decrepitaper credere che sia unoggetto semplice e maneggevoleda tenere nel cavo della mano e damettere quando si vuole in mano ad altricome se fosse un sasso ouna mela? La provaah sìla prova che si pretendevaimmediatacome i bambini pretendono che si mostri loro il vento chepassa. Siate pazienti e la vedrete splenderela verità; maoccorrerà in ogni caso un po' d'intelligenza e di probitàmorale.


Abbiamovisto sfruttare vilmente il patriottismoagitare lo spettro dellostraniero in una questione d'onore che riguarda unicamente lafamiglia francese. I peggiori rivoluzionari hanno gridato che siinsultavano l'esercito e i suoi capiquandocom'è giustosichiede solo di non metterli troppo in altofuori della portata dichiunque. Edi fronte ai caporionidi fronte a qualche giornale cheaizzava l'opinione pubblicaha regnato il terrore. Non un esponentedelle nostre assemblee ha avuto un grido da onest'uomotutti sonorimasti mutiesitantiprigionieri dei loro gruppitutti hannoavuto paura dell'opinione pubblicasicuramente preoccupatiinprevisione delle prossime elezioni. Né un moderatonéun radicalené un socialistanessuno di quelli chedovrebbero tutelare le pubbliche libertàsi è ancoraalzato a parlare secondo coscienza. Come volete che il paese sappiaorientarsi nella tormentase quegli stessi che si dicono sue guidetacciono per meschina tattica di politicanti oppure per il timore dicompromettere la loro situazione personale?

Elo spettacolo è stato così penosocosì crudelecosì duro per la nostra fierezzache intorno a me sentoripetere: "La Francia è proprio malata perchéabbia potuto prodursi una simile crisi di aberrazione pubblica".No! è soltanto sviatafuori di sé del suo cuore edella sua indole. Le si parli il linguaggio dell'umanità edella giustizia e si ritroverà interanella sua generositàleggendaria.


Ilprimo atto è terminatosull'orrendo caso è calato ilsipario.


Auguriamociche lo spettacolo di domani ci consoli e ci ridia coraggio.


Hodetto che la verità era in cammino e che niente l'avrebbefermata. Un primo passo è fattoun altro si faràpoiun altropoi il passo decisivo. E' matematico.


Peril momentoin attesa della decisione del Consiglio di guerrala miaparte è terminata; ed è mio ardente desiderio chefatta la veritàresa giustiziaio non debba piùlottare né per l'una né per l'altra.




LETTERAALLA GIOVENTU'


Pubblicatain un opuscolo messo in vendita il 14 dicembre 1897.


Poichénessun giornalein quel momentosembrava disposto ad accettare imiei articoli e poiché desideravo essere assolutamente liberoconcepii il progetto di continuare la mia campagna per mezzo d'unaserie di opuscoli. In un primo momento avevo pensato di pubblicarliregolarmentea giorni fissiuno alla settimana.


Poipreferii rimanere padrone delle date di pubblicazionein modo dascegliere le mie ore e da intervenire sugli argomenti soltanto neigiorni in cui l'avrei giudicato utile.


Doveandategiovanidove andatebande di studenti che correte per lestrademanifestando in nome delle vostre collere e dei vostrientusiasmiprovando il bisogno imperioso di levare pubblicamente ilgrido delle vostre coscienze indignate?

Andatea protestare contro qualche abuso di poterequalcuno ha offeso ilbisogno di verità e di equità che ancora arde nellevostre anime nuoveignare dei compromessi politici e dellequotidiane viltà della vita?

Andatea raddrizzare un torto socialea mettere la protesta della vostragioventù vibrante sulla bilancia infida dove cosìfalsamente si pesano la sorte dei fortunati e quella dei diseredatidi questo mondo?

Andatea fischiare per affermare la tolleranzal'indipendenza della razzaumanaqualche settario dell'intelligenzadal cervello ristrettoche avrà tentato di ricondurre i vostri spiriti liberatiall'antico erroreproclamando la bancarotta della scienza?

Andatea gridaresotto la finestra di qualche personaggio sfuggente eipocritala vostra fede invincibile nell'avvenirein quel secoloventuro che portate con voi e che deve realizzare la pace del mondoin nome della giustizia e dell'amore?

"Nono! andiamo a protestare contro un uomoun vegliardo chedopo unalunga vita di lavoro e di lealtàha creduto di poterimpunemente sostenere una causa generosadi volere che si facesseluce e che un errore venisse riparato per l'onore stesso della patriafrancese!".


Ahquando pure io ero giovanel'ho vistoil quartiere latinofremeretutto delle accese passioni della gioventù: l'amore dellalibertàl'odio verso la forza bruta che schiaccia i cervellie comprime le anime. L'ho vistosotto l'Imperofare la suacoraggiosa opera di opposizioneperfino ingiusta a voltema sempreper eccesso di libera emancipazione umana. Fischiava gli autorigraditi alle Tuileriesmalmenava i professori il cui insegnamentogli sembrava sospettosi levava contro chiunque si mostrasse afavore delle tenebre e della tirannia. Vi bruciava il sacro fuocodella bella follia dei vent'anniquando tutte le speranze sono dellerealtà e il domani appariva come il trionfo certo della Cittàperfetta.


Ese risalissimo più indietroin questa storia delle nobilipassioni che hanno sollevato la gioventù delle scuolelavedremmo sempre indignarsi sotto l'ingiustiziafremere e levarsi pergli umiligli abbandonatii perseguitaticontro i feroci e ipotenti. Essa ha manifestato in favore dei popoli oppressisi èdichiarata per la Poloniaper la Greciaha preso le difese di tuttiquelli che soffrivanoche agonizzavano sotto la brutalità diuna folla o di un despota. Quando si diceva che il quartiere latinosi accendevasi poteva star certi chedietroc'era qualche vampatadi giustizia giovanileincurante delle precauzioniche reagiva conentusiasmo ai dettami del cuore. E quanta spontaneitàallora!era come se un fiume in piena straripasse per le strade.


Sobene che anche oggi il pretesto è la patria minacciatalaFrancia consegnata al nemico vincitore da una banda di traditori.


Soltantomi chiedodove troveremo la chiara intuizione delle coselasensazione istintiva di ciò che è verodi ciòche è giustose non in queste anime nuovein questi giovaniche nascono alla vita politicadei quali niente dovrebbe ancoraoscurare la ragione diritta e sana? Che gli uomini politicicorrottida anni di intrighio i giornalistisquilibrati da tutti icompromessi del mestierepossano accettare le menzogne piùimpudentifar finta di non vedere cose che sono di una chiarezzaabbaglianteè un fatto che si spiegache si capisce.


Mala gioventùvia! dev'essere già molto incancrenitaperché la sua purezzail suo naturale candorenon siriconoscano a colpo d'occhio in mezzo a errori inaccettabili e nonabbiano ogni diritto a quanto è evidentelimpidodi unaluminosità onestada pieno giorno!

Nonc'è storia più semplice di così. Un ufficiale èstato condannato e nessuno si sogna di sospettare della buona fededei giudici. L'hanno colpito secondo la loro coscienzasu prove chehanno ritenuto certe. Poisuccede un giorno che qualcunoanzi piùd'unoabbia dei dubbi e che dal dubbio giunga poi alla convinzioneche una delle provela più importanteo almeno la sola sullaquale i giudici si sono pubblicamente basatiè stataerroneamente attribuita al condannato e che il documento èsicuramente di mano di un altro. E lo dicee quest'altro vienedenunciato dal fratello del condannatoche aveva il preciso doveredi agire così; ed ecco cheper forza di coseha inizio unnuovo processoprocesso chese ci sarà condannadovràcondurre alla revisione del primo. C'è forse qualcosa di nonperfettamente chiarogiusto e ragionevole? Dov'è lamacchinazionedov'è il nero complotto per salvare untraditore? Che ci sia un traditorenessuno lo nega; si vuolesoltanto che a espiare il crimine sia un colpevolenon un innocente.Lo avrete ugualmenteil vostro traditoresi tratta soltanto didarvene uno autentico.


Unpo' di buon senso non dovrebbe essere più che sufficiente? Aquale movente obbedirebbero mai quelli che perseguono la revisionedel processo Dreyfus? Lasciamo da parte l'antisemitismo imbecillelacui feroce monomania ci vede un complotto ebreol'oro ebreo che sisforza di sostituire un cristiano a un ebreo nell'infame prigione. E'una teoria che non sta in piedile inverosimiglianze e leimpossibilità crollano le une sulle altrenon basterebbetutto l'oro della terra a comprare certe coscienze. E bisogna perforza arrivare alla realtà che è poi l'espansionenaturalelentainvincibile di qualsiasi errore giudiziario. Lastoria è tutta lì.


Unerrore giudiziario è una forza in movimento: uomini dicoscienza sono conquistatisono assillatisi dedicano in modosempre più ostinatorischiano la loro fortuna e la loro vitaaffinché giustizia sia fatta. E non c'è altraspiegazione possibile di quanto accade oggiil resto non èaltro che fanatismi politici e religiosi abominevoliche torrentestraripato di calunnie e d'ingiurie.


Maquale giustificazione avrebbe mai la gioventù se le sue ideedi umanità e di giustizia venissero a esserne oscuratefoss'anche per un istante? Nella seduta del 4 dicembreuna Camerafrancese s'è coperta di ontavotando un ordine del giorno per"stigmatizzare i caporioni dell'odiosa campagna che turba lacoscienza pubblica".


Lodico francamenteper l'avvenire che mi leggeràspero: unvoto simile è indegno del nostro generoso paese e resteràcome una macchia incancellabile. "I caporioni" sono gliuomini di coscienza e di coraggio checerti di un erroregiudiziariol'hanno denunciato perché ci si ponesse riparonella patriottica convinzione che una grande nazionenella quale uninnocente agonizzasse tra le torturesarebbe una nazione condannata."La campagna odiosa"è il grido di veritàèil grido di giustizia che quegli uomini levanoèl'ostinazione che essi mettono nel volere che la Franciadi fronteai popoli che la osservanoresti la Francia che ha creato la libertàe che creerà la giustizia. E la Cameratutti potete vederloha certamente commesso un criminepoiché ecco che ha corrottoperfino la gioventù delle nostre scuolepoiché eccoche questaingannatasviatasguinzagliata per le nostre viemanifestacome non si era finora mai vistocontro quanto di piùfierodi più coraggiosodi più divino c'ènell'animo umano!

Dopola seduta del Senatoil 7si è parlato di crollo a propositodi Scheurer-Kestner. Ah sìche crollo nel suo cuorenel suoanimo! Mi immagino la sua angosciail suo tormentonel vedersifranare intorno tutto quello che ha amato della nostra Repubblicatutto quello che per essa ha contribuito a conquistare nella nobilebattaglia della sua vita; la libertàprima di tuttopoi lemaschie virtù della lealtàdella franchezza e delcoraggio civico. E' uno degli ultimi della sua generazione di forti.Sotto l'Imperoha saputo che cos'è un popolo sottomessoall'autorità di un singoloun popolo divorato dalla febbre edall'impazienza mentrela bocca brutalmente imbavagliatavedenegare ogni giustizia. Col cuore sanguinante ha assistito alle nostredisfattene ha saputo le causetutte dovute all'accecamentoall'imbecillità dispotica. In seguitoha fatto parte diquelli che hanno lavorato nel modo più saggio e piùardente a sollevare il paese dalle pastoiea restituirgli il suorango in Europa.


Datadai tempi eroici della nostra Francia repubblicana e potrebbecredereimmaginodi aver fatto opera buona e solida: il dispotismocacciato per semprela libertà conquistata e intendosoprattutto quella libertà umana che permette a ognicircostanza di affermare il suo doveretra la tolleranza delleopinioni altrui.


Ebbenesìtutte le conquiste sono state possibilima ancora unavolta è crollato tutto. Attorno a luidentro di luiha soloe unicamente rovine. Essere stato in preda al bisogno di veritàè un crimine. Avere voluto la giustizia è un crimine.L'orrendo dispotismo è ritornatosulle bocche è calatodi nuovo il più duro dei bagagli. Non è lo stivale diun Cesare a schiacciare la coscienza pubblicaè un'interaCamera a condannare chi brucia della passione del giusto. Proibitoparlare! I pugni colpiscono le labbra di chi tenta di difendere laveritàsi aizzano le folle perché riducano gli isolatial silenzio. Mai un'oppressione altrettanto mostruosa era stataorganizzata e utilizzata contro la libera discussione. El'obbrobrioso terrore regnai più coraggiosi diventanocodardinessuno più osa dire quello che pensa per la paura diessere denunciato come venduto e traditore.


Queipochi giornali ancora onesti sono supini di fronte ai loro lettoriresi ormai folli da troppe sciocchezze sentite. E mai un popolonesono convintoha attraversato un'ora più agitatapiùtorbidapiù angosciosa per la sua ragione e per la suadignità.


Alloraè verotutto un passato grande e leale ha dovuto crollare perScheurer-Kestner. Se egli crede ancora alla bontà e all'equitàdegli uominidev'essere di un ottimismo ben solido. Per tresettimane lo hanno trascinato nel fango solamente per averecompromesso l'onore e la serenità della sua vecchiaia con lapretesa di voler essere giusto. Non c'è tortura piùdolorosaper un galantuomodel dover soffrire il martirio dellapropria onestà. Si uccide in quest'uomo la fede nel domanigli si avvelena lo spirito; ese egli muoredice: "E' finitanon c'è più nientetutto quello che ho fatto di buonose ne va con mela virtù è solo una parola vuotailmondo è nero e desolato!".


Eper schiaffeggiare il patriottismosiamo andati a sceglierequest'uomo chenelle nostre Camereè l'ultimo rappresentantedell'Alsazia-Lorena! Lui un vendutoun traditoreuno che insultal'esercitoquando il suo nome sarebbe dovuto bastare a rassicurarele inquietudini più diffidenti! E' chiaro che egli ha avutol'ingenuità di credere che la sua qualità di alsazianola sua fama di patriota ardente costituissero la garanzia stessadella sua buona fedenell'assumere la delicata parte delgiustiziere. Se si occupava lui del casonon era come dire che unaconclusione rapida gli sembrava necessaria all'onore dell'esercitoall'onore della patria? Lasciate che si trascini ancora persettimaneprocurate di soffocare la veritàdi rifiutarvialla giustizia e vedrete se non avrete fatto ridere l'Europa interase non avrete messo la Francia all'ultimo posto tra le nazioni!

Nono! gli stupidi fanatismi politici e religiosi non voglionoassolutamente capire e la gioventù delle nostre scuole offreal mondo lo spettacolo di andare a fischiare un uomo come Scheurer-Kestneril traditoreil vendutoquello che insulta l'esercito eche compromette la patria!

Sobene che i pochi giovani che manifestano non rappresentano tutta lagioventù e che un centinaio di chiassosi per strada fanno piùrumore di diecimila lavoratorichiusi in casa a studiare. Ma centochiassoni sono già troppied è un sintomo doloroso cheun movimento del genereper limitato che siasi possa produrreinun'ora come questanel quartiere latino!

Deigiovani antisemitiè mai possibile che esistano? E' possibileche ci siano cervelli nuovianime nuovegià squilibrate daquesto veleno idiota? Che tristezzache inquietudine per ilventesimo secolo che sta per schiudersi! A cent'anni dalladichiarazione dei diritti dell'uomocent'anni dopo l'atto supremo ditolleranza e di emancipazioneecco che si ritorna alle guerre direligioneal più odioso e al più stupido deifanatismi! E possiamo ancora capirlo da parte di certi individui cheinterpretano la loro parteche hanno un atteggiamento da conservaree un'ambizione vorace da soddisfare. Ma nei giovaniin quelli chenascono e premono per il fiorire di tutti i diritti e di tutte lelibertàdi cui avevamo sognato di veder risplendere ilprossimo secolo! Sono loro gli artefici che aspettavamoed ecco chegià si dichiarano antisemitivale a dire che daranno inizioal secolo massacrando tutti gli ebreiperché sonoconcittadini di un'altra razza e di un'altra fede! Un inizio delgenere come appannaggio per la Città dei nostri sognilaCittà dell'uguaglianza e della fratellanza! Se davvero lagioventù ci si riconoscesseci sarebbe da singhiozzaredanegare qualsiasi speranza e qualsiasi felicità umana.


Ogioventùgioventù! pensate ne supplicoalla grandeimpresa che ti attende. Sei tu la futura operaiatu getterai lefondamenta di questo secolo imminente chene abbiamo la fedeprofondarisolverà i problemi di verità e di equitàposti dal secolo ormai agli sgoccioli. Noii vecchigli anzianitilasciamo l'imponente cumulo della nostra inchiesta; moltecontraddizioni e punti oscuriprobabilmentema senza alcun dubbiolo sforzo più appassionato che mai secolo abbia fatto verso lalucei documenti più onesti e più solidilefondamenta stesse di quel vasto edificio della scienza che tu dovraicontinuare a costruire per il tuo onore e la tua felicità. Eti chiediamo soltanto d'essere ancora più generosapiùlibera di spiritodi superarci nell'amore per la vita vissuta inmodo normalenello sforzo tutto dedito al lavoroquesta feconditàdegli uomini e della terra che saprà benealla finefargermogliare la traboccante messe di gioia sotto il sole splendente. Eti cederemo fraternamente il postofelici di sparire e di riposarcidella nostra parte di impresa compiutanel placido sonno dellamortee sapremo che tu ci continui e che realizzi i nostri sogni.


Gioventùgioventù! ricordati delle sofferenze che i tuoi padri hannosopportatodelle terribili battaglie che hanno dovuto vincereperconquistare la libertà di cui tu in questo momento gioisci. Seti senti indipendentese puoi andare e venire come ti aggradadiresulla stampa tutto quello che pensiavere un'opinione ed esprimerlapubblicamenteè perché i padri hanno offerto la lorointelligenza e il loro sangue. Tu non sei nata sotto la tiranniatuignori che cosa voglia dire svegliarsi ogni mattina con lo stivale diun padrone sul pettotu non ti sei battuta per sfuggire allasciabola del dittatoreai falsi pesi del cattivo giudice. Ringraziai tuoi padri e non commettere il crimine di acclamare la menzognadifare una campagna insieme alla forza brutaall'intolleranza deifanatici e alla voracità degli ambiziosi. Tutto questo portaalla dittatura.


Gioventùgioventù! sii sempre dalla parte della giustizia. Se mai ilconcetto di giustizia si oscurasse in teandresti incontro a tutti ipericoli. E non ti parlo della giustizia dei nostri Codiciche èsoltanto la garanzia dei legami sociali. Bisogna rispettarlacerto;ma è una nozione più altala giustiziaquella chepone come principio che il giudizio degli uomini è semprefallibile e che ammette la possibile innocenza di un condannato senzaper questo recare offesa ai giudici. Non c'è forsein questoun'avventura fatta per risvegliare la tua accesa passione per ildiritto? Chi si leverà per esigere che giustizia sia fatta senon tuche non fai parte delle nostre lotte d'interessi e dipersoneche ancora non sei né impegnata né compromessain alcun affare loscoche puoi parlare chiaroin tutta purezza e intutta buona fede?

Gioventùgioventù! sii umanasii generosa. Se anche noi ci sbagliamosii con noiquando diciamo che un innocente subisce una penaterribile e che il nostro cuore in rivolta si spezza per l'angoscia.Basta ammettere per un solo istante il possibile erroredi fronte aun castigo a questo punto smisuratoperché il petto si serrie le lacrime sgorghino agli occhi. Certogli aguzzini rimangonoinsensibilima tutuche piangi ancorache ancora non hai fattoesperienze di tutte le miseriedi tutte le pietà! Com'èchese da qualche parte c'è un martire che soccombe vittimadell'odionon ti abbandoni al sogno cavalleresco di difenderlo e diliberarlo? Chise non tupotrà mai tentare la sublimeavventuralanciarsi in una causa generosa e superbatenere testa aun popoloin nome della giustizia ideale? E non ti vergogni che adappassionarsiad assumersi oggi la tua impresa di generosa folliasiano degli anzianidei vecchi?

Doveandategiovanidove andatestudenti che battete le strademanifestandogettando nel bel mezzo delle nostre discordie ilcoraggio e la speranza dei vostri vent'anni?

"Andiamoverso l'umanitàverso la veritàverso la giustizia!".




LETTERAALLA FRANCIA


Pubblicatain un opuscolo messo in vendita il 6 gennaio 1898.


Erail secondo della serie e contavo sul fatto che la serie sarebbe statalunga. Mi trovavo benissimo con questo tipo di pubblicazione cheimpegnava me soltantolasciandomi tutta la libertà e tutta laresponsabilità. Inoltrenon ero più costretto entro ledimensioni ridotte di un articolo di giornaleil che mi dava lapossibilità di dilungarmi. Gli avvenimenti erano in cammino eio li aspettavorisoluto da quel momento a dire tuttoa lottarefino alla fine perché la verità risplendesse e venissefatta giustizia.


Neigiorni orribili di disordine morale che attraversiamonel momento incui la coscienza pubblica sembrerebbe oscurarsiè a te che mirivolgoFranciaalla nazionealla patria!

Ognimattinaleggendo sui giornali quello che tu sembri pensare di questodeplorevole caso Dreyfusil mio stupore aumentala mia ragione piùche mai si ribella. Ma sei proprio tuFranciaa lasciarticonvincere dalle menzogne più palesia metterti con la turbadei malfattori contro pochi galantuominia lasciarti sconvolgere dalpretesto idiota che si voglia insultare il tuo esercito e sicomplotti di venderti al nemicoquandoall'oppostoèdesiderio dei tuoi figli più saggi e più leali che turimangaagli occhi dell'Europa attentala nazione dell'onorelanazione dell'umanitàdella verità e della giustizia?

Edè verola grande massa lo credesoprattutto quella deimodesti e degli umilila popolazione delle cittàquasi tuttala provincia e tutte le campagnequella considerevole maggioranzache accetta l'opinione dei giornali e quella dei viciniche non hané il modo di documentarsiné quello di riflettere.Che cos'è mai successoFranciae come ha potuto il tuopopoloil tuo popolo di buon cuore e di buon sensofarsi cogliereda questa ferocia della paurada queste tenebre dell'intolleranza?Al tuo popolo dicono che un uomo forse innocente è in predaalla peggiore delle tortureche ci sono prove materiali e morali percui s'impone la revisione del processo ed esso rifiuta violentementela lucesi schiera dietro i settari e i banditidietro quelli chehanno interesse a lasciare a terra il cadaverequesto popolo chesoltanto poco tempo faavrebbe demolito ancora una volta laBastigliapur di farne uscire un prigioniero!

Cheangoscia e che tristezzaFrancianell'animo di chi ti amadi chivuole il tuo onore e la tua grandezza! Mi chino angustiato sul marecupo e sconvolto di questo tuo popolomi chiedo dove siano le causedella tempesta che minaccia di distruggere il meglio della tuagloria. Non c'è niente di più mortalmente gravee iovi leggo sintomi inquietanti. E oserò dire tuttopoichénella mia vita non ho avuto che una sola passionela veritàe qui non faccio che continuare la mia opera.


Tirendi conto che il pericolo è proprio in queste tenebreostinate dell'opinione pubblica? Cento giornali ripetonoquotidianamente che l'opinione pubblica non vuole che Dreyfus siainnocenteche la sua colpevolezza è necessaria alla salutedella patria. E sai fino a che punto saresti colpevole sein altolocosi autorizzasse un sofisma del genere per soffocare la verità?

Saràla Francia ad averlo volutosarai tu ad avere preteso il crimineeche grande responsabilità ogni giorno! Ecco perché inquest'ora graveFranciaquelli dei tuoi figli che ti amano e tionorano hanno un solo dovere ardente: il dovere di agire con forzasull'opinione pubblicadi illuminarladi ricondurladi trarladall'errore in cui la spingono cieche passioni. E non c'èimpresa più utilepiù santa.


Ahsì! con tutta la mia forza io parlerò loroaglioscuriagli umilia quanti vengono avvelenati e fatti delirare. E'la sola missione in cui m'impegnogriderò loro dov'èveramente l'anima della patriala sua energia invincibile e il suosicuro trionfo.


Esaminiamola situazione. E' stato fatto un altro passoil comandante Esterhazyè stato deferito a un tribunale militare.


Comeho detto fin dal primo giornola verità è in cammino eniente potrà fermarla. Nonostante le cattive volontàogni passo avanti sarà fattomatematicamentea tempo giusto.La verità ha in sé una potenza che travolge tutti gliostacoli. E quando le si sbarra il cammino e si riesce a tenerla piùo meno a lungo sotterratavi si ammassaprende una tale violenza diesplosione cheil giorno in cui esplodefa saltare tutto. Tentatequesta voltadi murarla per qualche mese ancora sotto le menzogne oun procedimento a porte chiuse e poi vedrete se non vi statepreparandoper più tardiun disastro dei piùclamorosi. Peròman mano che la verità avanzalebugie si accumulano per negare il suo cammino. Niente di piùsignificativo. Quando il generale de Pellieuxincaricatodell'inchiesta preliminaredepositò il suo rapportocheconcludeva ammettendo la possibile colpevolezza del comandanteEsterhazyla stampa ignobile inventò cheunicamente pervolontà di quest'ultimoil generale Saussierpur esitandoconvinto com'era della sua innocenzasi adattòper farglipiacerea deferirlo alla giustizia militare. Oggi è ancorameglio: i giornali raccontano chepoiché tre esperti avevanonuovamente riconosciuto il "bordereau" come opera certa diDreyfusil comandante Ravarynella sua inchiesta giudiziariaeraapprodato di necessità a un non luogo a procederee cheseil comandante Esterhazy sarebbe finito davanti a un tribunalemilitareera perché aveva forzato di nuovo la mano algenerale Saussieresigendo se non altro dei giudici.


Questoè di una comicità irresistibile e di una idioziatotale! Ve lo figurate quest'accusato che dirige il casodettandogli arresti? Ve lo figurate un uomo riconosciuto innocentedopo bendue inchiestee per il quale ci si prende la briga non indifferentedi riunire un tribunale al solo fine di recitare una commediadecorativauna sorta d'apoteosi giudiziaria?

Equivarrebbené più né meno a farsi beffe della giustiziadal momento che si afferma che il proscioglimento è certoperché la giustizia non è fatta per giudicare gliinnocenti e occorre per lo meno che il giudizio non venga redattodietro le quinteprima ancora che si apra il dibattimento. Visto cheil comandante Esterhazy è deferito a un tribunale militareauguriamociper il nostro onore nazionaleche sia una cosa seria enon una semplice messinscenadestinata a divertire gli allocchi. Miapovera Franciaa tal punto ti credono stupida da raccontarti storiecome queste che non stanno né in cielo né in terra?

Ead ogni modonon tutto è menzogna nelle informazioni che lastampa ignobile pubblica e che dovrebbero bastare ad aprirti gliocchi. Da parte miami rifiuto formalmente di credere ai tre espertiche non avrebbero riconosciutoa colpo d'occhiol'assoluta identitàtra la grafia del comandante Esterhazy e quella del "bordereau"Prendete il primo bambino che passa per stradafatelo saliremostrategli i due fogli e vi risponderà:

"E'lo stesso signore che ha scritto queste due pagine". Non c'èbisogno di espertipuò stabilirlo chiunquela rassomiglianzadi certe parole salta agli occhi. Ed è talmente veroche ilcomandante ha ammesso questa incredibile rassomiglianza eperspiegarlaasserisce che siano state ricalcate diverse sue letteretutta una storia di una complicazione laboriosad'altrondeassolutamente pueriledi cui la stampa si è occupata persettimane. E vengono a raccontarci di essersi rivolti a tre espertiper dichiarare di nuovo che il "bordereau" è propriodi pugno di Dreyfus! Ah noè troppo! tanta sfrontatezza stadiventando goffagginele persone oneste finiranno per irritarsispero!

Certigiornali arrivano al punto di dire che quel "bordereau"sarà messo da parteche in tribunale non se ne discuteràneppure. Di che cosa si discuteràdi graziae perchéil tribunale si riunirà in seduta? Il nodo del caso ètutto lì: se Dreyfus è stato condannato per undocumento scritto da un altro e che basta a far condannare questoaltrola revisione s'impone con logica irresistibilepoichénon ci possono essere due colpevoli condannati per lo stesso crimine.Démange l'ha ripetuto formalmentesoltanto quel "bordereau"gli è stato presentatoDreyfus è stato legalmentecondannato unicamente in base a quel "bordereau" epurammettendo chein disprezzo di ogni legalitàesistanodocumenti tenuti segreticosa che personalmente non riesco acrederechi oserebbe opporsi alla revisione qualora venissedimostrato che il "bordereau"la sola prova conosciutaammessaè di mano di un altro? Ed ecco perché vengonoaccumulate tante menzogne attorno al "bordereau"che inconclusione è il nocciolo dell'intero caso.


Eccodunque un primo punto da sottolineare: l'opinione pubblica èfatta in gran parte di queste menzognedi queste storie incredibilie stupide che la stampa divulga ogni mattina. L'ora dellaresponsabilità verràe bisognerà regolare iconti con questa stampa ignobileche ci disonora agli occhi delmondo intero. Alcuni giornali svolgono la loro solita attivitànon hanno mai diffuso altro che melma. Matra questiche stuporeche tristezza nel trovareper esempioun giornale letterario come"L'Echo de Paris"così spesso all'avanguardia delleideee chenel caso Dreyfussi assume una parte cosìincresciosa! Le notedi una violenzadi un partito presoscandalosonon sono firmate. Si dice che siano ispirate da queglistessi che hanno avuto la disastrosa balordaggine di far condannareDreyfus. Il signor Valentin Simond dubita forse che esse ricoprano ilsuo giornale di obbrobrio? E c'è un altro giornale il cuiatteggiamento dovrebbe destare l'indignazione di tutta la genteonestae mi riferisco a "Le Petit Journal". Che igiornalacci che tirano qualche migliaio di copie urlino e mentiscanoper far aumentare la tiraturasi può anche capiree in fondoil danno è piuttosto limitato. Ma che "Le Petit Journal"che tira più di un milione di copieche si rivolge agliumiliche penetra dappertuttosemini l'erroresvii l'opinionepubblicaè veramente di una gravità eccezionale.Quando si ha una simile cura d'animequando si è il pastoredi tutto il popolosi dev'essere di una probità intellettualescrupolosapena il macchiarsi di un crimine civico.


EdeccoFranciache cosa trovo prima di tutto nella demenza dellaquale sei preda: le menzogne della stampail regime di storieinsulsedi basse ingiuriedi perversioni morali al quale essa tisottopone ogni mattina. Come potresti mai volere la verità ela giustiziase c'è chi avvelena fino a questo punto tutte letue virtù leggendariela limpidezza della tua intelligenza ela solidità della tua ragione?

Maci sono fatti ancora più gravitutto un insieme di sintomichenella crisi che attraversisono oggetto di una lezioneterrificanteper quelli che sanno vedere e giudicare. Il casoDreyfus è solo un incidente deplorevole. La testimonianzaterribile è il modo in cui tu ti comporti in quest'avventura.Uno ha l'aria sana ed'improvvisoappaiono piccole macchie sullapelle: in lui c'è la morte. Tutto uno stato di avvelenamentopolitico e sociale si è reso manifesto sul tuo volto.


Perchéhai lasciato gridaree hai finito per gridare tu stessache il tuoesercito veniva insultato quandoal contrarioardenti patriotivolevano soltanto la sua dignità e il suo onore? Il tuoesercito? maoggisei tu tutta intera; non si tratta di questo oquel capodi questo o quel corpo di ufficialidi questa o quellagerarchia gallonata; sono tutti i tuoi figli pronti a difendere ilsuolo francese. Fai l'esame di coscienza: era davvero il tuo esercitoche volevi difendereanche se nessuno lo aggrediva? non erapiuttosto l'uniforme che sentivi il bisogno improvviso di acclamare?Per conto mionella rumorosa ovazione fatta ai capi che si dicevafossero stati insultativedo un risvegliosenza dubbioinconsapevoledel boulangismo latente da cui sei tuttora colpita. Infondonon hai ancora il sangue repubblicanoi pennacchi che passanoti fanno battere il cuorenon può venire un re senza che tute ne innamori. Il tuo esercitoebbenesì! a quello nonpensi mai! E' il generale che vuoi nel tuo letto. E quanto èlontano il caso Dreyfus! Mentre il generale Billot si facevaacclamare alla Cameravedevo l'ombra della spada disegnarsi sulmuro. Franciase non stai attentati aspetta la dittatura.


Esai cos'altro ti aspettaFrancia? Ti aspetta il dominio dellaChiesa. Ritornerai al passatoa quel passato d'intolleranza e diteocrazia che i più illustri tra i tuoi figli hannocombattutohanno creduto di uccideredonando la loro intelligenza eil loro sangue. Oggila tattica dell'antisemitismo è moltosemplice.


Invanoil cattolicesimo si sforzava di agire sulla popolazionecreavacircoli di operaimoltiplicava i pellegrinaggitentava diriconquistarladi ricondurla ai piedi degli altari. Era una cosadefinitivale chiese restavano desertela gente non ci credeva più.Ed ecco che alcune circostanze hanno permesso di ispirare al popolola rabbia antisemiticalo si avvelena con questo fanatismolo silancia per le strade a gridare: "Abbasso gli ebrei! a morte gliebrei! ". Quale trionfose fosse possibile scatenare una guerrareligiosa! Certoil Popolo continua a non credere più; maricominciare con l'intolleranza del medioevobruciare gli ebreisulla pubblica piazzanon è forse l'inizio del credoreligioso? Eccodunqueche il veleno è stato trovato; eunavolta riusciti a fare del popolo di Francia un fanatico e uncarneficeuna volta riusciti a strappargli dal cuore la suagenerositàil suo amore per i diritti dell'uomocosìduramente conquistatiDio farà sicuramente il resto.


C'èchi ha l'audacia di negare la reazione clericale. Ma èdappertuttoesplode nella politicanelle artinella stampaper lestrade! Oggi perseguitiamo gli ebreidomani sarà la volta deiprotestanti; e la campagna è già cominciata. LaRepubblica è invasa da reazionari d'ogni genereche l'adoranodi un amore repentino e terribileche l'abbracciano per soffocarla.Da ogni latosi sente dire che l'idea di libertà ha fattobancarotta. Eappena si è presentato il caso Dreyfusquestoodio crescente della libertà ci ha trovato un'occasionestraordinariale passioni hanno cominciato a divampareperfinonegli indifferenti.


Noncapite chese si sono scagliati su Scheurer-Kestner con tantofuroreè perché appartiene a una generazione che hacreduto nella libertàche ha voluto la libertà? Oggisi usa alzare le spallefarsene beffe: vecchi barbogiuominid'altri tempi. La sua sconfitta consumerebbe la rovina dellaRepubblicadi quelli che sono mortidi quelli che si ètentato di seppellire nella melma.


Hannoabbattuto il potere militaresono usciti dalla Chiesaed eccoperché quel gran galantuomo di Scheurer-Kestner è oggiun bandito. Bisogna annegarlo nella vergognaperché laRepubblica stessa venga insozzata e spazzata via.


Poiecco ched'altro latoquesto caso Dreyfus mostra in piena lucel'ambigua pastetta del parlamentarismoil che lo disonora e loucciderà. Il casoper sua sfortuna capita alla fine di unalegislaturaquando restano solo tre o quattro mesi per sofisticarela legislatura successiva. Il governo al potere vuole naturalmentearrivare alle elezionie con altrettanta energia i deputati voglionofarsi rieleggere. Allorapiuttosto che allentare la presa suiportafoglipiuttosto che compromettere le probabilitàd'essere rielettisono tutti risoluti ad arrivare agli estremi.Neanche il naufrago si tiene così disperatamente attaccatoalla tavola della sua salvezza. Ed è tutto lìtutto sispiega: da una partel'atteggiamento inusitato del governo aproposito del caso Dreyfusil suo silenzioil suo imbarazzolacattiva azione che esso commette nel lasciare agonizzare il paesesotto l'imposturamentre era stato incaricato di accertaredirettamente la verità; dall'altrail disinteresse cosìpoco valoroso dei deputati che asseriscono di non saperne nientechehanno una sola pauraquella di compromettere la loro rielezionealienandosi il popolo che credono antisemita. Lo si sente direovunque: "Ah! se fossero state fatte le elezionivedreste ilgoverno e il Parlamento regolare la questione Dreyfus inventiquattr'ore!". Ed ecco che cosa la vile pastetta delparlamentarismo riesce a fare di un grande popolo!

Franciadi questodunqueè fatta tuttora la tua opinionedelbisogno del bastonedella reazione clericale che ti riporta indietrodi parecchi secolidell'ambizione vorace di quelli che ti governanoche ti mangiano e che non vogliono alzarsi da tavola!

Tene scongiuroFranciasii di nuovo la grande Franciaritorna in teritrova te stessa.


Dueavventure nefaste sono entrambe opera dell'antisemitismo:

Panamae il caso Dreyfus. Ricordiamoci con quali delazionicon qualipettegolezzi abominevolicon quali pubblicazioni di documenti falsio rubatila stampa ignobile ha fatto di Panama un'ulcera orrenda cheha corroso e debilitato il paese per anni.


Erariuscita a sconvolgere la pubblica opinione; l'intera nazionepervertitaubriaca di velenovedeva rossoesigeva spiegazionichiedeva l'esecuzione in massa del Parlamento perché eramarcio.


Ah!se Arton tornassese parlasse! E' tornatoha parlato e tutte lemenzogne della stampa ignobile sono crollatea un punto tale chel'opinione pubblicabruscamente ribaltatanon ha più volutosospettare di nessuno e ha preteso l'assoluzione in massa.


Certosono ben convinto che non tutte le coscienze fossero proprio candidepoiché sarà accadutoin quel casoquello che accadein tutti i Parlamenti del mondo quando imprese gigantesche comportanospostamenti di milioni. Ma alla fine l'opinione pubblica era presadalla nausea dell'ignobile: troppa gente era stata insozzatatroppagliene era stata denunciata e ora provava il bisogno di un bagnonell'aria puradi credere all'innocenza di tutti.


Ebbene!lo predicosarà così anche per il caso Dreyfusl'altro crimine sociale dell'antisemitismo. Di nuovo la stampaignobile satura l'opinione pubblica di troppe menzogne e di troppeinfamie.


Eccedenel volere che gli onesti siano dei furfanti e che i furfanti sianogente onesta. Diffonde troppe storie imbecillialle quali i bambinistessi finiscono per non credere più. Si attira troppesmentiteva troppo contro il buon senso e contro la sempliceprobità. E' fataleun bel mattinol'opinione pubblica finiràper ribellarsiavrà un brusco conato di vomitoper esserestata troppo nutrita di fango. Ecome per Panamala vedreteper ilcaso Dreyfusfar valere tutto il suo pesovolere che non ci sianopiù traditoriesigere la verità e la giustiziainun'esplosione di generosità sovrana. L'antisemitismo saràcosì condannato in base alle sue operele due mortaliavventure in cui il paese ha perso in dignità e in salute.


EccoperchéFranciati supplico di tornare in tedi ritrovare testessasenza aspettare oltre. Dirti la verità non èpossibilepoiché la giustizia sta facendo il suo regolarecorso ed è nostro dovere credere che sia decisa ad accertarla.La parola spetta unicamente ai giudiciil dovere di parlare siimporrebbe solo nel caso in cui non l'accertassero fino in fondo. Maquesta verità non è così sempliceun erroredapprimapoi tutte le colpe per nasconderlotu proprio non lasospetti? I fatti hanno parlato talmente chiaroogni fasedell'inchiesta è stata una confessione:

ilcomandante Esterhazy coperto da protezioni inspiegabiliilcolonnello Picquart trattato da colpevolecolmato di oltraggiiministri che giocavano con le parolei giornali ufficiali chementivano violentementel'istruttoria preliminare condotta atentonidi una lentezza esasperante. Non ti pare che in tutto questoci sia puzza di bruciatolezzo di cadavere e che debbano proprioesserci molte cose da nascondereperché ci si lasci difenderecosì apertamente da tutta la teppaglia di Parigiquando cisono galantuomini che pretendono sia fatta lucea prezzo della lorotranquillità?

Franciasvegliatipensa alla tua gloria. Com'è possibile che la tuaborghesia liberaleche il tuo popolo emancipatonon vedanoinquesta crisia quale aberrazione vengono spinti? Non posso crederlicompliciallora sono creduloniperché non si rendono contodi quello che c'è dietro: da una parte la dittatura militaredall'altra la reazione clericale. E' questo che vuoiFrancialamessa in pericolo di tutto ciò che hai pagato così acaro prezzola tolleranza religiosala giustizia uguale per tuttila solidarietà fraterna di tutti i cittadini? E' sufficienteche ci siano dei dubbi sulla colpevolezza di Dreyfus e che tu loabbandoni alla sua torturaperché la tua gloriosa conquistadel diritto e della libertà sia compromessa per sempre.


Come!rimarremo un pugno d'uomini appena a dire queste cosedi tutti ituoi figli onestidi tutti gli spiriti liberidi tutti i grandicuori che hanno fondato la Repubblica e che dovrebbero tremarevedendola in pericolonessuno sil leverà per unirsi a noi!

E'a loroFranciache io faccio appello. Che si raggruppinochescrivanoche parlino! Che lavorino con noi a illuminare l'opinionepubblicagli oscurigli umiliquelli che vengono avvelenati eindotti a delirare! L'anima della patriala sua energiail suotrionfo sono unicamente nell'equità e nella generosità.


Lamia sola inquietudine è che luce non venga fatta fino in fondoe subito. Dopo un'istruttoria segretauna sentenza a porte chiusenon metterebbe fine a niente. Soltanto allora il caso comincerebbeperché bisognerebbe ben parlarevisto che tacere equivarrebbea rendersi complici. Che pazzia illudersi che si possa impedire allastoria di venire scritta! Sarà scrittaquesta storiae nonc'è responsabilitàper scarsa che siache non verràpagata.


Esarà così per la tua gloria finaleFranciaperchéin fondo io non ho timoriio so che si avrà un bell'attentarealla tua ragione e alla tua integritàtu sei malgrado tuttol'avveniretu avrai sempre dei risvegli trionfanti di veritàe di giustizia!




"J'ACCUSE"


LETTERAA FÉLIX FAUREPRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


Pubblicatasu "L'Aurore" il 13 gennaio 1898.


Ciòche nessuno sa è chedapprimavenne stampata in un opuscolocome le due lettere precedenti. Al momento di mettere in vendital'opuscolomi venne l'idea di dare alla mia lettera una pubblicitàpiù vastapiù risonantepubblicandola su un giornale.


"L'Aurore"aveva già preso partitocon un'indipendenzaun coraggioammirevolie naturalmente mi rivolsi a loro. Da quel giornoquelquotidiano è diventato per me il rifugiola tribuna dilibertà e di verità dalla quale ho potuto dire tutto.Conservo verso il direttoreErnest Vaughamuna grande riconoscenza.Dopo la vendita de "L'Aurore" in ben trecentomila copieei procedimenti giudiziari che seguironol'opuscolo rimaseaddirittura in magazzino. D'altra parteall'indomani dell'atto cheavevo deciso e compiutomi sembrò doveroso serbare ilsilenzionell'attesa del mio processo e delle conseguenze che nesperavo.


MipermetteSignor presidentenella mia gratitudine per la benevolaaccoglienza che Lei un giorno mi ha riservatodi darmi pensierodella Sua gloria e di dirle che la Sua stellafinora cosìluminosaè minacciata da una macchia assolutamente vergognosae incancellabile?

Leiè uscito sano e salvo dalle vili calunnieha conquistato icuori. E' apparso raggiante nell'apoteosi di questa festa patriotticache l'alleanza russa è stata per la Franciae ora si preparaa presiedere al trionfo solenne della nostra Esposizione universaleche coronerà il nostro grande secolo di lavorodi veritàe di libertà. Ma quale macchia di fango sul Suo nome - stareiper dire sul Suo regno - rappresenta questo abominevole caso Dreyfus!Un tribunale militare ha appena osatoin seguito a un ordineassolvere un Esterhazyschiaffo supremo a qualsiasi veritàaqualsiasi giustizia. E' finitala Francia ha sul volto questasozzurala storia scriverà che proprio sotto la suapresidenza è stato possibile commettere un crimine del genere.


Poichéessi hanno osatooserò anch'io. La verità io la diròperché ho promesso di dirlase la giustiziadopo regolareprocessonon l'avesse acclaratapiena e intera. E' mio dovereparlarenon intendo rendermi complice. Le mie notti sarebberoossessionate dallo spettro dell'innocente che espia laggiùcon la tortura più orribileun crimine che non ha commesso.


E'a LeiSignor presidenteche io la griderò questa veritàe con tutta la forza della mia ribellione di galantuomo. Per il Suoonoresono convinto che Lei la ignori. E a chi potrei mai denunciarela turba malefica dei veri colpevoli se non a Leiprimo magistratodel paese?

Primadi tuttola verità sul processo e sulla condanna di Dreyfus.


Unindividuo nefasto ha diretto tuttoha fatto tuttoed è iltenente colonnello du Paty de Clamallora semplice comandante. Ilcaso Dreyfus è lui; un caso che sarà possibilecomprendere soltanto dopo che un'inchiesta leale avràstabilito con esattezza le azioni e le responsabilità dicostui. Appare come un animo quanto mai fumosoquanto maicomplicatocon l'ossessione degli intrighi romanzeschiche sicompiace dei mezzi cari al romanzo d'appendicei documenti rubatile lettere anonimegli appuntamenti in luoghi appartatidonnemisteriose che riferisconodi notteprove schiaccianti. E' luiquello che ebbe l'idea di dettare il "bordereau" a Dreyfus;è lui quello che sognava di chiuderlo dentro una stanzacompletamente rivestita di vetri per osservarlo; è lui quelloche il comandante Forzinetti ci rappresenta armato di una lanternaciecadeciso a farsi introdurre nella cella dell'accusato immersonel sonnoper proiettargli sul viso un brusco fiotto di luce esmascherare così il suo criminenella confusione delrisveglio. E non occorre che io dica tuttochi vuole cerchietroverà. Mi limito a dichiarare che il comandante du Paty deClamincaricato di istruire il caso Dreyfus come ufficialegiudiziarioèin ordine di date e di responsabilitàil primo colpevole del tremendo errore giudiziario che è statocommesso.


Il"bordereau" era già da qualche tempo nelle mani delcolonnello Sandherrdirettore dell'ufficio informazioniin seguitomorto di paralisi. Avvenivano "fughe"sparivano cartecome ne spariscono ancora oggi; e l'autore del "bordereau"era ricercatoquando a poco a poco nacque l'ideaa prioriilconcetto che quell'autore altri non potesse essere che un ufficialedello Stato maggiore e per di più di artiglieria: doppioerrore manifestoche mostra con quale superficialità erastato studiato quel "bordereau"poiché un esameragionato dimostra che doveva invece trattarsi di un ufficiale difanteria.


Sicercava dunque in casasi esaminavano le grafieera un po' unaffare di famigliaun traditore da smascherare dentro gli ufficistessiper espellerlo. Ed eccosenza ripercorrere qui per interouna storia in parte già notache non appena un primo sospettocade su Dreyfusentra in scena il comandante du Paty de Clam. Daquel momentoè lui che inventa Dreyfusil caso diventa ilsuo casoegli si dice sicuro di confondere il traditoredi indurloa rendere piena confessione. C'è pure il ministro dellaGuerragenerale Mercierla cui intelligenza sembra mediocre; c'èil capo dello Stato maggioregenerale de Boisdeffreche sembraabbia ceduto al suo fanatismo clericalee il vicecapo dello Statomaggioregenerale Gonsela cui coscienza si è adattatafacilmente a una quantità di cose. Main sostanzadaprincipio c'è soltanto il comandante du Paty de Clamche limanovra tuttili ipnotizzavisto che si occupa anche di spiritismodi occultismoe conversa con gli spiriti. Sembrerebberoinconcepibili le esperienze alle quali ha sottoposto il malcapitatoDreyfusi tranelli in cui ha cercato di farlo caderele inchiestefollile fantasie mostruosefrutto di una demenza straziante.


Ah!questa prima fase è un incuboper chi ne conosce veramente idettagli! Il comandante du Paty de Clam arresta Dreyfuslo mette incella di rigore. Corre a casa della signora Dreyfusla terrorizzale dice chese lei parlasuo marito è perduto. Nelfrattempol'infelice si strappava i capelliurlava la suainnocenza. E l'istruttoria è stata condotta cosìcomein una cronaca del quindicesimo secolonel più assolutomisterocon la complicazione di truci espedientiil tutto basato suun'unica accusa infantilequel ridicolo "bordereau"chenon era soltanto un volgare tradimentoma era anche una frode diimpudenza inauditaperché i famosi segreti venduti eranotuttio quasiprivi di valore. Se insistoè perché èqui il nocciolo dal quale uscirà in seguito il vero criminelo spaventoso rifiuto di giustizia di cui la Francia è malata.Vorrei far toccare con mano come si è potuto produrre l'erroregiudiziariocome sia nato dalle macchinazioni del comandante du Patyde Clamcome il generale Mercieri generali de Boisdeffre e Gonseabbiano potuto lasciarsi invischiareabbiano potuto impegnare un po'alla volta la loro responsabilità in questo errore cheinseguitohanno ritenuto loro dovere imporre come veritàsacrosantauna verità da non mettere neppure in discussione.All'inizioquindida parte loro c'è stata soltanto incuria emancanza d'intelligenza. Tutt'al piùsi ha l'impressione cheabbiano ceduto al fanatismo religioso dell'ambiente e ai pregiudizidello spirito di corpo. Hanno lasciato commettere una bestialità.


Maecco Dreyfus dinnanzi al tribunale militare. Si esige nel modo piùassoluto che l'udienza sia a porte chiuse. Neppure se un traditoreavesse aperto le frontiere al nemicoper condurre l'imperatoretedesco fino a Notre Damesi sarebbero prese misure di silenzio e dimistero così rigorose. La nazione è allibita per lostupore; sente voci di fatti terribilidi tradimenti mostruositalida indignare la storia; enaturalmentes'inchina. Non c'ècastigo che le sembri abbastanza severoapplaude alla degradazionepubblicaapprova che il colpevole resti sulla sua rupe d'infamiadivorato dai rimorsi. Sono vere le cose indicibilipericolosecapaci di mettere in fiamme l'Europache è stato necessarioseppellire con cura dietro quelle porte chiuse? Macché! dietroquelle portec'era soltanto la fantasia romanzesca e demente delcomandante du Paty de Clam. Tanta messinscena al solo fine dinascondere un assurdo romanzo d'appendice. Per assicurarsenebastaleggere con attenzione l'atto d'accusaletto davanti al tribunalemilitare.


Ah!l'inconsistenza di quell'atto d'accusa! Che si sia potuto condannarequalcuno in base a un atto come quelloè un autenticoprodigio d'iniquità. Sfido la gente onesta a leggerlo senzafremere d'indignazione e senza levare un grido di rivolta al pensierodell'espiazione smisuratalaggiù all'isola del Diavolo.


Dreyfusconosce diverse linguedelitto; in casa sua non si sono trovatedelle carte compromettentidelitto; si reca talvolta nel suo paesed'originedelitto; è laboriososi preoccupa di sapere tuttodelitto; non si scomponedelitto; si scomponedelitto. E leingenuità di redazionele asserzioni formali campate in aria!

Avevamosentito parlare di quattordici capi d'accusa: stringi stringinetroviamo uno soloquello del "bordereau"; e veniamoaddirittura a sapere che gli esperti non erano d'accordoche uno diloroGobertè stato strapazzato militarmente per essersipermesso di non concludere nel senso desiderato. Si è ancheparlato di ventitré ufficiali che avevano contribuito aschiacciare Dreyfus con la loro testimonianza. Non conosciamo ancorai loro interrogatorima è certo che non tutti l'avevanoaccusato; e non va dimenticatoinoltreche appartenevano tutti agliuffici del ministero della Guerra. Un processo di famigliainsommasvoltosi tra quattro muraed è bene tenerlo presente; loStato maggiore ha voluto il processoha giudicato e ha appena finitodi giudicare per la seconda volta.


Comedicevonon rimane che il "bordereau"su cui gli espertinon si sono trovati d'accordo. Si dice chein camera di consiglioigiudici intendessero assolverenaturalmente. Edi conseguenzaèpiù che comprensibile l'ostinazione disperata con la qualeper giustificare la condannasi afferma oggi l'esistenza di undocumento segretoschiaccianteil documento che non èpossibile mostrareche legittima tuttodavanti al quale dobbiamoinchinarciil buon Dio invisibile e inconoscibile. Io lo negoquesto documentolo nego con tutte le mie forze! Un ridicolo pezzodi cartasìdove forse si parla di donnicciolee in cui siaccenna a un certo D. diventato troppo esigente: qualche maritoscommettoche accampava pretese perché la moglie non gliveniva pagata a sufficienza. Ma un documento interessante ai finidella difesa nazionaleche sarebbe impossibile produrre senza cheall'indomani venisse dichiarata la guerranono! è unamenzogna!

Euna menzogna tanto più odiosa e cinica in quanto costoromentono impunemente senza che sia possibile accusarli di falso.


Ammutinandola Franciasi nascondono dietro il suo legittimo turbamentosconvolgono i cuori e pervertono gli spiriti pur di chiudere lebocche. Non esiste crimine civico peggiore di questo.


EccoSignor presidentei fatti che spiegano come si sia potuto commettereun errore giudiziario; e le prove moralile condizioni patrimonialidi Dreyfusl'assenza di moventiil suo continuo grido d'innocenzanon fanno che mostrarcelo come una vittima della straordinariafantasia del comandante du Paty de Clamdell'ambiente clericale incui questi si muovedella caccia agli "sporchi ebrei" chedisonora la nostra epoca.


Eveniamo al caso Esterhazy. Sono passati tre anni e molte coscienzecontinuano a essere profondamente turbatesi tormentanocercanofiniscono per convincersi dell'innocenza di Dreyfus.


Nonfarò la storia dei dubbipoi della convinzione del senatoreScheurer-Kestner. Mamentre dal canto suo egli indagavanello Statomaggiore stesso accadevano fatti gravi. Il colonnello Sandherr eramortoe a capo dell'ufficio informazioni gli era succeduto iltenente colonnello Picquart. E a questo titoloossia nell'eserciziodelle sue funzioniquest'ultimo si trovò un giorno tra lemani una lettera-telegrammaindirizzata al comandante Esterhazy daparte di un agente di una potenza straniera. Era suo preciso dovereaprire un'inchiesta. Quel che è certo è che egli non hamai agito in contrasto con la volontà dei suoi superiori.


Diconseguenzasottopose i suoi aspetti ai suoi diretti superiorigerarchiciil generale Gonsepoi il generale de Boisdeffreinfineil generale Billot chenel frattempoera succeduto al generaleMercier come ministro della Guerra. Il famoso dossier Picquartdicui si è tanto parlatoaltro non erain sostanzache ildossier Billotvale a dire l'incartamento preparato da unsubordinato per il suo ministroincartamento che deve esisteretuttora al ministero della Guerra. Le ricerche durano dal maggio alsettembre 1896 eparticolare che va proclamato a gran voceilgenerale Gonse era convinto della colpevolezza di Esterhazycosìcome i generali de Boisdeffre e Billot non mettevano affatto indubbio che il "bordereau" fosse di pugno di Esterhazy.L'inchiesta del tenente colonnello Picquart era approdata a questaconstatazione certa. L'ansiatuttaviaera grandepoiché lacondanna di Esterhazy traeva con sé inevitabilmente larevisione del processo Dreyfus; e questolo Stato maggiore volevaevitarlo a qualunque costo.


Dev'essersitrattato di un momento psicologico pieno d'angoscia.


Tengapresente che il generale Billot non era minimamente compromessoeragiunto da pocopoteva fare piena luce. Non osòsicuramenteper paura dell'opinione pubblicaaltrettanto sicuramente per pauradi doverle dare in pasto l'intero Stato maggioreil generale diBoisdeffreil generale Gonseper non parlare dei subalterni. Poitra la sua coscienza e ciò che riteneva essere l'interessemilitaresi creò un conflittoche sarà durato unminuto al massimo. Trascorso quel minutoahimè!

eragià troppo tardi. Billot si era ormai impegnatoeracompromesso. Eda allorala sua responsabilità non ha fattoaltro che aumentareegli ha preso a suo carico i crimini altruiècolpevole quanto gli altrianzi è più colpevoleperché è stato padrone di far giustiziae non ha fattoniente. Se ne rende conto? E' un annoormaiche il generale Billotche i generali de Boisdeffre e Gonse sanno che Dreyfus èinnocente e hanno serbato per sé questa spaventosa realtà!E costoro dormonoe hanno mogli e figli che amano!

Iltenente colonnello Picquart aveva compiuto il suo dovere digalantuomo. Egli insisteva presso i suoi superioriin nome dellagiustizia. Li supplicavaperfinofacendo notare quanto i loroindugi fossero impoliticidi fronte alla terribile tempesta che siaddensava via viache non poteva non scoppiareuna volta che laverità fosse venuta a galla. Lo stesso linguaggioin seguitolo usò il senatore Scheurer-Kestner nei confronti del generaleBillotscongiurandolo in nome del patriottismo di prendere le redinidel casodi non permettere che si aggravasse al punto datrasformarsi in un pubblico disastro. No! il crimine era statocommessolo Stato maggiore non poteva più confessarlo. E iltenente colonnello Picquart venne mandato in missioneallontanatosempre di piùfino in Tunisia doveun giornovolleroaddirittura onorare il suo coraggio affidandogli una missione chesicuramente l'avrebbe condotto al massacronei paraggi in cui hatrovato la morte il marchese de Morès. Non era in disgrazia;il generale Gonse era in cordiale corrispondenza con lui. Solo che cisono segreti di cui non conviene essere a conoscenza.


AParigila verità si faceva stradairresistibilee sappiamobene in che modo la tempesta attesa scoppiò. Mathieu Dreyfusdenunciava il comandante Esterhazy come vero autore del "bordereau"econtemporaneamenteil senatore Scheurer-Kestner consegnava nellemani del guardasigilli una domanda di revisione del processo. Ed èqui che appare in scena il comandante Esterhazy. Alcune testimonianzece lo mostrano dapprima sconvoltopronto al suicidio o alla fuga.Poidi punto in biancogioca d'audaciasbalordisce Parigi con laviolenza del suo atteggiamento. In realtà qualcuno gli eravenuto in soccorsoaveva ricevuto una lettera anonima che loavvertiva degli intrighi dei suoi amiciuna dama misteriosa si eraaddirittura presa il disturbonottetempodi consegnargli undocumento sottratto allo Stato maggioreun documento che lo avrebbesalvato. E non posso fare a meno di ritrovare in tutto questo iltenente colonnello du Paty de Clampoiché riconosco gliespedienti della sua fertile immaginazione. La sua operalacolpevolezza di Dreyfusera in pericolo e senza dubbio avràvoluto difendere la propria opera. La revisione del processo? Masignificava il crollo del romanzo d'appendice così grottesco etragicola cui conclusione abominevole si svolge all'isola delDiavolo! E lui certo non poteva permetterlo. Da quel momentoilduello ha per protagonisti il tenente colonnello Picquart e iltenente colonnello du Paty de Claml'uno a viso scopertol'altromascherato. Prossimamenteli ritroveremo entrambi davanti allagiustizia civile. In realtàè sempre lo Stato maggiorequello che si difendeche non può confessare il suo delittodi un abominio che cresce di ora in ora.


Qualcunosi è chiestocon stuporequali siano i protettori delcomandante Esterhazy. Prima di tuttonell'ombrac'è iltenente colonnello du Paty de Clam che ha macchinato e diretto tutto.Che ci sia la sua manolo rivelano i mezzi bizzarri. Poic'èil generale de Boisdeffrec'è il generale Gonsec'èlo stesso generale Billotche sono assolutamente obbligati a farassolvere il comandantepoiché non possono permettere chevenga riconosciuta l'innocenza di Dreyfus senza che il ministerodella Guerra venga sommerso dal pubblico biasimo. E il bel risultatodi questa situazione che ha del prodigioso è che ilgalantuomolà in mezzol'unico che abbia fatto il suodoverefinisce per essere la vittimaquello che dev'essereschernito e punito. O giustiziaquanta desolante disperazione cistringe il cuore! Si arriva al punto di asserire che è lui ilfalsarioche quel documento- telegramma l'ha fabbricato luiperperdere Esterhazy. Ma perchégran Dio! a che scopo? Dateci unmotivo. Forse pure lui sarebbe stato pagato dagli ebrei? Il lato piùdivertente è che si trattaper l'appuntodi un antisemita.Sì! assistiamo a questo spettacolo infame e cioè che siproclama l'innocenza di individui carichi di debiti e di reatimentre si colpisce l'onore stessoossia un uomo dalla vitaintegerrima! Quando una società arriva a tantocade indecomposizione.


EccoSignor presidentequesto è il caso Esterhazy: un colpevole dadichiarare innocente a tutti i costi. Da ben due mesipossiamoseguire ora per ora la bella impresa. Abbrevioperché questoè soltanto il riassuntoper sommi capidi una storia le cuipagine roventi verranno scritte un giorno per esteso. E abbiamo vistoprima il generale de Pellieuxpoi il comandante Ravarycondurreun'inchiesta scellerata da cui i mascalzoni escono trasfigurati e lagente onesta infangata. Infineè stato convocato il tribunalemilitare.


Comesi poteva sperare che un tribunale militare disfacesse ciò cheun tribunale militare aveva fatto?

Nonaccenno neanche alle scelte sempre possibili dei giudici. Il concettosuperiore di disciplinache quei soldati hanno nel sanguenon ègià sufficiente in sé a infirmare il loro potered'equità? Chi dice disciplinadice obbedienza. Quando ilministro della Guerrail capo supremoha stabilito pubblicamentetra le acclamazioni della rappresentanza nazionalel'autoritàdel giudizio datovuole che un consiglio di guerra gli dia unasmentita formale? E' gerarchicamente impossibile. Il generale Billotcon la sua dichiarazione ha suggestionato i giudici ed essi hannogiudicato così come si va all'attaccosenza ragionare.


L'opinionepreconcetta che essi hanno portato sui loro scranniè stataevidentemente: "Dreyfus è stato condannato per altotradimento da un tribunale militareragion per cui ècolpevole; e noitribunale militarenon possiamo certo dichiararloinnocente; orasappiamo bene che riconoscere la colpevolezza diEsterhazy equivarrebbe a proclamare l'innocenza di Dreyfus".Niente li poteva smuovere da quell'atteggiamento.


Hannoemesso una sentenza iniquache peserà per sempre sui nostritribunali militariche d'ora in poi vizierà tutte le lorosentenze come sospette. Il primo tribunale militare potrebbe ancheavere peccato di poca intelligenzail secondo è per forza dicose criminale. La sua scusalo ripetoè che aveva parlatoil capo supremodichiarando che il giudizio già espresso erainattaccabilesanto al di sopra degli uominiragion per cui chi eraal di sotto non poteva sostenere il contrario. Ci parlano dell'onoredell'esercitovogliono che lo amiamoche lo rispettiamo. Ah sìcertol'esercito che insorgerebbe alla prima minacciaquello chedifenderebbe la terra franceserappresenta il popolo tuttoe peresso non possiamo che avere tenerezza e rispetto. Ma non si trattadell'esercitodi cuinel nostro bisogno di giustiziavogliamo perl'appunto la dignità. Si tratta del potere militareilpadrone che domaniforseci sarà dato. E baciare devotamenteil pugno di ferro del potere militaredel dioquesto no!

Delrestol'ho dimostrato: il caso Dreyfus era il caso degli uffici delministero della Guerradi un ufficiale dello Stato maggioredenunciato dai suoi colleghi dello Stato maggiore e condannato sottola pressione dei capi dello Stato maggiore. Lo ripeto ancoraeglinon può tornare innocente senza che l'intero Stato maggioresia colpevole. Così quegli ufficicon tutti i mezziimmaginabilicon le campagne di stampale comunicazionil'ascendente personalehanno coperto Esterhazy solo e unicamente perperdere una seconda volta Dreyfus. Che repulisti dovrebbe fare ilgoverno repubblicano in questo covo di gesuiticome lo stessogenerale Billot li definisce! Dov'è il ministero veramenteforte e di un saggio patriottismo che oserà fare piazza pulitae rinnovare tutto? Quanta gente conosco cheal pensiero di unapossibile guerratrema d'angoscia sapendo in che mani è ladifesa nazionale! e che nido di bassi intrighidi pettegolezzi e didilapidazioni è diventato quel dannato manicomio nel quale sidecidono le sorti della patria! C'è da tremare al pensierodella luce orribile che vi ha appena gettato il caso Dreyfusverosacrificio umano di un infelicedi uno "sporco ebreo"! Ah!che cosa non si agitava là dentro di demenza e di idioziadifantasie assurdedi pratiche di bassa poliziadi comportamenti dainquisizioneda tirannidee tutto perché pochi gallonatipotessero mettersi sotto gli stivali la nazionecacciandole in golala sua invocazione di verità e di giustizia col pretestomenzognero e sacrilego della ragion di stato!

Edè un delitto anche l'essersi appoggiati alla stampa ignobilel'essersi lasciati difendere da tutta la teppaglia di Parigiper cuieccola che trionfa insolentementela teppagliadi fronte alladisfatta del diritto e della semplice probità. E' un delittoaver accusato di turbare la Francia quelli che la vogliono generosaalla testa delle nazioni libere e giustequando gli accusatoristessi ordinavano l'impudente complotto di imporre l'errore davantial mondo intero. E' un delitto fuorviare l'opinione pubblicautilizzarla per un'impresa di mortequest'opinione pubblicadopoaverla pervertita al punto di farla delirare. E' un delittoavvelenare gli oscuri e gli umiliesasperare le passioni di reazionee d'intolleranza barricandosi dietro l'odioso antisemitismodi cuila grande Francia liberale dei diritti dell'uomo moriràsenon ne è ancora guarita. E' un delitto sfruttare ilpatriottismo ai fini dell'odioè un delittoinfinefare delpotere militare il dio modernoquando tutta la scienza umana èal lavoro per il progresso della verità e della giustizia.


Questaveritàquesta giustizia che abbiamo voluto con tantapassioneche angoscia vederle schiaffeggiare cosìpiùmisconosciute e oscurate che mai! Immagino il crollo che ci saràstato nell'animo di Scheurer-Kestnere sono certo che egli finiràper provare un rimorsoquello di non aver agito in modorivoluzionarioil giorno dell'interpellanza al Senatolanciandol'intero pacchetto per fare piazza pulita. Ha voluto agire da quelgran galantuomo che è stato in tutta la sua leale vitasi èilluso che la verità bastasse a se stessadato soprattuttoche a lui appariva chiara come la luce del giorno. A che scopoturbare gli animise da un momento all'altro avrebbero vistosplendere il sole? Ed è proprio per questa fiduciosa serenitàche ora viene così crudelmente punito. Lo stesso si dica deltenente colonnello Picquartil qualeper alto senso di dignitànon ha voluto pubblicare le lettere del generale Gonse. E questiscrupoli tanto più l'onorano in quantomentre lui simanteneva rispettoso della disciplinai suoi superiori lo facevanocoprire di fangoistruivano essi stessi il suo processo nel modo piùinaspettato e più oltraggioso. Ci sono due vittimedue bravepersonedue cuori sempliciche hanno lasciato fare a Dio intantoche il diavolo era all'opera. E nel caso del tenente colonnelloPicquart si è assistito addirittura a questa cosa ignobile:che un tribunale francesedopo avere permesso al giudice relatore diincriminare pubblicamente un testimone e di gettare su di lui tuttele colpeha poi proceduto a porte chiuse quando questo testimone èstato chiamato a spiegarsi e a difendersi. Io dico che questo èun delitto in più e che questo delitto solleverà lacoscienza universale. Decisamentei tribunali militari hanno unconcetto singolare della giustizia.


Questaè dunque la pura veritàSignor presidenteed èspaventosae rimarrà una macchia per la sua presidenza. Sonoconvinto che Lei non ha alcun potere in questa faccendache èprigioniero della Costituzione nonché del suo entourage. Ciònondimeno Lei ha un dovere d'uomoal quale pensaree da adempiere.D'altrondenon creda che io disperi minimamente del trionfo. Loripeto con certezza più veemente: la verità è incammino e niente potrà fermarla. Il caso comincia soltantooggipoiché oggi soltanto le posizioni sono nette: da unapartei colpevoli i quali non vogliono che si faccia luce; dall'altra i giustizieri i quali daranno la vita perché luce siafatta. Del restol'ho dettoe lo ripeto: quando la veritàviene rinchiusa sotto terraci si ammassaacquista una forzad'esplosione tale chequando scoppiatutto salta in aria. Poivedremo se non è vero che si sono create le premesse diun'esplosione chequando avverràsarà totale.


Maquesta lettera è lungaSignor presidenteed è tempodi concludere.


Accusoil tenente colonnello du Paty de Clam di essere stato l'arteficediabolico dell'errore giudiziarioincoscientementevoglio speraree di avere in seguito difeso la sua opera nefastaper ben tre anniricorrendo alle macchinazioni più bizzarre e piùcolpevoli.


Accusoil generale Mercier di essersi reso complicenon fosse che perdebolezza di spiritodi una delle peggiori iniquità delsecolo.


Accusoil generale Billot di aver avuto tra le mani le prove certedell'innocenza di Dreyfus e di averle soffocatedi essersi resocolpevole del delitto di lesa umanità e di lesa giustiziaafini politici e per salvare lo Stato maggiore.


Accusoil generale de Boisdeffre e il generale Gonse di essersi resicomplici dello stesso delittol'uno sicuramente per fanatismoclericalel'altro forse per quello spirito di corpo che fa degliuffici del ministero della Guerra l'arca santainattaccabile.


Accusoil generale de Pellieux e il comandante Ravary di aver condottoun'inchiesta scellerataintendocon questodominata dallaparzialità più mostruosadi cuinel rapporto delsecondoabbiamo un monumento imperituro di ingenua audacia.


Accusoi tre esperti calligrafii signori BelhommeVarinard e Couarddiaver fatto rapporti menzogneri e fraudolentia meno che un esamemedico non li dichiari affetti da malattie della vista e delgiudizio.


Accusogli uffici del ministero della Guerra di aver condotto sulla stampae in particolare su "L'Eclair" e "L'Echo de Paris"una campagna abominevoleper fuorviare l'opinione pubblica enascondere la propria colpa.


Accusoinfine il primo tribunale militare di aver violato il dirittocondannando un accusato in base a un documento rimasto segretoeaccuso il secondo tribunale militare di avere copertoin obbedienzaagli ordiniquesta illegalitàcommettendo a sua volta ildelitto giuridico di assolvere scientemente un colpevole.


Nelmuovere queste accusenon ignoro affatto di incorrere negli articoli30 e 31 della legge sulla stampa del 29 luglio 1881che punisce ireati di diffamazione. E vi incorro per mia precisa volontà.


Quantoalle persone che accusonon le conosconon le ho mai vistenon hocontro di loro né rancore né odio. Per me sono soltantodelle identitàdegli spiriti di malvagità sociale. El'atto che qui io compio altro non è che un mezzorivoluzionario per affrettare l'esplosione della verità edella giustizia.


Sonomosso da un'unica passioneche si faccia lucein nome dell'umanitàche ha tanto sofferto e che ha diritto alla felicità.


Lamia infiammata protesta è soltanto il grido della mia anima.


Osinopureperciòtradurmi in Corre d'assisee che l'inchiesta sisvolga sotto gli occhi di tutti!

AspettoVoglia gradireSignor presidentel'espressione del mio profondorispetto.




DICHIARAZIONEAI GIURATI


Pubblicatasu "L'Aurore" il 22 febbraio 1898.


L'avevoletta la vigiliail 21 febbraiodavanti alla giuria che mi dovevacondannare. Il 13 gennaiocioè il giorno stesso in cui vennepubblicata la mia Letterala Cameracon 312 voti contro 122avevadeciso di procedere contro di me. Il 18il generale Billotministrodella Guerraaveva sporto querela nelle mani del ministro dellaGiustizia. Il 20 ricevetti la citazioneche di tutta la mia Letterarilevava soltanto una quindicina di righe. Il 7 febbraio si aprìil dibattimento che occupò quindici udienzefino al 23giorno in cui fui condannato a un anno di prigione e a tremilafranchi di ammenda. Faccio presente chedal canto loroi treespertiBelhommeVarinard e Couardmi intentaronoil 21 gennaioun processo per diffamazione.


Signorigiuratialla Cameranella seduta del 22 gennaioil presidente delConsiglio dei ministriMélineha dichiaratotra gliapplausi frenetici della sua compiacente maggioranzache avevafiducia nei dodici cittadini nelle mani dei quali rimetteva la difesadell'esercito. Parlava di voisignori. Ecome già ilgenerale Billot aveva dettato la sentenza al tribunale militareincaricato di assolvere il comandante Esterhazycol dare a ufficialisubordinatidall'alto della sua tribunala consegna militaredell'indiscutibile rispetto del giudicatocosì Mélineha voluto darvi l'ordine di condannarmi in nome del rispettodell'esercitoche egli mi accusa d'avere oltraggiato. Denuncio allacoscienza delle persone oneste questa pressione dei pubblici poterisulla giustizia del paese. Siamo di fronte a un costume politicoabominevole che disonora una nazione libera.


Vedremosignorise obbedirete. Ma non è affatto vero che io sia quidavanti a voiper volontà del presidente Méline. Seegli ha ceduto alla necessità di perseguirmilo ha fatto consuo gran turbamentonel terrore del nuovo passo che la veritàin cammino avrebbe compiuto. Questo lo sanno tutti. Se sono davanti avoie perché io l'ho voluto. Io solo ho deciso che l'oscurala mostruosa questione venisse affidata alla vostra giurisdizioneesono stato io chedi mia iniziativaho scelto voil'emanazione piùalta e più diretta della giustizia franceseaffinchéla Francia sappia tutto e si pronunci. Il mio atto non ha avuto altroscopo e la mia persona non conta; ne ho fatto il sacrificiosoddisfatto unicamente di aver messo nelle vostre mani non soltantol'onore dell'esercitoma l'onore in pericolo di tutta la nazione.


Dovresteperdonarmidunquese nelle vostre coscienze non è ancorastata fatta piena luce. Non dipenderebbe da me. Sembrerebbe che iofaccia un sognonel volervi portare tutte le provenello stimarvi isoli degnii soli competenti. Hanno cominciato a togliervi con lasinistra quello che fingevano di darvi con la destra. Ostentavano diaccettare la vostra giurisdizionema se alcuni confidavano in voiper vendicare i membri di un tribunale militarealtri ufficialirestavano intangibilisuperiori alla vostra stessa giustizia.Capisca chi può. E' l'assurdità dell'ipocrisia el'evidenza lampante che ne scaturisce è che si èdubitato del vostro buon sensoche non si è osato correre ilpericolo di lasciarci dire tutto e di lasciarvi giudicare tutto.


Asserisconodi aver voluto limitare lo scandalo; e cosa ne pensatedi questoscandalodel mio atto che consisteva nel mettervi al corrente delcasonel volere che fosse il popoloincarnato in voia fungere dagiudice? Asseriscono inoltre che non potevano accettare una revisionemascherataconfessando in tal modo di non averein fondoche unsolo timorequello del vostro controllo sovrano. La leggein voitrova la sua rappresentazione totale; ed è la legge del popoloeletto quella che ho desideratoche rispetto profondamenteda buoncittadinonon già la procedura ambiguagrazie alla qualehanno sperato di beffare voi per primi. Eccomi scusatosignorid'avervi distolto dalle vostre occupazionisenza avere avuto ilpotere di inondarvi di quella luce totale che io sognavo. Che sifacesse lucecompletamentenon ho avuto che questo desiderio. Equesto dibattimento ve l'ha appena dimostrato: abbiamo dovutolottarepasso passocontro una volontà di tenebreincredibilmente tenace.


Abbiamodovuto lottare per afferrare qualche brandello di veritàhanno discusso su tuttoci hanno rifiutato tuttohanno terrorizzatoi nostri testimoninella speranza d'impedirci di dare la prova. Ed èsolo per voi che ci siamo battutiperché questa prova vivenisse sottoposta interaaffinché poteste pronunciarvi senzarimorsinella vostra coscienza. Sono certoperciòcheterrete conto dei nostri sforzi e ched'altrondesi è potutofare luce a sufficienza. Avete ascoltato i testimoniora ascoltereteil mio difensoreil quale vi dirà la storia veraquellastoria che fa perdere la testa a tutti e che nessuno conosce. Edeccomi tranquilloora la verità è in voi: e agirà.


Ilpresidente Mélinedicevoha creduto di dettarvi la sentenzaaffidandovi l'onore dell'esercito. Ed è in nome di questoonore dell'esercito chea mia voltaio mi appello alla vostragiustizia. Do al presidente Méline la più formalesmentitaio non ho mai oltraggiato l'esercito. Ho espressoalcontrarioil mio affettoil mio rispetto per la nazione in armiper i nostri cari soldati di Franciache insorgerebbero alla primaminacciache difenderebbero il suolo francese. Ed èaltrettanto falso che io abbia attaccato i capii generali che licondurrebbero alla vittoria. Se qualcuno negli ambienti del ministerodella Guerra ha compromesso anche l'esercito con il suo modo d'agiredirlo equivarrebbe forse a insultare l'esercito nel suo insieme? Onon è piuttosto fare opera di buon cittadino svincolarlo daqualsiasi compromessogettare il grido d'allarme affinché glierrori chesolici hanno indotto a battercinon si ripetano e nonci conducano a nuove sconfitte? Del resto io non mi difendolascioalla storia la cura di giudicare il mio attoche era necessario.


Maaffermo che lo si disonoral'esercitoquando si permette che igendarmi abbraccino il comandante Esterhazy dopo le lettereabominevoli che egli ha scritto. Affermo che questo valoroso esercitoviene insultato ogni giorno dai banditi checon il pretesto didifenderlolo insozzano della loro vile complicitàtrascinando nel fango tutto quello che la Francia conta ancora dibuono e di grande. Affermo che sono loro a disonorarloquesto grandeesercito nazionalequando mescolano il grido di: "Vival'esercito!" a quello di: "A morte gli ebrei!". Ehanno gridato:

"VivaEsterhazy!". Gran Dio! il popolo di San Luigidi BayarddiCondé e di Hocheil popolo che conta cento giganteschevittorieil popolo delle grandi guerre della repubblica edell'Imperoil popolo la cui forzagrazia e generosità hannoabbagliato l'universoche grida: "Viva Esterhazy!". E'un'onta da cui può lavarci soltanto il nostro sforzo di veritàe di giustizia.


Conoscetela leggenda che si è creata. Dreyfus è stato condannatoin modo giusto e legale da sette ufficiali infallibiliche non èpermesso neppure sospettare d'errore senza offendere l'interoesercito. Espia con una tortura vendicatrice il suo orribilemisfatto. Epoiché è ebreoecco che si crea unsindacato ebreoun sindacato internazionale di senza patriachedispongono di milioni a centinaiacon lo scopo di salvare iltraditore a prezzo delle trame più impudenti. Da quel momentoquesto sindacato non ha fatto che accumulare criminicomprando lecoscienzegettando la Francia in preda a un'agitazione omicidadeciso a venderla al nemicoa mettere a fuoco l'Europa con unaguerra generale piuttosto che rinunciare al suo spaventoso disegno.Ecco quaè semplicissimoperfino infantile e imbecillecomepotete vedere.


Maè di questo pane avvelenato che la stampa ignobile nutre ilnostro povero popolo da mesi e mesi. E non c'è dameravigliarsise assistiamo a una crisi disastrosaperchéquando si insiste così nel seminare l'idiozia e la menzognaègiocoforza raccogliere demenza.


Certosignorinon vi farò l'affronto di credere che vi siateattenutifinoraa queste favole per bambini. Vi conoscoso chisiete. Siete il cuore e la ragione di Parigidella mia grandeParigidove sono natoche amo di un affetto senza fineche studioe canto da quasi quarant'anni. E so anchein questo momentoquelloche state pensando; poichéprima di venirmi a sedere quicome accusatosono stato seduto làsul banco che occupatevoi. Il banco dove voi rappresentate l'opinione mediadove procurated'impersonaretutti insiemela saggezza e la giustizia. Tra pocoil mio pensiero vi seguirà nella sala delle vostredeliberazionie sono convinto che il vostro sforzo saràquello di salvaguardare il vostri interessi di cittadini che sonoper forza di cosesecondo voigli interessi di tutta la nazione.


Potretesbagliarvima vi sbaglierete nella convinzione di assicurareassicurando il vostro beneil bene di tutti.


Vivedo nelle vostre famigliela seraalla luce della lampada; visento discorrere con i vostri amicivi accompagno nelle vostreofficinenei vostri negozi. Siete tutti lavoratoricommercianti gliuniindustriali gli altrialcuni di voi esercitano libereprofessioni. E la vostra preoccupazione più che legittima èlo stato deplorevole in cui sono caduti gli affari. Ovunque la crisiattuale minaccia di diventare un disastrogli incassi diminuisconole transazioni si fanno via via più difficili.


Ragionper cui il pensiero che avete portato in quest'aulail pensiero cheleggo sui vostri voltiè che se ne ha abbastanzache èora di finirla. Non siete arrivati a direcome molti: "Cheimporta che un innocente sia all'isola del Diavolo? L'interesse di unsingolo merita forse che venga turbata in questo modo una grandenazione?". Vi dite tuttavia che la nostra agitazionedi noiaffamati di verità e di giustiziaviene pagata troppo a caroprezzo con tutto il male che ci si accusa di fare. Ese micondanneretesignorisaranno solo questi i motivi alla base delvostro verdetto: il desiderio di calmare i vostri cariil bisognoche gli affari riprendanola convinzione checolpendo memettereteun freno a una campagna di rivendicazione nociva agli interessi dellaFrancia.


Ebbene!signorivi sbagliereste nel modo più assoluto. Vogliate farmil'onore di credere che io qui non difendo la mia libertà.


Colpendominon fareste altro che ingigantirmi. Chi soffre per la verità ela giustizia diventa augusto e sacro. Guardatemisignori: ho l'ariadi un vendutodi un mentitore e di un traditore? Per quale motivoagireiallora? Dietro di me non ho né ambizione politica néfanatismo di settario. Sono un libero scrittoreche ha dedicato lavita al lavoroche domani rientrerà nei ranghi e riprenderàil lavoro interrotto. E quanto sono idioti quelli che mi dannodell'italianoa menato da madre franceseallevato da nonni dellaBeaucecontadini di quella terra generosaa me che ho perduto ilpadre a sette anniche sono andato in Italia soltanto quando neavevo cinquantaquattroper documentare un libro. Il che nonm'impedisce d'essere fiero che mio padre fosse di Venezialasplendida città la cui antica gloria canta in tutti gliannali. Equand'anche io non fossi francesei quaranta volumi inlingua francese che ho seminato in milioni di esemplari nel mondointero basterebberocredoa fare di me un franceseutile allagloria della Francia!

Perciònon mi difendo. Ma quale errore sarebbe il vostroqualora fosteconvinti checolpendo meristabilireste l'ordine nel nostroinfelice paese! Non lo capiteorache il male di cui la nazionemuore è proprio l'oscurità in cui ci si ostina alasciarlaè l'equivoco in cui agonizza? Le colpe deigovernanti si aggiungono alle colpeuna menzogna ne rende necessariaun'altrasicché l'ammasso diventa spaventoso. E' statocommesso un errore giudiziarioe da quel momentoper nasconderloèstato necessario commettere ogni giorno un nuovo attentato al buonsenso e all'equità. La condanna di un innocente ha portato consé l'assoluzione di un colpevole; ed ecco che vi viene chiestodi condannarmi a mia voltaper avere gridato la mia angoscia nelvedere la patria su questo terrificante cammino. Condannatemidunque! ma sarà un errore di piùaggiunto agli altriun errore di cui in seguito porterete il peso nella storia. E la miacondannalungi dal riportare la pace che desiderateche tutti noidesideriamoaltro non sarà che un nuovo seme di passione e didisordine. Vi avvertola misura è colmanon fatelatraboccare.


Possibileche non vi rendiate esattamente conto della crisi tremenda che ilpaese attraversa? dicono che siamo noi gli autori dello scandalochesono gli amanti della verità e della giustizia a fuorviare lanazionea spingerla alla sommossa. In veritàsignifica farsibeffe del mondo intero. Forse che il generale Billottanto per fareun nomenon è stato avvertito da ben diciotto mesi? Forse cheil colonnello Picquart non ha insistito perché egli sioccupasse della revisionese voleva evitare che la tempestascoppiasse e sconvolgesse tutto? Forse che il senatoreScheurer-Kestner non l'ha supplicatocon le lacrime agli occhidipensare alla Franciadi risparmiare una simile catastrofe? Nono!il nostro desiderio è stato di facilitare le cosediattutirleese il paese ora soffrela colpa è del potereil qualedesideroso di coprire i colpevoli e spinto da interessipoliticiha rifiutato tuttosperando d'essere abbastanza forte perimpedire che si facesse luce. Da quel giornoha manovrato semprenell'ombrain favore delle tenebreed è luilui soloilresponsabile del disperato turbamento che affligge le coscienze.


Ilcaso Dreyfusah! signori mieiè diventato ben piccola cosanell'ora che viviamoè ormai un fatto remoto e lontanodifronte ai terrificanti problemi che ha sollevato. Qui non si trattapiù del caso Dreyfussi tratta di sapere se la Francia èancora la Francia dei diritti dell'uomoquella che ha donato lalibertà al mondo e che doveva dargli giustizia. Siamo ancorail popolo più nobileil più fraternoil piùgeneroso? Conserveremoin Europala nostra fama di equità edi umanità? Alloranon sono queste tutte le conquiste cheavevamo fattoe che vengono rimesse in discussione? Aprite gli occhie comprendetelo: per essere in preda a una simile confusionebisognache l'anima francese sia sconvolta fino nelle sue pieghe piùprofondedi fronte a un terribile pericolo. Perché un popolosia sconvolto in questo modoè chiaro che la sua stessa vitamorale è in pericolo. L'ora è di una gravitàeccezionaleè in gioco la salvezza della nazione.


Equando avrete compreso questosignoriavrete coscienza che ilrimedio possibile è uno solo: dire la veritàrenderegiustizia.


Tuttociò che ritarderà la lucetutto ciò cheaggiungerà tenebre a tenebreservirà solo a prolungaree ad aggravare la crisi. Il compito dei buoni cittadinidi quelliche sentono il bisogno imperioso di farla finitaè di esigerepiena chiarezza. Siamo già in molti a pensarlo. Gli uomini diletteredi filosofia e di scienza si levano da ogni dovein nomedell'intelligenza e della ragione. E non vi parlo dell'esterodelbrivido che si è propagato all'Europa tutta. Eppurelostraniero non è sinonimo di nemico. Non parliamo dei popoliche possono essere domani nostri avversari. Ma la grande Russianostra alleatama la piccola e generosa Olandama tutti i popoliamici del Nordma le terre di lingua francesecome la Svizzera e ilBelgioperché mai avrebbero il cuore grossotraboccante disofferenza fraterna?

Sognateforse una Francia isolata dal mondo? Volete che nessunoquandopasserete la frontierasorrida più alla vostra leggendariabuona fama di equità e d'umanità?

Ahimèsignori! come tanti altriforse anche voi aspettate l'avvenimentoimprevistola prova dell'innocenza di Dreyfusche dovrebbe scenderedal cielo come la folgore. La verità non procede affatto cosìdi normavuole ricercavuole comprensione. La prova! sappiamo benedove potremmo trovarla. Ma lo pensiamo soltanto nel segreto dellenostre animee la nostra angoscia patriottica è che ci si siaesposti a ricevere un giorno lo schiaffo di questa provadopo avereimpegnato l'onore dell'esercito in una menzogna. Voglio inoltredichiarare nettamente chese abbiamo notificato come testimonialcuni membri delle ambasciatela nostra volontà formale eraall'inizio di non citarli qui. Si è sorriso della nostraaudacia. Non credo che ne abbiano sorriso al ministero degli Affariesteridove sicuramente hanno capito. Abbiamo semplicemente volutodirea quelli che sanno tutta la veritàche anche noi lasappiamo. Quella verità corre per le ambasciatedomani saràconosciuta da tutti. Eper il momentoci è impossibileandarla a cercare là dove si trovaprotetta da formalitàinvalicabili. Il governo non ignora nienteil governo che èconvintocome noidell'innocenza di Dreyfuspotràquandolo vorrà e senza rischiotrovare i testimoni che finalmentefaranno luce.


Dreyfusè innocentelo giuro. Mi gioco la vitami gioco l'onore.


Inquest'ora solennedavanti a questo tribunale che rappresenta lagiustizia umanadavanti a voisignori giuratiche sietel'emanazione stessa della nazionedavanti a tutta la Franciadavanti al mondo interoio giuro che Dreyfus è innocente. Eper i miei quarant'anni di lavoroper l'autorità che questafatica può avermi datogiuro che Dreyfus è innocente.Eper tutto quello che ho conquistatoper il nome che mi sonofattoper le mie opere che hanno contribuito all'espansione dellelettere francesigiuro che Dreyfus è innocenteche tuttoquesto crolliche le mie opere periscanose Dreyfus non èinnocente! E' innocente.


Tuttosembra essere contro di mele due Camereil potere civileilpotere militarei giornali a grande tiratural'opinione pubblicache essi hanno avvelenata. E per me non ho che l'ideaun ideale diverità e di giustizia. Eppure sono tranquillissimovincerò.


Nonho voluto che il mio paese restasse nella menzogna enell'ingiustizia. Quimi si può colpire. Un giornolaFrancia mi ringrazierà di aver contribuito a salvare il suoonore.




LETTERAA BRISSONPRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI


Pubblicatasu "L'Aurore" il 16 luglio 1898.


Sierano succeduti molti avvenimentiche riassumerò rapidamente.


Il2 aprilela Corte di cassazionepresso la quale mi ero appellatocassò la sentenza della Corte d'assisedichiarando che era iltribunale militaree non il ministero della Guerrache dovevacitarmi in giudizio. Il tribunale militareriunitosi l'8decise diperseguirmied espresse inoltre l'auspicio che venissi radiato daiquadri della Legion d'onore. La nuova citazionespiccata a suo nomerilevava tre righe appena della mia Lettera.


Il23 maggioquindiil processo ritornò davanti alla Corted'assise di Versailles. Ma poiché il mio difensoreavvocatoLaboriaveva sollevato eccezione di competenzaed essendosi laCorte dichiarata competentepervenimmo in cassazionee ildibattimento si fermò. Infinepoiché il 16 giugno laCorte di cassazione aveva respinto il nostro ricorsoil 18 lugliodovemmo ricomparire davanti alla Corte d'assise di Versailles.D'altro cantoil 15 giugno il governo Méline era cadutoegli era appena succedutoil 28il governo Brisson. - Il 9 luglioitre espertiBelhommeVarinard e Couard avevano ottenuto contro dime una condanna a due mesi di carcerecon la condizionalea duemilafranchi di ammenda e a cinquemila franchi di danni per ogni esperto.


SignorBrissonLei incarna la virtù repubblicanaLei èl'alto simbolo dell'onestà civica. Ebruscamenteèprecipitato nella mostruosa faccenda. Eccola spodestato dalla Suasovranità moraleridotto soltanto a un uomo fallibile ecompromesso.


Checrisi paurosa e che infinita tristezzaper i pensatori solitari esilenziosi come meche si accontentano di guardare e di ascoltare!Da quando appartengo alla giustizia del mio paesemi sono fatto undovere di tenermi in disparte da qualsiasi polemica; e se oggi cedoal bisogno imperioso di scriverle questa letteraè perchéci sono momenti in cui le anime gridano da se stesse la loroangoscia. Ma nel mio silenzioche dura da sei mesinel silenzio dialtre coscienzeche sento fremerequanta patriottica angosciaquale agonianel vedere i migliori della nostra infelice Franciatante persone intelligenti e onesteinsommachiudere un occhio sututti i compromessiabbandonare il loro onore di cittadini al ventodi follia che soffia! E c'è da piangereda chiedersi qualeecatombe di vittime importanti richiederà ancora la menzognaprima che la verità si erga sul paese decimatoprivato diquelli che noi riteniamo essere la sua probità e la sua forza.


Ognimattinada sei mesisento aumentare la mia sorpresa e il miodolore. Non voglio nominare nessunoma li evocotutti quelli cheamavoche ammiravonei quali avevo riposto le mie speranze per lagrandezza della Francia. Ce n'è nel Suo governosignorBrissonce n'è nelle Camerenelle lettere e nelle artiintutte le condizioni sociali. Ed è il mio eterno grido: comemai questocome mai quellocome mai quell'altro non sono con noiper l'umanitàper la veritàper la giustizia? Eppuresembravano d'intelligenza equilibratali credevo retti di cuore. C'èda perdere la ragione. Tanto più chequando qualcuno tenta dispiegarmi la loro condotta con la necessità di certe astuziepolitichecapisco ancor meno. Poiché è più checertoper chiunque abbia buon senso e sappia riflettere a freddoche questi astuti corrono spensieratamente verso la loro perditaimminenteinevitabileirreparabile.


Lacredevo troppo accortosignor Brissonper non essere convintocomemeche nessun governo potrà mai durare finché il casoDreyfus non sarà legalmente liquidato. C'è qualcosa dimarcioin Franciala vita normale riprenderà solo quando sisarà fatta opera di risanamento. E aggiungo che il governo cheopererà la revisione sarà il grande governoil governosalvatorequello che s'imporrà e che durerà. Lei si èperciò suicidatofin dal primo giornonel ritenere forse dipoter fondare il Suo potere solidamente e per lungo tempo. E ilpeggio è cheprossimamentequando cadràavràperso nell'avventura il Suo onore politico; perché io pensosoltanto a Leinon mi occupo dei Suoi subordinatiil ministro dellaGuerra e il ministro della Giustiziadi cui Lei è il caporesponsabile.


Spettacololacrimevolela fine di una virtùil fallimento di un uomo incui la Repubblica aveva riposto la sua illusioneconvinta che unocome lui non avrebbe mai tradito la causa della giustiziama chediventato il padronelascia assassinare la giustizia sotto i suoiocchi! Lei ha appena tradito l'ideale. E sarà punitopoichétutto si paga.


Vediamosignor Brissonche specie di ridicola commedia d'inchiesta Lei haautorizzato? Avevamo potuto credere che il famoso dossier sarebbestato portato in Consiglio dei ministrie che là vi sarestemessi tutti a esaminarloaddizionando le intelligenzechiarendovil'un l'altro le ideediscutendo i documenti così comedovevano essere discussiscientificamente. E invece noappare benchiaro dal risultato che non c'è stato alcun controllochesicuramente non si è stabilita alcuna discussione seriacheil tutto si è risolto in una ricerca febbrilenel dossiernon già della veritàma dei soli documenti chepotevano meglio combattere la veritàfacendo colpo sui poveridi spirito.


E'notaquesta maniera di studiare un incartamento per estrarne quelloche puòbene o maleavvalorare una convinzione ostinatamentepreconcetta. Non si tratta di una certezza discussa e approvatamasoltanto della testardaggine di un individuoil quale agisce in talicondizioni di stato d'animo personaledi ambiente e di entourageche la sua deposizionestoricamentenon ha alcun valore.


Eguardiinoltreche risultato pietoso! Ma come! Non ha trovatoaltro? Ese non porta altrocon il desiderio furibondo che ha divincereè vero allora che non c'è altroche il saccoè stato vuotato fino in fondo? Ma poi li conosciamoi suoitre documenti; conosciamosoprattuttoquello che è statoprodotto in Corte d'assiseed è proprio il falso piùimpudentepiù grossolanocui degli ingenui possono prestarfede. Quando penso che un generale è venuto a leggereseriamente ai giurati questa monumentale mistificazioneche èstato possibile trovare un ministro della Guerra per rileggerla aideputatie dei deputati per farla affiggere in tutti i comuni diFranciarimango come un idiota.


Sonoconvinto che mai qualcosa di più sciocco lascerà unatraccia nella storia. E mi chiedo sinceramente a quale stato diaberrazione il fanatismo possa ridurre alcuni individuicerto nonpiù stupidi di altriperché essi accordino il minimocredito a un documento che sembra essere la scommessa di un falsarioin procinto di beffare tutto e tutti.


Leipenseràcon ragioneche non intendo discutere gli altri duedocumenti. Siamo stanchi di farlodi dimostrare che in nessun casopotrebbero adattarsi a Dreyfus. Edel restola necessitàdella revisione permane assolutadal momento che non sono statinotificati né all'accusato né alla difesa. L'illegalitàè quanto meno formale; la Corte di cassazione deve annullarela sentenza del tribunale militare. Ma queste cose le conosce megliodi mesignor Brissoned è proprio questo che mi stupisce.Sapendolecome ha potuto ascoltare senza fremere le affermazioniappassionate del suo ministro della Guerra? Quale drammain quelmomentosi è svolto nella sua coscienza? CredeLeiche lapolitica venga prima di tuttoche Le sia permesso di mentireperassicurare al paese la salvezza chesecondo Leiil Suo governo gliporta? Crederla così poco intelligente da conservare l'ombradi un dubbio sull'innocenza di Dreyfus mi sarebbe penoso; mad'altrocantoammettere sia pure per un istante che Lei sacrifichi la veritànel concetto che la menzogna sia necessaria al bene della Franciamisembrerebbe ancor più ingiurioso. Ahquanto vorrei leggere inLeie come dev'essere interessante per uno psicologo quello chepassa per la Sua mente!

Quelloche posso assicurarleè che Lei rende il nostro governoprofondamente ridicolo. Mi hanno raccontato chegiovedìlatribuna diplomatica è rimasta deserta. Lo credo bene. Non undiplomatico sarebbe riuscito a rimanere serioalla lettura deifamosi tre documenti. E non s'illuda che la nostra nemicalaGermaniasia la sola a divertirsi. La nostra grande alleatalaRussiabene al corrente del casoben informata e assolutamenteconvinta dell'innocenza di Dreyfusdovrebbe proprio renderci ilservigio di dirle che cosa pensi di noi l'Europa. Forsel'ascolterebbequellal'amica sovrana. Ne parline parli con ilsuo ministro degli Affari esteri.


CheLe dicainoltredi quale nuova gloria faranno risplendereall'estero il buon nome della Francia gli inusitati procedimentigiudiziari contro il tenente colonnello Picquart. Un giusto Le chiederispettosamente di far lucee Lei gli risponde intentandogli unprocesso su una vecchia accusa di cui il recente dibattimento inCorte d'assise ha dimostrato l'insulsaggine. Tu mi dai fastidioioti sopprimo. La cosa è di una comicità spaventosaecredo proprio che non ci sia nella storia un esempio piùinsolente di iniquità ipocrita.


Mase i tre documenti si prestano soltanto alle risateche mi dicesignor Brissondelle pretese confessioni di Dreyfus forniteall'eloquenza politica franceseofferte da uno dei suoi ministricome la base incrollabile della sua convinzione? Neppure qui la suaonestà protesta con un grido di furiosa rivolta? Non l'haavvertitol'abominio di un modo di procedere che faràinsorgere la coscienza universale?

Leconfessioni di Dreyfusgran Dio! Lei ignoradunquetutta quellatragica storia? Non conosce il vero racconto di quella detenzionediquella degradazione? E le lettere di Dreyfusalloranon le halette? Sono ammirevoli. Non conosco pagine più nobilipiùeloquenti. E' il sublime nel doloree in avvenire quando le nostreoperedi noi scrittorisaranno forse affondate nell'oblioquellelettere resteranno come un monumento imperituro; poiché sonoil singhiozzo stessotutta la sofferenza umana. L'uomo che le hascritte non può essere un colpevole. Le leggasignor Brissonle legga una sera insieme ai suoipresso il focolare domestico. Siritroverà inondato di lacrime.


Ehanno il coraggio di venirci a parlare delle confessioni di Dreyfusdi quell'infelice che non ha mai cessato di urlare la sua innocenza!Si sfogliano i ricordi esitanti di individui che si sono contraddettiventi voltesi apportano fogli di carnet senza alcuna autenticitàlettere che altre lettere smentiscono! Da ogni parte vengonoofferte testimonianze contraddittoriema ci si rifiuta diascoltarle. E niente di legaleintendiamocinon c'è unverbale di processo firmato dal colpevole; soltanto pettegolezzivociragion per cui quelle asserite confessioni sono il nullastessoqualcosa di inesistenteche nessun tribunale accoglierebbe.


Edunquese è più che evidente che sarebbe impossibilequeste pretese confessionifarle accettare alle persone ragionevolidi una certa culturaperché metterle in piena luceperchésfoggiarle con tanta risonanza? Ah! ecco l'astuzia orrendalospaventoso calcolo di gettare questa disinvolta convinzione alpopolinoai poveri di spirito. Una volta che abbiano letto i vostrimanifestivero?sperare che tutti gli umili delle campagne e dellecittà siano con voi. Di chi è affamato di veritàe di giustiziadiranno: "Ma che cosa vogliono darci a berequei talicon il loro Dreyfusse invece il traditore ha confessatotutto!". Esecondo voisarà finita cosìlamostruosa iniquità sarà consumata.


Sappiasignor Brissonche una manovra del genere è disgustosa.


Sfidoqualsiasi galantuomo a non rimanerne sconvoltoa non tremare dicollera e d'indignazione. Laggiùnella tortura piùiniquauna tortura tutta particolareillegale come il giudizio chel'ha inflittac'è un infelice che ha sempre gridato la suainnocenza. E gli si fa tranquillamente confessare il crimine che nonha mai commessoci si serve di queste pretese confessioni permurarlo nella sua cella in maniera più solida. Ma èvivopuò ancora risponderlefortunatamente per Leiperchéil giorno in cui sarà mortoil crimine da Lei commessodiventerà irreparabile; ese vivepuò interrogarloottenere una volta di più il grido della sua innocenza. No! ècosì semplice dire che ha confessato tuttoconvincerne ilpopolointanto che l'infelice getta al vento del mare il suoperpetuo lamentoil suo infinito clamore di verità e digiustizia. Non ho mai sentito niente di più vile e di piùspregevole.


EdeccoLa con la stampa ignobile. Al suo seguitoe nello stesso modo.Lei avvelena la nazione di menzogne. Attacca sui muri dei falsi edelle favole insulsecome per aggravare a piacere la disastrosacrisi morale che attraversiamo. Ahpovero popolo di Franciachebell'educazione civica ti viene dataa te che oggi avresti tantobisognoper la tua salvezza di domanidi un'aspra lezione diverità!

Eper finiresignor Brissonvisto che stiamo conversando tra noitranquillamenteritengo doveroso avvertirla che aspettocon vivacuriositàil modo in cui Lei lunedì prossimoaVersaillesmostrerà di concepire la libertàindividuale e il rispetto della giustizia.


Nonpuò certo ignorare i fatti che si sono svolti a Parigiprimae dopo ciascuna delle quindici udienze del primo processoe di nuovoa Versaillesal tempo dell'unica udienza del secondo. In queigiornila Franciala nostra grande e generosa Franciaha dato almondo civile lo spettacolo esecrabile di un pugno di banditi cheingiuriavano e minacciavano di morte un uomoun accusato che sirecava liberamente davanti alla giustizia del suo paese. Che cosa nepensasignor Brissonla Sua onestàla Sua virtùrepubblicanail Suo culto dei diritti dell'uomo e del cittadino? Nonè d'accordo con me che soltanto i cannibali hanno usanzeanaloghe e che siamo caduti nel disprezzo e nel disgustodell'universo?

Diròdi piùqualora si trattasse della nazione fuorviatad'unafolla che si eccita e si scaglia in buona fedela scusa delfanatismosia pure criminalesarebbe sufficiente. Mapoichéoggi Lei è ministro degli Interniparliparli di queste cosecon il dottor Charles BlancSuo prefetto di poliziache è unuomo d'intelligenza vivace e di perfetta urbanità. Lui èinformatissimonaturalmente. Le spiegherà dove e comevenivano reclutate le bandequale compenso veniva versato ai singoliindividuiquale sostegno disinteressato e appassionato apportavanogli ambienti clericaliquanti erano i banditi e quanti i settarieinfine quanti allocchi avrebbero potuto alla lunga unirsi aiprovocatori e rendere il gioco pericolosissimo. A questo puntomiauguronon avrà più dubbi sull'organizzazione deldisordinesi sarà convinto cheper gli organizzatorisitrattava d'ingannare la Franciad'ingannare il mondodi far lorocredere che tutta Parigi insorgeva contro di mee di avvelenare cosìl'opinione pubblicae di operare sulla giustizia la piùinfame delle pressioni.


Manon è tutto qui ciò che il dottor Charles Blanc potràriferire a Leiche è il suo capo. Le spiegherà come lapolizia fosse costretta a salvarci ogni seraquando qualche arrestoqualche comunicazione giudiziaria fin dal primo giorno avrebbeimmediatamente riportato l'ordine. Certonon mi lamento affattodella poliziache è stata molto sollecita nel dedicarsi allamia persona. Solo cheal di sopra della persona del prefettosembrava esservi un desiderio superiore che le cose si svolgessero inun certo modo. Erano permesse tutte le ingiurietutte le minacceanche le più vili e le più immonde: non veniva maiarrestato nessuno. Era tollerato perfino che i manifestanti sipotessero avvicinare quanto bastava perché un certo pericoloci fosse. E la polizia non intervenivanon mi salvavase non nelmomento stesso in cui le cose minacciavano di mettersi male. Erafatto con molta arte: l'effetto desideratoin alto locoeraevidentemente di far credere al mondo cheogni seraoccorreva unabattaglia per sottrarmi alla ingiusta indignazione del popolo diParigi.


Ebbenesignor Brissonio mi domando con curiosità quale pianod'azione Lei abbia intenzione di definire con il dottor CharlesBlanc. In questoLeiè padrone assolutonessuno dei suoiministri in sottordine potrà intervenire poichéal dilà della sua carica di presidente del consiglioLei èanche ministro dell'Interno e risponde della tranquillitàdelle strade. Sapremoallorain quali condizioni Lei ritiene che unaccusato debba recarsi davanti alla giustiziae se è permessoingiuriarlo e minacciarloe se uno spettacolo di tale barbarie nonsia un disonore supremo per la Francia. Sono ben convinto che maiimiei amici e ioci siamo trovati seriamente in pericolo. Manon haimportanza! poiché conviene sempre prevedere tuttodichiarofin da orasignor Brissonche se ci assassinanolunedìl'assassino sarà Lei.


Eper finirelasci che io mi meravigli del fatto che siete tuttiomuncoli.


Arigorecapisco che non ci siatra voiun altero e appassionatoinnamorato dell'ideache offra la sua vita e i suoi beni per la solagioia d'essere un giustopronto a rientrare nei ranghi dopo che laverità avrà vinto. Ma di ambiziosi ce ne sonotuttaviatutti voi siete in fondo soltanto degli ambiziosi. Comemaialloradalla massanon emerge almeno un ambizioso diintelligenza vivace e d'audacia e di forzauno di quegli ambiziosidi grande levaturadal colpo d'occhio nitidodalla mano prontacapace di individuare quale sia la parte da recitaree di recitarlavalidamente?

Vediamoun po'quantitra voiambiscono alla presidenza della Repubblica?Tuttivero? Vi guardate l'un l'altro di sottecchisiete tutticonvinti di gestire i vostri affari in maniera superiorequesto perprudenzaquello per popolaritàquell'altro per austerità.E mi fate ridereperché nemmeno un di voi ha l'aria direndersi conto chefra tre annil'uomo politico che entreràall'Eliseo sarà quello che avrà restauratoda noiilculto della verità e della giustiziaprocedendo allarevisione del caso Dreyfus.


Credetemii poeti sono un po' veggenti. Di qui a tre anni la Francia non saràpiù la Franciala Francia sarà mortaoppure avremoalla presidenza il capo politicoil ministro giusto e saggio cheavrà pacificato la nazione. Ecastigo meritato dei calcolimeschini e spregevolidei fanatismi ciechi e privi d'intelligenzatutti quelli che avranno preso partito contro il diritto oppresso el'umanità oltraggiata saranno a terrasotto l'esecrazionepubblica e con il loro sogno a brandelli.


Perciòogni volta che vedo uno di voi cedere al vento della pazziasporcarsi con il caso Dreyfusforse con la sciocca convinzione dilavorare al proprio innalzamentomi dico: "Eccone un altro chenon diventerà presidente della Repubblica!" Vogliagradiresignor Brissoni sensi della mia profonda considerazione.




GIUSTIZIA


Articolopubblicato su "L'Aurore" il 5 giugno 1899.


Eranodunque passati dieci mesi tra l'articolo precedente e questo. Il 18luglio 1898davanti alla Corte d'assise di Versaillesessendoandato a vuoto il mezzo di procedura tentato dall'avvocato Labori perfar rinviare la causaeravamo stati sconfitti: e la Corte mi avevadi nuovo condannato a un anno di prigione e a tremila franchid'ammenda. La sera stessapartii per Londraaffinché lasentenzanon potendo essermi notificatanon diventasse esecutiva. -Riassumo i fatti principali di questo lungo lasso di tempo. Il 31agosto 1898il colonnello Henrydopo aver confessato la sua colpasi suicida a Mont Valérien. Il 26 settembrealla Corte dicassazione viene sottoposta la domanda di revisione. Il 29 ottobredichiara la domanda accettabile nella sua forma e dice che siprocederà a un'inchiesta supplementare. Il 31il governoDupuy sostituisce il governo Brisson. Il 16 febbraio 1899 muore ilpresidente Félix Fauree il 18 febbraio il presidente EmileLoubet prende il suo posto. Il primo marzo viene votata alle Camerela legge di incompetenza a procedere. Infineavendo la Corte dicassazionein data 3 giugnocassato la sentenza del 1894 il 5giugno - la mattina stessa in cui appariva questo articolo -rientravo in Francia. D'altro cantoil 10 agosto 1898la Corted'appelloconfermando la sentenza resa alla richiesta dei treespertiBelhommeVarinard e Couardmi condannava in contumacia aun mese di prigionesenza la condizionalea mille franchid'ammendae a diecimila franchi di danni-interessi a ogni esperto.


Questidurante la mia assenzavenivano a fare il sequestro in casa mia il23 e il 29 settembre e l'asta aveva luogo il 10 ottobre. Venivavenduto un tavolo per trentaduemila franchitotale delle sommerichieste. Il 26 luglioil Consiglio dell'ordine della Legiond'onore si era creduto in dovere di sospendermi dal mio grado diufficiale.


Daquasi undici mesiho lasciato la Francia. Per undici mesimi sonoimposto l'esilio più totaleil ritiro più ignoratoilpiù assoluto silenzio. Ero come il morto volontariodistesonella sua tomba segreta in attesa della verità e dellagiustizia. Eoggipoiché la verità ha vintoe lagiustizia finalmente regnarinascorientro e riprendo il mio postosul suolo francese.


Nellamia vitail 18 luglio 1898 resterà la data d'incuboquellain cui ho pianto tutte le mie lacrime. E' stato quel 18 luglio checedendo a necessità tatticheascoltando i fratelli d'arme checonducevano con me la stessa battaglia per l'onore della Franciahodovuto strapparmi a tutto ciò che amavoa tutte le mieabitudini di cuore e di spirito. Edopo tanti giorni passati asubire minacce e a sentirmi coprire d'ingiuriequella bruscapartenza è stata senza dubbio il sacrificio più crudeleche mi sia stato impostola mia suprema immolazione alla causa. Leanime vili e sciocche che hanno pensatoche hanno ripetuto chefuggivo il carcerehanno dato prova di una disonestà parialla loro mancanza di intelligenza.


Ilcarceregran Dio! ma non ho mai chiesto altro che il carcereio! masono ancora pronto a subirlose è necessario! Per accusarmidi fuggirlobisogna avere dimenticato tutta questa storiailprocesso che io ho volutocon l'unico desiderio che fosse il campoin cui sarebbe spuntata la messe di veritàe il completosacrificio che avevo fatto del mio riposodella mia libertàcon l'offrirmi in olocaustocon l'accettare in anticipo la miarovinapurché la giustizia trionfasse. Non è diun'evidenza sfolgoranteoggiche la nostra lunga campagnaper imiei consulentiper i miei amici e per meè stata una lottadisinteressata affinché dai fatti venisse a galla tutta laluce possibile? Se abbiamo voluto prendere tempose abbiamo oppostoprocedura a proceduraè perché avevamo cura dellaveritàcome si ha cura d'animeè perché nonvolevamo lasciare spegneretra le nostre manila debole luce cheaumentava di giorno in giorno. Era come la piccola lampada sacracheviene portata con un gran vento e che bisogna difendere contro le iredella follasconvolta dalle menzogne. Seguivamo un'unica tatticarestare padroni del nostro casoprolungarlo per quanto ci erapossibileaffinché provocasse gli avvenimentitrarne insommaquelle prove decisive che ci eravamo ripromessi. E non abbiamo maipensato a noima abbiamo agito solo e unicamente per il trionfo deldirittopronti a pagare con la nostra libertà e con la nostravita.


Nonbisogna dimenticare la situazione che mi era stata creata aVersailles. Di soffocamento senza parole. E io non volevo esseresoffocato in quel modonon mi conveniva affatto che mi sigiustiziasse durante l'assenza del Parlamentonel pieno delfanatismo della piazza. Era nostra volontà aspettarel'ottobrenella speranza che la verità muovesse ulterioripassiche la giustizia riuscisse a imporsi. D'altra partenon vaneppure dimenticato tutto il lavoro in sordina che si faceva d'ora inoratutto quello che potevamo aspettarci dalle istruttorie apertecontro il comandante Esterhazy e contro il colonnello Picquart.


L'unoe l'altro erano in prigionenoi non ignoravamo che dalle inchiesteapertese fossero state condotte lealmentesarebbero spuntate perforza di cose luci vive; epur senza prevedere la confessione e poiil suicidio del colonnello Henrycontavamo sull'avvenimentoinevitabile cheda un giorno all'altrodoveva esplodereilluminando tutta la mostruosa faccenda del suo vero e sinistrochiarore. Stando così le cosenon si spiega forse il nostrodesiderio di prendere tempo? non avevamo forse ragione di usare tuttii mezzi legali per scegliere la nostra oraal meglio degli interessidella giustizia? temporeggiare non significava forse vincerein unarotta che era tra le più dolorose e le più sante? Aqualsiasi prezzoconveniva aspettarepoiché tutto ciòche sapevamotutto ciò che speravamoci permetteva di dareappuntamento per l'autunno alla vittoria. Torno a ripeterenoialtrinon contavamosi trattava solo e soltanto di salvare un innocentedi evitare alla patria il più spaventoso disastro morale dicui avesse mai corso il pericolo. E quelle ragioni avevano una forzatale che io partiirassegnatoannunciando il mio ritorno perl'ottobrecon la certezza di essere così un buon arteficedelle cause e di assicurarne il trionfo.


Maquello che oggi non dicoquello che dirò un giornofu lostraziol'amarezza di quel sacrificio. Si dimentica che non sono néun polemistané un uomo politico che tragga beneficio dallerisse. Sono un libero scrittore che in vita sua ha avuto un'unicapassionela veritàe che per essa si è battuto sututti i campi di battaglia. Da quasi quarant'anni servo il mio paesecon la pennacon tutto il mio coraggiocon tutta la mia capacitàdi lavoro e di buona fede. E vi giuro che si prova un dolorespaventoso nell'andarsene da soloin una notte cupanel vederscomparire in lontananza le luci di Franciaquando si sa di avervoluto soltanto il suo onorela sua grandezza di giustiziera tra ipopoli. Io! Io che l'ho già cantata in più di quarantaopere!

Ioche della mia vita ho fatto un lungo sforzo per portare il suo nomeai quattro angoli del mondo! Andarmene cosìio fuggire inquel modocon quella muta di miserabili e di pazzi galoppante allemie calcagnaa perseguitarmi con minacce e oltraggi! Sono oreatrociquelleda cui l'anima esce temperataormai invulnerabilealle fosse inique. E dopodurante i lunghi mesi d'esilio che si sonosuccedutic'è chi possa immaginare la tortura d'esseresoppresso dal mondo dei vivinell'attesa quotidiana di un risvegliodella giustizia che ogni giorno ritarda? Non auguro al peggiore deimiei nemici la sofferenza cheper undici mesimi ha causato ognimattina la lettura dei dispacci dalla Francia chein quella terrastranieraassumevano un'eco agghiacciante di follia e di disastro.Solo chi si è portato dentro quel tormento durante ore lunghee solitariechi ha rivissuto da lontanoe sempre solola crisi incui sprofondava la patriapuò sapere che cosa sia l'esilionelle condizioni tragiche in cui l'ho conosciuto fino a ieri. Equelli che pensano che io sia partito per fuggire la prigionee perdarmi sicuramente alla bella vita all'estero con l'oro ebreosonoanime tristi che m'ispirano un po' di disgusto e tanta pietà.


Dovevoritornare in ottobre. Avevamo deciso di temporeggiare fino allariapertura delle Camerecontando appunto sull'avvenimento imprevistocheper noi che eravamo al corrente delle coseera l'avvenimentocerto. Ed ecco che quell'avvenimento imprevisto non aspettòl'ottobreesplose fin dalla fine di agostocon la confessione e ilsuicidio del colonnello Henry.


Findall'indomaniavrei voluto rientrare. Per mela revisiones'imponeval'innocenza di Dreyfus sarebbe stata immediatamentericonosciuta. Del restonon avevo mai chiesto altro che larevisionela mia parte doveva per forza di cose finire nel momentoin cui fosse riunita la Corte di cassazioneed ero pronto arientrare nell'ombra. Quanto al mio processoai miei occhi non erapiù che una pura formalitàpoiché il documentoprodotto dal generali de PellieuxGonse e Boisdeffree in base alquale la giuria mi aveva condannatoera un falso il cui autore avevaappena cercato scampo nella morte. E mi preparavo quindi al ritornoquando i miei amici di Parigii miei legalitutti quelli che eranorimasti nella battagliami scrissero lettere piene d'inquietudine.La situazione era sempre grave. Lungi dall'essere decisalarevisione sembrava ancora incerta. Brissonil capo di gabinettourtava contro ostacoli che nascevano a ogni pie' sospintotradito datuttinon disponendo egli stesso di un singolo commissario dipolizia. Così il mio ritornonel bel mezzo delle passionisurriscaldateera visto come un pretesto per nuove violenzeunpericolo per la causaun imbarazzo di più per il ministeroche già aveva un compito così difficile. E iodesideroso di non complicare la situazionemi dovetti inchinareacconsentii a pazientare ancora.


Quandofinalmente la Sezione penale si riunìintendevo rientrare.


Leripetonon avevo mai chiesto altro che la revisioneconsideravoterminata la mia partedal momento che il caso veniva portatodavanti alla giurisdizione supremaistituita dalla legge.


Mami arrivarono nuove lettereper supplicarmi d'aspettaredi nonprecipitare le cose. La situazioneche a me sembrava cosìsempliceera al contrariomi spiegavanopiena di oscurità edi pericolo. Il mio nomela mia personalità non potevanoessere che una torciatorcia che avrebbe riappiccato l'incendio. Perquesta ragione i miei amicii miei legalifacevano appello ai mieisentimenti di buon cittadinoparlandomi della necessità dipacificazionedicendomi che dovevo aspettare l'immancabileripensamento dell'opinione pubblicaper evitare di precipitare dinuovo il nostro povero paese in un'agitazione nefasta. Il caso erasulla buona stradama non ancora risolto; quale sarebbe stato il miorimpianto se un senso d'impazienzada parte miaavesse ritardato iltrionfo della verità? E io m'inchinai ancora una voltarestainel tormento della mia solitudine e del mio silenzio.


Quandola Sezione penaleaccogliendo la domanda di revisionedecise diaprire un'inchiestavolevo rientrare. Stavoltalo confessocominciavo a perdermi d'animocapivo che quell'inchiesta sarebbedurata lunghi mesi e presentivo l'angoscia continua in cui mi avrebbecostretto a vivere. E poinon erano state chiarite le cose in modopiù che sufficiente? il rapporto del consigliere Bardlarequisitoria del procuratore generale Manaul'arringa dell'avvocatoMornard non avevano stabilito a sufficienza la veritàperchépotessi ritornare a testa alta?

Tuttele accuse che avevo mosso nella mia Lettera al presidente dellaRepubblica avevano trovato conferma. Avevo esaurito il mio compitonon mi restava che rientrare nei ranghi. E fu per me un grandedispiaceree un indignato senso di ribellioneda principiotrovarenei miei amici la stessa opposizione al mio ritorno. Erano sempre inpiena battagliami scrivevano che non potevo giudicare la situazionecome loroche sarebbe stato un pericoloso errore lasciarricominciare il mio processo parallelamente all'inchiesta dellaSezione penale. Il nuovo governoostile alla revisioneavrebbeforse trovato in quel processo la diversione volutal'occasionecercata di nuovi disordini. In ogni casola Corte aveva bisogno diassoluta paceavrei agito male creandole l'imbarazzo diun'agitazione popolareche certamente sarebbe stata sfruttata controdi noi. Ho lottatoho perfino pensato di piombare a Parigiunabella seraa dispetto di tutti quei consiglisenza avvertirenessuno. Soltanto la saggezza mi ha fatto desistere e mi sono dinuovo rassegnato a lunghi mesi di tortura.


Eccoperchéper quasi undici mesinon sono tornato. Tenendomi indispartenon ho fatto che agirecome il giorno in cui mi sono fattoavantida soldato della verità e della giustizia. Sono statosoltanto il buon cittadino che si sacrifica fino all'esiliofinoalla sparizione totaleche acconsente a non esistere piùpurdi pacificare il paese e pur di non infiammare inutilmente ildibattimento sul mostruoso caso. E devo anche dire chenellacertezza della vittoriaconsideravo il mio processo come la risorsasupremacome la piccola lampada sacra con cui avremmo riportatochiarore qualora le forze malvagie si fossero apprestate a spegnereil sole. La mia abnegazionel'ho spinta fino al silenzio completo.Ho voluto non solo essere un mortoma un morto che non parla.Passata la frontieraho saputo zittirmi. Bisogna parlare soltantoquando si è presentiper assumersi la responsabilitàdi quello che si dice. Nessuno mi ha sentitonessuno mi ha visto. Loripetoero in una tombain un ritiro inviolabile che nessunostraniero è riuscito a scoprire. Quei pochi giornalisti chehanno lasciato intendere di avermi avvicinatomentivano. Non horicevuto nessunoho vissuto in un desertoignorato da tutti. E michiedo che cosa il mio paesecosì duro con memi rimproveridopo cheper rendergli la pacesoffro da undici mesi una messa albando volontarianella dignità e nel patriottismo del miosilenzio.


Edè finitae ritornoperché la verità èlampanteperché giustizia è resa. Desidero rientrarein silenzionella serenità della vittoriasenza che il mioritorno possa dare origine al minimo disordinealla minimaagitazione di piazza. Sarebbe indegno di me che mi si potesseconfondere per un istante con i vili sfruttatori delle manifestazionipopolari. Proprio come ho saputo tacere all'esterosapròriprendere il mio posto al focolare nazionale da buon cittadinotranquillochesenza disturbare nessunointende ricominciarecondiscrezione il suo lavoro abitualesenza che ci si occupiulteriormente di lui.


Orache l'opera buona è compiutanon voglio né applausi néricompenseanche se qualcuno ritiene che io abbia potuto esserne unodegli artefici utili. Non ho avuto alcun meritola causa eratalmente bellatalmente umana! E' la verità che ha vintonépoteva andare diversamente. Fin dal primo istantene ho avuto lacertezzasono andato a colpo sicuroil che diminuisce il miocoraggio. Era tutto molto semplice. Voglio assolutamente che si dicadi mecome unico omaggioche non sono stato né un idiota néun malvagio. Del restoho già la mia ricompensaquella dipensare all'innocente che avrò contribuito a estrarre dallatomba in cuivivoagonizzava da quattro anni. Ah! confesso cheall'idea del suo ritornoal pensiero di vederlo liberodistringergli le manimi sento straordinariamente turbato e commossotanto che gli occhi mi si riempiono di lacrime di gioia.


Quelmomento basterà a ripagarmi di tutti i miei guai. I miei amicie io avremo compiuto una buona azione di cui i cuori generosi diFrancia ci serberanno un po' di gratitudine. E cosa volete di piùuna famiglia che mi ameràuna moglie e dei figli che cibenedirannoun uomo che ci sarà debitore di avere incarnatoin lui il trionfo del diritto e della solidarietà umana!

Tuttaviaanche se per me la lotta materiale è finitase non desiderotrarre dalla vittoria alcun guadagnoné mandato politiconépostoné onorise la mia sola ambizione è dicontinuare a battermi per la verità con la pennafinchéla mia mano ce la farà a reggerlavorrei però farnotareprima di passare ad altre lottequal è stata la miaprudenzala mia moderazione nella battaglia. Qualcuno ricorda gliabominevoli clamori che suscitò la mia Lettera al presidentedella Repubblica?

Erouno che insultava l'esercitoun vendutoun senza patria.


Diversiletterati amici mieicosternatispaventatisi traevano indispartemi abbandonavanotale era l'orrore per il mio crimine.Sono stati scritti degli articoliche oggi graveranno del loro pesola coscienza dei firmatari. Infinemai scrittore brutalepazzomalato d'orgoglioaveva indirizzato a un capo di Stato una letterapiù volgarepiù menzognerapiù criminale.


Quasime ne vergogno un po'lo confessomi vergogno della suadiscrezionedel suo opportunismodirei quasi della suavigliaccheria. Infattipoiché mi confessoposso anchericonoscere che avevo attenuato molto le coseche ne avevo perfinopassate sotto silenzio molte di quelle che oggi sono noteassodatee delle quali preferivo anche dubitaretanto mi sembravano mostruosee irragionevoli. Sìsospettavo già di Henryma senzaprovetanto che ritenni saggio non chiamarlo neppure in causa.Indovinavo diverse cosemi erano arrivate all'orecchio alcuneconfidenze così terribili che non mi sentivo in diritto dirischiarlepensando alle loro spaventose conseguenze. Ed ecco chesono state rivelateche sono diventate la verità banaled'oggi!

Eccoche la mia povera lettera non calza piùci appare del tuttoinfantileuna semplice birichinataun'invenzione di timidoromanzierea paragone della superba e feroce realtà!

Ripetoche non ho né il desiderio né il bisogno di trionfare.Ciò nonostantedevo pur constatare che gli avvenimenti hannodato la provaoradi tutte le mie accuse. Non ce n'è unotra quelli da me accusatidi cuialla luce abbagliantedell'inchiestanon sia stata dimostrata la colpevolezza. Quel che ioho annunciatoche ho previstoci sta davantilampante. E la cosadi cui sono pacatamente fiero è che la mia lettera era senzaviolenzaindignatama degna di me: non contiene neppureun'ingiurianon una parola eccessivanientesalvo il doloredignitoso di un cittadino che chiede giustizia al capo dello stato.Così è stata l'eterna storia delle mie operenon homai potuto scrivere un librouna paginasenza venire coperto dimenzogne e d'ingiuriesalvo poi essere costrettil'indomaniadarmi ragione.


Diconseguenzaho l'animo serenosenza collera né rancore. Sedovessi ascoltare soltanto la debolezza del mio cuored'accordo conlo sdegno della mia intelligenzasarei perfino per il perdonogeneralelascerei i malfattori sotto il solo castigo dell'eternobiasimo pubblico. Ma ci sonocredosanzioni penali necessarieel'argomento decisivo è chese non viene dato qualche esempiotemibilese la giustizia non colpisce i maggiori colpevoliilpopolino non crederà mai all'immensità del crimine. E'necessario allestire una gogna perché la follafinalmentecapisca. Lascio perciò che la nemesi compia la sua operavendicatriceio non l'aiuterò. Enella mia indulgenza dipoetapienamente soddisfatto dell'idealeserbo una sola ribellionedisperataed è il pensiero angoscioso che il colonnelloPicquart sia ancora dietro le sbarre. Non è passato giornosenza chedal mio esilioil mio dolore fraterno non abbia raggiuntoluichiuso nella sua prigione. Il fatto che si sia potuto condannarePicquartche da quasi un anno lo si tenga in galera come unmalfattoreche si sia voluto prolungare la sua tortura con unacommedia giudiziaria assolutamente infameè mostruoso alpunto da far perdere la ragione. La macchia rimarràincancellabilesu tutti quelli che sono rimasti coinvolti in questainiquità suprema. Ese domani Picquart non saràliberosarà l'intera Francia a non riscattarsi mai piùdall'inspiegabile follia di aver abbandonato nelle mani criminali diaguzzinidi mentitoridi falsariil più nobileil piùeroico e il più glorioso dei suoi figli.


Soltantoallora l'opera sarà completa. E non sarà una messed'odioquella che abbiamo seminatobensì una messe di bontàdi equitàdi infinita speranza. Occorre aspettare chegermogli. Oggi ancora non possiamo prevederne la ricchezza. Tutti ipartiti politici hanno smarrito la ragioneil paese si èdiviso in due campi: da un latole forze reazionarie del passato;dall'altrogli spiriti analiticidi verità e di diritturain marcia verso l'avvenire. Questi sono i soli posti di combattimentologicidobbiamo conservarli per le conquiste di domani. All'operadunquecon la pennacon la parolacon l'azione! all'opera diprogresso e di liberazione! Sarà il conseguimento del finedell'89la rivoluzione pacifica delle intelligenze e dei cuorilademocrazia solidaleliberata dalle forze negativefondatafinalmente sulla legge del lavoroche permetterà l'equadistribuzione delle ricchezze. Da quel momentola Francia liberalaFrancia giustizieraannunciatrice della società equa delsecolo prossimosi ritroverà sovrana tra le nazioni. Non cisarà impero tanto bardato di ferro da rimanere incrollabiledopo che essa avrà donato al mondo la giustiziacome giàgli ha donato la libertà. E' la sola funzione storica chesogno di attribuirlee sarà un fulgore di gloria come essaancora non ha conosciuto.


Sonoa casa. Il procuratore generale puòdunquequando lo riterràopportunofarmi notificare la sentenza della Corte d'assise diVersaillesche mi ha condannatoin contumaciaa un anno diprigione e a tremila franchi d'ammenda. E ci ritroveremo davanti aigiurati.


Facendomicitare in giudiziomiravo unicamente alla verità e allagiustizia. Oggile abbiamo. Il mio processo non ha più scopoe non m'interessa più. La giustizia dovrà semplicementedire se sussista reato nel volere la verità.




ILQUINTO ATTO


Articolopubblicato su "L'aurore" il 12 settembre 1899.


Avevofatto opposizione alla sentenza della Corte d'assise di Versaillesnonché al giudizio della Corte d'appello di Parigiper gliespertiemessi tutt'e due in contumaciaed ero in attesa. Nédel resto la giustizia aveva frettapoiché desideravaconoscere il risultato del nuovo processo Dreyfusa Rennes. Ilgoverno Dupuycaduto il 12 giugno '89era stato sostituito il 22giugno dal governo Waldeck-Rousseau. Lo sbarco di Dreyfus in Franciaavvenne il primo lugliodurante una notte di tempesta; l'8 agostoebbe inizio il nuovo processo e il 9 settembre un tribunale militarelo condannò per la seconda volta. Questo articolo lo scrissil'indomani.


Sonoin preda allo sgomento. E non è più la colleral'indignazione vendicatriceil bisogno di denunciare a gran voce ilcriminedi pretenderne il castigo in nome della verità edella giustizia; è lo spaventoil sacro terrore di chi vederealizzarsi l'impossibilei fiumi risalire verso le sorgentilaterra capovolgersi sotto il sole. E quello che io gridoè losconforto della nostra generosa e nobile Franciaè la pauradell'abisso in cui essa rotola.


C'eravamoillusi che il processo di Rennes fosse il quinto atto dell'orribiletragedia che viviamo da quasi due anni. Tutte le pericolose peripeziesembravano ormai esauritecredevamo di andare verso una conclusionedi pacificazione e di concordia. Dopo la dolorosa battaglialavittoria del diritto si rendeva inevitabileil dramma dovevaconcludersi a lieto fine con il classico trionfo dell'innocente. Edecco che ci siamo sbagliatie che si annuncia una nuova peripeziala più inaspettatala più spaventosa di tuttechetorna a rendere cupo il drammache lo prolunga e lo proietta versouna fine ignotadavanti a cui la nostra ragione si turba e vacilla.


Decisamenteil processo di Rennes è soltanto il quarto atto. E il quintogran Diocome sarà? di quali doloridi quali nuovesofferenze potrà mai essere fattoverso quale espiazionesuprema spingerà la nazione? Perchévero? è piùche certo che l'innocente non può venire condannato due voltee che una conclusione del genere spegnerebbe il sole e solleverebbe ipopoli!

Ah!quel quarto attoquel processo di Rennesin quale agonia moralel'ho vissutodal fondo della completa solitudine in cui mi erorifugiatoper sparire dalla scena da buon cittadinodesideroso dinon essere più un'occasione di fanatismo e di disordine! Conquale stringimento di cuore aspettavo le notiziele lettereigiornalie quali ribellioniquali patimenti nel leggerli! Legiornate di quello splendido mese d'agosto ne diventavano cupee maiho avvertito l'ombra e il freddo di una soglia così orrendasotto cieli tanto smaglianti.


Certoin due annidi sofferenze non me ne sono mancate. Ho sentito lefolle inseguirmigridando a morteho visto passare ai miei piedi unimmondo torrente di oltraggi e di minacceho conosciuto per benundici mesi le disperazioni dell'esilio. E inoltre ci sono stati imiei due processispettacoli lacrimevoli di viltà ed'iniquità. Ma cosa sono i miei processi in confronto a quellodi Rennes? degli idillifresche scene in cui fiorisce la speranza.Abbiamo assistito a tante mostruositài procedimentigiudiziari contro il colonnello Picquartl'inchiesta sulla Sezionepenalela legge di incompetenza a procedere che ne èconseguita. Solo cheormai tutto ciò è puerilitàe nient'altrol'inevitabile progressione ha seguito il suo corsoilprocesso di Rennes si espande alla sommitàenormecomel'orrendo fiore di tutti i letami ammassati.


Inesso avremo visto l'insieme più incredibile di attentaticontro la verità e contro la giustizia. Una banda di testimonidirigeva il dibattimentosi concertava ogni sera sui loschi agguatidell'indomaniavanzava richiestea forza di menzogneal posto delpubblico ministeroterrorizzava e insultava i suoi contraddittoris'imponeva per l'insolenza dei galloni e dei pennacchi. Un tribunalein preda a questa invasione di capisoffriva visibilmente di vederliin veste di criminaliobbediva a una mentalità tuttaspecialementalità che occorrerebbe contrastare a lungo perpoter giudicare i giudici. Un pubblico ministero grottescoallargavai confini dell'imbecillitàlasciando agli storici di domaniuna requisitoria la cui inconsistenza stupida e omicida causeràun eterno stuporedi una crudeltà talmente senile e cocciutada apparire incoscientenata da un animale umano non ancoraclassificato. Una difesa che da principio si tenta di assassinarepoi che si mette a tacere ogni volta che si rende imbarazzanteallaquale si rifiuta di lasciar apportare la prova decisiva quand'essareclama i soli testimoni che hanno.


Equesto abominio si è perpetuato per un mese di fronteall'innocentequel povero Dreyfusil cui compassionevole relittoumano farebbe piangere i sassie i suoi antichi compagni sono venutia dargli un ennesimo calcioe i suoi antichi capi sono venuti aschiacciarlo con i loro gradipur di salvare se stessi dal bagnosenza che ci sia stato un grido di pietàun fremito digenerositàin quelle anime vili. Ed è stata la nostradolce Francia a dare al mondo questo spettacolo.


Quandoverrà pubblicato "in extenso" il resoconto delprocesso di Rennesnon esisterà monumento piùesecrabile dell'infamia umana.


Essova al di là di qualunque cosamai documento piùscellerato sarà stato finora fornito alla storia. L'ignoranzal'idioziala folliala crudeltàla menzognail criminevivengono ostentati con un'impudenza tale che le generazioni di domanine arrossiranno di vergogna. In esso ci sono confessioni della nostrabassezza di cui fremerà l'umanità intera. Ed èproprio da qui che nasce il mio sgomento; poichéperchéun processo come quello si sia potuto svolgere in una nazioneperchéuna nazione offra al mondo civile un simile saggio del suo statomorale e intellettualebisogna che essa attraversi una crisispaventosa. E' la morte imminenteforse? e quale bagno di bontàdi purezzadi equità potrà mai salvarci dalla melmaavvelenata in cui agonizziamo?

Comescrivevo nella mia lettera al presidente della Repubblica dopo lascandalosa assoluzione di Esterhazyè impossibile che untribunale militare disfi ciò che un tribunale militare hafatto.


E'contrario alla disciplina. E la sentenza del tribunale militare diRennesnel suo imbarazzo gesuiticoquesta sentenza che non ha ilcoraggio di dire sì o noè la prova lampante che lagiustizia militare è impotente a mostrarsi giusta poichénon è liberapoiché si rifiuta all'evidenzaal puntoda condannare di nuovo un innocente piuttosto che mettere in dubbiola propria infallibilità. Ci è apparsa unicamente comeun'arma d'esecuzionein mano ai capi. D'ora in avantialtro nonsaprebbe essere che una giustizia sbrigativada tempo di guerra. Intempo di pace deve spariredal momento che è incapace diequitàdi semplice logica e di buon senso. Si ècondannata da sé.


Maci rendiamo conto della situazione atroce che ci viene impostatrale nazioni civili? Un primo tribunale militareingannatosi nella suaignoranza delle legginella sua inettitudine nel giudicarecondannaun innocente. Un secondo tribunale militareche a sua volta èstato forse tratto in errore dal più impudente complotto dimenzogne e di inganniassolve un colpevole. Un terzo tribunalemilitaredopo che è stata fatta lucedopo che la piùalta magistratura del paese ha deciso di lasciargli la gloria diriparare all'erroreosa negare la luce del sole e condanna di nuovol'innocente. E' l'irreparabileè stato commesso il delittosupremo. Gesù era stato condannato una sola volta. Ma crollipure tuttoe che la Francia sia in preda alle fazioniche la patriain fiamme sprofondi tra le macerieche l'esercito stesso ci rimettail suo onorepiuttosto che confessare che dei compagni si sonosbagliati e che dei capi hanno mostrato di essere dei bugiardi e deifalsari! L'idea sarà crocefissail potere militare deverestare re.


Edeccoci quadavanti all'Europadavanti al mondoin questa bellasituazione. Il mondo intero è convinto dell'innocenza diDreyfus. Se un dubbio fosse rimasto presso qualche popolo lontanol'esplosione accecante del processo di Rennes avrebbe ottenutol'effetto di dissiparlo. Tutte le corti delle grandi potenze nostrevicine sono informateconoscono i documentihanno la provadell'indegnità di tre o quattro dei nostri generali nonchédelle paralisi della nostra giustizia militare. La nostra Sedanmorale è perdutacento volte più disastrosadell'altraquella dove si è soltanto versato del sangue. Elo ripetociò che mi sgomenta è che questa disfattadel nostro onore sembra irreparabileperché come fare percassare le sentenze di tre tribunali militari? dove troveremol'eroismo di confessare la colpaper poter andare di nuovo a frontealta? Dov'è il governo di coraggio e di salute pubblicadovesono le Camere che comprenderannoche agirannoprimadell'inevitabile sfacelo finale?

Ilpeggio è che siamo arrivati ormai a una scadenza gloriosa. LaFrancia ha voluto festeggiare il suo secolo di lavorodi scienzadilotte per la libertàla verità e la giustizia. Non c'èmai stato secolo dallo sforzo più nobilecome in seguitovedremo. E la Francia ha dato appuntamento presso di sé atutti i popoliper glorificare la sua vittoriala libertàconquistatala verità e la giustizia promesse alla terra. Diqui a qualche mesei popoli arriverannoma quello che troverannosarà l'innocente condannato due voltela veritàsoffocatala giustizia assassinata. Siamo caduti nel loro disprezzoed essi verranno a gozzovigliare in casa nostraberranno il nostrovinoabbracceranno le nostre servecome si usa fare nell'infimastamberga dove è consentito incanaglire. E' mai possibilepossiamo mai accettare che la nostra Esposizione sia il luogomalfamato e disprezzato dove il mondo intero vorrà darsi aibagordi? Nono! ci serve immediatamente il quinto atto dellamostruosa tragediaquand'anche dovessimo lasciarci ancora un po'della nostra carne.


Ciserve il nostro onoreprima di accogliere i popoli in una Franciaguarita e rigenerata.


Quelquinto atto mi ossessionanon faccio che pensarcilo cercoloimmagino. Nessuno si è accorto che questo caso Dreyfusquestogigantesco dramma che agita l'universosembra messo in scena daqualche drammaturgo sublimedesideroso di farne un capolavoroincomparabile? Ne ricordo le straordinarie peripezie che hannoturbato tutte le anime. A ogni nuovo attola passione èaumentatal'orrore è esploso più intenso. In questaopera viventeè il destino l'autore genialeche da qualcheparte sospinge i personaggidetermina i fattisotto la tempesta cheegli stesso scatena. E vuole sicuramente che il capolavoro siacompletoe ci si prepara chissà quale sovrumano quinto attoche rifarà la Francia gloriosaalla testa delle nazioni.Perchésiatene convintiè lui che ha voluto ilcrimine supremol'innocente condannato una seconda volta. Bisognavache il crimine venisse commesso per la grandezza tragicaper labellezza sovranaper l'espiazioneforseche consentiràl'apoteosi. Ea questo puntovisto che è stato toccato ilfondo dell'orroreaspetto il quinto atto che metterà fine aldrammaliberandociridonandoci una nuova integrità e unanuova giovinezza.


Ilmio sgomentooggilo dirò con franchezza. E' sempre statocome ho lasciato intendere a più ripreseche la veritàla prova decisivaschiaccianteci venga dalla Germania. Non èpiù tempo di serbare il silenzio su questo pericolo mortale.Troppi elementi s'impongonoconviene contemplare coraggiosamente ilcaso in cui fosse proprio la Germania a portarcicome un fulmine aciel serenoil quinto atto.


Eccola mia confessione. Prima del mio processonel corso del gennaio1898io seppi nel modo più certo che Esterhazy era "iltraditore" che aveva fornito a Schwartzkoppen un considerevolenumero di documentiche molti di quei documenti erano di suo pugnoe che la collezione completa si trovava a Berlinoal ministero dellaGuerra. Io non faccio il patriota di mestierema confesso che lecertezze che mi vennero date mi sconvolsero; e da quel momentolamia angoscia di buon francese non è mai cessataho vissutonel terrore che la Germaniaforse nostra amica di domanicischiaffeggiasse con le prove che sono in suo possesso.


Macome! il tribunale del 1894 condanna Dreyfus innocenteil tribunalemilitare del 1898 proscioglie Esterhazy colpevolee la nostra nemicadetiene le prove del doppio errore della nostra giustizia militareetranquillamente la Francia si ostina in quell'erroreaccettal'agghiacciante pericolo dal quale è minacciata! Dicono che laGermania non può servirsi di documenti ottenuti per mezzodello spionaggio. Che cosa ne sappiamo? Se domani scoppiasse laguerranon comincerebbe forse col disonorare il nostro esercito difronte all'Europapubblicando i documentimostrando l'abominevoleiniquità in cui certi capi si sono intestarditi? E'tollerabile un pensiero del generepotrà la Francia godere diun istante di riposofin tanto che saprà in mano allostraniero le prove del suo disonore? Iolo dico sinceramentenonriuscivo più a chiudere occhio.


Alloracon Laboriho deciso di citare come testimoni gli addetti militaristranierisapendo benissimo che non li avremmo fatti venire allasbarrama volendo far capire al governo che sapevamo la veritànella speranza che agisse. Hanno fatto orecchie da mercantefacendopoi dello spiritolasciando l'arma in mano alla Germania. E le cosesono rimaste com'erano fino al processo di Rennes. Appena rientratoin Franciasono corso da Laboriho insistito disperatamente perchévenissero fatti passi presso il ministeroper fargli presente laterrificante situazioneper domandargli se non intendesseintervenire affinchégrazie alla sua mediazioneci venisserodati i documenti. Certola questione era di una delicatezza unicainoltre c'era quel povero Dreyfus che bisognava salvareragion percui bisognava essere pronti a tutte le concessioniper timore diirritare l'opinione pubblica sconvolta. D'altrondese il consigliodi guerra assolveva Dreyfussottraeva di conserva qualsiasi virusnocivo ai documentispezzava tra le mani della Germania l'arma dicui si sarebbe potuta servire. Dreyfus prosciolto voleva direl'errore riconosciutoriparato. L'onore ridiventava salvo.


Eil mio tormento patriottico è ricominciatopiùintollerabileappena ho sentito che un tribunale militare stava peraggravare il pericolocondannando di nuovo l'innocentel'uomo delquale la pubblicazione dei documenti di Berlino griderà ungiorno l'innocenza. Ecco perché non ho cessato d'agiresupplicando Labori di reclamare i documentidi citare atestimonianza Schwartzkoppenil solo che possa fare piena luce. E ilgiorno in cui Laboriquell'eroe colpito da una palla sul campo dibattagliaha approfittato di un'occasione che gli offrivano gliaccusatoricol chiamare alla sbarra uno straniero indegnoil giornoin cui si è alzato per chiedere che si ascoltasse l'uomo checon una sola parolapoteva porre fine al casoha adempiuto fino infondo al suo dovereè stato la voce eroica che nulla potràfar tacerela cui richiesta sopravvive al processo e devefatalmenteal momento opportunoricominciarlo per chiuderlo con lasola soluzione possibilel'assoluzione dell'innocente. La richiestadei documenti è fattasfido a che quei documenti non sianoprodotti. Vedete in quale accresciutointollerabile pericoloci hamesso il presidente del tribunale di Rennesfacendo uso del suopotere discrezionale per impedire che i documenti venissero resinoti. Niente di più brutalemai porta è stata chiusapiù volontariamente alla verità. "Non vogliamo checi venga data la provaperché vogliamo condannare". E unterzo tribunale militare si è aggiunto agli altri duenell'errore ciecoper cui la smentita venuta dalla Germaniacolpirebbe ora tre sentenze inique. Non è demenza puraquestanon c'è da urlare di ribellione e d'inquietudine?

Ilgoverno che è stato tradito dai suoi agentiche ha avuto ladebolezza di lasciare che bambinoni dalla mentalità ottusagiocassero con fiammiferi e coltelliil governo che ha dimenticatoche governare è preveniredeve assolutamente affrettarsi adagire se non vuole abbandonare al capriccio della Germania il quintoattola conclusione che tutta la Francia dovrebbe temere. E' luiilgovernoche ha il compito di recitare questo quinto atto al piùprestoper impedire che ci venga dall'estero. Il governo puòprocurarsi i documentila diplomazia ha risolto difficoltàben più grandi. Il giorno in cui saprà chiedere idocumenti numerati del "bordereau"li otterrà. Equesto sarà il fatto nuovoche renderà necessaria unaseconda revisione davanti alla Corte di cassazioneistruitastavoltami auguroe in grado di cassare senza alcun rinvionellapienezza della sua magistratura sovrana.


Masemmai il governo dovesse di nuovo tirarsi indietroi difensoridella verità e della giustizia faranno quanto ènecessario. Non uno di noi diserterà il suo posto. La provala prova invincibileprima o poi finiremo per averla.


Il23 novembresaremo a Versailles. Il mio processo ricominceràvisto che si vuole farlo ricominciare in tutta la sua ampiezza. Segiustizia ancora non è stata fattadaremo un nuovo contributoper farla. Il mio carovaloroso Laboriil cui onore è andatovia via aumentandopronuncerà perciò a Versaillesl'arringa che non ha potuto pronunciare a Rennes; èsemplicissimoniente andrà perduto. Dal canto mionon lofarò certo tacere. Non dovrà far altro che dire laverità; senza temere di nuocermipoiché sono pronto apagarla con la mia libertà e col mio sangue.


Davantialla Corte d'assise della Sennaho giurato l'innocenza di Dreyfus.La giuro davanti al mondo interoche ora la grida con me. E torno aripeterela verità è in camminoniente potràfermarla. A Rennesha appena compiuto un passo da gigante. Mi restasoltanto il terrore di vederla piombare a saccheggiare la patriacome un fulmine a ciel sereno scagliato dalla nemesi vendicatricesenon ci affrettiamo a farla risplendere noi stessisotto il nostrovivido sole di Francia.




LETTERAALLA SIGNORA DREYFUS


Pubblicatasu "L'Aurore" il 29 settembre 1899.


Lascrissi dopo che il presidente Lubetil 19 settembreebbe firmatola grazia di Alfred Dreyfus edopo che l'innocentecondannato duevoltefu restituito ai suoi cari. Ero deciso a conservare ilsilenzio fino a che il mio processo non fosse tornato davanti allaCorte d'assise di Versailles; e là soltanto avrei parlato. Masi trattava di circostanze in cui non potevo restare muto.


Signorale rendono l'innocenteil martire. Alla sposaal figlioallafigliavengono resi il marito e il padree il mio primo pensiero vaverso la famiglia finalmente riunitaconsolatafelice. Quale chesia tuttora il mio lutto di cittadinononostante il doloreindignatola ribellione in cui continuano ad angosciarsi le animegiustevivo con lei questo momento meravigliosobagnato di lagrimebeneficheil momento in cui lei ha stretto tra le braccia il mortorisuscitatouscito vivo e libero dalla tomba. Emalgrado tuttoquesto giorno è un gran giorno di vittoria e di festa.


Miimmagino la prima seraalla luce della lampadanell'intimitàfamiliarequando le porte sono chiuse e tutti gli abomini sullapiazza si spengono sulla soglia di casa. Ecco i due bambiniil padreè tornato da lontanodal viaggio così lungocosìoscuro.


Lobacianoaspettano il suo raccontopiù tardi. E che pacefiduciosache speranza di un avvenire riparatorementre la madre sidà amorevolmente d'attornoavendo ancoradopo tanto eroismoun compito eroico da compierequello di ricostruire con le sue curee con la sua tenerezza la salute del crocefissodel povero essereche le hanno restituito. C'è tanta dolcezza nel chiuso dellacasauna bontà infinita soffonde da ogni parte la stanzaintima in cui la famiglia sorridee noi siamo là nell'ombramutiricompensatitutti noi che abbiamo voluto questoche lottiamoda tanti mesi per questo momento di felicità.


Quantoa melo confessoin principio la mia è stata soltantoun'opera di solidarietà umanadi pietà e d'amore. Uninnocente soffriva il più orrendo dei suppliziio non hovisto altroho dato inizio a una campagna unicamente per liberarlodei suoi mali.


Dalmomento in cui mi venne provata la sua innocenzaci fu in me unatormentosa ossessioneil pensiero di tutto quello che l'infeliceaveva soffertodi tutto quello che ancora doveva soffrire nelcarcere murato dove agonizzavasotto la fatalità mostruosa dicui non poteva nemmeno sciogliere l'enigma. Quale tempesta dentro diluiche attesa divoranteda ricominciare a ogni nuova aurora! E nonho più vissutoe il mio coraggio è stato il coraggiodella pietàe il mio unico fine è stato di metterefine alla torturadi sollevare la pietra affinché ilgiustiziato ritornasse alla luce del giornofosse restituito aisuoiche gli avrebbero medicato le piaghe.


Unaquestione di sentimentocome dicono i politicicon una leggeraalzata di spalle. Buon Diosì! Soltanto il mio cuore eraimpegnatoandavo in soccorso di un uomo in preda allo sconfortofosse egli ebreocattolico o maomettano. Credevo allora a unsemplice errore giudiziarioignoravo l'enormità del crimineche teneva quell'uomo incatenatoannientato in fondo alla fossascellerata dove altri spiavano la sua agonia. Non provavo perciònessuna collera contro i colpevoliancora sconosciuti. Semplicescrittorestrappato dalla compassione alla consueta faticanonperseguivo alcun fine politiconon lavoravo per alcun partito. Ilmio personale partitoda quell'inizio della campagnaera unicamentel'umanità da servire.


Quelloche subito dopo capiifu la difficoltà terribile della nostraimpresa. Man mano che la battaglia si svolgevasi estendevasentivoche la liberazione dell'innocente richiedeva sforzi sovrumani. Tuttii poteri sociali erano in lega contro di noie non avevamo altrodalla nostrache la forza della verità.


Dovevamocompiere un miracoloper risuscitare il seppellito.


Quantevoltedurante quei due anni crudeliho disperato di riaverlodirestituirlo alla famiglia! Era laggiùnella sua tombaeavevamo un bel metterci in centoin millein ventimilala pietraera così pesante di iniquità ammassateche temevo divedere le nostre braccia indebolirsiprima dello sforzo supremo.


Maimai più! Forse un giornotra molto tempoavremmo imposto laveritàavremmo ottenuto la giustizia. Ma luil'infelicesarebbe mortola sua sposai suoi figligiammai avrebbero potutodargli il bacio trionfante del ritorno.


Oggisignoraecco che abbiamo compiuto il miracolo. Due anni di lottegigantesche hanno realizzato l'impossibileil nostro sogno si èavveratopoiché il giustiziato è sceso dalla suacrocepoiché l'innocente è liberopoiché suomarito le è stato reso.


Nonsoffrirà piùperciò la sofferenza dei nostricuori è finital'immagine intollerabile cessa di turbare inostri sonni. Ed è per questolo ripetoche oggi ègiorno di grande festadi grande vittoria. Con discrezionetutti inostri cuori comunicano col suonon c'è moglienon c'èmadre che non abbia sentito il cuore intenerirsipensando a questaprima serata d'intimitàalla luce della lampadatra lacommozione affettuosa del mondo interodalla cui comprensione lei èattorniata.


Indubbiamentesignoraquesta grazia è amara. E' mai possibile imporredopotante torture fisicheuna simile tortura morale? E che ribellionenel dirsi che si ottiene per pietà quel che dovrebbe dipenderesoltanto dalla giustizia!

Ilpeggio è che tutto sembra essere stato concertato perapprodare a quest'ultima iniquità. Questo hanno voluto igiudici: tornare a colpire l'innocente per salvare i colpevolipronti a rifugiarsi nell'ipocrisia ributtante di un'apparenza dimisericordia. "Tu vuoi l'onorenoi ti faremo al massimol'elemosina della libertàperché il tuo disonorelegale copre i crimini dei tuoi carnefici".


Enon c'ètra la lunga serie di ignominie commesseunattentato più abominevole contro la dignità umana. E'veramente il colmofar mentire la divina pietàfarnestrumento della menzognaservirsene per colpire l'innocenza affinchéun crimine possa passeggiare al solegallonato e impennacchiato!

Eche tristezzainoltreche il governo di un grande paese si rassegniper una disastrosa debolezza a essere misericordiosoquando dovrebbeessere giusto! Tremare davanti all'arroganza di una fazionecrederedi poter ottenere la pacificazione con l'iniquitàsognare nonsi sa quale abbraccio menzognero e avvelenatoè il massimodell'accecamento volontario. Forse che il governoall'indomanistesso della scandalosa sentenza di Rennesnon doveva deferirla allaCorte di cassazionealla giurisdizione supremadi cui invece si fabeffe con tanta insolenza? La salvezza del paese non era forse inquell'atto di necessaria energiache avrebbe salvato il nostro onoreagli occhi del mondoche avrebbe ristabilito da noi il regno dellalegge? Soltanto nella giustizia c'è la pacificazionedefinitivaqualsiasi viltà sarà soltanto la causa diuna nuova febbree quello che ci è mancato finora è ungoverno coraggioso che voglia compiere il suo dovere fino in fondoper riportare sul diritto cammino la nazione smarritadisorientatadalle menzogne.


Maè tale il nostro decadimento che siamo ridotti a congratularcicon il governo per essersi mostrato pietoso. Ha osato essere buono!Gran Dioche audacia folleche coraggio eccezionaleesporsi cosìai morsi delle belvele cui frotte selvaggesbucate dalla forestaancestralesi aggirano tra di noi! Essere buoniquando non si puòessere fortiè già meritorio. E del restosignoraquella riabilitazione che doveva essere immediataper la giustagloria del paese stessosuo marito può aspettarla a frontealtapoiché non c'è innocente che sia piùinnocentedi fronte a tutti i popoli della terra.


Suomaritoahcara signora! lasci che le dica quanto è grande lanostra ammirazione per luila nostra venerazioneil nostro culto.Ha talmente soffertoe senza ragionesotto l'assaltodell'imbecillitàdella cattiveria umanache vorremmomedicare con tenerezza ognuna delle sue piaghe. Sappiamo bene che lariparazione è impossibileche mai la società potràpagare il suo debito verso il martireattanagliato conun'ostinazione così atroceed è per questo che glieleviamo un altare nei nostri cuorinon potendo dargli niente di piùpuro né di più prezioso di questo culto di commossafraternità. E' diventato un eroepiù grande deglialtri perché ha più sofferto. L'ingiusto dolore lo hareso sacro; è entratoaugustopurificato ormaiin queltempio dell'avvenire in cui hanno sede gli deiquelli le cuiimmagini toccano i cuorifacendovi nascere un'eterna fioritura dibontà.


Leindimenticabili lettere che le ha scrittosignoraresteranno comeil più bel grido d'innocenza torturata che mai sia uscito daun'anima. E se nessunofinoraè stato fulminato da undestino più tragiconon c'è neppure chi sia salito piùin alto nel rispetto e nell'amore degli uomini.


Poicome se i suoi aguzzini avessero voluto innalzarlo ulteriormenteecco che gli è stata imposta la tortura suprema del processodi Rennes. Davanti a quel martire schiodato dalla sua crocesfinitoche si sosteneva soltanto con la forza moralesi sono avvicendatiselvaggiamentevilmentecoprendolo di sputicrivellandolo dicoltellateversandogli fiele e aceto sulle piaghe. E luistoicosiè mostrato degno d'ammirazionesenza un lamentodi uncoraggio alterodi una tranquilla certezza nella veritàchefarannoin avvenirelo stupore delle generazioni. E' stato unospettacolo così bellocosì strazianteche l'iniquasentenza ha sollevato i popolidopo quel dibattimento mostruoso diun mesein cui ogni udienza gridava più forte l'innocenzadell'accusato. Il destino si compival'innocente diventava dioaffinché un esempio indimenticabile venisse donato al mondo.


Quisignoraarriviamo al sommo. Non c'è glorianon c'èesaltazione più alta. Una riabilitazione legaleuna formulad'innocenza giuridica? verrebbe quasi da chiedersi a che prodatoche non troveremmo un galantuomo nell'universo che già non siaconvinto di quell'innocenza. Ed eccoloquest'innocentediventatosimbolo della solidarietà umana da un capo all'altro dellaterra.


Laddovela religione del Cristo aveva impiegato quattro secoli a formarsiaconquistare alcune nazionila religione dell'innocente condannato duevolteha fatto in un baleno il giro del mondoriunendo in unaimmensa umanità tutte le nazioni civili. Cerconel corsodella storiaun analogo movimento di fraternità universaleenon lo trovo. L'innocente condannato due volte ha fatto di piùper la fraternità tra i popoliper l'idea di solidarietàe di giustiziache cento anni di discussioni filosofiche e di teorieumanitarie.


Perla prima volta nel tempol'umanità intera ha avuto un gridodi liberazioneuna ribellione d'equità e di generositàcome se ormai formasse un popolo soloil popolo unico e fraterno dicui sognano i poeti.


Eche sia onoratoperciòche sia veneratol'uomo eletto dallasofferenzanel quale si è appena incarnata la comunioneuniversale!

Puòdormire tranquillo e fiduciososignoranel dolce rifugio familiareriscaldato dalle sue mani pie. E Lei può contare su noiperla sua glorificazione. Siamo noi poeti a fare la gloriae la parteche gli assegneremo sarà così bella che nessun altrouomo della nostra epoca lascerà un ricordo altrettantocommovente.


Sisono già scritti molti libri in suo onoreun'interabiblioteca si è moltiplicata per dimostrare la sua innocenzaper esaltare il suo martirio. Mentre dalla parte dei suoi carnefici idocumenti scrittivolumi e opuscolisi contanogli amanti dellaverità e della giustizia non hanno cessato nécesseranno di contribuire alla storiadi pubblicare gli innumerevolidocumenti dell'immensa inchiestache un giorno permetterà distabilire i fatti in modo definitivo. E' il verdetto di domani che sipreparae quello porterà l'assoluzione trionfalelariparazione lampantetutte le generazioni in ginocchio a chiedereperdonoalla memoria del glorioso torturatoper il delitto dei loropadri.


Esiamo sempre noisignoranoii poetia inchiodare i colpevolialla gogna eterna. Quelli che noi condanniamole generazioni lifischiano e li disprezzano. Ci sono nomi di criminali chemarchiatid'infamia da noialtro non sono che relitti immondi nel succedersidelle epoche. La giustizia immanente si è riservata questocastigoha incaricato i poeti di legare all'esecrazione dei secolicoloro le cui malefatte socialii cui crimini troppo grandi sfuggonoai tribunali ordinari. So bene cheper questi animi meschiniperquei gaudenti di un giornoquesto è solo un castigo lontanodel quale ridono.


L'insolenzaimmediata è sufficiente per loro. Trionfare a furia di calciecco il successo brutale che soddisfa la loro fame volgare.


Eche importa l'indomani della tombache importa l'infamia quando nonsi è presenti per arrossirne? La spiegazione dello spettacolovergognoso che ci è stato offerto è in questa bassezzad'animo: le menzogne sfrontatele frodi più accertateleimpudenze lampantitutto ciò che non potrebbe mai durare piùdi un'orae che non può non precipitare la rovina deicolpevoli. Ma non hanno una discendenzaquestinon temono che ilrossore della vergogna salga un giorno alle guance dei loro figli edei loro nipoti?

Ahpoveri pazzi! Sembra che neppure li sfiori l'idea che questa colonnainfamealla quale noi inchioderemo i loro nomil'hanno erettaproprio loro. Voglio credere che si tratti di crani ottusinei qualiun ambiente specialeuno spirito professionaleabbia provocato unadeformazione. Così quei giudici di Rennesche condannano dinuovo l'innocente per salvare l'onore dell'esercito:

sipuò immaginare qualcosa di più sciocco? L'esercitogià! Lo hanno servito benecompromettendolo in questaavventura iniqua.


Sempreil fine volgarel'immediatosenza alcuna previdenza del domani.Bisognava salvare i pochi capi colpevolisalvo provocare unautentico suicidio dei tribunali militariun sospetto gettatosull'alto comandoormai solidale. E fa sempre parte dei lorocriminidel restol'avere disonorato l'esercitoessersi fattiartefici di nuovi disordini e di nuova colleraal punto che ilgoverno ha graziato l'innocenteha ceduto senza dubbio all'urgentebisogno di riparare all'errore tanto da credersi ridotto a queldiniego di giustizia pur di pacificare un po' gli animi.


Mabisogna dimenticaresignorabisogna soprattutto mettere in noncale. E' un grande sostegnonella vitaignorare le viltà egli oltraggi. Me ne sono sempre trovato bene. Sono ormai quarant'anniche lavoroquarant'anni che mi tengo in piedi grazie al disprezzodelle ingiurie che mi è valsa ciascuna delle mie opere. Edopo due anni che ci battiamo per la verità e la giustizial'ignobile moltitudine è cresciuta talmente attorno a noichene usciamo corazzati per sempreinvulnerabili alle ferite. Per contomiosono giornali ignobilisono fantocci di melma che ho radiatodalla mia vita. Non esistono piùsalto il loro nome quando miviene sotto gli occhisalto perfino gli estratti che possono esserecitati dai loro scritti. E' una semplice norma d'igiene. Ignoro secontinuanoil disprezzo li ha scacciati dal mio pensieroin attesache la fogna li spazzi via del tutto.


Edè l'oblio sdegnoso di tante ingiurie atrociche io consiglioall'innocente. Egli è talmente a partetalmente in altochenon deve più esserne colpito. Possa rivivere al suo bracciosotto il sole limpidolontano dalle folle ammutinateper ascoltaresoltanto il concerto di simpatia universale che sale verso di lui!

Paceal martirizzato che ha tanto bisogno di riposoe che attorno a luinel rifugio dove lei lo amerà e lo guariràci siasoltanto la carezza commossa degli esseri e delle cose.


Quantoa noisignoracontinueremo la lottaci batteremo per la giustiziacon la stessa asprezza di ieri. Ci occorre la riabilitazionedell'innocentenon tanto per riabilitare luiche ha tanta gloriaquanto per riabilitare la Franciache morirebbe sicuramente diquesti eccessi d'iniquità.


Riabilitarela Francia agli occhi delle nazioniil giorno in cui casseràla sentenza infamequesto sarà il nostro sforzo di ogni ora.Un grande paese non può vivere senza giustiziae il nostroresterà in luttofin quando non avrà cancellato lamacchiaquesto schiaffo alla sua più alta giurisdizionequesto rifiuto del diritto che colpisce ogni cittadino. Il legamesociale è scioltotutto crollada quando la garanzia delleleggi non esiste più. E c'è stato un aspetto cosìinsolentein questo rifiuto del dirittoc'è stata unasmargiassata così impudenteche non abbiamo neppure larisorsa di far scendere il silenzio sul disastrodi seppellire ilcadavere di nascostoper non arrossire di fronte ai nostri vicini.Il mondo intero ha vistoha sentitoed è davanti al mondointero che la riparazione deve avvenirerisonante quanto lo èstata la colpa.


Volereuna Francia senza onoreuna Francia isolatadisprezzataèun sogno criminale. Senza dubbio gli stranieri verranno alla nostraEsposizionenon ho mai dubitato che essi invadano Parigil'estateprossimacome si corre alla fiera del giorno di festatra losplendore dei lumi e il baccano delle musiche. Ma può forsebastarequestoalla nostra fierezza? O dobbiamo tenere tanto allastima quanto al denaro di quei visitatori venuti da ogni parte delglobo? Festeggiamo la nostra industriala nostra scienzale nostreartiesponiamo i nostri lavori del secolo.


Oseremoesporre la nostra giustizia? E vedo ogni ora quella caricaturastranieral'isola del Diavoloricostruitamostrata al Campo diMarte. Per conto miobrucio di vergognanon capisco comel'Esposizione possa venire inaugurata senza che la Francia abbiaripreso il suo rango di nazione giusta. Che l'innocente siariabilitatoallora soltanto la Francia sarà riabilitata conlui.


Matorno a dirlo nel concluderesignoraLei può rimettersi aibuoni cittadini che hanno fatto restituire la libertà a suomarito e che gli faranno restituire l'onore. Nessuno abbandoneràil combattimento; sanno di lottare per il paeselottando per lagiustizia. L'ammirevole fratello dell'innocente darà loroancora una volta l'esempio del coraggio e della saggezza. E poichénon abbiamo potutoin un colpo solorenderle l'amato essere liberoe lavato dell'accusa menzognerale chiediamo soltanto ancora un po'di pazienzaaugurandoci che i suoi figlioli non debbano crescereancora moltoprima che il loro nome sia legalmente puro da ognimacchia.


Queicari bambinioggi il mio pensiero torna irresistibilmente verso diloroe li vedo tra le braccia del padre. So con quale cura gelosaper quale miracolo di delicatezzalei li ha tenuti nella completaignoranza. Credevano il loro padre in viaggio; poila lorointelligenza ha finito per svegliarsisi facevano esigentiinterrogavanovolevano le spiegazioni di una così lungaassenza. Che dire loroquando il martire era ancora laggiùquando la prova della sua innocenza era costituita soltanto daqualche raro credente? Il suo cuore dev'essersi spezzatoorribilmente. Main queste ultime settimaneallorchél'innocenza ha brillato per tuttidi una luminosità solareavrei voluto che Lei li prendesse tutti e due per mano e liconducesse in quella prigione di Rennesaffinché avessero persempre nella memoria il padre ritrovato làsoffuso d'eroismo.E che avesse detto loro che cosa aveva soffertoquale grandezzamorale era la suadi quale appassionata tenerezza dovevano amarloper fargli dimenticare l'iniquità degli uomini. Le loropiccole anime si sarebbero temprate in quel bagno di maschia virtù.


Delrestonon è troppo tardi. Una seraalla luce della lampadadi famiglianella pace commossa del focolare domesticoil padre lichiamerà a séli farà sedere sulle sueginocchiae gli dirà tutta la tragica storia. Bisogna chesappianoperché lo rispettinoperché lo adorino comemerita. Quando avrà parlatosapranno che non c'è almondo un eroe più acclamatoun martire la cui sofferenzaabbia sconvolto più profondamente i cuori. E saranno moltofieri di luiporteranno il suo nome gloriandosenecome il nome diun coraggioso e di uno stoico che si è purificato fino alsublimepreda del destino più orribile che la scelleratezza ela viltà umane abbiano lasciato compiersi. Un giornononsaranno né il figlio né la figlia dell'innocentesaranno i figli degli aguzzini quelli che dovranno arrossiretral'esecrazione universale.


Vogliagradiresignoral'espressione del mio profondo rispetto.




LETTERAAL SENATO


Pubblicatasu "L'Aurore" il 29 maggio 1900.


Eranopassati altri otto mesitra l'articolo precedente e questo.


L'Esposizioneuniversale aveva aperto i battenti il 15 aprile 1900ci trovavamo inpiena tregua. Il mio processo di Versailles era stato regolarmenterinviato di sessione in sessione. Ogni tre mesi venivo citato ingiudizioaffinché il procedimento non cadesse inprescrizionee l'indomani ricevevo un'altra cartadove mi siavvertiva di non disturbarmi. Lo stesso avveniva per la mia vertenzacon i tre espertiBelhommeVarinard e Couardche veniva rinviatadi mese e meseall'infinito. - Ci vollero circa quindici mesidopola grazia di Alfred Dreyfusper maturare il mostrola legged'amnistiala legge scellerata.


Signorisenatoriil giorno in cuicon la morte nell'animaavete votato lalegge detta di incompetenza a procedereavete commesso un primosbaglio. Voii guardiani della leggeavete permesso un attentatoalla leggetogliendo un accusato ai suoi giudici naturalisospettati di non essere giudici integri. Ed era già sotto lapressione governativa che cedevatein nome del bene pubblicoperottenere la pacificazione che vi veniva promessase avesteconsentito a tradire la giustizia.


Lapacificazione! Ricordatevi che all'indomani della sentenza dellaCorte di cassazioneriunite tutte le Camerel'agitazione èricominciatapiù violentapiù micidiale. Vi eravatedisonorati in pura perditadal momento che la vostra legge dicircostanzae l'ingiustizia desiderata che da essa ci si aspettavatornavano a trionfo dell'innocente. E ricordatevi che si ètrovato un tribunale militare per consumare a ogni costo l'iniquitàsupremaschiaffo alla nostra magistratura più alta di cui lacoscienza nazionale dovrà arrossirefinché l'oltraggionon sarà stato riparato.


Oggivi si chiede di commettere un secondo errorel'ultimoil piùmaldestro e il più pericoloso. Non si tratta di una legge diincompetenza a procederequesta voltama di una legge diinsabbiamento. Avete soltanto cambiato i giudicima questa volta visollecitano a dire che non ci sono più giudici. Dopo avereaccettato la vile bisogna di adulterare la giustiziaeccoviincaricati di dichiarare la giustizia fallita. Edi nuovoviprendono per la gola con la necessità politicavi strappanoil vostro voto in nome della salvezza della patriavi assicuranochesolala vostra cattiva azione può darci la pacificazionedegli animi.


Lapacificazione! Potremmo ottenerla soltanto nella verità enella giustizia. Non la otterrete certo sopprimendo i giudicicosìcome non l'avete ottenuta cambiandoli. La otterrete ancor menoperché aggravate la decomposizione socialegettate sempre piùil paese nella menzogna e nell'odio. Equando la miseria di questoespediente momentaneo diventerà palesequando tanto sudiciumesotterrato finirà per avvelenare e sconvolgere del tutto lanazionevoi sarete i responsabilii colpevolii mandatari di cuila storia narrerà la criminale debolezza.


Piùdi due mesi faquando ho chiesto d'essere ascoltato dalla vostracommissionesignori senatoriil mio desiderio era soprattutto diprotestare contro il progetto di amnistia dal quale ci sentivamominacciare. Oggiscrivo di quella protesta in questa lettera perrinnovarla con energia anche maggiorealla vigilia del giorno in cuisarete chiamati a discutere quella legge d'amnistia chedal miopunto di vista personaleconsidero come un diniego di giustiziaedal punto di vista del nostro onore nazionalecome una macchiaincancellabile.


Quelche ho già detto davanti alla vostra Commissionec'èbisogno che lo ripeta qui? Si finisce per provare un senso distanchezza e anche di vergogna nel ridire incessantemente le stessecose. E' una storia che il mondo intero conosce e ha giudicato giàda molto tempoa proposito della quale soltanto dei francesi possonocontinuare a battersinella crisi di demenza dei fanatismi politicie religiosi. Ho detto chedopo avermi chiuso brutalmente la bocca aParigicon l'impudente: "La questione non sarà posta"e chedopo avere volutoa Versailles "strangolare Labori"era veramente mostruoso rifiutarmi il processo che io ho volutoigiudici che avevo pagato in anticipo con tanti oltraggicon tantitormenti e con quasi un anno d'esiliounicamente per il trionfodella verità. Ho detto che mai amnistia più assurda opiù inquietante avrà deriso il dirittoperchéda che mondo è mondo vengono amnistiati contemporaneamentesoltanto delitti e crimini dello stesso ordinein favore dicondannati che già scontavano la loro penamentre qui sitratta di amnistiare una stranissima congerie di atti diversicommessi in ordini diversila maggior parte dei quali non èstata ancora nemmeno discussa in tribunale.


Eho detto che l'amnistia veniva fatta contro di noicontro idifensori del dirittoper salvare i criminali autenticichiudendocila bocca con una clemenza ipocrita e ingiuriosamettendo nellostesso sacco la gente onesta e i malfattoriequivoco supremochefarà imputridire del tutto la coscienza nazionale.


Delrestonon sono stato il solo a dire queste cosequel giorno.


Ilcolonnello Picquart e Joseph Reinach avevano volutocome meessereascoltati dalla vostra Commissione. E quest'ultima ha avuto perciòl'edificante spettacolo di tre uomini i cui casi sono assolutamentediversie dei quali si è deciso di sbarazzarsi con lo stessometodo sbrigativodi rifiuto di giustizia. Non si conoscevano primadel casosono venuti da tre mondi oppostisi trovano l'uno sotto lasola minaccia di un'azione davanti a un tribunale militarel'altrocon un processo in assiseil terzo condannato in contumacia atremila franchi d'ammenda e a un anno di prigione. Non ha importanzasi fa confusione tra i loro casili si getta nella stessa soluzionebastardasenza darsi pensiero della situazione atroce in cui vengonolasciatidella loro vita spezzatadelle accuse di cui non potrannolavarsidelle prove della loro buona fede che non potranno addurre.Si fa in modo di sporcarli del tuttoriservandogli lo stessotrattamento che viene usato ai banditicon una commedia infameintesa a dare un colore di magnanimità patriottica a unprovvedimento d'iniquità e bassezza universali. E volete chequesti tre uomini non protestino con tutto il loro dolore dicittadini lesi nel loro interesse e nel loro amore per la grandeFranciadi cui hanno creduto dover essere degni figli? Certoioprotesto di nuovoe so bene che il colonnello Picquart e JosephReinach protestano con mecome hanno fatto il giorno in cui abbiamodeposto davanti alla vostra Commissione.


Maqueste cosesignori senatorile sanno tuttie meglio di tutti lesapete voipoiché fate parte del retroscena politico in cui èstata cucinata la mostruosa avventura. Lo sapeva la vostraCommissioneil che spiega l'angoscia giuridica in cui si èdibattuta per tanto tempola ripugnanza che provava nel patrocinareun progetto indegnoripugnanza di cui solo la pressione governativanelle circostanze che voi conosceteha potuto avere ragione. Voistessine sono certoconvenite sottovoce che non si era mai vistoun simile ammasso di turpitudinidi menzogne e di criminid'illegalità flagrantidi rifiuto di giustizia. Perfino lospaventoso numero di attentati e di infamie vi atterrisce. Comeripulire il paese? Come fare perché a ciascuno venga resagiustiziasenza che la Francia del passato debba franare fino nellesue antiche fondamentae senza essere obbligati a ricostruirefinalmente la Francia giovane e gloriosa di domani? E pensierifiacchi nascono negli spiriti più salditroppi sono icadaverimeglio scavare un buco per sotterrarceli alla rinfusaconla speranza che non se ne parli piùa rischio che la lorodecomposizione filtri attraverso il sottile strato di terra che liricopree faccia ben presto crepare appestato l'intero paese.


E'così!vero? e siamo d'accordo su un puntoossia il male;salito dalle nascoste profondità del corpo socialelasciatoaffiorare alla luceè orribile. E in fondo differiamosoltanto sul modo di tentare la guarigione. Voiuomini di governosotterratesembrate convinti che quello che non si vede ècome se non esistesse; mentre noisemplici cittadinivorremmopurificare subitobruciare gli elementi putrefattifarla finita coni fermenti di distruzione affinché il corpo ritrovi tuttointero la salute e la forza.


El'avvenire dirà chi aveva ragione.


Lastoria è semplicissimasignori senatorima non èaffatto inutile riassumerla.


All'inizionel caso Dreyfus c'è stata unicamente una questione digiustizial'errore giudiziario del quale alcuni cittadinidi cuoresenza dubbio più giusto e più tenero degli altrihannovoluto la riparazione. Personalmentein principio io non ci ho vistoaltro. Ed ecco chein breve tempoman mano che la mostruosaavventura si svolgevache le responsabilità si spostavano piùin altoarrivavano ai capi militari ai funzionariagli uomini dipoterela questione ha investito l'intero corpo politicotrasformando il clamoroso caso in una crisi terribile e generaledove sembrava essere in gioco la sorte della stessa Francia. Cosìa poco a pocosono venuti a scontrarsi due partiti: da una partetutti gli avversari della vera Repubblica che dovremmo averetuttiglispiriticheforse inconsapevolmentesono per l'autoritànelle sue diverse formereligiosamilitarepolitica; dall'altratutta la libera azione verso l'avveniretutti i cervelli liberatidalla scienzatutti quelli che tendono alla veritàallagiustiziache credono nel progresso continuole cui conquistefiniranno un giorno per realizzare il massimo di felicitàpossibile. E da quel momentola battaglia è stata spietata.


Dagiudiziario che erache sarebbe dovuto restareil caso Dreyfus èdiventato politico. Il veleno è tutto lì. E statol'occasione che ha fatto salire bruscamente alla superficie l'oscurolavoro di inquinamento e di decomposizione con il quale gli avversaridella Repubblica minavano il regime da più di trent'anni. Oggisalta agli occhi di tutti che la Francial'ultima delle grandinazioni cattoliche rimasta in piedi e potenteè stata sceltadal cattolicesimoo per meglio dire dal papismoper restaurare ilpotere vacillante di Romaed ecco perché c'è stataun'invasione in sordinaecco che i gesuitiper non parlare deglialtri strumenti religiosisi sono appropriati della gioventùcon incomparabile astuzia; al punto che un bel mattino la Francia diVoltairela Francia che tutt'ora non è ancora ritornata daiparrocisi è risvegliata clericalein mano aun'amministrazionea una magistraturaa uno Stato maggioredell'esercito che ricevono la parola d'ordine da Roma. Le apparenzeillusorie sono cadute di colpoci siamo accorti che della Repubblicaabbiamo soltanto l'etichettaabbiamo intuito di camminare su unterreno minato da tutte le partiin cui stavano per sprofondarecento anni di conquiste democratiche.


LaFrancia era sul punto di appartenere alla reazioneecco qual èil nostro gridoil nostro terrore. Questo spiega tutta la decadenzamorale in cui la fiacchezza delle Camere e del governo ci ha lasciatoslittare a poco a poco. Dal momento stesso in cui un Parlamentoincui un governo teme di agireper il timore di non essere piùcon i padroni di domanila caduta è pronta e fatale. Provatea immaginare degli uomini al potere che si accorgono di non avere piùin mano nessuno degli ingranaggi necessariné funzionariobbedientiné militari scrupolosi nella disciplinanémagistrati integri. Come perseguire il generale Merciermentitore efalsarioquando tutti i generali sono solidali con lui? Comedeferire i veri colpevoli ai tribunaliquando si sa che ci sonomagistrati per assolverli? Come governare con onestàseneanche un funzionario eseguirà onestamente le disposizioni?In simili circostanzebisognerebbe che ci fosse al potere un eroeun grand'uomo di stato risoluto a salvare il suo paesemagari conl'azione rivoluzionariase occorre. E poichéal momentouomini così non ce ne sonoabbiamo assistito allo sbandamentodei nostri ministriimpotenti e maldestri quando non eranoaddirittura complici e canaglieli abbiamo visti ruzzolare gli uniaddosso agli altrisotto i colpi delle Camere disorientatein predaalle fazionipiombate nell'ignominia dell'egoismo meschino e dellequestioni personali.


Manon è tuttoil fatto più graveil piùdolorosoè che si è permesso a una stampa ignobile diavvelenare il paesedi nutrirlo impudentemente di menzognedicalunniedi sudiciume e di oltraggifino a renderlo folle.L'antisemitismo non è stato altro che lo sfruttamentogrossolano di odi ancestraliper risvegliare il fanatismo religiosoin un popolo di miscredenti che non andava più in chiesa. Ilnazionalismo altro non è stato che lo sfruttamento altrettantogrossolano del nobile amor di patriatattica di abominevole politicache condurrà il paese diritto alla guerra civileil giorno incui sarà stato possibile convincere una metà deifrancesi che l'altra metà li tradisce e li vende allostranierodal momento che la pensa diversamente. Ed è statocosì che si sono potute formare delle maggioranzele qualihanno professato che il vero era il falsoche il giusto eral'ingiustoche si sono letteralmente rifiutate d'intendere ragionicondannando un uomo perché era ebreoperseguitando con gridadi "a morte" i pretesi traditori la cui unica passione eradi salvare l'onore della Francianella disfatta del raziocinionazionale.


Daquel momentoda quando cioè hanno potuto illudersi che ilpaese stessonella sua improvvisa e morbosa folliapassasse allareazionequante bravate non hanno fatto le Camere e il governo!

Mettersicontro le maggioranze possibilima ci pensate? Il suffragiouniversaleche sembra così giustocosì logicohapurtroppo una tara orribilee cioè che qualsiasi eletto dalpopolo altro non è che il candidato di domanischiavo delpopolo per il suo aspro bisogno di essere rieletto; per cuiquandoil popolo impazzisce per una di quelle crisi di cui abbiamo avutoesempiol'eletto è alla mercé di quel pazzoripetequel che dicenon ha più il coraggio di pensare e d'agire dauomo libero.


Eccoa quale doloroso spettacolo assistiamo da tre anni: un Parlamento chenon sa come usare il suo mandato perché ha paura di perderloun governo che dopo aver lasciato cadere la Francia in mano aireazionariagli avvelenatori pubbliciteme ogni momento d'essererovesciatofa le peggiori concessioni ai nemici del regime cherappresentasoltanto per poterne stare a capo qualche giorno di più.


Nonsono forse questesignori senatorile ragioni che vi farannodecidere per questa nuova concessione di un'amnistia il cui risultatosarà di sottrarre al castigo i grandi colpevoli che nessungoverno ha osato perseguire? Pensate di salvare voi stessidicendoche bisogna pur salvare il governo dall'imbarazzo mortale in cuiminaccia di sprofondare a causa delle sue eterne debolezze.


Seun uomo di Stato energicosemplicemente onestoavesse preso per lacollottola il generale Mercier fin dal suo primo crimineda un pezzotutto sarebbe rientrato nell'ordine. Invecea ogni nuovaretrocessione della giustizial'audacia dei criminali ècresciutanaturalmente; ed è verissimo checresciuto com'èa dismisura il tasso degli abominia quest'ora occorrerebbe un belcoraggio per liquidare il casosecondo giustizia e secondol'interesse della Francia. Non ce l'ha nessunoquesto coraggiotutti rabbrividiscono all'idea di esporsi al fiotto d'ingiurie degliantisemiti e dei nazionalistitutti si barcamenano con la follia incui il veleno ha gettato certe maggioranze di elettoriper cuieccovi costretti a un'ennesima viltàa una colpa suprema cheavrà l'effetto di consegnare il paese alla reazionesemprepiù trionfante e audace.


Standocosì le cosenon vi rendete conto che è un'operazionesingolare quella di seppellire i problemi molesticon la convinzioneinfantile di eliminarli? Sono già tre anni che sento ripeteredagli uomini politici che non esisteo che non esiste più uncaso Dreyfus ogni volta che hanno interesse a crederlo. Non perquesto il caso Dreyfus smette di seguire il suo logico sviluppoperché è certo che esso finirà soltanto quandosarà finito. Nessun potere umano può arrestare ilcammino della verità.


Oggiche spira un nuovo panicoeccovi atterritiben risoluti a decretareancora una volta che non c'è più traccia del casoDreyfusné mai ce ne sarà. Speratecon l'approfondireulteriormente la fossa in cui lo avete sepoltoe buttandoci sopra lalegge d'amnistiache ormai non potrà più risuscitare.Sforzi vaniesso ritornerà come uno spettrocome un'anima inpenafino a che non sarà fatta giustizia. Non c'èriposoper un popolose non nella verità e nell'equità.


Eil peggio è che potreste essere in buona fede quando date avoi stessi l'illusione chegrazie a questo strangolamento di ogniforma di giustiziaotterrete la pacificazione. E' per la tantodesiderata pacificazione che sacrificatesull'altare della patriale vostre coscienze di legislatori onesti. Ah! poveri ingenuiosemplici egoisti maldestriche una volta di più sidisonoreranno in pura perdita! Bellala pacificazionedopo averconsegnatomembro per membrola Repubblica ai suoi nemicipur diottenerne il silenzio. Essi urlano più forteraddoppiano leingiurie a ogni soddisfazione che viene loro offerta. Questa legged'amnistia che voi emanate per loroper salvare i loro capi dalbagno penalestrepitano già che siamo noi a strapparvela.Siete dei traditorisono traditori i ministriè un traditoreil presidente della Repubblica. E quando avrete votato la leggeavrete fatto opera di traditori per salvare dei traditori. Questasarà la pacificazionee io vi aspetto all'indomanidell'amnistiasotto l'ondata di fango con la quale vi coprirannotra gli applausi dei cannibali che danzeranno la danza del massacro.


Manon vedetenon capite? Dopo che si era convenuto di taceredi nonparlare più del caso Dreyfus durante la treguadell'Esposizionechi sono quelli che ne parlano sempre? Chi haviolentato Parigidurante le ultime elezioni comunaliriprendendola campagna di menzogne e di oltraggi? Chi mescola di nuovol'esercito a quelle vergognechi continua a divulgare incartamentisegretiper tentare di rovesciarne il governo? Il caso Dreyfus èdiventato lo spettro rosso degli antisemiti e dei nazionalisti. Senzanon possono regnarene hanno un continuo bisogno per dominare ilpaese con il terrore. Come un tempo i ministri dell'impero ottenevanotutto dal corpo legislativo agitando lo spettro rossoquesti nondevono far altro che brandire il casoper inebetire i poveri diavolidi cui hanno fuorviato il cervello. Eancora una voltaeccolalapacificazione: la vostra amnistia sarà soltanto una nuova armanelle mani della fazione che ha sfruttato il caso affinché laFrancia repubblicana non crepassee che tanto più continueràa sfruttarlo in quanto la vostra amnistia darà forza di leggeall'equivocosenza che la nazione possa ormai capire da che partestessero la verità e la giustizia.


Incosì grave pericoloc'era una cosa sola da fareaccettare lalotta contro tutte le forze del passato coalizzaterifarel'amministrazionerifare la magistraturarifare l'alto comandopoiché tutto questo dava segni manifesti di putrefazioneclericale. Far luce al paese per mezzo di attidire tutta la veritàrendere giustizia fino in fondo. Approfittare della prodigiosalezione pratica che si svolgevaper fare avanzare il popoloin treannidel passo gigantesco che forse impiegherà cento anni acompiere. Accettare se non altro la battagliain nome dell'avveniree trarne per la nostra grandezza futura tutta la vittoria possibile.Perfino oggibenché tante viltà abbiano reso l'impresaquasi impossibilela sola cosa da fare è sempre la stessatornare alla veritàtornare alla giustizianella certezzacheal di fuori di esseper un paese non c'è che decadenza emorte vicina.


Ilmio caro e grande Laboriche è stato ridotto al silenzio inuna di quelle ore indegne di cui ho parlatoha avuto tuttavial'occasione di dirloin una circostanza recentecon la suastraordinaria eloquenza. Giacché il governogiacchégli uomini politici non hanno mai cessato d'intervenire nel casodisottrarlo ai tribunali chesolidovevano risolverlosono gliuomini politicisiete voisignori senatoriche avete il compito diconcluderloper la pace più grande e per il bene piùgrande della nazione. E vi ripeto chese fate assegnamento sullavostra legge d'amnistia per conseguire questo risultatoaggraveretele vostre antiche colpe di un'ennesima colpadi un errore che puòessere mortale e che peserà gravemente sul ricordo di voi.


E'per me motivo di stuporesignori senatoriche ci accusino di volerriaprire il caso Dreyfus. Non capisco. C'è stato un casoDreyfusun innocente torturato da carnefici che conoscevano la suainnocenzae quel casograzie a noiè chiusorelativamentealla vittima stessache gli aguzzini hanno restituito alla suafamiglia. Oggi il mondo intero sa la veritàe i nostripeggiori avversari non la ignoranola confessanoa porte chiuse. Lariabilitazione non sarà altro che una formula giuridicaquando verrà il momentoper cui Dreyfus non ha piùalcun bisogno di noiperché è libero e ha intorno aséad aiutarlol'ammirevole e valorosa famiglia che non hamai dubitato del suo onore e della sua liberazione.


Alloraa che scopo dovremmo riaprire il caso Dreyfus? A parte il fatto chenon avrebbe nessun sensonon sarebbe di giovamento a nessuno. Quelche noi vogliamo è che il caso Dreyfus si chiuda con l'unicaconclusione che potrà restituire la forza e la calma al paesevale a dire la punizione dei colpevolinon per rallegrarci del lorocastigo ma perché il popolo sappiafinalmentee perchéla giustizia porti la pacificazionela sola autentica e solida.


Siamoconvinti che la salvezza della Francia sta nella vittoria delle forzedi domani contro le forze di ieridegli uomini di veritàcontro gli uomini d'autorità. Proprio per questo non possiamoammettere che il caso Dreyfus non abbia come conclusione la giustiziaper tutti e che non se ne ricavino le lezioni che ci aiuterannodomania fondare in modo definitivo la Repubblicase verrannorealizzate tutte le riforme di cui esse hanno dimostrato la necessitàimperiosa.


Ancorauna voltanon siamo noi a riaprire il caso Dreyfusa utilizzarloper i nostri scopi elettoralia riparlarne di continuo alla follaper stordirla. Noi reclamiamo soltanto i nostri giudici naturaliriponiamo nella giustizia per tutti la speranza che essa acclariprontamente la verità e pacifichicosì facendolanazione. Dicono che il caso ha fatto molto male alla Franciaèun luogo comune di cui gli stessi ministri si servonoquandovogliono rubare voti. A quale Francia il caso ha fatto tanto male? Sesi tratta della Francia di ierimeglio così! Ed ècertoinfattiche tutte le vecchie istituzioni ne sono uscitesgangherateche esso ha reso palese l'irrimediabile corrosione delvecchio edificio socialeal punto che ormai non rimane cheabbatterlo. Ma perché dovrei affliggermi del male che esso hafatto al passatose è stato utile all'avvenirese ha operatoper la proprietàper l'integrità della Francia didomani? Mai febbre avrà favorito in modo più nettol'eruzione cutanea della malattia che è necessario curare. Enon è affatto il caso Dreyfus che vogliamo riaccendere; a noibasta curare e guarire la malattia di cui è servito amostrarci la virulenza.


Mac'è uno scopo ancora più graveuna necessitàpressante che mi assilla. L'amnistia che sotterral'amnistia chevorrebbe mettere fine a tutto con la menzogna e l'equivocoha cometerribile conseguenza di lasciarci alla mercé di unadivulgazione pubblica da parte della Germania. Ho già fattodiverse volte allusione a questa situazione agghiacciantechedovrebbe angosciare i patrioti autenticiturbare le loro nottiindurli a esigere la liquidazione completa e definitiva del casoDreyfuscome un provvedimento di salute pubblica da cui dipendonol'onore e la vita stessa della Francia. E poiché ètempooggidi parlare finalmente forte e chiaroparlerò.


Nessunoignora che i numerosi documenti forniti da Esterhazy all'addettomilitare tedescoSchwartzkoppensi trovano al ministero dellaGuerraa Berlino. Ci sono là documenti d'ogni genereappuntilettere etra l'altrodiconotutta una serie di letterein cui Esterhazy esprime giudizi sui suoi capifornendo particolarisulla loro vita privata ben poco edificanti.


Cisono pure altri elenchivoglio dire altre enumerazioni di documentiofferti e consegnatiil minore dei quali dimostra senza possibilitàdi discussione l'innocenza di Dreyfus e la colpevolezza dell'uomo chedue nostri tribunali militari hanno assoltomalgrado l'evidenzalampante del suo crimine. Ebbene!

Facciamol'ipotesi che domani scoppi una guerra tra la Francia e la Germaniaed eccoci sotto la spaventosa minaccia: ancor prima di aver tirato uncolpo di fucilee che si possa dare battagliala Germania pubblicain un opuscolo il dossier Esterhazy e io dico che la battaglia èperdutache siamo sconfitti di fronte al mondo intero senza nemmenoesserci potuti difendere. Il nostro esercito è minato nelrispetto e nella fiducia che deve ai suoi capitre nostri tribunalimilitari vengono riconosciuti rei d'iniquità e di crudeltàtutta la mostruosa avventura grida ai quattro venti la nostradecadenza e la patria crollanon siamo altro che una nazione dibugiardi e di falsari.


Neho avuto spesso un brivido di morteio. E come può un governoche saaccettare di vivere sia pure per un attimo sotto una taleminaccia? Come può parlare di calare il sipariodi restarenel pericolo in cui siamoadducendo il pretesto che il paese chiededi esserne pacificato? E' assolutamente incomprensibilee giungo adire che è come tradire la patria l'astenersi dal fareimmediatamente luce con tutti i mezzi possibilisenza aspettare chequesta luce venga dall'esteromagaricome un fulmine a ciel sereno.Il giorno in cui l'innocente sarà riabilitatoil giorno incui verranno puniti i veri colpevolisoltanto allora avremo spezzatonelle mani della Germania l'arma che essa possiede contro di noipoiché la Francia avrà riconosciuto da sola il proprioerrore e vi avrà posto riparo.


L'amnistiaviene perciò a chiudere una delle ultime porte aperte sullaverità. Non ho mai smesso di ripeterloil solo testimone checon una parolapuò chiarire tuttoSchwartzkoppennon si èvoluto ascoltarlo. Davanti alla Corte d'assise di Versaillessaràil mio testimonequello di cui chiederò l'escussione percommissione rogatoriaquello che non potrà rifiutarsi di direfinalmente l'intera verità e di appoggiarla sui documenti cheha avuto tra le mani. La soluzione è lànon altrove.Di là verràpresto o tardied è follia daparte nostra il non provocarla e averne l'onoreinvece di aspettareche ci venga gettata in facciain qualche tragica circostanza.


Ilmio stupore è stato grandeil giorno in cui mi sonopresentato di fronte alla vostra Commissionequando il presidente miha domandatoda parte del presidente del Consiglio dei ministrisefossi in possesso di un fatto nuovoda produrre a Versailles. Eracome dire chese non avevo la verità in tascainsieme alfazzolettotanto valeva che mi lasciassi amnistiaresenza tanteproteste. Una domanda del genere mi ha sbalorditoda parte delpresidente del Consiglioil quale sa benissimo che la veritànon si porta addossoe che i processi si fanno appunto perchépossa scaturire dagli interrogatoridalle testimonianze e dallearringhe. Soprattuttoperòl'ironia d'una domanda delgenerediretta a meaveva dell'assurdo quando la si ricollegava atutto ciò che era stato fatto per chiudermi la boccaperimpedirmi di stabilire quella verità di cui ora ci sipreoccupava di constatare la presenza in tasca a me. Ho risposto alpresidente della vostra Commissione che ero in possesso del fattonuovoche se non avevo la verità sulla mia personasapevoperfettamente dove trovarlae che mi limitavo a pregare ilpresidente del Consiglio d'invitare il guardasigilli a consigliare alpresidente dell'assisea Versaillesdi non sbarrare la strada allamia commissione rogatoriaquando gli avrei chiesto di fareinterrogare Schwartzkoppen. E il caso Dreyfus si sarebbe chiusodavverola Francia si sarebbe salvata dalla più temibiledelle catastrofi.


Votateperciò la legge d'amnistiasignori senatoriperfezionatel'insabbiamentodite con il presidente Delegorgue che la questionenon sarà postaunitevi al primo presidente Périviernel soffocare Labori; e se la Franciaun giornosi ritroveràdisonorata di fronte al mondo interosarà stata opera vostra.


Nonsono tanto ingenuosignori senatorida credere che questa letteravi distoglieràsia pure per un istantedalla risoluzioneformale nella quale vi sospetto di votare la legge d'amnistia. Ilvostro voto è facile a prevedersipoiché nasceràdalla vostra lunga debolezza e dalla vostra lunga impotenza. Vi sieteconvinti di non poter fare altrimentipoiché non avete ilcoraggio di fare altrimenti.


Sescrivo questa letteraè unicamente per il grande onore diaverla scritta. Faccio il mio doveree dubito che voi facciate ilvostro. La legge d'incompetenza a procedere è stata un criminegiuridicola legge d'amnistia costituirà un tradimentocivicol'abbandono della Repubblica in mano ai suoi peggiori nemici.


Votatelatra non molto ne sarete punitie in seguito sarà la vostravergogna.




LETTERAA EMILE LOUBETPRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


Pubblicatasu "L'Aurore" il 22 dicembre 1900.


Altrisette mesitra l'articolo precedente e questo.


L'Esposizioneuniversale aveva chiuso i battenti il 12 novembree bisognavafinirlainsabbiare definitivamente la verità e la giustizia.Ed è quanto è stato fatto. Il mio processo diVersailles non si farà piùmi hanno privato delsacrosanto diritto di ricorrere in appello dopo una condanna incontumacia.


Brutalmentehanno soppresso la verità che avrei potuto acclararelagiustizia che mi sarei fatto rendere. Lo stesso si dica per i treespertiBelhommeVarinard e Couardche galoppanocon i tremilafranchi in tasca; e bisognerà ricominciare tutto da capodavanti alla giustizia civile. Sono semplici constatazionile mienon lo dico per lamentarmiperché se non altro la mia opera ècompiuta. - A titolo di cronacaaggiungo che a tutt'oggifebbraio1901sono sospeso dal mio grado di ufficiale nell'ordine dellaLegion d'Onore.


Signorpresidentecirca tre anni fail 13 gennaio 1898indirizzai al SuopredecessoreFélix Faureuna lettera di cui egli non tennecontosfortunatamente per la sua buona reputazione. Ora che eglidorme il sonno eternoil suo ricordo rimane oscurato dalla mostruosainiquità che io gli denunciavoe della quale si è resocompliceusandoper coprire i colpevolitutto il potere che glidava la sua alta magistratura.


Edeccola a occuparne il postoecco che il caso abominevoledopo averesporcato tutti i governi complici o fiacchi che si sono succedutifinisce in un'ora in un supremo diniego di giustiziaquest'amnistiache le Camere hanno appena votatocon il coltello alla golae cheporterà nella storia il nome di amnistia scellerata. Dopo glialtriil Suo governo precipita nell'errore comuneaccettando la piùpesante delle responsabilità. Ed ène sia pur certouna pagina della Sua vita in procinto di essere sporcataè laSua magistratura che corre il rischio di uniformarsi a quellaprecedentea sua volta insozzata dalla macchia incancellabile.


Mipermetta perciòsignor presidentedi esprimerle tutta la miaangoscia. All'indomani dell'amnistiaconcluderò con questaletteravisto che una prima mia lettera è stata una dellecause di questa amnistia. Tuttavianessuno potràrimproverarmi d'essere un chiacchierone. Il 18 luglio 1898 partivoper l'Inghilterrada dove sono tornato soltanto il 5 giugno 1899edurante quegli undici mesi ho taciuto. Ho ricominciato a parlare solodopo il processo di Rennesnel settembre 1899. Poisono ricadutonel più completo silenzioche ho rotto una sola voltanelmaggio scorsoper protestare contro l'amnistia davanti al Senato.Sono perciò più di diciotto mesi che aspetto giustiziafissata ogni tre mesi e ogni tre mesi rinviata alla prossimasessione. E ho trovato tutto ciò lacrimevole e comico. Oggial posto della giustiziaarriva quest'amnistia scellerata eoltraggiosa. Stimo pertanto che il buon cittadino che sono statoilsilenzio che ho mantenuto per non essere causa d'imbarazzo nédi disordinila grande pazienza che ho usato nel contare su unagiustizia così lentami diano oggi il dirittoil dovere diparlare.


Loripetodevo concludere. Un primo periodo del caso termina in quelmomentoquello che chiamerò l'intero crimine. E bisogna beneche io dica a che punto siamoqual è stata la nostra opera equal è la nostra certezza per domaniprima di rientrare dinuovo nel silenzio.


Nonho bisogno di risalire ai primi abomini del casomi bastariprenderlo all'indomani dell'ineffabile sentenza di Rennesquellaprovocazione d'iniquità insolente che ha fatto fremere ilmondo intero. Ed è quisignor presidenteche comincia lacolpa del Suo governoe di conseguenza la Sua.


Ungiornone sono certoquello che è accaduto a Rennes verràraccontatodocumenti alla manoe alludo al modo in cui il Suogoverno si è lasciato ingannare e ha creduto perciò didoverci tradire. I ministri erano convinti dell'assoluzione diDreyfus.


Comeavrebbero potuto dubitarnequando la Corte di cassazione credeva diavere imbrigliato il tribunale militare in una sentenza cosìnettache l'innocenza s'imponeva anche senza dibattimento?

Comepotevano minimamente preoccuparsiquando i loro subordinatiintermediaritestimoniattori perfino nel drammapromettevano lorola maggioranzase non l'unanimità? E sorridevano dei nostritimorilasciavano tranquillamente il tribunale in preda allacollisionealle false testimonianzealle manovre flagranti dipressione e d'intimidazionespingevano la loro cieca fiducia fino acompromettere Leisignor presidenteomettendo di avvisarlaperchévoglio credere che il minimo dubbio le avrebbe impedito di prenderenel Suo discorso di Rambouilletl'impegno di inchinarsi di frontealla sentenzaquale essa fosse. Non prevedere significa forsegovernare? Siamo di fronte a un governo nominato per assicurare ilbuon funzionamento della giustiziaper vegliare sull'onestaesecuzione di una sentenza della Corte di cassazione.


Essonon ignora quale pericolo corra quella sentenza in mani fanatiche cheogni sorta di febbri maligne hanno reso poco scrupolose. E non fanientesi compiace nel suo ottimismolascia che il crimine sicompia alla luce del sole! Posso convenire che quei ministri abbianoallora voluto la giustizia: ma che avrebbero fattomi chiedoqualora non l'avessero voluta?

Poierompe la condannaquella mostruosità fino ad allora inauditadi un innocente condannato due volte. A Rennesdopo l'inchiestadella Corte di cassazionel'innocenza era lampantenon potevalasciare adito a dubbi di sorta. Ed è la folgorel'orrore chepassa sulla Francia e su tutti i popoli. Come reagirà ilgovernotraditogabbatoprovocatola cui incomprensibilefaciloneria è sfociata in un simile disastro? Voglio ancoraammettere che il colpo così dolorosamente risuonato nell'animodi tutti i giusti abbiain quel momentoturbato i suoi ministriquelli che si erano presi l'incarico di assicurare il trionfo deldiritto. Ma che cosa farannoquali saranno i loro attiall'indomanidi quel crollo di tutte le loro certezzeuna volta constatato chelungi dall'essere stati artefici di verità e d'equitàcon la loro inettitudine e la loro leggerezza hanno causato unosfacelo morale dal quale la Francia impiegherà molto tempo ariaversi? Ed è quisignor presidenteche comincia l'erroredel Suo governoe Suo personaleè qui che ci siamo separatida tutti voiper una divergenza d'opinioni e di sentimenti che èandata via via crescendo.


Pernoiesitare era impossibilenon c'era che un mezzo per operare laFrancia dal male che la divoravase la si voleva guarire e ridarlerealmente la pace; non c'è pacificazioneinfattise nonnella tranquillità della coscienzané ci saràsalvezza per noifinché sentiremo in noi il velenodell'ingiustizia commessa. Bisognava trovare il mezzo di convocare dinuovoimmediatamentela Corte di cassazione; e non mi si dica chequesto era impossibileil governo disponeva degli elementinecessariperfino prescindendo dal problema dell'uso di potere.


Bisognavaliquidare tutti i processi in corsolasciare che la giustiziafacesse la sua opera senza che un solo colpevole le potesse sfuggire.Bisognava pulire l'ulcera a fondodare al nostro popolo un'altalezione di verità e di equitàristabilire nel suoonore la persona morale della Francia dinanzi al mondo.


Soltantoa quel punto si sarebbe potuto dire che la Francia era guarita epacificata.


Edè stato allora che il Suo governo ha preso l'altro partitolarisoluzione d'insabbiare una volta di più la veritàdisotterrarlapensando che bastasse seppellirla perché nonesistesse più. Nello sbigottimento in cui l'aveva gettato laseconda condanna dell'innocentealtro non ha saputo escogitare cheil doppio provvedimento di graziare dapprima quest'ultimoper poiottenere il silenzio ricorrendo al bavaglio di una legge d'amnistia.I due provvedimenti sono collegatisi completanosono larabberciatura di un governo allo stremo che è venuto meno allasua missione e cheper togliersi d'impaccionon trova di meglio cherifugiarsi nella ragion di Stato. Il Suo governo ha voluto coprirlasignor presidentedal momento che aveva avuto il torto diprometterle di impegnarsi. Ha voluto salvarsi a sua voltacredendoforse di appigliarsi al solo partito pratico per salvare laRepubblica minacciata.


Ilgrande errore è stato perciò compiuto quel giornoquando si presentava un'ultima occasione di agiredi restituire allapatria la sua dignità e la sua forza. In seguitolo so benevia via che i mesi sono trascorsitrovare salvezza èdiventato più difficile.


Ilgoverno si è lasciato spingere in una situazione senza uscitae quando si è presentato davanti alle Camere per dire che nonpoteva più governarequalora gli avesse rifiutato l'amnistiaaveva sicuramente ragione ma non era forse stato lui a renderenecessaria l'amnistiadisarmando la giustiziaquando essa eraancora possibile? In conclusione il governoscelto per salvare caprae cavolinon è riuscito se non a lasciar crollare tuttoinuna catastrofe immane. E quando si è trattato di ricorrere airimedi estremi non ha saputo escogitare di meglio che finire làda dov'erano partiti i governi Méline e Dupuy: l'insabbiamentodella veritàl'assassinio della giustizia.


Nonè una vergognaper la Franciache non uno dei suoi uominipolitici si sia sentito abbastanza forteabbastanza intelligenteabbastanza coraggioso per essere l'uomo della situazionequello cheavrebbe gridato la veritàe che il paese avrebbe seguito? Pertre annigli uomini si sono succeduti al poteree tutti li abbiamovisti vacillare e poi sprofondare nello stesso errore. Non parlo diMélinel'uomo scellerato che ha voluto il criminenédel signor Dupuyl'uomo equivocoasservito in partenza al partitodei forti. Ma ecco Brissonche ha osato volere la revisione; non èlacrimevolel'errore irreparabile in cui è caduto permettendol'arresto del colonnello Picquart all'indomani della scoperta delfalso Henry? Ed ecco Waldeck-Rousseaui cui coraggiosi discorsicontro la legge di incompetenza a procedere avevano avuto cosìnobile risonanza in tutte le coscienze: non è disastroso chesi sia creduto in obbligo di legare il suo nome a questa amnistiachecon brutalità anche maggioredichiara incompetente lagiustizia? Ci chiediamo se un amico al governo non ci sarebbe statopiù utilevisto che gli amici della verità e dellagiustiziadal momento in cui prendono il poterenon sanno piùtrovare altri mezzi per salvare il paeseche quello di ricorrere aloro volta alla menzogna e all'iniquità.


Poichése la legge d'amnistiasignor presidenteè stata votatadalle Camere con la morte nel cuoreviene inteso che lo scopo èdi assicurare la salvezza del paese. Nel vicolo cieco in cui si ècacciatoil Suo governo ha dovuto scegliere il terreno della difesarepubblicanadi cui ha sentito la solidità. Il caso Dreyfusha per l'appunto indicato i pericoli che la Repubblica correvacausail doppio complotto del clericalismo e del militarismoche agivanoin nome di tutte le forze reazionarie del passato. E da quel momentoil piano politico del governo è semplice: sbarazzarsi del casoDreyfus insabbiandololasciar intendere alla maggioranza chese nonobbedirà docilmentenon avrà le riforme promesse.Andrebbe benissimose per salvare il paese dal veleno clericale emilitarista non si dovesse cominciare a lasciarlo immerso in un altrovelenoquello della menzogna e dell'iniquitàin cui lovediamo agonizzare da tre anni.


Senzadubbio il terreno del caso Dreyfus è un terreno politicodetestabile. Lo è diventatoper lo menoa causadell'abbandono nel quale è stato lasciato il popoloin manoai peggiori banditinel putridume della stampa ignobile. E concedoancora una volta che nell'ora attuale l'azione diventi difficilequasi impossibile. Ma rimanenondimenouna concezione molto miopequesta idea che si possa salvare un popolo dal male che lo consumadecretando che quel male non esiste più. L'amnistia èfattai processi non si faranno piùnon sarà piùpossibile perseguire i colpevoli: il che non toglie che Dreyfusinnocentesia stato condannato due voltee che questa orrendainiquitàfinché non si sarà posto riparocontinuerà a far delirare la Francia in preda a incubiorribili. Si ha un bel nascondere la veritàessa camminasotto terraun giorno riaffiorerà per ogni doveesploderàin vegetazioni vendicatrici. E quel che è peggio è cheoscurando nelle masse il senso del giustosi contribuisce ademoralizzarla.


Dalmomento che non ci sono punitinon ci sono neppure colpevoli.


Comevuole che gli umili sappianopreda come sono delle menzognecorruttrici di cui sono stati alimentati? Occorrerebbe una lezioneper il popoloinvece gli si ottenebra la coscienzasi finisce perpervertirla del tutto.


E'qui il bandolo: il governo afferma di tendere alla pacificazione conla sua legge di amnistiae noi altriinvecesosteniamo che essocorreal contrarioil rischio di preparare nuove catastrofi. Tornoa ripeterenon c'è pace nell'iniquità. La politicavive alla giornatacrede in un'eternità solo perché haguadagnato sei mesi di silenzio. E' possibile che il governo goda diun po' di treguae ammetto perfino che la impiegheràinutilmente. Ma la verità si risveglieràgrideràscatenerà delle tempeste. Ma dove verranno? Lo ignoromaverranno. E in preda a quale disorientamento si troveranno gli uominiche non hanno voluto agirecon quale peso li schiacceràquesta amnistia scellerata dove hanno gettato alla rinfusagalantuomini e malandrini! Quando il paese sapràquando ilpaesesollevatosivorrà rendere giustiziala sua colleranon comincerà col cadere su quelli che non l'hanno illuminatoa suo tempo quando potevano farlo?

Ilmio caro e grande amico Labori l'ha detto con la sua meravigliosaeloquenza: la legge d'amnistia è una legge dettata dadebolezzada impotenza. La viltà dei governi che si sonosucceduti ci si è come accumulataquesta legge nasce da tuttii cedimenti degli uomini chemessi di fronte a un'ingiustiziaesecrabilenon si sono sentiti la forza di impedirla né diporvi riparo. Di fronte alla necessità di colpire in altosisono piegatihanno indietreggiato tutti. All'ultimo momentodopotanti crimininon è l'oblionon è il perdono quelloche ci viene portoè la pauraè la debolezzaèl'impotenza in cui si sono trovati i ministri a far semplicementeapplicare le leggi esistenti. Ci dicono di volerci parlare per mezzodi concessioni reciproche: non è verola verità èche nessuno ha avuto il coraggio di usare la scure con la vecchiasocietà corrottae per nascondere questa codardia parlano diclemenzarilasciano gomito a gomito un Esterhazyil traditoree unPicquartl'eroe al quale l'avvenire innalzerà delle statue.E' una cattiva azione che sarà sicuramente punitapoichénon ferisce soltanto la coscienza ma corrompe la moralitànazionale.


E'una buona educazionequestaper una Repubblica? Sono queste lelezioni che vengono date alla nostra democrazialezioni dove le siinsegna che ci sono ore in cui la veritàin cui la giustizianon esistono piùse l'interesse dello Stato lo esige. E laragion di Stato rimessa in onore da uomini liberi che l'hannocondannata nella Monarchia e nella Chiesa. Bisogna proprio che lapolitica sia una grande pervertitrice d'anime. E dire che tanti deinostri amicitanti fra quelli chefin dal primo giornohanno cosìvalidamente combattutooggi hanno ceduto al sofismaaderendo allalegge d'amnistia come a una misura politica necessaria! Mi si spezzail cuore nel vedere un Ranccosì dirittocosìcoraggiosoprendere le difese di Picquart contro lo stesso Picquartmostrandosi felice del fatto che l'amnistiache gli impediràdi difendere il suo onorelo salverà dall'odio certo di untribunale militare. E Jaurèsil nobileil generoso Jaurèsche si è prodigato in modo così splendidosacrificandoil suo seggio di deputatogran bella cosain questi tempi dighiottoneria elettorale! Eccoloanche luiaccettare di vederciamnistiatiPicquart ed EsterhazyReinach e du Paty de Clamme e ilgenerale Merciertutti nello stesso sacco! Insommala giustiziaassoluta finiscelà dove comincia l'interesse d'un partito?Ah! quale serenità essere un solitarionon appartenere anessuna settadipendere soltanto dalla propria coscienzae chelibertà nel procedere dritti per la propria stradaamandosolamente la veritàe volendolaperfino quando potrebbescuotere la terra e far cadere il cielo!

Neigiorni di speranza del caso Dreyfussignor Presidenteavevamo fattoun bel sogno. Non avevamo forse in mano un caso unico? un crimine nelquale s'erano impegnate tutte le forze reazionarietutte quelle chesono di ostacolo al libero progresso dell'umanità? Mai si erapresentata esperienza più decisivamai sarebbe stata data alpopolo lezione pratica più nobile. In pochi mesine avremmoilluminato la coscienzaavremmo fatto di piùper istruirlo ematurarlodi quanto non avesse fatto un secolo di lotte politiche.Sarebbe bastato mostrargli all'opera tutti i poteri nefasticomplicidel più esecrabile dei crimini: lo schiacciamento di uninnocentele cui torture senza nome strappavano un grido di rivoltaall'umanità.


Econfidando nelle forze della veritàattendevamo il trionfo.


Eraun'apoteosi della giustizia: il popolo cheilluminatosi levava inmassail paese che ritrovava la sua coscienzache innalzava unaltare all'equitàcelebrando la festa del dirittoriconquistatoglorioso e sovrano. E tutto finiva con un baciouniversaletutti i cittadini pacificatiuniti in questa comunionedella solidarietà umana. Ahimè! signor presidenteLeisa bene ciò che è avvenutola dubbia vittorialaconfusione per ogni particella di verità strappatal'ideadella giustizia più a lungo oscurata nella coscienza dellosventurato popolo. Sembra che il nostro concetto di vittoria fossetroppo immediato e troppo grossolano. L'umano corso degli eventi noncontempla simili trionfi strepitosi che sollevano una nazioneche inun giorno la consacrano forte e potente. Evoluzioni di questo generenon si realizzano da un istante all'altrosi compiono soltanto nellosforzo e nel dolore. La lotta non è mai finitaogni passo inavanti viene acquistato a prezzo di una sofferenzasoltanto i figlipossono constatare i successi riportati dai padri. E senel mioardente amore per il popolo di Francianon mi consolerò maidi non aver potuto trarreper la sua educazione civical'ammirevolelezione pratica che il caso Dreyfus comportavasono rassegnato da unpezzo a vedere la verità penetrarlo soltanto a poco a pocofino al giorno in cui sarà maturo per il suo destino dilibertà e di fraternità.


Noinon abbiamo mai pensato ad altro che a luitutt'a un tratto il casoDreyfus si è allargatoè diventato un caso socialeumano. L'innocente che pativa all'isola del Diavolo era soltantol'incidentetutto il popolo soffriva con lui sotto il pesoschiacciante di potenze malefichenell'impudente disprezzo dellaverità e della giustizia. Esalvandolosalvavamo tutti glioppressitutti i sacrificati. Ma soprattuttoora che Dreyfus èliberorestituito all'amore dei suoiquali sono i furfanti e gliimbecilli che ci accusano di voler riprendere il caso Dreyfus?

Sonoproprio quelli che nelle loro losche mene politiche hanno forzato ilgoverno a esigere l'amnistiacontinuando a infradiciare il paese dimenzogne. Che Dreyfus cerchi con tutti i mezzi legali di ottenere larevisione del giudizio di Rennesè chiaro ed è giustoe noi l'aiuteremo in questo con tutte le nostre forzeil giorno incui l'occasione si presenterà. Immagino che perfino la Cortedi cassazione sarà felice di avere l'ultima parola per l'onoredella sua suprema magistratura. Solo che in questo ci saràsoltanto una questione giudiziarianessuno di noi ha mai avuto lastupida idea di rinfocolare quello che è stato il casoDreyfus; e l'unico desiderio possibile è oggi quello di trarreda questo caso le conseguenze politiche e socialila messe diriforme di cui esso ci ha mostrato l'urgenza. Starà lìla nostra difesain risposta alle accuse abominevoli di cui ci si facaricoe starà lì soprattutto la nostra definitivavittoria.


Un'espressionemi accorasignor presidenteogni volta che la incontroquel luogocomune che consiste nel dire che il caso Dreyfus ha fatto tanto malealla Francia. L'ho trovata su tutte le bocchesotto tutte le penneamici miei la ripetono correntementee forse l'avrò usata iostesso. Eppurenon conosco espressione più falsa. E non parlodello spettacolo ammirevole che la Francia ha offerto al mondoquesta lotta gigantesca per una questione di giustiziaquestoconflitto di tutte le forze attive in nome dell'ideale. Cosìcome non parlo dei risultati già ottenutigli uffici delministero della Guerra ripulititutti gli attori equivoci del drammaspazzati viapoiché la giustiziamalgrado tuttoha fatto unpo' dell'opera sua. Ma il bene immenso che il caso Dreyfus ha fattoalla Francia non èin realtàd'essere statol'incidente putridoil foruncolo che appare sulla pelle e che rivelail marciume interiore? Bisogna ritornare all'epoca in cui il pericoloclericale faceva alzare le spallein cui era di moda prendere ingiro Homaisvolteriano ritardato e ridicolo. Tutte le forzereazionarie avevano continuato a strisciare sotto il selciato dellanostra grande Parigiminando la Repubblicacontando giàd'impadronirsi della città e della Franciail giorno in cuile attuali istituzioni sarebbero crollate. Ed ecco che il casoDreyfus smaschera tuttoprima che l'insabbiamento sia prontoeccoche i repubblicani finiscono per accorgersi che rischiano di vedersiconfiscare la loro Repubblicase non vi riportano l'ordine. Tutto ilmovimento di difesa repubblicano è nato da lìe se laFrancia si salverà dal lungo complotto della reazionelodovrà al caso Dreyfus.


Auguroche il governo porti a buon fine questo compito di difesarepubblicana che ha appena invocato per ottenere dalle Camere il votosulla sua legge d'amnistia. E' il solo mezzo di cui dispone peressere finalmente coraggioso e utile. Ma che non rinneghi il casoDreyfusche lo riconosca come il bene più grande che potessecapitare alla Franciae che dichiari con noi chesenza il casoDreyfusoggi la Francia sarebbe di sicuro nelle mani dei reazionari.


Quantoalla mia questione personalesignor presidenteio non recrimino.Tra poco saranno quarant'anni che faccio il mio lavoro di scrittoresenza inquietarmi né delle condanne né delleassoluzioni pronunciate sui miei librilasciando all'avvenire lacura di dare il giudizio definitivo. Un processo rimasto a metànon puòdi conseguenzaturbarmi molto. E' una faccenda inpiù che il domani giudicherà. E se rimpiangol'esplosione di verità desiderabile che un nuovo processopoteva far scaturiremi consolo pensando che la veritàtroverà certo una via per scaturire ugualmente.


Leconfessotuttaviache sarei stato curioso di sapere che cosa unanuova giuria avrebbe pensato della mia prima condannaottenuta sottola minaccia dei generaliarmati come di una clava del terribilefalso Henry. Non chein un processo puramente politicoio abbia unagrande fiducia nella giuriacosì facile da sviaredaterrorizzare. Maa ogni modosarebbe stata una lezione interessantequesto dibattimento che si riaprivaquando l'inchiesta della Cortedi cassazione aveva ottenuto la prova di tutte le accuse da me mosse.Se lo immagina? un uomo condannato in base a un falsoe che ritornadavanti ai suoi giudici dopo che il falso è statoriconosciutoconfessato! un uomo che aveva accusato altriin base afatti di cui un'inchiesta della Corte suprema ha ormai accertatol'assoluta verità! Avrei passato delle ore piacevoliinquell'aulaperché un'assoluzione mi avrebbe fatto piacere; enel caso ci fosse stata un'altra condannal'idiozia vile o lapassione cieca hanno una bellezza specialeche mi ha sempreinteressato.


Maè bene precisare un po'signor presidente. Io Le scrivounicamente per mettere fine a tutta questa storiaed è beneche io ripeta davanti a Lei le accuse che avevo portato davanti alpresidente Fauretanto per stabilire definitivamente che eranoaccuse giustemoderateperfino insufficientie che la legge delSuo governoin meha amnistiato un innocente.


Hoaccusato il tenente colonnello du Paty de Clam "di essere statol'artefice diabolico dell'errore giudiziarioincoscientementevoglio speraree di avere in seguito difeso la sua opera nefastaper tre anniricorrendo alle macchinazioni più bizzarre e piùcolpevoli".


Misembra discreto e cortesevero? per chi abbia letto il rapporto delterribile capitano Cuignetcheinvecesi spinge fino all'accusa difalso.


Hoaccusato il generale Mercier "di essersi reso complicenonfosse che per debolezza d'animodi una delle peggiori iniquitàdel secolo". Quifaccio onorevole ammendaritiro la debolezzad'animo. Mase il generale Mercier non ha la scusa diun'intelligenza indebolitaallora la sua responsabilità ètotalenegli atti a lui ascritti dall'inchiesta della Corte dicassazionee che il Codice qualifica criminali.


Hoaccusato il generale Billot "di aver avuto tra le mani le provecerte dell'innocenza di Dreyfus e di averle soffocatedi essersireso colpevole del delitto di lesa umanità e di lesagiustiziaa fini politici e per salvare lo Stato maggiorecompromesso". Tutti i documenti a noi oggi noti stabiliscono cheil generale Billot era per forza di cose al corrente delle manovrecriminali dei suoi subordinati; e aggiungo che proprio per suo ordineil dossier segreto di mio padre è stato consegnato a ungiornale immondo.


Hoaccusato il generale de Boisdeffre e il generale Gonse "diessersi resi complici dello stesso delittol'uno sicuramente perfanatismo clericalel'altro forse per quello spirito di corpo che fadegli uffici del ministero della guerra l'arca santa inattaccabile".Il generale de Boisdeffre si è giudicato da séall'indomani della scoperta del falso Henrynel dare le suedimissionicon lo scomparire dalla scena del mondocaduta tragicadi un uomo elevato ai più alti gradialle funzioni piùaltee che precipita nel nulla. Quanto poi al generale Gonseèdi quelli che l'amnistia salva dalle più pesantiresponsabilitànettamente stabilite.


Hoaccusato il generale de Pellieux e il comandante Ravary "diavere condotto un'inchiesta scellerataintendocon questodominatadalla parzialità più mostruosadi cuinel rapportodel secondoabbiamo un monumento imperituro di ingenua audacia".


Bastarileggere l'inchiesta della Corte di cassazione per prendere visionedel fatto che la collusione è stabilitaprovata dai documentie dalle testimonianze più schiaccianti. Il modo in cui vieneistruito il caso Esterhazy altro non fu che un'impudente commediagiudiziaria.


Hoaccusato i tre esperti calligrafiBelhommeVarinard e Couard"diaver fatto rapporti menzogneri e fraudolentia meno che un esamemedico non li dichiari affetti da disturbi della vista e delgiudizio". Lo dicevo di fronte alla straordinaria affermazionedei tre espertii quali asserivano che il "bordereau" nonera di pugno di Esterhazyerrore chea mio parereun bambino didieci anni non avrebbe commesso. Sappiamo che lo stesso Esterhazyoggi riconosce di aver compilato quell'elenco. E il presidente BallotBeauprénel suo rapportoha dichiarato solennemente cheperluinon c'era possibilità di dubbio.


Hoaccusato gli uffici del ministero della Guerra"di averecondotto sulla stampae in particolare su 'L'Eclair'e su 'L'Echode Paris' una campagna abominevole per fuorviare l'opinione pubblicae nascondere le loro colpe". Non insistopenso che la provaconsista in tutto quello che si è saputo in seguito e in tuttoquello che gli stessi colpevoli hanno dovuto confessare.


Infineho accusato il primo tribunale militare "di avere violato ildirittocondannando un accusato in base a un documento rimastosegreto"e ho accusato il secondo tribunale di avere copertoin obbedienza agli ordiniquesta illegalitàcommettendo asua volta il delitto giuridico di assolvere scientificamente uncolpevole".


Peril primo tribunale militareil fatto d'avere prodotto un documentosegreto è stato nettamente stabilito dall'inchiesta dellaCorte di cassazioneperfino al processo di Rennes. Per il secondotribunale militareil riferimento è sempre l'inchiestacheha provato la collusioneil continuo intervento del generale dePellieuxl'evidente pressione sotto cui l'assoluzione è stataottenutain ossequio al desiderio dei capi.


Comevedesignor presidentenon c'è una delle mie accuse che lecolpe e i crimini scoperti non abbiano giustificatoe ripeto chequeste accuse appaiono oggi molto pallide e molto modestedi fronteall'agghiacciante cumulo degli abomini commessi. Confesso che nemmenoio avrei mai osato supporre un tale ammasso. AlloraLe chiedoqualè il tribunale onestoo semplicemente ragionevoleche sicoprirebbe di obbrobrio col condannarmi di nuovoora che la prova ditutto quello che ho avanzato è chiara e lampante? E non sembraanche a Lei che la legge del Suo governoche amnistia meinnocenteinsieme al branco di colpevoli che ho denunciatosia veramente unalegge scellerata?

Cosìè finitasignor presidentealmeno per il momentoper questoprimo periodo del caso che l'amnistia ha chiuso forzatamente.


Cipromettonosìcome risarcimentola giustizia della storia.


E'un po' come il paradiso cattolicoche serve a far pazientare suquesta terra gli infelici creduloni che la fame strangola.


Soffriteamici mieimangiate il vostro pane seccodormite per terraintantoche i felici di questo mondo dormono tra le piume e si cibano dileccornie. Allo stesso modolasciate che gli scellerati occupino iprimi postimentre voii giustivenite spinti nel fango. Eaggiungono chequando saremo mortitoccherà a noi vedercierigere statue. Da parte miavogliosìe spero perfinocheil compenso della storia sia più serio delle delizie delparadiso. Tuttaviaun po' di giustizia su questa terra mi avrebbefatto piacere.


Nonche io lamenti la nostra sortesono convinto che siamo quasi inportocome si suol dire. La menzogna ha un punto in suo sfavoreedè che non può durare per semprementre la veritàche è unaha l'eternità dalla sua. Perciòsignor presidenteil suo governo dichiara che riporterà lapace con la sua legge d'amnistiae noi crediamodal canto nostroche esso prepari al contrario nuove catastrofi. Un po' di pazienzaesi vedrà chi aveva ragione. Secondo menon mi stanco diripeterloil caso non può finirefinché la Francianon saprà e non porrà riparo all'ingiustizia. Ho dettoche il quarto atto era stato recitato a Rennese che per forza dicose ci sarebbe stato un quinto atto.


Mene resta nel cuore l'angosciaci si dimentica sempre chel'imperatore tedesco ha la verità in manoe che ce la puògettare in facciaquando suonerà l'ora che forse ha giàscelto. Sarà un quinto atto agghiacciantequello che io hosempre temuto e di cui un governo francese non dovrebbe accettareneppure per un'ora la spaventosa eventualità.


Cihanno promesso la Storiaalla Storia anch'io rimando Leisignorpresidente. Ci dirà quello che Lei avrà fattoLeriserverà una pagina. Pensi a quel povero Félix Faurea quel conciatore di pelli deificatocosì popolare al suoapparireche aveva commosso perfino me con la sua bonomiademocratica: per l'avveniresarà soltanto l'uomo ingiusto edebole che ha permesso il martirio di un innocente. E veda se non Lepiacerebbe molto di più essere ricordato come l'uomo dellaverità e della giustizia. Forse ne ha ancora il tempo.


Quantoa mesono soltanto un poetaun narratore solitario che svolge lasua opera in un angolomettendoci tutto se stesso. Ho giàammesso che un buon cittadino deve accontentarsi di offrire al suopaese il lavoro che riesce ad assolvere nel modo meno maldestro; ed èper questo che mi chiudo nei miei libri. Mi limito perciò aritornare a essipoiché la missione che mi ero assegnata ècompiuta. Ho fatto la mia parte fino in fondoquanto piùonestamente mi è stato possibilee rientro definitivamentenel silenzio.


Devoaggiungeresoltantoche le mie orecchie e i miei occhi rimarrannobene aperti. Sono un po' come suor Annami preoccupo giorno e nottedi quel che si profila all'orizzonteconfesso perfino di nutrire lasperanza tenace di vedere presto tanta veritàtantagiustiziaavanzare verso di noi dai campi lontani dove l'avvenireincalza.


Easpetto sempre.


Vogliagradiresignor presidentel'espressione del mio profondo rispetto.